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Crotone, mafioso fuori dal carcere per la cresima del figlio applaudito dalla folla. Il parroco segnala l'episodio

Don Napolitano si è rivolto alla Commissione parlamentare antimafia e a Libera

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CASABONA (CROTONE). Un applauso parte timido, poi rimpie la chiesa. Accompagna il passaggio di un uomo che si dirige verso la sacrestia della cattedrale di Casabona, paesino del crotonese. Non è un eroe, né ha pubblici meriti. È il fratello del boss locale e solo grazie al permesso di un magistrato ha potuto lasciare il carcere per partecipare alla cresima del figlio.

Senza parlare, né salutare nessuno: queste erano le condizioni. Ma a Casabona, paesino di 2500 anime scarse, non c’è bisogno di presentazioni. In chiesa, tutti sapevano chi fosse quell’uomo che, scortato dagli agenti, si è seduto da solo e da solo ha assistito alla funzione. Tutti conoscevano perfettamente le prescrizioni rigidissime imposte dal magistrato. E lui è stato molto attento a non violarle. I presenti invece no.

E in una chiesa piena di agenti della penitenziaria e carabinieri, con quell’applauso hanno voluto tributare un omaggio e forse un’investitura al fratello del boss. Un messaggio inequivocabile anche per il prete, don Giovanni Napolitano. Indignato, il sacerdote ha protestato dall’altare, contro quel gesto «inopportuno e fuori luogo». Ma neanche le sue parole hanno fermato il secondo applauso con cui familiari e amici hanno salutato l’uomo fuori dalla chiesa, mentre veniva scortato al blindato che lo avrebbe riportato in carcere.

I carabinieri presenti hanno visto, annotato e segnalato la cosa, ma estremi di reato pare non ce ne siano. Forse anche per questo il parroco ha deciso di raccontare tutto non solo al referente provinciale di Libera, Antonio Tata, ma anche alle autorità, dal commissario prefettizio che regge il Comune, Gaetano Aiello, al presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra. «È un episodio molto grave - dice Morra - indica un comportamento paramafioso, comunque espressione di contiguità nei confronti di logiche mafiose».