Cronaca

Caso AstraZeneca: cosa sappiamo degli effetti dei vaccini sulla coagulazione del sangue

(ansa)
Escluso il legame tra vaccini e trombosi. Ma dall'autopsia sono emersi "sintomi insoliti" nella donna morta in Danimarca. Aveva piastrine molto basse e trombi nel sangue, due fenomeni apparentemente in contraddizione. L'Ema aveva segnalato il calo delle piastrine come eventuale effetto collaterale dei vaccini. La Germania ha osservato casi simili
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AstraZeneca, le tessere del puzzle sono ancora poche per capire cosa sia successo alle vittime di trombosi da poco vaccinate. Due autopsie in Italia non hanno aggiunto elementi. Ma una in Danimarca fornisce un dettaglio da indagare. La donna di 60 anni deceduta dopo l’iniezione “aveva sintomi insoliti” scrive la Danish Medicines Agency. Nel suo sangue c’era un numero basso di piastrine: fattori che facilitano la coagulazione del sangue. Ma i suoi vasi, sia piccoli che grandi, erano pieni di coaguli. Coincidenza vuole che l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) giovedì scorso avesse segnalato un nuovo possibile effetto collaterale dei vaccini per il Covid (senza citare una marca in particolare): l’abbassamento del livello delle piastrine.

Come è possibile, non sembra una contraddizione? “Potrebbe non esserlo” dice Maurizio Margaglione, esperto di genetica medica dell’università di Foggia e membro della Società italiana per lo studio dell’emostasi e della trombosi. “Le cause di un calo possono essere le più varie, ma a volte vediamo una carenza di piastrine nel sangue proprio perché molte di esse vengono reclutate nella formazione dei trombi. E’ un’eventualità che troviamo descritta nei libri di medicina. Non abbiamo assolutamente elementi per poter dire che sia successo così con il vaccino”.

Sabato in Norvegia tre persone, operatori sanitari al di sotto dei 50 anni, appena vaccinate con AstraZeneca, sono state curate in ospedale con gli stessi sintomi: emorragie, trombi e piastrine basse. In Germania l'Istituto Paul Ehrlich (Pei) ha detto di aver rilevato un "notevole accumulo di una forma speciale di trombosi venosa cerebrale, molto rara, unita a una carenza di piastrine in prossimità con la somministrazione di vaccino AstraZeneca". Il Pei non è un organo qualunque: è l'istituto che ha consigliato alla Germania di fare marcia indietro e sospendere le vaccinazioni con AstraZeneca.

I numeri comunque restano molto piccoli. Una manciata di casi su milioni di dosi somministrate. Potrebbe anche trattarsi del cosiddetto “bias di attenzione”, un fenomeno previsto dagli esperti di farmacovigilanza: se scatta un allarme, tutti i casi simili verranno segnalati con enfasi. L'ipotesi non concince neanche Guido Rasi, ex direttore dell'Ema: "Un calo di piastrine può avere molte cause e dipendere da molti organi. Non basta a spiegare le reazioni riportate. Resta poi il fatto che in altri paesi come la Gran Bretagna non si sia visto niente di simile. E' giusto esplorare ogni ipotesi, ma bloccare i lotti di vaccino è una scelta con delle conseguenze non da poco. Ogni giorno di vaccinazione perso, causa delle vittime da Covid".

Ragionare di ipotesi è l’unica cosa che possiamo fare al momento. Una di queste suggeriva che i vaccinati fossero inconsapevolmente contagiati. Sappiamo infatti che il Covid favorisce la formazione di trombi, tanto da essere trattato in ospedale con anticoagulanti. “Accade soprattutto a livello dei polmoni, dopo che il virus ha iniziato a dispiegare i suoi danni lì” spiega Margaglione. “Ma è difficile pensare che avvenga anche nei pazienti asintomatici”. Un semplice tampone, ormai di routine anche per i morti, è in grado di confermare o escludere l’infezione: se le vittime avessero avuto il Covid, almeno per quelle sottoposte ad autopsia, probabilmente lo avremmo già saputo.

Ai medici esperti di fattori genetici che predispongono alla trombosi in questi giorni arrivano le preoccupazioni di molti pazienti. “Siamo sommersi dalle richieste di consigli” spiega Giuseppe Novelli, genetista dell’università di Roma Tor Vergata. “L’indicazione che diamo è sicuramente quella di vaccinarsi. Non c’è nessun motivo che ci suggerisca di avere paura. Anzi, questo è un momento decisivo nella lotta contro il virus”. E’ vero che alcune persone, per ragioni genetiche, sono più predisposte di altre a formare dei trombi. “Ma i fattori che conosciamo sono del tutto insufficienti a guidarci. I geni coinvolti sono molti e i portatori in alcuni casi arrivano al 50% della popolazione” prosegue Novelli. “Le trombosi purtroppo sono molto diffuse, rappresentano la terza causa di morte o di patologia cardiovascolare”. Margaglione conferma: “In ogni caso, non avremmo a disposizione un test capace di prevedere rischi di effetti collaterali dei vaccini. Neanche lontanamente”.

I dati epidemiologici delle vaccinazioni non segnalano un eccesso di tromboembolie rispetto alla popolazione generale. Come sostiene anche Ema, i casi avvenuti dopo le iniezioni non sono affatto superiori a quelli che avvengono nella popolazione generale. AstraZeneca, andando a rivedere i dati delle sperimentazioni, non ha trovato particolari segnali di allarme. Margaglione allarga le braccia: “Non ho conoscenza di vaccini che abbiano mai causato problemi del genere”. Ma non si capisce perché nessuno chieda a Pfizer-BioNTech e Moderna se anche loro abbiano fatto registrare casi di trombosi concomitanti con la vaccinazione.

“Questi due vaccini usano un metodo diverso da quello di AstraZeneca: una molecola di Rna racchiusa in una molecola di lipidi non troppo dissimile da quelle che formano le pareti dei nostri vasi sanguigni” spiega Margaglione. AstraZeneca invece, come Johnson&Johnson e Sputnik, usa un virus come vettore. “Sempre in linea del tutto teorica – ipotizza il professore di Foggia - potrebbe darsi che il vettore virale inneschi un meccanismo nei vasi sanguigni che invece i vaccini a Rna non attivano. Ma da quel che stiamo vedendo, se davvero esistesse, si tratterebbe di un fenomeno estremamente raro”.     

Una nuova fake news ha anche iniziato a circolare nel fine settimana sui social media. Il messaggio dice che a provocare le morti non sarebbero stati i vaccini in sé, ma "il fenomeno Ade, cioè un'amplificazione infiammatoria della risposta derivata dagli anticorpi", e che anche Massimo Galli del Sacco e Giovanni Maga del Cnr ne hanno parlato. Dichiarazioni subito smentite dai diretti interessati. "Il post - spiega Maga - lascerebbe intendere che io abbia suggerito di effettuare il test sierologico allo scopo di evitare la vaccinazione dei positivi, per non incorrere nel fenomeno Ade". L'Ade, precisa il medico, "è un fenomeno noto per pochi virus, il più comune è quello della Dengue, che nulla ha a che fare con Sars-Cov2". Massimo Galli affida la sua smentita a Twitter: "I vaccini in uso non possono innescare la cosiddetta Ade, nemmeno nelle persone che vengono vaccinate dopoo essere guarite. Un'eventuale Ade non avrebbe comunque alcuna relazione con i fenomeni trombotici".