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Brescello, il borgo di Peppone e Don Camillo: un tuffo nel cinema e... nella prima Repubblica

Qui, nella Bassa reggiana, tutto riporta ai personaggi nati dalla penna di Giovannino Guareschi. Con un imperdibile museo di cimeli storici
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Anche se si arrivasse bendati in quella piazza, di fronte a quella chiesa, si capirebbe subito di essere a Brescello. Perché sono i luoghi dove sono stati girati i film di Peppone e Don Camillo, i personaggi nati dalla penna di Giovannino Guareschi. La visita a questo borgo della Bassa reggiana, al confine con la Lombardia, è un tuffo nel passato. Le statue del sindaco rosso e del prete fanno respirare la contrapposizione tra Partito Comunista e Democrazia Cristiana, come se le elezioni del ’48 fossero dietro l’angolo. I cappelletti e i salumi mangiati in trattoria. Il Po che scandisce le attività umane. Il ventunesimo secolo, in questo paese di cinquemila anime, sembra non essere mai scattato.

Un’atmosfera unica capace, in epoca pre Covid-19, di attrare ogni anno più di trentamila persone tra turisti e cinefili. Qui quasi tutto ruota intorno alle pellicole: quest’anno ricorre il settantesimo anniversario dall'inizio delle riprese del primo film, diretto da Julien Duvivier. “Speriamo che la pandemia ci permetta di celebrare come si deve questa cifra tonda – spiega Massimo Berni, referente della cultura del Comune di Brescello –. Stiamo pensando a iniziative e mostre per la rievocazione del film. Sarebbe bello festeggiare tutti insieme nella settimana del santo patrono del paese Genesio, il 25 agosto”.

A Peppone e Don Camillo è dedicato un museo che conserva le locandine, le fotografie, gli oggetti del set, gli abiti, il carrarmato che compare nel terzo film e la locomotiva del treno sul quale, al termine della prima proiezione, Don Camillo lascia il paese per andare in esilio per ordine del vescovo.

Brescello, le strade del borgo durante la pandemia

C’è anche un museo che lega Guareschi a Brescello, dedicato al rapporto tra territorio e cinema. Anche se il paese, nelle opere letterarie, non era ben definito: quella di Brescello fu una scelta cinematografica. L’attrazione più amata, però, resta  senza dubbio il “Cristo parlante” di Don Camillo, custodito nella chiesa di Santa Maria Nascente. Un attore non protagonista divenuto reliquia religiosa da portare in processione.

I due poli dedicati al cinema, insieme al Museo archeologico che testimonia la presenza degli antichi romani nella Bassa reggiana, sono gestiti dalla Fondazione “Paese di Don Camillo e Peppone”, ente pubblico comunale. “Il nostro è un sistema integrato – prosegue Berni – che contempla anche percorsi naturalistici e passeggiate lungo il Po. Si regge però quasi interamente sui biglietti dei musei, per questo l’ultimo anno è stato difficile”.

Sempre a causa della pandemia, come nel 2020 non si terrà il Brescello Film Festival. Organizzato alla fine di giugno, in concomitanza della “tortellata” di San Giovanni di Parma, la rassegna ha sempre portato all’attenzione del pubblico il cinema di provincia. L’ultima edizione, quella del 2019, è stata un omaggio al regista “di casa” Bernardo Bertolucci, originario di Parma e scomparso pochi mesi prima.

Cinema e territorio, a Brescello, ritornano sempre. Un rito seguito da migliaia di curiosi ogni anno è la benedizione del fiume, con il parroco che porta il Cristo parlante in processione lungo le rive del fiume. Un evento tratto sempre dai film in cui Don Camillo fa trasportare la croce in giro per le strade per scongiurare lo straripamento del Po e l’alluvione. Un rituale più mondano che sacro presentato anche a Milano in occasione di Expo 2015.

Per il suo apparire come luogo fuori dal tempo, Brescello è abituato al turismo lento. Ne è stato precursore. Mordere un panino con un insaccato, camminare lungo la golena, specchiarsi nel Po, soffermarsi nel luogo dove è stata girata quella scena indimenticabile. Gli elementi per convincere i turisti a tornare, quando il Coronavirus sarà alle spalle, sono vari. Manca solo il segnale al momento giusto del Cristo parlante di Don Camillo. Un cenno, una smorfia, una battuta. Proprio come nei film.