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E-bike che passione, in Italia “cresce” la bici elettrica

Nel 2017 ne sono state vendute 148mila con una crescita del 19% sull'anno precedente. La Penisola si conferma il primo produttore europeo, ma solo il 4% della popolazione usa le due ruote per andare al lavoro

Concretizzare un “made in Italy elettrico”. Se valeva osservando i dati dello scorso anno, l’auspicio lanciato da Confindustria Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) è ancor più attuale analizzando il trend – decisamente in positivo – del mercato delle e-bike. Perché la bici a pedalata assistita corre veloce, come dimostrano le incoraggianti indicazioni delle vendite. Nel 2017 sono state 148.000 unità solo in Italia, pari a un incremento del 19% rispetto all'anno precedente. E le stime del prossimo report parlano di un’ulteriore freccia verso l’alto, tanto da spingere Piero Nigrelli, responsabile del settore ciclo per Ancma, a un proclama: “Mentre per altri mezzi si registra qualche perplessità, la bicicletta elettrica raccoglie un consenso unanime e possiamo immaginare una potenzialità di mercato fino a tre milioni di e-bike a regime”.

Le sue parole partono da una ricerca condotta su 3.200 persone interpellate sulle esigenze e le preferenze legate alla mobilità elettrica. Un’indagine da cui emerge che l’e-bike continua a scoprirsi trendy, andando ad avvalorare l’idea di un mercato in crescita: la produzione italiana di e-bike è infatti cresciuta in Italia dai 23.600 del 2016 ai 35.000 veicoli del 2017, con un +48%. E vanno bene anche le esportazioni: da 8.000 e-bike nel 2016 a 19.000 nel 2017.

Tutti elementi che, secondo lo studio di Legambiente, contribuiscono a generare in Italia un fatturato superiore ai 6 miliardi di euro, inteso come somma della produzione di biciclette e di accessori, delle vacanze su due ruote e dell’insieme delle ricadute positive generate dall’utilizzo della bicicletta in sostituzione di mezzi a motore.

Segnali di un mercato a corrente alternata: perché l'Italia si conferma il primo produttore europeo con 2,33 milioni di biciclette, ma nonostante l'83% degli italiani viva a meno di 30 minuti dal luogo di lavoro, solo il 4% usa le due ruote per recarsi al lavoro. Da qui, l’idea degli incentivi per ampliare la platea di utilizzatori di biciclette ed e-bike e aumentare gli spostamenti ‘green’ casa – lavoro.  La Provincia autonoma di Trento, ad esempio, ha previsto un finanziamento per le imprese (20 milioni in 5 anni) che si impegnano a favorire la mobilità alternativa nei percorsi casa-lavoro e l’acquisto di almeno una e-bike da assegnare in uso ai propri dipendenti.

I Comuni di Cesena e Cesenatico, invece, hanno varato il progetto congiunto che prevede incentivi economici (25 centesimi per ogni chilometro del percorso da casa al lavoro) per chi rinuncia all’auto e va al lavoro in bicicletta. C’è poi una regione modello come il Friuli Venezia Giulia, che ha distribuito circa 240 mila euro di contributi per acquistare bici a pedalata assistita, coinvolgendo 1.211 privati cittadini. Altri esempi virtuosi sono quelli di Vicenza e Bologna, con incentivi per l’acquisto di e-bike simili a quelli proposti anche a L’Aquila e Catania. Oltre all’acquisto di veicoli elettrici, infine, il Comune di San Lazzaro di Savena assegna incentivi per la conversione a trazione elettrica degli autoveicoli privati alimentati a benzina/gasolio. Una serie di esempi positivi per alimentare un mercato sempre più in crescita. A due ruote, ma molto veloce.
 

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