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Cambiamenti climatici, adesso gli alberi perdono prima le foglie

Cambiamenti climatici, adesso gli alberi perdono prima le foglie
Con l'aumento delle temperature e dei livelli di anidride carbonica la caduta autunnale delle foglie degli alberi nei climi temperati potrebbe avvenire in anticipo, al contrario di quanto ritenuto finora. Lo studio su Science
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ANCHE piante e alberi sono molto sensibili ai cambiamenti del clima. Fra i danni collaterali dovuti all'aumento delle temperature ci sono anche effetti sulla caduta delle foglie, che tipicamente avviene in autunno. Oggi una ricerca condotta dal Politecnico Federale di Zurigo ha mostrato che l'aumento delle temperature potrebbe anticipare questo evento, anziché posticiparlo, come ipotizzato da varie ricerche precedenti. Le cause di questa caduta precoce sarebbero da rintracciare proprio nella relazione che intercorre fra gli alberi e la maggiore quantità di anidride carbonica. I risultati sono pubblicati su Science.
 
In autunno le foglie cadono
In autunno le foglie di molte specie di alberi, detti caducifogli, invecchiano e cadono. In una sorta di meccanismo di protezione contro il gelo invernale, l'albero smette di nutrire le foglie, che altrimenti diventerebbero dei veri e propri raccoglitori di neve, mettendo in pericolo la pianta. In questo modo, invece, le foglie prima cambiano colore, poi si seccano e muoiono. Questo fenomeno, che ai nostri occhi potrebbe apparire banale, è frutto di un processo evolutivo durato millenni. Ma anche in questo caso l'albero è sensibile al clima e al riscaldamento globale.
 
Perché le foglie invecchiano
Fino ad oggi gli scienziati hanno ritenuto che l'aumento delle temperature avrebbe sottratto un elemento di stress per gli alberi - quale appunto l'arrivo del freddo - ritardando anche la caduta delle foglie. Tuttavia, gli elementi ambientali e climatici alla base dell'invecchiamento delle foglie non sono ancora del tutto chiari e per questo gli scienziati svizzeri hanno voluto comprendere meglio cosa succede davvero. Per capirlo hanno svolto degli esperimenti in laboratorio, oltre a un'ampia analisi di dati, raccolti dal 1948 al 2015, su sei diverse specie di alberi dei climi temperati, come il nostro, rintracciate in quasi 4mila siti nell'Europa centrale.
 

Lo studio
I ricercatori hanno esaminato gli effetti di sei parametri, fra cui le temperature estive e autunnali, la luce, le precipitazioni, e hanno poi riprodotto degli esperimenti in laboratorio in cui modificavano artificialmente le condizioni climatiche per osservare cosa succedeva. In particolare, si sono accorti che a temperature più alte e a livelli più elevati di anidride carbonica corrisponde un maggiore sviluppo degli alberi nei climi temperati durante la cosiddetta "stagione di crescita" ovvero il periodo in cui crescono gli alberi - di solito in questi climi ce ne sono due, una in primavera e una alla fine dell'estate. Questa aumentata produttività delle foreste, in primavera e in estate, sembra portare a una caduta anticipata delle foglie, e non posticipata.
 
Troppo carbonio fa cadere prima le foglie

Questo fenomeno probabilmente è dovuto al fatto che le radici e il legno che compone gli alberi continua ad assorbire il carbonio catturato dalle foglie, e necessario anche per la fotosintesi, fino a un certo punto, e smettono di immagazzinarlo quando l'assorbimento raggiunge una certa soglia. A questo punto le foglie cessano di essere utili per l'albero, che inizia a liberarsene. Ma con l'aumentare delle temperature e in presenza di livelli più alti di anidride carbonica - due elementi guida del riscaldamento globale - la soglia in cui l'albero smette di immagazzinare il carbonio si raggiunge prima.
 

I risultati riducono in maniera sostanziale le previsioni secondo cui "stagioni di crescita" degli alberi protratte possano corrisponde a una caduta delle foglie ritardata, spiegano gli autori, che sottolineano che ancora non sappiamo se questo modello può essere esteso a tutte le foreste temperate e ancora più in generale anche ad altre foreste. Il risultato però fornisce una prima indicazione di un fenomeno in gran parte inaspettato e legato a come il clima e i suoi cambiamenti possano interagire con l'ambiente, con potenziali effetti collaterali anche su più ampia scala, che dovranno essere approfonditi.