Il Gusto

Olio, parmariedd e tarantella, alla scoperta di Vietri di Potenza

Olio, parmariedd e tarantella, alla scoperta di Vietri di Potenza
Viaggio nel borgo che apre le porte della Basilicata, dove si paga in vietrese, la moneta del posto che vale 1 euro, e dove per le strade si respira l'odore del grano
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Arrivare a Vietri di Potenza, città dell’olio, un piccolo borgo della Basilicata, la Porta della Lucania, così la chiamano, non è semplice. Il viaggio, però, vale l’attesa. Alla fine dell’ultimo tornante il panorama lascia a bocca aperta. In paese fervono i preparativi: agitazione mista ad entusiasmo. Colpisce il senso di comunità: tutti per uno, uno per tutti.

Claudio è uno degli organizzatori di Tipica, una delle sagre più partecipate e attese in questo agosto lucano (11 e 12 agosto), giunta alla  9^ edizione, una concezione old style dello street food moderno. Il suo telefono squilla ripetutamente. Prova ad accontentare tutti. Non è semplice, ma il risultato non ha deluso le aspettative. Tutto scorre. Ci sono anche navette e parcheggi gratuiti. Una regola è inderogabile: si paga in vietrese, la moneta del posto, 1 vietrese al cambio vale 1 euro. Il percorso è ricco di sapori, di tradizione, di storia, di musica griffata da fisarmonica e tarantella: sulla mappa si contano 35 postazioni, dove proliferano artigiani, produttori, maestri del gusto. Il minimo comune denominatore: tutto deve essere rigorosamente lucano, genuino. Materie prime eccellenti. Non si scappa. Dall’olio, uno dei core business di Vietri di Potenza, salumi e formaggi, patata rossa, ciambotta, alla pasta fatta a mano, in casa.

Si sente ancora l’odore della farina e del grano passeggiando tra le vie. Le signore del posto ci lavorano da giorni, perché le quantità che vengono consumate sono importanti. Tanti gli stand incastonati nel borgo: immancabile il passaggio dal banchetto con calzoni con verdure rigorosamente selvatiche. E appunto quelli con la pasta. Fresca. Ci sono i “parmariedd” (preparati con 4 dita) serviti con peperone crusco e mollica di pane soffritta. E poi ci sono i “cavatiedd” (fatti con 1 dito) al pomodoro, gli integralisti li preferiscono così, qualcuno azzarda una spruzzata di ricotta salata. De gustibus. Il risultato non cambia: buoni, ottimi, saporiti, tipici. Il tempo scorre. Il viaggio fra i sapori è un trionfo di gusti e di colori. Chi vende e fa degustare i prodotti indossa una maglia verde, una sorta di divisa, come il colore dell’olio di Vietri, il colore di Tipica: mentre si passeggia, si sorseggia birra artigianale e vino rosso locale, ci si imbatte in Biagio, il Casaro Nero, originario di Forenza, che vive a Milano, con il suo live cooking della mozzarella e i peccati di gola.

Poi c’è Aurora, una giovane studentessa di Economia, che d’estate torna da Salerno per aiutare mamma Carmela a vendere i lupini di Vietri. Sulla locandina fatta a mano vengono elencati i benefici dei lupini con QR Code. Tradizione e modernità all’insegna della Basilicata. Un po’ come Tipica. Due giorni di festa, 11 e 12 agosto a Vietri di Potenza, la Porta della Lucania, capitale del food e dell’enogastronomia griffato Basilicata.