Cultura

Quell’occhio nel cielo di Roma, segreti e simbologie del Pantheon

Dai 28 cassettoni, 28 come il numero perfetto nell’antichità, all’effetto camino che, secondo una leggenda, non permetteva alla pioggia di cadere sul pavimento della Rotonda. Cosa si nasconde dentro una delle attrazioni più visitate di Roma. Tanto splendida quando misteriosa
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Un occhio nel cielo di Roma che da secoli racconta i misteri delle città eterna. Si apre nel mezzo di uno dei più importanti monumenti classici, conservato perfettamente, uno dei più visitati in Italia e luogo prediletto dai turisti in visita a Roma dopo il Colosseo. Con sette milioni di visitatori l’anno, quasi un milione in più rispetto allo scorso anno, il Pantheon sfugge dagli elenchi delle attrazioni turistiche più visitate solo perché a ingresso gratuito. E così, uno degli edifici più affascinanti della storia – fosse solo per quell’oculo magico che si sostiene con il suo diametro di nove metri nel centro dell’enorme cupola -  guarda in disparte le statistiche e si piazza al centro di un dibattito sul suo futuro: biglietto sì o biglietto no?

Nel frattempo non resta che godersi le meraviglie dell’edificio costruito per la prima volta nel 27 a.C. per volere di Augusto Agrippa e diventato quello che vediamo oggi, non molto diverso da come fu concepito nella sua seconda versione, tra il 118 e il 128 d. C. da Adriano.  Con un monumentale ingresso preceduto da un pronao da sedici colonne - tredici delle quali in granito – la struttura è a pianta circolare sulla quale si aprono le cappelle laterali. Su tutta l’armonia dell’edificio si innalza la cupola, vero prodigio architettonico, a forma emisferica e con decorazioni a cassettoni (28, ovvero il numero perfetto nell’antichità, ricavato dalla somma di 1+2+3+4+5+6+7) scolpite nella pietra.  A quasi due millenni dalla sua costruzione la cupola del Pantheon rimane la cupola più grande del mondo realizzata in calcestruzzo non armato. Ma non solo. Anche le dimensioni della struttura rispecchiano la perfezione classica: l’altezza dell’edificio calcolata all’oculo è uguale al diametro della rotonda.§

Costruito come tempio dedicato a tutte le divinità passate, nel VII secolo - dopo i saccheggi barbarici - il tempio fu convertito in chiesa cristiana. Spogliato dai suoi decori più ricchi, lo ammiriamo ancora oggi proprio grazie alla trasformazione in edificio di culto, Santa Maria della Rotonda o Santa Maria ad Martyres, questo il nome scelto per la chiesa. In linea con il progetto della creazione, il Pantheon raccoglie ancora oggi i sepolcri dei grandi d’Italia: nelle cappelle laterali sono sepolti i re d’Italia, Raffaello, Arcangelo Corelli, Annibale Carracci, Margherita di Savoia.  Un edificio mitico, tanto importante nella sua architettura da essere servito da modello per il Pantheon di Parigi, la villa La Rotonda del Palladio, la basilica di Superga di Juvarra e la Basilica di San Francesco di Paola in piazza del Plebiscito a Napoli.
Il vero tesoro del Pantheon è tutto racchiuso nella sua cupola e nel suo oculo che secondo le leggende non
lascerebbe passare la pioggia – grazie a una serie di correnti che la allontanano dall’ingresso – ma che in verità guarda da secoli cadere le gocce verso un pavimento appositamente convesso verso i lati e concavo al centro per lasciare defluire l’acqua verso ventidue fori di scolo. Grazie all’effetto camino, generato dalle centinaia di candele che si accendevano all’interno, sempre la leggenda racconta che il calore generato dalle fiamme, incontrandosi con la pioggia la nebulizzava annullando la percezione dell’acqua.

Affascinante metafora di alto e basso, di cielo e terra, di supremo e terreno, lo scopo di quel foro nel Pantheon secondo alcuni studiosi sarebbe molto più scenico di quello che si crede. A svelarlo nel 2014 fu lo storico Eugenio La Rocca. Se ne servì per la prima volta Augusto per varcare la soglia della rotonda illuminato come da un occhio di bue di luce naturale. Entrando nel Pantheon alle ore 12 del 21 aprile, allora come oggi, la luce che entra dall’oculo punta diretta sulla porta d’ingresso del tempio. E sempre dal magico oculo ogni anno nel giorno della Pentecoste vengono fatti scendere migliaia di petali di rosa: sono il simbolo dello spirito santo che scende dal cielo sui fedeli.

Parte dei restauri del Pantheon sono stati realizzati con i fondi del Gioco del Lotto . In particolare, il piano del 2001/2003 ha riguardato alcuni interventi di studio scientifico ed indagine sulle condizioni di stabilità, prosecuzione delle opere di restauro degli apparati decorativi interni ed esterni, restauri microstrutturali, allestimento del Museo dell'Opera. Con la legge n°662 del 1996 il Ministero dell’Economia e delle Finanze trasferisce una parte dei proventi del Gioco del Lotto al Ministero per i Beni e le Attività Culturali per progetti di restauro e recupero del patrimonio artistico e culturale.