Il Gusto

Viaggio del gusto in Valnerina: quando bellezza e tenacia vincono anche sul terremoto

La valle è famosa anche per i tartufi. (foto Urbani Tartufi, Facebook)
La valle è famosa anche per i tartufi. (foto Urbani Tartufi, Facebook
Tra tartufi, caprini e vallate incantate, il racconto dei sapori del cratere umbro.Oltre le rotte più classiche. Seguici anche su Facebook 
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Norcia che risorge dalle rovine del terremoto; anzi dei terremoti, perché la città, a dispetto del sisma, non si è mai fermata nonostante le scosse che l’hanno colpita nel corso degli anni. Passateci la metafora che si addice alla storia materiale di questa città-distretto, in continua simbiosi con le piante che facilitano la crescita del tartufo nero pregiato. L’intera Valnerina è un arbusto tenace, inestirpabile, come la sua popolazione che, insediatasi su un faticoso territorio, è vittima (o beneficiaria, dipende dai punti di vista) di uno straniante isolamento. La micorrizia è un tipo di simbiosi in cui si stabiliscono rapporti tra una pianta superiore e un fungo che ne invade le radici, o altri organi per lo più ipogei: il fungo trae dalle radici sostanze nutrienti, mentre la pianta riceve acqua e minerali che ne favoriscono l’accrescimento. Uno scambio alla pari, insomma. Il medesimo legame, in Valnerina, si avvera con il flusso turistico, pressoché costante, dei ghiottoni erranti.
 Cascia, qui è fiorente la produzione di formaggi caprini
 Cascia, qui è fiorente la produzione di formaggi caprini 

Intorno c’è la Valnerina bucolica, pastorale, quella dei pecorini e dei formaggi di capra, dei pastori del Sellanese e del Casciano, fedeli alle loro tradizioni di casari. Chi nasce pecoraio ci muore, come Francesco Rossi di Colforcella di Cascia e sua sorella Rita, che portano al pascolo gli armenti e producono caprini inarrivabili, pecorini sublimi (Colforcella Azienda Agricola Rossi Rita). Così è per un’altra famiglia pastorale di Monteleone di Spoleto, l'Azienda Agricola Reali Claudio, dove tre sorelle giovani, affascinanti e laureate, aiutano quotidianamente i genitori e il nonno nella conduzione dell’azienda casearia, portando al pascolo le greggi fin sulle praterie in cima al monte Coscerno. Cercatele, vi convinceranno della bontà dei loro prodotti e della scelta di rimanere avvinghiate a quello spicchio di terra e a quel duro mestiere, invece di espatriare chissà dove.
 La valle di Casteluccio di Norcia
 La valle di Casteluccio di Norcia 

A Monteleone di Spoleto consigliamo di mangiare, previa rigorosissima prenotazione, nell'agriturismo Colle del Capitano, in un’aia dove nel 1902 fu rinvenuta una biga etrusca all’interno di una tomba del VI secolo a.C. Mentre Carlo Vannozzi vi racconterà la storia vera del vetusto reperto – oggi conservato al Metropolitan Museum di New York – potrete gustare prelibatezze assolute - e in via di estinzione - a base di erbe e piante di montagna.

Scheggino è il regno indiscusso del pregiato tuber melanosporum, dove risiede e opera la famiglia Urbani, nel mondo intero identificata con il tartufo. Si salga, poi, con la dovuta deferenza a Castelluccio, il cui altipiano può considerarsi un vero e proprio paradiso terreste capace di ricordarci che dobbiamo prenderci a cuore il rapporto tra la bellezza del Creato e la necessità di farne godere alle generazioni future.


Nella nuova Guida di Repubblica ai Sapori e ai Piaceri dell’Umbria, disponibile in edicola e nelle librerie, tutto il viaggio alla scoperta del cratere.