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Periferie, Tor Bella Monaca: ecco come un luogo-simbolo del degrado si trasforma in un spazio accogliente e socializzante

Periferie, Tor Bella Monaca: ecco come un luogo-simbolo del degrado si trasforma in un spazio accogliente e socializzante
La riqualificazione di Largo Mengaroni restituisce ai cittadini del quartiere un luogo bello per il relax, lo svago, il divertimento e la ricostruzione di legami comunitari
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ROMA – Oggi, 14 luglio, riapre al pubblico il primo settore rigenerato di Largo Mengaroni, la piazza principale di Tor Bella Monaca. L’intervento è parte integrante del Cantiere di rigenerazione educativa CRESCO, promosso e interamente finanziato dalla Fondazione Paolo Bulgari, in collaborazione con il dipartimento DICEA dell’Università La Sapienza di Roma e con l’Associazione culturale Cubo Libro, e realizzato con il sostegno dell’Assessorato Ambiente di Roma Capitale (e del VI Municipio Le Torri.

Una piazza degna di questo nome. Il restyling del grande spazio pubblico ha l’obiettivo di restituire al quartiere una piazza degna di questo nome, dopo anni di grave abbandono: un luogo bello e confortevole per il relax, lo svago e il divertimento dei residenti di tutte le età; uno spazio di ricostruzione dei legami comunitari; un’aula all’aperto per il lavoro educativo con i più giovani. Un bene comune da custodire e mantenere tutti insieme.

Un luogo-metafora del declino. Fino a pochi mesi fa, Largo Ferruccio Mengaroni, la piazza principale di Tor Bella Monaca, rappresentava la metafora perfetta del declino inarrestabile del concetto stesso di luogo pubblico. Realizzata oltre vent’anni fa al posto di una spianata adibita a parcheggio nell’ambito di un progetto europeo, la piazza dotava il più grande quartiere di edilizia residenziale pubblica di Roma di un luogo positivo di aggregazione, con tanto di fontana zampillante piena di pesci, nuove alberature, lampioni, giochi per bambini, gazebo ombreggianti.

I vandalismi e la fontana che non ha mai zampillato. Nato con le migliori intenzioni, il progetto era finito sul nascere nel peggiore dei modi, tra attrezzature non completate e vandalismi. La fontana smise di zampillare quasi subito, i pesci invece di moltiplicarsi finirono arrosto, il piccolo cubo di cemento inizialmente concepito per ospitare un punto di ristoro, mai finito e mai collaudato, divenne presto centro di spaccio. In pochi mesi, il nuovo Largo tornò ad essere un semplice spazio tra due palazzi, e le carte del progetto, come per magia, si volatilizzarono.

L’inizio della riscossa. La riscossa della piazza cominciò qualche tempo dopo: alcuni abitanti si riappropriarono infatti del cubo abbandonato, lo ripulirono dalle siringhe e ne fecero un primo deposito di libri; successivamente, per merito di alcune giovani volontarie, lo spazio divenne sede di una piccola associazione culturale, il Cubo Libro, punto di riferimento da 15 anni per mamme e bambini.

L’ispirazione del nuovo progetto. Dall’incontro con questo piccolo avamposto educativo e con il Dipartimento DICEA dell’Università La Sapienza, da anni impegnato in attività di ricerca a Tor Bella Monaca, è venuta l’ispirazione per il nuovo progetto di riqualificazione di Largo Mengaroni che inauguriamo parzialmente oggi a Tor Bella Monaca, all’interno di un cantiere di rigenerazione educativa molto più ampio che unisce tante competenze diverse e lavora innanzitutto a sostegno della comunità educante.

La novità è la progettazione partecipata. Il nuovo intervento nasce su basi molto diverse rispetto a vent’anni fa: se allora il progetto era stato calato dall’alto, oggi è l’esito di un lungo percorso di progettazione partecipata con gli abitanti, le associazioni locali e le stesse istituzioni. Se nel Duemila l’intervento si concluse con l’inaugurazione della piazza incompiuta, il nostro progetto comincia di fatto oggi con l’impegno di utilizzare questa occasione per rafforzare il tessuto educativo e comunitario del quartiere. L’obiettivo è quello di favorire la nascita di un vero e proprio patto di collaborazione che permetta alle associazioni locali e ai cittadini, in alleanza con le istituzioni, di far vivere la piazza con attività quotidiane di cura, iniziative ed eventi. Una sfida molto difficile che rappresenta il cuore stesso del cantiere di rigenerazione “educativa”.

Il finanziamento. Se vent’anni fa la direzione e i finanziamenti dell’intervento erano europei, oggi la nuova iniziativa è promossa e interamente finanziata da un ente filantropico - la Fondazione Paolo Bulgari - che convoglia importanti risorse private a sostegno della scuola e dello spazio pubblico, all’interno del quartiere più pubblico d’Italia.

Una nuova filantropia sociale. Negli ultimi anni a Roma l’azione del Terzo Settore e di una nuova filantropia sociale ci aiuta ad ampliare la stessa visione pubblica della città: pubblico non è “stare sopra l’albero” della proprietà dello Stato, non è un mero spazio libero (tra due palazzi), ma è soprattutto ciò che è capace di produrre, nell’interesse generale, cittadinanza e reale partecipazione.

* Giulio Cederna, direttore della Fondazione Paolo Bulgari

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