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ANNIVERSARI

Mino Reitano, dieci anni fa moriva il musicista emigrante che cantò l'Italia

La moglie e le figlie ricordano il musicista calabrese scomparso nel 2009. Dalle esibizioni in Germania nei primi anni 60, dove condivise anche il palco con i Beatles, a Sanremo dove esordì con un brano di Mogol-Battisti e tornò ancora nell'88 con la popolare 'Italia'
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Dieci anni fa moriva a 64 anni Mino Reitano, il musicista calabrese ancora oggi ricordato dal pubblico in Italia e all'estero per i suoi successi e per la sua bontà d'animo. In occasione dell'anniversario la moglie Patrizia con le figlie Giuseppina e Grazia lo ricordano con una serie di iniziative che andranno avanti nel corso dell'anno. "Io e le mie figlie in questi anni abbiamo scelto di portare avanti il ricordo di Mino perseguendo la sua volontà, cioè sviluppando o appoggiando progetti che avrebbe voluto portare a termine lui stesso, in un'ottica di qualità e soprattutto rispetto per lui" scrive Patrizia sul sito dedicato al musicista che cura insieme alle figlie. "Ci siamo sposati nel '77 e da allora, fino alla fine, non ci siamo mai lasciati, condividendo tutto. Posso solo dire di avere avuto accanto un uomo straordinario, il cui amore mi guida e sostiene ancora ogni giorno".
Mino Reitano con la moglie Patrizia 

Nato a Fiumara (Reggio Calabria) in una famiglia molto modesta, Mino rimane orfano della madre Giuseppina a soli due anni e inizia a lavorare sin da bambino suonando in un'orchestra coi fratelli Franco, Antonio, Gegè e la sorella Gianna. Nel frattempo studia violino al Conservatorio di Reggio Calabria e a 14 anni emigra in Germania, in cerca di una vita migliore. Con i fratelli si esibisce nei più importanti locali di Amburgo e dintorni, arrivando a condividere il palco con i Beatles, all'epoca ancora sconosciuti.

Tornato in Italia per un concorso canoro, inizia la sua scalata firmando i primi contratti discografici. Esordisce a Sanremo nel '67 con Non prego per me, un pezzo firmato Mogol-Battisti che presenta in coppia con The Hollies, e nel '68 arriva il primo grande successo con Avevo un cuore che ti amava tanto, che vende un milione di copie e raggiunge il disco d'oro.
Mino Reitano con Little Tony e Rita Pavone 

La sua popolarità aumenta con la partecipazione a programmi televisivi da Canzonissima, dove per otto volte arriva in finale risultando tra i più votati dal pubblico, a Un disco per l'estate, dove vince nel '71 con Era il tempo delle more. È anche l'epoca dei grandi successi discografici come Una chitarra cento illusioni (1 milione e mezzo di copie vendute) che gli apre le porte come compositore, col fratello Franco, per i più importanti interpreti italiani e internazionali, tra cui Claudio Villa, Nana Mouskouri, Sylvie Vartan, The Drifters Now, Valeria Lynch e Ornella Vanoni con l'indimenticabile Una ragione di più. In questi anni riesce anche, unico artista europeo, a incontrare Frank Sinatra per uno storico servizio fotografico e a girare alcuni film da protagonista come Povero Cristo, Tara Poki, Una vita lunga un giorno.

Con oltre 30 milioni di dischi venduti, Mino Reitano è tra i maggiori venditori della musica italiana: nella sua carriera ha spaziato tra canzone, scrittura (il suo romanzo Oh, Salvatore del 1977 è finalista al Premio Bancarella), cinema e televisione, dimostrando grandi doti da intrattenitore e conduttore televisivo. Nel 1988 torna a Sanremo con Italia scritto da Umberto Balsamo: arriva sesto ma il pezzo, apprezzato da chi conosce il suo passato di emigrante, diventa un evergreen della musica italiana. Nel '96 partecipa con un cameo nel  film Sono pazzo di Iris Blond di Carlo Verdone, nel quale interpreta se stesso con discreta autoironia. Nel 2002 interpreta una cover in  italiano di Basket Case dei Green Day, intitolata Mino, dove vai?: la canzone non è mai stata pubblicata, ma l'ha eseguita dal vivo in una puntata del Maurizio Costanzo Show.

Webnotte, Mino Reitano canta i Green Day


Appassionato di calcio, ha militato nella Nazionale di Calcio Attori e Cantanti e ha ha composto un inno per l'Inter (Alé Inter, 1980) e uno per il centenario della Lazio (2000).