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Leo Gassmann: “Le canzoni per convivere con le paure. Il cinema? Non voglio correre: dopo ‘Califano’ prendo il mio tempo”

Leo Gassmann: “Le canzoni per convivere con le paure. Il cinema? Non voglio correre: dopo ‘Califano’ prendo il mio tempo”

Venticinque anni e un nuovo singolo, ‘Take That’. “Voglio avere la stessa determinazione di mio padre e di mio nonno”

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Ha interpretato, con grandi consensi, il ruolo del protagonista nel film tv Califano, dedicato al cantautore scomparso nel 2013. È entrato nella lista dei “100 migliori under 30” del settore Entertaiment redatta da Forbes Italia. Leo Gassmann, 25 anni, torna alla musica con il nuovo singolo Take That, realizzato in collaborazione con Marco Rissa (Thegiornalisti). Sarà sul palco del Primo Maggio e parteciperà alla 54° Giornata Mondiale per la Terra (Earth Day) il 20 aprile al Villaggio per la Terra a Terrazza del Pincio a Roma. E poi tre date nei club (il 30 aprile ad Arcore, il 10 maggio a Ragusa, il 18 maggio a Favara (Ag)).

Partiamo dal nuovo singolo, un brano sentimentale e molto ritmato con dei suoni decisamente anni 80. Quanto è complicato oggi raccontare l’amore?

“È complicato scrivere canzoni d’amore non banali. La canzone riflette ironicamente sulla tendenza a usare l’espressione “per sempre”, che in giovane età si tende a dire spesso. L’idea è nata nata con Marco Rissa, che ormai è diventato un mio grandissimo amico. Uniamo il mio entusiasmo alla sua penna acuta. Mi affido molto al suo gusto, ma lui è molto esigente. Però mi piace l’idea di fare un brano un po’ funky, il genere preferito dai miei genitori”.

Nel brano cita band di fama planetaria come Take That e Daft Punk: ha mai desiderato una fama così larga? O è già abbastanza complicato gestire la sua?

“In realtà uno dei miei sogni è arrivare a riempire posti grandi. Ma l’idea un po’ mi fa paura, mi piace mantenere il mio spazio privato, la popolarità che ho adesso mi permette di vivere, è sana. Una così grande mi metterebbe paura, non avrei rifugi possibile. Vorrei continuare così”.

Recentemente ha interpretato Califano e si è calato in una parte complicata, quella di un artista talentuoso ma pieno di ombre. La nuova canzone, invece, è molto spensierata. Quale delle due dimensioni le appartiene di più?

“Nella musica cerco sempre l’entusiasmo perché mi aiuta ad andare avanti, cerco la luce, il mondo è già pieno di problemi. Ma alla fine sono due facce della stessa medaglia. C’è un lato oscuro dentro di me, ho trovato tante similitudini con Califano. Il cinema mi permette di esprimere aspetti di me che magari tralascio quando faccio musica, ma poi ho cantato anche brani che canzoni esprimono paure, grandi tumulti. Uno dei miei fantasmi è il non sentirmi all’altezza. Al cinema puoi rappresentare quello che magari nascondi anche a te stesso. Le canzoni servono anche a dare coraggio ed entusiasmo a me stesso”.

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Il Leo attore non ha sentito il peso del cognome. Ma se dovesse scegliere, preferirebbe somigliare di più a suo nonno Vittorio o a papà Alessandro?

“Parliamo di due attori completamente diversi. Io apprezzo tantissimo l’impegno di papà e la sua crescita esponenziale, ha fatto cose bellissime. È nato per questo, ma sia lui che nonno non avevano deciso di fare gli attori, si sono un po’ ritrovati a farli. Ovvio che nonno ha fatto la storia, ma mi piacerebbe semplicemente dare il mio contributo al cinema, non mi sento di assomigliare a nessuno dei due. Continuo a imparare da papà, ambisco ad avere la loro stessa determinazione. Per il futuro non voglio correre, sono felice dell’esperienza fatta con Califano. Ma è importante prendersi il tempo giusto”.

Ha parlato di zone d’ombra, che contrastano spesso con il tono delle sue canzoni. Non si sente comunque un po’ distante dal tipo di musica che oggi invade le classifiche?

“Mi sento inadatto quasi sempre, ma devo convivere con le mie paure. La società è piena di paure, tutto scorre con una velocità pazzesca, ci sono le guerre in Paesi non troppo lontani da noi. Mi sento diverso da quello che si ascolta nelle classifiche, ma io faccio musica per stare bene e far star bene le persone. Ma lo faccio perché è una mia necessità mia. Mi sento un po’ controcorrente, ma faccio quello che mi piace, non ho grandi pressioni, non devo arrivare primo in classifica per forza. Bisogna prendersi cura di se stessi”.

Parteciperà all’Earth Day. Quella per l’ambiente è una battaglia che le sta molto a cuore.

“L’ambiente è un tema che cerco di difendere a tutti i costi. Il mondo è malato a causa nostra, perché non lo rispettiamo. Non ci rendiamo che ogni giorno è sempre peggio, assistiamo continuamente a catastrofi naturali enormi. Dobbiamo fare qualcosa, limitare i danni. Altrimenti cosa lasciamo alle generazioni future?”.

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