Spettacoli

Il Trio Medusa fa "tornare insieme" Elio e le Storie Tese: l'evento di "fine-sfiga" per il Cesvi è benefico

'Insieme per la musica' si terrà a Bergamo, città tra le più colpite dalla pandemia, nel 2021: intanto, è partita una raccolta fondi per sostenere i musicisti in difficoltà. Complici gli Elii e il Trio che metteranno in campo 'canzoncine' e risate per il Cesvi, l'organizzazione che da 35 anni fronteggia le crisi umanitarie

7 minuti di lettura
"Non deludeteci, contiamo su di voi, altrimenti niente concerto. Pota... Fò i sólcc! Töcc a Bèrghem!". Ovvero "pota... Faccio i soldi! Tutti a Bergamo!". Lo dicono proprio così, in dialetto, Elio e le Storie Tese che - pota! - sono tornati insieme. Proprio come nella loro Litfiba tornate insieme ma al contrario. Stavolta sono infatti loro i protagonisti dell'attesissima 'reunion' grazie al Trio Medusa, cioè a Gabriele Corsi, Furio Corsetti e Giorgio Daviddi, che li hanno convinti a ripresentarsi sul palco per una buona causa: aiutare chi fa musica a continuare a suonare, scrivere e intraprendere tour, in un settore, quello delle sette note, tra i più colpiti dalla pandemia.

Elio e le Storie Tese & Cesvi, con lo zampino del Trio Medusa, uniti per i musicisti in difficoltà: "Donate!"


Dal 4 giugno, sul portale Rete del dono, è partita la raccolta fondi Insieme per la musica realizzata da Cesvi, l’organizzazione umanitaria fondata proprio a Bergamo - città martoriata dal coronavirus - che dal 1985 opera nel mondo facendo fronte a crisi umanitarie e realizzando progetti di lotta alla povertà e di sviluppo sostenibile. Gli Elii hanno fatto una promessa: torneranno insieme al raggiungimento di 100mila euro che andranno interamente ad aiutare gli artisti in difficoltà in attesa del grande concerto - organizzato da Friends&Partners - ribattezzato simpaticamente di "fine-sfiga". Dove? A Bergamo, naturalmente. Ma non solo: la campagna prevede aiuti anche per la Casa del Sorriso di Cesvi in Brasile, che offre corsi di musica e spazi prove per i giovani della favela di Manguinhos, a Rio De Janeiro.

Elio e le Storie Tese 

"Ci saremo con un evento speciale che si terrà nel 2021 a Bergamo, città sicuramente bisognosa di sollievo e canzoncine. Ci saremo per appoggiare il Cesvi, organizzazione umanitaria bergamasca oggi impegnata nella lotta al Covid-19 in Italia. Con Cesvi abbiamo attivato una raccolta fondi volta a sostenere le attività musicali pesantemente colpite dagli ultimi eventi. Grazie a questo crowdfunding molte band potranno tornare a suonare e incidere i propri album ma per farlo dovranno partecipare a un bando. Più soldi raccoglieremo più progetti musicali potremo finanziare! E noi Elii ci esibiremo dal vivo a Bergamo se, e solo se, riusciremo a raccogliere 100mila euro! Insomma, è un ricatto, sì, ma a fin di bene e con il patrocinio di Supergiovane", ha detto la band. Ed ecco cos'ha da dire il Trio Medusa, complice di questo bellissimo misfatto.

Il Trio Medusa. Da sinistra: Furio Corsetti, Giorgio Daviddi e Gabriele Corsi 

Quindi, parafrasando la hit di Elio e le Storie Tese Litfiba tornate insieme, è arrivato il momento di Elii tornate insieme. Come vi è venuto in mente?
Gabriele: "È stato tutto piuttosto casuale: noi non ci siamo mai fermati durante la pandemia. Un giorno abbiamo passato un disco degli Elii e ci siamo detti: 'Certo, sarebbe bellissimo vederli riuniti, come se fossero i Monty Python che si ritrovano per un'occasione speciale'. La risposta a questa proposta è stata entusiasmante, il pubblico li aspetta da tanto. Così abbiamo cominciato a 'molestarli' in radio per convincerli a fare un concerto che Elio ha poi ribattezzato di 'fine-sfiga'. Ne abbiamo parlato con loro, privatamente, ed è nato questo 'circo'. Un bel 'circo' a fin di bene".
Furio: "È la classica cosa nata da una battuta. L'abbiamo buttata lì, perché avevamo in programma la festa di Radio Deejay il 20 giugno, saltata a causa della pandemia, e così abbiamo preso la palla al balzo: perché non fare una festa ancora più bella?".
Giorgio: "La scelta degli Elii non è casuale: il mood giusto per poter festeggiare è con la risata e qual è l'occasione in cui ti trovi con più di 10mila persone a ridere e non solo a sentire musica e abbracciarti? L'unico gruppo che può mettere in piedi un concerto così sono gli Elio e le Storie Tese".

Come siete riusciti a convincerli? Gli Elii non sono degli ossi duri?
Gabriele: "Volevamo fare qualcosa privo di retorica, come è il nostro stile e come è nello stile degli Elii, che sentiamo a noi molto affini. Loro hanno accettato immediatamente. Si è creata una bella - sto per usare un termine che mi piace tantissimo - 'sinergia' tra gli Elii, Radio Deejay, il Comune di Bergamo e Friends&Partners; abbiamo subito chiamato il sindaco, Giorgio Gori, che ci ha detto letteralmente: 'Vi metto la città a disposizione'; non ultimo il Cesvi, un'associazione non governativa di Bergamo che conosciamo da decenni e che si è fatta avanti organizzando una raccolta fondi in tempi incredibilmente rapidi. Lo scopo di questa festa a Bergamo non è solo fornire delle borse di studio ai musicisti ma creare un vero e proprio evento: sogniamo di fare una tre giorni che culminerà con il concerto degli Elii in cui la città martire d'Italia diventi la città della musica. Tutti coloro che vinceranno le borse di studio, selezionate attraverso un bando, potranno suonare in luoghi meravigliosi come ad esempio i teatri medievali. La musica sarà di ogni genere: dal jazz al reggae alla lirica. Non abbiamo posto dei limiti, tutto andrà però a giovani musicisti che con la musica campano; non si parla dei grandi cantanti, parliamo di quei talenti che magari suonano ai matrimoni e che ora sono in difficoltà".

Insomma, la musica è lavoro, come dice uno slogan. Voi e gli Elii portate buon umore, però non si può ridurre questa professione a qualcosa che "ci fa tanto divertire".
Giorgio: "È esattamente così. Questa iniziativa servirà anche a far ragionare le persone: quando qualcosa le rende felici devono anche sapere che dall'altra parte chi le fa divertire sta lavorando. E con loro che sono in scena, a cascata, anche coloro che hanno portato la prima vite per montare il palco".
Furio: "Si tratta di figure professionali difficili da inquadrare dovendo seguire le linee guida del governo. E quindi, spesso queste figure non rientrano nei provvedimenti. Tutte le partite Iva, ad esempio, che chissà quando potranno ripartire".
Gabriele: "Parliamo di gente che della musica ha fatto una professione e che non necessariamente vuole diventare famosa. Poi magari troveremo i prossimi Beatles ma alla selezione ci penseranno gli Elii, che ne sanno più di noi. Il bando è aperto anche a chi fa piano bar: ragazzi che suonano perché alla fine della giornata abbiano in tavola qualcosa da mangiare".

Cesvi
foto di Giovanni Diffidenti 

Roberto Vignola, direttore della comunicazione e raccolta fondi di Cesvi, vi ha definiti 'amici': c'è qualcosa, in particolare, che vi lega a questa meritevole associazione attiva da 35 anni?
Furio: "Il nostro innamoramento per il Cesvi è nato in primis per il modo in cui lavorano. Sono chiari e limpidi in quel che fanno. Hanno un conto corrente aperto, dove puoi vedere come ogni euro viene speso. Li abbiamo conosciuti nel periodo in cui facevamo Le Iene, durante un'iniziativa Mediaset che si chiamava La fabbrica del sorriso: noi dovevamo garantire la bontà di questa associazione. Ci mandarono sul campo, in Zimbabwe, e rimanemmo folgorati dalla situazione e da Elisabeth Tarira, che purtroppo ora non c'è più. Lei era la direttrice dell'ospedale St. Albert, una donna che avrebbe meritato il Nobel per la pace per quel che ha fatto, e da Giangi Milesi, presidente del Cesvi, che ci ha mostrato il lato sano di cosa vuol significa fare cooperazione".
Gabriele: "Noi siamo solo l'accendino che ha fatto partire la miccia. Tutto il resto è venuto a cascata. Si dice sempre 'aiutiamoli a casa loro'. Ecco, il Cesvi è vent'anni che lo fa. Nel 2003, quando siamo andati là, abbiamo incontrato gli studenti che ricevono aiuti per diventare in futuro dei dottori eccellenti. L'obbligo, però, è quello di rimanere in Zimbabwe. Abbiamo visitato una specie di ambulatorio dove operavano, a cui mancava un'intera parete. Siamo tornati due anni dopo, nel 2005, e lì, nel cuore dell'Africa, era sorto un intero polo ospedaliero, con tanto di reparto di maternità. Questo significa che quando i soldi vengono spesi bene e in modo mirato, senza sprechi, le cose riescono".
Giorgio: "Non è, tra le altre cose, un'associazione che si 'mostra'; non la vedi costantemente in tv, non si fa pubblicità. Semplicemente, agisce. Cesvi ottimizza tutto, non spende soldi nella promozione. Non ci tiene a far sapere i risultati, ci tiene a ottenere risultati".

Cesvi
foto di Giovanni Diffidenti 

Dal 4 giugno è stata istituita una Rete del dono e siamo già a quasi mille donatori per una cifra di oltre € 57mila sui € 100mila previsti. Gli italiani sono diventati più buoni?
Furio: "In due giorni è una cifra notevole. Vogliamo ricordare che gli Elii si riuniscono per questo evento solo per un minimo di 100mila euro. Siamo ottimisti: speriamo di andare ben oltre quella cifra. Tutti i proventi verranno utilizzati per le borse di studio. Noi abbiamo fiducia nelle persone buone. Per fortuna credo siano la maggioranza".
Giorgio: "I soldi aiuteranno i musicisti in difficoltà: che sia comprarsi un furgone nuovo per i tour, uno strumento o, perché no, pagare l'affitto. Il successo di questa iniziativa dimostra che ci sono delle cose che sono senza prezzo: una è la credibilità. Gli Elii e noi - modestamente - la possediamo. Gli ascoltatori si fidano perché sanno che non diciamo bugie, che non li prendiamo in giro e che il fine è nobile".
Gabriele: "Abbiamo fatto diverse raccolte fondi in passato. Gli italiani sono molto generosi ma non credo che chi non lo era prima lo sia diventato ora. I buoni restano buoni".

Cesvi
foto di Giovanni Diffidenti 

Tra le 'ricompense' per chi donava di più ce n'erano due molto ambite, che infatti sono già sold out: una videochiamata e una session in studio con gli Elii.
Giorgio: "Nelle prime due ore era già finita la possibilità di accedere alle 'ricompense' che prevedevano 'un'esperienza': come suonare con gli Elii, qualcosa di mistico, credo, per chiunque suoni".
Gabriele: "Ti anticipiamo, però, che appena avremo una data certa dell'evento speciale incrementeremo il bacino di fondi facendo una sorta di cofanetto di 'esperienze', come quelli che si comprano in libreria, e magari in quella tre giorni potrai venire a cena con noi o assistere al soundcheck degli Elii. Cercheremo di dare la possibilità a tutti di vivere qualcosa di eccezionale, tutto sempre per finanziare il mondo della musica che - lo ribadiamo - se la passa veramente male".

Cosa dovrebbe fare il Governo per aiutare i lavoratori del settore musicale?
Giorgio: "Ci sono molte cose che andrebbero fatte e forse basterebbe copiare i provvedimenti già attuati in altri paesi. Questa regolamentazione va affrontata con serietà: quella legata alla musica deve essere una professione considerata in modo serio, come tante altre. Stanno chiudendo tante radio, il luogo da dove siamo partiti anche noi. Ma se spariscono le radio, spariscono anche le 'palestre' in cui si formano i dj del futuro. L'intrattenimento non è una materia di cui possiamo fare a meno: lo possiamo mettere in pausa rispetto a tanto altro, come gli ospedali ad esempio, ma è necessario capire che una società civile si esprime anche  attraverso l'arte".
Furio: "L'arte, in tutte le sue forme, va tutelata perché ti rende una persona migliore. Se pensiamo solo all'economia, tagliando tutto ciò che ti rende un essere umano, diventeremo un paese disumano".
Gabriele: "Su Rai 1 abbiamo fatto questo programmino, Amore in quarantena, dove mostriamo le esperienze degli ascoltatori che si sono filmati durante il lockdown. La voglia e la necessità di interazione e socialità sono fortissime. È come con la scuola: per i ragazzi non significa solo stare su un banco ma condividere. Moti hanno sofferto di solitudine, si sono depressi, proprio perché gli mancava tutto questo: parlare e incontrare e avere scambi con i propri simili".

La madrina dell'evento a Bergamo sarà Cristina Parodi ma ci sarà anche il patrocinio di Luca Mangoni, ovvero il settimo Elio, meglio noto come il Supergiovane. Una bella accoppiata.
Gabriele: "Sognando in grande noi avremmo voluto fare Mangoni 'Supergiovane' Campovolo. Poi abbiamo voluto andare sul sicuro. Ma chissà, forse nel 2022...".
Furio: "Faremo però di tutto per portare sul palco Cristina a cantare Forza panino. Sarà un bel momento".
Giorgio: "Arriviamo prima a 100mila euro, che è la garanzia per avere il concerto degli Elii, poi penseremo ad altre trovate. Ribadiamo per chi non l'ha ancora capito: tutti questi soldi verranno interamente destinati alle borse di studio. Né noi né gli Elii percepiremo un centesimo. I tecnici verranno invece pagati: meglio specificare perché la mamma del cretino è sempre incinta e, a quanto sembra, partorisce anche con una velocità estrema. Non ne usciremo migliori ma potremo sempre migliorare!".

Lasciamoci con un augurio all'Italia.
In coro: "Che sia l'ultima sfiga!".