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Eiffel 100 anni dopo. Dalla Torre, che doveva chiamarsi Bönickhausen, alla Statua della Libertà, la sua vita tra 500 capolavori e un clamoroso flop

La statua di Gustave Eiffel nella sua Tour

La statua di Gustave Eiffel nella sua Tour

 (afp)

Un secolo fa moriva, a 91 anni, il padre della Dama di Ferro parigina. Un pioniere di ingegneria e design ma anche della cura dell’immagine: ripudiò il cognome tedesco, perché gli avrebbe compromesso la carriera. I successi, il fallimento del Canale di Panama e gli ultimi anni da scienziato

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Si sarebbe potuta chiamare Torre Bönickhausen, una delle icone assolute del paesaggio urbano moderno-contemporaneo. O forse neppure sarebbe esistita, la Torre Eiffel. Difficile pensare che ad Alexandre Gustave Bönickhausen – “detto Eiffel” – lo straordinario talento ingegneristico e il grande senso estetico – sarebbero bastati a prevalere tra i candidati a creare l’“opera di dimensioni colossali” che la Francia voleva fortissimamente esibire al mondo all’Expo Universale di Parigi, nel 1889.

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