Si sarebbe potuta chiamare Torre Bönickhausen, una delle icone assolute del paesaggio urbano moderno-contemporaneo. O forse neppure sarebbe esistita, la Torre Eiffel. Difficile pensare che ad Alexandre Gustave Bönickhausen – “detto Eiffel” – lo straordinario talento ingegneristico e il grande senso estetico – sarebbero bastati a prevalere tra i candidati a creare l’“opera di dimensioni colossali” che la Francia voleva fortissimamente esibire al mondo all’Expo Universale di Parigi, nel 1889.
Eiffel 100 anni dopo. Dalla Torre, che doveva chiamarsi Bönickhausen, alla Statua della Libertà, la sua vita tra 500 capolavori e un clamoroso flop
di Arturo CocchiUn secolo fa moriva, a 91 anni, il padre della Dama di Ferro parigina. Un pioniere di ingegneria e design ma anche della cura dell’immagine: ripudiò il cognome tedesco, perché gli avrebbe compromesso la carriera. I successi, il fallimento del Canale di Panama e gli ultimi anni da scienziato