Cinque consigli per imparare ad innaffiare le piante in modo efficiente

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Source: Getty Images/Paul Bradbury

Il garden designer Carlo Gabriele offre dei consigli pratici su come gestire l'irrigazione delle piante in qualunque stagione.


Sia che piova troppo poco, come sta avvenendo adesso in Italia, o troppo, come sta succedendo su parti della costa orientale australiana, è importante sapere di quanta acqua hanno bisogno le piante, anche in base alla temperatura.

Il garden designer Carlo Gabriele ha risposto a cinque domande chiave. 

1. Quando serve davvero bagnare?

Innanzitutto impariamo a osservare: la pianta mostra sempre i primi segni della sete, a cominciare dal turgore delle foglie.

Un metodo infallibile per evitare sprechi consiste nell'infilare un dito nella terra (il cosidetto , ovvero il contatto con il suolo, funziona anche come tecnica di rilassamento, come attesta l'Università Sapienza di Roma).

Se si percepisce una sensazione di fresco e umido si può ancora aspettare; se il dito torna fuori asciutto e pulito, invece, è ora di bagnare. Una regola da adottare anche in casa, tenendo conto che le specie d'appartamento muoiono più spesso per la troppa acqua che per la sua mancanza.

2. Quanto bisogna bagnare? Quando è troppo e quando troppo poco?

Quanto bagnare? In vaso, basta il minimo necessario per veder defluire l'acqua nel sottovaso. I giovani alberi e i cespugli coltivati in piena terra, invece, vanno resi il più possibile indipendenti dalle annaffiature.

Come si fa? Con bagnature abbondanti ma rade - per esempio settimanali - simulando un acquazzone. Se l'acqua penetra in profondità nel terreno, infatti, le radici si spingono a fondo,  permettendo alle piante di diventare autonome.

Così, dopo il primo anno dalla messa a dimora, si può intervenire solo con innaffiature di soccorso quando non piove da tempo. Viceversa, con bagnature molto superficiali, le radici restano a filo di terra, dipendenti dal nostro aiuto.

Agli ortaggi, infine, basta davvero pochissima acqua vicino alle radici, perché le piante annuali regolano la loro crescita in funzione di quanto hanno a disposizione.

In tutti i casi, impariamo a usare acqua di riciclo. Per esempio, possiamo sciacquare frutta e verdure in un catino anziché sotto il rubinetto per riutilizzare l'acqua, così come quella degli ultimi risciacqui del bucato. Chi ha un giardino o un tetto, può installare serbatoi che raccolgano la pioggia dalle grondaie.

3. Sottovasi: si o no?

La risposta è si, ma mai troppo grandi. Devono superare il bordo di appena uno o due centimetri rispetto al fondo del vaso. In questo modo, l'acqua che scorre via dai fori di drenaggio non va sprecata e viene riassorbita dalla terra per capillarità nel giro di mezz'ora, reidratando a fondo la pianta senza creare ristagni né attirando zanzare.

Quanto ai vasi migliori, dal punto di vista del risparmio idrico, quelli in resina riciclabile sono da preferire al cotto (molto traspirante), privilegiando i modelli con dispositivo di riserva d'acqua sul fondo.

Per una scelta più ecologica, si può puntare sui  vasi biodegradabili in lolla di riso  oppure sul riuso creativo di altri contenitori, come le grandi latte zincate.

4. Quali ore sono le migliori per innaffiare in estate?

In estate le ore migliori per innaffiare sono quelle serali o notturne, perché la pianta non subisca uno choc termico e soprattutto perché, innaffiando senza il sole, si riduce di molto l'evaporazione e la pianta si reidrata a fondo fino al mattino seguente.

Molte delle ordinanze entrate in vigore in questi giorni in Italia puntano proprio sulle annaffiature notturne per evitare sprechi.

Una tecnica fondamentale per risparmiare acqua evitando alla terra di asciugare in fretta è la , che consiste nel coprire il terreno per proteggerlo dal sole, per esempio con della paglia (pacciamatura naturale) oppure con delle piante tappezzanti (pacciamatura vivente), riducendo l'evaporazione.

La  in Italia in questo momento è grave.

Le conseguenze della crisi climatica si manifestano con  afa e siccità da  ormai da settimane e la raccomandazione che fa eco dai telegiornali è: "non innaffiare!".

Come comportarsi? Occorre certamente rispettare   che, oltre a normare l'uso dell'oro blu in agricoltura e nel verde pubblico, disciplinano  orari e modalità delle bagnature anche in ambito privato, all'insegna del massimo risparmio idrico.

Bisogna limitarsi al minimo necessario e ammesso, senza far morire le piante. Sono esseri viventi e sono proprio loro il rimedio più efficace per arginare le conseguenze del riscaldamento globale, tanto che il legislatore - nel caso di Milano, per esempio - fa esplicito riferimento ai "nuovi impianti di alberi e arbusti" da salvaguardare.

Pensiamo a un giardino condominiale. Spenti gli impianti di irrigazione a pioggia concepiti per i prati, accudiamo i giovani alberi agonizzanti con minime annaffiature di soccorso, possibilmente riutilizzando l'acqua usata per lavare le verdure. Crescendo, queste piante ci ripagheranno con innumerevoli servizi: assorbono grandi quantità di CO2, bloccano le polveri sottili, abbassano la temperatura dell'aria da 2 a 4°C, regalano ombra e biodiversità e alla sola vista, riducono i nostri livelli di stress, come riporta .

5. È meglio innaffiare a canna o usare l'innaffiatoio? C'è anche una terza via...

La miglior soluzione antispreco per innaffiare, da adottare d'ora in poi in via definitiva, sono gli impianti di irrigazione a goccia, i cui augelli portano l'acqua vicino alle radici in quantità minima.

Se ne trovano anche in kit di montaggio domestico e funzionano bene, a patto di tarare ad hoc la portata e i minuti di irrigazione in base alle dimensioni dei vasi.

Per chi ha poche piante in balcone, l'annaffiatoio è uno strumento mirato e "chirurgico", perché consente di calibrare bene l'operazione e di riciclare l'acqua di casa. Il  tubo è da evitare, perché finiamo quasi sempre col farci prendere la mano ed esagerare con l'acqua; si può tenere una "canna" per le emergenze, ma è fondamentale che abbia in cima una "pistola" che permette di interrompere il getto nello spostarsi e di regolarlo in modalità a basso consumo.

Ascolta l'intervento di Carlo Gabriele:
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Cinque consigli per imparare ad innaffiare le piante in modo efficiente

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21/07/202222:18

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