Protesi al seno e mammografia

Le donne con protesi al seno spesso si chiedono se possono eseguire la mammografia, importante esame di controllo per la prevenzione del tumore della mammella.

La risposta è sì: possono svolgere l’esame mammografico con qualche particolare accorgimento, ed eventualmente integrandolo con ecografia e risonanza magnetica.

Perché bisogna effettuare la mammografia

La mammografia è il più efficace strumento di diagnosi precoce del tumore della mammella, la neoplasia più frequente nella popolazione femminile italiana.

Svolgere una mammografia di controllo ripetuta nel tempo consente di individuare precocemente l’insorgenza del tumore del seno, permettendo di compiere diagnosi precoce e di migliorare la prognosi della paziente.

Per questo motivo dopo i 30 anni è indicato sottoporsi annualmente a visita senologica ed ecografia, integrandole dopo i 40 anni con una mammografia.

A seguito dell’intervento di mastoplastica additiva la struttura ghiandolare della mammella rimane integra e di conseguenza rimangono invariati i rischi ai quali la donna è esposta.

Anche in questo caso quindi è indicato svolgere l’esame mammografico di controllo.

La presenza di protesi incide sul risultato della mammografia?

La mammografia in una donna con protesi al seno è un esame diagnostico che deve essere svolto con particolari accorgimenti.

La protesi può comprimere e nascondere il tessuto ghiandolare circostante, influenzando negativamente la capacità diagnostica dell’esame.

I fattori che possono influenzare l’efficacia della mammografia nelle donne con protesi mammarie sono:

  • Il materiale della protesi
  • La collocazione anatomica della protesi
  • La tecnica di svolgimento dell’indagine diagnostica.

Il materiale delle protesi al seno

In base al materiale si distinguono:

  • Protesi radiotrasparenti: questa tipologia di protesi si lascia attraversare liberamente dai raggi X senza oscurare il parenchima mammario.

    In questi casi l’efficacia diagnostica è paragonabile a quella che si esegue su una mammella senza protesi.
  • Protesi radiopache: impediscono il passaggio dei raggi X e rendono l’esplorazione del tessuto mammario più difficoltosa.

La collocazione anatomica delle protesi

In base alla collocazione anatomica si distinguono:

  • Protesi sottomuscolari: sono inserite sotto il muscolo pettorale.

    In questo caso lo svolgimento della mammografia non è particolarmente influenzato dalla presenza della protesi.
  • Protesi sottoghiandolari: sono posizionate al di sopra del muscolo pettorale.

    In questo caso la mammografia deve essere eseguita con alcuni accorgimenti.
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Può essere opportuno svolgere la manovra di Eklund per spostare la protesi e consentire una migliore visualizzazione del tessuto ghiandolare.

In questo caso l’operatore compie manualmente una manovra di dislocazione della protesi mammaria verso la parete toracica al fine di migliorare la visualizzazione del tessuto ghiandolare.

Per garantire la massima visibilità può inoltre essere utile eseguire una mammografia con tomosintesi, esame diagnostico di ultima generazione che consente di visualizzare il tessuto ghiandolare in modo estremamente accurato.

Questa procedura diagnostica permette l’acquisizione di proiezioni mammografiche da diverse angolazioni che vengono poi ricostruite in immagini tridimensionali e che consentono di esaminare la mammella con precisione anche se sono presenti le protesi.

Le indagini diagnostiche

Nei casi in cui la visibilità ghiandolare sia particolarmente ridotta può essere indicato ricorrere a mammografia con tomosintesi, metodica di ultima generazione che consente di ottenere un’indagine del tessuto mammario più approfondita e precisa della mammografia standard.

Nel caso in cui la mammografia sia di difficile esecuzione è inoltre indicato eseguire un’ecografia mammaria, esame diagnostico semplice e non invasivo che risulta molto utile per scoprire piccole formazioni nodulari e per controllare l’integrità delle protesi.

In alcuni casi può essere indicato effettuare risonanza magnetica della mammella, esame molto utile per dirimere dubbi diagnostici insorti con la mammografia o con l’ecografia mammaria.

In ogni caso è necessario informare il personale addetto della presenza delle protesi prima dell’inizio di qualunque procedura diagnostica.

La mammografia comporta rischi per le protesi?

Per svolgere la mammografia è indispensabile esercitare una compressione uniforme del seno della paziente.

Tale manovra permette di visualizzare in modo ottimale il tessuto ghiandolare e di ottenere un’accuratezza diagnostica migliore.

Per evitare che le manovre di compressione possano danneggiare le protesi è importante che la paziente informi l’operatore prima dello svolgimento dell’esame.

Per evitare spiacevoli conseguenze è quindi consigliato rivolgersi a professionisti accreditati e avvisare preventivamente il personale medico.

Gli esami di diagnostica senologica avanzata da SenoClinic a Roma

In caso di protesi al seno è importante informare il team medico prima dell’esecuzione dei diversi esami diagnostici.

Da SenoClinic, il Centro di Senologia Multidisciplinare a Roma diretto dalla Dottoressa Simonetta Rossi, il senologo può valutare ogni singolo caso con la visita senologica, l’ecografia mammaria, la mammografia e se necessario la tomosintesi mammaria.

AVVISO ALLE UTENTI
Le informazioni contenute in questa pagina sono solo a scopo informativo e non possono assolutamente sostituire il parere del medico. Ogni terapia è individuale e deve essere monitorata dal proprio specialista. Per risolvere i tuoi dubbi richiedi tranquillamente un consulto a SenoClinic.

Bibliografia – Protesi al seno e mammografia

Institute of Medicine (US) Committee on the Safety of Silicone Breast Implants; Bondurant S, Ernster V, Herdman R, editors. Safety of Silicone Breast Implants. Washington (DC): National Academies Press (US); 1999. 12, Silicone Implants and Breast Imaging. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK44781/

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