1 / 44

Metafore e metaplasmi

Metafore e metaplasmi. “ Regolamento di conti sulle pensioni ” “ Museruola a Donat Cattin, il popolo Dc vorrebbe giustiziarlo ” (metafore, di cattivo gusto) “ Due coniugi giustiziati a Palermo ” (metaplasmo, adozione del punto di vista della criminalità)

kellan
Download Presentation

Metafore e metaplasmi

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Metafore e metaplasmi • “Regolamento di conti sulle pensioni” • “Museruola a Donat Cattin, il popolo Dc vorrebbe giustiziarlo” • (metafore, di cattivo gusto) • “Due coniugi giustiziati a Palermo” • (metaplasmo, adozione del punto di vista della criminalità) • “Uccisi due coniugi a Corleone, forse avevano visto cose che non dovevano vedere” • (espressioni del codice mafioso): freddare, pizzo, pizzini, struscio, attentatuni Usare le parole della delinquenza per riportare notizie sulla delinquenza produce uno spostamento del punto di vista

  2. Metaplasmo • Questione di registro • Esempi: casa/magione destriero/ronzino assassinio/esecuzione divertimento/sballo

  3. Iconimo • Motivazione posta alla base di un termine in relazione ad un contesto sociale • Gli iconimi più produttivi sono quelli legati ad aspetti centrali della società • Es: settore dell’automobile (vedi da ultimo rottamazione), sport (e soprattutto calcio: scendere in campo); ma anche delinquenza Dietro l’uso metaforico è in agguato lo spostamento del punto di vista

  4. Figure nel discorso giornalistico Esempi: Silenzi spezzati (sinestesia) solo dall’allegria dei fuochi (metonimia) che si riflettono sul candore della neve appena caduta L’Etna continua a sprigionare le sue cartoline (metafora) dall’inferno (antonomasia) di cenere Soldati americani che qui caddero per aprire un varco alla libertà (metafora) Emergono storie di vite spezzate (metafora: vita come filo) Il futuro è una incognita (metafora matematica) da ricostruire sulle macerie (metafora edilizia) E nelle mani che torturano pensieri, mani che si cercano, mani che si intrecciano e si stringono (anafora) Le parole che non trovi, le parole che non ci sono (anafora) Per darsi e farsi coraggio (paronomasia) E poi quei quaderni, reliquie (metafora+metonimia) di sogni e pensieri La stanchezza che non la senti più (anacoluto) E i bambini di San Giuliano, storditi, vanno incontro alla vita (metafora)

  5. Abusi del termine metafora: Il sole splende a San Giuliano e speriamo che questa sia una metafora che porti bene In quella stessa Forcella, metafora della Napoli peggiore

  6. Retorica ed estetica • Formalisti russi (anni Trenta del Novecento) • Nouvelle Critique (anni sessanta e settanta): Barthes, Genette, Todorov, Gruppo µ(Dubois, Klinkenberg, Minguet, Pire, Trinon) • “Communication”, 16, 1970 • “Poetique”, 15, 1971 • Rèthorique Générale, 1970

  7. Il problema dello scarto • Figure di stile come scarto rispetto al grado zero • Cos’è il grado zero e dove va cercato? • Nella norma? E qual è? • Nella logica? • Nella etimologia?

  8. Gruppo µ • Riferimento alla linguistica strutturalista (Jakobson, Linguistica e poetica, 1963) • Centralità del messaggio: funzione poetica/retorica • Riconoscimento della problematicità del concetto di scarto. Si può parlare di rottura delle attese autorizzate dal contesto • Il grado zero non è la norma, il linguaggio reale, ma un modello ideale, un limite verso cui tende il linguaggio scientifico e informativo (caratteristica della univocità)

  9. Figure • Metabole (qualsiasi cambiamento di un aspetto del linguaggio): • Metaplasmo: trasformazione dell’aspetto sonoro e grafico • Metatassi: riguardano il piano della sintassi • Metasemema: riguardano il piano del significato • Metalogismo: riguardano il valore logico della frase • Obiettivo: definire le operazioni fondamentali di cui le figure e i tropi sono casi particolari

  10. Metabole

  11. Strumenti di consultazione • Mortara Garavelli, Manuale di retorica, Bompiani, 1988 • Lausberg, Elementi di retorica, il Mulino 1969 • G. Beccaria, Dizionario di linguistica e di Filologia, Metrica, Retorica, Einaudi 1996 • Dogana, Le parole dell’incanto, Angeli 1990

  12. Dibattito sul primato dei tropi • Aristotele: metafora • Lamy: metonimia • Strutturalismo: metafora e metonimia (somiglianza e contiguità) • Burke: metafora=messa in prospettiva; metonimia=procedimento analitico; sineddoche= procedimento di generalizzazione; • Dal punto di vista genetico, secondo Vico: • Metafora> Metonimia> Sineddoche • Dal punto di vista fenomenologico, secondo Eco: sineddoche>metonimia>metafora

  13. Prospettiva strutturalistica Asse della contiguità (sintagmatico) e asse della similarità (paradigmatico) (questione centrale nello studio delle afasie) • L’atto linguistico implica la selezione di certe entità linguistiche e la loro combinazione in unità linguistiche maggiormente complesse. Questo appare immediatamente al livello lessicale: il parlante sceglie le parole e le combina in proposizioni secondo il sistema sintattico della lingua che egli usa; le proposizioni, a loro volta, sono combinate in periodi..la concorrenza di entità simultanee e la concatenazione di entità successive sono i due modi secondo i quali noi, soggetti parlanti, combiniamo gli elementi costitutivi del linguaggio (Jakobson 1966:24-25)

  14. Figure di parola

  15. Allitterazione • Ripetizione di una lettera o sillaba all’interno dell’enunciato. Caso particolare della rima e del parallelismo, le cui origini si perdono nella primordialità liturgica e apotropaica e nel folklore: • E fa fuggir le fiere e li pastori • Lo montanaro e rimirando ammuta • Tutti tirati sono e tutti tirano (Dante) • Rauco suon della tartarea tromba (Tasso) • Tremate, tremate le streghe son tornate

  16. Paronomasia (alterazione di un nome) Accostamento in presenza o per richiamo esplicito di parole che abbiano una qualche somiglianza fonica, dovuta o no a parentela etimologica, ma siano differenti per significato. Effetto di collisione semantica sfruttato nei giochi di parole • Traduttore traditore • Vista la svista? • Chi non risica non rosica • Moglie maglio • Sposa spesa • Penna pena • Prender fischi per fiaschi • Dalle stelle alle stalle • Si munge, si mangia

  17. Nomen omen • Traum ist schaum • Onori oneri • Annessi e connessi • Beata solitudo, sola beatitudo • Homo humus • Fama fumus • Donna danno • Il troppo stroppia • L’ozio è il padre dei vizi • I like Ike

  18. I giochi paronimici sono veicolo di comicità, satira, umorismo paradossale o demenziale (giochi di parole e malapropismi): • L’inverno è lastricato di buone intenzioni (Flaiano, FE 27) • Per lumina per limina (Zanzotto) • Siamo obesi di lavoro • Le pietre emiliane • Saluti dalle pernici del Monte Bianco; / si sono tutti alcolizzati contro di me; / le zucchine mi piacciono trafelate; / ma questo lo discuteremo in separata sedia; / ha un completo di inferiorità.. (Flaiano, FE 87)

  19. La paronomasia nei titoli giornalistici (ammiccamenti, doppi sensi e invenzioni). • Straordinari stradivari (La repubblica, 20.8.1987) • Il piacere è tutto mostro (Panorama, 17.1.1988) • Versi perversi (Il Venerdì di Repubblica, 12.2.1988) • Aldo gradimento (L’Unità, 19.3.2010)

  20. Etimologia (derivatio) Ripetizione della radice di un vocabolo con funzione di sottolineatura semantica e di rinforzo della significazione: • Vietato vietare • E se, come ora, la distanza si distanzia, la lontananza si allontana, e la perdita si perde, si assenta l’assenza.. (Manganelli, RV 74) • Reggendo il lume al fine di guardare dentro la culla il bimbo che piange un sogno non sognato bene

  21. Figure di senso

  22. Metafora • (Da metapherein=trasportare). Sostituzione di una parola con un’altra parola il cui significato è in una relazione di somiglianza con la prima (Jakobson: asse delle similarità). similitudo brevior? Es.: è un pozzo di scienza; brillava per disinvoltura; il serpente monetario • La distinzione tra similitudine e metafora […] non si regge su presupposti formali, bensì pragmatico-cognitivi in senso stretto. La prima figura è fondata sulla percezione statica delle affinità (e delle differenze) che legano due entità; mentre la seconda si basa su un meccanismo di natura eminentemente dinamica, che produce una qualche forma di fusione, o per meglio dire compresenza, tra i due enti raffrontati. (Bertinetto, Come vi pare. Le ambiguità di come e i rapporti tra paragone e metafora, 1979:160)

  23. Aristotele Metafora come trasferimento a un oggetto del nome che è proprio di un altro (Poetica) Il trasferimento avviene • Dal genere alla specie (sineddoche: genus pro specie) • Dalla specie al genere (sineddoche species pro genus) • Da specie a specie: metafora a tre termini (propriamente: specie-genere-specie: il dente della montagna: la cima sta al genere aguzzo come vi sta il dente: A:B=C:B) • Per analogia: metafora basata su una proporzione a quattro termini (B:A=D:C) (La vecchiaia è la sera della vita: “La vecchiaia (B) sta alla vita (A) come la sera (D) sta al giorno(C) questa formula spiega anche le catacresi: metafore che colmano vuoti della lingua (es. collo della bottiglia, gambe del tavolo). La metafora ha carattere conoscitivo e si basa sulla capacità di ben vedere le somiglianze

  24. Tesauro (nel Seicento) riconduce la metafora alla argutezza e ne esalta la brevità, cioè la concentrazione di più sensi in una stessa espressione; la brevità produce meraviglia, “riflessione attenta che ti imprime nella mente il concetto” • Vico, Principi di scienza nuova (1725) considera la metafora la forma originaria del linguaggio • Fontanier (nell’Ottocento) distingue tra metafore d’invenzione e metafore d’uso (distinzione fondamentale secondo Briosi: non tutto il linguaggio è metaforico)

  25. Concezione interattiva della metafora (Richards, 1967, e Max Black, Modelli, archetipi, metafore, 1983). Si contrappone alla concezione sostitutiva o comparativa: più che esprimere delle similarità, la metafora sembra crearle. Rapporto tra tenore e veicolo, fonte e target, interazione di idee, convergenza di immagini. La metafora è un meccanismo operante nel linguaggio di ogni giorno, che crea e manifesta nello stesso tempo il nostro modo di vedere la realtà.

  26. Metafora come logica sensoriale • Ortony (1980) • La metafora è usata per esprimere qualcosa di altrimenti inesprimibile (metafore sinestetiche, “musica luminosa”) • Serve a predicare in modo compatto un fascio di proprietà (Cacciari 1998) • È evocatrice di immagini e perciò adatta a esprimere l’esperienza soggettiva • In generale consente di descrivere il nuovo attraverso il riferimento al già familiare (strumento dell’accordo)

  27. Teoria cognitivista della metafora • Lakoff e Johnson, Metaphors we live by (1980), trad. it. Metafora e vita quotidiana, 1998 • Distinzione tra la metafora come attività cognitiva e le espressioni metaforiche, occorrenze verbali di questa attività • La metafora è un processo cognitivo, un modo di ragionamento all’interno dei processi inferenziali, un ponte tra linguaggio ed esperienza percettiva, tra pensiero preverbale e pensiero verbale (C. Cacciari, La metafora: un ponte tra il linguaggio e l’esperienza percettiva, “Lingua e stile”, XXXIV, 1999)

  28. Ipotesi di Johnson e Lakoff (1980) • Le metafore permettono di coprire mediante un insieme ridotto di schemi concettuali elementari (strutture concettuali profonde) il massimo numero possibile di domini di esperienza, ancorandoli a pochi privilegiati domini di base. Tra questi schemi emerge quello della spazialità, cui vanno ricondotti schemi più specifici, come • Lo schema del contenitore (dentro-fuori) • Lo schema del cammino (da..a..) • Lo schema della verticalità (sopra-sotto) • Lo schema dell’azione (agente-agito-strumento dell’azione) • I domini di base sono quelli in cui troviamo qualità gestaltiche legate alla percezione (vista, tatto, ecc.), alla cinestesi (senso del movimento) e alla propriocezione (senso del proprio corpo). La sinestesia può essere considerata una metafora tra i domini base: si impiegano termini relativi a una modalità sensoriale per indicare qualità proprie di un’altra (es. dolce melodia). Il significato non si crea dal nulla, trae origine dall’esperienza corporea e non c’è un modo unico per accedere al significato.

  29. Metafora e vita quotidiana • La metafora non è uno scarto dal linguaggio normale (referenziale) a fini poetici e letterari, ma un meccanismo operante a qualsiasi livello della lingua quotidiana. • Es. Il concetto di discussione è concepito come una guerra: • La tua posizione è indifendibile • Ha attaccato i punti deboli • Ha demolito tutta la tua argomentazione • Dovete usare strategie persuasive • Gianni ha la meglio in tutte le dispute

  30. Metafora come strumento di innovazione del lessico (iconimo) • Loporcaro: nell’italiano contemporaneo le principali sfere iconimiche sono l’automobile (ammortizzatori sociali, partire in quarta, fare retromarcia, essere su/giù di giri, rimettersi in carreggiata), lo sport e in particolare il calcio (discesa in campo, autogol, a tutto campo, dribblare), ma anche la criminalità organizzata (regolamento dei conti sulle pensioni, spacciatori di bombe killer; ecc.)

  31. Wodak e Reisigl, Retorica del razzismo e dell’antisemitismo, in Giannini e Scaglione, Introduzione alla sociolinguistica, Carocci, 2004: • Funzione discriminatoria della metafora: personificazioni e antropomorfizzazioni (animazione di soggetti collettivi immaginati: razze, nazioni, etnie, cfr. Anderson, Comunità immaginate, 1988). • Metafora metonimia e sineddoche vengono sfruttate per creare uguaglianza e omogeneità, livellare le differenze e annullare le individualità: assimilazione del singolo nel tutto (anomizzazione). • Metafore percettive sfruttate per il discorso della discriminazione (colore chiaro vs scuro; armonioso vs rumoroso), metafore spaziali (interno/esterno, centro/periferia, confine, limite/ estensione, espansione), metafore naturalistiche (fenomeni naturali, meteorologia: immigrazione come disastro naturale, valanga, inondazione, corrente, sradicamenti e reimpianti, inquinamenti, fusioni, corpi estranei, ecc.)

  32. Metafora e ideologia • Le metafore mettono in primo piano determinati aspetti, lasciandone nell’ombra altri. • Poiché la applicazione di una metafora concettuale ci porta a vedere (categorizzare, assegnare caratteristiche e proprietà) un concetto sotto una certa luce, e a lasciare in ombra altre sue caratteristiche, nell’uso di determinate metafore sono insiti aspetti ideologici.

  33. Es. Processo di costruzione dell’UE • UE come cammino, viaggio • Marcia di avvicinamento • Via libera • Lungo e tortuoso cammino • Remare insieme • Prendere a bordo • Facciamo un passo dopo l’altro • Trovare una strada • UE come costruzione • Accelerare la costruzione • Paesi fondatori

  34. UE come partita o gioco d’azzardo (metafora utilizzata in caso di dissidi e opinioni divergenti) • È un colpo d’avvio al pallone • La partita la giocheranno alla Convenzione • Stiamo facendo un gioco al rialzo • Il vostro documento è una scommessa Cfr. Corriere della Sera, 14 dic. 2002; La Stampa, 20 gen. 2003 sull’allargamento della UE a 25 membri

  35. Sinestesia È un tipo di metafora: trasferimento di significato dall’uno all’altro dominio sensoriale (tinte calde/fredde, voce chiara/cupa/profonda/fredda; paura blu; parole acide, sorriso amaro) Alcuni studi recenti sul tema: • P. Paissa, La sinestesia. Storia e analisi del concetto, 1995; • S. Baron-Cohen, J.E. Harrison (Eds.), Synaesthesia. Classic and contemporary readings, Blackwell, London, 1997; • C. Cacciari, M.C. Levorato, I cinque sensi e la loro traduzione linguistica: uno studio sui verbi dell’esperienza sensoriale, in A. Zuczkowski (a cura di), Semantica percettiva: rapporti fra percezione e linguaggio, pp. 39-68, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, Pisa-Roma, 1999)

  36. Sineddoche • (Da syn=con e endechomai=prendere--> comprendere) Natura quantitativa, estensionale delle relazioni che determinano la sineddoche: lo spostamento avviene all’interno dello stesso campo di referenza: parte per il tutto o viceversa, singolare per il plurale e viceversa, la specie per il genere e viceversa (rapporti quasi-logici) • Una parte (un tratto, una qualità fisica o astratta) viene selezionata ed evidenziata per significare il tutto. Può comportare un giudizio di valore • Eco: il meccanismo sineddochico, cioè la percezione visiva o tattile di una caratteristica di un elemento rappresenta la forma primaria di conoscenza che precede altre forme più complesse, come il riconoscimento di caratteristiche funzionali, che è di natura metonimica (=Gruppo µ: la metonimia è una forma di sineddoche vs Padre Lamy: la sineddoche è una forma di metonimia)

  37. Le cose vengono percepite anzitutto visivamente e anche per le entità non visive ne vengono percepite principalmente le caratteristiche morfologiche (un corpo è rotondo o rosso, un suono è grave o forte..e così via). Solo a una ispezione successiva si è in grado di stabilire le cause, la materia di cui l’oggetto è fatto, i suoi fini o funzioni eventuali. Per questo la sineddoche particolarizzante (che si basa sul rapporto tra un oggetto e le sue parti) ha ottenuto uno status privilegiato: che è lo status privilegiato della percezione rispetto ad altri tipi di conoscenza (Eco, Semiotica e filosofia del linguaggio, 1984:182)

  38. Sineddoche e metonimia sono entrambe figure di contiguità, fondate sul meccanismo di focalizzazione del pensiero. La sineddoche però, a differenza della metonimia è governata da rapporti di inclusione (iper- e iponimia) (Es. Dacci oggi il nostro pane quotidiano). L’unico tipo di sineddoche è quello generalizzante o particolarizzante (Eco 1984). La figura di contiguità non è semplicemente una figura di stile, un vano ornamento di scrittura. Può divenire un procedimento espressivo assai fecondo presso certi scrittori; svolge un ruolo considerevole nella vita del linguaggio e nella storia delle lingue; procede addirittura da un meccanismo fondamentale dell’intelletto umano (Henry, Metonimia e metafora, 1975:58) • Sul rapporto tra sineddoche e metonimia: Ruwet, Sineddochi e metonimie, in Id., Linguistica e poetica, 1975

  39. Wodak e Reisigl (Retorica del razzismo e dell’antisemitisimo) ne evidenziano la funzione di collettivizzazione e assimilazione, spersonalizzazione e oggettivazione • Sineddoche generalizzante: il tutto serve ad esprimere la parte: es. “l’Europa”, per i paesi che la compongono: strumento di assimilazione; ma anche “gli stranieri” • Sineddoche particolarizzante: la parte serve a esprimere il tutto: es. “ha sette bocche da sfamare”: strumento di estensione. Esempi più significativi, perchè ideologici: “lo straniero”, “l’ebreo”, “l’arabo”, “l’italiano”: generalizzazione e focalizzazione dell’essenza stereotipata (singolare collettivo).

  40. Effetti argomentativi dell’articolo • Articolo definito: il singolo è assunto a modello e rappresentante della specie retorica della discriminazione: l’Ebreo, il Turco, il Musulmano: sineddoche particolarizzante generalizzazione o focalizzazione dell’essenza stereotipata che si riferisce in modo livellante ad un intero gruppo di persone. (Cfr. Trattato dell’argomentazione, p. 171) • Articolo indefinito: forma metaforica predicativa funzionale al rafforzamento e alla diffusione del pregiudizio: è un ebreo (di persona avara, avida, astuta, votata agli affari), fuma come un turco.

  41. Antonomasia • (da anti=invece e onoma=nome): il nome è sostituito da un epiteto o una perifrasi che esprimano una qualità caratterizzante (variante della sineddoche e della perifrasi). Hanno status di stereotipi. Conferma dei meccanismi analogici che sono alla base del liguaggio figurato Per Fontanier: sineddoche dell’individuo • Es. L’Onnipotente, lo Stagirita, il Ghibellin fuggiasco, la capitale del cinema, l’Avvocato, l’Ingegnere ecc., il Maestro, il Filosofo, il Professore, I Verdi (antonomasia metonimica) (nome comune per il nome proprio) • Un Demostene, un Otello, un Einstein, una Caporetto (nome proprio per il nome comune) • Ghino di Tacco per Craxi (nome proprio per un nome proprio) • Uno stoico, un vandalo, una ninfa, una amazzone, un’arpia (nome della specie per indicare caratteristiche particolari).

  42. Metonimia • (Da onoma=nome e meta=mutamento: mutamento di nome). Tropo per spostamento di limite oltre il campo del contenuto concettuale (Lausberg) • Direttrice metonimica come meccanismo fondamentale dell’intelletto umano e del funzionamento del linguaggio (vedi Jakobson: asse della contiguità) • Una entità viene nominata al posto di un’altra entità che sta alla prima come la causa all’effetto (autore per l’opera, il produttore per il prodotto, il mezzo per il risultato, il contenente per il contenuto, lo strumento per chi lo adopera, il luogo per gli abitanti) • Molte le metonimie del simbolo: armi per guerra, alloro per gloria, croce o altare per religione; le divise per chi le porta (camicie rosse/nere, i giallorossi, i bianconeri, gli azzurri); il colore per l’orientamento politico (i Verdi) • Passaggio dal nome proprio al nome comune: volt, ampère, curie, gauss

  43. Un effetto retorico della metonimia: nascondere i responsabili o vittime di determinate azioni o mantenerli sullo sfondo: • I treni sono in sciopero (oggetto al posto della persona) • L’Austria non ha intenzione di accettare nuovi immigrati (luogo per le persone) • La Casa Bianca invia truppe in Iraq (edificio per le persone/autorità che lo abitano) • L’Iraq è un nuovo Vietnam (Luogo al posto dell’evento che vi si svolge) • Il Parlamento ha approvato la nuova legge sulla immigrazione (istituzione per le persone che ne fanno parte)

  44. Ossimoro • (oximoron = acuta follia) • Unione paradossale di due termini antitetici • Concordia discors • Convergenze parallele • Disperate speranze • Festina lente (affrettati lentamente) Trionfo dell’ossimoro “permanente” nel concettismo barocco (Baltasar Graciàn): sarà tanto più ingegnoso (tema dell’ingenium) chi saprà accostare le circostanze più distanti, connettendo qualità e oggetti tra loro apparentemente estranei

More Related