1. Potere spirituale ai tempi del medioevo
La Chiesa ai tempi del medioevo era concepita
come un’istituzione creata per volontà divina,
aveva infatti conquistato quasi la totalità delle
popolazioni.
In sintesi, la religione diveniva qualcosa di
totalizzante nelle azioni umane. Al vertice della
cristianità era posto il vescovo di Roma, ovvero il
Papa, il quale aveva un potere di natura
teocratica: non di origine umana, ma divina.
2. Perché nell'Alto Medioevo si rafforza il
potere della Chiesa?
Nel Medioevo la Chiesa divenne una potenza
economica: le donazioni che molti ricchi e sovrani,
convertitisi al cattolicesimo, fecero a favore dei
vescovi e delle abbazie, fece sì che la Chiesa divenisse
proprietaria di terreni e di molte altre ricchezze.
Inoltre, in seguito alla dissoluzione dell'impero
romano sotto la pressione delle migrazioni
germaniche, in Italia la Chiesa si trovò a esercitare
non solo funzioni spirituali, di conforto e di
protezione dei più deboli, ma anche un vero e
proprio ruolo politico.
3. Rapporto tra potere politico e potere
spirituale ai tempi del medioevo
Il quadro politico generale del tardo
Medioevo era animato da differenti poteri i quali
convivevano all’interno del sistema.
Vescovi e abati amministravano la giustizia,
riscuotevano le tasse e avevano competenze
civili. Il pontefice, oltre al potere spirituale,
deteneva anche il potere temporale(politico).
4. Il concilio lateranense
Nel 962 Ottone I decise che l'imperatore aveva la
facoltà di approvare l'elezione dei nuovi
pontefici. Un'azione così marcata non poté non
avere una reazione da parte della Chiesa.
Nel 1059 venne convocato il concilio lateranense: in
quell'occasione il Papa Niccolò II decretò che da quel
momento in poi l'elezione del pontefice sarebbe spettata
a un collegio di cardinali e anche tutte le altre nomine
ecclesiastiche sarebbero state a carico della Chiesa.
5. Rapporto tra stato e Chiesa cattolica ai
giorni nostri
Per lungo tempo lo Stato italiano e la Chiesa hanno avuto
rapporti tesi e difficili. Fu Benito Mussolini a porre rimedio a
questo contrasto. Nel 1929, a seguito di un accordo, furono
stipulati i Patti Lateranensi, volti a regolare e pacificare i
rapporti tra Stato e Chiesa. I Patti furono accolti senza
modifiche nella Carta costituzionale del 1948. I patti furono
chiamati “Patti lateranensi” perché firmati a Roma in San
Giovanni in Laterano.
Articolo 7 – Lo Stato e la Chiesa cattolica sono,
ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e
sovrani.
6. Quali sono le religioni presenti in Italia?
Secondo rilevamenti statistici del 2019, il 66,7% degli
italiani si dichiara cattolico; il 15,3% ateo o agnostico.
Sono presenti anche altre religioni: al 2020, i fedeli ortodossi sono
più di 1,8 milioni; i protestanti sono circa 600.000; i restaurazionisti
i quali comprendono 400.000 testimoni di Geova e 100.000 di altre
denominazioni. La comunità ebraica italiana, che oggi conta circa
41.000 membri. La diffusione di altre religioni è stata in gran parte
agevolata dai fenomeni migratori degli ultimi decenni: si stima che
in Italia risiedano al 2020 circa 2,2 milioni di musulmani, 332.000
buddisti, 210.000 induisti, 20.000 sikh, 4.000 bahá'í e 97.000
seguaci di altre religioni orientali.
██ Cattolicesimo (74,4%)
██ Non
religiosi/atei/agnostici
(22,6%)
██ Altre religioni (3%)
7. Come viene gestita in Italia la presenza di
religioni "non cattoliche"?
In ottemperanza al primo comma dell’art. 3 e al
principio di laicità dello Stato, tutte le confessioni
religiose hanno il pieno diritto di essere liberamente
professate.
Le religioni “non cattoliche” possono organizzarsi secondo i
loro statuti, ma comunque sempre in accordo con le norme
vigenti in Italia. Questo è un limite invalicabile, di cui ogni
confessione religiosa deve tener conto nell’esercizio della sua
professione di fede.
Articolo 8 - Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere
davanti alla legge.