Cosa sono le ipotesi? E le domande? Come si formulano le ipotesi e le domande di ricerca? Cos'è un PICO?
Corso di Laurea in Logopedia
Corso di Laurea in Infermieristica
AA 2019/2020
1. IPOTESI E
DOMANDA DI RICERCA
Corso di Laurea in Logopedia
Corso di Laurea in Inermieristica
AA 2019/2020
Docente: Maria Fabiani
2. IPOTESI:
DEFINIZIONE
«…una proposizione espressa in forma
controllabile che prevede un particolare
rapporto tra due (o più) variabili [...], è una
spiegazione provvisoria per la quale i dati
necessari per il controllo sono almeno
potenzialmente disponibili [...]; deve trattarsi
di affermazioni di fatto, suscettibili di indagine
empirica […]. Questa definizione esclude
tutte le affermazioni che sono semplici
opinioni, giudizi di valore o asserzioni
normative» [Bailey, 57]
«L’ipotesi non è, ma parla di una relazione fra
variabili» [Marradi, 89]
3. LA NATURA
DELLE IPOTESI
Interventi del logopedista entro le 48 dall’ammissione del
paziente con ictus riducono i tempi di recupero delle capacità di
deglutizione
VI:
VD:
Un’ ipotesi è una “affermazione circa la relazione fra due o più
variabili” (Marradi, 1984)
4. L’IPOTESI
• è un asserto che implica una relazione tra
due o più concetti, che è stato sottoposto a
controllo empirico o è concepito per essere
sottoposto a tale controllo
• si colloca a un livello inferiore di generalità e
astrazione rispetto alla teoria
• è ciò che permette la traduzione della teoria in
termini empiricamente controllabili; infatti una
teoria deve poter essere articolata in ipotesi
specifiche. Il criterio della controllabilità
/falsificabilità empirica è infatti uno dei principali
criteri di scientificità
5. UNA
BUONA
IPOTESI
• Afferma con chiarezza e concisione la
relazione (o la differenza) che ci si aspetta da
due o più variabili e, indipendentemente dalle
modalità di formulazione, essa deve
comprendere la popolazione in studio, la
variabile di intervento/esposizione e i risultati
che si prevedono.
• Le ipotesi servono a più scopi:
• Guidare la ricerca scientifica per avanzare la
conoscenza
• Dare indicazioni al progetto di ricerca, la
raccolta, l’analisi e l’interpretazione dei dati. Sulla
base dell’ipotesi si procede alla selezione del
campione, all’individuazione delle relazioni da
testare e alla scelta dell’analisi statistica
6. IPOTESI SEMPLICI
E COMPLESSE
Ipotesi semplice afferma la relazione tra due
variabili. Più facile da testare, misurare e
analizzare.
Ipotesi complessa afferma la relazione tra due o
più variabili indipendenti con due o più variabili
dipendenti.
Le considerazioni che devono fare i ricercatori
sono:
• Quale tipo di ipotesi è migliore per lo studio?
• Lo studio che si sta progettando è fattibile?
• Se, ad esempio, è appropriata un’ipotesi complessa ma è
impossibile raccogliere i dati, allora si deve optare per
un’ipotesi semplice.
7. TIPI DI IPOTESI
NON DIREZIONALI: asseriscono
l’esistenza di una relazione tra una o più
cause (variabile/i indipendente/i) e l’effetto
o conseguenza che si vuole studiare
(variabile dipendente), senza specificarne la
direzione.
•Esiste una relazione tra la
partecipazione a un programma di
training vocale per futuri insegnanti
e la capacità di gestione della voce
• Vi è una differenza nei tempi di
guarigione delle ferrite di lacerazioni
in pazienti adulti usando le
medicazioni occlusive rispetto a
quelle non occlusive.
DIREZIONALI: non si limitano ad affermare
l’esistenza di una relazione fra due o più
variabili, ma ne specificano la direzione.
•L'uso del dispositivo Speecheasy
associato a terapia logopedica
riduce la balbuzie in pazienti
adulti
• In pazienti pediatrici in terapia
intensive la pulizia dell’ area
periuretrale con iodopovidone al
10% versus la clorexidina allo
0,05% prima dell’inserimento del
cateretere riduce il rischio di
infezioni del tratto urinario
associate alla cateterizzazione.
L’ IPOTESI NULLA (H0 ) afferma il
sussistere di nessuna relazione o differenza
tra due variabili. E’ anche chiamata ipotesi
statistica.
• Non vi sarà differenza nella fluenza
tra il gruppo di bambini balbuzienti
che usa il Lidcombe Program e il
gruppo che usa l’intervento
logopedico standard.
• Non vi è differenza nei tempi di
guarigione delle ferrite di lacerazioni
in pazienti adulti usando le
medicazioni occlusive rispetto a
quelle non occlusive.
8. FORMULARE LE
IPOTESI
«Le ipotesi non nascono dai dati per via induttiva, ma
SONO FORMULATE DAI RICERCATORI in base a
conoscenze esterne ai dati stessi, e derivanti dalle loro
precedenti esperienze dell’oggetto e del contesto della
ricerca, o da teorie riguardanti tale oggetto o contesto»
[Marradi, 1990]
«Come osserva Galtung, la priorità della formazione delle
ipotesi sulla raccolta dei dati è un logico corollario del
principio di FALSIFICAZIONE (ipotesi e teorie devono
essere formulate in modo da poter essere dimostrate
false) che Popper e la sua scuola hanno fatto prevalere sul
principio diVERIFICAZIONE (ipotesi e teorie devono
essere dimostrate vere) come criterio di demarcazione fra
asserzioni scientifiche e non scientifiche» [Marradi, 1990]
9. OSTACOLI NEL
FORMULARE LE
IPOTESI
Scarsa conoscenza del problema
Scarsa conoscenza di una teoria oppure l’uso scorretto
e/o distorto di tale teoria
Formulazione delle ipotesi non funzionale alla teoria
prescelta oppure un rapporto fra teoria e ipotesi
forzato,meccanico, apparente
Genericità della formulazione delle ipotesi, che rischiano
di confondersi con l’oggetto di ricerca nelle sue
articolazioni
Scarsa conoscenza delle tecniche di ricerca o
costruzione di strumenti errati o banali di reperimento
dati
10. QUESITO DI BACKGROUND,
IPOTESI SPERIMENTALE,
IPOTESI CORRELAZIONALE
DOMANDA DI
BACKGROUND
IPOTESI SPERIMENTALE
IPOTESI CORRELAZIONALE
11. QUESITO DI
BACKGROUND
• Viene formulata quando la letteratura o
l’esperienza empirica non consente di
effettuare ipotesi accurate. Quando cioè non
è possibile effettuare alcuna ipotesi sui
risultati attesi. Es. sondaggi, screening,
atteggiamenti ecc.
• Quali sono le capacità dei logopedisti di
gestione dei comportamenti inadeguati dei
genitori di bambini ipercinetici?
• Qual è il ruolo dell’infermiere nella REMS?
12. IPOTESI
SPERIMENTALE
• Presuppone che almeno una variabile indipendente
influenzi almeno una variabile dipendente …..Y=f(X)
• Valuta, quindi, i rapporti di causa/effetto
• Se ai bambini con un’età da 5 a 10 anni vengono
fornite informazioni prima del test, essi
sperimenteranno meno ansia rispetto ai bambini
della stessa età che non ricevono informazioni.
• In pazienti pediatrici in terapia intensive la pulizia dell’
area periuretrale con iodopovidone al 10% versus la
clorexidina allo 0,05% prima dell’inserimento del
cateretere riduce il rischio di infezioni del tratto
urinario associate alla cateterizzazione.
Popolazione:
X =
Y =
13. IPOTESI
CORRELAZIONALE
• Presuppone che almeno una variabile si
correli con un’altra variabile osservata
• NON valuta i rapporti di causa/effetto
• Si formula sempre in termini “correlazionali”
• I punteggi nel test di fluenza, voce e
linguaggio in soggetti con Parkinson sono
correlate (+ o - ) con l’età dei pazienti.
• I tempi di guarigione delle lesioni da
pressione sono correlate con l’età dei
pazienti immobilizzato.
14. CAUSALITÀ E
CORRELAZIONE
• Nella ricerca scientifica si confondono spesso due concetti: la
correlazione e la causalità.
• La correlazione si riferisce a una relazione tra due (o più) variabili
che cambiano insieme. Una correlazione può essere positiva o
negativa.
• Una correlazione positiva vuole dire che se una variabile
aumenta (l’età) anche l'altra aumenta (es. la pressione
arteriosa). Ma anche che se una variabile diminuisce anche
l’altra diminuisce.
• Una correlazione negativa funziona all'opposto: se una aumenta
l'altra diminuisce, ma anche se una diminuisce, l’altra aumenta.
• La causalità si riferisce a una relazione tra due (o più) variabili
dove una variabile causa l'altra. Devono essere soddisfatti tre
criteri perché si abbia causalità:
• le variabili devono essere correlate;
• una variabile deve precedere l'altra variabile;
• deve essere dimostrato che una terza variabile non stia
provocando alcun cambiamento nelle due variabili di interesse
(assenza di correlazione spuria)
15. NELLE BUONE
IPOTESI
Tutti i sostantivi delle ipotesi devono essere
definiti prima concettualmente e poi
operativamente.
E’ poi importante conoscere la popolazione:
chi sono i soggetti, che caratteristiche
hanno …
Le variabili identificate nelle ipotesi devono
avere anche una definizione operativa, cioè
bisogna specificare in che modo saranno
misurate in termini di strumenti o scale.
16. FALSIFICAZIONE
DELLE IPOTESI
Il processo di convalida o falsificazione delle
ipotesi avviene attraverso la ricerca
scientifica.
Per testare un’ipotesi, il ricercatore
seleziona un campione, adotta gli strumenti
di misurazione, sceglie un disegno e segue
delle procedure per la raccolta dei dati.
Un’ipotesi testabile è quella che contiene
delle variabili che sono misurabili, con delle
relazioni che possono essere convalidate o
falsificate sulla base dei dati raccolti.
17. FALSIFICAZIONE
O CONVALIDA
DELLE IPOTESI
Accertare la validità di un’ipotesi significa:
escludere che la relazione ipotizzata sia
“spuria”, cioè dovuta al fatto che le
due variabili dipendono entrambe da
una terza variabile (validità interna).
accertare se la relazione trovata sulla
base dei dati raccolti sia generalizzabile
(validità esterna).
Le ipotesi vengono testate con l’analisi
statistica. La scelta dei test statistici più
appropriati per uno studio dipende non
solo dalla natura dei dati ma anche da
come sono state misurate le variabili.
18. DOMANDA DI
RICERCA
Una domanda di ricerca è una domanda
concisa, scritta al presente che include una o
più variabili (o concetti).
Le domande di ricerca vertono sulla
descrizione delle variabili, sull’esame delle loro
relazioni e sulla determinazioni delle differenze
tra due o più gruppi riguardo a specifiche
variabili.
Sono usate in sostituzione delle ipotesi
quando la conoscenza corrente su un
fenomeno è limitata e quindi la ricerca che si
vuole condurre vuole identificare o descrivere
il fenomeno).
19. ESEMPI DI
DOMANDE DI
RICERCA
Il supporto sociale è in
grado di influenzare il
recupero di ritardi di
linguaggio in bambini di
scuola primaria?
Quali sono le
percezioni di
insegnanti e genitori
del ruolo del
logopedista a scuola?
L'uso del Lidcombe
Program aumenta la
fluenza in bambini
balbuzienti?
La "Mcneill Dysphagia
Therapy Program" in
intervento riabilitativo
determina
cambiamenti fisiologici
che favoriscono la
normalizzazione
dell’atto deglutitorio in
pazienti adulti con
disfagia cronica?
20. QUESITO DI BACKGROUND
Quesito di base formulato nelle situazioni
in cui l'argomento è poco, o per nulla,
conosciuto.
E' un "bisogno di informazione"
caratteristico del giovane professionista
Il professionista esperto formula quesiti di
base quando la
malattia/condizione/tecnologia è:
estranea al proprio settore
professionale/specialistico
di recente introduzione (tecnologia) o
descrizione (malattia)
rara
21. QUESITO DI FOREGROUND
• Quesito specifico che, generalmente, appartiene a una delle seguenti tipologie:
• Eziologia/rischio
• Diagnosi
• Prognosi
• Terapia
22. LA COSTRUZIONE DEL QUESITO
BIBLIOGRAFICO
Definizione dell’area
di interesse
Che cosa succede? Che cosa si fa? Come si
fa? Chi lo fa? Quando?
Quali sono gli esiti per il paziente? Sono
soddisfacenti?
Ci sono divergenze tra teoria (conoscenze) e
prassi?
Ci sono prassi divergenti?
Ci sono teorie (conoscenze, linee guida,
ecc.) divergenti?
Quali sono gli esiti realmente
importanti per i pazienti? Qual è il
punto di vista dei pazienti su ciò che
costituisce un esito desiderabile,
appropriato o accettabile? Sono
considerati? Come?
Esplicitare tutte le aree
problematiche passibili di
interesse
Ridurre il numero a non più di tre
o quattro
Procedere alla loro
prioritizzazione
Avvio della riflessione
critica sulle conoscenze
ed esperienze
23. COSTRUIRE IL QUESITO
Qual è la popolazione
che intendo studiare?
Come la descriverei
(età, sesso,
background,
condizione clinica…)?
Qual è l’interventi che
intendo studiare?
Quali sono le ragioni
per cui intendo
studiare questo
intervento e non un
altro?
Ho tutti i dettagli
dell’intervento?
Qual è l’esito atteso/di
interesse?
Come misurerò
l’esito?
In che modo
rispondere a questa
domanda è utile? (si
veda «La ricerca
utile»)
24. COSTRUIRE IL
QUESITO
le caratteristiche più significative della
popolazione oggetto di interesse (come l’età o
la patologia
gli interventi sperimentali e di controllo
ogni variazione nell’intervento (come i metodi
di somministrazione o il dosaggio) e se studi
che con tali variazioni saranno inclusi
se saranno inclusi gli RCT che prevedono solo
parte dell’intervento o lo prevedono
combinato con un altro intervento
Il manuale JBI e quello della Cochrane
Collaboration’s reviewer’s handbook
raccomandano, quando si sviluppa una
revisione quantitativa, di considerare i
seguenti elementi relativi alla popolazione
e all’intervento
25. COSTRUIRE IL
QUESITO
Gli esiti possono includere la sopravvivenza (mortalità), gli esiti
riportati dal paziente (ad es. sintomi, qualità della vita), eventi avversi
(ad es. restrizione nello stile di vita, frequenza di test), ed esiti
economici (ad es. costo e uso delle risorse)
Dovrebbero essere considerati sia gli effetti benefici che gli eventi
avversi. Se si intende considerare una combinazione di outcome,
questo deve essere specificato.
Come possono essere misurati gli outcome, sia in termini di tipo di
scale che di timing di misurazione. Gli esiti possono essere misurati
oggettivamente (ad es. n. sillabe prodotte,) o soggettivamente in
base alla valutazione del paziente, del professionista, dell’insegnate
(ad es. scale di disabilità).
E’ importante specificare se le scale di misurazione sono state
validate . Quando si definisce il timing di misurazione degli outcome,
il revisore deve considerare se includerà in revisione tutte le
misurazioni o solo alcuni momenti selezionati.
Il manuale JBI e quello della Cochrane
Collaboration’s reviewer’s handbook
raccomandano, quando si sviluppa una
revisione quantitativa, di considerare i
seguenti elementi relativi all’outcome
26. PICO
P = Pazienti. Quali pazienti o quale popolazione di pazienti
ci interessano? Come possono essere descritti meglio? Ci
sono sottogruppi che devono essere considerati?
I = Intervento. Quale intervento, trattamento o approccio o
esposizione dovrebbe essere studiato?
C = Confronti. Qual è la principale alternativa/e da
confrontare con l’intervento?
O = Outcome cioè esiti. Cosa è veramente importante per
il paziente? Ad esempio, quali esiti dovrebbero essere
considerati come misure intermedie o a breve termine?
Come esiti sono da considerare la mortalità, la morbosità,
eventuali complicanze del trattamento, i tassi di ricaduta, la
morbilità a lungo termine? E ancora, è interessante o no,
rispetto al quesito in studio, valutare esiti quali il riprendere
l’attività lavorativa e/o il funzionamento fisico e sociale?
Dovrebbero essere prese in considerazione altre misure
come la qualità della vita, lo stato di salute generale e i costi?
27. PICOT
P I C O T
Paziente / Popolazione
Intervento /
Indicatore
Comparazione /
Controllo
Outcome
Tempo /Tipo di Studio o
domanda
Qual è la popolazione/paziente
di interesse?
Pensate all’età, sesso, o
caratteristiche specifiche che
potrebbero essere importanti
per la vostra domanda.
Qual è l’intervento,
il test diagnostico, il
fattore prognostico
l’esposizione di
interesse?
C’è un controllo o un
intervento alternativo
per comparare
l’intervento di
interesse o
l’indicatore?
Qual è l’esito
considerato?
Che cosa sarà
misurato?
Qual è il tempo che
dovrebbe essere considerato?
Quali tipi di studio
rispondono meglio alla
domanda? In quale ambito
ricade la domanda (prognosi,
terapia, eziologia/rischio,
prevenzione)?
28. FINER
Fattibilità. E’ fattibile rispondere alla domanda?
Interessante. In che modo risponde all’interesse del
paziente? E della professione?
Nuovo. Quali nuove informazioni e conoscenze porta
rispondere alla domanda? Confuta, coorobora o amplia
le nuove conoscenze?
Etico. Rispetta i principi etici?
Rilevante. Qual è la rilevanza per la pratica
professionale? Per la conoscenza scientifica? La ricerca
futura?
29. A OGNI TIPO DI DOMANDA
UN TIPO DI STUDIO
Tipo di domanda Tipo ideale di studio
Terapia RCT
Prevenzione RCT > Studio di coorte> Caso controllo
Diagnosi
Sperimentazione controllata in cieco di comparazione con il gold
standard, analitico prospettico
Prognosi Studio di controllo> Caso Controllo > Case Series/Case Report
Eziologia/Rischio RCT > Studio di coorte> Caso Controllo
Analisi dei costi Analisi economica