Per educare bisogna in primo luogo educarsi. Per educarsi occorre avere ben chiari i concetti su cui far leva. Per avere chiari quei concetti occorre fare filosofia e affrontare il tema della sostanza e della forma dei saperi mediati dalle diverse tecnologie.
2. Un sapere fluttuante
“Una volta il sapere si divideva o si
classificava per continenti, mentre ora si
mescola e fluttua come i mari inclassificabili,
le cui molecole fanno continuamente il giro
del mondo; ogni goccia proviene da tutte le
acque, e va verso di loro; ogni pensiero
scaturisce da tutte le parti, e vi ritorna.
Cambiamo casa, voliamo o navighiamo.
L’età dolce equivale a ere di aria e di acque.
Abiteremo la cattedrale: nave e tenda”
3. Che cos’è l’intelligenza artificiale
L’IA è “una disciplina che studia i fondamenti
teorici e crea gli algoritmi in vista della produzione
di software in grado di mimare alcuni tipi di
intelligenza umana – da applicare a vari dispositivi
meccatronici, alcuni dei quali, come i robot,
provvisti di computer, motori, attuatori (gambe,
braccia, «mani», ruote), sensori ed
equipaggiamento ausiliare – in vista della
soluzione di specifici problemi o del
conseguimento di determinati scopi”
4. Che cos’è ...
...“una disciplina che studia i fondamenti teorici e crea gli algoritmi in
vista della produzione di tecniche in grado di individuare alcuni tipi di
intelligenza umana – da applicare a dispositivi materiali – in vista della
soluzione di specifici problemi o del conseguimento di
determinati scopi”...
5. Intelligenze e tecnologie
Al di là della differenza fra meccanico e meccatronico
sono in gioco, nelle definizioni viste, due assunzioni fondamentali
1. le intelligenze sono plurime
2. si manifestano e agiscono in rapporto a tecniche o tecnologie
Dunque le intelligenze sono tutte artificiali, sia pure in modi diversi
Le conosciamo e le pratichiamo solo attraverso mediazioni
7. La rete come infrastruttura
Il digitale è ad un tempo agente e specchio del sapere fluttuante.
Ma è anche agente e specchio del tipo di esperienza e di sensibilità di cui
il sapere fluttuante è garante ed effetto
Tutto questo perché il digitale opera attraverso l’infrastruttura di rete.
La sua logica è, appunto, di rete
8. Rete e testo come paradigmi o metaintelligenze
Siamo ad un tempo portatori e attori di due logiche, di due generalissime
cornici mentali
La logica testuale e la logica reticolare
La prima presuppone che la ricerca del significato vada fatta, tramite analisi,
all’interno di confini di sapere stabiliti e spazi di sapere strutturati
La seconda presuppone che la ricerca del significato vada fatta, tramite
collegamenti e costruzioni, partendo da singoli elementi di conoscenza
9. Ordine vs disordine nello scrivere
A seconda della logica di riferimento, il contenuto di ordine e disordine cambia
Scrivere una lettera come una email è disordine, dentro la logica testuale
Scrivere una email come una lettera è disordine, dentro la logica reticolare
Occorre dunque maturare una concezione anfibia della scrittura, dove il
rapporto fra ordine e disordine sia costantemente messo in gioco
Occorre accettare e capire che ‘scrivere’ è un verbo transitivo
Occorre essere ad un tempo testuali e reticolari
10. Filosofia e letteratura del plurale
“...cause ed effetti sono un pulsare della
molteplicità irretita in sé stessa e non sono mai
pensabili al singolare … L’ipotiposi della catena
delle cause va emendata e guarita, se mai, con
quella di una maglia o rete: ma non di una
maglia a due dimensioni (superficie) o a tre
dimensioni (spazio-maglia, catena spaziale,
catena a tre dimensioni), sì di una maglia o rete
a dimensioni infinite. Ogni anello o grumo o
groviglio di relazioni è legato da infiniti
filamenti a grumi o grovigli infiniti…”
11. L’ordinamento scolastico
Molto è stato fatto, non solo in Italia, per portare il digitale nelle scuole
I risultati, possiamo/dobbiamo dirlo, non sono rispondenti alle aspettative
Al fondo c’è, evidentemente, un conflitto di logiche
L’ordinamento scolastico è tutto interno al paradigma testuale
Assolutizzare questo tipo di ordinamento equivale a rappresentare il digitale
come un disordine, un qualcosa da addomesticare o da combattere
Comunque un’anomalia fastidiosa
12. Gli interessi della scuola verbocentrica
L’attuale ordinamento scolastico (e universitario) resta immutato nel suo
impianto verbocentrico per via di interessi consolidati
di matrice
editoriale (la scuola del libro)
accademica (la scuola delle discipline)
amministrativa (la scuola degli adempimenti)
sindacale (la scuola delle corporazioni)
politica (la scuola delle riforme senza spesa)
13. Le possibilità di una scuola non verbocentrica
Obiettivo politico prioritario dovrebbe essere
proteggere e promuovere zone franche
Ossia, aree scolastiche autonome (dall’assetto disciplinare, dagli orari, dalla
valutazione) in cui l’uso consapevole e intelligente del digitale e delle sue
dinamiche trasformative,
connesse anche alle componenti sonore delle immagini in movimento,
possa insegnare la complessità del mondo
14. Per andare a fondo
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