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Terra!
56ª MOSTRA DELLA CERAMICA DI CASTELLAMONTE
3 SETTEMBRE _ 16 OTTOBRE 2016
a cura di _ Olga Gambari
col sostegno della Regione Piemonte e della Fondazione CRT
Sindaco di Castellamonte
Paolo Mascheroni
Assessore alla Cultura di Castellamonte
Nella Falletti Geminiani
Assessorato alla Cultura di Castellamonte
Marcella Girino capo settore
Marinella Ferrino
Morena Chieregato
Anna Marchello
Progetto grafico _ Leandro Agostini
Impaginazione _ Gianluca Negro
Trasporti _ Gondrand
Stampa _ A4Servizi Grafici
Video a cura di _ Bodega Multimedia
Si ringrazia:
Associazione Amici della Cultura dell’Arte della Ceramica, Andreina Agliano, Famiglia Allaira, Maurizio Bertodatto,
Don Angelo Bianchi, Daniele Chechi, Guido Curto, Gian Luca Favetto, Maurizio Grandinetti, Silvana Neri,
Roberto Perino, Andrea Quagliolo, Davide Quagliolo, Paolo Quagliolo, Tomaso Ricardi di Netro
Ingresso gratuito
Orari di visita: sabato e domenica 10-13; 14.30-19
per gruppi su appuntamento: 0124.5187216 | 335.1404689
cultura@comune.castellamonte.to.it
Ufficio Stampa: 0124.5187216, cultura@comune.castellamonte.to.it
Città di Castellamonte
Città di Albisola SuperioreCittà di Mondovì Città di Savona Comune di Albissola Marina
SPECIALCAR
DI TAVELLI MAURIZIO
Castellamonte
Museo Civico
Manlio Trucco
Albisola Superiore
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Terra!
PAOLO MASCHERONI
Sindaco di Castellamonte
NELLA FALLETTI GEMINIANI
Assessore alla Cultura di Castellamonte
È
un’edizione ricca di contenuti e novità questa 56ª della
Mostra della Ceramica di Castellamonte. Prima di tutto
torna coinvolta la Rotonda Antonelliana, punto magico
della città e vanto architettonico anche per la sua eccen-
tricità, una volta sede storica della mostra. Luigi Stoisa,
l’artista a cui va l’omaggio di questa edizione con un’ampia perso-
nale a Palazzo Botton che testimonia il suo importante percorso,
ha pensato a un’installazione con interventi prodotti direttamente
sul nostro territorio. Un gesto simbolico che riafferma un luogo e lo
restituisce alla città. A Palazzo Botton, insieme a Stoisa, che ci onora
anche con opere prodotte appositamente per questa occasione, un
gruppo di artisti racconta la scena dell’arte contemporanea interna-
zionale legata alla ceramica, una rassegna che funziona sia come pa-
norama sia come stimolo. Inoltre alcune opere della collezione
storica di Castellamonte escono di nuovo mescolandosi agli artisti
di Palazzo Botton, per documentare questa raccolta di pregio, per
ora ancora non esposta, ma la cui fruizione pubblica permanente
costituisce uno dei nostri prossimi obbiettivi.
Il Centro Martinetti ospita, invece, una ricchissima collettiva di ar-
tisti che vivono sul territorio, un dialogo interessantissimo tra gene-
razioni, origini e stili diversi. Questi artisti consolidano e portano
avanti una tradizione antichissima, una sorta di genius loci che nel
presente continua a rimanere vitale e dinamica sia a livello artistico
sia produttivo e artigianale. Proprio alle aziende e ai laboratori di
Castellamonte, infatti, abbiamo cercato di dare visibilità e la giusta
attenzione attraverso la realizzazione di un video, che testimonia
questa importantissima realtà, una risorsa di cultura materiale oltre
che economica. Questo video diventerà ambasciatore della tradi-
zione ceramica castellamontese e della sua attività radicata nel con-
temporaneo e proiettata nel futuro, sia in sede di mostra sia come
strumento che viaggerà altrove.
Il grande respiro di questa edizione si consolida, infine, nel Circuito
dei Musei Storici della Ceramica del Piemonte e della Liguria di cui
fa parte Castellamonte nell’ambito del progetto Terre di Mezzo. Una
collaborazione che viene inaugurata proprio dalla nostra mostra, la
prima del circuito. Ci rende orgogliosi far parte di questo progetto,
sviluppato in sinergia con il Museo Civico di Arte Antica di Palazzo
Madama di Torino, il Museo della Ceramica di Mondovì, i Musei di
Savona, di Albissola Marina e di Albisola Superiore. In Terre di Mezzo
la nostra città rappresenta naturalmente il contemporaneo e la terra-
cotta, che ne sono la sua identità.
Con questa 56ª edizione della sua Mostra, Castellamonte parte dal ter-
ritorio per aprirsi al mondo, per riaffermare la terracotta e la pratica
ceramica come ricerca e creatività applicata all’artigianato e all’arte.
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T
erra! è una parola, un’esclamazione che attraversa tempi e
geografie, perché contiene molte letture e possibili significati.
Si tratta di immaginari dalla natura diversa, che convivono pur
essendo alcuni concreti e altri astratti, metaforici così come reali.
Terra! è la costa avvistata dal mare, il terreno dove poggiano i
piedi e in cui affondano le mani, la materia prima di stoviglie e terraglie,
la Madre Terra, l’ambiente, la dea, il pianeta avvistato dallo spazio.
Conferendo una lettura più aperta e concettuale, è un’esclamazione che si
riferisce a un arrivo ideale, a un avvistamento, ma anche a un desiderio,
a una sorpresa, a una speranza.
Terra! è il luogo ambito, sognato, che finalmente appare all’orizzonte.
All’inizio miraggio, visione indefinita, poi sempre più reale e preciso.
Eccolo, scorto dal mare come dal cielo, dallo spazio, dai meandri del-
l’anima. Esiste. E si può raggiungere. Con la constatazione fisica della sua
presenza prendono, quindi, statuto di realtà la soluzione e la salvezza.
E cessa una condizione di attesa e sospensione. Questo è il tema simbolico e
dalla natura poetica scelto per la 56ª Mostra della Ceramica di Castellamonte.
Un tema che accoglie valenze diverse, perché vuole comprendere situazioni
non solo materiali ma anche ideali e spirituali.
La meta ambita e attesa, infatti, a volte non è semplicemente un luogo fisico
ma uno stato, un sentimento, un pensiero. A cavallo del mondo reale e di
quello intimo.
Nell’esclamazione Terra!, poi, si incarna tutta la concretezza dell’argilla,
della terra rossa caratteristica di Castellamonte, quella che ha dato origine
alla sua tradizione ceramica, che ne ha modellato storia e identità fino al
tempo presente. Una pratica iniziata millenni fa, che lega la terra argillosa
a un fare in cui sono compresi la funzionalità così come la libera creatività,
tra manufatto e opera artistica.
L’argilla ne ha determinato il destino e conferito il colore.
Questa nuova edizione vuol essere un progetto corale, capace di unire
il passato e il presente, il territorio circostante al mondo. Una mappatura
del significato di pratica ceramica nell’ambito del DNA di Castellamonte,
seguendo quelle che ne sono le radici e le diramazioni.
La Mostra continua e attualizza una storia che nel tempo ha raccontato lo
stato dell’arte della ceramica, come dimensione locale così come ricogni-
zione contemporanea e internazionale.
Palazzo Botton- Museo Civico della Ceramica e della Terra Rossa di
Castellamonte, che contiene il cuore progettuale della nuova edizione, è la
sede dell’omaggio a Luigi Stoisa (1958, Selvaggio di Giaveno, Torino),
figura d’artista dal profilo internazionale sin dai primi anni Ottanta,
che nel suo lavoro ha sviluppato un incisivo percorso personale in cui pit-
tura e scultura si fondono. Una dimensione installativa concettuale eppure
di grande fisicità, impatto e coinvolgimento.Al centro l’opera plastica, com-
posta dal materiale e dalla forma, che nasce imprescindibile dal disegno.
Dal segno alla materia è il tema di fondo. Una materia che sovente è la ce-
ramica, la terracotta (spesso proprio quella di Castellamonte).
Seguendo quello che è stato il suo percorso, il progetto espositivo per la
Mostra della Ceramica parte da opere del passato e arriva a lavori eseguiti
per questa occasione. Il segno in Stoisa è la traccia primaria, quella che poi
si sviluppa in disegno, pittura e scultura. Non semplice bozzetto.
Terra!
OLGA GAMBARI
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L’idea si fa disegno prima ancora che volume. Il percorso della mostra segue questa evoluzione naturale dal
segno alla scultura, ne dà testimonianza al pubblico, accogliendolo all’inizio in una grande project room in cui
vengono accennati spazi, opere e installazioni che seguiranno nelle altre sale. Proseguendo sfilano alcuni materiali
tipici dell’artista, come il catrame, che si fa sfondo per una pittura a guisa di formella. La tradizione classica
della storia dell’arte è un fil rouge che scorre, un’impronta che destruttura la figura, la plasma in forme quasi
astratte, eppure che mantengono una fisicità palpabile, spesso legata al materiale stesso dell’argilla. Insieme con-
traddistingue il lavoro di Stoisa un’essenzialità che rarefà il corpo dell’opera e il suo messaggio, lo enuclea. Una
selezione di mezzi busti, disposti come una galleria di ritratti, racconta di terre e umanità, le fonde, ne fa teoria
di ibridi possibili. Veri cataloghi, come i fogli delle risme che diventano sculture architettoniche minimaliste, ma-
quette di mondi altri, abitati da piccole figure ceramiche.
Attorno si aprono i paesaggi pittorici del ciclo Gea, che sembrano sguardi rivolti oltre le finestre di Palazzo
Botton verso le colline argillose di Castellamonte. In un’altra installazione site specific potenti cavalieri in duello
escono dal muro con le loro lance di terracotta, suggerendo volumi e azioni dinamiche nello spazio. In una liason
con Paolo Uccello. E nella sala conclusiva il cerchio si chiude, con vasi di terracotta dai rilievi antichi, fregi che
parlano del tempo che scorre, di un’umanità -che è carne e cultura- inserita in una circolarità alchemica che al-
terna nascita e morte.
Un continuo sperimentare e confrontarsi per Stoisa, che lo “accomuna” agli artisti che animano la collettiva pre-
sentata al primo piano di Palazzo Botton. Una significativa panoramica (con un excursus che va da giovanissime
generazioni a figure con un percorso di carriera, invece, già ben definito) che vuole esplorare come la ceramica,
nella sua dimensione sia concettuale sia materica e tecnica, sia tornata da qualche anno attiva nella scena dell’arte
contemporanea a livello internazionale.
Dodici protagonisti: ciascuno a raccontare un percorso, un’idea, una pratica, una ricerca.
Sono soprattutto molti giovani artisti ad aver ripreso questa tecnica antica rinnovandola e rendendola viva, un
fare che è ricerca e sperimentazione pur mantenendo nel suo DNA la tradizione storica. La mostra presenta un
gruppo esemplare di queste possibili declinazioni che arrivano anche a smaterializzare l’oggetto ceramico stesso,
come fa Keren Benbenisty. Nel suo video, che pur ha al centro un manufatto realizzato da lei stessa (metafora del
loop infinito e antico degli errori e delle violenze agiti e subiti, che continua a perpetrarsi e a stritolare il territorio
mediorientale da cui proviene). O a negarlo, come fanno The Bounty Killart, che simulano la porcellana con la
plastoforma, una vetroresina, in un corto circuito di contaminazione, spesso dissacrante, delle iconografia classiche
dei generi artistici, dal ritratto al monumento. Il gioco sull’identità della pratica ceramica anima poi l’installazione
di Serena Zanardi, che sembra la trasposizione di una foto, di uno still da video. Una donna è davanti a un pae-
saggio: lei è in ceramica e l’ambiente naturale è un disegno su cartoncino appoggiato alle sue spalle. Si fondono
in un ambiente che viene immaginato automaticamente dallo spettatore. Sono esempi di ironia poetica, di spirito
ludico ma anche di visionarietà illusionistica, che spiazza una tradizione aulica, che la contagia con il germe del
pop e di altri linguaggi artistici, trasformandola in installazione e ampliandone il senso. Prima di tutto da un
punto di vista concettuale, come per Andrea Salvatori, che rielabora l’idea del collage sia sul corpo sia sulla map-
patura genetica della sua opera. I suoi ibridi nascono dall’assemblaggio di statuine classiche con nuovi elementi
plastici di sua produzione. Innesti immaginifici e produttori di senso, a volte in maniera esplosiva altre più sottile.
L’inclusione come traccia, come passato impastato nel presente in forma di reperto è presenza forte anche nel la-
voro di Francesca Ferreri, che nelle sue installazioni incorpora porzioni di oggetti ceramici trovati. Le sue forme
sono libri di memoria, ipertesti tattili da scoprire sotto la superficie. E la materia, con la sua evidenza soprattutto
empatica e non didascalica, con una sua fisicità di tradizione minimalista ma altamente poetica, è l’ambito su cui
si concentra Aurora Paolillo. L’artista cerca e dà voce a segni minori di un reale quotidiano e anonimo, la cui esi-
stenza spesso non viene rilevata, rimanendo afona. Lievi accadimenti esistenziali trascurati, come le pozzanghere
di Eracle Dartizio, a cui lui dedica una sorta di monumento, trasformandole in bellezza, facendo loro perdere la
caducità. Una serie di forme pure ed essenziali, distaccate dal suolo, che sembrano scolpite nel marmo, bloccano
il movimento dell’acqua instabile raccolta in pozze.
Il mondo delle piccole cose trascurate e meravigliose è anche il soggetto dell’opera di Manuela Cirino, tavole ce-
ramiche nate dal libro Il partito preso delle cose di Francis Ponge. Versi dedicati a oggetti comuni, elevati a figure
poetiche e allegoriche. Trasportati in qualche modo in una dimensione archetipa, che è quella a cui appartengono
naturalmente anche le teste totemiche di Daniele Carpi, capaci di sviluppare un linguaggio evocativo, di collocarsi
fuori dal tempo. Fattezze trasfigurate in effigi misteriose e paniche, in cui natura e cultura si incontrano e fondono.
La dimensione del mito, degli atteggiamenti e dei valori che prima si nutrono della vita reale e poi la incarnano
in figure ideali, è quella di Sandro Beltramo. Accenni di scene con figurette ceramiche bianche condensano
la pietà, la cura, l’incontro. Persone vissute e storie accadute, che hanno impregnato le architetture a loro legate,
diventano calco sensoriale per Isa Melsheimer. La sua scultura geometrica, eppure imperfetta, emana una sorta
di morbidezza strutturale e realizzativa che invita a mettersi in ascolto. La Casa di Mastroianni, nelle colline to-
rinesi, si fa solido aperto, dal respiro organico.
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C’è qualcosa di enigmatico anche nelle forme primarie di Kristian Sturi, in cui materia e colore svolgono un ruolo
demiurgico. Coni di misure diverse, sparsi nello spazio, instaurano relazioni tra loro, con l’ambiente, con lo spet-
tatore. Un’unica grande composizione, che forma un paesaggio mobile, componibile, capace di attivare plurimi
piani percettivi e semantici.
Un dialogo tra il presente e il futuro della ceramica, nel quale la Mostra sceglie di comprendere anche il passato
come presenza viva. Una linea imprescindibile di cammino e evoluzione che crea un ponte e legge una storia crea-
tiva e culturale, oltre che antropologica.
Per questo tra le opere dei dodici artisti sono disseminate alcune presenze, opere rappresentative della collezione
storica del Museo Civico della Ceramica e della Terra Rossa di Castellamonte, non visibile al pubblico da qualche
tempo, perché in cerca di una sua collocazione espositiva stabile. Sculture di Enrico Bay, Carlo Zauli, Nanni
Valentini e Umberto Mastroianni, costituiscono una punteggiatura che evoca anche idealmente tutti gli artisti che
di qui sono passati nell’oltre mezzo secolo di vita della Mostra della Ceramica.
Con lo stesso spirito e obbiettivo, nel semicerchio della Rotonda Antonelliana, architettura ottocentesca dell’Antonelli
mai terminata e che si apre in uno dei nodi nevralgici della mappa cittadina, si sviluppa l’intervento di Luigi Stoisa.
Questo luogo è stato fino a qualche anno fa una delle principali sedi storiche della Mostra della Ceramica, e ora,
con questa installazione site specific, torna a essere scena viva. Alcune opere galleggiano sospese nelle arcate della
Rotonda, piccole presenze che creano un’istallazione leggera e aerea, capace anche di sottolineare la bellezza
di questa architettura unica. Nelle alte nicchie in mattoni a vista, forme ovoidali di ceramica smaltata bianca
(realizzate proprio da una delle aziende locali, nei laboratori de La Castellamonte) ritmano un’installazione che
è un ricamo delicato quanto di forte simbolicità. Il valore sacro e magico dell’uovo amplia il significato mistico
di questo luogo.
Attorno, nel resto della cittadina, la Mostra si dirama come una piccola galassia di luoghi, testimoniando le possibili
interpretazioni che Castellamonte conferisce alla ceramica. Negli spazi del Castello un omaggio a Miro Gianola
celebra e ripercorre i cinquant’anni di carriera di questo artista, dai primi importanti riconoscimenti negli anni Ses-
santa. Le sue grandi sculture nel tempo hanno animato un mondo di forme organiche e in metamorfosi costante
tra dimensioni antropomorfe, zoomorfe e vegetali. Sculture che sono creature, capaci di trasformare gli spazi del
giardino in una wunderkammer en plein air. Anna Torriero, invece, nella cappella presenta un’intensa installazione
esoterica, con strutture geometriche punteggiate da uova ceramiche smaltate di nero, forma simbolica che caratte-
rizza l’artista da anni. Al centro il gioco costante tra energia negativa e positiva che caratterizza l’umanità, metten-
dola di fronte a una scelta ma anche al destino. La vita come partecipazione spirituale a un tutto soprannaturale
ed eterno, prima e dopo l’incarnazione terrena. Terzo ospite Giuseppe Matano, in una sala interna, con una serie
di sculture nere di dimensioni diverse, una piccola folla di danzatrici, fiammelle, spermatozoi che vibrano insieme.
Figure astratte e insieme connotate da segni di grande fisicità, che formalizzano, senza snaturarla, la potenza antica
e primitiva della terracotta.
Tre figure d’artista importanti e rappresentative della vitale scena artistica di Castellamonte, che esplode in una
collettiva ricchissima negli spazi del Centro Congressi “Piero Martinetti”. Oltre trenta artisti (molti dei quali uniti
nell’Associazione Artisti della Ceramica di Castellamonte) che vivono sul territorio, appartenenti a generazioni
diverse, con stili multiformi. Spesso arrivati qui da altre parti d’Italia e capaci quindi, nel loro insieme,
di dare un panorama sulla ceramica nazionale. Si crea così un dialogo tra opere eterogenee e legate dalla dimen-
sione ceramica, che declinano il tema di Terra! in un coro di voci.
Anna Banfi, Sandra Baruzzi, Giuseppe Bellone, Maurizio Bertodatto, Daniela Borla, Marina Capra, Giose Camerlo,
Salvatore Caserta, Roberto Castellano, Rossano Cavallari, Daniele Chechi, Francesca Formia, Tiziana Franzin,
Laura Gorrea, Cristian Grandinetti, Maurizio Grandinetti, Susanna Locatelli, Antonietta Marietta, Guglielmo
Marthyn, Silvana Neri, Selene Parise, Roberto Perino, Sonja Perlinger, Brenno Pesci, Gianni Piccazzo, Vincenzo
Randazzo, Maria Teresa Rosa, Germana Rossi, Caterina Sciancalepore, Pietro Rapaccini, Laura Renza Sciutto,
Ebe Tirassa, Mara Tonso, Paola Zanella.
C’è il mare nostrum, quello dei migranti, quello del mito, quello dell’acqua come elemento primordiale, che rap-
presenta vita e morte insieme. Ci sono colonne che sono torri d’avvistamento, forse quelle di Ercole, tra passato
e futuro, ma anche quelle di un nuovo orizzonte che si ridefinisce continuamente sulle cartine geopolitiche. E ci
sono città diverse, che sono oniriche, fiabesche, aliene e spuntano e appaiono su questa terra che potrebbe essere
tante altre terre, reali e immaginarie. Con muri che si aprono come architetture metafisiche, volumi geometrici
che sono ritratti urbani, uccelli in volo che cercano la costa per trovar riparo, gettando sguardi dall’alto su terreni
che sembrano quadri astratti. E ci sono labirinti che sono mappe, scacchiere che ricordano come “la nostra terra”
sia dominata da poteri economici e politici. E poi c’è, come grande presenza che innerva la collettiva, la dea madre
terra, figura femminile che ha ispirato molti degli artisti presenti, rappresentata secondo una sovrapposizione di
immaginari. Angelo, divinità pagana, amazzone, silhouette e materia grezza, carne e spirito, madre e amante.
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L’iconografia delle opere in mostra sfuma da rappresentazioni iperrealistiche a rarefazioni astratte, scegliendo re-
gistri diversi sia concettuali sia percettivi. Muoversi in questa collettiva regala immaginari e sensazioni plurime,
con un dinamismo ideativo che avvolge.
La Mostra è anche una mappa di luoghi privati che entrano in rete, e che invitano a percorrere il territorio di Castel-
lamonte come unica grande esposizione. Le vie con le placche ceramiche dedicate alle varie attività dei negozi, gli studi
d’artista come Casa Gallo - Cantiere delle Arti (atelier di Sandra Baruzzi e Guglielmo Marthyn, che, per l’occasione,
ospita anche opere di Roberto Perino e Roberto Castellano), la dimora storica della Casa Museo - Famiglia Allaira
(con una collezione di manufatti che racconta la storia del caminetto in ceramica tipo Franklin creato a Castella-
monte lungo trecento anni, dalla brace all’elettricità).
Ma soprattutto è il Circuito dei Laboratori l’anello che congiunge questa grande creatività diffusa nella dimensione
artigianale e produttiva. Inventiva e spirito artistico da secoli animano una produzione famosa nel mondo, un’ec-
cellenza internazionale legata soprattutto alla stufa.
Le aziende e gli show room, (Le Ceramiche Savio, La Castellamonte di Roberto Perino e Silvana Neri, le Ceramiche
Castellamonte di Elisa Giampietro, Ceramiche Cielle di Daniele Chechi, Corrado Camerlo, Maria Teresa Rosa ,
Castellamonte Crea, Alberta Nex), per il periodo della mostra rimangono aperti e mostrano le varie fasi del pro-
cesso di realizzazione di stufe, stoviglie e oggettistica, dalla produzione all’esposizione finale.
Un video (presentato al piano terra del Centro Congressi “Piero Martinetti”) ne vuole raccontare, ma anche ce-
lebrare, una storia spesso poco conosciuta dal grande pubblico, e che invece colloca e spiega il talento di questa
terra di Castellamonte, fatto di materia prima, conoscenza antica ed espressività artistica. Si parte dalle cave di
argilla rossa che fanno da corona a Castellamonte, un paesaggio primitivo e selvaggio in cui si impastano le radici
del territorio, come anche testimoniano numerosi reperti archeologici. Una tradizione storica antica, che ha pro-
dotto oggetti tipici diventati inconfondibili e mitici, come le figure scultoree caricaturali e benauguranti del pitociù,
la pignatta e le stufe, naturalmente. Ed è soprattutto con la stufa che la fase artigianale si collega a quella indu-
striale, dall’Ottocento fino a oggi, cioè a un contemporaneo connotato da una produzione dinamica, che si avvale
spesso della collaborazione progettuale di artisti e designer.
L’invito è a prendere la mappa di questi luoghi, aziende e laboratori, e andare a conoscerli da vicino, dal centro
storico fino a frazione Spineto, dove si trova il Centro Ceramico Museo Fornace Pagliero, luogo storico (la fornace
fu una delle aziende cardine della produzione tra Otto e Novecento e presenta una collezione di macchine, attrezzi
e prototipi di una volta), sede dell’azienda Ceramiche Cielle e suggestivo spazio espositivo per l’arte contemporanea,
con la proposta di una serie di mostre diverse.
Questa radicata pratica ceramica è anche testimoniata dalla storica presenza del Liceo Artistico Statale “Felice
Faccio” (nato ufficialmente nel 1922 come La Regia scuola d’Arte di Castellamonte), che come ogni anno apre le
porte e presenta progetti e lavori realizzati dai suoi studenti nell’ambito di grafica, architettura e ambiente, design
(a sua volta articolato con ceramica e moda/costume).
Quest’anno Castellamonte con la sua Mostra fa parte di un progetto di collaborazione nell’ambito del Circuito
Musei Ceramica Antica tra Piemonte e Liguria. Un dialogo espositivo tra il Museo Civico di Arte Antica di Palazzo
Madama, il Museo della Ceramica di Mondovì, il Museo della Ceramica di Savona, il Museo di Albissola Marina
e il Museo Manlio Trucco di Albisola Superiore, all’interno del progetto La terra di mezzo. La via della ceramica
tra Liguria e Piemonte, curato da Andreina d’Agliano e Luca Bochicchio. Un circuito a cavallo di Liguria
e Piemonte che percorre idealmente, attraverso importanti musei storici legati a sedi di grande tradizione, un viag-
gio nei materiali e nelle pratiche, che vanno dal passato al presente, dalla terracotta alla porcellana. Castellamonte
rappresenta naturalmente la terracotta e anima la sezione artistica dedicata al contemporaneo. La 56ª Mostra di
Castellamonte sarà la prima sede a inaugurare tra quelle del circuito.
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Palazzo Botton
Museo Civico della Ceramica e della Terra Rossa di Castellamonte
Dal segno alla materia
LUIGI STOISA
Pittore e scultore, è nato a Selvaggio
di Giaveno (Torino) nel 1958 dove
attualmente vive. Ha esordito nel 1984
con la sua prima mostra personale
da Tucci Russo. È stato protagonista
di importanti eventi espositivi in Italia
e all’estero. Tra questi: Fundación
Joan Miró di Barcellona (1985),
De Appel Foundation di Amsterdam
(1986), Museo d’Arte Contemporanea
Luigi Pecci di Prato (1988), Museo d’Arte
Moderna e Contemporanea di Nizza
(1993), Neue Nationalgalerie di Berlino
(1996), Complesso Monumentale San
Michele a Ripa Grande di Roma (2004),
Reggia di Caserta (2005), XVIII Biennale
di Scultura di Carrara (2008),
Ca’ d’Oro di Venezia (2009), Palazzo Litta
di Milano (2010), Accademia di Belle Arti
di Torino (2010), The Frost Art Museum
di Miami. Hanno scritto su di lui Gillo
Dorfles, Francesco Poli, Giorgio Verzotti,
Mario Bretoni, Giovanni Castagnoli,
Amnon Barzel, Giulio Ciavoliello, Marco
Meneguzzo, Dario Trento, Corrado Levi,
Daniela Pancioni, Guido Curto,
Renato Miracco, Achille Bonito Oliva.
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Le sperimentazioni
della ceramica contemporanea
internazionale
SANDRO BELTRAMO
KEREN BENBENISTY
DANIELE CARPI
MANUELA CIRINO
ERACLE DARTIZIO
FRANCESCA FERRERI
ISA MELSHEIMER
AURORA PAOLILLO
ANDREA SALVATORI
KRISTIAN STURI
THE BOUNTY KILLART
SERENA ZANARDI
Palazzo Botton
Museo Civico della Ceramica e della Terra Rossa di Castellamonte
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La collezione
Enrico Baj Carlo ZauliUmberto Mastroianni
Umberto Mastroianni Nanni Valentini
Palazzo Botton
Museo Civico della Ceramica e della Terra Rossa di Castellamonte
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È
una storia che inizia da lontano quella della terracotta di Castella-
monte. Un artigianato, soprattutto ma non solo legato alla produ-
zione della stufa, in cui si innesta la creatività artistica come elemento
vitale. Le proprietà refrattarie delle argille castellamontesi erano note
sin dall’antichità. Con esse in epoca romana si foggiavano le stoviglie
“da fuoco”,nel Medioevo si costruivano le tavelle per i forni da pane e,a partire
dal XVI-XVII sec. (quando l’industria bellica avviò la produzione delle armi
da fuoco), le “terre locali” iniziarono ad essere sempre più richieste dalle fon-
derie. A cavallo tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX sec. molti studiosi inco-
minciarono ad occuparsi delle “problematiche” legate alla trasmissione del
calore cercando di progettare dei sistemi di riscaldamento che avessero un ren-
dimento termico sempre maggiore ponendosi come obbiettivo prima il miglio-
ramento e poi il superamento dell’antico concetto di camino. Sulle idee che per
lo più provenivano da America, Inghilterra e Francia gli artigiani castellamon-
tesi svilupparono diverse tipologie di apparecchi per il riscaldamento che vede-
vano come elemento fondate l’impiego della argilla refrattaria locale. Un’argilla
(estratta dalle colline delle frazioni Spineto e Sant’Anna Boschi) che per i suoi
tenori di Allumina, e usata in impasto con altre argille, risultava particolarmente
indicata per questo tipo di lavorazioni.
Il primo documento storico castellamontese che ci parla di“fabbricanti di limbici”
è il “Giogatico Arti e Mestieri” del 1818 dove vengono citati come tali Pagliero
Giuseppe e Reasso Giovanni con il figlio Pietro. Secondo la tradizione proprio la
bottega Reasso, nel rione di San Rocco, costruì il primo caminetto Franklin in re-
frattario locale,venduto per l’allora astronomica cifra di lire 300.La lungimiranza
di questa famiglia diede avvio alla fortunata produzione industriale dei prodotti
per il riscaldamento degli ambienti, la così detta“arte della fumisteria”.
Nel giro di pochi decenni Castellamonte divenne un punto di riferimento nazionale
grazie ai suoi prodotti che si contraddistinguevano per alcune caratteristiche: erano
oggetti fatti con materiali di prima qualità, esteticamente belli e prefabbricati
(pertanto potevano essere venduti per corrispondenza, garantivano una semplice
manutenzione e una buona longevità).A Castellamonte si estraevano delle ottime
argille,si reperivano legna e torba necessarie per alimentare i forni e vi erano delle
abili maestranze che da secoli si tramandavano i segreti delle lavorazioni e della
preparazione degli impasti argillosi.Fu naturale che molti imprenditori stabilissero
a Castellamonte le proprie aziende. Buscaglione (fornitore fra gli altri della Casa
Reale e del Regio Esercito),Stella,Galeazzo,Antonietti,Bianco,Pagliero sono solo
alcuni tra i nomi che legarono indissolubilmente il proprio marchio a quello di
una lunga e fortunata produzione che andava dai bracieri ai caminetti (Rumford
e Franklin), dalle stufe alle caldaie (per le quali le fabbriche castellamontesi forni-
vano non solo gli impianti ma anche la manodopera e la conduzione delle stesse)
sino alle“cucine economiche”(da quelle piccole ad un solo fuoco a quelle di grandi
dimensioni destinate alle caserme, agli ospedali, ai ristoranti e alle navi).
Nel 1873 a Castellamonte vi erano 20 fabbriche di materiali refrattari che impie-
gavano circa 600 operai su una popolazione di 8000 abitanti.Tra tutti i prodotti
per fumisteria le stufe in ceramica divennero il simbolo di Castellamonte e inizia-
rono ad essere premiate presso le esposizioni Nazionali e Internazionali in cui ve-
nivano presentate. I giudizi degli utenti e della critica furono tali che i caloriferi
locali varcarono i confini nazionali tanto da essere venduti in Francia, Germania
e persino in America. Le stufe prodotte ancora oggi a Castellamonte sono l’evo-
luzione tecnica, tecnologica ed estetica di questi antichi modelli e, oltre ad essere
un oggetto estremamente funzionale, sono diventate un vero e proprio comple-
mento d’arredo, alla cui ideazione partecipano spesso artisti e designer.
Castellamonte: le stufe e l’artigianato
MAURIZIO BERTODATTO
Stufa a circolazione d’aria calda
Fabbrica Michele Pagliero fu Enrico
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24. 23
PRODUTTORI DI STUFE IN CERAMICA
CERAMICHE CASTELLAMONTE
Laboratorio: via Ghione 11, Castellamonte
Show Room: via Educ, 20, Castellamonte
tel/fax 0124581560 - 3488224491
info@ceramichecastellamonte.it
www.ceramichecastellamonte.it
CERAMICHE SAVIO SAS
Strada Preie 35/A, Torre Canavese (To)
tel. 0124513788 - 3357444650
info@ceramichesavio.it
www.ceramichesavio.it
LA CASTELLAMONTE DI R. PERINO E S. NERI SNC
Via Casari 13, Castellamonte
tel./fax 0124581690 - 3358144383
info@lacastellamonte.it
www.lacastellamonte.it
CERAMICHE CIELLE
Frazione Spineto, 61, Castellamonte
Laboratorio artigianale: tel. 0124582642
CENTRO CERAMICO MUSEO FORNACE PAGLIERO
Esposizione artistica: 3774390604
ceramichecielle@libero.it
www.fornacepagliero.it
PRODUTTORI OGGETTISTICA IN CERAMICA
CASTELLAMONTE CREA
Punto vendita ed espositivo
via C. Nigra n. 28, Castellamonte
tel. 3463854468
Laboratorio artigianale di ceramica di Corrado Camerlo
Frazione Spineto 308, Castellamonte
tel. 0124581206 - 3397544389
camerlo.ceramiche@yahoo.it
www.ceramicheartistichecastellamonte.com
ALBERTA NEX
Via Educ, 20, Castellamonte
tel. 3392941716
albertanex@virgilio.it
MARIA TERESA ROSA
Laboratorio artigianale di ceramica
Frazione Spineto, n. 290, Castellamonte
Punto vendita ed espositivo
Frazione Sant’Anna Boschi - c/o Società di Mutuo Soccorso
tel. 0124582583 - 3493935612
rosaceramiche@yahoo.it
www.rosaceramiche.com
BIBLIOGRAFIA
La ceramica di Castellamonte (breve guida alla sua storia)
di Maurizio Bertodatto,
Baima-Ronchetti & C. Editrice
(da cui sono tratte le fotografie)
Adriano Design
Enrico Baj, Monumento
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26. 25
Circuito Musei Storici della Ceramica
ANDREINA D’AGLIANO
Presidente della Fondazione Museo
della Ceramica, Mondovì, storica dell’arte
e curatrice di numerose pubblicazioni
e progetti dedicati alle arti decorative,
è curatrice - insieme a Luca Bochicchio -
del progetto, finanziato dalla Compagnia
di San Paolo e dalla Fondazione CRT,
in collaborazione con il Museo Civico
di Arte Antica di Palazzo Madama,
il Comune di Castellamonte,
Il Museo della Ceramica di Mondovì,
il Museo della Ceramica di Savona,
il Museo di Albissola Marina e il Museo
Manlio Trucco di Albisola Superiore.
L
a rassegna espositiva, ideata su sei diverse sedi fra la Liguria e il
Piemonte, vuole offrire un richiamo alla cultura ceramica dell’area
ligure - piemontese e al contempo gettare nuova luce su artisti che
hanno operato nelle suddette aree geografiche e che hanno usato
e usano questa materia che non rimane però il loro esclusivo
mezzo di espressione. In particolare, vengono evidenziati alcuni aspetti di
queste produzioni, includendo in un unico percorso, suddiviso secondo le
diverse tecniche privilegiate da ogni sede- terracotta maiolica, porcellana e
terraglia- oggetti da tavola, sculture ed espressioni artistiche della ceramica
moderna e contemporanea. Ideato come completamento al progetto di rete
“La terra di mezzo. La via della ceramica tra Liguria e Piemonte”, soste-
nuto dalla Compagnia di San Paolo, il progetto è stato originariamente co-
stituito grazie alla collaborazione del Museo della Ceramica di Mondovì
con i quattro comuni di Savona, Albissola Marina, Albisola Superiore
e Mondovì: la rete si articola essenzialmente su una comune identità
culturale basata sulla produzione della maiolica nelle località di Savona e
di Albissola e poi, agli inizi dell’Ottocento, con l’esportazione delle terre fra
Savona e Mondovì, sulla lavorazione nel distretto monregalese della terra-
glia che dall’Inghilterra aveva rivoluzionato il panorama ceramico europeo.
I dati archivistici documentano però importanti presenze liguri e francesi
a Torino: arcanisti, decoratori e fornaciari attivi fin dal XVII secolo nella
capitale sabauda, il cui operato rientrava in una koiné artistica che nel
corso del tempo unì la Francia alla Liguria e al Piemone in un unico circuito
ceramico. Imprescindibile risultavano quindi nella rassegna espositiva le
due sedi di Castellamonte e di Torino: la prima, nota per le diverse qualità
di argilla e conosciuta fin dal XVI secolo per la produzione di stufe e per
la tradizione ceramica. La seconda, capitale dello stato sabaudo e sede della
Corte, che non solo chiamò a Torino artisti maiolicari liguri ma che nel
1737 diede origine alla prima manifattura piemontese di porcellana.
Attraverso una documentata scelta di oggetti verrà istituito un dialogo e
un confronto fra opere antiche , moderne e contemporanee, in cui la cono-
scenza delle tecniche ceramiche antiche del passato aggiunge la possibilità
di un ulteriore mezzo espressivo per gli artisti contemporanei.
Inoltre, l’apertura delle rassegne espositive in date vicine ma differenti nelle
sei località darà al visitatore la possibilità di suddividere il percorso espo-
sitivo in tappe diverse, unite dal comune denominatore dell’evoluzione del
percorso ceramico documentato da un unico catalogo.
Città di Castellamonte
PIEMONTECastellamonte
Torino
Mondovì
Albissola
Savona
LIGURIA
VALLE D’AOSTA
Museo Civico
Manlio Trucco
Albisola Superiore
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27. 26
I
l Liceo Artistico Statale “Felice Faccio” di Castellamonte, si presenta
al pubblico della 56ª Mostra della Ceramica di Castellamonte con
elaborati e progetti che dimostrano come una scuola attraverso la
cultura del Progetto possa raggiungere risultati eccellenti e
qualificanti. Tali obiettivi ottenuti attraverso anni di lavoro, di
impegno didattico, culturale, artistico, sono anche il risultato di una
sinergia di forze tra la Dirigenza, i docenti, il personale Ata, le aziende
presenti sul territorio e gli studenti che, con i propri lavori, dimostrano
cosa sono in grado di fare le scuole che appartengono all’istruzione
artistica, nate ed istituite come tali.
Il Liceo Artistico Statale “Felice Faccio” nasce come Scuola d’Arte
collocando le sue origini nella fase di espansione economica di fine
Ottocento, quando i fabbricanti di ceramica avvertono l’esigenza di
istruire le maestranze ai fondamenti tecnici del mestiere.
Nel corso degli anni trasformandosi in Istituto d’Arte la scuola ha saputo
adattare il modello di insegnamento alla continua evoluzione sociale e
culturale del Paese. L’odierna Offerta Formativa del Liceo Artistico Statale
“Felice Faccio” offre agli studenti e alle studentesse gli indirizzi di:
Design Ceramica; Architettura e Ambiente; Design Moda; Grafica.
Il termine Liceo Artistico sintetizza le caratteristiche di questo percorso di
studio: una cultura di base umanistico – scientifica con l’area artistica che ne
costituisce la specificità. Lo studente che sceglie di frequentare il Liceo Artistico
di Castellamonte usufruisce dell’eredità più caratterizzante lasciata al Liceo
dall’Istituto d’Arte che sono i laboratori, funzionali e attrezzati.
Un’eredità che non può e non deve essere dispersa perché costituisce la cerniera
ideale tra insegnamento e apprendimento, dove gli studenti e le studentesse
acquisiscono le competenze operative necessarie a verificare la validità delle
proprie creazioni: nella nostra scuola gli studenti e le studentesse “pensano e
fanno”; viene loro insegnato che il concetto astratto del Bello si concretizza
nel momento in cui sono capaci di operare e fare e “fare cose belle”.
Inoltre mediante le innovazioni tecnologiche gli studenti sono avviati
all’utilizzo degli strumenti informatici, accrescendo così in loro l’abilità di
adeguarsi ai continui mutamenti della società. A completamento delle finalità
di cui ho prima parlato la scuola svolge annualmente iniziative creative gestite
dagli studenti sotto la attenta guida dei docenti (mostre didattiche, teatro,
musica, stage incontri con il mondo dell’arte ecc.) favorendo così lo sviluppo
del senso critico e l’affezione dei ragazzi verso un ambiente educativamente
stimolante. Questo processo operativo ha permesso alla scuola di collaborare
sul territorio con enti, associazioni, università e mondo dell’imprenditoria,
realizzando progetti sempre caratterizzati da un costante risvolto pratico.
Liceo Artistico Statale “Felice Faccio”
ENNIO RUTIGLIANO
Dirigente Scolastico
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28. 27
Design Ceramica
Saper coniugare i grandi esempi di una nobile tradi-
zione artistica – la ceramica – con le straordinarie po-
tenzialità che l’innovazione tecnologica è oggi in grado
di fornire: questo è il progetto didattico dell’area d’in-
dirizzo Design Ceramica. Il fascino di produrre con le
proprie mani oggetti unici, sperimentare nuove forme
espressive, sviluppare la creatività e il piacere di com-
prenderne appieno le tappe esecutive, rende questo per-
corso un’esperienza formativa davvero unica poiché
fornisce ad ogni allievo gli strumenti per farsi impren-
ditore di se stesso.
Architettura e Ambiente
L’indirizzo d’architettura e ambiente pone come pre-
supposto l’acquisizione di una corretta metodologia
progettuale che si fonda sulla consapevolezza delle re-
lazioni esistenti tra territorio e scuola.
La conoscenza delle capacità tecniche di rappresenta-
zione, dalle ipotesi iniziali al disegno esecutivo, avva-
lendosi dell’utilizzo degli strumenti informatici
professionali attuali, utili alla definizione anche tridi-
mensionale di un progetto, trovano supporto nella co-
noscenza ed esperienza del rilievo degli elementi
d’architettura e della loro storia collocata nei giusti
contesti sociali e ambientali.
L’esperienza laboratoriale garantirà un’adeguata pa-
dronanza delle capacità grafico-manuali costituendo
una valida esperienza utile nel mondo del lavoro e in
quello universitario.
Il liceo dunque affronterà temi specifici in riferimento
all’architettura, ambiente, urbanistica e arredamento
costituendo così un valido bagaglio per il prosegui-
mento agli studi nella facoltà d’architettura.
Design Moda
Conoscere l’origine della moda, i suoi sviluppi, l’orien-
tamento al mercato, nonché gli aspetti creativi ed ope-
rativi, sono gli obiettivi che si propone quest’area
d’indirizzo. Il viaggio attraverso “l’universo moda” è
intrapreso attraverso una preparazione culturale e pro-
gettuale, giungendo all’acquisizione delle abilità neces-
sarie alle professioni che ruotano intorno a questo
settore. Viaggio che non esclude gli aspetti contempo-
ranei: la moda informa di sé ogni manifestazione della
cultura; diventa una straordinaria nicchia di sperimen-
tazione e di linguaggi in cui s’incontrano economia,
design, marketing. La moda è dovunque: s’interfaccia
con l’architettura, la musica, le arti visive, il cinema.
E il punto d’intersezione tra abito, corpo, cultura.
Grafica
L’indirizzo di grafica prepara gli studenti e le studen-
tesse al settore della produzione artistica orientato alla
progettazione e alla realizzazione di prodotti inerenti
la comunicazione visiva.
Indirizzo legato all’acquisizione delle tecniche artistiche
e delle conoscenze della progettazione per la produ-
zione grafica, rivolte al mondo della pubblicità, della
grafica e dell’editoria, dalle ipotesi iniziali al disegno
esecutivo, avvalendosi anche dell’utilizzo degli stru-
menti informatici professionali di cui la scuola dispone.
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29. 28
Casa Museo Famiglia Allaira
Casa Gallo - Cantiere delle Arti
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30. 29
B
isogna osare per ottenere ed anche se non si avrà il massimo
qualcosa resterà: questa è la filosofia che ho seguito per giungere
ai risultati di cui oggi vado fiero. Dieci anni fa pochi avrebbero
creduto possibile il recupero della vecchia Fornace “Pagliero”.
Le altre fabbriche sono state demolite o modificate. La situa-
zione dell’immobile era disastrosa. Ma la tenacia, il coraggio hanno invece
permesso a questo luogo-simbolo di rivivere.
Quale modo migliore di far rinascere uno spazio impregnato di sudore e
fatica se non quello di farlo diventare luogo di rappresentazione della ca-
pacità dell’uomo di plasmare la materia?
Queste belle mura di mattoni, le volte armoniose, gli ampi locali ben si pre-
stano a valorizzare opere d’artisti ed artigiani.
Un luogo che ha visto generazioni di operai terraglieri castellamontesi la-
vorare l’argilla rossa, che ha assorbito la loro energia.
Si offre naturalmente ad ospitare oggetti pieni di vita.
Per questo ho pensato di rendere i locali sempre più funzionali ai seguenti
scopi: continuare una produzione, ridotta ma importante (principalmente
di stufe), ospitare mostre, manifestazioni ed (in futuro) anche attività di-
dattiche e formative.
Aprire i confini, ed andare“oltre”. L’obiettivo è far conoscere Castellamonte
al modo con artisti conosciuti nel mondo ma senza stravolgere lo spirito lo-
cale. Nulla può stare fermo, l’artista non sarebbe artista senza il suo percorso
e nemmeno la vita sarebbe vita. Nemmeno la Fornace Pagliero, nemmeno
Castellamonte possono fermarsi ma solo continuando a “giocare” con la
“terra”riusciremo a governare (almeno un po’) il flusso continuo delle cose.
La Fornace ospita una personale di Enzo Scuderi insieme a esposizioni di
Anna Banfi, Livio Girivetto Mensio, Rita Musso, Gianni Pandini, Fiorenza
Presbitero, Brenno Pesci, Nino Ventura e un progetto sulla stufetta d’artista
a cura dell’Associazione Artisti della Ceramica di Castellamonte.
Centro Ceramico Museo Fornace Pagliero
DANIELE CHECHI
Direttore Artistico
Centro Ceramico Museo Fornace Pagliero
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31. PALAZZO BOTTON - MUSEO CIVICO DELLA CERAMICA E DELLA TERRA ROSSA DI CASTELLAMONTE
30
LUIGI STOISA
1 | Dalla Terra, 2002
Terra cotta più ferro, cenere e natura.
Misura ambiente
2 | Sentire in materia, 2016
Terracotta
50x10x35cm
3 | Caduta, 2016
Catrame su ceramica
42x23x25cm
4 | Fusioni, 2016
Catrame su ceramica
54x34x30cm
5 | La madre, 2016
Catrame su ceramica
50x29x34cm
6 | Cotti al sole, 2016
Terra, carta e zinco
Misura ambiente
7 | Materia n°2, 2016
Catrame su ceramica
30x31x8cm
8 | Il soffio, 2016
Catrame su ceramica
48x30x29cm
9 | SANDRO BELTRAMO
Vive e lavora a Genova
Courtesy Galleria Weber&Weber, Torino
Uno, 2007
Ceramica, legno, acrilico
35x31x9cm
13 | KEREN BENBENISTY
Israele, 1977
Vive e lavora a New York City (USA)
Courtesy of the artist and Francesca Antonini
Arte Contemporanea, Roma
Al Kas, 2005
Video and sound Installation
Screen 150x200cm
CLR | MINI DV Pal DVD
3`30 min
15 | DANIELE CARPI
Chiavenna (SO), 1976
Vive e lavora a Como
Nehmen #01, 2013
Terracotta, gesso, pigmenti
16x21x28cm
19 | MANUELA CIRINO
Vive e lavora a Novara e Milano
Il catalogo delle cose, 2009
Il fuoco
Ceramica, legno, ferro
37x5x15cm
12 | ERACLE DARTIZIO
Vaprio d’Adda (MI), 1989
Vive e lavora tra Londra e Milano
Courtesy Galleria Alessio Moitre, Torino
Pozzanghere ceramiche, 2016
Gesso ceramico, resina epossidica cristallo
Due serie da n°5 pz
Dimensioni variabili: 7x7x7cm ca
17 | FRANCESCA FERRERI
Savigliano (CN), 1981
Vive e lavora a Torino
Courtesy dell’artista e Galleria Alberto
Peola, Torino
Items_01
Frammenti ceramici, gesso, legno,
resina consolidante
40x30cm
18 | ISA MELSHEIMER
Neuss, Germania, 1968
Vive e lavora a Berlino
Courtesy Quartz Studio, Torino
Casa Mastroianni, 2015
Fiberglass reinforced concrete, ceramic
Photo Beppe Giardino
25x32x40cm
14 | AURORA PAOLILLO
Torino, 1990
Vive e lavora a Torino
Out of the comfort zone, 2016
Argilla cruda, rame in fogli, plafoniera
fluorescente, alluminio bagnato titanio
Dimensioni variabili: 55x35cm ca
20 | ANDREA SALVATORI
Faenza, 1975
Vive e lavora a Solarolo (RA)
Courtesy l'artista
Sweet balance, 2013
Ceramica e porcellana
28x10x10cm
16 | KRISTIAN STURI
Gorizia, 1983
Vive e lavora a Cormons (GO)
Courtesy dell'artista e Nam Project, Milano
In the mood version #24 buchi, 2015
Ceramica smaltata
h. 33cm Ø 16cm
10 | THE BOUNTY KILLART
È un collettivo torinese nato nel 2002
formato da
Dionigi Biolatti (Savigliano, CN, 1981)
Rocco D’Emilio (Torino, 1981)
Gualtiero Jacopo Marchioretto (Torino, 1981)
Marco Orazi (Torino, 1979)
Love is the answer (m+f), 2014
Plastoforma
13x10x20cm
ed. 13/100
11 | SERENA ZANARDI
Genova, 1978
Vive e lavora in Liguria
Collezione privata
Nero, 2015
Scultura in terracotta
14x8x28cm
e disegno a carbone su cartone
separatore dell’acqua
100x60cm
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32. 31
CENTRO CONGRESSI “PIERO MARTINETTI”
32 | ANNA BANFI
Conchiglia, 2016
Terra refrattaria e cottura raku
35x30cm
23 | SANDRA BARUZZI
Architetture in divenire, 2016
Gres, modellazione a mano, cottura 1050°
38x20x40cm
49 | GIUSEPPE BELLONE
Rientro dal 2140, 2014
Terra refrattaria, cristalline e smalti,
monocottura 980°
60x10x1000cm
55 | MAURIZIO BERTODATTO
La Fortuna, 2008
Argilla rossa di Castellamonte
h. 45cm
43 | DANIELA BORLA
Scacco al re, 2016
Terra rossa e terraglia
parzialmente smaltata
60x60cm
33 | GIOSE CAMERLO
Speranza, 2016
Terracotta, cottura 1000°
Ø 25cm
42 | MARINA CAPRA
Armonia, 2010
Lastra in terra bianca semirefrattaria
vicentina e terra rossa di Castellamonte,
cottura raku
36x27x17cm
36 | SALVATORE CASERTA
Era delle palle, 2006
Grès, argilla, modello e formaccia,
coloranti, smalti e cristalline, cottura 1050°
30x30cm / 25x25cm ca.
30 | ROBERTO CASTELLANO
Terra e Luna, 2016
Terracotta con ingobbi
h. 20cm, Ø 20cm ca.
50 | ROSSANO CAVALLARI
Elemento terra, 2002
Terra rossa di Castellamonte
13x22x47cm
53 | DANIELE CHECHI
Colonna con vaso, 2014
Terra refrattaria, terra rossa, smalto,
cristalline, ossidi
h. 250cm
22 | FRANCESCA FORMIA
Lingua, 2005
Terracotta
25x18x15cm
45 | TIZIANA FRANZIN
Primitive presenze, 2015
Argilla semirefrattaria, steccata a crudo,
cottura raku nudo o naked
Ø 20cm
35 | LAURA GORREA
La città del futuro 1, 2011
Terra bianca vicentina, graffiatura,
brunitura, monocottura 1000°
20x23x34cm
31 | CRISTIAN GRANDINETTI
La mano divina, 2009
Terra rossa di Castellamonte, ossidi
30x30x27cm
48 | MAURIZIO GRANDINETTI
Koi (Yin e Yang), 2016
Terra rossa di Castellamonte, terra bianca,
raku, ossidi
Carpe 40x15x15cm,
Disco 50x50xx30cm
25 | SUSANNA LOCATELLI
Le tre Grazie, 2013
Pit fire, vicentina
33x65cm
40 | ANTONELLA MARIETTA
Zefira, 2008
Terra bianca semirefrattaria, smalto bianco
57x45x35,5cm
26 | GUGLIELMO MARTHYN
Grande nido, 2016
Gres decorato con ossidi e smalti
27x20x72cm
44 | SILVANA NERI
Aiuto!!!, 2008
Argilla refrattaria, cottura 1080°
Ø 90cm e h. 80cm ca.
51 | SELENE PARISE
Angelo, 2015
Terra rossa di Castellamonte,
smalti a freddo
30x20cm, h. 15 cm
52 | ROBERTO PERINO
Torsioni, 2008
Grès refrattario, ossidi, smalto
h. 142cm ca
28 | SONJA PERLINGER
Vulcano, 2016
Tecnica raku, argilla di Castellamonte
Ø 20cm
46 | BRENNO PESCI
Amazzone, 2015
Monocottura con ossidi e terre
62x38x22cm
27 | GIANNI PICCAZZO
Paesaggio, 2016
Terre diverse, smalti cristallini, ossidi
Installazione, dimensioni variabili
30x30x25cm
47 | VINCENZO RANDAZZO
La casa della madre, 2016
Terra refrattaria, ossidi, ingobbio,
smalto bianco, cottura 1150°
18x18x31cm
29 | PIETRO RAPACCINI
La terra accoglie, 2016
Porcellana, cottura 1300°
25x25x15cm
37 | MARIA TERESA ROSA
Rosso in terra nera, 2013
Maiolica, smalti rosso al selenio
e nero metallizzato
Installazione
(si ringrazia il Castello di Rivara)
24 | GERMANA ROSSI
La carezza del vento, 2010
Terra semirefrattaria, monocottura 1050°
40x27x38cm
38 | CATERINA SCIANCALEPORE
Finis Terræ, 2015
Terra bianca refrattaria, colombino,
non smaltata, cottura 1260°
35x28x40cm
Kiwi in grés, colombino, smaltatura
15x20x20cm
41 | RENZA LAURA SCIUTTO
Pollini, 2014
Colombino, argilla refrattaria e inserti
metallici di recupero
Ø 20cm e 23cm ca.
54 | EBE TIRASSA
Signorina con borsetta, 2016
Argilla refrattaria decorata con ossidi
9,5x44,5cm
39 | MARA TONSO
Territori, 2008
Lastre texturizzate, gres bianco,
rosso e nero di varie gralunometrie,
ossidi e smalti metallici
90x80cm
34 | PAOLA ZANELLA
Labirinto di Chartres, 2014
Terra cotta
Ø 43cm
ROTONDA ANTONELLIANA
21 | LUIGI STOISA
(figura A e figura B)
Installazione site specific, 2016
Terracotta smaltata bianca
serie di 20x15cm
CASTELLO
MIRO GIANOLA
56 | Scimmia, 1962
Refrattario ingobbiato monocottura 1250°
100x15cm
57 | Vaso Zoomorfo, 1962
Refrattario ingobbiato monocottura 1300°
130x20x50cm
58 | GIOVANNI MATANO
Ballerina, 2005
Terracotta
36x41,5x21cm
59 | ANNA TORRIERO
Laboratorio delle nascite, 2016
Cristallo, legno, uova in terracotta smaltate
nero lucido
Installazione, misure ambientali
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33. 32
RIVAROLO - SP59 RIVAROLO - SP222
viaMassimod’Azeglio
via Nigra
via Educ
Municipio
PALAZZO BOTTON
MUSEO CIVICO DELLA CERAMICA
E DELLA TERRA ROSSA DI CASTELLAMONTE
Piazza Marconi
Piazza Martiri
della Libertà
Piazza
Vittorio Veneto
Piazza
Zucca
via Giraudo
viaXXVAprile
stradaCastello
CUORGNÈ
SP58
BORGIALLO - CASTELNUOVO NIGRA - SP59
IVREA - SP222
TORRE CANAVESE
BAIRO
Piazza della
Repubblica
Ospedale
ex Stazione
CASTELLAMONTE
IVREA - SP222
1 46
8
37
2
5
1
ROTONDA ANTONELLIANA
Piazza Martiri della Libertà
2
CASTELLO
strada Castello, 4
3
CENTRO CONGRESSI “PIERO MARTINETTI”
via Educ, 59
4
LICEO ARTISTICO STATALE “FELICE FACCIO”
via Pullino, 24
www.liceofacio.it
5
CASA GALLO - CANTIERE DELLE ARTI
via Educ, 36/40
www.sandrabaruzzi.it
6
CASA MUSEO FAMIGLIA ALLAIRA
via Massimo d’Azeglio, 174
www.casamuseofamigliaallaira.it
7
CENTRO CERAMICO MUSEO FORNACE PAGLIERO
Borgo Spineto, 61
Spineto di Castellamonte
www.fornacepagliero.it
ELENCO INSTALLAZIONI PERMANENTI Arco in cielo di Arnaldo Pomodoro, Piazza Martiri della Libertà - Torre di Babele di Silvio Vigliaturo, Piazza Martiri della Libertà
Monumento alla Ceramica e piciol di Sandra Baruzzi e Guglielmo Marthyn, Piazza Martiri della Libertà - Elevazione di Brenno Pesci, Piazza Martiri della Libertà
Monumento alla stufa di Ugo Nespolo, Piazza della Repubblica - Bosco Incantato di Rachele Bianchi, Piazza Vittorio Veneto
Racconti di terre 2011 di Sandra Baruzzi e Guglielmo Marthyn, Piazza Vittorio Veneto
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PUNTO INFORMATIVO
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