Semiotics Department Of Heteronyms, lucidità in azione.

Fake is Real dei Semiotics Department Of Heteronyms è stato uno splendido regalo da parte di AVANT! Records, andando ad infilarsi in una ridda di ascolti che, per caso o per destino (Dame Area dal buon Diego Favrin, poi di passaggio anche con una data a Chiasso chez Bar Mascetti, Belgrado direttamente da Mauro Benzoni, compaesano d’infanzia ed orecchio attento a quanto si muova nei suoni oscuri e ritmici), mi arrivavamo dalla Spagna con una certa vicinanza di suono. Potevamo esimerci dall’approfondire un mondo che da anni opera nel sottobosco catalano con dischi, festival, negozi ed altro? Ecco cosa è uscito dalla chiacchierata con Sergi Algiz ed Andrea P. Latorre…

SODAPOP: Buongiorno Andrea, Buongiorno Sergi, come state?
Sono cascato sul vostro progetto grazie ad AVANT! Records, etichetta che mi riserva sempre elle belle sorprese, rimanendo ipnotizato dal vostro suono. Così ho iniziato a cercare informazioni e quello che ho trovato è un mondo che, a guardarlo dalla prospettiva italiana, è perlopiù oscuro e poco considerato.
Ma vorrei partire dall’inizio: qual è il vostro primo ricordo musicale? Quando realizzaste che la musica sarebbe stata una parte integrale e fondamentale della vostra vita?

SERGI: Tutta la mia vita è stata dedicata alla musica, 24/24, 7/7. Il primo disco che acquistai fu Bleach dei Nirvana, che presi con del denaro rubato ai miei genitori. Da quando ero piccolo ero costantemente con della musica nel mio walkman ed a partire dai dieci anni la m ia camera era tappezzata di poster di bands, mentre collezionavo scarti ed articoli di giornali musicali. Sono cresciuto guardando videoclips su una TV locale, scoprendo immediatamente la musica punk rock ed hardcore. La musica è stata sempre importante nella mia vita ma fu terminata la scuola di cinema, quando ebbi un momento di impasse cercando lavoro, che iniziai a pensare che quella che producevo potesse piacere a qualcuno e che avrei potuto uscire suonando i miei brani alla gente.

ANDREA: Non saprei citare il mio primo ricordo musicale. Ma mi vedo ascoltare della musica nei miei primi anni di vita. Mi ricordo scaricare tonnellate di musica quando ero piccola, creando intere librerie digitali organizzate per genere. Ricordo anche un momento nella mia preadolescenza quando decisi di ascoltare tutta la musica esistente al mondo, quando iniziai a farlo sentendomi sopraffatta e capendo presto che non sarebbe mai stato possibile. Ho dei chiair ricordi forzandomi ad ascoltare solo lo stesso album per una settimana intera, non per farmelo piacere ma per comprenderlo. Ero una bambina molto sola che praticamente spendeva tutto il suo tempo nella sua camera, ascoltando quanta musica possibile senza influenze ne direzioni particolari. Non ricordo ci fossero cose giuste ne sbagliate da ascoltare: grazie a questo crebbi con una mentalità molto aperta sulla musica, che ora apprezzo parecchio.

SODAPOP: Fake is real è il vostro secondo album dopo il debutto di cinque anni fa, sempre per AVANT! Quando nasce il progetto SDH? Wind Atlas, Cønjunctø Vaciø ed SDH sono punti sequenziali o segni di cambiamento e rottura nel vostro percorso artistico e musicale?

SERGI: SDH nasce nel 2016 ma non fu che nel 2018 che si attivò realmente. Volevamo fare qualcosa di semplice, che potessimo registrare in casa senza dipendere dalle dinamiche di un’intera band. A quel tempo eravamo pienamente dentro la scena elettronica sperimentale, così SDH fu una specie di sterzata per noi. Trovammo una sfida nel fatto di scrivere le nostre versioni di semplici canzoni pop.

SODAPOP: Spagna ed Italia sono vicine culturalmente ma non è sempre facile essere informati su quello che succede nel vostro mondo musicale. Facendo mente locale, a livello storico ed attuale, i progetti che posso ricordare e citare si possono contare sulle dita di un paio di mani: Esplendor Geometrico, Humbert & Humbert, Orthodox, Marco Serrato, Rosalia, Aerobitch, Belgrado, Dame Area oltre a voi. Quali credete siano i canali miglioriper aggiornarci recuperando quanto perduto? Ci sono media che promuovono produzioni e progetti validi?

SERGI: Onestamente non saprei. Ormai è tutto quanto online, se ti interessa sapere qualcosa su una determinata scena ti basta andare su google oppure saltare da una band all’altra su spotify…non credo ci siano media interessati in questo tipo di suono in Spagnache ci conoscano. Ma…certo, ci sono delle situazioni live che sono sempre molto interessate ad ottime band locali: Ombra Festival, Greetings From Barcelona ed il MIRA Festival ad esempio.

ANDREA: Non ho assolutamente idea di come sia promossa la musica attualmente. Credo abbia a che fare col possedere un’oliata macchina di marketing dietro al proprio progetto. Veniamo dal punk, quindi la promozione non è mai stata una nostro tema. È una cosa sulla quale non abbiamo assolutamente nessun controllo. Siamo musicisti, non creatori di contentuti e quindi, onestamente, facciamo quel che possiamo.

SODAPOP: Semiotics Department of Heteronyms prende il via nel 2018 e da allora avete prodotto due album ed un ep, Against Stron Thinking, il 12” Maybe a Body ed un remix di You Pt. 2. Vi considerate un progetto prolifico? Quanto tempo dedicate normalmente alla composizione ed alle registrazioni?

SERGI: Non credo siamo una progetto prolifico ma è stato in parte anche causa della pandemia, che ha dilatato i nostri piani. Volevamo pubblicare Fake is Real un anno e mezzo fa, ma il tutto è stato posticipato per diverse ragioni. Al momento poi viviamo in città diverse, quindi il tutto prende molto più tempo.

SODAPOP: Il vostro sound riesce a rimanere pop ed accessibile ma anche scuro e tortuoso allo stesso tempo, sembra quasi riproduca tutto lo scibile umano. Confrontando il vostro ultimo disco al debutto mi sembra ci sia una maggior chiarezza e definizione di suono, quasi foste riusciti a lucidare la vostra scrittura ed il vostro suono. Com’è stato lavorare con Kris Baha? Era un vostro obiettivo quello di arrivare a questa pasta sonora? Avete avuto qualche stimoo o riferimento artistico durante la lavorazione dell’album?

SERGI: Credo che la ragione principale della maggior qualità sonora dell’ultimo disco sia imputabile al fatto che siamo migliorati come band rispetto al nostro debutto. Scriviamo canzoni migliori. Siamo più sicuri di quel che facciamo ed abbiamo più strumenti per creare ciò che vogliamo. Ovviamente Kris Baha ha lucidato il nostro suono ed è stato molto importante per il risultato finale del disco. Lavorare con lui è stato molto semplice, ci siamo scambiato le reciproche impressioni sui mix via mail e non è stato un processo molto lungo per terminar eil lavoro, ha compreso completamente la nostra direzione e quello che ha aggiunto alle nostre canzoni è stato stupendo.

SODAPOP: Scartabellando il catalogo di Cønjuntø Vaciø sono cascato su alcuni nomi che amo, come Torba e German Army, così come progetti a me completamente sconosciuti ma al cui fascino non sono riuscito a resistere come Paralelo, Purga, Cancer 28 e molti altri. Com’è nata la label? Qual è l’origine del nome?

SERGI: Cønjuntø Vaciø nasce come festival e velocemente, nel 2014, divenne una label. Era un periodo intenso a Barcellona, dove molti progetti post-punk e darkwave stavano creando musica stupenda e c’era bisogno di qualcosa che collegasse tutti questi artisti ed amici. Eravamo focalizzati realmente sul noise e sull’elettronica sperimentale a quell’epoca e fu molto divertente costruire il nostro catalogo. Non avevamo l’irgenza di pubblicare musica di altre persone ma uscirono una raffica di produzioni CV e conoscemmo così tante persone gestendola che ora sono diventate amici.

SODAPOP: Il catalogo di CV consta di 67 produzioni in dieci anni, possiamo quindi posizionarle come un uscita ogni due mesi più o meno; prima parlavamo anche della produzione come SDH. Riuscite a sostenervi ed a vivere di usica con questi progettti oppure avete anche altri lavori? Che tipo di insieme siete come Sergi ed. Andrea? Lavorate continuamente ad ogni livello ooppure differenziate gli interventi (scouting, promozione, composizione,, registrazioni, relazioni pubbliche) per area di competenza e di esperienza?

SERGI: Ho sempre lavorato in negozi di dischi negli ultimi dieci anni. Negozi di dischi e tour sostanzialmente. Non è sempre facile se vuoi suonare molto in giro ma per ora sono semre riuscito ad incastrare le due cose. Facciamo tutto insieme, non operiamo come una compagnia o cose del genere. È spesso un casino e cerchiamo unicamente di mantenere la barca a galla per la maggior parte del tempo. Ci sono alcune mansioni delle quali normalmente si occupa Andrea ed altre che competono me, ma per lo più sono sforzi condivisi ed ore ed ore di messaggi whatsapp.

ANDREA: Al momento siamo completamente concentrati su SDH. Cønjuntø Vaciø è relativa ad un periodo nel quale eravamo molto attivi nella scena underground musicale di Barcellona. Incontrammo persone molto interessanti con le quali volemmo collaborare, come i Tre Cruces ed i paralelo, che divennero ben presto la nostra famiglia. A quel tempo la cosa più importante per noi era creare delle connessioni con altri, organizzare concerti DIY, creare qualcosa al di furoi di quanto pre-esistente, comunicare fra noi attraverso la musica. Questa è la miglior lezione che abbiamo avuto, onestamente.

SODAPOP: Cosa ascoltate, leggete e guardate in questo periodo? Quali sono le vostre areee artistiche di riferimento? Nella vostra carriera grafica ed immagini sono parte integranti dei vostri progetti e come SDH lavorate con diversi artisti visuali e fotografi che vi hanno rappresentato in maniera anche molto differente per ogni produzione.
Penso a Jonathan Sirit per il tour europeo con i Fata Morgana od a Camilla Dunster per il vostro primo album, m aanche alle sfumature di Against Strong Thinking ed alla transizioni verso il colore di Maybe a Body. Vi occupate di questi aspetti in ogni modo o è un punto di vista condiviso che portate avanti con Andrea di AVANT!? Com’è nata la collaborazione con lui?

SERGI: Sono appassionato dal cinema e credo che molto di quanto guardi finisca nei miei brani. Non è raro che faccia canzoni con in mente scene od ambientazioni cinematografiche precise in mente. Probabilmente nessuno lo direbbe ma il mio processo creativo è molto più vicino al cinema che alla musica di altri. E, sì, la parte visuale di SDH è molto importante, lavoriamo con due amici in quasi tutto quel che facciamo: Verushka Sirit e David M. Romero, che fanno moltissimo per noi. Come giustamente menzionato abbiamo lavorato con molti altri artisti che amiamo per altri progetti. Mostriamo sempre quanto abbozzato ad Andrea che ha sempre una propria opinionevisto che tiene molto all’aspetto visuale della sua label, cosa che crediamo sia veramente cool e parte del successo che ha raggiunto.

ANDREA: Per quanto mi riguarda i miei riferimenti letterari sono fondamentali, quasi quanto quelli musicali. Ho i miei autori ai quali ritorno sempre: Clarice Lispector, San Juan De La Cruz, José Angel Valente, Cirlot

SODAPOP: Ultima domanda: siete designati curatori di un festival musicale senza limiti di spesa ne di vita o morte. Dovete costruire due serate differenti, ognuna con quattri concerti ma siete obbligati a suonare ad ogni serata, anche con progetti differenti . Quale sarebbe il programma del vostro festival?

Sergi & Andrea:

Night 1:
COIL
CURRENT 93
CULT OF YOUTH
WIND ATLAS

Sergi:

Night 2:
CABARET VOLTAIRE playing Red Mecca
SALEM
JPEG MAFIA
SDH

Andrea:

Night 2:
ARCA
NINE INCH NAILS
BJÖRK
SDH

SODAPOP: Tre serate imperdibili! Grazie mille ai SDH, amiamo la vostra musica ed ad Andrea Napoli per il tramite nella comunicazione.