Spazioprever lezioni in rete - I.I.S. "A. Prever" Pinerolo

 

Eugenio Montale (1896-1981)

 

Non recidere, forbice, quel volto

(p. 426)

Il testo è tratto dalla seconda raccolta poetica di Montale, Le occasioni, uscita nel 1939. È una raccolta pre bellica, che racchiude l’idea di Montale che esista una donna angelo, resa concreta da una serie di occasioni, vissute e o meno, che portano alla mente le occasioni vissute nella vta. E’ la raccolta simbolo dell’ermetismo, stile molto oscuro e difficile da comprendere.

Il poeta si rivolge con un’apostrofe (interlocuzione diretta verso qualcuno o qualcosa) a una forbice - che è metafora del tempo che scorre inesorabile - che sta per tagliare il volto di una donna a lui cara. Se anche esso verrà eliminato, la sua memoria rimarrà come sfollata di tutto il passato; se la foto verrà tagliata, il viso che essa riproduce finirà nella nebbia del passato dell’autore, condannato a sfumare nel nulla. Cala il freddo (quello dell’inverno e quello del fascismo, che sta portando in modo devastante l’Italia in guerra); l’accetta recide la cima della pianta. Con i rami tagliati, cade anche il guscio della cicala nel fango di novembre. Ciò, simbolicamente, significa che ricordare, per l’uomo, è impossibile. Ogni cosa si consuma, sulla terra, ogni cosa viene tagliata; è come se nessuno e nulla fosse mai esistito.

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