Francolise: alla scoperta dell’antico colle casertano

Francolise: alla scoperta dell’antico colle casertano

Francolise: alla scoperta dell’antico colle casertano – Situato in provincia di Caserta, Francolise è un centro di pianura di origini antiche. Gli abitanti risiedono maggiormente nella località di Sant’Andrea del Pizzone, mentre il resto della comunità si divide tra il capoluogo comunale e la località di Montanaro.

Il colle sorge su un rilievo calcareo alla sinistra del torrente Savone ed è dominato da un castello medievale.

Francolise: la storia

L’origine della denominazione Francolise segue due interpretazioni. Secondo una prima, il nome deriva dal latino Fortuna-nisi, in riferimento all’esistenza di un tempio dedicato alla Dea Fortuna. Secondo altri deriva dal nome latino di persona Franculus o Francone, a cui si aggiunge il suffisso -ensis che indica appartenenza.

Francolise: alla scoperta dell’antico colle casertano, Francolise, puremotion photo, salvatore marseglia fotografo, turismo campania, enogastronomia campania, turismo francolise, francolise storia, wedding campania, cultura campania

Foto: Salvatore Marseglia Puremotion Photo

Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale è rappresentata una torre d’argento, con porte e finestre aperte del campo e quattro merli alla guelfa. Sopra la costruzione compaiono cinque stelle d’argento disposte ad arco mentre al suo fianco è rappresentato un albero che affonda le radici in una verde collina. Sulla quale sono raffigurati una spiga d’oro e un ramoscello d’olivo incrociati.

Francolise: le principali attrazioni

Il castello

Il castello medioevale ha una forma irregolare. E’ stato costruito nella seconda metà del IX secolo dai Normanni, su commissione del cardinale Benedetto Caetani D’Anagni o di san Tommaso D’Aquino secondo la testimonianza dell’ex parroco di Francolise, Don Raimondo.

Francolise: alla scoperta dell’antico colle casertano, Francolise, puremotion photo, salvatore marseglia fotografo, turismo campania, enogastronomia campania, turismo francolise, francolise storia, wedding campania, cultura campania

Foto: Salvatore Marseglia Puremotion Photo

Durante il periodo Angioino diventa feudo del conte di Avellino Simon di Montfort, e probabilmente dimora di papa Bonifacio VIII. Fino ad essere, nel 1600, rifugio del brigante Domenico Colessi di Papone e dei suoi uomini. Successivamente è stato visitato dal re Carlo di Borbone e dalla sua consorte.

Chiesa di Santa Maria a Castello

La facciata della chiesa è caratterizzata da un portale ed un rosone romanico ed un campanile gotico.

All’interno è possibile visionare l’altare settecentesco e la Madonna del Cardellino della scuola di Giotto.

Verso l’inizio del XIV secolo è stato costruito, fuori le mura, un luogo di culto più grande per soddisfare le accresciute esigenze spirituali dei fedeli. Con il titolo di Santa Maria della Carità e delle Grazie e nel XVI secolo quello di Santa Maria a Castello.

Le ville romane

Gli scavi di due ville romane, situate rispettivamente in località San Rocco e Posto sono stati effettuati negli anni 1962-64. Quella in località San Rocco è una villa rustica del tardo periodo repubblicano. Abitata dalla fine del II secolo a.C. al II secolo d.C. Lo scavo è ubicato in un territorio che in epoca romana si trovava nell’Ager Calenus e ai confini dell’Ager Falernus.

Inizialmente, la villa comprendeva numerosissime stanze, divise tra la pars urbana, articolata intorno ad un ampio peristilio, circondato da quattro portici colonnati. La cui pavimentazione consisteva in un mosaico costituito da tessere bianche inframmezzate da piccoli frammenti di pietra colorata. Con un bacino o fontana di marmo nel mezzo del giardino e la pars rustica. Formata da una serie di ambienti articolati intorno a due cortili.

Il primo cortile confinava con quello che deve essere stato l’ingresso principale alla villa. Su di esso si affacciavano i locali occupati dal vilicus e la scuderia. Nel secondo cortile furono trasformate ad uso industriale tre stanze che fiancheggiavano il probabile ingresso principale. Dove vennero realizzate altrettante vasche per la separazione dell’olio d’oliva. Fu realizzata una pressa per l’olio e un forno per la cottura di laterizi.

Francolise: l’oliva di Gaeta

Nel comune di Francolise, come nella maggior parte del territorio casertano è diffusa la coltivazione di un’oliva DOP, ovvero l’oliva di Gaeta.

In realtà, sebbene divenuta un prodotto tipico della Campania, è una cultivar tipica del basso Lazio. Coltivata sulle colline di Itri. È una pianta di olive molto robusta che offre il proprio frutto molto tardi. Poco prima dello sbocciare della primavera, anche se i suoi frutti sono raccolti in pieno autunno e conservati in salamoia.

Foto: www.agricoltura.regione.campania.it

L’oliva di Gaeta si contraddistingue per il suo colore violaceo, il suo sapore vinoso, amaro con sfumature acetiche. Viene usata, oltre che per produrre le olive in salamoia, anche per produrre un ottimo olio.

Questo prodotto, descritto già da Virgilio nell’Eneide, ha la sua massima diffusione nel 1400. Grazie alle attitudini all’agricoltura, al commercio ed alla navigazione dei cittadini del Ducato di Gaeta, che esportano l’olio e le olive di Gaeta in tutto il Mediterraneo. Facendone così un alimento molto richiesto e apprezzato per l’ottima qualità.

Le olive di Gaeta: come vengono preparate?

Olive all’acqua o in salamoia

Per preparare le olive in salamoia è necessario lavarle e lasciarle in acqua per 2 giorni. Successivamente, sono poste in damigiane o altri recipienti e coperte con acqua fredda, a cui sono stati aggiunti circa 65 gr di sale per ogni chilo. La maturazione delle olive avviene dopo circa 3-4 mesi.

Foto: www.prolocogaeta.it

Olive mosce

Le olive di Gaeta DOP sono usate anche per la preparazione delle olive mosce. Appena raccolte vengono stese in bacinelle o in contenitori a base ampia, ricoperte a metà di sale e poi spruzzate d’acqua in maniera che il sale si attacchi all’oliva. Successivamente, sono fatte essiccare in luogo fresco per almeno 7-10 giorni, mescolandole quotidianamente. Infine, possono essere degustate, dopo averle condite con olio e peperoncino.

di Elisa De Vito

Si ringrazia per le foto di Francolise il nostro partner Salvatore Marseglia di Puremotion Photo

Condividi

Share on facebook
Share on twitter
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram