Borse di studio: aumentano gli idonei ma non tutti avranno i soldi, ecco perché

Borse di studio: non per tutti gli idonei e più simili a un rimborso spese. Ecco i dati sulla condizione degli universitari italiani

Borse di studio: aumentano gli idonei ma non tutti avranno i soldi, ecco perché
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BORSE DI STUDIO UNIVERSITÀ

Borse di studio: in Italia non tutti gli idonei ricevono il contributo
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Libri, tasse universitarie, mezzi pubblici e affitti: sono solo alcune delle voci di spesa che gli studenti universitari italiani devono sostenere a partire dal primo anno accademico. Il Diritto allo studio universitario dovrebbe garantire, anche a chi non può permettersi di sostenere tutte le spese legate all’università e per mezzo di contributi come le borse di studio, l’istruzione accademica.

LA CONDIZIONE DEGLI UNIVERSITARI ITALIANI

Nel Rapporto sulla condizione studentesca 2018 il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari sottolinea alcune criticità del diritto allo studio, tra cui la differenza tra gli studenti che dovrebbero beneficiare del contributo e i vincitori effettivi. Idonei sono tutti gli studenti in possesso dei requisiti di merito e di reddito richiesti, i beneficiari sono gli universitari che ricevono il contributo.

BORSE DI STUDIO: IDONEI NON BENEFICIARI

Negli ultimi anni il rapporto tra idonei e beneficiari è diminuito ma le borse di studio non coprono ancora il 100% dei richiedenti: se nell’anno accademico 2014/2015 solo il 78,9% degli aventi diritto ha beneficiato di una borsa di studio, nel 2015/2016 le cose sono migliorate e la percentuale di copertura è arrivata a 93,6%. Nel 2016/2017 hanno beneficiato della borsa di studio il 95,7% dei richiedenti in possesso dei requisiti. Il dato sembrerebbe positivo ma lascia fuori 7.500 studenti chiamati, appunto, “idonei non beneficiari”.

BORSE DI STUDIO IN EUROPA

A proposito di vincitori di borse di studio l’Italia è indietro rispetto alla media europea. Stando al rapporto Eurydice 2017/2018, nell’anno accademico 2015/16 solo circa il 9% degli studenti italiani ha avuto accesso a una borsa di studio. A livello europeo le rilevazioni riguardano l’anno accademico successivo, il 2016/17, e il rapporto rivela che in Europa la percentuale degli studenti che prende la borse di studio è molto lontana dal nostro 9%: gli studenti che si vedono assegnato un contributo sono il 39% in Francia, il 30% in Spagna e il 25% in Germania.

Ritornando in Italia, le regioni nel 2017 hanno avuto in totale a disposizione 222.814.548,00 e nel 2018 sono stati stanziati 234,2 mln. Sebbene negli ulti anni il Fondo Integrativo Statale per le borse di studio sia aumentato, i fondi non si rivelano ancora sufficienti se pensiamo alla figura dell’idoneo non beneficiario.

Fonte: ufficio-stampa

BORSE DI STUDIO IMPORTI

Come indicato nel Rapporto sulla condizione studentesca 2018, gli importi delle borse di studio sono:

  • 5.174,66 euro per gli studenti fuori sede;
  • 2.852,71 euro per gli studenti pendolari;
  • 1.950, 44 euro per gli studenti in sede.

Nonostante queste soglie, esistono ancora differenze significative tra le regioni: gli studenti fuori sede della provincia di Bolzano hanno diritto a 5.800 euro, quelli della regione Sardegna a 3.778. Di seguito la tabella con gli importi diversi per tipologia di studente e regione nell’anno accademico 2016/2017 dal Rapporto sulla condizione studentesca 2018.

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All’interno dell’OCSE l’Italia è l’unico paese ad registrare la presenza degli idonei non beneficiari anche se, negli ultimi anni, si cerca di fronteggiare il problema in tutti i modi. Ad esempio, in Emilia Romagna gli atenei hanno dato un contributo straordinario alla regione per assicurare la copertura del 100% degli idonei del 2018, primo anno nel quale la stessa regione aveva anticipato di non riuscire a coprire tutti gli idonei, scatenando le proteste delle associazioni studentesche.

Di seguito la tabella con la copertura delle borse di studio a livello regionale negli ultimi anni.

Fonte: ufficio-stampa

ISEE E ISPE: I VALORI PER LE BORSE DI STUDIO

I criteri da soddisfare per avere diritto a una borsa di studio riguardano tanto il reddito quanto il merito dello studente. Per quelli di merito occorre raggiungere almeno 10 crediti nel primo anno accademico per il quale si fa richiesta della borsa e 25 CFU per il secondo, criteri che cambiano sensibilmente a seconda delle regioni in cui si fa richiesta. Per quanto riguarda quelli di reddito, invece, il D.M. n.174/2016 fissa i valori minimi e massimi di ISEE (l’indicatore della situazione economica equivalente che misura la condizione economica del nucleo familiare)e IPSE. I valori soglia sono fissati a 23mila euro per l’ISEE e a 50mila euro per l’ISPE.

BORSE DI STUDIO: CRITERI DI MERITO E CRITERI DI REDDITO

I criteri da soddisfare per avere diritto a una borsa di studio riguardano tanto il reddito quanto il merito dello studente. Per quelli di merito occorre raggiungere almeno 10 crediti nell’anno accademico per la quale si fa richiesta della borsa al primo anno ed entro il 10 agosto. Per quanto riguarda quelli di reddito, invece, il D.M. n. 174/2016 fissa i valori minimi e massimi di ISEE (l’indicatore della situazione economica equivalente che misura la condizione economica del nucleo familiare)e IPSE. I valori soglia sono fissati a 23mila euro per l’ISEE e a 50mila euro per l’ISPE.

Un altro dato che il Rapporto sulla condizione studentesca 2018 segnala, è la tempistica con i quali i bandi vengono aperti e con le quali le risorse vengono assegnate. Se infatti casi come Lazio e Politecnico di Milano pubblicano il bando per le borse di studio verso il mese di maggio, la maggior parte delle regioni pubblica il bando nei mesi tra giugno e luglio. Ne consegue che, a parte il Lazio che pubblica la graduatoria ad agosto, gli altri enti regionali la pubblicano tra metà settembre e fine ottobre. Queste tempistiche penalizzano i giovani che – per forza di cose – vedono nella borsa di studio un rimborso spese.

BANDI BORSE DI STUDIO

Questo problema è dovuto sia alla data di pubblicazione dei bandi – disomogenea a livello nazionale – sia dal fatto che i tempi dell’erogazione delle borse sono piuttosto lunghi. Gli studenti che fanno domanda per la borsa di studio si trovano così ad anticipare gran parte delle spese che devono sostenere: nel migliore dei casi si tratta delle spese legate ai testi universitari, nel peggiore dei casi all’affitto mensile di un posto letto.

LAVORARE DURANTE L'UNIVERSITÀ

Per sostenere le spese universitarie gli studenti possono ripiegare sul lavoro ma in Italia sono pochi, rispetto alla media europea, gli universitari che si dedicano a entrambe le attività. Secondo il rapporto Eurostudent IV 2016-2018 che rivela la condizione lavorativa degli studenti europei, in Italia il 76% degli studenti non lavorano, in Germania a non lavorare sono solo il 29%. In media, in Europa il 35% degli studenti non affianca il lavoro allo studio.

In uno scenario simile è auspicabile che le borse di studio riescano a coprire il 100% degli aventi diritto ma, nonostante l’aumento degli ultimi anni, il Consiglio Nazionale degli studenti Universitari nel Rapporto sulla condizione studentesca 2018 chiede anche un innalzamento delle soglie ISEE con conseguente adeguamento delle risorse per garantire a una sempre maggiore platea di studenti il diritto allo studio.

 

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