Tema sulla trasformazione della lingua italiana

Tema sulla trasformazione della lingua italiana e del suo sviluppo nel tempo. Com'è cambiato e come cambierà l'italiano

Tema sulla trasformazione della lingua italiana
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TRASFORMAZIONE DELLA LINGUA ITALIANA

Tema sulla trasformazione della lingua italiana
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La lingua italiana, così come la parliamo adesso, è frutto di una lenta e complessa trasformazione che è partita dal latino, a sua volte derivato dall’indoeuropeo, è arrivata al volgare fiorentino, si è modificata nel corso dei secoli aggiungendo vocaboli inglesi, francesi, tedeschi e spagnoli e si è modificata per adeguarsi ai termini usati dalla televisione e dai nuovi media che diffondono la lingua parlata.

La lingua si evolve nel tempo per restare viva. I dizionari tendono via via a tralasciare le parole ormai in disuso e ad accogliere progressivamente i vocaboli nuovi.

Le varie vicende storiche dell’Italia hanno fatto sì che gli italiani acquisissero abitudini, conoscenze e linguaggio, dai popoli con cui entravano in contatto. Dagli Arabi abbiamo appreso termini matematici e botanici, dai barbari invasori nomi di oggetti come elmo, albergo, ecc.

In seguito agli scambi culturali e commerciali tra nazioni, sono entrate a far parte del nostro lessico parole di origine francese come boutique, champagne, toilette, peluche, menù, inglesi come jeans, computer, week- end, shopping, hobby, quiz, stress o tedesche come wurstel, strudel, valzer e tante altre ancora. ma è successo anche il contrario, e cioè che alcuni vocaboli italiani sono diventati internazionali e conosciutissimi (pizza, mortadella, spaghetti, concerto, pianoforte).

LINGUA ITALIANA E TELEVISIONE

Negli Anni Sessanta la televisione ha contribuito notevolmente all'unificazione linguistica dell'Italia. Affinché si potesse parlare di Italia veramente unita era necessaria una lingua comune che consentisse di potersi parlare alla pari tra Nord e Sud, tra un dialetto e l’altro, tra ceti diversi, tra giovani e vecchi e il contributo della TV è stato quello di usare una lingua che utilizzava un lessico in parte nuovo ma che era alla portata di tutti.

Ma anche oggi i mezzi di comunicazione moderni aiutano a far si che il lessico sia alla portata di tutti?

Oggi la lingua italiana è in continuo cambiamento. L’avvento del computer ha fatto si che tutto si velocizzasse, anche il modo di utilizzare le parole. Parole come internet, social network, globalizzazione, smartphone, iphone, erano sconosciute fino a pochi anni fa e oggi sono le più utilizzate dai giovani.

L’avvento di internet ha aperto nuove frontiere ma ha certamente reso obsolete certe parole della lingua italiana dando spazio ad altre.

La grande velocità con cui si sta evolvendo la nostra lingua sta creando un divario tra giovani e anziani tanto che se si interpellassero un ventenne e un ottantenne di media cultura su un vocabolo moderno e uno in disuso probabilmente ambedue avrebbero qualche dubbio.

La lingua deve essere il mezzo per comunicare con tutti, se le capacità d'espressione si riducono, non si può parlare di arricchimento ma di impoverimento, perché se non riusciamo a dialogare proprio con tutti, siano vecchi o giovani, perdiamo sicuramente qualcosa.

Se la lingua è la stessa, l'italiano, ma i termini utilizzati per comunicare da persone appartenenti a due fasce d'età distanti tra loro sono molto diversi, si crea incomunicabilità.

COME CAMBIA LA LINGUA ITALIANA

Se prendiamo due parole simili nella pronuncia ma diverse nel significato: gratificare e graficare (ampiamente usata nella rete ma che anche il mio Word segnala come errata) e chiediamo ad un ventenne ed un quarantenne di media cultura il loro significato, probabilmente l’anziano saprà spiegare che cosa significa gratificare, il giovane graficare.

C'è qualche probabilità in più che il ventenne conosca il significato di gratificare, anche perché può trovarlo su un comune dizionario, ma non ce n'è quasi nessuna che l'ottantenne sappia cosa vuole dire graficare, perché ancora non appare sulla maggior parte dei vocabolari. Eppure entrambi questi termini sono usati da persone che parlano la stessa lingua, l'italiano, ma che privilegiano una il lessico già consolidato, anche se a rischio d'obsolescenza, l'altra quello di più recente inserimento nel linguaggio parlato, anche se fa storcere il naso ai paladini della lingua pura.

L’anziano ha dalla sua il patrimonio letterario che custodisce la lingua scritta mentre il giovane è il simbolo dei tempi che cambiano ed è aperto a nuovi metodi comunicativi.

Per fronteggiare il rischio di incomunicabilità tra generazioni diverse, occorre rimanere in ascolto, con uguale curiosità, dell'antico come del nuovo, della lingua che ci collega alle radici del passato e di quella che ci proietta nelle prospettive del futuro. Se i vecchi non rifiuteranno di capire i neologismi e i ragazzi vorranno cercare il significato di parole che appaiono loro bizzarre solo perché non si usano in televisione o su internet la nostra lingua italiana sarà più ricca e fruibile per tutti. 

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