Ultima cena: storia, analisi e descrizione del dipinto di Leonardo da Vinci

Ultima Cena di Leonardo da Vinci: spiegazione, analisi e significato del dipinto realizzato tra il 1495 e il 1499 e attualmente conservato al Museo del Cenacolo Vinciano di Milano.
Ultima cena: storia, analisi e descrizione del dipinto di Leonardo da Vinci
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1Introduzione

Leonardo da Vinci
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Il Cenacolo, o più noto come Ultima Cena, è un dipinto a tempera e olio su intonaco dell’artista Leonardo da Vinci (1452-1519), realizzato tra il 1495 e il 1499.

Oltre ad essere la rappresentazione più celebre dell’iconografia dell’Ultima Cena, il Cenacolo è considerato anche uno dei capolavori di Leonardo, nonché del Rinascimento italiano.

Il dipinto parietale è conservato presso il refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie di Milano, attiguo all’omonimo santuario.

Il dipinto si inserisce in quella florida stagione politica e culturale del Ducato di Milano, la cui capitale si affermò come una delle più importanti città italiane. Ciò avvenne sotto il governo di Ludovico il Moro (1452-1508), abile statista nonché raffinato mecenate delle arti.

Il Cenacolo che vediamo oggi è solo un pallido ricordo dell’opera originaria che, a detta di Giorgio Vasari (1511-1574), nel 1568 dovette essere «cosa bellissima e maravigliosa […] dai milanesi tenuta del continuo in grandissima venerazione, e dagli altri forestieri ancora».

2Storia dell'opera

2.1Milano e Leonardo

Ultima cena di Leonardo
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Grazie alle accorte mosse diplomatiche e alle vincenti campagne belliche, gli Sforza e le famiglie nobili meneghine chiamarono a sé numerosi artigiani e professionisti che abbellirono e rinnovarono il volto della città.

Le fonti dell’epoca e i recenti studi dei ricercatori attestano la presenza di Leonardo a Milano tra la primavera e l’estate del 1482. L’artista fu inviato da Lorenzo il Magnifico (1449-1492) a prestare servizio presso la corte sforzesca, seguito delle politiche diplomatiche laurenziane intraprese da quest’ultimo con le corti signorili italiane.

Sebbene all’inizio Leonardo fu accolto tiepidamente, successivamente il pittore fu impiegato intelligentemente dal Moro sia in ambito scientifico-tecnologico che in quello artistico. Fu verso la fine degli anni milanesi che Leonardo realizzò l’Ultima Cena (1494-1498).

2.2Realizzazione

Durante gli importanti lavori di ristrutturazione e di abbellimento del complesso di Santa Maria delle Grazie, guidati dell’architetto Donato Bramante (1444-1514), Ludovico il Moro commissionò a Leonardo la decorazione pittorica di una delle pareti brevi del refettorio del convento domenicano.

Deluso dalla mancata realizzazione della statua equestre sforzesca ma alleggerito delle preoccupazioni economiche, Leonardo lavorò al Cenacolo dal 1495 al 1499. Non essendo a proprio agio con la tecnica dell’affresco, l’artista dipinse usando la tempera a secco con aggiunte in olio, scelta che portò a esiti infelici.

3Analisi dell'opera

3.1Descrizione

Ultima cena di Leonardo, dettaglio degli apostoli Giuda, Pietro e Giovanni
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Ambientata in un’aula, l’opera raffigura la scena dell’Ultima Cena con Gesù al centro del dipinto e gli apostoli disposti ai suoi lati, rivolti frontalmente verso lo spettatore lungo un tavolo modestamente imbandito.

Ispirandosi al brano evangelico di Giovanni, ma reinterpretando l’iconografia tradizionale dell’Ultima Cena, Leonardo ritrasse il momento in cui Gesù svela il tradimento di uno dei dodici, ossia quello di Giuda.

La composizione è scandita ritmicamente da un rigore geometrico del tutto rinascimentale: Leonardo divise la scena in quattro quarti, due per parte, e in ognuno di essi inserì gli apostoli in gruppi da tre. Il tutto gravita attorno alla figura del Cristo al centro, chiuso in un triangolo ideale.

4Stile

Ultima cena di Leonardo, dettaglio di Matteo, Giuda Taddeo e Simone
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In quest’opera, Leonardo concentrò tutti i suoi studi pittorici e prospettici condotti sino a quel momento: dalla composizione alla prospettiva, dall’uso del colore a quello della luce, dall’attenzione ai dettagli e al dato naturale ai moti dell’animo.

L’unità compositiva tra gli espedienti prospettici e l’uso della luce che Leonardo realizzò nel Cenacolo restituisce allo spettatore l’illusione di trovarsi di fronte un ambiente nell’ambiente stesso del refettorio: un trompe-l’œil.

Nell’Ultima Cena si riscontra uno degli esempi più alti di moti dell’animo leonardeschi: la situazione drammatica in cui Cristo e gli apostoli si ritrovano è efficacemente restituita dal modo in cui tutti i personaggi esprimono le loro emozioni e dialogano fra di loro.

La tecnica a secco mista di tempera e olio su due strati di intonaco in gesso fu la soluzione più adatta per il modus operandi di Leonardo: le sue velature susseguenti e le sue pennellate fini avevano l’obiettivo di realizzare maggiori effetti di luce e trasparenze e di restituire, al tempo stesso una splendida armonia cromatica.

4.1Stato di conservazione

Ultima cena di Leonardo, dettaglio: Tommaso, Giacomo Maggiore e Filippo
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La tecnica pittorica adottata da Leonardo non fu del tutto adeguata per un ambiente del genere: la stanza era soggetta ad un’umidità elevata a causa della sua attiguità alle cucine, il cui confine era la stessa parete che accoglie il Cenacolo.

Di conseguenza, negli anni immediatamente successivi all’esecuzione del dipinto, il Cenacolo subì molte cadute di colore e gli interventi di restauro furono così numerosi che, nel corso del tempo, mutarono l’aspetto originale e aggravarono ancor di più lo stato di conservazione dell’opera.

Un altro evento che non contribuì alla conservazione del Cenacolo fu il bombardamento dell’agosto 1943 che colpì diverse zone di Milano, tra cui l’ex convento domenicano: il dipinto si salvò ma per diversi giorni fu esposto alle intemperie.

5Restauri

A partire dal XVIII secolo si attestano nove restauri del Cenacolo ma, grazie al rinvenimento di tracce di interventi ancora precedenti, si suppone ne furono molti di più. Mentre i restauri novecenteschi ebbero poi come fine il consolidamento e il trattamento delle lacune dell’opera.

L’aspetto dell’attuale Cenacolo è il prodotto dell’ultimo restauro, eseguito dalla restauratrice Pinin Brambilla Barcilon (1925-2020): il cantiere, durato dal 1977 al 1999, provvide al recupero dei brani leonardeschi coperti dalle precedenti aggiunte, al consolidamento strutturale e al ripristino della fruizione da parte del pubblico di un’Ultima Cena più fedele possibile alla sua immagine originaria.

6Fortuna critica

Cenacolo di Leonardo, particolare di Gesù Cristo
Fonte: ansa

Il Cenacolo di Leonardo ebbe una fortuna critica considerevole: oltre ad esser state realizzate numerose copie e derivazioni, questa Ultima Cena leonardesca diventò per i pittori un canone iconografico a cui rifarsi.

Il Cenacolo di Leonardo è un’opera con cui fare i conti tanto per gli artisti quanto per il pubblico di massa: al di là del fascino  che il dipinto può suscitare, l’Ultima Cena leonardesca è alla base di innumerevoli reinterpretazioni e meme.

7Ascolta il podcast su Leonardo da Vinci

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