Viaggiare è un atto di pensiero, un’attitudine, un’inclinazione. Viaggiare conduce alla scoperta, e quindi alla conoscenza. Si può attraversare l’universo, senza muovere un passo dal punto fermo in cui ci troviamo.

Da che esiste, l’arte è espressione di conoscenza, e strumento cognitivo. Gli artisti, dunque, hanno sempre viaggiato, per ragioni differenti. Per via della committenza, per aggiornare il proprio stile, per vedere, per sperimentare. Il viaggio nell’arte ha assunto, per lo meno a partire dalla fine del Medioevo, il connotato di scambio: di poetica, di cifre stilistiche, di tecnica, di idee. Tali scambi operavano una serie di arricchimenti, nell’opera degli artisti, che ad oggi ci documentano gli spostamenti, i viaggi, da essi compiuti nel corso della vita.

Verso il XVII secolo, poi, nasceva in Francia il Grand Prix de Rome. Questi consisteva in una gara annuale il cui premio veniva assegnato a pittori, musicisti, architetti o scultori meritevoli di acquisire una formazione presso l’Accademia di Francia a Roma. Naturalmente, il Prix de Rome diventava una sorta di piccolo Grand Tour per artisti. Questi – soggiornando in Italia – andavano in avanscoperta presso i luoghi della grande arte italiana. Ercolano e Pompei, quando vennero scoperte, diventarono meta obbligatoria per abbeverarsi alla fonte dell’arte classica. Il Prix de Rome è stato il riconoscimento più prestigioso cui un artista francese potesse aspirare, poiché ne consacrava la carriera.

A partire dal Settecento l’aristocrazia e la ricca borghesia assunsero un gusto preponderante per l’esotismo. Costoro collezionavano chinoiserie e curiosità dai quattro angoli del mondo. Le decorazioni d’interni e i dipinti contenevano rimandi esotici, soprattutto orientali, che permettevano a chiunque beneficiasse di quegli spazi di poter viaggiare con l’immaginazione. Il successo dell’esotismo continuò per tutto l’Ottocento, sino alle Avanguardie, ed anche oltre. È a questo periodo che ascriviamo alcuni degli artisti che, maggiormente, hanno fatto delle proprie opere d’arte finestre dalle quali l’osservatore ricava suggestioni simili a quelle di un viaggio. Un viaggio nell’arte e, contemporaneamente, un viaggio tramite l’arte.

Eugène Delacroix – Donne di Algeri nelle loro stanze

Viaggio nell'arte: quando le opere trasportano verso mete da scoprire

Eseguito nel 1834, è conservato a Parigi, al museo del Louvre. Delacroix lo dipinse due anni dopo il suo soggiorno nordafricano. L’interno magrebino conduce chi osserva nell’esotica realtà dell’harem. L’harem è una zona interdetta agli estranei. Il fascino del dipinto risiede anche in questo intento voyeuristico, che ci immerge in uno spazio esotico, arcano, incantatore.

Claude Monet – Terrazza a Sainte-Adresse

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Questo dipinto della giovinezza di Claude Monet è un portale per immergersi nell’atmosfera della villeggiatura ai tempi della Belle Époque. La luminosità proto-impressionista pervade la scena, costruita sulle armonie cromatiche. Queste ultime, poi, garantiscono durante la contemplazione la sensazione epidermica del tepore del sole del meriggio e della brezza salmastra.

Paul Gauguin – Due donne thaitiane

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Paul Gauguin è sicuramente il miglior rappresentante dell’artista la cui poetica e la pittura sono legate a doppio filo al viaggiare. Gauguin cercava l’impulso lontano dall’artificiale società parigina della sua epoca, lasciandosi ispirare prima dalla località bretone di Pont-Aven, poi dagli scenari caraibici della Polinesia. I dipinti di Gauguin hanno una forte impronta primitiva che li rende piacevolmente atemporali. Egli ha viaggiato, ha vissuto a contatto con la società protagonista delle sue tele. Ciò si traduce nella profonda verità della realtà esotica che dipinse. Per questo ancora oggi, osservando un quadro di Gauguin, sentiamo tutto il veritiero fascino della cultura e dei culti della remota popolazione polinesiana.

Henri Rousseau – Il sogno

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Questo dipinto è uno dei più conosciuti di Henri Rousseau, nonché maggiormente esplicativo della sua poetica. Rousseau dipinse spesso brani esotici, pur non avendo mai lasciato la Francia. Ispiratosi alle vedute brasiliane di Frans Post – pittore olandese del XVII secolo – Henri prese coscienza e rielaborò il paesaggio sudamericano caratterizzato dalla giungla secondo uno stile del tutto personale. Critici e colleghi impararono solo col tempo ad apprezzare la portata innovatrice della pittura di Rousseau. Osservando questa sua opera del 1910, conservata al MoMA di New York, possiamo compiere due esaltanti e avventurosi viaggi immaginari: verso la lussureggiante vegetazione della giungla, e verso l’universo onirico e surreale del pittore, che ci invita così ad appropriarcene.

Gli esempi qui riportati sono cardinali, esemplificano le diverse sfumature del viaggio nell’arte, ma non possono essere considerati esaustivi. Altri artisti hanno dedicato agli angoli del mondo parte della propria opera. Per continuare a viaggiare, date un’occhiata alle opere di Jean Auguste Dominique Ingres, Jean-Léon Gérôme, Charles Landelle, Stefano Ussi. Andate a Villa Valmarana e lasciatevi condurre in Cina dalle chinoiseries di Tiepolo. Oppure visitate Palermo. Visitate la Zisa, e dopo questo scrigno mediorientale dirigetevi alla Palazzina Cinese. Progettate il vostro viaggio, e andate nei luoghi che vi portano altrove. Fate un viaggio nel viaggio.