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03/07/2020 06:00:00

Spazi e “creatività”. Le scuole di Marsala studiano il ritorno in classe al tempo del Coronavirus

La parola d’ordine è “creatività”. E’ quella a cui si affideranno i dirigenti scolastici di Marsala nell’organizzare gli istituti in vista del nuovo anno scolastico. Il ritorno in classe a settembre sarà dettato dalle regole anticovid stabilite dalle linee guida che gli istituti stanno visionando in queste settimane.


E mentre stanno per finire gli esami di Stato si srotolano planimetrie, si pensa come suddividere gli studenti, si calcola quanti insegnanti in più serviranno. E’ un insieme di pezzi che dovranno unire per riprendere l’attività didattica in classe e fare di tutto per accantonare la didattica a distanza.


Capienza delle aule ridimensionate, banchi singoli, distanza di un metro tra gli studenti, ingressi ed uscite scaglionate, orario ridotto, riadattamento degli spazi e dei locali.
Ma le scuole di Marsala come sono combinate in questo senso?
Non benissimo. Molti istituti soffrono la sovrappopolazione delle aule, e smembrare le classi sarà difficile. Ci sono edifici che sarà difficile rimodulare.

“Siamo già al lavoro. Il Ministero dell’Istruzione ha messo a disposizione parecchi fondi, per cercare di arginare i problemi”, dice Anna Maria Angileri, dirigente scolastico del Liceo Pascasino e assessore alla Scuola a Marsala.


Molte delle aule degli edifici scolastici di Marsala non sono conformi per permettere il mantenimento della distanza di un metro. “Ma la legge sull’autonomia scolastica permette di studiare delle strategie, nel rispetto delle linee guida. Da una parte c’è l’elasticità dell’orario, che ci permette di fare due turni senza finire la sera tardi, con ore di 40-45 minuti”.

Ma per fare questo servono più insegnanti. “Servirà un piano di assunzioni, serve un altro 33% di insegnanti. Ogni docente dovrà ripetere le lezioni”.

 

 


Per il resto bisognerà adeguare l’esistente, con classi da 25-27 alunni che dovranno essere portate a 15, la necessità dei banchi monoposto e di rivedere quindi gli arredi. Per Angileri però bisogna pensare anche “all’outdoor education. Cioè quello che si faceva una tantum potrebbe essere routinario, si potrebbe pensare a qualcosa di differente e fare lezione all’aperto. Il problema si potrebbe trasformare in occasione per il cambiamento della scuola. La scuola deve diventare laboratorio di esperienze e conoscenze che si costruiscono insieme. Bisogna rivedere il modo di approcciarsi della scuola con gli studenti. Speriamo di riuscire anche come Comune di Marsala ad intercettare questi fondi”.

Uno degli istituti che certamente soffre maggiormente l’insufficienza di spazi e locali è l’Itet “Garibaldi” di Marsala. Il Commerciale da decenni si trova nell’edificio di via Trapani in affitto. Una struttura non pensata per essere una scuola, con aule piccole, corridoi stretti, spazi ridotti, e non adatta neanche in tempi pre-covid. Ora ci si dovrà organizzare con molte difficoltà ad organizzare i quasi 800 studenti.


“Stiamo monitorando gli spazi, dobbiamo inquadrare bene la planimetria per studiare soluzioni creative per rispettare le linee guida e garantire il diritto allo studio agli studenti”, ci dice la dirigente dell’Itet Loana Giacalone. “Bisogna fare dei turni diversi, ingressi scaglionati, spero che si riesca ad evitare la didattica a distanza, ma se necessario la riserveremo solo per le ultime classi. In ogni caso avrò un incontro con il Libero Consorzio per cercare altri spazi aggiuntivi”. Anche per l’Itet si utilizzeranno i fondi del Miur per acquistare arredi. Ma la scuola presenta una carenza di locali che porterà allo smantellamento dei laboratori che si trasformeranno in aule. “Ma non tutti i mali vengono per nuocere” è la spinta di positività della dirigente Giacalone. “Vedremo di rivoluzionare la scuola. Penseremo ad una scuola laboratorio con classi parallele che fanno didattica condivisa. E’ questa la nostra idea. Spero però nella collaborazione del territorio, a vari livelli, e che, ad esempio, ci vengano concessi i locali dell’ex scuola Crimi per gli uffici amministrativi”, aggiunge Giacalone. Quei locali, con una scia di polemiche, sono stati concessi dal Comune all’Università di Palermo. Tutto ciò per adeguare le già piccole aule alle nuove disposizioni. “Abbiamo classi numerose, questo conferma l’appeal della scuola. Ma periodo pre Covid eravamo già in condizioni oltre alla quale non potevamo andare. Adesso dovremmo inventarci qualcosa”.


Stessi problemi anche per le scuole di grado inferiore, le elementari e le medie.
“E’ un periodo straordinario e dobbiamo pensare in maniera straordinaria”, dice Mariella Parrinello, dirigente dell’istituto “Garibaldi-Pipitone” e reggente al “Mazzini” di Marsala.


“Ora inizia il lavoro vero e serio. Abbiamo avuto la rassicurazione di ricevere i soldi per l’edilizia scolastica. Ogni istituto ha esigenze e richieste diverse. Chiederò alcuni spazi in più”. Vengono rimodulati dei luoghi che prima erano di svago. La palestra, l’aula mensa, saranno adeguate. E ancora si aspettano i soldi per l’edilizia leggera e per i banchi monoposto. “C’è necessità di garantire gli spazi, stiamo lavorando per capire cosa chiedere alle istituzioni. Anche in termini di personale docente. Se pensiamo che dobbiamo dividere gli alunni allora servono più insegnanti”. Parrinello è certa che almeno nel suo istituto si partirà in classe. “La difficoltà sta anche nella formulazione dei gruppi. Ci sono classi che verranno smembrate, lo sforzo è quello di contemperare le esigenze”. E a proposito di spazi se pensiamo che al Garibaldi-Pipitone ci sono quasi 1200 alunni e al Mazzini 550 lo sforzo che bisogna fare per garantire la sicurezza di tutti non è da poco.

A settembre tutto cambierà. Si dirà addio alle classi pollaio, e si cercherà di rivoluzionare anche il modo di fare scuola.

 



Scuola | 2024-05-01 19:16:00
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