A Deruta gli “Sdoppiamenti” di Talotta

DERUTA- A presentare la mostra di Alfonso Talotta “La presenza reale della pittura”, sabato 1° ottobre, alle ore 18, presso lo spazio espositivo “Il Granaio”, a Deruta, ci sarà Gianni Garrera, curatore della mostra e autore del testo del catalogo della stessa. Garrera, che segue il lavoro dell’artista viterbese da circa sei anni, ha già presentato l’attività espositiva di Talotta in diverse mostre da lui curate e oltre ad essere critico d’arte e collezionista, è docente di Estetica Teatrale presso il Teatro Mercadante di Napoli, filologo musicale, drammaturgo, curatore delle opere estetiche di Kierkegaard per i “Classici del Pensiero” (BUR) e della nuova edizione dei “Diari” di Kierkegaard per Morcelliana. Di seguito alcune considerazione di Garrera su quest’ ultima mostra dell’artista. “…Talotta persegue una rappresentazione chiara. Le condizioni dell’esistenza della pittura sono determinabili per mezzo della sensibilità, ma non coincidono né si identificano con le condizioni approssimative della conoscibilità di un oggetto o della riduzione del sensibile a immagini indistinte, anche se senza sensibilità nessun oggetto sarebbe nemmeno pensato. Ciò che Talotta deve fare è dare simultaneamente alla nostra sensibilità un oggetto attraente e un pensiero…”
“…Le geometrie di Talotta non sono eseguite a immagine di qualcosa di reale. La prima forma di questa apprensione è un sapere immediato di una forma autonoma e proprio perciò sensibile pur non aderente ad alcuna cosa reale, è la sensibilità per un oggetto vero ma non reale, ideale benché concreto. In Talotta i bei giorni dell’arte non sono trascorsi, fare arte è una cosa del presente, favorevole all’arte che si confronta con se stessa. Eppure viene testimoniata una crisi nel momento in cui si rinuncia alla forma unica e all’uniformità materiale del dipinto, operando per forme disgiunte, per due metà di immagini appaiate…”
“…Le sue odierne pitture duplici non possono essere ricomposte, la scissione ha modificato la forma e rende autonome e indipendenti le due parti frutto della frazione, anche perché a sorreggerle, come proprio terreno, non è più lo spazio fittizio, il palcoscenico del quadro, ma il posto reale della parete o del suolo in cui possono essere sistemate…”
“…Nessuna idea in Talotta è confusa o ambigua, anche quando il dipinto è scisso o doppio. Si può essere sdoppiati, non perfettamente coincidenti e non di meno non si è ambigui, perché non si è mai squilibrati…”
I riferimenti a queste dichiarazioni di Gianni Garrera sono gli “Sdoppiamenti”, ultimo ciclo pittorico di Alfonso Talotta, tavole intelate e sagomate, ciclo iniziato nel 2021. In merito a questi nuovi lavori l’artista specifica che trattandosi, gli “Sdoppiamenti”, di opere modulari, possono, di volta in volta, assumere nuove posizioni, nuove forme e nuove strutture, un aspetto di libertà compositiva che determina incursioni spaziali che sfociano nell’installazione e che rendono partecipe tutto l’ambiente espositivo che diventa, così, parte integrante dell’opera.

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