“Oltre la pietra”,presentata la “Viterbo virtuale”una mappatura completa dentro e fuori la città

Potremo andare “Oltre la pietra”, cioè vedere, addirittura entrare, nelle viscere della città. Potremo ammirare e studiare la “Viterbo virtuale”. Andare, appunto, “Oltre la pietra”, come recita il titolo della conferenza (superaffollata, presenti tra gli altri, il prefetto Gennaro Capo, la direttrice del museo della Rocca Albornoz Sara De Angelis, il presidente della Fondazione Carivit Luigi Pasqualetti, rappresentanti di Unitus, della Diocesi, del Mibac) che si tiene a Palazzo dei Priori, per illustrare non tanto quella che è la città, ma quella che è stata e che potrebbe essere. Una città mappata, dentro e fuori. “Eh sì – sottolinea la sindaca, Chiara Frontini, in apertura – perché con questa iniziativa di assoluta avanguardia, intendiamo lasciare una preziosa eredità a chi verrà dopo di noi”. E non si tratta di un progetto, bensì della prima tappa di un programma già avviato, che dovrebbe arrivare al traguardo nell’arco dei prossimi cinque anni. In sostanza, potremo vedere (e sapere), fin nei particolari più nascosti, la fattura, lo stato di conservazione, infine la storia dei maggiori monumenti: da Palazzo dei Papi al Duomo, da Palazzo dei Priori alla Chiesa di Santa Maria Nuova all’Abbazia Cistercense di S. Martino. Progetto ideato dal socio fondatore di Archeoares Gianpaolo Serone. Ad illustrarlo, con dovizia di particolari, Saverio Malatesta del Centro di ricerca Digilab dell’Università della Sapienza di Roma. Scanner, droni e altri strumenti tecnici di avanguardia sono stati utilizzati per fotografare e penetrare all’interno delle strutture monumentali per ricostruirne la fattura dei materiali, le primitive dimensioni, le successive trasformazioni, le vicissitudini. In una parola, la storia. E magari anche il futuro. “Perché – puntualizza il professor Malatesta – dietro ogni pietra ora siamo in grado di scoprirne la vita. Io romano, posso vedere Viterbo come un viterbese non riuscirebbe a fare. Come essa è, e come posso visitarla al meglio. Ed attenzione: potranno goderla anche coloro, diversamente abili, che oggi hanno oggettive difficoltà a fruire di questo bene. Ecco perché si tratta di una realizzazione che ha anche un valore rilevante dal punto di vista dell’inclusione sociale”. “Un tesoro materiale che diventa anche immateriale – aggiunge il vice sindaco e assessore alla Cultura, Alfonso Antoniozzi – che ci permetterà pure di avere una mappatura completa dentro e fuori la città. Una risorsa con infinite possibilità. Chissà cosa si potrà fare tra un secolo?”. Per stare ai giorni nostri, Antoniozzi, aggiunge che l’anno prossimo verranno ricostruiti virtualmente il palazzo di Federico II di Svevia (di cui restano soltanto pochi blocchi tufacei) e le Scuderie del Bramante, che saranno completamente mappate (in attesa di un auspicabile e pieno recupero). “Fuori sacco” arriva una proposta congiunta dell’assessore all’Urbanistica Emanuele Aronne e della consigliera Laura Allegrini (Fdl): “Va benissimo vedere Viterbo di sopra, ma sarebbe necessario anche conoscere Viterbo di sotto. Cioè, eseguire una “Tac” della città al suo interno. Sarebbe utile anche per verificarne lo stato di salute e magari farne un asset in più per la valorizzazione del nostro patrimonio”.

 

 

 

 

COMMENTA SU FACEBOOK

CONDIVIDI