TFF. Ad Alessandro Gassmann il tributo della piazza e il Premio Speciale Pipolo, dedicato a Giuseppe Moccia

di Donatella Agostini

Ancora un tutto esaurito lunedì 8 luglio per la nuova serata di Tuscia Film Fest. Ancora centinaia di persone a gremire ogni fila di posti a sedere in piazza San Lorenzo a Viterbo, per assistere alla proiezione del film “Croce e Delizia” di Simone Godano, protagonisti Fabrizio Bentivoglio, Alessandro Gassman e Jasmine Trinca. L’incontro della serata è stato con Alessandro Gassmann, al quale è stato consegnato il Premio Speciale Pipolo, intitolato al grande Giuseppe Moccia, sceneggiatore e regista italiano originario del capoluogo della Tuscia. Ed è stato lo scrittore Federico Moccia a consegnare nelle mani di Gassman il premio intitolato al padre, che insieme a Franco Castellano è stato autore di grandi e indimenticabili commedie all’italiana. «E’ un onore per me ricevere questo premio», ha affermato Alessandro Gassmann, «e che mi sia consegnato proprio da Federico. I nostri padri collaborarono insieme». Ad intervistarlo sul palco del Tuscia Film Fest il produttore cinematografico Dario Zonta. «Vedere così tante persone riunite insieme per vedere un film fa ben sperare per il futuro del cinema», ha esordito Gassman. «Certamente il cinema soffre per la concorrenza rappresentata dai serial delle piattaforme digitali. Ma il cinema è soprattutto incontro, interazione, condivisione di emozioni, e questo può accadere soltanto in una sala o in una cornice bella come questa. Viterbo è una città splendida, ma secondo me non viene detto abbastanza. C’era un’altra città bella come questa, L’Aquila, dove ho diretto il teatro per alcuni anni. È giusto rendersi conto che esistono posti così in Italia ed è bene ricordarlo quando sono così, nella loro totale bellezza». Alessandro Gassmann, oltre a essere uno dei più affermati e amati attori italiani, è regista teatrale e cinematografico. «Il nostro lavoro è produrre emozioni, che sia attraverso un film impegnato o popolare. Oggi preferisco dirigere, e con il mio terzo film da regista spero di avvicinarmi all’ideale che ho in testa». E poi, a proposito del film “Croce e Delizia”: «E’ la storia di due famiglie rappresentative dell’Italia di oggi, popolani e altolocati, che condividono una casa nello spazio di un’estate. Parla d’amore e di diversità. Due ultracinquantenni che scoprono in età matura di essersi innamorati l’uno dell’altro. Ha valenza importante perché tratta di questo tema con semplicità, ma non con superficialità. Lo fa con intelligenza non puntando il dito, non ci indica come dovremmo comportarci, ma ci mostra come solitamente ci comportiamo, senza saccenza. Molto spesso i film che narrano l’omosessualità tendono a trattare coloro che non capiscono il tema come arretrati o poco intelligenti. È controproducente. È una storia d’amore bellissima, che sarebbe potuta succedere tra un uomo e una donna, o anche tra due donne. Ed è questa la forza di “Croce e Delizia”».

 

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