Impronte digitali a scuola: accertamento all’ingresso per i presidi. Esclusi gli insegnanti

Alla Camera, in commissione Cultura, è passato un parere che chiede “l’accertamento all’ingresso” dei dirigenti scolastici attraverso il riconoscimento delle impronte digitali. Una misura che non toccherebbe invece gli insegnanti: secondo un’intervista al ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, rilasciata a Repubblica, i docenti non dovranno offrire i loro polpastrelli al momento dell’entrata a scuola. Insorgono i sindacati. Maddalena Gissi (Cisl Scuola): “Escludere dal provvedimento anche i dirigenti scolastici e il personale ATA”. Antonello Giannelli, (ANP, Associazione Nazionale Presidi): “Vigilare sugli ingressi non ha alcun senso”,

Il provvedimento voluto dal ministro Giulia Bongiorno per il controllo del personale della Pubblica amministrazione è in fondo al percorso alla Camera. Lo scorso 2 aprile la commissione Cultura ha dato un parere non vincolante in cui liberava dalle impronte e dall’accertamento sull’iride maestri e professori, ma obbligava a un non meglio identificato controllo i presidi. 

L’ultima modifica apportata all’articolo 2 del Ddl  prevede che i dirigenti scolastici “siano soggetti ad accertamento esclusivamente ai fini della verifica dell’accesso”. Una frase che lascerebbe aperte diverse interpretazioni. L’accertamento all’ingresso dei DS potrebbe infatti essere fatto con la timbratura del cartellino (che a oggi non c’è) o attraverso il riconoscimento delle impronte digitali.

“Il resoconto della seduta della VII Commissione della Camera lascia esterrefatti – dichiara Gissi, segretaria di Cisl Scuola -. È proprio difficile capire il senso della proposta di emendamento, nella quale si esclude esplicitamente il personale docente e educativo dai sistemi di controllo biometrico, e nulla si dice del personale ATA, che quindi si presume resti soggetto all’applicazione delle norme generali, mentre si rinvia per i soli dirigenti scolastici, “soggetti ad accertamento esclusivamente ai fini della verifica dell’accesso” (!), a un apposito decreto ministeriale che regolamenti la materia”.

Si chiede il perché di questo tipo di controllo sui dirigenti scolastici, Giannelli, presidente dell’ANP: “Il dirigente scolastico non ha un orario fisso di lavoro, per lui contano i risultati”.