Un tempo, fino a non troppi anni fa, era usanza diffusa, specialmente nelle borgate e nei paesini più piccoli delle nostre valli, l’utilizzo del “forno comunitario”, per cuocere il pane. Quasi ogni località aveva il suo antico forno in mattoni, con la tipica “bocca stretta”, che almeno un paio di volte al mese veniva “scaldato” e poi utilizzato, a turno, dalle famiglie del posto. Visto che per arrivare alla temperatura giusta era necessario utilizzare parecchia legna, accendendo il fuoco addirittura la sera prima, il forno rimaneva in funzione anche per un giorno intero o più. Coloro che volevano fare il pane arrivavano sul posto con la pasta già lievitata e iniziavano la cottura, a turno. Una cassa di legna per mantenere il fuoco vivo e qualche pagnotta appena sfornata, erano il “costo” per l’utilizzo del forno, normalmente di proprietà di un privato, il quale però lo metteva volentieri a disposizione della comunità. Questa usanza oggi, per svariati motivi, è andata via via scomparendo. Le famiglie hanno poco tempo, i ritmi di vita sono aumentati ed è indubbiamente più comodo comprare il pane direttamente in panetteria. La tradizione del forno comunitario però, qua e là, resiste, specialmente nelle piccole realtà di Langa, grazie alle iniziative di Associazioni e cittadini appassionati delle “cose di un tempo”. È il caso di Rocca Cigliè, dove il sindaco Luigi Ferrua, circa tre anni fa ha rimesso in funzione lo storico forno della panetteria del paese, in via Roma. È nata così l’Associazione “Amici del forno”, che gestisce il forno privato in comodato d’uso gratuito, nei locali vicini a quello che una volta era il negozio del paese, chiuso dal 1986. «Lo spopolamento delle campagne e delle nostre terre, unito al nuovo stile di vita delle famiglie, rischiavano di far scomparire una tradizione importante – spiega Ferrua –. Per questo motivo abbiamo fondato l’Associazione, raccogliendo l’eredità dell’ultimo “custode del forno”, Renzo Boasso, classe 1924. I volontari accendono e tengono pulito il forno, occupandosi anche di piccoli interventi di manutenzione. Qui tutti possono venire a fare il pane. Attualmente sono una decina le famiglie che mantengono viva l’usanza. Ci piacerebbe che questa antica tradizione venisse sempre più conosciuta e valorizzata. In futuro proporremo ai turisti che soggiorneranno qui di fare il pane insieme, per provare un’esperienza nuova e antica allo stesso tempo». Proprio per promuovere l’attività degli “Amici del forno”, ogni anno, in estate, si organizza una cena aperta a tutti, dove si mangiano pane, pizze e focacce cotte nel forno comunitario. Un modo “gustoso” per far conoscere questa bella realtà e magari raccogliere nuove adesioni da parte delle famiglie. L’anno scorso era anche stato organizzato un corso di panificazione di base con un panettiere professionista, che aveva insegnato ai partecipanti come infornare il pane disponendolo sulla lunga e piatta bacchetta di legno, per farlo entrare dalla stretta “bocca” d’ingresso, senza rovesciarlo. Un’arte quasi dimenticata, che ora torna a vivere.
Infornare con la bacchetta, senza rovesciare i grissini
Cuocere il pane negli antichi forni di Langa non è cosa per tutti. I grissini vengono infatti disposti in equilibrio su una lunga bacchetta di legno e scaricati nel forno dopo essere passati per la stretta “bocca” d’ingresso. Questa delicata operazione richiede grande esperienza e manualità