A Viganella si festeggia la candelora il 5 febbraio

 

L’anticipo di primavera è un momento importante per il paese di Viganella, dopo che il sole è scomparso dietro la montagna per ben tre mesi. E’ in questo periodo che i raggi tornano a scaldare l’abitato e a rinvigorire la natura. Nel 2006 Viganella è balzata agli onori della cronaca nazionale e internazionale per aver posizionato uno specchio rotante che riflette i raggi creando un «sole artificiale»: un ingegnoso espediente per beneficiare di luce e calore anche nel periodo di gelo invernale.

Per questo a Viganella si festeggia la Candelora, la festa religiosa che affonda le radici nel passato remoto e porta con sé i riti e le usanze della collettività. In valle Antrona quest’anno la Candelora si celebra il 5 febbraio e, con l’accensione e la benedizione delle candele, si rinnova la magia del ritorno della luce.

E’ una festa che ha un’origine molto antica e ha radici precristiane, forse celtiche. L’abbondanza di nastri colorati e i campanelli che le donne portano sulle cavagnette erano oggetti con virtù magiche. A ogni passo il suono dei campanelli si pensava avesse il potere di allontanare le negatività. La festa pagana si è trasformata in cristiana, arrivando fortunatamente fino ai giorni nostri».

Dopo la funzione religiosa delle 15 ci sarà la benedizione della gola, delle candele e si ripropone la tradizionale «pescia», cui seguirà l’incanto dei rami con le offerte. La tradizione vuole che portando a casa un ramo della pescia sia di buon auspicio per la salute e per i raccolti della campagna. 

Già nel 1913 la scrittrice e pittrice Estella Canziani, giungendo in valle Antrona, raccontò così la particolare usanza di portare le cavagnette in occasione di alcune celebrazioni: «Le ragazze portano sul capo un paniere in forma di piramide, e in mezzo di esso un ramo lungo tre o quattro piedi, ricoperto di fiori artificiali e di pallottoline di legno e di vetro, e tutte fanno a gara a chi ha il paniere più bello e più alto».

Se le donne in costume portano le cavagnette, agli uomini spetta il compito di trasportare la «pescia», il grande abete addobbato con prodotti gastronomici che riceve la benedizione in chiesa prima della messa all’incanto. «Ci saranno i formaggi del pastore infilati nei rami : tome con un foro nel mezzo, come una ciambella, che i pastori infilavano una ad una in un bastone per portarle più comodamente».

 

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