Da cosa si riconosce un campione? Ci sono le medaglie, certo. Le vittorie, il palmarès. Ma esistono anche altri piccoli segnali. Se la gente ti ama, se hai i piedi per terra: ecco, quello è un indizio quasi certo. E quindi ecco che, se Alessia Filippi guarda gli altri dall’alto, è solo per via del suo metro e 86. Perché lei, ex stella del nuoto italiano, a 26 anni e con un curriculum di tutto rispetto resta la stessa ragazza semplice di Tor Bella Monaca.
Poco importa che abbia vinto, tra le altre cose, un argento olimpico negli 800 stile libero a Pechino 2008, un oro nei 1500 stile libero e un bronzo negli 800 stile libero ai Mondiali 2009 di Roma.
Il 12 ottobre dell’anno scorso Alessia si è ritirata. Un addio sofferto, che però, all’apparenza, non le ha tolto il sorriso. Sarà perché si è sposata, e la vita a due le fa gli occhi sognanti quando la definisce «bella, bellissima». Sarà perché comunque allo sport non ha detto ancora del tutto addio: per i Mondiali di nuoto che si terranno a Barcellona dal 19 luglio al 4 agosto, farà la commentatrice su Eurosport. Con lei, ci sarà anche l'ex nuotatore Lorenzo Vismara, e per Alessia è un bellissimo ritrovarsi: «Sono arrivata in Nazionale nel 2004, avevo solo 17 anni e lui era il capitano, molto più grande di me. Ero una matricola, lo vedevo come un monumento, la nostra colonna portante».
Adesso è passata dall’altra parte, quella di chi giudica le gare.
«Sì, ma farò solo il commento tecnico. Quando nuotavo, non ascoltavo mai quello che dicevano di me, non volevo distrarmi. E, poi, devo dire che di critiche me ne hanno sempre fatte poche».
Ha già fatto il giudice nel reality di Canale 5 JUMP! Stasera mi tuffo. La carriera televisiva la attira?
«Sicuramente mi piace, lavorare con Bonolis è straordinario. Però non mi vedo come conduttrice, non sono portata. Cerco solo di divertirmi, è quella la mia priorità».
Adesso allena anche i bambini.
«Ho iniziato a ottobre con quelli di 3 anni, poi sono passata a quelli di 9-12. Sono fantastici, mi raccontano quello che gli succede a scuola, mi parlano dei loro fidanzatini. Mi fanno ridere, e già solo questo lo rende bellissimo».
Pensa a un futuro da allenatrice?
«Per ora no. Ho smesso da troppo poco tempo, ho bisogno di staccare la spina con la vita di prima».
L’agonismo allora non le manca.
«No, perché ero competitiva solo in acqua. E mi ero anche stufata, adesso devo riprendermi».
E com'è nuotare solo per piacere?
«Mi rilassa. Faccio anche altri sport, ma solo per mantenermi in forma. Sono una nuotatrice, non bisogna tirarmi fuori dall’acqua. Non sono portata per le altre discipline, sarà colpa dell’altezza. Se gioco a pallavolo, per esempio, mi faccio subito male».
A ottobre si è ritirata. Sarà stata dura, visto che ha cominciato a nuotare a 3 anni.
«Da un anno e mezzo non ottenevo risultati a livello internazionale. Non riuscivo a far alzare il tricolore. Però sono riuscita a qualificarmi per i Giochi di Londra, e ho potuto lasciare con tre Olimpiadi alle spalle. E poi il 2010 è stato un anno importantissimo per me, mi sono sposata con Federico (Paliotta, 34, tecnico di laboratorio, ndr). Con mio marito accanto, è stato tutto più facile».
Anche a lui piace nuotare?
«No, non è proprio capace. Una volta siamo andati in piscina alle terme. Ho preso uno di quei tubi galleggianti da acquagym e gli ho detto di provare a farci un giro attorno. Niente, non ce l’ha fatta: ha bevuto».
Alle ultime elezioni era candidata per l’ex Municipio VIII di Roma. Si impegnerà ancora in politica?
«Sì, non escludo in futuro una candidatura, a livello nazionale o nel mio concilio. Soprattutto vorrei aiutare lo sport nelle periferie della mia città. Io mi dovevo spostare fino a Roma Nord per potermi allenare, 60 km al giorno».
Ultimamente ci sono state polemiche sull’ingresso degli sportivi in politica, come nel caso di Valentina Vezzali o Josefa Idem.
«Non è facile, ci sono tanti pregiudizi, c’è chi dice che abbiamo solo un nome e nessuna capacità. Mi dispiace quel che è successo a Josefa, è un argomento delicato. Noi sportivi affrontiamo tutto come se fosse una gara: quando non va, ci ritiriamo. E non è qualcosa che si vede tutti i giorni nei politici di professione, che rimangono attaccati alla poltrona. Sia come sia, lei è stata brava: ha creato un problema, si è alzata e se n’è andata. In un modo o nell’altro, ha dato l’esempio, e dovrebbero seguirlo anche altri».
Che ne pensa del neosindaco di Roma Ignazio Marino?
«Mi piace, soprattutto perché gira in bicicletta, senza auto blu. Certo, ora che lo fa lui sembra qualcosa di eclatante, e invece dovrebbe essere la normalità».
All’Olimpiade di Londra, la fiorettista Arianna Errigo ci ha raccontato che non le sarebbe dispiaciuto avere la stessa notorietà di una Federica Pellegrini. Secondo lei essere famosi è un vantaggio per uno sportivo?
«Mi chiedo sempre se saremmo tutti in grado di sostenere una vita simile. Non lo so. Sicuramente il ritorno di immagine è notevole, però bisogna anche saper gestire certe situazioni. Io, per esempio, non credo che sarei stata capace di farlo. A ciascuno il suo».