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Silvio Berlusconi Silvio Berlusconi

È morto Silvio Berlusconi, protagonista della scena politica degli ultimi 30 anni

Ex presidente del Consiglio, leader di Forza Italia, aveva 86 anni. Era stato ricoverato lo scorso venerdì 9 giugno al San Raffaele, dove già aveva subito diversi ricoveri. Le sue condizioni si erano aggravate nelle ultime ore

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

Al centro degli ultimi trent’anni della scena politica, Silvio Berlusconi è morto oggi, 12 giugno, a 86 anni. Era stato ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano lo scorso 9 giugno, ad appena 20 giorni da un lungo e delicato soggiorno nel nosocomio di 45 giorni a causa di una infezione polmonare legata a una leucemia mielomonocitica cronica. I funerali di Stato si svolgeranno nel Duomo di Milano mercoledì  14 giugno alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Imprenditore e politico

Imprenditore di successo, prima in ambito edilizio e poi televisivo ed editoriale, nonché presidente della squadra di calcio del Milan con 29 trofei conquistati in 31 anni di proprietà del club, Silvio Berlusconi approda alla politica nel 1994.

In tanti anni di impegno politico, tra i suoi provvedimenti vanno ricordati l’imposta sulle successioni e donazioni, la legge obiettivo delle grandi opere come il Mose o il Ponte sullo Stretto rimasto poi su carta, la legge Bossi Fini sull’immigrazione, l’inasprimento dell’Articolo 41-bis sul carcere duro,  l’introduzione della patente a punti, la “legge Sirchia” antifumo, la riforma del lavoro intitolata al giuslavorista Biagi ucciso dalle Nuove Brigate Rosse,  le riforme della scuola targate Moratti e Gelmini, la legge Frattini sul conflitto di interessi, la riforma delle pensioni con l’introduzione dello Scalone a 60 anni, la sospensione della leva militare obbligatoria, la legge 40 sulla disciplina della procreazione assistita, la riforma Castelli dell’ordinamento giudiziario, la riforma Calderoli della legge elettorale, la legge sulla legittima difesa, la legge Gasparri con passaggio dall’analogico al digitale, la legge ex Cirielli sulla prescrizione breve, il cosiddetto Lodo Schifani con il divieto di sottomissione a processo delle cinque più alte cariche dello Stato, lo Scudo Fiscale, la legge sul legittimo impedimento.

La politica internazionale

Nell’ambito della politica estera Berlusconi ha sempre supportato la politica statunitense durante l’amministrazione Bush: dalle guerre in Afghanistan e in Iraq alla lotta al terrorismo internazionale. Va ricordato il vertice Nato del 2002 a Pratica di Mare, in provincia di Roma, quando, per la prima volta, le porte dell’Alleanza Atlantica, anche grazie all’amicizia del premier con l’allora primo ministro russo Putin, si aprirono alla Russia, sancendo di fatto la fine della contrapposizione che aveva caratterizzato gli anni della Guerra Fredda. Il Cavaliere al governo ha privilegiato un’amicizia speciale con Israele e Turchia, schierandosi a favore dell’ingresso di Ankara nell’Ue. Inoltre va menzionato il controverso Trattato di Amicizia e Cooperazione stipulato con la Libia di Gheddafi: l’Italia si impegnava a risarcire la Libia come compensazione per l’occupazione coloniale, mentre in cambio Tripoli si impegnava a combattere l’immigrazione clandestina dalle sue coste.

La prima vittoria elettorale

Berlusconi inizia la sua attività politica alla fine del 1993 quando in occasione delle elezioni comunali di Roma auspica in modo inatteso la vittoria dell’allora segretario del Movimento Sociale Italiano Gianfranco Fini sullo sfidante di sinistra e futuro sindaco Francesco Rutelli. Solo pochi mesi dopo, il 26 gennaio 1994, in un video diffuso sulle tre reti Fininvest e in forma ridotta sui canali di Stato annuncia di volersi dedicare alla politica.

La sua decisione spariglia i pronostici della vigilia del voto portandolo a vincere le elezioni politiche del 27 marzo alla guida del Polo delle Libertà costituito da Forza Italia, il movimento da lui fondato, Alleanza nazionale di Fini, la Lega Nord di Umberto Bossi e il Ccd di Pierferdinando Casini e Clemente Mastella. In quell’occasione la neo-coalizione di centrodestra ottiene il 42,9% portando il Cavaliere alla guida di Palazzo Chigi.

Coinvolto in inchieste giudiziarie, la prima delle quali inerente le accuse di presunte tangenti alla Guardia di Finanza da cui verrà prosciolto, Berlusconi resterà alla guida del governo per appena otto mesi a causa dello strappo di Umberto Bossi nel dicembre 1994. L’uscita leghista dalla coalizione e le contemporanee indagini per storie di mafia, falso in bilancio, frodi fiscali e corruzione giudiziaria, provocano una caduta di consensi, tale che nel 1996 l’ex premier perde le politiche contro la coalizione di centrosinistra dell’UIivo, guidata da Romano Prodi. Nei mesi successivi affronta un tumore alla prostata: “sono stati mesi da incubo”, racconterà a Repubblica.

Il contratto con gli italiani

Passano tre anni e Forza Italia recupera consensi sfondando alle elezioni europee del 1999, vincendo alle Regionali e provocando così una crisi del governo a guida Massimo D’Alema. Contestualmente Berlusconi aderisce con il suo partito al Ppe. Gli slogan “meno tasse per tutti” e “città più sicure”, la ritrovata alleanza con la Lega e il contratto con gli italiani sottoscritto da Berlusconi di fronte alle telecamere di Porta a Porta, nel 2001 premia il Cavaliere quale leader della Casa delle Libertà. La coalizione ottiene il 45,4 per cento alla Camera e il 42,5 al Senato. Dopo quattro anni di governo, il Berlusconi II, il più longevo della storia repubblicana si dimette il 20 aprile 2005 dopo la sconfitta della coalizione alle regionali e l’uscita dall’esecutivo dei ministri di Udc e nuovo Psi.

Il Popolo delle Libertà

Alla successiva tornata elettorale, nonostante la promessa di abolire l'Ici sulla prima casa, Berlusconi viene nuovamente sconfitto da Prodi che, con una maggioranza risicata alla Camera e in minoranza al Senato, resta a Palazzo Chigi appena due anni. La fine di questo esecutivo è caratterizzata dal noto “discorso del predellino” con cui Silvio Berlusconi dalla sua automobile in piazza San Babila, a Milano, annuncia la nascita di un nuovo partito, il Popolo della Libertà, nato dall’unione di Forza Italia e Alleanza Nazionale. Nel maggio 2008 il Pdl diviene il primo partito italiano, a guida della maggioranza del IV governo Berlusconi. L’anno successivo il premier subisce un’aggressione in Piazza Duomo: un uomo, già in cura per problemi psichici gli lancia contro il viso una miniatura del duomo di Milano: il premier subisce la frattura del setto nasale e la rottura di due denti.

La frattura nel centrodestra

Nel 2010, nel corso del Direttivo nazionale del Pdl avviene la rottura con Fini che, in seguito annuncia la nascita di Futuro e Libertà. Il governo resta comunque in carica ottenendo la fiducia della Camera. Fuori dai palazzi politici si susseguono intanto manifestazioni contro l’esecutivo e quelle che sono definite come “leggi ad personam”. I consensi nei confronti del premier calano progressivamente: ad accelerare questa flessione le frizioni con il ministro dell’economia Tremonti, le sconfitte elettorali alle comunali di Napoli e Milano nel 2013, una nuova frattura con la Lega di Bossi e nuovi scandali che vedono coinvolto anche altri esponenti della maggioranza.

La crisi economica internazionale aggrava la situazione finanziaria dell’Italia. Le agenzie di rating declassano l’Italia, fatta oggetto di critiche da parte della stampa internazionale per le vicende giudiziarie e gli scandali sessuali che hanno travolto il premier, compromettendone l'immagine e la credibilità. Berlusconi designa Angelino Alfano quale suo successore e il 12 novembre rimette l’incarico nelle mani del presidente della Repubblica Napolitano.

Larghe intese

È il momento dell’exploit del Movimento 5 stelle: le elezioni del 2013 decretano un crollo dei principali partiti con un testa a testa tra il favorito Bersani, candidato del Pd, e Silvio Berlusconi, alleato con la Lega, con una percentuale alla Camera rispettivamente del 29,53% per il centrosinistra e del 29,13% per il centrodestra. Al Senato Bersani non ottiene la maggioranza e il presidente Napolitano da vita ad un esecutivo di larghe intese.

Lontano dalla vita pubblica

Dopo la condanna a quattro anni di reclusione, di cui tre beneficiati dall’indulto, per il processo Mediaset sui diritti tv e quella per il risarcimento di quasi 500 milioni di euro per il Lodo Mondadori, Berlusconi annuncia la rinascita di Forza Italia. Il leader viene però condannato definitivamente per frode fiscale con l’applicazione della Legge Severino che lo tiene lontano dagli incarichi pubblici fino al 2018. Le elezioni politiche del 4 marzo di quello stesso anno segnano il crollo per Forza Italia, alleata con la Lega di Salvini, capo coalizione, e Fratelli d’Italia.

La ripresa

Nel governo giallo-verde, formato da Carroccio e Cinque Stelle gli azzurri sono all’opposizione. Riabilitato dalla pena per frode fiscale dal Tribunale di Sorveglianza di Milano il 12 maggio 2018 Silvio Berlusconi è nuovamente candidabile e alle elezioni europee del 2019 è eletto europarlamentare, risultando anche il secondo candidato più votato d’Italia dietro a Matteo Salvini. Nel 2022 rinuncia alla candidatura alla Presidenza della Repubblica fortemente richiesta dal centrodestra. Candidato per il Senato alle politiche del 2022, a nove anni dalla sua decadenza, è eletto nel collegio uninominale della Lombardia con il 50,26%.

I governi più longevi della Repubblica

Berlusconi ha avuto quattro incarichi da presidente del Consiglio: in tutto, 3340 giorni da premier. Il secondo e il quarto governo da lui presieduti sono stati i più duraturi dalla proclamazione della Repubblica.

Nel corso della sua attività politica, in qualità di primo ministro, Silvio Berlusconi è stato ricevuto più volte in Vaticano da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

  

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12 giugno 2023, 10:40