È una delle località turistiche più importanti del Molise

LARINO

In passato era un importante municipium romano ed è a quel periodo che risalgono le suggestive rovine dell’anfiteatro (da non perdere!) e le ville con splendidi pavimenti in mosaico.
Al centro del paese, oltre al bel palazzo ducale di origine medievale, merita una visita la cattedrale dedicata a San Pardo e all’Assunta.

Larino
Cattedrale  Larino

La chiesa, consacrata nel 1319, è considerata uno degli esempi più significativi dell’architettura religiosa dei secoli XIII e XIV dell’Italia centrale.


Di fronte alla sua facciata il visitatore rimarrà stupito dalla bellezza del maestoso portale, dall’inusuale rosone di 13 raggi formati da colonnine di fattura diversa tra loro e dalla leggerezza delle due bifore.
All’interno durante i lavori di restauro del 1952, sono stati rinvenuti alcuni affreschi trecenteschi raffiguranti S. Orsola tra vergini, martiri e santi.


Pregevoli anche il coro in noce e il trono vescovile di marmo giallo e verde.
Oltre alle sue bellezze artistiche questa località è famosa anche per la produzione di un ottimo olio, ricavato da una pianta di ulivo autoctona chiamata “Gentile di Larino” e che consente al comune di far parte dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio.

Cattedrale Larino
DA VEDERE
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Anfiteatro  Larino
Anfiteatro  Larino

Anfiteatro romano

L’anfiteatro si trova nel cuore dell’antica Larinum ed è stato realizzato tra l’ 80 e il 150 d.C, durante il dominio dei Flavi, grazie alla generosità del senatore larinense Quinto Capito.

La struttura, capace di contenere fino a 18.000 spettatori, è in parte scavata nel tufo per circa sei metri e in parte costituita da strutture murarie sopraelevate.
Ha una forma ellittica, con le quattro porte disposte alle estremità dei due assi, di cui quella a nord, la “Porta dei Gladiatori”, che consentiva l’accesso del corteo che precedeva i giochi e l’uscita dei gladiatori vincenti, mentre quella a sud che serviva per portare fuori i resti degli animali uccisi durante le esibizioni e i corpi dei gladiatori morti.

Suggestiva è l’arena delimitata da un canale per lo scolo delle acque e con al centro una fossa quadrata utilizzata probabilmente per il sollevamento delle gabbie degli animali.
Il settore riservato ai nobili, formato da tre gradini rivestiti di pietra, è posto a circa due metri di altezza dal piano dell’arena.
Continuando a salire troviamo prima sei gradinate scavate nel tufo e destinate ai cavalieri e poi, ancora più in alto e solo nel lato nord-occidentale ciò che resta della struttura sopraelevata.
Nulla invece è rimasto della summa cavea, costruita con molta probabilità da assi di legno.

Oltre all’edificio romano gli scavi hanno riportato alla luce anche una necropoli antichissima (VIII-VI secolo a.C.) e altri reperti di epoca arcaica ed ellenistica

Appuntamenti

25-26-27 Maggio – Festa di San Pardo

Festa San Pardo    Larino
Festa San Pardo    Larino
Festa di San Pardo  Larino

Durante i giorni della festa le stradine della cittadina sono invase da una processione di carri trainati da buoi riccamente addobbati, che rievocano la traslazione delle reliquie di San Pardo avvenuta nell’842.
Secondo la leggenda i larinesi, scampati alla distruzione della loro città da parte dei saraceni, decisero di recarsi a Lesina per recuperare le reliquie dei SS. Martiri di Larino, i fratelli Primiano, Firmiano e Casto.
Prima dello scontro con gli abitanti di Lesina però, s’imbatterono in un sepolcro con il corpo di San Pardo, che decisero di nominare loro protettore.
Caricata l’urna con le spoglie del santo su un carro agricolo tirato da due buoi e addobbato di fiori, tornarono a Larino. La festa ha inizio il 25 al tramonto quando il corteo dei carri, decorati con fiori realizzati a mano con estrema maestria dalle donne del paese, si muove dal centro storico alla chiesa di San Primiano. Qui è prelevata l’immagine di San Primiano, che successivamente è trasportata in cattedrale, dove sono state sistemate le altre statue di santi venerati nelle chiese della cittadina.
E’ questo uno dei momenti più emozionanti della festa, perché l’oscurità della notte viene rischiarata dalle migliaia di lampadine che decorano i carri, creando uno spettacolo molto suggestivo.
Il 26 la processione dei carri si snoda lungo le stradine che attraversano l’antico borgo ed è conclusa dai santi, solo quelli maschi, portati a spalla.
Tra questi, l’ultimo a sfilare è proprio San Pardo, in ricordo dell’arrivo in città delle spoglie del santo.
Il 27 l’ultima processione dei carri raggiunge nuovamente la chiesa di San Primiano. In testa sul primo carro l’effige di San Pardo, seguito da San Primiano, che viene ricollocato nella chiesa a lui consacrata.
Il ritorno in paese dei carri segna la conclusione dei festeggiamenti.