NewsPressLe differenze tra realtà virtuale (VR), realtà aumentata (AR) e realtà mista (MR)

La realtà virtuale (o VR, acronimo di virtual reality) è una delle ultime frontiere della tecnologia. Attraverso un visore, l’utente viene catapultato in un mondo virtuale realistico e impressionante, un vero e proprio universo parallelo. Prima di andare a differenziare i vari tipi di realtà virtuale, va però fatta una precisazione. I dispositivi VR sono principalmente divisi tra due tipologie:

  • Standalone: dispositivi dotati di una batteria e di un hardware incorporato, grazie alle quali il visore non è collegato fisicamente al PC, consentendo all’utente di muoversi liberamente;
  • Connessi/cablati: dispositivi che forniscono dei sensori estremamente precisi e che vengono attivati da un’applicazione in esecuzione su un computer. Essendo connessi tramite vari cavi al PC, l’utente può spostarsi in uno spazio definito e limitato.

I diversi “gradi di libertà” della VR

A seconda della possibilità di movimento, nell’ambiente virtuale si possono definire 6 o 3 gradi di libertà (detti anche DOF, acronimo di degree of freedom). I dispositivi cablati come l’Oculus Rift, l’HTC Vive e il PlayStation VR sono sempre a 6 gradi di libertà, mentre quelli standalone (senza fili e indipendenti dal computer) come l’Oculus Quest o l’HTC VIVE Focus sono a 3 gradi di libertà. In quest’ultimo caso, una volta indossato il visore, sarà possibile muoversi nello spazio virtuale solo attraverso i movimenti della testa. Si tratta quindi di una tipologia di realtà virtuale che viene usufruita generalmente da seduti. Nel caso dei 3 gradi di libertà, invece, ogni movimento che si effettuerà nello spazio reale corrisponderà esattamente a uno spostamento in quello virtuale. Nel caso di applicazioni o videogiochi più impegnativi, non a caso, viene sempre consigliato e reso obbligatorio l’utilizzo dei visori cablati e connessi al computer.

Realtà Virtuale (VR)

Che cos’è la realtà virtuale? Per dare una definizione iniziale, possiamo dire che si tratta di un ambiente tridimensionale generato da un computer con lo scopo di dare una sensazione di immersione totale all’utente. A seconda del visore utilizzato, la persona viene immersa in questo mondo virtuale che dà la sensazione di trovarsi in uno spazio diverso da quello reale. Ci sono diversi gradi di interazione nel VR. Da una parte può trattarsi solo di un’esperienza immersiva in cui non possiamo avere interazioni o libertà di movimento, mentre dall’altra parte si può avere la possibilità di interagire con l’ambiente circostante attraverso controller o guanti.

Ma quali sono gli esempi di realtà virtuale? Uno tra i primi lo troviamo nella games industry. Quale medium se non il videogioco per sfruttare al massimo questa tecnologia? Molteplici sono stati, infatti, gli esperimenti e i titoli in realtà virtuale usciti per computer, dispositivi mobile e console. Tra tutti ricordiamo Beat Saber, un rhythm game sviluppato e pubblicato da Beat Games, e il più recente Half Life: Alyx, creato da Valve, che ha rappresentato uno tra i livelli più alti raggiunti finora dal VR.

Realtà Aumentata (AR)

La realtà aumentata (o AR, acronimo di augmented reality) è invece una tecnologia che consente alle persone, attraverso vari dispositivi mobili, di sovrapporre immagini o informazioni sull’ambiente in cui si trova, in tempo reale. A differenza della VR, che isola il mondo reale per creare una realtà alternativa, la realtà aumentata necessita del mondo reale per creare un’esperienza interattiva unica con l’utente. Per questo motivo, mentre la VR è molto utilizzata in ambito videoludico, l’AR è utilizzata anche in molti altri campi, come il turismo, l’educazione, la medicina e altri ancora. Ovviamente i videogiochi non sono esclusi, e per capire perfettamente cosa si intende per realtà aumentata, basterà pensare a uno dei fenomeni più imponenti del 2016: Pokemon GO.

Realtà Mista (MR)

La realtà mista (o MR, acronimo di mixed reality) è una tecnologia che consente alle persone di interagire con gli oggetti presenti nella realtà mentre si trovano all’interno del mondo virtuale. La realtà mista è quindi una convergenza tra realtà virtuale e realtà aumentata. L’utilizzo di questa tipologia di realtà virtuale è permessa grazie all’uso di determinati caschi (come il Magic Leap, l’HoloLens 2 di Microsoft o l’Asus Windows Mixed Reality HC102), su cui sono montati degli schermi per consentire di vedere sia l’ambiente virtuale che quello reale.

Mixed Reality: una possibile rivoluzione

I settori in cui la MR viene maggiormente utilizzata sono quelli dell’educazione e della sanità. Il primo permette agli studenti di avere delle soluzioni alternative e complementari allo studio, in cui possono interagire con degli ologrammi e apprendere dei concetti attraverso un’interazione maggiore. Il secondo, ovvero l’ambiente sanitario, è quello in cui la realtà mista potrebbe rappresentare una vera e propria rivoluzione. Da un lato, la simulazione chirurgica potrebbe consentire di esercitarsi sugli interventi più complessi, venendo utilizzato come test per gli studenti. D’altra parte, negli interventi in tempo reale, i chirurghi possono ricevere più facilmente le informazioni sui pazienti, oltre a pianificare gli interventi o a localizzare in anticipo dei casi di neoplasie.

Concludendo, tutte le tipologie di realtà virtuale sono ancora in fase di sviluppo e devono ancora entrare a far parte della quotidianità delle persone. La scarsa popolarità dei visori è dovuto da molti fattori, tra cui il prezzo elevato degli stessi dispositivi e la tecnologia che offrono, non ancora adeguata ad attirare la maggior parte degli utenti. Quel che è certo è che la VR, così come l’AR e soprattutto la MR, se sfruttate adeguatamente, possono rappresentare il futuro della nostra società in molti ambiti; a partire da quello videoludico fino ad arrivare a quello sanitario, educativo e lavorativo in generale.

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