Il comune di Albera Ligure si trova in provincia di Alessandria. Antico borgo immerso nei monti dell’Appenino Ligure, è raggiungibile percorrendo la strada provinciale 140 della Val Borbera.

Il comune di Albera, oltre al capoluogo comprende le seguenti frazioni: San Martino, San Nazzaro, Bosco, Astrata, Casa Soprana, Molino di Santamaria, Santa Maria, Vendersi, Figino, Vigo, Volpara, Spinola, Chiappeti.


Luoghi di interesse

Monte Giarolo

Vero e proprio simbolo del comune, colui che a detta degli anziani “U ne ripoa dai tenpuè”, raggiungibile da più sentieri ben segnalati dal CAI tra cui si ricordano Vendersi e Volpara.

Sul monte troneggia la grande statua di bronzo dedicata al Cristo Redentore realizzata nel 1901 e collocata nel territorio del confinante comune di Montacuto. Da quel momento è nata la tradizione, viva ancor oggi, di recitare una messa sulla sommità del rilievo in occasione della prima domenica d’agosto.

Nel 2001 l’originale statua venne spostata a scopi conservativi, per essere sostituita da un’opera analoga che oggi domina lo splendido panorama del nostro amato monte, dalla cui cima tondeggiante la vista spazia su tutta la pianura Padana per arrivare, nelle giornate più terse, fino alle Alpi e al ponente ligure.

Rovine del castello Bruciamonica

In epoca medievale, nel territorio di Albera, era presente il villaggio di Bruciamonica, località situata sulle pendici del monte Giarolo ad una quota più elevata dell’attuale frazione Vignassa di Volpara. Fra i monti Gropà e Panà, a 1394 m s.l.m. sorgeva il suo castello, citato in diversi documenti dal XII al XIV secolo. Purtroppo un evento catastrofico, probabilmente una frana, ha cancellato l’antico borgo, lasciando però intatta parte delle fondamenta del castello che sono visibili tutt’oggi e che possono essere raggiunti facilmente dal suggestivo crinale che unisce i monti Giarolo e Cosfrone.

Chiesa dei Santi Matteo e Fortunato di Vendèrsi

L’attuale chiesetta di Vendèrsi, recentemente abbellita da una vivace coloritura, risale al ‘700, ma nasconde una storia millenaria.

Non lontano dal pianoro in cui si trova, sorgeva un’antica abbazia, fondata dai monaci del monastero di san Pietro in Ciel d’Oro di Pavia verso la fine dell’VIII secolo. Desolata dai Saraceni nel X secolo, venne rimessa in sesto su commissione del vescovo di Tortona Giseprando; il destino, tuttavia, le fu di nuovo avverso, e fra il 1198 e il 1220 una grossa frana, le cui tracce sono ancora visibili, ne decretò la fine.

Della vecchia abbazia restano solo alcuni mattoni e il prestigioso coperchio di un sarcofago altomedievale, conservato all’interno dell’attuale edificio dove si possono pure ammirare le reliquie di S. Fortunato e S. Matteo martiri.

Mulino di Santamaria

Gioiello incastonato nella vallata dell’Albirola, l’attuale mulino risale ai primi anni dell’800. L’appellativo deriva dal suo primo mugnaio, ossia lo spagnolo Hugo Esteban Santamaria che, con il fratello Juan Joaquin, giunse in valle nel 1713 come mercenario dell’esercito austro-ungarico. I due Santamaria, rifiutatisi di giustiziare dei villici per rappresaglia, decisero di disertare, venendo in seguito accolti dalla popolazione. Visto che in patria svolgevano rispettivamente i mestieri di molaro e mugnaio, ottennero la gestione del mulino (Juan Joaquin fonderà in seguito lo scomparso mulino del Pomasso presso Santa Maria), costruendo l’abitazione settecentesca che si trova di fianco ad esso.

Vigo e il suo misterioso simbolo

Il paese di Vigo è una delle località che meglio rappresentano la presenza romana in valle Borbera. Il toponimo deriva infatti da vicus, termine latino atto ad indicare un agglomerato urbano all’interno del pagus, ossia una circoscrizione territoriale rurale.

Il legame con la romanità non è finito: nel cuore più antico del paese, alle spalle della pittoresca chiesetta di san Rocco, è presente un edificio con alcune pietre a vista. Su una di esse, sensibilmente più grande delle altre, è scolpito un simbolo raffigurante una croce affiancata da due colombe, la cui origine è con ottime probabilità paleocristiana.

Figino e la sua torre

Figino è il paese più esteso del comune di Albera e, come dimostrano antichi documenti, era anche assai popoloso. In modo analogo agli altri villaggi alberini, pure Figino possedeva il suo castello, la cui torre medievale, probabilmente atta all’avvistamento dei Saraceni provenienti dal mare, è ancora oggi visibile addossata ad un edificio di epoca posteriore. Dal piccolo piazzale antistante la chiesa, dedicata alla Natività di Maria Vergine, si può godere di un panorama spettacolare delle vallate dell’Albirola e del Borbera. Straordinario è il sistema di irrigazione dei terreni (in dialetto begu, ossia canale), oggetto di recenti studi da parte dell’Università di Milano: realizzato nel 1810, prevedeva un’organizzazione certosina dei turni, i quali potevano capitare anche in piena notte.

Parrocchia di san Giovanni Battista di Albera

Coeva all’abbazia di Vendèrsi (VIII secolo), la Pieve di Albera viene citata per la prima volta nel 1140 in un trattato di pace fra genovesi e tortonesi.

La parte più antica dell’attuale edificio, l’abside poligonale, risale al 1520, mentre lavori svolti fra il 1630 e il 1650 portarono all’allungamento della struttura e alla realizzazione della facciata.

Il campanile fu completato nel 1690, ma il suo impianto, unico in valle, è di origine romanica.

All’interno della canonica una scala secentesca in ciappe di arenaria porta al cubiculum (XVI-XVII secolo), la stanza da letto dei prevosti feudatari ai tempi dei Feudi Imperiali liguri. Al suo interno pregevoli sono l’elegante arco monolobato che ne delimita l’ingresso (ornato con un clipeo che forse conteneva lo stemma pontificio), e l’antico pavimento in cotto ottimamente conservato.

Volpara e museo dell’arte contadina

Ameno borgo dell’alta valle dell’Albirola, circondato da boschi di roverella, faggio e castagno, Volpara è la località più elevata del comune di Albera, con alcuni edifici che superano i 1000 m s.l.m.

Il 5 settembre del 1999 è stato creato in paese il museo dell’arte contadina, all’interno della tavernetta di un’antica abitazione di proprietà del sig. Marco Daglio, ed è poi stato ampliato nel 2006.

Il museo raccoglie tutto quello che rientra nella quotidianità contadina: attrezzi da lavoro, utensili domestici, abiti, libri e manifesti, tutti databili dalla fine dell’ottocento al tempo della Seconda Guerra Mondiale.

Santa Maria

Il paese di Santa Maria, situato poco sopra la frazione Mulino di Santamaria (i cui nomi pare non siano collegati), è noto per la sua posizione assai favorevole, la quale lo ha reso da sempre luogo perfetto per la coltivazione di prodotti tipici quali la fagiolana e la mela carla.

Caratteristica è la piccola chiesa della Beata Vergine della Neve, di antiche origini e nominata già nel 1523. Inizialmente dedicata alla Beata Vergine Maria, pare che il cambio di dedicazione sia avvenuto in seguito ad una straordinaria nevicata accorsa proprio ai primi di agosto.

Merita menzione, infine, una suggestiva cascina in pietra che si trova nel bel mezzo di un campo sulla sponda opposta dell’Albirola, frequentata di recente da molti appassionati di fotografia.


Contatti ed info

Sede del Comune: via Roma, 1

Sito internet: https://www.comune.alberaligure.al.it/


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