marmolada con la neve

A chi non è mai capitato di fotografare un paesaggio? Che sia stato al volo dalla macchina o durante una passeggiata, spesso vi sarà capitato di fermarvi per fotografare il panorama. Quante volte vi è capitato di restare incantati davanti a un riflesso nel lago o davanti a un campo di fiori colorati? Per non parlare dei tramonti che, in qualsiasi stagione, sono in grado di stupirci ogni volta come se fosse la prima.

Ci sono alcuni momenti che, con le loro luci, riflessi e colori, meritano di essere immortalati per sempre ma, nonostante siano perfetti, non sempre l’effetto ottenuto soddisfa le aspettative.

Vediamo insieme come scattare delle foto di paesaggio impeccabili evitando che le immagini vengano mosse, sfocate o con una luce diversa da quella reale.

Sommario

#1 Inquadratura e regola dei terzi

Prima cosa da fare, dunque, affinché non esca un’immagine distorta della realtà, è quella di osservare bene la scena e abituare l’occhio alla composizione. Avere ben chiaro ogni elemento che andrà a comporre l’inquadratura è fondamentale per non sbilanciare la foto e per non dare rilievo a elementi di disturbo che andrebbero a distrarre l’occhio di chi osserva lo scatto.

Un sistema per fotografare un paesaggio è sicuramente la “Regola dei terzi“, non obbligatoriamente applicabile in ogni scatto ma utile per conferire dinamicità all’inquadratura e produrre un’immagine originale. Il trucco è rompere i soliti schemi degli orizzonti perfettamente allineati con il centro dell’immagine e dar valore a un soggetto particolare (una casa o un albero se ci sono), a un cielo particolarmente carico di ombre e sfumature o a paesaggi fatti di colori contrastanti.

Regola dei terzi nella Composizione di un paesaggio marino al tramonto

#2 Luce e tempi di esposizione

Ancor prima del soggetto fisico e di ogni altra impostazione fotografica, per fotografare un paesaggio il fattore principale è la luce. Il consiglio è quello di pianificare le uscite fotografiche così da sfruttare la luce giusta (solitamente le “Golden hour” concomitanti con alba e tramonto).

Nel caso in cui vi trovaste nel posto giusto ma al momento sbagliato, sicuramente la modalità in automatico è da escludere. Piuttosto, abituatevi a lavorare sui tempi di esposizione, sull’apertura focale e su gli ISO, cose di cui parleremo tra poco.

#3 Profondità di campo ai massimi livelli

Nella fotografia di paesaggio, più che negli altri tipi di scatti, la maggior parte delle volte è importante avere tutti i piani a fuoco. In questo modo ogni dettaglio del panorama sarà ben chiaro e tutta l’immagine avrà la massima nitidezza. In questo modo sarà più facile far apparire vicini soggetti lontani come il sole, un albero, o una barca.

Per avere questo effetto nitido e definito basta chiudere il diaframma della macchina fotografica e raggiugnere un valore tra f/11 e f/16. Per non avere nessuna parte fuori fuoco, in alcuni casi ci si può spingere anche a f/22 o calcolarsi l’iperfocale.

Profondità di campo soggetto e paesaggio a fuoco

#4 Lunghezza focale lunga o corta: quale scegliere?

Se al contrario vogliamo dare un senso di profondità alla foto, conferendole così un effetto realisticamente tridimensionale simile all’occhio umano, dobbiamo concentrarci sul primo piano usando delle lunghezze focali corte. Un buon valore di lunghezza focale, per esempio, potrebbe essere 18 mm (foto effetto grandangolo).

In questo modo gli spazi sembreranno molto più ampi e verrà amplificato l’effetto prospettico.

#5 Per fotografare un paesaggio, “NO” al rumore digitale

Quelle che solitamente chiamiamo “foto mosse” o “sfocate” sono essenzialmente foto che in gergo hanno “rumore“. Per evitare scatti di questo tipo basta mantenere il valore degli ISO più basso possibile (circa 100).

Per esempio, quando bisogna fotografare un paesaggio ben illuminato, per ottenere scatti nitidi con la giusta esposizione, il trucco è regolare solo i tempi e i diaframmi. In condizioni di luce scarsa, invece, cercate sempre di evitare gli ISO: piuttosto utilizzate tempi più lunghi, associandoli all’uso di un treppiede.

#6 Il treppiede per dire addio all’incubo delle foto mosse

Ecco il caso di cui parlavamo. Se dovessimo trovarci in situazioni di scarsa luce, invece di lavorare sugli ISO, muniamoci di un comodo treppiede da usare all’evenienza (da acquistare soprattutto se siete soliti fare viaggi fotografici).

Ad ogni modo, tempi di esposizione lunghi e treppiede sono la soluzione giusta, non solo per scattare delle belle foto di paesaggi notturni, ma anche quando si necessita di stabilità causa vento. Come se non bastasse, il treppiede serve anche a mantenere l’orizzonte dritto, ma di questo parleremo nel prossimo paragrafo!

#7 Orizzonte dritto (Mi raccomando!)

Va bene tutto ma le foto storte no! Per risolvere questo “errore di distrazione” che, come sempre va a rovinare i nostri landscape, l’utilizzo di un treppiede munito di livella (bolla verde) potrebbe essere una soluzione. Altrimenti, molte reflex hanno l’opzione “livella elettronica” che può comparire nel mirino all’evenienza così da evitare quella pendenza così fastidiosa nelle foto di paesaggio.

#8 Filtri fotografici

Fotografare un paesaggio il più delle volte significa avere la possibilità di giocare con le forme, i colori e le ombre. Per questo motivo, invece di passare subito alla post-produzione tramite gli appositi software di fotoritocco, ci si può divertire con l’uso di filtri fotografici.

Filtri fotografici, filtro polarizzatore, filtro UV, Filtro digradante neutro

Tra le varie tipologie si può scegliere:

  • Skylight, che con il suo colore rosastro attribuisce alle foto riscalda i toni e valorizza paesaggi come i tramonti;
  • Polarizzatore, utile per migliorare i contrasti, saturare i colori ed eliminare i riflessi come sugli specchi d’acqua;
  • Filtro Neutro Digradante (FND), il quale eliminando le differenze di luminosità, distribuisce equamente la luce in tutta l’inquadratura;
  • Filtro UV, da utilizzare quando ci si trova al mare o in montagna e si vogliono evitare scatti opachi o di tonalità azzurra.

Unisciti a noi per un viaggio fotografico

Per noi fotografare un paesaggio è un’occasione per assaporare la vita: che poi in fondo si sa, quando le occasioni non si presentano da sole, bisogna crearsele da sé. Per questo motivo abbiamo dato vita al progetto Weshoot, un gruppo di professionisti appassionati di fotografia, in giro per il mondo, con lo stesso fine: meravigliarsi fotografando.

Alla fine che cos’è la vita senza stupore, se non un viaggio a metà? È solo nel momento in cui ci abbandoniamo alla meraviglia che si inizia a vivere davvero. Si inizia a guardare tutto con occhi nuovi sperando che quei momenti restino impressi nella mente proprio così, con la stessa capacità di incantare ancora e ancora. Ecco il grande potere della fotografia naturalistica: avere la possibilità di stupirsi davanti a un tramonto e bloccare il momento.

E tu che fai, ti vuoi unire al nostro prossimo viaggio fotografico per meravigliarti insieme a noi?

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