Il poker come uno sport mentale: abilità e preparazione

Il poker come uno sport mentale abilità e preparazione

C’è chi considera il poker un gioco in cui conta la fortuna, ma chi conosce bene il tavolo verde il poker ritiene che il poker sia prima di tutto un gioco mentale. Certo, la Dea Bendata ha la sua influenza, ma questo vale soprattutto all’interno di una singola partita, mentre quando si inizia a considerare un arco di tempo sufficientemente lungo si nota che acquisiscono importanza altre qualità del giocatore.

Sul lungo periodo quindi il poker si avvicina maggiormente ai giochi di abilità piuttosto che ai giochi d’azzardo puro. Per alcuni si parla infatti di poker sportivo, dal momento che per ottenere risultato importanti ai giocatori è richiesto di allenarsi esattamente come fanno gli atleti nella loro disciplina.

Ma non solo, dalla seconda metà degli anni ’60 vengono organizzati anche tornei, come ad esempio le World Series of Poker, che mettono in competizione i giocatori in una formula che richiama le competizioni sportive. Tra l’altro è interessante notare che a parte rare eccezioni – come il celebre Chris Moneymaker alle WSOP del 2003 – al tavolo finale di questi tornei siedono sempre giocatori professionisti o comunque molto preparati, a rimarcare il fatto che le abilità contano più della fortuna oltre certi livelli.

Diversi tipi di giocatore

Prima di approfondire quali sono le capacità mentali da avere nel poker e come svilupparle, è bene definire i diversi tipi di giocatori di poker. Questo per capire a chi può servire allenare queste abilità e a chi invece semplicemente non porterebbe un beneficio.

I giocatori di poker si suddividono fondamentalmente in tre categorie:

  • il giocatore occasionale;
  • il giocatore patologico;
  • il giocatore professionista.

Il giocatore occasionale è quello che gioca a poker in modo saltuario e non regolare, ma soprattutto ha come finalità principale il divertimento. Utilizza il poker online per svagarsi e non è interessato ad ottenere un reddito da questa attività. Non applica strategie per migliorare i propri risultati, perché non è interessato a guadagnare con il poker, ma non è nemmeno ossessionato da questo gioco.

Solitamente si dà dei limiti sia di tempo che di denaro da spendere e li rispetta. Anche nel caso in cui perde i suoi soldi, non questa tipologia di giocatore non dà particolare peso alla cosa, perché la considera il prezzo da pagare per il divertimento.

Il giocatore patologico rappresenta la tipologia di giocatore che ha sviluppato una vera e propria dipendenza dal gioco, ma soprattutto dalle emozioni che il gioco gli dà. La differenza tra il giocatore occasionale e il patologico è che il primo ha il controllo del suo comportamento al tavolo verde, mentre il secondo no, anzi ne è dominato. Pensa in continuazione al poker anche quando non sta giocando e fa scelte di gioco spinto dall’emozione piuttosto che dalla razionalità, giustificandole con frasi del tipo “oggi mi sento fortunato” o “penso che sia la volta buona”.

Quando perde questa tipologia di giocatore è convinto di poter recuperare le perdite continuando a giocare. Ovviamente questo tipo di atteggiamento porta presto a conflitti con le persone che gli stanno vicino – a partire dai familiari – e ad una situazione finanziaria problematica.

Infine, l’ultima tipologia di giocatore che analizziamo qui è il professionista: per lui il gioco è la principale fonte di reddito – i migliori al mondo arrivano ad accumulare patrimoni multimilionari – e quindi vede il poker come a metà tra un’attività imprenditoriale e uno sport. Proprio perché i guoi guadagni derivano dall’attività di giocatore, le sue azioni sono finalizzate alla massimizzazione del profitto nel lungo termine e quindi sono scelte estremamente razionali e mai spinte dall’emotività. Ma questo tipo di poker player agisce anche come uno sportivo, perché per ottenere i suoi scopi deve allenarsi in modo organizzato e costante, esattamente come da uno sprinter che si prepara per una gara di 100 metri piani o un nuotatore si allena per la gara a stile libero.

Tra le tre tipologie di giocatori, l’unica per la quale ha senso investire tempo ed energie per sviluppare delle competenze con il fine di migliorare a poker è proprio il professionista. Vediamo ora di capire quali sono le abilità necessarie a chi ha deciso di prendere davvero sul serio il poker.

Le capacità richieste nel poker

Quando si parla di poker si fa riferimento ad un gioco complesso, che richiede diverse tipologie di competenze specifiche. Ovviamente in questo momento diamo per scontata l’approfondita conoscenza delle regole e delle mosse più forti della specialità di poker a cui il giocatore si vuole dedicare, che presenta delle caratteristiche ben definite. Negli ultimi anni è diventato particolarmente diffuso il Texas Hold’em, ma è molto giocato anche l’Omaha, in diverse varianti. Il provider leader del mercato internazionale offre ai suoi utenti tutto quello che è necessario per poter avere un’esperienza di gioco unica nel suo genere. La possibilità di poter giocare in maniera sicura online è sicuramente quello che spinge moltissimi utenti a tornare su questa piattaforma, considerando anche il fatto che hanno recentemente ampliato la loro libreria di proposte, rendendo ogni partita unica ed irripetibile. La migliore opzione online resta quindi questo sito di gioco, che tiene aggiornata la loro amplia proposta con i migliori e più avanzati giochi di poker del mercato.

Oltre al corpo di regole di base e alla dinamica del gioco, è necessario possedere una conoscenza sufficientemente approfondita di altre discipline, tutte profondamente connesse con il poker:

  • la matematica e la probabilità;
  • la statistica;
  • la psicologia.

Le abilità matematiche sono fondamentali al tavolo verde, perché al giocatore professionista ritorna molto utile avere un’idea della probabilità che ha una determinata mossa di poker in quello specifico momento della mano. Ovviamente i giocatori umani non riescono ad avere le capacità di calcolo e di previsione che hanno i software – i cosiddetti “solver” – ma possono discriminare le loro scelte in base ad una serie di elementi probabilistici sulla base dei quali impostare una strategia. La statistica è altrettanto importante perché consente di analizzare i dati per contribuire a determinare le azioni più efficaci.

Le abilità psicologiche sono quelle che sono più immediatamente applicabili all’interno di una mano di poker. Ma soprattutto sono quelle che, una volta essere apprese e migliorate, fanno sì che molti considerino il poker un gioco realmente psicologico, prima ancora che probabilistico.

La preparazione mentale nel poker

La prima e più importante abilità mentale che è richiesta ad un giocatore di poker di successo è la concentrazione. L’attività di gioco di un professionista è molto diversa di quella del giocatore occasionale, che cerca solo un passatempo. In pochi istanti è necessario prendere delle decisioni che possono avere conseguenze economiche davvero grandi, a volte anche nell’ordine di milioni di euro. Rimanere concentrati in questi momenti fa davvero la differenza e oltre a questo è importante rimanere in uno stato di attenzione per lungo tempo, a volte intere ore.

Un’altra capacità psicologica importante per il pokerista è la gestione dello stress. Proprio perché bisogna prendere delle decisioni importanti, è indispensabile non farsi prendere dalle emozioni e rimanere in uno stato di equilibrio grazie al quale è possibile fare le scelte giuste al moneto giusto.

Arriviamo quindi al controllo delle emozioni: un altro importante ambito che un giocatore deve approfondire. L’attività di gioco deve essere guidata dalla razionalità, non certo dalle emozioni, altrimenti ci si avvicinerebbe al giocatore patologico. Per controllare le proprie emozioni è necessario innanzitutto imparare a conoscerle e successivamente incanalarle, evitando di reprimerle. Un processo che richiede tempo e molto spesso anche il supporto di un professionista, che sia un mental coach o uno psicologo.

Ma non è tutto. Un’altra abilità da sviluppare è quella legata alla cosiddetta comunicazione non verbale. La psicologia dice che solo il 7% della nostra comunicazione avviene attraverso le parole, mentre il restante 97% è suddiviso in comunicazione paraverbale e non verbale. Nel poker il linguaggio del corpo è fondamentale per comprendere se il comportamento di un avversario corrisponde alle sue azioni al tavolo in ogni momento specifico della mano di poker. Se un avversario dimostrasse delle insicurezze, potrebbe voler significare che sta bluffando.

Il giocatore esperto rileva i cosiddetti “tell”, cioè i segnali del linguaggio del corpo degli avversari e li utilizza per impostare la sua strategia. Bisogna anche fare attenzione anche ai falsi “tell”, cioè alle azioni che gli avversari fanno appositamente per depistare gli altri giocatori e indurli a sbagliare strategia.

Conclusioni

Come abbiamo visto, il mondo del poker nasconde delle abilità molto specifiche e anche non semplici da sviluppare o migliorare. Per i giocatori che ambiscono a diventare professionisti le abilità mentali sono fondamentali e non devono assolutamente essere trascurate all’interno di una preparazione che sia efficace.

(articolo promoredazionale)

redazione
Author: redazione

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