20.05.2013 Views

i crocifissi di palmi e terranova sappo minulio - L'Alba della Piana

i crocifissi di palmi e terranova sappo minulio - L'Alba della Piana

i crocifissi di palmi e terranova sappo minulio - L'Alba della Piana

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

L<br />

a ricorrenza giubilare dei<br />

duemila anni dalla nascita <strong>di</strong><br />

Cristo, anche se a tutti è noto che<br />

c’è uno sfasamento <strong>di</strong> 3 ÷ 4 anni<br />

dovuto ad un errore nel computo<br />

commesso da un monaco orientale<br />

nel quinto secolo dell’era cristiana,<br />

non può non in<strong>di</strong>rizzare gli<br />

spiriti alla contemplazione<br />

<strong>della</strong> conclusione <strong>della</strong> vita<br />

terrena <strong>di</strong> quel Bambino che<br />

quando venne la pienezza dei<br />

tempi apparve all’orizzonte<br />

<strong>della</strong> storia umana.<br />

La statua del Crocefisso<br />

<strong>di</strong> Terranova riporta agli inizi<br />

del ’500, epoca in cui la devozione<br />

alla ”Vittima del<br />

Gòlgota” era praticata in particolare<br />

dai francescani, i<br />

quali la propagavano quando<br />

si spostavano da un paese<br />

all’altro per le pre<strong>di</strong>che quaresimali<br />

o per i panegirici<br />

nelle feste dei santi che le varie<br />

comunità celebravano.<br />

Si rileva dai verbali <strong>della</strong><br />

visita pastorale eseguita nel<br />

1586 dal vescovo <strong>di</strong> Mileto,<br />

all’epoca il napoletano Marcantonio<br />

Del Tufo, che nelle chiese<br />

parrocchiali e filiali <strong>della</strong> vasta<br />

<strong>di</strong>ocesi non erano state ancora<br />

erette cappelle de<strong>di</strong>cate al Crocefisso<br />

1 . I visitatori del 1630 poterono<br />

constatare invece che nel corso<br />

<strong>di</strong> quei quarantaquattro anni d’intervallo<br />

erano state costruite alcune<br />

chiese e cappelle sotto il titolo<br />

del Crocefisso 2 .<br />

Sul finire del ’500 e per tutto il<br />

’600, e seppure con frequenza decrescente<br />

anche nei secoli seguenti<br />

fino ai nostri giorni, furono commissionati<br />

statue o gruppi statuari<br />

del Crocifisso ad artisti noti e poco<br />

noti, religiosi e laici, perché in<br />

L’Alba <strong>della</strong> <strong>Piana</strong><br />

I CROCIFISSI DI PALMI E<br />

TERRANOVA SAPPO MINULIO<br />

Antonio Tripo<strong>di</strong><br />

ogni chiesa non mancasse il riferimento<br />

concreto e visibile del sacrificio<br />

cruento col quale l’Uomo -<br />

Dio riconciliò l’umanità con la <strong>di</strong>vinità.<br />

Si pensi al Crocifisso <strong>di</strong> Cutro,<br />

che si mostra con espressioni <strong>di</strong>-<br />

Il Crocifisso <strong>di</strong> Terranova<br />

verse a seconda del punto <strong>di</strong> osservazione.<br />

Il volto del Cristo si<br />

vede sofferente guardandolo da sinistra,<br />

sorridente dal centro e nella<br />

serenità <strong>della</strong> morte da destra 3 .<br />

Sorsero contemporaneamente le<br />

confraternite, ormai la maggior parte<br />

estinte, e le poche ancora in funzione<br />

ridotte nel numero degli aderenti,<br />

de<strong>di</strong>cate al “Santissimo Crocefisso”<br />

od anche alle “Cinque Piaghe<br />

<strong>di</strong> Nostro Signore Gesù Cristo”.<br />

Nei luoghi vicini a Palmi ed a<br />

Terranova si ricordano la confraternita<br />

<strong>di</strong> Cinquefron<strong>di</strong>, fondata il<br />

23 agosto 1719, e quella <strong>di</strong> Melicucco,<br />

documentata esistente nel<br />

1727 4 .<br />

Per questi sodalizi, che furono<br />

le prime forme <strong>di</strong> associazionismo<br />

laicale nella Chiesa e che tanto bene<br />

operarono al servizio delle comunità,<br />

pur se non mancavano e<br />

non mancano motivi ed occasioni<br />

per contrasti, in questo mondo che<br />

vorrebbe essere <strong>di</strong>ssacratore<br />

ma che non riesce a <strong>di</strong>ssacrarsi,<br />

si è iniziata da tempo la parabola<br />

<strong>di</strong>scendente che in<br />

tempi più o meno brevi porterà<br />

alla probabile estinzione.<br />

La pietà popolare manifestò<br />

in ogni tempo ed in ogni<br />

modo la partecipazione al<br />

mistero del Gòlgota. Inni, coroncine,<br />

poesie, preghiere furono<br />

composti da anime ispirate<br />

che infondevano nelle<br />

loro composizioni l’intimo<br />

dramma vissuto nella me<strong>di</strong>tazione<br />

<strong>della</strong> passione del<br />

Redentore.<br />

Per l’occasione, l’anno<br />

scorso a cura <strong>della</strong> Sezione <strong>di</strong><br />

Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Palmi<br />

sono stati esposti due rosari,<br />

due poesie ed una lauda<br />

drammatica in onore del<br />

Crocifisso, testimonianze <strong>della</strong> perenne<br />

presenza del mistero <strong>della</strong><br />

morte <strong>di</strong> Cristo nella vita <strong>di</strong> quanti<br />

credono in lui.<br />

Nel territorio <strong>della</strong> ”<strong>Piana</strong>” è<br />

ancora vivo l’eco del miracolo del<br />

Santissimo Crocefisso <strong>di</strong> Terranova,<br />

avvenuto in Palmi l’ormai lontano<br />

20 <strong>di</strong> luglio 1533, riportato<br />

dal sacerdote terranovese Paolo<br />

Gualtieri nel suo Leggendario dei<br />

ss. martiri <strong>di</strong> Calabria, pubblicato<br />

nel 1630 a Napoli 5 . Narrò il pio<br />

ecclesiastico che a quell’epoca<br />

l’immagine <strong>della</strong> Madonna del<br />

Soccorso <strong>di</strong> Palmi era oggetto <strong>di</strong><br />

venerazione anche dalle popola-<br />

Gennaio 2010 Pagina 3


zioni dei centri viciniori. I fedeli <strong>di</strong><br />

Terranova si recarono in processione<br />

con la confraternita che portava<br />

il proprio Crocifisso per do<strong>di</strong>ci<br />

miglia <strong>di</strong> strada scoscesa e<br />

sconnessa. Quando la statua del<br />

Figlio giunse nella chiesa del Soccorso<br />

<strong>di</strong> Palmi, e si trovò <strong>di</strong> fronte<br />

all’immagine <strong>della</strong> Madre, cominciò<br />

a sudare sangue da ogni parte<br />

del corpo. La commozione dei<br />

presenti fu tale che tutti ruppero in<br />

pianto e con animo contrito imploravano<br />

la <strong>di</strong>vina misericor<strong>di</strong>a. Per<br />

tramandare ai posteri la memoria<br />

dell’evento miracoloso, il notaio<br />

Antonio Oliva <strong>della</strong> vicina Seminara,<br />

probabilmente tra i pellegrini,<br />

fu incaricato <strong>di</strong> compilare un<br />

pubblico istrumento, purtroppo <strong>di</strong>sperso,<br />

che si conosce dalla trascrizione<br />

del citato Gualtieri 6 .<br />

Il termine ”immagine” in riferimento<br />

alla Madonna porta alla<br />

supposizione che poteva trattarsi<br />

<strong>di</strong> un quadro. Probabilmente era<br />

quello ”<strong>di</strong> tavola pinto ad oglio<br />

con l’imagine <strong>della</strong> Madonna del<br />

Soccorso con le cornici et le colonne<br />

adorate ” che il 25 ottobre<br />

1586 fu ammirato dal vescovo<br />

Marcantonio Del Tufo e dal suo<br />

seguito nel corso delle visita pastorale<br />

effettuata in quella chiesa 7 .<br />

Testimonianze <strong>della</strong> devozione<br />

filiale dei citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Terranova al<br />

loro ”Vecchio”, come affettuosamente<br />

chiamano il loro Crocefisso,<br />

sono il componimento drammatico<br />

intitolato ”Melos concinendum”,<br />

musicato dal sacerdote Giuseppantonio<br />

Barba, maestro <strong>di</strong> cappella,<br />

ed eseguito la prima volta nella<br />

chiesa il 3 maggio 1754; un’altra<br />

melo<strong>di</strong>a italo – latina, un inno e<br />

tante poesie 8 .<br />

Il quarto centenario del miracolo<br />

è stato celebrato l’anno 1933,<br />

nel corso dell’Anno Santo <strong>della</strong><br />

Redenzione, indetto dal pontefice<br />

Pio XI in ricordo dei <strong>di</strong>ciannove<br />

secoli trascorsi dalla morte del Signore.<br />

E … non è da escludere che<br />

la processione dei fedeli <strong>di</strong> Terranova,<br />

snodatasi sotto il sole cocente<br />

del 20 luglio 1533, non sia stata<br />

L’Alba <strong>della</strong> <strong>Piana</strong><br />

suggerita dalla ricorrenza quin<strong>di</strong>ci<br />

volte centenaria <strong>della</strong> Redenzione.<br />

In un libro sulla devozione al<br />

Crocefisso venerato a Terranova, lo<br />

storico locale Raffaele Germanò ha<br />

scritto che “era consuetu<strong>di</strong>ne, in<br />

occasione <strong>della</strong> festa <strong>di</strong> Maria Vergine<br />

del Soccorso, portare nella<br />

città <strong>di</strong> Palmi dai paesi circonvicini<br />

le immagini più miracolose” 9 . Ma<br />

nell’opera del padre Fiore, dalla<br />

quale assicura <strong>di</strong> avere attinto la<br />

notizia, nessun accenno si legge in<br />

riferimento a tale ”consuetu<strong>di</strong>ne” 10 .<br />

Nel narrare il ”fatto inau<strong>di</strong>to”<br />

che si sarebbe verificato alle ore<br />

21 del 27 marzo 1638, quell’anno<br />

sabato delle Palme, in occasione<br />

<strong>di</strong> una scorreria <strong>di</strong> pirati in Terranova,<br />

lo stesso Germanò tramanda<br />

che, dopo aver sfondato la porta<br />

<strong>della</strong> sagrestia, un gruppo <strong>di</strong> quegli<br />

infedeli penetrò nella chiesa del<br />

Crocefisso illuminandosi il percorso<br />

con torce a vento. Presa la venerata<br />

statua, dopo averla estratta<br />

dalla nicchia sopra l’altare maggiore<br />

da due dei più robusti <strong>di</strong><br />

quegli uomini, fu portata fuori dalla<br />

chiesa ad un centinaio <strong>di</strong> passi<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza. Il capo aveva or<strong>di</strong>nato<br />

<strong>di</strong> cospargerla <strong>di</strong> pece e <strong>di</strong> darle<br />

fuoco, affinché le fiamme per<br />

sempre la togliessero alla venerazione<br />

dei fedeli. Ma mentre quei<br />

sacrileghi stavano per mettere in<br />

esecuzione il loro nefando <strong>di</strong>segno<br />

fuggirono sorpresi ed impauriti<br />

dalle scosse <strong>di</strong> terremoto avvertite<br />

in quel momento 11 .<br />

L’autore del libro ha consentito<br />

alquanta libertà alla fantasia, lasciandosi<br />

condurre ad errori che è<br />

bene considerare derivanti da ingenuità.<br />

Le ore 21 <strong>di</strong> quell’epoca<br />

corrispondevano alle tre pomeri<strong>di</strong>ane<br />

attuali, e nella chiesa quelle<br />

torce a vento in mano ai pirati erano<br />

d’impaccio. Se il fatto inau<strong>di</strong>to<br />

accadde nel XV secolo, come<br />

scritto dal Germanò, la <strong>di</strong>fferenza<br />

<strong>di</strong> due secoli può essere trascurata<br />

solo se il tempo si misura con<br />

l’orologio dell’eternità 12 .<br />

Il venerato Crocefisso, incastonato<br />

in un’artistica pala marmorea<br />

dentro una nicchia cruciforme,<br />

troneggia sopra l’altare maggiore<br />

dell’omonimo santuario, affidato<br />

negli anni ’70 dal vescovo Santo<br />

Bergamo ai religiosi Missionari<br />

dell’evangelizzazione, fondati dal<br />

p. Vincenzo Idà.<br />

La solenne festa liturgica si celebra<br />

ogni anno il 3 maggio. Il<br />

giorno precedente, sul mezzogiorno,<br />

il simulacro viene rimosso dalla<br />

pala che lo incastona e si espone<br />

alla venerazione dei fedeli davanti<br />

all’altare. La sera si porta nella<br />

chiesa parrocchiale, dove alle ore<br />

11,00 del giorno tre si celebra la<br />

messa. Segue la processione per le<br />

vie del paese, con la partecipazione<br />

<strong>di</strong> devoti coperti <strong>di</strong> spine, detti<br />

spinati, ed al termine la statua<br />

rientra nel santuario, dove rimane<br />

esposta fino al termine <strong>della</strong> messa<br />

celebrata alle ore 11,00 dell’ultima<br />

domenica <strong>di</strong> maggio.<br />

Il santuario è meta <strong>di</strong> pellegrinaggi,<br />

sia <strong>di</strong> gruppi che <strong>di</strong> famiglie<br />

o <strong>di</strong> singoli fedeli provenienti anche<br />

da luoghi lontani, tutti i giorni<br />

dell’anno.<br />

Per poter riferire sul convento<br />

dei Riformati <strong>di</strong> Palmi, e quin<strong>di</strong><br />

sul Crocefisso venerato in quella<br />

chiesa, è necessario anzitutto fare<br />

chiarezza su alcuni elementi <strong>di</strong><br />

confusione che sono stati introdotti<br />

da alquanto tempo a questa parte.<br />

Non può essere razionalmente<br />

sostenibile che i Riformati fossero<br />

presenti nella città nell’anno 1537 o<br />

venti anni dopo. Infatti la Strictior<br />

Observantia, nota come la Riforma<br />

Serafica ed in forma breve col nome<br />

<strong>di</strong> Riforma, in Calabria fu riconosciuta<br />

con l’istituzione <strong>della</strong> Custo<strong>di</strong>a<br />

nel 1586 e successivamente<br />

<strong>della</strong> Provincia nel 1638 13 .<br />

Pertanto i Riformati presero<br />

stanza in Palmi nel 1621, come attestano<br />

il Napoleone ed il già citato<br />

Fiore. Realisticamente quest’ultimo<br />

affermò che il convento<br />

dell’Annunziata era stato fondato<br />

nel 1537 dal padre Antonio dell’Osservanza,<br />

originario <strong>di</strong> Palmi,<br />

e che fu “ceduto” nel 1621 ai confratelli<br />

<strong>della</strong> Riforma 14 .<br />

Gennaio 2010 Pagina 4


La data concorda con il contenuto<br />

<strong>della</strong> <strong>di</strong>chiarazione emessa<br />

dalla commissione composta dai<br />

quattro padri incaricati <strong>della</strong> ricognizione,<br />

che il 6 gennaio 1724 attestarono<br />

che sopra una lapide posta<br />

sul frontespizio <strong>della</strong> chiesa si<br />

leggeva che il convento era abitato<br />

da circa un secolo dai frati <strong>della</strong><br />

Riforma 15 .<br />

Si apprende dalla stessa relazione<br />

che venti anni prima era stata<br />

iniziata la ricostruzione del convento<br />

dalle fondamenta, nello stesso sito,<br />

perché non più adatto alle esigenze<br />

<strong>della</strong> comunità religiosa 16 .<br />

Il convento, già abitato, era stato<br />

costruito con le offerte dei<br />

devoti <strong>della</strong> città e col lavoro<br />

dei frati, ed al momento erano<br />

pronte ventidue celle e due sale<br />

delle quali una era in comune<br />

perché a<strong>di</strong>bita a deposito<br />

degli indumenti e <strong>della</strong> biancheria<br />

dei religiosi.<br />

Non si era ancora potuto<br />

sistemare la biblioteca. I sacri<br />

arre<strong>di</strong> e paramenti e le suppellettili<br />

erano riposti in una cella<br />

a<strong>di</strong>acente alla chiesa in attesa<br />

del completamento <strong>della</strong> nuova<br />

sagrestia. Nel convento era<br />

in funzione l’infermeria, e le<br />

me<strong>di</strong>cine per la farmacia erano<br />

offerte con grande carità<br />

dai farmacisti benefattori.<br />

L’olio e la frutta per la comunità<br />

si producevano nell’orto,<br />

ch’era cinto completamente<br />

da muri, con un perimetro <strong>di</strong><br />

circa mezzo miglio. Per la<br />

mancanza <strong>di</strong> censi e <strong>di</strong> legati, <strong>di</strong><br />

terreni, <strong>di</strong> vigne e <strong>di</strong> boschi, i religiosi<br />

vivevano con l’elemosine che<br />

provenivano dalla questua nella città.<br />

La pubblica amministrazione<br />

elargiva spontaneamente ogni anno<br />

al convento trentacinque ducati,<br />

che l’amministratore (detto sindaco<br />

apostolico) spendeva per le necessità<br />

<strong>della</strong> comunità dei religiosi 17 .<br />

Su questo convento, come<br />

sull’intera Calabria centromeri<strong>di</strong>onale,<br />

detta all’epoca Calabria Ultra,<br />

si abbatté la violenza delle<br />

scosse telluriche che nei giorni 5 e<br />

L’Alba <strong>della</strong> <strong>Piana</strong><br />

7 febbraio 1783 seminarono lutti e<br />

<strong>di</strong>sperazione nelle popolazioni. Si<br />

produssero lesioni <strong>di</strong> una certa<br />

gravità sia al convento che alla<br />

chiesa, tanto che si dovette procedere<br />

alla demolizione del frontespizio<br />

sino al piano del Cornicione,<br />

del campanile e del muro laterale<br />

rivolto a levante, perché pericolanti.<br />

Inoltre era necessaria la<br />

ricostruzione <strong>di</strong> un dormitorio per<br />

i frati 18 .<br />

Soppresso dalle leggi francesi,<br />

dal decreto del 7 agosto 1809 o dal<br />

successivo del 10 gennaio 1811, il<br />

convento fu ripristinato nel 1822<br />

assieme a molti altri nella regione 19 .<br />

L’attaccamento ai frati francescani<br />

è testimoniato dal testamento<br />

olografo <strong>di</strong> Gaetano Grassi pubblicato<br />

il 3 febbraio 1848, col quale<br />

erano lasciati cento ducati per la<br />

celebrazione <strong>di</strong> messe in suffragio<br />

delle anime dello stesso testatore e<br />

<strong>della</strong> propria madre 20 Il Crocifisso <strong>di</strong> Palmi<br />

.<br />

Il convento rimase in funzione<br />

fino al 1866, anno in cui il nuovo<br />

governo italiano il 7 luglio decretò<br />

la soppressione <strong>di</strong> tutti gli or<strong>di</strong>ni<br />

religiosi. La fine <strong>della</strong> presenza dei<br />

Figli del Poverello in Palmi si ri-<br />

leva dalla comunicazione <strong>della</strong><br />

Sottoprefettura <strong>della</strong> città in data 4<br />

febbraio 1867, contenente l’assicurazione<br />

che fino all’ultimo i frati si<br />

erano allontanati dai locali del<br />

convento 21 .<br />

Nella seduta consiliare del 28<br />

novembre 1866 fu riconosciuto<br />

che “la Chiesa annessa a tale Fabbricato<br />

si rende necessaria ed utile<br />

a quella parte <strong>di</strong> abitanti che <strong>di</strong>morano<br />

in quel Quartiere, non essendovene<br />

altra vicina per adempiere<br />

essi agli servigi religiosi” 22 .<br />

Nella delibera del 12 ottobre<br />

1868 fu precisato che “la quale<br />

Chiesa come accessoria del Convento<br />

il Municipio potrà chiudere<br />

o tenere aperta al pubblico,<br />

avvertendo che in<br />

quest’ultimo caso saranno a<br />

suo carico le spese tutte relative,<br />

come altresì dell’Ufficiatura.<br />

In la quale essendo prescelto<br />

un religioso <strong>della</strong> soppressa<br />

Congregazione, questi<br />

dovrà svestire l’abito monastico,<br />

e vestire invece quello <strong>di</strong><br />

prete secolare”. Non sono necessarie<br />

profonde riflessioni<br />

per comprendere che si voleva<br />

far <strong>di</strong>menticare il passato<br />

francescano <strong>della</strong> chiesa 23 .<br />

Partiti i frati, la chiesa fu<br />

gestita dal Comune. E fu a<strong>di</strong>bita<br />

a seggio elettorale, ad aula<br />

<strong>di</strong> tribunale, a sala per comizi<br />

ed altro. La mattina del<br />

23 ottobre 1892 l’on. Rocco<br />

De Zerbi espose il programma<br />

elettorale ai citta<strong>di</strong>ni per le<br />

elezioni che si dovevano svolgere<br />

il successivo 6 novembre 24 .<br />

Nonostante tante pubbliche<br />

profanazioni, il vescovo Luigi<br />

Carvelli non volle inter<strong>di</strong>rla per il<br />

timore che il Municipio potesse<br />

trarre motivo per demolire gli altari<br />

facendo scempio delle opere<br />

d’arte <strong>della</strong> chiesa 25 .<br />

Però, bisogna sottolineare che<br />

il sindaco, cav. Pasquale Suriano,<br />

in data 20 novembre 1883 aveva<br />

rassicurato il Vescovo <strong>di</strong> Mileto<br />

che la chiesa degli ex-Riformati<br />

“fu dal Comune sempre a<strong>di</strong>bita al<br />

Gennaio 2010 Pagina 5


Culto Cattolico, ed a tale scopo la<br />

s’intende conservare, e se per<br />

mancanza d’ampi locali qualche<br />

volta si dovette a<strong>di</strong>bire per uffici<br />

civili”. Essendo in costruzione il<br />

teatro comunale, il problema sarebbe<br />

stato risolto 26 .<br />

Ma … nove anni dopo il problema<br />

era più grave <strong>di</strong> prima. Probabilmente<br />

al moderato Suriani era<br />

succeduto sulla poltrona <strong>di</strong> primo<br />

citta<strong>di</strong>no un massone.<br />

L’ultima <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> devozione<br />

fu offerta nel 1875, con la<br />

proposta <strong>di</strong> utilizzare il complesso<br />

convento-chiesa per sede <strong>della</strong><br />

<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Palmi <strong>della</strong> quale proprio<br />

in quegli anni era stata richiesta<br />

l’istituzione 27 .<br />

Oggi rimane soltanto la chiesa<br />

con le capriate in vista, tipiche <strong>della</strong><br />

povera architettura francescana,<br />

e per fortuna anche le opere d’arte<br />

che nel corso dei secoli l’ornarono.<br />

Sull’altare maggiore è collocato il<br />

Crocefisso descritto a “figura intera<br />

eretta su la croce, <strong>di</strong> proporzioni<br />

al naturale e <strong>di</strong>pinto con cupo e<br />

tragico verismo. Il corpo si piega<br />

arcuato sui pie<strong>di</strong> <strong>di</strong>suniti, la testa è<br />

abbassata fortemente. Opera forse<br />

monastica del periodo sec. XVII -<br />

XVIII” 28 .<br />

Non è dato sapere se l’ignoto<br />

autore del Crocefisso fosse un laico<br />

oppure uno dei tanti frati crocifissari<br />

che popolavano i conventi<br />

nel ’600, ma era un credente che<br />

nel modo <strong>di</strong> plasmare la materia<br />

seppe consegnare per i secoli la<br />

sua retta devozione sulla passione<br />

del Cristo Redentore.<br />

Lo stesso si può osservare riguardo<br />

all’altrettanto ignoto scultore<br />

del Crocefisso <strong>di</strong> Terranova<br />

Sappo Minulio, classificato “artisticamente<br />

<strong>di</strong> modesto interesse” 29 .<br />

In una lapide marmorea posta alla<br />

sommità <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>cola affrescata<br />

fuori dall’attuale centro abitato,<br />

fino ad alcuni anni ad<strong>di</strong>etro si leggeva<br />

: “In questo luogo santo / nel<br />

XIII secolo / fu dal prospiciente<br />

Molochiello / scorta e poi ritrovata<br />

/ in un roveto miracoloso / la tormentata<br />

immagine / del SS. Croce-<br />

L’Alba <strong>della</strong> <strong>Piana</strong><br />

fisso / venerato in Terranova” si<br />

vorrebbe datare la statua appunto<br />

al XIII secolo 30 .<br />

In ogni caso le due statue non<br />

possono essere state eseguite dalla<br />

stessa mano, perché in contrasto<br />

con le date del miracolo del 1533 e<br />

dell’arrivo dei Riformati nel 1621.<br />

La <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> un secolo non è<br />

trascurabile, e alle leggende non<br />

può e non deve essere riconosciuto<br />

valore storico.<br />

La chiesa <strong>di</strong> Palmi, non più del<br />

convento, ma tuttora e per<br />

l’avvenire nota col tra<strong>di</strong>zionale titolo<br />

del Crocefisso, nella francescana<br />

eleganza invita al raccoglimento<br />

ed alla preghiera e ricorda<br />

agli uomini che hanno varcato la<br />

soglia del terzo millennio dell’era<br />

cristiana il bene spirituale <strong>di</strong>spensato<br />

in più <strong>di</strong> due secoli dai Figli<br />

del Poverello <strong>di</strong> Assisi.<br />

Il riconoscimento non deve andare<br />

soltanto a quelli che per dovere<br />

<strong>di</strong> ministero o per devozione in<br />

tanti anni s’impegnarono prima<br />

per la conservazione e poi per i restuari<br />

<strong>della</strong> chiesa. E si ricordano il<br />

defunto vescovo <strong>di</strong> Mileto mons.<br />

Vincenzo De Chiara, il canonico<br />

Filippo Papalia ed altri fra gli ecclesiastici,<br />

e la signora Enza Posterino<br />

Bagalà fra i laici.<br />

Il ringraziamento, dal profondo del<br />

cuore <strong>di</strong> credenti, deve essere tributato<br />

a Lui, all’Innocente che dalla<br />

perfi<strong>di</strong>a degli uomini fu condannato<br />

“al <strong>di</strong>sonor del Golgota”,<br />

accompagnandolo con la promessa<br />

che la me<strong>di</strong>tazione dei Suoi dolori<br />

ci renderà più buoni e maggiormente<br />

a Lui devoti.<br />

ABBREVIAZIONI :<br />

ASDM = Archivio Storico Diocesano <strong>di</strong> Mileto<br />

ASRC = Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Reggio Calabria<br />

SAS Pm = Sezione <strong>di</strong> Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Palmi<br />

not. = protocollo del notaio<br />

istr. = istrumento<br />

ob. = obbligo<br />

f. = foglio<br />

n. n. = non numerati<br />

N O T E:<br />

1 ASDM, Visite pastorali 1586 (1° - 4°).<br />

2 ASDM, Visite … 1630 (5°).<br />

3 Santuario SS. Crocifisso - Cutro, Bologna<br />

1974, p. 9; D. NERI, Scultori francescani<br />

del Seicento in Italia, Pistoia 1952, pp. 28 -<br />

33; L. RIZZICA, Il Crocifisso <strong>della</strong> chiesa<br />

dell’Annunziata <strong>di</strong> Palmi, in ”Banca Popolare<br />

Cooperativa <strong>di</strong> Palmi” (1994), n. 3, p. 67.<br />

4 A. TRIPODI, Sulle fonti per la storia delle<br />

confraternite <strong>della</strong> <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Oppido Mamertina<br />

- Palmi, in P. BORZOMATI (a cura <strong>di</strong>),<br />

Calabria Cristiana (Atti del convegno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>,<br />

Palmi - Cittanova 21 - 25/11/1994), Soveria<br />

Mannelli 2001, pp. 391, 392, 407, 410.<br />

5 P. GUALTIERI, Leggendario dei ss. martiri<br />

<strong>di</strong> Calabria, Napoli 1630, p. 360; G. LA<br />

ROSA, Profilo storico dell’antica Terranova,<br />

Roma 1983, p. 44.<br />

6 Ivi, pp. 360 - 361.<br />

7 ASDM, Visite … 1586 (4°), f. 656v; A.<br />

TRIPODI, Le chiese <strong>di</strong> Palmi nel 1586, in ”Calabria<br />

Letteraria” XLV (1997), nn. 4-6, p. 64.<br />

8 R. GERMANÒ, Cenni storici del SS. Crocifisso,<br />

Taurianova 1960, pp. 60 - 63.<br />

9 R. GERMANÒ, Santuario del SS. Crocifisso<br />

<strong>di</strong> Terranova Sappo<strong>minulio</strong> (RC), Taurianova<br />

1998, p. 55.<br />

10 G. FIORE, Della Calabria illustrata (2°),<br />

Napoli 1743 (rist. anast. Bologna s. d.), pp.<br />

266 - 267.<br />

11 R. GERMANÒ, Santuario … , pp. 49 - 50.<br />

12 Ivi, pp. 48 - 49.<br />

13 ARCHIVIO PROVINCIALE dei FRATI<br />

MINORI - CATANZARO, Status Provinciae<br />

Reformatorum Sanctorum septem Martyrum,<br />

Fundatae in Custo<strong>di</strong>am 1586 in Provinciam<br />

1638 (con l’annotazione in fondo alla paginafrontespizio<br />

che il prezioso manoscritto ”Appartiene<br />

a questo con(ven)to <strong>della</strong> SS. Annunz(iat)a<br />

<strong>di</strong> Tropea”), relazione del convento<br />

dell’Annunziata <strong>di</strong> Palmi del 6 gennaio 1724.<br />

14 G. FIORE, Della …, p. 418; V. F. LUZZI, Le<br />

”memorie” <strong>di</strong> Uriele Maria Napolione, Reggio<br />

Calabria 1984, p. 219.<br />

15 ARCHIVIO PROVINCIALE …, relazione .<br />

16 Ivi.<br />

17 Ivi.<br />

18 SAS Pm, not. M. A. SORIANO, ob.<br />

16/05/1783; D. FERRARO, La chiesa del<br />

Crocifisso dei monaci, in ”Banca Popolare<br />

Cooperativa <strong>di</strong> Palmi” (1994), n. 3, p. 58.<br />

19 U. CALDORA, Calabria Napoleonica, Napoli<br />

1960 (rist. anast. Cosenza 1985), p. 227.<br />

20 SAS Palmi, not. F. P. LONGO, test.to<br />

03/02/1848.<br />

21 ASRC, fondo Prefettura, serie 2°, inv. 17,<br />

b. 162, fasc. 8.<br />

22 ASDM, cart. Palmi - chiese, f. n. n..<br />

23 Ivi.<br />

24 Ivi.<br />

25 Ivi.<br />

26 Ivi.<br />

27 D. FERRARO, La chiesa …, pp. 57 - 58.<br />

28 A. FRANGIPANE (a cura <strong>di</strong>), Inventario degli<br />

oggetti d’arte d’Italia (2°) - Calabria,<br />

Roma 1933, p. 295.<br />

29 A. FRANGIPANE (a cura <strong>di</strong>), Inventario …,<br />

p. 323.<br />

30 R. CONDÒ, Terranova e il culto del SS.<br />

Crocifisso, in ”Brutium” LXVIII (1989), n.<br />

2, p. 14.<br />

Gennaio 2010 Pagina 6

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!