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Il corpetto nella storia - Clitt

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2. IL CORPETTO NELLA STORIA<br />

<strong>Il</strong> <strong>corpetto</strong> è l’indumento femminile che ricopre il busto,<br />

senza maniche, con o senza spalline, più o meno scollato,<br />

di solito aderente al corpo. Nella sua evoluzione i modelli e<br />

i materiali della confezione ne hanno determinano la terminologia:<br />

corsetto, bustino, top, corpino, bustier e corsage.<br />

Utilizzato per più occasioni come capo intimo, capo estivo<br />

o come parte del vestito da sera; nell’accezione maschile<br />

corrisponde al gilet o panciotto.<br />

2.1 L’antichità<br />

La valorizzazione attraverso le forme degli indumenti del<br />

busto femminile è stata affrontata in modo diverso <strong>nella</strong><br />

<strong>storia</strong>; ora esaltando ora mortificando la rotondità del seno,<br />

sono state inventate e utilizzate grande varietà di strutture<br />

vestimentarie, a volte nascoste.<br />

Tutte le civiltà antiche hanno magnificato il seno <strong>nella</strong> rappresentazione<br />

delle loro dee come simbolo di fecondità.<br />

Una delle prime scollature della <strong>storia</strong> dell’umanità è anche la<br />

più audace: all’inizio del secondo millennio a.C. le donne<br />

cretesi portavano un corsetto che sosteneva il seno alla base<br />

e lo metteva in evidenza, esibito e totalmente scoperto.<br />

Emblema di questo ideale femminile sono le statuette votive<br />

di terracotta che offrono la visione del seno quale simbolo<br />

di fertilità.<br />

Anche le donne egizie circolavano con il seno scoperto;<br />

indossavano una veste semplice e diritta con bretelle, la<br />

kalasiris di lino ampia e trasparente.<br />

I proto-reggiseni fecero la loro comparsa con la civiltà greca.<br />

In epoca classica, nel V secolo a.C., le donne adottarono<br />

una larga striscia di tela o di cuoio che aveva la funzione<br />

di dare forma ai fianchi e al petto, lo strophion.<br />

Le donne romane, sotto le indumenta, portavano lunghe<br />

strisce di tela di lino, zona, che veniva avvolta attorno al<br />

torace per sostenere il seno e ridurne il volume.<br />

Dalla fine dell’antichità greco romana al Medioevo, il corpo<br />

femminile era avvolto da una benda, unica biancheria intima,<br />

che comprimeva il seno sotto gli ampi drappeggi.<br />

1. La dea Tiara di Cnosso, vestita con un corsetto molto aderente a<br />

maniche corte<br />

2. Figura femminile egizia dalla tomba di Merneptach-Siptach<br />

3. Giovani donne raffigurate in un mosaico della Villa Romana del<br />

Casale, Piazza Armerina<br />

<strong>Il</strong> <strong>corpetto</strong> <strong>nella</strong> <strong>storia</strong><br />

1<br />

1<br />

2<br />

3


1<br />

<strong>Il</strong> <strong>corpetto</strong> <strong>nella</strong> <strong>storia</strong><br />

2.2 Corsetti e corpetti<br />

Dal XIV secolo gli abiti sottolineavano<br />

la figura dando risalto alla<br />

magrezza e alla verticalità gotica: il<br />

vestito aderiva strettamente alla<br />

parte alta del corpo, tanto da far<br />

supporre l’uso di un <strong>corpetto</strong> stringato<br />

che cingeva il busto. Questa<br />

struttura costringeva il seno fino<br />

quasi a nasconderlo dando risalto al<br />

ventre, sottolineato dal portamento<br />

della figura, secondo i valori del<br />

puritanesimo cristiano.<br />

La parte superiore dell’abito che<br />

individua la “fascia d’indossamento”,<br />

riceve in area franco-borgognona la<br />

1. Carlo Crivelli, Venezia (1445-1502), S. Maria Maddalena,<br />

Montefiore dell’Aso, chiesa di Santa Lucia<br />

2. Disegno di un <strong>corpetto</strong> stringato indossato sulla tunicella,<br />

Bibliothèque des Arts décoratifs, Parigi<br />

3. Disegno di un modello di “casso” in uso nel XIV secolo<br />

2<br />

definizione tecnica di corsage o corset,<br />

in Italia la stessa parte prende il<br />

nome di imbusto.<br />

In epoca rinascimentale compare il<br />

<strong>corpetto</strong> scollato e senza maniche,<br />

confezionato separatamente come<br />

capo esterno, rinforzato e stringato<br />

in più punti. Sostiene il seno comprimendolo<br />

verso l’alto e delinea le<br />

generose scollature spesso velate dalla<br />

leggerissima batista della camicia.<br />

Attillato e reso rigido da un rivestimento<br />

in tela inamidata, era interamente<br />

impunturato e rinforzato da<br />

numerosi fili d’ottone: si presentava<br />

2<br />

aperto sul centro davanti e sui fianchi<br />

e modellava il corpo con asole e<br />

lacci, dando forma al vestito.<br />

La possibilità di agganciare al <strong>corpetto</strong><br />

le maniche tramite nastri e<br />

ganci permetteva “la moda delle<br />

maniche preziose” lavorate separatamente,<br />

in tessuto diverso e intercambiabili.<br />

3


2.3 Dalla rigidità alla virtù<br />

Nel Cinquecento l’abbigliamento divenne più imponente e<br />

più rigido. Si assiste alla fine di un periodo di equilibrio tra<br />

natura e <strong>storia</strong> e all’inizio di tensioni religiose tra cattolici<br />

e protestanti, destinate a condurre ben presto lotte intestine<br />

e guerre.<br />

L’abito femminile è separato in due strutture che vanno<br />

assumendo una forma sempre più rigida; il corsetto e il verdugo;<br />

si afferma “la moda steccata” che appiattisce il ventre,<br />

affina la vita e conferisce al busto l’aspetto di un cono<br />

sostenuto da stecche. Le steccature potevano essere di<br />

legno, d’avorio, di madreperla incisa, d’argento, d’acciaio o<br />

di costole di balena ed erano infilate nei foderi cuciti nell’imbottitura<br />

del <strong>corpetto</strong>.<br />

L’influenza della moda spagnola costruisce una silhouette femminile<br />

rigida e innaturale: il busto dell’abito assume l’aspetto<br />

di un imbuto rigido che costringe la donna in posizione perennemente<br />

eretta <strong>nella</strong> forma di due coni contrapposti.<br />

I busti in acciaio, busc, testimoniati da rari esemplari in<br />

vari musei d’Europa, erano veri strumenti di tortura, proibiti<br />

a Venezia e considerati antigienici e causa di interruzione<br />

di gravidanze.<br />

Nel Seicento al corsetto si aggiunse una nuova steccatura:<br />

le pièce d’estomac, un prolungamento del busc che sporgeva<br />

in fuori sul ventre.<br />

Uno slogan dell’epoca con riferimento al corsetto diceva:<br />

“contiene i forti, sostiene i deboli, riconduce gli smarriti”.<br />

1. Gheeraerts il Giovane, Ritratto di Elisabetta I, 1592 circa<br />

2. Busto femminile in acciaio, metà del secolo XVI, Italia<br />

3. P.P. Rubens, Autoritratto con la moglie Isabella, Alte Pinakothek,<br />

Monaco, 1609-10<br />

2<br />

<strong>Il</strong> <strong>corpetto</strong> <strong>nella</strong> <strong>storia</strong><br />

3<br />

1<br />

3


<strong>Il</strong> <strong>corpetto</strong> <strong>nella</strong> <strong>storia</strong><br />

2.4 <strong>Il</strong> <strong>corpetto</strong> esterno<br />

Alla corte francese di Versailles<br />

cominciarono a moltiplicarsi i discorsi<br />

libertini e la scollatura si fece sempre<br />

più profonda. Mentre la parte<br />

inferiore dell’abito si ammorbidisce<br />

sul panier, la moda si focalizza sul<br />

busto e sul <strong>corpetto</strong> che appare in più<br />

varianti, decorato da una serie di fiocchi<br />

di seta, come nei ricchi abiti di<br />

Madame Pompadour.<br />

L’interno dei corpetti del 1700 era di<br />

stoffa comune, di tela grezza impunturata,<br />

mentre l’esterno era confezionato<br />

in damasco, raso, broccato<br />

di seta e le decorazioni più raffinate<br />

e preziose si concentravano sulla<br />

pettorina triangolare.<br />

Anche i corsetti erano vere opere<br />

d’arte e di poesia, come quelli di<br />

faglia rosa, bordati di pelle bianca e<br />

rinforzati con giunchi. <strong>Il</strong> taglio del<br />

capo risulta complesso, costituito da<br />

un numero variabile di pezzi che ne<br />

determinano le varie tipologie: completamente<br />

balenati, balenati a<br />

metà, aperti dietro, davanti e dietro,<br />

sui fianchi per le donne incinte, più<br />

corti davanti per cavalcare.<br />

<strong>Il</strong> bustaio, maestro d’arte, prende le<br />

4<br />

misure, taglia i vari pezzi, segna la<br />

disposizione delle stecche; le cucitrici<br />

eseguono le impunture interne<br />

dove andranno inserite le stecche e<br />

provvedono ad aggiungere altri rinforzi,<br />

tela gommata o carta. Un’altra<br />

serie di stecche andranno posizionate<br />

a configurare la sagoma del <strong>corpetto</strong>,<br />

in senso trasversale, intorno<br />

alla gabbia toracica, sotto la scollatura<br />

e sul seno, in modo da determinare<br />

la linea e la curvatura desiderata.<br />

<strong>Il</strong> sostegno principale del busto<br />

aperto sul dorso o delle pettorine<br />

triangolari è costituito da una grossa<br />

stecca posta nel centro davanti, il<br />

busc. Se il <strong>corpetto</strong> prevede l’apertura<br />

centrale sul davanti, i buscs diventano<br />

due, uno per parte. Solo alla<br />

fine, questa struttura, che doveva<br />

avere una perfetta vestibilità, veniva<br />

rivestita in tessuto pregiato e rifinita<br />

da fine passamaneria.<br />

Dal XVI secolo fino alla fine del XIX,<br />

il corsetto non fu mai osteggiato<br />

dalle donne borghesi in quanto considerato<br />

simbolo di superiorità<br />

sociale, necessità imperiosa di<br />

distinguersi dal popolo.<br />

2 3 4<br />

1<br />

1. Boucher, Madame Pompadour, Alte<br />

Pinakothek, Monaco, 1756<br />

2. Corsetto del terzo-quarto del XVIII<br />

secolo, busto rigido in due pezzi,<br />

taffetas blu moiré, galloncino dorato,<br />

fodere in tela di lino, Museo Stibbert,<br />

Firenze<br />

3. Corpetto chiuso nel mezzo davanti,<br />

faldine larghe che girano intorno al<br />

punto vita, maniche decorate al fondo<br />

con drappeggio sagomato a cannoncini,<br />

Museo Stibbert, Firenze<br />

4. Corpetto in due pezzi, di gros de Tour<br />

liseré broccato a fondo azzurro, con<br />

falda lunga in vita sagomata, Museo<br />

Stibbert, Firenze


2.5 La libertà illuminista<br />

In epoca illuminista, l’appello di Jean Jacques Rousseau per<br />

un ritorno alla semplicità e naturalità riuscì ad influenzare<br />

persino i nobili, infatti alcune marchese slacciarono i corsetti<br />

ed iniziarono ad allattare, cosa considerata “rivoluzionaria”.<br />

Con la rivoluzione francese gli abiti si fecero molto più semplici<br />

e pratici e la moda circolò trasversalmente tra i diversi<br />

strati sociali della popolazione. Le nobildonne si invaghirono<br />

di un tipo di abbigliamento da popolana: un piccolo corsetto<br />

senza armatura posto sulla camicia ed abbinato ad una gonna<br />

arricciata.<br />

<strong>Il</strong> Direttorio riportò in auge la libertà dell’antica moda classica<br />

e, per la prima volta dopo secoli, le donne abbandonarono<br />

panieri e corsetti.<br />

<strong>Il</strong> seno veniva sostenuto da un semplice giubbino di tela<br />

posto tra la cintura alta e l’immensa scollatura. La moda privilegiava<br />

le trasparenze, la mussolina e il tulle; le scollature<br />

delle merveilleus e le nudità spumeggianti provocarono molte<br />

polmoniti e molte morti.<br />

2.6 Tra Restaurazione e Romanticismo<br />

Mentre l’Ottocento si avvia a diventare il secolo del busto, si<br />

riscopre il piacere di valorizzare il volume del seno con scollature<br />

da spalla a spalla, in contrasto con il vitino da vespa.<br />

Nel il 1828 l’ufficio brevetti di Parigi registrò 64 invenzioni<br />

nel campo della corsetteria: un grande passo nel miglioramento<br />

di questo capo intimo è dovuto agli occhielli metallici<br />

in cui far passare i lacci e ad altri meccanismi che ne facilitarono<br />

l’uso. <strong>Il</strong> 1848 segnò un’altra data importante <strong>nella</strong><br />

<strong>storia</strong> del corsetto: la messa a punto dell’allacciatura detta<br />

alla paresseuse (alla pigra), con sistema di lacci elastici che<br />

permetteva di vestirsi e di svestirsi senza l’aiuto di una domestica,<br />

un marito o un amante.<br />

La donna romantica rimase prigioniera del corsetto e della<br />

crinolina nell’inseguire la linea a clessidra che la moda le<br />

imponeva e gli eccessi del corsetto raggiunsero il paradosso.<br />

Nei cataloghi si poteva scegliere fra corsetti nuziali, da ballo,<br />

in raso bianco, con poche o molte stecche di balena, da<br />

viaggio, con linguette da allentare la notte per dormire, per<br />

il velocipede, di maglia, in pelle di daino grigio perla o camoscio,<br />

confezionati all’uncinetto con filo di seta colorato. Le<br />

stoffe e i merletti consentivano di realizzare modelli fantasiosi.<br />

I bustai abbinavano pizzi di Chantilly e Valenciennes a<br />

nastri in tessuto pechino, al broccato di seta, alla garza di<br />

lino o alla trina d’Irlanda.<br />

<strong>Il</strong> <strong>corpetto</strong> <strong>nella</strong> <strong>storia</strong><br />

1. J.L. David, Ritratto di Angelica e Antonio Mongetz,<br />

particolare, Museo del Louvre, Parigi,1812<br />

2. Devéria, <strong>Il</strong> momento di andare a letto, litografia,<br />

Bibliotèque des Arts Décoratifs, Parigi<br />

5<br />

1<br />

2


<strong>Il</strong> <strong>corpetto</strong> <strong>nella</strong> <strong>storia</strong><br />

2.7 Dal busto alla guaina<br />

All’Esposizione Universale di Parigi del 1900 furono presentati<br />

capi di intimo che attirarono l’attenzione dei critici:<br />

tra gli altri un corsetto che conteneva e sosteneva il<br />

ventre senza comprimere lo stomaco né le costole. Diversi<br />

i nomi dei vari tipi: l’invisibile, l’ideale, il mamellia, il<br />

corsetto seno dell’atelier Madame Cadolle, il senza pudore,<br />

l’espandibile ecc. Sono gli ultimi bagliori del busto<br />

liberty, che presto verrà abbandonato per l’influenza di<br />

couturiers francesi come Poiret, Callot e Paquin che<br />

impongono linee sciolte e a fuso, influenzate da atmosfere<br />

orientali, che non segnano il punto vita.<br />

Cominciava ad emergere un nuovo tipo di donna ben rappresentata<br />

da figure come la scienziata Madame Curie, che<br />

riceve il premio Nobel, la scrittrice Matilde Serao che dirige<br />

un giornale, Anna Kuliscioff che guida le masse operaie.<br />

I dottori ovunque si pronunciano contro la moda corrente<br />

a favore di un abbigliamento comodo, igienico e di<br />

una vita all’aria aperta.<br />

<strong>Il</strong> corsetto di moda nel 1913 diventa più cedevole: cinge<br />

il corpo da sotto il seno fin quasi alle ginocchia: una<br />

sorta di guaina elasticizzata che contiene il volume dei<br />

fianchi in tutt’uno con la vita, esaltando così le spalle.<br />

Per la prima volta la donna alla moda non era strizzata<br />

in vita, stava eretta in posizione più naturale, ma impedita<br />

nel camminare e nel piegarsi.<br />

Intanto dall’America arrivano progetti di corsetteria<br />

moderna: Mary Phelps Jacobs, più nota con lo pseudonimo<br />

di Carezza Crosby, brevettò un nuovo modello costituito<br />

da due fazzoletti e uno stretto nastro, uno dei primi<br />

esempi di reggiseno. Fino alla metà degli anni Venti questo<br />

moderno indumento privo di stecche, morbido, corto,<br />

che appiattisce e separa il seno con naturalezza viene<br />

6<br />

indossato sotto gli abiti da<br />

ricevimento e da cocktail<br />

realizzati in stoffe leggere e<br />

semitrasparenti.<br />

Dopo la prima guerra mondiale<br />

la passione per la<br />

danza contagiò tutte le<br />

donne, al ritmo di charleston,<br />

jazz e tango: i vestiti<br />

sciolti a sottoveste scoprivano<br />

la schiena e le spalle,<br />

le braccia nude e le gambe<br />

erano sempre più esposte<br />

allo sguardo.<br />

Alla fine degli anni Venti i<br />

capi intimi alla moda, proposti<br />

dai grandi magazzini Printemps a Parigi, erano<br />

coordinati da guaine, sottogonna, mutande, tracolle per<br />

il seno, sottovesti e corsetti assortiti di buona qualità,<br />

confezionati a mano nei colori bianco, nero, crema, rosa<br />

e, per le più sofisticate, in jersey di seta con disegni a<br />

farfalle, ornati di piume o ricami in seta policroma.<br />

3<br />

1. Pubblicità dei Corsets de<br />

Luxe, Londra<br />

2. Guaina elasticizzata del<br />

1913, fotografia<br />

3. Pubblicità di corsetti dei<br />

Magazzini Printemps, anni<br />

Venti, Parigi<br />

1<br />

2


2.8 <strong>Il</strong> reggiseno tra moda e innovazione<br />

A partire dal 1926 cominciò a delinearsi la concezione<br />

moderna del reggiseno: la ditta Kestos company of America<br />

produsse modelli che separavano il seno, studiati sulle forme<br />

naturali del corpo. Gli anni Trenta rappresentarono un<br />

periodo straordinario per le innovazioni relative ai materiali,<br />

alle lavorazioni e allo studio delle forme. Le ditte di corsetteria<br />

iniziarono a proporre versioni steccate di reggiseni<br />

realizzati in varie misure e verso la fine del decennio comparve<br />

un modello senza spalline con armatura.<br />

Negli anni Quaranta, l’uso di imbottiture di gomma dette<br />

una nuova forma a questo indumento, la cui linea, nel<br />

decennio successivo, fu esasperata tramite impunture circolari<br />

che irrigidivano la stoffa.<br />

<strong>Il</strong> New Look di Dior nel ’47 lancia la linea a corolla: il vestito<br />

torna a disegnare il corpo femminile, le spalle piccole, la<br />

vita stretta in una piccola guêpière che esalta il busto, la<br />

gonna ampia in sbieco e strizzata in vita.<br />

Negli anni Cinquanta prolifera la produzione di corsetteria<br />

innovativa: diviene popolare la versione del balconcino<br />

senza spalline, indossata sotto abiti dalle spalle scese, dagli<br />

ampi décolleté che promuove una figura femminile rassicurante<br />

e maggiorata sul calibro delle dive del cinema, in questo<br />

decennio i produttori propongono anche una versione di<br />

reggiseno per adolescenti.<br />

Gli anni Sessanta videro una maggiore varietà di modelli e<br />

il miglioramento della qualità con l’impiego di tessuti contenenti<br />

lycra che permettevano una maggiore libertà di<br />

movimento. Dagli anni Settanta sono stati prodotti reggiseni<br />

in un unico pezzo con l’ausilio di stampi di fibre termoplastiche;<br />

una nota di costume ci fa ricordare che le femministe<br />

americane si oppongono all’uso del corpo per piacere<br />

all’altro sesso e danno fuoco ai loro reggipetti prendendoli<br />

a simbolo della costrizione femminile.<br />

2<br />

<strong>Il</strong> <strong>corpetto</strong> <strong>nella</strong> <strong>storia</strong><br />

1. Manifesto pubblicitario per il “reggiseno” della Kestos, 1935<br />

2. Pubblicità della ditta Rèard, Parigi<br />

3. La guêpière Star in pizzo nero del 1956, Bibliotèque Forney,<br />

Parigi<br />

7<br />

1<br />

3


<strong>Il</strong> <strong>corpetto</strong> <strong>nella</strong> <strong>storia</strong><br />

2.9 Tra revival e nuove proposte<br />

Tra le proposte degli stilisti dell’ultima generazione<br />

riemerge il corsetto quale simbolo della vanità femminile,<br />

in un mix di proposte di capi destrutturati, tra modernità,<br />

archeologia e citazionismo, da sembrare pura fantasia<br />

sul corpo.<br />

Busto-icona da idolatrare, feticcio per nuovi desideri<br />

estremi che impone ancora una volta il sacrificio delle<br />

stecche, la tenuta stretta delle stringhe. La riscoperta<br />

della broderie e del corsetto in pizzo si accoppia alle lunghe<br />

e ampie gonne setose da sera, ornate di volant e<br />

colorate romanticamente.<br />

A volte il corsetto riprende la sua forma storica: indossato<br />

sotto una camiciola, stretto intorno alla vita di<br />

vespa o tagliato sotto il seno, può trasformarsi in camicia-bustier<br />

o top stringato.<br />

Per Man Ray è il busto greco, bianco, classico e legato;<br />

per Issey Miyake è un calco rosso, brillante creazione<br />

pura; per Jean Paul Gaultier è il corsetto-cult, con coppe<br />

a cono, che ha vestito Madonna; per Dolce & Gabbana<br />

è recupero di seduzioni mediterranee.<br />

2<br />

8<br />

<strong>Il</strong> pudore e il gusto dell’esibizione sono le due costanti<br />

che si alternano <strong>nella</strong> <strong>storia</strong> della vestizione del corpo<br />

femminile, attraverso il linguaggio del corpo e della<br />

moda. <strong>Il</strong> corpo come “luogo” dell’apparire, come rappresentazione<br />

finalizzata alla seduzione.<br />

La spudoratezza “innocente” di oggi fa i conti con i modi<br />

persuasivi che invitano a spogliarsi. La nuova frontiera<br />

della seduzione è la moda lingerie che, uscita dal mondo<br />

dello spettacolo, della musica rock e, sollecitata da alcuni<br />

stilisti, ha travalicato il suo ruolo classico, inaugurando<br />

un nuovo stile habillé-deshabillé.<br />

Reggiseni e corpetti come quelli di una volta, con debite<br />

stecche e stringhe, fanno la parte del leone <strong>nella</strong> messa a<br />

punto della nuova donna. Ma non basta: trionfa la bian-<br />

1. Man Ray, Venere restaurata, assemblage: calco in gesso e spago,<br />

1936.<br />

2. J.P. Gaultier, corsetto per Madonna<br />

1


cheria prêt à porter versione abito da sera, ricca di ricami<br />

di baguettes, perline, canutiglie. Busto e gonna-balloon<br />

per un ritorno all’ottimismo della crinolina, come le proposte<br />

di Vivienne Westwood.<br />

La tendenza al nude look e alla leggerezza è una peculiarità<br />

della moda, <strong>nella</strong> quale il gioco dell’apparire si conduce<br />

scoprendo un pizzo, uno smerlo, un paio di spalline,<br />

una guêpière maliziosa.<br />

1 Calco rosso, Issey Miyake<br />

2 J.P. Gaultier, rivisitazioni, forme e colori<br />

3 Vivienne Westwood, Collezione “Cinque secoli fa…”, A/I 1997-98.<br />

<strong>Il</strong> <strong>corpetto</strong> <strong>nella</strong> <strong>storia</strong><br />

1 2<br />

9<br />

3

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