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In questo libro ci sono molti eventi della scrittura ... - Patrizio Marozzi

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<strong>In</strong> <strong>questo</strong> <strong>libro</strong> <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> <strong>molti</strong> <strong>eventi</strong> <strong>della</strong> <strong>scrittura</strong>, del commento e dell’analisi: letture e<br />

scritture, che si raccolgono e si leggono nel senso stesso dell’accadere, che va verso una<br />

sua rappresentazione più o meno drammatica, in cui il significato dell’analisi di chi scrive<br />

e legge cerca la verità che contiene la realtà, nei momenti stessi dell’accadere, mentre<br />

accade, nell’opinione come nello stato d’animo che ne cerca la soluzione, spesso al di là<br />

degli ostacoli che si determinano nelle analisi e nei fatti stori<strong>ci</strong> osservati.<br />

Frammenti di un giorno, pag.536<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

Frammenti di un giorno<br />

La…….<br />

La distruzione di un mondo comporta che il mondo stesso muoia e, credo muoia per<br />

sempre. Il perché il male rappresentato e agito per il mio nocumento trova azione, senza<br />

nessuna motivazione che non sia quella dell’odio – parlo di un odio, profondo, immondo,<br />

come solo quello che più invisibile appare, che si trasforma e assume il significato di un<br />

potere che ha la giustificazione nella morte stessa <strong>della</strong> consapevolezza – di umani in<br />

fondo dediti allo scopo <strong>della</strong> profanazione <strong>della</strong> verità con l’azione stessa di un satana, così<br />

lampante da trovare l’assolvimento di un bene mar<strong>ci</strong>o come lo può essere solo quello che<br />

il male scambia per bene, in <strong>questo</strong> contesto la più labile essenza del sentimento del potere<br />

assume dimensione legittima ma immonda nella trasformazione <strong>della</strong> verità in male, a cui<br />

il potere da libero sfogo trasformandolo in piacere del bene e giustizia in, <strong>questo</strong> la<br />

profanazione del bene si completa con l’azione <strong>della</strong> menzogna che sfregia la verità<br />

affermandosi su di essa, in un atto compulsivo e dannato, in cui il piano culturale delle<br />

profanazione cerca in ogni modo di svilire la bellezza <strong>della</strong> verità: un dannato che odia a<br />

tal punto che cerca di distruggere l’altro ignorando del tutto il significato del proprio fare<br />

sulla percezione del bene: il dannato che accusa chi non lo è di esserlo, per trasformare il<br />

bene in male, il male per bene. La dannazione appartiene sempre a una coalizione<br />

molteplice di persone e pensiero, anche diverse tra loro, ma simili, divisi ma alleati nella<br />

pazzia compulsiva per distruggere l’intransuente del bene per una verità che li esalti:<br />

Cristo in croce è la spaventosa affermazione di <strong>questo</strong> quotidiano che non si riconosce, di<br />

questa eternità senza eternità, che si ripete uguale: dei <strong>molti</strong> delle famiglie e assemblee<br />

umane<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Thursday, January 02, 2003 12:28 PM<br />

Subject: tempi verbali<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura.letteratura.italiana<br />

Sent: Thursday, January 02, 2003 12:29 PM<br />

Subject: tempi verbali<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>"


Newsgroups: it.media.tv<br />

Sent: Thursday, January 02, 2003 12:30 PM<br />

Subject: tempi verbali<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.economia<br />

Sent: Thursday, January 02, 2003 12:32 PM<br />

Subject: tempi verbali<br />

Rai.it forum- “primo piano”<br />

Oggetto: tempi verbali<br />

Data: 02-01-2003 alle 12:34<br />

“ piacessi<br />

MP<br />

Ma non mi piac<strong>ci</strong>ono quei film, che non mi fanno emozionare subito, se c’è da pensare o<br />

riflettere per qualche istante mi annoio, è come se le mie emozioni fossero staccate dal mio<br />

pensiero, non ho bisogno di capire per sentirmi emozionare, nel senso a me il pensare non<br />

mi emoziona affatto, a me sembrano sceme quelle persone che trovano piacere per<br />

esempio, stando ferme a guardare un tramonto, o il movimento del mare o un ramo che si<br />

flette con il vento, o stanno ad ascoltare il suono prodotto dal movimento dell’aria.<br />

PM<br />

A me piac<strong>ci</strong>ono queste cose, che so trovo bello anche che le mie emozioni cerchino un<br />

significato in quel che spontaneamente la natura <strong>ci</strong> comunica, e che i miei pensieri trovino<br />

in <strong>questo</strong> un motivo per emozionarsi lo trovo un modo per dare profondità al significato<br />

delle emozioni, un modo per comunicare con gli aspetti più veri e sempli<strong>ci</strong> ed<br />

emozionarmi <strong>della</strong> loro naturale complessità. Del resto il significato delle cose e delle<br />

nostre azioni è nella profondità del significato dell’esperienza <strong>della</strong> nostra comunicazione,<br />

anche nell’immediata profondità del significato delle proprie parole; che <strong>sono</strong> sì profonde<br />

proprio in virtù <strong>della</strong> realtà più naturale e complessa, che dà azione e movimento al nostro<br />

essere che agisce ed emozionalmente è parte<strong>ci</strong>pe del significato <strong>della</strong> verità, che anche lo<br />

riguarda, ma è anche più ampia delle possibilità <strong>della</strong> ragione: in fondo è l’amore<br />

l’equilibrio più grande dell’emozioni. Non credo, vedi, per <strong>questo</strong>, che il tempo che<br />

intercorre tra il pensiero e l’emozioni sia meno rapido di un’emozione che allontana il<br />

pensiero - anzi sovente è proprio il contrario.<br />

MP<br />

Di<strong>ci</strong> che se io dico ch’è troppo complicato, per esempio quello che mi stai dicendo, è solo<br />

perché trovo complicato stare a guardare il mare, e per <strong>questo</strong> finisco per dirti che sei<br />

cervellotico perché non riesco a capire le emozioni che mi comunichi quando sei in<br />

silenzio, a cui non riesco ad asso<strong>ci</strong>are nessuna esperienza personale che superi il<br />

significato delle mie parole che del resto <strong>sono</strong> lontane dalle mie emozioni e, finisco che<br />

quando parlo o agisco con te è solo per provare delle emozioni anche se esse non hanno<br />

nessun significato, se non quello di sentire un’emozione, che così non può che essere<br />

qualcosa che più o meno mi esalti in conseguenza del dominare ed esser dominati, un<br />

ruolo di potere che determina il mio agire al di là del significato di bene o male, ma solo<br />

nel significato di vero o falso in conseguenza di un ruolo di potere?!


PM<br />

Trovo la tua risposta per certi versi sorprendente, nel senso che l’allontanamento del<br />

pensiero così espresso da te dà all’azione quel modo inconsulto che ha come scopo la<br />

ricerca <strong>della</strong> propria affermazione, che storicamente è stata sempre espressa<br />

nell’esaltazione di uno stori<strong>ci</strong>smo che partendo dalle emozioni cercasse attraverso il loro<br />

sentire la determinazione di vero sulla verità stessa dell’esperienza”. <strong>In</strong> questa<br />

interpretazione e momenti stori<strong>ci</strong> l’affermazione di dominio è quella che dice quale sia il<br />

significato di verità in conseguenza del potere che determina l’emozione di dominio: in<br />

<strong>questo</strong> prin<strong>ci</strong>pio di esaltazione la logica che tutto nega per dare significato di grandezza a<br />

tutto quel che lo riguarda, dà ai comportamenti più volgari la capa<strong>ci</strong>tà emotiva di dominio<br />

e attraverso essi l’atteggiamento arrogante che dice quale sia il significato <strong>della</strong> verità. <strong>In</strong><br />

<strong>questo</strong> paradosso dell’esaltazione dell’esasperazione delle emozioni umane dei più<br />

frustrati, o resi tali, si cerca tramite l’affermazione emotiva dei comportamenti più<br />

superfi<strong>ci</strong>ali quale sia il significato <strong>della</strong> realtà in base al dominio che si ha sull’altro, o altri.<br />

Tale dominio avviene, per <strong>questo</strong> senso, vieppiù per mezzo <strong>della</strong> distruzione <strong>della</strong><br />

comunicazione come fonte di conoscenza, che amplifica la parte<strong>ci</strong>pazione emotiva<br />

nell’agire tra gli individui. Per fare un esempio lampante, anche se lontano nel tempo<br />

accaduto, l’obbligo di portare la stella di Davide degli ebrei durante il nazismo, dava la<br />

possibilità dell’affermazione emotiva, a tutte quelle persone che nel controllo<br />

dell’applicazione di tale apparente insignificante atto trovavano l’autorità per dare al<br />

proprio sentire emotivo l’esaltazione dell’affermazione <strong>della</strong> verità. Questi gesti violenti<br />

che ancora ora nella sua espressione di significato avvengono – se pur sembravo<br />

insignificanti - finiscono sempre per le logiche delle dinamiche del dominio, del potere,<br />

per sfo<strong>ci</strong>are nel loro parossismo e generare morte. Ora di certo, la tua risposta non mi ha<br />

sorpreso perché non è andata a finire subito in <strong>questo</strong> ambito, ma per il fatto che<br />

quest’ambito è ora in maggior modo espresso in un non senso comunicativo che fa <strong>della</strong><br />

risposta asso<strong>ci</strong>ativa nella comunicazione fonte di esaltazione emotiva per sentirsi<br />

dominanti e superiori all’altro. Sempre più sovente in <strong>questo</strong> tempo effimero <strong>ci</strong>ò è<br />

espresso da gesti del tipo verbale che determinano un’azione corrispondente, e allora il<br />

semplice dire qua o là, o guarda, o l’alzare un brac<strong>ci</strong>o, in modo più o meno sgarbato, per<br />

indicare o attirare o meglio distogliere l’attenzione psichica dell’altro, servono solo per far<br />

fare qualcosa all’altro e in <strong>questo</strong> percepire una sorta di dominio e potere, intelligenza<br />

superiore a quella dell’altro e, <strong>ci</strong>ò in maggior ragione quando questi “tempi verbali”, male<br />

interpretano o non hanno alcun senso “nella capa<strong>ci</strong>tà reale di agire nel significato reale<br />

<strong>della</strong> comunicazione esperita”. Certo il fatto che tu abbia trovato un momento di risposta<br />

per la mia domanda non ti ha dato la necessità di applicare il tuo dominio, ma non è detto<br />

per <strong>questo</strong> che tu non trovi più conveniente sentirti emozionalmente dominate e darti a<br />

quei tempi verbali di cui ti ho parlato, tanto più che <strong>ci</strong>ò non infi<strong>ci</strong>a il processo di potere<br />

so<strong>ci</strong>ale, ch’è governato da un processo mentale che fa dello stimolo alla competizione<br />

darwiniana l’esperienza acclarante la verità.<br />

MP<br />

Comunque in sostanza le possibilità d’incontro, non <strong>sono</strong> più come era qualche epoca fa<br />

dove un blocco culturale serviva per dare ai processi <strong>della</strong> comunicazione un punto<br />

d’incontro per una legittimità moralmente controllata, ma che poteva essere legittima!<br />

PM


Certo ora si può affermare che potenzialmente c’è più libertà, ma cosa avviene in effetti.<br />

Spazio ridotto culturalmente, per una comunicazione culturale tra le persone a favore di<br />

spazi d’incontro surrettizi, dove poter mediare il controllo culturale superando i limiti del<br />

blocco culturale che non esiste più – per solo una rappresentazione di comodo che<br />

giustifichi la surrettizia libertà <strong>della</strong> comunicazione: un invenzione <strong>della</strong> trasgressione, che<br />

finisce per essere blocco culturale <strong>della</strong> reale comunicazione con se stessi e gli altri per gli<br />

individui che hanno modi non surrettizi nella comunicazione di se stessi. E a quest’oggi,<br />

ancora alcuni, paradossalmente su <strong>questo</strong> blocco culturale cercano e trovano spazi<br />

ipoteti<strong>ci</strong> per una moralità legittimamente controllata, ma che sembra, libera. “<br />

Frammenti di un giorno<br />

Spider per <strong>libro</strong><br />

----- Original Message -----<br />

From: <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

To: domenica@ilsole24ore.com<br />

Sent: Tuesday, December 17, 2002 3:06 PM<br />

Subject: Spider <strong>ci</strong>nema<br />

Spider<br />

Ho appena letto la recensione di Escobar, sul vostro inserto culturale <strong>della</strong> domenica:<br />

“Domenica”, di: “Spider” film di Gronenberg David. Anti<strong>ci</strong>po che ho già visto <strong>questo</strong> film,<br />

prima di Domenica 15 Dicembre e che l’ò trovato, per intensità forma registica, fotografia,<br />

re<strong>ci</strong>tazione, equilibrato come pochi altri, veloce e stimolante come ogni opera creativa che<br />

ha in sé l’originalità del suo autore – credo che sia uno dei migliori film <strong>della</strong> storia del<br />

<strong>ci</strong>nema, sicuramente degli ultimi anni. Fatta questa premessa passo al motivo per cui vi<br />

scrivo, o scrivo al recensore Roberto Escobar. Immagino che lui sia a conoscenza delle<br />

intenzioni del regista, comunque mi ha las<strong>ci</strong>ato lo stesso perplesso la chiave di lettura che<br />

ha inteso dare al vissuto <strong>della</strong> storia del protagonista del film, e in <strong>questo</strong> l’esplicazione<br />

dell’intenzioni del regista. Io, guardando il film non ho potuto non riflettere un attimo su<br />

alcune opere di David Lynch e mi è parsa subito evidente la differenza tra la<br />

“documentazione in tempo reale del film Spider e il tempo rappresentativo dei<br />

meravigliosi Film di Lynch – <strong>ci</strong>to Velluto blu dove la rappresentazione simbolico<br />

Freudiana trasla tutto il film, o Cuore Selvaggio dove il flusso del racconto si apre alle<br />

amplificazioni junghiane e, oltre nella riduzione <strong>ci</strong>nematografica dello sceneggiato<br />

televisivo e in un altro film, forse l’ultimo, di cui in <strong>questo</strong> momento, mentre vi scrivo, non<br />

ricordo il titolo, dove le storie rappresentate hanno perso la connotazione di “soggetto”<br />

per mostrar<strong>ci</strong> il mondo interiore in una psiche collettiva che non ha un più un<br />

“protagonista <strong>ci</strong>nematografico” ma che rappresenta i “protagonisti del film, come


espressione stessa dell’evolversi di una psiche immaginaria senza “corpo”. Spider è un<br />

film diretto nell’approc<strong>ci</strong>o rappresentativo dei simboli”, sia <strong>ci</strong>nematograficamente, nei<br />

movimenti di macchina; sia nella velo<strong>ci</strong>tà del film, nella crudezza <strong>della</strong> re<strong>ci</strong>tazione Spider-<br />

Fiennes. Ora quello che mi ha las<strong>ci</strong>ato un po’ perplesso, espresso nella recensione di<br />

Escobar, è quel vedere nella rappresentazione del sintomo espresso da Spider un<br />

significato traslato asso<strong>ci</strong>ativo di stampo freudiano dove l’incons<strong>ci</strong>o finisce elusivamente<br />

in funzione di un atto censorio esclusivo dei significati sessuali, che riducono il simbolo a<br />

sintomo patologico <strong>della</strong> percezione sessuale del significato <strong>della</strong> comunicazione, la<br />

comunicazione che censura se stessa per atto di un tabù culturale che cerca d’infrangere il<br />

totem dell’identità collettiva. <strong>In</strong> sostanza tutto può avere un altro significato, basta che<br />

rappresenti il totem espresso dai tabù. Non continuo oltre per questa strada, ho detto<br />

<strong>questo</strong>, perché se visto in questa ottica il film Spider, perde quella bellissima crudezza che<br />

vi è rappresentata – è ovvio che in tutto il film il conflitto personale e so<strong>ci</strong>ale espressovi è<br />

nel fattore <strong>della</strong> comunicazione”, dove la ricerca del significato è affidato a Spider e dove<br />

la verità viene assunta “dall’autorità”, che in definitiva “non riconosce lo stato di violenza<br />

percepito da Spider. Lo stato disso<strong>ci</strong>ativo” in cui si trova Spider perché non deve essere<br />

rappresentazione e conseguenza <strong>della</strong> violenza subita dalla morte <strong>della</strong> sua vera madre e<br />

del conflitto con la matrigna, conflitto che ha cercato di superare in un atto catartico che ha<br />

trasformato la realtà distruggendola, per il significato <strong>della</strong> realtà sottrattagli di cui non<br />

aveva più percezione del sentimento di amore che lo legava alla madre. Nel film il tratto<br />

simbolico non può essere rappresentato da quelle corde in quella stanza, se non come<br />

rappresentazione di difesa estrema di Spider che ritualizza la trappola con cui ha dato<br />

morte alla matrigna, con la corda, l’oggetto-mezzo che ha usato per uc<strong>ci</strong>derla. Eppure che<br />

il processo catartico stava assumendo valori di analisi era già evidente già prima del<br />

momento in cui Spider sembra utilizzare “il pezzo di vetro” sul suo polso e, lì, il regista in<br />

un attimo di non visto, pone lo stesso spettatore di fronte alla percezione che ha di Spider.<br />

Spider che nei comportamenti <strong>della</strong> direttrice <strong>della</strong> pensione sente la personalità <strong>della</strong><br />

“nuova moglie” del padre che lo ha privato <strong>della</strong> “madre” – gli stati di allu<strong>ci</strong>nazioni di cui<br />

soffre Spider, non tolgono al racconto <strong>ci</strong>nematografico la crudezza del realismo, ma<br />

rendono la storia “solo <strong>ci</strong>nematografica” - al punto culminate <strong>della</strong> risoluzione del<br />

processo catartico che lo ha portato a uc<strong>ci</strong>dere la matrigna, la conflittualità non può che<br />

stare” alle sue estreme conseguenze e questa nuova percezione seppur disso<strong>ci</strong>ata in Spider<br />

<strong>ci</strong> fa benissimo intendere che nella nuova attualizzazione del rituale” Spider può trovare la<br />

soluzione alla sua comunicazione interna - ora” l‘atto <strong>della</strong> morte è del tutto simbolico,<br />

Spider aspetta di vedere quello che succede, aspetta di riconoscerlo – scompare la<br />

matrigna e torna a guardare la direttrice <strong>della</strong> pensione. Sul piano simbolico del film, la<br />

scena finale in cui il direttore del manicomio è in macchina con Spider, <strong>ci</strong>tata da Escobar è<br />

aperta tra la comunicazione interiore di Spider, nel non “sapere del direttore del<br />

manicomio e quello che ha compreso lo spettatore. <strong>In</strong> conclusione di questa lettera dico<br />

che non ho conoscenza del <strong>libro</strong> di Patrick McGrath, ma anche l’avessi, credo, che le mie<br />

conclusioni sul film sarebbero le stesse.<br />

Cordialmente,<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

----- Original Message -----<br />

From: "System Administrator" <br />

To: <br />

Sent: Tuesday, December 17, 2002 3:05 PM<br />

Subject: Undeliverable: Spider <strong>ci</strong>nema


Your message<br />

><br />

> To: domenica@ilsole24ore.com<br />

> Subject: Spider <strong>ci</strong>nema<br />

> Sent: Tue, 17 Dec 2002 15:06:12 +0100<br />

><br />

> did not reach the following re<strong>ci</strong>pient(s):<br />

><br />

> domenica@ilsole24ore.com on Tue, 17 Dec 2002 15:05:11 +0100<br />

> The re<strong>ci</strong>pient name is not recognized<br />

> The MTS-ID of the original message is: c=it;a= ;p=il sole 24 ore;l=MIANTE010212171405XKSCTM90<br />

> MSEXCH:IMS:Il Sole 24 ORE:INTERNET:MIANTE01 0 (000C05A6) Unknown Re<strong>ci</strong>pient<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Tuesday, December 17, 2002 3:19 PM<br />

Subject: Lettera Aperta A "Domenica" del sole 24 ore<br />

[…]<br />

(non riuscendo in <strong>questo</strong> momento ad utilizzare e-mail del sole 24 spe<strong>ci</strong>fica)<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.arti.<strong>ci</strong>nema.recensioni<br />

Sent: Tuesday, December 17, 2002 3:21 PM<br />

Subject: Spider - Lettera Aperta A "Domenica" del sole 24 ore<br />

----- Original Message -----<br />

From: "Robot Moderatore" <br />

To: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Sent: Tuesday, December 17, 2002 3:21 PM<br />

Subject: Re: Spider - Lettera Aperta A "Domenica" del sole 24 ore<br />

> it.arti.<strong>ci</strong>nema.recensioni e` un gruppo moderato.<br />

><br />

> Il tuo articolo e` stato esaminato dal programma di moderazione automatica ed e` stato rifiutato:<br />

><br />

> Gli argomenti trattati <strong>sono</strong> solo ed esclusivamente legati<br />

> strettamente al <strong>ci</strong>nema ed in particolar modo alle recensioni dei film.<br />

> Ogni articolo deve contenere uno dei seguenti tag:<br />

><br />

> [RECE] per gli articoli contenenti recensioni o commenti su film<br />

> presenti in sala.<br />

><br />

> [RECE-ANTEPRIMA] per gli articoli contenenti recensioni o commenti su<br />

> film non ancora us<strong>ci</strong>ti in sala ma visti in anteprima a festival o<br />

> proiezioni spe<strong>ci</strong>ali.<br />

><br />

> [RECE-OLD] per gli articoli contenenti recensioni o commenti su film non più in sala.<br />

><br />

> [RECE-TV] per gli articoli contenenti recensioni o commenti su film visti in tv.<br />

><br />

> [RECE-VHS] per gli articoli contenenti recensioni o commenti su film visti in VHS.<br />

>


[RECE-DVD] per gli articoli contenenti recensioni o commenti su film visti in DVD.<br />

><br />

> Qualora non <strong>ci</strong> fosse uno di questi tag l'articolo verrà respinto.<br />

><br />

><br />

> [ADMIN] <strong>questo</strong> tag è riservato per le comunicazioni del moderatore.<br />

><br />

> Sono considerati OT, e quindi rifiutati, tutti gli articoli non<br />

> ascrivibili alle suddette categorie anche se riguardanti il <strong>ci</strong>nema.<br />

> (Per esempio "Qual è il miglior film di guerra?" o "Brad Pitt è<br />

> omosessuale!").<br />

><br />

> Viene tollerato un moderato scambio OT all'interno degli articoli (che dovranno essere comunque<br />

prin<strong>ci</strong>palmente IT) all'interno di thread iniziati totalmente IT.<br />

><br />

> Il newsgroup è moderato da Davide,,,, ogni comunicazione, suggerimento, critica o proposta di<br />

collaborazione è bene accetta.<br />

> <strong>In</strong>viare a moderatore_iacr(chioc<strong>ci</strong>olina)libero.it<br />

><br />

> [CODICE: anykeyword: No keyword found]<br />

><br />

><br />

> Per ulteriori informazioni puoi contattare il moderatore del gruppo<br />

> all'indirizzo moderatore_iacr@libero.it.<br />

><br />

> Cordialmente,<br />

> il robomoderatore.<br />

><br />

> ------- L'inizio dell'articolo da te inviato --------<br />

> From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

> Newsgroups: it.arti.<strong>ci</strong>nema.recensioni<br />

> Subject: Spider - Lettera Aperta A "Domenica" del sole 24 ore<br />

> X-Newsreader: Microsoft Outlook Express 6.00.2600.0000<br />

> Message-ID: <br />

> Date: Tue, 17 Dec 2002 14:20:54 GMT<br />

> Organization: [<strong>In</strong>fostrada]<br />

> Approved: robomod.it@computerville.it (1.21)<br />

> Sender: robomod.it@computerville.it<br />

> X-Mail-Path: vejo.computerville.it!scotty.uli.it!smtp1.libero.it!twister2.libero.it!news@twister2.libero.it<br />

> X-Moderatore: 1040134855.9825<br />

> X-Original-NNTP-Posting-Host: 151.27.187.87<br />

> X-Original-X-Complaints-To: abuse@libero.it<br />

> X-Original-X-Trace: twister2.libero.it 1040134854 151.27.187.87 (Tue, 17 Dec 2002 15:20:54 MET)<br />

><br />

> Spider<br />

><br />

> Ho appena letto la recensione di Escobar, sul vostro inserto culturale <strong>della</strong> domenica: "Domenica", di:<br />

"Spider" film di Gronenberg David. Anti<strong>ci</strong>po che ho già visto <strong>questo</strong> film, prima di Domenica 15 Dicembre e<br />

che l'ò trovato, per intensità forma registica, fotografia, re<strong>ci</strong>tazione, equilibrato come pochi altri, veloce e<br />

stimolante come ogni opera creativa che ha in sé l'originalità del suo autore - credo che sia uno dei migliori<br />

film <strong>della</strong> storia del <strong>ci</strong>nema, sicuramente degli ultimi anni. Fatta questa premessa passo al motivo per cui vi<br />

scrivo, o scrivo al recensore Roberto Escobar.<br />

><br />

><br />

----- Original Message -----<br />

From: <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

To: moderatore_iacr@libero.it


Sent: Tuesday, December 17, 2002 3:34 PM<br />

Subject: informazioni<br />

Dopo il rifiuto del robot - mi spieghi lei se il robot è stupido, Grazie<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

[…]<br />

(non riuscendo in <strong>questo</strong> momento ad utilizzare e-mail del sole 24 spe<strong>ci</strong>fica)<br />

----- Original Message -----<br />

From: "Davide De Santi" <br />

To: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Sent: Tuesday, December 17, 2002 4:15 PM<br />

Subject: Re: informazioni<br />

> From: <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

> >Dopo il rifiuto del robot - mi speghi lei se il robot è stupido, Grazie<br />

> ><strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

><br />

> Il robot è ovviamente stupido ma ha quasi sempre ragione.<br />

> Il problema del suo post è <strong>questo</strong>:<br />

><br />

> > Subject: Spider - Lettera Aperta A "Domenica" del sole 24 ore<br />

><br />

> Il subject in <strong>questo</strong> NG deve contenere una tag fra parentesi quadre,<br />

> in <strong>questo</strong> caso: [RECE]<br />

> Deve essere ESATTAMENTE così, in maiuscolo, tra parentesi e<br />

> senza spazi.<br />

> Davide<br />

><br />

><br />

----- Original Message -----<br />

From: <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

To: domenica@ilsole24ore.com<br />

Sent: Thursday, December 19, 2002 9:57 AM<br />

Subject: Spider – <strong>ci</strong>nema<br />

----- Original Message -----<br />

From: "System Administrator" <br />

To: <br />

Sent: Thursday, December 19, 2002 9:56 AM<br />

Subject: Undeliverable: Spider - <strong>ci</strong>nema<br />

> Your message<br />

><br />

> To: domenica@ilsole24ore.com<br />

> Subject: Spider - <strong>ci</strong>nema<br />

> Sent: Thu, 19 Dec 2002 09:57:03 +0100<br />

><br />

> did not reach the following re<strong>ci</strong>pient(s):<br />

><br />

> domenica@ilsole24ore.com on Thu, 19 Dec 2002 09:55:59 +0100<br />

> The re<strong>ci</strong>pient name is not recognized<br />

> The MTS-ID of the original message is: c=it;a= ;p=il sole 24 ore;l=MIANTE010212190855XKSC4R3N<br />

> MSEXCH:IMS:Il Sole 24 ORE:INTERNET:MIANTE01 0 (000C05A6) Unknown Re<strong>ci</strong>pient<br />

>


----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.arti.<strong>ci</strong>nema.recensioni<br />

Sent: Thursday, December 19, 2002 10:06 AM<br />

Subject: [RECE] Lettera Aperta A "Domenica" del sole 24 ore<br />

Ho appena letto la recensione<br />

[…]<br />

(non riuscendo in <strong>questo</strong> momento ad utilizzare e-mail del sole 24 spe<strong>ci</strong>fica)<br />

----- Original Message -----<br />

From: "Robot Moderatore" <br />

To: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Sent: Thursday, December 19, 2002 10:06 AM<br />

Subject: Re: [RECE] Lettera Aperta A "Domenica" del sole 24 ore<br />

> Il tuo articolo per il newsgroup moderato it.arti.<strong>ci</strong>nema.recensioni<br />

> e` stato ricevuto.<br />

> Gli e` stato assegnato il codice 1040288742.6456 ed e` stato mandato al moderatore del gruppo<br />

moderatore_iacr@libero.it per l'approvazione.<br />

><br />

> Cordialmente,<br />

> il robomoderatore.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "Robot Moderatore" <br />

To: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Sent: Thursday, December 19, 2002 11:36 AM<br />

Subject: Re: [RECE] Lettera Aperta A "Domenica" del sole 24 ore<br />

it.arti.<strong>ci</strong>nema.recensioni e` un gruppo moderato.<br />

Il tuo articolo e` stato esaminato dal moderatore ed e` stato rifiutato:<br />

Evidentemente abbiamo dei problemi di comunicazione.<br />

La [RECE] deve contenere ASSOLUTAMENTE il titolo del<br />

film nel soggetto (eventualmente aggiungendo altri commenti tipo<br />

Lettera aperta ecc.). Questo perchè il NG è SOLO di recensioni.<br />

Per ulteriori informazioni puoi contattare il moderatore del gruppo<br />

all'indirizzo "Davide De Santi" .<br />

Cordialmente,<br />

il moderatore.<br />

------- L'inizio dell'articolo te inviato --------<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.arti.<strong>ci</strong>nema.recensioni<br />

Subject: [RECE] Lettera Aperta A "Domenica" del sole 24 ore<br />

X-Newsreader: Microsoft Outlook Express 6.00.2600.0000<br />

Message-ID:


Date: Thu, 19 Dec 2002 09:05:41 GMT<br />

Organization: [<strong>In</strong>fostrada]<br />

Approved: robomod.it@computerville.it (1.21)<br />

Sender: robomod.it@computerville.it<br />

X-Mail-Path: vejo.computerville.it!scotty.uli.it!smtp3.libero.it!twister2.libero.it!news@twister2.libero.it<br />

X-Moderatore: 1040288742.6456<br />

X-Original-NNTP-Posting-Host: 151.27.195.232<br />

X-Original-X-Complaints-To: abuse@libero.it<br />

X-Original-X-Trace: twister2.libero.it 1040288741 151.27.195.232 (Thu, 19 Dec 2002 10:05:41 MET)<br />

Spider<br />

Ho appena letto la recensione di Escobar, sul vostro inserto culturale <strong>della</strong> domenica:<br />

"Domenica", di: "Spider" film di Gronenberg David. Anti<strong>ci</strong>po che ho già visto <strong>questo</strong> film,<br />

prima di Domenica 15 Dicembre e che l'ò trovato, per intensità forma registica, fotografia,<br />

re<strong>ci</strong>tazione, equilibrato come pochi altri, veloce e stimolante come ogni opera creativa che<br />

ha in sé l'originalità del suo autore - credo che sia uno dei migliori film <strong>della</strong> storia del<br />

<strong>ci</strong>nema, sicuramente degli ultimi anni. Fatta questa premessa passo al motivo per cui vi<br />

scrivo, o scrivo al recensore Roberto Escobar.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.arti.<strong>ci</strong>nema.recensioni<br />

Sent: Friday, December 20, 2002 10:43 AM<br />

Subject: [RECE] Spider al robomod.it@computerville.it Lettera Aperta A "Domenica" del<br />

sole 24 ore<br />

[…]<br />

(...non essendo rius<strong>ci</strong>to in nessun momento del mio tempo ad utilizzare l'e-mail<br />

informatica del sole 24 spe<strong>ci</strong>fica per "questa comunicazione:<br />

> domenica@ilsole24ore.com per mezzo <strong>della</strong> mia patrizio.marozzi@libero.it [From<br />

"System Administrator" Undeliverable: Spider - <strong>ci</strong>nema] )<br />

----- Original Message -----<br />

From: "Robot Moderatore" <br />

To: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Sent: Friday, December 20, 2002 10:46 AM<br />

Subject: Re: [RECE] Spider al robomod.it@computerville.it Lettera Aperta A "Domenica" del sole 24 ore<br />

> Il tuo articolo per il newsgroup moderato it.arti.<strong>ci</strong>nema.recensioni<br />

> e` stato ricevuto.<br />

> Gli e` stato assegnato il codice 1040377326.16949 ed e` stato mandato al moderatore del gruppo<br />

moderatore_iacr@libero.it per l'approvazione.<br />

><br />

> Cordialmente,<br />

> il robomoderatore.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.arti.<strong>ci</strong>nema.recensioni<br />

Sent: Friday, December 20, 2002 10:42 AM


Subject: [RECE] Spider al robomod.it@computerville.it Lettera Aperta A "Domenica" del sole 24 ore


----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Sunday, November 24, 2002 8:26<br />

Subject: .Io che penso?"<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.media.tv<br />

Sent: Sunday, November 24, 2002 8:28 PM<br />

Subject: .Io che penso?"<br />

“Prologo per un mio <strong>libro</strong>”<br />

Oggi mi <strong>sono</strong> trovato una parola sul vocabolario, una che non conoscevo, una che mi<br />

piaceva, poi ho incomin<strong>ci</strong>ato a pensare con quella parola, magari insieme a qualcuna in<br />

dialetto – non c’è pubbli<strong>ci</strong>tà che tenga, o frase aggiunta, non a caso dai media – che mi<br />

fac<strong>ci</strong>a pensare con questa parola. Voglio pensare con la mia testa, e voglio qualcuno che<br />

pensa con la sua testa, con parole nuove che sa costruire e inventare con quelle sul<br />

vocabolario, pensieri liberi, senza faziosità o prevaricazione, con cui comunicare. Se c’è<br />

qualcosa da fare, voglio farla e dirla, non dirla per non farla, come se le parole non fossero<br />

più mie. Se la comunicazione ha un significato, vuole dire che debbo pensare, quel che non<br />

è vero perché accade, ma non per <strong>questo</strong> il sentirmi dire quel che non è vero, deve voler<br />

dire che io non debba capire quel ch’è vero – ho le mie parole, per trovarne delle altre,<br />

magari facendo”, prima. E se per “potere” le parole agiscono, tanto da esserne<br />

imprigionate, non vuol dire che io debba usare queste parole per sentirmi vivere le<br />

emozioni dentro, per non comunicare con me stesso, attraverso l’uso delle parole<br />

“predominanti” che non appartengono a nessuno e che generano solo frustrazione e<br />

rivalsa, tanto che prigionieri del loro consenso dobbiamo accettare le azioni che le<br />

giustificano come fossero vere, per sentire che le nostre emozioni si affermano, per dar<strong>ci</strong><br />

sensazioni di “forza e vittoria”, quasi che la parola vita serva per morte e l’amore l’odio, la<br />

pace guerra. I pensieri si adeguano, così, ai significati delle parole derivate, con sinonimi<br />

che esprimono la perdita <strong>della</strong> verità ultima”, fino a contrapporsi con le azioni al<br />

“significato originale delle parole”, come mezzi che negano l’esistenza del significato delle<br />

azioni delle parole prime”. Questa tranvatura <strong>della</strong> libertà del comunicare serve per<br />

governare le emozioni in una sorta di atarassia vocabolare” a cui è più fa<strong>ci</strong>le adeguarsi,<br />

per non avvertire il disagio <strong>della</strong> perdita del consenso” – in un mare di consenso dove<br />

l’osservare è la visione di un atto orgiastico del non significato delle parole, come se nel<br />

ba<strong>ci</strong>o tra due persone che si amano, vi si veda non quelle persone, individui, ma<br />

l’espressione di un atteggiamento confuso negli slogan dei vocaboli più qualunquisti<strong>ci</strong> e<br />

insignificanti di cui è fornita la comunicazione di massa e media, tutta la vacuità delle<br />

parole espropriate del loro significato dell’aspetto meno superfi<strong>ci</strong>ale <strong>della</strong> comunicazione.<br />

Ma <strong>ci</strong>ò in realtà non è solo quello che vi si vede, ma quello che fa sì che quel ba<strong>ci</strong>o, in<br />

funzione di <strong>ci</strong>ò, renda consenziente e reale la sua rappresentazione so<strong>ci</strong>ale, il suo<br />

significato, e l’appagamento delle emozioni <strong>della</strong> comunicazione orgiastica, ch’è ben al di<br />

là di quella individuale e comune, dove lo stato di consapevolezza e responsabilità, ricerca<br />

il vero <strong>della</strong> comunicazione anche in ambito: di qual si voglia solitudine creativa e<br />

comunicativa. “Quella orgiastica pone un baratro alla comunicazione” distogliendo il<br />

linguaggio”, la sua possibilità nei confronti degli spazi interiori – che vivono


nell’individuo – di trasmettere la “convivialità” delle azioni che danno ad esso la<br />

possibilità di comunicare l’elaborazioni <strong>della</strong> propria esperienza più significativa, la<br />

“cos<strong>ci</strong>enza”. “E così ogni parola, ed anche tutto quello che può trasmettersi, con<br />

comportamenti che vivono di parole interiori, galleggia nella superfi<strong>ci</strong>alità, senza mai<br />

raggiungere la verità delle emozioni personali; che divengono così scordate, che la<br />

consapevolezza assume l’aspetto di un autismo collettivo dove tutti hanno bisogno di<br />

trasmettere informazioni gli uni agli altri, senza “né ascoltare né capirsi”, la<br />

comunicazione” non ne ha bisogno, giacché il suo significato è soltanto funzionale alla<br />

“sensazione di appagamento” che così si ottiene; se diviene necessaria, è importante lo<br />

scopo delle comunicazione e <strong>ci</strong>ò comporta la percezione del rischio <strong>della</strong> perdita del<br />

consenso, a cui si “vuole” appartenere, al di là del significato e sentimento.”<br />

È diffi<strong>ci</strong>le pensare, agli ultimi accadimenti <strong>della</strong> Rai, insieme ai precedenti<br />

allontanamenti… non in <strong>questo</strong> contesto. Sia chiaro, comunque, che se per esempio<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong> scrivesse all’editore Donzelli, per chiedergli se può inviargli dei<br />

dattiloscritti da leggere, vi dico per certo che non riceverebbe neanche la risposta, a titolo<br />

di educazione – che las<strong>ci</strong>a il tempo che trova, ma almeno è un assunzione formale, di<br />

responsabilità, del proprio atteggiamento comportamentale e culturale – Tanto è vasto il<br />

ri<strong>ci</strong>claggio dell’ignoranza tribale” <strong>della</strong> comunicazione del consenso – Il dispotismo del<br />

“sistema <strong>della</strong> comunicazione” attuale insieme alle sue nuove parole, mettono non poco in<br />

attenzione la riflessione individuale, che non può che chiedersi se la radicale<br />

trasformazione <strong>della</strong> costituzione porti ad un abbattimento dei valori comuni a favore di<br />

quelli orgiasti<strong>ci</strong>, e non può non rammentare che l’abbattimento del valore <strong>della</strong><br />

comunicazione nelle prime fasi <strong>questo</strong> governo ha riportato indietro il paese, fino all’apice<br />

del G8, dove si è rivisto un caos retrogrado non da poco. I movimenti che si <strong>sono</strong> attivati<br />

successivamente a <strong>ci</strong>ò, hanno contribuito non poco alla ricomposizione e attivazione di<br />

quelle forme di comunicazione di tutta la so<strong>ci</strong>età <strong>ci</strong>vile italiana; che si appresta ad<br />

affrontare problematiche tutt’altro che di fa<strong>ci</strong>le soluzione. Mi auguro per <strong>ci</strong>ò che le parole<br />

tra gli individui (e nei movimenti) siano vive e che siano necessarie, nella comunicazione<br />

interpersonale – privilegiando io arduamente quest’ultima – per non disperdere le<br />

emozioni orgiasticamente.<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.arti.<strong>ci</strong>nema.recensioni<br />

Sent: Tuesday, January 21, 2003 10:23 AM<br />

Subject: [RECE] Pinocchio<br />

www.tuttubenigni.it<br />

21/01/2003 10.24.59<br />

Critica Pinocchio<br />

Io personalmente credo che il film di Benigni sia pia<strong>ci</strong>uto, e se trovo i punti di vista<br />

personali sul film in un’ottica diversa dalla mia non posso che trovarli accettabili. Quello<br />

che mi fa sempre un po’ riflettere è il fatto di un immaginario comune che io definisco al<br />

roves<strong>ci</strong>o, nel caso del film di pinocchio l’atteggiamento al roves<strong>ci</strong>o comune è quello di<br />

pinocchio bambino Benigni <strong>ci</strong>nquantenne – non vorrei sbagliare – in sostanza la critica che<br />

ho “osservato” al di là di un senso non ben spe<strong>ci</strong>ficato del perché il film non fosse valido,<br />

finisce sempre su <strong>questo</strong> appunto, anche quella americana, - che al di là che il film di<br />

Benigni vinca tutti gli oscar, o venga ignorato è bene ricordare ch’è un film profondamente


pro pace nel significato meno “lapalissiano” del termine pace. Non mi sento di<br />

rimproverare Benigni che per l’oscar è più Geppetto”, tanto Pinocchio “vò via dalla scuola<br />

con l’anima grande di Lu<strong>ci</strong>gnolo. Ma per tornare al Benigni Bambino Pinocchio, <strong>ci</strong>ò che mi<br />

fa propendere a suo favore riguardo alla critica comune sta nel fatto che questi adulti non<br />

riescono a cogliere l’immaginario di questa rappresentazione, quasi fosse una cosa che non<br />

stupisce, e mi sembra così ripetuto <strong>questo</strong> atteggiamento da aver trasformato la critica di<br />

Pinocchio Bambino Benigni in un immaginario al roves<strong>ci</strong>o. Voglio dire “a me” non è<br />

capitato di “ascoltare nessuno che si soffermasse sul fatto che Benigni ha re<strong>ci</strong>tato Pinocchio<br />

Bambino un voce sopra, come fosse un bambino dell’età di pinocchio, come se<br />

l’immaginario stesse ancora tutto lì, nel corpo di un adulto – e che nel riascoltare la voce<br />

del Benigni attore che tutti conos<strong>ci</strong>amo, nel momento in cui la fatina se ne va, quasi non<br />

capire se quella voce di Pinocchio diventato adulto non sia Benigni, ma Benigni è meglio<br />

come Pinocchio, chissà forse questa riflessione rientra nell’indiscutibilità di <strong>ci</strong>ò ch’è ovvio.<br />

Eppure ho il timore che se così fosse, finisce per essere “un non so che” dello stupore che<br />

manca, e quasi rappresenta che quel semplice ritardo delle cose che stupiscono riflettendo,<br />

purtroppo se non “immediatamente si percepiscono: non merita vi si rifletta. Vorrei<br />

ricordare che a mio parere il film poggia su una re<strong>ci</strong>tazione attoriale così ben caratterizzata<br />

che da cura” di un lavoro di regia che sa di come sentire l’attore e che sa del sentire di un<br />

attore, ultimamente in Italia questa modalità si è alquanto indebolita. E la cosa che dà<br />

peculiarità al film di Benigni <strong>sono</strong> i perfetti tempi teatrali <strong>della</strong> re<strong>ci</strong>tazione, che danno un<br />

sapore suo-filmico ai tempi <strong>ci</strong>nematografi<strong>ci</strong>, più fedeltà all’immaginario di Collodi credo<br />

non potesse esser<strong>ci</strong>. Un ultimo pensiero a questa trasposizione dell’immaginario fatta da<br />

Benigni voglio dedicarla agli effetti spe<strong>ci</strong>ali del film, che li ho trovati tutt’altro che algidi,<br />

ma quasi vi<strong>ci</strong>ni alle macchine meccaniche di un palcoscenico – credo che <strong>questo</strong> possa<br />

creare un dissapore ad un abitudinario spettatore <strong>ci</strong>nematografico.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Thursday, November 28, 2002 10:45 AM<br />

Subject: "La qualità <strong>della</strong> volgarità di ieri"<br />

“La qualità <strong>della</strong> volgarità di ieri”<br />

Ieri è stata una giornata particolarmente intensa – e mi è capitato di dovermela sorbire<br />

tutta, dato il livello degli autori. Cito per primo il presidente Bush, che a quel che so nella<br />

sua lunga carriera pre presidenziale è stato un integerrimo firmatario delle esecuzioni<br />

capitali, adesso finalmente ha dato la grazia ad un tacchino – essendo io vegetariano la<br />

cosa mi fa molto piacere – queste pantomime culturali rappresentano la sensibilità per la<br />

cura dell’ambiente del popolo e le motivazioni per la pena di morte – come ho detto io<br />

<strong>sono</strong> vegetariano, e non ditemi che <strong>questo</strong> basta per insultare chi mi insulta – poi mi è<br />

capitato di ascoltare il rappresentante governativo <strong>della</strong> protezione <strong>ci</strong>vile italiana – non<br />

ricordo come si chiama, che volete questa è una colpa – dire a proposito delle alluvioni che<br />

stanno affliggendo la Padania di Bossi: che per risolvere il problema delle alluvioni<br />

bisogna farsi delle polizze assicurative, mi auguro le paghi Bossi e Berlusconi e non con i<br />

soldi di tutti gli italiani privatizzati in fondi d’investimento in borsa. “Io <strong>sono</strong> un ex<br />

alluvionato del fiume Tronto, anche con il mare davanti agli occhi” e, chissà se rius<strong>ci</strong>rò a


imanere ex, comunque voi state su e io quaggiù, siamo due Italie, quindi io non posso che<br />

dirvi: nuotate. Ma la qualità di ieri è stata ancora più alta, quando ho sentito, sempre in<br />

televisione, non ricordo neanche a che proposito, quando <strong>sono</strong> volgare, dire, all’in<strong>ci</strong>rca, da<br />

Berlusconi, l’uomo più ricco d’Italia, che le cose date, fatte senza farsi pagare, non<br />

“acquistano” importanza. E allora non ho potuto non osservare la retata <strong>della</strong> domenica”,<br />

di prostitute clandestine, rimpatriate – mi auguro liberate, forse momentaneamente dal<br />

giogo <strong>della</strong> schiavitù – queste che danno sesso a buon prezzo boicottando il prezzo legale<br />

dello scambio del dare e avere <strong>della</strong> so<strong>ci</strong>età <strong>ci</strong>vile, che non dà importanza alla qualità del<br />

dono, ma solo al potere, del potere dello scambio, potremmo chiamarlo profitto dell’essere<br />

esseri umani. La violenza su cui poggia questa volgarità è una dittatura morale che<br />

assoggetta “chiunque” e che priva chi è libero <strong>della</strong> libertà degli altri. Dico per sicuro che<br />

la criminalità organizzata troverà fa<strong>ci</strong>lmente il modo di “regolarizzare la prostituzione”,<br />

magari, per accontentare l’amor patrio, dando più lavoro alle italiane e se possibile<br />

depenalizzando se stessa, nel reato di evasione fiscale. Concludo il giorno di ieri parlano<br />

di avanti ieri, a porta a porta, ho ascoltato alcuni commenti e fatti sui “maghi, Sentendo<br />

che il mago si San Remo vendeva appartamenti in paradiso, mostrando anche le<br />

planimetrie, ma quello che mi ha colpito – per quel che ho ascoltato – è stata la distinzione<br />

tra i cretini che si <strong>sono</strong> rovinati economicamente in magherie varie e quelli che ricchi<br />

economicamente, non <strong>sono</strong> cretini perché non <strong>sono</strong> incorsi nel tracollo finanziario. Non<br />

capisco perché questi siano meno cretini, forse solo per il fatto che c’è chi ne asseconda il<br />

potere e magari li “elegge”, ma allora credo che <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> più cretini di quanto s’immagini.<br />

E non ditemi che <strong>questo</strong> è meno surreale per l’individuo <strong>della</strong> politica dei regimi<br />

comunisti sovieti<strong>ci</strong>. Come spesso odo pronu<strong>ci</strong>ar.<br />

Rai.it forum “primo piano”<br />

Messaggio di <strong>Patrizio</strong><strong>Marozzi</strong><br />

Oggetto: Re: allagata!<br />

Data: 02-12-2002 alle 10:49<br />

nuvolasenzainverno (28-11-2002 00:43):<br />

>Buonasera a tutti dalla laguna di Milano!<br />

Da 3 giorni vivo con un fiume in piena sotto casa (il Seveso, ovvero la fogna), che normalmente abita i tombini, ma<br />

ormai è al posto delle strade (perfettamente navigabili).<br />

Abbiamo un romantico odore di fogna, un dolce sottofondo di acqua che sgorga dai tombini come le cascate del<br />

niagara e topi lunghi come coccodrilli che se la spassano!<br />

> la zona di monza e del lambro <strong>sono</strong> più gravi per cui i vigili del fuoco <strong>sono</strong> tutti là... da noi non viene nessuno... è<br />

venuto un operatore <strong>della</strong> rai, ha fatto delle riprese ed è fuggito... perchè non si è fermato a sentire che il Seveso esce<br />

ogni volta che piove, e <strong>sono</strong> anni (dal 50) che promettono interventi per aggiustare la situazione, ma nessuno fa<br />

niente??<br />

> Dalla fogna a <strong>ci</strong>elo aperto è tutto<br />

Gentile allagata, cortese io@casa.it, simpatica nuvolasenzainverno - il romanti<strong>ci</strong>smo a Milano è una cosa spe<strong>ci</strong>ale ed è veramente carico<br />

di rivoluzioni e tutti sensi ne parte<strong>ci</strong>pano in pieno, per <strong>questo</strong> è bene non perdersi in romanticherie; puoi tu avere questa fortuna, la<br />

natura del tuo luogo esprime il meglio di se e ti dà la forza delle passioni più forti. Immagina cosa sarebbe la tua vita senza quella fogna<br />

a <strong>ci</strong>elo aperto, magari dovresti accontentarti solo dello smog e pensa a quei topi che non vogliono altro che rallegrarti la vista, per farti<br />

capire quale sia la tua fortuna. Cosa sarebbe di te se la natura che hai attorno scorresse via senza che tu te ne "accorga, chi potresti<br />

ringraziare dopo: nessuno, per <strong>questo</strong> mia cara, sappi che sei già mitologia - dalla sua caverna urla il <strong>ci</strong>clope - e quando “di<br />

chiederanno” chi è stato, non dire Ulisse, ma dì: "Tu no!" e, chissà forse ti chiederanno di votarli, e potrai sperare, pensa potrai sperare,<br />

ti sarà data in dono anche questa possibilità. E allora rimpiangerai il romanti<strong>ci</strong>smo, perché queste <strong>sono</strong> le romanticherie. Tutto il mio<br />

affetto e solidarietà<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>"


Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Saturday, November 30, 2002 10:59 AM<br />

Subject: Il bambino rompi palle<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.media.tv<br />

Sent: Saturday, November 30, 2002 10:57 AM<br />

Subject: Il Bambino rompi palle<br />

Rai.it forum “primo piano” [scelto dalla redazione . media del voto del pubblico da 1<br />

a 4 - 2]<br />

Messaggio di <strong>Patrizio</strong><strong>Marozzi</strong><br />

Oggetto: Il bambino rompi palle<br />

Data: 30-11-2002 alle 10:54<br />

Il bambino rompi palle<br />

Ganzo vuoi vedere che si vedranno più cartoni animati. Caro bambino me lo auguro per<br />

me, ma anche questi non tutti potrai vederli. E c’hanno tutti paura a dirlo, oh vogliono<br />

difendere la tua infanzia che mica si po’ di che non si può fare. Sei proprio un rompi e, voi<br />

pure parla, ma state zitto che mi tocca vedé milioni di spot di pubbli<strong>ci</strong>tà e tu de li guardi<br />

tutti, e poi non se sa che voi, mo bisogna fa la televisione de qualità per te, ma questa è<br />

solo per rompe le palle a me – te stanno a insegna la democrazia del menga e non te spiego<br />

che significa, fattelo spiega da loro, che non te lo dicono, non gliene sfrega un cavolo di<br />

quello che pensi, perché tu non devi da pensa, devi consumà come me. Voiono fa la<br />

televisione di qualità uguale pe tutti, nel senso che più gente la guarda e meglio è – me<br />

voiono fa crede che tutti dobbiamo essere intelligenti uguaglio, ma te rendi conto che ce<br />

stanno cose che ce vuole un po’ più d’impegno e tempo pe capisse, voio dire un po’ più di<br />

tempo dello spot pubbli<strong>ci</strong>tario, e se poi tu li capisse, o io, non è detto che ce debbono da<br />

piace, ma lavimmo capiti, e non è detto che ogni tanto non ce piace guardà quelli che non<br />

ce piace ma che pos<strong>sono</strong> da essere intelligenti e che solo quattro stronzi stanno a guardà –<br />

oh ho detto na parolac<strong>ci</strong>a, fa finta che l’ho detta dopo le 22:30, dopo se po’ dì’, è lo so che<br />

d’indriga, a me quanto me piaceva vede i film in bianco e nero che un tempo trattavano<br />

argomenti solo per un pubblico adulto, che poi c’avevo tempo pe capilli pure io. Tu non<br />

poi, tu devi da vede la pubbli<strong>ci</strong>tà e allora bisogna fa le cose di qualità pe fa vede a più<br />

gente possibile la pubbli<strong>ci</strong>tà, vedi che frega bisogna fa la pubbli<strong>ci</strong>tà pe tutta la famiglia,<br />

così se può di che c’è na qualità pe tutti, senza bisogno pe fatica a sceisesela, al di là del<br />

tempo di riflessione del brevissimo tempo dello spot pubbli<strong>ci</strong>tario. E non me di che non te<br />

violentano ogni volta che ti sconquassano l’emozioni pe interrompe un film co la<br />

pubbli<strong>ci</strong>tà – non me dì che non te succede niente, perché a me succede qualcosa, stai male<br />

se non te succede niente, se te passa tutto così, se te emozione più lo spot e preferis<strong>ci</strong> a da<br />

vedello, che chiedete perché non te piace er film, se <strong>ci</strong>ai capito, perché a te nun te piace.<br />

Caro bambino come vedi so un casino co lo scrivo, ma me dico te sarai divertito, o avrai<br />

fatto l’arrogante? Pe difendete e nun capicce niente – mo te fanno competente, mo <strong>ci</strong>ai i<br />

moduli e nun è importante che pensi, nu le mai stato, se non per sbaglio ogni tanto, mo<br />

devi da diventa competente, tu <strong>ci</strong>ai un sacco de competenze e per<strong>ci</strong>ò capis<strong>ci</strong> un sacco de<br />

cose, sempre pe fatte di quello che devi da fa, pe somma capo tutto quello che sai lo sai se<br />

de dicono che sei competente, sennò non lo sai perché non compete. Ma non te voio di


oltre sennò finisce che dicono che te sto a travià. Comunque basta che di<strong>ci</strong> che lo hai letto<br />

dopo le 22:30. Allora caro rompi famme un piacere, non guardare più la televisione<br />

commer<strong>ci</strong>ale che così dovrà da cagnà, se so solo io a nun guardala, me becco tutta la<br />

qualità da solo. Poi famme n’antra cortesia dì’ a Rutelli de stasse zitto, vò diversificà il<br />

mercato <strong>della</strong> televisione, facendo rai tre commer<strong>ci</strong>ale: privata, dije ch’è na strunzata –<br />

sempre dopo le 22:30 – rai tre deve da esse senza pubbli<strong>ci</strong>tà, deve esse n’antra cosa da le<br />

altre, mantenendo il palinsesto dell’informazione e culturale e (sport) – e poi fate da fini<br />

tutti i programmi rai a l’una e il meglio <strong>della</strong> programmazione notturna attuale distribuita<br />

su rai tre di giorno – rete quattro se nun vo andà su satellite deva da fa lo stesso, <strong>della</strong> rai<br />

sul satellite, senza pubbli<strong>ci</strong>tà, sennò vaffanculo. È ora de finilla che la pubbli<strong>ci</strong>tà non si<br />

adegui e continui a voler cambiare la gente a suo uso e abuso. E poi caro bambino rompi<br />

famme l’ultima cortesia, dì al bambino Gasparri, ch’è contento come una pasqua convinto<br />

di aver fatto chissà che, se mi fa vede “Tutto su mia madre” di Pedro Almodovar,<br />

prometto che anche se lo trasmettono in prima serata, per la “qualità <strong>ci</strong>nematografica” del<br />

film - lo registrerò così quando <strong>ci</strong> sarà la pubbli<strong>ci</strong>tà la fac<strong>ci</strong>o scorrere più veloce che posso,<br />

spero più del messaggio subliminale. Grazie.<br />

Dopo la prima sospenzione di programmazione è stato poi trasmesso il 11/01/2003<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.economia<br />

Sent: Thursday, December 05, 2002 6:24 PM<br />

Subject: Scritto "alimentare e forse debole" sulla "devoluzione" - del caos?<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura.letteratura.italiana<br />

Sent: Thursday, December 05, 2002 6:23 PM<br />

Subject: Scritto "alimentare e forse debole" sulla "devoluzione" - del caos?<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Thursday, December 05, 2002 6:22 PM<br />

Subject: Scritto "alimentare e forse debole" sulla "devoluzione" - del caos?<br />

La Stampa Forum: devolution 5/12/2002 18:21<br />

Scritto "alimentare e forse debole" sulla "devoluzione" - del caos?<br />

Rai.it forum “primo piano” devoluzione<br />

Oggetto: Scritto “alimentare e forse debole” sulla “devoluzione” - del caos?<br />

Data: 05-12-2002 alle 18:18<br />

Scritto “alimentare e forse debole” sulla “devoluzione” - del caos?<br />

da questi giorni uso un mouse che usa la luce al posto <strong>della</strong> pallina, per spostare la frec<strong>ci</strong>a<br />

sullo schermo del computer – ma la cosa che m’entusiasma veramente, è che con una<br />

rotellina, vi<strong>ci</strong>na al mio dito indice, è possibile far scorrere la pagina, anche d’internet sullo<br />

schermo, in su e giù, ma c’è un’altra cosa ch’è de<strong>ci</strong>samente rivoluzionaria, la possibilità<br />

premendo la rotellina di far scorrere la pagina alla velo<strong>ci</strong>tà che si vuole per leggerla, vi è la<br />

possibilità di leggere un <strong>libro</strong>, senza neanche girare la pagina. “Questo ovviamente è un<br />

miglioramento che fa sì che tutto quello che “faceva, <strong>ci</strong> si servisse per le funzioni descritte


imane inalterato e continua a funzionare” anche per altri usi il computer. <strong>In</strong> definitiva con<br />

<strong>ci</strong>ò è già possibile e a basso costo, sia per la produzione che per la fruizione avere la<br />

possibilità di servirsi per la distribuzione dei testi dell’uso di un cd rom, <strong>ci</strong>ò dà la<br />

possibilità al fruitore di una riduzione del costo del “supporto” e un aumento del<br />

guadagno dell’editore nell’ambito del lavoro creativo dell’autore. Far scorrere la pagina<br />

sul monitor, vuol dire anche poter intervenire sulla forma dei caratteri e nulla vieta che<br />

possano essere stampati su carta e letti, o comprati già nell’edizione su carta, che dà<br />

sempre il suo piacere anche se bisogna voltare la pagina. Per quanto riguarda ad esempio<br />

le letture collettive si pos<strong>sono</strong> immaginare oltre quelle con voce”, anche quelle composte<br />

da più persone, comodamente sedute, o all’inpiedi che vedono scorrere le pagine e le<br />

leggono su uno schermo comune. Per quel che riguarda gli studenti, servirsi di una<br />

riproduzione su cd rom dei libri di testo, potrebbe anche voler dire organizzarsi delle<br />

dispense su carta, necessarie all’uso giornaliero, senza far trasportare allo studente, ogni<br />

volta l’intero peso di tutti i libri, e far sembrare utili le mamme che li accompagnano in<br />

auto – tale processo organizzativo può già essere un’azione didattica (scuola brutto!<br />

Basta!). Il tutto su cd rom perché è l’unico supporto elettronico che garantisce<br />

“l’inalterabilità”, dell’originale dell’autore che non va, così mai disperso. Per le<br />

organizzazioni no profit potrebbe essere utile usufruire del sistema di distribuzione <strong>della</strong><br />

copia, dove in ragione delle possibilità esponenziali del sistema <strong>della</strong> libera copiatura,<br />

l’organizzazione <strong>della</strong> distribuzione, non ha limitazioni, nel tempo e nello spazio. <strong>In</strong><br />

arricchimento a <strong>ci</strong>ò si può organizzare il tutto con la certificazione spontanea di chi<br />

usufruisce <strong>della</strong> copia, per un rendiconto sulla “diffusione dell’opera”, e nella volontaria e<br />

libera offerta monetaria da parte di “chi voglia e come voglia” all’asso<strong>ci</strong>azione e l’autore.<br />

<strong>In</strong> tal modo su base statistica” si coprono agevolmente le spese e i “compendi economi<strong>ci</strong>.<br />

Questa è l’acqua calda che non è preclusiva dell’i-book elettronico né di chi voglia<br />

spendere per comprarlo, o editar<strong>ci</strong>.<br />

Che cos’è la vita sessuale in un significato d’appartenenza. - Le sensazione dell’atto<br />

sessuale, cosa esprimono nella ricerca dell’appartenenza. Cos’è che distingue le sensazioni<br />

che si provano, tra l’appartenere e il potere e cos’è che appartiene alle sensazioni che <strong>ci</strong><br />

fanno distinguere la persona amata e cos’è che <strong>ci</strong> fa appartenere all’amore e non al potere.<br />

“Las<strong>ci</strong>ando la capa<strong>ci</strong>tà di vivere l’amore al protagonista umano fin dove ne è capace, qui<br />

traccerò alcuni pensieri su alcuni aspetti <strong>della</strong> sensualità sessuale, che <strong>sono</strong> pur sempre<br />

componenti <strong>della</strong> composita personalità <strong>della</strong> persona, e non preclusivi dei suoi <strong>molti</strong> altri<br />

aspetti. Il mondo <strong>della</strong> sessualità è ancora determinato tra chi dà e chi riceve, investendo i<br />

significati dei comportamenti in una perturbazione dialettica con la logica espressiva<br />

dell’attivo e passivo, <strong>ci</strong>ò non identificandolo in ambito solo omosessuale, ma anche in<br />

quello eterosessuale – ora, qui non “pensando” alla conseguenza estrema: di affermare<br />

l’atto del potere e quello di subire il potere, che estremizza i comportamenti sessuali al di<br />

là di qualsivoglia appartenenza e armonia, - non per <strong>questo</strong>, però, censurando ancora una<br />

volta la “famosa scena di “Ultimo tango a Parigi” – È bene dire che l’essere propositivo<br />

nello svolgersi <strong>della</strong> sessualità, per quel significato così poco astratto di attivo e passivo<br />

non trasforma paradossalmente il passivo in attivo, quasi che tutto risiedesse nella<br />

percezione fisiologica. <strong>In</strong> effetti” se <strong>ci</strong>ò è non si comprende perché essa si debba<br />

determinare in qualcosa di passivo o attivo. <strong>In</strong> effetti” la disponibilità fisiologica ad<br />

accogliere dà a quelle parti del corpo una cedevolezza del tutto spontanea che fa di <strong>questo</strong><br />

il sentire dell’appartenenza – ovviamente questa cedevolezza può essere relativa anche per<br />

un volere <strong>della</strong> donna, per una sua percezione di fisi<strong>ci</strong>tà – ma la sostanza non cambia, e nel


modo di chi dà c’è in parte la stessa consapevolezza relativa, ma che dà all’appartenenza<br />

l’esser<strong>ci</strong>-in. Ora tutto <strong>questo</strong> non è detto che <strong>ci</strong> dica chiaramente quale sia “il modo<br />

estetico” che c’indirizza verso un sesso o l’altro. Modo estetico che negli “atti sessualisensuali<br />

si può esprime con il raggiungimento dell’intimità personale che vive al di là<br />

delle sensazioni che possiamo unilateralmente percepire, per “l’appartenenza in<br />

un’intimità condivisa, che superi il concetto di attivo e passivo - non orgiasticamente è<br />

un’altra cosa – Tutto <strong>questo</strong> discorso non è fatto per spiegare il perché delle scelte sessuali.<br />

È un discorso un po’ arido e privo di espressioni d’esperienza narrata o altro, <strong>ci</strong>ò per<br />

rendere di<strong>ci</strong>amo le<strong>ci</strong>ta la lettura a chiunque, anche non parlando <strong>della</strong> concretezza<br />

dell’amore; o fatto per invogliare da parte mia femmine a scoprire quel che non vi è detto.<br />

Questo è un discorso sulla devoluzione per chiarirsi un po’ le idee sul concetto popolare<br />

del cel’hodurismo virile.<br />

<strong>In</strong> questi giorni sta succedendo un pandemonio, dove? “Solo in Italia?” Per questa nuova<br />

parola devoluzione, che non si capisce cosa vuole fare dell’Italia. Sembra una<br />

scomposizioni per atti non più componibili = “il cammino del gambero?!”<br />

P.S<br />

Ora non mi va di fare altri discorsi o chiarire quello che ho scritto qui, <strong>ci</strong>ò ch’è scritto è<br />

“costume” o costume dello scrivere? Bo!?…<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.economia<br />

Sent: Friday, December 06, 2002 10:57 AM<br />

Subject: all'anonmo economista in erba<br />

La logica dell'aumento <strong>della</strong> conflittualità - in ogni senso - per un aumento <strong>della</strong><br />

produttività è fatta per istaurare un sistema a regime controllato da chi ha potere<br />

economico. Questa forma di elaborazione so<strong>ci</strong>ale è servita ai<br />

Repubblicani Usa per cambiare in tal modo il sistema da non poter più tornare indietro,<br />

per Clinton è stato impossibile ristabilire i diritti sanitari per tutti. <strong>In</strong> tal modo conflittuale<br />

la posizione di forza acquisisce ancor più potere ipotizzando un immediatezza <strong>della</strong><br />

soluzione dei<br />

conflitti sulla base delle soluzioni disponibili per un aumento dei profitti - in questa<br />

situazione avviene che con un impoverimento generale aumentano i profitti esponenziali: i<br />

miliardari - una delle basi perché tale<br />

sistema funzioni è eliminare le componenti so<strong>ci</strong>ali che non <strong>sono</strong> funzionali al sistema dei<br />

consumi esponenziali, con un aumento del costo <strong>della</strong> vita e una sempre maggiore<br />

differenza tra ricchi e poveri, tutto <strong>questo</strong> fino a rimangiarsi le "logiche economiche" con<br />

guerre che servono sia per sostenere l'economia, che per controllare le risorse energetiche -<br />

vedi Usa – Per quanto riguarda la Fiat il suo inserimento" è quello di un'azienda che va al<br />

traino dell'economia del petrolio, un'azienda media che ha una sua fetta di mercato<br />

consolidata e su cui può gestire una programmazione. <strong>In</strong> questi giorni sembra purtroppo<br />

soggetta ad uno stato di debolezza, sia nella<br />

programmazione che di rappresentatività. Io ho l'impressione che le possibilità di<br />

espansione <strong>della</strong> fiat siano compromesse dall'accordo con la GM, che mi dà l'impressione<br />

abbia una prelazione sulle de<strong>ci</strong>sione


dell'azienda - che l'alfa romeo non è andata alla ford, per andare alla GM!? - comunque è<br />

evidente che è stato un errore non trovare un accordo organizzativo nell'ambito delle<br />

politiche delle case automobilistiche europee, sia per un rapporto organizzativo con il<br />

governo, sia per la strategia <strong>della</strong> ricerca per l'innovazioni. Anche i processi di flessibilità<br />

del lavoro non pos<strong>sono</strong> essere armonizzati con incentivi estemporanei. Oltre quello che ho<br />

detto la congiuntura attuale in cui si trova la fiat è quella in linea con la produzione che<br />

determina la fetta di mercato sempre più in una struttura di nicchia, che rende la<br />

programmazione aziendale in funzione di dove vi <strong>sono</strong> i capitali e maggiori profitti. A<br />

<strong>questo</strong> si aggiunge un<br />

politica governativa in linea con questi prin<strong>ci</strong>pi. La gestione delle risorse idem, vedi L'ENI<br />

ch'è rius<strong>ci</strong>ta in quello che gli USA avevano impedito a Mattei e strategicamente si muove<br />

con il petrolio - e spero che <strong>ci</strong>ò non sia obbligo per noi di espor<strong>ci</strong> in ogni guerra per il<br />

controllo delle risorse. "<strong>In</strong> fondo" c'è il problema <strong>della</strong> ricerca, e mi scuseranno gli eminenti<br />

s<strong>ci</strong>enziati, ma io credo più a Beppe Grillo che a loro, come non rimanere<br />

interdetti dal vedere funzionare auto ad idrogeno brevettate in Svizzera, poi sentire<br />

Rubbia dire che l'idrogeno è ormai solo una questione politica, per poi non dire più <strong>questo</strong><br />

in funzione dei finanziamenti sulla ricerca,<br />

magari delle batterie ad idrogeno, mentre la BMW ha già immesso sul mercato tali auto,<br />

per dare una spinta al livello politico. Sembra quasi che Rubbia non capisca che su un<br />

mercato ad idrogeno la ricerca per l'innovazioni su<br />

questa campo non può che esserne agevolata. <strong>In</strong> realtà è la vecchia logica di las<strong>ci</strong>are in<br />

magazzino nascoste tutte quelle innovazioni che tolgono la possibilità a quelle esistenti, di<br />

mangiarsi gli ultimi soldi spendibili. poi sarebbe bello perdere il posto di lavoro e poterne<br />

fare un'altro ch'è quello che si è scelto, di<strong>ci</strong>amo, che non so perché <strong>questo</strong> non è mai<br />

economicamente conveniente.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "ECONOMISTA IN ERBA" <br />

Newsgroups: it.economia<br />

Sent: Friday, December 06, 2002 1:11 AM<br />

Subject: La fiat non va aiutata, parla un premio Nobel<br />

Così suggerisce il premio nobel (anno 2000) James J. Heckman, docente di economia<br />

all'Università di Chiacago in un intervista rilas<strong>ci</strong>ata al Corriere <strong>della</strong> Sera in occasione<br />

<strong>della</strong> manifestazione "Nobel in Venice" tenutasi a Venezia. L'economista ha infatti<br />

dichiarato che una qualsiasi forzatura <strong>della</strong> naturale "espulsione" <strong>della</strong> Fiat dal mercato<br />

rappresenterà nel lungo periodo un costo so<strong>ci</strong>ale troppo alto. Al bando la cassa<br />

integrazione prevista per 8100 operai in esubero che non avrebbero alcun incentivo a<br />

trovare un nuovo lavoro; al bando la <strong>ci</strong>eca difesa del "diritto di lavorare" sostenuta dai<br />

sindacati che evidentemente non tengono conto del "disegno" più grande nel quale la Fiat<br />

si trova.<br />

><br />

A fronte delle dichiarazioni di Heckman avanzo alcune domande alle quali spero avrete il<br />

piacere di rispondere.<br />

- Sono fondalmente daccordo con Heckman ma se 8100 operai venissero licenziati in<br />

tronco avrebbero sicuramente più incentivi a cercare lavoro rispetto a quelli che avrebbero<br />

se fossero mandati in CIG. Tuttavia gli<br />

operai avrebbero effettivamente delle alternative? Il governo è cos<strong>ci</strong>ente dei danni a lungo<br />

termine che la cassa integrazione comporta? E se no pensate che l'aiuto del governo sia<br />

motivato dal non avere 8100 disoccupati


"scomodi"?<br />

- Uno dei piani per il rilan<strong>ci</strong>o dell'azienda consiste nella<br />

ricerca&sviluppo<br />

tecnologico che a breve dovrà fornire sul mercato dei beni un prodotto valido e<br />

concorrenziale (una nuova punto se non erro). Ma secondo voi quanto sarà sostituibile una<br />

punto potenzialmente migliore con un'auto dello stesso<br />

tipo di una qualsiasi casa straniera? Il compratore potrebbe avere dei riserbi sull'acquisto<br />

dei prodotti Fiat anche dopo i miglioramenti delle auto? Se la risposta fosse si tutto il<br />

lavoro del governo sarebbe stato inutile.<br />

><br />

Tra le altre cose Heckman afferma che 8100 disoccupati in più in Italia non sarebbero poi<br />

così dannosi, ma Berlusconi non sarebbe a quel punto rius<strong>ci</strong>to a mantenere le sue<br />

promesse elettorali.<br />

><br />

Ho anche pensato che uno dei modi per rilan<strong>ci</strong>are la Fiat potrebbe essere quello di rendere<br />

più costose le auto straniere e allo stesso tempo incentivare lo sviluppo di quelle Fiat. I<br />

compratori non rius<strong>ci</strong>rebbero a sostenere i costi di un auto straniere ed avrebbero un<br />

prodotto Fiat più valido di prima e più conveniente. Quello che le imposte sulle<br />

importazioni comportano lo sappiamo: non sarebbe una scelta diplomaticamente<br />

accettabile e potrebbero esser<strong>ci</strong> ritorsioni nei confronti dei prodotti esportati dal nostro<br />

paese. <strong>In</strong> ogni caso... potrebbe funzionare?<br />

><br />

> Grazie<br />

><br />

> GIOVANE ECONOMISTA IN ERBA<br />

><br />

><br />

><br />

><br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

To: "ECONOMISTA IN ERBA" <br />

Sent: Friday, December 06, 2002 10:53 AM<br />

Subject: Re: La fiat non va aiutata, parla un premio Nobel<br />

These re<strong>ci</strong>pients of your message have been processed by the mail server:<br />

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Remote MTA mxrm.virgilio.it: SMTP diagnostic: 550 RCPT<br />

TO: User unknown<br />

><br />

><br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Saturday, January 18, 2003 5:19 PM<br />

Subject: Una provocazione del 1986


Una provocazione del 1986<br />

Nel 1986, mi imbattei in un <strong>libro</strong>, rappresentativo <strong>della</strong> contemporaneità: “La storia<br />

infinita” di Michael Ende, affermai subito essere tra le opere filosofiche che meglio<br />

rappresentava la situazione del momento”; tutto <strong>ci</strong>ò solo perché io lo ritenni tale – non che<br />

il film tratto da <strong>questo</strong> <strong>libro</strong> non ebbe un ampio successo, ma la cognizione del perché si<br />

sceglie di comprare un <strong>libro</strong> è impres<strong>ci</strong>ndibile dalla capa<strong>ci</strong>tà di vedere in codesto le<br />

possibilità d’espressione, che così <strong>sono</strong> svincolate da chi ha bisogno di una guida per poter<br />

scegliere, sia essa soggetta alla formazione scolastica, sia in definitiva ad una indicazione<br />

di carattere so<strong>ci</strong>ale che fa sì che <strong>ci</strong> sia un’identificazione collettiva, nell’interpretazione e<br />

del processo di elaborazione”, che trova un percorso, apparentemente differenziato, in<br />

quelle che <strong>sono</strong> le pedisseque rassicurazione di un gruppo rappresentabile e codificabile<br />

nella “forma mentis”, che più appaga le nostre insicurezze o ipotesi di certezza, con cui<br />

legittimare un atto che in qual si voglia misura, dia un certo potere alla comunicazione<br />

individuale all’interno del gruppo in cui <strong>ci</strong> si identifica. Per affermare <strong>ci</strong>ò basterebbe –<br />

quasi telepaticamente – che ne so, nella maniera più banale che, ora, <strong>ci</strong>tassi Vico, o che il<br />

nulla rappresentato nel <strong>libro</strong> di Ende lo accostassi a Nietzsche, e molto probabilmente il<br />

nichilismo con cui si identifica, generalmente, Zarathustra servirebbe come chiave di<br />

“lettura” per leggere “La storia infinita”; se non, in definitiva, con un più reale senso<br />

critico scoprire che Zarathustra è più vi<strong>ci</strong>no al “protagonista” del <strong>libro</strong> di Ende che al<br />

nulla, ma <strong>ci</strong>ò potrebbe voler dire svincolarsi dal senso comune dell’interpretazioni<br />

codificate nel gruppo e, individualmente cercare un piano <strong>della</strong> realtà che <strong>ci</strong> mostra<br />

l’apparente differenziazione del divenire transitorio <strong>della</strong> storia del bene del male<br />

all’interno <strong>della</strong> referenzialità dei gruppi stori<strong>ci</strong> dominanti, in sostanza l’umano può<br />

scegliere di essere dalla parte del bene o del male, solo ben sapendo che la sua<br />

parte<strong>ci</strong>pazione a questa condizione di differenziazione è transitoria e legata alla sua<br />

esistenza storica. È ovvio in <strong>ci</strong>ò che nella sola percezione storica di se stessi il bene è<br />

rappresentato dal maggior profitto che in “<strong>questo</strong> tempo” è ottenibile dal conseguimento<br />

del proprio appagamento di potere comunicativo, per mezzo del consolidamento <strong>della</strong><br />

forma mentis che più riesce a controllare la percezione <strong>della</strong> comunicazione: il gruppo. E<br />

non è detto che in tale stato sussista qualche forma di spiritualità sussidiaria che fac<strong>ci</strong>a<br />

dell’equilibrio con lo spazio naturale del luogo storico, condizione comunicativa con la<br />

fine del tempo <strong>della</strong> propria collocazione, come necessità affinché lo spazio mantenga la<br />

forma naturale per il naturale tempo storico <strong>della</strong> collocazione. Tale alterazione è<br />

provocata dal fatto che il potere fa del “tempo” il significato che individualisticamente la<br />

forma mentis vuole occupare, per maggior appagare il concetto di dominio sulla<br />

collocazione, che per mezzo dei mezzi di comunicazione, può essere materialmente<br />

immateriale seppur perfettamente collocata e collocabile. Ciò che differenzia, <strong>ci</strong>ò, dalla<br />

spiritualità è che dello stato autentico spirituale la collocazione non è più individualistica,<br />

ma individuale e non può non tener conto “dell’individuo” in ogni sua collocazione come<br />

evento comunicativo che dà alla forma mentis la percezione transitoria <strong>della</strong> possibilità<br />

materiale, come possibilità di scelta tra il bene e il male su cui convogliare la propria vita<br />

che può così determinare, senza l’illusione del potere sul bene e sul male, ma dando alla<br />

propria forma mentis la percezione di un bene che la “supera e la trascende” nel tempo<br />

stesso <strong>della</strong> sua collocazione umana. Ora tornando a parlare dei libri, un esempio<br />

lampante di come avviene che si “riesca telepaticamente” a sapere come costruire un best<br />

seller sta proprio nel fatto di saper bene come vengono interpretate dalla forma mentis dei<br />

vari gruppi i codi<strong>ci</strong> che vengono collocati dalle chiavi di lettura che <strong>sono</strong> strutturati


codificati in informazione dal significato di appagamento nello “spazio” di un gruppo. Per<br />

semplificare basta andare in televisione per entrare in <strong>questo</strong> <strong>ci</strong>rcuito <strong>della</strong> forma mentis e,<br />

magari su “quell’argomento televisivo” pubblicare un <strong>libro</strong>, magari prima del programma<br />

televisivo fare qualche sondaggio, e su <strong>questo</strong> processo non solo convogliano gli artefi<strong>ci</strong> di<br />

<strong>ci</strong>ò, ma tutti quelli che assecondandone la logica ne vogliono far parte, <strong>questo</strong> serve per<br />

espandere il gruppo e la collocazione del tempo. Comunque non è detto che tutti i best<br />

seller <strong>della</strong> storia siano stati conseguenza di <strong>questo</strong> condizionamento, ma in essi <strong>sono</strong><br />

rarissimi gli individui.” Ora alla base di tutto <strong>questo</strong> c’è solo il modo di come gratificare<br />

tutti gli ignoranti, manipolarne gli istinti, certo per ignoranti non si dice “colui che vuol<br />

sapere o non conosce; ma di questa massa d’ignoranti fanno parte e si vuol ne fac<strong>ci</strong>ano<br />

parte tutti e non c’è di meglio per <strong>ci</strong>ò che i sistemi per lo sviluppo <strong>della</strong> forma mentis; nei<br />

mezzi <strong>della</strong> comunicazione che danno immediato appagamento, non c’è nessuna<br />

distinzione di classe o merito o titolo di studio, attraverso, per esempio un programma tv<br />

siffatto, tutti pos<strong>sono</strong> accedere allo stesso modo alla costruzione <strong>della</strong> propria forma<br />

mentis e sentirsi istintivamente appagati intellettualmente, senza in realtà una reale<br />

parte<strong>ci</strong>pazione, ma solo un piacevole appagamento intellettuale nel trovare del tutto<br />

con<strong>sono</strong> al capire e convenientemente interpretare, o stimolati a controbattere quello che si<br />

adatta così bene al proprio modo di pensare. Perché <strong>ci</strong>ò? (Oltre che come contenuto e<br />

contenitore di pubbli<strong>ci</strong>tà) Quello che succede in tale modo è che la comunicazione anche<br />

nei diversi sistemi tecnologi<strong>ci</strong> ha un significato sempre più ristretto, perché sempre più<br />

superfi<strong>ci</strong>ale, in tal modo non solo si può far intendere, come fanno i neoliberisti che <strong>ci</strong>ò che<br />

propongono e la sola cosa possibile e la migliore da fare in quel momento, ma si determina<br />

in tal modo un’omologazione <strong>della</strong> comunicazione che rende il significato <strong>della</strong><br />

comunicazione sempre più interpretabile superfi<strong>ci</strong>almente e non distinguibile, in tal modo<br />

il controllo sul consenso senza consenso, una forma mentis perfettamente adattata, delega<br />

e si distingue in base a spostamenti umorali e identificativi del processo individualistico<br />

so<strong>ci</strong>ale. Se negli Stati Uniti tale situazione è parossistica, in Italia sembra che nessuno ne<br />

“sappia niente”, o forse si è già perfettamente adattati, o come spesso avviene si ragiona in<br />

termini passati, e si ragionerà in termini attuali per affrontare situazioni in altro presente<br />

che hanno bisogno di altri ragionamenti. Del resto il neoliberismo è una situazione già fin<br />

troppo satura a livello globale e da Berlusconi ho avuto l’impressione che fin dall’inizio<br />

volesse far parte di <strong>questo</strong> club ristretto, magari saltando a piè pari l’Europa e<br />

portandosela dietro insieme a Bler, per far contento il presidente del club. Non so se<br />

volesse anti<strong>ci</strong>pare i tempi dell’Europa, mi auguro per l’Europa di no. <strong>In</strong>sieme a lui c’è AN<br />

che in <strong>questo</strong> costrutto è tutto un dire, giacché non poteva trovare collocazione peggiore<br />

per affrancarsi dal suo passato, il gran casino che si è visto all’inizio <strong>della</strong> legislatura ha<br />

las<strong>ci</strong>ato trasparire un’incapa<strong>ci</strong>tà a capire i sistemi di comunicazione del neoliberismo, con<br />

quei tentativi maldestri di far parlare i parlamentari di forza italia, con la sua voce-idee, e<br />

il contrario, o quei tentativi maldestri di rimettere in piedi quelle logiche di spiritualismo o<br />

de<strong>ci</strong>sionismo passatista che è stato inglobato rapidamente dalle logiche del potere<br />

neoliberiste, l’istinto a sentirsi forte è duro da controllare e le logiche neo liberiste<br />

rallentano tale processo di maturazione, se poi c’è un tale processo. Alla signora<br />

Alessandra Mussolini vorrei dire che quando si trova a sviolinare Berlusconi, fin anche<br />

politicamente, ai miei occhi non <strong>ci</strong> guadagna proprio come donna, Berlusconi “per me” sta<br />

ad un uomo di successo, come paperon de paperoni sta a un papero, se poi crede che il<br />

potere e i suoi derivati diano la verità, credo che lei abbia motivi suffi<strong>ci</strong>enti per riflettere<br />

sul fatto che spesso la tolgono, anche a chi dice di esserne il diretto interessato, meglio<br />

las<strong>ci</strong>are la virilità in un luogo intimo, “senza bisogno di impermeabili, di lusso e potere”.


Poi c’è Bossi che praticamente è l’espressione concettuale dell’interesse del più forte.<br />

Casini non mi ha sorpreso, ma vediamo cosa sarà capace di determinare in un costrutto<br />

che <strong>ci</strong>to: Robert W. McChesney – “Il neoliberismo è il paradigma economico-politico che<br />

definisce il nostro tempo: indica l’insieme delle politiche e dei processi che consentono a<br />

un gruppo relativamente ristretto di interessi privati di controllare il più possibile la vita<br />

so<strong>ci</strong>ale allo scopo di massimizzare i profitti.” Dall’altra parte il problema <strong>della</strong> sinistra che<br />

in un processo di comunicazione basato sulla superfi<strong>ci</strong>alità esprime in pieno il suo basso<br />

livello intellettuale, concordo che accattivarsi un livello di comunicazione con una forma<br />

mentis che si è adeguata all’effetto” è diffi<strong>ci</strong>le e in <strong>questo</strong> la maggioranza è superiore, non<br />

è da tutti dire cose idiote e farle sembrare intelligenti, ma credo che sia due volte più<br />

stupido, voler dire cose intelligenti come se fossero stupidaggini. Che dire, negli ultimi<br />

vent’anni c’è stata l’esaltazione dell’imbe<strong>ci</strong>llità, non l’esaltazione del più debole, ma quella<br />

di dare merito al più cretino, magari popolare, facendo terreno bru<strong>ci</strong>ato all’individuo e al<br />

suo personale talento, siete stati così ben uniti con il sistema televisivo di Berlusconi che<br />

sembra che su di voi abbia avuto i migliori effetti, lo dimostra il fatto che questa frase, può<br />

andare a vantaggio di quello che così, sembra il più forte; quello a cui fac<strong>ci</strong>o maggiormente<br />

riferimento è al mondo <strong>della</strong> cultura, dove avete premiato il qualunquismo televisivo che<br />

vi ha visto individui parte<strong>ci</strong>panti (non parlo di rai tre), con un’ignoranza che per il solo<br />

fatto di esprimersi toglieva argomento a chiunque non lo fosse ma fosse individuo. Meglio<br />

di <strong>questo</strong> strato culturale nessuno si è adattato alla superfi<strong>ci</strong>alità”, chissà se poi ri<strong>ci</strong>clarsi<br />

con il cambiamento, in un modo o nell’altro, a vostro merito va solo detto che ora è peggio.<br />

E in che modo vi opponete a tutto <strong>ci</strong>ò, ancora, al deserto dei contenuti culturali in cui<br />

siamo, dicendo, e ripetendo all’infinito “che la scuola lo deve insegnare” e, <strong>sono</strong> quelle<br />

stesse rape che hanno rotto le palle per tanto tempo a dirlo, come dire che se uno non è in<br />

grado di scegliere un <strong>libro</strong> da solo, se gli viene consigliato e indicato è più intelligente di<br />

uno che non ha bisogno di <strong>ci</strong>ò, in tal modo con <strong>questo</strong> slogan pensate di dare alla forma<br />

mentis la libertà. E in <strong>questo</strong> <strong>sono</strong> più bravi di voi al governo dove si dice. Qualsiasi <strong>libro</strong><br />

comprate se aumenta il profitto economico è un bel <strong>libro</strong>, tanto così si vendono solo questi<br />

e così con la politica del consenso senza consenso si dice pure quali si devono leggere. E<br />

per opporvi a tutto <strong>ci</strong>ò non vi rimane che lamentarvi che la gente va al <strong>ci</strong>nema a vedere<br />

solo i film che guadagnano di più, e sembra intendiate che quelli che non incassano o<br />

meglio non entrano nella hit è solo perché <strong>sono</strong> brutti e pensate che dramma s’è vero. Ho<br />

l’impressione che l’unico che abbia capito la comunicazione in <strong>questo</strong> sistema sia<br />

Bertinotti, se vuoi portare a comunicare con te chi non vuole devi alzare il livello dei<br />

contenuti non degli slogan, non perdendo mai di vista l’alterità. (in una clausola<br />

neoliberista, <strong>ci</strong>ò può servire a creare un nuovo gruppo e portare la comunicazione nei suoi<br />

spazi. Ciò è un analisi non una speranza) Ora Berlusconi vuole il referendum di<br />

rifondazione e verdi perché immagina che così può avere partita vinta su qualsiasi<br />

clausola l’articolo 18, immaginando una vittoria senza compromessi da utilizzare a livello<br />

mediatico, a parte il fatto che corre più rischi di quanto immagina anche con i sondaggi<br />

che va facendo, anche trasformando, così, un eventuale accordo pre referendum in una<br />

sua personale vittoria, ma badi che non è in ballo la questione se licenziare o no, ma quella<br />

che vuole nascondere di come poter economicamente mantenere gli occupati, senza dare<br />

ad intendere che si vuole aumentare i profitti di chi non vuole nuovi occupati: la<br />

concorrenza del neoliberismo e l’impoverimento “controllato” del più debole (non sto<br />

parlando <strong>della</strong> fiat, forse <strong>della</strong> G.M o di altri neoliberisti italiani, bo!). Sinceramente io<br />

credo che sto sopravalutando Berlusconi, ch’è solo uno che gli è andata bene con il gioco<br />

delle tre carte e che adesso si strafoga di potere e lo asseconda come può. Non so come


<strong>sono</strong> finito a parlare di tutto <strong>questo</strong> nulla, ma scrivendo è venuto da se e questa è la cosa<br />

che m’interessa essere libero di fare, tornando ad Ende e il suo <strong>libro</strong> “La storia infinita”,<br />

nel 1986, quando lo lessi esprimeva realmente i problemi del nulla <strong>della</strong> comunicazione<br />

che stava avanzando, di un sistema come quello contemporaneo che ha perso la creatività<br />

<strong>della</strong> soluzione dei problemi, <strong>della</strong> diversificazione dell’individuo, rendendo palesi i<br />

problemi del neoliberismo o dei poteri integralisti, del valore del comunicare che perde la<br />

soluzione, per l’unica possibile, sempre a epilogo degenerativo.<br />

Gli Usa bloccano l'accordo sui medi<strong>ci</strong>nali a basso prezzo<br />

Danneggerebbe eccessivamente le aziende farmaceutiche americane<br />

22 dicembre 2002<br />

Gli Stati Uniti hanno bloccato un accordo internazionale in via di definizione presso l'Organizzazione mondiale del commer<strong>ci</strong>o<br />

che avrebbe permesso alla nazioni povere di produrre a basso prezzo medi<strong>ci</strong>nali contro l'Aids e altre malattie epidemiche come<br />

la malaria e la tubercolosi. Lo scrive nel sito on line la Bbc.<br />

Questo significa che milioni di persone, soprattutto in Africa, non avranno accesso a farma<strong>ci</strong> che potrebbero salvare loro la vita.<br />

Le trattative verranno riprese a febbraio, ma secondo l'organizzazione umanitaria Medi<strong>ci</strong>ns<br />

Sans Frontiéres, <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> poche possibilità che abbiano successo. L'accordo avrebbe<br />

dovuto permettere alle nazioni povere di produrre «copie» delle molecole attive dei<br />

medi<strong>ci</strong>nali, senza pagare diritti alle aziende Usa proprietarie.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Monday, December 23, 2002 10:42 AM<br />

Subject: Gli Usa bloccano l'accordo sui medi<strong>ci</strong>nali a basso prezzo<br />

Rai forum.it “primo piano”<br />

Oggetto: Gli Usa bloccano l'accordo sui medi<strong>ci</strong>nali a basso prezzo<br />

Data: 23-12-2002 alle 10:43<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.discussioni.giustizia<br />

Sent: Monday, December 23, 2002 10:51 AM<br />

Subject: Gli Usa bloccano l'accordo sui medi<strong>ci</strong>nali a basso prezzo<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.economia<br />

Sent: Monday, December 23, 2002 10:52 AM<br />

Subject: Gli Usa bloccano l'accordo sui medi<strong>ci</strong>nali a basso prezzo<br />

23/12/2002 10:46 La Stampa Forum<br />

Global/ No-global<br />

Gli Usa bloccano l'accordo sui medi<strong>ci</strong>nali a basso<br />

Epidemie mondiali e diritto alle cure mediche<br />

Uno dei problemi di sempre è il diritto all’identità, è un diritto che investe tutta la sfera<br />

dell’essere umano e la libertà re<strong>ci</strong>proca tra gli individui. Se tale diritto viene infranto dalla<br />

mancanza <strong>della</strong> condivisione per mezzo di regole economiche, è ovvio che tali regole<br />

tolgono libertà all’identità umana che ha possibilità di esprimersi ben al di là <strong>della</strong> sola


logica economica. Il potere diventa impotenza dinanzi alla realtà e la realtà esprime in<br />

questa situazione il peggio di sé, il potere distrugge la realtà e tutto quello che con essa è<br />

in più stretto legame; <strong>ci</strong>ò che lo alimenta è soltanto la distruzione <strong>della</strong> realtà. Spesso<br />

assistiamo a più forme di potere, che anche si contrappongono, e che tendono a stabilire la<br />

supremazia dell’uno sull’altro, in definitiva le proprie negazioni <strong>della</strong> realtà. Sovente<br />

questi poteri tendono solo a sovrastare la negazione dell’altro e, ancor più spesso si<br />

oppongono agli sviluppi che nella conoscenza” generano la ricerca sapienzale<br />

dell’identità” e che esprimono la libertà affrancandosi dal potere per essere più vi<strong>ci</strong>ni alla<br />

realtà. Il potere diventa sempre più nefasto quando esprime il terrore che lo governa di<br />

perdere se stesso, la sua espressione parossistica <strong>della</strong> paura lo porta in uno stato di<br />

alterazione <strong>della</strong> realtà in cui non vede niente altro che uno sviluppo di morte e<br />

distruzione per la sua affermazione, dove la realtà non può che soggiacere alle sua regola<br />

primaria di morte che il potere esalta negando alla realtà la libertà dell’identità <strong>della</strong> vita,<br />

che non ha in sé nessun potere se non quello di esistere. Il potere in ultimo stato non può<br />

che distruggere quello che esiste e che così attinente alla realtà non ha potere, ma esiste ed<br />

è più vi<strong>ci</strong>no alla verità. Gli Stati Uniti stanno impazzendo e con il suo potere si mette<br />

sempre più fuori dal tempo <strong>della</strong> realtà che viene distrutta insieme al mondo, governato<br />

dalla follia del potere. Che l’identità degli stati più poveri sia così infranta da regole che<br />

determinano un diritto d’autore, più alto <strong>della</strong> realizzazione dell’opera in ambito di un<br />

economia diversa da quella dell’autore e, per <strong>questo</strong> è impedita la divulgazione dell’opera,<br />

è qualcosa che nessun vero autore vuole, che ambisce alla libera espressione di se stesso<br />

nella libertà dell’identità <strong>della</strong> realtà, che cerca di non far soggiacere al potere.<br />

Rai.net forum “primo piano”<br />

Oggetto: La dittatura, il mare moto e il conflitto d’interessi <strong>della</strong> famiglia Guzzanti<br />

Data: 31-12-2002 alle 10:05<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.media.tv<br />

Sent: Tuesday, December 31, 2002 10:07 AM<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Tuesday, December 31, 2002 10:08 AM<br />

La dittatura, il mare moto e il conflitto d’interessi <strong>della</strong> famiglia Guzzanti<br />

Ieri al telegiornale del tg2, quello delle ore 13 è stata data la notizia che il dio vulcano per<br />

mezzo dello Stromboli aveva provocato un’onda marina di un metro, (ma gli esperti<br />

dicono che il fenomeno non si ripeterà) ho immaginato perché non dicono che magari io<br />

fac<strong>ci</strong>o il bagno anche con onde più grandi. Poi la sera, mentre l’altro dio pronun<strong>ci</strong>ava il<br />

discorso, <strong>ci</strong>oè colui che sa come servire il potere a fini personali, tanto che ha dato ha tutti<br />

la possibilità democratica di essere servito come tramite per il potere e rendere anche i più<br />

biechi” meritevoli – ascolto che qualcuno di rai tre ha avuto una sospensiva lavorativa,<br />

perché è andato in onda un frammento dello spettacolo di Sabrina Guzzanti, dove dicono,<br />

“lei” abbia detto qualcosa di inesatto su Tremonti – pluri miliardario: ministro economista,<br />

fiscalista italiano, dimostrazione palese che tutti possano fare i soldi. E chi non li fa non <strong>ci</strong><br />

si può fare niente. Mi ricordo di essermi divertito vedendo quello spettacolo, non mi<br />

ricordo proprio quello che Sabrina Guzzanti a detto su Tremonti, sarà che <strong>sono</strong> così tante<br />

le cacchiate che dice Tremonti, che proprio non ricordo quelle che ha <strong>ci</strong>tato Sabrina


Guzzanti, ma bisogna rispettare chi c’ha i soldi sennò che servi si è e come si pensa di farli.<br />

Questa notizia è proseguita, affermando che il provvedimento non è una censura, ma non<br />

erano stati acquisiti i diritti dello spettacolo: questa è una cosa scandalosa, in pieno<br />

liberismo, qualcuno non si fa pagare i diritti e rischia di sovvertire l’ordine democratico e,<br />

il copyright di Tremonti chi lo paga: Bush che dice. È più importante chi si pappa tutto con<br />

il copyright, anche se dice una cazzata pazzesca e c’è qualcuno che <strong>ci</strong> crede, o il diritto<br />

d’autore? Vergognati Scafroglia, per <strong>questo</strong> non ti si trovava, così non puoi essere accusato<br />

del conflitto d’interessi e posizione predominante in ambito del servizio radiotelevisivo<br />

pubblico e hai las<strong>ci</strong>ato al tuo, forse, sosia, il fratello di Sabrina di rappresentarti, ora<br />

sappiamo perché lo hai fatto: per non pagare i diritti alla sorella, e ti sei portato pure il<br />

prete: scafroglia tu sei un pubbli<strong>ci</strong>tario <strong>della</strong> concorrenza. Durante <strong>questo</strong> tg3 sento che un<br />

certo Giuffrè – forse – è rimasto su un’isola attorno alla Stromboli, gli altri <strong>sono</strong> tutti<br />

scappati e, dice che il mare è andato avanti e indietro per settanta ottanta metri per un bel<br />

pezzo, forse 20 minuti. <strong>In</strong>tanto l’illuminato continua il suo discorso. Vedo il telegiornale di<br />

euronews e dicono che c’è stata un onda di venti metri. Poi passo al tg1 <strong>della</strong> sera e dopo<br />

l’apparizione dell’illuminato, dicono che l’onda è stata di die<strong>ci</strong> metri, e, sempre quello<br />

<strong>della</strong> protezione <strong>ci</strong>vile, mentre oramai il discorso dell’illuminato è al termine dice che non<br />

sa se franerà un altro pezzo di vulcano in mare. Del caso scafroglia, mi pare nessuna<br />

notizia.<br />

P.S.<br />

Quanto scritto sopra è di mio interesse personale, se altri vi trovano qualcosa che li<br />

riguarda è di loro interesse personale.<br />

Dico scusa ai buddisti, per il termine illuminato usato in <strong>questo</strong> discorso – e aggiungo non<br />

vorrei che qualcuno paradossalmente pensasse che quanto sopra sia a favore dei<br />

telegiornali di mediaset, di cui non posso parlare non avendone io notizia da molto tempo.<br />

----- Original Message -----<br />

From: patrizio.marozzi@libero.it<br />

To: mike<br />

Sent: Saturday, December 07, 2002 5:38 PM<br />

Subject: R:<br />

Gentile michele pardini, la riflessione ed anche problematica sull'identità e sulle strutture di essa nello spazio<br />

tempo - e dello spazio tempo come rivoluzione dell'oggetto non più rappresentato, ma rappresentazione<br />

dell'esser<strong>ci</strong> umano come espressione spirituale o transeunte concettuale trova nella ricerca del linguaggio" il<br />

dialogo, l'elaborazione <strong>della</strong> forma mentis che sperimenta e trova e cerca, il significato dell'esperienza<br />

individuale, come individuazione profonda <strong>della</strong> propria parte<strong>ci</strong>pazione umana all'espansione delle possibilità<br />

inspiegabili <strong>della</strong> ragione. Se la velo<strong>ci</strong>tà è espressione e percezione relativa al tempo dell'individuo, lo spazio<br />

altresì è riferimento relativo, ma finito <strong>della</strong> forma del tempo - che in quanto individuale agisce sulla presenza<br />

<strong>della</strong> comunicazione vera <strong>della</strong> capa<strong>ci</strong>tà di analisi dell'esperienza <strong>della</strong> persona che comunica. "La sua<br />

collocazione nello spazio non trova una definizione istantanea, ma solo comunicativa <strong>della</strong> sua capa<strong>ci</strong>tà<br />

deduttiva". La relatività dello spazio dà alla forma una sua relativa percezione, perché soggetta al peso <strong>della</strong><br />

storia come interpretazione comunicativa di un modificarsi che in realtà è da venire, ma che la storia ferma<br />

cercando di superarlo, in una strutturazione probabilistica, che tende alla riprodu<strong>ci</strong>bilità dello spazio, al di là<br />

del suo significato relativo individuale. La visione di un tempo finito che spiega il tempo relativo, non può<br />

essere soggetto del caso ipotetico - eppure non può essere altrimenti nella sua infinità, possibilità di<br />

collocazione. La finitezza non è rappresentabile se non nella rappresentazione di una mutabilità - non finità -<br />

di un'analisi umana finita, che così trova la collocazione e percezione reale del suo umano nella verità<br />

comprensibile e incomprensibile, che nella sua percezione unisona danno il pieno significato e<br />

rappresentatività immediata sia all'istante spazio tempo personale che all'esplicazione infinita del detto finito<br />

di infinità. Il rappresentabile è soltanto la verità, la rappresentazione del rappresentabile non è detto che sia<br />

una metafora, la menzogna credo non lo sia mai. Gentile Michele Pardini io mi occupo da molto tempo <strong>della</strong><br />

ricerca dell'identità nel significato artistico e, la cosa non è s<strong>ci</strong>ndibile dalla mia esperienza di persona e, il


significato oggettivo del lavoro artistico che fac<strong>ci</strong>o abbrac<strong>ci</strong>a il processo di opera, anche nella sua<br />

moltepli<strong>ci</strong>tà espressiva sia di ambito che di linguaggio. Non so da cosa tu parta per il significato definitivo di<br />

collaborazione - per me questa tua proposta e questa mia risposta "potrebbe" già essere espressione di una<br />

collaborazione di fatto, che nella ricerca <strong>della</strong> comunicazione si è determinata del tutto spontaneamente e<br />

posso già dirti che può, vedersi scritta in un <strong>libro</strong> di "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>".<br />

Nel caso tu ritenessi, di darmi maggiori informazioni sul significato delle tue intenzioni, ti Mando i miei più<br />

sinceri Saluti<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

----- Original Message -----<br />

From: mike<br />

To: patrizio.marozzi@libero.it<br />

Sent: Saturday, December 07, 2002 1:17 PM<br />

<strong>ci</strong>ao mi chiamo michele pardini ... <strong>sono</strong> un giovane scultore di pietrasanta ho letto il tuo manifesto intitolato<br />

"arte sgarbata" bello e profondo devo dire ... quindi pensavo ad una collaborazione ... vedi io <strong>sono</strong> un degli<br />

ultimi scultori italiani che affrontano le problematiche del futurismo e del minimlismo ma in chiave dei giorni<br />

nostri ... amo scrivere manifesti realisti .... e visto che sei molto capce nello scrivere cosa ne pensi di una<br />

propostadel tipo ... collaboriamo insieme ... scriviamo concetti x espressioni plastiche .... ilmio dillemma<br />

primn<strong>ci</strong>pale è lo studio sull'unione del "corpo velo<strong>ci</strong>tà spazio tempo" cosa ne pensi di <strong>questo</strong> ... spero che<br />

rispondi nel più breve tempo possibile<br />

11 Dicembre 2002<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

Via IV novembre, 19<br />

63037 Porto D’Ascoli A.P<br />

tel e fax 0735 753745<br />

Adelphi Edizioni<br />

Dir. Roberto Calasso<br />

Via San Giovanni sul Muro, 14<br />

20121 Milano<br />

Egregio Signor Calasso, le invio nuovamente il mio lavoro “un romanzo qualsiasi”, che<br />

purtroppo ho saputo – dopo nove mesi – non esservi mai giunto - Aggiungo per vostra<br />

cortesia anche il <strong>libro</strong>: “Nessuno” e due opere letterarie a fumetti. Come le dissi nella<br />

lettera che non ha potuto leggere, inviatale con un romanzo qualsiasi - le porgo in lettura il<br />

mio ennesimo capolavoro. Anche in queste opere troverà riferimenti e collegamenti che la<br />

portano sin al mio primo <strong>libro</strong>: “letteratura sperimentale”, ma come sempre” se il mio<br />

progetto dell’opera è ampio e globale le sue sfaccettature <strong>sono</strong> pur sempre autonome e<br />

identificabili nella lettura <strong>della</strong> singolarità di ogni <strong>libro</strong>, che diventa “immenso” nel<br />

progetto globale. Le indico con un numero sulle opere che le invio la sequenza temporale<br />

in cui <strong>sono</strong> state realizzate – e le dico che successive a queste <strong>sono</strong> già ultimati altri due<br />

libri: “Lo Stato del <strong>libro</strong>” e “Il caso Build as” – dove la definizione canonica di letteratura<br />

divergente viene ampiamente superata sia dalla costruzione “tecno-formale che per<br />

l’espressione del progetto concettuale di identità che è d’unione di tra le mie opere, anche,<br />

sovente, nei rimandi <strong>scrittura</strong>li. Concludo prima di salutarla, con una breve riflessione;<br />

telefonando alla casa editrice e parlando con la persona addetta all’informazione dei<br />

manoscritti, ho saputo che avete ancora in memoria nel computer i miei libri: “I racconti


tra realtà e leggenda di mister X” – “diario di un sopravvissuto anonimo” e “anonimo al di<br />

là del dubbio” <strong>ci</strong>ò per rammentarle che “nell’imminente esplosione” <strong>della</strong> “moda del<br />

mobbing” in queste opere ho inserito tale concetto e i suoi riferimenti, in un ambito<br />

creativo tutt’altro che di “moda o costume”, e troverà riferimento “profondo, a <strong>ci</strong>ò, anche<br />

nelle opere che qui le presento. Concludo dopo la conclusione comunicandole che la mia<br />

opera si sta per arricchire di un altro lavoro: “Frammenti di un giorno” e ho già avviato”<br />

altri due libri: “Best Seller erotico in romanzo rosa” e il “Candido Poetastro” – in fondo<br />

non ho mai smesso di ricercare e lavorare, sin dal tempo di realizzazione del Faust 10 –11<br />

anni <strong>ci</strong>rca e la definitiva realizzazione degli altri tre capitoli che con il Faust, compongono<br />

il <strong>libro</strong> dal titolo – “letteratura sperimentale”, in cui ribadisco c’è già tutto…ed anche<br />

quello che devo ancora realizzare.<br />

Un cordialissimo saluto, e dato il periodo anche auguri di Buon Natale a lei e a ai suoi<br />

collaboratori.<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

<strong>In</strong> realtà il primissimo <strong>libro</strong> che <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong> ha scritto è stato: “Oc<strong>ci</strong>dente Specchio in<br />

frantumi – un <strong>libro</strong> di poesia dove nell’introduzione vi si legge – “Poche parole; questa<br />

non vuole essere un’introduzione vera e propria, ma la spiegazione di alcune parole che<br />

incontrerete nella lettura . A voi che leggerete vi succederà di riscontrare, delle parole che<br />

pos<strong>sono</strong> apparire scritte in modo ortograficamente errato, <strong>questo</strong> perché <strong>sono</strong> state scritte<br />

come vengono enun<strong>ci</strong>ate in dialetto.<br />

Ciò vuole essere un modo d’introduzione del dialetto nella sua forma meno eclatante: là<br />

dove inizia la sua formazione.<br />

Ho ricevuto le scuse dell’addetta ai manoscritti – nuova – che per sua insicurezza mi aveva<br />

negato che fosse arrivato il mio nuovo pacco – che ho spedito utilizzando un altro corriere<br />

– tramite il quale ho saputo il nome di chi lo aveva ricevuto: la segretaria personale di<br />

Roberto Calasso, che lo aveva las<strong>ci</strong>ato sulla scrivania del direttore editoriale al momento<br />

assente. L’insicurezza dell’addetta che a mia insaputa aveva ritenuto di non informarsi,<br />

capendo io <strong>ci</strong>ò dicendomi immotivatamente che all’Adelphi non mi conosceva nessuno,<br />

dava una realtà alquanto maldestra e inconsueta per me <strong>della</strong> realtà di conoscenza<br />

letteraria, che non poggia” sulla lettura delle opera, comunque ritengo che tale episodio,<br />

che con me non ha avuto mai un precedente, sia dovuto al carattere e all’insicurezza<br />

dell’addetta. E dire che <strong>sono</strong> più di die<strong>ci</strong> anni che ho rapporti con l’Adelphi.


Forum: Ragazzi di vita<br />

Pasolini<br />

Autore: <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

Data: 23-10-02 22:58<br />

L'ho letto, di<strong>ci</strong>amo un po' di tempo fa e ho delle sensazioni e dei flash che mi tornano in mente. Ricordo, non<br />

so più chi, che disse che non è un gran romanzo... e del resto in che modo dare voce a chi non sa che c'è una<br />

lingua - letteraria - che non si cura molto <strong>della</strong> loro voce, <strong>della</strong> voce di quei ragazzi di vita. <strong>In</strong> proposito mi<br />

viene in mente di pensare se Pasolini avrebbe, oggi, trovato un' espressività ancor più as<strong>ci</strong>utta per certi altri<br />

ragazzi di vita - quelli che non hanno quella sorta di stupita immacolatezza che quasi dava un senso di<br />

redenzione a quei ragazzi di vita. Come avrebbe raccontato le vite delle prime prostitute albanesi, che <strong>sono</strong><br />

state ignorate per quasi tutto il tempo; che voce avrebbe dato a quelle ragazze che fuggivano dalla guerra dei<br />

Balcani e "aiutate" a prostituirsi sulla stessa strada: poco distante una dall'altra. in corpo a corpo che salvava<br />

la vita, ma che sconvolgeva la loro mente e anima, così lontane e così vi<strong>ci</strong>ne dai corpo a corpo delle loro<br />

guerre lontane. Mi stona dirlo pensando a Pasolini e all'arte e a me stesso, vedere che si parla <strong>della</strong><br />

prostituzione come fenomeno per rilan<strong>ci</strong>are i prezzi del mercato immobiliare, più che ridare dignità di scelta<br />

a chi vorrebbe averla, forse Pasolini avrebbe fatto una distinzione, tra queste prostitute e la "puttanità" di<br />

certo sistema; credo che avrebbe cercato l'arditezza dell'arte per narrarne una distinzione tutt'altro che<br />

affabile. Chissà! comunque rileggerò <strong>questo</strong> <strong>libro</strong>.<br />

[Prostituzione, il Consiglio dei ministri rinvia il decreto<br />

24 ottobre 2002<br />

ROMA. Il Consiglio dei ministri non ha approvato nella riunione di oggi il disegno di legge sulla<br />

prostituzione. La discussione è stata rimandata a una delle prossime riunioni del Consiglio dei ministri.<br />

Rocco Buttiglione ha spiegato che oggi il Governo ha comin<strong>ci</strong>ato l'esame del provvedimento.<br />

«Non c'è nessuna rottura, il progetto che è stato presentato ha sostanzialmente il consenso di tutti». Carlo<br />

Giovanardi smentisce così eventuali dissapori all'interno <strong>della</strong> maggioranza riguardo il disegno di legge<br />

sulla prostituzione. «Va, però, - ha aggiunto il ministro per i Rapporti con il Parlamento uscendo dal<br />

Consiglio dei ministri - approfondito perchè la materia è delicata e licenziarla così non va bene, ha degli<br />

aspetti da limare».<br />

Diventa reato prostituirsi in strada<br />

21 dicembre 2002<br />

ROMA. Niente più prostitute sui mar<strong>ci</strong>apiedi delle <strong>ci</strong>ttà italiane. Pena una multa salata sia per le «luc<strong>ci</strong>ole»<br />

sia per i clienti. È quanto ha de<strong>ci</strong>so il Consiglio dei ministri di ieri pomeriggio, nel corso del quale è stato<br />

approvato un disegno di legge a firma del vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, del ministro per le<br />

Riforme, Umberto Bossi e del Ministro per le Pari opportunità, Stefania Prestigiacomo […]<br />

Viene dunque introdotto nell'ordinamento il divieto di eser<strong>ci</strong>tare la prostituzione in luogo pubblico o aperto<br />

al pubblico (sanzionato in via pecuniaria e, in caso di reiterazione, con arresto fino a tre mesi e ammenda<br />

fino a mille euro) e si prevedono misure sanzionatorie anche nei confronti dei clienti. Contestualmente al<br />

divieto di eser<strong>ci</strong>tare il mestiere più antico del mondo sul mar<strong>ci</strong>apiede, cessa di essere reato di<br />

favoreggiamento la locazione a prezzi di mercato di appartamenti nei quali si eser<strong>ci</strong>ti la prostituzione.]<br />

La Stampa Forum.it 22/12/2002 17:45<br />

Prostituzione solo un problema d’informazione<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Sunday, December 22, 2002 5:55 PM<br />

Subject: Prostituzione solo un problema d'informazione neoliberista? O di pubbli<strong>ci</strong>tà. Ma!?


Prostituzione solo un problema d’informazione neoliberista? O di pubbli<strong>ci</strong>tà. Ma!?<br />

Da un po’ di tempo in Italia è diventato importante non vedere e non sapere per risolvere i problemi. O<br />

meglio credere che quel chi si vuole sapere sia la verità, ed anche la prostituzione fa parte di <strong>questo</strong> progetto.<br />

<strong>In</strong> cosa consiste in fondo la soluzione del problema, solo nella modificazione del processo <strong>della</strong><br />

comunicazione: basterebbe dire se io non vedo le prostitute so che non esistono; se <strong>ci</strong>ò mi è comprensibile,<br />

magari per chi sotto casa deve ascoltare il rumore delle macchine, lo sbattere degli sportelli e, per <strong>questo</strong> non<br />

può dormire la notte, è qualcosa del tutto irrilevante per chi può dormire la notte. Giacché la prostituzione è<br />

ravvisabile in altri aspetti che non <strong>sono</strong> solo quelli dello schiamazzo. E allora con questa legge la cosa che<br />

maggiormente viene alterata è la comunicazione tra gli individui e la libertà d’espressione. La stessa<br />

prostituta sarà oggetto di un processo di intermediazione per poter comunicare con il cliente, che la farà<br />

soggiacere a regole controllabili da “chiunque”. È proibito l’adescamento?! che significa che quell’approc<strong>ci</strong>o<br />

diretto con la prostituta, che ferma sul bordo <strong>della</strong> strada ti dice chiaramente le sue intenzioni a cui tu<br />

corrispondi le tue, deve avvenire in altro modo – è vero che anche in <strong>questo</strong> rapporto c’è uno scambio <strong>della</strong><br />

comunicazione che investe i ruoli di potere, ma di certo non <strong>sono</strong> ridotti con l’affermazione di un potere che<br />

amplifica i processi d’intermediazione falsificando ancor di più il reale significato delle intenzione dei ruoli<br />

di potere – non dibatto sul fatto che il prostituirsi è un fattore che va ben al di là <strong>della</strong> sola prostituzione<br />

sessuale, ma sul fatto che la prostituzione di altro genere trovando forza nell’indebolimento <strong>della</strong><br />

comunicazione diretta che avviene sulla strada, trova maggiore legittimità nella comunicazione surrettizia o<br />

mediata, accettata convenzionalmente per lo scambio non solo sessuale, ma del potere che tramite<br />

l’alterazione delle nostre possibilità comunicative <strong>della</strong> comunicazione diretta, indebolisce il significato<br />

dell’analisi” di chi dalla comunicazione per mezzo del potere vuole evolversi. Certo questa legge è vincente<br />

per chi non vuole nessuna consapevolezza dei propri mezzi comunicativi, ma solo dormire la notte e avere<br />

un po’ di potere di giorno. O per chi troverà più comodo “non farlo in macchina”, “spendendo pressappoco<br />

la stessa <strong>ci</strong>fra”. Già ma come rius<strong>ci</strong>rà ad entrare in casa <strong>della</strong> prostituta; perché non ho capito se la tentazione<br />

dell’adescamento, risieda più nel vedere la prostituta che ti sorride per strada o nell’annun<strong>ci</strong>o che si troverà<br />

sulle varie rubriche, quale dei due ha maggiore turbativa d’asta, perché il problema sarà la decodifica del<br />

prezzo, in base alla scelta valutabile. E allora non ho ben capito se tutto rientrerà nel linguaggio <strong>ci</strong>frato<br />

accettabile so<strong>ci</strong>almente, e convenzionalmente perpetrato da chiunque. E allora basterà scrivere un annun<strong>ci</strong>o:<br />

ho voglia di fare all’amore telefonatemi – e dare a questa frase la connotazione di adescamento – qualora -<br />

poi vi sia dietro qualcuno che vuole dei soldi in cambio, per fare all’amore. E allora l’ipocrisia sarà ancora<br />

più grande, perché non si potranno più usare neanche le parole che per un individuo hanno un suo<br />

significato e, così <strong>ci</strong> si potrà difendere dal pensare, mettere i muri i ruoli che <strong>ci</strong> dicono quale sia la verità che<br />

vogliamo <strong>ci</strong> sia comunicata, come gli struzzi, con la testa sotto la sabbia, il problema così non sarà nostro ma<br />

di chi vuole “comunicare”, magari finiremo per dirgli anche, “che non capiamo quello che vuole, di spiegarsi<br />

meglio dato che io “non vedo non sento e non parlo”, pur di non togliere la testa dalla sabbia gli chiediamo<br />

di infilarla nella sabbia anche a lui, questa è solo un’informazione senza effica<strong>ci</strong>a e ha il potere di non<br />

prendere in considerazione la conoscenza, esaltando gli “stupidi” e il nonsenso <strong>della</strong> comunicazione, il<br />

potere dell’informazione neoliberista.<br />

Speriamo che qualcuna si salvi dalla “prostituzione”.


(<strong>In</strong>troduzione)<br />

lettera al direttore del corriere <strong>della</strong> sera, Paolo Mieli<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

lunedì 28 ottobre 2002 11.49<br />

Newsgroups: it.discussioni.giustizia<br />

Pasolini<br />

Spappolato in viso<br />

Quanto assomigliava l’immagine del corpo uc<strong>ci</strong>so di Pasolini a quello di Mussolini in<br />

piazzale Loreto. Come se il degrado di quel giorno, apice di una tragedia assoluta di una<br />

nazione ripetesse il suo rituale di morte, la sua sconfitta. Ed è tutta qui l’abiura di Pasolini<br />

per il potere, di un sesso perverso e terrorizzato che ha trasformato l’intimità di ognuno in<br />

qualcosa, un ordine a cui la cos<strong>ci</strong>enza dovesse chinare il capo. La sua trasversalità, la sua<br />

indipendenza intellettuale ne faceva la persona scomoda a cui tutti cercavano di tirare a se<br />

una sua interpretazione. Non è un caso che ancora oggi leggendo quel che ha scritto, non<br />

si comprenda il respiro del suo pensiero, ancora incompatibile ai giochi di parte e alle<br />

parte<strong>ci</strong>pazioni di comodo; una so<strong>ci</strong>età avvilita e degradata come quella attuale dove può<br />

trovare l’intelligenza per capire <strong>ci</strong>ò che dall’intelligenza proviene. Del resto già Pasolini<br />

nella sua abiura <strong>della</strong> trilogia <strong>della</strong> vita, era già chiaro sulle debolezze <strong>della</strong> cos<strong>ci</strong>enza, non<br />

un caso che scrisse - riadatto il mio impegno ad una maggiore leggibilità (Salò?) – La<br />

matrice più profonda del suo antifas<strong>ci</strong>smo e <strong>della</strong> cultura di cui vedeva incarnata la so<strong>ci</strong>età<br />

italiana, sia essa di destra di sinistra e di tutto il potere che gli si generava contro, nel suo<br />

conformismo idiota, era quella dei gradi dell’esser servi in una forma del potere che<br />

trasforma gli individui in sadi<strong>ci</strong> e masochisti<strong>ci</strong>, in servi e servitore, carnefi<strong>ci</strong> e vittime, e poi<br />

le vittime in carnefi<strong>ci</strong>, nel degrado più grande di una persa umanità che dà al gioco delle<br />

masse delle maggioranze senza individui, l’alibi per uc<strong>ci</strong>dere, per la morte delle guerre,<br />

per creare i redenti <strong>della</strong> <strong>ci</strong>viltà, esseri irrisi dalla disobbedienza, che ancora oggi si chiama<br />

obbedienza – “Tu devi aggiornarti semanticamente sul linguaggio che usi”. – la vera<br />

obbedienza sta nella coerenza alla costruzione <strong>della</strong> consapevolezza <strong>della</strong> cos<strong>ci</strong>enza, sta<br />

nella capa<strong>ci</strong>tà di creare, al di là del potere <strong>della</strong> morte una cos<strong>ci</strong>enza che dia <strong>ci</strong>viltà umana<br />

e che non degradi nell’in<strong>ci</strong>viltà <strong>della</strong> logica <strong>della</strong> distruzione, questa è la disobbedienza<br />

vera di Pasolini, forse la capa<strong>ci</strong>tà di accettare il confronto con il non detto, senza che <strong>ci</strong>ò<br />

distrugga totalmente <strong>ci</strong>ò che del detto costruisce, la capa<strong>ci</strong>tà di togliere la falsità <strong>della</strong><br />

zizzania, la capa<strong>ci</strong>tà di vedere. La nemesi greca le colpe dei padri ricadono sui figli, figli a<br />

cui Pasolini tac<strong>ci</strong>ava di aver perso nelle loro azioni la causa e l’effetto, quasi intuendo o<br />

non intuendo essere i primi a vivere la nemesi di una trasformazione del mondo, già<br />

orgiasticamente organizzato in funzione di un potere, lo stesso potere da lui intuito nella<br />

so<strong>ci</strong>età contemporanea, qualunquistica e ottusa. Le generazioni che si <strong>sono</strong> ammazzate per<br />

le strade, quelli che lui avrebbe detto hanno obbedito, senza sapere come disobbedire ad<br />

un conformismo uguale a quello a cui dicevano di opporsi – “Ebbene, per tutti questi<br />

giovani vale la figura o “modello” del “disobbediente”. Non c’è nessuno di essi che si<br />

consideri “obbediente”. <strong>In</strong> realtà, semanticamente, le parole hanno roves<strong>ci</strong>ato il loro senso<br />

scambiandoselo; in quanto consenziente all’ideologia “distruttrice” del nuovo modo di


produzione, che si crede “disobbediente” (e come tale si esibisce) è in realtà “obbediente”;<br />

mentre chi dissente dalla suddetta ideologia distruttrice – e, in quanto crede nei valori che<br />

il nuovo capitalismo vuole distruggere, è “obbediente” – è dunque in realtà<br />

“disobbediente”. - Le generazioni a seguire che ho attraversato io, compresa quest’ultima,<br />

di cui ho accennato hanno per me continuato, nella loro generalizzazione di massa, il<br />

percorso dell’imbe<strong>ci</strong>llità qualunquistica in un sistema culturale, anche scolastico che ha<br />

obbedito parossisticamente all’ideologia” distruttrice. Quelli come me che quando Pasolini<br />

scriveva le cose accennate poco fa, erano alla fine <strong>della</strong> loro infanzia, hanno percorso il<br />

campo minato, attraversato le macerie e <strong>sono</strong> stati bombardati dalla cultura del profitto e,<br />

credo siano pochi quelli sopravvissuti, quelli che ancora non rappresentano un potere, ma<br />

la cos<strong>ci</strong>enza obbediente, che non vorrà mai un potere, ma la propria cos<strong>ci</strong>enza - e devono<br />

ancora confrontarsi con le stesse orde di imbe<strong>ci</strong>lli anche ventenni, ancora oggi. Per quel<br />

che riguarda Pasolini e la posizione <strong>della</strong> sua cos<strong>ci</strong>enza: - “Chi è a favore dell’aborto?<br />

Nessuno, evidentemente. Bisognerebbe essere pazzi per essere a favore dell’aborto. Il<br />

problema non è di essere a favore o contro l’aborto, ma a favore o contro la sua<br />

legalizzazione. Ebbene io mi <strong>sono</strong> pronun<strong>ci</strong>ato contro l’aborto, e a favore <strong>della</strong> sua<br />

legalizzazione. […] Perché io sento con particolare angos<strong>ci</strong>a la colpevolezza dell’aborto?<br />

L’ho detto anche <strong>questo</strong> chiaramente. Perché l’aborto è un problema dell’enorme<br />

maggioranza, che considera la sua causa, <strong>ci</strong>oè il coito, in modo così ontologico, da renderlo<br />

meccanico, banale, irrilevante per eccesso di naturalezza. <strong>In</strong> <strong>ci</strong>ò c’è qualcosa che<br />

oscuramente mi offende. Mi mette davanti a una realtà terrorizzante (io <strong>sono</strong> nato in un<br />

mondo repressivo, clerico-fas<strong>ci</strong>sta). Io vedo in <strong>questo</strong> Pasolini, il disobbediente, colui che<br />

obbedisce alla sua cos<strong>ci</strong>enza e che cerca nella disobbedienza alla legge l’affrancamento dal<br />

potere che obbliga la cos<strong>ci</strong>enza all’aborto; la so<strong>ci</strong>età <strong>ci</strong>vile deve confrontarsi con le sue<br />

scelte, moralmente ed eticamente affinché la legge non si frapponga tra il significato <strong>della</strong><br />

vita e l’essere umano, che la cos<strong>ci</strong>enza non segua ed assecondi il potere obbedendo alla<br />

sua repressione - la cos<strong>ci</strong>enza che dà alla legge l’espressione <strong>della</strong> perdita <strong>della</strong> sua<br />

responsabilità. Accettare l’aborto per legge significa dare obbedienza a chi “disobbedisce”,<br />

non dare alternative a se stessi, tanto da rendersi parte<strong>ci</strong>pi <strong>della</strong> tolleranza che umilia i<br />

tollerati – per <strong>ci</strong>ò Pasolini si schiera con gli sconfitti, non nella tolleranza, ma in una<br />

solidarietà che invita a farsi disobbedienti <strong>della</strong> legge, che trasformi in <strong>questo</strong> modo la<br />

so<strong>ci</strong>età <strong>ci</strong>vile in una maggiore cos<strong>ci</strong>enza del bisogno di responsabilità e solidarietà, che<br />

fac<strong>ci</strong>a <strong>della</strong> libertà di cos<strong>ci</strong>enza la libera obbedienza, contro la disobbedienza che degrada<br />

l’uomo.<br />

“Tutto <strong>ci</strong>ò ha dato al mio discorso sull’aborto una certa “tinta”: “tinta” che proviene da<br />

una mia esperienza particolare e diversa <strong>della</strong> vita, e <strong>della</strong> vita sessuale.<br />

Come cani rabbiosi, tutti si <strong>sono</strong> gettati su di me non a causa di quello che dicevo (che<br />

naturalmente era del tutto ragionevole) ma a causa di quella “tinta”. Cani rabbiosi, stupidi<br />

<strong>ci</strong>echi. Tanto più rabbiosi, stupidi <strong>ci</strong>echi, quanto più (era evidente) io chiedevo la loro<br />

solidarietà e la loro comprensione . perché non parlo di fas<strong>ci</strong>sti. Parlo di “illuminati”, di<br />

“progressisti”. Parlo di persone “tolleranti”. Dunque, ecco provato quanto ti dicevo: fin<br />

che il “diverso” vive la sua “diversità” in silenzio, chiuso nel ghetto mentale che gli viene<br />

assegnato, tutto va bene: e tutti si sentono gratificati <strong>della</strong> tolleranza che gli concedono. Ma<br />

se appena egli dice una parola sulla propria esperienza di “diverso”, oppure,<br />

semplicemente, osa pronun<strong>ci</strong>are delle parole “tinte” dal sentimento <strong>della</strong> sua esperienza di<br />

“diverso”, si scatena il lin<strong>ci</strong>aggio, come nei più tenebrosi tempi clerico-fas<strong>ci</strong>sti. Lo scherno<br />

più volgare, il lazzo più goliardico, l’incomprensione più feroce lo gettano nella<br />

degradazione e nella vergogna.”


Pasolini 20 Marzo 1975<br />

Black out<br />

Della satira e <strong>della</strong> satira<br />

Vengo a sapere tramite lo scritto qui sotto, che c’è stato un dibattito che ha coinvolto degli<br />

intellettuali italiani, già solo <strong>questo</strong> può sembrare una notizia di satira. Poi vi è la risposta<br />

di Paolo Mieli e non so se può essere considerata satira. Forse le lettere al direttore <strong>sono</strong><br />

una satira, ma di che tipo? Ed è satirico che questa lettera e la risposta del direttore del<br />

Corriere <strong>della</strong> Sera necessiti di autorizzazione, perché voi la possiate leggere qui in cui ne<br />

viene fatto un uso satirico – pertanto autorizzato – è satirico <strong>questo</strong>. E non è tragico satirico<br />

che <strong>ci</strong>ò appaia il 2 Novembre anniversario <strong>della</strong> morte di Pasolini e che per l’uso satirico<br />

che ne viene fatto forse non leggerete mai, qui, quello ch’è scritto nella lettera al direttore,<br />

che non so se farà comodo ad alcun editore, che se vorrà chiederà l’autorizzazione al<br />

direttore che ha i diritti dell’autore <strong>della</strong> lettera al direttore per il suo editore, che vuole la<br />

proprietà intellettuale dell’autore satirico, che qui, la legge: io.<br />

Questa è la versione on line <strong>della</strong> rubrica di Paolo Mieli.<br />

Attraverso il pulsante scrivi potrete indirizzargli le vostre lettere.<br />

<strong>In</strong>tellettuali, nar<strong>ci</strong>sismo e pubbli<strong>ci</strong> dibattiti<br />

Ho seguito sul Corriere il dibattito tra intellettuali non soltanto italiani che si <strong>sono</strong> schierati<br />

in difesa o contro i terroristi ceceni nei giorni successivi alla tragedia consumatasi una<br />

settimana fa nel teatro moscovita Dubrovka. Non entro nel merito di tale discussione,<br />

anche se, a lume di logica, <strong>sono</strong> d’accordo con lei quando sostiene che un gesto di<br />

terrorismo andrebbe considerato tale indipendentemente dalla vi<strong>ci</strong>nanza che abbiamo nei<br />

confronti <strong>della</strong> causa in nome <strong>della</strong> quale esso è stato compiuto.<br />

Quel che mi ha fortemente colpito è stato il tono assertivo, perentorio con il quale si <strong>sono</strong><br />

pronun<strong>ci</strong>ati i contendenti dell’una e dell’altra parte. Ritengo che in occasioni come queste<br />

sarebbe più saggio tenere atteggiamenti più dubbiosi e parchi.<br />

Mario Natilli, Napoli ,<br />

Caro signor Natilli, qualche tempo fa Pietro Citati ha fatto, su Repubblica , un<br />

impietoso elenco degli scrittori italiani intervenuti in pubbli<strong>ci</strong> dibattiti: Carduc<strong>ci</strong>,<br />

Pascoli e D’Annunzio «scrissero s<strong>ci</strong>occhezze politiche»; Marinetti, Pirandello, Papini,<br />

Soffi<strong>ci</strong>, Ungaretti «scrissero s<strong>ci</strong>occhezze»; lo stesso fecero Malaparte, Piovene,<br />

Quasimodo, Moravia «da vecchio», Pratolini, Bilenchi, Fortini, Pasolini, Calvino «da<br />

giovane», S<strong>ci</strong>as<strong>ci</strong>a «spesso». «Fino alle ultimissime, torve <strong>ci</strong>n<strong>ci</strong>allegre, che non ho la<br />

forza di nominare» scrisse.<br />

E adesso? Negli Stati Uniti ha avuto un grande successo un <strong>libro</strong>, «Public <strong>In</strong>tellectuals»,<br />

scritto da un giudice di Corte d’appello titolare di cattedra all’università di Chicago,<br />

Richard Posner, che - come lei - ha messo in stato d’accusa la figura degli scrittori che<br />

intervengono nella politica. Molte delle tragedie di <strong>questo</strong> secolo, secondo il giudice<br />

Posner, <strong>sono</strong> nate dalla scelta di far politica attiva da parte di personaggi che si erano<br />

messi in mostra, appunto, come «intellettuali pubbli<strong>ci</strong>». Oggi le cose vanno peggio: «La<br />

predominanza dei media - sostiene Posner - tende a corrompere la figura<br />

dell’intellettuale pubblico seducendone il nar<strong>ci</strong>sismo con possibilità di fama inesistenti


in passato e inducendolo a esprimersi su temi sui quali non è detto che sia preparato».<br />

Per quanto riguarda la cultura, prosegue Posner, gli effetti più devastanti <strong>sono</strong> visibili<br />

proprio nei dibattiti e nelle cosiddette trasmissioni di cultura, «dove l’ospite riduce il<br />

suo sapere a una serie di battute a effetto e l’esemplificazione prende il posto<br />

dell’approfondimento». Non esiste programma televisivo che non sia costretto a tenere<br />

viva con qualunque mezzo l’attenzione dello spettatore; ne consegue che tutti gli autori<br />

per i quali è necessaria una riflessione scompaiono sul nascere. «Un intellettuale<br />

pubblico influente ai suoi tempi come John Dewey - ha dichiarato Posner ad Antonio<br />

Monda ( Repubblica ) - oggi non avrebbe possibilità di esprimersi a causa <strong>della</strong><br />

complessità del suo periodare e dell’ampiezza dei suoi ragionamenti».<br />

Ma c’è dell’altro. Secondo Regis Debray (che ne ha fatto diretta esperienza mettendo nei<br />

guai, nel 1967, Ernesto Che Guevara) l’intellettuale impegnato è «un irresponsabile che<br />

impartisce lezioni, avendo come metodo di svuotare il mondo <strong>della</strong> sua complessità per<br />

non veder<strong>ci</strong> altro che materia per indignazione, scandalo e pose vantaggiose». Nota, in<br />

aggiunta, Alain Finkielkraut che <strong>questo</strong> tipo di persone occupa «tutti i posti, quello<br />

vantaggioso del "maestro" e quello prestigioso del "maledetto"; vivono come una sfida<br />

eroica all’ordine delle cose la loro adesione piena di solle<strong>ci</strong>tudine alla norma del<br />

giorno... e per darsi arie da emarginati insultano urlando i loro avversari: in breve,<br />

coniugano senza vergogna l’euforia del potere con<br />

l’ebbrezza <strong>della</strong> sovversione».<br />

Lo studioso americano Paul Hollander sostiene che tutti loro «hanno in comune<br />

un’irresistibile attrazione per un metodo teorico oscuro e l’utilizzo di un gergo arcano...<br />

preferiscono esoteri<strong>ci</strong> giri di parole e opache astrazioni alla concretezza e alla<br />

spe<strong>ci</strong>fi<strong>ci</strong>tà». Perché? Perché <strong>sono</strong> affetti, risponde Hollander, «dall’elitarismo<br />

provin<strong>ci</strong>ale di numerosi accademi<strong>ci</strong> che scrivono prin<strong>ci</strong>palmente per la propria cerchia e<br />

il cui inaccessibile linguaggio rappresenta il loro status di avanguardia intellettuale». <strong>In</strong><br />

particolare, poi, «il malcontento che anima numerosi criti<strong>ci</strong> <strong>della</strong> so<strong>ci</strong>età americana e<br />

oc<strong>ci</strong>dentale e che è divenuto la fonte prin<strong>ci</strong>pale del loro senso di identità e di autostima,<br />

è oscuro e senza forma; le sue origini pos<strong>sono</strong> non essere chiare anche per coloro che ne<br />

<strong>sono</strong> consumati». Come vede, caro signor Natilli, quel che lei denun<strong>ci</strong>a viene da<br />

lontano. Molto lontano.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.discussioni.giustizia<br />

Sent: Monday, November 04, 2002 12:05 PM<br />

Subject: del saper leggere e dello scrivere<br />

Gentili voi tutti del forum, mi scuso se vi invito a leggere quanto segue. E' un testo<br />

censurato sulla repubblica Forum: "Il so<strong>ci</strong>al Forum Di Firenze" inviato verso le 11:35 <strong>ci</strong>rca<br />

di oggi. Non è la prima volta che mi "merito la censura" del forum di Repubblica.it, e non<br />

so quale sia questa volta il motivo, in effetti neanche le altre volte vi era..., e questa volta<br />

sinceramente neanche lo chiedo al direttore <strong>della</strong> repubblica web.<br />

Cordialisaluti<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>.<br />

Quanto costa la "topa"? o con un gruppo o senza la topa. O di qua o di là


Persone immature. L’altra sera.. ho visto un montacarichi su un muro e <strong>questo</strong> per il<br />

critico” era la rappresentazione del mondo. E <strong>ci</strong> gira un mare di soldi attorno a ‘sti<br />

ignoranza, fanno finta di non sapere per poter dire cosa è vero e cosa è falso. Del resto<br />

l’ambizione dello sfruttato è quella di diventare lo sfruttatore, quindi le regole dello<br />

sfruttatore rappresentano l’ostacolo a <strong>ci</strong>ò. E come si fa a cambiare le regole? “bo!” basta<br />

avere il potere e dire qual è la verità. E allora, tutti vogliono mangiare e se le regole dello<br />

sfruttatore lo fanno mangiare, basta solo comandare e allora prima o poi toccherà pure a<br />

me comandare e magnare ed essere maturo. “Ma che volete per trenta righe”. Poi <strong>ci</strong> stanno<br />

i poveri e a che cazzo servono, a chi servono; la storia <strong>ci</strong> ha messo anni e anni per arrivare<br />

a <strong>questo</strong> punto – sempre ne ha dovuto tenere conto, creare le differenze per far capire<br />

perché si era poveri e ricchi, re e prin<strong>ci</strong>pi, politica e potere, rivoluzione industriale… e mo<br />

finalmente: per eliminare la povertà basta eliminare i poveri, i poveri non servono più,<br />

trenta quaranta milioni di persone ogni anno.. e quanti ce ne stanno da tutte le parti pronti<br />

a fa la stessa fine co ogni governo. E allora chi <strong>ci</strong> insegna le cose? Certo la povertà non è<br />

detto che sia un valore, tutti li poveri che s’ammazzano per diventare ricchi, non la stanno<br />

mica a sentì la povertà e perché la devono sta’ a sentì i ricchi. Ognuno c’ha la sua dignità, e<br />

allora se ognuno c’ha la sua dignità il povero <strong>ci</strong> dice, basta guardarlo vive, senza<br />

accanivvese contro: per eliminare la povertà basta eliminare i poveri, tu c’hai la colpa e<br />

devi da pagà. Così t’empari n’antra vota!? Pè quei quattro cojoni che c’hanno bisogno del<br />

critico pè capì che stanno a Firenze. sfruttatori<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.discussioni.giustizia<br />

Sent: Wednesday, November 06, 2002 5:30 PM<br />

Subject: Libertà di epressione<br />

Gentili del forum it.discussioni.giustizia -"non riesco a pubblicare i miei post nel Forum di<br />

Repubblica.it" pure <strong>questo</strong> censurato, poco fa, pare di sì. solo per <strong>questo</strong> vi invito a<br />

leggerlo, grazie.<br />

Il qualunquismo di chi <strong>ci</strong>à la topa [(non ho comprato il corriere <strong>della</strong> sera)]<br />

Che siano tutti uguali e che si vestano quasi con lo stampino, può esser vero, che alcuni<br />

sembrano di un altro mondo pure. Ma io vorrei sapere dove sta la differenza in quelli che<br />

non fanno altro che istigare alla violenza con la parvenza di una preoccupazione<br />

interessata e motivata, di quelli che dicono che si faranno i conti se succederà qualcosa. Ma<br />

chi è la Falla<strong>ci</strong>, non è mica Pasolini, e tutti gli altri che. che fanno il calcolo delle provabilità<br />

per azzeccar<strong>ci</strong>, je dovesse dispiacé se poi non succede niente, Je dovesse dispiacé se quelli<br />

non s'encazzano pé fa botte con la Polizia e, che fa dopo la Falla<strong>ci</strong>, me re<strong>ci</strong>ta Valle Giulia,<br />

non ce provasse. Firenze "istituzionalmente" ha garantito la democrazia, perché <strong>ci</strong>à una<br />

<strong>ci</strong>ttà alle spalle che deve rappresentare il patrimonio artistico umanamente e<br />

universalmente riconos<strong>ci</strong>uto da tutti, <strong>ci</strong>ò significa che un'opera di Michelangelo non la si<br />

preserva solo nel marmo "e le bombe <strong>della</strong> mafia non l'hanno scalfita". Tutti questi<br />

uccellac<strong>ci</strong> che non son quelli di Van Gogh sperano che piova paura e i <strong>ci</strong>ttadini pecoroni<br />

quando c'hanno paura vanno con chi <strong>ci</strong>à la pistola. Le adunate di massa <strong>sono</strong> sempre una<br />

gran rottura de cojoni, ma se so variegate è meglio e più lo <strong>sono</strong> e meglio è. Quindi è<br />

dovere di tutti spe<strong>ci</strong>almente chi ha più voce in capitolo fare in modo che tutte le


componenti <strong>ci</strong>vili <strong>della</strong> so<strong>ci</strong>età italiana collaborino tra loro affinché su tutto abbia priorità<br />

il dialogo e la libera rappresentazione dei diritti di ognuno, senza che gli eventuli abusi<br />

degli uni o le paure degli altri, abbiano il sopravvento, sull'assunzione di responsabilità di<br />

chi è impegnato "direttamente" per fare avvenire <strong>ci</strong>ò.<br />

Forum La Stampa Web 8/11/2002 ore 13:05<br />

So<strong>ci</strong>al Forum<br />

Coca Cola senza caffeina<br />

Ho sentito or ora il telegiornale del tg3 e sembra che il fantasma <strong>della</strong> Falla<strong>ci</strong> sia sul so<strong>ci</strong>al<br />

forum, non capisco perché scortato dai carabinieri, con questi timori, non <strong>ci</strong> andasse, che<br />

cavolo non si può passeggiare per Firenze. Vediamo se tutto <strong>ci</strong>ò è leggenda o legenda del<br />

giorno, sarà, credo, comunque che sia una simpatica signora la Falla<strong>ci</strong>. Poi ho anche<br />

sentito che qualcuno è andato a protestare con la ditta “Carteppiller perché le sue<br />

macchine <strong>sono</strong> servite a distruggere gli ulivi palestinesi, comunque per “mia conoscenza”<br />

servono quasi sempre per costruire, indipendente da chi vuole abusarne e allora mi è<br />

andato l’occhio su una scritta che diceva no alla coca cola – ora credo che non si debba<br />

andare per forza in televisione per esprimere il proprio pensiero e fac<strong>ci</strong>o i miei auguri a chi<br />

a protestato con la carteppillier (si scriverà poi così). Ma pensando alla coca cola per quel<br />

che ne so, in definitiva produce, come casa madre, solo il condensato, per il resto ogni<br />

nazione ne produce tramite esso il prodotto da immettere sul mercato. La politica <strong>della</strong><br />

coca cola è per quel che mi risulta improntata sul fatto che il suo prodotto sia bevuto da<br />

maggior gente possibile e, pertanto ogni mercato nazionale deve tenere i prezzi accessibili<br />

al luogo di produzione. Certo la tecnologia per produrre la coca cola permette di fare <strong>ci</strong>ò.<br />

Se sul piano culturale si pos<strong>sono</strong> evidenziare sia l’aspetto democratico di <strong>ci</strong>ò, dall’altro<br />

anche quello di una omologazione <strong>della</strong> cultura che toglie alle altre bevande fette di<br />

mercato (con il controllo dell’acqua chissà se non finirà per costare meno di una bottiglia<br />

d’acqua corrente – credo di no - ) pensate al vino o altre bevande che in definitiva hanno<br />

un aspetto culturale diverso. Poi c’è il fatto che il “concentrato” assomiglia al modo di<br />

somministrare le sementi transgeniche. Ma dato il tempo storico <strong>della</strong> coca cola non mi<br />

sembra il caso di asso<strong>ci</strong>arla a <strong>ci</strong>ò e allora le contraddizione <strong>della</strong> coca cola, <strong>sono</strong> forse le<br />

contraddizione del mondo contemporaneo; di una produzione che permetta la vita al<br />

sistema culturale, morale, che abbia una tecnologia accessibile a chiunque e che chiunque<br />

possa esprimere una tecnologia alternativa, innanzi tutto sul piano culturale. Io è un pezzo<br />

che <strong>sono</strong> vegetariano, e non <strong>sono</strong> mai stato un consumatore di caffè, che volete; e da<br />

quanto <strong>sono</strong> vegetariano, con il tempo, sarà che il mio sistema neurovegetativo si è<br />

modificato, ma la caffeina <strong>della</strong> coca cola rischia di non farmi dormire, bevo il vivo a brevi<br />

sorsi per gustarne la bellezza, ma non <strong>sono</strong> uno che ne beve molto, comunque amo<br />

tantissimo bere l’acqua quella buona, non mi sembra una colpa. E ogni tanto anche la coca<br />

cola senza caffeina. Mi farà riflettere?<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

patrizio.marozzi@libero.it


Editoriali senza editore<br />

“intellettualità senza potere - !?”<br />

Rai.it forum primo piano<br />

Messaggio di <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

Oggetto: Lettera aperta<br />

Data: 10-11-2002 alle 10:39<br />

Lettera aperta<br />

Siamo giunti all’epilogo, tra un po’ si saprà se si aprirà l’ennesimo conflitto militare, se la<br />

guerra continuerà a dabbedagginare le cos<strong>ci</strong>enze, con la paura che incute e che l’alimenta,<br />

sembra proprio che il potere e il denaro siano le stesse trappole mortali di sempre, questa<br />

frase per essere fantasiosi e accontentare quelli che con pragmatismo parlano<br />

dell’ineluttabilità <strong>della</strong> guerra, come espressione dell’essere maturi e adulti. Eppure credo<br />

che ognuno tolto dalla paura abbia qualcosa da dire che dica no alla guerra, è su <strong>questo</strong><br />

piano che va vista la situazione di guerra che si è aperta or ora nell’aria dell’Irak.<br />

Riconquistare gli spazi che il terrore ha generato, alla realtà dalla pace e per essa la politica<br />

non può esistere senza una diplomazia alta che renda sensato il potere. Il mondo sta<br />

cambiando e cambierà di più sempre di più, l’oc<strong>ci</strong>dente boccheggia e le scelte economiche<br />

morali che si fanno non <strong>sono</strong> effica<strong>ci</strong>, l’oriente ha perso la rispettabilità e con essa ogni<br />

logica, eppure il sereno dovrà tornare allora forse sul piano dell’energia il petrolio non<br />

sarà più la fonte primaria e sarà sostituito dalle fonti rinnovabili tipo l’idrogeno, <strong>ci</strong>ò<br />

modificherà l’aspetto culturale del mondo e in esso gli individui dovranno inventarsi<br />

nuove paure, perché molte di quelle attuali non avranno più significato e allora perché<br />

non iniziare fin da ora a cambiare il nostro atteggiamento culturale, cercando si superare le<br />

paure per cercare di non generane delle peggiori!? Questa opportunità è capitata all’Irak e<br />

Saddam Hussein può esserne l’artefice. Mai come in <strong>questo</strong> momento una scelta<br />

diplomatica alta può essere la mossa vincente dinnanzi al terrore che genera la guerra. La<br />

vera politica vincente per L’Irak in <strong>questo</strong> momento non può che essere, che quella del<br />

consolidamento <strong>della</strong> propria struttura economica, poco è oramai importante quella<br />

aggressiva delle armi, pensare che la sua economia abbia bisogno dell’industria degli<br />

armamenti per controllare la sua stabilità è veramente assurdo. Saddam Hussein deve<br />

sempre più tornare ad aprirsi al popolo iracheno e alle componenti etniche che lo<br />

compongono, deve fare <strong>della</strong> diplomazia so<strong>ci</strong>ale la soluzione dei conflitti interni ed è con<br />

questa stessa diplomazia che deve vincere la partita a scacchi con quella internazionale, le<br />

armi non servono più a nulla, proprio a nulla e la storia gli ha consegnato l’ultima mossa<br />

<strong>della</strong> partita a scacchi, quella che può fargli dichiarare lo scacco matto, compia questa<br />

mossa, non ne abbia paura, perda pure tutte le armi se serve, ma rilan<strong>ci</strong> una diplomazia<br />

alta che fac<strong>ci</strong>a cessare l’embargo, dia respiro alla gente <strong>della</strong> sua nazione, alle diplomazie<br />

alte dell’oc<strong>ci</strong>dente che in <strong>questo</strong> momento <strong>sono</strong> soffocate dal terrore del mondo; riporti la<br />

rispettabilità all’immagine dell’Islam. Vede io non conosco personalmente la sua nazione e<br />

in vita mia ho conos<strong>ci</strong>uto solo un iracheno, qualche anno fa, eppure io cristiano e lui<br />

mussulmano, per il breve incontro che abbiamo avuto abbiamo trovato lo spazio <strong>della</strong><br />

condivisione, su un piano culturale che attraverso l’arte parlava di dio, non c’è stata la<br />

necessità <strong>della</strong> conversione re<strong>ci</strong>proca, perché lo spazio <strong>della</strong> condivisione con ogni essere<br />

umano era Dio che agiva sulla nostra individualità. Mi parlò dei dervis<strong>ci</strong> e di Rumi e io<br />

pensai a San Francesco d’Assisi. Lui era di carattere scrupoloso e suscettibile, chissà forse


questa è la caratteristica del suo popolo? Dia <strong>questo</strong> esempio alla sua gente a chi spara e<br />

uc<strong>ci</strong>de in nome dell’Islam e che ha perso la fede in Dio. Io provengo dalla cultura<br />

oc<strong>ci</strong>dentale che cerca nella democrazia la soluzione a <strong>molti</strong> dei suoi problemi, la sua<br />

cultura politica, per certi versi, forse è diversa da questa, almeno questa è l’immagine che<br />

se ne trae dall’oc<strong>ci</strong>dente. Vinca la partita a scacchi, fac<strong>ci</strong>a la mossa <strong>della</strong> pace.<br />

La saluto cordialmente e spero che dalla mia lettera sia chiaro, che il mio ripudio alla<br />

guerra è sempre e in ogni caso.<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

p.s.<br />

scrivete a chi ha potere e dite no alla guerra.<br />

Lettera aperta 10/11/2002 10:42 Forum la Stampa.it<br />

Mercoledì 13 Novembre 2002 [Subito dopo è stato lo stesso ambas<strong>ci</strong>atore di Saddam a dire uffi<strong>ci</strong>almente che "l'Iraq accetta<br />

senza condizioni il ritorno degli ispettori", per poi aggiungere che il suo paese "non ha, non ha avuto, ne intende avere" armi<br />

proibite. Per <strong>questo</strong>, aggiunge il diplomatico di Bagdad, "L'Iraq non ha paura degli ispettori", anzi, "è desiderosa che le<br />

ispezioni ricomin<strong>ci</strong>no, in accordo con il diritto internazionale e al più presto possibile"] [La Casa Bianca: "Vedremo"]<br />

Saddam chiede scusa al Kuwait per la guerra del 92<br />

Amstia generale in Iraq e annullamento delle sentenze emesse dal regime nei confronti dei<br />

dissidenti all’estero.<br />

<strong>In</strong>sieme alla crisi Venezuelana, anche quella cecena è legata al petrolio<br />

Il Paese piange le vittime del blitz russo. Ancora mistero sul gas utilizzato<br />

<strong>In</strong> ospedale restano 400 persone, 46 gravissime. I morti <strong>sono</strong> 117<br />

La Russia non ha dubbi<br />

"Al Qaeda dietro ai ceceni"<br />

Il presidente russo: "Non cederemo ai ricatti dei terroristi"<br />

Lutto nazionale, preghiere e bandiere a mezz'asta in tutte le <strong>ci</strong>ttà<br />

28 ottobre 2002)<br />

La dichiarazione all'esame dell'Agenzia per l'energia atomica<br />

Un'altra copia del documento in volo verso New York<br />

Iraq, il rapporto è a Vienna<br />

"Gli Usa mostrino cosa non va"<br />

Bagdad: "Eravamo a un passo dall'atomica, ma <strong>ci</strong> fermammo"<br />

Il New York Times: "Da gennaio l'eser<strong>ci</strong>to Usa pronto all'attacco<br />

8 dicembre 2002<br />

NUOVI CONTRASTI TRA WASHINGTO E BERLINO DOPO IL NO TEDESCO A<br />

FORNIRE EQUIPAGGI PER GLI AEREI RADAR<br />

Baghdad ammette: eravamo vi<strong>ci</strong>ni all’atomica<br />

«Nel progetto erano coinvolte anche aziende americane ed europee»<br />

9 dicembre 2002<br />

11 dicembre 2002) Gli Usa pronti a usare<br />

il nucleare contro l'Iraq<br />

<strong>In</strong> un discorso alla radio il presidente Usa all'attacco<br />

"Fronteggeremo la violenza catastrofica dell'Iraq"<br />

Bush e gli Usa verso la guerra<br />

"Nel 2003 affronteremo Saddam"<br />

Migliaia di militari americani in partenza a gennaio<br />

Altre due portaerei saranno spostate nel Golfo<br />

NEW YORK - Il 2003 sarà l'anno <strong>della</strong> guerra all'Iraq. E' <strong>questo</strong> il senso del duro discorso pronun<strong>ci</strong>ato oggi alla radio dal<br />

presidente americano George W. Bush, sempre più determinato a chiudere la partita con Saddam Hussein.<br />

IRAQ: BUSH, NEL 2003 AFFRONTEREMO IL PERICOLO SADDAM<br />

NEW YORK - L'anno che sta per comin<strong>ci</strong>are richiedera' agli Stati Uniti di fronteggiare il pericolo di ''una violenza catastrofica''<br />

rappresentato dall'Iraq di Saddam Hussein. Lo ha detto il presidente americano George W.Bush nel suo consueto discorso<br />

radiofonico del sabato, incentrato sulle sfide del 2003.<br />

''La guerra al terrorismo - ha detto Bush - <strong>ci</strong> richiede di confrontar<strong>ci</strong> con il pericolo di una violenza catastrofica, rappresentato<br />

dall'Iraq e dalle sue armi di distruzione di massa.


28/12/2002 19:25<br />

Iraq: all'Onu lista 500 s<strong>ci</strong>enziati<br />

ANSA) - BAGHDAD, 28 DIC - L'Iraq ha consegnato oggi all'Onu una lista di 500 s<strong>ci</strong>enziati iracheni che hanno parte<strong>ci</strong>pato a<br />

programmi per lo sviluppo di armi proibite. La lista,che era stata richiesta da Hans Blix capo degli ispettori delle Nazioni Unite<br />

il 12 di dicembre, contiene nomi di s<strong>ci</strong>enziati connessi con programmi di sviluppo di armi chimiche, nucleari e batteriologiche.<br />

28/12/2002 19:29<br />

Nelle rilevazioni di dicembre l'indice scende a 80,3<br />

Sorpresi gli analisti, che prevedevano un rialzo<br />

Crolla la fidu<strong>ci</strong>a<br />

dei consumatori Usa<br />

31 dicembre 2002<br />

Il segretario dell'Onu: "Gli ispettori devono finire la missione"<br />

Blitz di un aereo senza pilota "Predator" sulla contraerea irachena<br />

Annan: "Saddam sta cooperando<br />

Per il momento nessun attacco"<br />

E Bagdad invita Hans Blix "per collaborare"<br />

Il capo degli esperti si dice disponibile<br />

31 dicembre 2002<br />

Bush ai media: sulla guerra de<strong>ci</strong>do io<br />

Messaggio di fine anno: vinceremo la guerra al terrorismo<br />

1 gennaio 2003<br />

Il presidente Bush è stanco dei media che prevedono, con tanto di date, il prossimo attacco contro Saddam. «Lei dice che<br />

stiamo mar<strong>ci</strong>ando verso la guerra. Non so perché abbia suggerito <strong>questo</strong> scenario - ha risposto, brusco, ad un reporter che<br />

aveva fatto una domanda implicando la de<strong>ci</strong>sione di andare in guerra già presa - <strong>sono</strong> io la persona che de<strong>ci</strong>de. E non lei».<br />

It.cultura – it.letteratura.italiana - it.giustizia – it.media.tv – furum La Stampa web<br />

dizionario<br />

Guerra pr<strong>eventi</strong>va: termine coniato dagli Stati Uniti D’America, essa è basata e realizzata<br />

al fine di evitare l’ipotetica possibilità di uno stato di aggredirne un altro, o per mezzo di<br />

armi proprie o nel sostegno a gruppi terroristi<strong>ci</strong>. La condizione politica che determina il<br />

realizzarsi <strong>della</strong> guerra pr<strong>eventi</strong>va è soggetta alla capa<strong>ci</strong>tà intrinsecamente interpretativa<br />

dello stato che la attua e non contempla un significante diplomatico che collochi il<br />

significato di non uc<strong>ci</strong>dere all’interno di un progresso costruttivo, che dia al significato<br />

diplomatico il significante di “valore” e che tenda a ristabilire la libertà e re<strong>ci</strong>pro<strong>ci</strong>tà a<br />

partire dal bisogno del singolo individuo, che “sottostà” per <strong>questo</strong> alle regole <strong>della</strong><br />

necessità di uc<strong>ci</strong>dere <strong>della</strong> guerra. L’azione diplomatica che spesso trova soluzioni a<br />

partire dalla re<strong>ci</strong>proca collaborazione costruttiva e creativa tra gli stati, è sostanzialmente<br />

infi<strong>ci</strong>ata dalla non necessità dell’azione diplomatica di considerare l’individuo preliminare<br />

<strong>della</strong> condizione generale e per <strong>questo</strong> consapevole del diritto di vivere. Così le<br />

motivazioni terroristiche di gruppi transnazionali si determinano asso<strong>ci</strong>ate alla condizione<br />

di volere di uno stato e in ragion di <strong>questo</strong> la ragion di stato esige la guerra pr<strong>eventi</strong>va.<br />

Tale termine così conformato nel suo significato è espressione diretta dell’azione degli<br />

Stati Uniti D’America dopo l’attentato dell’11 Settembre “alle torri gemelle” di New York<br />

– e si contrappone al significato estremistico di “Martirio” nella concezione dei gruppi<br />

terroristi<strong>ci</strong> islami<strong>ci</strong>.<br />

L’etimologia storica geopolitica del termine: “guerra pr<strong>eventi</strong>va”, può essere collocata già<br />

in epoca “Vittoriana”. La derivazione culturale di tale termine può essere vista nello<br />

sviluppo delle s<strong>ci</strong>enze del comportamento che in oc<strong>ci</strong>dente e in modo particolare negli<br />

Stati Uniti – con l’uso sempre più capillare del linguaggio dei mass media e <strong>della</strong><br />

“tecnologia pubbli<strong>ci</strong>taria” per la conformazione <strong>della</strong> forma mentis – esse hanno così<br />

pervaso la so<strong>ci</strong>età dando al modo di pensare nel significato <strong>della</strong> “comunicazione” valore<br />

primario all’ipotesi e alla sua interpretazione, rispetto al significante e al suo significato<br />

diretto. Gli individui interagiscono tra loro come fossero in presenza di un test o un


sondaggio e, <strong>ci</strong>ò che diventa primario nella comunicazione non è “dire” per capire, ma<br />

“dire e fare” per ipotizzare una risposta a cui si vuol dare un significato.<br />

La guerra pr<strong>eventi</strong>va non è dimostrato migliori le cose, non è un modo che si pone la<br />

questione so<strong>ci</strong>ale di come non raggiungere le estreme conseguenze che determinano la<br />

guerra. E può essere anche usata per scopi politi<strong>ci</strong> diversi da quelli presupposti con tale<br />

termine.<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

----- Original Message -----<br />

From: "Ignazio GSS©" <br />

Newsgroups: it.media.tv<br />

Sent: Saturday, February 08, 2003 3:53 PM<br />

Subject: Re: guerra pr<strong>eventi</strong>va<br />

> "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" wrote:<br />

><br />

> >Guerra pr<strong>eventi</strong>va:<br />

><br />

> E con la TV cosa c'entra?<br />

><br />

> --<br />

> Ignazio GSS© * More than 90 HiRes images in my home page<br />

> http://www.geo<strong>ci</strong>ties.com/ipuddu/<br />

> 200 Images of digestive endoscopy<br />

> http://www.areamedica.com<br />

----- Original Message -----<br />

From: "pierbattacchio" <br />

Newsgroups: it.discussioni.giustizia<br />

Sent: Saturday, February 08, 2003 7:54 PM<br />

Subject: Re: guerra pr<strong>eventi</strong>va<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" wrote in message<br />

news:...<br />

> Guerra pr<strong>eventi</strong>va: termine coniato dagli Stati Uniti D'America,<br />

Sicuramente la guerra è sempre la guerra, che si chiami "pr<strong>eventi</strong>va",<br />

"umanitaria" o in qualsiasi altro modo, in quanto guerra determinerà<br />

sempre lutti e distruzioni. Io però che <strong>sono</strong> sinceramente amante <strong>della</strong><br />

pace e quindi non <strong>sono</strong> un "pa<strong>ci</strong>fista" nell'accezione ideologica che<br />

tale termine oggi assume, ritengo che i governi e le diplomazie del<br />

mondo debbano individuare alcune situazioni pericolose che attentano alla democrazia ed al vivere <strong>ci</strong>vile<br />

(vedi terrorismo, fondamentalismi, negazione di diritti umani) e prendere le opportune contromisure: in<br />

alcuni casi tali contromisure pos<strong>sono</strong> essere (ahimè) anche la guerra (magari potremmo chiamarla "difesa<br />

pr<strong>eventi</strong>va" ma non è la terminologia che modifica l'infausto evento bellicoso). Tuttavia alcune volte tale<br />

guerra si rende necessaria: pensate ad esempio se un organismo internazionale avesse potuto realizzare una<br />

"difesa-guerra pr<strong>eventi</strong>va" contro Hitler, o se fosse intervenuta quando il bolscevismo stava causando la<br />

tragedia e la disfatta dei diritti umani nell'Unione Sovietica. Credo che in questi - ma anche in altri casi -<br />

una "guerra-difesa pr<strong>eventi</strong>va" avrebbe causato meno vittime e meno distruzioni di quanto non abbia fatto il<br />

non aver agito!<br />

It.discussioni psicologia<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

To: "Moderatore I.D.Psi" <br />

Sent: Sunday, February 09, 2003 10:35 AM


Subject: Re: guerra pr<strong>eventi</strong>va<br />

La ringrazio <strong>della</strong> risposta, non ho letto, il manifesto, ma mi aspettavo il suo rifiuto. la mia<br />

conoscenza <strong>della</strong> psicologia e la sua applicazione per la mia autoanalisi, risale a <strong>molti</strong> anni<br />

fa, sin da subito" è stata da me filtrata dalla psicanalisi di matrice freudiana, che<br />

ovviamente è primitiva rispetto alla psicanalisi Junghiana di cui ho fatto libera e personale<br />

conoscenza nella mia esperienza esistenziale. l'applicazione dell'osservazione psicologica<br />

da me "avventa" è sempre stata improntata all'osservazione naturale nell'analisi del mio<br />

sentire emotivo contestualizzato nell'intento, oggettivandolo nel processo naturale di<br />

relazione che tramite esso poteva avvenire, l'osservazione è sempre matrice peculiare e la<br />

relazione peculiare non può che essere naturale. pensando al mondo animale <strong>sono</strong> sicuro<br />

che la realtà del suo agire e la nostra possibilità di relazione, non può che essere autentica<br />

in una condizione naturale, e che in cattività più che le dinamiche di conoscenza si<br />

determinano logiche di adattabilità nell'ambito delle necessità di chi detiene il potere. Ora<br />

l' intervento <strong>della</strong> "psicologia umana" è improntato sulla relazione di convenienza utile<br />

nell'adattabilità e vieppiù si pone come obbiettivo d'intervenire" per poter avere capa<strong>ci</strong>tà<br />

d'analisi e logica<br />

di adattabilità nella referenzialità più contingente nella gestione del potere" - per questa<br />

connaturata congestione" le possibilità di "amplificazione" <strong>sono</strong> in essa pregiudizialmente<br />

surrettizie e marginali al suo intendo e intento. Non aggiungo altro perché la mia è solo<br />

una<br />

risposta di ringraziamento,<br />

cordialmente<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

----- Original Message -----<br />

From: "Robot Moderatore" <br />

To: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Sent: Saturday, February 08, 2003 5:21 PM<br />

Subject: Re: guerra pr<strong>eventi</strong>va<br />

> it.discussioni.psicologia e` un gruppo moderato.<br />

><br />

> Il tuo articolo e` stato esaminato dal moderatore ed e` stato rifiutato:<br />

><br />

> Il tuo articolo, infatti, non rispecchia il manifesto del gruppo,<br />

> che puoi trovare assieme a tutti gli altri a<br />

><br />

> http://www.news.nic.it/news-it/manif/<br />

><br />

><br />

> Per ulteriori informazioni puoi contattare il moderatore del gruppo<br />

> all'indirizzo "Moderatore I.D.Psi" .<br />

><br />

> Cordialmente,<br />

> il moderatore.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "Moderatore I.D.Psi" <br />

To: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Sent: Sunday, February 09, 2003 11:57 AM<br />

Subject: Re: guerra pr<strong>eventi</strong>va


----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

To: "Moderatore I.D.Psi" <br />

Sent: Sunday, February 09, 2003 10:35 AM<br />

Subject: Re: guerra pr<strong>eventi</strong>va<br />

> La ringrazio <strong>della</strong> risposta, non ho letto, il manifesto, ma mi aspettavo<br />

il<br />

> suo rifiuto. (...)<br />

Spiacente del rifiuto *dovuto* dal manifesto.<br />

Il contenuto del messaggio -del tutto condiviso (almeno da *<strong>questo</strong>*<br />

co-moderatore scrivente)- è "Off Topic" rispetto agli interessi spe<strong>ci</strong>fi<strong>ci</strong><br />

del ng ...<br />

Peraltro ... i contenuti e gli accenni *psicologi<strong>ci</strong>* di <strong>questo</strong> messaggio mi sembrano interessanti e stimolanti.<br />

Perchè non riproporli al ng?<br />

Cordialmente ... :-)<br />

Vincenzo DP, co-moderatore di IDPsi<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura.religioni<br />

Sent: Monday, February 17, 2003 12:00 PM<br />

Subject: Assente all'appello<br />

Assente all’appello<br />

La stupidità ha pervaso ogni comportamento del vivere quotidiano, e mai, come in<br />

nessuna altra epoca prima l’ignoranza è sinonimo di conoscenza concordata per il potere,<br />

una torre di babele senza verità. Nella sfera privata basta non sapere, per dare significato a<br />

qualcosa senza senso, come un disturbo del comportamento e, dire e sentire attraverso<br />

esso il potere su quel che non si sa. E che del tutto la verità non è in nessun luogo<br />

concordato è a dir poco certo. “Se il mondo non avesse che <strong>questo</strong>, se si chiudesse in<br />

questa assenza totale di Dio dove la verità non può che appartenergli, anche se<br />

costantemente evidente, ma dove può essere del tutto paradossalmente ignorata.” Due<br />

persone che si accordano per la verità è già la sua fine, il delirio di contenere un potere<br />

onnipotente, quanto la verità stessa e, in ragion di questa l’etica appare un fatto già<br />

perdente, una lotta transitoria che vuol dimostrare Dio nei suoi bisogni, come se Dio<br />

avesse bisogno del male per esistere; Dio è completamente assente in questa prospettiva<br />

umana. Se Dio chiuderà la storia, se Dio ha rinun<strong>ci</strong>ato sulla croce alla necessità del male,<br />

che cosa contempla l’assenza di Dio se non il bisogno stesso di vincere il male, affinché Dio<br />

esista e appaia nel luogo umano come verità che ha bisogno di contrapporsi al male con il<br />

bene, ma questa necessità umana di un Dio che ha bisogno del male per esser<strong>ci</strong>, non è<br />

forse la necessità dell’uomo di volere un Dio da vedere. Eppure in tutta la<br />

rappresentazione <strong>della</strong> verità, non vi è un solo istante in cui il male sia contemplato da<br />

Dio, non vi è un solo instante in cui la verità sia concordata nella realtà. <strong>In</strong> fondo l’istanza<br />

suprema del male: non volere l’esistenza di Dio, causa derivante <strong>della</strong> sua esistenza di<br />

male, in quanto artefice stesso del bene e, già in <strong>questo</strong> non si vuole credere che Dio sia in<br />

sé il bene e il male che tutto genera e definisce, e in <strong>questo</strong>, solo in <strong>questo</strong> la verità. Se Dio<br />

è un’immagine siffatta non può che essere conseguenza di un inconos<strong>ci</strong>bile che fa <strong>della</strong>


necessità <strong>della</strong> sua esistenza il bisogno di comprendere il male quanto il bene per dir<strong>ci</strong> in<br />

quanto conoscenti dov’è la conoscenza di Dio nella realtà che percepisce la verità. Eppure<br />

la verità è palesemente al di là di <strong>ci</strong>ò, in quanto <strong>ci</strong>ò non può che essere la sua<br />

rappresentazione, di un’umanità che non può che esserne parte e, in quanto parte non può<br />

che esserne parte<strong>ci</strong>pe e così responsabile del bene e del male. Eppure Cristo sulla croce<br />

non ha concordato nulla con il male, non ha contrapposto nulla ad esso, come se il male<br />

compisse se stesso e in esso tornasse, “come se la verità non avesse bisogno”, come se essa<br />

esistesse al di là dell’inconos<strong>ci</strong>bile, come se il suo tempo fosse eterno e assoluto, “come se<br />

la verità non avesse bisogno per esistere che di se stessa.” Se la natura umana è corrotta e<br />

corruttibile, la verità non lo è e la travalica, Dio non ha bisogno del male e dà alla realtà<br />

tutta se stessa, come non ne facesse parte, come verità. Se Dio ha amato in quanto uomo lo<br />

ha fatto anche in quanto Dio, e per <strong>questo</strong> l’amore non può pensarsi in nessun termine, né<br />

può essere definito legge.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "SILVEA" <br />

Newsgroups: it.cultura.religioni<br />

Sent: Monday, February 17, 2003 3:32 PM<br />

Subject: Re: Assente all'appello<br />

> Molto interessante ... ma che volevi dire?!?!?<br />

><br />

> Saluti<br />

----- Original Message -----<br />

From: "Giovanni" <br />

Newsgroups: it.cultura.religioni<br />

Sent: Monday, February 17, 2003 4:11 PM<br />

Subject: Re: Assente all'appello<br />

Don <strong>Patrizio</strong>,...ma si può sapere che cazzo hai scritto?<br />

><br />

> Giovanni<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Tuesday, February 18, 2003 12:14 PM<br />

Subject: Ieri oggi e domani?<br />

La Stampa forum web<br />

Ieri oggi e domani?<br />

<strong>In</strong> <strong>questo</strong> gran casino, ieri ho ascoltato in tv, un brano di quel che ha detto nell'ultimo<br />

messaggio Ben Laden e la traduzione ha riportato: " . Noi non siamo invidiosi del modo di<br />

vita degli americani, come loro dicono, ma ce l'abbiamo con loro per come hanno sempre<br />

trattato i popoli arabi. Che alla base delle logiche di potere sulle risorse energetiche e di<br />

affermazione degli imperi economi<strong>ci</strong> <strong>ci</strong> sia un livello dialogico di <strong>questo</strong> tipo, la dice lunga<br />

sul fatto che il problema va ben al di là dell'esistenza o no di un Ben Laden. Comunque in<br />

fondo la dimensione dialogica in cui si determina la guerra non è che sia poi mai stata<br />

molto più elevata e concreta. E quella che viene proposta in oc<strong>ci</strong>dente per la guerra contro<br />

l'Iraq non è che sia formalmente diversa, le parole di Bush e dei suoi adepti che vogliono la<br />

guerra in sostanza sembrano solo dire ti fac<strong>ci</strong>o la guerra perché tu sei invidioso. Che


l'invidia sia alla base <strong>della</strong> stupidità e <strong>della</strong> menzogna, non vi è dubbio, ma tra chi è<br />

invidioso e chi ha come obbiettivo solo quello di essere invidiato e fa del tutto perché<br />

l'altro" lo sia non so proprio chi sia il migliore o peggiore, di certo tutte e due finiranno con<br />

lo scaricare le proprie responsabilità su chi non vuole far parte di <strong>questo</strong> loro sistema. Ed è<br />

<strong>questo</strong> che li fa incazzare ancora di più perché le convenienze su cui poggia tutto <strong>questo</strong><br />

<strong>sono</strong> il potere il denaro e il consenso che da <strong>ci</strong>ò secondo la loro ottica ne deve derivare. La<br />

cosa finisce qui. E allora spruzzate di peperon<strong>ci</strong>no in una discoteca hanno avuto l'effetto di<br />

una bomba chimica, tesi di laurea <strong>sono</strong> diventate prove, e l'altro giorno Powell per un<br />

attimo, all'onu sembrava volesse dire, ma sì è tutta una cazzata, per poi parlare <strong>della</strong><br />

guerra come fosse un gioco tra ragazzini che giocano con le pistole giocattolo. <strong>In</strong> sostanza<br />

questi <strong>sono</strong> i contenuti dialogi<strong>ci</strong> per il nuovo ordine mondiale, che sostanzialmente<br />

appiattisce tutto e rende l'identità qualcosa che non va comunicata, ma affermata come<br />

strumento di potere. Vi immaginate con la logica <strong>della</strong> guerra pr<strong>eventi</strong>va, cosa sarebbe<br />

avvenuto, quando <strong>ci</strong> fu, quel periodo di tensione tra la Libia e L'Italia e Gheddafi vedeva il<br />

mondo come lo vede Bossi ora e <strong>ci</strong> tirò quel missile che raggiunse le rive dell'Italia<br />

meridionale, cosa sarebbe accaduto se l'Italia non fosse rimasta fedele alla sua costituzione<br />

e non avesse mediato tra i bombardieri americani e inglesi che si inserivano in quel<br />

momento di crisi internazionale con la Libia, e la ragionevolezza del proprio progetto di<br />

vita. Per chi se lo fosse dimenticato, la capa<strong>ci</strong>tà di evitare una guerra è di gran lunga<br />

superiore, al creare le cause perché una guerra avvenga senza poterla fermare prima delle<br />

sue estreme conseguenze, inevitabili. La guerra è solo morte e non è mai necessaria alla<br />

pace, serve solo per impedire che ce ne sia un'altra per un po', prima del prossimo turno di<br />

potere e ricomin<strong>ci</strong>are daccapo. Lottare per i diritti umani vuole dire dare ad ogni singolo<br />

individuo la libertà d'espressione e comunicazione <strong>della</strong> propria identità e lottare per i<br />

diritti umani vuol dire che il potere in ogni sua costituzione debba tenere conto di questa<br />

integrità dell'individuo, agevolandola e sostenendola, anche in formazioni comunitarie<br />

differenziate dal potere e che non per <strong>questo</strong> ad esso ambiscono. La gestione del governo<br />

in forma di stato si legittima in conseguenza di <strong>ci</strong>ò e chiunque agisce in conseguenza <strong>della</strong><br />

terminazione di acquisizione di <strong>questo</strong> potere deve farlo per l'affermazione <strong>della</strong><br />

comunicazione dell'identità dell'individuo. Ora in una parte dell'oc<strong>ci</strong>dente si è identificata<br />

tale forma di potere nella democrazia, che sinceramente viene sovente tradita, dalle<br />

capa<strong>ci</strong>tà intrinseche degli uomini che la applicano. Ora ho parlato di <strong>questo</strong> per dire che<br />

nell'aria in cui si vuole portare la guerra in buona parte vi <strong>sono</strong> tutt'altre forme di gestione<br />

del potere; non per <strong>questo</strong> nell'interesse generale dell'umanità non si deve comunicare ad<br />

ogni governate il diritto di ogni individuo di espressione e comunicazione <strong>della</strong> propria<br />

identità in ambito di ogni potere governativo, e che suddetti governi trovino le capa<strong>ci</strong>tà<br />

proprie di trasformarsi in democrazie. Ora per tornare "a questa questione" e sul dire e<br />

fare che osservo ho ascoltato alcuni politi<strong>ci</strong> che per posizioni religiose dovrebbero essere<br />

tutt'altro che guerraioli e che da buon politi<strong>ci</strong> danno a Saddam la responsabilità politica<br />

morale di una eventuale guerra. Ora se Saddam in definitiva anche si prendesse questa<br />

responsabilità, è evidente che le bombe e la forza militare stanno tutte da una parte - non<br />

voglio qui immaginare quale sarà lo scenario, durante e dopo la guerra, in tutta quell'aria,<br />

quali saranno le componenti in gioco, queste convenienze <strong>sono</strong> calcoli di potere. E allora<br />

mi chiedo di chi sarà la solita responsabilità astratta dei morti e delle distruzioni? E allora<br />

per rimanere sul concreto, dico che l'esperienza matura delle convinzioni e l'esperienza<br />

comunica delle realtà, e allora non comprendo perché la più vecchia percezione astratta<br />

del significato <strong>della</strong> guerra trovi sovversiva l'esperienza di Gino Strada che <strong>della</strong> guerra


cura tutti quelli che a causa <strong>della</strong> guerra, vengono feriti o uc<strong>ci</strong>si, e in <strong>questo</strong> vede il ripudio<br />

<strong>della</strong> guerra e per <strong>questo</strong> dissente da chi vuol farla.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Thursday, February 20, 2003 12:11 PM<br />

Subject: Cultura permettendo<br />

Cultura permettendo<br />

…nell’ambito delle divergenze internazionali l’onu non può rendere una posizione di<br />

carattere militare, l’uso dei caschi blu, non comprende l’uso <strong>della</strong> forza a favore dell’uno o<br />

dell’altro contendente. Non può esser<strong>ci</strong> altra delegittimazione per l’onu che quella di<br />

determinare l’uso <strong>della</strong> forza militare per la risoluzione dei problemi tra le nazioni. Per<br />

<strong>questo</strong> la posizione espressa dal rappresentante francese nell’ultima seduta sull’Iraq non<br />

può che essere l’unica che determini legittimità alle nazioni unite: l’affermare che in sede<br />

onu non si approverà mai una risoluzione militare è l’unica cosa sensata, è l’unica cosa<br />

sensata perché l’onu continui ad esistere e svolga un ruolo alternativo alla guerra. La cosa<br />

più ovvia che si deduce da <strong>ci</strong>ò è che maggiore è la cooperazione tra le nazioni maggiore<br />

sarà l’effica<strong>ci</strong>a <strong>della</strong> funzione dell’onu sull’effetto <strong>della</strong> cooperazione tra le nazioni. Ora <strong>ci</strong><br />

<strong>sono</strong> <strong>molti</strong> casi in cui dei governi nazionali non rispettano le risoluzione dell’onu,<br />

mettendosi di fatto al di fuori <strong>della</strong> cooperazione internazionale per la soluzione dei<br />

conflitti. Se <strong>ci</strong>ò determinasse che l’onu per <strong>questo</strong> motivo prendesse la risoluzione dell’uso<br />

<strong>della</strong> guerra per l’applicazione delle sue de<strong>ci</strong>sione, significherebbe che si avrebbe un<br />

organismo internazionale senza nessuna indipendenza che non avrebbe nessuna<br />

possibilità dialogica né nella prevenzione <strong>della</strong> guerra, né come possibilità di cessazione<br />

<strong>della</strong> guerra, qualora questa eventualità si determinasse. La guerra israeliana palestinese<br />

ne è un esempio, se nella cooperazione tra nazioni cessa la prospettiva di una<br />

cooperazione comune che determini come altro <strong>ci</strong>ò che tende ad infi<strong>ci</strong>are tale<br />

cooperazione, <strong>questo</strong> altro assurge a determinazione per la contrapposizione tra un intero<br />

popolo e l’altro. Se tutto <strong>ci</strong>ò è stato così ben rappresentato e concretamente prospettato nel<br />

momento <strong>della</strong> presidenza israeliana di Rabin, il suo assassinio espressione <strong>della</strong> sua<br />

stessa nazione ha determinato, non una reale prosecuzione del suo progetto, ma<br />

de<strong>ci</strong>samente una contrapposizione a <strong>ci</strong>ò. – qui fac<strong>ci</strong>o una piccola digressione che non ha<br />

molto a che fare con la dimensione politica di Israele, ma che si rivolge con goliardica<br />

ironia all’ebreo in quanto popolo. Per quanto il popolo ebraico abbia avuto esponenti che<br />

alla creatività umana hanno dato molto, in quanto popolo si può definire biblicamente il<br />

più stupido, da quando <strong>ci</strong> è mostrato dalla bibbia nessun popolo ha mai avuto un contatto<br />

così diretto con Dio, Dio non ha fatto che darsi ad esso, rappresentarsi, mostrarsi, per poi<br />

dover ammonire e finire per essere disconos<strong>ci</strong>uto, nello stesso significato e modo in cui lo<br />

si riconosce; il tentativo di Dio perché nel popolo ebraico <strong>ci</strong> fosse la fede in Dio è stato con<br />

esso prodigo di fatti e testimonianze, ma sempre esso ha finito per dimenticare e dubitare,<br />

il racconto dell’esodo dall’Egitto, narrato nel vecchio testamento, la storia di Mosè è pieno<br />

di tale significato. –<br />

Tornando all’onu la riflessione che credo sia indispensabile fare, in <strong>questo</strong> momento è<br />

quanto la sua funzione democratica in ambito non di guerra voglia essere rappresentata in<br />

una situazione mondiale che vede posizioni troppo chiuse e intransigenti, e dove la logica


economica dei gruppi ristretti d’interessi del neoliberismo sta determinando nell’ambito<br />

delle democrazie tradizionali, e in molte delle neo formatesi, la reale questione se siano<br />

possibili o no i margini di libertà dell’individuo, perché la democrazia possa esprimersi<br />

creativamente; lo sviluppo dell’individuo in logiche darwiniane riduce considerevolmente<br />

le possibilità di differenziazione culturale e di cooperazione in un ambito creativo umano,<br />

condizionato più da elaborazioni di relazione prettamente istintuali. Sul piano so<strong>ci</strong>ale la<br />

cooperazione trova sempre più ristretti i margini <strong>della</strong> funzione dello stato – fac<strong>ci</strong>o a tal<br />

proposito l’esempio puerile <strong>della</strong> recente nevicata di New York, dove il comune non aveva<br />

i soldi per pagare le imprese private per rimuovere la neve. Per sgombrare il campo da<br />

ogni ipotesi che <strong>questo</strong> sia un discorso antiamericano dico che farei tutti i giorni all’amore<br />

con una donna americana e, credo proprio che il voler fare all’amore sia un fatto che ha<br />

poco a che fare con l’essere anti o voler isolare gli stati uniti d’america, credo che, tolta<br />

qualche eccezione, chi non lo voglia sia anti – a tal proposito dalle mie parti servirebbe<br />

l’onu per risolvere tale questione.<br />

E a <strong>questo</strong> punto non posso non parlare del governo italiano, che quando dice di voler<br />

rimanere in ambito onu non si capisce cosa voglia dire, dato che Berlusconi nell’arco di<br />

una giornata è capace di dire venti cose simili e contraddittorie al contempo, dico che<br />

almeno rius<strong>ci</strong>sse ha capire ed interpretare la costituzione italiana a tal proposito, che cosa<br />

significa tutto <strong>ci</strong>ò…?<br />

Per concludere <strong>questo</strong> discorso dico che l’onu sarà gravato in <strong>questo</strong> momento dalla<br />

questione nord coreana – rimasuglio <strong>della</strong> guerra fredda che un po’ di tempo fa sembrava<br />

avviata a soluzione verso una cooperazione nell’ambito delle due coree, anche per la<br />

soluzione <strong>della</strong> grave crisi economica in cui si trova il nord corea, acuire tale questione non<br />

è interesse per la “cooperazione e la soluzione”, ben poco da parte del nord corea, ma<br />

ancor meno in ambito <strong>della</strong> cooperazione internazionale, sarebbe bene non creare un'altra<br />

situazione di autismo internazionale, sul piano culturale credo ce ne siano fin troppe.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Saturday, February 22, 2003 11:27 AM<br />

Subject: machiavelli da i numeri?<br />

machiavelli da i numeri?<br />

...ora la pecora Dolly primo clone da animale adulto è stata soppressa - per malattia - e la<br />

cosa più rilevante, mostrata<strong>ci</strong>, durante la sua vita spazio temporale <strong>della</strong> sua identità<br />

naturale è stata il suo riallineamento biologico temporale con il tempo genetico <strong>della</strong><br />

cellula che la generata. Ora non so cosa combineranno quelli <strong>della</strong> setta dei realiani che<br />

hanno annun<strong>ci</strong>ato al mondo la possibilità <strong>della</strong> vita eterna per mezzo <strong>della</strong> clonazione, che<br />

loro pos<strong>sono</strong> dispensare previo pagamento anti<strong>ci</strong>pato. Comunque ognuno si trova il suo<br />

clone e, il nostro presidente del consiglio sembra non perda occasione per clonare<br />

Machiavelli ad ogni pian di guerra e allora dato che dobbiamo intendere la situazione<br />

come machiavellica, vò a pensare che si tanto sia la speranza che di disperar sovviene<br />

sperar, affinché il disperar non trovi speranza nell’impossibilita di sperar, che sia esso<br />

speri o disperi, il potere speri di sperar senza speranza, lo sperar imperituro de lo potere<br />

sperato e così non più disperato. E allora fò du conti, che non sò certezza di sicuro so<br />

numeri che aggrada lo scritto come 11 che <strong>della</strong> speranza v’è certezza, basta non broiasse<br />

le parole tra sperar e disperar con l’imperituro de lo potere sperato. Perché sennò quel


cavallierac<strong>ci</strong>o che v’ò a <strong>ci</strong>tar nell’anima dun cro<strong>ci</strong>ato frignone che s’è clonato ne: il Bossi,<br />

stesse a fa’ il gioco machiavellico. Titolo V che v’ò lo esso devoluzionà co la devoluzione;<br />

c’è lo 116 che già dice e il 117 dice abbastanza, ma se deve dì de più che v’ò dì che il Bossi<br />

v’ò al senato na smadraccona de padania scritta sotto ar culo. E allora non sarà che v’ò a<br />

da pià il 132 e il 133 e trasformarli in 140? Saltando il 138 e il 139. all’anima <strong>della</strong><br />

clonazione è la fine de Dolly. E aggiungo allora che l’illusione de le guerre, ce fa capì<br />

quello che vo’ dì veramente: “lo sperar imperituro de lo potere sperato e così non più<br />

disperato.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Sunday, February 23, 2003 11:16 AM<br />

Subject: <strong>In</strong> attesa di.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura.letteratura.italiana<br />

Sent: Sunday, February 23, 2003 11:19 AM<br />

Subject: <strong>In</strong> attesa di.<br />

<strong>In</strong> attesa di…<br />

…la conoscenza psicologizzata di un so<strong>ci</strong>età psicologizzata rende l’uni<strong>ci</strong>tà dell’individuo<br />

non psicologicamente relazionabile, tale saturazione psicologica rende l’effetto del<br />

significato, come il significato dell’effetto che si collettivizza, rendendosi autoreferenziale<br />

all’effetto psicologico che dà significato alla conoscenza psicologizzata <strong>della</strong> so<strong>ci</strong>età. <strong>In</strong><br />

<strong>questo</strong> processo di dinamica autoreferenziale il significante non è più parte<strong>ci</strong>pe<br />

dell’esperienza individuale e tramite essa <strong>della</strong> comunicazione dell’esperienza per la<br />

conoscenza, ma si struttura in un’interferenza relazionale che vuole stabilire l’effetto su cui<br />

convogliare il significato <strong>della</strong> “relazione” al di là di un significante dinamico, ma in una<br />

visione collettiva che dà al comportamento individuale un significato psicologizzato come<br />

referente rassicurante <strong>della</strong> propria conoscenza so<strong>ci</strong>alizzata in ambito <strong>della</strong> propria<br />

esperienza individuale. “Ed è proprio a causa di <strong>questo</strong> difetto nel pensiero psicologico<br />

che la conoscenza è stata psicologizzata, <strong>ci</strong>oè satura di psicologia proiettata.”<br />

<strong>In</strong> un processo di relazione siffatto, la comunicazione perde degli attributi di conoscenza<br />

che danno profondità e, che tramite questa profondità ricercano il significante in quanto<br />

valore dante significato e profondità all’esperienza del comunicante. Non vi è più un reale<br />

significato del termine “perché?” e dopo di esso “come?”, ma tali termini <strong>sono</strong> soggiogati<br />

da concetti di “è così!” che trovano immediato referente nel significato psicologizzato. Tale<br />

processo di relazione tende univocabilmente a stabilire una supremazia tra i comunicanti,<br />

in base alla quale percepire una pulsione gratificante in un abito di autoreferenzialità di<br />

potere, se siano vere o false le conclusioni a cui giungono, non è determinante, la qual cosa<br />

importante è la pulsione che da <strong>ci</strong>ò deriva, la competizione prima, tra i due comunicanti e<br />

la “manipolazione” che <strong>ci</strong>ò stimola determina il superamento dell’altro”, garantito dalla<br />

referenzialità <strong>della</strong> so<strong>ci</strong>età psicologizzata. <strong>In</strong> tale costrutto non solo le relazione mancano<br />

di una individualità comunicante, ma per <strong>questo</strong> tramite esse investono la re<strong>ci</strong>pro<strong>ci</strong>tà tra<br />

gli individui di una comunicazione, tra loro, sempre più relativa e dipendente non più dal<br />

significato, ma dalle pulsione che sin dalla relazione semiologica influenzano i re<strong>ci</strong>pro<strong>ci</strong><br />

comportamenti e l’effetto del significato del pensiero. Di fatto si verifica che nulla può


accadere al di fuori di <strong>questo</strong> ambito, “stabilente e stabilito”. La percezione siffatta toglie il<br />

significato di gravità, di pari passo a quello <strong>della</strong> percezione <strong>della</strong> responsabilità,<br />

individualmente abbassato il livello di percezione delle conseguenze, e così si “ridicolizza”<br />

il fine e la sua attuazione con una modalità virtuale e surrettizia che stabilisce la gerarchia<br />

di potere e convenienza: la realtà non è più relativa, ma relativizzante prevaricatrice e<br />

pregiudizialmente discriminante di ogni alterità. Ora se esiste un mondo globale dove<br />

l’effetto è qualcosa di unico e altamente dinamico nell’ambito delle cause dell’individuo<br />

che cerca la propria autonoma re<strong>ci</strong>pro<strong>ci</strong>tà e produce esperienza. Il mondo psicologizzato<br />

fa di ogni effetto la ricerca compulsiva che deve riprodurre il significato e le sue<br />

motivazioni per generare effetti di pensiero che si omologhino, collettivamente, e in<br />

definitiva senza investire la domanda di una risposta ma dando alla domanda una valenza<br />

astratta perché priva di un’origine, senza un impli<strong>ci</strong>to, espli<strong>ci</strong>to e reale: “cosa vuoi sapere”<br />

e così l’eventuale “come?” diventa: “come!”.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.discussioni.psicologia<br />

Sent: Sunday, February 23, 2003 11:20 AM<br />

Subject: <strong>In</strong> attesa di<br />

Da <strong>questo</strong> gruppo di discussione ho avuto delle risposte a quanto sopra, alcune<br />

incoro<strong>ci</strong>ate tra loro:<br />

----- Original Message -----<br />

From: "Mercurius" <br />

Newsgroups: it.discussioni.psicologia<br />

Sent: Sunday, February 23, 2003 12:12 PM<br />

Subject: Re: <strong>In</strong> attesa di<br />

Prima impara a scrivere, poi ne riparliamo.<br />

Mercurius<br />

----- Original Message -----<br />

From: "Amelia " <br />

Newsgroups: it.discussioni.psicologia<br />

Sent: Sunday, February 23, 2003 12:15 PM<br />

Subject: Re: <strong>In</strong> attesa di<br />

"<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" ha scritto nel messaggio<br />

news:Uf16a.146599$YG2.4324502@twister1.libero.it...<br />

> <strong>In</strong> attesa di.<br />

commenti?<br />

applausi?<br />

fischi?<br />

fiaschi?<br />

confutazioni?<br />

affermazioni?<br />

> ..la conoscenza psicologizzata di un so<strong>ci</strong>età psicologizzata rende l'uni<strong>ci</strong>tà<br />

> dell'individuo non psicologicamente relazionabile, (cut)


sinceramente, in merito al seguito: non ho capito niente.<br />

ho letto, come mi hanno insegnato a scuola, un paio di volte, tanto per capire se il mio non<br />

capire niente potesse essere legato alla domenica mattina ma, l'unica frase che mi e'<br />

risultata un tantino piu' chiara, e' rimasta quella tra virgolette (<strong>ci</strong>tazione?):<br />

> "Ed è proprio a causa di <strong>questo</strong><br />

> difetto nel pensiero psicologico che la conoscenza è stata psicologizzata,<br />

> <strong>ci</strong>oè satura di psicologia proiettata."<br />

ehm...... non si potrebbe avere una traduzione "per il popolo" dei concetti<br />

espressi?<br />

Amelia<br />

--------------------------------<br />

<strong>In</strong>viato via http://usenet.libero.it<br />

----- Original Message -----<br />

From: "elledi" <br />

Newsgroups: it.discussioni.psicologia<br />

Sent: Sunday, February 23, 2003 12:35 PM<br />

Subject: Re: <strong>In</strong> attesa di<br />

Amelia, in ,<br />

wrote:<br />

> commenti?<br />

> applausi?<br />

> fischi?<br />

> fiaschi?<br />

> confutazioni?<br />

> affermazioni?<br />

la mia amica modenese direbbe che<br />

"al s'fè de le Lacan-pugnétte"<br />

io consiglierei una più tranquilla discesa dal pero =)<br />

--<br />

Ciao<br />

elledi<br />

----- Original Message -----<br />

From: "Elrond" <br />

Newsgroups: it.discussioni.psicologia<br />

Sent: Sunday, February 23, 2003 4:01 PM<br />

Subject: Re: <strong>In</strong> attesa di<br />

On Sun, 23 Feb 2003 11:15:24 GMT, amloret@tin.it (Amelia) wrote:<br />

>sinceramente, in merito al seguito: non ho capito niente.


Ma <strong>sono</strong> il solo ad aver dato per scontato che <strong>Patrizio</strong> stesse scherzando? Peraltro, una<br />

prosa poco meno caricaturale e' talvolta usata con intenti tristemente seri, in certa<br />

psicologia<br />

--<br />

<strong>ci</strong>ao,<br />

Elrond<br />

----- Original Message -----<br />

From: "soleluna" <br />

Newsgroups: it.discussioni.psicologia<br />

Sent: Sunday, February 23, 2003 4:57 PM<br />

Subject: Re: <strong>In</strong> attesa di<br />

Il 23 Feb 2003, 16:01, Elrond ha scritto:<br />

> On Sun, 23 Feb 2003 11:15:24 GMT, amloret@tin.it (Amelia ) wrote:<br />

><br />

> >sinceramente, in merito al seguito: non ho capito niente.<br />

><br />

> Ma <strong>sono</strong> il solo ad aver dato per scontato che <strong>Patrizio</strong> stesse<br />

> scherzando? Peraltro, una prosa poco meno caricaturale e' talvolta usata<br />

> con intenti tristemente seri, in certa psicologia<br />

> --<br />

> <strong>ci</strong>ao,<br />

> Elrond Ciao, <strong>sono</strong> Soleluna.... ma che tristezza! Questa domenica leggo solo<br />

stupidaggini? Forse avrei fatto meglio ad andare avanti a stirare o a leggere un <strong>libro</strong> che<br />

ho preso in bibblioteca ieri, o a fare quattro passi anche se l'aria è un po' freddina! E<br />

pensare che su <strong>questo</strong> gruppo di discussioni mi capita di leggere certe cose che mi fanno<br />

pensare e mi aiutano a capire meglio me stessa, vedere dentro di me... Ma non mollo e<br />

tornerò, un caro saluto a tutti SOLELUNA<br />

--------------------------------<br />

<strong>In</strong>viato via http://usenet.libero.it<br />

----- Original Message -----<br />

From: "Vincenzo Del Piano" <br />

Newsgroups: it.discussioni.psicologia<br />

Sent: Sunday, February 23, 2003 6:39 PM<br />

Subject: Re: <strong>In</strong> attesa di<br />

"<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" ha scritto nel messaggio<br />

news:Uf16a.146599$YG2.4324502@twister1.libero.it...<br />

> <strong>In</strong> attesa di.<br />

><br />

> ..la conoscenza psicologizzata di un so<strong>ci</strong>età psicologizzata rende<br />

l'uni<strong>ci</strong>tà<br />

> dell'individuo non psicologicamente relazionabile, tale saturazione<br />

> psicologica rende l'effetto del significato, come il significato dell'<br />

> effetto che si collettivizza, rendendosi autoreferenziale all'effetto<br />

> psicologico che dà significato alla conoscenza psicologizzata <strong>della</strong><br />

so<strong>ci</strong>età.


[cut]<br />

Già; è proprio così che va.<br />

Peraltro, di che preoccuparsi? Se la categoria "soggettività" si ipostatizza alla sua stessa<br />

descrizione formalizzata, e rispetta i parametri condivisi <strong>della</strong> semiotica del linguaggio ...<br />

che difficoltà c'è a recuperarne l'irriprodu<strong>ci</strong>bile uni<strong>ci</strong>tà nella reificazione dell'oggetto<br />

"soggetto" descritto?<br />

Vedrei con maggior preoccupazione il potenziale arresto <strong>della</strong> <strong>ci</strong>rcolazione ermeneutica,<br />

dalla quale potrebbe essere messo in forse il necessario processo deduttivo, che -<br />

poggiandosi sull'esperienza delle singolarità- permette l'us<strong>ci</strong>ta dalla idealizzazione <strong>della</strong><br />

reificazione, e la (ri)collocazione dell'oggetto "soggetto" nel campo fenomenico. Tale<br />

arresto del <strong>ci</strong>rcolo ermeneutico -togliendo il sostegno <strong>della</strong> progressione all'esperienza<br />

modificatrice del concetto di "soggetto"- condanerebbe certamente il "logos" psicologico<br />

all'autoreferenzialità, con la perdita <strong>della</strong> possibilità <strong>della</strong> "processione" dei concetti<br />

necessari all'indagine sull'Uomo ... ma è fatto (e timore) antico ...<br />

A riguardo <strong>della</strong> *consolidata* problematica richiamata, mi viene da (estemporaneamente)<br />

osservare che, anche se applicata a un più generale campo di speculazione (e ancorchè<br />

descritta/espressa con altre parole) ...<br />

non fu forse questa la prin<strong>ci</strong>pale motivazione <strong>della</strong> rivisitazione aristotelica dei concetti<br />

platoni<strong>ci</strong>? Non fu forse la problematica aristotelica centrata sul timore <strong>della</strong> ineffabilità<br />

(nel mondo fenomenico) dello "stabilente" rispetto allo "stabilito"? non si pose lo stagirita<br />

la questione centrale <strong>della</strong> opinabile (ma necessaria) possibilità di<br />

risalire/recuperare/disvelare la concettualizzazione che parte dallo "stabilito", verso lo<br />

"stabilente"?<br />

Tutto sta a "capirsi".<br />

(è di <strong>questo</strong> che di<strong>ci</strong> che si è "in attesa"? :-))<br />

--<br />

Vincenzo (mal di capo ... :-))<br />

----- Original Message -----<br />

From: "Morgana la Fata" <br />

Newsgroups: it.discussioni.psicologia<br />

Sent: Monday, February 24, 2003 12:17 AM<br />

Subject: Re: <strong>In</strong> attesa di<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong> wrote:<br />

> <strong>In</strong> attesa di.<br />

...<br />

>dando alla domanda<br />

> una valenza astratta perché priva di un'origine, senza un impli<strong>ci</strong>to,<br />

> espli<strong>ci</strong>to e reale: "cosa vuoi sapere" e così l'eventuale "come?" diventa:<br />

> "come!".<br />

cosa vuoi sapere? :-)<br />

e cosa vuoi condividere? :-))


mi viene in mente che<br />

qualcuno mi ha detto che la sempli<strong>ci</strong>ta' e' una complessita' risolta.<br />

--<br />

Ciao! Morgana la Fata<br />

Lette queste risposte, rispondo a due di esse: quella di Amelia e, del moderatore Vincenzo<br />

DP. <strong>In</strong>viate le mie risposte, quella di per Amelia viene normalmente inoltrata dal robot al<br />

moderatore. Quella per il moderatore viene rifutata dal robot, la correggo come il robot mi<br />

“dice” e la inoltro per il moderatore.<br />

Il moderatore a <strong>questo</strong> punto mi rifiuta tutte e due le lettere dicendo:<br />

it.discussioni.psicologia e` un gruppo moderato.<br />

Il tuo articolo e` stato esaminato dal moderatore ed e` stato rifiutato:<br />

L'articolo che hai inviato non rispetta i requisiti "stilisti<strong>ci</strong>"<br />

minimi per essere letto con fa<strong>ci</strong>lita` da tutti gli utenti.<br />

Ecco alcuni suggerimenti:<br />

segue un bla bla sulla forma del messaggio sconclusionato e contraddittorio e pretestuoso,<br />

c’è un “di fatto” suo e del robot, di cui a me non interessa acclarare il significato - mando<br />

le risposte, così come <strong>sono</strong> state rifiutate dal moderatore, in un altro gruppo di<br />

discussione:<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Monday, February 24, 2003 11:11 AM<br />

Subject: la cultura <strong>della</strong> risposta<br />

non ho mai avuto dubbi che nelle possibilità del mobbing l'ordine so<strong>ci</strong>ale generato dalla<br />

psicologia ha una grave responsabilità. tanto più quando la stupidità si coniuga con il<br />

pretesto. La risposta di cui parlo è quella che io ho dato a due persone nel gruppo di<br />

discussione moderato it.discussioni psicologia. E che tra il robot e il moderatore e le<br />

interpretazione tra quel che dice il robot e il moderatore, non <strong>sono</strong> rius<strong>ci</strong>to ad inviare a<br />

suddetto "gruppo", <strong>ci</strong>ò finisce per apparirmi quasi il classico atteggiamento psicologico<br />

che rompe le scatole per sindacalizzare gli altri e virtualmente interpretare: tanto caro<br />

all'esasperazione del funzionalismo americano.<br />

certo questa mia visione è un po' forzata - mi voglio sentire perseguitato dalle "macchine e<br />

dagli psicologi e dagli stupidi", che, in definitiva, <strong>sono</strong> la stessa cosa. Ma il mobbing<br />

so<strong>ci</strong>ale è una cosa più seria di quella che qui posso farvi "apparire". Le risposte che ho dato<br />

- una sicuramente ad un moderatore - <strong>sono</strong> conseguenti del mio scritto: "in attesa di" ch'è<br />

anche in <strong>questo</strong> gruppo di discussione. Ora permetterò a voi di leggerle, giacché non<br />

esulano dal problema culturale espresso "in attesa di":<br />

cordilamente<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

Mi congratulo con lei, per la comprensione <strong>della</strong> mia <strong>ci</strong>tazione, le garantisco ch'è cosa rara.<br />

Allora dato che quando mi capita qualcuno che dice di avere "esperienza di Jung", il più<br />

delle volte confonde il tutto con il fatto - che magari in quel momento si stava


masturbando pensando a qualcuno e, quel qualcuno in quel momento gli telefona, e in<br />

base a questa esperienza dice di aver compreso Jung- Quindi dato che la sua conoscenza<br />

va oltre questa, mi spieghi anche cosa intendeva Jung quanto scrisse: "Quando si riesce a<br />

sentire il Sé come un irrazionale, come un ente indefinibile, al quale l'Io non è né<br />

contrapposto né sottoposto ma pertinente, e intorno al quale esso ruota come la Terra<br />

attorno al sole, allora lo scopo dell'individuazione è raggiunto. Quanto si riesce a "sentire",<br />

dico, perché così definisco il carattere percettivo <strong>della</strong> relazione fra l'Io e il Sè. <strong>In</strong> questa<br />

relazione non c'è nulla di conos<strong>ci</strong>bile, perché noi non possiamo dir nulla <strong>ci</strong>rca i contenuti<br />

del Sè. L'Io è l'unico contenuto del Sè che conos<strong>ci</strong>amo. L'Io individuato si sente oggetto di<br />

un soggetto ignoto e superiore. A me pare che la costatazione psicologica giunga qui al<br />

suo termine estremo, perché l'idea di un Sé è già essa stessa un postulato trascendentale,<br />

che si può giustificare psicologicamente, ma non dimostrare s<strong>ci</strong>entificamente. Il<br />

superamento <strong>della</strong> s<strong>ci</strong>enza è un'esigenza impres<strong>ci</strong>ndibile dell'evoluzione psicologica qui<br />

descritta, perché senza <strong>questo</strong> postulato io non saprei formulare adeguatamente i processi<br />

psichi<strong>ci</strong> rilevati empiricamente. Al Sè, dunque, bisogna dare almeno il valore di un'ipotesi,<br />

come quella <strong>della</strong> struttura dell'atomo. E quand'anche dovessimo restare anche qui chiusi<br />

in un'immagine, sarebbe un'immagine potentemente viva, a interpretare la quale le mie<br />

forze non bastano. Io non dubito che sia un'immgine; ma è un'immagine in cui siamo<br />

ancora contenuti.<br />

Sono profondamente cons<strong>ci</strong>o che in <strong>questo</strong> <strong>libro</strong> ho posto esigenze tutt'altro che consuete<br />

all'intelligenza del mio lettore. Ho fatto il possibile per spianare la via <strong>della</strong> comprensione,<br />

ma non ho potuto eliminare la maggiore difficoltà, <strong>ci</strong>oè il fatto che le esperienze su cui si<br />

fonda la mia esposizione <strong>sono</strong> ai più ignote e per<strong>ci</strong>ò estranee. Per conseguenza non posso<br />

attendere che i miei lettori accettino tutte le mie conclusioni. Carl Gustav Jung. se avessi<br />

copiato male può andare a documentarsi sul <strong>libro</strong>, accetterò la sua eventuale risposta,<br />

comunque "essa sia.<br />

cordialmente<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

"Amelia " ha scritto nel messaggio<br />

news:212Z171Z222Z19Y1045998923X24264@usenet.libero.it...<br />

><br />

> "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" ha scritto nel messaggio<br />

> news:Uf16a.146599$YG2.4324502@twister1.libero.it...<br />

> > <strong>In</strong> attesa di.<br />

><br />

> commenti?<br />

> applausi?<br />

> fischi?<br />

> fiaschi?<br />

> confutazioni?<br />

> affermazioni?<br />

><br />

><br />

> > ..la conoscenza psicologizzata di un so<strong>ci</strong>età psicologizzata rende<br />

> l'uni<strong>ci</strong>tà<br />

> > dell'individuo non psicologicamente relazionabile, (cut)<br />

><br />

> sinceramente, in merito al seguito: non ho capito niente.


> ho letto, come mi hanno insegnato a scuola, un paio di volte, tanto per capire se il mio<br />

non capire niente potesse essere legato alla domenica mattina ma, l'unica frase che mi e'<br />

risultata un tantino piu' chiara, e' rimasta quella tra virgolette (<strong>ci</strong>tazione?):<br />

><br />

> > "Ed è proprio a causa di <strong>questo</strong><br />

> > difetto nel pensiero psicologico che la conoscenza è stata<br />

psicologizzata,<br />

> > <strong>ci</strong>oè satura di psicologia proiettata."<br />

><br />

> ehm...... non si potrebbe avere una traduzione "per il popolo" dei<br />

concetti<br />

> espressi?<br />

><br />

> Amelia<br />

><br />

> --------------------------------<br />

> <strong>In</strong>viato via http://usenet.libero.it<br />

in riferimento alla tua sotto, rispondo che il voler cercare di appartenere, o meglio voler<br />

essere in una categoria - è qualcosa che non posso negarti: è opera di studente e suo<br />

proseguo professionale. comunque avresti dovuto "categorizzare meglio "lo scarto"<br />

gestaltico o come si dice gestaldico (ho usato questa modalità espressiva per rendermi<br />

anch'io psicologicamente aggressivo omologaticamente," come mi sembra di rilevare sia<br />

avvenuto da alcune altre risposte alla mia", solo preferisco farlo a modo mio") – quindi se<br />

ti va approfondis<strong>ci</strong> il "concetto" "estensivo" di semiologia nel contesto del mio scritto. Per<br />

quanto riguarda la tua domanda al perché di quell'oggetto" nella mia, ti rispondo che<br />

<strong>questo</strong> mio intervento in <strong>questo</strong> gruppo di discussione è solo una "brevissima parte" di un<br />

altro mio progetto. Sappi che a questa mia non aggiungerò altro.<br />

cordialmente<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

"Vincenzo Del Piano" ha scritto nel messaggio<br />

news:b3b0n4$1kj4tg$1@ID-129044.news.dfn<strong>ci</strong>s.de...<br />

><br />

> "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" ha scritto nel messaggio<br />

> news:Uf16a.146599$YG2.4324502@twister1.libero.it...<br />

> > <strong>In</strong> attesa di.<br />

> ><br />

[(il messaggio inviato al gruppo di discussione it.cultura è comprensivo dello scritto di<br />

Vincenzo Del Piano, ed è lo stesso, inviato in risposta ad Amelia. Quello censurato dal<br />

Moderatore – che non sappiamo se essere lo stesso Del Piano o un suo cooperatore, è<br />

quello che avete letto adesso.)]<br />

A <strong>questo</strong> punto invio la mia risposta ad Amelia, inoltrandogli il messaggio inviato al<br />

gruppo di discussione it.cultura<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>"


To: "Amelia " <br />

Sent: Monday, February 24, 2003 11:17 AM<br />

Subject: Re: <strong>In</strong> attesa di<br />

> inviato al gruppo di discussione it.cultura<br />

[…]<br />

Quello stesso giorno ricevo un messaggio di posta, meglio, due messaggi uno alle 14:40 e<br />

l’altro alle 22:51, identi<strong>ci</strong> e con lo stesso mittente:<br />

----- Original Message -----<br />

From: "Marianna " <br />

To: <br />

Sent: Monday, February 24, 2003 12:00 AM<br />

Subject: Ciao Stella<br />

un ba<strong>ci</strong>o<br />

-<br />

Non so cosa voi immaginate, non che io non abbia creduto a <strong>ci</strong>ò, tutt’altro, ma ho dato per<br />

certo che era un falso messaggio. Come è possibile credere all’autenti<strong>ci</strong>tà del messaggio,<br />

ma sapere ch’è falso? Forse vi chiedete. Perché un messaggio siffatto si coniuga<br />

perfettamente con quelli che lo hanno preceduto, ma ancor di più perché è la parafrasi<br />

perfetta di quello che avviene costantemente nella realtà <strong>della</strong> quotidianità. Ora che nello<br />

spe<strong>ci</strong>fico costei o costui continui a perpetuare un determinato comportamento, vuol dire<br />

che il suo modo di comunicare è disturbato da un ossessivo meccanismo per la<br />

falsificazione <strong>della</strong> realtà e che nella sua immaginazione, questa falsificazione acquista un<br />

connotato di verità che proietta su di se e trasmette agli altri, ma che non ha nessuna<br />

corrispondenza con la realtà oggettiva e la costruzione <strong>della</strong> verità, di cui non vuole avere<br />

conoscenza concreta, per non perdere l’illusione del controllo, e con esso il potere su <strong>ci</strong>ò<br />

che vuol dirsi bene o male. Lo scopo prioritario di questa guerra è soltanto <strong>questo</strong>. Il<br />

perché poi abbia bisogno di qualcuno come me per espletare la sua personalità, è dovuto<br />

solo al fatto che vede in me non solo un identità con un costrutto di verità, ma in ragione<br />

di <strong>questo</strong> una riduzione del suo potere di controllo sulla verità. Nel mondo chi ha<br />

interesse a falsificare la verità è parte di una lista infintà e, questa percezione di<br />

onnipotenza tanto più incos<strong>ci</strong>a tanto più espletata nelle azioni più comuni <strong>della</strong><br />

quotidianità, si apre in un confronto impari in chi con questa realtà più profonda<br />

dell’essere umano si trova ad avere un confronto diretto che non fa più percepire gli<br />

avvenimenti in modo incos<strong>ci</strong>o: “si scardinano le porte dell’incos<strong>ci</strong>o”, e allora tutto è<br />

inaudito e la possibilità di sopravvivenza, in tutto il sentire inaudito del mondo e<br />

dell’essere nel mondo è sottoposto ad un compito tra i più ardui, dove superarlo vuol dire<br />

perdere ogni potere, tutto il potere, per aprirsi alla conoscenza, essere nudo alla vista di<br />

tutto l’universo e guardarvi<strong>ci</strong> senza poter dire fin dove e, in <strong>questo</strong> saper, rius<strong>ci</strong>re a<br />

chiudere gli occhi, e saper star<strong>ci</strong> sentendo un buio oltre il buio che si può guardare.<br />

È molto banale in definitiva l’origine di questi messaggi di posta, e in definitiva <strong>sono</strong> pieni<br />

di terrore che si difende con l’arroganza – ho risposto come segue ad esso:<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

To: "Marianna " <br />

Sent: Wednesday, February 26, 2003 10:04 AM


Subject: Re: Ciao Stella<br />

Gentile Marianna, ad un ba<strong>ci</strong>o mi piace rispondere con un ba<strong>ci</strong>o. seppur virtuale. Ma<br />

vorrei sapere il perché del tuo ba<strong>ci</strong>o, o meglio dei tuoi due ba<strong>ci</strong> - trovati nella mia casella<br />

postale - che per non so quale caso del gioco informatico mi <strong>sono</strong> giunti in orari diversi,<br />

ma nella "risposta che io invio" hanno lo stesso orario: 12:00 - Comunque vorrei, sapere se<br />

vuoi o cerchi qualcosa e cosa da me, e nel qual caso, scopriresti se sia poi, proprio io il<br />

destinatario del tuo ba<strong>ci</strong>o, las<strong>ci</strong>ando a me capire più chiaramente quale sia il significato del<br />

mio ba<strong>ci</strong>o, che per <strong>questo</strong> mi appare ancor più virtuale, ma che lo stesso ti mando, senza<br />

nulla immaginare oltre quello che di reale mi comunicherai.<br />

<strong>Patrizio</strong><br />

La risposta è stata:<br />

----- Original Message -----<br />

From: "Mail Delivery Service" <br />

To: <br />

Sent: Wednesday, February 26, 2003 10:02 AM<br />

Subject: Delivery Status Notification<br />

marianna@aim.it; Failed; 5.1.1 (bad destination mailbox address)<br />

Poi è accaduto <strong>questo</strong>:<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

To: <br />

Sent: Wednesday, February 26, 2003 10:09 AM<br />

Subject: Re: Delivery Status Notification<br />

ero certo <strong>della</strong> frigidità, di questa donna. E lo sapevamo tutti e due:<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong> e <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

cordiale saluti<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

Questo come ho detto, precedentemente, è la parafrasi perfetta di quello che avviene nella<br />

quotidianità. Ora pres<strong>ci</strong>ndento dal fatto oggettivo che rius<strong>ci</strong>re a fare all’amore con una<br />

donna che attua <strong>questo</strong> meccanismo comunicativo è, in definitiva una cosa irreale, quanto<br />

irrealizzabile. Questo meccanismo, qui presentato, per il controllo sulla determinazione da<br />

parte di chiunque nei confronti di chiunque del pensiero sus<strong>ci</strong>tato, per poi provocare dei<br />

comportamenti. Rappresenta già qui tutta la sua “paura” – ora è evidente che io nella “mia<br />

autorefenzialità” di scrittore, abbia generato un mio conseguente referente, in particolare<br />

nella mia ultima risposta, lo stesso comunque rimangono “oscuartisti<strong>ci</strong>” i motivi <strong>della</strong><br />

posta che ho ricevuto. Andando al di là del piano letterario, quanto qui da esso<br />

rappresentato, trova nel referente quotidiano il trasferimento <strong>della</strong> comunicazione così<br />

improntata dalla posta da me ricevuta, sul significato <strong>della</strong> comunicazione, verbale dei<br />

gesti che trovando un meccanismo comunicativo, in sostanza nella non risposta, nella non<br />

attuazione reale di essa, a favore di un’immagine surrettizia psichica del proponente non<br />

proponente, e che cerca di imporre la non proposità <strong>della</strong> domanda ricevuta come<br />

comunicazione, alla proposta di un proponente. Ciò per imporre il proprio processo<br />

immaginativo sulla percezione del proprio sentire emotivo, che evita il contatto con la<br />

moltepli<strong>ci</strong>tà delle possibilità di approfondimento <strong>della</strong> “persona” e soggetto oggetto<br />

umano, inserito nell’universo. Devo dire che tale messaggio, per sua conformazione<br />

assomiglia ad altri che ho ricevuto, che posso anche definire come medesimi. Può darsi<br />

che essi siano di più autori, ed è probabile che se anche di più autori <strong>ci</strong>ò che li genera è lo


stesso motivo e, molto probabilmente, in definitiva l’autore è lo stesso. Sta di fatto che<br />

nella costruzione di tali messaggi c’è sempre un costruzione surrettizia sul piano<br />

informatico, che si asso<strong>ci</strong>a sul piano <strong>della</strong> conoscenza con fatti di vita svolta nel mondo<br />

non <strong>della</strong> logica degli algoritmi, ma nel mondo quotidiano dei sensi. Nella palingenesi<br />

folle dei messaggi, finisce vieppiù per applicarsi un piano asso<strong>ci</strong>ativo che con l’intento di<br />

indurre, crea un meccanismo virtuale talmente coinvolgente da sostenersi soltanto per<br />

compensazione surrettizia del significato delle asso<strong>ci</strong>azioni create, di cui in definitiva, per<br />

un atto di psicologia dominate non può che compensarsi con un surplus d’immaginazione,<br />

da nulla contenuta se non dall’appagamento per mezzo del controllo impositivo degli<br />

<strong>eventi</strong>, che diventano privi di una reale conseguenza, se non nella realtà autoreferenziale<br />

di <strong>questo</strong> costrutto psicologico dominate. Per non chiarirvi completamente i fatti spe<strong>ci</strong>fi<strong>ci</strong><br />

di cui parlo, che con una gentil battuta, dico non voglio dirvi perché farebbero cadere i<br />

governi. Ma comunque vi dico che fatti spe<strong>ci</strong>fi<strong>ci</strong> inerenti <strong>ci</strong>ò, ho incontrato nella mia<br />

quotidianità. Vi invito a ricordarvi di quel film di David Mammet dal titolo la formula.<br />

Questo film per quanto abbia una trama che sembra classica sul potere e il denaro, è fatto<br />

per mostrare allo spettatore a quali processi di manipolazione psicologica si può giungere ,<br />

appunto per avere il controllo <strong>della</strong> manipolazione <strong>della</strong> percezione – e se in <strong>questo</strong> film è<br />

traslato il significato quotidiano <strong>della</strong> manipolazione per mezzo <strong>della</strong> comunicazione di<br />

massa sulla generi<strong>ci</strong>tà dello spettatore, allo spettatore altresì è mostrato proprio qual è<br />

l’effetto individuale di tale manipolazione, in quel che avviene al protagonista, di cui il<br />

pubblico non è in definitiva mai consapevole, come non lo è <strong>della</strong> propria manipolazione,<br />

e la cosa più esplicativa di <strong>questo</strong>, è quando il protagonista è all’aereoporto, sta per partire<br />

convinto di andare a trovare quel che cercava, e del tutto casualmente, apparentemente,<br />

all’imbarco una donna con un bambino che le sta non molto lontano, ripete prima in un<br />

modo neutro poi in modo più persuasivo e coinvolgente una cosa al bambino che ha in<br />

brac<strong>ci</strong>o, una cosa che si asso<strong>ci</strong>a a quel che il protagonista del film deve sapere – mammet<br />

in <strong>questo</strong> non <strong>ci</strong> mostra la casualità meravigliosa di un film di Hitchcock – il protagonista<br />

del film così viene indotto a pensare ed ad agire (chissà come fosse alla ricerca di una<br />

donna?), finirà nella trappola di chi ha congegnato, provocato quelle sue azioni. Il film ha<br />

un lieto fine, poi, e le forze del bene rappresentate dal FBI vincono. A tal proposito mi<br />

chiedo quali <strong>sono</strong> i poteri il controllo che stanno spingendo gli Stati Uniti nelle guerre<br />

pr<strong>eventi</strong>ve, la logica con cui le si vogliono mi sembra tutt’altro che quella del lieto fine del<br />

film di Mammet.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Friday, February 28, 2003 11:39 AM<br />

Subject: Io non mi sento italiano<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.discussioni.giustizia<br />

Sent: Friday, February 28, 2003 11:39 AM<br />

Subject: Io non mi sento italiano<br />

E La Stampa forum: Guerra o Pace 11:42<br />

Io non mi sento italiano, è il titolo dell’ultimo album di Giorgio Gaber, ma per fortuna<br />

<strong>sono</strong> un italiano.


La guerra serve alla pace, l’hanno detto nella grande guerra e <strong>sono</strong> morti in tanti, quella<br />

volta gli italiani <strong>sono</strong> stati dalla parte dei vin<strong>ci</strong>tori, poi da questa” guerra e dal mondo<br />

imperiale di quell’epoca si è generata la seconda guerra mondiale, che chi non se lo<br />

ricordasse ha causato milioni e milioni di morti e distruzioni che non si immaginano<br />

vedendole in televisione, dove <strong>sono</strong> state usate tutte le armi possibili e disponibili, pensare<br />

di evincere da <strong>questo</strong> evento che la guerra serve per la pace, significa non aver capito nulla<br />

di quello che è accaduto, né di cosa sia la pace. Fac<strong>ci</strong>o un breve in<strong>ci</strong>so per ricordare che di<br />

ogni impero non <strong>sono</strong> che rimasti, che i ruderi e la follia <strong>della</strong> guerra, e la distruzione di<br />

<strong>ci</strong>viltà e <strong>della</strong> <strong>ci</strong>viltà umana. Le conseguenze <strong>della</strong> seconda guerra mondiale, ancora, <strong>sono</strong><br />

presenti, anche se si <strong>sono</strong> confuse con quelle <strong>della</strong> guerra fredda, ch’è stata tutt’altro che<br />

incruenta e che per buona parte è impli<strong>ci</strong>ta nella seconda guerra mondiale - di fatto il<br />

conflitto in Afghanistan, questa lunga guerra che ha imbarbarito con il suo perpetuarsi<br />

l’identità e le possibilità di pace del vivere quotidiano, generando estremismi concettuali,<br />

generando comportamenti deliranti è per certi versi ad essa conseguente. Di fatto anche<br />

nell’Afghanistan è accaduto quello ch’è avvenuto in <strong>molti</strong> posti del mondo, per<br />

determinare il controllo e l’equilibrio dinamico tra i due blocchi, per determinare la<br />

politica dei governi, nelle diverse identità di stato, verso uno o l’altro di essi. Per<br />

quarant’anni il mondo è vissuto sotto <strong>questo</strong> incubo, che ha diviso e generato guerre e<br />

terrorismo. La logica <strong>della</strong> pace di <strong>questo</strong> sistema è consistita nel fatto di sostenere la<br />

logica <strong>della</strong> contrapposizione e quindi del contrapponente, con ogni mezzo, anche quello<br />

delle armi, che non è sempre stato il peggiore. Verso la fine di <strong>questo</strong> sistema si è generato<br />

un processo prevaricante fondato sul fanatismo <strong>della</strong> propria identità, che ha avuto come<br />

suo momento parossistico quello del fanatismo religioso ad uso politico militare per<br />

prevaricare il controllo preesistente, in una contrapposizione che dava alla dimensione<br />

politica l’estensione di nazione conformatane con una logica geografica a struttura<br />

imperiale, questa derivazione dell’islam - che sinceramente mi dà fatica pensare, giacché<br />

identifico la religione con l’essere umano e, non mi va di pensare e asso<strong>ci</strong>are la preghiera a<br />

un atto che genera morte - si è inserita in quelle che erano le logiche di contrapposizione<br />

preesistenti. Ciò è avvenuto anche per Ben laden semplicemente sostenuto dagli stati uniti<br />

d’america, come elemento per quell’equilibrio instabile <strong>della</strong> guerra fredda che si era<br />

determinato in Afghanistan; in sostanza questa è la logica per una pace controllata con le<br />

armi, ma controllata da chi? E in questa logica come stupirsi, anche se, se ne rimanente<br />

sconvolti, dell’attentato del 11 settembre. E l’amministrazione Bush, come sta rispondendo<br />

a <strong>ci</strong>ò, pensando e facendo la guerra pr<strong>eventi</strong>va, come dire in mancanza di un chiaro<br />

sistema di potere militare a cui contrapporsi, stabilire un controllo per mezzo militare<br />

dovunque possa esser<strong>ci</strong> un’ipotesi di contrapposizione e in <strong>questo</strong> stabilire nell’ambito<br />

<strong>della</strong> propria convenienza la pace controllata, imponendo la sua ipotesi. Ora se nel<br />

rapporto pensato e agito e conseguenza dell’agito è la guerra, l’unica riflessione possibile è<br />

quella che si sta entrando in una spirale di follia e se <strong>questo</strong> viene scambiato per pace e<br />

non per un meschino progetto di convenienze di potere, vuol dire che i margini perché <strong>ci</strong><br />

si renda conto che si sta camminando sulle sabbie mobili, <strong>sono</strong> veramente minimi. Perché<br />

la guerra genera un’altra guerra, per dare l’illusione che qualcosa <strong>ci</strong> spinga un po’ fuori<br />

dalle sabbie mobili. Per <strong>questo</strong> tipo di pace è veramente assurdo non avere il coraggio,<br />

sempre, di cercare di us<strong>ci</strong>re dalle sabbie mobili, di non concretizzare ogni volta, <strong>ci</strong>ò che<br />

toglie possibilità alla guerra, prima che sia, sempre troppo tardi. Ora sinceramente non so<br />

che cosa c’entrino in nostri alpini in tutto <strong>questo</strong>, con <strong>questo</strong> modo retorico di pensare la<br />

pace per i militari. Io, credo che la cosa più utile per ognuno sia quello di evitare la guerra,<br />

credo che <strong>questo</strong> sia l’unico sostegno concretamente politico, per un militare che mi piace


definire Italiano. Non capisco che cosa centri la nostra cultura politica, con l’atteggiamento<br />

da comprimari prostituiti, che abbiamo assunto in questa questione, senza nessun reale<br />

progetto per la risoluzione dell’embargo all’Iraq che determini le possibilità di vita di ogni<br />

<strong>ci</strong>ttadino Iracheno. E per <strong>questo</strong> mi suona ancor di più male di come mi è sempre suonato,<br />

quel detto dell’inno italiano: Siam pronti alla morte, che dentro di me ho già sostituito, con<br />

Siam pronti alla Vita, l’Italia chiamò: La maturità di una nazione, credo sia più importante<br />

del suo immaginato orgoglio.<br />

Gentili di Materiali Sonori, il Febbraio scorso vi ho inviato in ascolto tre mie opere<br />

musicali – <strong>ci</strong>ò dopo avervi scritto, per chiedervi, se fosse possibile una vostra eventuale<br />

“edizione”, mi rispondeste che la qual cosa in questione era improbabile, dato l’esiguo<br />

numero di opere da voi prese in considerazione, foste più garbati di come ve la racconto<br />

io, ora; comunque mi deste la disponibilità ad ascoltarle. Ora io non so, se il tempo<br />

trascorso, dalla mia spedizione è stato suffi<strong>ci</strong>ente per l’ascolto, nel qual caso non fosse così<br />

vi chiedo scusa e rimango in attesa; sennò vorrei sapere se chi le ha ascoltate ha qualche<br />

commento o pensiero in proposito ad esse – un’opinione altrui non infi<strong>ci</strong>a la mia sicurezza<br />

e consapevolezza, Tutt’altro…ovviamente. Oh! che ne avete fatto, le tenete in archivio le<br />

buttate, le tiene qualche bella donna e le ascolta immaginando chissà cosa, bo!<br />

Purtroppo non posso inviarvi le e-mail che scambiammo all’epoca”, le ho perse, con il<br />

vostro numero di telefono – ho perso la “partitura, al di là <strong>della</strong> mia forma mentis<br />

letteraria che avrebbe conservato lo scritto per farne a sua volta un uso creativo, la<br />

distrazione, astrazione del suono. Comunque per promemoria vi invio i titoli delle opere.<br />

Rimango in attesa di una vostra risposta, grazie.<br />

Buona Giornata a tutti<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

…Sono un Poeta…<br />

opera di musica elettronica N.2<br />

…da una frazione di tempo musicale di 25 secondi alla dilatazione temporale delle<br />

proprietà elettriche <strong>della</strong> luce contenutevi, per la costituzione dell’opera che dilata le sue<br />

proprietà molecolari non solo nel processo <strong>della</strong> fisica, ma anche attraverso il concetto di<br />

timbro e colore che non è più prevalentemente acustico uditivo, ma si avvale in maniera<br />

palese dell’aspetto molecolare di movimento, attraverso l’uso delle frequenze che<br />

determinano la pressione dell’aria per le vibrazioni percepite dal timpano umano. <strong>In</strong><br />

<strong>questo</strong> evento dove la massa elettrico musicale del tempo musicale iniziale si è trasformata<br />

in energia, la dilatazione derivatavi ha determinato lo spazio che da tale energia si è<br />

formato – il tempo elettrico ha rappresentato la sua estensione, aumento e velo<strong>ci</strong>tà – da<br />

<strong>questo</strong> evento nel processo musicale si è ricercata la struttura compositiva, oltre la quale<br />

poeticamente si può ascoltare anche il suono <strong>della</strong> musica.<br />

27 opera per percussioni<br />

1998<br />

1.STRAVISCHIANA1 1999


omaggio a Stravinsky<br />

martedì 12 novembre 2002 19.19<br />

caro <strong>Marozzi</strong>,<br />

grazie per i cd.<br />

E per la considerazione.<br />

Il lavoro, per quanto sia valido il mio giudizio, è molto interessante.<br />

Di ampio spessore.<br />

Ma non siamo interessati a <strong>questo</strong> tipo di musica.<br />

E comunque, in generale, lavoriamo solo su nostri progetti (e molto:pochi).<br />

mi augurio che possa trovare la valida alternativa che merita.<br />

cordiali saluti<br />

Giampiero Bigazzi<br />

MATERIALI SONORI<br />

SENZA CONCLUSIONE: L’ULTIMA LETTERA<br />

Richiesta<br />

Lisy, ho cercato di capire quello ch'è scritto qui sotto, non so se ho capito completamente;<br />

comunque ho visto le immagini nel click che tu mi hai proposto. Non ho capito bene se si<br />

tu quella che si vede, immagino di sì. Sei una ragazza carina e gradevole alla vista, non ho<br />

capito dov'è che vivi se in <strong>In</strong>ghilterra o altrove. Comunque Cara Lisy, io non <strong>sono</strong> user. I<br />

siti porno mi interessano solo quanto ho bisogno di fotografie per qualche lavoro che può<br />

essere trasformato in arte, ed è molto che non ne ho bisogno. Pur essendo<strong>ci</strong> bellissime<br />

ragazze non accetterò mai di pagarle per vederle fare sesso con altre persone - è proprio<br />

l'idea di pagare che non mi va - in proposito un po' di tempo fa ad una tua collega che mi<br />

ha inviato il solito messaggio a cui è stato impossibile rispondere gli risposi:<br />

Credo sinceramente che chiunque tu sia Laura abbia sbagliato il mittente, posso capire che<br />

tu abbia tanta voglia di me, ma io non <strong>sono</strong> in vendita e il mio valore è inestimabile - e mi<br />

par di capire che c'è solo da guardare e la qual cosa non mi è indispensabile - se tu hai un<br />

prezzo e non sai come propormelo non farlo, giacché solo se tu fossi capace d'amare,<br />

potresti fare all'amore con me, come ti ho detto il mio valore è inestimabile. Pertanto<br />

chiunque continua ad inviarmi questi messaggi ANONIMI lo invito a non continuare.<br />

Ultimamente continuo a ricevere tali messaggi; sinceramente se tu potessi fare qualcosa<br />

affinché io non li riceva più, te ne sarei molto grato: anche perché li trovo tutt'altro che<br />

sensati. Se avrò bisogno di cercare dei siti porno, li cercherò io è inutile e poco educato<br />

continuare a cercarmi in <strong>questo</strong> modo.<br />

Per quanto riguarda te Lisy ti ripeto che non <strong>sono</strong> user e nel qual caso è inutile che<br />

continui a scrivermi per mezzo di chi lavori. Se tu volessi per qualche motivo parlare come<br />

me, scrivimi e parlami di te, ti risponderò (se tu potessi farlo in italiano ti ringrazierei due<br />

volte) comunque fai come ti pare.<br />

scusami per la lunga lettera in italiano,<br />

Saluti<br />

<strong>Patrizio</strong>


November 20, 2002 5:04 PM<br />

Gentili di Trieste, lungi da me dal farvi perdere tempo, o ipotizzare che il portale non sia<br />

aggiornato.Ma mi trovo nel dubbio; nell'avere ascoltato in televisione che c'è, allestita o in<br />

allestimento, un'esposizione notevole delle opere di Van Gogh, insieme ad altre che<br />

identificano un progetto, di cui purtroppo non ricordo il nome. Comunque mi è parso di<br />

avere ascoltato Trieste come <strong>ci</strong>ttà ospitante tale mostra; nel qual caso <strong>ci</strong>ò, fosse, potreste<br />

darmi informazioni - grazie, altrimenti scusatemi per il disturbo e vi invio i miei più<br />

cordiali saluti,<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

November 21, 2002 9:35 AM<br />

Gentile <strong>Patrizio</strong>,<br />

la mostra su van gogh si trova a treviso e non a trieste (purtroppo)<br />

cordialità<br />

Elisabetta Cattaneo<br />

Responsabile www.trieste.com<br />

sabato 23 novembre 2002 13.02<br />

Gentilissima Elisabetta, la ringrazio molto di essersi così gentilmente interessata, al mio<br />

piccolo problema, e di avermi aiutato a risolverlo. Mi dispiace per il suo rammarico, ma<br />

Trieste, immagino abbia <strong>molti</strong> altri motivi per essere visitata, io ne <strong>sono</strong> stato sempre<br />

attratto, e ho sempre immaginato che prima o poi sarei venuto a passeggiare in questa<br />

<strong>ci</strong>ttà, se non altro per Svevo e Joyce, e chissà che non percepisca attraverso il suo presente<br />

qualcosa d'importante per me. La mostra di Van Gogh, per la sua "peculiarità", sarebbe<br />

stata un buon motivo per affrontare, come primo approc<strong>ci</strong>o, questa esperienza; per<strong>ci</strong>ò<br />

credo di capire il rammarico, per lei, di non poterla avere nella sua <strong>ci</strong>ttà, poteva essere<br />

possibilità per coniugare l'esperienza del suo vivere a Trieste con la peculiarità delle opere<br />

di Van Gogh. Comunque in cuor mio speravo anche che tale mostra fosse un po'<br />

dimenticata, perché non m'immagino con il tempo contato" ad "osservare" le opere, <strong>questo</strong><br />

è qualcosa che non vince la mia pigrizia" e mi fa affrontare il viaggio", pertanto non<br />

si rammarichi - a meno che non abbia altri impedimenti - si trova lo stesso in una<br />

posizione de<strong>ci</strong>samente più favorevole <strong>della</strong> mia per sperare, approfittare di una giornata<br />

favorevole in cui poter visitare la mostra come più le piace. Spero di non essermi<br />

dilungato troppo nel ringraziala <strong>della</strong> sua cortesia,<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

BOMBE D´AEREO CON BACILLI DI CARBONCHIO E DOSI DI GAS NERVINO<br />

Baghdad: ritrovate le armi tossiche smarrite<br />

Distrutti altri 6 missili, «ma <strong>ci</strong> fermeremo se gli Usa non bloccano la guerra»<br />

3/3/2003<br />

Baghdad ha annun<strong>ci</strong>ato che <strong>sono</strong> state scoperte grandi quantità di ba<strong>ci</strong>llo del carbonchio (antrace) e tracce di gas nervino, su<br />

cui l'Onu da anni chiedeva chiarimenti. Il ritrovamento è avvenuto in due siti diversi: in uno c'erano bombe d'aereo piene di<br />

antrace, in un altro <strong>sono</strong> state trovate tracce <strong>della</strong> distruzione di 1,5 tonnellate di gas nervino.<br />

Mercoledì 5 marzo 2003


Il silenzio senza cultura<br />

La conoscenza non è preclusa a nessuno, perché essa non ha bisogno del potere per<br />

esser<strong>ci</strong>. Quando parlo di conoscenza dico di <strong>ci</strong>ò che appunto a nessuno è precluso, né dalla<br />

condizione culturale, né dallo stato attuale <strong>della</strong> propria esistenza. <strong>In</strong> qualsiasi punto del<br />

vivere l’essere umano è collocato, esso in base alla peculiarità <strong>della</strong> libertà che gli è<br />

propria, in quanto essere aderente al vivere, può accedere alla conoscenza del bene e del<br />

male. Non vi è in <strong>questo</strong> preclusione di nessun sorta materiale, so<strong>ci</strong>ale che possa impedire<br />

la consapevolezza al volente di determinarsi, nel percepire l’aderenza alla vita, come colui<br />

che conosce, percepisce l’assolutezza del bene e del male in essere in essa. Il valore di tale<br />

consapevolezza è espressione stessa <strong>della</strong> sapienza in quanto aderenza alla vita che cerca<br />

nella vita individuale l’espressione <strong>della</strong> vita stessa come peculiare condizione del bene<br />

che per mezzo del volere conoscere sceglie la vita come espressione <strong>della</strong> sua conoscenza,<br />

aderendovi con tutta la propria esperienza esistenziale, al di là di ogni determinazione di<br />

potere. <strong>In</strong> <strong>questo</strong> l’unica accessibile condizione del male sul bene è espresso dal potere<br />

<strong>della</strong> morte sulla vita: ora tanto più la condizione dell’aderire alla conoscenza è priva di<br />

<strong>questo</strong> potere, tanto più la morte troverà esplicazione nella conoscenza dell’esperienza del<br />

bene <strong>della</strong> vita individuale, come espressione dell’esperienza che aderisce alla verità <strong>della</strong><br />

conoscenza, al di là di quello che la propria vita può esprimere sulla conoscenza del bene e<br />

del male, <strong>questo</strong> aderire alla conoscenza, che conduce alla manifestazione più profonda<br />

dell’essere umano: quale esser<strong>ci</strong> <strong>della</strong> sua spiritualità, è <strong>ci</strong>ò che dà alla conoscenza l’alterità<br />

del suo esser<strong>ci</strong>, come possibilità di discernimento che contempla e al contempo è<br />

contemplata dall’individuo, da cui trae la possibilità di un sapere per conoscere dove la<br />

condizione del suo aderire alla vita è soggetta al potere <strong>della</strong> morte, che obnubila, la<br />

profonda esperienza dell’esser<strong>ci</strong>, con la paura come potere, nella prevaricazione del potere<br />

<strong>della</strong> morte, che da essa è determinato. Se tutto quello qui espresso è già un piano<br />

culturale, è pur sempre un piano culturale che dall’individuo si apre all’alterità e torna<br />

all’individuo, come sua peculiare ed unica espressione dell’esperienza del suo aderire alla<br />

conoscenza dal punto in cui nella vita è. Dopo <strong>questo</strong>, quando il piano culturale collettivo<br />

determina l’espressione collettiva di conoscenza, l’individuo trova le sue distinzioni di<br />

conoscenza tra un processo contrapponente o aderente alla conoscenza. Ed il piano<br />

culturale collettivo che vuol “determina un significato” <strong>della</strong> conoscenza: tra il bene e il<br />

male, tra la vita e la morte: costruisce su <strong>ci</strong>ò infiniti piani culturali su cui determinarsi<br />

come verità collettiva ché dà ad ogni individuo il potere di esser<strong>ci</strong>. Se in definitiva da<br />

<strong>questo</strong> stadio culturale è ammissibile il concetto so<strong>ci</strong>ale di libero arbitrio, per il<br />

conseguimento di esso è indispensabile che il proprio livello culturale acquisisca potere<br />

per esprimere l’esperienza del proprio esser<strong>ci</strong>, che così acquista un valore materiale che dà<br />

autoreferenzialità alla cultura che lo determina. <strong>In</strong> conseguenza di <strong>ci</strong>ò si sviluppa un piano<br />

culturale per il libero arbitrio che cerca la differenziazione per una prevaricazione che dia<br />

possibilità di aumentare il proprio potere sulla legittimità del libero arbitrio, la<br />

conflittualità culturale su <strong>questo</strong> piano è basilare affinché individualmente si possa<br />

acquisire potere e aumentare il proprio libero arbitrio. <strong>In</strong>dividualisticamente ogni pretesto<br />

collettivo può essere utile a tale scopo, fino ad acquisire una volontà di libero arbitrio che<br />

sia del tutto individuale e al contempo del tutto collettiva, su un singolo piano culturale,<br />

marginale al conseguimento e mantenimento del potere materiale acquisito in tale scopo.<br />

<strong>In</strong> tale costrutto culturale l’aderire alla conoscenza diventa un fatto secondario, diventa<br />

primario il piano culturale che dà potere, che è sì conseguenza di una conoscenza, ma solo<br />

in quanto autoreferenziale di quel potere; qui” la cultura che si forma pone una ulteriore


distinzione, quella tra il sapere e il conoscere. Se da un lato è indispensabile conoscere per<br />

sapere, dall’altro è cogente sapere per conoscere. L’esperienza stessa che deriva dal<br />

conoscere e che cerca di conoscere il processo del suo conoscere, è così delegata al sapere<br />

che non conosce il sapere come espressione dell’esperienza del conoscere individuale, ma<br />

come ricerca autoreferenziata che si contrappone al sapere dell’aderenza alla vita che<br />

antepone la conoscenza al potere. Il potere culturale autoreferenziato, non ha bisogno<br />

<strong>della</strong> conoscenza, ma dell’applicazione sistemica del libero arbitrio, la verità del conoscere<br />

può benissimo essere manipolata e resa surrettizia a tal fine, giacché la forma mentis<br />

culturale sì fatta, vede nell’acquisizione del potere il suo referente di verità ultima:<br />

l’esperienza individuale, così collettivizzata, ha virtuale l’esperienza del sapere, in una<br />

gerarchia che dà all’identità simbolica in essa generata un costrutto di spiritualità, che in<br />

realtà dà al contenuto spirituale dell’essere umano un “nessun contenuto”, giacché non<br />

più esperito sul piano <strong>della</strong> conoscenza; perché qui” la distinzione culturale ha perso il suo<br />

connaturato significato per e di: “manifestazione più profonda dell’essere umano: quale<br />

esser<strong>ci</strong> <strong>della</strong> sua spiritualità”, essere, conoscenza alterità del suo esser<strong>ci</strong>, come possibilità<br />

di discernimento che contempla e al contempo è contemplata dall’individuo, da cui trae<br />

possibilità di un sapere per conoscere dove la condizione del suo aderire alla vita è<br />

soggetta al potere <strong>della</strong> morte, che obnubila, la profonda esperienza dell’esser<strong>ci</strong>, con la<br />

paura, nella prevaricazione del potere <strong>della</strong> morte, come potere che da essa è determinato.<br />

Perché <strong>questo</strong> sapere, in <strong>questo</strong> tempo siffatto trova significato solo nel potere sulla<br />

conoscenza. Non so se si può definire un fatto a-culturale, o forse peggio non culturale,<br />

sarebbe diffi<strong>ci</strong>le, così, us<strong>ci</strong>re dal piano culturale <strong>della</strong> contraddizione in termini. Sembra<br />

proprio che l’esser<strong>ci</strong> stesso <strong>della</strong> cultura inneschi un processo a catena che obnubili la<br />

conoscenza. E allora solo l’aderire alla conoscenza, non preclusa a nessuno, può far capire<br />

ad ogni essere umano a che punto è, amplificando il piano culturale, contemplando il<br />

naturale significato e con esso contemplarsi, così, prima del silenzio del potere, conoscere<br />

l’inconos<strong>ci</strong>bile silenzio. Ogni essere può essere dove Dio sarà o essere altrove se in esso<br />

vuol conoscere senza potere: nella voce del silenzio.<br />

Venerdì 7 marzo 2003<br />

L’arte non può che essere ricerca e espressione <strong>della</strong> conoscenza – e non può che essere<br />

nella libertà dell’individuale dell’artista – che nella sua individualità artistica ed<br />

esistenziale non cerca l’autoreferenzialità del potere, ma una spirituale osservazione delle<br />

manifestazioni <strong>della</strong> vita, ben al di là <strong>della</strong> sua ricerca artistica. L’arte non è l’artista e<br />

l’artista non è l’arte, l’arte è la manifestazione <strong>della</strong> sua ricerca.<br />

Bush: "Per attaccare<br />

non <strong>ci</strong> servono permessi"<br />

Oggi la relazione di Blix all'Onu<br />

Il capo degli ispettori dell'Onu presenta<br />

il rapporto al Consiglio dei sicurezza<br />

Blix chiede più tempo<br />

"L'Iraq collabora"<br />

Gran Bretagna e Usa<br />

danno l'ultimatum a Saddam<br />

WASHINGTON. Disarmo entro die<strong>ci</strong> giorni, il 17 marzo. E´ l´ultimatum di Bush e Blair a Saddam, presentato al Consiglio di<br />

sicurezza dell´Onu dopo la pubblicazione del rapporto di Blix. Un rapporto, quello del capo degli ispettori, che chiede altro<br />

tempo, almeno qualche mese.<br />

24 GIUGNO 2002<br />

LA VISIONE DI GEORGE BUSH<br />

«Per il bene di tutta l'umanità le cose devono cambiare in Medio Oriente»


it.cultura – it.discussioni.giustizia – forum de La Stampa web: sabato 8 marzo 2003 – non<br />

accettato e non pubblicato dalla redazione de La Stampa<br />

Ciao Americana, ho provato a riflettere, “ma non credo alla guerra.”<br />

come sembra sempre più evidente la logica militare con cui gli stati uniti la gran Bretagna,<br />

la spagna, e tutti quelli che per convenienza economica protendono per la guerra come<br />

soluzione per stabilire la supremazia di un ordine mondiale, da affermare sul volere degli<br />

altri è quello che manifestamente <strong>ci</strong> propone la barbarie come unica possibilità di<br />

convivenza <strong>ci</strong>vile” tra le nazioni – e si contrappone senza attenuanti <strong>della</strong> ragione a chi<br />

cerca nella cooperazione più ampia possibile, al di fuori <strong>della</strong> guerra, il progetto per uno<br />

sviluppo globale del mondo che tenga conto in primo luogo delle possibilità creatri<strong>ci</strong> del<br />

processo di pace. È evidente che su queste basi si pone chiaramente la questione nei paesi<br />

oc<strong>ci</strong>dentali <strong>della</strong> fine <strong>della</strong> democrazia – non vi è nessuna corrispondenza tra il volere<br />

<strong>della</strong> ragione <strong>della</strong> maggioranza dei popoli e governi del mondo, con le possibilità di<br />

imposizione militare, voluto dal potere di alcune nazioni del mondo. È evidente che per<br />

<strong>questo</strong> le logiche globali <strong>della</strong> ragione umana protendono per una “decentrata possibilità<br />

di cooperazione”, che dia alla salvaguardia <strong>della</strong> ricerca <strong>della</strong> pace la possibilità per<br />

trovare la soluzione alla sempre maggiore complessità che tale processo di globalizzazione<br />

determina in ambito planetario, su questioni di primaria importanza per la sopravvivenza<br />

alimentare delle persone, per la loro integrità morale e libertà <strong>ci</strong>vile, sopravvivenza alle<br />

malattie per mezzo delle possibilità di cura medica, e per la salvaguardia stessa degli<br />

equilibri naturali del pianeta. La cooperazione culturale tra le nazioni per la soluzioni di<br />

tali problemi, non può pres<strong>ci</strong>ndere dalle possibilità economiche che ognuna di esse ha per<br />

tutto <strong>ci</strong>ò, ed è inammissibile per l’economia” non tenere conto <strong>della</strong> differenza di tali<br />

realtà, nell’ambito <strong>della</strong> complessità dei problemi aperti dalla globalizzazione, la ricerca<br />

“tecnologica” non può eludere tutto <strong>questo</strong>, stagnandosi sulle proprie convenienze di<br />

potere. Solo così è possibile dare una parvenza di realtà morale al denaro e a chi con esso<br />

detiene il potere. Se <strong>sono</strong> questi i prin<strong>ci</strong>pi su cui poter incrementare il senso democratico<br />

oc<strong>ci</strong>dentale, nel mondo, non di meno tale senso democratico oc<strong>ci</strong>dentale è propositivo di<br />

quei valori di re<strong>ci</strong>pro<strong>ci</strong>tà che <strong>sono</strong> autenticamente legittimi, anche quanto prevaricatori di<br />

turno cercano di trasformarli in processi tutt’altro che cooperativi e democrati<strong>ci</strong>. È ovvio<br />

che hanno bisogno di un consenso popolare sempre più ampio come parvenza<br />

d’intenzione democratica; la tecnologia <strong>della</strong> comunicazione è usata a tale scopo e nelle<br />

nazioni tecnologicamente avanzate sotto tale aspetto, in<strong>ci</strong>de profondamente sulla<br />

percezione <strong>della</strong> realtà <strong>della</strong> gente (e sui disturbi del suo comportamento) – nonostante <strong>ci</strong>ò<br />

la logica che sta spingendo alla guerra trova in tutto il mondo uno sdegno critico, che <strong>ci</strong><br />

mostra chiaramente quale sia la logica servile, che conduce all’imposizione <strong>della</strong> forza<br />

militare per la legittimazione del processo di potere, che determina che la ragione umana<br />

si mostri insuffi<strong>ci</strong>ente dinnanzi al potere <strong>della</strong> morte come soluzione e irragionevolezza –<br />

su tali basi non esiste né legittimità né ragione per chi ricorre alla distruzione, alla morte<br />

come imposizione di un volere oligarchico che tende a ricattare la cos<strong>ci</strong>enza umana con il<br />

bisogno materiale <strong>della</strong> sopravvivenza – questa logica <strong>della</strong> globalizzazione come<br />

fenomeno e scontro tra culture vincolato all’espansione come cooperazione “schiavistica”<br />

economica, all’interno stesso degli stati democrati<strong>ci</strong>, mostra chiaramente che la<br />

semplificazione <strong>della</strong> soluzione dei problemi, da parte dei poteri dominati, determinerà<br />

una vieppiù esponenziale cres<strong>ci</strong>ta <strong>della</strong> violenza come loro soluzione, e l’imposizione <strong>della</strong><br />

logica <strong>della</strong> forza delle armi – non per <strong>questo</strong> comunque, mi sembra ovvio, le persone


spiritualmente umane pos<strong>sono</strong> abnegare la propria ragione all’istinto del tutto umano<br />

<strong>della</strong> guerra e <strong>della</strong> barbarie, che per quanto di grave danno per l’umanità finirà sempre<br />

per morire <strong>della</strong> propria morte – ed anche <strong>questo</strong> la spirituale ragione umana non può<br />

accettarlo. Gli Stati Uniti vogliono de<strong>ci</strong>dere, ottusamente sulla salute del mondo, sulla sua<br />

sopravvivenza ambientale, su quella culturale, economica, morale, e vuole farlo come<br />

detentori di quella supremazia militare su cui costruire la propria economia ed imporla al<br />

mondo – tutto <strong>ci</strong>ò è una lotta di potere che rende le crisi di ogni sistema, compreso quello<br />

economico americano privo di una soluzione cooperativa, ma soltanto asso<strong>ci</strong>ativa militare,<br />

oligarchicamente organizzata a livello planetario – con questa pragmatica concretezza<br />

l’unico modo per evitare una guerra terroristica, non c’è, <strong>questo</strong> può esserlo”, solo in una<br />

logica oppressiva sia nella forma che nella sostanza. E credo che tutto <strong>ci</strong>ò nulla abbia ad<br />

insegnar<strong>ci</strong>. Credo che sia indispensabile che le “logiche di potere”, prendano in<br />

considerazione i bisogni <strong>della</strong> gente, più che la contrapposizione e la prevaricazione di<br />

altri poteri, a partire dai bisogni primari che la gente ha, in maggior ragione in stati<br />

contingenti di sofferenza, risolvendo tali questioni <strong>della</strong> realtà, il potere cesserà di rendere<br />

virtuale la vita umana, e la logica aberrante <strong>della</strong> morte, con la guerra. La scelta concreta<br />

<strong>della</strong> cooperazione <strong>della</strong> globalizazzione, non può che superare tale logica virtuale del<br />

potere e non può che porsi come obbiettivo la salvaguardia <strong>della</strong> pace per <strong>questo</strong><br />

obbiettivo, (senza la quale non c’è né possibilità di libertà, né di democrazia – la guerra è<br />

sempre una cessazione di ogni diritto umano), la ragione umana non può che stare sempre<br />

con questa scelta e con questi valori, in maggior ragione quando essi <strong>sono</strong> “voluti”. È su<br />

questi prin<strong>ci</strong>pi che si sta formando un altro processo di globalizzazione, ed è con <strong>questo</strong><br />

prin<strong>ci</strong>pio che le nazioni che vogliono progredire devono stare, altrimenti vi è il rischio<br />

concreto <strong>della</strong> dispersione di ogni nucleo”.<br />

Il rais non si cura dell'ultimatum e replica a Usa e Gb<br />

"Sono dei mentitori, le Nazioni Unite lo dicano chiaramente"<br />

Saddam Hussein all'Onu<br />

"Revocate l'embargo"<br />

Prosegue intanto la distruzione dei missili "al Samoud II"<br />

Saddam Hussein chiama in causa le Nazioni Unite e chiede al Consiglio di sicurezza di revocare l'embargo che grava sul suo<br />

paese dai tempi <strong>della</strong> invasione del Kuwait. Perché l'Iraq - spiega il rais - sta ottemperando a tutti gli obblighi imposti dalla<br />

comunità internazionale. (8 marzo 2003)<br />

DAVANTI ALLA CASA BIANCA<br />

<strong>In</strong> manette venti<strong>ci</strong>nque pa<strong>ci</strong>fiste<br />

Migliaia di persone, soprattutto donne, hanno manifestato per la pace in occasione <strong>della</strong> festa dell´8 marzo in molte località<br />

degli Usa, fra cui Washington dove (in un parco non distante dalla Casa Bianca) <strong>sono</strong> state arrestate 25 appartenenti al<br />

movimento femminista «CodePink». Le donne <strong>sono</strong> state ammanettate con l´accusa di aver attraversato le linee di sicurezza<br />

poste a tutela del complesso presidenziale e di aver manifestato senza autorizzazione in un´area chiusa al pubblico. Sono finite<br />

in manette anche due note scrittri<strong>ci</strong>, Alice Walker e Maxine Hong Kingston.<br />

New York, 22:10<br />

Iraq, Carter contro Bush: guerra viola prin<strong>ci</strong>pi America<br />

Papa: scegliere tra pace e guerra, tra bene e male<br />

CITTÀ DEL VATICANO. La scelta tra pace e guerra, nell'attuale situazione internazionale, è anche una scelta tra Bene e Male<br />

che chiama i cristiani, proprio in <strong>questo</strong> periodo quaresimale, a respingere le tentazioni di Satana, come fece Gesù nel deserto:<br />

è il duro ammonimento pronun<strong>ci</strong>ato oggi da Papa Wojtyla, durante l'Angelus in piazza San Pietro.<br />

9 marzo 2003<br />

Chirac e Schroeder invitano Putin a presentarsi<br />

al Consiglio di sicurezza per l'ultimo voto contro Bush<br />

"Tutti all'Onu<br />

per mettere il veto"<br />

Parigi lavora anche sugli inde<strong>ci</strong>si come Camerun e Angola<br />

(10 marzo 2003)<br />

martedì 11 marzo 2003


Ieri sera ho visto tf1, e ascoltato il discorso di Chirac, che rivolto alla nazione francese ha<br />

spiegato i motivi del no alla guerra. Ho ascoltato un discorso di alto profilo morale politico<br />

e di significato, un’alternativa concreta alla povertà culturale del mondo <strong>della</strong><br />

prevaricazione economica militare a cui la linea del presidente Bush crede. Che Chirac sia<br />

un uomo di destra è saputo e che per <strong>questo</strong> abbia una certa visione dell’economia anche,<br />

la dimensione pragmatica del concetto di libertà e dignità cooperativa espressa nella sua<br />

posizione non può che essere motivo di qualità, per chiunque a tale qualità vuole ambire, e<br />

rappresenta l’unica strada per il proseguo dei rapporti planetari. Che il potere e il denaro<br />

mai come prima rappresentino un modo di concepire il potere e la politica, come un<br />

sistema di vita intriso di volgarità presupponenza, competenza qualunquistica, confusa<br />

per libertà e talento artistico – insomma una <strong>ci</strong>altroneria come mai. Che in effetti la vita<br />

quotidiana debba svolgersi in un clima siffatto è estremamente faticoso, per chi come me,<br />

crede nella bellezza – e quanto ieri sera ho visto a rai 1, le cretinerie degli uomini politi<strong>ci</strong><br />

che in <strong>questo</strong> momento rappresentano il governo, ascoltato il servilismo dei giornalisti,<br />

anche <strong>della</strong> stampa, preoccuparsi di quel chi dicevano, tac<strong>ci</strong>andosi da indipendenti, senza<br />

un reale costrutto d’identità che li facesse tali, privi di argomenti autonomi, ma espressioni<br />

legate alla convenienza del potere che vogliono e credono di rappresentare. Quel profilo di<br />

pensiero che tutti insieme meccanicamente, ed anche alquanto subdolamente esprimevano<br />

per dire al pensiero <strong>della</strong> gente che dato che la guerra la fa il più forte militarmente<br />

conviene stare dalla sua parte, giacché è sempre stato il nostro alleato e qualunque cosa<br />

fac<strong>ci</strong>a per noi va sempre bene, perché <strong>ci</strong> conviene. Come inventarsi un modo pubbli<strong>ci</strong>tario<br />

per fa sì che l’eventuale parere del governo rispecchi il pensiero istruito dai sistemi <strong>della</strong><br />

comunicazione – è volgarissimo <strong>questo</strong> sistema e come <strong>sono</strong> <strong>ci</strong>altroni costoro che si<br />

servono di <strong>ci</strong>ò per il proprio tornaconto personale, per la proprio personale economica di<br />

potere, per rendere servili chiunque. Questa è la situazione generale di un’Italia povera,<br />

del suo piano culturale inesistente, e quant’è ridicolo l’orgoglio patriottico di cui <strong>ci</strong> si<br />

vuole investire. E allora non <strong>ci</strong> resta che essere italiani e guardare il mondo con altri occhi<br />

e spirito, senza pensare alla zavorra che crede di essere. E oggi pomeriggio all’Ono c’è il<br />

mondo da salvare, contro la meschinità del potere.<br />

Return-Path: <br />

Received: from smtp2.libero.it (193.70.192.52) by ims3a.libero.it (6.5.028)<br />

id 3E6DAD240012A2E0 for patrizio.marozzi@libero.it; Fri, 14 Mar 2003 10:11:54 +0100<br />

Received: from digiland1.iol.it (195.210.93.237) by smtp2.libero.it (6.7.015)<br />

id 3E48BA3400BF7002 for patrizio.marozzi@libero.it; Fri, 14 Mar 2003 10:11:54 +0100<br />

Subject: Comunicazione spazio web di Digiland<br />

To: patrizio.marozzi@libero.it<br />

X-Sender: postmaster@digiland1.iol.it/195.210.93.237<br />

From: "digiland.libero.it" <br />

Message-ID: 0.089313183891683751047576931196@digiland1.iol.it/195.210.93.237<br />

Date: Thu Mar 13 18:35:31 CET 2003<br />

Ciao patriziomarozzi,<br />

Digiland offre una serie di servizi gratuiti a coloro che frequentano attivamente la community, uno di questi è l'offerta di spazio web per costruire<br />

siti personali.<br />

Al fine di continuare a fornire un servizio di qualità, mantenendo "vivi" e attuali i contenuti <strong>della</strong> nostra community, stiamo effettuando un<br />

monitoraggio di tutti i siti personali, evidenziando quelli che da lungo tempo non vengono aggiornati.<br />

Sono siti che non <strong>sono</strong> più seguiti dall'autore, nè da possibili visitatori.<br />

<strong>In</strong> particolare, quelli che non vengono aggiornati da oltre 18 mesi, hanno un elevato grado di "obsolescenza", abbiamo quindi de<strong>ci</strong>so di rimuoverli.<br />

Ci risulta che il tuo sito http://digilander.libero.it/patriziomarozzi non venga aggiornato da oltre 18 mesi.<br />

Per evitarne la rimozione, lo puoi rinnovare, ma ti invitiamo a farlo entro il 31/03/2003 (cambiando il contenuto di una o più pagine, caricando<br />

una nuova pagina ecc.).<br />

Scaduto tale periodo, Digiland provvederà alla rimozione di tutto il contenuto del tuo sito ed alla disattivazione del servizio di Spazio WEB.<br />

Tutti gli altri servizi <strong>della</strong> community rimarranno comunque attivi.<br />

<strong>In</strong> futuro, se vorrai costruire un nuovo sito web, potrai farlo riattivando il servizio dall' apposita pagina di Digiland.<br />

Ti ringraziamo per l'attenzione e nell'augurarti buona navigazione, ti salutiamo cordialmente<br />

Digiland Staff<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>"


To: "digiland.libero.it" <br />

Sent: Friday, March 14, 2003 11:49 AM<br />

Subject: Re: Comunicazione spazio web di Digiland<br />

sentite fate <strong>ci</strong>ò che volete in base al vostro quoziente d'intelligenza e al<br />

tipo di manipolazione di cui volete "far tipo i vostri clienti" - pertanto<br />

<strong>ci</strong>ò che non ha effetto non ha effetto per difetto, o più propriamente per livello di difetto di cui la<br />

comunicazione ha bisogno per attivare il<br />

livello dell'interlocutore. La capa<strong>ci</strong>tà dell'attivazione è parte bipolare<br />

del significato del soggetto, che diventa oggetto qualora il suo significato è tutt'altro che omologabile e, la<br />

sua estensibilità è peculiarità del più alto livello l'interlocutore, ma qualora tale livello non è comprensivo<br />

<strong>della</strong> consapevolezza del soggetto, il fraintendimento interpretativo è omologazione autistica <strong>della</strong><br />

comunicazione, come funzione impropria dell'oggettività <strong>della</strong> sua realtà e identità che cerca soltanto di<br />

autoassolversi in una solidarietà faziosa che non estende il significato del soggetto per la sua comprensione,<br />

ma cerca nell'inflazione del proprio io<br />

l'affermazione collettivizzata del consenso di gruppo come funzione<br />

paradossalmente estensiva di implosione omologante del non significato del soggetto, che si palesa e si<br />

manifesta nell'imposizione dell'ignoranza come interpretazione ottusa e inesistente di qual si voglia<br />

significante: e in <strong>questo</strong> soltanto, in <strong>questo</strong>, vi è il non senso <strong>della</strong> comunicazione che si vuole attuare come<br />

procedimento di indebolimento <strong>della</strong> "peculiarità" – che nell'omologazione del gruppuscolo trova la<br />

patologia compensativa dell'IO - una sorta di assurdo mobbing e contro mobbing - e non posso che<br />

rispondervi<br />

<strong>ci</strong>tando Jung: "Se l'Io si arroga di dominare l'incons<strong>ci</strong>o, l'incons<strong>ci</strong>o<br />

reagisce con un insidioso attacco, <strong>ci</strong>oè con la dominante <strong>della</strong> personalità mana, dal cui enorme prestigio l'Io<br />

è ammaliato. Per difendersene, non c'è che confessare pienamente la propria debolezza di fronte alle potenze<br />

dell'incons<strong>ci</strong>o. Non opponendo alcuna forza all'incons<strong>ci</strong>o, non lo provochiamo. "<br />

Io non ritengo di modificare il mio sito, se il vostro dover, da voi<br />

comunicatomi infi<strong>ci</strong>a le possibilità di relazione omologate - io ritengo che qualora vi siano "peculiarità" il<br />

soggetto espresso da esse non potrebbe trovare maggiore effica<strong>ci</strong>a nella comunicazione con il sottoscritto nel<br />

significante espresso nel mio sito: come già domanda interlocutrice e, per me interlocutoria <strong>della</strong> peculiarità<br />

comunicante. Per traslare <strong>ci</strong>ò <strong>ci</strong>to ancora Jung: "La stragrande maggioranza degli uomini è totalmente<br />

incapace a trasferirsi individualmente nell'anima di un altro. E' questa un'arte rarissima, che non è mai molto<br />

sviluppata. Anche l'uomo che presumiamo di conoscere meglio, e che <strong>ci</strong> conferma di essere da noi<br />

perfettamente compreso, è per noi, tutto sommato, un estraneo. E' diverso. Il massimo e il meglio che noi<br />

possiamo fare è di indovinare, almeno, quest'altro, rispettandolo e<br />

guardando<strong>ci</strong> dalla soverchiatrice stupidità di volerlo interpretare."<br />

Concludo quindi dicendovi - per concretezza pragmatica - che se io<br />

esprimessi in termini, di frase ad una donna: "Ti amo", o quant'anche le dicessi ti desidero, lei non sarebbe in<br />

grado di darmi neanche la più<br />

sempli<strong>ci</strong>ssima "risposta", né si attiverebbe nessuna azione "tattile<br />

possibile", qualora lei nel modo più naturale possibile, non percepisse<br />

nella sua "peculiarità" quando ho già detto. Spero che <strong>questo</strong> paradigma possa esservi di aiuto nel processo<br />

"estensivo", per l'autenti<strong>ci</strong>tà e realtà di ogni azione <strong>della</strong> comunicazione; pertanto se ritenete di rimuovere il<br />

mio sito, potete farlo, ma senza il mio consenso.<br />

Cordialmente<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

----- Original Message -----<br />

From: "digiland.libero.it" <br />

To: <br />

Sent: Thursday, March 13, 2003 7:35 PM come risposta e come inoltro<br />

Subject: Comunicazione spazio web di Digiland<br />

><br />

><br />

> > Ciao patriziomarozzi,<br />

Risposta:<br />

----- Original Message -----<br />

From: "Mail Delivery Service" <br />

To: <br />

Sent: Friday, March 14, 2003 11:46 AM


Subject: Delivery Status Notification<br />

- These re<strong>ci</strong>pients of your message have been processed by the mail server:<br />

noreply@digiland.it; Failed; 5.1.1 (bad destination mailbox address)<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

To: <br />

Sent: Friday, March 14, 2003 12:10 PM<br />

Subject: Fw: Comunicazione spazio web di Digiland<br />

Gentili di iol.it vi invio quanto sotto per vostra conoscenza e per<br />

eventuale mia delu<strong>ci</strong>dazione, dato che l'invio <strong>della</strong> mia risposta, di quanto sotto non ha avuto riscontro<br />

informatico, e non trovo nel sito di libero una possibilità e-mail per inviare al server per conoscenza quanto<br />

mi sta accadendo, per ogni altra informazione che ritenete debba darvi <strong>sono</strong> qui.<br />

Grazie<br />

Cordialmente<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

Risposta:<br />

- These re<strong>ci</strong>pients of your message have been processed by the mail server:<br />

Newsletter@iol.it; Failed; 5.2.2 (mailbox full)<br />

scrivo ancora a Wind libero, nell’unico spazio disponibile, quello da 320 caratteri.<br />

digiland<br />

devo inviarvi una e-mail oltre i 320 caratteri, per rispondere del problema" - di digilan<br />

comunicatomi, se vi interessa datemi un indirizzo e-mail adatto<br />

risposta:<br />

La tua richiesta è stata inviata.<br />

La risposta ti arriverà via e-mail.<br />

Grazie.<br />

Questo server abilita ad internet <strong>ci</strong>rca otto milioni di computer dichiarati, più avanti nel <strong>libro</strong><br />

trovere scritto <strong>ci</strong>ò ch’è scritto nel mio sito web.<br />

Ieri c’è stato il vertice nelle azzorre portoghesi, tra Bush, Aznar e Blair – sembra niente di<br />

nuovo se non la ricerca di una de<strong>ci</strong>sione che determini l’accettazione da parte dell’Ono di<br />

una nuova risoluzione, o de<strong>ci</strong>sione che determini la guerra. Questo è su per giù il profilo<br />

dei discorsi fatti nella conferenza stampa, ma se sembrano chiare le intenzioni <strong>sono</strong><br />

tutt’altro che chiaramente espresse, credo comunque che <strong>ci</strong> siano ancora i margini per una<br />

soluzione di pace – nonostante che già si sia entrati in un clima subdolo di propaganda,<br />

dove nelle dichiarazioni pa<strong>ci</strong>fiste dei soldati americani, date ieri sera su un canale <strong>della</strong><br />

televisione italiana, c’è stato anche il fatto di una pa<strong>ci</strong>fista americana uc<strong>ci</strong>sa dai <strong>ci</strong>ngolati<br />

israeliani mentre si era posta a difesa di una abitazione palestinese; che l’america abbia<br />

delle anime belle si sa, ma non è detto che il significato del suo governo sia sempre lo<br />

stesso. Lo si spera. Come stavo dicendo parlando delle azzorre, ieri sera pochi minuti<br />

prima che finisse la conferenza stampa, ho inviato un post al gruppo di discussione<br />

it.cultura e it.discussioni.giustizia e al forum de La Stampa.web in quest’ultimo non so se<br />

sia stato pubblicato né se lo sarà. (mentre l’anti<strong>ci</strong>clone delle azzorre è sinonimo d’estate in<br />

europa e italia, ieri qui si era tornati alle temperature di un rigido inverno, ma come suol<br />

dirsi: il mese di Marzo è pazzo)<br />

Il regime <strong>della</strong> follia americano – 16 Marzo 2003, <strong>ci</strong>nque minuti prima<br />

delle ore 20:00<br />

Il regime <strong>della</strong> follia americano, insiste per una guerra che non ha nessuna causa, e anche<br />

se l’avesse vede nella guerra l’unica soluzione. Nazione da sempre forcaiola, in <strong>questo</strong><br />

governo Bush ha coniugato l’evoluzionismo più becero e avanzato <strong>della</strong> sua mente


psicologizzata nel sistema stesso di una mente malata che vede nel potere attraverso tale<br />

sistema, l’inganno per sovvertire la logica <strong>della</strong> ragione e <strong>della</strong> realtà, così, mentre i popoli<br />

del mondo intero chiedono la pace e ogni formazione politica di buon senso si determina<br />

in <strong>questo</strong> – il governo Bush, con i suoi galoppini spagnolo e inglese e l’ambiguità del<br />

governatorato italiano, che rischia di essere spazzato via dal fronte di guerra in<br />

Afghanistan, dove <strong>sono</strong> impegnati al solo scopo di uc<strong>ci</strong>dere il nemico, soldati italiani, a<br />

solo titolo governativo – mezzo secolo di pace, con una costituzione pregevolmente tenuta<br />

in conto dalle nazioni unite, nella possibilità di solidarizzare nelle missioni militari di pace<br />

con le popolazione coinvolte, fanno bene alcuni parlamentari dell’opposizione ad<br />

occupare il parlamento. Di fatto si è in guerra a fianco degli americani, pronti a ricevere gli<br />

elogi dei vin<strong>ci</strong>tori, come servi senza nazione né costituzione, insieme ai forcaioli che non<br />

vedono redenzione, né si pentono mai. E allora qual è l’effetto che vuole generare, questa<br />

guerra del comportamentismo di potere, senza una causa, forse controllare il medio<br />

oriente, destabilizzarlo e stabilizzarlo a pia<strong>ci</strong>mento, determinare le politiche europee, e poi<br />

magari partire per una nuova guerra, magari nelle filippine, fatta nei suoi svariati modi e<br />

con il bene pla<strong>ci</strong>to dell’imperatore del Giappone – forcaioli incalliti, rozzi e volgari, che<br />

non sapete capire il mondo, pronti ad una guerra, che secondo il vostro diritto è già<br />

criminale, che non tiene in nessun conto la debolezza dell’avversario, - non volete<br />

dialogare ma soltanto sparare solo preoccupati di non poterlo fare, vi parate il culo con<br />

possibili risoluzioni o intenti che impediscano la pace - impartite lezioni a destra e manca,<br />

sulla democrazia, quanto siete l’unica ad essere ancora forcaiola, vedendo in <strong>questo</strong><br />

l’unico sistema del diritto. Tranne quegli stati dell’unione dove sembra non esser<strong>ci</strong> la pena<br />

di morte. Siete il plus ultrà di quel sapere del 2x2 e su <strong>questo</strong> si edifica il mondo, fino alle<br />

conoscenze più strabilianti, ma non conoscete neanche il dubbio, per interrogarvi su quel<br />

che vi è prima di quel 2x2. del resto come potrei dire che non ho incontrato ancora persone<br />

intelligenti, pur sapendo cos’è l’intelligenza se non <strong>ci</strong> fosse <strong>questo</strong> vostro postulato a<br />

dimostrazione – potrei lo stesso comunque – Voi mi sembrate quei matti che dicono di<br />

credere nell’alterità, ma non sanno far altro che proporre la soluzione dei propri problemi,<br />

come problemi dell’altro e, per <strong>questo</strong> così essi necessitano <strong>della</strong> vostra soluzione, che a<br />

voi tanto è servita – non capisco perché non si applichi tale pragmatismo a chi muore per<br />

“fame o sete” – mi sembrate come quei comportamentismi incalliti, che per darsi un tono<br />

dicono anche di essere Junghiani, e fanno proprio come fate voi concependo il fatto che la<br />

loro esperienza, la loro individuazione, sia proiettabile pari pari sull’altro, senza conoscere<br />

e avere esperienza del fatto che la loro individuazione non può che essere unica, e deve<br />

servire per dialogare con il processo d’individuazione di un altro, rendendo con questa<br />

capa<strong>ci</strong>tà d’esperienza che si ha, unico il processo di relazione, e l’alterità realmente<br />

conoscenza nella re<strong>ci</strong>pro<strong>ci</strong>tà nei relativi piani <strong>della</strong> propria amplificazione e analisi <strong>della</strong><br />

comunicazione. Tutto <strong>ci</strong>ò viene rozzamente restituito dagli incalliti in una relazione che<br />

cerca solo di preordinare un livello di comunicazione che dà all’alterità niente altro che<br />

una specularità che cerca solo di acclarare l’effetto su cui determinare la propria volontà<br />

d’azione, per determinare l’effetto <strong>della</strong> cosiddetta esperienza predominante, questa<br />

alterità siffatta è molto simile al linguaggio delle s<strong>ci</strong>mmie antropomorfe e finisce vieppiù<br />

per determinarsi in un processo, di azione e contrazione a carattere imitativo, dove<br />

l’imitazione prende il senso del significato, al di là sia <strong>della</strong> causa, che <strong>della</strong><br />

comunicazione, ma cerca solo un grado di forza per affermarsi come la soluzione, così:<br />

“quello che vedo è <strong>ci</strong>ò che io voglio vedere, quello che comunico è <strong>ci</strong>ò che vedo di quel che<br />

io voglio fare, senza ben considerare quel che si dice o si ascolta.


Questa mancanza d’identità, si cerca nel mondo e si verifica in ognuno e la guerra e la<br />

guerra di tutto il mondo, questa è la visione del potere più piccolo o più grande e <strong>della</strong><br />

guerra: “La schiavitù dei servi è quella di affermarsi sulla libertà, per essere gratificati<br />

nella “cos<strong>ci</strong>enza” da chi li rende servi – il servilismo e la prevaricazione degli schiavi è<br />

irreversibile – nella giustificazione del male che li rende e rende schiavi, e che per tale<br />

giustificazione trova per loro il significato di bene, come bontà e bene che deve affermarsi<br />

sulla libertà attraverso il servilismo ch’è schiavitù <strong>della</strong> menzogna, che vuole dire quale<br />

siano l’intenzioni <strong>della</strong> verità – per rendere così indispensabili l’intenzioni <strong>della</strong><br />

menzogna, come spiegazione e motivazione del bene. Il desiderio del potere che la<br />

schiavitù sia affermazione sulla libertà, che non cerca né schiavi né servi, ma di servire.<br />

Bush senza l’Onu concende 48 ore …<br />

La Fran<strong>ci</strong>a boc<strong>ci</strong>a l'ultimatum<br />

"E' contro la volontà dell'Onu"<br />

Guerra all’Iraq. Il testo integrale del discorso di Bush, vittima di se stesso, alla Nazione<br />

americana<br />

Gli Stati Uniti d'America hanno l'autorità sovrana di usare la forza per assicurare la loro<br />

sicurezza nazionale. Buona notte e che Dio continui a proteggere l'America".<br />

Continua la conta dei morti<br />

<strong>In</strong> piena guerra il sistema <strong>della</strong> propaganda, assume sempre più rilevanza e la logica <strong>della</strong><br />

prevaricazione dell’appropriazione <strong>della</strong> verità a carattere informativo è così rilevante da<br />

non poter più essere camuffato. Nella rappresentazione di questa guerra la logica<br />

dialettica del governo italiano è e finisce gioco forza con quella del presidente del consiglio<br />

Berlusconi, direttamente contigua a quella di Bush – <strong>ci</strong>ò è già evidente nei telegiornali,<br />

nelle discrepanze tra la realtà dei fatti e la manipolazione di essi per mezzo <strong>della</strong><br />

propaganda. <strong>In</strong> <strong>questo</strong> contesto è prevedibile un’azione verso il tg3, o per influenzarne la<br />

linea editoriale, esasperandola, o obnubilarla con l’effetto <strong>della</strong> falsificazione e<br />

indebolimento del contenuto <strong>della</strong> realtà da parte degli altri media controllati dal sistema<br />

<strong>della</strong> propaganda. (e sperabile, ma da verificare, che la possibile capa<strong>ci</strong>tà deontologica del<br />

nuovo direttore <strong>della</strong> rai: Annunziata eletta del tutto fortuitamente prima <strong>della</strong> guerra,<br />

possa arginare tutto <strong>ci</strong>ò) È da chiedersi dentro <strong>questo</strong> contesto, quale sia il carattere di<br />

responsabilità del presidente del consiglio, il suo livello psichico, dato che in perfetta linea<br />

con la costituzione <strong>della</strong> forma mentis <strong>della</strong> psicologia applicata al neo liberalismo,<br />

continua a produrre un corto<strong>ci</strong>rcuito personale del processo frustrativo applicato<br />

all’informazione di massa, strategicamente potenziato ora in ambito di guerra. È<br />

fa<strong>ci</strong>lmente rilevabile nel suo comportamento l’atteggiamento fazioso <strong>della</strong> strategia <strong>della</strong><br />

convenienza, caratterizzato da un’incertezza apparentemente dubitativa sulla scelta <strong>della</strong><br />

convenienza per l’accres<strong>ci</strong>mento del potere, e l’acquisizione <strong>della</strong> percezione di esso una<br />

volta che l’effetto del potere si è determinato, per mezzo di una sensazione<br />

autoreferenziata e, così avviare la <strong>ci</strong>rcuitazione <strong>della</strong> comunicazione attraverso un<br />

corto<strong>ci</strong>rcuito personale, che si accresce man mano che l’effetto transfert collettivo<br />

attecchisce con l’intero processo <strong>della</strong> comunicazione – a quel punto ogni suo input è<br />

finalizzato a determinare l’esponezialità dei processi frustrativi dove alla richiesta <strong>della</strong><br />

gente si contrappone la forza e il potere <strong>della</strong> sua scelta di convenienza, che ad esempio<br />

nello spe<strong>ci</strong>fico di questa situazione si contrappone alla stragrande maggioranza dei<br />

pa<strong>ci</strong>fisti, con una affermazione del tipo: con il pa<strong>ci</strong>fismo non si è rius<strong>ci</strong>to ad evitare la<br />

guerra, e credo che con esso non vi sarà niente di buono. Il corto <strong>ci</strong>rcuito nella sua


percezione psichica sta tutta nel fatto che lui è il rappresentate governativo dei pa<strong>ci</strong>fisti, a<br />

cui non è stato in grado di evitare la guerra, ma che per <strong>questo</strong> ha la percezione del suo<br />

potere applicandolo su chi non vuole la guerra, tutto <strong>ci</strong>ò diventa ancora più forte in un<br />

costrutto di guerra non giuridico. È pensabile che il prossimo futuro <strong>ci</strong> riserverà sempre<br />

più gente che si renderà serva perché giocoforza preferirà credere alla menzogna, perché<br />

<strong>questo</strong> sistema di pazzia è così perfettamente razionale, grazie alla sua logica funzionale. E<br />

a <strong>questo</strong> punto mi chiedo, che se anche gli strateghi <strong>della</strong> psicologia che hanno collaborato<br />

alla costruzione di <strong>questo</strong> sistema, siano oramai completamente folli.<br />

Ieri si è rivista, un po’ cambiata la pubbli<strong>ci</strong>tà delle calze, mi chiedo se questi pubbli<strong>ci</strong>tari<br />

siano quelli che stanno con lo stregone psicologo del presidente del consiglio. E l’ambiente<br />

di fatto è intriso di un humus di pazzia asso<strong>ci</strong>ativa ed imitativa.<br />

Baghdad è piena di luce e illumina la notte, mentre le bombe cadono sulla <strong>ci</strong>ttà,<br />

contaminando di radiazione la terra e distruggendo i musei, i nuovi barbari l’hanno<br />

chiamata operazione terrore.<br />

<strong>In</strong> Italia dove sembra che la P2 spieghi agli italiani di essere un’opera filantropica a<br />

carattere organizzativo per il bene <strong>della</strong> nazione e del mondo, su richiesta degli Stati Uniti<br />

il governo italiano ha chiuso l’ambas<strong>ci</strong>ata irachena – mai prima il sistema d’informazione<br />

mondiale, caratterizzato da multi-tecnologia è stato soggetto ad un tentativo di<br />

determinazione globale.<br />

E' lo stato dove la pena capitale è applicata con maggiore frequenza<br />

Texsas, eseguita la trecentesima condanna a morte<br />

<strong>In</strong> Texsas è stata eseguita la trecentesima sentenza di condanna a morte, da quando, un ventennio fa, il boia è tornato all'opera dopo una<br />

moratoria. Il Texas è lo stato dell'Unione dove la pena di morte viene applicata con maggiore frequenza.<br />

Istruttoria su Wind-Enel?<br />

Bruxelles, 14 marzo 2003<br />

La Commissione europea ha aperto una istruttoria su presunti aiuti di Stato concessi in<br />

favore di Wind attraverso Enel.<br />

Wind. Enel acquista il 26,6% da France Telecom per 1,3 mld<br />

Roma, 21 marzo 2003<br />

L'Enel ha acquistato il 26,6% di Wind da France Telecom per 1,3 miliardi di euro. Lo<br />

comunica il gruppo elettrico che passa così al controllo totale <strong>della</strong> so<strong>ci</strong>età di tlc. Il prezzo<br />

"implica uno sconto di oltre il 30% rispetto al valore di carico di Wind in Enel".<br />

Aggiungere una + un algoritmo e un = “!”<br />

Michael Moore<br />

"Vergogna, vergogna, vergogna, <strong>sono</strong> contrario a questa guerra e a un uomo (leggi Bush) che <strong>ci</strong> manda in<br />

una guerra fittizia per una realtà fittizia". Così , e non poteva essere altrimenti, commenta il premio da lui<br />

ricevuto per 'Bowling a Columbine (miglior documentario) tra gli applausi <strong>della</strong> platea.<br />

L’Iraq per mezzo <strong>della</strong> lega araba chiede all’Ono di fermare la guerra<br />

Mentre l’Iraq è ancora unito e resiste come può all’invasione delle forze<br />

angloamericane – l’amministrazione statunitense è preoccupata di demistificare<br />

la realtà e, di questa guerra in base ai soddaggi che ha dell’approvazione o no<br />

dell’opinione pubblica, e del suo stato d’animo, su una basa dialogica ch’è priva


<strong>della</strong> sostanza <strong>della</strong> realtà dei fatti, ma piena di una superfi<strong>ci</strong>alità informativainterpretativa.<br />

Iraq. Villepin :"Nessuno può erigersi a guardiano del mondo, gli USA<br />

hanno bisogno dell'ONU"<br />

"Dopo quella irachena la comunità internazionale dovrà fare i conti con tutte queste crisi. Dovremo<br />

arrender<strong>ci</strong> alla realtà, affrontare la crisi regionale mediorientale, dovremo affrontare il terrorismo". Guarda al<br />

dopo, il ministro degli Esteri francese e ai microfoni di France 2 non perde l'occasione di criticare<br />

aspramente l'amministrazione Bush: se non si riavvi<strong>ci</strong>na all'Onu, dice, "come sarà risolta la crisi in Medio<br />

Oriente? Può uno Stato solo risolvere la crisi in Medio Oriente?".<br />

"Di fronte alla varie crisi mondiali in atto - ha proseguito il ministro degli Esteri di Parigi - abbiamo bisogno di<br />

trovar<strong>ci</strong> l'uno con l'altro. Come possiamo risolvere la crisi in Medio Oriente? Come può un unico Stato da<br />

solo risolverla per proprio conto?".<br />

Gli Usa, ha detto ancora Villepin, "non hanno altra possibilità" che quella di passare attraverso le Nazioni<br />

Unite. "Gli Stati Uniti hanno bisogno dell'Onu", ha insistito, "spe<strong>ci</strong>almente adesso, nel momento in cui essi si<br />

ritrovano a dover fronteggiare l'emergenza umanitaria" in Iraq.<br />

Mentre nel mondo seguitavo le manifestazioni popolari che chiedono di fermare la guerra:<br />

la Russia ne fa richiesta espli<strong>ci</strong>ta alle Nazioni Unite – in Spagna il dissenso alla guerra e<br />

alla politica economica del governo Aznar che motiva la guerra, per tale convenienza è<br />

espli<strong>ci</strong>to – Blair continua la guerra senza la maggioranza parlamentare del suo partito e,<br />

con un governo già in parte dimissionario, e i conservatori all’opposizione, che hanno<br />

sostenuto la guerra – in Italia si dà avvio alla strategia economica di espansione<br />

direttamente determinata alla politica di guerra petrolifera dell’amministrazione Bush, con<br />

il conseguimento all’interno <strong>della</strong> nazione di un regime economico mediatico e<br />

istituzionale per il condizionamento delle politiche <strong>della</strong> nazione e il controllo delle varie<br />

teste di ponte economico politico, per condizionare la politica europea in una dinamica di<br />

stato neo liberista che abbia come stretto riferente l’oligarchia economica dei capitali<br />

monetari – anche dopo un richiamo <strong>della</strong> consulta, la costituzione italiana viene violata<br />

nell’articolo 11 e la posizione del presidente <strong>della</strong> repubblica Ciampi diviene sempre più<br />

“improbabile”- Bush in un quadro di crisi economica mondiale, con il Giappone e gli stessi<br />

Stati Uniti in recessione, chiede un aumento consistente delle spese militari, nella<br />

prospettiva, [forse] di continuare la guerra “altrove”, oltre che per imporre la vittoria<br />

sull’Iraq, ha stimato una richiesta di: “La guerra costerà 74,7 miliardi di dollari al mese.”<br />

La guerra in Iraq continua e a fronte di migliaia di bombe e missili agloamericani, non so<br />

se c’è stata un risposta di una de<strong>ci</strong>na di missili Iracheni, a fronte di <strong>questo</strong> chi voglia può<br />

fare la conta dei morti – sul piano <strong>della</strong> distruzione globale la guerra, si inasprisce sempre<br />

più e, in un quadro so<strong>ci</strong>ale neo liberista, passato, presente e futuro, con diverse carestie nel<br />

mondo, con la sic<strong>ci</strong>tà dell’Etiopia, le organizzazione umanitarie devono fronteggiare la<br />

crisi umanitaria dell’Iraq, che a fronte di 12 anni d’embargo, <strong>ci</strong>rca un milione di morti per<br />

mancanza di medi<strong>ci</strong>ne, ora è vi<strong>ci</strong>na al collasso umano”, l’appello di: Sete, fame<br />

e malattie, l’incubo del disastro umanitario<br />

Kofi Annan avverte: "A Bassora si rischia la catastrofe".<br />

Per le Nazioni Unite bisogna riprendere il programma Oil for food. Ma come è possibile,<br />

in guerra, chi deve dare il petrolio Iracheno in cambio di <strong>ci</strong>bo a chi? Quelli che vogliono<br />

questa guerra e che vogliono che tutto sia senza importanza e che la gente “dimentichi o<br />

non veda?” E che non percepisca la gravità, né la realtà. E nemmeno la bellezza.<br />

Come si vive in una so<strong>ci</strong>età di servi, è presto detto senza libertà d’espressione, senza<br />

possibilità di un confronto sulla libertà e senza un significato culturale, nell’ambito <strong>della</strong><br />

qualità d’espressione creativa – il tutto è ridotto ad un sistema che <strong>della</strong> menzogna fa la


logica prevaricante dei più che non ravvisano tutto <strong>ci</strong>ò in quel che gli accade e che per <strong>ci</strong>ò<br />

servono alla storia delle dittature, un piano culturale che toglie verità alla stessa pietà<br />

umana. La cos<strong>ci</strong>enza di una logica prevaricante è stata sempre dai più, servi,<br />

immedesimata, quando le loro piccole e grasse convenienze vengono meno nella caduta<br />

stessa del sistema <strong>della</strong> menzogna e dell’ignoranza che l’alimenta, quanto la mediocrità<br />

del loro talento deve fare i conti con la verità, che loro hanno usato come sopruso verso chi<br />

conosceva e conosce la libertà in ragione dello stesso esprimerla. Di chi hanno senza<br />

moralità prevaricato con l’ignoranza di un consenso che gratificava la loro ignoranza di<br />

potere, sia esso piccolo o grande d’importanza, sempre meschino e volgare e, arrogante in<br />

ragione del loro essere servi del sopruso, nell’ignoranza malatamente gratificante <strong>della</strong><br />

convenienza del sopruso stesso, usato nel prevaricare la dignità morale, cos<strong>ci</strong>enza<br />

responsabile <strong>della</strong> libera espressione del vivere <strong>della</strong> consapevolezza <strong>della</strong> realtà, delle sue<br />

conseguenze al di là <strong>della</strong> gratificazione <strong>della</strong> convenienza sulla menzogna, ch’è sempre<br />

una falsa convenienza, che fa dell’ignoranza il censore <strong>della</strong> libertà, la cos<strong>ci</strong>enza<br />

autocratica che cerca la morte <strong>ci</strong>vile di chi si esprime liberamente e dissente dalla<br />

menzogna, in ragione <strong>della</strong> sua responsabilità umana verso se stesso, l’umanità e la vita. <strong>In</strong><br />

ragione di <strong>questo</strong> la democrazia basata sull’ignoranza e la prevaricazione so<strong>ci</strong>ale delle<br />

logiche economiche, alimentate da pochi, ma che per esse governano e influenzano il<br />

sentire <strong>della</strong> consapevolezza di <strong>molti</strong>, con un consenso emotivo governato da strumenti<br />

d’informazione surrettizi quanto plagiatori <strong>della</strong> verità dei fatti, in funzione di una loro<br />

rapida dimenticanza e assuefazione emotiva alla verità più conveniente e, confacente alla<br />

propria debolezza morale che psichicamente trova ogni giustificazione e moderazione al<br />

“ricatto economico conveniente” a cui si è sottoposti, per assecondare chi <strong>della</strong> morte è il<br />

più procac<strong>ci</strong>atore, il più forte e la sua menzogna. Se vi è un rischio alla libertà <strong>ci</strong>vile in una<br />

percezione siffatta, <strong>sono</strong> altresì subdoli gli strumenti di controllo e i fattori condizionanti<br />

nei confronti <strong>della</strong> libertà <strong>ci</strong>vile. (a tal proposito, più avanti in <strong>questo</strong> <strong>libro</strong>, troverete una<br />

lettera anonima, bene non tanto per la contemporaneità ch’è incapace oramai di percepire<br />

la gravità di quanto vi è scritto, ma a momenti di altro talento, non quello contemporaneo,<br />

sia culturale che artistico, dico che quanto vi è riportato, non solo è reale, ma l’estensione<br />

di <strong>ci</strong>ò che vi è scritto, in quell’ottica folle di quel funzionale identifica bene, quale sia il<br />

livello di consapevolezza morale intellettivo di questa epoca e, <strong>della</strong> sua assoluta<br />

irresponsabilità) Questi <strong>sono</strong> i presupposti con cui un sistema democratico come quello<br />

americano, governato da un’amministrazione che ha riferimento diretto con l’industria<br />

petrolifere e delle armi, sta distruggendo, per imporre la sua idea di democrazia, l’Iraq,<br />

insieme ad i suoi vassalli e, nella speranza dei servi <strong>della</strong> gleba. Convinta che questi suoi<br />

presupposti di guerra, siano garanzia migliore per chi nel culto <strong>della</strong> personalità di una<br />

dittatura senza potere militare, cerca di aprirsi ad un mondo che cambia, che le chiede<br />

trasparenza in cambio di libertà, perché possa trasformarsi in dignità per la vità <strong>ci</strong>vile nella<br />

cultura di “quelle terre, nell’ambito <strong>della</strong> pace e <strong>della</strong> vita, senza nessuna pena di morte,<br />

con un diritto che fa <strong>della</strong> pietà la sua identità democratica. Del resto io dicendomi Italiano<br />

mi sento alquanto imbarazzato, nel costatare il presidente <strong>della</strong> repubblica, che sembra<br />

abbia per consigliere il presidente del consiglio, e <strong>ci</strong>ta l’Ono per rendere ondivaga la sua<br />

responsabilità nella garanzia <strong>della</strong> costituzione, oramai più che interpretabile, romanzo<br />

rosa <strong>della</strong> cultura alta italiana, dove le leggi <strong>sono</strong> fatta tutte in un’ottica monetaria più che<br />

economica e politica e, dove la rozzezza dei <strong>ci</strong>arlatani dell’informazione si presta bene al<br />

potere che la controlla, dove l’estromissione e il controllo di chi dissente nel pensare<br />

diventa cosa ovvia e normale e, l’indignazione è tutta in un applauso pilotato in un talk<br />

show. L’intelligenza è diventata un peccato tanti <strong>sono</strong> gli idioti alle cabine di comando che


sempre più servi trovano gratificazione nell’espressione <strong>della</strong> loro ignoranza ch’è più<br />

importante <strong>della</strong> libertà, tanto da esserne i valutatori in ragione del merito che<br />

acquisiscono prevaricandola e giudicandola. È tutto così pieno di chiacchiere vuote, che<br />

neanche una guerra cambia e libera i comportamenti – se una volta un bel pensiero, uno<br />

sguardo bello, era già un apice che apriva una donna ad essere considerata come tale, il<br />

centro dell’universo che si apre e cerca la libertà, che cerca al di là dei superfi<strong>ci</strong>ali gesti, che<br />

ti vuole come il dare, senza un dove e conoscere; ora in questa masnada di cafone ottuse<br />

ed educante convenzionali, quanto nevrotiche, di ceti e ceti economiche, quanto vacche e<br />

frigide, l’amare è preclusa anche ad una sega che non sa cosa immaginarsi, tra cornuti e<br />

figli di puttana che si vantano e ti mettono in mezzo. Baghdad ancora ha le lu<strong>ci</strong> accese,<br />

mentre bombardano, e giocano al cal<strong>ci</strong>o allo stadio, come se la vita fosse normale, e la<br />

guerra non c’entrasse con la sua atro<strong>ci</strong>tà, un’atro<strong>ci</strong>tà sempre più spietata. Ieri sera anche in<br />

Italia si è giocato al cal<strong>ci</strong>o e mentre L’Italia batteva la Finlandia, nella Si<strong>ci</strong>lia dove oramai, i<br />

mafiosi di prestigio tornano per le ferie, tutti a cantare l’inno a microfoni pieni, e stavolta<br />

neanche un contro canto, come nell’under 21 con qualche stris<strong>ci</strong>one <strong>della</strong> pace, il<br />

risorgimento, di cui <strong>ci</strong> ha tanto parlato la nostra comica, prende piede, questa bandiera che<br />

dovrebbe essere onorata, dicono ancora con la morte, <strong>ci</strong> rende orgogliosi, poi il mare di<br />

servi si becca <strong>ci</strong>nque messaggi pubbli<strong>ci</strong>tari subliminali durante il primo tempo – e non può<br />

fare niente – <strong>ci</strong>ò perché proprio il loro stato emotivo, quella parte<strong>ci</strong>pazione alla partita dà<br />

maggiore effica<strong>ci</strong>a a quei messaggi, e <strong>sono</strong> talmente coglioni che pensano ch’è solo<br />

pubbli<strong>ci</strong>tà, senza sapere che cosa essa sia. Tutto <strong>questo</strong> nel momento <strong>della</strong> guerra, dove<br />

l’emotività è più reattiva. Questo è il risultato <strong>della</strong> censura a protezione dei bambini, che<br />

il nostro rappresentate di fac<strong>ci</strong>ata dell’informazione Gasparri <strong>ci</strong> ha detto servire, appunto,<br />

per evitare che gli adolescenti capiscano cosa è una tetta e un culo, quando c’è l’amore,<br />

perché i genitori dovrebbero spiegarglielo, il significato di <strong>ci</strong>ò sembra contorto, ma e solo<br />

perverso; in modo che con il bombardamento mediatico e gli spot ovunque, i genitori non<br />

sappiano quel che dicono ai loro figli, ma sanno cosa dire. Poco prima di <strong>questo</strong> governo<br />

Berlusconi c’era il garante che appunto per salvaguardare l’individuo da tutto <strong>ci</strong>ò propose<br />

un disegno legge che vietasse ogni interruzione pubbli<strong>ci</strong>taria ovunque durante le partite di<br />

cal<strong>ci</strong>o e l’interruzione di un film solo tra il primo e il secondo tempo. Ma adesso appunto<br />

abbiamo la censura che <strong>ci</strong> controlla e quindi siamo più liberi e per <strong>questo</strong> gli spot <strong>sono</strong><br />

ovunque e non c’è bisogno di scegliere, quale garanzia migliore – e non è vero che in tutto<br />

il mondo è così – quindi viva la libertà di essere servi, io non ho visto naturalmente il<br />

secondo tempo <strong>della</strong> partita <strong>della</strong> nazionale, ero troppo urtato per questa idiozia, ma come<br />

dicevo all’inizio come si vive tra chi non è libero… di conseguenza credo che far leggere<br />

<strong>questo</strong> scritto in <strong>questo</strong> momento, avrebbe un effetto tutt’altro che benefico su chi ha il<br />

cervello occluso – del resto neanche dalle opposizioni di governo c’è questa attenzione,<br />

avranno guardato la partita come tutti gli altri, solo le conseguenze pratiche <strong>ci</strong> dicono<br />

quello che sta accadendo, ma basta cambiare l’abbinamento delle parole e far finta di<br />

niente, fin quanto lo si immagina. Ma del resto non posso essere certo che qualcuno non<br />

stia leggendo quello che sto ora scrivendo, semplicemente da un satellite, potrebbero<br />

clonare le frequenze del mio monitor, ma <strong>sono</strong> troppo pigro per tornare alla macchina da<br />

scrivere, tanto nel qual caso, loro sanno che ho ragione e non potranno continuare a<br />

cambiare l’abbinamento delle parole nella loro testa per sempre.<br />

La Nbc chiude i rapporti con il celebre giornalista<br />

che ha parlato del "fallimento" <strong>della</strong> strategia Usa<br />

Peter Arnett licenziato


per un'intervista alla tv irachena<br />

"Ho solo detto quel che tutti sanno sulla guerra"<br />

Ieri ho osservato un cretino, che insieme ad alcuni altri idioti, ha passato tutta la giornata a<br />

cambiare auto per farsi vedere “ogni volta dentro un auto diversa, che erano dello stesso<br />

modello di quelle di persone che ha loro volta hanno fatto le stesse cose che questa<br />

persona ha fatto in questa unica giornata e che ho incontrato dovunque io andassi, come se<br />

costui dovesse in qualche modo influire su quello che io facessi, attraverso <strong>questo</strong> suo<br />

mostrarmisi e, quello che io facevo in definitiva lui faceva, o diceva quando poteva farsi<br />

ascoltare da me, che in conseguenza di quello che facevo lui ripeteva quello che lui e chi<br />

con lui pensava che io pensassi mentre facevo quel che facevo. Ora se già <strong>questo</strong> verificarsi<br />

è oltremodo sconclusionato, immaginate cosa mi è accaduto quanto insieme a costui vi era<br />

una donna, che magari è anche la sua donna, e che insieme vivono il loro stato d’animo<br />

proiettando su di me, le loro fantasie desideri e illusioni, pensando che quello che io penso<br />

sia quello che loro in <strong>questo</strong> perverso modo vorrebbero che io pensassi, e ancor di più<br />

provassi. Tanto che l’immaginare l’inimmaginato, finiscono sempre per comportarsi come<br />

dei pazzi e immaginare cose al di là <strong>della</strong> realtà, con una così pre<strong>ci</strong>sa perversione da<br />

sembrare anche razionali, se non per il fatto, che il loro comportarsi da pazzi viepiù finisce<br />

per essere solo una molestia continua e la loro immaginazione solo una calunnia che<br />

comunicano a chiunque per vera; e non c’è pazza o puttana che incontro in <strong>questo</strong> paese<br />

che sia capace di scoprire la realtà, se non come <strong>questo</strong> pazzo e questa pazza e con loro<br />

impazzire, fin quanto non hanno più nessuna percezione del bene e del male, e soprattutto<br />

scambiano un atto grave per uno irrilevante, costui a <strong>questo</strong> punto, dopo aver fatto il<br />

pazzo per far sì che mi accorgessi e pensasi a quello che con questi “gesti pensava io<br />

pensassi, non solo di cambiar macchina, tante volte, e passare sotto la mia casa, o suonare<br />

il clacson ogni volta, o una volta sì e una volta no, a secondo di quel che immagina, o<br />

peggio a secondo di quello che mi vede fare e che lui immagina io fac<strong>ci</strong>a perché vedo lui –<br />

o magari insieme a chi a coinvolto nelle sue immaginarie calunnie, mi trovo con gente ma<br />

così cafona o raffianta da essere veramente fastidiosa solo perché in qualche modo<br />

vogliono avere un certo tipo d’influenza su di me. <strong>In</strong>somma in <strong>questo</strong> casino che si è<br />

creato e che mi rompe i coglione e la vita, capita che nella sua elaborazione folle, insieme a<br />

tutti questi “valutatori pazzi” finisca per investirmi, o tamponarmi lui o per suo folle<br />

tramite qualcun altro , solo per crearmi una rottura di scatole e appagare il suo perverso<br />

pensare, senza avere nessuna percezione delle conseguenze di <strong>ci</strong>ò, ma solo una labile<br />

giustificazione autoassolvente, o peggio delinquente impunita, senza nessuna<br />

consapevolezza. <strong>In</strong>somma quello di ieri, non era un collaudatore di auto che incontravo<br />

coin<strong>ci</strong>denza dovunque andassi, ma proprio uno di <strong>questo</strong> mobbisti schizzati di questa<br />

epoca. Sembra una premessa tutto <strong>ci</strong>ò, in realtà pensavo proprio a quello che in questa<br />

guerra sembra la cosa più ovvia la pazzia immaginativa e auto giustificatoria di chi giorno<br />

dopo giorno, cerca un alibi alla distruzione, aggressione di una nazione in ragione di un<br />

bene immaginario e autogiustificatorio; a tutta quella informazione che demistifica la<br />

morte trovandole un valore morale, quasi rappresentasse i buoni contro i cattivi che<br />

devono morire, e quanto <strong>sono</strong> <strong>ci</strong>vili devono morire perché, dicono che stanno con i cattivi,<br />

e allora poco importa, si imbrogliano un poco le carte o i termini o si dicono le bugie, tanto<br />

alla fine saranno i buoni a vincere e le morti saranno state necessarie per il bene. Ma i<br />

buoni <strong>sono</strong> quelli che hanno voluto la guerra, <strong>sono</strong> quelli che buttano bombe radioattive e<br />

contaminano il suolo, <strong>sono</strong> quelli che hanno uc<strong>ci</strong>so militari in inferiorità e <strong>ci</strong>vili sempre<br />

più sistematicamente, <strong>sono</strong> quelli che vogliono il petrolio, <strong>sono</strong> quelli che combattono per i<br />

loro interessi privati, <strong>sono</strong> quelli che stanno mutilando i bambini, <strong>sono</strong> quelli che hanno


più soldi, <strong>sono</strong> quelli che hanno immaginato quello che pensasse la gente sotto le bombe e<br />

che per far sì che costoro pensino quello che loro immaginano, giù ancora più bombe, <strong>sono</strong><br />

quelli che per ritorsione contro chi non ha accettato la guerra vogliono boicottare, la<br />

cultura, magari <strong>della</strong> Fran<strong>ci</strong>a, perché pa<strong>ci</strong>fista e cattiva, <strong>sono</strong> quelli che ti dicono noi siamo<br />

i più forti e vinceremo, che importa tutto il resto, vieni con noi – ma anche questa è<br />

l’immaginare l’inimmaginabile – <strong>sono</strong> quelli delle nazioni serve con i loro governati che<br />

rispondono di sì a <strong>questo</strong>, solo perché hanno intrallazzi di ordine mafioso, più che di<br />

governo, e assecondano le bugie per dar credito al più forte, solo in ragione <strong>della</strong> sua<br />

debolezza che cerca di sopraffare con la morte giusta quant’anche la ricerca <strong>della</strong> verità,<br />

tanto ne ha paura, che non può immaginare di non essere così il più forte, quello che ha<br />

ragione, così guardano alla convenienza del potere presente, senza immaginare che anche<br />

gli altri hanno un futuro e, che hanno il diritto di viverlo insieme al presente e non dove il<br />

potere di chi non ha futuro impone solo la loro convenienza, la loro perversa fine, che<br />

dicono sia verità perché distrugge nel loro presente, il presente di chi ha un futuro, e in<br />

ragione di <strong>questo</strong> la chiamano verità e bene, mentre non è altro che menzogna e<br />

sopraffazione.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Friday, April 04, 2003 2:22 PM<br />

Subject: Iraq e le dittature<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.discussioni.giustizia<br />

Sent: Friday, April 04, 2003 2:24 PM<br />

Subject: Iraq e le dittature<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.economia<br />

Sent: Friday, April 04, 2003 2:26 PM<br />

Subject: Iraq e le dittature<br />

Iraq e le dittature<br />

Ieri si è vista la popolazione <strong>ci</strong>vile a mani nude con il proprio corpo respingere gli<br />

agloamericani, per allontanarli dalle mosche, ma l’altro ieri Blair fomentava gli animi<br />

dicendo nel suo parlamento che gli Iracheni avrebbero minato le moschee – quindi credo<br />

che <strong>ci</strong> sia da preoccuparsi, perché ogni accusa finora inventata dalla coalizione<br />

agloamericana è stata descrizione pre<strong>ci</strong>sa del suo comportamento, che continua a<br />

provocare morte e distruzione ovunque, sarà questa una loro proiezione di quel che<br />

vogliono fare a Baghdad, di certo ieri abbiamo visto oltre agli ospedali pieni di feriti, anche<br />

gli elicotteri in azione andare su una residenza di Saddam e i marines penetrarvi dopo<br />

averla già oltremodo bombardata, insomma ieri Powel è venuto in Europa per mostrar<strong>ci</strong><br />

che oramai le carte <strong>sono</strong> scoperte e vedere quanti passano dalla parte del vin<strong>ci</strong>tore, non si<br />

capisce perché voglia tirare in ballo la nato, quando per costituzione se la nato dovesse<br />

agire dovrebbe farlo contro gli Stati Uniti, che ha violato ogni diritto internazionale, che<br />

sta propugnando una guerra illegale e che sta determinando la sua politica estera<br />

nell’imposizione del suo potere militare, come certificazione di una democratizzazione,<br />

so<strong>ci</strong>almente darwinista, che è la rappresentazione palese <strong>della</strong> dittatura del ventunesimo<br />

secolo. E già oggi i parlamenti Statunitensi con il voto dei repubblicani hanno de<strong>ci</strong>so


l’occupazione politico militare dell’Iraq e stanziato 80 mdl, più di quanto chiesto dal<br />

presidente Bush, per continuare la guerra e con decreto escluso la Fran<strong>ci</strong>a la Germania, la<br />

Russia e la Siria, dallo spartissi le commesse per la ricostruzione e lo sfruttamento<br />

dell’Iraq, nazioni accusate di essere contro la guerra e per il ripristino reale post bellico al<br />

popolo iracheno. Di certo così gli Stati Uniti forse potranno anche smettere di indebitarsi<br />

con l’Arabia saudita, per controllarne la politica, usufruendo del petrolio iracheno e<br />

tenendo di scorta il proprio – va anche detto che se grazie al sistema di corruzione hanno<br />

procrastinato l’informazione degli ultimi falsi in bilan<strong>ci</strong>o delle più grandi aziende degli<br />

Stati Uniti, danneggiando ancor di più il <strong>ci</strong>ttadino americano, il controllo <strong>della</strong> spesa<br />

pubblica americana, non so quanto sia ancora controllabile, tra il fattore reale dei bilan<strong>ci</strong><br />

dei suoi istituti” e le possibilità di cres<strong>ci</strong>ta reale <strong>della</strong> vita democraticamente so<strong>ci</strong>ale – finirà<br />

che dietro le politiche di guerra c’è anche il tentativo di mascherare e risolvere problemi<br />

interni tutt’altro che irrilevanti, per una economia di guerra a 360° - c’è da dire che non so<br />

poi se <strong>ci</strong> sarà ancora petrolio per gli emiri collezionisti di auto, se poi Saddam non avesse<br />

ancora finito di pagare i danni di guerra del 92, sicuramente inferiori di quelli che gli Stati<br />

Uniti dovrebbero pagare all’Iraq. Sta di fatto che il ripudio alla guerra ch’è totale nelle<br />

cos<strong>ci</strong>enze sane, è nullo in una logica del diritto che fa nell’imposizione <strong>della</strong> forza e delle<br />

armi, anche lo strumento mistico di una verità che combatte contro il male, come<br />

espressione del bene che vince, <strong>ci</strong>ò non può che finire per giustificare l’azione violenta di<br />

chiunque che in tale azione vede il soddisfa<strong>ci</strong>mento, l’appagamento di ogni suo intento. E’<br />

questa folle idea che sta attraversando i parlamenti democrati<strong>ci</strong> e mostra quale sia la loro<br />

reale costituzionalità. Se in definitiva gli Stati Uniti perseguono una vittoria e per attuarla<br />

concordano perfettamente con la logica <strong>della</strong> pena di morte come affermazione di tale<br />

vittoria, è legittimità del suo diritto nell’illegalità <strong>della</strong> guerra, tale visione portata dentro i<br />

parlamenti europei mette in evidenza quale sia il livello di democrazia che vi si riesce ad<br />

applicare. Tornando a quelle dichiarazione di Blair nel parlamento inglese non solo con<br />

esse si ridicolizza una nazione, ma vi si afferma che vi è una legittimità perché un diritto<br />

che applica la pena di morte abbia voce in capitolo sulle de<strong>ci</strong>sioni di fatto <strong>della</strong><br />

costituzione di un altro stato – come è moralmente schifosa la posizione del governo<br />

Aznar che applica tale costituzione, con chiaro riferimento al profitto economico che potrà<br />

trarne, dall’applicazione di una costituzione che illegalmente sta facendo la guerra ed<br />

applica la sua sentenza di morte. E non può che essere oltre modo chiara la posizione delle<br />

opposizione che già da tempo hanno chiesto la cessazione <strong>della</strong> guerra. E a tal proposito<br />

non posso non osservare le posizioni del governo italiano, che nel suo tentativo di<br />

costituire una logica di regime che determini il suo potere che <strong>ci</strong> dice <strong>ci</strong>ò ch’è democratico<br />

e no in base agli interessi a cui fa riferimento, che appoggia Bush per i subappalti dell’Eni<br />

e ora anche per la subappaltatrice Enel, che Berluscono galoppini Bush per sfrontare con<br />

Blair le politiche democratiche dell’Europa, a favore <strong>della</strong> democratizzazione che Gli Stati<br />

Uniti vogliono imporre ovunque, e che Berlusconi vuole imporre all’Italia – a tale<br />

proposito, se <strong>ci</strong> saranno le prossime elezioni italiane, immagino tutto il potere <strong>della</strong><br />

manipolazione, che si sta collaudando in <strong>questo</strong> periodo, e ancor più elaborato e<br />

oppressivo, las<strong>ci</strong>ando che tutto <strong>ci</strong>ò avvenga senza che gli italiani se ne accorgano – usare la<br />

pace, ma alzare la qualità dell’intelletto. Per quel che riguarda la posizione del governo<br />

che si è preoccupata che la guerra continui, ma che non <strong>ci</strong> siano profughi in Italia, sembra<br />

che grazie agli iracheni <strong>ci</strong> abbia azzeccato, ma <strong>ci</strong>ò non toglie che l’appoggio ad una guerra<br />

illegale, di uno stato che applica la pena di morte comporti per lo stato italiano “tutto” che<br />

un’unica posizione, che quella di chiedere la fine immediata <strong>della</strong> guerra e la fuori us<strong>ci</strong>ta<br />

degli invasori, per il ripristino del diritto internazionale: i calcoli dei morti <strong>sono</strong> riflessioni


che fanno gli assassini, che Dio li perdoni – quelli che hanno meno soldi, <strong>sono</strong> quelli che<br />

più spesso <strong>sono</strong> condannati a morte negli stati uniti, ma quello che mi fa riflettere è anche<br />

il pensiero espresso da un componente la corte suprema degli Stati Uniti a proposito delle<br />

elezioni che hanno portato Bush alla casa bianca (riporto la traduzione così come è apparsa<br />

in televisione): “Sebbene probabilmente non conosceremo mai con certezza l’identità del<br />

vin<strong>ci</strong>tore delle presidenziali quest’anno, l’identità dello sconfitto è perfettamente chiara.<br />

È stata sconfitta la fidu<strong>ci</strong>a <strong>della</strong> nazione nel giudice come custode imparziale<br />

dell’applicazione <strong>della</strong> legge.”<br />

p.s.<br />

Non dimenticando ch’è già possibile dall’acqua ricavare combustibile.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Monday, April 07, 2003 12:41 PM<br />

Newsgroups: it.economia<br />

Sent: Monday, April 07, 2003 12:45 PM<br />

E forum: La guerra, La Stampa web 12:46<br />

Bandiere<br />

"Vale la pena ricordare... che la causa di Israele non è solo la questione ebraica, non più di quanto la<br />

causa dell'indipendenza irlandese non fosse solo la causa di chi ha origini irlandesi, perché ovunque<br />

esiste la libertà, là noi siamo coinvolti. E ovunque è messa in pericolo, là siamo noi in pericolo".<br />

John F. Kennedy, 25 agosto 1960<br />

I punti di vista sul mondo si susseguono e ognuno cerca di trasformare le cose per quel<br />

che ritiene essere la cosa migliore per il mondo, se è sempre pericolosa la questione di<br />

usare la forza per stabilire la verità, la ricerca del suo superamento non può non essere che<br />

più vi<strong>ci</strong>na alla conoscenza e alla re<strong>ci</strong>pro<strong>ci</strong>tà. Ieri è stato ferito in Israele un pa<strong>ci</strong>fista<br />

americano, poco tempo fa un carro armato israeliano aveva schiac<strong>ci</strong>ato un'altra pa<strong>ci</strong>fista<br />

americana che le si era messa dinnanzi, per impedire che venissero distrutte le case dei<br />

palestinesi. “Quando è strano certe volte il mondo delle coin<strong>ci</strong>denze, tutti sappiamo qual è<br />

stata la sorte che il potere americano ha riservato ai Kennedy – ma mi sembra comunque<br />

evidente che se qualcuno ne ha raccolto i prin<strong>ci</strong>pi e resi più veri, <strong>sono</strong> sicuramente questi<br />

pa<strong>ci</strong>fisti americani. Dall’altra parte nel governo israeliano, troviamo un certo Sharon, che è<br />

andato al potere dopo l’assassinio Rabin ch’è morto pressappoco come i Kennedy ché<br />

aveva incomin<strong>ci</strong>ato a pensare alla cooperazione nella ricerca <strong>della</strong> conoscenza e nel<br />

superamento <strong>della</strong> forza, queste idee di libertà <strong>sono</strong> intollerabili per chi crede nella verità<br />

come affermazione nar<strong>ci</strong>sistica del proprio potere e per <strong>questo</strong> usa la forza per dire quale<br />

sia la verità, l’unica cosa che si genera in conseguenza di <strong>ci</strong>ò è sempre la stessa, la morte<br />

per eser<strong>ci</strong>zio del sopruso e <strong>della</strong> violenza. Del resto qual è la situazione in Israele in <strong>questo</strong><br />

momento se non di guerra, <strong>ci</strong>oè l’annientamento dell’altro. E se l’esasperazione Palestinese<br />

ha dato forza alla violenza fino al sui<strong>ci</strong>dio per l’omi<strong>ci</strong>dio di giovani, che avrebbero dovuto<br />

trascorrere i loro giorni diversamente, figli di un’adolescenza privata, Sharon e chi con lui<br />

distrugge le case uc<strong>ci</strong>de i palestinesi, ne fa retate affinché non si sui<strong>ci</strong>dino sulla sua terra.<br />

Credo che insieme a quei pa<strong>ci</strong>fisti americani, c’è la stessa gente Palestinese Israeliana che<br />

sa cos’è la conoscenza e ch’è costretta a subire il sopruso <strong>della</strong> violenza <strong>della</strong> menzogna e<br />

che non vuole morire, che non vuole che chi è già morto dentro continui ad uc<strong>ci</strong>dere, a<br />

negare la vita. Spesso mi chiedo se tutta quella gente, spe<strong>ci</strong>almente in Italia, che continua a<br />

dire che i pa<strong>ci</strong>fisti <strong>sono</strong> antiamericani pretendano <strong>questo</strong> sacrifi<strong>ci</strong>o, per poi poter dire che i<br />

pa<strong>ci</strong>fisti americani <strong>sono</strong> anti israeliani, forse è vero, fanno troppo gruppo, e certe volte


sembrano plateali ma se questi <strong>sono</strong> i risultati vuol dire che <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> anche degli individui,<br />

e che come individui le persona vanno e devono farsi rispettare.<br />

C’è un'altra coin<strong>ci</strong>denza, anche se è evidente che fa parte di un gioco di propaganda, nel<br />

vedere Bush che va a Belfast a discutere con Blair, quasi volesse far<strong>ci</strong> intendere essere un<br />

Kennedy repubblicano, e mentre c’è guerra in tutto l’Iraq e i suoi soldati mettono le<br />

bandiere sui palazzi del Rais di Baghdad, in parte già bombardati, per pensare questa è<br />

terra mia e ora ne fac<strong>ci</strong>o quel che voglio, mi chiedo quanti dei quei soldati, magari parlano<br />

spagnolo, e <strong>sono</strong> lì perché grazie all’arruolamento pos<strong>sono</strong> avere la <strong>ci</strong>ttadinanza degli Stati<br />

Uniti, certo un giorno tra qualche anno lo spagnolo finirà per essere forse la prima lingua<br />

degli Stati Uniti, ma del resto è pur sempre guerra e i giovani americani muoiono per il<br />

petrolio e il futuro dell’america libera. Questa idea di essere pistoleri che combattono gli<br />

indiani non gli passa? - “Michael Moore: 'Bowling a Columbine” non ho ancora visto<br />

<strong>questo</strong> documentario – E mentre i palazzi del Rais hanno la bandiera americana, Rais che<br />

si pronun<strong>ci</strong>a quasi allo stesso modo di Rais, la consigliera di Bush di colore che ha trovato<br />

la libertà dalla schiavitù nei cambiamenti di una nazione che aveva reso schiavi i suoi<br />

antenati liberi; torna in Africa secondo lei a liberare il resto <strong>della</strong> famiglia, perché il mondo<br />

deve essere tutto libero come lei, ma non so, se forse ha dimenticato che lei tanto tempo fa<br />

non era una schiva schiava e che forse qualche suo antenato affrontava le ingiustizie <strong>della</strong><br />

sua terra, prima che fosse fatto schiavo e portato in america. Oggi dopo che ieri ancora una<br />

volta gli americani si <strong>sono</strong> sbagliati e hanno bombardato un cronista <strong>della</strong> bbc con al<br />

seguito i capi dei Kurdi e una delegazione agloamericana, hanno preso a mitragliate la<br />

delegazione dell’ambas<strong>ci</strong>ata Russa, che las<strong>ci</strong>ava Baghdad, ultima delegazione<br />

d’ambas<strong>ci</strong>ata governativa ancora lì, dove solo il nunzio apostolico del vaticano è ancora.<br />

Già come i <strong>ci</strong>vili morti oltre ai militari Iracheni. La Rais è a Mosca per riallac<strong>ci</strong>are” <strong>ci</strong>ò che<br />

le camere degli Stati Uniti per decreto l’altro giorno hanno detto non possibile, non si sa a<br />

quale intento o convenienza miri, magari nel ricatto di elargire i contratti che l’Iraq aveva<br />

contratto con la Russia e acquisire così una politica di comparte<strong>ci</strong>pazione alla gestione<br />

americana dell’Iraq. <strong>In</strong>somma ora gli americani <strong>sono</strong> disposti a proprio vantaggio a<br />

togliere l’embargo all’Iraq. Non so se la Rais sia folle e se il Bush è solo un articolo che<br />

cambia il significato dell’identità, che così fatto acquista tutta un’altra realtà e potere<br />

militare e verità – e quale conoscenza cultura o verità. Tornerà Bush dalla luna insieme alla<br />

bandiera?!<br />

E ancora ieri mi è andato l’attenzione su questa <strong>ci</strong>tazione riportata su la Stampa Web:<br />

IN PARLAMENTO ARRIVA IL DISEGNO DI LEGGE<br />

Case chiuse: «Mai più luc<strong>ci</strong>ole sui mar<strong>ci</strong>apiedi»<br />

Addio alle luc<strong>ci</strong>ole intorno ai falò: divieto di prostituirsi in luoghi pubbli<strong>ci</strong>, sanzioni più severe per i clienti, possibilità di eser<strong>ci</strong>tare<br />

in appartamento la professione più antica del mondo. A mezzo secolo dalla legge Merlin e dalla messa al bando delle case<br />

chiuse, il governo, superate le perplessità dell´Udc, si ricompatta sulla linea Lega-An del «mai più prostitute nelle strade» e<br />

presenta alla Camera un disegno di legge sostenuto dall´intera maggioranza. Lunedì l´esame in commissione Giustizia, prologo<br />

di un iter che si annun<strong>ci</strong>a rapido. Il provvedimento fronteggia il fenomeno (25mila «luc<strong>ci</strong>ole» entrate in Italia dal `99) e introduce<br />

nell´ordinamento il reato di «asso<strong>ci</strong>azione a delinquere finalizzata allo sfruttamento <strong>della</strong> prostituzione». Il testo, composto di<br />

<strong>ci</strong>nque articoli, porta le firme del vicepremier Fini e dei ministri Bossi, Prestigiacomo, Castelli, Pisanu e Tremonti. No alle strade,<br />

sì alle abitazioni private. Per le luc<strong>ci</strong>ole «on the road» multe da 3mila euro e, in caso di re<strong>ci</strong>diva, due settimane di carcere. Per i<br />

clienti 4mila euro di sanzione. Non potrà più essere accusata di favoreggiamento la prostituta che assiste una sua collega<br />

senza ricavarne profitto, né chi gli affitta l´appartamento. Via libera, insomma, al revival in Italia delle case di piacere, fatta<br />

salva, però, la prerogativa dei vi<strong>ci</strong>ni di casa di inserire nel regolamento condominiale appositi divieti.<br />

Come tutta la nuova moralizzazione di <strong>questo</strong> paese, non vi è nulla di nuovo solo un po’<br />

più di ipocrisia. E stranamente come molte delle leggi degli ultimi tempi la moralizzazione<br />

<strong>della</strong> prostituzione passa attraverso l’uso monetario che ne viene fatto. Dove in ragione del<br />

maggior investimento vi è più possibilità di assolvere gli obblighi di legge, in relazione


alla strutturazione programmatica <strong>della</strong> realizzazione economica tra le parti, dallo<br />

sfruttamento al monopolio economico.<br />

Per quel che mi riguarda ieri ho ricevuto un messaggio da quelli di libero, ignorata la mia<br />

richiesta, e ricevuti dei messaggio non interpretabili, su dei consigli che avrebbero avuto<br />

dalla polizia per controllare meglio i propri siti, diceva: From: "digiland.libero.it"<br />

Ciao patriziomarozzi, come anti<strong>ci</strong>pato in una mail inviata oltre 15<br />

giorni fa, <strong>ci</strong> risulta che il tuo sito http://digilander.libero.it/patriziomarozzi non venga<br />

aggiornato da oltre 18 mesi. Non essendo stato da te rinnovato entro il 31/03/2003<br />

Digiland ha provveduto alla rimozione di tutto il contenuto del tuo sito ed alla<br />

disattivazione del servizio di Spazio WEB.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Wednesday, April 09, 2003 1:00 PM<br />

Newsgroups: it.economia<br />

Sent: Wednesday, April 09, 2003 1:01 PM<br />

Subject: Cacatoi d'oro<br />

Forum la guerra de La Spampa.it<br />

cacatoi d’oro<br />

L’altro ieri gli agloamericani <strong>ci</strong> hanno detto di essere entrati nei palazzi presidenziali, e<br />

l’unica ossessione che hanno avuto è entrare nei bagni per vedere se la rubinetteria era<br />

d’oro e mostrarcela. La confusione sul senso dell’informazione in una retorica di guerra è<br />

paradossale se non ridicola. Del resto <strong>molti</strong> di quei soldati appartengono a tutt’altro ceto<br />

economico rispetto a quello dei loro governanti, e non so se comunque lo stesso non<br />

abbiano avvertito il ridicolo nell’andare in cerca di cacatoi dorati, solo per dire ad un<br />

popolo che la differenza nella democrazia sta tutta nel fatto che né loro né la popolazione<br />

di Baghdad in massima parte ha un cacatoio dorato, e che per <strong>questo</strong> <strong>sono</strong> venuti a<br />

liberarli affinché possano dire che loro hanno lo stesso cacatoio del palazzo dello stato,<br />

distrutto e senza acqua e non vi è dubbio che un cacatoio senza acqua non rende migliore<br />

nessun tipo di cacatoio, se poi <strong>ci</strong> si mette che non c’è neanche da mangiare e che: - Gli appelli di<br />

Croce Rossa, Onu e Oms: nelle strutture, in cui<br />

mancano anche gli anesteti<strong>ci</strong>, giungono fino a 100 feriti l'ora<br />

Sovraffollati e senza farma<strong>ci</strong> a Bagdad è allarme ospedali<br />

<strong>In</strong> <strong>ci</strong>ttà bambini in pericolo per l'assenza di acqua potabile<br />

"Pessime condizioni igieniche, si rischiano epidemie di colera" - notizia di stampa-<br />

Diventa assurda la visione di un mondo che vuole mostrar<strong>ci</strong> il significato <strong>della</strong> vita che si<br />

riduce alla distruzione. Non so, questa follia è quella che <strong>ci</strong> ha mostrato che veniva sparato<br />

un soldato iracheno mentre si arrendeva e, questa stessa isteria è quella che ha preso di<br />

mira l’informazione: - 8 aprile 2003<br />

Tank spara sull'hotel Palestine<br />

due giornalisti morti e 3 feriti<br />

BAGDAD - Un proiettile partito da un carro armato Usa ha colpito l'hotel Palestine di Bagdad, l'albergo dove si trovano la<br />

maggior parte dei giornalisti stranieri. Nell'esplosione fra il quindicesimo e il di<strong>ci</strong>assettesimo piano dell'albergo <strong>sono</strong> morti un<br />

cameramen <strong>della</strong> Reuters, il trenta<strong>ci</strong>nquenne Taras Protsyuk e Josè Couso, 37 anni, cameraman spagnolo di Tele<strong>ci</strong>nco. Altri tre<br />

cronisti - sempre <strong>della</strong> Reuters - <strong>sono</strong> rimasti feriti. Questo mentre, poco prima, durante un raid nella zona del ministero<br />

dell'<strong>In</strong>formazione, che si trova nella zona del Palestine, era stata colpita la sede di Al Jazeera dove è rimasto uc<strong>ci</strong>so un reporter<br />

<strong>della</strong> tv araba e ferito un suo collega. – notizia di stampa -<br />

Eppure non tutta l’informazione è uguale, per esempio ieri ho visto l’aggressività dei<br />

bambini che tiravano i sassi contro i carri armati e, che poi finivano anche per essere


aggressivi gli uni con gli altri, come aumenta l’esasperazione <strong>della</strong> popolazione di Bassora<br />

per <strong>ci</strong>bo e acqua, eppure questi Bambini qualche testata ha preferito non mostrarli, non<br />

perché forse ricordano quei ragazzi che in Palestina prima di impazzire e trasformarsi in<br />

uomini bomba tiravano i sassi, proprio come questi; ma per mostra<strong>ci</strong>, ancora, che in fondo<br />

la guerra può essere giusta e che l’anima dei bambini è contenta di quel che gli sta<br />

accadendo. Chissà forse <strong>ci</strong> sarà anche qualche ben pensate che dirà che in fondo è giusto<br />

non mostrare <strong>ci</strong>ò, per i bambini che guardano la televisione e questa mi sembra la stessa<br />

logica che ha voluto mostrar<strong>ci</strong> i cacatoi. Del resto <strong>questo</strong> stesso giorno dove Bush e Blair<br />

hanno detto da Belfast che si terranno tutto il malloppo, e che l’Ono dovrà intervenire per<br />

le gravi cause umanitarie, non posso non preoccuparmi oltre <strong>questo</strong> del fatto che questi<br />

due per fatti loro da un bel pezzo si sentono per telefono con Il Berlusconi che <strong>ci</strong> dice<br />

quanto <strong>sono</strong> bravi, da ben prima che noi <strong>ci</strong>ttadini sapessimo <strong>della</strong> guerra; ch’è contento<br />

del fatto di non dover tenere, in conto, secondo lui, per il periodo di presidenza italiana<br />

nella unione europea <strong>della</strong> posizione dell’Ono e <strong>della</strong> Russia perché non ne fanno parte e,<br />

perché lui per interessi suoi personali – di cui non siamo “forse” a conoscenza – è convinto<br />

di aver vinto la guerra con gli agloamericani. E quanto suona nefasto e come sembra<br />

ambiguo quell’annun<strong>ci</strong>ar già che gli Italiani andranno in Iraq per la sanità e come polizia,<br />

come già avviene, secondo il suo governo in Afghanistan, dove la costituzione italiana<br />

continua ad essere violentata. Lo so che per la mala dialettica dei neo riformisti liberisti<br />

incomin<strong>ci</strong>are a parlare di una cosa per poi smentirla, ma in realtà farla, significa dare il là<br />

alla loro perversione propositiva, ma ormai credo che si sentano così forti, che tra un po’<br />

diranno e faranno le cose più insulse senza nessuna paura, e allora non ho paura che<br />

Berlusconi voglia far<strong>ci</strong> manipolatori <strong>della</strong> nato, ma anche senza questa manipolazione<br />

trasformar<strong>ci</strong> in occupanti profittatori dell’Iraq, insieme agli agloamericani per mettere<br />

sullo stesso piano la sua servitù e l’esser servi degli italiani. E allora anche se nessuno ha<br />

ripreso la sua solita esternazione “culturale”, solo per creare chiacchiere e confusione: “che<br />

il centrosinistra ama i dittatori”, mi soffermo su <strong>ci</strong>ò senza neanche chiedermi quale sia lo<br />

stato di analisi del presente del centrosinistra, ma mi sembra, <strong>ci</strong>ò, lo stesso paradosso che<br />

ha generato la guerra di Bush e so<strong>ci</strong>, che ha sviluppato sul piano concettuale quale sia e<br />

come sia diffi<strong>ci</strong>le valutare l’illusione del progetto del governo mondiale neo liberista, che<br />

pone la dialettica sul dover pensare come: “prevenire la prevenzione è meglio che curare”,<br />

l’effetto è l’effetto stesso <strong>della</strong> cura che ha causato il male. E in <strong>questo</strong> essere di caos<br />

universale l’effetto <strong>della</strong> guerra è il male stesso, la sua espressione e la sua causa e la pace<br />

non è il suo bene o male, ma la realtà che annulla la distruttività <strong>della</strong> guerra, e il potere<br />

autodistruttivo del potere. Non vi è altra possibilità in chi propone la guerra che la<br />

distruzione, che ripete e ripete se stessa.<br />

Aggiungo che la notizia che: - Manifestazioni politiche<br />

la Rai dice stop alle dirette<br />

La de<strong>ci</strong>sione del cda nasce da un atto di indirizzo <strong>della</strong> commissione parlamentare di vigilanza dell'11 marzo. Un documento<br />

che affermava che "le trasmissioni integrali e documentarie <strong>sono</strong> riservate, oltre ai casi espressamente previsti dalla legge<br />

(sedute parlamentari su richieste di Parlamento stesso; messaggio ex art. 2 <strong>della</strong> legge n. 103 del '75), alle occasioni uffi<strong>ci</strong>ali<br />

(feste nazionali, celebrazioni di Stato e simili). Tutti gli altri <strong>eventi</strong>, di natura politica o sindacale, devono avere trattamento<br />

giornalistico che deve rispettare l'obbligo di dar conto <strong>della</strong> pluralità di punti di vista, nel contraddittorio fra tesi diverse".<br />

Delibera del cda in occasione del corteo <strong>della</strong> pace di sabato. "La trasmissione integrale riservata agli appuntamenti<br />

istituzionali" – notizia di stampa<br />

Se la cosa che i politi<strong>ci</strong> non potranno più parte<strong>ci</strong>pare ai varietà, non ho capito se in veste di<br />

politi<strong>ci</strong>, o in quanto politi<strong>ci</strong> in nessuna veste, mi auguro che non creino confusione. Il fatto<br />

di non trasmettere le dirette delle manifestazioni politiche, solo quelle istituzionali, possa<br />

servire ad evitare la spettacolarizzazione <strong>della</strong> politica, in <strong>questo</strong> ambito, dove tutto è<br />

strumentalizzabile sia l’informazione che le immagini, che i parte<strong>ci</strong>panti. “Mi rimane nella<br />

mente un interrogativo più che aperto su quel che significhi nei fatti.”


----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Thursday, April 10, 2003 10:54 AM<br />

Subject: L'assassinio ha vinto, viva la guerra!<br />

Forum la guerra de La Spampa.it<br />

L’assassinio ha vinto, viva la guerra!<br />

Sono finiti i bombardamenti su Baghdad, i morti e le distruzioni non <strong>sono</strong> dimenticati, e<br />

anche se l’Iraq è nel saccheggio e nel sopruso, <strong>ci</strong>ò serve come la guerra, per la guerra. I<br />

Vin<strong>ci</strong>tori dell’illegalità, per la morte cantano vittoria senza ritegno, mentre i cadaveri <strong>sono</strong><br />

ancora fumanti, lo spettacolo deve continuare e guai ad non essere in prima file a<br />

scambiarsi i complimenti, ora c’è il bottino di guerra. L’eser<strong>ci</strong>to per fortuna non ha<br />

opposto a Baghdad se non la resistenza delle armi a brac<strong>ci</strong>o” e c’è chi gioca al sarcasmo,<br />

perché il dittatore, aveva dimenticato che nel 92 la sua guardia repubblicana è stata<br />

de<strong>ci</strong>mata e che tapino ha continuato a distruggere le sue armi, per rimuovere l’embargo,<br />

ancora qualche settimana fa. Di<strong>sono</strong>re al dittatore, che ha las<strong>ci</strong>ato a chi voleva la guerra di<br />

farla, che ha las<strong>ci</strong>ato il bottino di guerra all’invasore senza opporre resistenza. Le<br />

giustificazioni <strong>della</strong> guerra <strong>sono</strong> sempre paradossali e chi non vuole farla finisce per avere<br />

più colpe di chi genera morte e distruzione. Come del resto le ragioni che l’hanno voluta<br />

<strong>sono</strong> sempre lì, non sconfessate dai motivi al di là <strong>della</strong> realtà <strong>della</strong> ragione, la guerra<br />

pr<strong>eventi</strong>va ha azzeccato qualche vittoria, gettando il sopruso sulla democrazia e il rispetto,<br />

sulla dignità <strong>della</strong> re<strong>ci</strong>pro<strong>ci</strong>tà <strong>della</strong> libertà umana, che cerca di superare la legge <strong>della</strong><br />

pistola. <strong>In</strong> questa confusione “dive” le parole diventano assurde, <strong>molti</strong> hanno dimenticato<br />

che la democrazia non può stare con la guerra e che la guerra è sempre la cessazione <strong>della</strong><br />

democrazia e delle sue regole, e solo una falsa idea di democrazia dice di poter imporre la<br />

democrazia con la guerra per la guerra. Questa è una vecchia storia che appunto la<br />

democrazia vuol superare e, quando avviene o può avvenire, allora il prin<strong>ci</strong>pio <strong>della</strong><br />

democrazia si diffonde nella re<strong>ci</strong>pro<strong>ci</strong>tà, fare in modo che <strong>questo</strong> non avvenga è già un<br />

crimine, un assassinio che assolve se stesso con la vittoria e il suo bottino e, grida, viva la<br />

guerra, abbiamo vinto, ora siamo noi che comandiamo.” Cheney sembra abbia gioito per<br />

la grande vittoria militare ottenuta. Blair e Aznar si sfregano le mani compia<strong>ci</strong>uti. E come<br />

si può non commentare alcune dichiarazione dei politi<strong>ci</strong> italiani, sentire Boselli vantarsi<br />

del fatto ch’è stato meglio non chiedere la cessazione <strong>della</strong> guerra, altrimenti non<br />

avremmo visto quel che è già uno spot pubbli<strong>ci</strong>tario, abbattere la statua del dittatore a<br />

Baghdad, Adornato di f.I. dire che per <strong>questo</strong> la guerra è stata legittima, e da contro canto<br />

La Russa AN dire ch’è contento che a Baghdad non c’è stato un massacro come speravano<br />

i pa<strong>ci</strong>fisti, che volevano una guerra lunga, per fare propaganda; costoro che fanno discorsi<br />

di convenienza sul numero dei morti, e che caldeggiano la morte e la condanna, o chissà<br />

forse probabilmente viceversa. Questi ultimi due in particolare, se non ricordo male, <strong>sono</strong><br />

quelli che scambiandosi la parte nel parlamento italiano <strong>ci</strong>tarono Gesù Cristo per dire che<br />

egli ha detto: ama il prossimo tuo come te stesso, non ha detto più di te stesso. E come<br />

dare torto a costoro e a tutti quelli che hanno imbrogliato per fare la guerra, giacché chi<br />

crede di mentire solo per il fatto che lui lo sa ma gli altri non “pos<strong>sono</strong>”, non dico che non<br />

ha amore per se stesso, giacché e lontanissimo da <strong>ci</strong>ò, ma neanche rispetto e allora cosa<br />

pretendere se non una adattamento dell’amore cristiano all’uopo. Che almeno rispettino se<br />

stessi, perché nessuno li obbliga a non rispettare gli altri, se non la loro volontà.


“Si fermi la guerra!” Basta con l’assassinio.<br />

Saccheggiatori in ambas<strong>ci</strong>ate Francese e Tedesca ancora in attività.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Friday, April 11, 2003 10:49 AM<br />

Newsgroups: it.media.tv<br />

Sent: Friday, April 11, 2003 10:52 AM<br />

Subject: Violenza<br />

Forum la guerra de La Spampa.it<br />

Violenza<br />

quello che sta avvenendo in Iraq in <strong>questo</strong> momento con il pla<strong>ci</strong>do consenso delle forze<br />

occupanti è il peggio di un peggio che si conosce, che i saccheggi e la criminalizzazione,<br />

abbia raggiunto ospedali, istituzioni internazionali come la croce rossa, l’unicef, las<strong>ci</strong>a<br />

intendere quale sia la situazione <strong>della</strong> popolazione <strong>ci</strong>vile e in essa dei più deboli che non si<br />

prestano a questa situazione di caos, a tanta gente che non è detto si sia trasformata in<br />

ladri e banditi, solo perché ai militari occupanti, per il momento fa gioco questa situazione,<br />

e las<strong>ci</strong>ano libero sfogo alla emulazione criminale, a chi tra qualche tempo per non<br />

vergognarsi di quello che sta facendo, negherà e si giustificherà con il fatto che <strong>molti</strong> lo<br />

facevano – di quelli che finiranno nelle bande al soldo del vin<strong>ci</strong>tore per il controllo del<br />

territorio, poi forse finiranno in galera e solo i più ricchi e corrotti serviranno<br />

all’organizzazione <strong>della</strong> democrazia organizzata dalla <strong>ci</strong>a. Il popolo iracheno ha<br />

sopportato con dignità 12 anni d’embargo, non las<strong>ci</strong>ate che la follia <strong>della</strong> guerra, che<br />

distrugge ogni struttura culturale e so<strong>ci</strong>ale si perda nel conflitto e nella guerra stessa, in<br />

uno scontro che vi mette gli uni contro gli altri, che mette ogni uomo contro se stesso, non<br />

dimenticatevi dell’umanità, che nella vita quotidiana si chiede di avere ad ogni essere<br />

umano, indipendentemente dalla legge so<strong>ci</strong>ale che lo governa. <strong>In</strong> questa situazione dove il<br />

problema umanitario sta assumendo dimensioni de<strong>ci</strong>samente preoccupanti: Ramsfeld<br />

cerca di smentire L’Ono, dicendo che la situazione è idilliaca, che la popolazione sta bene,<br />

naturalmente rivolto all’opinione pubblica degli Stati Uniti e a chi vive del rimbalzo dei<br />

suoi media. E tal proposito, ieri al tg1 ho visto qualcosa che mi ha fatto a dir poco<br />

vergognare e turbare: Lilli Gruber nel tg dell’una <strong>ci</strong> ha mostrato, l’aggressione di una<br />

famiglia nella sua abitazione da parte dei militari, e mentre erano inginocchiati e<br />

terrorizzati in uno stato di forte tremore delle donne e agitazione del ragazzo, terrorizzate<br />

ed esterrefatte guardavano delle persone non militari che le ingiuriavano, chissà<br />

minac<strong>ci</strong>avano di morte, ma non solo <strong>questo</strong> è quello che mi ha turbato, ma il fatto che Lilli<br />

Gruber <strong>ci</strong> abbia poi mostrato le foto di famiglia di Tarek Aziz, addirittura dicendo di<br />

essere stati” nella sua casa e sostanzialmente frugato nei suoi cassetti” per mostra<strong>ci</strong> le foto<br />

di una festa di compleanno. Ora dato che io penso che il coraggio <strong>della</strong> Gruber, può al<br />

massimo portala a cercare un caffè nel bar del suo albergo, evitando le cannonate, e per<br />

<strong>questo</strong> certo non la biasimo, vorrei sapere non se gliele hanno date gli americani quelle<br />

foto, ma che cosa è successo a quella famiglia, che cosa realmente sta succedendo a<br />

Baghdad, a quale gioco si è prestata con quel servizio. Voglio vedere come sta quella<br />

bellissima ragazza che ho visto tremare. Se lei Gruber è una pazza, quanto il nostro<br />

presidente del consiglio – che dato che tutto il mondo ha capito che questa guerra era già<br />

stata de<strong>ci</strong>sa da tempo, e a meno che il Berlusconi non <strong>ci</strong> voglia dare ad intendere, ch’è un


pirla e che non ne era informato, tanto che ancora una volta, ha promesso a titolo<br />

personale al presidente Bush e Blair di impegnare l’Italia con i carabinieri in Iraq, in<br />

appoggio all’eser<strong>ci</strong>to agloamericano, e <strong>questo</strong> sappiamo che porta sfiga, giacché come si<br />

<strong>sono</strong> impegnati gli alpini nei combattimenti di guerra con gli americani in Afghanistan, e<br />

<strong>sono</strong> da distinguere da quelli che <strong>sono</strong> con l’Ono” come forza di pace, in Afghanistan,<br />

poco dopo è iniziata la guerra in Iraq, ora se il nostro presidente del consiglio è un pirla<br />

tira sfiga, non <strong>ci</strong> resta che fare gli scongiuri, anche per il fatto che il nostro gentilissimo<br />

presidente <strong>della</strong> repubblica, finora si è impegnato molto a proposito di Garibaldi, dell’inno<br />

nazionale e per fare commentatori e cavalieri <strong>della</strong> repubblica, opera lodevole senza<br />

dubbio – quindi Gruber continui a stare dove più “conviene”, ma lo fac<strong>ci</strong>a sulla sua<br />

cos<strong>ci</strong>enza, senza coinvolgere e violentare quella degli altri.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.media.tv<br />

Sent: Friday, April 11, 2003 7:01 PM<br />

Subject: Zichichi<br />

Per chi volesse in <strong>questo</strong> momento lo shampoo neutro Zichichi s<strong>ci</strong>enza sta elogiando, e<br />

dando autorità alla guerra in Iraq e legittimità s<strong>ci</strong>entifica. Sono perfettamente d'accordo gli<br />

s<strong>ci</strong>enziate non Hanno responsabilità, <strong>sono</strong><br />

alla mercé di chi li paga, e dicono e fanno quello che gli è più conveniente, nel momento in<br />

cui è conveniente. Sono Puri come gli escrementi, ma bisogna sapere come si <strong>sono</strong> formati<br />

e perché e qual è la loro ambizione - spesso pronti a cambiare opinione e a rinnegare se<br />

stessi e dir<strong>ci</strong> fischi per fiaschi. siete ancora in tempo per fare qualche domanda allo<br />

shampoo neutro Zichichi su rainew24<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Saturday, April 12, 2003 11:37 AM<br />

Newsgroups: it.economia<br />

Sent: Saturday, April 12, 2003 11:40 AM<br />

Subject: Oggi in Iraq<br />

Forum la guerra de La Spampa.it<br />

Oggi in Iraq<br />

Oggi in Iraq c’è la cac<strong>ci</strong>a all’uomo, gli americani sparano su ogni cosa che li insospettiste, i<br />

saccheggi hanno coinvolto gli ospedali le case private, si ruba ovunque, <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> sparatorie<br />

tra i negozianti e i saccheggiatori, i bambini che emulano <strong>sono</strong> le prime vittime. Nulla è<br />

protetto o difeso, saccheggiati farma<strong>ci</strong> e medi<strong>ci</strong>nali, i feriti non pos<strong>sono</strong> essere curati, la<br />

crisi umanitaria è sempre più grave. I fedajin non trovano rifugio neanche negli ospedali,<br />

braccati dagli americani e per <strong>questo</strong> lin<strong>ci</strong>ati da altri iracheni, e dai volta gabbana che sulla<br />

loro pelle si ri<strong>ci</strong>clano, le vendette e le uc<strong>ci</strong>sioni si susseguono, agevolate dagli occupanti, e<br />

chi cerca di mantenere una <strong>ci</strong>viltà lo fa a grave rischio <strong>della</strong> vita. “Fantasmi” degli anni<br />

ottanta, del regime, hanno perso il loro riscatto, e non rimane che la disperazione e l’odio.<br />

Non <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> più amnistie, taglie in soldi, a morte. Dei vin<strong>ci</strong>tori. <strong>In</strong> tutto <strong>questo</strong> la cultura<br />

dei talk show, <strong>della</strong> pubbli<strong>ci</strong>tà, <strong>della</strong> televisione trash, quella “dell’aggettivo evasione”, che<br />

si trasforma per inglobare qualcosa ch’è profondo e vero, e affianca termini come<br />

letteratura, teatro, umanità, sta producendo i suoi effetti, volgarità e maleducazione di<br />

potenza”- dopo aver bombardato i musei, ora si è saccheggiato quello archeologico di


Baghdad, con gli occupanti seduti davanti al televisore a guardare un programma dove<br />

una mentecatta pagata dice al marito che si fa il suo cane quanto lui è fuori casa, e lui le<br />

presenta l’amante che davanti al pubblico l’insulta e le dice di quanto ce lo abbia duro suo<br />

marito quanto la prende (bip), tra lo schiamazzo del pubblico in sala e gli spot pubbli<strong>ci</strong>tari<br />

di chi è seduto davanti al televisore. Così se ne <strong>sono</strong> andati i reperti più antichi, e la<br />

memoria mesopotamia, “dove fiorirono in assoluto le <strong>ci</strong>viltà più antiche che <strong>ci</strong> siano note.”<br />

C’è solo la speranza pazzesca che questi saccheggi poi fac<strong>ci</strong>ano rispuntare qualche reperto<br />

in qualche altra nazione, finito in casa di qualche feti<strong>ci</strong>sta pieno di soldi.<br />

Fermate al guerra.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Saturday, April 12, 2003 11:38 AM<br />

Newsgroups: it.discussioni.giustizia<br />

Sent: Saturday, April 12, 2003 11:39 AM<br />

Subject: Devoluzione e Costituzione<br />

Devoluzione e Costituzione<br />

Da quello che ho “sentito” ieri sembra che la devoluzione varata dal governo attuale, che<br />

non ha completato quella del centrosinistra, si preannun<strong>ci</strong>a anticostituzionale,<br />

palesemente infi<strong>ci</strong>ante l’unità <strong>della</strong> nazione, sarà votata tra breve dalle camere, per<br />

compensare <strong>ci</strong>ò si è detto che prima <strong>della</strong> fine dell’anno sarà modificato l’articolo quinto;<br />

data la già ovvia discrepanza tra la legge <strong>della</strong> devoluzione così fatta e la costituzione, che<br />

mi sembra già offra la possibilità di ampliarsi estendendo l’art. 116 sullo statuto spe<strong>ci</strong>ale<br />

ad alcune regioni, a tutte le altre. E già <strong>questo</strong> come è ovvio può avvenire attraverso leggi<br />

costituzionali, che nell’ambito del titolo V - sentite le competenze istituzionali, indire<br />

referendum popolari a tal proposito. Ora in questa situazione contingente del governo<br />

attuale, non è chiaro anzi equivoco, in che modo gli elettori dovranno pronun<strong>ci</strong>arsi,<br />

all’interno di un ordinamento <strong>della</strong> costituzione, per il suo nuovo ordinamento, che non<br />

può eludere il titoloVI garanzie costituzionali sezione II - Revisione <strong>della</strong> costituzione.<br />

Leggi costituzionali. E l’art. 138, non indica un referendum interpretativo dell’art. 139: la<br />

forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale, né tanto meno dei<br />

suoi Prin<strong>ci</strong>pi Fondamentali, che ne determinano il suo essere democrazia.<br />

“Estratti di stampa, composti”<br />

Gaza, 11 apr 2003 - 16:30<br />

MO, pa<strong>ci</strong>fista britannico ferito da israeliani<br />

Un pa<strong>ci</strong>fista britannico è stato ferito oggi a Rafah, sul confine tra Gaza e l'Egitto, da colpi sparati dall'eser<strong>ci</strong>to israeliano. Lo hanno<br />

riferito fonti giornalistiche palestinesi.<br />

Le fonti hanno aggiunto che il pa<strong>ci</strong>fista, Tom Horindal, 21 anni, dell'<strong>In</strong>ternational solidarity movement (Ism), è stato<br />

ferito gravemente alla testa durante una protesta contro la demolizione di una casa palestinese nel quartiere di Yebna,<br />

alla periferia di Rafah. Le sue condizioni <strong>sono</strong> state descritte "gravi" dai medi<strong>ci</strong> dell'ospedale di Rafah. Al momento<br />

<strong>della</strong> sparatoria Tom Horindal fungeva, secondo i compagni, da 'scudo umano' per proteggere bambini palestinesi.<br />

Lo scorso 16 marzo, sempre a Rafah, una giovane americana dell'Ism, Rachel Corey, era stata travolta e uc<strong>ci</strong>sa da una<br />

ruspa militare israeliana. Qualche giorno fa a Jenin un altro pa<strong>ci</strong>fista è stato ferito gravemente al volto da un proiettile<br />

sparato da un blindato israeliano. (red)<br />

Mosca, 18:07<br />

Iraq, Schroeder: no nuova Yalta, sì a riforma Onu<br />

Il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder si è pronun<strong>ci</strong>ato oggi, d'accordo con il presidente russo Vladimir Putin, contro una<br />

nuova Yalta, e a favore invece di una riforma profonda dell'Onu e di un rilan<strong>ci</strong>o del suo ruolo.


"Una nuova Yalta non serve - ha detto il cancelliere a San Pietroburgo - occorre rispettare seriamente la Carta dell'Onu, riformando nel contempo<br />

alcune strutture" di questa organizzazione. Schroeder ha pre<strong>ci</strong>sato di non riferirsi solo alle proposte di riforma avanzate da Kofi Annan. "Ce ne<br />

<strong>sono</strong> anche altre", ha detto. (red)<br />

Il generale al Saadi si è arreso e ha chiesto la presenza di una tv<br />

BAGDAD - Amir al Saadi, uno dei più stretti collaboratori di Saddam Hussein, si è arreso spontaneamente alle forze americane a Bagdad,<br />

secondo quanto ha annun<strong>ci</strong>ato la tv tedesca Zdf che ha detto di aver filmato la resa. Consigliere s<strong>ci</strong>entifico di Saddam è un volto molto noto in<br />

oc<strong>ci</strong>dente: lui e un altro generale Hussam Mohammed Amin, capo dell'uffi<strong>ci</strong>o monitoraggio iracheno, hanno infatti mantenuto i rapporti con il<br />

team degli ispettori delle Nazioni Unite nel corso <strong>della</strong> loro permanenza in Iraq. Il consigliere del presidente, figura su una lista stilata dal<br />

comando americano dei 55 dirigenti iracheni più ricercati, che gli Usa mirano a catturare "vivi o morti". Nelle carte da gioco con i volti dei leader<br />

iracheni diffuse dal ministero <strong>della</strong> Difesa statunitense, Saadi è raffigurato come il sette di quadri, e ha la qualifica di consigliere s<strong>ci</strong>entifico del<br />

rais.<br />

E' stato lo stesso Saadi a volere, per "questioni di sicurezza", che l'arresto fosse testimoniato da una troupe televisiva. Ai<br />

giornalisti ha detto di avere de<strong>ci</strong>so di arrendersi perché non si sente "in alcun modo colpevole". Il generale, che ha sempre<br />

seguito il lavoro degli ispettori delle Nazioni Unite in Iraq, avrebbe detto di non avere informazioni sulla sorte di Saddam<br />

Hussein e avrebbe ribadito, come più volte fatto in passato, che nel Paese non <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> armi di distruzione di massa.<br />

Al Saadi, che è sposato con una donna tedesca, ha aggiunto di non essere stato né membro del partito Baath né agente dei<br />

servizi segreti iracheni. Prima <strong>della</strong> guerra, era il prin<strong>ci</strong>pale oppositore alle ispezioni dell'Unmovic, che aveva più volte accusato<br />

di essere a cac<strong>ci</strong>a dei segreti militari del regime piuttosto che di armi di sterminio. Al Saadi, che è uno s<strong>ci</strong>enziato esperto di<br />

chimica, era stato interlocutore iracheno dei due capi ispettori dell'Onu, Hans Blix e Mohammed el Baradei. Tutto quanto da lui<br />

riferito ai due ispettori, ha detto, risponde al vero e vale ancora adesso, "nonostante la mutata situazione". Saddam Hussein,<br />

ha sottolineato, gli aveva conferito il grado di generale. Anche dopo l'ingresso degli americani, ha affermato il consigliere di<br />

Saddam, lui era rimasto nella sua casa di Bagdad.<br />

Sono generali delle forze di polizia quelli che si <strong>sono</strong> consegnati alle forze Usa. Alcuni in divisa altri in abiti <strong>ci</strong>vili, hanno preso<br />

contatto con le forze statunitensi rispondendo all'invito lan<strong>ci</strong>ato dalle forze <strong>della</strong> coalizione di tornare a lavoro per riportare<br />

l'ordine nella capitale afflitta da un'ondata di saccheggi.<br />

Il gruppo di uffi<strong>ci</strong>ali <strong>della</strong> polizia irachena ha assicurato di essere in grado di ristabilire l'ordine pubblico a Bagdad entro 72 ore,<br />

a condizione che gli americani mettano a disposizione i ferri del mestiere: auto, armi e altoparlanti. "Siamo pronti a collaborare<br />

con le forze alleate per la sicurezza <strong>della</strong> <strong>ci</strong>ttà e per porre fine ai saccheggi e alle violenze di questi giorni", ha detto il<br />

colonnello Ahmad Abdelrazzak Saeed ai microfoni di Al Jazeera. "E' un nostro dovere, sia come uomini sia come tutori<br />

dell'ordine pubblico" ha aggiunto, "la polizia deve riprendere il proprio lavoro".<br />

Torino, il premier interviene al convegno di Confindustria e attacca l'articolo 41 <strong>della</strong> nostra legge fondamentale<br />

Berlusconi: "La Costituzione è di ispirazione sovietica"<br />

La Costituzione "sovietica". Ecco le pre<strong>ci</strong>se parole di Berlusconi: "Mi <strong>sono</strong> più volte anche pubblicamente lamentato, del<br />

fatto che la nostra legge fondamentale dà alle imprese poco spazio". E ancora: "La formulazione dell'articolo 41 e seguenti<br />

risente delle implicazioni sovietiche che fanno riferimento alla cultura e alla costituzione sovietica da parte dei padri che hanno<br />

scritto la Costituzione". Lui non <strong>ci</strong>ta il contenuto dell'articolo 41; ma per i lettori che vogliono farsi un'idea, riportiamo il testo<br />

integrale: "L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con la utilità so<strong>ci</strong>ale o in modo da recare<br />

danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività<br />

economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini so<strong>ci</strong>ali".<br />

La Ue sul falso in bilan<strong>ci</strong>o<br />

MILANO - "Le nuova legge italiana sul falso in bilan<strong>ci</strong>o è in contrasto con le norme comunitarie e i giudi<strong>ci</strong> non posso applicarla". La<br />

Commissione europea boc<strong>ci</strong>a la legge varata dal governo Berlusconi in materia di reati so<strong>ci</strong>etari e per la prima volta nella sua storia<br />

invita i magistrati a "disapplicare" una legge dello Stato.<br />

La posizione dell'esecutivo di Bruxelles è contenuta nella memoria del servizio giuridico, depositata nei primi giorni di aprile alla<br />

cancelleria <strong>della</strong> Corte di Giustizia Ue del Lussemburgo. Nel Granducato è in corso la causa aperta dopo l'ordinanza con cui la procura<br />

di Milano, il 26 ottobre scorso, ha trasmesso gli atti del processo Sme nella parte stral<strong>ci</strong>ata che vede il presidente del Consiglio, Silvio<br />

Berlusconi imputato di falso in bilan<strong>ci</strong>o. "Dopo tante speculazioni commenta l'ex capo <strong>della</strong> procura di Milano, Gerardo D'Ambrosio<br />

arriva dall'Europa una lettura positiva alle nostre preoccupazione per una legge che, in controtendenza con gli orientamenti di paesi<br />

"liberal", quali gli Stati Uniti, riduceva un reato grave per la stabilità dell'economia nazionale a semplice contravvenzione".Davanti alla<br />

Corte di Giustizia Ue saranno depositate le memorie dell'Italia, dell'avvocato generale <strong>della</strong> Corte e degli avvocati delle parti in causa. I<br />

giudi<strong>ci</strong> del Lussemburgo hanno riunito, oltre all'ordinanza emessa dai giudi<strong>ci</strong> Sme, anche quelle emesse dalla Corte di Appello di Lecce<br />

e dal Tribunale di Milano nel processo a carico di Marcello Dell'Utri. Una volta raccolte tutte le memorie, i giudi<strong>ci</strong> del Lussemburgo<br />

de<strong>ci</strong>deranno, presumibilmente in autunno, se la legge italiana che ha modificato l'articolo 2621 del codice penale è in contrasto con le<br />

norme e le direttive comunitarie.<br />

Citando tre direttive (1968, 1978 e 1983), la Commissione conclude, contestando i termini di prescrizione previsti dalle nuove<br />

norme italiane, ("tali da impedire la conclusione del procedimento penale in tempo utile") e la cosiddetta "procedura a<br />

querela", che subordina l'intervento del giudice ad una querela <strong>della</strong> persona offesa ("Non tutela la comunità") e le "soglie di<br />

rilevanza o di non punibilità". (11 aprile 2003) "Eravamo nel settembre del 1993, Silvio Berlusconi mi convocò nella sua<br />

villa di Arcore e mi disse: 'Marcello, dobbiamo fare un partito pronto a scendere in campo alle prossime elezioni.' Lui<br />

aveva provato in tutti i modi a convincere Segni e Martinazzoli per costruire la nuova casa dei moderati.'<br />

Vi metto a disposizione le mie televisioni', aveva detto. Tutto inutile, e<br />

allora de<strong>ci</strong>se che il partito dovevamo farlo noi. Poi c'era l'aggressione<br />

delle procure e la situazione <strong>della</strong> Fininvest con 5.000 miliardi di debiti.<br />

Franco Tatò, che all'epoca era l'amministratore delegato del gruppo, non<br />

vedeva vie d'us<strong>ci</strong>ta: 'Cavaliere dobbiamo portare i libri in tribunale'. A<br />

spingere per il partito eravamo soltanto in due, io e Berlusconi; gli altri<br />

dirigenti del gruppo, da Fedele Confalonieri a Gianni Letta, erano tutti<br />

contrari. I fatti poi, per fortuna, <strong>ci</strong> hanno dato ragione e oggi posso dire


che senza la de<strong>ci</strong>sione di scendere in campo con un suo partito, Berlusconi<br />

non avrebbe salvato la pelle e sarebbe finito come Angelo Rizzoli che, con l<br />

'inchiesta <strong>della</strong> P2, andò in carcere e perse l'azienda". (Dalla<br />

testimonianza di Marcello Dell'Utri ad Antonio Galdo nel <strong>libro</strong> "Saranno<br />

potenti ? Storia, declino e nuovi protagonisti <strong>della</strong> classe dirigente<br />

italiana", Sperling & Kupfer Editori). ----- Original Message -----<br />

From: "abarossa" <br />

Newsgroups: it.media.tv April 11, 2003 6:21 PM<br />

La difesa dei "pianisti". Per il premier, i parlamentari che durante il voto schiac<strong>ci</strong>ano anche i pulsanti dei banchi dei<br />

compagni assenti non fanno nulla di male: "Ho visto che c'è stato scandalo per i cosiddetti pianisti. Non c'è nulla di scandaloso.<br />

Per quanto riguarda l'aula, il singolo gruppo vota per il numero dei componenti del suo gruppo: Se qualcuno è in disaccordo,<br />

deve essere presente, per dare il suo voto contrario".<br />

Lac<strong>ci</strong> e lac<strong>ci</strong>uoli alle riforme. Berlusconi risponde con battuta alle lamentele degli imprenditori sul ritardo delle riforme<br />

promesse: su <strong>questo</strong> tema, dice, "non abbiamo fatto un solo passo indietro. La prossima volta le difficoltà si pos<strong>sono</strong> superare<br />

se darete a Silvio Berlusconi e a Forza Italia il 51% dei consensi. Allora il percorso sarà più agevole". Comunque per realizzarle<br />

non basterà una legislatura, ammette. Per poi definire "una fatica di Sisifo" i passaggi necessari a trasformare una proposta in<br />

legge: "Ho solo il potere di essere paziente, la situazione attuale non mi dà potere alcuno, posso solo proporre decreti al<br />

Parlamento".<br />

La guerra in Iraq. Il premier annun<strong>ci</strong>a: "<strong>In</strong> settimana chiederemo al Parlamento il via libera per le forze di sicurezza" italiane<br />

da inviare nel paese del Golfo persico. Poi ribadisce la legittimità dell'intervento angloamericano.<br />

(12 aprile 2003)<br />

Prin<strong>ci</strong>pi fondamentali <strong>della</strong> costituzione Italiana<br />

1. l’Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al<br />

popolo, che la eser<strong>ci</strong>ta nelle forme e nei limiti <strong>della</strong> Costituzione.<br />

2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo. Sia come singolo sia<br />

nelle forme so<strong>ci</strong>ali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri<br />

inderogabili di solidarietà politica. Economica e so<strong>ci</strong>ale.<br />

3. Tutti i <strong>ci</strong>ttadini hanno pari dignità so<strong>ci</strong>ale e <strong>sono</strong> uguali davanti alla legge, senza<br />

distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni<br />

personali e so<strong>ci</strong>ali.<br />

È compito <strong>della</strong> repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e so<strong>ci</strong>ale, che,<br />

limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei <strong>ci</strong>ttadini, impediscono il pieno sviluppo<br />

<strong>della</strong> persona umana e l’effettiva parte<strong>ci</strong>pazione di tutti i lavoratori all’organizzazione<br />

politica, economica e so<strong>ci</strong>ale del paese.<br />

4. La repubblica riconosce a tutti i <strong>ci</strong>ttadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni<br />

che rendano effettivo <strong>questo</strong> diritto.<br />

ogni <strong>ci</strong>ttadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta,<br />

una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale <strong>della</strong> so<strong>ci</strong>età.<br />

5. La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei<br />

servizi che dipendono dallo stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i<br />

prin<strong>ci</strong>pi ed i metodi <strong>della</strong> sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del<br />

decentramento.<br />

6. La Repubblica tutele con apposite norme le minoranze linguistiche.<br />

7. Lo Stato e la Chiesa cattolica <strong>sono</strong>, <strong>ci</strong>ascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.<br />

I loro rapporti <strong>sono</strong> regolati dai Patti Lateranensi. Le modifiche dei Patti, accettate dalle<br />

due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.<br />

8. Tutte le confessioni religiose <strong>sono</strong> egualmente libere davanti alla legge.<br />

Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i<br />

propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano.<br />

I loro rapporti con lo Stato <strong>sono</strong> regolati per legge sulla base di intese con le relative<br />

rappresentanze.


9. La Repubblica promuove lo sviluppo <strong>della</strong> cultura e la ricerca s<strong>ci</strong>entifica e tecnica.<br />

Tutela il passaggio e il patrimonio storico e artistico <strong>della</strong> nazione.<br />

10. L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale<br />

generalmente riconos<strong>ci</strong>ute.<br />

La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e<br />

dei trattati internazionali.<br />

Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo eser<strong>ci</strong>zio delle libertà<br />

democratiche garantite dalla costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio <strong>della</strong><br />

Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.<br />

Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politi<strong>ci</strong>.<br />

11. L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come<br />

mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente in condizioni di parità con<br />

gli altri Stati, alle limitazione di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la<br />

pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali<br />

rivolte a tale scopo.<br />

12. La bandiera <strong>della</strong> Repubblica è il tricolore; verde, bianco e rosso, a tre bande verticali<br />

di eguali dimensione.<br />

Ore 12:00 <strong>ci</strong>rca patrizio.marozzi@tiscali.it lunedì 14 aprile 2003 it.cultura – it.discussioni.giustizia –<br />

it.economia – it.media.tv – forum: la guerra in iraq: La Stampa.it e Kataweb.it<br />

. Bru<strong>ci</strong>a la biblioteca nazionale dell’Irak<br />

Mentre a Tikrit, bombardano, ancora, sperando” che non cadano bombe nucleari, che<br />

convenzionalmente vengono definite tattiche, o dette bombe così potenti ma<br />

convenzionali. Dato, che <strong>sono</strong> stati trovati carri armati abbandonati, o fu<strong>ci</strong>li, o bombe da<br />

mortaio non utilizzati come in molte altre parti dell’Irak – e trovate anche alcune giubbe<br />

imbottite d’esplosivo, per attentati Kamikaze - che non saranno usate - che<br />

“paradossalmente” sembrano sconvolgere e condannare ancor di più degli attentati fatti,<br />

in modo cosiddetto convenzionale - eppure <strong>questo</strong> aberrante sui<strong>ci</strong>dio, viene giudicato in<br />

un modo assurdo, tanto che Sharon in risposta vorrebbe annientare prima che si sui<strong>ci</strong>dino,<br />

chiunque abbia in mente tale atto, o distruggere le case dei loro parenti, come deterrente,<br />

come dire è inutile che vi uc<strong>ci</strong>dete, tanto morirete e, più vi uc<strong>ci</strong>derete e più morirete.<br />

L’azione e la volontà <strong>sono</strong> un unicum che sembra accor<strong>ci</strong>are lo spazio e il tempo e ridurre<br />

la storia alla pazzia <strong>della</strong> distruzione umana, alla soppressione dell’amore per la vita,<br />

come progetto di libertà creativa, come espressione che libera l’azione dalla paura del<br />

peccato, e propone i pensieri alla libertà <strong>della</strong> conoscenza e non dell’acquisizione del<br />

potere, distinguendo nettamente Dio dalla guerra, la libertà dalla morte, il piacere dal<br />

dolore, il dolore dalla distruzione. Vorrei pensare che quelle giubbe non usate diventino<br />

una possibilità di conoscenza e non di paura e odio. Io <strong>sono</strong> un cristiano e in quanto<br />

cristiano non ho una collocazione “geografica”, ma se dovremmo” definire la collocazione<br />

dell’Italia potremmo dirla tra oriente e oc<strong>ci</strong>dente e non posso dire che la cultura<br />

oc<strong>ci</strong>dentale non fac<strong>ci</strong>a parte del mio esprimermi, ma la mia “ac<strong>ci</strong>dentalità non può non<br />

sapere che si è formata dialogando e scegliendo nella moltepli<strong>ci</strong>tà delle influenze umane<br />

ricevute. Eppure in Italia è successo qualcosa, che immagino non sia avvenuto in nessuna<br />

altra parte del mondo: San Francesco D’Assisi, Dante e la “volgarità”. Immaginate la<br />

lingua del popolo, quella degli incolti e degli ignoranti diventa la lingua più bella, ma così<br />

bella che tutti iniziano a parlarla, atto di democrazia più grande nella storia <strong>della</strong> cultura<br />

credo non sia mai avvenuto, e la trasformazione è così grande, che nasce una lingua così


vi<strong>ci</strong>na al suo suono, ch’è una bellezza vederla, e come cambi il suono così puoi cambiare<br />

quello che vedi, quasi puoi creare il mondo. Si Dante fosse quello che era, lo dobbiamo al<br />

suo talento, e lo dobbiamo alla voglia di creare e di rappresentare il mondo che avea e<br />

vedea, vedea il lontano il dì presso. Tutti pos<strong>sono</strong> amare Dante, nell’edizione più<br />

economica, e tutti pos<strong>sono</strong> se vogliono, porsi questione su di esso, e su la lingua che<br />

parlano, o <strong>ci</strong>an<strong>ci</strong>ano liberamente, insomma onniuno po’ conoscere per la strada che vò<br />

conosce. Ora non per <strong>questo</strong> siam tutti pien d’amore per la vita, e gli italiani non so da<br />

meno di ogni altri. Bru<strong>ci</strong>a la biblioteca nazionale dell’Irak, e come se bru<strong>ci</strong>asse La divina<br />

commedia e Dante e nessuno se ne accorge. Una volta in un video scrissi che gli artisti di<br />

“arte contemporanea”, <strong>sono</strong> tutti leccaculo. Sono tutti leccaculo l’unica prospettiva di vita<br />

che hanno proposto è quella di quel giapponese feti<strong>ci</strong>sta pieno di soldi, che sembra abbia<br />

bru<strong>ci</strong>ato un Van Gogh insieme alla sua morte, per la sua immortalità. Quasi che Van Gogh<br />

non avesse dipinto quel che non ha prezzo economico, ma avesse calcolato in modo<br />

esponenziale il peso dei colori che ha usato, come se Leonardo Da Vin<strong>ci</strong> o Michelangelo,<br />

avessero pensato alle quotazione percentuali delle variazioni di borsa, in rapporto all’uso<br />

del pennello. Il mondo dell’arte e <strong>della</strong> cultura è asservito a questi “tizie e caio”, per cui<br />

tutti nel vuoto totale del significato, ambiscono, arricchirsi e primeggiare. E non parlo solo<br />

delle mezzecalzette del vassallaggio, ma anche di tutti quelli che in questi anni hanno<br />

avuto l’ambizione di creare un sistema virtuale di libertà creativa che aveva come unico<br />

fine lo sfruttamento, e per mezzo di esso l’arricchimento del libero mercato dell’arte, e per<br />

mezzo di esso il ri<strong>ci</strong>claggio qualunquistico di idee e pensieri d’autore, l’evasione dai<br />

contenuti, dalla libertà e la creazione dei contenuti per “convenienza”. Tutta questa<br />

superfetazione morale e culturale, che fa di un pensiero artistico un oggetto<br />

d’abbinamento arredale, incasellato nel colore e nella forma, non con la merda che finisce<br />

nel cesso, ma il colore <strong>della</strong> merda si abbina perfettamente con l’immagine arredale del<br />

divano che si trova lì per <strong>questo</strong>, e per chi?<br />

Il berlusca e Fini. <strong>ci</strong> dicono che i carabinieri andranno in Iraq, perché lo vogliono gli<br />

americani, e aggiunge che non possiamo las<strong>ci</strong>arlo in questa situazione. E tale concetto mi<br />

ricorda tanto un Voi morale e autoreferenziale di altri tempi. A buon intenditore poche<br />

parole. Mentre gli americani continuano a minac<strong>ci</strong>are, e nessuno sa su quali basi infondate<br />

di legittimità sia morale che legale; si ingarbuglia un po’ il discorso sintattico significante,<br />

ma Eco non me ne vorrà né la sua unica possibilità di propedeutica studentesca, di un<br />

mondo accademico così rilevante da essere così irrilevante. E del resto ieri abbiamo<br />

assistito al riassunto <strong>della</strong> propaganda degli americani fin qui svolta con il solo<br />

aggiornamento <strong>della</strong> data di “Ieri” con quella di “oggi” e tanto basta per loro perché<br />

l’infondatezza” si trasformi in verità.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Tuesday, April 15, 2003 11:41 AM<br />

Subject: Sembra illogico dover rispondere<br />

Newsgroups: it.economia<br />

Sent: Tuesday, April 15, 2003 11:44 AM<br />

Subject: Sembra illogico dover rispondere<br />

> ----- Original Message -----<br />

> From: [.]<br />

> To: patrizio.marozzi@tiscali.it<br />

> Sent: Sunday, April 13, 2003 9:29 PM


----- Original Message -----<br />

From: george vandor gvandor@yahoo.com<br />

To: patrizio.marozzi@tiscali.it<br />

Sent: Sunday, April 13, 2003 9:29 PM<br />

"Oggi in Iraq"<br />

Le solite fesserie dell'italiano di sinistra che si sfoga farneticando come un' ossesso e tira in<br />

ballo i "poveri fedayeen", che dovremmo passare per le armi visto che si vestono da <strong>ci</strong>vili,<br />

sparano da scuole, moschee ed abitazioni..<br />

Ma urlate pure, ami<strong>ci</strong> e sostenitori dell'eroico Saddam, vi abbiamo dato una lezion<strong>ci</strong>na che<br />

non dimenticherete presto, e giacche` <strong>ci</strong> siamo, perche` non vi arruolate nella Hezbollah in<br />

Siria, tanto se il Bashir el-Hafez non cambia discorso, e presto, fara` la stessa fine del<br />

simpati<strong>ci</strong>ssimo Saddam. Parola di Zio Sam.<br />

Saluti.<br />

George Vandor, Kirkland, WA (U.S.A.)<br />

Do you Yahoo!?<br />

Yahoo! Tax Center - File online, calculators, forms, and more<br />

Sembra illogico dover rispondere, dicendo che I sette prigionieri americani, fatti dagli<br />

iracheni <strong>sono</strong> sani e salvi e in ottimo stato. Che i prigionieri iracheni non <strong>sono</strong> stati ancora<br />

rilas<strong>ci</strong>ati - che i prigionieri afgani <strong>sono</strong> detenuti, al di là di ogni logica del trattamento<br />

umano – e la pratica <strong>della</strong> tortura c’è – che l’America si è opposta ad un organo<br />

internazionale del diritto per i diritti umani. Che Saddam Hussein, sia chiaro una volta per<br />

tutte non ha a che fare proprio per nulla, con le dittature nazifas<strong>ci</strong>ste. E stando al presente,<br />

neanche con la sua dittatura. Mi è capitato di vedere un filmato di repertorio, dove un<br />

Saddam in abito Kennedyano guardava perplesso le dimostrazioni dell’effi<strong>ci</strong>enza delle<br />

armi che gli americani volevano vendergli, che gli hanno venduto per una democrazia<br />

degli eser<strong>ci</strong>ti, come quella degli Stati Uniti. Se Saddam Hussein è finito in preda al potere<br />

e, con <strong>questo</strong> ha cercato di governare, di trovarsi a fare guerre, di certo la colpa non è degli<br />

Stati Uniti D’America. Ed anche per <strong>questo</strong> non è comprensibile perché vogliano prendersi<br />

il merito di una guerra d’aggressione, che assomiglia molto a quella di una democrazia<br />

alla sbando. Perché è anche bene ricordare che nessuna guerra ha portato la democrazia, la<br />

guerra e la fine <strong>della</strong> democrazia, <strong>sono</strong> sempre accompagnate da superfi<strong>ci</strong>alità <strong>della</strong><br />

morale, che cerca nell’oscurantismo, la sua affermazione e che nella logica<br />

dell’affermazione di potenza impone la forza come verità. E rende la guerra l’espressione<br />

di questa verità, se dopo l’aberrazione si cerca di costruire un sistema più giusto e nella<br />

democrazia si vede tale sistema, <strong>ci</strong>ò non è conseguenza <strong>della</strong> guerra, ma espressione,<br />

creativa e qualitativa umana, che sa interrompere il processo di guerra, che non può che<br />

generare altra guerra. L’immane disastro umano <strong>della</strong> seconda guerra mondiale, l’orrore<br />

provocato, ha dato alla cos<strong>ci</strong>enza umana la ricerca ideale di dire mai più la guerra e, ha<br />

posto molte componenti di essa in un atto concreto che si opponesse alla barbarie <strong>della</strong><br />

guerra e, costruisse una cooperazione che aprisse tale prospettiva pragmatica a chiunque<br />

vedesse in essa la realizzazione <strong>della</strong> libertà nella re<strong>ci</strong>pro<strong>ci</strong>tà e, in conseguenza di <strong>questo</strong><br />

aprirsi al modificarsi costruttivo che tale atto comporta. Questa è una strada lunga, che


non si realizza con il tempo delle cannonate, ch’è fatta di maturità e perseveranza, che non<br />

necessità dell’arroganza. Questi che hanno voluto questa guerra hanno interrotto un atto<br />

concreto a tal fine, un atto che apriva prospettive, alla dignità ed al diritto di tutti, e alla<br />

libera scelta <strong>della</strong> cooperazione, atto basilare <strong>della</strong> re<strong>ci</strong>pro<strong>ci</strong>tà. Il mondo è meno stupido di<br />

quanto si vuol dimostrare, ed è pronto anche a <strong>questo</strong>. Gli Stai Uniti <strong>sono</strong> al tracollo, e<br />

l’economia mondiale, l’intero pianeta, che non è solo New York, può trovare soluzioni solo<br />

in <strong>questo</strong> modo cooperativo. Il neo liberismo che si sta attuando è rappresentato ed<br />

eseguito perfettamente, da quel che in Italia viene definita ecomafia, che non è il suo<br />

livello più alto, l’internazionalizzazione, di tali flussi finanziari asso<strong>ci</strong>ati ad una cos<strong>ci</strong>enza<br />

umana siffatta trova nel bisogno dell’avere potere la sua espressione essenziale,<br />

radicandosi a tal punto, che ogni più elementare gesto <strong>della</strong> vita quotidiana si riempie di<br />

tale tragedia. Giocare impietosamente con la morte, il renderla necessaria sotto il vessillo<br />

del potere è sintomo del peggior male. Sinceramente il buon senso e gli organismi<br />

internazionali, <strong>sono</strong> l’unica strada. Non oso immaginare come <strong>ci</strong> troveremmo, in ancor più<br />

tragica sorte, se non <strong>ci</strong> fosse stata contro la guerra, la posizione del Papa e, la nettezza <strong>della</strong><br />

Fran<strong>ci</strong>a. Ma ancora siamo in aperta tragedia e sinceramente suonano nefasti” le posizioni<br />

di Blair e del suo omologo - che scusate, per l’offesa al prin<strong>ci</strong>pio naturale, mi viene di<br />

pronun<strong>ci</strong>are il suo nome per assonanza con stronzo – che usano una logica e una<br />

terminologia imperiale, con un Voi, verso la Siria, che di fatto asseconda le minacce degli<br />

Stati Uniti, che chiusi in una dittatura che fa del Noi ossessivo, la perdita dello spirito<br />

critico, che gli dia una possibilità per capire che la storia del mondo non può determinarsi,<br />

per il suo bene, se non in una apertura economica che vada a ridefinire le risorse<br />

energetiche, le tecnologie e i mercati internazionali, verso orizzonti tutt’altro che<br />

egocentri<strong>ci</strong> e di sperequazione so<strong>ci</strong>ale, come vuol credere. Ha vinto la guerra? Ha vinto la<br />

guerra come uno stato che fa del bottino di guerra la sua sopravvivenza, e solo un Noi<br />

ossessivo non riesce a capire quel che realmente significhi <strong>questo</strong>. Chissà cosa pensano di<br />

essere quelli dell’amministrazione Bush, se riescono ad immaginarsi in punto di morte,<br />

per capire che tutto <strong>questo</strong> per loro sarà vano”. E dove pensa che lo conduca il Voi<br />

imperiale, Blair e so<strong>ci</strong>o, quando dice che l’Ono deve sottostare al dato di fatto. È fa<strong>ci</strong>le<br />

prevedere, anche se non so in che tempi, che <strong>ci</strong>ò determinerà la fine <strong>della</strong> monarchia in<br />

<strong>In</strong>ghilterra – io <strong>sono</strong> per l’uguaglianza dell’essere nobili”, quindi non so pronun<strong>ci</strong>armi sul<br />

fatto se <strong>ci</strong>ò sia positivo o no, per gli <strong>In</strong>glesi – Del resto io Italiano mi devo confrontare con<br />

un sempre più espresso Voi imperativo, che vorrebbe che <strong>questo</strong> neo liberalismo si<br />

espandesse il più possibile. se tutti costoro non si immaginano morenti, come pos<strong>sono</strong><br />

percepire la vita degli altri e la vita in sé stessa, fossero già morti.<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.media.tv<br />

Sent: Tuesday, April 15, 2003 12:00 PM<br />

Subject: Re: . Bru<strong>ci</strong>a la biblioteca nazionale dell'Irak<br />

sul mio televisore, c'è un pulsante : ON OFF - si accende la televisione con quello? mi sai spiegare come<br />

funziona?<br />

"giardser" ha scritto nel messaggio<br />

news:VjCma.36615$DT4.1101654@twister1.libero.it...<br />

> Siamo su it.media.tv, SVEGLIA!!!!!!<br />

Tikrit è stata occupata senza il peggio del peggio che si ipotizzava. Carri armati americani<br />

<strong>sono</strong> giunti sul luogo, dopo il bombardamento. La <strong>ci</strong>ttà sembra las<strong>ci</strong>ata dalla popolazione.


Baghdad non è più illuminata di notte, ed è senza acqua, come tutto L’Irak le case e gli<br />

edifi<strong>ci</strong> pubbli<strong>ci</strong> distrutti, completante saccheggiato anche il museo nazionale, persi per<br />

sempre opere e reperti <strong>della</strong> cultura sumerica e babilonesi. Non mi è per ora<br />

completamente de<strong>ci</strong>frabile la notizia data che nella biblioteca nazionale siano bru<strong>ci</strong>ati <strong>ci</strong>rca<br />

11 milioni di manoscritti. E se la popolazione si attiva per cercare di fermare i saccheggi,<br />

essi continuano, tanto che se fossimo in Italia mi verrebbe pensare che oltre i “ladroni” c’è<br />

anche la mafia dietro <strong>ci</strong>ò. La popolazione organizza manifestazioni di protesta contro<br />

l’occupazione americana, che sembra osservi, ma che dà già segni d’intimidazione. L’Italia<br />

ha de<strong>ci</strong>so di inviare ora 3000 militari. Ieri si è sentito che nella ricostruzione c’è posto<br />

anche per l’Eni. Negli anni 60/70 Enrico Mattei voleva realizzare cose che il monopolio del<br />

petrolio americano non gradiva, e con essi sembrò, anche settori interni italiani. Non vi<br />

riuscì e morì in un in<strong>ci</strong>dente aereo che ancora ora las<strong>ci</strong>a <strong>molti</strong> dubbi. Ora all’Eni è stato<br />

permesso <strong>ci</strong>ò che fu impedito a Mattei, si è verificato così per L’Italia che L’Eni trovasse<br />

speculabile la sua attività energetica, nell’ambito elusivo del petrolio, abbandonando, le<br />

possibilità energetiche delle risorse rinnovabili. La ridefinizione del mercato energetico<br />

italiano, ha tolto il monopolio statale all’Eni, diventando di fatto un’azienda a capitale<br />

privato che copre una determinata porzione del mercato italiano. Il privilegio dell’Eni con<br />

gli americani la portata gioco forza anche a fornire risorse, a quelle aziende concorrenti che<br />

dovevano estrarre per proprio conto “il petrolio”. Se c’è stato un accenno di richiamo per<br />

tale fatto da parte degli organi competenti, non ne sappiamo i reali effetti. Pochi giorni fa<br />

l’Enel, nello stesso quadro di privatizzazioni in cui si è formata l’attuale Eni, ha de<strong>ci</strong>so di<br />

entrare nella fornitura utenza del gas e dei combustibili di riconversione. <strong>In</strong> apri tempo<br />

l’Enel acquisisce anche quote di aziende nella telecomunicazione e rende minoritario,<br />

anche l’uso delle centrali idroelettriche. E con il processo <strong>della</strong> privatizzazione neo<br />

liberista, va verso l’acquisizione di quelle aziende europee che portano la politica<br />

governativa delle loro nazioni, nella dinamica neo liberista. <strong>In</strong> Italia con il decreto sblocca<br />

centrali, si è dato il via libera alla possibilità indiscriminata di esse, non solo per il fatto che<br />

si sia reso inefficace il volere dei <strong>ci</strong>ttadini, già precedentemente espresso, come contrario di<br />

questi siti per super centrali a gas metano, ma anche nel fatto che la richiesta è a facoltà di<br />

tutti, e che per le regole del libero mercato, tutti devono avere la possibilità di entrare sul<br />

mercato dell’energia, e sarà il mercato stesso che stabilirà, quali saranno le centrali che<br />

serviranno e quelle che non “serviranno” – c’è da dire che in questa logica <strong>sono</strong> state<br />

eluse” molte leggi sui vincoli ambientali, per la salvaguardia dell’ambiente, <strong>ci</strong>ò anche in<br />

prospettiva <strong>della</strong> campagna di appalti per le grandi opere da realizzare sul territorio<br />

nazionale. <strong>In</strong> una delle recenti relazioni dei servizi segreti Italiani, è stato chiaro che tutto<br />

<strong>ci</strong>ò rientrasse, in quello che la mafia vede come una possibilità di sfruttamento economico.<br />

Ieri è bru<strong>ci</strong>ato a Venezia il mulino stucki. Tutto <strong>ci</strong>ò si inserisce in un quadro legislativo che<br />

vede leggi come quella sul falso in bilan<strong>ci</strong>o, o quella del rientro dei capitali dall’estero, ed<br />

anche paradossalmente quella che toglie la tassa di successione indiscriminatamente a<br />

chiunque, anche ai super redditi. <strong>In</strong> fondo ma non per ultimo, il processo costituzionale,<br />

quello che <strong>questo</strong> governo sta attuando sulla costituzione italiana, non solo è già<br />

destrutturate per essa, dalla violazione del conflitto d’interessi del presidente del consiglio<br />

Berlusconi, dal controllo dell’informazione, che sta manomettendo anche i dati che<br />

riguardano il rilevamento del funzionamento <strong>della</strong> nazione; vuole agire sul<br />

funzionamento <strong>della</strong> magistratura e delle forze dell’ordine, in processo di frammentazione<br />

contrapponente. “Sotto un controllo di forza sulla so<strong>ci</strong>età”, il tentativo a tal fine che si è<br />

generato a Genova nel G8, è stato più che eloquente per <strong>ci</strong>ò. Vi è da dire che <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> forze<br />

nel paese che hanno preso consapevolezza di <strong>ci</strong>ò, sia economiche e istituzionali, se esse


avranno la forza capace di salvaguardarsi, allo stato attuale è solo auspicabile. Ma come<br />

dicevo il livello <strong>della</strong> costituzione su cui cerca di legittimarsi la logica neo liberista, è<br />

“controvertendo” il significato dell’art. 3 - Tutti i <strong>ci</strong>ttadini hanno pari dignità so<strong>ci</strong>ale e<br />

<strong>sono</strong> uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione,<br />

di opinioni politiche, di condizioni personali e so<strong>ci</strong>ali.<br />

È compito <strong>della</strong> repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e so<strong>ci</strong>ale, che,<br />

limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei <strong>ci</strong>ttadini, impediscono il pieno sviluppo<br />

<strong>della</strong> persona umana e l’effettiva parte<strong>ci</strong>pazione di tutti i lavoratori all’organizzazione<br />

politica, economica e so<strong>ci</strong>ale del paese. I borsisti dovrebbero intascare soldi.<br />

Ieri sera andando al <strong>ci</strong>nema ho portato un mucchio di euro in moneta, e chissà se <strong>ci</strong> fosse<br />

stata lì vi<strong>ci</strong>no a me una persona russa, <strong>ci</strong>nese o americana, che avrebbe pensato, o africana<br />

o orientale, mentre pagavo alla cassa. “Perché ieri sera in una Italia immemore del suo<br />

stato: un Italia ch’è passata da uno stato di spiritualismo, ch’è si è coniugata con il<br />

sigfridismo ed ha finito per trovarsi nel funzionalismo dell’intero oc<strong>ci</strong>dente e oramai<br />

l’intero pianeta: ha visto il film di Rose Troche, su produzione Usa – GB – La sicurezza<br />

degli oggetti – perfettamente incentrato, sulla nevrosi e paradossale normalizzazione <strong>della</strong><br />

patologia funzionalista.” Pochi giorni fa Umberto Eco su un quotidiano ha detto che<br />

l’america non ha ascoltato i suoi intellettuali e per <strong>questo</strong> si è trovata a fare la guerra in<br />

Irak. Io mi chiedo se almeno Bush abbia visto <strong>questo</strong> film, se abbia letto il <strong>libro</strong> da cui è<br />

tratto - che al momento non ho ancora letto – più che parlare con degli intellettuali degli<br />

Stati Uniti, o molto probabilmente anche l’avesse visto non ha percepito quale sia la sua<br />

condizione in rapporto alla realtà che la so<strong>ci</strong>età in cui vive a prodotto su di lui. Molto<br />

probabilmente lo stesso staff psicologicamente funzionalista del pentagono, avrà visto in<br />

<strong>questo</strong> un punto di forza che acclara il controllo a cui si è giunti, sull’individuo<br />

Statunitense. Come del resto è ben rappresentato dal finale del film, dove la gravità di <strong>ci</strong>ò<br />

che accade, ed è accaduto ai protagonisti del film, viene tragicamente assorbita, da un<br />

mondo di gesti perfettamente funzionale allo scopo e al significato che gli oggetti<br />

determinano sulla percezione morale <strong>della</strong> vita. Un Dio fattosi, impersonale oggetto, che<br />

ripete la sua coazione a ripetere su ogni luogo, pensiero o azione dell’uomo mondo. Dietro<br />

ad una pis<strong>ci</strong>na c’è un’altra pis<strong>ci</strong>na, dietro ad un giardino, c’è un altro giardino, e non è più<br />

chiaro quale sia quello che viene prima o dopo l’altro, perché in ogni giardino c’è la stessa<br />

gente che prima o dopo, grazie agli stessi oggetti e in funzione di essi compie gli stessi<br />

gesti, senza che questi abbiamo un legame affettivo emotivo, percettivo, “di <strong>ci</strong>ò che sia<br />

re<strong>ci</strong>procamente bene o male, al di là degli oggetti.” E la canzone che una dei protagonisti<br />

canta nel finale, un idillio verso la vita la madre o chi, sembra una cacofonia mostruosa.<br />

Non è il primo film del genere degli Stati Uniti, <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> un paio di Film di guerra, di cui<br />

ora non ricordo il titolo. C’è quel film di Sidney Pollack, “Non si uc<strong>ci</strong>dono così anche i<br />

cavalli”, si può ricordare: America Oggi di Altman, o molto più in linea con quello di Rose<br />

Troche, anche se su un altro linguaggio, c’è Helzapopin – il cabaret dell’inferno, del 1942<br />

di Potter. Pressappoco in <strong>questo</strong> periodo il film inglese: “Autisti per l’<strong>In</strong>ferno” di cui ora<br />

non ricordo nessun altro dato. <strong>In</strong> Italia dopo la guerra c’è stata la “commedia”: Neone OK<br />

di Soldati. Ci <strong>sono</strong> altri film che ora non trovo utile <strong>ci</strong>tare. Anche se ricordo “Il trionfo<br />

<strong>della</strong> volontà” di Leni Riefenstaahl, ch’è <strong>ci</strong>nematografia sigfridiana. Cito anche il film di<br />

Elia Souleiman – 2002- sulla condizione palestinese, prodotto da Fran<strong>ci</strong>a, Germania e<br />

Marocco, Miglior regia al festival di Cannes 2002, “distribuito dalla Warner Bros”.<br />

<strong>In</strong>somma la cosa curiosa era che nel <strong>ci</strong>nema mentre guardavo il film, o prima o dopo, la<br />

situazione per certi versi era identica, solo non <strong>ci</strong>nematografica. E non parlo dei mobbing<br />

funzionalisti, di qualche puttana o delinquente, che <strong>sono</strong> meno rari di quel che si creda,


ma proprio <strong>della</strong> quotidianità. Del resto devo essere sincero, la consapevolezza<br />

dell’individuo, da almeno die<strong>ci</strong> anni è completamente assoggettata al funzionalismo, e per<br />

sua stessa conformazione, nel funzionalismo, essere consapevoli e non consapevoli,<br />

assoggettati in tale logica, inibisce i processi reali di comunicazione, in chi è assoggettato,<br />

verso chi non lo, inibendo anche la comunicazione tra chi non è assoggettato verso chi lo è.<br />

Rendendo quest’ultima altamente compromessa dall’introiezione del significato<br />

oggettuale, che la persona assoggettata ha come riferimento per il suo appagamento:<br />

virtualmente incons<strong>ci</strong>o, quanto virtualmente sovrastrutturato nella cos<strong>ci</strong>enza. <strong>In</strong> realtà se il<br />

processo dell’acquisizione di denaro rende gioco forza assoggettati esponenzialmente in<br />

tale sistema, <strong>ci</strong>ò ch’è ancora più determinante è “il qualsivoglia” perdita d’identità, anche<br />

in perdita di denaro che però trovi conformazione nella struttura “logica” del sistema<br />

medesimo, anche al di là di una chiarezza morale, in un “alterato moralismo”, già di per se<br />

come ovvio alterazione <strong>della</strong> morale <strong>della</strong> libera re<strong>ci</strong>pro<strong>ci</strong>tà. Dove la possibilità di merito è<br />

paritetica, quanto irrilevante come nell’acquisizione esponenziale del denaro, giacché è<br />

pur sempre compensativa <strong>della</strong> sicurezza “atteggiata” di tale sistema. Parafrasando mi<br />

viene quasi da dire che quasi tutte le donne che guardo <strong>sono</strong> puttane. Non parlo del<br />

mondo <strong>della</strong> prostituzione che per fatti miei ho conos<strong>ci</strong>uto, come ho conos<strong>ci</strong>uto e conosco<br />

quello delle puttane; e <strong>questo</strong> che non è altro che un eccesso di franchezza verso le donne,<br />

sembra escludere il mondo maschile forse solo per un riflesso funzionale, o meglio<br />

naturale che appare funzionale per il naturale dell’attuale condizione femminile, che non<br />

pone l’uomo al centro del riflesso stesso del mio interesse, in <strong>questo</strong> frangente spe<strong>ci</strong>fico del<br />

discorso. Ma che non da meno completa irrimediabilmente con l’uomo lo stato di fatto<br />

contingente. Se in effetti non vi è una naturale espressione del sentimento e <strong>della</strong><br />

comunicazione, che coniuga la sessualità <strong>della</strong> donna verso una espressione che pone il<br />

comunicare dall’interno verso l’esterno, vi è anche una modalità che abbassa così tanto il<br />

livello <strong>della</strong> femminilità <strong>della</strong> donna da porre la femminilità, la femminilità maschile, la<br />

mia femminilità, censurata nella comunicazione di me interno esterno, che da esterno va<br />

verso l’interno <strong>della</strong> donna e vi vive anche le possibilità <strong>della</strong> comunicazione fantastica nel<br />

processo dell’intimità dialogica”. Parafrasando ancora ed escogitando, è più sensato<br />

moralmente per me una donna che mi chiede il desiderio sessuale da dare, che una che<br />

immagina un processo moralistico di relazione, da cui è gioco forza inibita dalla mia<br />

possibilità di rendere la relazione esponenziale dell’esponezialità, unico modo per poter<br />

compensare - e parlo purtroppo solo di compensazione e non conoscenza e<br />

comparte<strong>ci</strong>pazione – che di fatto così determina la virtualizzazione del desiderio del<br />

maschile <strong>della</strong> donna, che rende la sua azione un desiderio di ricevere un esterno che sia il<br />

suo femminile che non conosce e di cui ha paura. E tutto <strong>questo</strong> è funzionale, o<br />

funzionalistico. E cosa ancora più incredibile è come un uomo che in sostanza è un<br />

preservativo pieno d’aria infilato in una vulva vuota d’aria, generi e procrei perfettamente:<br />

allo scopo. Ora se non si hanno queste credenziali è pressoché impossibile che ad una<br />

domanda chiara e spe<strong>ci</strong>fica, corrisponda qualcosa di analogo, e lo stesso per una<br />

re<strong>ci</strong>pro<strong>ci</strong>tà sensata del muoversi <strong>della</strong> vita, giacché tutto deve essere come deve apparire.<br />

Pertanto se per caso in un locale pubblico vi capita di dire e prendere un bicchiere e una<br />

bottiglia, dire che nello spostare il bicchiere, in corrispondenza <strong>della</strong> bottiglia si fa in modo<br />

che la bottiglia venga spostata e che su tale concetto un Goebbles ha elaborato un mondo<br />

comportamentale. Vi capiterà che uno incomin<strong>ci</strong>a a spostare, il bicchiere e la bottiglia, dirà<br />

magari ma che cazzo dice è matto, solo che continuerà a farlo, continuamente, solo per<br />

farlo e non si accorge che lo fa continuamente e non sa più a quello che sta pensando<br />

mentre lo fa, poi si accorge che con <strong>questo</strong> oltre lui c’è anche qualche altro che nota quello


che fa, e allora inizia a farlo a tale scopo, e in base a <strong>questo</strong> si incomin<strong>ci</strong>a a stabilire <strong>ci</strong>ò che<br />

sia buono o cattivo, e chi debba stabilirlo - nel frattempo magari crede che <strong>ci</strong>ò sia solo lui a<br />

saperlo, in effetti quello che lui asso<strong>ci</strong>a a <strong>questo</strong> lo sa lui e soprattutto la sensazione che gli<br />

dà, ma poi altri vivono e fanno la stessa cosa e quasi pensano alla stessa cosa, e allora<br />

incomin<strong>ci</strong>ano a parlare per sapere quello che l’altro pensa, poi per indurlo a pensare<br />

quello che vuole che l’altro pensa”, e allora il bicchiere sbatte contro la bottiglia si volta<br />

sempre più gente, e più gente sa cosa è bene e cosa è male, <strong>ci</strong>ò ch’è giusto e sbagliato una<br />

collettività onnipotente, che ha paura dei propri sentimenti e che così li droga, e che così<br />

sente la propria volontà e vuole così affermarla, perché ora è solo <strong>questo</strong> ch’è importante e<br />

“qualcuno o astratto” arriva a governare una nazione così e poi magari il mondo, ma<br />

quello che diceva che cazzo dice sta ancora a spostare il bicchiere e la bottiglia, perché<br />

vuole in <strong>questo</strong> modo sentire di essere più bravo, compete e compete, e quando vede<br />

quello che ha detto quella cosa la prima volta, non fa altro che spostare il bicchiere e la<br />

bottiglia, continuamente dinnanzi a lui, poi la sbatte perché lui non lo guarda, poi dice ad<br />

altri di fare la stessa cosa, e ancora e ancora, è diventato un perfetto schiavo, e quello che<br />

ha detto quella frase non può che ad un certo punto, che tiragli il bicchiere e la bottiglia, e<br />

magari dirgli ma che cazzo vuoi? Ed anche se il tiro degli oggetti è reale, ma parafrasato,<br />

l’altro pur di non perdere, gli altri pur di non “perdere” sposta prima la bottiglia e poi il<br />

bicchiere, e continua così, molesta e molestia, e allora quello che disse quel che aveva detto<br />

fa la stessa cosa un paio di volte per far capire che ha capito, ma lo stesso la cosa “non<br />

significa niente”, ma in un mondo siffatto che significa, significa, forse un bicchiere e una<br />

bottiglia, ma a che servono un bicchiere e una bottiglia, non è più importante, ormai c’è<br />

altro per il mondo. E allora all’uomo non resta da fare, che alzare il bicchiere e sentirsi Dio,<br />

anche se esso e vuoto e muore di sete, perché non sa più chiedere un bicchiere d’acqua, né<br />

offrirlo.<br />

[autore: <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>. Data 28-06-01 ore 09:30 – forum la Repubblica.it<br />

Siattol<br />

Le cose inutili certe volte sembrano quelle più importanti, il g8 è tra queste. Credere che in<br />

queste cene ad alto livello si de<strong>ci</strong>da qualcosa che già non sia stato de<strong>ci</strong>so è veramente da<br />

illusi. Tutto <strong>ci</strong>ò serve per creare nell’opinione pubblica una sorta di politica del consenso<br />

anche quanto si crede di dissentire. I processi economi<strong>ci</strong> <strong>sono</strong> avviati già da tempo ed<br />

hanno determinato la stessa classe politica che forma il g8. penso che sia inutile dire che<br />

tali processi economi<strong>ci</strong> <strong>sono</strong> basati sull’aumento del costo <strong>della</strong> vita, non solo nell’evidente<br />

disparità tra paesi poveri e non, <strong>questo</strong> è evidente, ma anche all’interno <strong>della</strong> struttura dei<br />

paesi ricchi” si sta realizzando un processo tale che determinerà una virtualizzazione dei<br />

processi economi<strong>ci</strong> dove “gruppi so<strong>ci</strong>ali sempre più estesi non determineranno più la<br />

ricchezza economica che continuerà a crescere all’interno dell’aumento del costo <strong>della</strong> vita,<br />

in gruppi sempre più ristretti che lo determineranno.<br />

Questa ingordigia <strong>ci</strong> porterà alla catastrofe, e non penso che i palliativi correttivi che<br />

vengono di volta in volta generati servano poi a molto. È inutile dire che la responsabilità<br />

sta anche in quelle nazioni che si <strong>sono</strong> las<strong>ci</strong>ate manipolare, forse schiac<strong>ci</strong>ate da un modello<br />

economico troppo rapido nella soluzione dei problemi, da sembrare l’unico possibile. Ma i<br />

problemi <strong>sono</strong> così urgenti che sembra inutile ripassare la storia recente per capirli….<br />

Comunque checche ne dicano quelli del popolo di Siattol loro <strong>sono</strong> gli stessi che mentre<br />

guardano un telequiz si soffermano sulle tette <strong>della</strong> conduttrice, ascoltano il parlato che


incede con rapida eloquenza e che sembra stia per dir<strong>ci</strong> sempre qualcosa d’importante, poi<br />

l’inquadratura va sulla concorrente e noi restiamo lì ad aspettare che torni l’immagine<br />

<strong>della</strong> conduttrice delle sue tette e <strong>ci</strong> riempia delle sue parole, via via così in un vortice<br />

sempre più intenso, rimaniamo lì ad aspettare mentre c’è lo spot pubbli<strong>ci</strong>tario e pensiamo<br />

alle sue tette, alle parole che sta per dir<strong>ci</strong>. Il popolo di Siattol è anch’esso un popolo di<br />

consumatori che fa numero e che il g8 già considera tale da tempo – e l’unica possibilità<br />

che ha è quella di orientare i consumi e non esserne orientata. Ma forse tutto <strong>ci</strong>ò non è<br />

altro che un modo diverso per dividersi la torta e averne un pezzo. Anche quegli scemi chi<br />

finiranno per fare a botte con altri come loro, solo in divisa, fanno parte dello stesso gioco<br />

e servono allo scopo. Auguro buona fortuna a quei <strong>ci</strong>ttadini di Genova che stanno vivendo<br />

non pochi disagi…. Tanto tutto passa.<br />

Furum G8 La Stampa.it data 24-7-2001<br />

Evitare al zizzania<br />

G8<br />

Come era ovvio nulla è accaduto, quelle forme strutturali che devono abbassare il costo<br />

<strong>della</strong> vita, l’utilizzo di quelle tecnologie con la relativa formazione che determinano<br />

<strong>questo</strong>, <strong>sono</strong> rimaste all’interno <strong>della</strong> logica del profitto. È più importante continuare a<br />

schiac<strong>ci</strong>are i paesi poveri sotto ipoteti<strong>ci</strong> elargizioni che ritornano nella nostra economia<br />

sotto forma di aumenti, magari di certi stipendi borsisti<strong>ci</strong> relativi, di certe categorie, per<br />

tenere il prezzo di utilizzo, dove chi ha denaro può determinare il profitto di un altro. Che<br />

abbassare i suddetti costi affinché anche chi ha meno denaro possa usufruire di tecnologie<br />

che nei paesi poveri <strong>sono</strong> vitali, ma <strong>ci</strong>ò comporterebbe che anche all’interno dell’oc<strong>ci</strong>dente<br />

i relativi poveri si troverebbero con benefi<strong>ci</strong> tali che potrebbero usufruire di un sistema<br />

maggiormente libero nel determinare le proprie scelte di vita e fuori da un accumulo<br />

esponenziale dei profitti.<br />

Credo che a Genova fosse diffi<strong>ci</strong>le parlare di <strong>questo</strong>, con chi parlarne con quei piccoli<br />

uomini seduti attorno ad un tavolo? Guardate Bush, siamo nella speranza che un<br />

pupazzetto da bigliardino in mano alle lobbi americane prenda consapevolezza di essere<br />

un uomo e agisca come tale. Questi di qua stanno aspettando che l’economia americana<br />

che se ne frega di tutto e di tutti, che si augura di esportare anche i suoi tornado<br />

meteorologi<strong>ci</strong> nel mondo, cresca di qualche punto affinché si muova un po’ di denaro,<br />

credo più a livello borsistico che altro, sostanzialmente. <strong>In</strong> <strong>questo</strong> clima di assenza reale di<br />

buon senso noi italiani <strong>ci</strong> siamo ritrovati a gestire un caos oramai di ordine planetario, in<br />

assenza dei reali strumenti <strong>della</strong> comunicazione, del livello di ascolto e del senso del<br />

perché.<br />

<strong>In</strong> anni recentissimi in un mondo che enfatizzava le contrapposizioni, dei giovani hanno<br />

confuso il colore di una squadra di cal<strong>ci</strong>o in qualcosa di ideologico… poi hanno iniziato a<br />

spararsi e poi hanno de<strong>ci</strong>so di attaccare lo stato e poi dentro lo stato non si sapeva chi e in<br />

che modo attaccasse lo stato, era la logica <strong>della</strong> zizzania che da vegetariano in definitiva<br />

come pianta rispetto. Negli scontri di piazza di Genova, in quel caos sembrava di rivedere<br />

tutto <strong>questo</strong>, questa spe<strong>ci</strong>e di tutti contro tutti ed anche quei ragazzi che per salutarti ti<br />

tirano un pomodoro in fac<strong>ci</strong>a solo perché non sanno come fare per poter stringerti la mano<br />

finiscono per sentire il nemico ovunque e in mezzo alla violenza non capiscono che il<br />

problema è solo di comunicazione. Che la comunicazione <strong>della</strong> violenza non ha niente a<br />

che fare con la comunicazione in ogni suo forma costruttiva. EVITARE LA ZIZZANIA


ogni forza costruttiva, veramente costruttiva del paese in <strong>questo</strong> momento eviti la zizzania<br />

al suo interno e fuori di essa: dalle forze dell’ordine ai manifestanti.<br />

Non globalizzatevi, l’utilizzo <strong>della</strong> logica dei movimenti di massa è una storia vecchia, la<br />

vera diversificazione sta nella libertà delle scelte che individualmente siamo in grado di<br />

fare verso noi stessi e gli altri, anche questa è una storia vecchia, ma la più diffi<strong>ci</strong>le e vera<br />

<strong>Patrizio</strong>.marozzi@libero.it<br />

[----- Original Message -----<br />

From: "Igor" <br />

Newsgroups: it.economia<br />

Sent: Friday, April 04, 2003 1:07 PM<br />

Subject: Il capitalismo sta morendo come il comunismo? [cerco pareri]<br />

Avete presente gli ultimi giorni dell'avventura sovietica?<br />

Era successo, 70 anni prima, che qualcuno avesse rifondato l'economia su alcune teorie.<br />

Queste teorie avevano anche la pretesa di essere s<strong>ci</strong>entifiche, e dunque<br />

si creo' in URSS tutta una classe accademica che le approfondi' riempiendole di astrusi<br />

tecni<strong>ci</strong>smi, fino a farne una dottrina complessa e autogiustificante. Il risultato era che non<br />

appena qualcuno osava mettere in dubbio tale teoria, spuntava qualche parruccone<br />

accademico a dirgli che lui pensava cosi' perche' ignorante.<br />

"Se non vedi che abbiamo ragione noi, o non sai o non capis<strong>ci</strong>".<br />

Come scrive lo stesso Gorbachev "noi discutevamo settimane e settimane su come far<br />

arrivare un minimo di dentifri<strong>ci</strong> nei negozi dello stato, e se solo osavamo dire che le cose<br />

stavano peggiorando, <strong>ci</strong> trovavamo i teori<strong>ci</strong> del comunismo a spiegar<strong>ci</strong> che non era vero, e<br />

che quei dati erano frutto di una qualche fenomenologia normale.<br />

Tiravano fuori la NEP e la cres<strong>ci</strong>ta del dopoguerra e spiegavano che <strong>ci</strong> aspettava un futuro<br />

radioso.<br />

Ogni volta che chiedevamo spiegazioni ricevevamo plichi incomprensibili di tecni<strong>ci</strong>smi<br />

accademi<strong>ci</strong>, ma la realta' rimaneva quella: non sapevamo come rifornire i negozi di<br />

dentifri<strong>ci</strong>o. E non erano certo questi studiosi a spiegar<strong>ci</strong> come."<br />

Questa situazione, indubbiamente estrema, e' abbastanza classica. Da un lato lo status quo<br />

si crea un mondo accademico che lo sostiene dal lato ideologico.Anche se le teorie <strong>sono</strong><br />

errate.<br />

Dall'altro chi deve fare i conti con la realta' si rende sempre piu' conto di come quelle<br />

teorie siano scorrette, e non portino proprio a niente. Ma non puo' dirlo per non essere<br />

tac<strong>ci</strong>ato di "errore".<br />

Solo che l'ortodossia accademica e' finanziata proprio dalla classe di ricchi soloni che<br />

sostiene, ed e' pagata per teorizzare una giustificazione per il sistema di cose in vigore.<br />

Cosi', chiunque osi dire "ma e' sbagliato, qui tutto va a rotoli", viene sistematicamente


zittito dalle cariche piu' autorevoli del mondo accademico: "ignorante, ignorante, sei solo<br />

un'ignorante".<br />

E potete anche fare a meno di provar<strong>ci</strong>: questi signori lavorano a tempo pieno alla<br />

creazione di un'incomprensibile sistema di tecni<strong>ci</strong>smi incomprensibili, tale che una<br />

discussione con loro finisce sempre allo<br />

stesso modo. <strong>In</strong> qualche modo, esiste un "inviluppo stocastico" che non avete considerato,<br />

per non parlare <strong>della</strong> "pilocatabasi", o dell' "avunculogratulazione meccanica". E non<br />

insistete, perche' potrebbero anche<br />

diventare maneschi e perseguirvi... siete dei provocatori, ecco cosa siete.<br />

Forse <strong>ci</strong> sembrano cose del passato, o di regimi lontani e desueti. E in generale, <strong>ci</strong> sembra<br />

tipico di quei regimi che sostengono una teoria errata: creano una classe accademica che li<br />

giustifichi.<br />

E quanto piu' la teoria e' errata, quanto piu' tale classe sara' resa autorevole. Piu' il Re e'<br />

nudo, piu' i giornali scriveranno bene del suo vestito.<br />

Ma <strong>questo</strong>, pensiamo, non puo' accadere a noi.<br />

<strong>In</strong>vece sta accadendo anche a noi.<br />

Ad un certo punto <strong>della</strong> storia del capitalismo, si e' creata una classe di economisti fine a<br />

se' stessa. Si e' creata una finanza speculativa, che produce valore senza produrre<br />

alcunche' di utile.<br />

L'economia funziona cosi': qualcuno produce beni, e poi li vende. Migliori <strong>sono</strong> i beni, e<br />

minore e' il prezzo, e piu' ne vende. Sul mondo <strong>della</strong> produzione si sviluppano certe<br />

quantita' di servizi, anche finanziari, che <strong>sono</strong> un'effetto secondario del mondo <strong>della</strong><br />

produzione.<br />

Come si dice oggi, i servizi <strong>sono</strong> "un'effetto collaterale" <strong>della</strong> produzione.<br />

Il problema di questi economisti moderni e' che non sanno come produrre. Non sanno<br />

come si produce. Pretendere che quei signori distinguano un divano da<br />

un metro cubo di cemento e' semplicemente ridicolo. E' prodotto, e basta, lo si mette in<br />

una scatola colorata e si vende, punto. Perche' mai divremmo occupar<strong>ci</strong> di cose assurde<br />

come sapere che cosa <strong>ci</strong> sia dentro la scatolina?<br />

Questa e' la loro forma mentis. Sanno solo gestire <strong>ci</strong>o' che e' fatto da altri, perche' <strong>sono</strong> fatti<br />

per esistere nel mondo dei servizi, in quell' "effetto collaterale" che esiste senza che siano<br />

loro stessi a generarlo. E <strong>questo</strong> e' normale, perche' loro non <strong>sono</strong> il mondo <strong>della</strong><br />

produzione. Ma ....<br />

....ma ultimamente <strong>sono</strong> arricchiti. E nel delirio di onnipotenza di una persona dalle mani<br />

badiliformi per ragioni genetiche ed asceso al gotha <strong>della</strong> finanza (ho usato un'espressione<br />

gentile per indicare il figlio di<br />

contadini arricchiti che si laurea) , si <strong>sono</strong> illusi di poter fare a meno di tutti. E' il primo<br />

passo <strong>della</strong> tamarraggine da ricchezza improvvisa: "io non ho bisogno di nessuno".<br />

Figuriamo<strong>ci</strong> se io per vivere ho bisogno del tuo sporco lavoro, tze'! Ma io <strong>sono</strong> DOTTORE,<br />

sa? Come si permette?


Ultimamente, queste persone <strong>sono</strong> cosi' arricchite di presunzione da arrivare a teorizzare<br />

un sistema di servizi a pres<strong>ci</strong>ndere dalla produzione. <strong>In</strong> effetti, la produzione e' sporca, e'<br />

costosa, e spe<strong>ci</strong>almente bisogna capir<strong>ci</strong> qualcosa. Mentre l'economista non sa distinguere<br />

una lavatrice da un'automobile, ma sia chiaro che sa dirvi molto bene cosa fare dei soldi<br />

che esse costano.<br />

Detto come va detto, per produrre veramente beni occorrono due sacrosanti coglioni tra le<br />

gambe. Per fare il banchiere potete anche las<strong>ci</strong>arli a casa.... ma <strong>questo</strong> a loro non si dice.<br />

Volete che una classe di imbe<strong>ci</strong>lli che non sanno come si produce un chiodo percepisca la<br />

propria inferiorita', forse? Guardateli bene con mentalita' medica: il loro scheletro e' ancora<br />

ampio, le loro mani ancora quadrate: non suffi<strong>ci</strong>ente numero di generazioni ha ancora<br />

san<strong>ci</strong>to la scomparsa di un patrimonio genetico di contadini. Dita deformate da<br />

generazioni di badile armeggiano sui computer delle finanziarie e ancora <strong>ci</strong> vorranno<br />

generazioni perche' alle loro donne calino quei robusti fianchi da massaia contadina...<br />

ma loro capiscono di niu economi. Ma essi <strong>sono</strong> dottori. Non piu' ragionieri, sia chiaro.<br />

Sono dottori oggi, capito? Lei non sa chi <strong>sono</strong> io, yes! Wow.<br />

Cosi', questa classe ipertrofica si e' illusa negli ultimi anni di poter vivere senza<br />

produzione.<br />

Hanno appoggiato piu' o meno apertamente la delocalizzazione dell'industria produttiva<br />

nel terzo mondo, dicendo "ecco, noi vivremo di finanza e servizi". Dimenticando che<br />

finanza e servizi <strong>sono</strong> solo un'effetto<br />

collaterale <strong>della</strong> produzione. Ma le loro teorie dicono il contrario: del resto nel periodo di<br />

Neanderthal era pieno di consulenti finanziari, no?<br />

Arrivava un tizio con la valigia di pietra e la cravatta di pelle d'orso davanti alla caverna e<br />

chiedeva "signora ungabongo, ecco una soluzione geniale per investire le sue conchiglie".<br />

La catastrofe e' sotto i nostri occhi. Le cose vanno male. L'economia cresce dello ZERO<br />

virgola qualcosa, ovvero zero.<br />

Con i mezzi di rilevamento attuali, a campione, "zero virgola qualcosa" e' sotto il margine<br />

di errore.<br />

<strong>In</strong> altre parole, non cresce affatto: non esistono i mezzi statisti<strong>ci</strong> per misurare il pil con una<br />

pre<strong>ci</strong>sione del de<strong>ci</strong>mo. Forse in una tribu' di poche anime esistono, ma in sistemi piu'<br />

complessi non esistono gli strumenti<br />

MATEMATICI per compiere rilevamenti simili.<br />

Se vi dicono che qualcosa e' "zero virgola tot", potete anche dire "zero": il resto e'<br />

semplicemente "errore di misura al lavoro".<br />

Le nostre economie <strong>sono</strong> ferme. <strong>In</strong> crisi. I ceti piu' deboli fanno sempre piu' fatica a vivere,<br />

ricorrendo ad espedienti che sempre di piu' sfuggono ai meccanismi di rilevamento. Il<br />

valore aggiunto viene regolarmente<br />

contraffatto, (pretendere di misurare la cres<strong>ci</strong>ta del PIL dopo aver introdotto il "valore<br />

aggiunto" si commenta da se', btw) <strong>In</strong> italia il "sommerso" arriva a de<strong>ci</strong>ne di punti<br />

percentuali sul PIL, e loro pretendono di misurare la cres<strong>ci</strong>ta del PIL con una pre<strong>ci</strong>sione<br />

del de<strong>ci</strong>mo di punto.


RI-DI-CO-LO.<br />

Nell'ultimo anno, le famiglie hanno bru<strong>ci</strong>ato il 50% del risparmio bancario.<br />

Il che significa che c'e' un'altro anno di <strong>ci</strong>c<strong>ci</strong>a. E poi si arriva all'osso.<br />

E dopo?<br />

Detto come va detto, siamo piu' o meno nella situazione tardo sovietica: lentamente, ma<br />

costantemmente, l'economia crolla. Piu' che crollare, sembra piu' "corrodersi" perche' il<br />

calo e' lento, molto lento.<br />

Ma esiste.<br />

E <strong>questo</strong> perche' gli ultimi 20 anni di teorie economiche <strong>sono</strong> un'ammasso di cataclismiche<br />

stronzate.<br />

Si tratta di teorie basate su dati falsi, come l' "inflazione stimata", o come la "produzione<br />

industriale", si tratta di convenzioni di origine legislativa, di migliaia di altri fattori che<br />

formano un'instricabile sistema caotico.<br />

Come in unione sovietica, <strong>questo</strong> non si puo' dire. Se proviamo a dire che mancano<br />

dentifri<strong>ci</strong>, autorevoli studiosi <strong>ci</strong> spiegheranno come la produzione di dentifri<strong>ci</strong> sia<br />

cres<strong>ci</strong>uta nell'ultimo anno del 0.4%. Proviamo a dire che le femiglie medie <strong>sono</strong> senza<br />

liquidi, e autorevoli studiosi <strong>ci</strong> spiegheranno come il risparmio sia addirittura aumentato<br />

del 0.27%. Cifre che nel mondo <strong>della</strong> statistica non <strong>sono</strong> <strong>ci</strong>fre.<br />

Esattamente come nell'epoca sovietica: il governo si riuniva per saccheggiare le riserve<br />

militari di dentifri<strong>ci</strong>o per riempire i negozi, e sui giornali si pubblicava un bellissimo<br />

articolo di come l'abbondanza di dentifri<strong>ci</strong>o di quest'anno fosse dovuta ad una nuova<br />

produttivita', frutto meraviglioso del sistema sovietico.<br />

Il fatto e' <strong>questo</strong>: il Marxismo era una cavolata, ma almeno tendeva al criti<strong>ci</strong>smo. Questa<br />

buffonata che <strong>ci</strong> spac<strong>ci</strong>ano per economia moderna, ha perso ogni freno e non ha neppure<br />

quello. Continuano a dir<strong>ci</strong> ( e non e' solo<br />

<strong>questo</strong> governo, anche quello precedente di sinistra lo ha fatto) che le cose vadano bene,<br />

benissimo, sempre meglio, quando l'evidenza di tutti noi e' che vadano sempre peggio.<br />

Ormai il 50% delle pubbli<strong>ci</strong>ta' <strong>ci</strong> spiega come investire i nostri soldi, e solo il rimanente e'<br />

relativo a beni da comprare. Finanziarie e banche e assicurazioni creano un nuovo<br />

"prodotto finanziario" al mese, mentre l'industria e' a corto di soldi e non fa quasi piu'<br />

ricerca. E <strong>questo</strong> e'<br />

perche l'economia sta venendo condotta sulla base di teorie SBAGLIATE.<br />

E' successo piu' o meno <strong>questo</strong>. Tutto e' iniziato quando l'economia era semplicemente<br />

fondata sulla produzione. Improvvisamente si <strong>sono</strong> resi conto che <strong>molti</strong> dei paesi<br />

emergenti avrebbero potuto produrre le stesse cose a<br />

costi inferiori, per via dei minori costi di produzione. Certo, si sarebbe potuto alzare il<br />

reddito procapite dei lavoratori dei paesi emergenti, in modo da parificare le spese di<br />

produzione, ma <strong>questo</strong> avrebbe sollevato anche il loro stile di vita, e l'ecosistema del<br />

pianeta non puo' supportare altri 2 miliardi di persone che vivono come noi.Figuriamo<strong>ci</strong><br />

altri 5.


Per cui , si <strong>sono</strong> costruiti una teoria risolutiva: i paesi emergenti rimarranno emergenti in<br />

eterno (ma dove? avete chiesto loro un parere?) e si occuperanno di produrre. Noi invece<br />

faremo finanza, gestiremo i loro soldi. Fac<strong>ci</strong>o presente che nessuno obbliga l'industriale<br />

indiano o <strong>ci</strong>nese ad investire alla borsa di milano. Tra qualche anno potranno crearsi le<br />

loro, di borse. <strong>In</strong> ogni caso, si <strong>sono</strong> costruiti questa bella teoria tranquillizzante: nessun<br />

problema se loro producono a basso costo, tanto<br />

noi faremo solo servizi. Non si <strong>sono</strong> nemmeno chiesti se per caso non avrebbe potuto<br />

nascere un settore servizi all'estero. Scherziamo, quelle s<strong>ci</strong>mmie li'? E questa teoria e'<br />

sostenuta ISTERICAMENTE.<br />

Istericamente perche' e' l'ultima speranza di una nave che affonda. Capiamo<strong>ci</strong>, i paesi<br />

emergenti produrranno beni a prezzi inferiori ai nostri e quando avranno bisogno di<br />

servizi si svilupperanno i LORO, a costi altrettanto inferiori! Ma cercate di capirli: il<br />

mondo <strong>della</strong> produzione e' in crisi: concorrenza spietata dai paesi emergenti. Alzare il<br />

reddito procapite di quei paesi ai nostri livelli per pareggiare i costi di produzione e'<br />

impossibile perche' l'ecosistema non regge miliardi di persone con uno stile di vita elevato.<br />

Per di piu' di cambiare lo stile di vita non<br />

se ne parla nemmeno. Dunque, questi signori si attaccano alla pietosa panzana <strong>della</strong><br />

"services based economy", o se preferite <strong>della</strong> "new economy".<br />

E lo fanno per paura: e' evidente come un <strong>ci</strong>clo sia finito, ed e' evidente come adesso la<br />

direzione da prendere sia la compatibilta' ambientale, e l'equa distribuzione <strong>della</strong><br />

ricchezza. Non c'e' scelta.<br />

Ma <strong>questo</strong> fa loro paura. Quando si parla di equa distribuzione se la fanno sotto. Quando<br />

si parla di compatibilta' abientale se la fanno sotto.Temono<br />

questa svolta, che pure sara' necessaria a breve. E nell'isteria , per rispondere ai detrattori,<br />

si <strong>sono</strong> inventati un'economia fittizia, l'economia basata sui servizi, la new economy. Una<br />

balla. Una puttanata peggiore del marxismo. Qualcosa cui si attaccano istericamente per<br />

nascondere il fatto che le cose non pos<strong>sono</strong> procedere cosi' a lungo.<br />

Per nascondere il fatto che la loro fine sia vi<strong>ci</strong>na.<br />

Dobbiamo produrre tutti, consumare tutti, e fare entrambe le cose in maniera sostenibile<br />

ed equa. Non c'e' scelta. E loro non lo accettano. Per un semplice motivo: non sanno<br />

produrre, e in una economia basata sulla<br />

produzione, loro <strong>sono</strong> inutili in numero alto come quello odierno. Ci zono aziende che<br />

hanno piu' responsabili marketing che responsabili produzione. Non ne servono cosi'<br />

tanti. Per cui dovete capirli, tenteranno di sostenere questa panzana dell'economia basata<br />

sui servizi fino alla morte. Ne va del loro lavoro.<br />

Come il Marxismo, la "services based economy" e' una cazzata e non puo' funzionare.<br />

Senza produzione non c'e' economia, punto. Ma <strong>questo</strong> non si puo' dire: come nel periodo<br />

sovietico, una classe di autorevoli parrucconi vi<br />

dira' che siete ignoranti. Ovviamente, la stessa classe di parrucconi non ha alcun<br />

RIMEDIO , ma sia chiaro, loro <strong>sono</strong> dei teori<strong>ci</strong> e non si sporcano certo le mani. Sanno tutto,<br />

ma non sanno fare niente. Fate<strong>ci</strong> caso: loro di economia sanno tutto, sanno spiegare tutto,<br />

tranne come far andar meglio le cose. Quello no. Se fossero medi<strong>ci</strong>, sarebbero patologi:


grandi conoscenze del corpo, peccato che arrivano sempre a posteriori. Meravigliose<br />

autopsie ,<br />

ma nessuna cura.<br />

Essi sanno dirvi, DOPO, cosa sia successo. Vi sanno dire anche "durante" cosa stia<br />

succedendo. Ma la loro "s<strong>ci</strong>enza" non sa fare previsioni. La loro s<strong>ci</strong>enza sa riconoscere i<br />

problemi ma non risolverli. Loro vi sapranno dire tutto sulla nostra economia, tranne<br />

come risollevarla. E' classico delle classi accademiche prodotte da teorie SBAGLIATE.<br />

Quando una classe accademica e' frutto di una toeria s<strong>ci</strong>entifica predittiva, vi sa dire<br />

PRIMA cosa succedera', e quando succede qualcosa di male vi sa dire come us<strong>ci</strong>rne.<br />

Loro no. La loro teorie <strong>sono</strong> sbagliate, e cosi' non solo non vi sanno avvisare dei disastri,<br />

ma non sanno neanche cosa far<strong>ci</strong>. E' una pseudos<strong>ci</strong>enza, la loro. Come i cerusi<strong>ci</strong> del 1600,<br />

essi vi sanno spiegare come le stelle abbiano mandato la peste, ma non sanno dirvi ne'<br />

come curarla, ne' vi hanno saputo avvisare in anti<strong>ci</strong>po del suo arrivo.<br />

<strong>In</strong>tanto, l'ecomomia affonda lentamente. I dati col segno meno ammontano sempre a<br />

diversi punti percentuali, mentre quelli col segno piu' <strong>sono</strong> sempre "zero virgola<br />

qualcosa", ovvero zero. Ma le cose vanno bene e "tecnicamente" non si puo' parlare di<br />

recessione....<br />

Ma prima o poi, il dentifri<strong>ci</strong>o verra' a mancare, per usare la metafora sovietica.<br />

Cosa diranno, allora, questi economisti? Oh, e' storia gia' vista:<br />

..."si fece appresso alla muraglia delle case, che è subito dopo voltato il cantone, e che a<br />

luogo a luogo, tiraua con le mani dietro al muro. All'hora, soggiunge, mi viene in pensiero<br />

se a caso fosse un poco uno di quelli che, a' giorni passati, andauano ongendo le muraglie<br />

;et viddi, che teneua toccato la detta muraglia con le mani"<br />

Ecco, queste saranno le prossime ragioni usate come giustificazione dagli economisti<br />

moderni per giustificare i loro fallimenti: qualcuno va ungendo le borse internazionali,<br />

ovvero "e' colpa <strong>della</strong> Enron".<br />

Dalli all'untore...<br />

tratto da<br />

http://wolfstep.splinder.it/<br />

lunedì, marzo 31, 2003<br />

Storia <strong>della</strong> Nuova colonna infame.....Scritto da Levoivoddin]<br />

Nella giornata di ieri il presidente Bush, è andato alla boeing, per annun<strong>ci</strong>are che la spesa<br />

militare è nel piano per le “sue rielezione alla casa bianca, e che <strong>ci</strong> saranno ancora profitti<br />

per l’azienda e per il paese, con sullo sfondo l’immagine di aeri da guerra e l’euforia degli<br />

ascoltatori, per la vittoria <strong>della</strong> guerra. È evidente che oltre che follia, mi sembra un<br />

“istigazione folle alla guerra”. Ancor di più, per rilan<strong>ci</strong>are l’economia degli Stati Uniti,<br />

dove l’assistenza sanitaria non è per tutti quelli che ne hanno bisogno, sembra si de<strong>ci</strong>da di<br />

tagliare ancora di più le tasse a vantaggio sperequativo di chi ha il possesso del denaro.<br />

Mentre in Irak in 27 giorni, si <strong>sono</strong> generati danni economi<strong>ci</strong> per venti anni. Se volessi<br />

<strong>ci</strong>tare la totalità dei morti e dei feriti di questa guerra, facendolo come non può essere<br />

altrimenti, - la casa bianca e il pentagono - si rileverebbe una differenza sostanziale tra la


l’unità di misura delle migliaia e quella delle centinaia. Va per tutta la guerra le parole del<br />

bambino Alì, rimasto senza brac<strong>ci</strong>a, ustionato, che in un bombardamento ha perso tutta la<br />

famiglia, la madre in<strong>ci</strong>nta e gli zii, operato ieri nel Kuwait, quando dice senza una lagrima,<br />

“che il suo dolore non potrebbe sopportarlo neanche una montagna, come farà a<br />

sopportare tutto <strong>questo</strong> dolore.” Mentre ieri La Russa di AN con una enorme bandiera<br />

italiana, lunga alcune centinaia di metri, a riempire la strada, è andato all’altare <strong>della</strong><br />

patria, e ha inneggiare, il fatto, che ora è finito il tempo dei pa<strong>ci</strong>fisti, ora c’è quello vero dei<br />

pa<strong>ci</strong>ficatori. E di controcanto il presidente del Consiglio Berlusconi, nella riunione<br />

europea, dopo aver <strong>ci</strong>tato i padri fondatori dell’Europa, impropriamente al sua riguardo,<br />

dichiarava ai giornalisti, in questa retorica dei due giorni, tanto credono gli sia bastato, per<br />

trasformare una speculazione politica economica, in qualcosa che abbia solo a che fare con<br />

l’aiuto umanitario all’Irak, fregiandosi in tal senso, che il solo merito di <strong>questo</strong> è <strong>della</strong><br />

maggioranza di governo, più che dei <strong>ci</strong>ttadini italiani, che dissentono dalla guerra. E per<br />

finire, all’allegra compagnia, si <strong>sono</strong> aggiunti il vice presidente <strong>della</strong> repubblica Fini,<br />

segretario di AN, che insieme al leghista Castelli Ministro di grazia e giustizia,<br />

infischiandosene delle condizioni dei detenuti, nelle sovraffollate carceri italiane, dopo che<br />

Casini ha portato il papa in parlamento italiano per la prima volta. Ieri il Fini ha<br />

riproposto, una vecchia logica del suo partito, per eliminare la tossico dipendenza,<br />

eliminiamo i drogati, ed ha riproposto la vecchia condizione italiana, che sostanzialmente<br />

dice di metterli tutti in galera. Questa parvenza di forza e giustizia apparente, serve per<br />

compensare e dare l’illusione che lo stato controlla e non si sa quanto protegga e che il<br />

<strong>ci</strong>ttadino è sicuro, perché il nemico è eliminato. Ma questa compensazione moralistica non<br />

<strong>ci</strong> dice dove sta la causa che lo crea. Né la rimuove, se mi fa male un brac<strong>ci</strong>o, per una<br />

escoriazione, non mettiamo<strong>ci</strong> un cerotto, meglio prevenire e tagliare il brac<strong>ci</strong>o, tanto poi<br />

paradossalmente <strong>ci</strong> sarà qualcuno che con <strong>questo</strong> <strong>ci</strong> guadagnerà.<br />

VISITA AL PARLAMENTO ITALIANO IN SEDUTA PUBBLICA COMUNE<br />

(PALAZZO MONTECITORIO)<br />

DISCORSO DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II<br />

Giovedì, 14 novembre 2002<br />

Signor Presidente <strong>della</strong> Repubblica Italiana,<br />

Onorevoli Presidenti <strong>della</strong> Camera dei Deputati e del Senato,<br />

Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,<br />

Onorevoli Deputati e Senatori!<br />

1. Mi sento profondamente onorato per la solenne accoglienza che mi viene oggi tributata<br />

in questa sede prestigiosa, nella quale l'intero popolo italiano è da voi degnamente<br />

rappresentato. A tutti ed a <strong>ci</strong>ascuno rivolgo il mio saluto deferente e cordiale, ben<br />

consapevole del forte significato <strong>della</strong> presenza del Successore di Pietro nel Parlamento<br />

Italiano.<br />

Ringrazio il Signor Presidente <strong>della</strong> Camera dei Deputati ed il Signor Presidente del<br />

Senato <strong>della</strong> Repubblica per le nobili parole con cui hanno interpretato i comuni<br />

sentimenti, dando voce anche ai milioni di <strong>ci</strong>ttadini del cui affetto ho quotidiane<br />

attestazioni nelle molte occasioni in cui mi è dato di incontrarli. E' un affetto che mi ha<br />

accompagnato sempre, fin dai primi mesi <strong>della</strong> mia elezione alla sede di Pietro. Per esso<br />

voglio esprimere a tutti gli italiani, anche in questa <strong>ci</strong>rcostanza, la mia viva gratitudine.<br />

Già negli anni degli studi a Roma e poi nelle periodiche visite che facevo in Italia come<br />

Vescovo, spe<strong>ci</strong>almente durante il Con<strong>ci</strong>lio Ecumenico Vaticano II, è venuta crescendo nel


mio animo l'ammirazione per un Paese in cui l'annun<strong>ci</strong>o evangelico, qui giunto fin dai<br />

tempi apostoli<strong>ci</strong>, ha sus<strong>ci</strong>tato una <strong>ci</strong>viltà ricca di valori universali ed una fioritura di<br />

mirabili opere d'arte, nelle quali i misteri <strong>della</strong> fede hanno trovato espressione in immagini<br />

di bellezza incomparabile. Quante volte ho toccato, per così dire, con mano le tracce<br />

gloriose che la religione cristiana ha impresso nel costume e nella cultura del popolo<br />

italiano, concretandosi anche in tante figure di Santi e di Sante il cui carisma ha eser<strong>ci</strong>tato<br />

un influsso straordinario sulle popolazioni d'Europa e del mondo. Basti pensare a San<br />

Francesco d'Assisi ed a Santa Caterina da Siena, Patroni d'Italia.<br />

2. Davvero profondo è il legame esistente fra la Santa Sede e l'Italia! Ben sappiamo che<br />

esso è passato attraverso fasi e vicende tra loro assai diverse, non sfuggendo alle<br />

vi<strong>ci</strong>ssitudini e alle contraddizioni <strong>della</strong> storia. Ma dobbiamo al tempo stesso riconoscere<br />

che, proprio nel susseguirsi a volte tumultuoso degli <strong>eventi</strong>, esso ha sus<strong>ci</strong>tato impulsi<br />

altamente positivi sia per la Chiesa di Roma, e quindi per la Chiesa Cattolica, sia per la<br />

diletta Nazione italiana.<br />

A quest'opera di avvi<strong>ci</strong>namento e di collaborazione, nel rispetto <strong>della</strong> re<strong>ci</strong>proca<br />

indipendenza e autonomia, hanno molto contribuito i grandi Papi che l'Italia ha dato alla<br />

Chiesa ed al mondo nel secolo scorso: basti pensare a Pio XI, il Papa <strong>della</strong> Con<strong>ci</strong>liazione,<br />

ed a Pio XII, il Papa <strong>della</strong> salvezza di Roma, e, più vi<strong>ci</strong>ni a noi, ai Papi Giovanni XXIII e<br />

Paolo VI, dei quali io stesso, come Giovanni Paolo I, ho voluto assumere il nome.<br />

3. Tentando di gettare uno sguardo sintetico sulla storia dei secoli trascorsi, potremmo dire<br />

che l'identità so<strong>ci</strong>ale e culturale dell'Italia e la missione di <strong>ci</strong>viltà che essa ha adempiuto ed<br />

adempie in Europa e nel mondo ben diffi<strong>ci</strong>lmente si potrebbero comprendere al di fuori di<br />

quella linfa vitale che è costituita dal cristianesimo.<br />

Mi sia pertanto consentito di invitare rispettosamente voi, eletti Rappresentanti di questa<br />

Nazione, e con voi tutto il popolo italiano, a nutrire una convinta e meditata fidu<strong>ci</strong>a nel<br />

patrimonio di virtù e di valori trasmesso dagli avi. E' sulla base di una simile fidu<strong>ci</strong>a che si<br />

pos<strong>sono</strong> affrontare con lu<strong>ci</strong>dità i problemi, pur complessi e diffi<strong>ci</strong>li, del momento presente,<br />

e spingere anzi audacemente lo sguardo verso il futuro, interrogandosi sul contributo che<br />

l'Italia può dare agli sviluppi <strong>della</strong> <strong>ci</strong>viltà umana.<br />

Alla luce <strong>della</strong> straordinaria esperienza giuridica maturata nel corso dei secoli a partire<br />

dalla Roma pagana, come non sentire l'impegno, ad esempio, di continuare ad offrire al<br />

mondo il fondamentale messaggio secondo cui, al centro di ogni giusto ordine <strong>ci</strong>vile, deve<br />

esservi il rispetto per l'uomo, per la sua dignità e per i suoi inalienabili diritti? A ragione<br />

già l'antico adagio sentenziava: Hominum causa omne ius constitutum est. E' impli<strong>ci</strong>ta, in<br />

tale affermazione, la convinzione che esista una "verità sull'uomo", che si impone al di là<br />

delle barriere di lingue e culture diverse.<br />

<strong>In</strong> questa prospettiva, parlando davanti all'Assemblea delle Nazioni Unite nel<br />

50°anniversario di fondazione, ho ricordato che vi <strong>sono</strong> diritti umani universali, radicati<br />

nella natura <strong>della</strong> persona, nei quali si rispecchiano le esigenze oggettive di una legge<br />

morale universale. Ed aggiungevo: "Ben lungi dall'essere affermazioni astratte, questi<br />

diritti <strong>ci</strong> dicono anzi qualcosa di importante riguardo alla vita concreta di ogni uomo e di<br />

ogni gruppo so<strong>ci</strong>ale. Ci ricordano che non viviamo in un mondo irrazionale o privo di<br />

senso, ma che, al contrario, vi è una logica morale che illumina l'esistenza umana e rende<br />

possibile il dialogo tra gli uomini e tra i popoli" (<strong>In</strong>segnamenti di Giovanni Paolo II, vol.<br />

XVIII/2, 1995, p. 732).<br />

4. Seguendo con attenzione amica il cammino di questa grande Nazione, <strong>sono</strong> indotto<br />

inoltre a ritenere che, per meglio esprimere le sue doti caratteristiche, essa abbia bisogno<br />

di incrementare la sua solidarietà e coesione interna. Per le ricchezze <strong>della</strong> sua lunga


storia, come per la moltepli<strong>ci</strong>tà e viva<strong>ci</strong>tà delle presenze e iniziative so<strong>ci</strong>ali, culturali ed<br />

economiche che variamente configurano le sue genti e il suo territorio, la realtà dell'Italia è<br />

certamente assai complessa e sarebbe impoverita e mortificata da forzate uniformità.<br />

La via che consente di mantenere e valorizzare le differenze, senza che queste diventino<br />

motivi di contrapposizione ed ostacoli al comune progresso, è quella di una sincera e leale<br />

solidarietà. Essa ha profonde radi<strong>ci</strong> nell'animo e nei costumi del popolo italiano e<br />

attualmente si esprime, tra l'altro, in numerose e benemerite forme di volontariato. Ma di<br />

essa si avverte il bisogno anche nei rapporti tra le moltepli<strong>ci</strong> componenti so<strong>ci</strong>ali <strong>della</strong><br />

popolazione e le diverse aree geografiche in cui essa è distribuita.<br />

Voi stessi, come responsabili politi<strong>ci</strong> e rappresentanti delle Istituzioni, potete dare su<br />

<strong>questo</strong> terreno un esempio particolarmente importante ed efficace, tanto più significativo<br />

quanto più la dialettica dei rapporti politi<strong>ci</strong> spinge invece ad evidenziare i contrasti. La<br />

vostra attività, infatti, si qualifica in tutta la sua nobiltà nella misura in cui si rivela mossa<br />

da un autentico spirito di servizio ai <strong>ci</strong>ttadini.<br />

5. De<strong>ci</strong>siva è, in questa prospettiva, la presenza nell'animo di <strong>ci</strong>ascuno di una viva<br />

sensibilità per il bene comune. L'insegnamento del Con<strong>ci</strong>lio Vaticano II in materia è molto<br />

chiaro: "La comunità politica esiste (...) in funzione di quel bene comune nel quale essa<br />

trova significato e piena giustificazione e dal quale ricava il suo ordinamento giuridico,<br />

originario e proprio" (Gaudium et spes, 74).<br />

Le sfide che stanno davanti ad uno Stato democratico esigono da tutti gli uomini e le<br />

donne di buona volontà, indipendentemente dall'opzione politica di <strong>ci</strong>ascuno, una<br />

cooperazione solidale e generosa all'edificazione del bene comune <strong>della</strong> Nazione. Tale<br />

cooperazione, peraltro, non può pres<strong>ci</strong>ndere dal riferimento ai fondamentali valori eti<strong>ci</strong><br />

iscritti nella natura stessa dell'essere umano. Al riguardo, nella Lettera en<strong>ci</strong>clica Veritatis<br />

splendor mettevo in guardia dal "rischio dell'alleanza fra democrazia e relativismo etico,<br />

che toglie alla convivenza <strong>ci</strong>vile ogni sicuro punto di riferimento morale e la priva, più<br />

radicalmente, del riconos<strong>ci</strong>mento <strong>della</strong> verità" (n. 101). <strong>In</strong>fatti, se non esiste nessuna verità<br />

ultima che guidi e orienti l'azione politica, annotavo in un'altra Lettera en<strong>ci</strong>clica, la<br />

Centesimus annus, "le idee e le convinzioni pos<strong>sono</strong> essere fa<strong>ci</strong>lmente strumentalizzate per<br />

fini di potere. Una democrazia senza valori si converte fa<strong>ci</strong>lmente in un totalitarismo<br />

aperto oppure subdolo, come dimostra la storia" (n. 46).<br />

6. Non posso sottacere, in una così solenne <strong>ci</strong>rcostanza, un'altra grave minac<strong>ci</strong>a che pesa<br />

sul futuro di <strong>questo</strong> Paese, condizionando già oggi la sua vita e le sue possibilità di<br />

sviluppo. Mi riferisco alla crisi delle nas<strong>ci</strong>te, al declino demografico e all'invecchiamento<br />

<strong>della</strong> popolazione. La cruda evidenza delle <strong>ci</strong>fre costringe a prendere atto dei problemi<br />

umani, so<strong>ci</strong>ali ed economi<strong>ci</strong> che questa crisi inevitabilmente porrà all'Italia nei prossimi<br />

decenni, ma soprattutto stimola - anzi, oso dire, obbliga - i <strong>ci</strong>ttadini ad un impegno<br />

responsabile e convergente, per favorire una netta inversione di tendenza.<br />

L'azione pastorale a favore <strong>della</strong> famiglia e dell'accoglienza <strong>della</strong> vita, e più in generale di<br />

un'esistenza aperta alla logica del dono di sé, <strong>sono</strong> il contributo che la Chiesa offre alla<br />

costruzione di una mentalità e di una cultura all'interno delle quali questa inversione di<br />

tendenza diventi possibile. Ma <strong>sono</strong> grandi anche gli spazi per un'iniziativa politica che,<br />

mantenendo fermo il riconos<strong>ci</strong>mento dei diritti <strong>della</strong> famiglia come so<strong>ci</strong>età naturale<br />

fondata sul matrimonio, secondo il dettato <strong>della</strong> stessa Costituzione <strong>della</strong> Repubblica<br />

Italiana (cfr art. 29), renda so<strong>ci</strong>almente ed economicamente meno onerose la generazione e<br />

l'educazione dei figli.<br />

7. <strong>In</strong> un tempo di cambiamenti spesso radicali, nel quale sembrano diventare irrilevanti le<br />

esperienze del passato, aumenta la necessità di una solida formazione <strong>della</strong> persona.


Anche <strong>questo</strong>, illustri Rappresentanti del popolo italiano, è un campo nel quale è richiesta<br />

la più ampia collaborazione, affinché le responsabilità primarie dei genitori trovino<br />

adeguati sostegni. La formazione intellettuale e l'educazione morale dei giovani<br />

rimangono le due vie fondamentali attraverso le quali, negli anni de<strong>ci</strong>sivi <strong>della</strong> cres<strong>ci</strong>ta,<br />

<strong>ci</strong>ascuno può mettere alla prova se stesso, allargare gli orizzonti <strong>della</strong> mente e prepararsi<br />

ad affrontare la realtà <strong>della</strong> vita.<br />

L'uomo vive di un'esistenza autenticamente umana grazie alla cultura. E' mediante la<br />

cultura che l'uomo diventa più uomo, accede più intensamente all'"essere" che gli è<br />

proprio. E' chiaro, peraltro, all'occhio del saggio che l'uomo conta come uomo per <strong>ci</strong>ò che è<br />

più che per <strong>ci</strong>ò che ha. Il valore umano <strong>della</strong> persona è in diretta ed essenziale relazione<br />

con l'essere, non con l'avere. Proprio per <strong>questo</strong> una Nazione solle<strong>ci</strong>ta del proprio futuro<br />

favorisce lo sviluppo <strong>della</strong> scuola in un sano clima di libertà, e non lesina gli sforzi per<br />

migliorarne la qualità, in stretta connessione con le famiglie e con tutte le componenti<br />

so<strong>ci</strong>ali, così come del resto avviene nella maggior parte dei Paesi europei.<br />

Non meno importante, per la formazione <strong>della</strong> persona, è poi il clima morale che<br />

predomina nei rapporti so<strong>ci</strong>ali e che attualmente trova una massic<strong>ci</strong>a e condizionante<br />

espressione nei mezzi di comunicazione: è questa una sfida che chiama in causa ogni<br />

persona e famiglia, ma che interpella a titolo peculiare chi ha maggiori responsabilità<br />

politiche e istituzionali. La Chiesa, per parte sua, non si stancherà di svolgere, anche in<br />

<strong>questo</strong> campo, quella missione educativa che appartiene alla sua stessa natura.<br />

8. Il carattere realmente umanistico di un corpo so<strong>ci</strong>ale si manifesta particolarmente<br />

nell'attenzione che esso riesce ad esprimere verso le sue membra più deboli. Guardando al<br />

cammino percorso dall'Italia in questi quasi sessant'anni dalle rovine <strong>della</strong> seconda guerra<br />

mondiale, non si pos<strong>sono</strong> non ammirare gli ingenti progressi compiuti verso una so<strong>ci</strong>età<br />

nella quale siano assicurate a tutti accettabili condizioni di vita. Ma è altrettanto inevitabile<br />

riconoscere la tuttora grave crisi dell'occupazione soprattutto giovanile e le molte povertà,<br />

miserie ed emarginazioni, antiche e nuove, che affliggono numerose persone e famiglie<br />

italiane o immigrate in <strong>questo</strong> Paese. E' grande, quindi, il bisogno di una solidarietà<br />

spontanea e capillare, alla quale la Chiesa è con ogni impegno protesa a dare di cuore il<br />

proprio contributo.<br />

Tale solidarietà, tuttavia, non può non contare soprattutto sulla costante solle<strong>ci</strong>tudine delle<br />

pubbliche Istituzioni. <strong>In</strong> questa prospettiva, e senza compromettere la necessaria tutela<br />

<strong>della</strong> sicurezza dei <strong>ci</strong>ttadini, merita attenzione la situazione delle carceri, nelle quali i<br />

detenuti vivono spesso in condizioni di penoso sovraffollamento. Un segno di clemenza<br />

verso di loro mediante una riduzione <strong>della</strong> pena costituirebbe una chiara manifestazione<br />

di sensibilità, che non mancherebbe di stimolarne l'impegno di personale ricupero in vista<br />

di un positivo reinserimento nella so<strong>ci</strong>età.<br />

9. Un'Italia fidu<strong>ci</strong>osa di sé e internamente coesa costituisce una grande ricchezza per le<br />

altre Nazioni d'Europa e del mondo. Desidero condividere con voi questa convinzione nel<br />

momento in cui si stanno definendo i profili istituzionali dell'Unione Europea e sembra<br />

ormai alle porte il suo allargamento a <strong>molti</strong> Paesi dell'Europa centro-orientale, quasi a<br />

suggellare il superamento di una innaturale divisione. Coltivo la fidu<strong>ci</strong>a che, anche per<br />

merito dell'Italia, alle nuove fondamenta <strong>della</strong> "casa comune" europea non manchi il<br />

"cemento" di quella straordinaria eredità religiosa, culturale e <strong>ci</strong>vile che ha reso grande<br />

l'Europa nei secoli.<br />

E' quindi necessario stare in guardia da una visione del Continente che ne consideri<br />

soltanto gli aspetti economi<strong>ci</strong> e politi<strong>ci</strong> o che indulga in modo acritico a modelli di vita<br />

ispirati ad un consumismo indifferente ai valori dello spirito. Se si vuole dare durevole


stabilità alla nuova unità europea, è necessario impegnarsi perché essa poggi su quei<br />

fondamenti eti<strong>ci</strong> che ne furono un tempo alla base, facendo al tempo stesso spazio alla<br />

ricchezza e alla diversità delle culture e delle tradizioni che caratterizzano le singole<br />

nazioni. Vorrei anche in <strong>questo</strong> nobile Consesso rinnovare l'appello che in questi anni ho<br />

rivolto ai vari Popoli del Continente: "Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora<br />

le tue porte a Cristo!".<br />

10. Il nuovo secolo da poco iniziato porta con sé un crescente bisogno di concordia, di<br />

solidarietà e di pace tra le Nazioni: è questa infatti l'esigenza ineludibile di un mondo<br />

sempre più interdipendente e tenuto insieme da una rete globale di scambi e di<br />

comunicazioni, in cui tuttavia spaventose disuguaglianze continuano a sussistere.<br />

Purtroppo le speranze di pace <strong>sono</strong> brutalmente contraddette dall'inasprirsi di croni<strong>ci</strong><br />

conflitti, a comin<strong>ci</strong>are da quello che insanguina la Terra Santa. A <strong>ci</strong>ò s'aggiunge il<br />

terrorismo internazionale con la nuova e terribile dimensione che ha assunto, chiamando<br />

in causa in maniera totalmente distorta anche le grandi religioni. Proprio in una tale<br />

situazione le religioni <strong>sono</strong> invece stimolate a far emergere tutto il loro potenziale di pace,<br />

orientando e quasi "convertendo" verso la re<strong>ci</strong>proca comprensione le culture e le <strong>ci</strong>viltà<br />

che da esse traggono ispirazione.<br />

Per questa grande impresa, dai cui esiti dipenderanno nei prossimi decenni le sorti del<br />

genere umano, il cristianesimo ha un'attitudine e una responsabilità del tutto peculiari:<br />

annun<strong>ci</strong>ando il Dio dell'amore, esso si propone come la religione del re<strong>ci</strong>proco rispetto, del<br />

perdono e <strong>della</strong> ricon<strong>ci</strong>liazione. L'Italia e le altre Nazioni che hanno la loro matrice storica<br />

nella fede cristiana <strong>sono</strong> quasi intrinsecamente preparate ad aprire all'umanità nuovi<br />

cammini di pace, non ignorando la pericolosità delle minacce attuali, ma nemmeno<br />

las<strong>ci</strong>andosi imprigionare da una logica di scontro che sarebbe senza soluzioni.<br />

Illustri Rappresentanti del Popolo italiano, dal mio cuore sgorga spontanea una preghiera:<br />

da questa antichissima e gloriosa Città - da questa "Roma onde Cristo è Romano", secondo<br />

la ben nota definizione di Dante (Purg. 32, 102) -chiedo al Redentore dell'uomo di far sì<br />

che l'amata Nazione italiana possa continuare, nel presente e nel futuro, a vivere secondo<br />

la sua luminosa tradizione, sapendo ricavare da essa nuovi e abbondanti frutti di <strong>ci</strong>viltà,<br />

per il progresso materiale e spirituale del mondo intero.<br />

Dio benedica l'Italia!<br />

<strong>In</strong> <strong>questo</strong> frangente degli accadimenti <strong>della</strong> guerra, l’unica cosa che si sta rilevando a<br />

livello politico, è il fatto che il governatorato che vuole istituire Gli Stati Uniti in Irak, cerca<br />

la legittimazione degli irakeni, che <strong>sono</strong> divisi tra chi vogliono che gli americani se ne<br />

vadano il più presto possibile echi già in <strong>questo</strong> momento vuole lo stesso determinarsi in<br />

una gestione del paese sotto il controllo degli Stati Uniti. Mi auguro che <strong>ci</strong>ò non finisca per<br />

generare motivi di esasperazione conflittuale, ne si determini in una “prevaricazione” per<br />

mezzo del potere. Di fatto gli Stati Uniti continuano a fare pressioni sulla Siria, che già ieri<br />

ha proposto al consiglio di sicurezza dell’Ono una mozione di bando totale delle armi di<br />

distruzione di massa in tutto in medio oriente. Gli effetti di questa guerra già si <strong>sono</strong><br />

avvertiti nelle zone più povere del mondo dove anche le fragili condizioni strutturali di<br />

paesi dell’africa detta nera, si <strong>sono</strong> compromesse ulteriormente , levando sulla condizione<br />

di vita <strong>della</strong> gente che si risolve in maggior precarietà in “mancanza delle risorse<br />

energetiche. Come del resto c’è già una preoccupazione per l’embargo sull’Irak, ancora<br />

gestito dagli Stati Uniti, che in aggiunta controllano, la distribuzione del petrolio verso<br />

quelle nazioni medio orientali contigue all’Irak, che per mezzo del petrolio in cambio di<br />

<strong>ci</strong>bo (concessione data all’embargo sull’Irak) hanno usufruito del petrolio dell’Irak, a buon


prezzo e che ora rischiano e già sembra, come la Siria, di essere completamente private<br />

<strong>della</strong> risorsa petrolifera irakena. La situazione di stabilità è soggetta ad un impegno<br />

oltremodo intenso. Dove è presente anche la questione di Kirkuk dove vi è una delle<br />

maggiori possibilità di estrazioni di petrolio e contigua vi si presenta l’espressione<br />

dell’etnia Kurdo irakena ch’è unita a quella turca Kurda. Anche qui il problema potrebbe<br />

generarsi surrettiziamente la gestione e il controllo delle risorse petrolifere. Per quel che<br />

riguarda al situazione effettiva <strong>della</strong> guerra dove si è da poco superato il mese dal suo<br />

inizio, nella giornata di ieri si è assistito ad una recrudescenza <strong>della</strong> manipolazione<br />

dell’informazione; da prima si è data la notizia dell’arresto del Fratellastro, o fratello di<br />

Saddam, lo stesso che era stato arrestato e mai rilas<strong>ci</strong>ato una de<strong>ci</strong>na di giorni fa e che<br />

precedentemente era stato detto essere morto sotto i bombardamenti. <strong>In</strong> mattinata su Al<br />

Jaseera <strong>sono</strong> state mostrate in esclusiva le immagine del luogo da cui Saddam durante la<br />

guerra si è mostrato, in Baghdad, e per la sua conformazione mi è sembrato avere la<br />

fisionomia di un bunker. Las<strong>ci</strong>ando de<strong>ci</strong>samente fuori tempo l’informazione. Ora sembra<br />

tragico ma il costume in luogo o non <strong>della</strong> propaganda vi è anche in periodo di guerra -<br />

come altro commentare il fatto per esempio che le immagine delle persone del governo di<br />

Saddam siano state riportate in fotografie stampate su un mazzo di carte, per i militari, e<br />

che in definitiva il nome <strong>della</strong> nazione Irak su di esse è stato sostituito con Tikriti” – come<br />

del resto ieri in Italia la giornalista che ha dato al notizia, commentandone le immagini di<br />

<strong>questo</strong> sito di guerra di Saddam, commentando il bagno si è soffermata su <strong>della</strong> ba<strong>ci</strong>nelle<br />

all’interno <strong>della</strong> vasca da bagno ed abbia commentato dicendo: “non <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> i rubinetti<br />

d’oro, ma Saddam usava l’acqua in abbondanza, ch’è un bene prezioso in Irak. Ora mi<br />

rendo conto che queste affermazioni per chi leggerà <strong>questo</strong> <strong>libro</strong> in un epoca lontana da<br />

quella presente forse, se non sarà peggiore la situazione, potranno apparire inverosimili,<br />

ma vi dico che <strong>sono</strong> proprio vere, e non vi mostro gli articoli di giornali o le immagine di<br />

<strong>ci</strong>ò, del resto las<strong>ci</strong>ate libera anche al vostra mente di immaginare. E per rimanere su <strong>questo</strong><br />

tema, sempre ieri, il ministro Sirchia ha firmato un accordo, per la ricerca con gli<br />

americani, non ho ascoltato attentamente, mi auguro che non l’abbia fatto con qualche<br />

laboratorio privato, che finalizza che probabilmente non ha scrupoli nella finalizzazione<br />

<strong>della</strong> ricerca, sulla competizione dello sfruttamento industriale e può non badare ai mezzi<br />

per ottenerlo – non è vero, il governo americano può legiferare in merito – ora è vero che <strong>ci</strong><br />

<strong>sono</strong> problemi contingenti che la ricerca s<strong>ci</strong>entifica deve o cerca di risolvere, il più<br />

rapidamente possibile, e che su questi è bene avere progetti interessanti e concreti, ma è<br />

anche vero che lo spazio dell’interessante può sviluppare, un modo perspica<strong>ci</strong>e di fare<br />

ricerca che asso<strong>ci</strong>ato al rispetto dell’uomo e <strong>della</strong> vita, genera tempi di ricerca e di<br />

conoscenza che nell’immediato pos<strong>sono</strong> non avere applicabilità, e che certe volte per<br />

distorsione umana, quando queste conoscenze trovano applicabilità, la trovano in un<br />

ambito nefasto per l’uomo; ecco perché è importante la consapevolezza presente nello<br />

s<strong>ci</strong>enziato, e con essa anche la capa<strong>ci</strong>tà di dire di no, alla vana gloria, e sapere in <strong>questo</strong><br />

ambito che esso lotta sempre per la vita e la conoscenza. <strong>In</strong> <strong>questo</strong> ambito, con <strong>questo</strong><br />

governo e il ministro Moratti, si è voluto dare alla ricerca s<strong>ci</strong>entifica un modalità<br />

pragmatica che determinasse funzionalmente lo scopo da perseguire nell’ambito degli<br />

interessi economi<strong>ci</strong> predominati. Ora è vero che l’Italia non ha o non mette a disposizione,<br />

molto per la ricerca, è anche vero che a fronte di persone di talento, c’è un sistema<br />

burocratico che conserva ricerche poco peculiari, ma la scelta di cristallizzarsi in un<br />

sistema di ricerca che funzioni in conseguenza prioritaria del potere del denaro, non può<br />

che rallentare la conoscenza, e serve solo magari per brevettare un gene in un corpo a sua<br />

insaputa, sfruttarne la scoperta economicamente, senza che l’interessato possa far<strong>ci</strong> niente


o ne abbia alcunché di benefico. Quindi ieri, per tornare al costume in <strong>questo</strong> ambito, non<br />

so a cosa serviranno effettivamente i 50 milioni di euro stanziati dal governo italiano, per<br />

questa collaborazione con gli Usa, ma sta di fatto che ieri il tg1 nel dare questa notizia ha<br />

ignorato quella data dal tg3, dove due ricercatoti italiani del San Raffaele di Milano hanno<br />

portato a termine una prima parte del loro esperimento per la cura del morbo di<br />

Alzheimer, che con cellule staminali adulte del cervello <strong>sono</strong> rius<strong>ci</strong>ti a riparare il danno<br />

celebrale nella topo affetto dal danno. Che se non ricordo male il San Raffaele è<br />

quell’ospedale dove si è trovata una cura per certe forme di artrite, alle mani, con un<br />

farmaco a bassissimo costo, che non viene mai né <strong>ci</strong>tato, né ricordato in nessun<br />

programma super s<strong>ci</strong>entifico televisivo, da altro, non sarà che per questa informazione,<br />

che non ricordo, mi si dica che è propaganda.<br />

Tra un pannolino e l’altro<br />

Da prigioniera a star del <strong>ci</strong>nema<br />

la svolta del soldato Lynch<br />

Hollywood vuole la giovanissima "missing in action"<br />

estratto dell’articolo di Mark Franchetti (7, Aprile, 2003)<br />

Per Lynch, che la settimana scorsa ha iniziato a riprendersi dalle sue ferite in un ospedale militare in Germania, la<br />

guerra è probabilmente finita, ma il suo esempio e la sua storia vivranno, visto che gli editori stanno già facendo a<br />

gara per accaparrarsi i diritti per pubblicare la sua storia e i produttori di Hollywood stanno già meditando a chi dare<br />

nel cast il ruolo <strong>della</strong> graziosa giovanetta di campagna trasformatasi in un soldato semplice nell'estenuante guerra nel<br />

deserto contro Saddam Hussein. <strong>In</strong> lei tutti vedono un simbolo <strong>della</strong> forza dell'America, la cui esile struttura maschera<br />

la grinta e la tena<strong>ci</strong>tà acquisita nel suo paese natale, che ha il biblico nome di Palestine, sugli Appalachi.<br />

Con solo 100 abitanti, due chiese, un uffi<strong>ci</strong>o postale e un negozio di regali, sembra un luogo del tutto insignificante,<br />

rispetto alla guerra in Iraq. La bianca casa dei Lynch con corni<strong>ci</strong> di legno, si trova a poche miglia fuori <strong>della</strong> <strong>ci</strong>ttà, alla<br />

fine di una strada ricoperta di ghiaia. Ha un portico che la <strong>ci</strong>rconda da ogni lato ed è lì che la famiglia trascorre la<br />

maggior parte del suo tempo. Un pony mangia del fieno, all'ombra di una tettoia al di là <strong>della</strong> strada rispetto alla<br />

cassetta delle lettere. Lungo la strada d'accesso c'è un palo che esibisce due bandiere, quella americana e quella <strong>della</strong><br />

West Virginia.<br />

A Palestine, non c'è molto da fare quando si è giovani. A sedi<strong>ci</strong> anni Lynch è stata eletta Miss Congeniality, miss<br />

simpatia, in un concorso di bellezza alla fiera locale l'evento più ec<strong>ci</strong>tante dell'anno per tutto il paese. Jessie Lowe, la<br />

migliore amica di Lynch, ricorda come abbiano trascorso insieme il suo 18 esimo compleanno, giocando a cal<strong>ci</strong>o prima<br />

di andare a festeggiare in pizzeria. "Non era mai seria, le piaceva andare a <strong>ci</strong>nema, divertirsi", racconta la Lowe. Tra i<br />

ragazzi era popolare, ma non ha avuto <strong>molti</strong> boyfriend. La sera del ballo studentesco sotto il vestito lungo ha indossato<br />

gli stivali militari, per scherzo. "Rimasi sconvolta quando mi disse di voler entrare nell'eser<strong>ci</strong>to", continua la Lowe. "Era<br />

una ragazza minuta. Non si può immaginare in un campo di addestramento o a fac<strong>ci</strong>a in giù nel fango".<br />

Nella Wirt County, dove vivono i Lynch, la disoccupazione si aggira intorno al 15 per cento. Greg, il corpulento e<br />

barbuto padre di Jessica, è un camionista indipendente, e ammette di essere stato contento quando la figlia de<strong>ci</strong>se di<br />

arruolarsi. L'eser<strong>ci</strong>to poteva offrirle quello che lei voleva: Jessica non si era mai mossa dalla West Virginia e così<br />

descrisse in una lettera il suo stupore: "Solo nel 2003 <strong>sono</strong> stata in Messico, in Germania e in Kuwait. Sono stata in<br />

posti che la metà degli abitanti di Wirt County non vedrà mai".<br />

Un altro passo in avanti del leader riformatore Khatami<br />

Il provvedimento è stato già diramato alle autorità delle province<br />

"Mai più adulteri lapidati"<br />

L'Iran sfida gli ayatollah<br />

La terribile pena era di solito inflitta alle donne adultere<br />

Uno spettacolo quasi usuale negli anni bui del khomeinismo<br />

di RENATA PISU (estratto) (27 dicembre 2002)<br />

TEHERAN - La notizia corre nell'aria gelida di un inverno che potrebbe essere la Primavera di Teheran, la pubblica il giornale<br />

Bahran, uno dei cento, mille fogli, che escono, vengono chiusi dalla censura, risorgono dopo due, tre giorni: la condanna a<br />

morte per lapidazione verrà abolita, quel che pare certo è che, per adesso, è stata sospesa.<br />

<strong>In</strong> Iran ogni anno <strong>ci</strong>rca duecento persone vengono giustiziate ma la morte lenta, inflitta<br />

con il lan<strong>ci</strong>o di pietre che non devono essere né troppo leggere né troppo pesanti, per non<br />

prolungare e nemmeno per non accelerare la fine, forse è la più crudele: vuoi mettere la<br />

modernità di una iniezione letale, di una scossa elettrica? Quanti adulteri <strong>sono</strong> in attesa<br />

nelle carceri iraniane, che arrivi qualcuno che scagli la prima pietra? Non si sa quante<br />

sentenze siano state emesse per il crimine dell'adulterio, l'unico per il quale la sharia, la


legge islamica, così come è stata introdotta sull'onda <strong>della</strong> rivoluzione dell'ayatollah<br />

Khomeini nel 1979, prevede la morte per lapidazione pena ancora più antica <strong>della</strong><br />

cro<strong>ci</strong>fissione, dell'impiccagione, dello strangolamento.<br />

Il peccato è infatti antichissimo, come il furto: "Non desiderare la roba d'altri, non desiderare la donna d'altri", così sta scritto<br />

nelle tavole <strong>della</strong> legge del Profeta Mosè, che l'Islam onora, come onora il Profeta Gesù: anche ai suoi tempi, seicento anni<br />

prima di Maometto, dalle sue parti si usava lapidare gli adulteri. Ma lui ebbe un dubbio. Disse: chi è senza peccato e si sente di<br />

scagliare la prima pietra, fac<strong>ci</strong>a pure. Ebbe da lì inizio la pratica dell'introspezione, <strong>della</strong> psicanalisi? "Non mi <strong>ci</strong>tare Freud e<br />

Joyce, collegandoli al Nazareno. Ci avete messo più di duemila anni per capire cosa voleva dire", mi ribatte una ragazza il cui<br />

nome conosco ma preferisco - e anche lei preferisce, almeno per il momento - non rivelare. Come non voglio, e lei nemmeno<br />

vuole, che si tolga dalla testa quel foulard che le copre i capelli e che anch'io, straniera, non musulmana, nemmeno cristiana,<br />

<strong>sono</strong> per legge obbligata a portare in testa?<br />

“Gli infiniti rinvii”<br />

Ieri il presidente Berlusconi, va al tribunale di Milano, per una dichiarazioni spontanea sul caso<br />

SME che lo vede inquisito, in assenza del suo avvocato difensore. Pertanto rinvia ancora il<br />

dibattimento e la sua conclusione di primo giudizio. Nelle esternazioni alla Stampa, fuori dall’aula,<br />

tra l’altro ha dichiarato, che meriterebbe una medaglia al merito per <strong>questo</strong> caso.<br />

“Il bisogno dell’immagine pubblica”<br />

Ieri Blair, viene intervistato attraverso una moltepli<strong>ci</strong>tà di microfoni e televisioni: si presenta in<br />

strada per <strong>questo</strong> con una tazza, di tè o caffè americano in mano, e rimane con questa tazza, appesa<br />

lì in mano per tutto il tempo.<br />

L’azienda Bechtel sarà quella che si occuperà <strong>della</strong> ricostruzione delle infrastrutture irakene,<br />

stimata in 34 miliardi di dollari. Le compagnie petrolifere chiedono contratti ventennali per lo<br />

sfruttamento dei gia<strong>ci</strong>menti dell’Irak: la domanda e l’offerta degli USA.<br />

Venerdì 18 Aprile 2003<br />

Ieri nelle televisioni del medio oriente si <strong>sono</strong> viste le immagini di Saddam Hussein, tra la<br />

gente, mentre gli americani stavano entravando in Baghdad. Se volessi dedicare due<br />

immagini a questa guerra: ricorderei quella di Saddam Hussein che parla alla televisione<br />

irakena leggendo da un bloc notes, sfogliandone le pagine avanti e indietro, con gli<br />

occhiali da presbite e con voce, anziana quanto la sua età, senza nessun tono aggressivo,<br />

quasi volesse far intendere come estremo tentativo di essere contrario a questa guerra, e<br />

che non è il pericolo che credono. Gli agloamericani l’unica risposta che hanno saputo<br />

dare, è stata quella di parlare dei sosia e del quasi potere dell’ubiquità di Saddam, mentre<br />

le cose erano molto più sempli<strong>ci</strong>, e non tragicamente banali di come le hanno interpretate.<br />

Ho risparmiato al mio lettore questa patetica e tragica farsa <strong>della</strong> propaganda di guerra.<br />

Guerre: <strong>In</strong> questa incapa<strong>ci</strong>tà di intendere e di volere, l’essere umano è prossimo alla<br />

dannazione, che alla pazzia.<br />

La parola Dio e morte<br />

(Lemmi dal Diz. Coletti Sabatini - Giunti Firenze, 1997)<br />

morte [mòr-te] sostantivo f.<br />

1. Cessazione irreversibile delle funzioni vitali negli organismi viventi; nell’uomo e negli<br />

animali si verifica in assenza di respiro e di battito cardiaco spontanei • solo per quanto<br />

riguarda l’uomo, decesso, trapasso, dipartita, scomparsa: la consapevolezza <strong>della</strong> m.; m.<br />

naturale, dolce, violenta, ac<strong>ci</strong>dentale, improvvisa, lenta, immatura, tragica; salvarsi da una


m. certa; essere in lutto per la m. di un genitore; desiderare, invocare la m.; temere la m.; la<br />

m. del bosco; m. dei tessuti; m. di un gatto; dipende da <strong>molti</strong> verbi: dare, darsi, causare;<br />

trovare, provocare la m. • morte clinica, cerebrale, cessazione delle funzioni cerebrali<br />

documentata dalla perdita di tutti i riflessi e dell’attività elettrica encefalica (coma<br />

irreversibile) • morte apparente, cessazione non definitiva delle funzioni vitali resa<br />

reversibile dalle tecniche di rianimazione • morte fetale, m. in utero dei prodotti completi<br />

del concepimento • dir. morte presunta, quella stabilita da un tribunale mediante sentenza<br />

che dichiara presumibilmente morta una persona di cui non si abbiano notizie per almeno<br />

die<strong>ci</strong> anni, al fine di consentire al coniuge si risposarsi e agli eredi di disporre del<br />

patrimonio dello scomparso • certificato di morte, quello con cui il medico riconosce<br />

l’avvenuto decesso; atto di morte, rilas<strong>ci</strong>ato dall’uffi<strong>ci</strong>o di stato <strong>ci</strong>vile • morte <strong>ci</strong>vile,<br />

privazione dei diritti <strong>ci</strong>vili; per estens., condizione di emarginazione, non parte<strong>ci</strong>pazione<br />

alla vita so<strong>ci</strong>ale • la morte del giusto, in serenità • fare una buona morte, coi conforti<br />

religiosi e con la grazia divina • morte eterna, la dannazione dell’anima all’inferno •<br />

morte bianca, per assideramento • morte violenta, causata da in<strong>ci</strong>dente o da atti di<br />

violenza • essere in pericolo di morte, in condizioni di salute molto gravi • il<br />

miglioramento <strong>della</strong> morte, nel l. popolare, l’attenuazione delle manifestazioni di<br />

sofferenza che si verifica talora immediatamente prima del decesso • in punto di morte,<br />

sul punto di morire • in caso di morte, nell’eventualità <strong>della</strong> morte di qlcu. • in morte<br />

di…, nella <strong>ci</strong>rcostanza del decesso di qlcu. • sino alla morte, fino all’ultimo momento in<br />

cui si è in vita • questione di vita o di morte, di grandissima importanza • dalla nas<strong>ci</strong>ta<br />

alla morte, per tutta la vita • scherzare con la morte, esporsi a gravi pericoli che pos<strong>sono</strong><br />

essere fatali • avere la morte negli occhi, avere i segni <strong>della</strong> morte imminente, anche in<br />

senso fig. • essere tra la vita e la morte, di persona gravemente malata • fig. fare la morte<br />

del topo, finire intrappolati • a ogni morte di papa, molto raramente • brutto come la<br />

morte, per iperbole, straordinariamente brutto • aver visto la morte in fac<strong>ci</strong>a, essersi<br />

trovato di fronte a una situazione molto rischiosa che avrebbe potuto essere fatale •<br />

cerchio, giro <strong>della</strong> morte, eser<strong>ci</strong>zio acrobatico effettuato da <strong>ci</strong>clisti o moto<strong>ci</strong>clisti su<br />

apposite piste <strong>ci</strong>rcolari; in aeronautica, granvolta, looping • di morte, mortale, simile alla<br />

morte: un silenzio di m. • a morte<br />

1. Mortalmente, molto gravemente: colpire a m.<br />

2. Tantissimo, intensamente, in frasi con valore moralmente negativo di rabbia, inimi<strong>ci</strong>zia<br />

ecc.: odiare qlcu. a m.; avercela a m. coi vi<strong>ci</strong>ni<br />

2. Pena capitale, supplizio, patibolo: mandare a m.; condannare qlcu. a m. • a morte!,<br />

esclam. di condanna, di rabbia<br />

3. fig. Estrema angos<strong>ci</strong>a; tormento, ambas<strong>ci</strong>a • avere la morte nel cuore, provare un<br />

sentimento di angos<strong>ci</strong>a, di tristezza e di afflizione<br />

4. fig. Il momento in cui qlco. finisce • declino, crollo: la m. di un’istituzione<br />

5. (spec. con l’iniziale maiuscola) Rappresentazione figurata <strong>della</strong> morte: «infinite / ossa<br />

che in terra e in mar semina Morte» (Foscolo) • la morte in vacanza, di persona malridotta<br />

• trionfo <strong>della</strong> morte, nella letteratura e nell’iconografia medievale, composizione, opera<br />

che rappresenta la vittoria <strong>della</strong> m. sugli uomini; anche come titolo di opere letterarie (da<br />

Petrarca a D’Annunzio)<br />

6. <strong>In</strong> culinaria, termine usato per spe<strong>ci</strong>ficare il modo in cui vengono meglio cu<strong>ci</strong>nate carni<br />

o verdure: la m. <strong>della</strong> lepre è il salmì; l’aceto è la m. sua<br />

• lat. mortem, deriv. di mori (supino mortuum) “morire” • sec. XII


morire [mo-rì-re] verbo (irr.: ind.pres. muòio ·pop. mòio, mòro, muòri ·pop. mòri, muòre<br />

·pop. mòri, moriamo, morite, muòiono ·pop. mòiono, fut. morirò o morrò ecc.;<br />

congiunt.pres. muòia ·pop. mòia, ant. mòra, moriàmo, moriàte, muòiano ·pop. mòiano;<br />

cond. morirèi o morrèi ecc.; part.pass. mòrto)<br />

• verbo intransitivo (aus. essere)<br />

1. Cessare di vivere; non avere più funzioni vitali; freq. con spe<strong>ci</strong>ficazione del modo, del<br />

tempo, del luogo, <strong>della</strong> causa • spirare, perire, trapassare, pop. crepare, lett. dipartirsi: m.<br />

di morte naturale, per un in<strong>ci</strong>dente, di malattia, di infarto, per un gran dolore; m. nel<br />

proprio letto, sulla sedia elettrica, sul rogo, per la patria; m. impiccato, anziano, giovane, in<br />

pace • morire come un cane, in solitudine e privo dei conforti religiosi • morire come le<br />

mosche, in grande quantità • las<strong>ci</strong>arsi morire, fare in modo di non evitare la morte, quasi<br />

desiderarla • far morire qlcu., uc<strong>ci</strong>derlo, provocarne la morte • fig. morire con le scarpe,<br />

fam. improvvisamente • morire al mondo, isolarsene per dedicarsi a una vita monastica •<br />

morire nel cuore di qlcu., essere dimenticato da quella persona • va a morire ammazzato,<br />

espressione usata per esprimere grande rabbia verso qlcu. • che possa morire se…, si usa<br />

per esprimere la propria certezza <strong>ci</strong>rca un’affermazione • nei provv. chi non muore si<br />

rivede, si usa per esprimere stupore al momento dell’incontro con una persona che non si<br />

vede da molto tempo; chi muore giace e chi vive si dà pace, si usa per indicare che è<br />

peggiore il destino <strong>della</strong> persona morta rispetto a quello del familiare o dell’amico che<br />

rimane a piangerla<br />

2. fig. Consumarsi, affievolirsi, spegnersi, finire, smorzarsi: senza legna il fuoco muore;<br />

l’anno vecchio sta morendo; questi enti <strong>sono</strong> destinati a m. • morire sulle labbra a qlcu.,<br />

riferito a parole, non essere più pronun<strong>ci</strong>ate a causa di un’emozione, di un turbamento •<br />

nel prov. la speranza è l’ultima a morire, non <strong>ci</strong> si rassegna al male fino all’ultimo<br />

momento, si spera sempre di evitarlo<br />

• (1 argom.)<br />

1. Con valore iperbolico, provare una sensazione, un sentimento ecc. con molta intensità:<br />

m. dal ridere; m. dalla voglia di fare qlco.; m. di fame, di sete, di sonno, di noia, di rabbia;<br />

m. per una donna • da morire, espressione usata per dare valore superlativo all’aggettivo<br />

a cui si riferisce: un film bello da m. • morire dietro a qlcu., desiderarlo <strong>molti</strong>ssimo,<br />

esserne innamorato<br />

2. fig. Terminare in un luogo, spec. riferito a corsi d’acqua • estinguersi, fermarsi: il<br />

torrente muore in valle<br />

• <strong>In</strong> funzione di sostantivo m., fine, termine, cessazione: sul m. del giorno; al m.<br />

dell’amore; il m. delle stagioni<br />

• verbo transitivo (1 argom.)<br />

lett.<br />

1. Uc<strong>ci</strong>dere qlcu.: «tu, padre, hai morta l’innocente figlia» (Foscolo)<br />

2. Affrontare la morte: «dura morte volesti morire» (Iacopone)<br />

• verbo riflessivo<br />

ant. Cessare, terminare, esaurirsi: «Nel tempo che si more / m’à fatto perder dilettevol<br />

ore» (Cavalcanti)<br />

• lat. volg. *morìre, class. mori • sec. XIII


Dio: aggettivo e soggetto, verbo e avverbio, sostantivo di se stesso senza essere un<br />

sostantivo. Essere transitivo e intransitivo.<br />

morto [mòr-to] aggettivo, sostantivo<br />

• aggettivo<br />

1. Di uomo o di animale, che ha finito di vivere, privo di vita • riferito a essere umano,<br />

defunto, estinto: seppellire i soldati m.; cadere m. a terra; riferito a pianta, secco, stecchito:<br />

foglie m.; anche in senso fig., immobile, freddo, come chi è m.: avere un brac<strong>ci</strong>o m. • nato<br />

morto, partorito già senza vita; anche in senso fig. abortito, fallito fin dall’inizio:<br />

un’impresa nata m. • fig. essere un uomo morto, non avere alcuna speranza di scampo,<br />

non avere vie d’us<strong>ci</strong>ta • più morto che vivo, mezzo morto, essere ridotto molto male o<br />

essere intontito, spaventato per un intenso turbamento • cercare qlcu. o vivo o morto, a<br />

ogni costo • pagare, restituire a babbo morto, con i denari ricevuti dall’eredità paterna •<br />

mano morta manomorta<br />

2. fig. Riferito a cosa, desueto, non più in vigore, non più attivo, fuori del tempo,<br />

sorpassato: è una moda m. e sepolta; o anche inerte, inattivo, spec. in varie loc.: tempi<br />

morti, quelli non utili ai fini di una data produzione, lavorazione; intervallo di inattività<br />

nel funzionamento di meccanismi • palla morta, nel cal<strong>ci</strong>o, che si perde, inutile • angolo<br />

morto, nel l. militare, zona che non può essere colpita a tiro teso perché c’è un ostacolo<br />

sulla linea del bersaglio e, per estens., zona nascosta • peso morto, il peso di una cosa, un<br />

animale, una persona, immobili, non alleggeriti dall’azione di altre forze; estens. un carico<br />

inutile; di persona, un inetto, un parassita • lingua morta, non più parlata (p.e.: il greco<br />

antico, il latino classico, il sanscrito) • legge morta, non più in vigore • stagione morta,<br />

periodo dell’anno in cui non c’è molta attività né possibilità di affari e guadagno • una<br />

<strong>ci</strong>ttà morta, priva di movimento e di viva<strong>ci</strong>tà • una festa morta, senza animazione, triste •<br />

binario morto, su cui non transitano i treni perché a un certo punto è interrotto • punto<br />

morto, situazione immobile, di cui non si prevedono sviluppi • acqua, aria morta,<br />

stagnante • capitale morta, improduttivo • natura morta, rappresentazione pittorica di<br />

selvaggina uc<strong>ci</strong>sa, animali morti, fiori, frutta; estens. quadro che rappresenta tali soggetti<br />

3. Col verbo essere e seguito da una spe<strong>ci</strong>ficazione, nel l. comune, esprime iperbolicamente<br />

una condizione perlopiù negativa: essere m. di paura, di sete, di fame<br />

• sostantivo m.<br />

1. (f. -ta) Persona morta, defunto; il suo cadavere • nel l. dotto o formale, estinto,<br />

trapassato: pregare per i m.; seppellire un m. • il regno, il mondo dei morti, l’aldilà • il<br />

giorno dei morti, il 2 novembre, giorno in cui la Chiesa cattolica commemora tutti i defunti<br />

• suonare a morto, di campane, suonare lentamente per la morte di una persona; anche in<br />

senso fig., preannun<strong>ci</strong>are un evento negativo • sembrare un morto che cammina, essere<br />

molto magro e malridotto • essere pallido come un morto, estremamente pallido • farebbe<br />

resus<strong>ci</strong>tare un morto, di <strong>ci</strong>bo o bevanda eccellente, di ottimo sapore ecc. • restare come<br />

morto, svenuto, privo di sensi • piangere qlcu. per morto, considerarlo spac<strong>ci</strong>ato, senza<br />

speranza • fig. fare il morto, restare immobile o galleggiare supino nell’acqua • per poco<br />

non <strong>ci</strong> scappava il morto, nel l. familiare, di in<strong>ci</strong>dente, contesa, litigio ecc. in cui c’era la<br />

possibilità che qlcu. rimanesse uc<strong>ci</strong>so • testa di morto, il teschio, spec. come simbolo <strong>della</strong><br />

morte • essere un morto di fame, di persona di pochi mezzi finanziari e di scarse risorse<br />

professionali • morto di sonno, di persona senza energie, spenta


2. <strong>In</strong> certi giochi di carte, il giocatore fittizio a cui vengono distribuite ugualmente le carte<br />

coperte o scoperte: giocare col m.; tressette col m.; nel bridge, il compagno di chi dichiara e<br />

che all’inizio <strong>della</strong> partita scopre le carte che saranno giocate dalla persona stessa che ha<br />

dichiarato<br />

3. fam. Somma di denaro che viene tenuta nascosta: «arrivati, trovarono effettivamente,<br />

invece del morto, la buca aperta» (Manzoni); gerg. bottino, malloppo, refurtiva<br />

4. scherz. Bottiglia di liquore, vino, birra ecc. bevuta per intero: alla fine <strong>della</strong> serata<br />

avevamo riempito la tavola di morti<br />

• diminutivo morti<strong>ci</strong>no • avverbio mortamente ant. 1. Come m.<br />

2. Meccanicamente, senza forza<br />

• part.pass. di morire • sec. XIII<br />

dio1 [dì-o, l’iniziale si pronun<strong>ci</strong>a intensa dopo parole terminanti per vocale] ant. deo<br />

sostantivo m. (f. dea nelle accez. 1., 3., 4.; pl.m. dei; per il sing. l’art. determ. è il, per il pl. è<br />

gli)<br />

1. Nelle religioni politeiste, essere immortale in cui vengono personificati gli elementi <strong>della</strong><br />

natura o i caratteri e i valori fondamentali dell’uomo • nume: Vulcano, d. del fuoco;<br />

Minerva, d. <strong>della</strong> sapienza; gli d. dell’Olimpo • dio superi, inferi, nella mitologia classica,<br />

le divinità celesti, sotterranee<br />

2. (iniziale maiusc.) Nella religione e nella cultura ebraico-cristiana, spirito perfettissimo,<br />

eterno, onniscente e onnipresente, creatore di tutte le cose • il Signore, l’Altissimo,<br />

l’Onnipotente, Iddio: credere, non credere in D.; pregare, supplicare, adorare D.;<br />

misericordia, perdono, provvidenza, potenza, giustizia, carità di D. • Dio Padre, Dio<br />

Figlio, Dio Spirito Santo, le tre persone <strong>della</strong> Trinità • l’Uomo Dio, il Figlio di Dio, Gesù<br />

Cristo, avente natura umana e divina • Madre di Dio, la Madonna, madre di Gesù Cristo •<br />

sposa di Dio, la Chiesa • casa di Dio, ogni chiesa • parola di Dio, testo dei libri sacri<br />

perché ispirato direttamente da Dio • timor di Dio, devozione, religiosità • servo di Dio,<br />

sacerdote, monaco e, in gener., chi è vissuto e morto in grazia di Dio • mano di Dio, la sua<br />

provvidenza: è stata la mano di D. a salvarlo • castigo di Dio, grave disgrazia, interpretata<br />

popolarmente come punizione per il male commesso • senza Dio, con valore spregiativo,<br />

privo di morale oppure ateo • essere, vivere in grazia di Dio, senza peccati mortali<br />

3. È usato (nello scritto con iniziale minusc. o maiusc.) anche in molte loc. fig. del l.<br />

comune: ira di dio, finimondo, detto anche di persona che combina guai, mette a<br />

soqquadro: è successo un’ira di d.; quei ragazzi <strong>sono</strong> un’ira di d.; anche, grande quantità:<br />

ce n’è un’ira di D. • grazia di dio, ben di dio, abbondanza, quantità di cose buone,<br />

utilizzabili: è un peccato buttar via tutto <strong>questo</strong> ben di d. • essere ancora nella mente di<br />

Dio, non essere ancora venuto al mondo • fuori dalla grazia di Dio, furibondo • venir giù<br />

come dio la manda, si dice di pioggia scros<strong>ci</strong>ante • lavoro fatto come dio comanda, a<br />

regola d’arte • cosa fatta come dio vuole, come vien viene, senza cura • come dio volle,<br />

infine, finalmente: come D. volle arrivò il momento delle nozze • andare con dio, con la<br />

protezione di Dio, come formula benaugurante di commiato: va’ con D.; anche, per i fatti<br />

propri • se dio vuole, formula di augurio e di fidu<strong>ci</strong>a: se d. vuole, si salverà • nei detti<br />

l’uomo propone e Dio dispone, non si può essere certi che un progetto fatto dall’uomo si<br />

realizzi, perché sopra alla volontà umana c’è quella di Dio; aiutati che Dio t’aiuta, la buona


volontà dell’uomo è premiata da Dio; ognuno per sé e Dio per tutti, <strong>ci</strong>ascuno pensa alla<br />

propria sopravvivenza e solo Dio è tanto caritatevole da provvedere a tutti • nei provv.<br />

Dio non paga il sabato, Dio non si fa complice del peccatore, come è colui che lavora di<br />

sabato, giorno consacrato a Dio nella religione ebraica; non cade foglia che Dio non voglia,<br />

tutto accade secondo una predeterminata volontà<br />

4. Con riferimento alle divinità pagane più che a Dio, costituisce il termine di paragone di<br />

persona che eccelle in qlco., che opera ottimamente: bello come un d.; dipinge da d.<br />

5. fig. Persona o cosa che diventa oggetto di adorazione, culto, devozione: per il suo<br />

popolo è un d.; fare del denaro il proprio d.<br />

• <strong>In</strong> funzione di esclamazione o in loc. escl., esprime meraviglia, dispiacere o anche<br />

impazienza (nello scritto con iniziale maiusc. o minusc.): d. che gioia, che bellezza, che<br />

noia, che problema!; oh dio!; gran Dio!; D. buono!; buon Dio!; D. mio!; D. santo! • per amor<br />

di Dio!, in nome di Dio!, per rendere più efficace una preghiera: per amor di D., aiutate<strong>ci</strong>!<br />

• che Dio vi (<strong>ci</strong>, ti) accompagni, vi (<strong>ci</strong>, ti) assista!, formule di augurio • grazie a dio!, Dio<br />

sia lodato!, per manifestare sollievo e insieme esprimere a Dio il ringraziamento, la<br />

riconoscenza per il buon esito di qlco.: grazie a D. sei tornato!; grazie a D. non hai niente di<br />

grave! • Dio <strong>ci</strong> scampi e liberi!, che Dio ce la mandi buona!, formule di scongiuro • Dio sa<br />

quando!, dio sa dove!, dio sa se…, per esprimere dubbio, mancanza di fidu<strong>ci</strong>a: D. sa se mai<br />

<strong>ci</strong> rivedremo • che Dio mi fulmini!, Dio mi è testimone, Dio sa se è vero, espressioni<br />

rafforzative di un’affermazione, di una dichiarazione<br />

• dal lat. deum • sec. XIII<br />

dio2 [dì-o] aggettivo (pl.m. dii)<br />

ant. Divino: «ne la luce più dia» (Dante)<br />

• dal lat. d¦um propr. “luminoso” • sec. XIV<br />

se Dio e morte, non pos<strong>sono</strong> stare insieme, se pur sembra nella forma del discorso che fa<br />

<strong>della</strong> morte, la morte di Dio, come morte che incontra Dio, che Dio muoia, è presente come<br />

che morte non avesse fine: fut. morirò o morrò ecc.; ma se morire è adesso Dio è presente<br />

e il mondo <strong>ci</strong> appare: ind.pres. muòio ·pop. mòio, mòro, muòri ·pop. mòri, muòre ·pop.<br />

mòri, moriamo, morite, muòiono ·pop. mòiono, ma se Dio e morte non pos<strong>sono</strong> stare<br />

insieme, come Dio lo è stato il mondo <strong>ci</strong> appare: congiunt.pres. muòia ·pop. mòia, ant.<br />

mòra, moriàmo, moriàte, muòiano ·pop. mòiano; cond. morirèi o morrèi ecc.; part.pass.<br />

mòrto)<br />

Se Dio è morto il cond. morirèi o morrèi ecc. non trova più spazio in moriamo e muòio è<br />

una condizione che <strong>ci</strong> fa morto e non <strong>ci</strong> dà più ant. mòra, né pop. mòia, né muòia.<br />

L’Epifania del fatto introspettivo di Dio ch’è s’è mostrato, non dà più l’impossibilità di<br />

Dire che <strong>ci</strong>ò che Dio ha sempre detto non è vero e non sia vero per la nostra comprensione<br />

giacché se Io è morto è morto insieme Noi, e se Noi è morte, muòia è Io e se Io mòia Noi<br />

moriamo, Io è mòra, e allora morirò o morrò ecc, diventa morto, <strong>sono</strong> morto, quale<br />

spaventosa consapevolezza o paura: pena chi fu lui morto, che sol così io parea aver<br />

consolazione del dì innazi, quasi che la morte sua m’apparissa diversa dalla mia, quasi<br />

sentia di essere vivo quando lui fu morto, dove io l’uc<strong>ci</strong>si, e così Io di giorno in giorno,<br />

l’uc<strong>ci</strong>si fin che venne quel dì che morì lì per lì l’intiero mondo <strong>della</strong> mia memoria e non<br />

seppi più perché sentia di morire tutto d’appresso a me, quasi che fosti anch’io morte, così


indifferente che non seppi neanco perché uc<strong>ci</strong>si, fu consuetudine autonoma che mi dicea<br />

solo morte tua vita mea, e fu questa consuetudine di vita e giustizia: moriranno tutti un<br />

giorno che muoia anco io.<br />

risurrezione [ri-sur-re-zió-ne] o resurrezione sostantivo f.<br />

1. Ritorno in vita dopo la morte: r. miracolosa di un morto; (spesso con iniziale maiusc.)<br />

per antonomasia, tale evento nella vicenda terrena di Cristo: celebrare la R.; Pasqua di r.;<br />

relativo motivo iconografico: una bella R. <strong>ci</strong>nquecentesca • risurrezione dei morti, <strong>della</strong><br />

carne, dogma cristiano secondo il quale nel giorno del giudizio universale le anime<br />

riprenderanno il corpo per parte<strong>ci</strong>pare con esso alla beatitudine o al castigo eterni<br />

2. Redenzione dell’anima dal peccato, salvezza spirituale: Cristo è la r. e la vita<br />

3. fig. Rinas<strong>ci</strong>ta, risveglio in campo culturale e <strong>ci</strong>vile: r. artistica, economica; ricostituzione,<br />

ripresa d’attività: r. di un partito<br />

• dal lat. tardo eccl. resurrectiónem, deriv. di class. resurgere (supino resurrectum)<br />

“risorgere” • sec. XV<br />

la parola resurrezione così si antepone alla parola morire, in luogo del quale il mondo<br />

conosce l’essenza di Dio, come presente che trova nel .; part.pass. mòrto di Dio la stessa<br />

condizione del presente morto dell’uomo. Ecco che lo spazio e il tempo <strong>della</strong> parola<br />

resurrezione diventano un uni<strong>sono</strong> tra Dio e l’uomo: Dio muore dove l’uomo muore, Dio<br />

vive dove L’essere umano vive. La parola resurrezione riamane tale, non acquista altre<br />

connotazioni: dove Dio risorge, l’essere umano risorgerà. Oltre, oltre: Dio: aggettivo e<br />

soggetto, verbo e avverbio, sostantivo di se stesso senza essere un sostantivo. Essere<br />

transitivo e intransitivo.<br />

“IHVH”<br />

“Dio padre onnipotente creatore del <strong>ci</strong>elo e <strong>della</strong> terra. Unigenito figlio di Dio. Nato dal<br />

padre prima di tutti i secoli. Dio da Dio Luce da Luce Dio vero da Dio vero. Generato e<br />

non creato nella stessa sostanza del padre”<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.media.tv<br />

Sent: Monday, November 11, 2002 6:33 PM<br />

Subject: Profondità di campo<br />

Profondità di campo<br />

Pochi minuti fa <strong>sono</strong> stato soffocato, dal ridere scusatemi. Stavo guardando l’Italia sul 2 e<br />

ho visto la fotografia <strong>della</strong> madonna e devo essere sincero, il mio riso era spontaneo e non<br />

voleva e non vuole essere offensivo per chi in queste rappresentazioni trova<br />

parte<strong>ci</strong>pazione; ma scusatemi la mia sorpresa è stata oltremodo subitanea, ed insieme ad<br />

essa anche la mia percezione dell’immagine <strong>della</strong> “madonna” – molto attraente – proprio<br />

<strong>questo</strong> il fatto, quell’immagine era proprio attraente e il mio riso era anche credo un riso<br />

d’imbarazzo, io ho desiderato la moglie di Dio, sarà pure normale, una bella donna è una<br />

bella donna”- ma non desiderare la donna d’altri e, io che desidero la moglie di Dio, non


so se è solo blasfemo dirlo, non credo, ma quella è un’immagine fotografica; so per certo le<br />

dimostrazioni divine pos<strong>sono</strong> essere anche sempli<strong>ci</strong>, nei suoi significato profondi, ma che<br />

la madonna abbia scelto di essere tangibile in una fotografia, mi appare veramente una<br />

cosa poco semplice e neanche tanto tangibile, non è semplice non per il fatto che è<br />

un’immagine fotografica che può essere sottoposta ad elaborazione, non è detto che lo sia,<br />

ma che abbia de<strong>ci</strong>so di comparire in televisione, e questa è una cosa che può essere così<br />

poco tangibile, da non capirne il significato profondo. Qual è la bellezza del suo esser<strong>ci</strong>?<br />

Ma era la madre di Gesù, che forse dovrebbe bastare per la sua rappresentazione, al di là<br />

di una foto. Del resto sulla foto oltre la sua bella immagine…non è neanche prodigioso il<br />

mezzo con cui è stata realizzata, pensate alla “bellezza” <strong>della</strong> sindone, all’immagine che vi<br />

è “impressa, (come si fossero fusi insieme due elettroni negativi, per esempio) che che ne<br />

dica il carbonchio, e per me è stato un po’ un rammarico il fatto che abbiano de<strong>ci</strong>so di<br />

togliere i rattoppi che le monache, magari con amore, avevano messo in riparazione di un<br />

incendio, dicono che si veda meglio. Che devo dirvi i media mostrano molto e fanno molto<br />

parlare, perché exalibur – non ricordo come si scrive – programma tv abbia de<strong>ci</strong>so <strong>questo</strong>,<br />

di mostrar<strong>ci</strong> questa fotografia, per parlarne non sta poi a me commentarlo, non avendolo<br />

visto nell’occasione; <strong>questo</strong> quesito poi posto da Italia sul 2 al conduttore di “la spada<br />

nella roc<strong>ci</strong>a” non ha chiarito la mia Artùriana convinzione delle profezie di Merlino, quale<br />

indagatore dell’universo, che scopre fatti che mostrino la profondità dei significati sulla<br />

fede nella madre di Gesù. Comunque a credito <strong>della</strong> foto c’è da dire che io “avendo” a<br />

disposizione, la conduttrice – Monica Leofreddi, ch’è “diventata” proprio brava e che vi<br />

garantisco non si degna di “inviarvi” una cartolina di saluti, neanche con il lei, o “la Maria<br />

Teresa Giarratano che non riesco mai a vedere per intero, insomma nell’incertezza, la<br />

fotografia <strong>della</strong> madonna è stata di gran lunga la più bella, poi però, basta spegnere la<br />

televisione e scompare, dalla mente e anche un po’ dai pensieri, ma chi era!?<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.discussioni.giustizia<br />

Sent: Tuesday, November 12, 2002 10:27 AM<br />

Subject: Adriano Sofri<br />

Adriano Sofri<br />

<strong>In</strong> questi giorni è tornata alla ribalta la questione di Adriano Sofri e non ho potuto fare a<br />

meno di osservare e ascoltare i politi<strong>ci</strong> che ne parlano; qualcuno forse lo avrò perso e non<br />

sarà da me <strong>ci</strong>tato, chiedo scusa. Devo sinceramente dire che non ho seguito nei dettagli il<br />

dibattimento processuale che ha portato alla condanna di Adriano Sofri, sta di fatto che<br />

dopo il terrorismo, che ho tutt’altro che dimenticato e su cui ho più che riflettuto, <strong>questo</strong><br />

caso ad esso asso<strong>ci</strong>ato non ha attirato molto la mia attenzione, nel periodo processuale, ho<br />

ascoltato le notizie dei telegiornali, senza appassionarmi molto al merito <strong>della</strong> questione<br />

trattata. Per esempio non so dirvi se Sofri fosse all’estero, se sia stato estradato o cose di<br />

<strong>questo</strong> tipo, da che parte so<strong>ci</strong>ale è piombato in <strong>questo</strong> processo. La cosa che ricordo con<br />

interesse è il suo comportamento e le interviste dal carcere che ha rilas<strong>ci</strong>ato, che hanno<br />

destato in me positività. Non so se per <strong>questo</strong> qualcuno penserà che manco di sensibilità<br />

so<strong>ci</strong>ale, sinceramente non credo, forse è solo il fatto che non accetto che si parli di grazia,<br />

non in ordine all’individuo, quale espressione <strong>della</strong> so<strong>ci</strong>alità, ma in una visione


emblematica dell’atteggiamento politico; mi spiego meglio, dopo l’espressione a favore<br />

<strong>della</strong> grazia di Adriano Sofri, da parte del presidente del consiglio, che è da intendersi sì<br />

come espressione personale, ma che può benissimo ritenersi parere istituzionale e pertanto<br />

che non può influire sulle autonome de<strong>ci</strong>sioni del capo dello stato, ho osservato i politi<strong>ci</strong><br />

scomporsi in atteggiamenti da pantomima. <strong>In</strong>izio dai comunisti italiani – scusate ma in<br />

<strong>questo</strong> momento non ricordo se si definiscono così, per intender<strong>ci</strong> quelli che non <strong>sono</strong> con<br />

Bertinotti, insomma ho ascoltato un loro esponente dire in proposito al fatto <strong>della</strong> vista del<br />

Papa in parlamento, - che si presume chieda clemenza per i carcerati - l’ipotesi di un<br />

eventuale merito da parte del Papa, sulla eventuale liberazione di Adriano Sofri, quasi<br />

fosse tolto a loro il merito – io capisco l’incavolatura di Moretti, ma certe volte ho<br />

l’impressione che Bertinotti li abbia surclassati, sperando che non s’impantani – del resto<br />

c’è da dire, mi scuseranno gli elettori di quel partito, o partiti: dcc <strong>ci</strong><strong>ci</strong>a non mi ricordo<br />

come si chiamano, comunque Bottiglione dire che dare la grazia ad Adriano Sofri può<br />

essere l’emblema che l’uomo può migliorare, voleva dire redimersi; non sarà che il Papa e<br />

Sofri stanno sullo stesso piano sul potere de<strong>ci</strong>sionale e dell’essere pantomimizzati. E non<br />

finisce qui perché dall’altra parte abbiamo i certi, quelli che si battono per la certezza <strong>della</strong><br />

pena, che significa: c’è la lega che immagina la solidarietà in rapporto ai <strong>ci</strong>rcoli chiusi, nel<br />

senso, che pensate che dopo la padania, sia finita, poi <strong>ci</strong> sarà la padania del sud e quella<br />

del nord, e vuoi vedere che poi <strong>ci</strong> sarà un’altra padania del sud e un'altra del nord, così<br />

all’infinito, finche tutto rimarrà in una testa, che vorrà conquistare tutti i nord e sud e est e<br />

ovest, mi si dirà che ragiono per estreme conseguenze, può darsi. E AN che significa la<br />

certezza <strong>della</strong> pena, anche la pena di morte è certezza <strong>della</strong> pena, ma i suoi effetti <strong>sono</strong><br />

tutt’altro che creativi, se non in una rinas<strong>ci</strong>ta umana che su di essa si fonda e las<strong>ci</strong>o<br />

all’intelligenza e all’equilibrio morale capire cosa significa <strong>ci</strong>ò. Non mi convince questa<br />

certezza <strong>della</strong> pena se prima non c’è un atteggiamento consapevole di dire no alla<br />

ideologia <strong>della</strong> pena di morte, come forma di rintegrazione nel tessuto so<strong>ci</strong>ale, spero <strong>ci</strong><br />

arrivi.<br />

E allora cosa riamane la consapevolezza di una persona in carcere travolta dalla storia? E<br />

le vittime che da queste storie hanno subito lutti inammissibili? Non credo, la grazia ad<br />

Adriano Sofri passa per la rivin<strong>ci</strong>ta dell’umanità che la so<strong>ci</strong>età <strong>ci</strong>vile sa esprimere – parlo<br />

di quella per intender<strong>ci</strong> che <strong>ci</strong> ha mostrato i coloni palestinese solidarizzare con quelli<br />

israeliani dopo che questi ultimi erano stati vittime di un attentato mortale, uniti<br />

nell’essere vittime, ma nella forza nel riscattare se stessi dalla barbaria di un male che<br />

vuole togliere il libero arbitrio all’essere umano. Io non conosco personalmente Adriano<br />

Sofri, come ho già detto, per quel che mi è parso è una persona che può trovare, avere<br />

questa percezione umana che lo fac<strong>ci</strong>a agire per ricon<strong>ci</strong>liare i significati dell’umanità di<br />

vita ed in essa creativi, verso tutti quelli che <strong>sono</strong> stati vittime di quel periodo. Se si giunge<br />

a <strong>questo</strong> l’aspetto so<strong>ci</strong>ale dello stato acquista la realtà <strong>della</strong> completezza, perché il riscatto<br />

<strong>della</strong> memoria dei morti passa anche attraverso <strong>questo</strong>, altrimenti il significato <strong>della</strong> loro<br />

storia umana, potrebbe rimanere parziale.<br />

Concludo dicendo che dai politi<strong>ci</strong>, non ho ascoltato il nome di Bompressi, non so se per<br />

fatto che abbia una posizione processuale diversa, o solo per il fatto, ch’è un po’ scoppiato<br />

fisicamente ed non è poi utilissimo per l’immagine di un graziato o non.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.discussioni.giustizia


Sent: Wednesday, November 13, 2002 21:42<br />

Subject: strati economi<strong>ci</strong><br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.economia<br />

Sent: Wednesday, November 13, 2002 21:43<br />

Subject: strati economi<strong>ci</strong><br />

Rai.it forum primo piano: DESPLAZADOS<br />

"Desplazados", profughi, persone che hanno perso tutto, che passano dalla poverta´ alla miseria, e che pos<strong>sono</strong> diventare<br />

terreno fertile per organizzazioni criminali e guerriglia. Questo in Colombia[…]<br />

messaggio di <strong>Patrizio</strong><strong>Marozzi</strong><br />

Oggetto: strati economi<strong>ci</strong><br />

Data: 13-11-2002 alle 21:49<br />

“Nell’ipotesi dell’inverno un commento sul passato”<br />

Se il tema fosse soltanto quello potremmo trovare una soluzione, e a quello è auspicabile<br />

che la si trovi. Eppure non posso non argomentare sui pensieri che mi frullano nella testa,<br />

come dire che se la crisi è generale, ovunque il problema è irrisolvibile. Come? L’economia<br />

dei consumi si struttura sull’aumento dei consumi; ora la popolazione mondiale è<br />

cres<strong>ci</strong>uta di molto in confronto al passato e quindi c’è più gente che potenzialmente può<br />

consumare, ma parte di tale gente, in numero non irrilevante non fa parte di <strong>questo</strong><br />

processo – perché? Ha bisogni legati al necessario, un necessario che può essere legato ai<br />

bisogni primari del vivere; ora una economia legata al soddisfa<strong>ci</strong>mento di questi bisogni,<br />

non potrà mai competere con una che crea dei bisogni non necessari, ed una che basa la<br />

sua esistenza ai bisogni primari del vivere, su un piano culturale il più vi<strong>ci</strong>no possibile<br />

all’equilibrio naturale, non può esistere neanche nell’ambito di quelli che <strong>sono</strong> i modi di<br />

trasformazione ambientale dell’ambiente naturale, che si modifica per causa dei bisogni<br />

non necessari, la disgregazione può essere così profonda da determinare la distruzione<br />

completa del piano culturale interiore l’individuo quella cultura, come conseguenza<br />

estrema di un piano culturale economico che nei suoi canoni non può contemplare,<br />

integrare” quella alterità. Questi primordi già acclaravano le problematiche dell’economia<br />

del superfluo, di un piano culturale che fa e vede nel progresso economico il primario<br />

obbiettivo del raggiungimento <strong>della</strong> feli<strong>ci</strong>tà, al di là del soddisfa<strong>ci</strong>mento dei bisogni<br />

primari, necessari, intellettuali e spirituali, questa siffatta logica economica, crea un<br />

margine alla determinazione dei valori che <strong>sono</strong> strettamente legati al solo piano del<br />

profitto economico e, in esso riduce i contenuti <strong>della</strong> realtà del piano necessario,<br />

intellettuale, spirituale, determinandoli nella legittimità del soddisfa<strong>ci</strong>mento dei bisogni<br />

primari. Ora è da intendere anche che in una so<strong>ci</strong>età strutturata sul “consumo” dei beni<br />

non necessari, un piano del necessario, intellettuale e spirituale, soggiacerà per la sua<br />

legittimazione morale sull’aspetto dell’incremento dei profitti economi<strong>ci</strong> dell’economia del<br />

non necessario, tanto che la loro determinazione, anche se vacua sul piano di autenti<strong>ci</strong>tà<br />

culturale quale alterità, sarà legittimata appunto dalla determinazione utile del profitto<br />

economico; in questa sorta di oggetto-azione che vi si determina del contenuto; sta la<br />

stessa forma oggetto che trova la dimensione interiore dell’uomo strettamente legata al<br />

manufatto, che è già stato conseguenza <strong>della</strong> legittimazione del profitto economico, che<br />

avvolge l’essere umano come manufatto del manufatto. Ora una “statica conseguenza di


una economia che cerca l’espansione dei profitti derivati dal non necessario ha bisogno di<br />

realizzare un piano culturale che dia un valore alla dissipazione dei beni e delle risorse<br />

umane, questa legittimazione economica avviene per mezzo <strong>della</strong> parte<strong>ci</strong>pazione di tutti i<br />

componenti il sistema economico che produce profitto economico, questa espressione,<br />

libera, di tale asso<strong>ci</strong>azione fa <strong>della</strong> ricerca del profitto individuale, l’espressione morale<br />

<strong>della</strong> libertà comune. Tale libertà è comunicata tra i membri di questa so<strong>ci</strong>età per mezzo<br />

dell’uso che si fa dei beni che producono profitto economico – su <strong>questo</strong> piano avviene<br />

quella nuova codifica che fa <strong>della</strong> comunicazione l’uso stesso del mezzo oggetto usato,<br />

quale possibilità autoderivante e autoreferenziale dei contenuti comunicativi, che con esso<br />

vengono trasmessi, in così fatto formale che determinano la necessità dell’oggetto in<br />

quanto espansione del profitto economico che va a legittimare la natura del contenuto<br />

stesso la comunicazione, che ha così l’autenticazione di necessario pur nella non<br />

necessarietà - in riferimento al contenuto del messaggio e contenuto trasmesso - che va in<br />

<strong>questo</strong> modo ad assolvere il piano culturale del necessario, intellettuale e spirituale, come<br />

mezzo <strong>della</strong> necessità dei contenuti modificati sul un piano compensativo <strong>della</strong> percezione<br />

sublimata dei bisogni primari, se pur vacui i contenuti <strong>della</strong> comunicazione si<br />

determinano condizionanti per l’esistenza dell’esistente. È evidente che una economia<br />

siffatta è soggetta non solo al collasso strutturale dell’intero apparato culturale che la<br />

sostiene, ma anche ad episodi di crisi, che via via diventano sempre più acuti e di diffi<strong>ci</strong>le<br />

soluzione. I primi collassi strutturali si hanno quando il piano culturale non sostiene più le<br />

necessarie forme di progresso, sul piano <strong>della</strong> realizzazione del profitto economico<br />

collettivo, che non dà sostanza alla libertà del piano economico individuale – il rilan<strong>ci</strong>o di<br />

quest’ultimo per mezzo <strong>della</strong> riduzione del primo è conseguenza <strong>della</strong> logica<br />

autoreferenziale del sistema morale-oggetto che lo sostiene, ma tale atto in realtà non<br />

determina un processo di volontà che porti il sistema ad un equilibrio che tolga<br />

l’autorefezialità, aprendosi a nuove soluzioni che ridiano spazio al processo<br />

dell’espressione culturale dell’economia del bisogno primario, necessario, intellettuale,<br />

spirituale, come “possibilità ulteriore” dell’intero stato <strong>della</strong> “conoscenza” raggiunto fin<br />

“ora”; si è formato un gap comunicativo con la dimensione del tempo, che ha generato<br />

quella mancanza di alterità che non dà linfa alla dimensione spirituale e intellettuale,<br />

inibita dal processo logico del non necessario. Per paradosso strutturale la perdita del<br />

profitto collettivo, aumenta il bisogno di spesa del collettivo, giacché l’individuale ha<br />

bisogno di espandersi e sostenere l’aumento del profitto individuale e <strong>ci</strong>ò può avvenire<br />

solo per aumento dei consumi di beni non necessari che danno credito e significato morale<br />

al consumo dei beni primari, su cui determinano il loro prezzo, e gli uni e gli altri gioco<br />

forza determinano il potere strutturale su cui agire per aumentare il profitto economico su<br />

un piano sempre più ampio che dia legittimità del più “opulento”, come determinazione<br />

piramidale ma orizzontale, <strong>della</strong> determinazione del livello di vita economica. Ciò finisce<br />

per collassare quanto il processo di competitività non è più sostenuto dalla struttura<br />

autoreferenziale del processo globale, dando spazio alla inevitabile necessità di abbassare<br />

il costo <strong>della</strong> vita in una prospettiva che non fac<strong>ci</strong>a più del contenuto <strong>della</strong> comunicazione,<br />

<strong>della</strong> legittimità del ricerca del maggior profitto individuale, il contenuto <strong>della</strong><br />

sublimazione dell’appagamento dei bisogni primari. È ovvio che in <strong>questo</strong> costrutto<br />

l’aumento di competitività fa <strong>della</strong> necessità di un abbassamento del profitto individuale,<br />

situazione, uso nella comunicazione dell’ambito del non necessario, strettamente legato a<br />

un processo collegato all’uso utile <strong>della</strong> comunicazione, ma non come espressione<br />

d’impoverimento, ma come legittimazione di un sistema che fac<strong>ci</strong>a di <strong>ci</strong>ò un processo<br />

strutturale, che determini la volontà per un cambiamento morale, che torni a dare alla


comunicazione nei consumi un costrutto intellettuale degli acquisti necessari, che vada su<br />

questi ad un inversione di rotta che fac<strong>ci</strong>a <strong>della</strong> produzione tecnologica dell’uomo risorsa<br />

che ascolti e comunichi con i suoi bisogni più “elementari”, e traduca tramite essa<br />

l’autoreferenzialità del sistema economico in un abbassamento <strong>della</strong> vacuità dell’utilizzo<br />

fine a se stesso del “significato produttivo”, la comunicazione può così avvi<strong>ci</strong>narsi alla<br />

libera espressione dell’individuo, dove il consumo diventa atto concreto di re<strong>ci</strong>pro<strong>ci</strong>tà, in<br />

un atto di solidale ricerca comune <strong>della</strong> soluzione dei problemi in essere nel processo<br />

intellettuale umano, che apprende le possibilità spirituali, in un processo spirituale<br />

intellettuale e necessario. Credo che in questa prospettiva si debba cercare la soluzione ai<br />

problemi contingenti che si stanno acuendo in <strong>questo</strong> tempo.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.economia<br />

Sent: Saturday, November 16, 2002 12:23 PM<br />

Subject: La strada più complicata per tornare al legittimo baratto<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.economia<br />

Sent: Saturday, November 16, 2002 12:23 PM<br />

Subject: La strada più complicata per tornare al legittimo baratto<br />

La strada più complicata per tornare al legittimo baratto<br />

15/novembre 2002. Questa mattina sul telegiornale, si <strong>sono</strong> visti i primi morti per fame<br />

dell’Argentina, vorrei esprimere solidarietà alle persone che nel mondo, si trovano in<br />

questa condizione, forse <strong>questo</strong> è il solo modo possibile per alleggerire il significato del<br />

testo che segue, che nella forma letteraria è scritto in un italiano “edulcorato accademico”,<br />

e nel significato dell’esplicazione di “effetti” con esso descrittavi è “privo e priva” di<br />

“cause e soluzione” e fors’anche capa<strong>ci</strong>tà di perdono; mi appare fin troppo duro e, <strong>questo</strong><br />

mi ha sus<strong>ci</strong>tato qualche remora nel pubblicarlo.<br />

Una cosa del processo globale, pericolosa, è quella espressa dalla criminalità organizzata,<br />

che ha sviluppato una struttura economicamente alta, che si “distanzia” in azione da<br />

quella del crimine <strong>della</strong> sua “manovalanza”, dove trova il potenziale finanziario,<br />

necessario, per l’avvio <strong>della</strong> cres<strong>ci</strong>ta esponenziale dell’economica del suo vertice<br />

organizzativo-economico. E tramite il denaro, che la “determina”, generato con la<br />

manovalanza, cerca d’inserirsi nell’ambito dei processi economi<strong>ci</strong> legittimi di uno stato,<br />

per indirizzarlo in una politica” che controlli i processi economi<strong>ci</strong> che la interessano. Il<br />

termine mafia ovviamente, intende tutte quelle organizzazione che in ogni parte del<br />

mondo hanno sviluppato un sistema criminale organizzato, che nel gergo comune<br />

internazionale è accompagnato dal nome <strong>della</strong> nazione, anche se è bene dire che sul piano<br />

storico ognuna di queste organizzazione ha indicata nella “spe<strong>ci</strong>fi<strong>ci</strong>tà del suo nome” una<br />

identità che contraddistingue lo “spazio territoriale” in cui esso è collocato, <strong>ci</strong>ò sia per le<br />

organizzazioni nell’abito di una stessa nazione, quanto anche in quello internazionale. La<br />

fusione di tutte queste organizzazione per brevità può essere definita come mafia<br />

internazionale. Una delle sue fonti di finanziamento. Negli ultimi anni, per questa


organizzazione, il potere sugli stati in cui veniva prodotta la droga è stata un’esigenza<br />

primaria - dato l’immensa possibilità di arricchimento del rapporto costo produzione e<br />

introito ricavato, con la vendita <strong>della</strong> droga - tanto da sconvolgere la struttura esistenziale<br />

di quegli stati; in parte <strong>ci</strong>ò è stato attenuato dalla nas<strong>ci</strong>ta di nuove droghe a base sintetica<br />

che hanno “calmierato” il bisogno organizzativo dell’asso<strong>ci</strong>azione criminosa negli stati<br />

<strong>della</strong> produzione, la materia prima – in <strong>questo</strong> testo non mi soffermerò sugli effetti <strong>della</strong><br />

lotta del sistema legale, a questa organizzazione, o sugli effetti so<strong>ci</strong>ali che la droga ha<br />

sull’individuo, ma parlerò solo degli effetti che si innescano sull’economia del potere<br />

economico.<br />

Con l’aumento “globale” del suo potenziale economico, l’organizzazione criminale, può<br />

assumere sempre maggiore controllo, sulle strutture che “gestiscono” i capitali finanziari,<br />

non solo nella loro forma strutturale marginale, ma nell’aspirazione del controllo del<br />

vertice de<strong>ci</strong>sionale tali strutture. <strong>In</strong> <strong>questo</strong> significato la crisi strutturale il sistema<br />

economico mondiale apre moltepli<strong>ci</strong> possibilità perché <strong>ci</strong>ò avvenga; se assistiamo ad intere<br />

economie nazionali che crollano senza possibilità di soluzione, in altre l’impellente<br />

necessità di evitare tale crollo, porta - per determinare la stabilità di tali strutture - al<br />

bisogno di dare “credito esclusivo” ai capitali più alti dell’economia; strutture che <strong>sono</strong><br />

sempre più “marginalizzate” per lo storno del loro potenziale economico verso l’economia<br />

“virtuale” e instabile delle borse, a cui loro, anche parte<strong>ci</strong>pano. Per l’organizzazione<br />

criminale, che in <strong>questo</strong> processo cerca l’accesso in un mercato economico sempre più<br />

planetario, c’è il bisogno anche del controllo dell’alta finanza economica, di interi stati, per<br />

organizzare le relazioni economiche con il resto dei suoi rami economi<strong>ci</strong>, sparsi nel<br />

mondo, e dare un’ulteriore slan<strong>ci</strong>o esponenziale al suo processo economico e radicarlo nel<br />

tessuto economico so<strong>ci</strong>ale, controllandolo a tal fine. La sua azione può essere paragonata a<br />

quella di un veleno che si diffonde sempre più, fino alla morte del sistema, per poi<br />

las<strong>ci</strong>arlo a se stesso e in conseguenza di <strong>questo</strong> trovare nuove forme che portano al<br />

controllo del suo ancor possibile sfruttamento economico. “Ora in Italia, come in molte<br />

altre economie, in banca ho trovato il tasso zero o sotto, l’inflazione corrente; dato che io<br />

<strong>sono</strong> un piccolo risparmiatore, in tale modo, io, in un “bisogno di crisi o dietro la paura di<br />

perdere il potere di acquistare, storni i miei risparmi o in obbligazioni, o in spese correnti<br />

che andranno a dare credito maggiore a chi ha il grosso conto”, finito il mio risparmio<br />

l’economia rallenterà in modo esponenziale, fino a un processo di indebitamento sempre<br />

più ampio – è l’unico modo per sperare di ridare “spazio alle economie dei consumi,<br />

<strong>questo</strong> può determinare quello che è “avvenuto” negli Stati Uniti, intere aziende che<br />

rappresentano la struttura dell’economia e tecnologica <strong>della</strong> nazione, hanno cercato di<br />

salvarsi con falsi in bilan<strong>ci</strong>o e “previsioni fasulle”, per ra<strong>ci</strong>molare più soldi possibili dal<br />

mercato azionario, che ha già “non virtualmente, finito di spolpare “nel suo <strong>ci</strong>rcolo<br />

vizioso” il piccolo risparmiatore, le aziende non hanno più “reali” possibilità sul mercato<br />

<strong>della</strong> spesa, sia di “ricerca” sia di introiti, e il potenziale economico derivato dalle borse<br />

non dà più significato al suo valore – si è oramai indebolita la struttura so<strong>ci</strong>ale<br />

dell’economia reale e ogni ipotesi “concreta” di stabilità economica, il sistema è così<br />

virtuale che pur “senza consumi” l’inflazione è bassa ma il potere d’acquisto del denaro<br />

posseduto è ancor più basso – solitamente già prima di <strong>ci</strong>ò i capitali “occulti” <strong>sono</strong> entrati<br />

nel processo economico e stanno generando le scelte che pos<strong>sono</strong> spremere al massimo le<br />

risorse su cui è strutturata l’economia – a <strong>questo</strong> livello si attivano i processi di guerra e il<br />

potere cerca un maggior controllo so<strong>ci</strong>ale, <strong>ci</strong>ò non è indispensabile per l’organizzazione<br />

mafiosa, se non come peculiare strumento di ulteriore profitto economico e “invisibilità”.


“Voto - 0”<br />

----- Original Message -----<br />

From: "Roberto Carnevale" <br />

Newsgroups: it.economia<br />

Sent: Saturday, November 16, 2002 2:29 PM<br />

Subject: Re: La strada più complicata per tornare al legittimo baratto<br />

"<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" ha scritto nel messaggio<br />

news:TUpB9.2791$Ka3.97497@twister1.libero.it...<br />

> La strada più complicata per tornare al legittimo baratto<br />

la prossima volta aggiungi un LUNGO nel soggetto ed evita di postare due<br />

volte.....<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.economia<br />

Sent: Monday, January 13, 2003 11:08 AM<br />

Subject: cretinerie o un ipotesi assurda<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Monday, January 13, 2003 11:09 AM<br />

Subject: cretinerie o un ipotesi assurda<br />

Rai.it forum “primo piano”<br />

Oggetto: cretinerie o un ipotesi assurda<br />

Data: 13-01-2003 alle 11:12<br />

Richieste doppie rispetto all'offerta: cresce la voglia di sicurezza<br />

L'interesse più basso dal dopoguerra, negli anni '80 era quasi al 20%<br />

Bot sotto il 2%:<br />

è il minimo storico<br />

Errore di distrazione di un operatore e il rendimento pre<strong>ci</strong>pita<br />

Gli annuali danno l'1,8%, ben al di sotto dell'inflazione<br />

Che ai tempi degli anni del Ministro Goria, la qual cosa mi sembrò al di là del senso, e mi<br />

chiesi come ne saremo us<strong>ci</strong>ti, dato che per mettere sotto controllo il debito pubblico si<br />

ricorse al denaro degli italiani, certo c’è da dire che in quel periodo con gli interessi, anche<br />

con solo quelli degli istituti di credito, ti trovavi qualcosa che poteva essere spendibile e<br />

che in un certo qual modo aiutava la produzione. La qual cosa poteva essere poco morale<br />

perché lo stata dava di più a chi aveva di più, ma certo solo i più furbi mettevano i soldi<br />

all’estero; e <strong>molti</strong> rius<strong>ci</strong>vano ad avere qualcosa; per non dire degli stranieri che<br />

compravano i bot italiani, il sistema in un certo qual modo doveva muoversi le banche<br />

dovevano produrre ricchezza e incentivare la produzione, l’inflazione non è che fosse a<br />

regime, ma con il cambio con le altre monete l’esportazione tirava, era la solita cosa<br />

all’italiana, di lì a poco <strong>ci</strong> sarebbero stati altri incentivi, dissi che a <strong>ci</strong>rca 800 900 liredollaro,<br />

era una pacchia investire in dollari, dissi che a duemilalire il dollaro, anche un po’<br />

prima riconvertire, senza ingordigie e infatti ancora alcune centinaia di lire e tutto prese ad<br />

andare per il verso opposto. <strong>In</strong> mezzo a tutto <strong>questo</strong> nacque quella barzelletta dei fondi<br />

d’investimento, una barzelletta perché tutti puntavano su qualcosa di “nuovo” che


sarebbe cres<strong>ci</strong>uta inevitabilmente e avrebbe gonfiato la borsa, anche lì dissi quando era il<br />

momento giusto di mollare tutto. Era pieno di quei ritardati di Yippi o iappis, o come<br />

cacchio si chiamavano, che incomin<strong>ci</strong>avano a cascare come pere fradice dall’albero<br />

dell’arroganza. Naturalmente io non fe<strong>ci</strong> niente di tutto quello che avevo previsto e mi<br />

stavano talmente sul cavolo i bot, e poi chi ce l’ha i soldi pe arricchisse; sarò matto sarò<br />

libero o è solo il fatto che ho ragione e pertanto tocca pagare le conseguenze per quelli che<br />

si arricchiscono a torto. <strong>In</strong>fatti in mezzo a tutto <strong>questo</strong> casino, che sembrava un paradiso,<br />

ma non lo era, scoppio tangentopoli che era il sistema morale che lo governava, voglio dire<br />

quello che venne fuori dall’inchiesta di tangentopoli. <strong>In</strong> fondo tutto <strong>questo</strong> casino si<br />

sarebbe magnato tutto.<br />

Ed ora come continuasse a magnasse tutto, è vero che in un certo qual modo si è rius<strong>ci</strong>ti a<br />

controllare il debito dei bot, controllando il debito pubblico, ma ora urge dà più oio alle<br />

borse, magari senza passare per le banche, è la disperazione dell’instabilità, o forse si<br />

vuole far spendere tutti i risparmi, che mesà che non <strong>sono</strong> più quelli dell’epoca dei bot? e<br />

che strano che nessuno del governo abbia detto che meno interessi à da pagare lo stato e<br />

meglio è, ma allora ben venga fare a meno dei bot, meno se ne hanno e meglio è, però che<br />

cazzo se gli interessi so bassi, lo stato ne po’ avere di più, e già, ma siamo sicuri che il<br />

debito pubblico è sotto controllo, allora sembra “solo positivo” tutto <strong>questo</strong> – ma se invece<br />

sotto sotto <strong>ci</strong> fosse quella follia reganiana e si vuol far crescere il debito pubblico in modo<br />

che gioco forza si debba privatazzzare, senza scampo, ogni cosa di più e così invece di far<br />

produrre quello che privatizzandolo può produrre, si privatizzza anche il produttivo, per<br />

poi lo stato avere sempre meno da produrre e - più - avere potere in funzione di chi ha<br />

campa e chi non ha more, che tanto piace a Bush, voglio dire se l’equilibrio si spezza, si sa<br />

da quale parte, e la percezione morale di questa parte è quella del potere a fine di vanità<br />

economica ed esistenziale, dico vanità senza attribuire ad essa nessuna connotazione<br />

positiva, quella che “tutti” vogliono soprattutto i più cretini che hanno torto. Staremo a<br />

vedere che succederà, certo che dopo non potremo certo risolvere i problemi come Bush,<br />

con le guerre pr<strong>eventi</strong>ve, per fortuna? Speriamo.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Monday, November 18, 2002 2:42 PM<br />

Subject: "arte sgarbata"<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.economia<br />

Sent: Monday, November 18, 2002 2:43 PM<br />

Subject: "arte sgarbata"<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.discussioni.giustizia<br />

Sent: Monday, November 18, 2002 2:44 PM<br />

Subject: "arte sgarbata"


----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura.letteratura.italiana<br />

Sent: Monday, November 18, 2002 2:46 PM<br />

Subject: "arte sgarbata"<br />

----- Original Message -----<br />

From: <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

To: vendrame@temaceleste.com<br />

Sent: Monday, November 18, 2002 2:52 PM<br />

Subject: per conoscenza<br />

è un testo che ho già inviato in diversi newsgroup. Cordiali Saluti <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

“arte sgarbata”<br />

Osservavo la televisione, non come oggetto, ma quel che vi si rappresentava attraverso i<br />

catodi in movimento. <strong>In</strong> fondo il dubbio è comprensibile, ero proprio distratto mentre<br />

vedevo il ministro Urbani che sembrava giulivo, come avesse ottenuto un punto<br />

percentuale in più in borsa e salvato per <strong>questo</strong> il mondo: parlava di un museo, costruito,<br />

o ampliato in qualche <strong>ci</strong>ttà italiana; in “controcanto” alla sua immagine compariva un altro<br />

che sembrava un direttore, sovrintendente o quant’altro, non son rius<strong>ci</strong>to a capirlo mentre<br />

lo ascoltavo parlare, i miei neuroni e sinapsi non si attivavano, è intelligente ma non si<br />

impegna, in effetti stavo pensando proprio ad altro, del resto questa persona stava<br />

dicendo che costruito <strong>questo</strong> museo, o forse prima che fosse finito, o nello stesso momento<br />

lo avrebbe riempito di opere di artisti contemporanei. <strong>In</strong> effetti il problema di <strong>questo</strong><br />

sistema dell’arte che genera un <strong>ci</strong>rcuito legato alla rappresentatività pubbli<strong>ci</strong>taria degli<br />

artisti che reclamizzano le loro opere, deve servire allo scopo di generare profitti, in chi in<br />

una rete di connivenze a scopo economico vede nel senso dell’arte, un possibile utile<br />

monetario. <strong>In</strong> effetti non vi è altro scopo nello sviluppo di <strong>questo</strong> processo artistico. <strong>In</strong><br />

sostanza è uno scambio dove ognuno cerca di vendersi all’altro per cercare di avere un<br />

riconos<strong>ci</strong>mento nell’ambito gerarchico del potere referenziale all’interno <strong>della</strong> logica<br />

autoreferenziale del sistema per l’incasso economico in rapporto al consenso gerarchico<br />

del sistema. Ciò è quello che <strong>ci</strong> dice quali <strong>sono</strong> i valori dell’opere che vengono realizzate in<br />

<strong>questo</strong> ambito. Il problema dell’arte contemporanea degli ultimi vent’anni è stato tutto qui<br />

- dopo la prostituzione concettuale degli anni ottanta, finalizzata dagli investimenti di<br />

borsa nella creazione di un mercato che ha fatto del nar<strong>ci</strong>sismo economico dell’acquirente<br />

il valore dell’artista acquistato - c’è stata una totale perdita di valore artistico, in<br />

conseguenza del fatto che costoro <strong>sono</strong> rimasti senza un mercato che determinasse il loro<br />

valore. Il dibattito artistico prin<strong>ci</strong>pale dell’arte contemporanea di questi anni è finito tutto<br />

su come ristabilire <strong>questo</strong> sistema. Gli artisti e tutto il sistema dell’arte è diventato una<br />

setta che ha fatto del suo punto di vista, il punto di vista con cui guardarsi allo specchio, e<br />

come un matto continuare a dirsi come <strong>sono</strong> bravo come <strong>sono</strong> bravo, me lo ha detto lui,<br />

me lo ha detto lui, e chi è lui lo specchio <strong>della</strong> vanità del sistema dell’arte dove il sistema<br />

stesso si guarda. Non so se rius<strong>ci</strong>te ad immaginare l’orda di quegli in<strong>ci</strong>vili culturalmente<br />

che escono dalle accademie, con l’unico intendo di mettere su uno stipendio con<br />

l’insegnamento, andare in giro dicendosi davanti agli altri <strong>sono</strong> un artista, e per<br />

confermare <strong>ci</strong>ò farselo dire dal compagno di classe, perché così <strong>sono</strong> un movimento che


con la raccomandazione del professore fa comando al critico e alla galleria. Il problema è<br />

di come valorizzare un paio di mutante messe e firmate dall’artista, che si distinguono da<br />

un paio che ancora l’artista non ha messo. <strong>In</strong> sostanza salvando alcuni momenti<br />

individuali, il ri<strong>ci</strong>clo intellettuale dell’apice di Duchamp è stato tutto qui. Del resto con lui<br />

la rappresentazione dell’oggetto nell’arte ha chiuso il suo <strong>ci</strong>clo, fino a spostare la<br />

rappresentazione del mondo, sulla teoria dei giochi, fino alla guerra fredda, dove l’atto<br />

catartico concettuale dello giocare a scacchi di Duchamp, rappresenta un ritorno<br />

all’equilibrio concettuale, e dell’analisi di quel processo storico. Sembra che di <strong>ci</strong>ò, la<br />

visione contemporanea dell’arte abbia solo portato la logica di come ottenere il maggior<br />

profitto dal sistema usato, senza neanche porsi il perché, né lo scopo; in questa cosa, la sola<br />

vanità dell’individuo artista in un sorta di compulsività relativa dei comportamenti cerca<br />

un atteggiamento con cui possa prevaricare l’altro e affermarsi all’interno del sistema, il<br />

modo migliore per fare <strong>ci</strong>ò è dare attraverso il proprio comportamento autoreferenzialità<br />

ad esso. Credo proprio che quella cosa ascoltata distrattamente in televisione sia un valido<br />

aiuto a tutto <strong>ci</strong>ò, è giusto che i più devono abbuffarsi, ma non tutti finiranno per mangiare,<br />

ma anche per loro l’importante è esser<strong>ci</strong>. Vorrei avviarmi alla conclusione affermando che<br />

tutto <strong>ci</strong>ò toglie “vero spazio a chi fa <strong>della</strong> qualità dei valori “espressivi” possibilità critica<br />

per la comprensione intellettuale e morale, e dà sempre più potere a un mercato che fa<br />

degli appagamenti primari dell’intelletto la soluzione esplicativa delle sue sensazione:<br />

come dire tu sei intelligente perché io ti tratto come un cretino, tanto basta per sentirsi<br />

appagato e importante. Ma non pensate che non sia una cosa democratica, considerate il<br />

mondo <strong>della</strong> letteratura dove si fa dell’appagamento del riconos<strong>ci</strong>mento intellettuale del<br />

lettore i canoni commer<strong>ci</strong>ali su cui determinare le possibilità di vendita di un <strong>libro</strong>,<br />

provate un po’ a “pensare” che significato ha “l’arte” in <strong>questo</strong> costrutto, queste opere di<br />

intrattenimento d’evasione che <strong>sono</strong> fatte per ogni ceto intellettuale, <strong>sono</strong> appunto<br />

concettualmente opere d’evasione dove le mutande dell’artista <strong>sono</strong> le mutante di tutti, in<br />

quanto ognuno può trovarvi la sua misura con cui sentirsi tranquillo e sicuro, senza<br />

considerare a cosa serva quello che vi è sotto le mutante: la concettualità <strong>della</strong> forma<br />

esteriore delle proprie mutante – questi in sostanza <strong>sono</strong> i valori esteti<strong>ci</strong> dell’arte<br />

d’evasione e i parametri attuali di considerazione dell’artista. Per quanto riguarda il<br />

museo di Urbani e dell’altro, saranno contenti un po’ di direttori di riviste d’arte, tanto più<br />

del fatto che finirà che vi sarà un bando di concorso per la scelta delle opere, che così<br />

andranno a referenziare l’estetica predominante – non mi perdo in considerazione del tipo<br />

di un’arte di stato o non, perché non so proprio se in <strong>questo</strong> costrutto abbiano senso l’una<br />

o l’altro, o del dibattito che <strong>ci</strong> sarà, del museo che si trasforma in galleria, la galleria che<br />

diventa un museo e così via – il concetto di fondo è che le opere che entrano in un museo<br />

devono azzerare ogni riferimento commer<strong>ci</strong>ale essere inestimabile, per dare spazio ai<br />

valori <strong>della</strong> libertà dell’espressione totale dell’essere umano per la condivisione spirituale<br />

tra di essi e con il mondo in cui si vive. Il rispetto di quest’atto è fondamentale per ogni<br />

essere umano; solo così si dà valore ad un quadro di Van Gogh e ai veri valori che in esso<br />

vi vengono vissuti e condivisi. <strong>In</strong> <strong>questo</strong> vi è la “curiosità” necessaria con cui orientarsi<br />

verso l’arte e la sua conoscenza, con cui guardare le opere contemporanee di ogni epoca e<br />

vedervi il superamento <strong>della</strong> contemporaneità, dell’originalità del suo artefice. Voglio<br />

concludere dicendo che per quanto riguarda me mi <strong>sono</strong> sempre differenziato, sia nei<br />

comportamenti, nelle opere e nella ricerca intellettuale dal sistema che ho poc’anzi<br />

criticato, ringrazio le poche persone, da me contattate nei vari “campi dell’editoria”, che<br />

almeno, <strong>sono</strong> rius<strong>ci</strong>ti a mantenere, un atteggiamento “intelligente”. – non so per quando<br />

ancora -. Ovviamente <strong>ci</strong>ò non è suffi<strong>ci</strong>ente; e senza aprire altre questioni inerenti <strong>questo</strong>


scritto, concludo dicendo che paradossalmente, ma realmente l’operazione artistica in<br />

linea con il processo storico dell’arte, con Duchamp è quella fatta da Vittorio Sgarbi.<br />

Forum rai.it Beni Ambientali<br />

Messaggio <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

Oggetto: Beni Culturali<br />

Data: 13-12-2002 alle 11:52<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Friday, December 13, 2002 11:55 AM<br />

Subject: Beni Culturali<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.economia<br />

Sent: Friday, December 13, 2002 11:56 AM<br />

Subject: Beni Culturali<br />

Liberismo: la concezione politica che fa valere il prin<strong>ci</strong>pio <strong>della</strong> libertà individuale. Più che<br />

un sistema di pensiero ben definito, il liberismo è un atteggiamento intellettuale e morale<br />

che sottolinea con forza il valore positivo <strong>della</strong> libertà individuale intesa non come mera<br />

negazione di ogni autorità (libertà negativa), ma come autonomia o capa<strong>ci</strong>tà di obbedire a<br />

norme razionali che scaturiscono dall’intimo dell’uomo. Ponendo la fonte dell’autorità e<br />

<strong>della</strong> legge nell’individuo, il liberismo si oppone dunque a forme di conservatorismo<br />

so<strong>ci</strong>ale fondato sull’arbitrio e convenzioni consuetudinarie. Al di là di <strong>questo</strong> senso<br />

generale, è diffi<strong>ci</strong>le individuare un significato univoco di liberismo, e si deve riconoscere<br />

che in genere con tale termine si indica una prospettiva so<strong>ci</strong>ale e politica diversa a seconda<br />

dell’obbiettivo polemico di volta in volta considerato. […] Questo secondo l’en<strong>ci</strong>clopedia<br />

garzanti di filosofia, a chi voglia consiglio di leggere anche il seguito. <strong>In</strong> definitiva nulla di<br />

nuovo sotto il sole – come inventarsi una causa che dia significato ad un effetto con cui<br />

giustificare la supremazia individualistica che dia significato al razionale e che giustifichi e<br />

legittimi la supremazia del più forte indipendentemente dalla libertà spirituale e naturale,<br />

che l’uomo può governare per i propri scopi al di là delle regole naturali, che non si<br />

considerano appartenere ad uno stato di cos<strong>ci</strong>enza, ma che nello stato di cos<strong>ci</strong>enza umana<br />

danno giustificazione ad un darwinismo so<strong>ci</strong>ale che legittima un così fatto stato<br />

“democratico” – Io dico ch’è il paradosso concettuale del significato di individualismo.<br />

Non è stato un caso nei primi tempi di <strong>questo</strong> governo si siano riviste, riascoltate logiche<br />

spiritualistiche, che l’effi<strong>ci</strong>entismo berlusconiano esprima in pieno regole di<br />

“convenienza” e che tutto debba mutarsi in tale ordine. Oh si badi bene che per me da<br />

sempre la strutturazione culturale accademica, è sempre stata una gran rottura di statole<br />

sotto ogni identità politica – ma in <strong>questo</strong> ordine attuale non mi sembra che la libertà in tal<br />

senso si sia accres<strong>ci</strong>uta, e <strong>ci</strong> sia stato un innalzamento <strong>della</strong> qualità da essa espressa, nella<br />

libertà culturale so<strong>ci</strong>ale dell’individuo, anzi. E v’immaginate in <strong>questo</strong> contesto avere a che<br />

fare anche con l’affermazione individualistica di Bossi.<br />

Comunque tornado alla giornata di ieri e alla questione <strong>della</strong> messa in vendita di beni<br />

artisti<strong>ci</strong> dello stato e in certi casi distruzione e non qualificazione ad uso culturale di<br />

esempi di architettura archeologica industriale, o di beni ambientali paesaggisti<strong>ci</strong>, già di<br />

per se qualificanti – come ho detto tornando alla giornata di ieri in <strong>questo</strong> clima di<br />

neoliberismo – <strong>questo</strong> termine per far sembrare innovativo il concetto – mi è capitato di<br />

ascoltare prima uno dell’università Yale – che in Italia si drammatizza troppo quanto<br />

fallisce una azienda – il caso Fiat non è così grave – certo; mi deve spiegare come mai


quelle poche notizie che <strong>ci</strong> giungono sui disagi degli americani per cause di <strong>questo</strong> tipo,<br />

finiscono sempre per sembrare finte tanto <strong>sono</strong> “spettacolari”- e deve spiegarmi che fine<br />

hanno fatto quegli agricoltori andati falliti con Regan che non <strong>sono</strong> rius<strong>ci</strong>ti a spiegarsi<br />

come con il debito pubblico in aumento la gente a spasso è bastato che Regan dicesse che<br />

andava tutto bene e non c’era da preoccuparsi: ed è stato rieletto – poi mi dicesse come<br />

mai in un mercato così allargato le maggiori aziende americane finiscano fallite, oltre tutte<br />

quelle minori, coperte sul piano so<strong>ci</strong>ale da quelle maggiori che resistevano – d’accordo che<br />

la dinamica del “mercato” americano è Big” – ma nell’ultimo fallimento: la seconda<br />

compagnia aerea degli Stati Unti, non penso che potrà più distribuire oltre lo stipendio,<br />

neanche quella parte dei degli utili tra i dipendenti – che così producevano di più erano<br />

più ricchi e potevano spendere di più, poi <strong>questo</strong> non è bastato più e sempre più giù il<br />

“mercato”- cadere poi in quei falsi in bilan<strong>ci</strong>o a reso il popolo degli Usa un popolo di<br />

creduloni, o forse è stato più fa<strong>ci</strong>le credere che accorgersi <strong>della</strong> verità. Non scopro niente<br />

dicendo che negli usa le case farmaceutiche “inventano disagi per vendere pillole che<br />

determinano la percezione e i comportamenti dell’individuo, e basta un rossore<br />

adolescenziale per non sentirsi omologate e prendere la pilloletta. E stavolta non voglio<br />

parlare delle smanie di guerra di Bush. Tornando alla Fiat è vero che togliendo un po’ di<br />

Fresco l’aria non cambia, concedetemi la battutina, - e non si capisce perché in Usa<br />

togliendo O’Nell invece sì – ma va detto che se la proprietà ha cercato di mostrare di avere<br />

voce in capitolo all’azionariato forse è anche perché c’è stata in <strong>questo</strong> ultimo periodo una<br />

gestione assurda che ha portato a un calo oltre il fisiologico” delle vendite delle auto Fiat, e<br />

non venitemi a dire che <strong>questo</strong> ha qualche senso anche per chi volesse vendere, - quali<br />

siano le spinte occulte in tutto <strong>ci</strong>ò, non lo so e non me ne frega niente. Per tornare al tipo di<br />

Yale per quel poco che so la gestione organizzativa aziendale, <strong>della</strong> GM non è poi molto<br />

diversa da quella <strong>della</strong> compagnia aerea appena fallita, seppur l’auto è un altro<br />

“comparto”!?<br />

Ora per tornare a ieri, per alcuni istanti in serata mi è capitato di ascoltare le vecchie<br />

chiacchiere sul perché dovere usare l’energia nucleare, mi auguro che non <strong>ci</strong> ritroveremo a<br />

discutere sulle informazioni falla<strong>ci</strong> dei propugnatori al nucleare, e non voglio neanche<br />

commentare affermazioni come quella ascoltata: che in fondo Chernobil ha prodotto solo<br />

500 morti, e che adesso le centrali <strong>sono</strong> meglio bla bla - se non ce la fanno scoprire la<br />

fusione che cavolo vogliono. E a <strong>questo</strong> punto pensando al premio nobel dato a due<br />

accademi<strong>ci</strong> americani per aver scoperto un po’ di anni fa un sistema con cui finalmente<br />

poter gestire attraverso i “grafi<strong>ci</strong> e mi pare il processo obbligazionario” il mercato<br />

azionario a lungo termine e fare un sacco di soldi in un sistema che era bloccato e che alla<br />

prima variazione congiunturale politica e d’informazione ha mostrato tutta la sua<br />

inapplicabilità ed hanno perso tutto il denaro che gli era stato dato, non so se anche quello<br />

del nobel; e chissà forse le pillole non hanno ben funzionato a livello di comunicazione<br />

interiore dell’individuo ed è successo un patatrac a livello esteriore, che ha infi<strong>ci</strong>ato il<br />

nobel degli accademi<strong>ci</strong>. È solo una questione di comunicazione, più che d’informazione.<br />

Come il Nobel per la letteratura dato a Dario Fo che gli italiani non hanno saputo<br />

valorizzare e continuano a leggersi libri stimolanti, che vuol dire che <strong>sono</strong> degli ottimi<br />

lassativi?<br />

E allora perché non prendere un pannelino foto voltaico per elettrolisi dividere l’acqua in<br />

idrogeno e ossigeno, che va a riempire la bombola che attiva la caldaia che riscalda l’acqua<br />

per i termosifoni, pos<strong>sono</strong> esser<strong>ci</strong> problemi di “meccanica” e cari s<strong>ci</strong>enziati qualcosa<br />

dovrete pure risolvere, in attesa di ‘sta benedetta pila a idrogeno- o sennò mi prendo<br />

sempre un pannellino foto voltaico, di quelli che attivano i lampioni di notte, e alla batteria


attacco una stufetta a ventola per aria calda e con un paio di quelle… e a proposito <strong>della</strong><br />

ricerca c’è un’università che è rius<strong>ci</strong>ta a ottenere energia con le maree dello stretto di<br />

Messina, con un movimento lento delle pale, che cacchio in aggiunta all’energia eolica e<br />

per integrare quella idroelettrica mettiamo un po’ di queste “pale” sul bordo dei corsi dei<br />

fiumi. Sempre ieri ho sentito un’ennesima espressione poco garbata di Berlusconi, che non<br />

voglio commentare né raccontare, mi chiedo soltanto se <strong>ci</strong>ò fac<strong>ci</strong>a parte del fatto che non<br />

riesce più ad avere un atteggiamento di autocontrollo sul significato delle espressioni<br />

pubbliche o se sia affetto da stress da effi<strong>ci</strong>entismo, del tipo che come uno che vive in<br />

funzione dei punti percentuali in una logica nar<strong>ci</strong>sistica non <strong>ci</strong> capisca più niente su quale<br />

sia il comportamento più redditizio per spostare i punti percentuali. Comunque in <strong>questo</strong><br />

la cosa più bella e comica è Schifani che non posso fare a meno di ridere ogni volta che lo<br />

ascolto, praticamente con un paio di variabili dice sempre le stesse cose, qualsiasi sia<br />

l’argomento. Per tornare al patrimonio pubblico in definitiva non è affatto sensato<br />

svenderlo o venderlo per di più per ra<strong>ci</strong>molare denaro e niente altro. Che manca allo stato<br />

e il governo in mezzo a tutto <strong>questo</strong> casino non è rius<strong>ci</strong>to a varare l’unica legge che poteva<br />

avere un senso liberista autentico, quella di togliere le tasse sulla prima casa e ai locali<br />

commer<strong>ci</strong>ali, e alle seconde o terze case in affitto. Ciò non è stato possibile, ma vedrete che<br />

nella logica del liberismo economico si toglieranno le tasse alle case oltre la prima, perché<br />

quelli hanno ipoteticamente più soldi e pos<strong>sono</strong> comprarne delle altre, magari come<br />

investimento, mentre chi non può farsi la prima casa è fuori dal mercato.<br />

E allora voglio sapere, com’è che in Norvegia hanno abbassato di mezzo punto il tasso, che<br />

però è al sei e mezzo per cento, <strong>ci</strong> si pos<strong>sono</strong> portare i capitali – non ricordo se la Norvegia<br />

ha l’euro. <strong>In</strong> Belgio hanno de<strong>ci</strong>so di us<strong>ci</strong>re dal nucleare, non è che poi <strong>ci</strong> siano molte<br />

montagne in Belgio, compra forse l’energia dalla Fran<strong>ci</strong>a e allora perché… scusate se fac<strong>ci</strong>o<br />

un po’ di confusione, ma sembra il mezzo più in voga di comunicare, oddio<br />

comunicare!?<br />

Banche in affanno nel 2002<br />

gli utili calano di un terzo<br />

I dati dell'Abi segnalano le difficoltà del settore. Le cause: stallo dell'economia, crac dei<br />

colossi Usa e crisi argentina<br />

Approvato l'uso dell'antidepressivo anche sui più piccoli<br />

Rigorosi test clini<strong>ci</strong> prima <strong>della</strong> somministrazione<br />

Usa, Prozac anche ai bambini<br />

Sì alla terapia ma regole severe<br />

Ma la de<strong>ci</strong>sione è destinata a far discutere<br />

WASHINGTON - Prozac anche ai bambini. La "Food and drug administration", l'organismo americano che regolamenta l'utilizzo dei farma<strong>ci</strong>,<br />

ha approvato l'uso del noto antidepressivo anche nella cura di bambini e adolescenti dai 7 ai 17 anni, vittime di depressione e disordini<br />

compulsivi-ossessivi. Un provvedimento destinato a far discutere. <strong>In</strong>tanto, perché da anni il Prozac è sotto accusa da parte di una larga fetta <strong>della</strong><br />

comunità s<strong>ci</strong>entifica internazionale (secondo alcuni ricercatori, un uso prolungato istigherebbe al sui<strong>ci</strong>dio). E poi, esiste un precedente eccellente:<br />

il Ritalin, il cui uso fu autorizzato, nel '99, sempre negli Usa, per controllare la condotta dei bambini nelle scuole (il cosddetto "disordine di<br />

disattenzione per iperattività"), salvo poi trasformarsi, nell'uso comune, nella "cocaina dello studente", acquistabile dietro semplice prescrizione<br />

medica.<br />

Ma l'America deve risolvere un problema. Secondo le stime dell'Istituto nazionale <strong>della</strong> salute mentale, negli Stati Uniti la depressione affligge<br />

oltre il 25% dei bambini e <strong>ci</strong>rca l'8% degli adolescenti. I disturbi ossessivi-compulsivi riguardano il 2% <strong>della</strong> popolazione, e solitamente si<br />

manifestano per la prima volta proprio durante l'adolescenza o la prima infanzia. Una spesa rilevante: il costo, economico e so<strong>ci</strong>ale, <strong>della</strong><br />

patologia, è stimato intorno agli 8,4 miliardi di dollari.<br />

(4 gennaio 2003) la Repubblica .it


Il <strong>libro</strong> inizia con queste prime 36 lettere e a scriverlo <strong>sono</strong> io, il protagonista, il<br />

personaggio del <strong>libro</strong>. Non <strong>sono</strong> un omonimo dell’autore seppur mi chiamo come l’autore,<br />

difatti l’autore del <strong>libro</strong> si chiama <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong> e, di fatto <strong>questo</strong> è il mio stesso nome;<br />

del resto le storie che vi <strong>sono</strong> scritte <strong>sono</strong> frutto di opera letteraria e se nella qual spe<strong>ci</strong>e<br />

pos<strong>sono</strong> apparire più di <strong>questo</strong>, la realtà è che l’invenzione letteraria dell’autore potrebbe<br />

essere la mia stessa ragion d’essere, <strong>ci</strong>ò che mi dà lo stesso nome dell’autore. Non è così –<br />

se qualora io stesso <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong> scrivessi di <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>, voi non sapreste più chi<br />

è l’autore, se io <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong> o lui <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>, né se quel che io scrivo è opera<br />

<strong>della</strong> biografia, mia, quale personaggio del <strong>libro</strong>, o sua quale autore del <strong>libro</strong>. Per qualcuno<br />

disattento <strong>ci</strong>ò potrebbe apparire un artifizio menzognero, in realtà nulla può essere più<br />

vero <strong>della</strong> verità rappresentata, sia essa opera letteraria come immaginazione, che<br />

dell’immaginazione di cui l’autore parla, sia dell’immaginazione mia che immagina la<br />

realtà di cui l’autore parla. Se tutto <strong>ci</strong>ò vi può apparire illusione, vi dico che essa non lo è, e<br />

se il poeta è un finitore, <strong>questo</strong> è il caso che non vi appaia fingitor. Se voi non avete la<br />

perseveranza di dubitare <strong>della</strong> vostra stessa sorte non potete in alcun modo capire chi<br />

siete, né dove vi trovate e quel che leggerete vi apparirà menzognero perché alla vostra<br />

vista è tolta la capa<strong>ci</strong>tà di capire la verità ben al di là <strong>della</strong> mia immaginazione o di quella<br />

dell’autore.<br />

…Mi tocca passare il tempo a vedere dei cretini che mostrano a dei cretini quanto <strong>sono</strong><br />

cretini, per poi farsi dire dai cretini quanto <strong>sono</strong> cretini – <strong>questo</strong> ripetuto per l’infinita<br />

cretineria umana. Ma il massimo è che senza che io voglia avere a dire cretino a nessuno –<br />

<strong>ci</strong>ò determina il fatto che io non <strong>sono</strong> un cretino, e allora i cretini si comportano da cretini,<br />

con molestie e fastidi e interpretando quel che dico e fac<strong>ci</strong>o in malo modo – per farsi dire<br />

che <strong>sono</strong> dei cretini e così poter dirmi che <strong>sono</strong> un cretino, ma il paradosso è che qualora io<br />

assecondassi <strong>questo</strong> loro volere, finiscono per dire che l’ho fatto solo per dire loro che <strong>sono</strong><br />

cretini e così continuano a comportarsi da cretini …continuano… senza us<strong>ci</strong>rne mai –<br />

tanto l’esser cretini nell’odio li fa sentire di aver potere.<br />

A me non resta che “osservare” questa infinita cretineria, questa incapa<strong>ci</strong>tà di volere e<br />

distinguere il bene dal male, questa mancanza assoluta di cos<strong>ci</strong>enza e altruismo, pazzia,<br />

<strong>questo</strong> loro esser dannati – mancanza di percepire la gravità del male, che come il<br />

“demone” vogliono rendere insignificante.<br />

I relativi incanti, <strong>sono</strong> come un raccogliere i luoghi dove le vo<strong>ci</strong> e i suoni, soprattutto<br />

questi ultimi finiscono per “rappresentare” tanto da rischiare di essere qualcosa. E c’è da<br />

dire che comunicano, eppure <strong>sono</strong> solo musica, e allora le parole cadono tanto da<br />

ammattire i suoni e chi li ode, perché non può non esser<strong>ci</strong> un linguaggio; eppure c’è chi ne<br />

parla e ne parla ancora con un altro – tornano vo<strong>ci</strong> e i suoni pos<strong>sono</strong> non essere più


“nessuna musica” – e sembra che ora rappresentino, così in corso d’opera, soltanto, eppure<br />

<strong>ci</strong>ò ch’è vero ha sempre il suo linguaggio. E allora cos’è quel che comprendono, quello che<br />

dicono di comunicare, in in corso d’opera che silente non rappresenta e non è tale e non<br />

comprendono, capiscono più neanche la musica e le parole; e forse anche quant’altro che<br />

delle parole è il succo e superiore.<br />

Se dal furto di una lettera può apparire un equivoco, che equivoco non è, ma soltanto la<br />

volontà di negare da parte di chi si impossessa <strong>della</strong> lettera i luoghi i fatti, le volontà<br />

dell’autore e la sua capa<strong>ci</strong>tà di verità, con un inganno illogico dei fatti, con uno scambio<br />

approssimativo delle informazioni con altri fruitori che son soggetti delle vo<strong>ci</strong>, e non altro<br />

che dei suoi frus<strong>ci</strong>i. Del resto in questa so<strong>ci</strong>età governata, oramai da sempre, di<br />

psicologismi so<strong>ci</strong>ali che assolvono l’incapa<strong>ci</strong>tà di capire, o come suol dirsi con in corso<br />

d’opera che chiedono cercando d’ingannare la risposta, imbrogliarne i sentimenti, con il<br />

sentimento del proprio voler capire, la verità; la sua stessa ipotesi plausibile diviene<br />

pusillanime come non so immaginare. Eppure se c’è del vero nel credere a maggioranza<br />

che la terra è piatta, lo scoprirne la sua sferi<strong>ci</strong>tà equivale a qualcosa di più vero, seppur c’è<br />

una maggioranza che lo afferma, nello stesso modo in cui affermava che la terra fosse<br />

piana, e dunque perché la paura continua a volere rispondere per la verità e con l’aiuto<br />

degli psicologismi, che danno <strong>della</strong> percezione del mondo la sua forma piana, dire a<br />

maggioranza che <strong>ci</strong>ò sia vero. Del resto se Jung disse che se l’opera con l’ombra è capa<strong>ci</strong>tà<br />

d’apprendista, mentre il rapporto con l’anima è opera di maestro, come è possibili che la<br />

psicologia che ha reso così effimeri i contenuti umani, i suoi mancanti perché verità<br />

qualunque su cui determinare la maggioranza <strong>della</strong> terra piana, con metodica e s<strong>ci</strong>entifica<br />

analisi, possa render<strong>ci</strong> più consapevoli <strong>della</strong> verità, o il suo scopo è soltanto quello di dir<strong>ci</strong><br />

quale sia la verità predominate, il bene da identificare.<br />

Del resto i mal’intesi non <strong>sono</strong> nati da chi ha scritto la lettera e se la psicologia tende a dare<br />

la “giustificazione” per cercare di dimostrare la verità di chi l’ha letta, non può certo dire<br />

che l’alterità interpretativa che sfugge ad ogni plausibile corso d’opera, possa essere<br />

dovuto solo al fatto dell’atto oggettivo del furto, che ha rotto il flusso d’informazione<br />

semiologico del corso d’opera – e che non è stato da chi di dovere, neppure tentato di<br />

ristabilire, las<strong>ci</strong>ando al libero arbitrio <strong>della</strong> maggioranza non edotta, le conclusione che<br />

l’hanno resa vittima di interpretazioni tutt’altro che plausibili per l’acquisizione <strong>della</strong><br />

responsabilità, autonoma, nei confronti <strong>della</strong> propria libertà in relazione <strong>della</strong> verità nella<br />

lettera rubata, disturbandone a tal punto il contenuto con, nella logica interpretativa di<br />

una psicologia cognitiva con i suoi processi trasformativi, che <strong>sono</strong>, e sarebbe stupido dire<br />

il contrario, tutt’altro che di livello leonardesco, come alla maggioranza viene fatto credere<br />

e così dare credito alla verità <strong>della</strong> terra piana. Pertanto in mancanza di reali e capa<strong>ci</strong><br />

interlocutori non posso che riportare la notizia del fatto accaduto, così come il destinatario<br />

lo ha narrato:<br />

Mario Trevi Via Densa, 3 […] Roma<br />

- Roma 5. 12. 95<br />

Gentilissimo Dottore,<br />

scusi se rispondo con tanto ritardo alla sua lettera. Mi è stata proprio ora restituita dalla<br />

polizia muni<strong>ci</strong>pale una borsa rubatami dall’auto, contenete quasi esclusivamente


corrispondenza e manoscritti, in cui avevo messo, appena ricevute la sua lettera e quella<br />

del suo paziente. Avevo bensì l’indirizzo di quest’ultimo sul frontespizio del suo lavoro<br />

ma non volevo scrivere a lui prima di aver scritto a lei.<br />

È molto diffi<strong>ci</strong>le rispondere adeguatamente alla questione che lei mi pone. Io posso<br />

esprimere un giudizio “psicologico” sul manoscritto di <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong> _ e anche <strong>questo</strong><br />

con estrema prudenza _ ma mai, in alcun caso, un giudizio di valore letterario […]<br />

Di tutto il tempo soltanto oggi sembra esser<strong>ci</strong> stato un corso d’opera universale, quasi che<br />

Dio non sia altro che un esperto inventore, quasi che avesse voluto porre limiti ai progetti,<br />

ancor più ampi delle epoche, come a dire che tutto non può che essere dentro l’essere <strong>della</strong><br />

verità. Ma poiché dice il giorno, dice che soltanto la verità può stare dentro i limiti <strong>della</strong><br />

verità, superati i quali si può ben essere ornatori di se stessi nell’essere stesso <strong>della</strong> non<br />

verità. Non si tratta di menzogna, ma di non verità, dice il giorno, forse questa non verità è<br />

pura illusione, e allora perché porre limiti al mondo dell’illusione se così si confà<br />

all’immediata esigenza che governa la percezione umana <strong>della</strong> notte e del giorno, che<br />

eternamente si ripete, che <strong>ci</strong> fa sentire superiori ad ogni altro essere, sia esso anche umano,<br />

del resto le regole che lo governano pos<strong>sono</strong> anch’esse servire per chi è più reale e<br />

superiore di un altro nel mondo dell’illusione. <strong>In</strong> <strong>questo</strong> gioco dei cento anni che non c’è<br />

più, la realtà del bene e del male di tutto il tempo è rimasta sola dell’illusioni umane, che<br />

eterne perpetuano l’illusione del bene e del male nell’eternità di una storia che non può<br />

conoscere memoria senza disconoscere l’illusione. Mi paiono già detti i suddetti luoghi ora<br />

narrati, che non oso chiamar più fatti tanto appaiono d’apparenza, da non las<strong>ci</strong>ar vedere<br />

nulla oltre, e su <strong>questo</strong> pur sempre stesso gioco non posso che narrare <strong>ci</strong>ò che accade ma<br />

che sembra non accadere perché non succede dove l’illusione accade. <strong>In</strong> <strong>questo</strong> strano<br />

corso d’opera il giorno sta oggi, del resto il rubare non è anche occultare<br />

Immigrazione, come regolarla? (forum la Stampa)<br />

Duplicati<br />

L'importante è che se le tengano in un cassetto, identificarle magari in un documento<br />

elettronico equivale a fomentare la duplicazione promiscua, non solo delle impronte<br />

digitali, ma delle identità. Vedrete che non c’è chip che tenga, questa è la cultura del<br />

sospetto e dell’ignoranza che si spac<strong>ci</strong>a per pragmati<strong>ci</strong>tà. La burocrazia non ha regole che<br />

determinano un fine, deve sempre essere il contrario, altrimenti non vi è un fine, ma la<br />

determinazione del potere di qualcuno, o alcuni, fine a se stesso, che ha per mezzo sistemi<br />

palliativi, ma dicasi realisti<strong>ci</strong> - e la realtà finisce per essere l'interpretazione burocratica del<br />

potere; e allora è importante chiedersi il potere mi dà la possibilità di “essere”, o vuole<br />

soltanto che io sia.<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

Siam Pronti<br />

Autore: <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

(---.27-151.libero.it)<br />

Data: 07-06-02 10:50<br />

Siam pronti alla morte. La retorica del potere è sempre molto noiosa anche quando può diventare


drammatica. Parlare di leggi razziste, o di nazionalismo ch’è la sua versione edulcorata, ma non meno<br />

nefasta, sa di assurdo e allora mi chiedo se non <strong>ci</strong> sia qualcosa di assurdo nell’aria. È giusto dire che quello<br />

ch’è espressione di autoritarismo moralistico, è sempre espressione di assoggettamento “utilitaristico”; ma<br />

da parte di chi e nei confronti di chi. Be’ è evidente che se la folla è femmina…e allora per questa<br />

dimensione retorica <strong>della</strong> massa come entità, la folla sarà sempre propensa ad assoggettarsi a quella<br />

situazione di potere che dà la possibilità di avere sicurezza e sicurezze, e secondo certa retorica poco<br />

importa se esse siano più o meno giuste, giacché attecchiscono su le sicurezze istintuali dell’individuo.<br />

Gestire il potere in <strong>questo</strong> modo, attraverso un de<strong>ci</strong>sionismo effi<strong>ci</strong>ente nell’espressione <strong>della</strong> forza, è di gran<br />

lunga più redditizio per la strutturazione di un sistema che tenda sempre più a determinare le scelte di<br />

convenienza <strong>della</strong> folla. <strong>In</strong> contrapposizione dovrebbe esser<strong>ci</strong> la possibilità di scelta qualitativa dove anche<br />

una rilevanza di libertà numericamente, non minoritario, ma minore, ha la possibilità di esistere<br />

creativamente senza nessun assoggettamento al potere, senza questa peculiarità il potere non è<br />

qualitativamente progressista; in effetti il potere è sempre discriminante, giacché chi lo applica è soggetto<br />

alla sua fas<strong>ci</strong>nazione. CONTINUA<br />

Siam Pronti 2<br />

Autore: <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

(---.27-151.libero.it)<br />

Data: 07-06-02 10:54<br />

E allora dopo aver sentito in parlamento dire: che Cristo ha detto ama il prossimo tuo come te stesso…non<br />

ha detto più di te stesso”, in attesa di “tornare” ad ascoltare che chi non è buono per il re non è buono per la<br />

regina, mentre si approfitta di ogni conflitto per verificare gli effetti dei nuovi armamenti, (vedi uranio o<br />

plutonio impoverito), mi chiedo questa destra che concretamente non riesce ad eman<strong>ci</strong>parsi del suo passato<br />

storico, che ha ancora la fas<strong>ci</strong>nazione <strong>della</strong> giustizia in linea con la pena di morte, per chi sta facendo opera<br />

di galopinaggio? Per il puttanesimo del potere capitalistico, per la nuova confindustria <strong>della</strong> lega o per se<br />

stessa per poter un giorno riaffermare il suo potere storico? E il centro sinistra cosa aspetta ad essere<br />

veramente progressista e aperto trovando le soluzioni per gli individuo fuori dalla retorica delle masse, in cui<br />

è caduto appiattendosi sulla retorica camaleontica <strong>della</strong> destra, facendo credere ai <strong>ci</strong>ttadini che Berlusconi<br />

non sa che il capitalismo sta agonizzando esprimendo il peggio di se stesso e, che non ha più nessun<br />

nemico comunista, se non se stesso. E allora mentre i sistemi atei continuano a governare il mondo dico agli<br />

intellettuali di interessarsi di cal<strong>ci</strong>o, perché da quando è cambiata la gestione <strong>della</strong> rai non si riesce a vedere<br />

niente che abbia una rilevanza internazionale in chiaro sul satellite, <strong>questo</strong> perché vogliamo mandare<br />

all’estero solo il “meglio di noi stessi” o per aumentare il mercato pubbli<strong>ci</strong>tario di qualche altra azienda. E per<br />

concludere las<strong>ci</strong>atemi finire a tono e dire: “To’! per il duce e per il re” – dato che non si sa bene che sia il<br />

duce o il re, per qualche altro giorno dovrei evitare il confino, ma forse <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> già altre forme di<br />

“sconfinamento.<br />

Censurato su un forum di un quotidiano – editato in un news group ----- Original Message<br />

-----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.discussioni.giustizia


Sent: Tuesday, June 11, 2002 9:47 AM<br />

Subject: Cogne è oltre l'infinito giustizialismo...<br />

Legge l’immigrato puzza, censuratelo<br />

La legge sull’immigrazione, ma scappino in fretta tutti quanti, è assurdo che <strong>ci</strong> sia gente<br />

oltremodo disperata che cerca di venire in Italia, qual è il giustizialismo che giustifica<br />

l’asilo in Italia, quello <strong>della</strong> cassazione che ha rimesso in libertà i tizi di falcone, quello che<br />

per rigore formale scarcera chi è già a sentenza con la speranza che tornino a firmare…<br />

quello di chi si lava la cos<strong>ci</strong>enza e con rigore getta la chiave che chiude in carcere due<br />

adolescenti; e la Boccassino perché non se ne va in vacanza, se spera che riesca in qualcosa<br />

in quel processo, se quel processo poi <strong>ci</strong> sarà, molto probabilmente, come era usanza una<br />

volta in Italia le cose in conclusione finiranno per cambiare significato - tanto rigore<br />

apparente, per dare delle leggi che diano certezza, difendiamo<strong>ci</strong> dall’immigrato, che<br />

emigri prima di raggiungere l’Italia, mettiamolo nel calderone, e mettiamo<strong>ci</strong> pure il<br />

giudizio <strong>della</strong> cassazione sulla “sentenza di Cogne (che giuridicamente per me è chiusa),<br />

ma che nella conclusione <strong>della</strong> forma del formalismo, <strong>della</strong> sostanza formale di un’ipotesi,<br />

ipotetica formulata, la forma <strong>ci</strong> dirà che l’ipotesi ipotetica che non è esistente è diventata<br />

inesistente a tal punto che il fatto stesso che non si è verificata, rende plausibile la forma<br />

errata e certifica la sua esistenza nel rigore di un’ipotesi al di là del fatto esistente, per dir<strong>ci</strong><br />

che l’ipotesi non esistente poteva essere esistente anche se non lo era, e se non lo è stato,<br />

potrà essere esistente giacché l’inesistente può diventare esistente, giacché formalmente<br />

l’inesistente esiste al di là dell’esistente che è superato dalla forma dell’inesistente. I meriti<br />

dei somari in <strong>questo</strong> modo non saranno mai scoperti, e nel calderone saranno quelli che ne<br />

us<strong>ci</strong>ranno meglio. Emigrate immigrati finché siete in tempo.<br />

Non editato<br />

economia, economia. Se la FIAT è in crisi che significa, del resto è poi vera crisi o non è<br />

soltanto la logica perversa di un’economia che deve espandersi senza limiti. Negli ultimi<br />

anni grazie alla rottamazione c’é stato un incremento nel settore dell’auto, ma pensare che<br />

finito l’incentivo <strong>della</strong> rottamazione tutto sarebbe continuato senza nessuna contrazione<br />

produttiva, è un atteggiamento da sprovveduti. Il sistema capitalistico mondiale vive una<br />

fase collassale grazie a queste logiche espansionistiche, che non tengono in alcun conto il<br />

fatto reale del fabbisogno umano nelle mer<strong>ci</strong> prodotte; per ovviare a <strong>ci</strong>ò sconquassa i sensi<br />

e i pensieri <strong>della</strong> gente istigando una costellazione di insoddisfazioni tanto da rendere<br />

produttiva l’infeli<strong>ci</strong>tà, ma nonostante questa pazzia non è pensabile immaginare una<br />

cres<strong>ci</strong>ta dei fabbisogni virtuali degli individui senza limiti nei consumi e, magari pensando<br />

che non <strong>ci</strong> sia un prezzo da pagare. Se il costo <strong>della</strong> vita resta alto, la necessità creativa<br />

dell’individuo impossibilitata a svilupparsi nell’ambito di canoni economi<strong>ci</strong><br />

democraticamente accettabili, alle industrie in ogni parte del mondo resta poco da fare, se<br />

non attuare quella regola di base economica di attivare la ricerca per l’innovazione<br />

tecnologica. Ma stranamente questi signori dell’economia non hanno di meglio da fare che<br />

proteggere una posizione di potere con cui determinare a chi è giusto dare e a chi è giusto<br />

togliere, generando guerre e scompensi so<strong>ci</strong>ali in ogni parte del mondo. E tornando alla<br />

Fiat è bene ricordare che proprio in ragione degli aiuti avuti regoli i momenti di crisi in<br />

una logica di assunzione di responsabilità il più possibile autonoma dagli appoggi<br />

governativi. Del resto è chiaro a tutti che dopo la gestione Abete e l’allontanamento del<br />

ministro Ruggero, ora con la gestione D’Amato nella confindustria e parallelamente a<br />

livello governativo, le dinamiche economiche che si stanno svolgendo vanno in direzione


dei flussi di capitale e dell’acquisizione di potere, anche da parte <strong>della</strong> lega. È indubbio che<br />

la Fiat rappresenta una componente economica importante nel paese e il fatto che <strong>ci</strong> siano<br />

forze che riescono a condizionarne le de<strong>ci</strong>sioni la dice lunga su quali siano le forze in<br />

campo. Del resto anche se la FIAT fa buon viso al sistema che si crea (e mi fa diventare la<br />

Ferrari qualcosa che non ha nulla a che fare con Dino Ferrari, con il suo modo di intendere<br />

la qualità; e sarà pur vincente ma mi sembra diventata non il mito di tutti, ma l’utilitaria di<br />

tutti, resa anche azionariabile...) comunque mi auguro che non dimentichi che il vero<br />

valore aggiunto di un industria <strong>sono</strong> i lavoratori e che chiunque può “liberamente<br />

scegliere di lavorare” da senso e significato non solo al processo economico, ma alla<br />

qualità <strong>della</strong> sua ragion d’essere e ancor più alla libertà del proprio essere creativo. <strong>In</strong><br />

conclusione non vorrei si seguisse quella strada oramai maggioritari di un abbassamento<br />

<strong>della</strong> qualità del prodotto, un abbassamento del regime di denaro spendibile per il<br />

funzionamento dell’azienda, tanto da rendere tali industrie così vulnerabili che una<br />

variazione congiunturale annulla le possibilità economiche per attuare le innovazioni<br />

tecnologiche necessarie per rendere democraticamente accettabile il progresso economico.<br />

Sinceramente non so quando l’accordo <strong>della</strong> FiAt con il carrozzone americano vada in tal<br />

senso; io avrei preferito un avvi<strong>ci</strong>namento a quelle case europee che si stanno spingendo<br />

verso l’idrogeno in modo concreto, perché quando si parla d’innovazione tecnologica si<br />

parla di quella strutturale; parlare dello sportello che si chiude peggio o meglio non ha più<br />

alcun senso a meno che non si torni a produrre sportelli che non chiudono, ma <strong>questo</strong> è<br />

solo speculare sull’innovazione tecnologica, per modificare i listini non democraticamente.<br />

E io non voglio credere che nel mondo dell’industria chi ha potere e denaro, sia così<br />

povero e meschino, ma fosse solo una mia speranza, MA!<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.discussioni.giustizia<br />

Sent: Thursday, July 11, 2002 7:58 PM<br />

Subject: io interpreto tu interpreti essi dovranno<br />

interpretare<br />

Mi si dirà che nella forma andare a dire che altri pos<strong>sono</strong> aver commesso su basi indiziare<br />

il delitto di Cogne, poteva essere corretto, ma non lo è stato perché la base astratta del<br />

tribunale del riesame (conoscenza fonti giornalistiche) ha determinato la mancanza di<br />

riscontri probabilisti<strong>ci</strong> indagatori, in persone “ipoteticamente sospettabili”, d'altronde il<br />

tribunale del riesame si è trovato a dover giudicare sui convin<strong>ci</strong>menti del gip che<br />

poggiavano su ipotesi probatorie psichiatriche, invalutabili, e sulle perizie delle indagini<br />

sperimentali, tutt'altro che determinanti - e senza un sì di concreto per <strong>questo</strong>, ha de<strong>ci</strong>so<br />

che i pericoli di fuga e di reiterazione del delitto verso altri membri <strong>della</strong> famiglia da parte<br />

<strong>della</strong> Franzoni non sussistessero. Nei fatti mi sembra che nulla sia cambiato - con il<br />

giudizio <strong>della</strong> cassazione credo che sia cessata ogni ipotesi oggettiva per quello che<br />

riguarda le interpretazione delle indagini sperimentali - e le logiche interpretative di tutto<br />

<strong>ci</strong>ò casualmente spingono il tutto in linea con le tesi difensive del Processo di "Milano". Mi<br />

auguro di non dover assistere ad un gioco delle parti e dei parte<strong>ci</strong>panti<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>"


Newsgroups: it.discussioni.giustizia<br />

Sent: Saturday, July 13, 2002 3:15 PM<br />

Subject: L' ? nasce spontaneo?<br />

?<br />

mi chiedo, un po’ leggendo i giornali, che riportano tra l’altro l’ipotesi espressa dalla<br />

cassazione, che l’orario a cui fa riferimento l’ordinanza di carcerazione <strong>della</strong> Franzoni del<br />

gip di Aosta, che ha determinato i tempi degli accadimenti che hanno influito sulla morte<br />

del bambino non <strong>sono</strong> affatto con certezza dimostrabili, e in considerazione di tale fatto<br />

qualora sia vero, mi chiedo in base alla mancanza di un movente certo, senza nessuna<br />

prova, con l'indimostrabilità dei gravi indizi (che il tribunale di merito doveva in dialettica<br />

dimostrare, in aggiunta alla dialettica del gip) se non per deduzioni astratte, come sia<br />

possibile, e “ignorantemente” mi chiedo<br />

sempre in base alle notizie di stampa e "tv" come sia legittimamente ammissibile che la<br />

cassazione trovi un errore di forma nell’ipotesi di un processo fantastico nella mente dei<br />

giudi<strong>ci</strong> del riesame. <strong>In</strong> una loro prevenzione dialettica soggettiva, alle tesi dell'ordinanza<br />

di carcerazione, tanto da trasformare un'ipotesi probabilistica (i terzi) in una prova.<br />

N.B. [ho appena letto tramite il messaggio di eius, le motivazioni <strong>della</strong> cassazione e quelle<br />

precedenti del tribunale del riesame - e l'unica cosa che ho rilevato <strong>sono</strong> le discrepanze tra<br />

quello che dice la cassazione e quello ch’è scritto sulle motivazione del tribunale del<br />

riesame. Vi è la differenza tra un atto giuridico di qualità, quello del riesame, e uno che<br />

assomiglia ad un articolo di un giornale di cronaca rosa, e con rispetto per la cronaca rosa,<br />

mi sembra che si dibatta di atti giudiziari, voglio pensare che sia il classico caso di un<br />

incontro tra chi è molto capace e chi lo è meno, solo così mi posso spiegare quello che ho<br />

letto - a <strong>questo</strong> punto non posso far altro che fare gli auguri ai parte<strong>ci</strong>panti e dico loro di<br />

incro<strong>ci</strong>are le dita, perché le persone capa<strong>ci</strong> <strong>sono</strong> una minoranza.]<br />

P.S.<br />

Per il N.G. i frammenti di articoli sottostante <strong>sono</strong> proprietà del quotidiano la Stampa,<br />

non fanno riferimento a nessun autore spe<strong>ci</strong>fico, avendoli io opportunamente identificati<br />

<strong>ci</strong>tandone la provenienza non dovrebbero incorrere in nessun diritto d'autore, altrimenti<br />

pos<strong>sono</strong> essere liberamente depennati da voi del N.G. o per voi opportunamente<br />

segnalatomi da me.<br />

[.]<br />

«Osserva la Corte -si legge nelle motivazioni depositate oggi- che lo sviluppo del percorso<br />

motivazionale <strong>della</strong> pronun<strong>ci</strong>a di annullamento dell'ordinanza coer<strong>ci</strong>tiva emessa nei<br />

confronti di Anna Maria Franzoni è de<strong>ci</strong>samente infi<strong>ci</strong>ato dalla mancanza di un autentico e<br />

valido rigore interpretativo, dato che l'affermata assenza di gravità del quadro indiziario<br />

non trova giustificazione alcuna in un organico e coerente apprezzamento degli elementi<br />

probatori acquisiti, nè risulta articolato attraverso passaggi logi<strong>ci</strong> dotati <strong>della</strong><br />

indispensabile saldezza». (La Stampa)<br />

[.]<br />

Prosegue la Cassazione, nel suo rimprovero ai giudi<strong>ci</strong> di merito, e essi fanno balenare<br />

<strong>questo</strong> scenario ipotetico «optando per spiegazioni alternative, a volte forzate (come la<br />

credibilità attribuita sempre e comunque a molte delle dichiarazioni via via 'corrette' <strong>della</strong>


Franzoni) e a volte fin troppo rigide (come la determinazione dell'ora <strong>della</strong> aggressione<br />

<strong>della</strong> vittima), anche se di per sè certamente non illogiche». (La Stampa)<br />

[.]<br />

<strong>In</strong> sostanza i giudi<strong>ci</strong> di piazza Cavour ritengono che <strong>ci</strong> sia stata, da parte del tribunale del<br />

Riesame una «aprioristica impostazione iniziale di ritenere - apodisticamente e a livello di<br />

mero sospetto - nel delitto opera di persona diversa dalla Franzoni costituisce l'antefatto<br />

dialettico <strong>della</strong> svalorizzazione di tutti gli indizi raccolti a carico <strong>della</strong> donna». Questa<br />

impostazione «ha spinto il tribunale ad inquadrare forzatamente elementi di per se<br />

equivo<strong>ci</strong> ed estremamente labili in un'ottica deformata e deformante, la cui validità è<br />

meramente presupposta perchè pres<strong>ci</strong>nde da una verifica puntuale e concreta dei dati a<br />

disposizione, sui quali e soltanto sui quali doveva incentrare le proprie valutazioni». (La<br />

Stampa)<br />

Il lavoro e la capa<strong>ci</strong>tà di governo (censurato)<br />

La politica sul lavoro, da dove nasce e perché ve ne è necessità? Se devo definire<br />

un’immagine di progresso nel lavoro non posso non dire che esso debba improntarsi sulla<br />

possibilità di scegliere in autonoma consapevolezza il modo creativo con cui l’individuo<br />

parte<strong>ci</strong>pa alla libertà del mondo, attraverso la sua libertà. <strong>In</strong> un progetto di progresso<br />

l’intento di un ideale umano, comprendente tutte le sfere dell’esistere è componente<br />

essenziale per muoversi in coerenza con tale fine - per rendere applicabili e realisti<strong>ci</strong> i<br />

modi che danno significato e scopo al lavoro. Per buona parte dell’esistenza del mondo<br />

moderno il tutto è stato governato dalle leggi del bisogno mediate da chi deteneva il<br />

potere, applicando le regole che più soddisfacevano il consolidamento del proprio stato di<br />

potere che voleva dire poter scegliere. Tutto <strong>ci</strong>ò ha reso consueto e legittimo lo schiavismo<br />

e la conquista per mezzo <strong>della</strong> guerra che determinava chi dovesse legittimamente<br />

governare (forse a parte l’enigmatica presenza di Giovanna D’Arco) tutto fin nei recenti<br />

anni dell’800. <strong>In</strong> una fase di <strong>questo</strong> secolo il potere si è unito sempre più alle logiche<br />

economiche, che divenivano bisognose di un’organizzazione per la produzione delle<br />

mer<strong>ci</strong>, che rendesse più proficue le possibilità di produrre ricchezza, con le nuove<br />

tecnologie che si andavano via via determinando, (rivoluzione industriale). Da qui in poi<br />

si assiste ad un esponenziale sviluppo dello studio “delle psicologie so<strong>ci</strong>ali”, per far si che<br />

il controllo sui processi produttivi di massa, attraverso il potere, trovi un controllo sempre<br />

più stabile sul volere dell’individuo; …ogni organizzazione so<strong>ci</strong>ale viene sviluppata<br />

attraverso il formarsi di tecniche che tendono a determinare quali siano i sentimenti che<br />

l’individuo deve provare, con l’istigazione delle sensazioni che (le determinano) attraverso<br />

tecniche di carattere so<strong>ci</strong>ale determinano un fine sin nei più comuni gesti <strong>della</strong> vita so<strong>ci</strong>ale<br />

(qui possiamo riscontrare la nas<strong>ci</strong>ta del concetto d’informazione attuale). Nelle teorie di<br />

Klages possiamo vedere il sublimatore dell’istinto di morte di quel periodo. Questo, con<br />

gli api<strong>ci</strong> delle guerre mondiali, e nella diversificazione di carattere ideologico fino a una<br />

quindi<strong>ci</strong>na di anni fa, se poi pensiamo alla Cina fino 6,7 anni fa. Ora, in questi tempi così<br />

rapidi stiamo assistendo al manifestarsi <strong>della</strong> degenerazione del liberismo economico e in<br />

esso al decadimento degli ideali di progresso umano, nelle degenerazione del capitalismo.<br />

Il sistema degli Stati Uniti che è la massima espressione di <strong>ci</strong>ò, “nella rappresentazione del<br />

mondo”, sta perdendo i pezzi, le conseguenze di imbarbarimento delle possibilità di scelta<br />

dell’individuo <strong>sono</strong> sempre più pressanti, giacché i bisogni primari fisiologi<strong>ci</strong>, quale <strong>ci</strong>bo e<br />

salute, pos<strong>sono</strong> essere garantiti solo assecondando processi di controllo so<strong>ci</strong>ale che


pos<strong>sono</strong> essere garantiti solo da attitudini egoistiche che determinano la competitività<br />

gerarchica dell’accumulo di denaro finalizzato al potere, per acquisire le possibilità di<br />

scelta. <strong>In</strong> sostanza sembra che nulla sia cambiato dai primordi, giacché liberismo non<br />

significa libertà. “<strong>In</strong> questa so<strong>ci</strong>età”, i comportamenti <strong>sono</strong> regolati da quelle funzioni del<br />

cognitivismo o cognitive che fanno delle teorie di pensiero, non lo strumento per la<br />

comprensione del pensiero altrui, ma <strong>sono</strong> lo strumento con cui un pensiero cerca di<br />

controllare e influire su quello altrui per affermarsi, a detta degli stessi cognitivisti anche le<br />

informazione generate, per tale scopo, attraverso il corpo, tendono a mentire per affermare<br />

il pensiero. <strong>In</strong> sostanza sembra che nella so<strong>ci</strong>età americana dopo i tre quattro anni di età<br />

tutti non fac<strong>ci</strong>ano altro che mentire per affermarsi e che <strong>ci</strong> sia una corrispondenza tra la<br />

capa<strong>ci</strong>tà di affermarsi e quella di mentire. Il paradosso americano in tal senso è così<br />

clamoroso, che le industrie barbaramente privatizzate, e determinanti per il<br />

funzionamento <strong>della</strong> nazione Americana, stanno cercando di salvarsi con clamorosi falsi in<br />

bilan<strong>ci</strong>o dei loro dirigenti. Naturalmente non vorrei che qualcuno mi tac<strong>ci</strong>asse di Bel<br />

Laden-dismo, la menzogna contro Dio è teologicamente di gran lunga più grave, ma va<br />

anche detto che la “menzogna” è sempre contro Dio. Per tornare all’Italia non capisco<br />

perché si vogliano intraprendere strade che così bene <strong>ci</strong> dicono quali saranno le<br />

conseguenze e non si riesce sul piano culturale a ristabilire nella so<strong>ci</strong>età italiana quel<br />

significato, quel contenuto di libertà che da senso allo svolgimento <strong>della</strong> vita<br />

dell’individuo, aumentando i significati del perché si lavora, senza ridurli ai bisogni<br />

primari per il potere. Ogni ipotesi che ambisca a qualcosa di meno, non può che<br />

determinare mediocri espedienti economi<strong>ci</strong> che vengono abusivamente ritenuti creativi,<br />

“ma per essere intesi in tal modo c’è bisogno di rifarsi alle tesi <strong>della</strong> psicologia cognitiva”.<br />

Banda Larga (forum La Stampa)<br />

<strong>In</strong>ternet, dico la mia<br />

Per me la Telecom ha basato la politica degli ultimi anni sul far pagare la tecnologia<br />

all’utente più che i sevizi, sfruttando i ritardi strutturali per l’innovazione tecnologica, <strong>ci</strong>ò<br />

ovviamente ha limitato le diversificazione dei servizi e la libertà dell’accesso ad essi. Ciò<br />

ovviamente è andato a discapito <strong>della</strong> stessa Telecom che ha perso il vantaggio di cui<br />

usufruiva per l’innovazione tecnologica. E del resto penso che se non c’è un’offerta di<br />

internet su fibra ottica dubito <strong>ci</strong> sia un sostanziale sviluppo <strong>della</strong> diversificazione<br />

dell’offerta. E allora viene da chiedersi quando si dovrà aspettare per una pluralità di<br />

offerta in tal senso, per un pubblico sempre più ampio, in sostanza quanto un numero<br />

sempre maggiore di persone potrà usufruire di <strong>ci</strong>ò? <strong>In</strong> mancanza di <strong>questo</strong> in Italia si<br />

stanno sviluppando accessi ad internet quali l’adsl che non <strong>sono</strong> al momento paragonabili<br />

alle possibilità <strong>della</strong> fibra ottica, ma che già con un po’ di aumento <strong>della</strong> velo<strong>ci</strong>tà danno<br />

accesso ad un più rapido uso all’informazioni e servizi disponibili. Se i costi per i gestori si<br />

stanno determinando esosi credo sia dovuto solo al ritardo dello sviluppo tecnologico<br />

generale. <strong>In</strong> questa situazione anche il solo meccanismo per induzione pubbli<strong>ci</strong>taria, in<br />

internet, rende ritardante l’accesso all’informazioni e pensare che essi possano poggiare<br />

sull’aiuto dei contenuti come in una televisione commer<strong>ci</strong>ale, credo non sia utile.<br />

Comunque va detto che in USA la fibra ottica è diffusa ma il flopp <strong>della</strong> nuova economia<br />

c’è stato ugualmente; credo però, che vada detto che il problema dello scambio<br />

dell’informazione per mezzo dell’acquisto delle mer<strong>ci</strong> in USA, trova un terreno che<br />

paradossalmente se pur già consolidato sul sistema virtuale dei pagamenti, trova lo stesso


incerto virtualizzare ancor di più la fidu<strong>ci</strong>a in un’azienda e nel suo prodotto soggetto a<br />

regole di verifica non dirette. Non so se <strong>questo</strong> sia dovuto oramai all’eccesso dell’uso <strong>della</strong><br />

moneta virtuale, ma c’è da dire che se pur la cultura americana ha sempre avuto<br />

disponibilità alle virtualità <strong>della</strong> borsa, di questi tempi vi può capitare per ipotesi<br />

paradossale, che un cliente inesistente compri da una azienda inesistente e che questa<br />

veda i suoi titoli in borsa, crescere, solo con <strong>questo</strong> paradosso è immaginabile quello che<br />

sta in questi giorni accadendo negli USA con gli scandali. E <strong>ci</strong>ò <strong>ci</strong> può far intendere quale<br />

sia il rapporto delle informazioni con la realtà. Ora per accor<strong>ci</strong>are il discorso, non parlerò<br />

<strong>della</strong> psicologia so<strong>ci</strong>ale che può determinare <strong>ci</strong>ò – fac<strong>ci</strong>o solo un esempio di cui <strong>sono</strong><br />

parte<strong>ci</strong>pe io, di un’azienda di cui non so se devo <strong>ci</strong>tare il nome, con cui ho scambi di<br />

carattere di compra vendita da <strong>molti</strong> anni, da un po’ di tempo posso acquistare da tale<br />

azienda anche attraverso internet e nel farlo <strong>sono</strong> rimasti inalterati i rapporti di fidu<strong>ci</strong>a e<br />

pertanto posso pagare come ho sempre fatto, tramite bollettino postale, naturalmente a<br />

<strong>questo</strong> si <strong>sono</strong> incrementate le mie possibilità di acquisto e ho l’eventuale “scelta” di<br />

usufruire qualora lo volessi di altre forma di pagamento che comportano uno scambio di<br />

informazioni diverso, quali carte di credito. Ho <strong>ci</strong>tato <strong>questo</strong> mio esempio perché credo<br />

che l’eccesso di virtualizzazione del denaro sia tutt’altro che una componente di fidu<strong>ci</strong>a<br />

per gli acquisti in internet, data la stessa natura del modo in cui essi avvengono, e il<br />

vincolare, ridurre la funzione del pagare tramite le possibilità <strong>della</strong> “moneta reale” non dà<br />

maggiori rassicurazioni, ma aumenta le possibilità d’incertezza delle informazioni che si<br />

acquistano tramite il prodotto. Gli Usa <strong>ci</strong> stanno insegnando in questi giorni. Credo che<br />

non si possa non tener conto di tutto <strong>questo</strong> se si vogliono abbassare i costi di tutti i<br />

parte<strong>ci</strong>panti ad internet. E spiritosamente vorrei concludere con una battuta – leggo<br />

nell’articolo di presentazione che si vuole dire banda larga l’ADSL e allora scusate la fibra<br />

ottica che cos’è la banda XL.<br />

Cordialmente<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

----- Original Message -----<br />

From: <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

To: vzucconi@aol.com<br />

Sent: Monday, July 15, 2002 1:09 PM<br />

Subject: Funzioni mentali<br />

ore 13<br />

Gentile direttore,<br />

le scrivo queste brevi righe per dirle che le censure, di cui oramai, posso dire, sovente <strong>sono</strong><br />

oggetto da parte dei forum de La repubblica, le trovo del tutto inqualificabili, se non<br />

appunto in un costrutto <strong>ci</strong> censura illegittima, pur anche nei prescritti regolarmente da voi<br />

enun<strong>ci</strong>ati, ma arbitrariamente interpretati. Trovo pertanto carente sul piano del leggere e<br />

scrivere il redattore che si occupa del Forum e sul piano deontologico prescrivibile il<br />

comportamento. Non posso più mettere in dubbio che "la Critica" che sovente viene<br />

espressa nel giornale fac<strong>ci</strong>a parte solo di un ordine di fac<strong>ci</strong>ata economico, che io non<br />

condivido. Per chiarezza le allego il testo censurato, che ho inviato regolarmente al forum<br />

in tre parti distinte, ognuna delle quali può essere intesa autonoma nel significato<br />

sintattico, ma che nella libera scelta del lettore può essere ricostruita nel forum.<br />

Ovviamente a lei le invio la versione completa. Aggiungo che dato che non <strong>sono</strong> né


Santoro, né Biagi prevedo tempi diffi<strong>ci</strong>li per la libertà di espressione e di pensiero, penso<br />

<strong>questo</strong> dato la rilevanza del suo giornale.<br />

Cordialmente<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

Il lavoro e la capa<strong>ci</strong>tà di governo<br />

La politica sul lavoro, da dove nasce e perché ve ne è necessità? Se devo definire<br />

un’immagine di progresso nel lavoro non posso non dire che esso debba improntarsi sulla<br />

possibilità di scegliere in autonoma consapevolezza il modo creativo con cui l’individuo<br />

parte<strong>ci</strong>pa alla libertà del mondo, attraverso la sua libertà. <strong>In</strong> un progetto di progresso<br />

l’intento di un ideale umano, comprendente tutte le sfere dell’esistere è componente<br />

essenziale per muoversi in coerenza con tale fine - per rendere applicabili e realisti<strong>ci</strong> i<br />

modi che danno significato e scopo al lavoro. Per buona parte dell’esistenza del mondo<br />

moderno il tutto è stato governato dalle leggi del bisogno mediate da chi deteneva il<br />

potere, applicando le regole che più soddisfacevano il consolidamento del proprio stato di<br />

potere che voleva dire poter scegliere. Tutto <strong>ci</strong>ò ha reso consueto e legittimo lo schiavismo<br />

e la conquista per mezzo <strong>della</strong> guerra che determinava chi dovesse legittimamente<br />

governare (forse a parte l’enigmatica presenza di Giovanna D’Arco) tutto fin nei recenti<br />

anni dell’800. <strong>In</strong> una fase di <strong>questo</strong> secolo il potere si è unito sempre più alle logiche<br />

economiche, che divenivano bisognose di un’organizzazione per la produzione delle<br />

mer<strong>ci</strong>, che rendesse più proficue le possibilità di produrre ricchezza, con le nuove<br />

tecnologie che si andavano via via determinando, (rivoluzione industriale). Da qui in poi<br />

si assiste ad un esponenziale sviluppo dello studio “delle psicologie so<strong>ci</strong>ali”, per far si che<br />

il controllo sui processi produttivi di massa, attraverso il potere, trovi un controllo sempre<br />

più stabile sul volere dell’individuo; …ogni organizzazione so<strong>ci</strong>ale viene sviluppata<br />

attraverso il formarsi di tecniche che tendono a determinare quali siano i sentimenti che<br />

l’individuo deve provare, con l’istigazione delle sensazioni che (le determinano) attraverso<br />

tecniche di carattere so<strong>ci</strong>ale determinano un fine sin nei più comuni gesti <strong>della</strong> vita so<strong>ci</strong>ale<br />

(qui possiamo riscontrare la nas<strong>ci</strong>ta del concetto d’informazione attuale). Nelle teorie di<br />

Klages possiamo vedere il sublimatore dell’istinto di morte di quel periodo. Questo, con<br />

gli api<strong>ci</strong> delle guerre mondiali, e nella diversificazione di carattere ideologico fino a una<br />

quindi<strong>ci</strong>na di anni fa, se poi pensiamo alla Cina fino 6,7 anni fa. Ora, in questi tempi così<br />

rapidi stiamo assistendo al manifestarsi <strong>della</strong> degenerazione del liberismo economico e in<br />

esso al decadimento degli ideali di progresso umano, nelle degenerazione del capitalismo.<br />

Il sistema degli Stati Uniti che è la massima espressione di <strong>ci</strong>ò, “nella rappresentazione del<br />

mondo”, sta perdendo i pezzi, le conseguenze di imbarbarimento delle possibilità di scelta<br />

dell’individuo <strong>sono</strong> sempre più pressanti, giacché i bisogni primari fisiologi<strong>ci</strong>, quale <strong>ci</strong>bo e<br />

salute, pos<strong>sono</strong> essere garantiti solo assecondando processi di controllo so<strong>ci</strong>ale che<br />

pos<strong>sono</strong> essere garantiti solo da attitudini egoistiche che determinano la competitività<br />

gerarchica dell’accumulo di denaro finalizzato al potere, per acquisire le possibilità di<br />

scelta. <strong>In</strong> sostanza sembra che nulla sia cambiato dai primordi, giacché liberismo non<br />

significa libertà. “<strong>In</strong> questa so<strong>ci</strong>età”, i comportamenti <strong>sono</strong> regolati da quelle funzioni del<br />

cognittivismo o cognitive che fanno delle teorie di pensiero, non lo strumento per la<br />

comprensione del pensiero altrui, ma <strong>sono</strong> lo strumento con cui un pensiero cerca di<br />

controllare e influire su quello altrui per affermarsi, a detta degli stessi cognitivisti anche le


informazione generate, per tale scopo, attraverso il corpo, tendono a mentire per affermare<br />

il pensiero. <strong>In</strong> sostanza sembra che nella so<strong>ci</strong>età americana dopo i tre quattro anni di età<br />

tutti non fac<strong>ci</strong>ano altro che mentire per affermarsi e che <strong>ci</strong> sia una corrispondenza tra la<br />

capa<strong>ci</strong>tà di affermarsi e quella di mentire. Il paradosso americano in tal senso è così<br />

clamoroso, che le industrie barbaramente privatizzate, e determinanti per il<br />

funzionamento <strong>della</strong> nazione Americana, stanno cercando di salvarsi con clamorosi falsi in<br />

bilan<strong>ci</strong>o dei loro dirigenti. Naturalmente non vorrei che qualcuno mi tac<strong>ci</strong>asse di Bel<br />

Laden-dismo, la menzogna contro Dio è teologicamente di gran lunga più grave, ma va<br />

anche detto che la “menzogna” è sempre contro Dio. Per tornare all’Italia non capisco<br />

perché si vogliano intraprendere strade che così bene <strong>ci</strong> dicono quali saranno le<br />

conseguenze e non si riesce sul piano culturale a ristabilire nella so<strong>ci</strong>età italiana quel<br />

significato, quel contenuto di libertà che da senso allo svolgimento <strong>della</strong> vita<br />

dell’individuo, aumentando i significati del perché si lavora, senza ridurli ai bisogni<br />

primari per il potere. Ogni ipotesi che ambisca a qualcosa di meno, non può che<br />

determinare mediocri espedienti economi<strong>ci</strong> che vengono abusivamente ritenuti creativi,<br />

“ma per essere intesi in tal modo c’è bisogno di rifarsi alle tesi <strong>della</strong> psicologia cognitiva”.<br />

Censura (censurato e un ora dopo chiuso il forum) la battaglia sul lavoro<br />

Per evitare di incorrere in altre censure sui contenuti dei miei messaggi al forum dico che<br />

non so chi vincerà la partita tra il governo e Cofferati – e chi sarà il prossimo, il prossimo a<br />

mettere il pallone al centro del campo. Comunque mi sfugge chi sia l’arbitro. L’unica cosa<br />

seria che trovo oggi sui giornali tra quelle dette ieri e i vari propositi di legge di oggi del<br />

governo, è che la GM ha de<strong>ci</strong>so di dismettere le azioni <strong>della</strong> FIAT – non ho mai capito in<br />

un mercato Usa, ancorato al petrolio, con il prezzo del carburante molto meno caro del<br />

nostro, quali vantaggi in ricerca avrebbe portato alla fiat nel settore dell’auto, come<br />

annun<strong>ci</strong>ò all’epoca la dirigenza <strong>della</strong> casa italiana l’avvi<strong>ci</strong>namento alla GM (tanto più con<br />

il possesso <strong>della</strong> Ferrari). <strong>In</strong> conseguenza di <strong>ci</strong>ò mi auguro che <strong>ci</strong> sia un avvi<strong>ci</strong>namento a<br />

quelle case europee che hanno già sperimentato efficacemente nuove soluzione di<br />

carburante – senza le quali è ipotizzabile solo una forte riduzione del settore dell’auto e<br />

sua stabilizzazione – non pensiamo più ad incentivi e cose del genere – una macchina con<br />

benzina verde e catalizzata doveva camminare dentro i monumenti – non dico che sia solo<br />

colpa <strong>della</strong> fiat, tanto più che ho un auto di un’altra marca. Magari prima <strong>della</strong> forma<br />

mentis adeguata all’idrogeno – con il “gas” per rassicurare le scelte dell’Eni e renderla<br />

parte<strong>ci</strong>pe <strong>della</strong> riduzione dei prezzi. L’economia Italiana non ha varietà di scelta e si<br />

sostiene tramite gli indotti. Cofferati vuole le regole che garantiscano le caratterizzazioni<br />

del lavoro, il governo è interessato ai flussi di capitale più di borsa che altro. Chi sia più<br />

elastico dei due non lo so – e come finirà la partita neanche.<br />

Per il moderatore, solo per lui<br />

Autore: Ugo2000 (---.wise.edt.ericsson.se)<br />

Data: 17-07-02 16:37<br />

Sporco bolscevico ti sto monitorando le telefonate e so a chi telefoni a spese <strong>della</strong> ditta che ti dà il lavoro.<br />

Volevo dirti che sei una canaglia e che mi fai schifo ma poichè mamma mi ha educato non lo dirò ( pur<br />

dicendolo nel non dirlo...eh eh che furbetto che <strong>sono</strong>!)


<strong>In</strong>oltre il vostro forum funziona male: quando clicco sui link dei miei siti porno non riesco più a scaricare il<br />

"materiale" di mio interesse: voi rossi me lo avete sconfigurato da remoto.<br />

Eh..schematismi dell'Est!<br />

Solidarietà a Ugo2000<br />

Autore: <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong> (---.27-151.libero.it)<br />

Data: 17-07-02 17:00<br />

Spero per <strong>questo</strong> di non essere ancora censurato, così caro moderatore potrà dimostrare a me che lei e il<br />

suo direttore Web, siete in grado di non insultarmi continuamente censurando i miei messaggi. É libero di<br />

spiegare pubblicamente quel che vuole, io non risponderò come è costume da parte vostra per i miei<br />

messaggi privati, per spiegazione inviativi. Naturalmente il mio messaggio giungerà all'interlocutore Ugo<br />

2000, quindi potete ancora censurarmi tranquillamente, Grazie.<br />

Ti ringrazio <strong>della</strong> solidarietà...ma per cosa?<br />

Ovviamente non posso sapere i motivi del tuo dissenso nei confronti del moderatore, ma<br />

non per <strong>questo</strong> ho ritenuto che fossero meno validi dei miei, che può darsi abbiano altre<br />

ragioni. Comunque ho visto nel tuo messaggio il chiaro intento di protestare, usando una<br />

forma alquanto espli<strong>ci</strong>ta e che mi ha fatto intendere che da parte del moderatore <strong>ci</strong> fosse<br />

stato un comportamento scorretto, non spiegato. <strong>In</strong> <strong>questo</strong> mi <strong>sono</strong> sentito<br />

perfettamente solidale con la tua protesta - e in linea di massima anche nei contenuti<br />

letterari. Aggiungo e ti dico con certezza che delle diverse censure, che in diversi forum<br />

<strong>sono</strong> stato oggetto non ve ne era alcuna che avesse un corrispettivo né con il regolamento<br />

del Forum, né l’uso del software, né tanto meno nei contenuti, consoni alla libertà di<br />

espressione e di pensiero nell'ambito del rispetto dell’altrui libertà. Spero di aver risposto<br />

alla domanda da te postami e nell’inviarti i miei cordiali saluti, aggiungo che è stato utile<br />

per me solidarizzare con la tua protesta perché mi ha permesso nella libertà<br />

dell’interpretazione dei parte<strong>ci</strong>panti al forum di superare quella logica pretestuosamente<br />

immotivata che ha dato luogo alla<br />

mia censura.<br />

Cordialmente<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

Caro <strong>Patrizio</strong>,<br />

anche io trovo che a volte le censure del moderatore<br />

siano "discutibili" e per niente collegate ai<br />

contenuti del messaggio. Ciò dipende anche da quale<br />

moderatore è di turno. Solitamente <strong>sono</strong> aperti e<br />

filtrano poco ma ce ne deve essere uno particolarmente<br />

depresso che taglia i messaggi come fosse un tosaerba.<br />

Nonostante <strong>ci</strong>ò mi spiace sinceramente deluderti: il<br />

mio messaggio era una presa in giro di un messaggio<br />

analogo di un certo “Luca-Roma” che aveva "minac<strong>ci</strong>ato"<br />

il moderatore in maniera ridicola.


Ecco il messaggio delle 16.13 del 17/7/02:<br />

http://www.kwforum.kataweb.it/forum_new/elezioni/read.php?f=35&i=248&t=248<br />

Data: 17-07-02 16:13<br />

Caro Moderatore, non si legge più niente.<br />

Vuoi ripristinare i links ai rispettivi messaggi?<br />

Manco le basi, vero?<br />

Ma dove l’hai trovata la qualifica di moderatore? Nelle patatine, vero?<br />

O forse alla festa dell’unità?<br />

Ti volevo dire che mi fai pena... ma non te lo dico!!!<br />

Ti dico solo che sto loggando TUTTA l’attività del forum...<br />

Quindi sto trac<strong>ci</strong>ando anche tutte le censure che hai regalato al sottoscritto...<br />

Così, sai, per produrre un resoconto con prove <strong>della</strong> grande libertà e democrazia di cui vi sentite licenziatari,<br />

da mandare ad un pò di testate di centro destra...<br />

Luca - Roma<br />

Appena l’ho letto mi <strong>sono</strong> fatto due grasse risate alla<br />

fac<strong>ci</strong>a di <strong>questo</strong> poverello e ho voluto sbeffeggiarlo<br />

un po’. Quindi alla fine il mio messaggio era più di<br />

solidarietà che di critica al moderatore che in questa<br />

occasione era stato attaccato assai maldestramente.<br />

Grazie comunque...e a risentir<strong>ci</strong> sui forum<br />

Ciao<br />

Ugo<br />

Gentile Ugo,<br />

Ti chiedo scusa se ti disturbo ancora, ma las<strong>ci</strong>a che ti dica di osservare con attenzione, la<br />

dimensione di certe notizie date da repubblica, che <strong>sono</strong> più annun<strong>ci</strong> a pappagallo che<br />

reale atto di critica del dissenso, certe volte sembra più una questione di fac<strong>ci</strong>ata che di<br />

contenuti - io ormai <strong>sono</strong><br />

convinto di <strong>questo</strong> - Ti dico che l’apparente libertà che sembra esser<strong>ci</strong> parlando di tutto e<br />

del contrario di tutto nel forum non è così autentica come sembra e la generalizzazione dei<br />

luoghi comuni che spesso <strong>ci</strong> si trova è<br />

del tutto fuorviante - del resto non credo che i Forum siano oramai solo un gioco. Per<br />

<strong>questo</strong> esiste un piano culturale che fa <strong>della</strong> critica espressione di attenta analisi dei fatti<br />

seppur nella dimensione di contraddittorietà<br />

letteraria di un Forum. Sviscerare certe tesi - di critica - contro le contraddizioni di un<br />

governo nell'ambito di una struttura so<strong>ci</strong>ale che va al di là <strong>della</strong> sola dimensione<br />

governativa, magari con riferimento ad atti economi<strong>ci</strong> internazionali, asso<strong>ci</strong>are <strong>questo</strong><br />

magari alla profondità di una critica letteraria è fastidioso perché non è codificabile, la<br />

libertà deve essere gestibili e apparente, un po' come avviene nelle televisioni commer<strong>ci</strong>ali.<br />

Ti do un consiglio, anche se credo che tu non ne abbia bisogno, chiediti sempre perché<br />

puoi esprimere liberamente <strong>ci</strong>ò che magari ad altri non è "apparentemente" consentito.


Cordialmente<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

Autore: <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong> (---.27-151.libero.it)<br />

Data: 31-07-02 15:53 (forum La Repubblica)<br />

Troppo Sospettosi<br />

…il legittimo sospetto che mi sovviene data l’urgenza con cui si vogliono “applicare” certe leggi è quello che<br />

insieme ad altri provvedimenti proposti ultimamente, sia fatto per bloccare il processo di Milano, e mettere<br />

più “cose” possibili nel calderone mediatico…ma il legittimo sospetto è anche che come avviene in<br />

sceneggiatura <strong>ci</strong>nematografica avvenga quel “ribaldone” che mentre tutti aspettano che accada… si verifica<br />

il quasi contrario e allora…il legittimo sospetto è che <strong>ci</strong> siano troppi pappagalli compreso La Repubblica che<br />

pur sempre qualcuno deve acquistare…il legittimo sospetto è che se non c’è nel governo un’arroganza nelle<br />

vedute governative, vi è in esso la rappresentanza-zione di un organigramma di potere più ampio…e il<br />

legittimo sospetto è che nella battaglia per il potere, qualunque esso possa essere nell’espressioni di<br />

codifica leggi-ferina possa alla fin fine vincere il Cavaliere…comunque il legittimo sospetto di tutto <strong>ci</strong>ò è<br />

l’unica cosa che resta e non mi sembra che <strong>ci</strong>ò mi renda più libero, non so se anche <strong>questo</strong> è un legittimo<br />

sospetto o se <strong>sono</strong> solo poco sospettoso.<br />

“TV - la Camera è convocata il 3 settembre 2002 alle ore 12” buone vacanze a tutti.<br />

Dopo l’approvazione del senato<br />

Legittimo sospetto, rifiutata la richiesta degli azzurri<br />

Pecorella: "Questione è chiusa". Fassino: "Atto ineccepibile"<br />

Casini stoppa Forza Italia<br />

"Niente commissione d'agosto"<br />

Il presidente <strong>della</strong> Camera: "Assegnerò il testo Cirami<br />

il 3 settembre, alla prima convocazione dell'assemblea"<br />

Ugo 2000<br />

Sarà vera gloria, Ai poster l’ardua sentenza<br />

<strong>In</strong> definitiva di <strong>questo</strong> tutto un po’ or ora scritto, c’è poco altro da aggiungere, il governo<br />

italiano, con in testa il Cavaliere Berlusconi, continua nella sua opera di acquisizione del<br />

potere sempre più ampio, riconvertendo le istituzioni a suo uso e consumo. Il paradosso<br />

dei falsi in bilan<strong>ci</strong>o degli USA crea sempre più potere nelle mani del presidente e di chi<br />

tramite lui appoggia i propri interessi, e non vi è niente che non gli permetta di abusare<br />

delle informazioni a suo uso e consumo, dopo gli ultimi crolli anche il sistema<br />

pensionistico ha tolto garanzie ad un’altra fetta <strong>della</strong> popolazione Usa, già senza la<br />

sicurezza dell’assistenza sanitaria e quant’altro… e mentre Bush pensa alla prossima<br />

guerra, in una base americana scoppia la sindrome di Kabul, <strong>ci</strong>nque soldati appena<br />

ritornati dall’Afghanistan hanno uc<strong>ci</strong>so le proprie mogli. Comunque sia non c’è potere al<br />

mondo che riesca a las<strong>ci</strong>are libero ogni individuo, al riparo delle sorti comuni non scelte.<br />

Gandini il Gip di Aosta si è visto capitare una madre che ha annegato i suoi due figli in un<br />

evidente stato di alterazione <strong>della</strong> cos<strong>ci</strong>enza, chissà cosa avrà pensato del gran casino che<br />

ha scritto sull’ordinanza di Cogne. A proposito il processo di Cogne è diventato sempre<br />

più un processo mediatico (con il nuovo difensore Taormina) e allo stato attuale l’accusata<br />

è giudicata perfettamente in grado di intendere e di volere, eppure sembra che tutti


vogliano <strong>questo</strong> processo…fino a quanto servirà… se volete informazioni sul perché<br />

letterario dei luoghi di cui qui si parla, dovete leggere i libri in cui <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong> vi fa<br />

riferimento, oppure potete informarvi in altre fonti dei fatti medesimi. Io continuo nel<br />

frattempo a scrivere <strong>questo</strong> <strong>libro</strong>.<br />

…storia e fatti dell’economia contemporanea – con relativi parte<strong>ci</strong>panti e pubbli<strong>ci</strong>tà<br />

----- Original Message -----<br />

From: <br />

To: <br />

Sent: Tuesday, January 29, 2002 12:00 AM<br />

Subject: Come ti avevo promesso.....Ciao<br />

> Vorresti Davvero Guadagnare con <strong>In</strong>ternet?<br />

> Bene, la prima cosa da fare è salvare su disco questa pagina per averla a portata di mano<br />

anche se il tuo PC non è connesso a <strong>In</strong>ternet, poi copia tutto in Word o in Blocco Note e<br />

stampalo, così lo potrai leggere con più attenzione.<br />

> Questo Sistema è diverso da tutti gli altri, quindi se non ti fidi leggi con attenzione le<br />

istruzioni per valutarlo, e quando le avrai comprese ti assicuro che sarà per te<br />

IRRESISTIBILE la voglia di parte<strong>ci</strong>pare.<br />

><br />

> QUESTO E` SENZA DUBBIO IL GIORNO PIU' FORTUNATO DELLA TUA VITA !!<br />

IMMAGINA<br />

A COSA POTRESTI FARE CON 1.5 - 2 MILIARDI DI LIRE... SEI UNO DEI PRIMI<br />

FORTUNATI ITALIANI A RICEVERE QUESTA FAMOSA MLM E- MAIL, DELLA<br />

QUALE TUTTI STANNO PARLANDO, E DELLA QUALE LA TELEVISIONE E TUTTI I<br />

GIORNALI ITALIANI HANNO DEDICATO AMPIO SPAZIO NELLE SCORSE<br />

SETTIMANE !!! 1.5 - 2 MILIARDI DI LIRE IN SOLE 6 SETTIMANE !!! GARANTITO !!!<br />

FINALMENTE TRADOTTA ANCHE IN ITALIANO, PER IL TUO SUCCESSO !!! UN<br />

SISTEMA CHE ANNULLA COMPLETAMENTE TOTOCALCIO, TOTOGOL, LOTTO,<br />

ENALOTTO E LOTTERIE VARIE !!! BASTA GIOCARE E<br />

SPRECARE SOLDI INUTILMENTE !!! COMINCIA A VINCERE UNA VOLTA PER<br />

TUTTE 1.5 -<br />

2 MILIARDI DI LIRE OGNI 6 SETTIMANE FINO A QUANDO SARAI STUFO DI TUTTI<br />

QUEI<br />

SOLDI !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!<br />

><br />

> Proprio cosi` !!! Si, basta preoccuparsi del lavoro, del quale non se ne puo` piu`, dei soldi,<br />

che non <strong>sono</strong> mai abbastanza, di quella vacanza che VORRESTI ma e sempre più lontana!!!<br />

GRAZIE A QUESTA E-MAIL RICEVERAI<br />

1.5 - 2 MILIARDI DI LIRE OGNI 6 SETTIMANE !!! ASSICURATO<br />

> !!! Quindi<br />

> il mio consiglio e` quello di comin<strong>ci</strong>are A TIRARE FUORI I SOGNI DAL CASSETTO !!!<br />

Immagina per un attimo cosa potresti fare, ad esempio potresti ordinare la nuova,<br />

fiammante, Lamborghini Mur<strong>ci</strong>elago che ti meriti, oppure recati alla banca e pagare una<br />

volta per tutte quel mutuo sulla casa o appartamento !!! Oppure potresti prenderti un paio<br />

di mesi di vacanza o cro<strong>ci</strong>era in uno di quei posti esoti<strong>ci</strong> dei quali hai sempre sognato, poi<br />

ritornato a casa de<strong>ci</strong>dere cosa fare con piu` di un miliardo ancora a disposizione !!! Alle


volte la realtà può sembrare un sogno ma come sai CON I SOGNI NON SI RISOLVE<br />

NULLA !!! Questa e` PURA REALTA` e succedera` anche a te nelle prossime 6 settimane,<br />

grazie all'incredibile sistema MLM americano<br />

!!! 6 SOLE SETTIMANE: <strong>questo</strong> e` quanto <strong>ci</strong> vuole per accumulare un minimo di<br />

$750.000 DOLLARI AMERICANI, PARI A UN MILIARDO E MEZZO DI LIRE ITALIANE,<br />

ED<br />

ENTRARE NEL CLUB DEI NUOVI MILIARDARI DEL QUALE HAI SENTITO PARLARE<br />

ULTIMAMENTE ALLA TV !!!<br />

><br />

> Hai perso I servizi spe<strong>ci</strong>ali in onda su Raitre, Canale5 e altre emittenti televisive locali<br />

riguardo <strong>questo</strong> incredibile sistema americano ??? Non importa, perche` questa e` la<br />

famosa e-mail dei quali tutti parlano sulle reti televisive di tutto il mondo, non solo<br />

italiane. Dovuto alla ormai<br />

crescente popolarita` di questa e-mail su <strong>In</strong>ternet, alcune emittenti televisive italiane<br />

hanno dedicato ultimamente degli spe<strong>ci</strong>ali sul come e` possibile guadagnare 1.5 - 2<br />

miliardi di lire in 6 settimane, e per di piu` garantito. " Come e` possibile garantire una<br />

vin<strong>ci</strong>ta del genere, insomma, qui si parla di un sacco di quattrini !!!", e` stato il commento<br />

di quasi tutti i conduttori dei vari programmi TV e articoli pubblicati. Gia`, come e`<br />

possibile ASSICURARE che qualcuno vinca davvero ??? Il risultato e` stato piu` che<br />

sorprendente, perfino per I conduttori, che hanno espresso il loro desiderio di parte<strong>ci</strong>pare<br />

subito !!! <strong>In</strong> tutti gli spe<strong>ci</strong>ali, non solo si e` evidenziato e provato che il sistema funziona<br />

davvero e assicura la vin<strong>ci</strong>ta a CHIUNQUE PARTECIPA, ma e` stato anche provato che<br />

non <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> leggi in vigore (in Italia) che impediscono la parte<strong>ci</strong>pazione al programma.<br />

Creato negli USA qualche anno fa, e dopo aver generato non si sa quanti nuovi miliardari<br />

in tutto il mondo, e ricevuto l'attenzione di<br />

emittenti televisive e telegiornali in numerosi paesi del mondo, e` finalmente approdato<br />

anche in Italia, grazie alla cortese collaborazione di un italiano residente negli USA, che ha<br />

finalmente de<strong>ci</strong>so di tradurre questa e- mail in italiano, ed estendere l'opportunita` di<br />

diventare miliardari anche a tutti gli italiani che desiderano parte<strong>ci</strong>pare !!!<br />

><br />

> Quante volte hai tentato la fortuna al Totocal<strong>ci</strong>o ??? Totogol ???<br />

Enalotto, lotterie???? Hai fatto fortuna ??? NO ??? E probabilmente il tutto ti e` costato una<br />

gran bella <strong>ci</strong>fra !!! Non preoccuparti: finalmente e` arrivato il tuo momento, si, quello di<br />

vincere sul serio, garantito oltre il 200%, perche` e` stato provato che nessuno puo`<br />

perdere, nessuno !!! Non si puo` perdere per il semplice motivo che <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> migliaia di<br />

nuovi giocatori ogni giorno che vogliono parte<strong>ci</strong>pare, e aspettano che i fortunati che <strong>sono</strong><br />

in possesso di questa e-mail (quale sei tu ad esempio), la spediscano anche a loro. Hai<br />

seguito ultimamente gli spe<strong>ci</strong>ali in onda su RaiTre, Canale 5 e altre emittenti televisive<br />

locali riguardo il Super Sistema MLM americano<br />

???<br />

><br />

> <strong>In</strong> questa e-mail ti sveliamo il segreto di come diventare miliardari in sole 6 settimane,<br />

grazie ad un sistema incredibile, all'abbondanza di accaniti giocatori americani e<br />

soprattutto grazie ai miliardi di dollari americani !!!!!<br />

><br />

> Se credi che <strong>questo</strong> sia uno dei tanti scherzi che si ricevono via e-mail, ti chiedo solo un<br />

paio di minuti del tuo tempo invitandoti a leggere questa lettera: e ti prometto che quando<br />

l' avrai terminata la tua vita sara` gia` cambiata !!! Questa e` la testimonianza di Claudio


Tommasi, l'italiano che ha finalmente de<strong>ci</strong>so di tradurre la piu` famosa e-mail oggi in<br />

<strong>ci</strong>rcolazione:<br />

><br />

> "Chi ti scrive e` un italiano, Claudio Tommasi, nato e cres<strong>ci</strong>uto a S. Michele all' Adige,<br />

una <strong>ci</strong>ttadina alle porte di Trento, nel nord Italia. Mi <strong>sono</strong> sposato e trasferito negli Stati<br />

Uniti nel 1994, dopo un corso estivo al Campus dell' Universita` del nord Colorado, e<br />

tuttora vivo con mia moglie e i miei due figli in una bellissima <strong>ci</strong>ttadina chiamata Fort<br />

Collins, sempre nel nord Colorado. La ragione per cui ti scrivo e` perche` ormai da 5 mesi<br />

la mia vita e quella <strong>della</strong> mia famiglia e` totalmente cambiata. Perche` ???<br />

Ho vinto la bellezza di $712.455 dollari, equivalenti a 1.426.862.000 lire<br />

italiane, senza fare assolutamente nulla !!! Quello che e` successo a me succedera` a tutti<br />

quelli che de<strong>ci</strong>deranno di parte<strong>ci</strong>pare all'ormai famoso<br />

"MLM American System": E` GARANTITO !!! Perche` e` l'unico sistema al mondo col<br />

quale non si puo` perdere, e` impossibile !!!". La sua testimonianza continua:<br />

><br />

> "Se non hai seguito i programmi TV che spiegavano nei dettagli come si puo` vincere in<br />

6 settimane una <strong>ci</strong>fra che si aggira fra 1.5 e 2 miliardi di lire, non ha importanza perche`<br />

avrai bisogno di questa e- mail per parte<strong>ci</strong>pare. Senza questa e-mail non potrai entrare nel<br />

sistema,<br />

semplicemente perche` hai bisogno di inserire i tuoi dati, affinché le persone possano<br />

spedirti i soldi direttamente a casa tua, come e` successo a me. Questa e` la mia storia:<br />

<strong>ci</strong>nque mesi fa ricevetti una e-mail come questa, in inglese ovviamente, sembrava una di<br />

quelle tante che noi, qui in<br />

America, chiamamo "junk" mail. Era probabilmente la 5-6 volta che ne ricevevo una simile.<br />

Quel giorno (per mia fortuna) de<strong>ci</strong>si di leggerla e cercare di capire come funzionasse quel<br />

sistema. <strong>In</strong> vita mia non ho mai creduto nei "soldi fa<strong>ci</strong>li", forse perche` dopo tutti gli anni e<br />

i soldi<br />

spesi all' universita` in Italia, giocando mega-sistemi al<br />

Totocal<strong>ci</strong>o,Totogol, Enalotto, ecc., non ho mai vinto neanche 1000 lire !!!<br />

Dopo aver letto quella e-mail, e facendo un po' di calcoli, pensai che il sistema aveva un<br />

grande potenziale, e che poteva de<strong>ci</strong>samente funzionare. De<strong>ci</strong>si cosi` di provare,<br />

senza dire niente a mia moglie. Fe<strong>ci</strong> quello che diceva il sistema: inserii il mio nome e dati<br />

nella e- mail, spedii le 5 lettere alle persone presenti sulla lista, ognuna contenente le mie<br />

informazioni per parte<strong>ci</strong>pare e una banconota da $5 dollari. Pensai: "<strong>In</strong> fondo, avrei speso<br />

la stessa <strong>ci</strong>fra se<br />

stasera avessi portato la mia famiglia al <strong>ci</strong>nema, o se avessi comprato 2 biglietti <strong>della</strong><br />

lotteria, dove la percentuale di vin<strong>ci</strong>ta e` 1 su 25 milioni !!!". Dopo neanche 10 giorni<br />

comin<strong>ci</strong>ai a ricevere "tonnellate" di lettere di persone che mi richiedevano i 5 report che<br />

avevo precedentemente acquistato per $25 dollari: mia moglie mi chiese cosa stava<br />

succedendo. Aprii le lettere una ad una e comin<strong>ci</strong>ai a contare i soldi. Non potevo crederlo:<br />

quello che diceva il sistema era vero, ero entrato nel vortice di un giro di giocatori<br />

americani incalliti !!! La<br />

> stessa settimana <strong>ci</strong> fu uno dei tanti spe<strong>ci</strong>ali su uno dei telegiornali nazionali, e parlava di<br />

tutti questi nuovi miliardari che avevano fatto fortuna grazie ad <strong>In</strong>ternet<br />

(e-mail) e ad un sistema multi livello semplice ma effica<strong>ci</strong>ssimo: e io ero uno di loro.!!!<br />

Dopo qualche mese, de<strong>ci</strong>si che avrei tentato di nuovo (poiche` il sistema è senza fine e si<br />

basa anche sul fatto che quasi ogni<br />

vin<strong>ci</strong>tore rientra nel giro). Ma con l'andare del tempo pensai a tutti gli ami<strong>ci</strong> che avevo


las<strong>ci</strong>ato in Italia, compreso la mia famiglia, e il fatto che non avrebbero mai potuto avere la<br />

possibilità di parte<strong>ci</strong>pare e vincere come<br />

avevo fatto io, in quanto non conoscevano la lingua inglese (lingua uffi<strong>ci</strong>ale del sistema).<br />

Cosi` de<strong>ci</strong>si di tradurre quella e-mail e di farla <strong>ci</strong>rcolare in Italia. Ecco perche` caro<br />

amico/a ti ho scritto, affinche` tutti possano avere la stessa opportunita` che ho avuto io e<br />

migliaia di<br />

giocatori in tutto il mondo, di far avverare i loro sogni e finalmente vincere oltre un<br />

miliardo di lire. Se credi di aver bisogno di <strong>questo</strong> denaro questa e` l'opportunità <strong>della</strong> tua<br />

vita. Se invece di denaro ne hai anche troppo, per favore invia questa preziosa e-mail a<br />

tutti coloro che la<br />

stanno ansiosamente aspettando, e che <strong>sono</strong> meno fortunati di te, poichè io non ho né il<br />

tempo né gli indirizzi e-mail di tutti quegli italiani che <strong>sono</strong> nel bisogno. Non essere<br />

egoista, dai la possibilità a qualcuno di toccare<br />

finalmente il <strong>ci</strong>elo con un dito. Quello che farai per loro, un giorno sara` fatto a te, credimi.<br />

><br />

> Buona fortuna e un in bocca al lupo !!! Un caro saluto dagli Stati Uniti.<br />

><br />

> Ciao, Claudio<br />

> Tommasi."<br />

><br />

> Grazie ad <strong>In</strong>ternet e ad un programma imbattibile che ha già colto l'attenzione di alcune<br />

reti televisive italiane e straniere (oltre ai migliaia di servizi dedicati dalle televisioni<br />

americane) sveliamo il segreto di come e` possibile continuare a vincere la somma di 1.5 –<br />

2 miliardi di lire OGNI 6 settimane (UN MINIMO DI 13 MILIARDI ALL' ANNO !!!).<br />

><br />

> Ecco come funziona.<br />

><br />

> I parte<strong>ci</strong>panti provengono da tutto il mondo, Australia, Canada, <strong>In</strong>ghilterra, Germania,<br />

Nuova Zelanda (paesi che<br />

in genere <strong>sono</strong> di madrelingua inglese, o lo parlano come seconda lingua), ma il 92% di<br />

essi <strong>sono</strong> agguerriti americani, entusiasmati dai telegiornali degli USA che cercano di dare<br />

una spiegazione a questa incredibile ondata di nuovi miliardari, che solo nel secondo<br />

semestre del 2001 ha contato piu` di 928.000 fortunati soltanto negli USA.<br />

><br />

> La ragione di <strong>questo</strong> successo è semplice: con il solo investimento di $25 dollari si entra<br />

in un giro mondiale, inviando e- mail gratuitamente a tutti quelli che vogliono parte<strong>ci</strong>pare<br />

e che <strong>sono</strong> in trepida attesa di farlo. Si, perché la chiave è proprio ricevere questa e-mail<br />

(che e` stata finalmente tradotta da un gentile italiano residente negli USA per il benefi<strong>ci</strong>o<br />

di tutti i giocatori italiani).<br />

><br />

> Se non si riceve la e-mail non si accede al sistema e si è tagliati fuori.<br />

Sei probabilmente uno dei primi italiani a ricevere questa e-mail, visto che e` stata tradotta<br />

soltanto un mese fa. Ci <strong>sono</strong> milioni di persone in tutta Italia e in tutto il mondo che <strong>sono</strong><br />

ansiosi di ricevere questa e-mail da te.<br />

Una volta che inseris<strong>ci</strong> il tuo nome, indirizzo e indirizzo e-mail e` fatta, sei nel sistema e <strong>ci</strong><br />

resterai fino a quando de<strong>ci</strong>derai che ne hai abbastanza di tutti quei soldi !!!<br />

><br />

> I parte<strong>ci</strong>panti al giorno d'oggi <strong>sono</strong> stimati attorno ai 25 milioni, e crescono di giorno in


giorno. Poiche` bisogna aspettare il proprio turno prima di rientrare in un nuovo giro<br />

(dalla 5 alla 1 posizione) chi esce (con un guadagno stimato in media fra 1.5 e 2 miliardi di<br />

lire) rientra di nuovo rispondendo ad un'altra e-mail che ha ricevuto nel<br />

frattempo. Il risultato: un sistema che non ha mai fine, tenuto in piedi dai soliti giocatori e<br />

in piu` da tutti quelli che si uniscono ogni giorno, incrementando il massic<strong>ci</strong>o scambio di<br />

denaro. Un giro di centinaia di miliardi al giorno, spediti in piccole banconote da $5 dollari<br />

<strong>ci</strong>ascuna. Un programma che, GRAZIE AD INTERNET, non ha mai fine, poiche` i<br />

parte<strong>ci</strong>panti entrano ed escono continuamente (non contando i nuovi parte<strong>ci</strong>panti che si<br />

uniscono ogni giorno) investendo ogni volta la piccola somma di 25 dollari, e intascando i<br />

miliardi spettanti ad ogni giro !!! Ovviamente si può us<strong>ci</strong>re quando si vuole, non c'è<br />

nessun obbligo, ma perchè us<strong>ci</strong>re quando si è parte di un club di miliardari ??? Gli USA<br />

stimano che almeno 927.900 di quei 928.000 nuovi miliardari <strong>sono</strong> già rientrati,<br />

centuplicando il numero di miliardari nei prossimi 6 mesi !!!<br />

><br />

> La differenza fra i vecchi sistemi multi livello e <strong>questo</strong> e` molto semplice:<br />

><br />

> 1: l' investimento è de<strong>ci</strong>samente minimo, chiunque può permetterselo, giovane o<br />

vecchio, studente o impiegato, disoccupato o meno. Per iniziare si può anche parte<strong>ci</strong>pare<br />

in gruppi, se si vuole.<br />

><br />

> 2: nessuna perdita di tempo nel convincere qualcuno a parte<strong>ci</strong>pare, poiche` grazie alle<br />

recenti trasmissioni televisive <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> milioni di italiani pronti a giocare, e aspettano di<br />

ricevere questa e-mail da te.<br />

><br />

> 3: la vin<strong>ci</strong>ta è rapida: 6 sole settimane per una somma minima che si aggira fra i 1.5 e 2<br />

MILIARDI DI LIRE !!! Un record, nessun sistema è mai stato tanto veloce quanto MLM<br />

American System !!!<br />

><br />

> 4: non c'e` nessuna organizzazione dietro <strong>questo</strong> semplice ma efficace sistema. I soli<br />

giocatori tengono in piedi l'intero sistema (da loro "battezzato" MLM American System =<br />

sistema multilivello americano e attualmente dopo essere stato tradotto per l'Italia e<br />

integrato con<br />

opportune modifiche e miglioramenti, MLM Italian System), che funziona alla perfezione<br />

da 2 anni a questa parte. Non c'è nessuna percentuale da pagare.<br />

I soldi vengono scambiati e spediti direttamente alle case dei singoli giocatori. Tutti gli<br />

altri sistemi esistenti hanno una sede fissa, si appropriano di una grossa percentuale dei<br />

soldi investiti, li maneggiano e poi de<strong>ci</strong>dono chi deve vincere, per cui nessuna vin<strong>ci</strong>ta puo`<br />

essere assicurata.<br />

><br />

> 5: MLM è l'unico sistema esistente al mondo che ti permette una vin<strong>ci</strong>ta multipla: si<br />

vince ogni 6 settimane, fino a quando si de<strong>ci</strong>de di ritirarsi, perchè se ne ha abbastanza di<br />

tutto quel denaro.<br />

><br />

> 6: L' opportunità di ricevere informazioni gratis per incrementare e gestire le proprie<br />

vin<strong>ci</strong>te. Se de<strong>ci</strong>dete di parte<strong>ci</strong>pare, riceverete i 5 "reports" dai membri <strong>della</strong> vostra lista, che<br />

contengono informazioni utilissime, come scaricare GRATIS da <strong>In</strong>ternet software elaborati<br />

e costosi<br />

(valore di mercato di 1 milione di lire, completamente GRATIS !!!) per gestire, ricercare,


scaricare e spedire e-mail a piu` di 10.000.000 di indirizzi (Avalanche, NetTron, DirectMail,<br />

ecc.), più tante altre utilissime informazioni sul come incrementare le vin<strong>ci</strong>te con il<br />

sistema, completamente<br />

GRATIS !!!<br />

><br />

> Questo e` il segreto di MLM American System: la vin<strong>ci</strong>ta e` 200% assicurata !!! Non si<br />

puo` perdere, e` impossibile !!! Come spiegato sullo spe<strong>ci</strong>ale di RaiTre, il sistema funziona<br />

ogni giorno per milioni di giocatori, non c'e`<br />

dubbio. Chi si inserisce ha la certezza matematica di ricevere ALMENO 1.5 -<br />

2 miliardi di lire nel giro di 6 settimane, perche` ricevera` i soldi da coloro che hanno gia`<br />

vinto ma desiderano rientrare e raddoppiare, triplicare, ecc. la loro vin<strong>ci</strong>ta (NON<br />

CONTANDO SULL'INGRESSO DI MIGLIAIA DI<br />

NUOVI PARTECIPANTI OGNI GIORNO). Il conduttore <strong>della</strong> trasmissione di RaiTre ha<br />

commentato cosi`: "Seriamente, non ho mai visto niente del genere sino ad<br />

oggi !!!". MLM American System e` stato definito "IL GENERATORE DI BENESSERE DEL<br />

XXI SECOLO !!!". E tu ??? Sei pronto ad unirti al club di miliardari ???<br />

><br />

> Il prin<strong>ci</strong>pio è quasi simile a quello utopico del "se ognuno dei 5 miliardi di persone oggi<br />

esistente sulla terra spedisse 1 dollaro a tutti gli altri, vivremmo in un mondo di<br />

miliardari". Il fatto e` che non si può costringere qualcuno a versare dei soldi ad un altro<br />

individuo. Ecco che il concetto di MLM entra in gioco: <strong>ci</strong> vuole un club di giocatori<br />

intenzionati a scambiarsi ogni 6 settimane 5 dollari a testa, collezionando 1.5 - 2 miliardi a<br />

turno.<br />

Questo e` il semplice segreto di un sistema che non ha eguali in tutto il mondo: MLM<br />

American System. Non c'e` nessuna organizzazione dietro MLM che trattiene percentuali<br />

come altri sistemi, dove il solo che colleziona denaro e` l'ente che giostra il tutto. MLM e`<br />

un club di oneste persone comuni COME TE che hanno tutto l'interesse di tenere in piedi<br />

un sistema che genera<br />

benessere per tutti. I soldi contenuti nelle lettere vengono spediti direttamente alle case dei<br />

parte<strong>ci</strong>panti, e non raccolti da "`anonimi enti" come in altri sistemi. Come su questa e-mail,<br />

che sara` la tua lista se de<strong>ci</strong>di di parte<strong>ci</strong>pare, <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> i nominativi di 5 persone comuni<br />

come te, provenienti da tutto il mondo.<br />

><br />

> LE SEGUENTI SONO ISTRUZIONI FONDAMENTALI DI CUI HAI BISOGNO:<br />

POICHÈ IL CONTENUTO DI QUESTA E-MAIL È TROPPO PREZIOSO, SE NON LO HAI<br />

ANCORA FATTO STAMPA UNA COPIA DI QUESTA E-MAIL ADESSO E SALVALA SU<br />

UN CD O FLOPPY DISK, NEL QUALCASO TU ABBIA PROBLEMI CON IL TUO<br />

COMPUTER.<br />

><br />

><br />

> ===== COME ORDINARE I 5 "REPORTS" DALLA LISTA CHE SEGUE =====<br />

><br />

> Che cos'e` un "report" ??? Un report non e` altro che una serie di informazioni utilissime<br />

su come scaricare assolutamente gratis costosi software da <strong>In</strong>ternet (che potranno risultare<br />

di grande aiuto nella gestione e spedizione ad alta velo<strong>ci</strong>ta` di e-mail) gestire patrimoni<br />

ecc., accuratamente tradotti in italiano.<br />

><br />

> Per ogni report spedis<strong>ci</strong> 5 Euro se sei in Europa se no 5 dollari americani dal piu` vi<strong>ci</strong>no


uffi<strong>ci</strong>o postale o alla tua banca.<br />

><br />

> Ci <strong>sono</strong> stati giocatori che, per ragioni sconos<strong>ci</strong>ute, hanno spedito i contanti nella valuta<br />

del loro paese. nel caso tu debba spedire a giocatori stranieri è consigliabile utilizzare il<br />

dollaro americano perchè stato scelto e adottato sin dall'inizio del sistema, ed ha<br />

funzionato alla<br />

perfezione per ormai 2 anni, non possiamo garantire il fatto che, se spedirai banconote in<br />

diverse valute, saranno accettate. I giocatori del sistema, spe<strong>ci</strong>almente stranieri, che si<br />

aspettano di ricevere dollari americani, non accetteranno altre valute, perche` non<br />

conoscono il cambio<br />

corrente, e probabilmente rispediranno indietro le tue lettere.<br />

><br />

> Per qualsiasi ragione, non spedire MAI moneta, solo banconote, altrimenti dovrai pagare<br />

una tariffa postale maggiore, dovuta al peso.<br />

><br />

> Per evitare che i soldi spediti vengano intercettati e rubati, da due anni a questa parte, si<br />

e` adottato il sistema di "incartare" la banconota in due fogli di carta formato A4, piegati in<br />

tre, come si piegherebbe una semplice lettera da infilare in una busta normale da lettera.<br />

><br />

> ==IMPORTANTE==<br />

><br />

> Su uno dei due fogli, scrivi in stampatello (meglio se stampato al computer) a caratteri<br />

chiari e leggibili, il nome e il numero del report che stai ordinando, il tuo indirizzo e-mail,<br />

e il tuo nome e indirizzo postale.<br />

><br />

> Quindi: per ogni report spedis<strong>ci</strong> una banconota del valore di 5 EURO o dollari incartata<br />

fra 2 fogli di carta formato A4, il nome e numero di report richiesto, il tuo indirizzo e-mail,<br />

il tuo nome e indirizzo postale.<br />

><br />

> Se non vuoi far apparire il tuo nome e indirizzo sulla lista (anonimato), puoi usare una<br />

casella postale come indirizzo, e il nome di una compagnia al posto del tuo nome e<br />

cognome (ad esempio: XYZ Servizi, Casella Postale<br />

12345, Roma, Italy). Ricorda di scrivere il tuo indirizzo<br />

> (mittente) sulla busta, nel caso in cui <strong>ci</strong> siano difficolta` postali.<br />

><br />

> Quando ordini i report, devi ordinare tutti i 5 report, perchè hai bisogno di "consegnarli"<br />

tramite e-mail alle persone che li richiederanno da te, pagandoti 5 Euro/Dollari per<br />

ognuno di essi (anche se <strong>sono</strong> gia` in possesso di essi, nel caso di giocatori che rientrano, il<br />

sistema richiede il pagamento di 5 Euro/Dollari in cambio di qualcosa). Quando ricevi i 5<br />

report in 5 differenti e-mail, salva ogni report su un floppy disk o CD, affinchè<br />

niente vada perso. Se li perdi, non puoi continuare nel sistema, poiche` non hai niente da<br />

"consegnare" agli altri giocatori.<br />

><br />

> Il costo totale del tuo investimento e`: 5 x 5 Euro/Dollari = 25 Euro o dollari, una<br />

s<strong>ci</strong>occhezza paragonata a quello che riceverai !!!<br />

><br />

> Nel giro di pochi giorni riceverai, come detto, le 5 e-mail con i 5 differenti report in<br />

italiano. Mentre stai aspettando I 5 report ( numero 1, 2, 3, 4 e 5), prendi questa e-mail, che


hai precedentemente salvato nel tuo computer, e fai quanto segue:<br />

><br />

> 1. rimuovi il nome e l'indirizzo <strong>della</strong> persona accanto al report numero 5.<br />

Questa persona ha finito il suo turno e stara` contando i suoi 1.5 – 2 miliardi di lire;<br />

><br />

> 2. rimuovi il nome e l'indirizzo <strong>della</strong> persona accanto al report numero 4 e spostala (con<br />

copia/taglia e incolla) al numero 5;<br />

><br />

> 3. rimuovi il nome e l'indirizzo <strong>della</strong> persona accanto al report numero 3 e spostala (con<br />

copia/taglia e incolla) al numero 4;<br />

><br />

> 4. rimuovi il nome e l'indirizzo <strong>della</strong> persona accanto al report numero 2 e spostala (con<br />

copia/taglia e incolla) al numero 3;<br />

><br />

> 5. rimuovi il nome e l'indirizzo <strong>della</strong> persona accanto al report numero 1 e spostala (con<br />

copia/taglia e incolla) al numero 2;<br />

><br />

> 6. inseris<strong>ci</strong> il tuo nome e indirizzo accanto al report numero 1. Fatto, ora sei uffi<strong>ci</strong>almente<br />

nel sistema.<br />

><br />

> Fai attenzione nel ricopiare tutti gli indirizzi: controlla sempre che tutti i nomi e gli<br />

indirizzi siano scritti in maniera corretta (spe<strong>ci</strong>almente nel caso di giocatori stranieri).<br />

><br />

> Dopo <strong>ci</strong>o`, salva la nuova e-mail nel tuo computer, e fai anche una copia e salvala su un<br />

floppy disk o CD. NON FARE ASOLUTAMENTE ALTRE MODIFICHE.<br />

><br />

> Il prossimo passo e` quello di spedire le e-mail a tutte le persone che le stanno<br />

ansiosamente aspettando. Dopo le trasmissioni televisive, la popolarita` di <strong>questo</strong> sistema<br />

e` ormai alle stelle, quindi non preoccuparti di spiegare il sistema ad ami<strong>ci</strong> e conoscenti.<br />

Quello che devi fare e`<br />

spedire questa e-mail, comin<strong>ci</strong>ando dalla lista di ami<strong>ci</strong> presente nel tuo Microsoft Outlook<br />

Express, o software simile, dove tieni la lista di indirizzi e-mail dei tuoi ami<strong>ci</strong>. Tu puoi<br />

spedire quante e-mail vuoi: il minimo e` 5.<br />

><br />

> 1: Ok, ora vediamo come funziona. Supponiamo che spedis<strong>ci</strong> 20 e-mail a 20 persone. Pur<br />

essendo tutti in attesa di questa e-mail, soltanto 10 di loro trovano il tempo di ordinare il<br />

report numero 1 da te.<br />

><br />

> 2: Quelle 10 persone spediscono a loro volta 20 e-mail a testa, per untotale di 200 e-mail.<br />

Di nuovo, pur essendo tutti in attesa di ricevere questa e-mail ed intascare i loro miliardi,<br />

soltanto la meta` di loro, 100 persone, ha il tempo di ordinare il report numero 2.<br />

><br />

> 3: Quelle 100 persone spediscono a loro volta 20 e-mail a testa, per un totale di 2000 email.<br />

Stessa storia, solo 1000 di loro trova il tempo di ordinare il report numero 3.<br />

><br />

> 4: Quelle 1000 persone spediscono 20 e-mail <strong>ci</strong>ascuno, per un totale di 20.000 e-mail. Solo<br />

10.000 di loro ordina il report numero 4.<br />

>


5: Quelle 10.000 persone spediscono 20 e-mail a testa, per un totale di 200.000 e-mail.<br />

Solo la meta` di loro ordina il report numero 5.<br />

><br />

> Ora, un po' di matematica. Il totale <strong>della</strong> vin<strong>ci</strong>ta in <strong>questo</strong> caso, dove non si ha il pieno<br />

potenziale di giocatori, poiche` si presume che soltanto la meta` <strong>della</strong> meta` <strong>della</strong> meta`,<br />

ecc. Parte<strong>ci</strong>pi, e` il seguente:<br />

><br />

> Per il report numero 1: 10 richieste = 10 x 5 dollari = 50 dollari = 100.000 lire<br />

><br />

> Per il report numero 2: 100 richieste = 100 x 5 dollari = 500 dollari = 1.000.000 lire<br />

><br />

> Per il report numero 3: 1.000 richieste = 1.000 x 5 dollari = 5.000 dollari = 10.000.000 lire<br />

><br />

> Per il report numero 4: 10.000 richieste = 10.000 x 5 dollari = 50.000 dollari = 100.000.000<br />

lire<br />

><br />

> Per il report numero 5: 100.000 richieste = 100.000 x 5 dollari = 500.000 dollari =<br />

1.000.000.000 lire<br />

><br />

> Totale: 50 + 500 + 5.000 + 50.000 + 500.000 = 555.550 dollari americani, pari a<br />

1.111.100.000 di lire !!!!<br />

><br />

> Questo è il minimo che ognuno vincerà poichè è stato ormai sperimentato e testato negli<br />

anni scorsi: ma se ognuno spedisce piu` di 20 e-mail, e cosi` gli altri parte<strong>ci</strong>panti, la vin<strong>ci</strong>ta<br />

avrà proporzioni stratosferiche che<br />

nemmeno potete immaginarvi, ma e` possibile allo stesso tempo, senza dubbio, succede<br />

tuttora E SPESSO di avere vin<strong>ci</strong>te da 12 zeri !!! Questo dipende da te, se hai il tempo e la<br />

voglia di spedire e-mail a persone che conos<strong>ci</strong>, o se trovi indirizzi e-mail su vari siti web<br />

gratuiti: non farai altro che incrementare il valore <strong>della</strong> tua vin<strong>ci</strong>ta. Quando parliamo di<br />

una vin<strong>ci</strong>ta di 1.5 - 2 miliardi di lire ogni 6 settimane, <strong>ci</strong> riferiamo ad una vin<strong>ci</strong>ta media<br />

(dati forniti dalle varie trasmissioni televisive che hanno fatto ricerche<br />

fra I numerosi parte<strong>ci</strong>panti e redatto delle statistiche) fra tutti I giocatori parte<strong>ci</strong>panti. La<br />

media di e-mail spedite e` di 5.4 a persona. Ecco perchè possiamo parlare di una vin<strong>ci</strong>ta<br />

"fa<strong>ci</strong>le", poche` l'unica cosa da fare e` aprire la propria agenda di indirizzi e-mail di ami<strong>ci</strong> e<br />

conoscenti, e spedire la e-mail con il prorio nome vi<strong>ci</strong>no al report numero 1. Se <strong>ci</strong> pensate,<br />

è proprio un gioco da ragazzi<br />

!!! Ma se volete ambire ad una vin<strong>ci</strong>ta incredibile (centinaia di miliardi) avete la possibilità<br />

di farlo, E dipende tutto da voi. Vi <strong>sono</strong> giocatori nel sistema che arrivano a spedire anche<br />

1 milione di e-mail nel giro di un paio di settimane: vi las<strong>ci</strong>o pensare qual'e` l'entita` <strong>della</strong><br />

loro vin<strong>ci</strong>ta !!!!<br />

><br />

> Come hai letto nella testimonianza di Claudio Tommasi, l'italiano che ha avuto la<br />

cortesia di tradurre questa famosa e-mail in italiano, stiamo cercando di far rimanere<br />

questa e-mail in Italia. Dopo la messa in onda dei programmi TV che parlavano del<br />

sistema, migliaia di italiani hanno telefonato alle sedi delle reti televisive, chi chiedendo<br />

disperatamente l'indirizzo dell'italiano residente in Colorado, chi dando I propri dati, chi<br />

implorando affinche` scrivessero subito una e-mail anche a loro. Il problema, come e` gia`<br />

stato spiegato nelle varie trasmissioni, e` che nessuno puo` parte<strong>ci</strong>pare, a meno che riceva


questa e-mail. Tu sei stato selezionato da un "search-engine" situato negli USA, che ha<br />

provveduto a<br />

fornire 1000 indirizzi e-mail italiani a colui che ti ha spedito questa e-mail, affinche` il tutto<br />

potesse avere inizio. Quindi considera la tua posizione: se cancelli questa e-mail toglierai<br />

una grande opportunita` a coloro che stanno aspettando che tu gli spedisca questa e-mail.<br />

Anche se non intendi parte<strong>ci</strong>pare, spedis<strong>ci</strong> questa e-mail ad almeno 10 persone. E se<br />

intendi parte<strong>ci</strong>pare, ti chiediamo cortesemente di farla <strong>ci</strong>rcolare in Italia, affinche` si crei<br />

un <strong>ci</strong>clo di giocatori italiani che entrano ed escono, scambiandosi 1.5 - 2 miliardi a turno<br />

ogni 6 settimane, come in altri paesi.<br />

Aiuta<strong>ci</strong> in <strong>questo</strong> tentativo di creare un "ramo" MLM completamente italiano.<br />

Ci e` stato reso noto che la scorsa settimana alcuni giocatori italiani hanno rispedito la email<br />

ad ami<strong>ci</strong> residenti negli USA, tagliando fuori milioni di giocatori italiani in attesa. Ti<br />

chiediamo pertanto di evitare che questa e-mail vada persa. Confidiamo nel tuo impegno,<br />

e per <strong>questo</strong> ti ringraziamo in anti<strong>ci</strong>po. Noi siamo due studenti, A&W (che vogliono<br />

mantenere l'anonimato), <strong>della</strong> facolta' di ingegneria di Povo, Trento, ami<strong>ci</strong> d'infanzia di<br />

Claudio Tommasi e grandi stimatori di <strong>questo</strong> grande sistema che sta gia` funzionando<br />

alla grande per noi. Ti auguriamo un in bocca al lupo e buon<br />

divertimento come nuovo miliardario<br />

><br />

> !!!<br />

><br />

> ENTRA OGGI STESSO NEL SISTEMA, CORRI SUBITO A PREPARARE LE 5 BUSTE E<br />

BUON GUADAGNO!!!<br />

><br />

> ========== LA TUA LISTA DEI REPORTS IN ITALIANO ==========<br />

><br />

> ORDINA ADESSO UNA COPIA PER OGNI REPORT:<br />

><br />

> REPORT NUMERO 1 : "Il nuovo, gratuito e-mail software AGM - Completo"<br />

><br />

> Ordina il report numero 1 da:<br />

><br />

> Parisi Paolo<br />

> Casella Postale […]<br />

> 20089 Rozzano (Mi)<br />

><br />

> ____________________________________________________________________<br />

> ________________<br />

><br />

> REPORT NUMERO 2 : "Il completo setup di un nuovo, veloce e gratuito<br />

<strong>In</strong>ternet Provider" Italiano<br />

><br />

><br />

> Ordina il report numero 2 da:<br />

><br />

> EUROSERVIZI<br />

> Via Trento 18<br />

> 23100 Sondrio


><br />

> ___________________________________________________________________<br />

> ___________________<br />

><br />

> REPORT NUMERO 3 : "Che cos'è una 'Circolare Viaggiante' - Teoria, prassi, necessità<br />

<strong>della</strong> Comunicazione Orizzontale" innovativo contributo di Alessandro D'Agostini su<br />

come diffondere in modo efficace informazioni libere con la "mlm comunication" Italiano<br />

><br />

><br />

> Ordina il report numero 3 da:<br />

><br />

> Rodrigo Forlani<br />

> Via Commandino 29<br />

> 61100 Pesaro PU -Italia-<br />

><br />

><br />

> ______________________________________________________________________<br />

> ________________<br />

><br />

> REPORT NUMERO 4 : "E-mail Adress Extract"<br />

><br />

><br />

> Ordina il report numero 4 da:<br />

><br />

> Bartolozzi Leonardo<br />

> Via Faentina, 396<br />

> 50133 Firenze -Italia-<br />

><br />

><br />

> ______________________________________________________________________<br />

> ________________<br />

><br />

> REPORT NUMERO 5 : "Guida pratica al successo con Multilevel Italian System &<br />

Manuale in Italiano su come usare al meglio il nuovo, gratuito e-mail software AGM e Email<br />

Adress Extract"<br />

><br />

><br />

> Ordina il report numero 5 da:<br />

><br />

> Giunta Stefano<br />

> Via Pedolazzi, 156<br />

> 28883 Gravellona Toce VB -Italia<br />

> ______________________________________________________________________<br />

> ________________<br />

><br />

> $$$$$$$$$$ ISTRUZIONI UTILI PER IL TUO SUCCESSO $$$$$$$$$$<br />

>


Appena ricevi questa e-mail, se intendi parte<strong>ci</strong>pare, segui le istruzioni relative<br />

all'inserimento del tuo nome, che abbiamo spiegato alcuni paragrafi piu` sopra. Comin<strong>ci</strong>a<br />

a fare un elenco delle persone alle quali intendi<br />

spedire questa e-mail. Fatto <strong>ci</strong>o` comin<strong>ci</strong>a pure a spedirle, mentre aspetti di ricevere i 5<br />

report. Questo ti da il vantaggio nei confronti di tutti quelli che ti richiederanno i 5 report<br />

(e saranno <strong>molti</strong> !!!). Una volta che ricevi 10 richieste per il report numero 1, riceverai<br />

matematicamente almeno<br />

100 richieste per il report numero 2. Dopo quello hai la scelta di rilassarti e tornare a fare<br />

quello che facevi prima, poichè sei entrato nel "vortice" del sistema. Oppure, come<br />

spiegato poco sopra, puoi continuare a spedire e-mail a tutti quelli che te lo richiederanno,<br />

incrementando<br />

notevolmente la tua vin<strong>ci</strong>ta finale. Dipende solo da quanto denaro hai bisogno !!! Puoi<br />

renderti conto di quanti soldi stai accumulando dal numero di richieste che ti perverranno.<br />

Una volta us<strong>ci</strong>to dal sistema, e con 1.5 - 2 miliardi in tasca (minimo), dovrai de<strong>ci</strong>dere se<br />

rientrare o meno.<br />

È abbastanza fa<strong>ci</strong>le presupporre che starai ponderando questa alternativa sdraiato su una<br />

di quelle lunghissime spiagge bianche, su di un'isola remota (e` abbastanza comune fra<br />

tutti i giocatori, non ti preoccupare !!!). Ma<br />

vogliamo ricordarti che il sistema non ha mai fine, sara` sempre disponibile se de<strong>ci</strong>derai di<br />

rientrare, a patto che qualcun'altro ti scriva. Ricorda, senza e-mail non accedi al sistema.<br />

Anche se hai già vinto una volta, e hai "comprato" i 5 report, <strong>questo</strong> non ti da il diritto di<br />

scavalcare gli altri<br />

giocatori. Devi ricevere una e-mail da uno dei giocatori, e ripetere tutti i passi, uno per<br />

uno, dall'inizio. Questa e` l'unica regola imposta dal sistema, per il benefi<strong>ci</strong>o di tutti i<br />

giocatori onesti. Se hai già vinto una volta, è anche merito <strong>della</strong> loro onestà.<br />

><br />

> Un in bocca al lupo, e buona vin<strong>ci</strong>ta miliardaria a tutti<br />

><br />

> Nota originale dell'autore, ovvero colui che ha inventato il sistema piu` incredibile del<br />

mondo. "Se avete qualsiasi perplessità riguardo la legalità di <strong>questo</strong> sistema, si prega di<br />

contattare: the Office of Asso<strong>ci</strong>ate Director for Marketing Practices, Federal Trade<br />

Commission, Bureau of Consumer Protection, Washington, District of Columbia, U.S.A.".<br />

><br />

> Sito Uffi<strong>ci</strong>ale MIS Italia:<br />

http://www.angelfire.com/comics/multilevlitalian/<br />

> --------------------------------------------------------------------------<br />

----------------------------------------------------------------------------<br />

---------------------<br />

> Ti informiamo che <strong>questo</strong> non è uno spamming ai sensi <strong>della</strong> legge 675/96.<br />

><br />

> Se Ti è arrivata questa lettera è perché il tuo indirizzo di posta elettronica è stato<br />

acquisito da fonti pubblicamente consultabili.<br />

><br />

> Da noi non riceverai altre comunicazioni. Il Tuo account sarà eliminato dal nostro<br />

database.<br />

><br />

> (*) N. B. Parte<strong>ci</strong>pando e mandando i 5 euro acquisirai l'esclusivo diritto di parte<strong>ci</strong>pare al<br />

gioco. <strong>In</strong>fatti i Report che riceverai ti saranno inviati gratis! Un motivo in più per


parte<strong>ci</strong>pare, comin<strong>ci</strong>are a vincere, a guadagnare, a conoscere nuovi ami<strong>ci</strong> e a divertirsi con<br />

"il generatore di<br />

benessere del terzo millennio", Multilevl Italian System. Quì trovi altre notizie sul Sistema<br />

> http://www.angelfire.com/comics/multilevlitalian/<br />

risposta inibita dall’indirizzo del mittente<br />

Gentili Miliardari anonimi, <strong>sono</strong> contento per voi e per il vostro amico d'infanzia Claudio<br />

Tommasi - ma comunque non posso aiutarvi, il sistema che mi prospettate non mi sembra<br />

affatto diverso, da quello proposto da Bush o Berlusconi ecc, per guadagnare denaro e,<br />

non capisco dove sia la rilevanza di qualità e libertà individuale che fa sì che l'espressione<br />

<strong>della</strong> possibilità di scelta dell'individuo, determini i valori <strong>della</strong> solidarietà o<br />

quelli <strong>della</strong> libera espressione <strong>della</strong> creatività dell'individuo. Il fine del denaro per<br />

acquisire denaro non stabilisce nessun contenuto relativo alla realtà del proprio volere se<br />

non in una prospettiva di potere, soggetta alla<br />

vigilanza gerarchica del sistema senza "identità" - non vi è responsabilità se non in veste<br />

sistemica surrettizia, che dice che la qualità è proporzionale alla quantità di denaro, per la<br />

gestione di scelte non di qualità ma di potere finalizzato all'acquisizione, o di possibilità<br />

finalizzate dal sistema per l'utilizzo del denaro, che pos<strong>sono</strong> essere<br />

superate dalla quantità del denaro accumulato che determina la possibilità di potere per<br />

condizionare le possibilità di finalizzazione del sistema, e di chi ha meno denaro. Mi si<br />

può dire che il sistema da voi propostovi”, in<br />

certo qual modo ridistribuisce in modo meno discriminante le possibilità del denaro,<br />

dando al soggetto parte<strong>ci</strong>pante se non una minima incombenza monetaria - eppure a ben<br />

riflettere questa minima incombenza monetaria è così discriminante, da determinare i<br />

criteri di valore sul significato del perché parte<strong>ci</strong>pare a tale sistema se come individuo/i -<br />

posso essere parte<strong>ci</strong>pamente” e qualitativamente creativo nella mia vita tanto da<br />

determinare la qualità del denaro? Ma per l'appunto il sistema da voi propostomi, infi<strong>ci</strong>a<br />

<strong>questo</strong> livello di "valore", né più né meno di ogni altro livello basato sull’acquisizione del<br />

potere per mezzo del suo unico alter eco il denaro; a <strong>questo</strong> punto il concetto di<br />

informazione e conoscenza perde la sua connotazione reale, giacché è acquisibile solo<br />

all'interno di <strong>questo</strong> unico sistema - unico sistema - chiuso e non comunicante, se non da<br />

esso opportunamente filtrate, fonti umane, che <strong>sono</strong> variegate ed eterogenee, ma per tale<br />

filtro soggette alla omologazione. <strong>In</strong> conclusione da quel che mi dite che potrei fare con il<br />

denaro guadagnato attraverso <strong>questo</strong> sistema, non vi è nulla che mi stimoli a parte<strong>ci</strong>parvi,<br />

certo mi direte che ho ben io la possibilità di scegliere eventualmente cosa fare, nell'ambito<br />

delle mie possibilità, ma riflettendo su queste mie possibilità sarebbe poi sensato attuarle<br />

se in definitiva <strong>ci</strong>ò che le ha determinate è stata una mia scelta obbiettivamente non in<br />

linea con esse: che dovrei fare magari, magari andare in qualche spiaggia bianca di<br />

qualche isola, di cui adesso non ho nessuna voglia e incontrare, una volta io, miliardario,<br />

qualche altra miliardaria, magari che lo è diventata con <strong>questo</strong> sistema - o quello di Bush<br />

o... – e magari per <strong>questo</strong> amar<strong>ci</strong> al chiaro di luna e... mi sembra una cosa così complicata<br />

che pensare di scegliere per essere costretto a "<strong>questo</strong>" per<br />

arrivare a "quello" - mi sembra una cosa così comunemente squallida da non desiderare<br />

affatto. Comunque in effetti, io, molto probabilmente finirei col<br />

non dare molta importanza al fatto se poi “li sia ricca straricca o no, se è bianca nera rossa<br />

o bionda, cercherei "troverei" quelle cose che me la fanno dire bella - ma non capisco<br />

perché devo essere miliardario per capire <strong>questo</strong>. <strong>In</strong> conclusione gentili miliardari dato che<br />

i soldi non vi mancano e parlando nel mio spe<strong>ci</strong>fico, c'è gente che fa lavori che deve


finanziarsi da se perché improntati alla qualità e la ricerca creativa, non soggetta alle<br />

catene commer<strong>ci</strong>ali <strong>della</strong> cultura, vi invito a fare "quel salto di qualità" e con i vostri<br />

miliardi aprire quelle case editri<strong>ci</strong>, dove la qualità e la competenza dell'editore può dirsi<br />

libera dalle regole commer<strong>ci</strong>ali del potere del denaro - e dato che i ricchi son sempre di più<br />

non capisco perché il<br />

mondo non è più libero, a meno che non c'è qualche cosa di ingiusto che vuole dire <strong>ci</strong>ò ch'è<br />

bene.<br />

Cordialmente<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

Risposta alle “versioni USA del messaggio precedente, dello stesso autore traslato in<br />

altre identità fasulle, attraverso il processo informatico.<br />

» Fasificazione di un IP (IP Spoofing)<br />

<strong>In</strong> linea di massima, qualunque pacchetto IP, alterando il contenuto di alcuni suoi campi può fa<strong>ci</strong>lmente essere<br />

modificato all'atto dell'invio. La modifica più frequente è quella dell'indirizzo di provenienza del pacchetto stesso:<br />

<strong>questo</strong> viene modificato in modo tale che il messaggio sembri provenire da un'altra rete o addirittura dalla rete stessa<br />

che viene attaccata. Un pacchetto così modificato si dice spoofed e questa tecnica è denominata address spoofing.<br />

Un attacco di <strong>questo</strong> genere si accompagna sempre alla falsificazione dell'indirizzo da parte dell'attaccante, cosicché<br />

diventi più diffi<strong>ci</strong>le capire la sua locazione.<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

To: "dumboe" <br />

References: (added by postmaster@libero.it)<br />

Subject: Re: Start Earning Today<br />

Date: Sat, 19 Oct 2002 09:39:07 +0200<br />

MIME-Version: 1.0<br />

Content-Type: text/plain;<br />

charset="iso-8859-1"<br />

Content-Transfer-Encoding: 8bit<br />

X-Priority: 3<br />

X-MSMail-Priority: Normal<br />

X-Mailer: Microsoft Outlook Express 6.00.2600.0000<br />

X-MimeOLE: Produced By Microsoft MimeOLE V6.00.2600.0000<br />

Per quanto lei abbia trovato il mio indirizzo in internet, in nessun modo può inviarmi <strong>ci</strong>ò<br />

che le pare e piace se non su mia richiesta, pertanto si adoperi a non mandarmi più<br />

messaggi di <strong>questo</strong> tipo, che nulla hanno a che fare con la comunicazione e la sua<br />

re<strong>ci</strong>pro<strong>ci</strong>tà. Tanto più che non ho nessun obbligo di leggere in inglese, se non voglio.<br />

Quindi le consiglio di adoperarsi perché non ripeta l'errore. E non si spinga nell'ordine<br />

<strong>della</strong> molestia. Aggiungo per sua informazione che lei esulando dal <strong>ci</strong>rcuito europeo e<br />

<strong>della</strong> mia nazione, si sta adoperando in modo che io vada a<br />

sostenere l'economia del dollaro, attraverso procedure di trasferimento di capitale<br />

all'estero che mi pos<strong>sono</strong> rendere parte<strong>ci</strong>pe di un'operazione di ri<strong>ci</strong>claggio di denaro<br />

"sporco". E inoltre possibile l'indimostrabilità di <strong>ci</strong>ò, ma lo stesso nella qual spe<strong>ci</strong>e, il<br />

sistema di arricchimento da lei<br />

propostomi è di grave nocumento per la libera espressione <strong>della</strong> mia creatività, da cui è<br />

legittimo io abbia il mio sostentamento biologico vitale. Il "suo sistema va a sostenere


quelle logiche oligarchiche” che appunto impediscono la sopravvivenza biologica per<br />

<strong>molti</strong> individui del nostro pianeta.<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

----- Original Message -----<br />

From: "dumboe" <br />

[“frode anonima da parte di ignoti”]<br />

(Return-Path: <br />

Received: from smtp6.libero.it (193.70.192.59) by ims3a.libero.it (6.5.028)<br />

id 3D9B24BC0050AE1E for patrizio.marozzi@libero.it; Fri, 18 Oct 2002 14:29:10 +0200<br />

Message-ID: (added by postmaster@libero.it)<br />

Received: from [210.51.235.146] (210.51.235.146) by smtp6.libero.it (6.5.028)<br />

id 3DA5A802016E9C9A for patrizio.marozzi@libero.it; Fri, 18 Oct 2002 14:29:08 +0200<br />

From: dumboe <br />

To: patrizio.marozzi@libero.it<br />

Cc:<br />

Subject: Start Earning Today<br />

Sender: dumboe <br />

Mime-Version: 1.0<br />

Content-Type: text/plain; charset="iso-8859-1"<br />

Date: Fri, 18 Oct 2002 14:29:39 +0200<br />

X-Mailer: QUALCOMM Windows Eudora Version 5.1]<br />

To: <br />

Sent: Friday, October 18, 2002 2:29 PM<br />

Subject: Start Earning Today<br />

>Hello<br />

><br />

> You may have seen this business before and<br />

> ignored it. I know I did - many times! However,<br />

> please take a few moments to read this letter.<br />

> I was amazed when the profit potential of this<br />

> business finally sunk in... and it works! […]


----- Original Message -----<br />

From: "Mail Delivery Service" <br />

To: <br />

Sent: Saturday, October 19, 2002 9:36 AM<br />

Subject: Delivery Status Notification<br />

- These re<strong>ci</strong>pients of your message have been processed by the mail server:<br />

dumboe@july.tr.com; Failed; 5.4.3 (routing server failure)<br />

Return-Path: <br />

Received: from t9g7x2 (151.27.133.36) by smtp1.libero.it (6.5.028)<br />

id 3DA3107F004F4A2D for dumboe@july.tr.com; Sat, 19 Oct 2002 09:36:11 +0200<br />

Message-ID: <br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

To: "dumboe" <br />

References: (added by postmaster@libero.it)<br />

Subject: Re: Start Earning Today<br />

Date: Sat, 19 Oct 2002 09:39:07 +0200<br />

MIME-Version: 1.0<br />

Content-Type: text/plain;<br />

charset="iso-8859-1"<br />

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Ultima Risposta<br />

----- Original Message -----<br />

From: SANDRO CABONI<br />

To: patrizio.marozzi@libero.it<br />

Sent: Sunday, October 20, 2002 12:58 PM<br />

Subject: Multilevel italia System.<br />

Riceviamo, parte<strong>ci</strong>piamo e inoltriamo ad altri.<br />

_______________________________<br />

BENVENUTO. QUESTA PAGINA POTRA' CAMBIARTI LA VITA.<br />

QUI SOTTO è SCRITTO CIO' CHE SI RICEVE VIA EMAIL MA IO PER DARE A TUTTI<br />

LA POSSIBILITA DI GUADAGNARE L'HO INSERITO IN UNA PAGINA WEB. NON è<br />

UNO SCHERZO, MA L'OCCASIONE CHE MIGLIAIA DI PERSONE ASPETTANO.<br />

HO INIZIATO PER SCHERZO MA FUNZIONA DAVVERO!!! IO MI SONO GIA'<br />

CAMBIATO LA CASA IN SOLI 4 MESI. E' TUTTO VERO!<br />

SEI STATO AVVERTITO.<br />

SE SEI SCETTICO, FATTI TUOI.<br />

Se questa e-mail non è di tuo gradimento cancellala; comunque merita di essere almeno<br />

letta! Sei stato avvertito, al resto <strong>ci</strong> penserà il tuo buon senso.<br />

______________________<br />

Ciao , Vorresti davvero guadagnare con <strong>In</strong>ternet? […]<br />

----- Original Message -----<br />

From: <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

To: SANDRO CABONI<br />

Sent: Monday, October 21, 2002 8:04 PM<br />

Subject: Re: Multilevel italia System.<br />

Sig. Sandro Caboni, io non parte<strong>ci</strong>po non inoltro e voglio non ricevere più codesti<br />

messaggi, che mi giungono in tutte le salse; mi scusi la mia causti<strong>ci</strong>tà, ma lei prestandosi a<br />

codesto sistema ne è parte integrante e responsabile come il suo artefice e pertanto<br />

legittimo destinatario delle mie lamentele. Ho ricevuto in italiano, in anonimato, in forma<br />

di frode informatica, in lingua inglese, codesto messaggio da lei inviatomi. Credo che<br />

abbia superato ogni senso di autenti<strong>ci</strong>tà per quel che riguarda il valore dello scritto in sé;<br />

per quel che concerne il suo contenuto, lo trovo tutt'altro che interessante, privo di quelle<br />

garanzie: creative morali che danno dignità alla mia libertà di espressione. Quale<br />

interprete non di un potere, ma di una scelta moralmente ed eticamente sostenibile. Le<br />

difficoltà economiche che incontro per sostenere <strong>questo</strong> mio libero arbitrio creativo<br />

lavorativo - di cui non le parlo non facendo parte diretta del contenuto del suddetto<br />

discorso - <strong>sono</strong> moltepli<strong>ci</strong>, ma hanno per base il qualunquismo del possedere il denaro a<br />

cui la struttura so<strong>ci</strong>ale si confà; lei naturalmente è libero di interpretare il siffatto come sua<br />

espressione di peculiarità creativa - se pur virtuale tale concetto nella sostanza del sistema<br />

remunerativo da lei propostomi - sostanzialmente è con <strong>ci</strong>ò che deve confrontarsi - Per<br />

raggiungere un po' più in profondità la rappresentazione di quel che lei mi prospetta non<br />

posso non ritenerlo anche pericoloso, non essendo io in possesso di informazioni<br />

"oltremodo dettagliate", nulla mi vieta di ipotizzare la possibilità che il sistema da lei


propostomi, possa servire come artifizio di spostamento di capitali di cui è impossibile<br />

quantificare l'identità <strong>della</strong> sua legittimità. Pertanto, anche ipotizzando il suo<br />

atteggiamento come bonario, la invito a riflettere sul fatto che non è molto corretto spedire<br />

ad altri qualcosa di cui non vi è richiesta, così infi<strong>ci</strong>ando il senso stesso <strong>della</strong><br />

re<strong>ci</strong>pro<strong>ci</strong>tà <strong>della</strong> comunicazione. La invito inoltre per quanto detto a rendersi<br />

responsabile nel limitare altri parte<strong>ci</strong>panti al sistema, ad utilizzare il mio indirizzo email<br />

in modo non corretto.<br />

Cordialmente<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

To: "Ales" <br />

Sent: Friday, November 01, 2002 8:36 PM<br />

Subject: Re: Messaggio.<br />

Gentile signor Caboni, accetto con piacere le sue scuse, che la qualificano in tutt'altro<br />

modo rispetto al messaggio a cui fanno riferimento - ovviamente in positivo -<br />

Sinceramente credo che non chiedano risposta da parte sua e, forse potrebbe non essere<br />

neanche utile la mia risposta, quindi essa sarà breve, ma non per <strong>questo</strong> da<br />

intendersi scortese. Per quanto riguarda il ri<strong>ci</strong>claggio di denaro sporco, il linea di prin<strong>ci</strong>pio<br />

tutto <strong>ci</strong>ò che non è qualitativamente qualificabile, può essere un buon sistema per ottenere<br />

<strong>ci</strong>ò, in maggior ragione in un ipotesi del tutto aleatoria, dove per aleatoria si intende priva<br />

di responsabilità valutabile nell'oggetto in questione". Ovviamente su <strong>questo</strong> mio invito a<br />

riflettere, che le ho scritto nella precedente", era tutt'altro che gratuita la considerazione,<br />

bonaria, che lei dava di se stesso, ad un estraneo, quale io <strong>sono</strong>. E qui las<strong>ci</strong>o alla sua<br />

intelligenza completare, il piano del suo convincermi - in quella questione - nella<br />

comunicazione tra la sua e la mia soggettività. Il suo atteggiamento bonario è oltre modo,<br />

ora, evidente; anche lo scopo benefico per l'attività di volontariato di sua figlia rientra in<br />

<strong>questo</strong> suo atteggiamento, però mi scusi, pur sentendomi, per <strong>questo</strong> suo<br />

dirmi, cortesemente invitato a parte<strong>ci</strong>pare alle reali intenzioni del suo intento e a non<br />

vedervi nulla di male, non trovo condivisibile neanche il fine benefico "di quel gioco". Non<br />

so nello spe<strong>ci</strong>fico come configurarlo, non riesco a trovare niente che non mi fac<strong>ci</strong>a capire<br />

che c'è qualcosa che impedisce che <strong>ci</strong> sia un modo autenticamente libero per essere solidali<br />

con il prossimo - e allora credo che sia su <strong>questo</strong> che si debba agire, nello stesso modo,<br />

anzi a livello motivazionale antecedente, di quello materiale del denaro. Che le<br />

contraddizioni che determinano <strong>ci</strong>ò, si cerchi in ogni modo di evidenziarle, (al di là” di un<br />

piano etico…che non ponga i componenti la solidarietà sullo stesso piano.)<br />

Le invio i miei più cordiali saluti<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

----- Original Message -----<br />

From: "Ales" <br />

To: <br />

Sent: Thursday, October 31, 2002 5:52 PM<br />

Subject: Messaggio.


Egregio signor <strong>Marozzi</strong>, […]


Forum La Repubblica La crisi <strong>della</strong> Fiat<br />

TORINO - E' morto l'Avvocato Gianni Agnelli. Avrebbe compiuto 82 anni il 12 marzo. (24 gennaio 2003)<br />

Censurato nel forum la battaglia sul lavoro<br />

Data: 10-10-02 10:30<br />

[…]L’unica cosa seria che trovo oggi sui giornali tra quelle dette ieri e i vari propositi di legge di oggi del<br />

governo, è che la GM ha de<strong>ci</strong>so di “dismettere” le azioni <strong>della</strong> FIAT – non ho mai capito in un mercato usa,<br />

ancorato al petrolio con il prezzo del carburante molto meno caro del nostro, quali vantaggi in ricerca<br />

avrebbe portato alla fiat nel settore dell’auto, come annun<strong>ci</strong>ò all’epoca la dirigenza <strong>della</strong> casa italiana<br />

l’avvi<strong>ci</strong>namento alla GM (tanto più con il possesso <strong>della</strong> Ferrari). <strong>In</strong> conseguenza di <strong>ci</strong>ò mi auguro che <strong>ci</strong> sia<br />

un avvi<strong>ci</strong>namento a quelle case europee che hanno già sperimentato efficacemente nuove soluzione di<br />

carburante – senza le quali è ipotizzabile solo una forte riduzione del settore dell’auto e sua stabilizzazione –<br />

non pensiamo più ad incentivi e cose del genere – una macchina con benzina verde e catalizzata doveva<br />

camminare dentro i monumenti – non dico che sia solo colpa <strong>della</strong> fiat, tanto più che ho un auto di un’altra<br />

macchina. Magari prima <strong>della</strong> forma mentis adeguata all’idrogeno – con il “gas” per rassicurare le scelte<br />

dell’Eni e renderla parte<strong>ci</strong>pe <strong>della</strong> riduzione dei prezzi. L’economia Italiana non ha varietà di scelta e si<br />

sostiene tramite gli indotti. Cofferati vuole le regole che garantiscano le caratterizzazioni del lavoro, il<br />

governo è interessato ai flussi di capitale più di borsa che altro. Chi sia più elastico dei due non lo so – e<br />

come finirà la partita neanche.


forza Fiat Giugno<br />

Data: 10-10-02 10:32<br />

economia, economia. Se la FIAT è in crisi che significa, del resto è poi vera crisi o non è soltanto la logica<br />

perversa di un’economia che deve espandersi senza limiti. Negli ultimi anni grazie alla rottamazione c’é stato<br />

un incremento nel settore dell’auto, ma pensare che finito l’incentivo <strong>della</strong> rottamazione tutto sarebbe<br />

continuato senza nessuna contrazione produttiva, è un atteggiamento da sprovveduti. Il sistema capitalistico<br />

mondiale vive una fase collassale grazie a queste logiche espansionistiche, che non tengono in alcun conto<br />

il fatto reale del fabbisogno umano nelle mer<strong>ci</strong> prodotte; per ovviare a <strong>ci</strong>ò sconquassa i sensi e i pensieri<br />

<strong>della</strong> gente istigando una costellazione di insoddisfazioni tanto da rendere produttiva l’infeli<strong>ci</strong>tà, ma<br />

nonostante questa pazzia non è pensabile immaginare una cres<strong>ci</strong>ta dei fabbisogni virtuali degli individui<br />

senza limiti nei consumi e, magari pensando che non <strong>ci</strong> sia un prezzo da pagare. Se il costo <strong>della</strong> vita resta<br />

alto, la necessità creativa dell’individuo impossibilitata a svilupparsi nell’ambito di canoni economi<strong>ci</strong><br />

democraticamente accettabili, alle industrie in ogni parte del mondo resta poco da fare, se non attuare quella<br />

regola di base economica di attivare la ricerca per l’innovazione tecnologica. Ma stranamente questi signori<br />

dell’economia non hanno di meglio da fare che proteggere una posizione di potere con cui determinare a chi<br />

è giusto dare e a chi è giusto togliere, generando guerre e scompensi so<strong>ci</strong>ali in ogni parte del mondo.<br />

Forza Fiat Luglio<br />

Data: 10-10-02 10:35<br />

E tornando alla Fiat è bene ricordare che proprio in ragione degli aiuti avuti regoli i momenti di crisi in una<br />

logica di assunzione di responsabilità il più possibile autonoma dagli appoggi governativi. Del resto è chiaro<br />

a tutti che dopo la gestione Abete e l’allontanamento del ministro Ruggero, ora con la gestione D’Amato<br />

nella confindustria e parallelamente a livello governativo, le dinamiche economiche che si stanno svolgendo<br />

vanno in direzione dei flussi di capitale e dell’acquisizione di potere, anche da parte <strong>della</strong> lega. È indubbio<br />

che la Fiat rappresenta una componente economica importante nel paese e il fatto che <strong>ci</strong> siano forze che<br />

riescono a condizionarne le de<strong>ci</strong>sioni la dice lunga su quali siano le forze in campo. Del resto anche se la<br />

FIAT fa buon viso al sistema che si crea ... comunque mi auguro che non dimentichi che il vero valore<br />

aggiunto di un industria <strong>sono</strong> i lavoratori e che chiunque può “liberamente scegliere di lavorare” da senso e<br />

significato non solo al processo economico, ma alla qualità <strong>della</strong> sua ragion d’essere e ancor più alla libertà<br />

del proprio essere creativo.<br />

Forza Fiat Agosto<br />

Data: 10-10-02 10:39<br />

<strong>In</strong> conclusione non vorrei si seguisse quella strada oramai maggioritari di un abbassamento <strong>della</strong> qualità del<br />

prodotto, un abbassamento del regime di denaro spendibile per il funzionamento dell’azienda, tanto da<br />

rendere tali industrie così vulnerabili che una variazione congiunturale annulla le possibilità economiche per<br />

attuare le innovazioni tecnologiche necessarie per rendere democraticamente accettabile il progresso<br />

economico. Sinceramente non so quanto l’accordo <strong>della</strong> FiAt con il carrozzone americano vada in tal senso;


io avrei preferito un avvi<strong>ci</strong>namento a quelle case europee che si stanno spingendo verso l’idrogeno in modo<br />

concreto, perché quando si parla d’innovazione tecnologica si parla di quella strutturale; parlare dello<br />

sportello che si chiude peggio o meglio non ha più alcun senso a meno che non si torni a produrre sportelli<br />

che non chiudono, ma <strong>questo</strong> è solo speculare sull’innovazione tecnologica, per modificare i listini non<br />

democraticamente. E io non voglio credere che nel mondo dell’industria chi a potere e denaro, sia così<br />

povero e meschino, ma fosse solo una mia speranza, MA!<br />

oggi<br />

Data: 10-10-02 10:56<br />

Non si sa quale sia il vero scopo dell?accordo <strong>della</strong> fiat con la GM, attaccare il mercato americano!? forse è<br />

stato un modo per dare alla GM la possibilità di acquisire la Fiat al minor costo. Verso i suoi mercati<br />

tradizionali, credo non ne potesse avere nessun vantaggio. Ora è bene ricordare che la Fiat ha debiti con il<br />

potere bancario che non fa delazioni se pur l?azienda è ancora sana, può cadere a pezzi. Ora tutto passa<br />

attraverso il potere controllato dall?economia del petrolio o sulla diversificazione politica in ambito di<br />

strategie governative che de<strong>ci</strong>dano quale logica economica sviluppare. Comunque nei processi economi<strong>ci</strong> a<br />

lungo termine la situazione contingente in abito di crisi finisce per avere il sopravvento sulla scelta.<br />

Meglio badare di più alla libertà, che alla cultura degli indotti<br />

Data: 10-10-02 10:57<br />

Il problema è nella questione del perché non si hanno scelte alternative, e quando avvengono queste cose <strong>ci</strong><br />

si rende conto, che non si conta un cavolo. E allora è bene chiedersi? <strong>sono</strong> libero di scegliermi il lavoro e in<br />

esso il mio modo di esistere?? a quanto pare no, tutto è affine al controllo so<strong>ci</strong>ale. E allora se <strong>sono</strong> licenziato<br />

dalla fiat che altra possibilità lavorativa mi si presenta? L?economia è controllata dalle scelte di interesse del<br />

potere economico, e solo in conseguenza di tali scelte posso orientarmi; <strong>questo</strong> controllo so<strong>ci</strong>ale fa credere<br />

a chiunque di contare per averne il sostegno e allora il <strong>ci</strong>ttadino accetta il controllo perché così è rassicurato,<br />

entra nella produzione del profitto esponenziale che crea degli iper iper colossi del consumo, va al <strong>ci</strong>nema a<br />

vedere le cose più futili, quando compra i libri sceglie quelli che fanno pensare di meno e <strong>sono</strong> più<br />

commer<strong>ci</strong>ali e gli iper iper diventano ancora più iper e le materie prime non cambiano, i costi scendono, ma<br />

in modo virtuale. Poi il gioco non è più sostenibile, la qualità è bassa e la regola del maggiore de<strong>ci</strong>de che il<br />

profitto non è più esponenziale, le previsioni? non tirano più la borsa e allora è necessario abbassare i costi,<br />

si licenzia, c?è ancora da magiare prima delle materie prime. E allora il licenziato si accorge che sa ?scrivere<br />

solo libri commer<strong>ci</strong>ali, che quando cammina per strada si muove come in un grande magazzino, ma i gesti<br />

con cui lo hanno sempre indotto ad acquistare prima di scegliere non trovano più i prodotti, e allora forse gli<br />

viene in mente quel suo amico che non rius<strong>ci</strong>va a pubblicare i suoi lavori letterari ? al sistema non<br />

interessano ? e agli anni ottanta dove l?arte è diventata non più concretezza di vita ?ma profitto<br />

esponenziale del non avere scelta.?


Non capisco bene se quel che significa dice quel che significa<br />

Solidarietà a Carla Benedetti da intellettuali e scrittori<br />

Apprendiamo che Carla Benedetti, autrice del Tradimento dei criti<strong>ci</strong>, e l'Editore che ha<br />

pubblicato il <strong>libro</strong> (Bollati Boringhieri) <strong>sono</strong> stati denun<strong>ci</strong>ati dal prof. Walter Pedullà per<br />

"diffamazione a mezzo stampa", con una richiesta di riparazione di un milione di euro<br />

(quasi due miliardi di vecchie lire). Il tutto in riferimento al capitolo finale del <strong>libro</strong> ("Il<br />

potere che ognuno conosce e nessuno racconta"), in cui l'Autrice ripercorre gli avvenimenti<br />

che hanno portato alle dimissioni di Mario Martone dalla direzione del Teatro di Roma,<br />

ricostruiti attraverso articoli apparsi da tempo su giornali e riviste e altri documenti di<br />

dominio pubblico.<br />

Un fatto allarmante, <strong>ci</strong> pare. Un'enormità. Una pesante intimidazione a una studiosa e a<br />

un editore di cultura e progetto, che pare purtroppo confermare le argomentazioni del<br />

<strong>libro</strong> sulla situazione <strong>della</strong> cultura italiana di questi anni. A una ricostruzione e a una<br />

riflessione articolata su un significativo evento politico-culturale, un noto intellettuale<br />

de<strong>ci</strong>de di rispondere, piuttosto che sullo stesso terreno e con sue controargomentazioni,<br />

con un gesto di sopraffazione e arroganza, tras<strong>ci</strong>nando in tribunale l'autrice e l'editore di<br />

un <strong>libro</strong> scomodo.<br />

Mentre esprimiamo la nostra solidarietà a Carla Benedetti e al suo editore, impegnati in<br />

una battaglia dalle implicazioni più vaste e che riguarda la difesa delle più elementari<br />

libertà di espressione e ricerca, <strong>ci</strong> sembra doveroso prendere posizione su <strong>questo</strong><br />

avvenimento, che a noi pare sintomatico e grave.<br />

Ci riserviamo di intervenire di nuovo e più ampiamente sulle questioni di interesse<br />

culturale più generale che una vicenda come questa può sollevare.<br />

Prime adesioni:<br />

Adriana Cavarero<br />

Pietro e Marica Corsi (La Rivista dei Libri)<br />

Helena Janeczek<br />

Valerio Evangelisti<br />

Giuseppe Genna<br />

Bruna Miorelli (Radio Popolare)<br />

Julio Monteiro Martinez<br />

Antonio Moresco<br />

Giulio Mozzi<br />

Aldo Nove<br />

Enrico Palandri<br />

Laura Rorato<br />

Tiziano Scarpa<br />

Elena Stancanelli<br />

Dario Voltolini<br />

Data dell'ultimo aggiornamento: 22 ottobre 2002<br />

Copyright 1996-2002 <strong>In</strong>formazioni Editoriali I.E.


----- Original Message -----<br />

From: <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

To: redazione@alice.it<br />

Sent: Thursday, October 24, 2002 11:16 AM<br />

Subject: Un mio commento?<br />

Stimatissimi di Alice.it ho letto il vostro articolo di solidarietà - Solidarietà a Carla Benedetti<br />

da intellettuali e scrittori - vi dico che in linea di prin<strong>ci</strong>pio, posso essere d'accordo con<br />

la posizione da voi presa, ma rimango scettico di fronte a <strong>ci</strong>ò - il mondo letterario che fa<br />

dell'anacronismo "caratteristica" delle sue scelte editoriali, che cerca una logica nel<br />

rinnovamento "dell'autoreferenzialità", più che in un reale processo creativo - mia opinione<br />

naturalmente - si accapiglia e de<strong>ci</strong>de l'incertezza <strong>della</strong> verità dandosi una struttura legale, per<br />

dimostrare la sua possibilità di ricerca letteraria, che esprima i contenuti in essere dell'autore,<br />

quale artefice di un punto di vista del mondo che guarda e che lo guarda. Se in questa ottica<br />

c'è chi non vuole, non agire sul piano intellettuale, è bene chiedersi perché, cos'è che manca al<br />

punto di vista dell'autore, la referenzialità del sistema referenziato <strong>della</strong> letteratura, dell'arte, o<br />

il suo esprimersi letterario non dà adito ad una posizione di valore intellettuale? E "diannanzi"<br />

all'autore il riferente coinvolto nella lettura esprime il valore intellettuale che dà agli strumenti<br />

<strong>della</strong> sua espressione creativa una logica che vede nella censura, una forma di controllo sulla<br />

libera espressione creative dell'autore, tanto da determinare nello svolgimento narrato dei fatti<br />

una alterità sul piano creativo-artistico che "distoglie il piano dei fatti narrati, in una<br />

rappresentazione ulteriore del "punto di vista". Senza mettere in dubbio la posizione di chi ha<br />

firmato l'appello di solidarietà - non disconoscendo la gravità del fatto anche per l'ingente<br />

somma del risar<strong>ci</strong>mento chiesto, che porta il dibattimento intellettuale sul piano coer<strong>ci</strong>tivo, che<br />

genera l'inibizione d'espressione dell'autore e in esso - in un costrutto di intelligenza morale -<br />

anche quella del lettore, mi chiedo - togliendo ogni dubbio sul fatto che non ho letto il <strong>libro</strong> in<br />

questione, il capitolo già imputato - se il tutto sia nella sostanza il gioco delle tre carte, dove si<br />

trova... allora mi permetto di chiedervi maggiore forza nella vostra posizione, non viene fuori,<br />

non ho capito se il <strong>libro</strong> è stato ritirato dalle librerie, se <strong>ci</strong>ò non è, è libera possibilità di tutti<br />

che venga letto il capitolo in discussione e sarebbe de<strong>ci</strong>samente sensato per il dibattito, per il<br />

suo avvio concreto, che sia voi che i firmatari l'appello lo pubblicaste. Credo proprio non vi sia<br />

nulla di dannoso né per l'autore, né per il querelante.<br />

Ringraziandovi de<strong>ci</strong>samente, vi invio i miei più cordiali saluti<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

----- Original Message -----<br />

From: "Grazia Casagrande" <br />

To: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Sent: Thursday, October 24, 2002 12:59 PM<br />

Abbiamo semplicemente dato ospitalità ai firmatari dell'appello.<br />

Il <strong>libro</strong> è regolarmente in libreria ed è stato molto recensito, al di là <strong>della</strong> polemica che si è<br />

aperta. Per pubblicare un capitolo (ma sarebbe suffi<strong>ci</strong>ente?) dovremmo avere la liberatoria<br />

dall'editore. La ringrazio del contributo, ma non avevamo intenzione di ospitare l'intero<br />

dibattito che <strong>ci</strong> sembra molto "interno" ad un mondo e non coinvolgente la massa dei<br />

lettori.<br />

cordiali saluti<br />

Grazia Casagrande<br />

Grazia Casagrande<br />

<strong>In</strong>formazioni Editoriali<br />

Responsabile Redazione di Alice.it


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Come ho detto io continuo a scrivere il mio <strong>libro</strong> e i frammenti di frammento in<br />

frammento, il tempo finirà con las<strong>ci</strong>are i dubbi a chi di questi frammenti non conosce il<br />

perché, eppure se vi sarà in essi una nuova lettura, pur essa potrà condurre alla vera<br />

origine che ha determinato ché fossero scritti, perché non dei fatti stori<strong>ci</strong> a cui fanno<br />

riferimento, “son per essi scritti” ma la vita che in queste alcune pagine è scritta è quel che<br />

si legge, è quel che io, il personaggio di <strong>questo</strong> <strong>libro</strong> narro, ed è dentro i pensieri che <strong>della</strong><br />

storia fanno il riflettere, di chi dell’autore interpreta le parole. Se io <strong>sono</strong> il personaggio,<br />

posso anche essere il suo lettore, e se di lettura parliamo, di linguaggio e comunicazione<br />

narriamo, dell’osservare l’osservazione del mondo. Che mi sia di esistenza tale fatto è dire<br />

che chi <strong>sono</strong> sarò, che quel che mi farà essere sarò stato, ma che quel che sarà, in realtà<br />

posso già essere, così il personaggio legge.<br />

Seppur dell’osservare un’opera che di per se non ha che colori, non posso che chiedermi,<br />

osservandola, semplicemente cosa formano quei colori, quale evento dello spazio, se<br />

narrano o formano un tempo e cosa so io dello spazio del tempo e dei colori, che rapporto<br />

ha tutto <strong>questo</strong> con la forma, e soprattutto se c’è qualcosa che osservando posso scoprire,<br />

se i nomi che hanno i miei pensieri, hanno un effetto reale sul mio percepire e se <strong>questo</strong><br />

percepire genera una comunicazione che ha effetto sulla verità, se la sacralità trova<br />

espressione nella spiritualità del mio sentire. Del resto, se quest’atto fosse solo un evento<br />

“esperienziale dei mie sensi con effetto sui mie pensieri, senza che per <strong>questo</strong> necessiti un<br />

senso, quale atto migliore del sesso potrebbe esser<strong>ci</strong>, e che motivo avrebbero i colori<br />

d’esistere, quasi apparirebbero perversi. Eppure il sesso è tale, se non percepisco un<br />

evento spirituale nel comunicare con un altro essere, perde i colori – e dove convivono, se<br />

convivono il tempo sacro e quello profano? Può esser<strong>ci</strong> verità nel sesso, può essere esso<br />

espressione di un rapporto di comunicazione più vero, o è soltanto un effetto biologico di<br />

eternità? Ed è suffi<strong>ci</strong>ente pensare che attraverso <strong>questo</strong> atto di eternità i colori acquisiscano<br />

una dimensione di verità nel tempo e nello spazio, tanto da perpetuarsi e percepire in<br />

<strong>questo</strong> modo la dimensione di verità in un’opera d’arte? Non c’è in <strong>questo</strong> un senso di<br />

verità materiale che non cambia la condizione <strong>della</strong> materia, che può anche trasformare la<br />

perdita dei colori in un illusione spirituale – e se il mondo è l’espressione di come<br />

controllare il perpetuarsi dell’atto <strong>della</strong> procreazione umana, come pos<strong>sono</strong> i colori<br />

esprimere un atto rivoluzionario <strong>della</strong> verità, sulla comunicazione tra gli esseri umani? Il<br />

sesso è un atto incontrovertibile <strong>della</strong> comunicazione per mezzo dei sensi, l’atto <strong>della</strong><br />

libertà in esso non può che assurgersi ad evento culturale quale espressione di una<br />

comunicazione che trova l’adempimento dei suoi limiti nella procreazione, al di là di ogni<br />

possibile consapevole responsabilità – i colori hanno una dimensione di forma, spazio e<br />

tempo così spirituale ed assoluto da non poter essere capito neanche nella dimensione più<br />

evoluta <strong>della</strong> sacralità umana. L’atto nevralgico <strong>della</strong> sacralità del sesso non può che<br />

avvenire in quei colori che danno forma alla comunicazione tra due esseri, come evento<br />

spirituale e culturale di un tempo profano, che trova la sua immensa sacralità nella forma<br />

e nei colori dello spazio dell’intero mondo che guarda a tutto l’universo, quest’atto<br />

d’amore così immensamente artistico trova la comunicazione spirituale in un atto pur<br />

privo <strong>della</strong> procreazione, e del tutto privo del controllo sul perché procreare. Il silenzio del<br />

sesso non c’è ma nel suo spazio sacro trova con esso il mondo <strong>della</strong> sensualità, <strong>della</strong><br />

percezione del mondo attraverso i sensi e attraverso l’amplificazione <strong>della</strong> spiritualità<br />

l’accettazione <strong>della</strong> responsabilità <strong>della</strong> sua percezione sensoriale, il significato dei colori e<br />

un’al di là di ogni possibile consapevole responsabilità.


Grafia<br />

Base concettuale<br />

[verità, necessità, utilità<br />

…già epistéme logos<br />

…<strong>In</strong> Husserl (rimandi) – Cassirer distinzione, da per effimero (concetto di funzione)<br />

neo – psicologia comportamento…”<br />

a-neo concetto di funzione<br />

“probabilità empatica”!? per mezzo di oggettivazione di funzione peculiare – per la<br />

logica trascendentale . Filosofia)<br />

………………(“?”…I mondi di Popper “?”)<br />

- Duchamp – le Muit 1937, ancora verità, “concettuale”<br />

…………………Musica……….<br />

Picasso – Guernica, necessario. Les Demoiselles d’Avignon, verità necessario)<br />

…………Stravinskij………<br />

dopo formale informale…e varie applicazione del concetto di serialità.<br />

[concetto di verità, necessario = utile<br />

[verità, utile = personale creativo<br />

[Arte – verità creativa umana – spiritualità<br />

generativa<br />

[effimero = non vero, non necessario, non utile –ma esistente<br />

[se si contrappone la verità e l’effimero, l’effimero può esistere…pur sempre transitorio,<br />

ma non vero, né necessario, né utile…[!?]<br />

[funzione biologica e il suo perenne dubbio.<br />

Procreazione utile<br />

Procreazione necessaria.<br />

La verità è anche in stato di non procreazione<br />

[linguaggio e “assenza” di linguaggio]<br />

Gentili di raisat art, <strong>sono</strong> alcuni anni che vi seguo e complessivamente posso dire di essere<br />

soddisfatto" - devo però dire per sincerità che il palinsesto, se pur cerca di diversificarsi<br />

vive molto sul replicato. "Deduco" e concordo che per mantenere alto il livello dei<br />

programmi non è utile inserire, a tutti i costi, contenuti che non siano determinanti per<br />

l'esplicazione dei valori dell'arte, parte delle opere del "sistema dell'arte" di questi ultimi<br />

anni <strong>sono</strong> siffatte. Comunque dato <strong>questo</strong> dato di fatto, credo che per le sue caratteristiche<br />

televisive il canale potrebbe svolgere un'interessante programmazione per quel che<br />

riguarda la video arte trasmettendo opere integrali - non che <strong>questo</strong> non sia stato fatto,<br />

anzi, in passato, se non ricordo male il venerdì era deputato a <strong>ci</strong>ò. Sta di fatto che di nuove<br />

ed interessanti opere non se ne <strong>sono</strong> più viste, penso a qualcosa di altro di Bill Viola, o<br />

comunque la ricerca di video, anche di autori meno conos<strong>ci</strong>uti, magari cercati, anche, tra<br />

quelle opere a carattere sperimentale che in <strong>molti</strong> festival di <strong>ci</strong>nema, documentario... non<br />

hanno reale visibilità - se ce ne <strong>sono</strong> anche nel <strong>ci</strong>rcuito del sistema dell'arte, se c'è qualche<br />

artista che ha una "poetica" da proporre e non una rabber<strong>ci</strong>ata ignoranza, che valorizza più


il supporto che il suo contenuto, ben venga - in definitiva è una ricerca che il canale<br />

dovrebbe e potrebbe fare con interesse. Aggiungo una piccola postilla personale dicendovi<br />

che gradisco per quel che riguarda gli ambienti abitativi, l'espressione di autentica e<br />

personale ricerca, magari con l'uso creativo dei materiali, soprattutto se si valorizzano per<br />

l'uso intelligente che ne viene fatto - non mi piace molto vedere quegli ambienti - se pur di<br />

alta - borghesia che in definitiva determinano più un costrutto di "classe" che di autentica<br />

intelligenza.<br />

Ringraziandovi dell'attenzione, sperando di essere stato utile sia a me che voi, vi invio i<br />

miei più cordiali saluti.<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

…Eppure ormai <strong>sono</strong> del tutto inutili i tentativi, la comunicazioni, se c’è un piano <strong>della</strong><br />

letteratura che è così avanzato tanto da determinare tutto quello a cui altre forme d’arte<br />

tendono, senza tenere in nessun conto le loro possibilità oggettive, sempre più mascherate<br />

dalla dimensione dell’ovvio, da opere dell’ovvio, da riflessioni del tutto inutili di artisti<br />

che parlano ad un pubblico che vuol credere a quel che non è vero. Del resto se nel<br />

rinas<strong>ci</strong>mento il confronto con il mondo che si vedeva nell’opera era con le dimensioni<br />

<strong>della</strong> spiritualità, <strong>della</strong> natura come evento sacro; dello sguardo soggettivo dell’artista con<br />

la libertà del proprio essere creativo…un Vermeer o Van Gogh…la loro condizione di<br />

stupore, il pensiero che cercava un livello di comunicazione superiore…tutto <strong>questo</strong> che<br />

ha fare con i processi creativi <strong>della</strong> maggior parte degli artisti che praticano la futilità dello<br />

star<strong>ci</strong> a tutti i costi. Ascoltare i pensieri le riflessioni di costoro è quanto di più vacuo possa<br />

capitare, sembra che la maggior parte di costoro non abbiano nessuna percezione di quel<br />

che il mondo può già di per se mostrare, affinché l’uomo possa percepire la propria<br />

condizione, e non si pongono la speculazione del perché il senso delle cose non mostri al<br />

mondo il suo significato, costoro finiscono per rappresentare <strong>ci</strong>ò che ovvio e banale e che<br />

<strong>molti</strong> senza il minimo sforzo morale pos<strong>sono</strong> percepire nelle loro ovvie osservazioni come<br />

manifestazioni artistiche, è come dire, se c’è il sole che splende non ne catturo il significato<br />

come in un quadro di Van Gogh, devo osservare un vetro posto in un posto inutile da un<br />

artista reclamizzato e per il fatto che la luce del sole attraversa il vetro <strong>ci</strong>ò mi fa percepire<br />

la riflessione psudoscentificafilosofica del sole osservato dall’artista. Questa osservazione<br />

dell’ovvio, che rende del tutto non indispensabile questa spe<strong>ci</strong>e di opera d’arte operata<br />

dall’artista, non tiene in nessun conto le infinite possibilità che il mondo naturale o le sua<br />

elaborazioni umane già danno a tale scopo, ma perché <strong>ci</strong>ò avvenga è indispensabile un<br />

costrutto di <strong>eventi</strong> coordinati che identifichino nell’inutilità di <strong>ci</strong>ò un rapporto con la<br />

verità, e allora in <strong>questo</strong> processo inutile per dimostrare che la menzogna è la verità,<br />

l’artista in questione reclamizza un paio di occhiali da sole, magari con-firmati da lui, per<br />

dire che il mondo dell’arte non è solo per una categoria di persone che pos<strong>sono</strong> osservare<br />

il vetro attraversato dai raggi del sole, ma è anche una cosa pratica che influisce sulla vita<br />

so<strong>ci</strong>ale dell’uomo attraverso un paio di occhiali da sole; per questa “immensa” riflessione<br />

sulla condizione dell’uomo viene creato a fini di ritorno di lucro, un processo di marketing<br />

che genera un sistema che fa di questa menzogna la verità dell’arte. L’esempio che ho<br />

narrato non è il peggiore, che mi riesce diffi<strong>ci</strong>le anche immaginare, ma che di fatto sovente<br />

avviene, e naturalmente non ha nulla a che fare con il grande vetro di Duchamp, ma sul<br />

perché trasformare la sua arte con il giocare a scacchi, sì. Ora, che la letteratura anche per<br />

la sua possibilità trastorica possa svincolarsi da <strong>ci</strong>ò è caratteristica sua e dell’autore che<br />

vuole farlo, del resto la mia visione di lavorare sulla ricerca comunicativa con il sistema


dell’arte per ristabilire un flusso tra l’arte e la sua attuale non indispensabilità, è<br />

improponibile dato il fine di speculazione economica a cui è soggetto tale sistema dell’arte.<br />

E allora devo pur dire che tutto <strong>questo</strong> legittima non solo un falso mondo dell’arte, ma è<br />

alibi affinché i processi produttivi siano condizionati da chi detiene il potere,<br />

determinando, la coer<strong>ci</strong>tiva applicazione sulle scelte creative dell’individuo che vorrebbe e<br />

dovrebbe liberamente trovare globalità esistenziale tramite esse. Per<strong>ci</strong>ò credo che pormi il<br />

problema che se uso la musica, la fotografia, il video, come mi <strong>sono</strong> espresso tramite la<br />

pittura, non debba pormi nessun altra forma di ricerca che quella di confrontare il mio<br />

linguaggio letterale con la comunicazione di queste altre forme d’arte per trovare<br />

evocazione in un linguaggio che cerca di capire la verità, senza pormi limiti di etichetta di<br />

generi.<br />

Nickname: patriziomarozzi<br />

Età: 38<br />

Nazione: Italia<br />

Regione: Marche<br />

Provin<strong>ci</strong>a: Ascoli Piceno<br />

Città: Porto D'Ascoli<br />

Tre cose che ti piac<strong>ci</strong>ono: me stesso, me stesso, fare all'amore con una donna che sa<br />

amare<br />

Tre cose che odi: le persone creative e di buon carattere, la letteratura e l'arte: la verità,<br />

l'odio<br />

Vorrei in regalo: Un cd musicale<br />

Un bel viaggio<br />

Basta il pensiero...<br />

Fumo: No<br />

Mi descrivo: ...se l'ami<strong>ci</strong>zia esiste meglio quella di una donna "bella, intelligente e di<br />

buon carattere" <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> più probabilità che finisca bene...e che non sia gelosa <strong>della</strong> mia<br />

solitudine ...altrimenti a che serve l'intimità <strong>della</strong> lealtà<br />

Mi si dirà: “Cos’è <strong>questo</strong>?”<br />

Definirlo un esperimento di letteratura sperimentale, forse è un po’ eccessivo.<br />

Da due giorni ho introdotto il mio profilo all’interno di un sevizio del portale che utilizzo<br />

per collegarmi ad internet, che si chiama il trova ami<strong>ci</strong> – naturalmente l’attivazione di<br />

<strong>questo</strong> servizio, non ha l’unico scopo che vi andrò a narrare, ma è evidenti che è aperto<br />

all’eventualità di un riscontro fattuale di <strong>ci</strong>ò che propone. – Come ho detto due giorni fa<br />

ho introdotto il mio profilo all’interno di <strong>questo</strong> sevizio del portale, come voi stessi potete<br />

dedurre, per poter leggere i profili degli altri è indispensabile che voi date” il vostro,<br />

qualora cercaste di leggere gli altri profili senza che voi… vi vene indicato che dovete<br />

anche voi mettervi in gioco mostrando il vostro profilo. Ora vi è da dire che ogni persona<br />

può avere fino a sei profili e non so immaginare se <strong>ci</strong>ò comporti anche la possibilità di<br />

inserire, per ogni profilo, una foto diversa. Questo comunque credo non sia determinate<br />

per stabilire se una persona mente, anche nella diversità dei profili, né del resto quale<br />

siano le autentiche intenzioni, perché lo fac<strong>ci</strong>a. Osservando il mio profilo, compilato,<br />

noterete che è composto da campi diversi – questi che vedete <strong>sono</strong> quelli obbligatori – di<br />

questi campi quello che vi chiede quali regali vorreste ricevere è l’unico che ha delle<br />

risposte preordinate tra cui scegliere <strong>ci</strong>ò che vorreste. É evidente che una volta che vi siete<br />

messi in gioco, potete contattare voi stessi le persone con cui vorreste instaurare un<br />

rapporto di “ami<strong>ci</strong>zia”, leggendo quello che è presente nei profili. Ha <strong>questo</strong> punto è


necessario attuare tramite essi un processo di comunicazione che indirizzi la persona con<br />

cui vorreste avere relazione a scegliere il vostro profilo. Ora in un costrutto dove<br />

l’omologazione seriale, <strong>ci</strong>oè gli obbiettivi desiderabili, “rappresentano” la maggior parte<br />

dei parte<strong>ci</strong>panti, non basta per far sì che il profilo venga scelto il solo fatto che vi sia un<br />

motivo con<strong>sono</strong> che lo fac<strong>ci</strong>a leggere, ma è indispensabile che chi legge il profilo non solo<br />

identifichi una personalità, ma in certo qual modo si riconosca nel profilo scelto, che possa<br />

immaginare di rendere attivi i suoi propositi. Questi due primi livelli di approc<strong>ci</strong>o <strong>sono</strong><br />

già esplicativi <strong>della</strong> reale autonomia propositiva, <strong>della</strong> reale capa<strong>ci</strong>tà del lettore, quasi<br />

come in un lettore di libri di qualità. Nel mio profilo come in quello di tutti gli altri il<br />

primo livello di scelta, avviene per la selezione dell’età e luogo di residenza e nickname, o<br />

più comunemente soprannome identificativo. Nel mio profilo rispetto a quello di tutti gli<br />

altri vi è l’identificazione del nome e cognome, elemento identificativo che pone la<br />

responsabilità di quel che io dico, sotto l’arbitrio diretto <strong>della</strong> mia identità, non che negli<br />

altri <strong>questo</strong> non avvenga, sia per regole del portale, sia perché in modo “successivo” capita<br />

che individui prima sconos<strong>ci</strong>uti, finiscano per conoscersi, magari tramite le feste<br />

organizzate dal portale. È ovvio comunque che tutto avviene per fasi di mediazione e che<br />

questa fase può essere essa stessa determinante perché la relazione stabilisca una sua<br />

dimensione temporale. Del resto nella dimensione di internet la relazione diretta con la<br />

propria identità attraverso quella di un altro, scompone quelle che <strong>sono</strong> le logiche di<br />

mediazione - che in altro modo, meno surrettizio “avvengono” nella vita so<strong>ci</strong>ale. Pertanto<br />

se pur non determinate la mia scelta di apparire con il mio nome e cognome, fa<strong>ci</strong>lmente<br />

rintrac<strong>ci</strong>abile <strong>ci</strong>vilmente, pone in atto un processo di comunicazione che fa <strong>della</strong><br />

mediazione non il fine ma lo strumento – ovviamente nell’ambito di una mia re<strong>ci</strong>proca”<br />

dis<strong>ci</strong>plina etica- morale. Il secondo criterio di scelta riguarda il luogo di residenza ed esso<br />

è soggetto a tutte le componenti interpretative, sia soggettive che oggettive-so<strong>ci</strong>ali che<br />

l’individuo vuole determinare, legate a queste vi è anche quella dell’età. Ora andando<br />

avanti nel profilo possiamo passare alla parte <strong>della</strong> comunicazione letteraria in esso<br />

inserita e che opportunamente trattata crea un livello di comunicazione, che riguarda il<br />

reale livello di scelta <strong>della</strong> cos<strong>ci</strong>enza del lettore.<br />

Un fattore esplicativo di <strong>questo</strong> è espresso dal fatto che io ho de<strong>ci</strong>so di non utilizzare<br />

nessuna mia fotografia, sia per fatto che la mia identità è confrontabile nella realtà meglio<br />

di qualsivoglia immagine virtuale, ed anche perché <strong>ci</strong>ò implica un criterio discriminante<br />

del tutto autonomo dalla mia diretta volontà, difatti coloro che in <strong>questo</strong> cedono la loro<br />

possibilità di relazione non accettando che nel mio profilo manchi una mia immagine,<br />

de<strong>ci</strong>dono del tutto autonomamente e volontariamente di non avere un livello critico nel<br />

rapporto “<strong>della</strong> mia rappresentazione estetica. <strong>In</strong> definitiva io usando un livello di<br />

mediazione che determina un rapporto tra l’aspetto letterario del mio profilo e la mia<br />

immagine fisica, metto in atto quelli che fanno dei criteri di scelta, del senso critico<br />

estetico, il pronun<strong>ci</strong>amento responsabile nello scambio relazionale. Chiunque utilizzando<br />

la mia mediazione può attraverso il processo letterario del mio profilo raggiungere un<br />

livello di re<strong>ci</strong>pro<strong>ci</strong>tà con la mia immagine, conoscendomi, chiedendo in <strong>questo</strong><br />

l’assunzione di capa<strong>ci</strong>tà critica che va a dire quale sia il livello di relazione estetica,<br />

re<strong>ci</strong>proca, che vuole avere, confrontandolo con il mio; in realtà è solo attraverso <strong>questo</strong><br />

processo di mediazione che l’atto del fine <strong>della</strong> critica estetica coniugata ai contenuti,<br />

prima letterari, poi verbali, la dimensione di valutazione dinamica dei propri personali<br />

processi esteti<strong>ci</strong>. È un po’ come la differenza che passa tra un lettore e un atteggiamento<br />

che non lo rende tale, quale quello di un processo che <strong>della</strong> mediazione <strong>della</strong> valutazione<br />

priva di comunicazione, di una fotografia, fa valutazione solo soggettiva del processo


estetico, mediazione che fa di se, il fine <strong>della</strong> realtà <strong>della</strong> valutazione, in un “alterato livello<br />

di identità.” Ora il piano letterario del mio profilo va a costruirsi nell’ambito di concetti<br />

espressi per tutti allo stesso modo, in <strong>questo</strong> siffatto il processo di comunicazione si può<br />

indirizzare o verso l’assunzione <strong>della</strong> propria responsabilità o uniformandosi alla<br />

responsabilità generale, è evidente che in una logica omologata la visione di una<br />

responsabilità generale, in effetti solo differenziata dal livello interpretativo <strong>della</strong> serialità,<br />

conduce chi legge a maggiormente identificarsi nel profilo che legge, magari trovandovi<br />

impulsi deduttivi personali in cui identificare un’aspirazione comune; qui è evidente che si<br />

costituisce un piano di realtà che va di pari passo con il livello letterario con cui viene<br />

espresso il contenuto del profilo. Se per esempio alla domanda “tre cose chi ti piac<strong>ci</strong>ono, si<br />

finisce per dare una risposta vieppiù culturalmente desiderale, con la domanda “tre cose<br />

che odi” il paradigma è quello che ognuno interpreta come non corrispondente alla<br />

propria personalità, e il livello di generalizzazione più comune è rispondere l’ipocrisia, la<br />

falsità…. Nella mia costruzione letteraria, partendo da queste due domande, ho cercato di<br />

pormi in senso critico con il concetto di attribuzione che i quesiti mi imponevano<br />

acriticamente, alla domanda: “tre cose che ti piac<strong>ci</strong>ono” ho risposto dicendo due volte me<br />

stesso e la qual cosa las<strong>ci</strong>o al vostro livello interpretativo considerare, e “fare all’amore con<br />

una donna che sa amare,” in questa terza risposta è evidente l’uso di un livello di<br />

allitterazione per il concetto di amore, rendendo il concetto desiderale <strong>della</strong> domanda più<br />

con<strong>sono</strong> alla mia “personale re<strong>ci</strong>pro<strong>ci</strong>tà,” di realtà del livello ideale di relazione, mi si può<br />

dire, perché allora determinarlo con una donna, in <strong>questo</strong> modo il processo ideale perde la<br />

sua mediazione interpretativa!? <strong>In</strong> realtà non dobbiamo dimenticare, quale concetto si<br />

intende, qui, con termine Profilo. E allora il “termine diretto” pone in essere un modo di<br />

mediazione che fa del livello di identità il prin<strong>ci</strong>pale artefice <strong>della</strong> re<strong>ci</strong>pro<strong>ci</strong>tà che si vorrà<br />

costruire. Nella seconda domanda il concetto di attribuzione è rappresentato da un<br />

sentimento ben pre<strong>ci</strong>so e con una connotazione di intensità, quale può essere l’odio,<br />

seppur in un gergo comune che volutamente ne edulcora il significato; le mie tre risposte<br />

di seguito <strong>sono</strong> state queste: le persone creative e con un buon carattere – la letteratura e<br />

l’arte: la verità – e terza l’odio. (non mi soffermerò sull’elaborazione concettuale<br />

dell’insieme delle due risposte e del relativo significato globale, che insieme al resto del<br />

profilo las<strong>ci</strong>o al lettore) quel che ho evidenziato con queste tre risposte è che io non<br />

accettasi quale gergo comune l’attribuirmi neanche un edulcorato concetto di odio, <strong>ci</strong>ò mi<br />

ha posto in una posizione che ha fatto <strong>della</strong> relazione di re<strong>ci</strong>pro<strong>ci</strong>tà un modo che non<br />

accetta la logica dell’omologazione dell’attribuzione, so che <strong>ci</strong>ò mi ha posto a livello<br />

empatico in disaccordo con chi di <strong>questo</strong> livello percettivo fa attributo di sicurezza, eppure<br />

nella mia connotazione di identità non ho infranto nessun codice prestabilito, anzi ho<br />

espresso in esso un attributo di libertà. Non so se in <strong>questo</strong> caso possiamo dire di trovar<strong>ci</strong><br />

dinanzi ad un sistema che per sua natura rende intolleranti verso l’espressione esistenziale<br />

<strong>della</strong> libertà, ma la qualcosa se pur da un mio dedotto simbolico teorico, ha un certo livello<br />

di rappresentazione nel funzionamento di tali sistemi. Come vi ho detto ho posto in essere<br />

con le risposte date, il mio dissenso verso l’attribuirmi il sentimento di odio, nella terza<br />

risposta dico che odio l’odio, con questa evidente contraddizione in termini, dico che il<br />

concetto di odio esula dal contenuto <strong>della</strong> mia risposta, non può esser<strong>ci</strong> forma di odio che<br />

odi l’odio, come può l’odio essere odiato da se stesso se se stesso è l’odio stesso, l’odio non<br />

può che essere contrapposto all’amore; pertanto affermo non solo che non odio, ma che<br />

amo con intensità la letteratura e l’arte, dando ad esse una connotazione di autenti<strong>ci</strong>tà e le<br />

persone creative e con un buon carattere, quasi a dire chiunque come me apprezza la<br />

consapevolezza nella relazione di re<strong>ci</strong>pro<strong>ci</strong>tà. Il quesito successivo chiedeva, “tre cose che


vorresti ti regalassero”, da scegliere in un elenco già impostato; ho fatto la mia scelta<br />

pensando a cose che non mer<strong>ci</strong>ficassero la relazione e che allo stesso tempo rendessero<br />

creativo il processo di relazione, per <strong>ci</strong>ò ho escluso cose come un mare di ba<strong>ci</strong>… dato che i<br />

sentimenti non rientrano nemmeno nel concetto di gratuità, figurarsi il loro manifestarsi, e<br />

cose come una barca, una casa, che fanno già parte di un percorso di relazione molto più<br />

avanzato, in <strong>questo</strong> caso sarebbero stati del tutto sul piano desiderale, o di progettuali<br />

consoni al livello di mediazione <strong>della</strong> teoria dei test psicologi<strong>ci</strong> o <strong>della</strong> virtualità di<br />

internet. Il profilo si concludeva con la richiesta facoltativa di descriversi brevemente, (in<br />

realtà c’è una sessione successiva, facoltativa, che credo serva più per un utilizzo<br />

commer<strong>ci</strong>ale del portale, ché in effetti non compare sulla schermata) nella mia descrizione<br />

ho usato un livello propositivo speranzoso, con indicazioni di carattere astratto che si<br />

rendessero accessibili il più possibile, ad un’elaborazione quanto più personale e concreta.<br />

Per postilla conclusiva va detto che la mia impostazione di poter essere contattato via email<br />

non è stata attivata, vi è quella del mio sito nel portale, che ha del resto solo il mio<br />

indirizzo e-mail, <strong>ci</strong>ò potrebbe indurre alla percezione di un eccesso dell’immagine <strong>della</strong><br />

mia identità, in alcuni, comunque ho de<strong>ci</strong>so che anche il caso può giocare la sua parte. <strong>In</strong><br />

conclusione non so se prima <strong>della</strong> fine del mio <strong>libro</strong> riceva una lettera, [data<br />

l’omologazione so<strong>ci</strong>ale], ma se <strong>ci</strong>ò fosse, perché si determini un epistolario deve prima<br />

avvenire l’eventuale processo di relazione nella sfera del linguaggio verbale, altrimenti il<br />

profilo non ha senso, come non lo avrebbe se lo avessi usato per il gioco effimero <strong>della</strong><br />

seduzione, e con il linguaggio letterario ho potuto dissipare le attribuzioni senza eludere la<br />

verità.<br />

Se soltanto mi fermarsi a riflettere sul perché io, il personaggio trovi confacente il motivo<br />

di esistere, di esistere dove l’autore passa il tempo a pensare; e nello scrivere <strong>questo</strong> <strong>libro</strong><br />

io non <strong>sono</strong> un perché impli<strong>ci</strong>to che interroga il lettore senza una domanda diretta? Mi<br />

trovo in quel luogo <strong>della</strong> mente dove si forma un atto interrogativo, che soltanto<br />

l’attenzione di un buon lettore può identificare dove l’autore lo ha posto, e saprà anche<br />

bene che l’indagine che vi si trova è parte integrante <strong>della</strong> sensibilità, acume di cui lui è<br />

capace. Questa necessità di attenzione, pone la stessa percezione dell’opera non dove i<br />

personaggi la collocano, ma dove i personaggi <strong>sono</strong> collocati, e dove i personaggi si<br />

collocano attraverso questi impli<strong>ci</strong>ti perché che chiedono di essere scrutati, ma che<br />

scrutano e interrogano ben al di là <strong>della</strong> totale “consapevolezza”. E alloro io essendo il<br />

personaggio <strong>sono</strong> libero di appartenere allo sguardo attendo di chi osserva, come il lettore,<br />

e posso scrivere guardando dritto negli occhi colui che mi legge, senza che l’autore trovi a<br />

ridire nulla sul punto di vista <strong>della</strong> mia storia, sull’indagine dei miei perché impli<strong>ci</strong>ti e<br />

dell’indagine dei suoi perché impli<strong>ci</strong>ti, fatta da altri che io osservo.<br />

Alterità<br />

Return-Path: <br />

Received: from smtp4.libero.it (193.70.192.54) by ims3a.libero.it (6.5.028)<br />

id 3DB7350A0004D2EE for patrizio.marozzi@libero.it; Thu, 24 Oct 2002 23:29:59 +0200<br />

Received: from mail.preferredsg.com (216.17.25.249) by smtp4.libero.it (6.5.028)<br />

id 3DB837920009506A for patrizio.marozzi@libero.it; Thu, 24 Oct 2002 23:29:59 +0200<br />

From: Digitech Italia <br />

To: patrizio.marozzi@libero.it


Subject: Geniale!<br />

Reply-To: infolinek@email.it<br />

Date: Thu, 24 Oct 2002 23.28.42 +0100<br />

Mime-Version: 1.0<br />

Content-Type: text/plain; charset=us-as<strong>ci</strong>i<br />

Message-Id: 2002102416299[…].SM00147@Key<br />

Ciò scritto qui sopra <strong>sono</strong> le proprietà di una e-mail giunta nella casella postale di <strong>Patrizio</strong><br />

<strong>Marozzi</strong>. Si nota che non vi scritta la versione del programma di posta usato dal mittente,<br />

ed stato inserito un id dirottativi <strong>della</strong> risposta. Il mittente in questione che gioca ancora<br />

con l’anonimato, <strong>ci</strong> dà più che l’impressione di un giocatore di scacchi, l’aspetto di un<br />

competente informatico dalla personalità instabile. Quel che segue è la risposta di <strong>Patrizio</strong><br />

<strong>Marozzi</strong> con in aggiunta il testo del messaggio del mittente:<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

To: <br />

Sent: Saturday, October 26, 2002 9:06 AM<br />

Subject: Re: Geniale!<br />

Sig. Man<strong>ci</strong>nelli, il messaggio inviatomi non è che sia per me di "particolare disturbo" - in<br />

effetti non uso il cellulare, comunque può essere un modo per incentivarmi a farlo;<br />

sinceramente non mi sembra un modo molto convincente,<br />

anche in ragione del fatto che il sito invitatomi a visitare, nella pratica mi si visualizza<br />

come tutt'altro. A titolo di curiosità personale la comunicazione può essermi utile<br />

indipendentemente dal fatto che usi o no il cellulare. Ma mi scusi per rendere credibile la<br />

sua comunicazione dovrei verificare quanto meno l'esistenza <strong>della</strong> sua azienda al di là di<br />

quella propostami all'indirizzo: http://keycell.alturl.[…] dove mi compare la pagina<br />

"address terminated!". La qual cosa come è ovvio fa affidamento sulle mia perspica<strong>ci</strong>a, <strong>ci</strong>ò<br />

all'atto pratico sembra volermi interessare a tutt'altro - sul piano commer<strong>ci</strong>ale non c'è<br />

rilevanza - sul piano ipotetico,<br />

la qual cosa per me non è immaginabile, nel senso che disturba in modo anche po' violento<br />

la mia sana perspica<strong>ci</strong>a. E <strong>questo</strong> diventa un modo che fa <strong>della</strong><br />

forma un abuso del suo contenuto, tanto da non determinarlo e renderlo confuso, fa di me<br />

un interlocutore tutt'altro che volenteroso di comunicare con la eventuale ipotesi<br />

propostami. Se <strong>questo</strong> sia dovuto, dal fatto che<br />

l'e-mail fa parte - La presente e-mail e' stata inviata con il servizio Himailer. Non riceverà<br />

più nostre e-mail - Ora a me mi è del tutto ignoto <strong>questo</strong> servizio e quale sia il modo in cui<br />

cerca i "mittenti, <strong>ci</strong>ò asso<strong>ci</strong>ato al resto già detto crea in me una poco "pratica<br />

comunicazione" - e per<br />

<strong>questo</strong> poco efficace sensorialmente e culturalmente, intellettualmente poco credibile - <strong>In</strong><br />

definitiva il servizio stesso (Himailer) è sotto la sua diretta responsabilità o è indipendente<br />

da lei? pertanto il motivo inserito nella "vostra" comunicazione non determina il fatto da<br />

voi proposto di non dare seguito ad ulteriori comunicazioni, nel senso sia <strong>della</strong> Himailer<br />

sia dei prodotti che si differenziano con il tempo, e quindi cosa significa:<br />

"Non ricevera' piu' nostre e-mail", forse tale significato è chiarito nella legge: <strong>In</strong>formativa<br />

ai sensi <strong>della</strong> legge 675/96, che sinceramente al momento mi sfugge nei suoi "dettagli".<br />

<strong>In</strong>somma credo per tutto <strong>ci</strong>ò volendo salvare


nella mia ipotesi il suo significato, sembra più la proposta di una donna de<strong>ci</strong>samente poco<br />

chiara con se stessa, se fosse così onestamente che cosa dovrei farne di tutto <strong>ci</strong>ò?<br />

pragmatizzando la cosa in conclusione non mi resta che cestinare il messaggio...?<br />

Cordialmente<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

----- Original Message -----<br />

From: "Digitech Italia" <br />

To: <br />

Sent: Thursday, October 24, 2002 12:00 AM<br />

Subject: Geniale!<br />

Spettabile,<br />

Siamo lieti di presentarLe il nuovissimo KeyCell-portachiavi con ricarica d'emergenza per<br />

il suo cellulare!Da tenere sempre in tasca,in borsa,in auto,ecc....<br />

MAI PIU' CON LE BATTERIE SCARICHE!<br />

La invitiamo a visitare il nostro sito KeyCell cliccando sull'indirizzo:<br />

http://keycell.alturl.[…]<br />

Distinti saluti!<br />

[…] Man<strong>ci</strong>nelli<br />

Digitech s.r.l.<br />

Via Longoni 10<br />

[…] Almenno San Bartolomeo […]<br />

______________________<br />

<strong>In</strong>formativa ai sensi <strong>della</strong> legge 675/96 :<br />

La presente e-mail e' stata inviata con il servizio Himailer.Non ricevera'<br />

piu' nostre e-mail.<br />

La risposta ricevuta da <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

- These re<strong>ci</strong>pients of your message have been processed by the mail server:<br />

infolinek@email.it; Failed; 5.1.1 (bad destination mailbox address)<br />

Remote MTA mail1c.webmessenger.it: SMTP diagnostic: 550 RCPT<br />

TO: User unknown<br />

Ho tolto dalla risposta il resto delle proprietà del messaggio ricevuto da <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

per ragione di spazio. A <strong>questo</strong> punto dopo avere effettuato delle ricerche abbiamo:<br />

L’azienda corrispondente l’argomento <strong>della</strong> e-mail si chiama Digitec – ma non so se esiste<br />

un tale prodotto e se l’azienda lo produce.<br />

L’indirizzo non corrisponde al nominativo riportato al fondo <strong>della</strong> e-mail. Sull’elenco<br />

telefonico italiano <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> 12 abbonati con quel nominativo, che pos<strong>sono</strong> essere del tutto<br />

estranei al fatto<br />

Digitech […] è un sito in costruzione di chat Line – riferimento Napoli e provin<strong>ci</strong>a tel. 081


Ora l’asso<strong>ci</strong>azione più probabile è con l’indirizzo del sito inserito e da cliccare nella e-mail<br />

che, è un sevizio anti spam.<br />

Il tutto è parte di una disso<strong>ci</strong>azione personale dell’autore <strong>della</strong> e-mail, che vede in questa<br />

comunicazione una asso<strong>ci</strong>azione consona a trasmettere a <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>, un messaggio<br />

che appare chiaro nella sua mente, tanto da immaginarlo come con<strong>sono</strong> alla comprensione<br />

altrui, in <strong>questo</strong> caso <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>, in una sorta di affermazione senza un costrutto di<br />

responsabilità e parte<strong>ci</strong>pazione che chiede di comunicare in ragione di non si sa che cosa<br />

né come? – Ha finalità di pubbli<strong>ci</strong>tà ingannevole, dato il coinvolgimento così esteso di terzi<br />

e servizi asso<strong>ci</strong>ati, che in ragione di tale logica potrebbero andare in direzione del servizio<br />

anti spam,? ma non vi è prova di <strong>questo</strong>, anche in ragione del fatto che vi <strong>sono</strong> troppi<br />

riferimenti ad entità falsificate è allora pura molestia? – o anche, in mancanza di prove<br />

evidenti di pubbli<strong>ci</strong>tà ingannevole è una disso<strong>ci</strong>azione culturale sul piano<br />

dell’informazione a carattere so<strong>ci</strong>ale per una comunicazione interpersonale individuale,<br />

non meno “delinquenziale, a cui è possibile si asso<strong>ci</strong>no altri individui in forma di gruppo<br />

come espressione di alterazione dei processi motivazionali a cui dare un seguito, per un<br />

affermazione di carattere so<strong>ci</strong>ale cognitivo? Queste cose “forse <strong>sono</strong> insieme, anche in<br />

ragione del fatto che “dall’analisi <strong>della</strong> e-mail” si può protendere per una “disso<strong>ci</strong>azione”,<br />

ma lo stesso distinte, non so a che grado di profondità, non avendo l’esatta cognizione<br />

<strong>della</strong> motivazione/i, che così si pos<strong>sono</strong> “semplicemente” configurare in un degrado del<br />

processo di significato <strong>della</strong> comunicazione.<br />

Dall’altra parte la logica <strong>della</strong> rappresentazione di <strong>questo</strong> <strong>libro</strong> <strong>ci</strong> dice che <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

lo sta scrivendo e che <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong> ne è anche il personaggio che lo sta scrivendo e che<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong> legge quel che l’autore sta scrivendo, raccontando i fatti che <strong>Patrizio</strong><br />

<strong>Marozzi</strong> legge, e in <strong>questo</strong> vi è la più netta distinzione tra l’irresponsabilità <strong>della</strong> e-mail di<br />

poc’anzi e l’autore del <strong>libro</strong> che non solo è consapevole di quel che legge e quel che scrive,<br />

ma ne è anche l’indiretto autore, il riferente lettore e in <strong>questo</strong> come ogni altro lettore. Ora,<br />

quindi <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong> legge e scrive, l’imminente lettera che segue, ch’è tratta dai<br />

racconti tra realtà e leggenda di Mister X: autore <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>, ma scritti da Mister X –<br />

e allora, ora chi è che riscrive, <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong> o io? E i fatti narrativi appartengono alla<br />

fantasia, o <strong>sono</strong> la più pura verità?<br />

(Dal <strong>libro</strong> “Anonimo al di là del dubbio”<br />

Logica<br />

Logica in parallelo<br />

metametalogica<br />

Logica quantistica, sistema di logica (proposto originariamente negli anni trenta da G.<br />

Birk-hoff e J. Von Neumann) che rispecchia certi aspetti salienti del formalismi<br />

matematico proprio <strong>della</strong> fisica quantistica. Tutte le leggi <strong>della</strong> logica quantistica <strong>sono</strong><br />

leggi <strong>della</strong> logica classica, ma non viceversa: fra le leggi <strong>della</strong> logica classica eliminate<br />

dalla logica quantistica <strong>ci</strong> <strong>sono</strong>, in particolare, le leggi che consentono di inferire ‘(A e<br />

B) oppure (A e C)’ da ‘A e (B oppure C)’ e ‘A oppure (B e C)’ da ‘(A oppure B) e (A<br />

oppure C)’. secondo H. Putnam, il ricorso alla logica quantistica sarebbe<br />

indispensabile per risolvere certi paradossi concettuali generati dalla fisica quantistica e<br />

<strong>ci</strong>ò dimostrerebbe la natura empirica <strong>della</strong> logica.<br />

(En<strong>ci</strong>clopedia Garzanti)<br />

Lettera da una sconos<strong>ci</strong>uta/o


Gentile signore so che quello che sto per dirle le apparirà a dir poco strano, per <strong>questo</strong> mi<br />

affretto a dirle ch’è qualcosa che anche per me è diffi<strong>ci</strong>le definire, come un evento che<br />

riguarda la sfera <strong>della</strong> bellezza e dell’essere sani. Ma il mio intento per quanto possa<br />

apparire contraddittorio, dato il mio anonimato, è tutt’altro che in sintonia con <strong>ci</strong>ò che le<br />

racconterò. Le dico inoltre che al mio stato di anonimato, <strong>sono</strong> pronto a rinun<strong>ci</strong>arvi,<br />

qualora gli <strong>eventi</strong> lo ritenessero indispensabile. Mi permetta quindi di raccontarle i fatti,<br />

nel modo più breve e con<strong>ci</strong>so, facendo una premessa, per quando mi è possibile<br />

esplicativa.<br />

Non molto tempo fa <strong>sono</strong> venuto a conoscenza, in <strong>ci</strong>rcostanze del tutto fortuite di<br />

un’azione tutt’altro che edificante che delle persone compiono nei suoi riguardi. La natura<br />

delle loro azioni li rende a dir poco, pericolosi per loro stessi e per gli altri, giacché è del<br />

tutto indefinibile quale sia il reale perché e le conseguenze a cui pos<strong>sono</strong> portare tali<br />

azioni, la linea di “confine è superata da queste persone senza nessuna percezione di quale<br />

sia il senso <strong>della</strong> realtà.<br />

Sono sicuro che nello svolgere la sua vita lei sia motivato dalla sua esperienza, dalle sue<br />

conoscenze, dalla cultura che ha de<strong>ci</strong>so di acquisire, dal gusto e i concetti che ha formato<br />

nel cammino <strong>della</strong> sua vita, dalla scoperta sempre innovativa che il presente che<br />

continuamente si rinnova le prospetta. Immagino che nella sua casa <strong>ci</strong> siano mille e più<br />

colori, oggetti di forma e uso diverso, forme e luoghi che lei conosce. So che dove abita lei<br />

le strade, ogni giorno, <strong>sono</strong> attraversate da ogni cenere di veicolo, persona, in <strong>ci</strong>elo<br />

passano aeroplani e uccelli, quando esce di casa trova alberi, altre case manifesti, insomma<br />

le cose comuni che credo di conoscere anche io e con cui molte persone convivono<br />

quotidianamente tra le infinite sfaccettature delle loro relazioni personali e non. Ora per<br />

cercare di spiegarle quello che avviene le dico di immaginare di us<strong>ci</strong>re di casa e fare una<br />

cosa che fa abitualmente, quando lei compirà <strong>ci</strong>ò incontrerà delle persone, degli oggetti,<br />

quel giorno può darsi che pioverà, e mentre lei se ne va tranquillo per i fatti suoi qualcuno,<br />

per esempio parcheggia la macchina, un’altra persona le passa davanti con un paio di<br />

scarpe bianche, lei saluta qualcuno che conosce, una donna attira la sua attenzione, ma<br />

non le fa vedere il viso, sale su un motorino di un certo colore e va via. Le ho detto tutto<br />

<strong>questo</strong> perché questi episodi <strong>sono</strong> legati tra loro e queste persone che ha incontrato<br />

finiranno per far parte <strong>della</strong> sua vita senza che lei ne sappia niente. Naturalmente mentre<br />

tornerà a casa rivedrà pressappoco le stesse cose accadere del tutto casualmente, quante<br />

macchine vedrà parcheggiare, chissà quante paia di scarpe bianche incontrerà, chissà<br />

quanta altra gente saluterà. Ma lo stesso quelle persone, per un fine che risulta<br />

incomprensibile alla mia conoscenza, incominceranno, davanti a lei, ogni volta che<br />

potranno, a ripetere quelle cose fatte. Questo perché lei fac<strong>ci</strong>a la cosa che ha fatto quella<br />

prima volta che le ha incontrate e che inevitabilmente, lei, prima poi farà ancora. Ma dalla<br />

prima volta lei le ha incontrate in <strong>molti</strong> altri posti, <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> state delle variazioni, e allora<br />

ricominceranno da capo magari aggiungendo qualcosa di nuovo. Come parcheggiare la<br />

macchina, magari la stessa persona che vide, con una macchina diversa. Le passerà<br />

davanti la stessa persona con le scarpe bianche, poi magari la vedrà con lo stesso paia di<br />

scarpe, ma di colore diverso. Poi vedrà la stessa persona che parcheggiò la macchina<br />

passarle davanti con le scarpe bianche, e la persona che portava le scarpe bianche,<br />

parcheggiare la macchina. Nel frattempo la saluteranno continuamente, anche senza<br />

motivo, sperando che lei così si arrabbi con la persona che salutò e che con questa storia<br />

non c’entra niente. Naturalmente sarà coinvolto anche nelle variazioni che riguardano la<br />

ragazza, che intravide sul motorino. E <strong>questo</strong> è qualcosa che per quanto mi impegni non<br />

riesco a comprendere, perché questa ragazza ha nascosto il suo viso per farsi desiderare da


lei? E perché lei per <strong>questo</strong> dovrebbe desiderarla? Se il desiderio <strong>della</strong> ragazza nei suoi<br />

confronti è reale non è più sensato che si presenti, che le dica quello che sente, quello che<br />

vorrebbe da lei? Ma la cosa più inverosimile, il motivo per cui le scrivo, è quello che sto<br />

per dirle, giacché tutte le cose che questi individui hanno fatto, con tutte le possibili<br />

variazioni, e riduzione, fino all’ottusità, le ripetono sotto casa sua, mentre lei sta facendo<br />

quello che le pare e piace, per vedere se farà quello che passa loro per la testa. Capirà che<br />

anche per me è a dir poco incomprensibile tutto <strong>ci</strong>ò, forse lei è a conoscenza di qualcosa<br />

che possa spiegare tutto <strong>questo</strong>, forse qualcosa che aveva un senso è stato così distorto da<br />

perdere ogni verosimiglianza con esso. Il perché e se c’è qualcuno che ha provocato tutto<br />

<strong>questo</strong> contro di lei per il momento mi è oscuro, ma stia tranquillo nel qual caso mi<br />

riprometto di informala. Comprendo che tutto <strong>ci</strong>ò sia alquanto inquietante, per <strong>questo</strong> le<br />

chiedo ancora di scusarmi dell’anonimato.<br />

Ho ricevuto questa lettera, per puro caso, dato che non era indirizzata a me. Eppure non vi<br />

è nulla di quello ch’è scritto in esse che sia inesatto, se fosse stata indirizzata a me. Al<br />

momento non so sinceramente se c’è un altro personaggio nei libri dell’autore che ha<br />

ricevuto questa stessa lettera, se era proprio indirizzata a lui e tramite lui, per un caso del<br />

tutto fortuito è pervenuta anche a me, è stata messa nella mia cassetta postale e in essa non<br />

vi era scritto il destinatario. Ho pensato molto e riflettuto su quel che vi è scritto e dico che<br />

<strong>ci</strong>ò che vi è scritto è vero, mille volte vero se bastasse un numero per dire perché accade<br />

una cosa, e vi dirò perché è vero.<br />

La cosa da immaginare non è soltanto chi sia il destinatario di questa lettera, ma quando il<br />

destinatario ne viene a conoscenza in che mondo si trova a vivere? Pensate ad un mondo<br />

di idioti che non hanno nessuna cognizione <strong>della</strong> propria idiozia, nel pensare a <strong>questo</strong><br />

immaginate che non siano degli idioti a comportarsi da idioti, ma delle persone che con<br />

l’arroganza di darsi ragione, fanno di questa ignoranza la loro ragion d’essere. Mi si dirà<br />

ma qual è lo scopo di <strong>ci</strong>ò. Se ben riflettete non vi è uno scopo, se rius<strong>ci</strong>te a capire non solo<br />

quello che è narrato nella lettera, ma anche quelle che poi saranno tutti gli altri<br />

comportamenti che derivati da quel ch’è scritto nella lettera saranno attuati per<br />

consolidare e dimostrare quelli che <strong>sono</strong> i propositi scritti nella lettera. Come ho detto non<br />

troverete uno scopo, perché non c’è neanche una causa; perché avviene tutto <strong>ci</strong>ò, per fare<br />

cosa per capire cosa? È una follia più grande di quella degli uomini che vogliono rubare il<br />

fuoco agli dei. La perdita di consapevolezza è così vasta da non avere neanche la<br />

cognizione di quale sia il nocumento che <strong>ci</strong>ò produce per se stessi e ancor più al<br />

destinatario <strong>della</strong> lettera oggetto <strong>della</strong> malversazione. D’altronde anche se il destinatario<br />

<strong>della</strong> lettera diviene consapevole di tutto <strong>ci</strong>ò ed ha gli strumenti per eluderlo, non può che<br />

trovare un’origine a <strong>questo</strong> accadere, che nella perdita stessa <strong>della</strong> causa. E l’effetto che si<br />

vuole produrre non è forse niente altro che cercare di distogliere dalla propria<br />

consapevolezza chi è fatto causa di questa follia, a cui in definitiva si imputa il fatto di non<br />

volere essere “folle”? e se è solo questa la causa, ed è solo questa, qual è il significato del<br />

perpetuarsi <strong>della</strong> sensazione di odio di chi genera danno? Nessuno, è un vortice che ha il<br />

solo scopo di darsi ragione per avere il potere, senza che sia necessario dimostrare <strong>ci</strong>ò ch’è<br />

vero, anche qualora <strong>questo</strong> fosse possibile dimostrarlo pienamente. Prima di continuare<br />

<strong>questo</strong> dire è bene che vi comunichi che volutamente non ho voluto espletare la riflessione<br />

sul significato di quel ch’è scritto nella lettera, andando ad enun<strong>ci</strong>are i fatti e i luoghi, o le<br />

persone coinvolte, in parte perché conoscenza che non appartiene al mio personaggio, ma<br />

anche perché io credo che l’entità esponenziale dei fatti e dei luoghi e delle persone dentro<br />

<strong>questo</strong> sentire, sia tale da coinvolgere l’intera struttura <strong>della</strong> so<strong>ci</strong>età umana, tanto da


enderla una amalgama di atti consultivi dal significato profondamente alterato. Credo<br />

comunque che quello che l’uomo definisce come “condizione” debba essere indagato<br />

dall’autore, che se ha conoscenza delle cause ed esperienza dei motivi troverebbe ben<br />

pochi interlocutori che con la consapevolezza, riescono a dare valenza alla comunicazione.<br />

E a <strong>questo</strong> punto non rimangono che i perché impli<strong>ci</strong>ti, che come interrogativi aperti<br />

svolgono la necessaria funzione di cercare nella comunicazione un senso che sia causa,<br />

motivo e poi conseguenza. Eppure questa ricerca di verità, che non ha il fine di dire io ho<br />

ragione, senza che la ragione ceda la sua conoscenza a <strong>ci</strong>ò che <strong>della</strong> verità non conosce, ma<br />

da cui è conos<strong>ci</strong>uta e per <strong>questo</strong> causa <strong>della</strong> sua ricerca, trova l’ottusità di un luogo umano<br />

che non sa più capire quello che non conosce, non comprende più dove sia quello che non<br />

conosce, né se esiste, né se ne è soltanto inconsapevole. Perché dovrebbe esistere qualcosa<br />

al di là di quel che io credo, questa è la risposta che si da’, e quel che io credo è la realtà su<br />

cui modello il mondo a mia immagine, <strong>questo</strong> è quel che pensa; è così assoluto <strong>questo</strong> atto<br />

di onnipotenza che il mondo gli appare tutto in questa sensazione, tanto che non riesce più<br />

a vederlo, se non in una visione di realistica, idilliaca sorte necessaria. Questa condizione<br />

parziale <strong>della</strong> vita, sempre più ossessivamente oggetto del proprio sapere, ha trasformato<br />

il mondo in un laboratorio s<strong>ci</strong>entifico in cui il potere è la cartina tornasole con cui testare<br />

l’uomo e la sua predisposizione alla sopravvivenza. La s<strong>ci</strong>enza è diventata la virtualità con<br />

cui de<strong>ci</strong>dere se sia giusto che l’uomo fac<strong>ci</strong>a di essa lo strumento di quel che in natura ad<br />

ogni uomo è dato. Cambieranno pure i <strong>ci</strong>cli stori<strong>ci</strong> ma non c’è lotta più illusoria di quella<br />

tra il bene e il male che non guarda alla verità ma solo a chi ha il voler aver ragione. Con<br />

<strong>questo</strong> atteggiamento esistenziale non dobbiamo stupir<strong>ci</strong> di quello che accade ch’è scritto<br />

nella lettera, <strong>molti</strong> non sanno più chi <strong>sono</strong> e <strong>sono</strong> soltanto il non sapere che non lo sanno e<br />

le regole di <strong>ci</strong>ò <strong>sono</strong> ormai così diffuse che l’uomo contemporaneo non può che vedersi in<br />

un profilo del tipo: “Non c’è niente di peggio dell’ignoranza che crede possa creare<br />

interesse su qualcosa che non lo ha, tanto da determinare finanche la telepatia – ignoranza<br />

che si fa psicologia per dimostrare le proiezione del mondo e degli altri, in una<br />

comunicazione condita con qualche gesto inconsulto <strong>della</strong> testa e delle mani, Tutto <strong>questo</strong><br />

per dire al mondo di avere ragione, in ragione di <strong>questo</strong> ogni uomo ha di che comunicare<br />

con ogni altro in un modo così “consapevole” da poter avere potere e ragione sull’altro, il<br />

fine e lo scopo è tutto qui; e in questa assenza di sapere, <strong>ci</strong>ò diventa espressione ossessiva<br />

di voler sapere, del potere che sa soltanto, ma non sa <strong>della</strong> propria menzogna.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.discussioni.giustizia<br />

Sent: Friday, November 08, 2002 10:28 AM<br />

Subject: La maschera d'oro<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.media.tv<br />

Sent: Friday, November 08, 2002 10:27 AM<br />

Subject: La maschera d'oro<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.discussioni.psicologia


Sent: Friday, November 08, 2002 10:26 AM<br />

Subject: La maschera d'oro<br />

La maschera d’oro<br />

Da alcuni giorni mi capita di osservare, in televisione, una pubbli<strong>ci</strong>tà che reclamizza una<br />

marca di calze per donna. <strong>In</strong> essa si assiste al dono prezioso di gioielli, da parte di un<br />

uomo, alla donna che indossa quelle calze reclamizzate. Ora la donna in questione<br />

indirizza l’uomo verso la gioielleria, movendo prima una gamba poi l’altra, alle spalle<br />

dell’uomo, che all’atto di tali gesti viene indirizzato, prima verso il negozio e poi<br />

all’acquisti del gioiello; nell’atto <strong>della</strong> donna che <strong>ci</strong> mostra la “bellezza” delle sue gambe,<br />

con quei movimenti, <strong>ci</strong> fa anche “percepire la sua volontà di affermazione – potenza – che<br />

nella rappresentazione di questa pubbli<strong>ci</strong>tà è del tutto uguale a quella di una persona<br />

disso<strong>ci</strong>ata, con dei disturbi del comportamento nella sfera <strong>della</strong> comunicazione. Si badi che<br />

in quei movimenti delle gambe è impli<strong>ci</strong>to il fatto che porti l’uomo dove la donna vuole,<br />

ora l’effetto di quei movimenti, può indurre l’uomo verso la gioielleria o per coin<strong>ci</strong>denza<br />

con la volontà dell’uomo – ma la pubbli<strong>ci</strong>tà non <strong>ci</strong> indica affatto <strong>questo</strong> – o come enfatizza<br />

la pubbli<strong>ci</strong>tà quei gesti delle gambe <strong>della</strong> donna, con quelle calze, agiscono sulla volontà<br />

dell’uomo per mezzo <strong>della</strong> volontà <strong>della</strong> donna. Come avviene <strong>ci</strong>ò? L’uomo forse vede<br />

riflessa la donna nel vetro <strong>della</strong> vetrina e intuisce attraverso quei movimenti di lei le sue<br />

intenzioni – è un po’ incerta la cosa – e allora ne è influenzato del tutto inconsapevolmente<br />

– dato che è già soggiogato dalla bellezza delle sue gambe – da un riflesso subliminale,<br />

magari vedendole, ma non vedendola riflessa nella vetrina, o percependo il movimento<br />

delle sue gambe dal suono – che non <strong>ci</strong> è dato ascoltare – e con la coda dell’occhio. O<br />

addirittura siamo in presenza di un’empatia telepatica, che al di là <strong>della</strong> trasmissione del<br />

pensiero di lei <strong>ci</strong> mostra la pozione magica che la fa pensare, le calze, in un gesto di vanità<br />

che esprime la sua volontà di potenza che si afferma tramite esse con il gesto delle sue<br />

gambe. <strong>In</strong> sostanza la donna quella donna rappresentata dalla pubbli<strong>ci</strong>tà nell’affermazione<br />

<strong>della</strong> sua volontà, attraverso una seduzione che mostra il suo potere e l’affermazione di<br />

<strong>questo</strong> potere che, “per fortuna” trova gratificazione nella qualificazione <strong>della</strong> quantità del<br />

valore dell’oggetto che riceve in regalo dall’uomo. È ovvio” che tutto <strong>questo</strong> è avvenuto in<br />

una sorta di comunicazione virtuale dove l’affermazione <strong>della</strong> volontà dell’una soggiaceva<br />

al soddisfa<strong>ci</strong>mento dell’effetto determinato nella sublimazione del soddisfa<strong>ci</strong>mento di lui<br />

che asseconda lo scambio sul piano <strong>della</strong> sua volontà di affermazione – potenza – nella<br />

capa<strong>ci</strong>tà di risolvere i desideri reconditi di lei – in un ta<strong>ci</strong>to accordo al di là di una concreta<br />

e “mostrata” comunicazione tra i due.<br />

Se per <strong>questo</strong> va dato merito a questa pubbli<strong>ci</strong>tà di aver mostrato gli effetti stessi <strong>della</strong><br />

pubbli<strong>ci</strong>tà sugli individui; come sistema di affermazione so<strong>ci</strong>ale essa non può non essere<br />

considerata come deleteria per lo sviluppo stesso dei sistemi che vengono usati per la<br />

comunicazione tra gli individui. Va detto che il mostrare la psicologia <strong>della</strong> pubbli<strong>ci</strong>tà<br />

come forma di comunicazione so<strong>ci</strong>ale, dà per impli<strong>ci</strong>to il fatto che le persone o <strong>sono</strong><br />

assuefatte all’indizione nascosta <strong>della</strong> psicologia <strong>della</strong> pubbli<strong>ci</strong>tà, o ormai considerandosi<br />

consapevoli di essa vogliono meglio conoscere e capire e, applicare nella propria vita<br />

personale le tecniche per affermare se stessi e la propria volontà. Ora se da un lato non si<br />

sa come difendersi da tutto <strong>questo</strong> e c’è la ricerca <strong>della</strong> formuletta magica che ogni buono<br />

esperto televisivo propugna a volontà in ogni spazio “televisivo”, allo stesso tempo si<br />

cerca la possibilità di affermare se stessi attraverso gli stessi strumenti da cui <strong>ci</strong> si vuole<br />

difendere. Ecco perché oramai è di gran lunga più seducente una pubbli<strong>ci</strong>tà che li mostra,


in maggior ragione del fatto che l’intera struttura <strong>della</strong> comunicazione so<strong>ci</strong>ale ne è<br />

permeata a tal punto da essere quasi del tutto impermeabile ad una “alterità creativa”, al<br />

di là <strong>della</strong> omologazione <strong>della</strong> psicologia <strong>della</strong> pubbli<strong>ci</strong>tà. Per pro memoria c’è da dire che<br />

negli anni ottanta la comunicazione cercava già di affermarsi con gli stessi metodi <strong>della</strong><br />

donna <strong>della</strong> pubbli<strong>ci</strong>tà delle calze, che negli ultimi die<strong>ci</strong> anni tale fattore comunicativo è<br />

stato esponenziale, negli ultimi <strong>ci</strong>nque è diventato parossistico, e credo che negli Stati<br />

Uniti d’America sia già stato superato quello che noi conos<strong>ci</strong>amo, ora. Non so se ricordate<br />

quel film di Oliver Stone, come s’intitolava Born.. certo il tutto era un po’ troppo<br />

spettacolare, da sembrare finto. Del resto non è che sia nato oggi tutto <strong>questo</strong> e la volontà<br />

di potenza espressa nell’ultimo secolo ha trovato episodi collettivi altamente distruttivi,<br />

immaginate i regimi che lo hanno attraversato, dove i sempli<strong>ci</strong> gesti <strong>della</strong> vita quotidiana<br />

hanno assunto il significato e il senso di un ottundimelo dei sensi che esaltati ottundevano<br />

anche la cos<strong>ci</strong>enza, fino a sublimare la morte dell’individuo, Klages permette e come<br />

teorizzava anche nel semplice sedersi si esprimono le intenzione di volontà d’affermazione<br />

– potenza - dell’individuo. Il cosiddetto mobbing o mobing da cosa pensate che derivi. Ma<br />

torniamo al momento in cui l’uomo <strong>della</strong> pubbli<strong>ci</strong>tà consegna i gioielli alla donna con le<br />

calze. <strong>In</strong> quel momento lei è lì seduta con le gambe ben composte, io dico de<strong>ci</strong>samente<br />

refrattaria, che completano l’immagine di una donna completamente asessuata, è proprio<br />

qui lo scarto che avviene con la comunicazione, lei continua il gioco <strong>della</strong> seduzione al di<br />

là <strong>della</strong> realtà dei sensi, lei ha affermato la sua volontà attraverso un atteggiamento<br />

celebrale e cerebrale che ha dato alle deduzioni fantastiche <strong>della</strong> sua mente<br />

l’appagamento concettuale dei sensi – la pubbli<strong>ci</strong>tà in <strong>questo</strong> vuole non mostrare una<br />

donna stupida – immaginate la stessa donna che non ottenga quello che ottiene nella<br />

pubbli<strong>ci</strong>tà, come risolverebbe <strong>questo</strong> stato di depressione come riempirebbe quei “segni”<br />

fatti con le gambe, riempiendoli di contenuti ancor più aleatori, in deduzioni fantastiche,<br />

che giustifichino in un modo o nell’altro la volontà di affermazione nell’interpretazione<br />

dei gesti dell’uomo – che sia detto non è che stia meglio <strong>della</strong> donna – e a quali valori si<br />

appoggerebbero i significati conseguenza di <strong>ci</strong>ò, agli stessi aleatori <strong>della</strong> pubbli<strong>ci</strong>tà, forse?<br />

E allora alla donna <strong>della</strong> pubbli<strong>ci</strong>tà non resta che una cosa da fare, comunicare con un'altra<br />

se stessa in una maschera d’oro – quasi un archetipo – come fosse Iside e Osiride al<br />

contempo.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "NOpoliticaNOofftopicNOspam" <br />

Newsgroups: it.media.tv<br />

Sent: Thursday, January 02, 2003 1:19 PM<br />

Subject: Il tuo post e' OT<br />

Se anche tu ti sei stufato di leggere su IT.MEDIA.TV post che non trattano<br />

di televisione ma <strong>sono</strong> solo idee politiche, argomenti Off Topic o spam,<br />

copia interamente quanto scritto qui sotto e invialo a:<br />

abuse@libero.it<br />

Oggetto: Post OT sul Newsgroup IT.MEDIA.TV giovedi 2 gennaio 12.30<br />

Gentili signori,<br />

Vi chiedo cortesemente di prendere i dovuti provvedimenti verso il Vostro utente che si<br />

firma <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>, il quale ha inviato sul Newsgroup<br />

IT.MEDIA.TV un post palesemente Off Topic.


Qui di seguito tutti i dati estrapolati, il suo post e i suoi Header<br />

completi:<br />

Nome: <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

La sua e-mail: patrizio.marozzi@libero.it<br />

Data messaggio: giovedi 2 gennaio 12.30<br />

Titolo messaggio: tempi verbali<br />

Questo il testo integrale del messaggio:<br />

" piacessi<br />

MP<br />

Ma non mi piac<strong>ci</strong>ono quei film, che non mi fanno emozionare subito, se c’è da pensare o<br />

riflettere per qualche istante mi annoio, è come se le mie emozioni fossero staccate dal mio<br />

pensiero, non ho bisogno di capire per sentirmi emozionare, nel senso a me il pensare non<br />

mi emoziona affatto, a me sembrano sceme quelle persone che trovano piacere per<br />

esempio, stando ferme a guardare un tramonto, o il movimento del mare o un ramo che si<br />

flette con il vento, o stanno ad ascoltare il suono prodotto dal movimento dell’aria.<br />

PM<br />

A me piac<strong>ci</strong>ono queste cose, che so trovo bello anche che le mie emozioni cerchino un<br />

significato in quel che spontaneamente la natura <strong>ci</strong> comunica, e che i miei pensieri trovino<br />

in <strong>questo</strong> un motivo per emozionarsi lo trovo un modo per dare profondità al significato<br />

delle emozioni, un modo per comunicare con gli aspetti più veri e sempli<strong>ci</strong> ed<br />

emozionarmi <strong>della</strong> loro naturale complessità. Del resto il significato delle cose e delle<br />

nostre azioni è nella profondità del significato dell’esperienza <strong>della</strong> nostra comunicazione,<br />

anche nell’immediata profondità del significato delle proprie parole; che <strong>sono</strong> sì profonde<br />

proprio in virtù <strong>della</strong> realtà più naturale e complessa, che dà azione e movimento al nostro<br />

essere che agisce ed emozionalmente è parte<strong>ci</strong>pe del significato <strong>della</strong> verità, che anche lo<br />

riguarda, ma è anche più ampia delle possibilità <strong>della</strong> ragione: in fondo è l’amore<br />

l’equilibrio più grande dell’emozioni. Non credo, vedi, per <strong>questo</strong>, che il tempo che<br />

intercorre tra il pensiero e l’emozioni sia meno rapido di un’emozione che allontana il<br />

pensiero - anzi sovente è proprio il contrario.<br />

MP<br />

Di<strong>ci</strong> che se io dico ch’è troppo complicato, per esempio quello che mi stai dicendo, è solo<br />

perché trovo complicato stare a guardare il mare, e per <strong>questo</strong> finisco per dirti che sei<br />

cervellotico perché non riesco a capire le emozioni che mi comunichi quando sei in<br />

silenzio, a cui non riesco ad asso<strong>ci</strong>are nessuna esperienza personale che superi il<br />

significato delle mie parole che del resto <strong>sono</strong> lontane dalle mie emozioni e, finisco che<br />

quando parlo o agisco con te è solo per provare delle emozioni anche se esse non hanno<br />

nessun significato, se non quello di sentire un’emozione, che così non può che essere<br />

qualcosa che più o meno mi esalti in conseguenza del dominare ed esser dominati, un<br />

ruolo di potere che determina il mio agire al di là del significato di bene o male, ma solo<br />

nel significato di vero o falso in conseguenza di un ruolo di potere?!<br />

PM<br />

Trovo la tua risposta per certi versi sorprendente, nel senso che l’allontanamento del<br />

pensiero così espresso da te dà all’azione quel modo inconsulto che ha come scopo la


icerca <strong>della</strong> propria affermazione, che storicamente è stata sempre espressa<br />

nell’esaltazione di uno stori<strong>ci</strong>smo che partendo dalle emozioni cercasse attraverso il loro<br />

sentire la determinazione di vero sulla verità stessa dell’esperienza”. <strong>In</strong> questa<br />

interpretazione e momenti stori<strong>ci</strong> l’affermazione di dominio è quella che dice quale sia il<br />

significato di verità in conseguenza del potere che determina l’emozione di dominio: in<br />

<strong>questo</strong> prin<strong>ci</strong>pio di esaltazione la logica che tutto nega per dare significato di grandezza a<br />

tutto quel che lo riguarda, dà ai comportamenti più volgari la capa<strong>ci</strong>tà emotiva di dominio<br />

e attraverso essi l’atteggiamento arrogante che dice quale sia il significato <strong>della</strong> verità. <strong>In</strong><br />

<strong>questo</strong> paradosso dell’esaltazione dell’esasperazione delle emozioni umane dei più<br />

frustrati, o resi tali, si cerca tramite l’affermazione emotiva dei comportamenti più<br />

superfi<strong>ci</strong>ali quale sia il significato <strong>della</strong> realtà in base al dominio che si ha sull’altro, o altri.<br />

Tale dominio avviene, per <strong>questo</strong> senso, vieppiù per mezzo <strong>della</strong> distruzione <strong>della</strong><br />

comunicazione come fonte di conoscenza, che amplifica la parte<strong>ci</strong>pazione emotiva<br />

nell’agire tra gli individui. Per fare un esempio lampante, anche se lontano nel tempo<br />

accaduto, l’obbligo di portare la stella di Davide degli ebrei durante il nazismo, dava la<br />

possibilità dell’affermazione emotiva, a tutte quelle persone che nel controllo<br />

dell’applicazione di tale apparente insignificante atto trovavano l’autorità per dare al<br />

proprio sentire emotivo l’esaltazione dell’affermazione <strong>della</strong> verità. Questi gesti violenti<br />

che ancora ora nella sua espressione di significato avvengono – se pur sembravo<br />

insignificanti - finiscono sempre per le logiche delle dinamiche del dominio, del potere,<br />

per sfo<strong>ci</strong>are nel loro parossismo e generare morte. Ora di certo, la tua risposta non mi ha<br />

sorpreso perché non è andata a finire subito in <strong>questo</strong> ambito, ma per il fatto che<br />

quest’ambito è ora in maggior modo espresso in un non senso comunicativo che fa <strong>della</strong><br />

risposta asso<strong>ci</strong>ativa nella comunicazione fonte di esaltazione emotiva per sentirsi<br />

dominanti e superiori all’altro. Sempre più sovente in <strong>questo</strong> tempo effimero <strong>ci</strong>ò è<br />

espresso da gesti del tipo verbale che determinano un’azione corrispondente, e allora il<br />

semplice dire qua o là, o guarda, o l’alzare un brac<strong>ci</strong>o, in modo più o meno sgarbato, per<br />

indicare o attirare o meglio distogliere l’attenzione psichica dell’altro, servono solo per far<br />

fare qualcosa all’altro e in <strong>questo</strong> percepire una sorta di dominio e potere, intelligenza<br />

superiore a quella dell’altro e, <strong>ci</strong>ò in maggior ragione quando questi “tempi verbali”, male<br />

interpretano o non hanno alcun senso “nella capa<strong>ci</strong>tà reale di agire nel significato reale<br />

<strong>della</strong> comunicazione esperita”. Certo il fatto che tu abbia trovato un momento di risposta<br />

per la mia domanda non ti ha dato la necessità di applicare il tuo dominio, ma non è detto<br />

per <strong>questo</strong> che tu non trovi più conveniente sentirti emozionalmente dominate e darti a<br />

quei tempi verbali di cui ti ho parlato, tanto più che <strong>ci</strong>ò non infi<strong>ci</strong>a il processo di potere<br />

so<strong>ci</strong>ale, ch’è governato da un processo mentale che fa dello stimolo alla competizione<br />

darwiniana l’esperienza acclarante la verità.<br />

MP<br />

Comunque in sostanza le possibilità d’incontro, non <strong>sono</strong> più come era qualche epoca fa<br />

dove un blocco culturale serviva per dare ai processi <strong>della</strong> comunicazione un punto<br />

d’incontro per una legittimità moralmente controllata, ma che poteva essere legittima!<br />

PM<br />

Certo ora si può affermare che potenzialmente c’è più libertà, ma cosa avviene in effetti.<br />

Spazio ridotto culturalmente, per una comunicazione culturale tra le persone a favore di<br />

spazi d’incontro surrettizi, dove poter mediare il controllo culturale superando i limiti del<br />

blocco culturale che non esiste più – per solo una rappresentazione di comodo che


giustifichi la surrettizia libertà <strong>della</strong> comunicazione: un invenzione <strong>della</strong> trasgressione, che<br />

finisce per essere blocco culturale <strong>della</strong> reale comunicazione con se stessi e gli altri per gli<br />

individui che hanno modi non surrettizi nella comunicazione di se stessi. E a quest’oggi,<br />

ancora alcuni, paradossalmente su <strong>questo</strong> blocco culturale cercano e trovano spazi<br />

ipoteti<strong>ci</strong> per una moralità legittimamente controllata, ma che sembra, libera. “<br />

Questi gli Header completi:<br />

Path:<br />

tornado.fastwebnet.it!bofh.it!nntp.infostrada.it!twister2.libero.it.POSTED!n<br />

ot-for-mail<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.media.tv<br />

Subject: tempi verbali<br />

Lines: 112<br />

X-Priority: 3<br />

X-MSMail-Priority: Normal<br />

X-Newsreader: Microsoft Outlook Express 6.00.2600.0000<br />

X-MimeOLE: Produced By Microsoft MimeOLE V6.00.2600.0000<br />

Message-ID: <br />

Date: Thu, 02 Jan 2003 11:30:35 GMT<br />

NNTP-Posting-Host: 151.27.183.170<br />

X-Complaints-To: abuse@libero.it<br />

X-Trace: twister2.libero.it 1041507035 151.27.183.170 (Thu, 02 Jan 2003<br />

12:30:35 MET)<br />

NNTP-Posting-Date: Thu, 02 Jan 2003 12:30:35 MET<br />

Organization: [<strong>In</strong>fostrada]<br />

Xref: tornado.fastwebnet.it it.media.tv:113314<br />

Auspicando un Vostro intervento che quantomeno inviti il Vostro utente a<br />

trattare sul Newsgroup IT.MEDIA.TV solo argomenti inerenti il mondo <strong>della</strong><br />

televisione, porgo cordiali saluti.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "Elia" <br />

Newsgroups: it.media.tv<br />

Sent: Thursday, January 02, 2003 5:36 PM<br />

Subject: Re: Il tuo post e' OT<br />

Nell'episodio precedente,<br />

NOpoliticaNOecceteraeccetera osò dire:<br />

> copia interamente<br />

> quanto scritto qui sotto e invialo a: abuse@libero.it<br />

Credi che lo farà??<br />

;)<br />

--


Elia<br />

[Fac<strong>ci</strong>a da ITALIA UNO]<br />

"Ma com'è il tuo DINOSAUREO?" (M.Bosé)<br />

----- Original Message -----<br />

From: "NOpoliticaNOofftopicNOspam" <br />

Newsgroups: it.media.tv<br />

Sent: Thursday, January 02, 2003 6:26 PM<br />

Subject: Your post is<br />

Se anche tu ti sei stufato di leggere su IT.MEDIA.TV post che non trattano di televisione<br />

ma <strong>sono</strong> solo idee politiche, argomenti Off Topic o spam, copia interamente quanto scritto<br />

qui sotto e invialo a:<br />

abuse@alltel.net<br />

Oggetto: Post OT on Newsgroup IT.MEDIA.TV thursday 2th january 2003 time<br />

15.37<br />

Dear Sirs,<br />

your customer DAVID has sent today a post about the sale of pirate software<br />

into the italian Newsgroup IT.MEDIA.TV<br />

We ask you to cancel his account permanently and to inform the police<br />

department of your country.<br />

Best regards.<br />

Nick: DAVID<br />

His e-mail: david@davewarez.biz<br />

Date: thursday 2th january 2003 time 15.37<br />

Title: !!!!!!!!!!!!!!!!!!!! SOFTWARE FOR SALE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!<br />

His complete post:<br />

PC and Mac software available.<br />

Only US$10 or 10 EUR per CD.<br />

Worldwide shipping.<br />

E-mail david@davewarez.biz for a full list.<br />

His complete headers:<br />

Path:<br />

tornado.fastwebnet.it!bnewsfeed00.bru.ops.eu.uu.net!bnewsifeed00.bru.ops.eu.<br />

uu.net!bnewspeer00.bru.ops.eu.uu.net!emea.uu.net!eusc.inter.net!priapus.visi<br />

.com!news-out.visi.com!hermes.visi.com!attcg2!attsl2!ip.att.net!news.alltel.<br />

net!53ab2750!not-for-mail<br />

From: no.email.address.entered@none444.yet<br />

Newsgroups: it.media.tv<br />

Subject: !!!!!!!!!!!!!!!!!!!! SOFTWARE FOR SALE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!<br />

29058<br />

Message-ID:


Organization: <br />

X-Newsreader: Microsoft Outlook Express 6.00.2600.0000<br />

Reply-To: david@davewarez.biz<br />

Lines: 27<br />

Date: Thu, 02 Jan 2003 14:37:55 GMT<br />

NNTP-Posting-Host: 166.102.56.38<br />

X-Complaints-To: abuse@alltel.net<br />

X-Trace: news.alltel.net 1041518275 166.102.56.38 (Thu, 02 Jan 2003 08:37:55<br />

CST)<br />

NNTP-Posting-Date: Thu, 02 Jan 2003 08:37:55 CST<br />

Xref: tornado.fastwebnet.it it.media.tv:113363<br />

Questo post di cui parla "NopoliticaNOofftopicNOspam” non esiste. E non riporto le finte<br />

risposte inviategli.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.media.tv<br />

Sent: Saturday, January 04, 2003 10:29 AM<br />

Subject: Re: Il tuo post e' OT<br />

Chiunque legga questa mia è bene che sappia che non aggiunge niente al mio post tempi<br />

verbali. Voglio solo dire al committente, a cui rispondo, che il mio numero di tel. è<br />

0735753745, può telefonarmi, previa sua presentazione<br />

pubblica su <strong>questo</strong> forum, per vedere" che mi firmo per quello che <strong>sono</strong>. Per quanto<br />

riguarda la sua argomentazione sulla mia, la trovo del tutto insuffi<strong>ci</strong>ente, la motivazione<br />

chi vi addice "inqualificabile, quanto il suo nome, lei naturalmente è libero di averla, mi<br />

scuso per questa ovvietà con l'intelligenza degli altri interlocutori <strong>questo</strong> forum. Concludo<br />

dicendo che il suo "modo", nei miei confronti, compreso quello "formale linguistico" nel<br />

post che ha inviato successivo <strong>questo</strong>, mi ricorda tanto i messaggi, anonimi, che finiscono<br />

nella mia casella postale, pseudo economi<strong>ci</strong>, in italiano o inglese o pseudo porno che non<br />

si sa dove vogliono andare a parare. Se poi è tra quei mentecatti che ogni tanto fanno giri<br />

sotto casa mia, per vedere o immaginare chissà cosa, mi saluti quelle galline e conigli delle<br />

sua amiche, incapa<strong>ci</strong> nei miei confronti di una relazione qualitativamente sana, tanto da<br />

trasferire la virtualità anonima di internet al di fuori del computer, nella vita reale. Se non<br />

fosse tra questi <strong>ci</strong>ò che ho appena detto, non la riguarda. e può inviare questa mia a tutti<br />

gli abusi.it che le pare, è un favore che mi fa. Grazie.<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

"NOpoliticaNOofftopicNOspam" ha scritto<br />

nel messaggio news:h8WQ9.8171$lj5.99419@tornado.fastwebnet.it...<br />

> Se anche tu ti sei stufato di leggere su IT.MEDIA.TV post che non trattano di televisione<br />

ma <strong>sono</strong> solo idee politiche, argomenti Off Topic o spam, copia interamente quanto scritto<br />

qui sotto e invialo a:<br />

> abuse@libero.it<br />

><br />

> Oggetto: Post OT sul Newsgroup IT.MEDIA.TV giovedi 2 gennaio 12.30<br />

><br />

> Gentili signori,


Vi chiedo cortesemente di prendere i dovuti provvedimenti verso il Vostro utente che si<br />

firma <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>, il quale ha inviato sul Newsgroup IT.MEDIA.TV un post<br />

palesemente Off Topic.<br />

> Qui di seguito tutti i dati estrapolati, il suo post e i suoi Header<br />

> completi:<br />

> Nome: <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

> La sua e-mail: patrizio.marozzi@libero.it<br />

> Data messaggio: giovedi 2 gennaio 12.30<br />

> Titolo messaggio: tempi verbali<br />

><br />

> Questo il testo integrale del messaggio:<br />

> " piacessi<br />

[…]<br />

Gettando tre pietre di dimensioni e peso diverso sulla sabbia - se nel tragitto di caduta<br />

non c’è tempo suffi<strong>ci</strong>ente perché aumenti la velo<strong>ci</strong>tà di caduta di ognuna, tanto da<br />

differenziarla tra loro, l’effetto sulla superfi<strong>ci</strong>e <strong>della</strong> spiaggia sarà paritetico e potrà solo<br />

differenziasi per determinata in<strong>ci</strong>denza <strong>della</strong> forma <strong>della</strong> superfi<strong>ci</strong>e <strong>della</strong> pietra che<br />

impatterà sulla sabbia.<br />

Fuori <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> le nuvole, o potrei dire che c’è il sole, o meglio dato che mi appresto a<br />

concludere <strong>questo</strong> <strong>libro</strong> ch’è notte, o <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> le prime lu<strong>ci</strong> dell’alba. Quand’è che finisce o<br />

inizia un giorno, forse nella corrispondenza dell’ora <strong>della</strong> nostra nas<strong>ci</strong>ta con quella <strong>della</strong><br />

nostra morte, o nel tempo del nostro primo giorno fino al nostro ultimo, o oltre tutto <strong>ci</strong>ò, o<br />

come in <strong>questo</strong> caso nello spazio metaforico di una notte un giorno e una notte? Sono forse<br />

le pagine che compongono il <strong>libro</strong>, o io che l’ho scritto, o come credo, quel che ho scritto e<br />

che ognuno lascerà cadere sulla sabbia come vuole o saprà


Appendice del giorno prima<br />

Di <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

Editati nei forum di La Repubblica.it – La Stampa web e il news group it.discussioni<br />

giustizia e it.cultura. e scritti solo in <strong>questo</strong> <strong>libro</strong>, insieme ad altri scritti qui.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.discussioni.giustizia<br />

Sent: Wednesday, April 23, 2003 9:43 AM<br />

Subject: Cosa aspetta Ciampi a s<strong>ci</strong>ogliere le camere<br />

Dato che quello che è scritto nell'articolo de La Repubblica, che riporto qui sotto - mi<br />

sembra un'imbeccata ad Hoc di qualche depistatore o provocatore di non si sa, di quale<br />

servizio, o collaterale ad esso. Mi<br />

chiedo qualora fosse vero quello che vi è scritto, cosa aspetta il presidente <strong>della</strong> repubblica<br />

a s<strong>ci</strong>ogliere le camere per indire nuove elezioni, la magistratura ad avviare un'inchiesta sul<br />

caso, e un fas<strong>ci</strong>colo sul presidente del consiglio ch'era informato per forza di <strong>ci</strong>ò da tempo.<br />

perché qui non è solo in ballo che si è agli ordini <strong>della</strong> Cia, e non c'è Abu Abbas che tenga,<br />

dato che pubblicamente da tempo si sapeva che risiedesse lì. Ma a vedere da <strong>ci</strong>ò sembra<br />

che tra le nuove possibilità di delinquere del<br />

sismi <strong>ci</strong> sia anche quello di infrangere la costituzione, e non mi sembra che il parlamento<br />

ne sia stato informato, e <strong>questo</strong> fa immaginare qualcosa che dire inquietante sembra un<br />

buffetto dato su una guan<strong>ci</strong>a. A maggior ragione ché sotto l'aspetto giuridico<br />

internazionale, questa guerra, è un crimine - in qualsiasi modo la si voglia rigirare - E<br />

aggiungo ancora, non sarà questa<br />

notizia un ulteriore modo, di un modo sempre più consueto di manipolare la politica, e<br />

imporre i dato di fatto anticostituzionali, giuridicamente inammissibili, trasformandoli in<br />

forme che infi<strong>ci</strong>ano il sistema democratico eludendone le regole comuni, appunto con<br />

queste forme di sopruso, o alzando polveroni in mancanza di garanzie costituzionali, o<br />

togliendo di fatto le<br />

garanzia costituzionali per istituire un regime controllato che non può stare con una<br />

democrazia repubblicana. Siamo prossimi al peggio o cosa. E' bene che sia chiaro che chi<br />

ha determinato i morti in Irak se ne assuma la<br />

responsabilità, con tutti i crimini che seguiranno a <strong>ci</strong>ò, continuando <strong>questo</strong> stato di fatto<br />

governato dal sopruso militare ed economico. Perché non sarà un hamburg in più con cui<br />

ingozzarsi a cambiare i fatti e le conseguenze di<br />

chi sui morti e i feriti e tutte le persone oltraggiate dalla guerra – che mi auguro non si<br />

perdano nel rancore - continuerà ad arricchirsi ed a perpetuare la guerra e la sua miseria.<br />

Per ventidue giorni <strong>sono</strong> state compiute operazioni<br />

di intelligence. <strong>In</strong> coordinamento col Comando alleato<br />

Iraq, la guerra segreta<br />

degli agenti del Sismi<br />

Così 007 italiani, in missione nel paese di Saddam,<br />

hanno aiutato sul campo l'eser<strong>ci</strong>to americano<br />

di CARLO BONINI<br />

<strong>In</strong> Iraq, l'Italia ha combattuto la sua guerra. Per ventidue giorni, infiltrati nelle aree metropolitane di Bassora, Bagdad<br />

e Kirkuk, una ventina di uomini del Sismi, il nostro servizio segreto militare, hanno condotto operazioni coperte di<br />

intelligence in appoggio alle forze militari anglo-americane. Qualificate fonti italiane e statunitensi spiegano a<br />

Repubblica che si è trattato di "attività sul terreno". Di "ricognizione e individuazione di obiettivi militari", di "ricerca e<br />

localizzazione" dei dignitari del regime e di "anti terrorismo" su singoli sospettati.<br />

Alle operazioni, coordinate con il Comando alleato (cui per settimane, attraverso l'ambas<strong>ci</strong>ata Usa di Roma, è stato


girato l'intero flusso di informazioni raccolte dagli uomini del servizio), hanno parte<strong>ci</strong>pato tre divisioni del Sismi<br />

(intelligence militare, operazioni e antiterrorismo) e una rete di "fonti dirette" che si è andata infittendo nelle<br />

settimane precedenti il conflitto. Con il "reclutamento" di alti uffi<strong>ci</strong>ali dell'eser<strong>ci</strong>to iracheno e del partito Baath, persuasi<br />

dal Sismi alla "diserzione".<br />

Le cose - per come Repubblica ha appreso ed è stata in grado di verificare - pos<strong>sono</strong> essere raccontate così.<br />

Il 16 aprile, l'arresto in una Bagdad liberata di Abu Abbas, l'uomo del Terrore nei giorni dell'Achille Lauro, mette a<br />

rumore l'Italia. Il direttore del Sismi, Nicolò Pollari, viene ascoltato dal Comitato parlamentare di controllo sui servizi<br />

segreti. Annota l'Ansa: "Gli 007 italiani iperattivi nello scenario iracheno. Sapevano <strong>della</strong> presenza di Abu Abbas.<br />

Hanno lavorato alacremente prima del conflitto in contatto con i servizi dei paesi alleati e stanno preparando la strada<br />

al contingente italiano in partenza per l'Iraq.<br />

Il Presidente del comitato di controllo parlamentare sui servizi segreti, Enzo Bianco, dichiara: "Ora che la cattura del<br />

terrorista è avvenuta, posso dire che Pollari <strong>ci</strong> aveva correttamente informato in una precedente audizione che Abbas<br />

presumibilmente si trovava a Bagdad"".<br />

Il filo che Pollari tira di fronte alla commissione parlamentare e che porta ad Abbas ha dunque poco di casuale. E<br />

comprensibilmente generico è il contesto in cui viene svelato. Il direttore del Sismi ha informazioni buone perché il<br />

Sismi è in Iraq da almeno quattro mesi. Perché la "guerra" del nostro servizio segreto militare è in realtà comin<strong>ci</strong>ata<br />

nelle ultime settimane del dicembre scorso.<br />

<strong>In</strong> quei giorni, nonostante il mondo guardi ancora a Blix e al Consiglio di Sicurezza dell'Onu come possibile argine al conflitto, la macchina<br />

bellica anglo-americana ha già raggiunto nel Golfo Persico un grado di mobilitazione prossimo alla "prontezza". Saddam Hussein è già affare dei<br />

generali. I Paesi <strong>della</strong> "coalizione" che pure non invieranno fanti, aerei o navi, e dunque anche l'Italia, vengono chiamati ad uno sforzo logistico,<br />

militare e informativo.<br />

Il 17 gennaio, il capo di stato maggiore <strong>della</strong> difesa statunitense, il generale Richard B. Myers, è a Roma. <strong>In</strong>contra il ministro <strong>della</strong> difesa Antonio<br />

Martino e, con lui, il capo di stato maggiore <strong>della</strong> difesa italiano Rolando Mosca Moschini, il generale Filiberto Cecchi, capo del Comando<br />

operativo di vertice interforze, la struttura che coordina le missioni militari degli italiani all'estero. I piani operativi del Pentagono prevedono che<br />

le attività belliche sul terreno siano "orientate" delle informazioni che le intelligence militari di tutti i paesi <strong>della</strong> "coalizione" saranno in grado di<br />

rubare in Iraq, oltre la linea del fronte. <strong>In</strong>formazioni che verranno raccolte dal Comando unificato anglo-americano in tempo reale, incro<strong>ci</strong>ate,<br />

elaborate e quindi trasformate in istruzioni alle unità combattenti.<br />

L'idea è a suo modo semplice. Illuminare, per tempo e dall'interno del Paese, gli obiettivi, le mosse a sorpresa di un nemico di cui si ignora<br />

l'esatta dislocazione delle forze militari e che ha scelto di confondere le proprie armi e le proprie milizie tra la popolazione <strong>ci</strong>vile.<br />

<strong>In</strong> Iraq, l'Italia ha una sua "tradizione informativa" risalente nel tempo. Bagdad è piazza tutt'altro che sconos<strong>ci</strong>uta al nostro controspionaggio<br />

militare. Come Bassora, nel sud del Paese, dove nessuna mossa del regime sfugge al silenzioso network informativo s<strong>ci</strong>ita, sulle cui fonti i nostri<br />

servizi sanno di poter contare. Nicolò Pollari, direttore del Sismi, ottiene dunque il via libera dal governo e avvia in Iraq la più imponente<br />

operazione di intelligence e coinvolgimento militare sul terreno che il servizio abbia conos<strong>ci</strong>uto nella sua storia recente.<br />

Le "coperture" con cui tra la fine di gennaio e febbraio gli uomini del Sismi entrano in Iraq <strong>sono</strong> le più diverse. Per dirla con una fonte qualificata<br />

interpellata da Repubblica, <strong>sono</strong> "coperture che hanno richiesto uno sforzo di fantasia". Perché Bagdad, ormai, diffida di tutto e tutti. Ciascuna<br />

unità ignora dunque l'identità e il lavoro affidato alle altre. Nelle zone di Kirkuk (a nord), Bagdad (al centro) e Bassora (a sud), a <strong>ci</strong>ascuna unità è<br />

ritagliato un fazzoletto di territorio iracheno e il rapporto esclusivo con "fonti dirette" che presto si dimostrano di una certa generosità.<br />

Racconta una fonte militare: "Abbiamo vinto questa guerra prima ancora che venisse sparato un solo colpo. Quando abbiamo comin<strong>ci</strong>ato ad<br />

avvi<strong>ci</strong>nare generali e alti uffi<strong>ci</strong>ali dell'eser<strong>ci</strong>to regolare, e con loro funzionari del Baath, per invitarli alla diserzione, <strong>ci</strong> siamo trovati di fronte<br />

uomini disperati. Pronti a barattare il loro patrimonio di informazioni in cambio <strong>della</strong> promessa di una sopravvivenza fisica e in qualche caso<br />

politica nel dopoguerra".<br />

La rapidità con cui il Sismi penetra la struttura militare irachena e il suo partito Stato, la qualità delle informazioni che ne ottiene, sorprendono<br />

gli stessi americani. Allo scoppio <strong>della</strong> guerra, il nostro servizio segreto militare è in grado di comunicare in tempo reale informazioni che<br />

diventano de<strong>ci</strong>sive nel teatro delle operazioni.<br />

Accade subito. Il 20 marzo. Alle 5.35 del mattino, Bagdad è stata investita dal raid aereo che segna l'inizio <strong>della</strong> guerra. Sul reticolo <strong>della</strong> capitale<br />

irachena <strong>sono</strong> piovute bombe di pre<strong>ci</strong>sione e missili Tomahawk lan<strong>ci</strong>ati da incro<strong>ci</strong>atori e sottomarini Usa al largo del Mar Rosso e del Golfo<br />

Persico. Il Comando alleato immagina una reazione irachena ed è il Sismi a indicarne luogo, tempo e modalità. Il nostro servizio segnala<br />

l'attivazione di batterie missilistiche irachene nell'area di Bassora. <strong>In</strong>forma dell'ordine di lan<strong>ci</strong>o e dell'obiettivo: Kuwait City. La controffensiva<br />

irachena è spenta dalle forze anglo-americane all'origine. Non un missile raggiungerà i suoi bersagli.<br />

A contatto con il terreno, le "fonti" e gli occhi del Sismi fanno per una volta il lavoro delle altre intelligence alleate, inglese, americana. Vedono<br />

quello che le colonne corazzate non riescono a vedere. Anche perché, lì dove non arrivano le informazioni rubate agli stati maggiori iracheni,<br />

riesce ad arrivare la rete informativa s<strong>ci</strong>ita di cui gli italiani sembrano aver guadagnato la fidu<strong>ci</strong>a.<br />

Il 4 aprile, in un sobborgo di Bassora, muore sepolto nella sua villa-fortino "Alì il chimico", il paranoico generale cui Saddam ha consegnato la<br />

resistenza di Bassora e dell'Iraq meridionale. Le informazioni che guidano i cac<strong>ci</strong>a inglesi <strong>sono</strong> anche farina del sacco italiano. Per due settimane,<br />

grazie agli s<strong>ci</strong>iti, gli spostamenti di Alì vengono quotidianamente individuati e comunicati al comando alleato. Fino alla fine.<br />

La fonte militare sorride: "È stata una guerra di notizie. E questa volta noi le avevamo. Buone. Perché c'eravamo. Notizie importanti, come quella<br />

che <strong>ci</strong> assicurava che i ponti minati di Bagdad non sarebbero saltati. Ma anche notizie minute, come la consistenza numerica delle colonne<br />

corazzate irachene arretrate dal fronte di Kirkuk verso Bagdad. Molte di queste notizie <strong>sono</strong> servite ieri. Altre serviranno domani".<br />

Notizie - va aggiunto - che spiegano le ragioni <strong>della</strong> richiesta americana di una prosecuzione dell'impegno militare italiano in Iraq e l'insistita<br />

gratitudine al governo, manifestata privatamente e pubblicamente dall'ambas<strong>ci</strong>atore americano in Italia Mel Sembler.<br />

(23 aprile 2003)<br />

----- Original Message -----<br />

From: "pierbattacchio" <br />

Newsgroups: it.discussioni.giustizia<br />

Sent: Wednesday, April 23, 2003 3:30 PM<br />

Subject: Re: Cosa aspetta Ciampi a s<strong>ci</strong>ogliere le camere<br />

E QUAL'E' IL PROBLEMA?<br />

FINALMENTE ABBIAMO UN'ITALIA DI CUI ESSERE ORGOGLIOSI ANCHE PER LA


POLITICA ESTERA, E TU CHE FAI? TI LAMENTI!!<br />

VAI A VIVERE IN FRANCIA, VA!<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.discussioni.giustizia<br />

Sent: Wednesday, April 23, 2003 11:35 PM<br />

Subject: Re: Cosa aspetta Ciampi a s<strong>ci</strong>ogliere le camere<br />

E QUAL'E' IL PROBLEMA?<br />

FINALMENTE ABBIAMO UN'ITALIA DI CUI ESSERE ORGOGLIOSI ANCHE PER LA<br />

POLITICA ESTERA, E TU CHE FAI? TI LAMENTI!!<br />

VAI A VIVERE IN FRANCIA, VA!<br />

Ci <strong>sono</strong> <strong>molti</strong> modi per insultare, <strong>questo</strong>, suo, non è tra i più originali. Sicuramente la<br />

qualifica "oltremodo". Ma mi auguro che tu possa continuare ad esprimerti, nel tuo non<br />

voler sapere e, considerare, perché l'approvazione per un tal fatto mi fa pensare che lei<br />

può ben altro, ma <strong>sono</strong><br />

sicuro che le sue <strong>sono</strong> solo sconclusionte considerazioni, su quanto ha letto, anche se anti<br />

democratiche. E non <strong>sono</strong> certo io che debbo prestarvi "attenzione". Sull'andare in Fran<strong>ci</strong>a<br />

a vivere mi auguro per lei che io non<br />

debba esservi costretto, un giorno, magari da un tipo per ora innocuo come lei. Se poi<br />

dovvessi per altri motivi andar<strong>ci</strong>, per un periodo delimitato, mi sembra evidente che per<br />

lei "ora", è disdicevole, anche <strong>questo</strong>. E non mi<br />

dica, magari, che vi si trova spesso, perché dalla sua risposta considero che lei ama ben<br />

poco anche l'Italia. Sicuramente non discerne molto tra l'uc<strong>ci</strong>dere e non. O forse No!<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

E sul 25 aprile attacca la sinistra: "Ha troppe cose<br />

da farsi perdonare e ora si attacca alla resistenza"<br />

Iraq, Berlusconi ammette<br />

"Difendo l'operato del Sismi"<br />

La nostra intelligence ha collaborato con gli alleati<br />

PORTO ROTONDO - Il Simsi ha collaborato con gli alleati in Iraq. Silvio Berlusconi frena sul nascere la polemica sul ruolo svolto da una<br />

ventina di agenti del Sismi in Iraq durante la guerra. E attacca la sinistra sul 25 aprile, salvando invece l'iniziativa di Carlo Azeglio Ciampi di<br />

celebrare la ricorrenza nel cortile d'onore del Quirinale definendola un'idea "apprezzabile". Il premier è a Porto Rotondo. E si concede ai<br />

giornalisti, che affollano i cancelli davanti alla sua villa.<br />

"La nostra posizione nella coalizione non è mai stata in dubbio e quindi la nostra intelligence ha collaborato con gli alleati, avendo rapporti con i<br />

paesi arabi". Il premier non nega la parte<strong>ci</strong>pazione di una ventina di agenti del Sismi (il servizio segreto militare) in Iraq durante la guerra.<br />

Anti<strong>ci</strong>pata da Repubblica la notizia aveva scatenato subito un vespaio. Margherita, Verdi e Pd<strong>ci</strong> hanno chiesto un immediato chiarimento al<br />

governo. "Saremmo di fronte a un fatto gravissimo, il governo non solo non avrebbe rispettato il mandato conferitogli dal Parlamento ma<br />

avrebbe anche violato lo stesso dettato costituzionale", ha tuonato Rino Pis<strong>ci</strong>tello, dell'esecutivo nazionale <strong>della</strong> Margherita.<br />

Chiamato in parlamento a chiarire il ruolo svolto dall'intelligence militare, Berlusconi fuga ogni dubbio, chiarendo che l'intervento del Sismi<br />

rientra a pieno titolo nelle scelte di politica estera del governo. "Tutto <strong>questo</strong> - ha spiegato il premier - è in piena coerenza con le direttri<strong>ci</strong> <strong>della</strong><br />

nostra politica estera: alleati con gli Usa, sotto il cui ombrello viviamo da anni, in Europa ma non più sudditi delle de<strong>ci</strong>sioni <strong>della</strong> mitteleuropa,<br />

grande attenzione per la Russia e forte considerazione per Israele, unica democrazia nello scacchiere mediorientale".<br />

Che agenti del Sismi avessero operato in Iraq d'altra parte lo aveva ammesso poco prima lo stesso direttore del Servizio Nicolò Pollari in una<br />

lunga telefonata con il presidente del Copaco, Enzo Bianco, presidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti. E' stato lo stesso<br />

Bianco a chiamare Pollari dopo aver letto le indiscrezioni di stampa. Pollari ha confermato che le attività svolte dal Sismi in Iraq <strong>sono</strong> state solo<br />

ed esclusivamente di intelligence - non attività militari. Bianco, che precedentemente avava dichiarato di considerare gravissime eventuali<br />

attività militari, ha preso atto delle rassicurazioni fornite da Pollari.<br />

Sulla giornata del 25 aprile il premier attacca invece l'opposizione. "La sinistra italiana ha troppe cose da farsi perdonare, e ora cercano di trovare<br />

argomenti come la Resistenza per cercare di metter in un angolo il problema di oggi, <strong>ci</strong>oè il fatto che abbia perso la fidu<strong>ci</strong>a degli italiani..".<br />

(23 aprile 2003)<br />

DURO DISCORSO DEL SEGRETARIO DI STATO USA<br />

Colin Powell: «Ora la Fran<strong>ci</strong>a<br />

potrebbe pagare il suo no alla guerra»


La risposta di De Villepin: «Noi abbiamo agito<br />

nel rispetto del diritto internazionale»<br />

23 aprile 2003 La Stampa.it<br />

WASHINGTON. Nonostante le apertura di Parigi a Washington e la disponibilità espressa<br />

dall'ambas<strong>ci</strong>atore francese all'Onu ad una «sospensione» delle sanzioni Onu all'iraq, tra gli<br />

Usa e la Fran<strong>ci</strong>a la tensione resta elevata e un nuovo intervento del segretario di Stato Usa<br />

Powell è destinata a farla salire ancora. Parlando alla Cbs, Powell non esclude che ora la<br />

Fran<strong>ci</strong>a debba «pagare» le conseguenze <strong>della</strong> sua intransigente opposizione alla guerra in<br />

Iraq.<br />

<strong>In</strong>tervistato da Charlie Rose dell'emittente televisiva americana, Powell ha detto che con la<br />

fine <strong>della</strong> guerra una fase di crisi e tensione con la Fran<strong>ci</strong>a si è ormai «chiusa e ora è giunto<br />

il momento di ripensare ai nostri rapporti in modo complessivo».<br />

Quando il conduttore gli ha chiesto se <strong>questo</strong> ripensamento implicasse anche che la<br />

Fran<strong>ci</strong>a ora dovrà subire delle conseguenze per essersi opposta agli Usa, Powell ha<br />

risposto con un secco «si», senza però aggiungere ulteriori dettagli.<br />

E ritornando alle polemiche che hanno diviso Parigi e Washington durante la crisi, Powell<br />

ha aggiunto: «non è un segreto: non pensiamo che in questa fase la Fran<strong>ci</strong>a abbia svolto un<br />

ruolo utile».<br />

Dalla Turchia, dove è in visita, il ministro degli Esteri francese Dominique de Villepin<br />

replica impli<strong>ci</strong>tamente al segretario di Stato usa Colin Powell che in un'intervista ha<br />

definito non «utile» il ruolo svolto dalla Fran<strong>ci</strong>a nella crisi irachena e minac<strong>ci</strong>ato ritorsioni<br />

contro Parigi.<br />

«Per tutto la fase <strong>della</strong> crisi irachena - ha detto il capo <strong>della</strong> diplomazia francese - la<br />

Fran<strong>ci</strong>a, che al suo fianco aveva la grande maggioranza <strong>della</strong> comunità internazionale, ha<br />

agito in accordo con le sue convinzioni e con i suoi prin<strong>ci</strong>pi per difendere il diritto<br />

internazionale».<br />

Anche nel futuro, ha aggiunto De Villepin, «continueremo ad agire in tutte le <strong>ci</strong>rcostanze<br />

in <strong>questo</strong> modo».<br />

Bagdad, un gioiello da salvare<br />

Musei con esposizioni mozzafiato, moschee di inestimabile valore architettonico, palazzi<br />

di starordinaria bellezza. Ma anche poveri bazaar e file di piccoli negozietti che smer<strong>ci</strong>ano<br />

monili, oggetti di cuoio, feltro e coperte. Angoli da sempre caratteristi<strong>ci</strong> di uno dei luoghi<br />

più belli del pianeta. La <strong>ci</strong>ttà di Bagdad non è solo il rifugio di Saddam Hussein. E' un<br />

patrimonio dell'umanità che rischia seriamente di essere cancellato dal bombardamento<br />

più massic<strong>ci</strong>o che si ricordi dalla Seconda guerra Mondiale.<br />

Si pensi al museo iracheno è situato nel distretto di Karkh. Con le sue ventotto gallerie è il<br />

più grande museo nel Medio Oriente, con mostre che coprono fa<strong>ci</strong>lmente un arco di tempo<br />

di 100mila anni. Tra gli oggetti più affas<strong>ci</strong>nanti risalta un <strong>ci</strong>ottolo risalente a 10mila anni fa<br />

con dodi<strong>ci</strong> graffiature profonde in superfice: per gli archeologi potrebbe essere uno dei<br />

primi calendari del mondo. Oppure una guarnizione sumerica di <strong>ci</strong>rca 5.000 anni fa, che<br />

mostra la prima rappresentazione pittorica di due uomini che agitano le mani.<br />

Oppure si pensi al museo di Bagdad, che contiene i modelli a grandezza naturale <strong>della</strong><br />

vecchia <strong>ci</strong>ttà, o al nel museo dell'eredità popolare, nel quale è sposta una collezione di case<br />

tradizionali. O al museo delle arti pionieristice, una casa del 1922-, con le stanze costruite<br />

intorno ad un courtyard centrale che contiene una fontana.<br />

Tra le opere architettoniche a rischio c'è indubbiamente la scuola di Mustansiriyah (del


1300 d.c.) che fu un'università importante durante il trentasettesimo califfato di Abbasid,<br />

Mustansir Billah. Così come il palazzo di Abbasid, costruito nello stesso periodo e nello<br />

stesso stile architettonico.<br />

Sempre del 1300 anche la scuola di Murjaniya, poi demolita nel Novecento e ricostruita in<br />

forma di moschea, conos<strong>ci</strong>uta oggi come il Marjan Mosque.<br />

Tra le costruzioni da salvare c'è anche il Khan Murjan, progettato nel quattordicesimo<br />

secolo per essere una locanda per mercanti e poi diventato la dimora di <strong>molti</strong> eruditi<br />

dell'università. Si riconosce dal luingo corridoio centrale alto più di 13 metri, con gli archi<br />

e le finestre.<br />

Dul<strong>ci</strong>s in fundo l'Al-Khadhimain Mosque, una delle moschee più importanti nel mondo<br />

islamico, con le sue cupole ricoperte d'oro e meravigliosi minareti. La costruzione risale al<br />

sedicesimo secolo.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "pierbattacchio" <br />

Newsgroups: it.discussioni.giustizia<br />

Sent: Thursday, April 24, 2003 10:31 AM<br />

Subject: Re: Cosa aspetta Ciampi a s<strong>ci</strong>ogliere le camere<br />

<strong>Marozzi</strong>, ma che fai? Vaneggi? Ma che di<strong>ci</strong>? Una volta mi dai del lei, poi del tu, poi parli di<br />

una cosa, poi di un'altra, di uc<strong>ci</strong>dere, di amare l'Italia e tante altre cose "sconclusionate".<br />

Su <strong>Marozzi</strong>, cerca di amare anche tu l'Italia come l'amo io e non come fanno quei<br />

comunisti che la denigrano sempre, "senza se e senza ma", spe<strong>ci</strong>almente quando ne<br />

devono parlare in contesti internazionali.<br />

Il buon senso non guasta mai.<br />

Ciao <strong>Marozzi</strong><br />

----- Original Message -----<br />

From: <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

To: Patrice MONTINARI<br />

Sent: Thursday, April 24, 2003 7:54 PM<br />

Subject: Re:<br />

Non ho alcuna difficoltà ad immettere così come mi è pervenuto il tuo messaggio, per il news - mi permetto<br />

solo di inviarti questa e-mail per verificare che raggiunga un recapito. Scusa ma spesso mi capita di<br />

ricevere indirizzi completamente fasulli, saluti<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

----- Original Message -----<br />

From: Patrice MONTINARI<br />

To: patrizio.marozzi@tiscali.it<br />

Sent: Thursday, April 24, 2003 12:04 PM<br />

Scusa caro <strong>Patrizio</strong>, volevo scrivere al la lista di discussionni "giustizia" ma non arrivo a beccare il suo "email".<br />

Mi permetto di fare passare la mia domanda a traverso il tuo.<br />

Grazie e scusa per il disturbo. Cordialmente<br />

<strong>Patrizio</strong> MONTINARI<br />

Messagio per la lista<br />

Sono nato in fran<strong>ci</strong>a, di genitori italiani. O fatto i studi di diritto pubblico in Fran<strong>ci</strong>a.<br />

Vorrei lavorare in Italia, piu pre<strong>ci</strong>samente a ROMA o FIRENZE.<br />

Cerco un uffi<strong>ci</strong>o di avvocati pubbli<strong>ci</strong> o eventualmente di consiglieri in diritto francese.<br />

Forse qualcuno del Newsgroup po darmi delle informazioni ???<br />

Molto grazie a tutti.<br />

<strong>Patrizio</strong><br />

----- Original Message -----


From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.discussioni.giustizia<br />

Sent: Thursday, April 24, 2003 8:05 PM<br />

Subject: richiesta<br />

----- Original Message -----<br />

From: Patrice MONTINARI Brigade-vert()@wanadoo.fr<br />

To: patrizio.marozzi@tiscali.it<br />

Sent: Thursday, April 24, 2003 12:04 PM<br />

----- Original Message -----<br />

From: Patrice MONTINARI<br />

To: <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

Sent: Tuesday, April 08, 2003 8:20 AM<br />

Subject: Re:<br />

O ricevuto il tuo messagio in ritorno.<br />

Molto grazie per il tuo aiuto.<br />

Saluti<br />

<strong>Patrizio</strong> MONTINARI<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Friday, April 25, 2003 11:10 AM<br />

Subject: Re: Ricordando la Sora Lella<br />

Grazie del ricordo. Se non presente <strong>sono</strong> lo stesso con voi anima e corpo<br />

Cordialmente<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

"Sora Lella Fan Club" ha scritto nel messaggio<br />

news:b88bih$7u3$1@news.newsland.it...<br />

> <strong>In</strong> occasione del de<strong>ci</strong>mo anniversario <strong>della</strong> scomparsa <strong>della</strong> "Sora Lella", familiari, ami<strong>ci</strong><br />

e ammiratori (come da lei espressamente richiesto in sede testamentaria) si recheranno a<br />

scoreggiare sulla sua tomba.<br />

> Sono stati organizzati pullman in partenza da tutti i capoluoghi di regione d'Italia. Chi<br />

fosse interessato può scrivere a:<br />

> Trattoria "Sora Lella" - Via di Ponte Quattro Capi 16 - 00186 Roma<br />

> oppure telefonare allo<br />

> 06-6861601<br />

> Grazie a tutti!<br />

><br />

> Sora Lella Fan Club<br />

> ---<br />

> "Partori' è come caca': spigni spigni e t'esce 'no stronzo!" (Sora Lella - Maurizio Costanzo<br />

Show - 12 dicembre 1991)<br />

--<br />

> <strong>questo</strong> articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito<br />

> http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad abuse@newsland.it<br />

It.cultura, it.economia, furum La Stampa.it<br />

Copyright<br />

Se c’è una “cosa” piratesca questa è il copyright. Che ha come unico scopo, prefisso, lo<br />

sfruttamento economico del prodotto creativo artistico, da parte di chi possiede la firma


dell’autore. <strong>In</strong> sostanza con tale possesso, anche in mancanza <strong>della</strong> firma chiunque può<br />

avere la proprietà economica di chiunque, basta che per legge, ne acquisisca i diritti per<br />

primo. Ciò las<strong>ci</strong>a bene intendere che se per esempio qualcuno si arroga il diritto per<br />

esempio su il libri dei libri, come è considerata la Bibbia, può de<strong>ci</strong>dere chi debba leggerla e<br />

perché, in funzione dello sfruttamento economico che esclusivamente può trarne. Mi si<br />

dirà che il diritto d’autore è decaduto, e non <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> eredi che possano richiederne il<br />

compenso. E che quindi neanche Dio in persona ha voce in capitolo sul suo sfruttamento<br />

economico, figurarsi i profeti, per non parlare degli apostoli. Chissà forse Gesù Cristo ha<br />

preferito essere l’ispiratore, di quel che gli apostoli hanno scritto, sapendo che un giorno<br />

una legge come quella del copyright avrebbe finito per togliere libertà creativa a chi crea,<br />

in ragione del possesso <strong>della</strong> firma del creatore da parte esclusiva di qualcun altro.<br />

Sinceramente forse non si è proprio preoccupato, né pensato al copyright. Data<br />

l’ispirazione e la qualità dell’opera, che per fortuna non las<strong>ci</strong>a dubbi, sull’autore.<br />

Altrimenti in funzione del copyright qualcuno avrebbe fatto bottino del suo talento e di<br />

quello degli apostoli, e avrebbe detto voi siete gli autori, ma chi vuole leggere quello che<br />

voi avete scritto lo deve fare nel modo che dico io e a me deve dare i soldi. Come è<br />

immaginabile si aprirebbero, così, questioni irrisolvibili, umanamente. Ora non sarà un<br />

caso che la legge sul copyright è di fattura agloamericana e che così fa che il primo che si<br />

piglia tutto si piglia tutto a pres<strong>ci</strong>ndere di chi sia l’autore, che può anche morire di fame, e<br />

che magari dato che ha perso il possesso <strong>della</strong> sua firma vede anche non lette o conos<strong>ci</strong>ute<br />

le sua opere creative, di conoscenza artistica. Mi si dirà che <strong>molti</strong> <strong>sono</strong> tutt’altro che artisti,<br />

ma allora è per <strong>questo</strong> che guadagnano vendendo la propria firma, e <strong>ci</strong> fanno pure un<br />

sacco di soldi, che ingordi si attaccano al copyright e alle percentuali mass mediologiche<br />

delle multinazionali, che se non rientrano in un tot economico, trovano la cosa poco<br />

artistica, perché esponenzialmente economicamente poco arricchente. Perché il copyright<br />

serve solo per consolidare <strong>questo</strong> tipo di monopolio. La vecchia Europa, come è stata<br />

chiamata, recentemente, si è fondata sul diritto d’autore, su come è costituito il <strong>libro</strong> dei<br />

libri, la Bibbia. Mi si dirà che ha esteso per un tot di anni il pagamento agli eredi dei diritti<br />

d’autore, ad autore morto. La qual cosa non è poi molto compromettente, se non per il<br />

caso che spesso la “gloria” si raccoglie postuma, e spesso ne usufruiscono “lettori”, più di<br />

riflesso che riflessivi. Comunque la possibilità di essere divulgata, l’opera lo gradisce<br />

quanto l’autore. Pertanto analizzando il decreto legge italiano, che vuole adempiere alle<br />

direttive europee, deducendolo dall’articolo letto su La Stampa.it. Vi trovo delle cose<br />

veramente incongruenti con il diritto d’autore. Trovo ingiustificata la tassa sugli<br />

apparecchi di registrazione, quasi servissero, il solo scopo di determinare un’arte solo<br />

dello sfruttamento economico, e che tutto debba avere <strong>questo</strong> fine. A pres<strong>ci</strong>ndere dal fatto<br />

che <strong>ci</strong>ò infi<strong>ci</strong>a la possibilità di diffondere la propria opera artistica, anche gratuitamente,<br />

volendolo, giacché già alla fonte, si paga qualcosa a degli autori e aziende, per un prodotto<br />

artistico che non li riguarda affatto – a meno che non si voglia far pagare una tassa<br />

obbligatoria a chiunque diffonda una propria realizzazione artistica, anche se a titolo<br />

gratuito – per non parlare del target da pagare sui supporti vergine, perché qui oltre che<br />

quello che si presenta, come uguale nella sostanza alla tassa, sugli apparecchi di<br />

registrazione. Ha una condizione peggiorativa giacché con il pagamento del copyright sul<br />

supporto vergine, non si ha la possibilità da parte di un autore indipendente di usufruire<br />

del ritorno <strong>della</strong> percentuale del diritto d’autore riscontrato dalla vendita: “indipendente”<br />

<strong>della</strong> sua opere, ma anche qui tale percentuale torna all’organizzazione”. Con tale tassa a<br />

mio modo di vedere diventa inammissibile il possesso esclusivo <strong>della</strong> firma dell’autore da<br />

parte di un unico soggetto, per lo sfruttamento economico. Perché pagando tale tassa


indistintamente, per prin<strong>ci</strong>pio chiunque può diffondere le opere che danno all’autore una<br />

percentuale, che l’autore ha per mezzo, di “fatto espli<strong>ci</strong>to”, volendo, nell’asso<strong>ci</strong>arsi alla<br />

so<strong>ci</strong>età degli autori. A <strong>questo</strong> punto l’unica cosa sensata per il diritto d’autore, è che<br />

l’opere sia usufruibile, oltre che nelle moltepli<strong>ci</strong> facoltà dell’usufruente, sempre anche<br />

nella forma originale, data dall’autore. Concludo che con questa premessa, trovo a dir<br />

poco disdicevole, per un autore, pensare che le sanzioni per la copia ille<strong>ci</strong>ta dell’opera, non<br />

in quanto mal riprodotta, ma solo in quanto riprodotta, determini una multa ed anche<br />

sanzioni carcerarie, che pos<strong>sono</strong> raggiungere in pari modo sia le organizzazioni criminali<br />

che trovano di fatto in questa modalità, ancora la possibilità dello sfruttamento del<br />

soggetto umano bisognoso - che per mezzo dell’abbassamento del costo delle possibilità<br />

tecnologiche in <strong>questo</strong> campo, potrebbe benissimo entrare in processi so<strong>ci</strong>almente<br />

comparte<strong>ci</strong>pativi, trasparenti - Ma mette sullo stesso piano, tali organizzazioni e chi copia<br />

qualche copia in più anche a scopo gratuito. Poi, da come leggo, viene moralizzato il tutto<br />

dicendo che i soldi delle multe serviranno per fare pubbli<strong>ci</strong>tà contro la pirateria: quale.?<br />

La rivelazione durante un incontro fra delegazioni a Pechino<br />

Powell: "Non <strong>ci</strong> fac<strong>ci</strong>amo intimidire da dichiarazioni bellicose"<br />

La Corea del Nord gela gli Usa<br />

"Abbiamo la bomba nucleare"<br />

WASHINGTON - "Abbiamo la bomba nucleare". Con queste parole di Ri Gun, negoziatore nordcoreano al vertice di Pechino fra Usa, Cina e<br />

Nord Corea il regime asiatico annun<strong>ci</strong>a al mondo di essere in possesso dell'arma atomica. Una svolta improvvisa proprio durante il vertice che<br />

avrebbe dovuto fermare la corsa al riarmo atomico del regime di Pyongyang messa sul tavolo con aria di sfida. Dopo la rivelazione il negoziatore<br />

coreano si è rivolto all'omologo americano e gli ha detto: "Che <strong>ci</strong> vuoi fare?".<br />

Ovviamente i colloqui trilaterali si <strong>sono</strong> interrotti subito e il segretario di stato americano Colin Powell, appresa la novità, ha risposto ai<br />

nordcoreani: "Non <strong>ci</strong> fac<strong>ci</strong>amo intimidire da dichiarazioni bellicose". Anzi, parlando del problema coreano il ministro degli Esteri di Bush ha<br />

avvertito che gli Stati Uniti "non escludono alcuna opzione", ovvero, tradotto dal linguaggio diplomatico, non escludono il ricorso alla forza.<br />

Anzi, l'Amministrazione americana sta anche valutando le possibili azioni per "eliminare" la minac<strong>ci</strong>a posta dal programma nucleare<br />

nordcoreano. "Sono state espresse posizioni dure. I nordcoreani hanno presentato la loro in termini de<strong>ci</strong>si, come hanno fatto la Cina e gli Stati<br />

Uniti", ha detto Powell parlando dei colloqui di Pechino<br />

Adesso, interrotti i colloqui <strong>ci</strong> saranno valutazioni da fare nelle diverse capitali. Washington sperava che a Pechino si potesse fare un primo passo<br />

verso il blocco del programma nucleare nordcoreano. Pyongyang, invece, chiede impegni di sicurezza, che Powell esclude in questa fase di<br />

contatti. "Le parti valuteranno quello che hanno sentito, analizzeranno le proposte fatte e de<strong>ci</strong>deranno", ha proseguito il capo <strong>della</strong> diplomazia<br />

americana. Ma Powell non ha bisogno di sentire i racconti <strong>della</strong> sua delegazione per dire: "Una cosa è chiara: la Corea del Nord non deve<br />

diventare una potenza nucleare. E su <strong>questo</strong> punto la comunità è unita".<br />

(24 aprile 2003) la repubblica.it<br />

1 Maggio 2003<br />

La corea del nord, ha chiesto un patto di non aggressione agli Stati Uniti D’America,<br />

Ramsfeld, dice che con l’Iraq c’è di un nuovo modello per diffondere i valori degli Stati<br />

Uniti. Se le patologie <strong>della</strong> volontà investono, più frequentemente di quanto si immagini,<br />

interi popoli, non da meno la coniugazione di questi con quella del potere referente,<br />

frantuma irreversibilmente la sfera <strong>della</strong> volontà privata dell’individuo. Del resto l’intera<br />

storia dell’uomo è intrisa di quella, che solo negli ultimi secoli – è definita psicologia - una<br />

modalità di psicologia quanto mai compromessa, in modo irreversibile, con i fattori<br />

intrinse<strong>ci</strong> <strong>della</strong> cultura modale, dei comportamenti più di derivazione economica che<br />

antropologica-fineistico di liberazione per conoscenza spirituale, ma come conseguenza di<br />

antagonismi vitalisti<strong>ci</strong> <strong>della</strong> sfera dei fabbisogni primari elementari – <strong>ci</strong>bo e salute fisica –<br />

usate come fonte di controllo ed elaborazione di tale controllo, nella sfera intima<br />

dell’essere umano, che attraverso una psicologia so<strong>ci</strong>ale siffatta, vi si determina come<br />

espressione modale <strong>della</strong> volontà. <strong>In</strong> una logica dinamica di <strong>questo</strong> tipo, anche la sfera<br />

spirituale ch’è per sua stessa essenza, capa<strong>ci</strong>tà di percezione profonda, interrogativa,<br />

quanto risposta all’interrogativo, come consapevolezza <strong>della</strong> capa<strong>ci</strong>tà <strong>della</strong> cos<strong>ci</strong>enza, che<br />

cede alla conoscenza di <strong>ci</strong>ò che non è determinato dalla volontà <strong>della</strong> cos<strong>ci</strong>enza che


controlla, cede e predomina la volontà fineistica nella gerarchirizzazione degli<br />

antagonismi vitalisti<strong>ci</strong>, come fattore modale che controlla la conoscenza come espressione<br />

finita <strong>della</strong> cos<strong>ci</strong>enza siffatta umana, che non dà più nessuna possibilità all’elaborazione<br />

fineistica <strong>della</strong> cos<strong>ci</strong>enza dell’essere umano, in quanto espressione di conoscenza<br />

dell’esistenza dell’interrogativo, che si appresta ad entrare nell’intimità dell’essere umano,<br />

come espressione concreta e pragmatica <strong>della</strong> sua spiritualità che vive, stando ora,<br />

attraverso la relazione vitale dei pensieri umani al di là di modalità finite di controllo <strong>della</strong><br />

conoscenza spirituale, dei valori comuni. Ma togliendo alla spiritualità l’oggettivizzazione<br />

<strong>della</strong> condizione materiale, come comunione con l’alterità spirituale e in quanto tale<br />

fattore intrinseco <strong>della</strong> comunione con l’essere umano. Che così smette, non solo di<br />

immaginare, ma trova in <strong>questo</strong> il controllo dei processi fantasti<strong>ci</strong> come risoluzione per il<br />

predominio <strong>della</strong> volontà che negli antagonismi vuole la supremazia <strong>della</strong> conoscenza e<br />

<strong>della</strong> cos<strong>ci</strong>enza, sviscerando da esse inderogabilmente la forza, che controlla l’amore.<br />

Se la patologia <strong>della</strong> volontà, fin da i più recenti anni con il nazismo il fas<strong>ci</strong>smo,<br />

l’impossibilità di non fanatizzarsi del comunismo, si è espressa palesemente, la<br />

collettivizzazione dei processi neo liberisti, che poco hanno a che fare con la libertà, e con il<br />

superamento degli antagonismi di controllo, per una costruzione dei processi di pace. È<br />

viepiù sia nella sfera intima umana, quanto in quella collettiva, attualità di una patologia<br />

<strong>della</strong> volontà che cerca la sua affermazione, nella corruzione dei valori dell’essere umano,<br />

in quanto procrastrinatrice <strong>della</strong> morte per guerra, che per corruzione degli equilibri<br />

naturali <strong>della</strong> natura e del dialogo dell’essere umano. Che perde così la sua possibilità di<br />

cos<strong>ci</strong>enza e conoscenza, in un paradosso dell’informazione senza né punti di riferimento,<br />

né fine; un’informazione per una emotività spostata, che altera il motivo e la ragione <strong>della</strong><br />

conoscenza e che si assenta completamente dalla percezione spirituale, confondendo un<br />

pensiero fineistico, con un pensiero finito, invertendone i significati e per conseguenza i<br />

comportamenti.<br />

Ieri o oggi, non ho capito bene sembra che gli americani abbiano dichiarato la fine <strong>della</strong><br />

guerra, e Bush farà il suo discorso alla nazione – nella speranza che le borse tornino a<br />

salire – Se anche avesse un senso <strong>questo</strong>, in Iraq si continua a morire, tra depositi di<br />

munizioni che esplodono a Baghdad e militari Usa che sparano sulla folla che protesta a<br />

Falluja, e bambini che trovano le bombe…<br />

[Berlusconi esterna contro la magistratura – perché un altro suo amico è stato condannato,<br />

in primo grado, come dei suoi dipendenti qualche tempo fa. Stavolta il suo amico ha dato<br />

un sacco di soldi a giudi<strong>ci</strong> e avvocati suoi ami<strong>ci</strong>, che si occupavano anche dei suoi fatti, e lo<br />

ha fatto facendoli giungere al destinatario, come denaro occulto, attraversando i paradisi<br />

fiscali di mezzo mondo, ed io non ho capito neanche da dove fossero partiti.]<br />

Nella giornata di ieri mi è capitata tra le mani, la pianta del mio paese, in scala <strong>ci</strong>rca tre<br />

volte più piccola di quella <strong>della</strong> parte che indica la parte che dà il nome al comune in cui<br />

sto, sembra una s<strong>ci</strong>occhezza, eppure è il continuo paradosso, tra l’essere un Italiano e<br />

vivere tra gli italiani, con tutte le privazione che per <strong>questo</strong> un Italiano deve subire:<br />

----- Original Message -----<br />

From: <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

To: anoana@tin.it<br />

Sent: Wednesday, April 30, 2003 5:39 PM<br />

Subject: indicazioni e commenti<br />

Mi è capitata in visione la vostra piantina di <strong>ci</strong>ttà di San Benedetto del Tronto - ho trovato interessante la<br />

parte che indica il paese di Porto D'Ascoli, ridotta in scala è di più rapida consultazione - anche per quel<br />

che riguarda la consultazione dell'elenco delle vie - Ma come è evidente risulta poco immediata e meno


chiara l'identificazione di Porto D'Ascoli, in quanto non risulta scritto sulla parte <strong>della</strong> piantina che lo riguarda.<br />

<strong>In</strong> aggiunta a <strong>ci</strong>ò sarebbe stato oltre modo utile che ne indicaste il nome sulla stazione, mancando non so<br />

per quale motivo, la stazione di San Benedetto del Tronto. Grazie,<br />

cordialmente<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

P.S.<br />

per vostra consultazione allego la piantina contrassegnata dalle mie indicazioni<br />

patrizio.marozzi@tiscali.it<br />

patrizio.marozzi@libero.it<br />

è editata dalla casa editrice Noana 42100 Reggio Emilia, con l’assenso del sindaco attuale<br />

Domenico Martinelli FI - ed è pure con il copyright (ma come è ovvio non la pubblico solo<br />

per non appesantire il file). Comunque per chi vedesse la piantina corretta da me, dico che<br />

non mi è entrata nella copia il fiume Tronto che delimita il confine delle Marche con<br />

l’Abruzzo, e chissà se non manca un bri<strong>ci</strong>olo anche dall’altra parte – per un po’ di<br />

campanile polemica - .<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Marozzi</strong> Fiorella" <br />

To: <br />

Sent: Monday, May 05, 2003 2:41 PM<br />

Subject: Documento2<br />

La ringraziamo per aver<strong>ci</strong> comunicato l'inesattezza <strong>della</strong> piantina di San Benedetto del Tronto, redatta dalla<br />

Ditta NOANA srl di Reggio Emilia.<br />

Concordiamo con lei e sarà nostra premura spedirle al più presto una piantina forse più pre<strong>ci</strong>sa, sarà lei a<br />

darne conferma. La ringraziamo per la sua collaborazione.<br />

L'Uffi<strong>ci</strong>o Pubbliche Relazioni<br />

Fiorella <strong>Marozzi</strong><br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Saturday, May 03, 2003 12:13 PM<br />

Subject: L'America<br />

L’America<br />

L’America, la condizione degli Stati Uniti sembra proprio quelle che <strong>ci</strong> mostra Gianni<br />

Amelio, in <strong>questo</strong> suo film, realistico quanto non mai, puntuale sui tempi come ogni suo<br />

film, quanto criticano da chi si tappa gli occhi e non vuole confrontarsi con la realtà <strong>della</strong><br />

verità, in quanto incapa<strong>ci</strong> di percepirla e capirla. L’America è quel film che per chi non lo<br />

sapesse mostrava il sogno di una Albania, che attraverso le antenne paraboliche aveva<br />

imparato a parlare l’italiano, e che nel vedere quello che mostrava la televisione, nel<br />

sorbirsi tutti quegli spot delle televisioni - commer<strong>ci</strong>ali - che mostravano ricchezza e<br />

successo a portata di mano, dove tutti avevo tutto in sovra più; appena caduto il regime<br />

comunista, in una Albania agricola e poco tecnologizzata, dove le tradizioni si scontravano<br />

con la fame e soprattutto con un divario, di <strong>ci</strong>nquant’anni di un oc<strong>ci</strong>dente che a qualche<br />

centinaio di miglia di mare, al di là <strong>della</strong> costa, mostrava attraverso la televisione la sua<br />

immagine “migliore”. Sbarcarono a migliaia sulle coste italiane, proprio con quei cargo<br />

stracolmi che <strong>ci</strong> ha mostrato Amelio nel suo film, proprio con quei sogni e quella


incredulità, fu un momento unico nella storia umana, in un mondo costruito<br />

sull’informazione e sulla costruzione del suo significato, stava accadendo qualcosa di<br />

inimmaginato; un mondo culturale che si è incontrato senza conoscersi, sui bisogni di una<br />

libertà vista attraverso le immagine di un televisore. E l’importante era potere aver quello<br />

che si vedeva e che permetteva di essere liberi, come lo si immaginava; se si vedeva tutta<br />

quella “ricchezza”, ce ne sarebbe stata per tutti senza problemi. La cosiddetta realtà è stata<br />

ben altra e <strong>molti</strong> di quelli che hanno sognato, hanno trovato incubi e frantumazione, per<br />

avere quello che vedevano, e nell’unico modo che togliesse al tempo il condizionamento<br />

dei processi economi<strong>ci</strong>, che da sempre son serviti per determinare i tempi culturali<br />

dell’economia, per stabilire il bene e il male, al di là di <strong>ci</strong>ò ch’è vero o falso. E così la strada<br />

per <strong>molti</strong> è stata o quella di essere respinti, o quella di essere rifiutati e rimanere qui nel<br />

l’unico modo possibile quello <strong>della</strong> logica <strong>della</strong> prevaricazione e nell’illegalità, in attesa di<br />

ricchezza e possibilità economica. Non esagero dicendo che il primo impatto, è stato più<br />

cruento di quello che si immagina. Quanto possa essere stato scomodo un film come<br />

quello di Amelio, in un ambiente culturale come quello contemporaneo, lo las<strong>ci</strong>o alla<br />

capa<strong>ci</strong>tà di chi lo ha capito, non mi affanno certo a convincere quelli che per convenienza<br />

lo hanno rifiutato o quelli, che pedissequa omologazione dissentono, ma approvano, ma<br />

non hanno la ben che minima capa<strong>ci</strong>tà di interiorizzare i valori e le comprensioni,<br />

“proprie” del proprio intelletto, e finiscono per vivere il tutto, in un atteggiamento anti<br />

moda, che non cambia né il loro atteggiamento, né il senso <strong>della</strong> comunicazioni in cui<br />

cercano di sguazzare; tanto che spesso <strong>sono</strong> più ostruzionisti<strong>ci</strong> delle ostruzioni di quelli<br />

che, per <strong>ci</strong>ò, criticato, né a quelli <strong>della</strong> mentalità anch’essa trasversale che un tempo<br />

sarebbe stata definita borghese e qualunquistica, dove <strong>ci</strong> si indigna. E quindi torno a<br />

parlare degli Stati Uniti, dove i sogni invece di trasferirsi con i vecchi cargo, <strong>sono</strong> entrati<br />

direttamente, dentro le case e i luoghi dove vive la gente, dove tutto è diventato veramente<br />

possibile, e dove l’informazione ha preso il posto definitivo <strong>della</strong> verità. Se già da tempo<br />

non è più importante sapere quando avviene una cosa, Né perché, e soprattutto far<br />

percepire cose che <strong>sono</strong> avvenute come avvenissero nel presente per dare al presente un<br />

significato con più possibilità di controllo, e così magari potere immaginare, quel che più<br />

<strong>ci</strong> dice” che <strong>ci</strong> gratifichi, anche se non è quello che in quel momento sta avvenendo, non è<br />

né vero, ma non può essere neanche falso, è soltanto una menzogna che la si percepisce<br />

senza più percepirla, come se il pensiero trovasse in <strong>questo</strong> un appagamento ad una<br />

curiosità, che non ha bisogno di essere capita scoperta conos<strong>ci</strong>uta, toccata e moralizzata,<br />

ma <strong>ci</strong>ò ch’è determinate è che lo stimolo che abbiamo, è semplicemente quello di sapere se<br />

quello che ipotizziamo e sappiamo essere la risposta, <strong>ci</strong> venga data. Tanto spesso avviene<br />

<strong>questo</strong>, che oramai l’importanza <strong>della</strong> risposta è secondaria a questa sensazione che<br />

proviamo, prima dell’appagamento <strong>della</strong> risposta, che così non è più importante se sia una<br />

cosa vera, falsa, dannosa o no. Perché questa sensazioni <strong>ci</strong> spinge sempre alla ricerca<br />

dell’appagamento, e l’illusione di esso placa la paura di non poterlo avere, la frustrazione<br />

che <strong>ci</strong> viene creata e che <strong>ci</strong> condiziona al punto che il provare prevaricazione, in <strong>questo</strong> la<br />

competizione, dà già una percezione <strong>della</strong> volontà come essenza di potere e forza e<br />

realizzazione. “E su <strong>questo</strong> che la logica di <strong>questo</strong> regime” determina la libertà, agisce sui<br />

più sempli<strong>ci</strong> comportamenti dell’ambiente, e usa l’essere umano in funzione dell’uso degli<br />

oggetti, come espressione non di un volere, ma come funzione di un appagamento, che ha<br />

bisogno di una risposta che non c’è, e che compulsivamente ha bisogno di ripetere la<br />

funzione dell’appagamento, per costruire un senso su un appagamento senza risposta.”<br />

L’intero processo <strong>della</strong> comunicazione contemporanea è siffatto, e vi dico sinceramente<br />

che per quanto si sia capa<strong>ci</strong> di relazionare in un processo di comunicazione eterogeneo e


eale, il mondo <strong>della</strong> comunicazione è sempre <strong>questo</strong>. Non mi spingo nei particolari, ma<br />

spero rius<strong>ci</strong>ate ad immaginare che quel che avviene in tutte le relazioni che si vedono, non<br />

è neanche illusione, ma pura menzogna, appagante, ma non consolatoria. Se volete essere<br />

cercati vi basta , essere così, ma sappiate che seppur <strong>molti</strong> vi cercheranno, nessuno vi<br />

troverà, e nessuno troverete, e <strong>ci</strong>ò è troppo diffi<strong>ci</strong>le da accettare, e allora non resta che<br />

l’appagamento, gli uni con gli altri, ma tutti insieme. Per continuare con gli Stai Uniti”, e<br />

sul modo di percepire, non posso non osservare, che si è in una fase che dissentire è neo<br />

liberisticamente impossibile, giacché si è soggetti, sempre liberisticamente al dileggio<br />

dell’opinione pubblica o all’incarceramento, - per chi manifestò, contro la guerra, durante<br />

i bombardamenti in Iraq - e all’ostra<strong>ci</strong>smo <strong>ci</strong>vile. Non è nuova l’ “opinione pubblica<br />

americana” a <strong>ci</strong>ò, comunque non è mai un bello spettacolo, quando i comportamenti<br />

degenerano al punto che chiunque può liberisticamente, e magari cafonescamente<br />

molestare la vita altrui, in ragione delle opinioni individuali dell’altrui – ma qui entra in<br />

campo la propaganda o la pubbli<strong>ci</strong>tà, las<strong>ci</strong>amoli lì ora – E fac<strong>ci</strong>o una piccola riflessione sul<br />

fatto che una de<strong>ci</strong>na delle maggiori banche d’affari americane, hanno pagato una molta<br />

per conflitto d’interessi, dopo quel popo di falsi in bilan<strong>ci</strong>o e fallimenti, di un po’ di tempo<br />

fa, e l’espressione <strong>della</strong> mia riflessione finisce qui. E dico come sia incredibile che la totale<br />

mancanza di personalità, negli Stati Uniti abbia generato un sostantivo soggentivante e<br />

assoggettante senza un soggetto, ma nell’oggetto astratto del neo liberismo. Del resto<br />

anche in Europa c’è questa spasmodica tendenza di realizzazione, e il conflitto d’interessi<br />

sarà fondamentale per gli equilibri politi<strong>ci</strong> e la formazione di essi, tra un AT europeo, ch’è<br />

insensato senza quello nazionale, tra una salvaguardia delle funzioni istituzionale, ma<br />

anche tecnologica strutturale dei fabbisogni <strong>della</strong> gente, da parte delle nazioni e <strong>della</strong> UE.<br />

Certo c’è qualcuno che in tutto <strong>questo</strong>, tipo in Italia, con il discosto dei sostantivi, vorrebbe<br />

metter<strong>ci</strong> la personalità di Berlusconi e dei sogni delle sue convention aziendali, che in<br />

definitiva si rifanno ad un funzionalismo Klagessiano. È pieno di italiani che sognano<br />

come gli Albanesi dell’America e gli americani di Bush. Comunque sta, che c’è da subire<br />

soprusi e ingiustizie culturali. E mi chiedo, una volta fallito, il “conflitto d’interessi”,<br />

saremo ridotti come gli Stati Uniti, che pensano di risolvere i problemi con le guerre.<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

Newsgroups: it.media.tv<br />

Sent: Sunday, May 04, 2003 10:05 AM<br />

Newsgroups: it.cultura<br />

Sent: Sunday, May 04, 2003 10:07 AM<br />

Subject: Il Bambino defi<strong>ci</strong>ente, la demagogia, e l'ignoranza<br />

Il Bambino defi<strong>ci</strong>ente, la demagogia, e l’ignoranza<br />

Caro bambino defi<strong>ci</strong>ente tra un po’, quando sulla rai <strong>ci</strong> sarà, un programma che qualcuno<br />

con la tua testa, presa a prestito e usata come gli pare, dirà che non è bene tu veda. Chiedi<br />

agli adulti che <strong>sono</strong> lì con te, perché cambiano canale, o se non lo fanno perché devi vedere<br />

un programma con un simbolo rosso che vi lampeggia sopra? Che ti sia chiaro solo un<br />

defi<strong>ci</strong>ente vorrebbe vedere, vedrai che non sapranno proprio cosa risponderti, e quello che<br />

ti diranno è quello che la televisione con lo spot pubbli<strong>ci</strong>tario ti avrà già detto. E allora<br />

sappi che quello che ti immaginerai sarà sicuramente più sensato e vero di quello che ti<br />

viene detto. Se ti verrà, per esempio in mente, che magari con quella luce lampeggiante ti<br />

vogliono ipnotizzare, che con quello che si ascolta sul video, o fanno quelli che vi vedi, e<br />

che magari la pubbli<strong>ci</strong>tà che vedrai in quel programma, quello che vi accadrà, succede con<br />

lo stesso tempo, di come lampeggia la luce. Be’ sei proprio defi<strong>ci</strong>ente a stare lì a guardare


quella cosa, fatta in <strong>questo</strong> modo, e sappi che chiunque la guarda è proprio un defi<strong>ci</strong>ente.<br />

Mi dirai che già vedi milioni di spot pubbli<strong>ci</strong>tari, e che vuoi che sia una novità come<br />

questa, magari “ancor di più” su tutte le televisioni. Non essere così presuntuoso, anche se<br />

magari passi il tuo tempo tra un corso e un altro, tra la palestra e il corso di piano. Sappilo<br />

che <strong>ci</strong>ò non ha nulla a che fare con il talento, giacché non hai un momento per parlare con<br />

te stesso e riflettere sul mondo, e poi magari forse rius<strong>ci</strong>rne a parlare con altri, sei solo un<br />

defi<strong>ci</strong>ente a cui viene detto quanto è bravo, perché devi essere il più bravo di tutti, solo in<br />

<strong>questo</strong> modo un giorno potrai guardare quel programma con il lampeggiatore rosso<br />

pensando che lo fai perché non sei un defi<strong>ci</strong>ente. Vedi che già pensano che sei più<br />

defi<strong>ci</strong>ente di quello che immaginano. Perché guarda che quelli che ti fanno guardare<br />

queste cose lo sanno che sei un defi<strong>ci</strong>ente, anche se non te lo dicono. Tu mi potresti dire,<br />

ma <strong>sono</strong> più defi<strong>ci</strong>enti loro così, può darsi ma anche in <strong>questo</strong> caso, che vuoi fare a gara<br />

per vedere chi è più defi<strong>ci</strong>ente, anche <strong>questo</strong> fa parte del lampeggiante rosso. Se non vuoi<br />

che accada <strong>questo</strong>, non guardare i programmi per defi<strong>ci</strong>ente e manda a quel paese chi te li<br />

vuole far guardare, è l’unico modo per evitare che si accenda il lampeggiatore sul<br />

televisore. Che ti voglio dire, è la stessa schifezza <strong>della</strong> sopra scritta sullo schermo, solo<br />

che oramai a quella ti sei assuefatto, non <strong>ci</strong> si rende conto più neanche <strong>della</strong> defi<strong>ci</strong>enza, e<br />

allora le cose <strong>sono</strong> così peggiorate che non <strong>ci</strong> si può fare più niente. E allora fai altre cose, e<br />

non mi verrai a dire che quando vedi quelle donnine nude sulla pubbli<strong>ci</strong>tà dei manifesti,<br />

per le strade, non <strong>ci</strong> fai più neanche caso. Ma sei proprio defi<strong>ci</strong>ente, mi dirai che <strong>sono</strong> tutte<br />

uguali, ma non è vero, se tu sapessi e conoscessi, scopriresti quanto le donne <strong>sono</strong> diverse<br />

l’una dalle altre; forse mi dirai che quelle del manifesto <strong>sono</strong> diventate più vere di quelle<br />

vere, caro defi<strong>ci</strong>ente forse in <strong>questo</strong> hai ragione. E per il fatto che non c’è più differenza, la<br />

realtà è peggio <strong>della</strong> finzione, perché la realtà <strong>ci</strong> fa desiderare la finzione e non viceversa, e<br />

le donne vere si comportano come quelle finte, e quelle finte <strong>sono</strong> finte. E pensa che il<br />

lampeggiante rosso ch’è tutto <strong>questo</strong>, vorrebbe farti venire un senso critico che fac<strong>ci</strong>a<br />

capire la differenza, di una realtà che non esiste come dovrebbe. E allora fai una cosa<br />

stupis<strong>ci</strong>ti sii incuriosito dalle donnine nude che vedi sui manifesti, parla con la tua<br />

curiosità, ascolta quello che ti succede, cerca di capire in che modo è bene rispondergli,<br />

affinché la donnina del manifesto sia solo un immagine che te ne fa cercare una diversa, e<br />

che il sapone che vi si reclamizza, o la pasta, o gli slip, servano solo per lavarsi, per<br />

mangiare con un buon sugo e le mutante per stare più comodi. E Caro bambino defi<strong>ci</strong>ente<br />

non dimenticare che sei anche una bambina. E allora cerca di capire quale <strong>sono</strong> le cose<br />

vere, e quando vedi un film con persone nude o violente, distingui le cose, poi se serve<br />

mettele insieme, e guarda perché, e trova in te una spiegazione profonda, sempre, anche<br />

quando è divertente, vedrai che un po’ per volta i lampeggianti rossi ti appariranno<br />

sempre più defi<strong>ci</strong>enti e ancor di più quelli che con i lampeggianti rossi vogliono solo<br />

accendere la tua curiosità, e farti vedere stupidaggini, per dirti che <strong>sono</strong> il contrario. Cari<br />

bambini defi<strong>ci</strong>enti, in questi giorni le partite <strong>della</strong> nazionale di cal<strong>ci</strong>o italiana, <strong>sono</strong><br />

diventate piene di spot, <strong>sono</strong> inguardabili, sappiate che non siete moralmente impegnati,<br />

né tanto meno obbligati a essere defi<strong>ci</strong>enti insieme alle vostre famiglie, tutti insieme<br />

appassionatamente defi<strong>ci</strong>enti, davanti al televisore. Che la nazionale se ne vada a<br />

vaffanculo, se dobbiamo essere tutti defi<strong>ci</strong>enti per guardarla, altrimenti se la defi<strong>ci</strong>enza è il<br />

metro, la misura qual è, dov’è, chi è?<br />

----- Original Message -----<br />

From: <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

To: direzione@compagnosegreto.it<br />

Sent: Sunday, May 04, 2003 10:33 AM


Subject: risposta<br />

Riguardo alla e-mail informativa ricevuta, da voi, che in automatico mi ha chiesto di inviarvi, l'automatica<br />

avvenuta destinazione. Confermo con la presente, l'aver ricevuto quanto da voi inviatomi, e gradito. Per quel<br />

che riguarda l'automatismo, aprioristicamente l'ho rifiutato. Giacché lo trovo ambiguo, se non<br />

è relazionalmente concordato, tra gli interlocutori. E dato che è consuetudine che si sta affermando,<br />

generalmente la trovo surrettizia e poco efficace, appunto per la sua eccessiva promiscuità del senso <strong>della</strong><br />

domanda e <strong>della</strong> risposta.<br />

Cordialmente<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

patrizio.marozzi@tiscali.it<br />

patrizio.marozzi@libero.it<br />

Gentile <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>,<br />

grazie per la risposta. <strong>In</strong> effetti neppure io <strong>sono</strong> poi così convinto di mantenere la conferma di<br />

ricevimento.<br />

Anzi, direi che lei mi ha fatto pensare quanto basta per toglierla.<br />

E dunque grazie e cordiali saluti,<br />

Francesco Carbone<br />

----- Original Message -----<br />

From: "<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" <br />

To: "direzione del compagno segreto" <br />

Sent: Sunday, May 04, 2003 11:22 AM<br />

Subject: Letto: risposta<br />

Conferma del messaggio inviato a<br />

"<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>" alle 04/05/03 11.16<br />

Il messaggio è stato visualizzato nel computer del destinatario alle 04/05/03 11.22<br />

<strong>In</strong> effetti questa nuova pratica si aggiunge a quella che internet effettua quando le e-mail,<br />

non hanno il suo regolare corso, che viene sempre acclarato, indipendentemente dal<br />

mittente o dal destinatario. Questa nuova forma è una sorta di raccomandata con<br />

rassicurazione che il mittente effettua per avere l’ipotetica conferma che essa è stata “letta<br />

e ricevuta” dal destinatario. Ora non nel caso spe<strong>ci</strong>fico, dove “il compagno segreto” è una<br />

rivista letteraria, ma questa pratica è anche esplicativa di qualcosa che similarmente ha<br />

determinato, l’estromissione - anche non giuridica, come nel caso di Michele Santoro, e di<br />

Enzo Biagi, che a pres<strong>ci</strong>ndere dall’accettazione o no delle loro conclusioni, in sostanza<br />

<strong>sono</strong> stati, estromessi dal servizio pubblico, l’uno per le domande che faceva e l’altro per le<br />

risposte che cercava; ed è su <strong>questo</strong> livello che gioca la politica del consenso attraverso<br />

l’informazione di <strong>questo</strong> governo, su tale controllo e formazione. E sinceramente ogni<br />

forma, che forma e determina questa condizione contribuisce alla formazione, sempre<br />

involontaria, ma possibilista, e per <strong>questo</strong> recepita come libertaria, ma dove in mancanza<br />

<strong>della</strong> reale consapevole, <strong>della</strong> volontà delle persone, estromette di fatto, sia la loro<br />

parte<strong>ci</strong>pazione consapevole, sia la libertà <strong>della</strong> loro scelta, delegando la comunicazione su<br />

un piano, meccani<strong>ci</strong>stico e funzionale che sostituisce nel processo <strong>della</strong> comunicazione, la<br />

percezione <strong>della</strong> realtà per mezzo dell’esperienza intellettiva e per estensione, possibilità<br />

sensoriale dell’individuo, con una parte<strong>ci</strong>pazione involontaria di esso alle scelte di<br />

significato e significante astratte del processo tecnologico informativo. Ed è bene ricordare<br />

che per quanto un processo possa essere astratto, per considerarsi ancora tale, non può<br />

non avere come riferimento che la rappresentazione <strong>della</strong> realtà sia essa spirituale che


materiale. La sostituzione di <strong>ci</strong>ò sul piano <strong>della</strong> virtualità, non può far sì che diventi<br />

astratta la dimensione umana dell’individuo, e che le sue percezioni non abbiano più un<br />

corrispondente nella sua realtà, che così non è fuori di lui, né osservabile, ma altro da lui,<br />

in quanto agiscono su di esso formandone la relazione, in funzione di <strong>ci</strong>ò che in lui è parte<br />

comunicante con la propria consapevolezza, che non sta più in rapporto con l’alterità<br />

dell’esperienza propria e <strong>della</strong> percezione visiva temporale dell’oggettivo umano<br />

guardabile, o nella consapevolezza dell’oggettivo dell’esistenza guardabile, nella<br />

contemplazione e percezione di una spiritualità oggettiva, in assenza dell’oggetto, ma si<br />

sostituisce a <strong>questo</strong> comunicando con le possibilità profonde <strong>della</strong> consapevolezza, che<br />

così non ha più un rapporto con la cos<strong>ci</strong>enza, e si forma un altro umano identificante,<br />

proprio in ragione <strong>della</strong> sua non riconos<strong>ci</strong>bilità cos<strong>ci</strong>ente, da parte <strong>della</strong> cos<strong>ci</strong>enza<br />

dell’individuo, che si sostituisce all’individuo, rendendolo virtuale, e da <strong>ci</strong>ò determina il<br />

suo significato astratto, dove la concettualità trova in <strong>questo</strong> il fattore <strong>della</strong> sua esperienza,<br />

che si badi non è più astrazione, ma astrazione <strong>della</strong> virtualizzazione dell’individuo, delle<br />

sue possibilità di comunicazione eterogenee e differenziate, sul piano dell’esperienza <strong>della</strong><br />

realtà, dove l’alterità <strong>della</strong> sua capa<strong>ci</strong>tà di vita, è sostituita dall‘altro ch’è se stesso ma che<br />

non può esserlo, non potendo essere niente altro, che l’altro.<br />

“trovata in Iraq tutta la documentazione, delle sentenze di morte eseguite durante il<br />

governo di Saddam Hussein, la documentazione delle procedure interrogatorie delle<br />

persone scomparse durante la dittatura, sembra cessate dopo il 1992.”<br />

Afghanistan<br />

ROMA, 5 MAG - Primo 'avioassalto', in una operazione da combattimento, per gli alpini <strong>della</strong> task force Nibbio in Afghanistan,<br />

svolto congiuntamente con i soldati Usa.<br />

2003-05-05 -<br />

"Sette sorelle" alle prese<br />

col mercato mondiale del petrolioIdentikit, conti e risorse online sulle maggiori<br />

multinazionali mondiali del settore che tutte insieme capitalizzano in Borsa quasi 750<br />

miliardi di dollari.<br />

Exxon Mobil (ticker: XOM)<br />

La statunitense Exxon Mobil Corporation è la prima impresa mondiale dell'energia per<br />

capitalizzazione di Borsa<br />

British Petroleum (ticker: BP)<br />

L'inglese British Petroleum (BP) produce e commer<strong>ci</strong>alizza in tutto il mondo<br />

Total Fina Elf (ticker: TOT)<br />

La franco-belga Total Fina Elf, terza so<strong>ci</strong>età mondiale del settore dell'energia per<br />

capitalizzazione di Borsa<br />

Royal Dutch Petroleum (ticker: RD)<br />

Royal Dutch Petroleum è la finanziaria olandese che controlla il 60% del gruppo angloolandese<br />

Royal Dutch-Shell<br />

ChevronTexaco (ticker: CVX)<br />

La statunitense ChevronTexaco è la capogruppo di un insieme di imprese attive nel settore<br />

petrolifero, nella chimica e nel carbone.<br />

Eni (ticker: E)<br />

L'italiana Eni, sesta compagnia mondiale dell'energia per capitalizzazione di Borsa, è una<br />

multinazionale integrata attiva nel settore del petrolio, del gas naturale, <strong>della</strong> produzione<br />

di energia elettrica e nella petrolchimica.<br />

Shell Transport and Trading (ticker: SC)


L'inglese Shell Transport and Trading, settima compagnia mondiale dell'energia per<br />

capitalizzazione di Borsa, è la holding che controlla il 40% del gruppo anglo-olandese<br />

Royal Dutch-Shell<br />

Nella giornata di ieri, Berlusconi ha rilas<strong>ci</strong>ato una dichiarazione spontanea nel processo<br />

SME che lo vede indagato: in sostanza a sua dire ha identificato nello stato di fatto,<br />

dell’epoca dei fatti in cui si è svolto l’atto di corruzione per cui è imputato, un clima che<br />

infi<strong>ci</strong>ava la legalità democratica, nelle sue istituzioni, tanto che il suo intervento nella<br />

vendita da parte dello stato, ai privati, è stata richiesta dal presidente del consiglio Bettino<br />

Craxi. Ha <strong>ci</strong>tato a tal proposito anche Giuliano Amato che all’epoca, in questa questione, a<br />

dire di Berlusconi, disse che erano state pagate delle tangenti. (Amato smente) – per chi<br />

non lo sapesse <strong>questo</strong> periodo è stato caratterizzato, dal fatto dei finanziamenti ille<strong>ci</strong>ti ai<br />

partiti politi<strong>ci</strong>, e vi furono coinvolti <strong>molti</strong> esponenti di spicco all’interno dei partiti. Per<br />

<strong>questo</strong> e non per altro si cercò di stabilire l’immunità parlamentare, la stessa, che ora<br />

reclama la maggioranza e il governo, con in testa Berlusconi. L’unica cosa che venne fuori<br />

per giustificare tali fatti, fu il dire che era consuetudine consueta tale pratica, gli<br />

imprenditori coinvolti, dissero che era l’unico modo per ottenere appalti, <strong>molti</strong> di essi in<br />

quel clima che li aveva caratterizzati, per l’arroganza del loro potere, al solo sapere di<br />

essere indagati, si sui<strong>ci</strong>darono. Per capire quale fosse il costume so<strong>ci</strong>ale di quel momento,<br />

basta ricordare Poggiolini – che ora non ricordo quale incarico avesse – a cui furono trovati<br />

ingenti capitali ovunque, <strong>molti</strong> dei quali nascosti in ogni mobile <strong>della</strong> sua casa, in forma di<br />

oro o altro. Questo - ed anche altro nel quadro delle finanza” - in quel periodo accadeva e<br />

fu identificato con tangentopoli, che vide nel pool di magistrati di Milano i suoi esponenti<br />

più rappresentativi, e in Di Petro il più rompi scatole <strong>della</strong> classe politica imprenditoriale,<br />

di quegli anni. È anche grazie a <strong>questo</strong> che la scalata di Berlusconi - giunto ad essere già<br />

per grandezza, l’unica grandezza economica, borsistica finanziaria mediologia <strong>della</strong><br />

nazione italiana – ha trovato un vuoto politico culturale dove ha avuto la possibilità di<br />

spingere le sue possibilità di potere anche nel quadro istituzionale politico italiano. Il suo<br />

atto d’accusa contro la magistratura di quel periodo, e parte attuale, è ché lui identifica<br />

come funzionale al sistema politico dell’indipendenza stessa, la magistratura, e fa<br />

dell’azione del suo governo, il motivo prin<strong>ci</strong>pale del quadro delle riforme per il controllo<br />

governativo <strong>della</strong> magistratura, in un quadro meno ampio del controllo istituzionale. È<br />

con questa visione che in definitiva i partiti di governo, tengono a legittimare la loro<br />

posizione, di essere stati eletti dal popolo e per esso ne difendono le scelte, proteggendo la<br />

loro posizione, nell’ambito del loro governo, e in funzione di <strong>questo</strong> modificare le<br />

istituzioni e interpretare a maggioranza parlamentare la costituzione italiana. A me <strong>ci</strong>ò<br />

sembra ben lontano, da una eventuale riforma giudiziaria, che invece che portare ad una<br />

soluzione dei problemi, spinge anzi la ricerca di un quadro istituzionale verso una<br />

stimolazione di carattere peculiarmente economico, dove in ragione <strong>della</strong> concorrenza<br />

vieppiù una stagnazione delle garanzie del <strong>ci</strong>ttadino, in funzione <strong>della</strong> esecuzione <strong>della</strong><br />

sentenza, più che <strong>della</strong> salvaguardia <strong>della</strong> rispettabilità umana dell’individuo. Dove la<br />

dimostrazione di competenza del giudice è vieppiù strumentalizzabile demagogicamente<br />

non solo dal quadro politico. Un effi<strong>ci</strong>entismo che non si pone la questione <strong>della</strong> soluzione<br />

giuridica del buon senso, ma solo quella <strong>della</strong> lei<strong>ci</strong>tà funzionale <strong>della</strong> conflittualità so<strong>ci</strong>ale<br />

del momento, che così sgrava il quadro politico istituzionale dall’assunzione <strong>della</strong><br />

soluzione dei problemi al di là delle ragioni di convenienze emotiva, sus<strong>ci</strong>tatesi, e dalla<br />

normale regola del rispetto istituzionale delle regole di reale re<strong>ci</strong>pro<strong>ci</strong>tà di responsabilità,<br />

tra chi governa e il <strong>ci</strong>ttadino. Perché è solo su queste basi – che non si rappresentano solo


in un rassicurazione emotiva, che serve più alla borsa che altro – ch’è sperabile che il<br />

<strong>ci</strong>ttadino si responsabilizzi al di là <strong>della</strong> legge, e sappia essere libero. E riesca a catarsizzare<br />

anche i propri errori”.<br />

E sempre ieri dopo aver fatto la sua dichiarazione spontanea, chiamando in aula - I legali<br />

di Silvio Berlusconi, dopo la sua deposizione, hanno chiesto l'ammissione <strong>della</strong><br />

testimonianza di numerosi esponenti politi<strong>ci</strong>, tra i quali Giuliano Amato, Cirino Pomi<strong>ci</strong>no<br />

e l'ex ministro Darida, oltre ai componenti del Cda dell'Iri di allora. – uscendo nel<br />

corridoio un tizio identificato in Pietro Ricca, come riportato dalla stampa, figlio di un<br />

magistrato, ha gridato a Berlusconi: "Buffone, fatti processare come tutti gli altri. Rispetta<br />

la legge, la magistratura, la Costituzione, la democrazia e la dignità degli italiani o farai la<br />

fine di Ceausescu o di Don Rodrigo". "Ho solo voluto dire a Berlusconi - ha spiegato poi -<br />

che deve farsi processare come un normale <strong>ci</strong>ttadino e rispettare i giudi<strong>ci</strong> e la<br />

Costituzione". La Repubblica.it<br />

Poi è successo <strong>questo</strong>: Anche l'opposizione replica con fermezza e accusa la maggioranza<br />

di voler "intimidire" il telegiornale <strong>della</strong> terza Rete Rai. Dalla Margherita ai Ds si ricorda<br />

infatti che lo "scambio" tra il <strong>ci</strong>ttadino e Berlusconi è una notizia rimbalzata su tutte le<br />

agenzie di stampa ed ampiamente ripresa da tutti i telegiornali.<br />

Poi è successo <strong>questo</strong>: <strong>In</strong>tanto la presidenza del Consiglio ha de<strong>ci</strong>so di denun<strong>ci</strong>are per<br />

ingiurie l'uomo che stamani ha contestato il presidente del Consiglio nei corridoi del<br />

tribunale di Milano.<br />

E io non capisco come e perché si pretende che io denun<strong>ci</strong> costui. Seppur il presidente del<br />

consiglio a prestato giuramento di fedeltà alla repubblica, non credo che in <strong>questo</strong> caso mi<br />

rappresenti, né rappresenti Pietro Ricca, per me.<br />

Il corpo senza vita trovato in una chiesa di Vittoria<br />

L'uomo aveva uc<strong>ci</strong>so il sindaco e altre 4 persone<br />

A<strong>ci</strong>castello, sui<strong>ci</strong>da<br />

l'autore <strong>della</strong> strage<br />

era un lavoratore precario del Comune<br />

<strong>In</strong> casa custodiva un arsenale con diversi fu<strong>ci</strong>li e pistole<br />

(2 maggio 2003)<br />

si è sui<strong>ci</strong>dato dopo aver colpito la moglie<br />

Altre tre persone ferite nel raptus omi<strong>ci</strong>da. Due gravi<br />

Tragedia a Milano<br />

Uc<strong>ci</strong>de due donne e si spara<br />

Trentuno anni, sposato, viveva in zona Fiera<br />

Disoccupato. Di famiglia benestante. La pistola era di sua proprietà.<br />

(5 maggio 2003)<br />

mercoledì 7 maggio 2003<br />

Roma, protestano con un minuto di silenzio, anche grandi nomi<br />

"Vogliono mettere la ricerca pubblico al servizio delle imprese"<br />

"Questa è una dittatura"<br />

gli s<strong>ci</strong>enziati contro la Moratti<br />

L'assemblea degli "aiutoconvocati respinge la riforma<br />

Giorgio Salvini, presidente onorario dell'Accademia dei Lincei, ha parlato di "segnali che si sta andando verso una dittatura",<br />

affermando che "la questione va al di là del problema <strong>della</strong> ricerca".<br />

Il ministero ha infatti elaborato il suo progetto senza mai raccogliere i pareri dei ricercatori, preferendo affidarsi alle<br />

competenze di una so<strong>ci</strong>età di consulenza aziendale. Il risultato è quella che gli s<strong>ci</strong>enziati hanno definito "una soluzione di<br />

autorità nei modi e nella sostanza" che rivela il "disinteresse di <strong>questo</strong> governo verso il ruolo <strong>della</strong> ricerca nelle forze<br />

economiche".<br />

Lo dimostrerebbe, ad esempio, la de<strong>ci</strong>sione di s<strong>ci</strong>ogliere l'Istituto nazionale di fisica <strong>della</strong> materia, considerato un modello di<br />

effi<strong>ci</strong>enza organizzativa, che la Moratti vuole accorpare al Cnr. O la scelta di inserire nella struttura del Cnr, tra il consiglio<br />

d'amministrazione ed i 108 istituti dell'ente, l'ulteriore livello gerarchico (e burocratico) dei dipartimenti. "Con la scusa di<br />

snellire il Cnr si introduce un modello verti<strong>ci</strong>stico," ha commentato il presidente del Cnr Lu<strong>ci</strong>o Bianco. Secondo Bianco, i tre<br />

decreti in cui il governo intende articolare la riforma vanno addirittura contro la Costituzione, che nell'articolo 33 garantisce


l'autonomia s<strong>ci</strong>entifica ed organizzativa di università ed enti di ricerca. A minac<strong>ci</strong>arla <strong>sono</strong>, tra l'altro, i nuovi meccanismi di<br />

nomina previsti dal governo, che si sostituisce alla comunità dei ricercatori anche nelle strutture di valutazione e consulenza<br />

s<strong>ci</strong>entifica. (25 gennaio 2003)<br />

Non so al momento attuale quale sia la situazione, credo sia ancora a <strong>questo</strong> punto nel<br />

senso che le leggi del governo, che <strong>sono</strong> decreti, dato che secondo il punto di vista, del<br />

presidente del consiglio e dei suoi ministri, avendo la maggioranza in parlamento, non è<br />

indispensabile derogare pr<strong>eventi</strong>vamente, il parlamento, nella discussioni delle leggi –<br />

<strong>questo</strong> è un assioma per conseguenze oggettiva dei fatti, così come si svolgono, il governo<br />

è ben lungi da elaborare un’analisi dei fatti sul suo comportamento, che tendono vieppiù<br />

in spiegazioni demagogiche, basate su una posizione di potere, peggiore di <strong>questo</strong> assioma<br />

– <strong>In</strong> definitiva il tutto si riduce, come espresso dal ministro <strong>della</strong> pubblica istruzione:<br />

Moratti, nel fatto di premiare quei progetti, che <strong>sono</strong> ritenuti utili per lo sviluppo<br />

economico del paese, con il bene pla<strong>ci</strong>do di Zichichi e “poi” anche <strong>della</strong> Montal<strong>ci</strong>ni. Che<br />

concettualmente non vede come sottrarsi da un posizione di <strong>questo</strong> tipo. E la propaganda<br />

continua, dico io. E non si sa come c’è stato un in<strong>ci</strong>dente di percorso su una legge, che ha<br />

approvato alla camera dei deputati, un emendamento del centro sinistra, che dice che nel<br />

settore privato <strong>della</strong> televisione, non si pos<strong>sono</strong> avere più di due reti televisive.<br />

Naturalmente questa rarità sarà corretta dalla maggioranza al senato e poi di nuovo alla<br />

camera. Comunque non si è poi parlato, di rete quattro sul satellite o ceduta ad altri, <strong>della</strong><br />

terza rete senza pubbli<strong>ci</strong>tà. Ma Gasparri, quello che <strong>sono</strong> sicuro insieme ad Alberoni,<br />

so<strong>ci</strong>ologo da best seller nazional popolare, che rappresenta l’aspetto culturale del nuovo<br />

consiglio d’amministrazione <strong>della</strong> rai, che se leggesse questa mia ipotesi sarebbe capace, di<br />

censurami il <strong>libro</strong>; quale ipotesi dice essere lui uno degli artefi<strong>ci</strong> del lampeggiante che<br />

avvisa gli adulti, che quel che si vede: non per immaturi adolescenti. Be’ dicevo che<br />

Gasparri ministro delle telecomunicazione, risolve il fatto nel dire che in futuro <strong>ci</strong> sarà la<br />

televisione digitale terrestre, con un sacco di canali. Che <strong>questo</strong> slogan demagogico possa<br />

risolvere la questione, solo un defi<strong>ci</strong>ente può pensarlo. Certo io concordo, se <strong>ci</strong> fosse<br />

qualcuno, che entrare in comunicazione con un tal livello di superfi<strong>ci</strong>ale senso e significato<br />

di quel che è e deve essere, il rapporto tra realtà e interesse collettivo, reso in modo<br />

estremisticamente superfi<strong>ci</strong>ale dagli interessi di potere, che vedono in sostanza il proprio<br />

tornaconto come unico motivo sensato per affermare la propria convenienza con quella<br />

degli altri, attraverso una dialettica demagogica che parcellizza la verità in funzione di una<br />

asso<strong>ci</strong>azione verbale che dà ai contenuti, la rappresentazione quanto più superfi<strong>ci</strong>ale,<br />

quanto più contenutistica. E basta andare in giro per le strade, non solo davanti alla<br />

televisione, ascoltare, vedere come si comporta molta gente, parlar<strong>ci</strong>, vedere se la<br />

comunicazione è reale o collettivizzata oltre ogni significato personale, per comprendere<br />

quanto è diffusa questa forma mentis, <strong>questo</strong> immenso calderone di niente, dove la libertà<br />

di opinione è un’illusione che cerca conferme nelle notizie giornalistiche. Be’ dicevo<br />

effettivamente di fronte a <strong>questo</strong> popo di miseria, <strong>ci</strong> vuole la genialità per salvaguardarsi e<br />

politicamente ristabilire un costrutto di significato che non sia il plus ultrà <strong>della</strong><br />

superfi<strong>ci</strong>alità, e di<strong>ci</strong>amo pure volgarità.<br />

Del resto già ieri, mentre il Ministro <strong>della</strong> difesa Martino, volava negli Stati Uniti a<br />

prendere ordini e disposizioni, per occupare la sua parte di Iraq, per liberare le forze degli<br />

Stati Uniti, sinceramente non si sa per che cosa, e se qualcuno del governo italiano lo sa,<br />

state pur certi che lo sapremo a cose fatte. <strong>In</strong>sieme ad altre <strong>ci</strong>altronesche Nazioni Europee<br />

che neanche con la convezione <strong>della</strong> nato, dovrebbero stare lì, come la neo entrate nella UE<br />

Polonia, che Europa se si continua ad aprire i mercati, anche riducendo le produzioni, solo<br />

per controllare i mercati, senza integrare le economia più deboli, anche lì dove queste<br />

economie si realizzano, penso all’Africa, che solo così si potrà realizzare un riduzione dei<br />

costi alla produzione e una ricerca di equità so<strong>ci</strong>ale, che riguarda anche le nazioni


cosiddette ricche europee; solo prendendo in considerazione le esigenze di vita delle<br />

nazioni più povere, la ricerca tecnologica progredirà realmente, e le soluzioni s<strong>ci</strong>entifiche<br />

in essa, dovranno gioco forza entrare in parte<strong>ci</strong>pazione con l’Eco Equilibrio del pianeta.<br />

Basta con questa darwinistica virtualizzazione dei problemi umani, c’è gente che muore<br />

per fame per davvero, senza esser<strong>ci</strong> indotta per scopi economi<strong>ci</strong> psicologi<strong>ci</strong> astrattoidi per<br />

il controllo del potere, e <strong>della</strong> loro vita. Ma la cosa mostruosa è che dare una possibilità di<br />

sopravvivenza a chi non l’ha, non rientra nei fatti nell’interesse economico, di chi controlla<br />

in processo economico. Perché Europa con queste prospettive, rischia di diventare quel<br />

mostro economico Statunitense, che ha distrutto l’economia di tutta l’america latina, che<br />

sta sconquassando il mondo e se stessa, nella sua follia. Quindi quando vedo queste neo<br />

entrate che così rapidamente si <strong>sono</strong> convertite ad una economia di guerra, mi incazzo non<br />

poco, perché penso a me stesso alla mia libertà, che continua ad essere ridotta, e vanno in<br />

Iraq, non in organizzazione umanitaria, ma margine di tale ipotesi per un losco giro<br />

d’affari, che l’economia statunitense non sa più stipulare nella legalità, a cui questi vassalli<br />

senza dignità vogliono parte<strong>ci</strong>pare. Se in Italia, <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> ancora segni di qualche forma di<br />

vita, <strong>sono</strong> espressioni di una componente che cerca di difendersi da tutto <strong>ci</strong>ò, solo nel<br />

prin<strong>ci</strong>pio pratico che sa che se tutto si sfas<strong>ci</strong>a i vin<strong>ci</strong>tori <strong>sono</strong> miseri individuo, a cui<br />

rimane solo l’orgoglio dei ladri che si <strong>sono</strong> presi tutto, pure il giocattolo per giocar<strong>ci</strong> da<br />

soli, una scacchiera con i pezzi di un solo colore. Quindi sentendo ieri l’ultima relazione<br />

del presidente <strong>della</strong> consob: Spaventa, è stato chiaro qual è il rischio in cui il mercato<br />

bancario, e l’economia so<strong>ci</strong>ale che ad esso e collegato, sta generando spingendosi in un<br />

ordine di idea che fa <strong>della</strong> virtualizzazione dei mezzi di risparmio e di investimento, con<br />

essi realizzati, un economia che necessita sempre più di maggiore trasparenza pr<strong>eventi</strong>va<br />

e controllo delle finalità conclusive delle azioni finanziarie economiche ed istituzionali, che<br />

ad esse e per mezzo di esse si realizzano. Ora che per il fatto che la consob per mezzo di<br />

Spaventa abbia chiarito che in questa prospettiva la consob agirà, <strong>ci</strong>ò non vuol dire che la<br />

soluzione del problema si sia determinata, anche in ragione del fatto che una parte forte<br />

dell’economia è su queste basi che sta cercano di operare e nella logica di questa<br />

salvaguardia, giacché gran parte del paese è spostato su una posizione contraddittoria in<br />

tal senso. E il presidente <strong>della</strong> repubblica con quell’espressione che non riesce a capire<br />

come mai, sembra che tutto, vada bene, non c’è una ripresa economica. Ora dato che<br />

Ciampi è stato presidente <strong>della</strong> banca d’Italia, mi chiedo sinceramente se non sia in una<br />

fase di senilità precoce accres<strong>ci</strong>uta dal ruolo di capo dello stato che ha. Perché solo un<br />

imbe<strong>ci</strong>lle vede un atteggiamento positivo nelle sue dichiarazioni, tanto da determinare un<br />

ottimismo, ad occhi chiusi che non tiene, in considerazione la situazione globale del paese.<br />

A meno che non si riferisse, al fatto – per me fonte il solo 24ore TV – che alcuni grossi<br />

gruppi abbiano avuto dei benefi<strong>ci</strong>, notevoli dal fatto che per defiscalizzazione hanno<br />

aumentato notevolmente gli introiti, potendo aumentare i dividenti tra gli azionisti, e che<br />

per quanto riguarda il gruppo mondatori, che sappiamo a chi fa riferimento, ha potuto per<br />

<strong>questo</strong> stornare, gran parte delle riserve, ancora sui dividendi, avendo ancora possibilità di<br />

riserva per il mercato flottante delle azioni. Ora è anche vero che alcuni gruppi di<br />

distribuzione hanno avuto, in <strong>questo</strong> periodo, dovuto assumere personale, abbassando i<br />

profitti, ma sinceramente non so quanto in funzione di una reale qualità, comunque anche<br />

su <strong>questo</strong> fronte c’è un forte condizionamento tra il controllo <strong>della</strong> grande distribuzione<br />

commer<strong>ci</strong>ale, e <strong>della</strong> grande distribuzione di chi fornisce i prodotti. Ora che tutto <strong>ci</strong>ò<br />

insieme alla conquista dell’Iraq, che sarà fondamentale nei prossimi anni, ma solo un<br />

palliativo in realtà – ipotizzando solo un asettico ambito economico – possa portare tutta<br />

questa gente che ha incrementato profitti, in <strong>questo</strong> momento – che sempre a detta degli


analisti del solo 24ora, nel futuro decrescerà, tornato in un ambito, che non comprendo se<br />

considerino, di economia reale, o sempre di speculazione di borsa <strong>della</strong> economia reale,<br />

ch’è pazzesco considerare in <strong>questo</strong> ambito internazionale come soluzione pratico morale<br />

legale, pragmatica, <strong>della</strong> soluzione dei problemi. Mi chiedo ancora a fronte di <strong>ci</strong>ò con un<br />

controllo sul debito pubblico, ch’è basato come in ogni logica neo liberista nella vendita<br />

prima, del tutto il vendibile dei beni dello stato, per aumentare i profitti di cui, sopra, e<br />

pariteticamente aumentare anche il debito complessivo dello stato, per aumentare le<br />

dismissioni – necessariamente – dei servizi dello stato, con un via via abbattimento delle<br />

tasse dei ceti economicamente più alti, identificati da se stessi, che governano lo stato come<br />

unica risorsa economica, per incrementare l’economia <strong>della</strong> nazione, distribuire i profitti,<br />

in una scala sempre più ridotta, in una economia sempre più ricca ma sempre più<br />

estesamente so<strong>ci</strong>almente povera, dove anche la salute e il <strong>ci</strong>bo, <strong>sono</strong> elusivo mezzo <strong>della</strong><br />

gestione del potere e affidate alla libertà e da <strong>questo</strong> alla giustizia solidale del libertà del<br />

mercato. Credo che la fine di tutto <strong>ci</strong>ò sia nota, anche se ancora si fa finta di non saperla;<br />

quasi che il sapere di non sapere socratico sia diventato, io so di non sapere, ma non so che<br />

cosa c’è da sapere e se c’è qualcuno che lo sa basta credere che non lo sa, e comportarsi<br />

come se non si sappia: parlare senza domandare né rispondere. Tornado per un attimo al<br />

presidente Ciampi, essendo lui anche il capo dello stato, non riesco a capire come non<br />

intuisca che una economia non può esistere senza <strong>della</strong> regole a cui parte<strong>ci</strong>pare equamente<br />

allo stesso modo, e se uno stato rinun<strong>ci</strong>a all’equità, non rappresenta più nessuno, diventa<br />

morto e immodificabile, fuori dall’esistenza di tutto il mondo umano. Neanche più di<br />

Cesare, ch’è tutto un dire. E da non fare.<br />

Oggi 8 Maggio<br />

Si <strong>sono</strong> verificati alcuni casi di colera in Iraq, per quanto tra la maggior parte <strong>della</strong><br />

popolazione si cerchi di ristabilire una convivenza normale, la luce e l’acqua in maggior<br />

modo <strong>sono</strong> ancora non disponibili nella generalità del paese, i servizi come la raccolta dei<br />

rifiuti non è stata ristabilita, non <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> stipendi, né sistema economico, il corso <strong>della</strong><br />

moneta precedente è stato, a quel che so azzerato, anche se diminuiti si verificano ancora<br />

dei saccheggi. Ho visto un episodio dove avveniva la distribuzione, di alcuni dollari a<br />

persona. Non so da parte di chi, credo da organismi internazionali, come storno dei suoi<br />

fondi per un sostegno di carattere, so<strong>ci</strong>ale alla popolazione di quel villaggio. Non so se<br />

sarà creata una moneta d’occupazione. Ho visto anche delle persone imbucare delle<br />

lettere, con su i francobolli l’immagine di Saddam Hussein, credo che sia stato ristabilito il<br />

servizio postale, e qualche treno funziona, come qualche scuola, gli edifi<strong>ci</strong> delle banche<br />

centrali <strong>sono</strong> stati distrutti, e bombardati, il ministero del petrolio, no. Il sistema sanitario<br />

ha il sostegno medi<strong>ci</strong>nale <strong>della</strong> croce rossa e <strong>della</strong> corrispondente luna rossa. (Gino Strada<br />

è da qualche parete lì) La polizia è sotto il controllo degli americani, succede che i soldati<br />

alleati, armati non ne riconoscono i componenti, che svolgono una funzione di presenza<br />

sul territorio. Gli Statunitensi hanno iniziato a rimettere in lavorazione gli impianti di<br />

estrazione del petrolio, la benzina non è suffi<strong>ci</strong>ente per l’Iraq. Ho visto dopo che gli istituti<br />

bancari erano stati saccheggiati, incendiati, i soldi trasformati in coriandoli, poi ogni tanto<br />

vedo delle immagine dove pacchetti di banconote, in corso con Saddam venire pesate, non<br />

so a che scopo, né a che tipo di riconversione. E tutto costa di più, e immagino pagati con i<br />

vecchi soldi rimasti, da chi non ha i dollari? <strong>In</strong>tanto oggi Bush, Aznar, e Blair, propositori<br />

<strong>della</strong> guerra in Iraq, (non è stato rilas<strong>ci</strong>ato nessun prigioniere Iracheno) chiederanno<br />

all’Ono di togliere le sanzioni all’Iraq, e poter controllare appieno le sue risorse. La ditta<br />

americana che ha iniziato ad estrarre il petrolio con i militari, ha in sub appalto un’altra


ditta, per il ripristino e il potenziamento d’estrazione dei pozzi di petrolio, tale ditta è stata<br />

ingaggiata dal governo Bush, d’urgenza, e c’è stata un’interrogazione da parte di un<br />

deputato del partito democratico, perché non vi è stata nessuna gara d’appalto, per<br />

l’assegnazione. Ovviamente le ditte in questione hanno un riferimento, con Cheney<br />

componente del governo Bush. Ma tutti i componenti <strong>questo</strong> governo hanno un legame<br />

con l’industrie coinvolte. L’Iraq per <strong>molti</strong> prodotti ha bisogno dell’importazione, molte<br />

produzioni interne non si <strong>sono</strong> sviluppate, credo sia per motivi contingenti la sua<br />

conformazione naturale, o di politiche produttive non maturate, sia per i dodi<strong>ci</strong> anni<br />

d’embargo. Che hanno tolto molte possibilità di sviluppo, e resa precaria la vita<br />

quotidiana <strong>della</strong> gente. Ora <strong>molti</strong> senza lavoro. E tutto è bombardato. La componente<br />

umana il sistema sanitario, sembra sia stata la cosa che ha retto meglio il caos, e superato il<br />

periodo dei saccheggi degli ospedali, ora è indispensabile la rimessa in uso di <strong>molti</strong><br />

ospedali, e il potenziamento di quelli che funzionano – spero che gli americani non<br />

sfruttino l’occasione per inquadrare tutto sotto un regime assicurativo assistenziale,<br />

sembra paradossale immaginarlo, ma l’efficentismo del Bush e so<strong>ci</strong> è capace di ogni follia,<br />

per rilan<strong>ci</strong>are l’economia – iniziassero a garantire i bisogni primari a tutta la popolazione,<br />

senza sperequazioni funzionali neo liberiste; come stato che ne occupa un altro, ha il<br />

dovere di garantirle.<br />

C’è stata una notizia, che non <strong>sono</strong> rius<strong>ci</strong>to ad inquadrare accaduta durante l’ultimo<br />

periodo <strong>della</strong> guerra, al tg Lazio è stata data la notizia che era stato arrestato un tizio con<br />

molto denaro iracheno falso. Comunque prima <strong>della</strong> guerra <strong>sono</strong> accaduti <strong>molti</strong> episodi<br />

ambigui, che las<strong>ci</strong>avano presagire una effetto “climatologia”.<br />

Ieri in Italia è stata approvata la legge, che dà ai servizi segreti, la non punibilità dei reati<br />

commessi in servizio, c’è un vincolo che dice che non pos<strong>sono</strong> né ferire né uc<strong>ci</strong>dere – vai a<br />

sapere i modi di offendere – <strong>sono</strong> sotto il controllo totale del presidente del consiglio, che<br />

per l’uopo ch’è Berlusconi ha stabilito di avere la consulenza di tre persone scelte che lo<br />

devono consigliare sul da farsi. Il presidente del consiglio in questa legge ha la<br />

discrezionalità di stabilire quando qualcosa è o possa diventare sovversiva per lo stato; nel<br />

segreto di stato, se esposto a conoscenza pubblica, anche per quel che riguarda le passate<br />

stragi politiche. Oggi un pentito <strong>della</strong> serbia, ha <strong>ci</strong>tato il presidente <strong>della</strong> commissione<br />

Europea Prodi e Fassino segretario dei DS, perché gli è stato riferito che erano i riscossori<br />

di tangenti negli per affari tra la telekom serba e la telecom italiana - la maggioranza di<br />

governo insieme con Berlusconi in testa reclama a gran voce, una qualche forma di<br />

immunità parlamentare che lo riguardi, per la pre<strong>ci</strong>sione ha detto l’ha vorrebbe per tutti i<br />

parlamentari.<br />

<strong>In</strong>tanto c’è chi pensa a riformare l’Ono, in Italia e altrove, spesso è chiaro in che ordine di<br />

idea: del tipo dato che come funzione democratica, non ha funzionato, in quanto se fosse<br />

rius<strong>ci</strong>to dove stava riuscendo, <strong>ci</strong> troveremmo in un mondo diverso per contenuti e forma<br />

democratica di quello attuale, e dato che per il fatto che la potenza militare più forte, con la<br />

sua oligarchia economica, ha de<strong>ci</strong>so che la legalità non avesse più valore, e insieme ad<br />

alcuni stati per convenienza economica ha de<strong>ci</strong>so del tutto autonomamente e fuori dai<br />

processi democrati<strong>ci</strong> <strong>della</strong> rappresentazione mondiale dell’Ono, che per tale potenza<br />

potesse de<strong>ci</strong>dere come volesse <strong>della</strong> sorte <strong>della</strong> diplomazia internazionale e del volere dei<br />

popoli in essa rappresentativi, anche al di là di tutte le manifestazioni di protesta che nel<br />

mondo <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> state, e che per dovere vanno considerate, come non vanno dimenticati nel<br />

rispetto <strong>della</strong> vita, tutti, i morti <strong>della</strong> guerra, che tanto vengono evocati, per convenienza,<br />

ogni volta che si vuole fare un’altra guerra. Tutte le persone che ne soffrono le<br />

conseguenze fisiche, morali, tutt’ora, il resto sembra non sia stato già scordato. Be’ costoro


in sostanza vorrebbero abolire tutto <strong>ci</strong>ò che hanno violentato con la guerra, non si sa bene,<br />

se per continuare peggio di prima con il consenso di tutti, o per evitare gioco forza che non<br />

<strong>ci</strong> sia altra strada che la guerra per opporsi ha chi di guerra si nutre, in entrambi i casi, non<br />

vi è nessuna reale scelta, ma solo una inevitabile conseguenza dei fatti, che ripetono il loro<br />

fallimento. Tras<strong>ci</strong>nare nel fallimento le conseguenze non comporta che fino all’ultimo<br />

istante non si possa lottare coorentemente, perché tale fallimento comporti che <strong>ci</strong> si<br />

comporti incoerentemente con il fine reale <strong>della</strong> libertà. Perché per il terrore di chi<br />

persegue la guerra non vi è immortalità.<br />

Ispettori Rai nella redazione del tg3<br />

8 maggio 2003 estratto da La Stampa.it<br />

ROMA Durissima la presa di posizione dell'esecutivo Usigrai e del Comitato di redazione del Tg3 che in una nota denun<strong>ci</strong>ano<br />

come «nella redazione del Tg3 <strong>sono</strong> all'opera ispettori <strong>della</strong> Rai che stanno interrogando la direzione e gli autori dei servizi<br />

trasmessi dal giornale lunedì scorso sulle dichiarazioni rese dal Presidente del Consiglio al Tribunale di Milano.<br />

«L'on. Berlusconi - prosegue il comunicato - aveva attaccato ieri mattina la testata dai microfoni di «Radio anch'io» parlando di<br />

un agguato preparato col quale il Tg3 era evidentemente d'accordo. Il CdR e l'Usigrai avevano chiesto per tutta la giornata di<br />

ieri una risposta dal vertice aziendale a tutela <strong>della</strong> dignità di tutta l'informazione Rai».<br />

Dopo il vergognoso silenzio di ieri, la risposta - ugualmente vergognosa - è arrivata oggi, mettendo sotto accusa i giornalisti. Le<br />

domande degli ispettori Rai peraltro stanno investendo temi ben più ampi che non la contestazione subita dal Presidente del<br />

consiglio nei corridoi del Tribunale: <strong>ci</strong> si interessa, fra l'altro, anche <strong>della</strong> «esattezza» delle <strong>ci</strong>fre fornite nei servizi del Tg3 sui<br />

conti esteri oggetto del processo milanese.<br />

«Si tratta di un'azione - rilevano ancora Cdr e Usigrai - che mina alla radice l'autonomia dell'informazione Rai, mira ad intimidire<br />

i giornalisti del servizio pubblico, intacca i diritti costituzionali garantiti dall'articolo 21. È un attacco di gravità analoga<br />

all'emendamento contro i giornalisti votato ieri dalla Commissione Giustizia <strong>della</strong> Camera».<br />

«I giornalisti del servizio pubblico - conclude la nota - non hanno alcuna intenzione di assistere in silenzio a questi avvertimenti<br />

aziendali, gli ultimi in ordine di tempo di una serie di attacchi all'autonomia che stanno coinvolgendo altre testate e strutture Rai»<br />

e annun<strong>ci</strong>ano la convocazione di una assemblea per domani pomeriggio a Saxa Rubra.<br />

Scalibrio 9 Maggio 2003<br />

Proprio in <strong>questo</strong> momento è passato un tizio. Fuori di casa, che ha dato su con il clacson<br />

dell’auto. Per la cronaca è uno che in una forma di pazzia asso<strong>ci</strong>ativa sta cercando di<br />

determinare un mobbing nei miei confronti, funzionale psicologico, naturalmente non è da<br />

solo che sta agendo, ed è già borderline da qualche giorno, si è così allargato il processo di<br />

transfert asso<strong>ci</strong>ativo che l’effetto <strong>della</strong> frustrazione sulle proprie percezione, è<br />

continuamente in una fase compensativa, rasente l’effetto psichico <strong>della</strong> bipolarità, c’è<br />

sempre qualcuno che finisce male in <strong>questo</strong> gioco di pazzi, ch’è orami alla portata di tutti,<br />

data l’incapa<strong>ci</strong>tà di sapere quello che si fa, ma solo percepire l’effetto compulsivo<br />

comportamentale. Non vi è nulla in <strong>questo</strong> che non fac<strong>ci</strong>a di <strong>ci</strong>ò un atto di fobia maniacale,<br />

a fini delinquenziali. Sia che le tecniche siano elaborate dai più sofisticati “psicoti<strong>ci</strong>” o<br />

semplicemente in balia incontrollata di chiunque, determini in un processo di transfert, di<br />

derivazione auto suggestiva, competitiva, un fine implosivo nella propria volontà di<br />

potenza che cerca di sopravanzare il processo di transfert del proprio incons<strong>ci</strong>o, sul<br />

soggetto che si vuole mobbingzzare. Dove o in funzione diretta nell’arrecare nocumento al<br />

soggetto, o per progressivo tentativo di destrutturarlo psichicamente, e in funzione di<br />

<strong>questo</strong> determinarne il nocumento autonomamente, senza che appaia nessuna<br />

responsabilità esterna, se non nel caso. Ora in <strong>questo</strong> ultimo tempo <strong>della</strong> storia il lavoro<br />

sulla forma mentis <strong>della</strong> gente si è così strutturato che viepiù la maggior parte <strong>della</strong> gente<br />

vive in processo di auto suggestione, su cui autonomamente inserirsi e far finta di<br />

razionalizzare il processo di transfert, per convogliarlo allo scopo che si vuole, in una sorta<br />

reticolare connettiva i soggetti coinvolti, pur essendo completamente vittime di <strong>ci</strong>ò, ché<br />

per scompenso percettivo <strong>della</strong> determinazione del senso <strong>della</strong> realtà, li trova confacenti<br />

alla manipolazione, pur tuttavia, rimangono conviti che su di essi non abbia nessuno


effetto, effetto che vogliono vedere riscontrato, in chi immaginano percepisca il mobbing<br />

come vittima. <strong>In</strong> realtà <strong>ci</strong>ò il più delle volte è solo un’illusione proiettiva, che dà una<br />

percezione giustificante, che vieppiù annulla la percezione delle possibili conseguenze<br />

dannose, assolvendole in un dominio di volontà, che annulla la percezione del pericolo,<br />

<strong>della</strong> gravità delle conseguenze – ovviamente qualora tali conseguenze<br />

preintenzionalmente non le si vogliano. Su un soggetto so<strong>ci</strong>ale comune che agisce al tal<br />

fine, in una sorta di compulsiva ricerca che nel suo sentire, la sensazione <strong>della</strong> volontà, che<br />

determina l’effetto sul destinatario, è attraversato da una sorta di debolezza psichica, che<br />

si acclara in un effetto dell’abbassamento del significato intellettuale, vieppiù in un<br />

emotività che domina, a cui il loro controverso senso morale, so<strong>ci</strong>alizzato quanto<br />

rappresentativo del loro status so<strong>ci</strong>ale, entra in conflitto con la propria identità, in un<br />

conflitto nell’affermazione del proprio io, nella visione di esso, da se stessi visto, sia nella<br />

loro immagine di come sia visto e considerato dagli altri. È su <strong>questo</strong> effetto di transfert,<br />

che la persona in auto suggestione, agisce per il mobbing sull’altro soggetto, dove in<br />

funzione di esso vede l’affermazione <strong>della</strong> propria identità dell’Io. Ora qui <strong>ci</strong> <strong>sono</strong><br />

apparentemente molte variabili, in realtà il livello più elementare di <strong>ci</strong>ò è quello di attuare<br />

un semplice processo d’invidia, e in base a <strong>questo</strong>, motivare il nocumento sul soggetto. Ciò<br />

è estremamente fa<strong>ci</strong>le, basta far sì che le sicurezze su cui si è costituito, quell’Io trovino un<br />

terreno su cui stabilire una supremazia, sicurezze che vieppiù <strong>sono</strong> sempre mostrate – ma<br />

<strong>questo</strong> è un altro discorso che fa leva su chi manipola altri soggetti verso altri soggetti, ma<br />

qui rimaniamo sul manipolato – di<strong>ci</strong>amo allora che c’è un’idea di Io in cui si sente che la<br />

propria volontà di affermazione è più sicura; man mano che si procede nel mobbing tale<br />

situazione dell’Io entra in conflitto e in competizione con quella dell’Io del mobbingzzato:<br />

L’acclarazione dell’Io del mobbingzzotore, ha sempre bisogno di affermarsi, e per farlo<br />

utilizza sempre la sua percezione di affermazione, che sempre agisce sull’elusione del<br />

significato intellettuale dell’altro, attraverso o un potere che gli viene da una<br />

gerarchirizzazione, so<strong>ci</strong>ale, a cui vieppiù si asso<strong>ci</strong>a in <strong>questo</strong> un processo asso<strong>ci</strong>ativo<br />

so<strong>ci</strong>ale collettivizzato a “cui mostrare l’effetto e il significato del mobbing, questi<br />

cosiddetti, ceto ami<strong>ci</strong>, finisco per essere non da meno del loro artefice, in una coalizzazione<br />

transfert, che cerca a sua volta di espandersi e manipolare, per affermarsi anche in un Io<br />

collettivizzato. Il soggetto in questione, magari in funzione di una qualche qualifica<br />

so<strong>ci</strong>ale, usa ogni mezzo per dimostrare alla propria percezione una sorta di bontà<br />

divinizzante – perché man man che L’Io si deteriora si perde anche la capa<strong>ci</strong>tà di vedere<br />

quale sia il mondo che si vuole, in prospettiva di questa condizione, tanto è nefasta la<br />

visione che l’incons<strong>ci</strong>o <strong>ci</strong> comunica, che o si giunge ad una completa perdita <strong>della</strong><br />

cos<strong>ci</strong>enza, per aderirvi incondizionatamente, o si vive in un continuo stata di alterazione<br />

del significato <strong>della</strong> re<strong>ci</strong>pro<strong>ci</strong>tà dell’esistenza. <strong>In</strong> questa sorta di divinizzazione dell’Io,<br />

costui, deve dimostrare a se stessa/o la propria superiorità, sul mobbingzzato, anche<br />

attraverso i suoi comparte<strong>ci</strong>panti, che assecondanti in <strong>ci</strong>ò cercano la propria affermazione<br />

<strong>della</strong> volontà, attraverso questa comparte<strong>ci</strong>pazione, che sempre più collettivizzata, diventa<br />

sempre più fusa in se stessa. E allora assistiamo ad un processo che va dall’oltraggio, al<br />

delitto, in una sorta di assolutoria ricerca <strong>della</strong> dimostrazione morale <strong>della</strong> propria<br />

superiorità. Qui” le sfaccettature, sembrano infinite, tante quanto <strong>sono</strong> i modo culturali<br />

che le hanno determinate, ma in sostanza <strong>sono</strong> tutte viziate dalla volontà di supremazia.<br />

Allora incomin<strong>ci</strong>ano a comportasi come cafoni, ma forzano l’educazione altrui inserendo<br />

in essa, un vieppiù processo compensativo che ti obbliga a giustificarli, poi magari con<br />

<strong>questo</strong> sistema mostrano agli altri, quando la virtù si mostri grazie a loro, o quelli, più<br />

molestamente che non si può, limitano la libertà del mobbingzzato. Naturalmente il


mobbingzzato può essere superiore in queste cose, parlo <strong>della</strong> sostanza <strong>della</strong> virtù, e non<br />

<strong>della</strong> sua immagine mostrata. E così inizia un altro “gioco” auto suggestionante e<br />

molestante, sempre più patologico e intellettualmente senza senso, e così quello che non<br />

ha senso acquista un non significato, e i significati e la percezione si complica ancor di più,<br />

in una sorta di involuzione dove non si connette più, dove la comunicazione è solo una<br />

rappresentazione immaginaria senza fantasia né realtà. E la cattiveria è a fin di bene. Sta di<br />

fatto per non prolungarmi in <strong>questo</strong> discorso che voglio portare su altri fronti,. Pensiate ad<br />

una donna che per qualche motivo, ha un incontro con me, e in funzione di tutto <strong>ci</strong>ò detto,<br />

sopra, passa molto tempo a relazionare con me in <strong>questo</strong> modo, ogni volta rinun<strong>ci</strong>a a<br />

qualcosa <strong>della</strong> comunicazione reale e continua in una sorta di volontà di affermazione, a<br />

cercare modi surrettizi, oramai in preda al suo Transfert dell’Io per stabilire e assolversi<br />

dalle conseguenze in essere nel suo agire, ma sempre voler stabilire una volontà di<br />

supremazia. E ricordate è comparte<strong>ci</strong>pe ad altri, altri che a loro volta <strong>sono</strong> comparte<strong>ci</strong>pi di<br />

altri, così all’infinto forse, sino alla fine, senza mai avere avuto la volontà di conoscere e<br />

comunicare. Non vado oltre perché l’oltre è davanti agli occhi di tutti, ma credo che <strong>ci</strong>ò<br />

non basti per affermare che <strong>molti</strong> vogliono vederlo. E allora non so proprio cosa dire,<br />

magari a quelle coppie per me sconos<strong>ci</strong>ute che entrano in crisi perché si asso<strong>ci</strong>ano ad altri,<br />

anche con me, magari quando <strong>sono</strong> seduti al <strong>ci</strong>nema, e in base a come ti percepiscono, nel<br />

modo in cui le si è seduti affianco, si accorgono che <strong>sono</strong> con uno stupido che gli permette<br />

di vanitosamente compensarsi, e incomin<strong>ci</strong>ano a romperti le scatole, facendo capire a lui<br />

quello che pensano in confronto a te che sei lì uno sconos<strong>ci</strong>uto, e allora magari per capire<br />

meglio attirano la tua attenzione, e tu alla fine le guardi, e allora ba<strong>ci</strong>ano lui per far capire<br />

lui ch’è il preferito, oppure no, e continuano a non si sa bene che cosa, a stare con lui e fare<br />

l’occhiolino a te, e allora tu magari non le guardi, allora vanno dall’amica, e gli dicono che<br />

sei uno stronzo. Hanno così voglia di fare all’amore, che proprio non lo sanno, perché<br />

anche lì vorrebbero dominare. E non c’è verso che ti interessino a tal punto che se lo<br />

fac<strong>ci</strong>ano credere, o chiedere. Perché il loro gioco è una puerile molestia, fatta degli stessi<br />

prin<strong>ci</strong>pi di come è fatta quella del mobbing sopra. E allora magari si siedono dietro di te e<br />

danno i cal<strong>ci</strong> alla sedia, e poi magari vanno dallo psicologo a dire ma com’è che non<br />

capisce che non fa quello che “voglio”. E allora lo psicologo magari gli spiega un’altra<br />

tecnica più pazza <strong>della</strong> prima, a meno che lei non sia già un psi, e l’amica dell’amica e il<br />

marito, l’amica, che prima dice all’amica che stronzo. Gli prende voglia, ma non lo dice al<br />

marito, e me la trovo attorno che non sa quello che vuole, e io magari gli sorrido per<br />

cortesia o per sbaglio, e il marito non sa cosa è successo, e la moglie gli dice che <strong>sono</strong> uno<br />

stronzo, e allora magari mi fa vedere la fede, o mi passa accanto e mi dice <strong>sono</strong> sposata, e<br />

il marito gli dice ha capito?. E allora i figli che imitano i genitori, ne seguono gli esempi,<br />

impazziscono, ancor di più, e mi rompono i coglioni più <strong>della</strong> madre, per essergli più<br />

bravi. E mi ritrovo addosso queste famiglie del cazzo, pre maman cornuti, frigide, che<br />

fanno pompini virtuali, e non so quand’altro, e chissà se in <strong>questo</strong> modo credono anche<br />

che per me è stato un piacere, e mi dicono è stato bello, e io sinceramente non so di cosa<br />

parlano, che cazzo vogliono pensare, e che io pensi. <strong>In</strong>somma non si riesce a vedere un<br />

film in santa pace, ed il <strong>ci</strong>nema è diventato un covo di aso<strong>ci</strong>ali pervertiti. E allora ti metti<br />

comodo sulla poltrona e te ne freghi di chi e come ti sta accanto. E allora lui che fa,<br />

incomin<strong>ci</strong>a a romperti i coglioni più di lei, e non fa che muoversi, magari la tocca, tossisce<br />

appena, come tu ti metti comodo sulla poltrona, e magari è il plus ultrà delle s<strong>ci</strong>enze del<br />

comportamento che c’è in giro, e allora tu al buoi ti tocchi, per fatti tuoi la cos<strong>ci</strong>a sinistra<br />

mentre lei ti è seduta a destra, e lui si volta condizionato, perché gli era sembrato, che<br />

poggiassi la mano sulla cos<strong>ci</strong>a di lei, e allora tutta un’altra pantomima, per dimostrare che


lui si è girato per motivi che non si riesce a capire, e di cui non me ne frega niente. E<br />

andassero prima possibile a casa con questa loro feli<strong>ci</strong>tà. E mi las<strong>ci</strong>assero vedere un film,<br />

normalmente e non sempre come un genio. Chi cazzo se ne frega che <strong>sono</strong> idioti e perché<br />

lo devono venire a dimostrare a me che non lo <strong>sono</strong>, ma già, dimenticavo ch’è ormai una<br />

cosa generale.<br />

Sinceramente ho avuto molto da fare, anche se volentieri credo avrei trovato piacere a fare<br />

all’amore anche due volte al giorno, ma è veramente diventato tutto assurdo. E porsi un<br />

obbiettivo in tal senso è pressoché didascalico, ché un obbligo o una necessità, non certo<br />

una virtù, o qualcosa che ha a che fare con l’amore. Non so se <strong>sono</strong> <strong>ci</strong>nque o sei anni non<br />

ricordo. Del resto solo le prostitute sembrano non obbligarti a farlo, ma non trovo un<br />

motivo per loro, perché mancano molte cose, <strong>della</strong> libertà. E se dovessi prestare un po’ di<br />

attenzione, nell’impegnarmi in <strong>questo</strong>, che non succede più naturalmente, che sembra che<br />

non piac<strong>ci</strong>a più neanche, e il piacere sia qualcosa di secondario, insomma è fa<strong>ci</strong>le farsi dire<br />

sempre di si, ma non sarebbero i si che voglio, e non <strong>sono</strong> quelli che ho avuto. Starà a fare.<br />

Comunque sia. Ho ricevuto” il solito idiota, che mi ha scritto nel News, che non si distacca<br />

da tutto <strong>ci</strong>ò, da un prevalere culturale, dove in funzione di una propria frustrazione, ti<br />

molesta con la solita ignoranza da persona che <strong>ci</strong>ta, che <strong>ci</strong>ta a memoria nei salotti, dove sta<br />

ma vorrebbe stare, dal riscatto so<strong>ci</strong>ale che ha fatto di una cultura a memoria, ma che non si<br />

dica l’assistente, <strong>della</strong> possibilità di affrancamento so<strong>ci</strong>ale, che emerge ma non è mai<br />

realizzato. Il tipo che non sa né leggere e né scrivere, e che ha nella testa tutto il sapere<br />

scolaresco di <strong>questo</strong> mondo. Il tizio magari che cerca di costruire una superiorità nella<br />

comunicazione, in base a quel che dice e risponde, rendendo elitaria la percezione di quel<br />

che si dice da solo, senza la possibilità di capire quello che dicono gli altri, né come lo<br />

dicono, né perché lo dicono. <strong>In</strong>somma un ignorante, costituzionalizzato, ma si potrebbe<br />

anche dire istituzionalizzato, termine riferito a dei detenuti in carcere che non accettano<br />

più di vivere fuori dal carcere, termine americano. Comunque insomma ‘sto tizio, non so<br />

se è sempre diverso, o sempre lo stesso, anche se cambia nome e mette e-mail false, non<br />

posso negargli ch’è rappresentazione, di una parte importante del sentire italiano, e anche<br />

di qualche parte del mondo. Non vi dico né il nome né le fac<strong>ci</strong>ne che ha messo. Sta di fatto<br />

che chissà che ha nella testa. Diversi anni fa un po’ per gioco, un po’ per davvero, mi fu<br />

chiesto se volevo far parte dei servizi segreti, non so bene in che forma, tanto mi apparve,<br />

un tantino puerile la proposta, e anche un po’ chi me la fece, che poteva essere anche vera.<br />

Sta di fatto che chiesi perché dovevo essere adatto a <strong>ci</strong>ò, dato che non accettavo l’uso delle<br />

armi. Potevo essere adatto ad accattivarmi le relazione con la gente, ero capace di<br />

conoscere gli ambienti e potevo valutare le persone, so<strong>ci</strong>alizzavo fa<strong>ci</strong>lmente – forse perché<br />

intelligente e bello al contempo, e non codificabile – sta di fatto che dissi che volevo altro<br />

dalla vita, e non m’interessava. Mi incuriosì il fatto che nell’eventualità, sarei stato<br />

sottoposto a dei test, attitudinali, a mia insaputa. Mi successe qualcosa del genere, che<br />

infastidì un po’ la mia vita, e si inserì in quella che era la mia vita vera. <strong>In</strong> sostanza vai a<br />

capire che cacchio succede. E d’era in me ben chiaro, già allora che ora sarei stato qui a<br />

scrivere, e a farlo non come questi illusi che si incontrano in internet, ma nella trasparenza<br />

del processo realizzativo creativo, nella creazione dell’arte. Andate a perdere tempo,<br />

Luther Blissianamente, lettori, e riempite la vostra testa di convenzioni fittizie, quanto<br />

convenzionali, giocate con giocattoli che non conoscete, editori, e intascate soldi, dal<br />

committente, che sa qualcosa d’altro. <strong>In</strong>vogliatevi di qualunquismo e invogliate gli altri,<br />

non sia detto che l’ignoranza venga infranta, giustificatela e illudete, tutto deve piacere<br />

senza bisogno che non piac<strong>ci</strong>a; servili servi, per quattro soldi d’ignoranza, per puttane da<br />

salotti buoni, e ville di guerra fondai. Discutete ancora di accenti, senza sapere perché, e


non scordatevi che <strong>ci</strong>ò è redditizio. Il potere <strong>della</strong> menzogna. Godetevelo non vi salverà<br />

certo dalla morte. Una persona e meglio di molte, due soltanto forse, ma è già suffi<strong>ci</strong>ente.<br />

10 maggio 2003<br />

Ora qui <strong>ci</strong> starebbe bene una poesia di Dino Campana, e magari lui che parla dell’idiotità<br />

che lo <strong>ci</strong>rconda. Oppure si finirebbe con lo sprecare le parole, inevitabilmente, in un mare<br />

di protuberanze, sì protuberanze puttaniere, di frasi e insulti delle frasi, di imbrogli di<br />

confidenze e oltraggi, di intimità che si prostituisce e volgarmente pretende. Sembra essere<br />

oramai un assioma, <strong>ci</strong>ò, uno stratagemma dell’incapa<strong>ci</strong>tà, o la capa<strong>ci</strong>tà, di un’impotenza,<br />

che vuol apparire come sapienza. Sta di fatto che l’atto non rappresenta che stoltezza e<br />

nella sua breve esistenza, mette in imbarazzo, tanto è misera la sua essenza, tanto è vuota<br />

la sua rappresentazione umana, ch’è una vergogna. Sta di fatto che queste parole, già<br />

preannun<strong>ci</strong>ano che un processo creativo, è in “suol dirsi, si sta trasformando. È già nella<br />

testa da un’altra parte. Si las<strong>ci</strong>a un luogo, si trova tutto quello che vi è. Parlo di quello che<br />

ha generato <strong>questo</strong> <strong>libro</strong>, di <strong>questo</strong> <strong>libro</strong>. Di <strong>ci</strong>ò che determina di come le parole <strong>sono</strong><br />

scritte, di <strong>ci</strong>ò che le mette insieme, e di tutta la storia che vi è in esse. Ma l’atto di cui parlo<br />

è quello che sempre più inutile e ridicolo mi appare. L’editore, non so se spesso non sia il<br />

caso di provare vergogna di un tale epitaffio, di un appellativo più vi<strong>ci</strong>no alla <strong>ci</strong>altroneria<br />

che alla vergogna. Di un processo creativo, che non sa un bel niente delle tecniche del<br />

processo creativo, che ti dicono che un <strong>libro</strong> è fatto, quando finito, ed un mondo<br />

intellettuale percettivo, emotivo si è trasformato, perché sei perfettamente consapevole di<br />

<strong>questo</strong>. E quel che stai per costruire lo è altrettanto. L’editore, il produttore, e l’artista, <strong>sono</strong><br />

misera cosa, anche tutti e tre insieme, rispetto all’autore. Per non parlare dei lettori di ogni<br />

dito, di quelle amebe delle case editri<strong>ci</strong>. Che magari ti siedono davanti, e neanche si<br />

presentano, e finisce che ti parlino delle cose del tuo <strong>libro</strong>, e ti rendi conto che <strong>sono</strong><br />

completamente impreparati, non sanno neanche il riferimento che ha quello che dicono<br />

con il loro stessi pensieri, con i loro stessi metri di analisi. E poi magari quando è il<br />

momento di pagare il conto, per compensare la loro inferiorità “potenziata”, scroccano<br />

pure, poi magari riferiscono pure all’editore, le loro impressioni, le loro strategie editoriali<br />

sul metro mentale di qualche professore che potrebbe essere, loro lettore, che si tras<strong>ci</strong>na<br />

dietro un mare di analfabeti del corso. Del resto in Italia non <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> persone libere e<br />

pertanto di cultura, e non si può pensare che <strong>ci</strong> siano dei lettori, si è affidati alle tendenze<br />

di salotto, più o meno beceri, la differenza sta solo nel reddito del costo del divano. Oltre<br />

questi figuri, che ho incontrato, un’altra bella rappresentazione degli editori, <strong>sono</strong> le<br />

redazioni, dove si finisce sempre per imbattersi in qualcuno che in base a non si sa quale<br />

facoltà, crede di avere il potere, del sacro sapere, quasi come quei criti<strong>ci</strong> che si fanno<br />

ungere per emettere un certificato. O criti<strong>ci</strong> addetti, o che altro, che per una facoltà<br />

onnipotente, credono di avere la licenza di essere cafoni, solo perché incapa<strong>ci</strong> di<br />

confrontarsi, finanche sul piano dei comportamenti, son quasi peggio di quelli, che non ti<br />

dicono chi <strong>sono</strong> per paura di dover dimostrare quel che <strong>sono</strong>. Io credo, sinceramente che il<br />

mondo che in sostanza si e no determina una somma di venduto, è l’azzecar<strong>ci</strong> o no in, per<br />

puro riflesso surrettizio, è a sua volta un caso di riflesso delle redazioni. Be’ poi c’è tutto il<br />

can can che determina la qualità del surrettizio. E niente altro il nulla totale. E allora<br />

quanto mi capita, per mia volontà raramente, <strong>questo</strong> nulla prima del nulla <strong>della</strong><br />

pubblicazione, il suo imbarazzo, nel dover apparire qualcosa, quando non lo è, è tra le<br />

cose più squallide e dispendiose, e dissipatri<strong>ci</strong> di tutto. Un arroccamento senza scacchiera,<br />

una mossa sulla scacchiera che non si vuol fare, per non sapere se si perde, e far finta che<br />

non si debba fare. Allora ti rendi conto che hai a che fare con degli idioti totali; di persone<br />

che parlano di autori, senza proprio averne il diritto. <strong>In</strong>somma se è indispensabile scrivere


certe cose lo è altrettanto leggerle, ma <strong>ci</strong>ò non è determinate che si “leggano”. Allora<br />

dicevo in <strong>questo</strong> <strong>libro</strong> che già mi fa parlare come avevo abbandonato, e che dopo l’ultima<br />

battuta di “tasto” sarà finito… dicevo che nelle redazione dopo magari avere incontrato un<br />

di codesti lettori editoriali, come un fantasma. Ti capita inevitabilmente primo o poi una<br />

segretaria che va di paro passo con l’andamento <strong>della</strong> casa editrice, e del suo editore.<br />

Sempre come decade l’ipotesi di qualità <strong>della</strong> casa editrice, in uguale i comportamenti<br />

<strong>sono</strong> quelli <strong>della</strong> scacchiera, naturalmente per quelle poche, che immediatamente non si<br />

rivelano tali. <strong>In</strong> sostanza sembra una logica impropria di sostanziale percentualità, e<br />

percentile <strong>della</strong> casa editrice, nell’ambito <strong>della</strong> percezione, <strong>della</strong> redazione addetta. Che<br />

non sa capire più quale sia la sua identità, su cui il percentile di corruttibilità dell’autore,<br />

determina il suo comportamento, in base alla possibilità percentile di influenza dell’autore<br />

sulla redazione l’editore. Tutti <strong>sono</strong> corruttibili, il gioco delle parti fa parte <strong>della</strong> finzione<br />

<strong>della</strong> rappresentazione <strong>della</strong> scacchiera con i pezzi fermi. È una mondezza per me tutto<br />

<strong>questo</strong>, e non cambierebbe la mia vita, e non ho, la, voglia di sprecare così tante energie,<br />

per una tale illusione. Ciò non toglie che sia estremamente fastidioso, prima o poi aver<strong>ci</strong> a<br />

che fare. E allora non vi <strong>ci</strong>to nei dettagli alcune di queste situazione, né dettagliatamente i<br />

fatti, i comportamenti accaduti. Per alcune di esse… li già trovate edulcorati, in precedenti<br />

miei libri. E allora come in un telegramma di alcune righe, senza nessuna poetica<br />

immaginazione: “Non la conosce nessuno” Non trovo il suo manoscritto” (la nuova<br />

addetta <strong>della</strong> Adelphi) TNT il corriere, Lo Abbiamo spedito ma non abbiamo la ricevuta.<br />

SDA non è arrivato per il prezzo che ho pagato, ma in serata, è stato ritirato dalla<br />

segretaria di Callasso. Tutto il pomeriggio. Centralino, mi passa l’addetta. Sono… si attiva<br />

la segreteria telefonica. Tutto il pomeriggio – rottura di scatole tra telefonate, a corrieri e<br />

addetti e non si sa chi altro”. Telefono tardo pomeriggio, segreteria telefonica: è stato<br />

ritirato da un certo Vaglio. Più tardi, la nuova addetta, sempre in un linguaggio da<br />

parafrasi, che non si sa cosa vuole accalorare o formalmente evidenziare del suo<br />

comportamento. Pazienza ma gran rottura di coglioni. Ascolto, formula di scuse. I rapporti<br />

con l’Adelphi non <strong>sono</strong> mai andati oltre, un rispetto formale, sostenuto nella sostanza,<br />

dalla cortesia e disponibilità, sempre chiara, nell’addetta precedente, non ricordo bene ma<br />

credo, da ben oltre una decade, ma anche fosse solo un giorno, la sostanza non cambia.<br />

Non <strong>ci</strong>to nomi. “Né i comportamenti di alcune donne, in tutti gli attori professionali <strong>ci</strong>tati.<br />

Passa un tot di mesi, solito <strong>ci</strong>rca sei. Ricevo una lettera, di rifiuto. L’Addetta - è fatta in<br />

quel modo, per una disponibilità confidenziale. Io, non mi risulta che si sia mai stabilità<br />

un’intimità, perché io comprenda questa forma di comportamento (che non ha sostanza)<br />

per me è cafonaggine estrema. Anche se accetto la sua spiegazione (in sostanza il formale,<br />

a dato spazio ad un qualunquismo senza nessuna informazione necessaria per una<br />

relazione di base). Il signor Calasso è il proprietario <strong>della</strong> casa editrice, può fare <strong>ci</strong>ò che<br />

vuole, ma io posso trarne le conseguenze, dico.<br />

Il <strong>libro</strong> è finito. Ci vediamo in un altro <strong>libro</strong>.<br />

Desirèe, caso risolto<br />

Non ho niente da dire<br />

14/10/2002 13:02<br />

O si accetta la realtà o la si rifiuta, pensare che in una so<strong>ci</strong>età organizzata non <strong>ci</strong> sia gente<br />

che riesce a non subire l'organizzazione stereotipata con cui la so<strong>ci</strong>età è organizzata, è un<br />

atteggiamento negativo soprattutto da parte di chi si identifica nei canoni so<strong>ci</strong>ali e non


iconosce nell'altro “un modo diverso” - in fin dei conti con un po' più di attività critica -<br />

nei confronti del sistema stereotipato <strong>della</strong> so<strong>ci</strong>età. Del resto il fatto stesso di uno sviluppo<br />

alternativo non è qualcosa che necessariamente dà alla so<strong>ci</strong>età organizzata meno ricchezza,<br />

ma può cozzare con lo stato emotivo di chi in questa emotività identifica la propria<br />

identità. Prendiamo per paradigma un Van Gogh, ma io <strong>ci</strong> metterei anche Einstein,<br />

boc<strong>ci</strong>ato a scuola. Ora è le<strong>ci</strong>to pretendere dalla so<strong>ci</strong>età che organizza il sistema percettivo,<br />

emotivo dell'individuo per la sua funzione so<strong>ci</strong>ale e che dà all'individuo nella sua<br />

espressione so<strong>ci</strong>ale le rassicurazione che l'individuo abbisogna, che chi non trova in <strong>questo</strong><br />

sistema reale espressione di se stesso debba avere la capa<strong>ci</strong>tà geniale di dar progresso alla<br />

so<strong>ci</strong>età nella massima espressione <strong>della</strong> sua libera creatività, ed è giusto da parte <strong>della</strong><br />

so<strong>ci</strong>età chiedere un sacrifi<strong>ci</strong>o inumano come nel caso di Van Gogh. Mi si può dire ch'è<br />

passato del tempo da quella so<strong>ci</strong>età, forse sì, forse ora può apparire più fa<strong>ci</strong>le esprimersi<br />

liberamente, ma in realtà la so<strong>ci</strong>età è organizzata in modo così capillare, che l'emotività è<br />

un fattore determinate per la sua organizzazione. Mi si dirà che il nazismo sul sentire<br />

emotivo ha costruito l'intera struttura so<strong>ci</strong>ale, tanto che proprio nell'istigazione emotiva<br />

trovava il significato al proprio sentire umano che dava ragion d'essere alle azioni. <strong>In</strong><br />

definitiva il mobing so<strong>ci</strong>ale a cui siamo e vogliamo sottoporre gli altri, sul piano emotivo<br />

non sarà così parossistico come nel nazismo, ma non è certo che sia meno deleterio - per<br />

intender<strong>ci</strong>, ma non far capire, come avveniva in Dallas, come costruire strategie<br />

psicologiche per il telespettatore da parte di "Gei Ar" - . Comunque è ovvio che anche con<br />

l'esasperazione di <strong>questo</strong> sistema gli individui riescono a difendersi, o a parte<strong>ci</strong>pare, ma<br />

nonostante <strong>ci</strong>ò è indispensabile accettare la realtà, oramai è palese che <strong>questo</strong> modo di<br />

esistere fa da stimolo perché il limite <strong>della</strong> parte<strong>ci</strong>pazione alla vita possa essere superato. E<br />

allora anche nella nostra differenza culturale dobbiamo prendere esempi dagli stati uniti,<br />

dove il fenomeno è molto più accentuato e la disgregazione palese, la pena di morte per i<br />

maggiorenni...non serve ai minorenni, se non sbaglio ora è a sedi<strong>ci</strong> anni, ma sembra che<br />

questa certezza non funzioni, vogliono abbassare il limite <strong>della</strong> pena di morte, forse in età<br />

infantile. E noi come loro dobbiamo difendere il nostro stile di vita, guai a cambiarlo,<br />

prevenire è meglio che curare. Ma come ho sentito da un ragazzino ieri in televisione,<br />

basterebbe far parlare un po' ognuno per sapere se ha problemi, capita che certi problemi<br />

gli adulti non vogliono che si abbiano, e allora uno psicologo a testa pur se siamo sani, ma<br />

il problema è che non sappiamo più di esserlo, ce lo deve dire qualcuno, e così tutti<br />

possiamo essere al centro del mondo, <strong>ci</strong>occolate e merendine ovunque, giocattoli tutto<br />

l'anno, perché la famiglia va aiutata, poco importa se si è liberi o no! Comunque <strong>ci</strong> crediate<br />

o no a me piac<strong>ci</strong>ono le persone geniali, ma quelle libere.<br />

Desirèe, caso risolto<br />

Non ho niente da dire<br />

14/10/2002 20:43<br />

Ha ragione signor <strong>Marozzi</strong>: non aveva proprio niente da dire. Peccato che per non dire<br />

niente abbia impiegato 558 parole(non le ho contate io. l'ha fatto il mio word processor).<br />

G. Franco Lombardi<br />

Desirèe, caso risolto<br />

16/10/2002 11:55<br />

“Letteratura D’Autore” [astratto estratto]


[…]<br />

I motivi di ostilità pos<strong>sono</strong> essere moltepli<strong>ci</strong>, e per quanto mi riguarda sempre causa delle<br />

problematiche soggettive di chi me li rivolge contro. L’idiozia evidente, come nel caso qui<br />

da me riportato, non è poi molto lontana da <strong>ci</strong>ò che genera i fatti di cronaca nera <strong>della</strong> vita<br />

quotidiana, che coinvolgono la sfera dei comportamenti di persone del tutto normali,<br />

prima che compissero quei gesti omi<strong>ci</strong>di che sconvolgono la cosiddetta normalità.<br />

“Ultimamente” e sempre più spesso, questi comportamenti idioti, questi “individuo, che<br />

in definitiva nella loro struttura so<strong>ci</strong>ale sembrano così bene inseriti: con lavoro, soldi,<br />

famiglia al seguito e che appartengono magari a un buon ceto so<strong>ci</strong>ale, economicamente,<br />

anche se va detto che tali comportamenti <strong>sono</strong> trasversali e non appartengono ad una<br />

spe<strong>ci</strong>ficata categoria cognitiva; finiscono con il dare significato alla loro causa esistenziale<br />

in ragione di questa loro reazione idiota, come strumento di comunicazione che tende ad<br />

alterare la realtà oggettiva, a vantaggio di un loro sentire emotivo con cui spingere la<br />

propria volontà ad affermarsi sul sentimento e l’emotività degli altri. <strong>In</strong> questa unica<br />

ragion d’essere trovano l’etica con cui danno significato e senso <strong>della</strong> realtà come verità.<br />

Sovente in questi individui non c’è solo un solipsismo che fa del loro stato un apice nella<br />

malattia “ché nell’esplosione <strong>della</strong> normalità, implode sulla loro singola condizione pur<br />

rivolgendosi in modo distruttivo verso la so<strong>ci</strong>alità che li <strong>ci</strong>rconda. Ma vi è una sudditanza<br />

al “potere” che “fa nei vari gradi culturali in cui riescono ad agire una vittoria estrema<br />

sulla percezione <strong>della</strong> propria condizione di esseri morenti, in definitiva una sublimazione<br />

<strong>della</strong> paura di morire attraverso una volontà emotiva che deve affermarsi sull’indefinito<br />

<strong>della</strong> vita, tanto da negare emotivamente la morte, implodere in un terrore inumano che<br />

vede in un essere che muore, non se stesso, ma l’altro a cui opporsi emotivamente e in<br />

questa vittoria l’archetipo aberrante <strong>della</strong> vittoria sulla morte; in questa razionalità non vi<br />

è né una causa né una ragione, la creatività si divinizza nella divinazione <strong>della</strong> distruzione.<br />

Come dicevo ultimamente mi capita di incontrare persone siffatte, che cercano questa<br />

comunicazione, ma vale poi la pena parlarne, non è forse una noia mostruosa, l’incapa<strong>ci</strong>tà<br />

di donne che vogliono possedere più che amare, che impazziscono nella loro razionalità,<br />

di uomini che vivono di sublimazioni. Di cosa dovrei parlare <strong>della</strong> maldicenza, <strong>della</strong><br />

voglio di fare del male, ma giustificarsi so<strong>ci</strong>almente con chi vive di tali giustificazioni. Che<br />

dire che c’è qualcuno che magari finge di conoscermi, ch’è amico di una donna frigida<br />

emotivamente – questi tipi devono sostenersi gli uni con gli altri, per non scoprire la<br />

sostanza del nulla – che nella sua mente infar<strong>ci</strong>ta di potere non riesce a liberare la<br />

comunicazione, e manda il tizio a dire ad un altro tizio con cui ho a che fare per altri<br />

motivi so<strong>ci</strong>ali, miei, una calunnia, una bugia su di me, che spesso fa leva sull’ignoranza<br />

dell’interlocutore, per intaccare le mie possibilità creative, l‘espressione del mio talento e<br />

personalità, e nel paradosso dell’idiozia, una volta scoperta la menzogna il mio<br />

interlocutore soggiace al suo spirito di rivalsa che il suo incons<strong>ci</strong>o proietta su di me, perché<br />

si è costretto a confrontarsi e “competere” con la mia personalità, sulle basi<br />

dell’affermazione emotiva. Poco importa il disturbo di carattere so<strong>ci</strong>o legale che mi arreca,<br />

poco importa che in conclusione la realtà pratica e oggettiva mia si determina, al di là<br />

dell’affermarsi emotivamente… prigionieri di se stessi. Così le “puttane” e il delinquente,<br />

dice: se non <strong>ci</strong> scopo io non <strong>ci</strong> scopa nessuna. E per chiarezza aggiungo che in <strong>questo</strong> stato<br />

di cose del fare all’amore non se ne parla proprio, ma degli idioti di cui parlo esiste un<br />

nome e cognome e fatti spe<strong>ci</strong>fi<strong>ci</strong>, ma la “noia” me li fa tacere. […]<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong>


domenica 20 ottobre 2002 10.48<br />

Sembra che il processo di Milano sia giunto al suo "termine e il pubblico ministero ha<br />

chiesto tredi<strong>ci</strong> anni. per gli imputati di maggior rilievo. Non so quali siano le aggravanti<br />

che hanno determinato una richiesta così<br />

pesante, che qualora fossero ritenute valide andranno ad inserirsi nel dibattimento<br />

dell'appello e <strong>della</strong> cassazione. Immagino che siano dovute al fatto in sé <strong>della</strong> corruzione<br />

di giudi<strong>ci</strong> come espressione e garanzia <strong>della</strong> legalità del paese. E non essendo<strong>ci</strong> la<br />

separazione delle "carriere"<br />

espressione delle lesa dignità <strong>della</strong> funzione del pubblico ministero. Ho ascoltato ieri, in<br />

un breve commento televisivo <strong>della</strong> parlamentare Mussolini che gli imputati di Milano<br />

<strong>sono</strong> stati giudicati come i minorenni che hanno<br />

uc<strong>ci</strong>so a Novi Ligure, non mi è ben chiaro se il riferimento è per il fatto che la sentenza<br />

debba servire di esempio, o se in linea con la maggioranza che rappresenta, che vuole<br />

inserire i reati di corruzione tra i sanzionabili pecuniariamente e non con il carcere. Nel<br />

primo caso mi sembra del tutto fuori luogo, dato i fatti che <strong>ci</strong> racconta la cronaca<br />

quotidianamente, in conseguenza anche la rieducazione dei ragazzi di Novi Ligure è tutta<br />

da<br />

dimostrare; per quanto concerne l'esempio del caso in questione, da semplice osservatore,<br />

pensando all'esempio non ho potuto non notare, che parallelamente ai tempi del<br />

"dibattimento" la maggioranza formulava leggi che in esso si inserivano: rogatorie,<br />

legittimo sospetto ecc. certo <strong>ci</strong>ò non può dare adito ad un ipotesi indiziaria, tanto da dire<br />

che la maggioranza è direttamente coinvolta in <strong>questo</strong> processo, per di più che tali leggi<br />

riguardano l'intero paese e tutti i suoi <strong>ci</strong>ttadini e per <strong>questo</strong> <strong>sono</strong> argomento organico del<br />

parlamento Italiano, ma non di meno si pos<strong>sono</strong> prestare per un osservatore adolescente<br />

come esempio di poca chiarezza <strong>della</strong> politica <strong>della</strong> maggioranza. Per quanto riguarda la<br />

depenalizzazione sarà opera di chi se ne assumerà la responsabilità in parlamento.<br />

Tornando al processo di Milano da semplice osservatore non ho potuto non notare che la<br />

difesa ha basato le sue tesi, per tutto il dibattimento, sull'infi<strong>ci</strong>are il<br />

dibattimento, gli stessi imputati da quel poco che ho sentito in televisione hanno dato<br />

giustificazione dei loro conti - che <strong>sono</strong> nell'ordine non di qualche milione di lire, ma di<br />

<strong>molti</strong> milioni di euro - mi si dirà che <strong>sono</strong> ricchi - .quasi che siano finiti in quei conti per le<br />

spese <strong>della</strong> gestione domestica <strong>della</strong> casa - . È un po' come dire che un assassino trovato<br />

con l'arma del delitto in mano, una mazza da basebol, abbia detto che l'aveva in mano<br />

perché aveva perso il bastone per appoggiarsi, senza neanche<br />

raccoglierla in terra. Ma non è morto nessuno! Mi permetto di dire, che la legge può essere<br />

uguale per tutti e senza inoltrarmi nei suoi tecni<strong>ci</strong>smi, da semplice osservatore, dico che<br />

un quattro anni <strong>sono</strong> più che suffi<strong>ci</strong>enti e "interdizione perpetua", anche con la<br />

sospensione <strong>della</strong> pena; che si vadano a rieducare in qualche comunità, magari a cu<strong>ci</strong>nare<br />

per i tossico dipendenti di Don Mazzi, dopo che abbiano avuto la confisca delle loro "esose<br />

ricchezze economiche: a sentenza definitiva. Per quanto riguarda la parlamentare<br />

Mussolini, voglio dirle che l'unica persona che mi ha insegnato qualcosa in quell'obbrobio<br />

di tangentopoli è stato il signor ex carcerato Signor Cusani; che che ne dica la sua forza<br />

politica o la maggioranza trasversale.<br />

Per quanto mi riguarda, da cristiano metto al primo posto la salvezza dell'anima tutto il<br />

resto <strong>sono</strong> bazzecole e per la sua salvezza ognuno se la vede con Dio. Nel caso spe<strong>ci</strong>fico<br />

.dai tutto ai poveri e seguimi. Credo che lo trovino poco conveniente "ognuno" se la vedrà


con lui, ma attenti alle<br />

sorprese.


Il cal<strong>ci</strong>o in crisi<br />

Italia Sì Italia No<br />

Data: 24-08-02 09:20<br />

Ero rimasto che la serie B giocasse di domenica, ma leggo nell’annun<strong>ci</strong>o del forum che no! Vai un po’ in<br />

notturna, col freddo e a pagare più del comodo salotto; tra qualche domenica non <strong>ci</strong> andrà più nessuno, oh<br />

volevo dire sabato. Poi c’è da dire che in casa mia in salotto devo pagare per forza tramite carta di credito….<br />

E dire che stanno in crisi le pei tv …e che vecchia regola economica rende logico permettere a più persone<br />

possibili di accedere a <strong>ci</strong>ò che pos<strong>sono</strong> pagarsi; pensate è come dire che anche se ho la moneta per pagare,<br />

non posso sedermi nel mio salotto se non entro in un regime economico bancario, alla fac<strong>ci</strong>a <strong>della</strong><br />

virtualizzazione e <strong>della</strong> digitalizzzazione degli italiani e dei falsi in bilan<strong>ci</strong>o degli USA. Ma del resto nella<br />

congrega <strong>della</strong> “comunione” intesa del più ne siamo e più contiamo il cavaliere ha ben detto che il cal<strong>ci</strong>o non<br />

è più né economico né morale, eppure forse “mi sfugge” che il merito non è anche suo, comunque nel<br />

liberismo cal<strong>ci</strong>stico mi sembra di veder<strong>ci</strong> anche “l’altro”, ma tanto poi… e allora andiamo allo stadio sempre<br />

più incazzati, che come si dice ha Roma è una doppia fatica lo scazzarsi. E fac<strong>ci</strong>amo finta di non aver sentito<br />

Bush dire che il problema degli incendi si risolve tagliando gli alberi e che prima che bush attacchi l’Irak<br />

Berlusconi <strong>ci</strong> garantisce che prima parlerà con lui. Stiamo tranquilli quindi, non <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> sorprese in vista.


Il vertice di Johannesburg<br />

L’ozio è padrone dei viziosi<br />

Data: 31-08-02 16:41<br />

Non si riesce a fare più nulla se non c’è lo stimolo economico, non importa, che una cosa sia giusto farla, o<br />

indispensabile o vera o addirittura piacevole, deve essere conveniente sotto il profilo economico – così<br />

condizionati fin nei più elementari pensieri. …Ma allora vuol dire che l’economia può essere utile per<br />

stabilire quali siano le risorse per esempio energetiche, che magari fanno produrre più ricchezza alimentare<br />

senza che questa una volta prodotta debba essere distrutta per essere conveniente sotto il profilo economico,<br />

aumentando l’entropia, addirittura anche in una compressione video, ma anzi con minor profitto-spesa<br />

maggior produzione sempre più estensibile; solo in conseguenza di <strong>ci</strong>ò è pensabile parlare di abbassamento<br />

del costo <strong>della</strong> vita in un “equilibrio planetario” – Ma rimane sempre il problema di fondo che l’economia è<br />

gestita dalla cres<strong>ci</strong>ta esponenziale del profitto (non esiste l’economia) che determina il potere che <strong>ci</strong> fa<br />

accettare il fatto che tutto sommato è meglio una bibita gassata inquinata, oggi, che un bicchiere d’acqua per<br />

tutti. E allora è accettabile il fatto che sempre meno persone gestiranno il denaro del mondo, fino alla sua<br />

catastrofe e che gli uni<strong>ci</strong> che nella storia umana hanno detto e fatto qualcosa di vero <strong>sono</strong> quelli che l’hanno<br />

fatto - dei fannulloni - senza pensare alla convenienza economica; “tutti” gli altri hanno segnato il mondo di<br />

potere e morte, questi <strong>sono</strong> i veri oziosi e viziosi.


Raccontate il vostro 11 settembre<br />

Io non me lo ricordo, quel giorno mi <strong>sono</strong> messo davanti alla tv e ho fatto uno zapping col<br />

satellite tanto che ne è us<strong>ci</strong>to fuori un documentario in presa diretta - ero così preso da<br />

<strong>questo</strong> che potevo stare a pensare "ai soliti morti" - e poi chi conosco in america io: Bush, e,<br />

lui neanche me conosce e se ne proprio frega di conoscermi, E allora che cacchio je po'<br />

frega dei problemi miei, di chi se more di fame e via via così. Fammo la guerra loro, ma<br />

allora com'è che io ce devo sta mezzo per forza, e me devo sentì tutta 'sta gente che me<br />

rompe li cojoni perché se vojono continua a' mazzà come cazzo je para a loro - volete da<br />

èsse collettivi, ma siate collettivi ma non rompete che bisogna da esserlo pe forza, senno' di<br />

che cazzo de democrazia state a parlà: de le guerre e delle <strong>ci</strong>viltà del te lo dico io come se<br />

fa, de li matti di tutto il mondo che continuano a' mazzasse e fa finta de chiedeme<br />

consiglio: PUHA! capi e capetti e a tutti i caporali senza umanità.<br />

...<br />

A le rotte<br />

Ne la notte<br />

Batte: <strong>ci</strong>eco<br />

Per le rotte<br />

Dentro l'occhio<br />

Disumano<br />

De la notte<br />

Di un destino<br />

Ne la notte<br />

Più lontano<br />

Per le rotte<br />

De la notte<br />

Il mio passo<br />

Batte botte<br />

(Campana)


La Finanziaria Berlusconi<br />

sul piano astratto la “voce” del mondo è sempre la stessa<br />

Data: 24-09-02 11:53<br />

“Avete visto quanto era bella ieri sera Maria luisa Busi, il viso aveva un incarnato che dava all’espressione<br />

degli occhi una viva<strong>ci</strong>tà nello sguardo che non si poteva non apprezzare. Del resto che ne dicano le politiche<br />

economiche la loro base sta tutta nella possibilità di distogliere l’amore dalle rassicurazioni so<strong>ci</strong>ali e <strong>ci</strong>ò è<br />

possibile solo se si è liberi d’esprimersi”. Dico ma vi ricordate Celentano che cantava che chi non lavora non<br />

fa l’amore, e che Marcuse diceva il contrario: chi non fa l’amore pensa a lavorare!? Ora non so, se sia<br />

indispensabile “lavorare” per fare sesso, credo di sì, del resto meno si lavora e più si ha tempo per fare<br />

all’amore. “Una volta mi succedeva che in estate amavo molto l’inverno, adesso con il fatto che l’estate dura<br />

un fine settimana l’inverno dura tutta l’estate”, tanto con questa omologazione, ora - non avrei fatto all’amore<br />

ugualmente -. “Provate a chiedere ad un Barbone se ha problemi so<strong>ci</strong>ali di <strong>questo</strong> tipo, se ha bisogno di far<br />

finta di essere intelligente, non potendo essere altro, per rientrare nei parametri del sistema, per gratificare le<br />

politiche economiche, e dare una possibilità a chiunque nella prevaricazione nel sistema trova la<br />

determinazione delle “capa<strong>ci</strong>tà e intellighenza”.” E pensate che del resto per un Einstein sia diverso, non<br />

deve forse anch’esso essere stupido, frequentarne i luoghi per trovare soddisfazione so<strong>ci</strong>ale nell’ambito di<br />

chi gestisce il sistema economico. Le minoranze non sanno che farsene di tutto <strong>questo</strong>, di stare a guardare<br />

questa massa di prevaricatori sessuali, guerraioli impotenti, a misura dei loro istinti, che non sanno amare:<br />

uomini e donne che edificano la so<strong>ci</strong>età.”


October 04, 2002 7:28 PM<br />

Cogne<br />

Lo avevo quasi dimenticato, il caso di Cogne. Del resto io pensavo che sarebbe finita<br />

proprio così la sentenza del riesame del riesame. L'imputata è so<strong>ci</strong>almente pericolosa e<br />

può reiterare il delitto. Dato... per quanto le motivazioni siano impeccabili, saranno<br />

sicuramente soggette a libere<br />

interpretazioni, e per quanto <strong>ci</strong> siano mille ipotesi, non vi sarà uno strac<strong>ci</strong>o di prova.<br />

(sembra un discorso sgrammaticato, ma non lo è) Del resto cosa doveva fare il tribunale di<br />

merito, dopo l'indicazione <strong>della</strong> cassazione, se non prendere per buone le ipotesi<br />

psichiatriche del gip di<br />

Aosta, non considerandole più come elemento determinate per l'ordine di custodia<br />

cautelare e così dare rilevanza determinate ai riscontri indiziari, che non <strong>ci</strong> dicono un bel<br />

niente di concreto. Non credo che in fondo con l'in<strong>ci</strong>dente probatorio, che ha tutt'ora – per<br />

informazione uffi<strong>ci</strong>osa del legale Taormina, per mezzo di stampa - è esente da ogni<br />

riscontro patologico dell'imputata, il tribunale del riesame avrebbe avuto qualche<br />

influenza nell'ordine valutativo. Come era stato indicato dalla cassazione il tribunale di<br />

merito ha dato valore alle tesi del Gip, in precedenza senza questa indicazione non vi<br />

erano elementi criti<strong>ci</strong> oggettivi che dessero riscontro alle tesi valutative del gip. Quindi<br />

andiamo verso il processo con pronti tutti gli ordini di grado. Voglio continuare con le mie<br />

fantasticheria e dire "che allo stato attuale", un giorno tutto <strong>ci</strong>ò sarà materia di studio per<br />

tutti i somari che frequentano le aule giudiziarie


domenica 6 ottobre 2002 16.11<br />

Fumo<br />

…ieri sera <strong>sono</strong> andato allo stadio e avevo intorno un mare di intossicati da tabacco, spero<br />

proprio che si vieti di fumare anche negli stadi, va a finire del resto che siano considerate<br />

persone so<strong>ci</strong>ali quelle che t’invitano a casa loro e ti riempiono di fumo, poi non vengono a<br />

casa tua perché non pos<strong>sono</strong> fumare, come dire che la so<strong>ci</strong>alità sta nella tolleranza al<br />

danno più che nella tolleranza al non danno, per conseguenza più si è disposti a subire<br />

danni, più nella libertà vi è espressione di libertà. Finisce che così basta poco per<br />

trasformare un atto di maleducazione in qualcosa di criminale e che la libertà debba<br />

soggiacere alla logica dell’imposizione che non fa altro che aumentare il danno, per<br />

conseguenza paradossale l’imposizione del fumo dove è vietato fumare; ma il paradosso<br />

non finisce qui, perché l’imposizione del “fumo”, così, genera nei fumatori l’applicazione<br />

<strong>della</strong> forza dell’imposizione su chi non fumava, ma vi si vedeva costretto dai fumatori,<br />

<strong>questo</strong> atto di fumatori uniti nella tolleranza al danno, così ha determinato che non <strong>ci</strong> fosse<br />

più tolleranza, perché chi fuma non pensa che altri come lui fumano e se tutti fumano non<br />

può esser<strong>ci</strong> una regola che permetta a chi non vuole di non fumare – così la minoranza dei<br />

fumatori per conformazione spontanea trasforma in maggioranza la regola<br />

dell’imposizione, togliendo a chi è adibito ad applicare le regole la possibilità che esse<br />

servano per la salvaguardia delle minoranze che formano e fanno parte dell’eterogeneità<br />

del sistema democratico, che considerato come atto di sola maggioranza diventa privo dei<br />

suoi contenuti. Se “l’assunzione di responsabilità” di chi governa il sistema democratico<br />

non può eludere <strong>ci</strong>ò, non di meno la consapevolezza in chi fuma, rende se stessi<br />

responsabili del suo funzionamento.<br />

Ora pensando a Cogne mi <strong>sono</strong> chiesto, sin dall’inizio se l’assunzione di responsabilità<br />

espresso nell’atto del gip, facesse gioco sulla impossibilità di valutazione oggettiva<br />

dell’accaduto, o sui limiti precauzionali, espressi dalla personalità del gip stesso, del resto<br />

per paura si può eccedere in precauzione – e nulla mi toglie dalla testa che il modo in cui è<br />

stata svolta dalla procura di Aosta l’inchiesta è adatto più ad un aula scolastica, sarò<br />

prevenuto, sulla scuola, comunque quando vedo i componenti tale inchiesta, vedo due<br />

studenti con la loro insegnate. Del resto comunque non posso, non notare, se non ricordo<br />

male che lo stesso gip si è lamentato del fatto che i carabinieri non abbiano attuato un<br />

interrogatorio spe<strong>ci</strong>fico, sull’accusata, pur in assenza di un’accusa concreta, quasi che <strong>ci</strong>ò<br />

avesse potuto determinare la confessione da parte dell’imputata e una conclamazione del<br />

suo convin<strong>ci</strong>mento, a cui la cassazione ha detto che nella forma il tribunale di merito non<br />

ha tenuto conto <strong>della</strong> sua sostanza; anche per <strong>questo</strong> <strong>sono</strong> prevenuto con la scuola perché<br />

insegna a leggere e scrivere, e sulla capa<strong>ci</strong>tà di leggere scrivere <strong>della</strong> “cassazione” si fonda<br />

la sostanza dell’annullamento del primo provvedimento del tribunale di merito, che come<br />

un alunno costretto a tenere conto dell’insegnate, causa un brutto voto, “avrà fatto quello<br />

che gli ha detto l’insegnate”. Andando avanti, tutto, come adesso tutto <strong>ci</strong>ò finirà…a<br />

Strasburgo – se non ricordo male c’è un tribunale… e lì finirà per evidenziarsi un<br />

problema di carattere “costituzionale.” Non so quanto trattabile.<br />

Per quanto riguarda la componente “so<strong>ci</strong>ale questa vicenda, prendo come paradigma, ma<br />

più “poeticamente, vorrei dire come paralume il professore Andreoli, che agli inizi di<br />

questa storia sposò il convin<strong>ci</strong>mento dell’ipotesi di una radicale rimozione dalla cos<strong>ci</strong>enza<br />

dell’imputata del sua apice patologico, l’altra sera, in televisione a “primo piano” invitato<br />

ad esprimere un parere su quel che sta avvenendo sul caso Cogne, io, l’ho visto in buona


difficoltà e in sostanza pur cercando di distanziare il piano medico da quello giuridico, ha<br />

finito per dare al piano medico, quello giuridico, con l’accettazione del carcere come<br />

componente so<strong>ci</strong>ale, (penso in buona fede volesse intendere, che <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> delle regole<br />

so<strong>ci</strong>ali da rispettare, <strong>ci</strong>ò per dare un certo tipo di immagine attraverso la televisione ai<br />

giovani di cui spesso “per cronaca nera, purtroppo si occupa”) che inibisce lo scaturigine<br />

patologico? L’intenzione di salvare capra e cavoli a me è parsa evidente. Comunque<br />

sperando che non serva spiegare come <strong>ci</strong>ò possa far percepire una “psichiatria so<strong>ci</strong>ale”,<br />

che spero non fac<strong>ci</strong>a parte <strong>della</strong> “formazione” esplicativa <strong>della</strong> professione del Dott.<br />

Andreoli, voglio dire a tale proposito che la pazzia è una gran rottura di scatole, se non si<br />

applica ad essa un’essenza sapienzale da parte di chi ne è colto e che “deve” essere colta<br />

da chi ha scelto il piano medico come relazione con la pazzia, e con essa sviluppare il<br />

talento di mettersi in gioco e rischiare, su se stessi e non pensare che fac<strong>ci</strong>a parte<br />

“dell’esperienza” i rischi che il paziente corre sulla sua pelle. Una so<strong>ci</strong>età che vive sulla<br />

paura genera i fatti di cronaca nera giovanili di cui lei si occupa e una so<strong>ci</strong>età terrorizzata<br />

mette la testa sotto la sabbia e risponde con la pena di morte alla paura e la guerra. (Cesare<br />

Beccaria permettendo) <strong>In</strong> questa so<strong>ci</strong>età di struzzi la psichiatria, la psicanalisi la psicologia<br />

hanno finito per rappresentare ancora l’essenza sapienzale <strong>della</strong> pazzia, grazie all’uso che<br />

di esse - per fortuna in democrazia – viene fatto dalla massa <strong>della</strong> gente che non vuole<br />

porsi il problema di nessuna “essenza sapienzale”, ma che cerca solo qualcuno a cui<br />

delegarla.<br />

“È domenica se in tutto <strong>questo</strong> mi sbaglio è sempre domenica”


martedì 8 ottobre 2002 12.44<br />

“parlo di letteratura”<br />

I magistrati, descrivendo la scena dell'omi<strong>ci</strong>dio del piccolo Samuele, parlano di<br />

"un'aggressione di violenza inaudita da parte di una madre contro il proprio figlio,<br />

prolungata nel tempo e probabilmente non arrestata" fino alla morte del bambino.<br />

Parlando poi del movente i giudi<strong>ci</strong> spiegano che la sua assenza non può che "aggravare il<br />

giudizio di pericolosità" nei confronti di Anna Maria Franzoni. "Ma <strong>ci</strong>ò che più sconcerta -<br />

prosegue l'ordinanza - è il comportamento tenuto dalla donna successivamente<br />

all'omi<strong>ci</strong>dio: non solo è stata capace di uc<strong>ci</strong>dere il figlio, ma soprattutto ha manifestato una<br />

pronta capa<strong>ci</strong>tà di reazione rispetto al delitto di cui si era resa responsabile: uscendo di<br />

casa per accompagnare Davide, mentre Samuele era ancora agonizzante e quindi non<br />

prendendo in considerazione la possibilità di un estremo e disperato tentativo di salvare il<br />

figlio".<br />

Questo brano pubblicato da La Repubblica web, mi dà nella mia dimensione di lettore<br />

un'assunzione di suggestione. Cioè vi vedo evidente una sorta di ossimoro traslato che<br />

appunto è adatto per creare una suggestione<br />

letteraria - premettendo che sul piano <strong>della</strong> letteratura l'ordinanza del gip ha spunti da<br />

romanzo giallo, come si evince anche dalle scremature, che io deduco, per mezzo stampa,<br />

di questa seconda sentenza del tribunale di merito; che al contrario <strong>della</strong> sua prima che era<br />

caratterizzata del logico astratto del piano giuridico nel raffronto composito degli atti che<br />

hanno determinato l'ordine di carcerazione del gip, mi sembra conseguenza di quel<br />

compito in classe sbrigativo ma con valenza superiore <strong>della</strong> cassazione che in conseguenza<br />

a determinato la valorizzazione del testo del gip correggendolo degli aspetti dell'indagine<br />

che non davano un aspetto complessivo al piano logico astratto dell'impianto giuridico;<br />

quel che l'indagine non può dimostrare non deve essere tenuto in conto, causa<br />

l'indebolimento del piano indiziario. Ora leggo queste frasi - non ho letto l'intero atto<br />

giuridico del tribunale <strong>della</strong> libertà - e mi chiedo leggendo la prima parte: che l'assassino<br />

aveva intenzione di uc<strong>ci</strong>dere o che ha smesso<br />

di colpire quando ha capito di avere uc<strong>ci</strong>so, dopo quel prolungata nel tempo per logica<br />

bisogna credere alla seconda ipotesi - nella seconda parte si dice che non ha attuato un<br />

estremo tentativo di salvare il figlio, agonizzante. Ora è evidente che per i relatori" il<br />

soggetto agente è sempre lo stesso: la madre, e <strong>ci</strong> dicono che certa di avere uc<strong>ci</strong>so non ha<br />

preso in considerazione il fatto che il figlio fosse agonizzante, <strong>questo</strong> fin quando non ha<br />

chiesto aiuto, ovviamente. Ora mi chiedo perché questa forma letteraria, che se non è un<br />

interpretazione di incons<strong>ci</strong>o collettivo di chi ha scritto l'articolo, mi appare come una<br />

forzatura, quasi non consapevole dei relatori che non sanno come arginare i dubbi <strong>della</strong><br />

propria cos<strong>ci</strong>enza.<br />

Allora, da lettore, mi si aprono delle suggestione letterarie, proprio in base a questa forma<br />

letteraria espressa, come: Chi ha uc<strong>ci</strong>so non poteva tenere in conto che il bambino fosse<br />

ancora vivo. Data l'efferatezza dell'atto la persona coinvolta poteva avere un danno e<br />

sofferenza così<br />

intensa in una parte del tessuto celebrale da introiettare una solasoluzione così<br />

consapevole ma invariabilmente alterata <strong>della</strong> "visione <strong>della</strong>realtà" un caso pressappoco<br />

simile vi è in un <strong>libro</strong> di Oliver Sacks, mi sembra L'uomo che scambio sua moglie per un


cappello. O forse dato<br />

l'ossimoro, l'atto è conseguenza di un atto traumatico che in una fase del processo verso la<br />

catarsi, quello che cerca di ricostruire attraverso il conflitto, ha trovato un solipsismo senza<br />

apparente soluzione, ma sempre e<br />

solo in base a quel ch'è scritto nell'ossimoro la persona o era ipnotizzata o in stato di trans.<br />

Poi bisogna considerare il piano <strong>della</strong> forma mentis e sul piano culturale, anche un "lapsus<br />

<strong>della</strong> struttura <strong>della</strong> forma mentis, asso<strong>ci</strong>ata al piano culturale può determinare<br />

conseguenze. Sul piano<br />

teologico, sempre grazie ai brani che contengono l'ossimoro ad una possessione<br />

demoniaca e sul piano "so<strong>ci</strong>ale" ad un rito satanico.<br />

Spero che <strong>ci</strong>ò vi sia servito per riflettere sulla letteratura, un cordiale<br />

saluto a tutti<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

Delitto di Cogne, la Franzoni<br />

non deve tornare in carcere<br />

La procura: "Le accuse <strong>sono</strong> rimaste in piedi"<br />

Taormina: "Anche Cassazione convinta dell'innocenza"<br />

ROMA - Quattro ore di camera di consiglio, tanto <strong>ci</strong> è voluto perché i giudi<strong>ci</strong> <strong>della</strong> quinta sezione penale <strong>della</strong> Cassazione<br />

de<strong>ci</strong>dessero che Annamaria Franzoni…<br />

Il dispositivo emesso dai giudi<strong>ci</strong> è di appena <strong>ci</strong>nque righe e re<strong>ci</strong>ta: "Annulla l'ordinanza impugnata limitatamente alle esigenze<br />

cautelari, con rinvio al tribunale di Torino per nuovo esame al riguardo. Rigetta nel resto il ricorso".<br />

(31 gennaio 2003) la repubblica.it<br />

ROMA - Anna Maria Franzoni non tornerà in prigione. Il giudice per le indagini preliminari di Aosta, Fabrizio Gandini, ha infatti<br />

revocato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa lo scorso settembre nei confronti <strong>della</strong> donna.<br />

La de<strong>ci</strong>sione di annullare l'ordinanza di custodia cautelare (emessa nei confronti di Anna Maria Franzoni il 19 settembre del<br />

2002) è stata presa dal gip di Aosta dopo la consegna dei risultati <strong>della</strong> nuova perizia, cui è stata sottoposta la mamma di<br />

Samuele: il nuovo accertamento non avrebbe messo in luce motivi così forti da giustificare la custodia cautelare. La perizia era<br />

stata disposta da Gandini, e affidata allo psichiatra Roberto Gianni, dopo la richiesta di Taormina di annullare la custodia<br />

cautelare ad Annamaria Franzoni.<br />

(10 febbraio 2003)


Il compendio


Senza l’autore, il <strong>libro</strong> – dossier<br />

impubblicabile


fonte da La Repubblica.it<br />

Il testo integrale dell'atto che ha portato in carcere Annamaria Franzoni<br />

L'ordinanza del Gip per il delitto di Cogne<br />

javascript:history.back()javascript:history.back()<br />

(Tribunale di Aosta Ordinanza del Gip 13.3.2002) E' un testo di oltre 80 pagine<br />

l'ordinanza del Giudice delle indagini preliminari Fabrizio Gandini con cui è stata<br />

disposta la custodia cautelare in carcere di Annamaria Franzoni per la morte del figlio<br />

Samuele Lorenzi di tre anni. Il provvedimento è un'accurata e a tratti agghiac<strong>ci</strong>ante<br />

ricostruzione dei fatti accaduti quella mattina a Cogne. (16 marzo 2002)<br />

TRIBUNALE ORDINARIO DI AOSTA. ORDINANZA DI<br />

APPLICAZIONE DELLA CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE Art.<br />

292 c.p.p. 13. 3.2002<br />

Il Gip, dott. Fabrizio GANDINI<br />

Visti gli atti del procedimento penale iscritto ai numeri sopra emarginati, nel quale è persona sottoposta<br />

alle indagini:<br />

FRANZONI Annamaria, nata a San Benedetto Val di Sambro il giorno 23.08.1971, residente in Cogne<br />

(AO) frazione Montroz località Caouz nr 4/a e 4/b, difesa di fidu<strong>ci</strong>a dal Prof. Avv. Carlo Federico Grosso<br />

del Foro di Torino.<br />

p.s.i.<br />

per il delitto previsto e punito dagli articoli 575 e 577 comma 1. Nr. 1 c.p. perché colpendo alla testa il<br />

proprio figlio Samuele Lorenzi di anni tre con numerosi e ripetuti colpi, ne cagionava la morte.<br />

Con l’aggravante di aver commesso il fatto in danno del figlio di anni tre.<br />

<strong>In</strong> Cogne (AO) il giorno 30.01.2002.<br />

Vista la richiesta di applicazione <strong>della</strong> misura <strong>della</strong> custodia cautelare in carcere in danno dell’indagata,<br />

depositata dal P.M. in data 7.03.2002;<br />

vista la memoria e l’allegata relazione tecnica depositata dalla difesa dell’indagata in data 11.03.2002.<br />

OSSERVA<br />

PREMESSA<br />

"30 GEN 2002, ORE 91.0 CIRCA IN Cogne (AO) frazione Montroz 4/a Franzoni Annamaria, nata San<br />

Benedetto Val di Sambro (BO) 23.08.1971, residente <strong>ci</strong>tata località Habet rinvenuto in camera letto<br />

propria abitazione, corpo figlio Lorenzi Samuele, nato Aosta 12.11.1998, con trauma cranico con<br />

verosimilmente lesioni natura da determinare".<br />

Così il fonogramma inviato alla procura <strong>della</strong> repubblica <strong>della</strong> Compagnia Carabinieri di Aosta nel<br />

pomeriggio, dello stesso giorno. Dopo una complessa attività di indagine, durata 36 giorni, il Pubblico<br />

Ministero s<strong>ci</strong>oglie il dubbio sulla natura delle lesioni riportate dal piccolo Samuele: esse non <strong>sono</strong> dovute<br />

a cause ac<strong>ci</strong>dentali, organiche o all’opera di un animale, ma <strong>sono</strong> il risultato <strong>della</strong> azione dolosa e<br />

consapevole di una persona. Questa persona è la madre di Samuele, Annamaria Franzoni. A suo carico,<br />

secondo la tesi del Pm, gravano una serie di indizi in grado di rappresentarne la colpevolezza con<br />

ragionevole probabilità nonostante due lacune dell’impianto accusatorio, allo stato non colmate: non è<br />

stata ritrovata l’arma del delitto e non risulta il movente dell’azione delittuosa.<br />

La tesi del Pm trova pieno riscontro nei fatti accertati, quantomeno con riferimento al grado di certezza<br />

richiesto dall’art. 273 c.p.p. per l’applicazione di una misura cautelare personale. La verifica<br />

dell’enun<strong>ci</strong>ato fattuale allegato dal Pm si traduce, di conseguenza, nella verifica <strong>della</strong> ipotesi di<br />

spiegazione dei fatti dello stesso prospettata. Lungi dall’affidarsi ad una spiegazione intuitiva<br />

dell’accaduto, non immune da vizi logi<strong>ci</strong> e pregiudizi emotivi, il metodo da impiegare è quello proprio<br />

delle s<strong>ci</strong>enze sperimentali, con i necessari aggiustamenti richiesti dalla particolarità <strong>della</strong> materia in<br />

esame. Ed allora, occorre formulare una serie di ipotesi alternative di spiegazione dei fatti, dando poi la<br />

preferenza a quella ipotesi che, meglio delle altre, è in grado di fornire un senso complessivo ai fatti,<br />

orientando in modo univoco tutti i singoli indizi raccolti.


Nel caso di spe<strong>ci</strong>e <strong>questo</strong> significa che oltre alla ipotesi di spiegazione dei fatti prospettata dal Pm<br />

dovranno essere vagliate delle ipotesi alternative nelle quali l’indagata non risulti responsabile e<br />

comunque autrice dei fatti a lei addebitati. La scelta tra le varie ipotesi sarà poi determinata dal criterio<br />

stabilito dall’art. 273 c.p.p..<br />

IL FATTO: OMICIDIO<br />

Alle ore 8:28:17 del 30.1.2002 Annamaria Franzoni chiama il 118 di Aosta dicendo all’operatrice Nives<br />

Calipari che il proprio figlio vomita sangue dalla bocca. Alle ore 8:41 viene inviato un elicottero per<br />

prelevare il paziente; l’elicottero giunge in loco verso le ore 8:51-8:52. Sul posto già si trovano – oltre<br />

alla madre di Samuele – la psichiatra Ada Satragni, che ha tentato di prestare le prime cure al bambino,<br />

detergendo le ferite e praticandogli una iniezione di cortisone, il suocero di questa Marco Savin, la vi<strong>ci</strong>na<br />

di casa Daniela Ferrod ed alcune persone che si trovano a passare nei paraggi e che vengono attirate dal<br />

movimento che turba la altrimenti tranquilla routine <strong>della</strong> frazione Montroz di Cogne. Il medico di servizio<br />

a bordo dell’elicottero,Leonardo Iannizzi, trova il piccolo Samuele in condizioni esiziali all’esterno<br />

dell’abitazione dei coniugi Lorenzi. Il suo corpo è stato portato fuori dall’abitazione, dalla stessa Satragni,<br />

su pre<strong>ci</strong>sa indicazione diAntonello Pifferi, operatore al servizio del 118 di Aosta. All’esame obiettivo la<br />

situazione si presenta disperata. Sul capo del bambino risulta con evidenza una profonda ferita dalla<br />

quale fuoriesce materia cerebrale. Il bambino risulta in stato comatoso terminale. Il dott. Iannizzi tenta<br />

comunque le pratiche di pronto soccorso inserendo una cannula nel cavo orale del piccolo Samuele onde<br />

evitare la retroflessione <strong>della</strong> lingua e somministrandogli dell’ossigeno. Alle ore 9:19 il bambino viene<br />

caricato sull’elicottero , dove continuano i tentativi di rianimazione. Il piccolo Samuele giunge in Ospedale<br />

alle ore 9:47 in "codice GCS 3". Alle ore 9.55 il dott. Bellini del Pronto Soccorso di Aosta ne constata il<br />

decesso per: "trauma cranico maggiore con ferite di verosimile natura da punta e taglio regione frontale<br />

destra e regione frontale orbitaria sinistra e regione parietale destra e sinistra, con sottostanti<br />

sfondamenti ossei e pluriframmentazioni ed affossamento delle ossa frontale e parietale destra e sinistra,<br />

con perdita di sostanza parenchimale cerebrale".<br />

All’esame autoptico vengono rilevate 17 ferite lacero-contuse al capo, distribuite in regione frontoparietale<br />

bilateralmente. La causa <strong>della</strong> morte viene quindi determinata dal Prof. Viglino consulente<br />

tecnico del PM, in trauma cranico aperto con edema cerebrale acuto.<br />

Una prima serie di ipotesi alternative può essere esclusa sulla scorta di questa consulenza. La causa <strong>della</strong><br />

morte in considerazione del numero <strong>della</strong> localizzazione e <strong>della</strong> natura delle ferite può, senza alcuna<br />

ombra di dubbio, essere imputata all’azione dolosa di un terzo. Restano escluse le ipotesi del gesto<br />

anticonservativo, <strong>della</strong> causa ac<strong>ci</strong>dentale/organica e <strong>della</strong> aggressione da parte di un animale. Samuele è<br />

morto, qualcuno l’ha uc<strong>ci</strong>so.<br />

3.1 LA SCENA DEL DELITTO. RILIEVI ESEGUITI.<br />

Quando arriva sul luogo l’elicottero del 118 il dott. Leonardo Iannizzi, medico di servizio si accorge subito<br />

che c’è qualcosa di strano, e che le lesioni riportate dal piccolo Samuele <strong>sono</strong> del tutto incompatibili con<br />

la assurda diagnosi di aneurisma cerebrale, prospettata da Ada Satragni. Su sua indicazione, Elmo Glarey<br />

chiama i carabinieri.<br />

Alle ore 09:06 del giorno dell’omi<strong>ci</strong>dio il Comandante <strong>della</strong> Stazione Carabinieri di Cogne, una volta<br />

ricevuta la chiamata da Elmo Glarey, allerta la centrale operativa del Comando Gruppo Carabinieri di<br />

Aosta, riferendo in merito all’intervento compiuto dal 118.<br />

Alle ore 10.00 viene eseguito un primo accertamento urgente sullo stato dei luoghi. Giova rilevare che<br />

l’abitazione dei coniugi Lorenzi si trova nella frazione Montroz del comune di Cogne, dopo <strong>ci</strong>rca 2 km sulla<br />

strada comunale che collega Cogne alla frazione di Gimillan, al termine di una stradina <strong>della</strong> lunghezza di<br />

<strong>ci</strong>rca 250 metri che si dirama dalla strada prin<strong>ci</strong>pale. La villetta è strutturata su 4 livelli: il piano cantina<br />

ed il garage, interrati, il piano seminterrato adibito a zona notte, ove si trovano le camere da letto dei<br />

coniugi Lorenzi e dei piccoli Davide e Samuele, il piano terra, adibito a zona giorno ed un livello<br />

mansardato.<br />

All’esterno dell’abitazione vengono rinvenute numerose tracce ematiche attribuibili al fatto per il quale si<br />

procede. L’interno dell’abitazione viene immediatamente descritto per mezzo di riprese <strong>ci</strong>nematografiche.<br />

Dalle dichiarazioni rese dalla indagata , da Ada Satragni e da Daniela Ferrod – del tutte concordi ed<br />

almeno in questa parte integralmente attendibili – si apprende che il corpo del piccolo Samuele si<br />

trovava, al momento del suo rinvenimento, nella camera da letto dei genitori, sita al piano seminterrato<br />

dell’abitazione. <strong>In</strong> particolare , come può anche evincersi dalle fotografie scattate all’interno di tale


camera, il corpo era posizionato nella parte alta del letto, sulla sinistra (dal punto di vista da chi l’osserva<br />

dal fondo), con il capo appoggiato sul cus<strong>ci</strong>no.<br />

Dalla consulenza tecnica redatta dal Prof. Viglino, dall’assenza di ipostasi sul cadavere e comunque<br />

dall’assenza in altri luoghi <strong>della</strong> casa di significative tracce ematiche, si può desumere che l’omi<strong>ci</strong>dio sia<br />

stato consumato all’interno <strong>della</strong> camera da letto dei coniugi Lorenzi. <strong>In</strong> particolare può ritenersi che la<br />

vittima sia stata attinta dalla ripetuta e violenta scarica omi<strong>ci</strong>da mentre si trovava nel letto matrimoniale,<br />

in posizione supina sulla parte sinistra (per chi guarda). Ciò è confermato anche <strong>della</strong> presenza di una<br />

estesa chiazza ematica, con frammenti ossei e materia cerebrale, proprio sul cus<strong>ci</strong>no e sulla zona<br />

sottostante del materasso in quella parte del letto. A riprova , per quanto riguarda gli altri locali posti<br />

all’interno dell’abitazione dei coniugi Lorenzi "in tutto lo stabile non abbiamo notato tracce evidenti di<br />

avvenuta collutazione o segni comunque ricondu<strong>ci</strong>bili ad episodi violenti". Risultano tracce ematiche<br />

anche sul lenzuolo, sul piumone sull’abatjour e sulla parte di muro alla sinistra del letto sulla tastiera e<br />

sul muro retrostante la spalliera del letto, sul muro e sul comodino posti alla destra del letto ed<br />

addirittura sul soffitto, in prossimità <strong>della</strong> lampada ubicata al centro dello stesso. <strong>In</strong>fine <strong>sono</strong> state<br />

trovate alcune tracce ematiche anche sul calorifero ubicato sopra la finestra e sulle tende <strong>della</strong> finestra<br />

stessa.<br />

Di conseguenza pos<strong>sono</strong> escludersi anche tutte quelle ipotesi alternative che postulano la consumazione<br />

dell’omi<strong>ci</strong>dio in altri locali <strong>della</strong> casa, o addirittura al suo esterno.<br />

La scena del delitto, si presenta – dalla visione delle fotografie allegate al fas<strong>ci</strong>colo – sostanzialmente<br />

ordinata. L’arredamento e le suppellettili appaiono in ordine e non interessati dall’azione aggressiva<br />

eser<strong>ci</strong>tata sul solo corpo del piccolo Samuele. Non vi <strong>sono</strong> segni di confusione, o di collutazione. Non<br />

risulta essere stato sottratto nulla dalla camera. Tutto è in ordine , salvo le vistose chiazze ematiche<br />

presenti sul letto e nei suoi dintorni. L’orrore ha risparmiato le cose e si è sfogato unicamente sulla<br />

persona.<br />

L’azione con evidenza, ha per obiettivo esclusivo la soppressione <strong>della</strong> vittima.<br />

<strong>In</strong> occasione degli accertamenti tecni<strong>ci</strong> <strong>sono</strong> stati eseguiti due sequestri, che rivestono particolare<br />

importanza al fine <strong>della</strong> ricostruzione dei fatti. Nell’angolo inferiore sinistro del letto (per chi guarda ) è<br />

stato trovato un pigiama femminile di colore azzurro con disegni a fantasia. <strong>In</strong> particolare la maglia è<br />

stata ritrovata al roves<strong>ci</strong>o tra il lenzuolo ed il materasso. I pantaloni del pigiama <strong>sono</strong> invece stati<br />

ritrovati sul lato diritto tra le falde del piumone, in parte ripiegato su se stesso al momento del<br />

rinvenimento.<br />

Nella zona giorno sita al piano terreno poste nel disimpegno che dà accesso al bagno, <strong>sono</strong> state<br />

rinvenute un paio di <strong>ci</strong>abatte in plastica di colore bianco appartenenti all’indagata. Anche tali <strong>ci</strong>abatte<br />

<strong>sono</strong> state sequestrate siccome presentavano delle tracce ematiche sulla suola.<br />

<strong>In</strong>fine è stato accertato il tempo di percorrenza tra l’abitazione dei Lorenzi e la fermata dello scuolabus,<br />

simulando l anormale andatura di una donna con un bambino: 3 minuti e trenta secondi per andare alla<br />

fermata e 3 minuti e die<strong>ci</strong> secondi per rientrare in casa.<br />

Dalle fotografie eseguite presso la camera mortuaria di Aosta si desume un’altra <strong>ci</strong>rcostanza di fatto. La<br />

mano sinistra <strong>della</strong> piccola vittima riporta sulle prime falangi delle dita indice e medio, alcune ferite<br />

lacero-contuse. Dalla natura <strong>della</strong> lesione e dalle altre considerazioni espresse nella relazione del Prof.<br />

Viglino, si può sicuramente affermare la priorità temporale di tali ferite rispetto a quelle inferte sul capo<br />

<strong>della</strong> vittima. <strong>In</strong> altre parole Samuele, prima di essere stato colpito al capo è stato colpito alla mano<br />

sinistra, mentre cercava di difendersi. Ne consegue che Samuele, seppur quando ormai era troppo tardi,<br />

ha visto il proprio assassino. <strong>In</strong>oltre, siccome il corpo del bambino non risulta essersi spostato dal luogo<br />

in cui si trovava, delle due l’una: o Samuele è stato colpito mentre dormiva, ma <strong>ci</strong>ò è escluso per la<br />

presenza <strong>della</strong> ferita da difesa sulla mano; oppure si deve ritenere che è stato colpito mentre era sveglio<br />

e allora, non essendosi mosso, deve ritenersi che Samuele "conoscesse" l’assassino, e che non si<br />

aspettasse nessuna azione violenta da parte di questa persona. <strong>In</strong> <strong>questo</strong> senso, si può affermare che la<br />

posizione del cadavere di Samuele parla.<br />

A <strong>questo</strong> punto le conclusioni certe ed incontrovertibili che pos<strong>sono</strong> essere desunte dall’accertamento<br />

oggettivo dello stato dei luoghi e dalla relazione di consulenza tecnica del Prof. Viglino <strong>sono</strong> quattro:<br />

Il piccolo Samuele è stato uc<strong>ci</strong>so;<br />

L’omi<strong>ci</strong>dio è avvenuto all’interno <strong>della</strong> camera da letto dei coniugi Lorenzi;<br />

La vittima non stava dormendo quando è stata uc<strong>ci</strong>sa, perché ha cercato di difendersi. La vittima ha<br />

avuto modo di vedere, seppur per qualche istante, il proprio assassino;


Samuele conosceva l’assassino e si fidava di lui.<br />

3.2 SEGUE: LE DICHIARAZIONI DELLE PERSONE INTERVENUTE SULLA SCENA DEL DELITTO<br />

Dopo le cose, le persone. Sul luogo del delitto – prima dell’apposizione dei sigilli – intervengono molte<br />

persone. Il corpo del povero Samuele viene ritrovato dalla madre, dopo che questa è us<strong>ci</strong>ta per<br />

accompagnare allo scuolabus l’altro bambino, Davide. Alla scoperta del corpo seguono le richieste di<br />

aiuto. Prima alla vi<strong>ci</strong>na Daniela Ferrod, che si trova sul balcone <strong>della</strong> propria abitazione. Poi, per mezzo<br />

del telefono, alla Dott.ssa Ada Satragni (08:27:30), al 118 (08:28:17) ed infine al marito (08:29:26),<br />

chiamato non direttamente ma per mezzo <strong>della</strong> segretaria.<br />

Occorre sin d’ora rilevare che l’arrivo dei soccorritori determina un irreversibile mutamento <strong>della</strong> scena<br />

del delitto: il corpo del bambino viene spostato dal letto e portato all’esterno dell’abitazione. La posizione<br />

in cui si trovava il corpo del piccolo Samuele al momento dell’aggressione può essere desunta unicamente<br />

sulla scorta delle dichiarazioni rese dalle sole tre persone che ebbero modo di vedere il corpo ancora nel<br />

letto: l’indagata Daniela Ferrod ed Ada Satragni.<br />

Vediamo quindi di ricostruire la scena del delitto quale essa si presentava alle persone che il giorno<br />

dell’omi<strong>ci</strong>dio <strong>sono</strong> entrate nella camera da letto dei coniugi Lorenzi.<br />

Annamaria Franzoni dichiara che dopo aver portato il figlio maggiore alla fermata dell’autobus: "<strong>sono</strong><br />

tornata a casa velocemente ho aperto la porta ho ritrovato la mia borsa per terra dove l’avevo las<strong>ci</strong>ata<br />

con il portafoglio <strong>sono</strong> scesa di sotto da Samuele ed ho visto che si era girato a pan<strong>ci</strong>a in su e tirato la<br />

coperta sopra il capo. Ho creduto che volesse giocare a nascondino come era solito fare con il fratello<br />

quindi ho tirato giù la coperta e l’ho visto in un lago di sangue che respirava affannosamente ed era<br />

pallido. A quel punto ho iniziato a chiamarlo ho sentito che respirava (…) dopo aver tirato giù le coperte<br />

ed aver scoperto la possa di sangue dove si trovava Samuele ho guardato ed ho iniziato a vedere che<br />

c’erano chiazze di sangue dappertutto". <strong>In</strong>di nella rapida successione di pochi minuti, intervengono sulla<br />

scena del delitto anche Daniela Ferrod e Ada Satragni.<br />

La Ferrod dichiara di essere stata chiamata, tra le ore 8:25-8:30 <strong>ci</strong>rca dalla Franzoni. L’indagata le dice<br />

che Samuele perde sangue dalla testa, e poi rientra nella propria abitazione passando dalla porta-finestra<br />

del piano terra. La Ferrod entra in casa dei Lorenzi e descrive la scena del delitto nei termini che segue:<br />

"Sono entrata in camera da letto quella di Annamaria e Stefano ed ho visto il bambino Samuele era<br />

supino sul letto, con indosso il pigiama, con tutta la fac<strong>ci</strong>a e la testa piena di sangue (…) ho notato che<br />

c’era del sangue sulla parete dietro il letto. Il bambino aveva la testa sul cus<strong>ci</strong>no ed era scoperto, sentivo<br />

che si lamentava emetteva dei suoni, apriva e chiudeva gli occhi. Ha poi pre<strong>ci</strong>sato che "Samuele era<br />

disteso sul letto matrimoniale in posizione supina sulla parte sinistra del letto guardandolo dalla finestra,<br />

e si presentava con il viso coperto di sangue. Il bambino indossava il pigiama ed era completamente<br />

scoperto almeno sino alle ginocchia, non ricordo se proprio fino ai piedi. IL piumone che copriva il letto si<br />

presentava scostato sulla parte destra del letto matrimoniale, sempre secondo la mia visuale".<br />

A <strong>questo</strong> punto fa il suo ingresso nella vicenda Ada Satragni. Già alle ore 8:27:30 l’indagata la chiama a<br />

casa, richiedendo il suo aiuto. La conversazione dura complessivamente 65 secondi. Tuttavia la prima<br />

persone a vedere il corpo del piccolo Samuele, dopo la madre, è stata la Ferrod. Quando la Ferrod entra<br />

nella camera da letto, la Franzoni le dice subito di andare a chiamare la Satragni: "Annamaria era in piedi<br />

vi<strong>ci</strong>no al letto; aveva le mani lungo i fianchi e non toccava il bambino. Era lì che guardava il bambino, non<br />

piangeva, forse era sotto shock e mi diceva di andare a chiamare Ada, la dottoressa Satragni, che abita lì<br />

vi<strong>ci</strong>no perché venisse subito".<br />

La Ferrod abbandonata quindi la casa dei Lorenzi e si dirige verso casa <strong>della</strong> Satragni. Tuttavia mentre si<br />

reca verso l’abitazione di quest’ultima si accorge che la Satragni sta già arrivando verso la casa dei<br />

Lorenzi, con la sua autovettura, accompagnata dal suocero Marco Savin.<br />

Entra quindi in scena la Satragni. La Franzoni nel corso <strong>della</strong> con<strong>ci</strong>tata conversazione delle ore 08:27:30<br />

le ha detto: "Di andare immediatamente a casa sua, di fare prestissimo perché c’era Samuele che stava<br />

perdendo sangue dalla bocca, tanto sangue" esclamando subito dopo "gli sta scoppiando il cervello<br />

oppure gli è scoppiato il cervello".<br />

La Satragni entra quindi nell’abitazione dei Lorenzi , sempre accompagnata dal suocero, e: "appena<br />

giunta ho trovato il bambino collassato in una pozza di sangue con una ferita importante a livello dell’osso<br />

frontale sulla parte destra, una lesione molto importante aperta da cui us<strong>ci</strong>va <strong>della</strong> materia cerebrale e<br />

altre piccole lesioni sulla parte alta del viso".<br />

Successivamente la Satragni ha ulteriormente pre<strong>ci</strong>sato la descrizione <strong>della</strong> scena del delitto:


"Dopodiché prestavo le prime cure del caso al bambino. Lo stesso si presentava disteso sul letto, supino<br />

immobile e gemeva sommessamente ed era parzialmente coperto, non ricordo se era coperto fino<br />

all’inguine o fino alla <strong>ci</strong>ntola, quello di cui <strong>sono</strong> certa era che il tronco dallo sterno all’insù era visibile e<br />

indossava il pigiama. Il viso era completamente imbrattato di sangue, il cranio era imbrattato di sangue,<br />

erano visibili di primo acchitto due importanti ferite aperte, una sulla fronte a livello del lobo frontale del<br />

cranio da cui emergeva la massa cerebrale e l’altra a sinistra con partenza all’occhio sinistro e diretta<br />

verso l’alto con tendenza a portarsi verso il lobo frontale di sinistra, (…). Ho successivamente avvi<strong>ci</strong>nato<br />

al bordo del letto il bambino per poterlo avere più vi<strong>ci</strong>no a me ed ho chiesto alla madre di fornirmi una<br />

ba<strong>ci</strong>nella con dell’acqua ed un fazzoletto per poter liberare il volto del bambino dal sangue (…) resami<br />

conto che l’acqua <strong>della</strong> ba<strong>ci</strong>nella che avevo usato per s<strong>ci</strong>acquare il fazzoletto era eccessivamente sporca<br />

di sangue <strong>sono</strong> andata nel bagno accanto alla camera in cui era il bambino ho vuotato la ba<strong>ci</strong>nella nel wc,<br />

non ho tirato l’acqua ed ho riempito nuovamente la ba<strong>ci</strong>nella con dell’acqua pulita (…). A <strong>questo</strong> punto<br />

de<strong>ci</strong>do di portarlo all’esterno chiedo alla madre un cus<strong>ci</strong>no ed una coperta per poter appoggiare e coprire<br />

il piccolo (…) allestita questa sommaria barella sollevo da terra il bambino e a brac<strong>ci</strong>a lo porto all’esterno<br />

sull’angolo dell’abitazione più prossima all’elicottero. Durante <strong>questo</strong> trasporto il bambino perde sangue<br />

delle ferite, avviene il goc<strong>ci</strong>olamento e chiedo alla madre di aiutarmi a tamponare le ferite. Con<br />

l’intervento <strong>della</strong> Satragni, la scea del delitto viene radicalmente alterata. <strong>In</strong>fatti, come abbiamo visto, la<br />

psichiatra pulisce il viso del bambino, ne maneggia il corpo prestando i primi soccorsi e poi lo trasporta<br />

all’esterno dell’abitazione, su richiesta del 118.<br />

Nel frattempo arriva sul luogo l’elicottero del 118. Il dottor Leonardo Iannizzi, medico di servizio, descrive<br />

così la scena del delitto: "il bambino si trovava poggiato a terra sopra il mar<strong>ci</strong>apiede antistante casa,<br />

sopra un cus<strong>ci</strong>no ed avvolto da una coperta. La dottoressa al mio arrivo scopriva una ferita sulla fronte<br />

del bambino che aveva provveduto a tamponare. Sono rimasto sconvolto dalla lesione, questa aveva<br />

bordi: netti, era ampia e si vedeva materia cerebrale fuorius<strong>ci</strong>re (…) entravo allora in casa e raggiunta la<br />

camera da letto mi trovavo davanti una scena impressionante, vi erano spruzzi di sangue sulla parete del<br />

capezzale del letto che continuavano sul soffitto. Il letto stesso era ampiamente sporco nella zona<br />

centrale. Sullo stesso letto, lato destro entrando nella stanza, vi era una ba<strong>ci</strong>nella per i panni rotonda con<br />

all’interno dell’acqua rosa sicuramente mischiata a sangue".<br />

Nella camera da letto, dopo l’arrivo dell’elicottero, entra anche Vito Perret, residente nei pressi: "Io<br />

ricordo che vi era il letto sporco di sangue ed anche i muri, il pavimento ed il soffitto erano pieni di<br />

macchie ematiche". Ma il Perret accede nuovamente alla camera anche dopo la partenza dell’elicottero,<br />

insieme alla Satragni: "La dottoressa Satragni mi chiedeva se l’accompagnavo a riprendere la propria<br />

borsa che aveva las<strong>ci</strong>ato in camera da letto. Io entravo nella casa dall’ingresso prin<strong>ci</strong>pale e <strong>ci</strong>oè quello<br />

sito al primo piano dello stabile, quindi unitamente alla dottoressa <strong>sono</strong> sceso in camera da letto ed a<br />

quel punto il sanitario prelevava una borsa che conteneva dei medi<strong>ci</strong>nali e l’altra quella che conteneva il<br />

materiale da pronto soccorso (…) ricordo che la dottoressa Satragni quando ha ripreso le sue borse si è<br />

fermata nel bagno sito vi<strong>ci</strong>no alla camera da letto dove è stato trovato il bambino, per lavarsi le mani".<br />

Anche Alberto Enrietti, dopo aver visto l’elicottero atterrare, entra nella camera da letto: "<strong>sono</strong> entrato<br />

anch’io nella stanza dove dormiva il bambino e ho visto che c’era sangue sul cus<strong>ci</strong>no, sulla parete a mò di<br />

spruzzo e poi materiale che sembrava vomito e invece la dottoressa diceva essere stata materia<br />

cerebrale. La mamma era disperata e diceva che a Samuele era esplosa la testa".<br />

Ma non è finita qui. Nella camera da letto entrano anche le altre persone che fanno parte dell’equipaggio<br />

imbarcato sull’elicottero del 118.<br />

La guida alpina di servizio a bordo dell’elicottero Ivano Bianchi riferisce che "in attesa che il medico<br />

terminasse di medicare il bambino entravo in casa per verificare cosa fosse successo effettivamente e<br />

chiamare il centro operativo attraverso la radio in dotazione affinché chiamasse i Carabinieri. Mentre<br />

entravo la madre mi ha seguito ed allora, per non farmi sentire da lei <strong>sono</strong> entrato nel bagno e da lì ho<br />

fatto la chiamata. Per andare nel bagno <strong>sono</strong> passato attraverso la camera da letto e la mia attenzione<br />

veniva attirata dal letto che si presentava cosparso di sangue, me sembra anche con <strong>della</strong> materia<br />

cerebrale sulle lenzuola. Ho notato una stris<strong>ci</strong>a di gocce di sangue che da metà del letto, lato sinistro<br />

entrando dall’esterno, andavano verso la porta che dall’interno <strong>della</strong> camera accede alla casa. Ricordo un<br />

tappeto verde sul pavimento del bagno, mi sembra un scendidoc<strong>ci</strong>a, non disteso ma come mosso dal<br />

passaggio di qualcuno. Nella camera da letto c’era sangue un po’ dappertutto".<br />

Elmo Glarey, guida alpina del luogo che coordina le operazioni di atterraggio del velivolo riferisce che: "io<br />

<strong>sono</strong> entrato nella camera appena un passo dentro e notando sangue sul letto sul soffitto, sul muro e mi<br />

sembra anche sulla tenda ho pensato che fosse successo qualcosa di strano, quindi <strong>sono</strong> us<strong>ci</strong>to e ho<br />

chiamato con il mio cellulare la Stazione Carabinieri di Cogne".


Da <strong>questo</strong> momento si scontrano due spiegazioni dei fatti radicalmente diverse tra di loro. Mentre<br />

l’indagata ed Ada Satragni continuano ad attribuire il fatto a cause naturali (aneurisma, esplosione <strong>della</strong><br />

testa, tutto è possibile per chi crede) i soccorritori del 118 – Iannizzi, Glarey e bianchi – si rendono conto,<br />

una volta entrati nella camera da letto, che è successo qualcosa di strano, sicuramente non imputabile a<br />

cause naturali. Tant’è che su indicazione dello Iannizzi – il Glarey chiama i Carabinieri.<br />

Dopo la partenza dell’elicottero, all’interno dell’abitazione entrano nuovamente la Franzoni il marito la<br />

Satragni ed altre persone ancora. La Ferrod e Stefano Lorenzi, in particolare, vanno nella camera da<br />

letto; la Ferrod chiude la porta-finestra che dà sul prato.<br />

A <strong>questo</strong> punto i coniugi Lorenzi <strong>sono</strong> in partenza per l’ospedale di Aosta: "in quella <strong>ci</strong>rcostanza<br />

Annamaria mi diceva di tenere le chiavi di casa (…) dopo aver preso le chiavi, siccome la dottoressa<br />

Satragni ha detto di aver dimenticato la borsa all’interno <strong>della</strong> casa, restituisco le chiavi ad uno dei<br />

presenti, non ricordo chi, dopo di che scendevo le scale esterne e ritornavo a casa dai miei figli".<br />

Sulla base dei fatti sopra esposti si pos<strong>sono</strong> trarre , con ragionevole certezza, alcune conclusioni utili per<br />

la ricostruzione dei fatti:<br />

La Franzoni resta da sola sul luogo del delitto con il cadavere per <strong>ci</strong>rca quattro-<strong>ci</strong>nque minuti tra la<br />

scoperta del corpo e l’arrivo <strong>della</strong> Ferrod;<br />

La Franzoni dispone inoltre di un altro lasso temporale più breve, tra l’us<strong>ci</strong>ta di casa <strong>della</strong> Ferrod e l’arrivo<br />

<strong>della</strong> Satragni;<br />

Dopo l’arrivo <strong>della</strong> Satragni ed il suo intervento sul corpo del bambino la scena del delitto è<br />

irreversibilmente mutata;<br />

Tra la partenza dell’elicottero e l’arrivo dei Carabinieri trascorre un ampio lasso temporale, valutabile in<br />

quaranta minuti <strong>ci</strong>rca, durante il quale la scena del delitto è liberamente accessibile a tutti.<br />

4.1 L’ORA DEL DECESSO<br />

Allo stato degli atti deve affermarsi che non sussistono elementi suffi<strong>ci</strong>enti per accertare con pre<strong>ci</strong>sione<br />

l’ora ed il minuto del decesso. Essa può essere determinata, con qualche approssimazione, solo per<br />

eccesso, da un certo momento temporale (08:32 <strong>ci</strong>rca) ed a ritroso. Purtroppo, tenuto anche conto <strong>della</strong><br />

natura e <strong>della</strong> entità delle lesioni riportate dalla vittima, un certo margine di errore resta ineliminabile.<br />

Ciò, del resto, è del tutto conforme alle acquisizioni <strong>della</strong> s<strong>ci</strong>enza tanatologica. La morte invero, non viene<br />

mai considerata un semplice evento, ma un vero e proprio processo, un susseguirsi di fenomeni che<br />

determinano la perdita <strong>della</strong> vita per la cessazione delle funzioni vitali ed in particolare, dell’attività<br />

nervosa, cardio<strong>ci</strong>rcolatoria, respiratoria. La cessazione di una di queste attività determina – in breve<br />

termine – l’inibizione delle altre, se nel frattempo non vengono intraprese manovre di tipo rianimatorio.<br />

<strong>In</strong> ogni caso, vi è sostanziale accordo nella comunità s<strong>ci</strong>entifica nel ritenere i segni fondamentali che<br />

consentono di affermare la morte di una persona: la perdita <strong>della</strong> cos<strong>ci</strong>enza la perdita <strong>della</strong> motilità e la<br />

perdita dei riflessi e <strong>della</strong> sensibilità.<br />

Nel caso di spe<strong>ci</strong>e si verifica una apparente divergenza tra quanto riferito dalle persone intervenute sul<br />

luogo e le conclusioni rassegnate dal consulente. Peraltro come vedremo in seguito tale divergenza<br />

sembra trovare ragionevole spiegazione nelle argomentazioni prospettate dal prof. Viglino.<br />

Dopo aver esaminato le dichiarazioni dei sanitari che hanno avuto occasione di visitare il piccolo Samuele<br />

nella mattinata del 30.01.2002 nonché dai riscontri obiettivi del referto autoptico, il consulente ha così<br />

concluso: "si può tranquillamente affermare che la morte sia ragionevolmente intervenuta qualche attimo<br />

prima o nel contesto dell’inizio dei soccorsi in quanto le condizioni del piccolo che sembrano trasparire<br />

dalle dichiarazioni <strong>sono</strong> quelle di un paziente in condizioni terminali di morte clinica sottoposto a manovre<br />

di tipo rianimatorio con conseguenti possibili fenomeni di reminiscenza". Più in particolare, secondo le<br />

condivisibili argomentazioni del consulente, il piccolo Samuele era già deceduto (id est: morte clinica) al<br />

momento in cui ebbe a visitarlo la Satragni, persone che per prima prestò i soccorsi alla vittima. Samuele<br />

muore prima dell’arrivo <strong>della</strong> Satragni. Dai verbali di s.i.t. rese nel corso del procedimento dalla Satragni<br />

e dal suocero Marco Savin, nonché dai tabulati delle conversazioni telefoniche in partenza dall’utenza in<br />

uso ai coniugi Lorenzi, si desume che questa arrivò sulla scena del delitto; trovando il bambino già morto,<br />

intorno alle ore 8:32-8:35. Con qualche approssimazione può dunque ragionevolmente affermarsi che la<br />

morte sia intervenuta: "qualche attimo prima o nel contesto dell’inizio dei soccorsi" e dunque secondo<br />

quanto ipotizzato dal Consulente, prima delle ore 8.30-8.35. Meglio, dalle considerazioni sopra esposte si<br />

può affermare che la morte clinica sia intervenuta almeno a quell’ora, essendo comunque<br />

ragionevolmente probabile che essa sia collocabile anche prima.


Affinché tale conclusione possa essere condivisa, occorre sottoporre ad attenta disamina le dichiarazioni<br />

rese dalle persone che videro il piccolo Samuele prima del suo imbarco sull’elicottero. Da tali<br />

dichiarazioni, invero, potrebbe desumersi che al momento dell’intervento <strong>della</strong> Satragni il bambino era<br />

ancora in vita (id est: non morte clinica).<br />

Ada Satragni, in merito ha dichiarato che: "accertavo che aveva polso carotideo e che gemeva<br />

flebilmente, segno <strong>questo</strong> più che eclatante <strong>della</strong> vitalità del piccolo".<br />

Anche Marco Savin conferma l’esistenza di una certa vitalità del piccolo Samuele al momento dell’arrivo<br />

sulla scena del delitto: "già nel momento in cui mi trovavo sulla porta-finestra <strong>della</strong> camera che stavo<br />

entrato, ho sentito che il bambino emetteva un gemito a brevi intervalli, sembrava quasi un lamento, non<br />

forte ma in ogni caso si sentiva".<br />

Il Dr. Iannizzi, infine ha dichiarato: "<strong>ci</strong>rca lo stato del bambino appena giunto ho cercato di verificare se<br />

rispondeva agli stimoli pizzicandolo sulla fac<strong>ci</strong>a e sul corpo. Non rispondeva a nulla, aveva il respiro molto<br />

lento, anche se c’era, serrava la bocca. Era in stato comatoso, ma ancora respirava".<br />

Le conclusioni del Prof. Viglino restano comunque sostenibili, in quanto del tutto conformi alla consolidata<br />

letteratura tanatologica sull’argomento. <strong>In</strong> primo luogo occorre dar conto <strong>della</strong> onestà intellettuale del<br />

Consulente, che ha attentamente preso in considerazione le predette dichiarazioni – ad eccezione di<br />

quelle <strong>della</strong> Ferrod e di Savin che ancora non conosceva – fornendo una ragionevole spiegazione di tali<br />

apparenti segni di vitalità, fondata soprattutto sulle evidenze dell’esame autoptico.<br />

Nella spe<strong>ci</strong>e nessuna delle persone intervenute ha riferito la presenza di attività nervosa di qualsiasi<br />

natura, di attività riflessa di qualsiasi genere, di motilità spontanea e/o coordinata di risposta al dolore e<br />

dunque di sensibilità.<br />

E’ appena il caso di sottolineare che nel caso di spe<strong>ci</strong>e parte del parenchima cerebrale era già fuorius<strong>ci</strong>to<br />

dalla scatola cranica di Samuele, per effetto dell’edema (c.d. brec<strong>ci</strong>a a dentifri<strong>ci</strong>o). Ragionevolmente, si<br />

può affermare che almeno la funzione connessa all’encefalo era già venuta meno.<br />

Dunque i segni riferiti dai soccorritori non escludono la morte del piccolo Samuele in quanto: "alla morte<br />

vera e propria: perdita <strong>della</strong> funzione cerebrale e <strong>della</strong> funzione <strong>ci</strong>rcolatoria, può seguire una fase in cui<br />

stimolazioni esterne pos<strong>sono</strong> produrre una condizioni di reminiscenza in cui è possibile osservare la<br />

presenza di fenomeni riferibili a vitalità ma di tipo sicuramente agonico, contratture muscolari, tetanie e<br />

gasping respiratorio".<br />

I segni riferiti dai primi soccorritori, anche in considerazione del fatto che era stata praticata una iniezione<br />

di cortisone al bambino e che il contesto non consentiva una osservazione obiettiva ed asettica dei fatti,<br />

paiono dunque rientrare nei fenomeni agoni<strong>ci</strong> ben conos<strong>ci</strong>uti dalla tanatologia. Le conclusioni del prof.<br />

Viglino <strong>sono</strong> condivisibili.<br />

4.2 L’ORA DELL’AZIONE OMICIDA E L’ALIBI DELL’INDAGATA<br />

Appare di fondamentale importanza la determinazione del tempo di sopravvivenza <strong>della</strong> vittima rispetto<br />

alle lesioni patite. <strong>In</strong> altre parole: quanto tempo è intercorso tra le lesioni e la morte clinica di Samuele?<br />

Ciò consente, mediante una semplice deduzione, la determinazione del tempo in cui l’azione omi<strong>ci</strong>da si è<br />

verificata.<br />

Questo giudice, prima di procedere oltre nella propria analisi, ha infatti il dovere di accertare se nel<br />

tempo in cui è collocabile l’omi<strong>ci</strong>dio l’indagata non si trovasse fuori casa, in luogo diverso da quello ove il<br />

delitto è stato commesso. E’ evidente che, in <strong>questo</strong> caso l’ipotesi allegata dal Pm sarebbe priva di un<br />

riscontro de<strong>ci</strong>sivo.<br />

Nella spe<strong>ci</strong>e a favore dell’indagata risulterebbe un alibi che consentirebbe di escludere la sua<br />

responsabilità per il lasso di tempo intercorso tra le ore 08.16 e le ore 08.24.<br />

<strong>In</strong> particolare secondo la versione reiteratamente fornita dalla Franzoni, essa si sarebbe allontanata da<br />

casa insieme al piccolo Davide verso le ore 08.16 per accompagnarlo alla fermata dello scuolabus; indi<br />

avrebbe fatto rientro a casa intorno alle ore 08.24, rinvenendo il corpo del povero Samuele.<br />

L’alibi fornito dall’indagata in effetti trova riscontro nelle dichiarazioni di Dino Vidi e Marco Savin almeno<br />

per il lasso di tempo intercorso tra le ore 08.16 e ore 08.24. Dino Vidi, conducente dello scuolabus ha<br />

dichiarato che: "alle successive ore 08.20 giungevo alla seconda fermata e più pre<strong>ci</strong>samente a quella<br />

ubicata vi<strong>ci</strong>no alla strada vecchia che conduce alle miniere di Cogne, ove prelevavo due bambini Savin<br />

Sophie e Lorenzi Davide (…) i bambini erano in compagnia <strong>della</strong> mamma di Davide Lorenzi, la signora<br />

Annamaria che attendeva sulla strada accanto a loro. Come al solito mentre i bambini salivano sul mezzo<br />

ho salutato la signora Annamaria , <strong>ci</strong> siamo scambiati il buongiorno, dopo di che ho avviato la mar<strong>ci</strong>a e h


o visto la signora Annamaria riavviarsi a piedi verso casa sua sulla strada asfaltata. La signora Annamaria<br />

, come ogni mattina, anche stamattina ha salutato il figlio Davide mentre <strong>questo</strong> saliva sul mezzo,<br />

dicendogli di fare il bravo, raccomandazione usuale ogni giorno.<br />

La Franzoni è stata vista accompagnare Davide alla fermata anche da Marco Savin che ha dichiarato:<br />

"quella mattina (…) la signora Annamaria ha accompagnato il figlio Davide alla fermata predetta. Io ho<br />

notato che passavano tra le ore 08.15 e le ore 08.20 lungo l’unica strada che conduce proprio<br />

all’abitazione dei Lorenzi. Annamaria Franzoni e Davide erano entrambi a piedi (…). Nel momento in cui<br />

<strong>sono</strong> passati io dal terrazzo li ho salutati e loro hanno fatto altrettanto con me (…) Davide Lorenzi per<br />

come l’ho visto avvi<strong>ci</strong>narsi alla fermata dello scuolabus quella mattina era sicuramente a piedi. Voglio<br />

pre<strong>ci</strong>sare che dalla strada che proviene da casa Lorenzi dal mio balcone io ho la visuale in discesa che si<br />

congiunge alla comunale per Gimillan. Sia Davide che Annamaria nell’avvi<strong>ci</strong>narsi alla fermata dello<br />

scuolabus, procedevano ad andatura regolare.<br />

<strong>In</strong>fine pare opportuno riportare – in merito a questa <strong>ci</strong>rcostanza – il racconto dei fatti di Davide Lorenzi,<br />

per esteso:<br />

"PM: Quel giorno che ti sei fatto un bel giro in bi<strong>ci</strong>cletta per andare a scuola…. Sei us<strong>ci</strong>to prima <strong>della</strong><br />

mamma da casa o sei us<strong>ci</strong>to insieme alla mamma?<br />

DAVIDE: ….. Esco sempre prima….<br />

PM: Prima <strong>della</strong> mamma… e quanto tempo… così puoi giocare ancora un po’… ne approfitti<br />

DAVIDE: No… (inc)<br />

PM: tu es<strong>ci</strong> prima <strong>della</strong> mamma così mentre lei fa ancora qualcosa<br />

DAVIDE: Perché….<br />

PM: Come?<br />

DAVIDE: quando si veste io gioco un po’ con a (sic) bi<strong>ci</strong>…. E poi….<br />

PM: a quindi sei us<strong>ci</strong>to prima perché hai aspettato che la mamma si vestisse… si mettesse le scarpe e la<br />

giacca….<br />

Davide: …. Si….<br />

(….)<br />

PM: Ho capito… quindi sei us<strong>ci</strong>to poco prima <strong>della</strong> mamma hai giocato un pochino con la bi<strong>ci</strong> e poi è us<strong>ci</strong>ta<br />

la mamma!!<br />

DAVIDE: si<br />

(…)<br />

PM: E’ stata con te la mamma a guardare i cartoni?<br />

DAVIDE: … no… va a vestirsi…<br />

PM: Dove va a vestirsi?<br />

DAVIDE: e poi chiama me e poi mi dice adesso torno da te…. (inc)<br />

PM: ti sei guardato i tuoi cartoni poi la mamma ti ha vestito e te ne sei andato fuori in bi<strong>ci</strong>cletta!!<br />

DAVIDE: … eh….<br />

Giova rilevare che dalle dichiarazioni sopra riportate per esteso, può evincersi unicamente che quel<br />

mattino, dopo aver fatto colazione, Davide Lorenzi è us<strong>ci</strong>to di casa per giocare con la bi<strong>ci</strong>cletta. Nulla può<br />

essere affermato in merito alla collocazione temporale degli <strong>eventi</strong> riferiti, se non con margini di<br />

tolleranza talmente ampi in modo da vanifacarne la concreta rilevanza. Sembra però che una conclusione<br />

può essere ragionevolmente desunta dal racconto di Davide: pare inverosimile che quella mattina<br />

Annamaria e Davide fossero in ritardo, altrimenti non si capirebbe come mai Davide abbia addirittura<br />

fatto in tempo ad andare fuori per giocare con la bi<strong>ci</strong>.


L’alibi <strong>della</strong> Franzoni può dunque essere ricostruire nei termini che seguono. Per raggiungere la fermata<br />

dell’autobus occorrono, secondo il verbale di sopralluogo eseguito dai tre minuti e die<strong>ci</strong> secondi ai tre<br />

minuti e trenta secondi <strong>ci</strong>rca, con andatura regolare. Sia il Vidi che il Savin riferiscono che l’andatura <strong>della</strong><br />

Franzoni quella mattina era regolare. Non stava correndo, madre e figlio erano a piedi, non risulta<br />

l’impiego di nessuna bi<strong>ci</strong>cletta. L’autista dello scuolabus dice che alle 08.20, quando raggiunge la<br />

fermata, sul posto si trovano già la Franzoni con Davide. Quindi alle ore 08.20 i due <strong>sono</strong> già lì. Tenuto<br />

conto di tutti i fatti sopra esposti, delle condizioni del tempo e <strong>della</strong> strada, nonché dell’andatura riferita<br />

(né di corsa né lenta, regolare) può ritenersi che la Franzoni sia us<strong>ci</strong>ta di casa tra le ore 08.16-08.17 e vi<br />

sia rientrata tra le ore 08.23.08.24. Meglio può ritenersi certo che la Franzoni sia us<strong>ci</strong>ta di casa prima<br />

delle ore 08.20, il resto può essere affermato solo in termini probabilisti<strong>ci</strong>.<br />

Anche la ricostruzione dell’alibi <strong>della</strong> Franzoni sconta, tuttavia una certa approssimazione. Esso è<br />

determinato tenendo conto del tempo medio di percorrenza impiegato dai Carabinieri nel corso<br />

dell’accertamento sui luoghi. Nessuno può dire se la velo<strong>ci</strong>tà tenuta dalla Franzoni quella mattina fosse<br />

più alta o più bassa di quella tenuta nella esecuzione del sopralluogo. A <strong>questo</strong> punto è indispensabile una<br />

pre<strong>ci</strong>sazione. Secondo la consolidata giurisprudenza di legittimità: "la funzione dell’alibi è quella di<br />

screditare le prove d’accusa dimostrando quella che deve essere una vera e propria impossibilità di<br />

commissione del fatto da parte di chi ne è accusato".<br />

Dunque, fino a che l’alibi non consente di escludere, senza dubbi residui la consumazione del reato, esso<br />

non può essere valutato come <strong>ci</strong>rcostanza di fatto a lavorare dell’indagato.<br />

Sulla scorta dei prin<strong>ci</strong>pi sopra esposti e degli elementi di fatto accertati, si può dunque<br />

sottoporre a valutazione l ‘effica<strong>ci</strong>a dell’alibi dell’indagata graduandolo dalla sicura<br />

impossibilità alla mera probabilità:<br />

alle ore 08:20 in punto è impossibile che la Franzoni possa commettere il reato, in quanto si trova alla<br />

fermata dell’autobus;<br />

tra le ore 08:15 e le ore 08:20 la Franzoni si troverebbe sulla strada di andata dall’abitazione verso la<br />

fermata. L’alibi non esclude la possibilità di commettere il reato per il periodo di tempo antecedente alle<br />

ore 08:15;<br />

tra le ore 08:17 e le ore 08:23 la Franzoni us<strong>ci</strong>rebbe e poi rientrerebbe nella casa. L’alibi non esclude la<br />

possibilità di commettere il reato per il periodo di tempo successivo alle ore 08.20.<br />

tra le ore 08.16 e le ore 08.24 la Franzoni us<strong>ci</strong>rebbe e poi rientrerebbe nella casa. L’alibi non esclude la<br />

possibilità di commettere il reato per il periodo di tempo antecedente e successivo alle ore 08.20.<br />

Questo non significa che la Franzoni abbia impiegato tempo zero per raggiungere la fermata e tornare<br />

alla propria abitazione. Significa che, attesa la impossibilità di determinare con esattezza il lasso di tempi<br />

impiegato, non può escludersi (ossia, non è impossibile) che la indagata abbia commesso l’omi<strong>ci</strong>dio nel<br />

lasso temporale indicato come alibi, verosimilmente nei periodi estremi del lasso medesimo.<br />

Occorre quindi procedere a comparazione tra il lasso di tempo costituente l’alibi <strong>della</strong> Franzoni ed il lasso<br />

di tempo costituente il range entro il quale si è verificato l’omi<strong>ci</strong>dio.<br />

Ciò determina in primo luogo la necessità di individuare il lasso temporale entro il quale l’omi<strong>ci</strong>dio può<br />

essere stato consumato.<br />

Le cause <strong>della</strong> morte <strong>sono</strong> state pre<strong>ci</strong>samente identificate dal Consulente in: "grave trauma cranicoencefalico<br />

con sfacelo traumatico <strong>della</strong> regione fronto-temporo-parietale dell’ovoide cranico , conseguente<br />

rottura e lacerazione di importanti vasi arteriosi meningei con relativa imponente emorragia ed anemia<br />

metaemorragica con schock ipovolemico ed importante edema cerebrale maligno<br />

Il consulente inoltre ritiene che: "stante la tipologia <strong>della</strong> lesione e quanto può essere desunto dai dati<br />

autopti<strong>ci</strong> ragionevolmente si deve ritenere come dal morte possa essere intervenuta tempuscolo più<br />

tempuscolo meno, intorno ai 10-12 minuti dall’aggressione". La successiva relazione integrativa del<br />

12.3.2002 ha confermato tale valutazione, approssimando la stima di ulteriori <strong>ci</strong>nque minuti. Tuttavia non<br />

è ragionevole pretendere che il tempo di sopravvivenza venga determinato al minuto. La biologia non è<br />

una s<strong>ci</strong>enza esatta, almeno per quanto riguarda questa particolare materia. Ogni organismo vivente ha<br />

una diversa reazione alle lesioni subite, e dunque i tempi di sopravvivenza non pos<strong>sono</strong> mai essere<br />

determinati al minuto.


Si può sicuramente affermare che il gravissimo trauma cranico aperto abbia rapidamente indotto un<br />

edema celebrale acuto, in una situazione di ipossia da massiva anemia metaemorragica. Ciò ha<br />

determinato, con ragionevole certezza una rapida alterazione dei parametri vitali. Nella letteratura<br />

s<strong>ci</strong>entifica è infatti acquisito che in caso di trauma cranico aperto, quanto più grave è l’edema, quanto è<br />

maggiore è l’ipossia allora tanto è più rapida la morte clinica la rapida perdita delle funzioni vitali.<br />

Pertanto seppur con un margine di approssimazione pos<strong>sono</strong> condividersi le conclusioni alle quali è<br />

pervenuto il consulente.<br />

Il termine ad quem può essere ragionevolmente ritenuto quello delle ore 08.29. <strong>In</strong> quel momento la<br />

Ferrod entra nella Camera da letto e vede il piccolo Samuele già (clinicamente) morto. Il termine a quo<br />

rimane oscuro. Non risulta con pre<strong>ci</strong>sione l’ora in cui la vittima è stata vista in vita, per l’ultima volta, da<br />

testimoni attendibili. Secondo le dichiarazioni rese dalla Franzoni la vittima sarebbe ancora viva alle ore<br />

08.14- 08.15, quando viene portata nel letto dei genitori. Tali dichiarazioni tuttavia non <strong>sono</strong> allo stato<br />

riscontrate. Il padre, Stefano Lorenzi, dichiara che quella mattina uscendo alle ore 07:30-07:40 non ha<br />

salutato Samuele, perché andava di fretta. Il fratello, Davide rende dichiarazioni troppo confuse su<br />

<strong>questo</strong> punto.<br />

Allo stato degli atti si può solo affermare in modo incontrovertibile, che l’omi<strong>ci</strong>dio ès tato consumato nella<br />

mattinata del 30.01.-2002, prima delle ore 08.29. E’ molto probabile sulla scorta di tutte le considerazioni<br />

sopra esposte e del tempo di sopravvivenza indicato dal Consulente che l’omi<strong>ci</strong>dio sia stato consumato<br />

tra le ore 08.00 e le ore 08.29, con preferenza per gli orari ricompresi nella prima fas<strong>ci</strong>a del lasso<br />

temporale.<br />

Una prima conclusione può essere tratta. L’alibi <strong>della</strong> Franzoni si colloca all’interno del periodo di tempo<br />

entro il quale l’omi<strong>ci</strong>dio è avvenuto.<br />

Tuttavia almeno in <strong>questo</strong> momento non lo ricomprende per intero, e dunque non può essere ritenuto<br />

suffi<strong>ci</strong>ente per escludere la responsabilità <strong>della</strong> Franzoni.<br />

Dunque l’alibi <strong>della</strong> Franzoni è compatibile con l’esecuzione dell’omi<strong>ci</strong>dio.<br />

5. LA VALUTAZIONE DEI GRAVI INDIZI A CARICO DELL’INDAGATA: UNA VALUTAZIONE<br />

GENERALE DELL’IMPIANTO ACCUSATORIO<br />

Una serie di conclusioni in fatto <strong>sono</strong> state già raggiunte. Sappiamo infatti che Samuele è stato uc<strong>ci</strong>so,<br />

sappiamo dove l’omi<strong>ci</strong>dio è avvenuto, e sappiamo inoltre il lasso temporale entro il quale l’omi<strong>ci</strong>dio è<br />

stato consumato. Possiamo ancora dire che Samuele ha visto il proprio assassino, che lo conosceva e che<br />

si fidava di lui.<br />

Il passo successivo è quindi l’accertamento <strong>della</strong> persona – o delle persone – che hanno<br />

uc<strong>ci</strong>so Samuele. Secondo la tesi del Pubblico ministero l’omi<strong>ci</strong>dio sarebbe stato consumato<br />

dalla mamma di Samuele, Annamaria Franzoni. La tesi è fondata in quanto trova pieno<br />

riscontro nei fatti.<br />

Tanto premesso, nel caso di una pluralità di elementi indiziari, non è consentito procedere alla sola<br />

valutazione <strong>della</strong> gravità di <strong>ci</strong>ascuno di essi, dovendosi invece procedere ad una valutazione globale e<br />

complessiva degli stessi. La tesi del Pubblico Ministero deve essere calata nei fatti e deve essere in grado<br />

di spiegarli tutti, dando loro un significato univoco, quanto meno con riferimento al grado di certezza<br />

richiesto dall’art. 273 c.p.p.<br />

<strong>In</strong> termini generali può dirsi che la dimostrazione <strong>della</strong> responsabilità <strong>della</strong> Franzoni viene compiuta in via<br />

critica e non rappresentativa, atteso che – almeno per quello che oggi sappiamo – non risulta che altra<br />

persona/e abbiano assistito al fatto o comunque siano in grado di riferire sulle modalità esecutive dello<br />

stesso.<br />

Questa la tesi: non solo è dimostrato che l’omi<strong>ci</strong>dio, se non con probabilità del tutto infinitesimali, non è<br />

stato commesso da altre persone; ma è anche dimostrato che sussistono elementi che indichino che<br />

l’omi<strong>ci</strong>dio sia stato commesso proprio dall’indagata.<br />

Gli elementi a carico <strong>della</strong> Franzoni <strong>sono</strong> pertanto costituiti in positivo sia dalle contraddizioni tra le<br />

versioni dei fatti fornite dall’indagata, sia dalle contraddizioni tra le dichiarazioni rese dalla Franzoni e<br />

quelle rese dalle altre persone informate sui fatti.<br />

<strong>In</strong>oltre, la sua responsabilità può essere desunta da alcune considerazioni prettamente logiche relative al<br />

pigiama ed alle <strong>ci</strong>abatte in sequestro.


<strong>In</strong>fine, come risulta dal paragrafo che precede, l’alibi <strong>della</strong> Franzoni è del tutto compatibile con la<br />

commissione dell’omi<strong>ci</strong>dio.<br />

<strong>In</strong> negativo dalla sostanziale impossibilità da parte di terzi di commettere <strong>questo</strong> omi<strong>ci</strong>dio, per le<br />

sue peculiari modalità spazio-temporali e comunque dalla sussistenza di alibi forniti dalle altre persone,<br />

che per varie ragioni avrebbero potuto commettere il fatto.<br />

L'omi<strong>ci</strong>dio poteva essere commesso solo dalla Franzoni ed in effetti è stato commesso proprio dalla<br />

Franzoni.<br />

6. LA POSSIBIILTA' DI COMMETTERE IL FATTO.<br />

<strong>In</strong> primo luogo, per poter pensare che la Franzoni abbia uc<strong>ci</strong>so il figlio, deve anzitutto accertarsi se<br />

l'indagata, nel lasso temporale entro il quale è avvenuto l'omi<strong>ci</strong>dio, ha avuto modo di trovarsi da sola con<br />

la vittima all'interno dell'abitazione, perché proprio lì il fatto è stato compiuto.<br />

<strong>In</strong>vero, altro è affermare che il suo alibi è compatibile con l'esecuzione dell'omi<strong>ci</strong>dio altro è affermare che<br />

la Franzoni ha avuto la concreta possibilità di commetterlo.<br />

La risposta è positiva. La stessa indagata riferisce che prima di portare Davide alla fermata dello<br />

scuolabus si è trovata da sola con Samuele all'interno <strong>della</strong> camera da letto ove l'omi<strong>ci</strong>dio è avvenuto<br />

"…mentre Davide faceva colazione io <strong>sono</strong> scesa di sotto a vestirmi, mi <strong>sono</strong> tolta il pigiama in camera e<br />

l'ho buttato sul letto, ho preso in bagno la canottiera e poi <strong>sono</strong> risalita di sopra (…) <strong>sono</strong> us<strong>ci</strong>ta con le<br />

scarpe appena messe e da allac<strong>ci</strong>are, ho las<strong>ci</strong>ato le <strong>ci</strong>abatte nella zona antistante il bagno, vi<strong>ci</strong>no alla<br />

porta d'ingresso". Questa seconda versione è stata poi reiterata. "… l'ho las<strong>ci</strong>ato comunque a mangiare (il<br />

figlio Davide, ndr) mentre io <strong>sono</strong> scesa a vestirmi. Mi <strong>sono</strong> cambiata nella mia camera da letto, las<strong>ci</strong>ando<br />

il pigiama come tutte le mattine sul letto, poi <strong>sono</strong> andata in camera di Davide a prendere i suoi vestiti<br />

(…) <strong>sono</strong> risalita in cu<strong>ci</strong>na dove Davide stava ancora facendo colazione, poi l'ho vestito (…) mentre<br />

stavamo uscendo ho sentito Samuele piangere e chiamarmi. A quel punto Davide è us<strong>ci</strong>to e io <strong>sono</strong> scesa<br />

giù da Samuele che era sulle scale, l'ho portato nel mio letto dicendogli di stare tranquillo (…) ho preso la<br />

giacca e messo le scarpe e facendo molto piano ho aperto la porta, non chiudendola a chiave nell'us<strong>ci</strong>re<br />

per paura di fare rumore".<br />

<strong>In</strong> ogni caso nel lasso temporale sopra indicato l'indagata ha occasione di trovarsi da sola in casa con la<br />

vittima – essendo us<strong>ci</strong>ta sia il marito che il piccolo Davide, e non risultando la presenza di terzi – in<br />

almeno tre occasioni:<br />

a. Prima di portare Davide alla fermata dell'autobus, con due possibilità:<br />

1. Almeno dalle ore 08,15, alle ore 08.16. <strong>In</strong> quel lasso infatti: "arrivate le 8:15 Davide è us<strong>ci</strong>to" e poi,<br />

dopo avere incontrato Samuele sulle scale ed averlo messo a letto dichiara: "…<strong>sono</strong> andata giù per strada<br />

dove c'era già Davide";<br />

2. Tra le ore 08:00 e le ore 08:15, quando Davide dopo aver fatto colazione esce all'esterno <strong>della</strong> casa<br />

per giocare con la bi<strong>ci</strong>, fino a quando non arriva l'ora di andare alla fermata.<br />

a. Al suo rientro nell'abitazione avvenuto alle ore 08:24 <strong>ci</strong>rca e l'arrivo <strong>della</strong> Ferrod avvenuto alle ore<br />

08:30.<br />

I tempi indicati, ovviamente, scontano le approssimazioni già evidenziate: non vi <strong>sono</strong> infatti elementi<br />

certi per poter affermare a quale ora esatta la Franzoni sia us<strong>ci</strong>ta di casa ed a quale ora esatta vi abbia<br />

fatto rientro.<br />

Resta comunque dimostrato che l'indagata ha avuto il tempo necessario per commettere l'omi<strong>ci</strong>dio.<br />

7. 1 ANALISI SCIENTIFICHE COMPIUTE SUL PIGIAMA E SULLE CIABATTE IN SEQUESTRO.<br />

Come abbiamo visto, sul luogo del delitto <strong>sono</strong> stati ritrovati degli oggetti imbrattati di sangue,<br />

appartenenti all’indagata: il pigiama ed un paio di <strong>ci</strong>abatte.<br />

I reperti <strong>sono</strong> stati sottoposti ad una approfondita ed elaborata consulenza tecnica disposta dal Pubblico<br />

Ministero con incarico conferito ai RACIS di Parma.<br />

La difesa dell’indagata, in data 11/3/2002, ha poi depositato una propria perizia relativa agli accertamenti<br />

sulle tracce ematiche.


Procediamo ora alla valutazione delle conclusioni raggiunte dal Consulente del PM, tenuto conto <strong>della</strong><br />

consulenza tecnica difensiva, distinguendo tra gli accertamenti sulle tracce ematiche relative al pigiama e<br />

quelli relativi agli zoccoli.<br />

7.2 ACCERTAMENTI SULLE TRACCE EMATICHE DEL PIGIAMA.<br />

All’esito degli accertamenti eseguiti, il Consulente Tecnico del PM ha concluso ritenendo che le tracce<br />

ematiche ritrovate sul piumone, sulla casacca e sui pantaloni del pigiama, appartengono alla vittima<br />

Samuele Lorenzi.<br />

Non vi è contestazione dei periti <strong>della</strong> difesa su <strong>questo</strong> punto e comunque esse appaiono integralmente<br />

condivisibili.<br />

È dunque certo che il pigiama sia macchiato dalle di sangue <strong>della</strong> vittima, e che le tracce si siano<br />

depositate sul pigiama proprio nel corso dell’esecuzione dell’omi<strong>ci</strong>dio.<br />

A <strong>questo</strong> punto <strong>sono</strong> possibili due ipotesi che spiegano per quale ragione le tracce ematiche siano sul<br />

pigiama.<br />

Secondo la tesi del PM, supportata dalle argomentazioni s<strong>ci</strong>entifiche del proprio consulente, il pigiama<br />

sarebbe stato indossato dall’assassino nell’eseguire il reato.<br />

Secondo la tesi dei periti <strong>della</strong> difesa il pigiama sarebbe invece stato imbrattato perché si trovava gettato<br />

in disordine sul piumone del letto durante l’omi<strong>ci</strong>dio, così come prospettato dalla Franzoni in più<br />

occasioni.<br />

<strong>In</strong> realtà entrambe le tesi prestano il fianco ad alcune obiezioni anche se, allo stato degli atti, sembra<br />

ancora preferibile la spiegazione prospettata dal PM.<br />

La tesi difensiva è infatti smentita da un sicuro riscontro oggettivo.<br />

Mentre in pantaloni del pigiama <strong>sono</strong> stati effettivamente trovati sul piumone, la casacca è stata<br />

rinvenuta tra le lenzuola ed il materasso.<br />

Sembra dunque impossibile che la casacca si sia potuta imbrattare in quanto al momento dell’omi<strong>ci</strong>dio<br />

essa si trovava sotto il piumone.<br />

Del resto, è la stessa indagata a confermare la <strong>ci</strong>rcostanza: quando ho scoperto il piccolo Samuele nelle<br />

condizioni che vi ho detto ho tirato giù il piumone (…) non ricordo di aver visto il mio pigiama quando ho<br />

tirato giù il piumone.<br />

Penso che avendolo tolto al mattino sia rimasto sotto le lenzuola quando le ho tirate su per coprire<br />

Samuele prima di us<strong>ci</strong>re.<br />

La tesi difensiva, seppur pregevole, in <strong>questo</strong> momento non trova riscontro nei fatti.<br />

Anche le conclusioni dei RACIS, seppur dotate di una congrua ed articolata motivazione s<strong>ci</strong>entifica,<br />

prestano il fianco a qualche obiezione.<br />

<strong>In</strong> primo luogo la metodologia di indagine.<br />

La comparazione tra le tracce ematiche presenti sul pigiama e quelle presenti sul piumone è stata infatti<br />

eseguita postulando che il pigiama si trovasse, al momento del suo ipotetico imbrattamento ac<strong>ci</strong>dentale,<br />

in posizione piana su qualche zona del piumone.<br />

<strong>In</strong> realtà, doveva correttamente postularsi che se il pigiama fosse stato gettato in disordine sulla<br />

superfi<strong>ci</strong>e del piumone, allora esse non poteva trovarsi in posizione perfettamente piana, ma doveva<br />

almeno presentare qualche piega.<br />

<strong>In</strong> secondo luogo, come correttamente argomento i consulenti <strong>della</strong> difesa, allo stato degli atti sembra<br />

diffi<strong>ci</strong>le spiegare la presenza di macchie soltanto su una parte <strong>della</strong> casacca, l’assenza di tracce di tipo<br />

ditate per ac<strong>ci</strong>dentale contatto delle mani e la permanenza in situ del frammento osseo vi<strong>ci</strong>no al polsino<br />

del pigiama.<br />

<strong>In</strong> effetti, vista la natura e l’entità delle lesioni, nonché il sanguinamento derivato, sembrerebbe<br />

ragionevolmente ipotizzabile che sul pigiama dovessero trovarsi più macchie rispetto a quelle<br />

effettivamente riscontrate.


Nonostante tali obiezioni, le conclusioni alle quali <strong>sono</strong> pervenuti i RACIS sembrano comunque da<br />

condividere, per due ragioni.<br />

La casacca del pigiama non si trovava sopra il piumone ma sotto di esso: il suo imbrattamento è<br />

spiegabile solo ipotizzando che essa sia stata indossata dall’assassino; sulla casacca del pigiama risultano<br />

presenti tracce ematiche sia sul recto sia sul verso.<br />

Anche questa <strong>ci</strong>rcostanza può essere spiegata solo ipotizzando che il pigiama sia stato indossato<br />

dall’assassino.<br />

L’obiezione difensiva su <strong>questo</strong> punto non ha pregio.<br />

Le macchie su entrambi i lati <strong>della</strong> giacca non sembrano infatti dovute al contatto re<strong>ci</strong>proco dei lembi<br />

<strong>della</strong> casacca.<br />

Pertanto, seppur con le perplessità sopra evidenziate, pos<strong>sono</strong> condividersi le conclusioni rassegnate dal<br />

RACIS, alle quali integralmente si rimanda: almeno la casacca del pigiama è stata indossata<br />

dall’assassino nel corso dell’omi<strong>ci</strong>dio.<br />

7.3 ACCERTAMENTI SULLE TRACCE EMATICHE DEGLI ZOCCOLI<br />

Su entrambi gli zoccoli ritrovati al piano terreno dell’abitazione dei coniugi Lorenzi, pa<strong>ci</strong>ficamente<br />

appartenenti all’indagata, <strong>sono</strong> state ritrovate delle tracce ematiche: significativa è la loro ,localizzazione.<br />

Essa viene pertanto riportata per esteso così come descritta dal RACIS: descrizione del reperto<br />

Si tratta di un paio di zoccoli di colore bianco marca Fly Flot, misura 38, con plantare di legno rivestito<br />

esternamente di gomma e tomaia superiore in cuoio di colore bianco, traforato.<br />

Il reperto è stato rinvenuto e sequestrato in casa Lorenzi, nel disimpegno del bagno posto al piano<br />

superiore (vedi foto dal n. 1 al n. 4 dell’allegato fas<strong>ci</strong>colo fotografico), in occasione delle attività di<br />

sopralluogo eseguite da personale del RIS di Parma e del Comando Gruppo Carabinieri di Aosta, in data 6<br />

e 7 febbraio 2002.<br />

Ad una preliminare ispezione il reperto esibiva tracce ematiche evidenti, variamente disposte su<br />

entrambe le suole (foto dal n. 5 al n. 11).<br />

Sottoposti ad un più approfondito esame, previa rimozione <strong>della</strong> tomaia di cuoio (foto dal n. 15 al n. 18 e<br />

dal n. 31 al n. 34) e successiva analisi al microscopio binoculare, gli stessi zoccoli, hanno mostrato<br />

ulteriori tracce verosimilmente ematiche, presenti sia sulla scarpa sinistra, sia su quella destra.<br />

<strong>In</strong> particolare: per quanto riguarda lo zoccolo sinistro, le tracce risultavano localizzate: a <strong>ci</strong>rca metà dello<br />

sviluppo longitudinale del plantare, all’altezza del bordo laterale sinistro, sotto forma di una minuta<br />

crosti<strong>ci</strong>na (foto n. 12, 13 e 14); in corrispondenza del bordo anteriore del plantare, sotto forma di<br />

alonature e minutissimi residui, apprezzabili soltanto microscopicamente (foto dal n. 19 al n. 25); sulla<br />

superfi<strong>ci</strong>e interna <strong>della</strong> tomaia in cuoio, all’altezza del bordo laterale sinistro, a guisa di un debole<br />

imbrattamento e di un residuo puntiforme, rilevabili microscopicamente (foto dal n. 26 al n.- 30).<br />

Per quanto riguarda lo zoccolo destro, le tracce risultavano localizzate: in corrispondenza del bordo<br />

anteriore del plantare, sotto forma di alonature e minuscole tracce, apprezzabili soltanto<br />

microscopicamente (foto dal n. 35 al n. 39); sulla superfi<strong>ci</strong>e interna <strong>della</strong> tomaia in cuoio, all’altezza del<br />

bordo laterale destro, a guisa di un tenue imbrattamento, riscontrabile solo microscopicamente (foto dal<br />

n. 26 al n. 30) .<br />

Gli accertamenti biologi<strong>ci</strong> eseguiti hanno consentito di accertare, con argomentazioni che sembrano<br />

condivisibili, che le tracce ematiche ivi riscontrate appartengono alla vittima, Samuele Lorenzi.<br />

<strong>In</strong> seguito <strong>sono</strong> stati eseguiti degli elettroferogrammi relativi al materiale genetico riscontrato sugli<br />

zoccoli, con le seguenti conclusioni: le tracce in parola <strong>sono</strong> costituite da materiale genetico misto in cui<br />

la componente minoritaria è compatibile con la signora Franzoni mentre la componente maggioritaria è<br />

attribuibile alla vittima, Samuele Lorenzi.<br />

Sul punto nessuna osservazione <strong>della</strong> difesa è stata svolta.


8. LE CONDIZIONI CHE DEVONO ESSERE CNTEMPORANEAMENTE SODDISFATTE PER<br />

L’ATTRIBUZIONE DELLA RESPONSABILITA’<br />

Sulla scorta degli accertamenti s<strong>ci</strong>entifi<strong>ci</strong> sopra esposti nei paragrafi precedenti, si può ragionevolmente<br />

formulare un’ipotesi di accusa che preveda il soddisfa<strong>ci</strong>mento contemporaneo delle seguenti condizioni:<br />

l’assassino doveva trovarsi da solo con la vittima all’interno <strong>della</strong> camera da letto dei coniugi Lorenzi nel<br />

lasso di tempo in cui l’omi<strong>ci</strong>dio è stato consumato; l’assassino doveva indossare, al momento<br />

dell’omi<strong>ci</strong>dio, almeno la casacca del pigiama; gli zoccoli <strong>sono</strong> stati indossati dall’assassino nel corso<br />

dell’omi<strong>ci</strong>dio ovvero, dopo la sua consumazione, <strong>sono</strong> venuti in contatto ac<strong>ci</strong>dentale con il sangue <strong>della</strong><br />

vittima; l’assassino doveva disporre, dopo l’esecuzione del delitto, di un certo lasso di tempo per far<br />

sparire l'arma del delitto, per pulirsi o comunque per allontanarsi indisturbato; l’assassino doveva<br />

conoscere la disposizione delle camere all’interno dell’abitazione dei Lorenzi e, più in particolare, doveva<br />

conoscere perfettamente le abitudini di vita <strong>della</strong> famiglia.<br />

Tutte queste condizioni <strong>sono</strong> contemporaneamente soddisfatte solo ipotizzando che l’assassino sia<br />

Annamaria Franzoni, per quanto di seguito verrà esposto.<br />

9.1 LA RAGIONEVOLE IMPOSSIBILITA DI ATTRIBUIRE L’OMICIDIO A TERZI.<br />

Come vedremo è possibile che una persona allo stato ignota si sia trovata in una o più delle condizioni di<br />

fatto indicate nel paragrafo precedente, necessarie al fine di poter consumare l’omi<strong>ci</strong>dio.<br />

Si deve però ragionevolmente escludere che taluno si sia trovato contemporaneamente in tutte le<br />

condizioni sopra indicate.<br />

Certo, l’ipotesi conserva ancora qualche astratta possibilità di verificarsi, ma tale possibilità è così remota<br />

da sconfinare nel bizzarro.<br />

<strong>In</strong> primo luogo non risulta che nell’abitazione dei Lorenzi o nelle sue vi<strong>ci</strong>nanze nella mattina dell’omi<strong>ci</strong>dio<br />

si trovasse qualcuno.<br />

Tutte le persone comunque presenti nei pressi dell’abitazione dei Lorenzi tra le 08.00 e le 08.30 hanno<br />

de<strong>ci</strong>samente affermato di non aver notato nessuna persona fermarsi o comunque transitare in quella<br />

zona, destando sospetto o attenzione.<br />

Stefano Lorenzi, us<strong>ci</strong>to da casa tra le ore 07.30 e le ore 07.40, ha dichiarato di non aver notato nulla di<br />

strano quella mattina.<br />

Anche il piccolo Davide ha dichiarato di non aver visto nessuno nel corso del giro in bi<strong>ci</strong> fatto dopo la<br />

colazione.<br />

<strong>In</strong> fine la stessa indagata ha dichiarato di non aver notato persone estranee nei pressi dell’abitazione.<br />

Nel viottolo che costeggia l’abitazione dei Lorenzi non <strong>sono</strong> state riscontrate tracce o comunque segni<br />

ricondu<strong>ci</strong>bili ad un possibile appostamento finalizzato all’osservazione <strong>della</strong> casa; ne tali tracce <strong>sono</strong> state<br />

riscontrate nel corso del largo e accurato controllo perimetrale <strong>della</strong> zona effettuato dai Carabinieri.<br />

Peraltro, giova a <strong>questo</strong> punto una elementare considerazione: l’assassino, per accedere alla camera in<br />

cui si trovava il piccolo Samuele, deve pure essere passato da qualche parte.<br />

L’indagata ha dichiarato che le finestre e la porta del garage erano chiuse.<br />

Resta, come unica alternativa, la porta d’ingresso.<br />

Sembra ragionevole ritenere che la porta d’ingresso, mentre la Franzoni si recava alla fermata<br />

dell’autobus, fosse stata chiusa dalla stessa indagata.<br />

Nel corso del procedimento la Franzoni ha dichiarato più volte di aver las<strong>ci</strong>ato aperta la porta di ingresso,<br />

non chiudendola a chiave nell’us<strong>ci</strong>re per paura di far rumore e di svegliare il piccolo Samuele.<br />

La dichiarazione <strong>della</strong> Franzoni è probabilmente falsa, sia per la sua intrinseca inverisimiglianza, sia<br />

perché contraddetta da altre dichiarazioni rese dalla Franzoni.<br />

<strong>In</strong> primo luogo, parte del tutto inverosimile che una madre molto attenta e scrupolosa come la Franzoni,<br />

così almeno è stata definita e si ritiene, esca di casa senza chiudere la porta, las<strong>ci</strong>ando il piccolo Samuele<br />

da solo in balia degli <strong>eventi</strong>.


Tra l’altro la giustificazione fornita (per paura di fare rumore) è contraddetta dalle stesse dichiarazioni<br />

<strong>della</strong> Franzoni e da un riscontro obbiettivo.<br />

L’indagata, ha dichiarato di avere messo nel proprio letto Samuele perché piangeva.<br />

Sembra però impossibile che il piccolo Samuele, poco dopo aver richiamato l’attenzione <strong>della</strong> mamma, si<br />

sia immediatamente addormentato, ben sapendo che la mamma stava per us<strong>ci</strong>re perché era già vestita.<br />

Dunque, è evidente che la giustificazione addotta sembra infondata, non potendo svegliarsi con il rumore<br />

<strong>della</strong> porta colui che in realtà era già sveglio, e non stava dormendo.<br />

Tra l’altro, che Samuele probabilmente non stesse dormendo risulta anche dalle ferite da difesa riportate<br />

sulla mano sinistra.<br />

Non solo, nell’immediatezza dei fatti la Franzoni ha dichiarato proprio il contrario.<br />

All’arrivo del Dr. Iannazzi, il quale prospettava l’ipotesi che poteva esser<strong>ci</strong> stato qualcuno entrato<br />

dall’esterno, la Franzonoi diceva: non <strong>sono</strong> stupida, era chiuso e so bene quello che fac<strong>ci</strong>o con tono<br />

definito dai presenti quasi infastidito.<br />

Si può quindi ritenere per tutte queste ragioni che la Franzoni abbia mentito.<br />

Il mattino dell’omi<strong>ci</strong>dio la porta di ingresso era chiusa.<br />

Sul luogo non <strong>sono</strong> stati rinvenuti segni di effrazione o di scasso.<br />

Ne consegue che l’assassino disponeva delle chiavi di casa o si trovava già all’interno.<br />

Ma anche supponendo, per amore di discussione, che la porta di ingresso fosse aperta, risulta comunque<br />

impossibile la commissione del reato da parte di terzi.<br />

È stato infatti accertato che non vi era una condotta costante da parte <strong>della</strong> Franzoni per quanto la<br />

conduzione dei propri figli alla fermata dello scuolabus.<br />

Alcune volte la Franzoni us<strong>ci</strong>va di casa con tutte due i bambini, altre volte us<strong>ci</strong>va di casa con il solo<br />

Davide, las<strong>ci</strong>ando da solo Samuele.<br />

Sembra però che nella generalità dei casi erano più le volte che us<strong>ci</strong>va con i due bambini insieme.<br />

E allora, affinchè la consumazione del reato sia possibile, occorre che l’omi<strong>ci</strong>da non solo conoscesse<br />

l’ubicazione delle camere all’interno <strong>della</strong> casa dei Lorenzi, ma occorre soprattutto che l’assassino<br />

conoscesse le abitudini <strong>della</strong> Franzoni e che tenesse sotto costante osservazione l’abitazione dei Lorenzi<br />

allo scopo di cogliere il momento più opportuno per agire, visto che le abitudini <strong>della</strong> Franzoni non erano<br />

costanti.<br />

Occorre infine che l’assassino sapesse che quel mattino il bambino si trovava nella camera da letto dei<br />

genitori, e non nella camera da letto dove di solito dormiva.<br />

Tale ipotesi per un verso non trova alcun riscontro nei fatti.<br />

Per altro verso sembra intrinsecamente inverosimile.<br />

<strong>In</strong>fatti, una preparazione così accurata dell’omi<strong>ci</strong>dio richiederebbe quantomeno un movente.<br />

Allo stato non risulta che i Lorenzi si siano creati mai rancori tali nei confronti di delittuosa.<br />

Il marito dell’indagata, per quello che risulta dagli atti, ha più volte dichiarato di non avere nessuna idea<br />

in merito al movente di un terzo, in quanto, al di la dei normali screzi tra vi<strong>ci</strong>ni, non gli risulta di essersi<br />

mai comportato in maniera tale da determinare in altri la nas<strong>ci</strong>ta di un proposito vendicativo, di questa<br />

portata, nei confronti suoi e dei suoi famigliari.<br />

<strong>In</strong>oltre, una preparazione così accurata del delitto richiederebbe quantomeno che l’omi<strong>ci</strong>da impieghi<br />

un’arma più efficace ed appropriata di quella impiegata per la consumazione dell’omi<strong>ci</strong>dio.<br />

L’arma del delitto non è mai stata trovata.<br />

Dalla natura delle lesioni tuttavia se ne pos<strong>sono</strong> dedurre le caratteristiche strutturali.


<strong>In</strong> particolare il Prof. Viglino ha ritenuto che: per quanto desumibile dalla descritta morfologia delle lesioni<br />

si può affermare che queste, con buona probabilità, siano state determinate da un corpo contundente con<br />

le seguenti caratteristiche: fa<strong>ci</strong>le ed agevole impugnabilità; rigido; discretamente pesante; che presenta<br />

margini acuti rettilinei e spigoli vivi.<br />

La morfologia <strong>della</strong> maggior parte delle ferite è suggestiva per l’ipotesi che le stesse siano state prodotte<br />

per l’effetto dell’azione di spigolo dell’oggetto.<br />

Si tratta con evidenza di un’arma impropria, affatto incompatibile con una fase di preparazione e studio<br />

dell’omi<strong>ci</strong>dio.<br />

<strong>In</strong>oltre, altri due elementi inducono a ritenere che la consumazione dell’omi<strong>ci</strong>dio da parte di un estraneo<br />

sia sostanzialmente impossibile.<br />

<strong>In</strong> primo luogo il tempo disponibile per l’esecuzione del reato e per la fuga.<br />

Risulta infatti che la Franzoni si sia allontanata dall’abitazione per soli otto minuti, tra le ore 08.16 e le<br />

ore 08.27.<br />

<strong>In</strong> realtà il range temporale disponibile per l’omi<strong>ci</strong>dio è ancora più ristretto.<br />

<strong>In</strong>fatti l’assassino doveva almeno aspettare che la Franzoni ed il piccolo Davide si fossero allontanati un<br />

po’ dall’abitazione, per non essere scoperto al momento dell’ingresso, e doveva essere già us<strong>ci</strong>to un po’<br />

prima delle ore 08.24 per non incontrare la Franzoni di ritorno dall’autobus.<br />

Quindi il rage temporale è ancora più ristretto, tra i <strong>ci</strong>nque ed i sei minuti.<br />

Tra l’altro l’assassino, se conosceva le abitudini <strong>della</strong> Franzoni, e quindi sapeva che questa accompagnava<br />

il bambino alla fermata per prendere ,l’autobus alle ore 08.20, sapeva anche di avere un tempo<br />

limitatissimo per agire, ben potendo la Franzoni rientrare in casa prima delle ore 08.24 (ad esempio,<br />

perché aveva accompagnato Davide solo per un pezzo o perchè era rientrata in casa a passo più veloce<br />

del normale, anche considerando il fatto che aveva las<strong>ci</strong>ato Samuele da solo).<br />

Il rischio di essere scoperto era così elevato da tramutarsi in sicura certezza.<br />

Si consideri ancora che quella mattina i vi<strong>ci</strong>ni di casa <strong>della</strong> Franzoni erano in posizione tale da vedere<br />

quello che succedeva nei pressi dell’abitazione.<br />

Non solo queste persone non videro nessuno agitarsi in quell’orario.<br />

Ma soprattutto il fantomatico omi<strong>ci</strong>da avrebbe dovuto fare i conti anche con il rischio di essere visto da<br />

loro.<br />

<strong>In</strong> secondo luogo risulta che l’assassino nell’eseguire il reato ha indossato almeno la casacca del pigiama<br />

appartenente alla Franzoni.<br />

Già il ristretto range temporale disponibile dall’assassino las<strong>ci</strong>a perplessi.<br />

Non si capisce infatti perché avrebbe dovuto perdere una parte del suo tempo limitato e prezioso per<br />

indossare tale indumento, con il rischio di farsi cogliere in flagranza di reato.<br />

Ma vi <strong>sono</strong> due considerazioni che consentono di affermare, con sicura certezza, che l’assassino estraneo<br />

non avrebbe infilarsi la ,casacca del pigiama: è evidente che l’assassino deve avere indossato la casacca<br />

del pigiama nel luogo dove questa si trovava quando era stata las<strong>ci</strong>ata dalla Franzoni prima di us<strong>ci</strong>ere.-<br />

<strong>In</strong> merito la Franzoni ha dichiarato di aver las<strong>ci</strong>ato l’indumento: buttato sul letto come tutte le mattine.<br />

Allora questa è la scena del delitto che potremmo ipotizzare: l’assassino entra nella camera del piccolo<br />

Samuele con i suoi vestiti; la vittima è già sveglia o a <strong>questo</strong> punto probabilmente si sveglia; intanto<br />

l’assassino con tutta calma indossa il pigiama <strong>della</strong> Franzoni; il piccolo Samuele resta tranquillamente<br />

nella sua posizione, senza fare troppo caso a questa serie di cose un po’ strane, aspettando con pazienza<br />

di essere macellato.<br />

Sembra veramente troppo.<br />

Una ipotesi simile, per essere soddisfatta richiederebbe almeno delle tracce di lotta o colluttazione, che<br />

non <strong>sono</strong> mai state trovate e non la semplice ferita da difesa trovata sulla sua mano.


Viceversa dalla sua posizione, dalla mancanza di colluttazione, e dalla sostanziale tranquillità delle scena<br />

del delitto, possiamo attender<strong>ci</strong> che Samuele non abbia notato nulla di strano quella mattina.<br />

Ciò significa che la persona che indossava il pigiama nel momento dell’omi<strong>ci</strong>dio era la persona che<br />

solitamente lo portava: Annamaria Franzoni; in ogni caso è impossibile che un estraneo, quella mattina,<br />

potesse indossare la casacca del pigiama e .<strong>ci</strong>ò per la semplice ragione che il pigiama non era visibile.<br />

Giova ricordare che il pigiama è stato ritrovato sotto il lenzuolo e sotto il piumone.<br />

La Franzoni, dopo aver in un primo momento affermato di aver buttato il pigiama .sul letto prima di<br />

us<strong>ci</strong>re, ha in seguito pre<strong>ci</strong>sato: quando ho scoperto il piccolo Samuele nelle condizioni che vi ho detto ho<br />

tirato giù il piumone, non ricordo di aver visto il mio pigiama quando ho tirato giù il piumone.<br />

Penso che avendolo tolto al mattino sia rimasto sotto le lenzuola quando le ho tirate su per coprire<br />

Samuele prima di us<strong>ci</strong>re.<br />

Tutte le persone che <strong>sono</strong> intervenute sulla scena del delitto hanno negato di aver tolto, spostato o<br />

addirittura visto il pigiama di cui stiamo parlando.<br />

La conclusione è pertanto univoca.<br />

Il pigiama al momento dell’omi<strong>ci</strong>dio era sotto le lenzuola e dunque non visibile.<br />

Esso poteva essere indossato o dalla persona che lo portava quella mattina o dalla persona che sapeva<br />

dove era riposto: in ogni caso Annamaria Franzoni.<br />

9.2 GLI ZOCCOLI<br />

Gli zoccoli appartenenti all’indagata, sequestrati nel corso dei rilievo, hanno sicuramente avuto a che fare<br />

con l’omi<strong>ci</strong>dio.<br />

Essi infatti riportano in più zone tracce ematiche appartenenti alla vittima.<br />

Delle due l’una: o essi <strong>sono</strong> stati schizzatoi nel corso dell’esecuzione dell’omi<strong>ci</strong>dio; o essi <strong>sono</strong> stati<br />

imbrattati (wipe) dopo l’esecuzione dell’omi<strong>ci</strong>dio.<br />

Le persone intervenute sulla scena del delitto hanno dichiarato di non aver mai notato la presenza degli<br />

zoccoli nella camera da letto.<br />

Del resto, essi <strong>sono</strong> stati trovati al piano superiore nel disimpegno antistante il bagno, posati al suolo in<br />

modo assolutamente ordinato.<br />

Con particolare riferimento all’abbigliamento indossato quella mattina dalla Franzoni di particolare rilievo<br />

in questa vicenda l’indagata ha dichiarato: quando <strong>sono</strong> rientrata in casa di ritorno dall’accompagnare<br />

Davide, ho subito tolto le scarpe ho messo le <strong>ci</strong>abatte e <strong>sono</strong> andata giù a vedere Samuele (…) quando<br />

ero in attesa del soccorso, su indicazione di Ada <strong>sono</strong> nuovamente salita di sopra a prendere le scarpe, la<br />

giacca le ho infilate ho las<strong>ci</strong>ato le <strong>ci</strong>abatte al piano vi<strong>ci</strong>no l’ingresso e <strong>sono</strong> riscesa.<br />

Di seguito la Franzoni poi ha dichiarato: nel momento in cui <strong>sono</strong> rientrata in casa dopo aver<br />

accompagnato Davide alla fermata dello scuolabus, ho chiuso la porta di ingresso a chiave dall’interno<br />

(…) dopo di che mi <strong>sono</strong> tolta le scarpe nell’antibagno e mi <strong>sono</strong> messa le <strong>ci</strong>abatte, mi <strong>sono</strong> tolta la giacca<br />

e <strong>sono</strong> scesa sotto in camera trovando Samuele.<br />

Voglio altresì riferire che quando Ada mi ha detto di prepararmi perché dovevo andare con Samuele <strong>sono</strong><br />

salita sopra, mi <strong>sono</strong> messale scarpe ho preso la mia giacca nera e lo zaino che si trovava sul basamento<br />

in pietra del camino <strong>sono</strong> nuovamente scesa sotto.<br />

La versione dei fatti complessivamente narrata dalla Franzoni, come già detto, pare smentita, sia da<br />

contraddittorietà intrinseche sia dalla contraddizione con le dichiarazioni rese da altre persone informate<br />

sui fatti.<br />

La Satragni, su <strong>questo</strong> punto, ha chiaramente smentito la versione dei fatti prospettata dalla Franzoni.<br />

Per un verso ha dichiarato del suo arrivo nella casa dei Lorenzi la Franzoni ,era tutta vestita di nero: ho il<br />

ricordo <strong>della</strong> signora Annamaria tutta vestita di nero: neri i capelli, nera la maglia, neri i pantaloni e neri<br />

gli stivaletti.


Ed ancora: quando, richiesto il mio intervento, <strong>sono</strong> arrivata nella camera di Annamaria l’ho trovata<br />

vestita di colore nero: maglia nera, pantaloni e stivaletti neri.<br />

Sono sicura di non avere mai detto di andare a prepararsi.<br />

Ha poi escluso che la Franzoni indossasse un paio di zoccoli, avendo ai piedi i già riferiti stivaletti neri.<br />

Per altro la <strong>ci</strong>rcostanza risulta anche dalle dichiarazioni <strong>della</strong> Ferrod che ha confermato che l’indagata, al<br />

momento del suo arrivo indossava un paio di pantaloni scuri e ha dichiarato che pur non ricordando ne il<br />

tipo n e il colore delle scarpe avrebbe certamente una calzatura di colore chiaro o addirittura bianco con<br />

contrasto con il colore dei pantaloni.<br />

<strong>In</strong> una successiva deposizioni la Ferrod ha poi pre<strong>ci</strong>sato di ricordarsi che la Franzoni era vestita con<br />

pantaloni scuri e con maglia scura senza giubbotto o giacca a vento: ai piedi calzava delle scarpe scure<br />

non credo che fossero <strong>ci</strong>abatte.<br />

Anche in merito la Franzoni ha mentito avendo dichiarato: quando <strong>sono</strong> entrata in casa (di ritorno dalla<br />

fermata dell’autobus, ndr) ho tolto le scarpe e la giacca dopo di che sempre in fretta <strong>sono</strong> scesa da<br />

Samuele.<br />

Anche Marco Savin, intervenuto sulla scena del delitto insieme alla Satragni, a confermato che la Franzoni<br />

era vestita di scuro: credo che indossasse anche degli stivaletti scuri, posso dire di non aver visto nessun<br />

cambiamento rispetto a quando mi trovavo poco prima sul terrazzo di casa di mia nuora nel momento in<br />

cuoio guardavo mia nipote mentre Franzoni accompagnava suo figlio allo scuolabus.<br />

Anche l’autista dello scuolabus, Dino Vidi, ha confermato che: la signora Annamaria era vestita con una<br />

giacca che se non erro aveva del pellic<strong>ci</strong>otto al cappuc<strong>ci</strong>o o al collo, la giacca era di colore scuro non so<br />

dirvi esattamente quale.<br />

Mi sembra che anche i pantaloni <strong>della</strong> donna, perché sicuramente aveva i pantaloni erano di colore scuro,<br />

non so dirvi esattamente quale.<br />

La Satragni ha infine smentito di aver mai detto all’indagata di mettersi le scarpe al posto delle <strong>ci</strong>abatte o<br />

degli zoccoli per poter seguire il figlio ad Aosta (assolutamente non).<br />

La conseguenza è certa: l’indagata, dopo essere rientrata a casa non portava ai piedi gli zoccoli; ne la<br />

Satragni ebbe mai a dirle di andare a cambiarsi, per togliere gli zoccoli.<br />

Ergo: gli zoccoli erano stati riposti nel disimpegno del bagno prima del suo rientro a casa.<br />

La Franzoni ha mentito.<br />

Gli zoccoli <strong>sono</strong> stati indossati dall’indagata durante l’esecuzione dell’omi<strong>ci</strong>dio e si <strong>sono</strong> imbrattati degli<br />

schizzi derivanti dalla violenza dei colpi portati alla testa del piccolo Samuele.<br />

Già la natura delle tracce ematiche riscontrate, ritrovate non solo sulla suola ma anche sulla tomaia<br />

all’interno del plantare, è maggiormente compatibile con l’ipotesi dello schizzo e non dell’imbrattamento.<br />

La stessa indagata <strong>ci</strong> dice che dopo aver messo nella camera da letto Samuele (rectius: dopo averlo<br />

uc<strong>ci</strong>so) era andata al piano superiore togliendosi le <strong>ci</strong>abatte(ossia gli zoccoli in questione).<br />

A conferma di questa ipotesi anche il fatto che la Franzoni abbia mentito sulla <strong>ci</strong>rcostanza con chiaro<br />

intento di vanificare la portata di un gravissimo elemento oggettivo di riscontro <strong>della</strong> propria<br />

responsabilità.<br />

<strong>In</strong>fine anche la posizione di quiete degli zoccoli è significativa: essi <strong>sono</strong> stati trovati l’uno parallelo<br />

all’altro in modo del tutto ordinato, significativo che la persona che se li tolse <strong>ci</strong>ò fece senza alcuna<br />

con<strong>ci</strong>tazione.<br />

Ed allora o si ipotizza che <strong>questo</strong> fantomatico terzo sconos<strong>ci</strong>uto sia entrato nell’abitazione con le proprie<br />

calzature, abbia cercato gli zoccoli <strong>della</strong> Franzoni, li abbia calzati e sia poi ritornato con tutta la calma,<br />

dopo l’omi<strong>ci</strong>dio al piano superiore riponendoli senza alcuna con<strong>ci</strong>tazione, ovvero si deve ipotizzare che gli<br />

zoccoli siano stati indossati dalla Franzoni durante l’omi<strong>ci</strong>dio.<br />

Cosa che in effetti, per quanto sovraesposto, è avvenuto.


9.3 LA VERIFICA DEGLI ALIBI DI ALCUNE PERSONE GENERICAMENTE SOSPETTATE<br />

Si consideri inoltre che per quanto riguarda la posizioni degli altri famigliari, di alcuni vi<strong>ci</strong>ni e di altre<br />

persone che per vari motivi avrebbero, seppure con possibilità remota se non addirittura infinitesimale,<br />

potuto commettere l’omi<strong>ci</strong>dio, <strong>sono</strong> stati compiuti articolati accertamenti, anche per mezzo di<br />

intercettazioni telefoniche- ambientali al fine di accertarne l’eventuale coinvolgimento nei fatti nei quali si<br />

procede.<br />

Il marito dell’indagata intorno alle ore 08.15/ 8.20 si trovava in Aosta presso il negozio Electric Center e<br />

dunque, per ragioni di ordine temporale, non si trovava sulla s<strong>ci</strong>enza del delitto al momento dei fatti.<br />

Anche il piccolo Davide al momento dei fatti non si trovava all’interno dell’abitazione.<br />

Dopo le ore 08.18 egli era diretto con la madre presso la fermata dell’autobus.<br />

Tra le ore 8 e le ore 8.16 egli si trovava all’esterno dell’abitazione per giocare con la bi<strong>ci</strong>cletta.<br />

Maggiore interesse ha sus<strong>ci</strong>tato la posizione di Daniela Ferrob e dei coniugi Perratone, essendo stati<br />

accertati alcuni screzi con l’indagata e con la sua famiglia.<br />

Tuttavia gli accertamenti eseguiti su <strong>questo</strong> punto, anche per mezzo delle intercettazioni, non hanno<br />

consentito di pervenire ad alcun risultato utile.<br />

<strong>In</strong> ogni caso sia consentito riportare per esteso l’annotazione <strong>della</strong> Compagnia Carabinieri d’Aosta in data<br />

6/3/2002, relativa all’analisi degli alibi dei singoli personaggi.<br />

I dati forniti dalle so<strong>ci</strong>età di telefonia indicano che sia alle ore 08:31:05 quando viene contattato dalla<br />

ditta RONC sia alle ore 08:32:02 quando chiama l’utenza <strong>della</strong> moglie, Lorenzi Stefano aggan<strong>ci</strong>a con il<br />

proprio cellulare il ponte ripetitore ubicato nel Comune di Charvensod AO via <strong>della</strong> chiesa 37, settore 1,<br />

ponte ripetitore che copre la <strong>ci</strong>ttà di Aosta, ove quindi il Lorenzi stesso si trova.<br />

Il 4 febbraio 2002, Guichardaz Carlo e la moglie Ferrod Daniela <strong>sono</strong> stati contemporaneamente a<br />

sommarie informazioni presso la stazione Carabinieri di St. Pierre AO e, come si rileva dai relativi verbali,<br />

l’escussione dell’uomo ha avuto inizio alle ore 19:50 ed è terminata alle ore 21:30.<br />

Al termine il Guichadaz e la mogli: hanno colloquiato da soli all’interno <strong>della</strong> sala d’aspetto <strong>della</strong> stazione<br />

Carabinieri di St. Pierre ove è attivo un servizio di intercettazione di comunicazioni tra presenti<br />

regolarmente autorizzate, dal quale si <strong>sono</strong> comunque rilevate solo reazioni normali relativamente alle<br />

attività di indagine cui i predetti avevano parte<strong>ci</strong>pato; hanno las<strong>ci</strong>ato la caserma a bordo <strong>della</strong> loro<br />

autovettura pure sulla quale era attivo un servizio di intercettazione di comunicazioni tra presenti<br />

regolarmente autorizzato che ha egualmente dato esito negativo.<br />

Il 4 febbraio 2002, Ferrod Daniela ed il marito Guichardaz Carlo <strong>sono</strong> stati contemporaneamente escussi<br />

a sommarie informazioni presso la stazione del Carabinieri di St. Pierre 8AO) e, come si rileva dai relativi<br />

verbali, l’escussione <strong>della</strong> donna si è protratta per oltre tre ore.<br />

Al termine la Ferrod ed il marito: hanno colloquiato da soli all’interno <strong>della</strong> sala d’aspetto <strong>della</strong> Stazione<br />

Carabinieri di St. Pierre ove era attivo un servizio di intercettazione di comunicazioni tra presenti<br />

regolarmente autorizzato, dal quale si <strong>sono</strong> comunque rilevate solo reazioni normali relativamente alle<br />

attività di indagine cui i predetti avevano parte<strong>ci</strong>pato;<br />

un servizio di intercettazione di comunicazioni tra presenti regolarmente autorizzato che ha egualmente<br />

dato esito negativo.<br />

Le dichiarazioni rese in tempi successivi da Guichardaz Ottino <strong>sono</strong>, nelle escussioni succedutesi, man<br />

mano più dettagliate in relazione alla maggior pre<strong>ci</strong>sione nei particolari richiestagli dai verbalizzanti e, pur<br />

nella lieve diversità degli orari dallo stesso indicati, le dichiarazioni medesime risultano coerenti sia tra di<br />

esse stesse sia con quanto riferito da Guichardaz Ulisse.<br />

Il 5 febbraio 2002 Blanc Graziana ed il marito Perratone Carlo <strong>sono</strong> stati temporaneamente escussi a<br />

sommarie informazioni presso la Stazione dei Carabinieri di St. Pierre (AO) e, come si rileva dai relativi<br />

verbali, l’escussione <strong>della</strong> donna si è avvenuta dalle ore 9.50 alle ore 19.<br />

Al termine e durate alcune pause nell’escussione la Blanc ed il marito: hanno colloquiato da soli all’interno<br />

<strong>della</strong> sala d’aspetto <strong>della</strong> Stazione dei Carabinieri di St. Pierre ove era attivo un servizio di intercettazione<br />

di comunicazioni tra presenti regolarmente autorizzato, dal quale si <strong>sono</strong> comunque rilevate solo reazioni


normali relativamente alle attività di indagine cui i predetti avevano parte<strong>ci</strong>pato; hanno las<strong>ci</strong>ato la<br />

caserma a bordo <strong>della</strong> loro autovettura pure sulla quale era attivo un servizio di intercettazione di<br />

comunicazioni tra presenti regolarmente autorizzato che ha egualmente dato esito negativo.<br />

Dunque, allo stato degli atti, non risultano concreti elementi che possano dimostrare il coinvolgimento di<br />

tali persone ne9i fatti, così come prospettato dal PM nella sua richiesta.<br />

Deve darsi atto che nelle more del disposto <strong>della</strong> richiesta di misura cautelare <strong>sono</strong> state depositate, a più<br />

riprese, alcune integrazioni, relative a sommarie informazioni acquisite proprio in merito alla eventuale<br />

commissione del reato da parte di Blanc Graziana, Perratone Carlo, Guichardaz Ulisse e Ferrod Daniela. Si<br />

tratta delle spontanee dichiarazioni rese ai Carabinieri <strong>della</strong> Stazione di Cogne in data 11/3/2002 da Paola<br />

Cro<strong>ci</strong> e il giorno 12/3/2002 da Alberto Enrietti.<br />

Due brevi osservazioni, la portata di tali dichiarazioni non pare in grado di infi<strong>ci</strong>are la ricostruzione dei<br />

fatti compiuta nei paragrafi precedenti.<br />

Le ipotesi alternative, allo stato degli atti, non trovano alcun riscontro.<br />

Vengono infatti prospettati degli ipoteti<strong>ci</strong> moventi, che avrebbero potuto determinare e giustificare la<br />

commissione del reato.<br />

Tuttavia, non vengono allegati concreti elementi di fatto, suscettibili di verifica e di riscontro.<br />

La portata di tali dichiarazioni è vagamente calunniatoria, anche in considerazione del fatto che la Cro<strong>ci</strong><br />

intrattiene contatti telefoni<strong>ci</strong> con la famiglia dell’indagata, contatti nei quali si parla espli<strong>ci</strong>tamente delle<br />

dichiarazioni rese ai Carabinieri Dalla Cro<strong>ci</strong>.<br />

10.L’ATTRIBUZIONE DELLA RESPONSABILITA’<br />

Abbiamo dunque escluso che l’omi<strong>ci</strong>dio potesse essere ragionevolmente consumato da una persona<br />

diversa dall’indagata, per quanto è stato esposto nei paragrafi che precedono.<br />

L’omi<strong>ci</strong>dio, infatti non può che essere stato commesso da Annamaria Franzoni.<br />

Solo questa ipotesi è in grado di soddisfare tutte le condizioni descritte nel paragrafo 8.<br />

La porta d’ingresso è chiusa a chiave, e le chiavi le ha la Franzoni.<br />

La Franzoni si trova certamente da sola con la vittima all’interno <strong>della</strong> camera da letto e dispone altresì di<br />

un congruo lasso di tempo per ripulirsi, anche se qualche trac<strong>ci</strong>a la las<strong>ci</strong>a sul pigiama e sulle <strong>ci</strong>abatte, e<br />

per fare sparire l’arma del delitto con l’eventuale collaborazione di una o più persone in <strong>questo</strong> momento<br />

ancora non individuate.<br />

All0’interno dell’abitazione si trovano sicuramente numerosi oggetti domesti<strong>ci</strong> che ben pos<strong>sono</strong> essere<br />

impiegati per la commissione del reato.<br />

Solo la Franzoni poteva sapere dove si trovava la casacca del pigiama e solo la Franzoni ha indossato gli<br />

zoccoli schizzati di sangue.<br />

Se si ipotizza che sia la Franzoni l’omi<strong>ci</strong>da allora non è più necessario postulare l’esistenza di un<br />

inspiegabile quanto feroce delitto eseguito in un brevissimo lasso di tempo, con una m4eticolosa ed<br />

accurata preparazione, con una elevatissima probabilità di esser4e notati e/o scoperti dai vi<strong>ci</strong>ni nel corso<br />

dell’esecuzione del reato.<br />

L’ipotesi invero spiega tutti i fatti noti.<br />

Le ipotesi alternative invece postulano spiegazioni quasi fantas<strong>ci</strong>entifiche e tratteggerebbero un profilo<br />

criminale appartenente ad una persona particolarmente abile e versata nella consumazione di <strong>questo</strong> tipo<br />

di reati.<br />

Già la posizione del bambino nel letto e l’esistenza di una ferita da difesa sulla sola mano sinistra <strong>della</strong><br />

vittima indicano che Samuele, pur essendo svegli e dunque in condizioni di vedere il suo assassino, non si<br />

era minimamente preoccupato <strong>della</strong> presenza <strong>della</strong> persona entrata nella camera da letto per uc<strong>ci</strong>derlo.<br />

Anche questa <strong>ci</strong>rcostanza si può spiegare solo ipotizzando che l’assassino sia proprio la madre.<br />

Le versioni fornite dalla Franzoni nel corso del procedimento, dirette a sviare da se i sospetti, <strong>sono</strong><br />

palesemente contraddette dalle dichiarazioni rese dalle altre persone che entrarono nella camera da letto.


Ciò si è verificato in riferimento ad importanti <strong>ci</strong>rcostanze di fatto e non ad elementi secondari o non<br />

essenziali.<br />

Attesa l’estrema importanza per la ricostruzione dei fatti, pare opportuno riportare per esteso le varie<br />

dichiarazioni rese dall’indagata.<br />

<strong>In</strong> un primo momento la Franzoni dichiara che: terminata la colazione <strong>sono</strong> scesa giù nelle camere per<br />

prendere i vestiti in modo tale da non svegliare Samuele che stava dormendo.<br />

Sono risalita ho vestito Davide e mi <strong>sono</strong> preparata dopo di che stavo per mettere le scarpe quando ho<br />

sentito Samuele piangere.<br />

Ha poi pre<strong>ci</strong>sato: mentre Davide faceva colazione io <strong>sono</strong> scesa di sotto a vestirmi, mi <strong>sono</strong> tolta il<br />

pigiama in camera e l’ho buttato sul letto, ho preso in bagno la canottiera e poi <strong>sono</strong> risalita di sopra (…)<br />

<strong>sono</strong> us<strong>ci</strong>ta con le scarpe appena messe e da allac<strong>ci</strong>are, ho las<strong>ci</strong>ato le <strong>ci</strong>abatte nella zona antistante il<br />

bagno, vi<strong>ci</strong>no alla porta d’ingresso.<br />

Questa seconda versione è stata poi reiterata: l’ho las<strong>ci</strong>ato comunque a mangiare (il figlio Davide ndr)<br />

mentre io <strong>sono</strong> scesa a vestirmi.<br />

Mi <strong>sono</strong> cambiata nella mia camera da letto, las<strong>ci</strong>ando il pigiama come tutte le mattine sul letto, poi <strong>sono</strong><br />

andata in camera di Davide a prendere i suoi vestiti (…) <strong>sono</strong> risalita in cu<strong>ci</strong>na dove Davide stava ancora<br />

facendo colazione, dopo l’ho vestito (…) mentre stavamo uscendo ho sentito Samuele piangere e<br />

chiamarmi.<br />

A quel punto Davide è us<strong>ci</strong>to e io <strong>sono</strong> scesa giù da Samuele che era sulle scale, l’ho portato nel mio letto<br />

dicendogli di stare tranquillo (…) ho preso la giacca e messo le scarpe e facendo molto piano ho aperto la<br />

porta, non chiudendola a chiave nell’us<strong>ci</strong>re per paura di far rumore.<br />

Con particolare riferimento all’abbigliamento indossato quella mattina dalla Franzoni, di particolare rilievo<br />

in questa vicenda, l’indagata ha dichiarato: quando <strong>sono</strong> rientrata in casa,. Di ritorno dall’accompagnare<br />

Davide, ho subito tolto le scarpe ho messo le <strong>ci</strong>abatte e <strong>sono</strong> andata giù a vedere Samuele (…) quando<br />

ero in attesa del soccorso, su indicazione di Ada <strong>sono</strong> nuovamente salita di sopra a prendere le scarpe, la<br />

giacca, le ho infiliate ho las<strong>ci</strong>ato le <strong>ci</strong>abatte al piano vi<strong>ci</strong>no l’ingresso e <strong>sono</strong> scesa.<br />

La Franzoni poi ha dichiarato: nel momento in cui <strong>sono</strong> rientrata in casa dopo aver accompagnato Davide<br />

alla fermata dello scuola bus, ho chiuso la porta d’ingresso a chiave dall’interno (..) dopo di chè mi <strong>sono</strong><br />

messa le <strong>ci</strong>abatte, mi <strong>sono</strong> tolta la giacca e <strong>sono</strong> scesa sotto in camera trovando Samuele.<br />

Voglio altresì riferire che quando Ada mi ha detto di prepararmi perché dovevo andare con Samuele, <strong>sono</strong><br />

salita sopra, mi <strong>sono</strong> messa le scarpe, ho preso la mia giacca nera e lo zaino che si trovava sul<br />

basamento in pietra del camino e <strong>sono</strong> nuovamente scesa sotto.<br />

LA VERSIONE DEI FATTI COMPLESSIVAMENTE NARRATA DALLA FRANZONI, COME GIA DETTO, PARE<br />

SMENTITA, SIA DA CONTRADDITTORIETA INTRINSECHE, SIA DALLA CONTRADDIZIONE CON LE<br />

DICHIARAZIONI RESE DA ALTRE PERSONE INFORMATE SUI FATTI.<br />

La Satragni, su <strong>questo</strong> punto, ha chiaramente smentito la versione dei fatti prospettata dalla Franzoni.<br />

Per un verso ha dichiarato che al suo arrivo nella casa dei Lorenzi, la Franzoni era tutta vestita di nero:<br />

ho il ricordo <strong>della</strong> signora Annamaria tutta vestita di colore nero (sic): neri i capelli, nera la maglia, neri i<br />

pantaloni e neri gli stivaletti.<br />

Ed ancora: quando, richiesto il mio intervento, <strong>sono</strong> arrivata nella camera di Annamaria l’ho trovata<br />

vestita di colore nero: maglia nera, pantaloni e stivaletti neri.<br />

Sono sicura di non averle mai detto di andare a prepararsi.<br />

Ha poi escluso che la Franzoni indossasse un paio di zoccoli, avendo ai piedi i già riferiti stivaletti neri.<br />

Peraltro la <strong>ci</strong>rcostanza risulta anche dalle dichiarazioni <strong>della</strong> Ferrod che ha confermato che l’indagata, al<br />

momento del suo arrivo indossava un paio di pantaloni scuri e ha dichiarato che pur non ricordando ne il<br />

colore ne il tipo delle scarpe, avrebbe chiaramente notato una calzatura di colore chiaro o addirittura<br />

bianco per il contrasto con il colore dei pantaloni.


<strong>In</strong> una successiva deposizione <strong>della</strong> Ferrod ha poi pre<strong>ci</strong>sato di ricordarsi che la Franzoni era vestita con<br />

pantaloni scuri e con maglia scura senza giubbotto o giacca a vento: ai piedi calzava delle scarpe scure,<br />

non credo fossero <strong>ci</strong>abatte.<br />

Anche in merito a <strong>ci</strong>ò che la Franzoni ha mentito avendo dichiarato: quando <strong>sono</strong> entrata in casa (di<br />

ritorno dalla fermata dell’autobus, ndr) ho tolto le scarpe e la giacca dopo di che sempre in fretta <strong>sono</strong><br />

scesa da Samuele.<br />

Anche Marco Savin, intervenuto sulla scena del delitto insieme alla Satragni, ha confermato che la<br />

Franzoni era vestita di scuro: credo che indossasse anche dei stivaletti scuri, posso dire di non aver visto<br />

nessuno cambiamento rispetto a quando mi trovavo poco prima sul terrazzo di casa di mia nuora nel<br />

momento in cui io guardavo mia nipote, mentre Franzoni accompagnava suo figlio allo scuolabus.<br />

Anche l’autista dello scuolabus, Dino Vidi, ha confermato che: la signora Annamaria era vestita con una<br />

giacca che se non erro aveva del pellic<strong>ci</strong>otto al cappuc<strong>ci</strong>o o al collo.<br />

La giacca era di colore scuro, non so dirvi esattamente quale.<br />

Mi sembra che anche i pantaloni <strong>della</strong> donna, perché sicuramente aveva i pantaloni, erano di colore<br />

scuro, non so dirvi esattamente quale.<br />

La Satragni ha infine smentito di aver mai detto all’indagata di mettersi le scarpe al posto delle <strong>ci</strong>abatte o<br />

degli zoccoli per poter seguire il figlio ad Aosta (assolutamente no).<br />

Ma la versione dei fatti fornita dalla Franzoni risulta smentita dalla Satragni anche in merito ad un’altra<br />

<strong>ci</strong>rcostanza determinante: durante il mio intervento all’interno dell’abitazione dei Lorenzi, pre<strong>ci</strong>samente<br />

nella camera da letto matrimoniale sita al piano terreno (…) fac<strong>ci</strong>o presente di non aver manipolato e<br />

toccato alcun pigiama all’interno <strong>della</strong> camera, ne appartenente alla madre Franzoni Annamaria, ne<br />

appartenente al padre Lorenzi Stefano.<br />

Non solo: <strong>sono</strong> altresì sicura che all’interno <strong>della</strong> casa, in particolare nella stanza dove si trovava Lorenzi<br />

Samuele, non era alcun pigiama a me visibile.<br />

Ricordiamo che la Franzoni aveva pre<strong>ci</strong>sato: quando ho scoperto il piccolo Samuele nelle condizioni che vi<br />

ho detto ho tirato giù il piumone (…) non ricordo di avere visto il mio pigiama quando ho tirato giù il<br />

piumone.<br />

Penso che avendolo tolto al mattino, sia rimasto sotto le lenzuola quando le ho tirate su per coprire<br />

Samuele prima di us<strong>ci</strong>re.<br />

<strong>In</strong>fine, ma non da ultimo, il piccolo Davide ha dichiarato di non essere mai stato cambiato dalla mamma<br />

in sala, ma di essere sempre stato cambiato nella propria camera da letto, al piano seminterrato.<br />

Ciò è avvenuto anche il giorno dell’omi<strong>ci</strong>dio.<br />

A <strong>questo</strong> punto si può affermare che l’indagata ha mentito in ordine alla seguenti <strong>ci</strong>rcostanze di fatto: la<br />

porta di casa al mattino era chiusa; la Franzoni quando arrivarono Ferrod e Satragni non indossava le<br />

<strong>ci</strong>abatte, ma gli stivaletti neri; la Satragni non disse mai alla Franzoni di andare sopra per togliersi le<br />

<strong>ci</strong>abatte e mettersi le scarpe; il pigiama non si trovava sopra il letto, ma sotto le coperte; Davide non è<br />

stato cambiato nella sala ma nella camera da letto; last, but non least, dalle tracce ematiche presenti<br />

sugli zoccoli si evince che la Franzoni li calzasse nell’esecuzione dell’omi<strong>ci</strong>dio; è ragionevole inoltre<br />

ritenere che dalle tracce ematiche presenti sul pigiama si possa inferire che la Franzoni indossasse la<br />

casacca durante l’esecuzione dell’omi<strong>ci</strong>dio.<br />

Anche perché, sia per la casacca che per gli zoccoli, era solo la Franzoni a sapere dove queste cose si<br />

trovavano.<br />

Si tratta ora di fornire un significato anche a queste menzogne.<br />

La spiegazione più ragionevole è proprio quella sostenuta dall’accusa.<br />

<strong>In</strong> controluce emerge quello che è effettivamente successo quel giorno.<br />

Verosimilmente, dopo aver cambiato Davide ed averlo portato a fare colazione in sala, ma prima di<br />

cambiarsi, la Franzoni richiamata dal pianto del piccolo Samuele scende le scale e lo porta nel proprio<br />

letto: li lo uc<strong>ci</strong>de.


Poi si pulisce, si cambia, las<strong>ci</strong>ando il pigiama dove poi è stato trovato.<br />

<strong>In</strong> altre parole, questa può ritenersi la confessione dell’omi<strong>ci</strong>dio: mentre stavamo uscendo ho sentito<br />

Samuele piangere e chiamarmi.<br />

A quel punto Davide è us<strong>ci</strong>to e io <strong>sono</strong> scesa giù da Samuele che era sulle scale, l’ho portato nel mio letto<br />

dicendogli di stare tranquillo (…) ho preso la giacca e messo le scarpe e facendo molto piano ho aperto la<br />

porta, non ,chiudendola a chiave nell’us<strong>ci</strong>re per paura di fare rumore.<br />

Evidente che per un meccanismo di emozione non sia stato riferito anche il gesto omi<strong>ci</strong>da.<br />

Solo negando le predette <strong>ci</strong>rcostanze di fatto l’indagata può evitare di essere scoperta, perché esse<br />

inchiodano l’autore del reato alla sua responsabilità.<br />

L’assassino indossava il pigiama e le <strong>ci</strong>abatte.<br />

La Franzoni indossava il pigiama e le <strong>ci</strong>abatte.<br />

La Franzoni è l’assassino.<br />

11. LA VALUTAZIONE DEGLI ELEMENTI A FAVORE DELL’INDAGATA<br />

Prima fa<strong>ci</strong>e parrebbero sussistere alcuni elementi di fatto favorevoli all’indagata, i quali potrebbero<br />

dimostrare l’estraneità ai fatti.<br />

Quanto all’alibi ed alla consulenza tecnica <strong>della</strong> difesa relativa alle tracce ematiche, valgono le<br />

considerazioni sopra esposte.<br />

Restano da valutare il comportamento tenuto dalla Franzoni dopo la commissione dell’omi<strong>ci</strong>dio ed il fatto<br />

che l’indagata, sia nel corso dei numerosi interrogatori ai quali è stata sottoposta, sia nelle conversazioni<br />

telefoniche e ambientali intercettate, non abbia mai ammesso, anche in forma larvata, le proprie<br />

responsabilità.<br />

Quanto agli interrogatori occorre rilevare come la Franzoni, seppur con la più totale buona fede degli<br />

investigatori, non sia mai stata seriamente messa di fronte alle proprie responsabilità.<br />

Essa, almeno nei momenti iniziali, ha trovato un sicuro conforto nell’appoggio, del tutto involontario ed<br />

inconsapevole, fornitole la Mares<strong>ci</strong>allo Catalfamo.<br />

Ed infatti, come risulta dal verbale di accertamenti urgenti in data 1/3/2002, Catalfamo e la Franzoni si<br />

intrattenevano a parlare nella stessa mattinata dell’omi<strong>ci</strong>dio.<br />

Evidente l’importanza che avrebbe potuto anche le sole mezze frasi dette dall’indagata in un momento<br />

così delicato.<br />

Eppure in marito a tale colloquio non è mai stata eseguita alcuna annotazione di servizio, fosse anche<br />

solo per dire: nulla di rilevante.<br />

Poi, dopo <strong>questo</strong> primo colloquio, il Catalfamo accompagna da solo la Franzoni presso la Stazione<br />

Carabinieri di Cogne.<br />

Che cosa si siano detti in quel frangente non è dato sapere.<br />

Alle 19.00 del giorno dell’omi<strong>ci</strong>dio, quando ormai è certo che si può parlare di omi<strong>ci</strong>dio e vi <strong>sono</strong> già<br />

alcuni elementi che potrebbero radicare dei sospetti nei confronti <strong>della</strong> Franzoni, il Maggiore Fruttini ed il<br />

Catalfamo sento a s.i.t. la Franzoni facendole due domande, che riportiamo per esteso: quando<br />

stamattina facendo rientro in casa dopo aver accompagnato suo figlio Davide alla fermata dello scuolabus<br />

ha trovato suo figlio Samuele ferito, ha poi notato se dalla sua camera mancava qualche oggetto?<br />

Vi <strong>sono</strong> stati episodi particolari che ricorda successi nel tempo in cui erano coinvolti i suoi figli o lei?<br />

Si tratta di domande del tutto tranquillizzanti.<br />

La sera del 30/1/2002 la Franzoni viene nuovamente sentita, di nuovo è presente Catalfamo.<br />

È evidente che nei primi delicatissimi momenti dell’inchiesta la Franzoni si sia potuta sentire tranquilla per<br />

la presenza del Catalfamo, del tutto inconsapevole <strong>della</strong> sua reale funzione.


Per quanto riguarda il comportamento tenuto dopo il fatto, apparentemente ricondu<strong>ci</strong>bile a quello di una<br />

madre sconvolta dalla perdita del figlio, si rileva come <strong>questo</strong> comportamento non sia poi così normale.<br />

Già la Ferrod <strong>ci</strong> ha riferito che la Franzoni quando scoprì il cadavere se ne stava con la mani lungo i<br />

fianchi. Sembra proprio strano che non abbia cercato un ultimo e disperato contatto fisico con il figlio<br />

brutalmente uc<strong>ci</strong>so da terzi.<br />

Sembra poi strano che la Franzoni abbia chiamato il proprio marito non direttamente, per mezzo <strong>della</strong><br />

segreteria, come se avesse qualcosa da nascondergli.<br />

Tra l’altro nel corso delle telefonata ripete due volte l’espressione: Samuele è morto quando invece<br />

qualsiasi madre si sarebbe guardata dall’affermarlo, sperando, anche contro i fatti, nella sopravvivenza<br />

del figlio.<br />

Deve inoltre considerarsi l’agghiac<strong>ci</strong>ante richiesta che la Franzoni fece la stessa mattinata dell’omi<strong>ci</strong>dio, al<br />

marito appena arrivato sul luogo del delitto: ne fac<strong>ci</strong>amo un altro figlio? Mia aiuti a farne un altro? È<br />

appena il caso di rilevare che il povero Samuele, con il cranio fracassato, era appena stato portato via con<br />

l’elicottero ed il padre non aveva ancora finito di piangerlo.<br />

Anche dalle intercettazioni ambientali eseguite risultano alcune dichiarazioni <strong>della</strong> Franzoni che las<strong>ci</strong>ano<br />

qualche perplessità.<br />

Il giorno 31/1/2002 all’interno <strong>della</strong> Stazione CC di St. Pierre essa risponde al militare Caddeo, che le<br />

chiede se è vero che durante la notte era stata male: inc…si, ero già nervosa…inc…dentro di me avevo<br />

capito; e poi: Caddeo: so che è dura da accettare signora… però purtroppo è… quando succedono<br />

disgrazie.. perché <strong>sono</strong> disgrazie… del genere, purtroppo non si può las<strong>ci</strong>are.<br />

Franzoni: lo so, ma purtroppo <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> anche delle madri che ammazzano i figli , ce n’è…<br />

Sempre all’interno <strong>della</strong> stazione Carabinieri di St. Pierre, si riporta <strong>questo</strong> dialogo tra l’indagata ed il<br />

Vice- brigadiere Giannini: Franzobni: lo spero che sia stato uc<strong>ci</strong>so, stia tranquillo… Giannini: non ho<br />

capito…<br />

Franzoni: lo spero che sia stato uc<strong>ci</strong>so<br />

Giannini: perche?<br />

Franzoni perché no.. <strong>ci</strong>oè… cercando anch’io un perché<br />

Gainnini: cerco di capire che cosa mi sta dicendo perché?<br />

Franzoni: perché è una cosa atroce… io spero che sia vero, una cosa… inc… un problema perchè io mi<br />

sento sola… pensavo ed ero convinta che gli sia esplosa la testa…inc…anche se…inc… però lo accetterei<br />

…non che qualcuno lo ha uc<strong>ci</strong>so.<br />

Certo questi elementi non <strong>sono</strong> suffi<strong>ci</strong>enti a costituire indizi di responsabilità.<br />

Dimostrano però che il comportamento dell’indagata dopo la scoperta dell’omi<strong>ci</strong>dio non è stato così<br />

normale come si potrebbe pensare.<br />

Anche la comprensione psicodinamica del caso in esame, consente di fornire una ragionevole spiegazione<br />

al comportamento tenuto dall’indagata post factum: tale comportamento sembra infatti possedere tutti i<br />

requisiti tipi<strong>ci</strong> del fenomeno disso<strong>ci</strong>ativo.<br />

Come è noto, la funzione primaria <strong>della</strong> disso<strong>ci</strong>azione, in termini generali, è quella di funzionare come<br />

risposta protettiva, come difesa rispetto ad un trauma paralizzante.<br />

Essa ha natura adattiva, perché consente una via di fuga da una situazione di realtà terrificante, fornendo<br />

un modo per isolare una esperienza vissuta come catastrofica del soggetto.<br />

Si tratta di un meccanismo mentale ben conos<strong>ci</strong>uto dalla psichiatria contemporanea che consente al<br />

soggetto di compartimentalizzare l’esperienza traumatica vissuta, bandendolo dalla consapevolezza, non<br />

essendo più accessibile alla cos<strong>ci</strong>enza è come se il trauma non fosse mai accaduto.


La comprensione psicodinamica parte proprio da questa considerazione: i ricordi del se traumatizzato<br />

devono essere disso<strong>ci</strong>ati perché non pos<strong>sono</strong> coesistere con il se <strong>della</strong> vita quotidiana che appare in<br />

possesso di pieno controllo.<br />

Più in particolare, la letteratura sull’argomento distingue tra rimozione e disso<strong>ci</strong>azione, ricollegando solo<br />

la seconda al verificarsi di un trauma.<br />

Nell’ambito di quest’ultima categoria <strong>sono</strong> state studiate da tempo sia l’amnesia disso<strong>ci</strong>ativa, sia la fuga<br />

disso<strong>ci</strong>ativa.<br />

Il caso di spe<strong>ci</strong>e sembra rientrare nell’ambito dell’amnesia disso<strong>ci</strong>ativa ossia quel disturbo che prevede<br />

uno o più episodi di incapa<strong>ci</strong>tà a rievocare un importante trauma personale.<br />

Pare appena il caso di rilevare come l’omi<strong>ci</strong>dio del proprio figlio, compiuto in un contesto ambientale nel<br />

quale tutte le persone ha ritratto la famiglia Lorenzi come la famiglia felice, possa portare, se non<br />

disso<strong>ci</strong>ato, ad una totale disgregazione del se.<br />

Esso, pertanto, deve essere allontanato dalla cos<strong>ci</strong>enza e dalla memoria, rendendo così possibile la<br />

prosecuzione <strong>della</strong> vita.<br />

Sembra ragionevole affermare che l’indagata ben avrebbe potuto commettere il delitto senza ricordarselo<br />

e saperlo in <strong>questo</strong> momento.<br />

Del resto alcune tracce del trauma disso<strong>ci</strong>ato emergono proprio dai brani delle conversazioni ambientali<br />

sopra riportati.<br />

<strong>In</strong>fine, dalle intercettazioni telefoniche poi non può aspettarsi nulla di rilevante.<br />

<strong>In</strong>fatti dalla intercettazione ambientale eseguita il giorno 3/2/2002, si apprende come Stefano Lorenzi<br />

dica alla moglie di non usare il telefono cellulare perché pensa che possa essere intercettato<br />

12. IL MOVENTE E L’ARMA DEL DELITTO<br />

Come abbiamo già affermato nel paragrafo 1 <strong>della</strong> presente ordinanze, l’impianto accusatorio, seppur<br />

ampiamente confermato da tutti gli elementi di fatto sopra esposti, sconta due lacune: manca l’arma del<br />

delitto, anche se il consulente tecnico del PM ce ne ha descritto le caratteristiche; manca il movente.<br />

Quanto all’arma del delitto è già stato dimostrato nel paragrafo 3.2 che l’indagata ha avuto a disposizione<br />

più di un congruo lasso di tempo per farla sparire.<br />

Sembra verosimile ritenere che essa sia stata aiutata, in questa azione, da una o più persone al momento<br />

non identificabili.<br />

L’esecuzione dell’omi<strong>ci</strong>dio sembra invece di mano propria <strong>della</strong> sola Franzoni, almeno per quanto risulta in<br />

<strong>questo</strong> momento,.<br />

Il movente.<br />

Giova rilevare che secondo il consolidato orientamento <strong>della</strong> giurisprudenza di legittimità: l’individuazione<br />

di un adeguato movente dell’azione omi<strong>ci</strong>da perde qaulsiasi rilevanza, ai fini dell’affermazione <strong>della</strong><br />

responsabilità, allorchè vi sia comunque la prova <strong>della</strong> attribuibilità di detta azione all’imputato.<br />

Nella spe<strong>ci</strong>e il complesso materiale indiziario esistente a carico dell’indagata è da se solo suffi<strong>ci</strong>ente ad<br />

integrare i gravi indizi di colpevolezza richiesti dall’art. 273 c.p.p..<br />

Allo stato degli atti non vi <strong>sono</strong> elementi suffi<strong>ci</strong>enti per affermare che si versi in ipotesi di un motivo<br />

razionale ovvero di un motivo del tutto irrazionale.<br />

Il PM nella sua richiesta, richiama l’episodio intervenuti nella notte del 30/1/2002, che insieme alle altre<br />

<strong>ci</strong>rcostanze desumibili dalla vita dell’indagata, dalle sue motivazioni e dalle sue aspirazioni, potrebbero<br />

spiegare la ragione del gesto criminale.<br />

Sembra ragionevole ipotizzare che in una situazione di forte stress, già aggravato dalle precedenti<br />

condizioni di salute dell’indagata, la Franzoni abbia de<strong>ci</strong>so di uc<strong>ci</strong>dere Samuele perché pensava che la<br />

vittima avesse qualcosa che non andava, che frustrava il suo desiderio di mamma di vedere il figlio<br />

crescere in condizioni normali.


Oppure più semplicemente, si può pesare che la Franzoni abbia soppresso la vittima perché quel mattino,<br />

dove lei già era irritata, Samuele le dava fastidio, essendosi messo a piangere sulle scale proprio mentre<br />

lei si preparava per us<strong>ci</strong>re.<br />

<strong>In</strong> ogni caso si tratta solo di illazioni, che al momento non trovano alcun riscontro nei fatti.<br />

Peraltro, come sopra già osservato, in <strong>questo</strong> caso non è necessario accertare il movente.<br />

13. IMPUTABILITA E QUALIFICAZIONE GIURIDICA DEL FATTO.<br />

Per quanto sopra esposto, l’omi<strong>ci</strong>dio commesso dalla Franzoni, seppure in <strong>questo</strong> momento privo di una<br />

spiegazione razionale non sembra comunque il gesto pazzo, quantomeno nell’accezione che ha <strong>questo</strong><br />

termine per gli artt. 88 e 89 c.p..<br />

Non vi <strong>sono</strong>, almeno in <strong>questo</strong> momento , elementi di fatto dai quali possa evincersi una qualche psicosi o<br />

comunque una qualche, malattia mentale tale da escludere o scemare grandemente la capa<strong>ci</strong>tà di<br />

intendere e di volere dell’indagata al momento del fatto.<br />

Probabilmente, come è stato dimostrato nel paragrafo 11, dopo la commissione del fatto si è verificata<br />

una amnesia disso<strong>ci</strong>ativa.<br />

Non è dato sapere se <strong>questo</strong> disturbo sia stato determinato unicamente dal trauma ovvero se esso sia la<br />

manifestazione di un più ampio disturbo <strong>della</strong> personalità che già minava la salute mentale <strong>della</strong> Franzoni<br />

prima del fatto.<br />

Del resto, nel caso dei soggetti che abbiano raggiunto la maggiore età, la capa<strong>ci</strong>tà di intendere e di<br />

volere, secondo l’id quod plerumque ac<strong>ci</strong>dit, è da ritenersi presunta; salvo che sussistano spe<strong>ci</strong>fi<strong>ci</strong> e<br />

concreti elementi atti a far ragionevolmente ritenere che, nella singola fattispe<strong>ci</strong>e, detta presunzione<br />

possa essere superata da risultanze di senso contrario.<br />

Ne la mancanza di un movente accertato o adeguato la brutalità dell’omi<strong>ci</strong>dio pos<strong>sono</strong> fare inferire, da se<br />

sole e considerate, l’esistenza di un vizio di mente.<br />

<strong>In</strong>fatti, la sussistenza dei presupposti richiesti da gli artt 88 e 89 c.p.: non è automaticamente<br />

riconos<strong>ci</strong>bile per il solo fatto che il delitto sia caratterizzato da particolare efferatezza e brutalità, ovvero<br />

sia ricondu<strong>ci</strong>bile ad una causale che appaia inadeguata.<br />

Piuttosto, anche sulla base delle condizioni sopra esposte, il fatto sembra essere stato determinato da<br />

uno stato emotivo o passionale, che non esclude in alcun modo l’imputabilità.<br />

La qualificazione giuridica dei fatti prospettata dal PM appare corretta.<br />

L’animus necandi può essere fa<strong>ci</strong>lmente desunto dal numero e dalla gravità delle ferite riportate dal<br />

piccolo Samuele.<br />

Sembra potersi escludere la configurazione dell’omi<strong>ci</strong>dio preterintenzionale per tre ordini di<br />

considerazione.<br />

<strong>In</strong> primo luogo per la zona attinta dai colpi (encefalo).<br />

<strong>In</strong> secondo luogo per la reiterazione dei colpi e per l’oggetto impiegato per produrli (dotato di spigoli e<br />

quindi avente una sicura potenzialità lesiva).<br />

<strong>In</strong>fine per l’esistenza <strong>della</strong> ferita da difesa sulla mano del bambino che dimostra, con evidenza, che<br />

l’aggressore aveva proprio l’intenzione di sopprimere la vittima.<br />

Non risulta che il fatto sua stato compiuto in presenza di una causa di giustificazione o di non punibilità.<br />

Nemmeno risulta che sussista una causa di estinzione del reato o <strong>della</strong> pena irrogabile.-<br />

Sono stati valutati gli elementi forniti dalla difesa e <strong>sono</strong> state valutate tutte le <strong>ci</strong>rcostanze comunque in<br />

astratto favorevoli all’indagata.<br />

14. LE ESIGENZE CAUTELARI E LA SCELTA DELLA MISURA.<br />

Il PM, quanto al Periculum libertatis prospetta la sussistenza delle esigenze cautelari di cui all’art. 274<br />

lett. b) e c) c.p.p..


<strong>In</strong> effetti, tenuto conto di tutti gli argomenti che di seguito saranno esposti, sembra sussistere il concreto<br />

pericolo di fuga ed il concreto pericolo di reiterazione del reato, in concorso tra loro.<br />

Occorre intanto rilevare che <strong>sono</strong> trascorso quarantadue giorni dalla consumazione dell’omi<strong>ci</strong>dio.<br />

<strong>In</strong> quanto periodo l’indagata, per quello che emerge dagli atti, non risulta aver compiuto alcun tentativo<br />

di sottrarsi alla giurisdizione italiana; ne risulta aver compiuto altri gesti violenti, nei confronti dei suoi<br />

familiari che con lei convivono e, comunque, nei confronti di altre persone.<br />

<strong>In</strong> questa situazione si può ritenere che sussista un concreto ed attuale periculum libertatis? La risposta è<br />

affermativa.<br />

Un primo elemento, apparentemente inconferente ma in realtà già significativo, deriva dalla evidente<br />

anomalia che ha caratterizzato <strong>questo</strong> procedimento: le indagini preliminari, per la prima volta nella<br />

storia giudiziaria del nostro paese, <strong>sono</strong> state integralmente seguite in diretta dai mezzi di comunicazione<br />

di massa, che hanno provveduto, con dovizia di particolari, a rendere noti al pubblico i singoli elementi di<br />

fatto acquisiti dagli investigatori, mano a mano che questi venivano raccolti.<br />

<strong>In</strong> altre parole, si è cercato una sorta di controllo so<strong>ci</strong>ale improprio, che ha probabilmente inibito le azioni<br />

dell’indagata.<br />

La famiglia Lorenzi, colpita due volte dall’evento delittuoso, è stata addirittura costretta ad allontanarsi<br />

dal luogo <strong>della</strong> residenza, per godere di qualche momento di tranquillità.<br />

La pressione eser<strong>ci</strong>tata dai ,mass media e dalla opinione pubblica, si è dunque concretamente<br />

manifes6tata come controllo/ inibizione.<br />

L’argomento, come già detto, non è risolutivo.<br />

Esso però serve a concretizzare, nella fattispe<strong>ci</strong>e, il periculum liberatis.<br />

Quanto all’esigenza cautelare di cui alla lettera b) dell’art, 274 c.p.p., il concreto pericolo di fuga è<br />

anzitutto desumibile dalla pena in astratto irrogabile per il reato dall’indagata contestato (la pena<br />

massima del nostro codice: l’ergastolo).<br />

<strong>In</strong> <strong>questo</strong> caso, l’elemento è particolarmente significativo, atteso che la prospettiva che incombe<br />

sull’indagata, in caso di terminare la propria esistenza all’interno di una casa penale, salvi i benefi<strong>ci</strong><br />

connessi dalla legge.<br />

Deve quindi ragionevolmente attendersi che la Franzoni, se las<strong>ci</strong>ata in libertà nel corso del processo,<br />

farebbe tutto quanto nella sua possibilità per sottrarsi all’esecuzione <strong>della</strong> condanna.<br />

Ma vi <strong>sono</strong> altri due elementi che rendono concreto ed attuale <strong>questo</strong> pericolo.<br />

La scoperta <strong>della</strong> sua responsabilità da parte degli altri familiari, sia la famiglia dell’indagata che quella<br />

del coniuge, potrebbe determinare la re<strong>ci</strong>sione di tutti i legami familiari e parentali <strong>della</strong> Franzoni;<br />

probabilmente la re<strong>ci</strong>sione di qualsiasi rapporto con altre persone.<br />

Anche in considerazione del fatto che il delitto è stato brutale e che ha avuto amplissima divulgazione da<br />

parte dei mezzi di comunicazione, è dunque concretamente probabile che la Franzoni, qualora rimanesse<br />

in libertà, cercherebbe con qualsiasi mezzo di sottrarsi al processo, anche perché a <strong>questo</strong> punto avrebbe<br />

perso qualsiasi radicamento so<strong>ci</strong>ale, parentale e sul territorio.<br />

<strong>In</strong>fine, giova rilavare, che è stato accertato che nel corso del presente procedimento la Franzoni ha più<br />

volte mentito, cercando di attribuire la responsabilità ad un terzo ignoto introdottosi nella sua abitazione.<br />

La condotta tenuta è sintomatica, insieme a tutti gli altri elementi, di una certa tendenza ostruzionistica<br />

rispetto all’eser<strong>ci</strong>zio <strong>della</strong> giurisdizione penale.<br />

Quanto all’esigenza cautelare di cui all’art. 274 lett. c) c.p.p., sussiste il concreto ed attuale pericolo che<br />

la Franzoni, qualora las<strong>ci</strong>ata in libertà nel corso del processo, possa commettere altri gravi delitti con uso<br />

<strong>della</strong> violenza personale ovvero <strong>della</strong> stessa spe<strong>ci</strong>e di quello per il quale si procede.<br />

Soccorrono, in merito, gli elementi indicatori <strong>della</strong> pericolosità so<strong>ci</strong>ale previsti dall’art. 274 c.p.p.<br />

particolarmente significative.<br />

L’aggressione è stata consumata all’interno <strong>della</strong> casa familiare, approfittando <strong>della</strong> fidu<strong>ci</strong>a <strong>della</strong> vittima e<br />

<strong>della</strong> tranquillità del luogo.


L’oggetto dell’azione omi<strong>ci</strong>da è il figlio dell’indagata, bambino di soli tre anni, del tutto privo di qualsiasi<br />

capa<strong>ci</strong>tà di reazione e/o difesa nei confronti dell’aggressore.<br />

Non è stata impiegata un’arma nel senso classico del termine; l’omi<strong>ci</strong>dio è stato consumato per mezzo di<br />

un’arma impropria, che ben può essere reperita nuovamente dall’indagata anche nelle occasioni più<br />

banali <strong>della</strong> vita quotidiana.<br />

La zona attinta è il capo del bambino, <strong>ci</strong>ò che è particolarmente significativo <strong>della</strong> ferma volontà<br />

dell’aggressore di sopprimere la vittima.<br />

Sono state inferte complessivamente 12- 14 ferite: l’azione è stata reiterata nonostante lo sfacelo<br />

dell’ovoide cranico.<br />

Tutte queste <strong>ci</strong>rcostanze, complessivamente valutate, <strong>sono</strong> già indicative <strong>della</strong> concreta pericolosità<br />

so<strong>ci</strong>ale dell’indagata.<br />

Proprio perché l’omi<strong>ci</strong>dio è stato consumato in un tranquillo ed ordinato contesto familiare, dobbiamo<br />

attender<strong>ci</strong> che l’indagata non necessiti di condizioni od armi particolari per reiterare la propria condotta.<br />

A suo carico anche gli elementi derivanti dal giudizio sulla personalità.<br />

È vero che l’indagata è persona incensurata, apparentemente inserita in un contesto di normali relazioni<br />

con gli altri.<br />

Il fatto, tuttavia, contribuisce a creare degli squar<strong>ci</strong> su tale giudizio di normalità.<br />

<strong>In</strong>tanto la particolare intensità dell’animus necandi, la volontà di sopprimere la vittima per un motivo che<br />

qualunque esso sia non può in ogni caso ritenersi adeguato e proporzionato rispetto all’azione compiuta.<br />

Si evidenzia, nel migliore dei casi, una totale disfunzione dei freni inibitori.<br />

Nell’ambito delle condizioni personali dell’indagata, attualmente tutte da chiarire, anche l’azione più<br />

ierrilevante3 o banale può determinare una redazione del tutto sproporzionata, così come è capitato al<br />

povero Samuele.<br />

La Franzoni, come abbiamo visto nel paragrafo 13, è stata probabilmente vittima di un’irresistibile stato<br />

emotivo o passionale che la ha determinata a commettere il reato.<br />

Ed in <strong>questo</strong> senso a nulla rileva il tempo intercorso trattandosi di processi che non <strong>sono</strong> controllabili dalla<br />

cos<strong>ci</strong>enza.<br />

È dunque concretamente possibile che nonostante l’apparente normalità <strong>della</strong> Franzoni e l’apparente di<br />

controllarsi, l’indagata possa essere determinata per mezzo di processi che forse nemmeno lei stessa è in<br />

grado di conoscere a nuove azioni violente.<br />

<strong>In</strong> <strong>questo</strong> senso la pendenza del procedimento penale a suo carico non può che costituire un ulteriore<br />

elemento di stress creando un conflitto tra l’immagine che l’indagata ha di se stessa e quella che invece<br />

risulta nei suoi processi de<strong>ci</strong>sionali incons<strong>ci</strong>.<br />

Si aggiunga che prima o poi arriverà il momento in cui la Franzoni dovrà procedere a rielaborare in modo<br />

critico il fatto compiuto al momento disso<strong>ci</strong>ato.<br />

Quando quel momento avverrà sarà inevitabile il conflitto tra il se traumatizzato ed il se <strong>della</strong> vita<br />

quotidiana.<br />

Ciò potrà determinare una ulteriore perdita di controllo rispetto ai propri freni inibitori.<br />

anche <strong>questo</strong> elemento pres<strong>ci</strong>nde dal lasso temporale nel frattempo decorso.<br />

Sussistono dunque tutti i presupposti per ordinare la misura cautelare richiesta dal PM.<br />

Allo stato degli atti la Franzoni non pare trovarsi in una delle condizioni che inibiscono l’applicazione <strong>della</strong><br />

misura cautelare più grave, ex art. 275 comma 4 c.p.p..<br />

Nessuna possibilità di sospensione condizionale <strong>della</strong> pena, il titolo del reato non lo consente.


Quanto alla scelta <strong>della</strong> misura da adottare, tenuto conto di tutti i criteri stabiliti dall’art. 275 c.p.p.,<br />

sembra idonea, adeguata e proporzionata la sola misura <strong>della</strong> custodia cautelare in carcere.<br />

Ogni altra misura deve ritenersi inadeguata.<br />

Il pericolo di fuga e il pericolo di reiterazione del rato, attese le dinamiche sottostanti, pos<strong>sono</strong> essere<br />

contenuti solo con la coer<strong>ci</strong>zione.<br />

Le altre misure, tenuto conto di tutte le <strong>ci</strong>rcostanze del caso di spe<strong>ci</strong>e, non servirebbero a nulla.<br />

15.CAUTELA<br />

Per tutti i motivi sopra esposti deve dunque essere ordinata la custodia cautelare in carcere.<br />

Qualche considerazione sulle modalità esecutive di <strong>questo</strong> provvedimento.<br />

Essa aspetta ai sensi dell’art. 293 c.p.p., ad altre persone.<br />

Tuttavia <strong>questo</strong> giudice, pur non potendolo pretendere, auspica che la misura venga eseguita senza<br />

clamore, lontano dagli occhi indiscreti di chi non è parte di <strong>questo</strong> procedimento.<br />

L’errore giudiziario è infatti sempre possibile.<br />

Il complesso indiziario a carico <strong>della</strong> Franzoni: bisogna però evitare l’irreparabile.<br />

<strong>In</strong> particolare non deve essere consentito esporre ulteriormente l’indagata la curiosità dell’opinione<br />

pubblica, non essendo la gogna una pena vigente del nostro ordinamento.<br />

La Franzoni ha uc<strong>ci</strong>so il figlio.<br />

Ma forse non può essere ritenuta un’assassina o omi<strong>ci</strong>da nel senso canonico del termine.<br />

Dietro il reato si intravede una tragedia familiare.<br />

Il giudizio deve fermarsi alla rilevanza penale dei fatti.<br />

Si proceda al piantonamento a vista dell’indagata, senza privarla dei confronti che <strong>questo</strong> momento indubbiamente<br />

grave per lei possano comunque alleviarne la pena.<br />

PQM<br />

Visti gli artt. 285, 292 c.p.p.<br />

DISPONE<br />

La custodia cautelare in carcere a carico di Franzoni Annamaria, nata a San Benedetto Val di Sangro il<br />

giorno 23/8/1971 residente in Cogne, AO fraz. Montroz località Caouz nr 4/a e 4/6;<br />

ORDINA<br />

Agli uffi<strong>ci</strong>ali ed agli agenti di polizia giudiziaria che Franzoni Annamaria sia catturata ed immediatamente<br />

condotta in un istituto di custodia, per rimanervi a disposizione dell’autorità giudiziaria.<br />

MANDA<br />

Alla cancelleria per gli adempimenti previsti dall’art. 92 disp. att. c.p.p.;<br />

DISPONE<br />

Che l’indagata sia piantonata a vista dal personale femminile <strong>della</strong> struttura penitenziaria.<br />

Aosta, 13 marzo 2002


Fonte eius.it<br />

Tribunale del riesame di Torino<br />

Ordinanza 30 marzo 2002<br />

IL TRIBUNALE DI TORINO<br />

Riunito in camera di consiglio in funzione di organo istituito ai sensi degli artt. 309 e ss. c.p.p.<br />

Nelle persone dei sigg. Magistrati:<br />

Presidente: dott. Pier Giorgio BALESTRETTI<br />

Giudice: dott. Daniela COLPO<br />

Giudice: dott. Immacolata IADELUCA<br />

Sull'istanza di riesame inoltrata nell'interesse di FRANZONI Annamaria, nata a San Benedetto Val di Sembro il 23 agosto<br />

1971, avverso l'ordinanza applicativa <strong>della</strong> custodia cautelare in carcere emessa nei confronti <strong>della</strong> medesima dal G.I.P.<br />

presso il tribunale di Aosta in data 13 marzo 2002;<br />

sentiti i difensori dell'indagata ed il P.M.;<br />

ha pronun<strong>ci</strong>ato la seguente<br />

ORDINANZA<br />

PREMESSO<br />

che FRANZONI Annamaria è indagata per omi<strong>ci</strong>dio volontario ai danni del proprio figlio Samuele LORENZI di anni tre<br />

perpetrato in data 30 gennaio 2002;<br />

che più in particolare, dagli Atti trasmessi a <strong>questo</strong> Organo ex art. 309 comma 5 c.p.p., emergono le seguenti <strong>ci</strong>rcostanze<br />

in ordine alle modalità di svolgimento dei prin<strong>ci</strong>pali fatti di causa:<br />

alle ore 8 28/17 del 30 gennaio 2002 Annamaria FRANZONI chiamava il servizio medico di pronto intervento 118 di<br />

Aosta dicendo all'operatrice CALIPARI Nives che il proprio figlio vomitava sangue dalla bocca;<br />

alle ore 8 e 41 veniva inviato un elicottero presso il luogo da cui era partita la chiamata, che perveniva a destinazione<br />

verso le ore 8 e 51- 8 e 52;<br />

sul posto già si trovavano, oltre alla madre di LORENZI Samuele, la dottoressa SATRAGNI Ada (convocata<br />

telefonicamente dalla stessa FRANZONI a partire dalle ore 8 e 27 minuti primi e 30 minuti secondi), intenta prestare le<br />

prime cure al bambino detergendo le ferite e praticandogli una iniezione di cortisone, nonché il suocero di questa SAVIN<br />

Marco, la vi<strong>ci</strong>na di casa FERROD Daniela ed alcune persone che si trovavano a passare nei paraggi e che erano state<br />

attirate dall'improvvisa animazione creatasi attorno alla villetta abitata dai coniugi LORENZI FRANZONI;<br />

il medico di servizio a bordo dell'elicottero, tale IANNIZZI Leonardo, trovava il piccolo Samuele in condizioni disperate,<br />

adagiato su di un gia<strong>ci</strong>glio allestito nella zona esterna <strong>della</strong> predetta abitazione su pre<strong>ci</strong>sa indicazione di tale Pifferi<br />

Antonello, operatore al servizio sanitario, pur rilevando che il piccolo versava in stato comatoso terminale, tentava<br />

comunque di effettuare un intervento di rianimazione inserendo una cannula nel cavo orale, onde evitare la<br />

retroflessione <strong>della</strong> lingue, e somministrando ossigeno;<br />

alle ore 9 e 19 minuti il bambino veniva caricato sull'elicottero, ove proseguivano i tentativi di rianimazione, e giungeva<br />

in ospedale alle ore 9 e 47 minuti in condizioni di assoluta assenza di parametri vitali;<br />

alle ore 9 e 55 minuti primi il dott. Bellini Nicola del Pronto Soccorso di Aosta ne constatava il decesso per: trauma<br />

cranico maggiore con ferite di verosimile natura da punta e taglio regione frontale destra e regione fronto- orbitaria<br />

sinistra e regione parietale destra e sinistra, con sottostanti sfondamenti ossei e pluriframmentazioni ed affossamento<br />

delle ossa frontale e parietale destra e sinistra, con perdita di sostanza parenchimale cerebrale;


il dott. Iannizzi, al suo arrivo presso l'abitazione dei Lorenzi, rilevava immediatamente che le lesioni riportate dal piccolo<br />

Samuele erano del tutto incompatibili con la diagnosi di aneurisma cerebrale prospettata in un primo tempo dalla dott.<br />

Satragni e, su sua indicazione, tale Glarey Elmo, intervenuto esso pure per prestare soccorso, chiamava i Carabinieri<br />

<strong>della</strong> stazione di Cogne il cui comandante, alle ore 9 e 6 minuti primi, allertava la centrale operativa del Comando<br />

Gruppo Carabinieri di Aosta, riferendo in merito all'intervento compiuto dal servizio di pronto soccorso 118;<br />

alle ore 10 veniva eseguito un primo accertamento urgente su8llo stato dei luoghi e nel corso di tale operazione venivano<br />

rinvenute all'esterno dell'abitazione numerose tracce ematiche ricondu<strong>ci</strong>bili al fatto oggetto d'indagine;<br />

le immagini dell'interno dell'abitazione venivano immediatamente riprodotte per mezzo di riprese <strong>ci</strong>nematografiche;<br />

dalle dichiarazioni rese nell'immediatezza <strong>della</strong> indagata, dalla dott. Satragni r dalla vi<strong>ci</strong>na di casa Ferrod Daniela<br />

(re<strong>ci</strong>procamente concordanti ed almeno in questa parte integralmente attendibili) emergeva che il corpo del piccolo<br />

Samuele si trovava, al momento del suo rinvenimento, nella camera da letto dei genitori, sita al piano seminterrato<br />

dell'abitazione, posizionato, come può anche evincersi dalle fotografie scattate all'interno di tale camera, nella parte alta<br />

del letto, sulla sinistra (guardando dai piedi dello stesso), con il capo poggiato sul cus<strong>ci</strong>no;<br />

in sede di esame autoptico venivano rilevate 17 ferite lacero- contuse, distribuite in regione fronto-parietale<br />

bilateralmente;<br />

la causa <strong>della</strong> morte veniva quindi ricondotta dal professor Francesco Viglino, consulente tecnico del P.M., ad un trauma<br />

cranico aperto con edema cerebrale acuto;<br />

tale consulenza portava gli inquirenti ad escludere una prima serie di ipotesi alternative quali trauma ac<strong>ci</strong>dentale,<br />

aggressione da parte di un animale, cause di natura organica e, in considerazione del numero, <strong>della</strong> localizzazione e<br />

<strong>della</strong> natura delle ferite, veniva imputata l'azione lesiva all'aggressione dolosa di un terzo;<br />

dagli esiti <strong>della</strong> suddetta consulenza autoptica, e segnatamente dall'assenza di ipostasi sul cadavere, oltre che<br />

dall'assenza in altri luoghi <strong>della</strong> casa di significative tracce ematiche emergeva che l'omi<strong>ci</strong>dio era stato consumato<br />

all'interno <strong>della</strong> camera da letto dei coniugi Lorenzi;<br />

veniva in particolare constatato che la vittima era stata aggredita mentre si trovava nel letto matrimoniale, in posizione<br />

supina sulla parte sinistra (sempre per chi guarda dai piedi dello stesso);<br />

tale assunto risultava anche suffragato dalla presenza di un'estesa chiazza ematica con frammenti ossei e materia<br />

cerebrale, proprio sul cus<strong>ci</strong>no e sulla zona sottostante del materasso, in detta parte del letto, oltre che dalla <strong>ci</strong>rcostanza<br />

che, all'esito degli accertamenti urgenti ivi effettuati, i militari operanti attestavano: in tutto lo stabile non abbiamo<br />

trovato tracce evidenti di avvenuta colluttazione o segni comunque ricondu<strong>ci</strong>bili ad episodi violenti; vistose macchie di<br />

sangue venivano per contro rinvenute sul lenzuolo e sul piumone posti sul suddetto letto, sulla parte di muro alla<br />

sinistra dello stesso, sulla testiera e sul muro retrostante ad essa, sul muro e sul comodino posti alla destra, sulle due<br />

abatjour poste sui comodini ai due lati sul calorifero ubicato sopra la finestra e sulle tende <strong>della</strong> finestra stessa ed<br />

addirittura sul soffitto, in prossimità <strong>della</strong> lampada ubicata in posizione centrale;<br />

venivano pertanto escluse tutte le ipotesi alternative di perpetrazione dell'omi<strong>ci</strong>dio in altri locali <strong>della</strong> casa, od in zona<br />

esterna;<br />

il teatro del delitto si presentava sostanzialmente ordinato: l'arredamento e le suppellettili apparivano in ordine e non<br />

interessate dall'azione aggressiva eser<strong>ci</strong>tata sul corpo del piccolo Samuele, non erano visibili segni di confusione, o di<br />

colluttazione, non risultava essere stato sottratto nulla dalla camera;<br />

la mano sinistra <strong>della</strong> piccola vittima presentava sulle prime falangi delle dita indice e medio, alcune ferite lacero-<br />

contuse;<br />

dalla natura <strong>della</strong> lesione e dalle valutazioni svolte dal consulente tecnico del P. M. prof. Viglino emergeva una priorità<br />

temporale di tali ferite rispetto a quelle inferte sul capo <strong>della</strong> vittima, sintomatiche, ad avviso degli inquirenti, <strong>della</strong><br />

<strong>ci</strong>rcostanza che il bambino, prima di venire colpito al capo, era stato colpito alla mano sinistra, mentre cercava di<br />

difendersi, ed aveva conseguentemente visto il proprio assassino;<br />

il che, unitamente alla già rilevata assenza di tracce di colluttazione o di tentativo di fuga da parte <strong>della</strong> vittima, portava<br />

a ritenere che il piccolo Samuele conoscesse l'assassino, che non si aspettasse nessuna azione violente da parte di questa<br />

persona e che, soltanto in extremis, avesse cercato di difendersi di fronte alla feroce aggressione;<br />

durante lo svolgimento degli accertamenti tecni<strong>ci</strong> venivano due sequestri poi rilevatisi di particolare importanza al fine<br />

<strong>della</strong> ricostruzione dei fatti;


nell'angolo inferiore sinistro del letto (sempre per chi guarda dai piedi dello stesso) veniva rinvenuto un pigiama<br />

femminile di colore azzurro con disegni a fantasia;<br />

in particolare la casacca era posta, rivoltata, tra il lenzuolo e il materasso mentre i pantaloni si trovavano nel giusto verso<br />

tra le falde del piumone parzialmente ripiegato su se stesso al momento del rinvenimento;<br />

inoltre nella zona giorno sita al piano terreno poste nel disimpegno che da accesso al bagno, venivano rinvenute un paio<br />

di zoccoli in plastica di colore bianco appartenenti all'indagata;<br />

anche tali ulteriori effetti personali venivano sequestrati in quanto presentavano delle tracce ematiche sulla suola;<br />

le numerosissime informazioni sommariamente raccolte dagli inquirenti attraverso le sommarie escussioni delle varie<br />

persone informate sui fatti evidenziavano che la scoperta del corpo <strong>della</strong> giovanissima vittima era stata segnalata dalla<br />

madre dopo che la stessa era us<strong>ci</strong>ta per accompagnare allo scuola bus l'altro figlio, Davide, di sei anni;<br />

al rinvenimento del corpo erano seguite svariate richieste di aiuto da parte <strong>della</strong> donna;<br />

la prima ad essere stata interpellata era la vi<strong>ci</strong>na di casa Ferrod Daniela, che si trovava sul balcone <strong>della</strong> propria<br />

abitazione;<br />

poi, per mezzo del telefono, la dott. Satragni (alle ore 8, 27 minuti primi e 30 minuti secondi), il servizio sanitario di<br />

pronto intervento 118 (alle ore 8, 28 minuti primi e 17 minuti secondi) ed infine il marito (alle ore 8, 29 minuti primi e 30<br />

minuti secondi), chiamato non direttamente ma per mezzo <strong>della</strong> segretaria;<br />

l'arrivo dei soccorritori determinava un irreversibile mutamento <strong>della</strong> s<strong>ci</strong>enza del delitto: il corpo del bambino veniva,<br />

come già ricordato, spostato dal letto e portato all'esterno dell'abitazione, per cui la posizione in cui lo stesso si trovava al<br />

momento dell'aggressione poteva poi essere desunta esclusivamente sulla scorta delle dichiarazioni rese dalle tre uniche<br />

persone che ebbero modo di vedere il piccolo quando si trovava ancora disteso sul letto, e <strong>ci</strong>oè la madre, la dott. Satragni<br />

Ada e la vi<strong>ci</strong>na di casa Ferrod Daniela;<br />

la Franzoni, premettendo di aver portato il figlio maggiore alla fermata dell'autobus, dichiarava in particolare: ... <strong>sono</strong><br />

tornata a casa velocemente ho aperto la porta ho ritrovato la mia borsa per terra dove l'avevo las<strong>ci</strong>ata con il portafoglio<br />

<strong>sono</strong> scesa di sotto da Samuele ed ho visto che si era girato a pan<strong>ci</strong>a in su e tirato la coperta sopra il capo.<br />

Ho creduto che volesse giocare a nascondino come era solito fare con il fratello quindi ho tirato giù la coperta e l'ho visto<br />

in un lago di sangue che respirava affannosamente ed era pallido.<br />

A quel punto ho iniziato a chiamarlo ho sentito che respirava (...) dopo aver tirato giù le coperte ed aver scoperto la<br />

pozza di sangue dove si trovava Samuele ho guardato e ho iniziato a vedere che c'erano chiazze di sangue dappertutto;<br />

il breve trasferimento <strong>della</strong> Franzoni presso la fermata dello scuolabus utilizzato dal figlio Davide poteva essere con<br />

buon margine di approssimazione ricostruito cronologicamente attribuendo allo stesso un intervallo di tempo<br />

dell'ordine di 6-8 minuti primi, compreso fra le ore 8 e 16-17 minuti primi e le ore 8 e 23-24 minuti primi;<br />

la Ferrod dichiarava di essere stata chiamata tra le ore 8 e 25 minuti primi e le ore 8 e 30 minuti primi dalla Franzoni, la<br />

quale le aveva comunicato che Samuele perdeva sangue dalla testa, rientrando poi nella propria camera da letto<br />

attraverso la porta- finestra sita al piano terra;<br />

aggiungeva di essere a quel punto entrata a sua volta nella casa dei Lorenzi, descrivendo la scena del delitto nei seguenti<br />

termini: <strong>sono</strong> entrata in camera da letto, quella di Anna Maria e Stefano, ed ho visto il bambino Samuele era supino sul<br />

letto, con indosso il pigiama, con tutta la fac<strong>ci</strong>a e la testa piena di sangue (...) ho notato che c'era del sangue sulla parete<br />

dietro il letto. Il bambino aveva la testa sul cus<strong>ci</strong>no ed era scoperto, sentivo che si lamentava emetteva dei suoni apriva e<br />

chiudeva gli occhi;<br />

altresì pre<strong>ci</strong>sato che: Samuele era disteso sul letto matrimoniale in posizione supina sulla parte sinistra del letto,<br />

guardandolo dalla finestra, e si presentava con il viso coperto di sangue. Il bambino indossava il pigiama ed era<br />

completamente scoperto, almeno sino alle ginocchia, non ricordo se proprio fino ai piedi. Il piumone che copriva il letto<br />

si presentava scostato sulla parte destra del letto matrimoniale, sempre secondo la mia visuale;<br />

tale vi<strong>ci</strong>na di casa risultava essere stata la prima persona, dopo Franzoni Annamaria, a penetrare all'interno<br />

dell'abitazione di quest'ultima ed a scorgere il teatro del delitto;<br />

riferiva in proposito di essere stata immediatamente invitata dalla Franzoni a recarsi dalla dott. Satragni e pre<strong>ci</strong>sava:<br />

Annamaria era in piedi vi<strong>ci</strong>no al letto; aveva le mani lungo i fianchi e non toccava il bambino, non piangeva, forse era


sotto shock e mi diceva di andare a chiamare Ada, la dott. Satragni, che abita li vi<strong>ci</strong>no perché venisse subito; ricordava<br />

infine di essersi subito dopo allontanata dalla casa dei Lorenzi per dirigersi verso casa <strong>della</strong> Satragni e di aver poco<br />

distante incontrato quest'ultima che stava raggiungendo a bordo <strong>della</strong> propria autovettura, accompagnata dal suocero<br />

Savin Marco;<br />

emergeva infine dalle attestazioni <strong>della</strong> Satragni che l'indagata, nel corso <strong>della</strong> con<strong>ci</strong>tata conversazione delle ore 8 e 27<br />

minuti primi e 30 minuti secondi (protrattasi per 45 minuti secondi) le aveva detto: di andare immediatamente a casa<br />

sua, di fare prestissimo perché c'era Samuele che stava perdendo sangue dalla bocca, tanto sangue, esclamando subito<br />

dopo, gli sta scoppiando il cervello oppure gli è scoppiato il cervello;<br />

la sanitaria aggiungeva poi di essere penetrata a sua volta nell'abitazione dei Lorenzi, sempre accompagnata dal suocero,<br />

pre<strong>ci</strong>sando: appena giunta ho trovato il bambino collassato in una pozza di sangue con una ferita importante a livello<br />

dell'osso frontale sulla parte destra, una lesione molto importante aperta da cui us<strong>ci</strong>va <strong>della</strong> materia cerebrale e altre<br />

piccole lesioni sulla parte alta del viso;<br />

pre<strong>ci</strong>sava poi ulteriormente la descrizione <strong>della</strong> scena del delitto riferendo: dopodiché prestavo le prime cure del caso al<br />

bambino. Lo stesso si presentava disteso sul letto, supino, immobile e gemeva sommessamente ed era parzialmente<br />

coperto, ma non ricordo se era coperto fino all'inguine o fino alla <strong>ci</strong>ntola, quello di cui <strong>sono</strong> certa era che il tronco dallo<br />

sterno all'insù era visibile e indossava il pigiama. Il viso era completamente imbrattato di sangue, il cranio era imbrattato<br />

di sangue, erano visibili di primo acchitto due importanti ferite aperte, una sulla fronte a livello del lobo frontale del<br />

cranio da cui emergeva la massa cerebrale e l'altra a sinistra con partenza all'occhio sinistro e diretta verso l'alto con<br />

tendenza a portarsi verso il lobo frontale di sinistra. (...) Ho successivamente avvi<strong>ci</strong>nato al bordo del letto il bambino per<br />

poterlo avere più vi<strong>ci</strong>no a me e ho chiesto alla madre di fornirmi una ba<strong>ci</strong>nella con dell'acqua ed un fazzoletto per poter<br />

liberare il volto del bambino dal sangue. (...) Resami conto che l'acqua <strong>della</strong> ba<strong>ci</strong>nella che aveva usato per s<strong>ci</strong>acquare il<br />

fazzoletto era eccessivamente sporca di sangue <strong>sono</strong> andata nel bagno accento alla camera in cui c'era il bambino, ho<br />

vuotato la ba<strong>ci</strong>nella nel wc, non ho tirato l'acqua ed ho riempito nuovamente la ba<strong>ci</strong>nella con dell'acqua pulita. (...) A<br />

<strong>questo</strong> punto de<strong>ci</strong>do di portarlo all'esterno chiedo alla madre un cus<strong>ci</strong>no ed una coperta per poter appoggiare e coprire il<br />

piccolo (...) allestita questa sommaria barella sollevo da terra il bambino e a brac<strong>ci</strong>a lo porto all'esterno sull'angolo<br />

dell'abitazione più prossima all'elicottero. Durante <strong>questo</strong> trasporto il bambino perde sangue dalle ferite, avviene il<br />

goc<strong>ci</strong>olamento e chiedo alla madre di aiutarmi a tamponare le ferite;<br />

il dott. Iannizzi Leonardo, medico di servizio presso il servizio di pronto intervento 118 di Aosta, descriveva nei seguenti<br />

termini la scena notata al suo arrivo: il bambino si trovava appoggiato a terra sopra il mar<strong>ci</strong>apiede antistante casa sopra<br />

un cus<strong>ci</strong>no ed avvolto da una coperta. La dott. al mio arrivo scopriva una ferita sulla fronte del bambino che aveva<br />

provveduto a tamponare. Sono rimasto sconvolto dalla lesione, questa aveva bordi netti, era ampia e si vedeva materia<br />

cerebrale fuorius<strong>ci</strong>re (...) entravo allora in casa e raggiunta la camera da letto mi trovavo davanti una scena<br />

impressionante, vi erano spruzzi di sangue sulla parete del capezzale del letto che continuavano sul soffitto. Il letto<br />

stesso era ampiamente sporco nella zona centrale. Sullo stesso letto, lato destro entrando nella stanza, vi era una<br />

ba<strong>ci</strong>nella per i panni rotonda con all'interno dell'acqua rosa sicuramente mischiata a sangue;<br />

altra persona penetrata nella camera da letto dei coniugi Lorenzi dopo l'arrivo dell'elicottero veniva individuata in certo<br />

Perret Vito, residente a breve distanza, il quale riferiva: io ricordo che vi era il letto sporco di sangue ed anche i muri, e il<br />

pavimento ed il soffitto erano pieno di macchie ematiche; aggiungendo di essere nuovamente penetrato in detta camera<br />

dopo la partenza dell'elicottero, insieme alla Satragni, e descrivendo la <strong>ci</strong>rcostanza nei seguenti termini: la Satragni mi<br />

chiedeva se l'accompagnavo a riprendere la propria borsa che aveva las<strong>ci</strong>ato in camera da letto. Io entravo nella casa<br />

dall'ingresso prin<strong>ci</strong>pale e <strong>ci</strong>oè quello sito al primo piano, unitamente alla dottoressa <strong>sono</strong> sceso in camera da letto ed a<br />

quel punto il sanitario prelevava una borsa che conteneva dei medi<strong>ci</strong>nali e l'altra quella che conteneva il materiale da<br />

pronto soccorso (...) ricordo che la dottoressa Satragni quando ha ripreso le sue borse si è fermata nel bagno sito vi<strong>ci</strong>no<br />

alla camera da letto dove è stato trovato il bambino, per lavarsi le mani;<br />

anche Enrietti Alberto, dopo aver visto l'elicottero atterrare, penetrava nella camera da letto dei Lorenzi e in merito<br />

dichiarava: <strong>sono</strong> entrato anch'io nella camera dove dormiva il bambino e ho visto che c'era sangue sul cus<strong>ci</strong>no, sulla<br />

parete a mo' di spruzzo e poi materiale che sembrava vomito e invece la dottoressa diceva essere stata materia cerebrale.<br />

La mamma era disperata e diceva che a Samuele era esplosa la testa;<br />

la guida alpina di servizio a bordo dell'elicottero inviato sul luogo dei fatti, Bianchi Ivano, dichiarava: ... in attesa che il<br />

medico terminasse di medicare il bambino entravo in caso per verificare che cosa fosse successo effettivamente e<br />

chiamare il centro operativo attraverso la radio in dotazione affinché chiamasse i Carabinieri. Mentre entravo la madre<br />

mi ha seguito e allora, per non farmi sentire da lei <strong>sono</strong> entrato nel bagno e da lì ho fatto la chiamata. Per andare nel<br />

bagno <strong>sono</strong> passato attraverso la camera da letto e la mia attenzione veniva attirata dal letto che si presentava cosparso<br />

di sangue, mi sembra anche con <strong>della</strong> materia cerebrale sulle lenzuola. Ho notato una stris<strong>ci</strong>a di gocce di sangue che da<br />

metà del letto, lato sinistro entrando dall'esterno, andavano verso la porta che dall'interno <strong>della</strong> camera accede alla casa.<br />

Ricordo un tappeto verde sul pavimento del bagno, mi sembra uno scendi doc<strong>ci</strong>a, non disteso ma come mosso dal<br />

passaggio di qualcuno. Nella camera da letto c'era sangue un po' dappertutto;


infine Glarey Elmo, guida alpina <strong>della</strong> zona che aveva coordinato le operazioni d'atterraggio del velivolo, riferiva: io<br />

<strong>sono</strong> entrato nella camera, appena un passo dentro e notando sangue sul letto sul soffitto, sul muro e mi sembra anche<br />

sulla tenda ho pensato che fosse successo qualcosa di strano, quindi <strong>sono</strong> us<strong>ci</strong>to e ho chiamato con il mio cellulare la<br />

Stazione di Carabinieri di Cogne;<br />

avvenuto il caricamento del bambino sull'elicottero e l'allontanamento di quest'ultimo, la Franzoni, il marito, la Satragni<br />

ed altre persone facevano ancora una volta ingresso nell'abitazione dei primi due;<br />

in particolare Ferrod Daniela e Lorenzi Stefano si recavano nella camera da letto e la donna chiudeva la porta-finestra<br />

che da sul prato;<br />

la stessa persona, su questa particolare sequenza dell'episodio, e premettendo che i coniugi Lorenzi stavano partendo per<br />

l'ospedale di Aosta, riferiva: in quella <strong>ci</strong>rcostanza Annamaria mi diceva di tenere le chiavi di casa (...) dopo aver preso le<br />

chiavi, siccome la dottoressa Satragni ha detto di aver dimenticato la borsa all'interno <strong>della</strong> casa, restituisco le chiavi ad<br />

uno dei presenti, non ricordo chi, dopo di che scendevo le scale esterne e ritornavo a casa dai miei figli;<br />

per quanto attiene all'ora del delitto il consulente medico legale nominato dal P.M. prof. Francesco Viglino, dopo aver<br />

analizzato le dichiarazioni dei sanitari che avevano avuto occasione di visitare il piccolo Samuele nella mattinata del 30<br />

gennaio 2002, nonché i riscontri obiettivi del referto autoptico concludeva affermando: si può tranquillamente affermare<br />

che la morte sia ragionevolmente avvenuta qualche attimo prima o nel contesto dell'inizio dei soccorsi in quanto le<br />

condizioni del piccolo che sembrano trasparire dalle dichiarazioni <strong>sono</strong> quelle di un paziente in condizioni terminali di<br />

morte clinica sottoposte a manovre di tipo rianimatorio con conseguenti possibili fenomeni di reminescenza;<br />

più in particolare secondo le argomentazioni del consulente, il piccolo Samuele versava già in stato di morte clinica al<br />

momento in cui ebbe a visitarlo la Satragni (che, come poc'anzi ricordato, prestò per prima i soccorsi alla vittima), e <strong>ci</strong>oè<br />

tra le ore 8 e 31 minuti primi e le ore 8 35 minuti primi;<br />

il pigiama ed il paio di <strong>ci</strong>abatte appartenenti all'indagata e rinvenuti all'interno dell'abitazione con evidenti tracce di<br />

sangue nonché il piumone ritrovato sul letto dei coniugi Lorenzi venivano sottoposti ad una approfondita ed elaborata<br />

consulenza tecnica disposta dal P.M. con incarico conferito ai militari del Ra. C.I.S. di Parma, in esito alla quale si<br />

appurava che dette tracce ematiche erano riferibili alla vittima;<br />

a sua volta la difesa dell'indagata nominava un collegio di consulenti tecni<strong>ci</strong> e depositava poi una relazione di<br />

consulenza tecnica di parte contenente valutazioni sugli accertamenti eseguiti dal suddetto Reparto di polizia s<strong>ci</strong>entifica;<br />

si profilavano in tal modo due ipotesi in ordine alla presenza delle tracce ematiche sui due elementi del pigiama<br />

rinvenuto sul luogo del delitto e pa<strong>ci</strong>ficamente di pertinenza <strong>della</strong> Franzoni;<br />

secondo la tesi dell'accusa, supportata dalle argomentazioni s<strong>ci</strong>entifiche dei militari del suddetto Raggruppamento, il<br />

pigiama sarebbe stato indossato dall'assassino nell'eseguire il reato, mentre secondo la tesi dei periti <strong>della</strong> difesa il<br />

pigiama sarebbe invece stato imbrattato durante l'esecuzione <strong>della</strong> violentissima aggressione perché si trovava gettato in<br />

disordine sul piumone del letto, così come prospettato dalla Franzoni in più occasioni;<br />

anche gli zoccoli ritrovati al piano terreno dell'abitazione dei coniugi Lorenzi, pa<strong>ci</strong>ficamente appartenenti all'indagata,<br />

presentavano tracce ematiche evidenti variamente disposte su entrambe le suole;<br />

tali calzature, sottoposte ad un più approfondito esame, previa rimozione <strong>della</strong> tomaia di cuoi e successiva analisi al<br />

microscopio binoculare, rivelavano ulteriori tracce verosimilmente ematiche, presenti sia sulla scarpa sinistra, sia su<br />

quella destra;<br />

in particolare, per quanto riguarda lo zoccolo sinistro, le tracce risultavano localizzate a <strong>ci</strong>rca metà dello sviluppo<br />

longitudinale del plantare, all'altezza del bordo laterale sinistro, sotto forma di una minuta crosti<strong>ci</strong>na, in corrispondenza<br />

del bordo anteriore del plantare sotto forma di alonature e minutissimi residui, apprezzabili soltanto microscopicamente,<br />

sulla superfi<strong>ci</strong>e interna <strong>della</strong> tomaia in cuoio, all'altezza del bordo laterale destro, a guisa di un tenue imbrattamento<br />

riscontrabile solo microscopicamente;<br />

le analisi biologiche eseguite su dette tracce ematiche consentivano di accertare che le stesse <strong>sono</strong> riferibili alla vittima;<br />

alcune delle persone presenti nei pressi dell'abitazione dei Lorenzi in orario prossimo all'omi<strong>ci</strong>dio riferivano di non aver<br />

notato nessuna persona fermarsi o comunque transitare nella zona <strong>ci</strong>rcostante destando sospetto o attenzione;<br />

Lorenzi Stefano, us<strong>ci</strong>to di casa verso le ore 7 e 30 e le ore 7 e 40, dichiarava di non aver notato nulla di strano quella<br />

mattina;<br />

anche il piccolo Davide riferiva di non aver visto nessuno nel corso del giro in bi<strong>ci</strong>cletta effettuato dopo la colazione;


la stessa indagata asseriva infine di non aver notato persone estranee nei pressi dell'abitazione, aggiungendo che le<br />

finestre e la porta del garage erano rimaste chiuse durante la sua assenza ed assumendo per contro, ripetutamente, di<br />

aver las<strong>ci</strong>ato aperta la porta di ingresso, non chiudendola a chiave nell'us<strong>ci</strong>re, per paura di fare rumore;<br />

lungo il viottolo che costeggia l'abitazione dei Lorenzi non venivano riscontrate tracce o comunque segni ricondu<strong>ci</strong>bili ad<br />

un possibile appostamento finalizzato all'osservazione <strong>della</strong> casa;<br />

né tali tracce venivano rilevate nel corso dell'esteso e accurato controllo perimetrale <strong>della</strong> zona effettuato dai Carabinieri;<br />

nessun effetto sortivano poi le lunghe ed approfondite ricerche dirette al rinvenimento dell'arma del delitto;<br />

dalla natura delle lesioni il consulente medico legale del P.M. desumeva le caratteristiche strutturali delle stesse<br />

concludendo: per quanto desumibile dalla descritta morfologia delle lesioni si può affermare che queste, con buona<br />

probabilità siano state determinate da un corpo contundente con le seguenti caratteristiche: fa<strong>ci</strong>le ed agevole<br />

impugnabilità; rigido; discretamente pesante; che presenta margini acuti rettilinei e spigoli vivi. La morfologia <strong>della</strong><br />

maggior parte delle ferite è suggestiva per l'ipotesi che le stesse siano state prodotte per l'effetto dell'azione di spigolo<br />

dell'oggetto.<br />

Con particolare riferimento all'abbigliamento indossato quella mattina dalla Franzoni, l'indagata dichiarava: ... quando<br />

<strong>sono</strong> rientrata in casa, di ritorno dall'accompagnare Davide, mi <strong>sono</strong> subito tolta le scarpe ho messo le <strong>ci</strong>abatte e <strong>sono</strong> giù<br />

a vedere Samuele (...) quando ero in attesa del soccorso, su indicazione di Ada <strong>sono</strong> nuovamente salita di sopra a<br />

prendere le scarpe, la giacca, le ho infilate ho las<strong>ci</strong>ato le <strong>ci</strong>abatte al piano vi<strong>ci</strong>no l'ingresso e <strong>sono</strong> riscesa;<br />

pre<strong>ci</strong>sava poi: nel momento in cui <strong>sono</strong> rientrata in casa dopo aver accompagnato Davide alla fermata dello scuolabus,<br />

ho chiuso la porta d'ingresso a chiave dall'interno (...) dopodiché mi <strong>sono</strong> tolta le scarpe nell'antibagno e mi <strong>sono</strong> messa<br />

le <strong>ci</strong>abatte, mi <strong>sono</strong> tolta la giacca e <strong>sono</strong> scesa sotto in camera trovando Samuele. Voglio altresì riferire che quando Ada<br />

mi ha detto di prepararmi perché dovevo andare con Samuele, <strong>sono</strong> salita sopra, mi <strong>sono</strong> messa le scarpe, ho preso la<br />

mia giacca nera e lo zaino che si trovava sul basamento in pietra del camino e <strong>sono</strong> nuovamente scesa sotto;<br />

tale versione veniva smentita dalla Satragni che ricordava di aver notato, al suo arrivo nella casa dei Lorenzi, la Franzoni<br />

interamente abbigliata di nero e negava di aver detto all'indagata di mettersi le scarpe al posto delle <strong>ci</strong>abatte o degli<br />

zoccoli per poter seguire il figlio ad Aosta;<br />

a sua volta la Ferrod confermava che l'indagata, al momento del suo arrivo, indossava un paio di pantaloni scuri<br />

aggiungendo che, pur non essendo in grado di ricordare né il tipo né il colore delle scarpe, avrebbe certamente notato<br />

una calzatura di colore chiaro o addirittura bianco per il contrasto con il colore dei pantaloni, ed in una successiva<br />

deposizione pre<strong>ci</strong>sava di ricordarsi che la Franzoni era vestita con pantaloni scuri e <strong>ci</strong>abatte ai piedi;<br />

analoghe dichiarazioni venivano rese seppure in termini dubitativi, dal suocero <strong>della</strong> Satragni Savin Marco, intervenuto<br />

come già ricordato sulla scena del delitto insieme alla nuora;<br />

venivano poi compiuti articolati accertamenti, anche per mezzo di intercettazioni telefoniche/ambientali, al fine di<br />

verificare l'eventuale coinvolgimento nei fatti per i quali si procede degli altri familiari <strong>della</strong> vittima, di alcuni vi<strong>ci</strong>ni e di<br />

altre persone che per vari motivi avrebbe ipoteticamente potuto commettere l'omi<strong>ci</strong>dio e non emergevano, a giudizio<br />

degli inquirenti, concreti elementi suscettibili di evidenziare un coinvolgimento di tali persone nei fatti;<br />

che in data 13 marzo 2002 il G.I.P. presso il Tribunale di Aosta, su conforme richiesta del Magistrato inquirente, ha<br />

emesso nei confronti <strong>della</strong> Franzoni ordinanza applicativa <strong>della</strong> custodia cautelare in carcere desumendo dalle suddette<br />

risultanze gravi indizi di colpevolezza <strong>della</strong> stessa in ordine al delitto di omi<strong>ci</strong>dio volontario in danno del figlio Samuele,<br />

ed adducendo esigenze cautelari connesse ad un pericolo di fuga, desunto da un ritenuto controllo so<strong>ci</strong>ale improprio cui<br />

l'indagata sarebbe stata sottoposta in relazione all'eccezionale rilievo massmediatico assunto dalla vicenda giudiziaria<br />

nella quale la stessa è stata coinvolta, oltreché dall'entità <strong>della</strong> pena in astratto irrogabile per il reato in contestazione ed<br />

ad un ritenuto atteggiamento volutamente menzognero da essa assunto nel corso delle indagini, nonché ad un pericolo<br />

di re<strong>ci</strong>divanza spe<strong>ci</strong>fica desunto dalle modalità e <strong>ci</strong>rcostanze dei fatti, e segnatamente dalla ritenuta, probabile,<br />

riferibilità <strong>della</strong> azione omi<strong>ci</strong>diaria in contestazione ad un irresistibile stato emotivo e passionale, non controllabile in<br />

sede razionale, e ad una conseguente possibilità di reiterazione di tale condizione soggettiva;<br />

che avverso detto provvedimento il difensore <strong>della</strong> Franzoni ha inoltrato richiesta di riesame deducendo: con spe<strong>ci</strong>fico<br />

riferimento all'omessa notificazione ad esso difensore dell'avviso di deposito <strong>della</strong> documentazione relativa agli esiti<br />

degli accertamenti sugli zoccoli rinvenuti all'interno dell'abitazione dei Lorenzi (consegnati dai militari del Ra.C.I.S. al<br />

P.M. il 7 marzo 2002, con relazione datata 6 marzo 2002, mentre su alcune fotografie appare3 la data 5 marzo 2002),<br />

nonostante fosse stata una pre<strong>ci</strong>sa ed esteriorizzata volontà di dedurre su tali accertamenti tecni<strong>ci</strong>, e fosse stato qualche<br />

giorno prima concordato ed effettuato il deposito delle prime controdeduzioni, relative al solo pigiama, una nullità di<br />

detti accertamenti tecni<strong>ci</strong> del personale del Ra.C.I.S., relativi alle suddette <strong>ci</strong>abatte, e conseguentemente del loro impiego


nell'ordinanza di custodia cautelare dell'ordinanza per violazione delle garanzie parte<strong>ci</strong>pative ex artt. 178, lett. c), 360 e<br />

366 c.p.p., nonché 118 disp. att. c.p.p.; con spe<strong>ci</strong>fico riferimento all'intervenuta secretazione di vari passaggi delle<br />

conversazioni fra presenti intercorse fra l'indagata e il marito, intercettate a più riprese nei giorni immediatamente<br />

successivi l'omi<strong>ci</strong>dio e trascritte dal personale di P.G. operante, nonché del contenuto di varie intercettazioni telefoniche,<br />

in relazione alle quali è stata chiesta ed ottenuta l'autorizzazione al ritardo del deposito sino alla chiusura delle indagini<br />

preliminari ai sensi dell'art. 268 c.p.p., e ad una conseguente impossibilità di conoscere gli atti di intercettazione<br />

telefonica ed ambientale nella loro totalità, una lesione del diritto di difesa ed un a non motivata sottrazione al giudizio<br />

del G.I.P. procedente e, successivamente, di <strong>questo</strong> Organo del riesame di elementi essenziali per scelte inerenti alla<br />

privazione <strong>della</strong> libertà personale, con possibile sottrazione al giudizio di questi Organi giudicanti di elementi la cui<br />

ritenuta valenza favorevole all'indagata risulterebbe desumibile dal contenuto delle parti del suddetto materiale di<br />

indagine non secretato, e, conseguentemente, una nullità dell'ordinanza per violazione dell'obbligo di trasmettere gli<br />

elementi favorevoli all'indagata ex artt. 178, lett.c), 291 e 292 c.p.p. come innovati dall'art. 8 l. 8 agosto 1995, n.332; con<br />

spe<strong>ci</strong>fico riferimento ad una pretesa erroneità delle considerazioni di merito formulate dal G.I.P. procedente in ordine ad<br />

elementi importanti quali gli asseriti indizi desumibili dal pigiama e dagli zoccoli rinvenuti all'interno <strong>della</strong> villa dei<br />

Lorenzi, oltreché con spe<strong>ci</strong>fico riferimento ad una pretesa erroneità nella valutazione, sempre nel merito, dell'alibi <strong>della</strong><br />

Franzoni, e degli alibi di altri soggetti considerati, una nullità dell'ordinanza per violazione dell'obbligo di motivare sugli<br />

elementi di discolpa dell'indagata ex artt. 178, lett. c), nonché 291, 292 c.p.p. come innovati dall'art. 8 l. 8 agosto 1995, n.<br />

332; con spe<strong>ci</strong>fico riferimento ad una pretesa insussistenza di indizi di colpevolezza a carico dell'indagata, una nullità<br />

dell'ordinanza per mancanza <strong>della</strong> condizione di cui all'art. 273 c.p.p.; con spe<strong>ci</strong>fico riferimento ad una insussistenza<br />

delle esigenze cautelari addotte a fondamento dell'applicazione <strong>della</strong> misura, una nullità dell'ordinanza per mancanza<br />

delle condizioni di cui all'art. 274 c.p.p.; contestando altresì l'adeguatezza del regime cautelare applicato rispetto al grado<br />

e all'entità delle esigenze concretamente prospettabili, chiedendo conseguentemente l'annullamento dell'ordinanza<br />

stessa o, in via subordinata, la sostituzione <strong>della</strong> misura custodiale in corso con altra meno afflittiva ed indicando, ai fini<br />

di una eventuale applicazione in via sostitutiva del regime degli arresti domi<strong>ci</strong>liari, una serie di abitazioni di congiunti<br />

dell'indagata disponibili ad accogliere la stessa in tale regime custodiale;<br />

premesso altresì che all'odierna udienza lo stesso difensore ha illustrato tali motivi depositando memoria scritta ed<br />

allegando alla stessa due ulteriori memorie difensive redatte sulla scorta di osservazioni formulate dai consulenti tecni<strong>ci</strong><br />

di parte professor Carlo Torre e dott. Carlo Robino in ordine alla rilevanza indiziaria delle tracce ematiche ricondu<strong>ci</strong>bili<br />

al piccolo Lorenzi Samuele riscontrate sul pigiama e sugli zoccoli rinvenuti all'interno <strong>della</strong> villa dei Lorenzi<br />

nell'immediatezza dei fatti;<br />

che sempre all'odierna udienza il P.M., producendo preliminarmente copie di verbale di rilievi fotografi<strong>ci</strong> effettuati in<br />

data 21 marzo 2002 presso l'abitazione dei coniugi Guichardaz Ferrod in frazione Motroz n. 4/c di Cogne, nonché copia<br />

di carta topografica riproducente il territorio dell'abitato di Cogne e dintorni (con evidenziazione delle posizioni e<br />

relative distanze dal luogo del delitto di Ferrod Daniela, di Perratone Carlo, di Guichardaz Ulisse ed Ottino, di Blanc<br />

Graziana e di Guichardaz Gino negli orari a ridosso di quello in cui venne presumibilmente consumata l'aggressione in<br />

danno di Lorenzi Samuele, nonché <strong>della</strong> distanza fra la villa dei Lorenzi e la fermata dello scuolabus, ed ancora del<br />

trac<strong>ci</strong>ato indicativo del tratto di strada comunale che collega questi due poli del punto di tale percorso stradale nel quale<br />

si perde la visuale <strong>della</strong> villa dei Lorenzi, <strong>della</strong> casa in costruzione di pertinenza di Guichardaz Ulisse ed infine<br />

dell'abitazione <strong>della</strong> dott.ssa Satragni) copia di sommarie informazioni rispettivamente rese in data 28 marzo 2001 da<br />

certo Franzoni Bernardo, ed in data 29 marzo 2002 da certo Chenal Mauro, ed allegando altresì memoria scritta<br />

contenente un riepilogo degli elementi indiziari già addotti a fondamento <strong>della</strong> richiesta di emissione dell'impugnato<br />

provvedimento cautelare ed alcune osservazioni sulle deduzioni difensive, a chiesto la conferma dell'impugnato<br />

provvedimento cautelare;<br />

premesso altresì che l'impugnato provvedimento cautelare prende le mosse da una serie di conclusioni certe ed<br />

incontrovertibili desunte dall'accertamento oggettivo dello stato dei luoghi e dalla relazione di consulenza tecnica del<br />

prof. Viglino quali: la riferibilità dei gravissimi e devastanti esiti lesivi riportati dal piccolo Samuele nel mattino del 30<br />

gennaio 2002 ad un'azione omi<strong>ci</strong>diaria; l'avvenuta perpetrazione di tale azione omi<strong>ci</strong>diaria interamente all'interno <strong>della</strong><br />

camera da letto dei coniugi Lorenzi; l'avvio di tale feroce aggressione in un momento in cui la vittima, seppur sdraiata<br />

sul letto dei genitori, era perfettamente sveglia ed in grado di scorgere, seppur soltanto per qualche istante, il proprio<br />

assassino;<br />

che tale sostanziale nucleo conos<strong>ci</strong>tivo di partenza, pienamente coerente con gli esiti dell'amplissima ed articolata attività<br />

investigativa ed in alcun modo contestato dalla difesa, appaiono del tutto condivisibili;<br />

rilevato che il quadro indiziario addotto a fondamento dell'impugnato provvedimento restrittivo si appunta su di una<br />

lunga serie di risultanze di indagine direttamente acquisite nel corso dei numerosi ed approfonditi sopralluoghi svolti<br />

sul teatro del delitto, anche attraverso i contestuali rilievi descrittivi e fotografi<strong>ci</strong> ed i sequestri operati in via d'urgenza ex<br />

art. 352 c.p., nonché nel corso <strong>della</strong> amplissima ed in<strong>ci</strong>siva verifica testimoniale, ed ancora in esito alle analisi s<strong>ci</strong>entifiche<br />

condotte in sede di verifica testimoniale, ed ancora in esito alle analisi s<strong>ci</strong>entifiche condotte in sede di accertamenti<br />

tecni<strong>ci</strong> disposti dall'Organo inquirente;


che, più in particolare, sulla scoperta di tale copioso materiale investigativo <strong>sono</strong> state formulate numerose conclusioni<br />

logico deduttive ritenute idonee, nel loro insieme, ad integrare un quadro indiziario connotato da quel carattere di<br />

gravità che è richiesto, quale presupposto per l'emissione di misura cautela personale, dall'art. 273 c.p.p., e segnatamente<br />

<strong>sono</strong> state enucleate le seguenti conclusioni: Samuele conosceva l'assassino e si fidava di lui; la Franzoni rimase da sola<br />

sul luogo del delitto con il cadavere per <strong>ci</strong>rca 4 o 5 minuti intercorsi tra la scoperta del corpo <strong>della</strong> piccola vittima e<br />

l'arrivo <strong>della</strong> vi<strong>ci</strong>na di casa Ferrod Daniela; la Franzoni dispone inoltre di un altro lasso temporale più breve, tra l'us<strong>ci</strong>ta<br />

di casa <strong>della</strong> Ferrod e l'arrivo <strong>della</strong> Satragni; dopo l'arrivo di quest'ultima ed il suo intervento sul corpo del bambino la<br />

s<strong>ci</strong>enza è irreversibilmente mutata; tra la partenza del velivolo inviato dal servizio di elisoccorso e l'arrivo dei<br />

Carabinieri trascorre un ampio lasso temporale, valutabile in 40 minuti <strong>ci</strong>rca, durante il quale la scena del delitto è<br />

rimasta liberamente accessibile ad un notevole numero di persone via via richiamate dall'enorme risonanza che<br />

l'inquietante episodio ebbe immediatamente, quantomeno a livello locale; il mattino dei fatti, dopo aver fatto colazione,<br />

Lorenzi Davide uscì di casa per giocare con la bi<strong>ci</strong>cletta; nulla può essere affermato in merito all'esatta collocazione<br />

temporale di tali <strong>eventi</strong> riferiti dal minore, se non con margini di tolleranza talmente ampli da vanificarne la concreta<br />

rilevanza; dallo stesso racconto di Davide può peraltro essere ragionevolmente desunta l'inverosimiglianza delle<br />

allegazioni difensive reiteratamente rese dalla Franzoni in ordine ad un asserito ritardo suo e del figlio maggiore, in<br />

quella particolare <strong>ci</strong>rcostanza, apparendo diffi<strong>ci</strong>lmente inquadrabile in tale prospettazione difensiva, la <strong>ci</strong>rcostanza che il<br />

piccolo Davide abbia avuto il tempo di recarsi all'esterno <strong>della</strong> casa per effettuare un giro in bi<strong>ci</strong>cletta; l'alibi <strong>della</strong><br />

Franzoni può essere ricostruito nei termini che seguono: per raggiungere la fermata dell'autobus (distante 250 metri <strong>ci</strong>rca<br />

dall'abitazione) occorrono, secondo il verbale di sopralluogo eseguito, dai 3 minuti e 10 secondi ai 3 minuti e 30 secondi<br />

<strong>ci</strong>rca, con andatura regolare; sia il teste Vidi Dino, sia il teste Savin Marco riferiscono che l'andatura <strong>della</strong> Franzoni quella<br />

mattina era regolare; il primo dei predetti testimoni, autista dello scuolabus, ha asserito che alle ore 8 e 20, quando<br />

raggiunse la fermata, sul posto si trovavano già ad attenderlo la Franzoni e Davide; ne deriva, tenuto conto di tutti i fatti<br />

sopra esposti, ed in particolare delle condizioni del tempo e <strong>della</strong> strada, nonché dell'andatura riferita dai due testimoni<br />

che la Franzoni uscì di casa tra le ore 8 e 16 minuti primi e le ore 8 e 17 minuti primi, e vi fece rientro tra le 8 e 23 minuti<br />

primi e le ore 8 e 24 minuti primi; può anzi affermarsi con certezza esclusivamente la <strong>ci</strong>rcostanza che la Franzoni uscì di<br />

casa prima delle ore 8 e 20 minuti primi e che vi fece rientro dopo le ore 8 e 20 minuti primi, essendo tutto il resto<br />

prospettabile in termini puramente probabilisti<strong>ci</strong>;<br />

tale ricostruzione dell'alibi <strong>della</strong> Franzoni sconta, tuttavia, una certa approssimazione;<br />

esso è determinato tenendo conto del tempo medio di percorrenza impiegato dai Carabinieri nel corso dell'accertamento<br />

sui luoghi ma nessuno può dire se la velo<strong>ci</strong>tà tenuta dalla Franzoni quella mattina fosse più alta o più bassa di quella<br />

tenuta nella esecuzione del sopralluogo;<br />

l'unico momento in cui si può con certezza escludere che la Franzoni abbia commesso l'omi<strong>ci</strong>dio è l'orario in cui è stata<br />

vista attendere con il figlio Davide alla fermata, e <strong>ci</strong>oè le ore 8 e 20 minuti primi;<br />

tra le ore 8 e 15 minuti primi e le ore 8 e 20 minuti primi la Franzoni si troverebbe sulla strada di andata dall'abitazione<br />

verso la fermata: l'alibi non esclude la possibilità di commettere il reato per il periodo di tempo per il periodo di tempo<br />

antecedente alle ore 8 e 15 minuti primi; tra le ore 8 e 17 minuti primi e le ore 8 e 23 minuti primi la Franzoni us<strong>ci</strong>rebbe<br />

poi rientrerebbe nella casa;<br />

l'alibi non esclude la possibilità di perpetrazione del reato per il periodo di tempo successivo alle ore 8 e 20 minuti primi;<br />

tra le ore 8 e 16 minuti primi e le ore 8 e 24 minuti primi la Franzoni us<strong>ci</strong>rebbe e poi rientrerebbe nella casa: l'alibi non<br />

esclude la possibilità di commettere il reato per il periodo di tempo antecedente e successivo alle ore 8 e 20 minuti primi;<br />

<strong>questo</strong> non significa che la Franzoni non abbia impiegato un certo periodo di tempo per raggiungere la fermata e tornare<br />

alla propria abitazione, ma che, attesa l'impossibilità di determinare con esattezza il lasso di tempo impiegato, non può<br />

escludersi (ossia non è impossibile) che l'indagata abbia commesso l'omi<strong>ci</strong>dio nel lasso temporale indicato come alibi,<br />

verosimilmente nei periodi estremi del lasso medesimo;<br />

occorre quindi procedere a comparazione tra il lasso di tempo costituente l'alibi <strong>della</strong> Franzoni ed il lasso di tempo<br />

costituente il range entro il quale si è verificato l'omi<strong>ci</strong>dio;<br />

<strong>ci</strong>ò determina, in primo luogo, la necessità di individuare il lasso temporale entro il quale l'omi<strong>ci</strong>dio può essere stato<br />

consumato;<br />

il consulente medico legale del P.M. ritiene che: stante la tipologia <strong>della</strong> lesione e quanto può essere desunto dai dati<br />

autopti<strong>ci</strong>, ragionevolmente si deve ritenere come la morte possa essere intervenuta, tempuscolo più tempuscolo meno<br />

intorno ai 10- 12 minuti dall'aggressione; la successiva relazione integrativa del 12 marzo 2002 ha confermato tale<br />

valutazione approssimando di ulteriori 5 minuti;


non è tuttavia ragionevole pretendere che il tempo di sopravvivenza venga determinato al minuto: la biologia non è una<br />

s<strong>ci</strong>enza esatta almeno per quanto riguarda questa particolare materia, ogni organismo vivente ha una diversa reazione<br />

alle lesioni subite, e dunque i tempi di sopravvivenza non pos<strong>sono</strong> mai essere determinati al minuto;<br />

si può sicuramente affermare che il gravissimi trauma cranico aperto abbia rapidamente indotto un edema cerebrale<br />

acuto, in una situazione di ipossia da massiva anemia metaemorragica;<br />

<strong>ci</strong>ò ha determinato con ragionevole certezza una rapida alterazione dei parametri vitali; nella letteratura s<strong>ci</strong>entifica è<br />

infatti acquisito che in caso di trauma cranico aperto, quanto più grave è l'edema, e quanto maggiore è l'ipossia, allora<br />

tanto è più rapida la morta clinica, la rapida perdita delle funzioni vitali;<br />

pertanto, seppur con un margine di approssimazione, pos<strong>sono</strong> condividersi le conclusioni alle quali è pervenuto il<br />

consulente;<br />

il termine ad quem può essere ragionevolmente ritenuto quello delle ore 8 e 29 minuti primi;<br />

in quel momento la Ferrod entra nella camera da letto e vede il piccolo Samuele già (clinicamente) morto;<br />

allo stato degli atti si può solo affermare, in modo incontrovertibile, che l'omi<strong>ci</strong>dio è stato consumato nella mattina del 30<br />

gennaio 2002, prima delle ore 8 e 29;<br />

è molto probabile, sulla scorta di tutte le considerazioni sopra esposte e del tempo di sopravvivenza indicata dal<br />

consulente medico legale del P.M., che l'omi<strong>ci</strong>dio sia stato consumato tra le ore 8 e le ore 8 e 29, con preferenza per gli<br />

orari ricompresi nella prima fas<strong>ci</strong>a del tasso temporale (punto 17);<br />

l'alibi <strong>della</strong> Franzoni si colloca dunque all'interno del periodo di tempo entro il quale l'omi<strong>ci</strong>dio è avvenuto;<br />

tuttavia, almeno in <strong>questo</strong> momento, non lo ricomprende per intero, è compatibile con l'esecuzione dell'omi<strong>ci</strong>dio e<br />

dunque non può essere ritenuto suffi<strong>ci</strong>ente per escludere la responsabilità <strong>della</strong> FRANZONI (punto 18);<br />

valgono qui le stesse considerazioni testé svolte, sulla scorta delle quali si può ragionevolmente affermare, almeno allo<br />

stato, che le risultanze di indagine riportano la perpetrazione <strong>della</strong> feroce aggressione ad una frazione temporale ben<br />

diffi<strong>ci</strong>lmente con<strong>ci</strong>liabile con la ricostruzione accusatoria, giova altresì ribadire che la frazione temporale sopra<br />

richiamata, e <strong>ci</strong>oè quella compresa fra le ore 8 e 14 minuti primi e le ore 8 e 15 minuti primi, è stata calcolata sulla base di<br />

una ricostruzione totalmente sfavorevole all'indagata e ferma restando la possibilità del tutto giustificata alla luce delle<br />

valutazioni medico legali fornite dal consulente dell'accusa, di spostare tale frazione temporale all'interno di<br />

quell'intervallo di sette-otto minuti primi compreso fra le ore 8 e 17-17 minuti primi e le ore 8 e 23-24 minuti primi,<br />

durante il quale l'indagata si trovava pa<strong>ci</strong>ficamente fuori casa;<br />

non solo è dimostrato che l'omi<strong>ci</strong>dio, se non con probabilità del tutto infinitesimali, non è stato commesso da altre<br />

persone, ma è anche dimostrato che sussistono elementi che indicano che l'omi<strong>ci</strong>dio è stato commesso proprio<br />

dall'indagata (punto 19);<br />

l'intervallo di tempo durante il quale l'indagata è rimasta assente dalla propria abitazione - quantificabile, come più volte<br />

ricordato, in sette otto minuti - non pare radicalmente incon<strong>ci</strong>liabile con l'ipotesi di una furtiva penetrazione<br />

dell'aggressore all'interno <strong>della</strong> villa negli istanti immediatamente successivi all'allontanamento <strong>della</strong> FRANZONI e del<br />

figlio Davide lungo la strada che porta alla fermata dello scuolabus, di una subitanea ricerca del luogo in cui riposava il<br />

piccolo Samuele, di una altrettanto subitanea perpetrazione <strong>della</strong> feroce aggressione e di un repentino allontanamento;<br />

e quanto agli ulteriori elementi che indicherebbero la FRANZONI quale autore materiale dell'omi<strong>ci</strong>dio si rinvia ai punti<br />

successivi;<br />

tali elementi <strong>sono</strong> costituiti in positivo, sia dalle contraddizioni tra le versioni dei fatti fornite dall'indagata, sia dalle<br />

contraddizioni tra le dichiarazioni rese dalla FRANZONI e quelle rese dalle altre persone informate sui fatti (punto 20);<br />

per quanto attiene alla concludenza e gravità di tali risultanze indiziarie si rinvia alle considerazioni che seguiranno;<br />

oltre a <strong>ci</strong>ò la sua responsabilità può essere desunta da alcune considerazioni prettamente logiche relative al pigiama ed<br />

alle <strong>ci</strong>abatte in sequestro (punto 21), anche per quanto attiene alla concludenza e gravità di tali risultanze indiziarie si<br />

rinvia alle considerazioni che seguiranno;<br />

in negativo la ricondu<strong>ci</strong>bilità alla FRANZONI del delitto si desume dalla sostanziale impossibilità da parte di terzi di<br />

porre in essere questa spe<strong>ci</strong>fica azione omi<strong>ci</strong>diaria, tenuto soprattutto conto delle peculiari modalità spazio-temporali<br />

<strong>della</strong> stessa e <strong>della</strong> sussistenza di alibi forniti dalle altre persone che per varie ragioni avrebbero potuto commettere il<br />

fatto (punto 22);


per quanto attiene alla pretesa impossibilità, da parte di terzi, di porre in essere la spe<strong>ci</strong>fica azione omi<strong>ci</strong>diaria per cui si<br />

procede valgono le considerazioni sopra espresso al punto 19;<br />

per poter pensare che la FRANZONI abbia uc<strong>ci</strong>so il figlio, deve anzitutto accertarsi se la stessa, nel lasso temporale entro<br />

il quale è avvenuto l'omi<strong>ci</strong>dio, abbia avuto modo di trovarsi da sola con la vittima all'interno dell'abitazione, perché<br />

proprio lì è stata pa<strong>ci</strong>ficamente posta in essere l'azione omi<strong>ci</strong>diaria;<br />

altro è infatti l'affermazione secondo cui l'alibi dell'indagata è compatibile con l'esecuzione dell'omi<strong>ci</strong>dio, altro è<br />

affermare che la FRANZONI ha avuto la concreta possibilità di porre in essere tale azione (punto 23);<br />

la risposta è positiva atteso che la stessa indagata riferisca di essersi trovata da sola con Samuele all'interno <strong>della</strong> camera<br />

da letto ove l'omi<strong>ci</strong>dio è avvenuto prima di accompagnare Davide alla fermata dello scuolabus ("... mentre Davide faceva<br />

colazione io <strong>sono</strong> scesa di sotto a vestirmi, mi <strong>sono</strong> tolta il pigiama in camera e l'ho buttato sul letto, ho preso in bagno la<br />

canottiera e poi <strong>sono</strong> risalita di sopra (...) <strong>sono</strong> us<strong>ci</strong>ta con le scarpe appena messe e da allac<strong>ci</strong>are, ho las<strong>ci</strong>ato le <strong>ci</strong>abatte<br />

nella zona antistante il bagno, vi<strong>ci</strong>no alla porta d'ingresso", "... l'ho las<strong>ci</strong>ato comunque a mangiare (il figlio Daniele, n.d.r.)<br />

mentre io <strong>sono</strong> sceso a vestirmi. Mi <strong>sono</strong> cambiata nella mia camera da letto, las<strong>ci</strong>ando il pigiama come tutte le mattine<br />

sul letto, poi <strong>sono</strong> andata in camera di Daniele a prendere i suoi vestiti (...) <strong>sono</strong> risalita in cu<strong>ci</strong>na dove Davide stava<br />

ancora facendo colazione, poi l'ho vestito (...) mentre stavamo uscendo ho sentito Samuele piangere e chiamarmi. A quel<br />

punto Davide è us<strong>ci</strong>to e io <strong>sono</strong> scesa giù da Samuele che era sulle scale, l'ho portato nel mio letto dicendogli di stare<br />

tranquillo (...) ho preso la giacca e messo le scarpe e facendo molto piano ho aperto la porta, non richiudendola a chiave<br />

nell'us<strong>ci</strong>re per paure di fare rumore...") (punto 24);<br />

anche la pretesa gravità e concludenza di tali risultanze indiziarie deve essere letta alla luce dalla ricostruzione<br />

cronologica desunta dalle valutazioni medico legali sopra richiamate, sulla scorta delle quali si può ragionevolmente<br />

escludere che la feroce aggressione ai danni del piccolo Samuele sia stata perpetrata nel periodo di tempo anteriore alle<br />

ore 8 e 14-15 minuti primi (emergendo anzi concrete e spe<strong>ci</strong>fiche indicazioni atte a suffragare l'ipotesi che tale ipotetica<br />

tempus commissi delicti debba essere in realtà posti<strong>ci</strong>pato), e, per poter accedere alla ricostruzione accusatoria, si<br />

dovrebbe conseguentemente ipotizzare, contro ogni verosimiglianza, che la azione omi<strong>ci</strong>diaria sia stata compiuta<br />

proprio a ridosso dell'us<strong>ci</strong>ta <strong>della</strong> FRANZONI dalla propria abitazione, o addirittura nell'intervallo di tempo<br />

immediatamente successivo, durante il quale essa rimane pa<strong>ci</strong>ficamente fuori dell'abitazione;<br />

in ogni caso nel lasso temporale sopra indicato l'indagata si è trovata da sola in casa con la vittima - essendo us<strong>ci</strong>ti sia il<br />

marito che il piccolo Daniele, e non risultando la presenza di terzi - prima di portare Davide alla fermata dell'autobus,<br />

con due distinte possibilità: almeno dalle ore 8 e 15 alle ore 8 e 16 (la stessa indagata dichiara proprio con riferimento a<br />

tale lasso di tempo: "... arrivate le 8:15 Davide è us<strong>ci</strong>to... " ed aggiunge che dopo avere incontrato Samuele sulle scale ed<br />

averlo messo a letto è "... andata giù per strada dove c'era già Davide... "), aveva tra le ore 8 e le ore 8 e 15, quando<br />

Davide dopo aver fatto colazione esce all'esterno <strong>della</strong> casa per giocare con la bi<strong>ci</strong>cletta in attesa di essere accompagnato<br />

dalla mamma alla fermata; e si è poi nuovamente trovata sola in casa con il piccolo Samuele al suo rientro nell'abitazione,<br />

avvenuto alle ore 8 e 24 <strong>ci</strong>rca, fino all'arrivo <strong>della</strong> FERROD avvenuto alle ore 8 e 30 <strong>ci</strong>rca (punto 25); per quanto attiene<br />

all'intervallo di tempo compreso fra le ore 8 e le ore 8 e 15 minuti si richiamano ancora una volta le considerazioni sopra<br />

svolte sulla scorta dell'accertamento medico legale disposto dal P.M. mentre, per quanto attiene all'intervallo di tempo<br />

compreso fra le ore 8,15 e le ore 8,16, giova ancora una volta ribadire che in tale limitatissimo lasso di tempo, sempre<br />

stando alla ricostruzione accusatoria, la donna avrebbe dovuto aggredire il proprio figlio indossando ancora<br />

l'abbigliamento che aveva durante la notte, e quindi togliersi tale abbigliamento, cancellare rapidamente dalla propria<br />

persona le tracce di sangue verosimilmente prodottesi durante la feroce aggressione, recarsi al piano superiore per<br />

riporre gli zoccoli, ed indossare l'abbigliamento necessario per recarsi all'esterno;<br />

quanto poi all'ulteriore intervallo di tempo successivo al rientro nell'abitazione, avvenuto intorno alle ore 8 e 24 minuti<br />

primi, giova ricordare che, stando alle già richiamate ed inoppugnabili risultanze desumibili dai tabulati forniti<br />

dall'Omnitel e dalla Telecom, a partire dalle ore 8,27 minuti primi e 30 minuti secondi, e <strong>ci</strong>oè dopo poco più di tre<br />

minuti, la FRANZONI iniziò quella ininterrotta serie di chiamate telefoniche conclusasi a ridosso delle ore 8 e 30 minuti<br />

primi (l'ultima chiamata è quella diretta all'azienda presso cui lavora il marito LORENZI Stefano, partita alle ore 8,29<br />

minuti primi e 26 minuti secondi e protrattasi per 22 minuti secondi), quando era già sopraggiunta la vi<strong>ci</strong>na FERROD<br />

Daniela e stava per arrivare la dottoressa SATRAGNI accompagnata dal suocero;<br />

inoltre, sempre stando alla ricostruzione dell'aggressione fornita dall'accusa, in tale esiguo intervallo di tempo la<br />

prevenuta avrebbe dovuto, contro ogni verosimiglianza, svestirsi per indossare il pigiama e gli zoccoli, aggredire il figlio,<br />

occultare almeno sommariamente l'arma, cancellare le tracce di sangue prodottesi sulla sua persona, rivestirsi ed iniziare<br />

a quel punto a invocare freneticamente l'intervento dei soccorsi;<br />

dette ricostruzioni cronologicamente scontano le approssimazioni già evidenziate;<br />

non vi <strong>sono</strong> infatti elementi certi per poter affermare a quale ora esatta la FRANZONI sia us<strong>ci</strong>ta di casa ed a quale ora<br />

esatta vi abbia fatto rientro (punto 26); si richiamano, in proposito, e considerazioni sopra svolte ai punti 2 e 7;


esta comunque dimostrato che l'indagata ha avuto il tempo necessario per commettere l'omi<strong>ci</strong>dio (punto 27); si<br />

richiamano, in proposito, le considerazioni sopra svolte ai punti 15, 18 e 25;<br />

la tesi difensiva è smentita da un sicuro riscontro oggettivo;<br />

mentre i particolari del pigiama <strong>sono</strong> stati effettivamente trovati sul piumone, la casacca è stata rinvenuta tra le lenzuola<br />

ed il materasso;<br />

sembra dunque impossibile che la casacca si sia potuta imbrattare in quanto al momento dell'omi<strong>ci</strong>dio essa si trovava<br />

sotto il piumone;<br />

la stessa indagata ha confermato tale <strong>ci</strong>rcostanza laddove ha dichiarato: "quando ho scoperto il piccolo Samuele nelle<br />

condizioni che vi ho detto ho tirato giù il piumone (...) non ricordo di aver visto il mio pigiama quando ho tirato giù il<br />

piumone. Penso che avendolo tolto al mattino sia rimasto sotto le lenzuola quando le ho tirate su per coprire Samuele<br />

prima di us<strong>ci</strong>re" (punto 28);<br />

anche in <strong>questo</strong> caso <strong>ci</strong> troviamo di fronte ad una deduzione suggestiva, ma che trova ben pochi riscontri in atti;<br />

intanto si deve subito pre<strong>ci</strong>sare che la casacca del pigiama - almeno secondo quanto è dato evincere dalle fotografie in<br />

atti - non è stata rinvenuta tra le lenzuola ed il materasso, ma fra la coperta-copriletto (arrotolata al momento dei rilievi)<br />

ed il lenzuolo difeso sul letto in posizione sottostante al lenzuolo esterno, tale pre<strong>ci</strong>sazione risulta di non secondaria<br />

importanza ai fini che qui interessano ove si consideri che, detta collocazione <strong>della</strong> casacca del pigiama appare<br />

perfettamente compatibile con l'ipotesi di originaria collocazione <strong>della</strong> stessa in posizione irregolare al di sopra <strong>della</strong><br />

coperta-copriletto (si rinvia, a tal proposito, alle considerazioni che verranno svolte nel paragrafo successivo in ordine al<br />

probabile posizionamento originario dei due elementi del pigiama) e di successivo spostamento <strong>della</strong> stessa prima del<br />

ribaltamento <strong>della</strong> pesante coltre;<br />

in proposito giova ricordare che la dottoressa SATRAGNI ha reiteratamente riferito di aver immediatamente posto in<br />

essere, al suo arrivo presso la camera da letto in cui giaceva il piccolo Samuele, una serie di operazioni di soccorso<br />

consistite nel lavaggio del sangue che aveva interamente ricoperto il volto ed il collo del medesimo, mediante utilizzo di<br />

una ba<strong>ci</strong>nella in plastica (poi rinvenuta nel corso dei primi rilievi appoggiata sul letto a fianco <strong>della</strong> zona in cui era<br />

verosimilmente posizionata la parte alta del corpo <strong>della</strong> vittima), nel tentativo di tamponamento delle devastanti ferite,<br />

nella somministrazione di una dose di cortisone per via intramuscolare, nel roves<strong>ci</strong>amento del cus<strong>ci</strong>no su cui il bambino<br />

poggiava la testa, nello spostamento del corpo dello stesso verso il lato sinistro del letto (sempre guardando dai piedi<br />

dello stesso);<br />

pare quindi del tutto verosimile che nel corso delle suddette operazioni, compiute dalla sanitaria con l'ausilio <strong>della</strong><br />

FRANZONI e <strong>della</strong> FERROD, sia stata inavvertitamente spostata la casacca del pigiama, vuoi per collocare la ba<strong>ci</strong>nella<br />

(che necessitava di una superfi<strong>ci</strong>e de<strong>ci</strong>samente più piena di quella offerta dalla piana di quella offerta dalla pesante coltre<br />

già verosimilmente spostata in parte dalla sua collocazione originaria), vuoi per scoprire completamente il corpo del<br />

piccolo Samuele, vuoi per spostarlo leggermente verso sinistra, vuoi per roves<strong>ci</strong>are il cus<strong>ci</strong>no su cui il piccolo poggiava la<br />

testa, e così via;<br />

né pos<strong>sono</strong> rivestire una grossa valenza le dichiarazioni rese dalle suddette soccorritri<strong>ci</strong> in ordine alla eventuale<br />

presenza di indumenti appoggiati disordinatamente sulla coperta-copriletto, attesa la intensissima e più che<br />

comprensibile con<strong>ci</strong>tazione del momento;<br />

giova altresì considerare che una delle poche <strong>ci</strong>rcostanze sulle quali sembrano concordare pienamente i Militari del<br />

Ra.C.I.S. ed i consulenti <strong>della</strong> difesa è la sostanziale omogeneità di imbrattamento da schizzi riscontrato casacca e sui<br />

pantaloni del pigiama, sintomatica di una notevole vi<strong>ci</strong>nanza dei due capi nel momento in cui furono attinti dal sangue;<br />

quanto poi alla pretesa valenza autoindiziaria delle dichiarazioni rese dall'indagata, si osserva come appena quanto<br />

meno singolare che la stessa sia sagacemente rius<strong>ci</strong>ta a difendersi con sorprendente prontezza in ordine all'asserito<br />

utilizzo degli zoccoli (con l'intuibile intento - prospettato con assoluta sicurezza in sede accusatoria - di sviare da sé ogni<br />

sospetto scaturente dalla presenza di tracce ematiche sugli stessi) e sia per conto incappata in un macroscopico<br />

"s<strong>ci</strong>volone" autoaccusatorio ammettendo con singolare ingenuità di avere las<strong>ci</strong>ato uno degli indumenti da lei indossati<br />

durante la perpetrazione <strong>della</strong> feroce aggressione ai danni del figlio sotto le lenzuola prima di ricoprire quest'ultimo;<br />

alquanto più plausibile appare l'ipotesi che la donna abbia incontrato una certa difficoltà a ricostruire con pre<strong>ci</strong>sione tutti<br />

i movimenti da lei compiuti all'interno <strong>della</strong> camera da letto dopo la scoperta del corpo straziato del figlio ed avanzato<br />

mere ipotesi in ordine alla successione degli spostamenti degli oggetti presenti all'interno <strong>della</strong> camera da letto, ed in<br />

particolar modo di quelli originariamente posati nelle immediate vi<strong>ci</strong>nanze del piccolo Samuele;


le conclusioni del Ra.C.I.S. seppur dotate di una congrua ed articolata motivazione s<strong>ci</strong>entifica, prestano il fianco a<br />

qualche obiezione;<br />

in primo luogo la metodologia d'indagine;<br />

la comparazione tra le tracce ematiche presenti sul pigiama e quelle presenti sul piumone è stata infatti eseguita<br />

postulando che il pigiama si trovasse - al momento del suo ipotetico imbrattamento ac<strong>ci</strong>dentale - in posizione piana su<br />

qualche zona del piumone;<br />

in realtà doveva essere tenuta nella debita considerazione la <strong>ci</strong>rcostanza che, se il pigiama fosse stato gettato in disordine<br />

sulla superfi<strong>ci</strong>e del piumone, allora esso non avrebbe potuto trovarsi in posizione perfettamente piana, ma avrebbe<br />

dovuto almeno presentare qualche piega;<br />

in secondo luogo, come correttamente argomentano i consulenti <strong>della</strong> difesa, allo stato degli atti sembra diffi<strong>ci</strong>le spiegare<br />

la presenza di macchie soltanto su una parte <strong>della</strong> casacca, l'assenza di tracce di tipo ditate per ac<strong>ci</strong>dentale contatto delle<br />

mani e la permanenza in sito del frammento osseo vi<strong>ci</strong>no al polsino del pigiama;<br />

tenuto conto infatti <strong>della</strong> natura e dell'entità delle lesioni, oltreché del sanguinamento derivata, sembrerebbe<br />

ragionevolmente ipotizzabile che sul pigiama dovessero trovarsi più macchie rispetto a quelle effettivamente riscontrate<br />

(punto 29);<br />

nonostante tali obiezioni, le conclusioni alle quali <strong>sono</strong> pervenuti i militari del Ra.C.I.S. sembrano comunque da<br />

condividere in quanto la casacca del pigiama non si trovava sopra il piumone ma sotto di esso ed il suo imbrattamento è<br />

spiegabile solo ipotizzando che esso sia stata indossata dall'assassino, ed in quanto sulla casacca del pigiama risultano<br />

presenti tracce emetiche sia sul retro, sia sul verso;<br />

anche questa <strong>ci</strong>rcostanza può essere infatti spiegata solo ipotizzando che il pigiama sia stato indossato dall'assassino e<br />

l'obiezione difensiva su <strong>questo</strong> punto non ha pregio, tenuto soprattutto conto <strong>della</strong> <strong>ci</strong>rcostanza che la macchia su<br />

entrambi i lati <strong>della</strong> giacca non sembrano dovuto al contatto re<strong>ci</strong>proco dei lembi <strong>della</strong> casacca. Almeno la casacca del<br />

pigiama è stata indossata dall'assassino nel corso dell'omi<strong>ci</strong>dio (punto 31);<br />

per quanto attiene alla valenza indiziaria degli schizzi di sangue pa<strong>ci</strong>ficamente riferibili al piccolo Samuele, rinvenuti su<br />

entrambi gli elementi del pigiama indossato dall'indagata durante la notte antecedente ai fatti, pare opportuno<br />

richiamare gli esiti dell'intera analisi effettuata dagli inquirenti sulle tracce di sangue rinvenute all'interno <strong>della</strong> camera<br />

dei Lorenzi dopo i fatti, nonché le osservazioni svolte su tale analisi dai consulenti tecni<strong>ci</strong> <strong>della</strong> difesa; l'esame degli<br />

schizzi presenti sulla coperta-copriletto rinvenuta arrotolata sul letto matrimoniale ivi collocato e delle ulteriori tracce di<br />

sangue presenti nell'ambiente <strong>ci</strong>rcostante ha indotto i militari operanti ad ipotizzare che l'aggressore si trovasse nel letto,<br />

in ginocchio in corrispondenza del fianco sinistro <strong>della</strong> vittima (pa<strong>ci</strong>ficamente rimasta distesa sulla metà sinistra del<br />

letto, guardando dal lato inferiore dello stesso, in prossimità <strong>della</strong> zona centrale e con la testa appoggiata sul cus<strong>ci</strong>no),<br />

brandendo con il brac<strong>ci</strong>o destro un oggetto di media pesantezza, provvisto di manico;<br />

di particolare rilevanza, in ordine a tale ricostruzione, si è rivelata una zona <strong>della</strong> coperta copriletto, situata proprio al<br />

fianco dell'area sulla quale verosimilmente era posizionato il piccolo al momento dell'aggressione, singolarmente<br />

connotata, a differenza <strong>della</strong> restante area <strong>della</strong> coltre (uniformemente cosparsa di macchie ematiche di varia<br />

dimensione), dalla totale mancanza di qualsiasi trac<strong>ci</strong>a di sangue;<br />

l'analisi degli inquirenti è stata poi ulteriormente approfondita attraverso il contestuale esame degli schizzi di sangue<br />

presenti sui due elementi del pigiama, grazie alla quale è stato possibile formulare una serie di ipotesi sulle cause di<br />

imbrattamento di detti elementi del pigiama;<br />

fra tali ipotesi (pres<strong>ci</strong>ndendo dal considerare quelle escluse dagli stessi inquirenti, e conformemente ritenuta non<br />

percorribili da nessuna delle parti) se ne è delineata una - fatta poi propria dalla difesa, sia pure con adeguate<br />

pre<strong>ci</strong>sazioni - secondo la quale entrambi gli elementi del pigiama sarebbero stati casualmente adagiati nella parte del<br />

letto, ed una seconda ipotesi, unica s<strong>ci</strong>entificamente sostenibile a giudizio degli inquirenti, secondo cui l'intero<br />

indumento sarebbe stato indossato dall'omi<strong>ci</strong>da durante l'aggressione, sulla scorta <strong>della</strong> quale gli inquirenti hanno altresì<br />

formulato pre<strong>ci</strong>se deduzioni in ordine alla posizione ed all'abbigliamento dell'aggressore, tale seconda ipotesi, oltre ad<br />

essere stata presentata come la più verosimile sulla scorta di una serie di valutazioni tecnico-s<strong>ci</strong>entifiche, è stata<br />

sostanzialmente privilegiata alla luce di alcune considerazioni asseritamente idonee ad escludere la concreta praticabilità<br />

<strong>della</strong> distinta ricostruzione poc'anzi richiamata, orbene non si ritiene che tale conclusiva prospettazione dei carabinieri<br />

del Ra.C.I.S. - fatta propria dalla pubblica accusa e poi, sia pur con qualche riserva, condivisa anche dal GIP procedente -<br />

possa essere condivisa, apparendo anzi che l'unica ricostruzione concretamente prospettabile sulla scorta dei rilievi<br />

acquisiti nell'immediatezza dei fatti sia proprio quella sostenuta dalla difesa, e <strong>ci</strong>oè quella secondo cui i due elementi del<br />

pigiama si trovavano disordinatamente ammonticchiati sulla parte alta <strong>della</strong> coperta-copriletto, proprio in<br />

corrispondenza dell'area sulla quale non <strong>sono</strong> state rinvenute tracce ematiche (cosiddetta zona d'ombra, rimasta<br />

totalmente indenne dalla azione di imbrattamento, secondo tali ipotesi, perché ricoperta dal pigiama);


de<strong>ci</strong>sive, in proposito, appaiono le considerazioni coerentemente svolte dai consulenti tecni<strong>ci</strong> <strong>della</strong> difesa in ordine alla<br />

sussistenza di moltepli<strong>ci</strong> ed evidenti elementi di contrasto con la ipotesi fatta propria dall'accusa, appuntatisi<br />

essenzialmente sulla totale assenza di tracce di strofinio e di macchie da contatto sulle superfi<strong>ci</strong> del pigiama, sulla<br />

irregolare collocazione delle tracce di sangue riscontrate e sulla presenza in prossimità di uno dei polsini, <strong>della</strong> massa<br />

maggiore di sangue comprendente un piccolo frammento osseo, altrettanto de<strong>ci</strong>sive appaiono le ulteriori considerazioni<br />

svolte, sempre dai consulenti tecni<strong>ci</strong> <strong>della</strong> difesa, in ordine ad una intrinseca debolezza delle argomentazioni addotte<br />

dagli inquirenti per controbattere i moltepli<strong>ci</strong> e convergenti elementi da loro stessi evidenziati nel corpo <strong>della</strong> relazione a<br />

suffragio dell'ipotesi di cui si sta trattando;<br />

giova infatti sottolineare che gli stessi Militari del Ra.C.I.S. adducono, a sostegno <strong>della</strong> ipotesi di cui si sta trattando, la<br />

presenza di un frammento osseo sulla manica <strong>della</strong> casacca spiegabile soltanto con la vi<strong>ci</strong>nanza dello stesso indumento a<br />

quella parte del letto sulla quale è stata rinvenuta una vasta possa di sangue, unico punto nel quale <strong>sono</strong> risultati<br />

presenti analoghi frammenti ossei provenienti dal cranio <strong>della</strong> vittima;<br />

giova altresì sottolineare, ad ulteriore supporto <strong>della</strong> teoria di cui si sta trattando la <strong>ci</strong>rcostanza, non affrontata né dai<br />

militari del Ra.C.I.S. né dai consulenti <strong>della</strong> difesa, che sulla parte bassa di entrambe le gambe dei pantaloni del pigiama,<br />

in zona sicuramente collocabile al di sotto delle ginocchia e sulla parte indicata dagli inquirenti come parte indossata<br />

anteriormente al momento dell'aggressione, <strong>sono</strong> visibili numerose macchie di sangue, del tutto incompatibili con<br />

l'ipotesi che tale indumento sia stato indossato dall'omi<strong>ci</strong>da durante l'aggressione stessa rimanendo inginocchiato sul<br />

letto;<br />

giova poi rilevare - per quanto attiene all'osservazione svolta dai militari del Ri.C.I.S. sulla scorta degli esiti di prove<br />

sperimentali condotte presso il laboratorio di biologia del Reparto stesso su un pigiama del tutto analogo a quello in<br />

esame, da cui è emerso che l'impatto di gocce di sangue voluminose e/o comunque simili in quantità a quelle presenti<br />

sul reperto, produce una diffusione <strong>della</strong> sostanza ematica che si estende anche dall'altra parte del tessuto, se le due<br />

superfi<strong>ci</strong> <strong>sono</strong> poste a contatto - che proprio in prossimità <strong>della</strong> cospicua trac<strong>ci</strong>a ematica con frammento osseo presente<br />

su una delle due maniche <strong>della</strong> casacca è riscontrabile, a distanza di pochi millimetri, una seconda trac<strong>ci</strong>a ematica con<br />

caratteristiche del tutto analoghe alla prima (e segnatamente con dimensioni nettamente superiori rispetto a quelle delle<br />

numerosissime macchioline di cui risulta variamente cosparso l'indumento), perfettamente compatibile con l'ipotesi che<br />

la casacca del pigiama fosse ammonticchiata sulla cosiddetta "zona d'ombra" riscontrata sulla superfi<strong>ci</strong>e <strong>della</strong> copertacopriletto<br />

e che la zona di tessuto del pigiama stesso su cui risultano essersi impresse queste due grosse macchie<br />

ravvi<strong>ci</strong>nate fosse ripiegato formando un'ansa la cui superfi<strong>ci</strong>e superiore, attinta dalla cospicua massa di sangue<br />

contenente il frammento osseo, fosse a contatto con quella inferiore ed abbia impresso su quest'ultima - proprio per<br />

diffusione derivante da contatto - la seconda macchia, di dimensioni leggermente inferiori;<br />

giova ulteriormente rilevare che, accogliendo la ricostruzione offerta dai militari del Ra.C.I.S. secondo cui l'omi<strong>ci</strong>da<br />

avrebbe sferrato i numerosi colpi contro la vittima rimanendo inginocchiato sul letto, si dovrebbe altresì ipotizzare -<br />

soprattutto in considerazione <strong>della</strong> estrema violenza impressa sul capo <strong>della</strong> vittima e delle condizioni di non perfetta<br />

stabilità scaturenti dal posizionamento su superfi<strong>ci</strong>e non rigida - che lo stesso omi<strong>ci</strong>da, durante l'aggressione, abbia<br />

tenuto le gambe leggermente divaricate, con conseguente concreta, possibilità di proiezione degli schizzi di sangue<br />

provenienti dal capo <strong>della</strong> vittima nell'area del copriletto insistente fra le due gambe, la quale ultima peraltro - e sempre<br />

stando alla suddetta ricostruzione - avrebbe proprio dovuto coin<strong>ci</strong>dere con la cosiddetta "zona d'ombra" risulta<br />

totalmente immune da qualsiasi trac<strong>ci</strong>a ematica; sulla scorta degli accertamenti s<strong>ci</strong>entifi<strong>ci</strong> sopra esposti si può<br />

ragionevolmente formulare una ipotesi di accusa che preveda il soddisfa<strong>ci</strong>mento contemporaneo delle seguenti<br />

condizioni: l'assassino doveva trovarsi da solo con la vittima all'interno <strong>della</strong> camera da letto dei coniugi Lorenzi nel<br />

lasso di tempo in cui l'omi<strong>ci</strong>dio è stato consumato; l'assassino doveva indossare, al momento dell'omi<strong>ci</strong>dio, almeno la<br />

casacca del pigiama; gli zoccoli <strong>sono</strong> stati indossati dall'assassino nel corso dell'omi<strong>ci</strong>dio ovvero, dopo la sua<br />

consumazione, <strong>sono</strong> venuti in contatto ac<strong>ci</strong>dentale con il sangue <strong>della</strong> vittima, l'assassino doveva disporre dopo<br />

l'esecuzione del delitto, di un certo lasso di tempo per far sparire l'arma del delitto per pulirsi o comunque per<br />

allontanarsi indisturbato; l'assassino doveva conoscere la disposizione delle camere all'interno dell'abitazione dei<br />

Lorenzi e, più in particolare, doveva conoscere perfettamente le abitudini di vita <strong>della</strong> famiglia (punto 32); tutte queste<br />

condizioni <strong>sono</strong> contemporaneamente soddisfatte solo ipotizzando che l'assassino sia Franzoni Annamaria (punto 33); è<br />

possibile che una persona allo stato ignota si sia trovata in una o più delle condizioni di fatto indicate nel paragrafo<br />

precedente, necessarie al fine di poter consumare l'omi<strong>ci</strong>dio; si deve però ragionevolmente escludere che taluno si sia<br />

trovato contemporaneamente in tutte le condizioni sopra indicate; certo, l'ipotesi conserva ancora qualche astratta<br />

possibilità di verificarsi, ma tale possibilità è così remota da sconfinare nel bizzarro (punto 34):<br />

intanto non pare assolutamente condivisibile l'affermazione secondo cui un eventuale aggressore non identificatesi nella<br />

Franzoni avrebbe impiegato un particolare lasso di tempo, subito dopo l'esecuzione del delitto per far sparire l'oggetto<br />

impiegato per colpire il bambino, per pulirsi o comunque per allontanarsi indisturbato; appare infatti del tutto<br />

plausibile, e ben diffi<strong>ci</strong>lmente contestabile, l'ipotesi che un eventuale omi<strong>ci</strong>da penetrato furtivamente nell'abitazione<br />

nell'arco del più volte richiamato intervallo temporale di sette otto minuti compreso fra l'allontanamento <strong>della</strong> Franzoni<br />

in compagnia del figlio Davide ed il rientro <strong>della</strong> stessa nell'abitazione, si sia allontanato con una certa rapidità,<br />

tralas<strong>ci</strong>ando di lavarsi, portando con sé l'oggetto utilizzato per compiere la feroce aggressione ed approfittando <strong>della</strong>


posizione piuttosto isolata in cui è situata la villa dei Lorenzi per far perdere le proprie tracce in un lasso di tempo<br />

particolarmente breve; quanto al preteso impiego, quanto meno, <strong>della</strong> casacca del pigiama <strong>della</strong> Franzoni si richiamano<br />

le considerazioni poc'anzi formulate, quanto alla conoscenza <strong>della</strong> disposizione delle camere all'interno dell'abitazione<br />

dei Lorenzi e delle abitudini di vita di questi ultimi sarà suffi<strong>ci</strong>ente osservare 8ma sul punto si ritornerà comunque più<br />

avanti) che non risultano ad oggi essere stati acquisiti convincenti alibi di taluni dei conoscenti degli stessi Lorenzi, e<br />

segnatamente <strong>della</strong> vi<strong>ci</strong>na di casa Ferrod Daniela e del suocero Guichardaz Ottino; quanto infine alla pretesa presenza<br />

degli zoccoli indosso all'aggressore durante la perpetrazione del delitto o subito dopo si rinvia alle considerazioni che<br />

verranno svolte più avanti ai punti 53-64;<br />

in primo luogo non risulta che nell'abitazione dei Lorenzi o nelle sue vi<strong>ci</strong>nanze nella mattina dell'omi<strong>ci</strong>dio si trovasse<br />

qualcuno (punto 35): sicuramente il piccolo Samuele venne las<strong>ci</strong>ato completamente solo all'interno dell'abitazione, ma<br />

nelle immediate vi<strong>ci</strong>nanze, e segnatamente all'interno <strong>della</strong> villa <strong>della</strong> famiglia Guichrdaz Ferrod (sita, secondo quanto<br />

attestato dai militari procedenti, ad una <strong>ci</strong>nquantina di metri da quella dei Lorenzi), vi era sicuramente Ferrod Daniela;<br />

tutte le persone comunque presenti nei pressi dell'abitazione dei Lorenzi tra le ore 8 e le ore 8.30 hanno de<strong>ci</strong>samente<br />

affermato di non aver notato nessuna persona fermarsi o comunque transitare in quella zona, destando sospetto o<br />

attenzione; Lorenzi Stefano, us<strong>ci</strong>to di casa tra le ore 7 e 30 e le ore 7 e 40, ha dichiarato di non aver notato nulla di strano<br />

quella mattina; anche il piccolo Davide ha dichiarato di non aver visto nessuno nel corso del giro in bi<strong>ci</strong> fatto dopo la<br />

colazione; infine la stessa indagata ha dichiarato di non aver notato persone estranee nei pressi dell'abitazione (punto<br />

36); scarsamente rilevante anche alla luce <strong>della</strong> suffi<strong>ci</strong>entemente sicura ricostruzione cronologica dei fatti sopra<br />

diffusamente prospettata ai punti 14 e 14, appaiono le attestazioni di Lorenzi Stefano, pa<strong>ci</strong>ficamente allontanatosi dalla<br />

propria abitazione almeno trenta<strong>ci</strong>nque minuti prima del momento a partire dal quale si può collocare con ragionevole<br />

margine di verosimiglianza la feroce aggressione in danno del figlio; ugualmente poco rilevanti appaiono almeno ai fini<br />

che qui interessano, le attestazioni rese dal piccolo Davide e dalla stessa prevenuta posto che, in ipotesi di perpetrazione<br />

dell'aggressione da parte di persona diversa da quest'ultima, deve ragionevolmente ritenersi che il fantomatico assassino<br />

abbia (come del resto correttamente sottolineato dal G.I.P. procedente) atteso l'us<strong>ci</strong>ta <strong>della</strong> Franzoni e dello stesso figlio<br />

Davide evitando accuratamente di farsi notare da costoro; quanto alle altre testimonianze appaiono di particolare<br />

interesse - come correttamente evidenziato dal Gip procedente nell'impugnata ordinanza cautelare - quelle di Grappein<br />

Dario, di Vidi Dino e di Guichardaz Ilenia; peraltro il primo di costoro Grappein ha dichiarato di non aver visto nessuno<br />

sulla strada comunale che unisce la frazione Gimillan alla frazione Montroz sita, nel punto più vi<strong>ci</strong>no alla villa dei<br />

Lorenzi, a <strong>ci</strong>rca 250 metri dalla stessa; l'autista dello scuolabus Vidi Dino ha dichiarato di non aver notato alcun<br />

movimento sospetto presso la casa dei Lorenzi allorquando fece la sosta intorn alle 8.20 in frazione Montroz, ossia in un<br />

momento in cui si trovava esso pure ad una distanza di <strong>ci</strong>rca 250 metri, dalla villa e in cui l'aggressore poteva già essere<br />

entrato nella villa; ed infine Guichardaz Ilenia ha riferito di essere transitata alle ore 7.55 in località Gimillan, vi<strong>ci</strong>no alla<br />

villa dei Lorenzi, ossia almeno venti minuti prima dell'inizio di quell'arco temporale entro il quale si ritiene di poter<br />

collocare con ragionevole margine di verosimiglianza la feroce aggressione e menzionato tale Travasa Stefania, moglie di<br />

Grappein, impiegata come lei presso il comune di Cogne, la quale le avrebbe dichiarato di non aver visto nulla di<br />

sospetto ed avrebbe timbrato il cartellino alle ore 8.29 (non è dato peraltro sapere in quale ora questa seconda testimone<br />

sarebbe transitata nelle vi<strong>ci</strong>nanze <strong>della</strong> villa dei Lorenzi);<br />

nel viottolo che costeggia l'abitazione dei Lorenzi non <strong>sono</strong> state riscontrate tracce o comunque segni ricondu<strong>ci</strong>bili ad un<br />

possibile spostamento finalizzato all'osservazione <strong>della</strong> casa; né tali tracce <strong>sono</strong> state riscontrate nel corso dell'esteso e<br />

accurato controllo perimetrale <strong>della</strong> zona effettuata dai Carabinieri (punto 37);<br />

tale risultanza - certamente idonea ad escludere l'ipotesi che l'omi<strong>ci</strong>dio del piccolo Samuele sia stato accuratamente<br />

organizzato da persona totalmente estranea al gruppo famigliare del medesimo rimasta a lungo appostata in un luogo<br />

adiacente alla villa in attesa che si verificasse il momento propizio per penetrare furtivamente all'interno di essa<br />

approfittando <strong>della</strong> momentanea condizione di isolamento in cui era stata las<strong>ci</strong>ata la piccola vittima - non vale ad<br />

escludere altre ipotesi alternative che, come si vedrà meglio più avanti non risultano essere state ad oggi<br />

convincentemente e inoppugnabilmente escluse;<br />

l'assassino, per accedere alla camera in cui si trova il piccolo Samuele, deve pure essere passato da qualche parte:<br />

l'indagata ha dichiarato che le finestre e la porta del garage erano chiuse (punto 38); resta come unica alternativa, la porta<br />

d'ingresso; sembra ragionevole ritenere che la porta d'ingresso, mentre la Franzoni si recava alla fermata dell'autobus,<br />

fosse stata chiusa dalla stessa indagata (punto 39) senza dubbio questa de<strong>ci</strong>sione asseritamente adottata dalla Franzoni di<br />

las<strong>ci</strong>are il piccolo Samuele in casa da solo per svariati minuti, portandosi ad una distanza che, seppur nn particolarmente<br />

elevata, era comunque idonea a precluderle qualsivoglia sorveglianza diretta <strong>della</strong> zona <strong>ci</strong>rcostante alla villa, costituisce<br />

una notevole imprudenza ove si voglia accedere all'ipotesi che l'omi<strong>ci</strong>dio sia stato perpetrato da persona del tutto<br />

estranea alla famiglia, soprattutto se si considera che lo stabile abitato dai Lorenzi era pa<strong>ci</strong>ficamente situato in una zona<br />

notevolmente isolata del comune dei Cogne e che nelle immediate vi<strong>ci</strong>nanze vi era soltanto la villa dei Guichardaz<br />

Ferrod, i cui abitanti potevano in quel momento essere impegnati in faccende suscettibili di impedire loro qualsivoglia<br />

controllo <strong>della</strong> zona <strong>ci</strong>rcostante (non bisogna dimenticare che, secondo quanto emerge dalle concordanti attestazioni di<br />

Ferrod Daniela e dai suoi congiunti Guichardaz Carlo, Ottino ed Ulisse, la villa in questione era in quel momento<br />

occupata soltanto dalla Ferrod e dai due giovanissimi figli, e verosimilmente la donna era intenta ad accudire questi<br />

ultimi); per altro non pare che <strong>questo</strong> sia pur sconsiderato comportamento asseritamente tenuto dalla prevenuta,


certamente confliggente con quei comprovati atteggiamenti di scrupolo ed apprensione che sembrerebbero aver sempre<br />

connotato i rapporti <strong>della</strong> stessa con i due giovanissimi figli, pos<strong>sono</strong> assurgere a veri e propri elementi indiziari o<br />

presentino comunque connotazioni di particolare gravità e concludenza; non bisogna infatti dimenticare che il<br />

gravissimo episodio delittuoso per cui si procede risulta essersi del tutto imprevedibilmente consumato in un particolare<br />

contesto ambientale e so<strong>ci</strong>ale, molto verosimilmente caratterizzato da una vigile e penetrante attenzione delle comunità<br />

su tutto quanto accade all'interno del territorio, da una consolidata conoscenza re<strong>ci</strong>proca di tutti i membri <strong>della</strong> comunità<br />

stessa e da una conseguente, fa<strong>ci</strong>le, intercettazione di qualsivoglia, anche solo momentanea ed occasionale, intrusione<br />

"anomala" all'interno del territorio; pare quindi quanto meno verosimile che la Franzoni, prevedendo di dover rimanere<br />

fuori casa per una man<strong>ci</strong>ata di minuti e confidando comunque in quelle prerogative di sicurezza e "tranquillità" che<br />

avevano da sempre connotato il tessuto so<strong>ci</strong>ale <strong>ci</strong>rcostante, abbia consapevolmente, e senza particolare preoccupazione,<br />

omesso di chiudere a chiave la porta di ingresso (in proposito giova anche sottolineare che, tenuto conto <strong>della</strong><br />

conformazione <strong>della</strong> villa e soprattutto <strong>della</strong> presenza di un notevole numero di finestre e porte finestre non corredate di<br />

particolari sistemi di difesa, l'acceso all'interno di essa da parte di estranei era comunque significativamente agevolato e<br />

conseguentemente può ragionevolmente affermarsi che il più rilevante profilo di imprudenza concretamente ascrivibile<br />

alla Franzoni - sempre ipotizzando che l'omi<strong>ci</strong>dio sia stato commesso da un estraneo - si ricollega all'aver las<strong>ci</strong>ato il<br />

giovanissimo figlio totalmente solo all'interno di un ambiente isolato dall'esterno, più che dall'aver in qualche modo<br />

agevolato l'ingresso di estranei in tale ambiente);<br />

nel corso del procedimento la Franzoni ha dichiarato più volte di aver las<strong>ci</strong>ato aperta la porta di ingresso, non<br />

chiudendola a chiave nell'us<strong>ci</strong>re per paura di fare rumore e di svegliare il piccolo Samuele; la dichiarazione <strong>della</strong><br />

Franzoni è probabilmente falsa, sia per la sua intrinseca inverosimiglianza sia perché contraddetta da altre dichiarazioni<br />

dalla stessa rese (punto 40); in primo luogo, pare del tutto inverosimile che una madre molto attenta e scrupolosa come<br />

la Franzoni - così almeno è stata definita e si ritiene - esca di casa senza chiudere la porta, las<strong>ci</strong>ando il piccolo Samuele da<br />

solo in balia degli <strong>eventi</strong>; tra l'altro la giustificazione fornita ("... per paura di fare rumore...") è contraddetta dalle stesse<br />

dichiarazioni <strong>della</strong> Franzoni e da un riscontro obiettivo; l'indagata ha dichiarato di aver messo nel proprio letto Samuele<br />

perché piangeva; sembra però impossibile che il piccolo Samuele, poco dopo aver richiamato l'attenzione <strong>della</strong> mamma<br />

si sia immediatamente addormentato, ben sapendo che la mamma stava per us<strong>ci</strong>re perché già era vestita; è quindi<br />

evidente l'infondatezza <strong>della</strong> giustificazione addotta, non potendo svegliarsi con il rumore ella porta colui che in realtà<br />

era già sveglio, e non stava dormendo; tra l'altro, che Samuele probabilmente non stesse dormendo risulta anche dalle<br />

ferite da difesa riportate sulla mano sinistra (punto 41); oltre a richiamare quando già esposto al punto precedente si<br />

rileva che la Franzoni non ha mai affermato di aver omesso la chiusura a chiave <strong>della</strong> porta di ingresso per timore di far<br />

rumore e di svegliare Samuele, ma ha sempre dichiarato di essersi improvvisamente accorta, mentre stava per avviarsi<br />

alla fermata dello scuolabus in compagnia di Davide, che il figlio più piccolo si era svegliato e stava piangendo, di aver<br />

quindi fatto sdraiare quest'ultimo sul letto matrimoniale con l'intento di tranquillizzarlo e convincerlo che non stava<br />

uscendo di casa, e che essa si sarebbe trattenuta in sua compagnia rimanendo nelle stanze adiacenti a quella in cui lui si<br />

trovava, di aver quindi acceso la televisione per convincere ulteriormente il piccolo <strong>della</strong> sua presenza all'interno<br />

dell'abitazione e di essersi infine allontanata evitando di far scattare la serratura temendo che il rumore prodotto da<br />

quest'ultima venisse percepito da Samuele e gli facesse capire che in realtà essa si stava allontanando momentaneamente<br />

di casa in compagnia del fratellino, tale ricostruzione, resa dalla donna, quanto meno nei suoi tratti essenziali, fin dalle<br />

primissime battute dell'inchiesta, è stata poi puntualmente e coerentemente ribadita nei successivi costituiti testimoniali;<br />

nell'immediatezza dei fatti la Franzoni ha dichiarato proprio il contrario; all'arrivo del dott. Iannizzi il quale prospettava<br />

l'ipotesi che poteva esser<strong>ci</strong> stato qualcuno entrato dall'esterno, la Franzoni risulta aver risposto: "Non <strong>sono</strong> stupida era<br />

chiuso e so bene quello che fac<strong>ci</strong>o" con tono definito dai presenti quasi infastidito (punto 42); tale iniziale affermazione<br />

attribuita dalla dott.ssa Satragni all'indagata - senza dubbio in evidente contrasto con la versione successivamente resa<br />

da quest'ultima in ordine alla omessa chiusura <strong>della</strong> porta d'ingresso dell'abitazione durante il suo breve allontanamento<br />

per accompagnare il figlio Davide alla fermata dello scuolabus - si colloca in un momento in cui il piccolo Samuele, non<br />

ancora caricato sull'elicottero, appariva verosimilmente ancora vivo; orbene, pur dovendosi indubbiamente valutare con<br />

estrema prudenza - alla luce di tale iniziale, ed apparentemente perentoria affermazione - la effettiva attendibilità delle<br />

successive attestazioni rese dall'indagata in ordine alla asserita omissione <strong>della</strong> chiusura a chiave <strong>della</strong> porta di ingresso,<br />

non si ritiene che l'affermazione stessa (acquisita agli atti del procedimento, tra l'altro de relato) rivesta una valenza<br />

dimostrativa tale da infi<strong>ci</strong>are totalmente la credibilità di tali successive dichiarazioni; in proposito appare<br />

particolarmente significativa la <strong>ci</strong>rcostanza che tali affermazioni ove effettivamente pronun<strong>ci</strong>ate, si inscrissero comunque<br />

in una particolare fase del drammatico episodio di cui si sta trattando, e <strong>ci</strong>oè in un momento in cui il decesso del piccolo<br />

Samuele non era stato ancora dichiarato e la Franzoni potrebbe realmente aver elaborato di fronte alla agghiac<strong>ci</strong>ante<br />

ipotesi di una sua involontaria agevolato <strong>della</strong> tragica morte del figlioletto, un atteggiamento auto assolutorio fondato<br />

sulla improbabile ipotesi che le devastanti lesioni riportate dal piccolo avessero una origine organica e sulla conseguente<br />

convinzione di non essere stata in alcun modo responsabile del drammatico evento; significative, sempre a tal proposito,<br />

appaiono le attestazioni rese dalla dott.ssa Satrgni, riscontrate dalle stesse dichiarazioni rese dall'indagata in sede di<br />

sommarie informazioni, secondo cui quest'ultima si era inizialmente convinta che fosse scoppiata la testa al piccolo<br />

Samuele;<br />

si può quindi ritenere per tutte queste ragioni che la Franzoni abbia mentito. Il mattino dell'omi<strong>ci</strong>dio la porta d'ingresso<br />

era chiusa; sul luogo non <strong>sono</strong> state rinvenuti segni di effrazione o di scasso; ne consegue che l'assassino disponeva delle<br />

chiavi di casa o si trovava già all'interno (punto 43): su questa argomentazione logico deduttiva si richiamano le


considerazioni sopra svolte ai punti 38-42;<br />

anche supponendo per amore di discussione, che la porta d'ingresso fosse aperta risulta comunque impossibile la<br />

commissione del reato da parte di terzi; è stato infatti accertato che non vi era condotta costante da parte <strong>della</strong> Franzoni<br />

per quanto riguarda la conduzione dei propri figli alla fermata dello scuolabus. Alcune volte la Franzoni us<strong>ci</strong>va di casa<br />

con tutte e due i bambini, altre volte us<strong>ci</strong>va di casa con il solo Davide, las<strong>ci</strong>ando da solo Samuele. Sembra però che nella<br />

generalità dei casi erano più le volte che us<strong>ci</strong>va con i due bambini insieme, e allora, affinché la consumazione del reato<br />

sia possibile, occorre che l'omi<strong>ci</strong>da non solo conoscesse l'ubicazione delle camere all'interno <strong>della</strong> casa dei Lorenzi, ma<br />

occorre soprattutto che l'assassino conoscesse le abitudini <strong>della</strong> Franzoni e che tenesse sotto costante osservazione<br />

l'abitazione dei Lorenzi allo scopo di cogliere il momento più opportuno per agire, visto che le abitudini <strong>della</strong> Franzoni<br />

non erano costanti. Occorre infine che l'assassino sapesse che quel mattino il bambino si trovava nella camera da letto dei<br />

genitori, e non nella camera da letto dove di solito dormiva (punto 44); tale argomentazione logico-deduttiva, in assenza<br />

di una convincente e definitiva esclusione delle ipotesi alternative, non può essere invocata, neppure in concorrenza di<br />

ulteriori e più concludenti indicazioni accusatorie, quale elemento indiziario grave; in proposito giova anche ricordare<br />

che una parte dei componenti <strong>della</strong> famiglia Guichardaz Ferrod risulta priva di alibi esaurientemente riscontrati (come si<br />

vedrà meglio più avanti) e che Ferrod Daniela - asseritamente rimasta all'interno <strong>della</strong> propria abitazione durante<br />

l'intervallo temporale nell'arco del quale risulta essere stata perpetrata l'aggressione ai danni del piccolo Samuele- poteva<br />

seguire dalle proprie finestre gli spostamenti <strong>della</strong> Franzoni ed in particolare notare quando la sessa si è allontanata da<br />

casa con Davide diretta verso la fermata dello Scuolabus, era perfettamente in condizioni di conoscere le abitudini <strong>della</strong><br />

Franzoni ed in particolare - avendo essa pure due figli in tenera età, uno dei quali iscritto alla scuola materna .- era in<br />

grado di intuire che la Franzoni si sta dirigendo verso detta fermata e quale sarebbe stato il tempo presumibile di<br />

percorrenza, conosceva la conformazione interna <strong>della</strong> casa dei Franzoni, poteva sapere dell'avvenuto allontanamento<br />

del marito <strong>della</strong> Franzoni, Lorenzi Stefano, partito tra le 7.30 minuti primi e le 7.40 minuti primi in automobile <strong>della</strong><br />

propria villa molto verosimilmente era informata <strong>della</strong> presenza di Samuele all'interno <strong>della</strong> casa dei Franzoni, essendo il<br />

piccolo iscritto come suo figlio alla scuola materna e dovendo i due bambini essere accompagnati presso tale scuola con<br />

il turno di servizio immediato successivo a quello di Davide previsto per le ore 8.45;<br />

tale ipotesi non trova alcun riscontro nei fatti e risulta intrinsecamente inverosimile atteso che una preparazione così<br />

accurata dell'omi<strong>ci</strong>dio richiederebbe quantomeno un movente (punto 45); allo stato non risulta che i Lorenzi si siano<br />

creati mai rancori tali nei confronti di altre persone, in modo da giustificare l'azione delittuosa; il marito dell'indagata -<br />

per quello che risulta dagli atti - ha più volte dichiarato di non aver nessuna idea in merito al movente di un terzo in<br />

quanto al di là dei normali screzi tra vi<strong>ci</strong>ni, non gli risulta di essersi mai comportato in maniera tale da determinare in<br />

altri la nas<strong>ci</strong>ta di un proposito vendicativo di questa portata, nei confronti suoi e dei suoi familiari (punto 46): la ritenuta<br />

assenta di moventi in capo a terze persone, ed in spe<strong>ci</strong>al modo la ritenuta assenza di pregresse situazioni conflittuali fra i<br />

Lorenzi ed altri componenti <strong>della</strong> piccola comunità di Cogne di gravità tale da giustificare la perpetrazione di un atto<br />

così atrocemente efferato come quello per cui si procede, non pos<strong>sono</strong> ritenersi <strong>ci</strong>rcostanze indiziariamente rilevanti in<br />

ordine alla posizione <strong>della</strong> Franzoni, soprattutto se si considera che, alla luce delle risultanze diffusamente analizzate ai<br />

punti 14 e 15, non risulta affatto dimostrato che l'aggressione del piccolo Samuele sia avvenuta in un orario nel quale la<br />

madre si trovava con lui all'interno dell'abitazione, e se si tiene altresì conto del fatto che non è stato fino ad oggi<br />

adeguatamente evidenziato alcun plausibile movente, in capo alla stessa Franzoni, atto a giustificare la perpetrazione di<br />

un atto così assurdamente feroce;<br />

una preparazione così accurata del delitto richiederebbe quantomeno che l'omi<strong>ci</strong>da impieghi un'arma più efficace ed<br />

appropriata di quella impiegata per la consumazione dell'omi<strong>ci</strong>dio e, pur non essendo mai stata ritrovata l'arma del<br />

delitto, il consulente medico legale del Pm è stato in grado, in base alla natura delle lesioni di desumerne le<br />

caratteristiche strutturali giungendo ad ipotizzare con buon margine di sicurezza che le suddette lesioni ".... Con buona<br />

probabilità siano state determinate da un corpo contundente con le seguenti caratteristiche: fa<strong>ci</strong>le ed agevole<br />

impugnabilità; rigido, discretamente pesante; che presenta margini acuti rettilinei e spigoli vivi. La morfologia <strong>della</strong><br />

maggior parte delle ferite è suggestiva per l'ipotesi che le stesse siano state prodotte per l'effetto dell'azione di spigolo<br />

dell'oggetto" (punto 47); si è trattato con evidenza di un'arma impropria, affatto incompatibile con una fase di<br />

preparazione e studio dell'omi<strong>ci</strong>dio (punto 48); nessun concreto riferimento indiziario sembra potersi desumere dalle<br />

caratteristiche strutturali dell'arma utilizzata per compiere la feroce aggressione, atteso il mancato rinvenimento <strong>della</strong><br />

stessa e la conseguente mera possibilità di formulare delle vaghe ipotesi sulla base <strong>della</strong> spe<strong>ci</strong>fica conformazione ed<br />

entità delle ferite (giova in proposito ricordare che tali "impronte" las<strong>ci</strong>ate dall'arma consentono esclusivamente di<br />

inferire la probabile conformazione di quella parte di essa che venne a diretto contatto con il corpo <strong>della</strong> vittima,<br />

restando tutte le altre caratteristiche strutturali dell'arma affidate ad una serie di variabili totalmente incerte e fino ad<br />

oggi rimaste sostanzialmente irrisolte, quali la quantità di energia fisica che venne spiegata dall'aggressore, la posizione<br />

dello stesso durante lo svolgimento dell'azione, l'afferramento o meno <strong>della</strong> testa <strong>della</strong> vittima con la mano libera<br />

dell'arma allo scopo di imprimere i colpi su di un oggetto fermo e così via); non si ritiene comunque che l'impiego di<br />

un'arma impropria possa ritenersi <strong>ci</strong>rcostanza incompatibile con l'ipotesi di una attenta e accurata preparazione<br />

dell'omi<strong>ci</strong>dio apparendo del tutto ragionevole, in una simile ipotesi, che l'assassino scelga l'arma non già in relazione a<br />

maggiore o minore grado di perfezionamento <strong>della</strong> stessa, ma in relazione alla potenzialità offensiva rapportata alla<br />

programmata azione aggressiva;<br />

oltre a <strong>ci</strong>ò, altri due elementi inducono a ritenere che la consumazione dell'omi<strong>ci</strong>dio da parte di un estraneo sia


sostanzialmente impossibile; in primo luogo il tempo disponibile per l'esecuzione del reato e per la fuga (risulta infatti<br />

che la Franzoni si è allontanata dall'abitazione per soli otto minuti tra le ore 8 e 16 e le ore 8 e 24); in realtà il range<br />

temporale disponibile per l'omi<strong>ci</strong>dio è ancora più ristretto atteso che un eventuale assassino provenuto dall'esterno<br />

doveva almeno aspettare che la Franzoni e il piccolo Davide si fossero allontanati un po' dall'abitazione per non essere<br />

scoperto al momento dell'ingresso e doveva essere già us<strong>ci</strong>to un po' prima delle ore 8 e 24 per non incontrare la Franzoni<br />

di ritorno dalla fermata dello scuolabus; quindi il range temporale è ancora più ristretto, tra i <strong>ci</strong>nque ed i sei minuti; in<br />

secondo luogo, ipotizzando che tale ipotetico assassino conoscesse le abitudini <strong>della</strong> Franzoni e quindi sapesse che<br />

questa accompagnava il bambino alla fermata per prendere lo scuolabus alle ore 8 e 20, si giunge a ritenere che tale<br />

persona fosse anche perfettamente consapevole di aver un tempo limitatissimo per agire, ben potendo la Franzoni<br />

rientrare in casa prima delle ore 8 e 24 (ad esempio, perché aveva accompagnato Davide solo per un pezzo o perché era<br />

rientrata in casa a passo più veloce del normale, anche considerando il fatto che aveva las<strong>ci</strong>ato Samuele da solo, ed il<br />

rischio di sorpresa da parte <strong>della</strong> donna era così elevato da tramutarsi in sicura certezza (punto 49); come già osservato al<br />

punto 46 le <strong>ci</strong>rcostanza suscettibili di escludere la riferibilità dell'omi<strong>ci</strong>dio a persona completamente estranea al nucleo<br />

famigliare dei Lorenzi non pos<strong>sono</strong> ritenersi indiziariamente rilevanti in ordine alla posizione <strong>della</strong> Franzoni, o quanto<br />

meno non paiono rivestite di una valenza indiziaria grave nei confronti di quest'ultima, soprattutto se si considera che<br />

allo stato risultano - almeno in astratto - percorribili quelle ipotesi alternative che vedrebbero coinvolte persone piuttosto<br />

vi<strong>ci</strong>ne ai Lorenzi (non soltanto a livello di frequentazione interpersonale, ma anche al livello di collocazione domi<strong>ci</strong>liare)<br />

i cui alibi, come si evidenzierà meglio più avanti <strong>sono</strong> sostanzialmente privi di concreti riscontri esterni;<br />

quella mattina i vi<strong>ci</strong>ni di casa <strong>della</strong> Franzoni erano in posizione tale da vedere quello che succedeva nei pressi<br />

dell'abitazione e non soltanto risulta che queste persone non videro nessuno aggirarsi in quell'orario , ma soprattutto il<br />

fantomatico omi<strong>ci</strong>da avrebbe dovuto fare i conti anche con il rischio di essere visto da loro (punto 50): si richiama, per<br />

quanto attiene a tale considerazione logico argomentativa, quanto già osservato al punto 44;<br />

risulta poi che l'assassino nell'eseguire il reato ha indossato almeno la casacca del pigiama appartenente alla Franzoni e<br />

non si riesce a comprendere per quale motivo tale fantomatico aggressore, avendo a disposizione un range temporale<br />

estremamente esiguo avrebbe dovuto perdere una parte del suo tempo limitato e prezioso per indossare tale indumento,<br />

con il rischio di farsi cogliere in flagranza di reato (punto 51); si richiama per quanto attiene a tale considerazione logico<br />

argomentativa, quanto già osservato ai punti 28.31.<br />

vi <strong>sono</strong> poi due considerazioni che consentono di affermare con sicurezza che l'assassino estraneo non avrebbe potuto<br />

infilarsi la casacca del pigiama: 1) è evidente che l'assassino deve aver indossato la casacca del pigiama nel luogo dove<br />

questa si trovava quando era stata las<strong>ci</strong>ata dalla Franzoni prima di us<strong>ci</strong>re; (la donna ha dichiarato di aver las<strong>ci</strong>ato<br />

l'indumento: "buttato sul letto come tutte le mattine") per cui si deve ipotizzare che tale individuo sia entrato nella<br />

camera del piccolo Samuele con i propri vestiti, che il bambino fosse già sveglio o quantomeno si sia svegliato a <strong>questo</strong><br />

punto, che l'assassino abbia nel frattempo indossato con tutta calma il pigiama <strong>della</strong> Franzoni, che il piccolo sia restato<br />

tranquillamente nella propria posizione, senza fare troppo caso a questa serie di strani accadimenti e simile ipotesi, per<br />

essere soddisfatta, postula quanto meno delle tracce di lotta o colluttazione mai state trovate, e non la semplice ferita da<br />

difesa trovata sulla mano <strong>della</strong> vittima, la posizione inerte <strong>della</strong> vittima la mancanza di segni di colluttazione e la<br />

sostanziale tranquillità <strong>della</strong> scena del delitto (del tutto compatibili con l'ipotesi che Samuele non abbia notato nulla di<br />

strano quella mattina e che la persona indossante il pigiama al momento dell'omi<strong>ci</strong>dio fosse la persona che solitamente lo<br />

portava, e <strong>ci</strong>oè la madre dello stesso); 2) in ogni caso è impossibile che un estraneo, quella mattina, potesse indossare la<br />

casacca del pigiama e <strong>ci</strong>oè per la ragione che la stessa, trovata sotto il lenzuolo e sotto il piumone, non era visibile;<br />

dall'altro canto la stessa Franzoni, dopo aver in un primo momento affermato di aver buttato il pigiama sul letto prima<br />

di us<strong>ci</strong>re, ha in seguito pre<strong>ci</strong>sato: "quando ho scoperto il piccolo Samuele nelle condizioni che vi ho detto ho tirato giù il<br />

piumone (...) non ricordo di aver visto il mio pigiama quando ho tirato giù il piumone. Penso che avendolo tolto al<br />

mattino sia rimasto sotto le lenzuola quando le ho tirate su per coprire Samuele prima di us<strong>ci</strong>re " e tutte le persone<br />

intervenute sulla scena del delitto hanno negato di aver tolto, spostato o addirittura visto detto pigiama, per cui si può<br />

affermare che il pigiama al momento dell'omi<strong>ci</strong>dio era sotto le lenzuola e dunque non visibile, e poteva essere indossato<br />

o dalla persona che lo portava quella mattina o dalla persona che sapeva dove era riposto, in ogni caso Franzoni<br />

Annamaria (punto 52): per quanto attiene alla valenza e gravità indiziaria delle <strong>ci</strong>rcostanze emergenti da tali valutazioni<br />

logico deduttive si richiamano le considerazioni sopra svolte ai punti 28-31;<br />

gli zoccoli appartenenti all'indagata sequestrati nel corso dei rilievi hanno sicuramente avuto a che fare con l'omi<strong>ci</strong>dio in<br />

quanto riportano in più zone tracce ematiche appartenenti alla vittima; delle due, l'una o essi <strong>sono</strong> stati schizzati nel<br />

corso dell'esecuzione dell'omi<strong>ci</strong>dio, o essi <strong>sono</strong> stati imbrattati dopo l'esecuzione dell'omi<strong>ci</strong>dio (punto 53); sugli zoccoli (o<br />

<strong>ci</strong>abatte) appartenenti alla Franzoni e rinvenuti, appoggiati in buon ordine, contro uno dei muri perimetrali del vano di<br />

disimpegno del bagno collocato al piano superiore <strong>della</strong> villa dei Lorenzi, <strong>sono</strong> state individuate tracce ematiche che<br />

hanno formato essere pure, oggetto di ampia discussione in relazione alla loro sede, al loro aspetto ed alla loro stessa<br />

natura, e che <strong>sono</strong> state poi ritenute indiziariamente rilevanti dal Gip, procedente in sede di emissione dell'impugnato<br />

provvedimento cautelare; in particolare gli esperti del Ra.C.I.S. riferiscono di aver individuato, oltre a quelle sulle suole<br />

ed a quella macroscopica sul plantare dello zoccolo sinistro, alcune tracce apprezzabili soltanto microscopicamente in<br />

corrispondenza del bordo anteriore del plantare dello zoccolo stesso, sotto forma di alonatura e minutissimi residui ed<br />

analoghe tracce sulla superfi<strong>ci</strong>e interna <strong>della</strong> tomaia in cuoio, all'altezza del bordo laterale sinistro a guida di un debole<br />

imbrattamento e di un residuo puntiforme, nonché alcune tracce pure apprezzabili soltanto microscopicamente in


corrispondenza del bordo anteriore del plantare dello zoccolo destro, sotto forma di alonatura e minuscoli frammenti, e<br />

sulla superfi<strong>ci</strong>e interna <strong>della</strong> tomaia in cuoio, all'altezza del bordo laterale destro, a guida di un tenue imbrattamento,<br />

pure riscontrabile solo microscopicamente; quanto al ritenuto valore indiziario <strong>della</strong> macchia macroscopica rinvenuta sul<br />

plantare dello zoccolo sinistro (costituita da una crosti<strong>ci</strong>na nettamente delimitata e piuttosto consistente situata in<br />

prossimità del bordo laterale di detto plantare) si osserva che la prospettazione accusatoria - essenzialmente fondata sul<br />

presupposto che la calzatura in questione si trovasse appoggiata sul pavimento <strong>della</strong> camera da letto dei Lorenzi durante<br />

l'azione delittuosa, verosimilmente lungo l'area perimetrale del letto e sia stata indossata dalla Franzoni al termine<br />

dell'aggressione con i piedi nudi, per spostarsi dalla camera da letto al bagno sito nel piano superiore e ivi depositare<br />

entrambi gli zoccoli prima di indossare gli abiti da passeggio - non pare affatto compatibile con le peculiari (ed<br />

immediatamente evidenti anche ad un profano) caratteristiche morfologiche <strong>della</strong> trac<strong>ci</strong>a stessa, se qualcuno avesse<br />

infatti calzato quello zoccolo con piedi nudi a distanza di poche de<strong>ci</strong>ne di secondi dall'intervenuta proiezione <strong>della</strong><br />

goc<strong>ci</strong>a sul plantare, la sostanza ematica si sarebbe sicuramente spalmata e diffusa per stris<strong>ci</strong>amento, tenuto conto <strong>della</strong><br />

collocazione <strong>della</strong> trac<strong>ci</strong>a in questione (discosta dal margine sinistro del plantare di poco meno di un centimetro, e<br />

quindi sicuramente esposta alla compressione del palmo del piede) dei tempi relativamente lunghi di essiccamento <strong>della</strong><br />

sostanza ematica (sicuramente dell'ordine di svariati minuti) e <strong>della</strong> verosimile presenza, sulla superfi<strong>ci</strong>e inferiore dei<br />

piedi, di sostanza organica liquida (in particolare sudore) idonea a favorire la soluzione <strong>della</strong> sostanza ematica stessa;<br />

mentre la macchia risulta aver conservato margini assolutamente netti, tipi<strong>ci</strong> di una essiccazione intervenuta senza<br />

alcuna azione di compressione o stris<strong>ci</strong>amento <strong>della</strong> stessa; maggiormente plausibile appare la spiegazione fornita dalla<br />

Franzoni in ordine ad un suo impiego delle calzature in questione nel periodo di tempo immediatamente successivo al<br />

rientro a casa di ritorno dalla fermata dello scuolabus (sulla cui concreta attendibilità si dirà più avanti), del tutto<br />

compatibile con i diffusi, evidentissimi e consistenti imbrattamenti rinvenuti sulla superfi<strong>ci</strong>e inferiore di entrambi gli<br />

zoccoli (ragionevolmente ricondu<strong>ci</strong>bili a quei reiterati spostamenti <strong>della</strong> Franzoni fra la camera da letto in cui si trovava<br />

il piccolo Samuele ed i vani <strong>ci</strong>rcostanti) e spiegabile - sia pure in termini di mera ipotesi - con un imbrattamento<br />

formatosi allorquando la donna ripose le calzature in nel luogo in cui <strong>sono</strong> state poi rinvenute dagli inquirenti, sfiorando<br />

il plantare <strong>della</strong> sinistra con la mano sporca di sangue; più fa<strong>ci</strong>le inquadramento nella suddetta ricostruzione accusatoria<br />

sembrano trovare le svariate microtracce ematiche rinvenute in vari punti delle superfi<strong>ci</strong> interne delle tomaie dei due<br />

zoccoli e sui tratti anteriori delle superfi<strong>ci</strong> dei plantari, costituite essenzialmente da alonature con minutissimi residui<br />

apprezzabili solo microscopicamente (in corrispondenza dei bordi anteriori dei plantari) e da deboli imbrattamenti con<br />

residui puntiformi pure apprezzabili solo microscopicamente (sulle superfi<strong>ci</strong> interne delle tomaie, all'altezza dei bordi<br />

laterali esterni di entrambe le calzature); stando infatti alla ricostruzione prospettata dal Pm e fatta propria dal Gip,<br />

procedente, tali microtracce si sarebbero prodotte per effetto del contatto dei piedi nudi <strong>della</strong> Franzoni con la superfi<strong>ci</strong>e<br />

<strong>della</strong> coperta-copriletto (risulta cosparsa, come sopra più volte ricordato, da un elevatissimo numero di piccole macchie<br />

di sangue), e <strong>ci</strong>oè in concomitanza con quell'unico spostamento durante il quale - sempre stando alla ricostruzione di cui<br />

si sta trattando - si sarebbe potuto verificare un contatto di <strong>questo</strong> tipo (una volta scesa dal letto, infatti, la donna avrebbe<br />

immediatamente infilato entrambi gli zoccoli evitando casualmente di calpestare una delle consistenti, ma comunque<br />

effettivamente molto rade, macchie di sangue riscontrate sul pavimento <strong>della</strong> stanza e si sarebbe poi immediatamente<br />

spostata verso l'esterno per cambiarsi d'abiti e per depositare gli zoccoli nel vano in cui gli stessi <strong>sono</strong> stati<br />

successivamente rinvenuti dagli inquirenti); peraltro anche tale prospettazione, oltre a dover essere ulteriormente<br />

approfondita sotto il profilo s<strong>ci</strong>entifico alla luce delle osservazioni svolte con dovizie di argomenti dai consulenti <strong>della</strong><br />

difesa, si scontra con altrettanto pre<strong>ci</strong>se risultanze di indagine desumibili dagli stessi accertamenti svolti dai militari del<br />

Ra.C.I.S. in ordine alle tracce ematiche rinvenute sulla superfi<strong>ci</strong>e <strong>della</strong> pesante coltre posta sul letto dei Lorenzi e<br />

particolareggiatamente catalogate secondo talune ricorrenti caratteristiche; si evince infatti dai suddetti rilievi che la<br />

parte <strong>della</strong> coperta-copriletto sulla quale l'assassino avrebbe molto verosimilmente dovuto transitare per raggiungere gli<br />

zoccoli las<strong>ci</strong>ati momentaneamente appoggiati su una delle zone del pavimento <strong>ci</strong>rcostanti al letto, e <strong>ci</strong>oè la parte ripartita<br />

dagli inquirenti del Ra.C.I.S. nei settori fra loro adiacenti con numeri da 92 a 100, presentata una serie di macchie che,<br />

pur presentando una densità nettamente inferiore rispetto a quelle rinvenute nella parte alta <strong>della</strong> coltre, e <strong>ci</strong>oè sui settori<br />

da 85 a 89, erano comunque, per la maggior parte di diametro superiore ad 1,5 mm, e potevano quindi determinare in<br />

caso di strofinio da parte dei piedi dell'assassino, non trascurabili tracce ematiche su questi ultimi, con conseguente,<br />

trasferimento di un certo numero di impronte di consistenza ben maggiore rispetto a quelle trovate sui plantari e sulle<br />

superfi<strong>ci</strong> interne delle tomaie di dette calzature;<br />

le persone intervenute sulla scena del delitto hanno dichiarato di non averi mai notato la presenza di quegli zoccoli nella<br />

camera da letto e d'altro canto, essi <strong>sono</strong> stati trovati al piano superiore nel disimpegno antistante il bagno, posati al<br />

suolo in modo assolutamente ordinato; la Franzoni con particolare riferimento all'abbigliamento da lei indossato la<br />

mattina dei fatti ha dichiarato: "...Quando <strong>sono</strong> rientrata in casa di ritorno dall'accompagnare Davide ho subito tolto le<br />

scarpe ho messo le <strong>ci</strong>abatte e <strong>sono</strong> andata giù a vedere Samuele (...) quando ero in attesa del soccorso, su indicazione di<br />

Ada <strong>sono</strong> nuovamente salita di sopra a prendere le scarpe, la giacca, le ho infilate ho las<strong>ci</strong>ato le <strong>ci</strong>abatte al piano vi<strong>ci</strong>no<br />

l'ingresso e <strong>sono</strong> scesa", pre<strong>ci</strong>sando altresì: ".... Nel momento in cui <strong>sono</strong> rientrata in casa dopo aver accompagnato<br />

Davide alla fermata ho chiuso la porta d'ingresso a chiave dall'interno (...) dopodiché mi <strong>sono</strong> tolta le scarpe<br />

nell'antibagno e mi <strong>sono</strong> messa le <strong>ci</strong>abatte, mi <strong>sono</strong> tolta la giacca e <strong>sono</strong> scesa sotto in camera trovando Samuele. Voglio<br />

altresì riferire che quando Ada mi ha detto di prepararmi perché dovevo andare con Samuele, <strong>sono</strong> salita sopra, mi <strong>sono</strong><br />

messa le scarpe, ho preso la mia giacca nera e lo zaino che si trovava sul basamento in pietra del camino e <strong>sono</strong><br />

nuovamente scesa sotto"; anche in merito a <strong>ci</strong>ò la Franzoni ha mentito avendo dichiarato: "quando <strong>sono</strong> entrata in casa<br />

(di ritorno dalla fermata dell'autobus, n.d.r.) ho tolto le scarpe e la giacca dopo di che sempre in fretta <strong>sono</strong> scesa da<br />

Samuele" (punto 54); tale versione <strong>della</strong> Franzoni risulta smentita sia da intrinseche contraddittorietà sia dalla


contraddizione con le dichiarazioni rese da altre persone informate sui fatti; la Satragni, su <strong>questo</strong> spe<strong>ci</strong>fico punto, ha<br />

infatti reso dichiarazioni nettamente contrastanti con quelle rese dalla Franzoni assumendo che al suo arrivo nella casa<br />

dei Lorenzi l'indagata era vestita di nero: "...ho il ricordo <strong>della</strong> signora Annamaria tutta vestita di nero (sic): neri i capelli,<br />

nera la maglia, neri i pantaloni e neri gli stivaletti" ed ancora: "Quando richiesto il mio intervento, <strong>sono</strong> arrivata nella<br />

camera di Annamaria l'ho trovata vestita di colore nero: maglia nera, pantaloni e stivaletti neri. Sono sicura di non averle<br />

mai detto di andare a prepararsi" ed escludendo poi espli<strong>ci</strong>tamente che la Franzoni indossasse un paio di zoccoli,<br />

ricordando di averle visto ai piedi i già riferiti stivaletti neri (punto 55); la <strong>ci</strong>rcostanza emerge anche dalle dichiarazioni<br />

dalla Ferrod che ha confermato che l'indagata al momento del suo arrivo, indossava un paio di pantaloni scuri e<br />

aggiunto che, pur non ricordando né il tipo né il colore delle scarpe, avrebbe certamente notato una calzatura di colore<br />

chiaro o addirittura bianco per il contrasto con il colore dei pantaloni, pre<strong>ci</strong>sando poi in una successiva deposizione di<br />

ricordarsi che la Franzoni era vestita con pantaloni scuri e con maglia scura senza giubbotto o giacca a vento e che "ai<br />

piedi calzava delle scarpe scure" con la pre<strong>ci</strong>sazione: "non credo fossero <strong>ci</strong>abatte" (punto 56); anche Savin marco<br />

intervenuto sulla scena del delitto insieme alla nuora, ha confermato che la Franzoni era vestiva di scuro, assumendo:<br />

"credo che indossasse anche degli stivaletti scuri, posso dire di non aver visto nessun cambiamento rispetto a quando mi<br />

trovavo poco prima sul terrazzo di casa di mia nuora nel momento in cui io guardavo mai nipote, mentre Franzoni<br />

accompagnava suo figlio allo scuolabus (punto 57) anche l'autista dello scuolabus Vidi Dino ha riferito che: "... la signora<br />

Annamaria era vestita con una giacca che se non erro aveva del pellic<strong>ci</strong>otto al cappuc<strong>ci</strong>o o al collo. La giacca era di colore<br />

scuro, non so dirvi esattamente quale. Mi sembra che anche i pantaloni <strong>della</strong> donna perché sicuramente aveva i<br />

pantaloni, erano di colore scuro, non so dirvi esattamente quale" (punto 58); la Satragni ha inoltre escluso re<strong>ci</strong>samente di<br />

aver detto all'indagata di mettersi le scarpe al posto delle <strong>ci</strong>abatte o degli zoccoli per poter seguire il figlio ad Aosta<br />

("assolutamente no") (punto 59); la conseguenza è certa: l'indagata dopo essere rientrata a casa, non portava ai piedi gli<br />

zoccoli, né la Satragni ebbe mai a dirle di andare a cambiarsi, per togliere gli zoccoli; di qui la conclusione che la<br />

Franzoni ha mentito in quanto gli zoccoli erano stati da lei riposti nel disimpegno del bagno prima del suo rientro a casa<br />

ed indossati durante l'esecuzione dell'omi<strong>ci</strong>dio, imbrattandosi per gli schizzi derivanti dalla violenza dei colpi portati<br />

alla testa del piccolo samuele (punto 60); altra <strong>ci</strong>rcostanza fortemente indiziante, secondo la prospettazione formulata dal<br />

Pm e fata propria dal Gip procedente è la ritenuta falsità delle dichiarazioni reiteratamente rese dalla Franzoni in ordine<br />

a un suo utilizzo degli zoccoli di cui è ampiamente discusso al punto precedente durante l'apprestamento dei primi<br />

soccorsi al piccolo Samuele e la conseguente esclusiva riferibilità delle tracce ematiche rinvenute su tali calzature da un<br />

impiego delle stesse nell'intervallo temporale anteriore al breve trasferimento presso la fermata dello scuolabus e quindi<br />

durante lo svolgimento dell'omi<strong>ci</strong>dio; tale ricostruzione oltreché sulle conclusioni già richiamate in ordine alla presenza<br />

delle tracce ematiche all'interno degli zoccoli ed alle modalità di produzione delle stesse, si fonda essenzialmente su di<br />

una serie di attestazioni rese da persone presenti all'interno dell'abitazione dei Lorenzi durante la somministrazione dei<br />

soccorsi d'urgenza, dal cui complesso emergerebbe che l'indagata indossava in quel momento delle calzature nere a<br />

forma di stivaletto e <strong>ci</strong>oè le stesse utilizzate poi dalla donna per avviarsi in compagnia del marito verso il presidio<br />

ospedaliero in cui era stato trasportato Samuele; orbene anche <strong>questo</strong> passaggio del percorso motivazionale contenuto<br />

nell'impugnata ordinanza sus<strong>ci</strong>ta grosse perplessità; intanto occorre subito sottolineare che le dichiarazioni provenienti<br />

dalla Franzoni - rese, si badi bene, fin dalle primissime battute del procedimento e <strong>ci</strong>oè in una fase delle indagini nella<br />

quale la portata astrattamente scagionante di un asserito utilizzo degli zoccoli nel periodo in cui vennero apprestati i<br />

primi soccorsi alla vittima poteva profilarsi soltanto di fronte agli occhi di una attenta lu<strong>ci</strong>da fredda e ben "organizzata"<br />

assassina, e poi costantemente ribadite nel corso dei numerosissimi costituiti testimoniali e difensivi - presentano profili<br />

di indubbia attendibilità intrinseca; appare infatti del tutto plausibile che una persona verosimilmente adusa a<br />

mantenere un elevato livello di ordine e pulizia all'interno dell'abitazione (come è dato evincere da taluni dei rilievi<br />

fotografi<strong>ci</strong> effettuati nell'immediatezza dei fatti) avesse contratto l'abitudine di indossare tutte le volte che entrava in casa<br />

un paio di calzature "domestiche" in secondo luogo osserva che la dottoressa Satragni unica fra le persone escusse su<br />

questa spe<strong>ci</strong>fica <strong>ci</strong>rcostanza che si è dimostrata in grado di ricordare con certezza il tipo di calzature notate indosso alla<br />

Franzoni durante lo svolgimento dei soccorsi - allorquando venne per la prima volta invitata dagli inquirenti a<br />

descrivere le calzature notate indosso alla prevenuta durante tale drammatica fase dell'episodio, dichiarò di non<br />

ricordare se calzasse delle scarpe ovvero degli zoccoli, pur rammentando con una certa pre<strong>ci</strong>sione di non aver notato<br />

macchie di sangue sul viso, sui capelli e sui vestiti, <strong>della</strong> donna, di aver notata che quest'ultima si sporcò le mani e<br />

dovette come lei recarsi a lavarsele nel lavandino dei servizi igieni<strong>ci</strong> situati a fianco delle camere da letto, di poter infine<br />

escludere che la stessa si fosse cambiata di abito dopo il suo arrivo; e tali dichiarazioni, del tutto coerenti con quel<br />

contesto di particolare con<strong>ci</strong>tazione e di profondo turbamento che sicuramente connotò l'atteggiamento interiore di tutte<br />

le persone impegnate a soccorrere il piccolo Samuele (e verosimilmente concentrate sulle devastanti lesioni subite da<br />

quest'ultimo e sul disperato tentativo di rianimazione), <strong>sono</strong> state poi modificate soltanto nel corso del costituito reso a<br />

due giorni dai fatti , allorquando la sanitaria, dopo aver ribadito di non essere in grado di riferire nulla di pre<strong>ci</strong>so in<br />

ordine alle calzature indossate dalla Franzoni, ha da ultimo ricordato di aver notato- dopo che era già pervenuta la<br />

notizia <strong>della</strong> morte del bambino - la presenza degli zoccoli nel bagno situato al piano di soggiorno e asserito a spe<strong>ci</strong>fica<br />

domanda degli inquirenti di poter escludere la presenza di tali calzature ai piedi <strong>della</strong> donna, rammentando un<br />

abbigliamento uniformemente nero indossato da quest'ultima, escludendo poi categoricamente in perfetta sintonia con<br />

tale precedente asserzione, di aver invitato la Franzoni a indossare un paio di scarpe al posto degli zoccoli per<br />

raggiungere l'ospedale di Aosta, e ribadendo quindi tali attestazioni nel corso dei successivi costituti resi ad alcuni giorni<br />

di distanza, appare dunque quanto meno controvertibile la affidabilità di tali indicazioni testimoniali emerse dopo che la<br />

dichiarante aveva reiteratamente las<strong>ci</strong>ato intendere di non aver prestato particolare attenzione alle calzature indossate<br />

dalla prevenuta riferite ad un contesto assolutamente peculiare (nell'ambito del quale buona parte dei presenti non è<br />

stata in grado di riferire nulla sulle calzature indossate dalla Franzoni) e sostanzialmente ancorate ad una correlazione


fra l'asserito colore delle scarpe e la tonalità di colore notata sull'intera persona; considerazioni perfettamente analoghe<br />

valgono a maggior ragione per le indicazioni fornite dalla vi<strong>ci</strong>na Ferrod Daniela che, oltre ad essersi sempre espressa<br />

sulla <strong>ci</strong>rcostanza di cui si discute in termini palesemente dubitativi ha essa pure ricollegato il ricordo del colore delle<br />

calzature ad una mera deduzione mnemonica, correlata all'evidente contrasto riscontrabile fra il colore degli zoccoli<br />

(bianco) ed il colore dei pantaloni e <strong>della</strong> maglia pa<strong>ci</strong>ficamente indossati dalla prevenuta al momento dei fatti; e per le<br />

attestazioni provenienti da Savin Marco sicuramente non espresse in termini di certezza, e comunque emerse a distanza<br />

di quasi un mese dai fatti, dopo che la nuora Satragni Ada aveva da tempo "messo a fuoco" quel ricordo (emerso per via<br />

puramente induttiva) <strong>della</strong> persona <strong>della</strong> Franzoni interamente vestita di scuro e ribadito poi più volte tale ricordo agli<br />

inquirenti; quando poi alle attestazioni del conducente dello scuolabus Vidi Dino è suffi<strong>ci</strong>ente osservare che lo stesso non<br />

risulta essere entrato nella casa <strong>della</strong> Franzoni dopo che quest'ultima vi aveva fatto ritorno, e le dichiarazioni da lui rese<br />

in ordine all'abbigliamento <strong>della</strong> prevenuta in tale <strong>ci</strong>rcostanza si riferiscono d un momento precedente, allorquando essa<br />

venne vista sostare in compagnia del figlio Davide presso la fermata e aiutare poi quest'ultimo e la coetanea Savin<br />

Sophie a salire a bordo dell'automezzo.<br />

Già la natura delle tracce ematiche riscontrate, ritrovate non solo sulla suola ma anche sulla tomaia ed all'interno del<br />

plantare, è maggiormente compatibile con l'ipotesi dello schizzo e non dell'imbrattamento ; la stessa indagata <strong>ci</strong> dice che<br />

dopo aver messo nella camera da letto Samuele, andò al piano superiore a togliersi le <strong>ci</strong>abatte (ossia gli zoccoli in<br />

questione) punto 61), a conferma di questa ipotesi sta anche il fatto che la Franzoni potrebbe aver consapevolmente e<br />

volontariamente mentito sulla <strong>ci</strong>rcostanza con il chiaro intento di vanificare la portata di un gravissimo elemento<br />

oggettivo di riscontro <strong>della</strong> propria responsabilità (punto 62); si richiamano qui le considerazioni sopra svolte ai punti<br />

53-60; giova soltanto aggiungere (ma su tale argomento si ritornerà diffusamente più avanti) che la suddetta<br />

ricostruzione accusatoria - implicante come già rilevato, una sorprendente tempestività e prontezza dell'indagata<br />

nell'intuire le ipotesi investigative formulate a suo carico e nel contrapporre effica<strong>ci</strong> quanto callide costruzioni<br />

"depistanti" - appare ben diffi<strong>ci</strong>lmente con<strong>ci</strong>liabile l'ulteriore ipotesi formulata dal Giudice procedente (nel più che<br />

comprensibile intento di pervenire ad una plausibile comprensione psicodinamica del comportamento apparentemente<br />

normale tenuto dall'indagata negli istanti immediatamente susseguenti alla feroce aggressione da lei ipoteticamente<br />

perpetrata in danno del figlio più giovane senza alcun emergente motivo di ordine razionale) di possibile ricondu<strong>ci</strong>bilità<br />

dell'intero episodio entro lo schema tipico del fenomeno disso<strong>ci</strong>ativo con conseguente compartimentalizzazione <strong>della</strong><br />

disgregante esperienza traumatica vissuta durante la perpetrazione <strong>della</strong> violenza e ricompattazione del se attraverso<br />

meccanismi intellettivi di rimozione mnestica;<br />

anche la posizione di quiete degli zoccoli è significativa: essi <strong>sono</strong> stati trovati l'uno parallelo all'altro in modo del tutto<br />

ordinato significativo il fatto che la persona che se li tolse <strong>ci</strong>ò fece senza alcuna con<strong>ci</strong>tazione (punto 63) o si ipotizza che<br />

<strong>questo</strong> fantomatico aggressore sconos<strong>ci</strong>uto sia entrato nell'abitazione con le proprie calzature, abbia cercato gli zoccoli<br />

<strong>della</strong> Franzoni li abbia calzati e sia poi ritornato con tutta calma dopo l'omi<strong>ci</strong>dio al piano superiore riponendoli senza<br />

alcuna con<strong>ci</strong>tazione, ovvero si deve ipotizzare che gli zoccoli siano stati indossati dalla Franzoni durante l'omi<strong>ci</strong>dio<br />

(punto 64) ; tale acquisizione logico-argomentativa non tiene conto del fatto che, anche volendo interpretare le sopra<br />

richiamate risultanze d'indagine relative al presumibile lasso temporale intercorso fra l'aggressione e l'arrivo <strong>della</strong><br />

dott.ssa Satragni in senso totalmente sfavorevole all'indagata, si perverrebbe pur sempre alla conclusione che la feroce<br />

azione lesiva è stata posta in essere proprio a ridosso dell'orario di us<strong>ci</strong>ta <strong>della</strong> Franzoni e del piccolo Davide<br />

dall'abitazione e quindi in un contesto che, sia pur tenendo conto dell'inquadramento psicodinamico prospettato dal<br />

Gip, in ordine all'atteggiamento manifestato dalla prevenuta dopo l'ipotizzato delitto, presentava sicuramente<br />

connotazioni di particolare con<strong>ci</strong>tazione;<br />

le ipotesi alternative (eventuale commissione del reato da parte di Blanc Graziana, Perratone Carlo, Guichardaz Ulisse e<br />

Ferrod Daniela, fatta tra l'altro anche balenare in sede di spontanee dichiarazioni rese ai Carabinieri <strong>della</strong> Stazione di<br />

Cogne da Cro<strong>ci</strong> Paola in data 11 marzo 2002 e il successivo 12 marzo 2002 da Enrietti Alberto) non trovano allo stato<br />

degli atti, alcun riscontro; vengono infatti prospettati degli ipoteti<strong>ci</strong> moventi che avrebbero potuto determinare e<br />

giustificare la commissione del reato, ma non vengono allegati concreti elementi di fatto,suscettibili di verifica e di<br />

risconto; la portata di tali dichiarazioni è vagamente calunniatoria anche in considerazione del fatto che la Cro<strong>ci</strong><br />

intrattiene contatti telefoni<strong>ci</strong> con la famiglia dell'indagata, contati nei quali si parla espli<strong>ci</strong>tamente delle dichiarazioni da<br />

essa rese ai Carabinieri (punto 65)<br />

non spetta certamente a <strong>questo</strong> Organo (sprovvisto, tra l'altro, di qualsivoglia potere istruttorio) verificare la<br />

concludenza di sospetti od accuse formulate nei confronti di persone che intrattenevano all'epoca dei fatti stabili rapporti<br />

di conoscenza e frequentazione re<strong>ci</strong>proca con i Lorenzi e che potrebbero essere stati portatori di sentimenti di astio e di<br />

rivalità nei confronti di questi ultimi; giova soltanto sottolineare che non tutte le persone indicate nell'impugnata<br />

ordinanza cautelare come "genericamente sospettati" risultano assistite da emergenze di indagine che dimostrino in<br />

modo inoppugnabile la loro presenza nella fas<strong>ci</strong>a oraria in cui si presume essere stata posta in essere l'aggressione ai<br />

danni del piccolo Samuele, in un luogo diverso; in particolare per quanto attiene a Ferrod Daniela - se si pres<strong>ci</strong>nde da<br />

quella conversazione telefonica pa<strong>ci</strong>ficamente iniziata alle ore 8,8 minuti primi e 39 minuti secondi del giorno 30 gennaio<br />

2002 a seguito di chiamata partita dall'utenza telefonica cellulare 333 8999550 in uso a Ghichardaz Carlo (aggan<strong>ci</strong>ata al<br />

ponte ripetitore sito nel comune di Magnano, in provin<strong>ci</strong>a di Biella, presso cui quest'ultimo si trovava in quel momento)<br />

e diretta verso l'utenza cellulare 328 1178631 in uso alla stessa Ferrod, del tutto compatibile con il presumibile orario di<br />

perpetrazione dell'aggressione (in ordine al quale si rinvia, ancora un volta, ai punti 14 e 15) - uniche risultanze addotte a


suffragio <strong>della</strong> ritenuta estraneità rispetto a tale episodio delittuoso <strong>sono</strong> il contenuto di conversazioni ambientali fra la<br />

donna ed il marito intercettate in data 4 febbraio 2002 dai CC del Nucleo Operativo di Aosta all'interno <strong>della</strong> sala d'attesa<br />

del Comando Stazione Carabinieri di Saint Pierre, il cui contenuto sostanzialmente "neutro" non pare rivestire una<br />

immediata ed inoppugnabile portata scagionante (si consideri in proposito che l'azione delittuosa potrebbe essere stata<br />

perpetrata all'insaputa del Guichardaz Carlo, o potrebbe comunque esservi stata una particolare prudenza da parte dei<br />

due interlocutori, tenuto conto del fatto che stavano conversando all'interno di una caserma dei Carabinieri) e<br />

l'infruttuoso esito di una perquisizione effettuata dagli stessi militari del Nucleo Operativo di Aosta all'interno<br />

dell'abitazione dei Guicardaz Ferrod dopo le ore 10 del 30 gennaio 2002, e <strong>ci</strong>oè a <strong>ci</strong>rca un'ora e mezza dal fatto; mentre<br />

per quanto concerne Guichardaz Ottino uniche risultanze addotte a suffragio <strong>della</strong> ritenuta estraneità rispetto<br />

all'episodio delittuoso per cui si procede <strong>sono</strong> le reiterate informazioni testimoniali dallo stesso rese a partire dal primo<br />

pomeriggio del giorno dei fatti, riscontrate soltanto dalle (sostanzialmente conformi) attestazioni rese dal figlio Ulisse<br />

quello stesso pomeriggio, e poi ribadite nel corso di successivo costituto testimoniale.<br />

Una volta stabilito che l'indagata ha mentito in ordine alle seguenti <strong>ci</strong>rcostanze di fatto: a) la porta di casa al mattino era<br />

chiusa; b) quando arrivano Ferrod e la Satragni essa non indossava le <strong>ci</strong>abatte ma gli stivaletti neri, c) la Satragni non le<br />

disse mai di andare sopra per togliersi le <strong>ci</strong>abatte e mettersi le scarpe, d)il pigiama non si trovava sopra il letto, ma sotto<br />

le coperte; e) Davide non è stato cambiato nella sala ma nella camera da letto; ed una volta appurato che dalle tracce<br />

ematiche presenti sugli zoccoli e dalle tracce ematiche presenti sul pigiama si evince che l'indagata indossava tali effetti<br />

personali durante la perpetrazione dell'omi<strong>ci</strong>dio 8anche perché era soltanto la Franzoni a sapere dove questi indumenti<br />

si trovassero) si tratta ora di fornire un significato anche a queste menzogne; la spiegazione più ragionevole è proprio<br />

quella sostenuta dall'accusa atteso che, in controluce, emerge quello che effettivamente successe quel giorno e <strong>ci</strong>oè<br />

verosimilmente la donna, dopo aver cambiato Davide ed averlo portato a fare colazione in sala, ma prima di esseri tolta<br />

il pigiama ed aver indossato gli indumenti con i quali si sarebbe poi recata alla fermata dello scuolabus, venne<br />

richiamata dal pianto del piccolo Samuele il quale si trovava in quel momento sulla scala interna di collegamento fra i<br />

due piani <strong>della</strong> villa, scese quindi tale scala e accompagnò il piccolo sul letto matrimoniale di pertinenza sua e di suo<br />

marito, ove lo uc<strong>ci</strong>de quindi si pulì e si cambiò las<strong>ci</strong>ando il pigiama dove poi è stato trovato (in altre parole, questa può<br />

ritenersi la confessione dell'omi<strong>ci</strong>dio" ... mentre stavamo uscendo ho sentito Samuele piangere e chiamarmi. A quel<br />

punto Davide è us<strong>ci</strong>to e io <strong>sono</strong> scesa giù da Samuele che era sulle scale, l'ho portato nel mio letto dicendogli di stare<br />

tranquillo "..." ho preso la giacca e messo le scarpe e facendo molto piano ho aperto la porta non chiudendola a chiave<br />

nell'us<strong>ci</strong>re per paura di fare rumore".<br />

Per un intuibile meccanismo di rimozione non è stato riferito anche il gesto omi<strong>ci</strong>da); solo negando le predette<br />

<strong>ci</strong>rcostanze di fatto l'indagata può evitare di essere scoperta perché esse inchiodano l'autore del reato alla sua<br />

responsabilità (punto 66): quanto alla valenza e gravità indiziaria delle risultanze poste a fondamento di tali conclusioni<br />

logico deduttive si richiamano le considerazioni svolte ai punti 28-31, 38-43, e 53-64.<br />

Il comportamento tenuto dalla Franzoni dopo il fatto apparentemente ricondu<strong>ci</strong>bile a quello di una madre sconvolta<br />

dalla perdita del figlio, giustamente gravata di sospetti in merito all'omi<strong>ci</strong>dio non pare poi così normale, già la Ferrod ha<br />

riferito che l'indagata quando scoprì il cadavere se ne stava con le mani lungo i fianchi e pare davvero strano che essa<br />

non abbia cercato un ultimo e disperato contatto fisico con il figlio barbaramente uc<strong>ci</strong>so da terzi; altrettanto strana<br />

appare la <strong>ci</strong>rcostanza che la Franzoni abbia chiamato il proprio marito non direttamente ma per mezzo delle segretaria<br />

come se avesse qualcosa da nascondergli, ripetendo due volte nel corso <strong>della</strong> telefonata, l'espressione; "Samuele è morto"<br />

quando invece qualsiasi madre si sarebbe guardata dall'affermarlo, sperando - anche contro i fatti - nella sopravvivenza<br />

del figlio (punto 67) deve inoltre considerarsi l'agghiac<strong>ci</strong>ante richiesta che la Franzoni fece, la stessa mattinata<br />

dell'omi<strong>ci</strong>dio, al marito appena arrivato sul luogo del delitto: "ne fac<strong>ci</strong>amo un altro figlio? Mi aiuti a farne un altro?",<br />

ossia quando il povero Samuele, con il cranio fracassato, era appena stato portato via con l'elicottero ed il padre non<br />

aveva ancora finito di piangerlo (punto 68), anche dalle intercettazioni ambientali eseguite risultano alcune dichiarazioni<br />

<strong>della</strong> Franzoni che las<strong>ci</strong>ano qualche perplessità: il giorno 31 gennaio 2002, all'interno <strong>della</strong> Stazione CC di Saint Pierre, la<br />

donna rispose al militare Caddeo, che le chiedeva se fosse vero che durante la notte era stata male: "inc... sì, ero già<br />

nervosa... inc... dentro di me avevo capito", e poi: Caddeo: "So che è dura da accettare signora... Però purtroppo è...<br />

quando succedono disgrazie perché <strong>sono</strong> disgrazie... del genere, purtroppo non si può las<strong>ci</strong>are", Franzoni: "lo so, ma<br />

purtroppo <strong>ci</strong> <strong>sono</strong> anche delle madri che ammazzano i figli, ce n'è...", e, sempre all'interno <strong>della</strong> stazione dei Carabinieri<br />

l'indagata intrattenne con il Vice-brigadiere Giannini il seguente dialogo: Franzoni: "Lo spero che sia stato uc<strong>ci</strong>so, stia<br />

tranquillo...", Giannini: "Non ho capito...", Franzoni: "Lo spero che sia stato uc<strong>ci</strong>so", Giannini: "Perché?" "Franzoni:<br />

"Perché no... <strong>ci</strong>oè... cercando anch'io un perché", Giannini: "Cerco di capire che cosa mi sta dicendo perché?", Franzoni:<br />

"Perché è una cosa atroce... io spero che sia vero, una cosa... inc... un problema perché io mi sento sola... pensavo ed ero<br />

convinta che gli sia esplosa la testa... inc.... anche se... inc... però lo accetterei... non che qualcuno lo ha uc<strong>ci</strong>so" (punto 69):<br />

questi elementi non <strong>sono</strong> suffi<strong>ci</strong>enti a costituire indizi di responsabilità, ma dimostrano che il comportamento<br />

dell'indagata dopo la scoperta dell'omi<strong>ci</strong>dio non è stato così normale come si potrebbe pensare (punto 70); appare<br />

effettivamente molto diffi<strong>ci</strong>le interpretare l'esatto significato di comportamenti apparentemente anomali, o comunque<br />

scarsamente consequenziali in base alle ordinarie massime d'esperienza manifestati da una persona che, anche in ipotesi<br />

di effettiva estraneità rispetto all'azione omi<strong>ci</strong>diaria, viveva comunque molto verosimilmente uno stato di profonda<br />

alterazione provocata dal devastante trauma subito a seguito <strong>della</strong> scoperta <strong>della</strong> feroce aggressione ai danni del<br />

giovanissimo figlio, reso ancor più dilaniante - sempre in ipotesi di innocenza dell'indagata - dalla intuibile<br />

consapevolezza di aver in qualche modo agevolato con fatale imprudenza tale dolorosissimo evento; non sembra quindi


che tali eccentri<strong>ci</strong> comportamenti possano assurgere ad indizi di colpevolezza, soprattutto in considerazione del<br />

particolare contesto psicologico entro cui gli stessi risultano esseri manifestati.<br />

Anche la comprensione psicodinamica del caso in esame consente di fornire una ragionevole spiegazione al<br />

comportamento tenuto dall'indagata post factum in chiave di tipico fenomeno disso<strong>ci</strong>ativo; come è noto la funzione<br />

primaria <strong>della</strong> disso<strong>ci</strong>azione - in termini generali - è quella di funzionare come risposta protettiva come difesa rispetto ad<br />

un trauma paralizzante. Essa ha natura adattiva, perché consente una via di fuga da una situazione di realtà terrificante,<br />

fornendo un modo per isolare una esperienza vissuta come catastrofica del soggetto, si tratta di un meccanismo mentale<br />

ben conos<strong>ci</strong>uto dalla psichiatria contemporanea che consente al soggetto di compartimentalizzare l'esperienza<br />

traumatica vissuta bandendolo dalla consapevolezza, non essendo più accessibile alla cos<strong>ci</strong>enza è come se il trauma non<br />

fosse mai accaduto; la comprensione psicodinamica parte proprio da questa considerazione: "i ricordi del Se<br />

traumatizzato devono essere disso<strong>ci</strong>ati perché non pos<strong>sono</strong> coesistere con il se <strong>della</strong> vita quotidiana che appare in<br />

possesso di pieno controllo", in particolare la letteratura sull'argomento distingue tra rimozione e disso<strong>ci</strong>azione<br />

ricollegando solo la seconda al verificarsi di un trauma; nell'ambito di quest'ultima categoria <strong>sono</strong> state studiate da<br />

tempo sia l'amnesia disso<strong>ci</strong>ativa sia la fuga disso<strong>ci</strong>ativa; il caso di spe<strong>ci</strong>e sembra rientrare nell'ambito dell'amnesia<br />

disso<strong>ci</strong>ativa ossia quel disturbo che prevede uno o più episodi di incapa<strong>ci</strong>tà a rievocare un importante trauma personale;<br />

pare appena il caso di rilevare come l'omi<strong>ci</strong>dio del proprio figlio compiuto in un contesto ambientale nel quale tutte le<br />

persone hanno ritratto la famiglia Lorenzi come la famiglia felice, possa portare - se non disso<strong>ci</strong>ato - ad una totale<br />

disgregazione del Se: esso, pertanto, deve essere allontanato dalla cos<strong>ci</strong>enza e dalla memoria, rendendo così possibile la<br />

prosecuzione <strong>della</strong> vita; sembra ragionevole affermare che l'indagata bene avrebbe potuto commettere il delitto senza<br />

ricordarselo e saperlo in <strong>questo</strong> momento; del resto alcune tracce del trauma disso<strong>ci</strong>ato emergono proprio dai brani delle<br />

conversazioni ambientali sopra riportati (punto 71); sembra ragionevole ipotizzare che in una situazione di forte stress<br />

già aggravato dalle precedenti condizioni di salute dell'indagata, la stessa abbia de<strong>ci</strong>so di uc<strong>ci</strong>dere Samuele, perché<br />

pensava che la vittima avesse qualcosa che non andava, che frustrava il suo desiderio di mamma di vedere il figlio<br />

crescere in condizioni normali, oppure più semplicemente si può pensare che la Franzoni abbia soppresso la vittima<br />

perché quel mattino nel corso del quale si era già creato in lei uno stato di irritazione, Samuele le dava fastidio, essendosi<br />

messo a piangere sulle scale proprio mentre lei si preparava per us<strong>ci</strong>re (punto 72); sicuramente tali prospettazioni hanno<br />

una valenza estremamente flebile trattandosi pa<strong>ci</strong>ficamente i sempli<strong>ci</strong> illazioni prive di qualsiasi riscontro nei fatti;<br />

peraltro in <strong>questo</strong> caso non è necessario accertare il movente (punto 73); correttamente lo stesso giudice procedente dopo<br />

essersi posto per comprensibile scrupolo motivazionale il -non secondario - problema relativo alle possibili cause di un<br />

comportamento così inspiegabile assurdo ed irrazionale quale quello scritto dalla ricostruzione accusatoria alla Franzoni,<br />

ha svalutato la valenza indiziaria delle <strong>ci</strong>rcostanze sommariamente richiamate quali possibili cause remote <strong>della</strong> ritenuta<br />

condotta omi<strong>ci</strong>diaria; giova qui rilevare che non risulta essere emersa alcuna situazione di forte stress <strong>della</strong> prevenuta<br />

nel periodo immediatamente antecedente ai fatti e meno che mai pregresse condizioni patologiche suscettibili di<br />

aggravare tale pretesa situazione di scompenso psicologico; unico dato di qualche rilievo è il prolungato malessere già<br />

insorto nella sera precedente ai fatti per effetto del quale la pervenuta alle ore 5.30 del 30 gennaio 2002, ritenne<br />

opportuno chiedere l'intervento <strong>della</strong> Guardia medica e venne poi sottoposta ad approfondita visita medica da parte<br />

<strong>della</strong> dott.ssa Stefania Neri che, oltre a n on riscontrare alcuna spe<strong>ci</strong>fica patologia in atto ed a ritenere superflua la<br />

prescrizione di quel ricostituente del sistema nervoso inizialmente proposto, rilevò l ‘avvenuta assunzione da parte <strong>della</strong><br />

stessa indagata, a faro coso da <strong>ci</strong>rca una settimana, di quel preparato dimagrante allegato al più volte <strong>ci</strong>tato verbale di<br />

accertamenti urgenti redatto dai Militari del Nucleo Operativo di Aosta in data 2 marzo 2002) potrebbe aver agevolato<br />

l'insorgenza delle situazioni di malessere lamentate dalla stessa prevenuta; giova altresì rilevare che non pos<strong>sono</strong> allo<br />

stato ed in assenza di adeguato supporto medico psichiatrico essere formulate da <strong>questo</strong> organo delle ragioni ipotesi in<br />

ordine ad un eventuale innesto <strong>della</strong> contestata azione omi<strong>ci</strong>diaria su di un substrato di tipo psicotico o psiconevrotico<br />

già consolidatosi al momento dei fatti ma che comunque appare quanto meno improbabile anche agli occhi di un<br />

profano l'ipotesi di una improvvisa e violentissima reazione isterica sovrappostasi ad uno stato di irritazione sus<strong>ci</strong>tato<br />

dal comportamento del piccolo Samuele, sicuramente più plausibile appare l'ipotesi <strong>della</strong> pregressa strutturazione,<br />

nell'indagata, di un'idea delirante connessa ad immaginari disturbi o malformazioni del piccolo Samuele, dalla stessa<br />

fortemente interiorizzata e improvvisamente sfo<strong>ci</strong>ata, il giorno dei fatti, in un episodio disso<strong>ci</strong>ativo di devastante portata<br />

cui sarebbe seguita una subitanea ricompattazione assistita da meccanismi di alterazione del funzionamento dell'attività<br />

amnestica, trattasi comunque di mera ipotesi di lavoro, non supportata allo stato da alcun concreto riscontro obiettivo ed<br />

anzi nettamente contrastata dalle moltepli<strong>ci</strong> e convergenti informazioni assunte nel corso delle indagini in ordine agli<br />

atteggiamenti di vita affettiva e relazionale riscontrati nella indagata dalle persone che essa frequentava abitualmente<br />

all'epoca dei fatti o che aveva frequentato in epoca antecedente.<br />

RITENUTO<br />

sulla scorta delle considerazioni sopra svolte che gli elementi indiziari addotti a fondamento dell'impugnata ordinanza<br />

non presentano, né ad una verifica <strong>della</strong> loro consistenza individuale, né ad una valutazione congiunta sulla scorta di<br />

quella concatenazione logica prospettata nel lungo ed articolato percorso motivazionale, quelle connotazioni di<br />

pre<strong>ci</strong>sione, univo<strong>ci</strong>tà e convergenza che <strong>sono</strong> assolutamente necessarie per consentire agli stessi di assurgere a dignità di<br />

gravi indizi di colpevolezza; che indubbiamente permangono talune perplessità sostanzialmente irrisolte quali, in<br />

particolar modo, l'avvenuto rinvenimento di microtracce ematiche riferibili al piccolo Samuele nella parte interna di<br />

entrambi gli zoccoli pa<strong>ci</strong>ficamente indossati dalla Franzoni il mattino dei fatti , la insuperabile discordanza fra la<br />

versione resa da quest'ultima in ordine all'impiego di dette calzature durante la drammatica fase di soccorso del piccolo


Samuele e le attestazioni rese, sulla medesima <strong>ci</strong>rcostanza dalla dottoressa Satragni a partire dal suo secondo costituito<br />

testimoniale, la iniziale e perentoria affermazione che sarebbe stata resa dalla prevenuta in ordine alla chiusura a chiave<br />

<strong>della</strong> porta di ingresso <strong>della</strong> abitazione durante il suo breve trasferimento alla fermata dello scuolabus;<br />

che, peraltro, nessuna di tali acquisizioni indiziarie - tutte infi<strong>ci</strong>ate, come sopra diffusamente evidenziato, da una<br />

intrinseca labilità e da una diffi<strong>ci</strong>le orchestrazione complessiva - riveste caratteri di concludenza e pre<strong>ci</strong>sione tali da<br />

suffragare un giudizio di effettiva gravità <strong>della</strong> stessa;<br />

che, in conclusione il suddetto quadro indiziario non appare idoneo, allo stato a sostanziare quel livello di qualificata<br />

probabilità dell'ipotesi accusatoria che è richiesto dal legislatore in <strong>questo</strong> spe<strong>ci</strong>fico contesto processuale.<br />

Che tale conclusione esime <strong>questo</strong> Organo dall'esame degli ulteriori motivi di gravarne addotti dalla difesa a sostegno<br />

<strong>della</strong> richiesta di riesame;<br />

che l'impugnata ordinanza deve conseguentemente essere annullata per assenza <strong>della</strong> condizione richiesta dall'art. 273<br />

comma 1 c.p.p. per l'applicazione di misura cautelare personale;<br />

che l'indagata deve essere immediatamente scarcerata se non detenuta per altra causa.<br />

P.Q.M.<br />

Visti gli artt. 273, 292, 309, c.p.p.,<br />

annulla l'ordinanza applicativa <strong>della</strong> custodia cautelare in carcere nei confronti di Franzoni Annamaria dal Gip presso il<br />

tribunale di Aosta in data 13 marzo 2002 ed ordina l'immediata scarcerazione <strong>della</strong> Franzoni se non detenuta per altra<br />

causa.


Corte di cassazione<br />

Sezione I penale<br />

Sentenza 11 luglio 2002, n. 26403<br />

FATTO<br />

1. La de<strong>ci</strong>sione del tribunale del riesame di Torino.<br />

Con ordinanza del 30 marzo 2002, il tribunale di Torino, adito in sede di riesame avverso l'ordinanza di custodia<br />

cautelare in carcere emessa il 13 marzo 2002 dal gip presso il tribunale di Aosta nei confronti di Annamaria Franzoni,<br />

indagata per l'omi<strong>ci</strong>dio del figlio Samuele Lorenzi di tre anni commesso la mattina del 30 gennaio 2002, annullava il<br />

provvedimento coer<strong>ci</strong>tivo, ordinando l'immediata scarcerazione <strong>della</strong> donna.<br />

La ricostruzione <strong>della</strong> vicenda fatta dal tribunale prendeva avvio da alcuni dati certi ed incontrovertibili acquisiti<br />

durante le indagini preliminari:<br />

a) la sicura riferibilità delle lesioni mortali subite dal piccolo Samuele a un'azione omi<strong>ci</strong>diaria;<br />

b) la commissione del delitto all'interno <strong>della</strong> camera da letto dei coniugi Lorenzi, sita al piano seminterrato di una<br />

villetta su più livelli e ubicata in una zona isolata del comune di Cogne (la frazione Montroz);<br />

c) l'inizio dell'aggressione in un momento in cui la giovanissima vittima, sdraiata sul letto, era perfettamente sveglia e in<br />

grado di vedere in viso, sia pure soltanto per qualche istante, il suo assassino;<br />

d) il rinvenimento da parte <strong>della</strong> Franzoni del figlio immerso in una pozza di sangue con una profonda ferita<br />

lacerocontusa al capo e dalla quale fuorius<strong>ci</strong>va materia cerebrale, al momento del suo rientro in casa dopo aver<br />

accompagnato il figlio maggiore Davide e la piccola Sophie Savin, figlia di Ada Satragni, alla fermata dello scuolabus,<br />

distante <strong>ci</strong>rca 250 metri dalla abitazione;<br />

e) la consumazione del delitto quella stessa mattina prima delle 8.29, ora in cui era giunta nell'abitazione dei Lorenzi una<br />

vi<strong>ci</strong>na di casa, Ferrod Daniela, chiamata per telefono dalla stessa Franzoni.<br />

Partendo da questi dati, l'ordinanza applicativa <strong>della</strong> custodia cautelare in carcere - oggetto <strong>della</strong> richiesta di riesame -<br />

aveva messo in evidenza come dall'amplissima ed articolata attività investigativa compiuta dal Pm di Aosta e dai<br />

carabinieri di Cogne e del Ra<strong>ci</strong>s di Parma fosse emerso un quadro di indiscutibile e consistente gravità indiziaria a carico<br />

<strong>della</strong> Franzoni, madre <strong>della</strong> vittima, costituito da una serie di elementi che, valutati globalmente e coordinati<br />

logicamente, convergevano in modo univoco nel senso di far individuare nella donna l'autrice del delitto, senza<br />

possibilità di spiegazioni alternative.<br />

Il gip, in particolare, aveva ritenuto che l'indagata avesse mentito su varie <strong>ci</strong>rcostanze di rilievo, affermando tra l'altro -<br />

in <strong>ci</strong>ò contraddicendosi rispetto alle dichiarazioni iniziali - che non aveva chiuso la porta di ingresso al momento di<br />

allontanarsi dall'abitazione per accompagnare Davide e Sophie alla fermata dello scuolabus; che calzava gli zoccoli<br />

bianchi di plastica anziché gli stivaletti neri quando giunsero nella villetta la Ferrod e la dottoressa Satragni, in contrasto<br />

con quanto riferito dalla stessa Satragni e, sia pure in forma non certa, dal suocero di questa Savin Marco e dalla Ferrod;<br />

e che, dopo aver caricato il figlio Samuele sull'elicottero del 118 per essere trasportato al pronto soccorso dell'ospedale di<br />

Aosta, si era recata al piano superiore per togliersi gli zoccoli e mettersi gli stivaletti neri per raggiungere il nosocomio,<br />

su suggerimento <strong>della</strong> Satragni.<br />

Sulla base di questi elementi il gip aveva concluso sottolineando che, anche tenendo conto delle dichiarazioni <strong>della</strong><br />

Franzoni, si poteva ritenere che la donna, prima di us<strong>ci</strong>re dall'abitazione per accompagnare Davide alla fermata dello<br />

scuolabus, era stata richiamata dal pianto di Samuele che si trovava sulla scala interna di collegamento tra i due piani<br />

<strong>della</strong> villa e la chiamava; che era discesa ed aveva portato il figlio nella camera da letto sua e del marito sita al piano<br />

seminterrato, ambiente dove era certo che il piccolo fosse stato ripetutamente colpito con un corpo contundente, peraltro<br />

mai ritrovato; che la donna si era sicuramente cambiata in detto locale indossando al momento dell'esecuzione<br />

dell'omi<strong>ci</strong>dio il pigiama e calzando gli zoccoli sui quali erano state trovata tracce ematiche appartenenti al piccolo<br />

Samuele; che, subito dopo si era ripulita, las<strong>ci</strong>ando il pigiama e il materasso sotto il piumone, i pantaloni tra le falde del<br />

piumone e gli zoccoli "appoggiati in buon ordine" nella zona giorno al pian terreno, nel disimpegno che dà accesso al


agno); che, infine, aveva raggiunto il figlio più grande Davide che giocava con la bi<strong>ci</strong>cletta all'esterno <strong>della</strong> casa<br />

accompagnandolo alla fermata dello scuolabus.<br />

Il gip escludeva che fosse possibile attribuire a terzi la responsabilità del delitto, tenuto conto delle sue peculiari modalità<br />

di esecuzione spazio-temporali e <strong>della</strong> attenta verifica degli "alibi" forniti dalla altre persone genericamente sospettate e<br />

che in astratto avrebbero potuto commetterlo.<br />

Il tribunale del riesame di Torino riteneva invece che soltanto una piccola parte delle risultanze delle indagini svolte<br />

rivestisse una concreta ed effettiva valenza indiziaria, trattandosi per il resto di <strong>ci</strong>rcostanze equivoche, intrinsecamente<br />

labili, contraddittorie tra loro e di diffi<strong>ci</strong>le orchestrazione complessiva, e a volte anche sfornite di sostanziale consistenza<br />

e di obiettivi e documentati riscontri investigativi.<br />

Seguendo l'iter argomentativi trac<strong>ci</strong>ato dall'ordinanza cautelare, i giudi<strong>ci</strong> del tribunale di Torino passavano in rassegna<br />

le varie <strong>ci</strong>rcostanze di rilievo accusatorio elencate dal gip per confutarle nel modo qui appresso indicato:<br />

- l'argomentazione dell'accusa (definita "suggestiva" dai giudi<strong>ci</strong>) che Samuele conoscesse il suo assassino non escludeva<br />

che, durante il breve arco di tempo in cui la Franzoni si assentò per accompagnare Davide alla fermata dello scuolabus<br />

(<strong>ci</strong>rca sette-otto minuti), altre persone ben conos<strong>ci</strong>ute dalla vittima ma diverse dalla madre si fossero introdotte nella<br />

villa;<br />

- il fatto che, indipendentemente dalla possibilità di ricostruire con pre<strong>ci</strong>sione cronometrica il suo rientro a casa dopo<br />

aver accompagnato Davide alla fermata dello scuolabus, la Franzoni fosse rimasta sola con Samuele a partire<br />

verosimilmente dalle ore 8.24 fino alle ore 8.27 minuti primi e 30 minuti secondi - allorché partì dall'udienza dei Lorenzi<br />

una serie ininterrotta di telefonate di aiuto (documentate attraverso i tabulati <strong>della</strong> Telecom e <strong>della</strong> Omnitel) - o<br />

comunque fino all'arrivo <strong>della</strong> Ferrod nella villa alle 8.29, costituiva un intervallo troppo breve per far concludere che in<br />

quell'arco di tempo la donna fosse stata in condizioni di porre in essere attività direttamente collegate con l'esecuzione di<br />

un'aggressione tanto feroce ai danni del figlio;<br />

- la tesi accusatoria che la Franzoni potesse aver uc<strong>ci</strong>so il figlio prima di us<strong>ci</strong>re di casa per accompagnare Davide alla<br />

fermata dello scuolabus appariva diffi<strong>ci</strong>lmente con<strong>ci</strong>liabile dal consulente tecnico del Pm professori Viglino, che aveva<br />

collocato il momento <strong>della</strong> morte cosiddetta relativa o clinica di Samuele "tempuscolo più tempuscolo meno, intorno ai<br />

10-12 minuti dall'aggressione" con un'approssimazione ragionevole di stima a ritroso di altri <strong>ci</strong>nque minuti, e quindi,<br />

verosimilmente, verso le ore 8.29, o al più tardi, verso le ore 8.31/8.32, al momento dell'arrivo dei primi soccorsi: sicché<br />

era arduo sostenere che l'aggressione avesse avuto luogo tra le 8.14 e le 8.15, e <strong>ci</strong>oè proprio a ridosso del momento in cui<br />

la donna uscì di casa per accompagnare Davide alla fermata dello scuolabus, ipotizzando una serie concatenata e<br />

frenetica di condotte (quali indossare il pigiama e calzare gli zoccoli durante l'esecuzione dell'omi<strong>ci</strong>dio, toglierli<br />

immediatamente dopo per indossare gli abiti per us<strong>ci</strong>ere, riporre gli zoccoli nel bagno posto al piano superiore,<br />

cancellare le tracce di sangue prodottosi sulla sua persona durante l'aggressione, nascondere l'arma del delitto, us<strong>ci</strong>re di<br />

casa con Davide procedendo ad andatura regolare e arrivando a destinazione anche con qualche secondo di anti<strong>ci</strong>po);<br />

- l'assenza di tracce di strofinio e di macchie da contatto sulle superfi<strong>ci</strong> del pigiama appartenente alla Franzoni (casacca e<br />

pantaloni) escludeva che i due elementi dell'indumento - che presentavano una sostanziale omogeneità di<br />

imbrattamento da schizzi di sangue - fossero stati indossati dall'aggressore inginocchiato sul letto nell'atto di colpire il<br />

piccolo Samuele, come aveva ipotizzato l'accusa, ma portava a ritenere invece che il pigiama fosse rimasto sul letto in<br />

posizione orizzontale, spostato forse inavvertitamente rispetto alla posizione originaria durante le con<strong>ci</strong>tate operazioni<br />

di soccorso <strong>della</strong> vittima e che avevano determinato un mutamento irreversibile <strong>della</strong> scena del delitto, sicché appariva<br />

verosimile che esso si fosse imbrattato durante l'esecuzione dell'omi<strong>ci</strong>dio perché si trovava gettato in disordine sul letto;<br />

- la presenza di una macroscopica trac<strong>ci</strong>a ematica rinvenuta sul plantare dello zoccolo sinistro e di altre microtracce<br />

ematiche rinvenute all'interno dei due zoccoli non indicava affatto che essi fosse stati calzati dall'assassino, sia perché<br />

non erano state rinvenute stris<strong>ci</strong>ate sul plantare sia perché le macchie interne avrebbero dovuto essere altrimenti di<br />

consistenza maggiore, sia perché infine la Franzoni aveva ammesso di aver calzato gli zoccoli subito dopo il suo rientro a<br />

casa, il che rendeva spiegabile un possibile imbrattamento formatosi quando la donna li ripose nel luogo dove poi<br />

vennero trovati;<br />

- non poteva escludersi che la Franzoni, confidando nelle prerogative di sicurezza e di tranquillità che avevano da<br />

sempre caratterizzato la piccola comunità di Cogne, avesse omesso imprudentemente di chiudere la porta di ingresso<br />

dell'abitazione, dando così la possibilità a un terzo estraneo all'ambiente familiare di introdursi al suo interno, sia perché<br />

una parte dei componenti <strong>della</strong> famiglia Guichardaz-Ferrd risultava priva di alibi esaurientemente riscontrati, sia perché<br />

la Ferrod, vi<strong>ci</strong>na di casa <strong>della</strong> Franzoni, era a conoscenza delle abitudini <strong>della</strong> donna e <strong>della</strong> conformazione <strong>della</strong> sua<br />

abitazione;<br />

- l'impiego di un'arma impropria, peraltro mai ritrovata, non poteva ritenersi <strong>ci</strong>rcostanza incompatibile con l'ipotesi di<br />

una attenta ed accurata preparazione dell'omi<strong>ci</strong>dio da parte di un terzo;


- al di là di alcuni comportamenti eccentri<strong>ci</strong> o comunque scarsamente consequenziali <strong>della</strong> Franzoni che non potevano<br />

assolutamente assurgere ad indizi di colpevolezza, non era emersa a suo carico alcuna situazione di stress o di tipo<br />

psicotico psiconevrotico (sus<strong>ci</strong>tata da comportamento <strong>della</strong> vittima o da idee deliranti connesse a disturbi immaginari o a<br />

supposte malformazioni di essa), tali da provocare una sua azione violenta e in danno del figlio.<br />

2. Il ricorso per cassazione del procuratore <strong>della</strong> Repubblica presso il tribunale di Aosta<br />

Avverso l'ordinanza del tribunale del riesame di Torino ha proposto ricorso per cassazione il procuratore <strong>della</strong><br />

Repubblica di Aosta, deducendo, sotto il profilo <strong>della</strong> violazione e falsa applicazione di varie norme di legge (articoli 125,<br />

273, 292 c.p.p.) e <strong>della</strong> manifesta illogi<strong>ci</strong>tà e contraddittorietà <strong>della</strong> motivazione, una serie di motivi intesi a rimarcare<br />

l'assenza di un organico e coerente apprezzamento degli elementi di prova raccolti e la carenza di un iter argomentativi<br />

articolato attraverso passaggi logi<strong>ci</strong> dotati di saldezza.<br />

Secondo il Pm ricorrente, il tribunale era stato perentorio nell'affermare che un'ipotesi investigativa era più plausibile o<br />

verosimile o ragionevole di un'altra, senza però indicare il percorso argomentativi seguito per sostenere le conclusioni<br />

adottate, disancorandolo oltretutto da pre<strong>ci</strong>si ed unitovi dati obiettivi.<br />

<strong>In</strong> particolare, <strong>sono</strong> stati enun<strong>ci</strong>ati nove motivi che pos<strong>sono</strong> così riassumersi:<br />

1) Un punto de<strong>ci</strong>sivo <strong>della</strong> ricostruzione indiziaria <strong>della</strong> pubblica accusa concerne le contraddizioni emerse tra le<br />

dichiarazioni <strong>della</strong> Franzoni e quelle <strong>della</strong> Satragni in ordine all'utilizzo degli zoccoli da parte dell'indagata.<br />

Secondo il Pm ricorrente, il tribunale non aveva spiegato perché la Satragni, ritenuta pienamente affidabile su ogni altro<br />

particolare da lei narrato e avvenuto nel medesimo contesto spazio-temporale, non doveva ritenersi invece attendibile<br />

sulla <strong>ci</strong>rcostanza che l'indagata calzasse gli stivaletti neri quando lei si pre<strong>ci</strong>pitò nella villetta per prestare i primi soccorsi<br />

al piccolo Samuele.<br />

Il Pm criticava altresì che il tribunale avesse escluso in modo assoluto che la Satragni potesse aver suggerito alla Franzoni<br />

di mettersi le scarpe al osto degli zoccoli, ipotizzando una sua falsa percezione sensoriale (attribuibile "ad una<br />

correlazione mnemonica tra l'asserito colore delle scarpe e la tonalità del colore notata sull'intera persona"), senza<br />

indicare da dove potesse trarsi una convinzione del genere, e giudicando invece credibile sul punto la Franzoni che<br />

aveva affermato di aver ricevuto un suggerimento di <strong>questo</strong> tipo, perché altrimenti sarebbe una "attenta, lu<strong>ci</strong>da, fredda e<br />

ben organizzata assassina".<br />

Il fatto che l'indagata abbia costantemente ribadito la propria (falsa) versione degli accadimenti - conclude il Pm<br />

ricorrente - non può essere ritenuto sintomatico di una maggiore affidabilità, ben potendo essere al contrario indice di<br />

una particolare scaltrezza <strong>della</strong> donna, oltre che frutto di un intuizionismo irragionevole ed apodittico dei giudi<strong>ci</strong>, del<br />

tutto disancorato dagli atti.<br />

2) Apodittica e priva di argomentazioni fondate su dati obiettivi di riscontro appare al Pm ricorrente anche l'esclusione<br />

da parte del tribunale del valore indiziante <strong>della</strong> macchia di sangue rinvenuta sul plantare dello zoccolo sinistro<br />

dell'indagata.<br />

I giudi<strong>ci</strong> del riesame avevano negato che la trac<strong>ci</strong>a ematica rinvenuta fosse compatibile con le sue peculiari caratteristiche<br />

morfologiche, richiamandosi al tempo trascorso tra il formarsi <strong>della</strong> trac<strong>ci</strong>a e l'atto di calzare lo zoccolo (contenuto<br />

nell'ordine di una die<strong>ci</strong>na di secondi), e a quello (dilatato in alcuni minuti) necessario per il suo essiccamento e la<br />

sudorazione del piede: <strong>ci</strong>rcostanze, queste, non emergenti dagli atti e comunque affermate dal tribunale facendo<br />

richiamo a regole di verosimiglianza asseritamene senza alternativa e trascurando l'unico elemento di fatto desumibile<br />

invece dalla lettura delle carte processuali, e <strong>ci</strong>oè che la chiazza di sangue era nettamente delimitata, e, quindi, poteva<br />

farsi risalire all'inizio dell'azione omi<strong>ci</strong>diaria.<br />

Il rinvenimento poi di svariate microtracce ematiche all'interno degli zoccoli e non soltanto sotto la suola era stata<br />

spiegato dal tribunale ipotizzando un imbrattamento dovuto al contatto dei piedi nudi dell'indagata con la superfi<strong>ci</strong>e<br />

<strong>della</strong> coperta-copriletto in concomitanza dell'unico transito <strong>della</strong> donna sul piumone disteso sul letto, ipotizzando in<br />

<strong>questo</strong> modo il convin<strong>ci</strong>mento del tutto personale dei giudi<strong>ci</strong> del riesame - erroneamente indicato come prospettato dal<br />

Pm e fatto proprio dal Gip nell'ordinanza custodiale - che i piedi <strong>della</strong> Franzoni si sarebbero macchiati camminando sul<br />

piumone del letto sporco di sangue.<br />

3) Circa le tracce presenti su entrambi i componenti del pigiama <strong>della</strong> Franzoni (la casacca e i pantaloni), il tribunale del<br />

riesame aveva utilizzato, ritenendole de<strong>ci</strong>sive le considerazioni svolte in proposito dai consulenti tecni<strong>ci</strong> <strong>della</strong> difesa,<br />

secondo cui i due elementi del pigiama di trovano disordinatamente ammonticchiati sulla parte alta <strong>della</strong> copertacopriletto<br />

proprio in corrispondenza dell'area sulla quale non erano state trovate tracce ematiche (cosiddetta zona<br />

d'ombra), stante la totale assenza di tracce di strofinio e di macchie di contatto sulle superfi<strong>ci</strong> dell'indumento, in<br />

prossimità anche di uno dei polsini comprendente il frammento osseo, a riprova che il pigiama non poteva essere stato<br />

indossato dall'aggressore del piccolo Samuele.


Secondo il Pm ricorrente, il tribunale si era basato su considerazioni di verosimiglianza e di buon senso non<br />

incontrovertibili, senza spiegare tuttavia da quali elementi avesse tratto l'asserita natura "freschissima" ed "ancora<br />

umida" delle macchie di sangue, in contrasto con l'estensione piccola di tali macchie e quindi <strong>della</strong> loro fa<strong>ci</strong>le assorbenza<br />

da parte del tessuto del pigiama, evidenziata invece dagli atti.<br />

Allo stesso modo dovevano considerarsi apodittiche - secondo il Pm ricorrente - le considerazioni svolte dai consulenti<br />

tecni<strong>ci</strong> <strong>della</strong> difesa e fatte proprie dal tribunale in ordine alla presenza del pigiama sulla coperta-copriletto, come se si<br />

trattasse di due superfi<strong>ci</strong> perfettamente piane, trascurando che i consulenti tecni<strong>ci</strong> del Pm avevano invece evidenziato la<br />

presenza di due ordini di grandezze sotto il profilo dell'impatto e quindi la generica compatibilità <strong>della</strong> casacca e dei<br />

pantaloni con gli schizzi presenti nella zona alta del letto.<br />

Del tutto apodittiche e personali erano pure, ad avviso del Pm ricorrente, le considerazioni svolte dai giudi<strong>ci</strong> del<br />

tribunale sulle numerose macchie di sangue visibile sulla parte bassa dei pantaloni del pigiama al di sotto del ginocchio,<br />

considerate di per sé incompatibili con l'ipotesi che l'indumento fosse stato indossato dall'omi<strong>ci</strong>da durante l'aggressione<br />

rimanendo inginocchiato sul letto. Ancora una volta il tribunale aveva omesso di considerare che il pigiama era stato<br />

indossato da un soggetto in movimento, sicché era impossibile effettuare a posteriori considerazioni categoriche <strong>ci</strong>rca la<br />

collocazione <strong>della</strong> zona del pantalone colpita dalle macchie di sangue al di dotto del ginocchio.<br />

4) Le spiegazioni date dal tribunale <strong>ci</strong>rca la collocazione del pigiama sul letto e non indosso all'omi<strong>ci</strong>da (la casacca, in<br />

particolare, sarebbe stata rinvenuta, a dire dei giudi<strong>ci</strong> del riesame, non tra le lenzuola e il materasso, ma tra la copertacopriletto<br />

e il lenzuolo disteso sul letto, come emergerebbe dalle fotografie in atti) venivano censurate dal Pm ricorrente<br />

perché fondate su supposizioni non ancorate a dati di fatto, ipotizzando un mutamento arbitrario <strong>della</strong> scena del delitto<br />

dovuto alla con<strong>ci</strong>tazione dei soccorsi.<br />

5) Ad infi<strong>ci</strong>are l'iter motivazionale dell'ordinanza era inoltre la pretesa del tribunale di collocare esattamente e al minuto<br />

l'ora <strong>della</strong> morte del piccolo Samuele, recependo in maniera acritica la ricostruzione del consulente tecnico del Pm<br />

operata invece secondo ragionevolezza e senza alcuna pretesa di pre<strong>ci</strong>sione cronometrica e verità incontrovertibile.<br />

L'errore del tribunale - si duole il Pm ricorrente - era stato quello di aver effettuato un calcolo di mera sottrazione (17<br />

minuti a ritroso), travisando le conclusioni del professori Viglino, il quale non era stato in grado di determinare il<br />

momento <strong>della</strong> morte <strong>della</strong> vittima - da intendersi quale "morte clinica" - secondo un rigido criterio di ricostruzione<br />

cronometrica ma solo in modo approssimativo, ritengono affidabile quella che era una mera ipotesi ricostruttiva, non<br />

fondata su basi s<strong>ci</strong>entifiche. Una corretta valutazione medico-legale avrebbe dovuto indurre il tribunale a ritenere che la<br />

morte di Samuele poteva fondatamente collocarsi in un lasso temporale assai più lungo, anteriore alle 8.15/8.16, quando<br />

l'indagata si trova a casa sola con i due figli, dopo l'us<strong>ci</strong>ta del marito.<br />

Dagli "effetti nefasti" di questa ricostruzione cronometrata al minuto erano state tratte dal tribunale alcune conseguenze<br />

illogiche e contraddittorie: prima fra tutte, quella di offrire alla Franzoni un alibi di durata particolarmente estesa e la<br />

ritenuta impossibilità che la donna potesse compiere una serie di atti omi<strong>ci</strong>di troppo complessi per poter essere svolti in<br />

brevissimo tempo.<br />

6) Vizi logi<strong>ci</strong> rilevanti infi<strong>ci</strong>avano anche - secondo il Pm ricorrente - quella pare <strong>della</strong> motivazione dell'ordinanza che<br />

aveva per oggetto la valutazione degli alibi forniti da Ferrod Daniela e dal suocero Guichardaz Ottino, prospettando una<br />

possibile aggressione del piccolo Samuele ad opera di persone estranee al suo contesto familiare.<br />

Questa tesi era stata affermata dai giudi<strong>ci</strong> del riesame in termini quanto mai pre<strong>ci</strong>si e perentori, nonostante che il<br />

tribunale nulla avesse detto sui tempi e i modi di avvi<strong>ci</strong>namento alla villa di queste persone nell'arco di tempo in cui la<br />

Franzoni vi era rimasta assente per accompagnare Davide alla fermata dello scuolabus, così come nulla aveva detto sui<br />

tempi e modi di ingresso dell'ignoto omi<strong>ci</strong>da nell'abitazione, las<strong>ci</strong>andosi prendere la mano da fantasiose e inverosimili<br />

ricostruzioni (la fa<strong>ci</strong>le accessibilità <strong>della</strong> villa dei Lorenzi, la possibile conoscenza da parte dell'omi<strong>ci</strong>da <strong>della</strong> dislocazione<br />

interna degli ambienti, l'aver inferto ben 17 colpi al cranio del piccolo Samuele, il suo allontanamento rapido e grondante<br />

di sangue dopo aver commesso l'omi<strong>ci</strong>dio portandosi dietro l'arma del delitto: il tutto in sette-otto minuti), senza<br />

considerare che non erano state rilevate tracce di ingresso anomalo nella casa, né tracce di effrazione o di forzatura, e che<br />

una simile ricostruzione era del tutto disancorata dagli atti, lontana dalla realtà e avulsa da ogni cognizione di tipo<br />

investigativo.<br />

Peraltro, fa notare il Pm ricorrente, i sospetti avanzati dal tribunale sulla Ferrod e sul suocero si erano appuntati su<br />

presunti alibi che non sarebbero stati acquisiti, facendo riferimento a conversazioni ambientali di contenuto "neutre" e di<br />

nessun valore indiziante intercorse tra i due, senza peraltro indicare quali altri atti avrebbero dovuto essere compiuti per<br />

verificare gli alibi di queste persone o la concludenza dei sospetti formulati a loro carico, dal momento che essi<br />

intrattenevano all'epoca stabili rapporti di conoscenza e di frequentazione re<strong>ci</strong>proca con la famiglia Lorenzi.<br />

7) Scopertamene fallace appariva inoltre - ad avviso del Pm ricorrente - la motivazione del tribunale del riesame,<br />

secondo cui l'impiego di un'arma impropria ben poteva con<strong>ci</strong>liarsi con l'aggressione attuata da un estraneo al nucleo


familiare dei Lorenzi, trascurando che, se il delitto fosse stato preparato e programmato da un estraneo, questi avrebbe<br />

diffi<strong>ci</strong>lmente trascurato un aspetto così importante <strong>della</strong> sua azione omi<strong>ci</strong>da, affidano il successo <strong>della</strong> sua impresa<br />

delittuosa ad un'arma che avrebbe potuto rilevarsi imprevedibilmente inadeguata. <strong>In</strong> particolare, non era dato<br />

comprendere perché le caratteristiche strutturali dell'arma, anche se non ritrovata, offrissero solo "vaghe ipotesi"<br />

indiziarie, obliterando le conclusioni cui era pervenuta l'analisi medico-legale delle ferite e privilegiando invece la<br />

quantità di energia fisica spiegata dall'aggressore.<br />

8) Anche la conclusione del tribunale che fossero intercorsi tra il rientro a casa <strong>della</strong> Franzoni e l'arrivo <strong>della</strong> vi<strong>ci</strong>na<br />

Ferrod non più di 4 o 5 minuti, individuato come l'intervallo di tempo massimo in cui la donna sarebbe rimasta sola in<br />

casa col piccolo Samuele, appariva apodittica e illogica, perché fondata su un erroneo calcolo matematico dei minuti e su<br />

un presunto margine di sicurezza in ordine alla collocazione temporale del rientro <strong>della</strong> donna nella villetta (ore 8.24),<br />

più volte smentita attraverso il riconos<strong>ci</strong>mento dell'impossibilità di stabilire con pre<strong>ci</strong>sione cronometrica il momento del<br />

rientro a casa <strong>della</strong> donna proveniente dalla fermata dello scuolabus.<br />

9) Disancorata dagli atti era infine la convinzione espressa dal tribunale, secondo cui non era detto che la vittima<br />

conoscesse l'assassino e si fidasse di lui, atteso che un bambino di tre anni non è portato a sviluppare un senso di allarme<br />

e di pericolo incombente vedendo una persona estranea avvi<strong>ci</strong>narsi a lui. Tale conclusione appariva non soltanto sfornita<br />

di qualsiasi fondamento pedagogico o s<strong>ci</strong>entifico, ma appariva espressione di un intuizionismo apodittico ed illogico,<br />

frutto verosimilmente di considerazioni o esperienze personali, di per sé estranee a una valutazione giurisdizionale.<br />

3. La memoria difensiva del difensore dell'indagata.<br />

Il 1° giugno il difensore <strong>della</strong> Franzoni ha depositato presso la cancelleria <strong>della</strong> prima sezione penale di questa corte una<br />

corposa memoria, analizzando i singoli motivi di ricorso formulati dal Pm ricorrente.<br />

Nel documento si premette che l'intera attività investigativa del Pm era stata caratterizzata da discutibili forzature,<br />

essendosi formato ab inizio, nei confronti <strong>della</strong> sua assistita, un sicuro convin<strong>ci</strong>mento di colpevolezza, che non si era<br />

però tradotto nella tempestiva iscrizione <strong>della</strong> donna nel registro degli indagati, determinando per questa via il mancato<br />

rispetto delle garanzie parte<strong>ci</strong>pative previste in materia di espletamento di atti irripetibili come quelli previsti<br />

dall'articolo 360 c.p.p. (primo fra tutti, quello di poter chiedere l'in<strong>ci</strong>dente probatorio sulle macchie di sangue rinvenute<br />

sul pigiama e sugli zoccoli), l'obbligo <strong>della</strong> tempestiva notificazione delle valutazioni tecniche del Ra<strong>ci</strong>s sul pigiama e<br />

sugli zoccoli, impedendo così alla difesa di controdedurre utilmente sulla materia; l'inosservanza dell'obbligo di<br />

trasmettere al gip gli elementi favorevoli all'indagata, come prescrive l'articolo 292 comma 2 lettera c bis c.p.p..<br />

Nella memoria si fissano poi i margini di intervento <strong>della</strong> Corte di cassazione sul modo di costruire il discorso<br />

giustificativo di una de<strong>ci</strong>sione de liberatate, quando viene denun<strong>ci</strong>ato un vizio <strong>della</strong> motivazione, facendo rilevare come<br />

dal giudizio di legittimità debba essere espunta ogni doglianza fondata su singoli punti e censure spe<strong>ci</strong>fiche, pena<br />

l'inammissibilità del ricorso.<br />

L'impugnazione del Pm di Aosta sarebbe - a giudizio del difensore <strong>della</strong> Franzoni - non <strong>sono</strong> inammissibile perché<br />

propone diversi motivi da quelli consentiti in sede di giudizio di legittimità, ma anche manifestamente infondata, non<br />

sussistendo nessuno di quei vizi logi<strong>ci</strong> <strong>della</strong> motivazione che <strong>sono</strong> stati dedotti nei singoli motivi di ricorso.<br />

Secondo la difesa dell'indagata, il tribunale aveva motivato in modo esauriente sulle divergenze emerse tra le<br />

dichiarazioni <strong>della</strong> Satragni e quelle dell'indagata in ordine alle calzature indossate sa quest'ultima, spiegando perché<br />

riteneva alcune dichiarazioni <strong>della</strong> Satragni non pienamente attendibili ed altre invece attendibili; come pure si era fatto<br />

carico del problema <strong>della</strong> distribuzione delle tracce ematiche rinvenute sugli zoccoli, dando convincenti spiegazioni <strong>ci</strong>rca<br />

l'impossibilità che essi fossero stati calzati durante l'azione omi<strong>ci</strong>diaria. Allo stesso modo il tribunale aveva ben motivato<br />

le ragioni <strong>della</strong> scelta delle conclusioni dei consulenti tecni<strong>ci</strong> <strong>della</strong> difesa in ordine alle macchie di sangue presenti sul<br />

pigiama e sulla diversa posizione dei due pezzi di <strong>questo</strong> indumento tra il momento dell'omi<strong>ci</strong>dio e quello in cui erano<br />

stati effettuati i primi rilievi tecni<strong>ci</strong> sul luogo del delitto.<br />

Seguivano altre considerazioni sull'ora del decesso del piccolo Samuele, quale emergeva dalla consulenza medico-legale<br />

del professor Viglino, cui il Pm ricorrente pretendeva di attribuire un significato pressoché nullo (pagina 30); sulla<br />

eventualità ipotizzata che qualcun altro, diverso dalla Franzoni, potesse aver commesso l'omi<strong>ci</strong>dio, ipotesi giudicata<br />

plausibile e tutt'altro che grottesca o fantasiosa come opinava il Pm ricorrente; sulla conformazione dell'arma del delitto,<br />

dovendosi ritenere assurdo il ragionamento del gip secondo cui un omi<strong>ci</strong>dio premeditato sarebbe incompatibile con l'uso<br />

di un'arma impropria; sul periodo di tempo in cui la donna sarebbe rimasta sola in casa dopo aver accompagnato il figlio<br />

Davide alla fermata dello scuolabus; e, dal ultimo, sul carattere congetturale delle affermazioni del gip secondo cui la<br />

vittima conosceva l'assassino e si fidava di lui.<br />

MOTIVI DELLA DECISIONE<br />

Osserva la corte che il ricorso è fondato.


È necessario premettere che la cognizione di una fattispe<strong>ci</strong>e cautelare da parte del giudice di legittimità trova i suoi limiti<br />

intrinse<strong>ci</strong> nelle ipotesi elencate nel catalogo dell'articolo 606 comma 1 c.p.p..<br />

L'ipotesi più frequente, che è poi quella sottoposta dal Pm ricorrente all'esame di questa corte, verte proprio sulla verifica<br />

<strong>della</strong> sussistenza <strong>della</strong> gravità degli indizi di colpevolezza che in concreto giustificano l'adozione <strong>della</strong> misura cautelare<br />

secondo la regola dell'articolo 273 c.p.p., con l'indicazione dei fatti da cui <strong>sono</strong> desunti e dei motivi <strong>della</strong> loro rilevanza.<br />

Quella <strong>della</strong> Corte di cassazione, infatti è una verifica indiretta, dalla quale rimane escluso ogni potere di revisione degli<br />

elementi materiali e fattuali delle vicende indagate, <strong>della</strong> ricostruzione dei fatti e dell'apprezzamento del giudice di<br />

merito <strong>ci</strong>rca l'attendibilità delle fonti, nonché <strong>della</strong> rilevanza e <strong>della</strong> concludenza delle fonti di prova dalle quali viene<br />

tratto il contesto indicante (Cassazione, sezione quarta, 6 ottobre 1994, Pisanelli, in Cassazione penale mass. ann., 1996, p.<br />

872, n. 492; Id., sezioni unite, 25 ottobre 1994, De Lorenzo, ivi, 1995, p. 869, n. 531).<br />

Il controllo di legittimità sulla gravità indiziaria si limita pertanto a verificare i contenuti minimi <strong>della</strong> motivazione, ed è<br />

in particolare finalizzato a rilevare la mancanza e/o la manifesta illogi<strong>ci</strong>tà di questa (articolo 606 comma 1 lettera e), sotto<br />

il profilo <strong>della</strong> congruità e completezza <strong>della</strong> valenza sintomatica attribuita alle premesse costituite dagli indizi e alla<br />

coerenza intrinseca delle conseguenze che se ne traggono in ordine alla prognosi di probabilità <strong>della</strong> colpevolezza (o<br />

dell'estraneità al fatto dell'indagato), così da accertare se vi sia coordinazione tra i passaggi logi<strong>ci</strong> <strong>della</strong> motivazione e se<br />

le conclusioni raggiunte siano giustificate e compatibili con le premesse poste, anche alla stregua delle regole di comune<br />

esperienza.<br />

Il sindacato del giudice di legittimità mira insomma a verificare la correttezza logico-razionale del ragionamento seguito<br />

e delle argomentazioni svolte dal giudice di merito sulla qualificazione e sulla consistenza probatoria degli indizi<br />

acquisiti, vuoi sotto il profilo <strong>della</strong> conformità al senso comune vuoi sotto quello dei canoni d'esperienza invocati; ed è<br />

per <strong>questo</strong> che la sua operatività è limitata all'apprezzamento soltanto dei vizi risultanti dal testo del provvedimento<br />

impugnato, nel senso che essi devono apparire tali nello e dallo sviluppo logico <strong>della</strong> motivazione, come sintomo di un<br />

errore insorto nell'attività di valutazione del giudice, senza dover risalire all'esame degli atti del procedimento<br />

(Cassazione, sezione seconda, 1 settembre 1994, Falso, in Cassazione penale mass. ann. 1996, p. 874, n. 495).<br />

Limitando il controllo alla manifesta illogi<strong>ci</strong>tà <strong>della</strong> motivazione il legislatore ha inteso evitare che, di fronte a una tale<br />

vistosità del vizio da rendere inesistente l'apparato giustificativo <strong>della</strong> de<strong>ci</strong>sione, la Cassazione, anziché concentrare la<br />

sua indagine sui requisiti di esistenza, completezza e congruenza logica <strong>della</strong> motivazione, possa effettuare<br />

un'incursione verificatoria nel contenuto fattuale del provvedimento, rinnovando per questa via il giudizio di merito.<br />

Tanto premesso e sottolineato, va ancora messo in evidenza che nella materia cautelare - dove la cognizione del giudice<br />

del riesame si attua con la stessa pienezza di quella effettuata dal giudice che ha emesso il provvedimento coer<strong>ci</strong>tivo<br />

spaziando sulla totalità degli atti conos<strong>ci</strong>uti dal primo giudice che devono essergli trasmessi nella loro interezza (articolo<br />

309 comma 5 c.p.p.), ed è diretta ad individuare il quantum probatorio che integra il minimo costituzionalmente<br />

legittimante l'eser<strong>ci</strong>zio del potere cautelare - è indispensabile, ai fini di un persuasivo e completo giudizio di legittimità,<br />

rilevare il vizio di manifesta illogi<strong>ci</strong>tà <strong>della</strong> motivazione non solo dal testo del provvedimento coer<strong>ci</strong>tivo sottoposto al<br />

riesame, soprattutto quando il vizio investe la valutazione del livello di gravità <strong>della</strong> intera trama indiziaria.<br />

E <strong>ci</strong>ò in quanto la richiesta di cui all'articolo 309 c.p.p., quale mezzo di impugnazione sia pure atipico, ha la spe<strong>ci</strong>fica<br />

funzione di sottoporre a controllo la validità dell'ordinanza cautelare emessa con riguardo ai requisiti formali elencati<br />

nell'articolo 292 c.p.p. (Cassazione, sezioni unite, 8 luglio 1994, Buffa), sicché, dal punto di vista strutturale, la<br />

motivazione <strong>della</strong> de<strong>ci</strong>sione del tribunale del riesame deve essere conformata al modello delineato dallo stesso articolo,<br />

che ricalca il modulo configurato dall'articolo 546 c.p.p., con gli adattamenti resi necessari dal particolare contenuto <strong>della</strong><br />

pronun<strong>ci</strong>a cautelare, che non è fondata su prove, ma su indizi e tende all'accertamento non <strong>della</strong> responsabilità ma di<br />

una qualificata probabilità di colpevolezza (Cassazione, sezioni unite, 21 aprile 1995, Costantino; e, da ultimo, 111/00,<br />

Audino).<br />

Ciò posto, osserva la corte che, nel caso in esame, lo sviluppo del percorso motivazionale <strong>della</strong> pronun<strong>ci</strong>a di<br />

annullamento dell'ordinanza coer<strong>ci</strong>tiva emessa nei confronti di Annamaria Franzoni è de<strong>ci</strong>samente infi<strong>ci</strong>ato dalla<br />

mancanza di un autentico e valido rigore interpretativo, dato che l'affermata assenza di gravità del quadro indiziario non<br />

trova giustificazione alcuna in un organico e coerente apprezzamento degli elementi probatori acquisiti né risulta<br />

articolato attraverso passaggi logi<strong>ci</strong> dotati <strong>della</strong> indispensabile saldezza.<br />

<strong>In</strong>nanzitutto ritiene il collegio che appare manifestamente illogico il metodo di valutazione degli indizi operato dal<br />

tribunale che las<strong>ci</strong>a trasparire sin dalle prime pagine dell'ordinanza impugnata una sorta di deliberata e pervicace<br />

determinazione dei giudi<strong>ci</strong> del riesame ad infi<strong>ci</strong>are il costrutto accusatorio, così da svilire la concreta portata probatoria<br />

di ogni singolo indizio di colpevolezza a carico <strong>della</strong> Franzoni, analizzando e valutando separatamente e in modo<br />

atomizzato dall'intero contesto probatorio, in una direzione spe<strong>ci</strong>fica e preconcetta: quella che un terzo estraneo alla<br />

famiglia Lorenzi, per motivi non indicati e comunque ipotizzati in modo estremamente vago, sia entrato nella loro<br />

abitazione nel breve intervallo di tempo dell'assenza <strong>della</strong> donna per compiere un omi<strong>ci</strong>dio che si connota<br />

inequivocabilmente per un tipico dolo d'impeto, esponendo paradossalmente il suo autore al rischio di essere scoperto


con fa<strong>ci</strong>lità. Soprattutto non risultando che prima o durante o dopo il delitto siano state riscontrate tracce o comunque<br />

segni ricondu<strong>ci</strong>bili a un possibile appostamento nei pressi <strong>della</strong> villa dei Lorenzi (vedi pp. 37-38 dell'ordinanza<br />

cautelare).<br />

La tesi <strong>della</strong> estraneità al delitto <strong>della</strong> Franzoni viene infatti affermata non già perché tutti gli elementi indizianti oggetto<br />

di considerazione, valutati nel loro insieme e nella loro coordinazione unitaria, non siano in grado di dare lo sbocco<br />

necessitato e strettamente consequenziale sul piano logico-giuridico dell'attribuibilità del delitto all'indagata, ma perché<br />

si ipotizza subito - fin dall'esame critico <strong>della</strong> prima delle 73 argomentazioni logico-deduttive elencate dal tribunale e<br />

riferite come proprie degli inquirenti ("Samuele conosceva l'assassino e si fidava di lui") - sulla base di possibili<br />

spiegazioni (ma meglio si direbbe forse: di ipotesi ed illazioni) alternative, l'ingresso all'interno dell'abitazione, durante il<br />

periodo in cui l'indagata si allontanò momentaneamente per accompagnare l'altro figlio Davide alla fermata dello<br />

scuolabus, di persone ben conos<strong>ci</strong>ute dal piccolo Samuele ma diverse dalla madre (pagina 26), per arrivare ad affermare<br />

in crescendo e insistentemente che "l'intervallo di tempo durante il quale l'indagata è rimasta assente dalla propria<br />

abitazione non pare radicalmente incon<strong>ci</strong>liabile con l'ipotesi di una furtiva penetrazione dell'aggressore all'interno <strong>della</strong><br />

villa negli istanti immediatamente successivi all'allontanamento <strong>della</strong> Franzoni e del figlio Davide, di una subitanea<br />

ricerca del luogo in cui riposava il piccolo Samuele, di una altrettanto subitanea perpetrazione <strong>della</strong> feroce aggressione e<br />

di un repentino allentamento" (pagina 35); che "appare del tutto plausibile, e ben diffi<strong>ci</strong>lmente contestabile, l'ipotesi che<br />

un eventuale omi<strong>ci</strong>da [non identificatesi nella Franzoni e del tutto fantasioso] penetrato furtivamente nell'abitazione<br />

nell'arco del più volte richiamato intervallo temporale di sette-otto minuti compreso tra l'allontanamento <strong>della</strong> Franzoni<br />

in compagnia del figlio Davide e il rientro <strong>della</strong> stessa nell'abitazione, si sia allontanato con una certa rapidità,<br />

tralas<strong>ci</strong>ando di lavarsi, portando con sé l'oggetto piuttosto isolata in cui è situata la villa dei Lorenzi per far perdere le<br />

proprie tracce in un lasso di tempo particolarmente breve" (pagina 47); che "deve ragionevolmente ritenersi che il<br />

fantomatico assassino abbia atteso l'us<strong>ci</strong>ta <strong>della</strong> stessa Franzoni e dello stesso figlio Davide evitando accuratamente di<br />

farsi notare da costoro (pagina 48); che l'estraneo assassino (si ripete: non notato da nessuno), appostato in un luogo<br />

adiacente alla villa in attesa che si verificasse il momento propizio per penetrarvi, poteva aver approfittato <strong>della</strong><br />

imprudenza <strong>della</strong> Franzoni, che aveva "consapevolmente e senza particolare preoccupazione, omesso di chiudere a<br />

chiave la porta di ingresso", evitando di far scattare la serratura, temendo che il rumore potesse essere percepito dal<br />

piccolo Samuele (pagine 49-50); che "una parte dei componenti <strong>della</strong> famiglia Guichardaz Ferrod risultava priva di alibi<br />

esaurientemente riscontrati e che Ferrod Daniela poteva seguire dalle p proprie finestre gli spostamenti <strong>della</strong> Franzoni"<br />

(pagina 52); che la ritenuta assenza di moventi in capo a terze persone e di situazioni conflittuali tra i Lorenzi ed altri<br />

abitanti di Cogne non potevano "ritenersi <strong>ci</strong>rcostanze indiziariamente rilevanti in ordine alla posizione <strong>della</strong> Franzoni",<br />

che peraltro non aveva neanche lei un movente plausibile per uc<strong>ci</strong>dere il figlio (pagina 53); che l'impiego di un'arma<br />

impropria non poteva ritenersi "<strong>ci</strong>rcostanza incompatibile con l'ipotesi di un'attenta e accurata preparazione<br />

dell'omi<strong>ci</strong>dio, apparendo del tutto ragionevole che, in una simile ipotesi, l'assassino scelga l'arma non già in relazione a<br />

maggiore o minore grado di perfezionamento <strong>della</strong> stessa, ma in relazione alla potenzialità offensiva rapportata alla<br />

programmata azione aggressiva" (pagina 53); che "allo stato almeno in astratto" apparivano "percorribili ipotesi<br />

alternative che vedevano coinvolte persone piuttosto vi<strong>ci</strong>ne ai Lorenzi i cui alibi erano sostanzialmente privi di concreti<br />

riscontri esterni" (pagina 54); e che non tutte le persone "genericamente sospettate" (Blanc Graziana, Perratore Carlo,<br />

Guichardaz Ulisse e Ferrod Daniela) erano state in grado di dimostrare in modo inoppugnabile la loro presenza nella<br />

presumibile fas<strong>ci</strong>a oraria dell'aggressione del piccolo Samuele in un luogo diverso (pagina 62).<br />

Da <strong>questo</strong> breve excursus emerge che il tribunale ha effettuato la verifica demandatagli, las<strong>ci</strong>andosi condizionare fin<br />

dall'inizio dall'aprioristico convin<strong>ci</strong>mento che l'autore dell'omi<strong>ci</strong>dio andasse ricercato in una cerchia di persone estranee<br />

al nucleo familiare dei Lorenzi e, segnatamente, nell'ambito dei alcune persone ad essi vi<strong>ci</strong>ne "non soltanto a livello di<br />

frequentazione interpersonale, ma anche al livello di collocazione domi<strong>ci</strong>liare" (pagina 54). A suffragare tale<br />

convin<strong>ci</strong>mento, di per sé astrattamente legittimo se fondato su una chiave di lettura delle risultanze processuali in<br />

concreto ed effettivamente verosimile, sarebbero stati in modo determinante, accanto e in aggiunta alle spiegazioni<br />

alternative suggerita dall'analisi di <strong>ci</strong>ascun inizio, i sospetti formulati su alcune persone spe<strong>ci</strong>ficamente indicate (almeno<br />

quattro), i cui alibi non sarebbero stati esaurientemente controllati.<br />

Orbene, questa aprioristica impostazione iniziale di ritenere - apoditticamente e al livello di mero sospetto - il delitto<br />

opera di persona diversa dalla Franzoni costituisce l'antefatto dialettico <strong>della</strong> valorizzazione di tutti gli indi<strong>ci</strong> raccolti a<br />

carico <strong>della</strong> stessa che ha spinto il tribunale ad inquadrare forzatamente elementi di per sé equivo<strong>ci</strong> ed estremamente<br />

labili in un'ottica deformata e deformante, la cui validità è meramente presupposta perché pres<strong>ci</strong>nde da una verifica<br />

puntuale e concreta dei dati a disposizione, sui quali e soltanto sui quali doveva incentrare le proprie valutazioni.<br />

La graduale, progressiva svalutazione degli elementi di accusa operata dai giudi<strong>ci</strong> del tribunale sulla base di una lettura<br />

parziale e preconcetta degli atti processuali li ha indotti infatti a concatenare i vari indizi in un'unica direzione, dando<br />

per scontato e provato <strong>ci</strong>ò che, allo stato, scontato e provato non è affatto.<br />

<strong>In</strong> quest'ottica, il tribunale - senza minimamente spiegare quali altri accertamenti diversi da quelli spe<strong>ci</strong>fi<strong>ci</strong> e<br />

minuziosamente indicati nell'ordinanza coer<strong>ci</strong>tiva del gip del tribunale di Aosta (vedi pagine 49-62) avrebbero dovuto<br />

essere compiuti per escludere convincentemente ed inoppugnabilmente (pagina 49) ipotesi alternative percorribili<br />

almeno in astratto (pagina 54) - las<strong>ci</strong>a balenare uno scenario, che è in parte fantasioso e in parte contraddittorio, ed in<br />

ogni caso si appalesa manifestamente illogico rispetto all'ipotesi accusatoria privilegiata dagli inquirenti, in assenza di


qualsivoglia dato ed elemento sintomatico concretamente trascurato o disatteso in questa direzione e suscettibile come<br />

tale di pronta ed immediata verifica. E lo fa balenare optando per spiegazioni alternative a volte forzate (come la<br />

credibilità attribuita sempre e comunque a molte delle dichiarazioni via via "corrette" dalla Franzoni) e a volte fin troppo<br />

rigide (come la determinazione dell'ora dell'aggressione <strong>della</strong> vittima), anche se di per sé certamente non illogiche.<br />

Non può non condividersi al riguardo la censura del Pm ricorrente secondo il quale appare frutto di un artifizio<br />

dialettico necessitato dalla deliberata volontà di tenere in piedi gli anelli di una catena probatoria preconcetta, ipotizzare<br />

un delitto di <strong>questo</strong> tipo, privo di una valida causale e scaturito almeno all'apparenza da un atteggiamento psicologico<br />

che non ha niente del dolo di proposito, facendolo apparire programmato da un fantomatico assassino all'insegna di una<br />

situazione di fatto del tutto causale (la Franzoni esce di casa senza Samuele - <strong>ci</strong>rcostanza, questa, non prevedibile - , non<br />

chiude a chiave la porta di ingresso, un terzo di apposta, la vede us<strong>ci</strong>re col figlio Davide, si introduce furtivamente<br />

nell'abitazione, cerca il piccolo Samuele, lo trova - contrariamente al solito - nella camera da letto dei genitori e l'uc<strong>ci</strong>de)<br />

ed estremamente rischiosa (l'assassino esce disinvoltamente dalla porta di ingresso sporco di sangue, porta con sé l'arma<br />

del delitto e fa perdere le sue tracce dopo una rocambolesca fuga, incurante <strong>della</strong> possibilità di essere visto da qualcuno<br />

di passaggio o affac<strong>ci</strong>ato alla finestra di una casa vi<strong>ci</strong>na).<br />

Lo scenario delineato è anche contraddittorio, là dove il tribunale sembra scartare l'ipotesi che l'omi<strong>ci</strong>dio del piccolo<br />

Samuele sia scaturito da un'accurata preparazione, di per sé incompatibile col particolare contesto ambientale e so<strong>ci</strong>ale<br />

<strong>della</strong> "vigile" e "tranquilla" comunità di Cogne: il che appare, da un lato, in contrasto con la asserita posizione di "attesa"<br />

dell'assassino nei pressi dell'abitazione dei Lorenzi (pagina 48) e las<strong>ci</strong>a intuire, dall'altro, che l'assassino si sarebbe<br />

giovato di una serie di coin<strong>ci</strong>denze a lui favorevoli, prima fra tutte "la presenza di un notevole numero di finestre e porte<br />

finestre non corredate di particolari sistemi di difesa" (pagina 49), in contrasto anche qui con la riscontrata assenza di<br />

segni di effrazione e nonostante che la Franzoni abbia dichiarato che le finestre e la porta del garage erano chiuse (pagina<br />

18).<br />

Ma <strong>ci</strong>ò che appare veramente illogico e giuridicamente arbitrario allo stato degli atti, perché sfornito di qualsiasi valido<br />

elemento obiettivo di riscontro, è l'aver indicato un gruppo di persone "genericamente sospettate" (leggi: la Ferrod,<br />

Guichardaz e i coniugi Perratone) come ipoteti<strong>ci</strong> "portarti di sentimenti inoppugnabili, senza spiegare perché su tali<br />

persone debbano concretamente e alternativamente appuntarsi i sospetti degli inquirenti, al di là dell'accertata esistenza<br />

di "normali screzi" o banali liti di vi<strong>ci</strong>nato peraltro risalenti nel tempo e da tempo composti e di presumibili moventi<br />

microscopicamente sproporzionati al fatto-reato commesso, così come risulta anche dalle dichiarazioni iniziali del marito<br />

dell'indagato puntualmente richiamate dallo stesso tribunale (pagine 52-53).<br />

È chiaro che non si contesta la possibilità di formulare ipotesi alternative più o meno verosimili, perché queste, anche in<br />

astratto, pos<strong>sono</strong> sempre farsi in relazione a un indizio proprio per l'equivo<strong>ci</strong>tà intrinseca di <strong>questo</strong> elemento di prova e<br />

che in ogni caso non è compito di questa corte sindacare se non quando la lettura alternativa e concorrente che ne è stata<br />

data si presenti come il risultato di una valutazione manifestamente illogica.<br />

Ciò che non è consentito al giudice del riesame è di utilizzare (e valorizzare) ipotetiche spiegazioni alternative che<br />

pos<strong>sono</strong> essere date di singoli indizi come altrettanti anelli di una catena probatoria finalisticamente orientata verso una<br />

salutazione che appare scopertamente il frutto di una congettura personale disancorata dalla realtà, svilendo in modo<br />

aprioristico e fantasioso una ricostruzione logica e sintomaticamente convergente per sostituirla con un'altra non<br />

altrettanto logica e sintomaticamente convergente.<br />

La tesi del tribunale che un terzo, estraneo alla famiglia Lorenzi, possa aver commesso il delitto in base a moventi<br />

puramente ipoteti<strong>ci</strong> ed infinitesimali non consente oltretutto di dare una spiegazione convincente a una serie di elementi<br />

di spe<strong>ci</strong>fica portata accusatoria, come la posizione di quiete degli zoccoli sporchi di sangue riposti nel disimpegno del<br />

bagno, in un luogo diverso da quello dove venne commesso l'omi<strong>ci</strong>dio, uno parallelo all'altro, o le caratteristiche<br />

strutturali dell'arma utilizzata per l'omi<strong>ci</strong>dio, al di là <strong>della</strong> constatazione evidente che l'arma non è stata ritrovata.<br />

E ancora, la singolare insistenza del tribunale sulla presenza <strong>della</strong> Ferrod nella sua abitazione, sita nelle "immediate<br />

vi<strong>ci</strong>nanze" <strong>della</strong> villa dove rimase solo il piccolo Samuele (<strong>ci</strong>rca 50 metri), si appalesa in aperta contraddizione con la<br />

<strong>ci</strong>rcostanza, pa<strong>ci</strong>fica, che fu proprio la Ferrod la prima persona - definita amica e vi<strong>ci</strong>na - che la Franzoni ebbe a<br />

contattare al rientro a casa, dopo la tragica scoperta dell'aggressione subita dal figlio; così come non può non las<strong>ci</strong>are a<br />

dir poco perplessi la <strong>ci</strong>rcostanza che i coniugi Perratore - sui quali vengono adombrati sospetti allo stato del tutto gratuiti<br />

- fossero stati ospiti dei Lorenzi proprio la sera prima del delitto.<br />

E le osservazioni che precedono acquistarono ancora maggiore rilievo - nell'ambito del controllo di legittimità riservato a<br />

questa corte sotto lo spe<strong>ci</strong>fico profilo del dedotto vizio <strong>della</strong> motivazione - ove si consideri che, a fronte delle astratte<br />

spiegazioni alternative dinanzi richiamate, il tribunale <strong>della</strong> libertà ha liquidato come "mere ipotesi di lavoro non<br />

supportate da alcun riscontro obiettivo" i pre<strong>ci</strong>si riferimenti e le corrispondenti argomentazioni sviluppate<br />

nell'ordinanza custodiale, costituenti, ad avviso del Gip, indizi di non trascurabile spessore, atti ad individuare il<br />

"meccanismo" o, più pre<strong>ci</strong>samente, la "causale" dell'atto criminoso: indizi ancorati ad una pluralità di dati, anche<br />

testimoniali, preesistenti, coevi e successivi, puntualmente richiamati alle pagine da 64 a 66 del provvedimento<br />

impugnato, riferibili in particolare a comportamenti, espressioni nonché alle condizioni di sicuro malessere <strong>della</strong> donna


sin dalla sera precedente.<br />

L'ordinanza deve essere pertanto annullata e gli atti rinviati al tribunale di Torino perché, in diversa composizione<br />

soggettiva, esamini la posizione <strong>della</strong> attuale indagata, Franzoni Anna Maria, alla stregua dei prin<strong>ci</strong>pi dei diritto<br />

enun<strong>ci</strong>ati da questa corte.<br />

P.Q.M.<br />

Visti gli articoli 606, 623 c.p.p.<br />

ANNULLA<br />

L'ordinanza impugnata e rinvia per nuovo esame al tribunale di Torino.


Al di là di tutte le possibili fini del <strong>libro</strong><br />

Editato sul sito di Franco Magagnino tuttobenigni.it – 18/10/2002<br />

Caro Pinocchio<br />

Caro Pinocchio, vò a dirti qualcosa che spero non dica niente, perché niente son tutte le parole che<br />

dicon tutto, le più antiche e sagge. Ch’ò da dirti!? già non me lo ricordo più e non mi garba<br />

ricordarmelo. Ch’è “triste la tu voce quando la fatina va via! E non mi ricordo più che non mi garba<br />

ricordarmelo. Allora Caro Pinocchio vò via con Lu<strong>ci</strong>gnolo con l’anima grande che tutto perdona, vò<br />

via dalla scuola, ma ti porto via con me, per esser serio nel mondo dei seri, dove esistono le cose che<br />

esistono; e quando <strong>ci</strong>ò quelle che non esistono nel mondo che tutto cancella, quello diviso in due,<br />

tutto mi appare ancora più visibile, dove si fanno tutte le cose in cui si crede, ma non si crede in<br />

niente, neanche alla vita delle emozioni belle, <strong>ci</strong> son guerre e pestilenze, Caro Pinocchio, ma nessuno<br />

vede e nessuno sente, dicono che questa sia la realtà – quella che non mi ricordo più che non mi<br />

garba ricordarmelo – e allora tutta la verità si dimentica e tutti a ricordarsi solo la realtà, quella a<br />

cui si crede, ma non crede a niente, quella che non si sa di chi è, e che allunga il naso, quella che non<br />

sa di Dio come non sa di te. Non ti scopro ora, ma tò trovato perché già non me lo ricordo più e non<br />

mi garba ricordarmelo, le più antiche e sagge, le parole che dicon tutto perché niente son, i pensieri<br />

belli dell’emozioni.<br />

<strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong><br />

www.ilmanoscrittodipatriziomarozzi.it

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