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MITI E FATTI - Informazione Corretta

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<strong>MITI</strong> E <strong>FATTI</strong><br />

Una Guida al conflitto Arabo-Israeliano<br />

di Mitchell G. Bard<br />

1


1.Le radici d'Israele…………………………………………….1<br />

2 Il periodo del mandato……………………………………….14<br />

3 La spartizione…………………………………………………23<br />

4. La guerra del 1948…………………………………………..28<br />

5. Verso Suez……………………………………………………35<br />

6. La Guerra dei Sei Giorni del 1967………………………….39<br />

7. Tra le guerre…………………………………………………48<br />

8. La guerra d'attrito 1967-1970………………………………53<br />

9. La Guerra del Kippur del 1973……………………………..55<br />

10 I confini……………………………………………………..60<br />

11. Israele ed il Libano…………………………………………70<br />

12. Le Guerre del Golfo……………………………………….82<br />

13. Le Nazioni Unite…………………………………………..96<br />

14. I Profughi…………………………………………………..104<br />

15. Il trattamento degli Ebrei nei paesi arabo-islamici…………129<br />

16. I diritti umani nei paesi arabi……………………………….155<br />

17. I diritti umani in Israele e nei Territori……………………..168<br />

18. Le rivolte dei Palestinesi…………………………………….181<br />

19. Gerusalemme…………………………………………………212<br />

20. La politica medioorientale americana……………………….226<br />

21 Gli insediamenti …………………………………………….261<br />

22. . L'equilibrio degli armamenti……………………………..276<br />

23. I media……………………………………………………….<br />

Le radici d'Israele, di Mitchell G. Bard<br />

Miti da confutare<br />

03.a. "Gli Ebrei non hanno titolo alla terra che chiamano Israele"<br />

03.b. "La Palestina e' sempre stata un paese arabo"<br />

03.c. "La Dichiarazione Balfour non ha dato agli Ebrei il diritto ad una patria in Palestina"<br />

03.d. "La 'poszione tradizionale' degli Arabi in Palestina e' stata messa a<br />

repentaglio dall'insediamento ebraico"<br />

03.e. "Il Sionismo e' razzismo"<br />

03.f. "I Sionisti avrebbero potuto scegliere un'altra contrada in luogo della Palestina"<br />

03.g. "Perfino Herzl aveva proposto l'Uganda come lo stato ebraico in luogo della Palestina"<br />

03.h. "Tutti gli Arabi si sono opposti alla Dichiarazione Balfour,<br />

considerandola un tradimento dei loro diritti"<br />

2


03.i. "I Sionisti non hanno fatto sforzo alcuno per stipulare un compromesso con gli Arabi"<br />

03.j. "I Sionisti sono stati lo strumento coloniale dell'Imperialismo occidentale"<br />

03.k. "Nel carteggio Hussein-MacMahon gli Inglesi avevano promesso agli Arabi l'indipendenza"<br />

03.l. "Gli Arabi hanno combattuto per la liberta' nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale"<br />

[I miti in dettaglio:]<br />

03.a. MITO<br />

"Gli Ebrei non hanno titolo alla terra che chiamano Israele"<br />

03.a. <strong>FATTI</strong><br />

Un comune fraintendimento e' che gli Ebrei siano stati costretti alla<br />

diaspora dai Romani dopo la distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme<br />

nel 70 EV, e che poi, 1.800 anni dopo, siano improvvisamente ritornati in<br />

Palestina rivendicando il loro paese. In realta', il popolo ebraico ha<br />

mantenuto i legami storici con la terra avita per oltre 3.700 anni, creando<br />

una lingua nazionale ed una civilta' peculiare.<br />

Il popolo ebraico fonda la sua rivendicazione alla Terra d'Israele su almeno<br />

quattro titoli:<br />

1) D%o ha promesso la terra al patriarca Abramo;<br />

2) Il popolo ebraico vi si e' stabilito e l'ha sviluppata;<br />

3) La comunita' internazionale ha concesso la sovranita' politica sulla<br />

Palestina al popolo ebraico;<br />

4) Il territorio e' stato catturato in seguito a guerre difensive.<br />

Anche dopo la distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme e l'inizio<br />

dell'esilio, la vita ebraica in Palestina e' continuata e spesso e' anche<br />

fiorita. Furono ricreate grandi comunita' a Gerusalemme ed a Tiberiade nel<br />

9no Secolo EV, e nell'11mo Secolo EV nacquero delle comunita' ebraiche a<br />

Rafa, Gaza, Ascalona, Giaffa e Cesarea.<br />

I Crociati massacrarono molti Ebrei nel 12mo Secolo EV, ma le comunita'<br />

ricuperarono nei successivi due secoli dacche' un gran numero di rabbini e<br />

semplici pellegirini ebrei immigro' a Gerusalemme ed in Galilea. Eminenti<br />

rabbini avrebbero fondato delle comunita' a Safed, Gerusalemme ed altrove<br />

nei successivi 300 anni. All'inizio del 19mo Secolo - molti anni prima della<br />

nascita del moderno movimento sionista - piu' di 10.000 Ebrei vivevano in<br />

quello che oggi e' Israele [1]. I settantotto anni di edificazione<br />

nazionale, che iniziarono nel 1870, culminarono nella rifondazione dello<br />

stato ebraico.<br />

Il "certificato di nascita" internazionale di Israele e' stato convalidato<br />

dalla promessa della Bibbia, dall'ininterrotto stabilimento ebraico fin dai<br />

tempi di Giosue'; dalla Dichiarazione Balfour del 1917; dal mandato della<br />

Societa' delle Nazioni, che includeva la Dichiarazione Balfour; la<br />

3


isoluzione di spartizione delle Nazioni Unite del 1947; l'ammissione<br />

d'Israele all'ONU del 1949; il riconoscimento d'Israele dalla maggior parte<br />

degli altri stati; e, soprattutto, la societa' creata dal popolo d'Israele<br />

in decenni di esistenza nazionale prospera e dinamica.<br />

03.a. LA FRASE CELEBRE:<br />

"Nessuno fa un favore ad Israele proclamando il suo 'diritto<br />

all'esistenza'".<br />

Il diritto d'Israele ad esistere, cosi' come quello degli Stati Uniti,<br />

dell'Arabia Saudita, e di altri 152 paesi, e' assiomatico ed assoluto. La<br />

legittimazione d'Israele non e' sospesa a mezz'aria in attesa di<br />

riconoscimento. (...)<br />

Certo non v'e' altro stato, grande o piccolo, giovane o vecchio, che<br />

considererebbe il semplice riconoscimento al suo 'diritto all'esistenza' un<br />

favore, od una concessione negoziale".<br />

Abba Eban [2]<br />

03.b. MITO<br />

"La Palestina e' sempre stata un paese arabo".<br />

03.b. <strong>FATTI</strong><br />

Si ritiene che il termine "Palestina" derivi dal nome "Filistei", un popolo<br />

egeo che, nel 12mo Secolo AEV, si insedio' lungo la pianura costiera<br />

dell'attuale Israele e della Striscia di Gaza. Nel Secondo Secolo EV, dopo<br />

aver schiacciato l'ultima rivolta giudaica, i Romani applicarono il nome<br />

"Palestina" prima alla Giudea (la parte meridionale di quella che ora e'<br />

chiamata la Riva Occidentale) in un tentativo di ridurre al minimo<br />

l'identificazione ebraica con la Terra d'Israele. La parola araba "Filastin"<br />

deriva da questo nome latino [3].<br />

Le Dodici Tribu' d'Israele hanno formato la prima monarchia costituzionale<br />

in Palestina verso il 1000 AEV. Il secondo re, Davide, fu il primo a fare di<br />

Gerusalemme la capitale dello stato. Sebbene la Palestina sia stata divisa<br />

in due regni separati, l'indipendenza ebraica sotto la monarchia e' durata<br />

per oltre 400 anni. Questo e' molto di piu' dell'indipendenza goduta dagli<br />

Americani in quello che ora chiamiamo "Stati Uniti" [4].<br />

Quando gli Ebrei cominciarono ad immigrare in Palestina in gran numero nel<br />

1882, ci vivevano meno di 250.000 Arabi, e la maggior parte di loro era<br />

giunta di recente. La grande maggioranza della popolazione araba nei decenni<br />

scorsi erano in un certo senso dei nuovi venuti - o immigrati di recente, o<br />

discendenti di persone che erano immigrate in Palestina negli ultimi 70<br />

anni" [5].<br />

La Palestina non e' mai stata un paese esclusivamente arabo, sebbene l'Arabo<br />

sia pian piano divenuto il linguaggio di gran parte della popolazione dopo<br />

4


le invasioni Mussulmane del Settimo Secolo EV. Non e' mai esistito uno stato<br />

indipendente arabo o palestinese in Palestina. Quando il famoso storico<br />

arabo-americano, il cattedratico di Princeton Prof. Philip Hitti,<br />

testimonio' contro la spartizione davanti al Comitato anglo-americano nel<br />

1946, egli disse: "Nella storia non c'e' alcuna cosa come la 'Palestina',<br />

proprio no" [6]. Difatti, la Palestina non e' mai esplicitamente menzionata<br />

nel Corano, dove viene invece chiamata "la terra santa" (al-Arad<br />

al-Muqaddash). [7]<br />

Prima della spartizione, gli Arabi palestinesi non si vedevano come<br />

portatori di un'identita' separata. Quando fu convocato il primo congresso<br />

delle Associazioni Islamico-Cristiane a Gerusalemme nel Febbraio 1919 per<br />

scegliere i rappresentanti palestinesi alla Conferenza di Pace di Parigi, fu<br />

adottata la seguente risoluzione:<br />

"Noi consideriamo la Palestina parte della Siria araba, dacche' non ne e'<br />

mai stata separata in alcun momento. Le siamo legati da legami nazionali,<br />

religiosi, linguistici, naturali, economici e geografici". [8]<br />

Nel 1937, un leader arabo locale, Auni Bey Abdul-Hadi, disse alla<br />

Commissione Peel, che avrebbe poi suggerito la spartizione della Palestina:<br />

"Non esiste un paese [detto Palestina]! 'Palestina' e' un termine coniato<br />

dai Sionisti! Non c'e' Palestina nella Bibbia. Il nostro paese e' stato per<br />

secoli parte della Siria". [9]<br />

Il rappresentante dell'Alto Comitato Arabo alle Nazioni Unite invio' una<br />

presa di posizione all'Assemblea Generale nel Marzo 1947 che sosteneva che<br />

"la Palestina era parte della Provincia di Siria" e che "politicamente, gli<br />

Arabi di Palestina non erano indipendenti nel senso che formavano un'entita'<br />

politica a se' stante". Alcuni anni dopo, Ahmed Shuqeiri, successivo<br />

presidente dell'OLP, avrebbe detto al Consiglio di Sicurezza: "Tutti sanno<br />

che la Palestina non e' altro che la Siria meridionale". [10]<br />

Il nazionalismo arabo-palestinese e' soprattutto un fenomeno successivo alla<br />

Prima Guerra Mondiale, che non e' divenuto un movimento politico<br />

significativo fino a dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967 e la presa<br />

israeliana della Riva Occidentale.<br />

03.c. MITO<br />

"La Dichiarazione Balfour non ha dato agli Ebrei il diritto ad una patria in<br />

Palestina"<br />

03.c. <strong>FATTI</strong><br />

Nel 1917, la Gran Bretagna emise la Dichiarazione Balfour:<br />

"Il Governo di Sua Maesta' vede con favore lo stabilirsi in Palestina di una<br />

dimora nazionale (national home) per il popolo ebraico, e fara' del suo<br />

meglio per facilitare il conseguimento dell'obbiettivo; sia ben inteso che<br />

non si fara' nulla che possa pregiudicare i diritti civili e religiosi delle<br />

comunita' non-ebraiche di Palestina od i diritti e la condizione politica<br />

5


goduti dagli Ebrei in qualsiasi altro paese".<br />

Secondo la Commissione Peel, nominata dal Governo Britannico per indagare<br />

sulle cause delle rivolte arabe del 1936, "si era inteso, al tempo della<br />

Dichiarazione Balfour, che il campo in cui doveva stabilirsi la Dimora<br />

Nazionale Ebraica era l'intera Palestina storica, compresa la<br />

Transgiordania". [11]<br />

Lo scopo del Mandato per la Palestina era mettere in atto la Dichiarazione<br />

Balfour. Esso si riferiva specialemnte ai "legami storici del popolo ebraico<br />

con la Palestina" ed al valore morale della "ricostituzione della loro<br />

dimora nazionale in quel paese". Il termine "ricostituzione" mostra il<br />

riconoscimento del fatto che la Palestina era stata la dimora degli Ebrei.<br />

Inoltre, i Britannici ricevettero istruzioni di "fare del loro meglio per<br />

facilitare" l'immigrazione ebraica, di incoraggiare gli insediamenti sulla<br />

terra e "garantire" la Dimora Nazionale Ebraica. Nel testo del mandato non<br />

appare la parola "Arabo". [12]<br />

Il mandato fu promulgato dai 52 governi della Societa' delle Nazioni il 24<br />

Luglio 1922.<br />

03.d. MITO<br />

"La 'posizione tradizionale' degli Arabi in Palestina e' stata messa a<br />

repentaglio dall'insediamento ebraico".<br />

03.d. <strong>FATTI</strong><br />

Per molti secoli, la Palestina e' stata una contrada popolata a chiazze,<br />

malcoltivata ed assai trascurata, contrada composta di colline erose,<br />

deserti sabbiosi e paludi malariche. Perfino nel 1880 il console americano a<br />

Gerusalemme riferiva che l'area stava continuando il suo declino storico.<br />

"La popolazione e la ricchezza della Palestina non sono cresciute negli<br />

ultimi quarant'anni", disse. [13]<br />

Il Rapporto della Commissione Reale Palestine cita una descrizione della<br />

Piana Marittima del 1913:<br />

"La strada che porta da Gaza al nord era solo una pista estiva adatta al<br />

trasporto con cammelli e carri. Nessun aranceto, frutteto o vigna uno puo'<br />

vedere finche' uno non raggiunge [il villaggio ebraico di] Yabna [Yavne] ...<br />

Le case sono tutte di fango. Non si vede finestra alcuna ... Gli aratri<br />

usati sono di legno ... I raccolti erano magrissimi ... Le condizioni<br />

sanitarie del villaggio erano orribili. Non esistevano scuole ... La parte<br />

occidentale, verso il mare, era perlopiu' un deserto ... I villaggi in<br />

quest'area erano pochi e poco popolati. Per tutta l'area erano sparse rovine<br />

di villaggi, dacche' a causa della prevalenza della malaria, molti villaggi<br />

erano stati abbandonati dagli abitanti". [14]<br />

Lewis French, il direttore britannico dello Sviluppo, scrisse della<br />

Palestina:<br />

6


"L'abbiamo trovata abitata da 'fellahin' che vivevano in casupole di fango e<br />

soffrivano gravemente della prevalente malaria ... Vaste zone ... non erano<br />

coltivate ... I 'fellahin', se non erano essi stessi ladri di bestiame,<br />

erano sempre pronti a dar ricetto a questi e ad altri criminali. Gli<br />

appezzamenti individuali ... cambiavano di mano ogni anno. La sicurezza<br />

pubblica era scarsa, e la sorte dei 'fellahin' era un alternarsi di<br />

saccheggi e ricatti da parte dei loro vicini, i Beduini". [15]<br />

Sorprendentemente, molte persone che non avevano simpatia per la causa<br />

sionista credevano gli Ebrei avrebbero migliorato la condizione degli Arabi<br />

palestinesi. Per esempio, Dawood Barakat, direttore del giornale egizio<br />

Al-Ahram, scrisse: "E' assolutamente necessario che nasca un'intesa tra i<br />

Sionisti e gli Arabi, perche' gli scontri verbali non possono fare che<br />

danno. I Sionisti sono indispensabili al paese: il denaro che porteranno, le<br />

loro cognizioni e la loro intelligenza, e l'industriosita' che li<br />

caratterizza contribuiranno senza dubbio alla rigenerazione del paese". [16]<br />

Pure un nazionalista arabo di spicco credeva che il ritorno degli Ebrei<br />

nella loro patria avrebbe contribuito alla risurrezione del paese. Seconso<br />

lo Sceriffo Hussein, il guardiano dei luoghi santi islamici in Arabia:<br />

"Le risorse del paese sono tuttora terreno vergine, e verranno sviluppate<br />

dagli immigranti ebrei. Una delle cose piu' stupefacenti fino a poco fa era<br />

che il Palestinese avevano l'abitudine di lasciare il suo paese, vagando per<br />

gli oceani in ogni direzione. Il suo suolo natio non poteva trattenerlo,<br />

sebbene i suoi avi ci avessero vissuto per mille anni. Allo stesso tempo,<br />

abbiamo visto gli Ebrei provenienti da paesi stranieri affluire in Palestina<br />

da Russia, Germania, Austria, Spagna, America. La causa delle cause non puo'<br />

sfuggire a coloro che hanno il dono di una profonda intuizione. Essi<br />

sapevano che la terra era per i suoi figli originari (abna'ihilasliyin), ad<br />

onta di tutte le loro diversita', una patria sacra ed amata. Il ritorno di<br />

questi esuli (jaliya) alla loro patria si dimostrera' una scuola<br />

sperimentale, materiale e spirituale, per i loro fratelli che sono con loro<br />

nei cambi, nelle fabbriche, nei commerci ed in ogni cosa legata allo sforzo<br />

ed alla fatica. [17]<br />

Come previsto da Hussein, la rigenerazione della Palestina, e la crescita<br />

della sua popolazione, giunsero solo dopo che gli Ebrei erano tornati in<br />

gran numero.<br />

03.d. LA FRASE CELEBRE<br />

Mark Twain, che visito' la Palestina nel 1867, la descrisse cosi': "... [un]<br />

paese desolato il cui suolo e' abbastanza ricco, ma e' dato tutto alle<br />

erbacce - una contrada silenziosa e dolente ... C'e' una tal desolazione che<br />

neppure l'immaginazione puo' adornarla con la pompa della vita e dell'azione<br />

... Non abbiamo mai visto anima viva per tutto il viaggio ... Ovunque c'era<br />

a malapena un albero od un cespuglio. Anche l'olivo ed il cactus, che<br />

rapidamente attecchiscono nei terreni senza valore, avevano praticamente<br />

abbandonato il paese". [18]<br />

7


03.e. MITO<br />

"Il Sionismo e' razzismo"<br />

03.e. <strong>FATTI</strong><br />

Nel 1975 l'Assemblea Generale dell'ONU adotto' una risoluzione che<br />

calunniava il Sionismo equiparandolo al razzismo. Nella sua arguta risposta<br />

alla risoluzione, l'Ambasciatore israeliano all'ONU Chaim Herzog noto'<br />

l'ironia della data, dacche' il voto cadeva giusto nel 37mo anniversario<br />

della Notte dei Cristalli.<br />

Il Sionismo e' il movimento nazionale di liberazione del popolo ebraico, che<br />

sostiene che gli Ebrei, come ogni altra nazione, hanno diritto ad una<br />

patria.<br />

La storia ha dimostrato la necessita' di assicurare la sicurezza ebraica con<br />

una patria nazionale. Il Sionismo riconosce che l'Ebraicita' e' definita da<br />

comuni origini, religione, cultura e storia.<br />

La realizzazione del sogno sionista e' esemplificata dai quasi cinque<br />

milioni di Ebrei, provenienti da piu' di cento paesi, che sono cittadini<br />

israeliani. Sono inoltre rappresentati nella popolazione israeliana circa un<br />

milione tra Arabi cristiani e mussulmani, Drusi, Baha'i, Circassi ed altri<br />

gruppi etnici. La presenza in Israele di migliaia di Ebrei di pelle scura<br />

provenienti da Etiopia, Yemen ed India e' la miglior confutazione della<br />

calunnia contro il Sionismo. In una serie di ponti aereo epici, chiamati<br />

Mose' (1984), Giosue' (1985) e Salomone (1991), Israele ha soccorso circa<br />

42.000 membri dell'antica comunita' ebraica etiopica.<br />

Molti Cristiani per tradizione hanno sostenuto gli scopi e gli ideali del<br />

Sionismo. Il carattere aperto e democratico di Israele e la sua protezione<br />

scrupolosa dei diritti religiosi e politici dei Cristiani e dei Mussulmani<br />

confutano l'accusa di esclusivismo.<br />

03.e. LA FRASE CELEBRE 1 (la parte 03.e. riprende poi)<br />

Scrivendo dopo che fu rivelata l'"Operazione Mose'", William Safire<br />

osservo': "Per la prima volta nella storia, migliaia di Neri sono portati in<br />

un paese non in catene, ma con dignita', non come schiavi, ma come<br />

cittadini". [19]<br />

03.e. CONTINUAZIONE<br />

Di contro, gli stati arabi definiscono la cittadinanza esclusivamente in<br />

base allo "jus sanguinis (native parentage)". E' quasi impossibile diventare<br />

cittadino per naturalizzazione in molti stati arabi, specialmente Algeria,<br />

Arabia Saudita e Kuwait. Diverse nazioni arabe hanno delle leggi che<br />

facilitano la naturalizzazione degli Arabi stranieri, con la precisa<br />

eccezione dei Palestinesi. Di contro, la Giordania ha istituito la sua<br />

"legge del ritorno" nel 1954, concedendo la cittadinanza a tutti gli<br />

ex-residenti della Palestina, salvo gli Ebrei [20].<br />

8


Condannare proprio l'autodeterminazione ebraica e' di per se' una forma di<br />

razzismo. "Un mondo che ha chiuso le porte agli Ebrei che volevano fuggire<br />

dai forni hitleriani non ha la statura morale per lamentarsi della<br />

preferenza data da Israele agli Ebrei", scrisse il famoso avvocato esperto<br />

in diritti civili Alan Dershowitz. [21]<br />

Quando fu avvicinato da uno studente che attaccava il Sionismo, Martin<br />

Luther King rispose: "Quando la gente critica i Sionisti, essa intende gli<br />

Ebrei. Tu stai facendo un discorso antisemita". [22]<br />

La risoluzione ONU del 1975 era parte di una campagna antiisraeliana<br />

arabo-sovietica risalente alla Guerra Fredda. Quasi tutti coloro che hanno<br />

votato a favore della risoluzione tra i non-arabi si sono scusati ed hanno<br />

cambiato posizione. Quando l'Assemblea Generale ha votato per abrogare la<br />

risoluzione nel 1991, solo alcuni stati arabi ed islamici, cosi' come Cuba,<br />

la Corea del Nord ed il Vietnam si sono opposti.<br />

Nel 2001, le nazioni arabe hanno cercato un'altra volta di delegittimare<br />

Israele cercando di fare dell'equiparazione del Sionismo al Razzismo parte<br />

dell'ordine del giorno della Conferenza ONU Contro il Razzismo che doveva<br />

cominciare il 31 Agosto a Durban, in Sudafrica. Gli uSA hanno minacciato di<br />

boicottare la conferenza se la proposta veniva messa all'ordine del giorno.<br />

03.e. LA FRASE CELEBRE 2<br />

"... E' inoltre importante inviare un segnale alle nazioni del mondo che<br />

amano la liberta' che non staremo a guardare se il mondo cerca di descrivere<br />

il Sionismo come razzismo. Questa e' la cosa piu' sbagliata del mondo, ed il<br />

Presidente e' orgoglioso di essere al fianco di Israele e della Comunita'<br />

Ebraica, e di inviare un segnale che nessun gruppo al mondo trovera'<br />

rispetto ed accettazione internazionali se il suo scopo e' equiparare il<br />

Sionismo col razzismo".<br />

Il Portavoce della Casa Bianca Ari Fleisher [23]<br />

03.f. MITO<br />

"I Sionisti avrebbero potuto scegliere un altro paese in luogo della<br />

Palestina"<br />

03.f. <strong>FATTI</strong><br />

Nel tardo 19mo Secolo, la nascita dell'antisemitismo religioso e razzista ha<br />

portato alla recrudescenza dei pogrom in Russia ed in Europa orientale,<br />

frantumanto le promesse di eguaglianza e tolleranza. Questo stimolo'<br />

l'immigrazione ebraica dall'Europa in Palestina.<br />

Nello stesso periodo, un'ondata di Ebrei immigro' in Palestina da Yemen,<br />

Marocco, Iraq e Turchia. Questi Ebrei erano all'oscuro del Sionismo politico<br />

di Theodor Herzl o dei pogrom europei. Essi erano motivati dal plurisecolare<br />

sogno di "Tornare a Sion", e dal timore dell'intolleranza. Udendo che le<br />

9


porte di Palestina erano aperte, essi sfidarono i disagi del viaggio e<br />

vennero in "Terra d'Israele".<br />

L'ideale sionista di un ritorno in Israele aveva profonde radici religiose.<br />

Molte preghiere ebraiche parlano di Israele, di Sion e della Terra<br />

d'Israele. L'ingiunzione a non dimenticare Gerusalemme, il luogo del Tempio,<br />

e' uno dei principali principi del Giudaismo. Gli Ebrei pregano verso<br />

Gerusalemme e recitano le parole "l'anno prossimo a Gerusalemme" ad ogni<br />

Pasqua. La religione, la cultura e la storia ebraiche rendono evidente che<br />

solo nella Terra d'Israele si puo' costruire la Comunita' ebraica.<br />

Nel 1897 i capi ebraici organizzarono formalmente il movimento sionista,<br />

chiedendo il ripristino della dimora nazionale ebraica in Palestina, dove<br />

gli Ebrei avrebbero potuto trovare rifugio ed autodeterminazione, e lavorare<br />

per la rinascita della loro civilta' e cultura.<br />

03.g. MITO<br />

"Lo stesso Herzl aveva proposto l'Uganda come stato ebraico in alternativa<br />

alla Palestina"<br />

03.g. <strong>FATTI</strong><br />

Theodor Herzl cerco' sostegno dalle grandi potenze per la creazione di una<br />

patria ebraica. Egli si rivolse alla Gran Bretagna, e s'incontro' con JOseph<br />

Chamberlain, il Segretario britannico alle Colonie, ed altre persone. I<br />

Britannici acconsentirono, in linea di principio, ad un insediamento ebraico<br />

in Africa orientale "a condizioni che consentiranno ai membri di osservare i<br />

loro costumi nazionali".<br />

Al Sesto Congresso Sionista a Basilea il 26 Agosto 1903, Herzl propose il<br />

Programma Uganda Britannica come un rifugio temporaneo di emergenza per gli<br />

Ebrei russi in pericolo immediato. Mentre Herzl chiariva che questo<br />

programma non avrebbe compromesso lo scopo ultimo del Sionismo, un'entita'<br />

ebraica in Terra d'Israele, la proposta suscito' una bufera nel Congresso e<br />

porto' quasi ad una scissione nel movimento sionista. L'Organizzazione<br />

Territoriale Ebraica (ITO) fu formata come risultato dell'unificazione dei<br />

vari gruppi che avevano sostenuto le proposte ugandesi di Herzl nel periodo<br />

1903-1905. Il Programma Uganda fu alla fine rigettato dal movimento sionista<br />

nel Settimo Congresso Sionista del 1905.<br />

03.h. MITO<br />

"Tutti gli Arabi si sono opposti alla Dichiarazione Balfour, ritenendola un<br />

tradimento dei loro diritti"<br />

03.h. <strong>FATTI</strong><br />

L'Emiro Faisal, figlio dello Sceriffo Hussein, il capo della rivolta araba<br />

contro i Turchi, firmo' un accordo con Chaim Weizmann ed altri capi sionisti<br />

alla Conferenza di Pace di Parigi del 1919. Essa riconosceva "la parentela<br />

razziale e gli antichi legami esistenti tra i popoli arabo ed ebraico" e<br />

10


concludeva che "il modo piu' sicuro di esaudire le loro aspirazioni<br />

nazionali era attraverso la piu' stretta collaborazione possibile nello<br />

sviluppo degli stati arabi e della Palestina". Inoltre, l'accordo prevedeva<br />

l'adempimento della Dichiarazione Balfour ed invocava tutte le misure<br />

necessarie "... ad incoraggiare e stimolare l'immigrazione su larga scala<br />

degli Ebrei in Palestina, ed insediare con la maggior rapidita' possibile<br />

gli immigranti ebraici sulla terra con insediamenti piu' ravvicinati ed<br />

un'agricoltura intensiva". [24]<br />

Faisal aveva condizionato la sua accettazione della Dichiarazione Balfour<br />

all'adempimento delle promesse d'indipendenza agli arabi fatte dagli Inglesi<br />

durante la guerra. Ma queste promesse non furono mantenute.<br />

I critici scartano l'accordo Weizmann-Faisal perche' non fu mai attuato;<br />

eppure, il fatto che i capi del movimento nazionalista arabo e del movimento<br />

sionista potessero mettersi d'accordo e' significativo perche' dimostra che<br />

le aspirazioni ebraiche ed arabe non si escludevano necessariamente a<br />

vicenda.<br />

03.i. MITO<br />

"I Sionisti non hanno fatto sforzo alcuno per un compromesso con gli Arabi"<br />

03.i. <strong>FATTI</strong><br />

Nel 1913, la dirigenza sionista riconobbe la desiderabilita' di raggiungere<br />

un accordo con gli Arabi. Sami Hochberg, proprietario del giornale<br />

Le-Jeune-Turc, rappresento' informalmente i Sionisti in un incontro con il<br />

Partito del Decentramento, con sede al Cairo, e con la Societa' per le<br />

Riforme, con sede a Beirut ed anti-ottomana, e pote' raggiungere un accordo.<br />

Quest'"intesa verbale" porto' all'adozione di una risoluzione che assicurava<br />

agli Ebrei uguali diritti sotto un governo decentrato. Hochberg riusci'<br />

anche a procurarsi un invito al Primo Congresso Arabo tenuto a Parigi nel<br />

Giugno 1913.<br />

Il congresso arabo si dimostro' sorprendentemente ricettivo verso le<br />

asiprazioni sioniste. Hochberg fu incoraggiato dalla risposta favorevole del<br />

Congresso all'intesa verbale. Abd-ul-Hamid Yahrawi, il Presidente del<br />

Congresso, riassunse l'atteggiamento dei delegati:<br />

"Tutti noi, sia Mussulmani che Cristiani, abbiamo i migliori sentimenti<br />

verso gli Ebrei. Quando abbiamo parlato nelle nostre risoluzioni dei diritti<br />

e dei doveri dei Siriani, questo comprendeva anche gli Ebrei. Poiche' sono<br />

nostri fratelli di razza, e li riteniamo come Sirinai che furono forzati a<br />

lasciare il paese un tempo, ma i cui cuori battono sempre insieme con i<br />

nostri, noi siamo certi che i nostri fratelli ebrei in tutto il mondo<br />

sapranno come aiutarci in modo che i nostri interessi comuni trionfino, e la<br />

nostra patria comune si sviluppi sia materialmente che moralmente". [25]<br />

Ma l'intesa verbale negoziata da Hochberg fu vanificata dagli sviluppi del<br />

tempo di guerra. La palese opposizione araba alla Dichiarazione Balfour<br />

convinse la dirigenza sionista della necessita' di concentrare gli sforzi<br />

11


sul raggiungimento di un'intesa con gli Arabi.<br />

Chaim Weizmann considerava il compito tanto importante da condurre una<br />

commissione sionista in Palestina per spiegare agli Arabi gli scopi del<br />

movimento. Weizmann venne prima al Cairo nel Marzo 1918 e s'incontro' con<br />

Said Shukeir, il Dr. Faris Nimr e con Suleiman Bey Nassif (dei nazionalisti<br />

arabi siriani che erano stati scelti dai Britannici come rappresentanti).<br />

Egli accentuo' il desiderio di vivere in armonia con gli Arabi in una<br />

Palestina britannica.<br />

La diplomazia di Weizmann ebbe successo. Nassif disse che "c'era abbastanza<br />

spazio in Palestina per un altro milione di abitanti senza nuocere alla<br />

posizione di quelli che c'erano gia'". [26] Il Dr. Nimr sparse informazioni<br />

attraverso il suo giornale cairota per eliminare i fraintendimenti del<br />

pubblico arabo sugli scopi del Sionismo. [27]<br />

Nel 1921, Winston Churchill tento' di organizzare un incontro tra i<br />

Palestinesi ed i Sionisti. Il 29 Novembre 1921 le due parti si incontrarono<br />

con gli Arabi, che insistevano che la Dichiarazione Balfour fosse abrogata.<br />

[28]<br />

Weizmann guido' un gruppo di Sionisti che s'incontro' col nazionalista<br />

siriano Riad al-Sulh nel 1921. I sionisti acconsentirono a sostenere le<br />

aspirazioni nazionalistiche arabe e Sulh disse che era disposto a<br />

riconoscere la Dimora Nazionale Ebraica. I colloqui ripresero l'anno<br />

successivo e fecero nascere la speranza di un accordo. Nel Maggio 1923,<br />

comunque, gli sforzi di Sulh di convincere i capi arabi palestinesi che il<br />

Sionismo era un fatto compiuto furono respinti. [29]<br />

Nei successivi 25 anni, i capi sionisti dentro e fuori la Palestina<br />

avrebbero ripetutamente tentato di negoziare con gli Arabi. Allo stesso<br />

modo, i capi d'Israele sin dal 1948 hanno cercato di stipulare dei trattati<br />

di pace con i paesi arabi, ma le uniche nazioni che li hanno firmati sono<br />

Egitto e Giordania.<br />

03.j. MITO<br />

"I Sionisti erano strumenti coloniali dell'Imperialismo occidentale"<br />

03.j. <strong>FATTI</strong><br />

"Colonialismo significa vivere sfruttando gli altri", ha scritto Yehoshofat<br />

Harkabi, "Ma che cosa puo' essere piu' lontano dal colonialismo<br />

dell'idealismo degli Ebrei che abitavano le citta' che lottano per divenire<br />

contadini ed uomini di fatica per vivere dell'opera delle loro mani?" [30]<br />

Inoltre, come noto' lo storico inglese Paul Johnson, i Sionisti erano ben<br />

lontani dall'essere strumenti dell'imperialismo, data la generale<br />

opposizione delle grandi potenze alla loro causa. "Dovunque in Occidente, i<br />

Ministeri degli Esteri, i Ministeri della Difesa, ed il Grande Capitale<br />

erano contro i Sionisti". [31]<br />

12


Inoltre l'Emiro Faisal vide il movimento sionista come un compagno del<br />

movimento nazionalista arabo, che lottava contro l'imperialismo, come<br />

spiego' in una lettera al Professore di Giurisprudenza ad Harvard e futuro<br />

Giudice della Corte Suprema USA Felix Frankfurter il 3 Marzo 1919, il giorno<br />

dopo che Chaim Weizmann ebbe presentato la causa sionista alla Conferenza di<br />

Parigi. Faisal scrisse:<br />

"Gli Arabi, specialmente quelli istruiti, guardano con la piu' profonda<br />

simpatia al movimento sionista ... Noi daremo agli Ebrei un caloroso<br />

benvenuto a casa ... Noi stiamo lavorando insieme per un Vicino Oriente<br />

riformato e riveduto, ed i nostri due movimenti si completano a vicenda. Il<br />

movimento ebraico e' nazionalista e non imperialista. E c'e' spazio in Siria<br />

per entrambi. Invero, io credo che nessuno puo' aver davvero successo senza<br />

l'altro". [32]<br />

03.j. LA FRASE CELEBRE<br />

"I nostri insedianti non vengono qui come i colonizzatori dall'Occidente che<br />

fanno fare ai nativi il loro lavoro; essi stessi mettono le loro spalle<br />

all'aratro e consumano le loro forze ed il loro sangue per far fruttare la<br />

terra. Ma non e' solo per noi che desideriamo la sua fertilita'. I contadini<br />

ebrei hanno cominciato ad insegnare ai loro fratelli, i contadini arabi, a<br />

coltivare le terre piu' intensivamente; vogliamo inoltre insegnar loro di<br />

piu': vogliamo coltivare la terra insieme con loro, 'servirla', come si dice<br />

in Ebraico. Piu' fertile diviene il suolo, piu' spazio ci sara' per noi e<br />

per loro. Non abbiamo desiderio di spossessarli: vogliamo vivere con loro.<br />

Non vogliamo dominarli, ma vogliamo servire insieme con loro ..."<br />

Martin Buber [33]<br />

03.k. MITO<br />

"I Britannici promisero agli Arabi l'indipendenza in Palestina nel carteggio<br />

tra Hussein e MacMahon".<br />

03.k. <strong>FATTI</strong><br />

La figura centrale nel movimento nazionalista arabo al tempo della Prima<br />

Guerra Mondiale fu Hussein ibn 'Ali, che fu nominato dal Comitato Turco<br />

dell'Unione e del Progresso Sceriffo della Mecca nel 1908. Come Sceriffo,<br />

Hussein era responsabile della custodia dei luoghi sacri islamici nello<br />

Hegiaz e, di conseguenza, fu riconosciuto come uni dei capi spirituali<br />

islamici.<br />

Nel Luglio 1915 Hussein mando' una lettera a Sir Henry MacMahon, Alto<br />

Commissario per l'Egitto, che lo informava dei termini per la partecipazione<br />

araba alla guerra contro i Turchi.<br />

Le successive lettere tra Hussein e MacMahon tracciarono le aree che la Gran<br />

Bretagna era pronta a cedere agli Arabi. Il carteggio Hussein-MacMahon<br />

omette in modo evidente di menzionare la Palestina. I Britannici sostennero<br />

che l'omissione era voluta, con cio' giustificando il loro rifiuto di dare<br />

13


agli Arabi l'indipendenza in Palestina dopo la guerra. [34] MacMahon<br />

spiego':<br />

"Ritengo mio dovere affermare, e lo faccio in modo definitivo ed enfatico,<br />

che non intendevo io, nel dare quest'impegno a Re Hussein, includere la<br />

Palestina nell'area in cui era promessa l'indipendenza araba. Io avevo<br />

inoltre ogni ragione di credere in quel momento che il fatto che la<br />

Palestina non era inclusa nel mio impegno fosse stato ben compreso da Re<br />

Hussein. [35]<br />

Eppure, gli Arabi ritennero allora, cosi' come ora, che le lettere fossero<br />

la promessa dell'indipendenza agli Arabi.<br />

Il carteggio lo si puo' leggere qui:<br />

http://www.us-israel.org/jsource/History/hussmac1.html<br />

03.l. MITO<br />

"Gli Arabi hanno combattuto per la liberta' nelle due guerre mondiali".<br />

03.l. <strong>FATTI</strong><br />

Ad onta dei romanzi romantici dell'epoca, la maggior parte degli Arabi non<br />

ha lottato insieme con gli Alleati contro i Turchi nella Prima Guerra<br />

Mondiale. David Lloyd George, Primo Ministro Britannico, noto' che la<br />

maggior parte degli Arabi ha lottato per i loro dominatori turchi. I<br />

sostenitori di Faisal in Arabia furono un'eccezione.<br />

Nella Seconda Guerra Mondiale, gli Arabi furono lentissimi ad entrare in<br />

guerra contro Hitler. Solo la Transgiordania segui' gli Inglesi nel 1939.<br />

L'Irak subi' un colpo di stato filonazista nel 1941 e si schiero' con<br />

l'Asse. Molti dei paesi arabi stettero a guardare, aspettando il 1945 per<br />

sapere chi avrebbe vinto. Allora, la Germania era condannata, e, poiche' era<br />

necessario entrare in guerra per aver titolo ad entrare nelle nascenti<br />

Nazioni Unite, gli Arabi cominciarono tardivamente a dichiarare guerra<br />

contro la Germania nel 1945: l'Egitto, il 25 Febbraio; la Siria, il 27<br />

Febbraio; il Libano, il 28 Febbraio; e l'Arabia Saudita il 2 Marzo. Di<br />

contro, circa 30.000 Ebrei palestinesi combatterono contro la Germania<br />

nazista.<br />

Note<br />

[1] Dan Bahat, ed. Twenty Centuries of Jewish Life in the Holy Land,<br />

(Jerusalem: The Israel Economist, 1976), pp. 61-63.<br />

[2] New York Times, (November 18, 1981).<br />

[3] Yehoshua Porath, The Emergence of the Palestinian-Arab National<br />

Movement, 1918-1929, (London: Frank Cass, 1974), p. 4.<br />

[4] Max Dimont, Jews, God and History, (NY: Signet, 1962), pp. 49-53.<br />

[5] Carl Voss, The Palestine Problem Today, Israel and Its Neighbors, (MA:<br />

Beacon Press, 1953), p. 13.<br />

[6] Jerusalem Post, (November 2, 1991).<br />

[7] Il riferimento coranico e': "Entra, popolo mio, la terra santa che Al%ah<br />

ti ha assegnato. Non volgerle la schiena, per non esserne scacciato come<br />

sconfitto" (Sura 5:21). Vedi Porath (74), p. 2 and 6n on p. 311.<br />

[8] Yehoshua Porath, Palestinian Arab National Movement: From Riots to<br />

Rebellion: 1929-1939, vol. 2, (London: Frank Cass and Co., Ltd., 1977), pp.81-82.<br />

[9] Jerusalem Post, (November 2, 1991).<br />

[10] Avner Yaniv, PLO, (Jerusalem: Israel Universities Study Group of Middle<br />

Eastern Affairs, August 1974), p. 5.<br />

[11] Ben Halpern, The Idea of a Jewish State, (MA: Harvard University Press,<br />

1969), p. 201.<br />

14


[12] Howard Sachar, A History of Israel: From the Rise of Zionism to Our<br />

Time, (NY: Alfred A. Knopf, 1979), p. 129.<br />

[13] Halpern, p. 108.[14] Palestine Royal Commission Report, p. 233.<br />

[15] Palestine Royal Commission Report, pp. 259-260.<br />

[16] Neville Mandel, "Attempts at an Arab-Zionist Entente: 1913-1914,"<br />

Middle Eastern Studies, (April 1965), p. 243.<br />

[17] Al-Qibla, (March 23, 1918), quoted in Samuel Katz, Battleground-Fact<br />

and Fantasy in Palestine, (NY: Bantam Books, 1977), p. 128.<br />

[18] Mark Twain, The Innocents Abroad, (London, 1881).<br />

[19] New York Times, (January 7, 1985).<br />

[20] Jordanian Nationality Law, Article 3(3) of Law No. 6 of 1954, Official<br />

Gazette, No. 1171, February 16, 1954.<br />

[21] Alan Dershowitz, Chutzpah, (MA: Little, Brown and Company, 1991), p.241.<br />

[22] Seymour Martin Lipset, "The Socialism of Fools-The Left, the Jews and<br />

Israel," Encounter, (December 1969), p. 24.<br />

[23] White House briefing regarding U.S. threat to boycott the UN Conference<br />

on racism, (July 27, 2001).<br />

[24] Chaim Weizmann, Trial and Error, (NY: Schocken Books, 1966), pp.<br />

246-247; Howard Sachar, A History of Israel: From the Rise of Zionism to Our<br />

Time, (NY: Alfred A. Knopf, 1979), p. 121.<br />

[25] Aharon Cohen, Israel and the Arab World, (NY: Funk and Wagnalls, 1970),p. 97.<br />

[26] Jon Kimche, There Could Have Been Peace: The Untold Story of Why We<br />

Failed With Palestine and Again With Israel, (England: Dial Press, 1973),pp. 136-137.<br />

[27] Aharon Cohen, Israel and the Arab World, (NY: Funk and Wagnalls, 1970),<br />

p. 71-73.<br />

[28] Yehoshua Porath, The Emergence of the Palestinian-Arab National<br />

Movement, 1918-1929, (London: Frank Cass, 1974), pp. 65-67.<br />

[29] Yehoshua Porath, The Emergence of the Palestinian-Arab National<br />

Movement, 1918-1929, (London: Frank Cass, 1974), pp. 112-114.<br />

[30] Yehoshofat Harkabi, Palestinians And Israel, (Jerusalem: Keter, 1974),<br />

[31] Paul Johnson, Modern Times: The World from the Twenties to the<br />

Nineties, (NY: Harper & Row, 1983), p. 485.[32] Samuel Katz, Battleground-Fact and Fantasy in Palestine, (NY: Bantam<br />

Books, 1977), p. 55.<br />

[33] From an open letter from Martin Buber to Mahatma Gandhi in 1939, quoted<br />

in Arthur Hertzberg, The Zionist Idea. PA: Jewish Publications Society1997, p. 464.<br />

[34] George Kirk, A Short History of the Middle East, (NY: Frederick Praeger<br />

Publishers, 1964), p. 314.<br />

[35]London Times, (July 23, 1937).<br />

Il Periodo del Mandato, di Mitchell G. Bard<br />

[Miti da confutare]<br />

04.a. "I Britannici hanno aiutato gli Ebrei a far sloggiare la popolazione<br />

araba nativa della Palestina"<br />

04.b. "I Britannici hanno permesso agli Ebrei di dilagare in Palestina<br />

mentre l'immigrazione araba era strettamente controllata"<br />

04.c. "I Britannici hanno cambiato la loro politica dopo la Seconda Guerra<br />

Mondiale per consentire ai superstiti dell'Olocausto di stabilirsi in Palestina"<br />

04.d. "Con la crescita della popolazione ebraica in Palestina, e' peggiorata<br />

la sorte degli Arabi palestinesi"<br />

04.e. "Gli Ebrei hanno rubato la terra araba"<br />

04.f. "I Britannici hanno aiutato i Palestinesi a convivere pacificamente<br />

con gli Ebrei"<br />

04.g. "Il Mufti non era antisemita"<br />

04.h. "L'Irgun ha fatto saltare in aria l'Albergo Re Davide all'interno di<br />

una campagna di terrore contro i civili"<br />

[I miti in dettaglio]<br />

04.a. MITO<br />

"I Britannici hanno aiutato gli Ebrei a far sloggiare la popolazione araba<br />

nativa della Palestina"<br />

15


04.a. <strong>FATTI</strong><br />

Herber Samuel, un Ebreo britannico che fu il primo Alto Commissario di<br />

Palestina, pose dei limiti all'immigrazione ebraica "nell'interesse della<br />

popolazione attuale" e della "capacita' di assorbimento del paese". [1] Si<br />

diceva infatti che l'afflusso di insedianti Ebrei stesse scalzando i<br />

"fellahin" (contadini del luogo) arabi dalla loro terra. Lo si diceva quando<br />

meno di un milione di persone viveva in un'area che ora ne mantiene piu' di<br />

nove milioni.<br />

Di fatto, i Britannici hanno ridotto la capacita' di assorbimento della<br />

Palestina con la spartizione del paese.<br />

Nel 1921, il Segretario alle Colonie Winston Churchill ritaglio' quasi<br />

quattro quinti della Palestina (circa 35.000 miglia quadrate, cioe' 91.000<br />

kmq) per creare un Emirato arabo nuovo di zecca, la Transgiordania. Come<br />

premio di consolazione per l'Hegiaz e l'Arabia attribuiti alla famiglia<br />

Saud, Churchill ricompenso' Abdullah, il figlio dello Sceriffo Hussein, per<br />

il suo contributo alla guerra contro la Turchia facendo di lui l'Emiro di<br />

Transgiordania.<br />

I Britannici fecero di piu' ponendo restrizioni agli acquisti immobiliari<br />

ebraici in quel che restava della Palestina, andando contro il testo del<br />

Mandato (Articolo 6), che affermava che "l'Amministrazione della Palestina<br />

... incoraggera', cooperando con l'Agenzia ebraica ... degli insediamenti<br />

ebraici ravvicinati sul territorio, comprese le terre demaniali e le terre<br />

incolte non destinate ad uso pubblico". Nel 1949, i Britannici avevano<br />

distribuito dei 187.500 acri di terra coltivabile (cioe' 76.000 ettari)<br />

87.500 acri agli Arabi (cioe' circa 35.500 ettari), e solo 4,250 (1.717<br />

ettari) agli Ebrei. [2]<br />

Alla fine, i Britannici ammisero che l'argomento della capacita' di<br />

assorbimento del paese era specioso. La Commissione Peel disse: "La forte<br />

immigrazione degli anni 1933-36 sembra mostrare che gli Ebrei sono stati<br />

capaci di accrescere la capacita' di assorbimento del paese per quanto<br />

riguarda gli Ebrei". [3]<br />

04.b. MITO<br />

"I Britannici hanno permesso agli Ebrei di dilagare in Palestina mentre<br />

l'immigrazione araba era strettamente controllata"<br />

04.b. <strong>FATTI</strong><br />

La risposta britannica all'immigrazione ebraica stabili' il precedente di<br />

ammansire gli Arabi che fu seguito per tutta la durata del Mandato. I<br />

Britannici posero restrizioni all'immigrazione ebraica, mentre consentivano<br />

agli Arabi di entrare liberamente nel paese. Sembra che Londra non abbia<br />

pensato che un'invasione di immigranti arabi avrebbe nuociuto alla capacita'<br />

di assorbimento del paese.<br />

Durante la Prima Guerra Mondiale la popolazione ebraica in Palestina<br />

16


diminui' a causa della guerra, della carestia, delle malattie e delle<br />

espulsioni. Nel 1915, vivevano circa 83.000 Ebrei in mezzo a 590.000<br />

Mussulmani ed Arabi cristiani. Secondo il censimento del 1922, la<br />

popolazione ebraica era di 84.000 persone, mentre gli Arabi erano 643.000.<br />

[4] Cosi', la popolazione araba e' cresciuta esponenzialmente, mentre quella<br />

ebraica e' stagnata.<br />

A meta' degli anni '20, l'immigrazione ebraica in Palestina e' cresciuta<br />

soprattutto a causa della legislazione economica antiebraica in Polonia e<br />

dell'imposizione di quote restrittive da parte di Washington. [5]<br />

Il numero record degli immigranti nel 1935 (vedi tabella) fu la risposta<br />

alla crescente persecuzione degli Ebrei nella Germania nazista.<br />

L'amministrazione britannica ritenne pero' tale numero eccessivo, cosi'<br />

l'Agenzia ebraica fu informata che meno di un terzo della quota richiesta<br />

sarebbe stata approvata nel 1936. [6]<br />

I Britannici cedettero ancora alle richieste arabe annunciando nel Libro<br />

Bianco del 1939 che entro dieci anni sarebbe stato uno stato arabo<br />

indipendente, e che per i successivi cinque anni, l'immigrazione ebraica<br />

sarebbe stata limitata a 75.000 persone, dopodiche' sarebbe completamente<br />

cessata. Inoltre vieto' la vendita di fondi agli Ebrei nel 95% del<br />

territorio palestinese. Cionondimeno, gli Arabi rigettarono la proposta.<br />

Immigranti ebrei in Palestina [7]<br />

Anno Numero<br />

1919 1.806 -1920 8.223-1921 8.294-1922 8.685-1923 8.175-1924 13.892-1925 34.386<br />

1926 13.855-1927 3.034-1928 2.178-1929 5.249-1930 4.944-1931 4.075-1932 12.533<br />

1933 37.337-1934 45.267-1935 66.472-1936 29.595-1937 10.629-1938 14.675-1939 31.195<br />

1940 10.643-1941 4.592<br />

Di contro, l'immigrazione araba fu senza limiti per tutto il periodo del<br />

Mandato. Nel 1930, la Commissione Hope Simpson, inviata da Lontra ad<br />

indagare sui tumulti arabi del 1929, disse che la pratica britannica di<br />

ignorare l'immigrazione araba incontrollata ed illegale dall'Egitto, dalla<br />

Transgiordania e dalla Siria aveva l'effetto di spiazzare i possibili<br />

immigranti ebrei. [8]<br />

Il Governatore britannico del Sinai tra il 1922 ed il 1936 osservo':<br />

"Quest'immigrazione illegale non giungeva solo dal Sinai, ma anche dalla<br />

Transgiordania e dalla Siria, ed e' molto difficile lamentarsi della miseria<br />

degli Arabi se non si riesce nel contempo ad impedire ai loro compatrioti<br />

degli stati vicini di venire a spartire quella miseria". [9]<br />

La Commissione Peel riferi' nel 1937 che la "scarsita' di terra e' dovuta<br />

meno alla quantita' di terra acquistata dagli Ebrei che alla crescita della<br />

popolazione araba". [10]<br />

04.c. MITO<br />

"I Britannici hanno cambiato la loro politica dopo la Seconda Guerra<br />

Mondiale per consentire ai superstiti dell'Olocausto di stabilirsi in<br />

17


Palestina"<br />

04.c. <strong>FATTI</strong><br />

Le porte della Palestina rimasero chiuse per tutta la durata della guerra,<br />

arenando centinaia di migliaia di Ebrei in Europa, molti dei quali sono<br />

divenuti vittime della Soluzione Finale di Hitler in Europa. Dopo la guerra,<br />

i Britannici rifiutarono di consentire ai sopravvissuti dell'incubo nazista<br />

di trovare rifugio in Palestina. Il 6 Giugno 1946, il Presidente Truman<br />

chiese al governo britannico di venire incontro alle sofferenze degli Ebrei<br />

confinati nei campi profughi in Eurpa accettando subito 100.000 immigrati<br />

ebrei. Il Ministro degli Esteri britannico, Ernest Bevin, rispose<br />

sarcasticamente che gli Stati Uniti volevano che i profughi ebrei<br />

emigrassero in Palestina poiche' non volevano che troppi di loro venissero a<br />

New York. [11]<br />

Alcuni Ebrei furono in grado di raggiungere la Palestina, molti a bordo di<br />

carrette su cui i membri delle organizzazioni ebraiche di resistenza<br />

riuscivano a farli imbarcare clandestinamente. Tra l'Agosto 1945 e la<br />

fondazione dello Stato d'Israele nel Maggio 1948, 65 navi di immigranti<br />

"illegali", che portavano 69.878 persone, arrivarono dalle coste europee.<br />

Nell'Agosto 1946, pero', i Britannici iniziarono ad internare le persone che<br />

catturavano a Cipro. Circa 50.000 persone furono recluse nei campi<br />

dell'isola, e 28.000 di loro erano ancora internate quando Israele dichiaro'<br />

l'indipendenza. [12]<br />

04.d. MITO<br />

"Con la crescita della popolazione ebraica in Palestina, e' peggiorata la<br />

sorte degli Arabi palestinesi"<br />

04.d. <strong>FATTI</strong><br />

La popolazione ebraica e' cresciuta di 470.000 unita' tra la Prima e la<br />

Seconda Guerra Mondiale, mentre quella non-ebraica e' cresciuta di 588.000<br />

unita'. [13] Infatti, la popolazione residente araba e' cresciuta del 120%<br />

tra il 1922 ed il 1947. [14]<br />

Questa rapida crescita fu il risultato di diversi fattori, uno dei quali<br />

l'immigrazione dagli stati vicini - che costituiva il 37% dell'immigrazione<br />

totale verso un Israele che non era ancora uno stato - di Arabi che volevano<br />

approfittare del miglior livello di vita reso possibile dagli Ebrei. [15] La<br />

popolazione araba e' cresciuta inoltre grazie alle migliori condizioni di<br />

vita create dagli Ebrei quando bonificarono le paludi malariche e portarono<br />

nella regione migliori condizioni igieniche e cure mediche. Pertanto, ad<br />

esempio, la mortalita' infantile mussulmana scese dal 201 per mille del 1925<br />

al 94 per mille nel 1945, e la speranza di vita crebbe dai 37 anni del 1926<br />

ai 49 nel 1943. [16]<br />

La popolazione araba crebbe soprattutto nelle citta' in cui una grande<br />

popolazione ebraica aveva creato nuove opportunita' economiche. Dal 1922 al<br />

1947 la popolazione ebraica crebbe del 290% ad Haifa, del 131% a Gerusalemme<br />

e del 158% a Giaffa. La crescita nelle cittadine arabe fu piu' modesta: 42%<br />

a Nablus, 78% a Jenin, 37% a Betlemme. [17]<br />

04.e. MITO<br />

18


"Gli Ebrei hanno rubato la terra araba"<br />

04.e. <strong>FATTI</strong><br />

Ad onta della crescita nella loro popolazione, gli Arabi hanno continuato a<br />

sostenere di essere stati sloggiati. La verita' e' che dall'inizio della<br />

Prima Guerra Mondiale, parte della terra palestinese era di proprieta' di<br />

latifondisti fannulloni che vivevano al Cairo, a Damasco ed a Beirut. Circa<br />

l'80% degli Arabi palestinesi erano contadini schiacciati dai debiti,<br />

seminomadi e Beduini. [18]<br />

In realta', gli Ebrei fecero piu' del dovuto per evitare di acquistare terra<br />

in zone da cui gli Arabi avrebbero potuto essere sloggiati. Essi cercavano<br />

terra perlopiu' incolta, paludosa, di poco prezzo, e, soprattutto, senza<br />

fittavoli. Nel 1920 il leader sionista laburista David Ben-Gurion manifesto'<br />

la sua preoccupazione per i 'fellahin' arabi, che riteneva "la parte piu'<br />

significativa della popolazione indigena". Ben-Gurion disse che "per nessun<br />

motivo noi dobbiamo toccare la terra che appartiene ai 'fellahin' o lavorata<br />

da loro". Egli propose di liberarli dai loro oppressori: "Solo se un<br />

'fellah' lascia la sua abitazione", aggiunse Ben-Gurion, "noi dovremmo<br />

offrirci di comprare la sua terra, ad un prezzo equo". [19]<br />

Solo dopo che gli Ebrei ebbero comprato tutta la terra incolta disponibile<br />

che essi cominciarono a comprare quella coltivata. Molti Arabi erano<br />

disposti a venderla a causa della migrazione alle citta' della costa e<br />

perche' avevano bisogno di denaro da investire nella coltura del cedro. [20]<br />

Quando John Hope Simpson arrivo' in Palestina nel Maggio 1930, egli<br />

osservo': "Essi [gli Ebrei] hanno pagato alti prezzo per la terra, ed<br />

inoltre hanno pagato ad alcuni degli occupanti di tali terre una<br />

considerevole quantita' di denaro che non erano legalmente tenuti a pagare".<br />

[21]<br />

Nel 1931 Lewis French compi' un'indagine sull'essere privi di terra ed alla<br />

fine offri' nuovi appezzamenti a qualsiasi Arabo fosse stato "spossessato".<br />

I funzionari britannici ricevettero piu' di 3.000 domande, di cui l'80% fu<br />

ritenuto invalido dal consigliere legale del Governo poiche' i richiedenti<br />

non erano Arabi senza terra. Rimasero percio' appena 600 Arabi senza terra,<br />

di cui 100 accettarono l'offerta di terra del Governo. [22]<br />

Nell'Aprile 1936, un guerrigliero siriano chiamato Fawzi alQawukji,<br />

comandante dell'Esercito di Liberazione Arabo, istigo' una recrudescenza di<br />

attacchi arabi contro gli Ebrei. In Novembre, quando i Britannici finalmente<br />

inviarono ad indagare una nuova commisisone presieduta da Lord Peel, erano<br />

gia' stati uccisi 89 Ebrei, e feriti piu' di 300. [23]<br />

Il rapporto della Commissione Peel trovo' che le lamentele arabe contro le<br />

acquisizioni ebraiche di terra erano infondate. Essa rimarco' che "molta<br />

della terra che ora porta aranceti era fatta di dune sabbiose, o paludosa ed<br />

incolta quando fu acquistata ... Ci sono ben poche prove che al momento dei<br />

precedenti acquisti i possessori possedessero le risorse o le competenze<br />

necessarie per sviluppare la terra". [24] Inoltre, la Commissione trovo' che<br />

la scarsita' di terra era "dovuta piu' alla crescita della popolazione araba<br />

che alla quantita' di terre acquistate dagli Ebrei". Il rapporto concludeva<br />

19


che la presenza degli Ebrei in Palestina, insieme con il lavoro<br />

dell'Amministrazione britannica, aveva portato salari piu' alti, un piu'<br />

alto livello di vita, e grandi occasioni di lavoro. [25]<br />

Nelle sue memorie, Re Abdullah di Transgiordania scrisse:<br />

"E' reso chiaro a tutti, sia dalla mappa tracciata dalla Commissione<br />

Simpson, sia dall'altra compilata dalla Commissione Peel, che gli Arabi sono<br />

tanto prodighi nel vendere la loro terra quanto lo sono nel piangere e<br />

lamentarsi inutilmente". [26]<br />

Anche al colmo delle rivolte arabe del 1938, l'Alto Commissario britannico<br />

in Palestina credeva che i proprietari terrieri arabi si stessero lamentando<br />

delle vendite agli Ebrei per tirare sul prezzo delle terre che volevano<br />

vendere. Molti proprietari terrieri arabi erano stati tanto terrorizzati dai<br />

ribelli arabi da decidere di lasciare la Palestina e vendere il loro<br />

patrimonio agli Ebrei. [27]<br />

Gli Ebrei pagavano prezzi esorbitanti ai ricchi latifondisti per averne<br />

piccoli appezzamenti di terra arida. "Nel 1944 gli Ebrei pagarono tra i<br />

1.000 ed i 1.100 dollari per acro (da 2.475 a 2.722 dollari ad ettaro) in<br />

Palestina, e si trattava soprattutto di terra arida o semiarida; nello<br />

stesso anno, la buona terra nera dello Iowa era venduta a 110 dollari l'acro<br />

(272 dollari l'ettaro)". [28]<br />

Nel 1947, le proprieta' terriere in Palestina ammontavano a circa 463.000<br />

acri (187.000 ettari). Circa 45.000 di questi acri (18.200 ettari) erano<br />

stati acquistati dal Governo del Mandato; 30.000 acri (12.100 ettari) da<br />

diverse chiese, e 387.500 (156.600 ettari) erano stati comprati dagli Arabi.<br />

Le analisi degli acquisti di terre tra il 1880 ed il 1948 mostrano che il<br />

73% degli appezzamenti ebraici fu comprato da latifondisti, non da poveri<br />

fellahin. [29] Tra coloro che avevano venduto le terre c'erano i sindaci di<br />

Gaza, Gerusalemme e Giaffa. As'ad elShuqeiri, un dotto religioso mussulmano<br />

e padre del presidente dell'OLP Ahmed Shuqeiri, ricevette denaro ebraico per<br />

la sua terra. Anche Re Abdullah affitto' terre agli Ebrei. Di fatto, molti<br />

capi del movimento nazionalista arabo, compresi i membri del Consiglio<br />

Supremo Mussulmano, vendettero terra agli Ebrei. [30]<br />

04.f. MITO<br />

"I Britannici hanno aiutato i Palestinesi a convivere pacificamente con gli<br />

Ebrei"<br />

04.f. <strong>FATTI</strong><br />

Nel 1921, Haj Amin el-Husseini comincio' per primo ad organizzare piccoli<br />

gruppi di squadre suicide (i "fedayin") per terrorizzare gli Ebrei. Haj Amin<br />

sperava di ripetere il successo di Kemal Ataturk in Turkia scacciando gli<br />

Ebrei dalla Palestina proprio come Kemal aveva scacciato gli invasori greci<br />

dal suo paese. [31] I radicali arabi poterono diventare influenti perche'<br />

l'amministrazione britannica fu poco disposta ad agire contro di loro in<br />

modo efficace finche' alla fine non si rivoltarono contro il dominio<br />

britannico.<br />

Il Colonnello Richard Meinertzhagen, ex capo del Servizio Segreto Militare<br />

britannico al Cairo, e poi Supremo Responsabile Politico per la Palestina e<br />

20


la Siria, scrisse nel suo diario che i funzionari britannici "propendono per<br />

l'esclusione del Sionismo in Palestina".<br />

I Britannici incoraggiarono i Palestinesi ad attaccare gli Ebrei. Secondo<br />

Meinertzhagen, il Colonnello Waters Taylor (consigliere finanziario<br />

dell'Amministrazione Militare in Palestina tra il 1919 ed il 1923)<br />

s'incontro' con Haj Amin alcuni giorni prima di Pasqua [quella cristiana,<br />

visto che il termine originale e' "Easter" e non "Passover" - Liang], nel<br />

1920, e gli disse che "a Pasqua aveva una grande opportunita' per mostrare<br />

al mondo ... che il Sionismo era impopolare non soltanto<br />

nell'Amministrazione della Palestina, ma anche a Whitehall, e che se<br />

disordini di sufficiente violenza fossero scoppiati a Gerusalemme a Pasqua,<br />

sia il Generale Bols (Sommo Amministratore in Palestina) che il Generale<br />

Allenby (Comandante delle Forze Egiziane tra il 1917 ed il 1919, e poi Alto<br />

Commissario per l'Egitto) avrebbero sostenuto l'abbandono della Dimora<br />

Ebraica. Waters-Taylor spiego' che solo attraverso la violenza si sarebbe<br />

ottenuta la liberta". [32]<br />

Haj Amir diede ascolto al colonnello ed istigo' una rivolta. I Britannici<br />

ritirarono da Gerusalemme i loro soldati e la polizia ebraica, consentendo<br />

alla marmaglia araba di attaccare gli Ebrei e di saccheggiare i loro<br />

esercizi. A causa del manifesto ruolo di Haj Amin nell'istigazione del<br />

pogrom, i Britannici decisero di arrestarlo. Ma Haj Amin riusci' a fuggire,<br />

e fu condannato in contumacia a 10 anni di reclusione.<br />

L'anno dopo, alcuni arabisti britannici convinsero l'Alto Commissario<br />

Herbert Samuel di graziare Haj Amin e di nominarlo Mufti'. Di contro,<br />

Vladimir Jabotinsky e diversi altri suoi seguaci, che avevano formato<br />

un'organizzazione di difesa ebraica durante la rivolta, furono condannati a<br />

15 anni di reclusione. [33]<br />

Samuel s'incontro' con Haj Amin l'11 Aprile 1921, e fu rassicurato "che<br />

l'influenza della sua famiglia, e la sua personale, sarebbero state dirette<br />

verso la tranquillita'". Tre settimane dopo, dei tumulti a Giaffa ed altrove<br />

lasciarono 43 morti ebrei. [34]<br />

Haj Amin consolido' il suo potere ed assunse il controllo di tutti i fondi<br />

religiosi mussulmani in Palestina. Egli uso' la sua autorita' per ottenere<br />

il controllo sulle moschee, le scuole ed i tribunali religiosi. Nessun Arabo<br />

poteva conseguire una posizione influente mancando di lealta' verso il<br />

Mufti'. Il suo potere era tanto assoluto che "nessun Mussulmano in Palistina<br />

avrebbe potuto nascere o morire senza che lo sapesse Haj Hamin". [35] Gli<br />

sgherri del Mufti' si assicurarono inoltre che egli non incontrasse<br />

opposizione uccidendo sistematicamente i Palestinesi dei clan rivali che<br />

discutevano su come cooperare con gli Ebrei.<br />

Come portavoce degli Arabi palestinesi, Haj Amin non chiese che la Gran<br />

Bretagna desse loro l'indipendenza. Al contrario, in una lettera a Churchill<br />

del 1921, egli chiese che la Palestina fosse riunita alla Siria ed alla<br />

Transgiordania. [36]<br />

Gli Arabi scoprirono che il tumultuare era un'efficace arma politica a causa<br />

del lassismo britannico verso la violenza contro gli Ebrei. Ad ogni tumulo,<br />

i Britannici fecero tutto quel che poterono per impedire agli Ebrei di<br />

proteggersi, ma fecero poco o nulla per impedire agli Arabi di attaccarli.<br />

21


Dopo ogni rivolta, una commissione d'inchiesta britannica avrebbe cercato di<br />

stabilire le cause della violenza. La conclusione era sempre la stessa: gli<br />

Arabi avevano paura di essere sloggiati dagli Ebrei. Per frenare i tumulti,<br />

la commissione raccomandava di porre dei limiti all'immigrazione ebraica.<br />

Cosi' gli Arabi si resero conto che potevano sempre frenare l'afflusso degli<br />

Ebrei inscenando un tumulto.<br />

Questo ciclo inizio' dopo una serie di tumulti nel Maggio 1921. Dopo aver<br />

mancato di proteggere la comunita' ebraica dalle masnade arabe, i Britannici<br />

nominarono la Commissione Haycraft per investigare sulla causa della<br />

violenza. Sebbene la commissione avesse concluso che ad aggredire erano<br />

stati gli Arabi, razionalizzo' la caus dell'attacco: "La causa fondamentale<br />

dei tumulti fu un sentimento tra gli Arabi di scontento ed ostilita' verso<br />

gli Ebrei, per motivi politici ed economico, e legato all'immigrazione<br />

ebraica, ed al loro concetto di politica sionista ..." [37]. Una conseguenza<br />

della violenza fu l'istituzione di un bando temporaneo all'immigrazione<br />

ebraica.<br />

Il timore degli Arabi di essere "sloggiati" o "dominati" fu usato come scusa<br />

per i loro spietati attacchi ai pacifici insedianti ebraici. Notate inoltre<br />

che tali tumultu non furono ispirati da fervore nazionalistico - dei<br />

nazionalisti si sarebbero ribellati contro i loro dominiatori britannici -<br />

bensi' da inimicizia ed incomprensioni razziali.<br />

Nel 1929 dei provocatori arabi riuscirono a convincere le masse che gli<br />

Ebrei avevano delle mire sul Monte del Tempio (una tattica che sarebbe stata<br />

riutilizzata in numerose occasioni, la piu' recente delle quali nell'anno<br />

2000 EV, dopo la visita di Ariel Sharon). Un rito religioso presso il Muro<br />

Occidentale, che fa parte del Monte del Tempio, fu il catalizzatore di un<br />

tumulto arabo antiebraico che trabocco' da Gerusalemme verso altre citta' e<br />

villaggi, come Safed ed Hebron.<br />

Un'altra volta, l'Amministrazione britannica non fece nulla per prevenire la<br />

violenza e, dopo che essa comincio', i Britannici non fecero nulla per<br />

proteggere la popolazione ebraica. Dopo sei giorni di caos, alla fine gli<br />

Inglesi portarono delle truppe per estinguere i disordini. Ma allora<br />

praticamente tutta la popolazione ebraica di Hebron era fuggita od era stata<br />

uccisa. 133 Ebrei furono uccisi e 399 feriti nei pogrom. [38]<br />

Dopo la fine dei tumulti, i Britannici ordinarono un'indagine che diede come<br />

frutto il Libro Bianco di Passfield. Esso disse che "l'immigrazione, gli<br />

acquisti di terre e le politiche di insediamento dell'Organizzazione<br />

Sionista erano gia', o era probabile che divenissero, di pregiudizio agli<br />

interessi arabi. Esso comprese le obbligazioni del Mandato verso la<br />

comunita' non-ebraica come se significassero che le risorse palestinesi<br />

dovessero essere riservate innanzitutto all'economia araba in crescita ..."<br />

[39]. Questo ovviamente significava che non bisognava ridurre solo<br />

l'immigrazione ebraica, ma anche gli acquisti di terre.<br />

04.g. MITO<br />

"Il Mufti non era antisemita"<br />

04.g. <strong>FATTI</strong><br />

22


Nel 1941, Haj Amin al-Husseini volo' in Germania e s'incontro' con Adolf<br />

Hitler, Heinrich Himmler, Joachim Von Ribbentrop ed altri capi nazisti. Egli<br />

voleva convincerli ad estendere il programma antiebraico nazista al mondo<br />

arabo.<br />

Il Mufti invio' ad Hitler 15 bozze di dichiarazioni che voleva che la<br />

Germania e l'Italia pronunciassero a proposito del Medio Oriente. Una<br />

chiedeva ai due paesi di dichiarare l'illegaliita' della Dimora Ebraica in<br />

Palestina. Inoltre, [cosi' proponeva la dichiarazione - Liang] "essi<br />

accordavano alla Palestina e ad altri paesi arabi il diritto di risolvere il<br />

problema degli elementi ebraici in Palestina e negli altri paesi arabi, in<br />

accordo con gli interessi degli Arabi, e con il medesimo sistema con cui si<br />

sta risolvendo il problema nei paesi dell'Asse". [40]<br />

Nel Novembre 1941, il Mufti s'incontro' con Hitler, che gli disse che gli<br />

Ebrei erano il suo piu' grande nemico. Il dittatore nazista pero' respinse<br />

le richieste del Mufti di una dichiarazione in favore degli Arabi,<br />

dicendogli che il tempo non era maturo. Il Mufti offri' ad Hitler i suoi<br />

"ringraziamenti per la simpatia che aveva sempre mostrato per la causa araba<br />

e specialmente quella palestinese, ed alla quale aveva dato chiara<br />

espressione nei suoi discorsi pubblici ... Gli Arabi erano gli amici<br />

naturali della Germania perche' avevano i suoi stessi nemici, cioe' ... gli<br />

Ebrei ...". Hitler rispose:<br />

"La Germania aveva dichiarato una guerra senza quartiere contro gli Ebrei.<br />

Questo naturalmente significava opporsi alla dimora nazionale ebraica in<br />

Palestina ... La Germania avrebbe fornito aiuto certo e concreto agli Arabi<br />

che combattevano la medesima battaglia ... l'obbiettivo della Germania [e']<br />

... soltanto la distruzione dell'elemento ebraico residente nella sfera<br />

araba ... in quel momento il Mufti sara' il portavoce piu' autorevole del<br />

mondo arabo". Il Mufti' non risparmio' i ringraziamenti ad Hitler. [41]<br />

Nel 1945 la Iugoslavia cerco' di accusare il Mufti come criminale di guerra<br />

per il suo ruolo nel reclutare 20.000 volontari mussulmani per le SS, che<br />

parteciparono all'uccisione degli Ebrei in Croazia ed Ungheria. Ma egli<br />

evase dalla Francia nel 1946 e continuo' la sua lotta antiebraica dal Cairo<br />

prima e da Beirut poi. Egli mori' nel 1974 EV.<br />

La famiglia Husseini continuo' ad avere un ruolo negli affari palestinesi<br />

con Faisal Husseini (il Mufti era zio di suo padre), ritenuto uno dei<br />

principali portavoce palestinesi nei Territori fino alla sua morte nel<br />

Maggio 2001 EV.<br />

04.h. MITO<br />

"L'Irgun ha fatto saltare in aria l'Albergo Re Davide all'interno di<br />

una campagna di terrore contro i civili"<br />

04.h. <strong>FATTI</strong><br />

L'Albergo Re Davide era la sede del comando militare britannico e della<br />

divisione britannica indagini criminali. L'Irguno lo scelse come bersaglio<br />

dopo che le truppe britanniche invasero il 29 Giugno 1946 l'Agenzia Ebraica<br />

confiscando grandi quantita' di documenti. All'incirca nello stesso momento,<br />

piu' di 2.500 Ebrei di tutta la Palestina furono messi agli arresti. Le<br />

23


informazioni sulle attivita' dell'Agenzia Ebraica, comprese le attivita'<br />

spionistiche nei paesi arabi, furono portate all'Albergo Re Davide.<br />

La settimana dopo, le notizie di un massacro di 40 Ebrei in un pogrom in<br />

Polonia ricordavano agli Ebrei di Palestina come la restrittiva politica<br />

britannica d'immigrazione avesse condannato a morte migliaia di loro.<br />

Il capo dell'Irgun Menachem Begin accentuo' il desiderio di evitare vittime<br />

civili, e disse di aver fatto tre telefonate: una all'albergo, un'altra al<br />

Consolato Francese, ed una terza al "Palestine Post", avvertendo che<br />

sarebbero presto scoppiate delle bombe nell'Albergo Re Davide.<br />

Le telefonate furono fatte il 22 Luglio 1946. A quanto pare, la telefonata<br />

all'albergo fu ricevuta ed ignorata. Begin cita un ufficiale britannico che<br />

avrebbe rifiutato di evacuare l'edificio: "Non prendiamo ordini dagli<br />

Ebrei". [42] Risultato: quando le bombe esplosero, il bilancio delle vittime<br />

fu altissimo - 91 morti, 45 feriti. Tra le vittime c'erano 15 Ebrei. Poche<br />

furono le persone dentro l'Albergo semplicemente ferite. [43]<br />

Al contrario degli attacchi arabi contro gli Ebrei, che furono ampiamente<br />

applauditi come azioni eroiche, il Consiglio Nazionale Ebraico sconfesso'<br />

l'attentato dinameitardo dell'Albergo Re Davide. [44]<br />

Per decenni i Britannici negarono di essere stati avvertiti. Ma nel 1979 EV<br />

un parlamentare britannico porto' delle prove che l'Irgun aveva davvero<br />

emesso l'avvertimento. Egli porto' la testimonianza di un ufficiale<br />

britannico che aveva udito altri ufficiali al bar dell'Albergo Re Davide<br />

scherzare su una minaccia sionista al quartier generale. L'ufficiale che<br />

udi' la conversazione fuggi' immediatamente dall'albergo e sopravvisse. [45]<br />

-Note:<br />

[1] Aharon Cohen, Israel and the Arab World, (NY: Funk and Wagnalls, 1970),p. 172; Howard Sachar, A History of Israel: From the Rise of Zionism<br />

to OurTime, (NY: Alfred A. Knopf, 1979), p. 146.[2] Moshe Auman, "Land Ownership in Palestine 1880-1948," in Michael Curtis,<br />

et al., The Palestinians, (NJ: Transaction Books, 1975), p. 25.[3] Palestine Royal Commission Report (the Peel Report), (London: 1937), p.<br />

300.[Henceforth Palestine Royal Commission Report].[4] Arieh Avneri, The Claim of Dispossession, (Tel Aviv: Hidekel Press,<br />

1984), p. 28; and Yehoshua Porath, The Emergence of the Palestinian-ArabNational Movement, 1918-1929, (London: Frank Cass, 1974), pp. 17-18.<br />

[5] Porath (1974), p. 18.[6] Cohen, p. 53.[7] Yehoshua Porath, Palestinian Arab National Movement: From Riots toRebellion: 1929-1939, vol. 2,<br />

(London: Frank Cass and Co., Ltd., 1977), pp.17-18, 39.[8] John Hope Simpson, Palestine: Report on Immigration, Land Settlement and<br />

Development, (London, 1930), p. 126.[9] Palestine Royal Commission Report, p. 291.[10] Palestine Royal Commission Report, p. 242.<br />

[11] George Lenczowski, American Presidents and the Middle East, (NC: DukeUniversity Press, 1990), p. 23.[12] Cohen p. 174.<br />

[13] Dov Friedlander and Calvin Goldscheider, The Population of Israel, (NY:Columbia Press, 1979), p. 30.[14] Avneri, p. 254.[15] Curtis, p. 38.<br />

[16] Avneri, pp. 264; Cohen p. 60.[17] Avneri, pp. 254-55.[18] Moshe Aumann, Land Ownership in Palestine 1880-1948, (Jerusalem:<br />

Academic Committee on the Middle East, 1976), p. 5.[19] Shabtai Teveth, Ben-Gurion and the Palestinian Arabs: From Peace to<br />

War, (London: Oxford University Press, 1985), p. 32.[20] Porath, pp. 80, 84.[21] Hope Simpson Report, p. 51.[22] Avneri, pp. 149-158; Cohen, p. 37;<br />

based on the Report on AgriculturalDevelopment and Land Settlement in Palestine by Lewis French, (December1931, Supplementary; Report, April<br />

1932) and material submitted to thePalestine Royal Commission.[23] Netanel Lorch, One Long War, (Jerusalem: Keter, 1976), p. 27; Sachar,<br />

p. 201.[24] Palestine Royal Commission Report (1937), p. 242.[25] Palestine Royal Commission (1937), pp. 241-242.[26] King Abdallah, My<br />

Memoirs Completed, (London, Longman Group, Ltd.,1978), pp. 88-89.[27] Porath (77), pp. 86-87.[28] Aumann, p. 13.[29] Abraham Granott, The<br />

Land System in Palestine, (London, Eyre andSpottiswoode, 1952), p. 278.[30] Avneri, pp. 179-180, 224-225, 232-234; Porath (77), pp. 72-73.<br />

[31] Jon Kimche, There Could Have Been Peace: The Untold Story of Why WeFailed With Palestine and Again With Israel, (England: Dial Press,<br />

1973), p.189.[32] Richard Meinertzhagen, Middle East Diary 1917-1956, (London: TheCresset Press, 1959), pp. 49, 82, 97.[33] Samuel Katz,<br />

Battleground-Fact and Fantasy in Palestine, (NY: BantamBooks, 1977), pp. 63-65; Howard Sachar, A History of Israel: From the Rise<br />

of Zionism to Our Time, (NY: Alfred A. Knopf, 1979), p. 97.[34] Paul Johnson, Modern Times: The World from the Twenties to the<br />

Nineties, (NY: Harper & Row, 1983), p. 438.[35] Larry Collins and Dominique Lapierre, O Jerusalem!, (NY: Simon andSchuster, 1972), p. 52.<br />

[36] Kimche, p. 211.[37] Ben Halpern, The Idea of a Jewish State, (MA: Harvard University Press,1969), p. 323.[38] Sachar, p. 174.<br />

[39] Halpern, p. 201.[40] "Grand Mufti Plotted To Do Away With All Jews In Mideast," Response,(Fall 1991), pp. 2-3.[41] Record of the<br />

Conversation Between the Fuhrer and the Grand Mufti ofJerusalem on November 28, 1941, in the Presence of Reich Foreign Minister<br />

and Minister Grobba in Berlin, Documents on German Foreign Policy,1918-1945, Series D, Vol. XIII, London, 1964, p. 881ff in Walter Lacquer and<br />

Barry Rubin, The Israel-Arab Reader, (NY: Facts on File, 1984), pp. 79-84.[42] Menachem Begin, The Revolt, (NY: Nash Publishing, 1977), p. 224.<br />

[43] J. Bowyer Bell, Terror Out Of Zion, (NY: St. Martin's Press), p. 172.[44] Anne Sinai and I. Robert Sinai, Israel and the Arabs: Prelude to the<br />

Jewish State, (NY: Facts on File, 1972), p. 83.[45] Benjamin Netanyahu, ed., "International Terrorism: Challenge AndResponse," Proceedings of the<br />

Jerusalem Conference on InternationalTerrorism, July 25, 1979, (Jerusalem: The Jonathan Institute, 1980), p. 45.<br />

Photo Credits: Israeli Government National Photo Collection<br />

La Spartizione, di Mitchell G. Bard<br />

[Miti da confutare]<br />

05.a. "Le Nazioni Unite hanno spartito la Palestina in modo ingiusto".<br />

24


05.b. "Il piano di spartizione ha dato agli Ebrei gran parte della terra, e<br />

tutta quella coltivabile".<br />

05.c. "Israele ha usurpato tutta la Palestina nel 1948".<br />

05.d. "Agli Arabi palestinesi non e' mai stato offerto uno stato e percio' a<br />

loro e' stato negato il diritto all'autodeterminazione".<br />

05.e. "La maggioranza della popolazione della Palestina era araba; percio'<br />

si sarebbe dovuto creare uno stato arabo unitario".<br />

05.f. "Gli Arabi erano preparati a far compromessi per evitare spargimenti<br />

di sangue".<br />

05.g. "L'Unione Sovietica si e' vigorosamente opposta alla spartizione".<br />

[I miti in dettaglio]05.a.<br />

MITO<br />

"Le Nazioni Unite hanno spartito la Palestina in modo ingiusto".<br />

05.a. <strong>FATTI</strong><br />

Al termine della Seconda Guerra Mondiale divenne di dominio pubblico<br />

l'ordine di grandezza dell'Olocausto. Questo ha reso piu' urgente la<br />

richiesta di una soluzione alla questione della Palestina in modo che i<br />

superstiti della "Soluzione Finale" di Hitler trovassero rifugio in una<br />

patria loro.<br />

I Britannici tentarono di formulare un accordo accettabile sia agli Arabi<br />

che agli Ebrei, ma la loro insistenza sull'approvazione dei primi li<br />

condanno' al fallimento perche' gli Arabi non avrebbero fatto alcuna<br />

concessione. Essi percio' affidarono la questione alle Nazioni Unite nel<br />

Febbraio 1947.<br />

Le Nazioni Unite fondarono una Commissione Speciale sulla Palestina (UNSCOP)<br />

per trovare una soluzione. I delegati di 11 nazioni (*) si recarono sul<br />

posto e scoprirono un'altra volta quello che era evidente gia' da un pezzo:<br />

le aspirazioni nazionali degli Ebrei e degli Arabi erano irrimediabilmente<br />

incompatibili.<br />

Gli atteggiamenti antitetici dei due gruppi "non potevano evitare di dare<br />

l'impressione che gli Ebrei sapevano quel che era giusto ed erano pronti a<br />

sostenere la loro causa davanti ad un qualsiasi tribunale imparziale, mentre<br />

gli Arabi non erano certi che la loro causa fosse giusta, od avevano paura<br />

di sottomettersi al giudizio delle nazioni". [1]<br />

Sebbene gran parte dei membri della Commissione avessero riconosciuto la<br />

necessita' di giungere ad un compromesso, fu difficile per loro formularne<br />

uno a causa dell'intrattabilita' delle parti. Ad un incontro con un gruppo<br />

di Arabi a Beirut, il membro cecoslovacco della Commissione disse ai suoi<br />

interlocutori: "Ho ascoltato le vostre richieste e mi pare proprio che voi<br />

concepiate cosi' il compromesso: 'Noi vogliamo tutte le nostre richieste<br />

esaudite, ed agli altri va quel che resta'". [2]<br />

Quando essi tornarono, i delegati di sette nazioni - Canada, Cecoslovacchia,<br />

Guatemala, Paesi Bassi, Peru', Svezia ed Uruguay - raccomandarono la<br />

formazione di due stati separati, arabo ed ebraico, legati da un'unione<br />

economica, con Gerusalemme come citta' internazionalizzata. Tre nazioni -<br />

India, Iran ed Iugoslavia - raccomandarono uno stato unitario diviso in<br />

25


province arabe ed ebraiche. L'Australia si astenne.<br />

Gli Ebrei di Palestina non erano contenti del piccolo territorio assegnato<br />

loro, ne' erano felici di vedere Gerusalemme staccata dallo stato ebraico;<br />

comunque, diedero il benvanuto al compromesso. Gli Arabi invece respinsero<br />

le raccomandazioni dell'UNSCOP.<br />

Il comitato ad hoc dell'Assemblea Generale dell'ONU respinse la richiesta<br />

araba di uno stato arabo unitario. Il 29 Novembre 1947 fu percio' adottata a<br />

maggioranza (33 a 13, 10 astenuti) la raccomandazione di maggioranza per la<br />

spartizione. [3]<br />

05.a. FRASE CELEBRE<br />

"E' dura capire come potrebbe il mondo arabo, meno ancora gli Arabi di<br />

Palestina, soffrire per quello che non e' altro che il puro riconoscimento<br />

di un fatto compiuto - la presenza in Palestina di una comunita' ebraica<br />

compatta, ben organizzata e virtualmente autonoma".<br />

Editoriale del Times [4]<br />

05.b. MITO<br />

"Il piano di spartizione ha dato agli Ebrei gran parte della terra, e tutta<br />

quella coltivabile".<br />

05.b. <strong>FATTI</strong><br />

Il piano di spartizione fu a macchia di leopardo soprattutto perche' le<br />

citta' ed i villaggi ebraici erano sparsi per tutta la Palestina. Questo non<br />

complico' il piano quanto il fatto che l'alto livello di vita nelle citta'<br />

ebraiche grandi e piccole aveva attirato una grande popolazione araba, il<br />

che garantiva che ogni spartizione avrebbe prodotto uno stato ebraico che<br />

avrebbe compreso una sostanziosa popolazione araba. Riconoscendo la<br />

necessita' di consentire un'ulteriore insediamento ebraico, la proposta di<br />

maggioranza attribui' agli Ebrei la terra nella parte settentrionale del<br />

paese, la Galilea, ed il vasto ed ardo deserto del Negev a sud. Il resto<br />

avrebbe dovuto formare lo stato arabo.<br />

Questi confini si basavano solo sulla demografia, senza alcuna<br />

considerazione per la sicurezza dello stato ebraico; percio' le frontiere<br />

del nuovo stato erano virtualmente indifendibili.<br />

A peggiorare ancora la situazione ci fu l'insistenza della maggioranza<br />

dell'ONU che Gerusalemme fosse separata da ambo gli stati e fosse<br />

amministrata come una zona internazionale. Quest'accordo lascio' piu' di<br />

100.000 Ebrei a Gerusalemme isolati dal loro paese e circondati dallo stato<br />

arabo.<br />

I critici sostengono che le Nazioni Unite hanno dato agli Ebrei la terra<br />

fertile, mentre agli Arabi fu attribuita terra collinosa ed arida. Questo<br />

non e' vero. Circa il 60% dello stato ebraico doveva essere l'arido deserto<br />

del Negev.<br />

Gli Arabi erano la maggioranza della popolazione totale della Palestina -<br />

1,2 milioni di Arabi contro 600.000 Ebrei. Gli Ebrei non ebbero mai la<br />

possibilita' di divenire maggioranza nel paese a causa della restrittiva<br />

26


politica d'immigrazione dei britannici. Di contro, gli Arabi erano liberi di<br />

venire - e lo fecero in migliaia - per approfittare del rapido sviluppo<br />

stimolato dall'insediamento sionista. Inoltre, gli Ebrei erano la<br />

maggioranza nell'area attribuita loro dalla risoluzione ed a Gerusalemme.<br />

Oltre a circa 600.000 Ebrei, 350.000 Arabi risiedevano nello stato ebraico<br />

creato dalla spartizione. Circa 92.000 Arabi vivevano a Tiberiade, Safed,<br />

Haifa e Bet Shean, ed altri 40.000 erano Beduini, molti dei quali vivevano<br />

nel deserto. Il resto della popolazione araba era sparsa per tutto lo stato<br />

ebraico ed occupava la maggior parte della terra coltivata. [5]<br />

Secondo le statistiche britanniche della Ricognizione della Palestina del<br />

1948, l'8,6% della terra dello stato ebraico era nel 1948 di proprieta' di<br />

Ebrei, ed il 3,3% di Arabi israeliani. Un altro 16,9% fu abbandonato dagli<br />

Arabi che lasciarono il paese. Il resto, piu' del 70%, era nelle mani della<br />

potenza mandataria, e passo' al controllo israeliano dopo la partenza dei<br />

Britannici. [6]<br />

05.c. MITO<br />

"Israele ha usurpato tutta la Palestina nel 1948"<br />

05.c. <strong>FATTI</strong><br />

Quasi l'80% di quel che era la Palestina storica e la Dimora Nazionale<br />

Ebraica, cosi' come definita dalla Societa' delle Nazioni, fu amputata dai<br />

Britannici nel 1922 ed assegnata a quella che sarebbe divenuta la<br />

Transgiordania. Li' fu proibito l'insediamento ebraico. Le nazioni unite<br />

hanno spartito il restante 20% della Palestina in due stati. Con<br />

l'annessione giordana della riva occidentale nel 1950, gli Arabi<br />

controllavano circa l'80% del territorio del Mandato, mentre lo stato<br />

ebraico ne possedeva un misero 17,5% (il resto era Gaza, occupata<br />

dall'Egitto).<br />

05.d. MITO<br />

"Agli Arabi palestinesi non e' mai stato offerto uno stato e percio' a loro<br />

e' stato negato il diritto all'autodeterminazione".<br />

05.d. <strong>FATTI</strong><br />

La Commissione Peel concluse nel 1937 che l'unica risposta logica alle<br />

aspirazioni contraddittorie degli Ebrei e degli Arabi era dividere la<br />

Palestina in due stati separati, ebraico ed arabo. Gli Arabi rifiutarono il<br />

piano perche' li obbligava ad accettare la creazione di uno stato ebraico,<br />

ed imponeva ad alcuni Palestinesi di vivere sotto "il dominio ebraico". I<br />

Sionisti si opposero ai confini stabiliti dal Piano Peel perche' essi<br />

sarebbero stati confinati in poco piu' di un ghetto di 1.900 delle 10.310<br />

miglia quadrate (4.921 kmq su 26.703) che restavano alla Palestina.<br />

Comunque, i Sionisti decisero di negoziare con i Britannici, mentre gli<br />

Arabi si rifiutarono di prendere in considerazione qualsiasi compromesso.<br />

Di nuovo, nel 1939, il Libro Bianco britannico invocava la fondazione di uno<br />

stato arabo in Palestina entro 10 anni, e la limitazione dell'immigrazione<br />

ebraica a non piu' di 75.000 persone nei successivi cinque anni, dopodiche'<br />

nessuno sarebbe stato ammesso in Palestina senza il consenso della<br />

27


popolazione araba. Sebbene agli Arabi fosse stata data una concessione nel<br />

campo dell'immigrazione ebraica, e fosse stata offerta loro l'indipendenza -<br />

obiettivo dei nazionalisti arabi - essi rigettarono il Libro Bianco.<br />

Con la spartizione, ai Palestinesi fu dato uno stato e l'opportunita' di<br />

autodeterminarsi. Anche questo fu rifiutato.<br />

05.e. MITO<br />

"La maggioranza della popolazione della Palestina era araba; percio' si<br />

sarebbe dovuto creare uno stato arabo unitario"<br />

05.e. <strong>FATTI</strong><br />

Al tempo della risoluzione di spartizione del 1947, gli Arabi avevano la<br />

maggioranza nella Palestina Occidentale nel suo complesso (1,2 milioni di<br />

Arabi contro 600.000 Ebrei) [7]. Ma gli Ebrei erano la maggioranza nell'area<br />

loro attribuita dalla risoluzione ed a Gerusalemme.<br />

Prima del Mandato, nel 1922, la popolazione araba palestinese continuava a<br />

diminuire; dopo, gli Arabi cominciarono a venire da tutti i paesi<br />

circostanti; inoltre, la popolazione araba crebbe esponenzialemnte quando<br />

gli insedianti ebraici migliorarono le condizioni sanitarie in Palestina.<br />

La decisione di spartire la Palestina non era data solo dalla demografia;<br />

era basata sulla conclusione che le rivendicazioni territoriali degli Ebrei<br />

e degli Arabi erano inconciliabili, e che il compromesso piu' logico era la<br />

creazione di due stati. Ironicamente, in quello stesso anno, il 1947, i<br />

membri arabi delle Nazioni Unite sostennero la spartizione del subcontinente<br />

indiano e la creazione del nuovo stato del Pakistan, prevalentemente<br />

mussulmano.<br />

05.f. MITO<br />

"Gli Arabi erano preparati a far compromessi per evitare spargimenti di<br />

sangue"<br />

05.f. <strong>FATTI</strong><br />

Mentre si avvicinava il voto sulla spartizione, divenne evidente che poche<br />

speranze c'erano per una soluzione politica ad un problema che andava oltre<br />

la politica: l'indisponibilita' araba ad accettare uno stato ebraico in<br />

Palestina ed il rifiuto dei Sionisti di accontentarsi di meno.<br />

L'implacabilita' degli Arabi fu chiara quando i rappresentanti dell'Agenzia<br />

ebraica David Horowitz ed Abba Eban fecero l'estremo sforzo di raggiungere<br />

un compromesso in un incontro col Segretario della Lega Araba Azzam Pasha il<br />

16 Settembre 1947. Pasha disse brutalmente loro:<br />

"Il mondo arabo non e' dell'umore adatto al compromesso. Signor Horowitz, e'<br />

probabile che il vostro piano sia razionale e logico, ma il destino delle<br />

nazioni non e' deciso dalla logica razionale. Le nazioni non concedono, ma<br />

combattono. Non avrete alcunche' con mezzi pacifici o col compromesso.<br />

Magari avrete qualcosa, ma solo con la forza delle vostre armi. Noi<br />

proveremo a sconfiggervi. Non sono certo che ci riusciremo, ma ci proveremo.<br />

Siamo stati capaci di scacciare i Crociati, ma d'altronde abbiamo perso la<br />

Spagna e la Persia. Potrebbe anche capitarci di perdere la Palestina. Ma e'<br />

28


troppo tardi per parlare di soluzioni pacifiche" [8].<br />

05.g. MITO<br />

"L'Unione Sovietica si e' vigorosamente opposta alla spartizione"<br />

05.g. <strong>FATTI</strong><br />

Dopo che i Britannici decisero di portare il problema palestinese all'ONU,<br />

il consigliere sulla Palestina del Ministro degli Esteri Ernest Bevin chiese<br />

ad un rappresentante dell'Agenzia ebraica perche' gli Ebrei avevano lasciato<br />

che fossero le Nazioni Unite a decidere il destino della Palestina. "Non<br />

sapete", egli disse, "che l'unica possibilita' perche' sia fondato uno stato<br />

ebraico e' che gli USA e l'URSS siano d'accordo. Non e' mai accaduto. Non<br />

puo' mai accadere. Non accadra' mai".<br />

Ma nel Maggio 1947 il delegato sovietico Andrei Gromyko disse:<br />

"Il fatto che nessuno stato dell'Europa occidentale sia stato capace di<br />

garantire la difesa dei diritti elementari del popolo ebraico e di<br />

proteggerlo dalla violenza dei boia fascisti spiega l'aspirazione degli<br />

Ebrei di fondare il loro proprio stato. Sarebbe ingiusto non tenerne conto e<br />

negare il diritto del popolo ebraico a realizzare quest'aspirazione" [9].<br />

Alcuni mesi dopo, l'Unione Sovietica sostenne la spartizione e poi divenne<br />

la seconda nazione che riconobbe Israele.<br />

Note<br />

[1] Aharon Cohen, Israel and the Arab World, (Boston: Beacon Press, 1976),<br />

pp. 369-370.<br />

[2] Cohen, p. 212.<br />

[3] Favorevoli alla spartizione: Australia, Belgio, Bolivia, Brasile,<br />

Bielorussia, Canada, Costa Rica, Cecoslovacchia, Danimarca, Repubblica<br />

Dominicana, Ecuador, Francia, Guatemala, Haiti, Islanda, Liberia,<br />

Lussemburgo, Olanda, Nuova Zelanda, Nicaragua, Norvegia, Panama, Paraguay,<br />

Peru', Filippine, Polonia, Svezia, Ucraina, Unione Sudafricana, URSS,<br />

USA, Uruguay, Venezuela.<br />

Contrari alla spartizione: Afghanistan, Cuba, Egitto, Grecia, India, Iran,<br />

Iraq, Libano, Pakistan, Arabia Saudita, Siria, Turchia, Yemen.<br />

Astenuti: Argentina, Cile, Cina [cioe' Taiwan], Colombia, El Salvador,<br />

Etiopia, Honduras, Messico, Gran Bretagna, Iugoslavia. Yearbook of the<br />

United Nations, 1947-48, (NY: United Nations, 1949), pp. 246-47.<br />

[4] London Times, (December 1, 1947).<br />

[5] Cohen, p. 238.<br />

[6] Moshe Aumann, "Land Ownership in Palestine, 1880-1948," in Michael<br />

Curtis, et al., The Palestinians, (NJ: Transaction Books, 1975), p. 29,<br />

quoting p. 257 of the Government of Palestine, Survey of Palestine.<br />

[7] Arieh Avneri, The Claim of Dispossession, (NJ: Transaction Books, 1984),<br />

p. 252.<br />

[8] David Horowitz, State in the Making, (NY: Alfred A. Knopf, 1953), p.<br />

233.<br />

[9] United Nations General Assembly, First Special Session, May 14, 1947, UN<br />

Document A/PV 77.<br />

[*] Australia, Canada, Cecoslovacchia, Guatemala, India, Iran, Paesi Bassi,<br />

Peru', Svezia, Uruguay ed Iugoslavia.<br />

29


La Guerra del 1948, di Mitchell G. Bard<br />

Miti da confutare<br />

06.a. "Gli Ebrei hanno cominciato la prima guerra contro gli Arabi"<br />

06.b. "Il Piano Bernadotte Plan fu un'alternativa praticabile alla<br />

spartizione"<br />

06.c. "Gli Stati Uniti sono stati l'unica nazione ad aver criticato<br />

l'attacco arabo ad Israele"<br />

06.d. "E' stato il sostegno occidentale ad Israele a permettere agli Ebrei<br />

di conquistare la Palestina"<br />

06.e. "Il boicottaggio economico arabo ad Israele e' stato imposto dopo la<br />

guerra del 1948"<br />

[I miti in dettaglio]<br />

06.a. MITO<br />

"Gli Ebrei hanno cominciato la prima guerra contro gli Arabi"<br />

06.a. <strong>FATTI</strong><br />

La violenza in Terrasanta esplose appena dopo l'annuncio della spartizione<br />

decisa dall'ONU il 29 Novembre 1947. Jamal Husseini, il portavoce dell'Alto<br />

Comitato Arabo, aveva gia' detto all'ONU prima del voto sulla spartizione<br />

che gli Arabi avrebbero inondato "il sangue del nostro amato paese con<br />

l'ultima goccia del nostro sangue" [1].<br />

La profezia di Husseini comincio' ad avverarsi dopo l'annuncio dell'ONU. Gli<br />

Arabi proclamarono uno sciopero di protesta ed sobillarono disordini che<br />

provocarono la morte di 62 Ebrei e 32 Arabi. Alla fine della seconda<br />

settimana, 93 Arabi, 84 Ebrei e 7 Inglesi erano stati uccisi, ed i feriti<br />

erano decine e decine. Tra il 30 Novembre ed il 1 Febbraio 1.427 Arabi, 381<br />

Ebrei e 46 Britannici vennero uccisi, e 1.035 Arabi, 725 Ebrei e 135<br />

Britannici furono feriti. Solo in Marzo, 271 Ebrei e 257 Arabi morirono in<br />

attacchi arabi e contrattacchi ebraici. [2]<br />

Il presidente dell'Alto Comitato Arabo disse che gli Arabi avrebbero<br />

"lottato per ogni pollice del loro paese". [3] Due giorni dopo, i<br />

sant'uomini dell'Universita' Al-Azhar del Cairo si rivolsero al mondo<br />

mussulmano per proclamare una jihad (guerra santa) contro gli Ebrei. [4]<br />

I primi attacchi su vasta scala cominciarono il 9 Gennaio 1948, quando circa<br />

mille arabi attaccarono le comunita' ebraiche della Palestina<br />

settentrionale. In Febbraio, i Britannici dissero che si erano infiltrati<br />

cosi' tanti arabi che non avevano le truppe necessarie per respingerli. [5]<br />

Di fatto, i Britannici cedettero basi ed armi agli irregolari arabi ed alla<br />

Legione Araba.<br />

Nella prima fase della guerra, che duro' dal 29 Novembre 1947 al 1 Aprile<br />

1948, gli Arabi palestinesi furono all'offensiva, con l'aiuto di volontari<br />

dei paesi vicini. Gli Ebrei subirono gravi perdite ed il passaggio su gran<br />

parte delle strade principali era impedito.<br />

Il 26 Aprile 1948, il Re di Transgiordania Abdullah disse:<br />

30


"Tutti i nostri sforzi per trovare una soluzione pacifica al problema della<br />

Palestina sono falliti. L'unica via che ci rimane e' la guerra. Avro' il<br />

piacere e l'onore di salvare la Palestina". [6]<br />

Il 4 Maggio 1948, la Legione Araba attacco' Kfar Etzion. I difensori li<br />

respinsero, ma la Legione torno' la settimana dopo. Due giorni dopo, gli<br />

insedianti, male armati ed inferiori di numero, furono sopraffatti. Molti<br />

difensori furono massacrati dopo che si erano arresi. [7] E questo prima<br />

dell'invasione degli eserciti arabi regolari che segui' la Dichiarazione<br />

d'Indipendenza d'Israele.<br />

Le Nazioni Unite diedero agli Arabi la colpa della violenza. La Commissione<br />

ONU per la Palestina non ebbe mai il permesso, ne' dagli Arabi ne' dai<br />

Britannici di recarsi in Palestina per attuare la risoluzione. Il 16<br />

Febbraio 1948 la Commissione riferi' al Consiglio di Sicurezza:<br />

<br />

[8]<br />

Gli Arabi furono molto diretti nel prendersi la responsabilita' dell'inizio<br />

della guerra. Jamal Husseini disse al Consiglio di Sicurezza il 16 Aprile<br />

1948:<br />


06.b. <strong>FATTI</strong><br />

Nell'estate del 1948, il Conte Folke Bernardotte fu inviato dalle Nazioni<br />

Unite in Palestina per mediare una tregua e tentare di negoziare un<br />

compromesso. Il piano di Bernardotte chiedeva allo Stato ebraico di<br />

consegnare il Negev e Gerusalemme alla Transgiordania in cambio della<br />

Galilea occidentale. Questo piano era simile ai confini che erano stati<br />

proposti prima del voto sulla spartizione, e che tutte le parti avevano<br />

rifiutato. Ora la proposta veniva offerta dopo che gli Arabi erano andati in<br />

guerra per impedire la spartizione ed era stato dichiarato uno stato<br />

ebraico. Sia gli Ebrei che gli Arabi rifiutarono il piano.<br />

Ironicamente, Bernardotte trovo' tra gli Arabi poco entusiasmo per<br />

l'indipendenza. Egli scrisse nel suo diario:<br />

"Gli Arabi palestinesi al momento non hanno una volonta' loro. Ne' hanno mai<br />

sviluppato un nazionalismo palestinese specifico. La domanda di uno stato<br />

arabo separato in Palestina e' pertanto relativamente debole. Semberebbe<br />

proprio che nelle circostanze attuali gran parte degli Arabi palestinesi<br />

sarebbe alquanto contenta di essere incorporata nella Transgiordania" [12]<br />

Il fallimento del piano Bernardotte giunse quando gli Ebrei cominciarono ad<br />

avere maggior successo nel respingere le forze arabe d'invasione e<br />

nell'espansione del loro controllo sui territori esterni ai confini della<br />

spartizione.<br />

06.c. MITO<br />

"Gli Stati Uniti sono stati l'unica nazione ad aver criticato l'attacco<br />

arabo ad Israele"<br />

06.c. <strong>FATTI</strong><br />

Gli Stati Uniti, l'Unione Sovietica e la maggioranza degli altri stati<br />

riconobbero Israele subito dopo ch'esso ebbe dichiarato la sua indipendenza<br />

il 14 Maggio 1948, ed accusarono gli Arabi di essere gli aggressori. Gli<br />

Stati Uniti proposero una risoluzione che accusasse gli Arabi di aver<br />

violato la pace.<br />

Il delegato sovietico Andrei Gromyko disse al Consiglio di Sicurezza il 29<br />

Maggio 1948:<br />

"Questa non e' la prima volta che gli Stati arabi, che hanno organizzato<br />

l'invasione della Palestina, hanno ignorato una decisione del Consiglio di<br />

Sicurezza o dell'Assemblea Generale. La delegazione dell'URSS ritiene<br />

essenziale che il consiglio affermi la sua opinione con maggior chiarezza e<br />

fermezza a proposito di quest'atteggiamento degli stati arabi verso le<br />

decisioni del Consiglio di Sicurezza". [13]<br />

La fase iniziale del conflitto termino' dopo che il Consiglio di Sicurezza<br />

ebbe minacciato il 15 Luglio di citare i governi arabi per aggressione ai<br />

sensi dello Statuto. Allora l'Hagana era stata ribattezzata Tzeva Ha-Hagana<br />

LeYisrael (o Tzaha"l - Forze di Difesa Israeliane) ed era riuscita a<br />

bloccare l'offensiva araba.<br />

06.d. MITO<br />

32


"E' stato il sostegno occidentale ad Israele a permettere agli Ebrei di<br />

conquistare la Palestina"<br />

06.d. <strong>FATTI</strong><br />

Gli Ebrei hanno vinto la loro guerra d'indipendenza con scarso aiuto da<br />

Occidente. Anzi, essi hanno vinto ad onta degli sforzi di sminuire la loro<br />

forza militare.<br />

Sebbene gli Stati Uniti avessero sostenuto vigorosamente la risoluzione di<br />

spartizione, il Dipartimento di Stato non volle dare agli Ebrei i mezzi per<br />

difendersi. "Altrimenti", disse il Sottosegretario di Stato Robert Lovett,<br />

"gli Arabi potrebbero usare armi di origine americana contro gli Ebrei, o<br />

gli Ebrei potrebbero usarle contro gli Arabi". [14] Pertanto, il 5 Dicembre<br />

1947, gli USA imposero alla regione l'embargo sulle armi.<br />

Molti nel Dipartimento di Stato videro nell'embargo un altro mezzo per<br />

ostacolare la spartizione. Il Presidente Truman comunque lo appoggio'<br />

sperando che esso fosse un mezzo per evitare spargimenti di sangue. Questa<br />

era una grave ingenuita', dato il no britannico alla richiesta di Lovett di<br />

sospendere l'invio di armi agli Arabi ed i successivi accordi per fornire<br />

armi supplementari all'Iraq ed alla Transgiordania. [15]<br />

Gli Arabi non ebbero difficolta' ad ottenere tutte le armi di cui avevano<br />

bisogno. Infatti la Legione Araba della Giordania era armata ed addestrata<br />

dai Britannici, e comandata da un ufficiale britannico. Alla fine del 1948<br />

ed all'inizio del 1949, aerei britannici della RAF volarono insieme con<br />

degli squadroni egiziani lungo il confine israelo-egiziano. Il 7 Gennaio<br />

1949 degli aerei israeliani abbatterono quattro degli aerei britannici. [16]<br />

Invece gli Ebrei dovettero ricorrere al contrabbando delle armi,<br />

specialmente dalla Cecoslovacchia. Quando Israele dichiaro' la sua<br />

indipendenza nel Maggio 1948, l'esercito non aveva un solo cannone o carro<br />

armato. La sua aviazione era composta di nove aerei obsoleti. Sebbene<br />

l'Hagana avesse 60.000 combattenti addestrati, solo 18.900 furono<br />

mobilitati, armati e preparati al combattimento. [17] Alla vigilia della<br />

guerra, il capo delle operazioni Yigael Yadin disse a David Ben-Gurion: "Il<br />

meglio che ti posso dire e' che le nostre possibilita' sono solo al 50%".<br />

[18]<br />

La guerra araba per distruggere Israele falli'. A dire il vero, proprio a<br />

causa della loro aggressione, gli Arabi si trovarono con meno territorio di<br />

quello che avrebbero avuto se avessero accettato la spartizione.<br />

Ma il costo per Israele fu enorme. "Molti dei suoi campi piu' produttivi<br />

erano stati devastati e minati. I suoi agrumeti, per decenni la base<br />

dell'economia dello Yishuv [la comunita' ebraica], erano stati in gran parte<br />

distrutti". [19] Le spese militari totali erano state di circa 500 milioni<br />

di dollari. Peggio ancora, 6.373 Israeliani erano stati uccisi, circa l'1%<br />

di una popolazione ebraica di 650.000.<br />

Se l'Occidente avesse fatto rispettare la risoluzione di spartizione o dato<br />

agli Ebrei la capacita' di difendersi, molte vite avrebbero potuto essere<br />

salvate.<br />

I paesi arabi firmarono gli accordi d'armistizio con Israele nel 1949,<br />

33


iniziando con l'Egitto (24 Febbraio), proseguendo con il Libano (23 Marzo),<br />

la Giordania (3 Aprile) e la Siria (20 Luglio). L'Iraq fu l'unico paese che<br />

non firmo' un accordo con Israele, decidendo invece di ritirare le sue<br />

truppe e di consegnare il suo settore alla Legione Araba della Giordania.<br />

06.e. MITO<br />

"Il boicottaggio economico arabo ad Israele e' stato imposto dopo la guerra<br />

del 1948"<br />

06.e. <strong>FATTI</strong><br />

Il boicottaggio arabo fu formalmente dichiarato dal Consiglio della neonata<br />

Lega Araba il 2 Dicembre 1945: "I prodotti ed i manufatti ebraici saranno<br />

ritenuti indesiderabili nei paesi arabi". A tutte " le istituzioni, le<br />

organizzazioni, i mercanti, i commissionari e gli individui" fu rivolto un<br />

appello a "rifiutarsi di commerciare in, distribuire o consumare prodotti o<br />

manufatti sionisti". [20] Come appare da questa dichiarazione, i termini<br />

"Ebreo" e "Sionista" sono stati usati dagli Arabi come sinonimi. Percio',<br />

ancor prima della fondazione d'Israele, gli stati arabi hanno dichiarato un<br />

boicottaggio economico contro gli Ebrei di Palestina.<br />

Il boicottaggio, cosi' come si e' evoluto dopo il 1948, e' diviso in tre<br />

componenti. La prima vieta commerci diretti tra Israele e le nazioni arabe.<br />

La seconda e' diretta alle societa' che fanno affari con Israele. La terza<br />

e' la lista nera delle compagnie che commerciano con altre che fanno affari<br />

con Israele.<br />

Una volta in lista, e' spesso difficile uscirne, dacche' la compagnia od un<br />

qualche garante arabo debbono iniziare la richiesta. Una ditta puo' ricevere<br />

la richiesta di dar prova di non far piu' affari con Israele oppure (od in<br />

aggiunta) di fare investimenti in paesi arabi uguali a quelli fatti prima in<br />

Israele. Un altro modo di uscire dalla lista nera e' ... la mazzetta! [21]<br />

L'obiettivo del boicottaggio e' stato quello di isolare Israele dai suoi<br />

vicini e dalla comunita' internazionale, e negargli del commercio che<br />

avrebbe potuto essere usato per accrescere la sua forza militare ed<br />

economica. Se ha senza dubbio isolato Israele ed ha separato lo Stato<br />

ebraico dai suoi mercati piu' naturali, il boicottaggio non e' riuscito a<br />

nuocere all'economia israeliana nella misura richiesta.<br />

Nel 1977 il Congresso ha proibito alle aziende americane di ottemperare al<br />

boicottaggio. Quando il Presidente Carter promulgo' la legge, egli disse che<br />

il "problema va al cuore del libero commercio tra le nazioni" e che la legge<br />

aveva lo scopo di "terminare le divisioni all'interno della societa'<br />

americana causate dal boicottaggio straniero verso i membri ebraici della<br />

nostra societa'". [22]<br />

La Lega Araba minaccio' di prendere posizione contro la nuova legge, che fu<br />

ritenuta parte di "una campagna di leggi e proposte di leggi isteriche ...<br />

che Israele ed il Sionismo mondiale stanno cercando di far rispettare non<br />

solo dagli USA, ma anche da alcuni paesi dell'Europa occidentale".<br />

Contrariamente all'affermazione che la legge avrebbe portato ad una drastica<br />

riduzione nel commercio americano col mondo arabo, le importazioni e le<br />

esportazioni sono cresciute notevolmente. Sono migliorate anche le piu'<br />

34


ampie relazioni diplomatiche e culturali. Eppure, alcune aziende americane<br />

sono state messe sulla lista nera per i loro rapporti con Israele. Inoltre,<br />

alcune altre nazioni hanno adottato leggi contro il boicottaggio, ma invece<br />

hanno aderito ad esso.<br />

La capacita' d'Israele di raggiungere il suo pieno potenziale economico e'<br />

stata ostacolata per decenni dall'azione della Gran Bretagna, del Giappone e<br />

di altri paesi che hanno collaborato col boicottaggio.<br />

Il 30 Settembre 1994 i sei stati del Consiglio di Cooperazione del Golfo<br />

annunciarono che essi non avrebbero piu' sostenuto la seconda componente del<br />

boicottaggio, che vieta il commercio con aziende che fanno affari con<br />

Israele. In un incontro a Taba, in Egitto, il 7 e l'8 Febbraio 1995, i<br />

responsabili del commercio di Egitto, Stati Uniti, Giordania e Palestina<br />

firmarono un documento congiunto - la Dichiarazione di Taba - che appoggiava<br />

"tutti gli sforzi per terminare il boicottaggio di Israele".<br />

Dopo la firma degli accordi di pace tra Israele e l'OLP e la Giordania, il<br />

boicottaggio si e' gradualmente sbriciolato. La Lega Araba fu costretta ad<br />

annullare diversi incontri sul boicottaggio convocati dai padroni di casa<br />

siriani a causa dell'opposizione di paesi come il Kuwait, il Marocco e la<br />

Tunisia. Il boicottaggio primario - che vieta rapporti diretti tra i paesi<br />

arabi ed Israele - si e' lentamente incrinato dato che nazioni come il<br />

Qatar, l'Oman ed il Marocco hanno iniziato a trattare con Israele. Inoltre,<br />

pochi paesi al di fuori del Medio Oriente continuano ad obbedire al<br />

boicottaggio. Per esempio, il Giappone ha accresciuto il suo commercio con<br />

Israele in modo esponenziale da quando e' iniziato il processo di pace con<br />

Israele. Pero' il boicottaggio rimane tuttora tecnicamente in vigore e<br />

diversi paesi, specialmente l'Arabia Saudita, continuano ad applicarlo.<br />

--<br />

Note:<br />

[1] J.C. Hurewitz, The Struggle For Palestine, (NY: Shocken Books, 1976),<br />

p. 308.<br />

[2] Facts on File Yearbook, (NY: Facts on File, Inc., 1948), p. 231.<br />

[3] New York Times, (December 1, 1947).<br />

[4] Facts on File 1948, p. 48.<br />

[5] Facts on File 1947, p. 231.<br />

[6] Howard Sachar, A History of Israel: From the Rise of Zionism to Our<br />

Time, (NY: Alfred A. Knopf, 1979), p. 322.<br />

[7] Netanel Lorch, One Long War, (Jerusalem: Keter Books, 1976), p. 47;<br />

Ralph Patai, ed., Encyclopedia of Zionism and Israel, (NY: McGraw Hill,<br />

1971), pp. 307-308.<br />

[8] Security Council Official Records, Special Supplement, (1948), p. 20.<br />

[9] Security Council Official Records, S/Agenda/58, (April 16, 1948), p.<br />

19.<br />

[10] John Bagot Glubb, A Soldier with the Arabs, (London: Staughton and<br />

Hodder, 1957), p. 79.<br />

[11] Isi Leibler, The Case For Israel, (Australia: The Globe Press, 1972),<br />

p. 15.<br />

[12] Folke Bernadotte, To Jerusalem, (London: Hodder and Stoughton, 1951),<br />

p. 113.<br />

[13] Security Council Official Records, SA/Agenda/77, (May 29, 1948), p. 2.<br />

[14] Foreign Relations of the United States 1947, (DC: GPO, 1948), p. 1249.<br />

[d'ora in avanti FRUS].<br />

[15] Mitchell Bard, The Water's Edge And Beyond, (NJ: Transaction Books,<br />

1991), pp. 171175;<br />

FRUS, pp. 53739;<br />

Robert Silverberg, If I Forget Thee O Jerusalem: American Jews and the<br />

State of Israel, (NY: William Morrow and<br />

Co., Inc., 1970), pp. 366, 370;<br />

Shlomo Slonim, "The 1948 American Embargo on Arms to Palestine,"<br />

Political Science Quarterly, (Fall 1979), p. 500.<br />

[16] Sachar, p. 345.<br />

[17] Larry Collins and Dominique Lapierre, O Jerusalem!, (NY: Simon and<br />

35


Schuster, 1972), p. 352.<br />

[18] Golda Meir, My Life, (NY: Dell, 1975), pp. 213, 222, 224.<br />

[19] Sachar, p. 452.<br />

[20] Terence Prittie and Walter Nelson, The Economic War Against The Jews,<br />

(London: Corgi Books, 1977), p. 1;<br />

Dan Chill, The Arab Boycott of Israel, (NY: Praeger, 1976), p. 1.<br />

[21] Prittie and Nelson, pp. 47-48;<br />

Sol tern, "On and Off the Arabs' List," The New Republic, (March 27,<br />

1976), p. 9;<br />

Kennan Teslik, Congress, the Executive Branch and Special Interests,<br />

(CT: Greenwood Press, 1982), p. 11.<br />

[22] Bard, pp. 91-115.<br />

Verso Suez, di Mitchell G. Bard<br />

Miti da confutare<br />

01. "I governi arabi erano pronti ad accettare Israele dopo la Guerra del 1948"<br />

02. "L'attacco militare israeliano non era stato provocato"<br />

03. "Israele e' stato usato da Francia e Gran Bretagna per promuovere i loro<br />

interessi imperialistici"<br />

04. "Durante il conflitto di Suez fu evidente il cieco appoggio degli Stati<br />

Uniti ad Israele"<br />

[I miti in dettaglio]<br />

01. MITO<br />

"I governi arabi erano pronti ad accettare Israele dopo la Guerra del 1948"<br />

01. <strong>FATTI</strong><br />

Nell'autunno del 1948, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU chiese ad Israele<br />

ed agli stati arabi di negoziare un'armistizio. L'Egitto acconsenti', ma<br />

solo dopo che Israele ebbe messo in rotta il suo esercito spingendolo fino<br />

ad El Arish nel Sinai. In quel momento i Britannici erano pronti a difendere<br />

l'Egitto ai sensi di un trattato anglo-egiziano, ma piuttosto che accettare<br />

l'umiliazione dell'assistenza britannica, gli Egizi incontrarono gli<br />

Israeliani a Rodi.<br />

Il mediatore ONU Ralph Bunche li porto' tutti e due al tavolo della<br />

conferenza, ed avrebbe ricevuto poi il Nobel per la Pace. Egli li ammoni'<br />

che la delegazione che abbandonava i negoziati sarebbe stata incolpata del<br />

loro fallimento.<br />

Nell'estate del 1949, erano stati negoziati degli armistizi tra Israele ed<br />

Egitto, Giordania, Libano e Siria. L'Iraq, che aveva combattuto anch'esso<br />

contro Israele, rifiuto' di unirsi al gruppo. Bunche ebbe successo a Rodi<br />

perche' insisteva su colloqui bilaterali diretto tra Israele ed ogni singolo<br />

stato arabo.<br />

Nel frattempo, l'11 Dicembre 1948, l'Assemblea Generale adotto' una<br />

risoluzione che chiedeva alle parti di negoziare la pace e di creare una<br />

Commissione di Conciliazione per la Palestina, composta dagli Stati Uniti,<br />

dalla Francia e dalla Turchia. Tutte le delegazioni arabe votarono contro.<br />

Dopo il 1949, gli Arabi insistettero perche' Israele accettasse i confini<br />

della risoluzione di spartizione del 1947 e rimpatriasse i profughi<br />

palestinesi, prima di negoziare la fine della guerra che LORO avevano<br />

36


iniziato. Questo era un nuovo approccio che avrebbero usato dopo le<br />

sconfitte successive: la dottrina della guerra a responsabilita' limitata.<br />

Secondo questa dottrina, un aggressore puo' respingere una soluzione di<br />

compromesso e scommettere su una guerra per conseguire tutto, sapendo che,<br />

anche se perde, puo' chiedere che venga ripristinato lo status quo.<br />

02. MITO<br />

"L'attacco militare israeliano non era stato provocato"<br />

02. <strong>FATTI</strong><br />

L'Egitto aveva mantenuto il suo stato di belligeranza con Israele anche dopo<br />

la firma dell'armistizio. La prima dimostrazione di cio' fu la chiusura del<br />

Canale di Suez alle navi israeliane. Il 9 Agosto 1949, la Commissione Mista<br />

d'Armistizio accolse il reclamo israeliano contro il blocco illegale del<br />

canale da parte dell'Egitto. Il negoziatore Ralph Bunche dichiaro': "Ci<br />

dovrebbe essere libero movimento per le navi in buona fede e non dovrebbe<br />

essere consentito il rimanere di alcun vestigio del blocco bellico, dato che<br />

contraddice sia la lettera che lo spirito degli accordi armistiziali". [1]<br />

Il 1 Settembre 1951 il Consiglio di Sicurezza ordino' all'Egitto di aprire<br />

il Canale alle navi israeliane. L'Egitto rifiuto' di obbedire.<br />

Il Ministro degli Esteri egiziano, Muhammad Salah al-Din, disse all'inizio<br />

del 1954:<br />

"Il popolo arabo non ha remora a dichiarare: 'Non saremo soddisfatti che<br />

dalla completa cancellazione d'Israele dalla mappa del Medio Oriente'". [2]<br />

Nel 1955 il Presidente dell'Egitto Gamal Abdel Nasser comincio' ad importare<br />

armi dal Blocco sovietico per accumulare il suo arsenale per il confronto<br />

con Israele. A breve termine, pero' impiego' una nuova tattica per<br />

proseguire la guerra dell'Egitto contro Israele. Egli annuncio' il 31 Agosto<br />

1955:<br />

"L'Egitto ha deciso di inviare i suoi eroi, i discepoli del Faraone ed i<br />

figli dell'Islam, e costoro ripuliranno la terra di Palestina ... Non ci<br />

sara' pace sul confine israeliano perche' noi esigiamo vendetta, e la<br />

vendetta e' la morte d'Israele". [3]<br />

Questi "eroi" erano i terroristi arabi, o Fedayin, addestrati ed<br />

equipaggiati dai servizi segreti egizi per intraprendere attacchi ostili<br />

lungo il confine ed infiltrarsi in Israele per commettere sabotaggi ed<br />

omicidi. I Fedayin operavano soprattutto da basi in Giordania, in modo che<br />

fosse la Giordania a subire le rappresaglie israeliane, che non mancavano<br />

mai. Gli attacchi terroristici violavano le clausole dell'armistizio che<br />

vietavano l'inizio delle ostilita' da parte di forze paramilitari; eppure,<br />

fu Israele ad essere condannato dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU per i<br />

suoi contrattacchi.<br />

L'escalation continuo' con il blocco egiziano degli Stretti di Tiran, e con<br />

la nazionalizzazione del Canale di Suez da parte di Nasser nel Luglio 1956.<br />

Il 14 Ottobre, Nasser chiari' il suo intento:<br />

"Non sto combattendo solo contro Israele. Il mio compito e' liberare il<br />

37


mondo arabo dalla distruzione portata attraverso gli intrighi israeliani,<br />

che hanno le loro radici all'estero. Il nostro odio e' fortissimo. Non ha<br />

senso parlare di pace con Israele. Non c'e' proprio spazio alcuno per i<br />

negoziati". [4]<br />

Meno di due settimane piu' tardi, il 25 Ottobre, l'Egitto firmo' un accordo<br />

tripartito con la Siria e la Giordania che pose Nasser a capo delle forze<br />

armate di tutti e tre.<br />

La continuazione del blocco del Canale di Suez e del Golfo di Aqaba alle<br />

navi israeliane, insieme con l'accrescersi degli attacchi dei Fedayin e la<br />

bellicosa delle recenti dichiarazioni arabe, convinsero Israele, col<br />

sostegno della Gran Bretagna e della Francia, ad attaccare l'Egitto il 29<br />

Ottobre 1956. L'attacco israeliano all'Egitto ebbe successo, con le forze<br />

israeliane che catturarono la Striscia di Gaza, gran parte del Sinai e Sharm<br />

al-Sheikh. Nei combattimenti mori' un totale di 231 soldati.<br />

L'ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite Abba Eban spiego' le<br />

provocazioni al Consiglio di Sicurezza il 30 Ottobre:<br />

"Nei sei anni in cui e' stata in vigore questa belligeranza in barba<br />

all'armistizio, ci sono stati 1.843 rapine a mano armata e furti, 1.339<br />

scontri con le forze armate egizie, 435 casi di incursioni dal territorio<br />

controllato dagli Egizi, 172 sabotaggi perpetrati da unita' militari<br />

egiziane e dai Fedayin in Israele. Come risultato di questi atti di<br />

ostilita' egizi dentro Israele, 364 Israeliani furono feriti, e 101 uccisi.<br />

Solo nel 1956, come risultato di quest'aspetto dell'aggressione egizia, sono<br />

stati uccisi 28 Israeliani e 127 sono stati feriti. [5]<br />

Uno dei motivi per cui queste incursioni erano tanto intollerabili per<br />

Israele fu che il paese aveva scelto di creare un esercito permanente<br />

relativamente piccolo e di affidarsi soprattutto alle riserve in caso di<br />

guerra. Questo significava che Israele aveva una piccola forza pronta a<br />

combattere in caso d'emergenza, e che le minacce che provocavano la<br />

mobilitazione delle riserve possono virtualmente paralizzare il paese, e che<br />

l'attacco iniziale del nemico dev'essere contenuto per il tempo necessario a<br />

completare la mobilitazione.<br />

03. MITO<br />

"Israele e' stato usato da Francia e Gran Bretagna per promuovere i loro<br />

interessi imperialistici"<br />

03. <strong>FATTI</strong><br />

Eisenhower era riuscito a persuadere i Britannici ed i Francesi a non<br />

attaccare l'Egitto dopo la nazionalizzazione del Canale di Suez da parte di<br />

Nasser in Luglio. Quando nelle settimane successive l'accordo sull'uso del<br />

Canale si dimostro' efficace, divenne sempre piu' difficile giustificare<br />

un'azione militare. Eppure, i Francesi ed i Britannici volevano<br />

disperatamente rimettere Nasser al suo posto e riconquistare quel bene<br />

strategico.<br />

I Francesi si erano avvicinati sempre piu' al nuovo governo israeliano, dal<br />

punto di vista politico, diplomatico e militare. Difatti, nei successivi due<br />

decenni, i Francesi sarebbero divenuti il principale fornitore d'armi<br />

38


d'Israele. L'atteggiamento britannico verso Israele era cambiato poco dal<br />

periodo del Mandato. L'amarezza che rimaneva dalla battaglia lunga quasi tre<br />

decenni contro i Sionisti, insieme con la perdurante alleanza con la<br />

Giordania, scoraggiavano ogni cambio di politica.<br />

Ma i Francesi conclusero comunque, che potevano usare il timore israeliano<br />

di un'aggressione egiziana e la prosecuzione del blocco dome pretesto per il<br />

loro attacco contro Nasser, ed i Britannici non potevano perder l'occasione<br />

di aggregarvisi.<br />

Percio' le tre nazioni si accordarono infine su un piano in cui Israele<br />

avrebbe paracadutato delle truppe presso il Canale ed avrebbe mandato le sue<br />

forze corazzate attraverso il deserto del Sinai. I Britannici ed i Francesi<br />

allora avrebbero richiesto ad entrambi i contendenti di ritirarsi dalla zona<br />

del canale, pensando che gli Egiziani avrebbero rifiutato. A quel punto, le<br />

truppe britanniche e francesi sarebbero state inviate a "proteggere" il<br />

canale.<br />

Dal punto di vista israeliano, la prosecuzione del blocco del Canale di Suez<br />

e del Golfo di Aqaba, insieme con la crescita degli attacchi dei Fedayi, e<br />

la bellicosita' delle recenti affermazioni arabe, rendevano la situazione<br />

intollerabile. Piuttosto che continuare a combattere con i terroristi una<br />

guerra d'attrito ed aspettare che Nasser ed i suoi alleati riuscissero ad<br />

accumulare forze sufficienti per una nuova guerra, Ben-Gurion decise di<br />

lanciare un attacco preventivo. Egli pensave che il sostegno britannico e<br />

francese lo avrebbe riparato dall'opposizione degli Stati Uniti. Aveva<br />

torto. [6]<br />

04. MITO<br />

"Durante il conflitto di Suez fu evidente il cieco appoggio degli Stati<br />

Uniti ad Israele"<br />

04. <strong>FATTI</strong><br />

Il Presidente Dwight Eisenhower fu turbato dal fatto che Israele, Francia e<br />

Gran Bretagna avevano segretamente pianificato la campagna per sfrattare<br />

l'Egitto dal Canale di Suez. Il non aver Israele avvertito gli Stati Uniti<br />

delle sue intenzioni, insieme con l'aver ignorato le richieste americane di<br />

non entrare in guerra, produssero tensione tra i paesi. Gli Stati Uniti in<br />

seguito si unirono all'Unione Sovietica (ironicamente, poco dopo che i<br />

Sovietici ebbero invaso l'Ungheria) in una campagna per costringere Israele<br />

a ritirarsi. Questo comprendeva una minaccia d'interruzione di tutta<br />

l'assistenza americana, di sanzioni ONU e dell'espulsione dall'ONU (vedi il<br />

carteggio tra Ben Gurion ed Eisenhower).<br />

La pressione americana porto' alla ritirata israeliana dalle aree che aveva<br />

conquistato senza ottenere alcuna concessione dagli Egiziani. Questo semino'<br />

i semi della Guerra del 1967.<br />

Una delle ragioni per cui Israele cedette fu l'assicurazione che egli diede<br />

al Primo Ministro David Ben Gurion. Prima di evacuare Sharm al-Sheikh, il<br />

punto strategico che guardava gli Stretti di Tiran, Israele strappo' una<br />

promessa che gli Stati Uniti avrebbero mantenuto la liberta' di navigazione<br />

sulla via d'acqua. [7] Inoltre, Washington sponsorizzo' una risoluzione ONU<br />

39


che creava la Forza d'Emergenza delle Nazioni Unite per sorvegliare i<br />

territori abbandonati dalle forze israeliane.<br />

La guerra sospese temporaneamente le attivita' dei Fedayin; pero', esse<br />

furono rinnovate alcuni anni dopo da un gruppo di organizzazioni<br />

terroristiche con radi legami tra loro che divenne noto come<br />

l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP).<br />

--<br />

Note:<br />

[1] Eliezer Ereli," The Bat Galim Case Before the Security Council," Middle<br />

Eastern Affairs, (April 1955), pp. 108-9.<br />

[2] Al-Misri, (April 12, 1954).<br />

[3] Middle Eastern Affairs, (December 1956), p. 461.<br />

[4] Middle Eastern Affairs, (December 1956), p. 460.<br />

[5] Security Council Official Records, S/3706, (October 30, 1956), p. 14.<br />

[6] Mitchell Bard, The Complete Idiot's Guide to Middle East Conflicts. NY:<br />

MacMillan, 1999, pp. 208-209.<br />

[7] Janice Gross Stein and Raymond Tanter, Rational Decision Making:<br />

Israel*s Security Choices ,(OH: Ohio State University, 1976), p. 163.<br />

La Guerra dei Sei Giorni del 1967, di Mitchell G. Bard<br />

Miti da confutare<br />

01. "I Governi arabi erano pronti ad accettare Israele dopo la Guerra di<br />

Suez".<br />

02. "L'attacco militare israeliano non era stato provocato".<br />

03. "Nasser aveva il diritto di chiudere gli Stretti di Tiran alle navi<br />

israeliane".<br />

04. "Gli Stati Uniti hanno aiutato Israele a sconfiggere gli Arabi in sei<br />

giorni".<br />

05. "Israele attacco' la Giordania per catturare Gerusalemme".<br />

06. "Israele non avrebbe dovuto attaccare per primo".<br />

07. "Israele vide i territori che catturo' come terre conquistate ora parte<br />

d'Israele e non ebbe intenzione di negoziarne la restituzione".<br />

08. "Israele espulse dei pacifici paesani arabi dalla Cisgiordania ed ha<br />

impedito loro di tornare dopo la guerra".<br />

09. "Israele ha imposto restrizioni irragionevoli ai Palestinesi in<br />

Cisgiordania, a Gaza ed a Gerusalemme Est".<br />

10. "Durante la Guerra del 1967, Israele ha attaccato deliberatamente la<br />

nave americana Liberty".<br />

[I Miti in Dettaglio]<br />

01. MITO<br />

"I Governi arabi erano pronti ad accettare Israele dopo la Guerra di Suez".<br />

01. <strong>FATTI</strong><br />

Israele ha sempre espresso il desiderio di negoziare con i suoi nemici. In<br />

40


un messaggio all'Assemblea Generale dell'ONU del 10 Ottobre 1960, il<br />

Ministro degli Esteri Golda Meir sfido' i capi arabi ad incontrarsi col<br />

Primo Ministro David Ben-Gurion per negoziare la pace. Nasser rispose il 15<br />

Ottobre dicendo che Israele stava cercando di gabbare il mondo, e ripetendo<br />

che il suo paese non avrebbe mai riconosciuto lo Stato ebraico [1].<br />

Gli Arabi furono altrettanto irremovibili nel loro rifiuto di negoziare una<br />

soluzione separata per i profughi. Come disse Nasser all'Assemblea della<br />

Repubblica Araba Unita il 26 Marzo 1964:<br />

"Israele e l'Imperialismo attorno a noi, che si confronta con noi, sono due<br />

cose separate. Ci sono stati dei tentativi di separarle per spezzare i<br />

problemi e presentarli in una luce immaginaria come se il problema d'Israele<br />

fosse il problema dei profughi, la cui soluzione risolverebbe anche il<br />

problema della Palestina e non rimarrebbe altro aspetto del problema da<br />

affrontare. Il pericolo di Israele e' nella sua stessa esistenza presente,<br />

ed in cio' che esso rappresenta [2].<br />

Intanto, la Siria usava le alture del Golan, che torreggiano ad oltre 3.000<br />

piedi [1.000 metri circa - Liang] sulla Galilea, per bersagliare le fattorie<br />

ed i villaggi israeliani. Gli attacchi siriani divennero sempre piu'<br />

frequenti nel 1965 e nel 1966, mentre la retorica di Nasser diveniva sempre<br />

piu' bellicosa: "Non entreremo in Palestina col suo suolo coperto di<br />

sabbia", disse l'8 Marzo 1965, "Ci entreremo col suo suolo fradicio di<br />

sangue" [3].<br />

Alcuni mesi dopo, Nasser espresse nuovamente le aspirazioni degli Arabi:<br />

"... il pieno ripristino dei diritti del popolo palestinese. In altre<br />

parole, noi vogliamo la distruzione dello Stato d'Israele. L'obbiettivo<br />

immediato: perfezionare la forza militare araba. Lo scopo nazionale: lo<br />

sradicamento d'Israele" [4].<br />

02. MITO<br />

"L'attacco militare israeliano non era stato provocato".<br />

02. <strong>FATTI</strong><br />

Una combinazione di retorica araba bellicosa, comportamento minaccioso e,<br />

infine, un atto di guerra, non lascio' ad Israele altra scelta che l'azione<br />

preventiva. Per aver successo, Israele aveva bisogno della sorpresa. Se<br />

avesse atteso l'invasione araba, Israele si sarebbe trovato in svantaggio<br />

potenzialmente catastrofico.<br />

Mentre Nasser continuava a fare discorsi che minacciavano la guerra, gli<br />

attacchi terroristici Arabi crebbero di frequenza. Nel 1965 furono condotte<br />

35 incursioni contro Israele. Nel 1966 il numero crebbe a 41. Nei soli primi<br />

quattro mesi del 1967 furono lanciati 37 attacchi [5].<br />

Intanto, gli attacchi siriani contro i qibbutzim israeliani dalle Alture del<br />

Golan provocarono una ritorsione il 7 Aprile 1967, in cui gli aerei<br />

israeliani abbatterono sei Mig siriani. Poco dopo, l'Unione Sovietica - che<br />

aveva fornito aiuti militari ed economici sia alla Siria che all'Egitto -<br />

diede a Damasco delle informazioni che facevano credere ad una massiccia<br />

mobilitazione militare israeliana in preparazione di un attacco. Ad onta<br />

delle smentite israeliane, la Siria decise di ricorrere al trattato<br />

41


difensivo con l'Egitto.<br />

Il 15 Maggio, Giornata dell'Indipendenza Israeliana, le truppe egiziane<br />

cominciarono ad entrare nel Sinai e ad ammassarsi presso il confine<br />

israeliano. Entro il 18 Maggio le truppe siriane erano pronte a combattere<br />

sulle alture del Golan.<br />

il 16 Maggio Nasser ordino' alle Forze di Emergenza dell'ONU, disposte nel<br />

Sinai sin dal 1956, di ritirarsi. Senza interessare l'Assemblea Generale,<br />

come aveva promesso il suo predecessore, il Segretario Generale U Thant<br />

acconsenti'. Dopo il ritiro dell'UNEF, la Voce degli Arabi proclamo' (18<br />

Maggio 1967):<br />

"Oggi non esiste piu' una forza internazionale d'emergenza che protegga<br />

Israele. Noi non avremo piu' pazienza. Non ci lamenteremo piu' con l'ONU di<br />

Israele. Il solo metodo che adotteremo contro Israele sara' la guerra<br />

totale, che dara' come risultato lo sterminio dell'esistenza sionista" [6].<br />

Un'eco entusiasta fu udita il 20 Maggio dal Ministro della Difesa siriano<br />

Hafez Assad:<br />

"Ora le nostre forze sono affatto pronte non solo a respingere<br />

l'aggressione, ma ad iniziare lo stesso atto della liberazione, ed a far<br />

esplodere la presenza sionista nella patria araba. L'esercito siriano, con<br />

il dito sul grilletto, e' unito ... Io, da militare, credo che e' arrivato<br />

il momento per iniziare una battaglia di annichilimento" [7].<br />

Il 22 Maggio l'Egitto chiuse gli Stretti di Tiran a tutte le navi israeliane<br />

ed a tutte le navi dirette ad Eilat. Questo blocco interruppe l'unica via di<br />

approvigionamento con l'Asia e blocco' l'afflusso d'olio dal suo fornitore<br />

principale, l'Iran. Il giorno dopo, il Presidente Johnson espresse<br />

l'opinione che il blocco fosse illegale e tento' senza riuscirci di<br />

organizzare una flottiglia internazionale per forzarlo.<br />

Nasser ben sapeva che pressione stava applicando per forzare la mano ad<br />

Israele. Il giorno dopo aver predisposto il blocco, egli disse<br />

spavaldamente: "Gli Ebrei minacciano la guerra. Io rispondo: Benvenuti!<br />

Siamo pronti" [8].<br />

Praticamente tutti i giorni Nasser sfidava Israele a combattere. "Il nostro<br />

obbiettivo fondamentale sara' la distruzione d'Israele. Il popolo arabo vuol<br />

combattere", disse il 29 Maggio [9]. Il giorno dopo egli aggiunse: "Non<br />

accetteremo alcuna ... coesistenza con Israele ... Oggi il problema non e'<br />

lo stabilire la pace tra gli stati arabi ed Israele ... la guerra con<br />

Israele e' in corso dal 1948" [10].<br />

Re Hussein di Giordania firmo' un patto difensivo con l'Egitto il 30 Maggio.<br />

Nasser allora annuncio':<br />

"Gli eserciti di Egitto, Giordania, Siria e Libano sono piazzati ai confini<br />

d'Israele ... per rispondere alla sfida, mentre dietro di noi ci sono gli<br />

eserciti di Iraq, Algeria, Kuwait, Sudan e di tutta la nazione Araba.<br />

Quest'atto stupira' il mondo. Oggi sapranno che gli Arabi sono pronti alla<br />

battaglia, e l'ora critica e' arrivata. Noi abbiamo raggiunto lo stadio<br />

dell'azione seria e non delle dichiarazioni" [11].<br />

42


Il Presidente Abdur Rahman Aref dell'Iraq entro' nella mischia verbale:<br />

"L'esistenza di Israele e' un errore che dev'essere corretto. Questa e' la<br />

nostra opportunita' di spazzar via l'ignominia tra noi dal 1948. Il nostro<br />

obbiettivo e' chiaro - spazzar via Israele dalla carta geografica" [12]. Il<br />

4 Giugno, l'Iraq si uni' all'alleanza militare con l'Egitto, la Giordania e<br />

la Siria.<br />

La retorica araba fu accompagnata dalla mobilitazione delle forze armate<br />

arabe. Circa 250.000 soldati (circa la meta' dei quali nel Sinai), piu' di<br />

2.000 carri armati e 700 aeroplani accerchiavano Israele [13].<br />

In quel momento le forze israeliane erano state in allarme per tre<br />

settimane. Il paese non poteva rimanere in piena mobilitazione<br />

indefinitamente, ne' poteva consentire alla sua rotta attraverso il Golfo di<br />

Aqaba di essere interdetta. La migliore opzione di Israele era colpire per<br />

primo. Il 5 Giugno, fu dato l'ordine di attaccare l'Egitto.<br />

03. <strong>MITI</strong><br />

"Nasser aveva il diritto di chiudere gli Stretti di Tiran alle navi<br />

israeliane".<br />

03. <strong>FATTI</strong><br />

Nel 1956 gli Stati Uniti hanno dato ad Israele garanzia che essi<br />

riconoscevano il diritto dello Stato ebraico ad accedere agli Stretti di<br />

Tiran. Nel 1957, alle Nazioni Unite, 17 potenze marittime dichiararono che<br />

Israele aveva diritto di transitare per gli Stretti. Inoltre, il blocco<br />

navale violava la Convenzione sul Mare Territoriale e sulla Zona Contigua,<br />

che fu adottata dalla Conferenza ONU sulla Legge dei Mari il 27 Aprile 1958<br />

[14].<br />

La chiusura dello Stretto di Tiran fu il casus belli del 1967. L'attacco di<br />

Israele fu la reazione a questo primo colpo egiziano. Il Presidente Johnson<br />

lo riconobbe dopo la guerra (il 19 Giugno 1967):<br />

"Se un solo atto di follia fu piu' responsabile di ogni altro di<br />

quest'esplosione, quello fu l'annuncio della decisione arbitraria e<br />

pericolosa della chiusura dello Stretto di Tiran. Il diritto di passaggio<br />

marittimo innocente dev'essere assicurato ad ogni nazione [15].<br />

04. <strong>MITI</strong><br />

"Gli Stati Uniti hanno aiutato Israele a sconfiggere gli Arabi in sei<br />

giorni".<br />

04. <strong>FATTI</strong><br />

Gli Stati Uniti hanno tentato di impedire la guerra mediante negoziati, ma<br />

non poterono convincere Nasser o gli altri stati arabi a desistere dalle<br />

loro parole ed azioni bellicose. Ancora, poco prima della guerra, Johnson<br />

ammoni': "Israele non sara' solo se non decide di partire da solo" [16].<br />

Poi, all'inizio della guerra, il Dipartimento di Stato annuncio': "La nostra<br />

posizione e' neutrale in pensieri, parole, opere" [17].<br />

Inoltre, mentre gli Arabi stavano falsamente accusando gli USA di inviare<br />

rifornimenti ad Israele con un ponte aereo, Johnson impose un embargo delle<br />

43


armi alla regione (pure la Francia, l'altro fornitore principale di armi,<br />

aderi' all'embargo).<br />

Di contro, i Russi stavano inviando massicce quantita' di armi agli Arabi.<br />

Allo stesso tempo, gli eserciti di Kuwait, Algeria, Arabia Saudita ed Iraq<br />

stavano contribuendo con truppe ed armi ai fronti egiziano, siriano e<br />

giordano [18].<br />

05. MITO<br />

"Israele attacco' la Giordania per catturare Gerusalemme".<br />

05. <strong>FATTI</strong><br />

Il Primo Ministro Levi Eshkol invio' un messaggio a Re Hussein dicendo che<br />

Israele non avrebbe attaccato la Giordania a meno che essa non avesse<br />

iniziato le ostilita'. Quando i radar giordani inquadrarono uno stormo di<br />

aeroplani che volavano dall'Egitto ad Israele, e gli Egizi convinsero<br />

Hussein che gli aerei erano loro, egli allora ordino' di bombardare<br />

Gerusalemme Est. Risulto' che gli aerei erano israeliani, e che stavano<br />

tornando dalla distruzione dell'aviazione egizia al suolo. Intanto, le<br />

truppe siriane ed irachene attaccavano la frontiera settentrionale<br />

israeliana.<br />

Se la Giordania non avesse attaccato, la condizione di Gerusalemme non<br />

sarebbe cambiata nel corso della guerra. Ma quando la citta' cadde sotto il<br />

fuoco, Israele dovette difenderla, e cosi' facendo, colse l'occasione di<br />

unificare la sua capitale una volta per tutte.<br />

06. MITO<br />

"Israele non avrebbe dovuto attaccare per primo".<br />

06. <strong>FATTI</strong><br />

Dopo soli sei giorni di combattimenti, le forze israeliane irruppero<br />

attraverso le linee nemiche ed avevano la possibilita' di marciare sul<br />

Cairo, su Damasco e su Amman. Fu richiesto il cessate il fuoco il 10 Giugno.<br />

La vittoria giunse ad altissimo prezzo. Nell'attacco alle alture del Golan,<br />

Israele soffri' 115 morti - piu' o meno il numero degli Americani uccisi<br />

durante l'Operazione Tempesta nel Deserto. In tutto, Israele perse il doppio<br />

degli uomini (777 morti e 2.586 feriti) rispetto alla popolazione di quanto<br />

gli USA avessero perso in otto anni di guerra in Vietnam [19]. Inoltre, ad<br />

onta dell'incredibile successo della sua campagna dell'aria, l'Aviazione<br />

israeliana perse 46 dei suoi 200 caccia [20]. Se Israele avesse atteso che<br />

gli Arabi colpissero per primi, come sarebbe avvenuto nel 1973, e non avesse<br />

compiuto un attacco preventivo, il costo sarebbe stato certamente superiore<br />

e la vittoria non sarebbe stata garantita.<br />

07. MITO<br />

"Israele vide i territori che catturo' come terre conquistate ora parte<br />

d'Israele e non ebbe intenzione di negoziarne la restituzione".<br />

07. <strong>FATTI</strong><br />

Alla fine della guerra, Israele aveva conquistato abbastanza territorio da<br />

44


piu' che triplicare l'area che controllava - da 8.000 a 26.000 miglia<br />

quadrate [da 20.700 a 67.300 kmq - Liang]. La vittoria consenti' ad Israele<br />

di unificare Gerusalemme. Le forze israeliane avevano inoltre catturato il<br />

Sinai, le alture del Golan, la Striscia di Gaza e la Cisgiordania. I leader<br />

israeliani si aspettarono davvero di poter negoziare un accordo di pace con<br />

i loro vicini che imponesse alcuni compromessi territoriali. Percio',<br />

anziche' annettere la Cisgiordania, fu creata un'amministrazione militare.<br />

Praticamente alla fine della guerra, Israele cominciao' le discussioni che<br />

mostravano la sua disponibilita' a negoziare la restituzione di almeno parte<br />

dei territori. Il fatto che Israele abbia poi restituito piu' del 90% dei<br />

territori vinti nella guerra difensiva dopo aver negoziato con i vicini<br />

prova che Israele e' sempre stato pronto a negoziare la terra per la pace.<br />

08. MITO<br />

"Israele espulse dei pacifici paesani arabi dalla Cisgiordania ed ha<br />

impedito loro di tornare dopo la guerra".<br />

08. <strong>FATTI</strong><br />

Dopo che la Giordania ebbe lanciato il suo attacco il 5 Giugno, circa<br />

325.000 Palestinesi che vivevano in Cisgiordania sono fuggiti [21]. Questi<br />

erano cittadini giordani che si trasferirono da una parte di quella che<br />

consideravano la loro terra ad un'altra, soprattutto per non essere tra i<br />

due fuochi nemici.<br />

Un profugo palestinese che era amministratore in un campo UNRWA a Gerico<br />

disse che dei politici arabi avevano sparso dicerie nel campo. "Essi<br />

dicevano che tutti i giovani sarebbero stati uccisi. La gente udiva alla<br />

radio che questa non sarebbe stata la fine, ma solo l'inizio, cosicche' essi<br />

pensarono che forse sarebbe stata una lunga guerra e desiderarono trovarsi<br />

in Giordania" [22].<br />

Alcuni dei Palestinesi che partirono preferirono vivere in uno stato arabo<br />

piuttosto che sotto il governo militare israeliano. I membri delle varie<br />

fazioni dell'OLP fuggirono per evitare la cattura da parte degli Israeliani.<br />

Nils-Goeran Gussing, la persona nomintata dal Segretario Generale dell'ONU<br />

per investigare la situazione, scopri' che molti Arabi temevano inoltre di<br />

non poter piu' ricevere il denaro dai membri della famiglia che lavoravano<br />

all'estero [23].<br />

Le forze israeliane ordinarono ad una manciata di Palestinesi di andarsene<br />

per "motivi strategici e di sicurezza nazionale". In alcuni casi, fu loro<br />

concesso di tornare in pochi giorni, ed in altri Israele si offri' di<br />

aiutarli a sistemarsi altrove [24].<br />

Israele ora governava piu' di 750.000 Palestinesi - e la maggior parte di<br />

loro era ostile al governo. Nondimeno, piu' di 9.000 famiglie furono riunite<br />

nel 1967. In totale, piu' di 60.000 famiglie ebbero l'autorizzazione a<br />

tornare [25].<br />

09. MITO<br />

"Israele ha imposto restrizioni irragionevoli ai Palestinesi in<br />

Cisgiordania, a Gaza ed a Gerusalemme Est".<br />

45


09. <strong>FATTI</strong><br />

Nessuna occupazione e' gradevole per chi la subisce, ma le autorita'<br />

israeliane tentarono di minimizzare l'impatto sulla popolazione. Don Peretz,<br />

che scrive spesso sulla situazione degli Arabi in Israele e critica<br />

aspramente il governo israeliano, visito' la Cisgiordania poco dopo la<br />

conquista da parte delle truppe israeliane. Egli trovo' che loro stavano<br />

tentando di ripristinare la vita normale e di impedire ogni incidente che<br />

avrebbe potuto incoraggiare gli Arabi a lasciare le loro case [26].<br />

Salvo che per la richiesta che i testi scolastici nei territori fossero<br />

purgati del linguaggio antiisraeliano ed antisemitico, le autorita'<br />

tentarono di non interferire con gli abitanti. Essi fornirono assistenza<br />

economica; per esempio, i Palestinesi della Striscia di Gaza vennero<br />

trasferiti dai campi a nuove case. Questo provoco' proteste da parte<br />

dell'Egitto, che non aveva fatto nulla per i profughi quando aveva il<br />

controllo della zona.<br />

Agli Arabi fu data liberta' di movimento. Fu loro concesso di viaggiare fino<br />

in Giordania e tornarne. Nel 1972 furono tenute le elezioni in Cisgiordania.<br />

Le donne ed i non-possidenti, che non potevano partecipare sotto il governo<br />

giordano, poterono allora votare.<br />

Agli Arabi di Gerusalemme Est fu data l'opzione tra il conservare la<br />

cittadinanza giordana od acquisire quella israeliana. Furono riconosciuti<br />

residenti della Gerusalemme unificata e fu dato loro il diritto di votare e<br />

concorrere al consiglio municipale. Inoltre, i luoghi santi mussulmani<br />

furono posti sotto la tutela di un Consiglio Mussulmano. Ad onta del<br />

significato del Monte del Tempio nella storia ebraica, agli Ebrei fu vietato<br />

pregarvi.<br />

Dopo la fine della Guerra dei Sei Giorni, il Presidente Johnson annuncio' la<br />

sua opinione sul passo successivo verso la fine del conflitto:<br />

"Certo, i soldati debbono essere ritirati; ma ci debbono essere anche<br />

diritti riconosciuti alla vita nazionale, progresso nella soluzione al<br />

problema dei rifugiati, liberta' di passaggio marittimo innocente,<br />

limitazioni alla corsa degli armamenti e rispetto per l'indipendenza<br />

politica e l'integrita' territoriale" [27].<br />

10. MITO<br />

"Durante la Guerra del 1967, Israele ha attaccato deliberatamente la nave<br />

americana Liberty".<br />

11. <strong>FATTI</strong><br />

L'attacco israeliano alla nave americana Liberty fu un doloroso errore,<br />

attribuibile soprattutto all'essere accaduto nella confusione di una guerra<br />

totale nel 1967. Dieci indagini ufficiali americane e tre inchieste<br />

ufficiali israeliane hanno tutte stabilito definitivamente che l'attacco fu<br />

un tragico errore.<br />

L'8 giugno 1967, il quarto giorno della Guerra dei Sei Giorni, l'Alto<br />

Comando Israeliano ricevette dei rapporti per cui le truppe israeliane in El<br />

46


Arish erano bombardate dal mare, forse da una nave egizia, come era accaduto<br />

il giorno prima. Gli Stati Uniti avevano dichiarato qualche giorno prima,<br />

davanti alle Nazioni Unite, che non avevano forze navali a centinaia e<br />

centinaia di miglia dal fronte; pero' la nave americana Liberty, una nave<br />

spia americana con l'ordine di controllare i combattimenti, arrivo'<br />

nell'area, a 14 miglia dalla costa del Sinai, a causa di mancate<br />

comunicazioni americane, in quanto dei messaggi che ordinavano alla nave di<br />

non avvicinarsi a meno di 100 miglia non furono ricevuti. Gli Israeli<br />

sbagliarono credendo che quella fosse la nave che compiva i bombardamenti,<br />

ed aerei da guerra e navi torpediniere l'attaccarono, uccidendo 34 membri<br />

dell'equipaggio della Liberty e ferendone 171.<br />

Furono compiuti numerosi errori sia da parte americana che da parte<br />

israeliana. Per esempio, era stato riferito (erroneamente, si sarebbe<br />

scoperto) che la Liberty stava navigando a 30 nodi (ma furono ricalcolati e<br />

risultarono 28). La dottrina navale dell'epoca, non solo israeliana ma anche<br />

americana, presumeva che una nave tanto veloce fosse una nave da guerra.<br />

Israele aveva chiesto che le navi americane fossero allontanate dalla costa,<br />

oppure che gli venisse comunicata la precisa posizione delle navi americane<br />

[28]. La Sesta Flotta fu trasferita perche' il Presidente Johnson temeva di<br />

essere trascinato in un confrtonto con l'Unione Sovietica, ed egli aveva<br />

ordinato inoltre che nessun aereo fosse inviato vicino al Sinai.<br />

Secondo le memorie del Capo di Stato Maggiore Yitzchaq Rabin, vigeva<br />

l'ordine di attaccare qualsiasi nave non identificata sottocosta [29]. Il<br />

mare era calmo e la Corte Navale d'Inchiesta americana scopri' che la<br />

bandiera della Liberty era con ogni probabilita' pendula e non<br />

distinguibile. Inoltre, dei membri dell'equipaggio, tra cui il Comandante<br />

William McGonagle, testimoniarono che la bandiera fu abbattuta al primo od<br />

al secondo attacco.<br />

Un rapporto CIA sull'incidente, datato 13 Giugno 1967, scopri' inoltre che<br />

un pilota troppo zelante avrebbe potuto scambiare la Liberty per una nave<br />

egizia, la El Quseir. Dopo l'attacco aereo, le torpediniere israeliane<br />

identificarono la Liberty come una nave da guerra egiziana. Quando la<br />

Liberty comincio' a sparare agli Israeliani, essi risposero con i siluri,<br />

che uccisero 28 marinai.<br />

La convinzione che l'attacco fosse stato un tragico errore e' ulteriormente<br />

rinforzata da una nuova biografia di Yitzchaq Rabin (Dan Kurzman, Soldier of<br />

Peace: The Life of Yitzhak Rabin. NY: HarperCollins, 1998), che fu Capo di<br />

Stato Maggiore israeliano durante la guerra, che dice che gli Israeliani<br />

ebbero paura all'inizio di aver attaccato una nave sovietica, e di aver<br />

provocato i Sovietici ad entrare in guerra. Gli Israeliani furono sollevati<br />

quando scoprirono che si trattava di una nave americana, sebbene Rabin<br />

rimanesse preoccupato che l'errore avrebbe potuto mettere a repentaglio il<br />

sostegno americano per Israele [30].<br />

Una volta che gli Israeliani furono sicuri di quel che era accaduto, essi<br />

riferirono l'incidente all'ambasciata americana a Tel Aviv e si offrirono di<br />

fornire un elicottero agli Americani per permetter loro di volare alla nave<br />

ed ogni aiuto di cui avessero bisogno per evacuare i feriti e salvare la<br />

nave. L'offerta fu accettat ed un addetto navale americano fu portato in<br />

volo sulla Liberty.<br />

47


Molti dei superstiti della Liberty rimangono tuttora amareggiati, e sono<br />

convinti che l'attacco fu deliberato, come dicono nel loro sito web (<br />

http://www.halcyon.com/jim/ussliberty/ ) Nel 1991, i giornalisti Rowland<br />

Evans e Robert Novak diedero risalto alla loro scoperta di un Americano che<br />

disse di essere stato nella Sala in cui gli Israeliani presero la decisione<br />

di attaccare la nave americana - sapendo quel che facevano [31]. Di fatto,<br />

quella persona, Seth Mintz, scrisse una lettera al Washington Post il 9<br />

Novembre 1991 sostenendo che egli fu male citato da Evans e Novak e che<br />

l'attacco fu, di fatto, un caso di "identita' fraintesa". Inoltre, l'uomo di<br />

cui Mintz un tempo diceva di essere stato accanto a lui, un certo Generale<br />

Benni Matti, non esiste.<br />

Inoltre, contrariamente alle affermazioni per cui un pilota israeliano aveva<br />

identificato la nave come americana in una registrazione radio, nessuno ha<br />

mai mostrato quella registrazione. Di fatti, l'unico nastro esistente e'<br />

quello ufficiale dell'Aviazione israeliana, che mostra chiaramente che<br />

nessun'identificazione siffatta fu compiuta dai piloti israeliani prima<br />

dell'attacco. Esso inoltre indica che una volta che i piloti si<br />

preoccuparono dell'identita' della nave, dopo aver letto il suo numero sulla<br />

chiglia, essi interruppero l'attacco. I nastri non contengono alcuna<br />

affermazione che suggerisca che i piloti avessero visto una bandiera<br />

americana prima dell'attacco [32].<br />

Nessuno degli accusatori d'Israele puo' spiegare perche' Israele avrebbe<br />

deliberatamente atttaccato una nave americana in un momento in cui gli USA<br />

erano l'unico amico e sostenitore d'Israele al mondo. La confusione in una<br />

lunga catena di comunicazioni, che avvenne in un'atmosfera densa sia tra gli<br />

Americani che tra gli Israeliani (cinque messaggi dai Capi di Stato Maggiore<br />

Congiunti, diretti alla nave a cui ordinavano di starsene ad almeno 25<br />

miglia dalla costa egizia - anzi, gli ultimi quattro dicevano ad almeno 100<br />

miglia - arrivarono ad attacco finito) e' una spiegazione piu' probabile.<br />

Capitano spesso in guerra incidenti dovuti al "fuoco amico". Nel 1988 la<br />

Marina Americana abbatte' per errore un aereo passeggeri iraniano, uccidendo<br />

290 civili. Durante la Guerra del Golfo, 35 dei 148 Americani caduti in<br />

battaglia furono uccisi dal "fuoco amico". Nell'Aprile 1944, due elicotteri<br />

americani Black Hawk con grandi bandiere americane dipinte su ogni fianco<br />

furono abbattuti dagli F-15 dell'Aviazione americana in un giornata serena<br />

nella "no fly zone" dell'Iraq, uccidendo 26 persone. Difatti, il giorno<br />

prima dell'attacco alla Liberty, i piloti israeliani avevano accidentalmente<br />

bombardato una delle loro colonne corazzate a sud di Jenin, in Cisgiordania<br />

[33].<br />

L'Ammiraglio in congedo Shlomo Erell, che fu Capo di Stato Maggiore della<br />

Marina in Israele nel Giugno 1967, disse all'Associated Press (5 Giugno<br />

1977): "Nessuno si sarebbe mai sognato di trovar li' una nave americane.<br />

Nemmeno gli Americani sapevano dov'era la loro nave. Le autorita'<br />

qualificate ci avevano avvisato che non c'erano navi americane entro cento<br />

miglia".<br />

Il Segretario della Difesa Robert McNamara disse al Congresso il 26 Luglio<br />

1967: "E' la conclusione del corpo investigativo, comandato da un ammiraglio<br />

della Marina in cui noi abbiamo grande fiducia, che l'attacco non fu<br />

48


intenzionale".<br />

Nel 1987 McNamara ripete' la sua opinione che l'attacco fosse stato un<br />

errore, dicendo ad un ascoltatore che aveva chiamato il "Larry King Show"<br />

che egli non aveva visto nulla nei 20 anni successivi che gli facesse<br />

cambiare l'opinione che non c'era stato alcun "insabbiamento" [34].<br />

Israele si scuso' per la tragedia e pago' circa 13 milioni di dollari in<br />

riparazioni umanitarie agli USA ed alle famiglie delle vittime, secondo le<br />

cifre stabilite dal Dipartimento di Stato USA. La faccenda fu ufficialmente<br />

chiusa tra i due governi con uno scambio di note diplomatiche il 17 Dicembre<br />

1987.<br />

[Note]<br />

[1] Encyclopedia Americana Annual 1961, (NY: Americana Corporation, 1961),p. 387.[2] Yehoshafat Harkabi, Arab Attitudes To<br />

Israel, (Jerusalem: KeterPublishing House, 1972), p. 27.[3] Howard Sachar, A History of Israel: From the Rise of Zionism to OurTime,<br />

(NY: Alfred A. Knopf, 1979), p. 616.[4] Samuel Katz, Battleground-Fact and Fantasy in Palestine, (NY: BantamBooks, 1985), pp. 10-<br />

11, 18.[5] Netanel Lorch, One Long War, (Jerusalem: Keter, 1976), p. 110.[6] Isi Leibler, The Case For Israel, (Australia: The Globe<br />

Press, 1972),p. 60.[7] Ibid.[8] Eban, p. 330.<br />

[9] Leibler, p. 60.[10] Leibler, p. 18.[11] Leibler, p. 60.[12] Leibler, p. 18.[13] Chaim Herzog, The Arab-Israeli Wars, (NY: Random<br />

House, 1982), p. 149.[14] United Nations Conference on the Law of the Sea, (Geneva: UNPublications 1958), pp. 132-134.[15]<br />

Yehuda Lukacs, Documents on the Israeli-Palestinian Conflict 1967-1983,(NY: Cambridge University Press, 1984), pp. 17-18; Abba<br />

Eban, Abba Eban,(NY: Random House, 1977), p. 358[16] Lyndon B. Johnson, The Vantage Point: Perspectives of the Presidency1963-<br />

1969, (NY: Holt, Rinehart and Winston, 1971), p. 293.<br />

[17] AP, (5 Giugno 1967).[18] Sachar, p. 629.[19] Katz, p. 3.[20] Jerusalem Post, (23 Aprile 1999).[21] Encyclopedia American<br />

Annual 1968, p. 366.<br />

[22] George Gruen, "The Refugees of Arab-Israeli Conflict," (NY: AmericanJewish Committee, Marzo 1969), p. 5.[23] Gruen, p.<br />

5.[24] Gruen, p. 4.<br />

[25] Encyclopedia American Annual 1968, p. 366.[26] Don Peretz, "Israel's New Dilemma," Middle East Journal (Inverno 1968),pp.<br />

45-46.<br />

[27] Lyndon B. Johnson, Public Papers of the President, (DC: GPO 1968), p.683.[28] Yitzhak Rabin, The Rabin Memoirs, CA:<br />

University of California Press,1996, pp. 110.[29] Rabin, p. 108-109.[30] Dan Kurzman, Soldier of Peace: The Life of Yitzhak Rabin,<br />

(NY:HarperCollins, 1998), pp. 224-227; Rabin, p. 108-109.[31] Washington Post, (6 Novembre 1991).[32] Hirsh Goodman, "Messrs.<br />

Errors and No Facts," Jerusalem Report<br />

(21 Novembre 1991).[33] Hirsh Goodman and Ze'ev Schiff, "The Attack on the Liberty," AtlanticMonthly (Settembre 1984).[34] "The<br />

Larry King Show" (per radio) (5 Febbraio 1987).<br />

Tra le guerre, di Mitchell G. Bard<br />

Miti da confutare<br />

01. "Dopo la Guerra del 1967 Israele rifiuto' di trattare un accordo con gli Arabi".<br />

02. "Secondo la Risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza, l'acquisizione<br />

di territori grazie alla Guerra del 1967 e' _inammissibile_".<br />

03. "La Risoluzione 242 chiaramente impone ad Israele di ritornare ai<br />

confini precedenti al 1967".<br />

04. "La Risoluzione 242 riconosce un diritto palestinese<br />

all'autodeterminazione".<br />

05. "Gli stati Arabi e l'OLP hanno accettato la Risoluzione 242, mentre<br />

Israele l'ha rifiutata".<br />

06. "I Palestinesi erano disposti a trattare un accordo dopo la Guerra dei Sei Giorni".<br />

I Miti in Dettaglio<br />

1. MITO<br />

"Dopo la Guerra del 1967 Israele rifiuto' di trattare un accordo con gli<br />

Arabi".<br />

49


01. <strong>FATTI</strong><br />

Dopo la sua vittoria nella Guerra dei Sei Giorni, Israele spero' che gli<br />

stati arabi iniziassero trattative di pace. Israele segnalo' ai paesi arabi<br />

la sua disposizione ad abbandonare praticamente tutti i territori che aveva<br />

acquisito in cambio della pace. Come disse Moshe Dayan, Gerusalemme non<br />

aspettava che una telefonata dai capi arabi per iniziare i negoziati [1].<br />

Ma queste speranze furono spazzate via nell'Agosto 1967 quando i capi arabi<br />

che s'erano incontrati a Khartoum adottarono la formula dei "Tre No":<br />

"Re e presidenti hanno concordato di unificare gli sforzi a livello<br />

internazionale e diplomatico per eliminare le conseguenze dell'aggressione e<br />

per assicurare il ritiro delle forze d'aggressione israeliane dalle terre<br />

arabe, ma nei limiti a cui si impegnano gli stati arabi: niente pace con<br />

Israele, niente negoziati con Israele, niente riconoscimento d'Israele e<br />

mantenimento dei diritti del popolo palestinese nella sua nazione [2].<br />

Come scrisse l'ex-presidente d'Israele Chaim Herzog: "La speranza d'Israele<br />

che la guerra fosse giunta alla fine e che ora ci sarebbe stata la pace ai<br />

confini fu presto dissipata. Tre giorni dopo la conclusione delle ostilita',<br />

avvenne il primo grave incidente nel Canale di Suez" [3].<br />

02. MITO<br />

"Secondo la Risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza, l'acquisizione di<br />

territori grazie alla Guerra del 1967 e' _inammissibile_".<br />

02. <strong>FATTI</strong><br />

Il 22 NOvembre 1967 il Consiglio di Sicurezza dell'ONU approvo'<br />

all'unanimita' la Risoluzione 242, che stabiliva i principi che avrebbero<br />

dovuto guidare i negoziati per un accordo di pace arabo-israeliano. Questa<br />

soluzione fu un compromesso tortuosamente negoziato tra proposte<br />

concorrenti. Esaminando cio' che fu scartato, cosi' come il linguaggio<br />

adottato, e' possibile discernere l'intento del Consiglio di Sicurezza.<br />

Il primo punto di cui parla la risoluzione e' l'"inammissibilita'<br />

dell'acquisizione di territorio mediante la guerra". Alcuni leggono la 242<br />

come se finisse qui e dimostrasse la necessita' del ritiro totale d'Israele<br />

dai territori. Al contrario, questa frase non fa questo, perche' il<br />

riferimento e' chiaramente diretto solo ad una guerra offensiva. Se cosi'<br />

non fosse, la risoluzione fornirebbe un incentivo all'aggressione. Se un<br />

paese ne attacca un altro, e l'aggredito respinge l'attacco e nel mentre<br />

acquisisce territorio, la prima interpretazione imporrebbe all'aggredito di<br />

restituire la terra che ha preso. Percio', l'aggressore avrebbe poco da<br />

perdere perche' sarebbe assicurato contro la principale conseguenza della<br />

sconfitta.<br />

Lo scopo ultimo della 242, come spiegato dal paragrafo 3, e' il<br />

raggiungimento di un "accordo pacifico ed accettato". Questo significa un<br />

accordo negoziato basato sui principi della risoluzione, anziche' uno<br />

imposto alle parti. Questa e' inoltre l'implicazione della Risoluzione 338,<br />

secondo Arthur Goldberg, l'ambasciatore americano che condusse la<br />

delegazione alle Nazioni Unite nel 1967 [4]. Quella risoluzione, adottata<br />

dopo la guerra del 1973, invocava l'inizio immediato dei negoziati tra le<br />

50


parti e contemporaneamente al cessate il fuoco.<br />

"Questa e' la prima guerra nella storia che e' finita con i vincitori che<br />

chiedono la pace e gli sconfitti la resa incondizionata" - Abba Eban [5].<br />

03. MITO<br />

"La Risoluzione 242 chiaramente impone ad Israele di ritornare ai confini<br />

precedenti al 1967".<br />

03. <strong>FATTI</strong><br />

La clausola piu' controversa della Risoluzione 242 e' la richiesta di<br />

"ritiro delle forze armate israeliane da territori occupati nel recente<br />

conflitto". Questo e' collegato alla seconda espressione non ambigua che<br />

chiede la "fine di tutte le rivendicazioni o gli stati di belligeranza" ed<br />

il riconoscimento che "ogni Stato dell'area" ha il "diritto di vivere in<br />

pace in confini sicuri e riconosciuti libero da minacce od atti di forza".<br />

La risoluzione non fa del ritiro israeliano il prerequisito dell'azione<br />

araba. Inoltre, non specifica quanto territorio Israele debba cedere. Il<br />

Consiglio di Sicurezza non disse che Israele deve ritirarsi da "tutti i"<br />

territori occupati dalla guerra dei Sei Giorni. Questo era voluto. Il<br />

delegato sovietico voleva l'inclusione di queste parole e disse che la loro<br />

esclusione significava "che parte di questi territori poteva restare in mani<br />

israeliane". Gli stati arabi premettero perche' fosse inclusa la parola<br />

"tutti", ma questa richiesta fu respinta. Nondimeno essi affermarono che<br />

avrebbero letto la risoluzione come se avesse compreso la parola "tutti".<br />

L'ambasciatore britannico che abbozzo' la risoluzione approvata, Lord<br />

Caradon, dichiaro' dopo il voto: "Solo la risoluzione e' vincolante per noi,<br />

e le sue parole ci appaiono chiare" [6].<br />

Quest'interpretazione letterale, senza il "tutti" implicito, fu<br />

ripetutamente dichiarata quella corretta da tutti coloro che furono convolti<br />

nel suo abbozzo. Per esempio, il 29 Ottobre 1969, il Ministro degli Esteri<br />

britannico disse alla Camera dei Comuni che il ritiro previsto dalla<br />

risoluzione non sarebbe stato da "tutti i territori" [7]. Quando gli fu<br />

chiesto poi di spiegare la posizione britannica, Lord Caradon disse:<br />

"Sarebbe stato uno sbaglio chiedere ad Israele di ritornare alle sue<br />

posizioni del 4 Giugno 1967, dacche' tali posizioni erano indesiderabili ed<br />

artificiali" [8].<br />

Analogamente, l'ambasciatore Arthur Goldberg spiego': "Le rimarchevoli<br />

omissioni - che non erano accidentali - a proposito del ritiro sono le<br />

parole 'i' oppure 'tutti', e 'i confini del 5 Giugno 1967' ... La<br />

risoluzione parla di ritiro da territori occupati senza definire l'ampiezza<br />

del ritiro" [9].<br />

Le risoluzioni chiaramente richiedono ai paesi arabi di far pace con<br />

Israele. La condizione principale e' che Israele si ritiri da "territori<br />

occupati" nel 1967, che significa che Israele deve ritirarsi da alcuni,<br />

tutti o nessuno dei territori tuttora occupati. Dacche' Israele si e'<br />

ritirato dal 91% dei territori quando ha rinunciato al Sinai, esso ha gia'<br />

adempiuto parzialmente, se non completamente, ai suoi obblighi secondo la<br />

242.<br />

51


Gli stati arabi si opposero inoltre alla richiesta di "confini sicuri e<br />

riconosciuti" poiche' temevano che questo imponesse negoziati con Israele.<br />

La Lega araba lo ha esplicitamente rifiutato a Khartoum nell'Agosto 1967,<br />

quando proclamo' i suoi tre "no". L'ambasciatore Goldberg spiego' che<br />

questa<br />

frase fu espressamente inclusa perche' ci si aspettava che le parti<br />

facessero "correzioni territoriali nel loro accordo di pace che<br />

richiedessero meno del completo ritiro delle forze israeliane dai territori<br />

occupati, dacche' le precedenti frontiere israeliane si erano dimostrate<br />

notevolmente insicure".<br />

La questione, quindi, e' se Israele deve cedere ulteriore territorio. Ora<br />

che sono stati firmati accordi di pace con l'Egitto e la Giordania, ed<br />

Israele si e' ritirato al confine internazionale col Libano, le uniche<br />

controversie territoriali che rimangono sono quelle con i Palestinesi<br />

(neppure citati nella 242) e con la Siria.<br />

La controversia con la Siria e' a proposito delle alture del Golan. Il Primo<br />

Ministro Yitzchaq Rabin mostro' la disponibilita' a negoziare un<br />

compromesso<br />

in cambio della pace; ma il Presidente Hafez Assad si rifiuto' perfino di<br />

prendere in considerazione un limitato trattato di pace a meno che Israele<br />

non avesse previamente acconsentito al completo ritiro. Ma, secondo la 242,<br />

Israele non ha alcun obbligo di ritirarsi da alcuna parte del Golan in<br />

mancanza di un accordo di pace con la Siria.<br />

E' bene inoltre ricordare capire che altri stati arabi che continuano a<br />

mantenere uno stato di guerra con Israele, od hanno rifiutato ad Israele il<br />

riconoscimento diplomatico, come l'Arabia Saudita, l'Iraq e la Libia, non<br />

hanno controversie territoriali con Israele. Essi hanno nondimeno<br />

condizionato le loro relazioni (almeno a parole) al ritiro di Israele ai<br />

confini pre-1967.<br />

Sebbene siano ignorate dalla maggior parte degli analisti, la Risoluzione<br />

242 contiene altre disposizioni. Una di queste e' che sia garantita la<br />

liberta' di navigazione. Questa clausola fu inserita perche' una delle<br />

principali cause della Guerra del 1967 fu il blocco egizio dello Stretto di<br />

Tiran.<br />

04. MITO<br />

"La Risoluzione 242 riconosce un diritto palestinese<br />

all'autodeterminazione".<br />

04. <strong>FATTI</strong><br />

I Palestinesi non sono affatto citati nella Risoluzione 242. Si allude<br />

soltanto a loro nel secondo comma del secondo articolo della 242, che invoca<br />

una "giusta soluzione al problema dei profughi". In nessun luogo essa chiede<br />

che siano concessi dei diritti politici od un territorio ai Palestinesi.<br />

Infatti, l'uso del termine generico "profugo" fu un deliberato<br />

riconoscimento che due erano i problemi di profughi prodotti dal conflitto -<br />

uno arabo ed uno ebraico. Nel caso di questi ultimi, non meno Ebrei<br />

fuggirono dai paesi arabi di quanti Palestinesi lasciarono Israele. Ma gli<br />

Ebrei non hanno ricevuto alcun indennizzo dai paesi arabi, ne' e' mai stata<br />

52


fondata un'organizzazione ONU per aiutarli.<br />

05. MITO<br />

"Gli stati Arabi e l'OLP hanno accettato la Risoluzione 242, mentre Israele<br />

l'ha rifiutata".<br />

05. <strong>FATTI</strong><br />

Gli stati arabi hanno tradizionalmente sostenuto che accettavano la 242<br />

cosi' come la definivano, cioe' come se richiedesse il ritiro totale ed<br />

incondizionato di Israele dai territori occupati.<br />

In una dichiarazione all'Assemblea Generale del 15 Ottobre 1968, l'OLP,<br />

rifiutando la Risoluzione 242, disse che "l'implementazione della suddetta<br />

risoluzione portera' alla fine di ogni speranza di stabilire la pace e la<br />

sicurezza in Palestina e nel Medio Oriente".<br />

Di contro, l'ambasciatore Abba Eban espresse la posizione israeliana al<br />

Consiglio di Sicurezza il 1 Maggio 1968: "Il mio governo ha comunicato la<br />

sua accettazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza per la<br />

promozione di un accordo sulla fondazione di una pace durevole e giusta.<br />

Sono inoltre autorizzato a riaffermare che noi siamo disposti a cercare un<br />

accordo con ogni stato arabo su tutte le questioni comprese in quella<br />

risoluzione".<br />

Ci e' voluto quasi un quarto di secolo, ma l'OLP ha alla fine acconsentito a<br />

che le risoluzioni 242 e 338 fossero la base per i negoziati con Israele<br />

quando essa firmo' la Dichiarazione dei Principi nel Settembre 1993.<br />

06. MITO<br />

"I Palestinesi erano disposti a trattare un accordo dopo la Guerra dei Sei<br />

Giorni".<br />

06. <strong>FATTI</strong><br />

La Lega Araba creo' l'Organizzazione della Liberazione della Palestina al<br />

Cairo nel 1964 come arma contro Israele. Fino alla Guerra dei Sei Giorni,<br />

l'OLP si impegno' in attacchi terroristici che aumentarono l'abbrivio verso<br />

il conflitto. Ne' l'OLP ne' alcun altro gruppo palestinese condussero una<br />

campagna volta a convincere la Giordania o l'Egitto a creare uno stato<br />

palestinese indipendente in Cisgiordania ed a Gaza. L'obbiettivo<br />

dell'attivismo palestinese era la distruzione d'Israele.<br />

Dopo che gli stati arabi furono sconfitti nel 1967, i Palestinesi non<br />

mutarono il loro obbiettivo fondamentale. Con un milione di Arabi venuti a<br />

trovarsi sotto dominio israeliano, alcuni Palestinesi credettero che fossero<br />

cresciute le prospettive di una guerra popolare di liberazione. A questo<br />

scopo, Yassir Arafat istigo' una campagna di terrorismo dalla Cisgiordania.<br />

Tra il Settembre ed il Dicembre 1967, furono intrapresi 61 attacchi, la<br />

maggior parte dei quali contro obbiettivi civili come fabbriche, cinema e<br />

case private [10].<br />

Le forze di sicurezza israeliane divennero pian piano piu' abili a stroncare<br />

i piani terroristici in Israele e nei territori. Di conseguenza, l'OLP<br />

comincio' a perseguire una diversa strategia - attaccare i bersagli ebraici<br />

53


ed israeliani all'estero. All'inizio del 1968, il primo di molti aerei fu<br />

dirottato da terroristi palestinesi.<br />

[Note]<br />

[1] Walter Lacquer, The Road to War, (London: Weidenfeld and Nicolson,<br />

1968), p. 297.<br />

[2] Yehuda Lukacs, Documents on the Israeli-Palestinian Conflict 1967-1983,<br />

(NY: Cambridge University Press, 1984), p. 213.<br />

[3] Chaim Herzog, The Arab-Israeli Wars, (NY: Random House, 1982), p. 195.<br />

[4] Jerusalem Post, (28 Maggio 1984).<br />

[5] Abba Eban, Abba Eban, (NY: Random House, 1977), p. 446.<br />

[6] Prosper Weil, "Territorial Settlement in the Resolution of November 22,<br />

1967," in John Moore, ed., The Arab-Israeli Conflict, (NJ: Princeton<br />

University Press, 1974), p. 321.<br />

[7] Eban, p. 452.<br />

[8] Beirut Daily Star (12 Giugno 1974).<br />

[9] Discorso ad una Conferenza Politica dell'AIPAC (8 Maggio 1973).<br />

[10] Netanel Lorch, One Long War, (Jerusalem: Keter, 1976), pp. 139-146.<br />

La Guerra d'Attrito 1967-1970, di Mitchell G. Bard<br />

Miti da confutare<br />

1. "Israele fu il responsabile della Guerra d'Attrito".<br />

02. "L'Egitto termino' la Guerra d'Attrito e cerco' un qualche accomodamento<br />

con Israele, solo per vedere tali iniziative disprezzate da Gerusalemme".<br />

03. "L'Egitto espresse ripetutamente la disponibilita' di iniziare i<br />

negoziati di pace con Israele tra il 1971 ed il 1973. Il rifiuto israeliano<br />

di queste iniziative porto' alla Guerra del Kippur".<br />

I Miti in Dettaglio<br />

01. MITO<br />

"Israele fu il responsabile della Guerra d'Attrito".<br />

01. <strong>FATTI</strong><br />

Gia' il 1 Luglio 1967 l'Egitto inizio' a bombardare le posizioni israeliane<br />

vicino al Canale di Suez. Il 21 Ottobre 1967, l'Egitto affondo' il<br />

cacciatorpediniere israeliano Eilat, causando 47 morti. Poco meno di un anno<br />

dopo, l'artiglieria egizia comincio' a bersagliare le posizioni israeliane<br />

lungo il Canale di Suez. E' da questo punto del 1968 che si fa abitualmente<br />

cominciare la guerra.<br />

Nasser credeva che poiche' la maggior parte delle forze armate israeliane<br />

consisteva di riservisti, esse non avrebbero potuto sostenere una guerra<br />

d'attrito prolungata. Egli credeva che Israele non sarebbe stato capace di<br />

sopportare il peso economico, e lo stillicidio di morti avrebbe nuociuto al<br />

morale d'Israele.<br />

54


La sanguinosa Guerra d'Attrito duro' circa due anni. Israele perse 15 aerei<br />

da combattimento, i piu' abbattuti da cannoni e missili antiaerei. Il numero<br />

dei morti tra il 15 Giugno 1967 e l'8 Agosto 1970 fu di 1.424 soldati ed<br />

oltre 100 civili. Altri 2.000 soldati e 700 civili furono feriti [1].<br />

02. MITO<br />

"L'Egitto termino' la Guerra d'Attrito e cerco' un qualche accomodamento con<br />

Israele, solo per vedere tali iniziative disprezzate da Gerusalemme".<br />

02. <strong>FATTI</strong><br />

Nell'estate del 1970, gli Stati Uniti persuasero Israele ed Egitto ad<br />

accettare un cessate il fuoco. Il cessate il fuoco aveva l'intento di<br />

portare a negoziati sotto gli auspici dell'ONU. Israele dichiaro' che<br />

avrebbe accettato il principio di ritirarsi dai territori che aveva<br />

conquistato.<br />

Ma il 7 Agosto, i Sovietici e gli Egizi disposero dei sofisticati missili<br />

terra-aria SAM-2 e SAM-3 nella ristretta zona di 32 miglia [58 km - Liang]<br />

lungo la riva occidentale del Canale di Suez. Questa era una chiara<br />

violazione dell'accordo di cessate il fuoco, che vietava l'introduzione o la<br />

costruzione di ogni installazione militare nell'area.<br />

La rivista Time osservo' che la ricognizione americana "mostro' che i 36<br />

missili SAM-2 introdotti di soppiatto nella zona del cessate il fuoco<br />

costituiscono solo la prima linea del piu' massiccio sistema antiaereo mai<br />

creato" [2].<br />

Le foto dei satelliti del Dipartimento della Difesa mostrarono senza dubbio<br />

alcuno che i 63 siti SAM-2 vennero installati in una fascia di 78 miglia<br />

[125 km - Liang] tra le citta' di Ismailia e Suez. Tre anni dopo, questi<br />

missili fornirono la copertura aerea per l'attacco di sorpresa egizio contro<br />

Israele. Per illustrare l'impatto di quest'azione nella guerra del 1973,<br />

"del totale delle perdite aeree israeliane, il 40% avvenne nelle prime 48<br />

ore di guerra. Queste ammontavano al 14% delle forze aeree di prima linea<br />

israeliane" [3].<br />

Ad onta delle violazioni egiziane, i colloqui sponsorizzati dall'ONU<br />

ricominciarono - ulteriore prova che Israele era ansioso di progredire verso<br />

la pace. Ma i colluqui furono subito portati in un vicolo cieco dall'inviato<br />

speciale dell'ONU Gunnar Jarring, quando egli accetto' l'interpretazione<br />

egizia della Risoluzione 242 e chiese il ritiro totale d'Israele alle linee<br />

di demarcazione precedenti al 5 Giugno 1967.<br />

Su questa base, l'Egitto espresse la sua disponibilita' "ad entrare in un<br />

accordo di pace con Israele" in una lettera ad Jarring del 20 Febbraio 1971.<br />

Ma quest'apparente moderazione celava un immutato irredentismo egiziano ed<br />

un'indisponibilita' ad accettare una vera pace, come mostrato dalle<br />

fortissime riserve e precondizioni della lettera.<br />

Le parole cruciali su un "accordo di pace con Israele" non furono ne'<br />

pubblicate ne' trasmesse in Egitto. Inoltre, l'Egitto rifiuto' di iniziare<br />

colloqui diretti con lo Stato ebraico. Israele tento' almeno di trasformare<br />

la difficoltosa missione Jarring in colloqui indiretti indirizzando tutte le<br />

lettere non a Jarring, ma al governo egizio. Ma l'Egitto rifiuto' di<br />

55


accettarle.<br />

Appena dopo la lettera ad Jarring, Anwar Sadat, il nuovo presidente<br />

dell'Egitto, tenne un discorso davanti ad un incontro del Consiglio<br />

Nazionale Palestinese al Cairo. Egli promise sostegno all'OLP "sino alla<br />

vittoria" e dichiaro' che l'Egitto non avrebbe accettato la risoluzione 242<br />

[4].<br />

Cinque giorni dopo Sadat suggeri' che egli fosse pronto a far la pace con<br />

Israele. Mohammed Heikal, un confidente di Sadat e direttore del giornale<br />

semi-ufficiale Al-Ahram, scrisse:<br />

"La politica araba a questo punto ha solo due obbiettivi. Il primo e'<br />

l'eliminazione delle tracce dell'aggressione del 1967 attraverso un ritiro<br />

israeliano da tutti i territori che aveva occupato quell'anno. Il secondo e'<br />

l'eliminazione delle tracce dell'aggressione del 1848, attraverso<br />

l'eliminazione dello stesso Stato d'Israele. Questo e' pero' finora un<br />

obbiettivo astratto ed indefinito, ed alcuni di noi hano sbagliato a pensare<br />

prima al secondo passo che al primo" [5].<br />

03. <strong>MITI</strong><br />

"L'Egitto espresse ripetutamente la disponibilita' di iniziare i negoziati<br />

di pace con Israele tra il 1971 ed il 1973. Il rifiuto israeliano di queste<br />

iniziative porto' alla Guerra del Kippur".<br />

03. <strong>FATTI</strong><br />

Con il fallimento della missione Jarring, gli Stati Uniti intrapresero una<br />

nuova iniziativa. Essa proponeva un accordo transitorio israelo-egiziano,<br />

che chiedeva il parziale ritiro dello Stato ebvraico dal Canale di Suez e<br />

l'apertura della via d'acqua.<br />

Israele era disposto ad iniziare dei negoziati senza precondizioni, ma Sadat<br />

richiedeva che gli Israeliani acconsentissero, come parte di un accordo<br />

transitorio, a ritirarsi infine ai vecchi confini del 1967. Di fatto, Sadat<br />

stava cercando di garantirsi in anticipo l'esito dei "negoziati".<br />

[Note]<br />

[1] Nadav Safran, Israel The Embattled Ally, (MA: Harvard University Press,<br />

1981), p. 266.<br />

[2] Time (14 Settembre 1970).<br />

[3] John Pimlott, The Middle East Conflicts From 1945 to the Present, (NY:<br />

Crescent Books, 1983), p. 99.<br />

[4] Radio Cairo (27 Febbraio 1971).<br />

[5] Al-Ahram (25 Febbraio 1971).<br />

La Guerra del Kippur del 1973, di Mitchell G. Bard<br />

Miti da confutare<br />

1. "Israele fu il responsabile della Guerra del 1973"<br />

02. "Il Presidente egiziano Anwar Sadat aveva acconsentito alle proposte di<br />

pace USA e non cercava la guerra"<br />

56


03. "L'Egitto e la Siria furono gli unici stati arabi coinvolti nella Guerra del<br />

1973"<br />

04. "Israele maltratto' i soldati arabi catturati nella Guerra del 1973"<br />

05. "Le truppe israeliane rasero deliberatamente al suolo con i bulldozer e<br />

l'esplosivo l'intera citta' di Kuneitra prima di ritirarsi dall'area nel Giugno<br />

1974"<br />

[I Miti in Dettaglio]<br />

01. MITO<br />

"Israele fu il responsabile della Guerra del 1973"<br />

01. <strong>FATTI</strong><br />

Il 6 Ottobre 1973 - cioe' il 10 Tishre 5734, Yom Kippur, il giorno piu'<br />

santo del Calendario ebraico - l'Egitto e la Siria iniziarono un attacco a<br />

sorpresa congiunto contro Israele. L'equivalente di tutte le forze NATO in<br />

Europa fu ammassato ai confini d'Israele [1]. Sulle alture del Golan, circa<br />

180 carri armati israeliani erano opposti ad una falange di 1.400 carri<br />

armati siriani. Lungo il Canale di Suez, meno di 500 difensori israeliani<br />

furono attaccati da 80.000 Egiziani.<br />

Messo sulla difensiva durante i primi due giorni di combattimenti, Israele<br />

mobilito' le sue riserve ed alla fine respinse gli invasori e porto' la<br />

guerra nel profondo di Siria ed Egitto. Gli stati arabi furono rapidamente<br />

riforniti per mare e per aria dall'Unione Sovietica, che respinse gli sforzi<br />

americani di raggiungere un cessate il fuoco immediato. Come risultato, gli<br />

Stati Uniti iniziarono tardivamente il loro ponte aereo verso Israele. Dopo<br />

due settimane, l'Egitto fu salvato da una sconfitta disastrosa dal Consiglio<br />

di Sicurezza dell'Onu, che non aveva agito finche' gli Arabi erano sulla<br />

cresta dell'onda.<br />

L'Unione Sovietica non mostro' alcun interesse ad agire per la pace finche'<br />

sembrava che gli Arabi potessero vincere. E lo stesso valeva per il<br />

Segretario generale dell'ONU Kurt Waldheim (l'aver Waldheim prestato<br />

servizio durante la Seconda Guerra Mondiale in un'unita' dell'Esercito<br />

tedesco rea di crimini di guerra nei Balcani porto' al suo divieto di metter<br />

piede negli USA dopo che fu eletto Presidente dell'Austria).<br />

Il 22 Ottobre, il Consiglio di Sicurezza adotto' la Risoluzione 338, che<br />

ingiungeva "a tutte le parti dell'attuale conflitto di cessare il fuoco e di<br />

interrompere immediatamente ogni attivita' militare". Il voto giunse il<br />

giorno in cui le forze israeliane avevano circondato ed isolato la Terza<br />

Armata egiziana ed avrebbero potuto distruggerla [2].<br />

Ad onta del successo finale delle Forze di Difesa Israeliane sul campo di<br />

battaglia, la guerra fu considerata un insuccesso diplomatico e militare.<br />

Morirono 2.688 soldati israeliani in tutto.<br />

02. MITO<br />

"Il Presidente egiziano Anwar Sadat aveva acconsentito alle proposte di pace<br />

USA e non cercava la guerra"<br />

57


02. <strong>FATTI</strong><br />

Nel 1971, il Presidente egiziano Anwar SAdat ventilo' la possibilita' di<br />

firmare un accodo con Israele, purche' tutti i territori occupati fossero<br />

restituiti dagli Israeliani. Non ci fu pero' alcun progresso verso la pace,<br />

cosicche', l'anno dopo, Sadat disse che la guerra fu inevitabile ed egli era<br />

pronto a sacrificare un milione di soldati nello scontro finale con Israele<br />

[3]. Quell'anno la sua minaccia non si concretizzo'.<br />

Per tutto il 1972 e gran parte del 1973, Sadat minaccio' la guerra a meno<br />

che gli USA non costringessero Israele ad accettare la sua interpretazione<br />

della Risoluzione 242 - cioe' il ritiro totale dai territori presi nel 1967.<br />

Nel contempo, il capo egizio portava avanti un'offensiva diplomatica in<br />

Europa ed Africa per ottenere sostegno per la sua causa. Egli si appello' ai<br />

Sovietici perche' premessero sugli Stati Uniti e perche' fornissero<br />

all'Egitto piu' armi offensive per attraversare il Canale di Suez. L'Unione<br />

Sovietica era piu' interessata a mantenere l'apparenza della distensione con<br />

gli Stati Uniti che in un confronto nel Medio Oriente; percio', essa<br />

respinse le richieste di Sadat. E Sadat reagi' espellendo di botto 20.000<br />

consiglieri sovietici dall'Egitto.<br />

In un'intervista dell'Aprile 1973, Sadat ammoni' nuovamente che avrebbe<br />

ricominciato la guerra [4]. Ma si trattava della stessa minaccia che aveva<br />

fatto nel 1971 e nel 1972, e la maggioranza degli osservatori rimase<br />

scettica.<br />

Gli Stati Uniti furono d'accordo con l'opinione d'Israele che l'Egitto<br />

avrebbe dovuto impegnarsi in negoziati diretti. La tregua sponsorizzata<br />

dagli USA aveva tre anni, ed il Segretario di Stato Henry Kissinger aveva<br />

aperto un nuovo dialogo per la pace nelle Nazioni Unite. Quasi tutti avevano<br />

fiducia che le prospettive di una nuova guerra fossero remote.<br />

Sadat reagi' acidamente all'iniziativa di Kissinger:<br />

"Gli Stati Uniti sono tuttora sotto pressione sionista. Gli occhiali che gli<br />

Stati Uniti hanno sugli occhi sono del tutto sionisti, opachi a qualsiasi<br />

cosa salvo cio' che vuole Israele. Questo noi non l'accettiamo [5].<br />

03. MITO<br />

"L'Egitto e la Siria furono gli unici stati arabi coinvolti nella Guerra del<br />

1973"<br />

03. <strong>FATTI</strong><br />

Almeno nove stati arabi, tra cui quattro nazioni non medioorientali,<br />

aiutarono attivamente lo sforzo bellico egiziano-siriano.<br />

Pochi mesi prima della Guerra del Kippur, l'Iraq trasferi' in Egitto uno<br />

squadrone di aerei Hunter. Durante la Guerra, una divisione iraqena di circa<br />

18.000 uomini e diverse centinaia di carri armati fu dislocata nel Golan<br />

centrale e partecipo' all'attacco del 16 Ottobre contro le posizioni<br />

israeliane [6]. I Mig iraqeni cominciarono ad agire sulle alture del Golan<br />

gia' l'8 Ottobre, il terzo giorno di guerra.<br />

58


Oltre a fungere da mallevadori, l'Arabia Saudita ed il Kuwait impegnarono<br />

degli uomini in battaglia. Una brigata saudita di circa 3.000 soldati fu<br />

inviata in Siria, dove partecipo' ai combattimenti lungo la via che portava<br />

a Damasco. Inoltre, violando il bando di Parigi al trasferimento di armi di<br />

fabbricazione francese, la Libia invio' dei caccia Mirage in Egitto (tra il<br />

1971 ed il 1973, il Presidente libico Muammar Qaddafi diede al Cairo piu' di<br />

1 miliardo di dollari in aiuti per riarmare l'Egitto e per pagare i<br />

Sovietici per le armi consegnate) [7].<br />

"Tutti i paesi dovrebbero combattere una guerra contro i Sionisti, che sono<br />

qui per distruggere tutte le organizzazioni umane e per distruggere la<br />

civilta' ed il lavoro che i buoni stanno cercando di fare".<br />

- Re Faisal dell'Arabia Saudita, in Beirut Daily Star, 17 Novembre 1972.<br />

Altri paesi nordafricani risposero alle richieste arabe e sovietiche di<br />

aiutare gli stati in prima linea. L'Algeria invio' tre squadroni di aerei da<br />

caccia e da bombardamento, una brigata corazzata e 150 carri armati. Circa<br />

1.000-2.000 soldati tunisini vennero posti sul Delta del Nilo. Il Sudan<br />

dispose 3.500 soldati nell'Egitto meridionale, ed il Marocco invio' tre<br />

brigate in prima linea, tra cui 2.500 uomini in Siria.<br />

Le postazioni radar libanesi vennero usate dalla contraerea siriana. Il<br />

Libano consenti' inoltre ai terroristi palestinesi di bombardare gli<br />

insediamenti civili israeliani dal suo territorio. I Palestinesi<br />

combatterono sul fronte meridionale insieme con gli Egiziani ed i Kuwaitiani<br />

[8].<br />

Probabilmente, il partecipante meno entusiasta al conflitto di Ottobre fu<br />

probabilmente Re Hussein di Giordania, che sembra sia stato tenuto<br />

all'oscuro dei piani bellici egiziani e siriani. Ma Hussein mando due delle<br />

sue migliori unita' - la 40ma e la 60ma Brigata corazzata- in Siria. Questa<br />

forza si attesto' nel settore meridionale, difendendo la strada principale<br />

tra Damasco ed Amman, ed attaccando le posizioni israeliane lungo la via<br />

Kuneitra-Sassa il 16 Ottobre. Tre batterie di artiglieria giordane<br />

parteciparono inoltre all'attacco, compiuto da circa 100 carri armati [9].<br />

Il Ministro della Difesa siriano Mustafa Tlas riferi' all'Assemblea<br />

Nazionale siriana, nel Dicembre 1973, di questo esempio di "valore<br />

supremo"<br />

delle truppe siriane:<br />

"C'e' lo splendido caso di una recluta di Aleppo che ha ucciso 28 soldati<br />

ebrei tutti da solo, massacrandoli come pecore. Ne sono testimoni tutti i<br />

suoi compagni d'arme. Ne ha macellati tre con un'ascia e li ha decapitati<br />

... Ha combattuto faccia a faccia con uno di loro, e gettando la sua ascia<br />

e' riuscito a spezzargli il collo ed a divorare la sua carne davanti ai suoi<br />

compagni. Questo e' un caso speciale. Devo proprio evidenziarlo per<br />

premiarlo con la Medaglia della Repubblica. Daro' questa medaglia ad ogni<br />

soldato che riesce ad uccidere 28 Ebrei, copriro' di apprezzamento ed onore<br />

il suo valore" [10].<br />

04. MITO<br />

"Israele maltratto' i soldati arabi catturati nella Guerra del 1973"<br />

59


04. <strong>FATTI</strong><br />

Numerosi osservatori hanno riferito che il trattamento israeliano dei<br />

soldati arabi catturati era irreprensibile. Hugh Baker, rappresentante di<br />

Amnesty International, dichiaro': "Sono trattati bene ... sembra che stiano<br />

ricevendo le migliori cure mediche" [11].<br />

Poco dopo il suo rilascio, il colonnello siriano Atnon El-Kodar si lamento'<br />

di maltrattamenti da parte dei dottori israeliani, accusandoli di avergli<br />

amputato una gamba senza bisogno. Un corrispondente americano, Ed<br />

deFontaine, che aveva incontrato Kodar in un ospedale israeliano, penso' che<br />

il colonnello "avesse una memoria cortissima su cio' che si era fatto per<br />

salvargli la vita ... Egli mi disse che doveva la vita al dottore" [12].<br />

Di contro, i soldati israeliani catturati dalle truppe siriane ed egiziane<br />

furono maltrattati. Al momento della resa, dozzine di prigionieri di guerra<br />

israeliani furono uccisi, altri torturati in violazione della Convenzione di<br />

Ginevra sui Prigionieri di Guerra.<br />

Secondo un rapporto inviato alla Croce Rossa Internazionale dal Governo<br />

israeliano l'8 Dicembre 1973, i soldati israeliani scoprirono corpi di<br />

soldati israeliani sulle alture del Golan a cui avevano legato mani e piedi<br />

ed avevano cavato gli occhi. Essi erano stati uccisi con colpi a bruciapelo.<br />

Sul fronte egizio, secondo un rapporto inviato alla Croce Rossa il 9<br />

Dicembre 1973, i soldati israeliani non stavano per nulla meglio. I soldati<br />

che si arrendevano venivano pestati, fucilati, sessualmente abusati,<br />

ustionati ed affamati - e molti furono uccisi.<br />

Dopo la guerra, la Siria rifiuto' per mesi di fornire le liste dei<br />

prigionieri di guerra ad Israele, alla Croce Rossa od al Segretario di Stato<br />

americano Henry Kissinger.<br />

Il Sunday Times di Londra riferi' che gli ufficiali siriani avevano<br />

consegnato i prigionieri israeliani alle squadre militari d'interrogatorio<br />

sovietiche. "Gli interroganti ... hanno impiegato tecniche mediche e di<br />

altro tipo per spezzare la resistenza degli Israeliani", disse il Times<br />

[13].<br />

05. MITO<br />

"Le truppe israeliane rasero deliberatamente al suolo con i bulldozer e<br />

l'esplosivo l'intera citta' di Kuneitra prima di ritirarsi dall'area nel<br />

Giugno 1974"<br />

05. <strong>FATTI</strong><br />

Kuneitra, una cittadina poco a nord del confine israelo-siriano, fu<br />

gravemente danneggiata sia nella guerra del 1967 che in quella del 1973.<br />

Nella Guerra del Kippur, fu bombardata e catturata dalle truppe siriane,<br />

ripresa dagli Israeliani e poi difesa contro gli intensi contrattacchi<br />

siriani. I carri armati scorrazzavano per la citta', tra gli edifici ed<br />

anche dentro. Kuneitra fu inoltre danneggiata dagli 81 giorni di duelli<br />

d'artiglieria che precedettero il disimpegno.<br />

La posizione strategica di Kuneitra vicino al confine israeliano si mostro'<br />

60


adattissima per le basi dell'esercito siriano, compresi i centri di comando<br />

e controllo dell'intera linea del fronte. La Siria concentro' in questa<br />

regione con capitale Kuneitra almeno meta' del suo esercito. Furono<br />

costruite installazioni militari, caserme, centri di supporto, depositi di<br />

carburante e munizioni. Come risultato, la fonte di sussistenza degli<br />

abitanti cambio' da un'agricoltura primitiva all'impiego militare.<br />

Molto prima dell'asserita distruzione della citta' da parte israeliana, il<br />

London Times riferi' che Kuneita, che una volta "aveva 17.000 residenti piu'<br />

una guarnigione siriana dell'esercito ... e' in rovina e deserta dopo sette<br />

anni di guerra ed abbandono. Essa pare una citta' del selvaggio West colpita<br />

da un terremoto ... Quasi tutti gli edifici sono gravemente danneggiati e<br />

decine sono crollati ..." [14].<br />

Note:[1] Chaim Herzog, The Arab-Israeli Wars, (NY: Random House, 1982), p. 230.[2]<br />

Herzog, p. 280.<br />

[3] Howard Sachar, A History of Israel: From the Rise of Zionism to OurTime,(NY: Alfred<br />

A. Knopf, 1979), p. 747.<br />

[4] Newsweek, (9 Aprile 1973).[5] Radio Cairo, (28 Settembre 1973).[6] Trevor Dupuy,<br />

Elusive Victory: The Arab-Israeli Wars, 1947-1974, (NY:Harper & Row, 1978), p. 462.[7]<br />

Dupuy, p. 376; Herzog, p. 278; Nadav Safran, Israel The Embattled Ally,(MA: Harvard<br />

University Press, 1981), p. 499.[8] Herzog, p. 278, 285, 293; Dupuy, 534.<br />

[9] Herzog, p. 300.[10] Official Gazette of Syria, (11 Luglio 1974).[11] Jerusalem Post, (4<br />

Gennaio 1974).<br />

[12] Group W Radio, (11 Giugno 1974).[13] London Times, (19 Maggio 1974).[14] London<br />

Times, (5 Maggio 1974).<br />

I confini, di Mitchell G. Bard<br />

Miti da confutare<br />

01. "La creazione dello Stato d'Israele nel 1948 ha cambiato gli assetti<br />

politici e di confine tra stati indipendenti che sono esistiti per secoli".<br />

02. "Israele e' stato fin dalla creazione uno stato espansionista".<br />

03. "Israele ha sempre cercato di conquistare le terre arabe che si<br />

estendono dal Nilo all'Eufrate. C'e' perfino una mappa appesa alla<br />

Knesset che lo dimostra".<br />

04. "La Cisgiordania e' parte della Giordania".<br />

05. "Israele ha preso le alture del Golan in una guerra di aggressione".<br />

06. "Israele non ha necessita' strategica di mantenere il controllo<br />

militare sulle alture del Golan. L'adesione siriana al cessate il fuoco<br />

sul Golan prova che Israele non correrebbe pericolo a restituire quel<br />

territorio".<br />

07. "Israele ha rifiutato di offrire un qualsiasi compromesso sulle<br />

alture del Golan, mentre la Siria era disposta a barattare la terra con<br />

la pace".<br />

08. "Israele ha annesso illegalmente le alture del Golan nel 1981,<br />

violando il diritto internazionale e la risoluzione ONU numero 242".<br />

09. "Israele puo' ritirarsi dalla Cisgiordania con problemi appena<br />

maggiori che nel caso del Sinai".<br />

10. "La Guerra del Golfo prova che la richiesta israeliana di confini<br />

difendibili e' irrealistica in un'epoca di missili balistici e<br />

bombardieri a grande raggio capaci di attraversare vaste regioni in<br />

pochi minuti".<br />

61


11. "Israele "occupa" la Cisgiordania".<br />

I Miti in Dettaglio<br />

1. MITO<br />

"La creazione dello Stato d'Israele nel 1948 ha cambiato gli assetti<br />

politici e di confine tra stati indipendenti che sono esistiti per<br />

secoli".<br />

01. <strong>FATTI</strong><br />

I confini dei paesi del Medio Oriente sono stati fissati arbitrariamente<br />

dalle potenze occidentali dopo la sconfitta turca nella Prima Guerra<br />

Mondiale e la creazione dei mandati francese e britannico. Le aree<br />

assegnate ad Israele dal Piano di Spartizione dell'ONU erano state sotto<br />

il controllo degli Ottomani, che avevano retto la Palestina dal 1517 al<br />

1917.<br />

Quando la Turchia fu sconfitta nella Prima Guerra Mondiale, i Francesi<br />

s'impossessarono dell'area ora nota come Libano e Siria. I Britannici<br />

assunsero il controllo della Palestina e dell'Iraq. Nel 1926 i confini<br />

furono ridisegnati ed il Libano fu separato dalla Siria.<br />

La Gran Bretagna insedio' l'Emiro Faisal, che era stato deposto dai<br />

Francesi in Siria, come sovrano del nuovo regno dell'Iraq. Nel 1922 i<br />

Britannici crearono l'emirato di Transgiordania, che comprendeva tutta<br />

la Palestina ad est del Fiume Giordano. Questo lo si fece per dare<br />

all'Emiro Abdullah, la cui famiglia era stata sconfitta nelle guerre<br />

tribali della penisola araba, un Regno da governare. Nessuno dei paesi<br />

vicini ad Israele e' diventato indipendente prima di questo secolo.<br />

Molte altre nazioni arabe lo sono diventate dopo Israele [1].<br />

02. MITO<br />

"Israele e' stato fin dalla creazione uno stato espansionista".<br />

02. <strong>FATTI</strong><br />

I confini d'Israele sono stati determinati dalle Nazioni Unite quando<br />

esse adottarono la risoluzione di spartizione nel 1947. In una serie di<br />

guerre difensive, Israele ha catturato del territorio supplementare. In<br />

diverse occasioni, Israele si e' ritirato da queste aree.<br />

Come parte dell'accordo di disimpegno del 1974, Israele ha restituito<br />

alla Siria dei territori catturati nelle guerre del 1967 e del 1973.<br />

Secondo i termini del trattato di pace israelo-egiziano del 1979,<br />

Israele si e' ritirato dalla penisola del Sinai per la terza volta. Si<br />

era gia' ritirato da gran parte dell'area deserta che aveva catturato<br />

nella sua Guerra d'Indipendenza. Dopo aver catturato tutto il Sinai nel<br />

conflitto di Suez del 1956, Israele ha restituito la penisola all'Egitto<br />

l'anno dopo.<br />

62


Nel Settembre 1983, Israele si e' ritirato da gran parte del Libano a<br />

posizioni a sud del fiume Awali. Nel 1985 ha completato il suo ritiro<br />

dal Libano, salvo che per una stretta fascia di sicurezza appena a nord<br />

del confine israeliano. Anche questa e' stata abbandonata,<br />

unilateralmente, nel 2000.<br />

Dopo aver firmato gli accordi di pace con i Palestinesi ed un trattato<br />

con la Giordania, Israele ha acconsentito a ritirarsi da gran parte dei<br />

territori nella Cisgiordania catturati dalla Giordania nel 1967. Una<br />

piccola area e' stata restituita alla Giordania, il resto fu ceduto<br />

all'Autorita' Palestinese. L'accordo con i Palestinesi ha inoltre<br />

implicato il ritiro israeliano nel 1994 da gran parte della Striscia di<br />

Gaza, che era stata catturata dall'Egitto nel 1973 [errore: era il<br />

1967 - Liang].<br />

Continuano i negoziati a proposito della destinazione finale degli altri<br />

territori contesi in mano d'Israele. La volonta' d'Israele di compiere<br />

concessioni territoriali in cambio della sicurezza prova che il suo<br />

obiettivo e' la pace e non l'espansione territoriale.<br />

03. MITO<br />

"Israele ha sempre cercato di conquistare le terre arabe che si<br />

estendono dal Nilo all'Eufrate. C'e' perfino una mappa appesa alla<br />

Knesset che lo dimostra".<br />

03. <strong>FATTI</strong><br />

Questo tema e' frequentemente usato dai nemici d'Israele, e viene<br />

abitualmente ripetuto nei mondi arabo ed islamico.<br />

In Iran e' stata inserita una mappa che sosteneva di mostrare i confini<br />

"sognati" da Israele (un impero che comprendeva l'Arabia Saudita,<br />

l'Iraq, il Kuwait e parti della Turchia e dell'Iran) in un'edizione del<br />

1985 dei Protocolli dei Savi di Sion, il noto falso zarista.<br />

In una conferenza stampa a Ginevra del 25 Maggio 1990, Yassir Arafat<br />

sostenne che la moneta israeliana da 10 Agora mostra una mappa di un<br />

Israele ingranditosi, che comprendeva tutta la Giordania ed il Libano,<br />

nonche' grandi porzioni dell'Iraq, della Siria, dell'Arabia Saudita e<br />

dell'Egitto.<br />

A dire il vero, l'Agora e' stata coniata avendo come modello un'antica<br />

moneta ebraica emessa al tempo di Re Mattatia Asmoneo. La moderna<br />

versione israeliana mostra la forma della moneta originale, che si era<br />

corrosa nel corso di duemila anni. E' questa forma deformata di una<br />

moneta antica che Arafat sostenne di rappresentare la "mappa" segreta<br />

dell'espansionismo israeliano.<br />

Il Ministra della Difesa siriano Mustafa Tlas ha detto che un'iscrizione<br />

"La Terra d'Israele, dall'Eufrate al Nilo" e' cesellata sopra l'ingresso<br />

della Knesset [2]. Altri hanno sostenuto che dentro la Knesset una mappa<br />

mostri questi confini.<br />

63


Non esistono ne' l'iscrizione ne' la mappa. Ma molti nel mondo arabo si<br />

sono convinti che sia vero. Gli Arabi che hanno visitato il Parlamento e<br />

non hanno visto la mappa talvolta affrmano che fu rimossa in previsione<br />

della loro visita [3].<br />

Certo, la miglior confutazione di questo mito e' la storia dei ritiri<br />

israeliani da territorio preso nel 1948, 1956, 1967, 1973 e 1982.<br />

04. MITO<br />

"La Cisgiordania e' parte della Giordania".<br />

04. <strong>FATTI</strong><br />

La Cisgiordania non e' mai stata legalmente parte della Giordania.<br />

Secondo il piano di spartizione dell'ONU del 1947 - accettato dagli<br />

Ebrei e rigettato dagli Arabi - esso avrebbe dovuto essere parte di uno<br />

stato arabo indipendente nella Palestina occidentale. Ma l'esercito<br />

giordano la invase e la occupo' durante la guerra del 1948. Nel 1950, la<br />

Giordania annesse la Cisgiordania.<br />

Solo due governi - la Gran Bretagna ed il Pakistan - riconobbero<br />

formalmente l'annessione giordana. Il resto del mondo, compresi gli<br />

Stati Uniti, non lo fecero mai.<br />

Durante il periodo della sua occupazione (1950-1967), la Giordania<br />

consenti' ai terroristi di lanciare incursioni contro Israele. Amman<br />

perse la Cisgiordania dopo che l'esercito giordano fu coinvolto nella<br />

Guerra del 1967.<br />

05. MITO<br />

"Israele ha preso le alture del Golan in una guerra di aggressione".<br />

05. <strong>FATTI</strong><br />

Tra il 1948 ed il 1967 la Siria controllava le alture del Golan e le<br />

usava come fortilizio da cui le sue truppe cecchinavano a casaccio sui<br />

civili israeliani nella valle di Hula sottostante, obbligando i bambini<br />

che vivevano nei kibbutz a dormire nei rifugi. Inoltre, molte strade<br />

nell'Israele settentrionale si potevano transitare solo dopo averle<br />

ripulite con dei veicoli sminatori. Verso la fine del 1966, un<br />

giovanotto fu fatto a pezzi da una mina mentre giocava a calcio vicino<br />

al confine libanese. In alcuni casi gli attacchi venivano compiuti dal<br />

Fatah di Yassir Arafat, a cui la Siria consentiva di agire dal suo<br />

territorio [4].<br />

Israele protesto' piu' volte senza successo contro i bombardamenti<br />

siriani presso la Commissione mista ONU per l'armistizio, il cui compito<br />

era far rispettare il cessate il fuoco. Per esempio, Israele venne alle<br />

Nazioni Unite nell'Ottobre 1966 per chiedere di fermare gli attacchi di<br />

Fatah. La risposta di Damasco fu provocatoria: "Non e' nostro dovere<br />

fermarli, ma anzi di incoraggiarli e rafforzarli", rispose<br />

l'ambasciatore siriano [5].<br />

Non fu fatto nulla per bloccare l'aggressione siriana. Una fievole<br />

64


isoluzione del Consiglio di Sicurezza che esprimeva "rammarico" per<br />

tali incidenti subi' il veto dell'Unione Sovietica. Invece, Israele fu<br />

condannata dall'ONU quando compi' una rappresaglia. "Per quanto<br />

riguardava il Consiglio di Sicurezza", cosi' scrisse lo storico Netanel<br />

Lorch, "la stagione per ammazzare gli Israeliani nel loro stesso<br />

territorio era aperta" [6]<br />

Dopo l'inizio della Guerra dei Sei Giorni, l'aeronautica siriana tento'<br />

di bombardare le raffinerie di petrolio ad Haifa. Mentre Israele stava<br />

combattendo nel Sinai e nella Cisgiordania, l'artiglieria siriana<br />

bombardo' le forze israeliane nella Galilea orientale, e truppe<br />

corazzate spararono ai villaggi della valle di Hula sotto le alture del<br />

Golan.<br />

Il 9 Giugno 1967 Israele attacco' le forze siriane nel Golan. Nel tardo<br />

pomeriggio del 10 Giugno Israele aveva il pieno controllo<br />

dell'altopiano. La cattura israeliana delle alture strategiche avvenne<br />

dopo piu' di 19 anni di provocazioni dalla Siria, e dopo sforzi falliti<br />

di far agire contro gli aggressori la comunita' internazionale.<br />

06. MITO<br />

"Israele non ha necessita' strategica di mantenere il controllo militare<br />

sulle alture del Golan. L'adesione siriana al<br />

cessate il fuoco sul Golan prova che Israele non correrebbe pericolo a<br />

restituire quel territorio".<br />

06. <strong>FATTI</strong><br />

E' vero che la Siria - tenuta a bada da truppe dell'IDF che possono<br />

cannoneggiare Damasco - ha mantenuto il Golan alquanto tranquillo fin<br />

dal 1974. Ma nel frattempo, la Siria ha dato rifugio e sostegno a<br />

numerosi gruppi terroristici che attaccano Israele dal Libano e da altri<br />

paesi. Tra essi ci sono il Fronte Democratico per la Liberazione della<br />

Palestina, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, lo<br />

Hizbollah ed il Comando Generale del Fronte Popolare per la Liberazione<br />

della Palestina. Inoltre la Siria ha tuttora dislocato centinaia di<br />

migliaia di soldati - circa il 75% del suo esercito - sul fronte<br />

israeliano presso le alture.<br />

Dal Golan occidentale, ci sono solo 60 miglia (96 km) - e senza seri<br />

ostacoli naturali - ad Haifa e ad Acri, il cuore industriale d'Israele.<br />

Il Golan - che si eleva dai 400 ai 1700 piedi (120-510 metri) nella sua<br />

sezione occidentale, al confine con Israele di prima del 1967, domina la<br />

Valle di Hula, la piu' ricca area agricola israeliana. Nelle mani di un<br />

vicino amico, la scarpata e' di poca importanza militare. Ma se e'<br />

controllata da un paese ostile, il Golan puo' ridiventare un incubo<br />

strategico per Israele.<br />

Prima della Guerra dei Sei Giorni, quando gli insediamenti agricoli<br />

israeliani in Galilea venivano bersagliati dal Golan, le possibilita'<br />

israeliane di contrattaccare erano limitate dalla geografia delle<br />

alture. "I fuochi di controbatteria erano limitati dalla mancanza di<br />

punti d'osservazione dalla valle di Huleh; gli attacchi aerei avevano<br />

65


un'efficacia limitata a causa dei profondi ripari siriani con forte<br />

copertura dall'alto, ed un attacco terrestre contro quelle posizioni<br />

avrebbe richiesto ingenti forze col connesso rischio di gravi perdite e<br />

notevoli ripercussioni politiche", osservo' il Colonnello (in congedo) d<br />

ell'Esercito americano Irving Heymont [7].<br />

Quando Israele alla fine si accollo' questi rischi ed attacco' le<br />

posizioni siriane nel 1967, subi' 115 morti - piu' o meno il numero<br />

degli Americani uccisi nell'Operazione Tempesta nel Deserto.<br />

Come il processo di pace comincio' a zoppicare nel 1996-1997, la Siria<br />

comincio' a rinnovare le minacce di guerra con Israele ed a compiere<br />

minacciosi movimenti militari. Alcuni analisti israeliani hanno<br />

avvertito che e' possibile un attacco lampo dei Siriani volto a<br />

riprendere il golan. Le Forze di Difesa Israeliane hanno pero' reagito<br />

alle mosse siriane, e finora hanno mantenuto la pace.<br />

Per Israele, cedere il Golan ad una Siria ostile potrebbe mettere a<br />

repentaglio il suo sistema di primo allarme contro gli attacchi di<br />

sorpresa. Israele ha costruito dei radar sul Monte Hermon, il punto piu'<br />

alto della regione. Se Israele si ritirasse dal Golan e dovesse spostare<br />

queste basi nei bassipiani della Galilea, essi perderebbero gran parte<br />

della loro efficacia strategica.<br />

07. MITO<br />

"Israele ha rifiutato di offrire un qualsiasi compromesso sulle alture<br />

del Golan, mentre la Siria era disposta a barattare la terra con la<br />

pace".<br />

07. <strong>FATTI</strong><br />

Sotto Hafez Assad, la posizione della Siria non e' mai cambiata: Israele<br />

doveva ritirarsi completamente da tutte le alture del Golan prima che<br />

egli iniziasse una qualsiasi discussione su quel che avrebbe potuto fare<br />

in cambio la Siria. Non ha mai espresso alcuna disponibilita' a far pace<br />

con Israele se avesse restituito il Golan in tutto od in parte.<br />

Ed Israele e' stato altrettanto determinato a non cedere alcun<br />

territorio senza sapere che cosa fosse pronta a concedere la Siria. La<br />

disponibilita' israeliana a cedere in tutto od in parte il Golan dipende<br />

dal consenso della Siria a normalizzare le relazioni ed a firmare un<br />

accordo che faccia finire lo stato di guerra che la Siria afferma che<br />

c'e' tra loro.<br />

In un'intervista concessa al mensile del Ministero della Difesa<br />

israeliano _Bitachon_, il Viceministro della Difesa Ephraim Sneh disse<br />

che le preoccupazioni topografiche associate con il ritiro dal Golan<br />

potrebbero essere annullate da una demilitarizzazione. "La nostra linea<br />

rossa dev'essere un confine difendibile, un confine di cui il Capo di<br />

Stato Maggiore possa dire al Governo oppure alla Commissione Affari<br />

Esteri e Difesa della Knesset: 'Da questa linea io posso difendere lo<br />

Stato d'Israele con perdite minime'". Sneh aggiunse: "piu' grande la<br />

demilitarizzazione, e piu' efficace la rete di avvistamento, piu'<br />

66


possiamo permetterci di essere topograficamente flessibili". Sneh<br />

aggiunse anche che Israele non poteva far compromessi sulle fonti<br />

d'acqua.<br />

Oltre alla sicurezza militare, una chiave alla pace con la Siria, disse<br />

Sneh, sarebbe la normalizzazione delle relazioni tra i due paesi.<br />

"Quando un Israeliano pensa alla normalizzazione, egli vuole alzarsi la<br />

mattina, prendere moglie e figli, portarli a far la spesa a Damasco e<br />

tornare a casa", disse Sneh. "Ma i Siriani vedono la normalizzazione<br />

come uno scambio di ambasciatori e di collegamenti aerei - niente di<br />

piu'. Noi dobbiamo chiedere che ci sia una pace piu' calda di quella con<br />

l'Egitto, piu' simile a quella che abbiamo con la Giordania".<br />

Nel frattempo, c'e' una forte opposizione all'interno di Israele al<br />

ritiro dalle alture del Golan. Molti si aspettano che l'opinione<br />

pubblica cambiera' se e quando i Siriani firmano un accordo e prendono<br />

provvedimenti, come ad esempio frenando gli attacchi di Hizbollah dal<br />

Libano meridionale contro Israele, che mostrino un autentico interesse<br />

nella pace. E la pubblica opinione determinera' se si concludera' un<br />

trattato perche' una legge adottata durante il periodo del Primo<br />

Ministro Netanyahu richiede che ogni accordo sia approvato da un<br />

referendum nazionale.<br />

Il Presidente Assad mori' nel Giugno 2000, e non ci sono ancora stati<br />

negoziati da allora, dato che il figlio e successore di Assad, Bashar,<br />

ha agito soprattutto per consolidare il suo potere in Siria.<br />

Retoricamente, Bashar non ha indicato alcun mutamento nella posizione<br />

siriana sul Golan. In mancanza di cambiamenti drammatici nel governo<br />

siriano e nel suo atteggiamento verso Israele, la sicurezza dello Stato<br />

ebraico dipende dal mantenere il suo controllo militare sulle alture del<br />

Golan.<br />

"Da un punto di vista strettamente militare, Israele dovrebbe conservare<br />

alcuni dei territori catturati per avere confini militarmente<br />

difendibili".<br />

- Memorandum per il Segretario americano alla Difesa dai Capi di Stato<br />

Maggiore congiunti del 29 Giugno 1967.<br />

08. MITO<br />

"Israele ha annesso illegalmente le alture del Golan nel 1981,<br />

violando il diritto internazionale e la risoluzione ONU numero 242".<br />

08. <strong>FATTI</strong><br />

Il 14 Dicembre 1981, la Knesset voto' l'annessione delle alture del<br />

Golan. La legge estese la legislazione e l'amministrazione civile<br />

israeliana ai residenti del Golan in luogo dell'autorita' militare che<br />

aveva governato l'area fin dal 1967. La legge non previene l'opzione di<br />

negoziare un accordo finale sullo stato del territorio.<br />

Dopo l'approvazione della legge da parte della Knesset, il Professor<br />

Julius Stone dello Hastings College of the Law ha scritto "Non c'e'<br />

67


nessuna norma del diritto internazionale che richieda ad un legittimo<br />

occupante militare, in questa situazione, di attendere per sempre prima<br />

di rendere permanente il controllo ed il governo del territorio. ...<br />

Diversi esperti di diritto internazionale si sono a dire il vero<br />

meravigliati per la pazienza che ha fatto attendere Israele cosi' tanto"<br />

[8].<br />

09. MITO<br />

"Israele puo' ritirarsi dalla Cisgiordania con problemi appena maggiori<br />

che nel caso del Sinai".<br />

09. <strong>FATTI</strong><br />

Diverse pagine del trattato di pace d'Israele con l'Egitto sono dedicate<br />

agli accordi sulla sicurezza. Per esempio, l'Articolo III dell'Appendice<br />

tratta delle aree in cui sono concessi i voli di ricognizione, e<br />

l'Articolo V consente la creazione di sistemi di primo allarme in alcune<br />

zone.<br />

Le garanzie di sicurezza, che erano indispensabili per dare ad Israele<br />

la fiducia per ritirarsi, erano possibili solo perche' il Sinai era<br />

smilitarizzato. Esse offrono ad Israele una larga zona cuscinetto di<br />

oltre 100 miglia [160 chilometri - Liang]. Oggi il confine egiziano e' a<br />

60 miglia [96 chilometri - Liang] da Tel Aviv ed a 70 miglia [112<br />

chilometri - Liang] da Gerusalemme, le citta' israeliane piu' vicine. Il<br />

Sinai resta un deserto poco popolato, con una popolazione di meno di<br />

250.000 abitanti.<br />

Ma la situazione nei territori e' completamente diversa. Piu' di due<br />

milioni di Arabi vive in Cisgiordania, molti in citta' affollate ed in<br />

campi profughi. La maggior parte e' vicino a citta' israeliane come Tel<br />

Aviv e Gerusalemme. E' importante per Israele che la Cisgiordania non<br />

cada in mano di vicini ostili. L'infiltrazione negli ultimi anni di<br />

terroristi dall'Autorita' Palestinese che hanno commesso atti orrendi<br />

come bombardamenti suicidi mostra quanto sia grave il pericolo.<br />

Ad onta del pericolo, a partire da Oslo Israele si e' ritirato dalla<br />

maggior parte della Cisgiordania ed aveva offerto di cedere piu' del 90%<br />

di essa in cambio di un accordo finale con i Palestinesi. Israele non<br />

puo' pero' tornare ai confini del 1967, come chiedono i Palestinesi.<br />

L'accordo che Israele ha firmato con i Palestinesi, ed il trattato con<br />

la Giordania, contengono molte norme dedicate proprio al minimizzare i<br />

rischi per la sicurezza d'Israele.<br />

"Non e' possibile difendere Gerusalemme se non occupi l'altopiano. (...)<br />

Un aereo che decolla da un aeroporto ad Amman arriva sopra Gerusalemme<br />

in due minuti e mezzo, percio' e' per me impossibile difendere l'intero<br />

paese se io non occupo quella terra".<br />

- Il Tenente Generale (in congedo) Thomas Kelly, direttore delle<br />

operazioni per i Capi di Stato Maggiore Congiunti durante la Guerra del<br />

Golfo [9].<br />

68


10. MITO<br />

"La Guerra del Golfo prova che la richiesta israeliana di confini<br />

difendibili e' irrealistica in un'epoca di missili balistici e<br />

bombardieri a grande raggio capaci di attraversare vaste regioni in<br />

pochi minuti".<br />

10. <strong>FATTI</strong><br />

La storia mostra che gli attacchi aerei non hanno mai sconfitto una<br />

nazione. I paesi sono conquistati soltanto dai soldati che occupano la<br />

terra. L'esempio piu' recente di questo fu l'invasione iraqena del<br />

Kuwait, in cui quest'ultimo fu travolto ed occupato in poche ore.<br />

Sebbene la forza multinazionale abbia bombardato l'Iraq per quasi sei<br />

settimane, il Kuwait non fu liberato finche' le truppe alleate non<br />

ebbero marciato dentro quel paese negli ultimi giorni di guerra. I<br />

confini difendibili sono quelli che possono prevenire o bloccare un<br />

simile attacco terrestre.<br />

Il ritorno d'Israele ai confini del 1967, che gli stati arabi vogliono<br />

imporre, indurrebbe i potenziali aggressori nella forte tentazione di<br />

lanciare attacchi contro lo stato ebraico - come era loro abitudine<br />

prima del 1967. Israele perderebbe il vasto sistema di radar di primo<br />

allarme che ha creato in Giudea e Samaria. Se un nemico ostile riuscisse<br />

ad impossessarsi di questi monti, il suo esercito potrebbe dividere<br />

Israele in due: da li' ci sono solo 15 miglia [24 chilometri - Liang]<br />

senza ostacoli geografici di rilievo fino al Mediterraneo.<br />

Nel punto piu' stretto, queste linee del 1967 sono a meno di 9 miglia<br />

[14 chilometri - Liang] dalla costa israeliana, di 11 miglia [17<br />

chilometri - Liang], 10 [16 chilometri - Liang] da Be'ersheva, 21 [34<br />

chilometri - Liang] da Haifa e ... un piede [30 centimetri - Liang] da<br />

Gerusalemme.<br />

Nel 1989, il Centro Jaffee per gli Studi Strategici, una fondazione di<br />

ricerca israeliana ritenuta una "colomba", ha scritto:<br />

"L'ingresso nell'arena dei missili terra-terra talvolta suscita<br />

l'interrogativo se i concetti di profondita' strategica ed accordi di<br />

sicurezza abbiano ancora un significato in questa nuova era. La risposta<br />

e' un indubbio si'. Le stazioni di primo allarme e la disposizione di<br />

batterie di missili terra-aria possono dare il tempo di suonare<br />

l'allarme aereo ed avvertire la popolazione di ripararsi da un attacco<br />

missilistico. Potrebbero perfino permettere di intercettare i missili<br />

nemici ancora in volo".<br />

Lo studio concludeva "Finche' questi missili sono armati con testate<br />

convenzionali, possono provocare vittime e danni, ma non possono<br />

decidere il risultato di una guerra" [10].<br />

In un rapporto al Segretario della Difesa del 1967, i Capi di Stato<br />

Maggiore Congiunti degli Stati Uniti scrissero che, perlomeno, "Israele<br />

avrebbe bisogno di una linea di difesa lungo l'asse<br />

Bardala-Tuba-Nablus-Bira-Gerusalemme, da li' fino alla parte<br />

69


settentrionale del Mar morto. Questa linea amplierebbe la porzione<br />

stretta di Israele, e fornirebbe ulteriore terreno per la difesa di Tel<br />

Aviv".<br />

Il rapporto inoltre fornisce argomenti per una Gerusalemme unita sotto<br />

controllo israeliano. Per difendere Gerusalemme, conclusero i Capi di<br />

Stato Maggiore Congiunti, Israele avrebbe bisogno di avere il suo<br />

confine "posto ad est della citta'" [11].<br />

"Ad un Texano, la prima visita in Israele apre gli occhi. Nel punto piu'<br />

stretto, ci sono solo 8 miglia [13 chilometri - Liang] tra il<br />

Mediterraneo e la vecchia linea dell'Armistizio: e' meno della distanza<br />

tra i due estremi dell'aeroporto di Dallas-Fort Worth. Tutto l'Israele<br />

di prima del 1967 e' grande appena sei volte piu' del King Ranch vicino<br />

a Corpus Christi".<br />

- Il Presidente degli Stati Uniti George W. Bush [12]<br />

11. MITO<br />

"Israele "occupa" la Cisgiordania".<br />

11. <strong>FATTI</strong><br />

In politica le parole contano, e, sventuratamente, il cattivo uso delle<br />

parole che si applicano al conflitto arabo-israeliano ha foggiato gli<br />

atteggiamenti a danno d'Israele. Come nel caso del termine<br />

"Cisgiordania", del termine "Occupazione" si sono impossessati coloro<br />

che intendono dipingere Israele nella luce piu' cruda. Da' anche agli<br />

apologeti un modo di spiegare il terrorismo come "resistenza<br />

all'occupazione", come se le donne ed i bambini uccisi dai bombaroli<br />

omicidi negli autobus, nelle pizzerie e nei centri commerciali fossero<br />

responsabili per la dura condizione degli Arabi. Data la connotazione<br />

negativa di "occupante", non c'e' da sorprendersi che i portavoce arabi<br />

usino quella parola od una sua variante il piu' possibile quando sono<br />

intervistati dalla stampa. La descrizione piu' accurata dei territori<br />

della Giudea e della Samaria e' territori "contesi".<br />

Di fatto, la maggior parte degli altri territori contesi nel mondo non<br />

vengono detti "occupati" da chi li controlla. Questo e' vero, per<br />

esempio, della regione contesa in modo rovente del Kashmir [13].<br />

Tipicamente, occupazione significa controllo straniero di un'area che<br />

era sotto la precedente sovranita' di un altro stato. Nel caso della<br />

Cisgiordania, non c'era sovrano legittimo perche' il territorio era<br />

stato occupato illegalmente dalla Giordania dal 1948 al 1967. Sebbene i<br />

Palestinesi non avessero mai chiesto la fine dell'occupazione giordana e<br />

la creazione di uno stato palestinese, solo due paesi - la Gran Bretagna<br />

ed il Pakistan - riconobbero l'azione giordana.<br />

E' anche importante distinguere l'acquisizione di territorio in una<br />

guerra di conquista da quella in una guerra di autodifesa. Una nazione<br />

che ne attacca un'altra e poi trattiene il territorio che conquista e'<br />

un occupante. E questo e' il caso di Israele, che aveva precisamente<br />

70


detto a Re Hussein che se la Giordania se ne fosse stata alla larga<br />

dalla Guerra del 1967, Israele non avrebbe combattuto contro di lui.<br />

Hussein ignoro' l'avvertimento ed attacco' Israele nel 1967. Parando<br />

l'assalto e respingendo le truppe d'invasione giordane, Israele fini'<br />

col controllare la Cisgiordania. Se Hussein avesse dato retta<br />

all'avvertimento, i Palestinesi della Cisgiordania con ogni probabilita'<br />

sarebbero tuttora dei felici cittadini giordani.<br />

Respingendo le richieste arabe che Israele fosse obbligato a ritirarsi<br />

da tutti i territori conquistati nel 1967, il Consiglio di Sicurezza<br />

dell'ONU riconobbe nella Risoluzione 242 che Israele poteva rivendicarne<br />

almeno una parte per avere nuovi confini difendibili.<br />

A partire da Oslo, la possibilita' di etichettare Israele come potenza<br />

occupante e' stata ulteriormente indebolita dal fatto che Israele ha<br />

trasferito praticamente tutta l'autorita' civile all'Autorita'<br />

Palestinese. Israele ha mantenuto il potere di controllare la sua stessa<br />

sicurezza e quella dei suoi cittadini, ma il 98% della popolazione<br />

palestinese nella Cisgiordania ed a Gaza e' finita sotto l'Autorita'<br />

Palestinese. Quanto Israele sia stato costretto a mantenere una presenza<br />

militare nei territori e' dovuto alla riluttanza dei Palestinesi a<br />

smettere con la violenza contro Israele. Il modo migliore per i<br />

Palestinesi di chiudere la disputa sui territori e' adempiere ai loro<br />

obblighi secondo gli accordi di Oslo, fermare il terrorismo e negoziare<br />

un accordo finale.<br />

--<br />

[Note]<br />

[1] L'Egitto non e' diventato indipendente che nel 1922; il Libano nel<br />

1946; la Giordania nel 1946; la Siria nel 1946. Molti Stati del Golfo<br />

sono diventati indipendenti dopo Israele: il Kuwait nel 1961; il Bahrain<br />

nel 1970; gli Emirati Arabi Uniti nel 1971; ed il Qatar nel 1971.<br />

[2] Al-Jazira (17 Gennaio 1982).<br />

[3] Washington Jewish Week (6 Luglio 1989).<br />

[4] Netanel Lorch, One Long War, (Jerusalem: Keter, 1976), pp. 106-110.<br />

[5] Anne Sinai and Allen Pollack, The Syrian Arab Republic, (NY:<br />

American Academic Association for Peace in the Middle East, 1976), p.<br />

117.<br />

[6] Lorch, p. 111.<br />

[7] Sinai and Pollack, pp. 130-31.<br />

[8] Near East Report (29 Gennaio 1982).<br />

[9] Jerusalem Post (7 Novembre 1991).<br />

[10] Israel's Options for Peace, (Tel Aviv: The Jaffee Center for<br />

Strategic Studies, 1989), pp. 171-72.<br />

[11] Memorandum per il Segretario alla Difesa, 29 Giugno 1967, citato in<br />

Michael Widlanski, Can Israel Survive a Palestinian State?, (Jerusalem:<br />

Institute for Advanced Strategic and Political Studies, 1990), p. 148.<br />

[12] Discorso all'American Jewish Committee (3 Maggio 2001).<br />

Israele ed il Libano, di Mitchell G. Bard<br />

Miti da confutare<br />

01. "Israele non puo' sostenere che la sua invasione del Libano del<br />

1982, lanciata contro un'OLP male equipaggiata, sia stata una guerra<br />

difensiva".<br />

02. "L'OLP non era una vera minaccia per Israele. Quando Israele<br />

attacco', l'OLP stava osservando un accordo di cessate il fuoco gia' da<br />

un anno".<br />

71


03. "L'OLP trattava i Libanesi con dignita' e rispetto".<br />

04. "L'invasione israeliana del Libano ha provocato 10.000 morti e<br />

600.000 senzatetto nel Libano meridionale".<br />

05. "L'OLP era disposta a lasciare Beirut nell'estate del 1982 per<br />

proteggere la popolazione civile da ulteriori attacchi, ma Israele rese<br />

questo impossibile".<br />

06. "Israele fu responsabile per il massacro di migliaia di profughi<br />

palestinesi innocenti a Sabra e Shatila".<br />

07. "Le invasioni del Libano del 1978 e del 1982 e la prosecuzione<br />

dell'occupazione del territorio libanese sono la prova delle intenzioni<br />

aggressive d'Israele".<br />

08. "Israele non ha ancora soddisfatto la richiesta dell'ONU di<br />

ritirarsi completamente dal Libano a causa dell'occupazione illegale<br />

delle fattorie di Shebaa".<br />

09. "Israele ha lanciato un attacco non provocato alle forze di pace ONU<br />

in Libano".<br />

10. "La Siria e' stata una forza di stabilita' e bonta' nel Libano. Ne<br />

ha sempre rispettato sovranita' ed indipendenza".<br />

11. "La Siria ha fatto tutto quel che poteva per impedire ai terroristi<br />

libanesi di mettere a repentaglio la pace nella regione".<br />

12. "La Siria e' intervenuta in Libano solo perche' le fu chiesto dalla<br />

Lega Araba".<br />

13. "Israele rifiuta di rilasciare i prigionieri che cattura, mentre i<br />

Siriani ed i Libanesi rilasciano immediatamente i soldati che<br />

catturano".<br />

14. "Il rapimento da parte d'Israele dello Sceicco Abdul Karim Obeid nel<br />

1989 ha prolungato la crisi degli ostaggi. Ed ha pure provocato la morte<br />

del Tenente Colonnello William Higgins, un ostaggio che sarebbe stato<br />

poi ucciso dai suoi carcerieri per rappresaglia".<br />

15. "Gli attacchi israeliani contro il Libano dimostrano l'aggressivita'<br />

israeliana e la sua determinazione ad occupare il territorio libanese".<br />

I Miti in dettaglio<br />

01. MITO<br />

"Israele non puo' sostenere che la sua invasione del Libano del 1982,<br />

lanciata contro un'OLP male equipaggiata, sia stata una guerra<br />

difensiva".<br />

01. <strong>FATTI</strong><br />

Nel Giugno 1982, quando Tzaha"l entro' in Libano, l'OLP aveva reso<br />

intollerabile la vita nell'Israele settentrionale con i suoi ripetuti<br />

bombardamenti delle citta' israeliane.<br />

In decine di luoghi del Libano era accampata una forza di 15-18.000<br />

membri dell'OLP. Circa 5-6.000 erano mercenari stranieri, che venivano<br />

da paesi come Libia, Iraq, India, Sri Lanka, Ciad e Mozambico [1].<br />

Israele scopri' in Libano abbastanza armi leggere e di altro tipo da<br />

equipaggiare cinque brigate [2]. L'OLP aveva un arsenale che comprendeva<br />

mortai, razzi Katyusha, ed una vasta rete di postazioni antiaeree. L'OLP<br />

aveva inoltre portato nella regione centinaia di carri armati T-34 [3].<br />

La Siria, che permise che il Libano divenisse un rifugio per l'OLP ed<br />

72


altri gruppi terroristici, porto' missili terra-aria in quel paese,<br />

creando un ulteriore pericolo per Israele.<br />

Gli attacchi israeliani e le incursioni dei commando non erano riuscite<br />

a frenare la crescita di quest'esercito dell'OLP. Israele non aveva la<br />

pazienza di attendere ulteriori attacchi letali contro la sua<br />

popolazione civile prima di agire contro i terroristi.<br />

02. MITO<br />

"L'OLP non era una vera minaccia per Israele. Quando Israele attacco',<br />

l'OLP stava osservando un accordo di cessate il fuoco gia' da un anno".<br />

02. <strong>FATTI</strong><br />

L'OLP aveva ripetutamente violato l'accordo del cessate il fuoco del<br />

Lugio 1981. Nei successivi 11 mesi, secondo le accuse Israeliane, l'OLP<br />

organizzo' 270 attacchi terroristici in Israele, in Cisgiordania ed a<br />

Gaza, e lungo i confini libanese e giordano. Negli attacchi morirono<br />

ventinove israeliani e piu' di 300 furono feriti [4]. La situazione in<br />

Galilea divenne intollerabile dacche' la frequenza degli attacchi<br />

costringeva migliaia di residenti a lasciare le loro case od a<br />

trascorrere molto tempo nei rifugi. In questo periodo, Israele lancio'<br />

attacchi di rappresaglia contro le basi dell'OLP in Libano.<br />

Dopo che Israele ebbe lanciato un attacco siffatto il 4-5 Giugno 1982,<br />

l'OLP rispose con un massiccio attacco di artiglieria e di mortai contro<br />

la popolazione israeliana della Galilea. Il 6 Giugno, Tzaha"l entro' in<br />

Libano per cacciar via i terroristi.<br />

L'ex-Segretario di Stato Henry Kissinger difese l'operazione israeliana<br />

"Nessuno stato sovrano puo' tollerare indefinitamente l'accumularsi ai<br />

suoi confini di una forza militare che lo vuol distruggere e che<br />

persegue i suoi obbietivi con bombardamenti ed attacchi periodici" [5].<br />

"In Libano, e' chiaro che sia noi che Israele cerchiamo la fine della<br />

violenza li', ed un Libano sovrano ed indipendente", disse il Presidente<br />

Reagan il 21 Giugno 1982, "Noi siamo d'accordo che Israele non deve<br />

subire violenza dal nord".<br />

Dei documenti rinvenuti da Tzaha"l in Libano durante l'operazione<br />

mostravano che i gruppi terroristici avevano preparato dei piani<br />

dettagliati per bombardare le citta' nell'Israele settentrionale.<br />

Seguono le traduzioni di due documenti trovati al Quartier Generale<br />

dell'OLP a Sidone. Entrambi recano la data del Luglio 1981:<br />

Nome del bersaglio bombardato: Kiryat Semona<br />

Numero di salve: 17 colpi in due parti, ogni parte dal 120 mm.<br />

Unita' incaricata: L'Artiglieria delle Forze Unite del Sud.<br />

Destinatario: El-Haj Ismail.<br />

Saluti per la Rivoluzione!<br />

Il Consiglio Supremo Militare ha deciso di concentrarsi sulla<br />

distruzione di Kiryat Shemona, Metullah, Dan, Shear Yashuv, e Nahariya<br />

ed il suo vicinato.<br />

Kiryat Shemona: verra' distribuita tra tutti i plotoni e bombardata con<br />

proiettili "Grad" migliorati.<br />

73


Metullah: verra' bombardata con mortai da 160 mm (Fronte di Liberazione<br />

della Palestina - As-Saiqa)<br />

Nahariya ed il suo vicinato verranno bombardati con cannoni da 130 mm -<br />

1mo Battaglione d'Artiglieria<br />

Dan e Shear Yashuv: saranno responsabilita' del settore orientale.<br />

Rivoluzione fino alla vittoria! [6]<br />

03. MITO<br />

"L'OLP trattava i Libanesi con dignita' e rispetto".<br />

03. <strong>FATTI</strong><br />

Per i residenti arabi del Libano meridionale, il controllo dell'OLP fu<br />

un incubo. Dopo che l'OLP fu espulsa dalla Giordania da Re Hussein nel<br />

1970, molti dei suoi quadri si recarono in Libano. L'OLP s'impossesso'<br />

di intere aree del paese, in cui brutalizzava la popolazione ed usurpava<br />

l'autorita' del governo libanese.<br />

Il 14 Ottobre 1976 l'Ambasciatore libanese Edward Ghorra disse<br />

all'Assemblea generale dell'ONU che l'OLP stava portando il suo paese<br />

alla rovina: "Elementi palestinesi appartenenti a varie (...)<br />

organizzazioni hanno fatto ricorso al rapimento di Libanesi (e talvolta<br />

di stranieri) facendoli prigionieri, interrogandoli, torturandoli e<br />

talvolta uccidendoli" (New York Times, 15 Ottobre 1976).<br />

I giornalisti Rowland Evans e Robert Novak, che non si sono fatti la<br />

fama di filoisraeliani, dichiararono dopo aver visitato il Libano<br />

meridionale e Beirut che i fatti "sembrano sostenere l'affermazione<br />

israeliana che l'OLP e' stata permeata di malfattori ed avventurieri"<br />

(Washington Post, 25 Giugno 1982).<br />

I giornalisti parlarono ad un dottore la cui fattoria era stata<br />

espropriata senza indennizzo dall'OLP, e trasformata in un deposito<br />

militare. "Ci chiedete ora che ne pensiamo degli Israeliani", disse, "al<br />

confronto dell'inferno che abbiamo passato in Libano, gli Israeliani<br />

sono fratelli". Altri Libanesi - sia cristiani che mussulmani - hanno<br />

detto le stesse cose.<br />

Innumerevoli Libanesi hanno riferito resoconti orripilanti di stupri,<br />

mutilazioni ed omicidi compiuti dalle forze dell'OLP. L'OLP "uccideva la<br />

gente e gettava i loro cadaveri nei cortili. Alcuni di loro erano<br />

mutilati ed i loro arti amputati. Non uscivamo per paura di fare la loro<br />

fine", dissero due donne arabe di Sidone. "Non osavamo andare alla<br />

spiaggia perche' ci molestavano armi in pugno". Le donne parlarono di un<br />

incidente, che avvenne poco prima dell'invasione israeliana, in cui<br />

degli uomini dell'OLP stuprarono ed uccisero una donna, gettandone il<br />

corpo vicino ad una famosa statua. In un giornale locale e' stata<br />

pubblicata una foto del corpo mutilato della vittima [7].<br />

Il Dottor Khalil Torbey, un noto chirurgo libanese, disse ad un<br />

giornalista americano che egli era "chiamato di frequente nel cuore<br />

della notte per curare vittime delle torture dell'OLP. Ho trattato<br />

uomini i cui testicoli erano stati amputati durante le torture. Le<br />

vittime, il piu' delle volte erano (...) Mussulmani. Io ho visto degli<br />

74


uomini, uomini vivi, trascinati per le strade da auto in corsa a cui<br />

erano legati per i piedi" [8].<br />

Il corrispondente del New York Times David Shipler visito' Damour, un<br />

villaggio cristiano presso Beirut, che era stato occupato dall'OLP fin<br />

dal 1976, quando Palestinesi e Libanesi di sinistra saccheggiarono la<br />

citta' e massacrarono centinaia dei suoi abitanti. L'OLP, scrisse<br />

Shipler, aveva trasformato la citta' in una base militare, "usando le<br />

sue chiese come fortilizi ed arsenali". (New York Times, 21 Giugno<br />

1982).<br />

Quando Tzaha"l scaccio' l'OLP da Damour nel Giugno 1982, il Primo<br />

Ministro Menachem Begin annunzio' che i residenti cristiani della citta'<br />

potevano tornare a casa e ricostruirla. Gli abitanti trovarono al loro<br />

ritorno le loro vecchie case insozzate da slogan nazionalisti<br />

palestinesi dipinti con la bomboletta spray, da materiale<br />

propagandistico di Al Fatah, e da poster di Yasir Arafat. Essi dissero a<br />

Shipler quanto felici erano che Israele li avesse liberati.<br />

"Fuori da Damour, mi sentivo un uomo morto. Ma tornando qui, sono molto<br />

felice", disse Walid Azzi, anni 27, la cui casa era stata distrutta.<br />

"Gli Israeliani sono nostri amici, e spero che stiano con noi per un<br />

po'" [9].<br />

04. MITO<br />

"L'invasione israeliana del Libano ha provocato 10.000 morti e<br />

600.000 senzatetto nel Libano meridionale".<br />

04. <strong>FATTI</strong><br />

"E' chiaro a chiunque abbia viaggiato nel Libano meridionale, come hanno<br />

fatto molti giornalisti e soccorritori, che le cifre originali di 10.000<br />

morti e 600.000 senza tetto (....) erano esagerazioni estreme", scrisse<br />

il giornalista del New York Times David Shipler, un acuto critico dello<br />

sforzo bellico israeliano [10].<br />

La cifra di 600.000 senzatetto nacque a meta' del Giugno 1982<br />

all'interno della Mezzaluna Rossa palestinese, comandata dal fratello di<br />

Yasir Arafat Fathi. Francesco Noseda del Comitato Internazionale della<br />

Croce Rossa, che aveva in origine usato la cifra falsa, la disconobbe in<br />

futuro. Il Washington Post riferi' poi che Noseda aveva portato la cifra<br />

vera dei senzatetto a circa 200.000. Ma Noseda aggiunse che il numero<br />

era assai diminuito dacche' i combattimenti in quella zona erano<br />

cessati. In un'intervista, Noseda nego' che il suo ufficio fosse<br />

responsabile per la cifra di 10.000 morti [11].<br />

Certo, ci sarebbero stati zero morti e nessun senzatetto se l'OLP non<br />

avesse usato il Libano meridionale come base da cui minacciare Israele.<br />

05. MITO<br />

"L'OLP era disposta a lasciare Beirut nell'estate del 1982 per<br />

proteggere la popolazione civile da ulteriori attacchi, ma Israele rese<br />

questo impossibile".<br />

75


05. <strong>FATTI</strong><br />

Per oltre un mese l'OLP si e' dimostrata intransigente, nel tentativo di<br />

trarre una vittoria politica dalla sua sconfitta militare. Arafat si<br />

dichiaro' "in linea di principio" disponibile a lasciare Beirut, ma poi<br />

si rifiuto' di recarsi in qualsiasi paese. Arafat tento' inoltre di<br />

spingere gli Americani a riconoscere l'OLP. Per tutta la durata<br />

dell'assedio, l'OLP si nascondeva dietro civili innocenti, calcolando<br />

che se Israele avesse attaccato, sarebbe stata condannata<br />

internazionalmente. Infatti ...<br />

A meta' Giugno, le truppe israeliane avevano circondato 6.000-9.000<br />

terroristi che si erano appostati in mezzo alla popolazione civile di<br />

Beirut Ovest. Per prevenire vittime civili, Israele acconsenti' ad un<br />

cessate il fuoco che consentisse ad un diplomatico americano,<br />

l'Ambasciatore Philip Habib, di mediare un pacifico ritiro dell'OLP dal<br />

Libano. Come gesto di buona volonta', Israele acconsenti' a permettere<br />

alle forze dell'OLP di lasciare Beirut con le loro armi individuali<br />

[12]. Ma l'OLP continuava a rilanciare.<br />

Per settimane l'OLP parlava di ritiro, ma a condizioni che lo rendevano<br />

impossibile. L'OLP adotto' una strategia di violazioni controllate del<br />

cessate il fuoco, allo scopo di causare perdite ad Israele e di<br />

provocare ritorsioni israeliane sufficienti da far incolpare Tzaha"l per<br />

aver turbato i negoziati ed aver nuociuto ai civili.<br />

"Gli Israeliani bombardavano degli edifici che da fuori sembravano<br />

innocui, dove pero' il loro spionaggio diceva che erano nascosti gli<br />

uffici dell'OLP", scrisse l'analista del Medio Oriente Joshua Muravchik.<br />

"Il loro spionaggio raccontava inoltre loro dell'enorme rete di<br />

santebarbare sotterranee che sarebbe stata poi scoperta dall'Esercito<br />

libanese. Senza dubbio Israele getto' delle bombe nella speranza di<br />

penetrare in quelle santebarbare e far esplodere le munizioni. L'OLP<br />

aveva artiglieria campale ed antiaerea semovente, che sparava agli<br />

Israeliani e poi fuggiva" [13]. Gli Israeliani reagivano e talvolta<br />

sbagliavano mira, colpendo involontariamente bersagli civili.<br />

Spesse volte, i media hanno erroneamente riferito che Israele stava<br />

colpendo bersagli civili in aree dove non ce n'era di militari vicino.<br />

Una notte di Luglio, dei proiettili israeliani colpirono sette<br />

ambasciate a Beirut. L'NBC trasmise un dispaccio che sembrava dar<br />

credito alle affermazioni dell'OLP secondo cui essa non aveva postazioni<br />

militari nella zona. Come osservo' Muravchik, Israele "presto divulgo'<br />

delle foto aeree che mostravano che l'area delle ambasciate era un favo<br />

di carri armati, mortai, mitragliatrici pesanti e postazioni antiaeree"<br />

[14].<br />

06. MITO<br />

"Israele fu responsabile per il massacro di migliaia di profughi<br />

palestinesi innocenti a Sabra e Shatila".<br />

06. <strong>FATTI</strong><br />

Fu la milizia libanese cristiana falangista la responsabile dei massacri<br />

76


che avvennero nei due campi profughi il 16-17 Settembre 1982. Le truppe<br />

israeliane consentirono ai Falangisti di entrare a Sabra e Shatila per<br />

sradicare le cellule terroristiche che si credeva che vi fossero. Si era<br />

stimato che potessero esserci fino a 200 uomini armati nei campi, che<br />

facevano uso degli innumerevoli bunker costruiti dall'OLP nel corso<br />

degli anni, bunker zeppi di munizioni [15].<br />

Quando i soldati israeliani ordinarono ai Falangisti di uscire, essi<br />

trovarono centinaia di morti (le stime variano dai 460 secondo la<br />

Polizia libanese ai 700-800 calcolati dallo spionaggio Israeliano).<br />

Secondo i Libanesi, i morti comprendevano 35 donne e bambini. Il resto<br />

erano uomini: Palestinesi, Libanesi, Pakistani, Iraniani, Siriani ed<br />

Algerini. Le uccisioni coronarono i 95.000 morti stimati della guerra<br />

civile libanese 1975-1982 [16].<br />

Gli assassinii furono perpetrati per vendicare gli assassinii del<br />

Presidente libanese Bashir Gemayel e di 25 dei suoi seguaci, uccisi<br />

qualche giorno prima da una bomba [17].<br />

Israele aveva consentito ai Falangisti di entrare nei campi come parte<br />

di un piano per trasferire l'autorita' ai Libanesi, ed accetto' la<br />

responsabilita' di quella decisione. La Commissione d'Inchiesta Kahan<br />

formata dal governo israeliano in risposta all'indignazione ed al dolore<br />

del pubblico, riscontro' che Israele era indirettamente responsabile per<br />

non aver previsto la possibilita' che i Falangisti ricorressero alla<br />

violenza. Israele segui' le raccomandazioni della commissione, tra cui<br />

la destituzione del Ministro della Difesa Ariel Sharon e del Generale<br />

Raful Eitan, Capo di Stato Maggiore dell'Esercito.<br />

La Commissione Kahan, dichiaro' l'ex-Segretario di Stato Henry<br />

Kissinger, fu "un gran tributo alla democrazia israeliana (...) ci sono<br />

pochissimi governi nel mondo di cui si possa immaginare che facciano una<br />

simile indagine pubblica su un episodio tanto difficile e vergognoso"<br />

[18].<br />

Ironicamente, mentre 300.000 Israeliani manifestavano in Israele per<br />

protestare contro gli omicidi, nel mondo arabo di reazioni ce ne furono<br />

poche o nulle. Al di fuori del Medio Oriente, proruppe una fortissima<br />

protesta internazionale contro Israele. I Falangisti invece, che avevano<br />

perpetrato il crimine, furono risparmiati dalla condanna.<br />

Di contro, poche voci si levarono nel Maggio 1985, quando dei miliziani<br />

mussulmani attaccarono i campi profughi palestinesi di Shatila e Burj-el<br />

Barajneh. Secondo i funzionari ONU, 635 furono i morti e 2.500 i feriti.<br />

In un conflitto durato due anni tra la milizia sciita di Amal,<br />

appoggiata dai Siriani, e l'OLP, piu' di 2.000 persone, tra cui molti<br />

civili, si dice siano stati uccisi. Nessuno ha protestato contro l'OLP<br />

od i Siriani ed i loro alleati per il massacro. Le reazioni<br />

internazionali sono state inoltre mute nell'Ottobre 1990, quando le<br />

forze siriane travolsero le aree controllate dai Cristiani in Libano.<br />

Nella battaglia di otto ore, 700 Cristiani persero la vita - la peggiore<br />

battaglia della Guerra Civile libanese [19].<br />

07. MITO<br />

77


"Le invasioni del Libano del 1978 e del 1982 e la prosecuzione<br />

dell'occupazione del territorio libanese sono la prova delle intenzioni<br />

aggressive d'Israele".<br />

07. <strong>FATTI</strong><br />

Israele ha da molto tempo cercato un confine settentrionale pacifico. Ma<br />

l'essere il Libano un rifugio per i gruppi terroristici lo ha reso<br />

impossibile. Nel Marzo 1978, dei terroristi dell'OLP s'infiltrarono in<br />

Israele. Dopo aver assassinato un turista americano che passeggiava vicino<br />

alla spiaggia, dirottarono un autobus civile. Quando i soldati israeliani<br />

intercettarono l'autobus, i terroristi aprirono il fuoco. In totale, 34<br />

ostaggi morirono nell'attacco. Come ritorsione, le forze israeliane<br />

attraversarono il Libano e travolsero le basi terroristiche della parte<br />

meridionale del paese, allontanando i terroristi dal confine. Tzaha"l si<br />

ritiro' dopo due mesi, consentendo alle forze ONU di entrare. Ma le truppe<br />

dell'ONU non riuscirono ad impedire ai terroristi di infiltrarsi nuovamente<br />

e di introdurre nuove armi piu' pericolose. Fu quest'escalation che condusse<br />

all'invasione israeliana del 1982.<br />

Gerusalemme ha ripetutamente sottolineato che Israele non desiderava un solo<br />

pollice del territorio libanese. Il ritiro israeliano del 1985 lo ha<br />

confermato. La piccola forza israeliana di soli mille effettivi, disposta su<br />

una striscia di territorio che si estendeva per otto miglia (11 chilometri),<br />

proteggeva le citta' ed i villaggi dell'Israele del Nord dagli attacchi.<br />

Inoltre Israele ripete' piu' volte che si sarebbe completamente ritirato dal<br />

Libano in cambio di una situazione di stabile sicurezza sul suo confine<br />

settentrionale.<br />

Israele ha ritirato tutte le sue truppe dal Libano meridionale il 24 Maggio<br />

2000, terminando cosi' una presenza militare di 22 anni. Tutti gli avamposti<br />

di Tzaha"l e dell'Esercito del Libano del Sud furono evacuati. Il ritiro<br />

israeliano fu concluso in coordinamento con lo'ONU, e fu l'adempimento delle<br />

obbligazioni israeliane secondo la Risoluzione 425/1978 del Consiglio di<br />

Sicurezza.<br />

Israele spero' che il governo libanese disponesse poi il suo esercito lungo<br />

il confine meridionale per disarmare i terroristi e mantenere l'ordine, ma<br />

questo non e' accaduto, ad onta delle critiche dagli USA, dall'ONU e da<br />

Israele [20]. Percio' gli Hezbollah continuano ad essere a briglia sciolta<br />

ed a minacciare il confine settentrionale d'Israele.<br />

08. MITO<br />

"Israele non ha ancora soddisfatto la richiesta dell'ONU di ritirarsi<br />

completamente dal Libano a causa dell'occupazione illegale delle fattorie di<br />

Shebaa".<br />

08. <strong>FATTI</strong><br />

Ad onta del verdetto dell'ONU secondo cui Israele ha completato il suo ritiro<br />

dal Libano meridionale [21], Hizballah ed il Governo libanese insistono che<br />

Israele possiede tuttora un territorio sul versante orientale del Monte Dov,<br />

un appezzamento di cento miglia quadrate [259 chilometri quadri - Liang]<br />

chiamato "fattorie di Shebaa". Questa rivendicazione da' il pretesto ad<br />

Hizballah di continuare le sue attivita' antiisraeliane. Percio' dopo aver<br />

78


catturato tre soldati israeliani in quel luogo, esso annunzio' di averli<br />

catturati sul suolo libanese.<br />

"Loro non ce lo dicono e noi non lo sappiamo" - cosi' disse il Ministro della<br />

Difesa libanese Khalil Hrawi degli sforzi di Hizbollah di liberare le Fattorie<br />

di Shebaa da Israele. "La resistenza puo' compiere azioni che un governo non<br />

puo' compiere. Il nostro governo non vuole apparire come se facesse qualcosa<br />

di illecito ... da un punto verso nord siamo noi ad imporre le regole, ma da<br />

un punto verso sud, non c'e' presenza alcuna delle forze armate, ed Hizballah<br />

coordina le sue azioni con se stesso" [22].<br />

Israele, che ha costruito una serie di posti d'osservazione su delle alture<br />

strategiche sul luogo, sostiene che la terra fu presa dalla Siria. I Siriani<br />

hanno sostenuto la rivendicazione di Hizballah. Secondo il Washington Post, la<br />

controversia giova ad ognuna delle parti arabe. "Per la Siria, questo<br />

significa che Hizballah puo' essere ancora usato per sbilanciare Israele; per<br />

il Libano, questo da' modo di premere su questioni come il ritorno dei<br />

prigionieri libanesi ancora nelle carceri israeliane. Per Hezbollah, e' una<br />

ragione per tenere la sua milizia armata ed attiva, fornendo un nuovo<br />

obbiettivo bell'e pronto ad un movimento di resistenza che altrimenti non<br />

avrebbe piu' nulla a cui resistere" [23].<br />

09. MITO<br />

"Israele ha lanciato un attacco non provocato alle forze di pace ONU in<br />

Libano".<br />

09. <strong>FATTI</strong><br />

Nell'Aprile 1995 Tzaha"l inizio l'"Operazione Furore" per bloccare i<br />

bombardamenti di Hizballah contro la frontiera settentrionale israeliana.<br />

Durante l'operazione, l'artiglieria israeliana colpi' per errore una base ONU<br />

a Kafr Kana, uccidendo quasi cento civili. Dopodiche' fu creata una<br />

"Macchinazione Congiunta di Controllo", comprendente rappresentanti americani,<br />

francesi, siriani e libanesi, per prevenire attacchi non provocati contro la<br />

popolazione civile e l'uso di civili come scudi per attivita' terroristiche.<br />

10. MITO<br />

"La Siria e' stata una forza di stabilita' e bonta' nel Libano. Ne ha sempre<br />

rispettato sovranita' ed indipendenza".<br />

10. <strong>FATTI</strong><br />

Damasco ha una storia lunga e sanguinosa di interventi in Libano, e non ha mai<br />

nascosto la sua speranza di fare del suo piu' debole vicino una parte della<br />

Siria. Dalla creazione del Libano contemporaneo nel 1920, "la maggior parte<br />

dei Siriani non ha mai accettato il Libano moderno come uno stato sovrano ed<br />

indipendente" [24]. Lo scoppio della guerra civile libanese nel 1975 diede a<br />

Damasco l'opportunita' di realizzare il suo credo che il Libano e la Siria<br />

sono una cosa sola.<br />

Nel 1976, la Siria intervenne nella guerra civile libanese in pro dei<br />

Cristiani libanesi. Nel 1978, Damasco volto' gabbana, e sosteneva una<br />

coalizione di sinistra ed anticristiana di Palestinesi, Drusi e Mussulmani.<br />

Alla fine, le truppe siriane occuparono due terzi del Libano. Il<br />

posizionamento di batterie di missili terra-aria in Libano, e la sua politica<br />

79


di consentire all'OLP ed ad altri gruppi terroristici di attaccare da li'<br />

Israele, contribui' ad innescare la guerra del Libano del 1982 [25].<br />

Nella prima settimana dell'"Operazione Pace in Galilea", nel Giugno 1982, le<br />

truppe siriane si scontrarono con le forze israeliane. Gli Israeliani<br />

distrussero o danneggiarono 18 delle 19 batterie di missili, ed in un giorno<br />

solo abbatterono 29 caccia MIG siriani senza perdere un solo aereo. Siria ed<br />

Israele evitarono attentamente gli scontri per il resto della guerra.<br />

Cionondimeno, la Siria trovo' altri modi di nuocere ad Israele. Nel 1982,<br />

degli agenti siriani uccisero il presidente eletto Bashir Gemayel, che voleva<br />

la pace con Israele. Due anni dopo, la Siria obbligo' il Presidente Amin<br />

Gemayel, fratello di Bashir, a denunciare un trattato di pace che aveva<br />

firmato l'anno prima con Israele [26].<br />

Le attivita' siriane non erano dirette solo contro Israele, ma anche contro<br />

l'Occidente. Nell'Aprile del 1983, i terroristi degli Hizballah, che agivano<br />

da territorio controllato dalla Siria, bombardarono l'ambasciata americana a<br />

Beirut, uccidendo 49 persone e ferendone 120. Sei mesi dopo, dei terroristi<br />

Hizballah guidarono due camion carichi di esplosivi dentro le caserme dei<br />

Marines e dei Francesi a Beirut, uccidendo 241 Americani e 56 Francesi.<br />

Nel 1985 gli agenti di Hizballah cominciarono a rapire degli Occidentali dalle<br />

strade di Beirut e di altre citta' libanesi. Fin dall'inizio fu chiaro che i<br />

Siriani ed i loro complici iraniani potevano ordinare in ogni momento il<br />

rilascio degli ostaggi occidentali. Per esempio, quando un Francese fu rapito<br />

nell'Agosto 1991, i Siriani chiesero che egli fosse liberato. Ed in pochi<br />

giorni lo fu. Gran parte degli ostaggi erano tenuti nella Valle della Bekaa o<br />

nei sobborghi di Beirut. Ambo le aree sono controllate dalla Siria.<br />

Dal 1985 al 1988, i miliziani sciiti di Amal, strettamente allineati alla<br />

Siria, uccisero centinaia di civili palestinesi in attacchi ai campi profughi.<br />

Nell'Ottobre 1990, mentre l'attenzione dell'Occidente era concentrata sul<br />

Kuwait, le truppe siriane fecero un'incursione nella roccaforte di Beirut<br />

dell'insorto cristiano Generale Michel Aoun. A parte le morti in battaglia,<br />

furono massacrate circa 700 persone [27]. Con questa guerra lampo Damasco<br />

spazzo' via l'ultima minaccia alla sua egemonia in Libano.<br />

Il 22 Maggio 1991, il Presidente libanese Elias Hrawi viaggio' a Damasco per<br />

firmare un "Trattato di fratellanza, cooperazione e coordinamento" col<br />

Presidente siriano Hafez Assad. L'accordo afferma che la Siria assicurera' la<br />

"sovranita' ed indipendenza" del Libano, anche se Damasco ha il permesso di<br />

tenere il suo esercito d'occupazione in quel paese.<br />

Un accenno alle vere intenzioni della Siria e' venuto dal Ministro della<br />

Difesa Mustafa Tlas diverse settimane prima della firma del trattato. Tlas<br />

previde che l'unita' tra i due paesi si sarebbe ottenuta "presto, od almeno<br />

nella nostra generazione" (al-Hayat, 9 Maggio 1991).<br />

Oltre ad approvare attivita' terroristiche in Libano, la Siria e' pesantemente<br />

coinvolta nel traffico di stupefacenti nella Valle della Bekaa. Il<br />

Dipartimento di Stato USA ha ripetutamente criticato la Siria per non aver<br />

adottato dei controlli contro gli stupefacenti e per non aver cooperato con<br />

gli sforzi americani di bloccare i flussi di droga [28].<br />

80


11. MITO<br />

"La Siria ha fatto tutto quel che poteva per impedire ai terroristi libanesi<br />

di mettere a repentaglio la pace nella regione".<br />

11. <strong>FATTI</strong><br />

Hizballah riceve finanziamenti ed armi dall'Iran, normalmente attraverso<br />

Damasco. Hizballah - che all'inizio si era limitato a lanciare attacchi verso<br />

l'Israele settentrionale con razzi Katyusha ed a tendere imboscate ai soldati<br />

israeliani nella zona di sicurezza - ha negli ultimi anni elevato il livello<br />

degli attacchi contro i civili israeliani.<br />

L'esercito libanese, sostenuto dai Siriani, deve ancora agire contro Hizballah<br />

od altre organizzazioni terroristiche, come il Fronte Popolare per la<br />

Liberazione della Palestina (FPLP), il Comando Generale del Fronte Popolare<br />

per la Liberazione della Palestina (CG-FPLP), che hanno delle basi nell'area<br />

controllata dalla Siria della Valle della Bekaa, nel Libano orientale.<br />

Infatti, la Siria ha dato a queste organizzazioni sostegno illimitato. Ad una<br />

domanda sul suo sostegno ad organizzazioni terroristiche come Hizballah, Assad<br />

rispondeva che essi erano a dire il vero "patrioti e militanti che combattono<br />

per la liberta' e l'indipendenza del loro paese (...) non si puo' dare del<br />

terrorista a queste persone" [29].<br />

Gli analisti credono che la Siria usi questi terroristi come surrogati per<br />

mantenere un certo livello di violenza contro Israele e premere sugli<br />

Israeliani per negoziare sulle Alture del Golan.<br />

12. MITO<br />

"La Siria e' intervenuta in Libano solo perche' le era stato chiesto dalla<br />

Lega Araba".<br />

12. <strong>FATTI</strong><br />

La Siria porto' il suo esercito in Libano prima di ricevere l'approvazione<br />

della Lega Araba. Damasco intervenne nell'Aprile 1976 dopo che il Signore<br />

della Guerra Druso Libanese Kemal Jumblatt respinse la richiesta del<br />

Presidente siriano Hafez Assad di un cessate il fuoco nella guerra. Il rifiuto<br />

di Jumblatt di frenare gli attacchi delle sue forze contro i Cristiani<br />

libanesi diede ad Assad il pretesto che gli serviva per intervenire.<br />

Nel Giugno 1976, il Segretariato della Lega Araba convoco' un incontro a cui<br />

la Siria, la Libia, l'Arabia Saudita ed il Sudan acconsentirono ad inviare<br />

delle truppe per "far rispettare la pace". Assad invio' ulteriori truppe nel<br />

paese, mentre gli altri inviarono solo contingenti simbolici [30]. In breve,<br />

l'"avallo" della Lega Araba non era altro che la presa datto del fatto<br />

compiuto.<br />

13. MITO<br />

"Israele rifiuta di rilasciare i prigionieri che cattura, mentre i Siriani ed<br />

i Libanesi rilasciano immediatamente i soldati che catturano".<br />

13. <strong>FATTI</strong><br />

81


Il Libano e la Siria maltrattano abitualmente i soldati israeliani che<br />

catturano. E' difficile per Israele ottenere una qualsivoglia informazione sui<br />

suoi soldati, ed i Libanesi ed i Siriani hanno abitualmente negato alla Croce<br />

Rossa il permesso di visitare i prigionieri di guerra. Inoltre, anche i corpi<br />

degli Israeliani che sono stati uccisi sono tenuti in ostaggio nel tentativo<br />

di usarli come merce di scambio. Per esempio, nel Settembre 1991 Israele<br />

rilascio' quasi cento prigionieri libanesi sciiti, in cambio dei resti di<br />

quattro soldati israeliani uccisi in Libano.<br />

Il pilota Ron Arad si e' schiantato nel 1986 e fu catturato da terroristi<br />

sciiti. Israele si e' offerto di rilasciare centinaia di prigionieri libanesi<br />

in cambio di informazioni su Arad, ma Hizballah si e' rifiutata di collaborare<br />

ed Arad e' stato considerato fin da allora "disperso in missione".<br />

Il 7 Ottobre 2000 tre soldati israeliani - il sergente Adi Avitan, il Sergente<br />

maggiore Benyamin Avraham ed il Sergente Maggiore Omar Sawaid furono rapiti da<br />

Hizballah. Essi furono catturati mentre pattugliavano la parte meridionale<br />

(quella israeliana) del confine israelo-libanese. Il 16 Ottobre il Segretario<br />

Generale di Hizballah annuncio' che la sua organizzazione stava trattenendo un<br />

cittadino israeliano, Elhanan Tenenboim, che lo si e' ritenuto catturato<br />

durante un viaggio d'affari in Europa.<br />

Dal momento del loro rapimento, i quattro Israeliani sono stati tenuti in<br />

isolamento da Hizballah in un luogo ignoto. I sequestratori hanno negato al<br />

Comitato Internazionale della Croce Rosse e ad altri il permesso di visitarli<br />

per informarsi del loro stato di salute e delle condizioni della loro<br />

detenzione.<br />

14. MITO<br />

"Il rapimento da parte d'Israele dello Sceicco Abdul Karim Obeid nel 1989 ha<br />

prolungato la crisi degli ostaggi. Ed ha pure provocato la morte del Tenente<br />

Colonnello William Higgins, un ostaggio che sarebbe stato poi ucciso dai suoi<br />

carcerieri per rappresaglia".<br />

14. <strong>FATTI</strong><br />

Il Tenente Colonnello William Higgins, un Marine che faceva parte della Forza<br />

di Pace ONU in Libano, fu catturato ed ucciso dal gruppo terrorista sciita<br />

libanese Hizballah. Colpevoli erano anche l'Iran e la Siria, dei paesi che<br />

danno ricetto ai terroristi.<br />

"Dobbiamo stare attenti a ricordare che non sono stati gli USA a causare<br />

l'omicidio. Non e' stato Israele", disse l'Ambasciatore Paul Bremer, gia' capo<br />

dell'Ufficio Antiterrorismo del Dipartimento di Stato. "E' stato un gruppo di<br />

assassini nel Libano meridionale" [31].<br />

La cattura dello Sceicco Obeid, che e' ritenuto responsabile del rapimento di<br />

diversi soldati israeliani, non dev'essere messa a confronto con il rapimento<br />

di civili innocenti da parte di terroristi, nonche' di un membro delle Forze<br />

di Pace ONU. Visto che l'Occidente non mostra di preoccuparsi granche' degli<br />

ostaggi israeliani, trattenere Obeid puo' essere l'unico modo per Israele per<br />

riavere i suoi prigionieri di guerra.<br />

15. MITO<br />

"Gli attacchi israeliani contro il Libano dimostrano l'aggressivita'<br />

82


israeliana e la sua determinazione ad occupare il territorio libanese".<br />

15. <strong>FATTI</strong><br />

Le Nazioni Unite hanno verificato che Israele ha adempiuto alla sua<br />

obbligazione di ritirarsi dal Libano; pero' Hizballah, armato di una vasta<br />

gamma di armi, e piazzatosi lungo il confine internazionale, ha ripetutamente<br />

attaccato dei bersagli israeliani, teso imboscate e rapito dei soldati, e<br />

molestato gli abitanti ebraici dei villaggi nell'Israele settentrionale con lo<br />

scopo di provocare un'escalation nelle ostilita'.<br />

Israele ha ripetutamente richiesto, col sostegno dell'ONU e delle Nazioni<br />

Unite, che il Libano disponesse il suo esercito nel Sud e disarmasse i<br />

guerriglieri. Dacche' la Siria davvero controlla il Libano, Israele ritiene<br />

ambo i governi responsabili del non aver impedito le provocazioni di<br />

Hizballah. La loro mancanza ha obbligato Israele a ricorrere a misure<br />

preventive e di rappresaglia per proteggere i suoi cittadini ed i suoi<br />

soldati.<br />

Note:[1] Jillian Becker, The PLO, (London: Weidenfeld and Nicolson, 1984),pp. 202, 279.[2] Jerusalem<br />

Post, (28 Giugno 1982).<br />

[3] Raphael Israeli. Ed., PLO in Lebanon, (London: Weidenfeld andNicolson, 1983), p. 7.[4] Becker, p.<br />

205.[5] Washington Post, (16 Giugno 1982).[6] Israeli, pp. 26-28.[7] Intervista alla TV israeliana, (23<br />

Luglio 1982).[8] Los Angeles Herald-Examiner, (13 Luglio 1982), citato in Becker, p.153.[9] New York<br />

Times, (21 Giugno 1982).[10] New York Times, (14 Luglio 1982).[11] Washington Post, (25 Giugno<br />

1982).[12] New York Times, (3 Luglio 1982).[13] Joshua Muravchik, "Misreporting Lebanon," Policy<br />

Review, (Winter1983), p. 60.[14] Muravchik, p. 60.[15] Zeev Schiff and Ehud Yaari, Israel's Lebanon<br />

War, (NY: Simon andSchuster, 1984), p. 70.[16 Becker, p. 212.[17] Schiff and Yaari, p. 257.[18]<br />

Washington Post, (8 Febbraio 1983).<br />

[19] New York Times, (19 Ottobre 1990).[20] Washington Post, (30 Gennaio 2001).[21] Il Consiglio di<br />

Sicurezza approva la Conclusione del SegretarioGenerale sul Ritiro Israeliano dal Libano alla data del<br />

16 Giugno,Comunicato Stampa ONU, (18 Giugno 2000).[22] Washington Post, (30 Gennaio 2001).[23]<br />

Washington Post, (30 Gennaio 2001).[24] Daniel Pipes, Damascus Courts The West, (DC: The<br />

WashingtonInstitute for Near East Policy, 1991), p. 26.[25] Becker, pp. 204-205.[26] Patrick Seale,<br />

Asad, (Berkeley: University of California Press,1988), p. 417.[27] Pipes, p. 27.[28] Rapporto del<br />

Dipartimento di Stato USA sulle pratiche dei DirittiUmani per il 1999; Rapporto sulle Strategie<br />

Internazionali di Controllodegli Stupefacenti, 1999.[29] Al-Baath, (18 Febbraio 1992); Washington Post,<br />

(31 Luglio 1991).[30] Becker, p. 131.[31] Near East Report, (7 Agosto 1989).<br />

Le Guerre del Golfo, di Mitchell G. Bard<br />

Miti da confutare<br />

14.a. "La Guerra del Golfo del 1991 fu combattuta per Israele"<br />

14.b. "Il basso profilo d'Israele nella Guerra del Golfo mostra che<br />

esso non ha importanza strategica per gli USA"<br />

14.c. "Israele ha guadagnato dalla Guerra del Golfo senza pagare alcun<br />

prezzo"<br />

14.d. "Israele non ha fatto nulla per proteggere i Palestinesi dagli<br />

attacchi degli Scud"<br />

14.e. "L'Iraq non è mai stato una minaccia per Israele"<br />

14.f. "Saddam Hussein non ha mai avuto interesse ad acquisire armi<br />

nucleari"<br />

14.g. "L'OLP è stata neutrale durante la Guerra del Golfo"<br />

14.h. "La Guerra del Golfo ha dimostrato che gli stati arabi hanno<br />

bisogno di più armi americane"<br />

14.i. "L'Iraq ha smesso di essere una minaccia per Israele dopo la<br />

83


Guerra del Golfo del 1991"<br />

14.j. "Gli Ebrei americani hanno indotto gli Stati Uniti ad entrare in<br />

guerra contro l'Iraq nel 2003 per aiutare Israele"<br />

I miti in dettaglio<br />

14.a. MITO<br />

"La Guerra del Golfo del 1991 fu combattuta per Israele"<br />

14.a. <strong>FATTI</strong><br />

Prima dell'annuncio dell'Operazione Tempesta nel Deserto del<br />

Presidente<br />

George Bush, i critici d'Israele sostenevano che lo Stato Ebraico ed i<br />

suoi sostenitori stavano spingendo Washington ad iniziare una guerra<br />

contro l'Iraq per eliminarne la minaccia militare. Il Presidente Bush<br />

chiarì comunque la posizione americana nel suo discorso del 2 Agosto<br />

1990, affermando che gli Stati Uniti hanno "da lungo tempo interessi<br />

vitali" nel Golfo Persico. Inoltre, la "spudorata aggressione" iraqena<br />

violava la Carta dell'ONU. Il Presidente si mostrò preoccupato per le<br />

altre piccole nazioni dell'area, così come per i cittadini americani<br />

che<br />

vivevano o lavoravano nella regione. "Ritengo responsabilità<br />

fondamentale della mia Presidenza proteggere i Cittadini americani"<br />

[1]<br />

Durante la Crisi del Golfo, il Presidente ed altri ufficiali superiori<br />

dell'Amministrazione chiarirono che degli interessi americani -<br />

specialmente le forniture di petrolio - erano minacciate<br />

dall'invasione<br />

iraqena del Kuwait.<br />

La maggior parte degli Americani era d'accordo con la decisione del<br />

Presidente di andare alla guerra. Per esempio, il sondaggio del<br />

Washington Post/ABC News del 16 Gennaio 1991 mostrò che il 76% degli<br />

Americani approvava l'entrata in guerra degli Stati Uniti contro<br />

l'Iraq<br />

ed il 22% disapprovava [2]<br />

È vero che Israele ritenne l'Iraq una seria minaccia alla sua<br />

sicurezza<br />

dacché esso guidava il "fronte del rifiuto". Le preoccupazioni<br />

d'Israele<br />

si dimostrarono giustificate dopo l'inizio della guerra e l'Iraq<br />

lanciò<br />

39 missili Scud contro i suoi centri abitati.<br />

Israele non ha mai chiesto ai soldati americani di combattere le sue<br />

battaglie. Sebbene le forze israeliane fossero in grado di partecipare<br />

alla Guerra del Golfo, esse non lo fecero perché questo avevano<br />

chiesto<br />

loro gli Stati Uniti. Anche dopo la provocazione degli attacchi con i<br />

84


missili Scud, Israele acconsentì a non rispondere, come chiedevano gli<br />

USA.<br />

14.b. MITO<br />

"Il basso profilo d'Israele nella Guerra del Golfo mostra che esso non<br />

ha importanza strategica per gli USA"<br />

14.b. <strong>FATTI</strong><br />

Nessuno si aspettava che Israele giocasse mai un ruolo importante<br />

nelle<br />

ostilità nel Golfo. I funzionari americani sapevano che gli Arabi non<br />

avrebbero mai permesso ad Israele di aiutarli a difenderli; essi<br />

sapevano inoltre che le truppe americane avrebbero dovuto intervenire<br />

perché gli Stati del Golfo non sarebbero stati in grado di difendersi<br />

da<br />

sé.<br />

L'atteggiamento israeliano rifletteva una decisione politica<br />

deliberata<br />

in risposta alle richieste americane. Comunque, Israele contribuì alla<br />

vittoria della campagna americana per respingere l'aggressione<br />

iraqena.<br />

Per esempio:<br />

- Le Forze di Difesa Israeliane erano l'unica forza militare della<br />

regione che potesse farcela contro l'esercito iraqeno. Questo, che<br />

Saddam Hussein aveva ben capito, fu un deterrente contro ulteriori<br />

aggressioni iraqene.<br />

- Ammonendo che avrebbe risposto militarmente se delle truppe iraqene<br />

fossero entrate in Giordania, Israele di fatto garantì l'integrità<br />

territoriale del vicino contro l'aggressione iraqena.<br />

- Gli Stati Uniti trassero benefici dall'uso dei missili israeliani<br />

Have<br />

Nap installati sui bombardieri B52. E la Marina usò intanto degli<br />

aerei<br />

senza pilota israeliani Pioneer per compiere ricognizioni nel Golfo.<br />

- Israele fornì degli apparecchi sminatori che furono usati per aprire<br />

varchi per le forze alleate nei campi minati iraqeni.<br />

- Dei ponti mobili portati in volo da Israele in Arabia Saudita furono<br />

usati dai Marines americani.<br />

- Le raccomandazioni israeliane, basate da misurazioni delle<br />

prestazioni<br />

del sistema, portarono a diverse modifiche software che resero il<br />

Patriot un sistema antimissile più efficace.<br />

- Le Industrie Aeronautiche Israeliane svilupparono serbatoi<br />

supplementari conformati che accrebbero l'autonomia degli F15. Essi<br />

85


furono usati nel Golfo.<br />

- La General Dynamics, un'industria militare americana, ha<br />

implementato<br />

diverse modifiche israeliane per migliorare tutta la flotta degli F16,<br />

tra cui miglioramenti strutturali, modifiche software, carrelli<br />

d'atterraggio di maggior portata, miglioramenti alla radio e modifiche<br />

all'avionica.<br />

- Un sistema di puntamento di produzione israeliana fu usato per<br />

migliorare le capacità di combattimento notturno dell'elicottero<br />

Cobra.<br />

- Israele fornì la custodia dell'eccellente missile Tomahawk.<br />

- Gli occhiali per la visione notturna usati dalle forze americane<br />

erano<br />

stati forniti da Israele.<br />

- Un sistema di allarme per le basse quote prodotto e sviluppato in<br />

Israele fu utilizzato negli elicotteri Blackhawk.<br />

- Israele fornì ulteriore equipaggiamento alle forze americane, tra<br />

cui<br />

uniformi antiproiettile, maschere antigas e sacchi di sabbia.<br />

- Israele offrì agli Stati Uniti l'uso delle basi e degli ospedali<br />

militari. Le navi americane usarono l'arsenale del porto di Haifa per<br />

la<br />

manutenzione e l'appoggio mentre si recavano nel Golfo.<br />

- Israele aveva distrutto il reattore nucleare iraqeno nel 1981.<br />

Pertanto, le truppe americane non dovettero affrontare un Iraq con<br />

l'arma atomica.<br />

- Anche tenendo un basso profilo, la collaborazione israeliana fu<br />

estremamente utile: nel corso degli anni i servizi segreti militari<br />

israeliani si erano molto più concentrati sull'Iraq di quelli<br />

americani.<br />

Così gli Israeliani poterono fornire a Washington dettagliate<br />

informazioni segrete sulle attività militari iraqene. Il Segretario<br />

alla<br />

Difesa Richard Cheney disse ad esempio, che gli Stati Uniti hanno<br />

usato<br />

le informazioni israeliane sull'Iraq occidentale mentre cercavano<br />

lanciamissili Scud [3].<br />

14.c. MITO<br />

"Israele ha guadagnato dalla Guerra del Golfo senza pagare alcun<br />

prezzo"<br />

14.c. <strong>FATTI</strong><br />

86


È vero che Israele ha guadagnato dalla distruzione della potenza<br />

militare iraqena da parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti,<br />

ma<br />

i costi sono stati enormi. Anche prima dello scoppio delle ostilità,<br />

Israele ebbe da aumentare il bilancio della difesa per mantenere le<br />

sue<br />

forze ad un livello d'allarme superiore. Gli attacchi missilistici<br />

iraqeni giustificarono la precauzione israeliana di tenere la sua<br />

aviazione in volo 24 ore al dì. La guerra impose di accrescere il<br />

bilancio della difesa di oltre 500 milioni di Dollari. Altri 100<br />

milioni<br />

di aumento furono necessari per la difesa civile.<br />

I danni provocati dai 39 missili Scud iraqeni che caddero a Tel Aviv<br />

ed<br />

Haifa furono notevoli. Circa 3.300 appartamenti ed altri edifici<br />

furono<br />

coinvolti nell'area metropolitana di Tel Aviv. Circa 1.150 persone che<br />

furono evacuate dovettero essere ospitate in una dozzina di alberghi<br />

al<br />

costo di 20.000 Dollari a notte.<br />

Oltre ai costi diretti della preparazione bellica e dei danni<br />

materiali,<br />

l'economia israeliana fu inoltre danneggiata dall'impossibilità di<br />

molti<br />

Israeliani di lavorare in quelle condizioni di emergenza. L'economia<br />

funzionò a non più del 75% della sua capacità durante la guerra,<br />

producendo una perdita netta per il paese di 3,2 miliardi di Dollari<br />

[4].<br />

Il costo più elevato fu in vite umane. In totale 74 persone morirono<br />

in<br />

conseguenza degli attacchi degli Scud. Due perché direttamente<br />

colpite,<br />

quattro perché soffocate dalle maschere antigas, il resto per attacco<br />

di<br />

cuore [5].<br />

Una commissione ONU che trattava le richieste di risarcimento all'Iraq<br />

che risalivano alla Guerra del Golfo del 1991 approvò un indennizzo di<br />

oltre 31 milioni di dollari da pagarsi ad imprese e persone<br />

israeliane.<br />

La decisione del 1999 derivò da una decisione del Consiglio di<br />

Sicurezza<br />

del 1992 che chiedeva che l'Iraq risarcisse le vittime della Guerra<br />

del<br />

Golfo [6]. Nel 2001, la Commissione per i Risarcimenti delle Nazioni<br />

Unite attribuì 74 milioni di Dollari ad Israele per i costi sostenuti<br />

a<br />

causa degli attacchi con i missili Scud Iraqeni durante la Guerra del<br />

Golfo. La Commissione respinse gran parte del miliardo di Dollari che<br />

Israele aveva chiesto [7].<br />

87


14.d. MITO<br />

"Israele non ha fatto nulla per proteggere i Palestinesi dagli<br />

attacchi<br />

degli Scud"<br />

14.d. <strong>FATTI</strong><br />

Il Los Angeles Times comprese il dilemma israeliano nel distribuire le<br />

maschere antigas alla sua popolazione:<br />

"La distribuzione delle maschere antigas in tutto Israele fu calcolata<br />

secondo le stime (basate in parte sulle stesse minacce prebelliche di<br />

Saddam Hussein) su dove fosse la più grave minaccia per la<br />

popolazione.<br />

Priorità fu data alla zona costiera tra Tel Aviv ed Haifa, con la sua<br />

elevata densità di popolazione, soprattutto ebraica, nonché a<br />

Gerusalemme, la seconda città del paese. Le aree urbane minori ebbero<br />

priorità appena inferiore, seguite dalle aree rurali dell'Israele<br />

vero e<br />

proprio, ed infine dai territori occupati. L'esperienza ha mostrato la<br />

validità di questa gradazione. Quelli che rischiano di più a causa<br />

delle<br />

armi proibite dell'Iraq sono i cittadini d'Israele, non i Palestinesi<br />

della Cisgiordania, che sono sostenitori di Saddam" [8].<br />

La grande maggioranza dei Palestinesi non fece mistero del loro<br />

appoggio<br />

all'Iraq, e molti li si vide sui tetti delle case giubilanti quando<br />

gli<br />

Scud piovevano sulle città israeliane [9]. A causa del loro sostegno<br />

per<br />

Saddam Hussein, e l'asserita preoccupazione del dittatore iraqeno per<br />

i<br />

Palestinesi, Israele non riteneva probabile che i Territori venissero<br />

attaccati.<br />

In seguito i tribunali israeliani ordinarono ai militari di<br />

distribuire<br />

le maschere antigas a tutti i residenti dei Territori. Lo si fece,<br />

sebbene la guerra terminasse prima che tutti i Palestinesi le avessero<br />

ricevute. Nessun Palestinese si è fatto male a causa degli attacchi<br />

degli Scud.<br />

14.e. MITO<br />

"L'Iraq non è mai stato una minaccia per Israele"<br />

14.e. <strong>FATTI</strong><br />

Sin dall'ascesa al potere, il Presidente dell'Iraq Saddam Hussein è<br />

stato un capo del Fronte del Rifiuto ed uno dei più bellicosi nemici<br />

d'israele. Il 2 Aprile 1990 la retorica di Saddam divenne più<br />

minacciosa: "Giuro a D%o che il nostro fuoco divorerà mezzo Israele se<br />

88


tenta di far qualsiasi cosa all'iraq". Saddam disse che il suo<br />

potenziale bellico chimico era paragonabile solo a quello americano e<br />

sovietico, e che egli avrebbe annichilito chiunque minacciasse l'Iraq<br />

con la bomba atomica usando il "doppio composto" [10].<br />

Diversi giorni dopo, Saddam disse che la guerra con Israele non<br />

sarebbe<br />

terminata finché tutto il territorio in mano d'Israele non fosse stato<br />

rimesso in mani arabe. Egli aggiunse che l'Iraq poteva lanciare armi<br />

chimiche su Israele da diversi luoghi differenti [11]. Il capo iraqeno<br />

fece inoltre l'allarmante rivelazione che i suoi comandanti avevano<br />

facoltà di lanciare attacchi contro Israele senza consultare il<br />

comando<br />

supremo se Israele avesse attaccato l'Iraq. Il capo dell'aviazione<br />

iraqena avrebbe detto in seguito che egli aveva l'ordine di colpire<br />

Israele se lo Stato ebraico avesse iniziato un'incursione contro<br />

l'Iraq<br />

o contro un qualsiasi altro paese arabo [12].<br />

Il 18 Giugno 1990, Saddam disse ad un incontro della Conferenza<br />

Islamica<br />

a Baghdad: "Colpiremo [gli Israeliani] con tutte le armi in nostro<br />

possesso se loro attaccano l'Iraq o gli Arabi". Egli dichiarò che "la<br />

Palestina è stata rubata", ed esortò il mondo arabo a "ricuperare i<br />

diritti usurpati in Palestina ed a liberare Gerusalemme dalla<br />

cattività<br />

sionista" [13].<br />

La minaccia di Saddam venne sulla scia di rivelazioni che la Gran<br />

Bretagna e gli Stati Uniti sventarono un tentativo di contrabbandare<br />

in<br />

Iraq dei detonatori nucleari "krytron" di fabbricazione americana<br />

[14].<br />

Il servizio segreto britannico MI6 aveva preparato una valutazione<br />

segreta tre anni prima che affermava che Hussei aveva ordinato uno<br />

sforzo a tutto campo per sviluppare armi nucleari [15]. Dopo che<br />

Saddam<br />

ebbe usato armi chimiche contro la sua stessa popolazione curda ad<br />

Halabja nel 1988, poche persone dubitarono che egli fosse disposto ad<br />

usare armi nucleari contro gli Ebrei in Israele se ne avesse avuto la<br />

possibilità.<br />

I timori israeliani furono accresciuti da notizie nella stampa araba,<br />

che a partire dal Gennaio 1990 riferivano che la Giordania e l'Iraq<br />

avevano formato "battaglioni militari congiunti" traendoli da varie<br />

unità terrestri, navali ed aeree. "Questi battaglioni serviranno come<br />

forze d'emergenza per affrontare ogni sfida straniera o minaccia ad<br />

uno<br />

dei due paesi", disse un giornale [16]. Inoltre, si diceva che i due<br />

paesi avevano formato uno squadrone aereo congiunto [17]. Questo<br />

doveva<br />

essere il primo passo verso un corpo militare arabo unificato, rivelò<br />

il<br />

89


giornalista giordano Mu'nis al-Razzaz. "Se non ci affrettiamo a<br />

formare<br />

una forza militare araba unificata, non saremo in grado di reggere il<br />

confronto con le ambizioni sioniste sostenute dall'aiuto americano",<br />

egli disse [18]. Data la storia delle alleanze arabe che si formavano<br />

come preludio alla pianificazione di un attacco, Israele trovò<br />

preoccupanti questi sviluppi.<br />

Nell'Aprile 1990, i doganieri britannici trovarono dei tubi da<br />

caricarsi<br />

su una nave di nazionalità iraqena che furono ritenuti parte di un<br />

gigantesco cannone che avrebbe consentito a Baghdad di scagliare<br />

missili<br />

ad ogiva nucleare o chimica in Israele od in Iran [19]. L'Iraq negò<br />

che<br />

stava costruendo un "supercannone", ma dopo la guerra si seppe che<br />

l'Iraq un'arma simile l'aveva costruita [20].<br />

L'Iraq emerse dalla guerra con l'Iran con una delle forze militari più<br />

grandi e meglio equipaggiate del mondo. Infatti l'Iraq aveva un<br />

milione<br />

di soldati temprati in battaglia, più di 700 aerei da combattimento,<br />

6.000 carri armati, missili balistici ed armi chimiche. Sebbene gli<br />

USA<br />

ed i loro alleati avessero vinto rapidamente, le dimensioni<br />

dell'arsenale di Hussein divennero evidenti solo dopo la fine della<br />

guerra, quando gli investigatori ONU scoprirono le prove di un ambio<br />

programma di costruzione di armi chimiche e nucleari [21].<br />

L'Iraq fu anche base di diversi gruppi terroristici che minacciavano<br />

Israele, come l'OLP ed il Consiglio Rivoluzionari Fatah di Abu Nidal.<br />

Dopo l'invasione iraqena del Kuwait, Saddam Hussein continuò a<br />

minacciare di colpire Israele se il suo paese fosse stato attaccato.<br />

Se<br />

gli USA agiscono contro l'Iraq, disse nel Dicembre 1990, "allora Tel<br />

Aviv riceverà il prossimo attacco, vi partecipi o no Israele" [22]. Ad<br />

una conferenza stampa, dopo il suo incontro del 9 Gennaio 1991 col<br />

Segretario di Stato James Baker, al Ministro degli Esteri iraqeno<br />

Tariq<br />

Aziz fu chiesto se, qualora fosse iniziata la guerra, l'Iraq avrebbe<br />

attaccato Israele. Egli replicò bruscamente: "Sì. Certamente. Sì"<br />

[23].<br />

Ed alla fine Saddam attuò la sua minaccia.<br />

14.f. MITO<br />

"Saddam Hussein non ha mai avuto interesse ad acquisire armi nucleari"<br />

14.f. <strong>FATTI</strong><br />

Nel 1981, Israele si convinse che l'Iraq stava per diventar capace di<br />

produrre armi nucleare. Per prevenire la costruzione di un'arma che<br />

90


loro ritennero che sarebbe stata indubbiamente diretta contro di<br />

loro, gli Israeliani lanciarono il loro attacco a sorpresa che<br />

distrusse il centro atomico Osirak. All'epoca Israele fu ampiamente<br />

criticato. Il 19 Giugno, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU condannò<br />

il raid all'unanimità. I critici minimizzarono l'importanza del<br />

programma nucleare iraqeno, sostenendo che poiché Baghdad aveva<br />

firmato il Trattato di Non-Proliferazione Nucleare e consentiva<br />

ispezioni alle sue strutture, le paure israeliane erano infondate.<br />

Fu solo dopo l'invasione iraqena del Kuwait che i funzionari USA<br />

cominciarono ad ammettere pubblicamente che Baghdad stava sviluppando<br />

armi nucleari e che era ben più vicina a raggiungere lo scopo di quel<br />

che si pensava. Nuovamente, molti critici ribatterono che<br />

l'Amministrazione stava solo cercando una giustificazione per una<br />

guerra con l'Iraq.<br />

Mesi dopo, dopo che le forze alleate avevano annunziato la distruzione<br />

degli impianti nucleari iraqeni, gli ispettori ONU scoprirono che il<br />

programma di Saddam per lo sviluppo di armi atomiche era ben più ampio<br />

perfino di quel che ritenevano gli Israeliani. Gli analisti avevano<br />

ritenuto l'Iraq incapace di arricchire l'uranio per le bombe, ma i<br />

ricercatori di Saddam usarono diversi metodi (perfino uno ritenuto<br />

obsoleto) che si ritenne avrebbero permesso all'Iraq di costruire<br />

almeno una bomba.<br />

14.g. MITO<br />

"L'OLP è stata neutrale durante la Guerra del Golfo"<br />

14.g. <strong>FATTI</strong><br />

L'OLP, la Libia e l'Iraq sono stati i soli membri ad opporsi ad una<br />

risoluzione della Lega Araba che richiedeva il ritiro iraqeno dal<br />

Kuwait. I capi dell'Intifada inviarono un telegramma di<br />

congratulazioni<br />

a Saddam Hussein, descrivendo l'invasione del Kuwait il primo passo<br />

verso la "liberazione della Palestina" [24].<br />

Il capo dell'OLP Yasser Arafat giocò un ruolo cruciale nel sabotare<br />

una<br />

conferenza al vertice araba che si sarebbe dovuta convocare in Arabia<br />

Saudita per trattare dell'invasione. Secondo il New York Times, Arafat<br />

"deviò l'attenzione dal summit proposto e contribuì al suo naufragio"<br />

apparendo in Egitto con un "piano di pace" escogitato dal dittatore<br />

libico Muammar Qaddafi [25].<br />

Secondo il testimone oculare Ibrahim Nafei, direttore di Al-Ahram,<br />

Arafat fece molto per "annacquare" qualsiasi risoluzione anti-Iraq<br />

all'incontro della Lega Araba dell'Agosto 1990 al Cairo.<br />

Arafat "andava<br />

di delegazione in delegazione, mano nella mano con Tariq Aziz, il<br />

Ministro degli Esteri iraqeno, che minacciava apertamente alcuni<br />

delegati del Golfo e di altri paesi arabi che l'Iraq li avrebbe<br />

rovesciati", scrisse Nafei [26].<br />

91


Ad Amman, in Giordania, un funzionario dell'OLP avvertì che dei<br />

combattenti palestinesi erano arrivati in Yeme. "Noi ci aspettiamo che<br />

intraprendano azioni suicide contro i soldati americani in Arabia<br />

Saudita se gli Americani attaccano l'Iraq", dichiarò. "Ci sono più di<br />

50.000 combattenti palestinesi" sia in Kuwait che in Iraq, egli disse,<br />

che "difenderanno gli interessi dell'Iraq" [27]. Abul Abbas, un membro<br />

del Comitato Esecutivo dell'OLP, minacciò che "qualsiasi bersaglio<br />

americano diverrà vulnerabile" se gli Stati Uniti attaccano l'Iraq<br />

[28].<br />

A Jenin, il 12 Agosto, 1.000 Palestinesi marciarono gridando: "Saddam,<br />

eroe, attacca Israele con armi chimiche" [29].<br />

Secondo alcune fonti, l'OLP giocò un ruolo attivo nel facilitare la<br />

conquista iraqena del Kuwait. La pianificazione logistica<br />

dell'invasione<br />

iraqena fu almeno in parte basata sullo spionaggio dei funzionari e<br />

dei<br />

sostenitori OLP in Kuwait. Nel London Independent fu citato un<br />

diplomatico arabo, che avrebbe detto che, arrivando in Kuwait, i<br />

funzionari iraqeni "andarono dritti alle loro case, li prelevarono ed<br />

ordinarono loro di andare al lavoro". L'Ambasciata Iraqena aveva<br />

compilato la sua lista di personale kuwaitiano chiave, disse il<br />

diplomatico, "ma chi li ha aiutati? Chi erano i tecnici esperti che<br />

lavoravano insieme con i Kuwaitiani e sapevano tutto questo?", si<br />

chiese, e rispose: "I Palestinesi" [30].<br />

I capi del movimento per la pace d'Israele espressero il loro disgusto<br />

per le azioni dell'OLP. Uno avrebbe avuto bisogno della maschera<br />

antigas<br />

per sopportare il "fetore velenoso e repellente" dell'atteggiamento<br />

dell'OLP verso Saddam Hussein, disse Yossi Sarid [31]. Un altro<br />

attivista, Yaron Londo, scrisse in una lettera aperta ai Palestinesi<br />

nei<br />

Territori: "Questa settimana mi avete dimostrato che per molti anni<br />

sono<br />

stato un gran cretino. Quando mi chiederete un'altra volta il mio<br />

aiuto<br />

per i vostri 'legittimi diritti', scoprirete che le vostre strida di<br />

incoraggiamento a Saddam mi hanno turato le orecchie" [32].<br />

Quando gli USA iniziarono ad ammassare truppe in Arabia Saudita,<br />

Arafat<br />

lo definì una "nuova crociata" che "preconizza i più gravi pericoli e<br />

disastri per la nostra nazione araba ed islamica". Egli palesò inoltre<br />

la sua posizione sul conflitto: "Noi possiamo solo essere nella<br />

trincea<br />

ostile al Sionismo ed ai suoi alleati imperialisti che ora stanno<br />

mobilitando i loro carri armati, aerei e tutta la loro macchina da<br />

guerra avanzata e sofisticata contro la nostra nazione araba" [33].<br />

92


Una volta iniziata la guerra, il Comitato Esecutivo dell'OLP riaffermò<br />

il suo sostegno all'Iraq: "Il popolo palestinese sta saldo a fianco<br />

dell'Iraq". Il giorno dopo Arafat inviò a Saddam un messaggio<br />

salutando<br />

la lotta dell'Iraq contro "la dittatura americana" e descrivendo<br />

l'Iraq<br />

come "il difensore della nazione araba, dei Mussulmani e degli uomini<br />

liberi ovunque" [34].<br />

L'entusiasmo di Arafat per Hussein non fu smorzato dal risultato della<br />

guerra. "Gradire approfittare dell'occasione per nuovamente esprimere<br />

a<br />

Sua Eccellenza il grande orgoglio che sono per noi i legami di<br />

fraternità ed il comune destino che ci unisce", disse nel Novembre<br />

1991.<br />

"Lavoriamo insieme finché non giungereme alla vittoria e non<br />

riprenderemo la Gerusalemme liberata" [35].<br />

14.h. MITO<br />

"La Guerra del Golfo ha dimostrato che gli stati arabi hanno bisogno<br />

di<br />

più armi americane"<br />

14.h. <strong>FATTI</strong><br />

L'Iraq aveva uno degli eserciti più imponenti e potenti del mondo<br />

prima<br />

dell'invasione del Kuwait. Nessuno degli Stati del Golfo avrebbe<br />

potuto<br />

affrontare gli Iraqeni senza il diretto intervento americano. Il<br />

Kuwait<br />

è una nazioncina, che aveva ricevuto armi per 5 miliardi di Dollari,<br />

ma<br />

non aveva comunque alcuna possibilità di fermare l'Iraq.<br />

Allo stesso modo, gli Stati Uniti avevano venduto all'Arabia Saudita<br />

più<br />

di 40 miliardi di Dollari di armi ed aiuti militari nel decennio<br />

precedente, eppure nemmeno lei avrebbe potuto impedire un'invasione<br />

iraqena. Fu l'aver capito questo che convinse infine Re Fahd a<br />

consentire ai soldati americani di insediarsi nel suo paese. Nessun<br />

mucchio di ferramenta militare avrebbe potuto rimediare ai ridotti<br />

ranghi degli eserciti permanenti in quegli stati.<br />

Inoltre, la rapidità con cui l'Iraq travolse il Kuwait rammentò che le<br />

armi USA potevano facilmente cadere in mano nemica. Per esempio,<br />

l'Iraq<br />

catturò in Iraq 150 missili antiaerei di fabbricazione americana HAWK<br />

e<br />

dei veicoli corazzati.<br />

14.i. MITO<br />

"L'Iraq ha smesso di essere una minaccia per Israele dopo la Guerra<br />

93


del<br />

Golfo del 1991"<br />

14.i. <strong>FATTI</strong><br />

Non è che l'Iraq confini con Israele, ma sin dal 1948 è stato uno dei<br />

più tenaci nemici d'Israele. L'Iraq fece d'Israele uno dei bersagli<br />

principali durante la Guerra del Golfo. Mentre buona parte<br />

dell'arsenale<br />

iraqeno non convenzionale è stato distrutto, l'Iraq rimane tuttora una<br />

minaccia a lungo termine alla sicurezza israeliana. Rivelazioni<br />

recenti<br />

che l'Iraq aveva testate biologiche all'antrace ed al botulino pronte<br />

all'uso nel 1990, ed era prossimo a compiere il suo programma per<br />

acquisire capacità nucleari, sottolineano quanto prossimi fossero al<br />

disastro Israele e la coalizione alleata. Di buona parte dell'arsenale<br />

batteriologico di Baghdad non si hanno notizie.<br />

Saddam sta ancora chiaramente provando a riarmare l'Iraq. Buona parte<br />

dell'arsenale chimico, degli impianti nucleari e centinaia di missili<br />

balistici mobili è sopravvissuto al conflitto intatto e l'Iraq<br />

continua<br />

a resistere agli sforzi ONU di distruggerli. Sebbene l'Iraq fosse<br />

stato<br />

obbligato a distruggere molti dei suoi residui missili Scud, una volta<br />

rimosse le sanzioni, Baghdad potrebbe riprodurre un'arma nucleare in<br />

tre-cinque anni, ed accumulare i suoi mortali agenti chimici in meno<br />

di<br />

due anni.<br />

Gli ispettori ONU agli armamenti furono espulsi dall'Iraq nel 1998 e,<br />

dopo due anni, l'Iraq lanciò una serie di missili balistici a corto<br />

raggio in prove di perfezionamento di un nuovo sistema che potrebbe<br />

essere usato per costruire missili con gittata superiore [36].<br />

I complessi militari ed i centri di ricerca missilistici in cui il<br />

missile, detto As-Samoud [il Saldo - Liang], viene sviluppato furono<br />

pesantemente bombardati nel Dicembre 1998 dagli aerei alleati durante<br />

l'Operazione Volpe del Deserto. Il Pentagono, allora, ritenne che la<br />

nuova attività missilistica di Saddam Hussein fosse messa fuori gioco<br />

per almeno un anno o due. Ma il primo lancio di missili seguì a soli<br />

sei<br />

mesi di distanza.<br />

Nel Gennaio 2001, un disertore iraqeno disse al Sunday Telegraph di<br />

Londra che l'Iraq aveva ottenuto due bombe nucleari perfettamente<br />

funzionanti e stava adoperandosi a costruirne ancora.<br />

Quest'affermazione<br />

è stata smentita, ma numerosi studi hanno riferito che Saddam Hussein<br />

può essere a pochi mesi come a pochi anni dalla produzione di armi<br />

nucleari, e che l'ostacolo principale è stato il procurarsi il<br />

materiale<br />

fissile necessario [37]. Nessuno mette in dubbio che Hussein desideri<br />

94


avere armi di distruzione di massa.<br />

Nel Febbraio 2003, il Segretario di Stato Colin Powell diede un'ampia<br />

presentazione al Consiglio di Sicurezza dell'ONU in cui documentò come<br />

l'Iraq avesse nascosto le sue armi, ingannato gli ispettori, ed avesse<br />

continuato a perseguire un programma per sviluppare armi di<br />

distruzione<br />

di massa in violazione diretta delle risoluzioni ONU. Sebbene egli non<br />

avesse fornito la prova che l'Iraq avesse armi nucleari, egli fornì la<br />

prova che esso possiede armi chimiche e biologiche, ed ha continuato<br />

il<br />

suo lavoro di sviluppo di armi nucleari [38].<br />

Intanto, ad onta dell'assenso Iraniano alla Risoluzione ONU 687, che<br />

gli<br />

vieta di consentire a qualsiasi organizzazione terroristica di agire<br />

nel<br />

suo territorio, Baghdad tiene tuttora dei contatti con, ed offre<br />

rifugio<br />

a, diversi gruppi e persone coinvolte nel terrorismo. Hussein ha<br />

inoltre<br />

promesso pubblicamente di pagare 25.000 Dollari alle famiglie dei<br />

terroristi palestinesi.<br />

14.j. MITO<br />

"Gli Ebrei americani hanno indotto gli Stati Uniti ad entrare in<br />

guerra<br />

contro l'Iraq nel 2003 per aiutare Israele"<br />

14.j. <strong>FATTI</strong><br />

Uno degli argomenti più assurdi usati dagli oppositori della guerra<br />

guidata dagli Stati Uniti contro l'Iraq nel 2003 fu che gli Ebrei<br />

americani erano in qualche modo responsabili per aver persuaso il<br />

Presidente George W. Bush ad iniziare la campagna militare - in pro<br />

d'Israele. La verità è che il Presidente Bush decise che l'Iraq era<br />

una<br />

minaccia per gli Stati Uniti perché possedeva armi di distruzione di<br />

massa e stava perseguendo una capacità nucleare che avrebbe potuto<br />

essere usata direttamente contro gli Americani, od avrebbe potuto<br />

essere<br />

ceduta a dei terroristi che l'avrebbero usata contro dei bersagli<br />

americani. La rimozione di Saddam Hussein aveva inoltre l'obiettivo di<br />

eliminare uno dei principali sponsor del terrorismo.<br />

La guerra in Iraq ha liberato il popolo iraqeno da uno dei regimi più<br />

oppressivi del mondo. Perfino nel mondo arabo, dove molte persone<br />

obiettarono all'azione militare americana, nessun capo arabo è<br />

intervenuto in difesa di Saddam Hussein.<br />

È vero che Israele ci guadagnerà dall'eliminazione di un regime che<br />

lanciò contro di lui 39 missili nel 1991, pagava i Palestinesi per<br />

incoraggiarli ad attaccare gli Israeliani, e guidava una coalizione di<br />

95


stati arabi impegnati a distruggere Israele. È pure vero, comunque,<br />

che<br />

molti stati arabi hanno guadagnato dalla rimozione di Saddam Hussein,<br />

specialmente l'Arabia Saudita ed il Kuwait. Questo è il motivo per cui<br />

queste nazioni consentirono alle forze alleate di usare i loro paesi<br />

come basi operative.<br />

Per quanto riguarda il ruolo degli Ebrei americani, è bene ricordare<br />

che<br />

gli Ebrei sono meno del 3% della popolazione americana, e non si può<br />

dire che siano stati i più sonori sostenitori della guerra. Al<br />

contrario, la comunità ebraica aveva divisioni simili a quelle del<br />

paese<br />

tutto e la maggior parte delle organizzazioni ebraiche ha evitato di<br />

proposito di prendere posizione sulla guerra. Inoltre, i sondaggi<br />

d'opinione mostravano che una maggioranza significativa di tutti gli<br />

americani sosteneva la politica del Presidente verso l'Iraq.<br />

Alcuni critici hanno suggerito che dei funzionari ebrei di rango<br />

dell'Amministrazione Bush hanno spinto verso la guerra. A dire il<br />

vero,<br />

solo una manciata di funzionari dell'Amministrazione è ebrea, e<br />

nessuno<br />

dei principali consiglieri del Presidente - il Segretario della<br />

Difesa,<br />

il Segretario di Stato, il Vicepresidente, od il Consigliere per la<br />

Sicurezza Nazionale - è ebreo.<br />

Il suggerimento che gli Ebrei americani siano più leali ad Israele che<br />

agli Stati Uniti, o che essi abbiano un'indebita influenza dulla<br />

politica medioorientale americana, è un esempio di antisemitismo.<br />

Sfortunatamente, alcuni critici della guerra all'Iraq hanno scelto<br />

l'antica tattica di incolpare gli Ebrei di una politica che<br />

disapprovavano anziché confutarla nel merito.<br />

[Note]<br />

[01] Washington Post, (3 Agosto 1990).<br />

[02] Washington Post, (17 Gennaio 1991).<br />

[03] UPI, (8 Marzo 1991).<br />

[04] Near East Report, (4 Febbraio 1991).<br />

[05] Jerusalem Post, (17 Gennaio 1992).<br />

[06] Jewish Telegraphic Agency, (14 Aprile 1999).<br />

[07] Jewish Telegraphic Agency, (21 Giugno 2001).<br />

[08] Los Angeles Times, (28 Gennaio 1991).<br />

[09] New York Post, (4 Febbraio 1991).<br />

[10] Reuters, (2 Aprile 1990).<br />

[11] Reuters, (18 Aprile 1990).<br />

[12] UPI, (22 Aprile 1990).<br />

[13] Baghdad Domestic Service, (18 Giugno 1990).<br />

[14] Washington Post, (29 Marzo 1990).<br />

[15] Washington Times, (3 Aprile 1990).<br />

[16] Al-Ittihad, (26 Gennaio 1990).<br />

[17] Radio Monte Carlo, (17 Febbraio 1990).<br />

[18] Al-Dustur, (18 Febbraio 1990).<br />

[19] Reuters, (17 Aprile 1990).<br />

[20] Washington Post, (14 Agosto 1991).<br />

[21] Washington Post, (8 Agosto 1991).<br />

[22] Reuters, (26 Dicembre 1990).<br />

[23] Trascrizione di una conferenza stampa del 9 Gennaio 1991.<br />

[24] Mideast Mirror, (6 Agosto 1990).<br />

[25] New York Times, (5 Agosto 1990).<br />

[26] Al-Ahram, (12 Agosto 1990).<br />

[27] UPI, (10 Agosto 1990).<br />

96


[28] Reuters, (4 Settembre 1990).<br />

[29] Associated Press, (12 Agosto 1990).<br />

[30] Jerusalem Post, (8 Agosto 1990).<br />

[31] Ha'aretz, (17 Agosto 1990).<br />

[32] Yediot Aharonot, (Augosto 1990).<br />

[33] Sawt al-Sha'b, (4 Settembre 1990).<br />

[34] Agenzia France-Presse, (26 Febbraio 1991).<br />

[35] Baghdad Republic of Iraq Radio Network, (16 Novembre 1991).<br />

[36] New York Times, (1 Luglio 2000).<br />

[37] Jerusalem Post, (29 Gennaio 2001).<br />

[38] Segretario di Stato USA Colin Powell, discorso al Consiglio di Sicurezza dell'ONU (5 Febbraio 2003).<br />

Le Nazioni Unite<br />

Miti da confutare<br />

15.a. "Le Nazioni Unite hanno da molto tempo giocato un ruolo<br />

costruttivo negli affari medioorientali. La sua tradizione di<br />

imparzialità ed equilibrio la rende un forum ideale per comporre la<br />

controversia arabo-israeliana".<br />

15.b. "I Palestinesi non hanno voce all'ONU".<br />

15.c. "Israele gode dei medesimi diritti di tutti gli altri membri delle<br />

Nazioni Unite".<br />

15.d. "Le Nazioni Unite e le istituzioni ad esse affiliate criticano le<br />

politiche israeliane, ma non attaccano mai gli Ebrei e non si impegnano<br />

mai in retorica antisemita".<br />

15.e. "L'abrogazione del 1991 della risoluzione che diffamava il<br />

Sionismo prova che l'ONU non ha più preconcetti contro Israele".<br />

15.f. "Anche se l'Assemblea Generale è prevenuta, il Consiglio di<br />

Sicurezza è sempre stato equilibrato nel suo modo di trattare il Medio<br />

Oriente".<br />

15.g. "Gli Stati Uniti hanno sempre sostenuto Israele all'ONU e si può<br />

sempre contare su di loro perché diano il veto ad ogni risoluzione<br />

critica.<br />

15.h. "Gli alleati arabi dell'America d'abitudine sostengono le<br />

posizioni USA all'ONU".<br />

15.i. "Israele, non implementando le risoluzioni ONU, viola il diritto<br />

internazionale".<br />

[I Miti in dettaglio]<br />

15.a. [Mito]<br />

"Le Nazioni Unite hanno da molto tempo giocato un ruolo costruttivo<br />

negli affari medioorientali. La sua tradizione di imparzialità ed<br />

equilibrio la rende un forum ideale per comporre la controversia<br />

97


arabo-israeliana".<br />

15.a. [Fatti]<br />

A partire dalla metà degli anni '70 Arabi, Sovietici e Paesi del Terzo<br />

Mondo formarono insieme una lobby filopalestinese alle Nazioni Unite.<br />

Questo era vero soprattutto nell'Assemblea Generale, in cui questi paesi<br />

(quasi tutti dittature od autocrazie) frequentemente votavano insieme<br />

per l'approvazione di risoluzioni che attaccavano Israele e sostenevano<br />

l'OLP.<br />

Nel 1974, ad esempio, l'Assemblea Generale invitò Yasser Arafat a<br />

parlarle. Arafat lo fece, con la fondina di un'arma al fianco. Nel suo<br />

discorso, Arafat parlò di portare un'arma da fuoco ed un ramo d'ulivo<br />

(l'arma l'aveva lasciata fuori prima di entrare nella sala). Un anno<br />

dopo, su istigazione dei Paesi arabi e del Blocco sovietico, l'Assemblea<br />

approvò la Risoluzione 3379, che diffamava il Sionismo dichiarandolo una<br />

forma di razzismo.<br />

L'Ambasciatore USA Daniel Moynihan dichiarò la risoluzione un "atto<br />

osceno". L'Ambasciatore d'Israele Chaim Herzog disse ai suoi colleghi<br />

delegati, che la risoluzione era "basata sull'odio, la falsità e<br />

l'arroganza". Hitler, egli dichiarò, si sarebbe sentito a casa sua<br />

ascoltando il dibattito ONU sulla misura [1].<br />

Il 16 Dicembre 1991 l'Assemblea Generale votò 111-25 (con 13 astensioni<br />

e 17 delegazioni assenti o non votanti) per abrogare la Risoluzione<br />

3379. Nessun Paese arabo votò per l'abrogazione. L'OLP denunziò il voto<br />

ed il ruolo degli USA.<br />

Come notò Herzog, l'organizzazione ha assunto una prospettiva su Israele<br />

degna di Alice nel Paese delle Meraviglie. "Nel Palazzo di Vetro ...<br />

[Alice] non avrebbe che da indossare una Stella di Davide per udire ad<br />

ogni curva un imperioso 'Tagliatele la testa!'". Herzog notò che l'OLP<br />

aveva citato una risoluzione ONU del 1974 che condannava Israele come<br />

giustificazione per aver fatto esplodere una bomba a Gerusalemme [2].<br />

Il votare in blocco consentì inoltre la creazione nel 1975 del filo-OLP<br />

"Commissione sui Diritti Inalienabili del Popolo Palestinese". La<br />

commissione divenne, di fatto, parte dell'apparato propagandistico<br />

dell'OLP, che stampava francobolli, organizzava conferenze, preparava<br />

film e bozze di risoluzione a sostegno dei "diritti" palestinesi.<br />

Nel 1976 la commissione raccomandò "la piena implementazione dei diritti<br />

inalienabili del popolo palestinese, compreso il loro ritorno nella<br />

parte israeliana della Palestina". Esso raccomandò inoltre che il 29<br />

Novembre - il giorno in cui l'ONU votò per la spartizione della<br />

Palestina nel 1947 - fosse dichiarato "Giornata Internazionale di<br />

Solidarietà con il Popolo Palestinese". Da allora, lo si è visto all'ONU<br />

con discorsi, film e mostre antiisraeliane. Ad onta delle obiezioni<br />

degli Stati Uniti, fu creata come parte della Segreteria dell'ONU<br />

un'unità speciale sulla Palestina.<br />

98


Israele è l'oggetto di più commissioni d'inchiesta, rappresentanti<br />

speciali e commissari inquirenti di ogni altro stato dell'ONU. Il<br />

rappresentante speciale del Direttore Generale dell'UNESCo ha visitato<br />

Israele 51 volte in 27 anni di attività. Una "Missione Speciale" è stata<br />

inviata dal Direttore Generale dell'ILO-OIL [Organizzazione Generale del<br />

Lavoro - Liang] in Israele e nei Terrritori ogni anno per tutti i<br />

trascorsi 17 anni.<br />

La Commissione sui Diritti Umani adotta abitualmente risoluzioni<br />

sproporzionate contro Israele. Di tutte le condanne di quest'ente, il<br />

26% si riferisce al solo Israele, mentre stati canaglia come la Siria e<br />

la Libia non sono mai criticati [3].<br />

Gli USA hanno reagito con vigore agli sforzi di politizzare l'ONU. Nel<br />

1977 gli USA si ritirarono dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro<br />

per due anni a causa delle sue posizioni anti-israeliane. Nel 1984 gli<br />

USA lasciarono l'UNESCO, in parte a causa del suo pregiudizio<br />

antiisraeliano, ma annunziò nel Settembre 2002 che sarebbero tornati<br />

nell'organizzazione. Dal 1982-1989, i Paesi arabi cercarono di negare ad Israele un seggio<br />

nell'Assemblea Generale o posero condizioni speciali per la partecipazione israeliana. Solo una<br />

decisa campagna lobbistica americana impedì loro di riuscirvi. Nel 2001, gli USA si unirono ad<br />

Israele nel boicottare la Conferenza Mondiale ONU contro il Razzismo,quando fu chiaro che essa<br />

era divenuta poco più di un happening anti-israeliano.<br />

Mentre il processo di pace arabo-israeliano che fu varato a Madrid nel 1991 è strutturato sulla base<br />

del negoziato diretto tra le parti, l'ONU lo sabota sempre. Gli accordi di Oslo si basano sull'idea di<br />

colloqui bilaterali per risolvere le controversie tra gli Israeliani ed i Palestinesi. L'Assemblea<br />

Generale comunque adotta abitualmente delle risoluzioni che tentano di imporre soluzioni su<br />

problemi critici come Gerusalemme, le Alture del Golan e gli insediamenti. Ironicamente, le<br />

Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza ONU 242 e 338 proponevano i negoziati bilaterali che sono<br />

sempre sabotate dalle risoluzioni dell'Assemblea Generale.<br />

Pertanto, la sua storia mostra che finora l'ONU non ha giocato un ruolo utile per risolvere il<br />

conflitto arabo-israeliano.<br />

Quel che accade nel Consiglio di Sicurezza "assomiglia ben più ad una rapina che ad una<br />

discussione politica o ad uno sforzo di risolvere problemi" - L'ex-Ambasciatore all'ONU Jeane<br />

Kirkpatrick<br />

[4].<br />

15.b. [Mito]<br />

"I Palestinesi non hanno voce all'ONU".<br />

15.b. [Fatti]<br />

A parte il sostegno che i Palestinesi ricevono dal mondo arabo ed<br />

islamico, e da parte della maggioranza degli altri membri dell'ONU, ai Palestinesi è<br />

stato fornito un trattamento speciale all'ONU sin dal 1975. Quell'anno l'Assemblea<br />

Generale insignì l'OLP della condizione di rappresentante permanente, ed essa aprì un<br />

ufficio a Manhattan.<br />

Nel 1988 la condizione dell'OLP migliorò quando l'Assemblea Generale designò l'OLP<br />

99


"Palestina". Dieci anni dopo, l'Assemblea Generale votò per dare ai Palestinesi una<br />

condizione unica, come membro senza diritto di voto dell'Assemblea di 185 membri. Il<br />

voto a favore fu travolgente, 124 a favore, 4 contro, 10 astenuti. I paesi contrari erano<br />

Israele, gli Stati Uniti, la Micronesia e le Isole Marshall.<br />

I rappresentanti palestinesi ora possono sollevare nell'Assemblea<br />

Generale la questione del processo di pace, appoggiare bozze di<br />

risoluzione sulla Pace nel Medio Oriente ed hanno diritto di replica.<br />

Essi non hanno ancora il diritto di voto e non possono proporre<br />

candidature per commissioni ONU come il Consiglio di Sicurezza. Gli Arabi avevano<br />

inizialmente chiesto potrei più ampi, come il diritto di sedere insieme con altri stati<br />

indipendenti e di presentare risoluzioni.<br />

Essi accettarono il compromesso dopo che gli Europei ebbero detto agli Arabi che essi<br />

avrebbero sostenuto la risoluzione se fossero stati soppressi i punti politicamente più<br />

controversi. Eppure, la loro condizione dà ai Palestinesi privilegi procedurali superiori<br />

a quelli di altri gruppi che sono all'ONU come osservatori come la Svizzera od il<br />

Vaticano.<br />

15.C. [Mito]<br />

"Israele gode dei medesimi diritti di tutti gli altri membri delle<br />

Nazioni Unite".<br />

15.C. [Fatti]<br />

Una svolta nella cinquantennale esclusione dagli organismi delle Nazioni Unite ci fu il<br />

30 Maggio 2000, quando Israele accettò l'invito a diventare membro temporaneo del<br />

gruppo regionale Europa Occidentale ed Altri (WEOG). Sebbene solo temporaneo,<br />

questo passo storico potrebbe finalmente terminare le discriminazioni dell'ONU contro<br />

Israele ed aprire la porta alla partecipazione israeliana al Consiglio di Sicurezza.<br />

Israele è stato l'unico stato dell'ONU escluso da un gruppo regionale.<br />

Geograficamente, esso appartiene al Gruppo Asia; però i Paesi arabi hanno impedito<br />

che ne facesse parte. Se non appartiene ad un gruppo regionale, Israele non può sedersi<br />

nel Consiglio di Sicurezza od in altri organismi chiave dell'ONU.<br />

Il WEOG è l'unico gruppo regionale che non è puramente geografico, ma semmai<br />

geopolitico, ovvero un gruppo di stati il cui denominatore comune è la democrazia<br />

occidentale. Il WEOG ha 27 membri: tutti gli stati dell'Europa Occidentale, e gli "altri"<br />

sono l'Australia, il Canada, la Nuova Zelanda e gli Stati Uniti.<br />

L'appartenenza d'Israele al WEOG ha forti limiti. Ogni quattro anni egli deve<br />

rinnovare la domanda d'adesione, dacché la sua condizione è solo temporanea. Non è<br />

stato permesso ad Israele di presentare candidature per seggi vacanti in alcun<br />

organismo ONU per due anni, e non può competere per i principali organismi ONU<br />

(come il Consiglio Economico e Sociale) per un periodo più lungo. Inoltre, per i primi<br />

due anni, non è stato concesso ai rappresentanti israeliani di concorrere per posizioni<br />

nel Consiglio dell'ONU.<br />

Oltre a queste limitazioni, ad Israele è permesso partecipare solo alle attività WEOG<br />

nell'ufficio di New York dell'ONU. Israele è escluso dalle discussioni e dalle<br />

consultazioni del WEOG negli uffici ONU di Ginevra, Nairobi, Roma e Vienna;<br />

pertanto Israele non può partecipare alle discussioni ONU sui diritti umani, sul<br />

razzismo e su diverse altre questioni trattate in quegli uffici.<br />

100


Nel Febbraio 2003 Israele è stato eletto al Gruppo di Lavoro sul Disarmo<br />

dell'Assemblea Generale dell'ONU, il suo primo posto in una commissione dal 1961<br />

(dopo il 1961 l'ONU ha diviso i suoi membri in gruppi regionali e così fu che Israele fu<br />

isolato). Un rappresentante israeliano fu eletto come uno dei tre vicepresidenti e<br />

ricevette dei voti dall'Iran e da diversi Paesi arabi. D'altronde, nello stesso mese un<br />

candidato israeliano non fu eletto alla Commissione ONU sui diritti dei bambini.<br />

L'anno precedente dei candidati israeliani non ebbero voti sufficienti per essere eletti<br />

alla Commissione ONU sui Diritti Umani, alla Commissione ONU sull'Eliminazione<br />

della Discriminazione Contro le Donne,<br />

e la Commissione ONU sulla Discriminazione Razziale [4a].<br />

Per il futuro, Israele spera ancora di riuscire ad aderire al gruppo<br />

Asia.<br />

15.d. [Mito]<br />

"Le Nazioni Unite e le istituzioni ad esse affiliate criticano le<br />

politiche israeliane, ma non attaccano mai gli Ebrei e non si impegnano mai in retorica<br />

antisemita".<br />

15.d. [Fatti]<br />

L'ONU ha virtualmente condannato ogni forma immaginabile di razzismo. Ha fondato<br />

dei programmi per combattere il razzismo in ogni sfaccettatura - compresa la<br />

xenofobia - ma ha sempre rifiutato di fare lo stesso contro l'antisemitismo. Fu soltanto<br />

il 24 Novembre 1998, più di 50 anni dopo la fondazione dell'ONU, che la parola<br />

"antisemitismo" fu citata per la prima volta in una risoluzione ONU, verso la fine della<br />

GA Res.<br />

A/53/623, "Eliminazione del Razzismo e della Discriminazione Razziale"<br />

[5].<br />

Sin dai primi anni '70, la stessa ONU è stata impregnata di sentimenti antisemitici ed<br />

antisionistici. Gli esempi che seguono mostrano quanto è divenuta orribile l'atmosfera:<br />

"Come? Non sono gli Ebrei che sfruttano il popolo americano e cercano di<br />

disonorarlo?" - Il rappresentante libico all'ONU Ali Treiki [6].<br />

"Il Talmud dice che se un Ebreo non beve ogni anno il sangue di un<br />

non-Ebreo, egli sarà condannato in eterno" - Il delegato saudita Marouf al-Dawalibi,<br />

davanti alla conferenza del 1984 sulla tolleranza religiosa della Commissione ONU sui<br />

Diritti Umani [7]. Un simile commento fu fatto dall'ambasciatore siriano ad un<br />

incontro del 1991; egli sosteneva che gli Ebrei uccidevano bambini cristiani per usare<br />

il loro sangue per fare le azzime [8].<br />

L'11 Marzo 1997 il rappresentante palestinese alla Commissione ONU sui Diritti<br />

Umani ha sostenuto che il governo israeliano aveva inoculato il virus dell'AIDS a 300<br />

fanciulli palestinesi. Ad onta degli sforzi d'Israele, degli Stati Uniti e di<br />

altri,quest'"accusa del sangue" resta nei verbali ONU [9].<br />

15.e. [Mito]<br />

"L'abrogazione del 1991 della risoluzione che diffamava il Sionismo prova che l'ONU<br />

non ha più preconcetti contro Israele".<br />

15.e. [Fatti]<br />

Il voto non ha segnalato la fine dei preconcetti dell'ONU contro<br />

101


Israele. Lo stesso mese l'Assemblea Generale approvò quattro nuove<br />

risoluzioni unilaterali sul Medio Oriente. Il 9 Dicembre 1991 la<br />

gestione dell'Intifada da Israele fu condannata 150 a 2. L'11 si votò 104 a 2 una<br />

risoluzione che chiedeva una conferenza di pace sotto l'egida dell'ONU a cui avrebbe<br />

dovuto partecipare l'ONU, e si votò 142 a 2 per condannare il comportamento d'Israele<br />

verso i Palestinesi nei Territori. Il 16 Dicembre - lo stesso giorno in cui fu abrogata la<br />

risoluzione contro il Sionismo - l'ONU votò 152 a 1, con l'astensione americana, per<br />

chiedere ad Israele di abrogare una risoluzione della Knesset che dichiarava<br />

Gerusalemme la sua capitale, e per chiedere il ritiro d'Israele dai "Territori Occupati",<br />

compresa Gerusalemme, e per denunciare 'amministrazione israeliana delle Alture del<br />

Golan. Un'altra risoluzione esprimeva sostegno all'autodeterminazione palestinese e<br />

per il diritto al ritorno dei profughi palestinesi.<br />

Il voto abrogativo fu guastato dal fatto che 13 dei 19 paesi arabi -<br />

compresi quelli che stavano trattando con Israele, la Siria, il Libano e la Giordania -<br />

votarono per mantenere la risoluzione, così come l'Arabia Saudita. Sei, compreso<br />

l'Egitto, che organizzò una lobby contro l'abrogazione, erano assenti.<br />

Gli Arabi "votarono un'altra volta per impugnare addirittura il diritto ad esistere dello<br />

Stato ebraico", osservò il New York Times, "Che pure adesso la maggior parte degli<br />

stati arabi si aggrappino ad una dottrina meschina e maligna rovina quello che<br />

altrimenti sarebbe un seppur tardivo trionfo del buon senso e della buona coscienza"<br />

[10].<br />

C'è abbondanza di giustificazioni per le conclusioni della Professoressa Anna<br />

Bayefsky dell'Università di York, Canada, che così ha scritto del sistema dei Diritti<br />

Umani dell'ONU: "Esso è lo strumento di chi vuol fare d'Israele l'archetipo del<br />

violatore dei diritti umani nel mondo d'oggi. È un terreno di coltura dell'antisemitismo.<br />

È il rifugio di chi professa il relativismo morale. In una parola, è uno scandalo" [11].<br />

15.f. [Mito]<br />

"Anche se l'Assemblea Generale è prevenuta, il Consiglio di Sicurezza è sempre stato<br />

equilibrato nel suo modo di trattare il Medio Oriente".<br />

15.f. [Fatti]<br />

Un'attenta analisi delle azioni del Consiglio di Sicurezza sul Medio Oriente mostra che<br />

esso è stato appena appena migliore dell'Assemblea Generale nel modo con cui tratta<br />

Israele.<br />

I candidati al Consiglio di Sicurezza sono proposti dai blocchi<br />

regionali, e questo significa che nel Medio Oriente sono abitualmente inclusi la Lega<br />

Araba ed i suoi alleati. Israele, che è entrato nell'ONU nel 1949, non è mai stato eletto<br />

al Consiglio di Sicurezza, mentre almeno 16 membri della Lega Araba lo sono stati. La<br />

Siria, una nazione della lista americana dei paesi che sponsorizzano il terrorismo, ha<br />

iniziato un mandato di due anni al Consiglio di Sicurezza nel 2002, ed è stata<br />

presidentessa dell'organo nel Giugno 2002.<br />

Abbondano i dibattiti su Israele, ed il Consiglio di Sicurezza ha<br />

ripetutamente condannato lo stato ebraico, ma mai una volta che abbia adottato una<br />

risoluzione critica dell'OLP o degli attacchi arabi ad Israele. Sono rare le sessioni<br />

speciali di emergenza dell'Assemblea Generale. Nessuna di queste sessioni è stata mai<br />

convocata a proposito dell'occupazione cinese del Tibet, dell'occupazione indonesiana<br />

di Timor Est, dell'occupazione siriana del Libano, dei massacri in Ruanda, le sparizioni<br />

nello Zaire o gli orrori della Bosnia. Per quasi due decenni<br />

102


queste sessioni sono state convocate soprattutto per condannare Israele.<br />

15.g. [Mito]<br />

"Gli Stati Uniti hanno sempre sostenuto Israele all'ONU e si può sempre contare su di<br />

loro perché diano il veto ad ogni risoluzione critica.<br />

15.g. [Fatti]<br />

Molti pensano che si possa sempre contare sugli Stati Uniti perché<br />

sostengano Israele ponendo il veto al Consiglio di Sicurezza dell'ONU.<br />

Ma i verbali mostrano invece che gli USA si sono spesso opposti ad<br />

Israele nel Consiglio.<br />

Per esempio, nel 1990 Washington votò una risoluzione del Consiglio di Sicurezza che<br />

condannava la gestione israeliana dei tumulti del Monte del Tempio avvenuti nello<br />

stesso meso. Mentre elencava distintamente "gli atti di violenza commessi dalle forze<br />

di sicurezza israeliane", la risoluzione non dava menzione alcuna della violenza araba<br />

che li precedè.<br />

Nel Dicembre 1990, gli USA continuarono condannando Israele per aver espulso<br />

quattro capi di Hamas, un gruppo terrorista islamico. La deportazione fu la risposta a<br />

numerosi crimini commessi da Hamas contro Arabi ed Ebrei, il più recente dei quali<br />

era stato l'assassinio di tre civili israeliani in uno stabilimento di Giaffa diversi giorni<br />

prima. La risoluzione non diceva una parola di Hamas e dei suoi crimini. Essa<br />

descriveva Gerusalemme "territorio occupato", dichiarava che i Palestinesi dovessero<br />

essere "protetti" da Israele, e chiedeva ai firmatari della Convenzione di Ginevra di<br />

garantirne il rispetto da parte d'Israele. Fu la prima volta che il Consiglio di Sicurezza<br />

invocò<br />

la Convenzione contro un paese membro.<br />

Nel Gennaio 1992, gli Americani appoggiarono una risoluzione unilaterale che<br />

condannava Israele per aver espulso 12 Palestinesi, membri di gruppi terroristici<br />

responsabili di aver perpetrato violenza contro sia gli Ebrei che gli Arabi. La<br />

risoluzione, che descriveva Gerusalemme "territorio occupato", non fece menzione<br />

degli eventi che innescarono l'espulsione - l'uccisione di quattro civili ebrei da parte di<br />

radicali<br />

palestinesi a partire da Ottobre.<br />

Nel 1996 gli USA continuarono con una condanna d'Israele ispirata dai Sauditi per<br />

l'apertura di un tunnel "nei paraggi" della moschea di Al-Aqsa. Di fatto, il tunnel, che<br />

consente ai visitatori di vedere in tutta la lunghezza l'interno del Muro Occidentale del<br />

Monte del Tempio, non si avvicina mai alla Moschea. Israele fu incolpato per aver<br />

reagito<br />

ai violenti attacchi di Palestinesi che protestarono contro l'apertura del tunnel.<br />

Gli Stiati Uniti non lanciarono il loro primo veto fino al 1972, su una lagnanza sirolibanese<br />

contro Israele. Dal 1967 al 1972 gli USA votarono a favore o si astennero su<br />

24 risoluzioni, perlopiù critiche d'Israele.<br />

Dal 1973 al 2000 il Consiglio di Sicurezza adottò circa 100 risoluzioni sul Medio<br />

Oriente, anch'esse perlopiù critiche d'Israele. Gli USA vietarono in tutto 35 risoluzioni,<br />

e pertanto appoggiarono le critiche d'Israele da parte del Consiglio con il loro voto di<br />

approvazione od astensione circa due terzi delle volte [12].<br />

Nel Luglio 2002, gli Stati Uniti cambiarono politica ed annunziarono che avrebbero<br />

vietato qualsiasi risoluzione del Consiglio di Sicurezza sul Medio Oriente che non<br />

103


condannasse il terrorismo palestinese e non nominasse Hamas, la Jihad islamica e la<br />

Brigata Martiri di Al-Aqsa come i gruppi responsabili degli attacchi. Gli USA dissero<br />

inoltre che le risoluzioni debbono rimarcare che ogni ritiro israeliano è collegato alla<br />

situazione della sicurezza, e che ad ambo le parti si deve chiedere<br />

di ricercare una soluzione negoziata (Washington Post, 26 Luglio 2002).<br />

Gli Arabi possono ancora aggirare gli Stati Uniti portando le questioni all'Assemblea<br />

Generale, dove le risoluzioni non vincolanti sono approvate a maggioranza, ed è<br />

garantito il sostegno per praticamente tutte le risoluzioni anti-israeliane.<br />

15.h. [Mito]<br />

"Gli alleati arabi dell'America d'abitudine sostengono le<br />

posizioni USA all'ONU".<br />

15.h. [Fatti]<br />

Nel 2001 l'Arabia Saudita ed il Kuwait votarono insieme con gli Stati Uniti solo su due<br />

risoluzioni considerate importanti dal Dipartimento di Stato. Gli altri paesi arabi,<br />

compresi la Giordania e l'Egitto, non hanno votato insieme con gli Stati Uniti in<br />

neppure una questione.<br />

L'anno prima, i Paesi arabi votarono contro gli Stati Uniti su più del 70% dei voti<br />

importanti. Di contro, Israele è sempre stato il migliore alleato degli USA all'ONU.<br />

Israele ha votato con gli USA il 100% delle volte nel 2001, superando il livello di<br />

sostegno dei principali alleati degli USA come Gran Bretagna, Francia e Canada [13].<br />

"L'ONU ha l'immagine di un'organizzazione mondiale basata sui principi universali<br />

della giustizia e dell'uguaglianza. Però, quando si viene al dunque, non è altro che il<br />

comitato esecutivo delle dittature del Terzo Mondo" - L'ex-Ambasciatore all'ONU<br />

Jeane Kirkpatrick [14].<br />

15.i. [Mito]<br />

"Israele, non implementando le risoluzioni ONU, viola il diritto<br />

internazionale".<br />

15.i. [Fatti]<br />

Le risoluzioni dell'ONU sono documenti emessi da organi politici e vanno interpretati<br />

alla luce della costituzione di tali organi. Essi rappresentano le opinioni politiche di<br />

coloro che li sostengono anziché incarnare particolari principi o norme giuridiche. Le<br />

risoluzioni possono avere forza morale e politica quando si percepiscono come<br />

l'espressione del consenso della comunità internazionale, o le opinioni di nazioni<br />

avanzate, potenti e rispettate.<br />

La Carta dell'ONU (Articoli 10 e 14) dà nel caso specifico facoltà<br />

all'Assemblea Generale di emettere solo "raccomandazioni" non<br />

vincolanti. Le risoluzioni dell'Assemblea sono ritenute vincolanti<br />

soltanto a proposito di questioni di bilancio e procedura interna.<br />

La legalità delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza è più ambigua.<br />

Non è chiaro se tutte le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza siano vincolanti o solo<br />

quelle adottate ai sensi del Capitolo 7 della Carta dell'ONU [15]. Secondo l'Articolo 25<br />

della Carta, gli stati membri dell'ONU sono obbligati da applicare "le decisioni del<br />

Consiglio di Sicurezza ai sensi della presente Carta", ma non è chiaro quali tipi di<br />

risoluzione siano coperti dal termine "decisioni". In ogni caso, sarebbe difficile<br />

dimostrare che Israele ha mai violato la lettera di una qualsiasi risoluzione del<br />

Consiglio di Sicurezza ed il Consiglio non ha mai sanzionato Israele per<br />

104


Miti da confutare<br />

inadempimento.<br />

[Note]<br />

[1] Chaim Herzog, Who Stands Accused?, (NY: Random House, 1978), pp.4-5.<br />

[2] Herzog, p. 130.<br />

[3] La Missione Israeliana all'ONU.<br />

[4] New York Times , New York Times (31 Marzo 1983).<br />

[4a] Anne Bayefsky, "Israel second-class status at the UN", National<br />

Post (18 Febbraio 2003).<br />

[5] Israel and the UN - An Uneasy Relationship", la Missione Israeliana<br />

all'ONU.<br />

[6] Discorso all'ONU dell'8 Dicembre 1983, citato in Harris Schoenberg,<br />

Mandate for Terror, (NY: Shapolsky, 1989), p. 296.<br />

[7] Discorso al Seminario ONU sulla tolleranza religiosa e la libertà,<br />

emesso il 5 Dicembre 1984, citato in Anti-Defamation League, News, (7Febbraio 1985).<br />

[8] Morris Abram, "Israel Under Attack: Anti-Semitism in the UnitedNations," The Earth Times, (16-31 Dicembre 1997).<br />

[9] Ibid.<br />

[10] New York Times (17 Dicembre 1991).<br />

[11] Morris B. Abram, "Anti-Semitism in the United Nations," UN Watch,(Febbraio 1998).<br />

[12] Dipartimento di Stato USA.<br />

[13] Voting Practices at the United Nations - 2001, Dipartimento diStato USA.<br />

[14] Jerusalem Post (5 Settembre 2001).<br />

[15] Bruno Simma, ed., The Charter of the United Nations: A Commentary,<br />

(NY: Oxford University Press, 1994), pp. 237-241; 407-418.<br />

I Profughi<br />

16.a. "Un milione di Palestinesi è stato espulso da Israele tra il 1947<br />

ed il 1949".<br />

16.b. "Gli Ebrei chiarirono fin dall'inizio che non avevano alcuna<br />

intenzione di vivere in pace con i loro vicini arabi".<br />

16.c. "Gli Ebrei hanno creato il problema dei profughi espellendo i<br />

Palestinesi".<br />

16.d. "L'invasione araba ha fatto poco danno agli Arabi palestinesi".<br />

16.e. "I capi arabi non hanno mai incoraggiato i Palestinesi a fuggire".<br />

16.f. "Gli Arabi palestinesi sono dovuti fuggire per non essere<br />

massacrati come era accaduto ai pacifici abitanti di Deir Yassin".<br />

16.g. "Israele si è rifiutato di consentire ai Palestinesi di tornare<br />

alle loro case in modo che gli Ebrei potessero rubare i loro beni".<br />

16.h. "Le risoluzioni dell'ONU chiedono ad Israele di rimpatriare tutti<br />

i profughi palestinesi".<br />

16.i. "Israele ha bloccato i negoziati della Commissione di<br />

Conciliazione sulla Palestina".<br />

16.j. "I Palestinesi che volevano tornare a casa non erano un pericolo<br />

per la sicurezza d'Israele".<br />

16.k. "I profughi palestinesi sono stati ignorati da un mondo<br />

noncurante".<br />

105


16.l. "I Paesi arabi hanno fornito gran parte dei fondi per l'aiuto ai<br />

profughi palestinesi".<br />

16.m. "I Paesi arabi hanno sempre dato il benvenuto ai Palestinesi ed<br />

hanno fatto del loro meglio per risistemarli".<br />

16.n. "Milioni di Palestinesi sono confinati in squallidi campi<br />

profughi".<br />

16.o. "Israele ha costretto i profughi palestinesi a rimanere nei campi<br />

della Striscia di Gaza".<br />

16.p. "I profughi sono sempre stati rimpatriati, soltanto ai Palestinesi<br />

è stato impedito di tornare a casa".<br />

16.q. "Se i profughi palestinesi fossero stati rimpatriati, il conflitto<br />

arabo-israeliano sarebbe potuto terminare".<br />

16.r. "Israele ha espulso altri Palestinesi nel 1967".<br />

16.s. "L'UNRWA è un'organizzazione puramente umanitaria che non ha<br />

responsabilità alcuna per il terrore e l'istigazione che nascono nei<br />

campi profughi".<br />

[I Miti in dettaglio]<br />

16.a. [Mito]<br />

"Un milione di Palestinesi è stato espulso da Israele tra il 1947<br />

ed il 1949".<br />

16.a. [Fatti]<br />

I Palestinesi lasciarono le loro case nel 1947-1949 per diverse ragioni.<br />

Migliaia di ricchi Arabi partirono prevedendo una guerra, altre migliaia<br />

risposero agli appelli dei capi arabi di levarsi dal percorso delle<br />

armate d'invasione, una manciata fu espulsa, ma la maggior parte è<br />

semplicemente fuggita per non trovarsi nel bel mezzo di una battaglia.<br />

Molti Arabi sostengono che da 800.000 ad 1.000.000 di Palestinesi sono<br />

diventati profughi nel 1947-1949. L'ultimo censimento fu compiuto dai<br />

Britannici nel 1945. Esso rinvenne circa 1.200.000 residenti permanenti<br />

arabi in _tutta_ la Palestina. Un censimento del 1949 compiuto dal<br />

Governo d'Israele contò 160.000 Arabi viventi nel paese dopo la guerra.<br />

Nel 1947 viveva un totale di 809.100 Arabi nel medesimo territorio [1].<br />

Questo significa che non più di 650.000 Arabi palestinesi sarebbero<br />

potuti diventare profughi. Un rapporto del Mediatore ONU sulla Palestina<br />

totalizzò una cifra ancora minore - 472.000, e calcolò che soltanto<br />

360.000 profughi arabi avevano chiesto aiuto [2].<br />

Sebbene si sia sentito parlar molto sulle sventure dei profughi<br />

palestinesi, si dice molto poco degli Ebrei fuggiti dai paesi arabi. La<br />

106


loro situazione è stata per molto tempo precaria. Durante i dibattiti<br />

ONU del 1947, i capi arabi li minacciariono. Per esempio, il delegato<br />

egiziano disse all'Assemblea Generale: "Le vite di un milione di Ebrei<br />

nei paesi islamici sarebbero messe in pericolo dalla spartizione" [3].<br />

Il numero degli Ebrei fuggiti dai Paesi arabi in Israele negli anni<br />

seguiti all'indipendenza d'Israele fu quasi il doppio del numero di<br />

Arabi che lasciarono la Palestina. A molti Ebrei fu consentito di portar<br />

via poco più della camicia che indossavano. Questi profughi non<br />

desideravano affatto essere rimpatriati. Si sente parlar poco di loro<br />

perché non sono rimasti profughi a lungo. Degli 820.000 profughi ebrei<br />

tra il 1948 ed il 1972, 586.000 furono sistemati in Israele con grande<br />

spesa, e senz'offerta alcuna di risarcimento da parte dei governi arabi<br />

che avevano confiscato i loro beni [3a]. Israele ha pertanto sempre<br />

sostenuto che ogni accordo per risarcire i profughi palestinesi deve<br />

comprendere anche un risarcimento arabo per i profughi ebrei. Finora i<br />

Paesi arabi si sono rifiutati di pagare qualsiasi risarcimento alle<br />

centinaia di migliaia di Ebrei che furono obbligati ad abbandonare i<br />

loro beni prima di fuggire da quei paesi.<br />

Il contrasto tra le accoglienze dei profughi ebrei e dei palestinesi è<br />

reso ancora più evidente quando uno pensa alla differenza tra gli<br />

spaesamenti geografici e culturali esperiti dai due gruppi. La maggior<br />

parte dei profughi ebrei ha viaggiato per centinaia (ed alcuni per<br />

migliaia) di miglia verso un paesucolo i cui abitanti parlavano una<br />

lingua diversa. La maggior parte dei profughi arabi non ha mai lasciato<br />

la Palestina: essi viaggiarono per poche miglia fino all'altra parte<br />

della linea d'armistizio, rimanendo in seno all'ampia nazione araba a<br />

cui appartenevano linguisticamente, culturalmente ed etnicamente.<br />

16.b. [Mito]<br />

"Gli Ebrei chiarirono fin dall'inizio che non avevano alcuna intenzione<br />

di vivere in pace con i loro vicini arabi".<br />

16.b. [Fatti]<br />

In molte occasioni i capi ebrei chiesero agli Arabi di rimanere in<br />

Palestina e di diventare cittadini d'Israele. L'Assemblea degli Ebrei di<br />

Palestina emise quest'appello il 2 Ottobre 1947:<br />

"Faremo tutto quel che potremo per mantenere la pace e stabilire una<br />

cooperazione vantaggiosa per entrambi [Ebrei ed Arabi]. È adesso, qui ed<br />

ora, proprio da Gerusalemme, che un appello deve uscire verso le nazioni<br />

arabe perché uniscano le loro forze con gli Ebrei e lo Stato ebraico che<br />

nascerà e lavorino spalla a spalla per il nostro bene comune, per la<br />

pace ed il progresso di [paesi] sovrani ed eguali [4].<br />

Il 30 Novembre, il giorno dopo il voto di spartizione dell'ONU,<br />

l'Agenzia Ebraica annunziò: "Il tema principale dietro le celebrazioni<br />

spontanee a cui stiamo assistendo oggi è il desiderio della nostra<br />

comunità di cercare la pace e la sua determinazione ad ottenere una<br />

107


fruttuosa cooperazione con gli Arabi" [5].<br />

La Proclamazione d'Indipendenza d'israele, emessa il 14 Maggio 1948,<br />

invitò inoltre i Palestinesi a rimanere nelle loro case e divenire<br />

eguali cittadini del nuovo Stato:<br />

Nel mezzo di un'aggressione assurda, noi chiamiamo comunque gli abitanti<br />

arabi dello Stato d'Israele a mantenere le vie della pace ed a fare la<br />

loro parte nello sviluppo dello Stato, sulla base di una piena ed uguale<br />

cittadinanza ed adeguata rappresentatività in tutti i suoi corpi ed<br />

istituti ... Noi porgiamo la nostra mano in pace e da buoni vicini a<br />

tutti i paesi vicini ed ai loro popoli, e li invitiamo a cooperare con<br />

la nazione ebraica indipendente per il bene comune di tutti.<br />

16.c. [Mito]<br />

"Gli Ebrei hanno creato il problema dei profughi espellendo i<br />

Palestinesi".<br />

16.c. [Fatti]<br />

Se gli Arabi avessero accettato la risoluzione ONU del 1947, nessun<br />

Palestinese sarebbe divenuto un profugo, ed esisterebbe uno stato arabo<br />

indipendente accanto ad Israele. La responsabilità del problema dei<br />

profughi è degli Arabi.<br />

L'inizio dell'esodo arabo si può far risalire alle settimane<br />

immediatamente seguenti all'annuncio della risoluzione di spartizione<br />

dell'ONU. I primi a partire erano circa 30.000 ricchi Arabi che<br />

previdero la guerra imminente e fuggirono nei paesi arabi vicini<br />

aspettandone la fine. Degli Arabi meno ricchi dalle città a popolazione<br />

mista della Palestina si trasferirono in cittadine completamente arabe<br />

per restare con i parenti o gli amici [6]. Alla fine del Gennaio 1948,<br />

l'esodo fu così allarmante che l'Alto Comitato Arabo-Palestinese chiese<br />

ai paesi arabi vicini di rifiutare il visto a questi profughi e di<br />

rendere i confini a loro impenetrabili [7].<br />

Il 30 Gennaio 1948 il giornale di Giaffa Ash-Sha'ab, riferì: "I primi<br />

della nostra quinta colonna sono coloro che abbandonano le loro case ed<br />

attività e vanno a vivere altrove ... Al primo segno di guai essi se la<br />

filano per evitare di portare la loro parte del peso della lotta" [8].<br />

Un altro giornale di Giaffa, As-Sarih (30 Marzo 1948) fustigò gli<br />

abitanti dei villaggi arabi presso Tel Aviv per aver "attirato la<br />

disgrazia su di noi 'abbandonando i villaggi'" [9].<br />

Intanto, un capo del Comitato Nazionale Arabo ad Haifa, Hajj Nimer<br />

el-Khatib, disse che i soldati arabi a Giaffa stavano maltrattando i<br />

residenti. "Essi rapianvano persone e case. La vita valeva ben poco, e<br />

l'onore delle donne veniva profanato. Questo stato di cose indusse molti<br />

residenti [arabi] a lasciare la città sotto la protezione dei carri<br />

armati britannici" [10].<br />

108


John Bagot Glubb, il comandante della Legione Araba di Giordania, disse:<br />

"I villaggi venivano frequentemente abbandonati prima ancora che fossero<br />

minacciati dall'avanzare della guerra" [11].<br />

I resoconti della stampa contemporanea di grandi battaglie in cui un<br />

gran numero di Arabi fuggì mancano in modo palese di citare qualsiasi<br />

espulsione forzata da parte delle forze ebraiche. Si descrivono di<br />

solito gli Arabi come "in fuga" od "evacuando" le loro case. Quando si<br />

accusano i Sionisti di "espellere e spossessare" gli abitanti arabi di<br />

città come Tiberiade ed Haifa, la verità è ben diversa. Ambo le città<br />

erano nei confini dello Stato ebraico secondo lo schema di spartizione<br />

dell'ONU e per entrambe combatterono sia gli Ebrei che gli Arabi.<br />

Le forze ebraiche si impossessarono di Tiberiade il 19 Aprile 1948 e<br />

l'intera popolazione araba di 6.000 persone fu evacuata sotto la<br />

supervisione militare britannica. Il Consiglio della Comunità Ebraica<br />

avrebbe poi emesso un comunicato: "Noi non li abbiamo spossessati: loro<br />

hanno scelto da sé questa via ... Che nessun cittadino tocchi i loro<br />

beni" [12].<br />

Ai primi di Aprile, 25.000 Arabi (si stima) lasciarono l'area di Haifa<br />

in seguito ad un'offensiva delle forze irregolari capitanate da Fawzi<br />

al-Qawukji, ed a voci che l'aviazione araba avrebbe presto bombardato le<br />

zone ebraiche intorno al Monte Carmelo [13]. Il 23 Aprile l'Haganah<br />

prese Haifa. Un rapporto di polizia britannico da Haifa, datato 26<br />

Aprile, spiegò che "gli Ebrei compiono ogni sforzo per persuadere la<br />

popolazione araba a restare ed a continuare le loro vite normali, a<br />

mantenere aperti i loro esercizi ed i loro affari, e di stare certi che<br />

le loro vite ed i loro possedimenti saranno al sicuro" [14]. Infatti,<br />

David Ben-Gurion aveva manadato Golda Meir ad Haifa per tentare di<br />

persuadere gli Arabi a restare, ma ella non riuscì a convincerli perché<br />

essi temevano di essere considerati traditori della causa araba [15].<br />

Alla fine della battaglia, più di 50.000 Palestinesi se n'erano andati.<br />

"Decine di migliaia di uomini, donne e bambini arabi fuggirono verso la<br />

periferia est della città in auto, camion, carretti ed a piedi in un<br />

tentativo disperato di raggiungere il territorio arabo finché gli Ebrei<br />

non catturarono il Ponte Rushmiya verso la Samaria e la Palestina del<br />

Nord e non li tagliarono fuori. Migliaia spinsero ogni natante<br />

disponibile, anche delle barche a remi, in acqua dalla costa per fuggire<br />

via mare verso San Giovanni d'Acri". - New York Times (23 Aprile 1948)<br />

A Tiberiade ed Haifa, l'Haganah diede ordine che nessuno dei beni degli<br />

Arabi fosse toccato, ed ammonì che i trasgressori sarebbero stati<br />

severamente puniti. Ad onta di questi sforzi, tutti gli Arabi, salvo<br />

5.000 o 6.000 evacuarono Haifa, e molti partirono con l'assistenza dei<br />

trasporti militari britannici.<br />

Il delegato della Siria all'ONU, Faris el-Khouri, interruppe il<br />

dibattito all'ONU sulla Palestina per descrivere la presa di Haifa come<br />

un "massacro" e disse che quest'azione era "ulteriore prova che il<br />

109


'programma sionista' è annichilire gli Arabi all'interno dello stato<br />

ebraico se si compie la partizione" [16].<br />

Però il giorno dopo il rappresentante britannico all'ONU, Sir Alexander<br />

Cadogan, disse ai delegati che i combattimenti ad Haifa erano stati<br />

provocati alcuni giorni prima dai continui attacchi degli Arabi contro<br />

gli Ebrei, e che i resoconti di massacri e deportazioni erano erronei<br />

[17].<br />

Lo stesso giorno (23 Aprile 1948) Jamal Husseini, il presidente<br />

dell'Alto Comitato Palestinese, disse al Consiglio di Sicurezza dell'ONU<br />

che invece di accettare l'offerta di tregua dell'Haganah, gli Arabi<br />

"preferivano abbandonare le loro case, le loro proprietà ed ogni cosa<br />

che possedevano al mondo e lasciare la città" [18].<br />

Il Console Generale USA ad Haifa, Aubrey Lippincott, scrisse il 22<br />

Aprile 1948, ad esempio, scrisse che "i capi arabi locali, dominati dal<br />

Muftì" stavano ordinando "a tutti gli Arabi di lasciare la città, e<br />

molti lo hanno fatto" [19].<br />

Un ordine dell'esercito emesso il 6 Luglio 1948 chiarì che le città ed i<br />

villaggi arabi non si dovevano demolire o bruciare, e che gli abitanti<br />

arabi non dovevano essere espulsi dalle loro case [20].<br />

Certo, l'Haganah impiegò la guerra psicologica per incoraggiare gli<br />

Arabi ad abbandonare alcuni villaggi. Yigal Allon, il comandante del<br />

Palmach (la "forza d'urto dell'Haganah") disse di aver fatto sì che<br />

degli Ebrei parlassero agli Arabi nei villaggi vicini e dicessero loro<br />

che una grande forza ebraica era in Galilea con l'intenzione di bruciare<br />

tutti i villaggi arabi nella regione del Lago Hula. Agli Arabi fu detto<br />

di andarsene finché erano in tempo e, secondo Allon, fecero proprio<br />

quello [21].<br />

Nell'esempio più drammatico, nell'area Ramle-Lod, le truppe israeliane<br />

che cercavano di proteggere i loro fianchi ed alleviare la pressione<br />

sulla Gerusalemme assediata, costrinsero una parte della popolazione<br />

Araba a recarsi in un'area ad alcune miglia di distanza che era occupata<br />

dalla Legione Araba. "Le due cittadine avevano funto da base per le<br />

unità irregolari arabe, che avevano frequentemente attaccato i convogli<br />

ebraici e gli insediamenti vicini, bloccando al traffico ebraico la via<br />

principale per Gerusalemme" [22].<br />

Come fu chiaro dalle descrizioni di ciò che accadde nelle città con la<br />

più grande popolazione araba, questi casi erano chiaramente le<br />

eccezioni, che spiegano solo una piccola parte dei profughi palestinesi.<br />

16.d. [Mito]<br />

"L'invasione araba ha fatto poco danno agli Arabi palestinesi".<br />

16.d. [Fatti]<br />

110


Una volta iniziata l'invasione nel Maggio 1948, la maggior parte degli<br />

Arabi rimasti in Palestina partirono per i paesi vicini.<br />

Sorprendentemente, anziché agire come una "quinta colonna"<br />

strategicamente rilevante che avrebbe combattuto gli Ebrei da dentro il<br />

paese, i Palestinesi scelsero di fuggire verso la sicurezza degli altri<br />

paesi arabi, confidando ancora di poter tornare. Uno dei principali<br />

nazionalisti palestinesi dell'epoca, Musa Alami, rivelò l'atteggiamento<br />

degli Arabi in fuga:<br />

Gli Arabi di Palestina lasciarono le loro case, furono dispersi e<br />

persero tutto. Ma lì rimaneva una solida speranza: gli eserciti arabi<br />

erano alla vigilia del loro ingresso in Palestina per salvare il paese e<br />

riportare le cose al loro stato normale, punir l'aggressore e gettare<br />

l'oppressivo Sionismo con i suoi sogni e pericoli in mare. Il 14 Maggio<br />

1948 folle di Arabi erano in piedi lungo le strade che portavano alle<br />

frontiere della Palestina, dando un benvenuto entusiasta agli eserciti<br />

che avanzavano. Passarono i giorni e le settimane, sufficienti per<br />

adempiere alla sacra missione, ma gli eserciti arabi non salvarono il<br />

paese. Non fecero altro che lasciarsi scappar di mano San Giovanni<br />

d'Acri, Sarafand, Lod, Ramle, Nazaret, gran parte del sud ed il resto<br />

del nord. Ed allora la speranza svanì (Middle East Journal, Ottobre<br />

1949).<br />

Come i combattimenti raggiunsero aree che erani prima rimaste<br />

tranquille, gli Arabi iniziarono a vedere la possibilità della<br />

sconfitta. Come la possibilità divenne realtà, la fuga degli Arabi<br />

crebbe - più di 300.000 partirono dopo il 15 Maggio - lasciando circa<br />

160.000 Arabi nello Stato d'Israele [23].<br />

Sebbene la maggior parte degli Arabi fosse fuggita prima del Novembre<br />

1948, ce n'erano ancora che scelsero di partire perfino dopo la fine<br />

delle ostilità. Un esempio interessante è stato l'evacuazione di 3.000<br />

Arabi da Faluja, un villaggio tra Tel Aviv e Bersabea:<br />

Gli osservatori pensano che se fosse stata ben consigliata dopo<br />

l'armistizio israelo-egiziano, la popolazione araba avrebbe potuto<br />

restare, guadagnandoci. Essi affermano che il Governo israeliano aveva<br />

garantito la sicurezza delle persone e dei beni. Ma nessuno sforzo fu<br />

fatto dall'Egitto, dalla Transgiordania o perfino dalla Commissione di<br />

Conciliazione sulla Palestina per consigliare gli Arabi di Faluja ad<br />

agire in un modo o nell'altro (New York Times, 4 Marzo 1949).<br />

"Il problema [dei profughi] fu una conseguenza diretta della guerra che<br />

i Palestinesi - e ... i Paesi arabi confinanti - avevano iniziato" - Lo<br />

storico israeliano Benny Morris, The Guardian, (21 Febbraio 2002).<br />

16.e. [Mito]<br />

"I capi arabi non hanno mai incoraggiato i Palestinesi a fuggire".<br />

16.e. [Fatti]<br />

111


C'è una congerie di prove che dimostrano che i Palestinesi furono<br />

incoraggiati a lasciare le loro case per aprire la strada agli eserciti<br />

arabi d'invasione.<br />

The Economist, che spesso criticava i Sionisti, riferì il 2 Ottobre<br />

1948: "Dei 62.000 Arabi che una volta vivevano ad Haifa non ne sono<br />

rimasti più di 5.000 o 6.000. Diversi fattori hanno contribuito alla<br />

loro decisione di cercar scampo nella fuga. Ci sono pochi dubbi ormai<br />

che il fattore più potente è stato l'annuncio radiofonico dell'Alto<br />

Comitato Arabo, che ordinava agli Arabi di andarsene ... Fu chiaramente<br />

intimato che quegli Arabi che fossero rimasti ad Haifa ed avessero<br />

accettato la protezione ebraica sarebbero stati trattati da rinnegati".<br />

Il resoconto di Time della battaglia di Haifa (3 Maggio 1948) era<br />

simile: "L'evacuazione di massa, in parte stimolata dalla paura, in<br />

parte dagli ordini dei capi arabi, ha fatto del quartiere arabo di Haifa<br />

una città fantasma ... Ritirando i lavoratori arabi i loro capi<br />

speravano di paralizzare Haifa".<br />

Benny Morris, lo storico che documentò casi in cui dei Palestinesi<br />

furono espulsi, scoprì anche che i capi arabi incoraggiarono i loro<br />

fratelli ad andarsene. Il Comitato Nazionale Arabo a Gerusalemme,<br />

seguendo le istruzioni dell'8 Marzo 1948 dell'Alto Comitato Arabo,<br />

ordinò che le donne, i bambini ed i vecchi di diverse parti di<br />

Gerusalemme abbandonassero le loro case: "Ogni opposizione a<br />

quest'ordine ... è un ostacolo alla guerra santa ... e nuocerà alle<br />

operazioni dei combattenti in questi distretti" (Middle Eastern Studies,<br />

Gennaio 1986).<br />

Morris disse inoltre si dice che ai primi di Maggio delle unità della<br />

Legione Araba ordinarono l'evacuazione di tutte le donne ed i bimbi<br />

dalla cittadina di Beisan. Si dice che l'Esercito di Liberazione Arabo<br />

avesse ordinato l'evacuazione di un altro villaggio a sud di Haifa. La<br />

partenza delle donne e dei bambini, dice Morris, "infiacchì il morale<br />

degli uomini rimasti a guardare le case ed i campi, contribuendo infine<br />

all'evacuazione definitiva dei villaggi. Una simile evacuazione a due<br />

stadi - prima le donne ed i bambini, e gli uomini settimane dopo - si<br />

verificò a Qumiya nella Valle di Izreel, tra i Beduini di Awarna nella<br />

Baia di Haifa ed in diversi altri luoghi".<br />

Chi diede simili ordini? Capi come il Primo Ministro iraqeno Nuri Said,<br />

che dichiarò: "Frantumeremo il paese con le nostre armi e distruggeremo<br />

ogni posto in cui gli Ebrei cercheranno rifugio. Gli Arabi dovrebbero<br />

portare le loro mogli ed i loro figli in zone sicure finché i<br />

combattimenti non saranno terminati" [24].<br />

Il Segretario delll'Ufficio della Lega Araba a Londra, Edward Atiyah,<br />

scrisse nel suo libro "The Arabs": "Quest'esodo all'ingrosso fu dovuto<br />

in parte alla credenza degli Arabi, incoraggiati dalle millanterie di<br />

una stampa araba irrealistica e dalle irresponsabili esternazioni di<br />

alcuni capi arabi che sarebbe stata solo una questione di settimane<br />

prima che gli Ebrei fossero sconfitti dagli eserciti dei Paesi arabi e<br />

112


gli Arabi palestinesi avessero la possibilità di rientrare e riprendere<br />

possesso del loro paese" [25].<br />

Nelle sue memorie, anche Haled al Azm, il Primo Ministro siriano del<br />

1948-1949, ammise il ruolo arabo nell'aver persuaso i profughi a<br />

partire: "Sin dal 1948 noi abbiamo continuato a chiedere il ritorno dei<br />

profughi alle loro case. Ma siamo stati proprio noi ad incoraggiarli ad<br />

andarsene. Soltanto alcuni mesi separavano la nostra richiesta a loro<br />

perché se ne andassero ed il nostro appello alle Nazioni Unite perché<br />

emanassero una risoluzione sul loro ritorno" [26].<br />

"I profughi confidavano che la loro assenza non sarebbe durata a lungo,<br />

e che sarebbero tornati entro una o due settimane", disse Monsignor<br />

George Hakim, un Vescovo cattolico greco-ortodosso [sic!] di Galilea, al<br />

giornale di Beirut Sada al-Janub (16 Agosto 1948). "I loro capi avevano<br />

promesso loro che gli eserciti arabi avrebbero schiacciato le 'bande<br />

sioniste' assai rapidamente e che non c'era motivo di farsi prendere dal<br />

panico o di temere un lungo esilio".<br />

Il 3 Aprile 1949 la Near East Broadcasting Station (Cipro) disse: "Non<br />

si deve dimenticare che l'Alto Comitato Arabo incoraggiò la fuga dei<br />

rifugiati dalle loro case a Giaffa, Haifa e Gerusalemme" [27].<br />

"I Paesi arabi incoraggiarono gli Arabi di Palestina a lasciare le loro<br />

case temporaneamente in modo da essere lontani dall'itinerario degli<br />

eserciti arabi d'invasione", secondo il giornale giordano Filastin (19<br />

Febbraio 1949).<br />

Un profugo citato nel giornale giordano Ad Difaa (6 Settembre 1954)<br />

disse: "I Governi arabi ci dissero: uscite cosicché noi si possa<br />

entrare. Usciti noi siamo, ma entrati non sono".<br />

"Il Segretario Generale della Lega Araba, Azzam Pasha, rassicurò i<br />

popoli arabi che l'occupazione della Palestina e di Tel Aviv sarebbe<br />

stata tanto semplice quanto una passeggiata militare", disse Habib Issa<br />

nel giornale libanese di New York Al Hoda (8 Giugno 1951). "Egli rimarcò<br />

che essi erano già alla frontiera e che tutti i milioni che gli Ebrei<br />

avevano speso per la terra e lo sviluppo economico sarebbero stati<br />

facile bottino, poiché sarebbe stata una cosa semplice gettare gli Ebrei<br />

nel Mediterraneo ... Fu dato fraterno consiglio agli Arabi di Palestina<br />

di lasciare la loro terra, le loro case ed i loro beni e di stare<br />

temporaneamente negli stati fratelli e confinanti, per evitare che le<br />

armi degli eserciti arabi invasori li falciassero".<br />

Il timore degli Arabi fu naturalmente esacerbato da panzane di atrocità<br />

ebraiche seguite all'attacco di Deir Yassin. La popolazione nativa non<br />

aveva capi che li calmassero; i loro portavoce, come l'Alto Comitato<br />

Arabo, agivano dalla sicurezza degli stati confinanti ed agirono più per<br />

suscitare timori che per placarli. I capi militari locali furono di<br />

consolazione scarsa o nulla. In un caso, il comandante delle truppe<br />

arabe a Safed si recò a Damasco. Il giorno dopo, i suoi soldati si<br />

ritirarono dalla città. Quando i residenti si resero conto di essere<br />

113


senza difesa, fuggirono in preda al panico [28].<br />

Secondo il Dr. Walid al-Qamhawi, un ex-membro del Comitato Esecutivo<br />

dell'OLP, "furono il timore collettivo, il disintegrarsi del morale ed<br />

il caos in ogni campo ad esiliare gli Arabi di Tiberiade, Haifa e di<br />

dozzine di cittadine e villaggi" [29].<br />

Come il panico si diffuse per tutta la palestina, il rivoletto di<br />

profughi divenne un fiume, arrivando ad oltre 200.000 al momento in cui<br />

il Governo provvisorio dichiarò l'indipendenza dello Stato d'Israele.<br />

Perfino Re Abdullah di Giordania, scrivendo nelle sue memorie, incolpò i<br />

capi palestinesi del problema dei profughi:<br />

"La tragedia dei Palestinesi fu che la gran parte dei loro capi li aveva<br />

paralizzati con promesse false ed infondate che essi non erano soli; che<br />

80 milioni di Arabi e 400 milioni di Mussulmani sarebbero venuti in loro<br />

soccorso all'istante e per miracolo" [30].<br />

"Gli eserciti arabi entrarono in Palestina per proteggere i Palestinesi<br />

dalla tirannia sionista, ma invece li abbandonarono, li costrinsero ad<br />

emigrare ed a lasciare la loro patria, e li rinchiusero in prigioni<br />

simili ai ghetti in cui vivevano un tempo gli Ebrei" - Il Portavoce<br />

dell'OLP Mahmud Abbas ("Abu Mazen") [31].<br />

16.f. [Mito]<br />

"Gli Arabi palestinesi sono dovuti fuggire per non essere massacrati<br />

come era accaduto ai pacifici abitanti di Deir Yassin".<br />

16.f. [Fatti]<br />

Le Nazioni Unite avevano deciso che Gerusalemme fosse una città<br />

internazionalizzata separata dagli stati arabo ed ebraico demarcati<br />

nella risoluzione di partizione. I 150.000 abitanti ebrei erano sotto<br />

costante pressione militare; i 2.500 Ebrei che vivevano nella Città<br />

Antica furono vittime di un blocco arabo che durò cinque mesi prima che<br />

fossero costretti alla resa il 29 Maggio 1948. Prima della resa, e per<br />

tutto l'assedio a Gerusalemme, i convogli ebraici tentarono di<br />

raggiungere la città per alleviare la scarsità di cibo, che in Aprile<br />

era divenuta critica.<br />

Intanto le forze arabe, che si erano impegnate in imboscate sporadiche e<br />

disorganizzate fin dal Dicembre 1947, iniziarono un tentativo<br />

organizzato di tagliare la strada maestra che collegava Tel Aviv a<br />

Gerusalemme - l'unica via per i rifornimenti alla città. Gli Arabi<br />

controllavano diversi punti strategici che guardavano sulla strada e<br />

consentivano loro di sparare ai convogli che cercavano di portare<br />

rifornimenti alla città assediata. Deir Yassin era posto su una collina,<br />

ad un'altezza di poco meno di 800 metri, con una splendida vista sui<br />

dintorni, ed era posto a meno di un miglio dai sobborghi di Gerusalemme.<br />

La popolzione era di 750 abitanti [32].<br />

114


Il 6 Aprile iniziò l'Operazione Nachshon, volta ad aprire la strada per<br />

Gerusalemme. Il villaggio di Deir Yassin fu compreso nella lista dei<br />

villaggi arabi che si dovevano occupare nel quadro dell'operazione. Il<br />

giorno dopo il comandante dell'Haganah David Shaltiel scrisse ai capi<br />

del Lehi e dell'Irgun:<br />

"Ho saputo che avete in programma un attacco a Deir Yassin. Vorrei far<br />

notare che la presa e la tenuta di Deir Yassin sono una sola fase del<br />

nostro piano strategico. Non mi oppongo a che siate voi a condurre<br />

l'operazione, purché siate capaci di tenere il villaggio. Se non ci<br />

riuscite vi diffido dal farlo saltare in aria, perché i suoi abitanti lo<br />

abbandonerebbero, e le sue rovine e le sue case abbandonate verrebbero<br />

occupate da forze straniere ... Per giunta, se delle forze straniere lo<br />

rilevassero, questo ostacolerebbe il nostro piano strategico per la<br />

creazione di un campo d'aviazione" [33].<br />

L'Irgun decise di attaccare Deir Yassin il 9 Aprile, mentre l'Haganah<br />

era ancora impegnata nella battaglia di Kastel. Questo fu il primo<br />

grande attacco dell'Irgun contro gli Arabi. Prima l'Irgun ed il Lehi<br />

avevano concentrato i loro attacchi contro i Britannici.<br />

Secondo il capo dell'Irgun Menachem Begin, l'attacco fu condotto da 100<br />

membri di quell'organizzazione; altri autori dicono che c'erano 132<br />

uomini di ambo i gruppi. Begin affermò che un camioncino dotato di un<br />

altoparlante fu guidato fino all'ingresso del villaggio prima<br />

dell'attacco, ed emise un'avviso ai civili di evacuare la zona, cosa che<br />

molti fecero [34]. La maggior parte degli autori sostiene che l'avviso<br />

non fu mai emesso perché il camioncino con l'altoparlante finì in un<br />

fossato prima che potesse trasmetterlo [35]. Uno dei combattenti disse<br />

che il fossato fu colmato ed il camioncino proseguì verso il villaggio.<br />

"Uno di noi parlò all'altoparlante in Arabo, dicendo agli abitanti di<br />

gettar le armi e svignarsela. Non so se udirono, ma so che questi<br />

appelli non fecero effetto" [36].<br />

Contrariamente a ciò che sostengono le storie revisioniste per cui la<br />

città era piena di pacifici innocenti, i residenti e dei soldati<br />

stranieri aprirono il fuoco sugli attaccanti. Un combattente descrisse<br />

la sua esperienza:<br />

"La mia unità si lanciò all'attacco e superò la prima fila di case. Fui<br />

tra i primi ad entrare nel villaggio. C'eranno alcuni altri ragazzi con<br />

me, ognuno incoraggiando l'altro ad avanzare. In cima alla strada vidi<br />

un uomo con abiti color cachi che stava correndo in avandi. Pensai che<br />

fosse uno dei nostri e gli dissi: 'Avanza verso quella casa'.<br />

Improvvisamente si voltò, prese la mira col fucile e sparò. Era un<br />

soldato iraqeno, ed io fui colpito al piede" [37].<br />

La battaglia fu feroce e durò diverse ore. L'Irgun subì 41 perdite, tra<br />

cui quattro morti.<br />

Sorprendentemente, dopo il "massacro", l'Irgun scortò per tutta la<br />

115


cittadina un rappresentante della Croce Rossa e tenne una conferenza<br />

stampa. La successiva descrizione della battaglia compiuta dal New York<br />

Times fu in sostanza uguale a quella di Begin. Il Times disse che oltre<br />

200 Arabi furono uccisi, 40 catturati e 70 donne e bambini poi liberati.<br />

Nell'articolo non si faceva cenno alcuno ad un massacro.<br />

"Paradossalmente, gli Ebrei dicono che circa 250 dei 400 abitanti del<br />

villaggio [furono uccisi], mentre i superstiti arabi dicono solo 110 di<br />

1.000" [38]. Uno studio dell'Università di Bir Zeit, basato su<br />

discussioni con ogni famiglia del villaggio, giunse ad una cifra di 107<br />

civili arabi morti e 12 feriti, insieme con 13 "combattenti", prova che<br />

il numero dei morti fu inferiore al proclamato e che nel villaggio si<br />

erano acquartierati dei soldati [39]. Altre fonti arabe hanno poi<br />

suggerito che il numero avrebbe potuto essere anche inferiore [40].<br />

Di fatto, gli attaccanti lasciarono aperta una via di fuga dal<br />

villaggio, ed oltre 200 residenti se ne andarono illesi. Per esempio,<br />

alle 9:30 del mattino, circa cinque ore dopo l'inizio del combattimento,<br />

il Lehi evacuò 40 vecchi, donne e bambini su un camion e li portò ad una<br />

base a Sheikh Bader. Poi gli Arabi furono portati a Gerusalemme Est.<br />

Vedendo gli Arabi in mano agli Ebrei sollevò il morale della gente di<br />

Gerusalemme, che era in quel momento demoralizzata dagli impasse nei<br />

combattimenti [41]. Un'altra fonte dice che 70 donne e bambini furono<br />

portati via e consegnati ai Britannici [42]. Se l'intento fosse stato<br />

massacrare gli abitanti, non si sarebbe evacuato nessuno.<br />

Dopo che gli Arabi rimasti finsero la resa e poi spararono ai soldati<br />

ebrei, alcuni Ebrei uccisero indiscriminatamente soldati e civili arabi.<br />

Nessuna delle fonti specifica quante donne e bambini furono uccisi (il<br />

resoconto del Times dice che si trattò di circa la metà delle vittime;<br />

le cifre originali sulle perdite vennero dalla fonte Irgun), ma ce<br />

n'erano tra le vittime.<br />

Almeno alcune delle donne che furono uccise erano divenute dei bersagli<br />

a causa di alcuni uomini che tentarono di camuffarsi da donna. Il<br />

comandante dell'Irgun riferì, ad esempio, che gli attaccanti "trovarono<br />

degli uomini vestiti da donna e pertanto iniziarono a sparare alle donne<br />

che non si affrettavano ad andare al luogo designato per raccogliere i<br />

prigionieri" [43]. Un'altra storia fu raccontata da un membro<br />

dell'Haganah che udì un gruppo di Arabi di Deir Yassin che dicevano:<br />

"Gli Ebrei scoprirono che i guerrieri arabi si erano camuffati da donne.<br />

Gli Ebrei perquisivano anche le donne. Una delle persone che veniva<br />

controllata, capì di essere stato scoperto, prese una pistola e colpì il<br />

comandante ebreo. I suoi nemici, pazzi di rabbia, spararono in ogni<br />

direzione ed uccisero gli arabi della zona" [44].<br />

Al contrario di alcune affermazioni dei propagandisti arabi dell'epoca e<br />

qualcuna anche dopo, non si è mai potuto provare che una qualsiasi delle<br />

donne sia stata stuprata. Al contario, tutti gli abitanti del villaggio<br />

intervistati hanno negato l'accusa. Come molte affermazioni, questo fu<br />

un trucco propagandistico deliberato, ma che si ritorse contro i suoi<br />

autori. Hazam Nusseibi, che lavorava per il Servizio Radiodiffusione<br />

116


della Palestina nel 1948, ammise che gli fu detto da Hussein Khalidi, un<br />

capo arabo palestinese, di inventarsi le accuse di atrocità. Abu Mahmud,<br />

un residente a Deir Yassin nel 1948, disse a Khalidi: "Non c'è stato<br />

stupro", ma Khalidi rispose: "Noi dobbiamo dir questo, cosicché gli<br />

eserciti arabi vengano a liberare la Palestina dagli Ebrei". Nusseibeh<br />

disse alla BBC 50 anni dopo: "Questo è stato il nostro errore più grave.<br />

Non ci rendemmo conto di come avrebbe reagito il nostro popolo. Non<br />

appena essi udirono che delle donne erano state stuprate a Deir Yassin,<br />

i Palestinesi fuggirono terrorizzati" [45].<br />

L'Agenzia Ebraica, non appena avuta notizia dell'attacco, espresse<br />

immediatamente il suo "orrore e disgusto". Essa inviò inoltre una<br />

lettera che esprimeva lo shock e la disapprovazione dell'agenzia al Re<br />

di Transgiordania Abdullah.<br />

L'Alto Comitato Arabo sperava che dei resoconti esagerati su un<br />

"massacro" a Deir Yassin avrebbero scosso la popolazione dei paesi arabi<br />

e li avrebbe indotti a premere sui loro governi per intervenire in<br />

Palestina. Invece, l'impatto immediato fu stimolare un nuovo esodo<br />

palestinese.<br />

Appena quattro giorni dopo la pubblicazioni degli articoli su Deir<br />

Yassin, una forza araba tese un'imboscata ad un convoglio ebraico che si<br />

recava all'Ospedale Hadassah, uccidendo 77 Ebrei, tra cui dottori,<br />

infermiere, pazienti, ed il direttore dell'ospedale. Altre 23 persone<br />

furono ferite. Questo massacro non ricevette molta attenzione, e non<br />

viene mai citato da chi è lesto a tirar fuori Deir Yassin. Comunque, ad<br />

onta di attacchi come questo contro la comunità ebraica in Palestina, in<br />

cui più di 500 Ebrei furono uccisi nei primi quattro mesi dopo la<br />

decisione di spartizione, gli Ebrei non fuggirono.<br />

I Palestinesi sapevano, ad onta di tutta la loro retorica contraria, che<br />

gli Ebrei non stavano tentando di annichilirli; altrimenti non sarebbe<br />

stato permesso loro di evacuare Tiberiade, Haifa, od qualsiasi altra<br />

città catturata dagli Ebrei. Inoltre, i Palestinesi poterono trovar<br />

rifugio negli stati vicini. Ma gli Ebrei non avevano nessun luogo in cui<br />

rifugiarsi se lo avessero voluto. Erano pronti a combattere fino alla<br />

morte per il loro paese. E così fu per molti, dacché gli Arabi erano<br />

interessati ad annichilire gli Ebrei, come palesò il Segretario Generale<br />

della Lega Araba Azzam Pasha in un'intervista alla BBC alla vigilia<br />

della guerra (15 Maggio 1948): "Gli Arabi intendono condurre una guerra<br />

di sterminio ed uno straordinario massacro di cui si parlerà come dei<br />

massacri mongoli e delle Crociate".<br />

I riferimenti a Deir Yassin sono rimasti per decenni un argomento<br />

fondamentale della propaganda anti-israeliana proprio perché l'incidente<br />

fu un caso unico.<br />

16.g. [Mito]<br />

"Israele si è rifiutato di consentire ai Palestinesi di tornare alle<br />

loro case in modo che gli Ebrei potessero rubare i loro beni".<br />

117


16.g. [Fatti]<br />

Israele non poteva semplicemente consentire a tutti i Palestinesi di<br />

tornare, ma ha sempre cercato una soluzione al problema dei profughi. La<br />

posizione d'Israele fu espressa da David Ben Gurion (1 Agosto 1948).<br />

"Quando i Paesi arabi sono pronti a concludere un trattato di pace con<br />

Israele, questo problema potrà ricevere una soluzione costruttiva come<br />

parte della sistemazione generale, e con la giusta considerazione per le<br />

nostre controrichieste a proposito della distruzione di vite e beni<br />

ebraici, degli interessi a lungo termine delle popolazioni ebraica ed<br />

araba, della stabilità dello Stato d'Israele e della durevolezza delle<br />

basi della pace tra esso ed i suoi vicini, l'attuale posizione e destino<br />

delle comunità ebraiche nei paesi arabi, le responsabilità dei governi<br />

arabi per la loro guerra di aggressione e le loro responsabilità per le<br />

riparazioni, tutto questo conterà nella questione se, fino a che punto,<br />

ed a che condizioni, gli ex-residenti arabi del territorio d'Israele<br />

avranno il permesso di tornare [46].<br />

Il Governo d'Israele non era indifferente alla piaga dei profughi; fu<br />

approvata un'ordinanza che creava un Amministratore delle Proprietà<br />

Abbandonate "per prevenire l'occupazione illegale di case vuote e sedi<br />

commerciali, per amministrare le proprietà senza padrone, e per<br />

garantire la coltivazione dei campi abbandonati, e salvare i raccolti<br />

..." [47].<br />

Il pericolo implicito nel rimpatrio non impedì ad Israele di consentire<br />

ad alcuni rifugiati di ritornare, e di offrirsi di riprenderne un numero<br />

sostanzioso come condizione per firmare un trattato di pace. Nel 1949<br />

Israele si offrì di consentire alle famiglie che furono separate durante<br />

la guerra di ritornare, di sbloccare i conti dei profughi congelati<br />

nelle banche israeliane (furono alla fine sbloccati nel 1953), di<br />

risarcire le terre abbandonate e di rimpatriare 100.000 profughi [48].<br />

Gli Arabi respinsero tutti i compromessi israeliani. Essi non<br />

intendevano compiere alcuna azione che potesse essere interpretata come<br />

riconoscimento d'Israele. Essi fecero del rimpatrio una precondizione<br />

per i negoziati, cosa che Israele rifiutò. Il risultato fu il<br />

confinamento dei profughi nei campi.<br />

Ad onta della posizione presa dai Paesi arabi, Israele sbloccò i conti<br />

bancari congelati dei profughi arabi, il cui totale superava 10 milioni<br />

di Dollari, risarcì in contanti migliaia di richiedenti, e diede<br />

migliaia di ettari di terreno come proprietà alternative.<br />

16.h. [Mito]<br />

"Le risoluzioni dell'ONU chiedono ad Israele di rimpatriare tutti i<br />

profughi palestinesi".<br />

16.h. [Fatti]<br />

118


Le Nazioni Unite presero in mano il problema dei profughi ed adottarono<br />

la Risoluzione 194 l'11 Dicembre 1948. Essa chiedeva ai Paesi arabi e ad<br />

Israele di risolvere tutti i problemi aperti o direttamente, o con<br />

l'aiuto della Commissione di Conciliazione sulla Palestina creata da<br />

questa risoluzione. Inoltre, il Punto 11 sancisce:<br />

" ... che ai profughi desiderosi di ritornare alle loro case _e di<br />

vivere in pace_ con i loro vicini si dovrebbe permettere di farlo non<br />

appena sia praticamente possibile, e che si dovrebbe pagare un<br />

risarcimento per i beni di coloro che scelgono di non tornare e per la<br />

perdita od il danno di beni che secondo i principi del diritto<br />

internazionale o dell'equità dovrebbero essere risarciti dai Governi o<br />

dalle autorità competenti. Ordina alla Commissione di Conciliazione di<br />

facilitare il rimpatrio, la _risistemazione_ e la riabilitazione<br />

economica e sociale dei profughi ed il pagamento dei risarcimenti ... "<br />

(sottolineature aggiunte).<br />

Le parole sottolineate dimostrano che l'ONU ammetteva che non ci si<br />

poteva aspettare che Israele rimpatriasse una popolazione ostile che<br />

avrebbe potuto mettere la sua sicurezza a repentaglio. La soluzione al<br />

problema, come a tutti i precedenti problemi di profughi, richiedeva che<br />

almeno alcuni Palestinesi si risistemassero in terra araba; inoltre la<br />

risoluzione coniuga il verbo "dovere" al condizionale [should] anziché<br />

all'indicativo [shall], cosa che dal punto di vista giuridico lo svuota<br />

del valore imperativo.<br />

La risoluzione accoglieva gran parte delle preoccupazioni d'Israele a<br />

proposito dei profughi, ritenuti una potenziale quinta colonna se si<br />

consentiva loro di tornare senza condizioni. Gli Israeliani<br />

considerarono la soluzione del problema dei profughi una parte<br />

negoziabile di un complessivo piano di pace. Come spiegò il Presidente<br />

Chaim Weizmann: "Noi siamo ansiosi di aiutare queste risistemazioni,<br />

purché si stabilisca una vera pace ed i Paesi arabi facciano la loro<br />

parte. La soluzione del problema arabo si può ottenere solo attraverso<br />

uno schema di sviluppo di tutto il Medio Oriente, a cui le Nazioni<br />

Unite, i Paesi arabi ed Israele daranno ognuno il suo contributo" [49].<br />

All'epoca gli Israeliani non si aspettavano che il problema dei profughi<br />

diventasse tanto importante; essi pensavano che i Paesi arabi avrebbero<br />

risistemato la maggior parte e che si potesse mettere a punto un<br />

compromesso sul resto nel contesto di un accordo complessivo. Ma gli<br />

Arabi non avevano più voglia di compromessi nel 1949 di quanta ne<br />

avessero nel 1947. Infatti, essi rigettarono la risoluzione ONU<br />

all'unanimità.<br />

La discussione dell'ONU sui profughi era cominciata nell'estate del<br />

1948, prima che Israele avesse ottenuto la piena vittoria militare;<br />

pertanto gli Arabi credevano ancora di poter vincere la guerra e<br />

consentire ai profughi di tornare trionfanti. La posizione araba fu<br />

espressa da Émile Ghoury, Segretario dell'Alto Comitato Arabo:<br />

119


"È inconcepibile che si debbano rimandare i profughi alle loro case<br />

finché sono occupate dagli Ebrei, dacché questi ultimi li prenderebbero<br />

in ostaggio e li maltratterebbero. Questa proposta non è che un'evasione<br />

dalle responsabilità da parte dei responsabili. Sarà il primo passo per<br />

il riconoscimento arabo dello Stato d'Israele e della spartizione [50].<br />

Gli Arabi chiesero che le Nazioni Unite affermassero il "diritto" dei<br />

Palestinesi di tornare alle loro case, e non intendevano accettare<br />

niente di meno finché la loro sconfitta non divenne a tutti evidente.<br />

Allora gli Arabi reinterpretarono la Risoluzione 194 come se avesse dato<br />

ai profughi il diritto assoluto al rimpatrio e da allora hanno sempre<br />

chiesto che Israele accettasse quest'interpretazione. In ogni caso,<br />

qualunque sia l'interpretazione, la 194, come le altre risoluzioni<br />

dell'Assemblea Generale, non è legalmente vincolante.<br />

"La richiesta palestinese del 'diritto al ritorno' è completamente<br />

irrealistica e la si sarebbe potuta risolvere con risarcimenti monetari<br />

e la risistemazione nei Paesi arabi" - Il Presidente egizio Hosni<br />

Mubarak [51].<br />

16.i. [Mito]<br />

"Israele ha bloccato i negoziati della Commissione di Conciliazione<br />

sulla Palestina".<br />

16.i. [Fatti]<br />

Ai primi del 1949, la Commissione di Conciliazione sulla Palestina aprì<br />

i negoziati a Losanna. Gli Arabi insistettero che Israele cedesse il<br />

territorio perduto nei combattimenti del 1948 ed acconsentisse al<br />

rimpatrio. Gl Israeliani dissero alla commissione che la soluzione del<br />

problema dei profughi dipendeva dalla conclusione della pace.<br />

Israele fece una sostanziosa offerta di rimpatrio durante questi<br />

negoziati. Il governo disse che avrebbe accettato 100.000 profughi nel<br />

quadro di una soluzione generale del problema. Israele sperava che ogni<br />

stato arabo prendesse un simile impegno. L'offerta fu respinta.<br />

Il 1 Aprile 1950 la Lega Araba adottò una soluzione che vietava ai suoi<br />

membri di negoziare con Israele.<br />

La CCP fece un'altro sforzo per riunire le parti nel 1951, ma alla fine<br />

gettò la spugna. Essa riferì:<br />

"I Governi arabi ... non sono del tutto pronti ad implementare il<br />

paragrafo 5 della suddetta risoluzione, che richiede la completa<br />

composizione di tutte le questioni aperte tra loro ed Israele. I Governi<br />

arabi nei loro contatti con la commissione non hanno dimostrato alcuna<br />

disponibilità ad arrivare ad un simile accordo di pace con il Governo<br />

d'Israele [52].<br />

120


16.j. [Mito]<br />

"I Palestinesi che volevano tornare a casa non erano un pericolo per la<br />

sicurezza d'Israele".<br />

16.j. [Fatti]<br />

Quando si fecero i piani per costituire uno stato ai primi del 1948, i<br />

capi ebraici della Palestina si aspettarono che la nuova nazione avrebbe<br />

incluso una significativa popolazione araba. Dal punto di vista<br />

israeliano ai profughi era già stata data la possibilità di stare nelle<br />

loro case ed essere parte del nuovo stato. E circa 160.000 Arabi avevano<br />

scelto di farlo. Rimpatriare quelli che erano fuggiti sarebbe stato,<br />

nelle parole del Ministro degli Esteri Moshe Sharret, "pazzia suicida"<br />

[53].<br />

Nel mondo arabo, i profughi furono visti come una potenziale quinta<br />

colonna dentro Israele. Come scrisse un giornale libanese:<br />

"Il ritorno dei profughi dovrebbe creare una grande maggioranza araba<br />

che servirà come il più efficace dei mezzi per ripristinare il carattere<br />

arabo della Palestina, formando una possente quinta colonna per il<br />

giorno della vendetta e della resa dei conti" [54].<br />

Gli Arabi credevano che il ritorno dei profughi avrebbe virtualmente<br />

garantito la distruzione d'Israele, un desiderio espresso dal Ministro<br />

degli Esteri Egizio Muhammad Salah ad-Din:<br />

"È beninteso e ben noto che gli Arabi, chiedendo il ritorno dei profughi<br />

in Palestina, intendono il loro ritorno come signori della Madrepatria,<br />

non come schiavi. Ad essere più schietti, essi intendono la liquidazione<br />

dello Stato d'Israele" (Al Misri, 11 Ottobre 1949).<br />

La sventura dei profughi non cambiò dopo la Guerra di Suez. Anzi, anche<br />

la retorica rimase invariata. Nel 1957, la Conferenza dei Profughi ad<br />

Homs, in Siria, approvò una risoluzione che affermava:<br />

"Ogni discussione volta alla soluzione del problema palestinese che non<br />

si basi sull'assicurare il diritto dei profughi ad annientare Israele<br />

sarà ritenuta una profanazione del popolo arabo ed un atto di<br />

tradimento" (Beirut al Massa, 15 Luglio 1957).<br />

Si può tracciare un parallelo con l'epoca della Rivoluzione Americana,<br />

durante la quale molti coloni fedeli all'Inghilterra fuggirono in<br />

Canada. I Britannici vollero che la neonata repubblica consentisse ai<br />

lealisti di tornare per rivendicare le loro proprietà. Benjamin Franklin<br />

respinse la proposta in una lettera a Richard Oswald, il negoziatore<br />

britannico, datata 26 Novembre 1782:<br />

"I Vostri ministri esigono che noi si debba ricevere ancora nel nostro<br />

seno coloro che sono stati i nostri più amari nemici e restituire le<br />

loro proprietà a coloro che hanno distrutto le nostre: e questo quando<br />

121


le ferite che ci hanno inflitto sanguinano ancora!" [55].<br />

16.k. [Mito]<br />

"I profughi palestinesi sono stati ignorati da un mondo noncurante".<br />

16.k. [Fatti]<br />

L'Assemblea Generale in seguito votò, il 19 Novembre 1948, la fondazione<br />

del Sollievo delle Nazioni Unite per i Profughi Palestinesi (UNRPR) per<br />

somministrare aiuti ai profughi. L'UNRPR fu sostituita l'8 Dicembre 1949<br />

dall'Agenzia per il Sollievo ed i Lavori delle Nazioni Unite (UNWRA), a<br />

cui fu dato un bilancio di 50 Milioni di Dollari.<br />

L'UNWRA fu progettata per continuare il programma di sollievo iniziato<br />

dall'UNRPR, sostituire le erogazioni dirette con lavori pubblici e<br />

promuovere lo sviluppo economico. Nell'ideale dei proponenti il piano,<br />

le erogazioni dirette sarebbero state quasi completamente sostituite da<br />

lavori pubblici, e l'assistenza residua sarebbe stata fornita dai<br />

governi arabi.<br />

L'UNRWA aveva poche possibilità di successo però, dacché cercava di<br />

risolvere un problema politico con mezzi economici. A metà degli anni<br />

'50 era diventato evidente che né i profughi né i Paesi Arabi erano<br />

disposti a cooperare ai progetti di sviluppo su larga scala<br />

originariamente previsti dall'Agenzia come strumento per alleviare la<br />

situazione dei Palestinesi. I Governi arabi, e gli stessi profughi, non<br />

erano disposti a contribuire ad un qualsiasi piano che si potesse<br />

interpretare come un incoraggiamento a risistemarsi. Essi preferirono<br />

aggrapparsi alla loro interpretazione della Risoluzione 194, che essi<br />

ritenevano avrebbe alla fine portato al rimpatrio.<br />

Profughi palestinesi registrati dall'UNRWA [56]:<br />

............ (1) - (2) - ..... (3) - ..... (4)<br />

Giordania ...... - .10 - 1.639.718 - ..287.951<br />

Libano ......... - .12 - ..382.973 - ..214.728<br />

Siria .......... - .10 - ..391.651 - ..109.466<br />

Cisgiordania ... - .19 - ..607.770 - ..163.139<br />

Striscia di Gaza - ..8 - ..852.626 - ..460.031<br />

Totale ......... - .59 - 3.874.738 - 1.235.315<br />

(1) = Zona di operazioni<br />

(2) = Campi ufficiali<br />

(3) = Rifugiati censiti<br />

(4) = Rifugiati censiti nei campi<br />

16.l. [Mito]<br />

"I Paesi arabi hanno fornito gran parte dei fondi per l'aiuto ai<br />

122


profughi palestinesi".<br />

16.l. [Fatti]<br />

Mentre i profughi ebrei dai Paesi arabi non ricevettero aiuti<br />

internazionali, i Palestinesi ricevettero milioni di dollari attraverso<br />

l'UNRWA. All'inizio, gli Stati Uniti diedero un contributo di 25 Milioni<br />

di Dollari, ed Israele di appena 3 Milioni. L'impegno totale arabo<br />

ammontò a circa 600.000 Dollari. Per i primi 20 anni, gli Stati Uniti<br />

hanno fornito più di due terzi dei fondi, mentre i Paesi arabi<br />

continuarono ad offrirne solo una porzioncella. Israele ha dato più<br />

soldi all'UNRWA della maggior parte dei Paesi arabi. I Sauditi non hanno<br />

raggiunto il contributo israeliano fino al 1973, il Kuwait e la Libia<br />

non lo raggiunsero fino al 1980. Addirittura, nel 1994 Israele ha dato<br />

più denaro all'UNRWA di tutti i Paesi arabi salvo l'Arabia Saudita, il<br />

Kuwait, il Marocco.<br />

Gli Stati Uniti sono di gran lunga il maggior contribuente<br />

all'organizzazione, che ha donato quasi 90 Milioni di Dollari, circa il<br />

31% delle entrate dell'organizzazione (293 Milioni di Dollari). Intanto,<br />

pur con tutta la retorica sul sostegno alla Palestina, i paesi arabi<br />

hanno contribuito solo per il 2% al bilancio dell'UNRWA [57].<br />

Dopo aver trasferito la responsabilità per praticamente tutta la<br />

popolazione palestinese in Cisgiordania ed a Gaza all'Autorità<br />

Palestinese, Israele non controlla più alcun campo profughi ed ha smesso<br />

di contribuire all'UNRWA. Nel frattempo, oltre a ricevere un'erogazione<br />

annuale dall'UNRWA per i profughi, l'AP ha ricevuto miliardi di dollari<br />

in aiuti internazionali, eppure non è ancora riuscita a costruire una<br />

sola casetta per consentire ad una sola famigliola di uscire da un campo<br />

profughi ed avere una residenza permanente. Dato l'ammontare degli aiuti<br />

(circa 5 Miliardi e mezzo di Dollari fin dal 1993) che l'AP ha ricevuto,<br />

è scioccante ed offensivo che più di mezzo milione di Palestinesi sia<br />

obbligato dai suoi stessi capi a rimanere in squallidi campi.<br />

16.m. [Mito]<br />

"I Paesi arabi hanno sempre dato il benvenuto ai Palestinesi ed hanno<br />

fatto del loro meglio per risistemarli".<br />

16.m. [Fatti]<br />

La Giordania è stata l'unico paese arabo a dare il benvenuto ai<br />

Palestinesi ed ad offrir loro la cittadinanza (fino ad oggi la Giordania<br />

è l'unico paese arabo dove i Palestinesi, intesi come gruppo, possono<br />

diventare cittadini). Re Abdullah considerava gli Arabi palestinesi ed i<br />

Giordani un popolo solo. Nel 1950 egli annesse la Cisgiordania e vietò<br />

l'uso del termine "Palestina" nei documenti ufficiali [58].<br />

Sebbene la demografia mostrasse che c'era ampio spazio per il<br />

reinsediamento in Siria, Damasco rifiutò di prendere in considerazione<br />

123


l'accettare qualsiasi profugo, salvo quelli che avrebbero potuto<br />

rifiutare il rimpatrio. La Siria ha inoltre rifiutato di risistemare<br />

85.000 profughi nel 1952-1954, sebbene le fossero stati offerti aiuti<br />

internazionali a questo scopo. Anche dall'Iraq ci si aspettava che<br />

accettasse un gran numero di profughi, ma si dimostrò riluttante. Il<br />

Libano insisteva che spazio per i Palestinesi non ne aveva. Nel 1950<br />

l'ONU tentò di risistemare 150.000 profughi da Gaza in Libia, ma ebbe un<br />

altolà dall'Egitto.<br />

Dopo la guerra del 1948, l'Egitto controllava la Striscia di Gaza ed i<br />

suoi abitanti (più di 200.000), ma rifiutò di lasciar entrare i<br />

Palestinesi in Egitto o di consentir loro di trasferirsi altrove. Il<br />

modo in cui l'Egitto trattava i Palestinesi a Gaza era tanto orribile<br />

che la radio dell'Arabia Saudita paragonò il regime di Nasser a Gaza al<br />

dominio hitleriano nell'Europa occupata durante la 2^ Guerra Mondiale<br />

[59].<br />

Nel 1952 l'UNWRA costituì un fondo di 200 Milioni di Dollari per offrire<br />

casa e lavoro ai profughi, ma esso rimase intatto.<br />

"I Paesi Arabi non vogliono risolvere il problema dei profughi. Vogliono<br />

mantenerlo come una piaga aperta, come affronto alle Nazioni Unite ed<br />

arma contro Israele. Non gliene importa nulla ai capi arabi se i<br />

profughi vivono o muoiono" - L'ex-direttore dell'UNRWA Ralph Garroway,<br />

Agosto 1958 [60].<br />

Negli anni seguenti è cambiato ben poco. I governi arabi hanno spesso<br />

offerto lavoro, casa, terra ed altri benefici ad Arabi e non-Arabi,<br />

salvo i Palestinesi. Per esempio, l'Arabia Saudita decise di non<br />

adoperare i profughi palestinesi per alleviare la sua carenza di<br />

manodopera a cavallo tra gli anni '70 ed '80, ed reclutò invece migliaia<br />

di Sud-coreani ed altri Asiatici per coprire i posti.<br />

La situazione è addirittura peggiorata dopo la [Prima] Guerra del Golfo.<br />

Il Kuwait, che impiegava un gran numero di Palestinesi, ma aveva negato<br />

loro la cittadinanza, ne espulse più di 300.000. "Se della gente è una<br />

minaccia per la sicurezza, come stato sovrano abbiamo il diritto di<br />

escludere chiunque non vogliamo", disse l'Ambasciatore kuwaitiano negli<br />

Stati Uniti Saud Nasir As-Sabah (Jerusalem Report, 27 Giugno 1991).<br />

Al giorno d'oggi, i profughi palestinesi in Libano non hanno diritti<br />

sociali e civili, ed un accesso assai limitato alle cure mediche ed<br />

all'istruzione. La maggior parte si affida esclusivamente all'UNRWA come<br />

unica fornitrice di istruzione, sanità, sussidi e servizi sociali.<br />

Considerati stranieri, ai profughi palestinesi la legge vieta di<br />

lavorare in oltre 70 mestieri e professioni [61].<br />

I profughi palestinesi ritennero l'ONU responsabile del miglioramento<br />

della loro condizione; eppure, molti Palestinesi erano infelici del<br />

trattamento ricevuto dai loro fratelli arabi. Alcuni, come il leader<br />

nazionalista palestinese Musa Alami, erano increduli: "È vergognoso che<br />

i Governi arabi impediscano ai profughi arabi di lavorare nei loro paesi<br />

124


e chiudano loro le porte in faccia e li imprigionino nei campi" [62]. Ma<br />

la maggior parte dei profughi concentrò il loro scontento sui<br />

"Sionisti", incolpando della loro sventura loro, anziché gli eserciti<br />

arabi sconfitti.<br />

16.n. [Mito]<br />

"Milioni di Palestinesi sono confinati in squallidi campi profughi".<br />

16.n. [Fatti]<br />

A metà del 2001, il numero dei profughi palestinesi nei ruoli UNRWA era<br />

salito a 3,9 milioni, cinque o sei volte il numero che aveva lasciato la<br />

Palestina nel 1948. Un terzo dei profughi palestinesi registrati, circa<br />

1,2 milioni, vive in 59 campi profughi riconosciuti in Giordania,<br />

Libano, Siria, Cisgiordania e Gaza. Gli altri due terzi dei profughi<br />

registrati vivono nelle città e cittadine (o nei loro paraggi) dei paesi<br />

ospiti, ed in Cisgiordania ed a Gaza, spesso nei paraggi dei campi<br />

profughi ufficiali [63].<br />

16.o. [Mito]<br />

"Israele ha costretto i profughi palestinesi a rimanere nei campi della<br />

Striscia di Gaza".<br />

16.o. [Fatti]<br />

Durante gli anni in cui Israele ha controllato la Striscia di Gaza, si è<br />

fatto uno sforzo consistente per dare una residenza stabile ai<br />

Palestinesi. I Palestinesi si opposero perché gli abitanti frustrati ed<br />

amareggiati dei campi fornivano manodopera alle diverse fazioni<br />

terroristiche. Inoltre, i Paesi arabi abitualmente spingevano per<br />

l'adozione di risoluzioni ONU che chiedessero ad Israele di desistere<br />

dal trasferire i profughi palestinesi dai campi a Gaza ed in<br />

Cisgiordania. Essi preferivano tenere i Palestinesi come simbolo<br />

dell'oppressione israeliana.<br />

Ora i campi sono nelle mani dell'Autorità Palestinese, ma poco si fa per<br />

migliorare la condizione dei Palestinesi che ci vivono. La giornalista<br />

Netty Gross visitò Gaza e chiese ad un funzionario perché i campi del<br />

luogo non erano stati smantellati. Le si rispose che l'Autorità<br />

Palestinese aveva preso la "decisione politica" di non far nulla per gli<br />

oltre 400.000 Palestinesi che vivevano nei campi finché non avessero<br />

luogo i negoziati conclusivi con Israele (Jerusalem Report, 6 Luglio<br />

1998). Fino ad oggi, l'AP non ha usato un cent dei miliardi di dollari<br />

di aiuti stranieri che ha ricevuto per costruire alloggi permanenti per<br />

i profughi.<br />

16.p. [Mito]<br />

"I profughi sono sempre stati rimpatriati, soltanto ai Palestinesi è<br />

stato impedito di tornare a casa".<br />

125


16.p. [Fatti]<br />

Ad onta dell'intransigenza araba, nessuno pensava che il problema dei<br />

profughi sarebbe durato. John Blandford Jr., il Direttore dell'UNRWA,<br />

scrisse nel suo rapporto del 29 Novembre 1951 che egli si aspettava che<br />

i Governi arabi si assumessero la responsabilità dei sussidi entro il<br />

Luglio 1952. Inoltre, Blandford evidenziava la necessità di por fine ai<br />

sussidi: "La continuazione dei sussidi porta inevitabilmente in sé il<br />

germe del deterioramento umano" [64].<br />

Ed infatti i Palestinesi sono gli unici profughi divenuti i pupilli<br />

della comunità internazionale.<br />

L'assenso d'Israele ad indennizzare i Palestinesi fuggiti nel 1948 si<br />

può confrontare con il trattamento dei 12 milioni e mezzo di Tedeschi in<br />

Polonia e Cecoslovacchia, che furono espulsi dopo la Seconda Guerra<br />

Mondiale, e fu permesso loro di portar con sé solo ciò che potevano<br />

trasportare. Essi non ricevettero alcun indennizzo per i patrimoni<br />

confiscati. Gli effetti della Seconda Guerra mondiale sui confini e<br />

sulla popolazione della Polonia furono considerati "fatto compiuto" che<br />

non si poteva annullare dopo la guerra.<br />

Un altro paese notevolmente colpito dalla guerra fu la Finlandia, che fu<br />

obbligata a cedere quasi un ottavo del suo territorio e ad assorbire<br />

oltre 400.000 profughi (l'11% della popolazione del paese) dall'Unione<br />

Sovietica. Al contrario d'Israele, questi erano gli _sconfitti_ della<br />

guerra. Non ci fu aiuto alcuno per risistemarli.<br />

Forse una delle migliori analogie si può trovare nell'integrazione di<br />

150.000 profughi turchi dalla Bulgaria nel 1950. La differenza tra il<br />

trattamento dei loro profughi da parte dei Turchi ed il trattamento dei<br />

Palestinesi da parte degli Arabi era l'atteggiamento dei rispettivi<br />

governi.<br />

"La Turchia ha avuto un problema di profughi più grave della Siria o del<br />

Libano, e quasi altrettanto grave dell'Egitto. Ma raramente ne senti<br />

parlare perché i Turchi hanno fatto un così buon lavoro a risitemarli<br />

... La grande differenza è nello spirito. I Turchi, pur assai riluttanti<br />

ad assumersi quel fardello, lo accettarono come una responsabilità e si<br />

misero all'opera per risolverlo il più in fretta possibile [65].<br />

Se i Paesi arabi avessero voluto alleviare le sofferenze dei profughi,<br />

avrebbero potuto facilmente adottare un atteggiamento simile a quello<br />

della Turchia.<br />

Un altro massiccio trasferimento di popolazione derivò dalla spartizione<br />

dell'India e del Pakistan nel 1947. Gli otto _milioni_ di Indù che<br />

abbandonarono il Pakistan, ed i sei _milioni_ di Mussulmani che<br />

lasciarono l'India temevano di divenire una minoranza nei loro<br />

rispettivi paesi. Come i Palestinesi, queste persone non volevano<br />

trovarsi nel mezzo della violenza che si era impadronita delle loro<br />

126


nazioni. Contrariamente al conflitto arabo-israeliano però, lo scambio<br />

di popolazioni fu considerato la miglior soluzione al problema delle<br />

relazioni tra le due comunità all'interno di ognuno dei due stati. Ad<br />

onta dell'enorme numero di profughi e della relativa povertà delle due<br />

nazioni coinvolte, non furono create organizzazioni speciali<br />

internazionali di sussidio per aiutarli nel reinsediamento.<br />

"... Se ci fosse uno Stato palestinese, perché mai vorrebbero i suoi<br />

capi che i loro potenziali cittadini fossero rimpatriati in un altro<br />

stato? Dal punto di vista della costruzione della nazione, non ha senso<br />

alcuno. Infatti, le prime discussioni sul rimpatrio ci furono in un<br />

periodo in cui non c'era speranza alcuna di uno Stato palestinese. Ora<br />

che emerge la possibilità che quello stato nasca, i Palestinesi devono<br />

decidere se essi vogliono considerarsi uno stato legittimo od è per loro<br />

più importante conservare la loro autodefinizione di profughi oppressi e<br />

senza stato. Non possono proprio essere ambo le cose" - Fredelle Spiegel<br />

[66].<br />

16.q. [Mito]<br />

"Se i profughi palestinesi fossero stati rimpatriati, il conflitto<br />

arabo-israeliano sarebbe potuto terminare".<br />

16.q. [Fatti]<br />

Israele ha sempre cercato una soluzione al problema dei profughi, ma<br />

semplicemente non poteva consentire a tutti i Palestinesi di ritornare.<br />

"Nessun paese, qualunque siano le ragioni ed i torti passati, potrebbe<br />

pensare di accogliere una quinta colonna di quelle dimensioni. E sarebbe<br />

proprio una quinta colonna: gente per vent'anni [nel 1967] allevata<br />

nell'odio e totalmente dedita alla sua distruzione. Riammettere i<br />

profughi equivarrebbe all'ammissione negli USA di circa 70 milioni di<br />

nemici giurati della nazione" [67].<br />

Nel frattempo gli Arabi rifiutavano inflessibilmente di negoziare un<br />

accordo separato. Il punto cruciale era la riluttanza dei Paesi arabi ad<br />

accettare l'esistenza d'Israele. Questo era esemplificato dagli atti<br />

bellicosi del Presidente egizio Nasser verso lo Stato ebraico, che non<br />

avevano nulla a che fare con i Palestinesi. Egli era interessato ai<br />

profughi solo in quanto potessero contribuire al suo scopo ultimo. Come<br />

disse in un'intervista del 1 Settembre 1961: "Se i profughi tornano in<br />

Israele, Israele cesserà di esistere" [68].<br />

16.r. [Mito]<br />

"Israele ha espulso altri Palestinesi nel 1967".<br />

16.r. [Fatti]<br />

Dopo aver ignorato gli avvertimenti israeliani a star fuori dalla<br />

guerra, Re Hussein lanciò un attacc a Gerusalemme, la capitale<br />

127


d'Israele. L'UNRWA ha stimato che durante i combattimenti 175.000 dei<br />

suoi assistiti sono fuggiti per la seconda volta e circa 350.000 sono<br />

fuggite per la prima volta. Circa 200.000 si trasferirono in Giordania,<br />

115.000 in Siria e circa 35.000 lasciarono il Sinai per l'Egitto. La<br />

maggior parte degli Arabi che partì veniva dalla Cisgiordania.<br />

Israele consentì ad alcune famiglie cisgiordane di tornare. Nel 1967<br />

furono riunite più di 9.000 famiglie, e fino al 1971 Israele aveva<br />

riammesso 40.000 profughi. Di contro, nel Luglio 1968 la Giordania<br />

proibì alle persone che volevano restare in Transgiordania di emigrare<br />

dalla Cisgiordania e da Gaza [69].<br />

Quando il Consiglio di Sicurezza autorizzò U Thant ad inviare un<br />

rappresentante per indagare sul benessere dei civili dopo la guerra,<br />

egli ordinò alla missione di indagare sul trattamento delle minoranze<br />

ebraiche nei paesi arabi, non solo su quello degli Arabi nel territorio<br />

occupato da Israele. La Siria, l'Iraq e l'Egitto rifiutarono di<br />

consentire al rappresentante ONU di compiere la sua indagine [70].<br />

16.s. [Mito]<br />

"L'UNRWA è un'organizzazione puramente umanitaria che non ha<br />

responsabilità alcuna per il terrore e l'istigazione che nasce nei campi<br />

profughi".<br />

16.s. [Fatti]<br />

Il Capo dell'Ufficio Pubbliche Informazioni dell'UNRWA, Paul McCann, ha<br />

sostenuto che "l'UNRWA è scrupolosa nel proteggere le sue strutture<br />

dall'abuso da parte di qualsiasi persona o gruppo. Solo una volta, in<br />

Libano, nel 1982, ci sono state prove credibili di tale abuso da parte<br />

dei Palestinesi, ed abbiamo prontamente affrontato il problema" [71].<br />

Il fatto è che i campi profughi sono stati a lungo dei nidi di<br />

terrorismo, ma la prova non è stata resa pubblica che dopo l'Operazione<br />

Scudo di Difesa condotta da Israele ai primi del 2002. Si è scoperto che<br />

i campi gestiti dall'UNRWA in Cisgiordania avevano delle fabbriche di<br />

armi leggere, laboratori per esplosivi, riserve di armi ed un gran<br />

numero di bombaroli suicidi ed altri terroristi che si facevano scudo<br />

dei profughi.<br />

L'aver mancato l'UNRWA di riferire queste attività o di prevenirle viola<br />

le stesse convenzioni delle Nazioni Unite. Le risoluzioni del Consiglio<br />

di Sicurezza impongono ai rappresentanti dell'UNRWA di intraprendere<br />

"azioni appropriate per contribuire a creare un ambiente sicuro" in<br />

tutte "le situazioni in cui i profughi [sono] ... vulnerabili<br />

all'infiltrazione di elementi armati". A proposito dell'Africa, il<br />

Segretario Generale dell'ONU Kofi Annan disse che i campi profughi<br />

dovrebbero "essere tenuti liberi da ogni presenza od equipaggiamento<br />

militare, comprese le armi e le munizioni" [72]. La stessa norma vale<br />

per i territori contesi.<br />

128


Anche le scuole sotto la giurisdizione dell'UNRWA sono problematiche.<br />

L'UNRWA si prende il merito di aver aiutato lo sviluppo dei curricula<br />

palestinesi che, tra l'altro, non mostrano Israele in alcuna mappa. Le<br />

scuole sono inoltre piene di poster e tabernacoli [shrines] dedicati ai<br />

bombaroli suicidi. Nel 1998, il Dipartimento di Stato chiese all'UNRWA<br />

di indagare sulle accuse che i testi di studio dell'Autorità Palestinese<br />

contenevano frasi antisemitiche. Un libro insegnava che "Tradimento e<br />

slealtà sono tratti caratteriali degli Ebrei", ma l'UNRWA rispose che<br />

questa non era un'offesa perché descriveve "fatti storici" realmente<br />

accaduti. Il Dipartimento di Stato alla fine riferì al Congresso che<br />

"l'indagine dell'UNRWA rivelava casi di caratterizzazione e contenuto<br />

antisemita" nei libri di testo dell'AP [73].<br />

[Note]<br />

[1] Arieh Avneri, The Claim of Dispossession, (NJ: Transaction Books,<br />

1984), p. 272;<br />

Kedar, Benjamin. The Changing Land Between the Jordan and the Sea.<br />

(Israel: Yad Izhak Ben-Zvi Press, 1999), p. 206;<br />

Paul Johnson, A History of the Jews, (NY: Harper & Row, 1987), p. 529.<br />

[2] Rapporto sui progressi del Mediatore delle Nazioni Unite sulla<br />

Palestina, presentato al Segretario Generale per l'inoltro ai membri<br />

delle Nazioni Unite, Verbali Ufficiali dell'Assemblea Generale: Terza<br />

Sessione, Supplemento No.11 (A\648), Parigi 1948, p. 47 e Supplemento<br />

No. 11A (A\689, and A\689\Add.1, p. 5;<br />

"Conclusioni dal Rapporto sui progressi del Mediatore delle Nazioni<br />

Unite sulla Palestina" (16 Settembre 1948), U.N. doc. A/648 (parte uno,p. 29; parte due, p. 23 e parte tre, p. 11), (18 Settembre 1948).<br />

[3] New York Times, (25 Novembre 1947).<br />

[3a] Avneri, p. 276.<br />

[4] David Ben-Gurion, Rebirth and Destiny of Israel, (NY: Philosophical<br />

Library, 1954), p. 220.<br />

[5] Isi Liebler, The Case For Israel, (Australia: The Globe Press,<br />

1972), p. 43.<br />

[6] Joseph Schechtman, The Refugee in the World, (NY: A.S. Barnes and Co., 1963), p. 184.<br />

[7] I.F. Stone, This is Israel, (NY: Boni and Gaer, 1948), p. 27.<br />

[8] Ash Sha'ab, (30 Gennaio 1948).<br />

[9] As Sarih, (30 Marzo 1948).<br />

[10] Avneri, p. 270.<br />

[11] London Daily Mail, (12 Agosto 1948).<br />

[12] New York Times, (23 Aprile 1948).<br />

[13] Howard Sachar, A History of Israel: From the Rise of Zionism to Our Time, (NY: Alfred A. Knopf, 1979), p. 332; Avneri, p. 270.<br />

[14] Memorandum segreto datato 26 Aprile 1948, del Sovraintendente della Polizia, sulla situazione generale ad Haifa. Vedasi anche il suo<br />

memorandum del 29 Aprile.<br />

[15] Golda Meir, My Life, (NY: Dell, 1975), pp. 267-268.<br />

[16] New York Times, (23 Aprile 1948).<br />

[17] London Times, (24 Aprile 1948).<br />

[18] Schechtman, p. 190.<br />

[19] Foreign Relations of the U.S. 1948 [Relazioni internazionali degli USA nel 1948], Vol. V, (DC: GPO, 1976), p. 838.<br />

[20] Tom Segev, 1949: The First Israelis, (NY: The Free Press, 1986),pp. 27-28.<br />

[21] Yigal Allon in Sefer ha-Palmach, citato in Larry Collins and<br />

Dominique Lapierre, O Jerusalem! [titolo italiano: "Gerusalemme,<br />

Gerusalemme"], (NY: Simon and Schuster, 1972), p. 337;Yigal Allon, My Father's House, (NY: W.W Norton and C<br />

ompany, Inc.,<br />

1976), p. 192.<br />

[22] Benny Morris,"Operation Dani and the Palestinian Exodus from Lydda and Ramle in1948," Middle East Journal,Inverno<br />

1986)pp.8283.<br />

[23] Terence Prittie, "Middle East Refugees," in Michael Curtis, et al.,The Palestinians, (NJ: Transaction Books, 1975), p. 52.<br />

[24] Myron Kaufman, The Coming Destruction of Israel, (NY: The American Library Inc., 1970), pp. 26-27.<br />

[25] Edward Atiyah,The Arabs,London: Penguin Books, 1955), p. 183.<br />

[26] The Memoirs of Haled al Azm,(Beirut,1973),Part1pp. 386-387.<br />

[27] Samuel Katz, Battleground-Fact and Fantasy in Palestine, (NY:<br />

Bantam Books, 1985), p. 15.<br />

[28] King Abdallah, My Memoirs Completed, (London: Longman Group, Ltd.,1978), p. xvi. [Normalmente è scritto Abdullah,<br />

nelle sue memorie è scritto Abdallah - NdA].<br />

[29] Schechtman, p. 186.<br />

[30] Yehoshofat Harkabi, Arab Attitudes To Israel, (Jerusalem: Israel Universities Press, 1972), p. 364.<br />

[31] Falastin a-Thaura, (Marzo 1976).<br />

[32] "Dayr Yasin," Bir Zeit University.<br />

[33] Dan Kurzman, Genesis 1948, (OH: New American Library, Inc., 1970), p. 141.<br />

[34] Menachem Begin, The Revolt, (NY: Nash Publishing, 1977), pp.<br />

xx-xxi, 162-163.<br />

[35] Vedansi ad esempio:<br />

Amos Perlmutter, The Life and Times of Menachem Begin, (NY: Doubleday,1987), p. 214;J. Bowyer Bell, Terror Out Of Zion,<br />

129


(NY: St. Martin's Press, 1977), p.292-96; Kurzman, p. 142.<br />

[36] Uri Milstein, History of Israel's War of Independence. Vol. IV,(Lanham: University Press of America. 1999), p. 262.<br />

[37] Milstein, p. 262.<br />

[38] Kurzman, p. 148.<br />

[39] Sharif Kanaana and Nihad Zitawi, "Deir Yassin," Monograph No. 4,Destroyed Palestinian Villages Documentation Project,<br />

(Bir Zeit:<br />

Documentation Center of Bir Zeit University, 1987), p. 55.<br />

[40] Sharif Kanaana, "Reinterpreting Deir Yassin," Bir Zeit University,(Aprile 1998).<br />

[41] Milstein, p. 267<br />

[42] Rami Nashashibi, "Dayr Yasin," Bir Zeit University , (Giugno 1996).<br />

[43] Testimonianza di Yehoshua Gorodenchik negli Archivi Jabotinsky.<br />

[44] Milstein, p. 276.<br />

[45] "Israel and the Arabs: The 50 Year Conflict," BBC.<br />

[46] Sachar, p. 335.<br />

[47] Schechtman, p. 268.<br />

[48] Prittie in Curtis, pp. 66-67.<br />

[49] New York Times, (17 Luglio 1949).<br />

[50] Telegraph(Beirut) Agosto 1948)quoted in Schechtmanp.210-211.<br />

[51] Jerusalem Post, (26 Gennaio 1989).<br />

[52] Rapporto della Commission di Conciliazione sulla Palestina,<br />

Supplemento 18 ai verbali ufficiali della Sesta Sessione dell'Assemblea (A/1985 [sic!]), citati in: Pablo Azcarate, Mission in<br />

Palestine 1948-1952, (DC: Middle East Institute, 1966), p. 177.<br />

[53] Moshe Sharett, "Israel's Position and Problems," Middle Eastern Affairs, (Maggio 1952), p. 136.<br />

[54] Il giornale libanese Al Said, (6 Aprile 1950), citato in Prittie in Curtis, p. 69.<br />

[55] The Writings of Benjamin Franklin, (NY: The Macmillan Company,1905), p. 626.<br />

[56] UNRWA, (situazione al Giugno 2001).<br />

[57] Rapporto del Commissario Generale dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i Sussidi ed i Lavori per i Profughi Palestinesi nel<br />

Vicino Oriente, 1 Luglio 2000-30 Giugno 2001.<br />

[58] Discorso al Parlamento, 24 Aprile 1950, Abdallah memoirs, p. 13; Aaron Miller, The Arab States and the Palestine Question,<br />

(DC: Center for Strategic and International Studies, 1986), p. 29.<br />

[59] Leibler, p. 48.<br />

[60] Prittie in Curtis, p. 55.<br />

[61] UNRWA.<br />

[62] Musa Alami, "The Lesson of Palestine," Middle East Journal,<br />

(October 1949), p. 386.<br />

[63] UNRWA.<br />

[64] Schechtman, p. 220.<br />

[65] Articolo di fondo del Des Moines Register, (16 Gennaio 1952).<br />

[66] Jerusalem Report, (26 Marzo 2001).<br />

[67] Articolo di fondo del New York Times, (14 Maggio 1967).<br />

[68] Leibler, p. 45.<br />

[69] Rapporti annuali dell'UNRWA:(1 Luglio 1966 - 30 Giugno 1967), pp. 11-19;(1 Luglio 1967 - 30 Giugno 1968), pp. 4-10;(1<br />

Luglio 1968 - 30 Giugno 1969), p. 6;(1 Luglio 1971 - 30 Giugno 1972),p.3.<br />

[70] Maurice Roumani, The Case of the Jews from Arab Countries: A<br />

Neglected Issue, (Tel Aviv: World Organization of Jews from Arab<br />

Countries, 1977), p. 34.<br />

[71] Paul McCann, lettera al direttore di The Weekly Standard, (28<br />

Maggio 2002).<br />

[72] Isabel Kershner, "The Refugees'Choice?,"Jerusalem Report, (12<br />

Agosto 2002), p. 24.<br />

[73] David Tell, risposta a McCann, The Weekly Standard, (28 Maggio2002).<br />

Il trattamento degli Ebrei nei paesi<br />

arabo/islamici, di Mitchell G.Bard<br />

Miti da confutare<br />

17.a. "Gli arabi non possono essere antisemiti essendo semiti essi<br />

stessi"<br />

17.b. "Le moderne nazioni arabe sono solo anti-israeliane e non sono mai<br />

state anti-ebraiche"<br />

17.c. "Gli Ebrei vissuti nei paesi islamici furono trattati<br />

correttamente dagli arabi"<br />

130


17.d. "Essendo 'Popolo del Libro', Ebrei e cristiani sono protetti dalla<br />

legge islamica"<br />

17.e. "Le scuole musulmane negli Stati Uniti insegnano la tolleranza nei<br />

confronti dell'Ebraismo e delle altre fedi, e promuovono la coesistenza<br />

con Israele"<br />

17.f. La situazione attuale<br />

[I miti in dettaglio]<br />

17.a. MITO<br />

"Gli arabi non possono essere antisemiti essendo semiti essi stessi"<br />

17.a. <strong>FATTI</strong><br />

Il termine "antisemita" fu coniato in Germania nel 1879 da Wilhelm Marr<br />

per riferirsi alle manifestazioni anti-ebraiche del periodo e per dare<br />

un nome più scientifico all'ostilità nei confronti degli Ebrei.[1]<br />

"Antisemitismo" è stato accettato ed inteso come vocabolo per indicare<br />

l'avversione al popolo ebraico. I dizionari definiscono il termine come<br />

"Teoria, azione o pratica volta contro gli Ebrei" e "Ostilità contro gli<br />

Ebrei come gruppo religioso o razziale, spesso accompagnata da<br />

discriminazione sociale, economica e politica" [2]<br />

La pretesa che gli arabi in quanto "semiti" non possano essere<br />

antisemiti è una distorsione semantica che ignora la realtà delle<br />

discriminazioni e delle ostilità contro gli Ebrei.<br />

Gli arabi, come ogni altro popolo, possono infatti essere antisemiti.<br />

17.a. LA FRASE CELEBRE:<br />

"Il mondo arabo è l'ultimo bastione di un antisemitismo sfrenato,<br />

sfrontato, aperto e inconcepibile. I miti Hitleriani vengono pubblicati<br />

sulla stampa popolare come verità incontrovertibili. L'Olocausto viene<br />

minimizzato o negato... E' difficile immaginare come il mondo arabo<br />

possa mai giungere ad accordi con Israele quando gli Israeliani stessi<br />

vengono ritratti come l'incarnazione del diavolo"<br />

Opinionista Richard Cohen<br />

Washington Post (30 Ottobre 2001)<br />

17.b. MITO<br />

"Le moderne nazioni arabe sono solo anti-israeliane e non sono mai state<br />

anti-ebraiche"<br />

17.b. <strong>FATTI</strong><br />

I leader arabi hanno ripetutamente esplicitato la propria ostilità nei<br />

confronti degli Ebrei e dell'ebraismo.<br />

Ad esempio, il 23 Novembre 1937, il re dell'Arabia Saudita Ibn Saud<br />

disse al Colonnello britannico H.R.P. Dickson: "Il nostro odio per gli<br />

131


Ebrei ha le sue radici nella condanna di Dio nei loro confronti per la<br />

persecuzione e il rifiuto di Isa (Gesù) e il conseguente rifiuto del Suo<br />

Profeta prescelto". Aggiunse anche "che per un musulmano uccidere un<br />

ebreo, o essere ucciso da un ebreo assicura l'ingresso immediato in<br />

paradiso presso la venerabile presenza di Dio Onnipotente" [3]<br />

Allorché Hitler introdusse le leggi razziali di Norimberga nel 1935,<br />

ricevette dei telegrammi di congratulazioni da parte di tutti gli angoli<br />

del mondo arabo.<br />

In seguito, durante la guerra, uno dei suoi maggiori sostenitori fu il<br />

Muftì di Gerusalemme.<br />

Agli Ebrei non fu mai consentito di vivere in Giordania. La legge civile<br />

N.6, che vigeva nella Cisgiordania occupata dalla Giordania, afferma<br />

chiaramente: "Chiunque sarà considerato un suddito Giordano purché<br />

questi non sia Ebreo" [5]<br />

I paesi arabi si dedicarono a ciò fino ad educare nelle scuole i bambini<br />

all'odio verso gli Ebrei. Il ministro siriano dell'educazione scrisse<br />

nel 1968: "L'odio con cui indottriniamo le menti dei nostri figli fin<br />

dalla loro nascita è sacro " [6]<br />

Dopo la guerra dei sei giorni nel 1967, gli Israeliani trovarono dei<br />

testi pubblici scolastici utilizzati per educare i bambini arabi nella<br />

Cisgiordania. Erano farciti di ritratti razzisti e odiosi nei confronti<br />

degli Ebrei:<br />

"Gli Ebrei sono disseminati alla fine del mondo, dove vivono esiliati e<br />

disprezzati, essendo per loro natura vili, avidi e nemici dell'umanità;<br />

per loro natura sono stati tentati di rubare una terra come asilo per le<br />

loro disgrazie" [7]<br />

"Analizza le seguenti frasi:<br />

1. Il mercante viaggiò attraverso il continente africano.<br />

2. Espelleremo tutti gli Ebrei dai paesi arabi" [8]<br />

"Gli Ebrei del nostro tempo sono discendenti degli Ebrei che recarono<br />

danno al profeta Maometto. Lo tradirono e ruppero il patto con lui e si<br />

unirono ai suoi nemici per combatterlo" [9]<br />

"Gli Ebrei in Europa furono perseguitati e disprezzati a causa della<br />

loro corruzione, cattiveria e falsità" [10]<br />

Un manuale del 1977 per gli insegnanti della prima classe elementare<br />

utilizzato nella Cisgiordania istruisce gli educatori ad "impiantare<br />

nell'anima degli scolari la regola dell' Islam secondo la quale se i<br />

nemici occupassero anche un solo centimetro delle terre islamiche, il<br />

jihad (guerra santa) diverrebbe un imperativo per ogni musulmano".<br />

Aggiunge anche che gli Ebrei complottarono per l'assassinio di Maometto<br />

quando era un bambino. Un altro testo giordano, un libro di sociologia<br />

del 1982, afferma che Israele ordinò il massacro dei palestinesi di<br />

Sabra e Chatila durante la guerra in Libano, ma non menziona che gli<br />

Arabi Cristiani furono coloro che lo perpetrarono. [11]<br />

17.b. LA FRASE CELEBRE<br />

“Abbiamo trovato libri con brani così antisemiti che, se fossero<br />

132


pubblicati in Europa, i loro editori sarebbero denunciati in base alle<br />

normative antirazziste.”<br />

Francois Zimeray, avvocato francese e membro del Parlamento europeo<br />

(commentando i testi Palestinesi, siriani ed Egiziani)<br />

Jerusalem Post (16 Ottobre 2001)<br />

Secondo uno studio dei testi siriani, "il sistema educativo siriano<br />

espande l'odio per Israele e il Sionismo a un antisemitismo diretto<br />

verso tutti gli Ebrei. Questo antisemitismo evoca antichi temi islamici<br />

che descrivono l'immutata e infida natura degli Ebrei". La sua<br />

inevitabile conclusione è che gli Ebrei devono essere annullati." [12]<br />

Per citare un esempio, un libro di testo dell’undicesima classe afferma<br />

che gli Ebrei odiavano i musulmani ed erano guidati dall'invidia per<br />

incitare l'ostilità verso di loro:<br />

Gli Ebrei non risparmiano alcuna energia per ingannarci, negare il<br />

nostro profeta, esortare contro di noi, e distorcere le sacre scritture.<br />

Gli Ebrei cooperano con i politeisti e gli infedeli contro i musulmani<br />

perché sanno che l'Islam rivela i loro modi prepotenti e le loro<br />

caratteristiche abiette. [13]<br />

Una traduzione in arabo del Mein Kampf di Adolf Hitler fu distribuita a<br />

Gerusalemme est e nei territori controllati dall'autorità palestinese e<br />

divenne un bestseller. [14]<br />

Di quando in quando l'antisemitismo arabo è affiorato alle Nazioni<br />

Unite. Nel marzo 1991, ad esempio, un delegato siriano alla commissione<br />

per i diritti umani delle Nazioni Unite lesse un discorso raccomandando<br />

che i membri della commissione leggessero un "libro di valore" chiamato<br />

le “Matzot di Sion”, scritto dal ministro della difesa siriano Mustafa<br />

Tlas. Il libro giustifica le accuse di omicidi rituali nei confronti<br />

degli Ebrei nel libello " Accusa del Sangue di Damasco" del 1840. [15]<br />

(Con la frase accusa del sangue ci si riferisce all'accusa secondo cui<br />

gli Ebrei uccidono i bambini cristiani per utilizzarne il sangue al fine<br />

di preparare il pane azzimo per la Pasqua ebraica)<br />

Re Faisal dell'Arabia Saudita espresse una calunnia simile in un<br />

intervista nel 1972:<br />

Israele ha avuto sin dai tempi antichi intenzioni maligne. Il suo<br />

obiettivo è la distruzione di tutte le altre religioni... Essi<br />

considerano le altre religioni inferiori alla propria e le altre genti<br />

inferiori al loro livello. Per quanto riguarda la vendetta - hanno un<br />

giorno stabilito in cui mischiano il sangue dei non Ebrei nel loro pane<br />

e lo mangiano. E' accaduto che due anni fa, mentre ero in viaggio a<br />

Parigi, la polizia scoprì cinque bambini assassinati. Il loro sangue era<br />

stato drenato, e fu scoperto che alcuni Ebrei li avevano uccisi per<br />

prenderne il sangue e mischiarlo con il pane che mangiano nel giorno<br />

suddetto. Questo mostra quale sia la portata del loro odio e della loro<br />

cattiveria nei confronti dei non Ebrei. [16]<br />

L'11 novembre 1999 durante un'apparizione con la First Lady Hillary<br />

Rodham Clinton, Suha Arafat, moglie del presidente dell'Autorità<br />

133


Palestinese Yasser Arafat, affermò: " Il nostro popolo è stato oggetto<br />

di un uso quotidiano ed estensivo di gas velenosi da parte delle forze<br />

armate Israeliane, che ha portato ad un incremento nei casi di cancro<br />

fra le donne e i bambini". Simili speciose affermazioni furono fatte da<br />

altri ufficiali palestinesi. [17]<br />

La stampa arabo/musulmana, che è controllata quasi esclusivamente dai<br />

governi delle nazioni Mediorientali, pubblica regolarmente articoli e<br />

vignette antisemite. Oggi, è comune trovare in Egitto pubblicazioni<br />

antisemite. Ad esempio l'establishment del giornale Al-Ahram ha<br />

pubblicato un articolo che dava uno sfondo storico alla tradizione<br />

dell'utilizzo del sangue, accusando Israele di usare al giorno d'oggi il<br />

sangue dei bambini palestinesi per cucinare il pane azzimo. [18]<br />

Articoli antisemiti appaiono regolarmente anche sulla stampa in<br />

Giordania e in Siria. Molti degli attacchi riguardano la negazione<br />

dell'Olocausto e il suo sfruttamente da parte del Sionismo, e il<br />

confronto fra Sionismo ed Israele col nazismo.<br />

Nel novembre 2001 uno sketch satirico, andato in onda sul più popolare<br />

canale televisivo arabo, che rappresentava un personaggio, inteso essere<br />

come Ariel Sharon, mentre beveva il sangue dei bambini arabi ed un Ebreo<br />

Ortodosso, di aspetto grottesco, che lo osservava. La televisione di Abu<br />

Dhabi inoltre mandò in onda uno sketch in cui Dracula appare per mordere<br />

Sharon, ma muore poiché il sangue di Sharon è avvelenato. Le proteste<br />

per il fatto che questi show erano antisemiti sono state ignorate dalle<br />

reti televisive. [19]<br />

I media dell'Autorità Palestinese hanno anche ospitato materiale<br />

antisemita ed incitatorio. Un venerdì un sermone nella moschea di Zayed<br />

bin Sultan Aal Nahyan a Gaza che incitava all'assassinio di tutti gli<br />

Ebrei e gli Americani, fu messo in onda dal vivo dalla televisione<br />

ufficiale dell'Autorità Palestinese:<br />

Non abbiate pietà degli Ebrei, non importa dove siano, in qualunque<br />

paese. Combatteteli, ovunque voi siate. Ovunque li incontriate,<br />

uccideteli. Ovunque voi siate, uccidete quegli Ebrei e quegli Americani<br />

che sono come loro e quelli che gli stanno a fianco; sono tutti insieme<br />

contro gli arabi e i musulmani perché hanno stabilito Israele qui, nel<br />

cuore pulsante del mondo arabo, in Palestina... [20]<br />

Anche le parole crociate palestinesi vengono usate per delegittimare<br />

Israele e attaccare gli Ebrei, fornendo prove, ad esempio, suggerendo<br />

che la peculiarità ebraica è la falsità.<br />

17.b.LA FRASE CELEBRE<br />

"Il presidente siriano Bashar Assad ha offerto sabato [5 Maggio] una<br />

chiara, se non vile, dimostrazione del perchè lui e il suo governo sono<br />

indegni di rispetto e di buone relazioni con gli Stati Uniti o una<br />

qualunque altra nazione democratica. Salutando il Papa Giovanni Paolo II<br />

a Damasco, Assad ha lanciato un attacco sugli Ebrei che si può<br />

considerare come il più crudo e ignorante discorso pronunciato prima del<br />

papa, nelle due decadi di viaggi per il mondo effettuati dal papa<br />

stesso. Comparando le sofferenze dei palestinesi a quelle di Gesù<br />

Cristo, Assad ha affermato che gli Ebrei 'hanno tentato di uccidere i<br />

princìpi di tutte le religioni con la stessa mentalità con cui hanno<br />

tradito Gesù Cristo e nello stesso modo con cui hanno cercato di tradire<br />

e uccidere il profeta Maometto'. Con quel discorso, il presidente<br />

siriano ha disonorato sia il suo paese che il papa..."<br />

134


Editoriale del Washington Post (8 Maggio 2001)<br />

17.c. MITO<br />

"Gli Ebrei vissuti nei paesi islamici furono trattati correttamente<br />

dagli arabi"<br />

17.c. <strong>FATTI</strong><br />

Sebbene le comunità ebraiche presenti nei paesi islamici siano state<br />

trattate complessivamente meglio rispetto alle comunità presenti nei<br />

paesi cristiani d’ Europa, agli Ebrei non furono risparmiate<br />

persecuzioni ed umiliazioni fra gli arabi.<br />

Come scrisse lo storico Bernard Lewis della Princeton University: "L'Età<br />

d'Oro di uguali diritti fu un mito, e la fiducia in esso fu il<br />

risultato, più che la causa, della comprensione ebraica per l'Islam"<br />

[22]<br />

Maometto, il fondatore dell' Islam si recò a Medina nel 622 d.C. per<br />

attrarre dei seguaci verso la sua nuova fede. Quando gli Ebrei presenti<br />

a Medina si rifiutarono di riconoscere in Maometto il loro Profeta, due<br />

delle maggiori tribù ebraiche furono espulse.<br />

Nel 627 i seguaci di Maometto uccisero tra i 600 e i 900 uomini, e si<br />

spartirono tra loro le donne e i bambini Ebrei sopravvissuti. [23]<br />

L'atteggiamento musulmano nei confronti degli Ebrei si riflette in vari<br />

versi del Corano, il libro sacro della fede islamica. " Loro [i figli<br />

d'Israele] furono consegnati all'umiliazione e alla miseria. Hanno<br />

portato la collera di Dio su di loro, e questo perché hanno negato i<br />

segni di Dio e hanno ucciso i Suoi profeti ingiustamente e poiché hanno<br />

disobbedito furono trasgressori" (Sura 2:61)<br />

Secondo il Corano, gli Ebrei tentano di introdurre la corruzione (5:64)<br />

sono sempre stati disobbedienti (5:78) e sono tutti nemici di Allah, del<br />

Profeta e degli angeli (2:97-98)<br />

Gli Ebrei fuorono visti generalmente con disprezzo dai loro vicini<br />

musulmani; una coesistenza pacifica tra i due gruppi implicava sempre<br />

una subordinazione ed una degradazione degli Ebrei. Nel nono secolo, il<br />

califfo di Baghdad al-Mutawakkil istituì un cartellino giallo per gli<br />

Ebrei, stabilendo così un precedente che sarebbe stato seguito nei<br />

secoli a venire dalla Germania nazista.<br />

In diverse volte, Ebrei in terre musulmane vissero in relativa pace e le<br />

comunità fiorirono culturalmente ed economicamente. La posizione degli<br />

Ebrei non era mai sicura, comunque, e i cambiamenti politici o il clima<br />

sociale hanno spesso portato a persecuzioni, violenze e morte.<br />

Allorché si percepiva che gli Ebrei avevano raggiunto una posizione<br />

troppo onorevole nella società islamica, l'antisemitismo riaffiorava,<br />

spesso con risultati devastanti. Il 30 dicembre 1066, Joseph HaNagid, un<br />

visir Ebreo di Granada, in Spagna, fu crocefisso da una folla di arabi<br />

che procedeva per radere al suolo il quartiere ebraico della città e per<br />

trucidarne i suoi 5000 abitanti.<br />

La rivolta fu incitata dai predicatori musulmani che si opponevano<br />

rabbiosamente a ciò che vedevano come un eccessivo potere politico<br />

ebraico.<br />

Similmente, nel 1465, nella città di Fez, una moltitudine di arabi<br />

135


massacrò migliaia di Ebrei lasciandone solo 11 vivi, a seguito del fatto<br />

che un rappresentante Ebreo del visir aveva trattato una donna musulmana<br />

in un "modo offensivo". Gli assassinii seguirono una simile ondata in<br />

tutto il Marocco. [25]<br />

Altri omicidi di massa di Ebrei in terre arabe si verificarono<br />

nell'ottavo secolo in Marocco, mentre intere comunità venivano<br />

annientate dal sovrano Musulmano Idris I; nel Nord Africa nel 12mo<br />

secolo, dove gli Almohad convertirono forzatamente o decimarono diverse<br />

comunità; in Libia nel 1785, dove Ali Burzi Pasha uccise centinaia di<br />

Ebrei; in Algeria dove gli Ebrei furono massacrati nel 1805, 1815 e nel<br />

1830; e a Marrakesh, in Marocco, dove più di 300 Ebrei furono uccisi tra<br />

il 1864 e il 1880. [26]<br />

Decreti che ordinavano la distruzione di sinagoghe furono emessi in<br />

Egitto e Siria (1014, 1293-4,1301-2), Iraq (854-859,1344) e Yemen<br />

(1676). Nonostante la proibizione coranica, gli Ebrei erano costretti a<br />

convertirsi all'Islam o ad affrontare la morte nello Yemen (1165 e<br />

1678), in Marocco (1275, 1465 e 1790-02) e a Baghdad (1333 e 1344) [27]<br />

La situazione degli Ebrei nelle terre arabe toccò il fondo nel 19mo<br />

secolo. Gli Ebrei nella maggior parte del Nord Africa (inclusi Algeria,<br />

Tunisia, Egitto, Libia e Marocco) erano costretti a vivere nei ghetti.<br />

In Marocco, il quale ospitava la più grande comunità ebraica della<br />

diaspora islamica, gli Ebrei erano costretti a camminare scalzi o ad<br />

indossare scarpe di paglia fuori dal ghetto. Anche i bambini musulmani<br />

partecipavano all'umiliazione degli Ebrei, tirando loro pietre o<br />

insultandoli in altri modi. La frequenza della violenza antiebraica<br />

crebbe, e molti ebrei furono giustiziati per accuse di eresia. Le accuse<br />

di omicidio rituale contro gli Ebrei divennero un luogo comune<br />

nell'impero ottomano. [28]<br />

Come scrisse l'eminente orientalista G.E. von Grunebaum:<br />

"Non sarebbe difficile mettere insieme un numero significativo di nomi<br />

di Ebrei, sudditi o cittadini, dell'area islamica che hanno raggiunto<br />

cariche di alto rango, il potere, una grande influenza economica, un<br />

successo intellettuale significativo e riconosciuto; e lo stesso si<br />

potrebbe fare per i cristiani. Ma non sarebbe difficile anche compilare<br />

una lunga lista di persecuzioni, confische arbitrarie, tentativi di<br />

conversioni forzate o pogrom" [29]<br />

Il pericolo per gli Ebrei divenne maggiore quando ci fu un confronto<br />

alle Nazioni Unite. Il delegato siriano, Faris el-Khouri, avvertì: "A<br />

meno che il problema palestinese sia risolto, noi avremo difficoltà nel<br />

proteggere e salvaguardare gli Ebrei nel mondo arabo" [30]<br />

Più di mille Ebrei furono uccisi durante le rivolte antiebraiche del<br />

1940 in Iraq, Libia, Egitto, Siria e Yemen. [31]<br />

Tutto ciò contribuì ad innescare un esodo di massa degli Ebrei dai paesi<br />

arabi.<br />

17.d. MITO<br />

"Essendo 'Popolo del Libro', Ebrei e cristiani sono protetti dalla legge<br />

islamica"<br />

<strong>FATTI</strong><br />

136


Questo argomento ha le sue radici nel concetto tradizionale di "dhimma"<br />

(decreto di protezione), che fu esteso dai conquistatori musulmani ai<br />

cristiani e agli ebrei in cambio della loro subordinazione ai musulmani.<br />

Eppure, come osservò l'esperto francese Jacques Ellul: "Bisogna<br />

chiedersi: 'protetti da chi'? quando lo 'straniero' vive nei paesi<br />

arabi, la risposta può essere solo questa: dai musulmani stessi" [32]<br />

Le persone soggette al dominio musulmano dovevano scegliere tra la morte<br />

e la conversione, ma agli Ebrei e ai Cristiani, che seguivano le<br />

Scritture, era generalmente permesso di praticare la loro fede essendo<br />

"dhimmi" (persone protette).<br />

Questa "protezione" serviva a poco, comunque, per assicurare agli ebrei<br />

e ai cristiani di essere trattati in modo corretto dai musulmani. Al<br />

contrario, l'aspetto essenziale della "dhimma" era che, essendo<br />

infedele, doveva riconoscere apertamente la superiorità del vero<br />

credente, il musulmano.<br />

Durante i primi anni della conquista islamica, il "tributo" (o jizya),<br />

pagato come una tassa annuale, simboleggiva la subordinazione del<br />

"dhimmi" [33]<br />

In seguito, lo stato di inferiorità di ebrei e cristiani fu rinforzato<br />

tramite una serie di norme che regolavano il comportamento del "dhimmi".<br />

Ai "dhimmi", pena la morte, era probito deridere o criticare il Corano,<br />

l'Islam o Maometto, fare proselitismo fra musulmani, o toccare una donna<br />

musulmana (sebben un uomo musulmano potesse prendere in moglie una donna<br />

non musulmana)<br />

I "dhimmi" erano esclusi dal servizio pubblico e dal servizio militare,<br />

e gli era proibito produrre armi. Non gli era permesso cavalcare cavalli<br />

o cammelli, costruire sinagoghe e chiese più alte delle moschee,<br />

costruire case più alte di quelle dei musulmani o bere vino in pubblico.<br />

Erano costretti a indossare abiti che li distinguessero e non gli era<br />

permesso pregare o lamentarsi a voce alta - poiché avrebbero potuto<br />

offendere in questo modo i musulmani.<br />

I "dhimmi" dovevano mostrare anche una pubblica deferenza nei confronti<br />

dei musulmani, ad esempio, cedendogli sempre il centro della strada.<br />

Il "dhimmi" non poteva testimoniare in tribunale contro un musulmano e<br />

il suo giuramento sarebbe stato inaccettabile in una corte islamica. Per<br />

difendersi il dhimmi doveva acquistare un testimone musulmano con grandi<br />

spese. Questo lasciava il dhimmi con esigue risorse legali quando veniva<br />

danneggiato da un musulmano.<br />

Nel 20mo secolo, lo stato di dhimmi nelle terre musulmane non migliorò<br />

significativamente. Il vice console britannico a Mosul, H.E.W. Young<br />

scrisse nel 1909:<br />

Il comportamento dei musulmani verso ebrei e cristiani è come quello del<br />

padrone nei confronti degli schiavi, che li tratta con una certa<br />

tolleranza signorile finché mantengono il loro posto. Un qualunque segno<br />

di pretesa di uguaglianza viene prontamente represso. [35]<br />

17.e. MITO<br />

"Le scuole musulmane negli Stati Uniti insegnano la tolleranza nei<br />

confronti dell'Ebraismo e delle altre fedi, e promuovono la coesistenza<br />

con Israele"<br />

17.e. <strong>FATTI</strong><br />

Mentre si sa molto bene che le scuole dei paesi arabi ed islamici<br />

137


indottrinano i propri studenti con l'odio verso gli Ebrei ed Israele, si<br />

è scoperto solo di recente che insegnamenti analoghi sono prevalenti<br />

anche negli Stati Uniti.<br />

Le scuole islamiche in Virgina, ad esempio, hanno mappe del Medio<br />

Oriente in cui lo stato d'Israele non è presente. Su una mappa, Israele<br />

è stato annerito e sostituito con la "Palestina" . Un libro per<br />

insegnanti dell’11ma classe spiega che uno dei segnali del Giorno del<br />

Giudizio sarà quello in cui i musulmani combatteranno e uccideranno gli<br />

Ebrei, che si nasconderanno dietro gli alberi i quali diranno "Oh<br />

musulmano, oh servo di Dio, qui c'è un Ebreo che si nasconde dietro di<br />

me, vieni ed uccidilo" [36]<br />

Gli attacchi non sono solo volti contro gli Ebrei ma anche contro i<br />

cristiani. Agli studenti viene insegnato ad esempio che il Giorno del<br />

Giudizio non arriverà finché Gesù Cristo non tornerà sulla Terra,<br />

romperà la croce, e convertirà chiunque all'Islam.<br />

Alle scuole private è legalmente consentito di insegnare qualunque cosa<br />

vogliano finché incontrano i requisiti dello Stato.<br />

Una fondazione musulmana a Los Angeles insinuò punti di vista simili<br />

intrisi di odio nelle scuole pubbliche. La fondazione Omar Ibn Khattab<br />

donò 300 copie di una traduzione del corano contenente delle note a piè<br />

di pagina che descrivevano gli ebrei come "arroganti" e come "persone<br />

senza fede" [37].<br />

Dopo la scoperta di questi brani antisemiti il libro fu rimosso.<br />

17.f. LA SITUAZIONE ATTUALE<br />

1.. Gli Ebrei in Algeria<br />

1948 Popolazione ebraica: 140.000<br />

2001: Meno di 100<br />

Gli insediamenti ebraici al giorno d'oggi in Algeria possono essere<br />

ricondotti ai primi secoli dell'Era Volgare.<br />

Nel 14mo secolo, con il deterioramento delle condizioni in Spagna, molti<br />

Ebrei spagnoli emigrarono in Algeria.<br />

Fra loro era presente un certo numero di scolari eminenti, inclusi Rav<br />

Yitzchak ben Sheshet Perfet (il Ribash) e Rav Shimon ben Zemah Duran (il<br />

Rashbatz).<br />

A seguito dell'occupazione francese del paese nel 1830, gli Ebrei<br />

adottarono gradualmente la cultura francese e gli fu garantita la<br />

cittadinanza francese. [1]<br />

Nel 1934, i musulmani, incitati dagli eventi della Germania nazista,<br />

imperversarono a Constantine uccidendo 25 Ebrei e ferendone molti altri.<br />

Dopo aver ottenuto l'indipendenza nel 1962, il governo algerino<br />

perseguitò la comunità ebraica, privando gli Ebrei dei loro diritti<br />

economici.<br />

Come risultato, quasi 130.000 Ebrei algerini immigrarono in Francia. Dal<br />

1948, 25.681 Ebrei algerini sono immigrati in Israele.<br />

La maggioranza degli Ebrei rimasti vive ad Algeri, ma ci sono anche<br />

138


singoli Ebrei presenti ad Oran e Blida. Gli Ebrei praticano liberamente<br />

la loto religione, e i capi delle comunità ebraiche sono inclusi nelle<br />

cerimonie di stato. Non c'è un rabbino presente. [2]<br />

Nel 1994, il Gruppo Islamico Armato, terrorista, ha dichiarato la sua<br />

intenzione di eliminare gli Ebrei dall'Algeria, ma, finora, non è stato<br />

riportato alcun attacco.<br />

Seguendo le comunicazioni, molti Ebrei lasciarono l'Algeria e le<br />

rimanenti sinagoghe furono abbandonate. [4] Tutte le altre sinagoghe<br />

erano state prese per utilizzarle come moschee.<br />

Note:<br />

1. World Jewish Congress, Jewish Communities of the World.<br />

2. Country Reports on Human Rights Practices for 1991, (DC: Department<br />

of State, 1992), p. 1339.<br />

3. U.S. State Department Report on Human Rights Practices for 1997.<br />

4. U.S. Department of State, 2000 Annual Report on International<br />

Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights,and Labor Washington, DC, September 5,<br />

2000.<br />

2.. Gli Ebrei in Egitto1948 Popolazione ebraica: 75.000 2001: 100 [1]Tra il giugno e il novembre 1948, le bombe fatte<br />

esplodere nel quartiere<br />

ebraico del Cairo uccisero più di 70 Ebrei, e ferendone quasi 200.[2]Nel 1956, il governo egiziano, utilizzò la campagna<br />

del Sinai come un<br />

pretesto per espellere quasi 25.000 Ebrei egiziani e confiscarne le proprietà. Oltre 1.000 Ebrei furono mandati in<br />

prigione e in campi di<br />

prigionia. Il 23 novembre 1956 un decreto firmato dal ministero degli affari religiosi, declamata nelle moschee in tutto<br />

l'Egitto, dichiarava che "tutti gli Ebrei sono sionisti e nemici dello stato", e prometteva che sarebbero stati presto<br />

espulsi.<br />

A migliaia di Ebrei fu ordinato di abbandonare il paese. Gli fu concesso di portare via con loro solamente una valigia e<br />

una esigua somma di denaro, e furono obbligati a firmare dichiarazioni in cui "donavano" le loro proprietà al governo<br />

egiziano. Osservatori stranieri riportarono che i membri delle famiglie ebraiche venivano presi come ostaggi,<br />

apparentemente per assicurare che le persone costrette a partire non avrebbero in seguito testimoniato contro il governo<br />

egiziano. [3] Quando scoppiò la guerra nel 1967, le case ebraiche e le varie proprietà<br />

furono confiscate. L'atteggiamento dell'Egitto nei confronti degli Ebrei in quel tempo si rifletteva nel trattamento<br />

riservato agli ex- nazisti.<br />

A centinaia di loro fu consentito risiedere in Egitto ed ottenere<br />

collocazioni all'interno del governo.<br />

Il capo della Gestapo, Leopold Gleim (il quale fu condannato a morte in<br />

contumacia), controllava la polizia segreta egiziana.<br />

Nel 1979, la comunità ebraica egiziana fu la prima, nel mondo arabo, a<br />

stabilire un contatto ufficiale con Israele.<br />

Israele ora ha un ambasciata al Cairo e un consolato generale ad<br />

Alessandria. Al giorno d'oggi, ai pochi Ebrei rimasti è consentito<br />

praticare l'ebraismo senza alcune restrizione o persecuzione.<br />

Shaar Hashamayim è l'unica sinagoga attiva al Cairo. Delle diverse<br />

sinagoghe presenti ad Alessandria, solo la Eliahu Hanabi è aperta per la<br />

pratica del culto [4]<br />

L'antisemitismo nella stampa egiziana si trova soprattutto, ma non solo,<br />

nella stampa non ufficiale dei partiti all'opposizione. Il governo ha<br />

condannato l'antisemitismo e ha raccomandato i giornalisti e i<br />

vignettisti ad evitare contenuti antisemiti. Non ci sono stati incidenti<br />

antisemiti indirizzati nei confronti dell'esigua comunità ebraica negli<br />

ultimi anni. [5].<br />

Durante il settembre del 2002 si diede avvio alla costruzione di un<br />

ponte autostradale attraverso l'antico cimitero di Basatin al Cairo. I<br />

fondi e la cooperazione sono stati forniti dal Ministero egiziano per l’<br />

edilizia abitativa ed un gruppo ebraico ultra-ortodosso americano, Athra<br />

Kadisha. I piani non recheranno danni ad alcuna tomba e rispetteranno le<br />

leggi ebraiche concernenti i cimiteri.<br />

139


L'antisemitismo è dilagante nella stampa di regime, ed è aumentato nel tardo 2000 e nel 2001 a seguito dello scoppio<br />

delle violenze in Israele e nei territori.<br />

Nell'aprile 2001, l'opinionista Ahmed Ragheb, rimpianse il fallimento di<br />

Hitler nella conclusione del lavoro di annientamento degli Ebrei. Nel maggio 2001, un articolo apparso su Al-Akhbar<br />

attaccò gli europei e gli americani per aver creduto nel finto Olocausto.[6]<br />

Note<br />

1. David Singer, Ed. American Jewish Year Book 2001. NY: American Jewish Committee, 2001.<br />

2. Howard Sachar, A History of Israel, (NY: Alfred A. Knopf, 1979), p. 401.<br />

3. AP, (November 26, 1956); New York World Telegram, (November 29,<br />

1956).<br />

4. Jewish Communities of the World.<br />

5. U.S. Department of State, 2000 Annual Report on International<br />

Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights,<br />

and Labor Washington, DC, (September 5, 2000).<br />

6. U.S. Department of State, 2001 Annual Report on International<br />

Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights,<br />

and Labor Washington, DC, (October 26, 2001).3.. Gli Ebrei in Iran<br />

1948 Popolazione ebraica: 100.000 2001: 11.500 [1]<br />

La comunità ebraica di Persia, il moderno Iran, è una delle più vecchie ella Diaspora, e le sue radici storiche risalgono<br />

al sesto secolo a.C. ,nel periodo del Primo Tempio.<br />

La storia nel periodo pre-islamico è intrecciata con quella degli Ebrei<br />

e dei vicini babilonesi. Ciro. il primo della dinastia degli archemidi,<br />

conquistò Babilonia nel 539 d.C. e permise agli Ebrei esuli di ritornare<br />

nella Terra d'Israele, portando a termine il Primo Esilio. Le colonie<br />

ebraiche erano diffuse dai centri in Babilonia alle province persiane,<br />

fino a città quali Hamadan e Susa. I libri Ester, Ezra, Nehemiah e<br />

Daniel danno una descrizione ottimale delle relazioni intercorse fra gli<br />

Ebrei e la corte degli achemenidi a Susa.<br />

Sotto la dinastia sassanide (226-642 d.C.), la popolazione ebraica in<br />

Persia crebbe considerevolmente e si diffuse in tutta la regione;<br />

nonostante ciò, gli Ebrei soffrirono oppressioni e persecuzioni<br />

intermittenti. L'invasione degli arabi musulmani nel 642 d.C. mise fine<br />

all'indipendenza della Persia, instaurò l'Islam come religione di stato<br />

ed ebbe un profondo impatto sugli Ebrei cambiandone il loro stato<br />

sociopolitico.<br />

Durante tutto il 19mo secolo, gli Ebrei furono perseguitati e<br />

discriminati. Alcune volte intere comunità furono forzate a convertirsi.<br />

Durante il 19mo secolo, ci fu una considerevole emigrazione verso la<br />

terra d'Israele, e il movimento sionista si diffuse in tutta la<br />

comunità.<br />

Sotto la dinastia Palhevi, stabilitasi nel 1925, il paese fu<br />

secolarizzato e orientato verso l'Occidente. Questo portò un enorme<br />

beneficio per gli Ebrei, i quali furono emancipati ed ebbero un ruolo<br />

importante nella vita economica e culturale.<br />

Nell'era della rivoluzione islamica nel 1979, in Iran vivevano 80.000<br />

Ebrei. Alla nascita della sommossa, decine di migliaia di Ebrei,<br />

specialmente i più abbienti, lasciarono il paese, abbandonando vaste<br />

quantità di beni.<br />

Il Concilio della comunità ebraica, stabilito dopo la seconda guerra<br />

mondiale, è l'organo rappresentativo della comunità. Gli Ebrei hanno<br />

anche un parlamento rappresentativo, obbligato per legge a supportare la<br />

politica estera iraniana e la sua posizione antisionista.<br />

Nonostante la distinzione ufficiale fra "Ebrei", "Sionisti" ed<br />

"Israele", l'accusa più comune verso gli Ebrei è quella di mantenere i<br />

140


apporti coi sionisti. La comunità ebraica gode di libertà religiosa ma<br />

deve spesso affrontare il sospetto costante di cooperare con lo stato<br />

sionista e con l' "America imperialista" - attività entrambe punibili<br />

con la pena di morte.<br />

Gli Ebrei che richiedono un passaporto per viaggiare all'estero devono<br />

farlo presso un ufficio speciale e vengono immediatamente posti sotto<br />

sorveglianza. Il governo non consente in genere di viaggiare all'estero<br />

a tutti i membri di una famiglia contemporaneamente, per evitare<br />

l'emigrazione ebraica. Ancora, gli Ebrei vivono sotto lo stato di<br />

dhimmi, con le conseguenti restrizioni imposte sulle minoranze<br />

religiose.<br />

I leader Ebrei temono le rappresaglie di governo in conseguenza di un<br />

eventuale messa in evidenza del maltrattamento ufficiale nei confronti<br />

della loro comunità.<br />

I media ufficiali iraniani, controllati dal governo, fanno spesso<br />

propaganda antisemita. Un primo esempio di ciò è la pubblicazione del<br />

Protocollo dei Savi di Sion, un noto falso della propaganda zarista, nel<br />

1994 e nel 1999. [2]<br />

Gli Ebrei subiscono inoltre vari gradi di discriminazione ufficialmente<br />

sancita, in particolare nel settore dell'impiego, dell'educazione e<br />

nelle agevolazioni pubbliche.[3]<br />

L'islamizzazione del paese ha portato a un controllo ferrato le<br />

istituzioni educative ebraiche. Prima della rivoluzione erano circa 20<br />

le scuole ebraiche attive nel paese. Negli anni recenti, la maggior<br />

parte di esse, sono state chiuse.<br />

Nelle restanti scuole, i presidi Ebrei sono stati sostituiti con dei<br />

musulmani. A Teheran sono ancora presenti tre scuole in cui gli Ebrei<br />

formano la maggioranza.<br />

Il programma di studi è islamico, il persiano proibito essendo una<br />

lingua usata nell'istruzione per l'educazione ebraica.<br />

Lezioni speciali d'ebraico vengono impartite di venerdì<br />

dall'organizzazione ortodossa Otzar ha-Torah, responsabile<br />

dell'educazione religiosa ebraica. Ci sono tre sinagoghe a Teheran, ma<br />

dal 1994, non ci sono rabbini in Iran, e il bet din è inattivo. [4]<br />

A seguito del rovesciamento dello scià e della dichiarazione di uno<br />

stato islamico nel 1979, l'Iran interruppe le relazioni con Israele. Il<br />

paese ha in seguito supportato diverse organizzazioni terroristiche il<br />

cui obiettivo erano gli Ebrei e gli Israeliani, in particolare gli<br />

Hezbollah, presenti in Libano.<br />

Nonostante cioè la comunità ebraica in Iran è una delle più grandi del<br />

medio-oriente eccezion fatta per Israele.<br />

Alla vigilia della Pasqua ebraica del 1999, 13 Ebrei da Shiran e<br />

Isfahan, nel sud dell'Iran, furono arrestati e accusati di spionaggio<br />

per Israele e gli Stati Uniti. Tra gli arrestati, erano presenti un<br />

rabbino, un macellaio rituale ed alcuni insegnanti. Nel settembre<br />

2000,una corte d'appello iraniana appoggiò la decisione di imprigionare<br />

dieci dei tredici ebrei accusati di spionaggio con Israele.<br />

Nelle corti d'appello, dieci degli accusati furono riconosciuti<br />

colpevoli di cooperare con Israele e furono condannati alla prigione per<br />

un periodo fra i due e i nove anni. Tre degli accusati furono reputati<br />

innocenti nel primo processo. [5]. Nel marzo 2001, uno degli Ebrei<br />

imprigionati fu rilasciato, un secondo fu liberato nel gennaio 2002, i<br />

restanti otto furono liberati nel tardo ottobre 2002.<br />

141


Gli ultimi cinque furono apparentemente rilasciati in libertà<br />

condizionata, lasciandoli nella possibilità di essere nuovamente<br />

arrestati in futuro.<br />

Secondo quanto riferito, altri tre furono perdonati dal leader supremo<br />

iraniano, l'Ayatollah Ali Khamenei. [6]<br />

Almeno 13 Ebrei sono stati giustiziati in Iran dall'inizio della<br />

rivoluzione islamica 19 anni fa, la maggior parte di loro per motivi<br />

religiosi o per legami con Israele. Ad esempio, nel maggio 1998, l'uomo<br />

d'affari Ruhollah Kakhodah-Zadeh, Ebreo, fu impiccato in prigione senza<br />

una pubblica accusa o un procedimento legale, apparentemente per<br />

assistenza all'emigrazione ebraica. [7]<br />

Note:<br />

1. There is a major difference between the numbers given for the Jewish<br />

population. According to the American Jewish Committee (David Singer,<br />

Ed. American Jewish Year Book, NY: American Jewish Committee, 2001.)<br />

there are 12,500, while according to the U.S. Department of State, 2000<br />

Annual Report on International Religious Freedom, Released by the Bureau<br />

for Democracy, Human Rights, and Labor Washington, DC, (September 5,<br />

2000.) there may be as many as 40,000 Jews living in Iran.<br />

2. U.S. State Department Report on Human Rights Practices for 1997.<br />

3."Many Jews Choose to Stay in Iran," Associated Press, (Jan. 18, 1998).<br />

4. Jewish Communities of the World. Reprinted with permission of the<br />

World Jewish Congress (WJC). Copyright 1997; Institute of the World<br />

Jewish Congress. U.S. State Department Report on Human Rights Practices<br />

for 1997.<br />

5. Schneider, Howard. "Iran Court Reduces Penalties for Jews."<br />

Washington Post, (September 22, 2000).<br />

6. Jerusalem Post, (January 16, 2002); Washington Jewish Week, (October<br />

31, 2002).<br />

7. U.S. Department of State, 2001 Annual Report on International<br />

Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights,<br />

and Labor Washington, DC, (October 26, 2001).<br />

3.a Ebrei arrestati in Iran come spie<br />

Israele e gli USA stanno entrambe richiedendo il rilascio immediato di<br />

13 Ebrei arrestati in Iran con accuse di spionaggio, dicendo che le<br />

accuse sono montate e potrebbero essere motivate dall'antisemitismo. I<br />

13 Ebrei, da Shiran e Isfahan nel sud dell'Iran, fuorono arrestati alla<br />

vigilia della Pasqua ebraica, accusati di spiare per il "regime<br />

sionista" e l'"arroganza mondiale"- riferendosi rispettivamente ad<br />

Israele e agli USA.<br />

Comunque, gli arresti sono divenuti di pubblica conoscenza il 7 giungo.<br />

Tra gli arrestati, erano presenti un rabbino, un macellaio rituale ed<br />

alcuni insegnanti.<br />

Nel 1997, l'Iran ha impiccato due persone giudicate colpevoli di<br />

spionaggio per Israele e gli USA. Il ministro degli esteri Ariel<br />

142


Sharon, ieri a New York ha negato con determinazione che alcuno degli<br />

arrestati fosse coinvolto in attività del genere. Washington ieri ha<br />

denunciato gli arresti e ha invitato il governo iraniano a rilasciare i<br />

prigionieri. Fonti superiori di governo hanno detto che<br />

l'amministrazione stava anche lavorando per far pressione sull'Iran<br />

attraverso terze parti.<br />

Gli Ebrei di New York che mantengono stretti contati con gli attivisti<br />

Ebrei in Iran hanno affermato al quotidiano Ha'aretz che gli arresti a<br />

Shiraz, che per gli standard iraniani è una comunità ebraica sicura,<br />

potrebbero essere un tentativo per prevenire tale sicurezza dallo<br />

spargersi in altre località iraniane.<br />

Come esempio della voglia di farsi valere della Comunità di Shiraz, una<br />

fonte che per motivi di affari deve marcare stretto l’Iran notò che la<br />

comunità si era rifiutata di ottemperare ad una richiesta governativa di<br />

tenere aperte le attività economiche ebraiche di Sabato e di chiuderle<br />

invece il Venerdì. Questo ha fatto infuriare il governo, disse, e sembra<br />

che sia stato il motivo degli arresti.<br />

Comunque altri ufficiali Ebrei a New York hanno affermato che<br />

condividono la visione diplomatica in cui gli arresti sono il risultato<br />

di una lotta di potere fra le forze di governo iraniano pro e contro le<br />

riforme. L'insieme di organizzazioni per gli Ebrei iraniani in Israele<br />

ha affermato che la Francia spera nel rilascio dei prigionieri, a causa<br />

delle sue buone relazioni con l'Iran. Gli Ebrei statunitensi hanno<br />

privatamente detto che affiancano le loro speranze a quelle della<br />

Francia per la stessa ragione.<br />

Nomi degli Arrestati:<br />

1, 2. David (25) and Doni Tefilin (brothers) - 28 - arrested in Shiraz.<br />

3. Javid Beth Jacob - 40 - arrested in Shiraz.<br />

4. Farhad Seleh - community leader arrested in Isfahan and transferred<br />

to Shiraz.<br />

5. Nasser Levi Haim - 45 - community leader arrested in Isfahan and<br />

transferred to Shiraz.<br />

6. Asher Zadmehror - 48 - community leader arrested in Isfahan and<br />

transferred to Shiraz.<br />

7. Navid Bala Zadeh - 16 - arrested in Isfahan and transferred to<br />

Shiraz.<br />

8. Nejat Beroukkhim (uncle) - 35 - religious leader arrested in Isfahan,<br />

transferred to Shriaz.<br />

9. Arash Beroukhim (nephew) - religious leader arrested in Isfahan and<br />

transferred to Shiraz.<br />

10, 11. Farhad (30) and Faramaz Kashi (brothers) - 34 - arrested in<br />

Shiraz.<br />

12. Shahrokh Pak Nahad - 29 - arrested in Isfahan and transferred to<br />

Shiraz.<br />

13. Ramin Farzam - 35<br />

143


4.. Gli Ebrei in Iraq<br />

1948 Popolazione ebraica: 150.000<br />

2001: Circa 100 [1]<br />

Una delle comunità sopravvissute più a lungo risiede ancora oggi in<br />

Iraq. Nel 722.d.C. ,le tribù a settentrionali d'Israele furono sconfitte<br />

dagli assiri e alcuni Ebrei furono deportati in quello che al giorno<br />

d'oggi è l'Iraq.<br />

Una comunità più grande nacque nel 596 d.C. , allorché i babilonesi<br />

conquistarono le tribù meridionali d'Israele e schiavizzarono gli Ebrei.<br />

Negli ultimi secoli, la regione divenne più ospitale nei confronti degli<br />

Ebrei e<br />

divenne inoltre la sede di alcuni degli scolari più insigni del mondo<br />

che produssero il talmud babilonese tra il 500 e il 700 d.C.<br />

L'Iraq divenne uno stato indipendente nel 1932. La comunità ebraiche<br />

irachena, presente da 2700 anni, subì terribili persecuzioni da quel<br />

momento, in particolare quando la spinta sionista per uno stato si<br />

intensificò.<br />

Nel giugno del 1941, il colpo di stato filo-nazista di Rashid Ali,<br />

ispirato dal Muftì, provocò numerosi tumulti e un pogrom a Baghdad.<br />

Folle armate irachene, con la complicità della polizia e dell'esercito,<br />

uccise 180 Ebrei e ne ferì almeno 1000.<br />

Ulteriori esplosioni di rivolte antiebraiche si verificarono tra il 1946<br />

e il 1949. Dopo la fondazione dello stato d'Israele nel 1948, il<br />

sionismo divenne un reato punibile con la pena capitale.<br />

Nel 1950, gli Ebrei iracheni poterono lasciare il paese a patto di<br />

rinunciare alla cittadinanza. Un anno dopo, comunque, le proprietà degli<br />

Ebrei emigrati furono congelate e furono imposte restrizioni economiche<br />

sugli Ebrei che avevano deciso di rimanere in Iraq.<br />

Dal 1949 al 1951, 104.000 Ebrei evacuarono l'Iraq durante le operazioni<br />

Ezra & Nechemia; altri 20.000 furono fatti uscire in segreto attraverso<br />

l'Iran.<br />

Nel 1952, il governo iracheno vietò agli Ebrei di emigrare e impiccò<br />

pubblicamente due Ebrei dopo averli ingiustamente accusati di aver<br />

gettato un ordigno esplosivo all'ufficio di Baghdad dell'agenzia di<br />

informazione statunitense.<br />

Con l'ascesa delle fazioni concorrenti Ba'ath nel 1963, furono imposte<br />

ulteriori restrizioni ai rimanenti Ebrei. La vendita di proprietà era<br />

proibita e tutti gli Ebrei erano costretti ad avere carte d'identità<br />

gialle. Dopo la guerra dei sei giorni, furono imposte delle misure ancor<br />

più repressive: fu espropriata la proprietà ebraica; i conti in banca<br />

degli ebrei furono congelati; gli Ebrei furono licenziati dagli impieghi<br />

pubblici; gli affari furono chiusi;<br />

i permessi di commercio furono cancellati; i telefoni vennero staccati.<br />

Gli Ebrei venivano posti agli arresti domiciliari per lunghi periodi di<br />

tempo o venivano limitati a muoversi in alcune città.<br />

144


Il momento peggiore della persecuzione arrivò alla fine del 1968.<br />

Svariate decine furono imprigionate a causa della scoperta di uno "spy<br />

ring" locale composto dagli uomni d'affari Ebrei. Quattordici uomini-<br />

undici dei quali Ebrei - furono condannati a morte dopo processi fittizi<br />

e impiccati nelle piazze pubbliche di Baghdad:<br />

altri morirono sotto tortura. Il 27 gennaio 1969, Radio Baghdad invitò<br />

gli iracheni a festeggiare. Circa 500.000 tra uomini, donne e bambini<br />

passeggiavano e danzavano per le strade seguendo i patiboli dove<br />

ciondolavano i corpi appesi degli Ebrei; la folla cantava "morte a<br />

Israele" e "morte a tutti i traditori". Questa esposizione dei corpi<br />

portò ad un indignazione mondiale che Radio Baghdad respinse<br />

dichiarando:"Abbiamo impiccato le spie, ma gli Ebrei crocefissero<br />

Gesù". [3]<br />

Gli Ebrei rimasero sotto costante sorveglianza del governo iracheno. Un<br />

ebreo iracheno (fuggito in seguito) scrisse nel suo diario nel febbraio<br />

1970:<br />

Ulcere, attacchi di cuore e collassi divengono sempre più frequenti fra gli Ebrei. La disumanizzazione della personalità<br />

ebraica che deriva da<br />

un'umiliazione continua e dal tormento... ci ha portato al più basso<br />

livello delle nostre capacità fisiche e mentali, e ci ha privato del<br />

potere di riaverci.<br />

In risposta alle pressioni internazionali, il governo di Baghdad<br />

consentì tranquillamente agli Ebrei restanti di emigrare agli inizi<br />

degli anni '70, pur lasciando in vigore le altre limitazioni. La<br />

maggior parte degli Ebrei rimasti ora sono troppo anziani per partire.<br />

Sono stati obbligati dal governo a trasformare in titoli, senza<br />

ricompenso, gli oltre 200 milioni di dollari di proprietà della comunità<br />

ebraica.<br />

Il governo inoltre si avvale di una retorica antisemita. Una frase<br />

utilizzata dal governo nel 2000 si riferiva agli ebrei come ai<br />

"discendenti delle scimmie e dei maiali, adoratori del tiranno<br />

infedele".[6]<br />

Nel 1991, prima della Guerra del Golfo, il dipartimento di stato disse<br />

"non c'è una evidenza recente di persecuzione di Ebrei, ma il regime<br />

restringe i viaggi, in particolare in Israele e i contatti con gli Ebrei<br />

all'estero."<br />

Un articolo del Jerusalem Post sottolinea che 75 Ebrei sono fuggiti<br />

dall'Iraq negli ultimi 5 anni, la maggior parte dei quali si è<br />

distribuita in Olanda e in Inghilterra. Circa 20 sono emigrati in<br />

Israele. [7]<br />

Solo una sinagoga continua ad essere attiva in Iraq, "un edificio<br />

friabile nascosto in un passaggio" a Bataween, un tempo il principale<br />

145


quartiere ebraico a Baghdad.<br />

Secondo il gestore della sinagoga "pochi bambini devono fare il<br />

bar-mitzvah, e poche coppie devono sposarsi. Gli Ebrei possono praticare<br />

la religione ma non gli è consentito occupare lavori in imprese di stato<br />

o presso l'esercito". [8]<br />

Il rabbino è morto nel 1996 e nessuno dei rimanenti Ebrei può<br />

interpretare la liturgia e solo un paio fra loro conoscono l'ebraico.<br />

L'ultimo matrimonio si è tenuto nel 1980.<br />

Il governo iracheno ha rinnovato le tombe del profeta Ezechiele e dello<br />

scrivano Ezra, che erano considerate sacre anche per i musulmani. La<br />

tomba del profeta Giona è stata anch'essa rinnovata. Saddam Hussein ha<br />

assegnato anche delle guardie per proteggere i luoghi sacri.<br />

Una tempo, Baghdad era per un quinto ebraica; altre comunità si erano<br />

installate 2500 anni fa. Oggi, sono circa 38 gli Ebrei che vivono a<br />

Baghdad,ed una manciata di più nella parte settentrionale del paese<br />

controllata dai curdi.<br />

Note:<br />

1. David Singer , Ed. American Jewish Year Book 2001. NY: American<br />

Jewish Committee, 2001.<br />

2. Jerusalem Post, (Dec. 13, 1997); Arieh Avneri, The Claim of<br />

Dispossession, (Tel Aviv: Hidekel Press, 1984), p. 274; Maurice Roumani,<br />

The Case of the Jews from Arab Countries: A Neglected Issue, (Tel Aviv:<br />

World Organization of Jews from Arab Countries, 1977), pp. 29-30; Norman<br />

Stillman, The Jews of Arab Lands in Modern Times, (NY: Jewish<br />

Publication Society, 1991), pp. 117-119; Howard Sachar, A History of Israel, (NY: Alfred A. Knopf, 1979), p. 399.<br />

3. Judith Miller and Laurie Mylroie, Saddam Hussein and the Crisis in the Gulf, (NY: Random House, 1990), p. 34.<br />

4. Max Sawadayee, All Waiting to be Hanged, (Tel Aviv: Levanda Press, 1974), p. 115.<br />

5. New York Times, (February 18, 1973).<br />

6. U.S. State Department Report on Human Rights Practices for 1997.<br />

7. Jerusalem Post (Dec. 13, 1997).<br />

8. New York Times Magazine, (February 3, 1985).<br />

9. Associated Press, (March 28, 1998).<br />

10. Jerusalem Post (September 28, 2002).<br />

5.. Gli Ebrei in Libano<br />

1948 Popolazione ebraica: 20.000<br />

2001: Meno di 100<br />

Quando gli arabi cristiani governarono in Libano, gli Ebrei godettero di<br />

una relativa tolleranza. Nella metà degli anni '50, circa 7.000 Ebrei<br />

vivevano a Beirut. Essendo Ebrei in un paese arabo, comunque, la loro<br />

situazione non era mai sicura e la maggior parte di loro partì nel 1967.<br />

La guerra civile fra musulmani e cristiani combattuta nel 1975-76, anche<br />

intorno al quartiere ebraico a Beirut, danneggiò molte case ebraiche,<br />

negozi e sinagoghe. La maggior parte dei rimanenti 1.800 Ebrei libanesi<br />

emigrò nel 1976, temendo che la crescente presenza siriana in Libano<br />

avrebbe ridotto la loro libertà di emigrazione.<br />

Nella metà degli anni '80, gli Hezbollah rapirono diversi Ebrei di<br />

146


spicco da Beirut - la maggior di essi erano capi di ciò che restava<br />

della minuta comunità ebraica del paese.<br />

Quattro Ebrei fra loro furono trovati uccis. Quasi tutti i rimanenti<br />

Ebrei si trovano a Beirut, dove è presente una commissione che<br />

rappresenta la comunità. [1]<br />

A causa della situazione politica corrente, gli Ebrei sono<br />

impossibilitati a praticare apertamente l'ebraismo.<br />

Note:<br />

1. Maariv, (June 21, 1991); JTA, (July 22, 1993); Jewish Communities of<br />

the World.<br />

6.. Gli Ebrei in Libia<br />

1948 Popolazione ebraica: 38.000<br />

2002: 0<br />

Nel novembre 1945, un selvaggio pogrom a Tripoli uccise più di 140 Ebrei<br />

e ne ferì altre centinaia. Quasi tutte le sinagoghe furono depredate.<br />

Nel giugno 1948, dei rivoltosi uccisero altri 12 Ebrei e distrussero 280<br />

case ebraiche.<br />

Migliaia di Ebrei fuggirono dal paese dopo che la Libia ottenne<br />

l'indipendenza ed entrò a far parte della lega araba nel 1951.<br />

Dopo la guerra dei sei giorni, la popolazione ebraica, che contava 7.000<br />

individui, subì altri pogrom in cui furono uccisi 18 Ebrei, molti altri<br />

furono feriti, causando un esodo così esteso che rimasero meno di 100 Ebrei in Libia.<br />

Allorché il colonnello Gheddafi raggiunse il potere nel 1969, tutte le<br />

proprietà degli Ebrei vennero confiscate e tutti i debiti cancellati.<br />

Nel 1999, la sinagoga di Tripoli fu rinnovata ma non fu riaperta. [2]<br />

L'ultima Ebrea vivente in Libia, Esmeralda Meghnagi, morì nel febbraio<br />

2002. Questo ha segnato la fine dei una delle più antiche comunità<br />

ebraiche, che affondava le sue radici nel terzo secolo d.C. [3]<br />

Note:<br />

1. Howard Sachar, A History of Israel, (NY: Alfred A. Knopf, 1979), p.<br />

400; Norman Stillman, The Jews of Arab Lands in Modern Times, (NY:<br />

Jewish Publication Society, 1991), p. 145.<br />

2. U.S. Department of State, 2000 Annual Report on International<br />

Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights,<br />

and Labor Washington, DC, September 5, 2000.<br />

3. Jerusalem Report, (March 11, 2002).<br />

7.. Gli Ebrei in Marocco<br />

1948 Popolazione ebraica: 265.000<br />

2001: 5.700<br />

Nel giugno 1948, sanguinose rivolte a Oujda e Djerada uccisero 44 Ebrei<br />

e ne ferirono molti altri. Nello stesso anno, fu istigato un<br />

boicottaggio economico non ufficiale nei confronti degli Ebrei<br />

147


marocchini.<br />

Nel 1956 il Marocco dichiarò la sua indipendenza, e l'immigrazione<br />

ebraica verso Israele venne sospesa. Nel 1963, l'emigrazione fu ripresa,<br />

consentendo a oltre 100.000 Ebrei marocchini di raggiungere Israele. [2]<br />

Nel 1965, lo scrittore marocchino Said Ghallab descrisse l'attitudine<br />

dei suoi compagni nei confronti dei loro vicini Ebrei:<br />

Il peggior insulto che un marocchino poteva fare era quello di trattare<br />

un suo compagno come un Ebreo... I miei amici d'infanzia sono rimasti<br />

antisemiti. Nascondono il loro violento antisemitismo sostenendo che lo<br />

stato d'Israele era la creatura dell'imperialismo occidentale...<br />

Un intero mito hitleriano è stato coltivato fra la popolazione. I<br />

massacri degli Ebrei da parte di Hitler sono stati esaltati<br />

entusiasticamente. Viene anche dato credito al fatto che Hitler non è<br />

morto, ma è vivo e sta bene, e il suo arrivo è atteso al fine di<br />

liberare gli Arabi da Israele. [3]<br />

Nonostante ciò, prima della sua morte nel 1999, il re Hassan tentò di<br />

proteggere la popolazione ebraica ed al momento il Marocco è uno degli<br />

ambienti più tolleranti per gli Ebrei nel mondo arabo.<br />

Gli Ebrei marocchini emigrati, anche quelli con la cittadinanza<br />

israeliana, sono liberi di visitare amici e parenti in Marocco. Gli<br />

Ebrei marocchini hanno anche occupato posizioni rilevanti nella comunità<br />

economica e governativa. La maggiore organizzazione ebraica<br />

rappresentante della comunità è il "Conseil des Communautes Israelites"<br />

a Casablanca.<br />

Le sue funzioni includono relazioni esterne, affari pubblici generali,<br />

patrimonio pubblico, finanze, mantenimento dei luoghi sacri, attività<br />

giovanili, vita culturale e religiosa. [4]<br />

"Gli Ebrei non risiedono più nelle tradizionali mellahs ebraiche, ma il<br />

matrimonio misto è quasi sconosciuto. Tre comunità sono sempre state<br />

religiose e tolleranti... La generazione più giovane preferisce<br />

continuare i suoi studi più alti all'estero e tende a non ritornare in<br />

MArocco. Così la comunità sta subendo un processo di invecchiamento" [5]<br />

Ci sono sinagoghe, bagni rituali, case per anziani e ristoranti Kosher a<br />

Casablanca, Fez,Marrakesh, Mogador, Rabat, Tetuan e Tangier. Nel 1992,<br />

comunque, la maggioranza delle scuole ebraiche venne chiusa. Solo quelle<br />

a Casablanca - il Chabad, ORT, Alliance e Otzar HaTorah - rimasero<br />

attive. Tutte e quattro ricevono finanziamenti governativi.<br />

148


"La comunità ebraica ha sviluppato una tradizione affascinante di<br />

rituali e pellegrinaggi presso le tombe dei sacri saggi. Ci sono 13<br />

luoghi famosi di questo genere, centinaia di anni antichi, ben<br />

conservati dai musulmani. Ogni anno, i giorni speciali, folle di Ebrei<br />

marocchini provenienti da tutto il mondo, Israele inclusa, affollano<br />

tali sepolcri.<br />

Un unicà festività marocchina, la mimunah, viene celebrata in Marocco ed<br />

in Israele". [6]<br />

Il Marocco è forse l'alleato più vicino ad Israele all'interno del mondo<br />

arabo. Re Hassan ha tentato ripetutamente di essere il catalizzatore<br />

dietro le quinte nel processo di pace arabo-israeliano. Nel 1986, ospitò<br />

il primo ministro israeliano Shimon Peres in uno sforzo di stimolo del<br />

progresso. Due mesi dopo, Hassan incontrò una delegazione di Ebrei di<br />

origine marocchina, includente un membro della Knesset israeliana.<br />

Nel 1993, dopo aver firmato l'accordo con l'OLP, il primo ministro<br />

Ytzhak Rabin si recò in visita formale in Marocco.<br />

Nel maggio 1999, re Hassan organizzò il primo incontro degl'unione<br />

mondiale degli Ebrei marocchini, a Marrakesh.<br />

Nell'aprile e maggio 2000, il governo marocchino patrocinò una serie di<br />

eventi e conferenze per promuovere il rispetto fra le religioni. [7]<br />

Andre Azoulay, consigliere reale e cittadino di spicco Ebreo, parlò a<br />

proposito della necessità di un dialogo e del rispetto tra le religioni.<br />

Nell'ottobre 2000, due giovani marocchini tentarono di danneggiare la<br />

sinagoga di Tangeri. Il 6 novembre, Re Mohamed VI dichiarò pubblicamente<br />

in un discorso televisivo che il governo non avrebbe tollerato un<br />

maltrattamento degli Ebrei in Marocco. I giovani furono in seguito<br />

condannati ad un anno di carcere. [8]<br />

Note:<br />

1. David Singer, Ed. American Jewish Year Book 2001. NY: American Jewish<br />

Committee, 2001.<br />

2. Maurice Roumani, The Case of the Jews from Arab Countries: A<br />

Neglected Issue, (Tel Aviv: World Organization of Jews from Arab<br />

Countries, 1977), pp. 32-33.<br />

3. Said Ghallab, "Les Juifs sont en enfer," in Les Temps Modernes,<br />

(April 1965), pp. 2247-2251.<br />

4. U.S. State Department Report on Human Rights Practices for 1996;<br />

Jewish Communities of the World; U.S. State Department Report on Human<br />

Rights Practices for 1997.<br />

5. Jewish Communities of the World.<br />

6. Jewish Communities of the World.<br />

7. U.S. Department of State, 2000 Annual Report on International<br />

Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights,<br />

and Labor Washington, DC, (September 5, 2000).<br />

8. U.S. Department of State, 2001 Annual Report on International<br />

149


Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights,<br />

and Labor Washington, DC, (October 26, 2001).<br />

8.. Gli Ebrei in Siria<br />

1948 Popolazione ebraica: 3.000<br />

2001: Meno di 100<br />

Nel 1944, dopo che la Siria ottenne l'indipendenza dalla Francia, il<br />

nuovo governo proibì agli Ebrei l'immigrazione in Palestina, e restrinse<br />

severamente l'insegnamento dell'ebraico nelle scuole ebraiche. Il numero<br />

di attacchi contro gli Ebrei salì, e si invitò a boicottare i loro<br />

affari.<br />

Quando fu dichiarata la partizione nel 1947, delle rivolte arabe ad<br />

Aleppo devastarono la comunità ebraica, antica di 2500 anni. Decine di<br />

Ebrei furono uccisi e oltre 200 case, negozi e sinagoghe furono<br />

distrutti. Migliaia di Ebrei fuggirono dalla Siria per andare in<br />

Israele. [1]<br />

Poco dopo, il governo siriano intensificò le sue persecuzioni contro la<br />

popolazione ebraica. La libertà di movimento fu ristretta severamente.<br />

Gli Ebreic he tentavano di fuggire, affrontavano la pena di morte o la condanna ai lavori forzati. Agli Ebrei non era<br />

consentito lavorare per il governo o le banche, non potevano acquistare telefoni o patenti, e gli era vietato comprare<br />

beni.<br />

I conti nelle banche degli ebrei furono congelati. Una strada per<br />

l'aereoporto fu costruita sopra il cimitero ebraico a damasco; le scuole<br />

ebraiche furono chiuse e affidate ai musulmani.<br />

L'atteggiamento siriano nei confronti degli Ebrei si rifletteva nella<br />

protezione di Alois Brunner, uno dei più conosciuti criminali nazisti.<br />

Brunner, un aiutante capo di Adolf Eichmann, fu utilizzato come<br />

consigliere nel regime di Assad.[2]<br />

Nel 1987-88 la polizia segreta siriana catturò dieci Ebrei sospettati di<br />

violare le leggi dell'emigrazione e di viaggio, pianificando di fuggire<br />

e avendo fatto viaggi all'estero non autorizzati. Diversi tra coloro che<br />

furono rilasciati hanno riportato di essere stati torturati mentre erano<br />

in prigione.[3]<br />

Nel novembre 1989, il governo siriano promise di facilitare<br />

l'emigrazione di più di 500 donne Ebree single, che sovrastavano<br />

numericamente gli uomini nella comunità ebraica e non potevano quindi<br />

trovare un marito adatto. A 24 di loro fu permesso di emigrare<br />

nell'autunno del 1989 e ad altre 20 nel 1991.[4]<br />

Per anni, gli Ebrei in Siria vissero in un grande terrore. Il quartiere<br />

ebraico di Damasco era sotto sorveglianza costante dalla polizia<br />

segreta, che era presente durante le funzioni religiose in sinagoga, nei<br />

matrimoni, nei bar-mitzvah e negli altri raduni ebraici.<br />

Il contatto con gli stranieri era monitorato rigorosamente. I viaggi<br />

all'estero erano concessi solo in casi eccezionali, ma solo se veniva<br />

lasciata una cauzione di 300-1000 dollari, insieme ai membri familiari<br />

150


che venivano utilizzati come ostaggi.<br />

Le pressioni statunitensi fatte durante le negoziazioni di pace, sono servite a convincere il presidente Hafez Assad ad<br />

abolire queste restrizioni e quelle che proibivano agli Ebrei di comprare o vendere proprietà, nei primi anni '90.<br />

In una operazione segreta nel tardo 1994, 1262 Ebrei siriani furono<br />

portati in Israele. Il leader spirituale della comunità ebraica Rabbi<br />

Avraham Hamra, presente da 25, era fra coloro che lasciarono la Siria e<br />

si recò a New York (ora vive in Israele).La Siria ha garantito visti di<br />

uscita a condizione che gli Ebrei non vadano in Israele. [5]<br />

La decisione di liberare definitivamente gli Ebrei si ottenne<br />

sostanzialmente come risultato di pressioni da parte degli USA a seguito<br />

della conferenza di pace a Madrid del 1991.<br />

Alla fine del 1994, la sinagoga Joab Ben Zeruiah ad Aleppo, in uso<br />

continuo da più di 1.600 anni era deserta.<br />

Un anno dopo, circa 250 Ebrei erano rimasti a Damasco, tutti<br />

apparentemente per loro scelta. [6]<br />

Nella metà del 2001, Rabbi Huder Shahada Kabariti stimò che circa 150<br />

Ebrei vivevano a Damasco, 30 a Haleb e 20 a Kamashili.<br />

Ogni due o tre mesi un rabbino viene in visita da Istanbul per<br />

supervisionare la preparazione della carne kosher, che i residenti<br />

congelano e utilizzano fino alla sua prossima visita.<br />

Due sinagoghe sono ancora aperte a Damasco.[7]<br />

Nonostante gli Ebrei siano stati occasionalmente oggetto di violenze dai<br />

contestatori palestinesi in Siria, il governo ha preso strette misure<br />

protettive, arrestando anche gli assalitori e sorvegliando le restanti<br />

sinagoghe. [8]<br />

Secondo il dipartimento di stato, gli Ebrei hanno ancora una scuola<br />

primaria separata per l'istruzione religiosa all'ebraismo e gli è<br />

concesso insegnare ebraico in alcune scuole.<br />

Circa una dozzina di studenti seguono ancora alla scuola ebraica, che aveva 500 studenti come nel 1992.<br />

Ebrei e curdi sono le uniche minoranze cui non è concesso partecipare al<br />

sistema politico.<br />

Inoltre "ai pochi Ebrei rimanenti sono generalmente vietati gli impieghi<br />

di governo e non hanno obblighi di servizio militare. Sono la sola<br />

minoranza i cui passaporti e le cui carte d'identità denotano la loro<br />

religione." [9]<br />

Note:<br />

1. Howard Sachar, A History of Israel: From the Rise of Zionism to Our Time., (NY: Alfred A. Knopf, 1979), p. 400;<br />

Maurice Roumani, The Case of the Jews from Arab Countries: A Neglected Issue, (Tel Aviv: World Organization of<br />

Jews from Arab Countries, 1977), p. 31; Norman Stillman, The Jews of Arab Lands in Modern Times, (NY: Jewish<br />

Publication Society, 1991), p. 146.<br />

2. Newsday, (November 1, 1987); information provided by Rep. Michael McNulty.<br />

3. Middle East Watch, Human Rights in Syria, (NY: Middle East Watch, 1990), p. 94.<br />

4. Country Reports on Human Rights Practices for 1991, (DC: Department<br />

of State, 1992), p. 1610.<br />

5. Jerusalem Post, (Oct. 18, 1994).<br />

6. Jerusalem Post, (May 27, 1995).<br />

151


7. Associated Press, (January 27, 2000).<br />

8. U.S. Department of State, 2000 Annual Report on International<br />

Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights,and Labor Washington, DC, (September 5,<br />

2000).<br />

9. U.S.State Department Report on Human Rights Practices for 2001.<br />

Gli Ebrei in Tunisia<br />

1948 Popolazione ebraica: 105.000<br />

2001: 1.500 [1]<br />

Dopo che la Tunisia ottenne l'indipendenza nel 1956, ci fu una serie di<br />

decreti antiebraici che vennero promulgati dal governo.<br />

Nel 1958, il consiglio della comunità ebraica tunisina fu abolito dal<br />

governo e molte sinagoghe antiche, cimiteri e quartieri ebraici vennero<br />

distrutti per un "rinnovo urbano". [2]<br />

La crescente situazione instabile causò l'immigrazione di 40.000 Ebrei<br />

tunisini in Israele. Nel 1967 la popolazione ebraica si era ridotta a<br />

20.000 persone.<br />

Durante la guerra dei sei giorni, gli ebrei furono attaccati da sommosse<br />

di arabi, e molte sinagoghe e negozi furono bruciati.<br />

Il governo denunciò la violenza e il presidente Habib Bourguiba si scusò<br />

col rabbino capo. Il governo si appellò agli ebrei pregandoli di restare<br />

ma non gli proibì di lasciare il paese. Di conseguenza 7.000 ebrei<br />

immigrarono in Francia.<br />

Nel 1982 ci furono altri attacchi contro gli ebrei nelle città di Zarzis<br />

e Ben Guardane. Secondo il dipartimento di stato, il governo tunisino<br />

"si comportò con decisione per fornire protezione alla comunità<br />

ebraica". [3]<br />

Nel 1985, una guardia tunisina aprì il fuoco sui pellegrini nella<br />

sinagoga di Djerba, uccidendo cinque persone, quattro delle quali Ebree.<br />

Da allora il governo ha cercato di prevenire ulteriori tragedie dando<br />

agli ebrei tunisini una stretta protezione quando necessario. A seguito<br />

del bombardamento da parte d'Israele del quartier generale dell'OLP il 1<br />

ottobre 1985 vicino Tunisi, il governo prese straordinarie misure per<br />

proteggere la comunità ebraica. [4]<br />

Dopo la tragedia sul monte del Tempio nell'ottobre 1990, "il governo ha<br />

imposto una pesante sicurezza attorno alla sinagoga principale di<br />

Tunisi" [5]<br />

Djerba ha uno dei maggiori asili ebraici. Ci sono anche sei scuole<br />

primarie ebraiche, (tre collocate a Tunisi, due Djerba e una sulla<br />

città costiera di Zarzis) e quattro scuole secondarie (due a Tunisi e<br />

due Djerba).<br />

Ci sono anche delle yeshivot a Tunisi e a Djerba. La comunità ha due<br />

case di riposo. Il paese ha diversi ristoranti kosher e cinque rabbini<br />

ufficianti: il rabbino capo a Tunisi, un rabbino a Djerba, e altri<br />

quattro a Tunisi. La maggior parte della comunità ebraica osserva le<br />

regole della Kashrut.<br />

152


"Molti turisti vengono a visitare la sinagoga di Djerba El Ghriba, nel villaggio di Hara Sghira. Nonostante la struttura<br />

presente sia stata costruita nel 1929, si crede che ci sia sempre stato un continuo utilizzo del luogo come sinagoga da<br />

1900 anni. Gli ebrei tunisini hanno rituali e celebrazioni unici e colorati , che includono il pellegrinaggio annuale a<br />

Djerba che ha luogo durante Lag BaOmer.<br />

Il Museo Bardo di Tunisi contiente un 'esposizione che tratta<br />

esclusivamente degli oggetti rituali ebraici" [6]<br />

Oggi, i 1.300 Ebrei comprendono la minoranza religiosa più estesa. "il<br />

Governo assicura libertà di culto per la comunità ebraica e paga lo<br />

stipendio del rabbino capo" della comunità. [7]<br />

Nell'ottobre 1999 la comunità ebraica ha eletto il nuovo Consiglio dei<br />

direttori per la prima volta dall'indipendenza tunisina del 1956. Hanno<br />

dato anche al Consiglio un nuovo nome :"La commissione ebraica della<br />

Tunisia" [8]<br />

L'11 aprile 2002 un camion contenente gas naturale esplose presso il<br />

muro esterno della sinagoga di Ghriba, nel ritrovo di Djerba. Gli<br />

ufficiali tunisini dissero che il camion aveva accidentalmente colpito<br />

il muro della sinagoga, ma un gruppo collegato ad Al Qaeda di Osama Bin<br />

Laden rivendicò la responsabilità di aver portato a termine un attacco<br />

terroristico in una delle sinagoghe piu antiche in Africa.<br />

L'esplosione uccise 17 persone, inclusi 11 turisti tedeschi. [9]<br />

Note:<br />

1. David Singer, Ed. American Jewish Year Book 2001. NY: American Jewish Committee, 2001.<br />

2. Maurice Roumani, The Case of the Jews from Arab Countries: A<br />

Neglected Issue, (Tel Aviv: World Organization of Jews from Arab<br />

Countries, 1977), pp. 33; Norman Stillman, The Jews of Arab Lands in Modern Times, (NY: Jewish Publication Society,<br />

1991), p. 127.<br />

3. Country Reports on Human Rights Practices for 1982, (DC: Department of State, 1983), pp. 1290-91.<br />

4. Country Reports on Human Rights Practices for 1985, (DC: Department of State, 1986), p. 1321.<br />

5. Country Reports on Human Rights Practices for 1990, (DC: Department of State, 191), pp. 1664-65.<br />

6. Jewish Communities of the World.<br />

7. U.S. State Department Reporton Human Rights Practices for 1997.<br />

8. U.S. Department of State, 2000 Annual Report on International<br />

Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights,and Labor Washington, DC, September 5,<br />

2000.<br />

9. Washington Post, (April 17 & 23, 2002).<br />

Gli Ebrei in Yemen<br />

1948 Popolazione ebraica: 55.000 (ad Aden altri 8.000)<br />

2001: Meno di 200 [1]<br />

Nel 1992 il governo dello Yemen reintrodusse un'antica legge islamica<br />

che richiedeva che gli Ebrei orfani al di sotto dei 12 anni venissero<br />

forzatamente convertiti all'islam.<br />

Nel 1947, dopo il voto di partito, rivoltosi musulmani raggiunti dalle<br />

forze di polizia locale, effettuarono un pogrom sanguinoso ad Aden che<br />

uccise 82 ebrei e distrusse centinaia di case ebraiche.<br />

La comunità ebraica di Aden era economicamente paralizzate, poiché la<br />

153


naggiore parte degli affari ebraici e dei negozi furono distrutti.<br />

All'inizio del 1948 la falsa accusa di omicidio rituale di due bambine<br />

portò al subimento di saccheggi [2].<br />

Questa situazione crescente in modo pericoloso portò ad una emigrazione<br />

virtuale di quasi l'intera tutta la comunità ebraica yemenita- quasi<br />

50.000- tra il giugno 1949 e il settembre 1950 durante l'operazione<br />

"Tappeto Magico". Una migrazione continua e minore fu concessa durante<br />

il 1962, quando una guerra civile pose un brusco alt a susseguenti esodi<br />

ebraici.<br />

Fino al 1976, quando un diplomatico americano arrivò presso una piccola<br />

comunità ebraica in una remota regione dello Yemen settentrionale, si<br />

creeva che la comunità ebraica yemenita fosse estinta. Di conseguenza,<br />

la condizione di Ebreo yemenita era disconosciuta nel mondo esterno.<br />

Si scoprì che alcune persone non aderirono all'operazione "tappeto<br />

magico" perché i membri familiari non volevano lasciare malati o parenti<br />

anziani. A questi Ebrei era proibito emigrare e non gli era concesso<br />

avere contatti coi parenti all'estero. Erano isolati e intrappolati,<br />

sparsi attraverso le regioni montagnose del nord dello Yemen, senza<br />

cibo, vestiti, cure mediche e utensili religiosi.<br />

Perciò alcuni Ebrei yemeniti abbandonarono la loro fede per convertirsi<br />

all'Islam.<br />

Per un breve periodo di tempo, alle organizzazioni ebraiche fu permesso<br />

di viaggiare apertamente verso lo Yemen, distribuendo libri d'ebraico e<br />

materiale per la comunità ebraica.<br />

Oggi, gli Ebrei sono solo una minoranza religiosa indigena dietro un<br />

esiguo nnumero di cristani, indù e bahai.<br />

La piccola comunità rimasta nel nord è tollerata e gli è concesso<br />

praticare l'ebraismo. Comunque i suoi membri sono ancora trattati come<br />

cittadini di seconda classe e non possono fare il servizio militare o<br />

essere eletti per cariche politiche.<br />

Agli ebrei è concesso vivere in una sezione di una città o di un<br />

villaggio e spesso sono confinati a una scelta limitata di impiego,<br />

tipicamente relativo all'allevamento o all'artigianato. Gli ebrei<br />

possono, e lo fanno, possedere proprietà. [4]<br />

Gli Ebrei sono sparsi e non esiste più una struttura comunitaria. Gli<br />

Ebrei yemeniti hanno una vaga interazione sociale con i loro vicini<br />

musulmani e non possono comunicare col mondo ebraico. Si crede che ci<br />

siano due sinagoghe ancora funzionanti a Saiqaya e ad Amlah.<br />

La vita religiosa non ha cambiato molto le leggi alimentari ebraiche,<br />

gli Ebrei non possono mangiare i pasti coi musulmani. Inoltre, il<br />

matrimonio è assolutamente proibito con religioni esterne.<br />

Durante gli ultimi anni, circa 400 Ebrei sono immigrati in Israele<br />

nonostante il divieto ufficiale di emigrazione. [5]<br />

Lo stato ha riportato che a metà del 2000 "il governo ha sospeso la<br />

politica di concedere agli israeliani di origine yemenita di viaggiare<br />

verso lo yemen .<br />

154


Comunque yemeniti, israeliani e altri ebrei possono viaggiare<br />

liberamente verso e dentro lo Yemen con passaporti non israeliani"<br />

Nel gennaio 2001, il "General's people party" attualmente al governo ha<br />

proposto per la prima volta la candidatura di un Ebreo yemenita per le<br />

elezioni parlamentari.<br />

Il candidato Ibrahim Ezer, era raccomandato dal presidente Ali Abdallah<br />

Salah come un gesto di benvenuto verso l'amministrazione Bush nel<br />

tentativo di ricevere un aiuto economico per lo Yemen.<br />

La commissione generale dell'elezione, ha in seguito rifiutato la<br />

candidatura di ezer per il fatto che un candidato deve essere figlio di<br />

due genitori musulmani. Gli analisti politici hanno congetturato che la<br />

vera ragione era il desiderio di non stabilire un precedente per<br />

consetire ad un Ebreo di concorrere per la carica. [7]<br />

Note:<br />

1. David Singer, Ed. American Jewish Year Book 2001. NY: American Jewish Committee, 2001.<br />

2. Howard Sachar, A History of Israel, (NY: Alfred A. Knopf, 1979), pp. 397-98; Maurice Roumani, The Case of the Jews from Arab Countries: A<br />

Neglected Issue, (Tel Aviv: World Organization of Jews from Arab Countries, 1977), pp. 32-33; Norman Stillman, The Jews of Arab Lands in Modern<br />

Times, (NY: Jewish Publication Society, 1991), p. 498.<br />

3. Jerusalem Post, (February 15, 1992); Jewish Telegraphic Agency,<br />

(February 26, 1992).<br />

4. Jewish Communities of the World; U.S. State Department Report on Human Rights Practices for 1997.<br />

5. Jewish Communities of the World.<br />

6. U.S. Department of State, 2001 Annual Report on International<br />

Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights,<br />

and Labor Washington, DC, (October 26, 2001).<br />

7. Jerusalem Post, (January 30, 2001).<br />

Note<br />

[1] Vamberto Morais, A Short History of Anti-Semitism, (NY: W.W Norton and Co., 1976), p. 11; Bernard Lewis, Semites & Anti-Semites, (NY: WW<br />

Norton & Co., 1986), p. 81.<br />

[2] Oxford English Dictionary; Webster's Third International Dictionary.<br />

[3] Official British document, Foreign Office File No. 371/20822 E<br />

7201/22/31; Elie Kedourie, Islam in the Modern World, (London: Mansell, 1980), pp. 69-72.<br />

[4] Howard Sachar, A History of Israel: From the Rise of Zionism to Our Time, (NY: Alfred A. Knopf, 1979), p. 196.<br />

[5] Jordanian Nationality Law, Official Gazette, No. 1171, Article 3(3) of Law No. 6, 1954, (February 16, 1954), p. 105.<br />

[6] From a letter sent to M. Rene Mheu, Director General of UNESCO, and reproduced in Al-Thawra, (May 3, 1968).<br />

[7] The Religious Ordinances Reader, (Syrian Ministry of Education, 1963-1964), p. 138.<br />

[8] Basic Syntax and Spelling, Syrian Ministry of Education, 1963.<br />

[9] Religious Teaching, Egyptian Ministry of Education, 1966.<br />

[10] ModernWorld History,JordanianMinistry ofEducation1966, p.150.<br />

[11] David K.ShiplerAraband Jew(NY: Times Books1986pp167170, 203.<br />

[12] Meyrav Wurmser, The Schools of Ba'athism: A Study of Syrian<br />

Schoolbooks, (Washington, D.C.: Middle East Media and Research Institute(MEMRI), 2000), p. xiii.<br />

[13] Wurmser, p. 51.<br />

[14] Middle East Media and Research Institute (MEMRI); Parade, (June 23,2002), p. 13.<br />

[15] Jewish Telegraphic Agency, (March 4, 1991).<br />

[16] Al-Mussawar, (August 4, 1972).<br />

[17] Middle East Media and Research Institute (MEMRI),<br />

[18] Al-Ahram (October 28, 2000)<br />

[19] Jerusalem Post (November 19, 2001)<br />

[20] Palestinian Authority television, (October 14, 2000)<br />

[22] Palestinian Media Watch, http://www.pmw.org/ (March 15, 2000)<br />

[22] Bernard Lewis,"The Pro-IslamicJews"Judaism(Fall 1968)p401.<br />

[23] Bat Ye'or,The Dhimmi, (NJ: Fairleigh Dickinson University Press,1985), pp. 43-44.<br />

[24] Bat Ye'or, pp. 185-86, 191, 194.<br />

[25] Norman Stillman, The Jews of Arab Lands, (PA: The Jewish<br />

Publication Society of America, 1979), p. 84; Maurice Roumani, The Caseof the Jews from Arab Countries: A Neglected Issue, (Tel Aviv:<br />

WorldOrganization of Jews from Arab Countries, 1977), pp. 26-27; Bat Ye'or,p. 72; Bernard Lewis, The Jews of Islam, (NJ: Princeton<br />

UniversityPress, 1984) p. 158.<br />

[26] Stillman, pp. 59, 284.<br />

[27] Roumani, pp. 26-27.<br />

[28] Von GrunebaumEastern Jewry Under IslamViator, (1971)p.369.<br />

[29] New York Times, February 19, 1947).<br />

[30] Roumani, pp. 30-31; Norman Stillman, The Jews of Arab Lands inModern Times, (NY: Jewish Publication Society1991), pp. 119-122.<br />

[31] Bat Ye'or, p. 61.<br />

[32] Bat Yeor, p. 30<br />

[33] Louis Gardet, La Cite Musulmane: Vie sociale et politique, (Paris:Etudes musulmanes,1954), p. 348.<br />

[34] Bat Ye'or, pp. 56-57.<br />

155


[35] Middle Eastern Studies, (1971), p. 232.<br />

[36] Washington Post, (February 25, 2002).<br />

[37] Esquire, (February 2003).<br />

I diritti umani nei paesi arabi, di Mitchell G.Bard<br />

Miti da confutare<br />

18.a. "I governi arabi affermano di garantire i diritti umani di base<br />

ai loro cittadini"<br />

18.b. "I diritti delle donne sono attualmente protetti nel mondo<br />

arabo"<br />

18.c. "La libertà per i palestinesi nell'Autorità palestinese include<br />

anche il diritto di vendere terre agli Ebrei"<br />

[I miti in dettaglio]<br />

18.a. MITO<br />

"I governi arabi affermano di garantire i diritti umani di base ai<br />

loro cittadini"<br />

18.a. <strong>FATTI</strong><br />

Mentre è stata posta grande attenzione sulle presunte violazioni dei<br />

diritti umani da parte di Israele in Cisgiordania e Gaza, la stampa<br />

popolare ha deciso di ignorare potienzialmente le violazioni<br />

dei diritti umani fondamentali che si verificano quotidianamente in<br />

quasi tutte le nazioni arabe. Secondo il rapporto annuale compilato<br />

dal Dipartimento di Stato, la maggioranza degli stati arabi<br />

sono governati da regimi dittatoriali e oppressivi, che negano ai<br />

loro cittadini le libertà di base di espressione politica, parola,<br />

stampa e giusti processi. Il rapporto sullo sviluppo umano arabo<br />

pubblicato da un gruppo di ricercatori arabi del programma di<br />

sviluppo dell'ONU ha concluso che, fatte salve sette regioni del<br />

mondo, i paesi arabi si collocano nelle posizioni più basse in una<br />

graduatoria di libertà concesse nei paesi. Hanno anche il più basso<br />

punteggio per "opinione e responsabilità", una misura di vari aspetti<br />

del processo politico, libertà civile, diritti politici ed<br />

indipendenza dei media. [1]<br />

18.b. MITO<br />

"I diritti delle donne sono attualmente protetti nel mondo arabo"<br />

18.b. <strong>FATTI</strong><br />

Nella maggior parte dei paesi arabi, la Shari'a, o legge islamica,<br />

definisce le regole del tradizionale comportamento sociale. Sotto<br />

questa legge, alle donne viene dato un tuolo inferiore rispetto a<br />

quello dell'uomo, e perciò sono discriminate per ciò che riguarda i<br />

diritti personali e la libertà individuale.<br />

Un esperto di medioriente, Daniel Pipes, spiega: "Dal punto di vista<br />

islamico... la sessualità femminile si considera essere così potente<br />

da costituire un effettivo pericolo per la società". Perciò, le donne<br />

156


non dominate costituiscono "la più pericolosa minaccia da affrontare<br />

per gli uomini per rispettare i comandi divini". Inoltre,<br />

il "desiderio femminile e il loro fascino irresistibile da alla donne<br />

un potere sull'uomo che concorre con quello di Dio." [2]<br />

"Lasciati a se stessi", continua Pipes, "gli uomini potrebbero cadere<br />

vittime delle donne ed abbandonare Dio", portando di conseguenza a un<br />

disordine civile fra i credenti.<br />

Tradizionalmente le donne arabe si sposano in giovane età con un uomo<br />

scelto dal loro padre. Un marito ha il diritto di divorziare in<br />

qualunque momento, anche contro la volontà della moglie, dichiarando<br />

semplicemente a voce la sua intenzione.<br />

Nonostante l'immagine di una donna con uguali diritti si stia<br />

lentamente diffondendo attraverso alcuni stati laici arabi, questa<br />

idea resta confinata ai centri urbani e alle sfere di estrazione<br />

sociale superiore.<br />

La mutilazione sessuale rituale delle donne è ancora diffusa in aree<br />

rurali dell'Egitto, della Libia, dell'Oman e dello Yemen.<br />

Inoltre le leggi che restringono i diritti della donna restano<br />

affermati in quasi tutte le nazioni arabe. In Siria, un uomo può<br />

impedire alla moglie di lasciare il paese. In Egitto, Libia, Iraq,<br />

Marocco, Giordania, Oman e Yemen, le donne sposate devono avere il<br />

permesso scritto del marito<br />

per viaggiare all'estero, e comunque glielo si può impedire per una<br />

ragione qualunque.<br />

In Arabia Saudita, le donne devono ottenere il permesso dal parente<br />

maschio più stretto per lasciare il paese o per viaggiare sui mezzi<br />

pubblici nelle diverse parti del paese.<br />

Secondo l'ONU, "l'utilizzo delle possibilità delle donne arabe<br />

attraverso la partecipazione economica e politica resta la più bassa<br />

al mondo in termini quantitativi... In alcuni paesi con assemble<br />

elette dalla nazione, alle donne è ancora negato il diritto di votare<br />

o di ricoprire cariche di servizio. E una donna araba su due non sa<br />

né leggere né scrivere" [2a]<br />

In una corte saudita di Shari'a, la testimonianza di un uomo equivale<br />

a quella di due donne. In Kuwait, la popolazione maschile può votare,<br />

mentre le donne sono ancora prive di tale diritto. Egitto, Marocco,<br />

Giordania e Arabia Saudita hanno ancora leggi che affermano che<br />

l'eredità di una donna deve essere inferiore rispetto a quella dei<br />

suoi fratelli (tipicamente circa la metà).<br />

La legge Marocchina giustifica l'omicidio o il ferimento di una donna<br />

colta in fallo in un atto di adulterio; nonostante ciò le donne sono<br />

punite per aver danneggiato i loro mariti nelle stesse circostanze.<br />

Picchiare la moglie è una pratica relativamente comune nei paesi<br />

arabi, e una donna maltrattata ha un piccolo ricorso.<br />

Il dipartimento di stato ha sottolineato relativamente alla Giordania<br />

(e alla maggior parte del mondo arabo): "Picchiare la moglie è<br />

tecnicamente una ragione di divorzio, ma il marito può cercare di<br />

dimostrare che ha l'autorità per farlo in base al corano per<br />

correggere una moglie non religiosa o disobbediente picchiandola" [3]<br />

In Arabia Saudita le restrizioni contro le donne sono fra le più<br />

estremiste nel mondo arabo. Le donne saudite non possono sposare un<br />

non saudita senza il permesso del governo (che viene concesso<br />

157


aramente); gli è proibito guidare macchine o biciclette; non possono<br />

usare servizi pubblici se sono presenti degli uomini; sono obbligate<br />

a sedersi sul fondo degli autobus pubblici; sono segregate dagli<br />

uomini.<br />

All'Università di Riyadh King Saud, i professori danno lezioni in<br />

aule di uomini mentre le donne osservano in classi femminili distanti<br />

attraverso una televisione a circuito chiuso. [3a]<br />

"Le rubriche di consigli [islamici]" nella stampa saudita<br />

raccomandano come parte del proprio matrimonio di educare<br />

rigorosamente le donne.<br />

Le donne devono coprire interamente il corpo e il viso in pubblico, e<br />

quelle che non lo fanno sono soggette a un' umiliazione pubblica da<br />

parte della polizia religiosa saudita, conosciuta anche come<br />

Mutaaw'in. I sauditi estendono il loro trattamento discriminatorio<br />

anche alle donne all'estero. Durante una visita negli Stati Uniti da<br />

parte del Principe Abdullah, ad esempio, gli assistenti del principe<br />

hano richiesto che non vi fossero controllori di volo donne atte a<br />

controllare il volo del principe in Texas per visitare il presidente<br />

Bush. Hanno anche richiesto che non ci fossero donne sulla pista<br />

d'atterraggio del jet. [3b]<br />

L'ONU, le organizzazioni internazionali e le organizzazioni non<br />

governative locali premono costantemente sui regimi arabi per<br />

migliorarne i diritti umani, in particolare quelli delle donne.<br />

Secondo i dati ONU, la proporzione di donne rappresentata nei<br />

parlamenti arabi è del 3,4% (a confronto con l'11,4% del resto del<br />

mondo). Inoltre, il 55% delle donne arabe sono analfabete.<br />

L'assistente del Vice segretario generale delle nazioni unite, Angela<br />

King, ha pubblicamente richiamato gli stati arabi a garantire alle<br />

donne i loro diritti. [4]<br />

I regimi arabi trovano diversi modi per affrontare le pressioni<br />

internazionali volte al miglioramento dei diritti delle donne. Spesso<br />

preferiscono introdurre dei lievi miglioramenti nello status delle<br />

donne piuttosto che intraprendere riforme radicali che potrebbero<br />

contraddire la loro ideologia e inimicarsi gli elementi conservatori<br />

del paese.<br />

18.c. MITO<br />

"La libertà per i palestinesi nell'Autorità palestinese include<br />

anche il diritto di vendere terre agli Ebrei"<br />

18.c. <strong>FATTI</strong><br />

Nel 1996, il Mufti dell'autorità palestinese, Ikremah Sabri, emanò<br />

una fatwa (decreto religioso), vietando la vendita delle proprietà<br />

degli arabi e dei musulmani agli Ebrei.<br />

Chiunque avesse violato tale ordine sarebbe stato ucciso. Almeno<br />

sette proprietari terrieri furono uccisi quell'anno. Sei anni dopo,<br />

il capo dell'Intelligence palestinese in Cisgiordania,il generale<br />

Tawfik Tirawi, ammise che i suoi uomini erano i responsabili degli<br />

omicidi. [4a]<br />

Il 5 maggio 1997, il ministro di giustizia dell'Autorità Palestinese<br />

Freih Abu Middein annunciò che la pena di morte sarebbe stata imposta<br />

su chiunque fosse stato giudicato colpevole di cedere "un centimetro"<br />

ad Israele. In seguito in quel mese, due proprietari terrieri furono<br />

uccisi. Gli ufficiali dell'Autorità palestinese negarono ogni<br />

158


connessione con gli omicidi. Un anno dopo, un altro palestinese,<br />

sospettato di vendere le terre agli Ebrei fu ucciso. L'autorità<br />

palestinese ha anche arrestato dei proprietari terrieri sospettati di<br />

violare le leggi giordane (in vigore nella Cisgiordania), che<br />

proibiscono la vendita delle terre agli stranieri. [5]<br />

DIRITTI UMANI NEI PAESI ARABI<br />

(se non evidenziato, tutte le informazioni provengono dai rapporti<br />

del dipartimentio di stato statunitense sull'esercizio dei diritti<br />

umani 2000-2001)<br />

ARABIA SAUDITA<br />

Nonostante la commissione internazionale statunitense sulla libertà<br />

religiosa abbia dichiarato che, con il declino dei talebani, l'Arabia<br />

Saudita è probabilmente il peggiore oppressore dei diritti religiosi<br />

nel mondo, l'amministrazione Bush ha deciso su ragioni politiche di<br />

lasciare il regno fuori dalla sua lista annuale dei "paesi di<br />

interesse particolare", una lista nera americana dei paesi conivolti<br />

in "sistematiche, perpetrate ed enormi" violazioni dei diritti delle<br />

minoranze religiose. [5]<br />

L'Arabia Saudita è una monarchia dinastica, governata dal re Fahd Bin<br />

and Al-Aziz Al Saud. La costituzione del paese è il Corano e la sunna<br />

(tradizione) del profeta Maometto, e il governo quindi è governato da<br />

una interpretazione rigorosa della legge islamica. Poiché non sono<br />

presenti istituzioni democratiche, i cittadini non hanno ruolo nel<br />

governo. La sicurezza nel paese viene fatta rispettare sia dalla<br />

forza di sicurezza laica, e dai Mutawwai'n, la polizia religiosa, che<br />

comprende<br />

la commissione per promuovere la virtù e la prevenzione della<br />

depravazione. Poiché il punto di vista tradizionale islamico sui<br />

diritti umani non coincide con quello moderno, il governo ha concesso<br />

a entrambe le sicurezze, religiose e laiche, di commettere gravi<br />

abusi.<br />

Diritti Legali:<br />

Tortura, percosse, ed altri abusi sui prigionieri sono commessi<br />

regolarmente sia dai Mutawaa'in che dagli ufficiali del ministro<br />

degli Interni. Inoltre, almeno una persona è stata uccisa<br />

recentemente dai Mutawwa'in per una violazione religiosa minore.<br />

Altre esecuzioni durante l'anno 2000 sono state per crimini che<br />

variavano da un "comportamento sessuale deviato" alla stregoneria, ed<br />

erano accompagnate da lapidazioni, decapitazioni, o da plotoni<br />

d'esecuzione; inoltre alcuni prigionieri venivano puniti con<br />

amputazioni o con la perdita di un occhio. I prigionieri a volte<br />

vengono detenuti per lunghi periodi di tempo senza processi o accusa.<br />

La libertà di parola e di stampa sono severamente limitate in Arabia<br />

Saudita - criticare l'Islam o la famiglia reale è illegale, e di<br />

conseguenza si può ottenere un imprigionamento prolungato senza<br />

processo. TV, radio, internet e la letteratura sono censurate<br />

pesantemente. La libertà di associazione e riunione sono limitate,<br />

soggette a regolamenti come la separazione degli uomini e delle donne<br />

negli incontri.<br />

Trattamento delle Donne:<br />

Le donne sono vittime di una discriminazione sistematica in Arabia<br />

159


Saudita. La violenza domestica e lo stupro sono problemi diffusi e le<br />

donne non hanno alcun risarcimento per tali crimini.<br />

Le donne non possono viaggiare, essere ammesse in un ospedale o<br />

guidare una macchina senza il permesso del loro marito. Gli autobus<br />

sono separati, le donne devono sedere in fondo. Quelle donne che non<br />

indossano un abaya (un indumento che copre tutto il corpo) e che non<br />

coprono il loro volto e i loro capelli sono perseguitate dai<br />

Mutawaa'in. Le leggi che discriminano le donne includono quelle<br />

relative alla proprietà, alla testimonianza in una corte, alla<br />

custodia dei bambini in caso di divorzio. Solo il 5% delle donne<br />

occupa un posto di lavoro, ed è quasi impossibile per una donna<br />

essere impiegata in altro che non sia uno dei lavori più semplici.<br />

Inoltre, la mutilazione genitale femminile è legale ed è praticata in<br />

alcune zone dell'Arabia Saudita.<br />

Le donne di paesi stranieri devono rispettare le leggi ristrette<br />

dell'Arabia Saudita e l'esercito statunitense è arrivato al punto di<br />

chiedere alle donne soldato di indossare vestiti casti, di viaggiare<br />

sul sedile posteriore delle macchine, di farsi scortare da uomini<br />

fuori dalle basi. Nel 2001, il pilota donna col più alto grado della<br />

flotta aerea USA ha citato in giudizio il governo americano allo<br />

scopo di far cessare questa politica perché essa discrimina le donne,<br />

viola la loro libertà religiosa, e le obbliga a seguire usanze<br />

richieste da altre religioni che non gli appartengono.<br />

Il Pentagono ha in seguito abolito l'ordine che le donne indossassero<br />

l'abayas nero indossato dalle donne saudite, ma ci sono ancora altre<br />

restrizioni che vengono applicate. [6]<br />

Diritti dei Lavoratori:<br />

Non ci sono leggi sul lavoro, unioni o contratti collettivi in Arabia<br />

Saudita. poiché il lavoro forzato è tecnicamente illegale, i<br />

lavoratori stranieri e i domestici del posto sono forzati a volte a<br />

lavorare fino a sedici ore al giorno, sette giorni alla settimana. La<br />

paga è spesso trattenuta per settimane o per mesi. Rapporti non<br />

confermati indicano che le donne sono a volte costrette a lavorare<br />

come prostitute, e i bambini sono costretti a chiedere l'elemosina.<br />

Ufficialmente la tratta di persone è illegale per la legger saudita.<br />

Trattamento delle Minoranze:<br />

Non c'è libertà religiosa in Arabia Saudita. Tutti i cittadini devono<br />

essere musulmani, e solo la branca sunnita dell'Islam può essere<br />

praticata pubblicamente. C'è una discriminazione istituzionale contro<br />

i musulmani sciiti. Altre religioni all'infuori dell'Islam sono<br />

tollerate se praticate con discrezione; alcuni Cristiani furono<br />

deportati nel 2000 perché praticavano "apostasia" in una maniera<br />

troppo pubblica.<br />

GIORDANIA<br />

Il regno ascemita della Giordania è una monarchia costituzionale<br />

governata da re Abdullah bin Hussein. Mentre le elezioni dirette sono<br />

usate per stabilire i rappresentanti della casa inferiore del<br />

Parlamento, costituita dai 104 deputati della camera, la casa<br />

superiore, di 40 posti in senato, viene stabilita dal re. Il potere è<br />

virtualmente concentrato nelle mani del re, che può destituire<br />

qualunque rappresentante o anche sciogliere il parlamento, come fece<br />

nel giugno 2001. Infatti i cittadini giordani non possono cambiare<br />

160


il loro governo. Molte violazioni dei diritti umani sono presenti in<br />

Giordania e vengono trascurate dal governo.<br />

Diritti Legali:<br />

Le forze di sicurezza giordane usano regolarmente le torture, che<br />

hanno portato recentemente a diversi decessi. I prigionieri sono<br />

spesso imprigionati senza accusa, non gli è concesso incontrare i<br />

loro avvocati, sono tenuti in condizioni antigieniche; questo viene<br />

fatto anche nei confronti dei giornalisti accusati di "diffamazione",<br />

intendendo con ciò una critica al governo o al re.<br />

Le espulsioni forzate sono rare in Giordania, e sono usate in<br />

generale solo per terroristi sospetti; i gruppi terroristici sono ben<br />

rappresentati in Giordania. Ad esempio, il monvimento islamico della<br />

giordania ("il gruppo del Ahmed al daganesh") e i Nobili della<br />

Giordania hanno rivendicato la responsabilità nell'agosto 2001 di<br />

aver assassinato un uomo d'affari israeliano ad Amman.<br />

Il governo ha negato che l'uccisione fosse politica e non ha fatto<br />

alcun arresto in questo caso.<br />

La libertà di assemblea, associazione, stampa e parola sono ristrette<br />

tutte dal governo; gli autori di articoli sul governo critici o<br />

satirici sono spesso arrestati e imprigionati.<br />

Nell'Agosto 2002, la licenza della stazione televisiva al-jazeera è<br />

stata revocata per aver mandato in onda punti di vista critici nei<br />

confronti del governo. [6a]<br />

Trattamento delle Donne:<br />

Le donne giordane sono in netto svantaggio legale. Lo stupro<br />

coniugale è legale, le percosse alla moglie sono diffusissime, e<br />

spesso permesse dalla legge, e i crimini d'onore (violenza domestica<br />

contro le donne accusate da uomini che credono che la donna abbia<br />

minato il loro onore con un "comportamento immorale") ricevono<br />

condanne minime.<br />

Tali crimini d'onore sono diventati così comuni che comprendono il<br />

25% degli omicidi totali in Giordania nel 2000, secondo uno studio.<br />

Anche finanziariamente, le donne sono svantaggiate. La sicurezza<br />

sociale, l'eredità, il divorzio e la testimonianza sono tutte leggi<br />

che favoriscono l'uomo. Le donne guadagnano meno degli uomini a<br />

parità di lavoro, e sono meno rappresentate sul posto di lavoro.<br />

La mutilazione genitale femminile, una volta praticata ampiamente in<br />

Giordania è stata ampiamente interrotta. Alcune tribù comunque<br />

mantengono questa pratica.<br />

Molto più comune è l'abuso sulle bambine, specialmente sessuale.<br />

Mentre la legge prevede una punizione decisa per questi casi, pochi<br />

vengono poi in realtà investigati.<br />

Diritti dei Lavoratori:<br />

Le leggi sul lavoro sono generalmente buone; ma ci sono comunque<br />

delle eccezioni. Nonostante il lavoro forzato sia illegale in<br />

Giordania molti domestici stranieri lavorano sotto condizioni pari a<br />

quelle di un lavoro forzato.<br />

Inoltre il lavoro minorile è estremamente diffuso nonostante il<br />

governo abbia intrapreso alcuni passi per ridurlo.<br />

Trattamento delle Minoranze:<br />

161


La libertà religiosa è una delle parti più rispettate in Giordania.<br />

Mentre solo le tre "religioni monoteiste principali" (islam, Ebraismo<br />

e Cristianesimo) sono ufficialmente riconosciute dal governo, tutte<br />

le altre religioni possono essere liberamente praticate, e hanno pari<br />

diritti.<br />

L'unica eccezione è quella che regola la fede Baha'i i cui membri<br />

affrontano una discriminazione sistematica. Possono comunque<br />

praticarla apertamente. Dopo la guerra del 1948 e dopo quella del<br />

1967 la Giordania ha garantito la cittadinanza ai rifugiati<br />

palestinesi in fuga da Israele. I rifugiati arrivati in seguito non<br />

sono stati riconosciuti cittadini e sono ampiamente discriminati.<br />

LIBANO<br />

Dalla fine della guerra civile, durata 16 anni, nel 1991, il Libano è<br />

stato controllato sostanzialmente dalla Siria, che staziona circa<br />

25.000 soldati nel paese.<br />

Così, nonostante il Libano sia tecnicamente una repubblica<br />

parlamentare, né i cittadini né i governanti ufficiali hanno molta<br />

rilevanza nel cambiamento del loro governo, poiché la Siria prende<br />

tutte le decisioni politiche ed influenza pesantemente le elezioni.<br />

Il governo libanese e l'esercito non rispettano i diritti umani, e<br />

diverse organizzazioni terroristiche che sono stabilite in Libano<br />

commettono anch'esse abusi.<br />

Diritti Legali:<br />

Mentre i delitti di politici sono sconosciuti in Libano, ci sono<br />

state diverse morti e sparizioni di prigionieri politici in prigione<br />

in attesa di giudizio.<br />

Gli arresti arbitrari sono comuni,e alcuni prigionieri sono tenuti<br />

per lunghi periodi di tempo senza processo o accuse. L'uso della<br />

tortura è ampiamente documentato.<br />

Nelle aree del paese controllate dalla milizia degli Hezbollah,<br />

supportata dalla Siria, viene applicata solo la legge islamica; nei<br />

campi profughi palestinesi indipendenti al sud, non c'è un sistema<br />

legislativo specifico applicato. In entrambe le locazioni, le<br />

violazioni di diritti umani sono diffuse.<br />

La libertà di parola e di stampa sono garantite dalla legge, e sono<br />

rispettate quasi ovunque; comunque sono comuni casi di censura.<br />

Il diritto di riunione garantito dalla legge è relativo al solo<br />

governo. Nell'agosto 2001 la maggior parte degli studenti cristiani<br />

ha promosso una protesta non violenta contro il ruolo della Siria in<br />

Libano e sono stati caricati dalle forze di sicurezza.<br />

Alcuni giorni prima altri attivisti anti-siriani furono arrestati. [7]<br />

Nell'agosto 2001, le forze di sicurezza libanesi hanno arrestato un<br />

giornalista cristiano in una fase di indurimento contro i dissidenti<br />

cristiani anti-siriani. La settimana prima circa 200 membri dei<br />

gruppi dell'opposizione guidati dai cristiani contro il controllo<br />

della Siria sul Libano sono stati arrestati. [8]<br />

Gli abitanti del Libano hanno sofferto della presenza di numerose<br />

organizzazioni terroristiche che operano all'interno del Libano.<br />

Questi gruppi attaccano sia obiettivi all'interno del paese, che<br />

Israele dal Sud; nel secondo caso la popolazione libanese è obbligata<br />

a subire la violenza delle rappresaglie. Comunque, gli attacchi su<br />

Israele sferrati dagli Hezbollah e da altri gruppi terroristici sono<br />

diminuiti significativamente dal ritiro di Israele dal Libano<br />

meridionale nel maggio 2000.<br />

162


Trattamento delle Donne:<br />

La violenza domestica e lo stupro sono problemi sociali significativi<br />

e affliggono larga parte della popolazione. I crimini d'onore sono<br />

illegali, ma vengono applicate sentenze ridotte in tali casi.<br />

Mentre una donna può tecnicamente intraprendere la professione che<br />

desidera, c'è una forte pressione sociale che previene la maggior<br />

parte delle donne dal fare ciò. Molte altre leggi in Libano sono<br />

basate sulle leggi islamiche e sono discriminatorie nei confronti<br />

delle donne e dei bambini.<br />

Diritti dei Lavoratori:<br />

Il lavoro forzato non è illegale, e molti domestici stranieri, donne<br />

e bambini sono costretti a lavorare contro la loro volontà. Il lavoro<br />

minorile è generalmente diffuso. I bambini soffrono sotto la legge<br />

libanese anche in altri modi: abuso sui bambini, rapimenti, e anche<br />

la vendita dei bambini per le agenzie di adozione sono relativamente<br />

comuni, e ignorati dal governo.<br />

Trattamento delle Minoranze:<br />

La libertà religiosa è generalmente rispettata, nonostante alcune<br />

discriminazioni siano presenti nel sistema legale: ad esempio, alcune<br />

posizioni governative possono essere ricoperte solo da musulmani. I<br />

rifugiati palestinesi che vivono in Libano non hanno diritti, e non<br />

possono diventare cittadini dello stato.<br />

SIRIA<br />

Tecnicamente la Siria è una democrazia parlamentare in cui i<br />

rappresentanti sono stabiliti con elezioni dirette; in pratica, il<br />

presidente Bashar Assad esercita un potere assoluto.<br />

Quando suo padre Hafez Assad morì il 10 giugno 2000 dopo 30 anni di<br />

regnanza, Bashar concorse senza oppositori per il mandato, di<br />

conseguenza, l'età minima richiesta per legge per un presidente fu<br />

decrementata da 40 a 34 anni, l'età di Bashar.<br />

A causa di una legge marziale approvata d' urgenza nel 1963, il<br />

potere dei servizi di sicurezza e militari operano indipendentemente<br />

l'una dall'altra e senza ostacoli da parte del governo.<br />

I diritti umani sono significativamente ristretti dal governo, e i<br />

servizi di sicurezza commettono anche pesantissimi abusi.<br />

Diritti Legali:<br />

A causa del potere dei servizi di sicurezza, i diritti legali dei<br />

cittadini siriani non sono fatti rispettare. Arresti arbitrari,<br />

torture e scomparse dei prigionieri accadono regolarmente. I<br />

prigionieri politici siriani, libanesi e giordani sono trattenuti e<br />

segregati dal governo per lunghi periodi di tempo, così come i<br />

soldati israeliani catturati dalla Siria e dagli Hezbollah,<br />

l'organizzazione terroristica che supporta in Libano. I prigionieri<br />

catturati venti anni fa restano ancora nelle carceri senza motivo. La<br />

libertà di parola e di stampa sono garantite dalla legge ma diverse<br />

sono le restrizioni. La pubblicazione di una qualsiasi "informazione<br />

163


falsa" che si oppone "all'obiettivo della rivoluzione" è punibile con<br />

sentenze di lunga prigionia.Tutte le società di stampa sono possedute<br />

e manovrate dal governo.<br />

Nel 2001, 10 attivisti pro-democratici furono arrestati e accusati di<br />

incitamento alla ribellione, propagazione di bugie e tentativo di<br />

cambiare forzatamente la costituzione. [9]<br />

La libertà di associazione è severamente ristretta dal governo e la<br />

libertà di assemblea non esiste.<br />

Trattamento delle Donne:<br />

La violenza domestica è presente in Siria, nonostante sia poco<br />

conosciuta la sua presenza. Non è illegale lo stupro coniugale e si<br />

verificano crimini d'onore. Legalmente molte leggi finanziarie, come<br />

l'eredità e la sicurezza sociale, discriminano le donne e la<br />

punizione per adulterio per le donne è doppia rispetto all'uomo. Le<br />

donne non possono viaggiare fuori dal paese senza il permesso del<br />

marito. Sono impiegate in tutte le aree ma poco rappresentate nella<br />

maggior parte dei campi.<br />

Diritti dei Lavoratori:<br />

Il lavoro minorile è comune nonostante la contrarietà delle leggi.<br />

Inoltre, i diritti a formare unioni e contratti collettivi sono<br />

ristretti.<br />

Trattamento delle Minoranze:<br />

La libertà religiosa è generalmente rispettata, con due eccezioni:<br />

gli Ebrei sono sistematicamente esclusi dalle cariche governative, e<br />

mancano loro molti diritti di base; e i gruppi estermisti islamici<br />

sono frequentemente bersaglio di discriminazioni e attacchi, dovuti<br />

ai nuomerosi gruppi terroristici islamici che si oppongono al governo.<br />

I curdi sono oppressi sistematicamente in Siria: non possono<br />

diventare cittadini, hanno pochi diritti e l'insegnamento della loro<br />

lingua e della loro cultura è fuori legge.<br />

IRAQ<br />

La costituzione irachena garantisce il potere al partito socialista<br />

arabo ba'ath, dominato da Saddam Hussein e dai suoi parenti.<br />

Hussein tenta di legittimare il suo potere riferendosi a<br />

un "referendum" dell'Ottobre 1995 in cui ricevette il 99.9% dei voti.<br />

Questa elezione, comunque, non ha avuto né voto segreto né altri<br />

candidati all'opposizione, e i cittadini iracheni hanno riportato di<br />

temere le rappresaglie<br />

se avessero espresso un voto dissidente. Il record dell'Iraq sulla<br />

violazione dei diritti umani, indica che questa paure era garantita -<br />

il governo iracheno commette serie violazioni di diritti umani -<br />

principalmente attraverso l'uso di svariate milizie che operano nello<br />

stato.<br />

Tali milizie sono lo strumento per il mantenimento di un'atmosfera di<br />

paura e repressione.<br />

Diritti Legali:<br />

Le tattiche politiche del governo sono tra le più brutali al mondo. I<br />

cittadini sono periodicamente arrestati e giustiziati per crimini<br />

come la diserzione, la critica al governo e la prostituzione.<br />

Inoltre, i criminali accusati di crimini minori sono periodicamente<br />

uccisi in massa come parte di un sistema di "pulizia delle prigioni"<br />

164


disegnato per ridurre la popolazione carceraria.<br />

Figure politiche o religiose considerate comeuna minaccia verso<br />

Saddam o altri esponenti sono uccisi senza esitazione, e senza accusa<br />

di un crimine specifico.<br />

Coloro che sono accusati di un determinato crimine ricevono di rado<br />

dei processi corretti, poiché la decisione di una qualunque delle<br />

corti può essere calpestata dal Presidente. A volte i processi non<br />

sono tenuti per niente. La tortura viene usata sistematicamente nelle<br />

prigioni irachene.<br />

Mentre il governo rispetta ufficialmente i diritti di parola, stampa,<br />

riunione e associazione, tutti questi diritti sono ristretti in<br />

pratica. Il governo possiede tutti i giornali del paese e li manipola<br />

come strumento di propaganda. Qualunque frase critica nei confronti<br />

del governo viene punita duramente e cittadini che si riuniscono<br />

pacificamente vengono repressi, e avolte attaccati dalle milizie<br />

governative.<br />

Testimonianze di pesanti crimini di guerra sono state spesso dirette<br />

verso l'Iraq. Le atrocità commesse durante la guerra tra Iran e Iraq<br />

dal 1980 al 1988, e durante la guerra del Golfo nel '91, si<br />

rispecchiano oggi che, mentre le forze irachene combattono contro<br />

l'esercito curdo il quale controlla il nord dell'Iraq, vengono<br />

colpiti civili, e si piantano mine in aree civili.<br />

Gli ispettori ONU che monitoravano gli impianti di armi chimiche e<br />

militari dell'Iraq sono stati definitivamente esplusi nel '97.<br />

Trattamento delle Donne:<br />

Si verifica la violenza domestica in Iraq ma non sono presenti<br />

statistiche relative alla loro frequenza. I cirmini d'onore sono<br />

legittimi secondo la legge irachena, e i crimini come la<br />

prostituzione sono spesso puniti con la decapitazione. Numerose sono<br />

le leggi presenti per la garanzia dei diritti delle donne sul posto<br />

di lavoro, ma è difficile determinare quanto successo abbiano<br />

prodotto in termini di uguaglianza.<br />

Diritti dei Lavoratori:<br />

I lavoratori non hanno potenzialmente diritti in Iraq. Le unioni sono<br />

illegali, e nonostante il lavoro forzato sia tecnicamente illegale,<br />

rinunciare a un lavoro può portare al carcere. Il lavoro minorile è<br />

comune, nonostante il governo legiferi contro di esso.<br />

Trattamento delle Minoranze:<br />

Libertà religiose sono tecnicamente concesse, ma non rispettate dal<br />

governo. Mentre la maggior parte della popolazione consiste di<br />

sciiti, la minoranza sunnita controlla il partito Ba'ath. Infatti, i<br />

leader religiosi sciiti sono spesso assassinati o repressi. La<br />

piccola comunbità cristiana è stata soggetta anch'essa ad abusi.<br />

I curdi che controllano la parte settentrionale dell'Iraq sono stati<br />

duramente oppressi. Ai curdi è proibito vivere in Iraq propriamente,<br />

e quelli presenti nel nord sono stati soggetti ad atrocità da parte<br />

dell'esercito iracheno, incluse torture, esecuzioni sommarie e<br />

attacchi sui centri civili utilizzando armi chimiche.<br />

EGITTO<br />

Secondo la sua costituzione, l'Egitto è una democrazia sociale in cui<br />

l'Islam è la religione di stato. Il Presidente e il suo Partito<br />

Nazionale Democratico, comunque, controllano la scena politica con<br />

un'estensione tale che i cittadini non hanno una possibilità<br />

165


significativa di cambiare il loro governo.<br />

C'è stata una legge di emergenza in vigore dal 1981, che consentiva<br />

al governo di trattenere in carcere delle persone senza accusa, e di<br />

negare regolarmente i diritti legali ai cittadini egiziani.<br />

Diritti Legali:<br />

La libertà di stampa e di parola sono garantite dalla costituzione,<br />

ma spesso sono negati in pratica. Il governo possiede e controlla le<br />

tre maggiori testate giornalistiche e detiene il monopolio di stampa<br />

e distribuzione. Così, i giornali criticano di rado il governo, e la<br />

posizione dei partiti all'opposizione è spesso limitata sui giornali.<br />

Gli studenti e gli ufficiali che criticano il governo sono spesso<br />

incriminati con accuse di diffamazione, calunnia o di "diffusione di<br />

informazioni false sull'Egitto", e vengono imprigionati. Le libertà<br />

di associazione e riunione sono severamente ristrette.<br />

Le torture fisiche e psicologicaùhe, nonostante siano ufficialmente<br />

fuori legge, sono comunque comuni, ed è documentato che almento otto<br />

prigionieri sono stato torturati a morte nel 2000. Le prigioni sono<br />

in condizioni squallide. La polizia egiziana arresta arbitrariamente<br />

e periodicamete dei prigionieri, spesso trattenendoli per lunghi<br />

periodi senza accusa, processi o contatto con gli avvocati.<br />

LA FRASE CELEBRE<br />

"[L'Egitto] è un regime autocratico, stabilito mezzo secolo fa sotto<br />

il segno del nazionalismo e del socialismo arabo, è politicamente<br />

esausto ed è moralmente fallito. Mubarak, che ha frenato gli<br />

estremisti islamici in Egitto solo attraverso la tortura e i<br />

massacri, non ha un programma politico moderno né tantomeno una<br />

visione progressista da offrire al suo popolo come alternativa al<br />

vittimismo islamico di Osama bin Laden. Gli egiziani che hanno<br />

tentato di promuovere un simile programma... sono ingiustamente<br />

imprigionati. Invece, Mubarak si sostiene con i due miliardi di<br />

dollari americani di aiuti, mentre consente ed incoraggia i media e i<br />

clericali controllati dallo stato a promuovere una propaganda degli<br />

estremisti islamici, anti-occidentale, anti-ebraica e anti-moderna.<br />

La politica serve al suo proposito deviando la frustrazione popolare<br />

con la mancanza di libertà politica o di sviluppo economico in<br />

Egitto. Spiega inoltre perché così tanti arruolati di Osama bin Laden<br />

sono egiziani."<br />

Editoriale Washington Post,<br />

11 Ottobre 2001<br />

Trattamento delle Donne:<br />

La violenza domestica è un serio problema sociale in Egitto; un<br />

rapporto concluse che una donna sposata su tre è stata picchiata dal<br />

marito. Inoltre lo stupro coniugale è legale. La mutilazione genitale<br />

femminile viene ancora praticata, ma ci sono forti pressioni sociali<br />

contro le donne impiegate. Legalmente, molte leggi, in particolare<br />

sull'eredità, favoriscono gli umini, e un uomo che uccide una donna<br />

in omicidi d'onore riceve una sentenza molto più leggera rispetto a<br />

una donna che uccide un uomo in circostanze simili.<br />

Diritti dei Lavoratori:<br />

Le leggi sul lavoro in Egitto non sono adeguate per i membri delle<br />

unioni; gli scioperi sono illegali e punibili con il carcere. Molte<br />

leggi del governo sul lavoro non sono rafforzate, così come il minimo<br />

166


salario e il massimo numero di ore. Mentre il lavoro minorile è stato<br />

un problema in Egitto in passato, c'è stato un netto miglioramento<br />

ultimamente.<br />

Trattamento delle Minoranze:<br />

L'Egitto garantisce la libertà di religione, e gli Ebrei e le<br />

comunità cristiane sono in generale trattate bene. Nonostante ciò la<br />

minoranza cristana ha riportato di essere stata discriminata, e ci<br />

sono rapporti di conversioni forzate all'Islam. Ai membri di fede<br />

Baha'i è categoricamente proibito di vivere o praticare la loro<br />

religione in Egitto.<br />

AUTORITA' PALESTINESE<br />

Il record già scarso di diritti umani dell'ANP è peggiorato<br />

dall'Intifada di al-Aqsa. Nel Settembre 2000 i membri dei servizi di<br />

sicurezza palestinesi e i tanzim di fatah partecipavano ad attacchi<br />

contro i civili e soldati israeliani. Poiché i palestinesi armati<br />

hanno spesso lanciato i loro attacchi vicino alle case dei civili<br />

palestinesi, i residenti di tali case si sono spesso trovati sulla<br />

linea del fuoco quando Israele ha intrapreso le rappresaglie. Le<br />

forze di sicurezza palestinesi non sono riuscite ad impedire ai<br />

Palestinesi armati di fare fuoco sugli Israeliani in luoghi dove si<br />

trovavano degli estranei.<br />

Diritti Legali:<br />

Nel dicembre 2001, il presidente dell'ANP Yasser Arafta ha dichiarato<br />

lo stato d'emergenza e si è garantito ampi poteri legali.<br />

Le forze di sicurezza palestinesi arrestano arbitrariamente e<br />

detengono le persone, prolungano la detenzione e la mancanza di un<br />

processo sono elementi frequenti.<br />

Le corti non assicurano processi corretti e veloci. Le forze di<br />

sicurezza ed esecutive dell'ANP spesso ignorano o non riescono a far<br />

rispettare le decisioni delle corti.<br />

L'ANP non proibisce per legge l'utilizzo di tortura o di forza contro<br />

i detenuti, e le forze di sicurezza spesso sono state responsabili di<br />

torture e di abuso esteso dei detenuti palestinesi.<br />

I gruppi di monitoraggio dei diritti umani internazionali hanno<br />

documentato una diffusa condotta arbitraria ed abusiva da parte<br />

dell'ANP. Queste organizzazioni affermano che c'è un uso di tortura<br />

diffuso e non ristretto a quelle persone detenute con accuse di<br />

sicurezza. Almeno cinque palestinesi sono morti nel 2001 durante la<br />

prigionia sotto l'ANP. Le forze di sicurezza palestinesi infrangono i<br />

diritti dei cittadini alla privacy ed è stata imposta una ristretta<br />

libertà di stampa e di parola, chiudendo i punti vendita dei media,<br />

bandendo le pubblicazioni o la radiodiffusione, e imprigionando o<br />

perseguitando periodicamente i membri dei media.<br />

Ad esempio, dopo il brutale assassinio dei due soldati riservisti<br />

dell'IDF alla stazione di polizia a Ramallah, il 12 ottobre 2000 la<br />

polizia palestinese ha confiscato i filmati a molti giornalisti che<br />

erano presenti sulla scena. Il 4 ottobre, un giornalista straniero<br />

filmò tre membri delle forze di sicurezza palestinese distribuire<br />

Molotov a diversi bambini.<br />

Le forze di sicurezza hanno trattenuto il giornalista e la sua troupe<br />

per diverse ore, e hanno poi distrutto il filmato. Le molestie<br />

dell'ANP hanno contribuito alla pratica di auto-censura da parte di<br />

diversi commentatori, reporter e critici palestinesi.<br />

Violenza contro gli Israeliani:<br />

La violenza palestinese durante l'"intifada di al-Aqsa" ha incluso<br />

violente dimostrazioni, sparatorie e incidenti in cui i palestinesi<br />

167


spesso tiravano pietre e molotov ai checkpoint dell'esercito<br />

israeliano.<br />

I civili israeliani ed ebrei nei territori sono diventati spesso<br />

bersaglio di sparatorie e agguati, suicidi e altre esplosioni,<br />

attacchi di mortaio, attacchi armati negli insediamenti e nelle basi<br />

militari. I palestinesi agendo individualmente o in piccoli gruppi<br />

non organizzati, inclusi alcuni membri dei servizi di sicurezza<br />

palestinese, hanno ucciso 87 israeliani nei territori nel 2001. I<br />

membri fuori dovere delle forze di sicurezza dell'ANP e i membri<br />

della fazione Fatah di Arafat hanno partecipato in alcuni di questi<br />

attacchi.<br />

Diversi gruppi terroristici palestinesi, inclusi Hamas, Jihad<br />

islamica, il fronte popolare per la liberazione della palestina, il<br />

fronte democratico per la liberazione della palestina e i gruppi<br />

affiliati di Fatah, come le brigate di al-Aqsa, hanno anche<br />

rivendicato le responasibilità di attacchi contro civili Israeliani.<br />

L'ANP ha fatto alcuni arresti relativi a tali assassini alla fine<br />

dell'anno.<br />

Circa 340 sospetti collaborazionisti e da 180 a 200 prigionieri<br />

politici sono stati messi nelle carceri palestinesi dalla fine del<br />

2001. Un certo numero di palestinesi sospetto di collaborazionismo<br />

con Israele è stato arrestato, processato e giustiziato.<br />

Dozzine di loro sono state semplicemente assassinate. [10]<br />

Trattamento delle Donne:<br />

L'abuso coniugale, l'abuso sessuale, uccisioni d'onore sono presenti,<br />

ma la pressione sociale fa sì che molti incidenti non vengano<br />

riportati e nella maggioranza dei casi viene trattata dai familiari<br />

coinvolti, tipicamente i maschi dei membri della famiglia.<br />

Le donne palestinesi sopportano varie forme di pregiudizi sociali e<br />

di repressioni all'interno della loro società. Poiché il matrimonio<br />

avviene in giovane età, le donne spesso non finiscono la scuola<br />

obbligatoria.<br />

Le restrizioni culturali a volte prevengono le donne dal frequentare<br />

college o università.<br />

Mentre è presente un movimento attivista di donne in Cisgiordania,<br />

l'attenzione si è spostata solo di recente da aspirazioni<br />

nazionaliste a questioni che affliggono enormemente le donne, come la<br />

violenza domestica, l'accesso paritario all'educazione e all'impiego,<br />

e le leggi concernenti l'eredità e il matrimonio. Le donne che si<br />

sposano con un non correligionario, in particolare una donna cristana<br />

che sposa un uomo musulmano, sono spesso disconosciuti dalle loro<br />

famiglie e a volte perseguitati e minacciati di morte.<br />

Un numero crescente di donne palestinesi lavorano fuori casa, dove<br />

tendono ad incontrare una certa discriminazione. Non ci sono leggi<br />

speciali che forniscono i diritti delle donne nel posto di lavoro. Le<br />

donne non sono rappresentate nella maggior parte degli aspetti della<br />

vita professionale.<br />

Diritti dei Lavoratori:<br />

Non c'è un salario minimo in Cisgiordania o nella striscia di Gaza e<br />

non ci sono leggi che proteggono il diritto di sciopero dei<br />

lavoratori.In pratica questi lavoratori hanno pochissima o alcuna<br />

protezione dalla retribuzione del datore di lavoro.<br />

All'inizio del 2000, gli insegnanti della Cisgiordania hanno fatto<br />

uno sciopero. Il 5 maggio 2000 gli ufficiali dell'ANP hanno arrestato<br />

uno dei leader dello sciopero per aver criticato in un'intervista<br />

alla radio l'ANP. Anche la stazione radio è stata chiusa. Gli<br />

insegnanti hanno sospeso lo sciopero il 17 maggio, nonostante il<br />

168


fatto che nessuna delle loro richieste fosse stata considerata.<br />

Anche il lavoro minorile è un problema.<br />

Trattamento delle Minoranze:<br />

Non c'è una legge che assicura una libertà religiosa; comunque l'ANP<br />

rispetta in generale la libertà religiosa. Negli scorsi anni, ci sono<br />

state testimonianze che diversi convertiti dall'Islam al<br />

Cristianesimo subiscono a momenti delle discriminazioni sociali e<br />

persecusioni da parte degli ufficiali palestinesi. Comunque non c'è<br />

un esempio di discriminazione da parte dell'ANP nei confronti dei<br />

cristiani.<br />

Note:<br />

1. Arab Human Development Report 2002, NY: UN, 2002.<br />

2. Daniel Pipes, In the Path of God: Islam and Political Power, (NY:<br />

Basic Books, 1983), p. 177.<br />

2a, Arab Human Development Report 2002, NY: UN, 2002.<br />

3. U.S. State Department, Reports on Human Rights Practices for 1999.<br />

3a. Martin Peretz, "Remembering Saudi Arabia," The New Republic,<br />

(January 28, 2002).<br />

3b. USA Today, (April 29, 2002).<br />

4. Al-Quds Al-Arabi (London), (December 4, 1999).<br />

4a. Jerusalem Post, ,(August 19, 2002).<br />

5. State Department. Human Rights Report for the Occupied<br />

Territories, 1997, 1998.<br />

5a. Newsweek, (March 10, 2003).<br />

6. Washington Post, (December 4, 2001).<br />

6a. Jewish Telegraphic Agency, (August 9, 2002).<br />

7. Jerusalem Report, (March 25, 2002).<br />

8. CNN, (August 16, 2001).<br />

9. Jerusalem Post, (July 1, 2002); BBC News, (August 11, 2002).<br />

10. Isabel Kershner, "Below the Law," Jerusalem Report, (April 22,<br />

2002), pp. 32-33.<br />

I diritti umani in Israele e nei<br />

Territori<br />

di Mitchell G. Bard<br />

Miti da confutare<br />

19.a. "Israele compie discriminazioni a danno dei suoi cittadini<br />

arabi".<br />

19.b. "Israel compie discriminazioni a danno degli Arabi israeliani<br />

impedendo loro di comprare la terra".<br />

19.c. "Gli Arabi Israeliani subiscono discriminazioni nel mondo del<br />

lavoro".<br />

19.d. "Gli Arabi nelle prigioni israeliane sono torturati, pestati ed<br />

uccisi".<br />

19.e. "Israele usa la detenzione amministrativa per imprigionare degli<br />

Arabi pacifici senza processo".<br />

19.f. "Israele ha a lungo cercato di denegare i diritti politici ai<br />

residenti della Cisgiordania e di Gaza".<br />

169


19.g. "Israele sta rubando l'acqua dagli Arabi nei Territori. Israele<br />

consente agli Ebrei di scavar pozzi, ma lo impedisce agli Arabi".<br />

19.h. "Il modo in cui Israele usa le deportazioni viola la Quarta<br />

Convenzione di Ginevra".<br />

19.i. "Il trattamento israeliano dei Palestinesi è simile al<br />

trattamento dei Neri nel Sudafrica dell'Apartheid".<br />

19.j. "Le nazioni dell'Africa nera hanno interrotto le relazioni con<br />

Israele a causa delle sue politiche razziste verso i Palestinesi".<br />

19.k. "Israele sta perseguendo una politica di genocidio verso i<br />

Palestinesi paragonabile al trattamento nazista degli Ebrei".<br />

19.l. "Le politiche israeliane nei territori hanno provocato una crisi<br />

umanitaria fra i Palestinesi".<br />

19.m. "Le lagnanze israeliane sui terroristi palestinesi nascosti tra<br />

i<br />

civili non sono che un tentativo di giustificare il loro uccidere<br />

persone innocenti".<br />

[I miti in dettaglio]<br />

19.a. [Mito]<br />

"Israele compie discriminazioni a danno dei suoi cittadini arabi".<br />

19.a [Fatti]<br />

Israele è una delle più aperte società del mondo. Su una popolazione<br />

di<br />

6,3 milioni, circa 1,1 milioni (il 18% della popolazione) non sono<br />

ebrei<br />

(945.000 Mussulmani, 130.000 Cristiani e 100.000 Drusi) [1].<br />

Gli Arabi in Israele anno eguale suffragio; anzi, è uno di pochi<br />

luoghi<br />

del Medio Oriente in cui le donne arabe possono votare. Gli Arabi<br />

attualmente detengono 8 seggi nella Knesset (che ne ha 120). Gli Arabi<br />

israeliani hanno anche avuto diversi incarichi governativi, e tra essi<br />

ci sono stati un ambasciatore israeliano in Finlandia e l'attuale<br />

vicesindaco di Tel Aviv. Il primo governo Sharon comprendeva il primo<br />

ministro arabo, il druso Salah Tarif, ministro senza portafoglio. Un<br />

Arabo è anche giudice della Corte Suprema.<br />

L'Arabo, come l'Ebraico, è lingua ufficiale in Israele. Più di 300.000<br />

bimbi arabi frequentano le scuole israeliane. Al momento della<br />

fondazione d'Israele, non c'era un liceo arabo. Ora ci sono centinaia<br />

di<br />

scuole arabe [2].<br />

L'unica distinzione legale tra i cittadini ebrei ed arabi d'Israele è<br />

che questi ultimi non sono coscritti nell'Esercito israeliano. Questo<br />

è<br />

per risparmiare ai cittadini arabi la necessità di impugnare le armi<br />

contro i loro fratelli. Comunque, i Beduini hanno servito tra i<br />

paracadutisti ed altri Arabi si sono arruolati volontari. Per loro<br />

richiesta, la coscrizione si applica anche alle comunità druse e<br />

170


circasse.<br />

Alcuni dei divari economici e sociali tra gli Ebrei e gli Arabi<br />

israeliani sono causati dal fatto che questi ultimi non vanno sotto le<br />

armi. I veterani infatti hanno diritto a benefici che gli altri non<br />

hanno; ed inoltre il servizio militare aiuta a socializzare.<br />

D'altro canto, gli Arabi hanno un vantaggio nell'ottenere alcuni<br />

lavori<br />

negli anni in cui gli Israeliani sono sotto le armi. Inoltre, settori<br />

come le costruzioni e gli autotrasporti hanno finito con l'essere<br />

dominati dagli Arabi israeliani.<br />

Sebbene alle volte degli Arabi israeliani siano stati coinvolti in<br />

attività terroristiche, essi si sono generalmente comportati da leali<br />

cittadini. Nelle guerre del 1967, 1973, 1982, nessuno ha commesso atti<br />

di sabotaggio o slealtà. Talvolta, a dire il vero, degli Arabi si sono<br />

offerti di assumere le funzioni civili dei riservisti. Durante lo<br />

scoppio della violenza nei Territori che iniziò nel Settembre 2000,<br />

gli<br />

Arabi israeliani per la prima volta si sono dati ad ampie proteste con<br />

una certa violenza.<br />

Gli Stati Uniti sono stati indipendenti per 226 anni [computo dal 1776<br />

al 2002 - Liang] eppure non hanno ancora integrato tutte le loro<br />

diverse<br />

comunità. Anche oggi, circa 40 anni dopo che fu adottata la<br />

legislazione<br />

sui diritti civili [nel 1963 - Liang], non si è ancora sradicata la<br />

discriminazione. Non c'è da stupirsi che in soli 54 anni [computo dal<br />

1948 al 2002 - Liang] Israele non abbia risolto tutti i suoi problemi<br />

sociali.<br />

19.b. [Mito]<br />

"Israele compie discriminazioni a danno degli Arabi israeliani<br />

impedendo<br />

loro di comprare la terra".<br />

19.b. [Fatti]<br />

All'inizio del [20°] secolo, il Fondo Nazionale Ebraico fu costituito<br />

dal Congresso Sionista Mondiale per acquistare in Palestina la terra<br />

per<br />

l'insediamento ebraico. Questa terra, e quella acquisita dopo la<br />

Guerra<br />

d'Indipendenza d'Israele, fu rilevata dal governo. Di tutta la<br />

superficie d'Israele, il 92% appartiene allo Stato ed è gestita<br />

dall'Ente di Gestione della Terra. Non può essere venduta a nessuno,<br />

sia<br />

egli ebreo od arabo. Il restante 8% del territorio è proprietà di<br />

privati. Per esempio, il Waqf arabo (la fondazione caritatevole<br />

mussulmana) è proprietario di terreni ad uso e beneficio specifico<br />

degli<br />

Arabi mussulmani. La terra del governo può essere concessa a chiunque,<br />

indipendentemente dalla razza, dalla religione o dal sesso. Tutti i<br />

cittadini arabi d'Israele possono ottenere terra del governo in<br />

concessione.<br />

19.c. [Mito]<br />

171


"Gli Arabi Israeliani subiscono discriminazioni nel mondo del lavoro".<br />

19.c. [Fatti]<br />

La legge israeliana vieta le discriminazioni nel mondo del lavoro.<br />

Secondo il Dipartimento di Stato, tutti i lavoratori<br />

israeliani "possono<br />

fondare organizzazioni sindacali liberamente ed aderirvi". La maggior<br />

parte dei sindacati fa parte dell'_Histadrut_ o della più piccola<br />

_Histadrut Ha-'Ovedim Ha-Leumit - Federazione Nazionale del Lavoro_,<br />

entrambe separate dal Governo.<br />

19.d. [Mito]<br />

"Gli Arabi nelle prigioni israeliane sono torturati, pestati ed<br />

uccisi".<br />

19.d. [Fatti]<br />

La prigione non è un luogo di villeggiatura ed abbondano le lagnanze<br />

sul<br />

trattamento dei detenuti nelle carceri americane. Le prigioni<br />

israeliane<br />

sono probabilmente tra quelle marcate più strettamente di tutto il<br />

mondo, ed un motivo è che il Governo consente ai rappresentanti della<br />

Croce Rossa e di altri gruppi di ispezionarle regolarmente.<br />

La legge israeliana vieta l'arresto arbitrario dei cittadini, e gli<br />

imputati sono considerati innocenti fino a prova contraria, hanno il<br />

diritto al decreto di _habeas corpus_ [ovvero di scarcerazione<br />

immediata<br />

perché l'arresto non si è dimostrato legale - Liang] e ad altri mezzi<br />

di<br />

tutela processuali. Israele non ha prigionieri politici e la sua<br />

magistratura è indipendente.<br />

Alcuni prigionieri, specialmente Arabi sospetti di coinvolgimento nel<br />

terrorismo, sono stati interrogati con metodi duri che sono stati<br />

criticati come eccessivi. La Corte Suprema d'Israele ha emesso una<br />

sentenza fondamentale nel 1999 che ha proibito l'uso di diverse<br />

modalità<br />

abusive d'interrogatorio.<br />

La pena capitale si è applicata una volta soltanto, nel caso di Adolf<br />

Eichmann, l'uomo in gran parte responsabile della Soluzione Finale. A<br />

nessun Arabo è mai stata inflitta la pena capitale, nemmeno dopo i più<br />

barbari atti di terrorismo.<br />

19.e. [Mito]<br />

"Israele usa la detenzione amministrativa per imprigionare degli Arabi<br />

pacifici senza processo".<br />

19.e. [Fatti]<br />

Israele ha ereditato e mantenuto alcune leggi promulgate dai<br />

Britannici;<br />

una è l'uso della detenzione amministrativa, che è lecita in alcune<br />

circostanze quando c'è di mezzo la sicurezza. Il detenuto ha diritto<br />

all'assistenza di un avvocato, e può interporre appello alla Suprema<br />

172


Corte d'Israele. L'onere di giustificare il processo a porte chiuse<br />

spetta all'accusa. Spesso i funzionari temono che esibire le prove in<br />

un<br />

processo a porte chiuse comprometterebbe i loro metodi spionistici e<br />

mettere in pericolo le vite delle persone che hanno fornito<br />

informazioni<br />

sulle attività terroristiche pianificate.<br />

In buona parte del mondo arabo la detenzione amministrativa è<br />

superflua,<br />

perché le autorità arrestano frequentemente la gente e la sbattono in<br />

galera senza alcuna garanzia processuale. Non possono protestare gli<br />

avvocati, le organizzazioni per i diritti umani o dei media<br />

indipendenti. Perfino negli Stati Uniti, che sono estremamente<br />

generosi<br />

a concedere la libertà su cauzione, la gente può essere trattenuta in<br />

custodia preventiva senza processo, e si sono applicati degli standard<br />

giuridici speciali per consentire la prolungata carcerazione dei<br />

Talebani e dei membri di Al-Qaida catturati in Afghanistan.<br />

"Non si giudica una democrazia dal modo in cui i suoi soldati, giovani<br />

maschi e femmine, reagiscono d'impulso ad una tremenda provocazione.<br />

Si<br />

giudica una democrazia dal modo in cui reagiscono i suoi tribunali,<br />

nel<br />

fresco spassionato delle camere di consiglio. E la Corte Suprema<br />

israeliana e le altre hanno reagito magnificamente. Per la prima volta<br />

nella storia del Medio Oriente, c'è una magistratura indipendente<br />

disposta ad ascoltare le lagnanze degli Arabi - Questa magistratura è<br />

detta Corte Suprema d'Israele" - Alan Dershowitz [3].<br />

19.f. [Mito]<br />

"Israele ha a lungo cercato di denegare i diritti politici ai<br />

residenti<br />

della Cisgiordania e di Gaza".<br />

19.f. [Fatti]<br />

Mentre difendeva la sua esistenza contro delle forze arabe ostili,<br />

Israele si impadronì della Cisgiordania e della Striscia di Gaza.<br />

Nell'affrontare una violenta insurrezione, Israele è stato costretto a<br />

limitare alcune attività dei Palestinesi. Israele non può offrire ai<br />

Palestinesi tutti i diritti che gli Americani danno per scontati in<br />

una<br />

nazione che non è in guerra, mentre i Paesi arabi mantengono uno stato<br />

di belligeranza con Israele, ed i Palestinesi si danno al terrorismo<br />

contro gli Israeliani.<br />

Dato il vincolo delle esigenze di sicurezza d'Israele, si sono fatti<br />

degli sforzi fin dall'inizio per dare ai Palestinesi la più grande<br />

libertà possibile. Dopo la Guerra dei Sei Giorni, la tradizionale<br />

leadership filogiordana continuò ad occupare molti impieghi pubblici,<br />

e<br />

ad essere pagata dalla Giordania. Si tennero le elezioni comunali nel<br />

1972 e nel 1976. Per la prima volta fu consentito alle donne ed a chi<br />

non era proprietario terriero di votare.<br />

Le elezioni del 1976 portarono al potere i sindaci arabi che<br />

rappresentavano diverse fazioni dell'OLP. Muhammad Milhem di Halhoul,<br />

173


Fahd Kawasmeh di Hebron e Bassam Shaka di Nablus erano affiliati al<br />

Fatah. Karim Khalaf di Ramallah rappresentava il Fronte Popolare per<br />

la<br />

Liberazione della Palestina, ed Ibrahim Tawil di El-Bireh era<br />

associato<br />

col Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina [4].<br />

Nel 1978 questi sindaci ed altri radicali formarono il Comitato<br />

Nazionale di Guida, che si opponeva vigorosamente ad ogni accordo con<br />

Israele, tentò di raccogliere ampi consensi per l'OLP in Cisgiordania<br />

ed<br />

incitò al rigetto del trattato di pace israelo-egiziano. Nel 1981<br />

Israele espulse Milhem e Kawasmeh. Fu concesso loro di tornare per<br />

appellarsi contro l'ordine di espulsione, che però fu confermato dalla<br />

Corte Suprema d'Israele.<br />

Due settimane dopo la sua espulsione, Milhem disse: "Non c'è spazio<br />

per<br />

l'esistenza dei Sionisti in una situazione di vera pace. Loro sono<br />

capaci di esistere solo in una situazione di tensione e di guerra ...<br />

e<br />

questo vale per tutti i partiti ... [essi] non sono né falchi né<br />

colombe, ma solo suini" [5].<br />

Kawasmeh fu nominato al Comitato Esecutivo dell'OLP nel 1984. Ma in<br />

quello stesso anno fu ucciso ad Amman da radicali palestinesi.<br />

Come parte dei negoziati di Camp David, Israele propose un piano di<br />

autonomia per concedere ai Palestinesi maggior controllo sui loro<br />

affari. I Palestinesi respinsero però l'opzione dell'autonomia, perché<br />

continuavano a sperare nella creazione di uno stato palestinese.<br />

Per il resto del decennio, Israele tentò nondimeno di spostare sempre<br />

più grandi responsabilità dagli amministratori militari a quelli<br />

civili,<br />

ed ai Palestinesi. Gli sforzi per dare ai Palestinesi maggiori<br />

responsabilità nei loro affari furono danneggiati dall'intifada.<br />

Durante<br />

la rivolta, gli Arabi palestinesi che desideravano cooperare con<br />

Israele<br />

furono attaccati e vennero azzittiti o con l'intimidazione o con<br />

l'omicidio. I funzionari governativi israeliani tentarono di mantenere<br />

un dialogo con molti Palestinesi, ma coloro di cui divenne nota<br />

l'identità divennero dei bersagli.<br />

Nei negoziati segreti di Oslo, Norvegia, nel 1993, i negoziatori<br />

israeliani e palestinesi si accordarono su un piano che avrebbe dato a<br />

questi ultimi un limitato autogoverno. I negoziati successivi hanno<br />

portato al ritiro israeliano da circa metà della Cisgiordania e da<br />

gran<br />

parte della Striscia di Gaza, e ad un sempre crescente controllo dei<br />

Palestinesi sui loro propri affari. L'Autorità Palestinese ora governa<br />

praticamente su tutti gli affari civili di circa il 98% dei<br />

Palestinesi<br />

nei territori. Ci si attende che un accordo politico finale porti alla<br />

creazione di uno stato palestinese in gran parte delle aree una volta<br />

controllate da Israele.<br />

19.g. [Mito]<br />

"Israele sta rubando l'acqua dagli Arabi nei Territori. Israele<br />

174


consente<br />

agli Ebrei di scavar pozzi, ma lo impedisce agli Arabi".<br />

19.g. [Fatti]<br />

Negli anni appena successivi alla guerra del 1967, le risorse idriche<br />

della Cisgiordania sono notevolmente migliorate. La rete idrica della<br />

regione meridionale di Hebron, ad esempio, fu accresciuta. Si<br />

scavarono<br />

nuovi pozzi presso Jenin, Nablus e Tulkarm. Più di 60 cittadine in<br />

Cisgiordania hanno ricevuto nuove reti idriche, od ebbero le antiquate<br />

ammodernate dall'amministrazione israeliana nei territori.<br />

A cavallo degli anni '70 ed '80, però, il Medio Oriente ha sofferto di<br />

una delle più gravi siccità della storia moderna. L'acqua nel Fiume<br />

Giordano e nel Lago di Tiberiade è scesa a livelli critici. La<br />

situazione si è ulteriormente aggravata all'inizio degli anni '90 e<br />

continua ad essere problematica nel nuovo millennio.<br />

A queste condizioni, il governo israeliano ha limitato lo scavo di<br />

nuovi<br />

pozzi in Cisgiordania. Non aveva altra scelta perché la Cisgiordania<br />

ed<br />

Israele usano la stessa falda acquifera, e l'[eccessivo] emungimento<br />

di<br />

acqua dolce potrebbe provocare l'infiltrazione di acqua salata.<br />

I contadini della Cisgiordania sono serviti da circa 100 fonti e 300<br />

pozzi - molti scavati decenni addietro ed ora sovrautilizzati. Le<br />

limitazioni sul supersfruttamento dei pozzi poco profondi avevano lo<br />

scopo di impedire l'infiltrazione di acqua salata od il totale<br />

esaurimento del pozzo. Alcuni pozzi sono stati scavati perché i<br />

villaggi<br />

ebrei potessero attingere a falde nuove e più profonde mai prima<br />

sfruttate. Normalmente queste falde non attingono alle meno profonde<br />

falde arabe.<br />

Alla fine del 1991 fu programmata una conferenza in Turchia per<br />

discutere il problema regionale dell'acqua. L'incontro fu silurato<br />

dalla<br />

Siria; ed i Siriani, i Giordani ed i Palestinesi boicottarono tutti e<br />

tre i colloqui multilaterali di Mosca del Gennaio 1992, che<br />

comprendevano un gruppo di lavoro sui problemi dell'acqua.<br />

Dopo gli accordi di Oslo, i Palestinesi erano più interessati a<br />

cooperare sulla questione dell'acqua. All'incontro del gruppo di<br />

lavoro<br />

multilaterale in Oman dell'Aprile 1994, fu approvata una proposta<br />

israeliana di riparare e migliorare le reti idriche nelle comunità di<br />

medie dimensioni (della Cisgiordania/Gaza, d'Israele ed altrove nella<br />

regione). Allo stesso tempo, fu creato un Ente Palestinese per le<br />

Acque,<br />

come richiesto dalla Dichiarazione dei Principi Israelo-Palestinese.<br />

Nel Novembre 1994 il gruppo di lavoro si incontrò in Grecia ed<br />

Israeliani, Giordani e Palestinesi si accordarono per iniziare a<br />

discutere sui principi o sulle linee guida per la cooperazione sui<br />

problemi idrici. Ulteriori progressi si ebbero su diverse questioni<br />

durante l'incontro del 1995 ad Amman e l'incontro del 1996 in Tunisia.<br />

Da allora i gruppi di lavoro non si sono più reincontrati.<br />

175


Israele non ha tagliato la quantità d'acqua assegnata all'Autorità<br />

Palestinese (AP) e sta valutando la possibilità di aumentarla ad onta<br />

dei tagli nell'assegnazione dell'acqua in Israele e la necessità di<br />

fornirne considerevoli quantità in Giordania, come richiesto dal<br />

trattato di pace.<br />

Contrariamente alle affermazioni di parte palestinese, Israele non ha<br />

neppure determinato la quantità d'acqua da fornire ai territori. La<br />

quantità fu specificata in negoziati tra le parti, con la<br />

partecipazione<br />

americana. Col consenso di ambo le parti, la quantità d'acqua fu<br />

accresciuta rispetto alla situazione prima dell'Accordo ad Interim. Ed<br />

allo stesso modo, si decise una formula per accrescere gradualmente<br />

l'assegnazione d'acqua durante il periodo interinale.<br />

I negoziati portarono inoltre a degli accordi sul numero dei pozzi che<br />

Israele deve scavare, ed il numero che debbono scavare l'AP ed<br />

organismi<br />

internazionali. Fu definita anche la cooperazione su problemi come i<br />

liquami e l'ambiente. Fu inoltre deciso che la giurisdizione sulle<br />

acque<br />

sarebbe stata trasferita ai Palestinesi nel quadro del trasferimento<br />

dei<br />

poteri civili, e che la situazione idrica sarebbe stata controllata da<br />

squadre di verifica congiunte.<br />

Israele ha adempiuto a tutti i suoi obblighi ai sensi dell'Accordo ad<br />

Interim. Si somministra la razione d'acqua convenuta, ed anche di più.<br />

La giurisdizione sull'acqua fu trasferito completamente ed al momento<br />

convenuto, ed Israele ha approvato lo scavo dei pozzi aggiuntivi.<br />

Israele e l'AP hanno costituito pattuglie congiunte per individuare<br />

casi<br />

di furto d'acqua ed altri problemi ad essa legati.<br />

Il problema idrico dei Palestinesi in verità non ha molto a che vedere<br />

con Israele. Secondo l'Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale, "la<br />

Cisgiordania e Gaza soffrono di cronica penuria d'acqua, che impedisce<br />

una soddisfacente crescita economica e che nuoce all'ambiente ed alla<br />

salute dei Palestinesi. La scarsa acqua disponibile è usata in modo<br />

inefficiente". L'analisi aggiunge che "le fonti palestinesi d'acqua<br />

sotterranea sono divenute sempre più inquinate a causa dell'inadeguato<br />

trattamento dei liquami e del sovraemungimento dei pozzi. I liquami<br />

grezzi vengono scaricati nelle vallate e nel Mar Mediterraneo,<br />

riducendo<br />

la già insufficiente qualità dell'acqua sotterranea estratta, ed<br />

inquinando il suolo, il mare, e la costa" [5a].<br />

19.h. [Mito]<br />

"Il modo in cui Israele usa le deportazioni viola la Quarta<br />

Convenzione<br />

di Ginevra".<br />

19.h. [Fatti]<br />

Lo scopo della Convenzione di Ginevra, approvato nel 1949, era<br />

l'impedire la ripetizione della politica nazista di deportazioni in<br />

massa di civili innocenti in campi di lavoro e di concentramento.<br />

Israele, ovviamente, queste cose non le fa. Quello che talvolta fa è<br />

espellere alcuni individui scelti che istigano alla violenza sia<br />

contro<br />

176


gli Ebrei che contro gli Arabi.<br />

La stessa Convenzione di Ginevra consente ad una potenza occupante di<br />

"intraprendere l'evacuazione parziale o totale di una data area se la<br />

sicurezza della popolazione od imprescindibili necessità militari lo<br />

esigono". La Corte Suprema Israeliana ha interpretato questo<br />

intendendo<br />

che Israele può espellere gli istigatori alla violenza se necessario<br />

per<br />

mantenere l'ordine pubblico o per proteggere la popolazione da<br />

violenze<br />

future. Tutti i deportati hanno il diritto di interporre appello<br />

avverso<br />

gli ordini di espulsione presso i tribunali israeliani, ma molti<br />

Palestinesi preferiscono di no.<br />

19.i. [Mito]<br />

"Il trattamento israeliano dei Palestinesi è simile al trattamento<br />

dei Neri nel Sudafrica dell'Apartheid".<br />

19.i. [Fatti]<br />

Anche prima della fondazione dello Stato d'Israele, i capi ebraici<br />

cercarono coscientemente di evitare la situazione che vigeva in<br />

Sudafrica. Come disse David Ben-Gurion al nazionalista palestinese<br />

Musa<br />

Alami nel 1934:<br />

"Non vogliamo creare una situazione come quella del Sudafrica, in cui<br />

i<br />

Bianchi sono i proprietari ed i sovrani, ed i Neri sono i lavoratori.<br />

Se<br />

non facciamo tutti i tipi di lavoro, facile e duro, qualificato e<br />

generico, se diveniamo dei semplici proprietari terrieri, allora<br />

questa<br />

non sarà la nostra patria" [6].<br />

Oggi nell'Israele proprio gli Ebrei sono la maggioranza, ma la<br />

minoranza<br />

araba è composta di cittadini a pieno titolo che godono di eguali<br />

diritti. Gli Arabi sono rappresentati alla Knesset, hanno fatto parte<br />

del Governo, sono stati ambasciatori di alto rango (come ad esempio in<br />

Finlandia) e giudici nella Corte Suprema. Sotto l'Apartheid, i<br />

Sudafricani neri non potevano votare e non erano cittadini del paese<br />

in<br />

cui essi erano la schiacciante maggioranza della popolazione. Delle<br />

leggi sancivano dove potevano vivere, lavorare e muoversi. Ed in<br />

Sudafrica il Governo uccideva i neri che protestavano contro la sua<br />

politica. Di contro, Israle consente libertà di movimento, di<br />

riunione e<br />

di parola. Alcuni dei più aspri critici del Governo sono gli Arabi<br />

israeliani che fanno parte della Knesset.<br />

Diversa è la situazione dei Palestinesi nei territori. I requisiti di<br />

sicurezza della nazione, ed una violenta insurrezione nei territori,<br />

costrinse Israele ad imporre delle restrizioni ai residenti arabi<br />

della<br />

Cisgiordania e della Striscia di Gaza che non sono necessarie<br />

all'interno dei confini israeliani precedenti al 1967. Tipicamente, i<br />

Palestinesi dei Territori mettono in discussione il diritto d'Israele<br />

177


ad<br />

esistere, mentre i Neri non cercavano la distruzione del Sudafrica, ma<br />

solo del regime di Apartheid.<br />

Se Israele desse piena cittadinanza ai Palestinesi, questo<br />

significherebbe che i Territori sono stati annessi, e nessun Governo<br />

israeliano è mai stato disposto a fare questo passo. Invece, grazie a<br />

dei negoziati, Israele ha acconsentito a dare ai Palestinesi sempre<br />

maggiore autorità sui loro affari. È probabile che un accordo finale<br />

consentirà alla maggior parte dei Palestinesi di diventare cittadini<br />

del<br />

loro proprio stato.<br />

"C'è ancora un'altra questione che nasce dal disastro delle nazioni<br />

che<br />

rimane tuttora irrisolta, e la cui profonda tragicità solo un Ebreo<br />

può<br />

capire: la questione africana. Non avete che da richiamare alla mente<br />

tutti quei terribili episodi della tratta degli schiavi, degli esseri<br />

umani che, solo perché erano neri, furono sottratti come bovini, presi<br />

prigionieri, catturati e venduti. I loro figli sono cresciuti in terre<br />

straniere, oggetto di disprezzo ed ostilità perché di diversa<br />

carnagione. Non mi vergogno a dire, sebbene possa rendermi con ciò<br />

ridicolo, che non appena avrò assistito alla redenzione degli Ebrei,<br />

il<br />

mio popolo, vorrei aiutare inoltre a redimere gli Africani" - Theodor<br />

Herzl [7]<br />

19.j. [Mito]<br />

"Le nazioni dell'Africa nera hanno interrotto le relazioni con<br />

Israele a<br />

causa delle sue politiche razziste verso i Palestinesi".<br />

19.j. [Fatti]<br />

Le nazioni dell'Africa nera non hanno interrotto le relazioni con<br />

Israele per motivi antirazzistici; la maggior parte ha interrotto i<br />

rapporti con lo Stato Ebraico nel 1973 a causa della pressione da<br />

parte<br />

dei paesi arabi produttori di petrolio. Soltanto il Malawi, il<br />

Lesotho e<br />

lo Swaziland hanno proseguito nella pienezza delle relazioni<br />

diplomatiche, mentre alcuni altri paesi hanno mantenuto i loro<br />

collegamenti attraverso gli "uffici per gli interessi israeliani"<br />

delle<br />

ambasciate straniere. Neppure i rapporti commerciali furono<br />

completamente interrotti; molti studenti dell'Africa nera<br />

continuarono a<br />

formarsi in Israele e [molti] esperti israeliani rimasero attivi in<br />

Africa.<br />

Israele ha avuto una lunga storia di rapporti amichevoli con i paesi<br />

dell'Africa nera. Dal 1957 al 1973 Israle ha formato migliaia di<br />

Africani in ogni aspetto della vita, tra cui l'agricoltura, la salute<br />

pubblica e l'economia. Migliaia di Africani sono venuti in Israele per<br />

formarsi, ed un analogo numero di Israeliani è stato mandato in Africa<br />

ad insegnare [8].<br />

Golda Meir, l'architetto della politica africana d'Israele, credeva<br />

che<br />

178


le lezioni apprese dagli Israliani potessero essere trasmesse agli<br />

Africani che, specialmente durante gli Anni '50, erano impegnati nello<br />

stesso processo di edificazione di una nazione. "Come loro", ella<br />

disse", noi ci siamo scossi di dosso il dominio straniero; come loro<br />

abbiamo dovuto imparare da noi a dissodare la terra, ad accrescere la<br />

resa dei raccolti, come irrigare, come allevare il pollame, come<br />

vivere<br />

insieme e come difenderci da soli". Israele poteva fornire un miglior<br />

modello per gli Stati africani appena divenuti indipendenti, pensava<br />

la<br />

Meir, perché gli Israeliani "sono stati costretti a trovare soluzioni<br />

a<br />

problemi di un genere che gli stati grandi ricchi e potenti non hanno<br />

mai avuto" [9].<br />

Una volta che il potere coercitivo dei paesi arabi produttori di<br />

petrolio fu eroso, i paesi africani cominciarono a riallacciare i<br />

rapporti con Israele ed a cercare nuovi progetti di cooperazione.<br />

Questa<br />

tendenza accelerò con gli attuali negoziati per la pace tra Israele<br />

ed i<br />

suoi vicini arabi. Ora 40 paesi africani mantengono relazioni<br />

diplomatiche con Israele, e frequentemente avvengono scambi di visite<br />

tra capi di stato e ministri dei governi. Nel Maggio 1994 il<br />

Presidente<br />

d'Israele Ezer Weizman partecipò allo storico insediamento di Nelson<br />

Mandela come primo Presidente nero del Sudafrica.<br />

19.k. [Mito]<br />

"Israele sta perseguendo una politica di genocidio verso i Palestinesi<br />

paragonabile al trattamento nazista degli Ebrei".<br />

19.k. [Fatti]<br />

Questa è forse la più odiosa delle accuse dei detrattori d'Israele.<br />

L'obbiettivo dei Nazisti era lo sterminio sistematico di tutti gli<br />

Ebrei<br />

d'Europa. Israele sta invece cercando la pace con i suoi vicini<br />

palestinesi. Più di un milione di Arabi vivono da liberi ed eguali<br />

cittadini d'Israele. Dei Palestinesi nei Territori, il 98% vive sotto<br />

l'amministrazione civile dell'Autorità Palestinese. Mentre Israele<br />

talvolta adopera aspre misure contro i Palestinesi dei Territori per<br />

proteggere i cittadini israeliani - ebrei e non-ebrei -<br />

dall'incessante<br />

campagna di terrore portata avanti dall'AP e dai radicali islamici,<br />

non<br />

c'è piano alcuno per perseguitare, sterminare od espellere il popolo<br />

palestinese.<br />

In risposta ad un siffatto confronto, opera di un poeta che aveva<br />

parlato di "SS sioniste", il critico letterario di "The New Republic"<br />

Leon Wieseltier osservò:<br />

"L'opinione che il Sionismo è Nazismo - non c'è altro senso possibile<br />

per la locuzione "SS sioniste" - non è di tipo diverso da quella che<br />

la<br />

Luna è una forma di formaggio. Non è solo chiaramente errata, è anche<br />

chiaramente stupida. Non mi abbasserò (sarebbe un esempio di "odio di<br />

sé"!) a spiegare pazientemente perché lo Stato d'Israele è diverso dal<br />

Terzo Reich, salvo che per dire che nulla di quel che è accaduto ai<br />

179


Palestinesi sotto il dominio israeliano può ragionevolmente<br />

confrontarsi<br />

con ciò che è accaduto agli Ebrei sotto il dominio della Germania, e<br />

che<br />

un gran numero di coloro che hanno sgobbato per dare pace e giustizia<br />

ai<br />

Palestinesi, ed una soluzione a questo barbaro conflitto, erano<br />

israeliani, alcuni addirittura primi ministri israeliani. Non c'è tipo<br />

di appoggio alla causa palestinese, né forma di decenza, che<br />

giustifichi<br />

la locuzione "SS sioniste" [10].<br />

19.l. [Mito]<br />

"Le politiche israeliane nei territori hanno provocato una crisi<br />

umanitaria fra i Palestinesi".<br />

19.l. [Fatti]<br />

È bene ricordare che Israele si era offerto di ritirarsi dal 97% della<br />

Cisgiordania e dal 100% di Gaza, e che è stato il rigetto della<br />

proposta, insieme con l'incessante terrorismo palestinese, ad aver<br />

costretto i soldati israeliani a compiere operazioni nei territori.<br />

Sebbene queste azioni abbiano provocato disagi alla popolazione<br />

palestinese, le Forze di Difesa Israeliane hanno continuato ad<br />

assicurare che fosse fornita assistenza umanitaria ai Palestinesi che<br />

ne<br />

avevano bisogno. Per esempio, in sole 48 ore (il 5 e 6 Gennaio 2003)<br />

le<br />

Forze di Difesa Israeliane:<br />

- hanno coordinato il trasporto dei Palestinesi che avevano bisogno di<br />

cure mediche, aiutando 40 di loro ad andare in ospedale, compresi<br />

quattro pazienti da Gaza che erano stati trasferiti in Israele per<br />

ricevere cure mediche;<br />

- hanno coordinato il trasferimento di 284 Palestinesi in<br />

Cisgiordania,<br />

trasportati in ambulanza;<br />

- hanno coordinato il passaggio di materiale per la costruzione di un<br />

ospedale a Kalkilya;<br />

- hanno coordinato il passaggio di generi di conforto a Betlemme;<br />

- hanno coordinato l'ingresso delle tessere annonarie inviate da<br />

un'organizzazione caritatevole internazionale ai residenti di Azoun;<br />

- hanno consentito la distribuzione di tessere annonarie della Croce<br />

Rossa a Salfit;<br />

- hanno coordinato il passaggio di prodotti agricoli e cibo tra<br />

Muassi e<br />

Khan Yunis;<br />

- hanno coordinato il passaggio di una squadra UNRWA a Gaza per<br />

aiutare<br />

la raccolta dell'immondizia;<br />

- hanno organizzato l'ingresso a Kalkilya di una famiglia araba<br />

180


israeliana di Gerusalemme Est per partecipare al matrimonio del loro<br />

figlio.<br />

Perfino al colmo dell'azione militare, come l'operazione per ripulire<br />

il<br />

nido di terroristi nel campo profughi di Jenin, le forze israeliane<br />

sono<br />

andate oltre il loro dovere per assistere i Palestinesi non<br />

combattenti.<br />

Nel caso dell'operazione di Jenin, ad esempio, l'ospedale del luogo fu<br />

tenuto in funzione con l'aiuto di un generatore consegnato sotto il<br />

fuoco nemico da un ufficiale israeliano [11].<br />

Il miglior modo per migliorare la situazione dei Palestinesi nei<br />

territori è per l'Autorità Palestinese fare i passi delineati<br />

dall'Amministrazione Bush - finirla con la violenza, riformare le sue<br />

istituzioni, eleggere nuovi capi - cosicché ricomincino i colloqui di<br />

pace e si possa negoziare una soluzione.<br />

19.m. [Mito]<br />

"Le lagnanze israeliane sui terroristi palestinesi nascosti tra i<br />

civili<br />

non sono che un tentativo di giustificare il loro uccidere persone<br />

innocenti".<br />

19.m. [Fatti]<br />

Israele non bersaglia mai dei civili. Sventuratamente, i terroristi<br />

palestinesi hanno a bella posta tentatodi nascondersi in mezzo alla<br />

popolazione civile nel tentativo di ritorcere l'etica militare<br />

d'Israele<br />

a suo danno. Gli stessi terroristi non badano alla vita dei<br />

Palestinesi<br />

innocenti, e questo è il perché non esitano a farsene scudo. Questo<br />

comportamento è una violazione del diritto internazionale. L'Articolo<br />

51<br />

dell'Emendamento del 1977 delle Convenzioni di Ginevra del 1949<br />

proibisce espressamente l'uso di scudi umani:<br />

"La presenza od i movimenti della popolazione civile o di singoli<br />

civili<br />

non si dovranno usare per rendere alcuni punti o zone immuni dalle<br />

operazioni militari, ed in particolar modo tentativi di proteggere gli<br />

obbiettivi militari dagli attacchi, o di proteggere, favorire od<br />

ostacolare delle operazioni militari" [12].<br />

Pertanto, sono i terroristi palestinesi i responsabili ultimi per<br />

l'uccisione od il ferimento dei non-combattenti in seguito<br />

all'abitudine<br />

dei terroristi di nascondersi in mezzo ai civili per farsene scudo.<br />

[Note]<br />

[1] Israeli Central Bureau of Statistics.<br />

[2] Israeli Central Bureau of Statistics.<br />

[3] Discorso alla Conferenza Politica dell'AIPAC(23Maggio1989)<br />

[4] Newsview, (23 Marzo 1982).<br />

[5] El-Wahda, (Abu Dhabi).<br />

[5a] "Water Resource Development," USAID West Bank and Gaza.<br />

[6] Shabtai Teveth, Ben-Gurion and the Palestinian Arabs: From Peace toWar, (London: Oxford<br />

University Press, 1985), p. 140.<br />

181


[7] Golda Meir, My Life, (NY: Dell Publishing Co1975),pp.308-309.<br />

[8] Moshe Decter, To Serve. To Teach. To Leave. The Study of Israel's Development Assistance Program<br />

in Black Africa, (NY: American Jewish Congress, 1977), pp. 7-8.<br />

[9] Meir, p. 306.<br />

[10] The New Republic, (30 Dicembre 2002).<br />

[11] Jerusalem Report, (20 Dicembre 2002).<br />

[12] Washington Times, (20 Febbraio 2003).<br />

Le rivolte palestinesi, di Mitchell G. Bard<br />

Miti da confutare<br />

20.01. "L'Intifada è stata una rivolta spontanea, prodotta soltanto<br />

dall'ira araba per le atrocità israeliane".<br />

20.02. "L'Intifada costituiva resistenza passiva. Al peggio, non ha<br />

significato niente di più che dei bimbi che lanciavano pietre contro<br />

soldati pesantemente armati".<br />

20.03. "La copertura mediatica dell'Intifada è stata onesta ed<br />

equilibrata".<br />

20.04. "L'OLP non ha avuto alcun ruolo nel fomentare la violenza<br />

nell'Intifada".<br />

20.05. "I Palestinesi morti nell'Intifada sono stati uccisi tutti<br />

dagli<br />

Israeliani".<br />

20.06. "Israele ha chiuso le scuole della Cisgiordania durante<br />

l'Intifada per privare i Palestinesi dell'istruzione".<br />

20.07. "L'erompere della violenza nel tardo 2000, chiamato dagli Arabi<br />

'l'Intifada di Al-Aksa', fu provocato dalla visita di Ariel Sharon al<br />

Monte del Tempio".<br />

20.08. "Una manciata di Israeliani sono stati uccisi nella rivolta,<br />

mentre migliaia di Palestinesi innocenti sono stati assassinati dalle<br />

truppe israeliane".<br />

20.09. "La violenza è una reazione comprensibile e legittima alle<br />

politiche israeliane".<br />

20.10. "La rivolta di Al-Aksa è stata portata avanti solo nei<br />

territori<br />

contesi, e non ha impatto nell'Israele proprio".<br />

20.11. "Israele usa della forza esagerata per rispondere a bimbi che<br />

non<br />

fanno che scagliar pietre".<br />

20.12. "L'Autorità Palestinese sta cercando di prevenire la violenza<br />

arrestando i terroristi e confiscando le armi illegali".<br />

20.13. "L'uccisione di un figlio protetto dal padre, mostrata in TV,<br />

mostra che Israele non esita ad uccidere bimbi palestinesi innocenti".<br />

20.14. "Israele usa proiettili di gomma per mutilare ed uccidere<br />

Palestinesi disarmati".<br />

182


20.15. "Il Rapporto Mitchell rese chiaro che la politica israeliana<br />

degli insediamenti è altrettanto da biasimare per il fallimento del<br />

processo di pace quanto la violenza palestinese, e che un congelamento<br />

degli insediamenti è indispensabile per por fine alla violenza".<br />

20.16. "L'uso da parte di Israele dei caccia F-16 esemplifica l'uso<br />

sproporzionato della forza impiegata da Israele contro degli innocenti<br />

civili palestinesi".<br />

20.17. "Arafat non può controllare i radicali palestinesi".<br />

20.18. "Israele ha sempre rifiutato di prendere qualsiasi passo per<br />

calmare la situazione, ed i suoi continui attacchi hanno provocato la<br />

violenza palestinese".<br />

20.19. "Israele non ha giustificazioni per trattenere le tasse dovute<br />

all'Autorità Palestinese".<br />

20.20. "I Palestinesi attaccano le forze israeliana in spontanee<br />

esplosioni di frustrazione".<br />

20.21. "I Palestinesi hanno osservato il cessate-il-fuoco negoziato<br />

dal<br />

Direttore della CIA George Tenet".<br />

20.22. "La politica israeliana di assassinare i terroristi<br />

palestinesi è<br />

immorale e controproducente".<br />

20.23. "Israele ammazza indiscriminatamente terroristi e civili<br />

palestinesi".<br />

20.24. "L'uso da parte d'Israele di armi di fabbricazione americana in<br />

rappresaglie contro i Palestinesi è illegale".<br />

20.25. "Israele ha perpetrato un massacro nel campo profughi di Jenin<br />

nell'Aprile 2002".<br />

20.26. "Israele si è opposto ad un'indagine da parte delle Nazioni<br />

Unite<br />

perché voleva celare i crimini che aveva commesso a Jenin".<br />

20.27. "Israele impedisce alle ambulanze palestinesi di portare i<br />

palestinesi malati e feriti in ospedale".<br />

20.28. "Le forze israeliane nell''Operazione Scudo Difensivo' avevano<br />

lo<br />

scopo di distruggere l'Autorità Palestinese e di rioccupare la<br />

Cisgiordania".<br />

20.29. "Israele ha chiuso tre _colleges_ nell'Autorità Palestinese nel<br />

Gennaio 2003 per punire ed umiliare i Palestinesi".<br />

20.30. "Israele usa i posti di blocco per denegare i diritti dei<br />

Palestinesi ed umiliarli".<br />

20.31. "Le lamentele d'Israele sui terroristi palestinesi che si<br />

nascondono tra i civili non sono che uno sforzo di giustificare il<br />

183


loro<br />

uccidere persone innocenti".<br />

20.32. "Le donne palestinesi stanno entrando nei ranghi dei bombaroli<br />

suicidi solo perché impegnate a 'liberare' la Palestina".<br />

[I miti in dettaglio]<br />

20.01. [Mito]<br />

"L'Intifada è stata una rivolta spontanea, prodotta soltanto dall'ira<br />

araba per le atrocità israeliane".<br />

20.01. [Fatti]<br />

Le false accuse di atrocità israeliane e l'istigazione da parte del<br />

clero mussulmano nelle moschee ha giocato un ruolo importante<br />

nell'avviare l'intifada (popolarmente tradotta come "rivolta", ma<br />

letteralmente significa "scuotersi"). Il 6 Dicembre 1987 un<br />

Israeliano fu pugnalato ed ucciso mentre faceva la spesa a Gaza. Il<br />

giorno dopo, quattro residenti del campo profughi di Jabalya morirono<br />

in un incidente stradale. Cominciarono a diffondersi tra i<br />

Palestinesi delle voci secondo cui i quattro erano stati<br />

deliberatamente uccisi dagli Israeliani per vendetta [1]. Scoppiò un<br />

ammutinamento a Jabalya la mattina del 9 Dicembre, durante il quale<br />

un dicassettenne fu ucciso da un soldato israeliano dopo aver<br />

scagliato una Molotov contro una pattuglia dell'esercito [2]. Questo<br />

innescò presto un'ondata di tumulti che travolse la Cisgiordania,<br />

Gaza e Gerusalemme.<br />

20.02. [Mito]<br />

"L'Intifada costituiva resistenza passiva. Al peggio, non ha<br />

significato niente di più che dei bimbi che lanciavano pietre contro<br />

soldati pesantemente armati".<br />

20.02. [Fatti]<br />

L'Intifada è stata violenta fin dall'inizio. Durante i primi quattro<br />

anni della rivolta le Forze di Difesa Israeliane hanno riferito di<br />

3.600 lanci di Molotov, 100 lanci di bombe a mano, e 600 attacchi con<br />

armi da fuoco ed esplosivo. Tale violenza era diretta tanto contro i<br />

soldati quanto contro i civili. Tra il 9 Dicembre 1987 e la firma<br />

degli accordi di Oslo (13 Settembre 1993), sono stati uccisi 160<br />

Israeliani, tra cui 100 civili. Molte migliaia sono stati i feriti<br />

[6].<br />

20.03. [Mito]<br />

"La copertura mediatica dell'Intifada è stata onesta ed equilibrata".<br />

20.03. [Fatti]<br />

I membri più sinceri dei media hanno ammesso che la copertura<br />

dell'Intifada era sbilanciata. Secondo Steven Emerson, che era allora<br />

un corrispondente della CNN, i giornalisti USA hanno acconsentito al<br />

controllo palestinese su quel che veniva filmato. Un operatore<br />

israeliano che lavorava per diverse reti USA disse ad Emerson che "se<br />

puntiamo la telecamera alla scena sbagliata, siamo morti". In altri<br />

casi, le reti distribuirono dozzine di telecamere ai Palestinesi<br />

184


perché potessero riprendere sciopri, rivolte e funerali. "Non c'è<br />

modo alcuno di accertarsi dell'autenticità di ciò che è ripreso, né<br />

c'è modo di impedire alle videocamere di essere usate come uno<br />

strumento per indire una dimostrazione", scrisse [8]<br />

Sebbene circa un terzo di tutti i Palestinesi uccisi nel 1989 fossero<br />

stati uccisi dai loro fratelli arabi, solo 12 degli oltre 150 servizi<br />

invitati dalle reti USA dalla Cisgiordania quell'anno trattarono<br />

della lotta intestina. "Mentre il terrorismo politico palestinese<br />

nella Cisgiordania fatica a fare notizia", scrisse Emerson, "panzane<br />

vere e proprie sulla brutalità israeliana sono riferite<br />

acriticamente".<br />

Per esempio, all'inizio del 1988 dei giornalisti furono chiamati<br />

all'Ospedale El-Mokassed a Gerusalemme per riprendere l'agonia di un<br />

ragazzo palestinese. Il suo dottore palestinese lo mostrò con in<br />

corpo i tubi e le cannule dell'apparecchio rianimatore, e sostenne<br />

che il bimbo era stato selvaggiamente pestato dai soldati israeliani.<br />

L'8 Febbraio 1988 Peter Jennings dell'ABC presentò il servizio<br />

dicendo che dei funzionari ONU "dicono che gli Israeliani hanno<br />

ammazzato di botte un altro Palestinese nei Territori". Anche l'NBC e<br />

la CBS hanno dato ampia pubblicità all'accusa.<br />

Ma la storia non era vera. Secondo l'autopsia e la cartella clinica<br />

del ragazzo, egli morì di emorragia cerebrale. Era stato malato per<br />

oltre un anno. Insomma, scrisse Emerson, le reti USA "sono state<br />

complici di un massiccio inganno sul conflitto in Cisgiordania".<br />

Martin Fletcher, il capo dell'ufficio di Tel Aviv dell'NBC,<br />

riconosceva che l'intifada poneva un problema di equità. Egli notò<br />

che i Palestinesi manipolavano i media occidentali facendosi credere<br />

dei "Davide" contro il "Golia" israeliano, una metafora usata dallo<br />

stesso Fletcher in un servizio del 1988.<br />

"L'intera ribellione è stata rivolta verso i media e, senza dubbio,<br />

continuò grazie ai media", egli disse. Fletcher ammise apertamente di<br />

aver accettato degli inviti da giovani Palestinesi a filmare attacchi<br />

violenti contro i residenti ebrei della Cisgiordania.<br />

"È davvero una questione di manipolazione dei media. E la domanda è:<br />

Quanto giochiamo a questo gioco? [Lo facciamo] allo stesso modo in<br />

cui ci presentiamo a tutte le opportunità di fotografare Bush o<br />

Reagan. Noi giochiamo a quel gioco perché ci servono le immagini" [9].<br />

20.04. [Mito]<br />

"L'OLP non ha avuto alcun ruolo nel fomentare la violenza<br />

nell'Intifada".<br />

20.04. [Fatti]<br />

Per tutta l'Intifada, l'OLP ha giocato un ruolo guida<br />

nell'orchestrare l'insurrezione. Per esempio, la Leadership Unificata<br />

dell'Intifada (UNLI), dominata dall'OLP, emetteva spesso dei<br />

volantini che dettavano in che giorni occorreva accrescere la<br />

violenza, e chi doveva esserne il bersaglio.<br />

Per esempio, nel 1989 l'OLP dichiarò il 13 Febbraio una data<br />

per "accrescere gli attacchi contro i collaboratori" ed i "traditori"<br />

che lavorano per l'Amministrazione Civile dei Territori. La stazione<br />

radio dell'OLP a Baghdad descriveva metodi di incendio doloso con<br />

185


cui "i frutteti ed i campi del nemico sionista si possono mandare a<br />

fuoco" [11].<br />

Il New York Times descrisse la scoperta di "un deposito di<br />

dettagliati documenti segreti che mostravano che l'OLP aveva<br />

assoldato dei killer del luogo per assassinare altri Palestinesi e<br />

compiere 'attività militari' contro gli Israeliani". Un documento<br />

descriveva come l'OLP voleva che gli attacchi fossero attribuiti a<br />

gruppi fantasma per non disturbare il dialogo USA-OLP [12].<br />

Yasser Arafat difendeva l'uccisione di Arabi convinti di "collaborare<br />

con Israele". Egli delegò l'autorità di compiere esecuzioni alla<br />

leadership dell'intifada. Dopo gli omicidi, lo squadrone della morte<br />

dell'OLP locale inviava il fascicolo del caso all'OLP. "Abbiamo<br />

studiato i fascicoli dei giustiziati, ed abbiamo trovato che solo due<br />

dei 118 giustiziati erano innocenti", disse Arafat. Le vittime<br />

innocenti sono state dichiarate "martiri dela rivoluzione<br />

palestinese" dall'OLP [13].<br />

I Palestinesi venivano uccisi col coltello, con l'ascia, con armi da<br />

fuoco, a bastonate e bruciati con l'acido. Varie erano le<br />

giustificazioni per gli omicidi. Alcune volte essere impiegati<br />

nell'Amministrazione Civile in Cisgiordania ed a Gaza era motivo<br />

sufficiente. In altri casi, il contatto con gli Ebrei garantiva una<br />

condanna a morte. Nell'Ottobre 1989, un padre palestinese si sette<br />

figli fu ucciso col coltello a Gerico dopo aver venduto degli<br />

ornamenti floreali a degli Ebrei che stavano costruendo una "sukkah"<br />

(capanna - esiste appunto la Festa delle Capanne). Accuse<br />

di "collaborazione" con Israele furono talvolta usate come pretesto<br />

per atti di vendetta personale. Anche delle donne convinte di essersi<br />

comportate "in modo immorale" furono tra le vittime [14].<br />

Gli appelli alla violenza dell'UNLI crebbero dopo la rivolta del<br />

Monte del Tempio del 1990 in cui furono uccisi 17 Arabi. Yasser Abd-<br />

Rabbo - un tempo l'interlocutore dell'OLP nel suo dialogo con gli<br />

USA - dichiarò che "la guerra degli accoltellamenti contro gli<br />

usurpatori di Gerusalemme sta soltanto cominciando" [15].<br />

L'OLP continuò i suoi sforzi per fomentare la violenza per tutto il<br />

1991. Il 3 Marzo l'UNLI emise un comunicato che chiedeva "un più alto<br />

livello di confronto" con le forze israeliane in Cisgiordania ed a<br />

Gaza. Un altro volantino OLP, emesso in Settembre, invocò<br />

l'"esecuzione" di chiunque vendesse delle proprietà in Gerusalemme<br />

agli Ebrei [16].<br />

Secondo il governo israeliano, l'FPLP da solo compì 122 attacchi<br />

terroristici nel 1998, che hanno portato all'omicidio di 18 residenti<br />

in Israele e nei territori. I crimini commessi da Fatah comprendevano<br />

l'omicidio, il 4 Luglio, di un Arabo di 61 anni che abitava in un<br />

villaggio vicino a Jenin; l'omicidio in Settembre del Sergente<br />

israeliano Yoram Cohen e l'omicidio, in Ottobre, di un uomo trovato<br />

pugnalato in una strada di Gaza, con la testa dentro un sacco. Un<br />

biglietto con le parole "Forza-17", la guardia del corpo personale di<br />

Arafat, fu trovato sul corpo [17].<br />

Nelle fasi successive dell'Intifada, Hamas cominciò a contendere<br />

all'OLP il controllo della rivolta. Nel Dicembre 1992, per esempio,<br />

Hamas ha iniziato a bersagliare i soldati delle Forze di Difesa<br />

Israeliane, uccidendone quattro in diverse audaci imboscate.<br />

20.05. [Mito]<br />

186


"I Palestinesi morti nell'Intifada sono stati uccisi tutti dagli<br />

Israeliani".<br />

20.05. [Fatti]<br />

All'inizio, più Palestinesi morivano in scontri con le truppe<br />

israeliane - battaglie normalmente innescate da attacchi arabi contro<br />

i soldati - di quanti fossero uccisi dai loro compagni palestinesi<br />

nell'"intrafada". Questo cambiò drammaticamente all'inizio del 1990.<br />

In quell'anno, il numero dei Palestinesi che moriva negli scontri con<br />

gli Israeliani scese a meno della metà. Più Palestinesi venivano<br />

uccisi dai Palestinesi nell'"intrafada" in quel periodo. Le uccisioni<br />

intestine crebbero nel 1991, con 238 Palestinesi (prima erano 156)<br />

morti nell'"intrafada", più del triplo del numero dei morti per mano<br />

israeliana [18].<br />

Oltre 200 Palestinesi furono uccisi dai loro compagni palestinesi nel<br />

1998, più del doppio del numero degli uccisi negli scontri con le<br />

forze di sicurezza israeliane. I metodi di uccisione, riferì Steven<br />

Emerson, comprendevano la decapitazione, la mutilazione, il taglio<br />

delle orecchie, l'amputazione degli arti e versare acido sul volto<br />

delle vittime [19].<br />

Il regno del terrore divenne così serio che alcuni Palestinesi<br />

espressero pubbliche preoccupaizoni sui disordini. L'OLP iniziò ad<br />

invocare la fine della violenza, ma continuarono gli omicidi ad opera<br />

dei suoi membri e rivali.<br />

Come riferì il New York Times, quando molti Palestinesi udivano<br />

bussare alla porta a tarda notte, essi erano sollevati quando<br />

trovavano un soldato israeliano alla porta anziché un Palestinese<br />

mascherato [20]. Anche dopo il raffreddarsi dell'Intifada seguito<br />

alla firma della Dichiarazione dei Principi nel 1993, la guerra<br />

intestina tra i Palestinesi continuò, e persiste tuttora.<br />

20.06. [Mito]<br />

"Israele ha chiuso le scuole della Cisgiordania durante l'Intifada<br />

per privare i Palestinesi dell'istruzione".<br />

20.06. [Fatti]<br />

Le opportunità d'istruzione nei Territori sono notevolmente cresciute<br />

sotto il dominio israeliano. Il numero delle scuole elementari e<br />

secondarie è cresciuto di oltre un terzo tra il 1967 ed il 1988. Le<br />

donne sono state le principali beneficiarie del boom. Dal 1970 al<br />

1986, ad esempio, la percentuale delle donne che non frequentava la<br />

scuola fu più che dimezzata, facendola scendere dal 67% al 32%. Prima<br />

del 1967, non c'erano università in Cisgiordania; sei sono state<br />

costruite sotto l'amministrazione israeliana.<br />

Ad onta dell'intifada, gli asili nido e le scuole materne, e buona<br />

parte degli istituti professionali della Cisgiordania rimasero aperti<br />

perché nessuna venne usata per istigare alla violenza. Anche le<br />

scuole di Gaza sono rimaste aperte perché i fondamentalisti islamici<br />

radicali lì usavano le moschee, non le scuole, per incitare i loro<br />

seguaci.<br />

Ma l'OLP ha usato molte scuole per elicitare attacchi contro gli<br />

187


Israeliani. Si sono trovati depositi di coltelli, bastoni e sbarre di<br />

ferro nascosti negli edifici scolastici. "Le scuole sono il luogo<br />

naturale per far iniziare una dimostrazione", scrisse il giornalista<br />

palestinese Daoud Kuttab. "Nelle scuole, le dimostrazioni ed i lanci<br />

di pietre sono parte di una tradizione ... Colpire un'auto israeliana<br />

significa diventare un eroe" [21].<br />

Nel 1988 Israele ha chiuso alcune scuole secondarie e collegi in<br />

Cisgiordania che venivano usati per orchestrare l'insurrezione. Dopo<br />

che ebbe annunciato le chiusure, Israele si offrì di riaprire ogni<br />

scuola il cui preside avesse garantito che le sue scuole sarebbero<br />

state usate per istruire i ragazzi, non per incoraggiare i tumulti.<br />

Ma gli educatori, molti dei quali intimiditi dalla leadership della<br />

rivolta, rimasero in silenzio. Quando la violenza diminuì, Israele<br />

riaprì tutte le scuole superiori, i collegi e le università.<br />

È interessante notare che quando la coalizione guidata dagli USA<br />

attaccò l'Afghanistan nell'Ottobre del 2001, l'Autorità Palestinese<br />

reagì alle violente proteste dei Palestinesi nella Striscia di Gaza<br />

chiudendovi le università e le scuole [23].<br />

20.07 [Mito]<br />

"L'erompere della violenza nel tardo 2000, chiamato dagli Arabi<br />

'l'Intifada di Al-Aksa', fu provocato dalla visita di Ariel Sharon al<br />

Monte del Tempio".<br />

20.07 [Fatti]<br />

Secondo i portavoce palestinesi, la violenza è stata causata dalla<br />

sconsacrazione di un posto santo musulmano - Al-Sharif di Haram(il<br />

Monte<br />

del Tempio) – del leader del Likud Ariel Sharon e di "migliaia di<br />

soldati israeliani" che lo hanno accompagnato. La violenza è stata<br />

compiuta dalle forze Israeliane attraverso attacchi non provocati,<br />

hanno<br />

invaso i territori controllati dai Palestinesi e "massacrato" i civili<br />

palestinesi indifesi, che hanno soltanto gettato pietre per<br />

autodifesa.<br />

L'unico modo per fermare la violenza, quindi, è che Israele cessi il<br />

fuoco e rimuova le sue truppe dalle zone palestinesi.<br />

La verità è drammaticamente differente.<br />

Imad Faluji, ministro delle comunicazioni dell'autorità palestinese,<br />

mesi dopo la visita di Sharon, ha ammesso che la violenza era stata<br />

progettata a luglio, molto prima della "provocazione" di Sharon.<br />

Questa<br />

[ la sommossa ] era stata progettata fin dal ritorno del presidente<br />

Arafat da Camp David, quando ha rovesciato la situazione a danno<br />

dell'ex<br />

presidente degli Stati Uniti ed ha rifiutato le condizioni<br />

americane." 1<br />

"la visita di Sharon non ha causato "l'Intifada Al-Aksa."<br />

- conclusione del rapporto Mitchell (4 maggio 2001)<br />

188


La violenza è cominciata prima del 28 settembre 2000, data della<br />

visita<br />

di Sharon al Monte del Tempio. Il giorno prima, per esempio, un<br />

soldato<br />

israeliano è stato ucciso alla stazione di Netzarim. Il soldato è<br />

stato<br />

ucciso dopo l'esplosione di una bomba al bordo della strada. Il giorno<br />

seguente dentro la città di Kalkilya in Cisgiordania, un ufficiale<br />

della<br />

polizia palestinese, lavorando con la polizia israeliana in una<br />

perlustrazione congiunta, ha aperto il fuoco ed ucciso il suo omologo<br />

israeliano.<br />

I media ufficiali dell'autorità palestinese hanno esortato i<br />

Palestinesi<br />

alla violenza. Il 29 settembre, la "Voce della Palestina", la stazione<br />

radiofonica ufficiale dell'autorità palestinese ha richiamato "tutti i<br />

Palestinesi per venire a difendere la moschea di Al-Aksa". L'autorità<br />

palestinese ha chiuso le sue scuole ed ha trasportato gli allievi<br />

palestinesi al Monte del Tempio per partecipare ai tumulti<br />

organizzati.<br />

Appena prima di Rosh Hashanah (il 30 settembre), il capodanno ebraico,<br />

quando centinaia di israeliani stavano pregando al muro occidentale<br />

(il<br />

Muro del Pianto), migliaia degli Arabi hanno cominciato a gettare<br />

mattoni e rocce verso la polizia israeliana e gli ebrei che pregavano.<br />

Allora i tumulti si allargarono alle città e ai villaggi attraverso<br />

Israele, alla Cisgiordania ed alla striscia di Gaza.<br />

Il Ministro della sicurezza interna Shlomo Ben-Ami ha consentito a<br />

Sharon di andare al Monte del Tempio - luogo più santo dell'ebraismo,<br />

che i musulmani hanno rinominato Haram Al-Sharif e considerano come il<br />

terzo luogo più santo dell'islam - solo dopo aver chiamato il capo<br />

della<br />

sicurezza palestinese Jabril Rajoub ed aver ricevuto la sua<br />

assicurazione che se Sharon non fosse entrato nelle moschee, non ci<br />

sarebbe stato nessun problema. La necessità di proteggere Sharon si è<br />

presentata quando Rajoub, successivamente, ha affermato che la polizia<br />

palestinese non avrebbe fatto niente per impedire la violenza durante<br />

la<br />

visita.<br />

Sharon non ha tentato di entrare in alcuna moschea e la sua visita di<br />

34<br />

minuti al Monte del Tempio è stata fatta durante le ore normali in cui<br />

la zona è aperta ai turisti. Giovani palestinesi – successivamente<br />

contati intorno a 1.500 – hanno gridato slogan nel tentativo<br />

d'infiammare la situazione. Circa 1.500 poliziotti israeliani erano<br />

presenti alla scena per prevenire la violenza.<br />

C'erano disturbi limitati durante la visita di Sharon, principalmente<br />

consistenti nel gettare pietre. Durante il resto del giorno, il lancio<br />

di pietre sono continuati sul Monte del Tempio e nelle vicinanze, che<br />

hanno causato il ferimento di 28 poliziotti israeliani, tre dei quali<br />

sono stati ricoverati. Non ci sono notizie di lesioni ai palestinesi<br />

quel giorno. La significativa e organizzata violenza è iniziata da<br />

Palestinesi il giorno che segue le preghiere di venerdì.<br />

189


"non è un errore che il Corano ci avverte dell'odio degli ebrei e<br />

li ha messi all'inizio della lista dei nemici dell'islam. Oggi gli<br />

ebrei<br />

reclutano il mondo contro i musulmani ed usano tutti i generi di armi.<br />

Stanno saccheggiando il posto più caro ai musulmani, dopo Mecca e<br />

Medina<br />

e minacciano il posto che i musulmani hanno guardato inizialmente<br />

quando<br />

hanno pregato e la terza città più santa dopo Mecca e Medina.<br />

Desiderano<br />

erigere il loro tempio su quel posto.... I musulmani sono pronti a<br />

sacrificare le loro vite e il sangue per proteggere la natura islamica<br />

di Gerusalemme e del EL Aksa!"<br />

- sceicco Hian Al-Adrisi, brano del discorso nella moschea di<br />

Al-Aksa (29 settembre 2000) 2<br />

La reale sconsacrazione dei posti santi è stata perpetrata dai<br />

Palestinesi, non dagli israeliani. Nel mese di ottobre del 2000, le<br />

folle palestinesi hanno distrutto uno santuario ebraico a Nablus – la<br />

tomba di Joseph – strappando e bruciando libri ebraici di preghiera.<br />

Hanno lapidato chi pregava alla parete occidentale ed hanno attaccato<br />

la<br />

tomba del Rachel a Betlemme con bombe incendiarie e armi automatiche.<br />

Nessuno dei violenti attacchi sono stati iniziati dalle forze di<br />

sicurezza Israeliane, che in tutti i casi hanno risposto alla violenza<br />

palestinese che è andata ben oltre lo gettare pietre. Incluso massicci<br />

attacchi con le armi automatiche e il linciaggio dei soldati<br />

israeliani.<br />

La maggior parte degli attacchi armati erano dei membri di Tanzim –<br />

propria milizia di Arafat .<br />

Il numero sproporzionato di incidenti palestinesi era l'inevitabile<br />

risultato di una milizia irregolare e male addestrata che attacca un<br />

esercito normale ben allenato e il frequente uso del Tanzim di civili<br />

palestinesi come scudi per i suoi attacchi.<br />

Poiché tutti gli attacchi sono stati iniziati da Palestinesi sotto gli<br />

ordini di Arafat, solo Arafat ha il potere di concludere la violenza.<br />

Israele e gli Stati Uniti lo hanno invitato a fare così e rinnovare il<br />

processo di pace .<br />

"le questioni di Gerusalemme, dei rifugiati e della sovranità sono<br />

una e saranno finite sul campo e non nelle trattative. A questo punto<br />

è<br />

importante preparare la società palestinese per la sfida del prossimo<br />

punto perché ci troveremo inevitabilmente in un confronto violento con<br />

Israele per creare nuovi fatti sul campo... Credo che la situazione in<br />

avvenire sara più violenta dell' Intifada."<br />

-- Abu-Ali Mustafa dell'autorità palestinese, (23 luglio 2000) 3<br />

20.08. [Mito]<br />

190


"Una manciata di Israeliani sono stati uccisi nella rivolta, mentre<br />

migliaia di Palestinesi innocenti sono stati assassinati dalle truppe<br />

israeliane".<br />

20.08 [Fatti]<br />

Durante l'"Intifada di Al-Aksa", il numero delle vittime palestinesi<br />

è stato superiore al numero delle vittime israeliane; però il divario<br />

si è ristretto dato che i bombaroli suicidi palestinesi hanno usato<br />

bombe sempre più potenti per uccidere sempre più Israeliani nei loro<br />

attacchi terroristici. A metà Febbraio 2003, erano stati uccisi 2075<br />

Palestinesi e 727 Israeliani.<br />

Lo sproporzionato numero di vittime palestinesi è soprattutto il<br />

risultato del numero dei Palestinesi coinvolti nella violenza ed è il<br />

risultato inevitabile di un attacco da parte di una milizia di<br />

irregolari male addestrati contro un esercito regolare ben<br />

addestrato. La sfortunata morte di non-combattenti è dovuta in buona<br />

parte all'abitudine degli uomini d'arme e dei terroristi di farsi<br />

scudo dei civili.<br />

Cosa più significativa dei tragici totali è però la scomposizione<br />

delle vittime. Secondo uno studio, i non-combattenti palestinesi<br />

erano soprattutto adolescenti maschi e giovanotti maschi. "Questo<br />

contraddice completamente le accuse che Israele<br />

abbia 'indiscriminatamente preso a bersaglio donne e bambini'",<br />

secondo lo studio. "Sembra che ci sia una sola spiegazione<br />

ragionevole per questi risultati: che gli adulti ed i ragazzi maschi<br />

palestinesi si siano comportati in modo da mettersi in conflitto con<br />

le forze armate israeliane".<br />

Di contro, il numero delle donne e dei vecchi tra le vittime non-<br />

combattenti israeliane mostra la casualità degli attacchi<br />

palestinesi, e fino a che punto i terroristi hanno ucciso degli<br />

Israeliani per il "crimine" di essere israeliani [3b]. I soldati<br />

israeliani non bersagliano Palestinesi innocenti, ma i terroristi<br />

palestinesi bersagliano i civili israeliani.<br />

20.09. [Mito]<br />

"La violenza è una reazione comprensibile e legittima alle politiche<br />

israeliane".<br />

20.09. [Fatti]<br />

La base del processo di pace è che le dispute dovrebbero essere<br />

risolte<br />

con le trattative. Una delle condizioni che Israele ha posto prima di<br />

acconsentire a negoziare con l'OLP era che l'organizzazione<br />

rinunciasse<br />

al terrorismo. Formalmente lo ha fatto; tuttavia, l'OLP ed altri<br />

gruppi<br />

ed individui palestinesi hanno ricorso costantemente alla violenza da<br />

quando il processo dI Oslo è cominciato nel 1993. Sia che Israele<br />

abbia<br />

fatto o non le concessioni, i Palestinesi ancora hanno commesso gli<br />

attacchi efferati. In alcuni casi le atrocità sono state perpetrate a<br />

causa di maltrattamento presunto; in altri casi, sono intenzionali<br />

sforzi di sabotare le trattative. Con noncuranza, l'autorità<br />

palestinese, che ha quasi una forza di polizia di 40,000 persone (più<br />

191


grande di quanto consentito dagli accordi di pace) e multiple agenzie<br />

di<br />

intelligence, deve essere considerata responsabile per il mantenimento<br />

della pace.<br />

Dalla firma della dichiarazione dei principi 4<br />

(13 settembre 1993 -11 Agosto 1999)<br />

Attività Terroristiche - Giudea e Samaria - Striscia Di Gaza<br />

Soldati dell'Idf uccisi - 20 - 32<br />

Soldati dell'Idf feriti - 617 - 419<br />

Civili israeliani uccisi - 43 - 5<br />

Civili israeliani feriti - 567 - 86<br />

Bombe Molotov - 1.784 - 715<br />

Sparatorie - 305 - 453<br />

Casi di incendio doloso - 102 - 13<br />

Dispositivi esplosivi - 157 - 181<br />

Granate a frammentazione - 58 - 62<br />

Accoltellamenti - 284 - 214<br />

Civili israeliani e soldati israeliani uccisi nell'"Intifada Al-Aksa"<br />

(29 Settembre 2000 - 13 Febbraio 2003)<br />

Modalità omicide - Civili - Militari - Totale<br />

Sassate - 2 - 0 - 2<br />

Accoltellamenti - 5 - 0 - 5<br />

Investimenti stradali - 1 - 7 - 8<br />

Linciaggi - 14 - 2 - 16<br />

Spari - 83 - 80 - 163<br />

Spari da un veicolo - 27 - 9 - 36<br />

Spari ad un veicolo - 53 - 10 - 63<br />

Spari a città e paesi - 13 - 3 - 16<br />

Spari a basi militari - 0 - 25 - 25<br />

Attentati dinamitardi - 23 - 30 - 53<br />

Attentati suicidi - 269 - 28 - 297<br />

Autobombe - 15 - 23 - 38<br />

Tiri di mortaio - 0 - 1 - 1<br />

Altre - 1 - 3 - 4<br />

Totale - 506 - 221 - 727<br />

20.10. [Mito]<br />

"La rivolta di Al-Aksa è stata portata avanti solo nei territori<br />

contesi, e non ha impatto nell'Israele proprio".<br />

20.10. [Fatti]<br />

La violenza palestinese in Cisgiordania e Gaza ha ucciso numerosi<br />

civili<br />

e soldati. In più, i terroristi che si comportano in nome della<br />

sommossa<br />

hanno effettuato atroci attacchi all'interno d'Israele. La violenza<br />

inoltre ha effetto collaterale sulla psiche israeliana, sui militari e<br />

sull'economia israeliani.<br />

Gli israeliani devono ora essere attenti a viaggiare attraverso molte<br />

parti d'Israele e dei territori che dovrebbero essere sicuri. I<br />

192


Palestinesi inoltre sparano agli ebrei da nascondigli, in città quale<br />

Gilo che sono fuori dei territori. La violenza ha insidiato<br />

severamente<br />

la fede degli israeliani che se facessero le concessioni territoriali,<br />

la pace con i Palestinesi sarebbe possibile.<br />

La sommossa, inoltre, interessa la prontezza militare perché le truppe<br />

devono essere deviate dall'addestramento e dalla preparazione contro<br />

le<br />

minacce dalle nazioni ostili e invece deve focalizzarsi sulla<br />

repressione dei tumulti e sulla lotta al terrorismo.<br />

Per concludere, la violenza ha causato una riduzione marcata del<br />

turismo<br />

ed ha danneggiato le relative industrie. Circa 64.000 israeliani hanno<br />

perso i loro lavori a causa della rivolta palestinese. 5<br />

È non sono soltanto gli israeliani che soffrono. La perdita del<br />

turismo<br />

danneggia anche i Palestinesi. Il numero di turisti, per esempio, che<br />

visitano normalmente Betlemme per natale è significativamente<br />

diminuito.<br />

Lo stesso è in altri luoghi di pellegrinaggio nell'autorità<br />

palestinese<br />

. Anche i commercianti palestinesi in luoghi come la città vecchia<br />

sono<br />

influenzati dal calo del turismo. Gli attacchi terroristici, inoltre,<br />

costringono Israele a proibire periodicamente agli operai palestinesi<br />

di<br />

entrare in Israele, danneggiando gli individui che provano a fare una<br />

vita ed a provvedere alle loro famiglie.<br />

"L'Autorità palestinese si è trasformata in un entità terrorista.<br />

Gli attacchi terroristici contro di noi non sono solo portati da corpi<br />

non ufficiali, ma anche livelli ufficiali stanno giocando attivamente<br />

il<br />

loro ruolo."<br />

— Shaul Mofaz Capo dello Staff israeliano6<br />

20.11. [Mito]<br />

"Israele usa della forza esagerata per rispondere a bimbi che non<br />

fanno<br />

che scagliar pietre".<br />

20.11. [Fatti]<br />

Palestinesi, giovani e vecchi, attaccano civili e militari israeliani<br />

con diverse armi. Quando loro lanciano pietre, queste non sono<br />

sassolini, ma grandi sassi che possono essere causa di serie ferite.<br />

Immagina te stesso colpito alla testa da un masso.<br />

Generalmente, le truppe israeliane sotto attacco ne hanno contate meno<br />

di 20, mentre i loro assalitori , muniti di bombe Molotov,pistole,<br />

fucili d'assalto, mitragliatrici, bombe a mano ed esplosivi, ne hanno<br />

contate centinaia. Inoltre, mescolati fra i lanciatori di pietre ci<br />

sono stati Palestinesi, spesso poliziotti, armati di pistole.<br />

193


Scontrandosi con folla arrabbiata, violenta, la polizia israeliana ed<br />

i<br />

soldati spesso non hanno altra scelta che difendersi sparando<br />

pallottole<br />

di gomma e, nelle situazioni in cui si è minacciata la vita,<br />

pallottole<br />

vere.<br />

L'uso di fuoco vivo dei Palestinesi ha significato che le forze<br />

israeliane sono dovute rimanere ad una certa distanza da quelli che<br />

iniziano la violenza. In più, la minaccia di forza contro gli<br />

israeliani è stata una minaccia mortale. Entrambi i fattori hanno<br />

impedito l'uso dei metodi tradizionali di controllo dei tumulti.<br />

Secondo le regole di combattimento per le truppe israeliane nei<br />

territori, l'uso di armi è autorizzato solamente nelle situazioni di<br />

minaccia mortale o, con significative limitazioni, durante l'arresto<br />

d'un individuo ritenuto sospetto di commettere una grave offesa alla<br />

sicurezza. In tutti i casi, le attività dell'IDF sono state governate<br />

da una prioritaria politica di contenimento, dal requisito della<br />

proporzionalità e dalla necessità di approntare tutte le misure<br />

possibili per evitare danni ai civili non colpevoli.<br />

Nel frattempo, i Palestinesi hanno intensificato i loro attacchi<br />

violenti contro gli israeliani usando i mortai ed i missili anti-carro<br />

introdotti illegalmente nella striscia di Gaza. I Palestinesi hanno<br />

sparato colpi di mortaio sulle Comunità ebraiche a Gaza e in Israele<br />

e i<br />

rapporti dell'IDF indicano che missili anti-carro sono stati sparati<br />

alle forze israeliane a Gaza.<br />

Il capo del personale dell'IDF Shaul Mofaz ha detto alle associazioni<br />

ebraiche americane in visita il 28 febbraio 2001, che l' autorità<br />

palestinese sta accumulando le armi introdotte di nascosto a Gaza dal<br />

mare e dai trafori sotterranei collegati all'Egitto.<br />

Il possesso e l'uso dei Palestinesi di queste armi e di altri<br />

armamenti<br />

viola gli impegni che hanno preso in vari accordi con Israele. Sotto<br />

gli<br />

accordi di Oslo, le uniche armi permesse nelle zone controllate dai<br />

Palestinesi sono le pistole, fucili e mitragliatrici e queste devono<br />

essere tenute soltanto dagli ufficiali di sicurezza dell'autorità<br />

palestinese. Dalle recenti violenze è chiaro che oltre alla polizia,<br />

anche civili palestinesi ed i membri delle milizie, quale il<br />

Tanzim,sono<br />

in possesso di tali armi. 7<br />

Il numero di palestinesi feriti negli scontri è spiacevole, ma è<br />

importante ricordare che nessun Palestinese sarebbe in alcun pericolo<br />

o<br />

rischierebbe di essere ferito se non attaccassero gli israeliani.<br />

Ancora, se i bambini fossero a scuola o a casa con le loro famiglie,<br />

piuttosto che gettare pietre nelle vie, non avrebbero niente da<br />

preoccuparsi. Inoltre, mentre il numero di Palestinesi morti è più<br />

grande, quello non dovrebbe minimizzare i traumatici incidenti mortali<br />

dal lato israeliano. Dal 29 settembre 2000 fino al 28 ottobre 2001,<br />

191<br />

ebrei israeliani, incluso almeno 83 civili, sono stati uccisi dai<br />

Palestinesi e più di 1.300 sono stati feriti.8<br />

194


È egualmente degno considerare come la polizia negli Stati Uniti ed in<br />

altre nazioni, reagisce alla violenza di piazza. Gli abusi a volte<br />

accadono quando la polizia è attaccata, ma nessuno li invita ad<br />

aspettare e permettere che le loro vite siano messe in pericolo per<br />

placare l'opinione internazionale. Per esempio dopo che la coalizione<br />

degli Stati Uniti ha attaccato l'Afghanistan, Hamas ha organizzato un<br />

raduno nella striscia di Gaza in cui i migliaia di Palestinesi hanno<br />

marciato a sostegno del sospetto terrorista ideatore Osama bin Laden.<br />

La polizia Palestinese ha ucciso due contestatori quando hanno<br />

provato a<br />

disperderli. 9<br />

È soltanto agli israeliani che è negato il diritto all'autodifesa o<br />

che<br />

lo vedono usato come arma di propaganda contro di loro.<br />

20.12. [Mito]<br />

"L'Autorità Palestinese sta cercando di prevenire la violenza<br />

arrestando<br />

i terroristi e confiscando le armi illegali".<br />

20.12. [Fatti]<br />

Occasionalmente la cooperazione fra le forze di sicurezza israeliane e<br />

palestinesi è stata buona e Israele ha lodato pubblicamente l'autorità<br />

palestinese. Più spesso, tuttavia, l'autorità palestinese non riesce<br />

ad<br />

approntare le misure sufficienti per impedire gli attacchi contro gli<br />

israeliani. Mentre alcuni terroristi sono stati arrestati, questi<br />

solitamente sono stati liberati poco dopo e, almeno alcuni di loro<br />

successivamente sono stati coinvolti negli assalti contro gli ebrei.<br />

Nel<br />

maggio 2001, per esempio, Arafat ha liberato più di una dozzina di<br />

radicali islamici che erano stati in prigione dopo un'ondati di<br />

bombardamenti suicidi che hanno ucciso 60 israeliani in otto giorni<br />

sanguinosi nel 1996.10<br />

L'autorità palestinese è anche piena di armi illegali, compreso le<br />

mitragliatrici, bombe a mano, esplosivi e mortai. Malgrado le ripetute<br />

promesse, nessuno sforzo è stato fatto per raccogliere le armi. Al<br />

contrario, l'autorità palestinese si è attivata per accumularle. Ciò è<br />

una seria violazione degli accordi firmati con Israele, che provoca<br />

diffidenza e minaccia la sicurezza israeliana.<br />

20.13. [Mito]<br />

"L'uccisione di un figlio protetto dal padre, mostrata in TV, mostra<br />

che<br />

Israele non esita ad uccidere bimbi palestinesi innocenti".<br />

20.13. [Fatti]<br />

Forse l'immagine più vivida dell'"Intifada al-Aqda" è stata il filmato<br />

di un padre palestinese che tenta inutilmente di proteggere il figlio<br />

dal fuoco. Israele è stato universalmente incolpato della morte del<br />

dodicenne Mohamed Aldura, ma le successive indagini hanno mostrato che<br />

il ragazzo è stato con ogni probabilità ucciso da pallottole<br />

palestinesi.<br />

L'immagine che vedete qui<br />

195


http://www.us-israel.org/jsource/images/netzarim.jpg mostra una<br />

ripresa<br />

aerea delle Forze di Difesa Israeliane dell'incrocio di Netzarim,<br />

nella<br />

Striscia di Gaza, in cui fu ucciso il dodicenne Mohamed Aldura. I<br />

tratti<br />

di penna mostrano la posizione del padre e del figlio, che si<br />

coprirono<br />

presso una postazione di Palestinesi che sparavano, all'incrocio. Dopo<br />

che i poliziotti palestinesi spararono da lì e da lì vicino contro una<br />

postazione delle Forze Armate Israeliane di fronte a loro, i soldati<br />

delle Forze Armate risposero al fuoco sparando alla fonte degli spari.<br />

Durante la sparatoria, il bimbo palestinese fu colpito ed ucciso.<br />

Contrariamente a quel che comunemente si crede, che cioè il filmato<br />

dell'evento era integrale, esso era stato invece montato prima che<br />

fosse<br />

trasmesso intorno al mondo. Sebbene ci fossero dei diversi cameramen<br />

nella zona, soltanto uno, un Palestinese che lavorava per France 2,<br />

registrò la sparatoria. Il filmato grezzo della giornata mostra un<br />

quadro ben più complesso di quello che stava accadendo e solleva degli<br />

interrogativi sull'universale assunto che fosse stato Israele ad<br />

uccidere il ragazzo.<br />

Un'indagine delle Forze di Difesa Israeliane sull'incidente, di cui<br />

furono pubblicati i risultati il 27 Novembre 2000, scoprì che Aldura<br />

fu<br />

ucciso con ogni probabilità da un poliziotto palestinese e non dal<br />

fuoco<br />

delle Forze di Difesa Israeliane. Questo rapporto fu confermato da<br />

un'indagine indipendente della Televisione tedesca ARD, che diceva che<br />

il filmato della morte di Aldura fu censurato dai Palestinesi per far<br />

credere che egli fosse stato ucciso dagli Israeliani, mentre invece la<br />

sua morte fu causata dal fuoco palestinese [11a]<br />

Più recentemente, James Fallows ha riveduto la storia ed ha scoperto<br />

che<br />

"le prove fisiche della sparatoria erano completamente incongruenti<br />

con<br />

spari che venivano dall'avamposto delle Forze di Difesa Israeliane".<br />

Inoltre, egli cita diversi interrogativi senza risposta, che hanno<br />

indotto alcuni a concludere che l'intero incidente fosse stato<br />

montato.<br />

Per esempio, Fallows si chiede: "Perché non c'è un filmato del ragazzo<br />

dopo che fu colpito? Perché sembra che stia muovendosi in grembo al<br />

babbo, ed ad afferrare una mano sopra i suoi occhi dopo che egli<br />

sarebbe<br />

dovuto essere morto? Perché mai un Palestinese sta indossando un<br />

auricolare del tipo adottato dai Servizi Segreti? Perché mai si mostra<br />

un altro Palestinese che agita le braccia e grida, come se stesse<br />

"dirigendo" una scena drammatica? Perché mai il funerale sembra (a<br />

giudicare dalla lunghezza delle ombre) essere avvenuto prima dell'ora<br />

apparente della sparatoria? Perché mai non si vede sangue sulla<br />

camicia<br />

del babbo dopo che essi vengono colpiti? Perché una voce che semba<br />

quella del cameraman di France 2 strilla, in Arabo, "Il bimbo è<br />

morto",<br />

prima che egli fosse stato colpito? Perché le ambulanze sembra che<br />

appaiano istantaneamente per tutti tranne che per al-Dura?" [11b]<br />

20.14. [Mito]<br />

196


"Israele usa proiettili di gomma per mutilare ed uccidere Palestinesi<br />

disarmati".<br />

20.14. [Fatti]<br />

Le pallottole di gomma sono mezzi imperfetti per sedare le violenze<br />

di piazza. Sono destinate a minimizzare il rischio di serie ferite ma<br />

non possono anche alleviarle. Nella stragrande maggioranza dei casi,<br />

le pallottole di gomma non provocano la morte o ferite serie. In<br />

molte circostanze, possono essere l' unico opzione disponibile al<br />

fuoco-vivo. I bambini usando delle pistole, l' intenzione o di<br />

causare il ferimento o la morte al loro obiettivo previsto attraverso<br />

alcuni altri mezzi, pongono una minaccia mortale, specialmente quando<br />

quella minaccia prende la forma d'un attacco su grande scala.<br />

"In opposizione [ai provvedimenti concreti di Ariel Sharon per<br />

facilitare difficoltà economiche dei Palestinesi] non abbiamo visto<br />

assolutamente risposta da Arafat alle nostre esortazioni a lui per<br />

portare ora ad un arresto della violenza. Non ha rilasciato<br />

istruzioni che indicassero che anche lui desidera vedere che queste<br />

finiscano. Infatti, ha richiesto la continuazione dell'intifada. Non<br />

ha dato alcun ordine, segreto o non, alle sue forze che porterebbero<br />

alcune misure di controllo della situazione. "<br />

Assistente del Segretario di Stato degli Stati Uniti per gli affari<br />

del Medio Oriente, Edward Walzer, testimoniando ad un' udienza<br />

congressuale 12<br />

Molte forze di polizia nel mondo usano le pallottole di gomma per<br />

disperdere le folle violente. Per esempio, a seguito della vittoria<br />

dei Los Angeles Lakers nella finale nazionale del 2001 della National<br />

Basketball Association, la polizia di Los Angeles ha usato pallottole<br />

di gomma per concludere gli scoppi violenti dei turbolenti fans13. La<br />

polizia si è sentita costretta ad usare questo metodo di controllo<br />

della folla con un gruppo di fan di pallacanestro eccessivamente<br />

esuberanti che hanno trasformato in celebrazioni violente la vittoria<br />

della loro squadra, mentre Israele lo usa contro una popolazione<br />

ostile con la quale è essenzialmente in guerra.<br />

20.15. [Mito]<br />

"Il Rapporto Mitchell rese chiaro che la politica israeliana degli<br />

insediamenti è altrettanto da biasimare per il fallimento del processo<br />

di pace quanto la violenza palestinese, e che un congelamento degli<br />

insediamenti è indispensabile per por fine alla violenza".<br />

20.15. [Fatti]<br />

Nel novembre 2000, l'ex senatore degli Stati Uniti George Mitchell è<br />

stato nominato per condurre un comitato di inchiesta per studiare la<br />

causa dell' Intifada al-Aksa ed individuare come impedire la violenza<br />

futura. Il rapporto è stato pubblicato il 30 aprile 2001, ha suggerito<br />

un congelamento degli insediamenti - come una di più di 15 differenti<br />

misure che portino ad una maggiore fiducia tra le parti - ma Mitchell<br />

e<br />

Warren Rudman, un altro membro del comitato, hanno indicato<br />

esplicitamente in una lettera che chiarisce il loro punto di vista:<br />

"desideriamo andare più avanti ed indicare chiaramente che in alcun<br />

modo<br />

non poniamo sullo stesso piano il terrorismo palestinese con attività<br />

197


israeliana di insediamenti, ' apparentemente ' o al contrario."<br />

Mitchell e Rudman hanno anche discusso l' idea che la cessazione della<br />

costruzione di insediamenti ed il terrorismo erano collegati. " lo<br />

scopo immediato deve essere l'immediata interruzione della<br />

violenza....Parte dello sforzo per concludere la violenza deve<br />

includere<br />

una ripresa immediata della cooperazione sulla sicurezza fra il<br />

governo<br />

d'Israele e l'autorità palestinese che punti ad evitare la violenza e<br />

a<br />

combattere il terrorismo." Hanno aggiunto, "per quanto riguarda<br />

terrorismo, noi invitano l'autorità palestinese, come misura di<br />

instaurazione della fiducia, a chiarire con azioni concrete, agli<br />

israeliani ed i Palestinesi, che il terrore è riprovevole ed<br />

inaccettabile e l'autorità palestinese deve fare uno sforzo totale per<br />

impedire operazioni terroristiche e punire i responsabili che agiscono<br />

nella sua giurisdizione." 14<br />

20.16. [Mito]<br />

"L'uso da parte di Israele dei caccia F-16 esemplifica l'uso<br />

sproporzionato della forza impiegata da Israele contro degli innocenti<br />

civili palestinesi".<br />

20.16. [Fatti]<br />

Come determinate l'uso proporzionale di forza militare? Quando<br />

terroristi palestinesi mettono le bombe nei centri commerciali<br />

israeliani ed uccidono e feriscono dozzine di civili, la risposta<br />

proporzionale sarebbe che gli israeliani mettessero bombe nei centri<br />

commerciali palestinesi ? Nessuno in Israele crede che questo sarebbe<br />

un uso di forza legittimo. Quindi, Israele ha la necessità di<br />

intraprendere l'azione misurata contro gli obiettivi specifici in uno<br />

sforzo per contenere la violenza palestinese o fermarla.<br />

Nel caso specifico di uso d'Israele di F-16, il Generale maggiore<br />

Giora<br />

Eiland, capo delle operazioni dell'Idf, ha spiegato il ragionamento<br />

d'Israele:<br />

So che gli F-16 non sono destinati ad attaccare obiettivi nelle città<br />

palestinesi. Ma dobbiamo ricordarci che anche se usiamo questo genere<br />

di velivolo, questo è molto accurato. Tutti gli obiettivi erano<br />

obiettivi militari.... erano piuttosto una decisione tattica,<br />

semplicemente perché gli obiettivi erano abbastanza grandi, o<br />

abbastanza<br />

forti che l'attacco con elicotteri è stato considerato non abbastanza<br />

efficace per penetrare o colpire questi specifici obiettivi. Così<br />

quando<br />

abbiamo deciso o scelto questi obiettivi abbiamo cercato le armi<br />

migliori per questi ed in questo caso specifico erano gli F-16. Non<br />

implica che questa sia una nuova fase e d'ora in poi l'unico mezzo che<br />

per schierare le nostre forze o la nostra aeronautica è soltanto l'<br />

F-16.<br />

Effettivamente lo vediamo come qualcosa che non sia usato molto<br />

facilmente. 16<br />

Lo schieramento d'Israele dei combattenti è venuto dopo che 88<br />

israeliani già avevano perso le loro vite, compresi 55 civili. I<br />

198


civili<br />

non sono stati uccisi casualmente, sono stati deliberatamente colpiti.<br />

Nei due mesi e mezzo precedenti , i Palestinesi avevano tentato di<br />

piazzare 28 bombe all'interno d'Israele. L'attacco degli F-16 è stato<br />

una risposta diretta ad una bomba che è esplosa ad un centro<br />

commerciale<br />

di Netanya il 18 maggio 2001, uccidendo cinque israeliani .<br />

Un mese prima di schierare gli F-16, il dipartimento di stato<br />

americano<br />

ha accusato Israele di una "eccessiva e sproporzionata" risposta alla<br />

violenza palestinese quando hanno sparato colpi in aria contro gli<br />

obiettivi a Gaza, anche se il portavoce ha ammesso che la rappresaglia<br />

"è precipitata per gli attacchi provocatori palestinesi con i mortai a<br />

Israele" . La posizione degli Stati Uniti è ironica data la cosiddetta<br />

dottrina Powell enunciata dal Segretario di Stato Colin Powell, che<br />

sostiene che "l'America apra il fuoco con ogni mezzo di forza<br />

disponibile o per niente" 17<br />

Considera alcuni esempi dell'applicazione di questa dottrina:<br />

· Il Generale Powell ha insistito sullo schiacciante spiegamento<br />

di forze prima di andare in guerra contro Baghdad nella guerra del<br />

Golfo.<br />

· Powell ha anche sovrinteso all'invasione di Panama, che ha<br />

richiesto uno spiegamento di 25.000 truppe e l'uso dei bombardieri<br />

Stealth F-117 per la prima volta. Migliaia di civili panamensi sono<br />

stati feriti e ci sono stati almeno 100 morti. Egli, successivamente,<br />

ha<br />

detto "l'uso di tutta la forza in alcuni casi è necessario. La forza<br />

decisiva chiude le guerre velocemente e nel lungo termine salva le<br />

vite"<br />

18<br />

· In reazione al tentativo di assassinare il Presidente Bush nel<br />

1993, gli Stati Uniti hanno sparato 23 missili Cruise contro la base<br />

dei<br />

servizi segreti iracheni e hanno colpito un quartiere civile nelle<br />

vicinanze. Powell successivamente ha affermato che questa è stata una<br />

risposta "appropriata e proporzionata". 19<br />

· Gli Stati Uniti hanno anche fatto un enorme spiegamento di<br />

forze nei Balcani e nel 1999, hanno accidentalmente bombardato l'<br />

ambasciata cinese a Belgrado uccidendo tre persone e ferendone 20.<br />

· Gli Stati Uniti hanno fatto molto uso di aerei da caccia e da<br />

bombardamento nella loro guerra successiva all'11 Settembre in<br />

Afghanistan. Si sono riferiti poi alcuni incidenti in cui sono stati<br />

uccisi dei civili, tra cui il bombardamento di una festa nuziale che<br />

ha<br />

ucciso 48 persone [19b].<br />

Gli Stati Uniti non hanno esitato ad usare uno schiacciante uso della<br />

forza contro i suoi avversari, anche se le minacce erano distanti ed<br />

in<br />

nessun modo avrebbero messo in pericolo l'esistenza della nazione o la<br />

sicurezza dei propri cittadini.<br />

Anche se gli obiettivi militari statunitensi sono stati portati a<br />

termine, questi sono abitualmente accompagnati da errori e danni<br />

collaterali che hanno provocato la perdita di vite umane.<br />

199


Israele è in una posizione diversa,. La minaccia che affronta è<br />

immediata nel tempo e fisicamente vicina e mette in serio pericolo i<br />

cittadini israeliani. Tuttavia, Israele non ha usato tutta la sua<br />

potenza come detta la dottrina Powell. L'uso della forza è stato<br />

giudizioso e preciso. In quei casi in cui ci sono stati degli errori –<br />

come inevitabilmente accade in in guerra – ci sono state delle<br />

inchieste<br />

sugli incidenti.<br />

La conclusione è che Israele non avrebbe avuto bisogno di rispondere<br />

con<br />

la forza militare se i palestinesi non avessero attaccato i cittadini<br />

e<br />

i soldati.<br />

20.17. [Mito]<br />

"Arafat non può controllare i radicali palestinesi".<br />

20.17. [Fatti]<br />

La premessa del processo di pace fu che raggiungendo un accordo con<br />

Yasser Arafat, si potesse controllare la violenza. Se egli non può<br />

controllare il comportamento delle persone sotto la sua autorità,<br />

allora gli accordi non hanno valore. D'altro canto, se egli ha il<br />

controllo, allora è chiaro che lo sta usando per fomentare la<br />

violenza anziché prevenirla.<br />

Le prove suggeriscono che Arafat ha il controllo su gran parte delle<br />

attività dei Palestinesi in Cisgiordania ed a Gaza. Arafat si è<br />

dimostrato abile a disfarsi rapidamente dei Palestinesi che sfidano<br />

il suo dominio arrestandoli e, talvolta, giustiziandoli. Quando<br />

vuole, ha anche arrestato dei membri di gruppi terroristici, ma li ha<br />

abitualmente rilasciati in modo che potessero continuare ad attaccare<br />

Israele. Ha consentito alle organizzazioni terroristiche di produrre<br />

esplosivi, costruire mortai, addestrare membri e reclutare giovanotti<br />

per delle missioni suicide. Uno degli esempi più chiari della<br />

riluttanza di Arafat ad agire è il fatto che il capo di Hamas,<br />

l'organizzazione che pubblicamente rivendica molti attentati suicidi,<br />

non è in galera. Anzi, egli tiene regolarmente e pubblicamente<br />

adunate dei suoi sostenitori a Gaza.<br />

20.18. [Mito]<br />

"Israele ha sempre rifiutato di prendere qualsiasi passo per calmare<br />

la<br />

situazione, ed i suoi continui attacchi hanno provocato la violenza<br />

palestinese".<br />

20.18. [Fatti]<br />

Il 22 maggio 2001 il Primo Ministro Ariel Sharon ha dichiarato un<br />

cessate-il-fuoco unilaterale per tentare di calmare la situazione, e<br />

nella speranza che i palestinesi si comportassero ugualmente mettendo<br />

fine agli attacchi contro gli israeliani. Invece i palestinesi hanno<br />

intensificato il livello della violenza, particolarmente contro i<br />

civili<br />

israeliani. Più di 70 attacchi sono stati registrati nei successivi 10<br />

giorni, durante i quali Israele ha frenato il suo fuoco e ha evitato<br />

ogni ritorsione. La campagna terroristica palestinese durante il<br />

cessate-il-fuoco israeliano è culminata con l'attacco suicida alla<br />

200


discoteca di Tel Aviv l'1 giugno, che ha ucciso 20 persone e ferito<br />

più<br />

di 90, la maggior parte dei quali adolescenti. Di fronte alle forti<br />

pressioni internazionali causate dall'orribile attacco e alla paura di<br />

una risposta israeliana, Arafat alla fine ha dichiarato il<br />

cessate-il-fuoco. Non che sia durato.<br />

20.19. [Mito]<br />

"Israele non ha giustificazioni per trattenere le tasse dovute<br />

all'Autorità Palestinese".<br />

20.19. [Fatti]<br />

All'inizio del 2001, Israele ha deciso di trattenere più di 50<br />

milioni di dollari in tasse che doveva all'autorità palestinese in<br />

risposta alla violenza in corso. Funzionari statunitensi, e altri,<br />

hanno fatto pressioni su Israele per trasferire i soldi a causa delle<br />

grossi difficoltà economiche dell'autorità palestinese e l'incapacità<br />

di pagare alcuni dei suoi conti. Israele ha riconosciuto che l'azione<br />

era dura ma la credeva necessaria per dimostrare ai palestinesi che<br />

l'incapacità o la non volontà di fermare la violenza aveva un costo.<br />

Israele deve usare qualunque potere possibile per proteggere i suoi<br />

cittadini e le sanzioni economiche erano una risposta più leggera<br />

rispetto a quella militare.<br />

Mentre le sanzioni israeliane sono state criticate per il pietoso<br />

stato dell'economia palestinese, la verità era che gli Stati arabi<br />

hanno sospeso il trasferimento di centinaia di milioni di dollari,<br />

raccolti come donazioni, destinati all'autorità palestinese. La<br />

giustificazione per l'azione degli Stati arabi era la loro<br />

preoccupazione che questi fondi sarebbero stati indebitamente<br />

appropriati e avrebbero incoraggiato ulteriormente la corruzione<br />

nell'autorità palestinese. [20a] Per esempio, un giornale kuwaitiano<br />

riferì che Arafat rubò più di 5 Milioni di Dollari di aiuti stranieri<br />

diretti ai Palestinesi bisognosi [20b].<br />

Nel Luglio 2002, Israele acconsentì a trasferire una parte del<br />

gettito fiscale ai Palestinesi come prova di fiducia dopo che era<br />

diminuita la violenza palestinese, e fu raggiunto un accordo per<br />

creare un comitato di rappresentanti americani per sovraintendere<br />

alla transazione. In Ottobre, Israele acconsentì a rilasciare<br />

ulteriori fondi dopo che gli Stati Uniti acconsentirono a verificare<br />

come l'AP avrebbe usato i<br />

fondi. A partire dal Dicembre 2002, Israele ha iniziato a pagare<br />

regolarmente e mensilmente le tasse dovute all'AP e porzioni del<br />

denaro congelato sin dai primi giorni della violenza [20c].<br />

Il caso di studio:<br />

Il Presidente del Consiglio Legislativo Palestinese, Ahmed Karia, ha<br />

improvvisamente lasciato la villa che aveva costruito per un milione<br />

e mezzo di dollari a Gerico, dopo che il Presidente Bush ebbe<br />

sollevato il problema della corruzione dell'AP. Fu posto un cartello<br />

sulla porta che affermava che la villa era divenuta un'istituzione<br />

benefica per i parenti dei palestinesi uccisi negli attacchi<br />

terroristici [20d].<br />

20.20. [Mito]<br />

"I Palestinesi attaccano le forze israeliana in spontanee esplosioni<br />

201


di<br />

frustrazione".<br />

20.20. [Fatti]<br />

Occasionalmente, i Palestinesi si sollevano spontaneamente per una<br />

serie<br />

di motivi, dalla frustrazione alla rabbia. Più spesso, tuttavia, la<br />

violenza palestinese è premeditata e pianificata dalle cellule<br />

terroristiche all'interno dell'autorità palestinese o dai leader della<br />

stessa autorità. Nell'estate del 2001, per esempio, i comandanti<br />

palestinesi hanno fatto circolare le istruzioni su come affrontare le<br />

truppe israeliane. Gli ordini includevano la preparazione di bombe<br />

Molotov, di bombe a mano e delle barricate. Le "cinture" esplosive<br />

dovevano essere preparate per "centinaia di giovani suicidi che<br />

sarebbero stati disposti a affrontare le truppe avanzanti." Le<br />

istruzioni inoltre hanno suggerito di conservare le munizioni e di<br />

attaccare i carri soltanto con "le armi adatte" e non con le pistole<br />

leggere. "le posizioni avanzate dovrebbero essere costituite dai<br />

combattenti che vogliono sacrificare le loro vite per fermare il<br />

nemico<br />

avanzante." 21<br />

Israele è in guerra con un nemico che rifiuta, nella sua<br />

accortezza e nella sua codardia, di combattere i soldati israeliani,<br />

ma<br />

preferisce i suoi civili, le sue donne ed i bambini.<br />

— Michael Kelly22<br />

20.21. {Mito]<br />

"I Palestinesi hanno osservato il cessate-il-fuoco negoziato dal<br />

Direttore della CIA George Tenet".<br />

20.21. [Fatti]<br />

Nel giugno 2001 il direttore della CIA George Tenet è andato in Medio<br />

Oriente per fare il possibile per dichiarare un cessate-il-fuoco fra<br />

Israele e l' autorità palestinese e porre il fondamento per una<br />

ripresa<br />

dei colloqui di pace. Il programma di Tenet ha richiesto una<br />

cessazione<br />

di tutte le attività violente. Nelle sei settimane seguenti la<br />

richiesta di Tenet, tuttavia, i Palestinesi hanno effettuato 850<br />

attacchi terroristici con conseguenti 94 vittime israeliane, 17 di<br />

loro<br />

sono morti.23<br />

"il presidente dell'autorità palestinese Arafat deve condannare<br />

questo terribile attacco terroristico, agisca ora per arrestare e<br />

portare a giudizio quei responsabili, e compia immediatamente,<br />

concrete<br />

azioni per impedire futuri attacchi terroristici."<br />

— Presidente George W. Bush, dopo un attacco suicida di un<br />

palestinese<br />

che ha ucciso 15 persone, di cui sei bambini, e ferite 90<br />

202


facendosi esplodere in un ristorante al centro di Gerusalemme .24<br />

20.22. [Mito]<br />

"La politica israeliana di assassinare i terroristi palestinesi è<br />

immorale e controproducente".<br />

20.22. [Fatti]<br />

Israele è messo di fronte ad una situazione quasi impossibile nel<br />

tentare di proteggere la sua popolazione civile dai Palestinesi che<br />

sono<br />

preparati perfino a farsi esplodere per uccidere ebrei non colpevoli.<br />

Una strategia per occuparsi del problema è stata il processo di pace.<br />

Dal 1993, Israele ha creduto che negoziare fosse il modo di<br />

raggiungere<br />

la pace con i Palestinesi, ma dopo che Israele ha dato indietro gran<br />

parte della Cisgiordania e della striscia di Gaza e di fatto ha<br />

offerto<br />

tutto il resto, i Palestinesi hanno rifiutato le loro concessioni ed<br />

hanno scelto di usare la violenza per provare a forzare Israele a<br />

cedere<br />

a tutte le loro richieste.<br />

Una seconda strategia è per Israele "esercitare l'autocontrollo" cioè<br />

non rispondere alla violenza palestinese. La Comunità internazionale<br />

loda Israele quando semplicemente porge l'altra guancia dopo i feroci<br />

attacchi. Mentre questo autocontrollo potrebbe vincere l'elogio dai<br />

leader del mondo, non fa niente per alleviare il dolore delle vittime<br />

o<br />

impedire ulteriori attacchi. Inoltre, le stesse nazioni che<br />

sollecitano<br />

l'autocontrollo d'Israele hanno reagito spesso con la forza, una volta<br />

che si sono trovate in situazioni simili. Per esempio, i Britannici<br />

hanno assassinato i nazisti dopo la seconda guerra mondiale ed hanno<br />

designato come bersaglio i terroristi dell'IRA in Irlanda del Nord.<br />

"Per esempio, se hai un' organizzazione che ha progettato o sta<br />

progettando un certo tipo di attacco suicida, e [ gli israeliani ]<br />

hanno<br />

prova sicura di chi è e di dove sono, penso che ci sia una certa<br />

giustificazione nel provare a proteggersi in anticipo."<br />

— Vice Presidente degli Stati Uniti Dick Cheney25<br />

Nel mese di aprile del 1986, dopo che gli Stati Uniti hanno accertato<br />

che la Libia aveva diretto l'attacco terroristico ad una discoteca di<br />

Berlino Ovest, che ha ucciso un americano e ne ha feriti altri 200, ha<br />

lanciato un'incursione su una serie di obiettivi libici, compresa la<br />

casa del presidente Muammar Gheddafi. Ciò generalmente è considerato<br />

come un assassinio tentato. Il presidente Reagan lo ha negato, ma più<br />

tardi ha ammesso "era possibile, forse probabile, che potesse essere<br />

lì<br />

nei pressi o vicino al centro dei servizi segreti quando i nostri<br />

aerei<br />

203


hanno colpito". Gheddafi è scappato, ma la sua figlia minore è stata<br />

uccisa e due dei suoi altri bambini sono stati feriti. Inoltre, un<br />

missile è andato fuori rotta ed ha causato degli infortuni mortali in<br />

un<br />

quartiere civile vicino. Reagan ha giustificato l'azione come un<br />

autodifesa contro il terrorismo di Stato appoggiato dalla Libia.<br />

"essendo autodifesa ogni Stato colpito dal terrorismo ha un proprio<br />

diritto a rispondere con forza come deterrente a nuovi atti<br />

terroristici. Ho ritenuto che dovessimo mostrare a Gheddafi che c'era<br />

un<br />

prezzo che doveva pagare per questo tipo di comportamento e che non l'<br />

avremmo lasciato fare" 26<br />

Israele ha scelto la terza opzione – quella di eliminare gli strateghi<br />

degli attacchi terroristici. Questa è una politica che ha creato un<br />

grande dibattito in Israele, ma è appoggiata da una vasta maggioranza<br />

(il 70% nel sondaggio di Ha'aretz dell'agosto 2001). Questa politica è<br />

appoggiata anche dagli americani secondo il sondaggio dell'agosto 2001<br />

dell'America Middle East Information Network. Il sondaggio mostra che<br />

il<br />

73 percento degli intervistati ritiene che Israele sia giustificato ad<br />

uccidere i terroristi se hanno la prova che stanno pianificando<br />

esplosioni o attacchi che possano uccidere israeliani. 27<br />

Il vice capo di Stato Maggiore, il generale Moshe Ya'alon ha spiegato<br />

questa linea di condotta: "Non ci sono esecuzioni senza processo. Non<br />

ci<br />

si sta vendicando con qualcuno che ha compito un attentato un mese fa.<br />

Noi stiamo agendo contro chi sta portando terrore contro di noi. Noi<br />

preferiamo arrestarli ed averne detenuti più di 1000. Ma se non<br />

possiamo<br />

e i palestinesi non lo vogliono, allora non abbiamo altra scelta che<br />

difenderci" 28<br />

Avere come obiettivo i terroristi ha diversi benefici. Primo, mette un<br />

costo al terrore: Israele non può essere colpita con l'impunità di<br />

nessuno, i terroristi sanno che se prendono di mira qualcuno, verranno<br />

loro stessi presi di mira. Secondo, questo è un metodo di autodifesa:<br />

colpire preventivamente elimina persone che altrimenti ucciderebbero<br />

Ebrei. Mentre è vero che ci sono altri che prendono il loro posto, lo<br />

fanno con la consapevolezza che anche loro stessi diventeranno<br />

obiettivi. Terzo, fa perdere l'equilibrio ai terroristi. Gli<br />

estremisti<br />

non possono più pianificare un operazione disinvoltamente; inoltre<br />

devono muoversi, guardarsi alle spalle in ogni momento, e lavorare più<br />

duramente per raggiungere il loro obiettivi. Quarto, l'eliminazione<br />

dei<br />

terroristi può prevenire attacchi.<br />

"Penso che quando sei attaccato da un terrorista, sai chi è il<br />

terrorista e puoi individuare la causa del terrore, dovresti<br />

rispondere."<br />

—Segretario di Stato degli Stati Uniti Colin Powell29<br />

Ovviamente, questa politica ha dei costi. Oltre alla condanna<br />

internazionale, Israele rischia di far scoprire gli informatori che<br />

forniscono spesso le informazioni necessarie per trovare i terroristi.<br />

204


Inoltre i soldati devono prendere parte a delle operazioni che alcune<br />

volte sono ad alto rischio e che occasionalmente causano tragici danni<br />

collaterali alla proprietà e alle persone.<br />

La critica più comune delle "uccisioni mirate" è che non fanno bene<br />

perché perpetuano un ciclo di violenza per cui i terroristi cercano la<br />

vendetta. Ciò è probabilmente l'argomento meno convincente contro<br />

questa politica, perché la gente che si fa saltare fino a diventare<br />

martire potrebbe sempre trovare una giustificazione per le loro<br />

azioni.<br />

Sono determinate a cacciare gli ebrei dal Medio Oriente e non si<br />

arresteranno finché non realizzeranno il loro obiettivo.<br />

"Penso che ogni volta che ci sono esplosioni suicide e che la tua<br />

gente salta in aria alla stazione dell'autobus e nei ristoranti,<br />

certamente tu non puoi sederti e tollerarlo"<br />

—Segretario della difesa degli Statu Uniti Donald Rumsfeld 30<br />

Benchè gli Stati Uniti abbiano una legge che proibisce l'assassinio,<br />

dopo l'attacco omicida di terroristi al World Trade Center e al<br />

Pentagono, è stato rivelato che l'amministrazione Clinton, in effetti,<br />

ha tentato di assassinare terrorista saudita Osama bin Laden nel 1998<br />

come rappresaglia per il suo ruolo nelle esplosioni alle ambasciate<br />

degli Stati Uniti in Tanzania e Kenia. Questi attacchi hanno ucciso<br />

più<br />

di 200 persone. Gli ex funzionari di Clinton ora dicono che c'è un<br />

espediente nella legge che proibisce l'assassinio, che lo permette in<br />

caso di "autodifesa". L'amministrazione di George W. Bush<br />

successivamente ha espresso un' opinione simile. 31<br />

Case Study<br />

Una storia del Washington Post sul "ciclo della morte" in<br />

Cisgiordania includeva un intervista con Raed Karmi, un funzionario di<br />

Fatah, la fazione dominante nell'Organizzazione per la Liberazione<br />

della<br />

Palestina. Il servizio inizia con l'osservazione che Karmi sta uscendo<br />

di corsa per unirsi ad una battaglia contro i soldati israeliani e<br />

afferra un fucile d'assalto M-16. Quello che la storia manca di<br />

menzionare è che si suppone che solo la polizia palestinese sia<br />

armata.<br />

La storia indica che la violenza israeliana e palestinese è<br />

equivalente<br />

in questo "ciclo" perché Karmi dice che stava agendo per vendicare la<br />

morte di un palestinese che gli Israeliani hanno assassinato per aver<br />

organizzato attacchi terroristici. Karmi ammette di aver partecipato<br />

al<br />

rapimento e all'omicidio stile esecuzione di due Israeliani che<br />

stavano<br />

pranzando in un ristorante di Tulkarem. Karmi è stato arrestato dall'<br />

autorità palestinese, ma è stato rilasciato dopo appena quattro mesi e<br />

successivamente ha ucciso altri quattro Israeliani, incluso un uomo<br />

che<br />

stava facendo la spesa e un automobilista in un imboscata. "Io<br />

continuerò ad attaccare Israeliani", ha detto al Jerusalem Post32<br />

205


20.23. [Mito]<br />

"Israele ammazza indiscriminatamente terroristi e civili palestinesi".<br />

20.23. [Fatti]<br />

È sempre una tragedia quando dei civili innocenti sono uccisi in<br />

un'operazione antiterrorismo. Ma i civili non avrebbero corso rischi<br />

se l'Autorità Palestinese avesse arrestato i terroristi, gli<br />

assassini non avessero scelto di nascondersi tra i non-combattenti,<br />

ed i civili si fossero rifiutati di proteggere gli assassini.<br />

Israele non attacca indiscriminatamente le aree palestinesi. Al<br />

contrario, l'IDF mette molta cura nel mirare alle [sole] persone che<br />

stanno pianificando attacchi terroristici contro i civili israeliani.<br />

Le forze israeliane hanno una tradizione di accuratezza in questi<br />

attacchi; eppure si commettono talvolta degli errori. Mentre i<br />

terroristi non chiedono certo scusa per i loro attacchi ai civili, e<br />

li bersagliano a bella posta, Israele investiga sempre sulle ragioni<br />

di ogni errore e prende inizitative per evitare che si ripetano.<br />

Non è mica solo Israele ad usare la forza militare contro i<br />

terroristi, o a colpire talvolta involontariamente le persone che non<br />

sono i bersagli. Per esempio, nello stesso giorno in cui dei<br />

funzionari americani stavano condannando Israele perché alcuni civili<br />

erano morti quando Israele aveva assassinato il capo dell'ala<br />

militare di Hamas, i notiziari informavano che gli Stati Uniti<br />

avevano bombardato un villaggio in un'operazione diretta ad un capo<br />

talebano che invece aveva ammazzato 48 civili afghani ad una festa<br />

nuziale. In ambo i casi, un errore dello spionaggio ha contribuito ai<br />

tragici errori.<br />

"La settimana scorsa a Gaza, torme di bimbi gioivano e cantavano<br />

mentre gli adulti lanciavano loro dei dolci. Che celebravano?<br />

L'uccisione a sangue freddo di almeno sette persone - cinque delle<br />

quali americane - e la mutilazione di altre 80 ad opera di una bomba<br />

terroristica sul campus dell'Università Ebraica di Gerusalemme".<br />

— Lo studioso israeliano Michael Oren, "Palestinians Cheer Carnage,"<br />

Wall Street Journal, (7 Augosto 2002)<br />

20.24. [Mito]<br />

"L'uso da parte d'Israele di armi di fabbricazione americana in<br />

rappresaglie contro i Palestinesi è illegale".<br />

20.24. [Fatti]<br />

Gli Stati Uniti hanno monitorato da vicino le azioni israeliane. Il<br />

parlamentare John Conyers ha scritto una lettera al Segretario di<br />

Stato<br />

Colin Powell chiedendo se Israele stava violando la legge degli Stati<br />

Uniti, usando armi americane nei suoi attacchi contro i terroristi<br />

palestinesi. Powell ha risposto, in una lettera datata 17 agosto 2001,<br />

che le azioni di Israele non violano la legge degli Stati Uniti. La<br />

legge in questione è la Arms Export Control Act (AECA) e stabilisce<br />

che<br />

gli articoli di difesa saranno usati solo per scopi specificati,<br />

incluso<br />

206


la sicurezza interna e la legittima autodifesa. Israele ha affermato<br />

che<br />

sta agendo per autodifesa e l'amministrazione Bush concorda.33<br />

20.25. [Mito]<br />

"Israele ha perpetrato un massacro nel campo profughi di Jenin<br />

nell'Aprile 2002".<br />

20.2. [Fatti]<br />

Il Segretario di Stato Colin Powell ha concisamente confutato le<br />

affermazioni palestinesi secondo cui Israele era colpevole di<br />

atrocità a Jenin. "Non vedo prova che mostri che è avvenuto un<br />

massacro" [34a]. L'opinione di Powell fu successivamente confermata<br />

dalle Nazioni Unite, da Human Rights Watch e da un'indagine<br />

dell'Unione Europea [35a].<br />

Nei giorni successivi alla battaglia i Palestinesi hanno<br />

ripetutamente sostenuto che era stato commesso un massacro. Il<br />

portavoce Saeb Erekat, ad esempio, disse alla CNN il 17 Aprile che<br />

almeno 500 persone erano state masascrate, e 1.600 persone, tra cui<br />

donne e bambini, erano scomparsi. I Palestinesi fecero rapidamente<br />

marcia indietro quando divenne evidente che essi non potevano fornire<br />

alcuna prova di quest'accusa indecente, e la loro stessa commissione<br />

d'indagine riportò un totale di 56 morti, di cui 34 combattenti.<br />

Nessuna donna e nessun bambino sono stati dati per dispersi [36a].<br />

Israele non ha scelto arbitrariamente di compiere l'incursione nel<br />

campo profughi di Jenin. Aveva ben poca scelta dopo una serie di<br />

attentati dinamitardi suicidi che avevano terrorizzato i civili<br />

israeliani per i precedenti 18 mesi. Per difendersi e dare speranza<br />

alla pace, le forze israeliane entrarono a Jenin per sradicare una<br />

delle principali basi terroristiche.<br />

Gli stessi documenti dell'Autorità Palestinese chiamano Jenin<br />

la "capitale dei suicidi". Il campo ha una lunga storia come base per<br />

gli estremisti, e non meno di 28 attacchi suicidi sono stati lanciati<br />

da questo nido di terrore durante l'ondata di violenza che precedette<br />

l'azione d'Israele. Questi terroristi violavano il cessate-il-fuoco a<br />

cui aveva acconsentito Israele e danneggiavano gli sforzi israeliani<br />

di ricominciare i negoziati politici verso un accordo finale di pace.<br />

I cecchini palestinesi bersagliavano i soldati da una scuola<br />

femminile, una moschea, ed un edificio dell'UNRWA, e nel rispondere<br />

al fuoco e nell'inseguire i terroristi, sono stati colpiti dei non<br />

combattenti. Ogni perdita civile è una tragedia, ma alcune erano<br />

inevitabili perché i terroristi palestinesi usavano i civili a mo' di<br />

scudo. La maggior parte delle vittime era armata.<br />

Israele tenne inoltre in funzione l'ospedale di Jenin. Il Tenente<br />

Colonnello Fuad Halhal, il comandante druso del corpo distrettuale di<br />

coordinamento per le Forze di Difesa Israeliane, consegnò<br />

personalmente un generatore all'ospedale, sotto il fuoco, durante<br />

l'operazione militare [36b].<br />

Israele avrebbe potuto decidere di bombardare il campo intero, la<br />

strategia impiegata dagli USA in Afghanistan, ma le Forze di Difesa<br />

Israeliane deliberarono di scegliere una via più rischiosa per<br />

ridurre il rischio di nuocere ai civili. I soldati andavano casa per<br />

casa e 23 furono uccisi in aspri scontri con i Palestinesi che<br />

207


usavano bombe, granate, trabocchetti e mitragliatrici per fare del<br />

campo una zona di guerra.<br />

Anche le immagini televisive hanno dato una prospettiva distorta del<br />

danno al campo. Jenin non è stata distrutta. Le operazioni israeliane<br />

sono state condotte in un'area limitata del campo profughi, che di<br />

per sé si estende su una piccola frazione della città. La distruzione<br />

che avvenne sul campo fu in gran parte causata da bombe palestinesi.<br />

I Palestinesi hanno imparato dalla loro esperienza in panzane che<br />

inventare false accuse contro Israele attrarrà immediatamente<br />

l'attenzione dei media e simpatie per la loro causa. Le correzioni<br />

che inevitabilmente seguono a queste accuse speciose raramente<br />

vengono viste, lette, o notate.<br />

20.26. [Mito]<br />

"Israele si è opposto ad un'indagine da parte delle Nazioni Unite<br />

perché voleva celare i crimini che aveva commesso a Jenin".<br />

20.26 [Fatti]<br />

Israele non aveva nulla da nascondere ed ha invitato una commissione<br />

d'indagine imparziale a visitare Jenin [37a]. Ma la storica animosità<br />

delle organizzazioni ONU verso Israele ha sollevato però degli<br />

interrogativi sull'equanimità dei suoi rappresentanti. Questi dubbi<br />

vennero rinforzati quando l'ONU si rifiutò di inserire nella<br />

commissione proposta degli esperti militari o di antiterrorismo che<br />

avrebbero potuto stimare la minaccia terroristica proveniente da<br />

Jenin che Israele stava affrontando. Un delegato cooptato nella<br />

commissione ONU aveva in precedenza confrontato la Stella di Davide<br />

con una svastica [38a].<br />

L'ipocrisia dell'ONU e di altri che si preoccupano di Jenin è<br />

evidente dal fatto che non condannano mai e non fanno mai inchieste<br />

sui massacri ripetuti ad opera dei bombaroli suicidi palestinesi.<br />

20.27. [Mito]<br />

"Israele impedisce alle ambulanze palestinesi di portare i<br />

palestinesi malati e feriti in ospedale".<br />

20.27. [Fatti]<br />

Uno degli sfortunati risultati della violenza durante l'"Intifada al-<br />

Aqsa" è stato l'accusa di abusi israeliani ai danni delle ambulanze<br />

della Mezzaluna Rossa palestinese, che, si accusa, hanno portato ad<br />

inconvenienti, complicazioni mediche ed anche alla morte dei malati<br />

trasportati. Questi racconti tendono a mostrare i ritardi come<br />

arbitrari atti di crudeltà da parte dei soldati israeliani contro i<br />

Palestinesi che hanno bisogno di cure mediche.<br />

In una cosa queste accuse sono vere: le ambulanze vengono davvero<br />

fermate e perquisite ai posti di blocco israeliani. Ma esse non<br />

mettono i fatti nel loro contesto. La ragione per cui le ambulanze<br />

vengono trattenute e perquisite è il pericolo molto serio che pongono<br />

ad Israele ed ai suoi cittadini. Le ambulanze sono state spesso usate<br />

come mezzo per portare bombe ai terroristi, e molti dei militanti che<br />

hanno compiuto attentati suicidi sono entrati in Israele a bordo od<br />

al volante di ambulanze della Mezzaluna Rossa. Per esempio:<br />

208


- Nell'Ottobre 2001, Nidal Nazal, un operativo Hamas a Kalkilya, fu<br />

arrestato dalle Forze di Difesa Israeliane. Egli guidava le ambulanze<br />

della Mezzaluna Rossa palestinese, e delle informazioni indicano che<br />

egli avesse sfruttato la possibilità di viaggiare ovunque per fare da<br />

portaordini tra i comandi di Hamas in diverse città della<br />

Cisgiordania. [39a]<br />

- Nel Gennaio 2002, Wafa Idris si fece saltare in aria nell'affollata<br />

Via Giaffa a Gerusalemme, divenendo una delle prime bombarole<br />

suicide. Ella guidava ambulanze per la Mezzaluna Rossa, così come<br />

Mohammed Hababa, l'operativo Tanzim che l'aveva mandata in missione.<br />

Ella lasciò su un'ambulanza la Cisgiordania [40a].<br />

- Il 27 marzo 2002 un membro dei Tanzim che per lavoro guidava<br />

ambulanze per la Mezzaluna Rossa fu preso con degli esplosivi sulla<br />

sua ambulanza. Sull'ambulanza c'era un bambino camuffato da paziente,<br />

insieme con la famiglia. Gli esplosivi furono trovati sotto la<br />

lettiga su cui giaceva il presunto malatino. [40b]<br />

- Il 17 Maggio 2002 si trovò una cintura esplosiva in un'ambulanza<br />

della Mezzaluna Rossa in un posto di blocco presso Ramallah. La<br />

bomba, dello stesso tipo normalmente usato negli attentati suicidi,<br />

era nascosto sotto un lettuccio su cui giaceva un bimbo malato. Il<br />

conducente, Islam Jibril, era già ricercato dalle Forze di Difesa<br />

Israeliana, ed ammise che questa non era la prima volta che<br />

un'ambulanza era stata usata per portare esplosivi o terroristi.<br />

La bomba fu levata dall'ambulanza e fatta esplodere alla presenza di<br />

un rappresentante del Comitato Internazionale della Croce Rossa. In<br />

un comunicato emesso nel medesimo giorno, l'ICRC disse che<br />

essa "comprende le preoccupazioni per la sicurezza delle autorità<br />

israeliane, ed ha sempre riconosciuto il loro diritto di controllare<br />

le ambulanze, purché ciò non ritardi indebitamente i ricoveri". I<br />

passeggeri malati dell'ambulanza furono portati dai soldati in un<br />

ospedale vicino. [41a]<br />

- Il 30 Giugno 2002 dei soldati isreaeliani trovarono 10 sospetti<br />

terroristi palestinesi nascosti in due ambulanze a Ramallah. Furono<br />

catturati quando i soldati fermarono i veicoli per i controlli di<br />

routine. [42a]<br />

Le accuse lanciate contro Israele dai suoi critici sono state spesso<br />

basate su fonti del diritto internazionale, come la Quarta<br />

Convenzione di Ginevra. È vero che la Convenzione di Ginevra pone<br />

particolare enfasi sull'immunità e sulla neutralità delle ambulanze e<br />

del personale medico di emergenza. Ma la conclusione che Israele, se<br />

non ignora un pericolo evidente ed immediato per i suoi cittadini,<br />

viola il diritto internazionale, è una distorzione. Usando delle<br />

ambulanze per contrabbandare esplosivi in Israele, sono i terroristi<br />

palestinesi a compromettere l'immunità e la neutralità della<br />

Mezzaluna Rossa.<br />

20.28. [Mito]<br />

"Le forze israeliane nell''Operazione Scudo Difensivo' avevano lo<br />

scopo di distruggere l'Autorità Palestinese e di rioccupare la<br />

Cisgiordania".<br />

20.28. [Fatti]<br />

209


Curiosamente, non esiste più il paragrafo.<br />

Evidentemente, l'Operazione Scudo Difensivo ha avuto un effetto di<br />

maggior rilievo rispetto al previsto.<br />

20.29. [Mito]<br />

"Israele ha chiuso tre _colleges_ nell'Autorità Palestinese nel<br />

Gennaio 2003 per punire ed umiliare i Palestinesi".<br />

20.29. [Fatti]<br />

Ad onta di oltre due anni di violenze e provocazioni, in parte<br />

emanati dai collegi della Cisgiordania, Israele non ha interferito<br />

con i corsi. La speranza era che i Palestinesi si concentrassero sui<br />

loro studi che sulle attività politiche. Sventuratamente, queste<br />

scuole hanno sempre più diretto le loro energie alla promozione della<br />

violenza anziché all'istruzione. Israele ha agito contro i collegi<br />

solo dopo che fu divenuto chiaro che essi erano divenuti centri di<br />

incitamento ed indottrinamento anziché di istruzione.<br />

Quando le forze israeliane sono entrate nelle scuole esse hanno<br />

trovato striscioni, poster, bandiere, nastri e taccuini adorni delle<br />

immagini dei bombaroli suicidi. Le aule erano zeppe di poster che<br />

lodavano il terrorismo e glorificavano i bombaroli suicidi. E non si<br />

trattava solo di materiale portato a scuola dagli studenti, una parte<br />

era stato distribuito dai collegi.<br />

La situaizone dei campus palestinesi illustra la difficoltà di<br />

perseguire un processo di pace mentre ai giovani palestinesi si<br />

insegna a scuola di perseguire il terrore e la distruzione del loro<br />

prossimo. Il materiale distribuito, e che è parte del curriculum,<br />

viola anche gli accordi di pace che hanno firmato i Palestinesi, e<br />

che vieta tale istigazione.<br />

Israele ha preso queste misure per proteggere i suoi cittadini, non<br />

per punire od umiliare i Palestinesi. Incidentalmente, anche<br />

l'Autorità Palestinese ha chiuso dei collegi nei Territori nelle<br />

occasioni in cui i suoi funzionari ritenevano che gli studenti<br />

stessero comportandosi in modi che minacciavano la loro autorità.<br />

20.30. [Mito]<br />

"Israele usa i posti di blocco per denegare i diritti dei Palestinesi<br />

ed umiliarli".<br />

20.30. [Fatti]<br />

Non è insolito che le nazioni guardino i loro confini e piazzino dei<br />

posti di blocco per impedire alla gente di entrare illegalmente nei<br />

loro paesi. Gli Stati Uniti hanno posti di blocco ai confini e negli<br />

aeroporti, e, come hanno visto gli Americani l'11 Settembre, sono<br />

precauzioni indispensabili ma non infallibili.<br />

Nel caso d'Israele, la necessità dei posti di blocco è stata creata<br />

dai Palestinesi. Perseguendo una violenta campagna terroristica<br />

contro i cittadini d'israele, essi hanno costretto Israele a<br />

predisporre delle barriere che rendano il più difficile possibile ai<br />

terroristi entrare in Israele o viaggiare per i territori per<br />

compiere atti di violenza. I posti di blocco sono un inconveniente<br />

210


per i Palestinesi innocenti, ma di fatto prevengono il terrore e<br />

salvano delle vite.<br />

Per esempio, il 2 Novembre 2002 un furgone che portava scatole di<br />

jeans si presentò ad un posto di blocco. I soldati controllarono i<br />

documenti delle persone nel furgone e scoprirono che uno dei<br />

passeggeri era ricercato. Il furgone fu scaricato e soltanto<br />

all'apertura dell'ultima scatola si scoprì una cintura esplosiva che<br />

veniva recapitata ad un bombarolo suicida. Due settimane dopo si<br />

presentò un tassì allo stesso posto di blocco. Nel bagagliaio i<br />

soldati trovarono due computer che sembravano insolitamente pesanti.<br />

Li aprirono e trovarono due cinture esplosive. Essi trovarono inoltre<br />

una borsa con un'arma da fuoco [43].<br />

Le merci, il cibo, le medicine, le ambulanze e le squadre mediche<br />

continuano a circolare liberamente, ostacolate solo dai continui<br />

attacchi. Anche i lavoratori palestinesi che vanno a lavorare in<br />

Israele possono passare per i posti di blocco se hanno i documenti in<br />

regola; le restrizioni sono imposte solo quando richieste da problemi<br />

di sicurezza.<br />

Le barriere non sono poste per umiliare i Palestinesi, ma per<br />

assicurare la sicurezza dei cittadini israeliani. Sventuratamente,<br />

ogni volta che Israele ha abbassato la guardia e rimosso i posti di<br />

blocco, i terroristi palestinesi ne hanno approfittato per lanciare<br />

nuovi attacchi agli Israeliani innocenti.<br />

20.31. [Mito]<br />

"Le lamentele d'Israele sui terroristi palestinesi che si nascondono<br />

tra i civili non sono che uno sforzo di giustificare il loro uccidere<br />

persone innocenti".<br />

20.31. [Fatti]<br />

Israele non fa mai dei civili un bersaglio. Sfortunatamente, i<br />

terroristi palestinesi hanno tentato di nascondersi a bella posta in<br />

mezzo alla popolazione civile nel tentativo di far ritorcere l'etica<br />

militare israeliana contro Israele. Gli stessi terroristi non si<br />

curano delle vite dei Palestinesi innocenti, e per questo non esitano<br />

a farsene scudo. Questo comportamento è una violazione del diritto<br />

internazionale. L'articolo 51 dell'emendamento del 1977 alle<br />

Convenzioni di Ginevra del 1977 proibisce espressamente l'uso di<br />

scudi umani:<br />

"La presenza od i movimenti della popolazione civile o di singoli<br />

civili non sarà usata per rendere certi luoghi o zone immuni dalle<br />

operazioni militar, specialmente tentativi di proteggere obbiettivi<br />

militari da attacchi, o di proteggere, favorire od impedire<br />

operazioni militari" [44].<br />

Perciò, sono i terroristi palestinesi i responsabili ultimi per i non-<br />

combattenti che sono inavvertitamente uccisi o feriti come risultato<br />

della pratica terroristica di nascondersi tra i civili per farsene<br />

scudo.<br />

20.32. [Mito]<br />

"Le donne palestinesi stanno entrando nei ranghi dei bombaroli<br />

suicidi solo perché impegnate a 'liberare' la Palestina".<br />

211


20.32. [Fatti]<br />

Può anch'essere che alcune donne palestinesi condividano l'ideologia<br />

malata dei terroristi che credono che facendo saltare in aria degli<br />

uomini, delle donne e dei bimbi innocenti conseguiranno i loro<br />

obiettivi politici, ma molte altre sono costrette col ricatto a<br />

compiere attacchi suicidi da Palestinesi sadici e manipolatori.<br />

Più di 20 donne palestinesi si sono impegnate in attacchi suicidi e<br />

le organizzazioni terroristiche che le reclutano lo fanno in parte<br />

perché credono che le donne susciteranno meno sospetti, e che i<br />

soldati israeliani saranno più riluttanti a perquisirle.<br />

Alcune delle donne sono state convinte ad intraprendere attacchi<br />

terroristici per rifarsi la reputazione nella loro comunità se si<br />

sono fatte una cattiva fama od hanno fatto qualcosa che ha<br />

svergognato la loro famiglia. La vergogna è una forza potente nella<br />

società araba, e le donne che sono promiscue, commettono adulterio,<br />

concepiscono fuori del matrimonio o si comportano in altri modi<br />

ritenuti inadatti possono essere ostracizzate o severamente punite<br />

(per esempio, i mariti possono uccidere le mogli che li hanno<br />

svergognati nei cosiddetti "delitti d'onore").<br />

Le organizzazioni terroristiche hanno usato dei ricatti emotivi<br />

contro queste donne spesso vulnerabili per convincerle che compiendo<br />

un attacco suicida contro gli Ebrei, esse possono riabilitare il loro<br />

onore o quello della loro famiglia. Lo spionaggio israeliano ha tolto<br />

il segreto ad un rapporto che diceva che gli operativi di Al Fatah<br />

arrivavano al punto da sedurre le donne e che, dopo averle messe<br />

incinte, usavano la loro condizione per ricattarle e far commettere<br />

loro orrendi crimini. Il rapporto citava due casi specifici, uno che<br />

coinvolgeva una 21enne di Betlemme che si era fatta saltare nel<br />

mercato di Mahane Yehuda a Gerusalemme, uccidendo sei persone e<br />

ferendono più di 60, e l'altra era una 18-enne del campo profughi di<br />

Dehaishe che fece esplodere un supermercato di Gerusalemme ed uccise<br />

due persone e ne ferì altre 22. [45]<br />

Questi esempi mostrano il modo spietato con cui i terroristi<br />

palestinesi trattano non solo le loro vittime, ma il loro stesso<br />

popolo.<br />

[Note]<br />

[1] New York Times, (14 Dicembre 1987).<br />

[2] UPI, (9 Dicembre 1987).<br />

[3] New York Times, (13 Dicembre 1987).<br />

[4] Washington Post, (14 Dicembre 1987).<br />

[5] Washington Post, (14 Dicembre 1987).<br />

[6] Al-Hamishmar, (6 Dicembre 6, 1991);B'Tselem.<br />

[7] Sidney Zion"Intifada Blues," Penthouse, (Marzo 1990)pp56 63.<br />

[8] Wall Street Journal, (21 Febbraio 1990).<br />

[9] Near East Report, (5 Agosto 1991).<br />

[10] Il Patto di Hamas.<br />

[11] Baghdad Voice of the PLO, (12 Maggio 1989).<br />

[12] New York Times, (24 Ottobre 1989).<br />

[13] Al-Mussawar, (19 Gennaio 1990).<br />

[14] Wall Street Journal, (21 Febbraio 1990).<br />

[15] Radio Monte Carlo, (23 Ottobre 1990).<br />

[16] Jerusalem Post, (14 Settembre 1991).<br />

[17] Jerusalem Post, (6 Luglio e 5 Ottobre 1991).<br />

[18] Near East Report, Rapporti annuali, (1991-1993).<br />

[19] The New Republic, (23 Novembre 1992).<br />

[20] New York Times, (12 June 1991).<br />

[21] Daoud Kuttab, "A Profile of the Stonethrowers," Journal of<br />

Palestine Studies, (Primavera 1988), p. 15.<br />

[22] Jerusalem Post, (7 Agosto 1991).<br />

212


[23] AP, (10 Ottobre 2001).[1a] Jerusalem Post, (4 Marzo 2001).<br />

[2a] Citato in "Commissione di rilevamento dei fatti di Sharm<br />

El-Sheikh - Prima affermazione del Governo d'Israele, Ministero degliEsteri Israeliano , (28 Dicembre 2000).<br />

[3a] Ibidem.<br />

[3b] "Una tragedia macchinata: Analisi statistica delle vittime delconflitto palestinese-israliano, Settembre 2000-Giugno 2002,"<br />

International Policy Institute for Counter-Terrorism, (June 2002).<br />

[4a] Forze di Difesa Israeliane .<br />

[5a] Jerusalem Post, (22 Febbraio 2001).<br />

[6a] Ha'aretz, (1 Marzo 2001).<br />

[7a] Near East Report , (5 Marzo 2001).<br />

[7b] Almazen [Kuwait], (20 Giugno 2002).<br />

[8a] Jerusalem Report, (25 Febbraio, 2002);<br />

Ma'ariv, (31 Luglio 2002);<br />

Le Forze Armate Israeliane.<br />

[9a] Jewish Telegraphic Agency, (8 Ottobre 2001).<br />

[10a] Jerusalem Report, (21 Maggio 2001).<br />

[11a] CNN;<br />

Le Forze di Difesa Israeliane;<br />

Jerusalem Post (28 Novembre 2000);<br />

Jewish Telegraphic Agency, (21 Marzo 2002).<br />

[12a] Citato nel Jerusalem Post, (1 Aprile 2001).<br />

[13a] Washington Post, (17 Giugno 2001).<br />

[14a] Lettera di George Mitchell e Warren Rudman al Direttore dell'ADLAbraham Foxman, (11 Maggio 2001).<br />

[15a] Conferenza del Maggiore Generale Giora Eiland, Capo della<br />

SezioneOperativa delle Forze Armate Israeliane, all'Associazione della StampaEstera, Gerusalemme, (20 Maggio 2001).<br />

[16a] Conferenza del Dipartimento di Stato, (17 Aprile 2001).<br />

[17a] Time, (19 Aprile 2001).<br />

[18a] Collin Powell, My American Journey, (NY: Random House, 1995), p.434.<br />

[19a] Washington Post, (28 Giugno 1993).<br />

[19b] CNN, (16 Luglio 2002).<br />

[20a] Ha'aretz, (11 Febbraio 2001).<br />

[20b] Al-Watan [Kuwait], (7 Giugno 2002).<br />

[20c] Jerusalem Post, (21 Luglio 2002 e 5 Febbraio 2003), ed il<br />

Dipartimento di Stato USA .<br />

[20d] Jewish Telegraphic Agency, (11 Giugno 2002).<br />

[21a] Foreign Report, (26 Luglio 2001).<br />

[22a] Washington Post, (15 Agosto 2001).<br />

[23a] Jerusalem Post, (2 Agosto 2001).<br />

[24a] Reuters, (9 Agosto 2001).<br />

[25a] Fox News, (3 Agosto 2001).<br />

[26a] RonaldReagan.com , Washington Post ed altre fonti.<br />

[27a] Jewish Telegraphic Agency, (30 Agosto 2001).<br />

[28a] Jerusalem Post, (10 Agosto 2001).<br />

[28b] Jewish Telegraphic Agency, (30 Novembre 2001).<br />

[29a] Conferenza stampa, (12 Settembre 2001).<br />

[30a] Jerusalem Post, (10 Settembre 2001).<br />

[31a] Washington Post, (14 e 18 Settembre 2001).<br />

[32a] Washington Post, (7 Settembre 2001).<br />

[33a] Jerusalem Post, (24 Agosto 2001).<br />

[34a] Jerusalem Post, (25 Aprile 2002).<br />

[35a] Jerusalem Post, (25 Aprile 2002);<br />

Forward, (28 Giugno 2002);<br />

MSNBC, (31 Luglio 2002).<br />

[36a] New York Post, (3 Maggio 2002).<br />

[36b] Jerusalem Report, (30 Dicembre 2002).<br />

[37a] New York Times, (20 Aprile 2002).<br />

[38a] Washington Post, (26 Aprile 2002).<br />

[39a] Ministero degli Esteri Israeliano<br />

[40a] Washington Post, (31 Gennaio 2002).<br />

[40b] Ministero degli Esteri Israeliano.<br />

[41a] "Bomb found in Red Crescent Ambulance," Ha'aretz, (12 Giugno<br />

2002).<br />

[42a] Jewish Telegraphic Agency, (30 Giugno 2002).<br />

[43] Ha'aretz, (28 Novembre 2002).<br />

[44] Washington Times, (20 Febbraio 2003).<br />

[45] "Blackmailing Young Women into Suicide Terrorism," Ministero<br />

degli Esteri Israeliano , (12 Febbraio 2003).<br />

Gerusalemme, di Mitchell G.Bard<br />

[Miti da confutare]<br />

21.a. "Gerusalemme è una città araba"<br />

213


21.b. "Non è necessario che Gerusalemme sia la capitale d'Israele"<br />

21.c. "Gli arabi volevano accettare l'internazionalizzazione di<br />

Gerusalemme. Gli Ebrei si sono opposti all'idea.A causa della loro intransigenza, oggi Israele occupa<br />

illegalmentel'intera città"<br />

21.d. "La Giordania ha accettato l'internazionalizzazione"<br />

21.e. "Dal 1948 al 1967, la Giordania ha assicurato la libertà di<br />

culto per tutte le religioni a Gerusalemme"<br />

21.f. "La Giordania ha salvaguardato i luoghi sacri ebraici"<br />

21.g. "La Giordania si è adoperata per migliorare le condizioni nella Gerusalemme Est araba. Al contrario, le autorità<br />

israeliane hanno abbattuto coi bulldozer centinaia di case arabe in quella parte della città, lasciando molti residenti arabi<br />

senza casa"<br />

21.h. "Sotto la legge israeliana, è stata limitata la libertà<br />

religiosa a Gerusalemme"<br />

21.i. "Israele nega l'accesso libero ai cristiani e ai musulmani ai luoghi sacri"<br />

21.l.”La politica israeliana incoraggia gli attacchi deifanatici<br />

ebrei contro gli abitanti musulmani e cristiani e i loro luoghi sacri".<br />

21.m. "Israele ha ristretto i diritti politici ai palestinesi arabi a Gerusalemme"<br />

21.n. "Secondo la risoluzione ONU 242, Gerusalemme Est è considerata 'territorio occupato'. L'annessione di<br />

Gerusalemme da parte di Israele è quindi una violazione a tale risoluzione"<br />

21.o. "Gerusalemme Est dovrebbe far parte di uno stato palestinese<br />

perché tutti i suoi abitanti sono arabi palestinesi e nessun ebreo ha mai vissuto lì"<br />

21.p. "Il trasferimento nell'Aprile del 1990 di 20 famiglie ebraiche<br />

nell'ospizio di St. John - un palazzo nel quartiere cristiano di<br />

Gerusalemme, collocato vicino alla Chiesa del S. Sepolcro - è un<br />

esempio dell'intento Israeliano di cacciare i non ebrei dalle loro<br />

parti di città."<br />

21.q. "In un attacco non provocato, la polizia israeliana ha ucciso 17 fedeli arabi sul monte del tempio nel 1990"<br />

21.r. "Gli USA non credono che Gerusalemme debba essere la capitale unita d'Israele"<br />

21.s. "Il Monte del Tempio è sempre stato un luogo sacro musulmano e l'ebraismo non ha legami con questo luogo"<br />

21.t. "Israele non dovrebbe poter controllare il monte del Tempio<br />

perché nega ai musulmani l'accesso ai loro luoghi sacri"<br />

21.u. "I palestinesi sono stati attenti nel conservare i resti<br />

archeologici del monte del Tempio"<br />

21.v. "Quando Israele ha scavato il tunnel del Muro Occidentale, ha minacciato l'integrità del Monte del Tempio e della<br />

moschea di AlAksa,perciò è stato condannato dal consiglio di sicurezza dell' ONU"<br />

21.z. "L'internazionalizzazione è la soluzione migliore per risolvere il conflitto sulle rivendicazioni su Gerusalemme"<br />

21.w. "Israele ha tentato di bruciare la moschea di Al-Aksa nel 1969"<br />

I miti in dettaglio<br />

21.a. MITO<br />

"Gerusalemme è una città araba"<br />

21.a. <strong>FATTI</strong><br />

Gli ebrei hanno vissuto a Gerusalemme continuamente per quasi due<br />

millenni. Hanno costituito il gruppo più grande di abitanti in quel luogo dal 1840. Gerusalemme ospita il Muro<br />

Occidentale e il Monte del Tempio, i luoghi più sacri nell'ebraismo.<br />

Gerusalemme non è mai stata capitale di alcuna entità araba. Difatti, è un luogo trascurato nella maggior parte della<br />

storia araba.<br />

Gerusalemme non è mai stata utilizzata come capitale sotto le leggi islamiche né è mai stata un centro culturale per i<br />

musulmani.<br />

Per gli Ebrei, la città intera è sacra, mentre per i musulmani un solo luogo lo è, ovvero il Duomo della Roccia, e non la<br />

città intera.<br />

"Per un musulmano ", osserva lo scrittore inglese Christopher Sykes, "c'è una profonda differenza tra Gerusalemme e<br />

Medina o la Mecca. Gli due ultimi sono posti sacri che contengono luoghi sacri". A parte il Duomo della Roccia,ha<br />

sottolineato, Gerusalemme non ha ulteriore significato per l'Islam. [1]<br />

214


POPOLAZIONE DI GERUSALEMME [2]<br />

Anno 1844 1876 1896 1922 1931<br />

Ebrei 7120 12000 28,112 33,971 51,222<br />

Musulmani 5000 7560 8,560 13,411 19,894<br />

Cristiani 3390 5470 8,748 4,699 19,335<br />

Totale 15.510 25030 45,420 52,081 90,451<br />

1948 1967 1987 1990 2000<br />

Ebrei 100,000 195,700 340,000 378,200 530,400<br />

Musulmani 40,000 54,963 121,000 131,800 204,100<br />

Cristiani 25,000 12,646 14,000 14,400 14,700<br />

Totale 165,000 263,309 475,000 524,400 758,300<br />

21.b. MITO<br />

"Non è necessario che Gerusalemme sia la capitale d'Israele"<br />

21.b. <strong>FATTI</strong><br />

Sin da quando il re David fece di Gerusalemme la capitale di Israele,<br />

oltre 3000 anni fa, la città ha sempre avuto un ruolo centrale<br />

nell'esistenza degli Ebrei.<br />

Il muro Occidentale nella Città Vecchia - l'ultimo muro rimasto<br />

dell'antico Tempio Ebraco, il luogo più sacro per l'ebraismo - è<br />

oggetto di venerazione e punto di riferimento della preghiera ebraica.<br />

Tre volte al giorno, per migliaia di anni, gli Ebrei hanno pregato "A Gerusalemme, tua città, torneremo con gioia" e<br />

hanno ripetuto il giuramento dei salmi: "se ti dimentico, O Gerusalemme , si paralizzi la mia mano destra".<br />

Gerusalemme "ha conosciuto solo due periodi di reale grandezza, e<br />

questi<br />

sono separati tra loro da duemila anni. La grandezza è stata evidente<br />

solo sotto il regno ebraico", come scrissero Leon e Jill Uris in<br />

"Gerusalemme ". "Questo è perché gli Ebrei l'hanno amata<br />

maggiormente, e<br />

sono rimasti legati al lei attraverso le centinaia di anni della loro<br />

dispersione.... è la più lunga e profonda storia d'amore della<br />

storia."<br />

[3]<br />

21.b. LA FRASE CELEBRE<br />

"Per tremila anni, Gerusalemme è stata il centro della speranza e del desiderio ebraico. Nessun 'altra città ha avuto un<br />

ruolo così<br />

dominante nella storia, nella cultura, nella religione e nella coscienza di un popolo così come Gerusalemme lo ha avuto<br />

nella vita degli Ebrei e dell'ebraismo. Attraverso secoli di esilio, Gerusalemme è rimasta viva nei cuori degli Ebrei<br />

dovunque, come il punto focale della storia ebraica, il simbolo della gloria antica, il riempimento spirituale ed il<br />

rinnovamento moderno. Questo cuore e quest'anima del popolo ebraico fanno nascere il pensiero che se si volesse<br />

simboleggiare la storia ebraica in una sola e semplice parola, questa parola sarebbe<br />

`Gerusalemme ` ".<br />

Teddy Kollek [4]<br />

21.c. MITO<br />

215


"Gli arabi volevano accettare l'internazionalizzazione di Gerusalemme.<br />

Gli Ebrei si sono opposti all'idea. A causa della loro intransigenza,<br />

oggi Israele occupa illegalmente l'intera città"<br />

21.c. <strong>FATTI</strong><br />

Quando l'ONU affrontò la questione della Palestina nel 1947, fu<br />

suggerito di internazionalizzare Gerusalemme. Il Vaticano e le<br />

predominanti delegazioni cattoliche premettero per questo status, ma una ragione chiave per la decisione dell'ONU fu la<br />

volontà del blocco sovietico di ostacolare il re Abdullah della Transgiordania e i suoi protettori inglesi negando ad<br />

Abdullah il controllo della città.<br />

L'agenzia ebraica, dopo una profonda riflessione, accettò<br />

l'internazionalizzazione nella speranza che questo proteggesse<br />

nell'immediato la città da spargimenti di sangue e il nuovo Stato da un conflitto. Poiché la risoluzione della spartizione<br />

stabiliva che si doveva fare un referendum sullo status della città dopo 10 anni, e gli Ebrei avrebbero quindi costituito la<br />

maggioranza sostanziale, l'aspettativa era quella che in seguito la città sarebbe stata incorporata in Israele.<br />

Gli stati arabi erano tanto amaramente contrari<br />

all'internazionalizzazione di Gerusalemme quanto lo erano verso il<br />

resto del piano di spartizione.<br />

Nel maggio 1948, la Giordania invase ed occupò Gerusalemme Est,<br />

dividendo la città, per la prima volta nella storia, e ontringendo<br />

migliaia di Ebrei - le cui famiglie vivevano da secoli nella città all'esilio. Il piano di spartizione dell'ONU, che includeva<br />

l'internazionalizzazione di Gerusalemme, fu sopraffatto dagli eventi.<br />

Dopo il rifiuto della risoluzione 181 da parte degli stati arabi e, dopo l'11 dicembre 1948 in cui la risoluzione ONU 194,<br />

che stabiliva una commissione di conciliazione per la Palestina, il primo ministro David Ben Gurion dichiarò che<br />

Israele non avrebbe più accettato l'internazionalizzazione di Gerusalemme.<br />

Dal 1948 al 1967 la città fu divisa tra Israele e la Giordania.<br />

Israele fece della parte occidentale di Gerusalemme la sua capitale; la Giordania occupò la sezione ad est.<br />

Poiché la Giordania - come anche gli stati arabi all'epoca – manteneva uno stato di guerra con Israele, la città si tramutò,<br />

in sostanza, in due campi di battaglia, pieni di muri e bunker, recinti con filo spinato, campi minati ed altre fortificazioni<br />

militari.<br />

21.c. LA FRASE CELEBRE<br />

"Dovreste lasciare che gli Ebrei possiedano Gerusalemme; sono stati loro a renderla famosa"<br />

Winston Churchill al diplomatico Evelyn Shuckburgh, 1955 [6]<br />

Nel 1967, la Giordania ignorò l'invito israeliano a tenersi fuori<br />

dalla guerra dei sei giorni ed attaccò la parte occidentale della città.<br />

I giordani furono instradati dalle forze israeliane ed espulsi dal<br />

Gerusalemme Est, consentendo alla città di ritrovare l'unità. Teddy Kollek, sindaco di Gerusalemme per 28 anni,<br />

chiamò la riunificazione della città "la realizzazione pratica degli obiettivi del movimento sionista".<br />

Poiché Israele si stava difendendo dall'aggressione nelle guerre del 1948 e del 1967, l'esperto di diritto internazionale<br />

Steven Schwebel scrisse che esso ha più diritto alla sovranità su Gerusaleme dei suoi vicini arabi.<br />

21.d. MITO<br />

"La Giordania ha accettato l'internazionalizzazione"<br />

21.d. <strong>FATTI</strong><br />

La Giordania si oppose all'internazionalizzazione dall'inizio, quando si unì agli altri stati arabi rifiutando la spartizione.<br />

Il delegato giordano Fawzi Pasha Malki, disse, il 6 dicembre 1949,<br />

216


senza mezzi termini ad una commissione politica ad hoc presso le Nazioni Unite:<br />

"La mia delegazione crede che nessuna forma di internazionalizzazione...<br />

possa servire ad un qualche scopo, poiché i luoghi sacri sono sotto la protezione del mio governo e sono sicuri e<br />

salvaguardati, senza nessuna necessità di un regime speciale". [8]<br />

Quando il consiglio di amministrazione fiduciaria si incontrò a<br />

Ginevra all'inizio del 1950 per disegnare un nuovo governo legislativo a Gerusalemme, la Giordania si rifiutò di<br />

permettere la supervisione dell'ONU, di nessun genere. [9]<br />

Quell'anno la Giordania annesse tutto il territorio occupato<br />

dall'ovest del fiume Giordano, inclusa Gerusalemme Est. Le altre nazioni arabe negarono un riconoscimento formale<br />

alla mossa giordana, e la Lega Araba considerò l'eventualità di espellere la Giordania dall'associazione.<br />

Alla fine, si trovò un compromesso con cui i governi arabi accettarono di vedere tutta la Cisgiordania e Gerusalemme<br />

Est, come "conservata" dalla Giordania per i Palestinesi.<br />

21.e. MITO<br />

"Dal 1948 al 1967, la Giordania ha assicurato la libertà di culto per tutte le religioni a Gerusalemme"<br />

21.e. <strong>FATTI</strong><br />

In violazione all'accordo di armistizio del 1949, la Giordania ha<br />

negato agli israeliani di accedere al muro occidentale e al cimitero del Monte degli Olivi, dove gli Ebrei avevano<br />

sepolto i loro morti da più di 2500 anni.<br />

Sotto il paragrafo otto dell'accordo, la Giordania e Israele<br />

concordavano di stabilire delle commissioni per preparare la ripresa del normale funzionamento delle istituzioni<br />

culturali ed umanitarie sul Monte Scopus e l'accesso libero a quell'area; l'uso del cimitero del Monte degli Olivi, e<br />

l'accesso libero ai luoghi sacri e alle istituzioni culturali.<br />

Sotto la legge giordana, "gli israeliani e i cristiani erano soggetti a diverse restrizioni durante il pellegrinaggio<br />

stagionale verso il loro luoghi sacri" a Gerusalemme, evidenzia Teddy Kollek. "Solo ad un numero limitato di essi era<br />

concesso malvolentieri di visitare per breve tempo la città vecchia e Betlemme durante Natale e Pasqua" [10]<br />

Nel 1955 e nel 1964, la Giordania approvò leggi che imponevano uno<br />

stretto controllo sulle scuole cristiane, incluse restrizioni relative all'apertura delle scuole, il controllo di stato sui<br />

finanziamenti alle scuole e la nomina degli insegnanti e la richiesta di insegnare il Corano. Nel 1953 e nel 1965, la<br />

Giordania ha adottato leggi che abrogavano il diritto dei cristiani religiosi e le istituzioni di carità ad acquistare case a<br />

Gerusalemme.<br />

Nel 1958, la polizia catturò il patriarca armeno e lo deportò in<br />

Giordania, spianando la strada per l'elezione di un patriarca<br />

supportato dal governo di Re Hussein. A causa della loro politica repressiva, molti cristiani emigrarono da<br />

Gerusalemme. I loro numeri crollarono da 25.000 nel 1949 a meno di 13.000 nel giugno 1967. [11]<br />

Queste leggi discriminatorie furono abolite nel 1967 dallo Stato<br />

d'Israele dopo che la città fu nuovamente riunita.<br />

21.f. MITO<br />

217


"La Giordania ha salvaguardato i luoghi sacri ebraici"<br />

21.f. <strong>FATTI</strong><br />

La Giordania ha sconsacrato il luoghi sacri ebraici. Il re Hussein ha permesso la costruzione di una strada verso l'Hotel<br />

Intercontinental attraverso il cimitero del Monte degli Olivi.<br />

Centinaia di tombe ebraiche sono state distrutte dall'autostrada che poteva essere facilmente costruita da un'altra parte.<br />

Le pietre tombali che onoravano la memoria di saggi e di rabbini, sono state usate dal corpo degli ingegneri della<br />

legione arabo giordana come pavimento e come latrine nei campi militari (le iscrizioni sulle pietre sono ancora visibili<br />

da quando Israele ha liberato la città).<br />

L'antico quartiere ebraico e la Città vecchia furono devastate, 58<br />

sinagoghe - alcune di alcuni secoli antiche - furono distrutte o<br />

rovinate, altre mutate in stabili o in stie per il pollame. Le<br />

abitazioni dei bassifondi sono state costruite limitrofe al Muro<br />

Occidentale [12].<br />

21.g. MITO<br />

"La Giordania si è adoperata per migliorare le condizioni nella<br />

Gerusalemme Est araba. Al contrario, le autorità israeliane hanno<br />

abbattuto coi bulldozer centinaia di case arabe in quella parte della città, lasciando molti residenti arabi senza casa"<br />

21.g. <strong>FATTI</strong><br />

Così come i precedenti regnanti islamici, re Hussein ha trascurato<br />

Gerusalemme. Dopo la presa della Città Vecchia nel 1967, la portata della sua irriverenza divenne chiara quando Israele<br />

scoprì che la maggior parte della città era carente della maggior parte dei servizi municipali di base - un rifornimento<br />

d'acqua stabile, impianti d'acqua ed elettricità [13]. Come risultato della riunificazione, questi ed altri servizi municipali<br />

fortemente necessari furono estesi anche alle case e ai negozi arabi di Gerusalemme Est.<br />

Le autorità israeliane scoprirono che centinaia di abusivi avevano<br />

preso le case nel quartiere ebraico. Gli ingegneri civili israeliani rimossero le rovine per ricostruire il quartiere, ma solo<br />

dopo aver offerto una ricompensa o una casa alternativa agli abusivi.<br />

21.h. MITO<br />

"Sotto la legge israeliana, è stata limitata la libertà religiosa a Gerusalemme"<br />

21.h. <strong>FATTI</strong><br />

Dopo la guerra del 1967, Israele abolì tutte le leggi discriminatorie promulgate dalla Giordania e adottò il suo standard,<br />

deciso per la salvaguardia degli accessi ai luoghi sacri.<br />

"Chiunque faccia qualcosa che somigli a una violazione di libertà di accesso per i membri delle varie religioni ai luoghi<br />

a loro sacri", stipula la legge israeliana, "è passibile di carcere fino a cinque anni".<br />

Israele affidò inoltre l'amministrazione dei luoghi sacri alle<br />

rispettive autorità religiose. Così, ad esempio, il Waqf musulmano ha la responsabilità delle moschee sul Monte del<br />

Tempio.<br />

Les Filles de la Charite de l'Hospice Saint Vincent de Paul di<br />

Gerusalemme hanno rinnegato gli attacchi contro la condotta di<br />

Israele a Gerusalemme pochi mesi dopo che Israele aveva preso il controllo della città:<br />

218


"Il nostro lavoro qui è stato reso particolarmente felice e il suo<br />

percorso è più sereno grazie alla buona volontà delle autorità<br />

israeliane.... è più sereno non solo per noi stessi, ma (più<br />

importante) per gli arabi in nostra cura." [14]<br />

L'ex presidente Jimmy Carter riconobbe che la libertà religiosa era stata resa possibile sotto la legge israeliana. Oggi<br />

"non c'è dubbio" che Israele abbia fatto un lavoro migliore sulla salvaguardia agli accessi dei luoghi santi della città di<br />

quanto non abbia fatto la Giordania. "C'è un accesso libero oggi", sottolineò Carter. "Questo non c'era dal 1948 al<br />

1967" [15]<br />

Il Dipartimento di Stato evidenzia che nonostante Israele non abbia costituzione, la legge fornisce libertà di culto, e il<br />

Governo rispetta tale diritto. [16]<br />

21.i. MITO<br />

"Israele nega l'accesso libero ai cristiani e ai musulmani ai luoghi sacri"<br />

21.i. <strong>FATTI</strong><br />

Sin dal 1967 migliaia di musulmani e di cristiani- molti di loro<br />

provenienti dai paesi arabi che restano in stato di guerra con<br />

Israele -<br />

sono venuti a Gerusalemme per visitare i loro luoghi sacri.<br />

I leader arabi sono liberi di visitare Gerusalemme e pregare se lo<br />

desiderano, così come fece il presidente Anwar Sadat alla moschea di al-Aksa.<br />

Per ragioni di sicurezza, a volte vengono imposte temporaneamente<br />

delle restrizioni, ma il diritto di culto non viene ridotto e altre moschee rimangono accessibili anche in tempi di forte<br />

tensione.<br />

Secondo l'Islam, il prefeta Maometto fu miracolosamente trasportato dalla Mecca a Gerusalemme, e da lì egli fece la<br />

sua ascesa verso il cielo. Il Duomo della Roccia e la moschea di al-Aksa, costruite entrambe nel settimo secolo, resero<br />

definitiva l'identificazione di Gerusalemme come il "luogo remoto" menzionato nel corano, e quindi un luogo sacro<br />

dopo Medina e La Mecca.<br />

I diritti dei musulmani sul Monte del Tempio, il posto dei due luoghi sacri, non sono stati infranti. Nonostante sia il<br />

luogo più sacro per l'ebraismo, Israele ha lasciato il Monte del Tempio sotto il controllo dell' autorità religiosa<br />

musulmana.<br />

Per i cristiani, Gerusalemme è il luogo dove Gesù, visse, predicò,<br />

morì e risorse. Nonostante sia la Gerusalemme terrestre ad essere<br />

enfatizzata piuttosto che quella celeste, i luoghi menzionati nel Nuovo Testamento come luoghi del ministero di Gesù<br />

hanno attirato per secoli i pellegrini e i devoti.<br />

Tra questi luoghi vi sono la Chiesa del Santo Sepolcro, il Giardino di Gethsemane, il luogo dell'ultima cena e la Via<br />

Dolorosa, con le quattordici stazioni della croce.<br />

I diritti delle varie chiese cristiane alla custodia dei luoghi sacri cristiani presenti a Gerusalemme furono definiti nel<br />

corso del diciannovesimo secolo, mentre Gerusalemme era parte dell'Impero Ottomano. Conosciuto come "accordo<br />

dello status quo dei luoghi sacri dei cristiani a Gerusalemme" questi diritti sono rimasti durante il periodo del mandato<br />

britannico e sono ancora oggi rispettati in Israele.<br />

21.l. MITO<br />

"La politica israeliana incoraggia gli attacchi dei fanatici ebrei<br />

contro gli abitanti musulmani e cristiani e i loro luoghi sacri".<br />

21.l. <strong>FATTI</strong><br />

219


Le autorità israeliane hanno tentato in maniera evidente di fermare i fanatici - di tutte le fedi - dallo sconsacrare i luoghi<br />

religiosi o dal commettere atti di violenza nelle loro vicinanze.<br />

Quando non è stato capace di fermare tali atti, Israele ha punito<br />

severamente coloro che li perpetravano. Allen Goodman, un israeliano squilibrato che nel 1982 si diresse con una<br />

furiosa sparatoria sul Monte del Tempio, ad esempio, fu condannato all'ergastolo.<br />

Nel 1984, le autorità israeliane si infiltrarono in un gruppo di Ebrei che progettava di commettere atti di violenza contro<br />

luoghi e civili non ebrei. I terroristi furono processati ed imprigionati.<br />

Nel 1990, i fedeli del Tempio del Monte, un gruppo estremista ebraico, tentarono di marciare sul Monte del tempio<br />

durante Sukkot per depositare la pietra angolare per il Terzo Tempio. La polizia, preoccupata che questa marcia potesse<br />

far infuriare i musulmani ed esacerbare una situazione già tesa creata dall'intifada e dagli eventi nel golfo persico, gli<br />

negò il diritto a tale marcia.<br />

Questa decisione era supportata dalla Corte Suprema Israeliana, un<br />

fatto immediatamente comunicato ai leader religiosi musulmani e alla stampa araba. Nonostante l'azione preventiva<br />

israeliana, "i leader musulmani e gli attivisti dell'intifada continuarono ad incitare i loro fedeli ad un confronto."[17]<br />

Come risultato si ebbe una tragica rivolta in cui furono uccisi 17<br />

arabi.<br />

Da quel momento, Israele è stato un vigilante speciale, e ha fatto<br />

ogni cosa possibile per prevenire qualsiasi provocazione dai gruppi o dagli individui che avrebbero potuto minacciare la<br />

santità dei luoghi sacri di qualunque fede.<br />

21.m. MITO<br />

"Israele ha ristretto i diritti politici ai palestinesi arabi a<br />

Gerusalemme"<br />

21.m. <strong>FATTI</strong><br />

Insieme con le libertà religiose, i palestinesi arabi a Gerusalemme sono stati dati diritti politici senza precedenti. Agli<br />

abitanti arabi veniva data la scelta se essere cittadini israeliani o meno. Molti di loro scelsero di rimanere cittadini<br />

giordani. Inoltre, trascurando il fatto se sono propri cittadini o meno, agli arabi di Gerusalemme è data la possibilità di<br />

votare nelle elezioni municipali e di giocare quindi un ruolo nell'amministrazione della città.<br />

21.n. MITO<br />

"Secondo la risoluzione ONU 242, Gerusalemme Est è considerata<br />

'territorio occupato'. L'annessione di Gerusalemme da parte di<br />

Israele è quindi una violazione a tale risoluzione"<br />

21.n. <strong>FATTI</strong><br />

Un'estensore della risoluzione ONU fu l'ambasciatore USA presso le<br />

Nazioni Unite, Arthur Goldberg.<br />

Secondo Goldberg, "La risoluzione 242 non si riferisce in alcun modo a Gerusalemme e l'omissione è voluta<br />

deliberatamente...Gerusalemme era una questione notevole, non collegata con la Cisgiordania". In diversi discorsi<br />

220


all'ONU, nel 1967, Goldberg disse: "Ho affermato ripetutaemnte che le linee di armistizio del 1948 erano intese come<br />

temporanee.<br />

Questo, ovviamente, era particolarmente vero per Gerusalemme. In<br />

questi discorsi non mi sono mai riferito a Gerusalemme Est come a un territorio occupato." [18]<br />

Dopo il 1948, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, votò tre<br />

risoluzioni che richiedevano l'internazionalizzazione di Gerusalemme.<br />

La questione cadde dopo che Israele prese il controllo della città. Dal 1967, l'ONU, che per 19 anni ha ignorato<br />

l'occupazione giordana della città, ha adottato numerose risoluzioni criticando Israele per aver alterato lo status di<br />

Gerusalemme.<br />

21.n. LA FRASE CELEBRE<br />

"La base della nostra posizione resta che Gerusalemme non debba più essere una città divisa. Non approvammo lo<br />

status quo prima del 1967; in alcun modo sosteniamo un ritorno ad esso ora"<br />

Presidente George Bush [19]<br />

21.o. MITO<br />

"Gerusalemme Est dovrebbe far parte di uno stato palestinese perché tutti i suoi abitanti sono arabi palestinesi e nessun<br />

ebreo ha mai vissuto lì"<br />

21.o. <strong>FATTI</strong><br />

Prima del 1865 l'intera popolazione di Gerusalemme viveva dentro le mura della Città Vecchia (quella che oggi viene<br />

considerata la parte orientale città). In seguito, la città si cominciò ad espandere oltre le mura della città a causa della<br />

crescita della popolazione e sia arabi<br />

che ebrei iniziarono a costruire nuove aree della città.<br />

Al tempo della spartizione, una fiorente comunità ebraica viveva nella parte orientale di Gerusalemme, in un'area che<br />

includeva il Quartiere ebraico e la città vecchia. Quest'area della città contiene anche molti luoghi di importanza per la<br />

religione ebraica, inclusa la città di Davide, il Monte del Tempio e il Muro Occidentale. Inoltre, le istituzioni maggiori<br />

come l'Università Ebraica e l'Ospedale Hadassah originale sono sul Monte Scopus, nella Gerusalemme orientale.<br />

L'unico periodo in cui questa parte di Gerusalemme era esclusivamente araba fu tra il 1949 e il 1967, e questo perché la<br />

Giordania aveva occupato quella zona ed espulso forzatamente tutti gli Ebrei.<br />

21.p. MITO<br />

"Il trasferimento nell'Aprile del 1990 di 20 famiglie ebraiche<br />

nell'ospizio di St. John - un palazzo nel quartiere cristiano di<br />

Gerusalemme, collocato vicino alla Chiesa del S. Sepolcro - è un<br />

esempio dell'intento Israeliano di cacciare i non ebrei dalle loro<br />

parti di città."<br />

21.p. <strong>FATTI</strong><br />

Israele ha sempre rispettato i diritti di tutte le religioni di<br />

praticare liberamente. L'atto di trasferimento nell'ospizio non ha<br />

infranto in nessun modo tali diritti.<br />

Il palazzo in questione non era una chiesa né un luogo sacro di nessun tipo. Né questi ebrei né il governo israeliano<br />

hanno avuto intenzione di interferire con l'accesso dei cristiani alla Chiesa del Santo Sepolcro, o ad un qualsiasi altro<br />

posto della Città Vecchia.<br />

Il governo israeliano fu preso di mira per il suo presunto ruolo di finanziamento dell'affitto. Il governo mantiene un<br />

assetto esteso di programmi di assistenza all'alloggio attraverso tutto Israele. E' stato all'interno di questo quadro che fu<br />

fornita l'assistenza finanziaria ad Ateret Kohanim, un'associazione privata che possiede svariati edifici nella Città<br />

Vecchia.<br />

221


La leadership dell'intifada, sostenuta dall'OLP emanò un ordine di<br />

uccidere l'uomo d'affari armeno che aveva venduto il palazzo alle<br />

famiglie ebraiche. [20]<br />

Un gruppo che si rese conto che si cercava di approfittare di questa delicata situazione fu l'Ambasciata della Chiesa<br />

Internazionale a Gerusalemme. "Così come gli arabi musulmani vivono nel quartiere ebraico della Città Vecchia, non<br />

c'è ragione per cui - se i tenutari in quel quartiere volevano affittare le loro proprietà agli Ebrei, questi ultimi non<br />

avrebbero dovuto avere il diritto di prendere lì la residenza", disse l'ambasciata in una frase. "Crediamo che in Israele<br />

così come in tutte le altre nazioni democratiche, cristiani, musulmani ed Ebrei debbano poter vivere ovunque decidano<br />

di farlo." Negare agli Ebrei il diritto di vivere ovunque a Gerusalemme, disse, era "assurdo". [21]<br />

Il patriarca greco ortodosso andò in Israele per presentare una<br />

lamentela contro l'ospizio. Il fatto che la Chiesa affrontò la<br />

questione per vie legali, dimostra la sua fede nel sistema di giustizia israeliano. Nel 1995 fu raggiunto un compromesso<br />

in cui l'affitto del palazzo veniva assegnato alla città di Gerusalemme.<br />

21.q. MITO<br />

"In un attacco non provocato, la polizia israeliana ha ucciso 17<br />

fedeli arabi sul Monte del Tempio nel 1990"<br />

21.q. <strong>FATTI</strong><br />

La ragione apparente per cui l'8 ottobre 1990 una rivolta portò alla morte di 17 arabi, era che le frange di un gruppo<br />

ebraico conosciuto come i Fedeli del Monte del Tempio stavano tentando di posare la pietra d'angolo per la<br />

ricostruzione del Tempio.<br />

Il gruppo aveva ottenuto il permesso riluttante della polizia di<br />

marciare intorno al Monte del Tempio portando bandiere Israeliane. Ma vedendo una grande folla di musulmani<br />

radunarsi sul luogo, la polizia revocò il permesso di marciare.<br />

Quando scoppiò la rivolta, i "fedeli" stavano pregando pacificamente a circa un miglio di distanza.<br />

I radicali arabi aiutarono a spianare la strada per la violenza. Capi di Fatah e di Hamas stavano lottando per "mobilitare<br />

una rivolta dell'intifada nei quartieri di Gerusalemme." [22] Quando i membri del loro gruppo sentirono i richiami degli<br />

sceicchi a difendere i luoghi sacri islamici, si mobilitarono verso il Monte del Tempio. "Una volta cominciata la<br />

violenza", riporta il Washington Post, "i giovani palestinesi attaccarono la polizia con una ferocia ed una persistenza<br />

senza precedenti a Gerusalemme, durante i primi tre anni dell'intifada.<br />

Fonti arabe dicono che il fervore dei giovani si può ricollegare ad una campagna orchestrata dai leader palestinesi a<br />

Gerusalemme, nelle settimane recenti, per incrementare il livello degli attacchi, soprattutto contro la polizia".<br />

Durante la confusione a seguire, i rivoltosi tirarono pietre in<br />

direzione dei pellegrini Ebrei, che stavano pregando tranquillamente per Sukkot, di fronte al Muro Occidentale.<br />

Jamal Nusseibah, il figlio di un eminente professore palestinese,<br />

ammise che il popolo aveva portato con sè le pietre al Monte del Tempio nei loro zaini di scuola. [23]<br />

Due documenti ufficiali israeliani furono redatti per giudicare la<br />

tragedia. Il primo era la Commissione Zamir, stabilita dal governo, che concluse che una sommossa rivoltosa aveva<br />

tirato pietre e proiettili metallici verso la polizia da distanza ravvicinata, e che le vite dei poliziotti erano in pericolo e<br />

che avevano aperto il fuoco per difendersi.<br />

Il rapporto aveva criticato la polizia israeliana per il suo modo di controllare l'incidente, in particolare la loro mancanza<br />

di<br />

preparazione in una situazione che avrebbero potuto prevedere che sarebbe divenuta violenta.<br />

E' difficile immaginare un qualunque documento arabo che faccia una tale critica feroce e pubblica sulla prestazione<br />

delle sue stesse forze di polizia.<br />

222


Le descrizioni dei media hanno riportato inaccuratamente che il<br />

secondo rapporto, contraddiceva le considerazione della Commissione Zamir. Le indagini del giudice Ezra Kama,<br />

confermavano Zamir sui punti chiave.<br />

Kama non concluse che Israele aveva "provocato" la rivolta". Il<br />

rapporto dice comunque che "3000 arabi, la maggioranza dei quali giovani, aveva dato importanza al richiamo [dei<br />

predicatori Musulmani di venire al monte del Tempio e di 'difenderlo']; le pietre erano preparate in partenza; la<br />

leadership musulmana sapeva che nessuno dei Fedeli del Monte del Tempio avrebbe potuto andare in zone vicine<br />

all'area ed infatti si è visto chiaramente lasciare da essi il luogo un'ora prima dell'inizio della rivolta." [24]<br />

21.r. MITO<br />

"Gli USA non credono che Gerusalemme debba essere la capitale unita d'Israele"<br />

21.r. <strong>FATTI</strong><br />

Sono presenti solo due ambasciate a Gerusalemme - Costa Rica ed El<br />

Salvador. Delle 180 nazioni in cui l'America ha relazioni diplomatiche, Israele è l'unica la cui capitale non è<br />

riconosciuta dal governo statunitense.<br />

L'ambasciata americana, come moltre altre, si trova a Tel Aviv, a 40 miglia da Gerusalemme. Gli USA hanno un<br />

consolato a Gerusalemme Est, comunque, che tratta coi palestinesi nei territori e lavora<br />

indipendentemente dall'ambasciata, relazionandosi direttamente con<br />

Washington.<br />

Oggi, quindi, abbiamo un'anomalia per cui i diplomatici americani si rifiutano di incontrare gli israeliani nella loro<br />

capitale perché lo status di Gerusalemme è sindacabile, ma intraprendono contatti coi palestinesi nella città stessa.<br />

Nel 1990, il Congresso passò una risoluzione dichiarando che<br />

"Gerusalemme è e deve restare la capitale dello Stato d'Israele"<br />

e "deve rimanere città non divisa in cui i diritti di ogni etnia ed ogni gruppo religioso sono protetti". Durante la<br />

campagna presidenziale del 1992, Bill Clinton disse: "Riconosco Gerusalemme come una città indivisibile, capitale<br />

eterna d'Israele, e credo che nel principio di dover spostare la nostra ambasciata a Gerusalemme". Come presidente non<br />

è mai ritornato su questo punto; di conseguenza, la politica ufficiale americana è rimasta allo stato per cui Gerusalemme<br />

è una questione per i negoziati.<br />

In un tentativo di cambiare la sua politica, il congresso approvò in maniera schiacciante l'Atto dell'Ambasciata di<br />

Gerusalemme del 1995.<br />

Questa pietra miliare dichiarava che, come affermazione ufficiale<br />

della politica ufficiale USA, Gerusalemme doveva essere riconosciuta come non divisa, eterna capitale di Israele e<br />

richiedeva che l'Ambasciata USA in Israele si stabilisse a Gerusalemme non oltre il Maggio del 1999.<br />

La legge includeva anche un atto scritto che permetteva al Presidente di ignorare essenzialmente la legislazione se<br />

avesse ritenuto questo atto essere nell'interesse degli Stati Uniti. Il Presidente Clinton esercitò tale opzione.<br />

Durante la campagna presidenziale del 2000, George W. Bush promise che come presidente avrebbe "immediatamente<br />

seguito il processo di<br />

traslocare l'ambasciatore statunistense nella città che Israele aveva scelto come sua capitale." [25]<br />

Nel giugno 2001, comunque, Bush seguì il precedente di Clinton e usò il potere presidenziale per prevenire che<br />

l'ambasciata venisse spostata.<br />

Mentre gli sforzi del Congresso forzano l'amministrazione a<br />

riconoscere Gerusalemme come capitale d'Israele, i critici insistono nel dire che tale mossa sarebbe nociva per il<br />

processo di pace, mentre i sostenitori della legislazione sostengono che il contrario sia vero.<br />

Rendendo chiara la posizione degli USA per Gerusalemme debba rimanere unita sotto la sovranità israeliana, dicono, le<br />

aspettative non realistiche palestinesi relative alla città si possono moderare e quindi intensificare le prospettive per un<br />

accordo finale.<br />

21.s. MITO<br />

223


"Il Monte del Tempio è sempre stato un luogo sacro per i musulmano e l'ebraismo non ha legami con questo luogo"<br />

21.s. <strong>FATTI</strong><br />

Durante il summit di Camp David del 2000, Yasser Arafat disse che<br />

nessuno Tempio ebraico era mai esistito sul Monte del Tempio. [25a]<br />

Un anno dopo, il muftì di Gerusalemme nominato dall'autorità<br />

palestinese, Ikrima Sabri, disse al quotidiano tedesco Die Welt "Non c'è nemmeno la più piccola indicazione<br />

dell'esistenza di un tempio ebraico in questo posto nel passato. Nell'intera città non c'è nemmeno una singola pietra che<br />

testimoni la storia ebraica."<br />

Queste considerazioni, sono contraddette da un libro intitolato "Una guida breve a al-Haram al Sharif", pubblicato dal<br />

Consiglio Supremo Musulmano del 1930. Il Consiglio, il corpo supremo dell'Islam durante il mandato britannico,<br />

diceva nella guida che il Monte del Tempio "è uno dei luoghi più antichi del mondo. La sua santità è datata nei tempi<br />

più lontani. La sua identità col sito del Tempio di Salomone è indiscussa.<br />

Questo, inoltre, è il punto secondo una credenza universale secondo cui David costruì lì un altare a Dio, e offrì delle<br />

offerte bruciate e delle oblazioni di pace."<br />

In una descrizione dell'area delle scuderie di Salomone, che gli<br />

ufficiali islamici Waqf convertirono in una nuova moschea nel 1996, la guida afferma: "si conosce poco di certo a<br />

proposito della storia dell'area stessa. E' datata probabilmente tanto lontano nei tempi quanto la costruzione del Tempio<br />

di Salomone... Secondo Josephus, era esistente ed era utilizzata come luogo di rifugio dagli Ebrei ai tempi della<br />

conquista di Gerusalemme da parte di Tito, nel 70 D.C." [26]<br />

Una fonte più autorevole - il Corano - il libro sacro dell'Islam -<br />

descrive la costruzione del Primo Tempio di Salomone (34:13) e narra della distruzione del Primo e del Secondo<br />

Tempio (17:7).<br />

La connessione ebraica col Monte del Tempio risale a più di 3000 anni fa e ha le sue radici nella tradizione e nella<br />

storia. Quando Abramo legò suo figlio Isacco sull'altare per sacrificarlo a Dio, si crede che lo fece sul Monte Moriah,<br />

l'odierno Monte del Tempio.<br />

Il Santo dei Santi del Primo Tempio conteneva l'Arca del Patto<br />

originaria, e sia il Primo che il Secondo Tempio erano i centri della vita sociale e religiosa ebraica fino alla distruzione<br />

del Secondo Tempio da parte dei romani.<br />

Dopo la distruzione del Secondo Tempio, il controllo del Monte del<br />

Tempio passò attraverso diversi poteri di conquista. Era durante il periodo iniziale del controllo musulmano che il<br />

Duomo della Roccia fu costruito sul sito dei templi antichi.<br />

Gli Ebrei strettamente osservanti non visitano il Monte del Tempio per paura di camminare sopra Il Santo dei Santi per<br />

sbaglio, che ospitava l'Arca del Patto, poiché la sua esatta collocazione non è nota sul Monte. Altri Ebrei e non<br />

musulmani lo visitano sotto la conoscenza e il permesso del Waqf, rispettando i tempi delle preghiere e i modi di vestire<br />

e senza minacciare la "sconsacrazione" del posto.<br />

21.t. MITO<br />

"Israele non dovrebbe poter controllare il Monte del Tempio perché<br />

nega ai musulmani l'accesso ai loro luoghi sacri"<br />

21.t. <strong>FATTI</strong><br />

Israele ha condiviso il Monte del Tempio dal 1967, quando il Ministro della Difesa Moshe Dayan, sulla riunificazione di<br />

Gerusalemme, permise all'autorità islamica, il Waqf, di continuare a esercitare la sua autorità civile sul Monte del<br />

Tempio. Il Waqf sorveglia tutte le attività giorno per giorno lì. Una presenza israeliana è presente all'ingresso del Monte<br />

del Tempio per assicurare l'accesso alle persone di tutte le religioni.<br />

Le uniche volte che Israele ha impedito ai musulmani di andare al<br />

224


Monte del Tempio sono state durante i periodi di alta tensione quando il timore di violenze impose restrizioni di accesso<br />

dentro l'area. Queste misure sono state prese per proteggere i praticanti di tutte le fedi e i luoghi sacri della Città<br />

Vecchia. Questi periodi sono durati tipicamente uno o due giorni.<br />

21.u. MITO<br />

"I palestinesi sono stati attenti nel conservare i resti archeologici del monte del Tempio"<br />

21.u. <strong>FATTI</strong><br />

Nonostante il rifiuto di riconoscere la sovranità d'Israele sul Monte del Tempio, il Waqf ha cooperato con gli ispettori<br />

israeliani quando sono stati fatti dei lavori sul luogo sacro. Dopo gli accordi di Oslo del 1993, comunuqe, il Waqf<br />

controllato dalla Giordania fu sostituito con dei rappresentanti appartenenti all'Autorità Palestinese.<br />

Seguendo le rivolte che hanno accompagnato la decisione israeliana di aprire un'uscita del tunnel del Muro Occidentale,<br />

il Waqf cessò di cooperare con Israele.<br />

In seguito il Waqf ha impedito agli ispettori israeliani di<br />

controllare il lavoro fatto sul Monte che sembra abbia causato danni irreparabili<br />

ai resti archeologici del periodo del Primo e del Secondo Tempio.<br />

Gli archeologi israeliani denunciano il fatto che durante i lavori di costruzione, migliaia di tonnellate di ghiaia - che<br />

potevano contenere resti importanti - sono stati rimossi dal Monte e gettati via. Gli esperti dicono che anche se i<br />

manufatti non sono stati distrutti saranno resi archeologicamente inutili poiché gli operai palestinesi stanno mischiando<br />

reperti di diverse epoche mentre scavano la terra coi bulldozer. [27]Data la sensibilità del Monte del Tempio e la<br />

tensione preesistente<br />

tra israeliani e palestinesi su Gerusalemme, il governo israeliano non ha interferito con le attività del Waqf. Nel<br />

frattempo, prosegue la distruzione del passato.<br />

21.u. LA FRASE CELEBRE<br />

"Il movimento sionista ha inventato che questo era il luogo del Tempio di Salomone. Ma questa è tutta una menzogna."<br />

Sceicco raed Salah, uno dei leader del Movimento islamico in Israele.<br />

[28]<br />

21.v. MITO<br />

"Quando Israele ha scavato il tunnel del Muro Occidentale, ha<br />

minacciato l'integrità del monte del Tempio e della moschea di Al-<br />

Aksa, perciò è stato condannato dal consiglio di sicurezza dell' ONU"<br />

21.v. <strong>FATTI</strong><br />

La parte più conosciuta delle costruzioni rimanenti del Monte del<br />

Tempio di Erode è l'area della preghiera tradizionale ebraica del Muro Occidentale, che è stata esposta, sopra il livello<br />

del suolo, per duemila anni.<br />

La presa della Città Vecchia durante la Guerra dei Sei Giorni ha<br />

fornito un'opportunità di esplorare attraverso la continuazione del Muro Occidentale dal luogo di preghiera verso nord.<br />

Lunghe sezioni del muro meridionale del Monte del Tempio e gli angoli sudoccidentali furono esposte durante il 1970,<br />

fornendo un quadro delle monumentali mura di Erode che circondavano il Monte del Tempio e le estese aree spianate di<br />

costruzioni pubbliche fuori da esse.<br />

Un tunnel consente ai pedoni di camminare su pietre di 2000 anni,<br />

lungo uno dei più antichi percorsi sotteranei a Gerusalemme, cominciando dalla piazza del Muro Occidentale per finire<br />

sulla Via Dolorosa. Per anni Israele ha mantenuto chiusa l'uscita per evitare i provocatori palestinesi, già irritati per gli<br />

scavi.<br />

225


Questo ha costretto i visitatori del tunnel a ritornare seguendo lo stesso percorso dell'ingresso, a volte dovendosi<br />

letteralmente girare di fianco e spingersi attraverso le persone che venivano dall'altra direzione.<br />

Nel settembre 1996, il Primo Ministro Benjamin Netanyahu decise di<br />

aprire l'uscita. Questo fu fatto a tarda notte per minimizzare le<br />

possibilità di violenze, ma questo diede invece l'impressione di fare qualcosa di nascosto.<br />

I palestinesi (e i musulmani in altre parti) videro quest'azione come una violazione provocatoria degli accordi di pace e<br />

come parte della campagna israeliana di minacciare i luoghi sacri musulmani.<br />

I palestinesi si ribellarono in reazione all'azione israeliana.<br />

Il consiglio di Sicurezza dell'ONU adottò la risoluzione 1093 dopo che il rappresentante saudita si lamentò del fatto che<br />

Israele aveva aperto un tunnel "nelle vicinanze della moschea di Al-Aksa". In realtà, il tunnel è un sito archeologico che<br />

non ha niente a che vedere con la moschea.<br />

Il restauro del Muro Occidentale fu intrapreso come parte di uno<br />

sforzo ulteriore da parte israeliana per mostrare maggiori ritrovamenti archeologici a Gerusalemme e per migliorare le<br />

infrastrutture turistiche nella Città Vecchia.<br />

Inoltre il restuaro del tunnel non violava l'accordo ad interim tra Israele e Palestinesi poichè i restauri a Gerusalemme<br />

non sono coperti dal documento.<br />

La controversia infine si estinse ed oggi il tunnel può essere<br />

visitato dai turisti. Aprendo l'uscita, i turisti hanno un accesso più comodo alla Via Dolorosa dalla piazza del Muro<br />

Occidentale, che, allo stesso tempo, beneficia i mercanti del quartiere musulmani da dove partono i visitatori.<br />

21.z. MITO<br />

"L'internazionalizzazione è la soluzione migliore per risolvere il<br />

conflitto sulle rivendicazioni su Gerusalemme"<br />

21.z. <strong>FATTI</strong><br />

L'apparente intrattabilità di risoluzione del conflitto di<br />

rivendicazioni su Gerusalemme ha portato alcune persone a rievocare l'idea di internazionalizzare la città.<br />

Ironicamente, l'idea ebbe molto poco seguito durante i 19 anni in cui la Giordania controllò la Città Vecchia e impedì<br />

agli Ebrei e ai musulmani israeliani di accedere ai loro luoghi sacri.<br />

Il fatto che Gerusalemme sia contesa, o che sia di importanza per un altro popolo che non siano gli Ebrei israeliani, non<br />

significa che la città appartenga agli altri o debba essere governata da un regime internazionale.<br />

Non ci sono precedenti per un simile assetto. La cosa più vicina ad una città internazionale era la Berlino del<br />

dopoguerra quando i quattro poteri condivisi controllavano la città e questo esperimento si dimostrò essere un disastro.<br />

Anche se Israele era disponibile verso una tale idea, quale gruppo<br />

internazionale concepibile potrebbe essere affidabile per proteggere le libertà che Israele già garantisce? Di sicuro non<br />

le Nazioni Unite che hanno dimostrato di non capire le preoccupazioni israeliani verso la spartizione.<br />

Israele può contare solo supporto degli Stati Uniti, ed è l'unico che nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU può proteggere<br />

col suo veto Israele dai torti politici delle altre nazioni.<br />

21.x. MITO<br />

"Israele ha tentato di bruciare la moschea di Al-Aksa nel 1969"<br />

21.x. <strong>FATTI</strong><br />

La prontezza dei leader arabi di utilizzare le falistà nella loro<br />

226


propaganda fu dimostrata quando Nasser e gli altri leader invocarono a una Guerra santa contro Israele quando un<br />

incendiario diede fuoco alla moschea di Al-Aksa nell'Agosto 1969. La colpa era di un turista cristiano australiano che<br />

confessò il crimine. L'accusato fu processato e dichiarato malato mentalmente.<br />

21.x. LA FRASE CELEBRE<br />

"Sarei cieco a negare il legame ebraico con Gerusalemme"<br />

Sari Nusseibeh, rappresentante dell'Autorità Palestinese a<br />

Gerusalemme.<br />

Note:<br />

1. Encounter, (February 1968).<br />

2. John Oesterreicher and Anne Sinai, eds., Jerusalem, (NY: John Day,<br />

1974), p. 1; Israel Central Bureau of Statistics; Jerusalem<br />

Foundation;<br />

Municipality of Jerusalem. The figures for 2000 include 9,000 with no<br />

religion classified.<br />

3. Leon and Jill Uris, Jerusalem, (New York: Doubleday and Company,<br />

1981), p. 13.<br />

4. Teddy Kollek, Jerusalem, (DC: Washington Institute For Near East<br />

Policy, 1990), pp. 19-20.<br />

5. Kollek, p. 24<br />

6. Sir Eveyln Shuckburgh, Descent to Suez; Diaries 1951-56, (London,<br />

1986).<br />

7. American Journal of International Law, (April 1970), pp.346-47.<br />

8. New York Times, (December 7, 1949).<br />

9. Special Report of the Trusteeship Council, (June 14, 1950).<br />

10. Kollek, p. 15.<br />

11. Kollek, p. 16.<br />

12. Kollek, p. 15.<br />

13. Meron Benvenisti, Jerusalem, The Torn City, (MN: University of<br />

Minnesota Press, 1976), pp. 44, 60-61.<br />

14. atholic Herald of London, (October 6, 1967).<br />

15. Near East Report, (April 2, 1990).<br />

16. U.S. Department of State, "2001 Annual Report on International<br />

Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights,and Labor, (Washington, D.C., December 2001).<br />

17. Kollek, p. 62.<br />

18. New York Times, (March 12, 1980).<br />

19. Letter from President George Bush to Jerusalem Mayor Teddy Kollek,(March 20, 1990).<br />

20. Reuters, (April 19, 1990).<br />

21. Statement by International Christian Embassy, (April, 18, 1990).<br />

22. Washington Post, (October 14, 1991).<br />

23. "60 Minutes," (December 2, 1990).<br />

24 Jerusalem Post, (August 17, 1991).<br />

25. Speech to AIPAC Policy Conference, (May 22, 2000).<br />

25a.Interview with Dennis Ross, Fox News Sunday, (April 21, 2002).<br />

26. Jerusalem Post, (January 26, 2001).<br />

27. Jewish Telegraphic Agency, (February 12, 2001).<br />

28. Jewish Telegraphic Agency, (February 12, 2001).<br />

29. Jerusalem Post, (November 12, 2001).<br />

Miti da confutare<br />

La politica medioorientale<br />

americana<br />

22.01. "La creazione d'Israele è stata solo il risultato delle<br />

pressioni americane"<br />

22.02. "Gli Stati Uniti hanno preferito Israele agli Arabi nel 1948 a<br />

causa delle pressioni della Lobby Ebraica"<br />

22.03. "La maggior parte degli Americani si oppone ad una stretta<br />

relazione degli USA con Israele"<br />

227


22.04. "La politica USA è sempre stata ostile agli Arabi"<br />

22.05. "Sin dal 1948 gli USA hanno sostenuto Israele automaticamente"<br />

22.06. "Gli USA hanno sempre dato armi ad Israele per essere certi<br />

che avesse un margine qualitativo sugli Arabi"<br />

22.07. "L'aiuto americano in Medio Oriente è sempre stato<br />

unilaterale, con gli Arabi che non prendono praticamente nulla"<br />

22.08. "Gli USA hanno sempre dato ad Israele miliardi di dollari a<br />

fondo perduto"<br />

22.09. "Israele continua a chiedere un mucchio di aiuti economici<br />

sebbene esso sia ora un paese ricco che di aiuto non ha più bisogno"<br />

22.10. "Israele si vanta di essere la quarta potenza del mondo,<br />

quindi non ha certo bisogno dell'aiuto militare americano"<br />

22.11. "L'aiuto militare americano sussidia l'industria bellica<br />

israeliana a spese di quella americana"<br />

22.12. "Le malleverie usa hanno dato ad Israele miliardi di dollari<br />

dei contribuenti americani usati per costruire insediamenti in<br />

Cisgiordania ed a Gaza per ospitare gli Ebrei sovietici"<br />

22.13. "Non si è mai creduto che Israele avesse un qualche valore<br />

strategico per gli Stati Uniti"<br />

22.14. "Gli Israeliani vivono comodamente grazie all'aiuto americano,<br />

e non vedono motivo per riformare il sistema economico del loro paese"<br />

22.15. "Israele prende misure protezionistiche che ostacolano il<br />

commercio americano"<br />

22.16. "Il reclutamento di Jonathan Pollard come spia contro gli<br />

Stati Uniti dimostra che Israele opera a danno degli interessi<br />

americani"<br />

22.17. "Israele ha raggirato gli USA convincendoli a vendere armi<br />

all'Iran in cambio degli ostaggi, ed ha aiutato a dirottare i<br />

profitti verso i Contras."<br />

22.18. "La dipendenza americana dal petrolio arabo è diminuita nel<br />

corso degli anni"<br />

22.19. "Le principali compagnie petrolifere americane non prendono<br />

mai posizione sul conflitto arabo-israeliano"<br />

22.20. "Gli Stati Uniti ed Israele non hanno nulla in comune"<br />

228


22.21. "Il sostegno dell'America ad Israele è la ragione per cui i<br />

terroristi hanno attaccato il World Trade Center ed il Pentagono l'11<br />

Settembre 2001"<br />

22.22. "Il dirottamento di quattro aerei di linea in un solo giorno,<br />

l'11 Settembre, è stato un atto terroristico senza precedenti"<br />

22.23. "I gruppi come Hizballah, Jihad Islamica, Hamas e l'FPLP<br />

dovrebbero essere esclusi dalla guerra USA al terrorismo perché sono<br />

combattenti per la libertà e non terroristi"<br />

22.24. "Il Mossad d'Israele ha compiuto il bombardamento del World<br />

Trade Center per suscitare odio americano verso gli Arabi"<br />

22.25. "Mohammad Atta, il terrorista che ha mandato l'aereo contro il<br />

World Trade Center, fece saltare un autobus in Israele nel 1986.<br />

All'epoca Israele arrestò, processò, condannò, imprigionò Atta, ma fu<br />

convinto dagli USA a rilasciarlo come parte dell'accordo di pace di<br />

Oslo"<br />

22.26. "Le università americane dovrebbero disinvestire dalle<br />

compagnie che fanno affari in Israele per costringerlo a por fine<br />

all''occupazione' ed agli abusi nei diritti umani"<br />

22.27. "I sostenitori d'Israele tentano di azzittire i critici<br />

etichettandoli come antisemiti"<br />

[I miti in dettaglio]<br />

22.01. [Mito]<br />

"La creazione d'Israele è stata solo il risultato delle pressioni<br />

americane"<br />

22.01. [Fatti]<br />

Quando l'ONU si occupò della questione della Palestina, il Presidente<br />

Harry Truman affermò esplicitamente che gli Stati Uniti non avrebbero<br />

dovuto "usare minacce o pressioni indebite di alcun tipo sulle altre<br />

delegazioni" [1]. Ciononostante furono esercitate delle pressioni, e<br />

gli<br />

USA giocarono un ruolo chiave nel garantire il sostegno alla<br />

risoluzione<br />

di spartizione. L'influenza USA fu comunque limitata, come divenne<br />

chiaro quando dei "clienti" americani come Cuba e la Grecia votarono<br />

contro la spartizione, ed El Salvador e l'Honduras si astennero.<br />

Molti membri dell'Amministrazione Truman si opponevano alla<br />

Spartizione,<br />

compreso il Segretario alla Difesa James Forrestal, che riteneva che<br />

le<br />

mire sioniste ponessero una minaccia alle forniture di petrolio<br />

229


americane ed alla sua posizione strategica nella regione. I Capi di<br />

Stato Maggiore Uniti erano preoccupati che gli Arabi si sarebbero<br />

allineati con i Sovietici se estraniati dall'Occidente. Questi<br />

oppositori interni fecero molto per indebolire il sostegno americano<br />

alla creazione di uno stato ebraico [2].<br />

Sebbene si sia scritto molto sulle tattiche dei sostenitori della<br />

spartizione, il comportamento degli stati arabi è stato in gran parte<br />

ignorato. Essi erano, a dire il vero, attivamente impegnati nei loro<br />

bracci di ferro all'ONU nel tentativo di affondare la spartizione [3].<br />

22.02. [Mito]<br />

"Gli Stati Uniti hanno preferito Israele agli Arabi nel 1948 a causa<br />

delle pressioni della Lobby Ebraica"<br />

22.02 [Fatti]<br />

Truman sostenne il movimento sionista perché riteneva che la comunità<br />

internazionale avesse l'obbligo di adempiere alla promessa della<br />

Dichiarazione Balfour e perché credeva che fosse la cosa umana da fare<br />

per migliorare la condizione dei superstiti ebrei dell'Olocausto. Egli<br />

non credeva che i diritti degli Arabi sarebbero stati compromessi, od<br />

avrebbero dovuto esserlo. Il senso del suo atteggiamento si può<br />

cogliere<br />

da un commento che fece a proposito dei negoziati sui confini di uno<br />

stato ebraico:<br />

"L'intera regione attende di svilupparsi, e se fosse gestita nel modo<br />

in<br />

cui abbiamo sviluppato il Bacino del Fiume Tennessee, potrebbe<br />

sostenere<br />

20-30 milioni di persone in più. Aprire le porte a questo tipo di<br />

futuro<br />

sarebbe in effetti la cosa costruttiva ed umanitaria da fare, e<br />

riscatteerebbe inoltre i pegni che furono dati all'epoca della Prima<br />

Guerra Mondiale [4].<br />

Il pubblico americano sostenne la politica del Presidente. Secondo i<br />

sondaggi d'opinione, il 65% degli Americani sosteneva la creazione di<br />

uno stato ebraico; soltanto nel terzo trimestre del 1947, 65.850<br />

cartoline, 1.100 lettere e 1.400 telegrammi inondarono la Casa Bianca,<br />

la maggior parte dei quali implorava che il Presidente usasse<br />

l'influenza americana all'ONU [5].<br />

Questo pubblico sostegno si rifletté nel Congresso quando fu adottata<br />

nel 1922 una risoluzione che approvava la Dichiarazione Balfour. Nel<br />

1944 ambo i partiti nazionali chiesero il ripristino dello Stato<br />

Ebraico, e nel 1945 una simile risoluzione fu adottata dal Congresso.<br />

Piuttosto che cedere alla pressione, Truman tendeva a reagire<br />

negativamente alla "Lobby ebraica". Egli si lamentava ripetutamente<br />

delle pressioni che subiva e parlava di mettere la propaganda che<br />

230


veniva<br />

dagli Ebrei in un mucchio a cui dare fuoco. In una lettera al Membro<br />

della Camera dei Rappresentanti Claude Pepper, Truman Scrisse: "Se non<br />

fosse stato per l'inutile interferenza dei Sionisti, avremmo avuto il<br />

problema risolto un anno e mezzo fa" [6]. Non è esattamente<br />

l'attaggiamento di un politico che pensa troppo ai voti ebraici.<br />

22.03. [Mito]<br />

"La maggior parte degli Americani si oppone ad una stretta relazione<br />

degli USA con Israele"<br />

22.03. [Fatti]<br />

Non è solo la comunità ebraica a sostenere Israele. Gli Americani di<br />

tutte le età, razze e religioni simpatizzano con Israele. Questo<br />

sostegno è inoltre indipendente dalle scelte politiche, con una<br />

maggioranza di Democristiani e Repubblicani che favoriscono<br />

regolarmente<br />

Israele con largo margine sugli Arabi.<br />

Il migliore indicatore dell'atteggiamento americano verso Israele si<br />

trova nella risposta alla domanda più spesso posta sul Medio Oriente:<br />

"Nella situazione medioorientale, le sue simpatie sono più verso<br />

Israele<br />

o verso le nazioni Arabe?". L'organizzazione che ha condotto la<br />

maggior<br />

parte delle indagini è la Gallup. Il sostegno per Israele nei sondaggi<br />

Gallup è rimasto sempre intorno al 50% sin dal 1967.<br />

In 63 sondaggi Gallup, che risalgono al 1967, Israele ha avuto il<br />

sostegno di una media del 46% del popolo americano, confrontato con il<br />

poco più del 12% degli stati arabi e dei Palestinesi. Gli Americani<br />

hanno una simpatia appena maggiore per i Palestinesi che per i paesi<br />

arabi, ma i risultati dei sondaggi che chiedevano agli intervistati di<br />

scegliere tra Israele ed i Palestinesi non erano molto differenti<br />

dalle<br />

altre inchieste.<br />

Alcune persone sbagliano a credere che la simpatia per Israele fosse<br />

più<br />

alta un tempo; la verità è che prima della [Prima] Guerra del Golfo il<br />

picco era stato il 56%, raggiunto appena dopo la Guerra dei Sei<br />

Giorni.<br />

Nel Gennaio 1991 la simpatia per Israele raggiunse il culmine del 64%,<br />

secondo la Gallup. Intanto, il sostegno per gli Arabi scese all'8% ed<br />

il<br />

margine raggiunse un record di 56 punti.<br />

Il sondaggio più recente, riportato da Gallup nel Giugno 2002, trovò<br />

che<br />

la simpatia per Israele era del 49% a confronto con il solo 14% dei<br />

Palestinesi. Questo supera il sostegno medio per Isrele, ma è comunque<br />

231


sotto il record raggiunto durante la [Prima] Guerra del Golfo (64%).<br />

La maggior parte degli intervistati non crede che gli USA dovrebbero<br />

prendere posizione nel conflitto, ma quelli che prendono posizione<br />

scelgono Israele con un margine di 10 a 1 (Gallup, Aprile 2002). Più<br />

di<br />

tre quarti degli Americani crede inoltre che la pace israelo-<br />

palestinese<br />

è in qualche modo o molto importante per gli Stati Uniti.<br />

I sondaggi mostrano inoltre che il pubblico vede in Israele un<br />

affidabile alleato americano, un sentimento che è cresciuto durante la<br />

[prima] Crisi del Golfo. Un sondaggio Harris del Gennaio 1991, per<br />

esempio, ha trovato che l'86% degli Americani considera Israele un<br />

alleato "vicino" o perfino "amichevole". Questo è stato il punteggio<br />

più<br />

alto mai registrato in un sondaggio Harris. Ma anche nel Maggio 2002<br />

un<br />

sondaggio della Lega Anti-Diffamazione scoprì che il 64% degli<br />

Americani<br />

era d'accordo che "si può contare su Israele come su un alleato<br />

leale".<br />

22.04. [Mito]<br />

"La politica USA è sempre stata ostile agli Arabi"<br />

22.04. [Fatti]<br />

Gli Arabi raramente riconoscono il ruolo americano nell'aver aiutato<br />

i paesi arabi ad ottenere l'indipendenza. La posizione del Presidente<br />

Wilsono per l'autodeterminazione di tutte le nazioni, e l'ingresso<br />

degli USA nella Prima Guerra Mondiale contribuirono a provocare lo<br />

scioglimento dell'Impero Ottomano ed a stimolare il movimento verso<br />

l'indipendenza nel mondo arabo.<br />

Gli Arabi hanno sempre sostenuto che la politica medioorientale<br />

dev'essere un gioco a somma zero in cui il sostegno per il loro<br />

nemico, Israele, li mette per forza in svantaggio. Pertanto i paesi<br />

arabi hanno tentato di costringere gli Stati Uniti a scegliere tra il<br />

sostegno per loro o per Israele. Normalmente gli Stati Uniti hanno<br />

rifiutato di cadere in questa trappola. Il fatto che gli USA abbiano<br />

una stretta alleanza con Israele mantenendo buone relazioni con<br />

diversi paesi arabi dimostra che le due cose non sono incompatibili.<br />

Gli USA hanno per molto tempo ricercato relazioni amichevoli con i<br />

capi arabi e sono stati, una volta o l'altra, in buoni rapporti con<br />

la maggior parte dei paesi arabi.Negli anni '30 la scoperta del<br />

petrolio indusse le compagnie americane a stringere stretti rapporti<br />

con gli Arabi del Golfo. Negli anni '50 gli obbiettivi strategici<br />

americani stimolarono uno sforzo per formare un'alleanza con i paesi<br />

arabi filooccidentali. Paesi come l'Iraq e la Libia erano amici degli<br />

232


USA prima che dei loro governi si impadronissero dei capi radicali.<br />

L'Egitto, che era ostile agli USA sotto Nasser, si spostò nel campo<br />

filooccidentale sotto Sadat.<br />

Sin dalla Seconda Guerra Mondiale, gli USA hanno offerto aiuti<br />

economici e militari alla regione, ed oggi sono i principali<br />

sostenitori di nazioni come la Giordania, l'Arabia Saudita, il<br />

Marocco, l'Egitto e gli sceiccati del Golfo. Sebbene i paesi arabi<br />

abbiano incolpato gli USA per le loro sconfitte nelle guerre che<br />

hanno fatto ad Israele, la verità è che la maggior parte dei<br />

belligeranti ha ricevuto nella sua storia o l'assistenza americana, o<br />

la sua offerta.<br />

Talvolta è sembrato che gli USA abbiano condonato le aggressioni<br />

arabe contro altri arabi. Per esempio, nel 1963 gli USA riconobbero<br />

il regime fantoccio insediato dagli Egizi nello Yemen. Nel 1991,<br />

mentre stavano contrattaccando contro Saddam Hussein,<br />

l'Amministrazione Bush [Senior] guardava altrove mentre la Siria<br />

completava l'annessione virtuale del Libano.<br />

Mentre Israele ha potuto affidarsi solo all'assistenza americana, i<br />

paesi arabi hanno sempre potuto contare su diversi paesi occidentali,<br />

così come sull'Unione Sovietica e sui suoi alleati.<br />

"Le nazioni alleate, con il pieno consenso del nostro governo e del<br />

nostro popolo concordano che in Palestina si debbono porre le<br />

fondamenta di un'entità politica ebraica".<br />

— Presidente Woodrow Wilson, 3 Marzo 1919<br />

22.05. [Mito]<br />

"Sin dal 1948 gli USA hanno sostenuto Israele automaticamente"<br />

22.05. [Fatti]<br />

Gli Stati Uniti sono stati l'alleato più fedele d'Israele per tutta<br />

la sua storia, però gli USA hanno agito molte volte contro i desideri<br />

dello Stato ebraico.<br />

Lo sforzo USA di controbilanciare il sostegno ad Israele con il<br />

placare gli arabi iniziò nel 1948, quando Truman mostrò segni di<br />

ondeggiamento sulla spartizione e chiese invece un mandato<br />

internazionale. Dopo che i paesi arabi circostanti invasero Israele,<br />

gli USA osservarono un embargo sugli armamenti che ridusse<br />

notevolmente la capacità degli Ebrei di difendersi.<br />

Sin dalla guerra del 1948 gli USA sono stati poco disponibili ad<br />

insistere sui progetti per reinsediare i profughi arabi. Gli USA sono<br />

stati anche riluttanti a chieder conto agli Arabi delle violazioni<br />

della Carta e delle risoluzioni dell'ONU. Così, ad esempio, agli<br />

Arabi fu permesso di farla franca con il blocco del Canale di Suez,<br />

233


il boicottaggio d'Israele e la commissione di atti di terrorismo.<br />

Difatti, gli USA hanno preso posizione contro Isaele all'ONU più<br />

spesso che no, e fino al 1972 non hanno usato il loro potere di veto<br />

nel Consiglio di Sicurezza per bloccare le risoluzioni anti-Israele.<br />

Forse l'esempio più drammatico di una politica americana che<br />

divergeva da quella d'Israele si ebbe durante la Guerra di Suez,<br />

quando il Presidente Eisenhower prese una forte posizione contro la<br />

Gran Bretagna, la Francia ed Israele. Dopo la guerra, la pressione<br />

americana impose ad Israele di ritirarsi dal territorio conquistato.<br />

David Ben Gurion si fidò di dubbie assicurazioni americane che invece<br />

piantarono le radici del conflitto del 1967.<br />

In diverse altre occasioni, i Presidenti americani hanno agito contro<br />

Israele. Nel 1981, per esempio, Ronald Reagan sospese un accordo di<br />

cooperazione strategica dopo che Israele ebbe annesso le Alture del<br />

Golan. In un'altra occasione, egli sospese la consegna di aerei da<br />

combattimento perché dispiaciuto di un raidi israeliano in Libano.<br />

Nel 1991 il Presidente Bush tenne una conferenza stampa per chiedere<br />

una dilazione nell'esaminare una richiesta americana di malleveria<br />

per aiutare l'assorbimento degli Ebrei sovietici ed etiopi poiché era<br />

in disaccordo con la politica israeliana degli insediamenti. Nel<br />

mettere in gioco il suo prestigio su questa dilazione, Bush ricorse<br />

ad intemperanze verbali che infiammarono le passioni e fecero temere<br />

alla comunità ebraica che fosse suscitato dell'antisemitismo.<br />

Sebbene spesso descritto come il Presidente più filo-israeliano della<br />

storia, anche Bill Clinton criticò Israele in molte occasioni. Ed<br />

anche l'amministrazione di George W. Bush non ha mostrato alcuna<br />

riluttanza a criticare Israele per azioni che ritiene contrarie agli<br />

interessi USA, ma in generale è stata più riservata nelle pubbliche<br />

esternazioni.<br />

22.06. [Mito]<br />

"Gli USA hanno sempre dato armi ad Israele per essere certi che<br />

avesse un margine qualitativo sugli Arabi"<br />

22.06. [Fatti]<br />

Gli Stati uniti hanno fornito soltanto quantità limitate di armi ad<br />

Israele, comprese munizioni e fucili senza rinculo, prima del 1962.<br />

In quell'anno, il Presidente Kennedy vendette dei missili antiaerei<br />

HAWK, ma solo dopo che l'URSS ebbe fornito all'Egitto bombardieri a<br />

lungo raggio.<br />

Nel 1965 gli USA erano divenuti il principale fornitore d'armamenti<br />

d'israele. Questo fu in parte richiesto dal cedimento della Germania<br />

Ovest alle pressioni arabe, che la indusse a smettere di vendere<br />

carri armati ad Israele. Però, durante gran parte<br />

dell'amministrazione Johnson, la vendita delle armi ad Israele fu<br />

234


controbilanciata da corrispondenti trasferimenti agli Arabi.<br />

Pertanto, la prima vendita di carri armati americani ad Israele, nel<br />

1965, fu bilanciata da un'analoga vendita alla Giordania [7].<br />

Gli USA non fornirono ad Israele aeroplani fino al 1966. Anche<br />

allora, furono fatti degli accordi segreti per offrire gli stessi<br />

aerei al Marocco ed alla Libia, e si inviò materiale bellico<br />

supplementare al Libano, all'Arabia Saudita ed alla Tunisia [8].<br />

Come nel 1948, gli USA imposero un embargo sugli armamenti ad Israele<br />

durante la Guerra dei Sei Giorni, mentre gli Arabi continuavano a<br />

ricevere armi sovietiche. La posizione d'Israele fu ulteriormente<br />

indebolita dalla decisione dei Francesi di dare l'embargo ai<br />

trasferimenti di armi allo Stato Ebraico, terminando nei fatti il<br />

loro ruolo come unico grande fornitore alternativo di armi ad Israele.<br />

Fu solo dopo che divenne chiaro che Israele non aveva altre fonti di<br />

armamenti, e che l'Unione Sovietica non aveva interesse a limitare le<br />

sue vendite alla regione, che il Presidente Johnson acconsentì a<br />

vendere ad Israele dei Phantom che diedero allo Stato ebraico il suo<br />

primo vantaggio qualitativo. "D'ora in poi diverremo il principale<br />

fornitore di armi ad Israele", disse il Vicesegretario alla Difesa<br />

Paul Warnke all'Ambasciatore israeliano Yitzchaq<br />

Rabin, "coinvolgendoci ancor più nella situazione della sicurezza<br />

d'israele e coinvolgendo ancor più la sicurezza degli Stati Uniti"<br />

[9].<br />

Da quel momento in poi, gli USA cominciarono a perseguire una<br />

politica volta a mantenere il margine qualitativo d'Israele. Ma gli<br />

USA sono anche rimasti impegnati ad armare le nazioni arabe, fornendo<br />

missili sofisticati, carri armati ed aerei alla Giordania, al<br />

Marocco, all'Egitto, all'Arabia Saudita ed ai paesi del Golfo.<br />

Perciò, quando Israele ricevette gli F-15 nel 1978, anche l'Arabia<br />

Saudita li ricevette (e l'Egitto ricevette gli F-5E). Nel 1981<br />

l'Arabia Saudita, per la prima volta, ricevette un sistema d'armi che<br />

le diede un vantaggio qualitativo su Israele - gli aerei radar AWACS.<br />

Ora Israele compra equipaggiamento americano di prima, anche se non<br />

di primissima, scelta, ma anche molti paesi arabi ricevono alcuni dei<br />

migliori carri armati, aerei e missili. Il margine qualitativo sarà<br />

intatto, ma è indubbiamente stretto.<br />

"La nostra società è illuminata dalle intuizioni spirituali dei<br />

profeti ebrei. L'America ed Israele hanno un comune amore per la<br />

libertà umana, ed hanno una comune fede nel modo di vivere<br />

democratico" - Presidente Lyndon Johnson, Discorso al B'nai B'rith<br />

(10 Settembre 1968).<br />

22.07. [Mito]<br />

"L'aiuto americano in Medio Oriente è sempre stato unilaterale, con<br />

gli Arabi che non prendono praticamente nulla"<br />

235


22.07. [Fatti]<br />

Dopo la vittoria d'Israele nella Guerra d'Indipendenza, gli USA<br />

risposero ad un appello per un sostegno economico all'assorbimento<br />

degli immigrati approvando un credito di 135 milioni di Dollari della<br />

Banca Import-Export e la vendita di beni superflui. In quei primi<br />

anni dell'esistenza dello Stato d'Israele (ed anche oggi) l'aiuto<br />

americano fu visto come un mezzo per promuovere la pace.<br />

Nel 1951 il Congresso votò per aiutare Israele ad affrontare i<br />

gravami economici imposti dall'afflusso di profughi ebrei dai campi<br />

profughi d'Europa e dai ghetti dei paesi arabi. Allora gli Arabi si<br />

lamentarono che gli USA li stavano trascurando, sebbene essi non<br />

avessero allora interesse all'aiuto americano allora. Nel 1951 la<br />

Siria respinse delle profferte di aiuto americano; l'Iraq e l'Arabia<br />

Saudita, ricchi di petrolio, non avevano bisogno dell'assistenza<br />

economica americana, e fino ai tardi anni '50 la Giordania era il<br />

pupillo della Gran Bretagna. Dopo il 1957, quando gli Stati Uniti si<br />

assunsero la responsabilità di sostenere la Giordania e ripresero gli<br />

aiuti economici all'Egitto, l'assistenza ai Paesi arabi fece un<br />

balzo. Inolre, gli Stati Uniti erano (e sono tuttora) il più grande<br />

paese ad aiutare i Palestinesi attraverso l'UNRWA.<br />

Israele ha ricevuto più aiuti diretti dagli Stati Uniti sin dalla<br />

Seconda Guerra Mondiale di ogni altro paese, ma gli importi per la<br />

prima metà di questo periodo sono stati relativamente modesti. Tra il<br />

1949 ed il 1973 gli USA hanno dato ad Israele una media di circa 122<br />

milioni di Dollari l'anno, per un totale di 3,1 miliardi di Dollari<br />

(e a dire il vero più di un miliardo di Dollari di questo fu una<br />

serie di prestiti per materiale militare negli anni 1971-1973). Prima<br />

del 1971, Israele ricevette un totale di appena 277 milioni di<br />

Dollari in aiuti militari, tutti sotto forma di anticipi sugli<br />

acquisti. Anche la gran parte degli aiuti economici fu in forma di<br />

prestito ad Israele. In confronto, i Paesi arabi ricevettero circa il<br />

triplo dell'aiuto prima del 1971, 4,4 miliardi di Dollari, o 170<br />

milioni di Dollari all'anno. Inoltre, al contrario d'israele, che<br />

riceve quasi tutto l'aiuto dagli Stati Uniti, i paesi arabi hanno<br />

ricevuto assistenza dall'Asia, dall'Europa Orientale, dall'Unione<br />

Sovietica e dalla Comunità Europea.<br />

È mia responsabilità verificare che la nostra politica in Israele<br />

combaci con la nostra politica in tutto il mondo; secondo, è mio<br />

desiderio aiutare a costruire in Palestina uno stato democratico<br />

forte, prospero, libero ed indipendente. Dev'essere grande<br />

abbastanza, libero abbastanza, e forte abbastanza da rendere il suo<br />

popolo autosufficiente e sicuro" - Presidente Truman, 28 Ottobre<br />

1948, discorso elettorale al Madison Square Garden.<br />

Israele non iniziò a ricevere grandi aiuti fino al 1974, dopo la<br />

guerra del 1973, e le somme crebbero drammaticamente dopo gli accordi<br />

di Camp David. In tutto, sin dal 1949, Israele ha ricevuto più di 90<br />

236


miliardi di Dollari di aiuti. Sebbene i totali siano impressionanti,<br />

il valore dell'assistenza ad Israele è stato eroso dall'inflazione.<br />

Anche i paesi arabi che hanno firmato degli accordi con Isrele sono<br />

stati ricompensati. Fin dalla firma del trattato di pace con Israele,<br />

l'Egitto è stato il secondo più grande destinatario di aiuti<br />

americani (2 miliardi di Dollari nel 2002, mentre Israele ne<br />

ricevette 2,8). Anche la Giordania è stata beneficiaria di maggiori<br />

livelli di aiuto sin da quando ha firmato un trattato con Israele<br />

(che ha portato da meno di 40 milioni di Dollari ad oltre 225<br />

milioni). Fu anche rimesso il debito multimiliardario di ambo le<br />

nazioni arabe fino agli USA.<br />

Dopo gli accordi di Oslo, anche gli Stati Uniti iniziarono a<br />

finanziare i Palestinesi. Essi ora forniscono 80 miliardi in aiuti<br />

umanitari attraverso l'Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale.<br />

Essi non forniscono alcun aiuto diretto all'Autorità Palestinese, in<br />

quanto la ritengono corrotta. Il Presidente Bush avvertì<br />

specificamente i Palestinesi che essi debbono cambiare la loro guida<br />

ed abbracciare le riforme per ottenere futura assistenza. "Vi posso<br />

assicurare", disse Bush, "che non daremo un soldo ad una società che<br />

non è trasparente ed [è] corrotta" [9a].<br />

22.08. [Mito]<br />

"Gli USA hanno sempre dato ad Israele miliardi di dollari a fondo<br />

perduto"<br />

22.08. [Fatti]<br />

Le donazioni americane ad Israele sono finite nel 1959. L'aiuto<br />

americano ad Israele da allora fino al 1985 è consistito soprattutto<br />

di prestiti, rimborsati da Israele, e di beni ormai superflui, che<br />

Israele comprò. Israele cominciò a comprare armi americane nel 1962,<br />

ma non ricevette alcun aiuto militare gratuito fino dopo la Guerra<br />

del Kippur del 1973. Come risultato, Israele ha dovuto indebitarsi<br />

pesantemente per finanziare il suo sviluppo economico ed i suoi<br />

acquisti di armi. La decisione di convertire gli aiuti militari in<br />

elargizioni quell'anno fu basata sulla prevalente opinione nel<br />

Congresso che senza un forte Israele, la guerra nel Medio Oriente<br />

fosse più probabile, e che gli USA avrebbero dovuto affrontare<br />

maggiori spese in una simile eventualità.<br />

Per molti anni, gran parte dell'aiuto economico d'Israele fu usato<br />

per ripagare i vecchi debiti. Nel 1984, la legislazione sugli aiuti<br />

all'estero incluse l'Emendamento Cranston (così chiamato da chi lo<br />

sostenne al Senato), che diceva che gli USA avrebbero fornito ad<br />

Israele aiuti economici "in misura non inferiore a" l'ammontare delle<br />

rate dei debiti che ogni anno Israele deve ripagare agli USA.<br />

22.09. [Mito]<br />

237


"Israele continua a chiedere un mucchio di aiuti economici sebbene<br />

esso sia ora un paese ricco che di aiuto non ha più bisogno"<br />

22.09. [Fatti]<br />

A partire dall'anno fiscale 1987, Israele ha ricevuto annualmente 1,2<br />

miliardi di Dollari in elargizioni per aiuti economici ed in totale<br />

1,8 miliardi di Dollari di elargizioni per aiuti militari. Nel 1998<br />

Israele si offrì di ridurre volontariamente la sua dipendenza<br />

dall'aiuto economico USA. Secondo un accordo raggiunto con<br />

l'Amministrazione Clinton ed il Congresso, il pacchetto di aiuti<br />

economici di 1,2 miliardi di Dollari sarà ridotto di 120 milioni di<br />

Dollari ogni anno in modo che esso scompaia in dieci anni.<br />

Metà dei risparmi annuali nell'assistenza economica (60 milioni di<br />

Dollari) si aggiungeranno al pacchetto di aiuti militari ad Israele<br />

in riconoscimento dei suoi accresciuti bisogni nel campo della<br />

sicurezza. Nel 2001 Israele ha ricevuto 840 milioni di Dollari in<br />

aiuti economici ed 1,98 miliardi di Dollari di aiuti militari. Nel<br />

2002, l'aiuto economico ad Israele fu ridotto a 720 milioni di<br />

Dollari, e l'aiuto militare ad Israele fu fissato a 2,04 miliardi di<br />

Dollari.<br />

Israele fece l'offerta perché non ha più bisogno dell'aiuto che gli<br />

serviva un tempo. Le fondamenta dell'economia israeliana oggi sono<br />

solide; eppure Israele rimane zavorrato dai debiti passati verso gli<br />

USA, che, al contrario di quelli di Giordania ed Egitto, non furono<br />

rimessi. Inoltre, Israele può ancora usare l'aiuto americano. Il<br />

paese ha tuttora il tremendo peso finanziario di assorbire decine di<br />

migliaia di immigranti dall'ex-Unione Sovietica, un altissimo tasso<br />

di disoccupazione ed un numero paurosamente alto di persone che sono<br />

finite in miseria. La situazione è stata ulteriormente esacerbata<br />

dalla violenza degli ultimi due anni, che ha devastato l'industria<br />

turistica e tutti i settori collegati nel campo dei servizi. Inoltre,<br />

le concessioni fatte nei negoziati di pace hanno richiesto lo<br />

smantellamento di basi militari e la perdita di preziose risorse che<br />

debbono essere rimpiazzate.<br />

22.10. [Mito]<br />

"Israele si vanta di essere la quarta potenza militare del mondo,<br />

quindi non ha certo bisogno dell'aiuto militare americano"<br />

22.10. [Fatti]<br />

Isrele ha dei trattati di pace con solo due dei suoi vicini. Esso<br />

rimane giuridicamente in guerra con il resto del mondo arabo-islamico<br />

e diversi paesi, specialmente l'Iran e l'Iraq, sono apertamente<br />

ostili. Date le minacce potenziali, è necessario che Israele continui<br />

a mantenere una forte difesa. Israle è un paese potente, ma come il<br />

grafico dell'equilibrio degli armamenti mostra, è tuttora soverchiata<br />

per numero di effettivi e di armi dai suoi nemici, e deve perciò<br />

238


affidarsi al suo vantaggio qualitativo per essere sicura di poterli<br />

sconfiggere, e questo lo garantisce soltanto il continuo acquisto<br />

delle armi più moderne. Nuovi carri armati, nuovi missili ed aerei<br />

però hanno prezzi favolosi, ed Israele non può permettersi con i suoi<br />

soli mezzi ciò di cui ha bisogno, pertanto il continuo aiuto<br />

americano è vitale per la sua sicurezza. Inoltre, i nemici d'Israele<br />

hanno numerosi fornitori, ma Israele deve affidarsi quasi<br />

completamente agli Stati Uniti per la sua "ferraglia".<br />

22.11. [Mito]<br />

"L'aiuto militare americano sussidia l'industria bellica israeliana a<br />

spese di quella americana"<br />

22.11. [Fatti]<br />

Contrariamente al senso comune, non è che gli USA firmino assegni da<br />

miliardi di dollari e li diano ad Israele perché li spenda come gli<br />

piace. Appena il 26% circa (555 milioni di Dollari sui 2,1 miliardi<br />

del 2003) di quel che Israele riceve in Finanziamenti Militari<br />

all'Estero (FMF) si può spendere in Israele per le forniture<br />

militari. Il restante 74% è speso negli Stati Uniti per generare<br />

profitti e posti di lavoro. Più di mille aziende in 47 Stati, nel<br />

Distretto di Columbia ed a Puerto Rico hanno firmato contratti che<br />

totalizzano miliardi di Dollari grazie a questo programma negli<br />

ultimi anni. Ecco le cifre del 2001:<br />

Il valore dei Finanziamenti Militari all'Estero (FMF) diviso per<br />

Stato [10]:<br />

Alabama ................ $15,010,584<br />

Arkansas .................. $496,212<br />

Arizona ................ $23,053,020<br />

California ............ $155,969,600<br />

Colorado ............... $33,864,588<br />

Connecticut ........... $510,697,156<br />

Delaware .................. $367,011<br />

Distretto di Columbia ... $3,609,508<br />

Florida ................ $94,222,258<br />

Georgia ............... $158,911,735<br />

Iowa ........................ $4,830<br />

239


Idaho ..................... $151,977<br />

Illinois ............... $57,492,657<br />

Indiana ................ $46,200,627<br />

Kansas ..................... $91,328<br />

Kentucky ................ $1,539,095<br />

Louisiana ................. $145,824<br />

Massachusetts .......... $25,080,078<br />

Maryland ............... $62,805,516<br />

Maine .................. $33,201,400<br />

Michigan ............... $67,447,234<br />

Minnesota .............. $10,886,633<br />

Missouri ................ $1,927,615<br />

Mississippi ............. $2,571,630<br />

Montana .................... $30,350<br />

North Carolina ......... $38,944,632<br />

Nebraska .................... $3,654<br />

New Hampshire .......... $17,254,145<br />

New Jersey ............. $52,750,873<br />

New Mexico ................. $55,554<br />

Nevada .................. $1,043,287<br />

New York .............. $110,854,412<br />

Ohio ................... $42,646,748<br />

Oklahoma .................. $132,572<br />

Oregon .................. $5,512,292<br />

Pennsylvania ........... $11,478,193<br />

Rhode Island .............. $841,354<br />

240


South Carolina .......... $4,598,444<br />

South Dakota ............ $4,893,179<br />

Tennessee ............... $7,752,077<br />

Texas .................. $62,854,229<br />

Utah ...................... $257,378<br />

Virginia ............... $28,575,976<br />

Vermont ................. $2,062,222<br />

Washington .............. $3,844,029<br />

Wisconsin ............... $6,407,070<br />

West Virginia .............. $73,746<br />

Wyoming .................... $14,500<br />

22.12. [Mito]<br />

"Le malleverie USA hanno dato ad Israele miliardi di dollari dei<br />

contribuenti americani usati per costruire insediamenti in<br />

Cisgiordania ed a Gaza per ospitare gli Ebrei sovietici"<br />

22.12. [Fatti]<br />

Dal 1989, circa un milione di Ebrei è migrato in Israele. La<br />

maggioranza, circa l'80%, è venuta dall'ex-Unione Sovietica. Israele<br />

deve fornire a questi immigranti vitto, alloggio, impiego e<br />

formazione professionale. Il compito è ancora più arduo quando si<br />

devono assorbire degli Ebrei da paesi relativamente sottosviluppati<br />

come l'Etiopia, a cui spesso occorre insegnare tutto, dall'uso dello<br />

sciacquone a come si preleva denaro da una banca. Per affrontare<br />

queste sfide, Israele ha investito miliardi di dollari. Inoltre, la<br />

comunità ebraico-americana ha contribuito con centinaia di milioni di<br />

dollari attraverso varie filantropie.<br />

Eppure il compito era tanto spaventoso che Israele ha chiesto aiuto<br />

agli Stati Uniti. Per mettere la sfida in prospettiva, considerate<br />

che gli Stati Uniti, un paese di 250 milioni di persone ed un PIL da<br />

svariati trilioni di Dollari, ammette appena 125.000 profughi<br />

all'anno. Nel solo 1990, 185.000 Ebrei sono migrati in Israele.<br />

Gli Stati Uniti guidarono il Mondo Libero nell'aiutare a garantire la<br />

libertà degli Ebrei sovietici. A cominciare dal 1972, il Congresso ha<br />

stanziato dei fondi per aiutare gli Ebrei sovietici a risistemarsi in<br />

Israele. Dal 1992 sono stati assegnati a questo scopo 80 milioni di<br />

Dollari.<br />

241


Dopo che l'Unione Sovietica ebbe aperto le sue porte, il rivoletto di<br />

migranti divenne un'alluvione, balzando da meno di 13.000 persone nel<br />

1989 a più di 185.000 nel 1990. Allora Israele chiese un diverso tipo<br />

di aiuto. Gli Stati Uniti hanno risposto nel 1990 approvando 400<br />

milioni di dollari in malleverie per aiutare Israele a dar casa ai<br />

nuovi venuti.<br />

Le malleverie non sono elargizioni - non si trasferisce un centesimo<br />

dalle casse federali ad Israele. Gli USA semplicemente avallano dei<br />

crediti per Israele, cosa che dà ai banchieri la fiducia necessaria<br />

per prestare ad Israele denaro a condizioni più favorevoli: interessi<br />

inferiori e durate superiori - fino a trent'anni, anziché solo cinque<br />

o sette. Queste garanzie sui crediti non hanno effetto sulla politica<br />

interna o sulle garanzie interne. Inoltre, essi non nuocciono al<br />

contribuente americano, a meno che Israele non cessi di pagare i suoi<br />

debiti, cosa che non ha mai fatto. Per giunta, molto del denaro che<br />

Israele prende a prestito è speso negli USA per acquistare beni<br />

americani.<br />

Quando fu chiaro che il flusso di rifugiati era anche superiore al<br />

previsto, e decine di migliaia continuavano ad arrivare ogni mese,<br />

Israele si rese conto che aveva bisogno di ulteriore aiuto, e chiese<br />

agli Stati Uniti altri 10 miliardi di Dollari in malleverie.<br />

Nel 1992 il Congresso autorizzò il Presidente a fornire malleverie<br />

sui crediti ad Israele come risultato dello straordinario sforzo<br />

umanitario per risistemare ed assorbire gli immigranti. Queste<br />

malleverie furono concesse in incrementi annuali di 2 miliardi di<br />

Dollari per cinque anni. Mentre il costo per il governo USA era<br />

nullo, Israele ha pagato agli Stati Uniti delle commissioni annue che<br />

ammontavano a diverse centinaia di milioni di dollari per coprire i<br />

costi amministrativi e di altro genere.<br />

Secondo le attuali linee guida, nessun aiuto americano ad Israele può<br />

essere usato al di là dei confini del 1967. Inoltre, per sottolineare<br />

l'insoddisfazione per le politiche di insediamento israeliane, il<br />

Presidente era autorizzato a ridurre le malleverie annuali di un<br />

ammontare pari al valore stimato delle attività intraprese da Israele<br />

nella Cisgiordania ed a Gaza l'anno precedente.<br />

Pertanto, come indica la tabella in http://www.us-/<br />

israel.org/jsource/US-Israel/Loan_Guarantees_for_Israel.html , il<br />

Dipartimento di Stato ha determinato che Israele ha speso poco meno<br />

di 1,4 miliardi di Dollari per l'attività di insediamento tra il 1993<br />

ed il 1996. Ma il Presidente era comunque autorizzato a non compiere<br />

le deduzioni quando rendere il denaro disponibile ad Israele era<br />

nell'interesse della sicurezza degli Stati Uniti. Il Presidente<br />

Clinton ha usato questa facoltà negli ultimi tre anni del programma,<br />

cosicché l'effettiva riduzione delle malleverie messe a disposizione<br />

d'Israele fu di 773,8 milioni di Dollari.<br />

242


Il denaro legato agli insediamenti inoltre non aveva nulla a che fare<br />

con i nuovi immigranti, nessuno dei quali era stato obbligato a<br />

vivere nei Territori. Infatti, soltanto una minuscola percentuale<br />

scelse volontariamente di farlo.<br />

Da ogni punto di vista, il programma di malleverie USA fu un grande<br />

successo. Israele usò il denaro preso in prestito soprattutto per<br />

accrescere l'ammontare della divisa estera disponibile per le<br />

attività commerciali del paese, e per sostenere progetti<br />

infrastrutturali come strade, ponti, fogne ed elettrificazione. Le<br />

malleverie aiutarono inoltre Israele a dare casa e lavoro<br />

praticamente a tutti i nuovi immigranti.<br />

22.13. [Mito]<br />

"Non si è mai creduto che Israele avesse un qualche valore strategico<br />

per gli Stati Uniti"<br />

22.13. [Fatti]<br />

Nel 1952 il Generale Omar Bradley, Capo dello Stato Maggiore<br />

Congiunto, riteneva che l'Occidente avesse bisogno di 19 divisioni<br />

per difendere il Medio Oriente, e che Israele potesse fornirne due.<br />

Egli inoltre si aspettava nel 1955 che soltanto tre stati potessero<br />

aiutare l'Occidente a difendere il Medio Oriente dal cielo: Gran<br />

Bretagna, Turchia ed Israele. L'analisi di Bradley fu respinta perché<br />

a livello politico si decise che fosse più importante per gli Stati<br />

Uniti cooperare con l'Egitto, e poi con l'Iraq. Si temette che<br />

l'integrazione delle forze israeliane nella strategia occidentale<br />

avrebbe alienato gli Arabi [11].<br />

La schiacciante vittoria d'Israele del 1967 sulle forze arabe<br />

combinate indusse a rivedere quest'opinione. L'anno dopo, gli Stati<br />

Uniti vendettero ad Israele degli aerei sofisticati (i Phantom) per<br />

la prima volta. Washington cambiò la sua politica mediooreintale<br />

dalla ricerca di un equilibrio delle forze all'assicurare che Israele<br />

avesse un vantaggio qualitativo sui suoi nemici.<br />

Israele provò la sua utilità nel 1970, quando gli Stati Uniti<br />

chiesero aiuto per rafforzare il regime di Re Hussein. La<br />

disponibilità di Israele ad aiutare Amman, ed i movimenti di truppe<br />

verso il confine giordano persuasero la Siria a ritirare i carri<br />

armati che aveva inviato in Giordania per sostenere le forze dell'OLP<br />

che sfidarono il Re durante il "Settembre Nero" [12].<br />

Nei primi anni '70 era ormai chiaro che nessun paese arabo avrebbe<br />

potuto o voluto contribuire alla difesa dell'Occidente nel Medio<br />

Oriente. Il Patto di Baghdad era scaduto da tempo, ed i regimi amici<br />

degli Stati Uniti erano deboli, se confrontati con le forze<br />

antioccidentali di Egitto, Siria ed Iraq. Anche dopo il<br />

riorientamento egiziano seguente alla firma del suo trattato di pace<br />

con Israele, gli Stati Uniti non contarono sugli aiuti militari di<br />

243


alcun governo arabo.<br />

L'Amministrazione Carter iniziò ad implementare una forma di<br />

cooperazione strategica (non la si chiamava così) rendendo Israele<br />

qualificato a vendere equipaggiamento militare agli Stati Uniti. La<br />

disponibilità ad impegnarsi in imprese militari limitate e congiunte<br />

fu vista dal Presidente Carter come una ricompensa ad Israele per<br />

il "buon comportamento" nei colloqui di pace con l'Egitto.<br />

Seppure ancora riluttante a formalizzare la relazione, la<br />

cooperazione strategica divenne un punto focale della relazione<br />

americano-israeliana quando Ronald Reagan divenne Presidente. Prima<br />

della sua elezione, Reagan aveva scritto: "Solo col pieno<br />

apprezzamento del ruolo critico che lo Stato d'Israele gioca nei<br />

nostri calcoli strategici noi possiamo costruire le fondamenta per<br />

stroncare i piani di Mosca su territori e risorse vitali per la<br />

nostra sicurezza ed il benessere della nostra nazione" [13].<br />

Le concezioni di Reagan culminarono il 30 Novembre 1981 nella firma<br />

di un Memorandum d'Intesa sulla "cooperazione strategica". Il 29<br />

Novembre 1983 fu firmato un nuovo accordo che creava il Gruppo<br />

Congiunto Politico-Militare (JPMG) ed un gruppo che sovraintendeva<br />

all'aiuto nel campo della sicurezza, il Gruppo Congiunto di<br />

Pianificazione dell'Aiuto alla Sicurezza (JSAP).<br />

Il JPMG era originariamente concepito per discutere i mezzi per<br />

contrastare le minacce poste dall'accresciuto coinvolgimento<br />

sovietico nel Medio Oriente. Ma ha posto sempre maggiore enfasi sulle<br />

preoccupazioni bilaterali per la proliferazione di armi chimiche e<br />

missili balistici.<br />

Il JSAP fu formato in risposta alla crisi economica della metà degli<br />

anni '80. È un gruppo binazionale che si incontra ogni anno a<br />

Washington per esaminare le necessità presenti e future d'Israele nel<br />

campo delle forniture militari. Esso formula inoltre piano per<br />

l'allocazione di crediti agli Acquisti Stranieri di Materiale<br />

Militare USA alla luce della stima delle minacce correnti e delle<br />

disponibilità di bilancio americane.<br />

Nel 1987 il Congresso designò Israele il principale alleato non-NATO.<br />

Questa legge dichiarò formalmente Israele un alleato, consentendo<br />

alle sue industrie di competere alla pari con quelle dei Paesi NATO e<br />

di altri stretti alleati USA per contratti per la produzione di un<br />

significativo numero di strumenti di difesa.<br />

"Sin dalla rinascita dello Stato d'Israele, c'è sempre stato un<br />

ferreo legame tra quella democrazia e questa".<br />

— Presidente Ronald Reagan, 3 Settembre 1980, discorso al B'nai<br />

B'rith<br />

Nell'Aprile 1988 il Presidente Reagan ha firmato un altro MdI che<br />

244


comprendeva tutti gli accordi precedenti. Quest'accordo<br />

istituzionalizzò la relazione strategica.<br />

Alla fine del mandato di Reagan, gli USA avevano predisposto del<br />

materiale bellico in Israele, tenuto regolarmente esercitazioni<br />

congiunte, iniziato il coprogetto del Missile Balistico Anti-Tattico<br />

Arrow ed erano impegnati in una legione di altri sforzi di<br />

cooperazione militare.<br />

Da allora, la cooperazione strategica USA-Israele ha continuato ad<br />

evolvere. Ora questi legami strategici sono più forti che mai.<br />

Israele ora è un alleato _de facto_ degli Stati Uniti.<br />

22.14. [Mito]<br />

"Gli Israeliani vivono comodamente grazie all'aiuto americano, e non<br />

vedono motivo per riformare il sistema economico del loro paese"<br />

22.14. [Fatti]<br />

Gli Israeliani sono tra le persone più tassate del mondo, con imposte<br />

sul reddito che arrivano al 50%. Ed in un paese in cui l'Israeliano<br />

medio guadagna 18.000 Dollari.<br />

Per anni gli Israeliani hanno visto il loro tenore di vita declinare<br />

in gran parte a causa dello straordinario peso delle spese per la<br />

difesa, che equivalgono a circa 1/5 - 1/4 del bilancio statale. La<br />

situazione è migliorata negli ultimi anni, grazie soprattutto al<br />

processo di pace, cosicché le spese per la difesa si sono ridotte al<br />

16% del bilancio statale.<br />

Quando Israele restituì i pozzi petroliferi che sviluppò nel Sinai<br />

come parte dell'accordo di pace con l'Egitto, ello sacrificò<br />

l'opportunità di diventare energeticamente autosufficiente. Di<br />

conseguenza, la sua economia soffre delle oscillazioni del prezzo del<br />

petrolio.<br />

Più recentemente, con l'arrivo di centinaia di milioni di immigranti<br />

dall'ex-Unione Sovietica e dall'Etiopia, gli Israeliani hanno<br />

accettato di buon grado sacrifici ancora più grandi per facilitare<br />

l'assorbimento dei nuovi venuti.<br />

È da molto che gli Israeliani hanno riconosciuto la necessità di<br />

riformare drammaticamente la loro economia. Nel 1985 Israele<br />

implementò un programma di stabilizzazione che comprendeva diverse<br />

caratteristiche principali: un forte taglio ai sussidi sui prodotti e<br />

sui servizi di base; una forte svalutazione della moneta seguita da<br />

un tasso di cambio verso il Dollaro stabile; controllo dei salari e<br />

dei prezzi e la cessazione della "scala mobile"; ed una politica<br />

monetaria che controllerebbe l'espansione del credito, così facendo<br />

salire i tassi d'interesse.<br />

245


Il New York Times poi descrisse i sacrifici del popolo israeliano ed<br />

il messaggio del programma di stabilizzazione come "Ognuno fa un<br />

passo indietro - tutti insieme" [14].<br />

Il programma di stabilizzazione israeliano funzionò come "un mini-<br />

miracolo". L'inflazione cadde bruscamente, dalle tra cifre allo zero<br />

nel 2000. Il tasso di cambio del siclo si stabilizzò, risalì<br />

l'ammontare delle riserve valutarie, crebbe l'export e si contrasse<br />

il deficit pubblico.<br />

Oggi Israele sta cercando di andare oltre la stabilizzazione, per<br />

compiere i cambiamenti strutturali sottostanti necessario per una<br />

crescita economica sostenuta. Il governo ha continuato a tagliare i<br />

sussidi sul cibo ed i servizi pubblici, comprese la sanità e<br />

l'istruzione, a rimuovere il controllo dei prezzi ed a riformare la<br />

sua struttura fiscale. Il governo ha cominciato a privatizzare le<br />

aziende statali. Sono passi dolorosi, ma gli Israeliani riconoscono<br />

la necessità di tali difficili misure.<br />

Israele ha dato il benvenuto agli USA come ad un partner impegnato,<br />

ed ha provato di essere uno dei pochi destinatari dell'aiuto<br />

straniero USA che ha risposto positivamente alle proposte americane<br />

di compiere grandi riforme nella sua economia.<br />

22.15. [Mito]<br />

"Israele prende misure protezionistiche che ostacolano il commercio<br />

americano"<br />

22.15. [Fatti]<br />

Israele ha uno dei mercati più aperti per i beni americani. Gran<br />

parte della crescita nel commertio USA-Israele è un risultato<br />

dell'Accordo di Libero Scambio (FTA) del 1985. L'FTA dà ai prodotti<br />

americani l'opportunità di competere alla pari con i beni europei,<br />

che hanno anch'essi libero accesso al mercato interno israeliano.<br />

Questo è stato il primo accordo di questo genere firmato dagli Stati<br />

Uniti con qualsiasi governo straniero.<br />

Dalla firma dell'FTA, le esportazioni USA in Israele sono cresciute<br />

del 234%, mentre il volume totale del commercio tra i duo paesi è<br />

salito del 317%, fino a quasi 20 miliardi di Dollari. Questa crescita<br />

ha portato a più vendite e più profitti per gli esportatori americani.<br />

22.16. [Mito]<br />

"Il reclutamento di Jonathan Pollard come spia contro gli Stati Uniti<br />

dimostra che Israele opera a danno degli interessi americani"<br />

22.16. [Fatti]<br />

Nel Novembre 1985, l'FBI arrestò Jonathan Pollard, un analista dello<br />

246


spionaggio della Marina americana, accusandolo di aver venduto<br />

materiale riservato ad Israele. Pollard fu poi condannato<br />

all'ergastolo, e la moglie Anna si beccò cinque anni per aver aiutato<br />

il marito.<br />

Appena dopo l'arresto di Pollard, Israele porse le sue scuse e spiegò<br />

che l'operazione non era autorizzata. "È politica d'Israele astenersi<br />

da ogni attività spionistica nei confronti degli Stati Uniti",<br />

dichiarò una presa di posizione ufficiale del governo, "a causa della<br />

stretta e speciale amicizia" tra i due paesi". Il Primo Ministro<br />

Shimon Peres affermò: "Spiare gli Stati Uniti è in totale<br />

contraddizione con la nostra politica" [15].<br />

Gli Stati Uniti ed Israele lavorarono insieme per investigare<br />

sull'affare Pollard. L'inchiesta israeliana rivelò che Pollard non<br />

stava lavorando per il Servizio Segreto Militare od il Mossad. Egli<br />

era diretto da un'unità piccola ed indipendente di spionaggio<br />

scientifico. Era stato Pollard a contattare gli Israeliani.<br />

Una sottocommissione della Commissione Difesa ed Affari Esteri della<br />

Knesset dedicata allo Spionaggio ed ai Servizi di Sicurezza<br />

concluse: "Senza dubbio ... il livello operativo (cioè l'Unità di<br />

Collegamento Scientifico comandata da Rafael Eitan) decise di<br />

reclutare e gestire Pollard senza alcun controllo o consultazione con<br />

il livello politico od averne ricevuto l'approvazione diretta od<br />

indiretta". La commissione della Knesset chiese conto al governo di<br />

non aver adeguatamente sovrainteso all'unità scientifica.<br />

Come promesso al governo USA, l'unità spionistica che aveva diretto<br />

Pollard fu sbandata, i sui capi puniti ed i documenti sottratti<br />

restituiti [16]. Quest'ultimo punto fu cruciale per il procedimento<br />

del Dipartimento di Giustizia USA contro Pollard.<br />

Pollard negò di aver spiato "contro" gli Stati Uniti. Egli disse di<br />

aver fornito solo le informazioni che riteneva vitali per la<br />

sicurezza israeliana e che erano trattenute dal Pentagono. Queste<br />

comprendevano dati sulle spedizioni di armi sovietiche in Siria,<br />

sulle armi chimiche iraqene e siriane, sul progetto pakistano di<br />

bomba atomica e sui sistemi di difesa aerea libici [17].<br />

Pollard fu condannato per spionaggio. La sua condanna all'ergastolo è<br />

stata la più severa mai data per aver spiato per un alleato. È stata<br />

anche molto superiore alla condanna media inflitta per aver spiato<br />

per l'Unione Sovietica ed altri nemici degli Stati Uniti [18].<br />

Sebbene fosse stato inizialmente snobbato da Israele, il governo di<br />

Benjamin Netanyahu ammise che Pollard aveva lavorato per lo<br />

spionaggio israeliano e gli concesse la cittadinanza. Netanyahu<br />

chiese clemenza per Pollard durante i colloqui di pace alla<br />

Piantagione di Wye in Maryland nel 1998. Da allora, i funzionari<br />

israeliani hanno supplicato ancora in pro di Pollard.<br />

247


Anche i sostenitori di Pollard negli Stati Uniti chiedono<br />

abitualmente che egli sia graziato. Si dice che il Presidente Clinton<br />

avesse preso in considerazione la grazia, ma i funzionari della<br />

Difesa e dello Spionaggio si sono opposti vigorosamente all'idea. Al<br />

termine del mandato di Clinton fu riaperta la questione, ed il<br />

Senatore Richard Shelby (Repubblicano, Alabama), presidente della<br />

Commissione Scelta del Senato sullo Spionaggio, insieme con la<br />

maggioranza dei senatori parlò contro la grazia: "Il Signor Pollard è<br />

una spia condannata che ha messo a repentaglio la nostra sicurezza<br />

nazionale, ed in pericolo le vite dei nostri agenti segreti", disse<br />

Shelby, "Non ci sono parole abbastanza forti per esprimere la mia<br />

convinzione che il Signor Pollard deve scontare ogni minuto della sua<br />

condanna ..." [19].<br />

22.17. [Mito]<br />

"Israele ha raggirato gli USA convincendoli a vendere armi all'Iran in<br />

cambio degli ostaggi, ed ha aiutato a dirottare i profitti verso i<br />

Contras."<br />

22.17. [Fatti]<br />

Secondo il Rapporto delle Commissioni Congressuali d'Inchiesta<br />

sull'Affare Iran-Contra emesso nel Novembre 1987, la vendita delle<br />

armi<br />

USA all'Iran attraverso Israele iniziò nell'estate del 1985, dopo aver<br />

ricevuto l'approvazione del Presidente Reagan. Il rapporto mostra che<br />

il<br />

coinvolgimento israeliano fu stimolato da avancese separate nel 1985<br />

del<br />

mercante d'armi iraniano Manucher Ghorbanifar e dal consulente del<br />

Consiglio per la Sicurezza Nazionale (NSC) Michael Ledeen, il quale<br />

ultimo lavorava per il Consigliere alla Sicurezza Nazionale Robert<br />

McFarlane. Quando Ledeen chiese assistenza al Primo Ministro Shimon<br />

Peres, il capo israeliano acconsentì a vendere armi all'Iran<br />

nell'interesse dell'America, purché la vendita fosse approvata in alto<br />

loco negli USA [20].<br />

Prima che gli Israeliani partecipassero, dice il rapporto, essi<br />

chiesero<br />

"un consenso chiaro, esplicito e vincolante da parte del Governo USA".<br />

McFarlane disse alle Commissioni Congressuali che egli prima ricevette<br />

l'approvazione del Presidente Reavan nel Luglio 1985. In Agosto,<br />

Reagan<br />

autorizzò nuovamente la prima vendita di armi all'Iran, tra le<br />

obiezioni<br />

del Segretario alla Difesa Caspar Weinberger e del Segretario di Stato<br />

George Schultz [21]. Grazie a quell'accordo, il Reverendo Benjamin<br />

Weir,<br />

tenuto prigioniero in Libano per 16 mesi, fu rilasciato.<br />

Quando fu proposta nel Novembre di quell'anno una spedizione di<br />

248


missili<br />

HAWK, il Ministro della Difesa israeliano Yitzchaq Rabin chiese<br />

nuovamente una specifica approvazione USA. Secondo McFarlane, il<br />

Presidente acconsentì.<br />

Nel Dicembre 1985 il Presidente Reagan aveva deciso che le future<br />

vendite agli Iraniani sarebbero venute direttamente dagli arsenali<br />

USA.<br />

Secondo il rapporto delle Commissioni, l'assistente dell'NSC Tenente<br />

Colonnello Oliver North usò per la prima volta denaro dall'operazione<br />

Iran per finanziare la resistenza nicaraguenze nel Novembre 1985. Egli<br />

però testimoniò poi che la distrazione dei fondi ai Contras era stata<br />

proposta a lui da Ghorbanifar durante un incontro nel Gennaio 1986.<br />

Il miliardario saudita che commercia in petrolio ed armi Adnan<br />

Khashoggi<br />

disse in un'intervista all'ABC-TV del Dicembre 11, 1986, che egli<br />

anticipò 1 milione di Dollari per aiutare a finanziare la prima<br />

spedizione di armi nello scandalo delle armi Iran-Contra e mise 4<br />

milioni di Dollari per la seconda spedizione. Secondo lo speciale<br />

comitato di revisione del Presidente con a capo l'ex-senatore John<br />

Tower, un funzionario straniero (si dice il Re saudita Fahd) donò da<br />

1 a<br />

2 milioni di Dollari al mese dal Luglio 1984 all'Aprile 1985 per<br />

finanziare segretamente i Contras. L'Arabia Saudita negò di aver<br />

aiutato<br />

i ribelli nicaraguegni, ma il New York Times riferì che il contributo<br />

avrebbe potuto essere parte di un segreto accordo del 1981 tra Riyadh<br />

e<br />

Washington "per aiutare i gruppi di resistenza anticomunista intorno<br />

ai<br />

sofisticati aerei radar americani AWACS, secondo i funzionari USA ed<br />

altri familiari con l'accordo" [22].<br />

La Commissione Bicamerale lodò il Governo israeliano per aver fornito<br />

dettagliate cronologie degli eventi basandosi su documenti rilevanti e<br />

su interviste con i partecipanti chiave nell'operazione. Questo<br />

rapporto<br />

inoltre corroborava la conclusione della Commissione Tower: "I<br />

decisori<br />

USA hanno preso le loro decisioni de debbono patire la responsabilità<br />

per le conseguenze" [23].<br />

22.18. [Mito]<br />

"La dipendenza americana dal petrolio arabo è diminuita nel corso<br />

degli anni"<br />

22.18. [Fatti]<br />

Nel 1973 l'embargo petrolifero arabo inflisse un duro colpo<br />

249


all'economia americana. Questo, insieme con i successivi aumenti di<br />

prezzo dell'OPEC ed una crescente dipendenza americana dal petrolio<br />

straniero, innescò la recessione dei primi anni '70.<br />

Nel 1973 il petrolio straniero soddisfava il 35% dei consumi<br />

americani di petrolio, e nel 2001 la proporzione era salita al 53%, e<br />

l'OPEC forniva il 45% delle importazioni USA. L'Arabia Saudita era al<br />

terzo posto, l'Iraq al sesto ed il Kuwait al dodicesimo tra i primi<br />

dieci fornitori di prodotti petroliferi agli USA nel 2001. I soli<br />

stati del Golfo Persico fornivano da soli il 29% delle importazioni<br />

di petrolio americane [24].<br />

La crescente dipendenza dal petrolio importato ha reso inoltre<br />

l'economia americana ancor più vulnerabile ai rialzi di prezzo, come<br />

quelli del 1979, 1981, 1982, 1990 e 2000. I rialzi del prezzo del<br />

petrolio hanno inoltre consentito ai produttori arabi di petrolio di<br />

accumulare colossali guadagni a spese dei consumatori americani.<br />

Questi profitti hanno finanziato grandi acquisti di armi e programmi<br />

per armamenti non convenzionali come quello iraqeno.<br />

La dipendenza americana dal petrolio arabo ha qualche volta sollevato<br />

lo spettro di un rinnovato tentativo di ricattare gli Stati Uniti<br />

perché abbandonassero il loro sostegno ad Israele. Nell'Aprile 2002,<br />

per esempio, l'Iraq sospese le spedizioni di petrolio per un mese per<br />

protestare le operazioni israeliane di sradicamento del terrorismo in<br />

Cisgiordania. Nessun altro produttore arabo di petrolio ha seguito<br />

l'esempio, e l'azione iraqena ha avuto scarso effetto sul mercato del<br />

petrolio e nessun risultato politico.<br />

La buona notizia per gli Americani è che tre dei quattro attuali<br />

principali fornitori di petrolio agli USA - Canada, Venezuela e<br />

Messico - sono più affidabili e migliori alleati delle nazioni del<br />

Golfo Persico.<br />

22.19. [Mito]<br />

"Le principali compagnie petrolifere americane non prendono mai<br />

posizione sul conflitto arabo-israeliano"<br />

22.19. [Fatti]<br />

Il Presidente egizio Sadat persuase il defunto Re saudita Faisal a<br />

minacciare di negare il petrolio all'Occidente per sfruttare a scopi<br />

politici la crescente dipendenza dell'Occidente industrializzato dal<br />

petrolio arabo. La tattica ebbe successo: subito le principali<br />

compagnie petrolifere americane sostennero pubblicamente la causa<br />

araba, ed in privato operarono per indebolire il sostegno americano<br />

ad Israele [26].<br />

Secondo un rapporto della Sottocommissione sulle Aziende<br />

Multinazionali della Commissione Relazioni Internazionali del Senato,<br />

il consorzio ARAMCO (Exxon, Mobil, Texaco e SOCAL) tentarono di<br />

250


loccare il ponte aereo d'emergenza dall'America verso Israele<br />

durante la guerra del 1973. Le compagnie inoltre cooperarono<br />

strettamente con l'Arabia Saudita per negare olio e combustibile alla<br />

Marina USA [27].<br />

In altre occasioni, le maggiori società petrolifere hanno sostenuto<br />

le posizioni dei paesi arabi, specialmente dell'Arabia Saudita. Le<br />

principali società petrolifere hanno vigorosamente premuto sul<br />

Congresso in pro della vendita degli F-15 nel 1978, e degli aerei<br />

AWACS nel 1981. Insieme con gli agenti sauditi stranieri, queste<br />

società reclutarono molte altre aziende americane per premere in<br />

favore dei SAuditi [28]. L'Arabia Saudita ha una potente lobby negli<br />

Stati Uniti perché centinaia delle più grandi società americane fanno<br />

affari per miliardi di Dollari con il Regno. "Ed ognuna di queste<br />

società", notò Hoag Levins, "aveva centinaia di subappaltatori e<br />

venditori egualmente dipendenti dal mantenersi nelle grazi dei capi<br />

mussulmani i cui paesi ora rappresentano tutti insieme il mercato più<br />

ricco del mondo" [29].<br />

I Sauditi spesso attaccano quella che ritengono l'eccessiva influenza<br />

dei sostenitori d'Israele negli Stati Uniti, ma l'indagatore<br />

giornalista Steve Emersono ha rovesciato l'accusa. Dopo aver elencato<br />

molti dei legami tra l'Arabia Saudita ed il mondo degli affari,<br />

dell'università, dei lobbisti e degli ex-funzionari governativi<br />

d'alto rango in America, concluse:<br />

"All'ampiezza ed alla vastità dell'impatto dei petroldollari non c'è<br />

rimedio giuridico. Con così tante società, istituzioni e persone la<br />

cui sete è soddisfatta dal denaro petrolifero, l'influenza dei<br />

petroldollari è diffusa ovunque nella società americana. Il risultato<br />

è la sembianza di un sostegno ampio e spontaneo per le politiche<br />

dell'Arabia Saudita ed altri produttori arabi di petrolio da parte di<br />

istituzioni americane che vanno dalle università al Congresso. La<br />

proliferazione di legami d'interesse ha consentito agli interessi di<br />

parte di confondersi con quelli della nazione.<br />

Non è mai accaduto prima nella storia americana che una potenza<br />

economica straniera abbia avuto il successo dell'Arabia Saudita nel<br />

raggiungere e coltivare potenti sostenitori in tutto il paese. I<br />

Sauditi hanno scoperto la quintessenza delle debolezze americane,<br />

l'amore per il denaro, e la connessione con i petroldollari si è<br />

diffusa per tutti gli Stati Uniti [30].<br />

22.20. [Mito]<br />

"Gli Stati Uniti ed Israele non hanno nulla in comune"<br />

22.20. [Fatti]<br />

Il rapporto tra USA ed Israele si basa sulle due colonne dei valori<br />

condivisi e degli intressi comuni. Data questa comunanza d'interessi<br />

e credenze, non dovrebbe sorprendere che il sostegno ad Israele è uno<br />

251


dei valori più pronunciati e costanti nella politica estera del<br />

popolo americano.<br />

Sebbene dal punto di vista geografico Israele sia locato in una<br />

regione non molto sviluppata e più prossima al Terzo Mondo che<br />

all'Occidente, Isrele è emerso in meno di mezzo secolo come una<br />

nazione progredita con le caratteristiche di una società occidentale.<br />

Questo si può attribuire in particolare al fatto che un'alta<br />

percentuale della popolazione è venuta dall'Europa o dal Nordamerica<br />

ed ha portato con sé norme politiche e culturali occidentali. È anche<br />

una funzione del comune retaggio ebraico-cristiano.<br />

E nello stesso tempo, Israele è una società multiculturale con<br />

persone che vengono da più di 100 nazioni. Oggi, circa metà di tutti<br />

gli Israeliani sono Ebrei Orientali che fanno risalire le loro<br />

origini alle antiche comunità ebraiche dei paesi islamici del<br />

Nordafrica e del Medio Oriente.<br />

Mentre vivono in una regione caratterizzata dalle autocrazie, gli<br />

Israeliti si sono dedicati alla democrazia in un modo non meno<br />

appassionato di quello degli Americani. Tutti i cittadini d'Israele,<br />

indipendentemente dalla razza, dalla religione e dal sesso, sono<br />

eguali di fronte alla legge e godono pieni diritti democratici. La<br />

libertà di parola, riunione e stampa è incarnata nelle leggi e nelle<br />

tradizioni del paese. L'indipendente magistratura israeliana sostiene<br />

vigorosamente questi diritti.<br />

Il sistema politico non differisce da quello americano - Israele è<br />

una democrazia parlamentare - ma è sempre basato su libere elezioni<br />

tra partiti diversi. E sebbene Israele non abbia una "costituzione"<br />

formale, esso ha adottato delle "Leggi fondamentali" che creano<br />

analoghe garanzie giuridiche.<br />

Gli Americani hanno per molto tempo ammirato gli Israeliani, almeno<br />

in parte perché vedono molto di se stessi nel loro spirito<br />

pionieristico e nella lotta per l'indipendenza. Come gli Stati Uniti,<br />

anche Israele è una nazione di immigranti. Ad onta dell'onere delle<br />

spese militari che arrivano quasi ad un quinto del bilancio, ha avuto<br />

un tasso straordinario di crescita economica per gran parte della sua<br />

storia. È anche riuscito a mettere al lavoro la maggior parte dei<br />

nuovi venuti. Come in America, gli immigranti in Israele hanno<br />

tentato di rendere la vita loro e dei loro figli migliore. Alcuni<br />

sono venuti da società non molto sviluppate come l'Etiopia e lo Yemen<br />

e sono arrivati praticamente privi di beni, istruzione e formazione<br />

professionale, e sono diventati membri produttivi della società<br />

israeliana.<br />

Gli Israeliani hanno anche la stessa passione americana per<br />

l'istruzione. Gli Israeliani sono tra le persone più istruite del<br />

mondo. Fin dall'inizio, Israele aveva un'economia mista, che<br />

combinava il capitalismo con il socialismo secondo il modello<br />

britannico. Le difficoltà economiche sperimentate da Israele - create<br />

252


soprattutto dopo la Guerra del Kippur del 1973 dall'aumento del<br />

prezzo del petrolio e dalla necessità di spendere una sproporzionata<br />

parte del PIL nella difesa - hanno portato ad una transizione<br />

graduale verso un sistema di libero mercato analogo a quello<br />

americano. L'America ha accompagnato quest'evoluzione.<br />

Negli anni '80 l'attenzione si è sempre più concentrata su una delle<br />

colonne del rapporto - gli interessi in comune. Questo fu fatto a<br />

causa delle minacce alla regione e perché i mezzi per una<br />

cooperazione strategica vengono più facilmente forniti da iniziative<br />

legislative. Ad onta della fine della Guerra Fredda, Israele continua<br />

ad avere un ruolo da giocare negli sforzi comuni per proteggere gli<br />

interessi americani, compresa la stretta cooperazione nella guerra al<br />

terrore. La cooperazione strategica è progredita fino al punto in cui<br />

ora c'è un'alleanza di fatto. Il marchio di fabbrica del rapporto è<br />

la costanza e la fiducia: gli Stati Uniti sanno di poter contare su<br />

Israele.<br />

È più difficile escogitare programmi che facciano aggio sui valori<br />

condivisi delle due nazioni che sui loro interessi nel campo della<br />

sicurezza; cionondimeno, esistono programmi siffatti. Per esempi,<br />

queste Iniziative sui Valori Condivisi (SVI) coprono un ampia gamma<br />

di materie come l'ambiente, l'energia, lo spazio, l'istruzione, la<br />

sicurezza nel lavoro e la salute. Quasi 400 istituzioni americane in<br />

47 Stati, nel Distretto di Columbia ed a Puerto Rico hanno ricevuto<br />

fondi da programmi binazionali con Israele. Rapporti poco noti come<br />

l'Accordo sul Libero Scambio, il Programma di Ricerca sullo Sviluppo<br />

Cooperativo, il Programma di Cooperazione Regionale sul Medio Oriente<br />

e vari memorandum d'intesa con praticamente tutti gli enti pubblici<br />

federali americani mostrano la profondità di questo rapporto<br />

speciale. Anche più importanti possono essere gli ampi legami tra<br />

Israele ed ognuno dei 50 stati ed il Distretto di Columbia.<br />

22.21. [Mito]<br />

"Il sostegno dell'America ad Israele è la ragione per cui i<br />

terroristi hanno attaccato il World Trade Center ed il Pentagono l'11<br />

Settembre 2001"<br />

22.21. [Fatti]<br />

I terribili attacchi contro gli Stati Uniti furono commessi da<br />

fanatici mussulmani che avevano diverse motivazioni per questi ed<br />

altri attacchi terroristici. Questi Mussulmani hanno<br />

un'interpretazione perversa dell'Islam, e credono che debbono<br />

attaccare gli infedeli, specialmente gli Americani e gli Ebrei, che<br />

non condividono il loro credo. Essi si oppongono alla cultura ed alla<br />

democrazia occidentale ed obiettano ad ogni presenza americana nelle<br />

nazioni islamiche. Essi sono particolarmente irritati dall'esistenza<br />

di basi militari americane in Arabia Saudita ed altre aree del Golfo<br />

Persico. Questo sarebbe vero qualunque fosse la politica americana<br />

verso il conflitto israelo-palestinese. Cionondimeno, un'ulteriore<br />

253


scusa per il loro fanatismo è l'essere gli USA alleati con Israele.<br />

Precedenti attacchi a bersagli americani, come l'USS Cole e le<br />

ambasciate americane in Kenya e Tanzania, furono compiuti da<br />

bombaroli suicidi la cui ira verso gli Stati Uniti aveva poco o punto<br />

a che fare con Israele.<br />

"Osama bin Laden [prima] fece le sue esplosioni e poi cominciò a<br />

parlare dei Palestinesi. Non ne ha mai parlato prima".<br />

— Presidente Egizio Hosni Mubarak [31]<br />

Osama bin Laden sostenne di aver agito in pro dei Palestinesi, e che<br />

la sua ira verso gli Stati Uniti fu foggiata dal sostegno americano<br />

ad Israele. Questa era una nuova invenzione di bin Laden chiaramente<br />

volta ad attrarre sostegno dal pubblico arabo ed a giustificare i<br />

suoi atti terroristici. Il fatto à che l'antipatia di bin Laden verso<br />

gli Stati Uniti non è mai stata legata al conflitto arabo-israeliano.<br />

Sebbene molti Arabi siano stati convinti dal trasparente sforzo di<br />

bin Laden di coinvolgere Israele nella sua guerra, il Dr. Abd Al-<br />

Hamid Al-Ansari, preside di Shar'ia e Diritto all'Università del<br />

Qatar, fu invece critico: "Nella loro ipocrisia, molti degli<br />

intellettuali [arabi] hanno collegato l'11 Settembre col problema<br />

palestinese - una cosa che contraddice completamente sette anni di<br />

pubblicazioni di Al-Qaida. Al-Qaida non ha mai collegato alcunché<br />

alla Palestina". [31a]<br />

Anche Yasser Arafat disse al Sunday Times di Londra che bin Laden<br />

dovrebbe smetterla di nascondersi dietro la causa palestinese. Bin<br />

Laden "non ci ha mai aiutati, egli stava lavorando in un'area<br />

completamente diversa, e contro i nostri interessi", disse Arafat<br />

[32b].<br />

Sebbene l'agenda di Al-Qaida non menzionasse la causa palestinese,<br />

l'organizzazione ha iniziato ad intraprendere un ruolo più attivo nel<br />

terrore contro i bersagli israeliani, a cominciare con l'attentato<br />

suicida del 28 Novembre 2002 contro un albergo di proprietà<br />

israeliana che uccise tre Israeliani ed 11 Keniani, ed il tentativo<br />

di abbattere un aereo di linea israeliano con un missile al momento<br />

del decollo dal Kenia, lo stesso giorno [32c].<br />

22.22. [Mito]<br />

"Il dirottamento di quattro aerei di linea in un solo giorno, l'11<br />

Settembre, è stato un atto terroristico senza precedenti"<br />

22.22. [Fatti]<br />

Certo, l'ampiezza del massacro e della distruzione dell'11 Settembre<br />

non aveva precedenti, così come l'uso di aerei civili a mo' di bombe.<br />

Ma non era una novità il dirottamento aereo multiplo.<br />

Il 6 Settembre 1970, i membri del Fronte Popolare per la Liberazione<br />

254


della Palestina (FPLP) dirottarono tre aviogetti (della Swissair,<br />

della TWA e della Pan Am) con più di 400 passeggeri in volo verso New<br />

York. Anche un quarto apparecchio, un volo El Al, fu preso di mira,<br />

ma gli agenti della sicurezza israeliani sventarono il dirottamento<br />

durante il volo ed uccisero uno dei due terroristi quando essi<br />

tentarono di irrompere nella cabina di pilotaggio. Il 9 Settembre,<br />

anche un aviogetto della BOAC fu dirottato dall'FPLP [32].<br />

L'ONU non riuscì ad emanare una condanna dei dirottamenti. Una<br />

risoluzione del Consiglio di Sicurezza riuscì soltanto ad esprimere<br />

grave preoccupazione, e non mise neppure ai voti la questione.<br />

Invece di schiantare i loro apparecchi contro dei palazzi, loro li<br />

fecero atterrare in dei campi d'aviazione (tre in Giordania, uno al<br />

Cairo). Tutti i quattro aerei dirottati furono fatti saltare in aria<br />

(dopo aver fatto evacuare i passeggeri) il 12 Settembre.<br />

Quasi quaranta Americani erano tra i passeggeri tenuti in ostaggio in<br />

Giordania mentre i terroristi tentavano di estorcere dai governi<br />

occidentali e da Israele uno scambio degli ostaggi con i terroristi<br />

palestinesi da essi imprigionati. Il 14 Settembre, dopo aver<br />

rilasciato tutti gli ostaggi tranne 55, i terroristi dissero che<br />

tutti gli ostaggi americani sarebbero stati trattati come gli<br />

Israeliani. Questo provocò uno stallo pieno di tensione. Sette<br />

terroristi furono alla fine liberati da Gran Bretagna, Germania e<br />

Svizzera in cambio degli ostaggi [33].<br />

Dopo i dirottamenti, degli scossi membri del Congresso chiesero<br />

un'immediata azione di forza da parte degli Stati Uniti e della<br />

comunità internazionale. Essi insistettero sulla rapida adozione di<br />

misure volte a prevenire la pirateria aerea, che punissero i<br />

colpevoli e riconoscessero la responsabilità delle nazioni che li<br />

ospitano [34]. Ma non si è fatto praticamente nulla fino al 2001.<br />

L'FPLP è un'organizzazione tuttora viva e vegeta, così come alcuni<br />

dei singoli partecipanti responsabili, sostenuti dalla Siria,<br />

dall'Autorità Palestinese e da altri. In effetti, Leila Khaled, la<br />

persona che tentò di dirottare l'aviogetto della El Al, stava per<br />

essere ammessa nei territori per partecipare alle sedute del<br />

Consiglio Nazionale Palestinese nel 1996, ma ella continuava a<br />

rifiutarsi di disconoscere il terrorismo. Si dice che ora viva ad<br />

Amman.<br />

"La princpiale delle 'cause' dell'estremismo e del terrorismo<br />

islamico non è Israele, né la politica americana in Iraq, ma gli<br />

stessi governi che ora danno ad intendere di sostenere gli Stati<br />

Uniti mentre consigliano loro di affidarsi ad Ariel Sharon e di<br />

cacciare Saddam Hussein. Il migliore esempio è l'Egitto. Il suo<br />

regime autocratico, fondato mezzo secolo fa all'insegna del<br />

nazionalismo arabo e del socialismo, è politicamente esausto e<br />

moralmente decotto. Il Signor Mubarak, che teneva sotto controllo gli<br />

estremisti islamici in Egitto solo mediante la tortura ed il<br />

255


massacro, non ha un programma politico moderno od una visione di<br />

progresso da offrire al suo popolo in alternativa alla vittimlogia<br />

islamica di Osama bin Laden. Quegli Egizi che hanno tentato di<br />

promuovere un simile programma ... sono ingiustamente imprigionati.<br />

Invece, il Signor Mubarak si tratta bene con 2 miliardi di Dollari<br />

all'anno di aiuto americano, consentendo e pure incoraggiando i<br />

chierici ed i media controllati dallo Stato a promuovere la<br />

propaganda antioccidentale, antimoderna ed antiebraica degli<br />

estremisti mussulmani. Questa politica serve ai suoi scopi per<br />

deviare la frustrazione popolare per la mancanza di libertà politica<br />

o di sviluppo economico in Egitto. E spiega anche perché così tante<br />

reclute di Osama bin Laden sono Egizie.<br />

— Washington Post [35]<br />

22.23. [Mito]<br />

"I gruppi come Hizballah, Jihad Islamica, Hamas e l'FPLP dovrebbero<br />

essere esclusi dalla guerra USA al terrorismo perché sono combattenti<br />

per la libertà e non terroristi"<br />

22.23. [Fatti]<br />

Quando gli Stati Uniti dichiararono una guerra ai terroristi ed alle<br />

nazioni che li ospitavano dopo l'11 Settembre, i paesi arabi ed i<br />

loro simpatizzanti sostennero che molte delle organizzazioni che<br />

compiono azioni violente contro gli Americani e gli Israeliani non<br />

dovrebbero essere tra gli obbiettivi della nuova guerra americana<br />

perché sono "combattenti per la libertà" anziché terroristi. Questo è<br />

stato il mantra degli stessi terroristi, che sostengono che le loro<br />

azioni sono forme legittime di resistenza all'occupazione israeliana.<br />

"Non puoi dire che ci sono i terroristi buoni ed i terroristi<br />

cattivi".<br />

— Consigliere per la Sicurezza Nazionale USA Condoleezza Rice [36]<br />

Quest'argomento è profondamente errato. Primo, i nemici d'Israele<br />

razionalizzano ogni attacco come legittimo a causa di peccati reali e<br />

fantasticati commessi dagli Ebrei sin dall'inizio del 20° Secolo. Di<br />

conseguenza, il blocco arabo ed i suoi sostenitori alle Nazioni Unite<br />

sono riusciti a bloccare qualsiasi condanna di ogni attacco<br />

terroristico contro Israele. Invece, essi abitualmente sostengono<br />

risoluzioni che criticano Israele quando reagisce.<br />

Secondo, in nessun'altra parte del mondo si considera "legittima<br />

forma di resistenza" l'uccisione di uomini, donne e bambini<br />

innocenti. La lunga lista di orrendi crimini comprende cecchini che<br />

sparano a degli infanti, bombaroli suicidi che fanno saltare in aria<br />

pizzerie e discoteche, dirottatori che prendono ostaggi e li<br />

ammazzano, infiltrati che ammazzano atleti olimpionici. Hizballah, la<br />

Jihad Islamica, Hamas, l'FPLP e diversi altri gruppi, perlopiù<br />

256


palestinesi, si sono impegnati per decenni in queste attività e<br />

raramente sono stati condannati o portati davanti ad un giudice.<br />

Tutti costoro integrano la definizione di gruppo terrorista del<br />

governo USA: "Terrorismo è l'uso illegale della forza o la violenza<br />

contro persone o beni per intimidare o costringere un governo, la<br />

popolazione civile, od una sua qualsiasi parte, per perseguire<br />

obbiettivi politici o sociali" [37] - e pertanto dovrebbero essere<br />

bersagli degli sforzi USA di tagliare i loro fondi, di scalzare i<br />

loro capi e portarli davanti ad un giudice.<br />

Nel caso dei gruppi palestinesi, non c'è mistero sull'identità dei<br />

loro capi, sulle loro fonti di finanziamento, e su quali nazioni<br />

danno loro ricetto. Delle organizzazioni caritatevoli americane sono<br />

state collegate al finanziamento di alcuni di questi gruppi, e<br />

l'Arabia Saudita, la Siria, il Libano, l'Iraq, l'Iran e l'Autorità<br />

Palestinese tutti quanti li proteggono e/o sostengono<br />

finanziariamente e logisticamente.<br />

"... ci sono responsabilità insite nell'essere il rappresentante del<br />

popolo palestinese. E questo significa accertarsi che tu faccia tutto<br />

quel che puoi per abbassare il livello della violenza, tutto quel che<br />

puoi per sradicare i terroristi ed arrestarli, per accertarti che la<br />

situazione della sicurezza nei territori palestinesi - per esempio<br />

l'Area A - sia una da cui non possa sprizzare il terrore ... queste<br />

sono responsabilità che abbiamo chiesto al Presidente Arafat di<br />

assumersi, ed assumersi seriamente. Noi non crediamo ancora che si<br />

sia fatto abbastanza da questo punto di vista ... Non puoi aiutarci<br />

con Al-Qaida ed abbracciare Hizbullah. Od Hamas. Questo non è<br />

accettabile".<br />

— Consigliere per la Sicurezza Nazionale USA Condoleezza Rice [38]<br />

22.24. [Mito]<br />

"Il Mossad d'Israele ha compiuto il bombardamento del World Trade<br />

Center per suscitare odio americano verso gli Arabi"<br />

22.24. [Fatti]<br />

Il Ministro della Difesa Siriano Mustafa Tlass ha detto ad una<br />

delegazione della Gran Bretagna che Israele era il responsabile per<br />

gli attacchi agli Stati Uniti dell'11 Settembre 2001. Egli sostenne<br />

che il Mossad aveva avvertito migliaia di impiegati ebrei di non<br />

recarsi al lavoro quel giorno al World Trade Center. Egli fu il<br />

funzionario arabo di più alto rango ad esprimemere pubblicamente<br />

un'opinione che si dice assai diffusa nel mondo arabo secondo cui gli<br />

attacchi erano parte di una congiura ebraica per provocare<br />

rappresagli USA contro il mondo arabo e volgere contro i Mussulmani<br />

l'opinione pubblica americana. Un sondaggio pubblicato nel giornale<br />

libanese An Nahar, per esempio, riscontrò che il 31% di chi rispose<br />

riteneva che fosse Israele il responsabile dei dirottamenti, mentre<br />

solo il 27% incolpava Osama bin Laden. Un sondaggio Newsweek rinvenne<br />

257


che non pochi Egizi ritenevano che gli Ebrei fossero responsabili per<br />

i bombardamenti del World Trade Center [39].<br />

La teoria della congiura viene fatta circolare anche da capi islamici<br />

americani. L'Imam Mohamed Asi del Centro Islamico di Washington disse<br />

che furono dei funzionari governativi israeliani a decidere di<br />

lanciare l'attacco dopo che gli Stati Uniti ebbero respinto la loro<br />

richiesta di reprimere l'Intifada palestinese. "Se noi non siamo al<br />

sicuro, non lo siete nemmeno voi", fu quello che pensarono gli<br />

Israeliani dopo il rifiuto USA, secondo Asi [40].<br />

Nessun'autorità americana ha suggerito, né si è mai esibita alcuna<br />

prova, che faccia pensare che qualche Israeliano od Ebreo abbia avuto<br />

un ruolo negli attacchi terroristici. Queste teorie cospiratorie sono<br />

assolutamente insensate, e riflettono quanto sono pronte molte<br />

persone nel mondo arabo ad accettare delle panzane antisemitiche e la<br />

mitologia del potere ebraico. Esso possono anche riflettere il<br />

rifiuto di credere che dei Mussulmani potessero essere responsabili<br />

per le atrocità e la speranza che esse potessero essere fatte<br />

ricadere sugli Ebrei.<br />

22.25. [Mito]<br />

"Mohammad Atta, il terrorista che ha mandato l'aereo contro il World<br />

Trade Center, fece saltare un autobus in Israele nel 1986. All'epoca<br />

Israele arrestò, processò, condannò, imprigionò Atta, ma fu convinto<br />

dagli USA a rilasciarlo come parte dell'accordo di pace di Oslo"<br />

22.25. [Fatti]<br />

L'Internet è una meravigliosa innovazione, ma una delle sue<br />

caratteristiche problematiche è che consente a false voci di<br />

spargersi rapidamente per il mondo. La storiella secondo cui Atta,<br />

che si ritiene fosse uno degli organizzatori degli attacchi<br />

terroristici contro gli Stati Uniti dell'11 Settembre 2002, era stato<br />

rilasciato da una prigione israeliana in seguito a pressioni<br />

americane, e che avrebbe poi ringraziato gli USA facendo piombare un<br />

aereo dentro il World Trade Center è uno di quei falsi pettegolezzi<br />

che ora vive di vita propria. Non è chiaro da dove venga, e la<br />

risposta è arrivata lentamente, ma ora sappiamo che la storia sembra<br />

essere frutto di quasi-omonimia.<br />

Nel 1990 gli Stati Uniti estradarono un Palestinese di nome Mahmoud<br />

Abed Atta perché venisse processato per il mitragliamento di un<br />

autobus israeliano a Samaria nell'Aprile 1996 in cui morì il<br />

conducente. Abed Atta era legato al gruppo terroristico di Abu Nidal<br />

e fuggì in Venezuela dopo l'omicidio, ma fu deportato negli Stati<br />

Uniti. Era anche cittadino americano e per tre anni ingaggiò una<br />

battaglia legale per evitare l'estradizione. Egli perse e fu<br />

deportato in Israele il 2 Novembre 1990. Abed Atta fu alla fine<br />

rilasciato dopo che la Corte Suprema sentenziò che c'erano dei vizi<br />

nel procedimento di estradizione. Non si sa dove sia ora.<br />

258


Il terrorista sospettato dell'attacco dell'11 Settembre, Muhammad<br />

Atta, era egizio e non aveva parentela alcuna con Abed Atta [41].<br />

22.26. [Mito]<br />

"Le università americane dovrebbero disinvestire dalle compagnie che<br />

fanno affari in Israele per costringerlo a por fine all''occupazione'<br />

ed agli abusi nei diritti umani"<br />

22.26. [Fatti]<br />

La parola "pace" nelle petizioni di disinvestimento non compare, cosa<br />

che rende evidente che l'intento non è di risolvere il conflitto, ma<br />

di delegittimare Israele. I richiedenti accusano Israele per la<br />

mancanza di pace e chiedono che esso compia concessioni unilaterali<br />

senza contraccambio da parte dei Palestinesi, neppure la cessazione<br />

del terrorismo. I propugnatori del disinvestimento ignorano inoltre<br />

gli sforzi d'Israele durante il processo di pace di Oslo, ed agli<br />

incontri al vertice col Presidente Clinton, di raggiungere uno<br />

storico compromesso con i Palestinesi che avrebbe creato uno stato<br />

Palestinese.<br />

La campagna di disinvestimento contro il Sudafrica era diretta<br />

specificamente contro società che stavano usando le leggi razziste di<br />

quel paese a loro vantaggio. In Israele non esistono siffatte leggi<br />

razziste; inoltre, le società che fanno affari lì seguono il medesimo<br />

standard di eguali diritti per i lavoratori che si applicano negli<br />

Stati Uniti.<br />

Il Rettore dell'Università di Harvard Lawrence Summers osservò che<br />

gli sforzi di disinvestimento sono antisemitici. "Opinioni<br />

profondamente antiisraeliane stanno trovando sempre maggior sostegno<br />

nelle comunità intellettuali progressiste", disse Summers, "Persone<br />

serie e pensose stanno invocando e compiendo azioni che hanno un<br />

effetto, se non un intento antisemita" [42].<br />

La pace nel Medio Oriente verrà solo da negoziati diretti tra le<br />

parti, e solo dopo che i paesi arabi riconoscano il diritto di<br />

Israele ad esistere, ed i Palestinesi e gli altri Arabi la smettano<br />

di sostenere il terrorismo. Le università americane non possono<br />

essere d'aiuto con maldirette campagne di disinvestimento che<br />

ingiustamente dichiarano Israele la fonte dei conflitti nella<br />

regione. I proponenti il disinvestimento sperano di marchiare Israele<br />

con un'associazione con il Sudafrica dell'Apartheid, un confronto<br />

offensivo che ignora che tutti i cittadini israeliani sono uguali<br />

secondo la legge.<br />

22.27. [Mito]<br />

"I sostenitori d'Israele tentano di azzittire i critici<br />

etichettandoli come antisemiti"<br />

259


22.27. [Fatti]<br />

Non è detto che criticare Israele faccia di qualcuno un antisemita.<br />

Il fattore determinante è l'intento del commentatore. I legittimi<br />

critici accettano il diritto d'Israele ad esistere, ma gli antisemiti<br />

no. Gli antisemiti usano un doppio standard quando criticano Israele,<br />

per esempio negando agli Israeliani il diritto di perseguire le loro<br />

legittime rivendicazioni, mentre incoraggiano i Palestinesi a farlo.<br />

Gli antisemiti negano ad Israele il diritto di difendersi, ed<br />

ignorano le vittime ebree, mentre incolpano Israele per aver<br />

inseguito i loro assassini. Gli antisemiti non fanno mai, o quasi,<br />

affermazioni positive su Israele. Gli antisemiti descrivono gli<br />

Israeliani con termini spregiativi od istigatori, suggerendo, ad<br />

esempio, che essi siano "razzisti" o "nazisti".<br />

Non ci sono campagne per impedire alla gente di esprimere opinioni<br />

negative sulla politica israeliana. Di fatti, i critici più sonori<br />

d'Israele sono gli stessi Israeliani che usano la loro libertà di<br />

parola per esprimere ogni giorno le loro preoccupazioni. Un'occhiata<br />

a qualsiasi giornale israeliano rivelerà una sovrabbondanza di<br />

articoli che mettono in discussione questa o quella politica del<br />

governo. Ma gli antisemiti non condividono l'interesse degli<br />

Israeliani per il miglioramento della loro società; il loro scopo è<br />

delegittimare lo stato nel breve periodo e distruggerlo nel lungo<br />

periodo. Non c'è nulla che Israele possa fare per soddisfare questi<br />

critici.<br />

[Note]<br />

[1] Foreign Relations of the United States 1947, (DC: GPO, 1948), pp.<br />

1173-4, 1198-9, 1248, 1284. [Henceforth FRUS 1947.]<br />

[2] Mitchell Bard, The Water's Edge And Beyond, (NJ: Transaction<br />

Publishers, 1991), p. 132.<br />

[3] FRUS 1947, p. 1313.<br />

[4]Harry Truman, Years of Trial and Hope, Vol. 2, (NY: Doubleday,<br />

1956), p. 156.<br />

[5] John Snetsinger, Truman, The Jewish Vote and the Creation of<br />

Israel, (CA: Hoover Institution Press, 1974), pp. 9-10;<br />

David Schoenbaum, "The United States and the Birth of Israel,"<br />

Wiener Library Bulletin, (1978), p. 144n.<br />

[6] Peter Grose, Israel in the Mind of America, (NY: Alfred A. Knopf,<br />

1983), p. 217;<br />

Michael Cohen, "Truman, The Holocaust and the Establishment of<br />

the State of Israel," Jerusalem Quarterly, (Primavera 1982), p. 85.<br />

[7] Memorandum di una conversazione sui colloqui Harriman-Eshkol, (25<br />

Febbraio 1965);<br />

Memorandum di una conversazione tra l'Ambasciatore Avraham Harman<br />

e W. Averill Harriman, Ambassador-at-Large, (15 Marzo 1965), LBJ<br />

Library;<br />

Yitzhak Rabin, The Rabin Memoirs, (MA: Little Brown and Company,<br />

1979), pp. 65-66..<br />

[8] Robert Trice, "Domestic Political Interests and American Policy<br />

in the Middle East: Pro-Israel, Pro-Arab and Corporate Non-<br />

Governmental Actors and the Making of American Foreign Policy, 1966-<br />

1971," (Dissertazione dottorale inedita, University of Wisconsin-<br />

Madison, 1974), pp. 226-230.<br />

[9] Memorandum di una conversazione tra Yitzhak Rabin ed al., e di<br />

Paul Warnke et al., (4 Novembre 1968), LBJ Library.<br />

[9a] Jerusalem Post, (27 Giugno 2002).<br />

260


[10] Ministero Israeliano della Difesa.<br />

[1] Dore Gold, America, the Gulf, and Israel, (CO: Westview Press,<br />

1988), p. 84.<br />

[12] Yitzhak Rabin, discorso alla conferenza su "Strategia e Difesa<br />

nel Mediterraneo Orientale", sponsorizzata dal Washington Institute<br />

for Near East Policy e dall'Associazione dei Corrispondenti Militari<br />

Israeliani, Gerusalemme, (9-11 Luglio 1986).<br />

[13] Ronald Reagan, "Recognizing the Israeli Asset," Washington Post,<br />

(15 Agosto 1979).<br />

[14] New York Times, (9 Agosto 1987).<br />

[15] Wolf Blitzer, Territory of Lies, (NY: Harper & Row, 1989), p.<br />

201.<br />

[16] New York Times, (2 e 21 Dicembre 1985).<br />

[1] Blitzer, pp. 166-171.<br />

[18] Alan Dershowitz, Chutzpah, (MA: Little Brown, & Co., 1991), pp.<br />

289-312.<br />

[19] Washington Post, (23 Dicembre 2000).<br />

[20] Buona parte di queste informazioni sono state confermate dalla<br />

divulgazione di conversazioni registrate di figure chiave dello<br />

scandalo, "Nightline," (2 Ottobre 1991).<br />

[21] Rapporto delle Commissioni Congressuali d'Inchiesta sull'Affare<br />

Iran-Contra, (DC: GPO, 1987), pp. 164-76.<br />

[22] New York Times, (4 Febbraio 1987).<br />

[23] The Tower Commission Report, (NY: Bantam Books and Time Books,<br />

1987), p. 84.<br />

[24] Energy Information Administration.<br />

[25] Al-Musawwar, (19 Gennaio 1990).<br />

[26] See Steven Emerson, "The ARAMCO Connection," The New Republic,<br />

(19 Maggio 1982), pp. 11-16;<br />

Russell Howe and Sarah Trott, The Power Peddlers, (NY:<br />

Doubleday, 1977), pp. 342-343;<br />

Anti-Defamation League, The U.S.-Saudi Relationship, (NY: ADL,<br />

1980), p. 6.<br />

[27] Steven Emerson, The American House of Saud, (NY: Franklin Watts,<br />

1985), pp. 36-37;<br />

Steven Spiegel, The Other Arab-Israeli Conflict: Making<br />

America's Middle East Policy from Truman to Reagan, (IL: University<br />

of Chicago Press, 1985), pp. 258-59;<br />

Anthony Sampson, The Seven Sisters, (NY: Viking Press, 1975),<br />

pp. 248-50;<br />

Hoag Levins, Arab Reach: The Secret War Against Israel, (NY:<br />

Doubleday, 1983), p. 51.<br />

[28] Steven Emerson, "The Petrodollar Connection," The New Republic,<br />

(17 Febbraio 1982), pp. 18-25;<br />

anche Emerson, (85), pp. 177-213.<br />

[29] Levins, p. 19.<br />

[30] Emerson (85), p. 413.<br />

[31] Newsweek, (29 Ottobre 2001).<br />

[31] aAl-Raya (Qatar), (6 Gennaio 2002).<br />

[32]Henry Kissinger, The White House Years. (MA: Little Brown & Co.,<br />

1979), pp. 600-617.<br />

[32b] Washington Post, (16 Dicembre 2002).<br />

[32c] CNN, (3 Dicembre 2002).<br />

[33] Guardian Unlimited, (1 Gennaio 2001).<br />

[34] Near East Report, (16 Settembre 1970).<br />

[35] Editoriale del Washington Post, (11 Ottobre 2001).<br />

[36] Jerusalem Post, (17 Ottobre 2001).<br />

[37] Washington Post, (13 Settembre 2001).<br />

[38] Jerusalem Post, (9 Novembre 2001).<br />

[39] Jerusalem Post, (19 Ottobre 2001); Sondaggio Newsweek citato<br />

in "Protocols," The New Republic Online, (30 Ottobre 2001).<br />

[4] Jewish Telegraphic Agency, (2 Novembre 2001).<br />

[41] Jerusalem Post, (8 Novembre 2001).<br />

[42] Discorso per la preghiera del mattino, Memorial Church,<br />

Cambridge, Massachusetts, (17 Settembre 2002), Ufficio del Rettore,<br />

Università di Harvard.<br />

261


Insediamenti, di Mitchell G.Bard<br />

Miti da confutare<br />

24.a. "Israele non ha diritto di risiedere in Cisgiordania. Gli<br />

insediamenti israeliani sono illegali."<br />

24.b. "Gli insediamenti sono un ostacolo per la pace"<br />

24.c. "La Convenzione di Ginevra proibisce la costruzione di<br />

insediamenti ebraici nei territori occupati"<br />

24.d. "Israele ha insediato provocatoriamente gli Ebrei<br />

prevalentemente nelle città arabe, e ha stabilito così tanti elementi<br />

che il compromesso territoriale non è più possibile."<br />

24.e. "Israele deve evacuare tutti gli insediamenti ebraici prima che<br />

si possa realizzare un accordo di pace coi palestinesi"<br />

24.f. "A Camp David, durante la presidenza di Jimmy Carter, Israele<br />

ha accettato di fermare la costruzione degli insediamenti per cinque<br />

anni. Durante i mesi, Israele ha violato gli accordi, instaurando<br />

nuovi insediamenti in Cisgiordania."<br />

24.g. "Il contributo finanziario americano fornisce ad Israele<br />

miliardi di dollari provenienti dai contribuenti americani che sono<br />

stati usati per costruire insediamenti in Cisgiordania e nella<br />

striscia di Gaza per dare alloggio agli Ebrei sovietici."<br />

24.h. "Israele non ha diritto di costruire le case in Har Homa perché<br />

è parte della Gerusalemme Est araba ed è quindi un altro progetto di<br />

insediamenti che impedisce la pace"<br />

24.i. "Il rapporto Mitchell ha chiarito che la politica di<br />

insediamenti israeliana va considerata come causa del crollo del<br />

processo di pace tanto quanto la violenza palestinese, e che un<br />

congelamento degli insediamenti è necessario per arrestare le<br />

violenze."<br />

24.l. "Chiunque difenda gli insediamenti razionalizza la perpetua<br />

occupazione del popolo palestinese e della sua terra"<br />

24.m. "Gli accordi di pace che Israele ha firmato con i palestinesi<br />

proibiscono l'attività di insediamento"<br />

24.n. "La Croce Rossa ha dichiarato che gli insediamenti israeliani<br />

sono un crimine di guerra"<br />

[I miti in dettaglio]<br />

24.a. MITO<br />

"Israele non ha diritto di risiedere in Cisgiordania. Gli<br />

insediamenti israeliani sono illegali."<br />

24.a. <strong>FATTI</strong><br />

Gli Ebrei hanno vissuto in Giudea e Samaria - la Cisgiordania - sin<br />

dai tempi antichi. L'unica volta in cui agli Ebrei fu proibito di<br />

vivere nei territori nei decenni recenti fu durante il governo<br />

Giordano dal 1948 al 1967. La proibizione era contrario al Mandato<br />

per la Palestina, adottato dalla Lega delle Nazioni, che prevedeva<br />

l'insediarsi di uno stato ebraico, e incoraggiava<br />

specificatamente "un insediamento vicino degli Ebrei alla Terra."<br />

Numerose autorità legali disputano la questione se gli insediamenti<br />

262


sono "illegali".<br />

Il professore di legge internazionale Stephen Schwebel sottolinea che<br />

un paese che agisce con l'autodifesa può misurare ed occupare il<br />

territorio quand'è necessario per proteggersi.<br />

Schwebel osserva inoltre che uno stato può richiedere, come<br />

condizione per il suo ritiro da un territorio, delle misure di<br />

sicurezza disegnate per assicurare ai suoi cittadini di non essere<br />

nuovamente minacciati da quel territorio. [1]<br />

Secondo Eugen Rostow, il precedente Sottosegretario di Stato agli<br />

Affari Politici dell'amministrazione Johnson, la risoluzione 242 da<br />

ad Israele il diritto legale di trovarsi in Cisgiordania. La<br />

risoluzione, osserva Rostow, "permette ad Israele di amministrare i<br />

territori" ottenuti nel 1967 "finché non venga realizzata una pace<br />

giusta e duratura nel medio oriente".[2]<br />

24.b. MITO<br />

"Gli insediamenti sono un ostacolo per la pace"<br />

24.b. <strong>FATTI</strong><br />

Gli insediamenti non sono mai stati un ostacolo per la pace.<br />

Dal 1949 al 1967, quando agli Ebrei era proibito di vivere in<br />

Cisgiordania, gli Arabi si rifiutarono di firmare la pace con Israele.<br />

Dal 1967 al 1977, il partito laburista stabilì solo alcuni<br />

insediamenti strategici nei territori, eppure gli arabi non volevano<br />

negoziare la pace con Israele.<br />

Nel 1977, mesi dopo che il governo del Likud, impegnato ad ampliare<br />

l'attività di insediamenti, prese potere, il Presidente egiziano<br />

Sadat andò a Gerusalemme e firmò in seguito il trattato di pace con<br />

Israele. Per caso, esistevano degli insediamenti israeliani nel Sinai<br />

e quelli furono rimossi come parte dell'accordo con l'Egitto.<br />

L'anno dopo, Israele congelò la costruzione di insediamenti per tre<br />

mesi, sperando che questo gesto avrebbe incitato gli altri arabi a<br />

partecipare al processo di pace di Camp David. Ma nessuno lo fece.<br />

Nel 1994, la Giordania firmò un accordo di pace con Israele e gli<br />

insediamenti non erano stati presi in questione. Oltretutto il numero<br />

di Ebrei che viveva nei territori stava crescendo.<br />

Tra il giugno del 1992 e il giugno del 1996 sotto il governo guidato<br />

dai laburisti, la popolazione ebraica nei territori, crebbe<br />

all'incirca del 50%. Questa rapida crescita non impedì ai palestinesi<br />

di firmare gli accordo di Oslo nel settembre 1993 o gli accordi di<br />

Oslo2 nel settembre 1995.<br />

Nel 2000 il primo ministro Ehud Barak offrì di smantellare dozzine di<br />

insediamenti, ma i palestinesi non hanno accettato di terminare il<br />

conflitto.<br />

L'attività degli insediamenti può essere uno stimolo al processo di<br />

pace perché ha forzato i palestinesi e gli arabi a riconsiderare il<br />

fatto che il tempo è dalla loro parte.<br />

Sono frequenti i riferimenti negli scritti arabi a proposito di<br />

quanto tempo fu necessario per espellere i Crociati e quanto tempo<br />

potrebbe prendere per fare lo stesso con i Sionisti.<br />

La crescita della popolazione ebraica nei territori ha forzato gli<br />

arabi a mettere in discussione questo principio.<br />

"I palestinesi realizzano ora", disse il sindaco di Betlemme Elias<br />

Freij, "che il tempo ora è dal lato d'Israele, che può costruire gli<br />

insediamenti e creare dati di fatto, e che la sola via d'uscita da<br />

263


questo dilemma sono le negoziazioni faccia a faccia." [3]<br />

Molti israeliani, nonostante ciò, hanno dubbi sull'espansione degli<br />

insediamenti. Alcuni li considerano una provocazione, altri temono<br />

che i coloni siano particolarmente vulnerabili, e sono stati<br />

obiettivo di ripetuti attacchi terroristici palestinesi.<br />

Per difenderli, viene schierato un grande numero di soldati che<br />

sarebbe altrimenti allenato e preparato per un possibile conflitto<br />

con l'esercito arabo.<br />

Alcuni israeliani obiettano inoltre che la quantità di denaro che va<br />

alle comunità oltre la linea verde, e i sussidi speciali che sono<br />

stati forniti per rendere le loro case più affidabili.<br />

Altri sentono ancora che i coloni forniscono una prima linea di<br />

difesa e di sviluppo della terra che appartiene giustamente ad<br />

Israele.<br />

La disposizione degli insediamenti è una questione per le<br />

negoziazioni dello stato finale. La questione di dove sarà il confine<br />

estremo tra Israele e un'entità palestinese sarà verosimilmente<br />

influenzato dalla distribuzione di queste città ebraiche.<br />

Israele vuole incorporare quanti più coloni possibile dentro i suoi<br />

confini mentre i palestinesi vogliono espellere tutti gli ebrei dal<br />

territorio che loro controllano.<br />

Se Israele si ritirasse entro i confini del 1967 unilateralmente, o<br />

come parte di un insediamento politico, molti coloni dovrebbero<br />

affrontare una o più opzioni: rimanere nei territori, essere espulsi<br />

dalle loro case, o reinsediarsi volontariamente in Israele.<br />

L'impedimento alla pace non è l'esistenza di questi insediamenti, è<br />

la riluttanza palestinese di accettare uno stato a fianco di Israele<br />

anziché uno al posto di Israele.<br />

24.c. MITO<br />

"La Convenzione di Ginevra proibisce la costruzione di insediamenti<br />

ebraici nei territori occupati"<br />

24.c. <strong>FATTI</strong><br />

La Quarta Convenzione di Ginevra proibisce il trasferimento forzato<br />

di persone di uno stato in un territorio di un altro stato che ha<br />

occupato come conseguenza di una guerra.<br />

L'intenzione era quella di assicurare che le popolazioni locali che<br />

si erano trovate sotto occupazione che non sarebbero state costrette<br />

a trasferirsi.<br />

Questo non è in alcun modo rilevante rispetto alla questione degli<br />

insediamenti. Gli Ebrei non sono stati costretti ad andare in<br />

Cisgiordania e nella striscia di Gaza; al contrario, sono ritornati<br />

ai luoghi<br />

dove loro, o i loro predecessori, una volta avevano vissuto prima di<br />

essere espulsi da terzi.<br />

Inoltre questi territori non sono mai appartenuti legalmente, né alla<br />

Giordania né all'Egitto, e certamente nemmeno ai palestinesi, che non<br />

hanno mai avuto l'autorità in alcuna parte della Palestina.<br />

"Il diritto ebraico di insediamento nell'area è equivalente in tutti<br />

i sensi al diritto della popolazione locale di vivere lì," secondo il<br />

Professor Eugene Rostow, precedente Sottosegretario di Stato agli<br />

Affari Politici. [4]<br />

Per motivi di prudenza, inoltre, Israele non requisisce le terre<br />

private per stabilirvi degli insediamenti.<br />

La costruzione di case è permessa su terre private solo dopo che è<br />

stato determinato che non ci siano diritti privati violati. Gli<br />

insediamenti non spostano inoltre gli arabi che vivono nei territori.<br />

I media a volte danno l'impressione che per ogni Ebreo che si muove<br />

264


in Cisgiordania, diverse centinaia di Palestinesi sono costretti a<br />

spostarsi. La verità è che la vasta maggioranza degli insediamenti è<br />

stata costruita in aree disabitate e anche la manciata di<br />

insediamenti stabiliti dentro o presso città arabe non hanno<br />

costretto mai nessun palestinese ad andarsene.<br />

24.c. LA FRASE CELEBRE<br />

"Gli insediamenti nelle diverse parti della cosiddetta area<br />

occupata... [sono stati] il risultato di una guerra che loro [gli<br />

israeliani] hanno vinto"<br />

Segretario alla Difesa Statunitense, Donald Rumsfeld [4a]<br />

24.d. MITO<br />

"Israele ha insediato provocatoriamente gli Ebrei prevalentemente<br />

nelle città arabe, e ha stabilito così tanti elementi che il<br />

compromesso territoriale non è più possibile."<br />

24.d. <strong>FATTI</strong><br />

Complessivamente, l'area degli insediamenti costruiti è di meno del<br />

2% di tutti i territori disputati. Circa l'80% dei coloni vive in<br />

quelli che sono in effetti delle periferie delle maggiori città<br />

israeliane, come Gerusalemme e Tel Aviv. Queste sono aree che<br />

potenzialmente l'intera popolazione ebraica ritiene Israele debba<br />

trattenere per assicurarsi la propria sicurezza, e anche il<br />

presidente Clinton, sottolineò nel Dicembre 2000 che sarebbero dovute<br />

rimanere sotto l'autorità permanente Israeliana.[4b]<br />

Questioni strategiche hanno portato sia i laburisti che il governo<br />

del Likud a stabilire degli insediamenti. L'obiettivo è di<br />

assicurarsi una maggioranza ebraica in regioni chiave della<br />

Cisgiordania, come il corridoio Tel Aviv - Gerusalemme, sfondo di<br />

pesanti scontri in svariate guerre arabo-israeliane.<br />

Inoltre, quando cominciarono i colloqui di pace arabo-israeliani nel<br />

tardo 1991, più dell'80% della Cisgiordania non conteneva<br />

insediamenti o al massimo alcuni popolati in modo sparso. [5]<br />

Oggi circa 225.000 Ebrei vivono in circa 150 comunità in<br />

Cisgiordania. La sovrastante maggioranza di questi insediamenti ha<br />

meno di 1.000 abitanti, e diversi di essi hanno solo alcune dozzine<br />

di residenti. Gli analisti hanno sottolineato che l'80% degli ebrei<br />

si potrebbe portare all'interno dei confini israeliani con modifiche<br />

minime della "Linea Verde".<br />

24.e. MITO<br />

"Israele deve evacuare tutti gli insediamenti ebraici prima che si<br />

possa realizzare un accordo di pace coi palestinesi"<br />

24.e. <strong>FATTI</strong><br />

L'implicazione delle diverse critiche fatte sugli insediamenti è che<br />

sarebbe meglio ai fini della pace in Cisgiordania siano Judenrein<br />

(svuotati dagli Ebrei). Questa idea sarebbe chiamata antisemita se<br />

265


agli Ebrei venisse proibito di vivere a New York, o a Parigi, o a<br />

Londra; vietargli di vivere nella Cisgiordania, la culla della<br />

civiltà ebraica, non sarebbe meno discutibile.<br />

Qualunque accordo di pace permetterebbe inevitabilmente agli Ebrei<br />

che preferiscono vivere fuori dallo Stato d' Israele, sotto<br />

l'autorità palestinese di vivere in Cisgiordania - così come gli<br />

arabi oggi vivono in Israele.<br />

Da nessun governo israeliano ci si aspetterebbe che questo<br />

rinforzasse il tipo di politiche istituite dai britannici con cui<br />

grandi aree della Palestina furono dichiarate "off-limits" per gli<br />

Ebrei.<br />

24.f. MITO<br />

"A Camp David, durante la presidenza di Jimmy Carter, Israele ha<br />

accettato di fermare la costruzione degli insediamenti per cinque<br />

anni. Durante i mesi, Israele ha violato gli accordi, instaurando<br />

nuovi insediamenti in Cisgiordania."<br />

24.f. <strong>FATTI</strong><br />

Il periodo di cinque anni concordato a Camp David, fu un periodo<br />

concesso ai palestinesi di auto-governo nei territori.<br />

La moratoria israeliana sugli insediamenti in Cisgiordania concordata<br />

dal Primo Ministro Menachem Begin fu di soli tre mesi. Begin mantenne<br />

questo accordo.<br />

La posizione israeliana sulla questione ricevette un supporto da una<br />

fonte inaspettata: il presidente egiziano Anwar Sadat, che disse: "<br />

Abbiamo concordato di congelare l'insediamento di colonie per i<br />

prossimi tre mesi, il tempo necessario nelle nostre stime per firmare<br />

il trattato di pace ". [6]<br />

I palestinesi rifiutarono gli accordi di Camp David e perciò i<br />

provvedimenti a loro relativi non furono mai realizzati.<br />

Se avessero accettato i termini offerti da Begin, è molto probabile<br />

che l'autorità auto-governativa si sarebbe sviluppata molto prima di<br />

adesso nello stato che i palestinesi dicono di desiderare.<br />

24.g. MITO<br />

"Il contributo finanziario americano fornisce ad Israele miliardi di<br />

dollari provenienti dai contribuenti americani che sono stati usati<br />

per costruire insediamenti in Cisgiordania e nella striscia di Gaza<br />

per dare alloggio agli Ebrei sovietici."<br />

24.g. <strong>FATTI</strong><br />

Dal 1989, circa un milione di Ebrei è immigrato in Israele. La<br />

maggioranza, circa l'80%, proveniva dall'ex Unione Sovietica. Israele<br />

deve fornire a questi immigranti cibo, una casa, un impiego e<br />

istruzione.<br />

Il compito è ancor più difficile quando l'assorbimento è relativo ad<br />

Ebrei di luoghi relativamente poco sviluppati come l'Etiopia, cui<br />

spesso deve venire insegnato tutto, dall'utilizzo di una toilette al<br />

come si ritirano i soldi da una banca.<br />

Per affrontare queste sfide, Israele ha investito miliardi di<br />

dollari. Oltretutto, la comunità degli Ebrei americani ha contribuito<br />

266


con milioni di dollari attraverso l'Appello degli Ebrei Uniti della<br />

campagna Operazione Exodus e di altre associazioni filantrope.<br />

Nonostante ciò, l'incombenza era così gravosa che Israele si rivolse<br />

agli USA per ricevere aiuto. Per mettere in prospettiva la sfida, si<br />

consideri che gli USA - un paese di 250 milioni di persone, con un<br />

prodotto nazionale di migliaia di miliardi di dollari - ammette circa<br />

125mila rifugiati all'anno.<br />

Solo nel 1990, in Israele sono immigrati 200mila Ebrei.<br />

Gli USA hanno condotto il Mondo Libero ad assicurare la libertà degli<br />

Ebrei Sovietici. Dal 1972, il Congrsso ha stanziato dei fondi per<br />

aiutare lo stabilirsi degli Ebrei sovietici in Israele.<br />

Dal 1992, 80 milioni di dollari sono stati stanziati a questo scopo.<br />

Dopo che l'Unione Sovieticà aprì i suoi cancelli, il "rivolo" di<br />

immigranti divenne un'inondazione - l'immigrazione da quel paese<br />

arrivò alle stelle, da meno di 13mila persone nel 1989 a più di<br />

185mila nel 1990. Israele in seguito chiese diversi tipi di aiuto.<br />

Gli USA risposero nel 1990 approvando un prestito di 400 milioni di<br />

dollari garantiti per aiutare Israele a dare una casa ai suoi nuovi<br />

arrivati.<br />

Le garanzie però non sono promesse - neanche un penny dei fondi<br />

governativi americani è stato trasferito in Israele. Gli USA hanno<br />

semplicemente cofirmato dei prestiti per Israele che danno ai<br />

banchieri il permesso di prestare soldi ad Israele<br />

in termini più favorevoli: rate di interesse inferiori e periodi di<br />

rimborso più lunghi - fino a 30 anni anziché da cinque a sette.<br />

Questo prestito inoltre garantisce di non avere effetti sui programmi<br />

interni o sulle garanzie.<br />

Inoltre non hanno impatto sui contribuenti americani, a meno che<br />

Israele non venga meno ai suoi debiti,cosa che non è mai avvenuta.<br />

Inoltre, parecchio del denaro preso in prestito da Israele viene<br />

usato negli USA per comprare beni americani.<br />

Quando fu chiaro che il fiume di rifugiati era ancora più grosso di<br />

quanto anticipato, e decine di migliaia continuavano ad arrivare ogni<br />

mese, Israele capì che era necessario un aiuto maggiore e chiese agli<br />

Stati Uniti altre garanzie per 10 miliardi di dollari.<br />

Nel 1992, il Congresso autorizzò il Presidente a fornire garanzie di<br />

prestito ad Israele date come effetto dello sforzo straordinario da<br />

parte d'Israele ad insediare ed assorbire emigranti.<br />

Queste garanzie furono rese disponibili in un incremento annuale di<br />

due miliardi di dollari in cinque anni.<br />

Mentre il costo del governo USA era nullo, Israele pagava agli Stati<br />

Uniti debiti annuali di diverse centinaia di milioni di dollari per<br />

coprire costi amministrativi e non.<br />

Secondo linee guida preesistenti, nessuna assistenza USA ad Israele<br />

può essere utilizzata oltre i confini precedenti il 1967. Inoltre,<br />

per sottolineare il malcontento relativo alle politiche israeliani di<br />

insediamenti, il Presidente<br />

fu autorizzato a ridurre le garanzie di prestito annuale di un<br />

ammontare pari a quello stimato essere il valore delle attività<br />

israeliani in Cisgiordania e nella striscia di Gaza intraprese lo<br />

scorso anno.<br />

Così, come indica la tabella, il dipartimento di Stato ha determinato<br />

che Israele spendesse sotto 1.4 miliardi di dollari per l'attività di<br />

insediamento dal 1993 al 1996. Il Presidente fu comunque autorizzato<br />

a rescindere queste deduzioni nel caso in cui la resa disponibile di<br />

fondi per Israele sia di interesse<br />

per la sicurezza degli Stati Uniti. Il Presidente Clinton utilizzò<br />

267


questa autorità negli ultimi tre anni del suo programma, così la<br />

riduzione attuale nell'ammontare delle garanzie disponibili per<br />

Israele era di 773.8 milioni di dollari.<br />

I soldi connessi con gli insediamenti inoltre non hanno niente a che<br />

fare con i nuovi immigranti, nessuno di loro è stato costretto a<br />

vivere nei territori.<br />

Infatti solo una piccola percentuale di essi ha deciso di farlo.<br />

Con tutte le misure, il programma di prestito garantito degli USA è<br />

stato un enorme successo.<br />

Israele ha utilizzato i fondi principalmente per incrementare<br />

l'ammontare della valuta corrente straniere nel settore d'affari del<br />

paese<br />

e per supportare progetti di infrastrutture, quali strade, ponti,<br />

acque di scolo e piani elettrici.<br />

Queste garanzie hanno inoltre aiutato Israele ha fornire case e<br />

lavoro potenziali per tutti i nuovi immigranti.<br />

La disoccupazione tra gli immigrati, che ha raggiunto l'apice al 35%,<br />

è calata al 6%, circa lo stesso tasso del resto della popolazione.<br />

Oltre a contribuire al successo Israeliano di assorbire immigrati<br />

mantenendo una crescita economica, il programma di garanzie di<br />

prestito ha inviato inoltre un forte messaggio<br />

ai mercati capitali privati internazionali relativi alla fiducia che<br />

gli USA hanno nell'abilità di Israele a sopportare questo potenziale<br />

fardello economico.<br />

Di conseguenza, il tasso di credito di Israele venne migliorato ed<br />

Israele può prendere in prestito centinaia di milioni di dollari sui<br />

mercati finanziari internazionali in modo indipendente.<br />

24.h. MITO<br />

"Israele non ha diritto di costruire le case ad Har Homa perché è<br />

parte della Gerusalemme Est araba ed è quindi un altro progetto di<br />

insediamenti che impedisce la pace"<br />

24.h. <strong>FATTI</strong><br />

Costruire a Har Homa rappresenta l'ultima fase di un più vasto piano<br />

municipale di costruzione di case per la città di Gerusalemme<br />

cominciato nel 1968.<br />

L'intera area di Har Homa è inferiore ai 460 acro. Quando il progetto<br />

incominciò era completamente libera e non era adiacente a nessuna<br />

popolazione araba.<br />

La decisione originaria di proseguire le costruzione sull' Har Homa<br />

fu presa dal Primo Ministro laburista Shimon Peres nel 1996; le<br />

costruzioni non proseguire poiché la questione<br />

era legata alle corti israeliane. La corte Suprema Israeliana<br />

respinse gli appelli dei proprietari terrieri ebrei ed arabi e<br />

approvò l'esproprio di terre per il progetto.<br />

Gli espropri erano intrapresi sulla base del principio fondamentale<br />

della legge collettiva del dominio eminente,che permette ai governi<br />

di espropriare le terre dai proprietari privati per l'uso pubblico.<br />

La maggior parte della terra , il 75%, fu espropriato agli ebrei.<br />

Il piano di costruzione fu approvato dal governo Netanyahu dopo la<br />

decisione della Corte di affrontare la grave scarsezza di case sia<br />

tra gli arabi che tra gli ebrei a Gerusalemme.<br />

Il progetto dovrà infine includere 6500 case, così come anche scuole,<br />

268


parchi, edifici pubblici e commerciali e zone industriali.<br />

I piani di costruzione per 3015 case nei 10 quartieri arabi di<br />

Gerusalemme saranno implementati contemporaneamente al progetto per<br />

Har Homa.<br />

24.h. LA FRASE CELEBRE<br />

"Credo che dovremmo annettere il quartiere di Har Homa, un quartiere<br />

contro il quale il mio movimento ha combattuto una stupida campagna.<br />

Har Homa ha una contiguità territoriale<br />

con lo Stato d'Israele. Dire che Har Homa disturba la contiguità dei<br />

territori palestinesi, e rendere ciò in una causa possibile per la<br />

guerra è una sciocchezza, è idiozia."<br />

Prof. Amiram Goldblum - Leader di Peace Now.[7]<br />

24.i. MITO<br />

"Il rapporto Mitchell ha chiarito che la politica di insediamenti<br />

israeliana va considerata come causa del crollo del processo di pace<br />

tanto quanto la violenza palestinese, e che un congelamento degli<br />

insediamenti è necessario per arrestare le violenze."<br />

24.i. <strong>FATTI</strong><br />

Nel Novembre del 2000, l'ex Senatore USA George Mithcell fu<br />

incaricato di condurre una commissione di rilevamento degli eventi<br />

per investigare la causa dell'Intifada di al-Aksa ed indagare su come<br />

prevenire le violenze future.<br />

Il rapporto redatto dalla sua commissione raccomandava di congelare<br />

gli insediamenti - essendo una delle più di 15 differenti misure di<br />

costruzione - ma Mitchell e Warren Rudman, un altro membro della<br />

commissione resero chiaro che le attività di insediamento non erano<br />

in alcun modo<br />

paragonabili al terrorismo palestinese.<br />

Affermarono esplicitamente in una lettera chiarificatrice il loro<br />

punto di vista: "vogliamo proseguire e chiarire che non equipariamo<br />

in nessun modo<br />

il terrorismo palestinese con l'attività di insediamento israeliana,<br />

né 'somiglianti' o altro".<br />

Mitchell e Rudman hanno anche discusso l'idea che la cessazione della<br />

costruzione di insediamenti ed il terrorismo fossero connessi.<br />

"Lo scopo immediato deve essere il termine della violenza.... Parte<br />

dello sforzo per la cessazione della violenza deve includere una<br />

immediata ripresa della cooperazione per la sicurezza<br />

tra il governo Israeliano e l'Autorità Palestinese, mirato a<br />

prevenire la violenza e a combattere il terrorismo." Hanno aggiunto<br />

poi, "Riguardo al terrorismo, chiamiamo l'Autorità palestinese, come<br />

una misura di costruzione di fiducia, per rendere chiaro<br />

con azioni concrete, che gli Israeliani e i Palestinesi sono uguali,<br />

e che il terrore è riprovevole e inaccettabile, e che l'Autorità<br />

Palestinese deve fare il massimo sforzo per prevenire le operazioni<br />

terroristiche e per punire chi perpetra questi atti nella sua<br />

giurisdizione." [8]<br />

24.l. MITO<br />

269


"Chiunque difenda gli insediamenti razionalizza la perpetua<br />

occupazione del popolo palestinese e della sua terra"<br />

24.l. <strong>FATTI</strong><br />

Mentre fa un forte caso per i suoi diritti nei territori, il governo<br />

Israeliano riconosce anche che i palestinesi hanno pretese legittime<br />

su quell' area e che il compromesso si può raggiungere attraverso le<br />

negoziazioni:<br />

Politicamente, la Cisgiordania e la Striscia di Gaza sono meglio<br />

definiti come territori sui quali ci sono pretese competitive che<br />

dovrebbero essere risolte con le negoziazioni in un processo di pace.<br />

Israele ha rivendicazioni valide da affermare in questo territorio<br />

basate<br />

non solo sulle sue connessioni storiche e religiosa con la terra, ed<br />

anche per le sue riconosciute ragioni di sicurezza, ma anche sul<br />

fatto che il territorio non era sotto la sovranità di alcuno state e<br />

che divenne sotto il controllo israeliano in una guerra di auto<br />

difesa, imposta ad Israele.<br />

Allo stesso tempo, Israele riconosce che i palestinesi hanno delle<br />

rivendicazioni legittime su quell'area. Infatti, il fatto che<br />

entrambe le parti abbiano accettato di condurre negoziazioni sugli<br />

insediamenti indica che considerano un compromesso su tale questione.<br />

[9]<br />

Infatti, durante le negoziazioni del 2000 di Camp David alla Casa<br />

Bianca, il Primo Ministro Barak comunicò ufficialmente di offrire lo<br />

smantellamento di almeno 63 territori.[10]. I Palestinesi rifiutarono<br />

tale proposta.<br />

24.m. MITO<br />

"Gli accordi di pace che Israele ha firmato con i palestinesi<br />

proibiscono l'attività di insediamento"<br />

24.m. <strong>FATTI</strong><br />

Né la Dichiarazione dei Principi del 13 Settembre 1993, né l'Accordo<br />

a Interim contengono alcun provvedimento che proibisce o restringe<br />

l'insediamento o l'espansione delle comunità ebraiche nella<br />

Cisgiordania o nella Striscia di Gaza.<br />

Con la clausola negli accordi che proibisce il cambiamento nello<br />

stato dei territori, si intendeva assicurare solo che nessuno dei due<br />

lati prendesse misure unilaterali per modificare lo stato legale<br />

delle aree (come l'annessione o la dichiarazione di sovranità)<br />

24.n. MITO<br />

"La Croce Rossa ha dichiarato che gli insediamenti israeliani sono un<br />

crimine di guerra"<br />

24.n. <strong>FATTI</strong><br />

Il rappresentate a Gerusalemme della Commissione Internazionale a<br />

Gerusalemme (ICRC), Rene Kosimik, il 17 maggio 2001 ha<br />

affermato, "L'insediamento di una popolazione di un potere occupante<br />

nel territorio occupato è considerato un movimento illegale, è una<br />

violazione grave. Soprattutto è un crimine di guerra." Il deputato<br />

270


Eliot Engel protestò presso il Presidente dell'ICRC, Jakob<br />

Kellenberger, che rispose, "L'espressione crimine di guerra non è<br />

stata usata dall'ICRC in relazione con gli insediamenti Israeliani<br />

nei territori occupati nel passato e non sarà mai più usata nel<br />

contesto attuale." Ha aggiunto inoltre, "il riferimento fatto ad essi<br />

del 17 maggio era inappropriato e non sarà ripetuto" [11]<br />

24.n. La FRASE CELEBRE<br />

"Se la costruzione di insediamenti è concentrata ora nelle aree che i<br />

palestinesi stessi riconoscono resteranno parte di Israele in<br />

qualunque accordo di pace futuro, perché incentrare ossessivamente<br />

gli insediamenti come `ostacolo alla pace ' ?"<br />

Yossi Klein Halevi [12]<br />

NOTE<br />

1. American Journal of International Law, (April, 1970), pp. 345-46.<br />

2. New Republic, (October 21, 1991), p. 14.<br />

3. Washington Post, (November 1, 1991).<br />

4. American Journal of International Law, (1990, vol 84), p. 72.<br />

4a. USA Today, (August 7, 2002).<br />

4b. Ha'aretz, (September 13, 2001).<br />

5. Jerusalem Post, (October 22, 1991).<br />

6. Middle East News Agency, (September 20, 1978).<br />

7. Iton Yerushalaym, (June 8, 2000).<br />

8. Letter from George Mitchell and Warren Rudman to ADL Director<br />

Abraham Foxman, (May 11, 2001).<br />

9. Israeli Foreign Ministry, "Israeli Settlements and International<br />

Law," (May 2001).<br />

10. Temporary International Presence in Hebron.<br />

11. Jerusalem Post, (May 24, 2001).<br />

12. Los Angeles Times, (June 20, 2001).<br />

L'equilibrio degli armamenti, di Mitchell<br />

G.Bard<br />

Miti da confutare<br />

25.a. "La minaccia israeliana e il ritiro dell'offerta degli Stati<br />

Uniti di costruire la diga di Aswan condusse l'Egitto a cercare armi<br />

dall'Unione Sovietica nel 1955,. Questo ha cominciato la corsa alle<br />

armi in Medio Oriente."<br />

25.b. "Gli stati arabi hanno dovuto mantenere il ritmo della corsa<br />

alle armi condotta da Israele"<br />

25.c. "Israele è militarmente superiore ai suoi vicini arabi in ogni<br />

area ed ha i mezzi per mantenere i suoi confini qualitativi senza<br />

aiuto dell'esterno"<br />

25.d. "La sconfitta dell'Iraq nella Guerra del Golfo assicura che<br />

Israele affronterà solo la Siria in qualunque altro conflitto futuro.<br />

Altri coinvolgimenti da parte araba avranno poca influenza"<br />

25.e. "La vendita degli USA di armi all'Arabia Saudita ha ridotto la<br />

necessità per le truppe americane di difendere il golfo persico.<br />

Queste armi non costituiscono alcuna minaccia per Israele."<br />

25.f. "Israele rifiuta di firmare il trattato di non proliferazione<br />

nucleare per nascondere il suo arsenale nucleare, di conseguenza<br />

terrorizza i suoi vicini"<br />

25.g. "Il controllo di armi nel Medio Oriente resterà impossibile<br />

fintanto che Israele si rifiuta di rinunciare alle sue armi nucleari."<br />

271


[I miti in dettaglio]<br />

25.a. MITO<br />

25.a. "La minaccia israeliana e il ritiro dell'offerta degli Stati<br />

Uniti di costruire la diga di Aswan condusse l'Egitto a cercare armi<br />

dall'Unione Sovietica nel 1955,. Questo ha cominciato la corsa alle<br />

armi in Medio Oriente."<br />

25.a. <strong>FATTI</strong><br />

Nel 1955, Nasser si rivolse adirato verso l'Unione Sovietica poiché<br />

gli USA avevano armato l'Iraq, odiato nemico dell'Egitto, e avevano<br />

promosso il Patto di Baghdad.<br />

Nasser si oppose a quell'accordo, così come fece con qualunque<br />

alleanza di difesa con l'Occidente.<br />

L'Egitto cominiciò a ricevere le armi sovietiche nel 1955. Gli Stati<br />

Uniti, sperando di mantenere un certo grado di influenza in Egitto e<br />

di indurre Nasser a ridurre le acquisizioni di armi, offrirono di<br />

costruire la diga di Aswan.<br />

Ma Nasser incrementò i suoi ordini di armi e respinse l'iniziativa di<br />

pace statunitense. L'Egitto si era imbarcato in una politica<br />

di "neutralismo", che significava che Nasser intendeva ottenere aiuto<br />

sia dall'Occidente che dall'Oriente, se avesse potuto, mantenendo<br />

la sua libertà di attaccare l'Occidente e di assistere gli sforzi<br />

sovietici di guadagnare maggior influenza nei mondi arabi ed afro-<br />

asiatici.<br />

Come effetto di queste azioni, e dell'ostilità crescente di Nasser<br />

nei confronti dell'Occidente, gli USA ritirarono la loro proposta di<br />

Aswan.<br />

L'Egitto ha quindi nazionalizzato il canale di Suez.<br />

Immediatamente dopo che Nasser aveva fatto il suo patto di armi,<br />

Israele si appellò agli USA - non per ottenere gratuitamente armi,<br />

ma per il diritto di comprarne.<br />

Gli USA riconobbero la necessità di mantenere l'equilibrio di armi,<br />

ma indirizzarono Israele verso la Francia ed altri fornitori europei.<br />

Non fu prima del 1962 che gli USA accordarono ad Israele la vendita<br />

del primo sistema americano, la forza aerea anti-missile HAWK.<br />

25.b. MITO<br />

25.b. "Gli stati arabi hanno dovuto mantenere il ritmo della corsa<br />

alle armi condotta da Israele"<br />

25.b. <strong>FATTI</strong><br />

Nella maggior parte dei casi, è vero il contrario. L'Egitto ha<br />

ricevuto il bombardiere sovietico IL-28 nel 1955. Non fu prima del<br />

1958 che la Francia fornì ad Israele un comparabile squadra di<br />

bombardieri tattici Sud Vautor twin-jet.<br />

Nel 195, l'Egitto ottenne gli aerei da combattimento miG-17. Israele<br />

ricevette il confrontabile Super Mystere nel 1959.<br />

L'Egitto aveva i sottomarini nel 1957, Israele nel 1959. Dopo che gli<br />

egiziani ottennero i MiG-21, gli israeliani ordinarono<br />

l'intercettatore supersonico e caccia bombardiere Dassault Mirage III.<br />

L'Egitto ricevette missili terra aria - i SA-2 - due anni prima che<br />

Israele ottenesse i missili HAWK dagli Stati Uniti. In seguito,<br />

Washington accettò riluttante di vendere a Israele i carri armati<br />

272


Patton.<br />

Nonostante venisse rifornito di armi a prezzi concordati in cambio di<br />

cotone, e a lungo termine con crediti vantaggiosi, il debito dell'<br />

Egitto con l'URSS fu stimato essere di 11 miliardi di dollari nel<br />

1977. [1]<br />

Israele ha pagato molto di più, oltre agli interessi per armi<br />

equivalenti.<br />

Anche se gli USA cominciarono a vendere armi ad Israele nel 1960, si<br />

è mantenuta una politica di equilibrio attraverso la quale vendite<br />

simili venivano fatte agli stati arabi.<br />

Nel 1965, ad esempio, la maggior vendita di carri armati ad Israele<br />

fu abbinata ad una per la Giordania.<br />

Un anno dopo, quando Israele ricevette gli Skyhawks, gli USA<br />

fornirono al Marocco e alla Libia gli aerei, così come<br />

equipaggiamento addizionale militare al Libano, all'Arabia Saudita e<br />

alla Tunisia. [2]<br />

Non fu prima del 1968, quando l'amministrazione Johnson vendette a<br />

Israele i jet Phantom, quando la politica americana di trasferimento<br />

di armi si spostò verso un'enfasi di mantenimento di un vantaggio<br />

qualitativo dello Stato ebraico.<br />

Da allora, comunque, gli USA hanno venduto frequentemente armi<br />

sofisticate (come gli F-15, gli AWACS e i missili Stinger) agli<br />

avversari d'Israele, che avevano eroso i confini qualitativi dello<br />

Stato d'Israele.<br />

25.c. MITO<br />

25.c. "Israele è militarmente superiore ai suoi vicini arabi in ogni<br />

area ed ha i mezzi per mantenere i suoi confini qualitativi senza<br />

aiuto dell'esterno"<br />

25.c. <strong>FATTI</strong><br />

La superiorità militare qualitativa israeliana è declinata da quando<br />

gli stati arabi e musulmani hanno cominciato ad acquistare sempre più<br />

armi sofisticate, convenzionali e non.<br />

Difatti, nonostante il suo impegno, gli Stati Uniti consentono una<br />

dissipazione del vantaggio qualitativo israeliano. In alcuni casi, il<br />

trasferimento di armi verso gli arabi sono la ragione di tale<br />

erosione.<br />

Durante il 1990, gli stati arabi e l'Iran importarono oltre 180<br />

miliardi di dollari la maggior parte dei quali tra le più sofisticate<br />

armi e le infrastrutture militare disponibili sia nei blocchi<br />

Occidentali che Orientali.<br />

Continuano a spendere circa 30 miliardi annuali per le loro forze<br />

armate. Diversi paesi tra i più grandi importatori di armi sono state<br />

le nazioni arabe in uno stato di guerra con Israele: Iraq, Siria,<br />

Arabia Saudita e Libia.<br />

Mentre Israele spende circa 9 miliardi in difesa, l'Arabia Saudita ne<br />

spende più di 20. [3]<br />

Inoltre alla quantità di armi convenzionali, questi stati stanno<br />

anche comprando e producendo un crescente numero di armi non<br />

convenzionali.<br />

La costruzione di armi chimiche e biologiche, combinata con la<br />

ricerca della capacità nucleare, rende la posizione strategica<br />

israeliana più precaria.<br />

Oltre il trattato di sicurezza, questa costruzione di massa richiede<br />

che Israele spenda un sesto del prodotto nazionale in difesa. Anche<br />

273


questo livello di spesa è comunque insufficiente per affrontare la<br />

minaccia araba, poiché delle restrizioni di budget<br />

hanno costretto Israele a fare dei tagli sostanziali nelle sue<br />

allocazioni di difesa.<br />

La vendita di armi agli arabi ha incrementato significativamente il<br />

costo per Israele di manutenzione della propria difesa, esacerbando<br />

lo sforzo dell'economia israeliana.<br />

25.d. MITO<br />

25.d. "La sconfitta dell'Iraq nella Guerra del Golfo assicura che<br />

Israele affronterà solo la Siria in qualunque altro conflitto futuro.<br />

Altri coinvolgimenti da parte araba avranno poca influenza"<br />

25.d. <strong>FATTI</strong><br />

Israele non ha altra scelta se non quella di basare i suoi piani di<br />

difesa sulle capacità attuali arabe.<br />

Se la storia ci insegna qualcosa, un futuro conflitto arabo-<br />

israeliano sarebbe il risultato di un'alleanza degli stati arabi, che<br />

si uniscono, anche solo temporaneamente, per lanciare un attacco a<br />

Israele.<br />

Gli arabi hanno tradizionalmente accantonato le loro differenze nei<br />

tempi di conflitto con Israele.<br />

Anche da sola la Siria, potrebbe costituire una seria minaccia per<br />

Israele. Damasco ha ricevuto oltre due miliardi dagli stati del golfo<br />

a causa della crisi del golfo.<br />

La maggior parte di questi è stata spesa per nuovi e moderni<br />

armamenti per soddisfare la richiesta di Hafez Assad di una parità<br />

strategica con Israele.<br />

Oggi, la Siria ha più carri armati di Israele, e quasi altrettante<br />

truppe e forze aeree.<br />

La Siria inoltre ha acquistato missili a lungo raggio dalla Corea del<br />

Nord e ha acquistato armi chimiche e biologiche.<br />

La Siria ha capacità di colpire contro postazioni chiave israeliane,<br />

incluse basi aeree e punti di truppe di mobilitazione.<br />

L'Iraq resta la questione a lungo termine per la sicurezza<br />

israeliana. Saddam ha ancora circa 2400 carri armati e 300 aerei da<br />

combattimento.<br />

Parte dell'arsenale chimico e del materiale nucleare, degli impianti<br />

di trattamento e dei lanciatori di missili balistici mobili rimasti<br />

intatti dopo la Guerra del Golfo e non sono stati rilevati dagli<br />

ispettori delle Nazioni Unite.<br />

Il servizio di intelligence della Germania Federale ha redatto un<br />

rapporto che dice che l'Iraq potrebbe avere entro tre anni la bomba e<br />

che stava sviluppando un missile balistico di lungo raggio che<br />

potrebbe terrorizzare l'Europa nel 2005.<br />

Il rapporto tedesco ha indicato anche che l'Iraq sta mettendo un<br />

grande sforzo per produrre armi chimiche e possono avere ripristinato<br />

la produzione di armi biologiche. [5]<br />

Nonostante il suo imponente arsenale sovietico, la Libia ha<br />

recentemente limitato le sue capacità di attacco diretto verso<br />

Israele. La Libia ora ha acquisito la capacità di rifornimento aereo<br />

per i suoi bombardieri, dandogli la possibilità di arrivare in<br />

Israele.<br />

L'intelligence USA ha anche scoperto la costruzione di un secondo<br />

274


impianto chimico sotterraneo, oltre all'impianto di Rabta ora<br />

operativo.<br />

L'ultimo viene stimato aver prodotto circa 100 tonnellate di agenti<br />

chimici.<br />

La Libia inoltre è uno stato sponsor del terrorismo. E' responsabile<br />

del bombardamento del Pan Am 103 del 1988, in cui morirono oltre 200<br />

americani.<br />

L'Arabia Saudita e gli stati del golfo continuano a ordinare armi su<br />

vasta scala, cercando di acquisire capacità militari molto oltre la<br />

necessità per la difesa.<br />

Nonostante sia improbabile che questi paese attacchino Israele,<br />

possono fornire armi, come hanno fatto in passato per una futura<br />

coalizione araba che lotta contro Israele.<br />

Mentre l'Egitto resta in uno stato formale di pace con Israele e<br />

rispetta i suoi obblighi di Camp David, il Cairo non ha nonostante<br />

ciò accumulato una capacità militare offensiva sostanziale negli anni<br />

recenti.<br />

I prudenti strateghi israeliani non hanno altra scelta se non quella<br />

di monitorare la crescita egiziana, nel caso che glie venti nella<br />

regione prendano una svolta drammatica verso il peggio.<br />

Se il presente regime del Cairo venisse spodestato, la prospettiva di<br />

mantenere relazioni stabili con Israele diminuirebbe sostanzialmente.<br />

Nonostante il suo status come alleato degli USA, l'Egitto ha comprato<br />

missili Scud dalla Corea del Nord e si pensa possieda<br />

anche armi chimiche. Il suo esercito, la sua forza aerea e navale ora<br />

occupano una vasta area della maggior parte delle sofisticate armi<br />

Occidentali, molte di esse identiche alle armi israeliane.<br />

25.e. MITO<br />

25.e. "La vendita degli USA di armi all'Arabia Saudita ha ridotto la<br />

necessità per le truppe americane di difendere il golfo persico.<br />

Queste armi non costituiscono alcuna minaccia per Israele."<br />

25.e. <strong>FATTI</strong><br />

Le forze armate saudite sono strutturalmente incapaci di difendere il<br />

proprio paese. Non avevano aiuto per affrontare la minaccia irachena<br />

nonostante l'acquisto saudita di più di 50 miliardi<br />

di dollari di armi e servizi militari statunitensi nella decade<br />

precedente la Guerra del Golfo. [6]<br />

Se Saddam Hussein avesse continuato la sua guerra lampo nell'Arabia<br />

Saudita prima che arrivassero<br />

le forze americane nell'Agosto del 1990, la maggior parte delle armi<br />

che gli USA avevano venduto a Riyadh durante gli anni sarebbe stata<br />

ora in mani irachene.<br />

Anche se tutte le ultime vendite di armi americane ai sauditi sono<br />

state approvate dal Congresso<br />

senza domande o modifiche, ci si chiede se l'equazione militare alla<br />

base, o il processo di decisione a Riyadh sarebbe stato diverso.<br />

L'esigua forza armata saudita non può affrontare unilateralmente un<br />

assalto da una forza tre o quattro volte più grande.<br />

Gli ufficiali amministrativi spesso discutono se il bisogno saudita<br />

di armi per affrontare le minacce alla loro sicurezza proveniente da<br />

altri paesi così potenti come l'ex Unione Sovietica, ma sostengono<br />

che queste stesse armi non costituiscano un pericolo per Israele.<br />

275


Gli USA non possono consegnare un gran numero di aerie e missili alle<br />

forze armate saudite, se esse non possono garantire che tali armi non<br />

siano poi usate contro Israele.<br />

Lo "scenario Iraq" - ovvero, la monarchia viene soverchiata e un<br />

regime più ostile<br />

prende il controllo dell'arsenale saudita - non potrebbe essere<br />

affatto escluso.<br />

Nelle passate guerre arabo-israeliane, i sauditi non hanno mai avuto<br />

un arsenale moderno di dimensione tale da rendere la loro<br />

partecipazione in una coalizione araba<br />

contro Israele una seria minaccia.<br />

Il riarmo saudita sin dalla guerra del 1972 cambia questa equazione.<br />

Il regno non potrebbe essere pressato in una azione offensiva contro<br />

Israele da altri partner su fronti<br />

esterni, proprio a causa di questo riarmo.<br />

25.e. LA FRASE CELEBRE<br />

"Avrei preferito che Israele non avesse avuto bisogno di armi di<br />

difesa di distruzione di massa<br />

o che le sue forze di difesa siano le più potenti della regione.<br />

Spero che il mondo non abbia condotto<br />

lo Stato Ebraico ad una allocazione delle sue risorse limitate<br />

lontano dalle università e verso il suo esercito,<br />

ma la sopravvivenza viene per prima, e la forza militare israeliana è<br />

la chiave della sua sopravvivenza.<br />

Chiunque creda che la sopravvivenza possa essere assicurata da una<br />

superiorità morale pensi solamente al Ghetto di Varsavia e alle<br />

camere a gas di Treblinka"<br />

Alan Derschowitz [7]<br />

25.f. MITO<br />

25.f. "Israele rifiuta di firmare il trattato di non proliferazione<br />

nucleare per nascondere il suo arsenale nucleare, di conseguenza<br />

terrorizza i suoi vicini"<br />

25.f. <strong>FATTI</strong><br />

Nonostante Israele non ammetta formalmente la sua capacità nucleare,<br />

è stato ampiamente documentato che Israele è stato un membro del club<br />

nucleare<br />

per un certo numero di anni.<br />

La decisione israeliana di non essere vincolato dal Trattato di non<br />

proliferazione è basata soprattutto sul fatto che il trattato ha<br />

fatto molto poco<br />

per opporsi alla proliferazione nucleare nella regione.<br />

L'Iraq è uno dei firmatari del trattato, e nonostante ciò ha potuto<br />

accumulare grandi quantità di materiale nucleare all'insaputa<br />

dell'Agenzia Internazionale di Energia Atomica.<br />

Israele ha richiesto la creazione di una zona priva di nucleare nel<br />

Medio Oriente e ha affermato diverse volte che non sarebbe il primo<br />

stato che cerca di costruire la propria capacità di armi non<br />

convenzionali.<br />

Secondo quanto riferito oltre all'Iraq, che si crede possieda il<br />

materiale per produrre una bomba, Algeria, Siria, Egitto e Iran hanno<br />

tutti programmi nascosti in corso per produrre armi atomiche.<br />

276


25.g. MITO<br />

25.g. "Il controllo di armi nel Medio Oriente resterà impossibile<br />

fintanto che Israele si rifiuta di rinunciare alle sue armi nucleari."<br />

25.g. <strong>FATTI</strong><br />

Il presunto deterrente nucleare israeliano è un'opzione di ultima<br />

scelta, dovuto al bisogno di bilanciare il grande squilibrio in armi<br />

convenzionali, chimiche e missili balistici posseduti<br />

dagli stati arabi.<br />

Israele non ha motivo di attaccare unilateralmente i suoi vicini con<br />

armi nucleari, laddove gli arabi - come ha dimostrato la storia -<br />

hanno sia la capacità che la motivazione per unirsi in una<br />

guerra contro Israele.<br />

Il controllo delle armi deve perciò cominciare con una riduzione<br />

della capacità offensiva militare araba.<br />

Le proposte arabe di "controllo delle armi" in sostanza hanno<br />

richiesto solamente che Israele abbandonasse le sue armi senza<br />

nemmeno offrire alcunché di significativo in cambio.<br />

NOTE<br />

1. Adeed Dawisha and Karen Dawisha, Eds., The Soviet Union in the<br />

Middle East, Policies and perspectives, (NY: Holmes and Meier, 1982),<br />

pp. 8, 11, 15.<br />

2. Mitchell Bard, The Water's Edge And Beyond, (NJ: Transaction<br />

Publishers, 1991), p. 194-209.<br />

3. Adapted by Anthony Cordesman from the U.S. Arms Control and<br />

Disarmament Agency, World Military Expenditures and Arms Transfers,<br />

(DC: GPO); Cordesman for the International Institute for Strategic<br />

Studies, Military Balance; Shai Feldman and Yiftah Shapir, Eds., The<br />

Middle East Military Balance, (Cambridge: MIT Press, 2001).<br />

4. Jerusalem Post, (January 29, 2001).<br />

5. Jerusalem Post, (February 25, 2001).<br />

6. Arms Control and Disarmament Agency; Defense Security Assistance<br />

Agency Report; World Military Expenditures and Arms Transfers.<br />

7. Alan Dershowitz, Chutzpah, (MA: Little Brown, and Co., 1991), p.<br />

249.<br />

I mass-media, di Mitchell G.Bard<br />

Miti da confutare<br />

26.a. "La copertura della stampa relativa ad Israele è proporzionale<br />

alla sua importanza negli affari mondiali"<br />

26.b. "Israele riceve così tanta attenzione perché è l'unico paese del<br />

Medio Oriente che incide sugli interessi statunitensi"<br />

26.c. "La copertura dei media occidentali relativa al mondo arabo è<br />

uguale a quella relativa ad Israele"<br />

277


26.d. "La copertura mediatica nel mondo arabo è obiettiva"<br />

26.e. "I giornalisti che si occupano del medio oriente sono guidati<br />

dalla ricerca della verità"<br />

26.f. "I media lasciano maggior spazio di manovra ad Israele perché è un<br />

alleato degli USA"<br />

26.g. "Israele !!!!!non giustifica così tanta attenzione perché non è<br />

uno degli alleati americani"<br />

26.h. "Israele ottiene una copertura mediatica favorevole perché gli<br />

ebrei americani controllano i media è hanno una sproporzionata influenza<br />

politica"<br />

26.i. "Gli ufficiali arabi dicono ai giornalisti occidentali le stesse<br />

cose che dicono ai loro popoli"<br />

26.l. "I giornalisti sono molto esperti della storia mediorientale e<br />

quindi possono contestualizzare correttamente gli eventi correnti"<br />

26.m. "I media illustrano propriamente il pericolo che gli israeliani<br />

devono affrontare proveniente dai palestinesi "<br />

26.n. "La copertura mediatica dell'intifada è stata equilibrata e<br />

corretta"<br />

26.o. "Israele non può negare la verità delle foto che illustrano i suoi<br />

abusi"<br />

26.p. "La stampa non fa apologie dei terroristi"<br />

26.q. "L'autorità palestinese non pone alcuna restrizione ai giornalisti<br />

stranieri"<br />

26.r. "Al-jazeera è la CNN araba e fornisce al mondo arabo una fonte<br />

obiettiva di notizie"<br />

26.s. "I media esaminano attentamente le affermazioni palestinesi prima<br />

di pubblicarle"<br />

[I miti in dettaglio]<br />

26.a. MITO<br />

26.a. "La copertura della stampa relativa ad Israele è proporzionale<br />

alla sua importanza negli affari mondiali"<br />

278


26.a. <strong>FATTI</strong><br />

E' difficile giustificare l'ammontare della copertura di notizie date su<br />

Israele basandola sull'importanza che questa nazione ricopre negli<br />

affari internazionali o sugli interessi nazionali americani. Com'è<br />

possibile che un paese delle dimensioni del New Jersey meriti<br />

quotidianamente un'attenzione superiore a quelle che sembrano essere<br />

nazioni più interessanti come la Russia, la Cina e la Gran Bretagna?<br />

Israele probabilmente ha il maggior quoziente di fama procapite al<br />

mondo. Gli americani conoscono più della politica israeliana che di<br />

qualunque altro paese straniero. La maggior parte dei leader israeliani,<br />

ad esempio, sono più familiari negli USA che quelli dei vicini americani<br />

in Canada o in Messico. Inoltre, un'alta percentuale di americani<br />

discutono del conflitto arabo-israeliano.<br />

Uno dei motivi per cui gli americani conoscono così bene Israele è la<br />

vastità della copertura mediatica. Le organizzazioni informative<br />

americane infatti usano tipicamente avere la maggior parte dei<br />

corrispondenti in Israele, eccezion fatta per la Gran Bretagna.<br />

26.b. MITO<br />

26.b. "Israele riceve così tanta attenzione perché è l'unico paese del<br />

Medio Oriente che incide sugli interessi statunitensi"<br />

26.b. <strong>FATTI</strong><br />

Il medioriente è importante per gli USA (e per il mondo occidentale)<br />

soprattutto a causa delle sue risorse petrolifere.<br />

Gli eventi che possono minacciare la produzione e la fornitura di<br />

petrolio influiscono sugli interessi vitali degli USA. Inoltre gli Stati<br />

Uniti hanno anche un interesse a supportare i regimi amici in quella<br />

regione. L'attenzione viene giustificata dal fatto che il medioriente è<br />

lo scenario di ripetute conflagrazioni che direttamente o indirettamente<br />

influenzano gli interessi americani.<br />

Eventi in paesi come la Giordania, il Libano o l'Iran hanno richiesto<br />

279


l'intervento delle truppe USA, e niente focalizza l'opinione pubblica<br />

americana quanto le vite degli americani messe in pericolo all'estero.<br />

Gli Stati Uniti sono stati profondamente coinvolti in ciascuna delle<br />

guerre arabo-israeliane, ma hanno anche avuto le loro guerre<br />

indipendenti da esse, tra cui la più nota Guerra del Golfo.<br />

D'altra parte, gli americani non sono interessati tipicamente in guerre<br />

fratricide di popoli in terre lontane dove la lotta non appare avere<br />

alcuna influenza sugli interessi americani. Questo è vero per l'Africa,<br />

l'America Latina e anche per i Balcani.<br />

Similmente, le guerre tra i paesi arabi non hanno generato lo stesso<br />

tipo di interesse che hanno i problemi d'Israele.<br />

Comunque, la disputa israelo-palestinese - due popoli che combattono su<br />

una sola terra- è una storia particolarmente avvincente. E ciò che la<br />

rende ancora più avvincente è che è incentrata sulla Terra Santa.<br />

Un altro motivo della copertura sproporzionata che Israele riceve<br />

relativamente ai paesi Arabi è che pochi corrispondenti hanno un<br />

background relativo alla storia mediorientale o parlano i linguaggi del<br />

luogo.<br />

I giornalisti hanno maggior familiarità con l'estesa cultura occidentale<br />

presente in Israele che con la più aliena cultura delle società<br />

musulmane.<br />

26.b. LA FRASE CELEBRE<br />

"Israele è un paese del medioriente dove i corrispondenti possono avere<br />

una fidanzata"<br />

S. Abdallah Schleifer [1]<br />

26.c. MITO<br />

26.c. "La copertura dei media occidentali relativa al mondo arabo è<br />

uguale a quella relativa ad Israele"<br />

280


26.c. <strong>FATTI</strong><br />

La comunità giornalistica si riferisce al mondo arabo-islamico come all'<br />

"arco del silenzio" [2].<br />

I media in quei paesi sono strettamente controllati dai regimi<br />

totalitaristi. Per contro, Israele è una democrazia con uno dei corpi di<br />

stampa più liberi del mondo.<br />

L'accesso limitato viene usato spesso come una scusa per il fallimento<br />

dei media a coprire le notizie nella regione. Questo è stato il caso, ad<br />

esempio, durante la guerra Iran-Iraq - uno dei conflitti più sanguinosi<br />

delle ultime quattro decadi. Inoltre, nonostante l'intraprendenza dei<br />

giornalisti americani, è scioccante che sia data una copertura così<br />

bassa anche ai regimi più autoritari.<br />

26.d. MITO<br />

26.d. "La copertura mediatica nel mondo arabo è obiettiva"<br />

26.d. <strong>FATTI</strong><br />

Quando ai giornalisti è permesso aprirsi un varco all'interno del velo<br />

di segretezza, il prezzo dell'accesso ai dittatori e ai terroristi è<br />

spesso eccessivo.<br />

I reporters vengono molte volte intimiditi o ricattati. In Libano,<br />

durante gli anni '90, ad esempio, l'Organizzazione per la liberazione<br />

della Palestina (OLP) ebbe reporters<br />

che seguivano i suoi comandi come prezzo della protezione e delle<br />

interviste che gli venivano concesse.<br />

Durante l'intifada di al-Aksa i giornalisti israeliani furono ammoniti<br />

dall'andare contro l'autorità palestinese e alcuni ricevettero<br />

telefonate minatorie dopo avere pubblicato articoli critici nei<br />

confronti della leadership palestinese. [3]<br />

Quando gli fu chiesto di commentare ciò che molti osservatori<br />

definiscono una tendenza contro Israele della CNN, Reese Schonfels, il<br />

primo presidente dell'emittente rispose: "Quando li vedo in onda vedo<br />

che sono molto attenti alla sensibilità degli arabi".<br />

Schonfeld lasciò intendere che le cronache erano tendenziose perché la<br />

CNN non vuole rischiare l'accesso speciale che ha nel mondo arabo. [5]<br />

281


Nei paesi arabi, i giornalisti sono tipicamente scortati per vedere ciò<br />

che il dittatore vuole che essi vedano oppure vengono pedinati. I<br />

cittadini vengono avvertiti dalle agenzie di sicurezza, a volte<br />

direttamente, a volte in modo velato, che devono stare attenti a ciò che<br />

riferiscono ai visitatori.<br />

Nel caso della stampa sull'autorità palestinese, i media occidentali si<br />

basano su assistenti palestinesi per scortare i loro corrispondenti nei<br />

territori.<br />

Inoltre, i palestinesi spesso forniscono notizie che vengono trasmesse<br />

in tutto il mondo. "Secondo stime personali", scrisse il giornalista<br />

Ehud Ya'ari, "oltre il 95% delle immagini televisive trasmesse via<br />

satellite ogni sera dai vari canali israeliani e stranieri sono fornite<br />

da equipe di ripresa palestinesi. Le due agenzie principali nel mercato<br />

delle news in TV, l' APTN e la Reuters TV, gestiscono un'intera rete di<br />

stringers palestinesi, freelancers e fixers in tutti i territori per<br />

fornire un'istantanea degli eventi.<br />

Queste equipe ovviamente si identificano emotivamente e politicamente<br />

con l'intifada e, nel caso migliore, non osano filmare qualsiasi cosa<br />

che potrebbe mettere in imbarazzo l'autorità palestinese. Perciò le<br />

macchine fotografiche vengono angolate per mostrare una visione<br />

inquinata delle azioni dell'esercito israeliano, senza mai focalizzarsi<br />

sugli uomini armati palestinesi, producendo diligentemente un tipo molto<br />

specifico di quadro della situazione alla base." [6]<br />

Un incidente particolarmente spropositato accadde nell'Ottobre 2000<br />

quando due riservisti non-combattenti israeliani furono linciati a<br />

Ramallah da una rivolta palestinese.<br />

Secondo i reporters sul luogo, la polizia palestinese tentò di evitare<br />

che i giornalisti stranieri filmassero l'incidente. Un'equipe di una<br />

televisione italiana (TG5 N.d.T) riuscì a filmare parte di questo<br />

attacco e queste scioccanti immagini fecero infine parte dei titoli di<br />

testa di tutto il mondo. Un'agenzia concorrente italiana (RAI N.d.T.)<br />

seguì una tattica differente, inserendo un avviso nel principale<br />

quotidiano palestinese, Al-Hayat-Al-Jadidah, spiegando che non aveva<br />

niente a che fare con il filmato dell'incidente:<br />

Chiarimenti speciali dal rappresentante italiano della rete televisiva<br />

ufficiale italiana<br />

Miei cari amici di Palestina, ci congratuliamo con voi e crediamo che<br />

sia nostro compito mettervi al corrente degli eventi che hanno avuto<br />

luogo a Ramallah il 12 ottobre.<br />

Una delle reti private italiane, nostra concorrente, e non la rete<br />

televisiva ufficiale italiana RAI, ha ripreso gli eventi; quella rete<br />

282


ha filmato gli eventi.<br />

In seguito la televisione israeliana ha mandato in onda le immagini così<br />

come erano state riprese dalla rete italiana e in questo modo<br />

l'impressione del pubblico è stata che noi, cioè la RAI, avessimo<br />

filmato quelle immagini. Desideriamo sottolineare che le cose non sono<br />

andate in questo modo perché noi rispettiamo sempre e continueremo a<br />

rispettare le procedure giornalistiche dell'Autorità Palestinese per il<br />

lavoro giornalistico in Palestina e<br />

siamo attendibili per il nostro lavoro accurato.<br />

Vi ringraziamo per la vostra fiducia e potete stare certi che questo non<br />

è il nostro modo d'agire (ossia nel senso che non lavoriamo come le<br />

altre reti televisive).<br />

Non facciamo e non faremo cose del genere.<br />

Vi preghiamo di accettare i nostri migliori auguri.<br />

Riccardo Cristiano<br />

Rappresentante della rete ufficiale italiana in Palestina [7]<br />

Se un'organizzazione di informazione devia dalla linea filo-palestinese,<br />

viene immediatamente attaccata. Nel novembre 2000, ad esempio, l'Unione<br />

dei giornalisti palestinesi si lamentò che l'Associated Press forniva<br />

una falsa impressione dell'intifada di al-Aksa. L'unione chiamò la<br />

cronaca dell'AP un crimine consapevole contro il popolo palestinese e<br />

disse che era serva della posizione israeliana.<br />

L'Unione minacciò di adottare tutte le misure necessarie contro chi<br />

lavorava per l'AP così pure contro gli uffici AP siti nell'Autorità<br />

Palestinese se l'agenzia avesse continuato a nuocere gli interessi<br />

palestinesi. [8]<br />

26.e. MITO<br />

26.e. "I giornalisti che si occupano del medio oriente sono guidati<br />

dalla ricerca della verità"<br />

283


26.e. <strong>FATTI</strong><br />

Non sarà una sorpresa sapere che i giornalisti nel medioriente<br />

condividono l'interesse nel sensazionalismo coi loro colleghi che si<br />

occupano della cronaca delle loro questioni locali. L'esempio più<br />

eclatante viene dai reporter della televisione la cui enfasi sul visivo<br />

sopra la sostanza incoraggia un trattamento più superficiale delle<br />

questioni.<br />

Ad esempio, quando al corrispondente dell' NBC in Israele fu chiesto<br />

perché i reporters si presentavano alle dimostrazioni palestinesi in<br />

Cisgiordania, pur sapendo che erano state montate, rispose "Continuiamo<br />

a filmare perché abbiamo bisogno delle immagini" [10].<br />

Le reti non possono ottenere immagini sensazionali da società chiuse<br />

come la Siria, l'Arabia Saudita, l'Iran e la Libia.<br />

Israele si trova spesso ad affrontare situazioni impossibili in cui<br />

cerca di contrastare le immagini con le parole. "Quando un carroarmato<br />

entra dentro Ramallah non fa una buona impressione in TV", spiega Gideon<br />

Meir, ministro degli esteri israeliano. "Sicuramente possiamo spiegare<br />

perché siamo lì, e questo è ciò che facciamo. Ma sono parole. Dobbiamo<br />

lottare contro le immagini con le parole" [10a]<br />

L'enormità del problema che Israele deve affrontare è chiarita da Tami<br />

Allen-Frost, deputato presidente dell'Associazione della stampa estera<br />

e produttore per le news della ITN britannica, che afferma "l'immagine<br />

più forte che resta nelle menti è un carroarmato in una città" e che "ci<br />

sono più incidenti nella Cisgiordania che terroristi suicidi. In<br />

sostanza, è la quantità che sta con te" [10b].<br />

26.e. LA FRASE CELEBRE<br />

"Stavamo filmando l'inizio della dimostrazione. Improvvisamente un<br />

camioncino si è spinto all'interno frettolosamente. Dentro, c'erano<br />

militanti di al-Fatah.<br />

Hanno dato ordini e distribuito molotov. Stavamo filmando.<br />

Ma queste immagini non le vedrete mai.<br />

In pochi secondi, tutti i giovani ci hanno circondato, minacciato, e ci<br />

hanno portato via alla stazione di polizia. Lì, siamo stati<br />

identificati ma siamo stati anche costretti a eliminare tutte le<br />

immagini controverse. La polizia palestinese ha calmato la situazione<br />

ma ha censurato le nostre immagini. Ora abbiamo la prova che quelle<br />

rivolte non erano spontanee.<br />

Tutti gli ordini venivano da una gerarchia palestinese"<br />

284


Jean Pierre Martin [11]<br />

26.f. MITO<br />

26.f. "I media lasciano maggior spazio di manovra ad Israele perché è un<br />

alleato degli USA"<br />

26.f. <strong>FATTI</strong><br />

Gli americani tendono ad avere un doppio standard relativamente agli<br />

Ebrei, aspettandosi da loro più degli altri popoli. Questo è in parte<br />

dovuto dalle stesse elevate aspettative degli Ebrei e dall'obiettivo di<br />

essere una "luce tra le nazioni". Così, quando gli israeliani fanno<br />

qualcosa di sbagliato, spesso questo attrae l'attenzione, laddove gli<br />

arabi vengono collocati su uno standard inferiore.<br />

Ad esempio, quando Israele espulse quattro palestinesi, questo evento ha<br />

generato a una serie di titoli a caratteri cubitali, ma quando il Kuwait<br />

ne ha deportati centinaia di migliaia, non era un evento.<br />

Similmente, la morte di un palestinese in Cisgiordania ha ricevuto una<br />

copertura molto maggiore delle migliaia di arabi uccisi in Algeria.<br />

Un giorno quando Israele ebbe un titolo di testa per avere ucciso<br />

quattro terroristi, una storia in formato A19 del Washington Post<br />

seppellì nei dodici paragrafi la notizia che più di ottanta persone<br />

erano state uccise in uno scontro violento tra il Pakistan e l'India.<br />

[11a] A torto o a ragione, l'attitudine del pubblico e della stampa è<br />

quella che gli Ebrei si debbano comportare diversamente.<br />

26.g. MITO<br />

26.g. "Israele !!!!!!!!!!non giustifica così tanta attenzione perché non<br />

è uno degli alleati americani"<br />

285


26.g. <strong>FATTI</strong><br />

Israele fa parte di una relazione unica con gli USA datata alla prima<br />

metà del secolo quando il Congresso approvò la creazione di uno Stato<br />

Ebraico in Palestina.<br />

Harry Truman è generalmente considerato come la "levatrice" nella<br />

nascita del nuovo stato, e gli USA sono stati cruciali economicamente,<br />

diplomaticamente e militarmente nel supporto allo sviluppo e alla<br />

sopravvivenza di Israele.<br />

L'America ha un'affinità con Israele per via dei valori che<br />

condividono - democrazia, amore della libertà, obbligo dell'istruzione -<br />

che si traduce in un vasto rango di persone ....!!!!!!!!!.<br />

Il pubblico è affascinato da questo Popolo del Libro, che ha vagato di<br />

paese in paese attraverso i secoli, ha sofferto grandi persecuzioni, ed<br />

è ritornato alla sua terra d'origine, costruendo una società high-tech<br />

florida, avendo anche combattuto e sconfitto nemici di superiorità<br />

schiacciante.<br />

Gli americani ammirano lo spirito pioniero degli Ebrei che per primi si<br />

sono insediati in Palestina creando i Kibbutzim, in parte perché<br />

rispecchia la loro storia.<br />

Loro amano anche !!!!!!!!!i perdenti, che gli Ebrei continuano ad essere<br />

anche quando Israele che è cresciuta come potenza militare.<br />

Quando Israele è cresciuta come potenza militare, è diventato anche un<br />

alleato strategico che gode dello stato speciale dell'Alleanza Maggiore<br />

Non-NATO.<br />

26.h. MITO<br />

26.h. "Israele ottiene una copertura mediatica favorevole perché gli<br />

ebrei americani controllano i media è hanno una sproporzionata influenza<br />

politica"<br />

26.h. <strong>FATTI</strong><br />

Se gli ebrei controllassero i media, sarebbe improbabile sentire così<br />

tanti reclami degli ebrei stessi relativi all'inclinazione<br />

anti-israeliana della stampa.<br />

286


E' vero che la quantità di attenzione che riceve Israele è correlata col<br />

fatto che la maggior parte della popolazione ebraica nel mondo è negli<br />

USA e che Israele è molto legata agli ebrei americani. Un gran numero di<br />

ebrei occupa posizioni significanti nei media (anche se comunque non<br />

hanno modo di controllare la stampa come invece sostengono gli<br />

antisemiti), e la popolazione ebraica è concentrata per lo più sui<br />

principali mercati come New York e Los Angeles, quindi non è<br />

sorprendente che l'attenzione sia rivolta verso Israele.<br />

Politicamente, gli ebrei esercitano un potere sproporzionato negli USA e<br />

lo usano per supportare politiche che rafforzano le relazioni<br />

Israelo-Statunitensi; comunque non c'è<br />

alcuna evidenza che questo si traduca in una copertura mediatica<br />

favorevole ad Israele.<br />

Si potrebbe sostenere che le forze pro-arabe, così come le industrie<br />

petrolchimiche, hanno molta più influenza sui media ed incoraggiano una<br />

tendenza anti israeliana.<br />

26.i. MITO<br />

26.i. "Gli ufficiali arabi dicono ai giornalisti occidentali le stesse<br />

cose che dicono ai loro popoli"<br />

26.i. <strong>FATTI</strong><br />

Gli ufficiali arabi, esprimono spesso il loro punto di vista in modo<br />

molto diverso quando parlano in inglese rispetto a quando parlano in<br />

arabo.<br />

Esprimono i loro veri sentimenti e le loro posizioni ai loro elettori<br />

nella loro lingua madre. Per l'esterno, comunque gli arabi hanno<br />

imparato a parlare con toni moderati<br />

e spesso riferiscono punti di vista molto diversi quando parlano in<br />

inglese verso ascoltatori occidentali.<br />

Tempo fa, i propagandisti arabi divennero molto più sofisticati.<br />

Ora appaiono continuamente sulla TV americana durante i telegiornali e<br />

sono citati sulla carta stampata e vengono mostrati come persone<br />

ragionevoli con legittimi risentimenti.<br />

287


Ciò che molte di queste persone dicono in arabo, invece, è spesso molto<br />

meno moderato e ragionevole. Da quando gli israeliani possono tradurre<br />

oralmente ciò che dicono gli arabi sono molto più consapevoli<br />

dell'opinione dei loro nemici. Gli americani e gli altri anglofoni,<br />

comunque, possono essere facilmente ingannati con scaltre presentazioni<br />

della propaganda araba.<br />

Per dare solo un esempio, il negoziatore di pace palestinese Saeb Erekat<br />

è frequentemente citato dai media occidentali. Dopo il brutale<br />

assassinio di due teen-agers israeliani il 9 maggio 2001, gli fu chiesto<br />

un commento. Il Washington Post riportò la sua risposta:<br />

Saeb Erekat, un ufficiale palestinese, ha detto in inglese durante la<br />

conferenza stampa che "uccidere civili è un crimine, sia dal lato<br />

israeliano che palestinese." Il commento non è stato riportato sui media<br />

palestinesi in linguaggio arabo. [12]<br />

L'aspetto inusuale della storia è che il Post ha riportato il fatto che<br />

il commento di Erekat è stato ignorato dalla stampa palestinese.<br />

Durante gli anni, Yasser Arafat ha consistentemente detto una cosa in<br />

inglese ai media occidentali e qualcosa di totalmente diverso alla<br />

stampa araba nella sua madre lingua.<br />

Per questo l'amministrazione Bush insistette sul fatto che egli<br />

ripetesse in arabo ciò che aveva detto in inglese, in particolare nelle<br />

condanne degli attacchi terroristici e ai richiami di fine delle violenz<br />

e.<br />

26.l. MITO<br />

26.l. "I giornalisti sono molto esperti della storia mediorientale e<br />

quindi possono contestualizzare correttamente gli eventi correnti"<br />

26.l. <strong>FATTI</strong><br />

Un motivo di incomprensione relativo al medioriente e all'inclinazione<br />

mediatica nella cronaca è l'ignoranza dei giornalisti in quella regione.<br />

Pochi reporters parlano in arabo o in ebraico, perciò hanno un accesso<br />

288


poco o nullo alle fonti primarie. Rigurgitano frequentemente storie che<br />

hanno letto in inglese su pubblicazioni regionali piuttosto che<br />

riportandole indipendentemente.<br />

Quando tentano di porre eventi nel loro contesto storico, spesso<br />

espongono scorrettamente i fatti e un'impressione inesatta e<br />

ingannevole.<br />

Per citare un esempio, durante l'esposizione della storia dei luoghi<br />

sacri a Gerusalemme, Garrick Utley della CNN ha riportato che gli ebrei<br />

potevano pregare presso il Muro del Pianto durante il regno giordano tra<br />

il 1948 e il 1967 [13]. I fatti sono che agli Ebrei era proibita la<br />

visita al loro luogo più sacro. Questo è un punto critico della storia<br />

che aiuta a spiegare la posizione israeliana rispetto a Gerusalemme.<br />

26.m. MITO<br />

26.m. "I media illustrano propriamente il pericolo che gli israeliani<br />

devono affrontare proveniente dai palestinesi "<br />

26.m. <strong>FATTI</strong><br />

Durante l'intifada era comune per i media dipingere la battaglia in<br />

termini di Davide e Golia, un'immagine rinforzata dalle riprese dei<br />

bambini che scagliano pietre contro<br />

I soldati armati. La situazione era in realtà differente, come scoprì il<br />

giornalista americano Sidney Zion nell'agosto del 1988 visitando<br />

Betlemme. Zion fu quasi colpito da una pietra mentre si trovava in taxi.<br />

"E' stato un bene che la pietra mi abbia mancato", disse. "Non l'avevo<br />

vista arrivare, e non sarei sopravvissuto per vedere l'attimo successivo<br />

in cui il guidatore aveva accelerato. Fortunatamente nessuno stava su<br />

quel sedile, ma era evidente che gli arabi non stavano mirando nel<br />

vuoto"<br />

Zion che scrisse di medioriente per oltre 20 anni, disse che ciò i media<br />

americani riportavano lo avevano indotto a credere che "i tiratori di<br />

rocce miravano all'esercito israeliano, e non ai taxi. Avete mai visto<br />

qualcosa di diverso in TV? Avete mai letto qualcosa contraria a ciò sui<br />

giornali? I bambini scagliavano pietre sui soldati, questo è tutto."<br />

"Non era semplicemente capitato a me che i giornalisti americani<br />

avessero soppresso delle notizie di pericolo di vita o morte. Solo un<br />

anno dopo ho scoperto che ciò che accadeva a noi era piuttosto comune,"<br />

scrisse Zion, "ogni maledetto giorno nella Cisgiordania, i civili<br />

israeliani vengono danneggiati cerebralmente da questi simpatici piccoli<br />

arabi e dai loro ciottoli." [15]<br />

L'intifada di al-Aksa è stata rappresentata con molte delle stesse<br />

immagini usate per la prima rivolta, e i media hanno continuato a<br />

distorcere l'impatto sugli israeliani nel modo descritto da Zion.<br />

289


26.n. MITO<br />

26.n. "La copertura mediatica dell'intifada è stata equilibrata e<br />

corretta"<br />

26.n. <strong>FATTI</strong><br />

I membri sinceri dei media hanno ammesso che la copertura dell'intifada<br />

era deviata. Secondo Steven Emerson, quindi un corrispondente della CNN,<br />

i reporter americani hanno accettato il controllo palestinese su ciò che<br />

veniva filmato. Un cameraman israeliano che aveva lavorato per diverse<br />

reti americane disse ad Emerson che "se puntassimo la telecamera verso<br />

la scena sbagliata, saremmo morti." In altri casi, le reti televisive<br />

hanno distribuito dozzine di telecamere ai palestinesi in modo che<br />

fornissero loro stessi il materiale relativo a rivolte, proteste e<br />

funerali. "Non c'è assolutamente modo di assicurare l'autenticità di ciò<br />

che viene filmato, né c'è modo di fermare l'uso delle telecamere come<br />

mezzo per mobilitare le dimostrazioni," scrisse Emerson. [16]<br />

Nonostante quasi un terzo dei palestinesi uccisi nel 1989 fosse stato<br />

assassinato dai loro fratelli arabi, solo 12 delle oltre 150 storie<br />

furono archiviate dalle reti americane in Cisgiordania quell'anno<br />

relative alle reciproche ostilità. "Mentre il terrore politico<br />

palestinese in Cisgiordania non riesce a fare notizia," osservò Emerson,<br />

"le menzogne assolute sulla brutalità israeliana vengono riportate<br />

acriticamente."<br />

Ad esempio, all'inizio del 1988, i reporters furono chiamati<br />

all'ospedale di el-Mokassed a Gerusalemme per filmare un ragazzo<br />

palestinese morente. Il suo dottore palestinese lo mostrò agganciato ai<br />

tubi vitali, e dichiarò che era stato selvaggiamente picchiato<br />

dalle truppe israeliane. L'8 febbraio 1988, Peter Jennings dell'ABC<br />

introdusse il suo servizio dicendo che gli ufficiale dell'ONU "dicono<br />

che gli israeliani hanno picchiato un altro palestinese morto nei<br />

territori." NBC e CBS diedero anch'esse grande clamore a queste<br />

affermazioni.<br />

Ma la storia non era vera. Secondo l'autopsia del bambino e la<br />

documentazione medica, era morto di emorragia cerebrale. Era malato da<br />

più di un anno. Soprattutto le reti americane, scrisse Emerson, "sono<br />

state complici in un raggiro di massa relativo al conflitto in<br />

Cisgiordania”.<br />

290


Il capo dell'NBC a Tel Aviv Martin Flechter riconobbe che l'intifada<br />

aveva posto un problema di correttezza. Notò che i palestinesi<br />

manipolavano i media occidentali dipingendo loro stessi come i "David" e<br />

gli israeliani come i "Golia", una metafora usata da Fletcher stesso in<br />

un servizio nel 1988.<br />

"L'intero insorgere era orientato verso i media, e, senza dubbio, si è<br />

inoltrato a causa si essi," disse. Fletcher ha ammesso apertamente di<br />

aver accettato gli inviti palestinesi a filmare i violenti attacchi<br />

contro gli Ebrei residenti in Cisgiordania.<br />

"E' davvero un caso di manipolazione dei media. E la questione è: Quanto<br />

dobbiamo giocare questo gioco? [Lo facciamo] nello stesso modo in cui ci<br />

presentiamo a tutte le occasioni di far foto a Bush o Reagan.<br />

Continuiamo a giocare perché abbiamo bisogno delle immagini." [17]<br />

26.n. CASE STUDY<br />

Una storia del Washington Post a proposito del ciclo di morte in<br />

Cisgiordania includeva un'intervista con Raed Karmi, un officiale di<br />

al-fatah, la fazione dominante all'interno dell'Organizzazione per la<br />

Liberazione della Palestina di Yasser Arafat.<br />

Il servizio inizia con un'immagine di Karmi che si immette in una<br />

battaglia contro i soldati americani afferrando un fucile d'assalto<br />

M-16. Ciò che la storia sbaglia a menzionare è che la polizia<br />

palestinese non dovrebbe essere armata.<br />

Il servizio implica che la violenza di israeliani e palestinesi è<br />

equivalente i questo "ciclo" poiché Karmi dice che sta agendo per<br />

vendicare la morte di un palestinese assassinato dagli israeliani per<br />

aver organizzato un attentato terroristico.<br />

Karmi ammette che ha partecipato al rapimento e all'uccisione con un'<br />

esecuzione di due israeliani che stavano pranzando in un ristorante a<br />

Tulkarem, Karmi era stato imprigionato dall'Autorità Palestinese, ma fu<br />

rilasciato dopo solo quattro mesi e in seguito ha ucciso altri quattro<br />

israeliani, incluso un uomo che comprava delle spezie ed un uomo a cui<br />

aveva teso un agguato. "Continuerò ad attaccare gli israeliani", ha<br />

dichiarato al Post.[18]<br />

26.o. MITO<br />

26.o. "Israele non può negare la verità delle foto che illustrano i suoi<br />

291


abusi"<br />

26.o. <strong>FATTI</strong><br />

Una foto può essere meglio di mille parole, ma a volte le foto e le<br />

parole usate per descrivere sono distorte e devianti.<br />

Non c'è dubbio che i fotografi e le telecamere cercano le foto più<br />

drammatiche che possano trovare, che molto spesso mostrano il brutale<br />

Israele-Golia che maltratta il David-Palestinese sofferente, ma il<br />

contesto spesso manca.<br />

In un classico esempio, l'Associated Press ha diffuso la foto (<br />

http://www.us-israel.org/jsource/images/roshpic.jpg ) in tutto il mondo.<br />

La drammatica immagine fu pubblicata sul New York Times [19] e ha<br />

fomentato il risentimento internazionale dato che la didascalia, fornita<br />

dall'AP, diceva:"Un poliziotto israeliano e un palestinese sul Monte del<br />

Tempio".<br />

Scattata in un momento in cui i palestinesi si rivoltavano a fronte<br />

della visita controversa di Ariel Sharon alla moschea di al-Aksa, la<br />

foto appariva essere un lampante<br />

caso della brutalità israeliana. Si è scoperto, comunque, che la<br />

didascalia era scorretta e che la foto in realtà mostrava un incidente<br />

che avrebbe dovuto trasmettere quasi l'impressione opposta a quella<br />

suscitata, se fosse stata riportata correttamente.<br />

Infatti la vittima non era un palestinese picchiato da un soldato<br />

israeliano, si trattava bensì di un poliziotto che proteggeva uno<br />

studente ebreo americano, Tuvia Grossman, che si trovava in taxi quando<br />

fu colpito da una pietra di un palestinese. Grossman era stato tirato<br />

fuori dal taxi, picchiato e pugnalato. Riuscito a liberarsi si era<br />

diretto verso un poliziotto israeliano. In quel momento il fotografo ha<br />

scattato la foto.<br />

Oltre a fare un torto alla vittima, l'AP ha anche erroneamente riportato<br />

che la fotografia era stata fatta sul Monte del Tempio. (NdT: dove non<br />

sono notoriamente presenti distributori di benzina)<br />

Quando l'AP fu avvertita dei suoi errori, ha apportato una serie di<br />

correzioni, molte delle quali non portano ancora alla storia<br />

direttamente. Com'è tipico, quando i media commettono un errore, il<br />

danno è già fatto. Molte emittenti che avevano usato la foto non hanno<br />

poi pubblicato i chiarimenti. Altri hanno pubblicato correzioni che non<br />

hanno ricevuto un rilievo lontanamente paragonabile alla storia<br />

iniziale.<br />

292


Un altro esempio di come le foto possono essere drammatiche e fuorvianti<br />

è quello della foto della Reuters mostrata (<br />

http://www.us-israel.org/jsource/images/reuterpic.jpg ) in cui si ritrae<br />

un giovane palestinese arrestato dalla polizia il 6 aprile 2001. Il<br />

ragazzo è ovviamente spaventato e ha i pantaloni bagnati. Ancora una<br />

volta la foto ha attratto la pubblicità del mondo e ha rinforzato<br />

l'immagine mediatica degli Israeliani come brutali occupanti che abusano<br />

di bambini innocenti.<br />

In questo caso è il contesto ad essere fuorviante. Un altro fotografo<br />

della Reuters aveva scattato la fotografia mostrata in (<br />

http://www.us-israel.org/jsource/images/reuterpic2.jpg ) poco prima che<br />

venisse scattata la precedente.<br />

Mostra lo stesso ragazzo che partecipa in una rivolta contro i soldati<br />

israeliani. Pochi media hanno pubblicato questa foto.<br />

26.p. MITO<br />

26.p. "La stampa non fa apologie dei terroristi"<br />

26.p. <strong>FATTI</strong><br />

Al contrario, i media accettano quotidianamente e ripetono le banalità<br />

dei terroristi e dei loro portavoce che devono tirar l'acqua al loro<br />

mulino. La stampa tratta ingenuamente le affermazioni che dicono<br />

che gli attacchi contro i civili innocenti sono atti di "combattenti di<br />

libertà". Negli anni recenti alcune organizzazioni di informazione hanno<br />

sviluppato una resistenza al termine "terrorista" e l'hanno sostituito<br />

con eufemismi come "militante" perché non vogliono essere visti come<br />

coloro che prendono parte o danno un giudizio su questi assassini.<br />

Ad esempio, dopo che un terrorista suicida palestinese si era fatto<br />

esplodere in una pizzeria a Gerusalemme il 9 agosto 2001 uccidendo 15<br />

persone, il terrorista è stato descritto come un "militante" (Los<br />

Angeles Times, Chicago Tribune, NBC Nightly News) e "bombarolo suicida"<br />

(New York Times, USA Today).<br />

293


Le News della ABC non usarono la parola "terrorista". Al contrario, ogni<br />

testata giornalistica ha definito l'attacco dell'11 settembre contro gli<br />

Stati Uniti un attacco terroristico.<br />

Clifford May della Rete di <strong>Informazione</strong> del Medio Oriente ha evidenziato<br />

l'assurdità della copertura mediatica:"Nessun giornale scriverebbe,<br />

'Militanti hanno colpito il World Trade Center ieri', o direbbe,<br />

'Potrebbero considerarsi come combattenti per la libertà, e chi siamo<br />

noi per giudicare, noi siamo persone di informazione.'"[19a]<br />

Più che un'apologia dei terroristi, i media a volte ritraggono le<br />

vittime del terrore come equivalenti ai terroristi stessi.<br />

Ad esempio, le foto che vengono a volte mostrate delle vittime<br />

israeliane sulla stessa pagina con le foto degli israeliani che<br />

catturano i terroristi, danno l'idea, ad esempio, che i palestinesi<br />

ammanettati e bendati da un soldato è una vittima tanto quanto una donna<br />

sotto shock mentre viene aiutata sulla scena di un attacco terroristico.<br />

In uno degli esempi più incredibili, dopo un attacco suicida a Petah<br />

Tikwa il 27 maggio 2002, la CNN intervistò la madre del terrorista,<br />

Jihad Titi. I genitori della bambina di 15 mesi uccisa nell'attacco,<br />

Chen e Lior Keinan, furono anch'essi intervistati.<br />

Le interviste coi Keinan non furono mostrate dalla CNN internazionale in<br />

Israele o altrove nel mondo se non dopo diverse ore in cui l'intervista<br />

alla madre di Titi era stata diffusa svariate volte.<br />

Questo era anche troppo per la CNN, che di conseguenza annunciò una<br />

politica di cambiamento laddove non avrebbe più "riportato su frasi dei<br />

terroristi suicidi o delle loro famiglie a meno che non ci sia una<br />

ragione impellente per farlo"[20a]<br />

26.q. MITO<br />

26.q. "L'autorità palestinese non pone alcuna restrizione ai giornalisti<br />

stranieri"<br />

26.q. <strong>FATTI</strong><br />

294


Un caso di studio dell'idea dell'Autorità Palestinese di libertà di<br />

stampa si è verificato a seguito dell'attacco terroristico dell'11<br />

settembre contro gli Stati Uniti.<br />

Un cameraman dell'Associated Press aveva filmato un raduno di<br />

palestinesi a Nablus che festeggiavano gli attacchi terroristici il<br />

quale era stato convocato in un ufficio di sicurezza dell'Autorità<br />

Palestinese e gli era stato detto che il materiale non andava trasmesso.<br />

I Tanzim di Yasser Arafat avevano anche affermato di minacciarlo se<br />

avesse mandato in onda il filmato. Anche un altro fotografo dell'AP si<br />

trovava sul luogo dell'incontro. Era stato avvertito di non fare foto e<br />

di obbedire.<br />

Diversi ufficiali dell'Autorità Palestinesi dissero all'AP di<br />

Gerusalemme di non mandare in onda il video. Ahmed Abdel Rahman, il<br />

segretario del Gabinetto di Arafat, disse che l'Autorità Palestinese non<br />

poteva garantire la vita del cameraman se il documento fosse stato<br />

trasmesso. [20b]<br />

Al cameraman fu richiesto che il materiale non venisse trasmesso e, l'AP<br />

cedette al ricatto e si rifiutò di rilasciare il materiale.<br />

Più di una settimana dopo, l'Autorità Palestinese rilasciò il filmato<br />

che aveva confiscato all'AP che mostrava un raduno nella striscia di<br />

Gaza in cui alcuni dimostranti portavano dei ritratti supportavano il<br />

terrorista saudita Osama bin Laden. Due parti separate del filmato di<br />

sei minuti che includevano elementi chiave erano state cancellate dai<br />

Palestinesi, secondo un ufficiale dell'AP.[20c]<br />

L'Associazione della Stampa Estera (FPA) in Israele espresse "molta<br />

preoccupazione in merito alle molestie subite dai giornalisti da parte<br />

dell'Autorità Palestinese, poiché le forze di polizia e gli uomini<br />

armati cercavano di impedire foto e filmati relativi al raduno a Nablus<br />

di Giovedì dove centinaia di palestinesi hanno celebrato gli attacchi<br />

terroristici a New York e Washington." L'FPA ha anche condannato la<br />

minaccia contro i fotografi e "l'atteggiamento degli ufficiali<br />

palestinesi che non hanno fatto alcuno sforzo per contenere le minacce,<br />

controllare la situazione, o per garantire l'incolumità dei giornalisti<br />

e la libertà di stampa."<br />

La radio israeliana riportò il 14 settembre 2001 che l'Autorità<br />

Palestinese si era impadronita di tutto l'insieme dei filmati di quel<br />

giorno ripresi dai fotografi di varie agenzie di stampa internazionali<br />

(arabe incluse) relative ai festeggiamenti degli attacchi contro<br />

l'America tenutisi nelle città attraverso la Cisgiordania e Gaza da<br />

Hamas. I celebranti avevano innalzato le foto del terrorista ricercato<br />

295


Osama Bin Laden.[21]<br />

Esattamente gli stessi programmi di notizie e le reti che diffondono le<br />

foto opportunamente prodotte dall'Autorità Palestinese (Arafat che dona<br />

il sangue, gli studenti palestinesi in un momento di silenzio, dei<br />

poster che supportano l'America)<br />

hanno mancato di riportare la notizia che l'Autorità Palestinese usa il<br />

terrore e l'intimidazione per scoraggiare la diffusione di notizie<br />

sfavorevoli.<br />

Nell'Ottobre 2001, dopo che gli USA avevano lanciato l'attacco contro<br />

l'Afghanistan, i palestinesi che supportavano Osama bin Laden avevano<br />

organizzato raduni nella striscia di Gaza che erano stati soppressi<br />

brutalmente dalla polizia palestinese.<br />

I Reporters Senza Frontiere di Parigi avevano dato vita ad un'aspra<br />

protesta contro l'Autorità palestinese. "Temiamo che l'Autorità<br />

palestinese prenda vantaggio dal focus dei media internazionali sulla<br />

risposta americana per impedire ancora di più il diritto di<br />

un'informazione libera", disse Robert Menard, segretario generale<br />

dell'organizzazione dei giornalisti.<br />

Il gruppo aveva anche protestato contro gli ordini palestinesi di non<br />

diffondere le chiamate alle rivolte generali, alle attività<br />

nazionalistiche, alle dimostrazioni e ad altre notizie senza il permesso<br />

dell'Autorità palestinese. L'obiettivo del blackout giornalistico era<br />

espresso da un ufficiale palestinese anonimo, "Non vogliamo niente che<br />

possa minare la nostra immagine."[22]<br />

Nell'Agosto 2002, l'unione dei giornalisti palestinesi vietarono ai<br />

giornalisti di fotografare i bambini palestinesi mentre trasportavano<br />

armi o mentre prendevano parte alle attività delle organizzazioni<br />

terroristiche perché queste foto urtavano l'immagine palestinese. Il<br />

divieto uscì dopo che molte foto erano state mostrate in cui si<br />

ritraevano bambini<br />

che trasportavano armi ed erano vestiti come terroristi suicidi. Poco<br />

dopo prima dell'azione dell'unione, sei bambini erano stati ritratti<br />

mentre trasportavano fucili M16 e Kalashnikov durante un raduno pro-Iraq<br />

nella striscia di Gaza. Un altro gruppo, il sindacato dei Giornalisti<br />

Palestinesi, realizzò un divieto simile che includeva le foto di uomini<br />

mascherati. L'Associazione della Stampa Estera espresse una "profonda<br />

preoccupazione" relativa allo sforzo di censurare la stampa, e alla<br />

minaccia di sanzioni contro i giornalisti che avrebbero disobbedito al<br />

divieto.[22a]<br />

I giornalisti delle nazioni arabe sono anch'essi soggetti alla censura.<br />

Nel gennaio 2003, ad esempio, il Servizio di Intelligence generale<br />

dell'Autorità palestinese arrestò un corrispondente della televisione<br />

al-Jazeera.<br />

Il giornalista era accusato di nuocere all'interesse nazionale del<br />

popolo palestinese riportando che al-Fatah aveva dichiarato la sua<br />

296


esponsabilità di un attacco suicida a Tel-Aviv.<br />

26.r. MITO<br />

26.r. "Al-jazeera è la CNN araba e fornisce al mondo arabo una fonte<br />

obiettiva di notizie"<br />

26.r. <strong>FATTI</strong><br />

Al-jazeera è una rete televisiva in lingua araba con sede nel Qatar<br />

ampiamente seguita in tutto il mondo arabo.<br />

Il canale nacque nel 1996 come un piccolo progetto di un emiro del<br />

Qatar, Sheik Hamad bin-Khalifa al-Thani ed ha guadagnato importanza<br />

durante la guerra USA in Afghanistan per i suoi lunghi contatti coi<br />

Talebani e con Osama bin Laden. Mandando in onda una serie di punti di<br />

vista, inclusi quelli degli ufficiali dell'amministrazione Bush, la rete<br />

tentava di creare l'impressione di essere una fonte obiettiva di notizie<br />

per il mondo arabo. Infatti, Al-jazeera ha una lunga storia come testata<br />

di propaganda per gli estremisti del mondo arabo. Uno scolaro musulmano<br />

aveva criticato la rete per aver incitato le masse arabe contro<br />

l'Occidente e per aver fatto bin Laden e i suoi aiutanti delle<br />

celebrità. "C'è una differenza tra il dare alle diverse opinioni<br />

un'opportunità [di essere sentite] e lasciare<br />

lo schermo aperto agli assassini armati per diffondere le loro idee",<br />

disse il Dr. Abd Al-Hamid Al-Ansari, preside della facoltà di Shar'ia e<br />

Legge della Università del Qatar.[23]<br />

In un'intervista a 60 Minutes, a un corrispondente di al-Jazeera era<br />

stato intervistato in merito alla cronaca della questione palestinese.<br />

Si riferiva ai palestinesi uccisi come "martiri". Quando Ed Bradley<br />

evidenziò che gli israeliani li avrebbero piuttosto chiamati terroristi,<br />

rispose, "Questo è un problema degli israeliani. E' un punto di vista".<br />

Quando gli fu chiesto come chiamava gli israeliani che vengono uccisi<br />

dai palestinesi, il reporter rispose, "Li chiamiamo così: israeliani<br />

uccisi dai palestinesi". Bradlet aggiunse che la copertura di al-Jazeera<br />

dell'intifada era "accreditata con crescenti dimostrazioni<br />

pro-palestinesi in tutto il medioriente." [24]<br />

297


26.s. MITO<br />

26.s. "I media esaminano attentamente le affermazioni palestinesi prima<br />

di pubblicarle"<br />

26.s. <strong>FATTI</strong><br />

I palestinesi hanno imparato che possono seminare quasi tutte le<br />

informazioni ai media e sarà pubblicata o diffusa da qualche parte.<br />

Una volta che viene raccolta da una testata giornalistica, è<br />

inevitabilmente ripetuta dagli altri. Rapidamente, la disinformazione<br />

può prendere il sopravvento sull'apparenza dei fatti, e mentre Israele<br />

può presentare l'evidenza per correggere le inesattezze che sono<br />

riportate, il danno di solito è già fatto. Una volta che l'immagine o<br />

l'impressione è nella mente di qualcuno, è spesso difficile, se non<br />

impossibile cancellarla.<br />

Si dice che ci sono tre tipi di bugie: bugie, bugie dannate e<br />

statistiche.<br />

Un punto della propaganda palestinese è stato di distribuire false<br />

statistiche in uno sforzo in cui si cercava di mostrare le azioni<br />

israeliane come mostruose.<br />

Ad esempio, se un incidente coinvolgeva alcuni morti o distruzioni,<br />

esageravano enormemente le figure e i media ingenui ripetevano i dati<br />

prefabbricati finché non diventavano accettati da tutti come accurati.<br />

Questo è accaduto, ad esempio, durante la guerra del Libano quando il<br />

fratello di Yasser Arafat aveva affermato che le operazioni di Israele<br />

avevano lasciato 600.000 libanesi senza casa.<br />

Aveva alzato la cifra, ma era stato ripetuto dalla Commissione<br />

internazionale della Croce Rossa e pubblicizzato dai media. In quel<br />

momento l'ICRC aveva ripudiato quella figura, era tropo tardi per<br />

cambiare l'impressione delle operazioni militari d'Israele che per<br />

difendere se stesso dagli attacchi terroristici sui suoi confini<br />

settentrionali aveva creato senza scrupoli il problema dei rifugiati.<br />

Questo era accaduto anche dopo l'operazione israeliana a Jenin<br />

nell'aprile 2002 quando il portavoce palestinese Saeb Erekat disse alla<br />

CNN il 17 aprile che almeno 500 persone erano state massacrate e 1600<br />

persone, incluse donne e bambini erano dispersi.<br />

Erekeat non poteva produrre alcuna prova per le sue affermazioni e<br />

298


infatti, !!!!!!!!!!la commissione del riesame dei palestinesi riportò<br />

che il morti arrivavano al massimo a 56 di cui 34 erano combattenti. Non<br />

erano riportate donne o bambini dispersi.<br />

Ciò che forse è maggiormente offensivo più che la ripetizione della<br />

bugia di Erekeat è che i media continuano a trattarlo come un portavoce<br />

legittimato, dandogli un accesso che gli permette di disseminare<br />

regolarmente disinformazione. Se un ufficiale americano fosse stato<br />

trovato colpevole di aver mentito, avrebbe probabilmente perso tutta la<br />

sua credibilità e avrebbe poche o nessuna chance di partecipare a una<br />

discussione per esprimere il suo punto di vista.<br />

NOTE<br />

1. Daniel Pipes, The Long Shadow: Culture and Politics in the Middle<br />

East, (NJ: Transaction Publishers, 1990), p. 278.<br />

2. Pipes, p. 278.<br />

3. Jerusalem Report, (May 7, 1991).<br />

4. Associated Press and Jerusalem Post, (September 13, 2001); Jewish<br />

Telegraphic Agency, (September 20, 2001).<br />

5. New York Jewish Week, (August 31, 2001).<br />

6. Jerusalem Report, (May 7, 1991).<br />

7. Al Hayat-Al-Jadidah, (October 16, 2001)<br />

8. Al Hayat-Al-Jadidah (November 2, 2001)<br />

9. Jewish Telegraphic Agency, (September 12, 2001).<br />

10. Near East Report, (August 5, 1991).<br />

10a. Jerusalem Report, (April 22, 2002).<br />

10b. Jerusalem Report, (April 22, 2002).<br />

11. Report filed by Jean Pierre Martin on October 5, 2000, a day after<br />

his Belgian television team from RTL-TV1 was filming in the area of<br />

Ramallah.<br />

11a. Washington Post, (July 18, 2001).<br />

12. Washington Post, (May 10, 2001).<br />

13. CNN, (October 10, 2000).<br />

14. Al-Hamishmar, (December 6, 1991).<br />

299


15. Sidney Zion, "Intifada Blues," Penthouse, (March 1990), pp. 56, 63.<br />

16. Wall Street Journal, (February 21, 1990).<br />

17. Near East Report, (August 5, 1991).<br />

18. Washington Post, (September 7, 2001).<br />

19. New York Times, (September 30, 2000).<br />

19a. Washington Post, (September 13, 2001).<br />

20. Washington Post, (September 13, 2001).<br />

20a. Forward, (June 28, 2002).<br />

20b. AP, (September 12, 2001).<br />

20c. Jewish Telegraphic Agency, (September 20, 2001).<br />

21. Associated Press and Jerusalem Post, (September 13, 2001); IMRA,<br />

(September 13-14, 2001); Jewish Telegraphic Agency, (September 20,<br />

2001).<br />

22. Jerusalem Post, (October 10, 2001).<br />

22a. Jerusalem Post, (August 26, 2002).<br />

23. Al-Raya (Qatar), (January 6, 2002).<br />

24. 60 Minutes, "Inside Al Jazeera," (October 10, 2001).<br />

25. Washington Post, (June 25, 1982).<br />

26. New York Post, (May 3, 2002).<br />

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