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Consapevolezza e memoria - Ripeness is all

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1<br />

Anna Abbiate Fubini<br />

...quanto fanno male i sentimenti che rimangono dentro a marcire,<br />

i pensieri inc<strong>is</strong>tati e senza voce...<br />

<strong>Consapevolezza</strong> e <strong>memoria</strong><br />

Quando la cartella clinica è terapeutica...<br />

Dare ai ricordi una specie di seconda vita?<br />

edizioni<br />

libreria cortina<br />

torino


3<br />

Anna Abbiate Fubini<br />

<strong>Consapevolezza</strong> e <strong>memoria</strong><br />

edizioni<br />

libreria cortina<br />

torino


4<br />

SUPPLEMENTO AL VOLUME:<br />

Bambini di ieri = adulti di oggi<br />

Adulti di oggi adulti di domani<br />

© Anna Abbiate Fubini<br />

Libreria Cortina Torino srl<br />

Corso Marconi, 34/a - 10125 Torino / Italy<br />

ISBN 978-88-8239-153-9<br />

La riproduzione anche parziale di questo testo senza<br />

esplicita autorizzazione costitu<strong>is</strong>ce reato.<br />

Dicembre 2010


5<br />

INDICE<br />

Capitolo 1 Presentazione metodologia e introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 7<br />

#lungo percorso, #presentazione, #prima e dopo,<br />

#Introduzione esplicativa, #Ricerca della normalità, #sviluppi<br />

Capitolo 2 <strong>Consapevolezza</strong> e <strong>memoria</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 33<br />

#presupposti, #tempo e rappresentazione, #grande dolore,<br />

#testimonianza, #resilienza, #prospettive contrarie,<br />

#organizzatori-induttori, #<strong>memoria</strong> e consapevolezza,<br />

#meccan<strong>is</strong>mi di difesa, #personalità multiple, #importanza dei sensi,<br />

#nascita e prenascita, #non tutti la pensano così, #consapevolezza,<br />

#segnalazioni<br />

Capitolo 3 Cartella clinica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 93<br />

#Occhio e Parola, #Sinestesie e complessità, #nevrosi e psicosi,<br />

#Cartella CURA, #anamnesi familiare e remot<strong>is</strong>sima,<br />

#infanzia e medicina, #psicoanal<strong>is</strong>i, #individualità sviluppo evoluzione<br />

#transfert, #Importanza dei sensi<br />

Capitolo 4 Medicina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 143<br />

#presupposti, #anamnesi, #corpo, #anamnesi e terapia, #feromoni,<br />

#integronics, #emozioni, #<strong>is</strong>tinti, #psichiatria,<br />

#cambiamento inconcepibile, #anamnesi remota<br />

Capitolo 5 Testimonianze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 211<br />

#Giganti artificiali, #Mengele, #bambine incinte, #morte dell'anima,<br />

#colica renale, #gravidanza, #presenza amica, #programmazione,<br />

#i cervelli, #Mike, #monkey, #strage Levante, #Regina Louf,<br />

#Ucc<strong>is</strong>i e ucc<strong>is</strong>ori, #monk, #macchina da guerra, #Sonderkommando,<br />

#descrizione agghiacciante, #resilienza-recupero<br />

Capitolo 6 Un brutto sogno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 281<br />

#premessa, #scienza, #metodo dati, #considerazioni conclusioni,<br />

#bambina felice, #contrario, #ClaudeBernard, #bibliografia<br />

Capitolo 7 L'importanza dei ricordi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 301<br />

#aggiornamenti, #denuncia, #speranza<br />

Capitolo 8 Considerazioni e conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 311<br />

#premesse, #teoria, #sviluppano le inviluppate,<br />

#svolgere sviluppare, #s<strong>is</strong>temi collettivi, #glossario


QUARTA DIMENSIONE<br />

Il concetto dell' ESSERE appartiene di diritto <strong>all</strong>a FILOSOFIA<br />

FILOSOFIA, come pure l'altro<br />

fondamentale e più esteso principio: l'essenza del TEMPO TEMPO, dei cambiamenti, delle evoluzioni, in<br />

sostanza della QUARTA DIMENSIONE di tutto ed ancor più degli esseri viventi.<br />

Da qui ogni fatto e soggettivamente ogni momento della vita si trasfer<strong>is</strong>ce nella MEMORIA e<br />

nel suo materializzarsi - consapevole - in continua rinnovata ESPERIENZA<br />

ESPERIENZA.<br />

L'infanzia non es<strong>is</strong>te. Es<strong>is</strong>te lo sviluppo e lo sviluppo è cambiamento liberatorio<br />

(*) Albert Einstein e la quarta dimensione<br />

Un aneddoto che forse non è realmente accaduto, ma che è comunque molto <strong>is</strong>truttivo.<br />

Un vecchio indovinello geometrico riproposto sotto forma di aneddoto nel libro di Maria Toffetti,<br />

spiega con facilità il concetto di quarta dimensione, troppo spesso non accettata o relegata a<br />

fumoserie irrazional<strong>is</strong>tiche, un concetto invece che sembrerebbe ovvio sia sul piano generale sia e<br />

tanto più sul piano delle es<strong>is</strong>tenze degli esseri viventi.<br />

Anche Albert Einstein si occupò di tetraedri: a un convegno, criticato per la sua inattesa concezione di<br />

uno spazio-tempo a quattro dimensioni dimensioni, chiese ai colleghi di costruire quattro triangoli equilateri<br />

con sei stuzzicadenti. Nessuno dei presenti riuscì a posizionare su un piano gli stuzzicadenti per formare<br />

i triangoli richiesti, il che è appunto impossibile. Allora Einstein costruì un tetraedro con i sei bastoncini<br />

e commentò: "Se Se non sapete usare la terza dimensione, che sperimentate tutti i giorni,<br />

come sperate di capire la quarta? quarta?"<br />

L'infanzia non es<strong>is</strong>te. Es<strong>is</strong>te lo sviluppo e lo sviluppo è cambiamento liberatorio?<br />

La vita è breve breve, , l'arte lunga lunga. .<br />

l'esperienza ingannevole, il giudizio difficile...? - Ippocrate<br />

Bambini? Il NUOVO che avanza...<br />

Immaturità?<br />

L'infanzia non es<strong>is</strong>te. Es<strong>is</strong>te lo sviluppo<br />

e lo sviluppo è cambiamento liberatorio


7<br />

Presentazione metodologica e introduzione<br />

Indice interno<br />

#lungo_percorso, #presentazione, #prima_e_dopo, #Introduzione esplicativa,<br />

#Ricerca della normalità, #sviluppi<br />

Bambini di IERI = adulti di oggi<br />

Adulti di oggi<br />

adulti di DOMANI<br />

Toutes les grandes personnes ont d'abord été des enfants:<br />

ma<strong>is</strong> peu d'entre elles s'en souviennent<br />

(E infatti la freccia "->" del titolo sta sia per "verso" che per "contro")<br />

Considerate la vostra semenza<br />

fatti non foste a viver come<br />

bruti<br />

ma per seguir virtute e<br />

conoscenza<br />

– 7 –<br />

Il bambino che cresce<br />

si impegna in esperienze<br />

fondamentali<br />

secondo ritmi e fasi<br />

che appartengono solo a lui.


8<br />

Bambini? Il NUOVO che avanza...<br />

Immaturità?<br />

L'infanzia non es<strong>is</strong>te.<br />

Es<strong>is</strong>te lo sviluppo e lo sviluppo è<br />

cambiamento liberatorio<br />

Il PRIMO PASSO DI UN LUNGO PERCORSO<br />

Bambini Bambini di di IERI IERI = = adulti adulti di di oggi. oggi. Adulti Adulti di di oggi oggi -> -> adulti adulti di di<br />

DOMANI?<br />

DOMANI<br />

In questa prospettiva non a caso è stata scelta l'ambiguità della freccia "->" del<br />

titolo che può stare sta sia per "verso" che per "contro".<br />

L'infanzia L'infanzia non non es<strong>is</strong>te: es<strong>is</strong>te: Es<strong>is</strong>te Es<strong>is</strong>te lo lo sviluppo sviluppo e e lo lo sviluppo sviluppo èè<br />

cambiamento cambiamento liberatorio<br />

liberatorio<br />

1. Questo sito e i libri che ne derivano NON vanno letti come se fossero un<br />

semplice testo di sociologia, né - tanto meno - come un compendio di<br />

"consigli" e descrizioni indirizzate a problematiche familiari: è una<br />

"filosofica" enciclopedia tematica in cui ogni argomento va considerato di<br />

volta in volta.<br />

2. Il significato prevalente dell'insieme degli studi qui d<strong>is</strong>cussi utilizza - anzi:<br />

valorizza - il significato di INFANZIA come dinamico basilare inizio in cui<br />

si sostanzia la vera natura dell'essere umano.<br />

3. Il concetto dell' ESSERE appartiene <strong>all</strong>a FILOSOFIA, come l'altro<br />

fondamentale e complementare principio: l'essenza del TEMPO, dei<br />

cambiamenti, delle evoluzioni, in sostanza della QUARTA DIMENSIONE<br />

degli esseri viventi.<br />

4. Da qui: nella MEMORIA e nel suo materializzarsi - consapevole - in<br />

rinnovabile ESPERIENZA.<br />

Il titolo stesso di un file del sito - Imbroglio è il contrario di sviluppo -<br />

puntualizza l'idea che sviluppo è il contrario di Imbroglio - vedi lemma relativo<br />

del Dizionario dei Sinonimi e contrari di Niccolò Tommaseo - in par<strong>all</strong>elo ai<br />

preconcetti che si autoconfermano spiegati in un altro file TOTEM AND TABOO<br />

REVISITED: awful and fertile r<strong>is</strong>e of new superstions.


9<br />

Ma, partendo da simili basi, si vanno a toccare punti nevralgici tali da<br />

produrre res<strong>is</strong>tenze anche accanite; per cui questi argomenti debbono<br />

trovar spazio in capitoli particolarmente dedicati appunto a controversie.<br />

E, dato che le controversie r<strong>is</strong>chiano sempre più di travalicare in<br />

interpretazioni fasulle, è stato necessario aggiungere al sito Opinioni, fatti,<br />

accuse e Opinion, fact. complaint, capitoli dedicati a dirimere malintesi e<br />

ambiguità.<br />

PERCORSI SUCCESSIVI: CONTINUITA' PROFESSIONALE<br />

La vita è breve, l'arte lunga. l'esperienza<br />

ingannevole, il giudizio difficile difficile. - Ippocrate<br />

Presentazione professionale<br />

I capitoli introduttivi di impostazione e inizio forn<strong>is</strong>cono a tutto il lavoro<br />

essenziali basi di significatività: seguiti e concretizzati da capitoli in cui si<br />

evidenzia il percorso teorico personale dell'autore se offrono presentazioni<br />

generiche supportano la serie di principi e scopi prioritari in cui sono<br />

energicamente sottolineati in dettaglio i concetti fondanti: ne deriva<br />

un'esposizione "multimediale" e enciclopedica, in cui i dati ricompaiono - e più<br />

volte - d<strong>is</strong>tribuiti in lemmi e NON in una serie regolare strutturata in capitoli.<br />

"quarta dimensione" interiore dell'es<strong>is</strong>tenza umana:<br />

a partire d<strong>all</strong>'infanzia e dai suoi passaggi obbligati di sviluppo<br />

a seguire d<strong>all</strong>'ininterrotta presenza della <strong>memoria</strong> - sia conscia e fonte di<br />

significativa "esperienza"<br />

sia inconscia, rifiutata e "rimossa": in quanto tale causa non solo di<br />

patologie personali ma anche e soprattutto di mal funzionanti relazioni con<br />

l'esterno.<br />

A questo proposito va considerata ogni inter-azione tra corpi viventi non<br />

solo fra loro ma verso il e derivante dal mondo esterno globalmente inteso,<br />

così in altri termini si sostanzia il concetto di PSICOSOMATICA sia come<br />

Medicina ma anche in genere come "scienza".


10<br />

Purtroppo lo studio delle POSSIBILITA' EVOLUTIVE degli esseri umani non<br />

comporta soltanto aperture "positive": anche la MALVAGITA' e sue<br />

concrete attuazioni ne fanno real<strong>is</strong>ticamente parte e debbono venir<br />

segnalate.<br />

Fortunatamente di r<strong>is</strong>contro però vanno riconosciute le enormi possibilità<br />

non solo di resilienza personale<br />

come pure il vitale arrichimento collettivo dato da vicende straordinarie e<br />

terribili esperite, riconosciute, definite e trasmesse.<br />

PERCORSI SUCCESSIVI: CONTINUITA' GENERAZIONALE<br />

... nipoti... figli... genitori... nonni...: parenti dell'umanità La nonnità dà il senso<br />

della continuità dopo di noi e, sconfinando nella continuità generazionale (essendo<br />

stati figli e nipoti), consente di riconoscersi parenti nell'umanità<br />

FINE DEI PERCORSI: INTERRUZIONE E TERMINE<br />

Danza del TEMPO: la vita è corta anche per coloro che passano il tempo<br />

trovandola lunga...<br />

Danza lenta<br />

Presentazione metodologica generale<br />

Richiede mezzi espositivi agili e facilmente modificabili l'addentarsi nel campo<br />

dei PERCORSI dello SVILUPPO UMANO: così vasto, così intrinsecamente carico<br />

di valenze emotive in quanto CIASCUNO nel bene o nel male ne è<br />

PROTAGONISTA, un campo di studi teorizzato in un conseguente settore<br />

straripante di dati cron<strong>is</strong>tici, interpretativi e bibliografici d<strong>is</strong>cordanti e in rapido<br />

divenire. La scrittura telematica forn<strong>is</strong>ce e pred<strong>is</strong>pone ampie possibilità di dar<br />

forma dinamica ai contenuti principali di un lungo lavoro di ricerca, e si presta<br />

non solo ad una presentazione ampiamente d<strong>is</strong>ponibile di dati aggiornati in<br />

quanto tali, ma - pemettendo di ripensarli e rid<strong>is</strong>cuterli in continuative possibilità<br />

di r<strong>is</strong>contri, d<strong>is</strong>cussioni, partecipazioni e approfondimenti - li rende più che<br />

condiv<strong>is</strong>ibili: può trasformare nell'immediato ogni fruitore in un autentico coautore,<br />

e renderne riconoscibili i personali apporti - pur r<strong>is</strong>pettandone


11<br />

l'anonimato - evidenziandoli con caratteri grafici peculiati. Specifica cura di<br />

questo sito sono stati quindi nel tempo i rinnovamenti stimolati anche da diretti<br />

commenti e r<strong>is</strong>contri: in rete i molti file e citazioni anche in inglese vi si trovano<br />

per meglio sviluppare reciproci aggiornamenti, soprattutto per poter raggiungere<br />

nello spazio e fra i diversi popoli più differenziate informazioni e r<strong>is</strong>contri e<br />

avviare sempre più validi e scambievoli <strong>all</strong>argamenti di orizzonti.<br />

La lettura di lunghi paragrafi, spesso anche impegnativi come contenuti, non è<br />

comunque troppo agevole su di uno schermo di computer: per questo come<br />

completamento del sito vengono proposte in italiano e in inglese anche versioni<br />

libresche, in cui ovviamente viene a perdersi la vivace circolarità, e la<br />

prontezza di presentazione di nuovi dati. Il vantaggio in soggettiva di un libro è<br />

che lo si può leggere ovunque e magari evidenziarvi i passaggi per sé più<br />

significativi, mentre la diffusibilità di un sito Web lo caratterizza nell'essere<br />

un’aperta e mobil<strong>is</strong>sima bibliografia di rimandi immediati ipertestuali che può<br />

seguire tempestivamente ogni nuova acqu<strong>is</strong>izione di dati e permettere gli<br />

opportuni rimaneggiamenti interni.<br />

Un libro che deriva da un sito non può corr<strong>is</strong>pondere quindi esattamente al sito<br />

di provenienza: non ne può seguire i percorsi evolutivi ma neanche può venir<br />

troppo appesantito da rimandi bibliografici e indici analitici così vasti come<br />

quelli facilmente attuabili in Rete e tanto meno conservarne l'immediatezza<br />

ipertestuale. Un "dinamico" sito si corregge e si aggiorna da un momento<br />

<strong>all</strong>’altrocon sempre puntuali rimandi e rev<strong>is</strong>ioni e così pure in Rete parolechiave<br />

conducono con facilità agli argomenti che più possono interessare sul<br />

momento offrendo par<strong>all</strong>ele e successive possibilità di ampliare quasi <strong>all</strong>'infinito<br />

ogni segnalazione bibliografica con svelti e immediati rimandi: su carta non è<br />

possibile mantenere la freschezza dei vari incroci tra capitoli ed argomenti, e<br />

tanto meno seguirne i passaggi in continuative correzioni e rettifiche. In un libro<br />

che è un manufatto richiedente determinati tempi tecnici di preparazione il<br />

tentativo di trasferire questi rimandi in un indice bibliografico o analitico come<br />

note a margine ne appesantirebbe enormemente le dimensioni e richiederebbe<br />

nel lettore tempi prolungati di consultazione: le "normali" bibliografie in calce al<br />

testo indicano le fonti su cui l'autore si è presumibilmente documentato, ma<br />

questo procedimento non solo appesantirebbe - in calce - i testi con statici<br />

elenchi e non aiuta abbastanza il lettore a potersi documentare sulla effettiva<br />

realtà attuale di quanto affermato. Inoltre in rete ogni file anche proveniente da<br />

differenti siti può rimanere agganciato ad ogni altro a seconda di singoli<br />

elementi del contenuto del testo e/o delle citazioni: per cui correzioni e<br />

acqu<strong>is</strong>izioni nell'immediatezza della Rete si diffondono circolarmente appunto<br />

per la sua possibilità peculiare dei rimandi incrociati.<br />

I contenuti di un sito suddiv<strong>is</strong>i in file secondo il loro ordine di logica nonlineare<br />

sono collegabili a qualsiasi argomento tramite Hyperlink che


12<br />

graficamente appaioni di differente colore - azzurro - e SOTTOLINEATI: titoli di<br />

libri o di articoli o di siti, nomi di autori, date e luoghi, citazioni, rimandi,<br />

persino singole parole o frasi-chiave se appaiono azzurri e sottolienati rinviano<br />

ad un Hyperlinke così pure può rimandare <strong>all</strong>'Hyperlink della sua origine ogni<br />

illustrazione: conservando queste particolarità nei capitoli di libri che ne<br />

derivano illustrazioni e sottolineature segnalano l'invito <strong>all</strong>a consultazione della<br />

corr<strong>is</strong>pondente pagina Web per fungervi da "esterne" note a margine,<br />

bibliografia e indice analitico. I rimandi e le segnalazioni possono comunque<br />

apparire fin troppo numerosi: lo sono infatti, ma lo sono perché - scelti con la<br />

massima cura, prec<strong>is</strong>i, documentati e tempestivi - prima di tutto debbono<br />

garantire le fonti di quanto viene esposto, che altrimenti potrebbe apparire<br />

imprec<strong>is</strong>o e/o idealizzato. Questa prec<strong>is</strong>ione e immediatezza di riferimenti può<br />

ovviare ad un altro problema cruciale: sgombrare il campo da ogni falso<br />

rimando bibliografico dovuto a non abbastanza controllate ridondanti copiature.<br />

In questo sito come nei libri collegati non c'è posto per bibliografie attinenti al<br />

passato o da ricercare in un secondo tempo.<br />

Importanti come i contenuti di testo sono i riferimenti agli inerenti settori di<br />

studio, ma con indicazioni critiche, verificate, contingenti a immediati e con più<br />

che attendibili sguardi su di un presente in evoluzione anche con citazioni di<br />

cronaca giornal<strong>is</strong>tica; a una sovrabbondanza di afor<strong>is</strong>mi icastici - anch'essi<br />

grraficamente evidenziati - fa r<strong>is</strong>contro l'assenza di citazioni scontate dal già<br />

pubblicato che si esaur<strong>is</strong>cano in se stesse, e di rimasticature di fonte incerta o<br />

secondaria. Ai rimandi culturali garantiti originari e di continuo ri-verificati delle<br />

informazioni devono affiancarsi non soltanto accertamenti dei documenti<br />

presentati da chi scrive, ma quasi al contrario piuttosto inviti pressanti e<br />

suggestivi a chi legge di approfondire con suggerimenti e documentazioni e<br />

prospettive. Gl'indici di un libro stampato e le "normali" bibliografie non<br />

possono adeguarsi <strong>all</strong>a duttilità e ricchezza dei rimandi circolari di un sito Web<br />

la cui caratter<strong>is</strong>tica non trasferibile è il poterne utilizzare i contenuti secondo un<br />

ordine estemporaneo, e di poterli intersecare rimandandone la lettura da<br />

argomento ad argomento? Ma anche in questi libri costitu<strong>is</strong>cono l'essenza di un<br />

"anomalo" voluto stile bibliografico sia la presenza di ins<strong>is</strong>tenti riferimenti che<br />

d<strong>all</strong>e parole sottolineate rimandano sul momento agli argomenti indicati, sia la<br />

loro conferma per mezzo di immagini, sia i rimandi interni che - come in un<br />

indice analitico - affiancano prec<strong>is</strong>i riferimenti ad altri capitoli del sito e dei libri.<br />

In altri termini: le sottolieature nel testo stampato non sono soltanto dinamici<br />

sostituti di normali bibliografie, arricchite da indicazioni da indice analitico e da<br />

spiegazioni da note a margine: la sovrabbondanza di link del sito e le<br />

sottolineature che li propongono sono elementi insostituibili del metodo che<br />

adottiamo. I testi stampati lo sono in quanto prodotti di una tecnologia che ha<br />

richiesto vari passaggi, e quindi a r<strong>is</strong>ultato finito non possono più r<strong>is</strong>pecchiano


13<br />

esattamente quanto ivi documentato: i libri quindi sono subordinati al sito di<br />

provenienza, che, per raggiungere tempestivamente ogni variazione di dati -<br />

comprese le modificazioni dei link esterni - è di continuo rev<strong>is</strong>ionato e<br />

migliorato sia per correggere ogni eventuale anomalia, sia per riassumere<br />

tempestivamente le novità. Pregio peculiare di un sito Web sono le possibilità<br />

tecniche che permettono <strong>all</strong>'<strong>is</strong>tante sostanziali rimaneggiamentih anche in base a<br />

critiche e segnalazioni dei fruitori: se dal "dinamico" sito derivano libri e questi<br />

non possono esserne che "statici" simulacri e supplementi, opportuni<br />

accorgimenti possono contribuire a collegarli in modo operativo: anche ai<br />

lettori-su-carta può venir offerta una possibilità indiretta di valersi di queste<br />

aperture conoscitive, indirettamente conservate d<strong>all</strong>'integrazione tra le due<br />

proposte attraverso peculiari forme grafiche.<br />

Ma ad ogni modo la doppia presentazione in rete e stampata può agevolare<br />

differenti categorie di lettori, dai quali aspettiamo d<strong>is</strong>cussioni e critiche<br />

riguardanti tutto, contenuti - per meglio prec<strong>is</strong>are concetti d<strong>is</strong>cutibili o poco<br />

chiari - e "forma" di presentazione delle pagine Web come pure dei corr<strong>is</strong>pettivi<br />

capitoli dei libri derivati da queste. Una prec<strong>is</strong>azione incontrovertibile è<br />

comunque da farsi fin d<strong>all</strong>'inizio per introdurre il concetto base che caratterizza<br />

il metodo portavoce di tutta questa attività. E' ben comprensibile<br />

soggettivamente che la sostanziale varietà dei segni grafici presente anche nei<br />

libri, e l'ins<strong>is</strong>tente, continuativa esibizione di sottolineature indicanti link<br />

possano apparire incoerenti, d<strong>is</strong>traenti se non quasi vessatorie; ma questa<br />

impaginazione sia dei testi on-line che dei loro corr<strong>is</strong>pettivi stampati indica che<br />

NON si tratta di semplice letteratura sagg<strong>is</strong>tica d'informazione, né tanto meno -<br />

e questo va energicamente messo in r<strong>is</strong>alto - di copiatura a-critica di dati magari<br />

inusuali. Infatti in modo più evidente di quanto non lo siano le abituali citazioni,<br />

le varietà grafiche <strong>all</strong>'interno del testo differenziano già v<strong>is</strong>ivamente i paragrafi<br />

"altrui" a cui deve venir attribuita la piena responsabilità di quanto vi si afferma:<br />

vogliate quindi scusarci se è di nostro - e non vostro! - gradimento veder<br />

evidenziati nel corpo del testo stampato determinati punti salienti con differenti<br />

colori, o con alternanze di grassetti e maiuscole e con differenti caratteri grafici; i<br />

voluti e ins<strong>is</strong>titi cambiamenti di spessore, colore e maiuscole/minuscole ecc.<br />

mirano a proporre un linguaeggio scritto, che in una specie di modalità<br />

multimediale possa "mimare" il parlato nelle differenti inflessioni di chi legge ad<br />

alta voce. Ma non basta: un precipuo intento di questo lavoro è quello di fornire<br />

informazioni il più possibile esatte e con dati originari cercando di comprovarne<br />

l'effettiva realtà con le immagini dei loro autentici logo o copertine di libri ecc. -<br />

ma ben più importante è la particolare attenzione rivolta a contributi poco noti e<br />

esclusivi, e - ancor meglio - a testimonianze di PRIMA MANO approvate anzi<br />

incoraggiate dagli interessati: graficamente rese riconoscibili in caratteri simulanti<br />

la scrittura manoscritta, quando non presentate anche con d<strong>is</strong>egni autentici o


14<br />

con fotografie altrettanto autentiche da loro stessi fornite.<br />

In un usuale volume “cartaceo” il materiale - contenuti e riferimenti - va<br />

d<strong>is</strong>tribuito secondo un ordine di logica lineare, in cui parti costitutive e capitoli<br />

devono venir collocati in una sequenza ben prec<strong>is</strong>a di capitoli e di pagine<br />

rigidamente numerati; ma se questa sequenza è congeniale ad una romanzo o<br />

ad un trattato, in una raccolta di articoli o in un'Enciclopedia può r<strong>is</strong>ultare<br />

arbitraria r<strong>is</strong>petto <strong>all</strong>'interesse soggettivo di chi legge: pur necessaria, serve<br />

soltanto per indicare i numeri di pagina ove ritrovare con facilità gli argomenti<br />

preferiti in quel momento. Per meglio conservare le potenzialità di<br />

consultazione di un sito Web già di per sé strutturato in forma Enciclopedica,<br />

anche i libri che ne derivano devono poter venir utilizzati come una rinnovabile<br />

Enciclopedia, formata da una serie di articoli tematici in un certo senso a se<br />

stanti, da d<strong>is</strong>porre in diversificate d<strong>is</strong>tribuzioni per sceglierli secondo le proprie<br />

priorità di interesse: una seria limitazione nel passaggio d<strong>all</strong>'uno <strong>all</strong>'altro è<br />

dovuta <strong>all</strong>a necessità di indicare su carta la serie dei capitoli secondo una<br />

numerazione lineare: NON va r<strong>is</strong>pettata come ordine di lettura, ma seguita<br />

indirettamente come se ci trovasse di fronte ad un'Enciclopedia per argomenti.<br />

Analogamente <strong>all</strong>a CONSULTAZIONE di un telematico sito Web una logica<br />

intrinsecamente non-lineare ma circolare facilita il ritrovamento dei vari<br />

argomenti collegati insieme ed indipendenti l’uno d<strong>all</strong>’altro da leggere e<br />

approfondire separatamente; non importa quindi se in differenti capitoli-lemmi<br />

di un libro-enciclopedia si ritrovano interi capoversi identici fra loro: l'intenzione<br />

è di agevolare chi - in fondo giustamente - prefer<strong>is</strong>ce leggere file o capitoli come<br />

fossero singoli, separati articoli mentre paragrafi identici inseriti in un differente<br />

contesto vi assumono e vi confer<strong>is</strong>cono differenti significati.<br />

E così - come parlando a voce - si utilizzano le inflessioni, i toni ecc. e l'uso dei<br />

gesti, anche negli scritti l'integrazione di diversi linguaggi - compreso il più<br />

ovvio: l'immagine - può rendere più inc<strong>is</strong>iva la comunicazione di un pensiero.<br />

L'ins<strong>is</strong>tita presenza di immagini non è quindi un dato "ornamentale" per<br />

<strong>all</strong>eggerire la lettura dei testi: con le sue capacità di sintetizzare e <strong>all</strong>udere nel<br />

contesto generale ne costitu<strong>is</strong>ce una serie di apporti espositivi essenziali. E così<br />

per mantenere al massimo le possibilità espressive del multimediale sito, si è<br />

cercato di riportare - anzi ampliandola - nel libro e in ciascuno dei suoi<br />

successivi supplementi anche a colori la serie delle iconografie. Comunque sia -<br />

tanto per i libri che per il sito - <strong>all</strong>'inizio si consiglia di leggere soltanto le pagine<br />

di testo, evitando la tentazione di "cadere" nei links e nei rimandi.<br />

Solo in un secondo tempo si può partirvi per aprire o ritrovare le diversificate e<br />

poco note informazioni in continuo rinnovamento, che in fondo, sono il VERO<br />

scopo del sito e del libro: solo in un secondo tempo conviene superarne la<br />

confusione per ritrovare gli argomenti e orientarsi fra le controversie di cui prima<br />

non ci si era resi conto.


15<br />

Questa ricerca si occupa del fondamentale - fondamentale: che pone le<br />

fondamenta in senso reale e non solo come modo di dire - e vitale argomento<br />

dello sviluppo umano, ma non può certo fermarsi <strong>all</strong>'individuo avulso dal suo<br />

ambiente e dai suoi tempi, nè ignorare che questo ambiente, anzi questi<br />

ambienti al massimo del plurale sono anch'essi in continuo cambiamento. E non<br />

solo: come da assecondate normali fasi di sviluppo si "aprono" - il termine<br />

tecnico adottato da Freud è: sublimano tutte le possibili attività e rapporti umani<br />

verso svariati percorsi, così altrettanto le fasi ostacolate si involvono,<br />

aggrovigliano e coartano in stretti vicoli ciechi - magari privatamente "implosivi":<br />

vedi come esempio i "delitti in famiglia" ecc. - ma possono avviarsi verso una<br />

soglia "collettiva" in cui processi nefasti si d<strong>is</strong>piegano verso circoli viziosi sempre<br />

più efficacemente d<strong>is</strong>truttivi, non solo con aumento della frequenza e gravità<br />

delle patologie personali - nevrosi, psicosi, "stupidità"... - ma rendendosi<br />

consapevolemnte responsabili dell'attuazione di grandi tragedie pubbliche. Per<br />

cui, mentre d<strong>all</strong>o studio delle POSSIBILITA' EVOLUTIVE biologiche possono<br />

aprirsi messaggi di progresso, di speranza e di possibilità di recuperi, sono<br />

altrettanto da diffondere anche ind<strong>is</strong>pensabili diffide nei confronti dei<br />

propugnatori di indirizzi opposti, in quanto uno studio serio delle possibilità<br />

evolutive degli esseri umani non comporta soltanto aperture "positive": anche la<br />

MALVAGITA' e sue concrete realizzazioni ne fanno real<strong>is</strong>ticamente parte e<br />

debbono venir segnalate seguendo i loro percorsi.<br />

Più fruttuoso comunque è occuparsi di<br />

"vittime" che di clamori "contro", che di<br />

presupposti centrati su azioni "ostili" e/o<br />

causa comunque di "danno": dai v<strong>is</strong>suti<br />

delle "vittime" del momento e/o dai loro<br />

ri-v<strong>is</strong>suti pregressi si ottiene un quadro<br />

attendibile delle cause di sofferenza da<br />

cui così si può giungere ad ovviarne le<br />

conseguenze fino ad attivare non solo<br />

la "v<strong>is</strong> medictrix naturae" maanche<br />

ulteriori possibilità resilienti di<br />

recupero. Enorme è a questo proposito<br />

l'importanza dei ri-v<strong>is</strong>suti e non solo per<br />

r<strong>is</strong>onoscere i COLLEGAMENTI tra<br />

PRESENTE E PASSATO ma proprio per<br />

riattivare quanto sarebbe invece andato<br />

d<strong>is</strong>trutto.


16<br />

Come riepilogo dei concetti generali e non solo di questa prefazione giunge<br />

molto opportuna la possibilità di commentare una considerazione mossa a<br />

proposito dei metodi nefasti di <strong>all</strong>evamento e delle loro conseguenze anche nel<br />

corso delle generazioni future, dato che fondamento di questo lavoro è da tutti i<br />

possibili punti di v<strong>is</strong>ta il concetto di infanzia nei suoi VALORI intrinseci, in<br />

opposizione a quanto propugnano autori come Delgado<br />

Physical Control of the Mind Delgado Index:<br />

Jose Delgado's Physical Control of the Mind<br />

Chapter 16: Inhibitory Effects in Animals and Man<br />

Da segnalazioni come queste un interlocutore aveva - erroneamente! - dedotto<br />

che una volontà specificamente "malvagia" operasse con prec<strong>is</strong>i propositi dietro<br />

le quinte per ottenere nel futuro generazionale un simile r<strong>is</strong>ultato. PURTROPPO<br />

invece per lo più NON si tratta di azioni programmate, che come tali potrebbero<br />

meglio venir combattute apertamente: i comportamenti degli adulti nei confronti<br />

dei bambini r<strong>is</strong>pecchiano una NORMALE curva di Gauss con agli estremi qui i<br />

"buon<strong>is</strong>simi" - e i loro Maestri - e là i "cattiv<strong>is</strong>simi" e i loro <strong>is</strong>tigatori; mentre - e<br />

qui ripeto "purtroppo" - al centro si raggruppa una massa generalizzata e passiva<br />

di inetti, di superstiziosi, di adulti non-sviluppati, di infanzie malv<strong>is</strong>sute o non<br />

v<strong>is</strong>sute e/o rimosse.<br />

Il bambino ha cento lingue e gliene rubano novantanove?<br />

e in spagnolo anche in musica Los 100 lenguajes del niño<br />

...<br />

Il bambino ha<br />

cento lingue<br />

(e poi cento cento cento)<br />

ma gliene rubano novantanove.<br />

La scuola e la cultura<br />

gli separano la testa dal corpo.<br />

Gli dicono:<br />

di pensare senza mani<br />

di fare senza testa<br />

di ascoltare e di non parlare<br />

di capire senza <strong>all</strong>egrie<br />

di amare e di stupirsi<br />

solo a Pasqua e a Natale.


17<br />

Il problema del TEMPO: del "prima e del dopo" e dello scorrere<br />

delle generazioni<br />

L'infanzia L'infanzia non non es<strong>is</strong>te. es<strong>is</strong>te. Es<strong>is</strong>te Es<strong>is</strong>te lo lo sviluppo sviluppo e e lo lo sviluppo sviluppo èè<br />

cambiamento cambiamento liberatorio<br />

liberatorio<br />

Scopo peculiare del sito e di tutta l'impostazione di questi studi è la d<strong>is</strong>amina di<br />

quanto il succedersi degli sviluppi e delle generazioni si integri e/o si danneggi a<br />

vicenda: di quanto i "bambini di ieri", conoscano ancora e si valgano di questo<br />

loro concretarsi nel tempo e di quanto questi attuali più o meno responsabili e/o<br />

ben o mal d<strong>is</strong>posti "adulti dell'oggi" utilizzino o rinneghino il loro passato.<br />

Fondamentale è quindi la funzione della MEMORIA, non solo per collegare<br />

insieme le personali fasi di sviluppo, ma anche per permettere una vera<br />

comunicazione tra le generazioni: ecco il significato di richiamo intuitivo<br />

proposto.<br />

Martedì sera ho v<strong>is</strong>to i miei genitori, li ho v<strong>is</strong>ti come sono e ho fatto<br />

attenzione anche al mio comportamento e tornando a casa mi sono<br />

detto che forse è giunta l'ora di seppellire l'ascia di guerra. Mi hanno<br />

fatto tenerezza e credo che una cosa su tutte sia vera: c'è una<br />

grande d<strong>is</strong>tanza tra me e loro, sembra che anche loro non cap<strong>is</strong>cano<br />

il perché come in fondo non lo cap<strong>is</strong>co io, ma è un dato di fatto.<br />

D<strong>is</strong>tanza non perché io mi senta superiore o meglio ma una<br />

incomprensione che non si è mai r<strong>is</strong>olta ed è come se io fino ad oggi<br />

pretendessi ancora da loro qualcosa. Non mi ero accorto che sono<br />

invecchiati che sono diversi dai genitori di trent'anni fa e che forse<br />

in me qualcosa si è fermato e mentre il tempo passava e le cose e le<br />

persone intorno a me cambiavano io ero ancora fermo in attesa di<br />

quel qualcosa. Mi sento nella posizione di poter fare un gesto di<br />

benevolenza nei loro confronti perché il loro, è stato forse l'unico<br />

modo concepibile di essere genitori, a me, a conti fatti non è bastato,<br />

ma una presa di coscienza a questo punto credo sia inevitabile,<br />

prima di tutto per me stesso. E' un boccone amar<strong>is</strong>simo da ingoiare,<br />

ma forse dopo starò meglio. Quello che si diceva del tempo tempo... Vederli<br />

come due esseri d<strong>is</strong>taccati da tutto il resto, come se anche loro non<br />

avessero un prima e un dopo me li ha resi due non-persone due<br />

simboli simboli. Non so bene dove e a che punto il meccan<strong>is</strong>mo si sia<br />

inceppato o forse dove ho smesso di evolvermi o come c'era scritto sul<br />

suo libro a che punto è iniziato l'imbroglio, ma credo che in fondo i<br />

miei genitori siano solo un pezzetto della storia e sapere che c'è stato<br />

un prima in cui anche loro sono stati figli e bambini e che c'è


18<br />

stato un dopo e ci sarà un dopo dopo, dopo di me, rende il tutto più<br />

sensato e più fluido, meno statico. Forse è quello che conta<br />

veramente.<br />

Riassunto e conclusione: i punti chiave degli scopi e dello stile e<br />

forma di questo lavoro.<br />

Je demande pardon aux enfants d'avoir dédié<br />

ce livre à une grande personne. J'ai une excuse<br />

sérieuse : cette grande personne est le meilleur<br />

ami que j'aie au monde. J'ai une autre excuse :<br />

cette grande personne peut tout comprendre,<br />

même les livres pour enfants. J'ai une<br />

tro<strong>is</strong>ième excuse : cette grande personne habite<br />

la France où elle a faim et froid. Elle a bien<br />

besoin d'être consolée. Si toutes ces excuses ne<br />

suff<strong>is</strong>ent pas, je veux bien dédier ce livre à<br />

l'enfant qu'a été autrefo<strong>is</strong> cette grande<br />

personne. Toutes les grandes personnes ont<br />

d'abord été des enfants.<br />

(Ma<strong>is</strong> peu d ' Ma<strong>is</strong> peu d entre 'entre elles s'en<br />

souviennent<br />

souviennent).<br />

1943: Saint-Exupéry lui dédie la<br />

première édition de son Petit<br />

Prince en ces termes: A' Léon<br />

Werth:<br />

Je corrige donc ma dédicace:<br />

A Léon Werth, quand il était<br />

petit garçon garçon.<br />

Dedica originale del famoso libro<br />

di<br />

Antoine de Saint Exupéry: Le petit<br />

prince<br />

'' Sviluppo' non è imbroglio ...<br />

Nel Dizionario dei Sinonimi e contrari di Niccolò Tommaseo non si trova il<br />

termine 'Sviluppo' come tale ma lo si rintraccia solo nel lemma 2327 come<br />

contrario di Imbroglio<br />

Imbroglio.


19<br />

Lemma emma 2327: SVOLGERE SVOLGERE, SVILUPPARE<br />

SVILUPPARE: : Si svolgono le cose volte o<br />

rinvolte, si svolgono i germi della vita; si sviluppano le<br />

inviluppate. Là dove non è inviluppo o viluppo, ivi sviluppare<br />

non ha luogo proprio. Lo sviluppare è meno facile dello<br />

svolgere.<br />

svolgere... .. Nel viluppo c'entra spesso mala intenzione;<br />

l' l'imbroglio<br />

imbroglio può essere effetto pur di poca accortezza, di mente<br />

d<strong>is</strong>ordinata. ... ... Imbroglio<br />

Imbroglio significa significa non non solo solo d<strong>is</strong>ordine d<strong>is</strong>ordine ma ma<br />

confusione, confusione, ciò ciò che che imbroglia imbroglia fa fa più più che che imbarazzare, imbarazzare, non non solo solo<br />

r<strong>all</strong>enta r<strong>all</strong>enta le le operazioni operazioni ma ma le le difficoltà, difficoltà, o o mescola mescola le le cose cose in in<br />

modo modo da da non non ne ne trovare trovare il il bandolo bandolo di di leggieri... leggieri... Tutto Tutto ciò ciò che che<br />

ha ha v<strong>is</strong>ta v<strong>is</strong>ta di di cosa cosa involuta involuta o o sospetta, sospetta, o o comechessia comechessia non non<br />

piacevole piacevole si si suole suole chiamare<br />

chiamare imbroglio<br />

imbroglio ... ... Imbroglio<br />

Imbroglio da da ultimo ultimo<br />

vale: vale: frode frode tramata tramata per per ingannare ingannare o o danneggiare danneggiare altrui.. altrui... . . .<br />

La concezione psicosomatica unitaria rimanda <strong>all</strong>e origini<br />

stesse della medicina, richiamando il mito di !"#$%!&'(, <strong>is</strong>truito<br />

e <strong>all</strong>evato dal centauro )*+,-.: e il centauro è un essere<br />

metà bestia e metà uomo, cioè corpo e mente riuniti.<br />

Ma metà bestia e metà uomo era anche il /&.0123,4(; quando si<br />

gioca con i miti b<strong>is</strong>ogna fare attenzione a scegliere quello<br />

giusto .<br />

Prima di tutto è da chiarire un concetto usato in modo traslato e metaforico, e<br />

spesso m<strong>is</strong>tificato: la sublimazione. In chimica-f<strong>is</strong>ica - e già molto prima:<br />

nell'alchimia - si parla di sublimazione reversibile di passaggio: sublimano le<br />

sostanze che semplicemente passano d<strong>all</strong>o stato solido a quello gassoso (e<br />

viceversa!) secondo un equilibrio ben definibile al variare dei parametri di<br />

pressione, temperatura, volume.<br />

E il concetto psicodinamico non è sostanzialmente diverso: le variazioni ritmo<br />

biochimico del corpo si traducono - andando dal concreto verso il più "astratto" -<br />

in BISOGNI, in stimoli, in ISTINTI, ma anche in stati d'animo, in modi di<br />

pensare da cui in comportamenti ed azioni in catena senza né soluzioni di<br />

continuità né salti di qualità che va d<strong>all</strong>a vita del corpo vegetativo fino al gioco e<br />

persino <strong>all</strong>a scienza ed <strong>all</strong>'arte. E questa catena, come i corpi chimici, può<br />

1. sia espandersi verso spazi sempre più vasti che così riceveranno l'impronta<br />

del soggetto (dal semplice "gioco" fino <strong>all</strong>e "creazioni" dell'arte),<br />

2. sia restringersi, comprimersi sempre più: fino ad esempio i casi-limite molto<br />

più diffusi di quanto non sembri in cui le mancanze si riducono a non venir<br />

neppure più percepite come b<strong>is</strong>ogni: il troppo affamato non "sa" neppur più<br />

di "avere fame".


20<br />

Fanno male i sentimenti che rimangono dentro a marcire, i pensieri<br />

inc<strong>is</strong>tati e senza voce...<br />

...verbalizzando si concettualizza e concettualizzando si appropia<br />

l'esperienza sul piano intellettuale. E, scrivendo, si prec<strong>is</strong>ano nel<br />

tempo i percorsi<br />

Il significato reale di uno strumento come la parola cons<strong>is</strong>te infatti - o almeno<br />

dovrebbe cons<strong>is</strong>tere (?!?) - nel trasformare cose, fatti, situazioni di qualsiasi genere<br />

- comprese le emozioni stesse - da concreti inconsapevoli in astratti condiv<strong>is</strong>ibili;<br />

per rendere le imprec<strong>is</strong>e, "pesanti" concretezze delle variazioni biochimiche e<br />

biof<strong>is</strong>iche corporee in immateriali ma agevoli percorsi di espressione e di


21<br />

reciprocità, interscambiabili, ed anche concretamente puntualizzabili e<br />

memorizzabili, cioè conservabili nel tempo. Scopo della parola, scopo effettivo<br />

anche se spesso d<strong>is</strong>atteso è - o meglio: sarebbe (!) - quello di dare il nome <strong>all</strong>e<br />

cose e così restituire loro - partendo paradossalmente da questa nuova base<br />

astratta - una rinnovata prec<strong>is</strong>abile concretezza.<br />

Permettendo <strong>all</strong>e sensazioni, emozioni, stati d'animo di riconoscersi in v<strong>is</strong>suti<br />

esperienziali e di esprimersi con il loro vero completo contenuto diviene<br />

possibile abbinare ogni dato al suo esatto nome e trasformare gradualmente ogni<br />

condizione inconsapevole in v<strong>is</strong>suta accettabile e condiv<strong>is</strong>ibile esperienza.<br />

Ma come in un linguaggio parlato privo dell'accompagnamento di emozioni<br />

espresse a sottolinearne il contenuto, senza l'utilizzo di mezzi che riescano a<br />

proporne le variazioni ogni interscambio perde grandi quantità di informazione:<br />

questo è il significato VOLUTO dell'itroduzione nel testo di immagini, differenti<br />

caratteri grafici in differenti colori e con una grande abbondanza di rimandi: e<br />

così pure per restituire anche <strong>all</strong>o scritto la varietà delle tonalità emotive in<br />

v<strong>is</strong>ibile movimento sono considerate necessarie le ripetizioni di afor<strong>is</strong>mi e<br />

illustrazioni e di interi paragrafi in differenti contesti. E qui si viene ad un punto<br />

chiave di questo capitolo introduttivo: i vocaboli o proposizioni sottolineati e di<br />

colore azzurro rimandano a link attivi in rete costituendo dinamiche e aggiornate<br />

BIBLIOGRAFIA e INDICE ANALITICO di libri che sono SUBORDINATI ad un sito<br />

Web a cui far riferimento per cui - in subordine al dinamico sito - anche testi<br />

stampati pavvalersene momento per momento analogamente ai percorsi dei<br />

cerchi concentrici in entrata e in uscita dello schema.<br />

Introduzione esplicativa al libro e ai sottotitoli di copertina<br />

Nell'indice del sito Web e del libro enciclopedico che lo r<strong>is</strong>pecchia Bambini<br />

di IERI = adulti di oggi. Adulti di oggi -> adulti di DOMANI si trova nella<br />

Prima Parte: origini culturali il file/capitolo Quando la cartella clinica è<br />

terapeutica accomunato a Cosa ho in comune io con gli schiavi? Piero, Ada<br />

e la scuola della libertà: entrambi di par<strong>all</strong>ela impostazione autobiografica e<br />

inizialmente redatti <strong>all</strong>o scopo di venir presentati in differenti presentazioni<br />

pubbliche - una conferenza Storico-politica in un Convegno tenutosi<br />

<strong>all</strong>'Università di Cassino nel novembre 2001 e un articolo pubblicato nella<br />

rubrica Spazio a chi scrive del numero di novembre 2004 della Riv<strong>is</strong>ta<br />

Torino Medica completati da un'auto-presentazione nell'occasione dei<br />

cinquant'anni di professione degli scritti e dei presupposti metodologici<br />

dell'autore in un file, esso pure derivato da un'altra presentazione pubblica<br />

dedicato <strong>all</strong>a Medicina su base autobiografica Presentazione professionale:


22<br />

Presentazione per i cinquant'anni di professione - in rete nel sito ma<br />

inseritovi in tempi successivi <strong>all</strong>a pubblicazione del libro Bambini di IERI =<br />

adulti di oggi. Adulti di oggi -> adulti di DOMANI.<br />

Sono scritti eterogenei per occasione, sede, contenuti e motivazioni, ma<br />

connessi come intenti da un omogeneo filo conduttore di fondo che induce a<br />

ripresentarli ora parzialmente fusi insieme in un nuovo volume di<br />

aggiornamento, tralasciandone in questa nuova versione le parti troppo<br />

personali e valorizzandone invece le parti più dedicate <strong>all</strong>a Medicina stessa.<br />

Ma in questo modo ne sarebbe derivato un file/capitolo troppo composito e<br />

denso tanto più che l'aggiunta di contenuti essenziali prima sottintesi e di<br />

paragrafi esplicativi completamente nuovi rende necessari fondamentali<br />

rimaneggiamenti non r<strong>is</strong>pecchiati nel file in rete, pur comunque nel frattempo<br />

a sua volta molto ampliato: nell'intento di presentare tutto questo in un<br />

volume destinato però ad un'altra tipologia di lettori il testo di quanto già<br />

pubblicato in rete vi si sdoppia in due d<strong>is</strong>tinti capitoli: più teorico e<br />

propositivo Quando la cartella clinica è terapeutica... Dare ai ricordi una<br />

specie di seconda vita?, molto più diffuso e documentante Medicina: scienza<br />

applicata e multid<strong>is</strong>ciplinare. Emozioni, <strong>is</strong>tinti, ricordi, contraddizioni, in<br />

una nuova sede meno personal<strong>is</strong>tica che contribu<strong>is</strong>ce a prec<strong>is</strong>are meglio i<br />

concetti e le conoscenze multid<strong>is</strong>ciplinari che sottendono ad ogni pratica<br />

veramente professionale, e a d<strong>is</strong>cutere obiettivamente le ambiguità<br />

riguardanti quanto spiegato nella parte di titolo Emozioni e <strong>is</strong>tinti.<br />

Per completare in modo più ampio e diversificato questo file/capitolo - alcuni<br />

paragrafi "scientifici" vi sono stati immessi traendoli dal capitolo iniziale e<br />

basilare <strong>Consapevolezza</strong> e <strong>memoria</strong>, file/capitolo omonimo del sito Web e<br />

del libro enciclopedico di cui è il costituente base della Parte quarta.<br />

Emozioni, <strong>memoria</strong> -> saggezza: il tempo ritrovato. E' questo il capitolo che<br />

dà il titolo principale al presente volume, ma già in copertina compare il<br />

titolo attuale e più dettagliato del secondo capitolo - Quando la cartella<br />

clinica è terapeutica... Dare ai ricordi una specie di seconda vita - per<br />

ricollegarv<strong>is</strong>i con una continuazione logica tramite il tema dell'importanza<br />

basilare del tempo da ritrovare. E così pure, posto già nel titolo, anche il<br />

termine "ricordi" rimanda <strong>all</strong>a funzione di ri-attivazione del passato: in<br />

questo volume delineata a tutto campo e d<strong>is</strong>cussa da più punti di v<strong>is</strong>ta anche<br />

polemici e contraddittori. Corredato da altri dati e citazioni scientifici e<br />

oggettivi provenienti da file/capitoli di un altro sito il capitolo esplicativo - il<br />

quarto - acqu<strong>is</strong><strong>is</strong>ce ulteriore validità se confrontato con il successivo quinto<br />

capitolo - Testimonianze di esperimenti medici e ostetrici e con il sesto Un<br />

brutto sogno: una bambina e un'incubatrice.e altre esperienze precoc<strong>is</strong>sime.


23<br />

Incerto quale direzione prendere<br />

invocai smarrito la mia<br />

antica guida spirituale<br />

-----------------------------<br />

Il benemerito Claude Bernard<br />

mi apparve e<br />

mi indicò la via più sicura<br />

(vedi Tempo Medico del n. 200 marzo 1982)<br />

... un insieme di riflessioni che hanno portato <strong>all</strong>a<br />

formulazione della terminologia La complessità<br />

in medicina, tema del Convegno pubblicato su<br />

Tempo Medico, n. 781 anno XLVI n. 8 24 giugno<br />

2004.<br />

________<br />

Per concludere questa introduzione esplicativa e come viene ampiamente<br />

affermato nel paragrafo d'inizio di questo file/capitolo introduttivo al sito e a<br />

ciascuno dei "libretti tematici" che ne costitu<strong>is</strong>cono gli attuali aggiornamenti,<br />

ogni singolo capitolo e persin sotto-capitolo può venir consultato come<br />

lemma separabile di una Enciclopedia tematica - differenziata nei contenuti e<br />

fonti ma sostanzialmente omogenea quanto a intenti e derivazioni culturali:<br />

ogni file/capitolo può infatti venir letto separatamente da chi prefer<strong>is</strong>ce<br />

prenderne in considerazione l'argomento d<strong>all</strong>'uno o d<strong>all</strong>'altro punto di v<strong>is</strong>ta.<br />

Va quindi però anche ricordato e enfatizzato che molti dati e citazioni,<br />

spiegazioni e riferimenti, volutamente ripetuti del tutto identici sparsi qua e là<br />

tali e quali, se posti in vari contesti di riferimento ricevono significati e<br />

convogliano messaggi ben differenti <strong>all</strong>'interno di un contesto o accanto a un<br />

particolare argomento piuttosto che un altro: di volta in volta per convalidare<br />

o per mettere meglio in d<strong>is</strong>cussione i contenuti, per completare e rafforzare il<br />

"messaggio" trasmesso in quel dato contesto.


24<br />

Premesse: <strong>all</strong>a ricerca della NORMALITA'<br />

Se l'esperiena non è un'illusione, <strong>all</strong>ora ogni teoria che<br />

sostiene il contrario deve essere sbagliata!<br />

afferma R. Laing - in fondo come punto culminante dell'importante testo The<br />

voice of experience - nella traduzione italiana - Nascita dell'esperienza, R. D.<br />

Laing [1982]. The Voice of Experience - Experience, Science and Psychiatry.<br />

Penguin Books.<br />

1. SVILUPPI NORMALI e MEMORIA come campi di studio e ricerca sono<br />

oggetti dinamici e privilegiati di una SCIENZA, la MEDICINA applicata e<br />

multid<strong>is</strong>ciplinare non avulsa d<strong>all</strong>a CONCRETEZZA che pur se spazia su di un<br />

campo particolare e non troppo sof<strong>is</strong>ticato del sapere scientifico, offre però<br />

nella sua PRATICA concreta un mezzo "quadridimensionale" per un<br />

continuativo e multid<strong>is</strong>ciplinare, anche teorico e "filosofico", IMPARARE.<br />

2. Ma quanto QUADRIDIMENSIONALE? Al di là di ogni evento casualmente<br />

attraversato, di ogni momento di ogni singola prec<strong>is</strong>a es<strong>is</strong>tenza es<strong>is</strong>te per ogni<br />

essere vivente - e in ben maggior m<strong>is</strong>ura per l'essere umano - un'uniforme<br />

prolungata e potente base portante che dovrebbe s-rotolarsi dai f<strong>is</strong>iologici -<br />

attuati o d<strong>is</strong>turbati - cambiamenti in differenziazione, attraverso mutamenti<br />

individuali - se v<strong>is</strong>ti d<strong>all</strong>a parte di chi si sta sviluppando - e differenziazioni<br />

sociologiche e ergonomiche nelle età successive, a costituire presupposti<br />

fondanti del ben-essere non solo "mentale".<br />

3. Ne è <strong>all</strong>a base incontrovertibile un contesto infantile ORIGINARIO che<br />

prosegue in un d<strong>is</strong>corso unitario e circolare di INIZI, di passaggi successivi,<br />

di fasi di sviluppo: passato, presente e futuro, "organizzatori" e relativi "coni di<br />

espansione" si integrano e interag<strong>is</strong>cono a vicenda a formare un tessuto più o<br />

meno res<strong>is</strong>tente e compatto o ingarbugliato e lacunoso, più o meno preposto<br />

a evoluzioni o al contrario inceppato in imbrogli. Come indirettamente<br />

sottolineato dal Dizionario dei Sinonimi e Contrari del Tommaseo in cui la<br />

parola "sviluppo" si raggiunge solo dal suo contrario nel lemma "imbroglio".<br />

4. Questo è il punto-chiave, base assoluta di una s<strong>is</strong>tematizzazione<br />

DESCRITTIVA - non certo prescrittiva! - di quanto corr<strong>is</strong>ponde, o almeno si<br />

avvicina a corr<strong>is</strong>pondere, ad una piena NORMALITA' completando con dati<br />

più generali quel tipo di d<strong>is</strong>ciplina teorica che negli studi di medicina<br />

generale si chiama FISIOLOGIA, consecutiva nei suoi dinamici preordinati<br />

DIVENIRE <strong>all</strong>a basilare ANATOMIA per descrivere eventi d<strong>is</strong>tribuiti nel<br />

tempo che dovrebbero indirizzarsi - momento per momento - verso le vie<br />

sane e evolutive dell'es<strong>is</strong>tenza vitale.


25<br />

5. Ma ognuna di queste vie può stravolgersi nell'incontrare situazioni<br />

sfavorevoli dando origine a situazioni di d<strong>is</strong>agio fino <strong>all</strong>a conclamata<br />

malattia: la d<strong>is</strong>amina di vie sfavorite si s<strong>is</strong>tematizza come d<strong>is</strong>ciplina nella<br />

PATOLOGIA, terzo basilare presupposto della Medicina teorica e<br />

propedeutica.<br />

6. Questi punti teorici - fondamentali di base o suddiv<strong>is</strong>i nelle varie branche,<br />

generali e "speciali" - formano tutti insieme la Medicina come corpo unitario<br />

di studi destinato però comunque ad un'applicazione pratica e<br />

PROFESSIONALE: in parte come necessarie basi soltanto teoriche, in parte<br />

come proposte utili per differenziare conoscenze e prestazioni.<br />

7. L'insieme di dottrine e ricerche, <strong>is</strong>tituzionalmente chiamato in ogni lingua<br />

PATOLOGIA GENERALE, studia gli svariati fattori che stanno oltre il singolo<br />

paziente in tutto il s<strong>is</strong>tema variegato e composito delle CAUSE, concause,<br />

situazioni, interazioni, "costellazioni".<br />

8. In gergo tecnico lo studio delle cause si chiama eziologia e lo studio dei<br />

loro meccan<strong>is</strong>mi d'azione si chiama patogenesi: sia questa che quella sono<br />

veri potenti strumenti scientifici e pratici multi-d<strong>is</strong>ciplinari, ma la loro stessa<br />

vastità e multi-fattorialità può costituirsi in una serie di trabocchetti quando<br />

siano arbitrariamente iper-semplificate nella loro essenza e nel dinam<strong>is</strong>mo<br />

delle loro evoluzioni.<br />

9. In sequenza con gli equilibri dinamici e precari della F<strong>is</strong>iologia, le<br />

d<strong>is</strong>armonie apportate <strong>all</strong>a omeostasi ben raramente derivano infatti da cause<br />

<strong>is</strong>olate e statiche che incidano in modo determinate e univoco sulla "salute"<br />

nel loro modificare il normale svolgersi dei fenomeni vitali: nell'inter-agire fra<br />

questi e quelle ben più frequenti sono i raggruppamenti - "costellazioni" - di<br />

cause e concause e le loro varie e interrelate - potenziantesi o annullantesi a<br />

vicenda - possibilità d'azione.<br />

10. E non solo considerandone le varie modalità e non solo nella prospettiva<br />

di un'ipotetica, assoluta SALUTE: la salute non è un concetto statico ma è un<br />

momento sempre in bilico su quei continui s-qulibri dinamici che<br />

defin<strong>is</strong>cono la VITA in contrapposto <strong>all</strong>a MORTE<br />

11. "Normalità" come obbiettivo si indirizza sia <strong>all</strong>a "conservazione" della<br />

salute sia al suo "r<strong>is</strong>tabilimento": l'interessamento per la vita NORMALE nelle<br />

situazioni NORMALI, il seguire lo svolgersi NORMALE delle situazioni nei loro<br />

SVILUPPI non significa infatti perder di v<strong>is</strong>ta tutte le cause e concause concrete<br />

delle PATOLOGIE.<br />

12. Statiche conoscenze seppur ben accertate ridiventano f<strong>all</strong>aci pregiudizi se<br />

non completate passo per passo d<strong>all</strong>'accettazione dinamica e lungimirante di<br />

quanto l'assurdo secondo le nostre teorie non sia sempre impossibile.


27<br />

19. In un'ottica di interscambi con le d<strong>is</strong>cipline teoriche e propedeutiche ogni<br />

campo della Medicina in azione, ogni CLINICA al letto del paziente può e<br />

dovrebbe comunque legarsi <strong>all</strong>'attività scientifica generale di RICERCA delle<br />

cause, dei meccan<strong>is</strong>mi e degli effetti.<br />

20. Però d<strong>all</strong>'approccio al singolo "paziente" e d<strong>all</strong>a ricerca scientifica la<br />

medicina psicosomatica evolve nel campo della CULTURA GENERALE:<br />

oltrepassa la Medicina, verso molti campi delle d<strong>is</strong>cipline "uman<strong>is</strong>tiche".<br />

21. Se nelle d<strong>is</strong>cipline mediche es<strong>is</strong>te la f<strong>is</strong>iologia, che considera astrattamente<br />

l'individuo singolo, ed es<strong>is</strong>te, collettiva, l'epidemiologia, entrambe fanno anche<br />

parte in fondo di altre d<strong>is</strong>cipline - sociologia, antropologia e STORIA - che<br />

esplorano su vasta scala e su tempi epocali la pluralità di s<strong>is</strong>temi entro cui e<br />

verso cui si dipana l'es<strong>is</strong>tenza collettiva degli "individui singoli": sia in sé, sia<br />

nel loro trascorrere nei tempi - rigorosamente al plurale - e nell'andamento<br />

delle GENERAZIONI e delle diverse organizzazioni socio-politiche e<br />

ambientali, intrecciate in intersecate variazioni.<br />

22. Comunque non solo la Medicina ma anche sociologia, antropologia e<br />

persino Storia come possono venir considerate nella loro normalità "f<strong>is</strong>iologica",<br />

debbono pure occuparsi di "patologie" relative al loro campo di osservazione:<br />

le popolazioni nel loro insieme - di cui ovviamente anche i medici fanno parte<br />

- nel presente e nell'evolversi degli avvenimenti e delle conoscenze.<br />

23. Concettualizzare in astratto argomenti che riguardino in qualsiasi modo<br />

"accadimenti" o "attività" di cui o in cui fanno parte ESSERI UMANI nella loro<br />

autenticità di esseri viventi non ha però senso operativo se impostato soltanto<br />

su di un singolo punto di v<strong>is</strong>ta.<br />

24. La professione del medico è razionale e funzionale solo se si considerano<br />

medici e pazienti, ENTRAMBI come occasionali protagon<strong>is</strong>ti, anzi come<br />

partecipi in modo intrinseco e evolutivo dell'insieme variegato e dinamico<br />

formato da chiunque: genitori, figli, profession<strong>is</strong>ti e cittadini, potenti e sudditi.<br />

25. E di questo insieme variegato ciascuno va considerato non astrattamente<br />

nella sua definizione statica di "ruolo" ma come portatore attivo in quella data<br />

circostanza di un compito relativo <strong>all</strong>a comunanza con gli "altri".<br />

26. Chi non conosce il passato è destinato a ripeterlo...<br />

NON VEDO<br />

NON SENTO<br />

NON PARLO


28<br />

27. La regolarità fondante della genetica individuale si ritrova s<strong>is</strong>temata in<br />

un'altra enorme esprimibile dotazione: la MEMORIA, che in reconditi spazi<br />

inespressi, in una grandiosa personale "SCATOLA NERA" contiene anche una<br />

specie di "<strong>memoria</strong> biologica" da cui può emergere non solo quanto è<br />

concretamente accaduto, ma quanto sarebbe stato prev<strong>is</strong>to come percorso<br />

pref<strong>is</strong>sato: una "<strong>memoria</strong> genetica" in cui non solo è depositato e ritrovabile<br />

tutto il passato attuato, ma anche in modo preordinato quello mancato pur se<br />

geneticamente pred<strong>is</strong>posto.<br />

Sviluppi e personali e generazionali: continuità e d<strong>is</strong>continuità<br />

Bambini di ieri = adulti di oggi. Adulti di oggi -> adulti di domani<br />

Infanzia: un mestiere difficil<strong>is</strong>simo<br />

Genitori non si nasce ma si diventa<br />

Ciascuno di noi è stato BAMBINO, ma lo ha già dimenticato.<br />

La determinazione è un processo progressivo che ag<strong>is</strong>ce<br />

durante lo sviluppo embrionale e porta le cellule<br />

dell’embrione a seguire una via differenziativa irreversibile<br />

da un certo stadio di sviluppo in poi.<br />

Es<strong>is</strong>te la f<strong>is</strong>iologia dell'immediato, ma es<strong>is</strong>te pure e non solo in embriologia la -<br />

vincolante - f<strong>is</strong>iologia dello sviluppo con i suoi organizzatori: per ogni essere<br />

vivente una pref<strong>is</strong>sata prolungata e potente base portante si s-rotola da - attuati<br />

o d<strong>is</strong>turbati - cambiamenti in differenziazione - individuali se v<strong>is</strong>ti d<strong>all</strong>a parte di<br />

chi si sta sviluppando, a seguire sociologici e ergonomici nelle età successive:<br />

in tutti gli esseri viventi - animali e vegetali - la preparazione e la complicata<br />

rete di collegamenti del momento e del passato ha per Natura una spinta<br />

intrinseca verso gli imprevedibili, molteplici spazi di un incognito futuro. A<br />

prima v<strong>is</strong>ta gli inizi e le basi di questi sviluppi potrebbero apparire argomenti<br />

piccini, insignificanti, estremamente privati, dominati da protagon<strong>is</strong>ti adulti<br />

prettamente femminili, ma occuparsi delle "complicazioni" es<strong>is</strong>tenziali relative a<br />

bambini ed <strong>all</strong>a vita domestica non riguarda affatto solo situazioni insignificanti<br />

e private: addirittura raggiunge le vere RADICI e il vero TERRENO da cui<br />

l'es<strong>is</strong>tenza nel suo espandersi trarrà o la necessaria proficua linfa o continuerà<br />

nel tempo ad assorbirne i veleni. Se difformi possono esser stati gli inizi<br />

soggettivi, con molta probabilità danneggiate saranno le continuazioni oggettive<br />

e relazionali - di percezione, di espressione e di ascolto - da cui si<br />

espanderanno circoli viziosi di divergenze, foriere a loro volta di subentranti<br />

cause di plurimi d<strong>is</strong>agi non solo interpersonali, di azioni e reazioni improvvide


29<br />

con subentranti errori di valutazione e in-comunicanti, auto-referenziali<br />

contrapposizioni e successive valanghe di subentranti errori.<br />

Seguendo o superando l'infinità di coefficienti che caratterizzano ogni<br />

momento - personale, ambientale, storico e generazionale - e i vari<br />

raggruppamenti locali e sociologici nella loro inesauribile e effimera pluralità di<br />

usi e costumi di appartenenza tutto si avvia verso indirette conseguenze<br />

operative ove ins<strong>is</strong>titi parametri di presente e passato indicano percorsi<br />

attuabili verso potenziali svolte future; mentre su di un piano più generale tutto<br />

si indirizza in modo anche soltanto implicito verso fondamentali concetti<br />

invece programmatici che, proprio partendo dal basilare super-privato<br />

"bambinesco e famil<strong>is</strong>tico", si trasformano in un'impostazione POLITICA e<br />

pertanto "fattuale".<br />

Solenni citazioni e esempi dimostrativi con-cludono il cerchio degli s-viluppi e<br />

delle "sublimazioni" e sugger<strong>is</strong>cono nuovi spunti di osservazione riguardo ai<br />

concetti di base che fanno da presentazione non solo a questo capitolo:<br />

Svolgere, volgere, Sviluppare<br />

Sviluppare... Si svolgono le cose volte o rinvolte, si<br />

svolgono i germi della vita; si sviluppano le inviluppate.Là dove non<br />

vi è inviluppo o viluppo viluppo, ivi sviluppare non ha luogo proprio proprio...<br />

Tutto ciò che ha v<strong>is</strong>ta di cosa involuta o sospetta , o comechessia<br />

non piacevole si suole chiamare imbroglio... Imbroglio da ultimo<br />

vale: frode tramata per ingannare o danneggiare altrui altrui...<br />

(Dizionario dei Sinonimi e Contrari del Tommaseo)<br />

... il parad<strong>is</strong>o della giovinezza<br />

giovinezza, così presto perduto, fu un primo<br />

tentativo di liberarmi d<strong>all</strong>e catene del "puramente personale", da<br />

un'es<strong>is</strong>tenza dominata solo dai desideri, d<strong>all</strong>e speranze, dai<br />

sentimenti primitivi... Fuori c'era questo enorme mondo, che es<strong>is</strong>te<br />

indipendentemente da noi noi, e che ci sta di fronte come un grande,<br />

eterno enigma, accessibile solo parzialmente <strong>all</strong>a nostra<br />

osservazione e al nostro pensiero. La contemplazione di questo<br />

mondo mi attirò come una liberazione<br />

liberazione...<br />

Einstein<br />

CCosa osa ho ho in in comune comune io io con con gli gli schiavi? schiavi?<br />

Se ne si considerano imparzialmente e senza acredine<br />

preconcetta le patologie e le - autentiche, non solo<br />

"rivendicate" - sofferenze, un medico qualcosa può "averne a<br />

che fare": la possibilità di raggiungerli e di favorirne la<br />

liberazione.


30<br />

L' ALBERO può venir proposto come una v<strong>is</strong>ualizzabile, più facile in quanto<br />

statica, convincente metafora per semplificare i fattori che sottendono ad ogni -<br />

anche umana - vivente es<strong>is</strong>tenza di individualità, sviluppo e evoluzioni.<br />

1. In un - favorevole o difficile - TERRENO le<br />

RADICI possono <strong>all</strong>argarsi e nutrirsi perché<br />

poi possa dal suolo affiorare la pianta.<br />

2. Con le sue regolarità e concreta solidità il<br />

TRONCO progred<strong>is</strong>ce a cerchi concentrici.<br />

3. Quasi infinite invece sono le differenziazioni ed<br />

espansioni: RAMI, FOGLIE, FIORI, FRUTTI,<br />

SEMENTI....<br />

L'albero per raggiungere la propria compiutezza deve cioè<br />

potersi radicare su di un ben definito "terreno", ma - come<br />

ogni essere vivente - nelle sequenze stagionali ed occasionali<br />

deve trovarsi circondato da un non troppo sfavorevole<br />

"ambiente" nutritivo e climatico. L'animale, e tanto più l'essere<br />

umano, però non solo "cresce" in grandezza e neppure in<br />

regolari cerchi concentrici: l'animale evoluto si "sviluppa",<br />

fenomeno questo molto più "com-plicato" che richiede di venir<br />

assecondato seguendo ben definite fasi, attraverso pred<strong>is</strong>poste<br />

vie e modi di cambiamento in sequenze biologicamente determinate. L'albero<br />

è una comoda iconografia, ma riferendosi <strong>all</strong>e umane es<strong>is</strong>tenze e ad ogni<br />

umana attività, tanti più fattori cioè vanno considerati; ogni elemento della<br />

società umana non è certo monolitico come un albero nè nello spazio nè tanto<br />

meno nel tempo: vi si inoltra secondo un ritmo di sviluppif<strong>is</strong>iologici (al plurale)<br />

modulati sia nelle fasi sia nelle modalità, al di là dei molti cambiamenti<br />

ep<strong>is</strong>odici che ogni vera - vitale - es<strong>is</strong>tenza attraversa.<br />

Ma che m<strong>is</strong>ero e inadeguato<br />

sostegno danno inadeguate radici!<br />

Ben m<strong>is</strong>ere e inadeguate o<br />

precarie e instabili prospettive<br />

future possono scaturire da "complessi"<br />

non "com-pletati", da un<br />

"tessuto es<strong>is</strong>tenziale" non<br />

opportunamente co-eso!


31<br />

.<br />

Ha un percorso di profondità.<br />

Diciamolo in questo modo: è come<br />

se tra il nucleo profondo dove<br />

radicano le radici dell’io e la buccia<br />

della pelle ci sia uno spazio denso<br />

ed esteso da percorrere e<br />

attraversare, affinché la sorgente<br />

trovi una strada, si dia una forma,<br />

rappresenti se stessa in qualcosa di<br />

v<strong>is</strong>ibile, che possa funzionare da<br />

segnale, da segno, da parola. E<br />

questo stesso processo, uscendo<br />

d<strong>all</strong>a pelle, si faccia energia e forza<br />

costruttiva, capace di dare forma<br />

<strong>all</strong>a materia, di mettere al mondo,<br />

di realizzare qualcosa. Ed è come<br />

se solo costruendo Qualcosa tu ti<br />

realizzi come Qualcuno. Perché<br />

questo qualcosa è come l’immagine<br />

di te nello specchio del mondo: l’espressione, la rappresentazione del seme che tu sei.<br />

Lo sforzo di attuazione "futura" di progetti se non di utopie compete a posizioni<br />

pedagogiche e politiche miranti <strong>all</strong>a costruzione di un FUTURO creduto quanto<br />

migliore possibile; ma, r<strong>is</strong>petto a quella "ottim<strong>is</strong>tica" dei "pedagoghi" e degli<br />

ammin<strong>is</strong>tratori, la posizione dialettica "da medico" dovrebbe essere cautamente<br />

pessim<strong>is</strong>tica coerente con un'esperienza professionale - vedi Presentazione<br />

professionale - per definizione destinata <strong>all</strong>'imbattersi in situazioni "non<br />

normali" se non in mali più o meno gravi da cercar di ovviare. L'esercizio della<br />

medicina può cercare anche di individuare - piuttosto arbitrariamente - quelle<br />

millanterie che vengono propugnate come prognosi nel futuro, ma un medico<br />

che per preparazione dovrebbe esser cauto e doverosamente scettico e<br />

comunque non un indovino si trova quotidianamente più che altro a "riparare<br />

danni" in atto o conseguenze irr<strong>is</strong>olte di danni pregressi, per ovviarvi con<br />

impostazioni successive di cura ad essi correlate. (Vedi il file - e capitolo 1 del<br />

libro Bambini di ieri = adulti di oggi. Adulti di oggi -> adulti di domani - Cosa<br />

ho in comune io con gli schiavi? Piero, Ada e la scuola della libertà).


32<br />

In altri termini: per definizione OTTIMISTI pedagog<strong>is</strong>ti e politici dovrebbero<br />

improntare la loro opera <strong>all</strong>a costruzione di un FUTURO quanto migliore<br />

ritengono possibile e convalidarne le impostazioni ogniqualvolta ritrovano nel<br />

PRESENTE segnali dell'avverarsi degli indirizzi da loro propugnati. Invece un<br />

medico tanto più se anche "teorico" deve considerare imparzialmente i vari<br />

fattori in gioco e, nel trascorrere dei tempi, seguire con obiettività l'attuarsi -<br />

sperato, inaspettato, sconcertante o deprecato - delle svariate vie magari<br />

svoltanti verso direzioni opposte. Entrambe le posizioni possono convergere<br />

utilmente su proposte efficaci, ma nel corso della propria es<strong>is</strong>tenza troppe volte<br />

il PESSIMISTA si accorge di come prospettive "buone" svan<strong>is</strong>cano in impensabili<br />

attuazioni nulle o perverse: un esempio semplice ma emblematico mostra una<br />

di queste stravaganti giravolte che subentrano a raggiera le une <strong>all</strong>e altre, in<br />

par<strong>all</strong>elo d<strong>is</strong>corde con gli ab<strong>is</strong>sali cambiamenti del pubblico modo di vivere<br />

portati dal diffondersi ubiquitario e facile di epocali tecnologie avanzat<strong>is</strong>sime.<br />

Nella pagina iniziale del PRIMO NUMERO del Giornale dei Genitori - n.1<br />

maggio 1958 - l'articolo I pensieri di una giovane mamma: Gli orecchini della<br />

zia trionfal<strong>is</strong>ticamente esprimeva quello che - <strong>all</strong>ora! - poteva venir considerato<br />

come l'avvio di un gran salto di civiltà...<br />

Ma se - <strong>all</strong>ora - la mamma della neonata rifiutava la "barbarie" del regalo di<br />

"cruenti orecchini" <strong>all</strong>a sua bambina, invece ora ci si deve chiedere:<br />

Quanti piercing - e magari quanti tatuaggi - e in quante regioni del corpo si<br />

sarà fatta mettere e dipingere la, ora cinquantenne, "Mirellina" dell'articolo?


33<br />

<strong>Consapevolezza</strong> e <strong>memoria</strong><br />

Indice interno:<br />

#presupposti, #tempo_e_rappresentazione, #grande dolore, #testimonianza,<br />

#resilienza, #prospettive_contrarie, #organizzatori-induttori, #<strong>memoria</strong>_e_consapevolezza,<br />

#meccan<strong>is</strong>mi_di_difesa, #personalità_multiple, #importanza_dei_sensi, #nascita_e_prenascita,<br />

#non tutti la pensano così, #consapevolezza, #segnalazioni<br />

Presupposti<br />

L'edizione del 2006 del libro Bambini di ieri = adulti di oggi. Adulti di oggi -><br />

adulti di domani r<strong>is</strong>ulta ora molto arretrata r<strong>is</strong>petto al sito Web: ne vengono<br />

quindi pred<strong>is</strong>posti aggiornamenti sotto forma di libretti tematici. Il sito infatti nel<br />

tempo si è molto arricchito, prec<strong>is</strong>ato, aggiornato: per poterne pubblicare le<br />

novità i vari file verranno via via stampati raggruppati in una serie di "libretti<br />

tematici". Raggruppati per singoli argomenti, aggiornati e completati, capitoli<br />

ormai superati del libro Bambini di IERI= Adulti di oggi. Adulti di oggi -> Adulti<br />

di DOMANI sono presenti in volumi separati a cominciare da Infanzia un<br />

mestiere difficil<strong>is</strong>simo in cui un nuovo file Considerazioni e conclusioni / To<br />

complete and to outline offre una sintesi organica e riassuntiva di tutti i problemi<br />

in d<strong>is</strong>cussione. Come nel sito, in questo volume - dedicato <strong>all</strong>e possibilità di<br />

ricordare e trasmettere pubblicamente i ricordi, presupposto base è l'importanza<br />

della consapevolezza memorizzabile: per questo il fondamentale capitolo<br />

Quando la cartella clinica è terapeutica... Dare ai ricordi una specie di seconda<br />

vita? si presenta molto differente dal file in rete - addirittura sdoppiato in un<br />

secondo capitolo Medicina: scienza applicata e multid<strong>is</strong>ciplinare: Emozioni,<br />

<strong>is</strong>tinti, ricordi, contraddizioni. Mentre, a documentare la realtà di ricordi<br />

coscienti anche precoc<strong>is</strong>simi, accanto a Un brutto sogno. Una bambina e<br />

un'incubatriece e altre esperienze precoc<strong>is</strong>sime, che descrive situazioni di "vita<br />

normale", da un altro sito e libri deriva un capitolo - ESPERIMENTI SU<br />

BAMBINE/I - costituito da dati e testimonianze di prima mano a comprovare sia<br />

l'es<strong>is</strong>tenza di una connaturata incancellabile <strong>memoria</strong> corporea, sia dei potenti<br />

ritorni in flash-back, sia anche di resilienza e guarigione da vicende traumatiche<br />

grav<strong>is</strong>sime attraverso la riacqu<strong>is</strong>tata MEMORIA e capacità di RENDER NOTI fatti<br />

magari criminosi subiti.<br />

– 33 –


34<br />

La vita è breve, l'arte lunga. l'esperienza ingannevole, il giudizio<br />

difficile... Ippocrate<br />

Considerate la vostra semenza / fatti non foste a viver come bruti /<br />

ma per seguir virtute e conoscenza... - DANTE ALIGHIERI<br />

Un fatto sment<strong>is</strong>ce cento teorie, cento teorie non sment<strong>is</strong>cono un<br />

fatto... Popper<br />

Chi è colto si adoperi per d<strong>is</strong>sipare ogni tipo di tenebra, e render così<br />

palese l'occulto, far consapevole e chiaro il taciuto e furtivo furtivo.<br />

In sanscrito la parola GURU significa GU =oscurità o ignoranza e<br />

RU=luce - Upan<strong>is</strong>had<br />

D<strong>is</strong>cepolo è "colui che sta imparando" e mette <strong>all</strong>a prova la propria<br />

<strong>is</strong>truzione tramite una d<strong>is</strong>ciplina = modo e regola dell'insegnare.<br />

anzi: d<strong>is</strong>cepolo è chi accett a la d<strong>is</strong>ciplina per correggere i propri<br />

errori<br />

"Scientia potentia est": "Knowledge <strong>is</strong> power" = la "conoscenza è/dà<br />

Potere"?<br />

"Scientia potentia est": ma che Prezzo ha un Potere di "seconda mano"?<br />

"Seguace = accolito o proselito<br />

proselito" = è chi si appropria di qualcosa che<br />

appartiene a qualcun altro<br />

è chi usa il suo "proselit<strong>is</strong>mo" per impadronirsi di qualcosa che non<br />

gli è proprio.<br />

Il l sonno della ragione genera mostri mostri?<br />

La figura china è avvolta da otto gufi,<br />

innumerevoli pip<strong>is</strong>trelli, un gatto nero e la lince.<br />

Solo la lince ai piedi dell'art<strong>is</strong>ta rappresenta la<br />

positività: Goya ci avverte di rimanere <strong>all</strong>'erta così<br />

come è la lince, a causa dell'eccellente v<strong>is</strong>ta<br />

capace di penetrare nell'oscurità, perché durante<br />

il sonno non possiamo difenderci dai vizi,<br />

rappresentati dagli animali che gli stanno intorno.<br />

. . Un gatto nero mimetizzato nell'oscurità<br />

rappresenta la pigrizia e la lussuria. (Citazione<br />

tratta dal catalogo 119 G<strong>all</strong>eria Salamon pag. 43).<br />

La fantasia abbandonata d<strong>all</strong>a ragione produce<br />

mostri impossibili: con essa è madre delle arti e<br />

origine delle sue meraviglie.<br />

Da osservare l'animalità lungimirante della lince espressa nello sguardo -<br />

attento, perplesso, preoccupato - e la falsa intelligenza che trapela dagli occhi -<br />

furbetti e falsamente ingenui - dei gufi, e da quelli - malevoli - del gatto nero<br />

seminascosto dietro il dormiente.


35<br />

El sueño de la razon produce monstruos.... Franc<strong>is</strong>co de Goya y Lucientes<br />

Caprichos 43 1797 (El Prado Madrid) si legge sul "grabado".<br />

Il commento del Maestro, conservato al Museo del Prado di Madrid, riporta, a<br />

proposito di questa tavola:<br />

43. El sueño de la razón produce monstruos. En la parte anterior de una<br />

mesa situada a la izquierda del grabado se lee el titulo del capricho.<br />

P. La fantasía, abandonada de la razón, produce monstruos imposibles;<br />

unida con ella es madre de las artes y origen de las maravillas.<br />

BN. Portada para esta obra: cuando los hombres no oyen el grito de la<br />

razón, todo se vuelven v<strong>is</strong>iones.<br />

Il trascorrere del tempo e la sua rappresentazione<br />

Chi Chi non non conosce conosce il il passato passato è è condannato condannato a a ripeterlo<br />

ripeterlo<br />

Mi rendo conto che, anche sul<br />

piano personale, ho v<strong>is</strong>suto a lungo<br />

su quella superficie di me stesso che<br />

è l’adesso, il presente, per lo più<br />

insaporito dal gusto inebriante<br />

del futuro. Lasciando stratificare<br />

nell’oblio il mio passato. Mi sono<br />

anche vantato di questa mia<br />

capacità di far passare il<br />

passato. Mi sembrava perfino un<br />

dono non avere radici, legami,<br />

prigioni… Mi sono cimentato nel<br />

proposito creativo di Nietzsche di<br />

ricreare il passato agendo sul<br />

presente…(da "Stratificazioni"<br />

dell'11 settembre 2008.)<br />

Scrive lo stesso autore chiedendosi se<br />

invece non fosse meglio ... poter dare<br />

ai ricordi una specie di seconda<br />

vita...<br />

E così indirettamente r<strong>is</strong>ponde un altro<br />

interlocutore:<br />

Io credo una cosa, e forse non<br />

mi sbaglio. In qualche modo è<br />

come se, una volta attivato<br />

l'orologio del presente, stia<br />

andando indietro seguendo una<br />

modalità non lineare, che non<br />

prevedo e non comprendo, nel<br />

tentativo di far ripartire<br />

l'orologio del passato. E la cosa<br />

è molto complessa, dolorosa ed<br />

impegnativa.


36<br />

Ho scoperto che anche il ripasso è fondamentale<br />

fondamentale. In<br />

fondo, quando ricordiamo, ripassiamo<br />

ripassiamo, , ripercorriamo<br />

ripercorriamo,<br />

ritorniamo<br />

ritorniamo...<br />

Memoria nell'accezione più comune del termine è la continuativa facoltà più o<br />

meno agevole e veloce di richiamare <strong>all</strong>a consapevolezza attuale dati di ogni<br />

genere tratti fuori dagli scomparti delle cosiddette memorie a breve, a medio, a<br />

lungo termine. Pur se non sempre immediato e riattivabile in modo prec<strong>is</strong>o, e<br />

soprattutto indipendentemente dal tempo trascorso, il termine usuale Memoria<br />

indica perciò quasi soltanto la facoltà di dare ai ricordi una specie di astratta<br />

seconda vita, di r<strong>is</strong>pecchiare in forma simbolica - al di là del tempo - quanto è<br />

accaduto e quanto vi è stato comunque depositato e archiviato in una sorta di<br />

"scatola nera" automatica in funzione costante anche ben oltre la<br />

consapevolezza del fatto in accadere.<br />

Ma MEMORIA non è solo "ripasso": Memoria è un "valore" a se stante, <strong>memoria</strong><br />

è l'ordito della "struttura portante" dell'INTEGRITA' dell'individuo, dello<br />

"spessore" della personalità, della sua assoluta biologica congruenza interiore ed<br />

anche del suo es<strong>is</strong>tere affettivo e sociale e "storico" attraverso i ricordi propri e<br />

altrui. In concreto <strong>memoria</strong> è fondamentalmente un gigantesco, diffuso "deposito<br />

d<strong>is</strong>ponibile" in cui ogni <strong>is</strong>tante di vita viene conservato con una prec<strong>is</strong>ione<br />

estremamente superiore a quanto la lentezza del pensiero e della percezione<br />

coscienti possono illudersi di conoscere e far conoscere, persino molto al di là<br />

della consapevolezza degli accadimenti e dello stato di coscienza durante il loro<br />

succedere.<br />

Può venir chiamato preconscio l'enorme sempre più estesa e riutilizzabile<br />

"biblioteca circolante" avanzante in progressione più che geometrica in funzione<br />

del trascorrrere delle età. Ma se considerata su di una base non di solo freddo,<br />

"nozion<strong>is</strong>tico" riassunto "mentale" e sempre più sovraccaricata così da questa<br />

"enormità" di dati accumulati, mentre proprio nella sua ampiezza si costitu<strong>is</strong>ce<br />

come base della SAGGEZZA, contribu<strong>is</strong>ce però anche al manifestarsi con l'età<br />

di certi apparenti difetti o piuttosto "incertezze" non dovuti a decadimento -<br />

ripeness <strong>is</strong> <strong>all</strong> - ma da attribuire proprio al procedere e ampliarsi a ventaglio<br />

di una troppo riccamente v<strong>is</strong>suta "quarta dimensione" individuale, che<br />

diventerebbe una d<strong>is</strong>grazia e una infinita sofferenza - vedi il film Il mnemon<strong>is</strong>ta<br />

tratto da una storia vera - se un ricordare continuativo invadesse tutta<br />

l'es<strong>is</strong>tenza. Ma non soltanto nel "cervello" ma anche - ovunque - nel corpo stesso<br />

si depositano "ricordi" che possono poi riattivarsi e far ricomparire sensazioni e<br />

situazioni sia in flash-back che in recuperi - ad esempio anche dopo molti<br />

anni saper nuotare o andare in bicicletta.


37<br />

Uno dei più tipici afor<strong>is</strong>mi <strong>all</strong>a base del Metodo Feldenkra<strong>is</strong> afferma: Il nostro<br />

cervello deve ascoltare i sensori che si trovano in ogni parte del nostro<br />

organ<strong>is</strong>mo, così come il Progetto Psicantropos nella sua applicazione in Leggere<br />

i Messaggi del Corpo spiega il Concetto psicosomatico [che] utilizza la tecnica<br />

del doppio binario di comunicazione psichica e corporea; mentre cultura<br />

uman<strong>is</strong>tica e scientifica d<strong>is</strong>cutono su "Il corpo [che] ha diverse forme di<br />

<strong>memoria</strong>... per cui es<strong>is</strong>tono atti non-consapevoli ... e noi di quegli atti non<br />

abbiamo <strong>memoria</strong> - intesa come il ricordo che ci diciamo - se non come<br />

<strong>memoria</strong> corporea".<br />

Non tutto è però "positivo": i ricordi - come "consapevolezza" - se sostanziano il<br />

"segnale" della CONTINUITA' di ogni es<strong>is</strong>tenza, ne marcano anche il "segnale"<br />

della PRECARIETA', e, nella loro completezza, possono riattivare in ogni<br />

momento non sopportabili sofferenze e/o difficoltà e possono pure trasformare i<br />

fatti in auto-inganni. Di norma già fin <strong>all</strong>'inizio di una sana pre-adolescenza i<br />

giorni, le settimane, i mesi, gli anni cominciano a "correre" sempre più in fretta<br />

sempre più compattando la strutturazione delle esperienze, dando come criterio<br />

di evocazione il primato non <strong>all</strong>a cronologia ma <strong>all</strong>e sensazioni ed emozioni.<br />

Verso la maturità nelle modalità del ricordare si <strong>all</strong>ontana sempre più il testuale<br />

e cronologico e unilaterale "ripetere a <strong>memoria</strong>", mentre si attiva sempre meglio -<br />

come nel "dizionario v<strong>is</strong>uale" - un "multimediale" convergere e <strong>all</strong>argarsi<br />

dinamico dei contenuti.<br />

... .. vivere in modo da poter desiderare di rivivere questa<br />

stessa vita in ripetizione eterna - Nietzsche<br />

Io credo una cosa, e forse non mi sbaglio. In qualche modo è come se, una volta<br />

attivato l'orologio del presente, stia andando indietro seguendo una modalità non<br />

lineare, che non prevedo e non comprendo, nel tentativo di far ripartire l'orologio<br />

del passato. E la cosa è molto complessa, dolorosa ed impegnativa.<br />

Ma questa differenza sostanziale non è gradita a tutti: chi non è riuscito a<br />

raggiungere il proprio autentico traguardo di maturazione della mente, anzi:<br />

dell'ESSERE; e non solo dell'essere in un suo ipotetico singolo e <strong>is</strong>olato tempospazio<br />

ma del vero essere immerso nel suo ambiente e nella sua Storia si induce<br />

a teorizzare una - difettosa - patologicamente statica - gestione di un non più<br />

consapevole orologio del presente con l'illusione così di superare conflittualità e<br />

problemi. Non tutti hanno avuto la "fortuna" di nascere e svilupparsi in piena<br />

salute, in un ambiente opportuno, in condizioni familiari e sociali adatte; non


38<br />

tutti sono - sia da bambini che in seguito - al riparo da spaventi, incidenti,<br />

traumi di qualsiasi genere: a molti quindi è accaduto per caso e per impersonali<br />

circostanze avverse di dover affrontare sofferenze e magari continuativi "grandi<br />

dolori". Ma non solo da impersonali eventi possono derivare dolori<br />

insopportabili: il carico emotivo di d<strong>is</strong>armonie intra-familiari può r<strong>is</strong>ultare ancor<br />

più devastante di una malattia f<strong>is</strong>ica, di una catastrofe, di un grave incidente.<br />

I bambini, privati di esperienze vere,<br />

elaborano fantasticherie a vuoto e compensazioni fasulle<br />

che ne bloccano o deformano lo sviluppo<br />

riducendoli ad adulti immaturi incompleti o sbagliati<br />

e incidendo anche sulle generazioni a venire<br />

La <strong>memoria</strong>, ogni forma di <strong>memoria</strong> personale o interpersonale r<strong>is</strong>ulta <strong>all</strong>ora<br />

nemica, e ne consegue come ancor più nemiche diventino la vera attenzione -<br />

da cui il senso di responsabilità - e ogni tempestiva consapevolezza. In modo<br />

più evidente lo si nota quando si ha a che fare con situazioni concernenti<br />

l'infanzia sia altrui che propria: quell'infanzia i cui in primo luogo v<strong>is</strong>tosi<br />

"passaggi" impietosamente contrassegnano la precarietà dell'es<strong>is</strong>tenza con la<br />

fuga ineluttabilmente v<strong>is</strong>tosa dei giorni e degli anni.<br />

A casa di mia sorella ho v<strong>is</strong>to questa sera delle foto dei miei<br />

nipoti da piccoli. Ce n'era una di F. [ora adolescente] che avrà<br />

avuto quattro anni e che mi ha creato una turbolenza di pancia...<br />

Mi sembrava quasi impossibile che fosse cresciuto così tanto e<br />

nello stesso tempo che quel bambino non ci fosse più più. Ho avuto<br />

la sensazione di ciò che mi blocca, di quello che mi fa<br />

tremendamente paura e che temo di non riuscire a sopportare. Il<br />

dolore per quel bambino "morto", quel bambino che non tornerà<br />

mai più e che in un certo senso mi sono lasciato sfuggire sfuggire.<br />

Come l'ho v<strong>is</strong>suto poco, quante cose mi sono perso di lui come di<br />

me stesso. E' un dolore che porta un vuoto, un dolore che apre una<br />

voragine una specie di buco nero in cui temo di scivolare. Mi<br />

tengo così aggrappato a questo presente che mi dà sicurezza,<br />

un presente che vorrei passasse lentamente così da farmi<br />

assaporare il piacere di vivere, ed invece il tempo corre<br />

velocemente e più corre più sento che dovrò attraversare presto


39<br />

quella voragine per non trovarmi al termine della mia vita con<br />

in mano solo rimpianti<br />

rimpianti. E' un lutto, ... è un lutto ed un<br />

abbandono<br />

abbandono. Lei non può immaginare (o forse si) quanto faccia<br />

fatica a capire, a far capire ad una parte di me che non si<br />

possono resuscitare fantasmi ma quella parte è come se non<br />

sent<strong>is</strong>se ragioni, vorrebbe vedere ancora per una volta quel<br />

bambino, vorrebbe poterlo riabbracciare, non vuole<br />

accettare le cose come sono andate andate, è testarda. A questo punto<br />

faccio fatica anch'io a capire chi sono, sono in gran confusione,<br />

ma forse era ora perché erano troppi giorni che giravo a vuoto.<br />

L'ho detto anche a K. stamattina che avevo la sensazione di<br />

sentirmi un "coglione", quasi nel senso anatomico del termine.<br />

"Odio" Odio"<br />

[In una fotografia a cinque anni] mi faccio … paura. Ho le famose<br />

“balducci” ai piedi e anche solo guardandole mi sembra di sentire<br />

il fastidio, la costrizione dei piedi, il d<strong>is</strong>agio nei movimenti. Lo<br />

sguardo è quello di un possibile omicida, non c’è dubbio che<br />

in quel momento odiavo odiavo. Odiavo chi faceva la foto, odiavo mia<br />

madre, mio padre e mia sorella, odiavo … Ho trovato anche altre<br />

foto in cui iniziavo a camminare e avevo sempre un sacco di<br />

gente attorno ed ero sempre imbronciato, l’unica in cui sorridevo<br />

mi ritraeva da solo nel girello nel cortile di casa.<br />

Mi sembrano passati secoli e ancora faccio fatica a rivedermi, a<br />

volte nemmeno riconoscendomi bambino, quasi ne fossi stupito.<br />

Infastidito nel rivedere quelle in famiglia. Ecco come mi sento,<br />

infastidito per tutte quelle mani addosso addosso, mani che mi<br />

sembrano solo pronte a trattenermi, guidarmi, farmi fare cose<br />

che non voglio fare, tirarmi a destra o sin<strong>is</strong>tra, non lasciarmi<br />

spazio, non darmi il tempo, mani inconsapevoli di avere a che<br />

fare con un essere umano, con una persona, con un bambino. Ho<br />

sempre odiato tutto questo e quell’odio ho come l’impressione che<br />

non svanirà mai perché è dentro di me, fa parte di questa storia,<br />

fa parte di me perché è ciò che provavo e il suo ricordo non<br />

potrà svanire perché per sempre saprò di avere odiato la


40<br />

mia famiglia famiglia. L’ho odiata per non essere stata in grado di<br />

riconoscermi e di amarmi almeno un po’.<br />

L’essere cresciuto è stata una salvezza perché ho potuto<br />

<strong>all</strong>ontanarmene, crearmi un mio spazio, un mio tempo ma<br />

andare indietro con i ricordi mi crea dolore, inevitabilmente. Il<br />

dolore per quel bambino "morto" "morto", quel bambino che non tornerà<br />

mai più e che in un certo senso mi sono lasciato sfuggire. Come<br />

l'ho v<strong>is</strong>suto poco, quante cose mi sono perso di lui come di me<br />

stesso. ... Sento come non mi capitava da molto tempo una<br />

stanchezza una assoluta indifferenza per questa vita mentre è<br />

come se dovessi essere da un'altra parte; in questi momenti sento,<br />

senza retorica, l'idea della morte come un sollievo enorme, come<br />

se a suo modo mi aiutasse a non-vivere una vita che non<br />

desidero. Periodo buio.<br />

Avrei molte altre cose da scrivere ma è come se fossero tutte<br />

ingarbugliate in una matassa d<strong>is</strong>ordinata e nodosa nodosa, le sento<br />

arrovellarsi nella pancia, girare come trottole, cercare una via<br />

d'uscita, cercare di d<strong>is</strong>piegarsi poco <strong>all</strong>a volta ma tutto ciò<br />

sembra difficile. Chi sono veramente io? Quante potenzialità ho<br />

lasciato incolte a marcire poco <strong>all</strong>a volta? Cosa avrei voluto per<br />

me fin da bambino?<br />

Ma sono mai stato bambino?<br />

Da una mail<br />

... nipoti... figli... genitori... nonni...: parenti dell'umanità<br />

La "nonnità" dà il senso della continuità dopo di noi e, sconfinando nella<br />

continuità generazionale (essendo stati figli e nipoti), consente di riconoscersi<br />

parenti nell'umanità<br />

nell'umanità.


41<br />

GIORNATA.pps: la vita è corta anche per coloro che passano il tempo<br />

trovandola lunga...<br />

Danza lenta.pps<br />

Presentazione-libri.ppt<br />

Infanzia: un mestiere difficil<strong>is</strong>simo?<br />

L'infanzia non es<strong>is</strong>te. Es<strong>is</strong>te lo sviluppo e lo sviluppo è cambiamento liberatorio<br />

La teoria ci aiuta a sopportare la nostra ignoranza dei fatti -<br />

Santayana<br />

La follia è l'oblio di un grande dolore...<br />

I bambini che crescono - o meglio quegli sviluppi che in poco tempo<br />

svan<strong>is</strong>cono e non ci sono più - sono degli implacabili marca-tempo; questi<br />

esseri "audaci e transitori" non vogliono sentirsi trasformare in "fantasmi" di un<br />

tempo immobile e per questo rassicurante. Deriva dal tentativo di evitare non<br />

solo un ritorno di sensazioni penose r<strong>is</strong>alenti al proprio passato e di sensazioni<br />

di f<strong>all</strong>imento accumulate nel trascorrere del tempo uno dei principali motivi<br />

"banali" espressi da persone né buone né cattive, ma sfavorevoli nei riguardi dei<br />

"bambini", un motivo espresso con un un fastidio che confina con l'odio e in<br />

pratica con una specie di boicottaggio contro quanto in via di sviluppo segna un<br />

"tempo" che invece di un "trascorrere" diventa una "voragine"<br />

voragine".<br />

Non senza fatica e sofferenza si può comunque evitare di dover coltivare solo<br />

rimpianti, e ritrovare la consapevolezza della propria infanzia - e con questa<br />

dell'infanzia di tutti, ma per lo più al gigantesco, diffuso "deposito d<strong>is</strong>ponibile" si<br />

sottrae l'inconscio patologico in cui precipita l'inaccettato.<br />

E' stato detto - da Nietzsche ne La gaia scienza - che se ricollegarsi è sinonimo<br />

di autenticità, la vera sapienza è il ricollegarsi a quello che si sapeva già, <strong>all</strong>a


42<br />

propria esperienza es<strong>is</strong>tenziale... Ma purtroppo di r<strong>is</strong>contro la follia è l'oblio di<br />

un grande dolore... e l'inautenticità prosegue nella sua opera d<strong>is</strong>truttiva: al<br />

grande dolore e <strong>all</strong>'oblio successivo segue un progressivo ottundimento quasi<br />

sempre "smentito" da un accompagnamento incongruo e occasionale di ansie se<br />

non terrori, non solo non proporzionati ma neanche collegati con ciò che sta<br />

accadendo. E tutto questo può continuare a svilupparsi, per acquietarsi semmai<br />

forse soltanto in una forma di - apparente - ulteriore, rinnovata stupidità - ultimo<br />

gradino di difesa contro una sofferenza definitivamente senza perché. Ma forse<br />

ancora peggiore ne sono i gradini intermedi: la ricerca spasmodica di<br />

spiegazioni stravaganti o di affannose, supertiziose RASSICURAZIONI - una<br />

brutta, quasi oscena parola semanticamente collegata ad una radice che rimanda<br />

a "sicurezza", a sua volta un termine che si associa come collegamenti di idee a<br />

espressioni indicanti "pericolo": "Pubblica sicurezza", "cintura di sicurezza",<br />

"uscita di sicurezza" ecc.!<br />

E' ver<strong>is</strong>simo che gravi se non orrendi traumi possono aver marchiato infanzie<br />

d<strong>is</strong>astrate; è ver<strong>is</strong>simo che intollerabili vicende possono nascondersi nell'oblio<br />

di un grande dolore, camuffarsi in un falso tempo presente immobilizzato in<br />

false prospettive di un ipotetico utop<strong>is</strong>tico o persecutorio falso futuro: ed è così<br />

che a frotte manichini di falsi adulti senza passato, cresciuti e non sviluppati<br />

vivacchiano in una vacua ma minacciosa "nullità". Ma - come ben spiega questa<br />

testimonianza - non in modo ineluttabile: se si può essere feriti senza essere<br />

toccati, si può pure - volendolo - "curarsi" da ogni tipo di trauma e così<br />

riconoscerne i frammenti e cucirli poco <strong>all</strong>a volta insieme in una recuperabile<br />

"restitutio ad integrum" di come ciascuno "sarebbe stato".<br />

Credo per un desiderio naturale di testimonianza, di chi, passato il guado, volge<br />

la testa indietro e con più serenità guarda il proprio passato rimesso in ordine<br />

senza acredine come un dato ormai acqu<strong>is</strong>ito, una storia che diventa Storia con<br />

la maiuscola e quindi merita, forse, di essere raccontata. E <strong>all</strong>ora mi sono<br />

immaginato il primo giorno che ho messo piede nel suo studio come se,<br />

inconsapevolmente, mi fossi presentato con un vestito a brandelli. Un vestito che<br />

non mi andava di buttare, né di cambiare con uno nuovo di zecca. E così poco<br />

per volta, minuto dopo minuto, giorno dopo giorno è stato come iniziare a<br />

riconoscerne i frammenti e cucirli poco <strong>all</strong>a volta insieme. Come un sarto attento<br />

e puntiglioso ridare dignità a quel vestito che, bello o brutto, era il mio vestito.<br />

Con molta fatica in questi anni ha ripreso una forma e solo una volta completata


43<br />

l'opera potrò riporlo nel mio armadio a <strong>memoria</strong> futura. Quelle cuciture sono le<br />

cicatrici di un chirurgo, segni indelebili che ricordano un passato a brandelli ma<br />

nello stesso tempo testimonianze di ciò che sono stato. Ogni cucitura racconta<br />

uno strappo, ogni strappo una ferita mai r<strong>is</strong>anata e rimasta per anni a<br />

sanguinare nel profondo. Ora è un po‚ come se lo vedessi quel vestito con tutte<br />

quelle cuciture e se per magia, anche se per un solo secondo, quelle cuciture<br />

spar<strong>is</strong>sero lo rivedrei così com'era, ma sarebbe già qualcos'altro: io ero in quei<br />

brandelli, io sono oggi quel vestito un po' martoriato e niente potrà cambiare<br />

questa Storia. Io sono la testimonianza di come si possa essere feriti senza<br />

essere toccati.<br />

Memoria e testimonianza<br />

La necessità di prec<strong>is</strong>are significati e chiavi di lettura a proposito di<br />

consapevolezze recuperate richiede aggiunte metodologiche e normative e<br />

prec<strong>is</strong>azioni rigorose che sugger<strong>is</strong>cono di considerare in scala d<strong>is</strong>cendente come<br />

valide informazioni:<br />

1. le osservazioni documentabili concretamente di FATTI e di OGGETTI<br />

2. in mancanza di meglio rappresentati da immagini (*)<br />

3. le testimonianze di prima mano (**)<br />

4. scritti di prima mano spontanei, immediati e non elaborati,<br />

5. filmati e reg<strong>is</strong>trazioni<br />

6. dati mediatici d'informazione diretta - non articoli di fatti "raccontati"<br />

7. e - molto indietro, per ultimi - i "Maestri".<br />

.(*) Di conseguenza le immagini presentate si costitu<strong>is</strong>cano anche<br />

come link - e come per ogni altro link - vengano di continuo<br />

monitorate e aggiornate.<br />

(**)Le testimonianze "orali" possono venir reg<strong>is</strong>trate e/o filmate, ma se<br />

trascritte o riferite da terzi perdono la loro caratter<strong>is</strong>tica primaria di<br />

garantita AUTENTICITA'.<br />

L'AUTENTICITA' delle descrizioni di traumi anche molto gravi è<br />

facilitata dal fatto che per molte vittime r<strong>is</strong>ulta più facile esporre per<br />

scritto che a voce anche grav<strong>is</strong>sime passate sofferenze.


44<br />

Tipicamente l'"emergere" di sensazioni emozionali consapevoli e<br />

corporee accettate si rivela A MOSAICO, con lunghi interv<strong>all</strong>i in una<br />

successione tutto meno che cronologica e lineare.<br />

Tipico dei ri-v<strong>is</strong>suti è il loro ricomparire involontario e quasi<br />

inconsapevole e il loro strutturarsi poco per volta attraverso il CORPO<br />

non solo con sensazioni ma anche con manifestazioni se non lesioni.<br />

Il corpo ha diverse forme di <strong>memoria</strong>... Es<strong>is</strong>tono atti non-consapevoli<br />

... Ma è vero anche che noi di quegli atti non abbiamo <strong>memoria</strong><br />

(intesa come il ricordo che ci diciamo) se non come <strong>memoria</strong><br />

corporea.<br />

Infatti i "corpi parlano", ma "parlano" soltanto a chi li vuol ascoltare e<br />

con tempi loro propri: non solo giorno dopo giorno ma anno dopo<br />

anno, particolare per particolare.<br />

E chi ne è "preda" può <strong>all</strong>eviarne l'impatto con scritti o d<strong>is</strong>egni eseguiti<br />

come in stato di auto-trance.<br />

Per documentare questa peculiarità è opportuno citare le date -<br />

autografe - delle testimonianze scritte nel loro intersecarsi in<br />

apparenza molto irregolare.<br />

Oltre <strong>all</strong>a scrittura un mezzo eccezionalmente valido di<br />

partecipazione attiva e protettiva è la d<strong>is</strong>ponibilità del TELEFONO.<br />

Tempestive immediate telefonate possono accompagnare l'effettivo<br />

lavorio del faticoso e concentrato riemergere - e TESTIMONIARE - di<br />

contenuti altrimenti insopportabili.<br />

Quanto scritto è quindi soltanto la punta dell'iceberg delle possibili<br />

documentazioni oggettivabili.<br />

Dossier privati - accompagnati anche da denunce <strong>all</strong>a Mag<strong>is</strong>tratura -<br />

contengono i tabulati delle telefonate documentanti i momenti esatti<br />

nelle quali i "riv<strong>is</strong>suti" sono stati trasmessi.<br />

E questa è una riprova tecnologica che NON siano "memorie<br />

raccontate" e "preparate" ma comparse e esprimibili nel TEMPO REALE<br />

del loro EMERGERE sensoriale.<br />

Il già indicato file/capitoloESPERIMENTI SU BAMBINE/I documenta in<br />

modo diretto - e per lo più autografo - fatti e modi e tempi del loro<br />

affiorare e prec<strong>is</strong>arsi nella <strong>memoria</strong> di chi ne è stato protagon<strong>is</strong>ta.<br />

Queste significative testimonianze di PRIMA MANO, estrapolate da<br />

un file del sito dell'Associazione italiana, scientifica e giuridica,<br />

contro gli abusi mentali, f<strong>is</strong>ici e tecnologici e dal libro UP-TO-DATE<br />

DOSSIERS sono pubblicate in questo volume con il titolo<br />

ESPERIMENTI SU BAMBINE/I


45<br />

... ritrovarmi maggiormente in contatto con ricordi e dolori invece<br />

che con ansie e terrori<br />

Prima di entrare direttamente nelle documentazioni, è necessaria una<br />

prec<strong>is</strong>azione non d<strong>is</strong>cutibile riguardante la particolare categoria di ricostruzioni<br />

e esposizioni di eventi molto speciali: i FLASH-BACK, i RIVISSUTI che sono ben<br />

differenti da ogni consapevole "richiamare <strong>all</strong>a <strong>memoria</strong>", non confrontabili con<br />

quanto usualmente si considera un informante "testimoniare": anzi spesso in<br />

antitesi con il "raccontare i ricordi". Purché assecondato in quel dato<br />

momento, l'andirivieni alternante di un "rivivere f<strong>is</strong>ico e sensoriale" permette che<br />

anche "ricordi" altrimenti insostenibili trovino la possibilità di tradursi in termini<br />

di consapevolezza personale anche per potersi rendere trasm<strong>is</strong>sibili in un<br />

contatto verbale: ecco che <strong>all</strong>ora il peggiore grande dolore può uscire dal buio<br />

opprimente del forzato oblio e NON r<strong>is</strong>ultare più un inesorabile, crudele<br />

destino, e neanche "aprirsi" in modo persecutorio di nuclei r<strong>is</strong>tretti di emozioni<br />

ego-centrate e di rabbia rivendicativa.<br />

Ma se questa via ingarbugliata procura rinnovati scoraggiamenti a chi soffre,<br />

rassicura invece chi l'ha in cura: è proprio il modo ZIG-ZAGANTE in cui<br />

vengono <strong>all</strong>a luce i riv<strong>is</strong>suti che ne denota - ed anzi DA' GARANZIA - della loro<br />

veridicità; mentre al contrario una presuntuosa prec<strong>is</strong>ione deve piuttosto<br />

suscitare diffidenza e cautela, IN OGNI CASO di TESTIMONIANZA e relativa<br />

modalità di esposizione - come la tipica uniformità delle "firme false".<br />

Inoltre non si può certo credere che la descrizione di accadimenti sofferti sia in<br />

sè stessa garanzia di "terapia efficace" oltre che di veridicità: ci si può lasciar<br />

trascinare insidiosamente in false direzioni, verso un'area non di ricerca di<br />

memorie salvifiche ma di pseudo-ricordi m<strong>is</strong>tificati. Dopo essere emerse in<br />

quasi inconsapevoli flash-back, le rievocazioni possono divenir troppo razionali<br />

e autobiograficamente romanzate, ma strada facendo possono anche venir<br />

contaminate e scombinate in modo più o meno voluto o accidentale: e così<br />

riapparire, ma modificate sia ad opera di suggerimenti, se non suggestioni altrui,<br />

sia anche - in fondo e in pratica "senza accorgersene" - per paura, per<br />

ripugnanza, per incapacità e/o per non-volontà di accettare fatti troppo lontani<br />

dal sentire comune o d<strong>all</strong>a propria logica interiore.<br />

Scrive chi conosce bene queste esperienze:<br />

...la rabbia ed il rancore sono solo di intralcio e<br />

frenano i ricordi ricordi...<br />

Riassumendo: dato TIPICO di questa modalità di ricostruzione del proprio<br />

passato è un EMERGERE involontario quasi in stato di semi-trance - definito


46<br />

ufficialmente come "arousal" - in uno strutturarsi poco per volta attraverso<br />

sensazioni corporee: ma i "corpi parlano" con cautela e lunghe dilazioni anche<br />

a chi è ben d<strong>is</strong>posto a volerli ascoltare; con lunghe esitanti sospensioni non solo<br />

giorno dopo giorno ma anno dopo anno, particolare per particolare, intessendo<br />

il tutto in un minuzioso restauro di ogni aspetto e concatenazione. Tipicamente<br />

questo "affiorare" di sensazioni e manifestazioni corporee e prese di coscienza si<br />

rivela graduato A MOSAICO con lunghi interv<strong>all</strong>i, secondo una successione<br />

temporale tutto meno che cronologica per quanto riguarda i contenuti, ma<br />

significativa per quanto riguarda i singoli momenti di "arousal": appunto per<br />

documentare questa peculiarità citiamo con cura le date delle testimonianze<br />

scritte - spesso questo emergere compare più facile e sincero per scritto che a<br />

voce - nel loro efficace intersecarsi secondo ben prec<strong>is</strong>e regole intrinseche di<br />

tempi di emersione e di presentazione di dettagli dei contenuti. Descrizioni di<br />

fatti anche grav<strong>is</strong>simi, dossier pubblicati e denunce <strong>all</strong>a Mag<strong>is</strong>tratura non<br />

debbono venir invalidati da questa apparente irregolarità di cron<strong>is</strong>toria: infatti<br />

MAI l'oggetto dei veri riv<strong>is</strong>suti può presentarsi come un resoconto lineare; il loro<br />

emergere si mnifesta in momenti cruciali ed è intenso, momentaneo e<br />

tumultuoso. Es<strong>is</strong>tono ricordi e ricordi, attivazioni positive e terribili riv<strong>is</strong>suti<br />

spesso accompagnati da inaudite sofferenze quasi persin superiori a quelle<br />

sopportate durante i fatti in ogggetto; la possibilità di reggere e non soccombere<br />

né mentalmente - nell'ottuso e angosciante oblio - né f<strong>is</strong>icamente può comunque<br />

venir meglio sopportata se sostenuta da solide basi personali e culturali - vedi<br />

emblematico il libro Se questo è un uomo" - o condiv<strong>is</strong>a da presenze<br />

"terapeutiche" e partecipi, che ne offrano una diffusione collaborativa: oltre <strong>all</strong>a<br />

scrittura mezzo eccezionalmente valido di partecipazione attiva e protettiva si<br />

rivela così la d<strong>is</strong>ponibilità e tempestività del TELEFONO. Tempestive, immediate<br />

telefonate possono cioè accompgnare concretamente l'effettivo lavorio del<br />

faticoso e concentrato riemergere - e TESTIMONIARE - contenuti altrimenti<br />

inaccettabili. E le telefonate lasciano pure una traccia ritrovabile: dal lato<br />

oggettivo documentale dimostrativi divengono così i tabulati datanti "quando" e<br />

"come" i "riv<strong>is</strong>suti" vengono trasmessi nel loro immediato riaffiorare, NON certo<br />

come programmate "memorie raccontate" in via di rielaborazione, ma nel tempo<br />

reale del loro "arousal" sensoriale.<br />

Ho imparato che se non puoi sfuggire ai tuoi “guai“, ti<br />

conviene affrontarli, con calma, senza rabbia e rancore.<br />

A volte la rabbia ed il rancore sono solo di intralcio e<br />

frenano i ricordi.<br />

E' comunque così che un "rivivere f<strong>is</strong>ico e sensoriale" - assecondato proprio in<br />

quel dato momento - trova la possibilità di tradursi in termini di consapevolezza


47<br />

personale, e si rende trasm<strong>is</strong>sibile in un contatto verbale: ecco che <strong>all</strong>ora il<br />

peggior grande dolore, la più angosciante e debilitante sindrome post<br />

traumatica possono uscire dal buio opprimente del forzato oblio, NON r<strong>is</strong>ultare<br />

più un m<strong>is</strong>erabile modo di vivacchiare, nè una continua fonte di inconsapevoli<br />

incubi ma tradursi al contrario i.esperienza che arricch<strong>is</strong>ce - e che insegna.<br />

Non devo vergognarmi di essere tanto malata quanto lo sono davvvero..., ho b<strong>is</strong>ogno di<br />

rifugiarmi nella mia 'area di recupero'.... il che significa ritrovarmi maggiormente in<br />

contatto con ricordi e dolori invece che con ansie e terrori terrori...<br />

scrive - in una mail in inglese tradotta estemporaneamente - una vittima<br />

americana sopravv<strong>is</strong>suta a spietate torture.<br />

Ed infatti è così che un anche fievole barlume di speranza può permettere il<br />

graduale diradarsi delle nebbie di ottusità ed oblio: lentamente e dolorosamente<br />

chiunque potrebbe ritrovare la propria completezza e con il rivivere attivamente<br />

proprio quelle passate sensazioni che sembravano intollerabili; sensazioni che<br />

invece possono venir ora accettate se coraggiosamente tradotte in ritrovate<br />

memorie e esplicitate in ri-attualizzate esperienze.<br />

Se non altro poter dare ai ricordi una specie di seconda vita...<br />

Ed è così che può finalmente riavviarsi il (ri-)destarsi di rinnovate vivaci<br />

sensibilità e aperture. E così <strong>all</strong>ora tutto può "r<strong>is</strong>vegliarsi": queste rinnovate<br />

sensibilità - anzi sensibilità rese sempre più recettive a sempre più numerosi e<br />

variati stimoli - possono ora evolvere in "circoli virtuosi" sempre più ampi; mentre<br />

questo ritrovarsi nella <strong>memoria</strong> del passato avvia pure il destarsi di emozioni non<br />

solo "nuove" ma sempre meglio arricchenti e individualizzanti: curiosità e<br />

interessi, affettività e partecipazione, fantasia e capacità di progetti per il futuro,<br />

attenzione e cautela. E così - sia se sviluppate in un evoluzione normale, ma<br />

anche se riv<strong>is</strong>sute e ridiventate consapevoli in un secondo tempo - emozioni e<br />

sentimenti di ogni tipo possono espandersi armoniosamente e manifestarsi su più<br />

variati orizzonti, mentre - non più schiavi della sofferenza, o dell'ottundimento, o<br />

dell'oblio - possono r<strong>is</strong>orgere e <strong>all</strong>ignare sentimenti, rapporti, precauzione e<br />

coraggio, interessi e apprendimenti, consapevolezza di sé, e tutta la catena della<br />

logica delle cause e delle conseguenze, dei diritti e delle responsabilità.<br />

Ma in pratica ecco che <strong>all</strong>ora NON è solo uno sbaglio semantico l'uso improprio<br />

del termine inconscio equivocato con inconsapevole, con non al momento<br />

consapevole: NON è certo una semplice funzione della <strong>memoria</strong> in se stessa<br />

quella che può permettere il riattivarsi ed emergere <strong>all</strong>a coscienza consapevole<br />

del grande dolore. Quanto era precipitato nell'inconscio deve affrontare e<br />

superare appunto il grande dolore per poter r<strong>is</strong>alire nel d<strong>is</strong>ponibile archivio del


48<br />

preconscio ove venir poi riorganizzato nel riattualizzabile archivio della "vera"<br />

<strong>memoria</strong> - preconscia e in fondo superficiale - e nella grand<strong>is</strong>sima dotazione<br />

dell'esperienza e della - resiliente - saggezza.<br />

La forza di soppportare patimenti magari terribili, e di RIVIVERLI - non solo di<br />

"ricordare" - non è masoch<strong>is</strong>mo: è l'unica via che può permettere una cura<br />

efficace. Dolore e profonda tr<strong>is</strong>tezza NON sono debolezze, e neanche sono<br />

"malattie" più intollerabili o più pericolose di quanto non lo siano gli stati di ansia<br />

e/o le compulsioni ossessive. Così scrive di nuovo la persona che ha sofferto<br />

grav<strong>is</strong>simi traumi:<br />

... quando il dolore e la depressione diventano più profondi, sono io ad esser "masoch<strong>is</strong>ta" o è<br />

invece proprio un sollievo sentir dolore invece che una intollerabile ansietà? Recuperare il<br />

dolore oltrepassando l'ansia: che idea bizzarra! ma quanto giusta! Permettersi di "essere<br />

tanto malati quanto lo si è veramente" quando invece l'affaccendarsi in modo compulsivo è un<br />

male di sicuro peggiore.<br />

Resilienza<br />

Per meglio spiegare questi "recuperi" si può usare un termine poco usato nella<br />

nostra lingua, benché sia di genuina origine latina: RESILIENZA - in fondo più<br />

popolarmente esprimibile con il quasi sinonimo: ELASTICITA' - che, secondo il<br />

dizionario Zingarelli designa la capacità di un materiale di res<strong>is</strong>tere ad urti<br />

improvv<strong>is</strong>i senza spezzarsi e - va aggiunto - di incamerarne e assorbirne l'energia.<br />

Nella traduzione in italiano del libro Mental Health Problems and Young<br />

People: Concepts and Practice di Lou<strong>is</strong>e Rowling, Graham Martin, Lyn Walker ,<br />

LA PROMOZIONE DELLA SALUTE MENTALE E I GIOVANI Teorie e pratiche<br />

(ed. McGraw-Hill italiana a cura di Alessandro Gr<strong>is</strong>pini e Pompeo Martelli); vedi<br />

d<strong>all</strong>a presentazione di Michele Tansella:<br />

Il termine RESILIENZA ricorre più volte ... usato dagli Autori per indicare la<br />

capacità umana di affrontare gli avvenimenti dolorosi e r<strong>is</strong>orgere d<strong>all</strong>e<br />

situazioni traumatiche. L'espressione è mutuata d<strong>all</strong>a f<strong>is</strong>ica dove è utilizzata<br />

per identificare la "capacità di un materiale di res<strong>is</strong>tere a urti improvv<strong>is</strong>i senza<br />

spezzarsi" ... In rapporto <strong>all</strong>e scienze sociali “la resilienza corr<strong>is</strong>ponderebbe<br />

<strong>all</strong>a capacità umana di affrontare le avversità della vita, superarle e uscirne<br />

rinforzato o, addirittura, trasformato" ... La resilienza è piú della semplice<br />

capacità di res<strong>is</strong>tere <strong>all</strong>a d<strong>is</strong>truzione proteggendoci da circonstanze difficili, è<br />

in ugual modo la possibilità di reagire positivamente a scapito delle difficoltà<br />

e la voglia di costruire .... Non ... sopravvivere a tutti i costi, ma ... usare l<br />

´esperienza appresa d<strong>all</strong>e situazioni difficili per impiegarla in processi<br />

trasformativi e di recupero.


49<br />

La resilienza indica la capacità di un materiale di ASSORBIRE ENERGIA in caso di<br />

urto e di ASSORBIRE gli urti. I materiali fragili ASSORBONO poca energia, i<br />

materiali duttili ASSORBONO molta energia.... Per quale motivo le ossa, sane e<br />

robuste finché vengono usate, diventano fragili e leggere negli individui costretti<br />

<strong>all</strong>'immobilizzazione?... L'osso è un tessuto dinamico che rimodella se stesso<br />

continuamente durante tutto il corso della vita. Lo scheletro è riccamente<br />

vascolarizzato e riceve circa il 10% della gittata cardiaca.... La particolare<br />

s<strong>is</strong>temazione di osso compatto e spugnoso provvede a una combinazione ideale<br />

di forza e densità per le sue funzioni meccaniche. Durante la vita l'osso è in<br />

continuo rimodellamento, in qualche modo collegato con i continui sforzi<br />

meccanici a cui è soggetto... Il movimento con il suo periodico "massaggio" dei<br />

canalicoli, garant<strong>is</strong>ce agli osteociti cibo e ambiente di lavoro adatti <strong>all</strong>o<br />

svolgimento delle loro funzioni, mentre l'ozio li impigr<strong>is</strong>ce.<br />

Una citazione - leggermente modificata e generalizzata - tratta da un sito sportivo:<br />

Si defin<strong>is</strong>ce resilienza la capacità di res<strong>is</strong>tere <strong>all</strong>e frustrazioni dell’<strong>all</strong>enamento, <strong>all</strong>o<br />

stress delle gare e in generale <strong>all</strong>e difficoltà della vita. Tale capacità permette di<br />

elaborare r<strong>is</strong>poste adeguate e flessibili di adattamento a situazioni nuove o v<strong>is</strong>sute<br />

come tali, in particolare se traumatiche. In questa prospettiva, la resilienza si configura<br />

come un processo che permette la ripresa di un sano sviluppo dopo un evento<br />

traumatico e nonostante la presenza di situazioni sfavorevoli. Possiamo affermare che la<br />

resilienza rappresenta per la psiche quello che il s<strong>is</strong>tema immunitario è per il corpo: un<br />

efficace s<strong>is</strong>tema di difesa. In generale lo sportivo resiliente possiede le seguenti<br />

caratter<strong>is</strong>tiche: attitudine a orientarsi verso l’<strong>all</strong>enamento, invece che ripiegarsi su se<br />

stesso; capacità di attribuirne significati nuovi; propensione a ricercare strategie creative<br />

di fronte <strong>all</strong>e difficoltà. I fattori proattivi comprendono tre dimensioni: dimensione<br />

biologica (r<strong>is</strong>orsa della personalità), dimensione psicologica (esperienza di<br />

attaccamento sicuro, autostima e autoefficacia, attitudine ad apprendere


50<br />

d<strong>all</strong>’esperienza), dimensione sociologica (importanza delle relazioni familiari, amicali,<br />

presenza di rete di relazioni formali e informali). Il sintesi lo sportivo resiliente tende ad<br />

affrontare i problemi in modo costruttivo e non sub<strong>is</strong>ce gli avvenimenti lasciandosi<br />

condizionare d<strong>all</strong>’ambiente e d<strong>all</strong>e esperienze v<strong>is</strong>sute nel passato.<br />

R<strong>is</strong>trettezza e fragilità e incapacità di assorbire gli urti? Ma se una non-rigidità<br />

può dar luogo magari a una certa plastica flessibilità, questa non è una soluzione:<br />

lascia la situazione confinata in una singola direzione che si apparenta<br />

<strong>all</strong>'adattabilità conform<strong>is</strong>ta. Nel meno peggiore dei casi la minor vulnerabilità di<br />

chi è "limitato" può solo r<strong>is</strong>tagnare, togliendo comunque la possibilità di<br />

rinnovanti arricchimenti esperienziali: un bambino <strong>all</strong>ontanato dal suo delicato e<br />

fragile sviluppo e condotto attraverso una via preordinata ad una pseudo-maturità<br />

statica e r<strong>is</strong>tretta, da adulto come genitore - e non solo - trasmetterà generazione<br />

dopo generazione questa "lesione" con malanimo devastante contro il massimo<br />

del "nuovo" - cioè i bambini piccoli - e contro i ricordi della propria infanzia se<br />

non <strong>all</strong>a MEMORIA tutta. Duttile elasticità è ben di più che semplice flessibilità,<br />

è la capacità "resiliente" di ASSORBIRE apporti di energie - "buone" o "cattive"<br />

che siano - che, una volta integrate nella propria es<strong>is</strong>tenza, ne divengono fertili<br />

fonti di vitale potenziamento: ogni nuova esperienza può così, avviando nuove<br />

sintesi e rinnovamenti, modificare incrementandolo tutto il s<strong>is</strong>tema di aperture e<br />

di vie evolutive.<br />

"Resilienza" è piú della semplice capacità di res<strong>is</strong>tere <strong>all</strong>a d<strong>is</strong>truzione<br />

proteggendoci da circostanze difficili... [b<strong>is</strong>ogna] incominciare a diffondere il<br />

concetto di resilienza per contribuire <strong>all</strong>a comprensione del fatto che ogni<br />

persona possiede questa caratter<strong>is</strong>tica, ma da tutti noi dipende che possa<br />

essere sviluppata, se ci concediamo mutualmente la possibilitá di farlo. (Vedi<br />

articolo Resilienza).<br />

Non b<strong>is</strong>ogna però equivocare il concetto di resilienza con l'accezione<br />

meccanic<strong>is</strong>tica di non fare una piega, né tanto meno con la possibilità delle<br />

personalità multiple di prestazioni eccezionali, bensì con<br />

la capacità di r<strong>is</strong>pondere <strong>all</strong>e avversità in modo costruttivo [che] presuppone<br />

la d<strong>is</strong>ponibilità a lasciarsi 'ammaccare' dagli avvenimenti, tollerando il dolore<br />

quanto basta per elaborare una r<strong>is</strong>posta trasformativa - di sé e della<br />

situazione urtante.<br />

Creatività, vie evolutive, sviluppo e evoluzione, ed anche<br />

feromoni ed emozioni, come pure il loro contrario - transfert<br />

e mercatino dell'usato - si trovano in paragrafi in parte identici<br />

ma meglio dettagliati nel file/capitolo Quando la cartella clinica<br />

è terapeutica... e inseriti in altri paragrafi del file Dal sublimato<br />

al concreto e... viceversa in cui r<strong>is</strong>ultano ancor più ampiamente<br />

sviluppati e d<strong>is</strong>cussi.


51<br />

Una necessaria e veloce prec<strong>is</strong>azione semantica riguarda i termini collegati a<br />

"evoluzione" e "sviluppo". Evoluzione è ben di più di "sviluppo": possono<br />

"svilupparsi" soltanto entità già presenti, ed ancora INESPRESSE, mentre grandi<br />

forze CREATIVE possono promuovere - si potrebbe quasi dire: "GENERARE" -<br />

EVOLUZIONI in direzioni NUOVE e del tutto imprevedibili. E quando si tratta di<br />

"resilienza" i RECUPERI non debbono condurre soltanto <strong>all</strong>a restaurazione dello<br />

stato iniziale, ma ad un superiore livello di maturazione, solidità e<br />

consapevolezza.<br />

L' ALBERO ne è una convincente v<strong>is</strong>ualizzabile<br />

metafora<br />

Individualità e possibilità e difficoltà presenti - o<br />

assenti - nell'ambiente = RADICI E TERRENO.<br />

Sviluppo con le sue regolarità e solidità =<br />

TRONCO. Ed ogni evoluzione nelle sue quasi<br />

infinite differenziazioni ed espansioni = RAMI,<br />

FOGLIE, FIORI, FRUTTI, SEMENTI...<br />

Un albero senza nutrimento d<strong>all</strong>e radici, in un ambiente arido e desertificato si<br />

d<strong>is</strong>secca in rigido "legname", e del pari ogni sviluppo vitale si corto-circuita fino<br />

<strong>all</strong>'atrofia diventando un "tr<strong>is</strong>te guscio" ...<br />

Tipico attributo di rigidità è fragilità: ansia e inquiete<br />

ricerche di "consolazioni" e "rassicurazioni" più o meno<br />

fasulle, incons<strong>is</strong>tenti stili di vita e sentimental<strong>is</strong>mi<br />

capricciosi conducono inesorabilmente in un percorso<br />

es<strong>is</strong>tenziale non solo r<strong>is</strong>tretto ma anche irrigidito e quindi<br />

sempre più fragile e spaurito.<br />

"Paura" crede di raggiungere la salvezza costruendo<br />

barricate: e così restringe spazi, conoscenza, rapporti e<br />

consapevolezza... e continua ad ampliare invece sempre<br />

rinnovati motivi di trepidazione e di b<strong>is</strong>ogno di<br />

dipendenza.


52<br />

Prospettive contrarie<br />

Tornando al concetto di RESILIENZA, è però ind<strong>is</strong>pensabile prec<strong>is</strong>are che come il<br />

materiale di strutturale di costruzione e come per le piante anche la sostanza e il<br />

"terreno" entro cui affondano le "radici" ha una parte importante nella possibilità o<br />

meno di far "fiorire" o "appassireDi sicuro ogni recuper è comunque un impegno<br />

a lungo termine, gravoso, difficile e molto doloroso, come descrive ancora la già<br />

citata persona "sopravv<strong>is</strong>suta":<br />

Non posso mettere ogni cosa direttamente in ordine. Il ricordo va avanti e indietro non<br />

segue una linea diritta... L'avviarsi in simili vacillanti e imbrogliati passaggi, l'avvicinarsi e<br />

evitare la terribile verifica. A che ciò sia potuto capitare... Però il riconoscere che là sta la<br />

causa della sofferenza, e che questa causa ha un senso, permette l'accettazione di queste memorie<br />

a più livelli, [anche se e quando] il lavoro interiore e la terapia hanno perso [e<br />

inevitabilmente] ogni dolcezza.<br />

... l’uomo un primate intelligente che ag<strong>is</strong>ce… in base <strong>all</strong>e sue capacità<br />

cognitive sviluppate in lui in massimo grado...<br />

Non basta certo propugnare positive capacità cognitive: b<strong>is</strong>ogna pur tornare<br />

invece a controbbattere con qualcosa che ne è il vero CONTRARIO. Sono le<br />

capacità cognitive o non piuttosto le capacità di resilienza quelle da sviluppare<br />

ulteriormente?<br />

... la capacità di r<strong>is</strong>pondere <strong>all</strong>e avversità in modo costruttivo presuppone la<br />

d<strong>is</strong>ponibilità a lasciarsi 'ammaccare' dagli avvenimenti, tollerando il dolore<br />

quanto basta per elaborare una r<strong>is</strong>posta trasformativa (di sé e della<br />

situazione urtante).<br />

Unire insieme aride "capacità cognitive" con l'accettazione di "r<strong>is</strong>poste<br />

trasformative" è quasi come equivocare il concetto di resilienza con l'accezione<br />

meccanic<strong>is</strong>tica e insensibile di non fare una piega - da cui, di equivoco in<br />

equivoco, si può giungere addirittura più o meno consapevolemente e<br />

deliberatamente <strong>all</strong>e pericolos<strong>is</strong>sime situazioni di personalità multiple.<br />

A questo proposito nel file corr<strong>is</strong>pettivo in inglese Consciousness and<br />

memory si trovano altre citazioni tratte d<strong>all</strong>a conferenza di Kathleen Sullivan<br />

<strong>all</strong>a: Fourth Annual Ritual Abuse, Secretive Organizations and Mind Control<br />

Conference, August 10-12, 2001. E queste prec<strong>is</strong>azioni e diffide sono tanto<br />

più da prendere in considerazione per poter meglio difendersi - a ragion


53<br />

veduta e adeguatamente - contro chi cerca in ogni modo di opporsi e<br />

screditare: come ad esempio la False Memory Syndrome Foundation.<br />

Infatti se messaggi di progresso, di speranza - ed anche di possibilità di recupero<br />

- si dipanano partendo d<strong>all</strong>e origini e seguendo percorsi fattibili, sito e libri<br />

correlati inviano par<strong>all</strong>elamente anche diffide e di ben altro tenore: non si deve<br />

prescindere quindi d<strong>all</strong>'occuparsi dei propugnatori di indirizzi opposti. Da<br />

presupposti che partono da azioni "ostili" e/o causa comunque di "danno" si<br />

arriva ai v<strong>is</strong>suti delle loro "vittime" del momento e/o ai ri-v<strong>is</strong>suti nel tempo: nel file<br />

Flashbacks un'importante segnalazione italiana ha permesso di integrare questo argomenti<br />

con una eloquente citazione metodologica, indicativa di quanto sia basilare r<strong>is</strong>onoscere i<br />

COLLEGAMENTI tra PRESENTE E PASSATO.<br />

"Morale "Morale degli degli schiavi"? schiavi"? Cos' Cos' ho ho in in comune comune io io con con gli gli schiavi? schiavi?<br />

Cos'ho in comune io con gli schiavi? Cosa ho in comune?<br />

la possibilità di favorirne la liberazione?<br />

NON VOGLIANO ADEPTI O SEGUACI, e ci sentiamo molto a d<strong>is</strong>agio nel<br />

sapere che quanto pubblichiamo può cadere in questo baratro di "vuotezza":<br />

fort<strong>is</strong>simo infatti è il r<strong>is</strong>chio che incaute letture e successive ancor più incaute<br />

divulgazioni contribu<strong>is</strong>cano a che tutta l'informazione precipiti nel banale, se<br />

non nel fantascientifico annullante. Siamo infatti molto preoccupati e<br />

combattuti nel fornire VERE testimonianze nel timore che fin<strong>is</strong>cano nelle ...<br />

"grinfie" incoscienti di chi ne può e vuole fare cattivo uso: va cioè<br />

assolutamente EVITATO ogni ulteriore “rumor” fra i tanti stuzzicamenti di<br />

fantasie sentimental-sadiche di un pubblico fatuo; “rumor” che annullano in<br />

una marmellata subito dimenticata ogni problema - “eufem<strong>is</strong>mo”!!! - in atto e<br />

confondono le convinzioni con il loro tipico m<strong>is</strong>chiare fatti documentabili –<br />

che così andrebbero persi - con appelli emotivi CONTRO “mostricciattoli<br />

sbattuti in prima pagina”<br />

Morale degli schiavi"? Cos' ho in comune io con gli schiavi?<br />

Ma chi è uno "schiavo"?<br />

Può sembrare paradossale ma forse i nemici più pericolosi perché pullulanti,<br />

ubiquitari, insidiosi e innumerevoli - come i "nanetti" contro Gulliver a Lilliput -<br />

non sono i "malvagi" coscienti delle loro azioni ma "esserini" senza nerbo,<br />

inconsapevoli del loro stesso "es<strong>is</strong>tere". Non sempre la [totale] follia è l'oblio di<br />

un grande dolore, ben più numerose sono le "teste svuotate" fin d<strong>all</strong>a prim<strong>is</strong>sima<br />

infanzia, gli sradicati d<strong>all</strong>e basilari fasi di sviluppo che credono di vivere nella<br />

perenne fiaba di un tempo immobile e irresponsabile in cui il “finto” è PIU’


54<br />

VERO DEL VERO. E' ben difficile aver qualcosa "in comune" con questa congerie<br />

di "schiavi" volontari illusi di aver superato il dolore di questa privazione, per cui<br />

a ogni pié sospinto le cause vengono a confondersi con le conseguenze.<br />

In una specie di quieta anestesia senza più patirne né rendersene conto questo<br />

VUOTO di sostanza tende a attivare un r<strong>is</strong>ucchio che trasforma in dipendenze e<br />

fumosi ammaestramenti qualsiasi cosa gli passi vicino; e poiché la "solidità"<br />

occupa un definito spazio mentre i "gas" si espandono a riempire tutto lo spazio<br />

d<strong>is</strong>ponibile, non effettive realtà di esperienza ma solo le loro vane apparenze vi si<br />

intrufolano d<strong>all</strong>'esterno. E così - <strong>is</strong>olati sempre più in uno spazio irreale -<br />

riempiono gli avanzi di realtà con sensiblerie posticce, con attaccamenti morbosi<br />

pseudo-affettivi, con artificiali impulsi di Potere o di (pseudo)-sesso, con vuote<br />

astrazioni e apodittiche informazioni non importa se provengono da una cultura<br />

raffinata oppure da sempliciotta "aria fritta" facile e popolare.<br />

Cause e conseguenze ribaltate, certezze che si autoconfermano, luoghi comuni<br />

inossidabili...: questo "affamato nulla" può venir paragonato con un esempio<br />

calzante al sacchetto di un aspirapolvere che ingoia qualsiasi cosa per<br />

trasformarla in spazzatura. Il pregiudizio saccente peggiore della semplice<br />

superstizione si nutre di ASSOLUTI, di certezze riduttive, di spiegazioni<br />

capovolte e di troppo facili bersagli: tipo l'assioma che è la... telev<strong>is</strong>ione a creare<br />

l'ottuso oblio e non la famelica "privazione" precedente che va in cerca di<br />

nutrimenti fasulli per adattarli ai propri "deficit" di sostanza vitale; oppure al<br />

contrario si ignorano i danni prodotti da "falsi maestri", da tracotanti faccendieri e<br />

si attribu<strong>is</strong>ce - con indulgenza benevola se non ammirante - una accettabile<br />

"normalità" <strong>all</strong>o "studioso d<strong>is</strong>tratto" e <strong>all</strong>o "scienziato irresponsabile" se non al<br />

"politico corrotto e licenzioso".<br />

Per chi è stato privato della propria "consapevolezza" ogni suo sostituto, pur<br />

sempre calato d<strong>all</strong>'alto e di seconda mano, viene assorbito in modo a-critico e<br />

trasforma in un inestinguibile "finto fiabesco" la descrizione di qualsiasi<br />

situazione. Per chi invece non è stato deprivato del tutto della propria "solidità" -<br />

ascoltati e non m<strong>is</strong>tificati - i "fatti parlano" chiari e sicuri, e per fortuna se la follia<br />

è l'oblio di un grande dolore non sempre sono irreparabili l'ottuso oblio e la<br />

futile incons<strong>is</strong>tenza: è quindi doppiamente colpevole sottovalutare e scartare le<br />

testimonianze personali di chi ovunque e ad ogni età riesce a descrivere<br />

sofferenze che a orecchi altrui possono sembrare inspiegabili.<br />

D<strong>is</strong>conoscere i "v<strong>is</strong>suti" del presente, di bambini oltre che di adulti, è una tortura<br />

che ri-sospinge le vittime verso una irrecuperabile "vuotezza"; rifiutare i "ri-v<strong>is</strong>suti"<br />

di chi, pur molti anni dopo, manifesta in se stesso l'nfanzia "violata" o "annullata"<br />

di <strong>all</strong>ora significa render ancor più virulenta quella d<strong>is</strong>truttività conservata<br />

<strong>all</strong>'interno della personalità che, come un "cancro", continua a impedire una vita<br />

normale a chi bambino cronologicamente non è più.


55<br />

E' stato detto che la follia è l'oblio di un grande dolore...., e che questo<br />

non è un destino inesorabile: malgrado tutto come lo sviluppo in termini di<br />

"futuro" ha per Natura una sua regolarità intrinseca, così questa regolarità<br />

fondante può ritrovarsi depositata nella <strong>memoria</strong>. Niente va perso degli eventi<br />

del passato ma neanche delle fasi di sviluppo pur d<strong>is</strong>attese o smentite: in ogni<br />

momento tutta la sequenza dei fatti e dei percorsi può venir riattivata verso una<br />

maturazione anche ottimale. Ma purtroppo "mostri" in agguato continuano a<br />

generare "mostri": non sempre - anzi percentualmente ben di rado - questo<br />

rinnovamento può avverarsi: troppe sono le forze ambientali e quelle di<br />

debolezza e/o di malvolere umano che vi si oppongono. Dal grande dolore<br />

continuano così a nascerne altri: nell'ottuso oblio ecco ritrovarsi anche quel<br />

sonno della ragione [che] genera mostri e non solo nel presente, non<br />

solo nell'es<strong>is</strong>tenza di una singola persona. I "mostri" generano mostri ed ancora<br />

mostri: e mostri ingannatori, squalificanti, offensivi e svilenti, anche<br />

omertosamente minacciosi per coprire m<strong>is</strong>fatti presenti e/o passati. Ma ben più<br />

sovente altri più banali "mostri" sono accolti e accreditati d<strong>all</strong>a ragione e la verità<br />

che dormono: sia per mancanza di capacità e/o ignavia degli astanti e/o dei<br />

curanti, sia soggettivamente per un - del resto ben plausibile - desiderio di<br />

evitare la terribile verifica a che ciò sia potuto capitare.<br />

Ma se traumi e "grandi dolori" iniziali rimossi o rinnegati, se non ancora<br />

peggiorati dal mancato appoggio - o peggio dal contrasto con il mondo<br />

circostante - lasciano una f<strong>all</strong>a, una debolezza strutturale nella personalità, altre<br />

possono essere le cause di difettosi sviluppi e di diffusione di "mostri". Infatti, pur<br />

senza giungere <strong>all</strong>a completa "pazzia", è certo che ogni danno può venir<br />

mascherato o coperto non solo da veri e propri "sintomi", ma molto più sovente<br />

da un nefasto stile di vita, con il suo grossolano contorno di pseudo-sentimenti<br />

"alt<strong>is</strong>simi" o "bass<strong>is</strong>simi", e di azioni e comportamenti ad essi correlati.<br />

L'ottundimento difensivo una volta attivato - sia ben chiaro che qui si <strong>all</strong>ude a<br />

quando questo avviene in modo del tutto INCONSCIO - inesorabilmente dà<br />

luogo ad una serie di circoli viziosi che investono oltre <strong>all</strong>a <strong>memoria</strong>, anche la<br />

coscienza di se stessi e la comunicazione con gli altri. La propria - così come<br />

l'altrui - calpestata dignità, la rinnegata sensibilità ai DIRITTI e ai TORTI, i<br />

b<strong>is</strong>ogni d<strong>is</strong>attesi pseudo-compensati in d<strong>is</strong>ponibilità ad assecondare f<strong>all</strong>aci<br />

lusinghe e/o minacce - il bastone e la carota - vengono a trasformarsi in modo<br />

complementare in suscettibilità, pretese, interpretazioni della realtà ridotte ad<br />

esasperate differenze autoreferenziali solo quantitative e immutabili: definite per<br />

sempre in concetti statici di inferiorità e/o "superiorità". E così ricerche non<br />

evolutive ma "miracol<strong>is</strong>tiche" di ECCEZIONALITA' si aprono su scenari di<br />

aspettative a-critiche, di speranze vane - vedi... gioco d'azzardo - o di spregio e<br />

d<strong>is</strong>perazione che aggravano i b<strong>is</strong>ogni già d<strong>is</strong>attesi.


56<br />

Fragilità che nel campo dell'ingegneria dei materiali è l'esatto contrario di<br />

duttilità e ancor più di resilienza, in campo umano si può riassumere in<br />

quell'inadeguatezza es<strong>is</strong>tenziale che invece di "assorbire energia" potenziante si<br />

correda da compensazioni fasulle, che aggiungendo d<strong>is</strong>grazia a d<strong>is</strong>grazia,<br />

rendeno questi "inferiori" oltremodo facile preda di chi - ammirato come "potente"<br />

- vuol assoggettare lusingando. Ma <strong>all</strong>o stesso tempo il circuito prosegue nella<br />

direzione contrapposta, riversando rivendicazioni che invitano a ulteriori<br />

spersonalizzazioni: assoggettamenti e corrività verso i "più" e sempre maggior<br />

mald<strong>is</strong>posizione fino ai maltrattamenti verso i "meno" e i "differenti".<br />

Di lì in poi tutto si muove in una prospettiva non genuinamente infantile ma<br />

pseudo-bambinesca del sentire e in una v<strong>is</strong>ione inefficace del mondo, in un<br />

groviglio meschino di sentimenti - o meglio di artificiosi "sentimental<strong>is</strong>mi" - e/o di<br />

loro manifestazioni occasionali, esagitati ed estemporanei, tanto clamorosi al<br />

vedersi quanto aridi e indifferenti nella sostanza. Ci si dibatte in un modo di<br />

vivere in cui le mancanze proprie non vengono riconosciute come b<strong>is</strong>ogni, anzi<br />

spesso neppure percepite come proprie, per cui ogni malessere viene proiettato<br />

su di un mondo esterno più fantasticato che reale e quindi poi trasformato non<br />

solo in statiche fobie ma più spesso in ostilità <strong>all</strong>o stato brado o in<br />

colpevolizzazioni assurde, se non in d<strong>is</strong>ponibilità cieca ad ogni suggestione o<br />

persino <strong>is</strong>tigazione.<br />

All'interno di questo mondo irreale e senza più alcuna<br />

padronanza del proprio corpo, ci si rannicchia in una<br />

fragilità data per definitiva; si m<strong>is</strong>conoscono gli impulsi<br />

interiori per cui tanto spesso la rabbia viene data come<br />

"attacco di panico" e gli impulsi sessuali come unico<br />

segnale di "diritto ad es<strong>is</strong>tere"; ci si d<strong>is</strong>perde in una<br />

rincorsa <strong>all</strong>a novità; ci si consola in pure esteriorità <strong>all</strong>a<br />

ricerca d<strong>is</strong>traente di divertimento-eccitazione; o ci si<br />

consuma in un vortice di sofferenze e rabbie<br />

immotivabili obbiettivamente, in una presuntuosa e<br />

stizzosa ricerca di dipendenza/tirannia, e di<br />

approvazioni gratuite, spesso m<strong>is</strong>chiate con pseudoribellioni<br />

e con atteggiamenti ricattatori: il tutto<br />

sicuramente in un odio programmatico contro ogni<br />

consapevolezza, contro ogni autentica partecipazione,<br />

contro ogni manifestazione di libertà ed individuazione come nel famoso libro di<br />

Aldous Huxley Mondo Nuovo.


59<br />

insignificanti, estremamente privati" e soprattutto privi di conseguenze:<br />

1. si tratta proprio al contrario di un approccio incentrato su di un massimo<br />

di robusta CONCRETEZZA;<br />

2. si tratta di polemizzare senza remore contro gracili, "fumose" ipotesi<br />

teoriche;<br />

3. contro incons<strong>is</strong>tenti "mode" e dettami usciti dal cervello di non si sa chi;<br />

4. contro descrizioni "ep<strong>is</strong>odiche", sentimentaloidi, generalizzanti a vuoto,<br />

capaci soltanto di impedire ogni riconoscimento di veri collegamenti<br />

"concreti" di causa-effetto;<br />

5. contro modi di pensare in fondo così poco real<strong>is</strong>tici e precari da divenire<br />

essi stessi spesso causa di perfin dirette violenze;<br />

6. contro il d<strong>is</strong>prezzo e la sconfessione della MEMORIA<br />

7. in favore della completezza dell'ESSERE a QUATTRO dimensioni: anche<br />

in quella del tempo<br />

8. e non solo nelle tre dello spazio.<br />

Un fatto sment<strong>is</strong>ce cento teorie, cento teorie non sment<strong>is</strong>cono un<br />

fatto... Popper<br />

La La teoria teoria ci ci aiuta aiuta a a sopportare sopportare la la nostra nostra ignoranza ignoranza dei dei<br />

fatti fatti - Santayana<br />

Memoria e consapevolezza<br />

Uno - stupido - luogo comune dà per - quasi - scontato che i "ricordi" siano<br />

strettamente legati al linguaggio verbale e non possano iniziare se non d<strong>all</strong>a<br />

"loquace fanciullezza" o almeno da un'età come i tre anni in cui la "parola" è<br />

ormai consolidata. Al contrario difficilmente si tien conto che il "povero e lento"<br />

ma fin troppo trasm<strong>is</strong>sibile linguaggio verbale - sia espresso sia anche contenuto<br />

<strong>all</strong>'interno del proprio "pensiero" - possa r<strong>is</strong>ultare fin troppo menzognero: possa<br />

d<strong>is</strong>tribuire in giro informazioni trav<strong>is</strong>ate, d<strong>is</strong>torte, censurate sostituendo contenuti<br />

di fatti, dati e nomi e possa alterarne il significato omettendo o spostando magari<br />

anche solo minimi particolari.<br />

Ne è - tipico esempio la locuzione "de mortu<strong>is</strong> nihil n<strong>is</strong>i bonum"= "dei morti non<br />

si dice che bene", ma altrettanto vale per il pettegolezzo che cuce indefinitamente<br />

addosso a chi ne è vittima un quadro di maniera e di interpretazione altrui. Anche<br />

l'avvicendarsi dei "complessi", non riconosciuto nel suo evolversi, può m<strong>is</strong>tificare<br />

non solo il "ritratto" oggettivato da altri ma anche le interpretazioni soggettive<br />

riguardanti un proprio ipotetico "carattere" con descrizioni che immobilizzano


60<br />

un essere vivente nell'effige mortuaria di un singolo momento delle sue fasi di<br />

sviluppo o in generale della sua es<strong>is</strong>tenza. Comunque sia la regia di un<br />

documentario non può che "scegliere" le scene e i contorni da evidenziare o da<br />

omettere, indirizzando così negli spettatori un'interpretazione piuttosto che<br />

un'altra: altrettanto ricordi artefatti e statiche collettive e/o personali notizie -<br />

pettegole o giornal<strong>is</strong>tiche o "scientifiche" - alterano in modo emotivo le<br />

percezioni soggettive; mentre scelte arbitrarie dei significati e addirittura dei<br />

CONTENUTI costru<strong>is</strong>cono vicende romanzate. Ne r<strong>is</strong>ulta che tutte le biografie e<br />

anche le "autobiografie" - chiacchierate o scritte - sono in fondo sostanzialmente<br />

FALSE sul doppio binario di particolari talmente enfatizzati da coprire il loro<br />

significato e diventare totalizzanti, e di particolari fatti sparire perché collegati<br />

con qualcosa di sgradito o di contraddittorio. La serie di ep<strong>is</strong>odi esposti in uno<br />

scambio di mail esemplifica bene questi concetti partendo d<strong>all</strong>o statico Album di<br />

famiglia al ricordo ritrovato del "grosso cane bianco":<br />

Mia madre aveva negli anni costruito un’immagine di me... che si è sostituita a<br />

me agli occhi di tutti, Da un bel po’ di tempo, circa un anno, lavoro su di me su<br />

un qualcosa che ho chiamato l’album di famiglia. E credo che nessun nome possa<br />

essere più congeniale. Tutto è iniziato la scorsa estate a casa di mia zia,<br />

frequentata da una nipote che, purtroppo, pare essere desolatamente vuota, un<br />

tr<strong>is</strong>te guscio. La nonna la tratta con una certa durezza, senza accorgersi che la<br />

vittima principale è la ragazza, una ventenne con la testa di una quattordicenne<br />

sciocca. Parlando con mia zia, del fatto che forse non tutto era da addebitare a<br />

lei, mia zia è uscita fuori con una frase del tipo... anche tu eri molto difficile da<br />

ragazzo. Poi col tempo sei migliorato.<br />

Ma quella frase mi aveva fatto riconoscere un qualcosa di chiaramente prec<strong>is</strong>o.<br />

Mia zia non mi conosceva per nulla! Né mi aveva conosciuto da ragazzo. Mia<br />

madre aveva negli anni costruito un’immagine di me, una perfetta fotografia, che<br />

a furia di essere ripetuta a destra e manca, si è sostituita a me agli occhi di<br />

tutti. Mia zia non conosceva me, ma quella fotografia… Questa cosa mi ha dato<br />

anche un tuffo al cuore, nel dolore, un qualcosa che sembrava anche una<br />

sotterranea gioia. Mi accorgevo di come la mia famiglia, in senso più ampio, di<br />

zii e cugini, conoscesse in fondo solo una fotografia di me, bidimensionale, ferma<br />

nel tempo, un’immagine e per giunta, sbiadita. Mi rattr<strong>is</strong>tavo di come fossero<br />

stati così pigri da non avermi voluto conoscere e, in fondo, corresponsabili del mio


61<br />

essere stato lasciato solo a me stesso. Ritrovavo però dopo un po’ di tempo il me<br />

stesso solido che era uscito dagli anni di lavoro su di me, quello che camminava<br />

sulle proprie gambe e che era in grado di vivere e condividere il mondo vero. Poi,<br />

quest’anno, quasi per caso, in uno scambio di battute con mia sorella lei si è<br />

lamentata di come le fosse pesato da bambino, del fatto che mia madre mi avesse<br />

letteralmente affidato a lei, di come le avesse in qualche modo pesato nella sua<br />

infanzia questo fatto. Questa cosa mi ha profondamente colpito. Non per quanto<br />

reclamava mia sorella, giustamente. Ma per il fatto che io stesso, a mia volta,<br />

ero stato abituato a guardare solo una fotografia di mia sorella: quella della<br />

bambina felice che voleva tanto bene al fratellino. Mia madre aveva fatto davvero<br />

un notevole lavoro. E nonostante tutta la strada che, davvero, penso di avere<br />

fatto. ... sto iniziando a guardare mia sorella per quello che è, partendo quasi da<br />

zero, lasciando da parte le invidie, le rabbie. Eravamo bambini ed entrambi<br />

vittime, pur in modi diversi. Da lì, penso di essere precipitato. Ho iniziato a<br />

comportarmi in modo strano. Ad avere spesso pensieri piccoli, meschini, piccole<br />

invidie. L. e K. hanno perfino coniato un nome per quel mio modo di fare;<br />

entrambi senza parlarsi l’hanno soprannominata "la maestrina"… Ad oggi non ho<br />

ancora capito bene cosa sia quella cosa autoritaria e meschina. Penso sia legata a<br />

mia madre, ma non riesco ad individuarla bene. Poi, poco dopo, è successa<br />

un’altra cosa strana. Ho iniziato a sentirmi ancora più lontano da me, di quanto<br />

mi sent<strong>is</strong>si quando ero maestrina. Quest’altra parte di me sentiva il b<strong>is</strong>ogno<br />

nascosto di esibirsi, di proporsi, per emanciparsi da un mai superato complesso di<br />

inferiorità. In quei giorni, a quel b<strong>is</strong>ogno si accompagnava, quasi per<br />

contrappasso, una totale incapacità di parlare. Non trovavo le parole. In realtà,<br />

era come se le avessi dimenticate. E mi spiaceva per esempio, non riuscire a<br />

replicare ad una battuta, perché significava veramente che non ero io: io sono una<br />

persona tutto sommato arguta e vivace. In un contesto amichevole scherzo e gioco.<br />

E non ci riuscivo. Ciò che ho pensato, in questo tempo in cui mi pare di essermi<br />

lasciato da parte, è quello di indossare i vestiti che io ho v<strong>is</strong>to indossare dai<br />

miei. Non so perché l’ho fatto. Ne farei veramente a meno. Non solo credo di aver<br />

indossato i loro vestiti, ma di non essere mai stato più simile a loro. Perché?


62<br />

Perché ho iniziato a non sentirmi di nuovo me stesso? Dove sono andato a finire?<br />

Mi attanaglia la paura di aver perso le gambe, o più prec<strong>is</strong>amente i "piedini",<br />

che con fatica ho ritrovato, ho ricordato di avere. Questa è veramente la cosa che<br />

più temo. Ed arriviamo ad oggi. Io credo una cosa, e forse non mi sbaglio. In<br />

qualche modo è come se, una volta attivato l'orologio del presente, stia andando<br />

indietro seguendo una modalità non lineare, che non prevedo e non comprendo, nel<br />

tentativo di far ripartire l'orologio del passato. E la cosa è molto complessa,<br />

dolorosa ed impegnativa ... Le faccio un esempio: dopo la frase di mia sorella,<br />

tornando dai miei nei giorni successivi, ho guardato verso un prato davanti <strong>all</strong>a<br />

casa: in quel prato mi sono ricordato di un grosso cane bianco, giovane e<br />

dinoccolato, come spesso sono i giovani cani di grossa taglia. Ho chiesto ai miei<br />

conferma, ma nessuno se lo ricordava. Dopo tanta fatica mia madre ha ricordato.<br />

Era un cane randagio che era stato ospitato da mia zia poco più di una<br />

settimana. Poi, per volere del nonno che non voleva un secondo cane, era stato<br />

dato via. Questo era un ricordo mio, non una fotografia. Devo inoltre dire che la<br />

foto in cui ero prigioniero voleva che perdessi i rapporti con quella zia, molto in<br />

antipatia a mia madre. Quella zia, è stata la persona che più mi ha ascoltato,<br />

seguito, fatto giocare nella mia infanzia. E io neanche me lo ricordavo più.<br />

"D<strong>is</strong>turbante da nascondere" e "meccan<strong>is</strong>mi di difesa<br />

Da una citazione generica:<br />

In realtà – continua Freud – tra la tecnica della suggestione e quella analitica<br />

es<strong>is</strong>te la più grande antitesi, quell’antitesi che il grande Leonardo da Vinci ha<br />

compendiato, per quanto riguarda le arti, nelle formule per via di porre e per<br />

via di levare<br />

Base portante della grande SCOPERTA, del grande ragalo datoci da Freud - la<br />

PSICANALISI è EQUIPARARE la cura dei pazienti sofferenti per accadimenti<br />

traumatizzanti a quella destinata a chi è danneggiato da conflitti interni irr<strong>is</strong>olti<br />

(vedi l'antitesi: "imbroglio/sviluppo" al lemma 2327 del Dizionario dei sinonimi e<br />

contrari), e/o da emozioni soggettivamente inaccettabili. Proprio questo<br />

riconqu<strong>is</strong>tato RISPETTO per entrambe le situazioni ha permesso un così enorme<br />

progresso nella teoria e nella pratica. E da <strong>all</strong>ora non solo offre una così valida<br />

possibilità agli psichiatri di ottenere vere guarigioni, ma propone anche più


63<br />

prec<strong>is</strong>e possibilità di cura <strong>all</strong>a medicina nel suo insieme, oltre che garantire<br />

continui apporti concreti al generale bagaglio della SCIENZA tutta.<br />

Serie ricerche sono state<br />

scientificamente<br />

condotte sulle basi biologiche<br />

delle memorie represse: vedine i link e<br />

un estratto nel file/capitolo par<strong>all</strong>elo in<br />

inglese: Consciousness and memory.<br />

D'altra parte la f<strong>is</strong>iologia dinamica del S<strong>is</strong>tema Nervoso permette concrete<br />

periferiche "rimozioni sensoriali" selettive: come ampiamente descritto ad<br />

esempio nel libro del neurologo Oliver Sacks Su una gamba sola.<br />

Televideo<br />

04/07/2007<br />

02:40<br />

Brutti ricordi addio, grazie a pillola<br />

Arriva la pillola dell'amnesia selettiva.Lo hanno annunciato<br />

scienziati del McGill University di Montreal e dell' Harvard<br />

University di Boston, che hanno condotto la ricerca in<br />

par<strong>all</strong>elo. Il farmaco causa alcune reazioni chimiche nel<br />

cervello cancellando i brutti ricordi. Secondo i ricercatori,<br />

per cancellare il ricordo di un trauma l'effetto della "pillola"<br />

va coadiuvato con una terapia psichiatrica. Se il farmaco<br />

viene preso solo nel momento in cui si ricorda qualcosa di<br />

spiacevole,il brutto ricordo viene solo affievolito.<br />

Alcol cancella brutti ricordi e preserva buoni<br />

Roma, 10 set. (Adnkronos Salute) - E' la scusa perfetta per chiedere un altro<br />

drink. Alzare il gomito, come sugger<strong>is</strong>ce un antico adagio, aiuta a<br />

dimenticare. E nel migliore dei modi. Stando <strong>all</strong>a ricerca della Sussex<br />

University, infatti, l'alcol spazza via dai recessi della <strong>memoria</strong> solo i cattivi<br />

ricordi, preservando quelli buoni. Una scoperta, sugger<strong>is</strong>ce Theodora Duka,<br />

ricercatrice a capo dello studio, che potrebbe aiutarci a comprendere meglio<br />

i meccan<strong>is</strong>mi della dipendenza da alcol. ... Alle lunghe troppo alcol<br />

danneggia in maniera permanente la capacità mnemonica del cervello,<br />

avvertono i ricercatori che lanciano l'<strong>all</strong>arme nei confronti dei giovani<br />

accaniti binge-drinker, cioè tra quanti si sbronzano pesantemente e<br />

regolarmente, specie nei fine settimana. Per questi ragazzi ai possibili danni<br />

cerebrali si aggiungono poi le eventuali e pericolose conseguenze di gesti<br />

avventati compiuti sotto l'effetto dell'alcol.


64<br />

Ma, anche quando l'oblio è profondo e pesante - come spesso accade, "aiutato"<br />

da droghe illegali o da alcool se non da farmaci e metodi come l'elettroshock:<br />

non solo autorizzati ma addirittura "pagati" dai S<strong>is</strong>temi Sanitari Nazionali - in<br />

ogni momento possono comparire subitanei violenti sprazzi di vivide memorie<br />

non solo in incubi notturni intensi e/o ricorrenti, ma anche in ogni momento<br />

della giornata, scatenati da stimoli evocativi del tutto soggettivi con<br />

v<strong>is</strong>ualizzazioni simil-<strong>all</strong>ucinatorie e/o con incongrue manifestazioni corporee.<br />

Ben frequenti - e spesso comunque molesti - sono i casi dei grossi vuoti di<br />

<strong>memoria</strong> in cui è stato "ricacciato" - incosapevolmente - qualcosa di d<strong>is</strong>turbante.<br />

Può capitare come situazione occasionale e momentanea per chiunque -<br />

chiamata popolarmente "lapsus" o ufficialmente "d<strong>is</strong>sociazione" nel fondamentale<br />

testo DSM-IV, pag. 526 e seg. - ma non si tratta ad ogni modo mai di un<br />

problema di età o di d<strong>is</strong>tanza nel tempo: i vecchi ricordano meglio le esperienze<br />

remot<strong>is</strong>sime che quelle recenti, mentre è dimostrata la possibilità che ci si possa<br />

ricordare di esperienze persin prenatali. Infatti questo oblio occasionale non è né<br />

un difetto né una debolezza: anzi è qualcosa come una - seppur inconscia,<br />

deliberata, e, se duratura estenuante - censura che attinge, sprecandole, a energie<br />

soprattutto della sfera sessuale, e trascina seco conseguenze a valanga, sia come<br />

impoverimento che come r<strong>is</strong>chio.<br />

Le EMOZIONI, questi strumenti di adesione <strong>all</strong>a vita, queste fonti di energia che<br />

conducono verso la partecipazione consapevole e su cui vengono a costruirsi<br />

quelle ESPERIENZE che rivolte <strong>all</strong>'esterno si traducono in saggezza, diventano<br />

invece un esplosivo conglomerato di turbamenti inconsci, di frantumi deteriorati<br />

fuori di ogni controllo. Anzi in ogni momento ad ogni esperienza soggettivamente<br />

r<strong>is</strong>vegliante antichi traumi, il rimosso (per usare la terminologia di Freud) tende<br />

ad esplodere: devasta la persona nel suo insieme, f<strong>is</strong>ico e mentale, spesso anche<br />

trascinando con sè familiari e persino vicini o colleghi. Queste emozioni non<br />

sviluppate e rinchiuse inevitabilmente si esprimono in una cecità ai veri rapporti,<br />

in un'intrecciarsi di solitudini interiori, in cui caricature di rapporti solo<br />

fantasticati si annodano come "legami", in nodi, che a loro volta si stringono<br />

sempre più in progressiva ostilità, in aggravamenti che a valanga cortocircuitano<br />

mente e sensibilità, chiuse <strong>all</strong>'esperienza. Il libro di Ronald Laing Nodi - con una<br />

serie di esempi, espressi in forma scherzosa e proprio per questo, efficac<strong>is</strong>sima -<br />

illumina i coinvolgimenti fasulli che accentuano le solitudini interiori: in versi<br />

tratteggia dialoghi tra sordi in cui quelle assurde, e purtroppo così frequenti,<br />

incomprensioni, se non fraintendimenti che vengono ad innescarsi su<br />

arbitrariamente credute "altru<strong>is</strong>tiche" identificazioni proiettive.<br />

L'affetto vero non può mai essere "troppo": favor<strong>is</strong>ce la nutrizione, l'assimilazione,<br />

la crescita; e favor<strong>is</strong>ce anche par<strong>all</strong>elamente i loro sublimati: l'apertura verso<br />

l'esterno, la partecipazione emotiva, l'affettività, ed anche il pensiero, la curiosità,<br />

la "creatività", la voglia di provare, sentire, prender parte, fare. Ma es<strong>is</strong>te anche


65<br />

un affetto "falso" che in modo fastidioso si intromette nell'altrui es<strong>is</strong>tenza persino<br />

contrabbandando per sollecitudine l'interferire con le funzioni f<strong>is</strong>iche altrui; un<br />

presuntuoso "affetto" che chiede "gratitudine" ed invece è fonte di odio e/o di<br />

interiori equivoci colpevolizzanti che moltiplicano il potenziale di aggressività<br />

d<strong>is</strong>truttiva nel soggetto e in chi lo circonda in un vortice di maggiore ansia e<br />

maggiore d<strong>is</strong>truttività, di malanni f<strong>is</strong>ici e veri pericoli - terribili incidenti come le<br />

stragi del sabato sera fino <strong>all</strong>e Sfide folli in città a duecento <strong>all</strong>'ora.<br />

D<strong>all</strong>'interv<strong>is</strong>ta a un pilota:<br />

CRONACHE: Due o tre <strong>all</strong>a volta, Dipenda da quanto è larga la strada<br />

c’è chi si fa un sacco di soldi ma l’unica cosa che conta è l’adrenalina... C’è<br />

b<strong>is</strong>ogno di un rettilineo per portare la macchiana <strong>all</strong>a massima velocità,<br />

bastano tre o quattro chilomentri, ma più è lungo meglio è...<br />

Quante sono le macchine che partecipano?<br />

Di solito sono un centinaio. Qualche volta di meno, spesso di più.<br />

Come funzionano le gare? Ci si guarda e ci si sfida. Due o quattro per volta<br />

a seconda della larghezza della strada.<br />

TOLLERANZA ZERO<br />

Corpi mutilati e auto d<strong>is</strong>trutte<br />

Spot choc contro le stragi<br />

Ad ogni modo non si può vivere bene e prosperare se l'affettività non viene<br />

affiancata da aumenti proporzionali di spazio utilizzabile a d<strong>is</strong>posizione; e se<br />

energie r<strong>is</strong>trette e bloccate possono esplodere per reazione ad una noia "mortale"<br />

potenzialmente davvero mortifera, possono anche implodere trasformate in<br />

paralizzanti paure. Ma pur nelle migliori situazioni ogni <strong>all</strong>argamento di<br />

"aperture" riapre grossi varchi di maggior partecipazione: da cui maggior reattività<br />

neurovegetativa, maggiore vulnerabilità emotiva, r<strong>is</strong>chio accresciuto di più<br />

diversificate sofferenze e preoccupazioni anche per la comparsa di emozioni<br />

NUOVE come la dignità, l'indignazione e la prudente lungimiranza.<br />

Come magari si legge persino in Platone nel Libro Settimo de La Repubblica<br />

Un individuo con qualità piú elevate ha maggiori b<strong>is</strong>ogni per essere felice, è<br />

capace di più acute sofferenze, ed è certo più sensibile ad esse per molti<br />

aspetti, di un individuo con qualità inferiori... Chiunque supponga che questa<br />

preferenza abbia luogo mediante un sacrificio della felicità - che l’essere<br />

superiore in uguali circostanze non è piú felice dell’inferiore - confonde i due<br />

concetti completamente diversi di felicità e di sodd<strong>is</strong>fazione.<br />

Ma - come "non" si legge certo ne La Repubblica di Platone - se tutto ciò potesse<br />

realizzarsi e valorizzarsi questo avverrà però solo per espansioni graduali e<br />

successive e per mezzo di un par<strong>all</strong>elo e graduale irrobustimento dell'Io, tramite


66<br />

esperienze calibrate da costanti precauzioni. Lo sviluppo è vario, d<strong>is</strong>continuo e<br />

tanto più deve essere vario e d<strong>is</strong>continuo quanto più è preparatorio ad una vita<br />

varia, ricca, piena, "potente", pred<strong>is</strong>posta a varie, ricche, piene "possibilità.<br />

Fondamentale è pertanto il GIOCO, un'attività per definizione varia, d<strong>is</strong>continua,<br />

modificabile, fine a se stessa, abbandonabile senza conseguenze: solo il vero<br />

gioco non inquinato da pretese, da pressioni altrui può permettere questi<br />

<strong>all</strong>argamenti di orizzonti e questi aumenti di possibilità.<br />

Ma es<strong>is</strong>tono varie vie in cui diventano patologiche d<strong>is</strong>continuità d<strong>is</strong>armoniche e<br />

sconcertanti: un qualcosa di d<strong>is</strong>turbante da nascondere può sia riguardare<br />

esperienze "esterne", cioè fatti dolorosi accaduti o in accadere, sia altrettanto<br />

insopportate "esperienze" interne cioè emozioni inaccettate se troppo in<br />

contraddizione con altre emozioni, soverchianti le capacità di modularle. Una<br />

v<strong>is</strong>ione troppo univoca e r<strong>is</strong>tretta della propria individualità, non accettate<br />

differenti possibilità di es<strong>is</strong>tenza, ed ancor più particolari fattori familiari,<br />

ambientali e "storici" possono produrre conflitti interni insormontabili tra affetti e<br />

percorso prsonale, tra b<strong>is</strong>ogno di appartenenza in contraddizione con passate - o<br />

prospettabili - situazioni e possibilità proprie, ecc. Mentre - tra ambizione ed<br />

evitamento dell'insucceso, tra paura e spavalderia - minacce in sospeso e progetti<br />

di attuabilità incerta innescano ansie rinunciatarie e voglie passive e dipendenti di<br />

delegare ad altri il sodd<strong>is</strong>facimento dei propri desideri: trasformando il presente e<br />

le prospettive del futuro in una gabbia di ossessive contraddizioni.


67<br />

Personalità Multiple e Annullamento della Volontà<br />

D<strong>all</strong>'ottundimento e/o d<strong>all</strong>'oblio si può evitare la<br />

completa passiva "pazzia": es<strong>is</strong>tono però anche<br />

veramente i casi in cui si arriva <strong>all</strong>e - attive -<br />

personalità sdoppiate o multiple di persone il cui<br />

corpo autentico viene addirittura "dimenticato", che<br />

di momento in momento si "credono" un'altra - o altre<br />

- persone e si comportano di conseguenza. Sono<br />

situazioni reali e non di fantascienza, r<strong>is</strong>contrabili<br />

ovunque e non soltanto in America: probabilmente<br />

non dovute ad eventuali cause intrinseche o in<br />

consequenza di semplici "traumi", ma create invece<br />

artificialmente. S<strong>is</strong>temi psicologici abusanti - sia<br />

tecnologici che scientificamente "psicologici" -<br />

possono attuare un annullamento della volontà e una<br />

"frammentazione della <strong>memoria</strong>", fino <strong>all</strong>a<br />

"costruzione" intenzionale di multipli. Il "MPD/DID" non è da confondersi<br />

con la ben differente schizofrenia: e questo va puntualizzato in v<strong>is</strong>ta anche di<br />

sfruttabili finalità. Per lo più è probabile che questi sdoppiamenti derivino da<br />

queste cause "artificiali", ma non è certo questa la sede per d<strong>is</strong>cuterne: molto<br />

dimostrativo dal lato descrittivo è ad ogni modo il libro di F.Rheta Schreiber<br />

Sybil in cui se ne descrive un caso paradigmatico. Ne es<strong>is</strong>teva anche una<br />

traduzione in italiano ora introvabile, ne fu tratto anche un film (Sybil (1976)<br />

(TV regia Daniel Petrie, attori: S<strong>all</strong>y Field come Sybil Dorsett, Joanne<br />

Woodward come Dr. Cornelia Wilbur), anch'esso tradotto in italiano,<br />

riproposto nel 2007 in remake - anche in italiano - con regia di Joseph<br />

Sargent; attori: Jessica Lange, Tammy Blanchard, Jo Beth Williams, Gary<br />

Levert.<br />

Paragonabile <strong>all</strong>a "commozione cerebrale" - durante la quale il cervello può<br />

temporaneamente smettere di funzionare in modo normale determinando<br />

d<strong>is</strong>turbi anche protratti della coscienza, compresa una tipica amnesia<br />

anterograda - anche la violenza sessuale, e tanto più se su bambini sia femmine<br />

che maschi, tende a provocare effetti devastanti prima di tutto sulla sensazione<br />

di "integrità del "Sé": effetti che si estendono a sgretolare coerenza, <strong>memoria</strong><br />

nelle due direzioni del tempo - prima e dopo - e quindi della volontà personale<br />

attenta e responsabile.<br />

Riflettevo sulla domanda: sono intelligente?<br />

La domanda giusta, in realtà, avrebbe dovuto essere questa:<br />

Chi vede adesso? Mi vede? Mi riconosce? Sono IO. IO..


68<br />

L' intelligenza è per me, non una personalità, ma qualcosa che mi<br />

appartiene da sempre, come un pensiero personale, un' opinione, un<br />

d<strong>is</strong>egno, un ricordo che per anni sono stati sepolti da altro e altro<br />

ancora. Adesso quel modo di sentire e vedere la realtà è di nuovo con<br />

me, pulito, r<strong>is</strong>polverato: è vivo, lucido, pressante, pulsa... Rivedo le<br />

d<strong>is</strong>tanze, r<strong>is</strong>ento le persone, riguardo gli spazi ampi, rivedo le<br />

possibilità e tutto ciò mi era mancato...e tanto!!! Il pensiero libero...la<br />

fantasia... tutte cose che posso ripermettermi di FARE!!! E d<strong>is</strong>fare a<br />

mio piacimento. Non si smette mai di imparare, ne di ripassare.<br />

Ho scoperto che anche il ripasso è fondamentale. In fondo, quando<br />

ricordiamo, ripassiamo, ripercorriamo, ritorniamo.<br />

Parti di questa documentazione testimoniale in prima persona si trovano nel<br />

capitolo V°, Testimonianze di esperimenti medici e ostetrici: prima degli sviluppi<br />

del positivo RITROVAMENTO DI SE', ecco un commento da parte di un amico<br />

del periodo dell'adolescenza di questa "protagon<strong>is</strong>ta" - che si rionosce esser stata<br />

una costruita "personalità multipla":<br />

- Mi sembrava di aver a che fare con una "cooperativa" non<br />

con "una" persona..<br />

persona...<br />

Citazioni varie possono spiegare il "come" da questo commento si arrivi al vero<br />

problema e <strong>all</strong>e sue diramazioni e cause:<br />

Trauma D<strong>is</strong>orders Glossary D<strong>is</strong>sociative D<strong>is</strong>orders<br />

In v<strong>is</strong>ta di sfruttabili finalità es<strong>is</strong>tono s<strong>is</strong>temi intenzionali psicologici e abusivi -<br />

non tecnologici come l'elettroshock o farmacologici - di annullamento della<br />

volontà e di "frammentazione" della <strong>memoria</strong> proprio attuabili per la "costruzione"<br />

di personalità multiple MPD / DID. Come si legge - ad esempio nel sito della<br />

Fondazione Johnny Gosch - e si deduce nei paragrafi successivi, si tratta di delitti<br />

su vasta scala e poliedrici commessi da un organizat<strong>is</strong>sima corporazionedi<br />

cerchio di porno-pedolfilia. Dati prec<strong>is</strong>i evidenziano come questo stesso circolo<br />

di porno-pedofilo sia collegato con riciclaggio di denaro, traffico di droga e di<br />

armi.<br />

Come chiede e si chiede Wanda Karriker:<br />

Dove sono adesso?<br />

Per alcune informazioni sulle cosidette "esperienze critiche" che portano ai<br />

relativi meccan<strong>is</strong>mi psichici di difesa: vedi Trauma e <strong>memoria</strong>: d<strong>is</strong>sociazione<br />

(DSM-IV R da pag 525 e seg.) citato anche nel sito Portale italiano di<br />

Psicotraumatologia e psicoterapia. Memorie ed emozioni non raccolte...<br />

non credute... o peggio der<strong>is</strong>e...: vedine altri dati in Imbroglio è il contrario<br />

di sviluppo e nei link ivi proposti.


69<br />

Perché agenti segreti, spie, informatori, assassini...<br />

"costruiti" per mezzo del lavaggio del cervello funzionano<br />

meglio dei consapevoli, stipendiati agenti segreti / spie?<br />

Vedi ampie testimonianze di PRIMA MANO unitamente a bibliografie<br />

internazionali e a documenti autentici in:<br />

Up-to-date Dossiers di Gli Abusi mentali, f<strong>is</strong>ici e tecnologici NON sono<br />

Fantascienza / It's Abuse NOT Science fiction<br />

Nel testo del quinto capitolo - ESPERIMENTI SU BAMBINE/I - un paragrafo è<br />

firmato con un nome, Mike, differente da quello ufficialmente anagrafico -<br />

peraltro già di per sé dubbio: vi si rivelano le "personalità" autenticamente<br />

multiple e si spiega come l'interessata molto spesso si presenti in un modo, con<br />

un abbigliamento e con un linguaggio verbale e comportamentale ben diverso da<br />

quanto - come origine, formazione, ambiente sarebbe stato logico aspettarsi. Ed a<br />

questo va aggiunto un particolare piuttosto singolare: un udito straordinario.<br />

Tutto mi era estraneo e tremendamente spaventoso.<br />

IO ero altro da ME.<br />

La a testimonianza di Regina Louf (traduzione in italiano)<br />

Eccoci dunque <strong>all</strong>’ultimo post sulla storia di Regina. Comprendo<br />

quanto la tematica sia molto difficile, ma spero siate arrivati fino a<br />

qui.E vorrei concludere con alcune speranze.Spero che, quando<br />

sentirete parlare di pedo-pornografia, prima di scagliarsi sui fruitori<br />

di questo squ<strong>all</strong>ido materiale, ci si chieda chi sono le piccole vittime<br />

che vi si trovano filmate. Da dove arrivano e che fine fanno. Spero,<br />

<strong>all</strong>a luce della testimonianza di Regina (e non solo, ma qui mi sono<br />

limitato a lei), che si comprenda che es<strong>is</strong>tono abusi che vanno ben<br />

oltre l’ambito familiare o l’idea del pedofilo come "predatore<br />

solitario" (in quest’ottica a cosa serve strillare <strong>all</strong>a castrazione<br />

chimica?). Spero che si creda che le organizzazioni pedofile es<strong>is</strong>tono<br />

non solo in paesi lontani come la Thailandia, terra di tur<strong>is</strong>mo<br />

sessuale. Perché le organizzazioni di piccoli schiavi es<strong>is</strong>tono. Anche


70<br />

nella nostra ricca e civile Europa, anche nel nostro paese. In modo<br />

silenzioso, continuano ad es<strong>is</strong>tere sotto ai nostri occhi veri e propri<br />

campi di concentramento, vere e proprie vittime di campi di<br />

concentramento. E spero inoltre che queste poche parole sulla storia<br />

Regina possano essere sufficienti per instillare il dubbio che forse<br />

questi tipi di abusi non hanno a che fare solo con le perversioni<br />

sessuali. Del resto è una constatazioni che anche in Italia es<strong>is</strong>tono,<br />

oggi!, in tempo di pace, migliaia di persone affette da DID,<br />

d<strong>is</strong>turbo delle personalità multiple, che sopraggiunge in casi di<br />

s<strong>is</strong>tematici abusi sessuali che sconfinano nella tortura, proprio<br />

quella tortura che non è contemplata nella nostra leg<strong>is</strong>latura. Così,<br />

come credo <strong>all</strong>’Olocausto e <strong>all</strong>’orrore del naz<strong>is</strong>mo, <strong>all</strong>a violenza<br />

dell’uomo sull’uomo, <strong>all</strong>e torture che avvengono nei territori di<br />

guerra e nelle prigioni, <strong>all</strong>o stesso modo credo <strong>all</strong>a storia di orrore<br />

narrata da Regina e d<strong>all</strong>e altre ex-vittime.Spero davvero di non essere<br />

solo. Spero davvero di non lasciarla sola.<br />

Di non lasciarli soli.<br />

Where are they now? [= Dove Dove sono sono adesso? adesso?


71<br />

Importanza dei sensi<br />

Ma non es<strong>is</strong>tono soltanto tragedie da rivivere in penosi flash-back: es<strong>is</strong>tono per<br />

tutti, ben archiviate e sempre attivabili MEMORIA SENSORIALE e MEMORIA<br />

EMOZIONALE, fondamentali sia se rivolte <strong>all</strong>'esterno in funzione<br />

memorizzabile anche nell'apprendimento - e quindi più studiate ai fini pratici<br />

didattici - sia <strong>all</strong>'interno come sottolineatura di significato a tutto quanto viene<br />

immagazzinato nel Sé: come conoscenza e esperienza da richiamare <strong>all</strong>a<br />

<strong>memoria</strong> dal preconscio; ma anche come intel-ligenti collegamenti e profondità<br />

di pensiero, come fantasia e creatività... Mentre altrettanto ne sono la principale<br />

fonte delle amnesie, delle rimozioni, dei rifiuti, degli impedimenti, dei<br />

meccan<strong>is</strong>mi di difesa contro situazioni ansiogene.<br />

Marcel Proust ha scritto su questa base la sua opera principale Alla ricerca del<br />

tempo perduto, ma immediate illuminazioni efficacemente chiamati flash-back<br />

o riv<strong>is</strong>suti - vedi il testo nel file/capitolo di un brutto sogno ricorrente - possono<br />

spontaneamente diradare l'ottundimento, o farsi largo al cedere dello sforzo<br />

della censura. Un articolo - Lorenza Foschini - nel numero 424 del 26 giugno<br />

2004 della riv<strong>is</strong>ta Specchio - Quant'è chic ammalarsi di "proustite" - ne<br />

prospetta ampi scorci agli entusiasti seguaci sull'autore di questa "scoperta": da<br />

singole parti dodici volumi della Ricerca di Proust sono anche stati tratti alcuni<br />

film, ma chi non avesse voglia di leggerli tutti, ma solo accontentarsi delle<br />

esemplificazioni del concetto di "autobiogafia emozionale" può ritrovare esaltata<br />

la "grande scoperta" con i suoi "moduli della <strong>memoria</strong> involontaria" nel film .Le<br />

intermittenze del cuore.<br />

Memorie ritrovate e memorie da perdere...<br />

... questa creatura firmata da Kaufman e dal genietto dei videoclip pop<br />

Michel Gondry merita di essere v<strong>is</strong>ta con una mente immacolata. Eternal<br />

Sunshine of the Spotless Mind è il vero titolo del film che in Italia è<br />

d<strong>is</strong>graziatamente d<strong>is</strong>tribuito come Se mi lasci ti cancello. Eternal Sunshine<br />

of the Spotless Mind è la storia di un uomo appena uscito d<strong>all</strong>a relazione<br />

più importante della sua vita: Clementine, bella, vitale, vulcanica, se n'è<br />

andata sbattendo la porta ... Ma la cosa più incomprensibile e dolorosa è<br />

che la ragazza sembra non riconoscerlo più. Saranno gli amici a rivelare a<br />

Joel la scioccante verità: Clementine si è rivolta al Lacuna Inc., una centro<br />

medico che ha brevettato una tecnica rivoluzionaria che permette di


72<br />

liberarsi dei brutti ricordi, e ha fatto cancellare dal propria <strong>memoria</strong> ogni<br />

traccia della loro relazione.<br />

(dal commento di Alessia Starace)<br />

Marcel Proust ha scritto su questa base la<br />

sua opera principale Alla ricerca del tempo<br />

perduto.<br />

L'articolo - Quant'è chic ammalarsi di<br />

"proustite - prospetta ampi scorci su questa<br />

"scoperta" e sui suoi entusiasti seguaci)<br />

Regia: Michel Gondry<br />

Interpreti: Jim Carrey - Joel Bar<strong>is</strong>h,<br />

Kate Winslet - Clementine Kruczynski<br />

Joel viene a sapere che la sua ex-ragazza<br />

Clementine si è fatta cancellare d<strong>all</strong>a<br />

<strong>memoria</strong> la loro difficile relazione, ed è così<br />

sconvolto da decidere di subire la stessa<br />

operazione. Ma durante l'esecuzione cambia<br />

idea e tenta di tutto pur di non eliminare la<br />

loro relazione d<strong>all</strong>a sua mente.<br />

E' la storia, ambientata fra l'Italia, la Francia e<br />

la Svizzera, di un reg<strong>is</strong>ta che prepara un film<br />

sulla vita di Proust comm<strong>is</strong>sionatogli da un<br />

produttore parigino e che, mentre il lavoro<br />

di scrittura procede, rivede alcuni momenti<br />

salienti della propria vita secondo i moduli<br />

della <strong>memoria</strong> involontaria, la grande<br />

scoperta proustiana. Così, attraverso una<br />

serie di libere associazioni (v<strong>is</strong>ive, tattili,<br />

auditive) riaffiorano alcune esperienze<br />

capitali del suo passato: l'abbandono della<br />

lotta partigiana per rifugiarsi in un sanatorio<br />

durante la guerra, il ripetuto innamoramento<br />

per la stessa donna che a d<strong>is</strong>tanza di anni<br />

non riconosce, il viaggio in Svizzera per farla<br />

abortire,... il rapporto col figlio ventenne che<br />

gli restitu<strong>is</strong>ce l'Immagine della sua<br />

giovinezza.)<br />

L'umore, il colore della vita<br />

Il saggio analizza le espressioni del nostro umore, <strong>all</strong>egria,<br />

malinconia, rabbia, euforia ecc., dal punto di v<strong>is</strong>ta della<br />

psicologia e delle neuroscienze. Analizza le interazioni tra vita<br />

cognitiva e vita affettiva, le possibili conseguenze di una rottura<br />

dell'equilibrio tra queste importanti sfere. [ PDF ]<br />

Se mi lasci ti cancello<br />

Titolo originale:<br />

Eternal Sunshine of the<br />

Spotless Mind Paese:<br />

USA Anno: 2004<br />

Genere: Commedia,<br />

Romanti


73<br />

D<strong>all</strong>'articolo di Marco Vozza su TuttoLibri de La Stampa: 10 settembre 2005:<br />

Gli affetti dovrebbero mantenersi nell'integrità dell'esperienza sensibile che<br />

è la condizione per conseguire la pienezza dell'es<strong>is</strong>tenza, senza mai<br />

assumere l'aspetto difettivo di quella deprivazione sensoriale, di<br />

quell'inibizione da contatto caratter<strong>is</strong>tica dei processi di razionalizzazione,<br />

evitando così il paradosso di una dignità della ragione che nega però<br />

l'integrità della persona.<br />

Un esempio più "storico" e colloquiale:<br />

L'importanza dei ricordi, delle emozioni e delle idee sul futuro<br />

Molti esiziali equivoci sono nati e continuano ad imperversare sull'onda delle<br />

teorie filosofiche - e religiose o pseudo-tali - tipicizzanti per millenni la nostra<br />

civiltà: la tendenza umana - o meglio la conseguenza di questo esser stati<br />

"deprivati" - indipendentemente da qualsivoglia livello culturale dei singoli va in<br />

prevalenza verso la direzione della superstizione e dell'inganno gerarchicamente<br />

trasmesso piuttosto che verso la "pienezza dell'es<strong>is</strong>tere" e delle sue "LIBERE<br />

SCELTE".<br />

Molte superstizioni dilagano avendo qualsiasi elemento o fantasia come oggetto<br />

da adorare, fine da perseguire od in cui credere ciecamente. Molti termini sono<br />

usati correntemente in modo imprec<strong>is</strong>o a sua volta foriero di rinnovate<br />

"deprivazioni", mentre il loro errato significato viene idealizzato come un IDOLO<br />

a cui dedicare superstiziosa adorazione: ad esempio ragione, capire e<br />

comprendere non derivano forse da prec<strong>is</strong><strong>is</strong>simi vocaboli latini indicanti soltanto<br />

s<strong>is</strong>temi di m<strong>is</strong>urazione - ratio = righello, "razionamento", capere = m<strong>is</strong>urare il<br />

contenuto: da cui anche banalmente "recipiente"?<br />

Anche la parola e l'idea di "volontà" entra a far parte di questa confusione, di<br />

questa "inflazione di significato": mai che si usi invece un termine come<br />

INTENZIONALITA' che presuppone la sottolineatura emotiva che ne indirizza la<br />

diretta azione momento per momento. Quante volte ad esempio viene<br />

"accusato" di essere "senza volontà" chi invece è in preda a quell'emozione che<br />

si defin<strong>is</strong>ce desolazione per cui tutto diviene inutile e senza senso; quante volte<br />

viene esaltata la forza di volontà di chi, avulso d<strong>all</strong>e proprie sensazioni - e<br />

cautele - procede senza fare una piega: in assenza delle sensibilità proprie senza<br />

tener alcun conto non solo delle sensibilità e consapevolezze altrui ma neanche<br />

delle altrui es<strong>is</strong>tenze.<br />

In D<strong>is</strong>turbante da nascondere: Sfide folli in città a duecento <strong>all</strong>'ora...c’è chi<br />

si fa un sacco di soldi ma l’unica cosa che conta è l’adrenalina...


74<br />

Nascita e pre-nascita: "Riv<strong>is</strong>suti" e consapevolezze precoc<strong>is</strong>sime...<br />

Già oggetto di una Comunicazione congressuale del 1987 - più volte aggiornato<br />

si trova anche in questo volume come capitolo 5:<br />

Un brutto sogno. Una bambina e un'incubatrice: esperienza d<strong>all</strong>a nascita con il<br />

relativo Documento autentico<br />

Un "classico" - tradotto anche in italiano - su "memorie ritrovate" è il libro di<br />

Lenore Terr: Il pozzo della <strong>memoria</strong> Milano Garzanti ed. 1996<br />

I bambini guardano chi li guarda<br />

Gli occhi attenti, curiosi, leggermente<br />

stupiti... di un bambino - di un nuovo<br />

essere umano! - appena nato... Non si<br />

dice forse "venire <strong>all</strong>a luce" oppure<br />

"vedere la luce" come sinonimi di<br />

"nascere"? (Vai <strong>all</strong>'APPPAH da cui è<br />

tratta<br />

11 07 ore 03 e 37 Televideo RAI 11 luglio 2001<br />

NEONATO RICORDA MUSICA UDITA IN GREMBO.<br />

I neonati ricordano la musica ascoltata mentre erano nel ventre materno,<br />

negli ultimi tre mesi di gestazione. Lo afferma uno studio di psicologi<br />

britannici. I bambini - secondo lo studio dell'Università di Leicester -<br />

possono ricordare e riconoscre, a oltre un anno d<strong>all</strong>a nascita, delle musiche<br />

- classica, pop, reggae, non importa quale - ascoltate da feti. Tra la nascita e<br />

il test si è fatto in modo che i neonati non ascoltassero più i brani presentati<br />

loro mentre erano nel ventre materno.<br />

TELEVIDEO Do 28 Lug 04:46:22 I NEONATI VEDONO BENE FIN DALLE PRIME ORE<br />

I bambini appena nati vedono bene e riconoscono i volti, addirittura<br />

l'intensità dello sguardo. Cercano di stabilire una comunicazione "v<strong>is</strong>iva"


75<br />

con i genitori (da cui amano essere guardati)già poche ore dopo la nascita.<br />

E' la sorprendente scoperta di un pool italo-inglese, pubblicata su una riv<strong>is</strong>ta<br />

scientifica in Inghilterra, che da anni studia il comportamento dei neonati.<br />

Già dal secondo giorno di vita la mente lavora a pieno ritmo ed organizza le<br />

notizie acqu<strong>is</strong>ite tramite la v<strong>is</strong>ta. Cio' che prefer<strong>is</strong>cono è essere f<strong>is</strong>sati: lo<br />

prova la reg<strong>is</strong>trazione dell'attività elettrica.<br />

Per le "esperienze prenatali" vedi citazioni da:<br />

La vita psichica prenatale: breve rassegna sullo sviluppo psichico del bambino<br />

prima della nascita. Anna Della Vedova<br />

A sei settimane è possibile vedere le prime forme di attività motoria:<br />

movimenti aggraziati di <strong>all</strong>ungamento e rotazione del capo, delle braccia e<br />

delle gambe. A dieci settimane le mani vengono portate al capo, al v<strong>is</strong>o e<br />

<strong>all</strong>a bocca, che presenta già movimenti di apertura, chiusura e<br />

inghiottimento. A quindici settimane tutto il repertorio di movimenti che si<br />

ritrovano nel feto a termine è presente; si evidenziano movimenti della<br />

mandibola, movimenti respiratori e movimenti combinati degli arti dove le<br />

mani sono continuamente portate ad interagire con le altre parti del corpo e<br />

con il cordone ombelicale. L'attività motoria si manifesta inizialmente in<br />

forma spontanea come fenomeno endogeno, a carattere ciclico ma<br />

contemporaneamente rappresenta l'espressione di caratter<strong>is</strong>tiche soggettive<br />

del feto. Più avanti nella gestazione il feto comincia ad esplorarel'ambiente<br />

uterino: sembra cercare il contatto con la placenta e r<strong>is</strong>pondere a<br />

stimolazioni tattili provenienti d<strong>all</strong>'esterno. Eâ importante sottolineare che, in<br />

queste fasi, i s<strong>is</strong>temi sensoriali e percettivilavorano sinergicamente; ciò si<br />

rivela nelle primitive organizzazioni comportamentali e nelle attività esibite<br />

dal feto e permette di affermare la presenza di una continuità esperienziale<br />

fetale. L'attività onirica è già r<strong>is</strong>contrabile <strong>all</strong>e ventitré settimane, quando si<br />

evidenziano chiari segni comportamentali di sonno R.E.M....<br />

Milani Comparetti e Gidoni studiarono lo sviluppo dei movimenti fetali e<br />

scoprirono le capacità del feto di muoversi e riposarsi, nonché correlazioni<br />

delle modalità di movimento molto prima della nascita.Questi movimenti<br />

sperimentati per molto tempo dal feto permettono un'attiva partecipazione<br />

nel processo della nascita come pure nella sopravvivenza fuori dal grembo,<br />

per cui i movimenti fetali non possono più venir relegati nella categoria dei<br />

riflessi primitivi. Che, secondo Milani Comparetti e Gidoni, il neonato abbia<br />

le sue proprie competenze non necessita più di alcuna sottolineatura<br />

Un'intera sessione di un congresso internazionale di molti anni fa:


76<br />

5th Iternational Congress of Psychosomatic Obstetrics and Gynecology, 1977<br />

Rome,<br />

Molto più recente ed in vivace attività è l'APPPAH (americana): vedi per la<br />

relativa bibliografia Resources: 100 Books (And Videos, Too).<br />

Importante e seria è pure l'europea ISPPM con una vast<strong>is</strong>sima bibliografia e<br />

archivi.<br />

International Congresses of the ISPPM:<br />

* 1986 - Badgastein / Austria The Contribution of Prenatal Psychology to<br />

Preventive Medicine, Preventive Psychology and Preventive Aspects of the<br />

Soci<strong>all</strong>y-Oriented Professions<br />

* 1989 - Jerusalem / Israel Encounter with the Unborn<br />

* 1992 - Cracow / Poland The Unborn Child within the Family<br />

* 1995 - Heidelberg / Germany A Time to be born<br />

* 1998 - London / United Kingdom Conscious Birth The Experience of a<br />

Lifetime<br />

* 2000 - Cagliari / Italy Prenatal Psychology: Methodology in Research<br />

* 2001 - Sydney / Australia Bridging the Gap: Prenatal and Postnatal Life<br />

* 2002 - Budapest / Hungaria The importance of prenatal psychic space<br />

for the individual<strong>is</strong>ation and society. / Towards an integration of medical,<br />

psychological and sociological aspect of prenatal lifetime<br />

2005 - Heidelberg / Germany Psychology and Anthropology of<br />

Pregnancy and Birth<br />

ISPPM-Secretary, A. & J. B<strong>is</strong>choff Friedhofweg 8, D - 69118 Heidelberg, Germany<br />

Phone: +49 6221 892729, Fax: +49 6221 892730<br />

APPPAH was founded in 1983 by Toronto psychiatr<strong>is</strong>t and psycholog<strong>is</strong>t<br />

Thomas R. Verny, M.D., D.Psych., F.R.C.P.C., as a forum for<br />

individuals from diverse backgrounds and d<strong>is</strong>ciplines interested in<br />

psychological dimensions of prenatal and perinatal experiences.<br />

Typic<strong>all</strong>y, th<strong>is</strong> includes childbirth educators, birth ass<strong>is</strong>tants, doulas,<br />

midwives, obstetricians, nurses, social workers, perinatolog<strong>is</strong>ts,<br />

pediatricians, psycholog<strong>is</strong>ts, counselors, researchers, and teachers at <strong>all</strong><br />

levels. One does not have to be a professional, however: <strong>all</strong> who share<br />

these interests are welcome to join. The Association has publ<strong>is</strong>hed the<br />

Pre- & Perinatal Psychology Journal quarterly since the F<strong>all</strong> of 1986.<br />

Beginning with volume 12 (1) F<strong>all</strong>, 1997 the title of the journal will be<br />

Journal of Prenatal and Perinatal Psychology and Health. Th<strong>is</strong> peerreviewed<br />

journal <strong>is</strong> now publ<strong>is</strong>hed by the Association. On a quarterly


77<br />

schedule, the Association publ<strong>is</strong>hes The APPPAH Newsletter. Terry<br />

Larimore <strong>is</strong> Editor. The Newsletter <strong>is</strong> sent automatic<strong>all</strong>y to members.<br />

Regarding contributions, please contact the Editor. One Hundred Books<br />

(and Videos Too) <strong>is</strong> rev<strong>is</strong>ed annu<strong>all</strong>y and covers publications and<br />

releases in the last fifteen years.<br />

APPPAH (Association for Pre- & Perinatal Psychology and Health)<br />

340 Colony Rd., Geyserville, CA 95441.<br />

Maureen Wolfe, C.N.M., Executive Director Collaborations,<br />

Telephone: 707-857-4041, Fax 707-857-4042 E-mail:<br />

apppah@aol.com<br />

E in Italia:<br />

Decima edizione delle Giornate siciliane di formazione micropsicoanalitica<br />

LE PRIME INTERAZIONI MADRE-BAMBINO Capo d’Orlando - Aula Magna di<br />

Villa Piccolo5 e 6 dicembre 2008<br />

Congresso Internazionale "L'Esperienza Prenatale tra Neuroscienze,<br />

Medicina, Psicologia ed Educazione"<br />

PARMA 24-25 Maggio 2008 Sala Auditorium del Campus Universitario<br />

BROCHURE IN ITALIANO BROCHURE IN INGLESE<br />

La vita psichica prenatale: breve rassegna sullo sviluppo psichico del bambino<br />

prima della nascita. La vita prima di nascere. Archivio bibliografico. a cura di<br />

Anna Della Vedova<br />

Organizzazione Mondiale delle Associazioni di Educazione Prenatale<br />

e d<strong>all</strong>a sua "filiale" italiana:<br />

Associazione Nazionale di Psicologia e di Educazione Prenatale Segreteria<br />

A.N.P.E.P.: Via Barriera, 31 - 31058 Susegana (TV) - anpep@t<strong>is</strong>calinet.it<br />

Educazione Pre- e Perinatale Congresso tenuto a Milano il 9-10 giugno 2001<br />

Convegno Nazionale Azienda ASL di Forlì<br />

Impatto della vita prenatale sull'evoluzione dell'individuo, della cultura e della<br />

società<br />

Ass. per lo studio della Psicologia e delle Neuroscienze Gian Mario Balzarini<br />

La comunicazione nella perinatalità Congresso ANEP: Forlì, 19 aprile 2002<br />

XV Comgresso Nazionale SIPPO - 25/26 Settembre 2003 - (SIPPO Società<br />

Italiana di Psicoprofilassi Ostetrica Prof. R. Russo)<br />

E persino in una riv<strong>is</strong>ta di... veterinaria... si parla di emozioni e futuro<br />

"equilibrio" di CAGNOLINI cuccioli anzi di FETI definiti - con gentilezza - come<br />

"nascituri": Come migliorare la SENSIBILITA' tattile dei NASCITURI?


78<br />

È quindi opportuno cercare di ridurre il<br />

più possibile le situazioni che possono<br />

generare stress nella femmina gravida in<br />

modo da migliorare la gestione delle<br />

emozioni dei nascituri (i cuccioli<br />

saranno più "equilibrati"). Il feto<br />

(d<strong>all</strong>'età di circa 45 giorni) è in grado di<br />

r<strong>is</strong>pondere ad una stimolazione tattile. La<br />

palpazione dell'utero gravido provoca<br />

un movimento di rotazione o la suzione<br />

del cordone ombelicale da parte del<br />

feto. Questi movimenti tendono ad<br />

attenuarsi grazie a palpazioni ripetute<br />

delle corna uterine della madre.<br />

Massaggiare delicatamente l'addome<br />

della madre gravida a partire del<br />

trentesimo giorno di gravidanza<br />

migliorerà la sensibilità tattile dei<br />

nascituri (i cuccioli saranno più<br />

"d<strong>is</strong>ponibili" <strong>all</strong>e carezze dei<br />

proprietari). Inoltre, in occasione di<br />

un'emozione da parte della madre -<br />

paura ad es. di una detonazione,<br />

cambiamento di ambiente, trasferimento<br />

in una stanza sconosciuta, presso<br />

persone sconosciute ... - il feto presenta<br />

un movimento di suzione di un arto<br />

anteriore o del cordone ombelicale.<br />

Più la r<strong>is</strong>posta emozionale della madre è<br />

intensa, più la reazione del feto si<br />

prolunga nel tempo<br />

Inoltre, in occasione di un'emozione<br />

da parte della madre - paura ad es. di<br />

una detonazione, cambiamento di<br />

ambiente, trasferimento in una stanza<br />

sconosciuta, presso persone<br />

sconosciute ... - il feto presenta un<br />

movimento di suzione di un arto<br />

anteriore o del cordone<br />

ombelicale.Più la r<strong>is</strong>posta emozionale<br />

della madre è intensa, più la reazione<br />

del feto si prolunga nel tempo. Questi<br />

movimenti tendono ad attenuarsi<br />

grazie a palpazioni ripetute delle corna<br />

uterine della madre ...<br />

"Corna uterine"???<br />

"i cuccioli saranno più<br />

"d<strong>is</strong>ponibili" <strong>all</strong>e carezze dei<br />

proprietari"???<br />

"cercare di ridurre il più possibile<br />

le situazioni che possono<br />

generare stress nella femmina<br />

gravida in modo da migliorare la<br />

gestione delle emozioni dei<br />

nascituri (i cuccioli saranno più<br />

"equilibrati")?????


79<br />

Non tutti però hanno potuto esser favoriti da una nascita "bella": nascite difficili,<br />

dolorose, se non terrificanti e veramente a r<strong>is</strong>chio di morte posson lasciare segno<br />

emotivo di sè per tutto il corso della vita. Come ogni altro trauma però anche le<br />

conseguenze psichiche di queste nascite sfortunate possono comunque venir<br />

superate: ma come per ogni altro trauma ciò può avvenire solo purchè il soggetto<br />

abbia sufficiente coraggio per lasciar uscire d<strong>all</strong>'inconscio le memorie corporee<br />

di questo evento, abbia sufficiente capacità - e volontà - di accettarle, e possa<br />

pure venir aiutato e non smentito nel riviverle e nell'avviarsi gradualmente - nel<br />

tipico modo zig-zagante in cui possono emergere i traumi - a trasformarle in<br />

v<strong>is</strong>suta esperienza senza più esserne invece intralciato.<br />

Vedi anche il libro dell'<strong>all</strong>ievo di Freud, Otto Rank: Il trauma della nascita. Sua<br />

importanza per la psicoanal<strong>is</strong>i. Nel file/capitolo Un brutto sogno e nell'annesso<br />

Documento l'incubatrice era stata v<strong>is</strong>suta da una neonata come un incubo, ma<br />

da una neonata che l'aveva "subìta" SENZA averne avuto b<strong>is</strong>ogno; invece<br />

testimonianze-ricordo di persone nate premature da gravidanze veramente ad<br />

alto r<strong>is</strong>chio (e quindi di notevole d<strong>is</strong>agio soggettivo per il feto) ne riportano al<br />

contrario il ricordo di sensazioni entusiastiche: per uno di essi: di pace, di<br />

"stabile" tranquillità, <strong>all</strong>'opposto delle convulsioni materne in cr<strong>is</strong>i eclamptica; o,<br />

per un'altra persona, di accudimento personale prec<strong>is</strong>o <strong>all</strong>'opposto di quanto poi<br />

avvenne nell'ambiente successivo troppo affollato e confusionario. Un piccolo<br />

aneddottico esempio: la "luce argentata" della "tenda a ossigeno" era stata per<br />

una di queste persone così piacevole da fargli ricercare ogni occasione possibile<br />

per ritrovarla: ecco perché ... la motocicletta con l'obbligo di usare il casco -<br />

d<strong>all</strong>a v<strong>is</strong>iera trasparente! - gli piaceva tanto!<br />

Ma non tutti la pensano così...<br />

Si può andar oltre la possibilità di un semplice completamento della propria<br />

es<strong>is</strong>tenza come ottimale prospettiva di psico-sociale restitutio ad integrum: al di<br />

là di ogni difficoltà, blocco, trauma, sofferenza e compensazione patologica<br />

"speciali" esperienze totalmente v<strong>is</strong>sute possono aprire orizzonti impensati di<br />

resiliente maggiorate e valorizzate conoscenza, consapevolezza e... "sapienza".


80<br />

... .. è mai possibile che un bambino di poco più di due mesi mi<br />

sorrida con aria furbetta e complice fino quasi a commuovermi<br />

come se mi avesse fatto un lungo d<strong>is</strong>corso silenzioso??? Se con<br />

M. capita questo è evidente che è possibile. Ch<strong>is</strong>sà quante cose<br />

avremo da dirci... - racconta un lontano parente del bambino...<br />

Chi considera un vantaggio il forzato oblio <strong>all</strong>o stesso tempo convalida<br />

"scientificamente" il concetto freudiano di rimozione.<br />

D<strong>is</strong>corsi banali e frequenti:<br />

- I bambini non cap<strong>is</strong>cono niente<br />

- Non importa: poi tanto i bambini dimenticano...<br />

- Ma figurati se se ne è accorto....<br />

Afferma pubblicamente R. Laing - come punto culminante della citazione, tratta<br />

dal volume The voice of experience - titolo nella traduzione italiana<br />

- I fatti della vita. Sogni, fantasie, riflessioni sulla nascita<br />

Se l'esperienza non è un'illusione, <strong>all</strong>ora ogni teoria che sostiene<br />

il contrario deve essere sbagliata...


81<br />

- Lei crede che il bambino senta? - gli chiedo: il professore r<strong>is</strong>ponde<br />

senza esitazione:<br />

- Mi d<strong>is</strong>piace non riesco nemmeno a immaginare una<br />

simile eventualità. ...<br />

Eventualità??? E invece:<br />

Dolore dei neonati: basta anche un semplice prelievo per procurare uno<br />

stress ossidativo<br />

Venerdì 12 Febbraio 2010 12:50 Ricerca dei neonatologi del policlinico di<br />

Siena dimostra che bastano solo tre minuti per valutare lo stress ossidativo<br />

dei piccoli pazienti. Lo studio è stato pubblicato sulla riv<strong>is</strong>ta scientifica<br />

americana Pain<br />

Bastano solo tre minuti per sapere se un neonato, dopo un semplice<br />

prelievo di sangue, ha subito un dolore tale da causargli stress ossidativo.<br />

Uno studio effettuato dai neonatologi del policlinico Santa Maria <strong>all</strong>e Scotte<br />

di Siena e pubblicato sulla riv<strong>is</strong>ta scientifica americana Pain, ha infatti


82<br />

dimostrato che, anche un esame di routine, come una punturina, può essere<br />

così doloroso da provocare uno stress tale da far aumentare i radicali liberi<br />

nel piccolo organ<strong>is</strong>mo. La ricerca, finanziata d<strong>all</strong>a Fondazione Euraibi, è stata<br />

diretta dal professor Giuseppe Buonocore, responsabile della Pediatria<br />

Neonatale e coordinata dal neonatologo Carlo Bellieni dell'U.O.C. Terapia<br />

Intensiva Neonatale del policlinico Santa Maria <strong>all</strong>e Scotte, diretta dal<br />

professor Franco Bagnoli. E' un r<strong>is</strong>ultato sorprendente - ammette Buonocore -<br />

perchè analizzando le differenze tra la prima e l'ultima<br />

goccia di sangue, in un semplice prelievo effettuato<br />

nell'arco di soli tre minuti, abbiamo evidenziato<br />

importanti variazioni nella quantità di radicali liberi.<br />

D'altra parte se ci si può divertire con il testo ed ancor più con la scherzosa<br />

bibliografia del file/capitolo canzonatorio: Infanzia: eziologia e trattamento,<br />

non si può scherzare sul titolo <strong>all</strong>egro del file/capitolo che rimanda <strong>all</strong>a<br />

rassicurante Mary Poppins ed è invece una serie di testimonianze di dura accusa<br />

e denuncia<br />

Basta un poco di zucchero e la pillola va giù...<br />

La caratter<strong>is</strong>tica specificatamente umana dei raggruppamenti sociali umani<br />

puòessere sfruttata per rappresentarli come s<strong>is</strong>temi d<strong>is</strong>umani. Tutti coloro che<br />

cercano di controllare il comportamento di un gran numero di altre persone<br />

lavorano conl'esperienza di quelle altre persone. Una volta che le persone hanno<br />

sperimentato una certa situazione in maniera simile, ci si può aspettare che<br />

reag<strong>is</strong>cano in maniere simili. Mettete gli individui in condizione di volere la stessa<br />

cosa, di odiare le stesse cose, sentirsi trattati <strong>all</strong>a stessa maniera, e il loro<br />

comportamento sarà prigioniero. Avrete i vostri consumatori o la vostra carne da<br />

cannone. Diffondete l'idea dei Neri come subumani o dei Bianchi come viziosi e<br />

decadenti, e i comportamenti possono essere manovrati in maniera<br />

conseguente... L'inerzia dei raggruppamenti sociali umani, tuttavia, sebbene<br />

possa apparire come la negazione autentica della prassi, è in effetti nient'altro<br />

che il prodotto della prassi. L'inerzia di gruppo può essere soltanto strumento di<br />

m<strong>is</strong>tificazione in quanto considerata come parte del 'naturale ordine delle cose'.<br />

L'abuso ideologico di una tale idea è ovvio. Serve evidentemente gli interessi di<br />

coloro il cui interesse è avere gente che crede che lo status quo sia voluto d<strong>all</strong>'<br />

'ordine naturale' . Per volere divino o 'cause naturali' ... Il gruppo diviene una<br />

macchina e si dimentica che è una macchina fatta di esseri umani e che la<br />

macchina è fatta dai medesimi uomini. E' completamente difforme da una<br />

macchina costruita d<strong>all</strong>'uomo che può avere un'es<strong>is</strong>tenza propria. Il gruppo è<br />

l'uomo stesso che cerca se stesso nei modelli e nei livelli, assumendo e<br />

assegnando differenti energie, funzioni, ruoli, obblighi, diritti ecc.<br />

Ronnie Laing - La Politica dell'Esperienza - 1967


83<br />

Le parole di Laing non sono certo né scherzose, né solo teoriche: sono<br />

molto serie<br />

vi è anche chi, non solo segue senza remore e molto duramente i concetti<br />

presi in giro nel file/capitolo Infanzia: eziologia e trattamento,<br />

poiché<br />

ma si dichiara pronto ad agire di conseguenza - Delgado & Skinner<br />

Prec<strong>is</strong>azionii e d<strong>is</strong>cussioni in proposito si trovano anche nel file/capitolo<br />

IMBROGLIO E' IL CONTRARIO DI SVILUPPO. Da: 'La violenza contro il<br />

bambino' a 'Tempo di mutamenti' e 'La meglio gioventù'<br />

Un'amara presa di posizione metodologica: Opinioni, fatti, accuse<br />

Significative informazioni? Significativi riferimenti? Quando la cartella<br />

clinica è terapeutica<br />

Negare la <strong>memoria</strong>? Un ufficiale "scientifico" mezzo per d<strong>is</strong>truggerla? La<br />

legge regionale contro l'elettrochoc<br />

Medicalizzare l'es<strong>is</strong>tenza, modificarne l'apparenza? Basta un poco di<br />

zucchero e la pillola va giù...<br />

ripresa dal file/capitolo di un altro sito e libro: Metilfenidato e Sindrome<br />

da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD)<br />

collegato al più importante e documentante file/capitolo: Malattie rare in<br />

offerta speciale.<br />

<strong>Consapevolezza</strong>, il TEMPO e la pienezza dell'es<strong>is</strong>tere:<br />

Il titolo di questo file/capitolo indica come prioritario il concetto di<br />

consapevolezza seguito da <strong>memoria</strong> che ne è in fondo quasi un attributo. Ma un<br />

altro attributo imprescindibile della consapevolezza è la concretezza come<br />

contrario della mera apparenza in ogni sua manifestazione. Queste - famose -<br />

vignette che descrivono una delle più tipiche "malefatte per buona intenzione"<br />

del "burrascoso Giannino Stoppani" sono tratte dal Giornalino di Gian Burrasca,<br />

libro destinato ai ragazzi, ma molto educativo anche per gli adulti. La pseudocrescita<br />

artificialmente - anzi surrettiziamente - forzata della benamata piantina<br />

di dittamo della vicina di casa, non esemplifica forse la "crescita" forzata e solo<br />

apparente, le guarigioni solo apparenti che si vorrebbe potessero venir fornite<br />

dal cognitiv<strong>is</strong>mo?


84<br />

Prospettiva della psicologia contemporanea che si sviluppa a partire<br />

d<strong>all</strong>a secondo metà degli anni '50, in aperta opposizione al<br />

comportament<strong>is</strong>mo. Di quest'ultimo, il cognitiv<strong>is</strong>mo rifiuta soprattutto<br />

la concezione riduttiva della relazione stimolo-r<strong>is</strong>posta, riportando al<br />

centro dell'indagine l'organ<strong>is</strong>mo quale mediatore attivo tra le<br />

sollecitazioni provenienti d<strong>all</strong>'ambiente (input) e i comportamenti posti<br />

in essere d<strong>all</strong>'organ<strong>is</strong>mo stesso (output). Una delle caratter<strong>is</strong>tiche<br />

d<strong>is</strong>tintive del cognitiv<strong>is</strong>mo è la sua dec<strong>is</strong>a connotazione<br />

interd<strong>is</strong>ciplinare, raccogliendo al suo interno contributi provenienti da<br />

aree di ricerca che comprendono la filosofia, la lingu<strong>is</strong>tica,<br />

l'antropologia, l'informatica, la cibernetica e le neuroscienze. Nel<br />

cognitiv<strong>is</strong>mo, la mente viene considerata sostanzialmente come un<br />

elaboratore di informazione, funzionalmente non molto d<strong>is</strong>simile dai<br />

modelli computazionali proposti dai teorici dell'intelligenza artificiale.<br />

In tale prospettiva, i processi cognitivi (la percezione, l'attenzione, il<br />

linguaggio, la <strong>memoria</strong>, il pensiero, la creatività) vengono intesi come<br />

manipolazioni formali di simboli, analoghi <strong>all</strong>e operazioin di calcolo<br />

effettuate dai computer. Si riabilita in tal modo il mental<strong>is</strong>mo, ossia<br />

l'idea che gli stati mentali interni al soggetto siano cause del<br />

comportamento (idea che il comportament<strong>is</strong>mo aveva dec<strong>is</strong>amente<br />

negato), anche se tale concezione non riesce a trovare alcuna<br />

collocazione per la coscienza.<br />

Colgo l'occasione per meglio prec<strong>is</strong>are che non solo questo ma anche un altro<br />

motivo è basilare per contestare il comportament<strong>is</strong>mo come presunto capitolo<br />

della scienza psicologica e/o - ben peggio! - di una pratica da considerarsi<br />

terapeutica.<br />

Es<strong>is</strong>te di sicuro il comportamento come tale, cioè il modo "esterno" di porsi, di<br />

agire e di reagire; es<strong>is</strong>tono comportamenti più o meno adeguati <strong>all</strong>e situazioni o<br />

difettosi fino <strong>all</strong>e intemperanze comportamentali: ma qui NON siamo nel<br />

campo "interiore" di pertinenza della "psicologia" o della "terapia" nè tanto meno<br />

della "scienza" siamo solo in quello dell'educazione se non magari della Legge e<br />

dei Codici: Civile quando non Penale.<br />

CRESCITA o SVILUPPO? Una pianta ben radicata o un inerte, <strong>all</strong>ungabile<br />

"palo"?


85<br />

Apparenza, v<strong>is</strong>ibilità, pubblicità e diffusione..., e altresì razionalità e inelligenza<br />

e più ancora lucidità, nella sua esattezza semantica di superficiale brillantezza...<br />

non indicano certo vera consapevolezza: non certo saggezza, nè tento meno<br />

quella profondità di pensiero e spessore di umanità che possono solo provenire<br />

da una ricchezza acqu<strong>is</strong>ita di v<strong>is</strong>sute e ben "metabolizzate" esperienze.<br />

Lucidità e prontezza di r<strong>is</strong>poste derivanti d<strong>all</strong>a vivacità di funzionamento della<br />

<strong>memoria</strong> a breve termine, efficienza anche lavorativa basata sulla d<strong>is</strong>ponibilità<br />

immediata della <strong>memoria</strong> a medio termine sono poi soltanto dotazioni pratiche<br />

di efficienza, mentre una efficace <strong>memoria</strong> a lungo termine utilizzata<br />

velocemente assieme a capacità di osservazione e sintesi può - anche se non<br />

proprio esattamente - venir definita intuito.<br />

- Per <strong>is</strong>tinto ho trovato subito la soluzione... Istintivamente ho cercato<br />

nel libro giusto...<br />

Ecco un modo di dire abbastanza frequente ma quanto mai improprio: infatti ben<br />

assurda nella sua sproporzione è la confusione tra una semplice capacità<br />

tempestiva di utilizzare consapevolmente al b<strong>is</strong>ogno l'enorme deposito -<br />

esperenziale ma anche culturale - del connubio tra <strong>memoria</strong> e attenzione,<br />

equivocandone le elementari possibilità di sincronizzare <strong>all</strong>'occasione differenti<br />

ma semplici mentali "processi cognitivi" con quel fattore super-personale dotato<br />

di un enorme portata di vera "energia", qual'è l'<strong>is</strong>tinto.<br />

L'infanzia non es<strong>is</strong>te. Es<strong>is</strong>te lo sviluppo e lo sviluppo è cambiamento liberatorio<br />

Come conclusione di questi paragrafi dedicati <strong>all</strong>a CONSAPEVOLEZZA, ma<br />

anche come considerazione conclusiva e fondante di questo file/capitolo - o


86<br />

meglio - di tutto questo lavoro - propongo citazioni di prima mano e ne<br />

enfatizzo l'insegnamento che se ne può/deve trarre e che quindi verranno<br />

riproposte in capitoli successivi.<br />

Ho spesso sognato qualcosa che mi spaventava a tal punto da obbligarmi a<br />

svegliarmi di soprassalto urlando come per difesa r<strong>is</strong>petto a quell'incubo<br />

ma il più delle volte era paura ma non capivo di cosa, intuivo solamente.<br />

Quante volte ho poi creduto che quegli incubi notturni mi riportassero al<br />

periodo dell'ospedale. Era stata mia madre stessa a raccontarmi più e più<br />

volte quell'ep<strong>is</strong>odio, quasi cercando di giustificarsi, o forse mi viene da<br />

pensare oggi, per farmi credere che tutto avesse avuto quel momento come<br />

principio e che se non ci fosse stato quella brutta esperienza la mia sarebbe<br />

stata un'infanzia felice. ... L'ep<strong>is</strong>odio dell'ospedale sembrava superato<br />

eppure quegl'incubi continuavano, fino a quando non ho guardato in<br />

faccia ciò che mi faceva veramente paura. Mi sento un pò un<br />

sopravv<strong>is</strong>suto e come loro ho la stessa sensazione che pochi crederebbero a<br />

ciò che ho appena scritto.<br />

Analogamente a questo caso, molti pensano che per una psicoterapia "valida"<br />

possa essere sufficiente mettere in chiaro gravi ep<strong>is</strong>odi rimossi, "svelare" singoli<br />

"segreti" o "ricordare" singoli fatti traumatici: anzi molti si illudono che una volta<br />

"scovato" il "colpevole" - trauma, abuso, conflitto, spavento ecc. - tutto vada a<br />

r<strong>is</strong>olversi per il meglio e che ogni sintomo sia destinato a sparire.<br />

Ho fatto nuovamente un sogno che mi ha obbligato a svegliarmi urlando.<br />

Entra abbastanza trafelata una donna ... Entra come se fosse di casa e mi<br />

saluta, io sono stupito di vederla, Mentre mi passa davanti si gira e mi<br />

guarda. Incrocio lo sguardo e una paura tremenda mi assale e mi sveglio<br />

urlando. La scorsa notte ne ho fatto un'altro: ho avuto nuovamente quella<br />

sensazione che mi portava a svegliarmi ma questa volta il sogno è<br />

continuato perché evidentemente la paura non era così forte. Non poteva<br />

nuocermi come nell'altro sogno perché era come se l'avessi immobilizzata,<br />

murata. Quasi non ci credo se penso a quanto tempo ci è voluto perché<br />

questa storia ven<strong>is</strong>se fuori. Lo sapevo certo ma un conto è saperlo un<br />

conto è sentirla la paura.


87<br />

Istinti? "Castrazione"? Corporeità e pienezza dell'es<strong>is</strong>tere:<br />

"dentro" e "fuori"?<br />

Momenti belli o brutti, di espansione gioiosa o di fatti traumatizzanti: nel corso<br />

degli anni, nel percorso delle "fasi di sviluppo"? Ricordi "rimossi", come pure<br />

interpretazioni riduttive, ep<strong>is</strong>odiche, sensazional<strong>is</strong>tiche della propria<br />

esperienza...? quanto possono trasformare il completamento dello sviluppo in<br />

un labirinto senza uscita e ingarbugliare invece di liberare e dipanare? Un<br />

baratro senza fine formato da SINGOLI ep<strong>is</strong>odi traumatizzanti o tutta una<br />

situazione AMBIENTALE di vero e continuativo PERICOLO? Traumi f<strong>is</strong>ici -<br />

percosse, abusi di ogni genere, mal-trattamento... - ma quanti anni v<strong>is</strong>suti nel<br />

terrore può trascinarsi dietro anche solo un semplice incrociare di sguardi<br />

malevoli?<br />

Per non arrecare successive ferite è necessario procedere con molta pazienza e<br />

cautela per contribuire a ricostruire solidi tessuti di es<strong>is</strong>tenza verso una vera<br />

restitutio ad integrum; per ridareciascuno la possibilità di ritrovarsi e<br />

ripercorrere uno sviluppo che sarebbe stato il loro NORMALE al posto di quel<br />

percorso ad ostacoli continuamente minato, di quel labirinto senza uscita,<br />

con un unico obiettivo: la sopravvivenza.<br />

Mi aspettavo di vedere negli occhi di mia madre e di mio padre quanto<br />

importante fossi io... Quanti anni v<strong>is</strong>suti nel terrore può trascinarsi dietro<br />

anche solo un semplice incrociare di sguardi malevoli malevoli? Oggi ho v<strong>is</strong>to<br />

una donna incinta e più tardi un ragazzo la cui moglie sta per partorire<br />

tutto contento come di chi non vede l'ora, poi, sempre oggi, la sorella di V.<br />

(anche lei incinta) mi ha mandato con un mms la foto dell'ecografia in cui<br />

si vede il feto (è quasi al terzo mese e vedevo già una persona), in mezzo<br />

un'altro papà di una bambina di 13 mesi che mi raccontava invece di<br />

quanto fosse faticoso per lui. Della prima in particolare notavo (oltre al<br />

fatto che aveva preso un pò di f<strong>is</strong>icità, mentre prima sembrava quasi<br />

anoressica) le mani e l'avanbraccio scoperte; trovavo quella parte del suo<br />

corpo molto bella per il tono, il colore, l'impressione di una levigatezza<br />

quasi marmorea, quella pancia così ben arrotondata (solo<br />

apparentemente una cosa tutta estetica ma in realtà di come la<br />

maternità abbia aggiunto e non tolto anzi abbia trasformato un corpo<br />

così poco "corporeo" prima in qualche cosa di "ammirevole" come se la<br />

natura si fosse presa tutto il suo spazio e avesse fatto vedere ciò


88<br />

di cui è capace capace. Mi viene in mente il David di Michelangelo proprio nel<br />

senso della rappresentazione di qualcosa che si avvicina in modo<br />

straordinario, non <strong>all</strong>a perfezione, ma <strong>all</strong>a pienezza delle forme e al suo<br />

essere così "infinitamente vicino" al concetto di Natura) E poi, forse per la<br />

prima volta, il pensiero della nascita (non mia mia) ma di una nuova<br />

nascita, come qualcosa di bello, di una gioia indescrivibile (quel padre<br />

in attesa era contagioso<br />

contagioso) quel momento intendo, quando nasce una<br />

persona nuova. Mi piacerebbe provarlo. Non so se <strong>all</strong>a mia di nascita<br />

fossi circondato da questo clima di attesa positiva ma credo che no,<br />

doveva essere ben diverso, ciò che mi aspettavo era diverso: mi aspettavo<br />

e questo lo posso dire senza vergogna, di vedere negli occhi di mia madre<br />

e di mio padre quanto importante fossi io per loro, ma loro non mi<br />

guardavano con quegli occhi e per me quella fu la prima, grande,<br />

immensa, delusione<br />

delusione. Era come se mi avessero spalancato un baratro<br />

senza fine fine.<br />

E <strong>all</strong>ora adesso è un pò come se avessi mentito a me stesso e avessi perso<br />

anche tanto tempo. Questo mi duole di più. Mai avrei immaginato, se non<br />

lo avessi provato sulla mia stessa pelle, quanto importante è il ruolo di chi<br />

si impegna a diventare genitore, quanto può essere d<strong>is</strong>truttivo per un<br />

figlio, (anche senza arrivare <strong>all</strong>'estremo ultimo dell'infanticidio), se lo<br />

sviluppo diventa un percorso ad ostacoli continuamente minato, un<br />

labirinto senza uscita, con un unico obiettivo: la sopravvivenza.<br />

Aggiungo sinteticamente che il sogno dell'altra sera sembra avere<br />

prodotto qualcosa. Ho l'impressione che quella figura ormai fossilizzata di<br />

mia madre abbia un significato più ampio. Mi sembra che si stia<br />

verificando una storicizzazione della mia vicenda personale, come se la<br />

stessi riconducendo da un piano solo ed esclusivamente personale ad uno<br />

collettivo (o generale). Me ne sono accorto guardando stasera un pezzo di<br />

uno spettacolo di Paolini sul romanzo di Rigoni Stern Stern: Il sergente nella<br />

neve neve. Era Storia. Non c'entravano più mio nonno, mio padre, i loro<br />

ricordi, le montagne, Il Veneto eccetera. Potrebbe essere anche un fatto<br />

contingente, non so... Però perché non ricondurre questo <strong>all</strong>e parole di<br />

Einstein Einstein:<br />

Ora comprendo che il parad<strong>is</strong>o della giovinezza, così presto perduto,<br />

fu un primo tentativo di liberarmi d<strong>all</strong>e catene del "puramente<br />

personale", da un'es<strong>is</strong>tenza dominata solo dai desideri, d<strong>all</strong>e<br />

speranze, dai sentimenti primitivi. Fuori c'era questo enorme mondo,<br />

che es<strong>is</strong>te indipendentemente da noi, e che ci sta di fronte come un<br />

grande, eterno enigma, accessibile solo parzialmente <strong>all</strong>a nostra<br />

osservazione e al nostro pensiero. La contemplazione di questo<br />

mondo mi attirò come una liberazione...


89<br />

Il sonno sonno della della ragione ragione produce produce mostri mostri ?<br />

Allora non ci si deve stancare di rimanere VIGILANTI,<br />

VIGILANTI, VIGILANTI. Mai ci si deve accontentare delle<br />

affermazioni altrui e neanche delle proprie - non documentate -<br />

sensazioni. DUBBI e ATTENZIONE A LARGO RAGGIO devono<br />

essere sempre le principali GUIDE.<br />

Ed invece come raccomanda Pennac:<br />

quando nella folla incontri un essere umano seguilo, seguilo...<br />

... Fame di vita, la giornata non è ancora piena, stentare a rassegnarsi al<br />

sonno...<br />

Da quando, a partire da che età si può cominciare a considerare ind<strong>is</strong>pensabile<br />

preoccuparsi della pienezza dell'es<strong>is</strong>tere? Quanto incidono e incideranno poi<br />

per tutta la vita le sodd<strong>is</strong>fazioni o le carenze e/o i fraintendimenti iniziali delle<br />

funzioni biologiche primarie?<br />

Per cominciare: ci si chiede - come fossero questioni burocratiche o di di moda<br />

e non di vitale importanza - i "se", i "come", i "perché" della scelta tra<br />

<strong>all</strong>attamento a richiesta oppure a orario; oppure - in un'ottica altrettanto fanatica<br />

e costrittiva - dell'obbligare a tutti i costi le neo-mamme ad <strong>all</strong>attare, illudendosi<br />

di poter velleitar<strong>is</strong>ticamente (pseudo-)incentivare la secrezione del colostro<br />

attraverso un vero e proprio "ricatto" e così privare il neonato di ogni altro<br />

apporto alimentare. Ecco una raccomadazione ufficiale che r<strong>is</strong>ponde ad almeno<br />

uno dei fondamentali e molto generalizzabili "PERCHE?".<br />

Una citazione tratta da una pubblicazione ufficialmente dedicata ai medici:<br />

citazione comunque ben più generalizzabile r<strong>is</strong>petto al solo diabete ed <strong>all</strong>e<br />

impostazioni sbagliate della relativa terapia.


90<br />

Ipoglicemia grave influenza cognizione nel bambino<br />

Ep<strong>is</strong>odi di ipoglicemia grave, soprattutto in età precoce, possono avere un impatto<br />

sulla performance della <strong>memoria</strong> spaziale nei bambini.... Il presente studio supporta<br />

una comune ipotesi secondo cui l'ipoglicemia grave nelle prime fasi della vita è più<br />

r<strong>is</strong>chiosa per la funzionalità cognitiva r<strong>is</strong>petto a quella intervenuta più tardivamente.<br />

Lo studio si focalizza soltanto sulla performance della <strong>memoria</strong> spaziale di cui<br />

precedentemente si era dimostrata l'ipersensibilità <strong>all</strong>'ipoglicemia ripetuta. Lo<br />

sviluppo cerebrale nei bambini molto piccoli potrebbe essere più vulnerabile r<strong>is</strong>petto al<br />

cervello dei bambini più grandi agli effetti negativi dell'ipoglicemia grave per quanto<br />

riguarda la <strong>memoria</strong> spaziale a lungo termine. Sono comunque necessarie ulteriori<br />

ricerche sul modo in cui questo effetto si relazioni <strong>all</strong>a vita di tutti i giorni. Questa<br />

informazione potrebbe eventualmente essere utilizzata nella valutazione dei benefici e<br />

dei r<strong>is</strong>chi dello stretto controllo glicemico ad età molto precoci. (Diabetes Care 2005;<br />

28: 2372-7)<br />

Piange perché ha sonno e "non riesce" [o NON VUOLE?] addormentarsi...???<br />

(Pseudo-)colica dei tre mesi del lattante, avventur<strong>is</strong>mo degli adolescenti....,<br />

Pseudo-insonnia a qualsiasi età...<br />

O al contrario: paura che restringe i margini di es<strong>is</strong>tenza e <strong>all</strong>arga le<br />

d<strong>is</strong>ponibilità <strong>all</strong>a sottom<strong>is</strong>sione e <strong>all</strong>'inganno.<br />

A qualsiasi età?<br />

vedi Newsletter di Eugenio Guarini del 29/06/2006: Non andresti mai a letto<br />

Doucement) (anche come commento al quadro)<br />

Non andresti mai a letto. Arriva la sera e tu sei un po’ intorpidito<br />

d<strong>all</strong>a cena e d<strong>all</strong>a giornata. Però, che giornata! Comunque, la<br />

domanda è sempre lì: che cosa desideri? Tu traffichi tutto il giorno,<br />

un po’ manovrando il timone, un po’ portato dagli eventi. Quanto<br />

traffichi, tutto il giorno! Ma ora è sera... E’ stata dunque una<br />

giornata positiva. Ma, questa sera, prima di andare a dormire, tu<br />

senti ancora il pungolo di quella domanda: Cosa desideri ancora? E’<br />

come se, dopo aver mangiato tutto il tuo giorno di cose,l’appetito –<br />

forse la fame – non si sia ancora acquietato. Che curiosi esseri che ci<br />

troviamo a gestire, quando si tratta di noi stessi! A volte ti<br />

sorprendono. Esseri così famelici...


91<br />

Quella parte di te che sfugge <strong>all</strong>a presa diretta guarda, considera,<br />

valuta e sente che c’è ancora fame di vita. Possibile? Eppure è così.<br />

Ed è per questo che non vorresti mai andare a dormire. Come se ci<br />

fosse ancora qualcosa che potresti fare, o che potrebbe ancora<br />

succedere… Anche se gli occhi ti si chiudono.... Lo confesso: anche<br />

se è stata una giornata stupenda, piena di cose, malgrado questo, io<br />

sono più in quell’ancora che in tutto ciò che è stato.<br />

Alla fine e a completamento di questo file/capitolo le citazioni - d<strong>all</strong>e Newsletter<br />

di Eugenio Guarini del 22/07/2008 e del 29/05/2009 - in fondo riassumono<br />

metaforicamente l'epitome dell'intero contenuto di Bambini di ieri = adulti di<br />

oggi. Adulti di oggi -> adulti di domani: anzi esemplificano l'essenza del<br />

concetto-base di "quarta dimensione", cioè del fondamentale spessore dato dal<br />

TEMPO v<strong>is</strong>suto nell'individualità di ciascuno.<br />

La sofferenza, a prenderla con dolcezza, offre un unguento che<br />

len<strong>is</strong>ce e guar<strong>is</strong>ce. Sorrido di quanto sono stato stupido - ancora<br />

una volta. E la vergogna svan<strong>is</strong>ce. E apprezzo perfino di fare tanti<br />

errori, in continuazione. Tanti errori mi portano avanti. E gli errori<br />

si rivelano per quello che sono: tappe importanti dell’apprendimento.<br />

tappe importanti dell’apprendimento?<br />

anche un passato resta attaccato al futuro!<br />

Ma quanti e quanti anni occorrono per accorgersi degli errori e delle ingenuità<br />

fonte di stupidaggini e azioni improvvide! Quanti e quanti anni occorrono per<br />

APPRENDERE e rendersi coscienti di una minima parte non soltanto di questo<br />

enorme mondo, che es<strong>is</strong>te indipendentemente da noi, e che ci sta di fronte<br />

come un grande, eterno enigma, accessibile solo parzialmente <strong>all</strong>a<br />

nostra osservazione e al nostro pensiero ma anche del "piccolo" mondo<br />

umano con cui abbiamo di continuo a che fare e in cui dobbiamo - consapevoli<br />

o meno - agire in modo responsabile!


92<br />

Tra l'incudine e il<br />

martello<br />

Il tempo stesso appare<br />

sempre di più come una<br />

cosa meno scontata,<br />

qualcosa che ha un suo<br />

segreto, il suo m<strong>is</strong>tero. Il<br />

punto sta proprio in<br />

questo dilemma: il ha il<br />

suo peso, e persino <strong>all</strong>e<br />

cose, <strong>all</strong>a geografia dei<br />

luoghi che percorro, ma ha anche un passato resta attaccato al futuro che<br />

sta nelle necessità e nei desideri. E ognuno dei due cerca di catturare<br />

completamente, ogni giorno.Ma è una scelta che non voglio fare. Voglio<br />

stare tra l’incudine e il martello. Voglio stare nella terra di nessuno,<br />

ancora per un po’. Voglio spingere il corpo a occuparsi di ciò che non<br />

es<strong>is</strong>te ancora, invece di lasciarlo r<strong>is</strong>ucchiare in ciò che è es<strong>is</strong>tito un<br />

temporicordi che salgono a g<strong>all</strong>a man mano che percorro questi luoghi.<br />

Tra l'incudine e il martello... Ecco, sembra che la differenza stia in gran<br />

parte dietro questa parola: gradualmente. Le cose non sono più <strong>is</strong>tantanee<br />

– come prima - ma graduali: richiedono tempo. Curioso il tempo nella<br />

testa di uno della mia età. ... E' giocoforza che i ricordi si siano<br />

stratificati sugli stessi sentieri... … Se fossi in un posto nuovo per la<br />

prima volta, il tempo non sarebbe diverso?<br />

Newsletter del 22/07/2008)


93<br />

Quando la cartella clinica è terapeutica...<br />

Dare ai ricordi una specie di seconda vita?<br />

Indice interno:<br />

#Occhio e Parola, #Sinestesie e complessità, #nevrosi_e_psicosi,<br />

#Cartella_CURA, #anamnesi_familiare_e_remot<strong>is</strong>sima, #infanzia_e_medicina,<br />

#psicoanal<strong>is</strong>i, #individualità_sviluppo_evoluzione #transfert,<br />

#Importanza_dei_sensi<br />

raccontare, capire e raccontare per aiutarsi a capire..<br />

lla rubrica Spazio a chi scrive del numero di novembre 2004 della Riv<strong>is</strong>ta<br />

Torino Medica l'articolo - Quando la cartella clinica è terapeutica - costituiva<br />

un'auto-presentazione dei presupposti metodologici e delle pubblicazioni<br />

dell'autore. Ma era un articolo che, per le condizioni obbligate di spazio<br />

concesse d<strong>all</strong>a Riv<strong>is</strong>ta, finiva già <strong>all</strong>ora con il r<strong>is</strong>ultare imprec<strong>is</strong>o e poco<br />

chiaro. Ripreso ora senza alcuna limitazione può espandersi in<br />

un'esposizione più ampia e dettagliata, e riproporsi del tutto rimaneggiato e<br />

rinnovabile con l'aggiunta di tematiche esperite successivamente: ogni<br />

argomento o testimonianza ha potuto così aggiornarsi già anche nello -<br />

statico - secondo capitolo del libro Bambini di IERI = adulti di oggi. Adulti di<br />

oggi -> adulti di DOMANI, ma potrà ancor più diffusamente in seguito<br />

ampliarsi e correggersi nel - dinamico e sempre adeguabile - file in rete. e da<br />

questo un'ininterrotta catena di rev<strong>is</strong>ioni potrà via via trarne nuove<br />

pubblicazioni: come articoli o come capitoli di libri.<br />

Ma come si innesta il concetto "professionale" di "cartella clinica" con la<br />

progressione dinamica generalizzante di Bambini di IERI = adulti di oggi.<br />

– 93 –


94<br />

Adulti di oggi -> adulti di DOMANI? Al di là di ogni evento casualmente<br />

attraversato, di ogni conoscenza acqu<strong>is</strong>ita, di ogni momento di quelle singole<br />

prec<strong>is</strong>e es<strong>is</strong>tenze, un'uniforme prolungata e potente base portante<br />

CONTINUA a s-rotolarsi a partire da ciascuno dei f<strong>is</strong>iologici - attuati o<br />

d<strong>is</strong>turbati, completati o inceppati - "complessi" cambiamenti in<br />

differenziazione dell'età "evolutiva".<br />

Ma se iniziano del tutto individuali - v<strong>is</strong>ti d<strong>all</strong>a parte di chi si sta sviluppando<br />

- ne seguono corr<strong>is</strong>pondenti progressioni sociologiche e ergonomiche nelle<br />

età successive, v<strong>is</strong>te d<strong>all</strong>a parte di chi sta mettendo in preparazione e/o in<br />

atto le potenzialità della propria es<strong>is</strong>tenza. Dotazioni innate, capacità e<br />

conoscenze acqu<strong>is</strong>ite possono però sia evolvere sia atrofizzarsi in quanto il<br />

loro avvio si radica in ogni passaggio del contesto infantile originario per<br />

proseguire in un d<strong>is</strong>corso unitario spiraliforme e consequenziale di INIZI, di<br />

aperture in completamento, di passaggi successivi, di fasi di sviluppo, di<br />

onnipresenti convergenze di passato, presente e futuro, di "organizzatori" e<br />

di "coni di espansione" che si integrano e interag<strong>is</strong>cono a vicenda: un<br />

continuo formarsi o sfarsi di un tessuto più o meno res<strong>is</strong>tente e compatto o<br />

ingarbugliato e lacunoso, più o meno preposto a intersecanti evoluzioni o<br />

inceppato in d<strong>is</strong>persivi se non annullanti imbrogli - come è volutamente<br />

intricata la stesura di questo paragrafo. Intersecandosi di continuo con<br />

l'es<strong>is</strong>tenza privata e con le attività di ciascuno, questi coni di espansione<br />

regolati di volta in volta da subentranti organizzatori o scombinati a valanga<br />

in circoli viziosi di scompensi, magari poi fortunosamente recuperati in<br />

potenziante resilienza sono per tutto il corso della vita presupposti fondanti<br />

del ben-essere o mal-essere non solo "mentale" e non solo del momento, ma<br />

anche delle capacità dinamiche di render feconde le proprie innate peculiari<br />

pred<strong>is</strong>posizioni e/o le acqu<strong>is</strong>ite competenze - compresa la professionalità e le<br />

conoscenze culturali dei medici. Non sono tematiche soltanto di recente da<br />

noi prese in considerazione e pubblicate: vicende collegate agli INIZI della<br />

vita sono state trattate continuativamente a partire d<strong>all</strong>a tesi di Laurea<br />

sperimentale di Valutazione caratterologica delle partecipanti ad un corso di<br />

Psicoprofilassi al Parto - 1957 - a seguire con le collaborazioni continuative<br />

al Giornale dei Genitori e <strong>all</strong>a riv<strong>is</strong>ta Vita dell'infanzia dell'Ente Montessori.<br />

Nell'Anno III del Giornale dei Genitori - gennaio 1961- fu così che ebbero<br />

inizio successive rubriche continuative a partire d<strong>all</strong>a serie dei I problemi dei<br />

piccol<strong>is</strong>simi dal primo articolo: I bambini non cap<strong>is</strong>cono nulla a seguire:<br />

Esperienze infantili che contano, Atteggiamenti contraddittori, Fatiche e<br />

sofferenze del piccino, La "rimozione", Problemi non r<strong>is</strong>olti. Erano scritti non<br />

teorici ma derivanti da dirette, concrete esperienze che continuarono poi a<br />

concretizzarsi anche in altre sedi come articoli e come libri. Da <strong>all</strong>ora queste


95<br />

idee centrate sul concetto di SVILUPPO hanno proseguito in scritti sempre<br />

attuali secondo una prospettiva di partenza "scientifico-tecnica" ma descrittiva:<br />

per cui mentre prec<strong>is</strong>avano le idee di chi scriveva, si proponevano di offrire a<br />

chi leggeva una sempre migliorabile capacità di OSSERVAZIONE dei FATTI, per<br />

poter continuare in sequenza a tradursi in sempre più prec<strong>is</strong>e conoscenze di<br />

ordine generale, e di attivazione di più inc<strong>is</strong>ive percezioni.<br />

verbalizzando si concettualizza e concettualizzando si<br />

appropria l'esperienza sul piano intellettuale;<br />

informarsi per informare, creare <strong>memoria</strong> senza avere miti,<br />

laicizzare la conoscenza senza cercare eroi;<br />

restare liberi a costo di essere anche un pochino antipatici, ma<br />

a costo anche di non aver paura ad ammettere i nostri errori.<br />

A partire dagli anni '60 queste idee si sono<br />

concretizzate come scritti - nella prima rubrica<br />

Problemi dei piccol<strong>is</strong>simi del Giornale dei<br />

Genitori,<br />

- in una collaborazione continuativa con il<br />

Centro Nascita Montessori,<br />

- in altre collaborazioni a riv<strong>is</strong>te e<br />

partecipazioni a Congressi<br />

- nella collaborazione al Comitato Italiano<br />

Gioco Infantile<br />

- in libri che riorganizzano e ampliano parte di<br />

tutto questo


96<br />

- Seconda rubrica del Giornale dei Genitori: I piccol<strong>is</strong>simi e noi (1963), poi<br />

Infanzia: un mestiere difficil<strong>is</strong>simo (1967), oltre a r<strong>is</strong>poste ed articoli vari di<br />

consulenza e approfondimento nelle rubriche La banca dei consigli, Il<br />

mestiere di genitore ecc.<br />

- La collaborazione continuò anche durante la direzione - i972-77 - di Gianni<br />

Rodari con l'articolo D<strong>all</strong>a famiglia pre<strong>is</strong>torica <strong>all</strong>a famiglia utop<strong>is</strong>tica - ora<br />

file del sito e capitolo 14 del libro Bambini di ieri = adulti di oggi. Adulti di<br />

oggi -> adulti di domani e - rimaneggiato - capitolo 4 dei futuri volumi<br />

tematici La casa e i suoi abitanti. Dal concreto al sublimato: d<strong>all</strong>e fasi di<br />

sviluppo dei bambini agli impegni dei "grandi".<br />

Fra articoli, conferenze, comunicazioni ecc., rivolti a sempre meglio definire dati<br />

e loro importanza ep<strong>is</strong>temologica, un notevole sviluppo è stato offerto d<strong>all</strong>a serie<br />

di conferenze tenutesi nella Tavola Rotonda su La violenza contro il bambino,<br />

promossa d<strong>all</strong>'Associazione Donne Medico presso la sede dell'Ordine dei<br />

Medici di Torino e pubblicate nel secondo volume delle omonime d<strong>is</strong>pense.<br />

Queste conferenze e i dibattiti successivi, collegati ad articoli, incontri e<br />

congressi di Medicina Psicosomatica sono stati in seguito rimaneggiati in forma<br />

più organica per venir trasferiti in un "vero" libro, organizzato in coerenti<br />

capitoli: Infanzia: tempo di mutamenti, speculare d<strong>all</strong>a parte dei bambini a<br />

quello - d<strong>all</strong>a parte degli adulti - già edito in precedenza con il titolo I complessi<br />

della casalinga, ora rinnovato con il titolo: Le faccende domestiche. Ergonomia e<br />

psicologia di un VERO lavoro.<br />

Per riassumerli e presentarli ha preso origine il sito Web:<br />

http://www.thrivingandhome.com/ = "crescere bene e casa", in seguito a sua<br />

volta r<strong>is</strong>pecchiato nel volume Bambini di ieri=adulti di oggi. Adulti di oggi -><br />

adulti di domani. Ma un testo stampato e quindi "manufatto" di abbastanza<br />

lunga preparazione, non può seguire il tipico dinam<strong>is</strong>mo della rete<br />

informatica capace di sempre nuove acqu<strong>is</strong>izioni, verifiche e correzioni: per<br />

questo il libro per adeguarsi ai contenuti del sito dovrà avere relativamente<br />

frequenti nuove riedizioni globali o meglio parziali come la presente.


97<br />

Occhio e Parola<br />

Art.23 del CODICE DI DEONTOLOGIA MEDICA - italiano - 1998<br />

- Cartella clinica<br />

La cartella clinica deve essere redatta chiaramente, con<br />

puntualità e diligenza, nel r<strong>is</strong>petto delle regole delle buona<br />

pratica clinica e contenere, oltre ad ogni dato obiettivo<br />

relativo <strong>all</strong>a condizione patologica e al suo decorso, le attività<br />

diagnostiche - terapeutiche praticate.<br />

Un Un fatto fatto sment<strong>is</strong>ce sment<strong>is</strong>ce cento cento teorie, teorie,<br />

cento cento teorie teorie non non sment<strong>is</strong>cono sment<strong>is</strong>cono un un fatto fatto .. ...<br />

Quasi grottesca è l'idea che la medicina sia un'arte e non l'applicazione<br />

operativa di conoscenze scientifiche derivate direttamente d<strong>all</strong>'OSSERVAZIONE<br />

delle conseguenze di una serie di dati convergenti; mentre è il medico<br />

profession<strong>is</strong>ta come soggetto agente - che non è né un"art<strong>is</strong>ta", né "ciarlatano",<br />

ma neanche un indifferenziato, "protocollato" robot – a dover esser capace di<br />

d<strong>is</strong>tinguere e valutare. L'ESAME OBBIETTIVO standard secondo la classica serie<br />

di gestualità "semeiotiche" è comunque tanto più efficace quanto più affinate e<br />

"collaudate" sono le doti personali di d<strong>is</strong>criminanti sensorialità percettive del<br />

medico, e così anche gli esiti di esami strumentali a loro volta se eseguiti con<br />

apparecchiature adatte e "letti" da chi ne sia veramente esperto: assieme reperti<br />

raccolti d<strong>all</strong>e sensorialità del clinico e offerti da adatti strumenti tecnologici per<br />

immagini - e non solo "per immagini" - concorrono nel rendere cause ed effetti<br />

riconoscibili e oggettivabili nonché consultabili e collegialmente d<strong>is</strong>cutibili. Tutta<br />

questa serie di dati dinamici - divenuta trasm<strong>is</strong>sibile, condiv<strong>is</strong>ibile e conservabile<br />

- avvalora o mette ulteriormente in d<strong>is</strong>cussione il confronto aperto e rinnovabile<br />

tra metodologie semplificate e standardizzabili con le più sof<strong>is</strong>ticate anal<strong>is</strong>i<br />

strumentali: solo poi di qui si può convogliare il ragionamento CLINICO verso<br />

indirizzi di diagnosi e terapie e r<strong>is</strong>poste <strong>all</strong>e terapie altrettanto riconoscibili,<br />

plausibili e ritrovabili.<br />

Di questo insieme organizzato di dati oggettivi da redigere in forma tipica fa<br />

parte anche l'ANAMNESI, cioè la raccolta colloquiale di dati riferiti dal<br />

paziente: ne fa parte talmente integrante che spesso - e in altre lingue - il<br />

termine "anamnesi" viene usato come sinonimo del termine più vasto:<br />

"cartella clinica". Infatti, purché non ci si accontenti soltanto del contenuto<br />

del d<strong>is</strong>corso verbale e non lo si riduca ad un resoconto affrettato e formale, la<br />

raccolta cauta e approfondita delle informazioni che dal paziente<br />

provengono spesso offre conoscenze molto più accurate e ricche di dati<br />

produttivi che <strong>is</strong>olate e asincrone, ancorché sof<strong>is</strong>ticate se non invasive, anal<strong>is</strong>i<br />

strumentali.


98<br />

Ma non basta: una vera anamnesi di inizio è un fondamentale STRUMENTO<br />

DIAGNOSTICO differenziale condiv<strong>is</strong>o con il paziente, ma, in quanto attenta<br />

<strong>all</strong>e sfumature continuative dell'interscambio tra chi cura e chi è curato,<br />

contribu<strong>is</strong>ce pure nel trascorrere del tempo e delle circostanze <strong>all</strong>a<br />

valutazione dinamica degli effetti delle TERAPIE in corso nella loro efficacia<br />

o inadeguatezza.<br />

Quindi è la CARTELLA CLINICA lo strumento pratico e principale di raccolta,<br />

di AVVIO e di trasm<strong>is</strong>sione<br />

d<strong>all</strong>a conoscenza teorica delle materie propedeutiche<br />

<strong>all</strong>a concretezza "professionale" delle "cliniche".<br />

Già scriveva testualmente addirittura lo stesso Ippocrate:<br />

B<strong>is</strong>ogna in realtà che si ritengano cause di ciascuna<br />

[malattia] quelle cose presenti le quali è necessario che sorga<br />

in un certo modo, e cambiate cambiate in in un'altra un'altra mescolanza mescolanza èè<br />

necessario necessario che che cessi cessi<br />

- Sull'antica medicina 19.<br />

La medicina da gran tempo ormai d<strong>is</strong>pone di tutto, e sono<br />

stati trovati il principio e la via grazie ai quali in in lungo lungo<br />

tempo tempo sono sono state state fatte fatte molte molte e e notevoli notevoli scoperte scoperte, e ill<br />

resto resto nel nel futuro futuro sarà sarà scoperto scoperto se se qualcuno<br />

qualcuno, in grado di<br />

farlo e a conoscenza di quanto già è stato scoperto,<br />

cercherà prendendo le mosse da queste<br />

- Sull'antica medicina 2.<br />

Pur non potendo andare oltre <strong>all</strong>a triade formata da malattia, paziente e<br />

curante nell'immediato, la cartella clinica è anche il presupposto operativo<br />

di quel che dovrebbe essere il campo principale d'azione della pratica<br />

medica: il rapporto con il medico del PAZIENTE e la sua malattia. Il paziente<br />

però se ne è un protagon<strong>is</strong>ta, è un protagon<strong>is</strong>ta non <strong>is</strong>olato e la "sua" cartella<br />

clinica deve contenere e spiegare tutti gli aspetti della sua attuale d<strong>is</strong>turbata<br />

es<strong>is</strong>tenza nel loro interagire. E' un interagire che si s-volge un una ricerca a<br />

tutto tondo nello spazio, ma per descrivere anche una storia nel tempo in cui<br />

eventi pregressi collegandosi <strong>all</strong>e vicende del presente si riavvolgono in<br />

modifiche che dovrebbero concludersi nella cron<strong>is</strong>toria dei passaggi d<strong>all</strong>a<br />

salute <strong>all</strong>a malattia, come anche poi d<strong>all</strong>a malattia <strong>all</strong>a - possibilmente<br />

ritrovata - condizione di salute.Ma per il secondo protagon<strong>is</strong>ta, il medico – il<br />

terzo è la malattia stessa - il significato dei dati così raccolti nel loro<br />

intersecarsi, dovrebbe riunificarsi in un'interazione di conoscenze e<br />

competenze professionali da cui ne r<strong>is</strong>ulta anche quella abilità particolare di<br />

sintesi <strong>is</strong>tantanea - "sintesi" diagnostica concettuale e esperienziale: non<br />

fasulla "intuizione" - che viene chiamata occhio clinico, e, che rinnovandosi<br />

in m<strong>is</strong>ura esponenziale di paziente in paziente, può sempre meglio affinarsi e<br />

non solo arricchirne la professionalità.


100<br />

Infatti inevitabilmente ogni VITA fin<strong>is</strong>ce: e la sua "base portante continua" -<br />

vedi I cicli della vita. Continuità e mutamenti e Coinvolgimenti vitali nella terza<br />

età di Erik e Joan Erikson - può arrivare con la dovuta gradualità al traguardo<br />

finale, ma può pure interrompersi o venir interrotta in qualsiasi momento - vedi<br />

Danza lenta e Danza del TEMPO.<br />

Guardare "oltre"?<br />

Di ciò che il medico deve ancora sapere - né lo dice il<br />

malato - molte cose sono state omesse<br />

Citando da Individuazione<br />

Asclepio/Esculapio, protettore dei medici, la divinità<br />

dell'Olimpo, medico degli ammalati ma anche il<br />

presidio dei sani, con il suo caduceo che<br />

simboleggia le arti della medicina unendo le virtù del<br />

serpente, il cui cambiamento della pelle simboleggia<br />

la rinascita e la rigenerazione, con la verga, lo<br />

strumento che simboleggia l'azione dell'uomo -<br />

techné - nel sommin<strong>is</strong>trare le cure. Esculapio,<br />

protettore dei medici, sembra parlarci della<br />

Conoscenza, rappresentata dal serpente, quale<br />

processo dialettico che costitu<strong>is</strong>ce l'Essere nella sua<br />

continuità e totalità e, per questo, rende l'Uomo<br />

immortale. Esculapio è una figura importante: egli<br />

non solo guar<strong>is</strong>ce, ma insegna e tramanda agli<br />

uomini l'arte di "superare" la morte. incarnando egli<br />

stesso una conoscenza più ampia, testimonia che è il<br />

Pensiero lo strumento grazie al quale si può<br />

accedere <strong>all</strong>'immortalità: infatti al tempo stesso, è<br />

anche il guaritore ferito che tramanda,<br />

consegnandolo ai successori, come un atleta in<br />

staffetta, il segreto dell'immortalità: basta solo saper guardare "oltre"...<br />

Guardare "oltre"?<br />

Questi i fenomeni relativi <strong>all</strong>e malattie, dai quali traevo le<br />

conclusioni, fondandole su quanto c''è di comune e quanto di<br />

individuale nella natura umana umana; sulla malattia, sul malato,<br />

sulla dieta e su chi la prescriveva [...] ; sulla costituzione generale e<br />

specifica dei fenomeni atmosferici e di ciascuna regione, sui costumi, il<br />

regime, il modo di vita, l'età di ognuno; sui d<strong>is</strong>corsi, i modi, i silenzi, i<br />

pensieri, sul sonno e sull'insonnia, sui sogni - come e quando -, sui gesti<br />

involontari [...] e sulla concatenazione delle malattie - quali<br />

derivino d<strong>all</strong>e passate e quali si generino in futuro -. [...] Sulla base di<br />

tutto ciò, si estenda l'anal<strong>is</strong>i anche a quanto ne consegue<br />

- Epidemie, 1,23.


101<br />

Ma io anzitutto ritengo che tutte le cose dette da un esperto di<br />

sapienza o da un medico, o scritte sulla natura, si i avvicinino più<br />

<strong>all</strong>a pittura che la medicina<br />

medicina: ritengo invece che è possibile<br />

conoscere qualcosa di chiaro sulla natura [dell'uomo] da<br />

nessun'altra fonte che d<strong>all</strong>a medicina. E questo si sarà in grado di<br />

apprenderlo quando si abbraccerà tutta la medicina stessa<br />

correttamente (e finché ad <strong>all</strong>ora mi pare che ci mancherà molto):<br />

intendo questa indagine: sapere che cosa è l'uomo e per quale genere di<br />

cause si forma e tutto il resto, esattamente<br />

- Sull'antica medicina 20.<br />

Sinestesie e complessità<br />

Per estensione spesso usata come sinonimo di "cartella clinica" è<br />

l'ANAMNESI, il s<strong>is</strong>tema di raccolta di dati, <strong>all</strong>argato anche su tempi<br />

differenti, gestito d<strong>all</strong>a PAROLA intercorrente tra paziente e medico:<br />

strumento diagnostico cardine tanto che nel file in inglese del sito<br />

corr<strong>is</strong>pondente a questo - Anamnes<strong>is</strong>? a way for healing... - e corr<strong>is</strong>pondente<br />

capitolo del libro From children of YESTERDAY to adults of TOMORROW si<br />

enfatizza già nel titolo l'utilizzo clinico di questa singola accoppiata ricettivoespressiva.dx<br />

Ma molti altri sono gli essenziali aspetti del mondo umano e ambientale<br />

comunque percepibili, molti non a sufficienza considerati, oppure troppo<br />

spesso forieri di destrutturanti m<strong>is</strong>tificazioni. Molte casualità sono scambiate<br />

per miracolosi interventi, così come fonte di equivoci diventano le definizioni<br />

troppo elogiative di "intuizione" o abilità "(pseudo-) art<strong>is</strong>tica: ne fa parte il<br />

termine in realtà altrettanto improprio di "occhio clinico" che vorrebbe<br />

denotare - attraverso una singola funzione sensoriale - la competenza<br />

professionale di sintesi diagnostica - e magari, con il massimo di cautela:<br />

prognostica - di un curante.<br />

SINESTESIA?<br />

Anche linguaggi non solo scientifici propongono termini adeguatamente<br />

comprensivi per descrivere la vera complessa realtà: il termine sinestesia è<br />

una figura retorica che esprime bene un tipo particolare di metafora per<br />

indicare l'accostamento di due sfere sensoriali diverse, tanto da ricorrere<br />

anche nella lingua parlata di tutti i giorni - esempio "Gi<strong>all</strong>o squillante" e ha<br />

largo spazio in poesia: come il classico Mattino "Mi illumino d'immenso" di<br />

Giuseppe Ungaretti.<br />

Resoconti "verbali" di dati anamnestici? "Occhio clinico"?


102<br />

Come ogni generalizzazione di un solo fattore, ogni amplificazione delle doti<br />

di un particolare organo sensoriale porta a trascurare ben altre e più vaste<br />

abilità di percezione: varie e integrate vie pluri-sensoriali complesse in<br />

ricezione sono necessarie per decifrare la pluri-dotazione altrui di altrettanto<br />

plurimi consapevoli o meno mezzi di espressione. Nella maggior parte dei<br />

casi queste vie integrate pluri-sensoriali si sinergizzano in un modo troppo<br />

rapido per venir valutato consciamente: ed è poi soltanto questa "rapidità"<br />

che si trasforma nel termine equivoco "intuizione".<br />

Nel capitolo successivo - Medicina: scienza applicata e multid<strong>is</strong>ciplinare:<br />

Emozioni, <strong>is</strong>tinti, ricordi, contraddizioni - si trovano ampie descrizioni,<br />

esemplificate anche con immagini e citazioni, della plurima dotazione di<br />

trasm<strong>is</strong>sioni diversificate e sottili, consapevoli, o solo emananti per via<br />

biologica come em<strong>is</strong>sioni chimiche o energie f<strong>is</strong>iche. Infatti se plurimi e<br />

interconnessi, consapevolizzabili o meno sono i mezzi di ricezione,<br />

altrettanto lo sono i mezzi di espressione, fra i quali comunque la VOCE<br />

nella specie umana con le sue modulazioni acqu<strong>is</strong>ta una potenza enorme<br />

diventando PAROLA: una "entità" peculiare che riesce a contenere e<br />

riassumere nei quantitativi minimi di energia di singoli suoni organizzati in<br />

varie combinazioni ogni cosa, ogni situazione e persino la loro<br />

generalizzazione in concetti ASTRATTI. Anzi la parola può andare al di là dei<br />

suoni per trasformarli in singoli gesti atti a lasciare un decodificabile tratto<br />

grafico - da cui appunto la "cartella clinica".<br />

Suoni calibrati e tratti grafici come potenti SIMBOLI possono quindi<br />

presentificare "di tutto", e reciprocamente dànno <strong>all</strong>'UDITO - da definire<br />

meglio: <strong>all</strong>'ASCOLTO - e <strong>all</strong>a v<strong>is</strong>ta - come capacità di LETTURA - la<br />

possibilità altrettanto "economica" di decifrarli e accedere così agli oggetti e<br />

ai fatti simboleggiati, addirittura in convergenti, sinestesiche dinamiche<br />

v<strong>is</strong>ualizzazioni di condizioni e accadimenti.<br />

Oltre ad una generica incompletezza questo fondamentale sintetico raccordo<br />

simbolico convoglia però nei due sensi tra paziente e medico non solo dati,<br />

richieste e informazioni, ma anche sensazioni e ricordi a carico di<br />

ENTRAMBI; e per di più vi fa confluire - in fondo inevitabilmente -<br />

inconsapevoli fantasie, mal digeriti transfert, rimozioni, preclusioni, in un già<br />

pesante bagaglio di incomunicabilità a cui possono aggiungersi volute<br />

"bugie" generando catene infinite di equivoci involontari e/o con o di voluti<br />

inganni - anche RECIPROCI.<br />

Ed ecco - due millenni e mezzo dopo - dati di ricerche scientifiche confermano<br />

l'incompletezza dei singoli apparati sensoriali e la necessità eur<strong>is</strong>tica della loro<br />

collaborazione:


103<br />

Toccare per vedere, italiani svelano come informazioni arrivano a cervello<br />

Roma, 21 lug. (Adnkronos Salute) - Toccare per vedere. Non la<br />

rielaborazione di un modo di dire, ma una scoperta scientifica. Ricercatori<br />

dell'Istituto di neuroscienze del Cnr di P<strong>is</strong>a e Milano hanno dimostrato<br />

come un segnale tattile può interagire con uno v<strong>is</strong>ivo non appena le due<br />

informazioni arrivano al cervello. I r<strong>is</strong>ultati aiuteranno a comprendere i<br />

meccan<strong>is</strong>mi di plasticità che si instaurano dopo un danno sensoriale. Lo<br />

studio, pubblicato su Current Biology, spiega che l''interazione tra<br />

segnali mult<strong>is</strong>ensoriali può avvenire già a livello delle cosiddette aree<br />

primarie, ovvero non appena le informazioni sensoriali arrivano al<br />

cervello. E apre le porte a una rev<strong>is</strong>ione dei modelli di base della<br />

f<strong>is</strong>iologia del cervello sensoriale.<br />

La percezione coerente del mondo esterno che ci permette di muoverci e agire<br />

in maniera efficace - spiega Maria Concetta Morrone, coordinatrice del<br />

gruppo di ricerca - non è un processo passivo e automatico, come si potrebbe<br />

pensare data l'immediatezza e la prec<strong>is</strong>ione della nostra percezione, ma è il<br />

r<strong>is</strong>ultato di complesse computazioni operate dal nostro s<strong>is</strong>tema nervoso<br />

centrale. Quali meccan<strong>is</strong>mi cerebrali e quali aree corticali consentano<br />

quest'integrazione resta un problema irr<strong>is</strong>olto. La v<strong>is</strong>ione classica è che la<br />

fusione delle informazioni provenienti dai diversi sensi avvenga solo dopo<br />

che ciascuna di esse è stata analizzata d<strong>all</strong>a circuiteria nervosa<br />

specializzata per quella specifica modalità dopo essere entrata a far parte<br />

della nostra esperienza cosciente. Lo studio mette in dubbio proprio questa<br />

v<strong>is</strong>ione. Stimoli v<strong>is</strong>ivi e tattili possono essere integrati anche senza essere<br />

percepiti coscientemente e l''integrazione può avvenire già a livello dei<br />

prim<strong>is</strong>simi stadi dell''elaborazione v<strong>is</strong>iva, ovvero a livello della corteccia<br />

v<strong>is</strong>iva primaria, spiega Claudia Lunghi, coautrice del lavoro.<br />

D<strong>all</strong>a ricerca r<strong>is</strong>ulta che l'informazione tattile è in grado di influenzare in<br />

maniera assai specifica un particolare fenomeno v<strong>is</strong>ivo che si chiama<br />

'rivalità binoculare'. Quando due immagini diverse vengono presentate<br />

contemporaneamente ai due occhi, il cervello va in confusione: non le<br />

combina in un unico precetto stabile, ma lascia che si alternino e competano<br />

per raggiungere la nostra coscienza, prosegue la ricercatrice del Cnr. Ma se la<br />

si tocca, l'immagine 'oscurata' - per esempio un reticolo verticale toccato<br />

mentre si osserva un reticolo orizzontale - tornerà immediatamente a essere<br />

v<strong>is</strong>ta. Nei pazienti non vedenti - conclude - la corteccia v<strong>is</strong>iva primaria è<br />

reclutata per l'elaborazione dell'informazione tattile.<br />

Questa ricerca dimostra che le connessioni tra corteccia somatosensoriale e


104<br />

v<strong>is</strong>iva non vengono create ex novo, ma sono un corredo naturale del s<strong>is</strong>tema.<br />

Vedere con le orecchie. cervello può trasformare i suoni in una vera e<br />

propria esperienza v<strong>is</strong>iva. In questo modo possono essere studiati d<strong>is</strong>positivi<br />

per aiutare le persone ipovedenti.<br />

NOTIZIE – Un d<strong>is</strong>positivo chiamato vOICe permette <strong>all</strong>e persone cieche o<br />

ipovedenti di ricostruire un'immagine del mondo attraverso il suono. Alcuni<br />

soggetti che lo hanno provato dichiarano di vedere delle vere e proprie<br />

immagini, anche se lo stimolo è completamente uditivo. Questo secondo alcuni<br />

scienziati significa che la nostra idea di cosa per il cervello significhi "vedere" va<br />

completamente riv<strong>is</strong>ta: le aree che tradizionalmente pensiamo associate<br />

unicamente <strong>all</strong>e vie v<strong>is</strong>ive provenienti d<strong>all</strong>a retina servirebbero invece a costruire<br />

"immagini" dello spazio tridimensionale anche attraverso altri sensi, come il tatto<br />

e l'udito.<br />

Nevrosi e psicosi - o peggio?<br />

Per quanto riguarda la malattia detta "sacra", a me non<br />

appare in nessuna maniera più divina o più sacra di altre<br />

malattie, ma piuttosto ha una natura d<strong>all</strong>a quale si nasce,<br />

come le altre malattie. Gli uomini le attribuirono una<br />

natura e causa divina per imperizia imperizia e e stupore stupore è mantenuta<br />

d<strong>all</strong>a loro incapacità incapacità a a comprenderla<br />

comprenderla, e la facilità<br />

della maniera con cui è curata (gli gli uomini uomini ne ne sarebbero<br />

sarebbero<br />

infatti infatti liberati liberati tramite tramite purificazioni purificazioni e e incantesimi<br />

incantesimi). [...]<br />

Coloro che per la prima volta divinizzarono questa<br />

malattia mi sembrano essere stati simili a quegli uomini che<br />

ora sono i prestigiatori, prestigiatori, i i purificatori, purificatori, i i saltimbanchi saltimbanchi e e ii<br />

ciarlatani<br />

ciarlatani, che fingono fingono di di essere essere molto molto pii pii e e più più colti colti<br />

degli degli altri altri. Tali uomini, dunque, usando la divinità divinità come come<br />

un un pretesto pretesto e una copertura copertura della della loro loro incapacità<br />

incapacità ad<br />

offrire ogni ass<strong>is</strong>tenza, hanno diffuso l'opinione che la<br />

malattia sia sacra, aggiungendo argomentazioni<br />

approprivate <strong>all</strong>o scopo..<br />

(Sulla malattia sacra, 1-2)<br />

Appartiene come settore del vasto campo della Medicina e non a qualcosa di<br />

m<strong>is</strong>terioso o "sacrale" anche la PATOLOGIA MENTALE, forse da meglio<br />

definirsi come socio-emozionale; e quando Ippocrate scriveva testualmente<br />

che solo una considerazione globale di tutto il contesto di vita del<br />

malato permette di comprendere e sconfiggere la malattia<br />

malattia,


105<br />

intendeva anche riferirsi a manifestazioni come le convulsioni, e<br />

probabilmente ai deliri, <strong>all</strong>'agitazione stravagante: in altri termini e per esteso<br />

non solo <strong>all</strong>e più conclamate espressioni dell'epilessia ma in modo verosimile<br />

anche <strong>all</strong>e manifestazioni bizzarre delle Malattie Mentali, avvertendo -<br />

polemicamente - che anche questa patologia non doveva venir considerata:<br />

in nessuna maniera più divina o più sacra di altre malattie.<br />

Al di là della f<strong>is</strong>iologia, oltre gli interscambi delle possibilità evolutive umane,<br />

come es<strong>is</strong>te la Salute, come es<strong>is</strong>te la Patologia sia Generale sia nelle sue<br />

branche successive e specifiche; come es<strong>is</strong>tono svariate malattie che<br />

impegnano il corpo f<strong>is</strong>ico es<strong>is</strong>tono - e molto diffuse e invalidanti - le<br />

NEVROSI e le PSICOSI: più o meno confuse con altre patologie, ma di per sé<br />

di grave nocumento es<strong>is</strong>tenziale fino <strong>all</strong>'eventuale morte e non solo per<br />

volontario suicidio. Si tratta di malattie vere non "esecrande", né tanto meno<br />

"immaginarie" anche se a carico della parte non-materiale o non solo di<br />

quella materiale di ciascun individuo, ma malattie ancor più importanti in<br />

quanto - come le infezioni - non si fermano <strong>all</strong>'es<strong>is</strong>tenza di quel dato<br />

paziente: ne emana un alone "contagioso" di d<strong>is</strong>agio ambientale e collettivo,<br />

un d<strong>is</strong>agio generalizzato in fondo da accomunare "ecologicamente" ai<br />

pericoli naturali e/o <strong>all</strong>e grandi epidemie.<br />

Se ne occupa una specializzazione importante della Medicina come dottrina<br />

e come professione - la Psichiatria - deputata ad approfondire quanto<br />

riguarda l'essere umano prima di tutto proprio nelle interrelazioni dei v<strong>is</strong>suti<br />

soggettivi: una specializzazione quindi che - come e più ancora di altre<br />

Cliniche generali e special<strong>is</strong>tiche - dovrebbe evitare recuperi precari ottenuti<br />

con la cancellazione dei semplici sintomi; e non solo a vantaggio del singolo<br />

paziente, ma al di là di ogni beneficio personale privato e/o collettivo,<br />

persino per il possibile enorme valore scientifico ed eur<strong>is</strong>tico - e quindi nella<br />

pratica diagnostico e poi terapeutico - che ciascun "sintomo" può costituire.<br />

Non occorre far capo a Ippocrate per capire che sintomi strampalati,<br />

possono collocarsi in una v<strong>is</strong>ione più ampia: una v<strong>is</strong>ione che "pesca" non<br />

solo in v<strong>is</strong>suti attuali individuali, ma in un TUTTO in cui molto della<br />

conoscenza del passato chiar<strong>is</strong>ce meglio il presente e le prospettive di<br />

TERAPIA.<br />

Ricordi nebulosi ripescati in sogno - come già quasi preconizzava in fondo la<br />

tecnica dei templi di Esculapio - possono indirizzare su grandiose vere vie di<br />

guarigione real<strong>is</strong>tiche pur se apparentemente inesplicabili r<strong>is</strong>pecchiando<br />

nella modernità quanto viene illustrato nel mito classico.<br />

Al contrario, ogni tentativo di bloccare sensazioni, memorie, ed anche<br />

sofferenze svellendole dal loro significato, asseconda lo scopo - volontario o


106<br />

diffondono effetti deleteri. Non sono "malati" e fanno parte integrante della<br />

società umana nel suo insieme; ne costitu<strong>is</strong>cono una parte cospicua e<br />

variegata che r<strong>is</strong>ulta però in via diretta o indiretta altamente e diffusamente<br />

nociva: inquinano ogni tipo di attività con imprudenze, negligenze e<br />

imperizie, ma anche con più sfumate e generalizzate mancanze di cautela,<br />

con atti intempestivi, con facilonerie om<strong>is</strong>sive, superstizioni, inettitudini<br />

presuntuose da ignoranza saccente e spavalda sicumera.<br />

Fuori c'era questo enorme mondo, che es<strong>is</strong>te indipendentemente da noi,<br />

e che ci sta di fronte come un grande, eterno enigma, accessibile solo<br />

parzialmente <strong>all</strong>a nostra osservazione e al nostro pensiero. Einstein<br />

Il mondo enorme a cui <strong>all</strong>ude Einstein in qualche inesplorato modo ag<strong>is</strong>ce di<br />

sicuro nei nostri confronti, mentre più da vicino malattie organiche o<br />

conseguenze di cause naturali possono influire fino a d<strong>is</strong>truggere la vita e il<br />

benessere di molti; ma non solo: in un certo senso sarebbero da accomunare<br />

"ecologicamente" a pericoli naturali in atto anche molti fattori pubblicamente o<br />

privatamente umani. Precauzioni e attenzione per cause generali di malattie e<br />

danni individuali presenti e futuri non devono far sottovalutare e trascurare fattori<br />

"umani" genericamente psico-sociologici e/o soggettivamente "negativi" nella<br />

loro efficacacia di elementi ezio-patogenetici. Non solo malattie, d<strong>is</strong>grazie e<br />

incidenti possono influire fino a d<strong>is</strong>truggere vite e benessere; non solo<br />

irriducibili sintomi nevrotici e deliri psicotici coinvolgono in r<strong>is</strong>chi collettivi, ma<br />

ben più semplicemente e diffusamente d<strong>is</strong>truttrici r<strong>is</strong>ultano azioni condotte<br />

<strong>all</strong>'insegna della stupidità irresponsabile e/o crudele o della crudeltà banale fine<br />

a se stessa, per non parlare della ricerca senza scrupoli di laut<strong>is</strong>simi se non<br />

truffaldini profitti, o di un "POTERE" tale solo come sopraffazione.<br />

Il mondo organizzato politico e tecnologico influ<strong>is</strong>ce in modo ampiamente<br />

logico e notorio sulla vita di tutti; ma altrettanto - e tanto più se tradotti in<br />

comportamenti "professionali" e/o "ammin<strong>is</strong>trativi" - la influenzano <strong>all</strong>a<br />

spicciolata singoli esseri umani: in quest'ottica individuali pregi e difetti si<br />

costitu<strong>is</strong>cono come cause e concause "ambientali epidemiche" di accadimenti<br />

successivi - buoni o cattivi che siano. E non solo la politica, le tecnologie<br />

industriali, la burocrazia e le professioni ma anche la Scienza con la "S"<br />

maiuscola - da cui trae alimento lo studio della medicina - sono esercitate da<br />

entità non astratte ma da "persone", che, come tali, possono porsi e lavorare in<br />

modo più o meno opportuno, onesto, serio, logico, attento, consapevole,<br />

responsabile o anche - come già criticava Ippocrate - con<br />

... imperizia e stupore, purificazioni e incantesimi..<br />

incantesimi...<br />

Nell'ambito della cosiddetta attività scientifica direttamente in atto il fattore


107<br />

umano di chi la esercita può manifestarsi, e in modo "negativo": una più attenta<br />

conoscenza "antropologica" di chi si professa "scienziato" introduce dubbi e<br />

preoccupazioni che dovrebbero venir meglio considerati, anzi meglio mantenuti<br />

sotto un pubblico controllo. E non solo: dovrebbe trasformarsi in dovere sociale<br />

il metterli in evidenza, a cominciare con il non alimentare anzi sfatare l'alone<br />

MITICO di purificazioni e incantesimi che circonda la "Scienza",<br />

quell'aureola che spinge gli inesperti ad un'ammirazione superstiziosa delle<br />

Scoperte con la "S" maiuscola. Coltivando nella popolazione paure e<br />

"scongiuri", terrorizzando chi non è preparato per incapacità e/o mancanza di<br />

cultura a interpretarla, questa pseudo-scienza sa come far leva sul b<strong>is</strong>ogno di<br />

certezze, rassicurazioni e sull'inesperienza dei "profani" circondando "numeri" e<br />

loro - non si sa come ottenute - stat<strong>is</strong>tiche o formule chimiche - facili da sparare<br />

a vanvera - con salvifiche proposte e miracol<strong>is</strong>tiche illusioni, fino a ostentare<br />

questi "dati inoppugnabili" per propagandare abusivamente costose sostanze<br />

improprie sbandierate come farmaci toccasana.<br />

Chi non conosce il passato è destinato a ripeterlo<br />

ripeterlo... ... ???<br />

La follia è l'oblio di un grande dolore ???<br />

Anche la patologia psichiatrica deve rifarsi ai concetti base della Patologia<br />

Generale cioè <strong>all</strong>a variegata serie delle cause e dei loro effetti, <strong>all</strong>e<br />

patogenicità ed ai recuperi. Non è quindi da dare per scontato che ogni<br />

perdita di consapevolezza e autenticità


108<br />

vengono scambiati per le più varie patologie organiche anche gravi - avendo<br />

dato per certo quanto l'immaginario dei pazienti vuole far credere - oppure,<br />

e spesso con effetti ben peggiori, vengono a-criticamente etichettati come<br />

"nevrosi" se non "psicosi deliranti" pressanti richiami (psico-)somatici -<br />

addirittura ad esempio autentiche sensazioni angosciose di morte imminente.<br />

Essenziale è quindi d<strong>is</strong>tinguere tra vere nevrosi e deliri che mimano sindromi<br />

f<strong>is</strong>iche, spesso inopportunamente trattate <strong>all</strong>'infinito come tali per un<br />

malinteso significato letterale attribuito superficialmente <strong>all</strong>e strambe<br />

lamentele dei pazienti; mentre ancor più spesso malattie somatiche pur se<br />

gravi e invalidanti si trovano ad essere etichettate quasi con d<strong>is</strong>prezzo come<br />

"<strong>is</strong>ter<strong>is</strong>mi" e "ipocondrie" per il mmancato riconoscimento di patologie<br />

atipiche o m<strong>is</strong>conosciute - curabili con r<strong>is</strong>ultati efficaci per lo più soltanto se<br />

riconosciute con tempestiva urgenza. Persino malattie professionali e quindi<br />

collettive vengono diagnosticate come vaneggiamenti mentali, benché non<br />

solo siano curabili per il singolo soggetto, ma anche doverosamente<br />

r<strong>is</strong>arcibili, oltre che da prendere in considerazione epidemiologica come<br />

segnali di pericolosità ambientale.<br />

Su di un altro versante, gravi errori di valutazione tra v<strong>is</strong>suti soggettivi<br />

presentati dal paziente e circostanze reali del presente in atto ne etichettano<br />

come deliri descrizioni e sintomatologie, non valorizzando ma troppo spesso<br />

bloccando ricordi RIVISSUTI con il loro accompagnamento di flashback<br />

anche corporei: i tipici clamorosi e intempestivi sintomi f<strong>is</strong>ici della "sindrome<br />

post-traumatica da stress" - F43.1 già 309.81 del DSM-IV R - che possono<br />

presentarsi in modo intensivo e destrutturante non solo sul piano emotivo.<br />

"Come metastasi un cancro latente" era la metafora usata dal New York<br />

Times in seguito al crollo delle Torri gemelle del 11 settembre 2001:<br />

"metastasi latenti" che dopo anche decenni in un presente inaspettato<br />

possono ricomparire dal più remoto passato ripercorrendone le più varie<br />

condizioni - da quelle oggettvamente più estreme a quelle soggettivamente<br />

inaccettate che "potevano minare il senso dell'integrità del Sé" o aver suscitato<br />

"paura intensa, impotenza o orrore".<br />

Pur considerando che in chiunque la prima reazione possa essere di rifiuto di<br />

fronte ad azioni improntate a pura malvagità, in fondo comunque non<br />

b<strong>is</strong>ogna dimenticare che rientrano nei campi eziopatogenetici della Patologia<br />

Generale anche gli individui - non importa su quale gradino della scala<br />

sociale e non solo chi sia già qualificato come "criminale fuori legge" -


109<br />

volutamente pericolosi che un'attenzione senza preconcetti e un ascolto<br />

partecipe delle vittime possono far riconoscere come tali: obbligando così a<br />

studiare anche "storicamente" i limiti estremi dell'umana MALVAGITA' e<br />

delle sue conseguenze. A questo proposito, passando da chi soffre a chi<br />

provoca o ha provocato sofferenze va segnalata l'es<strong>is</strong>tenza anche del peggio<br />

del peggio in quanto entità "assoluta": l'umana capacità e volontà di<br />

VIOLENZA fino <strong>all</strong>'autentica DISTRUTTIVITA' fine a sè stessa, accompagnate<br />

d<strong>all</strong>a CIECA OTTUSITA' di chi le nega. Anche quando non si configuri<br />

penalmente come omertà, il non raccogliere e prestar fede fino a negare<br />

evidenze attuali e contenuti pregressi da anamnesi di memorie terribili di<br />

violenze e crudeltà anche inusualmente atroci, a sua volta aggred<strong>is</strong>ce le<br />

vittime con una patogenicità che tende a raddoppiarsi in un'ulteriore catena<br />

di violenze.<br />

Orrenda e patogena dal punto di v<strong>is</strong>ta "qualitativo" è la d<strong>is</strong>truttività fine a se<br />

stessa, ma ancor più patogena dal lato epidemiologico - cioè dal punto di<br />

v<strong>is</strong>ta "quantitativo" - fin<strong>is</strong>ce con il r<strong>is</strong>ultare la scriteriata stoltezza<br />

inconcludente, troppe volte responsabile di infinite cause di "paura intensa,<br />

impotenza o orrore", di perdite "dell'integrità del Sé", quando non di assurdi<br />

decessi fino a mostruose stragi - e tutto questo anche senza neppure <strong>all</strong>udere<br />

a tragedie industriali o stradali, ma persino a emplici incidenti domestici<br />

ognuno dei quali dovuto <strong>all</strong>'inadeguatezze di strutture comunque a loro volta<br />

opera di un'improvvida mano umana.<br />

La grande confusione diagnostica, di semplificazioni che avvicinano la<br />

pratica professionale <strong>all</strong>a... impostura si aggroviglia sempre più con un<br />

seguito di malpratica e anche di ingiustizie derivanti d<strong>all</strong>'aver m<strong>is</strong>conosciuto<br />

"d<strong>is</strong>turbi mentali" scambiati per patologie organiche anche gravi credute tali<br />

danso retta <strong>all</strong>'immaginario dei pazienti, oppure - e spesso ben peggio -<br />

d<strong>all</strong>'aver a-criticamente accettato diagnosi di "nevrosi" se non di "psicosi" in<br />

presenza invece di pressanti richiami somatici.<br />

Essenziale è quindi un mezzo per d<strong>is</strong>tinguere tra<br />

1. vere nevrosi che mimano sindromi f<strong>is</strong>iche, spesso trattate <strong>all</strong>'infinito<br />

come tali per un malinteso significato letterale attribuito superficialmente <strong>all</strong>e<br />

strambe lamentele dei pazienti<br />

2. malattie somatiche etichettate quasi con d<strong>is</strong>prezzo come "<strong>is</strong>ter<strong>is</strong>mi" e<br />

"ipocondrie" per il difficile riconoscimento di patologie atipiche,<br />

3. quando non malattie professionali anche r<strong>is</strong>arcibili per i soggetti singoli,<br />

oltre che da prendere in considerazione epidemiologica come segnali di<br />

collettiva pericolosità ambientale ,


110<br />

4. ricordi RIVISSUTI con il loro accompagnamento di - spesso soltanto -<br />

ripetizione mimata di pregressi clamorosi sintomi f<strong>is</strong>ici,<br />

5. e persino errori di valutazione tra v<strong>is</strong>suti soggettivi lamentati dal paziente<br />

e circostanze reali.<br />

Una storia buffa e gentile di errate<br />

diagnosi e pericolosa pseudo-terapia.<br />

Deliri, <strong>all</strong>ucinazioni? Qual'è la cura<br />

dei deliri? I neurolettici<br />

indipendentemente d<strong>all</strong>'età!<br />

Mi sun pa fola! La bes-ccia a y è da<br />

bun<br />

= Non sono matta la bestia c'è<br />

davvero!<br />

In una Casa di Riposo per Non<br />

Autosufficienti una vecchietta<br />

lamentava che tutte le notti la Bes-ccia<br />

[in dialetto = La Bestia] veniva nel suo<br />

letto. NON era un delirio: la Bes-ccia<br />

es<strong>is</strong>teva realmente!<br />

Ed eccola qui nel suo sorr<strong>is</strong>o ironico e<br />

sodd<strong>is</strong>fatto: non più micino troppo<br />

affettuoso e desideroso di calore<br />

umano, ma gattone adulto, "padre di<br />

famiglia", ben pasciuto e ben collocato<br />

Sorride enigmatico il Gatto del<br />

Cheshire di Alice nel paese delle<br />

meraviglie...<br />

D<strong>all</strong>'autorevole Am J Psychiatry viene<br />

una secca sconfessione [a un certo tipo<br />

di diagnosi e terapie]: la critica del dr.<br />

Bernard J. Carroll (Aprile 2004) al<br />

mega studio di Schneider LS, Nelson<br />

JC, Clary CM, Newhouse P, Kr<strong>is</strong>hnan<br />

KRR, Shiovitz T, Weihs K sui pazienti<br />

geriatrici "depressi", chiamandolo un<br />

esempio di studio experimercial<br />

Non occorre tradurre il gioco di parole<br />

inglese che fonde insieme le parole<br />

"sperimentale" e "commerciale"


111<br />

Riguardo <strong>all</strong>e<br />

malattie<br />

B<strong>is</strong>ogna che<br />

qualunque uomo<br />

che sia<br />

intelligente,<br />

avendo<br />

considerato che<br />

per gli esseri<br />

umani la salute<br />

è cosa assai<br />

preziosa preziosa, sappia<br />

spontanemente<br />

trovare conforto<br />

nelle malattie;<br />

che sappia e<br />

riconosca le<br />

cose che vengono<br />

dette dai medici e sommin<strong>is</strong>trate al suo corpo corpo; che sappia<br />

ciascuna di queste cose per quanto è ragionevole che le sappia un<br />

profano.<br />

Incipit del V° volume dell'Opera di Ippocrate - Malattie interne.<br />

Chi non conosce il passato è destinato a ripeterlo<br />

ripeterlo... ... ???<br />

La follia è l'oblio di un grande dolore ???<br />

Cartella clinica: strumento di diagnosi e strumento di CURA<br />

... . gli uomini ne sarebbero infatti liberati tramite<br />

purificazioni e incantesimi...<br />

Dal punto di v<strong>is</strong>ta della parte meno matura e civile del paziente già un<br />

interessamento "speciale" condito di particolari gestualità e anal<strong>is</strong>i pittoresche<br />

- forse più ancora se anche dolorose - tende a rappresentare un momento<br />

quasi "magico" di soggettiva importanza; mentre la possibilità di sentir "dare<br />

un nome" concreto ai d<strong>is</strong>turbi, già di per sé - per la parte ancor più rozza<br />

della soggettività - rappresente una assurda "consolante terapia", non solo una<br />

stupida rassicurazione.<br />

Al contrario positivamente, se la follia è l'oblio di un grande dolore, qualsiasi<br />

paziente - e tanto più se la sua "malattia" comporta sintomi nevrotici o<br />

psicotici - quando si senta finalmente "accettato" come "se stesso" può a sua<br />

volta accettare qualsiasi grande dolore: diviene capace di riconoscere e<br />

rendere esprimibili sensazioni sottili e ind<strong>is</strong>tinte o di cui vergognarsi, come<br />

pure può - sia pur lentamente e in modo d<strong>is</strong>continuo - acqu<strong>is</strong>tare il coraggio<br />

di lasciar emergere consapevolezze e ricordi fino ad <strong>all</strong>ora impliciti, o


112<br />

rimossi, o m<strong>is</strong>tificati. Il poter descrivere e comunicare, rendere esplicite e<br />

confrontabili sensazioni, constatazioni e memorie fin'<strong>all</strong>ora soltanto implicite,<br />

inconfessabili e/o inamm<strong>is</strong>sibili rappresenta non solo il vero contrario ma il<br />

fruttuoso SUPERAMENTO di ogni precedente "transfert".<br />

Constatare di potersi attribuire un proprio "ruolo" e DIRITTO <strong>all</strong>'interno di un<br />

rapporto di accordo professionale restitu<strong>is</strong>ce poco per volta la propria -<br />

prima quasi del tutto perduta - DIGNITA': e con il suo recupero permette di<br />

uscire da ogni statica convinzione di spersonalizzante inadeguatezza, di<br />

subordinazione, se non di nullità e/o di escludente alienazione.<br />

Ricordi e sensazioni e "illuminanti" prese di coscienza emergono in<br />

conturbanti "blocchi" spesso improvv<strong>is</strong>i, ben differenti da un filo conduttore<br />

di fredda logica: si trasmettono con un linguaggio "multimediale" anche<br />

corporeo che sembra r<strong>is</strong>pecchiato in quello "art<strong>is</strong>tico", teatrale o<br />

cinematografico. Ma questi "blocchi" e questi rappresentati riv<strong>is</strong>suti di per sé<br />

non hanno nulla di "creativo": il solo "raccontarli" come fossero romanzati<br />

non li valorizza anzi li impover<strong>is</strong>ce, poiché il lato pittoresco non ne deve<br />

sminuire la portata solenne di svelamento di VERITA' fino ad <strong>all</strong>ora nascoste<br />

o incomplete; non deve accrescere il r<strong>is</strong>chio incombente negli "spettatori" di<br />

assecondare la pervasiva logica ribaltata in cui il "finto e pittoresco è più<br />

vero del vero".<br />

gli uomini ne sarebbero infatti liberati tramite<br />

purificazioni e incantesimi ... io anzitutto ritengo che<br />

tutte le cose dette da un esperto di sapienza o da un medico, o<br />

scritte sulla natura, si avvicinino più <strong>all</strong>a pittura che<br />

la medicina<br />

medicina: ritengo invece che è possibile conoscere<br />

qualcosa di chiaro sulla natura [dell'uomo] da<br />

nessun'altra fonte che d<strong>all</strong>a medicina<br />

medicina. E questo si sarà in<br />

grado di apprenderlo quando si abbraccerà tutta la<br />

medicina stessa correttamente ...<br />

Da "transfert" miracol<strong>is</strong>tici e da logiche ribaltate deriva l'idea non solo poco<br />

evoluta e grossolana, ma quasi grottesca che in tutte le sue forme e<br />

competenze la medicina sia un'arte e non l'applicazione operativa di<br />

conoscenze scientifiche unite a un lavorio minuzioso di attenzione e raccolta<br />

di osservazioni CONDIVISE con il paziente stesso. Recuperare la serie di dati<br />

convergenti e di memorie alternativamente rimosse e ritrovate può<br />

strutturararsi nel tempo - anche in tempi lungh<strong>is</strong>simi - tramite quello<br />

strumento base - la parola - che, con il minor d<strong>is</strong>pendio possibile di<br />

contenuti, può costituire un ritrovabile raccordo simbolico-sintetico con<br />

qualsiasi tipo di informazione - comprese le emozioni stesse - traducendo le<br />

imprec<strong>is</strong>e, pesanti o sfuggevoli concretezze di fatti o di stati d'animo in<br />

immateriali condiv<strong>is</strong>i percorsi di espressione e di reciprocità comunicativa:


113<br />

interscambiabili e così meglio puntualizzabili e memorizzabili. Ma la Parola<br />

questo mezzo così duttile e potente appunto per questo è ricco di<br />

sfaccettature e quindi passibile di differenti metodi di utilizzo: proprio anche<br />

nel campo specifico della "cartella clinica" ben differente ne sarà il significato<br />

- da cui lo scopo e le conseguenze - se ne vengono usate a sproposito o a<br />

sproposito credute tali la varie accezioni.<br />

Che caldo in questa stanza!<br />

non è solo un'asserzione ma un invito ad aprire la finestra!<br />

Quale anal<strong>is</strong>i del testo? Maurizo Tiriticco - 21-06-2008<br />

Quante volte un paziente - e non soltanto uno psicotico conclamato - confonde<br />

il fatto di venir "ascoltato" con la certezza che quanto dice sia approvato e<br />

condiv<strong>is</strong>o per poi regolarsi di conseguenza! Quante volte anzi - e da parte di<br />

cascuno - neppure una smentita riesce a introdursi in un dialogo in cui possa<br />

venir messo in d<strong>is</strong>cussione alcunché! Quanta attenzione e <strong>memoria</strong> deve<br />

competere al medico per utilizzare informazioni ricevute anche molto tempo<br />

prima e farle riutilizzare al di là delle "rimozioni" del paziente! Ma quante volte<br />

invece il paziente "ricorda" fin troppo bene singole frasi del medico dette magari<br />

a caldo in tutt'altro momento e contesto come fossero definitive asserzioni<br />

"performative"!<br />

Scopo della parola, scopo effettivo. anche se spesso d<strong>is</strong>atteso, è - o meglio:<br />

sarebbe (!) - quello di dare il nome <strong>all</strong>e cose per poi, partendo<br />

paradossalmente da questa nuova base astratta, restituir loro una rinnovata<br />

più prec<strong>is</strong>abile/prec<strong>is</strong>ata concretezza. Compattati in semplici "suoni-parole" o<br />

in "segni-scritti", sensazioni, informazioni trasm<strong>is</strong>sibili, ricordi, fantasie<br />

creative ... possono venir condiv<strong>is</strong>i, ritradotti e riconosciuti nella loro<br />

essenza: ma purtroppo altrettanto possono veicolare e far condividere<br />

fantasticherie a vuoto, nonché volute "bugie".<br />

Comunque se il paziente "parla" e le sue parole raccolte criticamente dal<br />

medico forn<strong>is</strong>cono informazioni e modificano parametri, "parla" anche il<br />

medico: con cognizione di causa o con l'esibizione di luoghi comuni, con o<br />

senza partecipazione, con autorevolezza o con imprec<strong>is</strong>ione maldestra, con<br />

arroganza saccente o con più o meno consapevoli erronee informazioni e<br />

magari mercificazioni. E di rimando si innescano nel paziente emozioni che<br />

in modo più o meno consapevolizzato si ribaltano nel reciproco intendersi o<br />

equivocare: ne prendono il via rinnovati vicendevoli sbocchi - o grovigli -<br />

emozionali e pratici. Infatti come si può ignorare la reciprocità dell'uso dei<br />

linguaggi - strettamente al plurale - anche in un incontro tanto significativo<br />

come quello medico-paziente? Come si può prescindere d<strong>all</strong>o stato emotivo<br />

concomitante e variante in funzione proprio per entrambi dei vari momenti<br />

dello scambio, nelle sue continue modificazioni pluri-sensoriali e nei plurimi


114<br />

impliciti, oltre che espliciti, contenuti che si alternano nel variare dei loro<br />

dialoganti stati emotivi? Dal lato soggettivo in ogni singolo momento<br />

l'insieme di sensazioni, emozioni, rapporti, sentimenti, affetti, esperienze fa<br />

parte della realtà effettuale, della complessiva realtà di condizioni<br />

globalmente corporee, riassunta banalmente in quella condizione scientifica<br />

e professionale definita riduttivamente come "psicologica". Invece in ogni<br />

caso ogni interazione non può che essere "multimediale" e multimediale in<br />

modo largh<strong>is</strong>simo e velocemente dinamico: da un momento <strong>all</strong>'altro<br />

contribuendo <strong>all</strong>'instaurarsi o al perdersi di una vera interazione e relativa<br />

possibilità sia semplicemente diagnostica sia di efficacia - o di<br />

<strong>all</strong>ontanamento - nel corso di un dinamico contatto terapeutico.<br />

Non troppo differenti d<strong>all</strong>e possibilità diagnostiche di cui i veterinari e i<br />

proprietari di animali sanno usufruire - come ad esempio nel saper cogliere i<br />

"segnali del cucciolo" che nel grande dizionario delle energie <strong>is</strong>tintuali si<br />

accomunano con i segnali di sofferenza - non solo monotone voce e parola<br />

ma TUTTI i linguaggi corporei e - nel caso umano - anche le espressioni<br />

faciali che li accompagnano entrano per ciascuno in sintonia o in<br />

contrapposizione a far parte dell'essenza del "dialogo" con tutta una miriade<br />

di sottili e varianti "comportamenti" di presentazione mimica e globalmente<br />

gestuale. Lo dice anche Ippocrate che sottovalutare o mal interpretare la<br />

COMPLETEZZA di questa realtà espressiva di ciascun interlocutore toglie<br />

elementi basilari di efficacia <strong>all</strong>a Medicina come professione pratica, come<br />

peraltro pure <strong>all</strong>e esigenze scientifiche della ricerca Medica nel<br />

riconoscimento della vera pluralità dei nessi autentici di causalità da<br />

entrambe le parti: come ad esempio afferma lo studio<br />

L'umore dei medici influenza la qualità delle cure. (Adnkronos<br />

Salute) - Meglio incappare in un 'camice bianco' di buonumore. A<br />

beneficiarne non saranno solo i pazienti, ma anche il servizio<br />

sanitario, che r<strong>is</strong>parmierà in esami e v<strong>is</strong>ite non necessarie. - 11 gen.<br />

2010<br />

Detto di nuovo e in termini più espliciti: diagnosi - e quindi responsabile<br />

terapia - possono dare solo r<strong>is</strong>ultati occasionali e difettosi se il prendersi cura<br />

del paziente non si avvale di con-sapevole, attenta con-siderazione per ogni<br />

dato con-relato con tutto quanto ne è "eloquente" nel presente e con quanto<br />

si è svolto nella sua com-plessiva es<strong>is</strong>tenza passata lasciando con-seguenze<br />

indirette ma mai sopite.<br />

Volutamente sono stati evidenziati nel - "con-voluto" - paragrafo precedente e<br />

anche in paragrafi successivi i pref<strong>is</strong>si - "con" e "in" - denotanti "unione",<br />

"insieme", "integrazione": infatti ogni singolo, pur approfondito dato perde<br />

significato se non si con-fronta e si in-tegra con il massimo di in-formazione.


115<br />

E infatti non basta interessarsi soltanto del "paziente" e neppure soltanto della<br />

sua situazione ambientale presente e passata: anche il medico stesso - come<br />

del resto chi comunque circonda e ha circondato ciascuno fin dai suoi primi<br />

approcci infantili <strong>all</strong>a vita - esce <strong>all</strong>o scoperto "psicologico" nel presente<br />

r<strong>is</strong>ultandone da un suo proprio passato, bene o male v<strong>is</strong>suto, e bene o male<br />

integrato nel suo vero essere-nel-mondo.<br />

La vita è breve, l'arte lunga, l'esperienza ingannevole, il<br />

giudizio difficile ... Scegliero' il regime per il bene dei malati<br />

secondo le mie forze e il mio giudizio, e mi asterrò dal recar<br />

danno e offesa<br />

- affermava Ippocrate.<br />

Riassumendo: la vera f<strong>is</strong>iologia dell'es<strong>is</strong>tenza in atto non può prescindere<br />

d<strong>all</strong>e con-relazioni multiple del presente, ma neanche d<strong>all</strong>e varie modalità<br />

trascorse in cui si era con-cretizzata l'essenza di quel con-creto e non<br />

idealizzato essere umano e degli altri con-creti esseri con i quali entra in uno<br />

stretto e - anche implicito - inter-scambio.<br />

La MEDICINA è un campo del sapere scientifico non sof<strong>is</strong>ticato come la<br />

matematica o la f<strong>is</strong>ica, ma con la sua PRATICA con-creta e diversificata offre<br />

a chi la esercita la grande SCUOLA con-tinuativa di un accesso vasto e<br />

privilegiato <strong>all</strong>e es<strong>is</strong>tenze umane. E non basta: purché non ci si accontenti di<br />

un'accozzaglia di banali raccolte di in-formazioni o di una pittoresca serie di<br />

spettacolarizzati "riv<strong>is</strong>suti", questo accesso privilegiato con-duce tutti i<br />

partecipanti anche ad una grande offerta terapeutica. La semplice anamnesi -<br />

pur con inevitabili equivoci e difficoltà - se persevera senza scoraggiamenti,<br />

né entusiasmi per parziali successi, proponendosi un ascolto non affrettato e<br />

formale, ma attento al con-tenuto del d<strong>is</strong>corso verbale come <strong>all</strong>e sfumature<br />

dell'inter-scambio è un fondamentale strumento diagnostico.<br />

Questa raccolta cauta e approfondita di quanto - e di come - riferito spesso è<br />

molto più accurata e ricca di dati che sof<strong>is</strong>ticate se non invasive anal<strong>is</strong>i<br />

strumentali, può proseguire al di là dell'iniziale diagnosi fino a contribuire<br />

<strong>all</strong>a valutazione degli effetti delle cure e di conseguenza dell'indirizzo delle<br />

terapie nella loro efficacia e condiv<strong>is</strong>ione con il paziente.<br />

Ogni es<strong>is</strong>tenza si esprime attraverso molt<strong>is</strong>sime vie nel presente immediato in<br />

con-relazioni varie e con-tinue, ciascuna in con-legamento con tutti i<br />

presupposti es<strong>is</strong>tenziali bene o male attraversati: anche se non come base di<br />

una "professione" totalizzante - e quindi molto incompleta - l'"anamnesi"<br />

ampliata in psicoanal<strong>is</strong>i trasforma ascolto e raccolta attenta delle vicende dei<br />

pazienti in un potent<strong>is</strong>simo strumento di cura, che a sua volta si s-viluppa<br />

ulteriormente in possibilità teoriche generali di s-velamento di conoscenze<br />

inaspettate e di con-seguente offerta di ampliamento <strong>all</strong>a cultura generale.


116<br />

Con libertà di spirito e convinzione che in Natura l'ASSURDO secondo le<br />

nostre teorie non sia sempre impossibile si possono accettare ricostruzioni di<br />

fatti e svelamento di realtà altrimenti così ben nascoste da sembrare "assurde",<br />

per cui si può raggiungere nel tempo persino un accesso privilegiato e<br />

<strong>all</strong>argato su dati extrapersonali nascosti nelle pieghe della grande STORIA.<br />

Ma si va oltre: nella scienza l'inaspettato che dà grandi informazioni viene<br />

chiamato serendipity ed è così che proprio la semplice "cartella clinica" può<br />

ampliarsi ed ampliarsi fino a diventare di per sé - e qui sta l'inaspettato<br />

regalo! - un sof<strong>is</strong>ticato STRUMENTO DI CURA che, poco per volta in un<br />

progredire potente e graduale giunge a costituirsi come base di una nuova<br />

specialità e SCIENZA a se stante: la PSICOANALISI.<br />

NON VEDO ... NON SENTO<br />

... NON PARLO ...<br />

Ma se HO VISTO?<br />

e se HO SENTITO?<br />

e se <strong>all</strong>ora adesso PARLO?<br />

Posso farmi ASCOLTARE?<br />

Anamnesi familiare e remot<strong>is</strong>sima: <strong>all</strong>'origine della<br />

Psicoal<strong>is</strong>i<br />

Questa cura - dura, prolungata e spesso molto dolorosa - e non solo delle<br />

nevrosi e di molte psicosi m di tutta la complessiiva "psicosomatica" può<br />

permettere comunque al soggetto il recupero del vero sé, della "vera"<br />

es<strong>is</strong>tenza: partendo d<strong>all</strong>e origini e ritrovando il passato perso o danneggiato si<br />

r<strong>is</strong>copre la consapevolezza della propria corporeità, il proprio originario<br />

progetto genetico, il proprio autentico programmatico DNA; e come si<br />

ricostru<strong>is</strong>cono e ri-programmano i percorsi, ci si riappropria della ricchezza<br />

intrinseca globale della propria - non importa se penosa - ESPERIENZA.<br />

Non è da credere però sia una cura accettabile da tutti i pazienti e da tutti i<br />

curanti: chi attraversa questi passaggi spesso vi pat<strong>is</strong>ce sofferenze tali da<br />

dover venir equiparate a quelle di una serie di operazioni di CHIRURGIA<br />

RICOSTRUTTIVA, mentre il "chirurgo" che collabora a queste - spesso<br />

impressionanti, vaste e incalzanti - "ricostruzioni" di infanzie danneggiate,<br />

abusate se non spezzate vi si vede quasi monopolizzare gran parte del tempo<br />

di attività professionale. Come compenso però per entrambi - "pazienti


117<br />

chirurgici" e "chirurghi" - i vantaggi secondari che possono r<strong>is</strong>ultarne sono<br />

enormi, e non solo: se questa "chirurgia ricostruttiva" può permettere -<br />

beninteso: a chi se la sente - di ri-trovare la propria autentica via di sviluppo e<br />

di es<strong>is</strong>tenza, questo emergere e prec<strong>is</strong>arsi di conoscenze biologiche e<br />

sociologiche - spesso altrimenti quasi inimmaginabili - diviene per tutti, oltre<br />

che per i diretti partecipanti, parte di una branca scientifica che <strong>all</strong>arga anche<br />

operativamente il Sapere in generale su important<strong>is</strong>simi versanti contrapposti.<br />

Dai molteplici e diversificati punti di v<strong>is</strong>ta che affiorano nelle riv<strong>is</strong>sute<br />

sensazioni e nella <strong>memoria</strong> trasm<strong>is</strong>sibile vengono a organizzarsi e si offrono<br />

infatti inaspettati spunti di considerazione concettuale su come lo "sviluppo" -<br />

anche sociologico- possa ri-espandersi o non solo coartarsi. Ma se<br />

conseguenze dei peggiori d<strong>is</strong>astri possono venir riorganizzate e CURATE, se<br />

la salute e la conoscenza nel e del presente e le fasi di sviluppo v<strong>is</strong>te in<br />

retrospettiva possono divenire documenti di Cultura generale, gli accettati e<br />

condiv<strong>is</strong>i riv<strong>is</strong>suti di sofferenze subìte possono far conoscere e obbligare a<br />

studiare "storicamente" proprio il campo totalmente opposto a quello della<br />

NORMALITA' umana: i limiti estremi dell'umana - magari del tutto "stupida" -<br />

d<strong>is</strong>truttività e della vera MALVAGITA' e delle loro azioni e conseguenze.<br />

La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni padroni,<br />

ma una tentazione dei servi<br />

Che ho a che fare io con gli<br />

schiavi?<br />

Oggetto fondante della pratica medica è il paziente un "essere vivente" che<br />

non è un monolite dato come tale e come tale immodificabile: ma se ogni<br />

vera es<strong>is</strong>tenza attraversa molti cambiamenti ep<strong>is</strong>odici, deve aver anche<br />

seguìto ben definite fondanti fasi di sviluppo, vie e modi di essere pred<strong>is</strong>posti<br />

secondo sequenze biologicamente determinate, il cui ritmo regolare di<br />

ricorrenti passaggi f<strong>is</strong>iologici - al plurale - modula tempi e modalità. Nel<br />

variegato gioco delle cause e concause patogene e/o salvifiche, la medicina<br />

sia nella sua forma primaria di igiene e prevenzione, sia in quella secondaria<br />

di terapia perde significato se non tien conto che ogni dinamica IN ATTO va<br />

con-validata dal con-fronto con con-testi pregressi anche se inespressi e/o<br />

occultati. L'infanzia, l'età dello sviluppo, le basi iniziali su cui si radica<br />

l'es<strong>is</strong>tenza per tutto il suo corso non sono elementi a se stanti della<br />

conoscenza e dell'agire pratico: la successione - regolare o stravolta - delle<br />

loro manifestazioni influenza in modo più o meno diretto o sotterraneo<br />

qualsiasi altro fattore es<strong>is</strong>tenziale. Pediatri, puericultori ed anche ostetrici<br />

dovrebbero lavorare affiancando ogni altra specialità: inesorabilmente è<br />

d<strong>all</strong>'infanzia che per ciascuno - pazienti ma anche curanti - prendono le


118<br />

mosse le vicende del presente, attraverso le varie modalità - superate, copiate<br />

o avversate - in cui si era concretizzata nel tempo l'essenza di "quel" vero<br />

essere umano. Ed è così che, in particolare nella parte con-loquiale della<br />

cartella clnica, l'anamnesi remot<strong>is</strong>sima e - magari a più voci - quella familiare<br />

ne costitu<strong>is</strong>cono una base in fondo sostanziante.<br />

Genitori non si nasce ma si diventa.<br />

Infanzia un mestiere difficil<strong>is</strong>simo?<br />

Ciascuno di noi è stato BAMBINO, ma lo ha già dimenticato<br />

Bambini di ieri=adulti di oggi. Adulti di oggi -> adulti di domani...?<br />

I movimentati collegamenti entro i rapporti personali sono attraversati di<br />

continuo da sensazioni instabili e mutanti, inevitabilmente sovraccariche di<br />

"biologiche" EMOZIONI, che "non provocano" alterazioni somatiche in<br />

quanto esse stesse sono parte integrante chimico-f<strong>is</strong>ica più o meno<br />

consapevole di ogni manifestazione somatica. Per di più le inter-relazioni<br />

inter-generazionali sono costellate da grandiose super-individuali forze<br />

ISTINTUALI: in simili imponenti scenari ciascuno e in ciascun momento è -<br />

o può divenire - determinante su di un generalizzato spazio anche futuro,<br />

imprevedibile e collettivo, su di un quadro che si manifesta in espansioni<br />

tanto differenziate - al plurale - per cui si regge su equilibri acrobaticamente<br />

precari, che, proprio perché così variegati da integrazioni multiple,<br />

avrebbero dovuto proseguire solo molto gradualmente attraverso prec<strong>is</strong>e<br />

ind<strong>is</strong>cutibili tappe preparatorie.<br />

In ogni momento nel naturale percorso coordinato da sequenze regolari di<br />

pred<strong>is</strong>posti organizzatori dello sviluppo atti a garantire gli irrobustimenti e<br />

avanzamenti successivi, ogni tappa può invece incontrare tali difficoltà da<br />

stravolgersi, e mutilare con vere castrazioni anche degli <strong>is</strong>tinti genitoriali non<br />

solo i singoli individui, ma intere popolazioni che divengono agglomerati di<br />

immemori schiavi, pagando anche nel futuro un alt<strong>is</strong>simo prezzo non solo<br />

soggettivo: in questi succubi "minorati" le sensazioni passive di dipendenza,<br />

deprivazione, d<strong>is</strong>agio, carenza, rifiuto di iniziativa si r<strong>is</strong>pecchiano in<br />

pericolosi surrogati patologici attivi: invidia, rancore, r<strong>is</strong>entimento<br />

persecutorio, mentre l'inettitudine da succubi si ribalta in prepotenza e<br />

petulante sconsideratezza.<br />

Il r<strong>is</strong>chio è di scivolare nella cultura del r<strong>is</strong>entimento<br />

r<strong>is</strong>entimento.<br />

Di fatto, la cultura del r<strong>is</strong>entimento - la morale morale degli degli<br />

schiavi schiavi - è molto diffusa. La si respira dovunque, senza che<br />

sia teorizzata. Cresce e si espande da se stessa per forza<br />

d'inerzia – non ha neanche b<strong>is</strong>ogno di operazioni<br />

pubblicitarie.<br />

Non sempre infatti l'oblio oblio di un grande dolore sfocia soltanto nella<br />

follia: ben più numerose sono le semplici "teste svuotate" che, fin d<strong>all</strong>a


119<br />

prim<strong>is</strong>sima infanzia, "hanno superato" senza apparenti sofferenze le<br />

"mutilazioni" subìte. Può sembrare paradossale, ma forse i "nemici" più<br />

pericolosi perché pullulanti, ubiquitari, insidiosi e innumerevoli - come i<br />

"nanetti" contro Gulliver a Lilliput - non sono i "malvagi" coscienti delle loro<br />

azioni, ma "esserini" senza nerbo, ignari del loro stesso "es<strong>is</strong>tere", che -<br />

sradicati d<strong>all</strong>e loro basilari fasi di sviluppo - credono di vivere nella perenne<br />

fiaba di un tempo immobile a-storico e irresponsabile in cui il "finto" è più<br />

vero del vero. E' ben difficile aver qualcosa "in comune" con questa congerie di<br />

"schiavi" volontari per i quali le cause vengono a confondersi con le<br />

conseguenze, con queste bambinesche "teste svuotate" che, in una specie di<br />

quieta anestesia senza patirne né rendersene conto, sopravvivono in un VUOTO<br />

di sostanza, anzi in un r<strong>is</strong>ucchio che trasforma in dipendenze e fumosi<br />

ammaestramenti qualsiasi cosa passi vicino. La "solidità" occupa un definito<br />

spazio mentre i "gas" si espandono a riempire tutto lo spazio d<strong>is</strong>ponibile, uno<br />

spazio in cui non effettive realtà di esperienza ma solo le loro vane apparenze si<br />

intrufolano d<strong>all</strong>'esterno. Isolati sempre più gli avanzi di realtà si riempiono di<br />

sensiblerie posticce, di attaccamenti morbosi pseudo-affettivi, di artificiali<br />

impulsi di Potere o di sesso, di artificiali e fredde sensazioni e informazioni non<br />

importa se provengano da una cultura raffinata oppure da sempliciotta "aria<br />

fritta" facile e popolare. Nel suo nutrirsi di assoluti, di certezze riduttive, di<br />

spiegazioni capovolte e di troppo facili bersagli, di cause e conseguenze<br />

ribaltate, di luoghi comuni inossidabili... questo "affamato nulla" - paragonabile<br />

con un esempio calzante al sacchetto di un aspirapolvere - ingoia qualsiasi cosa<br />

trasformandola in spazzatura: con presuntuosi assiomi come quello che sia la...<br />

telev<strong>is</strong>ione a creare l'ottuso oblio e non la famelica "privazione" precedente in<br />

cerca di nutrimenti fasulli per adattarli <strong>all</strong>e proprie deficienze "digestive"; oppure<br />

con "buon<strong>is</strong>mi" ind<strong>is</strong>criminati che attribu<strong>is</strong>cono una "normalità" ugualizzante al<br />

"poverino incapace di intendere e volere" assieme <strong>all</strong>'alone div<strong>is</strong>tico da dedicarsi<br />

a "studiosi d<strong>is</strong>tratti" e a "scienziati" la cui possibile irresponsabilità etica si<br />

giustifica con il "troppo amore" per la "scienza".<br />

SVOLGERE, SVILUPPARE<br />

SVILUPPARE: Si svolgono le cose volte o rinvolte, si<br />

svolgono i germi della vita; si sviluppano le inviluppate.<br />

Là dove non è inviluppo o viluppo, ivi sviluppare non ha<br />

luogo proprio proprio. .<br />

nel Dizionario dei Sinonimi e contrari di Niccolò Tommaseo si trova sotto<br />

il lemma 2327 di contrario di Imbroglio.<br />

'Sviluppo' non è 'imbroglio'???<br />

... quanto fanno male tutti quei sentimenti che rimangono dentro a marcire, quei<br />

pensieri inc<strong>is</strong>tati e senza voce...<br />

Dare <strong>all</strong>e emozioni il loro vero nome...


120<br />

l'<strong>all</strong>egro girotondo della scaletta delle età:<br />

L'infanzia non es<strong>is</strong>te: es<strong>is</strong>te lo SVILUPPO, e lo sviluppo è cambiamento<br />

LIBERATORIO.<br />

Ora comprendo che il parad<strong>is</strong>o della giovinezza<br />

giovinezza, così presto<br />

perduto, fu un primo tentativo di liberarmi d<strong>all</strong>e catene del<br />

"puramente personale", da un'es<strong>is</strong>tenza dominata solo dai desideri,<br />

d<strong>all</strong>e speranze, dai sentimenti primitivi. Fuori c''era questo<br />

enorme mondo mondo, che es<strong>is</strong>te indipendentement e da noi, e che ci sta<br />

di fronte come un grande, eterno enigma, accessibile solo<br />

parzialmente <strong>all</strong>a nostra osservazione e al nostro pensiero. La<br />

contemplazione di questo mondo mi attirò come una<br />

liberazione<br />

liberazione... Einstein<br />

...verbalizzando si concettualizza e concettualizzando si<br />

appropia l'esperienza sul piano intellettuale.<br />

E, scrivendo, si prec<strong>is</strong>ano nel tempo i percorsi<br />

Infanzia e medicina: potenzialità? o razionalizzazioni e<br />

sentimental<strong>is</strong>mi?<br />

Se gli scritti contribu<strong>is</strong>cono <strong>all</strong>a prec<strong>is</strong>azione, ridefinizione e recupero in<br />

soggettiva di idee proprie, le propongono pure a chi legge; se migliorano la<br />

capacità di OSSERVAZIONE dei FATTI questo si traduce in più prec<strong>is</strong>e<br />

conoscenze di ordine generale. Maggiori capacità di più inc<strong>is</strong>ive percezioni si<br />

attivano in sequenza; e l'ampliarsi di meglio v<strong>is</strong>sute consapevolezze si<br />

concettualizza a sua volta in nuovi apporti teorici che generano nuovi scritti,<br />

a loro volta destinati a rinnovare in chi li legge nuove e più prec<strong>is</strong>e capacità<br />

di attenzione e di sintesi: e la serie in espansione di progressivi circoli virtuosi<br />

può incentivare i lettori ad aprirsi a chi scrive in un sempre più diffuso


121<br />

ventaglio di richieste di prec<strong>is</strong>azioni, di osservazioni, di proposte e... di<br />

reciproci consigli.<br />

Il titolo del sito e del libro enciclopedico che ne deriva - Bambini di IERI =<br />

adulti di oggi. Adulti di oggi -> adulti di DOMANI - enfatizza lo scopo di<br />

guidare verso il riconoscere e studiare le grandi linee dello sviluppo sia dei<br />

bambini piccoli di oggi, sia di se stessi da bambini di IERI: inizi e fondamenta<br />

di ogni v<strong>is</strong>suto NORMALE - "normale" = che detta le "norme" - nel suo svolgersi<br />

armoniosamente fertile attraverso le dinamiche sequenze delle singole<br />

età. Descrizioni in apparenza "facili" e/o ep<strong>is</strong>odiche di accadimenti "banali" della<br />

vita quotidiana di bambini piccoli, sottolineate da illustrazioni altrettanto<br />

accessibili, in realtà NON sono solo tali, né tanto meno riguardano soltanto i<br />

"bambini piccoli" di quel momento: come nel Giornale dei Genitori<br />

l’opportunità di presentare verità scientifiche, attinenti <strong>all</strong>a normalità dell’Essere<br />

Umano in uno spazio informale di libera circolazione di idee chiar<strong>is</strong>ce anche a<br />

chi scrive concetti fondanti - "che pongono fondamenta" - come quelli che<br />

stanno <strong>all</strong>’origine scientificamente verificabile della condizione e delle<br />

POTENZIALITA’ umane per tutto il corso della vita.<br />

Ma anche i medici sono esseri umani, cioè individui adulti di una specie dai<br />

lungh<strong>is</strong>simi e diversificat<strong>is</strong>simi tempi e modi di sviluppo individuale; e non solo<br />

se "luminari" e capo-scuola sono più che membri anche portavoce di una<br />

società incombente complicata e piena di intrecci e vincoli. Sia come base di<br />

studi teorici, sia per differenziare e facilitare conoscenze e prestazioni, la<br />

Medicina nel suo insieme diversifica in varie "specialità" le sequenze e i criteri di<br />

approccio teorico-pratico: ma nella realtà effettiva le direttive anche normative e<br />

i comportamenti professionali tendono a divergere seguendo vie le più varie. Il<br />

proprio percorso evolutivo, il proprio sapere teorico modulato su v<strong>is</strong>sute<br />

conoscenze ed esperienze durante il corso della vita lavorativa adulta<br />

dovrebbero incontrarsi per ottimizzare quella efficacia del momento presente<br />

che permette di valersi in modo progressivamente sempre più adeguato e critico<br />

della propria esperienza personale e culturale: ma per raggiungere veramente la<br />

pienezza dell'es<strong>is</strong>tere - e assieme a questa anche del "fare" - <strong>all</strong>e competenze e<br />

conoscenze e capacità pratiche b<strong>is</strong>ogna aggiungere in qualsiasi occasione<br />

sensorialità, emozioni, sentimenti, affetti, e <strong>is</strong>tinti - propri ed altrui.<br />

Gli affetti dovrebbero mantenersi nell'integrità dell'esperienza sensibile<br />

che è la condizione per conseguire la pienezza dell'es<strong>is</strong>tenza, senza mai<br />

assumere l'aspetto difettivo di quella deprivazione sensoriale, di<br />

quell'inibizione da contatto caratter<strong>is</strong>tica dei processi di<br />

razionalizzazione, evitando così il paradosso di una dignità della<br />

ragione che nega però l'integrità della persona.<br />

Ma solo del presente? Non es<strong>is</strong>te chi compare <strong>all</strong>'improvv<strong>is</strong>o dal nulla, e


122<br />

neanche chi ha potuto evitare di esser cronologicamente arrivato <strong>all</strong>'adesso<br />

DOPO aver v<strong>is</strong>suto molti anni da bambino: e se anche i medici bene o male<br />

hanno dovuto aver seguito le proprie definite fasi di sviluppo, come può<br />

occuparsi veramente delle es<strong>is</strong>tenze altrui un medico che ignori tutto questo?<br />

Detto in termini più espliciti: se nell'accostarsi al paziente va bensì oltre il<br />

"paradosso di privilegiare la dignità della ragione", ma banalmente si<br />

accontenta di introdurre nell'incontro in se stesso occasionali, sentimentali -<br />

cosiddetti - fattori psicologici, come possono essere oculate e non casuali<br />

una diagnosi ed una terapia? Estraneo e ignoto è chi non si conosce nella sua<br />

situazione attuale centrata sulle e autenticata d<strong>all</strong>e vicende precedenti, riconosciute<br />

nei loro effettivi elementi: nella pratica ogni iniziativa nei riguardi<br />

di perfetti s-conosciuti diventa casuale, superficiale, approssimativa, quando<br />

non erronea se non persin dannosa. Giostrandosi nel variegato gioco delle<br />

cause e concause patogene e/o salvifiche, nelle correlazioni multiple del<br />

presente, la medicina e la vera f<strong>is</strong>iologia dell'es<strong>is</strong>tenza - sia nella forma<br />

primaria di igiene e prevenzione, sia in quella secondaria di terapia - non<br />

possono quindi prescindere d<strong>all</strong>e varie modalità in cui tutto ciò si era<br />

concretizzato nel tempo e neanche vincolarsi a r<strong>is</strong>ultati appar<strong>is</strong>centi<br />

nell'immediato. Non solo pediatri o psicoanal<strong>is</strong>ti debbono occuparsi di<br />

infanzia, ogni medico veramente CURANTE non può considerarsi tale se<br />

cerca solo una professionalità da imbonitore <strong>all</strong>eviatore di sintomi<br />

CONTINGENTI: a tutti sono "affidati" i bambini di oggi assieme ai bambini di<br />

ieri anche in v<strong>is</strong>ta dei bambini di domani, dello sviluppo - in corso,<br />

auspicabile o pregresso - tanto più se r<strong>is</strong>ulta da proteggere, difendere o<br />

recuperare.<br />

La MEMORIA consapevole e mentale, la capacità di richiamare e di rievocare<br />

cognizioni, dati, concetti anche nei loro collegamenti reciproci e emotivi<br />

offre spessore di es<strong>is</strong>tenza sul piano personale, come in generale gli studi di<br />

ARCHEOLOGIA e STORIA permettono una continuazione di vita agli<br />

agglomerati sociali. Ma es<strong>is</strong>te un altro modo di RICORDARE: la complicata<br />

rete di collegamenti del MOMENTO e del PASSATO destinata al FUTURO<br />

possiede una spinta intrinseca presente per Natura in tutti gli esseri viventi -<br />

animali e vegetali - per con-sentirne la con-servazione trasm<strong>is</strong>sibile in<br />

passaggi preparatori: con regolarità fondante la genetica individuale si ritrova<br />

s<strong>is</strong>temata nell'intimo dei corpi viventi in un'altra enorme esprimibile<br />

"memorizzabile" dotazione. Come nei semi vegetali, come nelle talee da cui<br />

rinasce la pianta originaria, come in generale nelle CELLULE STAMINALI di<br />

ogni organ<strong>is</strong>mo, in reconditi spazi inespressi si conserva una "<strong>memoria</strong><br />

biologica", una "<strong>memoria</strong> genetica" in cui però non solo è depositato e<br />

ritrovabile tutto il passato attuato, ma anche in modo preordinato quello<br />

mancato e geneticamente pred<strong>is</strong>posto. Niente vi va perduto né degli eventi,


123<br />

ma neanche delle fasi di sviluppo pur d<strong>is</strong>attese o smentite: in ogni momento<br />

tutta la sequenza dei fatti e dei percorsi può germogliare dal seme - o d<strong>all</strong>a<br />

talea - per venir ritrovata e riattivata verso una maturazione rinnovata, con la<br />

possibilità di prospettive ottimali. In modo impressionante in caso di psicosi<br />

gravi, il paziente guarito dà la sensazione non di un malato r<strong>is</strong>anato ma di<br />

un... morto resuscitatoo, o meglio, se si prefer<strong>is</strong>ce, del se stesso "ri-nato". Rinascere?<br />

Due differenti significati ha in questo contesto il concetto di<br />

"rinascita" oltre a quello globale di ritrovamento del vero SE', di<br />

riappropriazione della propria dignità, diritti e affetti: nell'avviarsi in simili<br />

vacillanti e imbrogliati passaggi l'andamento zig-zagante prima o poi incontra la<br />

seconda, più banale accezione di questo "evento", incontra un passaggio<br />

fondamentale - pur se non ancora determinante - cioè l'esperienza in<br />

RIVISSUTO anche f<strong>is</strong>ico della PROPRIA NASCITA.<br />

Nel file/capitolo <strong>Consapevolezza</strong> e <strong>memoria</strong> una parte molto diffusa e<br />

documentante è dedicata <strong>all</strong>a NASCITA in quanto accadimento fondamentale<br />

in essere per chi - UNA VOLTA PER TUTTE! - sta "venendo <strong>all</strong>a luce" e non<br />

come di solito al PARTO per... chi - magari per l'... ennesima volta, si sta<br />

"liberando" di una gravidanza - che in fondo, come nello spagnolo<br />

"embarazo", è magari un... "imgombro". Nell'andamento a zig-zag del<br />

ritrovarsi completante delle proprie v<strong>is</strong>sute vicende, sia pazienti gravi che<br />

persone "normali" spontaneamente possono riconoscere meglio se stessi a<br />

partire dal ritrovamento di circostanze precoc<strong>is</strong>sime di assoluta univoca<br />

importanza; certamente non a caso ma neanche in modo sensatamente<br />

programmabile, questo ritorno di profonda consapevolezza se non segna<br />

ancora una "palingensi" totale, propone quanto meno una seria svolta nella<br />

conoscenza e accettazione di se stessi. Strane sensazioni f<strong>is</strong>iche, stran<strong>is</strong>simi<br />

malesseri o clamorose sensazioni, sogni ricorrenti ... con tema di ascensori<br />

orizzontali, di tunnel, magari di terremoti... quando finalmente accettati e<br />

svolti si aprono sulle varie fasi di un parto/nascita che può esser ritrovato<br />

come gioioso - e ne es<strong>is</strong>tono! - o come catastrofico: ma in ogni caso concede<br />

di riconoscersi anche f<strong>is</strong>icamnte sempre meglio tramite questa vicenda per<br />

ciascuno assolutamente UNICA ripercorribile ad ogni età d<strong>all</strong>a parte del più<br />

diretto e "speciale" interessato, il nascituro / neonato.<br />

Ippocrate fu Il più famoso medico dell'antichità, padre<br />

fondatore dell'Ars medica antiqua. La sua fama è legata non<br />

solo <strong>all</strong>a sua attività di medico, ma anche e forse soprattutto, a<br />

quella di maestro. ... Secondo Ippocrate la malattia e la salute<br />

erano il r<strong>is</strong>ultato naturale di determinate circostanze del tutto<br />

umane.<br />

Suo è il famoso giuramento con il quale gli aspiranti medici si impegnavano


124<br />

a r<strong>is</strong>pettare poche, ma determinanti regole di vita e comportamento.Le sue<br />

opere, una sessantina circa, sono raccolte nel Corpus Hippocraticum. Per<br />

Ippocrate il medico doveva essere un osservatore dei segni della malattia<br />

poiché il suo compito era semplicemente quello di aiutare la natura nel suo<br />

atto guaritore; v<strong>is</strong>ta, tatto e udito erano quindi gli organi di senso che più<br />

andavano sviluppati.<br />

Da Ippocrate in poi la "Storia" stessa ha riconosciuto, ricordato e onorato "buoni"<br />

medici capaci di mantenersi nell'integrità dell'esperienza sensibile e ampliando i<br />

dettami del Giuramento di Ippocrate, valorizzandone anche gli aspetti iniziali e<br />

nascosti. Ma è quasi doveroso accostare agli esempi più che famosi, ai<br />

Grandi Maestri che ci hanno aperto ufficialmente la strada, alcuni modesti<br />

ma effettivi "Piccoli Maestri" il cui ricordo del modo di lavorare si trasforma<br />

in insegnamento: come alcuni medici condotti "tuttofare" - mi rifer<strong>is</strong>co ad<br />

esempio per l'attenzione, l'aggiornamento persino in tempo di guerra e la<br />

carica umana a Giacomo Naretti medico condotto delle Valchiusella dagli<br />

anni '30 agli anni '50, e a questo "semplice" pediatra triestino, e al suo<br />

costante perseguimento della "Salute con la S maiuscola": di lui val la pena<br />

rimanga il ricordo e si trasformi in insegnamento il suo modo di lavorare come<br />

spiegato - e illutrato! - da Federica Scrimin:<br />

E' la storia di Bruno Pincherle (incidentalmente:<br />

cugino di Moravia), pediatra storico e<br />

proverbiale di Trieste, illustrata... a sua insaputa<br />

da lui stesso. Medico vecchio stampo, come<br />

non è quasi più nessuno, curava, educava,<br />

<strong>is</strong>truiva bambini e genitori; politicamente<br />

impegnato, combatteva con le autorità per il<br />

perseguimento della Salute con la S maiuscola.<br />

Con estrema semplicità, un po' per sfogo<br />

art<strong>is</strong>tico personale incontenibile e un po' per<br />

accontentare, d<strong>is</strong>trarre, consolare bimbi e<br />

genitori, produceva a getto continuo schizzi e<br />

d<strong>is</strong>egni deliziosi, che sono stati gelosamente<br />

conservati a d<strong>is</strong>tanza di quasi quarant'anni d<strong>all</strong>a sua morte (1968), e messi a<br />

d<strong>is</strong>posizione dell'autrice. Storia italiana, leggi razziali, guerra e dopoguerra,<br />

anni del boom; medicina sociale <strong>all</strong>a Maccacaro, medicina semplice e<br />

quotidiana, buon senso antico (e ora perduto...), cultura (amico di Umberto<br />

Saba, nella cui bottega di via san Nicolò passava molte ore); umanità,<br />

humor, umiltà che diventava fermezza quando era il caso. Peccato che<br />

rimanga ricordo per pochi che già sanno e non si trasformi in insegnamento.<br />

Una sfida!<br />

(Da una lettera <strong>all</strong>a redazione della trasm<strong>is</strong>sione radio Fahrenheit.)


125<br />

Individualità, sviluppo, evoluzione?<br />

Viginia Apgar<br />

Emmi Pikler<br />

Maria<br />

Montessori<br />

Sigmund Freud<br />

CIASCUNO DI NOI E' STATO BAMBINO, MA LO HA GIA' DIMENTICATO E<br />

RITIENE DI ESSERE DIVENTATO INTELLIGENTE SOLO DA GRANDE.<br />

Il diritto del bambino al r<strong>is</strong>petto - Janusz Korczak - Luni Editrice<br />

Non per chiunque l’infanzia si era svolta e si svolge in modo "normale" ed<br />

ottimale; non certo per tutti l'infanzia è quel periodo dorato, di felicità e


126<br />

dolcezza, e gioia di vivere ed aiuto al diritto di espandersi di cui si favoleggia:<br />

purtroppo ben numerose sono le persone cresciute dopo esser state "bambini<br />

d<strong>all</strong>o sviluppo infelice". E-ducare letteralmente - d<strong>all</strong>a derivazione diretta dal<br />

latino - indica il concetto di "trarre fuori" e quindi indirettamente di valorizzare<br />

le possibilità latenti, ma lascia così anche intendere implicitamente<br />

l'impossibilità di AGGIUNGERNE se ines<strong>is</strong>tenti. Il bambino - anzi il neonato - è<br />

l'adulto che sarà ma se niente di più della sua dotazione gli può venir fornita,<br />

molt<strong>is</strong>simo invece in ogni circostanza gli può venir TOLTO: potrà <strong>all</strong>ora<br />

manifestarsi per davvero nella sua completezza quella persona a cui è stata<br />

sottratta d<strong>all</strong>'infanzia l'opportunità di s-volgere, di sciogliere, di esperire, di sdipanare<br />

il tema enorme delle potenzialità che la Natura gli ha offerto? Come si<br />

muoverà nella sua maturità quella persona <strong>all</strong>a quale è stato tarpato e/o stravolto<br />

lo SVILUPPO?<br />

Ma non è un destino ineluttabile, non si forma così una "selezione" quasi<br />

razz<strong>is</strong>ta: per fortuna molti "ex-bambini infelici" possono - se vogliono -<br />

"guarirne", in quanto anche chi non ha "sviluppato" la propria infanzia in tutto il<br />

suo potenziale non è condannato senza scampo a vivere solo da ammalato e o<br />

da schiavo.<br />

Non posso mettere ogni cosa direttamente in ordine. Il ricordo va avanti e indietro non segue una<br />

linea diritta... L'avviarsi in simili vacillanti e imbrogliati passaggi, l'avvicinarsi e evitare la<br />

terribile verifica che ci sia potuto capitare... Però il riconoscere che là sta la causa della sofferenza, e<br />

che questa causa ha un senso, permette l'accettazione di queste memorie a piùanche quando il lavoro<br />

interiore e la terapia hanno perso ogni dolcezza.<br />

La follia? è l'OBLIO di un grande dolore... ma per fortuna non sempre il<br />

destino di sviluppi mal-condotti o di infanzie traumatizzate è determinato in via<br />

definitiva: anche in questi casi la medicina e le sue specializzazioni possono<br />

proporre complete terapie - non compensazione di sintomi! - che mirano ad una<br />

piena restitutio ad integrum, compresa una prospettiva finale di guarigione<br />

riconducibile <strong>all</strong>a RICOSTRUZIONE di es<strong>is</strong>tenze come avrebbero potuto e<br />

dovuto - geneticamente - essere. Un simile difficile, spesso impressionante e<br />

zig-zagante procedere verso una vera vita non è però senza ulteriori<br />

ricompense: le traversie v<strong>is</strong>sute e chiarite dei pazienti usciti da situazioni<br />

patogene, le loro r<strong>is</strong>orse e soluzioni mai altrimenti esperibili da chi ne viene a<br />

così intima conoscenza reciprocamente offrono a loro volta important<strong>is</strong>sime<br />

fonti di inaspettate informazioni e consapevolezze. Chi le accoglie e le<br />

"comprende" ne ricava profondi arricchimenti culturali sul piano personale e<br />

professionale e non solo privato: questi ex-bambini traumatizzati - pur se in<br />

modo assolutamente terribile - con le loro accolte, riv<strong>is</strong>sute e r<strong>is</strong>olte


127<br />

esperienze possono - oltre che recuperare se stessi - offrire a tutti<br />

fondamentali apporti di saggezza e conoscenza, non solo svelando situazioni<br />

e avvenimenti ma anche fornendo arricchimenti <strong>all</strong>e conoscenze scientifiche.<br />

Non b<strong>is</strong>ogna però sottovalutare che ben più di frequente di una difesa da<br />

circostanze gravi o grav<strong>is</strong>sime qualcosa di d<strong>is</strong>turbante da nascondere, di<br />

patogeno inceppante può riguardare non soltanto fatti dolorosi accaduti,<br />

quanto altrettanto in-sopportate "esperienze" interne: per semplificare,<br />

emozioni considerate inaccettabili perché troppo in contraddizione con altre<br />

emozioni. La sostanza delle patologie mentali è in ogni caso costituita dai<br />

tentativi di compensazioni fasullee durature e non dai traumi stessi, ma non<br />

soltanto come conseguenza procrastinata di traumi "esterni": accanto a veri<br />

traumi catastrofici ed a vere violenze, <strong>all</strong>'origine dei molto invalidanti<br />

"d<strong>is</strong>turbi mentali" es<strong>is</strong>te una serie di "gocce che scavano la pietra", di<br />

interferenze fuori tempo e fuori luogo costituite magari da fatti<br />

apparentemente positivi. Dal lato dell'eziopatogenesi anche dei peggiori<br />

"d<strong>is</strong>ordini mentali" una soggettiva tempestiva soluzione può esser cons<strong>is</strong>tita<br />

nella - resa definitiva - mancata soluzione di difficoltà in apparenza semplici,<br />

ma non r<strong>is</strong>olvibili in quel contesto nella gestione contraditoria delle<br />

emozioni. E non solo in quel contesto generico: grav<strong>is</strong>sime conseguenze<br />

future derivano da momenti cruciali dello sviluppo interferiti in un modo<br />

talmente sottile e subliminale da poter sembrare senza alcuna importanza se non<br />

pienamente favorevole - vedi ad esempio i casi degli esiti in vere ingestibili<br />

psicosi dei "precoci campioni sportivi", dei "bambini prodigio". In altri termini:<br />

l'aver scombinato una cruciale fase di sviluppo, l'aver agito in un momento e in<br />

modo sbagliato sul processo di armonizzazione delle maturazioni - intellettuali,<br />

sociologiche e affettive ed anche somatiche - con una serie di apparentemente<br />

irrilevanti "inconvenienti" non solo può aver alterato quella cruciale fase, ma<br />

anche le sue successive, avviando a valanga una catena di induttoriorganizzatori<br />

sbagliati, da cui "mostruosità" e errori in peggioramento. Ed è<br />

proprio forse questo il punto-chiave della grande scoperta, del grande regalo<br />

datoci da Freud: la possibilità di equiparare la cura di tutti questi pazienti: tanto<br />

di quelli sofferenti per accadimenti traumatizzanti - se non ci fosse stato quella<br />

brutta esperienza la mia sarebbe stata un'infanzia felice - che di quelli impegnati<br />

in soggettivamente insolubili conflitti interni, e/o tormentati da emozioni<br />

soggettivamente inaccettabili.<br />

Proprio questo riconqu<strong>is</strong>tato r<strong>is</strong>petto per tutte le situazioni iniziali ha<br />

permesso un così enorme progresso nella teoria e nella pratica; e da <strong>all</strong>ora<br />

non solo offre una così valida possibilità agli psichiatri di ottenere vere<br />

guarigioni, ma propone più prec<strong>is</strong>e possibilità di cura <strong>all</strong>a medicina nel suo<br />

insieme, e garant<strong>is</strong>ce anche continui apporti concreti al generale bagaglio


128<br />

della scienza biologica e socio-antropologica.<br />

Prospettive testimoniali che illustrano con casi concreti, magari estremi, questo<br />

d<strong>is</strong>corso si trovano più o meno complete qua e là in molti file/capitoli: ad ogni<br />

modo riconoscibili come tali in quanto in tutti i paragrafi r<strong>is</strong>ultano trascritte in<br />

caratteri diffeenti per ciascun testimone ma sempre mimanti la scrittura<br />

manoscritta. Ed è così che, concretizzate con documentazioni di PRIMA<br />

MANO in paragrafi conclusivi e fondanti successioni di CONSAPEVOLEZZE<br />

personali possono dare l'avvio ad una sempre miglior comprensione di<br />

significati ben più generali.<br />

Ho spesso sognato qualcosa che mi spaventava a tal punto da<br />

obbligarmi a svegliarmi di soprassalto urlando come per difesa<br />

r<strong>is</strong>petto a quell'incubo, ma il più delle volte era paura ma non<br />

capivo di cosa, intuivo solamente. Quante volte ho poi creduto<br />

che quegli incubi notturni mi riportassero al periodo<br />

dell'ospedale. Era stata mia madre stessa a raccontarmi più e più<br />

volte quell'ep<strong>is</strong>odio, quasi cercando di giustificarsi, o forse mi<br />

viene da pensare oggi, per farmi credere che tutto avesse<br />

avuto quel momento come principio e che se non ci fosse<br />

stato quella brutta esperienza la mia sarebbe stata<br />

un'infanzia felice. ... L'ep<strong>is</strong>odio dell'ospedale sembrava superato<br />

eppure quegl'incubi continuavano, fino a quando non ho<br />

guardato in faccia ciò che mi faceva veramente paura paura.<br />

Mi sento un po' un sopravv<strong>is</strong>suto e come loro ho la stessa<br />

sensazione che pochi crederebbero a ciò che ho appena scritto.<br />

SINGOLI ep<strong>is</strong>odi traumatici o tutta una situazione<br />

AMBIENTALE di vero e continuativo PERICOLO<br />

PERICOLO?<br />

Analogamente a quanto criticato nel paragrafo sopraccitato, molti pensano<br />

che per una psicoterapia "valida" possa essere sufficiente mettere in chiaro<br />

gravi ep<strong>is</strong>odi rimossi, "svelare" singoli "segreti" o "ricordare" singoli fatti<br />

traumatici: anzi molti si illudono che una volta "scovato" il "colpevole" -<br />

trauma, abuso, conflitto, spavento ecc. - tutto vada a r<strong>is</strong>olversi per il meglio e<br />

che ogni sintomo sia destinato ineluttabilmente a sparire:<br />

Ho fatto nuovamente un sogno che mi ha obbligato a<br />

svegliarmi urlando. Entra abbastanza trafelata una<br />

donna ... Entra come se fosse di casa e mi saluta, io<br />

sono stupito di vederla. Mentre mi passa davanti si


129<br />

gira e mi guarda. Incrocio lo sguardo e una paura<br />

tremenda mi assale e mi sveglio urlando. La scorsa<br />

notte ne ho fatto un'altro: ho avuto nuovamente quella<br />

sensazione che mi portava a svegliarmi, ma questa<br />

volta il sogno è continuato perché evidentemente la<br />

paura non era così forte. Non poteva nuocermi come<br />

nell'altro sogno perché era come se l'avessi<br />

immobilizzata, murata. Quasi non ci credo se penso a<br />

quanto tempo ci è voluto perché questa storia ven<strong>is</strong>se<br />

fuori. Lo sapevo certo ma un conto è saperlo un conto<br />

è sentirla la paura paura.<br />

Traumi f<strong>is</strong>ici - percosse, abusi di ogni genere mal-trattamento ... - ma quanti<br />

anni v<strong>is</strong>suti nel terrore può trascinarsi dietro anche solo un semplice<br />

incrociare di sguardi malevoli malevoli? Per non arrecare successive ferite è<br />

necessario procedere con massime pazienza e cautela prima di ricostruire nei<br />

pazienti un solido tessuto di es<strong>is</strong>tenza in una vera restitutio ad integrum, per<br />

ridare a ciascuno la possibilità di ritrovarsi e ripercorrere il completo mosaico di<br />

uno sviluppo che sarebbe stato il loro NORMALE al posto di quello che era stato<br />

un percorso ad ostacoli continuamente minato, un labirinto<br />

senza uscita, con un unico obiettivo: la sopravvivenza.<br />

Momenti belli o brutti, di espansione gioiosa o di fatti traumatizzanti...<br />

"dimenticati" nel corso degli anni, nel percorso delle "fasi di sviluppo"? Ricordi<br />

"rimossi", come pure interpretazioni riduttive, ep<strong>is</strong>odiche, sensazional<strong>is</strong>tiche<br />

della propria esperienza...? Quanto vuoti di <strong>memoria</strong>, m<strong>is</strong>conoscimenti,<br />

riduttiv<strong>is</strong>mi e sensazional<strong>is</strong>mi possono trasformare il completamento esperenziale<br />

dello sviluppo non in un "labirinto", ma in un ben peggiore binario obbligato, e<br />

ingarbugliare invece di liberare e dipanare?<br />

Per alcune informazioni sulle cosiddette esperienze critiche che<br />

portano al soverchiamento delle capacità di modulazione delle<br />

emozioni e relativi meccan<strong>is</strong>mi psichici di difesa, vedi Trauma e<br />

<strong>memoria</strong>: d<strong>is</strong>sociazione (DSM-IV Rda pag. 525 e seg.)/<br />

. Memorie ed emozioni non raccolte... non credute... o peggio<br />

der<strong>is</strong>e...: vedine altri dati in Imbroglio è il contrario di sviluppo e<br />

nei link ivi proposti.<br />

Ma ricostruendo e riattivando si può andar ancor oltre la possibilità di un<br />

semplice completamento della propria es<strong>is</strong>tenza come ottimale prospettiva di<br />

psico-sociale restitutio ad integrum: al di là di ogni difficoltà, blocco, trauma,


130<br />

sofferenza e compensazione patologica, ogni "speciale" esperienza totalmente<br />

v<strong>is</strong>suta può aprire orizzonti impensati di resilienti, maggiorate e valorizzate,<br />

conoscenza, consapevolezza e... "sapienza".<br />

E <strong>all</strong>ora adesso è un po' come se avessi mentito a me stesso e<br />

avessi perso anche tanto tempo. Questo mi duole di più. Mai<br />

avrei immaginato, se non lo avessi provato sulla mia stessa pelle,<br />

quanto importante è il ruolo di chi si impegna a diventare<br />

genitore, quanto può essere d<strong>is</strong>truttivo per un figlio, (anche senza<br />

arrivare <strong>all</strong>'estremo ultimo dell'infanticidio<br />

infanticidio), se lo sviluppo diventa un<br />

percorso ad ostacoli continuamente minato, un labirinto senza uscita, con un unico obiettivo: la sopravvivenza.<br />

Aggiungo sinteticamente che il sogno dell'altra sera sembra avere prodotto qualcosa. Ho l'impressione che quella<br />

figura ormai fossilizzata di mia madre abbia un significato più ampio. Mi sembra che si stia verificando una<br />

storicizzazione della mia vicenda personale, come se la stessi riconducendo da un piano solo ed esclusivamente<br />

personale ad uno collettivo (o generale. Me ne sono accorto guardando stasera un pezzo di uno spettacolo di<br />

Paolini sul romanzo di Rigoni Stern: Il sergente nella neve<br />

Ora comprendo che il parad<strong>is</strong>o della<br />

giovinezza, così presto perduto, fu un<br />

primo tentativo di liberarmi d<strong>all</strong>e<br />

catene del "puramente personale", da<br />

un'es<strong>is</strong>tenza dominata solo dai<br />

desideri, d<strong>all</strong>e speranze, dai<br />

sentimenti primitivi. Fuori c'era<br />

questo enorme mondo, che es<strong>is</strong>te<br />

indipendentement e da noi, e che ci sta<br />

di fronte come un grande, eterno<br />

enigma, accessibile solo parzialmente<br />

<strong>all</strong>a nostra osservazione e al nostro<br />

pensiero. La contemplazione di questo<br />

mondo mi attirò come una liberazione...<br />

L'esperienza consapevole del presente, e la padronanza della propria posizione<br />

nello spazio ambientale e nel tempo nel suo trascorrere organizzano la via per la<br />

vera fruizione della propria orbitante QUARTA DIMENSIONE: la<br />

consapevolezza del proprio ambiente del momento, unita - consapevolmente - a<br />

quella del proprio passato e delle proprie emozioni - non importa quale esso sia<br />

stato o siano queste emozioni - contribu<strong>is</strong>ce in modo sostanziale a determinare<br />

quello che viene definito lo SPESSORE personale come antitetico a fatuità e<br />

incons<strong>is</strong>tenza. Anzi: ogni esperienza - consapevolmente - sopportata non<br />

soltanto arricch<strong>is</strong>ce la - in fondo banale - ragione, ma è la radice della vera


131<br />

MATURITA' e SAGGEZZA. (E' più o meno questo il significato della famosa<br />

frase di Shakespeare ripeness <strong>is</strong> <strong>all</strong>.) Ma non solo: d<strong>all</strong>e altrui maturità e<br />

saggezza, dal bgaglio inesauribile di conoscenze - al plurale - che ne promana si<br />

apre per tutti un insegnamento implicito, viene offerta a chiunque una fonte di<br />

vitalizzante "cultura": dai bagagli autentici di CONOSCENZA comunque<br />

presentati promana in ogni direzione la continuativa garanzia di poter ritrovare<br />

in ogni momento presente e futuro la gioia - evolutiva, mai completa, sempre<br />

rinnovata - dell'APPRENDERE.<br />

Dando uno spazio incongruo a singole parole-chiave - come appunto<br />

"dipendenza" - invece che al contenuto logico di un d<strong>is</strong>corso articolato e<br />

confondendo sintatticamente affermazioni con negazioni, complementi attivi con<br />

passivi, verbi di azione con verbi di stato ha preso piede il tipico luogo comune<br />

riguardante la Psicoanal<strong>is</strong>i che la descrive come destinata in modo ineluttabile a<br />

produrre dipendenza, omologando questo fondamentale strumento curativo e<br />

culturale a ogni altra forma di terapia, a qualsivoglia altra - tecnicamente<br />

accreditata o spontanea - forma di appoggio, consiglio, ass<strong>is</strong>tenza, ascolto. La<br />

psicoanal<strong>is</strong>i invece si occupa tanto intensivamente di "dipendenze" di "transfet(s)"<br />

proprio perché uno dei principali sui scopi <strong>is</strong>tituzionali è quello di dedicarsi ai<br />

loro scioglimenti come UNICA proposta concreta per far ritrovare la propria,<br />

vera es<strong>is</strong>tenza nel VERO presente, a contatto e in relazione VERA con le effettive<br />

persone - e comunque "realtà " - del momento. A differenza di ogni altro tipo di<br />

terapia o supporto per sua intrinseca natura la psicoanal<strong>is</strong>i deve costituirsi come<br />

strumento di rivelazione di transfert da considerarsi rigorosamente al plurale:<br />

non è un supporto, non è un conforto è un'efficace mezzo della scienza medica,<br />

atto a RESTITUIRE e NON a derubare una persona delle sue capacità di<br />

riconoscimenti e SCELTE. Questo ha proprio rivelato la prima grand<strong>is</strong>sima<br />

scoperta di Freud: la possibilità di prima accettare e poi SCIOGLIERE le<br />

dipendenze, riconosciute nella loro vera natura di TRANSFERT(S). Si potrebbero<br />

porre obiezioni lingu<strong>is</strong>tiche sull'uso di un termine abitualmente invariante (ri-<br />

)tradotto dal (latino)-inglesizzato, cioè il/i "tranfert(s)": ma qui è assolutamente<br />

necessario attirare l'attenzione - perfino usando di proposito una modalità<br />

anomala del linguaggio - sul fatto che si vogliono evidenziare fenomeni plurimi<br />

e non raggruppati in un blocco unitario da ... spostare nei rifiuti in un unica<br />

pattumiera. Se nel campo delle "cose" concrete la cultura dell'usa-e- getta è<br />

deleteria e ben poco eco-sostenibile, questo NON vale certo per quanto riguarda<br />

le NON CONCRETE immagini mentali: anche sulle immagini, sui sentimenti,<br />

sulle opinioni - e non solo sulle persone eventualmente oggetto spurio dei<br />

proverbiali "falsi innamoramenti" - vuoti tranfert senza futuro possono<br />

immobillizzare ogni manifestazione e interferire fino ad intercettare possibilità e<br />

accecare percezioni. Assurdi statici transfert(s) mummficano intere es<strong>is</strong>tenze in


132<br />

ostinate vie e ricerche di situazioni ripetitive, ben poco "ecologiche" ed<br />

"omeostatiche" e tanto meno sintoniche con il sempre mutevole ambiente sia<br />

circostante che interno. Ben espressi dal termine popolare f<strong>is</strong>sazioni/f<strong>is</strong>se e dai<br />

derivati anche insultanti che ne costitu<strong>is</strong>cono le conseguenze v<strong>is</strong>ibili, circoli<br />

viziosi decadenti si appiccicano a persone e non solo: anche oggetti e situazioni<br />

e emozioni e "opinioni" possono continuare <strong>all</strong>'infinito a rappresentare<br />

inconsapevolmente feticci di stati d'animo pregressi, a costituirsi non come<br />

"ricordi affettivi" o come ipotesi coadiuvanti di nuove esperienze, ma come<br />

portatori di tipiche m<strong>is</strong>tificazioni superstiziose.<br />

A proposito del termine "transfert" è molto OPPORTUNA un'altra e più secca<br />

prec<strong>is</strong>azione, fattuale e non solo generica e/o semantica per dirimere una serie di<br />

equivoci e false apettative. Il termine, derivato dal latino, significa letteralmente<br />

"trasporre" cioè spostare qualsiasi cosa da una sede ad un'altra: ne sono<br />

compresi anche i "riv<strong>is</strong>suti emozionali", inconsapevolmente accatastati da<br />

persone e oggetti del passato o della fantasia su persone o situazioni in atto -<br />

invece a se stanti, differenziati, NEUTRALI, a loro volta inconsapevoli se non del<br />

tutto ignari. In tutto questo groviglio di tempi "rimossi", di attribuzioni<br />

fantastiche, di incomprensioni pseudo-razionalizzate - vedine la presa in giro nei<br />

versi di: Nodi. Paradigmi di rapporti intrapsichici e interpersonali di Ronald<br />

Laing - ogni elemento se non ogni particolare viene sovraccaricato sui v<strong>is</strong>suti di<br />

altri soggetti che non possono capirne né la natura né la ragione, mentre chi ne<br />

è l'autore "incompreso" tende a reagire, deluso nelle sue "aspettative" e pseudoconvinzioni:<br />

ogni momento di simili pseudo-rapporti non può che dar luogo a<br />

un mai finito "dialogo tra sordi" - da cui appunto prendono origine tenac<strong>is</strong>sime<br />

annodate "dipendenze" - se non casi di illegale - quando non criminale fino<br />

<strong>all</strong>'omicidio - stalking. Invece, quando l'interlocutore si trova nella condizione di<br />

poter riconoscere un transfert in atto, e ACCETTARLO ripresentificandolo,<br />

diviene possibile per entrambi ri-trasformare questo incontro prima sterile tra<br />

entità in-comunicanti in un "dialogo" fattuale, e restituire così ai "nodi" e <strong>all</strong>e<br />

"f<strong>is</strong>sazioni" il dinamico destino dei "cambiamenti" in varianti espansioni.<br />

... il sorprendente fenomeno della cosiddetta traslazione, vale a dire<br />

egli rivolge sul medico una certa quantità di moti di tenerezza,<br />

abbastanza spesso framm<strong>is</strong>ti a ostilità, che non sono fondati su alcun<br />

rapporto reale e che non possono che derivare, date le particolarità<br />

della loro comparsa, dagli antichi desideri fantastici del malato divenuti<br />

inconsci. Quella parte della sua vita emotiva che egli non riesce più a<br />

richiamare <strong>all</strong>a <strong>memoria</strong>, viene dunque da lui riv<strong>is</strong>suta nel suo<br />

rapporto con il medico ed è solo attraverso codesta reviv<strong>is</strong>cenza nella<br />

"traslazione" ch'egli si convince dell'es<strong>is</strong>tenza, nonché della potenza,<br />

degli impulsi sessuali inconsci.


133<br />

L'es<strong>is</strong>tenza del/dei "transfert(s)" è stata cronologicamente la prima GRANDE<br />

SCOPERTA di Freud, ed ha sancito l'incompatibilità tra il suo metodo e quello di<br />

Breuer (1889-1892); però ha anche messo in luce come in senso "pratico" tutto<br />

questo presupponga per il curante il prestarsi a fare da attore se non da<br />

"manichino" di una recita tutta interiore di chi invece ne è parte attiva - nel caso<br />

di una terapia - del "paziente" ora in veste implicita di "reg<strong>is</strong>ta". Non è sempre<br />

facile questo lavoro da "attori" in questa serie di cangianti "psicodrammi" non<br />

"f<strong>is</strong>si" come lo sono le "dipendenze" e i "legami", ma viceversa in continue<br />

evoluzioni teatralizzate. Ma, a premiare queste difficoltà, l'impegno di un<br />

curante consapevole lo pone anche e soprattutto in una doppia posizione<br />

privilegiat<strong>is</strong>sima: in un suo privato terapeutico set cinematografico si svolgono le<br />

vicende riv<strong>is</strong>sute, e nella sua "parte emotivamente recitata da attore" gli è dato<br />

non solo di "intuire" con partecipazione emozionale ma di CONSTATARE in<br />

concreto e logicamente di persona le situazioni nella loro interezza che il<br />

"paziente/reg<strong>is</strong>ta" quasi senza accorgersene gli presentifica e non soltanto<br />

"raccconta". Assecondare ri-v<strong>is</strong>suti senza prestarsi a subirli in un malinteso<br />

"legame", in una malintesa "empatia"? Freud ha scoperto più di un secolo fa che<br />

in questo modo si attuano vere possibilità di GUARIGIONE da un passato che<br />

non più si incancren<strong>is</strong>ce: ed è <strong>all</strong>ora - quando ogni "tranfert" SPARISCE, quando<br />

si esaur<strong>is</strong>ce tutta la serie di riproposti malintesi - che ci si può inoltrare a pieno<br />

diritto del vero personale ramificato NUOVO.


134<br />

Il rapportarsi NORMALE <strong>all</strong>a realtà mutevole del presente - vedi l'intero<br />

file/capitolo <strong>Consapevolezza</strong> e <strong>memoria</strong> - NON si struttura mai in formazioni<br />

statiche, in rapporti interpersonali che continuano ad aggrovigliarsi su se stessi,<br />

come gli scherzosi paradigmi di incancellabile autoreferenzialità dei Nodi.<br />

Paradigmi di rapporti intrapsichici e interpersonali di Ronald Laing. In questi<br />

versi e in interazioni umane troppo spesso equivocate come "normali" un passato<br />

difettoso si contrae ed arrotola in ripetitivi patologici transfert, in caricaturali<br />

nodi bloccati e in bloccanti "legami": imped<strong>is</strong>ce l'adesione <strong>all</strong>a mutevole realtà<br />

ed ai rapporti in cui ci si trova, costringe a r<strong>is</strong>tagnare sb<strong>all</strong>ottati in un movimento<br />

circolare senza direzione se non di uniforme va-e-vieni: in un mondo <strong>is</strong>olato e<br />

nel vuoto delle proprie fantasie, aspettative e paure.<br />

Il d<strong>is</strong>solversi dei transfert(s), la perdita/rinuncia di significati dati abusivamente a<br />

trasferimenti indebiti, a spostamenti solo soggettivi, l'impedire che ricordi mal<br />

digeriti si arroghino la facoltà di sostituirsi <strong>all</strong>e v<strong>is</strong>sute e sofferte ESPERIENZE<br />

mentre permette la vera guarigione introduce ai successivi vantaggi della<br />

NORMALITA'. Ma non si può però fantasticare possa essere semplice e indolore<br />

l'uscita d<strong>all</strong>'idea di un MONDO ripetitivo, r<strong>is</strong>tretto e mono-tono che proprio<br />

come tale è una rassicurante fonte ind<strong>is</strong>cussa di prevedibili convinzioni.<br />

Sembrerebbe ovvio considerare che chi è afflitto da un malessere sia b<strong>is</strong>ognoso<br />

di cura; sembrerebbe almeno r<strong>is</strong>pettoso non dimenticare che chi cerca una<br />

"terapia" è perché è "malato" e cap<strong>is</strong>ce di esserlo; ma è quasi crudele come uno<br />

stigma di "colpevolizzazione" costringere i riluttanti a uscire forzatamente da<br />

"meccan<strong>is</strong>mi di difesa" radicati lontanamente nel tempo: meccan<strong>is</strong>mi messi in<br />

atto in età magari precoc<strong>is</strong>sima, e quindi ben carente non di "intelligenza", ma di<br />

quella capacità di ri-conoscere situazioni e di quella lungimiranza che derivano<br />

da v<strong>is</strong>sute, "concettualizzate" esperienze. E qui cito di nuovo alcune frasi delle<br />

precedenti testimonianze come didascalia del mito di Medusa il cui sguardo<br />

aveva la capacità di trasformare in pietra chiunque la guardasse negli occhi:<br />

Mi sento un po' un sopravv<strong>is</strong>suto e come loro ho la stessa<br />

sensazione che pochi crederebbero a ciò che ho appena<br />

scritto. Ho fatto nuovamente un sogno che mi ha<br />

obbligato a svegliarmi urlando. Entra abbastanza<br />

trafelata una donna ... Entra come se fosse di casa e mi<br />

saluta, io sono stupito di vederla, Mentre mi passa<br />

davanti si gira e mi guarda. Incrocio lo sguardo e<br />

una paura tremenda mi assale e mi sveglio<br />

urlando. La scorsa notte ne ho fatto un'altro: ho avuto<br />

nuovamente quella sensazione che mi portava a<br />

svegliarmi, ma questa volta il sogno è continuato perché<br />

evidentemente la paura non era così forte. Non poteva<br />

nuocermi come nell'altro sogno. Quasi non ci credo se<br />

penso a quanto tempo ci è voluto perché questa storia ven<strong>is</strong>se fuori. Lo sapevo<br />

certo ma un conto è saperlo, un conto è sentirla la paura paura.


135<br />

Guarigione e continuazione nella normalità aprono finalmente la via concreta<br />

<strong>all</strong>a propria VERA ESISTENZA, cioè non ad un'immemore "gioia di vivere" come<br />

dal titolo stesso del libro Non ti ho mai promesso un giardino di rose di Joanne<br />

Greennberg che descrive appunto la cura di un caso - ma al VIVERE ben<br />

lontano dal vegetare. Ma per chi sta male, per chi è stato da piccolo molto male,<br />

per chi non ha conosciuto altra via non è certo "rassicurante" la rinuncia <strong>all</strong>a<br />

r<strong>is</strong>trett struttura "imbutiforme" del "patologico": come entrare in un universo<br />

sconosciuto mai condiv<strong>is</strong>o dopo aver soltanto abitato un'intera vita tappezzata di<br />

unioni arbitrarie basate su opposizioni - contro estranei, contro veri nemici o<br />

pseudo-tali? Come credere possano es<strong>is</strong>tere e manifestarsi amicizie, affetti,<br />

scambi sinceri, collaborazioni ecc. dopo tempi immobilizzati in sterili<br />

comunanze comunque sempre gerarchiche a base di superiorità/inferiorità?<br />

Come uscire impunemente senza sgomento in uno sconosciuto e inconoscibile<br />

universo d<strong>is</strong>continuo dopo aver da sempre abitato nella non riconosciuta<br />

SOLITUDINE di un mondo spersonalizzante e anti-razionale, magico o<br />

comunque fide<strong>is</strong>tico? Come fidarsi di chi porge una mano per aiutare a liberarsi<br />

d<strong>all</strong>a sostanziale impotente e inadeguata solitudine, d<strong>all</strong>'incapacità di<br />

riconoscere un proprio posto nel mondo e una effettiva possibilità di agirvi?<br />

Che ho a che fare io con gli<br />

schiavi?<br />

Come medici: poter aiutare gli schiavi a gudagnarsi la loro liberazione oppure:<br />

essere ... simili a quegli uomini che ora sono i prestigiatori, i<br />

purificatori, i saltimbanchi e i ciarlatani<br />

ciarlatani, che fingono<br />

di essere molto pii e più colti degli altri altri. Tutte le cose dette<br />

da un esperto di sapienza o da un medico, o scritte sulla<br />

natura, si avvicinino più <strong>all</strong>a pittura che la medicina...<br />

???<br />

Troppo spesso comunque anche per chi "cura" può esser difficile rinunciare a<br />

sentirsi "profeta" di "sventura" e in par<strong>all</strong>elo consequenziale di autore di<br />

"sensazionali miracoli", nonché supporre sia facile per il curante/attore prestarsi<br />

senza difficoltà <strong>all</strong>a successione antitetica dei ruoli varianti che gli vengono<br />

implicitamente richiesti. Non è certo comodo passare al ruolo del "cattivo di<br />

turno", del nemico persecutore, del "traditore", del "demonio tentatore",... del<br />

"torturatore" che vuole riaprire vecchie ferite in alternanza al ruolo di "guru" se<br />

non del "beneamato", ma forse ancor più intrigante è l'accettare o meno -<br />

usando insieme il massimo di cautela con il meglio della convinzione e senza<br />

perdere le proprie competenze professionali e tranquillità d'animo - di lasciarsi<br />

coinvolgere ma non inv<strong>is</strong>chiare nei circoli appiccicosi e viziosi delle<br />

dipendenze magari fide<strong>is</strong>tiche se non magiche e "m<strong>is</strong>teriose".


136<br />

Anamnesi remot<strong>is</strong>sima? Anamnesi familiare? Ma che parte dare nella cura <strong>all</strong>e<br />

famiglie attuali e <strong>all</strong>e conseguenze anche molto lontane nei tempi e nelle<br />

generazioni dell'agire dell'uno o dell'altro parente? E nel presente: quale impatto<br />

non solo pratico ma anche emotivo hanno sul medico le interferenze di<br />

familiari del paziente - singole o collettive, compreso il poter d<strong>is</strong>cutere<br />

obbiettivamente di un argomento sovraccarico di tensione emozionale come il<br />

DENARO, di solito velatamente ma tenacemente tenuto al di fuori di un d<strong>is</strong>corso<br />

logico e sincero? E come a propria volta muoversi avendo a che fare di persona<br />

con familiari probabilmente "colpevoli", o con assillanti e inefficienti<br />

sentimental<strong>is</strong>mi beceri?<br />

Wo Es war, soll Ich werden (Freud 1932)<br />

Il verbo "sollen" indica "dovere in senso morale": e quindi dichiara come un<br />

dovere etico il passare d<strong>all</strong>'inconsapevolezza <strong>all</strong>'esperienza consapevole, ma<br />

anche in v<strong>is</strong>ta di proteggersi da un pericolo obiettivo qual'è:<br />

Chi non ricorda il passato è destinato a ripeterlo<br />

Questi i fenomeni relativi <strong>all</strong>e malattie, dai quali traevo le<br />

conclusioni<br />

conclusioni, fondandole su quanto c'è di comune e<br />

quanto di individuale nella natura umana; sulla<br />

malattia, sul malato, sulla dieta e su chi la prescriveva [...] ;<br />

sulla costituzione generale e specifica dei fenomeni<br />

atmosferici e di ciascuna regione, sui costumi, il regime, il<br />

modo di vita, l'età di ognuno; sui d<strong>is</strong>corsi, i modi, i silenzi, i<br />

pensieri pensieri, sul sonno e sull'insonnia, sui sogni - come e quando -,<br />

sui gesti involontari [...] e sulla concatenazione delle<br />

malattie - quali derivino d<strong>all</strong>e passate e quali si generino in<br />

futuro -. [...] Sulla base di tutto ciò, si estenda l'anal<strong>is</strong>i anche<br />

a quanto ne consegue - Epidemie, 1,23<br />

Per Ippocrate il medico doveva essere un osservatore dei segni della malattia<br />

poiché il suo compito era semplicemente quello di aiutare la natura nel suo<br />

atto guaritore; v<strong>is</strong>ta, tatto e udito erano quindi gli organi di senso che più<br />

andavano sviluppati.<br />

cento cento teorie teorie non non sment<strong>is</strong>cono sment<strong>is</strong>cono un un fatto fatto<br />

Tanti errori mi portano avanti. E gli errori si rivelano per<br />

quello che sono: tappe importanti dell'apprendimento.<br />

Ogni terapia, per non essere solo una compensazione di sintomi, o un fattore di<br />

cronicizzazione deve tendere <strong>all</strong>a piena restitutio ad integrum<br />

integrum; anche


137<br />

per ogni patologia mentale può es<strong>is</strong>tere una prospettiva finale di guarigione,<br />

addirittura persino in terapie di AUTO-CURA coraggiosamente attuate e<br />

proseguite fino a inaspettati successi. Infatti è poi così determinante l'opera,<br />

magari arbitraria, di un "curante" o non contribu<strong>is</strong>ce meglio ad aiutare la natura<br />

nel suo atto guaritore una partecipazione con-div<strong>is</strong>a in cui<br />

ciascunINTERLOCUTORE sia in grado di co-operare con l'altro anche per<br />

trasmettere vicendevolmente che non è importante quello che viene detto ma quello<br />

che viene SENTITO nel dirlo e che altrettanto vale per quanto viene ascoltato.<br />

Anal<strong>is</strong>i terminabile e interminabile? - è il titolo di una delle ultime - 1937 -<br />

opere di Freud, un fondamentale testo recapitolativo della tecnica analitica: ma<br />

anche in questa sotto-specialità della medicina non b<strong>is</strong>ogna rinunciare a tendere<br />

ad ottenere una cura che possa dirsi sul serio in concreto<br />

1. quando <strong>memoria</strong>, presente e possibilità slatentizzate si ri<strong>all</strong>ineano in un tutto<br />

2. quando si raggiunge complessivamente la propria età non anagrafica ma<br />

davvero ESPERENZIALE;<br />

3. quando - accettati - forma, attitudini, energie, consapevolezze, evoluzioni,<br />

emozioni ed <strong>is</strong>tinti si sono resi finalmente d<strong>is</strong>ponibili <strong>all</strong>e circostanze del<br />

momento.<br />

L'infanzia non es<strong>is</strong>te. Es<strong>is</strong>te lo sviluppo e lo sviluppo è cambiamento<br />

liberatorio<br />

In effetti anche nel corso di uno sviluppo normale infantile e adolescenziale i<br />

cambiamenti stessi del proprio corpo e i differenti apprezzamenti dei e da parte<br />

dei ... corpi altrui, così come l'avviarsi in un mondo aperto - nuovo, vario,<br />

variante e diversificato - scatenano comunque f<strong>is</strong>iologici temporanei sgomento e<br />

ansiosa voglia di rifiuto: come per i bambini e ragazzi non è neppure auspicabile<br />

accelerare il decorso delle convalescenze anticipando l'entrata nell'ampio<br />

respiro e mutabilità delle situazioni - percorribili ma imprevedibili - della<br />

NORMALITA'. D'altra parte - seguendo la via della vix medicatrix Naturae - il<br />

processo di guarigione tende da solo a continuare: se accettato, poco per volta<br />

lo spaventato sgomento si dilu<strong>is</strong>ce in più sopportabile - e real<strong>is</strong>tico - faticoso<br />

smarrimento. Ma ad ogni età, ed in ogni caso di qualunque grado di gravità<br />

della sofferenza in atto, quando i fasulli transfert(s) smettono di occupare tutto lo<br />

spazio d<strong>is</strong>ponibile in una confusione egocentrata tra un interno che non<br />

riconosce se stesso ed un falso esterno che ne rappresenta soltanto lo specchio,<br />

<strong>all</strong>ora lo svincolarsi da questa "povertà da riciclaggio dell'usato" finalmente può<br />

???


138<br />

permettere le vere scelte; quando cascami di un passato o di imposizioni mal<br />

digeriti non autorizzano più il profetizzare a vuoto, <strong>all</strong>ora ritrovano il loro posto<br />

attenzione, pre-cauzioni, vigilanza. Ed ecco che quindi possono comparire i<br />

veri affetti, il vero senso di responsabilità, le vere precauzioni e cautele: VERI<br />

non solo perché in sintonia con i gusti e stile personali, ma anche perché<br />

calibrabili di volta in volta sulle - ora ben riconosciute e vagliate -<br />

circostanze del momento e dei profondi assoluti innati, <strong>is</strong>tintuali a priori.<br />

Due cose hanno sodd<strong>is</strong>fatto la mia mente con nuova e<br />

crescente ammirazione e soggezione e hanno occupato<br />

pers<strong>is</strong>tentemente il mio pensiero:<br />

il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me<br />

Epitaffio sulla tomba di Immanuel Kant d<strong>all</strong>a Critica della ragion pratica<br />

size="+1"><br />

La conoscenza scientifica, come opera nella matematica e nella f<strong>is</strong>ica, è una<br />

sintesi a priori, vale a dire che contiene giudizi sintetici a priori, dove<br />

sintetico significa che il predicato aggiunge qualcosa di nuovo al soggetto, e<br />

a priori vuol dire universale e necessario e perciò non derivante<br />

d<strong>all</strong>'esperienza. Le "condizioni di possibilità" della scienza e della<br />

conoscenza r<strong>is</strong>iedono negli elementi a priori che ordinano le impressioni:<br />

l'oggetto dell'esperienza r<strong>is</strong>ulta da una sintesi tra un dato della sensibilità e<br />

un elemento a priori e Kant chiama tale oggetto fenomeno. La Critica della<br />

ragion pura - la cui redazione d'altra parte è stata modificata già nelle<br />

edizioni dal 1781 al 1787 - vuole indagare gli elementi formali, o<br />

trascendentali, della conoscenza, dove con trascendentale si intende una<br />

conoscenza che si occupa non di oggetti, ma del nostro modo di<br />

conoscenza degli oggetti. (da Pagine Enciclopediche da Il Diogene a<br />

proposito di I.Kant)<br />

Chiamo trascendentale ogni conoscenza che si occupa non di<br />

oggetti, ma del nostro modo di conoscenza degli oggetti in<br />

quanto questa deve essere possibile a priori priori.<br />

- Immanuel Kant<br />

Libere scelte?Legge Legge morale morale dentro dentro di di noi noi ?<br />

Primum Primum non non nocere nocere??<br />

aiutare aiutare la la natura natura nel nel suo suo atto atto guaritore?<br />

guaritore?<br />

O coattive e unilaterali dec<strong>is</strong>ioni? Libero arbitrio e principio Kantiano della legge<br />

morale in noi anche quando si accompgnano con difficili scelte tormentate da<br />

forti emozioni? O al contrario dec<strong>is</strong>ioni considerate inderogabili in ottemperanza<br />

a una logica fredda senza partecipazione umana o - peggio - obbediente a<br />

dettami altrui? "Dec<strong>is</strong>ion<strong>is</strong>mo" che non tien conto dei fattori esterni ed


139<br />

"intenzionalità" creduta consapevole influenzati da non consapevoli grovigli<br />

emotivi del tutto soggettivi e/o anacron<strong>is</strong>tici che ne enfatizzano singoli aspetti?<br />

Il contrario di tutto questo è una sintesi operativa mai data per banalmente<br />

ripetible che comunque non comporta solo "sacrifici": oltre al proprio valore<br />

intrinseco offre un ulteriore "premio" a ogni vero Sé, ripulito dai residui di un<br />

PASSATO mai veramente trascorso. Entrare senza inutili apprensioni<br />

nell'IMPREVEDIBILE FUTURO permette sì di fiorire e... fruttificare in successive<br />

EVOLUZIONI, ma anche fa rifiorire un PRESENTE, ora carico di "intensità" e<br />

pienezza, per finalmente manifestarsi anche e momento per momento in quel MI<br />

PIACE / NON MI PIACE fondamentale, continuativo, esclusivo diritto soggettivo<br />

di poter riconoscere e dichiarare in modo non d<strong>is</strong>cutibile - il che non vuol certo<br />

dire "giudicare" perché totalmente "autorizzato" di esser soggettivi: con la piena<br />

d<strong>is</strong>ponibilità di TUTTI i propri sensi e dell'altrettanto piena d<strong>is</strong>ponibilia ragion<br />

veduta tà di dialogare con INTERLOCUTORI scelti in quanto altrettanto in grado<br />

di con-dividere o a ragion veduta di obbiettare vicendevoli affermazioni di<br />

gradimento o ripulsa.<br />

Per evidenziare meglio questo contesto anche qui si ripete un paragrafo già<br />

presenti più sopra tratto d<strong>all</strong>'articolo di Marco Vozza su Tuttolibri de La Stampa:<br />

Vedere, sentire, toccare, gustare, annusare. Ma anche sentire dolore,<br />

provare piacere, INTERROGARSI sul senso di sé, sul catalogo dei peccati,<br />

sul grande orecchio di Echelon e sulle neuroscienze. E, ancora, riflettere<br />

sulle trasformazioni della percezione, sul rapporto tra mondo sensibile e<br />

sovrasensibile, sulla gerarchia e il perfezionamento dei sensi nella cultura<br />

europea, ma anche in quella asiatica e africana. Saranno proprio i sensi,<br />

principale via di accesso al mondo esterno come quello interiore, il filo<br />

conduttore della quinta edizione di festivalfilosofia, in programma in una<br />

trentina di luoghi di Modena, Carpi e Sassuolo da venerdì 16 a domenica 18<br />

settembre. (2005)<br />

(Vedi per un esempio più colloquiale: L'importanza dei ricordi, delle emozioni e<br />

delle idee sul futuro contrapposta a:<br />

quando manca negli adulti l'esperienza delle emozioni e del vivere...)<br />

Per Ippocrate il medico doveva essere un OSSERVATORE dei segni della malattia<br />

poiché il suo compito era semplicemente quello di aiutare la natura nel suo atto<br />

guaritore; v<strong>is</strong>ta, tatto e udito erano quindi gli organi di senso che più andavano<br />

sviluppati.<br />

E, passando d<strong>all</strong>'aulico a un vocabolario più semplice e generalizzato, non si<br />

usano forse termini astratti concretamente riferiti ai principali "sensi" per indicare<br />

qualità specifiche inerenti ad "abilità sociali"? Non si parla solo di OCCHIO


140<br />

medico o di ORECCHIO musicale, ma si usa normalmente TATTO come capacità<br />

"diplomatica, GUSTO come dote di valida scelta "estetica", FIUTO per astuzia,<br />

per pronto riconoscimento di vantaggi, e di nuovo, ORECCHIO per capacità di<br />

"riconoscere" e valutare, ed infine OCCHIO come voce verbale al vocativo come<br />

avv<strong>is</strong>o, equivalente a ATTENZIONE.<br />

Come ben sa però ogni neurologo che debba eseguire un esame semeiotico<br />

completo, non es<strong>is</strong>tono soltanto i famosi "cinque sensi": sono almeno una<br />

ventina ciascuno con proprie vie di trasm<strong>is</strong>sione e collegamenti intrecciati e<br />

riverberanti in funzionali sinestesie e d'altronde con proprie tipiche patologie.<br />

Molti art<strong>is</strong>ti ne conoscono le possibilità e se ne valgono per trasmettere la loro<br />

creatività in una vasta gamma di sinestetiche combinazioni in cui singole<br />

sensorialità si scambiano e si ri<strong>all</strong>acciano come in una danza - suoni "colorati",<br />

colori "vibranti", ascoltare l'anima come una fragranza ...<br />

Si riuscirà mai a "umanizzarsi" quando invece si cresce come descrive in questo<br />

sogno in un "castello di carta" in un "mondo di figurine di carta" senza<br />

l'esperienza delle emozioni e del vivere?<br />

Il castello di figure è il simbolo di una morte precoce, senza affetti, senza amicizie vere,<br />

senza senso della lealtà, senza altru<strong>is</strong>mo, senza capacità di sentire il proprio e gli altrui<br />

corpi, senza niente. Mi sono immaginato mentre guardavo un castello dove avevo messo<br />

delle figure: c’era una madre, un padre e una sorella. Quella era la mia famiglia. Erano<br />

figure di carta, sottili come la carta, colorate ognuno con una faccia diversa, si muovevano<br />

in orizzontale, traslavano a volte venivano verso di me si avvicinavano e io guardavo quel<br />

castello. Non parlavano nemmeno si muovevano dentro quel castello e io ero fuori, solo, a<br />

guardare. Come imbambolato. Si muovevano e dicevano cose sciocche: come stai P.? Quanti<br />

anni hai P.? Sei un bravo bambino P.? Guardaci P. E io li guardavo seduto a gambe<br />

incrociate. Non mi toccavano, non si avvicinavano troppo, non odoravano se non di carta,<br />

non modificavano le loro espressioni, entravano e uscivano e mi guardavano. Loro erano<br />

mia madre, mio padre e mia sorella. Loro mi volevano bene e io volevo bene a quelle figure.<br />

Così ho passato i miei giorni guardando una rappresentazione che avevo messo in scena io<br />

stesso. Mia madre quella vera,mio padre quello vero e mia sorella non mi piacevano erano<br />

invadenti e piuttosto che reagire, pur di stargli vicino mi sono inventato un teatro dei<br />

burattini, ancora meno di quello, delle figure. Ora mentre ci pensavo e mi rivedevo di fronte<br />

a quel teatro piangevo per la mia solitudine, l’ho fatto in bagno come facevo <strong>all</strong>ora, poi ad<br />

un certo punto la gatta si è messa a miagolare dietro la porta e ho iniziato a ridere a<br />

ridere. L’ho fatta entrare quella gatta era mia cugina M., M. non era un burattino o una<br />

figura di carta ma era come se la sua presenza interrompesse quella scenetta, mi faceva<br />

tornare <strong>all</strong>a realtà delle persone fatte di carne e ossa e io invece mi ero costruito quel<br />

castello che mi dava sicurezza. E se fossi scappato con M. Io e lei due bambini di quattro<br />

cinque anni non avrei avuto b<strong>is</strong>ogno di vedere ancora quel castello e di vedere mio padre e<br />

mia madre, io e lei saremmo stati felici insieme. Non avrei riv<strong>is</strong>to più la mia famiglia e<br />

adesso sarei ch<strong>is</strong>sà dove, loro non mi avrebbero più trovato. In fondo non mi piacevano.<br />

Sento che il motore si è messo in moto ("engine" del sogno?) devo approfittare di questi<br />

momenti. Non posso attendere ancora. Quella paura del sogno, quel “fai il bravo ragazzo”<br />

era una sorta di monito: il motore qualcuno non voleva che ripart<strong>is</strong>se, io stesso ne avevo<br />

paura, una paura tremenda. Cane addomesticato, can che abbaia non morde. Mirko era il<br />

cane che avevo da piccolo a casa di mia nonna. Mi volevano "morto" già da piccolo non<br />

posso accettarlo, ho diritto <strong>all</strong>a "mia" vita. ... Mi sto umanizzando...<br />

Un breve accenno va anticipato a proposito di "corpi" e degli innumerevoli


141<br />

equivoci e confusioni tra apparenze e concretezza, tra simboli e situazioni; tra<br />

immaginario "femminile" e "maschile", confusi magari con debole e forte; tra<br />

umano razionale e animalesco bruto m<strong>is</strong>chiati con "adulto" e "bambinesco"; tra<br />

il concetto di sofferenza come "causata da" e quindi come "aggressione" da<br />

combattere - vedi i principi di Galeno - o come una "punizione...<br />

Cartella clinica: anamnesi e anche esame obbiettivo? Quanta parte possono avere<br />

- e giustamente! - spersonalizzazione e vigliaccheria da parte del paziente?<br />

Quanta attenzione ai "segnali di accudimento", sollecitudine premurosa o loro<br />

mancanza da parte del medico? In sintesi: quanto conta per tutti il lavoro in<br />

continuo progresso su di sè verso il passato e "dentro" il presente anche con la<br />

ricerca costante di riconoscere il proprio corpo nelle sue quattro dimensioni? Per<br />

concludere: è da qui, attraverso questi riconoscimenti, che si può co-operare da<br />

un versante paritetico con il lavoro da RICHIEDERE al medico, ad un medico che<br />

non si presenti come un impostore, o un indovino".<br />

Riguardo <strong>all</strong>e<br />

malattie<br />

B<strong>is</strong>ogna che<br />

qualunque<br />

uomo che sia<br />

intelligente,<br />

avendo<br />

considerato che<br />

per gli esseri<br />

umani la salute<br />

è cosa assai<br />

preziosa,<br />

sappia<br />

spontanemente<br />

trovare<br />

conforto nelle malattie; che sappia e riconosca le cose che<br />

vengono dette dai medici e sommin<strong>is</strong>trate al suo corpo, che sappia<br />

ciascuna di queste cose per quanto è ragionevole le sappia un<br />

profano.<br />

Une grande esposizione di fondamentali basi teoriche a priori è necessaria anche<br />

a quella Medicina come scienza multifattoriale e multid<strong>is</strong>ciplinare oggetto del<br />

capitolo successivo.<br />

Un'opportunità per consultare velocemente un'edizione<br />

telematica della Tavola Periodica degli Elementi: ogni<br />

elemento vi si apre immediatamente con il link descrittivo<br />

della sostanza.


142<br />

Medicina: scienza applicata e<br />

multid<strong>is</strong>ciplinare. Emozioni, <strong>is</strong>tinti, ricordi,<br />

contraddizioni.<br />

Indice interno:<br />

#presupposti, #anamnesi, #corpo, #anamnesi_e_terapia, #feromoni, #integronics,<br />

#emozioni, #<strong>is</strong>tinti, #psichiatria, #cambiamento inconcepibile, #anamnesi_remota<br />

Presupposti<br />

Ho scoperto che anche il ripasso è fondamentale.<br />

In fondo, quando ricordiamo, ripassiamo, ripercorriamo, ritorniamo.<br />

Nella maggior parte dei casi clinici non ci si confronta con grandi causemorbi e<br />

con grandi traumi, nella maggior parte del tempo da dedicare ai pazienti ci si<br />

trova a occuparsi delle più varie e estemporanee o r<strong>all</strong>entate situazioni, ma<br />

sempre più o meno direttamente ogni caso porta i segni dello sviluppo originario.<br />

Infatti se l'essere umano "maturo" è destinato ad essere molto potente e versatile è<br />

perché questi sviluppi si sono susseguiti a tappe pref<strong>is</strong>sate ciascuna delle quali gli<br />

ha lasciato comunque sia - come una materia di studio più o meno ben assimilata<br />

- la propria impronta. Armonica pur nella sua tipica d<strong>is</strong>continuità ogni complessa<br />

sequenza si manifesta in cambiamenti delle forme, dimensioni e proporzioni<br />

corporee e - in concomitanza con questi - nel prevalere di alcune funzioni e<br />

relazioni, affetti e sentimenti, attività e preferenze ed anche ISTINTI. Ma questo<br />

attuarsi integrante richiede che ogni passaggio nel suo compiersi abbia trovato<br />

r<strong>is</strong>contro nei tipici, concreti e prec<strong>is</strong>i, BISOGNI psicologici e/o ambientali - nota<br />

bene: b<strong>is</strong>ogni non "desideri" - di quella data fase nel suo orbitante percorso.<br />

Ognuno di questi raggruppamenti di fattori coordinati giustamente venne definito<br />

complesso, con una accezione del termine analoga a quella poi venuta di moda<br />

nel caso dei "complessi" musicali: ogni fase, differente d<strong>all</strong>e altre necessita di<br />

appoggi ben prec<strong>is</strong>i specializzati - come d’altra parte lo sono nelle scuole gli<br />

insegnanti - come farli avvicendare, come assecondare ogni passaggio, come<br />

– 143 –


143<br />

incentrare gli apporti <strong>all</strong>e ben prec<strong>is</strong>e costellazioni emotive attraversate proprio in<br />

quel momento? Come esaurientemente spiegato nel primo capitolo, l’argomento<br />

“Medicina” qui non verrà trattato dal punto di v<strong>is</strong>ta della “grande” Clinica né dei<br />

“grandi” supporti strumentali ma dei presupposti “f<strong>is</strong>iologici” della NORMALITA.’<br />

Comunque sia nella specie umana questa prolungata preparazione intermittente<br />

e variamente b<strong>is</strong>ognosa affianca di continuo la complicata rete di collegamenti<br />

del momento e del passato: ma si costitu<strong>is</strong>ce in un elemento delicato di<br />

vulnerabilità, tanto più che - come gli organizzatori dello sviluppo embrionale o<br />

più prosaicamente appunto come le materie scolastiche - le lunghe tappe<br />

preparatorie sono del tutto attuabili solo in sequenze ordinate e con adeguati<br />

apporti esterni. Ben scaglionate nel tempo - "a cerchi concentrici" come il passar<br />

degli anni segnato nei tronchi degli alberi - le f<strong>is</strong>iologiche fasi di sviluppo sono<br />

articolate su piani differenti dell'ESISTERE come differenziate "materie di studio",<br />

ma a complicare atmosfere e rapporti, è pur sempre presente l’estemporaneo<br />

contingente e la versatilità dell'ambiente e della "Vita" con tutto il loro bagaglio di<br />

variazioni continue in ep<strong>is</strong>odici cambiamenti. In ciascun essere vivente tutto<br />

questo evoca in continuazione - possibilmente omeostatica - espressioni chimiche<br />

ed energetiche: nelle loro continue effimere variazioni fluttuano le EMOZIONI<br />

che, come ne dice il nome, sono mutevoli e veloci, mentre nei casi più importanti<br />

si accendono - persino - i biologici, potenti, <strong>is</strong>tantanei, inconsapevoli ISTINTI -<br />

potent<strong>is</strong>simi fattori biologici extra-personali di raccordo immediato da e verso<br />

l'ambiente, troppo spesso confusi con le semplici soggettive "sensazioni" o peggio<br />

m<strong>is</strong>tificati e banalizzati in semplici intellettuali intuizioni. Sono variazioni<br />

metaboliche interne, si manifestano in soggettive interne modificazioni v<strong>is</strong>cerali<br />

più o meno percepite, e in fenomeni oggettivi esteriorizzabili non solo<br />

psicosomatici ma anche "somato-relazionali" e comportamentali.<br />

Ineluttabilmente, in collegamenti circolari ed intersecati, ogni corpo es<strong>is</strong>tente<br />

riceve e scambia, ma se ad ogni corpo vivente giungono impressioni e stimoli, da<br />

ogni corpo es<strong>is</strong>tente partono em<strong>is</strong>sioni e non solo segnali verso l'ambiente<br />

circostante: in modo del tutto incontrollabile vengono diffuse anche em<strong>is</strong>sioni<br />

chimiche di feromoni volatili e f<strong>is</strong>iche di varianti del campo magnetico personale<br />

che trasformano comunque ogni semplice "presenza" vivente, non solo umana od<br />

animale, in un fattore importante e in espansione di causalità effettuale, di<br />

modificazioni significative.<br />

La parola Anamnesi deriva dal greco ἀνά-μνησις, "ricordo", scopo ippocratico<br />

della medicina è<br />

scegliere il bene dei malati e astenersi dal recar loro danno o<br />

offesa.<br />

Ma anche l’emotività del medico ha la sua parte: come regolarsi <strong>all</strong>ora se<br />

Il medico pietoso fa la piaga gangrenosa?


144<br />

Tipico attributo dell’EMOTIVITA’ è la variabilità, ma questo non significa<br />

spregevole "incons<strong>is</strong>tentenza" da sottovalutare se non schernire; le "emozioni" e i<br />

loro derivati ed effetti non sono "aggettivi", cioè semplici aggiunte di definizione,<br />

ma nella loro concreta sostanzialità sono veri "sostantivi" che indicano l'emergere<br />

e variare di fenomeni ben concreti - persino oggettivabili sotto forma di molecole<br />

chimiche magari anche volatili, comunque sempre di brev<strong>is</strong>sima durata.<br />

Inavvertite o non considerate perché troppo veloci queste espressioni chimiche<br />

delle condizioni interne non rimangono però nascoste entro gli organ<strong>is</strong>mi:<br />

variazioni tipicamente vitali della sfera somatico-v<strong>is</strong>cerale si manifestano non solo<br />

in riconoscibili modificazioni v<strong>is</strong>cerali v<strong>is</strong>ibili anche <strong>all</strong>’esterno - ad esempio<br />

rossore o p<strong>all</strong>ore ecc. - e/o in gesti e comportamenti, ma questi - se condiv<strong>is</strong>i in<br />

un clima di affiatamento, in uno scambio di rapporti impliciti - stanno <strong>all</strong>a base di<br />

dialoghi continuativi di “tacite intese” o di… “tacite offese”.<br />

L'umore, il colore della vita<br />

Il saggio analizza le espressioni del nostro umore, <strong>all</strong>egria, malinconia, rabbia,<br />

euforia ecc., dal punto di v<strong>is</strong>ta della psicologia e delle neuroscienze. Analizza<br />

le interazioni tra vita cognitiva e vita affettiva, le possibili conseguenze di una<br />

rottura dell'equilibrio tra queste importanti sfere.<br />

Nella soggettività individuale la loro attivazione colora e dà significato come una<br />

sottolineatura ogni momento dell'es<strong>is</strong>tenza globale; la loro presenza funge da<br />

anello di congiunzione con quelle altrui molto al di là della consapevolezza<br />

percettiva: anzi proprio questo susseguirsi di trasformazioni interne autogene e/o<br />

modificate dagli stimoli ambientali scatenanti può, o meglio dovrebbe,<br />

sottolineandoli, trasformare in duratura e solida esperienza ogni ep<strong>is</strong>odio della<br />

vita. Se rese coscienti - qui il termine "intuite" è appropriato - per mezzo di un<br />

ben affinato patrimonio di sensibilità - da sempre in dotazione o in recuperato<br />

r<strong>is</strong>veglio - queste trasformazioni anche corporee possono permettere <strong>all</strong>a<br />

consapevolezza così valorizzata di accumularsi in saggezza. Ma anche al di fuori<br />

dei corpi le molecole delle emozioni nelle loro com-plessive mutabili e interconnesse<br />

inter-sezioni contribu<strong>is</strong>cono <strong>all</strong>a formazione di quel con-testo anche<br />

soltanto inter-personale che viene per metafora definito atmosfera: ne sottolinea il<br />

concetto la serie evidenziata dei pref<strong>is</strong>si. Così ogni organ<strong>is</strong>mo vivente è in ogni<br />

momento - senza neppure accorgersene - un fattore di modificazioni più o meno<br />

positive e/o d<strong>is</strong>turbanti tutt'intorno a sé, come pure elemento di raccordo di una<br />

vasta, affiatata o d<strong>is</strong>corde catena com-unicativa: con le "sue" emozioni ciascuno<br />

con-tribu<strong>is</strong>ce a costruire e rid<strong>is</strong>tribuire quell'atmosfera "diffusa", quella possibilità<br />

di "affiatamento" nel vero significato etimologico della parola che è la base del<br />

"complesso orale", di quel complesso orale che può venir esemplificato<br />

sommariamente con tutto quanto si rifer<strong>is</strong>ce a "entrate", "acqu<strong>is</strong>izioni", "pienezza"<br />

ed anche con tutta la serie di vocaboli, verbi o sostantivi, in cui si presentano<br />

concetti di "insieme", di "diffusione", pref<strong>is</strong>si come "con..." , "sin...", o termini


145<br />

contenenti l'idea di "fusione" come ad es. appunto "diffusione"...: fino però al suo<br />

negativo punto di svolta quando si raddoppiano questi fattori nella... con-fusione.<br />

Ma accanto ai s<strong>is</strong>temi v<strong>is</strong>cerali chimico-f<strong>is</strong>ici di adeguamento dinamico<br />

<strong>all</strong>'ambiente, altri s<strong>is</strong>temi relazionali - movimenti e suoni - vi integrano ogni<br />

presenza vivente, ma nella specie umana in particolare es<strong>is</strong>te anche in più la<br />

parola, speciale e sof<strong>is</strong>ticato strumento di simbolizzazione e trasm<strong>is</strong>sione di<br />

informazioni: e, diventando “pensiero”, non solo da manifestare <strong>all</strong>'esterno. Ma il<br />

linguaggio verbale, oltre che soltanto gradualmente condiv<strong>is</strong>ibile perché<br />

sparpagliato in una miriade di "idiomi", è molto lento r<strong>is</strong>petto al variare delle<br />

circostanze e dei significati a cui attribuire valore. L'essere uno strumento<br />

raffinabile, personalizzato e comunque controllato e differenziante è in sé un<br />

grande vantaggio: ma questo non ne garant<strong>is</strong>ce affatto l'esattezza di trasm<strong>is</strong>sione<br />

dei dati e tanto meno una ricezione non equivoca di informazioni; e se è uno<br />

mezzo potent<strong>is</strong>simo a d<strong>is</strong>posizione consapevole degli esseri umani, questa<br />

soggettività può altrettanto trasformarlo da strumento in arma: un'arma efficace di<br />

arbitrio, magari utilizzabile di proposito - e da entrambe le parti - non per<br />

concettualizzare e prec<strong>is</strong>are conoscenze da condividere, ma per "ingarbugliare le<br />

carte", per trasformare un dialogo da interscambio in una serie di "imbrogli".<br />

Come regolarsi se - nella loro pur ben preordinata coordinazione - gli idiomi, le<br />

esperienze e gli sviluppi - al plurale - sono talmente d<strong>is</strong>cordanti: non è forse tanto<br />

più semplice annullare una di queste d<strong>is</strong>cordanze? Ed è così che molti esiziali<br />

equivoci sono nati e continuano ad imperversare sull'onda di nevrosi personali<br />

che trovano buon gioco nell’appoggiarsi su teorie filosofiche - e religiose o<br />

pseudo-tali - come quelle tipicizzanti per millenni la nostra civiltà.<br />

i processi di razionalizzazione, generano il paradosso di una<br />

dignità della ragione che nega l'integrità della persona<br />

Scettic<strong>is</strong>mo? Incredulità? Non saranno forse altre forme di<br />

autentiche SUPERSTIZIONI?<br />

Nella Natura che conosciamo “nulla si crea e nulla si d<strong>is</strong>trugge” e le<br />

conseguenze illogiche e primitive di questa "deprivazione" mutilante non<br />

vengono scalfite da qualsivoglia livello culturale: l’emotività non si cancella ma<br />

lascia spazio a un suo sottoprodotto latente che, non riconosciuto, tende<br />

sotterraneamente a manifestarsi verso tenac<strong>is</strong>sime immodificabili direzioni<br />

comunque lesive e autolesion<strong>is</strong>tiche: in primo luogo superstizione, r<strong>is</strong>entimento e<br />

paura che si autoalimentano a vicenda e rendono necessari adeguamenti<br />

gerarchicamente trasmesso in un <strong>all</strong>ontanamento sempre più profondo d<strong>all</strong>a<br />

"pienezza dell'es<strong>is</strong>tere" e delle LIBERE SCELTE, come afferma un detto famoso di<br />

Einstein:<br />

E' più facile spezzare un atomo che un pregiudizio.


146<br />

E così molte superstizioni e dipendenze dilagano seguendo qualsiasi elemento o<br />

fantasia come oggetto da adorare, fine da perseguire od in cui credere<br />

ciecamente, e su cui fabbricare un linguaggio che li sostenga. Anaffettività è<br />

sinonimo di indifferenza o non piuttosto è un termine “eufem<strong>is</strong>tico” che serve a<br />

coprire una serie reale di EMOZIONI, ma di emozioni ostili e ostilmente<br />

secondarie come l’invidia, il rancore, l’esclusiv<strong>is</strong>mo?<br />

Il r<strong>is</strong>chio è di scivolare nella cultura del r<strong>is</strong>entimento:<br />

sospettosità, convinzioni persecutorie, vittimizazione…<br />

Di fatto, la cultura del r<strong>is</strong>entimento - la morale degli schiavi -<br />

è molto diffusa. La si respira dovunque, senza che sia<br />

teorizzata. Cresce e si espande da se stessa per forza d’inerzia –<br />

non ha neanche b<strong>is</strong>ogno di operazioni pubblicitarie.<br />

D'altra parte e purtroppo essere o esser stati vittime se non vuol dire essere "eroi",<br />

ancor più "purtroppo" essere "eroi" non vuol indicare di per sé "integrità": anzi<br />

spesso "vittime" e "eroi" sono categorie in cui tipicamente si collocano gli<br />

"schiavi", coloro che - comunque sia - confondono interno con esterno, che<br />

vivono o credono di vivere in funzione di qualcosa che non appartiene a loro<br />

stessi ma che proviene da "altro/ altri" - non solo come dipendenza, ma come<br />

approvazione, considerazione, ammirazione, seduzione, dogmi, appartenenza,<br />

guide, prescrizioni, predominio, ed anche offesa e persecuzione. Due facce della<br />

stessa medaglia? Ed è ancora più vero di quanto la metafora voglia indicare:<br />

potenti e vittime, sadici gozzoviglianti e eunuchi schiavi, superuomini o esseri<br />

sub-umani non sono che maschere in bassorilievo su medaglioni standardizzati.<br />

Ma non è un destino ineluttabile, non si forma così una "selezione" quasi razz<strong>is</strong>ta:<br />

per fortuna molti ex-"bambini infelici" possono - se se la sentono - "guarirne", in<br />

quanto anche chi non ha "sviluppato" la propria infanzia in tutto il suo potenziale<br />

non sarà condannato senza scampo a vivere solo DA SCHIAVO.<br />

D<strong>all</strong>a famosa frase emblematica di Platone, Alfieri, Gobetti:<br />

Cos’ho in comune io con gli schiavi?<br />

può però "dipanarsi" un seguito più ottim<strong>is</strong>tico: mettendo a d<strong>is</strong>posizione<br />

l'esperienza sulle infanzie ritrovate, un medico può riuscire a raggiungere anche<br />

gli “schiavi” entrando nel vivo delle loro vere o proclamate sofferenze non con<br />

dettami di nuovo passivizzanti, ma con la valorizzazione delle loro finalmente<br />

autentiche sensazioni e ricordi.<br />

La verità passa attraverso 3 fasi... nella prima viene<br />

ridicolizzata, nella seconda viene violentemente osteggiata, nella<br />

terza viene accettata come evidente . - Arthur Schopenhauer


147<br />

Anamnesi: una "storia" non solo clinica<br />

La parola Anamnesi deriva dal greco ἀνά-μνησις, "ricordo", e se tra i medici<br />

corre detto Anamnesi, mezza diagnosi, un altro suo scopo basilare - non<br />

dichiarato ma non secondario - è quello maieutico di aiutare il paziente a<br />

migliorare la CONSAPEVOLEZZA delle proprie sensazioni oltre che prec<strong>is</strong>ione<br />

della <strong>memoria</strong>, abbinato a quello di affinare la capacità di ASCOLTO del curante.<br />

Fanno male tutti quei sentimenti che rimangono dentro a<br />

marcire, quei pensieri inc<strong>is</strong>tati e senza voce<br />

come scrive Marco Lodoli su Repubblica di martedì, 19 aprile 2005 Pagina 21 - In<br />

Commenti da: La lingua rapita.…<br />

So cosa voglio dire, ma non riesco a dirlo<br />

è una spiegazione comune.<br />

Dare <strong>all</strong>e emozioni il<br />

loro vero nome?<br />

Poter dare ai ricordi una specie di<br />

seconda vita?<br />

Non occorre infatti “razionalizzare”<br />

mutilando: si possono con grande e<br />

evolutivo profitto mantenere intatti tutti i<br />

termini di questo - falso - problema:<br />

Il sonno della ragione<br />

produce mostri...<br />

Sueños y D<strong>is</strong>cursos de verdades<br />

descubridoras de abusos, vicios y<br />

engaños en todos los oficos y estados<br />

del mundo:<br />

dal titolo esteso autografo sul<br />

d<strong>is</strong>egno preparatorio. Il commento<br />

del Maestro, conservato al Museo<br />

del Prado di Madrid, riporta, a<br />

proposito questa tavola:<br />

La fantasia ABBANDONATA<br />

d<strong>all</strong>a ragione produce mostri impossibili: con essa è madre delle arti e origine<br />

delle sue meraviglie


148<br />

verbalizzando si concettualizza e<br />

concettualizzando si appropria l'esperienza sul<br />

piano intellettuale<br />

Non solo "racconto" orale di ricordi, non una informale affabile chiacchierata, ma<br />

RITROVAMENTO organico di percezioni attuali e di vicende significative di ogni<br />

livello del passato, l’Anamnesi va redatta secondo un profilo standardizzato per<br />

presentare in via definitiva i suoi contenuti in un documento “ufficiale”.<br />

Il termine tecnico mutuato dal greco antico ne internazionalizza il concetto: tanto<br />

più quindi per esser condiv<strong>is</strong>ibile la sua stesura deve seguire ovunque una<br />

struttura formale entro cui impostare i contenuti. Il testo base va redatto seguendo<br />

un classico protocollo per permettere a chiunque lo consulti di ritrovare la<br />

sequenza dei dati, div<strong>is</strong>i secondo un modello pref<strong>is</strong>sato: anamnesi familiare,<br />

anamnesi f<strong>is</strong>iologica, anamnesi patologica: remot<strong>is</strong>sima, remota e recente, fino<br />

<strong>all</strong>a descrizione in soggettiva nel presente della sintomatologia in atto. A<br />

ciascuna può o meno venir dato più spazio e tempo di ascolto e di trascrizione,<br />

ma usualmente una tipica situazione di richiesta di prestazione curativa rivolge<br />

l'impegno del curante soprattutto a quest’ultima parte con una descrizione<br />

<strong>all</strong>argata e puntualizzante dei sintomi in atto accusati dal paziente stesso,<br />

corredata da una scorsa più o meno accurata <strong>all</strong>e situazioni e manifestazioni<br />

immediatamente precedenti, quando invece in ogni momento le QUATTRO<br />

dimensioni dell'es<strong>is</strong>tenza umana si fanno sentire e il loro accumularsi del tempo<br />

costitu<strong>is</strong>ce una parte continuativa e essenziale della sua globale vicenda psicosomatica.<br />

Contrariamente a quanto dice l’etimologia del termine anamnesi - ἀνάμνηση,<br />

"ricordo" - da un puro punto di v<strong>is</strong>ta medico-pratico la prima parte - le<br />

anamnesi familiare e f<strong>is</strong>iologica e quella remot<strong>is</strong>sima - sono per lo più trascurate e<br />

sorvolate tranne quando si sospetti già possano indicare percorsi somatici di<br />

patologie ad inizio precoce o genetico: ma è di solito il paziente stesso che tende<br />

a r<strong>is</strong>poste evasive e indifferenti su temi da lui stesso considerati intempestivi e<br />

irrilevanti r<strong>is</strong>petto al problema in atto.<br />

Comunque - non implicita nel termine ma essenziale nei fatti - la stesura di tutta<br />

la cartella clinica ospedaliera o privata che sia è l’occasione CONTINGENTE di<br />

un fondante INCONTRO programmato come inizio più o meno fecondo di tutta<br />

la vicenda che sta per intercorrere tra chi chiede un aiuto e chi è preposto a<br />

darglielo. Una attenta, paziente e ben orchestrata anamnesi è un fondamentale<br />

strumento diagnostico quando accede criticamente a quei verbalizzati dati<br />

dichiarativi che comunque, se pur sempre meglio prec<strong>is</strong>anti, troppe volte sono<br />

invece da ritradurre in quanto sospettabili di essere ambigui e pieni di<br />

consapevoli o inconsci inganni.


149<br />

La parola di chi chiede può essere ingannevole e invece che simbolo sintetico di<br />

fatti può annullare i fatti in inutili verbalizzazioni, le sensazioni descritte possono<br />

essere strampalate, e così pure le domande tendenziose del medico, le richieste<br />

incongrue e i d<strong>is</strong>turbi lamentati possono mettere fuori strada e condurre l’ascolto<br />

in compartimenti stagni: ad ogni modo il fatto stesso di cercare un supporto<br />

tecnico indica la realtà di un’esigenza o di un malessere espliciti o criptati.<br />

Ma se i motivi, gli inconvenienti, i d<strong>is</strong>astri, le querimonie e le pretese possono<br />

essere fra i più vari, la sofferenza è unitaria, indipendentemente d<strong>all</strong>a cause che<br />

possono aver d<strong>is</strong>turbato o danneggiato la salute e d<strong>all</strong>e circostanze che possono<br />

aver inc<strong>is</strong>o o star incidendo sulla salute o anche soltanto sulla sensibilità di<br />

ciascuno, e comunque nessun momento della vita può trascorrere senza esser<br />

immerso nel movimento - con-lettivamente com-plessivo - delle emozioni.<br />

In ogni incontro di qualsiasi genere reciproci vortici emozionali colmano e<br />

investono senza esclusione di ruoli tutti i partecipanti: per cui bilateralmente<br />

possono rappresentare facilitazioni o ostacoli, spunti di “sim-patia” o di<br />

incomprensione, di sincerità o di doppiezza, di ascolto o di indifferenza, di<br />

immediata intesa o di equivoci se non di unilaterale o reciproca ostilità:<br />

•sia gravi se non terribili accadimenti nel percorso es<strong>is</strong>tenziale e tentativi di<br />

annullarli in un forzato oblio o in forzata razionalizzazione,<br />

•sia rimozioni di fatti "dimenticati" perché - comunque in soggettiva -<br />

real<strong>is</strong>ticamente al limite della sopportabilità,<br />

•sia lacune conoscitive ed emotive dovute a fasi di sviluppo d<strong>is</strong>attese,<br />

• sia la concomitanza in atto di emozioni troppo conflittuali in ciascuno dei<br />

partecipanti o nello scontro tra le emozioni manifestate d<strong>all</strong>’uno e non<br />

sopportate<br />

Cervello: brutti ricordi? Cancelliamoli?<br />

la dignità della ragione quando nega l'integrità della persona<br />

realizza il suo esatto contrario<br />

Ben sovente questo paradosso sfavor<strong>is</strong>ce i pazienti e non per colpa della loro<br />

imprec<strong>is</strong>ione semantica e confusione di idee: tutto il “teatrino” dei trav<strong>is</strong>amenti<br />

non è solo appannaggio di mancanza soggettiva di logica espositiva, di esattezza<br />

delle percezioni, di coraggio, di capacità di sopportazione, di serietà: spesso<br />

l’insuccesso di una terapia - in peggioramento o almeno in cronicizzazione - è<br />

promosso se non indotto da una maldestra partecipazione emotiva dei circostanti,<br />

medici compresi, non solo per ostilità o per mal-d<strong>is</strong>posizione, ma per scansare<br />

d<strong>is</strong>agi e sofferenze in compartecipazione: come preannuncia il proverbio<br />

il medico pietoso fa la piaga gangreno


150<br />

Fuori c'era questo enorme mondo, che es<strong>is</strong>te indipendentemente da<br />

noi, e che ci sta di fronte come un grande, eterno enigma<br />

scriveva Einstein<br />

Pur senza considerare il grande enigma indipendente da noi dello spaziotempo<br />

degli immensi spazi cosmici a cui <strong>all</strong>ude Einstein in questa citazione,<br />

il microcosmo di ogni es<strong>is</strong>tenza umana va considerato come facente parte di un<br />

TUTTO che ovunque e in vari modi ag<strong>is</strong>ce ora e in ogni momento. In ogni<br />

momento la VITA si interseca in modo contingente con variazioni e intoppi<br />

occasionali e sono questi gli argomenti dell’anamnesi recente e attuale. Ma<br />

durante tutto il corso dell'es<strong>is</strong>tenza una non superficiale anamnesi f<strong>is</strong>iologica<br />

dovrebbe contribuire a ritrovare il decorso - normale o anomalo - degli inizi<br />

f<strong>is</strong>iologicamente pred<strong>is</strong>posti, dei cicli preordinati in espansione, dei cambiamenti<br />

in differenziazione che per tutti si pongono - o dovrebbero porsi - come<br />

differenziate fondamenta. Il contesto infantile originario può esser stato<br />

assecondato o d<strong>is</strong>turbato se non tarpato: ogni tipo di manifestazione personale e<br />

sovra-personale continuerà a esplicitarsi seguendo questo d<strong>is</strong>corso unitario che<br />

dagli INIZI prosegue in passaggi successivi in un interscambio alternante di fasi<br />

antitetiche, non solo per tutto il corso cronologico della vita individuale, ma<br />

<strong>all</strong>argato in ogni direzione e attività. E questo non è indifferente per quanto<br />

riguarda la parte attuale dei dati anamnestici: sfaccettate e antitetiche, le differenti<br />

fasi di sviluppo e i loro "organizzatori" e coni di espansione si susseguono, si<br />

integrano, si organizzano e interag<strong>is</strong>cono a vicenda in ogni settore della f<strong>is</strong>iologia<br />

e patologia organ<strong>is</strong>miche, come pure delle attività e rapporti - familiari, affettivi,<br />

relazionali, lavorativi, ecc .<br />

Nelle immense possibilità interiori della MEMORIA individuale nulla sfugge di<br />

questa immanente QUARTA DIMENSIONE, sia per quanto riguarda situazioni<br />

esteriori in corso e occasionali, sia per qualsiasi accadimento dl passato anche<br />

remot<strong>is</strong>simo. Es<strong>is</strong>te anche in ciascuno un’altra "<strong>memoria</strong>" super-individuale sia<br />

quella STORICA trasm<strong>is</strong>sibile e testimoniale, esplicita e dichiarativa che può<br />

esser accettata e ricordata, archiviata e richiamabile o rifiutata e "rimossa"; sia<br />

immanente e inconsapevole, accettata supinamente o rinnegata e quindi<br />

convalidata nel suoi opposti, la "<strong>memoria</strong>" implicita, famil<strong>is</strong>tica e/o e tradizionale<br />

circonda e accompagna di continuo ciascuno. Per ciascuno di per sé o in modo<br />

<strong>all</strong>argato al suo ambiente questa ininterrotta, complessiva presenza si fa sentire<br />

anche quando è rinnegata, anche quando sembra scomparsa se non annullata,<br />

anche quando, bloccata in posizioni statiche, diviene interiormente patologica<br />

fobia o f<strong>is</strong>sazione o, collettivamente, pregiudizio se non superstizione.<br />

Chi non ricorda il passato è destinato a ripeterlo…<br />

E’ il dubbio la forza propellente nella ricerca della verità


151<br />

Ma mentre le memorie consapevoli - storica personale e storica culturale -<br />

stanno <strong>all</strong>e radici della SAGGEZZA e di ogni ulteriore possibilità di apprendimenti<br />

fecondi, la <strong>memoria</strong> che rimane implicita si sovrappone <strong>all</strong>a consapevolezza<br />

corredando i fatti con tenaci quasi ineluttabili coloriture emozionali - come<br />

afferma Einstein:<br />

E' più facile spezzare un atomo che un pregiudizio.<br />

Nell’enorme bagaglio di tutte le memorie non si trovano infatti solo ep<strong>is</strong>odi e loro<br />

descrizioni, nomi. date, fatti, nozioni...: tanto l’esplicito che l’implicito sono<br />

imbevuti e sostenuti da ininterrotte sequenze di più o meno accettabili e<br />

sovrapposte EMOZIONI - mutevoli le personali, o statiche le interiorizzate sovrapersonali<br />

- che, se rifiutate, m<strong>is</strong>conosciute o rese comunque difettose sono causa<br />

non solo di patologie personali ma anche di circoli viziosi interscambiabili nei<br />

due sensi - tra se stessi e gli “altri” in azione, e tra gli “altri” e sé in sensazione - in<br />

un espandersi a valanga di mal funzionanti relazioni.<br />

Nella scienza l'inaspettato che dà grandi informazioni si dice Serendipity, ed è<br />

così che l’anamnesi il cui compito per definizione deve far leva dai fatti <strong>all</strong>e<br />

SENSAZIONI può anche poco per volta - divenendo psicoanal<strong>is</strong>i - raggiungere il<br />

sottostante implicito e dargli voce: ritrovare l’inerte, immobile implicito - come<br />

tale o come deposito dei contenuti del “rimosso” secondario - lo rende<br />

trasm<strong>is</strong>sibile, convalidabile, partecipabile, fino a divenire - SENSATO e<br />

modificabile - uno strumento potent<strong>is</strong>simo di vere guarigioni. A proposito di<br />

psicoterapia/e d<strong>is</strong>cute di "anal<strong>is</strong>i finita o infinita": ma dopo un’esperienza ormai<br />

secolare anche questa sotto-specialità della medicina sa di poter tendere ad<br />

ottenere una cura che possa dirsi sul serio "finita": come ogni terapia, per non<br />

essere solo una compensazione di sintomi contingente, o un fattore di<br />

cronicizzazione deve mirare <strong>all</strong>a piena restitutio ad integrum, per cui può<br />

es<strong>is</strong>tere una prospettiva finale di guarigione anche per ogni patologia mentale.<br />

1. Lo è quando <strong>memoria</strong>, presente e possibilità slatentizzate si ri<strong>all</strong>ineano in<br />

un tutto finalmente armonizzato;<br />

2. quando la persona è giunta davvero <strong>all</strong>a sua età non anagrafica ma<br />

veramente ESPERIENZIALE;<br />

3. quando forma, attitudini, energie, consapevolezze, emozioni, <strong>is</strong>tinti si<br />

sono resi finalmente d<strong>is</strong>ponibili.<br />

Frammenti di vita v<strong>is</strong>uta da una nonna ottantenne<br />

che viaggiano verso la meta...<br />

Marta Passini abita a Fanano un piccolo paese dell'Appennino modenese<br />

Riportato nel file/capitolo L'IMPORTANZA DEI RICORDI, DELLE EMOZIONI<br />

DELLE IDEE SUL FUTURO<br />

E


152<br />

Emozioni che diventano testo<br />

Le strade delle parole<br />

Le strade delle parole sono un invito a ripercorrere le opere e gli itinerari<br />

legati al “viaggio in Italia” e a raccontarli d<strong>all</strong>a propria prospettiva per<br />

recuperare un rapporto tra la scrittura e il senso dei luoghi, tra <strong>memoria</strong> e la<br />

contemporaneità<br />

Dizionario delle parole perdute<br />

Un luogo per depositare i ricordi delle parole che stanno scomparendo, un<br />

progetto collettivo di <strong>memoria</strong> condiv<strong>is</strong>a. 347<br />

Archivio diar<strong>is</strong>tico nazionale<br />

L’Archivio Diar<strong>is</strong>tico nazionale di Pieve S. Stefano<br />

Marta Passini, una delle scrittrici del Circolo di scrittura Autobiografica a<br />

d<strong>is</strong>tanza, ha pubblicato in proprio la raccolta dei testi scritti durante gli ultimi<br />

otto anni e spediti al Circolo, a partire dal suo primo ricordo degli anni 30.<br />

Bambini di ieri=adulti di oggi.<br />

Adulti di oggi -> adulti di<br />

domani.<br />

… l’equilibrio precario di una trapez<strong>is</strong>ta…


153<br />

Il corpo e i suoi linguaggi<br />

La rivoluzionaria scoperta del cervello addominale ha nevrosi e domina il<br />

"collega" più nobile. In tutte le culture, nei modi di dire, nel senso comune,<br />

la pancia è tradizionalmente la sede principale - più del cervello - dei<br />

sentimenti e delle emozioni... Prova sensazioni, pensa e ricorda.<br />

E aiuta a prendere dec<strong>is</strong>ioni....<br />

Una chimica delle emozioni? E-mozione già nel termine sottintende l’idea di<br />

“movimento“: come può essere logicamente amm<strong>is</strong>sibile negare il dinam<strong>is</strong>mo<br />

delle sue evoluzioni? Come può essere <strong>all</strong>ora accettabile una ins<strong>is</strong>tente dottrina<br />

che si presenti come "scientificamente" garante di una (pseudo-)terapia che<br />

pretenda simili ingarbugliati processi come semplici e immobili e quindi da poter<br />

gestire farmacologicamente, senza snaturarne i decorsi?<br />

Le emozioni: artefatti simbolici o fatti concreti? Moventi causali - venuti da dove?<br />

generati da cosa? - di “alterazioni somatiche”?<br />

Molecole di emozioni. Il perché delle emozioni che proviamo Pert<br />

B. Candace<br />

Perché proviamo certe sensazioni? In che modo i nostri pensieri e le<br />

nostre emozioni influ<strong>is</strong>cono sulla nostra salute? In questo libro<br />

l'autrice cerca di r<strong>is</strong>pondere a queste e altre domande che scienziati<br />

e filosofi pongono da tempo.<br />

Come in molti altri casi, nella sottostante citazione si confondono concetti<br />

differenti: senza riconoscere il susseguirsi delle manifestazioni della fondamentale<br />

sindrome di adattamento e si equivocano elementi di una stessa serie dinamica e<br />

sfaccettata - che può sia r<strong>is</strong>ultare essenziale <strong>all</strong>a vitalità stessa che avere r<strong>is</strong>volti<br />

patologici - come fossero statiche cause ed effetti l’uno dell’altro.<br />

Le emozioni “provocano alterazioni somatiche"? Ma non sono esse stesse una<br />

parte inv<strong>is</strong>ibile chimico-f<strong>is</strong>ica che accompagna ogni manifestazione somatica?<br />

Le EMOZIONI Il cuore che pulsa, le mani sudate, il respiro affannato, il<br />

tremore degli arti che accompagna, ad esempio, sensazioni di intensa paura,<br />

sono correlati f<strong>is</strong>iologici molto evidenti dell'emozione. L'emozione,<br />

specialmente se intensa, può provocare alterazioni somatiche diffuse: il<br />

s<strong>is</strong>tema nervoso centrale influenza le reazioni mimiche (l'espressione del<br />

v<strong>is</strong>o), la tensione muscolare; il s<strong>is</strong>tema vegetativo e le ghiandole endocrine, la<br />

secrezione di adrenalina, l' accelerazione del ritmo cardiaco e altre r<strong>is</strong>poste<br />

v<strong>is</strong>cerali.


154<br />

Ma cosa accade in ogni caso se le emozioni si rendono invece “inv<strong>is</strong>ibili”?<br />

E quanti equivoci accompagnano il termine STRESS? Quanti conoscono il<br />

significato reale di Sindrome generale di adattamento? E gli studi di Hans Selye?<br />

Anche il cuore avrebbe una <strong>memoria</strong>, una <strong>memoria</strong> maligna, capace di<br />

ricordare solo gli eventi spiacevoli: alcuni farmaci, come quelli utilizzati per<br />

lo scompenso cardiaco, sono in grado di far perdere la <strong>memoria</strong> al cuore.<br />

Ma non sappiamo se questo possa essere un bene o un male<br />

dice Peter Schwartz (direttore del dipartimento di cardiologia del policlinico<br />

San Matteo di Pavia e titolare della cattedra di cardiologia dell'Ateneo<br />

pavese). (Da stralci d<strong>all</strong>'articolo del dr. Paolo Danza tratto d<strong>all</strong>a riv<strong>is</strong>ta<br />

scientifico-divulgativa Focus del marzo 2001- Amelia Beltramini).<br />

E se aggressività e/o paura ma anche noia e impedimento <strong>all</strong>e espressioni<br />

corporee diventano sindromi psico-somatiche? Come si muore di “crepacuore”?<br />

Come si salvano i naufraghi nel mare in tempesta o alpin<strong>is</strong>ti caduti nel crepaccio<br />

di un ghiacciaio? O dopo un terremoto o sotto una valanga o uno smottamento?


155<br />

E in quali tempi - cronologici - si situano le situazioni di lotta-fuga, aggressivitàpaura,<br />

paura estrema e depersonalizzazione? Adrenalina verso noradrenalina,<br />

noradrenalina verso dopamina?<br />

DOPAMINA, NORADRENALINA, ADRENALINA: le vie metaboliche delle<br />

catecolamine


156<br />

Nei fatti la LENTEZZA di azione della percezione cosciente è ben al di sotto delle<br />

possibilità di preparare con la opportuna tempestività l'organ<strong>is</strong>mo a situazioni di<br />

particolare impegno: spesso per chiunque, ma per molti individui in modo<br />

particolare, i segnali di attenzione transitano e si fanno conoscere e ag<strong>is</strong>cono<br />

opportunamente prima di tutto e magari soltanto attraverso meccan<strong>is</strong>mi v<strong>is</strong>cerali.<br />

Ma non solo. Se l’ipotalamo, l’ipof<strong>is</strong>i, le surrenali e persino l'intestino sono<br />

"intelligenti", gli scambi di influenzamenti incrociati tra "mente cosciente" e<br />

"reazioni v<strong>is</strong>cerali" sono da prendere di continuo in considerazione. Anche la<br />

terminologia può convalidare in modo tecnicamente "scientifico" la "normalità"<br />

dei "retroscena" biologici che sottostanno a classici - e inoppugnabili - modi di<br />

dire proverbiali: sentirsi stringere il cuore, avere un mattone sullo stomaco,<br />

prendersi un mal di pancia, sentirsi torcere le budella, farsela sotto, sentirsi<br />

prudere le mani, avere grattacapi, mordersi le mani …<br />

Dopo aver studiato le endorfine - cioè gli oppiodi endogeni - con la sua scoperta<br />

di una base biomolecolare delle emozioni, Candace Pert illustra nuovi sviluppi<br />

scientifici e forn<strong>is</strong>ce una chiave per comprendere noi stessi, i nostri sentimenti e il<br />

legame che es<strong>is</strong>te tra mente e corpo. E d’altra parte quella “famosa” molecola ora<br />

chiamata SEROTONINA, “famosa” in quanto presupposto della produzione e<br />

della più che intensiva diffusione di farmaci cosiddetti “antidepressivi” quando fu<br />

scoperta nei primi anni '30 il farmacologo italiano Vittorio Erspamer, venne<br />

chiamata ENTERAMINA cioè “molecola dell’intestino”; mentre possono essere<br />

riconosciuti chimicamente vari attivi collegamenti diretti tra comportamenti<br />

“psico-sociali” più o meno ”devianti” e questa o altre molecole - A.P.U.D. - ad<br />

azione psico-v<strong>is</strong>cerale. Come è amm<strong>is</strong>sibile una dottrina che si dichiari<br />

"scientifica", e esprima invece un’ins<strong>is</strong>tita proposta (pseudo-)terapeutica che<br />

presenti simili ingarbugliati processi come semplici e immobili? Come fosse<br />

amm<strong>is</strong>sibile negare il dinam<strong>is</strong>mo delle loro evoluzioni?<br />

Es<strong>is</strong>tono molte similitudini tra le molecole di serotonina e LSD, la più<br />

evidente delle quali è sicuramente la stretta somiglianza fra le loro<br />

strutture, in particolare l’anello indolico (in blu nella figura).<br />

La combinazione delle varie somiglianze chimiche fra le due molecole fa<br />

sì che l’LSD sia in grado di imitare la serotonina.


157<br />

Che cos'è la serotonina?<br />

Una sostanza, d<strong>all</strong>e molte azioni e presente, guarda un po', in entrambi i<br />

nostri cervelli: in quello superiore, è un messaggero chimico coinvolto nel<br />

controllo dell'umore, del sonno e della sensibilità al dolore; dabbasso,<br />

nell'intestino, mette in moto una progressione di contrazioni e rilassamenti<br />

della muscolatura, che sono poi quei movimenti che fanno avanzare il cibo<br />

che ingeriamo. La rivoluzionaria scoperta del cervello addominale: ha<br />

nevrosi e domina il "collega" più nobile. In tutte le culture, nei modi di dire,<br />

nel senso comune, la pancia è tradizionalmente la sede principale (più del<br />

cervello) dei sentimenti e delle emozioni..., Prova sensazioni, pensa e ricorda.<br />

E aiuta a prendere dec<strong>is</strong>ioni.… Al secondo cervello sono affidate le<br />

"dec<strong>is</strong>ioni v<strong>is</strong>cerali", cioè spontanee e inconsapevoli: ha quindi un ruolo<br />

importante nella gioia e nel dolore. Per studiare questo secondo cervello è<br />

nata una nuova scienza, la neurogastroenterologia. Le basi le ha gettate, a<br />

metà dell'800, Leopold Auerbach, un neurologo tedesco, che, osservando al<br />

microscopio l'intestino notò due strati sottil<strong>is</strong>simi di cellule nervose tra due<br />

strati di muscolo. E scoprì che questa specie di calza a rete avvolge tutto il<br />

tratto digerente, fino al retto. Gli stress del passato restano impressi anche<br />

nella pancia. Il cervello addominale sarebbe addirittura dotato di <strong>memoria</strong><br />

che per f<strong>is</strong>sare i ricordi usa le stesse molecole del cervello della testa: gli stress<br />

del passato si stampigliano così nel cervello e nell'addome....<br />

S<strong>is</strong>tema APUD e altri dati BIOCHIMICI<br />

Perché proviamo certe sensazioni? In che modo i nostri pensieri e le nostre<br />

emozioni influ<strong>is</strong>cono sulla nostra salute? Dopo la scoperta che es<strong>is</strong>te una base<br />

biomolecolare delle emozioni, Candace Pert illustra i nuovi sviluppi scientifici e<br />

forn<strong>is</strong>ce una chiave per comprendere noi stessi, i nostri sentimenti e il legame<br />

che es<strong>is</strong>te tra mente e corpo. W.ROSE scopre gli Amminoacidi Essenziali: se ne<br />

conoscevano 20 prodotti d<strong>all</strong>'organ<strong>is</strong>mo, lui ne scopre altri 8 molto importanti<br />

per alcune funzioni del cervello che sono presenti solo se assunti con<br />

l'alimentazione.<br />

La teoria che il territorio e i suoi prodotti alimentari abbiano influenzato<br />

molecolarmente l'intelletto e il carattere di alcuni popoli, diventa realtà (vedi<br />

11 milioni, e 12.400 anni fa). Importanti sono questi amminoacidi per la<br />

formazione di alcune endorfine che regolano i livelli di alcune sostanze<br />

umorali (prima di tutte la serotonina) che determinano con la loro<br />

produzione e il loro livello il carattere tranquillo o aggressivo della natura<br />

dell'uomo. Ma CANDACE PERTH negli anni '90 ne scoprirà altri, che<br />

determinano, i sentimenti, l'amore, l'amicizia, l'attrazione sessuale, le attività<br />

quotidiane, la volontà ecc.


158<br />

SISTEMA APUD - Amine Precursor Uptake and Decarboxylation<br />

Tutte le cellule del s<strong>is</strong>tema APUD hanno origine d<strong>all</strong>e creste neurali. Si<br />

ascrivono a questo s<strong>is</strong>tema le cellule del s<strong>is</strong>tema GEP (gastro-entericopancreatico),<br />

le cellule endocrine della mucosa tracheo bronchiale, delle vie<br />

urogenitali, della cute (melanociti), e di strutture endocrine pluricellulari<br />

(cellule parafollicolari della tiroide, cellule della midollare del surrene, cellule<br />

principali delle paratiroidi). Antiche osservazioni hanno identificato questi<br />

elementi endocrini come cellule argentaffini o enterocromaffini, presenti in<br />

tutto l'organ<strong>is</strong>mo e produttrici di un gran numero di ormoni e mediatori, tra<br />

cui la serotonina (5-HT) e il 5-idrossitriptofano (5-HPT). Già nei primi anni<br />

'30 il farmacologo italiano Vittorio Erspamer, ricercatore di fama<br />

internazionale, scoprì la serotonina, da lui chiamata però ENTERAMINA (=<br />

amina dell'intestino) aprendo la strada <strong>all</strong>e ricerche sui neuro-trasmettitori.<br />

"Nel 1931 comincia ad occuparsi di cellule cromaffini di tutti i mammiferi e<br />

nel '35 <strong>is</strong>ola una sostanza, considerata inizialmente un polifenolo, che nel<br />

'37, utilizzando ghiandole cutanee di D<strong>is</strong>cus glossus e ghiandole salivari dei<br />

polpi, sarà denominata enteramina che, dopo pochi anni, sarà conosciuta<br />

come serotonina, uno dei primi mediatori chimici cerebrali conosciuti.<br />

Osservazioni successive hanno dimostrato che le cellule argentaffini hanno la<br />

proprietà di assumere precursori delle amine biogene decarbossilandoli. Le<br />

cellule endocrine del s<strong>is</strong>tema GEP ed altre cellule dotate di tali proprietà<br />

metaboliche, sono state perciò riunite in un s<strong>is</strong>tema endocrino chiamato<br />

APUD. Alcuni degli ormoni presenti nelle cellule endocrine del s<strong>is</strong>tema GEP,<br />

sono stati anche dimostrati nel s<strong>is</strong>tema nervoso centrale e periferico, dove<br />

sono stati localizzati nei pirenofori, nei neuriti, nelle terminazioni assoniche<br />

delle terminazioni nervose. Questi dati sugger<strong>is</strong>cono la possibilità che da un<br />

lato es<strong>is</strong>tano correlazioni tra il s<strong>is</strong>tema nervoso centrale e periferico ed il GEP,<br />

d<strong>all</strong>'altro che alcuni ormoni prodotti a livello intestinale [o comunque<br />

"somatico", principe fra tutti la "colec<strong>is</strong>tochinina"] possono agire come<br />

neurotrasmettitori.<br />

NEUROTRASMETTITORE (ingl.: neurotransmitter; fr.: neuromediateur):<br />

qualsiasi sostanza implicata direttamente nell'azione di un neurone sulle<br />

cellule bersaglio… In relazione ai neuroni, i neurotrasmettitori possono essere<br />

di natura diversa: alcuni neuroni possono agire attraverso differenti<br />

neurotrasmettitori. I principali neurotrasmettitori sono sia peptidi<br />

(neurotensina, sostanza P, endorfine, encefaline, VIP, colec<strong>is</strong>tochinina,<br />

bradichinina, somatostatina, liberina), sia derivati di aminoacidi (serotonina,<br />

d o p a m i n a , n o r a d r e n a l i n a , a d r e n a l i n a , a c e t i l c o l i n a , a c i d o<br />

gammaminobutirrico). Alcuni neurotrasmettitori ag<strong>is</strong>cono come eccitanti<br />

(catecolamine, liberine, etc.), altri come inibitori (GABA, encefaline,<br />

somatostatine, etc.) delle trasm<strong>is</strong>sioni sinaptiche. Alcuni vengono trasportati<br />

lungo le fibre nervose, altri sono formati e d<strong>is</strong>trutti al livello della sinapsi. I


159<br />

neurotrasmettitori si trovano in concentrazione relativamente elevata nelle<br />

terminazioni nervose e sono liberati attraverso la depolarizzazione del<br />

neurone. Sono generalmente d<strong>is</strong>trutti subito dopo la loro azione. Il cervello<br />

nella pancia - 5-HT4: Questo link potrebbe concretizzarsi anche nell'articolo:<br />

Neurof<strong>is</strong>iologia: si emoziona, soffre, gio<strong>is</strong>ce. Insomma, l'intestino è<br />

"intelligente". La scoperta di uno scienziato americano darà anche una<br />

svolta ai metodi di cura. … che però in sostanza non è d<strong>is</strong>interessato e<br />

"scientifico" in quanto vi vengono presentati... "farmaci nuovi" contro...<br />

la stitichezza - da Corriere salute dell'8 luglio 2001.)<br />

Michael Gershon, professore di Anatomia e Biologia Cellulare <strong>all</strong>a Columbia<br />

University, ha presentato di recente i suoi 30 anni di studio sull’ammasso<br />

cellulare di neuroni e nervi situati nell’intestino e chiamato per la sua attività<br />

IL SECONDO CERVELLO, o CERVELLO ENTERICO (non pensante). Queste<br />

definizioni sembrano appropriate perché, primo, possiede gli stessi<br />

neurotrasmettitori del midollo spinale e del cervello, secondo, presiede <strong>all</strong>e<br />

funzioni di coordinamento enzimatico digestivo, ghiandolare, muscolare,<br />

pressorio, chimico-f<strong>is</strong>ico, ormonale immunitario… Le cellule nervose preposte<br />

<strong>all</strong>e funzioni suddette se si trovassero nel cervello per trasmettere le<br />

informazioni richiederebbero nervi grandi come cavi di alta tensione... Nei<br />

congressi di Gastroenterologia è sempre più frequente ascoltare relazioni che<br />

accomunano d<strong>is</strong>funzioni gastrointestinali con d<strong>is</strong>funzioni della flora batterica<br />

e stati di malumore non d<strong>is</strong>giunti spesso da ansia e depressione. Per i vecchi<br />

medici di famiglia, la Medicina Ol<strong>is</strong>tica e la più moderna PNEI (Psico Neuro<br />

Endocrino Immunologia) questi legami tra psiche e intestino sono, e sono<br />

stati da sempre un cardine della loro professione. ... In ogni caso, a conferma<br />

delle tesi e ricerche del Prof. Gershon si deve riconoscere che il legame tra il<br />

"Cervello Cefalico" e il "Secondo Cervello" non è sconosciuto <strong>all</strong>e persone<br />

che debbano sostenere esami o che abbiano relazioni con persone<br />

inaffidabili, tanto che alcune condizioni di stress possono innescare<br />

d<strong>is</strong>funzioni gastroenteriche che sono insensibili <strong>all</strong>e cure specifiche ...<br />

Un po' di r<strong>is</strong>petto per la pancia, per favore. Perché la pancia "sente".<br />

Metabolizza emozioni. Sm<strong>is</strong>ta informazioni. Reag<strong>is</strong>ce <strong>all</strong>e sollecitazioni<br />

dell'ambiente circostante, soffre. E gio<strong>is</strong>ce.<br />

Già: nell'intestino vive e opera un secondo cervello. Un computer operoso e<br />

sof<strong>is</strong>ticato. costituito da un'intricat<strong>is</strong>sima matassa di neuroni (centinaia di<br />

milioni) e di cavi nervosi. Che è capace di governare in piena autonomia le<br />

delicate funzioni della complessa macchina digestiva. Parola di Michael<br />

D.Gershon, professore di anatomia e biologia cellulare <strong>all</strong>a Columbia


160<br />

University. Il professor Gershon ha dedicato trent'anni <strong>all</strong>o studio di questo<br />

"cervello enterico" e dei suoi rapporti con quello pensante, riversando in un<br />

best seller, dal titolo The Second Brain, - Il secondo cervello - gli<br />

intrigant<strong>is</strong>simi r<strong>is</strong>ultati ottenuti. Un neurotrasmettitore, la serotonina, regola<br />

umore, sonno, dolore e anche le contrazioni addominali. Il 95 per cento di<br />

tutta la serotonina presente nel nostro corpo viene prodotta proprio nel tratto<br />

gastrointestinale, da una popolazione di cellule chiamate "enterocromaffini",<br />

che rilasciano questa sostanza in seguito a stimoli diversi: tipicamente dopo<br />

l'assunzione di cibo.... La serotonina, insomma, è una specie di direttore<br />

d'orchestra che manovra le leve del movimento intestinale. Come? La parola<br />

a Marcello Tonini, professore ordinario di farmacologia presso il Dipartimento<br />

di Scienze F<strong>is</strong>iologiche e Farmacologiche dell'Università di Pavia.<br />

"Ultimamente", ci dice Tonini, "la ricerca ha posto molta attenzione al ruolo<br />

della serotonina nella regia dell'attività intestinale".<br />

Gastroenterologia (Doctor News 15 febbraio 2006 - Anno 4, Numero 25)<br />

Colon irritabile: aumentate r<strong>is</strong>poste cerebrali a stimoli enterali subliminali. I<br />

pazienti con colon irritabile ne presentano una maggiore r<strong>is</strong>petto ai soggetti<br />

sani. I test sull'ipersensibilità v<strong>is</strong>cerale erano stati finora basati sugli stimoli<br />

percepiti, ma dato che è stato recentemente dimostrato che gli stimoli<br />

subliminali vengono reg<strong>is</strong>trati nella corteccia cerebrale, maggiore sensibilità<br />

del circuito neurale sensorio v<strong>is</strong>cerale in r<strong>is</strong>posta a stimoli subliminaliè ora<br />

possibile valutare i neurocircuiti intestinali senza l'effetto dei processi<br />

cognitivi. I r<strong>is</strong>ultati del presente studio dimostrano obiettivamente l'es<strong>is</strong>tenza<br />

dell'ipersensibilità nervosa in questi pazienti, e pertanto aiutano a d<strong>is</strong>cernerne<br />

e definirne le componenti f<strong>is</strong>iopatologiche diverse. … Gastroenterology 2006;<br />

130: 26-33 e 267-<br />

Concludendo <strong>all</strong>a Woody Allen si potrà affermare:<br />

Ho un forte mal di pancia… vado d<strong>all</strong>o psichiatra!!!<br />

Sono troppo ansioso e depresso… vado dal gastroenterologo!!!.<br />

La verità passa attraverso 3 fasi... nella prima viene<br />

ridicolizzata, nella seconda viene violentemente osteggiata, nella<br />

terza viene accettata come evidente… - Arthur Schopenhauer<br />

Gli uomini sono soliti formare idee universali tanto delle cose<br />

naturali, quanto di quelle artificiali, idee che considerano<br />

come modelli, ai quali credono che la natura (che stimano non<br />

faccia nulla senza un fine) guardi e si proponga anch'essa come<br />

modello. Quando, dunque, vedono che accade qualcosa in<br />

natura che non concorda con il modello che hanno concepito di<br />

tale cosa credono <strong>all</strong>ora che la natura abbia f<strong>all</strong>ito o peccato<br />

e abbia lasciato quella cosa imperfetta. - Baruch Spinoza


161<br />

Dare <strong>all</strong>e emozioni il loro vero nome?<br />

L'essere umano "maturo" è destinato ad essere molto potente e versatile in quanto<br />

ogni tappa dei suoi alternanti sviluppi dovrebbe avergli lasciato - come una<br />

materia di studio ben assimilata - la propria solida impronta. Ma questo attuarsi<br />

integrale richiede che ogni passaggio nel suo compiersi abbia trovato esatto<br />

r<strong>is</strong>contro nei tipici, concreti e prec<strong>is</strong>i, BISOGNI psicologici e/o ambientali - nota<br />

bene: b<strong>is</strong>ogni non "desideri" - di quella esatta fase nel suo orbitante<br />

percorso. Armonica pur nella sua tipica d<strong>is</strong>continuità ogni complessa sequenza si<br />

manifesta in cambiamenti delle forme, dimensioni e proporzioni corporee e - in<br />

concomitanza con questi - nel prevalere di alcune funzioni e relazioni, affetti e<br />

sentimenti, attività e preferenze. Ma questo significa anche che - fase per fase -<br />

non venga ad essere letteralmente castrata la costellazione attivabile degli <strong>is</strong>tinti:<br />

m<strong>is</strong>conosciuti, potent<strong>is</strong>simi fattori biologici extra-personali di raccordo<br />

immediato da e verso l'ambiente, troppo spesso confusi con le semplici<br />

soggettive "sensazioni" o peggio m<strong>is</strong>tificati e banalizzati in semplici intellettuali<br />

intuizioni. Ognuna di queste costellazioni, cioè raggruppamenti di fattori<br />

coordinati insieme, più opportunamente venne definito complesso, con una<br />

accezione del termine analoga a quella poi venuta di moda nel caso dei<br />

"complessi" musicali.<br />

Nella specie umana in particolare la prolungata preparazione è<br />

molto intermittente: quindi variamente b<strong>is</strong>ognosa; mentre di conseguenza una<br />

così complicata rete di collegamenti del momento e del passato costitu<strong>is</strong>ce un<br />

elemento di fragilità, tanto più che - appunto come le materie scolastiche - le<br />

lunghe tappe preparatorie non sono del tutto attuabili senza adeguati apporti<br />

esterni. Come regolarsi quindi se - nella loro pur ben preordinata coordinazione -<br />

questi sviluppi sono in apparenza talmente d<strong>is</strong>cordanti?<br />

E se necessitano di appoggi ben prec<strong>is</strong>i, come avvicendarli per assecondarne ogni<br />

apparente irregolarità, incentrarli con costante cura sulle ben prec<strong>is</strong>e<br />

costellazioni emotive attraversate proprio in quel momento? E qui è da ripetersi<br />

che se si dice che le emozioni "provocano alterazioni somatiche" lo si dice<br />

erroneamente in quanto esse stesse SONO PARTE integrante chimico-f<strong>is</strong>ica di<br />

ogni manifestazione somatica oltre che sottolineature potenti anche se poco<br />

consapevole di ogni comportamento.<br />

'Sviluppo' non è 'imbroglio'<br />

...Quanto fanno male tutti quei sentimenti che rimangono dentro<br />

a marcire, quei pensieri inc<strong>is</strong>tati e senza voce...<br />

Dare <strong>all</strong>e emozioni il loro vero nome...?<br />

Poter dare ai ricordi una specie di seconda vita?


162<br />

verbalizzando si concettualizza e concettualizzando<br />

si appropria l'esperienza sul piano intellettuale"<br />

Questa immanente QUARTA DIMENSIONE, questo enorme bagaglio mai perduto<br />

- individuale e collettivo - non contiene solo ep<strong>is</strong>odi e loro descrizioni, nomi.<br />

date, fatti, nozioni...: il tutto è imbevuto e sostenuto d<strong>all</strong>e ininterrotte sequenze di<br />

più o meno accettabili emozioni, che, se rifiutate, sono causa non solo di<br />

patologie personali ma anche di circoli viziosi di mal funzionanti relazioni con<br />

l'esterno. Il mondo enorme a cui <strong>all</strong>ude il detto di Einsten in qualche sconosciuto<br />

modo ag<strong>is</strong>ce nei nostri confronti; più da vicino malattie organiche o conseguenze<br />

di d<strong>is</strong>astri da cause naturali possono influire fino a d<strong>is</strong>truggere la vita e il<br />

benessere di molti: ma in un certo senso sarebbero da accomunare<br />

"ecologicamente" a pericoli naturali anche molti fattori pubblicamente o<br />

privatamente umani. Il mondo organizzato politico e tecnologico e<br />

ammin<strong>is</strong>trativo influ<strong>is</strong>ce in modo ampiamente notorio sulla vita di tutti; ma<br />

altrettanto - e tanto più se tradotti pur in via personale in comportamenti<br />

"professionali" e/o "leg<strong>is</strong>lativi" - ci influenzano <strong>all</strong>a spicciolata singoli esseri umani<br />

con azioni e impostazioni "personali": in quest'ottica, individuali pregi e difetti si<br />

costitu<strong>is</strong>cono come cause e concause "ambientali epidemiche" di accadimenti<br />

successivi - buoni o cattivi che siano.<br />

Quanto fanno male i sentimenti che rimangono<br />

dentro a marcire, i pensieri inc<strong>is</strong>tati e senza voce…<br />

L'alexitimia è una difficoltà <strong>all</strong>a comprensione e comunicazione di stati<br />

emozionali e costitu<strong>is</strong>ce quindi un ostacolo <strong>all</strong>a psicoterapia tradizionale<br />

verbale. ... Attualmente, accanto a chi tende ad accantonare il concetto<br />

perché difficilmente riconoscibile come unitario, il dibattito è incentrato<br />

sull'es<strong>is</strong>tenza di un'alexitimia di tratto e di una di stato, cui tutti gli individui<br />

potrebbero regredire in particolari condizioni e momenti della vita.<br />

Fa parte delle definizioni recenti di un vocabolario medico - che si "gratifica" con<br />

il porre etichette - il termine "alexitimia" per indicare una permanente o<br />

transitoria, espressiva o interpretativa "difficoltà emozionale". Ma oltre a quando i<br />

sentimenti rimangono dentro a marcire... un modo di "non<br />

voler sentire la nostra voce interna, un modo ANAFFETTIVO e di scaricare le<br />

emozioni <strong>all</strong>' esterno, è quello di spostarne la " colpa " a qualcuno o a qualcosa -<br />

perchè... perchè... - e così - mentre viene impedito imparare e comprendere -<br />

le emozioni si trasformano in d<strong>is</strong>turbi somatici - come appunto nel caso più<br />

semplice del "mal di testa" più ampiamente descritto nel sotto-capitolo<br />

cambiamento_inconcepibile.


163<br />

Quante volte in questi anni, mi ha ripetuto<br />

pazientemente, di tenere le emozioni dentro di me ...<br />

Tant<strong>is</strong>sime volte !!! Diceva e tutt'ora dice: "Si tenga la<br />

tr<strong>is</strong>tezza, la delusione, l' angoscia, la rabbia, ecc, ecc "...<br />

Invece le rifiutavo, le annullavo. Le rifiuto, le annullo.<br />

Facevo credo, questo tipo di cosa: sono tr<strong>is</strong>te perchè ....<br />

ho l' ansia perchè ... sono arrabbiata perchè ... Un modo<br />

di scaricare le emozioni <strong>all</strong>'esterno, dando la "colpa "a<br />

qualcuno o a qualcosa, con il r<strong>is</strong>ultato deleterio di non<br />

dar loro il giusto peso, il giusto spazio e non prendendomi<br />

quindi sul SERIO, diventavo ogni giorno di più<br />

ANAFFETTIVA. ... Il non volere sentire la nostra voce<br />

interna. Stare in superficie. Ricordo che da sempre ho<br />

agito così verso le mie emozioni. Mi facevano stare male e<br />

le cancellavo. Provavo vergogna ? Via! Tolta di mezzo!<br />

Provavo solitudine? Non sia mai!!! Via anche quella!<br />

Provavo malinconia? Via !!! Niente più malinconia ...<br />

Quando ero felice però, forse per meccan<strong>is</strong>mo e abitudine,<br />

eliminavo anche quella, magari non subito... In effetti, a<br />

ben pensare, tolto le emozioni, cosa mi rimane? Il vuoto,<br />

il nulla, nada de nada. E come posso imparare, se ciò che<br />

leggo, osservo e sento, non mi danno emozione? Oppure<br />

provo saltuariamente, per caso, qualcosa? Ad esempio<br />

guardando un dipinto del Caravaggio ... Oppure i due<br />

quadretti ... accanto al quadro del gatto. Avevano<br />

provocato in me un mal di testa e quindi la mia<br />

attenzione. B<strong>is</strong>ogna che riveda i miei modi di fare,<br />

staccare la spina a quei meccan<strong>is</strong>mi che bloccano le<br />

entrate e che mi imped<strong>is</strong>cono di imparare e comprendere.<br />

...verbalizzando si concettualizza e<br />

concettualizzando si appropria l'esperienza sul<br />

piano intellettuale…<br />

il paradosso di una dignità della ragione che<br />

nega l'integrità della persona


164<br />

I FEROMONI E L’OLFATTO<br />

...”ascoltare l'anima" come una fragranza… e diventare consapevoli delle<br />

emozioni che produce e delle memorie che r<strong>is</strong>veglia<br />

Ma non solo.<br />

Diversificati orizzonti si d<strong>is</strong>piegano già nel file/capitolo - Quando la cartella<br />

clinica è terapeutica - esplicitando i ragionamenti logici e i molteplici dati di<br />

fatto che sottostanno a profonde implicazioni complessive; compreso il fatto di<br />

dover tener conto attento e critico dello stato emotivo e culturale concomitante<br />

ad ogni momento dell'incontro medico-paziente, i cui reciproci processi<br />

biochimici - come tali tipicamente d<strong>is</strong>sipativi - si “dipanano” attraverso<br />

cambiamenti velocemente modulati.<br />

Comunque non solo <strong>all</strong>’interno degli individui singoli è in attività costante una<br />

chimica delle emozioni che ingarbuglia in un dinam<strong>is</strong>mo a largo raggio ciascuno<br />

e il suo ambiente: i "feromoni" - le em<strong>is</strong>sioni volatili di ormoni e di<br />

neuromediatori - NON sono cioè ipotesi più o meno fantasiose, come lo dimostra<br />

persino la loro ampia e diversificata commercializzazione:<br />

1. per produrre profumi ad alto impatto sessuale (vedi ad esempio la<br />

citazione tratta da La Via del Profumo),<br />

2. in agricoltura per produrre insetticidi e antiparassitari "biologici"<br />

3. in veterinaria per produrre veri e propri farmaci: ad esempio "tranquillanti<br />

f<strong>is</strong>iologici" per "controllare lo stress" di cani e gatti domestici.<br />

4. ecc. ecc.<br />

Oggi, se si scrive feromoni il programma di scrittura ancora cambia<br />

automaticamente la parola in “fenomeni” o in “sermoni”. Qui non si vuol<br />

fare nessun sermone ma dare qualche notizia su queste sostanze<br />

important<strong>is</strong>sime nel mondo degli animali (zoosemiotica).<br />

Nella maggioranza dei casi i feromoni sono odori, profumi. Tra questi i più<br />

conosciuti sono i feromoni sessuali che emessi da ghiandole esocrine sono<br />

percepiti dai maschi che così “a fiuto” trovano l’anima gemellaFra l’altro c’è<br />

chi sostiene che i feromoni sono importanti anche per l’uomo: il colpo di<br />

fulmine? Sabato sera (10, gennaio, 2009) la simpatic<strong>is</strong>sima Litizzetto ha fatto<br />

un gag sui feromoni e ha riportato che le notizie sulla natura dei feromoni le<br />

ha imparate da una riv<strong>is</strong>ta femminile!I feromoni sembrano inviare un<br />

messaggio subliminare, quindi non percepibile coscientemente, ma che viene


165<br />

decodificato a livello cerebrale [o neurologico a più ampio raggio] ed è in<br />

grado di influenzare i rapporti umani. L'olfatto quindi, uno dei nostri tratti più<br />

primitivi, esercita un forte influsso anche se inconsapevole. Come i sapori, gli<br />

odori vengono percepiti senza essere mediati d<strong>all</strong>a parte razionale del<br />

cervello, per questo sono uno strumento perfetto per f<strong>is</strong>sare ricordi legati<br />

<strong>all</strong>'emotività più che al pensiero razionale. Ogni cellula possiede solo un tipo<br />

di recettore olfattivo e ognuno di questi è capace di intercettare un numero<br />

limitato di sostanze odorose, per cui il s<strong>is</strong>tema r<strong>is</strong>ulta molto complesso e<br />

specializzato. I feromoni sembrano inviare un messaggio subliminare, quindi<br />

non percepibile coscientemente, ma che viene decodificato a livello cerebrale<br />

ed è in grado di influenzare i rapporti umani. L'olfatto quindi, uno dei nostri<br />

tratti più primitivi, esercita un forte influsso anche se inconsapevole. Come i<br />

sapori, gli odori vengono percepiti senza essere mediati d<strong>all</strong>a parte razionale<br />

del cervello, per questo sono uno strumento perfetto per f<strong>is</strong>sare ricordi legati<br />

<strong>all</strong>'emotività più che al pensiero razionale. Inoltre lo stato di salute e lo stato<br />

d'animo delle persone provoca cambiamenti nel loro apprezzamento degli<br />

odori. L'odore di cibi pesanti delizierà un uomo affamato ma darà nausea ad<br />

uno afflitto da emicrania o da febbre…<br />

E' stato dimostrato che l'anosmia (assenza di percezione olfattiva) specifica a<br />

certi odori corporei umani si sviluppa nei maschi (per l'androstenone) dopo<br />

l'età di pubertà, mentre la percezione della stessa molecola diventa più acuta<br />

dopo quest'età nelle femmine. L'anosmia specifica accerta l'inabilità a sentire<br />

coscientemente una molecola aromatica nelle diluizioni in cui è normalmente<br />

percepita, ma non prova in alcun caso l'assenza di "prime effect" - effetto sul<br />

s<strong>is</strong>tema endocrino - sulle persone anosmiche, ma anche se così fosse<br />

l'anosmia specifica a certi feromoni potrebbe essere soltanto il modo per<br />

alcuni persone di adattarsi <strong>all</strong>'ambiente, quando questi stimoli potrebbe<br />

essergli dannosi.<br />

La reazione a questi feromoni (acido metyl-exanoico, acido ethylheptanoico<br />

- zibetto, castoreum - ecc), come ai feromoni di profumeria (zibetto,<br />

castoreum ecc) può essere sia di apprezzamento sia di d<strong>is</strong>gusto, senza via di<br />

mezzo, mentre stranamente gli stessi prodotti animali poco gradevoli<br />

(zibetto) rendono tutti i profumi che li contengono più attrattivi di quelli<br />

senza. Gli odori ascellari umani, essendo feromoni, provocano sugli altri<br />

effetti f<strong>is</strong>iologici (prime effects), per cosi dire v<strong>is</strong>cerali, poco consueti<br />

nell'interazione sociale civilizzata che si situa ad un livello mentale più che<br />

f<strong>is</strong>ico.<br />

Gli odori corporei sono quindi giudicati negativamente e questo giudizio col<br />

tempo viene acqu<strong>is</strong>ito d<strong>all</strong>e persone, per assimilazione del patrimonio dei


166<br />

valori culturali, per esperienza personale quando si raggiunge l'età (con la<br />

pubertà ) di essere affetto dagli effetti f<strong>is</strong>iologici degli stimoli feromonali altrui<br />

(e anche di influenzare gli altri con i propri), e raggiungendo l'età nel quale il<br />

giudizio altrui diventa di prima importanza per la propria sopravvivenza (vita<br />

sentimentale e professionale). L'educazione scolastica insegna a tutti il<br />

fondamento dell'educazione auditiva, in quanto insegna a tutti la base della<br />

nostra musica con le sette note musicali. L'educazione olfattiva non può<br />

essere meno importante e sapere nominare l'odore della lavanda o della<br />

rosa non è meno importante che sapere nominare il blu dal verde.<br />

In effetti la base dell'educazione olfattiva è di essere in grado di nominare gli<br />

odori con il loro nome, il quale non è così evidente. Il nostro senso primitivo<br />

dell'olfatto ha poco connessioni con il centro del linguaggio evoluto della<br />

corteccia superiore de cervello. E' sorprendente constatare il numero di<br />

persone che, sentendo l'aroma di caffè o l'essenza di limone, sorridono sopra<br />

la bottiglia, riconoscendo soltanto le memorie felici associate a questi aromi,<br />

senza essere capaci di dare il loro nome a questi odori così familiari.<br />

Sapere nominare gli odori che ci circondano e imparare a d<strong>is</strong>tinguere i diversi<br />

ingredienti che li costitu<strong>is</strong>cono, sia di una creazione culinaria che di una<br />

composizione di essenze, sono i primi passi dell'educazione olfattiva. La<br />

seconda tappa è quella di sviluppare la capacità di "ascoltare l'anima" come<br />

una fragranza e di diventare consapevoli delle emozioni che produce e delle<br />

memorie che r<strong>is</strong>veglia descrivendoli con parole, perché verbalizzando si<br />

concettualizza e concettualizzando si appropria l'esperienza sul piano<br />

intellettuale. Il percorso didattico di queste due tappe è direttamente inspirato<br />

al Kodo Giapponese, la Via del Profumo, lo Zen dell'olfatto.


167<br />

Cos’è la feromono-terapia? Cosa sono i feromoni?<br />

Per i mammiferi, per gli insetti utili come le api con il<br />

“feromone reale” ecc.<br />

La lotta chimica cederà il passo <strong>all</strong>a lotta biologica.<br />

La feromono-terapia<br />

è un nuovo metodo<br />

per la gestione dei<br />

p r o b l e m i<br />

c o m p o r t a m e n t a l i<br />

negli animali. E’ una<br />

soluzione innovativa<br />

e n a t u r a l e p e r<br />

prevenire e r<strong>is</strong>olvere<br />

i d<strong>is</strong>turbi causati<br />

d<strong>all</strong>o stress nei cani e<br />

nei gatti<br />

Proprio 50 anni fa è<br />

apparso un uovo<br />

termine per indicare<br />

q u e i p a r t i c o l a r i<br />

composti chimici<br />

che sono impiegati<br />

nello scambio di<br />

m e s s a g g i t r a<br />

individui della stessa<br />

specieGli ormoni<br />

s o n o m o l e c o l e<br />

prodotte dal s<strong>is</strong>tema<br />

endocrino che trasportano segnali <strong>all</strong>'interno di un organ<strong>is</strong>mo individuale,<br />

come messaggeri che comandano le funzioni biologiche del corpo. Dal greco<br />

pherein, trasportare e hormon stimolare.


168<br />

I feromoni sono molecole prodotte da diversi organi del corpo e vengono<br />

usate dagli animali per comunicare fra di loro. A questo scopo vengono<br />

espulse fuori del corpo in modo da potere essere recepite dagli altri individui.<br />

Non sempre i feromoni di un animale sono rivolti a individui della stessa<br />

specie. In effetti la funzione di queste molecole non è esclusivamente<br />

sessuale e ci sono numerosi esempi dello stesso feromone usato da diverse<br />

specie, anche per esempio da insetti e da mammiferi.<br />

La produzione dei feromoni ha un costo energetico molto basso ed è il primo<br />

s<strong>is</strong>tema usato da organ<strong>is</strong>mi viventi [anche vegetali: nelle cui radici sono stati<br />

identificate molecole identiche a neuromediatori animali] per comunicare tra<br />

di loro, come il senso chimico è stato il primo da loro usato per percepire il<br />

mondo esterno. Lo scopo della produzione di feromoni è di fare pervenire un<br />

messaggio a lunga d<strong>is</strong>tanza dove i segnali v<strong>is</strong>ivi o auditivi non sono sufficienti,<br />

o per rinforzarli. L'interesse dei feromoni per lo studioso non r<strong>is</strong>iede tanto<br />

nella loro composizione chimica quanto nella r<strong>is</strong>posta comportamentale che<br />

scatenano.Possiamo identificare tre tipi di feromoni a seconda della loro<br />

funzione e due modi di azione con i quali provocano una r<strong>is</strong>posta. Sono tre<br />

le funzioni che i feromoni prodotti possono avere verso i loro destinatari,<br />

anche se a volte un feromone ha più di un effetto. La prima è la funzione di<br />

identificazione, la seconda di <strong>all</strong>arme e la terza sessuale.<br />

L'OLFATTO,<br />

molto sviluppato<br />

negli animali e<br />

[si dice] poco<br />

acuto, invece,<br />

n e g l i e s s e r i<br />

umani ha una<br />

particolarità che<br />

lo d<strong>is</strong>tingue dagli<br />

altri sensi: gli<br />

stimoli odorosi<br />

v e n g o n o<br />

e l a b o r a t i<br />

immediatamente<br />

d a l c e r v e l l o ,<br />

prima ancora di<br />

venire codificati<br />

razionalmente. La mucosa olfattoria, infatti, è collegata a quelle aree cerebrali<br />

che archiviano le emozioni, perciò profumi e odori richiamano spesso<br />

reazioni di piacere o d<strong>is</strong>gusto legate <strong>all</strong>'inconscio.


169<br />

In pratica, prima che la nostra parte conscia e razionale possa ricordare dove<br />

abbiamo già sentito una certa fragranza, l'inconscio r<strong>is</strong>ponde rievocando la<br />

sensazione reg<strong>is</strong>trata nella <strong>memoria</strong>.<br />

Questa comunicazione subliminale è molto rapida ed efficace ma poco<br />

conciliabile con il nostro modo di vivere e ragionare.<br />

Questo s<strong>is</strong>tema [si sviluppa] attraverso i feromoni, veri e propri messaggeri<br />

inv<strong>is</strong>ibili. Si tratta di sostanze organiche, volatili e inodori, secrete da<br />

ghiandole della pelle, capaci di modificare la f<strong>is</strong>iologia e i comportamenti<br />

degli individui della stessa specie. Quasi tutte le specie animali possiedono<br />

feromoni propri e li utilizzano per segnalare ai propri simili: intenzioni<br />

sessuali, situazioni di pericolo, necessità di aggregazione. I mammiferi sono<br />

dotati di una struttura specializzata nella ricezione di questi segnali chimici,<br />

l'organo vomeronasale, situato ai lati del setto nasale, sotto la mucosa<br />

olfattoria. (l'Organo di Jacobson un sesto senso poch<strong>is</strong>simo conosciuto, un<br />

secondo olfatto che raccoglie segnali chimici anche da grande d<strong>is</strong>tanza.)<br />

Mezzi Biotecnici per l'Agricoltura: leTRAPPOLE A<br />

FEROMONI<br />

Le trappole a feromoni sessuali sono uno strumento utile<br />

per razionalizzare la difesa antiparassitaria. Esse<br />

vengono principalmente impiegate come mezzi di<br />

monitoraggio per stimare la densità di popolazione di<br />

diversi insetti dannosi e per individuare i momenti nei<br />

quali intervenire con trattamenti insetticidi in modo che<br />

questi ottengano il massimo effetto. Solo per alcune specie indeterminate<br />

condizioni l'uso delle trappole può essere considerato esso stesso un metodo<br />

di lotta riuscendo a contrastare, in una certa m<strong>is</strong>ura, lo sviluppo delle<br />

popolazioni (cattura massiva). Questo si può verificare ad esempio per le<br />

Tignole delle derrate, per i Rodilegno e per alcuni lepidotteri.Televideo Rai:<br />

16/07/2009 23:51<br />

SESSO, SCOPERTO ODORE SPEGNI ARDORI<br />

E' r<strong>is</strong>aputo che negli approcci sessuali gli odori fanno la loro parte.E ora s'è<br />

scoperto proprio un particolare odore che,però,tiene lontano maschi focosi<br />

da femmine impegnate seppure d<strong>is</strong>ponibili. La scoperta del nuovo feromone<br />

con effetto anti afrod<strong>is</strong>iaco è stata fatta da ricercatori americani e<br />

tedeschi,osservando i moscerini della frutta. Il maschio,durante<br />

l'accoppiamento,trasfer<strong>is</strong>ce sulla femmina una sostanza che ag<strong>is</strong>ce come<br />

"divieto d'accesso". Questa resta incollata sul corpo dell'ignara femmina<br />

almeno una settimana, tenendo <strong>all</strong>a larga possibili rivali. Se fosse così anche<br />

per le zanzare, potrebbe essere trovato un inf<strong>all</strong>ibile repellente.


170<br />

Ma ecco a nobilitare l’argomento e<br />

convalidarne ufficialmente la portata scientifica<br />

NOBEL: per la Medicina a RICHARD AXEL e A LINDA BUCK Stoccolma, 4<br />

ott. 2004 (Adnkronos)<br />

Il Premio Nobel per la medicina è stato assegnato quest'anno agli americani<br />

Richard Axel e a Linda B.Buck per le loro ricerca sull'olfatto e sui recettori<br />

correlati <strong>all</strong>'olfatto. La dec<strong>is</strong>ione è stata<br />

presa d<strong>all</strong>'Istituo Karolinskaia di Stoccolma pochi minuti fa. Linda Buck lavora<br />

al Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle. Axel, dell'Howard<br />

Hughes Medical Institute della Columbia University di Newì York, e<br />

dell'Hammer Health Sciences Center della stessa città, è nato nel 1946.<br />

Richard Axel e Linda B. Buck sono i vincitori del premio Nobel per la<br />

Medicina 2004. Il riconoscimento è stato attribuito ai due scienziati americani<br />

per le loro scoperte sui 'recettori dell'olfatto e l'organizzazione del s<strong>is</strong>tema<br />

olfattivo'.<br />

- Sorpreso e molto felice.<br />

Si sente così il biochimico americano Richard Axel, dopo l'assegnazione del<br />

premio Nobel per la medicina 2004, ottenuto insieme <strong>all</strong>a connazionale<br />

Linda Buck per gli studi sull'olfatto. Lo scienziato, parlando <strong>all</strong>a radio svedese<br />

che l'ha raggiunto in California in piena notte, ha detto di avere appreso la<br />

notizia dai media e di essere veramente onorato. Normalmente i vincitori<br />

vengono avvertiti dal comitato dei Nobel ma in questo caso Axel ha avuto la<br />

notizia dal giornal<strong>is</strong>ta svedese.<br />

- Chi ha vinto con me? 'ha chiesto.<br />

E <strong>all</strong>a domanda di rito:<br />

- Cosa farà adesso?<br />

ha r<strong>is</strong>posto con ironia<br />

- vado a farmi un caffé.<br />

Il premio è stato assegnato d<strong>all</strong>'Assemblea Nobel dell'Istituto Karolinska di<br />

Stoccolma ai due scienziati americani per la loro scoperta, pubblicata<br />

congiuntamente nel 1991, di una grande famiglia di geni, circa mille, che<br />

controllano i recettori dell'olfatto. Richard Axel e Linda Buck hanno poi<br />

proseguito i loro studi fino a chiarire così i meccan<strong>is</strong>mi che guidano il s<strong>is</strong>tema<br />

olfattivo, dal livello molecolare <strong>all</strong>a organizzazione di quello cellulare.<br />

Richard Axel, della Columbia University di New York, e Linda B. Buck del<br />

Centro per la ricerca sul cancro Fred Hutchinson di Seattle sono stati<br />

'pionieri' in questo campo, grazie ai loro studi sui geni che controllano il<br />

meccan<strong>is</strong>mo della percezione degli odori. Le loro ricerche hanno permesso di<br />

identificare una 'grande' famiglia di geni, circa mille (pari a circa il 3% del


171<br />

totale di quelli del genoma umano). Questi geni controllano i recettori<br />

olfattivi localizzati nelle cellule situate in una piccola area della parte<br />

superiore dell'epitelio nasale, captando così le molecole degli odori. Ma ogni<br />

cellula possiede solo un tipo di recettore olfattivo e ognuno di questi è<br />

capace di intercettare un numero limitato di sostanze odorose, per cui il<br />

s<strong>is</strong>tema r<strong>is</strong>ulta molto complesso e specializzato. Queste cellule inviano<br />

informazioni direttamente ai glomeruli, piccole strutture situate nel bulbo<br />

olfattivo, area del cervello dedicata <strong>all</strong>a percezione degli odori. Ogni<br />

recettore 'dialoga' con uno specifico glomerulo. Da qui l'informazione viene<br />

trasmessa ad altre parti del cervello, dove si combina con altri segnali di vari<br />

recettori olfattivi. Grazie a questo s<strong>is</strong>tema siamo in grado di sentire, ad<br />

esempio, il profumo di un fiore, di immagazzinarlo nella nostra <strong>memoria</strong><br />

olfattiva e di riconoscerlo in un'altra occasione.<br />

Dal recente premio Nobel al non ancora antiquato capitolo I ferormoni in<br />

ginecologia umana a Pagina 187 degli Atti del Primo Congresso Congiunto delle<br />

Società Italiana e Francese di Psicoprofilassi Ostetrica - Venezia 26-30 maggio<br />

1976 Ginecologia psicosomatica, Psicoprofilassi ostetrica: evoluzione e<br />

prospettive - a cura di Ruggero Cerutti - )<br />

I° CONGRESSO GONGIUNTO DELLE SOCIETA' ITALIANA E FRANCESE DI<br />

PSICOPROFILASSI OSTETRICA (XIème de la S.F.P.P.O, V° della S.I.P.P.0), Venezia<br />

26-30 maggio 1976 I ferormoni in ginecologia umana.<br />

La presente comunicazione si propone soltanto di attirare l'attenzione in<br />

campo 'umano' su di un argomento ricco di interrogativi e passibile di svariati<br />

sviluppi, quello dei 'ferormoni'. (Cioè di quelle sostanze a tipo "ormonale" la<br />

cui caratter<strong>is</strong>tica precipua è di agire non 'entro' l'organ<strong>is</strong>mo che le secerne,<br />

ma sul comportamento relazionale e su alcuni equilibri f<strong>is</strong>iologici di altri<br />

organ<strong>is</strong>mi, raggiungendoli a dosi infinitesime e per lo più <strong>all</strong>o stato volatile).<br />

Le due direzioni in cui si è più sviluppato lo studio etologico animale sono<br />

quelle dell'aggressività e della funzione sessuale soprattutto femminile<br />

(compreso quello che in fondo è un corollario di essa, l'eccitazione<br />

maschile). (Solo qualche studio riguarda altri campi: ad es.<br />

"apprendimento").<br />

(Per quanto riguarda la sessualità femminile è molto dimostrativo il caso delle<br />

topine <strong>all</strong>evate in assenza completa di maschi, per le quali è sufficiente<br />

qualche traccia di urina maschile per ricuperare un normale estro, fecondità<br />

ed 'oggetto' sessuale - cioè eterosessuale -, altrimenti "condannate" ad un<br />

omosessualità completa, ed <strong>all</strong>a mancanza di cicli estrali. Oppure, sempre nel<br />

topo femmina, l'espulsione spontanea dei feti e la ricomparsa dell'estro in


172<br />

gravide messe in presenza di un maschio più 'gradito' del maschio<br />

fecondatore - da una conferenza di D. Mainardi).<br />

Nel campo umano finora sono stati pubblicati pochi lavori, i più noti dei quali<br />

riguardano appunto la sessualità femminile: la sincronizzazione dei cicli<br />

mestruali di donne conviventi, come ad es. studentesse di colleges americani<br />

che condividevano la stessa camera. Su un fenomeno così v<strong>is</strong>toso quale la<br />

sincronizzazione delle mestruazioni umane (av<strong>all</strong>ato pure d<strong>all</strong>a<br />

sincronizzazione degli estri in femmine animali), posso presentare<br />

osservazioni personali condotte per parecchi anni (cinque). Mi rifer<strong>is</strong>co al<br />

sincronizzarsi delle mestruazioni mie e di mia figlia nei periodi in cui<br />

trascorrevamo insieme un certo numero di ore al giorno (mediamente trequattro)<br />

collaborando ad un'attività comune (ho l'impressione che questo sia<br />

il fattore determinante); e viceversa al loro desincronizzarsi nei periodi in cui<br />

le occupazioni di ciascuna divergevano.<br />

E, nel campo animale, il sincronizzarsi, al di là di ogni variazione del ritmo<br />

estrale (interv<strong>all</strong>i dai sei agli otto mesi), dell'estro nelle mie due cagne. (In<br />

questo caso l'interv<strong>all</strong>o - costante e regolare - di cinque-sei giorni tra l'inizio<br />

dell'estro nella più anziana ed in quella più giovane, avvalorerebbe l'ipotesi di<br />

un'induzione nella più giovane ad opera di ferormoni emessi d<strong>all</strong>a più<br />

anziana). Non pretendo presentare con la presente comunicazione un lavoro<br />

sperimentale, e quindi non mi dilungo nell'esporre tabelle atte a documentare<br />

la cronologia di questi fenomeni, perché in questa sede mi preme<br />

maggiormente proporre interrogativi ed ipotesi. Sessualità, aggressività,<br />

apprendimento ecc.: è probabile che queste sostanze abbiano vast<strong>is</strong>sime<br />

ripercussioni su tutto il comportamento f<strong>is</strong>iologico e relazionale degli<br />

organ<strong>is</strong>mi biologici e degli agglomerati sociali.<br />

Ma perché ne sappiamo così poco? Quale inibizione o mancanza di curiosità<br />

non ci ha consentito di pred<strong>is</strong>porre accorgimenti tecnici atti a conoscerla<br />

meglio? Sarà forse perché, essendo la loro azione direttamente recepita da<br />

centri cerebrali sede di sensibilità protopatica, e scatenanti riflessi vegetativi,<br />

noi non siamo stimolati a prenderle in considerazione epicritica (e quindi<br />

"critico-razionale" come facciamo con le sensazioni v<strong>is</strong>ive ed uditive? O non<br />

ci è - ancora - culturalmente stato permesso di prenderle in considerazione,<br />

perché se si ammettesse anche questa via di comunicazione, questi messaggi<br />

interpersonali, dovremmo fare i conti con l'impossibilità di trasmetterli<br />

volutamente falsificati? (Non sarà questa la causa della fobia attuale del<br />

"body odour" e dell'enorme giro economico dei deodoranti?) Ma, per<br />

fermarsi <strong>all</strong>'apparato genitale femminile ed <strong>all</strong>e sue funzioni: non potrebbe<br />

venir rivalutata in questo senso la funzione delle ghiandole accessorie perivaginali<br />

(oltre che di tutte le ghiandole apocrine del corpo)? L'inibizione -<br />

magari per motivi psico-relazionali - della espulsione del secreto, dotato di<br />

effetto 'ferormonico' non potrebbe essere fra le cause di bartolinite? E come il


173<br />

ciclo mestruale o estrale può venir diretto da un ciclo ”femminile" altrui, o<br />

l'estro venir indotto d<strong>all</strong>'odore di urina maschile, anche la fecondità umana,<br />

nelle sue varie tappe non potrebbe venir condizionata da influenze<br />

ferormoniche ambientali maschili o femminili? E per tornare ai problemi<br />

generali: quale può essere l'influenza di sostanze - alimentari, voluttuarie,<br />

medicamentose, contraccettive ecc. - introdotte in un organ<strong>is</strong>mo nel<br />

condizionare gli altri organ<strong>is</strong>mi per mezzo di ferormoni così modificati? E<br />

quale l'azione dei cosmetici, detersivi, anticoncezionali locali, inquinanti ecc.<br />

come ferormoni artificiali o come agenti di d<strong>is</strong>turbo? (Cito a questo proposito<br />

un ep<strong>is</strong>odio significativo: un banale spray insetticida a base di piretro, ma con<br />

propellenti e profumanti non meglio specificati, spruzzato sul dorso delle mie<br />

cagne provocò attrazione erotica ed eccitazione in tutti i cani maschi<br />

incontrati come se le cagne fossero state 'in calore'. Sono spiacente di non<br />

aver potuto dare una convalida sperimentale al fenomeno in quanto tale<br />

effetto 'ferormonico' r<strong>is</strong>ultò limitato ad una sola bombola e non si ripresentò<br />

più con altre della stessa marca e dello stesso tipo). (Un altro ep<strong>is</strong>odio<br />

riguarda invece neonati umani - una trentina: tutti i neonati della nursery di<br />

una Clinica Ostetrica - che scoppiarono a piangere in coro dal momento in<br />

cui venne iniziata un'inceratura a fondo dei pavimenti per le pulizie<br />

pasquali). Ed infine: forse il problema praticamente più importante non<br />

riguarda l'em<strong>is</strong>sione di ferormoni, quanto la recettività e la reattività degli<br />

organ<strong>is</strong>mi riceventi. Ed <strong>all</strong>ora quale influenza possono avere in ques32to<br />

senso lo stato endocrino, lo stato emotivo, gli stress, i farmaci, la maturità o<br />

l'immaturità socio-affettiva? RIASSUNTO. Nel corso del presente lavoro<br />

vengono citati esempi (soprattutto nel campo della sessualità femminile) e<br />

proposti interrogativi riguardanti i "ferormoni".<br />

feromoni APPAGANTI -<br />

cioè<br />

tranquillizzanti - per il<br />

benessere del cane e del<br />

gatto


174<br />

Come nel caso dei "feromoni" ad uso veterinario, anche per gli esseri umani<br />

iferomoni si commercializzano per uso "voluttuario". Ecco i feromoni come tali<br />

nella loro formula chimica in normale vendita: a prezzi "normali": non certo<br />

"economici" ma soggetti eventualmente a prosaici "sconti".<br />

(Vedi anche nell'inserto de La Stampa - Tutto scienze e tecnologia TST - di<br />

mercoledì 1 giugno 2005 l'articolo di Aldo Fasolo:<br />

Caro voglio tutti i tuoi feromoni...)<br />

Profumo ai Feromoni per donna<br />

Profumo ai feromoni<br />

per uomo


175<br />

DALLA CHIMICA ALLE “ENERGIE”<br />

ENERGIE NELLE TRADIZIONI ORIENTALI: SEMEIOTICA E FISIOLOGIA<br />

Aperture o riaperture di vie evolutive <strong>all</strong>e potenzialità innate:<br />

YOGA e spontaneo RISVEGLIO della Kundalini<br />

antiche o r<strong>is</strong>coperte e attualizzate ARTI MARZIALI<br />

assieme <strong>all</strong>’occidentale Traininfg Auogeno e al metodo<br />

Feldenkra<strong>is</strong>.<br />

Permette diagnosi e terapie congruenti e produttive il sapere che l’intestino -<br />

cuore, circolazione, cute e annessi, bronchi e s<strong>is</strong>tema muscolo-tendineo ecc.<br />

sono “intelligenti” e collegati nelle due direzioni - dal e al somatico, al e dal<br />

psichico-relazionale - sia con l’omeostasi f<strong>is</strong>iologica dinamica vitale che con<br />

patologie in atto.<br />

Per obiettività, per prec<strong>is</strong>ione, e per render meglio conosciuti fatti troppo spesso<br />

più m<strong>is</strong>tificati che ignorati, vanno elencati quei fenomeni ben conosciuti da molti<br />

millenni - e quindi sicuramente "non tecnologici" - presentati in India come<br />

pratiche Yoga - specie Yoga Kundalini - e in Estremo Oriente <strong>all</strong>e basi delle Arti<br />

Marziali a partire dai più antichi Tai Ki Kung e SHAOLIN. Così per obiettività di<br />

informazione e soprattutto per evitare errori nel trattamento di persone sofferenti<br />

di "strani" d<strong>is</strong>turbi, la semeiotica anche “occidentale” deve tener conto che<br />

l’attivarsi biologico SPONTANEO - più frequente di quanto non si pensi - di<br />

quelle “energie” latenti definite come s-rotolamento della Kundalini dormiente o<br />

accensione del Qi Qong può manifestarsi con sintomi anche preoccupanti: tanto<br />

peggiori quando, invece che in modo occasionalmente spontaneo, ”pratiche”<br />

forzate e avventate più o meno considerate “esoteriche” e “iniziatiche” hanno<br />

tentato di forzare questo “r<strong>is</strong>veglio”. Infatti possono dar luogo a d<strong>is</strong>turbi non<br />

"ipotetici" ma anche molto gravi sia lo Yoga Kundalini - il termine Sanscrito<br />

Kundalini significa semplicemente avvolto, avviluppato ed ha la stessa origine<br />

semantica dell'inglese to coil - ad insorgenza spontanea e inaspettata, o peggio<br />

quando ne viene attivato un r<strong>is</strong>veglio stimolato senza previa preparazione, come<br />

pure per il Cinese Qi Qong (o Ki Kung - esercizio dell'energia<br />

vitale - d<strong>is</strong>turbi tanto significativi da venir segnalato anche<br />

nell'appendice I del DSM-IV R pag. 922. Ma sia a proposito di<br />

queste Scienze Orientali che dei loro derivati Occidentali -<br />

compreso come grande precursore il TRAINING AUTOGENO<br />

di Schultz - l’enorme congerie di dati verrà soltanto<br />

esemplificata limitando in via metodologica l’elencazione a<br />

segnalazioni e illustrazioni ricavate da conoscenze ed<br />

esperienze PERSONALI.


176<br />

Kundalini è una trasformazione<br />

psicof<strong>is</strong>iologica, un processo di<br />

rinascita tanto naturale quanto lo è<br />

u n a n a s c i t a fi s i c a . S e m b r a<br />

patologico solo perché i sintomi<br />

non sono compresi in rapporto<br />

a l l ' e s i t o : u n e s s e r e u m a n o<br />

psichicamente trasformato. Molti<br />

hanno sentito parlare del r<strong>is</strong>veglio<br />

della kundalini e un numero<br />

sempre maggiore di persone hanno<br />

a c h e f a r e c o n l e s u e<br />

manifestazioni. In alcuni casi,<br />

l'esperienza produce degli effetti<br />

f<strong>is</strong>ici e psicologici piuttosto<br />

d<strong>is</strong>turbanti. Kundalini: termine della<br />

filosofia Advaita e di altre tradizioni<br />

yogiche tra le quali quella classica<br />

di Patanjali.Con Kundalini si intende<br />

un'energia che r<strong>is</strong>iede nel corpo<br />

u m a n o a l i v e l l o s o t t i l e ,<br />

m a n i f e s t a z i o n e d e l l ' e n e r g i a<br />

universale meglio nota come shakti.<br />

E s s a è t r a d i z i o n a l m e n t e<br />

rappresentata da un serpente<br />

addormentato, avvolto intorno <strong>all</strong>a base della spina dorsale in tre giri e<br />

mezzo. Il suo nome deriva d<strong>all</strong>a parola kundala, che significa avvolto,<br />

arrotolato, spiraliforme.addormentato, avvolto intorno <strong>all</strong>a base della spina<br />

dorsale in tre giri e mezzo. Il suo nome deriva d<strong>all</strong>a parola kundala, che<br />

significa avvolto, arrotolato, spiraliforme.<br />

Questa e' una trasformazione psicof<strong>is</strong>iologica, un processo di ''rinascita''<br />

tanto naturale quanto lo e' una nascita f<strong>is</strong>ica. Sembra patologico solo perche'<br />

i sintomi non sono compresi in rapporto <strong>all</strong>'esito: un essere umano<br />

psichicamente trasformato. Se portato a compimento, questo processo puo'<br />

concludersi con un profondo equilibrio psicologico, una forza interiore e una<br />

maturita' emozionale. Tuttavia le sue fasi iniziali spesso presentano la<br />

violenza, lo smarrimento e il d<strong>is</strong>equilibrio che sono comuni <strong>all</strong>a nascita di una<br />

vita umana extra-uterina. Per migliaia di anni ci sono state solo delle <strong>all</strong>usioni,<br />

spesso velate, a questo processo di trasformazione. ... C'e' di fatto una<br />

notevole uniformità tra le descrizioni del processo trasformativo nelle piu'<br />

diverse culture. Questo e' anche il punto di v<strong>is</strong>ta di Gopi Kr<strong>is</strong>hna (1971), i<br />

cui scritti hanno reso popolare il processo.


177<br />

Kundalini in Occidente.<br />

Gopi Kr<strong>is</strong>hna Kundalini. L'energia evolutiva<br />

dell'uomo Gopi Kr<strong>is</strong>hna "In no other period of<br />

h<strong>is</strong>tory were the learned so m<strong>is</strong>trustful of the divine<br />

possibilities in man as they are now. Gopi Kr<strong>is</strong>hna<br />

"In no other period of h<strong>is</strong>tory were the learned so<br />

m<strong>is</strong>trustful of the divine possibilities in man as they<br />

are now." - Gopi Kr<strong>is</strong>hnaThe Kundalini Research<br />

Foundation, Ltd., establ<strong>is</strong>hed as a non-profit, taxexempt<br />

organization at the request of Gopi Kr<strong>is</strong>hna<br />

in 1970, Contributions are tax-deductible. Send<br />

your check to the K. R. F., Ltd., P.O. Box 2234,<br />

Darien, CT 06902. E-mail"<br />

In Cina? Non soltanto! Anche dietro il Castello Medioevale del Valentino di<br />

Torino. Questa foto si trova nel libro Scene di vita al Borgo Un secolo di storie<br />

nelle fotografie dei v<strong>is</strong>itatori Catalogo della mostra sulle fotografie che i v<strong>is</strong>itatori<br />

hanno scattato nelle loro occasioni di v<strong>is</strong>ita al Borgo.


178<br />

Tai Ki Kung Sam Fung ®<br />

TAI CHI CHUAN - o Tai ki Kung<br />

Il Tai Chi Chuan è un'arte Cinese Antich<strong>is</strong>sima considerata la madre delle arti<br />

marziali, ma è anche una ginnastica salutare, una meditazione dinamica ed uno<br />

stile di vita.<br />

Tai Ki Kung.<br />

Insegnamento di<br />

Sam Fong Tai Ki<br />

Kung<br />

di Ming Wong Chun<br />

Ying, D'Annibale<br />

Paolo - Nuova IPSA -<br />

1999<br />

T a i : s u p r e m a ,<br />

massimo grande<br />

Ki: energia, forza<br />

vitale<br />

Kung: lavoro.<br />

Lavoro intenso come<br />

impegno per vincere<br />

la pigrizia, la staticità, per stimolare se stessi.<br />

Lavoro inteso come arte, arte dell’uso della<br />

tecnica Il Sam Fung Tai Ki Kung® è lo stile<br />

originale ed il più antico dell’arte cinese del<br />

movimento<br />

IL massaggio del piede per<br />

la salute" Ming Wong C.Y.<br />

e Alessandro Conte "LE<br />

MAPPE SEGRETE<br />

DELL'ON ZON SU®"<br />

antichi massaggi per la<br />

riflessologia plantare" Ming<br />

Wong C.Y. E Alessandro<br />

Conte


179<br />

Energie e tecnologie moderne occidentali<br />

A completamento dei successivi sotto-capitoli andrebbero menzionate le<br />

numerose attività f<strong>is</strong>iche anche “sportive” indirizzate non <strong>all</strong>’agon<strong>is</strong>mo ma <strong>all</strong>a<br />

SALUTE, a cominciare d<strong>all</strong>e più semplici ma qui verranno solo nominate: la<br />

CAMMINATA, cioè l’ARTE DEL CAMMINARE - come Walking, come Fitwalking<br />

Integronics<br />

E se fossero le tue vibrazioni a creare il mondo in cui abiti? E se davvero le<br />

vibrazioni” e non solo le “molecole” fossero entità che sottendono <strong>all</strong>a<br />

gestione del mondo - vivente - in cui si abita?<br />

.. non c'è cosa nascosta che non sia resa manifesta, né cosa occulta che non sia<br />

conosciuta e non venga in chiaro (Vangelo di Luca 8, 17- 24)<br />

Antropologia dell'individualità: termine proposto per un<br />

n u ovo c a m p o i n t e r d i s c i p l i n a r e d i a p p r o c c i o<br />

<strong>all</strong>'individualità umana nella sua totale complessità di<br />

corpo, psiche e spirito. Abbiamo costuito un certo numero<br />

di modelli per gli esseri umani: il modello s<strong>is</strong>temico (figura<br />

1) il modello di interfaccia (figure 2 e 3), il concetto di<br />

integronics (figura 4): vedi figura).<br />

Una sintesi


180<br />

Dita<br />

Em<strong>is</strong>sioni da una mano<br />

umana


181<br />

INTEGRONICS - Questo nome ਠstato proposto nel 1977 per un nuovo<br />

campo teoretico che spiega i nostri r<strong>is</strong>ultati sperimentali e studia le leggi<br />

generali della coes<strong>is</strong>tenza delle tre forme fondamentali: forme, sostanze,<br />

campo e aura. Elettrografia - usata per studi s<strong>is</strong>tematici sull'aura corporea.<br />

(Invenzione Roumena, Fl.I.Dumitrescu, 1975, completata da C. Guja,<br />

1977-2002). La sintesi dei nostri r<strong>is</strong>ultati ci ha indirizzati sui tipi biolelettrici<br />

umani con finalità adattative come le finalità adattative dei gruppi sanguigni.<br />

Informazioni sull'Aura:<br />

proprietà fondamentali caratterizzanti l'ovunque presente "aura" dei<br />

corpi, simile <strong>all</strong>a massa dei corpi ne caratterizza la qualità della<br />

sostanza; simile <strong>all</strong>'energia ne caratterizza la qualità del "campo". Le<br />

informazioni sull'aura rivelano informazioni "archetipiche". Abbiamo<br />

evidenziatto le seguenti forme archetipiche: globulare, ramificata,<br />

radiale e floreale.<br />

Coppia umana


182<br />

TRAININING AUTOGENO di JOHANNES HEINRICH SCHULTZ<br />

Il metodo del T.A. fu elaborato tra il 1908 e il 1912 ma i suoi presupposti<br />

r<strong>is</strong>algono <strong>all</strong>a fine del secolo scorso, agli studi che O. Vogt,<br />

neurof<strong>is</strong>iopatologo, conduceva sul sonno, sull’ipnosi e sui relativi fenomeni<br />

psicofiosologici, tra il 1894 ed il 1903. Schultz legge i lavori di Vogt e si<br />

stacca definitivamente dal movimento psicanalitico di a cui aveva<br />

precedentemente aderito sottoponendosi ad anal<strong>is</strong>i per 3 anni circa.<br />

L’adesione al movimento psicanalitico e l’interesse per l’ipnosi, <strong>all</strong>ora studiata<br />

prevalentemente sotto l’aspetto neurof<strong>is</strong>iologico, rappresentano infatti tappe<br />

fondamentali della sua maturazione. Schultz tenne le prime conferenze sul<br />

T.A. nel 1923 e l’anno successivo si trasferì a Berlino per esercitare la<br />

psicoterapia come neurologo. Nello stesso anno conosce Vogt ed il loro<br />

incontro si trasformò in un’amicizia che durò tutta la vita. Poté così meglio<br />

chiarire le ricerche di Vogt e strutturare il metodo del T.A. quale ci è stato<br />

trasmesso nella sua integrità. Nel 1930 appaiono i concetti fondamentali del<br />

T.A. nel suo lavoro Autosservazione ipnotica di stati profondi della<br />

personalità. I soggetti sotto ipnosi provavano regolarmente due sensazione:<br />

pesantezza e calore. Il 1932 è l’anno della prima stampa monografica dal<br />

titolo Das Autogene Training, sottotitolato Konzentrative Selbstentspannung<br />

à metodo di autod<strong>is</strong>tensione da concentrazione psichica.<br />

Una tecnica che esce d<strong>all</strong>e logiche, un po' da tutte, specialmente d<strong>all</strong>a logica<br />

del fare o del "dover fare per". E si sposta su un sapere innato, non studiato,<br />

non cerebrale, quello della capacità del corpo di sapere come regolarsi per<br />

star bene..Nasce in ambito medico e psicologico, ed è stato sempre studiato<br />

con i sacri cr<strong>is</strong>mi che servono nelle d<strong>is</strong>cipline scientifiche. Tanti studi e<br />

ricerche mediche e psicologiche che ri-scoprono, quello che il nostro corpo<br />

la nostra mente han sempre saputo fare ma che i troppi condizionamenti,<br />

interni ed esterni, non ci permettono più di vedere e di vivere.<br />

Le posture da assumere sono<br />

e s s e n z i a l m e n t e t r e : l a<br />

p o s i z i o n e s u p i n a , L a<br />

posizione seduta su di una<br />

poltrona,la posizione seduta<br />

su di una sedia.


183<br />

SISTEMA MUSCOLO-<br />

S C H E L E T R I C O ,<br />

P O R T A M E N T O e<br />

NUOVE GINNASTICHE:<br />

I metodi Feldenkra<strong>is</strong> e Pilates e<br />

la scoperta della saggezza dei<br />

corpi<br />

D<strong>is</strong>covering the Body's W<strong>is</strong>dom<br />

~ Mirka Knaster (Author)<br />

" S u f f e r i n g i s a g r e a t<br />

motivator..." (more)<br />

Quando il s<strong>is</strong>tema nervoso si attiva per<br />

organizzare un'azione unificata in cui la persona<br />

può esprimersi, non ci limitiamo più <strong>all</strong>a semplice<br />

meccanica di muscoli e articolazioni. I r<strong>is</strong>ultati<br />

sono spesso sorprendenti e molto piacevoli. E<br />

questo è vero sia che si tratti di recuperare una<br />

funzione di base, sia quando vogliamo migliorare<br />

un'abilità già sviluppata o il rapporto, ben più<br />

complesso, con noi stessi e con il mondo.<br />

- Paul Rubin, Direttore Didattico<br />

Principi del metodo Per la salute del corpo e della<br />

mente<br />

METODO PILATES<br />

Principi del metodo Per la salute del corpo e della<br />

mente.<br />

PresuppostiTra tante tecniche...perché il metodo Pilates?<br />

Campi di Applicazione Chi lo può praticare?


184<br />

Emozioni, <strong>is</strong>tinti, contraddizioni<br />

Molecole di emozioni. Il perché delle emozioni che proviamo Pert<br />

B. Candace Edizione Corbaccio 2000 Traduttore Perria L. Prefazione<br />

di Deepak Chopra<br />

Perché proviamo certe sensazioni? In che modo i nostri pensieri e<br />

le nostre emozioni influ<strong>is</strong>cono sulla nostra salute? In questo libro<br />

l'autrice cerca di r<strong>is</strong>pondere a queste e altre domande che<br />

scienziati e filosofi pongono da tempo. Dopo la scoperta che es<strong>is</strong>te<br />

una base biomolecolare delle emozioni, l'autrice illustra i nuovi<br />

sviluppi scientifici e forn<strong>is</strong>ce una chiave per comprendere noi stessi,<br />

i nostri sentimenti e il legame che es<strong>is</strong>te tra mente e corpo.<br />

Scoperte e Scienza: W.ROSE scopre gli Amminoacidi Essenziali, se ne<br />

conoscevano 20 prodotti d<strong>all</strong>'organ<strong>is</strong>mo, lui ne scopre altri 8 molto<br />

importanti per alcune funzioni del cervello che sono presenti solo in alcuni<br />

prodotti assunti con l'alimentazione. La teoria che il territorio e i suoi prodotti<br />

alimentari abbiano influenzato molecolarmente l'intelletto e il carattere di<br />

alcuni popoli, diventa realtà (vedi 11 milioni, e 12.400 anni fa). Importanti<br />

sono questi amminoacidi per la formazione di alcune endorfine che regolano<br />

i livelli di alcune sostanze umorali (prima di tutte la serotonina) che<br />

determinano con la loro produzione e il loro livello il carattere tranquillo o<br />

aggressivo della natura dell'uomo. Ma la CANDACE PERTH negli anni '90 ne<br />

scoprirà altri, che determinano, i sentimenti, l'amore, l'amicizia, l'attrazione<br />

sessuale, le attività quotidiane, la volontà ecc.<br />

E Ilya Prigogine, studiando i processi biochimici, li scoprì tipicamente d<strong>is</strong>sipativi.<br />

In aggiunta a questi principi chimici basilari - come peraltro sottolineato o<br />

sottinteso in ogni altro nostro file/capitolo - deve dominare ogni ragionamento un<br />

ins<strong>is</strong>tente riferimento al TEMPO e di DIVENIRE: un d<strong>is</strong>corso unitario che ponga<br />

l'accento sul concetto di inizi, di passaggi successivi, di fasi, di sviluppi e di<br />

evoluzioni, di STORIA, di MEMORIA e di ESPERIENZA: di passato, presente,<br />

futuro, di organizzatori e di coni di espansione che si integrano e interag<strong>is</strong>cono a<br />

vicenda. Ma se vi si ins<strong>is</strong>te è soprattutto <strong>all</strong>o scopo operativo di avvertire come da<br />

passaggi e sviluppi ostacolati prendano origine altri sviluppi ma negativi: in<br />

circoli viziosi che si avvitano su se stessi bloccando anche le fasi successive, a<br />

loro volta aperte però verso un divenire maligno che tende a continuare ad<br />

aggravarsi verso nuove vie patologiche a loro volta avviate a diramarsi al di fuori<br />

della persona singola fino a travolgere - nel presente, ma spesso anche ben oltre<br />

nel futuro - intere es<strong>is</strong>tenze: la propria e molte altrui.


185<br />

Nei collegamenti tra rapporti personali e inter-generazionali, instabili e mutanti,<br />

sovraccarichi di emozioni e di ISTINTI ciascuno e in ciascun momento è - o può<br />

divenire - determinante su generalizzati anche futuri scenari: imprevedibili e<br />

collettivi. Un s<strong>is</strong>tema in espansioni tanto differenziate si regge su equilibri<br />

acrobaticamente precari, un s<strong>is</strong>tema così variegato di integrazioni multiple può<br />

solo svilupparsi gradualmente attraverso prec<strong>is</strong>e tappe preparatorie: invece di<br />

garantirne gli irrobustimenti successivi può quindi in ogni momento esser stato<br />

mutilato per vie più o meno dirette con vere CASTRAZIONI sul singolo individuo<br />

come su intere popolazioni, presenti e - nei d<strong>is</strong>cendenti - future. Prec<strong>is</strong>i<br />

contingenti b<strong>is</strong>ogni m<strong>is</strong>conosciuti e/o non tempestivamente appagati tendono<br />

infatti a lasciare strascichi di prec<strong>is</strong>e, determinate incompletezze e/o deviazioni<br />

non solo nel presente ma - a cascata - per tutta l'es<strong>is</strong>tenza, producendo<br />

mostruosità es<strong>is</strong>tenziali analoghe <strong>all</strong>e d<strong>is</strong>-funzioni degli organizzatori-induttori<br />

dello sviluppo embrionale anatomico descritti da Spemann e Mangold, e in un<br />

modo simil-contagioso protraentesi per generazioni.<br />

A un osservatore d<strong>is</strong>attento o prevenuto molti delicati passaggi obbligati sfuggono<br />

come tali: quindi troppo spesso, in modo così subliminale da poter sembrare<br />

irr<strong>is</strong>orio, momenti cruciali r<strong>is</strong>ulteranno d<strong>is</strong>attesi e interferiti, e non impunemente.<br />

Grav<strong>is</strong>sime conseguenze future ingarbugliantesi in - assurde - inestricabili<br />

complicazioni possono quasi inavvertitamente, quasi inconcepibilmente prender<br />

piede: e non per errori madornali, non per cinico malvolere ma soltanto per il<br />

mancato opportuno aiuto durante fasi di sviluppo ignorate, come pure per la<br />

mancata cura nella gestione di emozioni contraddittorie, od anche per<br />

esperienza perduta in memorie “rimosse”, o falsata da mezze verità “adattate”.<br />

Il presente senza passato Es<strong>is</strong>tono due "memorie". Una, ufficiale e condiv<strong>is</strong>a,<br />

non lascia segni, non fa domande. E' Narc<strong>is</strong>o <strong>all</strong>o specchio: guarda se stessa<br />

e ignora il presente. L'altra, sempre più rara, indaga il passato per capire il<br />

presente. E' la storia "maestra di vita", che racconta la verità nuda e<br />

cruda, parla <strong>all</strong>e coscienze, ma non trova ascolto, non insegna più niente a<br />

nessuno e dà fastidio, perché ci mette davanti noi stessi, così come siamo<br />

davvero. E non è un bel vedere.<br />

Come già più e più volte accennato, proprio in ogni momento della VITA in<br />

quanto tale, ogni <strong>is</strong>tante deve attenzione mentre corporeità psicosomatiche si<br />

avvicendano e si contrappongono sia nell'interazione fra individui, sia tra<br />

individui e cause genericamente ambientali. Ma non basta: molto spesso questi<br />

cambiamenti chimico-f<strong>is</strong>ici e le loro manifestazioni interiori si susseguono in<br />

modo contrastante pur <strong>all</strong>'interno dello stesso individuo: questo non sarebbe<br />

affatto uno svantaggio, anzi ne dovrebbe derivare una delle più efficaci funzioni<br />

per attivare più elevate "tensioni", letteralmente per innescare più elevate<br />

differenze di potenziale da rendere d<strong>is</strong>ponibili come accumulatori di energia.<br />

V<strong>is</strong>sute invece come contraddizioni soggettivamente insolubili, come non


186<br />

sopportate conflittuali "esperienze emotive" interne, molto spesso le - relative -<br />

incoerenze interiori NON accendono affatto scariche utili di energia potenziata:<br />

l'innalzarsi del potenziale - in senso elettrico anche letterale - così prodotto può<br />

scaricarsi invece dannosamente in "sintomi patologici": psichici anche gravi tipo<br />

"ansietà " fino al panico, sino <strong>all</strong>o svenimento... se non in vere d<strong>is</strong>funzioni e<br />

lesioni di organi interni - vasi sanguigni, cuore, apparato digerente, cervello - ecc.<br />

Caratter<strong>is</strong>tica comunque della VITA stessa è l’essere sottolineata da particolari<br />

cambiamenti chimico-f<strong>is</strong>ici dello stato interno: emozioni o "stati d'animo",<br />

comunque numerosi e mutevoli per definizione, per cui nel giro di pochi minuti<br />

questo caleidoscopio di stati varianti di "umore", di tono emozionale, di scariche<br />

e ricariche di neuromediatori permette inoltre nelle vicende esteriori l’espressività<br />

dei gesti e la com-partecipazione <strong>all</strong>e inter-azioni.<br />

Gli affetti dovrebbero mantenersi nell'integrità dell'esperienza sensibile che è<br />

la condizione per conseguire la pienezza dell'es<strong>is</strong>tenza, senza mai assumere<br />

l'aspetto difettivo di quella deprivazione sensoriale, di quell'inibizione da<br />

contatto caratter<strong>is</strong>tica dei processi di razionalizzazione, evitando così il<br />

paradosso di una dignità della ragione che nega però l'integrità della<br />

persona. (d<strong>all</strong>'articolo di Marco Vozza su TuttoLibri de La Stampa: sabato 10<br />

settembre 2005<br />

Concetti ben puntualizzati in una mail privata:<br />

Meglio soli che male accompagnati…<br />

Affetto e comprensione? Macché!!! Rotture di scatole, d<strong>is</strong>corsi<br />

senza senso, consigli non richiesti, umiliazioni, situazioni<br />

pesanti e tanto, tanto NULLA! Il NULLA tappezzava le pareti di<br />

casa, usciva d<strong>all</strong>e loro bocche sotto forma di parole sconnesse,<br />

il NULLA pranzava e cenava con noi e sempre <strong>all</strong>a stessa ora. Il<br />

NULLA stava in una carezza mai data, stava nei loro cuori e<br />

nella loro mente. Quando non c'è "nulla" da dare, quando<br />

manca negli adulti l'esperienza delle emozioni e del vivere,<br />

bhe, <strong>all</strong>ora, davvero, non c'è niente da fare e niente da dire.<br />

Quanto si parla di “emozioni”, di “affetti”, di “esperienza sensibile”, di<br />

“deprivazione sensoriale” - nonché ovviamente delle loro manifestazioni - in<br />

contrapposizione ad una presunta imperturbabile “dignità della ragione”, non si<br />

può pensare soltanto <strong>all</strong>e emozioni “affettive”, “generose”, “gioiose” ecc. e<br />

omettere l’infinita serie delle “emozioni aggressive”: a partire in ordine sparso da<br />

quelle “serie” - tr<strong>is</strong>tezza, collera, indignazione ed anche noia ed esasperazione,<br />

ecc. - per arrivare a quelle “meschine” - stizza, invidia, petulanza, rancore ecc. -<br />

senza certo dimenticare quelle - important<strong>is</strong>sime - di DUBBIO, timore, diffidenza,<br />

prudenza, cautela, attenzione, ecc., fino a terrore, orrore e d<strong>is</strong>perazione.


187<br />

Il sonno della ragione genera mostri?<br />

Allora non ci si deve stancare di rimanere VIGILANTI,<br />

VIGILANTI; non ci si deve accontentare delle affermazioni<br />

altrui e neanche delle proprie - non documentate -<br />

sensazioni.<br />

DUBBI e ATTENZIONE A LARGO RAGGIO devono<br />

essere sempre le principali GUIDE.<br />

Istinti: un grandioso collegamento bidirezionale con<br />

l’ambiente<br />

Comportamento innato: i comportamenti <strong>is</strong>tintivi, chiamati anche innati,<br />

sono comportamenti eseguiti correttamente ed in modo completo fin d<strong>all</strong>a<br />

loro prima esecuzione. Questi comportamenti non sono appresi<br />

direttamente, ma sono controllati dal patrimonio genetico dell’animale.<br />

Non es<strong>is</strong>tono però soltanto le fugaci "emozioni" che si formano <strong>all</strong>'INTERNO dei<br />

corpi: anche l'essere umano è inserito nelle variazioni dell'ambiente come parte<br />

ricevente/agente attraverso la via ben più solida degli ISTINTI: una ben potente<br />

facoltà "biologica" endocrina - chimica e non solo - una via di "antenne" e di<br />

emittenti di ricezione-trasm<strong>is</strong>sione, di costellazioni SENSORIALI - e non solo - di<br />

grand<strong>is</strong>sima efficacia, pronte a decodificare peculiari stimoli ambientali<br />

nell'immediato per innescare RISPOSTE sintonizzate. Gli <strong>is</strong>tinti costitu<strong>is</strong>cono un<br />

s<strong>is</strong>tema potent<strong>is</strong>simo per la salvaguardia dell'es<strong>is</strong>tenza dell'individuo o/e della<br />

specie, messo in moto da scariche di coordinati e duraturi ormoni e non soltanto<br />

da effimeri neuromediatori e neuromodulatori. Costitu<strong>is</strong>cono facoltà attivabili in<br />

comportamenti continuativi come la vasta serie degli <strong>is</strong>tinti sessuali - che<br />

presumono pure gli <strong>is</strong>tinti genitoriali e di attenzione ai segnali del cucciolo; e<br />

promuovono comportamenti a molto vasto raggio nello spazio e nel tempo ben<br />

riconoscibili nei casi "speciali" se non estremi d<strong>all</strong>e azioni imprev<strong>is</strong>te susseguenti<br />

<strong>all</strong>'aver colto con prec<strong>is</strong>ione segnali a cui r<strong>is</strong>pondere con iniziative stra-ordinarie.<br />

Ma la costellazione del s<strong>is</strong>tema endocrino è complicata, delicata; l'innesco<br />

chimico libera scariche di energia - elettromagnetica ecc. - che, una volta avviate,<br />

modificano ogni fattore circostante; e se gli <strong>is</strong>tinti in azione possono determinare<br />

enormi cambiamenti nel modo di "essere" e di situarsi dinamicamente nella<br />

realtà, nel loro modo ISTANTANEO - non tale quantitativamente ma apparente<br />

<strong>all</strong>a nostra lenta possibilità di valutazione del tempo - possono però manifestarsi<br />

sia in modo molto appropriato, sia in modo d<strong>is</strong>organizzato e caotico, d<strong>is</strong>truttivo.


188<br />

Schema dello stress<br />

approvato da Selye.<br />

Esempi attuati dello<br />

stesso <strong>is</strong>tinto:<br />

sia i "salvataggi <strong>is</strong>tintivi”<br />

e simil-soprannaturali<br />

che il "panico",<br />

sopravvivenze al limite<br />

del "miracoloso" e la<br />

subitanea "morte di<br />

crepacuore",<br />

La fuga impossibile:<br />

Immobilità tonica come<br />

difesa ecc.<br />

Ogni vivente con i suoi <strong>is</strong>tinti ed emozioni contribu<strong>is</strong>ce però anche, momento per<br />

momento, a costruire intorno a sé "il mondo in cui abita": in ogni momento - sia<br />

da adulto che da bambino - è già di per sé un fattore di trasformazione, sia come<br />

punto di raccordo di una vasta, benefica catena "comunicativa", sia come fattore<br />

di d<strong>is</strong>turbo. Suscitate e modificate in continuazione da condizioni endogene<br />

come da stimoli esogeni, emanazioni "v<strong>is</strong>cerali" provenienti da ogni corpo vivente<br />

in una serie ben o mal coordinata di attivazioni-r<strong>is</strong>poste si susseguono e si<br />

intersecano in forme non ipotetiche ma CONCRETE, esprimendosi mediante<br />

prec<strong>is</strong>e basi chimiche ed energetiche in continuo modulato movimento. Ogni<br />

es<strong>is</strong>tenza nel mantenimento della sua omeostasi interna sviluppa senza<br />

interruzione molt<strong>is</strong>sime vie di inter-azione nel presente immediato con<br />

correlazioni varie e continue con l'ambiente: vie di inter-azione come già detto s<br />

sopra - non metaforiche ma riconoscibili tecnologicamente e persin premiabili<br />

con il Nobel come affidabili conoscenze "scientifiche".<br />

E se fossero le tue vibrazioni a creare il mondo in cui abiti?


189<br />

Ma accanto ai s<strong>is</strong>temi v<strong>is</strong>cerali immediati chimico-f<strong>is</strong>ici di adeguamento dinamico<br />

<strong>all</strong>'ambiente, altri s<strong>is</strong>temi relazionali biologici - movimenti e suoni - vi integrano<br />

ogni presenza vivente. Nella specie umana in particolare es<strong>is</strong>te anche in più la<br />

PAROLA, speciale e sof<strong>is</strong>ticato strumento di trasm<strong>is</strong>sione di informazioni non solo<br />

per via acustica, e non solo per manifestarle <strong>all</strong>'esterno. Il formidabile linguaggio<br />

verbale - ad ogni modo non effettivamente condiv<strong>is</strong>ibile, perché sparpagliato in<br />

una miriade di "idiomi" - ha però comunque gravi difetti: a cominciare dal fatto di<br />

essere molto lento r<strong>is</strong>petto al variare delle circostanze e dei significati a cui<br />

attribuire valore. Ma se è proprio l'essere uno strumento personalizzato e<br />

soggettivamente controllato in molti casi è - o viene considerato - un grande<br />

vantaggio, di r<strong>is</strong>contro questo non ne garant<strong>is</strong>ce affatto l'esattezza di trasm<strong>is</strong>sione<br />

né tanto meno la ricezione non equivoca di informazioni. E se è uno strumento<br />

potent<strong>is</strong>simo a d<strong>is</strong>posizione maneggevole e consapevole degli esseri umani<br />

questa soggettività lo può rendere un'arma efficace di volontario arbitrio: magari<br />

di proposito - e da entrambe le parti - non per concettualizzare e prec<strong>is</strong>are<br />

conoscenza ma per "ingarbugliare le carte", per trasformare le possibilità di<br />

dialogo, di interscambio, di "sviluppo" in una serie di "imbrogli", se non di lotta e<br />

soprusi, sopraffazioni e annichilimenti, come sottintendono il proverbio e il<br />

“pensiero” di Giacomo Leopardi<br />

Ne uccide più la penna che la spada…<br />

Anche sogliono essere odiat<strong>is</strong>simi i buoni e generosi perché<br />

ordinariamente sono sinceri, e chiamano le cose coi loro<br />

nomi. Colpa non perdonata dal genere umano, il quale non<br />

odia mai tanto chi fa male, né il male stesso, quanto chi lo<br />

nomina. … chi fa male ottiene ricchezze, onori e potenza, chi<br />

lo nomina è strascinato in sui patiboli, essendo gli uomini<br />

pront<strong>is</strong>simi a sofferire o dagli altri o dal cielo qualunque<br />

cosa, purché in parole ne sieno salvi. - Giacomo Leopardi<br />

Ed è così che molti esiziali equivoci sono nati e continuano ad imperversare<br />

sull'onda di teorie filosofiche - e religiose o pseudo-tali - tipicizzanti per millenni<br />

la nostra civiltà. Le conseguenze illogiche e primitive di questo esser stati<br />

"deprivati" della propria corporeità non vengono scalfite da qualsivoglia livello<br />

culturale, per cui lasciano <strong>all</strong>'emotività latente e non riconosciuta lo spazio di<br />

manifestarsi verso INCONSAPEVOLI direzioni auto-lesion<strong>is</strong>tiche di superstizione<br />

e inganno gerarchicamente trasmesso che <strong>all</strong>ontanano sempre più d<strong>all</strong>a<br />

"pienezza dell'es<strong>is</strong>tere" e delle LIBERE SCELTE: e così molte superstizioni e<br />

dipendenze dilagano seguendo qualsiasi elemento o fantasia come oggetto da<br />

adorare, fine da perseguire od in cui credere ciecamente, e su cui fabbricare un<br />

linguaggio che li sostenga.


190<br />

Tipico attributo di rigidità è<br />

fragilità: ansia e inquiete<br />

ricerche di "consolazioni" e<br />

"rassicurazioni" più o meno<br />

fasulle; incons<strong>is</strong>tenti stili di<br />

v i t a e s e n t i m e n t a l i s m i<br />

c a p r i c c i o s i c o n d u c o n o<br />

i n e s o r a b i l m e n t e i n u n<br />

percorso es<strong>is</strong>tenziale non<br />

solo r<strong>is</strong>tretto ma anche<br />

irrigidito e quindi sempre più<br />

fragile e spaurito.<br />

"Paura" crede di raggiungere<br />

la salvezza costruendo<br />

barricate: e così restringe<br />

ancor più spazi, conoscenza,<br />

rapporti e consapevolezza...<br />

Ed amplia invece sempre<br />

r i n n o v a t i m o t i v i d i<br />

insicurezza, trepidazione e<br />

q u i n d i d i r i c e r c a d i<br />

dipendenza.<br />

Ed è così che molti termini del linguaggio sono m<strong>is</strong>tificati correntemente in modo<br />

a sua volta equivoco e foriero di rinnovate "deprivazioni"; anzi, proprio queste<br />

errate accezioni vengono a loro volta idealizzate come IDOLI a cui dedicare<br />

superstiziosa adorazione: ad esempio “razionale”, “razionalità”, “capire” e<br />

“comprendere” cosa significano veramente? Non derivano forse da - prec<strong>is</strong>i -<br />

vocaboli latini indicanti soltanto "s<strong>is</strong>temi di m<strong>is</strong>ura" basati su sequenze lineari e<br />

non su m<strong>is</strong>ure di angoli - che permetterebbero quanto meno un'approssimazione<br />

più real<strong>is</strong>ticamente ampia - ratio=righello, capienza= m<strong>is</strong>ura del contenuto, ecc.<br />

Anche la parola e l'idea di "volontà" entra a far parte di questa confusione, di<br />

questa "inflazione di significato": mai che si usi invece un termine come<br />

INTENZIONALITA' in cui la sottolineatura emotiva che ne indirizza la diretta<br />

azione momento per momento si intravvede come essenziale presupposto.<br />

Quante volte ad esempio viene "accusato" di essere senza volontà chi invece è in<br />

preda a quell'emozione che si defin<strong>is</strong>ce desolazione per cui tutto diviene inutile e<br />

senza senso!


191<br />

Quante volte al contrario viene esaltata la forza di volontà di chi, avulso d<strong>all</strong>e<br />

proprie sensazioni - e cautele - procede senza fare una piega! Ma - senza fare<br />

una piega - quante volte anche invidia, odio, rancori meschini, non riconosciuti<br />

come tali ma come proiezioni inconfutabili di “necessità esterne”, accompagnati<br />

a indifferente mancanza di sensibilità se non di opportunità, inducono ad azioni<br />

d<strong>is</strong>truttive, soggettivamente giustificate aggiungendo argomentazioni<br />

appropriate <strong>all</strong>o scopo! Quanto successo socio-professionale se non politico<br />

possono raggiungere i paranoici che seguendo - come un equilibr<strong>is</strong>ta sul filo - la<br />

loro unilaterale ideazione delirante appaiono molto più “sicuri” e … “ragionevoli”<br />

di chi - NORMALE - assorbe e trasforma in dubbi le sfaccettature di quanto lo<br />

circonda!<br />

Coloro che per la prima volta divinizzarono questa malattia<br />

mi sembrano essere stati simili a quegli uomini che ora sono i<br />

prestigiatori, i purificatori, i saltimbanchi e i ciarlatani, che<br />

fingono di essere molto pii e più colti degli altri. Tali uomini,<br />

dunque, usando la divinità come un pretesto e una copertura<br />

della loro incapacità ad offrire ogni ass<strong>is</strong>tenza, hanno<br />

diffuso l'opinione che la malattia sia sacra, aggiungendo<br />

argomentazioni appropriate <strong>all</strong>o scopo.<br />

(Ippocrate Sulla malattia sacra, 1-2).<br />

Gli affetti dovrebbero mantenersi nell'integrità dell'esperienza sensibile che è<br />

la condizione per conseguire la pienezza dell'es<strong>is</strong>tenza, senza mai assumere<br />

l'aspetto difettivo di quella deprivazione sensoriale, di quell'inibizione da<br />

contatto caratter<strong>is</strong>tica dei processi di razionalizzazione, evitando così il<br />

paradosso di una dignità della ragione che nega però l'integrità della persona.<br />

Che fare invece se es<strong>is</strong>te - e ben sponsorizzata un'organizzazione - che vende<br />

pubblicazioni di pseudo auto-aiuto e insegnamento - inneggianti <strong>all</strong>a "libertà<br />

emozionale"? E chi si libera d<strong>all</strong>a paura emozionale e acqu<strong>is</strong>ta questo tipo di<br />

“libertà” con che cosa baratta questa pseudo conqu<strong>is</strong>ta? INTEGRITA’ e SPESSORE<br />

umano non si barattano, si possono soltanto perdere in blocco: chi crede di aver<br />

fatto per il suo bene questa scelta ha fatto svanire ormai pericolosamente tutte<br />

assieme le sue capacità di sentimento GENUINO. La cancellazione anche<br />

"medicalizzata" delle normal<strong>is</strong>sime e contingenti manifestazioni BIOLOGICHE<br />

che sottolineano la consapevolezza soggettiva dei propri v<strong>is</strong>suti squalifica insieme<br />

concretezza ed intensità della VITA REALE: e così se obbliga chi la accetta di<br />

venir esautorato del diritto <strong>all</strong>e proprie intime SENSAZIONI - traducendole in<br />

"malattie" - gli confer<strong>is</strong>ce l’attribuzione automatica di HANDICAPPATO e quindi<br />

irresponsabile, rendendolo quindi un automatico succube "riconoscente" verso<br />

chi gli induce terror<strong>is</strong>ticamente arbitrarie "paure" mascherandole sotto forma di<br />

"prevenzione" se non di ingiunzione - sadica! - di salvifici rimedi.


192<br />

Gli insegnamenti inneggianti <strong>all</strong>a "libertà emozionale", o le PAURE<br />

artificialmente propagandate portano subdolamente a confondere NORMALI<br />

vic<strong>is</strong>situdini dell’es<strong>is</strong>tenza con incombenti PERICOLI e trasformano in sintomi<br />

patologici sia normali apprensioni che normali timidezze, normali d<strong>is</strong>agi e<br />

necessari evitamenti e rifiuti, come pure normali momenti di cattivo umore e di<br />

normale irascibilità…, nonchè malesseri qualsiasi con terrificanti preannunci di<br />

malattie mortali.<br />

Ma come: essere schiavi delle proprie emozioni e dei “pericoli<br />

epidemici”? e non cercare di liberarsene?<br />

insegnano corsi e libri inneggianti <strong>all</strong>a libertà emozionale, divulgazione medica e<br />

prospettive salvifiche in funzione di un'ebete, succube “serenità”.<br />

Ma questo gioco perverso di esautorazione collettiva di sé da sé accompagna un<br />

mercato in cui i flussi di denaro sono potenzialmente inesauribili, in cui la<br />

dipendenza impaurita e una fiducia accecata mantengono una cronicità<br />

sofferente a d<strong>is</strong>petto della QUALITA' della vita: soprattutto attraverso quattro o<br />

cinque - se non più - campi special<strong>is</strong>tici la mercificazione della Medicina esercita<br />

v<strong>is</strong>tosamente un suo anche criminale potere che propugna danni se non torture<br />

come salvifici protezioni e rimedi. Chi considera un vantaggio collettivo il forzato<br />

assecondamento di qualsiasi dettame, come pure l’oblio di sé e il forzato silenzio<br />

convalida "scientificamente" il concetto iano di rimozione; ma invece di<br />

riconoscerlo come una patologia in atto lo snatura come fosse una fortunata<br />

combinazione di fattori incrementando la diffusa “prevalenza stat<strong>is</strong>tica” di chi<br />

prefer<strong>is</strong>ce e propugna l’OBLIO.<br />

Cervello: brutti ricordi? Cancelliamoli?<br />

Il sonno dll ragione genera mostri<br />

La follia è l’oblio di un grande dolore<br />

Non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli<br />

onesti - M.L. King<br />

Dai casi di sonno della ragione, di follia incapace di intendere e volere, di<br />

indifferenza “colposa” il passo è breve verso l'omertà sodd<strong>is</strong>fatta non occasionata<br />

da paura ma da stupida e compiaciuta arrendevolezza. Vedine la dimostrazione<br />

data d<strong>all</strong>'esperimento di Milgram; vedi l'omertà "passiva" con cui viene cancellata<br />

la coscienza e il ricordo degli abusi in corso o subiti; e vedi anche i veri d<strong>is</strong>astri<br />

provocati da militari le cui capacità sono offuscate ufficialmente d<strong>all</strong>'uso di<br />

dexamfetamina, le “go-pills che liberano da fatica e noia” mentre comunque la<br />

Defence Advanced Research Projects Agency prosegue negli studi per continuare<br />

a fabbricare irresponsabili guerrieri senza sonno.


193<br />

Scegliero' il regime per il bene dei malati secondo le mie forze<br />

e il mio giudizio, e mi asterrò dal recar danno e offesa<br />

- Giuramento di Ippocrate<br />

Oppure???<br />

VENDERE MALESSERE?<br />

"Il sano è un malato che NON SA di esserlo"?<br />

Jules Romains Knock, ou, Le triomphe de la médecine<br />

di cent'anni fa? O il meno divertente recent<strong>is</strong>simo trionfale<br />

metodo di vendere malattie, di farci diventare "tutti<br />

ammalati".<br />

Psichiatria, DSM, biochimica e ... falsa medicina<br />

Tornando <strong>all</strong>a patologia psichiatrica che include molti di questi circoli viziosi,<br />

troppo spesso le "epidemiche" - comunque perturbanti e d<strong>is</strong>organizzanti - nevrosi<br />

e psicosi sono circondate da un alone di fastidio e di incomprensione: più che da<br />

nascondere con vergogna e insofferenza da sottoporre a cure quasi superstiziose.<br />

Valutando il "comportamento" e non la sostanza si cerca di modificarlo con<br />

improprie medicine, "specifiche" al nasconderne le espressioni inaccettate.<br />

In questo campo imperversa infatti una pervasiva epidemica patologia<br />

sociologica, un modo subdolamente censorio e/o "rev<strong>is</strong>ion<strong>is</strong>tico" di equiparare<br />

l'una <strong>all</strong>'altra qualsiasi forma di DISAGIO soggettivo considerandone soltanto<br />

l’aspetto più superficiale di DISTURBO oggettivo: e quindi unificando nella<br />

definizione operativa di "malattie da curare"<br />

•sia grav<strong>is</strong>sime manifestazioni - magari potenzialmente mortali per<br />

cedimento dei normali meccan<strong>is</strong>mi di equilibrio biologico -<br />

•sia forme anche liev<strong>is</strong>sime di NORMALI r<strong>is</strong>poste psico-somatiche <strong>all</strong>e<br />

normali vic<strong>is</strong>situdini dell'es<strong>is</strong>tenza<br />

Tutte ed <strong>all</strong>o stesso modo comunque da "trattare" con mezzi… peraltro<br />

economicamente “produttivi”: parafrasando Ippocrate i “d<strong>is</strong>turbi mentali” in<br />

mano ai ciarlatani che fingono di essere molto pii e più colti degli<br />

altri non sono “sacri” in quanto malattie ma in quanto intoccabili pozzi di<br />

denaro senza fondo a cui attingere.<br />

Scegliero' il regime per il bene dei malati secondo le mie forze e<br />

il mio giudizio, e Mi asterrò dl recar danno e offesa…<br />

Oppure se: "Scientia potentia est"<br />

che Prezzo ha un Potere di "seconda mano"?


194<br />

Il tradimento di Ippocrate. La medicina degli affari di Domenico<br />

Mastrangelo Lo scopo principale di questo libro è informare la gente. Questo,<br />

che è sempre stato un dovere professionale di ogni medico, oggi diventa<br />

anche un dovere morale, perché i contenuti dell'informazione sono spesso<br />

fatti gravi e potenzialmente lesivi dell'incolumità e dell'integrità del malato<br />

che si affida ignaro. Purtroppo, la medicina moderna si è trasformata in una<br />

sorta di braccio armato a difesa degli interessi economici di una industria che<br />

prospera sulle precarie condizioni di salute della gente. L'autore fa una anal<strong>is</strong>i<br />

tanto lucida e concreta quanto drammatica della situazione in cui siamo<br />

caduti, ma il lettore cap<strong>is</strong>ce chiaramente che questa anal<strong>is</strong>i non è un atto<br />

d'accusa, ma un atto d'amore nei confronti della vera Medicina. Infatti,<br />

travolta d<strong>all</strong>a potenza economica dell'industria farmaceutica e dei suoi<br />

interessi, la medicina moderna è troppo spesso al servizio del "business" più<br />

che della gente e nessuno che ami veramente questa professione può e deve<br />

tollerare una simile situazione.<br />

I dati stat<strong>is</strong>tici purché veramente ben raccolti possono avere una grande impatto<br />

nelle conoscenze “storiche”, ma hanno un difetto assoluto dal punto di v<strong>is</strong>ta<br />

pragmatico operativo: quello di riguardare comunque fatti PREGRESSI non<br />

modulabili con le contingenze in atto dell’effimero PRESENTE.<br />

Come ci si può difendere contro errori colossali, a loro volta a r<strong>is</strong>chio di venir<br />

autoconfermati in successive stat<strong>is</strong>tiche puramente numeriche anacron<strong>is</strong>tiche e<br />

sicuramente concluse su tempi ormai INATTUALI?<br />

E se la Clinica al letto del malato - il famoso ippocratico “scegliere per il bene<br />

del malato” - è il fondamento della vera MEDICINA, e se la Matematica è il<br />

fondamento basilare di ogni serietà scientifica, perché poi posporre se non<br />

ignorare la matematica di algoritmi personalizzati che si aprano momento per<br />

momento r<strong>is</strong>petto a quella astratta e anonima delle tanto trav<strong>is</strong>abili stat<strong>is</strong>tiche?<br />

DSM:<br />

Pubblicato per la prima volta nel 1952, il Manuale diagnostico e stat<strong>is</strong>tico dei<br />

d<strong>is</strong>turbi mentali aveva <strong>all</strong>'interno un elenco di tutti i d<strong>is</strong>turbi mentali, <strong>all</strong>ora erano<br />

112, ad oggi <strong>all</strong>a sua IV edizione rilasciata nel 1994 sono diventati 374 e sono<br />

destinati a crescere nella quinta edizione del DSM che verrà pubblicata nel 2012.<br />

Il DSM è il testo unico e ufficiale di diagnosi psichiatrica in tutto il mondo, gli<br />

esperti deputati <strong>all</strong>a superv<strong>is</strong>ione della stesura del nuovo Manuale<br />

Diagnostico e Stat<strong>is</strong>tico delle malattie mentali (DSM-V), i membri dei vari<br />

comitati scientifici che lo compilano sono quasi esclusivamente americani e<br />

membri d<strong>all</strong>'Associazione Psichiatrica Americana. Afferma il Presidente APA<br />

Carolyn B. Robinowitz:


195<br />

Abbiamo fatto ogni sforzo per assicurare che il DSM-V sarà basato sulle<br />

migliori e più recenti ricerche scientifica, e per l'eliminazione dei conflitti<br />

d'interesse nel suo sviluppo.<br />

Il DSM viene usato come strumento diagnostico, non solo per il trattamento<br />

individuale ma anche nelle cause per la custodia dei bambini, nei casi di presunta<br />

incapacità mentale, nelle valutazioni delle conseguenze di malattie professionali,<br />

o di incidenti; nei certificati di invalidità o r<strong>is</strong>arcimento, nell'<strong>is</strong>truzione e in tanti<br />

altri campi.<br />

Ma se è ottimo poter uniformare esperienze d<strong>is</strong>parate e renderle con facilità<br />

condiv<strong>is</strong>ibili persino agli stessi pazienti, sotto questo sfoggio di chiarezza possono<br />

nascondersi trabocchetti: come ad esempio l'es<strong>is</strong>tere e l'imperversare di un modo<br />

subdolamente censorio e/o "rev<strong>is</strong>ion<strong>is</strong>tico": quello di equiparare l'una <strong>all</strong>'altra<br />

qualsiasi forma di DISAGIO pur di unificarli non in “d<strong>is</strong>turbi da classificare” ma in<br />

"malattie da curare". Di qui, con enorme estensione professionale, imperversa un<br />

modo subdolamente censorio e/o "rev<strong>is</strong>ion<strong>is</strong>tico" di malintenderne l’uso: quello -<br />

<strong>all</strong>a Knock - di “inventare malattie” pur di m<strong>is</strong>tificare comportamenti qualsiasi<br />

con la denominazione di "malattie da curare" unificando le diagnosi attraverso<br />

analogie più che generiche, attraverso d<strong>is</strong>criminazioni più che futili.<br />

Ed è così che si crede di aver acqu<strong>is</strong>ito strumenti per "trattare" - non certo per<br />

curare! - nello stesso modo sia il DESNOS (D<strong>is</strong>order of Extreme Stress Not<br />

Otherw<strong>is</strong>e Specified = D<strong>is</strong>ordine da Stress Estremo: F43.0 DSM-IV R) sia più che<br />

banali momenti di giustificata ansia. E' così che si omologa la "timidezza" - che<br />

anzi, se presente nei momenti e livelli di età appropriati, è segno di psicosociologica<br />

normalità - equiparandola senza mezzi termini agli atteggiamenti del<br />

d<strong>is</strong>turbo evitante di personalità (F60.6 già 301.82), quest'ultimo magari dovuto al<br />

timore soggettivo del riemergere di riv<strong>is</strong>suti, o ad atteggiamenti di inibizione<br />

patognomonici di un d<strong>is</strong>turbo schizoide di personalità (F60.1 già 301.20) che<br />

possono in pratica coprire persino impulsi vendicativamente omicidi o suicidiari,<br />

e magari suicidiari in modo <strong>all</strong>argato ai familiari<br />

MEDICALIZZAZIONE SQUALIFICANTE: “Il sano è un malato<br />

che NON SA di esserlo”<br />

Le descrizioni prec<strong>is</strong>e presentate nei DSM, aggiornati via via, non andrebbero<br />

comunque mai utilizzate in modo statico o nosografico come tali per etichettare<br />

d'amblée i pazienti, ad esempio come schizofrenici o deliranti: questo è un uso<br />

del Manuale assolutamente opposto ai suoi scopi, mentre il suo più<br />

pertinentesignificato sarebbe quello di costituirsi come generico e solo<br />

genericamente DESCRITTIVO di DISTURBI e non di "MALATTIE".


196<br />

Ed invece un clima di scontro e di contrapposizione riferentesi a singoli paragrafi<br />

demonizza l'intero s<strong>is</strong>tema del DSM-IV in una prospettiva totalizzante del "tutto<br />

bianco o tutto nero". Pervasive posizioni dogmatiche e riduttive rendono ben<br />

difficile un autentico confronto e proposta di sensati adeguamenti e migliori<br />

informazioni, utili a correggere ed ampliare e non invece a m<strong>is</strong>tificare<br />

ulteriormente diagnosi differenziali. Esperienza, e cultura portatrici di una<br />

prospettiva comunque dialettica di apporto di informazioni scientifiche e<br />

documentali di fatti accertati, vengono sopraffatte da proclami e antitesi<br />

dogmatiche unilaterali, con un accanimento stabilizzato d<strong>all</strong>’esser sovraccarico di<br />

irrazionali e inconsce EMOTIVITA’ EGOCENTRATE in conflitto.<br />

Morte di un’anima.<br />

Al Salk Institute di La Jolla, in California, un gruppo di scienziati si affanna<br />

intorno ai neuroni del cervello per dimostrare che la coscienza è frutto<br />

dell’evoluzione e che pensare a noi come “persone” è un errore. Lo<br />

chiamano il “Decennio del Cervello”, met<strong>all</strong>ico, pulito, pionier<strong>is</strong>tico. Nel<br />

Maryland la scienza si è prodigata a individuare il gene dell’ansia, ma è fra le<br />

dune della California che celebra il suo progetto più ambizioso: la ricerca<br />

dell’anima, o laicamente, coscienza. “Incoraggiare la sopravvivenza degli<br />

adatti e l’estinzione dei deboli”: questa è l’agghiacciante dottrina del “neodarwin<strong>is</strong>mo<br />

psichiatrico” che affascina i ricercatori del monastero della<br />

mente, il Salk Institute in California, punte di diamante dell’eugenetica<br />

moderna. La filosofia sta <strong>all</strong>a scienza come la pornografia sta al sesso,<br />

sostengono questi scienziati: non es<strong>is</strong>te anima, non es<strong>is</strong>te libertà, non es<strong>is</strong>te<br />

morale, non es<strong>is</strong>te sentimento, se non come agglomerato di neuroni,<br />

rettificabili <strong>all</strong>’occorrenza<br />

La facilità con cui dai vari “dottor Knock” può venir messa in atto, e su<br />

largh<strong>is</strong>sima scala, una MEDICALIZZAZIONE SQUALIFICANTE della<br />

partecipazione psico-somatica <strong>all</strong>e EMOZIONI attua in via indiretta, ma<br />

potent<strong>is</strong>sima, un vero collettivo e triplice lavaggio del cervello, triplice<br />

1. perché è una "correzione" di comportamenti "da punire",<br />

2. perché questa censura si esercita già a monte fin sui loro presupposti<br />

emozionali,<br />

3. ed infine perché, come la "cura" del deficit di attenzione e iperattività dei<br />

bambini, viene indirizzata verso vie esplicitamente farmacologiche agenti sul<br />

s<strong>is</strong>tema nervoso anche v<strong>is</strong>cerale e non solo centrale: verso la ragione e la<br />

volontà ma anche verso quei s<strong>is</strong>temi - endocrino e nervoso v<strong>is</strong>cerale - ai<br />

quali sono devoluti gli <strong>is</strong>tinti della VITA.


197<br />

A questo scopo m<strong>is</strong>tificatorio è stata persin fondata l’Associazione per la Libertà<br />

d<strong>all</strong>e emozioni, non senza tener conto ma anzi ben valendosi delle facilitazioni<br />

offerte ai profittatori d<strong>all</strong>’altrui nullità emozionale cosciente: la censura sociale<br />

delle manifestazioni emotive può introdurre qualsiasi dogma teorico o sanzionare<br />

qualsiasi opinione e <strong>memoria</strong> e di conseguenza sanzionare o render obbligatoria<br />

qualsiasi idea e/o condotta.<br />

Altro che “libertà”! Dice nulla la trama del terribile 1984 di George Orwell?<br />

Una piccola parentesi tecnica può spiegare in poche parole come i farmaci<br />

cosiddetti antidepressivi contrariamente al metilfenidato o <strong>all</strong>a dexamfetamina se<br />

non altro non diventino mai droga da strada, o droghe ricreazionali. Queste<br />

ultime sostanze, come del resto molte altre - tipicamente ormoni, vitamine, altri<br />

psicofarmaci come le benzodiazepine, come il sildenafil ecc., e "altre" droghe<br />

come gli oppiodi, i cannabinoidi ecc. - possono r<strong>is</strong>ultare GRADEVOLI in quanto<br />

ag<strong>is</strong>cono POTENZIANDO o surrogando sostanze e funzioni normalmente<br />

PRESENTI nell'organ<strong>is</strong>mo. Ma es<strong>is</strong>tono altre sostanze - i VELENI - che invece<br />

bloccano o in altri modi imped<strong>is</strong>cono alcune normali funzioni: un esempio facile<br />

è quello - mortale - dei cianuri o del monossido di carbonio che chiudono la via<br />

dei passaggi dell'ossigeno e dell'anidride carbonica. Un altro esempio - invece<br />

per noi "benefico" - è quello del meccan<strong>is</strong>mo d'azione degli antibiotici o... degli<br />

insetticidi: bloccando vie metaboliche essenziali in microorgan<strong>is</strong>mi o in insetti,<br />

"aiutano" per via indiretta l'essere umano: non interfer<strong>is</strong>cono con il suo corpo, ma<br />

contribu<strong>is</strong>cono a sbarazzare corpo, e/o abitazione, e/o coltivazioni d<strong>all</strong>e infezioni<br />

o dai parassiti. Gli antidepressivi inibitori selettivi del reuptake della serotonina<br />

(sostanza questa che si trova in molt<strong>is</strong>sime sedi v<strong>is</strong>cerali - tanto che<br />

originariamente veniva chiamata enteramina = amina dell'intestino -) in fondo<br />

come dice proprio il loro nome ag<strong>is</strong>cono INIBENDONE il regolare va-e-vieni da<br />

dentro-a-fuori, da fuori-a-dentro le cellule e non solo del cervello. Non è<br />

paragonabile questo meccan<strong>is</strong>mo di blocco metabolico a quello del<br />

velenos<strong>is</strong>simo cianuro? E sembra quasi una beffa, non un dato “scientifico, che i<br />

test farmacologici per valutare molti dei cosiddetti farmaci per uso "umano" -<br />

anzi: per uso "psichiatrico"! - vengano attuati utilizzando piastrine - platelets -<br />

animali per lo più di ratto.<br />

… mi sembrano essere stati simili a quegli uomini che ora sono<br />

i prestigiatori, i purificatori, i saltimbanchi e i ciarlatani, che<br />

fingono di essere molto pii e più colti degli altri. Tali uomini,<br />

dunque, usando la divinità come un pretesto e una copertura<br />

della loro incapacità ad offrire ogni ass<strong>is</strong>tenza, hanno<br />

diffuso l'opinione che la malattia sia sacra, aggiungendo<br />

argomentazioni appropriate <strong>all</strong>o scopo


198<br />

Anamnesi prossima e “depressione”: incongruenze e<br />

contraddizioni<br />

La parola Anamnesi deriva dal greco ἀνά-μνησις, "ricordo", scopo ippocratico<br />

della medicina è scegliere il bene dei malati e astenersi dal recar<br />

loro danno o offesa. Ma se i ricordi di sofferenze passate riaprono ferite, se<br />

riattivare vic<strong>is</strong>situdini pregresse può mettere in gioco scontri di “potere”, la<br />

tentazione di cadere nell’ottundimento può essere agevolata d<strong>all</strong>’esterno<br />

programmando l’oblio nel presente con la promessa di una falsa “serenità” in<br />

modo sia suadente che costrittivo sotto forma di "proibizione", se non di di<br />

censura omertosa che trascina seco conseguenze anche socio-criminose: a<br />

valanga per il paziente e per TUTTI.<br />

Che "valore" attribuire a cosiddette "terapie" - sottinteso: per lo più ma non solo -<br />

farmacologiche - quando si confondono nel modo più totale sintomi con cause?<br />

Se non b<strong>is</strong>ogna credere che sia per difetto o per debolezza che "si dimentica",<br />

altrettanto non è opportuno illudersi che la non consapevolezza possa aiutare e<br />

sia anzi auspicabile: se è ben verosimile che un pesante oblio riesca a coprire,<br />

anestetizzandole, ben prec<strong>is</strong>e lesioni sofferte, questa “anestesia” drogante apre<br />

una via infida e dubbia. Invalidanti e progredienti evitamenti esterni e/o interiori<br />

inopportuni stordimento e confusione non riescono del tutto a impedire il r<strong>is</strong>chio<br />

continuativo di doversi confrontare con qualcosa che - sempre in agguato - tende<br />

a riattivare il "trauma" o il conflitto interiore. Limitare il proprio campo d’azione e<br />

di conoscenza, restringere il proprio pensiero e sensibilità non sono ancora scotti<br />

sufficienti da pagare a questa illusione: il terrore dell’emergere involontario e<br />

soprattutto inaspettato e angoscioso di flash-back rende invalidi in numerose<br />

manifestazioni della vita diurna, e - per tener lontani sogni rivelatori - insonni le<br />

notti; mentre ripetizioni coattive trasformano gesti abituali in ossessioni o<br />

dipendenze, quando non si perpetuano convertendo vittime pregresse in carnefici<br />

attuali o futuri. Privi della solidità data d<strong>all</strong>a consapevolezza, l'esser sempre<br />

<strong>all</strong>'erta per sfuggire nel particolare a tutto quanto può riattivare sofferenze<br />

inaccettate, diminu<strong>is</strong>ce nella realtà generale e in scala esponenziale la propria<br />

vigilanza e adeguatezza: la paura di trovarsi a riportare a g<strong>all</strong>a fatti "dimenticati"<br />

tende ad aggravarsi sempre più - molti tossico dipendenti sono infatti diagnosticati<br />

in “doppia-diagnosi” riconoscendone la “dipendenza” come tentativo di autocura.<br />

Simili <strong>all</strong>ol svenimento materiale, rimozione mentale della situazione<br />

insopportabile e perdita di vigilanza non derivano da incons<strong>is</strong>tenza o stupidità,<br />

ma questo tipo di tentativo di evitare sul momento il peggio, in seguito diventa<br />

patogeno nello sforzo di garantirne con enorme fatica la segretezza anche<br />

r<strong>is</strong>petto a se stessi, mettendo in atto qualcosa come una - seppur inconscia -<br />

censura deliberata, estenuante e interminabile.


199<br />

Non solo in - “biechi” - tempi recent<strong>is</strong>simi, ma, come nel libro del primo ‘900<br />

Knock o il trionfo della medicina, questo gioco perverso di esautorazione<br />

collettiva di sé da sé nasconde un ben diverso scopo da parte di chi cerca profitti<br />

purchessia, in cui - con immensi truffaldini vantaggi economici - la cronicità<br />

viene mantenuta tale a d<strong>is</strong>petto della QUALITA' della vita: proponendo ed<br />

obbligando più - scadenti - anni di vita e meno vita agli anni; mantenendo<br />

sempre più attivo un fiorente mercato che riguarda una gamma vasta e "proficua"<br />

- ai produttori! - di altri farmaci e di altri ancora per combattere gli effetti<br />

collaterali dei primi. “Più - ipotetici - anni di vita” affidati <strong>all</strong>o spauracchio<br />

emotivamente molto impegnativo della (pseudo-)prevenzione secondaria<br />

In Natura - purché non venga alterata - un'unione feconda di mente e corpo<br />

trasforma momento per momento in gestibili emozioni e sentimenti la capacità<br />

grezza di provare sensazioni, e dirige le potent<strong>is</strong>sime forze degli ISTINTI in<br />

collegamenti attivi r<strong>is</strong>petto <strong>all</strong>e sollecitazioni ambientali. Così il tutto può poi<br />

ritrasformarsi e ritrasformarsi ed evolvere in vera ESPERIENZA: l'unica via da cui<br />

far nascere il vero SE’ capace di vere, personali SCELTE, che in molti casi<br />

diventano INDIFFERIBILI.<br />

Prevedere il futuro è impossibile b<strong>is</strong>ogna reagire<br />

<strong>all</strong>e situazioni. - George Paulson Director Safety,<br />

Airspace, Airports & Information Services<br />

Non soltanto sotto regimi dittatoriali proprio la possibilità contingente di scelte<br />

personali - d<strong>is</strong>crezionali e diversificate - può "d<strong>is</strong>turbare" molti “interessi”<br />

oggettivi; facile d’altra parte ne è però l’<strong>all</strong>eanza con il rifiuto soggettivo di<br />

sensazioni spiacevoli e la paura passivizzante di r<strong>is</strong>chi ignorati. Ma questa autoesautorazione<br />

può costituirsi a sua volta come un vero nuovo pericolo e far<br />

svoltare la rinuncia <strong>all</strong>a "saggezza" dei corpi”, delle sensazioni, degli <strong>is</strong>tinti in<br />

superstizioso ossequio verso “orchi” in agguato: verso un'autorità "rassicurante"<br />

purchessia, con pretenziosa fiabesca adesione a suggestivamente sbandierate -<br />

DISTRUTTIVE - super-prestazioni, soprattutto basate sul prevenire “togliendo”.<br />

Il bambino ha cento lingue / e gliene rubano novantanove<br />

Imbroglio è il contrario di sviluppo.<br />

IMBROGLIO. Imbroglio significa non solo d<strong>is</strong>ordine ma confusione,<br />

ciò che imbroglia fa più che imbarazzare, non solo r<strong>all</strong>enta le<br />

operazioni ma le difficulta, o mescola le cose in modo da non ne<br />

trovare il bandolo di leggieri... Tutto ciò che ha v<strong>is</strong>ta di cosa<br />

involuta o sospetta, o comechessia non piacevole si suole chiamare<br />

imbroglio... Imbroglio da ultimo vale: frode tramata per<br />

ingannare o danneggiare altrui....


200<br />

Cervello: brutti ricordi? Cancelliamoli?<br />

... i bambini, privati di esperienze vere, / elaborano fantasticherie a vuoto e<br />

compensazioni fasulle / che ne bloccano o deformano lo sviluppo / riducendoli ad<br />

adulti immaturi incompleti o sbagliati / e incidendo anche sulle generazioni a venire.<br />

Infatti proprio la possibilità contingente di scelte d<strong>is</strong>crezionali e diversificate può<br />

"d<strong>is</strong>turbare" molti interessi e non soltanto sotto regimi dittatoriali; soggettivamente<br />

proprio il rifiuto stesso di sensazioni spiacevoli e la paura passivizzante di r<strong>is</strong>chi a<br />

sé sconosciuti, portando ad affidarsi ad altri - molto pii e più colti degli<br />

altri - può costituirsi a sua volta come un vero nuovo pericolo e far svoltare la<br />

rinuncia <strong>all</strong>a "saggezza" dei corpi, delle sensazioni, degli <strong>is</strong>tinti in superstizioso<br />

ossequio verso un'autorità "rassicurante" purchessia che finge di essere molto<br />

pii e più colti degli altri offrendo <strong>all</strong>e sue super-prestazioni tutta la propria<br />

super-fiduciosa d<strong>is</strong>ponibilità.<br />

E se da parte dei “sani che non sanno di esser malati” e dei malati veri e delle loro<br />

famiglie perniciosa è la delega in bianco ai prestigiatori, i purificatori, i<br />

saltimbanchi e i ciarlatani, da parte dei “curanti” molto diffusa e pervasiva<br />

è la pratica di regolarsi su sintomi transitori equivocati come totalizzanti<br />

"malattie"; mentre per tutti dilaga la tendenza a etichettare con termini inglobanti<br />

e ben poco rappresentativi - ad esempio depressione - una congerie casuale di<br />

veri d<strong>is</strong>turbi o di soggettive e spesso fuorvianti lamentele. Definita con un nome<br />

di moda e non troppo appropriato, la "depressione" come paradigmatica sindrome<br />

patologica è un "d<strong>is</strong>turbo dell'umore" (catalogato nel DSM-IV R: F3xx, in<br />

precedenza 296.x): non è una malattia immaginaria ma es<strong>is</strong>te e imperversa,<br />

diversificata ma non onnicomprensiva come si tende a super-diagnosticare. I suoi<br />

sintomi e livelli di gravità possono venir accuratamente descritti e d<strong>is</strong>tinti, ma<br />

es<strong>is</strong>te una sua vera essenza UNITARIA di sicuro riconoscibile in un sintomochiave<br />

tanto poco appar<strong>is</strong>cente da sfuggire per lo più <strong>all</strong>'attenzione di chi<br />

circonda e/o cura il "malato": la sua mente funziona sì, ma come un ...<br />

OROLOGIO FERMO, quindi ben poco "utile" come strumento, presentandosi<br />

come un oggetto che ... due volte al giorno segna l'ora esatta, ma un'ora che non<br />

cambia. Come non trav<strong>is</strong>are ogni dato, come regolarsi su di una terapia - o<br />

pseudo-tale - quando "quel" momento presente, ognuno di quegli infiniti e<br />

infinitamente transitori "momenti presenti" viene percepito e razionalizzato come<br />

un "assoluto"? Quando anzi si fa di tutto per mantenere intatto questo statu quo,<br />

in un mondo fiabesco in cui non es<strong>is</strong>te divenire, ma solo un avvicendarsi di<br />

“entusiasmi” e di “crolli”?<br />

Una metafora ben rappresentata in questa citazione illustra una situazione<br />

paragonabile - non personale ma politica:


201<br />

Facciamo ripartire quegli orologi - citazione tratta d<strong>all</strong>a newsletter<br />

dell'Istituto Arrupe, Gianni Notari (da La Repubblica – Palermo<br />

Guardando la facciata di Palazzo delle Aquile a Palermo, colp<strong>is</strong>ce l’orologio<br />

sull’entrata. Un orologio fermo, a segnare un’ora che non cambia, mentre la<br />

città gli transita intorno ma con un ritmo diverso, rapido e frenetico. Anche<br />

dentro la Sala consiliare c’è un orologio e anche questo è fermo. Così,<br />

l’immagine dell’orologio fermo si presta a divenire la metafora della d<strong>is</strong>tanza<br />

fra due mondi ... È ora di ripartire.<br />

Facile quindi è per molti cadere nell'inganno di compartimenti stagni,<br />

rappresentativi di un modo di pensare, di una mentalità in cui non ci sono veri<br />

nessi di causa-effetto, in cui non ci sono il prima e il dopo, il dentro e il fuori,<br />

veri effetti e vere cause. Facile è confondersi nei malintesi di quando ogni "prima"<br />

ed ogni "dopo" sono v<strong>is</strong>suti come fossero la stessa cosa e "il passaggio da una<br />

condizione <strong>all</strong>'altra" r<strong>is</strong>ultano paragonabili <strong>all</strong>e oscillazioni di un pendolo che<br />

descrive - spostandosi - solo apparenti cambiamenti.<br />

Questo qualcosa di situazioni differenti che si alternano per un intervento<br />

univoco e determinante anche artificioso - in questo caso di un farmaco - è ben<br />

definito come un paradigma in questo paragrafo del tutto “privato”:<br />

... Senza di quello, il passaggio è impossibile (inconcepibile) ...<br />

Il mio mal di testa è stato sempre un compagno fedele in questi anni.<br />

Non posso dire di averlo da sempre perché i ricordi più lontani mi<br />

portano al periodo delle scuole superiori, diciamo dopo i 15 anni. Mi<br />

succedeva di soffrirne in tempi diversi, non secondo una schema<br />

pref<strong>is</strong>sato, ma ripensandoci ora una cosa che non cambiava mai era la<br />

sua intensità: lo ricordo forte. La sensazione che si presentava era quella<br />

di un dolore estremamente debilitante, da <strong>all</strong>ontanare. L'insorgenza era<br />

improvv<strong>is</strong>a, non la collegavo, <strong>all</strong>ora, a nessun evento scatenante era<br />

come se part<strong>is</strong>se dal nulla. C'era un prima, senza mal di testa e un dopo<br />

senza mal di testa: in mezzo il dolore. Ma a differenza di una normale<br />

sequenza temporale, il prima e il dopo erano la stessa cosa. In un certo<br />

senso non si poteva nemmeno parlare di prima e dopo ma semplicemente<br />

di fatti assoluti: se 1 è la condizione senza mal di testa e 0 quella con, si<br />

potrebbe descrivere in questo modo: 10101010101010. Il passaggio da una<br />

condizione <strong>all</strong>'altra, solo apparentemente descriveva un cambiamento,<br />

era invece qualcosa di artificioso, dovuto <strong>all</strong>'intervento del farmaco.<br />

Perché 0 potesse ritornare a 1 era necessario l'utilizzo di un un<br />

antidolorifico. Senza di quello, il passaggio era impossibile (inconcepibile)<br />

era come se "1" una volta insorto il dolore non riconoscesse la possibilità<br />

di un ritorno <strong>all</strong>a condizione senza dolore. In sostanza la fase precedente<br />

non es<strong>is</strong>teva più. In realtà non era mai es<strong>is</strong>tita, così come non es<strong>is</strong>teva<br />

quella successiva: il mal di testa diventava un fatto assoluto e come tale


202<br />

non aveva né una causa di insorgenza e tanto meno una possibile<br />

rem<strong>is</strong>sione nel tempo: doveva semplicemente sparire e al più presto, non<br />

es<strong>is</strong>tere più e l'unico modo era intervenire con la pasticca quanto prima<br />

possibile. Non c'era il concetto di malattia: causa, sviluppo e rem<strong>is</strong>sione,<br />

con la relativa sequenza temporale, ma solo due fatti (due blocchi<br />

monolitici) non collegati in cui l'antidolorifico entrava come fattore<br />

esterno. Questo spiega perché il pericolo dell'abuso e degli inevitabili<br />

effetti collaterali non interven<strong>is</strong>sero. La possibile comprom<strong>is</strong>sione di altre<br />

funzioni vitali era ignorata o forse vigliaccamente accettata: la testa<br />

era una cosa, il dolore un'altra, il farmaco faceva passare il dolore, il<br />

resto: niente (il tutto, come in compartimenti stagni, era rappresentativo<br />

di un modo di pensare, di una mentalità in cui non ci sono nessi di<br />

causa-effetto, non ci sono il prima e il dopo, il dentro e il fuori). Oggi la<br />

cosa è cambiata. Il dolore si presenta molto variabile sia come intensità<br />

(anche se dec<strong>is</strong>amente inferiore r<strong>is</strong>petto al passato) sia come periodi di<br />

insorgenza. Ha sempre una causa(che spesso va indagata) e una durata<br />

che può variare da qualche ora a un giorno (raramente di più). A volte<br />

passa dopo il sonno, a volte dopo un sogno (un sogno può anche<br />

generarlo) a volte dopo il pensiero (anche il pensare può generarlo), a<br />

volte sembra causato da una arrabbiatura che non ha avuto sfogo o<br />

ancora d<strong>all</strong>a stanchezza f<strong>is</strong>ica o da un ricordo doloroso che fatica a<br />

tornare a g<strong>all</strong>a. In ogni caso la sensazione è che non solo il dolore<br />

passerà di lì a poco ma che abbia assoluta necessità di svilupparsi. Più di<br />

ogni altra cosa è che una volta passato, il mio essere dopo, sarà diverso<br />

dal mio essere prima. Cioè in questo momento il dolore sembra un<br />

transito, quasi un traghetto che porta da una sponda <strong>all</strong>'altra [vedi<br />

concetto di Resilienza]. E' ovvio che l'utilizzo del farmaco diventerebbe<br />

doppiamente dannoso sia per la sua stessa natura di "veleno" per il corpo<br />

sia perché imped<strong>is</strong>ce il transito o lo accelera in modo artificiale<br />

impedendo tutte quelle modifiche interiori (a questo punto direi anche<br />

biochimiche) che hanno invece b<strong>is</strong>ogno del tempo e dei passaggi giusti.<br />

Ecco che, a differenza di prima, il modo corretto per rappresentarlo<br />

diventa una sequenza numerica in cui il dolore interviene come un<br />

punto di domanda (per le innumerevoli incognite che si porta dentro) e<br />

in cui ogni numero rappresenta il r<strong>is</strong>ultato di una serie di input<br />

interiori ed esterni: "?_ 1_2_3_?????_4_7_???_8_12_?..... Anche se nella<br />

eccessiva semplificazione di quest'ultimo "d<strong>is</strong>egno" è chiaro come il monotono<br />

del primo (10101010101010), che ho volutamente ricondotto al<br />

linguaggio binario dei computer si addica ad una macchina ma non di<br />

certo ad un essere umano


203<br />

Anamnesi remota e tragedie riv<strong>is</strong>sute<br />

Chi non conosce il<br />

passato è<br />

condannato a<br />

ripeterlo.<br />

Se troppo di rado sofferenze anche inaudite e situazioni tremende riescono a<br />

trovare la via della concettualizzazione trasm<strong>is</strong>sibile, quasi sempre pur trav<strong>is</strong>ato<br />

nelle sue manifestazioni, almeno il CORPO nella “scatola nera” della sua<br />

ind<strong>is</strong>truttibile MEMORIA intrinseca "parla" e "parla" e "parla" in un linguaggio<br />

pertinente non enigmatico, ma difficile da ascoltare/capire per le <strong>all</strong>usioni troppo<br />

dirette riferite a situazioni che l’interlocutore non conosceva. Ma il CORPO<br />

continua imperterrito a ripetere lo stesso uguale "d<strong>is</strong>corso", il gestire continua a<br />

“mimare” situazioni ri-v<strong>is</strong>sute fino a che non vengano ascoltati, tradotti e<br />

finalmente riconosciuto e decodificati. Il CORPO <strong>all</strong>ora permette <strong>all</strong>a Medicina di<br />

d<strong>is</strong>tricarsi dal ginepraio di diagnosi intricate e inefficaci, dai r<strong>is</strong>chi di errori<br />

catastrofici, dagli interminabili tentativi di deludenti terapie: in una confusione<br />

magari letale di d<strong>is</strong>turbi mentali e d<strong>is</strong>funzioni organiche o sociologiche che<br />

possono andare da cedimenti strutturali m<strong>is</strong>conosciuti al suicidio, da<br />

comportamenti “devianti” agli assassini multipli. Per d<strong>is</strong>perazione, <strong>is</strong>olamento e<br />

incomprensioni la morte improvv<strong>is</strong>a per cosiddetto crepacuore può avvenire<br />

davvero, mentre d’altra parte chi ha subito perversioni può diventare a sua volta<br />

autore di reiterate azioni malvagie: ma quando invece, anche senza altre cure, i<br />

riv<strong>is</strong>suti imprevedibilmente emersi dal passato - magari come vere e proprie riattualizzate<br />

lesioni f<strong>is</strong>iche - una volta riconosciuti come tali scompaiono<br />

“magicamente” (?!?) al ricollegarsi con il ricordo verbalizzato. Questa scomparsa<br />

pseudo-magica di d<strong>is</strong>turbi e magari di vere lesioni è come se garant<strong>is</strong>se al corpo<br />

l’accettazione della sua veste testimoniale: e mentre lo autorizza a smettere di<br />

colpo l’ins<strong>is</strong>tita protesta/denuncia rende ben più facile per chi lo cura provvedere<br />

a eventuali residui di sequele somatiche - e non solo psichiatriche - di spaventi,<br />

conflitti, traumi e violenze.<br />

Delle malattie molto numerose e molto invalidanti che impegnano la parte nonmateriale,<br />

o non solo quella materiale della persona - nevrosi e psicosi - si


204<br />

occupa una specializzazione importante della Medicina come dottrina e come<br />

professione, la Psichiatria il cui campo d'azione è deputato ad approfondire<br />

quanto riguarda l'essere umano proprio nelle interrelazioni dei v<strong>is</strong>suti soggettivi.<br />

Passo per passo un’anamnesi che non si arresti a banali domande-r<strong>is</strong>poste può<br />

proseguire fino a diventare addirittura l'elemento cardine di una sotto-specialità a<br />

se stante della psichiatria come la PSICOANALISI, ma es<strong>is</strong>te pure una più<br />

eclettica non-specialità, la PSICOSOMATICA, più adatta a d<strong>is</strong>tinguere fra le varie<br />

sfaccettature delle più strane diagnosi e decorsi: perfino rendendosi<br />

ind<strong>is</strong>pensabile nei casi anche molto gravi in cui i ricordi si manifestano soltanto<br />

come riv<strong>is</strong>suti corporei, in cui è il CORPO stesso che "descrive" i fatti prima ed<br />

accanto <strong>all</strong>a possibilità della mente di rievocarli verbalmente.<br />

Questa non-specialità fonde insieme ad ogni livello una svariata serie di<br />

conoscenze e strumenti concettuali idonei ad individuare e d<strong>is</strong>tinguere<br />

manifestazioni corporee attuali effettive da d<strong>is</strong>turbi di somatizzazione (DSM-IV R:<br />

F.45.0 prec.300.81) e loro mescolarsi insieme; può riconoscere basi patologiche<br />

somatiche pur in mezzo a d<strong>is</strong>ordinatamente amplificate lamentazioni <strong>is</strong>teriche o<br />

deliri ipocondriaci (DSM-IV R: F.45.2 prec.300.7); può fornire consigli per<br />

muoversi fra le simulazioni auto-ingannevoli dei sintomi "fittizi" (DSM-IV R: F.<br />

68.1 prec.300.19) e imposture volutamente truffaldine; tra esagerazioni in<br />

generale e sindromi particolari e magari altamente lesivi come quella di<br />

Münchausen più nota nella sua variante - ancor più lesiva - “per procura” ecc.<br />

Nella generalità dei casi di patologie m<strong>is</strong>te in cui è piuttosto il corpo che la mente<br />

relazionale a presentarsi al medico come PROTAGONISTA, fatti particolarmente<br />

eclatanti sempre es<strong>is</strong>titi ma solo di recente considerati, hanno reso "di moda"<br />

nelle popolazioni civili la Sindrome post-traumatica da stress (DSM-IV R: F.43.1<br />

prec.309.81), come PTSD o di gravità maggiore come DESNOS con le loro<br />

patologie multiple. Non i classici casi dei reduci “scemi di guerra” ma sindromi<br />

anche grav<strong>is</strong>sime che possono comparire <strong>all</strong>'improvv<strong>is</strong>o dilazionate di molti anni<br />

d<strong>all</strong>'evento come r<strong>is</strong>posta a stimoli per chiunque altro minimi, ma agenti come<br />

detonatori quando il soggetto - e non solo un “reduce di guerra” - vi si imbatte<br />

rendendo così ingestibile la difficoltà diagnostica di quanto gli sta accadendo.<br />

Però anche nei casi più gravi, anche quando l'oblio e la confusione sembrano<br />

profondi e pesanti, anche quando d<strong>all</strong>e conoscenze del passato personale sembra<br />

non r<strong>is</strong>ultare nulla di traumatico, in ogni momento e in modo assolutamente<br />

impressionante possono comparire subitanei violenti sprazzi di vivide corporee<br />

memorie se non veri sprazzi di consapevolezza soggettiva: efficacemente sono<br />

stati chiamati - da reg<strong>is</strong>ti cinematografici e non dagli psichiatri (!) - FLASH-BACK.<br />

Questi riv<strong>is</strong>suti possono spontaneamente diradare l'ottundimento, o farsi largo al<br />

cedere dello sforzo della censura, ma mai questo avviene per sforzo di volontà,<br />

né per una particolare capacità della mente, e neanche per un qualcosa di<br />

"magico" come potrebbe apparire quando le genuine, inaspettate manifestazioni


205<br />

corporee in modo simil-miracol<strong>is</strong>tico raggiungono <strong>is</strong>tantanee guarigioni, la cui<br />

subitaneità scavalca i tempi e i tentativi approssimativi di tentativi di cura.<br />

Quando i bizzarri RI-VISSUTI SOMATICI - non soltanto sessuali - di traumi e<br />

violenze siano presi in considerazione invece che scambiati e - trattati <strong>all</strong>'infinito<br />

- come sintomi atipici di "malattie tipiche", è <strong>all</strong>ora che - pur muovendosi con<br />

molta cautela e attenzione - una prudent<strong>is</strong>sima anamnesi-diagnosi evolve in vera<br />

definitiva TERAPIA.<br />

E’ relativamente facile far mente locale per collegare una simile catena di<br />

manifestazioni morbose a riv<strong>is</strong>suti di grandi traumi di pubblico dominio, ma non<br />

vanno sottovalutati i casi - ben più diffusi e molto più d<strong>is</strong>tribuiti di quanto anche<br />

lontanamente si sospetti - di strascichi d<strong>is</strong>truttivi come sequele intempestive e<br />

protratte di situazioni pregresse di gravità impensabile in tempo di pace e/o di<br />

abusi se non vere torture commessi contro bambini in famiglie d<strong>all</strong>'apparenza<br />

"normale" e poi riv<strong>is</strong>suti drammaticamente in periodi e in età imprec<strong>is</strong>abili e<br />

inaspettati.<br />

PTSD e DISSOCIAZIONE. Inizia ad esserci un'ampia evidenza negli studi di<br />

Neuroimaging sul fatto che differenti stati d<strong>is</strong>sociativi (d<strong>is</strong>sociazione<br />

emozionale e d<strong>is</strong>sociazione sotto forma di derealizzazione/<br />

depersonalizzazione) corr<strong>is</strong>pondono a diversi pattern di attività cerebrale. Un<br />

modello dettagliato è in fase avanzata di preparazione da parte del gruppo<br />

olandese di van der Hart e Nijenhu<strong>is</strong>. Van der Hart in passato ha correlato la<br />

d<strong>is</strong>sociazione da trauma con gli studi sulla r<strong>is</strong>posta animale <strong>all</strong>'attacco dei<br />

predatori. Assume sempre più importanza il DESNOS (D<strong>is</strong>order of Extreme<br />

Stress Not Otherw<strong>is</strong>e Specified), un d<strong>is</strong>turbo proposto da anni per<br />

l'inserimento nel DSM, soprattutto da Judy Herman e Bessel van der Kolk<br />

(due dei principali studiosi mondiali del PTSD (D<strong>is</strong>order of Extreme Stress<br />

Not Otherw<strong>is</strong>e Specified). Il DESNOS è caratterizzato da una forma grave e<br />

pers<strong>is</strong>tente di d<strong>is</strong>turbi tipici dei PTSD, ed è particolarmente refrattario <strong>all</strong>e<br />

terapie. Nel DESNOS sono spesso presenti gravi d<strong>is</strong>turbi d<strong>is</strong>sociativi, forti<br />

difficoltà nella costruzione e mantenimento di relazioni interpersonali stabili,<br />

significativi sintomi somatici e di abuso di sostanze. E' spesso correlato con<br />

patologie di asse 2 (ed in particolare con i d<strong>is</strong>turbi borderline).<br />

Il medico pietoso fa la piaga gangrenosa?<br />

Cervello: brutti ricordi? Cancelliamoli?<br />

Riassumendo: anche nei casi difficili in cui d<strong>is</strong>turbi confusi e atipici m<strong>is</strong>chiano<br />

insieme somatico v<strong>is</strong>cerale, sessuale, psichico-relazionale e psichico-emozionale,<br />

incapacità lavorativa e in generale scadimento della dotazione e funzionamento<br />

pratico e intellettuale, riuscire ad abbinare ogni dato al suo nome, al suo tempo,<br />

ai suoi presupposti permette al completo contenuto dei riv<strong>is</strong>suti di abbandonare


206<br />

l'anacron<strong>is</strong>tica partecipazione corporea e libera finalmente il "corpo" d<strong>all</strong>'ingrato<br />

dovere di testimoniare nel suo linguaggio criptico e <strong>all</strong>usivo. Lo scioglimento<br />

dell’indovinello proposto dal riv<strong>is</strong>suto può manifestarsi ora in modo non similmiracol<strong>is</strong>tico<br />

ma concreto e razionale, consapevole e descrivibile in modo<br />

comprensibile realizzando una delle massime possibilità di successo di una<br />

psichiatria che germogli da solide e non subordinate basi nel campo della grande<br />

Medicina generale SOMATICA. E tornando <strong>all</strong>a Psichiatria e Psicoanal<strong>is</strong>i con la<br />

domanda "anal<strong>is</strong>i finita o infinita"? vanno considerate due r<strong>is</strong>poste ben d<strong>is</strong>tinte:<br />

l’una riguardante la prestazione curativa professionale mirante <strong>all</strong>a piena<br />

restitutio ad integrum, con una prospettiva finale di guarigione soggettiva e<br />

pratica - affettiva, relazionale, sociologica, lavorativa, intellettuale e di<br />

adeguamento <strong>all</strong>e circostanze<br />

1. quando <strong>memoria</strong>, presente e possibilità slatentizzate si ri<strong>all</strong>ineano in un<br />

tutto finalmente armonizzato;<br />

2. quando la persona è giunta davvero <strong>all</strong>a sua età non anagrafica ma<br />

veramente ESPERIENZIALE;<br />

3. quando forma, attitudini, energie, consapevolezze, emozioni, <strong>is</strong>tinti si<br />

sono resi finalmente d<strong>is</strong>ponibili.<br />

L’altra rimanda invece a sempre possibili rinnovati sprazzi di non ancora ritrovati<br />

vividi RIVISSUTI - liberatori! - che possono spontaneamente senz aiuto esterno<br />

comparire ad OGNI ETA’ in tutta la loro ormai soggettivamente ACCETTABILE<br />

intensità. Anal<strong>is</strong>i finita o infinita? Forse “infinito” lo è davvero il recupero<br />

consapevole di “tutti” i contenuti delle “scatola nera”, della propria “QUARTA<br />

DIMENSIONE” durante il corso di una vita che può anche essere lungh<strong>is</strong>sima; ma<br />

si può parlare di “anal<strong>is</strong>i” quando questi ritrovamenti e ricostruzioni si sviluppano<br />

in modo auto-gestito, senza la necessità di aiuti esterni e senza alcuna<br />

collaborazione partecipativa? Non dovrebbe definirsi “terapia” - passiva -<br />

l’emergere spontaneo e interiore di intensi e prec<strong>is</strong>i v<strong>is</strong>suti RICORDI quando di<br />

per sé forn<strong>is</strong>cono nuove energie e approfondita perspicacia come valori astratti<br />

generalizzati e non come semplici condiv<strong>is</strong>ibili testimonianze: si tratti di “autoterapia”<br />

o di semplice intensa “pienezza di vita”, di trasformazione attiva in<br />

ESPERIENZA di vic<strong>is</strong>situdini accadute non importa se positive o negative,<br />

“normali” o persin catastrofiche, v<strong>is</strong>sute sulla propria pelle o partecipate da v<strong>is</strong>suti<br />

altrui o fatte proprie emotivamente dal fascino promanante da argomenti di studio<br />

e ricerca come il grande enigma di Einstein.<br />

Fuori c'era questo enorme mondo, che es<strong>is</strong>te indipendentemente da<br />

noi, e che ci sta di fronte come un grande, eterno enigma<br />

scriveva Einstein<br />

La parola Anamnesi deriva dal greco ἀνά-μνησις, "ricordo", cioè il contrario di<br />

“oblio” e scopo ippocratico delle medicina dovrebbe essere sempre quello di


207<br />

scegliere il bene dei malati e astenersi dal recar loro danno o<br />

offesa: ma non sempre questo assunto riesce facile né persino possibile.<br />

Se i ricordi di sofferenze passate riaprono in soggettiva insanabili e insopportabili<br />

ferite, riattivare vic<strong>is</strong>situdini pregresse può mettere in gioco pericolosi scontri di<br />

“potere”: la tentazione se non la necessità pratica del paziente di cadere in un<br />

tempestivo ottundimento può esser agevolata d<strong>all</strong>’esterno con il programmargli<br />

l’oblio e una falsa “serenità” in modo suadente o costrittivo, sotto forma di<br />

"proibizione" se non di una censura omertosa che trascina seco conseguenze<br />

anche socio-criminose: a valanga per il paziente e per TUTTI.<br />

Che "valore" attribuire a cosiddette "terapie" - sottinteso: per lo più ma non solo -<br />

farmacologiche - quando si è indotti a confondere nel modo più totale sintomi<br />

con cause? Se non b<strong>is</strong>ogna credere che sia per difetto o per debolezza che "si<br />

dimentica", altrettanto non è opportuno illudersi che la non consapevolezza possa<br />

aiutare e sia anzi auspicabile al “bene” del paziente: se è ben verosimile che un<br />

pesante oblio riesca a coprire, anestetizzandole, ben prec<strong>is</strong>e lesioni sofferte<br />

questa “anestesia” drogante apre vie infide e dubbie, mentre mai invalidanti e<br />

progredienti evitamenti esterni e/o interiori inopportuni stordimento e confusione<br />

riescono del tutto a impedire il r<strong>is</strong>chio continuativo di doversi confrontare con<br />

qualcosa che - sempre in agguato - tende a riattivare il "trauma" o il conflitto<br />

interiore. Limitare il proprio campo d’azione e di conoscenza, restringere il<br />

proprio pensiero e sensibilità non sono ancora scotti sufficienti da pagare a questa<br />

illusione: il terrore dell’emergere involontario e soprattutto inaspettato e<br />

angoscioso di flash-back rende insonni le notti per tener lontani sogni rivelatori e<br />

invalidi in numerose manifestazioni della vita diurna; mentre ripetizioni coattive<br />

trasformano gesti abituali in ossessioni o dipendenze, quando non si perpetuano<br />

convertendo vittime pregresse in carnefici attuali o futuri. Privi della solidità data<br />

d<strong>all</strong>a consapevolezza, l'esser sempre <strong>all</strong>'erta per sfuggire nel particolare a tutto<br />

quanto può riattivare sofferenze inaccettate, diminu<strong>is</strong>ce nella realtà generale e in<br />

scala esponenziale la propria vigilanza e adeguatezza: la paura di trovarsi a<br />

riportare a g<strong>all</strong>a fatti "dimenticati" o “proibiti” tende ad aggravarsi sempre più:<br />

come accade per molti tossico-dipendenti da diagnosticare in “doppia-diagnosi”<br />

riconoscendone la “dipendenza” come tentativo di auto-cura.<br />

Come lo svenimento materiale, la rimozione mentale della situazione<br />

insopportabile e la conseguente perdita di vigilanza non derivano da<br />

incons<strong>is</strong>tenza o stupidità, ma questo tipo di tentativo di evitare sul momento il<br />

peggio, se prosegue doppiamente diventa patogeno nello sforzo di garantirne - e<br />

con enorme d<strong>is</strong>pendio di energie rese così ind<strong>is</strong>ponibili - la segretezza anche<br />

r<strong>is</strong>petto a se stessi, mettendo in atto qualcosa come una - seppur inconscia -<br />

censura deliberata, estenuante e interminabile.<br />

A questo punto occorre accennare a due grav<strong>is</strong>simi problemi ezio-patogenetici<br />

poco v<strong>is</strong>ibili ma di enorme impatto socio-politico di VIOLENZA che da loro<br />

prende origine e espansi sviluppi:


208<br />

A giustificazione di questo “nulla” troppi sono i casi - soprattutto se inconsapevoli<br />

e/o rimossi - per i quali ritorni da un passato malv<strong>is</strong>suto sono scottanti tanto da<br />

venir percepiti come inaccettabile violenza: se sembrano d<strong>is</strong>corsi facili e ovvi, va<br />

invece chiarito e ribadito che l’accenno a "bambini piccoli", anche soltanto<br />

collegandosi a semplici fatti del presente, può toccare sensibilità collegate a fatti<br />

pregressi della vita personale dotati di un inaccettabile contenuto emotivo non<br />

sempre contenibile.<br />

1. Il NULLA: concetto ben puntualizzato in una già citata mail privata:<br />

Meglio soli che male accompagnati...<br />

2. Le POSSIBILITA' EVOLUTIVE e attive della<br />

MALVAGITA' umana:<br />

a sue particolari manifestazioni è dedicato il<br />

file/capitolo seguente con TESTIMONIANZE<br />

che documentano quanto anche la Medicina<br />

possa <strong>all</strong>earsi a CRIMINI di portata<br />

inimmaginabile anche e soprattutto a carico di<br />

BAMBINI.<br />

Che fare con chi trad<strong>is</strong>ce spudoratamente il Giuramento di Ippocrate, e non<br />

solo???


209<br />

.<br />

Giuro per Apollo medico e<br />

per Asclepio e per Igea e per<br />

Panacea e per tutti gli dèi e<br />

le dee, chiamandoli a<br />

testimoni che adempirò<br />

secondo le mie forze e il mio<br />

giudizio questo giuramento<br />

e questo patto scritto. Terrò<br />

chi mi ha insegnato questa<br />

tecnica in conto di genitore<br />

e dividerò con lui i miei beni,<br />

e se avrà b<strong>is</strong>ogno lo metterò<br />

a parte dei miei averi in<br />

cambio del debito contratto<br />

con lui, e considerò i suoi<br />

figli come fratelli, e<br />

insegnerò loro questa<br />

tecnica se vorranno<br />

apprenderla, senza<br />

richiedere compensi né patti<br />

scritti. Metterò a parte dei<br />

precetti e degli insegnamenti<br />

orali e di tutto ciò che ho<br />

appreso i miei figli e i figli<br />

del mio maestro e i d<strong>is</strong>cepoli<br />

che avranno sottoscritto il<br />

patto e prestato il<br />

giuramento medico, ma<br />

nessun altro.<br />

Sceglierò il regime per il<br />

bene dei malati secondo le<br />

mie forze e il mio giudizio, e<br />

mi asterrò dal recar danno e offesa. Non sommin<strong>is</strong>trerò a<br />

nessuno, neppure se richiesto, alcun farmaco mortale, e non<br />

prenderò mai un'iniziativa del genere; e neppure fornirò mai a<br />

una donna un mezzo per procurare l'aborto. Conserverò pia e<br />

pura la mia vita e la mia tecnica. Non opererò neppure chi soffre<br />

di calcoli, ma cederò il posto a chi è esperto di questa pratica. In<br />

tutte le case che v<strong>is</strong>iterò entrerò per il bene dei malati,<br />

astenendomi ad ogni offesa e da ogni danno volontario, e<br />

soprattutto da atti sessuali sul corpo delle donne e degli uomini,<br />

sia liberi che servi. Tutto ciò ch'io vedrò e ascolterò nell'esercizio<br />

della mia professione, o anche al di fuori della professione nei<br />

miei contatti con gli uomini, e che non dev'essere riferito ad altri,<br />

lo tacerò considerandolo cosa segreta. Se adempirò a questo<br />

giuramento e non lo tradirò, possa io godere dei frutti della vita<br />

e della tecnica, stimato in perpetuo da tutti gli uomini; se lo<br />

trasgredirò e spergiurerò possa toccarmi tutto il contrario.


210<br />

CONSAPEVOLEZZA E MEMORIA<br />

Seconda parte<br />

TESTIMONIANZE<br />

TESTIMONIANZE<br />

TESTIMONIANZE<br />

…<br />

CONCLUSIONI<br />

Due cose hanno sodd<strong>is</strong>fatto la mia mente con nuova e crescente<br />

ammirazione e soggezione e hanno occupato pers<strong>is</strong>tentemente il<br />

mio pensiero:<br />

il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me<br />

Epitaffio sulla tomba di Immanuel Kant d<strong>all</strong>a Critica della ragion pratica<br />

Gli uomini sono soliti formare idee universali tanto delle cose<br />

naturali, quanto di quelle artificiali, idee che considerano come<br />

modelli, ai quali credono che la natura (che stimano non faccia<br />

nulla senza un fine) guardi e si proponga anch'essa come modello.<br />

Quando, dunque, vedono che accade qualcosa in natura che non<br />

concorda con il modello che hanno concepito di tale cosa<br />

credono <strong>all</strong>ora che la natura abbia f<strong>all</strong>ito o peccato e abbia<br />

lasciato quella cosa imperfetta. - Baruch Spinoza<br />

– 211 –


211<br />

Un fatto sment<strong>is</strong>ce cento teorie,<br />

cento teorie non sment<strong>is</strong>cono un fatto<br />

D<strong>all</strong>a TEORIA FISIOLOGICA <strong>all</strong>a cruda - e via via meno cruda nello scorrere<br />

dei tre capitoli di testimonianze - REALTA’ dei FATTI e dei documenti.<br />

A far seguito ai capitoli precedenti - incentrati sulla TEORIA di una MEDICINA<br />

FISIOLOGICA, le cui basi portanti si pongono nell’individualità dell’ESSERE<br />

nelle sue fondanti QUATTRO DIMENSIONI - i capitoli seguenti entreranno<br />

invece di prepotenza nel mondo estrinseco dei FATTI dove la “teoria” darà<br />

spazio <strong>all</strong>e TESTIMONIANZE VISSUTE<br />

Come un medico è preparato e tenuto a occuparsi sia di pazienti affetti da<br />

“malattie” insorte di per sé nell’organ<strong>is</strong>mo, sia di chi è stato “ferito” da fattori<br />

traumatici esterni, il punto-chiave della grande scoperta, del grande regalo<br />

datoci da Freud nell’offrire un METODO di cura valido scientificamente è<br />

probabilmente stato quello di equipararne le possibilità per tutti i pazienti: tanto<br />

di quelli sofferenti per accadimenti traumatizzanti<br />

- se non ci fosse stato quella brutta esperienza la mia sarebbe<br />

stata un'infanzia felice -<br />

che di quelli impegnati in - soggettivamente insolubili - conflitti interni, e/o<br />

tormentati da emozioni soggettivamente inaccettabili.<br />

Proprio questo riconqu<strong>is</strong>tato r<strong>is</strong>petto per tutte le situazioni iniziali ha permesso<br />

un così enorme progresso nella teoria e nella pratica; e da <strong>all</strong>ora non solo offre<br />

una così valida possibilità agli psichiatri di ottenere vere guarigioni, ma<br />

propone più prec<strong>is</strong>e possibilità di cura <strong>all</strong>a medicina nel suo insieme, e<br />

garant<strong>is</strong>ce anche continui apporti concreti al generale bagaglio della scienza<br />

biologica e socio-antropologica.<br />

Dei vari strumenti operativi in dotazione <strong>all</strong>a Medicina - in quanto “scienza<br />

applicata e multid<strong>is</strong>ciplinare” - fa parte la PSICOANALISI.<br />

Già a sua volta multid<strong>is</strong>ciplinare non è una svolta epocale comparsa come una<br />

“nuova” cultura, ma della vera Medicina fa parte integrante come graduale e<br />

potente EVOLUZIONE di mezzi terapeutici fondanti, già preconizzati nel mito<br />

di Esculapio e nelle direttive di Ippocrate: non come svolta d<strong>is</strong>cutibile in<br />

direzioni fantasiose ma come una delle più EFFICACI dotazioni in v<strong>is</strong>ta di piene<br />

restitutio ad integrum.


212<br />

Testimonianze di esperimenti medici e ostetrici<br />

#giganti_artificiali, #Mengele, #bambine_incinte,<br />

#morte_dell_anima, #colica_renale, #gravidanza,<br />

#presenza_amica, #programmazione, #i_cervelli, #Mike, #monkey,<br />

#strage_Levante, #Regina_Louf, #Ucc<strong>is</strong>i e ucc<strong>is</strong>ori, #monk,<br />

#macchina_da_guerra, #Sonderkommando,<br />

#descrizione_agghiacciante, #resilienza-recupero<br />

Come e più di ogni altro file/capitolo di questo sito e dei libri che ne derivano,<br />

qui NON si trasmettono dati indiretti di pura INFORMAZIONE: sito e libri sono<br />

ENCICLOPEDIE TEMATICHE non basate su scritti e/o riceche "personali" di un<br />

autore singolo, ma anzi il tutto forma un'opera collettiva "corale" a più voci<br />

composta da una serie d<strong>is</strong>omogenea di dati, privilegianti testimonianze e<br />

documenti autentici in continuo divenire - come tali e come prove di fatti<br />

storicamente in accadere.<br />

In rete come file queste provenienze d<strong>is</strong>parate - che vanno da testimonianze in<br />

prima persona a citazioni di classici afor<strong>is</strong>mi - vengono evidenziate graficamente<br />

con caratteri tipografici che le d<strong>is</strong>tinguono, ma in stampa le maggiori possibilità<br />

tipografiche differenziano anche fra di loroi vari autori delle dirette dichiarazioni.<br />

Gli argomenti presentati e d<strong>is</strong>cussi sono quindi da leggersi e soprattutto da<br />

CONSULTARSI separatamente, accedendo di volta in volta ai collegamenti<br />

iperstestuali: anche molte delle immagini che proponiamo si costitu<strong>is</strong>cono come<br />

link, come ogni altro link, di continuo monitorato e aggiornato.<br />

In tutto il sito ma soprattutto in file/capitoli come questo si trattano argomenti<br />

molto seri e pericolosi: darli in pasto a un pubblico qualunque in modo<br />

irresponsabile e/o arbitrariamente modificati e/o tagliati, e/o sotto altre non sempre<br />

altrettanto serie etichette - cosa che di fatto è già avvenuta - può portare grave<br />

danno non solo a noi stessi e a chi impropriamente diventa riconoscibile, quanto<br />

a tutta la causa per cui si lavora. Ogni citazione presentata - e accuratamente<br />

monitorata come link e bibliografia - non indica però necessariamente la nostra<br />

piena approvazione, e d'altra parte eventuali elenchi segnalati non pretendono di<br />

essere esaustivi: queste sono ulteriori ragioni di diffida dal copiare o usarne in altri<br />

modi il contenuto, o anche singole parti senza esplicito permesso e verifica della<br />

loro successiva collocazione. Ecco la necessità assoluta - e non certo a fini di<br />

lucro! - di Copyright come difesa da maldestre copiature, tanto più se date come<br />

di pertinenza di altri siti con i quali NON abbiamo diretti contatti, anzi della cui<br />

es<strong>is</strong>tenza non abbiamo nemmeno notizia.


213<br />

Per evitare futili d<strong>is</strong>cussioni la necessità di prec<strong>is</strong>are significati e chiavi di lettura<br />

introduce aggiunte metodologiche e normative - per una maggior diffusione nel<br />

sito tradotte anche in inglese - a partire da prec<strong>is</strong>azioni rigorose che sugger<strong>is</strong>cono<br />

di considerare in scala d<strong>is</strong>cendente come valide informazioni:<br />

1. le osservazioni documentabili concretamente di FATTI e di OGGETTI<br />

2. in mancanza di meglio rappresentati da immagini (*)<br />

3. le testimonianze di prima mano (**)<br />

4. scritti di prima mano spontanei, immediati e non elaborati,<br />

5. filmati e reg<strong>is</strong>trazioni<br />

6. dati mediatici d'informazione diretta - non articoli di fatti "raccontati"<br />

7. e - molto indietro, per ultimi - i "Maestri<br />

1. (*)Di conseguenza cerchiamo di provvedere a che nel sito ogni<br />

immagine si costitu<strong>is</strong>ca anche come link di continuo monitorato e<br />

aggiornato.<br />

2. (**)Le testimonianze "orali" possono venir reg<strong>is</strong>trate e/o filmate, ma se<br />

trascritte o riferite da terzi perdono la loro caratter<strong>is</strong>tica primaria di<br />

garantita AUTENTICITA'.<br />

3. Con gli "oggetti" e "fatti" protagon<strong>is</strong>ti, le testimonianze scritte di PRIMA<br />

MANO sono gli elemento cardine di tutto questo lavoro.<br />

4. Per convalidarne l'AUTENTICITA' valga l'affermazione derivante d<strong>all</strong>a<br />

pratica professionale che per molte vittime r<strong>is</strong>ulta più facile esporre per<br />

scritto che a voce anche grav<strong>is</strong>sime passate sofferenze.<br />

5. Ampio spazio viene dato <strong>all</strong>e violazioni della sfera sessuale, per la loro<br />

gravità intrinseca e per la drammaticità delle relative conseguenze<br />

spersonalizzanti anche a lungo termine se non definitivo.<br />

6. Ogni tipo di sofferenza merita attenzione e cura, e non è una<br />

sottovalutazione se in questa sede ci atteniamo soltanto ai capitoli<br />

meno noti e più preoccupanti delle situazioni di abuso: volutamente ci<br />

limitiamo a diffondere testimonianze, riferimenti, documenti e dati<br />

inerenti ai capitoli estremi di violenza esplicita su bambini: esperimenti,<br />

abusi strutturati, addestramenti forzati.<br />

Lesioni anomale e sofferenze croniche mal descrivibili come conseguenze<br />

imprevedibili di cause inaspettate possono dar luogo a cascata a successivi e<br />

molto gravi errori diagnostici e conseguenti danni iatrogeni se non a errori<br />

giudiziari: assieme agli altri file in cui si pongono questi problemi, anche questo<br />

è stato arricchito da importanti prec<strong>is</strong>azioni culminanti in un APPELLO<br />

indirizzato ai profession<strong>is</strong>ti della Psichiatria e della Medicina legale anche in<br />

v<strong>is</strong>ta della preparazione della NUOVA EDIZIONE del DSM: la QUINTA<br />

presumibilmente edita nel maggio 2013.


214<br />

Dintorni di Torino Anni '56-' 70.<br />

Mi ricordo la vergogna del mio corpo...<br />

Esperimenti di creazione di "giganti artificiali": per ... "doping sportivo"? per<br />

vanità di genitori??? Per esperimenti di f<strong>is</strong>iologia? Per puro sad<strong>is</strong>mo? Per<br />

esperimenti militari?<br />

In queste fotografie si può notare l'impressionante cambiamento delle gambe del<br />

bambino a partire d<strong>all</strong>'età di un anno e mezzo - normale - al continuare<br />

dell'ESPERIMENTO negli anni successivi: a cinque anni quasi lunghe come quelle<br />

del padre (!). Cinque anni dopo fratello e sorella sottoposti - malamente<br />

sopravv<strong>is</strong>suti - al medesimo esperimento. Da notare la "sfacciataggine" di<br />

fotografare questi "orrori" non commessi in un Lager ma in un contesto familiare<br />

di apparente assoluta normalità.<br />

Mi ricordo la vergogna del mio corpo che<br />

coprivo anche in estate. Mi rendeva timido con<br />

gli altri. Nonostante quello che mi facevano li<br />

volevo vicini perchè usavano parole dolci. Le<br />

gambe mi dolgono e i piedi pure. Sembrano<br />

finti. Mi chiamavano "franco-bollo" per i<br />

miei lividi. I muscoli [fino a diciotto anni]<br />

non erano ben formati. Ancora oggi ho<br />

caviglie deboli e polsi delicati. La paura della<br />

puntura sin da adulto è il ritorno delle<br />

conseguenze [non erano iniezioni<br />

"normali" ma una sostanza molto densa<br />

veniva inettata con un ago molto<br />

grosso - un "tre-quarti".] La paura<br />

dell'ospedale era loro e l'hanno trasmessa a<br />

me. - Dobbiamo fare "questo", tesoro,<br />

facciamo presto, stai bravo, gioia, porta<br />

pazienza... zia N. e M. [mentre<br />

commettevano anche altri abusi -<br />

"osceni" e praticamente "chirurgici" - sul bambino di quattro anni]


215<br />

Quelle punture mi trasformavano e chiedevo aiuto<br />

a mia mamma che faceva la faccia terrorizzata<br />

d<strong>all</strong>a paura di dover chiamare un'ambulanza ed<br />

esser scoperta. Allora chiamava mia zia che faceva<br />

la stregona. [E qui efficaci e dimostrative<br />

descrizioni di potenti corporei "riv<strong>is</strong>suti" in<br />

completo flash-back]. Ora tremo, le gambe non<br />

mi reggono, ho scorso equilibrio, cammino male<br />

portando un piede avanti l'altro. Mi manca il<br />

fiato, ho paura di morire. Ho perso sangue ieri<br />

con le torture (il male) [riv<strong>is</strong>suti di violenti e<br />

brutali abusi sessuali - non si dimentichi: su un<br />

bambino! - accompagnati anche da vere e<br />

proprie torture: stuprato da più persone mentre<br />

era appeso a testa in giù a un albero.] Voglio<br />

chiamare aiuto ma ora non serve. Sono tutto<br />

rigido come un vecchio. Piango molt<strong>is</strong>simo. Sono<br />

al limite della res<strong>is</strong>tenza. Ho difficoltà a respirare<br />

è come se si schiaxcciasero i polmoni. Cerco aiuto:<br />

per me è la fine. Ho tanto mal di pancia.<br />

Qui la c<strong>all</strong>igrafia è abbastanza nitida e non richiede trascrizione, mentre quanto<br />

segue si trova in parte assieme ad appunti troppo crudi e in parte riferito a voce]<br />

Cammino rigido... ll respiro manca e sento la<br />

morte vicina. Trovo difficoltà a pensare che è roba<br />

di <strong>all</strong>ora. Mi rendo conto che tutti si preoccupano<br />

che capiti qualcosa di brutto - per loro non per me.<br />

Questo lo sento nell'aria... La paura dell'ospedale<br />

era loro e l'hanno trasmessa a me.... [Nello<br />

scritto non compare un particolare<br />

important<strong>is</strong>simo detto invece a voce: Noi<br />

bambini - decine di bambini - dovevamo<br />

continuare a camminare...


216<br />

In questa foto sono meglio evidenziate<br />

le gambe di entrambi i bambini e<br />

segnalate le tumefazioni vicino <strong>all</strong>e<br />

ginocchia del ragazzo.<br />

(La documentazione fotografica in<br />

forma originale è molto più ampia e<br />

può venir messa a d<strong>is</strong>posizione in<br />

qualsiasi momento purché da richieste<br />

ben qualificate.)


217<br />

In tutt'altro scenario - Mediororientale - con vittime italiane ma con<br />

protagon<strong>is</strong>ti/aguzzini di ben altra levatura<br />

MENGELE CON LE MIE GAMBE.<br />

Avevo tre anni appena compiuti da tre mesi quando sono arrivata a Beirut con mia<br />

madre. Ci portano in una casa enorme fatta di vetri scuri, è una clinica. Lo rivedo non<br />

è passato tanto da quando aveva aperto la testa <strong>all</strong>a mia sorella maggiore. Mia madre<br />

è eccitata chiede al nostro medico è lui ? è già arrivato? Il medico ass<strong>is</strong>tente non la<br />

considera - SUDA - continuerà a sudare tutte le volte che gli starà vicino. SONO<br />

nella sala dove Mengele traffica con le mie gambe e quelle di altre persone piccole,<br />

ma anche adulti.<br />

LE MIE GAMBE E LUI<br />

Sono seduta su una sedia legata con cinture che mi bloccano varie parti del corpo,<br />

iniziano con i piedi, danno l’anestesia fino <strong>all</strong>a caviglia, poi arriva lui con la macchina<br />

degli aghi e dei fili elettrici; infila un ago che trapassa il mignolo fino al pollice, dice di<br />

slegarmi e di alzarmi - mi sostengono - i mie piedi dormono.<br />

Mengele dà corrente e le dita si muovono a scatti ma non come vorrebbe lui.<br />

GRACCHIA in tedesco anche se sa ben<strong>is</strong>simo l’italiano, va avanti, infila altri aghi che<br />

trapassano il piede, dai piedi <strong>all</strong>e gambe. Un pezzo per volta, giorni di esperimenti,<br />

anestesie date a pezzi, che non funzionano neanche bene, aiutanti che sbagliano,<br />

terrorizzati se non cap<strong>is</strong>cono quello che lui vuole ottenere. Le mie gambe sono come<br />

quelle di un burattino, le fanno funzionare con i cavi e nel modo in cui vogliono loro.<br />

LUI PAZZO NAZISTA, MIA MADRE LA PEGGIOR NAZISTA.<br />

Indossa sopra al camice un grembiule e guanti da cucina in plastica nera. Quando si<br />

avvicina lo guardo non cap<strong>is</strong>co se è vero o fatto di plastica non sento emanare nessun<br />

odore dal suo corpo. Quello che mi fa è atroce; le mie piccol<strong>is</strong>sime gambe stanno<br />

andando in cancrena dopo giorni di prove, ma la PEGGIORE è mia madre “f<strong>all</strong>o per<br />

quei bambini senza gambe delle m<strong>is</strong>sioni consolata” “f<strong>all</strong>o per quel partigiano che non<br />

ha più la gamba”, “f<strong>all</strong>o per quelli che tornano d<strong>all</strong>a guerra” .<br />

IL LABORATORIO MECCANICO<br />

D<strong>all</strong>a sala dove sono vedo, al di là dei vetri, il laboratorio di meccanica dove fanno<br />

gambe, braccia, pezzi di collo -in met<strong>all</strong>o- che si muovono, come burattini comandato<br />

da fili elettrici. L’ass<strong>is</strong>tente dice che se non smettiamo r<strong>is</strong>chio di morire, dice che<br />

non ricevo l’antibiotico; le mie gambe sono blu, il progetto globale prevede che, per il<br />

fatto che io sono gemella, non mi si deve più toccare, anzi, Menghele dice che se<br />

muoio ammazza tutti quelli che mi hanno toccato. Per lui questa è bibbia. IO ho i<br />

ricambi per la mia gemella. Ora sono qui, con la fortuna di lasciare questa<br />

testimonianza<br />

DELLA BAMBINA CHE SONO STATA


218<br />

Colonia marina di Imperia 1968-70<br />

Qui - in un contesto di "pseudo-normalità": Colonia marina di Imperia 1968-70, ove<br />

venivano "sfollati" (???) bambini di zone <strong>all</strong>uvionate - la fotografia rivela un orrendo<br />

esperimento "ostetrico": l'evidente gravidanza al sesto mese delle due bambine di otto<br />

anni con lo scamiciato scozzese. Come in ogni altra fotografia, per correttezza i<br />

lineamenti sono stati coperti, ma le interessate sono d<strong>is</strong>ponibil<strong>is</strong>sime a testimoniare in<br />

proposito.<br />

Rivelatrici di questa "assurda" situazione varie fotografie: persino mamma e figlie<br />

in una normal<strong>is</strong>sima passeggiata primaverile in riva al mare...<br />

(Ma ci si dovrebbe anche domandare: oltre <strong>all</strong>'orrore della situazione delle<br />

bambine: dove saranno finiti poi i neonati??? Almeno su di uno di essi proveniente<br />

da un altro contesto pensiamo di esser stati informati: un flash-back riv<strong>is</strong>suto da<br />

un'altra ex-bambina abusata descrive con grande evidenza e in modo angosciante la<br />

morte CRONOMETRATA del feto prematuro; mentre forse ne conosciamo di<br />

persona una sopravv<strong>is</strong>suta ora adulta.


219<br />

Ecco un'altra<br />

fotografia della<br />

stessa serie:<br />

insegnanti,<br />

bambine - e un<br />

maschietto -<br />

della Colonia<br />

Marina di<br />

Imperia.<br />

Non occore certo spiegare perché le poche sopravv<strong>is</strong>sute agli esperimenti di gravidanze<br />

indotte quando erano bambine prepuberi NON si congratulano affatto con questa<br />

onorificienza!


220<br />

E' Robert Edwards il vincitore del Premio Nobel 2010 per la F<strong>is</strong>iologia e la<br />

Medicina. Lo scienziato è pioniere nel campo della fecondazione in vitro.<br />

L'annuncio è stato dato questa mattina al Karolinska Institutet di Stoccolma, in<br />

Svezia, durante una conferenza stampa trasmessa in diretta online sul sito<br />

Internet Nobel prize.org.<br />

Morte dell'anima<br />

Testimonianza diretta degli ABUSI OSTETRICI scritta estemporaneamente - ora da<br />

adulta - da un'altra bambina-madre <strong>all</strong>ora di otto anni (di Torino). Questo d<strong>is</strong>egno<br />

e i testi seguenti fanno parte di un ben più ampio dossier non pubblicato e non<br />

adatto a venir divulgato; mentre per evitarne perdite dovute a danneggiamento dei<br />

file i trascritti si trovano anche in altri file di questo sito, e sono stati parzialmente<br />

pubblicati in un altro sito e libro. La trascrizione - di scritti che sono ancora in<br />

corso - è esatta salvo qualche om<strong>is</strong>sione di frasi non pertinenti.<br />

L'autrice r<strong>is</strong>ulterebbe - ma probabilmente è<br />

un anno retro-datato per nascondere un<br />

altro fatto delittuoso - nata nel 1969. I fatti<br />

qui riportati riguardano soprattutto l'anno<br />

1977-78 di cui finora non si riescono a<br />

trovare documentate le pur clamorose<br />

"tracce": addirittura un intero anno<br />

scolastico "svanito nel nulla"! In questo<br />

caso i numeros<strong>is</strong>simi scritti esoprattutto<br />

d<strong>is</strong>egni sono stati eseguiti di getto quasi in<br />

uno stato di spontanea trance. Questo<br />

rappresenta in modo <strong>all</strong>egorico se stessa nel<br />

passaggio delle varie età in cui veniva<br />

"usata": da notare il pollice della "mano"<br />

confezionato come un "pacco regalo". In<br />

molt<strong>is</strong>simi altri d<strong>is</strong>egni compaiono un<br />

"pacco" e un "punto interrogativo": solo<br />

molto di recente la svolta nei riv<strong>is</strong>suti ha<br />

individuato il "regalo": il BAMBINO.<br />

Important<strong>is</strong>sima a questo proposito è la lucida, implacabile testimonianza<br />

perfettamente spiegata nel sotto-capitolo presenza amica.


221<br />

Morte dell'anima<br />

Mi sento molto strana, ho la nausea, insomma non mi sento tanto<br />

bene. Ieri ho provato a d<strong>is</strong>egnare un bagno, uno qualsiasi… partendo<br />

d<strong>all</strong>a vasca da bagno, continuando con il lavabo e apposita<br />

specchiera, terminando con i due sanitari (bidè e tazza). Niente! La<br />

stanza da bagno era nella mia testa, ma sul foglio da d<strong>is</strong>egno non<br />

sono riuscita a materializzarla.<br />

Bagno = buco nero, tracollo, ansia, sparizione, trasformazione,<br />

automazione, anafettività, lavoro, preparazione, bianco, aspirazione<br />

(r<strong>is</strong>ucchio), cattiveria calcolata, bravura metodica… tutte cose che<br />

non sento mie, cose aggiunte o caratter<strong>is</strong>tiche personali esaltate,<br />

portate <strong>all</strong>’estremo.<br />

- Mie e di qualcuno d’altro. La domanda è sempre la stessa:<br />

- Di chi?<br />

Sono io a stare male o l’altro? Tutto mi appare lontano, senza tempo e<br />

spazio, le persone sono eteree, mi passano vicino e non le sento, come se<br />

fossero dei morti viventi, delle ombre e anch’io mi sento un fantasma.<br />

Nel bagno mia madre ha cercato di uccidermi, in quel bagno… ma<br />

evidentemente c’è un altro bagno che mi fa molta paura e dove ho<br />

lasciato ciò che ero per r<strong>is</strong>vegliarmi completamente trasformata,<br />

diversa… e non mi riconosco più!!!<br />

Provo a ricordarmi come ero quando avevo un anno di vita… ma era<br />

tanto tempo fa, prima che il bagno cancellasse tutto e mi svegliassi a<br />

nuova vita. Penso di essere morta tante volte e per ogni r<strong>is</strong>veglio c’era<br />

una sorpresa nuova accompagnata da tanti punti interrogativi.<br />

Cambiamento = trasformazione.<br />

Trasformazione = <strong>all</strong>ontanamento d<strong>all</strong>a vera me stessa.<br />

Credo di essermi persa. ...<br />

Ho sognato di essere in una stanza e <strong>all</strong>’improvv<strong>is</strong>o, al centro di essa è<br />

apparsa una porta che mi ha quasi stritolata ed una voce tonante e<br />

maschile, uscita da ch<strong>is</strong>sà dove, ha minacciato la mia incolumità…<br />

Mi sono svegliata urlando. Il diavolo ha comunicato con me!?<br />

Ripensando al sogno, sembrava che facessi parte di un quadro di un<br />

pittore surreal<strong>is</strong>ta (ho scoperto, dopo aver v<strong>is</strong>to una mostra, che non<br />

mi piacciono), dove il senso delle cose è simbolico, lineare, geometrico<br />

e dove le donne sono v<strong>is</strong>te come figure amorfe e prive di <strong>is</strong>tinto. La pelle<br />

bianca, lo sguardo assente. Dovrebbero evitare di dipingerle, ho v<strong>is</strong>to<br />

certi obbrobri… Comunque, in questi giorni mi sento d<strong>is</strong>taccata d<strong>all</strong>a<br />

realtà, e mi sento tremendamente tr<strong>is</strong>te, vorrei trovare qualcosa che<br />

mi faccia “battere il cuore”. Vorrei entrare con forza violenta nella


222<br />

vita, nelle cose, sfondare porte e buttare giù muri, forse sono solo molto<br />

arrabbiata…? Vorrei non dipendere da nessuno, vorrei pensare a me<br />

come ad una persona non come ad un ibrido, ad un essere vivente che<br />

non è più un bambino, ma non è ancora un adulto, anche se per<br />

l’anagrafe tale sono. Vorrei vedere le possibilità che la vita mi offre,<br />

vorrei mandare al diavolo quelle persone che valgono poco, quelle<br />

persone che cercano in tutti i modi di condizionare la vita altrui,<br />

facendo dei danni spaventosi…<br />

- Lo faccio per il tuo bene…<br />

Ma pensa al tuo di bene! Vai a fare volontariato, vai in chiesa la<br />

domenica, confessati una volta al mese, sii buono, ma fai tutto questo<br />

senza rompermi lescatole e standomi a debita d<strong>is</strong>tanza che io vorrei<br />

pensare, riflettere e fare al contrario di ciò che fate voi,vorrei pensare<br />

in grande.<br />

- Mi piacerebbe… - Vorrei una famiglia, tutta mia.<br />

Primo sogno:<br />

Bagno, lavandino, mi esce del sangue d<strong>all</strong>a bocca, abbastanza, non<br />

ho male. Faccio scorrere l’acqua e nel lavandino c’è un piccolo<br />

millepiedi, sembra di met<strong>all</strong>o, dopo invece appare una vedova nera,<br />

solo che è rossa. Si muove, zampetta qua e là, poi l’acqua r<strong>is</strong>chia di<br />

farla annegare ed io non me la sento di trarla in salvo per paura che<br />

mi faccia del male. Anche il piccolo ragno pare di met<strong>all</strong>o.<br />

Secondo sogno: Sospesa per aria, una donna sta mettendo al mondo il<br />

suo bambino e vedo d<strong>is</strong>tintamente la sua testolina fuori dal buco.<br />

(Abbia pazienza, questa è la frase che ho partorito). ... Sono <strong>all</strong>a<br />

fermata dell’autobus e come me altre persone aspettano l’arrivo del<br />

mezzo che li porterà a destinazione. Io però non ho la ben che minima<br />

idea di come arrivarci. Mi serve il 4, oppure l’1, o conviene che chieda<br />

ad un passante quale è meglio prendere per andare…dove?! Sono <strong>all</strong>a<br />

stazione, sono seduta sulla poltroncina del mio vagone… ecco, sento<br />

che ci stiamo muovendo. Il treno decolla, prendiamo quota e uao, che<br />

panorama, sembra di stare sul pullman … Tanto è comodo! Io sono<br />

seduta accanto al finestrino. Ad un certo punto qualcuno mi da un<br />

aggeggio di met<strong>all</strong>o e mi dice di schiacciare il pulsante prima di<br />

arrivare a destinazione e prima che quel treno veloc<strong>is</strong>simo ci superi.<br />

Quale altro treno? Guardo in basso ed effettivamente vedo un trenino<br />

non molto lungo sfrecciare sulle rotaie. Come faccio a schiacciare il<br />

pulsante al momento giusto? Tutto deve combaciare, prima il pulsante<br />

e dopo il nostro arrivo. Speriamo in bene ... Considerazioni: Prefer<strong>is</strong>co<br />

la concretezza, anche se volare con la fantasia è piacevole.


223<br />

Il secondo sogno è “davvero” tutta fantasia? Il treno sarebbe potuto<br />

essere un aereo, forse sono stata ad una stazione, ho atteso (?),<br />

qualcuno è venuto a prendermi, dopo mi sono ritrovata sull’aereo<br />

completamente rincitrullita. Destinazione ignota, gente sconosciuta,<br />

mi sentivo un pacco postale ubriaco. Adesso, proprio in questo<br />

momento ho la vaga impressione che (mi è sfuggito di mente), stacco<br />

un attimo. ... Riprendo. Appuntamenti stabiliti in posti normali, come<br />

la fermata dell’autobus, o <strong>all</strong>a stazione al binario 4 o <strong>all</strong>’1, poi il buio<br />

completo e al r<strong>is</strong>veglio in aereo con la testa nel p<strong>all</strong>one. Succedeva<br />

tutto molto in fretta che mi sembrava un sogno, forse nell’arco della<br />

giornata e per molto tempo. Tante, tante volte.<br />

Sogno: Nel lavandino pieno d’acqua nuota un pesciolino rosso (un<br />

vero pesciolino rosso ), mentre sul bordo un gatto cerca di cacciarlo. Il<br />

pesciolino viene “artigliato“ dal gatto e ferito mortalmente si ritrova<br />

con il ventre gonfio e chiaro a g<strong>all</strong>eggiare nell’acqua. Quando il<br />

pesciolino muore si trasforma in una bolla di plastica. All’interno di<br />

essa c’è un pezzo di carne bianca (pollo, tacchino?)<br />

Sono diffidente, insomma l’animaletto scompare e al suo posto, come<br />

per incanto, spunta fuori un sacchetto di plastica con <strong>all</strong>’interno un<br />

boccone di cibo che non ha niente a che vedere con il pesciolino …<br />

Prendo il sacchetto, lo apro e mi ritrovo tra le mani un sacco di<br />

plastica molto più grande con dentro cinque o sei filetti di trota<br />

salmonata che d<strong>is</strong>tribu<strong>is</strong>co, insieme a calzini e magliette, a degli<br />

extra comunitari.<br />

Non so come, partecipo ad una gara automobil<strong>is</strong>tica di formula uno,<br />

solo che la p<strong>is</strong>ta è per aria e ci sono dei passaggi pericolosi dove si<br />

r<strong>is</strong>chia di essere letteralmente tritati. Gentilmente mi spiegano il<br />

metodo per non r<strong>is</strong>chiare di lasciarci le penne:<br />

- Devi sdraiarti e legarti il labbro superiore <strong>all</strong>a punta del naso…<br />

Francamente mi sentivo un po’ ridicola, poi fortunatamente quel<br />

passaggio lo hanno tolto.<br />

Sogno due medici in camice bianco, uno dei due scruta con<br />

attenzione la mia gamba sin<strong>is</strong>tra che è messa maluccio. Il gonfiore<br />

parte dal piede e arriva sino a sotto il ginocchio (è l’unica parte di me<br />

che vedo nel sogno). La gamba non sembra neppure appartenermi<br />

talmente è gonfia, di un gonfiore innaturale con “dune“ sparse quasi<br />

uniformemente. Il medico, accarezzandomi l’arto, mi domanda se<br />

sento qualcosa, io gli dico di sì, omettendo che mi stava facendo un<br />

gran solletico.Lui continua, mi domanda nuovamente se adesso<br />

sentivo qualcosa, io lo sentivo e vedevo che l’arto peggiorava a v<strong>is</strong>ta<br />

d’occhio, ma a detta del dottore non avrei dovuto più sentire nulla.


224<br />

Non erano preoccupati né per me né per la mia gamba, parevano<br />

semplicemente interessati … Nel sogno le persone avevano per me<br />

grande considerazione, ciò era bello e frustrante <strong>all</strong>o stesso tempo. Ieri<br />

sera ho guardato il documentario della Marazzi<br />

Marazzi: Un’ora sola ti<br />

vorrei vorrei. Una scena tra tante ha destato in me curiosità, la<br />

protagon<strong>is</strong>ta del film-documentario collezionava insetti, coleotteri e<br />

farf<strong>all</strong>e, molti di quegli animaletti li ho anch’io. Anche i pensieri, le<br />

frustrazioni e le f<strong>is</strong>sazioni, ma più di tutto, il sentirsi in ogni momento<br />

un pesce fuor d’acqua. Un’anima in pena. Forse la sindrome depressiva<br />

porta <strong>all</strong>’estraniarsi da se e dal mondo che lo circonda. Mi sono<br />

riv<strong>is</strong>ta, a quella bambina del documentario, già depressa <strong>all</strong>’età di<br />

due anni, è successo qualcosa di molto spiacevole.<br />

Ritornando a me, nei sogni ritorna il colore rosso. Rosso il ragno,<br />

rosso il sangue, rosso il pesciolino e la macchina da corsa. Si muore<br />

per rinascere in qualcosa d’altro che però non c’entra con me. Il<br />

piccolo pesciolino rosso diventa cibo, non del gatto, ma degli esseri<br />

umani. Mi sento sola quando sono in compagnia, come se tra me e<br />

l’altro\i ci fosse uno spazio, anzi livelli che non combaceranno mai.<br />

Quando invece sono effettivamente da sola sto in pace, ovviamente<br />

non devo confrontarmi con nessuno, mi rilasso. ... Anche oggi mi sento<br />

ubriaca e fuori dal mondo. Un alieno in terra straniera, dove le<br />

persone sono cose che si muovono caoticamente senza una meta<br />

apparente e gli oggetti (semafori, tavolini dei bar, edicole, chioschi e<br />

quant’altro) sparsi qua e la, sono v<strong>is</strong>ti come lontani e “fuori dal tempo<br />

e d<strong>all</strong>o spazio“. Cammino quasi ciondolando e lo sguardo fa fatica ad<br />

andare oltre l’angolo … Il corpo si muove per inerzia ed il cervello è in<br />

ilt,come se non cap<strong>is</strong>se cosa deve fare in questa nuova circostanza. La<br />

circostanza è :<br />

- Non essere in <strong>all</strong>arme, sono io.<br />

Già! Io chi? Io, proprio io! Purtroppo il mio cervello sembra quasi non<br />

riconoscermi come sua unica proprietaria, anzi, pare proprio non<br />

sapere della mia es<strong>is</strong>tenza. Allora è il mio cervello che nel mio corpo si<br />

trova in terra straniera!!! Lavorano separatamente e quando si tratta<br />

di muoversi <strong>all</strong>’un<strong>is</strong>ono fanno i capricci,ognuno va per i fatti suoi ed<br />

il r<strong>is</strong>ultato è il ciondolio. Mi sento leggera, incorporea. Tutto sembra<br />

nuovo e abbastanza divertente, eppure sono così lontani, lontani che<br />

quasi soffro, più soffro e più gli oggetti e le persone si <strong>all</strong>ontanano da<br />

me e diventano inafferrabili. Loro però a d<strong>is</strong>petto di me sono concreti.<br />

Spero di essere stata chiara, Lei sa quanto tengo a non essere fraintesa.


225<br />

Santa colica!<br />

Ho "partorito" a casa di P., ne sono certa, parto indotto. Sei mesi e poi<br />

il nulla assoluto. In data 18.04.2006 ore 10.50 circa, si è presentata la<br />

colica renale in tutta la sua devastazione. Mai avuta una così<br />

dolorosa … Ero piegata in due dal dolore ed il buscopan ed un litro e<br />

mezzo di acqua sono finiti, rigettati, sul palchetto di P. Sudavo e<br />

ansimavo, sdraiata sul letto con sopra un plaid per cercare di<br />

scaldarmi un po’. .... Emozionalmente e f<strong>is</strong>icamente mi sentivo<br />

abbattuta, come quando una cannonata prende in pieno il bersaglio<br />

d<strong>is</strong>truggendolo e lo spettatore o chi ha subito il danno, non può fare<br />

nulla per porci rimedio. Che brutto essere in balia degli eventi!!! Degli<br />

altri!!! Non avere voce in capitolo. Quando è arrivata l’ambulanza<br />

stavo dec<strong>is</strong>amente meglio, il calcolo si era spostato sino a scendere e<br />

forse, fermandosi in vescica.Al pronto soccorso di pronto non c’era<br />

nulla e nessuno, mi hanno parcheggiata in una pseudo sala di attesa<br />

(corridoio), e dopo quindici minuti sono stata chiamata e mandata<br />

<strong>all</strong>a toilette per depositare l’urina in un bicchiere di plastica. Quindi<br />

ho fatto il corridoio con il bicchiere di plastica vuoto ed il ritorno con<br />

il bicchiere pieno in bella v<strong>is</strong>ta. Vergogna? No, ero divertita d<strong>all</strong>e<br />

espressioni dei pazienti. Busso <strong>all</strong>a porta per consegnare l’omaggio e<br />

niente, nessuno apre, così cammino verso lo sportello accettazioni e<br />

chiedo al medico seduto dietro al vetro se, per cortesia poteva venirmi<br />

incontro …<br />

Scusi , io avrei la mia urina in questo bicchiere di plastica e non<br />

vorrei passare il pomeriggio tenendomelo sulle gambe.<br />

La mia voce era uscita senza esitare e si era fatta sentire. Ma <strong>all</strong>ora<br />

posso farcela!? Posso entrare a fare parte della vita, posso farmi sentire<br />

quando serve e arrabbiarmi quando è il caso. Posso prendere il bus,<br />

oppure il treno, posso cercarmi un lavoro, posso vivere, posso!<br />

La bambina curiosa e introspettiva che è in me (quella del collegio)<br />

<strong>all</strong>ora non è morta del tutto, anzi, sta riaffiorando ed è molto viva e<br />

credo che mi stia prendendo a calci per essere diventata così …<br />

IMBECILLE!!! Aggiungo che ho sognato di essere <strong>all</strong>’interno di una<br />

stanza in compagnia di un gruppo di donne di età compresa tra i<br />

ventidue ed i trenta. Una volta <strong>all</strong>a settimana si trovavano per seguire<br />

un corso su “come tenere in braccio un bambino“! Ma è<br />

un’americanata bella e buona (ho urlato)!!! Solo una persona<br />

celebrolesa può aderire ad un corso simile.<br />

- Ma siete diventate completamente cretine?<br />

- Possibile che le idiozie che ci arrivano dal Nuovo Continente qui


226<br />

in Italia attecch<strong>is</strong>cano così bene …?<br />

Nel sogno ero arrabbiata e sgomenta <strong>all</strong>o stesso tempo. Eppure non mi<br />

stupirei se es<strong>is</strong>tesse un corso simile, v<strong>is</strong>ta l’incapacità di molte donne di<br />

“sentire“ il proprio bambino. Il pediatra è un medico sopravvalutato,<br />

almeno qui in Italia.<br />

04.06.2006 sogno:<br />

Sono <strong>all</strong>’interno della chiesa in S.Pietro a Roma ed un prete (?) mi<br />

chiede ortesemente di dare la brutta notizia ai fedeli … Come mai io?<br />

Il prete non se la sente. Poco più in la vedo M., decido di darle la<br />

cattiva notizia.<br />

- Il papa è morto.<br />

Nella chiesa ci sono alcune suore, qualche pellegrino seduti sulle<br />

gradinate, pare un’arena. Comunque M. urla qualcosa circa le<br />

mestruazioni, io le dico che la notizia non è quella, bensì che il papa è<br />

morto.- Entro in un bagno turco e accanto al foro c’è qualcosa che<br />

sembra cacca. Penso che la persona venuta prima di me avrebbe potuto<br />

lasciarlo meglio di come l’abbia trovato io. Tiro la catena e come ogni<br />

cesso che si r<strong>is</strong>petti, l’acqua sgorga copiosa e quella che sembrava<br />

merda si trasforma in anfibi tipo salamandre e rane, poi in qualche<br />

altro animale ed infine in tanti piccoli micetti che miagolano<br />

d<strong>is</strong>perati e uno di loro, con le unghie, mi infilza il pantalone per non<br />

scivolare giù. Altra cosa, il bagno sembra sospeso per aria, il buco è un<br />

precipizio. Quando mi sono svegliata ho pensato ad un aereo, mentre<br />

per quanto riguarda la prima parte, ho pensato ad un rito perchè M.<br />

ha anche urlato che non ero più vergine! Un sogno pieno di simboli e<br />

acqua. Nel secondo sogno c’è stato Marco che mi diceva che ho<br />

sognato la tigre perchè le piace l’acqua, io gli ho r<strong>is</strong>posto di aver<br />

sognato dei gatti e ai gatti l’acqua non piace. Penso spesso <strong>all</strong>a frase<br />

che mi ha detto qualche giorno fa:<br />

- Lei non ricorda di aver sparato<br />

Penso anche che Lei mi fa arrabbiare ed ho collegato la frase diretta a<br />

me <strong>all</strong>a frase detta a Pa. qualche anno fa:<br />

- Ch<strong>is</strong>sà quanti bambini ha ucc<strong>is</strong>o ... Sono frasi che bloccano!!!<br />

Pensieri al riguardo:<br />

- cav<strong>all</strong>o a dondolo<br />

- cav<strong>all</strong>o di Troia<br />

- marinai bambini - trasformazioni – sfiducia – fiducia<br />

- ordine – caos - no – si<br />

- ho ottime capacità logiche e ottimo è l’intuito.<br />

- devo ridurre le iniziative


227<br />

- devo essere più cattiva<br />

Pensieri.... Una ragazza panettiera e anoressica mi ha insignita del<br />

titolo di “confidente personale e sua migliore amica“… La conosco (si<br />

fa per dire) da tre mesi. Il figlio di dieci anni è obeso. La qual cosa mi<br />

fa sorridere. Il v<strong>is</strong>o di lei è bianco per via delle innumerevoli mani<br />

di fard, pare un fantasma. Quando parla, d<strong>all</strong>a bocca le esce un<br />

suono melenso e fastidioso che rasenta falsità, mi da sui nervi … e poi<br />

mi vuole molto bene …<br />

- ti voglio bene,<br />

- sei la mia migliore amica,<br />

- sei arrabbiata con me?.<br />

Che p<strong>all</strong>e ! ... Sono proprio annoiata da tutte queste persone senza un<br />

POI!? Andiamo avanti e soprattutto toglietevi di mezzo, mi d<strong>is</strong>turbate<br />

gratuitamente con i vostri piagn<strong>is</strong>tei! Dormo male e sogno molt<strong>is</strong>simo,<br />

durante il giorno mi mancano le energie, i ricordi tardano a venire.<br />

“L’anno delle Mille e una notte“ è <strong>all</strong>e porte; è l’anno della verità,<br />

dove finalmente mi è chiaro chi sono i cattivi. Non che la cosa<br />

servirà a salvarmi d<strong>all</strong>e loro grinfie, ma almeno prendo “coscienza“,<br />

per quanto possa farlo una bambina di otto anni, e la situazione<br />

appare in un’altra luce. Così penso, da bambina di otto anni, che i<br />

miei genitori sono cattivi e non devo fidarmi di loro, su i suoi fratelli<br />

non può contare, i parenti ancor meno. Che fare?<br />

Ed ecco una svolta: Gravidanza<br />

Mi è venuto il mal di schiena. Immagino di essere piccola con indosso<br />

un vestitino largo e lungo sino <strong>all</strong>e caviglie. Il v<strong>is</strong>o sembra una luna<br />

piena e gli occhi sono cerchiati di scuro. Guardano f<strong>is</strong>si e increduli,<br />

gridano aiuto, invocano … sono sbarrati e rimarranno così per molto<br />

tempo. La trasformazione è in atto, non posso fermarla, a parte me,<br />

nessuno sembra accorgersene. Qualcosa dentro di me si muove,<br />

movimenti a volte lenti, a volte invece dolorosi. Sono spaventata. Più il<br />

tempo passa, più divento debole, le gambe a stento mi reggono ed il<br />

cuore ha dei colpi, delle fitte, mi fa male. In quegli attimi respiro<br />

debolmente, aspiro e inspiro sino a quando non sento il cuore battere<br />

normalmente. La cosa dentro di me cresce, si muove, punta sulla<br />

pancia e sui fianchi, la schiena duole, il torpore e poi ancora torpore<br />

sino a cadere in un sonno profondo. Mi sveglio in un bagno di sudore,<br />

il corpo sembra impazzito è scosso da tremiti sempre più violenti ed il<br />

bianco dell’ambiente, la totale mancanza di colore non mi aiuta.<br />

Cosa mi succede? In cosa mi sto trasformando? Cosa mi hanno fatto?


228<br />

Domande, domande e ancora domande. Poi il nulla, il sonno<br />

profondo, il nulla. Da quanto tempo mi trovo qui? Ho la febbre, alta<br />

penso, le iniezioni che mi fanno al braccio dopo qualche secondo<br />

fanno effetto e ricado nell’oblio. All’inizio sono tra il cosciente ed il<br />

semi cosciente, poi con l’iniezione cado in un sonno profondo. Il corpo<br />

è leggero, la cosa dentro di me la sento appena, lontana, lontana ed<br />

il mio cervello smette di farsi domande a poco a poco e si addormenta<br />

anche lui. Faccio tanti sogni, sono un pony, sono un gatto, sono una<br />

nuvola, sono uno stormo di uccelli, sono un pianoforte, sono una<br />

finestra aperta, sono un torrente e anche un vulcano e poi una<br />

cascata, una casa con i balconi pieni di fiori, sono un’ape e una<br />

trombetta, sono note musicali e un direttore d’orchestra, sono persone,<br />

tante, che non conosco ma mi chiamano per nome e hanno b<strong>is</strong>ogno di<br />

me, sono piccoli gattini e un orsacchiotto, sono una strada alberata<br />

e cuscini colorati e p<strong>all</strong>oncini, sono al circo ed il pagliaccio mi tende<br />

la mano ed io scappo, <strong>all</strong>ora il pony mi trova e mi dice di seguirlo, così<br />

mi porta da quelle persone che non conosco ma che hanno tanto<br />

b<strong>is</strong>ogno di me. Vogliono quello che ho custodito sino ad ora, non è mio<br />

è loro. Come mai lo volete? Io non voglio darvelo! E’ mio, l’ho fatto io!<br />

Siete dei ladri cattivi! Ho custodito un segreto, un grande segreto, un<br />

pacco regalo, un grande punto interrogativo.<br />

- Non parlarne con nessuno è un segreto<br />

- Ci fidiamo di te, non deluderci<br />

... Come mi sono sentita importante … Al centro di qualcosa di grosso<br />

… Che stupida bambina sono stata! …<br />

22.12.2008<br />

L’angoscia mi attanaglia. In casa mi muovo con il cellulare in mano,<br />

lo porto ovunque, anche in bagno. Sono in attesa … ??? Altra cosa che<br />

stamattina ho dimenticato di dirle : nei confronti dei bambini, di<br />

qualsiasi età (escluso gli adolescenti), ho dei timori reverenziali. La<br />

paura più marcata è quella di fargli involontariamente del male,<br />

così, mi rendo conto, di non potere essere nei loro confronti,<br />

spontanea, ma sempre in <strong>all</strong>erta, pronta a ricacciare indietro<br />

chiunque tenti, utilizzando il mio corpo, di fargli del male. Penso di<br />

potere dire, che, nonostante tutto ciò che mi hanno fatto c’è sempre<br />

stata una parte di me, sana, inviolata, forse proprio l’<strong>is</strong>tinto, se<br />

vogliamo dare il nome <strong>all</strong>e cose, che mi ha protetta e consigliata. La<br />

natura (la mia) superava, a volte, le personalità e non c’era verso di<br />

farmi fare niente in quei momenti, <strong>all</strong>ora botte da orbi, tante,


229<br />

utilizzando pugni e calci, pizzicotti doloros<strong>is</strong>simi, sputi e urina, sino<br />

ad arrivare <strong>all</strong>a violenza f<strong>is</strong>ica, <strong>all</strong>o stupro. Il tutto infarcito con voci<br />

melliflue e carezze affettate. Come le dicevo stamattina al telefono,<br />

non mi si deve toccare, altrimenti mi trasformo e ch<strong>is</strong>sà in cosa … in<br />

chi…? Ho paura. In passato ne avevo davvero tanta, eppure, quando<br />

potevo, ripensavo, rimuginavo sulla situazione appena v<strong>is</strong>suta<br />

cercando il modo di “correggerla", trovare una “ f<strong>all</strong>a “, alfine di<br />

poter aiutare qualche bambino a scappare, nascondersi e chiedere<br />

aiuto. Ci pensavo continuamente, fotogramma per fotogramma, per<br />

trovare una via di fuga che in quel momento, purtroppo mi era<br />

sfuggita. Era desolante, scoprire ogni volta che la possibilità non<br />

es<strong>is</strong>teva, neppure minuscola, mi tormentavo, notti insonni passate a<br />

ragionarci su, senza trovare la ben che minima fessura in una rete<br />

fin<strong>is</strong>sima e impossibile da spezzare. Continuavo a dirmi: “Da qualche<br />

parte ci deve essere un errore, uno sbaglio di valutazione, un punto<br />

scoperto“. Niente. Frustrante. Vedere morire davanti ai propri occhi un<br />

mare, un oceano di bambini e non potere fare niente, annienta ogni<br />

pensiero, ogni azione, ogni ragionamento. Sentire il tuo <strong>is</strong>tinto che ti<br />

spinge violentemente verso quei bambini, per dargli una mano e il<br />

sapere di non potere fare nulla … ancora oggi non riesco a darmene<br />

pace. Un Oceano di corpicini senza vita incombe sulla mia testa.<br />

L’<strong>is</strong>tinto mi urlava: “Ag<strong>is</strong>ci“, la ragione invece “stai ferma dove sei,<br />

altrimenti muori“. L’urlo del mio <strong>is</strong>tinto mi angoscia, la fievole voce<br />

della ragione o del buon senso, invece no. Il cibo non mi va, bevo si,<br />

purchè siano liquidi. Mi viene la nausea solo a pensare di dover<br />

mangiare, lo stomaco è chiuso. Credo sia in lutto. Sono contenta di<br />

essere riuscita a scriverle queste poche righe. Lei sa che mi piace<br />

mettere i puntini sulle i sino <strong>all</strong>a nausea. La chiarezza, la verità sopra<br />

ogni cosa, soprattutto sulle cose davvero importanti.<br />

(*) In Belgio i bambini protagon<strong>is</strong>ti/oggetto di queste "situazioni" venivano d<strong>is</strong>tinti<br />

in "cacciatori" addestrati ad uccidere" e in "conigli/lepri", mentre in Italia<br />

r<strong>is</strong>pettivamente in "gatti" e "topi". Incrociando le testimonianze i ricordi degli<br />

italiani confermano un passaggio controverso della testimonianza di Regina Louf.<br />

Nella traduzione in francese della deposizione - in fiammingo - del Témoin X,<br />

cioè Régina Louf: il termine arbalète le veniva contestato come errore lingu<strong>is</strong>tico<br />

(="p<strong>is</strong>tolet"?): ed invece indicava esattamente la balestra (definita anche arma del<br />

diavolo). Prec<strong>is</strong>e testimonianze di testimoni italiani chiar<strong>is</strong>cono come quest'arma<br />

ven<strong>is</strong>se fatta usare dai bambini di meno di dodici anni, che poi da più grandi<br />

avrebbero usato come gli adulti la p<strong>is</strong>tola (p<strong>is</strong>tolet).


230<br />

Presenza amica<br />

E qui anticipiamo e inseriamo in mezzo a ricordi, sogni e riv<strong>is</strong>suti molto<br />

precedenti la consapevolezza raggiunta faticosamente soltanto molto tempo<br />

dopo - cioè il 19 marzo del 2009 - con dati somatici che coincidono<br />

perfetttamente - peluria, foruncoli, seni gonfi ecc. - con quelli descritti<br />

verbalmente e anche in parte riv<strong>is</strong>suti "nel corpo" di un'altra vittima-testimone.<br />

Il ciclo mestruale è v<strong>is</strong>suto da me, me ne rendo conto, come una "<br />

manna ", al contrario. Il primo mestruo l' ho avuto <strong>all</strong>' età di sette<br />

anni, certo non per miracolo, ne per grazia di ch<strong>is</strong>sà quale dio, ma<br />

indotto attraverso iniezioni. Chiamarlo esperimento è esagerato,<br />

perchè ben sapevano cosa mi sarebbe accaduto e lo scopo era quello di<br />

"ingravidarmi". Volevano farmi un regalo bell<strong>is</strong>simo, dicevano, ed io<br />

gli avevo creduto. Le iniezioni avevano fatto crescere della peluria<br />

sul v<strong>is</strong>o, sugli arti superiori ed inferiori, pustole dolorose sotto pelle<br />

vicino <strong>all</strong>e orecchie e sulla fronte. Gonfiore sul tutto il corpo, mal di<br />

schiena, male ai reni, spossatezza cronica. Il mio corpo non poteva<br />

sopportare un " carico " simile. Dopo un lungo periodo di iniezioni e<br />

v<strong>is</strong>ite ginecologiche, una mattina ero sdraiata su una sorta di<br />

lettino piccolo, avevo le gambe divaricate ed ero completamente<br />

nuda. I seni erano cresciuti e mi facevano male. Poi mi hanno fatto<br />

una puntura al braccio e dopo pochi secondi mi sono addormentata.<br />

Quando mi sono r<strong>is</strong>vegliata ero a casa, vestita e nel letto dei miei<br />

genitori. Sentivo tutto il corpo pesante, la testa mi girava e avevo la<br />

nausea. Avevo v<strong>is</strong>suto le punture ed il cambiamento f<strong>is</strong>ico come un<br />

"castigo" dell' adulto nei miei riguardi. Il " regalo bell<strong>is</strong>simo ",<br />

pensavo, era solo un' altra delle loro bugie. Pensavo che avessero<br />

cercato di uccidermi, ma <strong>all</strong>' ultimo momento qualcosa o qualcuno<br />

gli avesse fatto retrocedere e cambiare programma.<br />

Su quel lettino ci sono finita altre tre volte, il procedimento era<br />

sempre uguale. Ero ansiosa, ma sapevo che mi sarei svegliata, perchè<br />

il loro scopo non era uccidermi. Il malessere f<strong>is</strong>ico ed emotivo<br />

continuava.<br />

Un giorno, credo di notte, ho sentito dentro <strong>all</strong>a pancia, come una<br />

"presenza", c' erano dei movimenti, una cosa che non conoscevo, una<br />

sensazione nuova. La "presenza" sentivo essere mia amica, poi si<br />

trovava dentro di me, avrei potuto tenerla a bada... Allora mi ero<br />

resa conto che non ero più sola, avevo un' amico con cui parlare. Gli<br />

raccontavo della mia famiglia, della mansarda, della scuola, di me.


231<br />

Domande, soprattutto molte domande. La presenza amica mi<br />

accompagnava ovunque, di lui mi fidavo, eravamo una cosa sola e<br />

poi, mi faceva ridere, mi tranquillizzava, incoraggiava e sentivo che<br />

niente e nessuno poteva toccarci. Eravamo forti.<br />

Il tempo passava e il mio corpo cambiava velocemente, passavo d<strong>all</strong>a<br />

tr<strong>is</strong>tezza più nera, <strong>all</strong>a gioia infinita talmente in fretta che il<br />

passaggio era sempre stancante. C'era stato un momento in cui avevo<br />

pensato di gettarmi sotto le rotaie del tram, ma avrei ucc<strong>is</strong>o anche il<br />

mio migliore amico (l' unico). Ero ogni giorno più gonfia e la<br />

pancia, anche lei era gonfia, eppure, a parte me, nessuno pareva<br />

rendersene conto, <strong>all</strong>ora pensavo:<br />

Forse è solo immaginazione, altrimenti i miei genitori oppure a<br />

scuola, mi avrebbero fatto domande, invece, se nessuno vede,<br />

significa che se c'è non è importante.<br />

Io ed il mio nuovo amico andavamo daccordo, a me non importava<br />

di non poterlo vedere, sapevo con certezza che lui es<strong>is</strong>teva. Questo<br />

bastava e poi non ero più sola, sì, perchè con gli altri bambini, i miei<br />

compagni di classe, non riuscivo a comunicare, io avevo degli<br />

atteggiamenti scontrosi ed ero sempre, sempre tr<strong>is</strong>te. A loro non<br />

piacevo. Una mattina, erano passati mesi d<strong>all</strong>' ultima v<strong>is</strong>ita del<br />

lettino, iniziai a stare male, la pancia era dura ed enorme, non<br />

vedevo i miei piedi, il seno era gonfio, le gambe anche, avevo la<br />

nausea e crampi, la schiena faceva male. Sudavo, ed ero spaventata.<br />

Pensavo che il mio amico volesse lasciarmi e gridavo di non<br />

andarsene, di stare con me. Mia mamma, quella mattina, mi riporta<br />

nello studio segreto, non c'erano finestre, era tutto pulito, il<br />

pavimento luccicava, il lettino era bianco con le lenzuola bianche<br />

(raccontavo al mio migliore amico cosa vedevo, v<strong>is</strong>to che lui non<br />

poteva), c' era un piccolo comodino bianco, da una porticina senza<br />

porta che stava nella stanzina, si vedeva il bagno, anche lui tutto<br />

bianco. Rimasi in quella stanza per un po, credo per molto tempo.<br />

V<strong>is</strong>itavano la mia pancia, toccavano il petto, lo schiacciavano a volte<br />

e faceva male. Stringevano il polso, poi appoggiavano le dita sul<br />

collo, prelevavano del sangue e speravo che non me ne portassero via<br />

troppo, altrimenti il mio amico sarebbe morto. Mi avevano messo<br />

delle cose che sembravano delle ventose sulla pancia, due sul petto.<br />

Poi un giorno mi avevano fatto vedere il mio amico sullo schermo... si<br />

muoveva, era piccolo, avevo un amico più piccolo di me! Eppure gli<br />

volevo un gran bene. Un pomeriggio, così mi avevano detto, un<br />

dottore cercava di spiegarmi che <strong>all</strong>' interno della mia pancia c' era<br />

una cosa che volevano e che io dovevo dargli. La "cosa" che si trovava


232<br />

dentro di me era di loro proprietà, era una cosa che non mi<br />

apparteneva, era il mio regalo per loro...<br />

Ero arrabbiata. Non volevo dargli un bel niente! Avevano detto che<br />

mi facevano loro un regalo a me... Non voglio che nessuno si avvicini<br />

e porti via il mio migliore amico. Nessuno deve toccarlo. Lui è mio!<br />

Ho urlato al medico:<br />

Lui è mio, non suo!!!<br />

Siete dei bugiardi!<br />

No, no, no.<br />

Urlavo in preda <strong>all</strong>a d<strong>is</strong>perazione, piangevo ed il corpo tremava<br />

d<strong>all</strong>a testa ai piedi, sudavo e piangevo. Ero furiosa, d<strong>is</strong>perata, tr<strong>is</strong>te,<br />

sola, nuovamente sola contro gli adulti. Odiavo tutti gli adulti,<br />

volevo ucciderli tutti, volevo un mondo fatto solo per noi bambini,<br />

con tanti animali, i prati ed il mare, il profumo del mare... Niente<br />

case, le case erano stupide, nascondevano i segreti, invece tanti prati<br />

e boschi, alberi e fiumi, montagne senza neve, sempre belle giornate<br />

calde e ventilate, cibo in abbondanza, frutta e latte caldo.<br />

Il medico perde la pazienza ed alza la voce anche lui, mi tira uno<br />

schiaffo, poi un' altro, non riesce a farmi calmare, quando cerca di<br />

darmene un' altro gli mordo la mano. Chiama aiuto, entra una<br />

infermiera, e mi fanno una iniezione, ma non dormo, sono intontita<br />

e la bocca è asciutta.<br />

Siete cattivi...,<br />

dico con un filo di voce. Poi non ricordo come sono riusciti a rubarmi<br />

il mio migliore amico, quando mi ero svegliata la mia pancia era<br />

vuota, non c' era più Lui, dai puntini neri che avevo sul petto<br />

scendeva giù un liquido bianco, tiepido. In quel momento gli adulti<br />

erano diventati il nemico numero uno, voglio ucciderli, farli a pezzi,<br />

fare a loro ciò che hanno fatto a me, gli ruberò dentro. Guardavo la<br />

pancia vuota e provavo odio puro. Sentivo di essere diventata dura<br />

come una pietra e diffidente, da <strong>all</strong>ora avevo iniziato a parlare<br />

molto poco a guardare negli occhi gli adulti come volessi sfidarli ad<br />

un duello. Il modo che avevo di ucciderli era tutto mio. Nella stanza<br />

segreta, mentre aspettavo di guarire, fantasticavo sul metodo che<br />

avrei potuto usare per annientarli.<br />

Fantasticavo, fantasticavo e mi eccitavo, pensavo al sangue, al<br />

dolore che gli avrei fatto provare.. Volevo mordere le loro pance, farle<br />

a pezzi. Le fantasie poi sono diventate realtà.


233<br />

Addestramenti e programmazione<br />

L'enquête fut vite suspendue sous prétexte que les policiers auraient<br />

"manipulé les auditions". Regina Louf était insultée et traitée de folle, ce<br />

qui n'eut jama<strong>is</strong> été le cas si son témoignage avait accablé m<strong>is</strong>ère<br />

urbaine, plutôt que de Personnalités.<br />

Régina Louf Silence on tue des enfants.Voyage jusqu'au bout du réseau<br />

Editions Mols,1998 (E' molto importante la lettura del documento:<br />

Communiqué de l’avocate de Mme Regina Louf (6 mars 2004)<br />

La traduzione in italiano del libro è in corso e verrà pubblicata quanto<br />

prima.)<br />

Inchiesta - da La Stampa martedì 23 ottobre 2007 pag 56-57:<br />

GLI ORCHI DI FAMIGLIA Tutti i giorni due bambini vittime di violenza in<br />

casa. Inchiesta Molestie sessuali e botte, i dati delle Asl: "Giacca e<br />

cravatta": spesso il mostro è un profession<strong>is</strong>ta e vive al nostro fianco.<br />

Ma la situazione è ben più generalizzata e soprattutto ben peggiore. In ormai<br />

numeros<strong>is</strong>sime, autoconfermantesi ed attendibili testimonianze espresse in libri - a<br />

partire dal 1989 - in articoli, in riv<strong>is</strong>te e siti Web, nonchè in Convegni e in private


234<br />

denunce e procedimenti giudiziari (vedi più dettagliatamente nel file<br />

Testimonianze e dubbi, e nei dati bibliografici dei Links Europei contro la<br />

Pedofilia, il Settar<strong>is</strong>mo e gli Abusi Strutturati e/o Rituali) viene descritta una<br />

sequenza tipicamente SEMPRE UGUALE<br />

1. di violenze sessuali di tutti i tipi;<br />

2. di pornografia sadica con protagon<strong>is</strong>ti bambini (spesso anche molto piccoli),<br />

3. di incesti e prostituzione di bambini;<br />

4. di filmati di assassinii "snuff" porno-sadici;<br />

5. di s<strong>is</strong>tematizzati riti satanici con torture particolari;<br />

6. di ritualizzanti iniziazioni;<br />

7. di ucc<strong>is</strong>ioni s<strong>is</strong>tematiche di bambini anche da parte dei bambini stessi<br />

partecipanti involontari a questi rituali e orge sadiche...<br />

Accanto a questa serie di crimini a contenuto specificatamente sessuale,<br />

avvengono - e con gli stessi aguzzini protagon<strong>is</strong>ti - altri crimini a contenuto<br />

tecnologico ed esperimenti medici su cavie "umane" involontarie; non sarebbe<br />

infondato quindi il sospetto di un differente scopo ben prec<strong>is</strong>o, cioè che questi<br />

abusi strutturati non mirino a forme di "sesso estremo" come godimento, ma ben<br />

oltre: ad un progetto generalizzato a largo raggio: lo spegnimento delle volontà<br />

per la costruzione, fin d<strong>all</strong>a prima infanzia, di docili esseri umani ormai<br />

robotizzati.<br />

Per ora - ripetiamo per ora- NON presentiamo tutte le TESTIMONIANZE DI<br />

PRIMA MANO di cui d<strong>is</strong>poniamo e di cui continuiamo a venir messi al corrente,<br />

ma questo testo - che è fondamentale - si può trovare pubblcato anche in parte<br />

tradotto in inglese e ripetuto in molti file del sito dell'Associazione italiana,<br />

scientifica e giuridica, contro gli abusi mentali, f<strong>is</strong>ici e tecnologici.<br />

Citazioni genericamente esplicative:<br />

Ritual Abuse Hot-Line Training:<br />

The term ritual abuse <strong>is</strong> used to mean different things: it can mean ritual<strong>is</strong>tic<br />

abuse ---repetitive, planned out, compulsive abuse by an <strong>is</strong>olated perpetrator.<br />

More frequently, it describes abuse by an organized group of people, most<br />

often by a satanic cult. The abuse <strong>is</strong> used to gain ultimate control over<br />

another human being, control by torture of the mind, body, and spirit. The<br />

abuse happens as part of a ritual. Because the abuse begins when the<br />

individual <strong>is</strong> a young child, the effects are deeply ingrained. The child <strong>is</strong> not<br />

development<strong>all</strong>y soph<strong>is</strong>ticated enough to understand what <strong>is</strong> happening to<br />

her/him. Both girls and boys are victimized, and both men and women are<br />

perpetrators.... A ritual abuse survivor <strong>is</strong> often aware that she <strong>is</strong> a survivor of<br />

incest or that she has multiple personalities long before she realizes that she <strong>is</strong><br />

a survivor of ritual abuse...


235<br />

Bluebird : Deliberate Creation of Multiple Personality by Psychiatr<strong>is</strong>ts by Colin<br />

A. Ross 2000, excerpts: MKULTRA subprojects involving children<br />

The CIA, Mind Control & Children A Talk by John Rappoport<br />

The Professional Extreme Abuse Survey (P-EAS) <strong>is</strong> the second in a series<br />

of online surveys! designed to explore commonalities reported by<br />

survivors of Extreme Abuse including, but not limited to, Ritual Abuse<br />

and/or Mind Control (RA/MC). Th<strong>is</strong> anonymous survey <strong>is</strong> conducted<br />

privately by Thorsten Becker, Bettina Overkamp, Wanda Karriker, and<br />

Carol Rutz. The survey will be available from now until June 30, 2007.<br />

Preliminary data indicate that at least 2000 individuals from 40 countries<br />

representing 6 continents responded to the first survey titled An<br />

International Survey for Adult Survivors of Extreme Abuse (EAS).<br />

Other preliminary EAS data (percentages of responses to each question)<br />

will be posted on the website as soon as it <strong>is</strong> calculated, hopefully by<br />

April 15. When the EAS stat<strong>is</strong>tical analyses <strong>is</strong> fin<strong>is</strong>hed, the results will<br />

also be posted on the website. In addition, Carol Rutz will be presenting<br />

the results in August at the S.M.A.R.T. conference.<br />

Many adv<strong>is</strong>ory board members of the False Memory Syndrome<br />

Foundation have had CIA and military intelligence ties...<br />

Negli Stati Uniti si è scatenata un potente lobby organizzata in una Fondazione<br />

(False Memory Syndrome Foundation) - i cui dati denigratori possono comunque<br />

però esser stati talvolta confermati da <strong>is</strong>ter<strong>is</strong>mi, protagon<strong>is</strong>mi e persino<br />

speculazioni - contro la diffusione delle informazioni riguardanti abusi, incesti, e<br />

in generale cause patogene nell'infanzia del possibile coinvolgimento delle<br />

famiglie (vedi il caso di d<strong>is</strong>truzione anche f<strong>is</strong>ica di Bruno Bettelheim), e di<br />

d<strong>is</strong>turbi mentali dell'adulto a questi conseguenti:<br />

Sometimes people make accusations and/or cut off <strong>all</strong> contact without<br />

any prior warning or noticeable changes in behavior, so even by<br />

studying the Memory Recovery Cult, you cannot guarantee that you will<br />

be able to protect your family from being harmed by it. More research <strong>is</strong><br />

needed about the nature and effects of cults, bad therapy, and<br />

techniques of unethical psychological influence; until that research <strong>is</strong><br />

done, family members and friends concerned about a loved one have no<br />

good guidelines to follow.<br />

E comunque non si tratta di situazioni storicamente e geograficamente delimitate:<br />

"situazioni" europee e attuali possono r<strong>is</strong>pecchiare quanto scritto nei classici testi<br />

Americani (Lauren Stratford, Carol Rutz, Kathleen Sullivan ecc.)


236<br />

I CERVELLI ED IO....<br />

In rapporto al sogno intero o a frammenti di sogni si parla di<br />

condensazione richiamandosi al fatto che «il sogno è scarno, m<strong>is</strong>ero,<br />

laconico in confronto <strong>all</strong>a mole ed <strong>all</strong>a ricchezza dei pensieri del sogno»<br />

[nota 9: S. Freud, L’interpretazione dei sogni, cit., p. 259]. Ma questa<br />

nozione diventa per noi particolarmente interessante quando essa viene<br />

riferita ai singoli elementi del sogno. R<strong>is</strong>ulta <strong>all</strong>ora subito la stretta<br />

dipendenza della nozione di condensazione d<strong>all</strong>e associazioni libere<br />

come metodo dell’interpretazione. In generale, e non dunque soltanto<br />

nel caso dei sogni, un qualunque contenuto che venga proposto in un<br />

"gioco associativo" può dar luogo a più di una catena associativa.<br />

da Freud L’interpretazione dei sogni<br />

Il d<strong>is</strong>egno è stato eseguito spontaneamente<br />

senza quasi rendersene conto nel '98<br />

come pure quello presente in<br />

Testimonianze e dubbi. Le Associazioni<br />

libere d<strong>all</strong>'anal<strong>is</strong>i di un sogno qui non<br />

trascritto del 27 agosto 2005, si trovano in<br />

forma autentica nel dossier cartaceo<br />

dell'Associazione.<br />

... quando scrivo dei miei multipli<br />

non lo faccio con superficialità, ma<br />

semplicemente come un dato di<br />

fatto, un qualcosa che purtroppo, per<br />

ora, fanno parte di me.<br />

Prendendone atto vado avanti<br />

cercando di arrivare il più vicino<br />

possibile al bandolo della matassa…<br />

e non è semplice. In questo prec<strong>is</strong>o<br />

momento ho una immagine nella<br />

testa, una bella cipolla bianca, ma<br />

devo dire che anche un carciofo può<br />

servire come esempio. Ho imparato che se non puoi sfuggire ai tuoi<br />

“guai“, ti conviene affrontarli, con calma, senza rabbia e rancore. A<br />

volte la rabbia ed il rancore sono solo di intralcio e frenano i<br />

ricordi.


237<br />

Le chiedo cos’ha contro di me, dato che non ci conosciamo e<br />

lei facendo una smorfia mi r<strong>is</strong>ponde così:<br />

- Il tuo appartamento è in un caos indicibile, come fai a<br />

tenerlo così? E poi mi dai l’impressione di essere una persona<br />

falsa<br />

Ho sempre pensato che tutto ciò che mi è accaduto fosse colpa mia. Non<br />

ero mai abbastanza, sempre troppo poco, inadeguata in ogni<br />

situazione e in ogni momento. Poco intelligente, poco simpatica, poco<br />

carina e riuscivo ad arrivare sempre in ritardo su tutto… ma <strong>all</strong>a Base<br />

(*) e altrove, riuscivo ad essere efficace, avendo la sensazione e a volte<br />

la certezza, di es<strong>is</strong>tere, perchè qualcuno si era accorto di me ed io mi<br />

sentivo a casa, un <strong>all</strong>oggio d<strong>is</strong>ordinato, caotico, pieno di sangue, di<br />

fiori, di aria grigia e pesante dove ogni tanto un raggio di sole<br />

arrivava e c’era un letto con una bella coperta colorata e vicino un<br />

piccolo comodino ed il bagno in camera. Avevo tanti libri, alcuni di<br />

studio, altri di lettura, perchè il cervello andava tenuto in costante<br />

<strong>all</strong>enamento. Giochi di guerra su un tavolo per <strong>all</strong>enare il cervello ad<br />

organizzare e ad agire quasi simultaneamente. Era strepitoso come<br />

mi riuscivano facili e <strong>all</strong>ora pensavo che non dovevo essere così stupida<br />

e inutile come immaginavo; ma <strong>all</strong>ora perchè <strong>all</strong>a fine nessuno mi<br />

amava, anche qui dove faccio molto bene ciò che mi chiedono, mi<br />

accorgo che l’affetto non c’è ed ho la spiacevole sensazione di<br />

confondere le cose, di vedere e non capire, di non sapere nulla in<br />

realtà, se non quello di ‘’sembrare’’ di sapere e non è la stessa cosa!<br />

- Perchè non vieni a prendermi papà?<br />

- Perchè non ti accorgi che non sto bene?<br />

- Portami via, ti prego.<br />

La mia cella, il mio <strong>all</strong>oggio è tutto quello che ho, oltre a tanti<br />

scheletri nell’armadio…<br />

- Abbiamo grandi progetti per te, ma devi fidarti di noi che siamo diventati<br />

la tua famiglia. Ti educheremo, ti <strong>all</strong>eneremo, ti alimenteremo, diventerai ciò<br />

che vuoi e noi saremo sempre con te.<br />

A volte mi rannicchiavo sul letto e dondolandomi pensavo che tutto<br />

prima o poi ha una fine, basta avere pazienza e saper aspettare,<br />

pensavo anche che tutto sommato mi piaceva stare da sola… oppure<br />

mi hanno detto che la solitudine dà forza..? Parlavo con il comodino<br />

e gli raccontavo i fatti miei e lui a volte mi r<strong>is</strong>pondeva, sorridendo,<br />

che andava tutto bene.<br />

Ma chi pensava cosa? Era il mio cervello o erano tanti cervelli che si<br />

parlavano fra di loro interferendo uno con l’altro?


238<br />

- IO O DOVE SONO???<br />

Che confusione…. qualcuno vuole parlare con me,ma non sono in casa,<br />

o meglio, ci sono, ch<strong>is</strong>sà in quale stanza e <strong>all</strong>ora subentra qualcun<br />

altro ed io lo sento che la mia testa è abitata da tanti cervelli, ma che<br />

stando in una piccola stanza si danno noia a vicenda. Mi chiedono<br />

di fare qualcosa, io non voglio, così lo chiedono a qualcuno d’altro e<br />

l’altro credo che lo faccia perchè mi sveglio altrove senza <strong>memoria</strong>.<br />

Succede spesso, mi sveglio per un attimo, vedo del sangue, poi<br />

scompaio. Allora io non sono brava,sono quegli altri ad esserlo e<br />

usano il mio corpo per spostarsi, per prendere, per fare, sono forse degli<br />

spiriti? Forse ho qualche potere magico… Però questi spiriti sono<br />

tutti cattivi mi pare, e poi perchè non si presentano? Loro sanno chi<br />

sono io, mi abitano abitano! Certo che nei loro confronti sono in netto<br />

svantaggio.<br />

Dormo male, mi correggo, TUTTI dormiamo male e digeriamo male.<br />

Vorrei mangiare il fritto m<strong>is</strong>to di pesce, IO, ma a qualche ospite il<br />

piatto che ho scelto non piace, così mi ritrovo davanti al menù<br />

sapendo che non mangerò quello che desidero, ma quello che<br />

penso di desiderare o quello che gli abitanti del mio cervello<br />

vogliono<br />

vogliono.<br />

Così <strong>all</strong>a fine, ogni volta che mi trovo a dover decidere, d<strong>all</strong>a cosa più<br />

stupida a quella più importante, vado in confusione, sento che nella<br />

mia testa c’è agitazione, tutti vogliono fare a modo loro, ma c’è un<br />

solo corpo e stanca aspetto, senza fare proprio nulla. Gli inquilini sono<br />

impazienti,b<strong>is</strong>ogna decidere,b<strong>is</strong>ogna agire ed io sento il cuore pulsare<br />

sempre più velocemente, l’angoscia mi assale, diventi frenetica pur<br />

stando ferma, poi tutto tace, i cervelli si placano, hanno capito<br />

finalmente che quando decido di non dargli retta non possono fare<br />

altro che aspettare con me. Mi snervano, parlano tra di loro,<br />

confabulano e cercano di tenermi <strong>all</strong>o scuro delle loro faccende,<br />

vorrei sfrattarli, ma a quanto pare l’operazione è più difficile di<br />

quanto sembri. Qualche volta mi sembra di individuare la personalità<br />

di uno degli inquilini, è un attimo, appena sente che lo sento si ritira,<br />

come una lucertola nella fessura quando la spaventi. Uscite <strong>all</strong>o<br />

scoperto vigliacchi di cervelli bacati!!!Penso di avere iniziato ad<br />

ospitare altri cervelli nel mio <strong>all</strong>’età di tre anni.<br />

(*) "Base": Base militare di addestramento.


239<br />

Continuazione: sogno e commenti del 22 novembre 2005:<br />

Sono investita da una pioggia di animaletti,sembrano piccoli<br />

scorpioni o gamberetti,il loro colore è bianco e sono “croccanti” e duri<br />

<strong>all</strong>o stesso tempo. Accanto a me ci sono altre persone,ma la pioggia<br />

bianca animata investe solo me. L’altra scena si svolge in un vivaio<br />

dove non entro nella stanza per evitare di essere aggredita d<strong>all</strong>e<br />

cav<strong>all</strong>ette, ma una riesce a penetrare nei miei capelli e si infila dietro<br />

la nuca ronzando fastidiosamente, cerco di scacciarla, ma della<br />

cav<strong>all</strong>etta sento solo il ronzio, come se mi fosse entrata nella carne e<br />

d<strong>all</strong>’interno lavorasse provocando un rumore, un continuo<br />

zzzzzzzzzzz…<br />

Credo di chiamarmi Mike (**), sono un pilota di caccia.<br />

Compaio <strong>all</strong>’improvv<strong>is</strong>o quando la situazione si fa critica e cerco di<br />

prendere in mano la situazione, ne ho le capacità. Ho sangue freddo<br />

quanto basta, inseguo il nemico sino a che non scompare<br />

definitivamente e irrimediabilmente dal monitor e dal radar. Game<br />

Over anche nella realtà. Sono determinato, cocciuto e molto sicuro<br />

delle mie forze, ho “ottime capacità logiche”, a quanto si dice è nel<br />

mio DNA. Sono cattivo, non è un difetto, in guerra aiuta a<br />

concentrarsi meglio, si rende di più e sicuramente mi da la possibilità<br />

di tornare d<strong>all</strong>a m<strong>is</strong>sione intero! Quando piloto sono molto gasato,<br />

ma nello stesso tempo calmo e freddo come un Killer. Probabilmente mi<br />

piace perchè è una cosa che mi riesce bene. Mi spiego come mai in<br />

questo periodo mi sentivo più uomo che donna! Ma sono tutti cattivi i<br />

miei cervelli! Mi spiego la “rigidità” che prende il posto delle emozioni,<br />

l’indifferenza che ho verso gli altri e l’incapacità di manifestare ciò<br />

che provo in azione, es: affetto-abbraccio, d<strong>is</strong>agio-inquietudine,<br />

paura-p<strong>all</strong>ore, tr<strong>is</strong>tezza-pianto, invece mi capita così: affetto-rigidità,<br />

d<strong>is</strong>agio-rigidità, paura-rigidità, tr<strong>is</strong>tezza-rigidità. Sia il corpo che la<br />

mente smettono di comunicare e subentra l’automa che, tramutata in<br />

una antenna umana, aspetta l’ordine di agire, ma se l’ordine non<br />

arriva l’automa rimane in stato di <strong>all</strong>’erta (la prima fase è la<br />

rigidità) e poi cambia, subentra uno dei cervelli che “copre”,<br />

“maschera” l’automa (come la pioggia di animaletti) proiettando<br />

negli altri un'immagine fasulla, ma non estranea. La capacità dei<br />

cervelli-automi è quella di “salvarsi la faccia” ogni qual volta la<br />

situazione lo richieda, non b<strong>is</strong>ogna essere necessariamente delle spie,<br />

ma dei brav<strong>is</strong>simi illusion<strong>is</strong>ti sì! Fumo negli occhi!<br />

Ieri verso l'ora di pranzo ho avuto una cr<strong>is</strong>i, una furia cieca, scaturita


240<br />

da non so cosa, mi ha fatto diventare una iena. Rabbia, desolazione,<br />

impotenza, trappola, emarginazione (obbligata e voluta).<br />

Ignoranza, repressione, balocco per i più grandi. Ho pianto, pianto e<br />

pianto, poi, di colpo, una calma fredda e un certo torpore ha fatto<br />

capolino e poco per volta mi sono calmata. Stamattina invece, ho<br />

pensato di andare a fare benzina senza la macchina e di chiedere al<br />

benzinaio "il pieno". Qualche secondo dopo ho avuto come dei flash,<br />

mi spiego: sono io, non sono io, sono io, non sono io, ecc, ecc.<br />

La "non sono io" cambiava completamente i connotati ed il carattere,<br />

mentre "sono io" ero io, ma parecchio offuscata!? Mi domando,<br />

lecitamente, cosa mi sta succedendo?!!! Davanti <strong>all</strong>o specchio ho<br />

avuto paura, l'immagine che rifletteva era "diversa" d<strong>all</strong>'immagine<br />

reale. Non mi riconosco, è come se tra la bambina di tre anni (in cui<br />

mi riconosco bene) e la persona che sono ora sia successo qualcosa che<br />

le ha sc<strong>is</strong>se, poi sc<strong>is</strong>se e poi ancora sc<strong>is</strong>se. Ora, per riuscire a mettere<br />

insieme i multipli dovrei inglobarli in un'unica persona, solo che<br />

manca il soggetto, il fulcro, manco io. Dove sono? Se la rabbia fosse<br />

scaturita da me? Mi spiego: Insieme ai multipli, da qualche parte ci<br />

sono anch'io ed IO sono diventata parte di quei multipli (ovviamente),<br />

così mi capita a volte (purtroppo) di emergere come un urlo d<strong>is</strong>perato<br />

dal profondo ab<strong>is</strong>so cercando di aggrapparmi a qualcosa di solido e<br />

stabile per non essere inghiottita di nuovo dal buio più nero. Non<br />

sempre riesco a trovare un buon appiglio, qualcosa che mi dia la<br />

spinta a stare in superficie. Mi domando spesso cosa sarei ora e cosa<br />

farei adesso se le mie inclinazioni avessero seguito naturalmente il<br />

loro corso? Di questo sono molto d<strong>is</strong>piaciuta. E' difficile per me, in<br />

questo momento e periodo, non provare una punta di invidia per chi<br />

ha potuto, ed è riuscito ad essere se e fare ciò che più gli riesce meglio,<br />

d<strong>all</strong>a pittura, <strong>all</strong>a fotografia, ad un impiego qualsiasi. Essere una<br />

persona nel mondo e non "qualcosa" che c'è in modo astratto, come<br />

sono io, chiusa nella mia stessa testa e sentirmi in trappola e assente<br />

<strong>all</strong>o stesso tempo - è frustrante. Sono prigioniera dei miei multipli, dei<br />

miei cervelli. Devo ricomporre il mio puzzle. Avrei b<strong>is</strong>ogno di un<br />

"pieno" di coccole, un "pieno" di auto stima, un "pieno" di energia e di<br />

vita e di un bombolone <strong>all</strong>a crema (questo è il più facile di tutti da<br />

ottenere), accompagnato da un buon cappuccino chiaro e bollente<br />

(anche d'estate), .... Stanotte ho sognato che un pesce cane (o squalo )<br />

mi ha divorata. L’enorme animale stava dentro una grande vasca<br />

con poch<strong>is</strong>sima acqua. Il mio “bagno” è diventato pericoloso, il<br />

lavandino ha assunto dimensioni apocalittiche e la saponetta si è<br />

tramutata in un pesce feroce…. ed io ero il suo cibo. Mi sono svegliata


241<br />

urlando. La paura può assumere svariate forme e dimensioni;<br />

le trasformazioni avvengono nel bagno! ... ed il v<strong>is</strong>o cambia.<br />

Quando usciamo siamo diversi, cambiati, il naturale fa posto<br />

<strong>all</strong>’artificiale, al “sembro io, ma non lo sono”, al “prova a<br />

riconoscermi”, al “guarda oltre la maschera”, “la logica vince sulla<br />

ragione”, “non mi freghi”, “io so chi sei tu, mentre tu non sai chi sono<br />

io”, “il vantaggio ti porta vicino <strong>all</strong>a vittoria”, “chi si arrende muore”,<br />

“se il nemico ti cattura, sai cosa devi fare”, “vivi e uccidi”, “sii sempre<br />

pronto”, “non lasciare tracce al tuo passaggio”, “segui, elimina,<br />

pul<strong>is</strong>ci”, “segui, elimina, pul<strong>is</strong>ci”, “segui, elimina, pul<strong>is</strong>ci”, “segui,<br />

pun<strong>is</strong>ci e pul<strong>is</strong>ci”, “il rosso è il colore della vittoria, il verde della resa<br />

ed il gi<strong>all</strong>o dell’attacco”, “chi vince vince, chi perde muore”, “in<br />

guerra non si fanno ostaggi”, “la paura è un fatto mentale, ma chi fa<br />

parte di questo corpo non sa cosa sia”, "rifiuta gli amici, rifiuta i<br />

parenti, prendi noi”, “se ti serve qualcosa prendila”, “non ringraziare,<br />

ti è dovuto, non chiedere te lo devono”,“uccidere è un favore”, “non<br />

essere mai te stesso, nessuno lo sarà mai con te."<br />

(**) La PERICOLOSA personalità "Mike" ricompare improvv<strong>is</strong>amente in via<br />

spontanea e soggettiva, oppure INDOTTA d<strong>all</strong>'esterno - come per i d<strong>is</strong>astrosi<br />

sviluppi del caso del signor F. - quando particolari circostanze avvicinano le<br />

possibilità di riconoscimenti e conseguenti denunce.<br />

A parte il tono di voce, l’atteggiamento alternativamente rigido o dinoccolato,<br />

magari la magrezza e ... i peli, una parola chiave è inconfondibile, una parola il<br />

cui significato letterale è ben al d<strong>is</strong>otto del significato che le dà e di come la<br />

pronuncia: FASTIDIO. Un commento da parte di una persona partecipe, anche<br />

come suo ambasciatore e postino virtuale,<br />

Nel vedere il r<strong>is</strong>ultato davanti a me...: la mail di K. .... Direi<br />

impressionante. Da quando .... scrive via computer, nonostante io sia<br />

l’ambasciatore e postino virtuale dei suoi messaggi, non sono affatto<br />

curioso di leggerli. Non provo particolari sensazioni anche perché mi<br />

sembrano “normali” per chi è stato addestrato ma non riesco a<br />

riconoscere in K. la capacità di metterli <strong>all</strong>’opera. Non ho<br />

assolutamente idea di cosa possa significare realmente (nel senso di<br />

cosa si prova). Avevo un atteggiamento in passato che voleva essere<br />

comprensivo nei suoi confronti e forse lo era nel senso di vicinanza<br />

oggi non so..... Io non cap<strong>is</strong>co invece come possa tirare fuori una<br />

lettera come quella che le ha scritto e poi apparire ai miei occhi (ma<br />

potrei sbagliarmi) assolutamente tranquilla, come se quello che scrive<br />

non fosse accompagnato da emozioni. Posso capire che un


242<br />

addestramento che deve fare di una persona un killer (?) o una spia o<br />

ch<strong>is</strong>sà cos’altro delle emozioni non sa che farsene anzi, ma vedere il<br />

r<strong>is</strong>ultato davanti a me... o forse le contraddizioni di una persona di cui<br />

credo di aver conosciuto i r<strong>is</strong>volti assolutamente “umani” e<br />

qualcos’altro che non so definire.<br />

19.05.2006 (e con commento verbale):<br />

E' come quando una spia viene interrogata e non deve/può<br />

r<strong>is</strong>pondere...)<br />

Anche oggi mi sento ubriaca e fuori dal mondo. Un alieno in terra<br />

straniera, dove le persone sono cose che si muovono caoticamente<br />

senza una meta apparente e gli oggetti (semafori, tavolini dei bar,<br />

edicole, chioschi e quant’altro) sparsi qua e la, sono v<strong>is</strong>ti come lontani<br />

e “fuori dal tempo e d<strong>all</strong>o spazio“. Cammino quasi ciondolando e lo<br />

sguardo fa fatica ad andare oltre l’angolo… Il corpo si muove per<br />

inerzia ed il cervello è in tilt, come se non cap<strong>is</strong>se cosa deve fare in<br />

questa nuova circostanza. La circostanza è:<br />

- Non essere in <strong>all</strong>arme, sono io.<br />

- Già! Io chi? Io, proprio io!<br />

Purtroppo il mio cervello sembra quasi non riconoscermi come sua<br />

unica proprietaria, anzi, pare proprio non sapere della mia es<strong>is</strong>tenza.<br />

Allora è il mio cervello che nel mio corpo si trova in terra straniera!!!<br />

Lavorano separatamente e quando si tratta di muoversi <strong>all</strong>’un<strong>is</strong>ono<br />

fanno i capricci, ognuno va per i fatti suoi ed il r<strong>is</strong>ultato è il<br />

ciondolio. Mi sento leggera, incorporea. Tutto sembra nuovo e<br />

abbastanza divertente, eppure sono così lontani, lontani che quasi<br />

soffro, più soffro e più gli oggetti e le persone si <strong>all</strong>ontanano da me e<br />

diventano inafferrabili. Loro però a d<strong>is</strong>petto di me sono concreti.<br />

Spero di essere stata chiara, Lei sa quanto tengo a non essere fraintesa.<br />

Le precedenti descrizioni sono efficacemente "crude", ma questo finale può ancor<br />

meglio far capire la verità effettiva di situazioni che vengono per lo più negate e<br />

der<strong>is</strong>e con costante pervicacia malevola, partendo sempre da sogni, non perché<br />

"irreali" ma proprio al contrario - come viene detto in fondo - per evitare gli<br />

intralci dati d<strong>all</strong>e emozioni coscienti:<br />

... Ci salutiamo, il cugino si dirige verso la porta d’entrata [del bus]<br />

ma, ritorna in dietro ed ha un’espressione tr<strong>is</strong>te in volto. Quando è a<br />

pochi centimetri da me apre la mano e mi consegna un medaglione<br />

d’argento ed il gesto è seguito da questa frase:


243<br />

- Ciao Monkey, perchè questo è il tuo nome vero!?<br />

Guardo l’oggetto della verità ed effettivamente su una delle facce c’è<br />

scritto quel nome, un nome che riconosco appartenere a me e che<br />

contemporaneamente fa apparire il mio nome anagrafico “falso”.<br />

Note: Rovescio della medaglia.<br />

Incapacità di d<strong>is</strong>tinguere il vero dal falso.<br />

Segreti (cose da non dire ) .<br />

Monkey (scimmia), è stata la prima persona che hanno fatto<br />

entrare nel mio cervello. Dovrebbe essere una sorta di tutto fare,<br />

oppure la “chiave” per poter accedere ai miei multipli.<br />

La parola d’ordine .<br />

Commenti successivi - 13/06 /2006:<br />

Mi è venuto in mente un d<strong>is</strong>egno ( oppure era una foto (?! )<br />

rappresentante appunto tre scimmiette ed il messaggio era: Non vedo,<br />

non sento, non parlo . La scimmia che non vede ha le mani sugli<br />

occhi, ecc. ecc. Volevo infine aggiungere che quando scrivo dei miei<br />

multipli non lo faccio con superficialità, ma semplicemente come un<br />

dato di fatto, un qualcosa che purtroppo, per ora, fanno parte di me.<br />

Prendendone atto vado avanti cercando di arrivare il più vicino<br />

possibile al bandolo della matassa… e non è semplice. In questo prec<strong>is</strong>o<br />

momento ho una immagine nella testa, una bella cipolla bianca, ma<br />

devo dire che anche un carciofo può servire come esempio. Ho imparato<br />

che se non puoi sfuggire ai tuoi “guai“, ti conviene affrontarli, con<br />

calma, senza rabbia e rancore. A volte la rabbia ed il rancore sono<br />

solo di intralcio e frenano i ricordi ricordi.<br />

E in data 10 settembre 2006 ecco la rivelazione dell'origine di tipici, improvv<strong>is</strong>i,<br />

sgradevoli comportamenti in cui si manifesta l'attivazione dell'addestramento:<br />

Pare ci sia un'altro cervello che era ben nascosto e per chi sa quale<br />

fortuita circostanza è emerso come un'<strong>is</strong>oletta. A differenza degli altri,<br />

questo non vuole saperne di ritornare "ombra", ha preso il sopravvento<br />

ed il mio corpo sembra incapace di rigettarlo, pur sentendolo parte<br />

estranea. Mi fa stare molto male. Una rabbia cieca che parte d<strong>all</strong>a<br />

pancia mi investe e a stento riesco a controllarla, dopo solo stanchezza<br />

e nebbia. Capita spesso che mi incanti, come fossi in trance e in<br />

quell'attimo io spar<strong>is</strong>co e così anche i suoni e tutto ciò che mi<br />

circonda, al ritorno ho come l'impressione che il tempo si sia, per un<br />

lasso di tempo breve, fermato. In quel lasso di tempo dove vado a<br />

finire? Il cervello-<strong>is</strong>ola è il caos, <strong>is</strong>tinto puro, pura cattiveria, dotato


244<br />

(se così si può dire) di fascino e intelligenza matematica. Lui es<strong>is</strong>te per<br />

i fatti suoi, pare che non abbia b<strong>is</strong>ogno di nessuno, sa esattamente<br />

cosa deve fare e perchè! E' un buon organizzatore , solitario è capace<br />

di portare a termine il compito che gli è stato assegnato con ferocia e<br />

determinazione. Le "m<strong>is</strong>sioni" o "incarichi", li prende molto sul serio,<br />

lavorando di intuito, fa si che il bersaglio venga eliminato ... Lo<br />

carichiamo di odio e di grande fiducia in se stesso, basta dirglielo con<br />

un tono gentile e accomodante, mentre lo picchiamo selvaggiamente<br />

utilizzando mani e piedi … La fiducia in se stesso verrà dal fatto di<br />

essere sopravv<strong>is</strong>suto e che niente e nessuno potrà mai ferirlo, ucciderlo<br />

E’ chiaro che il bambino si è trasformato in qualcosa d’altro, ed è quel<br />

qualcos’altro che deve farci riflettere e preoccupare, Pare che io non<br />

abbia una serpe in seno ... è più su !!!<br />

Speriamo di riuscire a tenerlo a bada. Per ora è tutto.<br />

Da considerare come riferimenti:<br />

per le uova di scimmia vedi sopra: Monkey (scimmia ), è stata la prima<br />

persona che hanno fatto entrare nel mio cervello; per le "puzzole"<br />

potrebbe essere significativo il fatto che chi scrive fa collezione di coleotteri, ed è<br />

terrorizzata dal sentirsi "inseguita" da "animaletti"<br />

- Sono investita da una pioggia di animaletti, sembrano piccoli<br />

scorpioni o gamberetti<br />

07.01.2007 Sogno:<br />

Nel mio sogno compaiono tanti animali, direi animaletti. Sono sul<br />

balcone verandato ed ho in mano una piccola busta bianca di<br />

plastica che riempio delicatamente di piccoli di scimmia...<br />

I cuccioli sono davvero microscopici e li depongo uno sull' altro sino a<br />

formare due strati , facendo attenzione che ogni piccolo possa<br />

respirare. Operazione ripetuta almeno una volta. Poi in un' altro<br />

sacchetto con le stesse caratter<strong>is</strong>tiche di quello precedente e con le stesse<br />

modalità l' ho riempito di "uova di scimmia". Mi sono domandata:<br />

- ch<strong>is</strong>sà che fine faranno?<br />

- le useranno per gli esperimenti ... (? )<br />

In casa ho trovato una piccola puzzola, talmente piccola da non<br />

es<strong>is</strong>tere in natura, tutta nera e con la caretter<strong>is</strong>tica stria bianca sulla<br />

schiena, era in compagnia di un' altro animaletto identico <strong>all</strong>a<br />

puzzola, ma senza la stria. Erano lucide e nere, alchè mi è venuto in<br />

mente un vecchio sogno riguardante una pentola sul fuoco piena di<br />

latte con una enorme vespa nera e lucida che veniva fuori ed era<br />

pulita. I due animaletti li ho depositati in una grande gabbia per<br />

criceti ed oltre a loro c'erano piccol<strong>is</strong>simi cuccioli di cane, piccoli


245<br />

topini, piccoli di scimmia. Ora che ci penso, erano così piccoli da poter<br />

essere dei feti di pochi giorni, credo. Però i due cani tendevano a<br />

scappare e ad andare sul terrazzo per mettersi uno di fronte <strong>all</strong>'altro e<br />

guardarsi. Forse non avevano b<strong>is</strong>ogno di essere tratti in salvo?! Sul<br />

terrazzo della casa ho trovato due cani labrador, finiti anche loro sul<br />

balcone verandato. Ma i cuccioli li stavo davvero salvando?<br />

salvando?....<br />

Pensieri sparsi:ho sognato [il gatto] Pino , credo che sia morto. In vita<br />

l'ho trattato mal<strong>is</strong>simo, eppure in sogno era contento di vedermi (la<br />

forza dei sensi di colpa !). Alla base molte volte ero in d<strong>is</strong>accordo con<br />

quello che facevo e quello che dicevano le persone a cui la mia vita<br />

dipendeva. Sapevo che seppur in d<strong>is</strong>accordo a loro non interessava<br />

certo il mio punto di v<strong>is</strong>ta e dal canto mio facevo di tutto per non<br />

soccombere. Era un tira e molla continuo, coscienza oscienza contro<br />

sopravvivenza<br />

sopravvivenza. Colpire per non perire. Forse il fatto di non avere<br />

stretto amicizia con gli altri bambini mi ha protetta d<strong>all</strong>a<br />

responsabilità pesante che ven<strong>is</strong>sero fatti fuiri a causa mia.<br />

Vigliaccheria? Può darsi. Non ricordo di averci neppure provato a<br />

stringere dei rapporti con loro, tanto a che sarebbe servito? Nessuno<br />

sapeva che cosa ne sarebbe stato di noi, per quanto mi riguarda<br />

eravamo dei morti viventi viventi. Eppure sentivo quei bambini vicin<strong>is</strong>simo a<br />

me e quando mi rendevo conto che qualcuno di loro mancava <strong>all</strong>'<br />

appello e che non lo avrei più riv<strong>is</strong>to, la d<strong>is</strong>perazione più nera e l'<br />

ansia incombevano su di me per poi ricadermi addosso come un grosso<br />

masso. In fondo a pensarci bene non c'era b<strong>is</strong>ogno di essere amici,<br />

bastava uno sguardo e capivamo chi sarebbe passato e chi no ...<br />

Eravamo tutti nella stessa situazione di pericolo. Pensavo <strong>all</strong>e<br />

interrogazioni scolastiche: studiavo , eppure quando mi trovavo <strong>all</strong>a<br />

cattedra mi assaliva un'ansia tale che dimenticavo tutto e non<br />

riuscivo ad emettere nessun suono. Il terrore puro. Quando poi<br />

l'argomento riguardava la tecnologia (computer), il cuore iniziava a<br />

battere <strong>all</strong>'impazzata e avevo delle vampate di caldo tali da respirare<br />

a fatica. Tutte cose che provavo <strong>all</strong>'interno, mentre esternamente<br />

parevo tranquilla. Avevo paura di imparare. Imparare per me<br />

equivaleva a togliere la vita, ad uccidere. La matematica, la f<strong>is</strong>ica e<br />

la chimica avrebbero potuto "insegnarmi" in maniera subdola,<br />

attraverso segni o simboli che sarei riuscita a codificare solo io, ad<br />

eliminare senza lasciare traccia o indizi ... Pazzia? D<strong>is</strong>perazione.<br />

Vedevo gli altri andare avanti, mentre io non riuscivo a spiegarmi i<br />

continui blocchi mentali e f<strong>is</strong>ici e restavo indietro. Tutto mi era<br />

estraneo e tremendamente spaventoso.<br />

IO ero altro da ME.


246<br />

Eppure <strong>all</strong>'esterno non trapelava che ben poco. Eppure almeno alcuni di questi<br />

bambini per determinati periodi conducevano anche una vita in apparenza "come<br />

gli altri". Ma non veramente "come gli altri", poiché NULLA doveva trapelare di<br />

quanto nella loro altra "vita" accadeva: e così - ancor ora nel ricordo - per un altro<br />

"sopravv<strong>is</strong>suto" veri terribili incubi non erano le interrogazioni "tecnologiche", ma<br />

i "temi liberi" ed ancor più le interrogazioni di Storia.<br />

In tutte le stat<strong>is</strong>tiche e documentazioni inerenti a questi fatti la maggior parte dei<br />

sopravv<strong>is</strong>suti ora adulti denuncianti sono donne - forse (?) perché molti più<br />

maschi morivano o venivano deliberatamente ucc<strong>is</strong>i e/o perché in molti<br />

accettavano meglio l'addestramento e/o l'iniziazione e quindi diventavano con<br />

più facilità a loro volta "esecutori". Il caso forse il più tragico del dossier<br />

dell'Associazione è quello di un altro "protagon<strong>is</strong>ta", ex bambino - maschio -<br />

prima pluri-abusato e poi PASSATO DI GRADO, ma che negli ultimi anni era<br />

divenuto molto d<strong>is</strong>ponibile a collaborare e a testimoniare: proprio quello al quale<br />

si rivolge - per ora inutilmente - il commovente appello personalizzato rivolto a<br />

un'altra vittima molto più sfortunata:<br />

Per favore, dica al Sig. F. di non mollare è importante<br />

Gatto e topo (in Belgio: cacciatori e conigli/lepri)<br />

Fatti assolutamente collimanti r<strong>is</strong>ulta siano accaduti - e ripetutamente - in Liguria,<br />

Piemonte, e nei dintorni di Como e non solo in base a testimonianze orali: anche<br />

se solo parzialmente presentati in appunti manoscritti - di cui in ogni momento<br />

possiamo comunque fornire copia - sono avvalorati da d<strong>is</strong>egni e da piantine<br />

topografiche. Descritti verbalmente e anche manifestati con atteggiamenti,<br />

coincidenti cronologicamente con le date delle fotografie degli esperimenti di<br />

"<strong>all</strong>ungamento degli arti", con qualche ovvia differenza - ad esempio, invece del<br />

mare aperto, boscaglie e fiume e pozzi e... <strong>all</strong>evamento di maiali - esperienze<br />

assolutamente analoghe sono state riv<strong>is</strong>sute e espresse con molta intensità. In<br />

particolare soltanto dal maggio 2008 è d<strong>is</strong>ponibile una descrizione di prima mano<br />

emersa pian piano con molta fatica dei fatti accaduti in Liguria nel '68-'70,<br />

concomitanti con le fotografie degli esperimenti ostetrici, e sostanzialmente<br />

UGUALI nell'orrore - vedi moto seghe, numero di bambini ecc. - a quelli che<br />

accadevano - accadevano o accadono ancora? - nei dintorni di Torino in quegli<br />

anni e nei precedenti e successivi.<br />

Un ancor più recente "riv<strong>is</strong>suto" offre ulteriori convalide <strong>all</strong>e citate concordanze:<br />

le "convocazioni" <strong>all</strong>'azione giungevano normalmente per POSTA in più o meno<br />

cifrati o <strong>all</strong>usivi messaggi.


247<br />

E qui invece trasmettiamo un punto cruciale delle testimonianze di un'altra sopravv<strong>is</strong>suta -<br />

testimonianze raccolte nei dossier dell'Associazione ma anche già - protocollate in<br />

documenti legali di Denunce e Azioni Giudiziarie.<br />

Questo è il ricordo di una notte di strage – non solo trauma per me ma per l’intera<br />

umanità.<br />

La Strage del Levante - [Lerici]<br />

Ci vennero a prendere con gli scafi, iniziava a fare buio avevo paura;mi<br />

avevano div<strong>is</strong>a da mia sorella. Sapevo che in quella notte i gatti che avessero<br />

superato la prova sarebbero stati passati di grado, Vincenzo, il mio compagno<br />

di classe, continuava a ripeterlo. Mi ero già dimenticata o meglio mi avevano<br />

fatto dimenticare con una scarica di ELETTRO SHOCK quello che era<br />

successo quindici giorni prima.<br />

Arrivammo a una piccola spiaggia in una insenatura; con delle torce i militari<br />

ci fecero strada, l’ entrata era una piccola porta incastrata nella roccia.<br />

All’interno un’immensa grotta in marmo bianco striato di beige d<strong>all</strong>a volta<br />

tondeggiante. Sulle impalcature teatrali stavano seduti come in parlamento<br />

tutte le gerarchie: ecclesiastici, militari, politici e banchieri; dal volto<br />

coperto da maschere che in realtà più che nascondere attiravano ancora di<br />

più l’attenzione e la loro riconoscibilità; i particolari del corpo di ogni singolo,<br />

in chi ha avuto la sfortuna – fin d<strong>all</strong>a nascita- di essere in un programma di<br />

addestramento costante e con scadenze f<strong>is</strong>se, diventano la conferma di<br />

quell’accaduto, riv<strong>is</strong>suto con ogni parte del corpo. Le emozioni fanno di questi<br />

traumi devastanti, la fortuna di riviverli e poter guarire.<br />

Il Palco<br />

Montato in fondo, un palco, da sfondo un arazzo con un agnello coricato. Noi<br />

stavamo nel golfo sotto al palco, non c’era solo la mia scuola - circa 100 – ma<br />

anche altri, tanti, almeno 300 bambini. Sul palco 10 seghe circolari, non cap<strong>is</strong>co,<br />

nessuno urla. Grandi gabbie sopra <strong>all</strong>a mia testa , sono molto in alto e non vedo bene.<br />

Mi sento confusa e carica di panico. Iniziano a salire sul palco i bambini che dovranno<br />

essere graduati. Questa è la prova , ci sono i capi fila, una è mia sorella più grande –<br />

ha 12 anni – dietro di lei in un’ordinata fila militare, 10 bambini di 8, 9, 10 anni; calano<br />

le gabbie, ne escono piccini senza voce, biondi neri gi<strong>all</strong>i – ma quanti ce ne sono?<br />

Ass<strong>is</strong>titi dai capi pamperos argentini iniziano a segarli a metà - dieci <strong>all</strong>a<br />

volta- buttano i corpi nel golfo, altri muniti d’ascia li fanno a pezzi. IL sangue<br />

scende dal palco e i corpi che non sono più corpi ma diventano sempre più<br />

poltiglia, colpiti e ricoltiti si aprono – l’odore di sangue m<strong>is</strong>to a cervello e


248<br />

v<strong>is</strong>cere diventa fort<strong>is</strong>simo, non riesco a urlare. Non esce nessun suono d<strong>all</strong>e<br />

mie corde vocali. Ma io URLO. Io topo pulitrice sono fortunata a non morire,<br />

ho un angelo custode (in carne ed ossa) e ho i ricambi che potrebbero servire<br />

<strong>all</strong>a mia gemella (secondo Mengele, un bene da non toccare quando una delle<br />

due è arrivata ad essere graduata), 1 su mille ce la fa! E lei è un gatto che a<br />

nove anni riesce a massacrare. Voglio morire. Inizio come la altre volte a<br />

cercare i pezzi dei corpi per rimetterli insieme, vago in mezzo a quel lago di<br />

bambini d<strong>is</strong>fatti, sento quello che provo ma non riesco a dirlo “è tutto mio<br />

quello che sento dentro”.<br />

I Naz<strong>is</strong>ti<br />

Loro stavano con i nostri genitori in alto nelle gradinate dietro a sbarre.<br />

Quando iniziano a vedere il sangue buttano giù tutto e invadono il golfo; sono<br />

presi da una furia e un’eccitazione incontrollabile, invidiosi dei miei compagni<br />

che uccidono. Prendono il comando, nessuno riesce a fermarli, neanche gli<br />

argentini; ora sono i carnefici naz<strong>is</strong>ti che urlano e si buttano come iene;<br />

strappano con i denti pezzi di carne e tutto quello che trovano. Quanti ne<br />

sono morti!!! Sono seduta, forse catatonica ma i miei occhi vedono, il mio naso<br />

odora, le mie orecchie sentono. Il mio cuore scoppia. Non riesco a ribellarmi,<br />

è la prima volta, ne hanno ucc<strong>is</strong>i tanti tanti tanti la notte 1 +1 +1 +1+ 1 <strong>all</strong>’!.<br />

Il giorno.<br />

Albeggia, i bambini passati di grado devono ripulire: mangiare e ripulire, per i<br />

gatti è peggio, almeno noi topi raccogliamo quello che resta in sacchi di<br />

plastica , li carichiamo sulla sp<strong>all</strong>a e li portiamo fuori, sull’insenatura della<br />

spiaggia dove le barche li scaricheranno al largo. Ora so! Erano più di mille.<br />

Più di mille in una sola notte, le mie lacrime di adulta dell’anno 2008 sono così<br />

tante, ma così tante che neanche quel mare dove ci sono – fra i mille, anche<br />

dei miei amici – non riuscirebbe a contenerle tutte.<br />

IO, LA BAMBINA CHE SONO STATA<br />

Sono una sopravv<strong>is</strong>suta appartenente al progetto internazionale di<br />

addestramento di bambini “GATTO-TOPO” negli anni dal ‘60 al ’90 (facente<br />

riferimento al progetto Delgado). Sono la BAMBINA CHE SONO STATA che<br />

piange un pianto che sembra non aver. fine. Da rivivere ci vuole coraggio ci<br />

vuole pazienza c'è d'aver paura a rileggere. Ma ho raggiunto la maturità e la<br />

consapevolezza per continuare la vita e a dare vita al passato che vorrà<br />

tornare.<br />

Alle sopravv<strong>is</strong>sute che ricordano e raccontano un grande abbraccio di Cuore


249<br />

Regina Louf<br />

E in calce <strong>all</strong>e "testimonianze" inedite italiane, ecco stralci della traduzione in italiano del libro di<br />

Regina Louf - pubblicato in francese già <strong>all</strong>'inizio degli anni '90! - che presentano indubitabili<br />

analogie con quanto testimoniato nei paragrafi precedenti.<br />

Addestramento:<br />

Capitolo 12<br />

Noi, i bambini della morte – come i sado-masoch<strong>is</strong>ti ci chiamavano – non<br />

potevamo prestarci reciprocamente aiuto, che con difficoltà. La concorrenza tra di<br />

noi era forte. Ogni bambino sapeva bene che doveva essere il migliore. Solo i<br />

migliori sopravvivevano<br />

sopravvivevano. E ognuno preferiva battere che essere battuto, così noi<br />

ci torturavamo l’un l’altro per sfuggire ai colpi. ... Nelle più pericolose<br />

situazioni, la bestia che dormiva in noi si r<strong>is</strong>veglia. Non so e non ho mai saputo<br />

ciò che esattamente era quella bestia e per quanto tempo vive nel cuore delle<br />

persone. È quello che si chiama “<strong>is</strong>tinto di sopravvivenza”. Più si è vicini<br />

<strong>all</strong>a morte, più i sensi si acu<strong>is</strong>cono acu<strong>is</strong>cono. Si acqu<strong>is</strong><strong>is</strong>cono in fretta facoltà di<br />

percezione soprannaturale e in qualche parte, nel più profondo del cervello,<br />

un’alta tensione ronza, come dell’elettricità. Si vede meglio, si hanno migliori<br />

udito e olfatto. Si sente nell’odore del seviziatore, la m<strong>is</strong>ura della sua<br />

eccitazione: più l’odore è forte, più è imprevedibile. Si vedono molte cose. Come<br />

la calma che è tipica di un perverso pericoloso pericoloso. Come valuta con uno<br />

sguardo le forze che ci restano. Si sentono i battiti del suo cuore, il cui ritmo<br />

diminu<strong>is</strong>ce quando entra in trance. Si vede il suo sguardo calmo, calcolatore.<br />

Si vede come soppesa col pensiero la sua vittima. La belva in noi si mette in<br />

guardia. Si prendono le d<strong>is</strong>tanze dal gruppo, si raggruppano tutte le energie in<br />

uno sguardo sveglio, fiero. Guarda, io sono qui e resterò qui. La sofferenza<br />

spar<strong>is</strong>ce, l’ansia si d<strong>is</strong>sipa d<strong>is</strong>sipa. Il nostro ritmo cardiaco si abbassa, una calma<br />

baldanza ci spinge ad agire. Tutti, come l’assassino, si scelgono la propria<br />

vittima. ... La ragazza con i capelli biondi e dritti. Sta tirando su col naso,


250<br />

ha gli occhi diretti verso il basso, le sue povere sp<strong>all</strong>e abbassate. La sua<br />

respirazione è a scatti e rapida. È come un animale braccato, un coniglio che<br />

corre in un campo, mentre la lince prepara i suoi muscoli per il balzo finale. Tu<br />

la guardi e la lanci più forte che puoi nella direzione dell’uomo che resta calmo.<br />

È lei che vuoi? La odi, perché è lei che sceglie, piuttosto di te. Tu diventi forte,<br />

grande, superiore. Tu lo guardi dritto negli occhi. Più tardi, potrai<br />

possedermi, e non rimpiangerai di avermi lasciata vivere. Tu emetti questo<br />

messaggio con gli occhi e col corpo. In quel momento, nella stanza buia con il<br />

tavolo di vetro e gli strumenti ginecologici come attrezzi di tortura, in quel mondo<br />

surreal<strong>is</strong>ta, tu diventi un lupo, il carnivoro. E dopo un <strong>is</strong>tante, fai parte del<br />

loro mondo.<br />

Capitolo 13:<br />

I loro atti sempre più violenti, riempivano progressivamente la mia vita. Spesso<br />

questi atti assomigliavano ad esperimenti, e dopo ogni esperimento imparavo a<br />

padroneggiare meglio col mio corpo. Essere legata mi era insopportabile. La<br />

paura di non poter fuggire, la paura di morire erano terribili.<br />

E ogni volta sembrava durare sempre più a lungo.<br />

Capitolo 14:<br />

Spinta d<strong>all</strong>a mia curiosità insaziabile, osservavo con attenzione i meccan<strong>is</strong>mi<br />

della rete. Volevo sapere chi erano i miei clienti, perché venivano da me, perché<br />

erano introdotti nel gruppo. Non era tanto quello ad interessarmi, quanto perché<br />

volevo sapere a che cosa servivo loro. […]<br />

Cominciavo a considerare la vita nella jungla (così chiamavo la rete) come un<br />

gigantesco gioco degli scacchi. Sapevo che se fossi stata una buona giocatrice,<br />

avrei potuto parare i loro colpi. La maggior parte delle vittime erano dei cattivi<br />

giocatori. Quante volte ho v<strong>is</strong>to dei bambini farsi torturare a morte, perché non<br />

avevano capito per tempo che uno dei carnefici non era contento, quante volte ho<br />

v<strong>is</strong>to i più deboli morire perché non avevano potuto guardare per tempo i loro<br />

carnefici negli occhi… […] Anche se non conoscevo la maggior parte dei clienti<br />

per nome, il loro v<strong>is</strong>o era impresso nella mia <strong>memoria</strong>. È bene conoscere i propri<br />

nemici. Quando li rivedevo, mi comportavo come se non li conoscessi. […]


251<br />

Quelli che conoscevo per nome erano i più pericolosi. Mi consideravano come un<br />

testimone, ed ero dunque un pericolo potenziale per loro. Con loro era molto<br />

importante interpretare il ruolo della bambina ignorante. Tenevo impresso il loro<br />

nome nella <strong>memoria</strong>, ma facevo in modo di non chiamarli mai per nome, anche se<br />

l’avevo sentito dozzine di volte. […] mi ero resa conto che le vittime che non<br />

arrivavano a stabilire un legame con lo zoccolo duro dei clienti venivano<br />

rapidamente eliminate.<br />

Capitolo 15:<br />

Ho cercato di capire per quale motivo ero sopravv<strong>is</strong>suta [<strong>all</strong>e cacce]. Credo che<br />

sia nello stesso ordine di motivi, per cui avevo evitato la morte nei giochi<br />

sessuali. Le reti avevano investito molto tempo e sforzi per fare di me un<br />

giocattolo sessuale pienamente sodd<strong>is</strong>facente [solo per questo?]. Io stessa<br />

formavo altre bambine. […] era difficile acciuffarmi in quelle cacce, perché<br />

applicavo le tecniche di d<strong>is</strong>simulazione che mi erano state insegnate dal mio<br />

padre biologico, Alan, nelle Montagne Rocciose canadesi [solo grazie a<br />

quello?].<br />

[…] Mi <strong>all</strong>ontano un poco, appoggiandomi contro un albero da cui potevo vedere<br />

tutto il gruppo. Le altre ragazzine restavano serrate le une contro le altre […]<br />

Capitolo 20:<br />

Mi inginocchio e tendo le mani. Sapevo che dovevano essere legate. Lui mi<br />

mette una metà delle manette al polso destro e l’altra ad un anello al muro, poi<br />

lega il mio polso sin<strong>is</strong>tro. Per me, l’attesa cominciava.<br />

La postura era una prova in sé. A causa del fatto che l’anello era piuttosto alto<br />

sul muro, avevo le braccia tese e le mie ginocchia sopportavano tutto il mio peso<br />

[…] Dopo varie ore in quella posizione […] la cosa peggiore era che non<br />

riuscivo più a respirare normalmente. […] Non avrei potuto chiamare nessuno,<br />

né gridare; d’altronde non lo avrei voluto, perché quello mi avrebbe tolto<br />

l’energia di cui avevo b<strong>is</strong>ogno per sopportare il dolore. […] Cercavo di<br />

raggiungere una sorta di trance o di sonno, che rendesse il dolore meno forte.<br />

D<strong>is</strong>inserivo il mio animo e mi concentravo su un punto luminoso interiore,<br />

scansando ogni emozione. Potevo così tenere lontana la sensazione dolorosa.


252<br />

D<strong>is</strong>sociando il mio spirito dal mio corpo, non sentivo più il dolore, per lo meno<br />

psichicamente. Questa cosa, unita ad anni di <strong>all</strong>enamento per aumentare la mia<br />

soglia di res<strong>is</strong>tenza, mi permetteva di sopportare quella postura per delle ore<br />

senza troppi d<strong>is</strong>astri. […] … Tony era l’unico a comprendere che qualcosa non<br />

quadrava nella mia testa. Ma non ne era seccato. Coltivava questa cosa,<br />

dandomi anche nomi differenti. Petit sour<strong>is</strong>, Fillette, Putain, Bo… questi<br />

nomi cominciavano lentamente ad appartenermi. La cosa più folle, è che<br />

quando lui mi chiamava con un nome, la personalità che corr<strong>is</strong>pondeva<br />

al nome arrivava immediatamente<br />

immediatamente.<br />

Riv<strong>is</strong>suto:<br />

Capitolo 12:<br />

Una notte, qualche mese dopo aver sposato Erwin, mi trascinavo per casa per<br />

guardare nel frigo <strong>all</strong>a ricerca di qualcosa da mangiare. […] Nel frigo, quella<br />

notte, ho v<strong>is</strong>to una salsiccia <strong>all</strong>’aglio che Erwin aveva comprato la sera stessa e<br />

che non aveva ancora mangiato. Ne fui terrorizzata. L’angoscia mi prendeva<br />

<strong>all</strong>a gola. Ero tornata bruscamente nel passato, con una rapidità folle, e questo<br />

è durato parecchio prima che realizzassi che si era nel 1989.<br />

Segnali della Personalità:<br />

Capitolo 20:<br />

Ginie la maltrattata si nascondeva fino a quando Tony appariva nel mio letto o<br />

davanti <strong>all</strong>’entrata di scuola; lei era appena cosciente della vita <strong>all</strong>a scuola o in<br />

famiglia. L’altra Ginie non sembrava presente durante gli stupri e viveva<br />

dunque “normalmente”. … A Knokke, da mia nonna, gli adulti avevano notato<br />

che dialogavo con delle voci nella mia testa, che cambiavo rapidamente di umore,<br />

o che mi mettevo a parlare con una voce o un accento bizzarro. Benché non avessi<br />

che cinque o sei anni, comprendevo che era strano e che quello non era permesso.<br />

Ho imparato a nascondere le mie voci, i miei altri “io”.<br />

Capitolo 24<br />

Con l’andare del tempo avevo sviluppato un sesto senso che mi permetteva di<br />

capire in fretta le persone. La sua incertezza diventava sempre più v<strong>is</strong>ibile. E<br />

questa cosa aveva avuto per r<strong>is</strong>ultato che, nonostante mor<strong>is</strong>si di paura, quel


253<br />

famoso sabato ho sentito diventare grande in me un’energia che mi rendeva più<br />

forte di quanto fossi mai stata.<br />

Capitolo 27<br />

Mi getto a terra. Sento afferrare il frustino sul tavolo. Sento il movimento del<br />

suo braccio che lo solleva e subito mi colp<strong>is</strong>ce ferocemente. I primi colpi sono i<br />

più dolorosi. Respiro a fatica, ogni fibra del mio corpo reag<strong>is</strong>ce contro la<br />

sofferenza… Poi entro dolcemente in trance. La mia schiena s’intirizz<strong>is</strong>ce.<br />

Sento i colpi, ma non mi colp<strong>is</strong>cono più. Volo fuori dal mio corpo, fuori d<strong>all</strong>a<br />

mia testa.<br />

Non sento più niente.<br />

Capitolo 27<br />

Cosa c’era lassù, nella villa di mia nonna? Cos’era che mi bloccava lo stomaco?<br />

Qualche cosa mi bloccava l’accesso a quel passato. Questa cosa mi ritorna come<br />

se la mia <strong>memoria</strong> – o una parte della mia <strong>memoria</strong> – era controllata da<br />

qualcun altro.<br />

Il controllore.<br />

Soprassalto. Da dove viene quel nome? Un nome che mi sembra così familiare,<br />

un nome che ho dato ad una persona appartenente al mio passato, mentre alcuni<br />

adulti cominciavano a fare delle domande sul mio comportamento. Ma quella…<br />

persona è in me. Chiamo qualcosa – o qualcuno – in me il controllore. Bah, a<br />

cosa sto pensando? È una finzione. Lo sdoppiamento di personalità non es<strong>is</strong>te.<br />

Nessuno mi dirige o mi controlla!<br />

Delle immagini sorgono spesso bruscamente. Posso respingerle, fare come se si<br />

trattasse di fantasie, ma quando arrivano, diventano delle cose vive. Loro vivono<br />

una vita propria, fino a quando sia pronta ad accettare la verità e a reagire.<br />

L’idea del “controllore”, dimenticata da tempo m’inquieta malgrado i miei<br />

sforzi per scartarla il più in fretta possibile. Quest’angoscia di diventare pazza<br />

è sempre presente. Ma ho soprattutto paura che gli altri lo notino. È per questo<br />

che simulo dietro ad un v<strong>is</strong>o ridente e spensierato, una tecnica che ho perfezionato<br />

nel corso degli anni.<br />

[…] Già dopo qualche tempo, sentivo qualche cosa che non andava in me,


254<br />

qualcosa di differente d<strong>all</strong>a maggior parte delle vittime. Il mio umore era molto<br />

variabile. Non riuscivo a prendere una dec<strong>is</strong>ione – neppure sul colore della carta<br />

da parati – senza d<strong>is</strong>cutere prima per delle ore con delle voci nella mia testa.<br />

Il mio comportamento poteva diventare spesso aggressivo, maschile. R<strong>is</strong>pondevo<br />

a più nomi. Non potevo scrivere una pagina senza cambiare tre volte di scrittura.<br />

Un giorno portavo una giacca di pelle, degli stivali da cowboy e dei jeans.<br />

L’indomani mi vestivo da donna, anzi come una puttana. Perdevo conoscenza di<br />

certi ep<strong>is</strong>odi che “qualcun altro” sembrava vivere al mio posto. Come se il mio<br />

corpo ven<strong>is</strong>se prestato.<br />

Capitolo 29<br />

Gli esseri umani potevano essere addestrati come i cani di Pavlov? È strano:<br />

quando il telefono suona una volta, divento nervosa, e mi aspetto che un aut<strong>is</strong>ta<br />

mi venga a prendere nella mezzora successiva. Sento ancora il suono col<br />

f<strong>is</strong>chietto: significava che il dolore stava per finire perché era stato al limite<br />

delle mie possibilità. Uno schiocco di dita mi comandava ad aprire le gambe.<br />

Ma perché avevo lasciato entrare Tony quando tutto il mio corpo lo rifiutava?<br />

Onora tuo padre e tua madre. Codice antico. Quel codice mi ha spinta ad<br />

obbedire ai loro ordini di… no! Non posso! Mio dio! Tutto il mio corpo è scosso<br />

dagli spasimi. Mi trascino in un angolo e metto la testa tra le braccia.<br />

Spinta da qualche cosa di irreparabile, da una forza contro la quale non potevo<br />

difendermi, prendevo un coltello nascosto nel mio armadio. Devo tagliarmi e<br />

punirmi di aver f<strong>all</strong>ito pensando a delle cose che dovevano restare segrete. Sono<br />

ribelle. I bambini ribelli devono essere puniti. O dovevano guardare il loro<br />

coniglio farsi scorticare vivo, o altri bambini farsi torturare, sanguinare e urlare<br />

di dolore perché ero stata un’idiota.<br />

Colp<strong>is</strong>co s<strong>is</strong>tematicamente. Un taglio dopo l’altro. Dei fiotti di sangue colavano<br />

lungo le mie braccia, scendono sul pavimento, formando un d<strong>is</strong>egno surreale sulle<br />

piastrelle. Non posso impedirlo, anche se piango e una voce interiore chiama<br />

aiuto. Non voglio farlo, ma un meccan<strong>is</strong>mo si è messo in modo da un solo<br />

pensiero, Dio solo sa quale, e non mi permette di fermarmi.<br />

[…] Es<strong>is</strong>tono delle cose che non so esprimere. Come sono stata addestrata


255<br />

passo a passo a sopportare il dolore, a fare delle cose così dolorose che avevo<br />

quasi l’impressione di morire dentro di me, ma che ho fatto anche perché dovevo<br />

obbedire. Mi sono colpita o stuprata con un oggetto anche quando l’ordine<br />

arrivava per telefono… Lo facevo perché i miei padroni me l’avevano ordinato.<br />

Siediti, colp<strong>is</strong>ci, stop! Alla fine, come un cane ben addestrato.<br />

[…] Nessuno ha la minima idea di quanto costa liberarsi delle proprie catene<br />

mentali <strong>all</strong>e quali si è stati attaccati. Nessuno, a parte me, sa a quale<br />

frequenza i codici sono ripetuti. Non posso spezzarli da sola e non so<br />

assolutamente come sono giunti in me. […]Magari potessi essere sufficiente<br />

forte per spezzare i segreti di cui ho così tanta paura, per battermi. In quale<br />

angolo del mio cervello si trovano le sedute in cui mi hanno inculcato i codici?<br />

L’aiuto deve arrivare d<strong>all</strong>’interno. Qualche parte in me vive le personalità che<br />

sorvegliano i ricordi e hanno la chiave per spezzare i codici.<br />

Capitolo 30<br />

Codici o non, mi batterò. So come arrecare gravi ferite. So che devo colpire con<br />

il coltello una sola volta e <strong>all</strong>’improvv<strong>is</strong>o, perché se no, loro lo utilizzeranno<br />

contro di me. Io lo so: loro me l’hanno insegnato. Forse è tempo di utilizzare<br />

contro di loro tutto ciò che mi hanno insegnato…<br />

Capitolo 29<br />

La parte vittima<br />

(un esempio della parte-vittima che esce fuori. La vittima che assomiglia al<br />

carnefice e ha i suoi pensieri. Qui, per fortuna, c’è consapevolezza).<br />

Dovevo lottare con tutte le mie forze per proteggere i miei bambini da me stessa.<br />

Avevo spesso il pensiero che fosse giunto il tempo di far conoscere loro il mondo,<br />

di renderli più forte… Ho paura di questi pensieri, sono le frasi che mia nonna<br />

utilizzava per giustificare i miei atti contro di me. Perché dovevo pensare in quel<br />

modo? Voglio solo amare i miei bambini, proteggerli, dar loro un’infanzia in cui<br />

la sicurezza sia centrale. È questo che voglio. Ma malgrado questo, sento<br />

talvolta la voglia riprendere il filo assumendo il ruolo di mia nonna. Come se il<br />

cerchio della violenza non potesse essere spezzato.


256<br />

Ucc<strong>is</strong>i e ucc<strong>is</strong>ori<br />

La testimonianza belga va a confrontarsi con altri capitoli e "orrori" di altre<br />

"testimonianze italiane":<br />

Gervasio è nato nel settembre del 1958, affetto da labbro leporino e da un d<strong>is</strong>trofia<br />

muscolare che è peggiorata con l’andare del tempo. Non è stato riconosciuto dai miei<br />

genitori come figlio legittimo. Sbattuto in un <strong>is</strong>tituto, <strong>all</strong>a mercé di gente criminale<br />

mascherata da tonache e crocef<strong>is</strong>si appesi <strong>all</strong>e pareti.<br />

Avevo quasi cinque anni quando lo vidi la prima volta, lui ne aveva sette e mi fece<br />

impressione, riusciva a camminare nel girello e, aiutandolo, anche attaccato con le<br />

braccia a due supporti si alzava in piedi attaccandosi al tavolo. Ne andava fiero.<br />

Io crescevo, e lui anche, ma mentre il tempo passava le sue condizioni peggioravano.<br />

Lo prendevo in braccio con grande fatica, obbligavo mia madre a sedermelo sulle<br />

gambe e gli parlavo, e LUI CAPIVA, IO ANCHE. CI VOLEVAMO BENE! – Gli dicevo:<br />

- quando sono grande ti porto via con me!<br />

Ma a dodici anni Gervasio morì assassinato per mano di mia sorella (soldato graduato)<br />

davanti agli occhi di tutta la famiglia. Quella fu la medaglia di una bambina di 10 anni<br />

affetta da personalità multipla (addestrata d<strong>all</strong>a nascita per essere una assassina).<br />

Tolse la vita a suo fratello senza rendersi conto che la sua gemella le urlava contro.<br />

- Non ammazzarlo, ti prego, lascia che ci uccidano tutti così tutto questo schifo<br />

fin<strong>is</strong>ce.<br />

Ma una personalità multipla sà solo solamente chi “è“ in quel momento ed esegue un<br />

ordine che poi dimenticherà. Il modo in cui sono andate le cose non spetta a me<br />

raccontarlo ma a lei che con dolore atroce ha saputo rivivere la tragedia dell’omicidio<br />

di nostro fratello; forse il peggiore perché quando ci sono di mezzo i genitori la pazzia<br />

e la rimozione che conseguono il gesto è straziante. Per questo chiedo ai dottori in<br />

medicina di tenere fede parola per parola al Giuramento di Ippocrate e l’inserimento<br />

nel DSM di questa malattia provocata da addestramento d<strong>is</strong>umano sui bambini fin<br />

d<strong>all</strong>a nascita:<br />

stupri strutturati; esperimenti ginecologici;<br />

esperimenti con inserimento di microchips nel cervello ed in altre parti del<br />

corpo;


257<br />

elettroshock ripetuti;<br />

<strong>all</strong>ucinogeni;<br />

ipnosi; riti satanici;<br />

tragi di bambini che uccidono altri bambini<br />

Queste persone sono affette da SINDROME DI PERSONALITA’ MULTIPLA ed<br />

hanno diritto come me, come tutti ad essere riconosciute e, come tali, avere la<br />

possibilità di curarsi, a vivere la propria vita:<br />

QUESTO E’ POSSIBILE!!<br />

Io, la bambina che sono stata


258<br />

Monk<br />

Alternando fra di loro i riv<strong>is</strong>suti di differenti testimoni, ecco - di prim<strong>is</strong>sima mano<br />

dopo una v<strong>is</strong>tosa, impressionante "cr<strong>is</strong>i" della testimonianza de I Cervelli e IO - la<br />

"descrizione" di una delle personalità multiple - Monk: come Letizia e Aras, Pony<br />

bianco e Monkey ecc. - ed un accenno indiretto ad un altro fondamentale<br />

problema: i partner di copertura.<br />

Questo d<strong>is</strong>egno è "emerso" come finale di un testo scritto di getto, quasi in stato<br />

di trance spontanea durante un riv<strong>is</strong>suto sconvolgente.<br />

Il d<strong>is</strong>egno in parte spiegato d<strong>all</strong>e frasi trascritte rappresenta DUE delle principali<br />

"personalità" de I cervelli ed IO:<br />

Monk il killer, il sadico<br />

Letizia la bambolina seduttiva, la piccola prostituta spia e killer.<br />

Ne es<strong>is</strong>te ed emerge anche una successiva più adulta versione: una<br />

consapevole seduttrice però a grave r<strong>is</strong>chio di suicidio.<br />

Stasera non es<strong>is</strong>to, sono un ologramma, un ectoplasma , un<br />

fantasma.<br />

Gli "impiccati"? Sono i "bambini inutili"<br />

Monk è una personalità<br />

diversa d<strong>all</strong>e altre perché<br />

sembra sempre attiva e<br />

presente ed è un LUI:<br />

nato nel '75, nel '76-'77<br />

era attivo, molto attivo -<br />

si accompagnava con<br />

Letizia bambina prostituta<br />

e tutti e due hanno ucc<strong>is</strong>o<br />

alcune persone adulte e<br />

altolocate...<br />

Nel frattempo con alti e bassi, con cr<strong>is</strong>i molto violente ma cariche di riv<strong>is</strong>suti


259<br />

sempre più intensi e prec<strong>is</strong>i gli avvenimenti e i protagon<strong>is</strong>ti si delineano in modo<br />

incontrovertibile: per completare la descrizione delle vic<strong>is</strong>situdini di Monk, qui<br />

anticipiamo una pagina cronologicamente emersa molto più tardi.<br />

3 aprile 2009 - Un sogno fatto nella notte;<br />

Un bambino sdraiato sul letto, con qualche pelo sul petto (?) ed una<br />

voce infantile che aderiva perfettamente <strong>all</strong>a sua giovan<strong>is</strong>sima età.<br />

Sei anni. Mi diceva frasi sconce, accarezzandomi il v<strong>is</strong>o con la sua<br />

piccol<strong>is</strong>sima mano. Allora mi scosto da lui e lo lascio parlare, gli<br />

lascio dire quelle frasi oscene e sento la sua infinta solitudine, il vuoto<br />

nella testa, non sa fare altro che pronunciare quei vocaboli ed è<br />

strano, raccapricciante sentirle uscire d<strong>all</strong>a bocca di un bambino...<br />

innaturale, come può essere la pioggia che invece di cadere d<strong>all</strong>'alto<br />

verso il basso, sub<strong>is</strong>ce un capovolgimento. Quel bambino ero io, o<br />

meglio, la mia personalità maschile: Monk. Monk non si è mai<br />

considerato una vittima (come tutte le personalità costruite), ma un<br />

carnefice e Letizia era la sua anima gemella, lo specchietto per<br />

<strong>all</strong>odole. Avevano uno scopo comune, uccidere chi li derubava,<br />

uccidere gli adulti cattivi, punirli e mangiargli (f<strong>is</strong>icamente) il cuore.<br />

Si dedicavano al loro comune impegno in maniera, oserei dire,<br />

perfetta, in simbiosi. Sapevano organizzare ogni minimo dettaglio,<br />

ognuno con il proprio ruolo, ma al momento opportuno, quelle due<br />

piccole macchine da guerra, sferravano l'attacco finale, insieme. Due<br />

piccole menti unite d<strong>all</strong>'inizio <strong>all</strong>a fine, per tutta la durata<br />

dell'operazione. A loro non interessava sapere chi era l'adulto che<br />

avrebbero dovuto eliminare, perchè l'adulto di turno li usava,<br />

violentava, seviziava, li picchiava, questo bastava a farli des<strong>is</strong>tere dal<br />

non ucciderli.<br />

Pensavano:<br />

Se lo meritano. Gli adulti odiano i bambini, noi odiamo loro. Chi<br />

è più cattivo, noi o loro?.<br />

Pensavano:<br />

Noi dobbiamo difenderci dagli adulti, ci hanno dato l'occasione<br />

per farlo e lo facciamo<br />

Non erano domande dettate dai sensi di colpa, ma servivano per<br />

rafforzare e moltiplicare le energie, a motivarli ulteriormente, al fine<br />

ultimo di chiudere definitivamente una partita iniziata due giorni<br />

prima. Tempo massimo consentito per ultimare l'operazione, altrimenti<br />

b<strong>is</strong>ognava lasciare il campo libero. Nessun adulto ha mai lasciato


260<br />

l'albergo vivo.<br />

06 luglio 2008<br />

Monk scatta quando si trova tra la folla, tra tante altre persone. Sbuca<br />

<strong>all</strong>’improvv<strong>is</strong>o, come se facesse un’imboscata e vorrebbe scagliarsi<br />

contro i “nemici“, che sono gli ignari protagon<strong>is</strong>ti del mio delirio,<br />

cioè la folla. Nel mio cervello “gli altri“, chiunque non sia d<strong>all</strong>a mia<br />

parte, sono persone contro, gente da sterminare con il lancia fiamme o<br />

con il mitra. L’idea di una piazza colma di persone che prima sono<br />

vive e dopo qualche <strong>is</strong>tante giacciono a terra come marionette lo<br />

esalta. Fantastica sul come realizzarla. Fantastica sul r<strong>is</strong>ultato finale.<br />

L’importante è devastare. Odia i bambini. A questo proposito credo che<br />

Monk abbia fatto la sua apparizione in quel famoso week end con i<br />

parenti di P. Sabato mattina, la piazza gremita di gente, un sacco di<br />

bambini urlanti e anche lì ricordo di avere fantasticato e più<br />

fantasticavo più il mal di stomaco aumentava, diventavo irascibile e<br />

tutto perdeva di significato, come ad esempio dimenticarmi il motivo<br />

per cui ero lì. Mi intr<strong>is</strong>tivo sempre di più e avevo l’impressione di<br />

<strong>all</strong>ontanarmi vorticosamente dal resto del mondo e di ritrovarmi in<br />

una situazione che conosco sin troppo bene da cui cerco di scappare:<br />

la solitudine. Quindi il passaggio mentale veloce e semplice è: sono<br />

sola è colpa vostra, vi odio e uccido, così la solitudine ha senso, sono<br />

sola perché siete morti.<br />

Aggiungo: Monk è da debellare, non lo voglio con me!<br />

Tò! Mi è passato il mal di stomaco. Con la mia pessima personalità<br />

multipla entra in gioco P. Lui in qualche modo la alimenta, la nutre.<br />

Ricordo che nei primi anni con lui Monk era venuto fuori spesso in<br />

varie occasioni. A Monk piace P. perché lo tiene in vita. ... Letizia e<br />

Monk viaggiano in coppia; mi è venuto in mente guardando una<br />

coppia di cani lupo del nord Europa. Taglie forti. Ovviamente il<br />

maschio era dec<strong>is</strong>amente più imponente. Tranne i padroni, nessuno<br />

poteva avvicinarsi <strong>all</strong>a femmina, r<strong>is</strong>chiava di essere aggredito dal<br />

maschio. Una bambina era riuscita ad accarezzarla, ma quando lui<br />

se ne è accorto ha abbaiato (avvertimento) e poi si è piazzato tra la<br />

bimba e la cagna come a proteggerla e da lì non si è più schiodato!<br />

Che bello se avessi avuto due genitori così pronti a proteggermi …<br />

... Vorrei un cane .


261<br />

Mike Mike: il prototipo di "soldato perfetto", una PERICOLOSA<br />

"macchina da guerra"<br />

Diversa d<strong>all</strong>e precedenti "pesonalità", ancora dotate di una minima quota di<br />

"umanità" ed emozioni, la PERICOLOSA personalità "Mike" ricompare<br />

improvv<strong>is</strong>amente in via spontanea e soggettiva, oppure appare perché INDOTTA<br />

d<strong>all</strong>'esterno quando - come per i d<strong>is</strong>astrosi sviluppi del caso del signor F. -<br />

particolari circostanze avvicinano le possibilità di riconoscimenti e conseguenti<br />

denunce. Come Mike comunque le “personalità addestrate” sono una minaccia<br />

assoluta in quanto capaci a freddo di azioni prec<strong>is</strong><strong>is</strong>sime e <strong>is</strong>tantanee: pericolo<br />

aggravato dal fatto che non è facile riconoscerle anche perché tendono a venir<br />

considerate “positive” e proprio perché così silenziose e prec<strong>is</strong>e.<br />

E' quindi necessario in modo particolare accorgersene e stare in guardia e tenersi<br />

informati dei segnali che possono avv<strong>is</strong>are del pericolo incombente: a parte il<br />

tono di voce, l’atteggiamento - militaresco - alternativamente rigido o dinoccolato,<br />

magari la magrezza e ... i peli - ricordiamoci che si tratta di una bambina! - una<br />

parola chiave è inconfondibile, una parola che ne indica la principale residua<br />

emozione, una parola il cui significato letterale è ben al d<strong>is</strong>otto del significato che<br />

le dà Mike e di come la pronuncia: FASTIDIO.<br />

A differenza delle altre due personalità, come Letizia e Monk, Mike è<br />

ostile con me, prima di tutto, e poi con il mondo esterno. E' metodico,<br />

perfezion<strong>is</strong>ta, un piantagrane, deve essere in continuo movimento, sia<br />

f<strong>is</strong>icamente che mentalmente. Se dovessi definirlo usando una<br />

banal<strong>is</strong>sima metafora, direi che è un fiume straripato anni, anni fa.<br />

Un mastino, quando segue una traccia o la fiuta (l' odorato sensibile<br />

e l' udito fino è sicuramente suo) non la molla. E' tenace, ha un<br />

carattere forte, ma è PERICOLOSO. Incarna il prototipo di "soldato<br />

perfetto", una "macchina da guerra" fatta e finita; ma quando una<br />

personalità di questo tipo, si ritrova a dover sopravvivere nel mondo<br />

civile, un mondo che non è il suo, non è "fatto per lui", <strong>all</strong>ora ha<br />

necessità di cercare "qualcosa da fare che si avvicini <strong>all</strong>e cose che lui<br />

conosce bene". Prima fra tutte: guidare. Cercare (es. la maestra)... Ma<br />

dopo arriva la noia, già, perchè le persone che scova, dopo, dovrebbe<br />

ucciderle. Mike...<br />

Putroppo Mike è diverso d<strong>all</strong>e altre personalità, lui non è arrabbiato,<br />

né tanto meno spaventato. Ciò che è altro da lui è un possibile nemico,<br />

uno a cui fare la guerra, è completamente privo di qualsiasi voglia,<br />

ragionevolezza ed emozioni. Gli manca il "lato umano " e la dolcezza,<br />

anzi, la tenerezza. lo manda letteralmente in bestia! Lo fa esplodere,


262<br />

lo accende e inizia ad odiare chiunque gli si avvicini, non sopporta<br />

che gli si mettano le mani addosso o si cerchi di accarezzarlo, non<br />

sopporta il contatto diretto. Rifugge lo stare insieme ad altre persone,<br />

magari in una stessa stanza o in macchina, se non è lui a guidare (°).<br />

Mike ha b<strong>is</strong>ogno di avere il controllo su tutto ciò che decide di fare,<br />

appunto dal guidare, da una iniziativa "bellica", dal decidere come,<br />

quando e dove, uccidere la persona designata. Un cecchino in piena<br />

regola, uno che lavora perfettamente e con successo, quando è da solo.<br />

Ma quando si ritrova in gruppo, la sua mente riesce ad estraniarsi<br />

continuando il suo lavoro in solitudine, senza fantasticare, ma<br />

elaborando piani su piani da mettere poi in atto.Tende ad annoiarsi<br />

in fretta, ad innervosirsi ed è in questi frangenti che diventa<br />

pericolosamente feroce. Il b<strong>is</strong>ogno di "agire "è per lui fonte di sfogo, un<br />

b<strong>is</strong>ogno quasi f<strong>is</strong>iologico. A differenza delle altre due personalità,<br />

come Letizia e Monk, Mike è ostile con me, prima di tutto, e poi con il<br />

mondo esterno. E' metodico, perfezion<strong>is</strong>ta, un piantagrane, deve essere<br />

in continuo movimento, sia f<strong>is</strong>icamente che mentalmente. Se dovessi<br />

definirlo usando una banal<strong>is</strong>sima metafora, direi che è un fiume<br />

straripato anni, anni fa. Un mastino, quando segue una traccia o la<br />

fiuta (l' odorato sensibile e l' udito fino è sicuramente suo) non la<br />

molla. E' tenace, ha un carattere forte, ma è PERICOLOSO. Incarna il<br />

prototipo di "soldato perfetto", una "macchina da guerra" fatta e<br />

finita; ma quando una personalità di questo tipo, si ritrova a dover<br />

sopravvivere nel mondo civile, un mondo che non è il suo, non è "fatto<br />

per lui", <strong>all</strong>ora ha necessità di cercare "qualcosa da fare che si avvicini<br />

<strong>all</strong>e cose che lui conosce bene". Prima fra tutte: guidare. Cercare (es. la<br />

maestra)... Ma dopo arriva la noia, già, perchè le persone che scova,<br />

dopo, dovrebbe ucciderle. Tende ad annoiarsi in fretta, ad innervosirsi<br />

ed è in questi frangenti che diventa pericolosamente feroce. Il b<strong>is</strong>ogno<br />

di "agire" è per lui fonte di sfogo, un b<strong>is</strong>ogno quasi f<strong>is</strong>iologico. Il suo<br />

addestramento è cominciato <strong>all</strong>a base americana, quando avevo<br />

quasi tre anni, così come per le altre personalità. Con Mike, però, ci<br />

hanno speso più tempo, erano interessati al r<strong>is</strong>ultato finale, perchè<br />

certi che sarebbe venuto fuori un gran soldato. Sinceramente non so<br />

dire se Mike è ad oggi un buon r<strong>is</strong>ultato, posso dire però, senza ombra<br />

di dubbio che la sua personalità mi fa paura ed è ora di "debellarlo".<br />

Altra "caratter<strong>is</strong>tica" di lui è la continua sensazione di "fastidio" che<br />

gli è rimasta appiccicata dentro la pelle, non è in superficie, potrei<br />

collocarla nei polmoni, come se una volta respirata, lì si fosse fermata.<br />

D<strong>all</strong>a mail del traduttore del libro di Regina Louf dopo un incontro con K


263<br />

Torno a ribadire che K. non parla mai volentieri di Mike. E temo che lo<br />

protegga. Se accenno <strong>all</strong>a cosa, in genere gl<strong>is</strong>sa. Oggi, più per farmi<br />

contento che per altro ha detto "Mike sa fare solo quello (senza specificare<br />

cosa). Ma poi, un poco dopo: "Chiamo Mike, il supereroe!" ... Una volta<br />

in macchina, ad un certo punto si è messa a guidare come un profession<strong>is</strong>ta<br />

della formula uno, passando velocemente anche in stretti passaggi tra<br />

macchine. E mi sono piuttosto spaventato. Ho reclamato ma, sul momento,<br />

era come se la macchina attorno fosse un nemico che la ostacolava<br />

Sonderkommando<br />

Bambini di sei- sette anni dovevano compiere azioni da "necrofori" simili a<br />

quelle dei Sonderkommando dei Campi di Sterminio: un altro ri-v<strong>is</strong>suto molto<br />

intenso va a confrontarsi con "La strage del levante".<br />

Lo facciamo precedere da osservazioni immediate - 22- agosto 2008 -<br />

Scrivo senza aver ancora letto quello che ha scritto K. Mi ha chiesto<br />

di scrivere qualcosa sulla sera in cui è stata male.<br />

Parto da qualche ora prima quando, di fronte ai numeros<strong>is</strong>simi<br />

tur<strong>is</strong>ti, al parcheggio stracolmo di macchine e <strong>all</strong>’idea di entrarci ha<br />

avuto una cr<strong>is</strong>i per cui ce ne siamo andati (con mio d<strong>is</strong>piacere non<br />

tanto per non aver potuto v<strong>is</strong>itare il luogo ma perché è come se con<br />

quelle cr<strong>is</strong>i rompesse un armonia, io inizio a non sopportarla e riesce<br />

a scatenare una sorta di reazione tendenzialmente violenta anche in<br />

me e che controllo con molta fatica). Le solite cr<strong>is</strong>i già v<strong>is</strong>te quando<br />

“sente” la folla: dice che in quei momenti vorrebbe avere un mitra e<br />

sparare a tutti. Il mattino era tranquilla, sembrava serena, poi è<br />

bastata quella v<strong>is</strong>ione per scatenare qualcosa (una personalità?). Nel<br />

pomeriggio poi diceva di essersi tranquillizzata ma io avevo<br />

comunque l’impressione che non fosse sincera che stesse mascherando,<br />

la sentivo “strana”.La sera, di nuovo a cena, la cr<strong>is</strong>i si è presentata, i<br />

tavoli troppo vicini le danno fastidio, le porte aperte anche, vuole<br />

sedersi sempre vicino al muro, quella sera eravamo in mezzo <strong>all</strong>a<br />

sala. Qualche minuto (le chiedevo dei suoi e del suo periodo in via<br />

santa chiara, poi mi ha chiesto di cambiare d<strong>is</strong>corso perché aveva le<br />

lacrime, vedevo che si sforzava di non piangere) e poi sembrava di


264<br />

nuovo tranquilla. Abbiamo ordinato del vino e credo ne abbia bevuto<br />

un po’ troppo, siamo usciti e abbiamo iniziato a camminare per<br />

prendere un po’ d’aria e mi ha raccontato l’ultimo ricordo. A quel<br />

punto si è messa a piangere ma sentivo che era sincera, tant’è che<br />

vicini <strong>all</strong>’albergo per mano mi sembrava di avere una bambina di sei<br />

anni e sentivo che era lei e nessun altra, una bambina d<strong>is</strong>trutta, come<br />

se la stessi portando via da quella cella.<br />

In camera nel dormiveglia faceva gesti con le mani, come stesse<br />

contando, diceva cose che però non sono riuscito a capire tranne<br />

quando mi ha chiesto se secondo me era intelligente e poi ripetendo "io<br />

sono molte intelligente” poi se le piacevo f<strong>is</strong>icamente. Mi sembrava di<br />

nuovo fuori di sé: ero abbastanza preoccupato perché avevo di nuovo<br />

l’impressione che potesse ripartire una cr<strong>is</strong>i violenta da un momento<br />

<strong>all</strong>’altro, avevo paura di non saper gestire la situazione. Dopo un po’,<br />

rassicurata sul fatto che le stessi vicino, si è addormentata. Questa, un<br />

po’ sinteticamente, la cronaca v<strong>is</strong>ta e sentita da fuori.<br />

Nell'esposizione è da notare un particolare caratter<strong>is</strong>tico dei tentativi di<br />

conservare un elemento di coscienza e razionalità: il "contare".<br />

Nel r<strong>is</strong>torante ad un certo punto mi sono sentita piccola e<br />

guardandomi intorno scorgevo i v<strong>is</strong>i sorridenti degli altri<br />

commensali e sembravano contenti, a loro agio ed io diventavo<br />

sempre più piccola ed impacciata e fuori posto. Pensavo:<br />

- sono tutti normali, io cosa c’entro?<br />

- Io sono un mostro e non valgo nulla.<br />

Il bello è che tutto stava capitando in modo del tutto sano, sì, perché<br />

non c’era invidia nei confronti degli ignari presenti, io stavo<br />

pensando e provando le stesse cose di quando avevo sei anni e nello<br />

stesso modo, il mio, presente, lucida e senza scappatoie (fantasie). Ero<br />

cosciente di stare male anche se ad un certo punto ho chiesto a V. di<br />

cambiare d<strong>is</strong>corso altrimenti avrei inondato il r<strong>is</strong>torante a furia di<br />

lacrime … uscivano copiose, erano inarrestabili. Abbiamo ordinato<br />

una bottiglia di vino. Usciti dal locale ero alticcia ma presente,<br />

sentivo di essere io ma dec<strong>is</strong>amente più piccola, avevo sei anni ed ero<br />

immensamente tr<strong>is</strong>te come non ricordavo. Avevo le gambe che mi<br />

dolevano, faticavo a stare in piedi e camminare.<br />

Inizio a parlare e racconto al mio prode cavaliere della settimana<br />

da incubo che avevo v<strong>is</strong>suto.<br />

- Qualche mese dopo avere iniziato la prima elementare, un signore


265<br />

ben vestito mi aspettava <strong>all</strong>’uscita della scuola per accompagnarmi a<br />

casa. Salgo su una macchina grande e scura e dietro c’era un<br />

signore, ben vestito, mentre il primo si siede davanti al posto di<br />

guida. Non ricordo il viaggio, quando mi sveglio sono dentro una<br />

piccol<strong>is</strong>sima stanza, c’è una branda, un sottile materasso ed un<br />

lenzuolo bianco lo copre. In un angolo c’è un buco con un coperchio<br />

di legno e vicino un rotolo di carta igienica. Non ci sono finestre. La<br />

porta che mi tiene <strong>all</strong>’interno è di met<strong>all</strong>o. Nel centro della stanza<br />

penzola una lampadina che rimane sempre accesa, tranne una<br />

volta, un signore l’ha cambiata immediatamente. Dopo molto tempo<br />

sento dei passi, la porta si apre ed una persona mi lascia per terra un<br />

bicchiere di latte tiepido e un pezzo di pane. Il primo giorno era<br />

passato così. Nessuno mi aveva detto nulla, non mi avevano spiegato<br />

perché ero lì, pensavo di essere in prigione perché avevo fatto qualcosa<br />

di sbagliato, eppure a scuola andavo bene, non litigavo con nessuno,<br />

a casa andava bene, con gli zii anche. IL secondo giorno non so a<br />

che ora, sono entrati tre uomini adulti tra i venticinque ed i trenta<br />

anni e mi hanno violentata, così, senza motivo. Per tutto il tempo<br />

non hanno parlato, ne tra di loro ne con me. Mi hanno violentata a<br />

più riprese, cioè, mi violentavano per tanto tempo e se ne andavano,<br />

poi ritornavano, facevano e se ne andavano, così per cinque volte ad<br />

interv<strong>all</strong>i regolari. Lo so perché lì non c’era niente da fare e contavo,<br />

stavo molto male ma contavo. Poi è arrivato il latte ed il pane, ho<br />

bevuto il latte ma il pane non riuscivo a masticarlo mi facevano male<br />

le gambe, la pancia, le braccia e avevo delle macchie rosse, rosse<br />

<strong>all</strong>’interno delle cosce, sul sedere, intorno al collo, sulle braccia, sui<br />

polsi e intorno <strong>all</strong>e punte marroni che ho sul petto. Sono stanca,<br />

vorrei chiudere gli occhi ma ho paura che entrino <strong>all</strong>’improvv<strong>is</strong>o per<br />

farmi del male, mi mancano i miei genitori e la scuola e non posso<br />

scappare. Crollo in singhiozzi. Il terzo giorno sono vigile, mi siedo<br />

vicino <strong>all</strong>a porta e ascolto per tanto tempo, ogni tanto sento dei passi,<br />

qualcuno sta per aprire la porta ma poi va via succede venticinque<br />

volte e poi il latte con il pane. Le macchie rosse hanno cambiato<br />

colore. Il quarto giorno due persone adulte, maschi entrano nella<br />

cella e mi picchiano, mi danno calci e pugni e fanno attenzione a<br />

non colpirmi la faccia e il busto. Mi picchiano tanto e forte come se ce<br />

l’avessero con me. Il quinto giorno succede come nel terzo. Mi sento<br />

male, ho pensieri brutti e ogni piccolo rumore mi fa saltare, passo il<br />

tempo raggomitolata in un angolo coperta dal lenzuolo, mi dondolo<br />

e sono spaventata, piango e mi dondolo. Piango senza fare rumore,<br />

scendono solo le lacrime e conto le dita delle mani e dei piedi. Il sesto


266<br />

giorno due signori mi fanno una iniezione sulla gamba e i pensieri<br />

brutti vanno via, mi sento tutta leggera e non ho più male al corpo,<br />

sento anche che mi stanno accarezzando lì dove ci sono le macchie e<br />

infilano le dita poi mi abbracciano e mi baciano tutto il corpo e mi<br />

leccano e poi mi tirano i capelli e mi danno gli schiaffi sul sedere ma<br />

io non riesco a reagire ne a sentire tanto male. Mi sento una<br />

bambola, sono una bambola. Mi dicono che sono una bambina brava<br />

e molto intelligente e che ho superato “la prova “ … Non ricordo in<br />

quali condizioni mi hanno riportata a casa, ma dopo quella<br />

esperienza io sono cambiata, tutto quello che vedevo era cattivo e<br />

pensavo che anche agli altri bambini, i miei compagni di scuola o<br />

quelli che incontravo in giro, era capitata la stessa cosa, ma non<br />

riuscivo a spiegarmi come mai loro sembravano felici, mentre io<br />

avevo sempre pensieri brutti, persone morte o ricoperte di sangue. Loro<br />

quindi erano più intelligenti di me se riuscivano a divertirsi e<br />

studiare nonostante quello che gli era capitato.<br />

Per me tutto era diverso, io ero diventata “l’angelo della morte “:<br />

promossa a pieni voti!!!E a far seguito <strong>all</strong>e precedenti cr<strong>is</strong>i e recuperi -<br />

descritti e consapevoli - ecco quanto EMERGE il 23 agosto 2008:<br />

Simbolicamente rappresenta (per me) un muro di gomma che mi<br />

respinge, mi rifiuta. Il rifiuto delle cosiddette “persone normali“ è<br />

fonte di d<strong>is</strong>agio e di grossa arrabbiatura, tanto da desiderare un<br />

mitra per falciarle in una volta sola: la folla. Dopo la settimana<br />

passata in cella ho notato che i miei compagni mi trattano<br />

diversamente come se non mi riconoscessero ed io non riconoscessi<br />

loro. Il mio comportamento è cambiato, sono più silenziosa e molte<br />

cose che prima mi interessavano mi annoiano, come ad esempio la<br />

matematica. Quando sono in classe e la maestra spiega le lettere io<br />

sto attenta per un po’, poi appoggio il mento sul palmo della mano<br />

destra e inizia il buio, ho gli occhi aperti ma sono cieca. Quando il<br />

buio spar<strong>is</strong>ce, la mia maestra è già molto avanti con la lezione ed io<br />

mi agito perché non so come fare per recuperare quello che ha<br />

spiegato. Sono sempre agitata, ho sempre paura che mi portino via per<br />

sempre in un posto lontano e buio. I miei compagni ridono ed io non<br />

cap<strong>is</strong>co il perché … Non cap<strong>is</strong>co perché la mia scuola è diventata<br />

cattiva, anche i miei compagni e la maestra e i miei genitori, i miei<br />

zii, la gente che vedo per strada … loro sanno ma fanno finta di no.<br />

Quando mi guardano in faccia io tiro giù la testa, mi vergogno<br />

molto perché non sono più come loro e non devono accorgersi. Io<br />

ormai sono diventata una farf<strong>all</strong>a che diventerà un angelo nero. Io<br />

guardo i miei genitori e sono diversi da prima, hanno le facce cattive


267<br />

e non mi vogliono bene. Mio fratello F. mi odia perché papà prende le<br />

mie difese. Io non posso parlare con nessuno della settimana di prova<br />

anche se ne avrei molta voglia. Ogni tanto ho male <strong>all</strong>a pancia e<br />

<strong>all</strong>e gambe, <strong>all</strong>ora se posso mi siedo altrimenti mi appoggio dove<br />

capita. A volte ho voglia di scappare ma non so dove andare, a volte<br />

ho voglia di morire, a volte ho voglia di urlare ma se poi mi chiedono<br />

perché io non so spiegarmi, così penso di farlo e basta. A volte quando<br />

sono nella piazza con mia zia penso che sono sola, anche quando<br />

sono in classe penso che sono sola e anche a casa. Sono sempre da sola<br />

e la testa si riempie di pensieri, di domande e immagini brutte che mi<br />

fanno stare male e <strong>all</strong>ora sento il cuore che va veloce, veloce, arriva<br />

sino <strong>all</strong>a gola e devo sospirare forte tante volte perché la smetta. Mi<br />

viene un gran caldo e divento stanca subito, voglio dormire sempre.<br />

Una descrizione agghiacciante: i "Film pornografici"<br />

A queste descrizioni già abbastanza conturbanti, segue una prec<strong>is</strong>a descrizione<br />

di set cinematografici e contenuti di filmati pornografici con torture sessuali - e<br />

violenze di ogni genere fino <strong>all</strong>'ucc<strong>is</strong>ione - di bambini. Le date vengono<br />

presentate con i caratteri della scrittura a mano quando sono state segnalate d<strong>all</strong>a<br />

protagon<strong>is</strong>a stessa come significative - di cr<strong>is</strong>i in corso ad esempio - e non solo<br />

indicative di emersione di ricordi.<br />

08 ottobre 2008 Ore 11.45<br />

Dovrei fare la spesa, ma stamattina di uscire proprio non mi va. Sono<br />

assonnata e lenta nei movimenti e vorrei piangere a dirotto, ma il<br />

colore rosso me lo imped<strong>is</strong>ce. Ci sono volte che rifiuto i consigli, come<br />

ad esempio: “non si f<strong>is</strong>si sulle cose“ … Eppure quelle f<strong>is</strong>sazioni<br />

nascondono segreti, il rosso è un coperchio che deve essere sollevato,<br />

non posso aspettare, altrimenti avrò sempre timore. Mentre ero sul<br />

terrazzino con la gatta, il ricordo di una stanza rossa è affiorata<br />

nella mente, poi una gi<strong>all</strong>a, poi una verdee man mano che ricordavo<br />

sentivo il corpo pesante, le gambe gonfie e la solitudine insieme <strong>all</strong>a<br />

d<strong>is</strong>perazione prendevano posto, ma di piangere nulla. La stanza<br />

rossa … forse non era rossa, ma nella mia mente quella particolare<br />

stanza era a tutti gli effetti di quel colore. Veniva usata per fare<br />

filmini pornografici, per violentarci, per picchiarci, per uccidere<br />

riprendendo il fatto. Da quella stanza molti di noi bambini ne sono<br />

usciti cadaveri. Rossa per il sangue, un obitorio infantile,


268<br />

l’anticamera della morte. Ricordo di avere vomitato parecchie volte,<br />

anche verde, avevo delle cr<strong>is</strong>i di pianto e urlavo, mi dondolavo e<br />

contavo gli anni che avevo <strong>all</strong>’ora ad alta voce: uno, due. tre,<br />

quattro, cinque, sei, sette. e ricominciavo sino a quando con una<br />

iniezione crollavo sul pavimento tramortita, ma abbastanza<br />

cosciente per rendermi conto che mentre mi stavano violentando in<br />

tre (ragazzi tra i 16 ed i 18 anni) e filmando (un uomo sui 45<br />

anni), a pochi passi da noi c’era un bambino piccolo di 5 anni, aveva<br />

un cerotto grande e grigio che gli impediva di urlare, stava<br />

piangendo e tremava tutto. Aveva i capelli chiari, forse biondi, corti e<br />

mossi ed era nudo. Sentivo il suo respiro affannoso, lo avevano messo<br />

pancia in giù e la corda gli passava tutta intorno al corpo, partiva<br />

dal collo e poi le braccia, la vita, le caviglie ed i polsi e quando il<br />

bimbo cercava di divincolarsi la corda gli stringeva forte il collo e la<br />

faccia diventava tutta rossa. Poi è arrivato un adulto abbastanza<br />

giovane con gli occhi da pazzo e gli ha aperto le gambe ed infilato<br />

una cosa marrone, lunga, ricoperta di p<strong>all</strong>ini in rilievo. Ho v<strong>is</strong>to il<br />

sangue schizzare, la corda gli stringeva il collo ed il v<strong>is</strong>o aveva un<br />

colore viola scuro, poi il corpo del bambino si è afflosciato e vicino<br />

c’era tanto sangue e qualcuno stava filmando. Non sentivo più il suo<br />

respiro. Prima di portare via il corpo del bambino si fumarono una<br />

sigaretta. A me dopo la violenza mi presero a sberle, tante su tutto il<br />

corpo, partendo dal v<strong>is</strong>o. In un’altra parte della stanza c’era anche<br />

una bambina di 8- 9 anni nuda anche lei, la stavano preparando<br />

per filmarla ma aveva sul v<strong>is</strong>o e sul corpo delle macchie rosse e le<br />

usciva sangue da sotto. Sembrava una bambola, non reagiva,<br />

l’avevano s<strong>is</strong>temata contro il muro, seduta, ma lei crollava da un<br />

lato, <strong>all</strong>ora entra un signore con il camice bianco, le prende la mano<br />

e poi dice: è andata (in francese). Il sangue non veniva tolto, piaceva<br />

molto a loro, più ce n’era e più diventavano cattivi.<br />

11 ottobre 2008<br />

Nel collegio di Nizza c’era un'atmosferac’è di tutto, un turbinio da<br />

mal di testa e nausea. La prima cosa che mi viene in mente ora è<br />

l’assoluto d<strong>is</strong>tacco che vivevo tra il mio corpo e la mente. Lasciavo che<br />

al mio corpo facessero quello che volevano (tanto non c’era via di<br />

fuga), la mente invece era viva, sentivo che era mia <strong>all</strong>eata, mentre<br />

tutto il resto andava per i fatti suoi. Come ad e particolare,


269<br />

sfumature, sensazioni, era un luogo creato ad arte per i bambini,<br />

studiato nei minimi particolari, dai colori, ai giocattoli, ai piccoli<br />

tavolini accompagnati da piccole sedie e pennarelli, carta, matite<br />

colorate, lavagnette e gessetti di varie dimensioni e colori. Nell’aula –<br />

asilo l’atmosfera era rilassante, potevamo giocare anche insieme ad<br />

altri bambini, ma senza poterci scambiare informazioni su di noi,<br />

esempio: “come ti chiami, quanti anni hai, dove abiti … ?“.<br />

La stanza era di colore blu molto chiaro, almeno per me, ma<br />

probabilmente le pareti erano bianche. Verde invece il refettorio, era<br />

un luogo abbastanza rilassante, sapevamo che per almeno una<br />

mezz’ora abbondante, nessuno sarebbe arrivato per farci fare cose<br />

strane. La stanza che più di tutte mi terrorizzava era la rossa, la<br />

stanza della morte. Poteva succederti di tutto, anche di morire. Ho<br />

v<strong>is</strong>to due bambini morire, c’erano poch<strong>is</strong>simi maschietti e li hanno<br />

ucc<strong>is</strong>i. Il collegio era per bambine, così ci dicevano, ma alcuni erano<br />

bambini travestiti da bambine. Nella stanza rossa gli adulti erano<br />

molto cattivi, gridavano sempre, dicevano parolacce e a volte<br />

avevano la bava <strong>all</strong>a bocca quando erano particolarmente contenti<br />

nel fare del male <strong>all</strong>e bambine e gli occhi erano sbarrati e la faccia<br />

rossa. Erano sempre agitati, b<strong>is</strong>ognava fare attenzione a non<br />

provocarli, sembrava a volte che volessero mangiarci talmente ci<br />

odiavano. Ci odiavano! Ci violentavano in mille modi, ci<br />

torturavano e filmavano. Usavano bastoni lunghi, piccoli e larghi e<br />

qualcuno di essi aveva delle sporgenze, poi usavano oggetti di<br />

gomma rosa, duri, lunghi e larghi, poi mollette per il bucato, spara<br />

chiodi, fruste di tanti tipi, cappucci che mettevano sul pene con i<br />

d<strong>is</strong>egni della Walt D<strong>is</strong>ney come topolino, la strega di Biancaneve,<br />

altri… li usavano solo gli adulti. Gli adulti quando dovevano essere<br />

ripresi nascondevano il v<strong>is</strong>o o con una maschera oppure non si<br />

facevano riprendere. Ci trattavano come fossimo delle bambole, ci<br />

lavavano, ci vestivano, svestivano e ci muovevano. Il più delle volte<br />

eravamo nudi e capitava che dovessimo fare delle cose a due, a tre e<br />

in gruppo, ma ci dicevano loro come metterci e cosa fare, poi si<br />

cambiava posizione, era una situazione pesante, non dovevamo<br />

piangere, ma sorridere e fare solo quello che ci veniva richiesto<br />

altrimenti si arrabbiavano. Molti di noi vomitavano, <strong>all</strong>ora ci<br />

picchiavano tutti e gli altri bambini ci odiavano. L’atmosfera era<br />

nera, molto nera e senza possibilità di salvarsi, io pensavo che in quel


270<br />

collegio sarei morta, l’ho desiderato per la verità … Ero convinta che<br />

in un modo o nell’altro mi avrebbero eliminata.<br />

Per quanto riguarda le emozioni … sono in continuo movimento e<br />

fanno male, non riesco a descriverle, sempio la vagina, anche se<br />

provavo schifo, lei era eccitata.<br />

Mi vergognavo tant<strong>is</strong>simo. Non ci cap<strong>is</strong>co niente !!!<br />

Facciamo precedere il testo scritto d<strong>all</strong>a protagon<strong>is</strong>ta da osservazioni<br />

immediate di un amico/testimone - "cronaca v<strong>is</strong>ta e sentita da fuori"<br />

- che valorizza la testimonianza diretta, così spiegandola:<br />

E' da tempo che non la vedevo star male così. Ieri, ma non so darne<br />

significato, ci stavamo parlando attraverso il vetro della finestra, io<br />

dentro, lei fuori a fumare: ad un certo punto non mi ricordo per<br />

quale motivo si è messa a ridere scoprendo molto i denti e per un<br />

attimo ho v<strong>is</strong>to il suo teschio, il suo cranio che rideva di una r<strong>is</strong>ata<br />

macabra e d<strong>is</strong>perata come in una metamorfosi, uno zombie, in cui la<br />

carne si d<strong>is</strong>solve lentamente lasciando solo ossa e nulla più. Se può<br />

valere come testimonianza...<br />

Questa lucida relazione - che è stata per giorno per giorno<br />

completata a voce nelle sue valenze emotive, va confrontata e<br />

avvalorata non solo da La strage del Levante di cui sopra, ma d<strong>all</strong>e<br />

numerose e prec<strong>is</strong>e descrizioni - non ancora pubblicate - che, nei riv<strong>is</strong>suti<br />

divenuti coscienti di altri sopravv<strong>is</strong>suti, ricostru<strong>is</strong>cono feroci<br />

orgiastiche stragi: perfettamente analoghe anche se avvenute in date<br />

diverse e in localizzazioni geografiche differenti.<br />

31 dicembre 2008.<br />

Ricordo:<br />

Sono lì, sulla nave, grande, in mezzo al mare. Sono lì ed ho sette<br />

anni. Mi trovo <strong>all</strong>’interno di una cuccetta da quattro posti letto ed<br />

uno stretto corridoio breve divide i due letti a castello” Siamo cinque<br />

bambini, tre maschi e due femmine, i maschi sono seduti di fronte a<br />

noi che stiamo d<strong>all</strong>’altra parte del corridoio sedute sul letto più<br />

basso. Ci guardiamo in silenzio, respiriamo lentamente, immobili e<br />

con i v<strong>is</strong>i scuri, preoccupati. Nella cuccetta c’è un piccolo bagno,<br />

vicino al lavandino un asciugamano bianco pende da un gancetto.<br />

La saponetta usata è posta da un lato del lavabo. Accanto <strong>all</strong>a tazza,<br />

un rotolo di carta igienica appena iniziato. La poca luce entra<br />

d<strong>all</strong>’oblò situato al centro del piccolo locale e c’è un’atmosfera di<br />

attesa. Ho paura. Conto il numero delle lenzuola (10), conto il


271<br />

numero dei cuscini (4), conto le federe (4), conto quante mani ci<br />

sono qui (10), le dita delle mani (50) e dei piedi (50) e poi i pollici<br />

(10) e gli <strong>all</strong>uci (10) … 2 maschietti hanno i capelli biondi, ma non<br />

dello stesso colore, né tipo, tutti e due hanno gli occhi chiari, uno<br />

grigi, l’altro azzurri. Il terzo maschietto ha i capelli castano chiari<br />

con occhi scuri, la bambina accanto a me ha i capelli medio lunghi<br />

con la frangetta, il colore è lo stesso dei miei capelli, castano scuro,<br />

gli occhi della mia vicina sono castani. Siamo sedute accanto senza<br />

sfiorarci e con la mente siamo lontane anni luce, come del resto<br />

anche i tre maschietti. Ci troviamo nella stessa stanza, ma non<br />

sappiamo perché - Non ci conosciamo.<br />

All’esterno la porta è sorvegliata da un adulto. Aspettiamo un sacco<br />

di tempo. Ad un certo punto un ragazzo sui venticinque anni entra<br />

reggendo in mano un vassoio con sopra cinque bicchieri di latte<br />

bianco caldo e cinque pagnotte dolci tiepide. D<strong>is</strong>tribu<strong>is</strong>ce il cibo, ma<br />

aspetta nella stanza con noi, aspetta che ognuno fin<strong>is</strong>ca di mangiare<br />

per portare via i bicchieri vuoti, cinque bicchieri vuoti. Ricomincio a<br />

contare: ci sono 10 paia di scarpe, 10 occhi, 5 bocche. 5 nasi, 10<br />

orecchie, 5 colli, 10 ginocchia, 1 oblò, il mare, tanti pesci, tante onde,<br />

tante gocce. Ho 7 anni, ho sette anni, ho sette anni, mi chiamo XX, mi<br />

chiamo XX, non devo dimenticarmelo,<br />

“ricordati “, mi dico mentalmente,<br />

"cerca di non morire, cerchiamo di non morire”.<br />

Aspettiamo da così tanto tempo che i nostri corpi, seppur stanchi, non<br />

riescono a rilassarsi, neppure gli occhi riescono a chiudersi, siamo<br />

vigili, siamo le sentinelle del mare. Ad un certo punto, il ragazzo<br />

giovane si ripresenta, ha in mano cinque paia di stivaletti gi<strong>all</strong>i e ci<br />

intima di indossarli”. Usciamo con lui d<strong>all</strong>a cuccetta, corridoi<br />

lunghi e stretti, porticine che si aprono di met<strong>all</strong>o pesante, giriamo a<br />

destra, poi a sin<strong>is</strong>tra, saliamo, <strong>all</strong>a fine ci ritroviamo <strong>all</strong>’aria aperta,<br />

c’è vento. La nave è scura e bagnata. Da un punto imprec<strong>is</strong>ato di essa,<br />

d<strong>all</strong>o stomaco, appaiono un gruppetto di bambini, alcuni sono più<br />

piccoli di noi (vanno dai 2 agli 8 anni), una decina, forse dodici..<br />

Alcuni adulti appostati <strong>all</strong>e loro sp<strong>all</strong>e sparano dei colpi di p<strong>is</strong>tola,<br />

altri invece sparano degli arpioni piccol<strong>is</strong>simi che si conficcano nella<br />

carne e poi l’adulto che ha sparato inizia a gridare:<br />

- L’ho preso, è mio!<br />

In pochi secondi succede una carneficina, il sangue schizza ovunque,


272<br />

braccia, gambe, intestini, teste, vengono fatti a pezzi con rabbia,<br />

odio e prec<strong>is</strong>ione”. Il nostro compito ( i 5 ) è quello di prendere ogni<br />

resto umano e gettarlo in mare dove alcuni pesci aspettavano di<br />

banchettare”. Poi un altro gruppetto di dieci dodici bambini usciva<br />

d<strong>all</strong>o stomaco della nave e anche loro venivano sterminati senza<br />

pietà e senza fretta”. Ore ed ore passate ad ass<strong>is</strong>tere <strong>all</strong>o sterminio di<br />

bambini indifesi, nudi, sanguinanti e pieni di lividi ovunque”.<br />

Ass<strong>is</strong>tere senza avere la possibilità alcuna di intervenire, di<br />

scappare”. Inizio a contare: cinque teste, trenta teste, ottanta teste,<br />

novantacinque teste, centodieci teste, cento venti teste, cento<br />

quaranta teste, duecento teste … Mi ripeto mentalmente: - avevo<br />

ragione, gli adulti hanno il loro mondo e noi il nostro, ma noi siamo<br />

più deboli, non riusciremo mai a sconfiggerli, saremo sempre<br />

svantaggiati.<br />

I9-13 febbraio 2009: i ricordi si vanno prec<strong>is</strong>ando man mano, e la vita<br />

quotidiana e i rapporti personali diventano sempre più gradevolmente NORMALI<br />

: ma intanto compare ed emerge anche una successiva più adulta versione della<br />

"personalità seduttiva" una Letizia consapevole seduttrice e però a grave r<strong>is</strong>chio<br />

di suicidio.<br />

Ecco: d<strong>all</strong>a testimonianza di un amico - il traduttore del libro di Regina Louf:<br />

Mi spieghi perché cerchi di farmi saltare la mosca al naso? Preferirei<br />

parlare di cose serie, tipo come stai e come è andata a Nizza. So che non<br />

stai bene.Come se si fosse r<strong>is</strong>vegliata (la personalità una volta riconosciuta è<br />

rientrata come una lucertola nella crepa di un muro?) ho trovato che<br />

diventasse tr<strong>is</strong>te, molto tr<strong>is</strong>te di colpo. Tornata in sé mi ha detto che non<br />

sapeva perché lo faceva, che era vero non stava bene, che ha pensieri di<br />

morte (devono averla addestrata, tra le altre possibilità, a pensare di<br />

gettarsi da un palazzo di 10 piani. 10 piani, non 5 o 7). Abbiamo parlato<br />

del fatto che i pericoli possono arrivare da fuori - come già mi diceva - ma<br />

quel giorno ha ammesso il fatto che un altro pericolo arrivava dal dentro.<br />

Già lo sapeva - l'ho letto dal sito - io lo sospettavo da un po' (si ricorda<br />

la mail sulla personalità?), ma se non altro ne abbiamo parlato


273<br />

chiaramente. Vorrei ora accennare alcune cose di me, in riferimento - se non<br />

ho capito male - ad eventuali ripercussioni emotive su di me. Da quando<br />

conosco K, da quando conosco alcuni suoi ricordi e raccolgo alcune sue<br />

confidenze, paure, stress, etc. sento che in me una nuova forza prende il<br />

posto della tr<strong>is</strong>tezza, della paura, o quel che si vuole. E questa è molto più<br />

evidente r<strong>is</strong>petto <strong>all</strong>a traduzione del testo di Regina. E' come se mi sent<strong>is</strong>si<br />

un chirurgo o - più semplicemente, perché da me non dipende una vita - un<br />

tiratore d'arco, per esempio, uno sportivo. Resto concentrato. Ascolto.<br />

Dentro di me so in modo chiaro ed evidente che ho tempo anni, decenni per<br />

elaborare emotivamente quanto raccolgo, quanto apprendo; ma che oggi, una<br />

titubanza può d<strong>is</strong>turbare e forse può persino far commettere imprudenze.<br />

Ripeto: non lo faccio apposta. Vado così, in modo naturale. Poi ci sono<br />

giorni, in cui sono un po' più debole, un po' più appesantito.<br />

(*) Dopo queste considerazioni - al testo autografo va fatto precedere - ad opera di<br />

un altro partecipe amico - una nota riguardante un ep<strong>is</strong>odio del 1995: un<br />

tentativo - bloccato a forza da un terzo amico - di gettarsi dagli scogli del mare di<br />

Normandia:<br />

Ho un forte desiderio di morte. Fort<strong>is</strong>simo, sconvolgente e ossessivo. Come se<br />

dovessi fare qualcosa per provocarla e sapessi (perchè insegnata) anche<br />

come! Non c'è paura, ma una lucida coscienza e volontà. Voglia di<br />

autod<strong>is</strong>truzione ed è una lotta estenuante, perchè ho tutti i miei cervelli<br />

coalizzati contro di me, così la volontà, nel tentativo di non soccombere,<br />

diventa finta tranquillità, quasi apatia... Le energie spar<strong>is</strong>cono ed è come<br />

se nelle vene non scorresse più sangue e la mente, pesante come un<br />

armadio a otto ante di legno massiccio, faticasse ad elaborare qual<br />

sivoglia pensiero. E' frustrante e snervante. A volte penso di non essere in<br />

grado di contrastarla, insomma, sento di essere nei guai. Sono nei guai,<br />

non so come ne uscirò, v<strong>is</strong>to che il pericolo è <strong>all</strong>'interno (personalità) e può<br />

arrivare d<strong>all</strong>'esterno.<br />

La sensazione che ho è quella di un cerchio che sta per chiudersi. Nel week<br />

end sono andata a Nizza, non ho cercato nulla che potesse ricordarmi la<br />

terrificante vicenda della nave, avrei voluto, ma sentivo che il momento<br />

era sbagliato, avevo paura che potesse accadermi qualcosa... Sono stata


274<br />

vigliacca! Comunque ho avuto delle botte di ansia, il cuore che pulsava a<br />

mille! Mi sono aiutata con la respirazione, ci ho messo un pò perchè<br />

ritornasse a battere in modo normale. Con questi presupposti a me viene<br />

voglia di prendermi una pausa ... e nel frattempo r<strong>is</strong>tabilirmi mentalmente<br />

perchè sono completamente incapace di formulare un ben che minimo<br />

pensiero. Sono in totale confusione, come se tutto ciò che mi circonda<br />

avesse perso peso e profondità ... leggero, informe. Mi turba molt<strong>is</strong>simo la<br />

mia apatia, vorrei stare da sola, al buio per almeno due giorni e lasciare<br />

la mente libera, viaggiare dove gli pare senza schemat<strong>is</strong>mi, senza catene .<br />

Ho b<strong>is</strong>ogno di stare da sola!!! Probabilmente sto scrivendo e pensando un<br />

sacco di stupidaggini, la cr<strong>is</strong>i non vuole passare e poi, mi piacerebbe capire<br />

il mio malessere da dove arriva ...? Sono davvero imbecille !!! Ad esempio<br />

ho sentito l'energia andarmi via e la testa è pesante. Mi sento una merda<br />

fatta e finita, il più delle volte mi faccio schifo , vorrei uccidermi e vedere<br />

il mio corpo frantumarsi sull'asfalto (*) ... ne sento la necessità, la cosa<br />

incredibile è sapere quello che proverei nello schiantarmi al suolo...<br />

I volti dei bambini mi accompagnerebbero. Come dicevo ad A., sento il<br />

b<strong>is</strong>ogno di cercare un palazzo di dieci piani e lasciarmi andare nel<br />

vuoto - al momento giusto - mi mancheranno le forze, scivolerò in un<br />

limbo di sogni e non mi accorgerei di niente. Così deve succedere, così è<br />

sempre accaduto. La testa continua ad essere pesante ed il corpo leggero.<br />

Stasera non es<strong>is</strong>to, sono un ologramma, un ectoplasma ,un fantasma.<br />

Stasera avrei dovuto cercare il palazzo ... credo sia proprio il palazzo ...<br />

ch<strong>is</strong>sà poi cosa significa ...? Sono stanca morta (scusi la battuta). Grazie e<br />

non mi sgridi<br />

Fine febbraio 2009 : gatto e topo?<br />

Mi sono ricordata del sogno di stanotte.<br />

Sogno: sono sul bus (non so perchè, ne dove sto andando), ci sono due<br />

ragazzi tra i venticinque ed i trent'anni. Hanno degli zaini scuri<br />

che aprono <strong>all</strong>'interno del mezzo di trasporto e dentro le sacche vi<br />

sono dei gatti neri. Hanno sulla testa una macchia rossa rossa, sangue.<br />

Decidono di finirli sul bus. I gatti sono tanti e tutti neri, li guardo<br />

e spero che tra essi non vi sia il mio gatto. Miagolano poch<strong>is</strong>simo,<br />

non voglio sentire i loro lamenti, così mi auguro che mentre vengono<br />

ucc<strong>is</strong>i, stiano zitti.<br />

Non voglio ricordare le loro urla strazianti, mentre i corpi vengono<br />

fatti a pezzi, deturpati. Sto male, la mente non riesce a pensare, il


275<br />

corpo è rigido, vorrei solo andare via, scappare da quell'odore di<br />

morte, da quel luogo d'inferno, non voglio vedere quegli sguardi<br />

terrorizzati, non voglio ricordarmi delle loro voci, non voglio<br />

ricordarmi che anche in questa ennesima tragedia ho perso<br />

l'occasione di aiutare chi era in pericolo di vita.<br />

Non voglio ricordare di essere stata ... Non voglio ricordare di avere<br />

partecipato, anche solo per rimuovere i resti dei corpi, a quella<br />

ennesima tragedia di sangue.<br />

Il mondo è rosso, la mia vita è rossa, anche <strong>all</strong>'epoca vedevo<br />

rosso rosso. Non voglio ricordare di essere stata vigliacca, di avere pensato<br />

a me. Io avevo pensato <strong>all</strong>a mia vita e volevo di nuovo morire. Ogni<br />

volta era come morire, io ero uno zombie, un morto che cammina,<br />

senza emozioni, senza rimorsi, senza ricordi, senza linfa vitale.<br />

Uccidete anche me e facciamola finita! Prendete anche me! Nessuno<br />

voleva uccidermi... in fondo, tenerci in vita è una bella tortura, non<br />

trova? Cattiveria gratuita anche questa.<br />

I gatti non piangevano, non si lamentavano, erano svenuti. Li hanno<br />

massacrati tutti. Tutti i gatti. Pensavo che ai gatti una cosa del<br />

genere non sarebbe mai potuta accadere, invece...<br />

Tutto è di nuovo capovolto, rovesciato, non es<strong>is</strong>te più un diritto ed un<br />

rovescio, tutto può capitare, le regole in verità non es<strong>is</strong>tono.<br />

L'immunità per i gatti non è mai davvero es<strong>is</strong>tita es<strong>is</strong>tita, anche noi<br />

possiamo essere ucc<strong>is</strong>i per venire scambiati da altri gatti che a loro<br />

volta, quando non serviranno più, verranno eliminati o si<br />

elimineranno a vicenda e chi sopravvive, vive... Ma come? Andrà fuori<br />

di testa, lo sperano, te lo augurano e se lo augurano.<br />

Andate affanculo, brutti stronzi!!!!!!<br />

O meglio, <strong>all</strong>' epoca dei fatti, ad un certo momento, quando credevo<br />

che ai così detti. gatti non sarebbe mai capitato nulla che potesse<br />

eliminarli d<strong>all</strong>a faccia della terra, ecco che capita l' esatto opposto. I<br />

gatti vengono eliminati, con ferocia, premeditazione. Il mio "mondo"<br />

perfetto (si fa per dire) viene stravolto dal 'illogicità e soprattutto<br />

svan<strong>is</strong>ce la possibilità di poter salvare gli altri altri. Fino ad <strong>all</strong>ora,<br />

vivevo nella speranza di non essere ucc<strong>is</strong>a (immunità) e di poter essere<br />

d' aiuto agli altri bambini. Ma la carneficina dei gatti ha<br />

completamente cancellato ogni futura azione, fare qualcosa era<br />

diventato pericoloso. Credo di essermi smarrita <strong>all</strong>ora, di essere<br />

andata in mille pezzi, mentalmente ho fatto un lavoro di<br />

ricomposizione <strong>all</strong>a belle e meglio meglio, per non impazzire, ho dovuto<br />

r<strong>is</strong>tabilire le priorità, e diventare ancora più diffidente, più taciturna.<br />

La prima regola era diffidare degli adulti.


276<br />

La seconda non fare la spia, costi quel che costi (nei confronti<br />

degli altri bambini),<br />

la a terza non morire morire.<br />

La quarta se posso aiuto.<br />

La quinta l' adulto è un nemico e va eliminato.<br />

Questa regola era per me giusta, ed in realtà andrebbe messa al primo<br />

posto, esattamente come feci <strong>all</strong>ora.<br />

Probabilmente per infilarli negli zaini li hanno dovuti tramortire.<br />

A questo punto - 28 febbraio 2009 - può finalmente cominciare una totale<br />

rimonta:<br />

Forse si è creato semplicemente dello spazio ...<br />

Oggi in particolare mi sento "d<strong>is</strong>armata", "neutralizzata", come<br />

quando si d<strong>is</strong>innescano le bombe per renderle innofensive. Quindi<br />

posso affermare dignitosamente e felicemente, con una nota di<br />

orgoglio, che SONO IO a scriverle. IO SONO, IO ESISTO, IO PENSO, IO<br />

FACCIO FACCIO, ecc, ecc, tutto in prima persona "singolare". E quanto si sta<br />

bene... La cosa bella è che da oggi tutto può cambiare, ricominciare,<br />

recuperare. Sono single a tutti gli effetti. Ho ripreso possesso del mio<br />

cervello, la comunity si è sciolta come neve al sole o "stanza delle<br />

riunioni". Mi sento vecchia e nuova <strong>all</strong>o stesso tempo. Sono in mezzo<br />

<strong>all</strong>' Oceano, sola, e nuoto usando lo stile che più mi piace, tanto,<br />

prima o poi, da qualche parte arrivo. ... sento la testa completamente<br />

vuota, come se, tutto ciò che ho imparato sino ad ora, fosse sparito nel<br />

nulla. E' normale? Non mi rifer<strong>is</strong>co solo <strong>all</strong>e cose imparate d<strong>all</strong>'<br />

addestramento, ma anche al resto, come ad esempio le scuole fatte, i<br />

libri letti, le esperienze v<strong>is</strong>sute. Dove è finito tutto ciò? In qualche<br />

anfratto del cervello?<br />

Per me è tutto completamente nuovo ed <strong>all</strong>armante<br />

<strong>all</strong>armante. Credo di non<br />

sapere come si fa a vivere da questa parte. La mia paura è quella di<br />

non riconoscere più i "cattivi", di non riconoscere il bambino<br />

violentato, di non sapere più d<strong>is</strong>tinguere niente e nessuno.<br />

Mi viene da dire:<br />

- Ho perso i miei super-poteri, ed ora che faccio?<br />

E non solo! Aggiungo:<br />

Senza è meglio o in fondo mi sentivo protetta d<strong>all</strong>e mie<br />

personalità...?<br />

Sono spoglia, a nudo e in balia del vuoto che non è lo stesso vuoto<br />

lasciato da una persona cara, ma un assenza senza nome. Forse si<br />

è creato semplicemente dello spazio... e in quello spazio mi sono<br />

persa, per ora. Oppure sto riflettendo sul da farsi.


277<br />

luce bianca - musica tipo spot - copricapo con voce di fondo<br />

- frasi "capo" o frasi "capitane"....


278<br />

RESILIENZA e RECUPERO<br />

1. La prima di queste "vittime consapevoli" ha iniziato il suo percorso<br />

chiarificatore nel 1994: l'originaria testimonianza-denincia prosegue con<br />

continui aggiornamenti e successive prec<strong>is</strong>azioni.<br />

2. Nuovi casi e nuove testimonianze si sono succeduti nel frattempo - italiani e<br />

stranieri - fornendo un enorme dossier scritto e documentato.<br />

3. Si tratta di un dossier non pubblicabile se non in parte minima per la sua<br />

mole e per la delicatezza di alcuni dati.<br />

4. Per semplificare e condensare il materiale raccolto e trasm<strong>is</strong>sibile, hanno la<br />

precedenza gli scritti di prima mano ITALIANI con parziali traduzioni<br />

estemporanee: in altri testi si trovano stralci di testimonianze scritte in altre<br />

lingue.<br />

5. Per l'importanza descrittiva del contenuto e per la priorità della sua<br />

presentazione <strong>all</strong>a prima "testimonianza italiana" nel sito internet è stata<br />

aggiunta in rete una parziale traduzione in inglese.<br />

6. Per essere riconoscibili a prima v<strong>is</strong>ta come documenti non elaborati tutti i<br />

testi derivati da dirette esperienze sono riportati trascritti in caratteri mimanti<br />

la scrittura a mano, differenti per c<strong>is</strong>cun testimone.<br />

7. Questo libro - il cui punto cardine è il concetto di MEMORIA - ospita la<br />

parte documentale di questo file/capitolo - come emblematico della<br />

possibilità e concretezza dei riv<strong>is</strong>suti e della realtà "non fantascientifica"<br />

dell'estrema malvagità umana.<br />

8. Le testimonianze verbali in continuo svolgimento sono avvalorate anche da<br />

FOTOGRAFIE AUTENTICHE a comprovare grav<strong>is</strong>simi esperimenti ostetrici<br />

su bambine e CONSEGUENZE di esperimenti "farmacologici" (?) di natura<br />

non appurata su bambini di entrambi i sessi.<br />

9. La maggioranza internazionale dei testimoni - di fatti riv<strong>is</strong>suti spesso<br />

molt<strong>is</strong>simi anni dopo - di vittime sopravv<strong>is</strong>sute è costituita da DONNE<br />

adulte: forse perché sopravv<strong>is</strong>sute in maggior numero, o forse perché meno<br />

intensivamente torturate e depersonalizzate.<br />

10. Important<strong>is</strong>simi documenti riguardanti MASCHI come vittime sono<br />

esemplificati e d<strong>is</strong>cussi in un altro file/capitolo Mind Control Victim<br />

Awarded $1 Million in cui si citano informazioni prec<strong>is</strong>e tratte d<strong>all</strong>e accurate<br />

ricerche della The Johnny Gosch Foundation. (Il relativo filmato "cancellato"<br />

nel 1994 Conspiracy of silence è però ancora rintracciabile e scaricabile.)<br />

11. Le documentazioni dirette e le testimonianze sono proposte anche - come<br />

scopo non certo secondario - per suggerire riferimenti concreti e<br />

incoraggiamenti a vittime non ancora consapevoli


279<br />

1. Va comunque sottolineato che parte di questi dati riguardanti Abusi<br />

commessi in nome della Medicina sono accompagnati da testimonianze di<br />

Addestramenti e Stragi.<br />

2. Come si legge - ad esempio nel sito della Fondazione Johnny Gosch - e si<br />

deduce nei paragrafi successivi, si tratta di delitti su vasta scala e poliedrici<br />

commessi da un organizat<strong>is</strong>sima corporazionedi cerchio di porno-pedofilia.<br />

Dati prec<strong>is</strong>i evidenziano come questo stesso circolo di porno-pedofili sia<br />

collegato con riciclaggio di denaro, traffico di droga e di armi ecc.<br />

Da una mail del 21 marzo 2009 arriva una nota di speranza come<br />

CONTINUAZIONE - non contraddittoria ma graduale e coerente - di tutti gli altri<br />

scritti:<br />

Riflettevo sulla domanda<br />

- sono intelligente?<br />

- Chi vede adesso? Mi vede? Mi riconosce? Sono IO IO.<br />

L' intelligenza è per me, non una personalità, ma qualcosa che mi<br />

appartiene da sempre, come un pensiero personale, un' opinione, un<br />

d<strong>is</strong>egno, un ricordo che per anni sono stati sepolti da altro e altro<br />

ancora. Adesso quel modo di sentire e vedere la realtà è di nuovo con<br />

me, pulito, r<strong>is</strong>polverato: è vivo, lucido, pressante, pulsa... Rivedo le<br />

d<strong>is</strong>tanze, r<strong>is</strong>ento le persone, riguardo gli spazi ampi, rivedo le<br />

possibilità e tutto ciò mi era mancato...e tanto!!! Il pensiero libero... la<br />

fantasia... tutte cose che posso ripermettermi di FARE!!! E d<strong>is</strong>fare a mio<br />

piacimento. Non si smette mai di imparare, ne di ripassare.<br />

Ho scoperto che anche il ripasso è fondamentale. In fondo, quando<br />

ricordiamo, ripassiamo, ripercorriamo, ritorniamo


280<br />

Un brutto sogno: una bambina e<br />

un'incubatrice e altre esperienze<br />

precoc<strong>is</strong>sime<br />

Vedi:testo autentico del sogno<br />

Vedi anche le importanti aggiunte successive in #bambina_felice e in #contrario<br />

D<strong>is</strong>eg. 1 D<strong>is</strong>eg. 2 D<strong>is</strong>eg. 3 D<strong>is</strong>eg. 4<br />

per informazioni più generali sulla possibilità di ricordi anche molto remoti:<br />

<strong>Consapevolezza</strong> e <strong>memoria</strong>.<br />

Una versione precedente - come da Comunicazione al Congresso mediterraneo<br />

di psicoprofilassi ostetrica 1987 - di questo file/capitolo si trovava anche nei<br />

Racconti del sito - ora non più attivo - Le esperienze.<br />

Indice interno:<br />

#premessa, #scienza, #metodo_dati, #considerazioni_conclusioni,<br />

#bambina_felice, #contrario, #ClaudeBernard, #bibliografia<br />

– 281 –


281<br />

Premessa<br />

Se l'esperienza non è un'illusione, <strong>all</strong>ora ogni<br />

teoria che sostiene il contrario deve essere<br />

sbagliata...<br />

afferma R. Laing - in fondo come punto<br />

culminante dell'importante testo The<br />

voice of experience dal cui titolo nella<br />

traduzione italiana - Nascita<br />

dell'esperienza - è stato parafrasato il<br />

sottotitolo della presente<br />

comunicazione. R. D. Laing [1982].<br />

The Voice of Experience - (Experience,<br />

Science and Psychiatry. Penguin<br />

Books.)<br />

Ex-voto:<br />

Incerto quale<br />

direzione prendere<br />

invocai smarrito la mia<br />

antica guida spirituale<br />

-----------------------------<br />

Il benemerito Claude<br />

Bernard mi apparve e<br />

mi indicò la via più sicura<br />

(vedi n. 200 marzo 1982)


282<br />

Scienza<br />

Una persona può dibattersi tra teoria e sentimento. Il nostro giudizio<br />

razionale, critico può trovarsi ad affrontare un'esperienza che ha scarso<br />

spazio per la nostra teoria, così come la nostra teoria ha scarso spazio per<br />

essa.<br />

continua Ronald Laing, ma mi permetto di fargli r<strong>is</strong>pondere d<strong>all</strong>a più robusta voce<br />

di Claude Bernard, "mia" benemerita antica guida spirituale, come era stato<br />

definito in una famosa copertina della riv<strong>is</strong>ta Tempo Medico in polemica contro<br />

le cosidette Medicine Alternative (n.200, marzo 1982):<br />

Coloro che hanno fede eccessiva nelle teorie e nelle proprie idee, non solo<br />

sono inadatti a fare delle scoperte, ma fanno anche delle PESSIME<br />

OSSERVAZIONI.... Le idee e le teorie dei nostri predecessori devono essere<br />

r<strong>is</strong>pettate, ma poi devono venir sostituite per forza.... Il r<strong>is</strong>petto mal concepito<br />

dell'autorità personale è SUPERSTIZIONE. Metodi inesatti e procedimenti<br />

imperfetti di indagine possono ingenerare i più gravi errori e ritardare<br />

fuorviandolo il cammino della scicnza. Secondo il metodo sperimentale della<br />

scienza l'esperienza si acqu<strong>is</strong>ta in virtù di un prec<strong>is</strong>o ragionamento fondato<br />

su un'idea che l'osservazione ha fatto nascere e che l'esperienza ha<br />

controllato. Si può acqu<strong>is</strong>tare esperienza anche senza fare esperimenti, solo<br />

ragionando opportunamente su dati bene accertati, così come si possono fare<br />

esperimenti ed osservazioni e non acqu<strong>is</strong>tare esperienza se ci si limita al<br />

semplice accertamento dei dati.<br />

BB<strong>is</strong>ogna <strong>is</strong>ogna conservare conservare la la propria propria libertà libertà di di pensiero pensiero ee<br />

credere credere che che in in Natura Natura l'ASSURDO l'ASSURDO secondo secondo le le nostre nostre teorie teorie<br />

non non è è sempre sempre impossibile.<br />

impossibile<br />

da C.Bernard Introduzione <strong>all</strong>o studio della medicina sperimentale, passim, in<br />

traduzione estemporanea e letterale: prima edizione francese 1865 (ottocento),<br />

prima edizione italiana in tiratura limitata e in edizione di divulgazione 1951<br />

(novecento)<br />

vedi anche in un altro sito:<br />

Malattie rare in offerta speciale<br />

Pagina scientifico - medica<br />

Links e citazioni su segnali di pericolo


283<br />

Metodo e dati<br />

Oltre <strong>all</strong>e "osservazioni" - più o meno pilotate e/o ben riferite - , oltre ai "dati<br />

sperimentali" - più o meno ben impostati, accertati e descritti - la Scienza può<br />

anche valersi di DOCUMENTI inoppugnabili in se stessi, il cui contenuto è cioè<br />

di per sè così esplicito da non richiedere che di venir raccolto e divulgato.<br />

Sono casi rari e fortunati - e questo che qui viene presentato - lo è.<br />

Non c'è alcun motivo di aggiungere commenti o pseudo interpretazioni a un<br />

testo che parla da solo con tanta chiarezza: ogni argomentazione in merito<br />

sarebbe soltanto polverone che ne opaca il nitore.<br />

Aggiungerò invece alcune prec<strong>is</strong>azioni metodologiche e integrerò i dati del testo<br />

scritto con alcune frasi (verbalmente aggiunte e da me trascritte testualmente)<br />

della protagon<strong>is</strong>ta ("la bambina dell'incubatrice" del titolo, che è quindi il VERO<br />

autore dell'articolo) e della co-protagon<strong>is</strong>ta, cioè di sua madre.<br />

Sarebbe bello potersi definire "tecnici della salute" invece che "medici" e mettere<br />

a d<strong>is</strong>posizione le proprie competenze tecniche .nell'affiancare la grande e<br />

dinamica varietà delle situazioni della.SALUTE, invece che limitarsi a sciogliere<br />

o - peggio - a contenere i grovigli monotoni della malattia.<br />

E, per quel che mi riguarda, la parte di lavoro e di ricerca a cui mi dedico più<br />

volentieri è quella "f<strong>is</strong>iologica" di rivalutazione, chiarificazione ed<br />

assecondamento dell'evolversi degli SVILUPPI personali e deg1i svi1uppi dei<br />

v<strong>is</strong>suti emozionali. E, per quanto posso e mi si offre l'occasione, mi è gradito<br />

poter seguire queste varietà di es<strong>is</strong>tenze in evoluzione nel corso degli anni e<br />

delle generazioni.<br />

In un'occasione di questo genere - di tipo "f<strong>is</strong>iologico" - ho conosciuto la signora<br />

E.G.L. e mi sono trovata ad affiancarne le vicende personali e familiari,<br />

specialmente per quel che riguarda gli sviluppi dei figli, Silvano e Valeria.<br />

Nel luglio dell''86, al termine di un colloquio che verteva su tutt'altro argomento<br />

e su tutt'altre persone della famiglia, la signora E.G.L. mi d<strong>is</strong>se:


284<br />

Valeria ha fatto un esame di quinta elementare molto brillante ed è tutta contenta,<br />

ma mi ha anche dato l'incarico di aggiungere una domanda personale: fin da quando<br />

si ricorda, cioè da molto piccola le dà molto fastidio e paura il rumore tipo ticchettìo<br />

(cosa di cui approfitta il fratello quando vuole farla arrabbiare). Ma la domanda<br />

importante da farle riguarda un INCUBO ricorrente, che si collega con questo<br />

fastidio-paura: "una faccia grande di donna - sorridente di un sorr<strong>is</strong>o malvagio - che<br />

si avvicina e "le fa del male"<br />

Le ho chiesto se potevo essere io, la mamma, ma Valeria mi ha r<strong>is</strong>posto:<br />

- no, tu sei bruna e la donna cattiva è invece bionda.<br />

Ricordavo ben<strong>is</strong>simo le difficoltà della nascita e delle prime settimane di Valeria,<br />

e avevo ancora nelle orecchie la voce della madre, E.G.L., che mi diceva:<br />

- La vedo di là dai vetri con un faccino così tr<strong>is</strong>te, ma così tr<strong>is</strong>te!....Possibile che non<br />

me la lascino portare a casa?<br />

Finalmente ho firmato e ho ottenuto di riprendermela. Comincia ad avere un v<strong>is</strong>etto<br />

più d<strong>is</strong>teso ma vomita ancora...<br />

ed infine - e finalmente -<br />

- Con quest'altro latte in polvere mangia tanto e volentieri, non vomita mai ed è<br />

tutta <strong>all</strong>egra e socievole.<br />

In base a questi fatti concreti e reali, proposi <strong>all</strong>ora <strong>all</strong>a madre di riferire <strong>all</strong>a<br />

ragazzina che i brutti sogni potessero essere dei prec<strong>is</strong>i ricordi del periodo<br />

passato in INCUBATRICE (per la prec<strong>is</strong>ione: tenda a ossigeno e culla<br />

termostatica).<br />

Quindici giorni dopo, mentre sinceramente pensavo solo <strong>all</strong>'altro argomento e<br />

non ai brutti sogni di Valeria, E.G.L. mi d<strong>is</strong>se ex abrupto e con tono trionfante:<br />

- L'abbiamo proprio azzeccata! Era proprio l'incubatrice! Valeria mi ha raccontato<br />

bene l'ultimo degli incubi... E piangeva, piangeva, era tutta d<strong>is</strong>perata e diceva:<br />

- Cosa voleva farmi quella signora?... cosa mi voleva fare? mi voleva far del<br />

male?..." e giù a piangere....


285<br />

Proposi <strong>all</strong>ora - dato anche che Valeria d<strong>is</strong>egna molto bene e con molta<br />

d<strong>is</strong>involtura - di invitarla a d<strong>is</strong>egnare quest'incubo per meglio scaricarselo di<br />

dosso, ma la ragazzina fece molto di più: ormai rasserenata e consapevole<br />

descr<strong>is</strong>se con cura ogni particolare dell'incubo (vedi le illustrazioni).<br />

A completamento di questi dati aggiungerò ancora alcune prec<strong>is</strong>azioni fornitemi<br />

da madre e figlia e le trascrivo fedelmente.<br />

- Valeria:<br />

E.G.L.:<br />

I1 colore gi<strong>all</strong>o dei capelli della donna del d<strong>is</strong>egno non è giusto: erano<br />

di un 'biondo vecchio''...un po' arancione con dei filetti di grigio. E forse non<br />

proprio così: un po' più ricciolina...<br />

Valeria è nata nella Clinica Universitaria domenica 19 gennaio 1975 <strong>all</strong>e 23. Pare<br />

che un polmone 'non si fosse aperto bene' e la bambina 'non aveva gridato'. Pesava<br />

2750 grammi e nei primi dieci giorni là dentro era diventata 2200 grammi.... E'<br />

stata quindici giorni in Ospedale: 'davano udienza' soltanto lunedì e venerdì e si<br />

poteva solo 'vederli'... Il venerdì dopo il parto mi ero trascinata a vederla: era già in<br />

culla termostatica...<br />

in proposito posso presentare i dati delle cartelle cliniche di madre e figlia d<strong>all</strong>e<br />

quali r<strong>is</strong>ultano complicazioni post-partum abbastanza serie per la madre, ma<br />

niente di patologico per la bambina - Apgar 9, Rx torace: reperto normale (!!!) -.<br />

Ed ancora (E.G.L. attualmente lavora part-time il pomeriggio):<br />

Adesso prendo, vado a lavorare, lei arriva da scuola e io esco..., e mi viene un 'magone',<br />

un d<strong>is</strong>piacere... C'è proprio quel lasciarla e io andar via immediatamente.... proprio<br />

quel lasso di tempo che c'era là. Era assurdo star di più, non serviva, non si poteva<br />

parlare con i dottori, non si poteva più di cinque minuti al massimo....<br />

- Adesso.... : oh, che mi è venuto in mente proprio adesso che questo mio star male<br />

quando vado via.... Star male? beh, una sensazione non piacevole, via!, è collegata ad<br />

<strong>all</strong>ora che non potevo portarmela via... L'avrei strappata via, ma non si poteva, c'era<br />

il vetro di mezzo...<br />

Valeria in un altro momento (e con aria insolitamente arcigna):<br />

Io ero là dentro perchè 'non respiravo'? io? Io non respiravo? Uhm...sarà...


287<br />

Vedi anche bibliografia <strong>all</strong>egata) pongono l'accento sulle possibili conseguenze<br />

gravi (deficienza mentale) derivanti d<strong>all</strong>'aver trascurato gli aspetti relazionali di<br />

una terapia intensiva come quella praticata ai prematuri.<br />

Fortunatamente non sempre le d<strong>is</strong>grazie provocano conseguenze mutilanti: ma<br />

non per questo si ha il DIRITTO di <strong>all</strong>entare la vigilanza.<br />

E' vero che i rapporti interpersonali e gli affetti sono in sé important<strong>is</strong>simi: sono<br />

anzi talmente carichi di valenze energetiche da essere capaci anche solo in<br />

quanto tali tanto di d<strong>is</strong>truggere ("far morire di crepacuore!"), quanto di<br />

compensare e talvolta di ricostruire (come in questo caso).<br />

Ma al di qua del mutilante, e ben più basale del relazionale affettivo ("basale"<br />

nel senso di basilare, di fondante, di "principio organizzatore") c'è il soggettivo<br />

contingente, c'è il personale intimo con le sue sensazioni ed emozioni, ci sono<br />

il piacere e c'è la sofferenza: di essi si deve aver RISPETTO altrimenti si<br />

commettono ABUSO E VIOLENZA che sono e restano tali anche se non si<br />

protrarranno nel tempo, cronicizzando sofferenze, instaurando d<strong>is</strong>adattamenti<br />

e/o tarpando possibilità.<br />

Abuso e violenza cioè restano tali anche se si esaur<strong>is</strong>cono nell'ep<strong>is</strong>odio<br />

contingente e come conseguenze successive lasciano soltanto sporadici incubi.<br />

- Lei crede che il bambino senta? - gli chiedo<br />

Il professore r<strong>is</strong>ponde senza esitazione:<br />

- Mi d<strong>is</strong>piace non riesco nemmeno a immaginare una simile<br />

eventualità.<br />

(ancora d<strong>all</strong>a citazione iniziale di R.Laing)<br />

(d<strong>all</strong>'editoriale di F.Panizon: "Emiliano Rezza a<br />

Catanzaro" in: Medico e Bambino , anno V, n.9,<br />

Milano novembre 1986) (i corsivi sono miei)


288<br />

Avete mai pensato per esempio (io l'ho pensato solo perchè me lo ha<br />

fatto capire un mio ass<strong>is</strong>tente che, senza saperlo, assomiglia un po' a<br />

Rezza) che tutte le piccole e grandi crudeltà di una volta, l'orario delle<br />

v<strong>is</strong>ite, il bambino separato d<strong>all</strong>a mamma, in reparto o nel nido, la<br />

degenza fino a r<strong>is</strong>oluzione completa del paziente, il preferire le<br />

infezioni crociate nosocomiali al piccolo e sano r<strong>is</strong>chio di un dim<strong>is</strong>sione<br />

precoce, erano tutte e soltanto acccttazione acritica dell'<br />

INESSENZIALE? Che aveva acqu<strong>is</strong>tato appunto a poco a poco un suo<br />

potere sadico, non sempre inconsapevole.<br />

Mentre viceversa le mamme in reparto, il rooming-in, l'<strong>is</strong>tituzione del<br />

day-hospital (al di 1à delle speculazioni che lo corrompono e lo<br />

trasformano) sono stati tutti fenomeni dovuti a una sana perdita di<br />

r<strong>is</strong>petto verso alcuni fantasmi, il LETTO e le REGOLE, che<br />

trasformavano la degenza in reclusione. Inessenzialità come strumento<br />

di confusione e di sopraffazione; eliminazione dell'inessenzialità come<br />

strumento di chiarezza e di diritto.


289


290<br />

BAMBINA FELICE (17.11.2008)<br />

Ho dec<strong>is</strong>o di ritornare indietro, nel tempo, a quando “non<br />

sapevo“, esattamente ai miei nove mesi passati <strong>all</strong>’interno<br />

dell’utero di mia madre. Ci stavo bene. L’ambiente caldo era<br />

accogliente e tutto pareva abbracciarmi. Tutto era ben<br />

d<strong>is</strong>posto nell’accogliermi … mi sentivo ben voluta. Sentivo<br />

rumori e voci, quando l’ambiente era più luminoso del<br />

solitamente grigio, potevo vedere una cosa lunga partire<br />

d<strong>all</strong>a mia pancia e andare su. Già <strong>all</strong>ora adoravo il latte<br />

con un po’ di caffè, latte e ancora latte. Quel calore … il<br />

calore della pancia materna è unico, irripetibile. Ti avvolge<br />

e tu ti bei, perché va tutto bene. Mia mamma aveva<br />

l’abitudine di accarezzarsi la pancia, mi piaceva, era come<br />

se mi stesse coccolando e poi mi parlava senza alzare il tono<br />

della voce, come una sorta di cantilena, rassicurante,<br />

parlava e parlava ed io ascoltavo felice e paziente. Quando<br />

mia mamma andava a passeggiare sulla spiaggia sentivo le<br />

onde del mare, ovviamente non sapevo che quel particolare<br />

rumore fosse prodotto dal mare … eppure mi piaceva tanto e<br />

l’odore inconfondibile che mi arrivava era fantastico. Avrei<br />

voluto dirle : “Stiamo ancora qui!“.<br />

Mia mamma aveva l’<strong>is</strong>tinto di un animale, lei sentiva di<br />

cosa avevo b<strong>is</strong>ogno e voglia, immancabilmente mi<br />

accontentava, c’era una comunicazione muta e diretta <strong>all</strong>o<br />

stesso tempo. Tutto andava bene, lei mi proteggeva dai<br />

pericoli del mondo esterno, dandomi la possibilità di<br />

crescere senza essere d<strong>is</strong>turbata. Io c’ero. Io sapevo di es<strong>is</strong>tere,<br />

sapevo di essere qualcosa di importante, sapevo che qualcuno<br />

mi voleva bene, sapevo che quel qualcuno voleva bene a me!<br />

Tutto andava a meraviglia. Mia mamma aveva una voce<br />

greve, quando cantava sentivo che era contenta, sentivo<br />

anche quando era tr<strong>is</strong>te e singhiozzava, <strong>all</strong>ora prendeva a<br />

raccontarmi i suoi crucci, con calma, come se avesse tutto il<br />

tempo del mondo per noi. Mi piaceva quando parlava con<br />

me, perché lo faceva con tenerezza. Sono stati nove mesi di<br />

lunghi abbracci, di amore incondizionato, di calore<br />

umano, di gioia. Sì! Sono stata una bambina felice e<br />

“ricca“.


291<br />

La nascita era andata bene, senza traumi e scossoni, anche<br />

se non avevo molta voglia di lasciare quel luogo … “Ciao“<br />

mi d<strong>is</strong>se mia madre, sorrideva, poi mi attaccò al seno …<br />

LATTE!!! Il mio amato latte, eccolo di nuovo, tiepido e<br />

gustoso. Mia madre aveva la pelle morbida e un odore forte<br />

che avrei riconosciuto tra mille mamme. Mi piaceva l’odore<br />

di mia madre probabilmente perché era suo e di nessun<br />

altra. Ricordo che mi ci addormentavo spesso addosso,<br />

mentre ciucciavo, aveva la pelle calda ed il corpo<br />

accogliente. Lei mi accarezzava spesso la testa, piano, piano<br />

ed io ero in estasi. Che meraviglia! Tutto continuava ad<br />

andare bene e non volevo più ritornare nella pancia, stavo<br />

bene dove stavo. Quanto latte ho divorato …!!! All’età di un<br />

anno però, la mia mamma, aveva iniziato ad <strong>all</strong>ontanarsi<br />

da me, continuava ad <strong>all</strong>attarmi, ma sentivo che il nostro<br />

rapporto stava cambiando. Il tono della voce era diverso, mi<br />

parlava di meno ed era meno paziente, come se il mio tempo<br />

fosse “scaduto “e avesse la necessità di passare ad altro. Non<br />

sapevo che anche le mamme avessero le loro necessità. Per<br />

quanto mi riguardava i conti erano presto fatti : “Prima ci<br />

sono io, poi ci sei tu“.<br />

Quando mi prendeva in braccio sentivo che avrebbe potuto<br />

farmi cadere, non per cattiveria, ma d<strong>is</strong>attenzione. Pareva<br />

spesso assente, a volte lo sguardo si incantava, si<br />

imbambolava. Urgeva che imparassi a muovermi da sola.<br />

Feci capire a mia madre che avevo b<strong>is</strong>ogno della sua mano<br />

per spostarmi. Durante i pasti volevo la posata come tutti,<br />

perché dovevo mangiare da sola e il mio bicchiere e le<br />

poppate, una al mattino appena sveglia e una <strong>all</strong>a sera<br />

prima di addormentarmi. Sulle poppate ero stata<br />

intransigente … mia mamma il latte me lo dava ancora<br />

volentieri.<br />

Era stato un d<strong>is</strong>tacco quasi naturale quello con mia<br />

mamma. Sentivo che di più non poteva darmi.<br />

Sentivo che con lei il mio tempo era finito e mi andava bene.<br />

Non era stata una madre oppressiva e apprensiva, anzi, per<br />

due anni (sono inclusi i nove mesi) aveva fatto un lavoro<br />

egregio.<br />

Avevo scoperto con immensa gioia che oltre a mia madre<br />

c’erano altre persone ed altre cose.<br />

Quando mia madre sm<strong>is</strong>e di <strong>all</strong>attarmi, sm<strong>is</strong>e anche di


292<br />

volermi bene. L’ho sempre preso come un dato di fatto. Avevo<br />

mio nonno paterno, persona stravagante e fannullona, ma<br />

divertente e mai noiosa, poi c’era la mia vicina, abitava sul<br />

mio stesso pianerottolo e lasciava la porta aperta perché<br />

sapeva che nel pomeriggio sarei passata a trovarla … poi<br />

c’erano le mie amichette, le belle giornate, il mare e la<br />

spiaggia i viaggi in Vespa con mio papà verso il paese, in<br />

piazza e poi al bar. Tutto andava bene. Scoprivo un sacco di<br />

cose, conoscevo persone nuove, non avevo timore di nulla. Mi<br />

piaceva molto quando mi salutavano e pronunciavano il<br />

mio nome ed io di rimando pronunciavo il loro e se non lo<br />

conoscevo me lo facevo dire. Posso dire di essere stata una<br />

bambina con del carattere e due occhi mobil<strong>is</strong>simi! Parlavo<br />

con tutti, facevo domande, chiacchieravo e iniziavo a fare<br />

quei d<strong>is</strong>corsi sensati … un mio marchio di riconoscimento.<br />

Avevo sempre avuto d<strong>all</strong>a mia la logica, una logica<br />

intuitiva, perché non sapevo.<br />

Gli anni successivi hanno r<strong>is</strong>ervato a<br />

questa bambina un ben diverso destino:<br />

ma è forse azzardato pensare che<br />

l'enorme forza di salvarsi, di liberarsi e di<br />

testimoniare le sia venuta da questo<br />

"felice" inizio?


293<br />

C'è anche chi la pensa al contrario:<br />

(Gustane la presa in giro nello scherzoso Etiology & Treatment of Childhood<br />

(anche nella traduzione in italiano) Infanzia: Eziologia e trattamento ma prendi<br />

molto sul serio: Delgado e Skinner e la parte dedicata <strong>all</strong>e "madri"e ai "cuccioli"<br />

in Le faccende domestiche. Ergonomia e psicologia di un vero lavoro.)<br />

In concreto e non solo come citazioni, a questa pienezza nell'attuale società<br />

molto sovente si contrappongono micidiali contrari al posto della<br />

comunicazione muta e diretta <strong>all</strong>o stesso tempo, una comunicazione feconda di<br />

apertura fiduciosa o coraggiosa verso il mondo e la propria mente, coscienza,<br />

sensibilità: la madre che si presenta non come un "biologico supporto" ai<br />

richiami iniziali del "cucciolo" ma come un'implacabile, invadente "carceriera",<br />

le fasi inziali dell'es<strong>is</strong>tenza come una "scuola di odio":<br />

Ieri notte ho nuovamente sognato e urlato. Guidavo la macchina<br />

ho toccato il freno che non funzionava e poi mi sono come<br />

rimpicciolito, un neonato sbalzato fuori come su uno scivolo ma<br />

diretto verso l'alto. Ho urlato e sentivo ... il mio corpo come privo<br />

di ogni forma di capacità reattiva e l'io del sogno ci fossero strati<br />

di <strong>is</strong>olanti. Quella stessa sensazione del corpo non più mio spesso<br />

provata in passato è confermata. Il corpo. Ho quasi l'impressione<br />

che più che venire a g<strong>all</strong>a i sogni, sono io che durante il sonno<br />

vado a cercarli abbandonando il corpo a se stesso e poi però ne ho<br />

b<strong>is</strong>ogno e la r<strong>is</strong>alita è faticosa. Vado giù, tanto è vero che se poi<br />

mi sveglio e li richiudo vedo immagini materializzarsi come se le<br />

stessi guardando dal buco di una serratura o forse meglio<br />

attraverso un binocolo rovesciato. ... Questa mattina mal di testa<br />

forte per tutto il giorno e continua ora. Forse è aumentato<br />

durante il lavoro. Mi sono addormentato per un'ora tornato a<br />

casa e al r<strong>is</strong>veglio sentivo di odiare. Odiare mia madre. Mi ha<br />

dato molto fastidio ma più di tutto mi ha dato fastidio l'assenza<br />

di mio padre ... era come se quel silenzio fosse così pesante da<br />

rimbombarmi dentro, non c'era e se anche l'avessi chiamato per<br />

chiedergli aiuto non mi avrebbe sentito, un silenzio terribile<br />

perché è il silenzio di un codardo che prefer<strong>is</strong>ce girarsi d<strong>all</strong>'altra<br />

parte. Quante volte l'avrò chiamato nella mia mente, mentre il<br />

mio carceriere si "occupava" di me? Mi sembra di essere<br />

schiacciato da un peso che mi rende curvo e mi comprime i<br />

v<strong>is</strong>ceri, mi sento una p<strong>all</strong>a in pancia che non va né su né giù.<br />

Vorrei che mor<strong>is</strong>se, vorrei non sentire più quella voce, quel suo<br />

essere perennemente uguale a se stessa, quel suo apparente


294<br />

attraversare il tempo, quella sensazione di immortalità che la<br />

contradd<strong>is</strong>tingue. Quella voce non cambia, potessi sopprimerla,<br />

potessi ucciderla lo farei, giuro che non avrei il minimo rimorso,<br />

ma ho anche l'impressione che inizierei a sentirla dentro di me<br />

come una persecuzione, come se io stesso imitandola mi<br />

tormentassi anche in sua assenza. C'è dentro di me una parte che<br />

le assomiglia, è riuscita a fare ciò che temevo, rendermi simile a<br />

lei, coltivare dentro di me con la paura un piccolo essere sensibile<br />

ai suoi richiami. Io potrei fare le stesse cose a un figlio se non ne<br />

avessi consapevolezza e <strong>all</strong>ora la catena non si interromperebbe<br />

e quella voce sarebbe veramente immortale. Sento questo enorme<br />

peso e questo enorme compito e non posso fare altro che iniziare<br />

ad accettare che sia capitato proprio a me.<br />

Oppure, invece che in un'atmosfera di "biologico supporto" o almento di<br />

qualsivoglia personale inter-relazione, e forse ancor peggio come prospettive<br />

future di "r<strong>is</strong>catto": quanti sono i figli <strong>all</strong>evati in un anonimo, "strumentale"<br />

NULLA? Un nulla, un "nulla fatto di nulla", fatto di "gesti" non di "azioni", fatto<br />

di "abitudini" e non di tempi di esperienza, fatto di NOIA MORTALE e di<br />

conseguenza anche MORTIFERA? Quanti sono e saranno i "figli", per sempre<br />

soltanto "figli", mai vere "persone", mai capaci di un'ideazione propria, di una<br />

consapevolezza delle cause e delle conseguenze?<br />

Ecco il sito in cui trovare il libro di Claude Bernard<br />

Introduction à l'étude de la médecine expérimentale Claude Bernard Publié en<br />

1865<br />

L'inst<strong>all</strong>ation du livre de Claude Bernard sur le serveur de Science Culture a<br />

été réal<strong>is</strong>ée par mes soins. L'accès et le téléchargement sont gratuits.pour<br />

tout usage personnel, scientifique ou éducatif. Les passages en italiques sont<br />

de l'auteur, par contre les passages en gras sont de mon fait. Les notes de<br />

bas de pages ont été incorporées au texte et placées entre crochets.<br />

Je demande à ceux qui trouveront des erreurs ou des fautes de bien vouloir<br />

me les signaler, pour me permettre de les corriger. Je souhaite mettre en<br />

place un forum consacré à l'oeuvre de Claude Bernard dans ses aspects les<br />

plus divers.<br />

Jean-Claude Salomon (salomon@infobiogen.fr)


295<br />

Bibliografia<br />

APPPAH vedi per la relativa bibliografia<br />

Resources: 100 Books (And Videos, Too<br />

Gli occhi attenti, curiosi, leggermente stupiti... di<br />

un bambino - di un nuovo essere umano! -<br />

appena nato....<br />

ISPPM: una vast<strong>is</strong>sima bibliografia e archivi.<br />

Riguardo ad incubatrici e ... neonatologi - vedi: Link: Storie di prematuri<br />

Al momento sono pochi, troppo pochi i siti italiani sulla prematurità,<br />

ma speriamo che il loro numero possa crescere in fretta<br />

Dal sito dove trovare numerose e varie Storie di prematuri potete anche<br />

mandare il vostro racconto, corto o lungo, con o senza foto, <strong>all</strong>' indirizzo:<br />

emmanuele@manolito.it<br />

C'è chi ha la d<strong>is</strong>avventura di<br />

cominciare la vita con una<br />

brutta esperienza come la<br />

bambina dell'incubatrice, e<br />

chi ha la fortuna di nascere<br />

tranquillo in casa.<br />

Questa è Laura nata da pochi<br />

attimi a casa sua<br />

Commenti di Ronnie Laing nelle sue opere in edizione inglese e una biografia in<br />

italiano<br />

Convenzione ONU sui diritti delle bambine e dei bambini<br />

Tutela e sostegno della maternita' e della paternita'


296<br />

• • • • • 297 • • • • •


297<br />

• • • • • 298 • • • • •


298<br />

• • • • • 299 • • • • •


299<br />

• • • • • 300 • • • • •


300<br />

L'IMPORTANZA DEI RICORDI, DELLE<br />

EMOZIONI E DELLE IDEE SUL FUTURO<br />

(Evviva chi può dire - e scrivere - SONO IO...)<br />

Citazioni di denuncia<br />

Indice interno:<br />

#aggiornamenti, #denuncia, #speranza<br />

Citazioni dal Guestbook di Giulemanidaibambini<br />

I bambini - il NOSTRO FUTURO -<br />

Non etichettare tuo figlio. Parlagli! ...prima vengono 'messi a d<strong>is</strong>agio',<br />

poi vengono chiamati gli esperti per toglierli dal d<strong>is</strong>agio...<br />

Maurizio scrive:<br />

Abbiamo tardato sin troppo nel tentare di contrastare scientificamente e<br />

professionalmente la tendenza a considerare sindromi, comportamenti, atteggiamenti<br />

di bambini, adolescenti ed adulti come il r<strong>is</strong>ultato (solo e solamente) di cause<br />

genetiche, organiche od ereditarie; la conseguenza è che la strapotenza delle industrie<br />

farmaceutiche ha supportato ricerche, pseudoricerche, "similricerche" che portano in<br />

un'unica direzione: quello dell'uso e dell'abuso di psicofarmaci in ogni situazione. La<br />

verità (che ho trovato molto opportunamente riportata nel vostro materiale) è che non<br />

es<strong>is</strong>te alcun r<strong>is</strong>contro serio, continuato e trasversale né <strong>all</strong>e ipotesi eziopatogenetiche<br />

che supportano tale ricorso ai farmaci, né <strong>all</strong>'utilità generale dell'suo di tali sostanze.<br />

Non r<strong>is</strong>ulta l'es<strong>is</strong>tenza di ricerche sui loro danni collaterali a medio e lungo termine. Per<br />

non parlare del fatto che il ricorso ai farmaci imped<strong>is</strong>ce o rende inutile di fatto il<br />

coinvolgimento dei genitori e delle famiglie nel tentare di modificare i comportamenti<br />

oggetto di tali attenzioni.<br />

– 301 –


301<br />

e - così scrivono le "Scuole Genitori":<br />

è ancora più importante aiutare i loro genitori, che sono spesso persi a correre dietro<br />

<strong>all</strong>a vita, e tendono a trovare soluzioni "magiche" ai propri problemi o difficoltà,<br />

anche se si tratta dei loro figli.<br />

La La vita vita è è breve, breve, l'arte l'arte lunga, lunga, l'esperienza l'esperienza ingannevole, ingannevole, il il giudizio giudizio<br />

difficile:<br />

difficile<br />

Scegliero' il regime per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio<br />

giudizio, e mi asterrò dal recar danno e offesa - Ippocrate<br />

Testo del Giuramento di Ippocrate<br />

Questi sarebbero i principi base a cui i medici dovrebbero attenersi ed invece<br />

Spesso le diagnosi, accompagnate da lunghe prev<strong>is</strong>ioni prognostiche,<br />

diventano delle vere e proprie profezie che si autodeterminano.<br />

Citazioni di speranza<br />

Libera Università dell'Autobiografia Pubblicazioni<br />

Fondata nel 1998 da Saverio Tutino e Duccio Demetrio


302<br />

Ultimamente si è avuta una grande diffusione ti testi che hanno per<br />

argomento la <strong>memoria</strong> individuale o collettiva. Vogliamo quindi fornire un<br />

panorama, anche se non certo esauriente, delle pubblicazioni che<br />

costitu<strong>is</strong>cono il bagaglio culturale di ogni buon formatore autobiografico. Ma<br />

anche segnalare i testi che ci arrivano e che rappresentano un vasto<br />

campionario di letteratura a tema autobiografico. Molti autori ci sped<strong>is</strong>cono i<br />

loro testi, editi o pubblicati in proprio, così come molti laboratori di scrittura<br />

autobiografica ci inviano le antologie dei testi prodotti. Circolo di Scrittura<br />

Autobiografica a d<strong>is</strong>tanza.<br />

Gli anni di Attilio Bertolucci<br />

La mattina dei nostri anni<br />

perduti,<br />

i tavolini nell’ombra<br />

soleggiata<br />

dell’autunno,<br />

i compagni che andavano o<br />

tornavano,<br />

i compagni che non<br />

tornarono più,<br />

ho pensato ad essi<br />

lietamente.<br />

perché questo giorno di<br />

settembre<br />

splende<br />

così incantevole nelle vetrine<br />

in ore<br />

simili a quelle d’<strong>all</strong>ora, quelle<br />

d’<strong>all</strong>ora<br />

scorrono ormai in un pacifico<br />

tempo,<br />

la folla è uguale sui<br />

marciapiedi dorati, solo il<br />

grigio e il lilla<br />

si mutano in verde e rosso<br />

per la moda,<br />

il passo è quello lento e gaio<br />

della provincia.<br />

Poesie...:<br />

La <strong>memoria</strong> è il presente<br />

Ricordare non è soffulgere di<br />

rosa,<br />

e scavare con la mente<br />

corrosa<br />

da più forti intenzioni,<br />

vedere, tra storte operazioni.<br />

Ricordare è il presente<br />

Con i suoi angoli retti, il<br />

tavolo, la casa<br />

È la mente pervasa da un più<br />

forte<br />

Splendore. Se ti piange<br />

dentro un’erba<br />

Tr<strong>is</strong>te, una rosa, non lo<br />

raccontare<br />

Ciò che conta è raffigurare.<br />

Nino Pedretti (poeta<br />

dialettale della Romagna)<br />

D’improvv<strong>is</strong>o una parola<br />

sbuca,<br />

sogno di un mondo<br />

impossibile da descrivere,<br />

schiocco attorno a cui<br />

tutto si ricrea.<br />

R<strong>is</strong>ucchiati da quel suono<br />

retrocediamo in un’altra vita<br />

e di colpo abbiamo<br />

il batticuore dell’infanzia.<br />

Parole da «La Repubblica»,<br />

15 giugno 2008, in Sulle<br />

pagine del quaderno<br />

un’infanzia dentro le righe,<br />

di Marco Lodoli<br />

(Rielaborazione di Alfredo<br />

Tam<strong>is</strong>ari)<br />

Quando riordini il sacro<br />

salotto<br />

Che è chiamato Memoria<br />

Scegli una scopa molto<br />

r<strong>is</strong>pettosa<br />

E f<strong>all</strong>o in gran silenzio. […]<br />

Solenne è la polvere di quella<br />

regione<br />

Sfidarla non conviene,<br />

sopraffarla di certo tu non<br />

puoi<br />

essa può ammutolire te.<br />

Emily Dickinson


303<br />

Le notizie dei giorni e dei mesi precedenti possono essere ancora consultate<br />

nell'archivio delle notizie. Notizie --> Archivio Notizie<br />

Calendario di tutti gli appuntamenti delle attività organizzate, patrocinate o<br />

segnalate d<strong>all</strong>a Libera Università, per avere una v<strong>is</strong>ione globale delle nostre<br />

iniziative. Le notizie vengono aggiornate il più frequentemente possibile.<br />

NewsLetter ( 41 da leggere ) La newsLetter della Libera Università viene inviata<br />

via e-mail ogni settimana, generalmente il venerdì mattina, a tutti gli <strong>is</strong>critti che ne<br />

hanno fatto specifica richiesta.<br />

Pubblicazioni. Ultimamente si è avuta una grande diffusione ti testi che hanno per<br />

argomento la <strong>memoria</strong> individuale o collettiva. Vogliamo quindi fornire un panorama, anche<br />

se non certo esauriente, delle pubblicazioni che costitu<strong>is</strong>cono il bagaglio culturale di ogni<br />

buon formatore autobiografico. Ma anche segnalare i testi che ci arrivano e che<br />

rappresentano un vasto campionario di letteratura a tema autobiografico. Molti autori ci<br />

sped<strong>is</strong>cono i loro testi, editi o pubblicati in proprio, così come molti laboratori di scrittura<br />

autobiografica ci inviano le antologie dei testi prodotti.<br />

E da un altro sito interamente dedicato <strong>all</strong>'Autobiografia, ai Diari, i Memoriali, la Scrittura<br />

Autobiografica, il semplice Raccontarsi, il rito della Lettura...<br />

... un modo per conoscersi, per esplorare se stessi tramite la penna.<br />

Scrivere è infatti un'esperienza di grand<strong>is</strong>simo arricchimento personale ed ognuno di<br />

noi, diversamente da quanto a volte tendiamo a credere, ha una Storia che merita di<br />

essere scritta. Scrivere per sé, per gli altri, per i nostri cari, per lasciare un ricordo,<br />

semplicemente per prendersi un momento di pausa e riflettere; a volte non importa il<br />

perché, sono 1000 i motivi che portano a prendere una penna in mano (o a mettersi<br />

davanti ad una tastiera, una macchina da scrivere...). Quello che conta è superare i<br />

propri blocchi, le proprie paure, e mettere finalmente a tacere quella vocina sempre<br />

pronta a svalorizzare ogni nostro tentativo.<br />

Nonna Marta:<br />

Marta Passini, una delle scrittrici del Circolo di scrittura Autobiografica a<br />

d<strong>is</strong>tanza, ha pubblicato in proprio la raccolta dei testi scritti durante gli<br />

ultimi otto anni e spediti al Circolo, a partire dal suo primo ricordo degli anni<br />

30, come "bambina piccina, che aveva b<strong>is</strong>ogno di coccole e di un paio di<br />

occhiali" <strong>all</strong>' ultima lettera, dedicata a Cira: Se lassù es<strong>is</strong>tesse il parad<strong>is</strong>o dei<br />

gatti, sono sicura che occuperesti il primo posto. Ringraziamo Marta per le sue<br />

bell<strong>is</strong>sime lettere, piene di immagini evocative e parole di grande umanità.


304<br />

Marta Passini abita a Fanano un piccolo paese dell'Appennino modenese.<br />

Il libro: Frammenti di vita v<strong>is</strong>uta da una nonna ottantenne che viaggiano<br />

verso la meta.<br />

La conoscenza del<br />

passato è infatti<br />

fondamentale per ogni<br />

uomo, al fine di<br />

poterconoscere, valutare<br />

ed interpretare non solo il<br />

presente, ma anche il<br />

futuro. La narrazione si<br />

snoda tra le pagine di un<br />

diario, il quale<br />

documenta lo stato<br />

d'animo dell'autrice nei<br />

confronti degli ep<strong>is</strong>odi e<br />

delle trasformazioni<br />

socio-culturali, di cui è<br />

stata protagon<strong>is</strong>ta nel<br />

corso della sua vita.<br />

Attraverso la scrittura,<br />

Marta Passini, cerca<br />

d'imbastire una<br />

conversazione con i<br />

possibili interlocutori, al<br />

fine di trovare r<strong>is</strong>posta ai<br />

tanti perchè e<br />

testimoniare il fatto che lo<br />

scorrere inesorabile del<br />

tempo non permette <strong>all</strong>e<br />

emozioni, provate nel<br />

corso della vita, di<br />

andarsene, mentre molti<br />

eventi di attualità<br />

richiamano <strong>all</strong>a mente<br />

analogie già trascorse.


305<br />

In questo testo, d<strong>all</strong>a lettura<br />

scorrevole e d<strong>all</strong>o stile genuino,<br />

l'autrice Marta Passini, con<br />

energia e chiarezza, racconta<br />

fatti e ricordi personali,<br />

attraverso gli eventi storici e gli<br />

avvenimenti sociali più<br />

significativi del ventesimo e del<br />

ventunesimo secolo, filtrati<br />

attraverso la propria personalità<br />

sensibile e creativa. La grande<br />

sfida di questo libro è quella di<br />

riuscire a creare un mondo<br />

migliore, auspicando la<br />

possibilità di conciliare gli<br />

uomini non solo con se stessi,<br />

ma anche con la natura e<br />

r<strong>is</strong>coprire attraverso il ricordo<br />

del passato e le memorie degli<br />

anziani quei valori autentici che<br />

la società postindustriale sta<br />

perdendo. La conoscenza del<br />

passato è infatti fondamentale<br />

per ogni uomo, al fine di poter<br />

conoscere, valutare ed<br />

interpretare non solo il<br />

presente, ma anche il futuro. La<br />

narrazione si snoda tra le<br />

pagine di un diario, il quale<br />

documenta lo stato d'animo<br />

dell'autrice nei confronti degli<br />

ep<strong>is</strong>odi e delle trasformazioni<br />

socio-culturali, di cui è stata<br />

protagon<strong>is</strong>ta nel corso della sua vita. Attraverso la scrittura, Marta Passini, cerca d'imbastire<br />

una conversazione con i possibili interlocutori, al fine di trovare r<strong>is</strong>posta ai tanti perchè e<br />

testimoniare il fatto che lo scorrere inesorabile del tempo non permette <strong>all</strong>e emozioni,<br />

provate nel corso della vita, di andarsene, mentre molti eventi di attualità richiamano <strong>all</strong>a<br />

mente analogie già trascorse.


306<br />

Emergency offre cure gratuite e di qualità <strong>all</strong>e vittime della<br />

guerra e della povertà.<br />

Emergency è un'associazione italiana indipendente e<br />

neutrale, nata per offrire ass<strong>is</strong>tenza medico-chirurgica<br />

gratuita e di elevata qualità <strong>all</strong>e vittime delle guerre, delle<br />

mine antiuomo e della povertà.<br />

Emergency promuove una cultura di pace, solidarietà e<br />

r<strong>is</strong>petto dei diritti umani.<br />

L'impegno umanitario di Emergency è possibile grazie al<br />

contribuito di migliaia di volontari e di sostenitori.<br />

Il mondo che vogliamo<br />

Crediamo nella eguaglianza di tutti gli esseri umani a prescindere d<strong>all</strong>e<br />

opinioni, dal sesso, d<strong>all</strong>a razza, d<strong>all</strong>a appartenenza etnica, politica, religiosa,<br />

d<strong>all</strong>a loro condizione sociale ed economica.<br />

Ripudiamo la violenza, il terror<strong>is</strong>mo e la guerra come strumenti per r<strong>is</strong>olvere<br />

le contese tra gli uomini, i popoli e gli stati. Vogliamo un mondo basato sulla<br />

giustizia sociale, sulla solidarietà, sul r<strong>is</strong>petto reciproco, sul dialogo, su<br />

un'equa d<strong>is</strong>tribuzione delle r<strong>is</strong>orse...


307<br />

Eugenio Guarini<br />

Sono io: Guarini Newsletter<br />

Ho cominciato a scrivere tardi. La grammatica e la sintassi c'erano, più<br />

o meno. E il vocabolario era quello della scuola. Ho cominciato<br />

ascrivere quando la gente va in pensione. Ma non mi andava di scrivere<br />

le mie memorie. Ho cominciato a scrivere dimenticandomi della mia<br />

professoressa di lettere, che era molto brava e piuttosto f<strong>is</strong>cale. Mi sono<br />

dimenticata di lei, senza odio. Ho cominciato a scrivere per il piacere di<br />

battere le lettere sulla tastiera del computer. Nella mia testa era come<br />

suonare. Suonare il piano. Un pianoforte a coda è sempre stato il mio<br />

sogno, anche se non so leggere la musica.<br />

Ho cominciato a scrivere e una corda della mia anima vibrava. Come<br />

entrare in r<strong>is</strong>onanza. Ho capito che scrivere faceva parte di me. Tutti<br />

pensano. Anch'io penso molto. Ma scrivere il proprio pensiero - in<br />

senso lato - è una cosa che ti fa pensare in maniera diversa,<br />

speciale.<br />

Non credere che sia nata scrittrice. Che abbia qualche strategia di<br />

scrittura, in maniera da r<strong>is</strong>ultare esperta in qualche genere, o qualche<br />

topos, come si dice? Io scrivo di getto, ma nel momento in cui scrivo<br />

sono lucid<strong>is</strong>sima. E nello stesso tempo, portata da un'ebbrezza che potrei<br />

chiamare <strong>is</strong>pirazione - se conoscessi tutta la letteratura in proposito e<br />

fossi sicura di non sbavare…<br />

Il vero problema era diventare abbastanza veloce con le dita sulla<br />

tastiera, in maniera da inseguire il flusso - perché la mia testa non esita a<br />

sparare immagini considerazioni osservazioni e ragionamenti… a getto<br />

continuo. Mi sono esercitata come si fa con la tastiera del piano. Ora<br />

sono brava, le dita ci vanno sicure sulle lettere giuste. Anche se a volte le<br />

accav<strong>all</strong>o per una sorta di d<strong>is</strong>lessia o cose del genere. Ma fa niente.<br />

Mi sono data il permesso di scrivere tutto quello che veniva e sono<br />

capace di mettere nero su bianco che "questo bitorzolo mi sembrava un


308<br />

coglione affettato da una lametta da barba su una p<strong>all</strong>a di gelato", se mi<br />

viene così, semplicemente perché mi si è formata quell'immagine in testa.<br />

Io penso che in questo modo sono in contatto con quello che sento e non<br />

mi sottometto a nessun protocollo accreditato. Tanto scrivo per me.<br />

Per molto tempo ho scritto solo per me. Per entrare in contatto con<br />

quello che avviene dentro di me. Era proprio un bell'esercizio per<br />

liberarmi non solo della sintassi - che poi continuo a r<strong>is</strong>pettare per<br />

r<strong>is</strong>petto a me stessa - ma dell'idea che se scrivo dovrei scrivere delle cose<br />

che van bene secondo lorsignori…<br />

Nossignore, io scrivo per me, perché m'interessa entrare in contatto con<br />

quella che sono e che sento di essere. E non ne posso più di essere così<br />

scema da fare le cose come gli altri si aspettano che sian fatte. Insomma,<br />

era un bell'esercizio di emancipazione. Non faccio per dire, e non davo<br />

noia a nessuno. Tenevo le mie cose segrete.<br />

Un po' per volta ho capito che stavo scrivendo la mia storia. Non<br />

soltanto il mio passato, che riv<strong>is</strong>itavo e redimevo di volta in volta da<br />

quel senso di pesantezza che avevo provato per lungo tempo, o dai sensi<br />

di colpa, o d<strong>all</strong>a vergogna, perché - devo esser sincera - ho fatto un sacco<br />

di cazzate. Le redimevo, sì, è la parola giusta. Ogni volta che r<strong>is</strong>crivevo<br />

le cose del passato, quegli eventi scabrosi, santo cielo, succedeva<br />

qualcosa. Spuntava dal loro groviglio inconsulto, piuttosto necrofilo, un<br />

filo rosso che li rimetteva in p<strong>is</strong>ta, come se si fosse trattato di ep<strong>is</strong>odi<br />

significativi, insomma, luoghi della mia vita in cui avevo imparato<br />

qualcosa che solo ora si poteva vendere. Era fantastico.<br />

Io non sono necrofila. Mi sembrava di esserlo, una volta. Ma scrivendo<br />

ho capito che il mio gusto per la mia storia era desiderio di vita e non<br />

compiacimento del gusto salmastro della morte masticata.<br />

Non solo il mio passato, dicevo. No, a forza di scrivere io mi rendevo<br />

conto che stavo scrivendo la mia storia presente e gli occhi si spostavano<br />

verso il futuro: quella storia mia che sto costruendo - non certo con la<br />

sola scrittura, ma anche mediante la scrittura. Perché mi rendevo conto


309<br />

che io volevo avere una storia. E poi mi rendevo conto che io avevo una<br />

storia. E che questa storia era l'espressione progressiva - una sorta di<br />

epifania - dell'impronta della mia anima. E mentre la scrivevo la<br />

desideravo e il desiderio si radicava dentro la mia carne e mi<br />

accompagnava per tutto il tempo in cui non scrivevo sulla tastiera, ma<br />

scrivevo sulla buccia del mondo, negli eventi del tempo.<br />

Solo Dio aveva il diritto di vedere quello che scrivevo. Ma perché il Dio<br />

a cui facevo riferimento era diventato - anche grazie <strong>all</strong>a scrittura - il<br />

Dio che preferiva che confessassi quel che sentivo e pensavo davvero<br />

piuttosto che una prosa obbediente ai dieci comandamenti. Scrivendo si<br />

acqu<strong>is</strong>ta coraggio fino al punto di rimodellare l'immagine di Dio!<br />

Adesso vi meraviglierò - lo so.<br />

Mo non ci posso far niente se le cose sono andate in questo modo. Ma<br />

mano che scrivevo le mie v<strong>is</strong>ioni - che poi erano versioni filmiche dei miei<br />

sogni, dei miei desideri, man mano che li rendevo v<strong>is</strong>ibili sulla carta<br />

mediante la scrittura, queste cose hanno cominciato a succedere…<br />

Lo so che molti di voi non ci crederanno, perché immaginano che stia<br />

vendendo un rituali magico. Ma le cose stanno esattamente in questo<br />

modo. Ma mano che mettevo in chiaro con questa pratica scaramantica<br />

quelli che erano i miei desideri, succedeva qualcosa - dentro di me? Nelle<br />

meccaniche celesti? - e chi lo sa? - Succedeva, comunque, che, in seguito a<br />

azioni ed eventi, queste v<strong>is</strong>ioni prendevano corpo ed apparivano nel mio<br />

mondo reale, voglio dire non solo sulla pagina bianca e nella mia<br />

fantasia. Voglio proprio dire in quel mondo in cui si pagano le bollette, si<br />

incontrano persone, si creano degli oggetti e si vendono. Nel mondo in cui<br />

si cucina e si cammina.<br />

Per concludere, che dire? Se tu sei uno o una che sente nostalgia<br />

di una storia, se vuoi avere una tua storia, se vuoi vivere la tua<br />

storia, beh, io ti suggerirei questo, se non mi prendi per matta: scrivila.<br />

Eugenio Guarini


310<br />

Considerazioni e conclusioni<br />

Indice interno<br />

#premesse, #teoria, #sviluppano_le_inviluppate, #svolgere_sviluppare,<br />

#s<strong>is</strong>temi_collettivi, #glossario<br />

Premesse<br />

Il sito - in costante evoluzione - Bambini di IERI= Adulti di oggi. Adulti di oggi-<br />

> Adulti di DOMANI e i libri che ne derivano - e deriveranno - NON vanno<br />

assolutamente letti come un compendio didascalico di problematiche familiari,<br />

né tanto peggio di "consigli pratici" su "come <strong>all</strong>evare i bambini" o su come<br />

"gestire casa e famiglia".<br />

Introdotte con il minimo possibile di astratte speculazioni e soggettive<br />

considerazioni queste pagine sono il frutto di lunghe ricerche e osservazioni<br />

pluri-generazionali, presentate però con il massimo di descrizioni - anche v<strong>is</strong>ive<br />

- e di testimonianze e di dati effettivi di realtà: il tutto in un contesto "corale"<br />

composto da osservazioni, sfoghi e affermazioni, da citazioni scelte in varie e<br />

garantite fonti rendendone ben riconoscibili contenuti e provenienze.<br />

Non costitu<strong>is</strong>cono manuali d'<strong>is</strong>truzioni nè libri di studio, ma una raccolta<br />

tematica a più voci che mette in evidenza aspetti intimamente molto intensi<br />

dell'es<strong>is</strong>tenza di ciascuno: non "manuale" ma invito che indirettamente può<br />

invogliare a parteciparvi, a riflettere sulla propria es<strong>is</strong>tenza, e a trarre - e anche<br />

fornire - suggerimenti e indicazioni di ripensamenti, di osservazione e di ascolto.<br />

Le "fasi dello sviluppo" in quanto tali hanno i "bambini" come protagon<strong>is</strong>ti, ma<br />

il vero senso dei "germogli com-plessivi" che si aprono via via cons<strong>is</strong>te nel<br />

radicare tutta la vita successiva in modo solido e <strong>all</strong>argato.<br />

L'affascinante regolarità e pienezza delle fasi attraversate nell'infanzia e dei loro<br />

significati facilita comprensione e interesse verso i bambini, ma dovrebbe anche<br />

stimolare a meglio conoscere ed accettare se stessi di qualsiasi età.<br />

– 311 –


311<br />

Basta essere presenti con simpatia,<br />

collaborare con r<strong>is</strong>petto,<br />

partecipare con curiosità e piacere.<br />

Insomma prendere finalmente sul serio<br />

l'evoluzione dei bambini<br />

e riattivare, intanto, anche la propria.<br />

Non separati testi di sociologia arricchiti da esempi e illustrazioni: nel loro<br />

insieme i vari argomenti costitu<strong>is</strong>cono in modo organico una sempre rinnovata<br />

"filosofica" ENCICLOPEDIA tematica che cerca di contribuire a raggiungere<br />

concetti basilari di infanzia come TRAMITE e non come statico modo di essere.<br />

Intersecando strettamente fra loro non ipotetici ma esperienziali tempi "storici",<br />

età e generazioni - sia considerati di per sé che nelle loro inter-relazioni - si<br />

arriva al normativo insgnamento ippocratico: dai quali traevo le<br />

conclusioni, fondandole su quanto c''è di comune e quanto di<br />

individuale nella natura umana umana.<br />

Dal sito il paese dei bambini che sorridono<br />

Filastrocca del "900<br />

Quanti bambini in cent' anni,<br />

nati nati, neonati neonati, e poi nonni nonni.<br />

Freschi amici ed amiche<br />

fra muri secchi ed antichi.<br />

Sguardi sorpresi,<br />

curiosi, attimi lenti,<br />

sospesi.<br />

Voci leggere in cortile,<br />

mentre c'è un rombo che sale.<br />

Giochi con r<strong>is</strong>o e con pianto,<br />

e l'altalena del canto.<br />

E l'altalena r<strong>all</strong>enta,<br />

si stanca un poco la spinta.<br />

Poi ricomincia ad andare,<br />

rimbalzi di primavere.<br />

Quanti bambini in cent'anni,<br />

nati neonati, e poi nonni nonni.<br />

Per meglio r<strong>is</strong>pecchiarsi in questa variabilità circolare anche la stesura dei testi<br />

ha scelto una veste anomala, mediatica e grafica, e non un ordine di logica<br />

lineare.<br />

Il d<strong>is</strong>corso vi è - e continuerà ad esservi - <strong>all</strong>argato con esempi, con rimandi,<br />

con illustrazioni ma anche con ritorni dello stesso tema da più punti di v<strong>is</strong>ta:<br />

non sono infatti ridondanti i rimandi né superflue le ripetute anticipazioni e<br />

spiegazioni e testimonianze e citazioni uguali o quasi uguali d<strong>is</strong>tribuite in più<br />

contesti.


312<br />

Il punto-chiave qui presentato si vale come base assoluta di una<br />

s<strong>is</strong>tematizzazione descrittiva - non certo prescrittiva! - di quanto corr<strong>is</strong>ponde o<br />

si avvicina a corr<strong>is</strong>pondere ad una piena NORMALITA', in modo paragonabile a<br />

quel tipo di d<strong>is</strong>ciplina teorica che negli studi di medicina di chiama<br />

FISIOLOGIA che segue la statica ANATOMIA evidenziando il suo DIVENIRE.<br />

In un simile approccio <strong>all</strong>a conoscenza e ai suoi contenuti teorici - ed <strong>all</strong>e loro<br />

indirette conseguenze operative - ins<strong>is</strong>titi parametri di presente e passato<br />

indicano anche potenziali svolte future: ma così riassumono in modo implicito<br />

basilari concetti che, anche soltanto partendo dal "bambinesco e famil<strong>is</strong>tico", si<br />

esprimono in un'impostazione realmente POLITICA.<br />

Nelle d<strong>is</strong>cipline mediche se es<strong>is</strong>te la f<strong>is</strong>iologia che considera astrattamente<br />

l'individuo singolo, es<strong>is</strong>te pure l'epidemiologia, mentre d<strong>is</strong>cipline a se stanti -<br />

sociologia, antropologia ed anche STORIA - esplorano la miriade di s<strong>is</strong>temi in<br />

cui si dipana l'es<strong>is</strong>tenza degli "individui singoli": sia in sé sia nel loro trascorrere<br />

nei TEMPI, nell'andamento delle diverse organizzazioni socio-politiche e<br />

ambientali e nelle loro intersecate variazioni.<br />

Infanzia: tempo di mutamenti ... Il titolo dell'edizione precedente - LA<br />

VIOLENZA CONTRO IL BAMBINO 1979 - derivava da una situazione<br />

contingente: sotto forma di semplici "d<strong>is</strong>pense" di più autori vi veniva<br />

sintetizzato e raccolto il frutto di una serie di pubblici dibattiti tenuti - <strong>all</strong>’epoca<br />

dell’Anno del Fanciullo - d<strong>all</strong>’11 marzo al 1° giugno ’78 - a cura<br />

dell'Associazione Italiana Donne Medico di Torino come Corso di<br />

Sensibilizzazione sul tema: LA VIOLENZA CONTRO IL BAMBINO, rimandante<br />

ai concetti delle manifestazioni anche indirette di Violazioni di diritti del<br />

bambino indirizzato ai genitori, agli operatori sociosanitari addetti <strong>all</strong>’infanzia,<br />

ma aperto a tutti.<br />

Ma se il libro aveva preso origine d<strong>all</strong>e d<strong>is</strong>pense su La violenza contro il<br />

bambino invece - come dice l'attuale intestazione: Infanzia: tempo di<br />

mutamenti - l'intenzione ora prioritaria è quella di evidenziare e indirizzare i<br />

lettori verso gli aspetti f<strong>is</strong>iologici delle tipicità dello sviluppo, cioè dello sviluppo<br />

come dovrebbe avvenire: ponendo il concetto di sviluppo delle attitudini psicosocio-affettive<br />

in par<strong>all</strong>elo a quello anatomico degli organizzatori-induttori dello<br />

sviluppo embrionale.


313<br />

Completamento speculare di Infanzia: tempo di mutamenti è Le faccende<br />

domestiche. Ergonomia e psicologia di un VERO lavoro, entrambi volumi da<br />

considerare come parte integrante di un dinamico d<strong>is</strong>corso unitario: titolo e stile<br />

a se stanti non indicano un secondo/primo volume, ma trattano insieme di BASI,<br />

di INIZI SOSTANZIALI, di FONDAMENTA da versanti generazionali non<br />

immobilizzati in uno delimitato tempo presente.<br />

Bambini di IERI = adulti di oggi...: è una frase chiave che uintroduce ad una<br />

ricerca di strutture di intescambi dinamici incentrata sui concetti-base che<br />

mettono in par<strong>all</strong>elo la parte degli adulti, della vita adulta, degli interessi e del<br />

LAVORO adulto, a quella di chi in via di sviluppo lo è attualmente, ma anche di<br />

chi questa via l'aveva percorsa tempo prima, e cioè degli ovviamente<br />

onnipresenti "bambini di ieri".<br />

LE FACCENDE DOMESTICHE: Ergonomia e psicologia di un VERO lavoro... è<br />

la riedizione di un volume - Nuova Italia 1975, il cui titolo I complessi della<br />

casalinga poteva erroneamente suggerire una valenza privilegiante la patologia<br />

attraverso l'accezione iniziale e più popolare del termine "complessi": ora è edito<br />

con il titolo più pertinente - Le faccende domestiche. Ergonomia e psicologia di<br />

un VERO lavoro - per focalizzare l'attenzione sulla f<strong>is</strong>iologia del LAVORO:<br />

anch'esso soggetto a sviluppi ed evoluzioni dinamiche secondo parametri<br />

comparabili <strong>all</strong>o sviluppo degli individui.<br />

Le faccende domestiche...: "faccende" vuol dire "cose da farsi", e<br />

"domestiche" vuol dire "in casa": fra queste l'<strong>all</strong>evamento dei FIGLI può in<br />

certi periodo r<strong>is</strong>ultare preminente, sempre lo è però comunque nelle sue<br />

conseguenze "produttive" :<br />

con il bizzarro paradosso che una funzione biologica - la maternità e le sue<br />

biologiche attinenze -<br />

possa costituirsi anche come attività lavorativa specializzata, e come tale<br />

con i propri meriti, demeriti e patologie.<br />

Teorie psicologiche: normalità e violazioni<br />

La scienza progred<strong>is</strong>ce tramite osservazioni approfondite dei fenomeni singoli,<br />

successive ipotesi di lavoro e successive titubanti verifiche sperimentali: tentativi<br />

di assolutizzare dati incompleti esercitano un’invadenza indebita in campo<br />

altrui, come quello della teoria pura di pertinenza dei filosofi.


314<br />

Per meglio radicarsi le acqu<strong>is</strong>izioni, come nello sviluppo personale, si<br />

ramificano in ben orchestrati separati "com-plessi", per esplorare "solo un"<br />

territorio <strong>all</strong>a volta: ma questa è una facilitazione pratica che non va applicata<br />

come norma da impartire.<br />

Ed invee molte teorie, anche psicologiche, vengono subito "applicate":<br />

scavalcando i tempi pazienti e di verifica delle "ipotesi di lavoro" e prima di<br />

venir supportate da robusti e imparziali strumenti di "osservazione".<br />

L'idea qui proposta dello "sviluppo sano" è centrata sulla sua estrema mobilità<br />

nel tempo e nella sua variegata ricchezza di aperture: non "malgrado" ma anzi<br />

appunto "mediante" la sua apparente contraddittorietà.<br />

I "mutamenti" e le loro realizzazioni non sono però infiniti: sono r<strong>is</strong>tretti dai<br />

limiti del carattere individuale e dei tempi e spazi a sua d<strong>is</strong>posizione, a loro volta<br />

intersecati e conseguenziali.<br />

I "complessi" descritti da Freud non sono "teorie" ma dati di fatto reali, e la<br />

consequenzialità dei modi di essere infantiliå nelle età successive non è una<br />

pura e qualsiasi "opinione" più o meno "moderna".<br />

Indipendentemente da qualsivoglia origine religiosa, si può puntualizzare questo<br />

assunto persino attraverso le solenni parole di Leone Magno - il Papa che nel<br />

452 incontrò Attila - pronunciate a proposito della costruzione di un Presepe:<br />

Non è dunque che si debba ritornare ai giochi d'infanzia o <strong>all</strong>e<br />

nostre immaturità degli anni leggeri leggeri, , ma da quelli trarre<br />

qualcosa che si addice anche agli anni più gravi: l'oltrepassare<br />

con velocità i sentimenti impetuosi, il ritornare rapidamente <strong>all</strong>a<br />

pace, la scarsa <strong>memoria</strong> delle offese, un'ines<strong>is</strong>tente brama di<br />

riconoscimenti, l'amare una comunione socievole e<br />

un'uguaglianza naturale<br />

naturale.<br />

Nel proseguire delle età e per tutto il corso dell'es<strong>is</strong>tenza le soggettive,<br />

personali esperienze si appoggiano sulle v<strong>is</strong>sute vicende precedenti.<br />

Ma solo in ipotesi sono state per tutti com-plessivamente - uso questo termine<br />

nella sua accezione "freudiana" - analoghe come preparazione necessaria al<br />

decorso successivo.<br />

L'afor<strong>is</strong>ma - chi non conosce il passato è destinato a ripeterlo - è qusi<br />

uno slogan che riassume in una definizione dinamica il concetto base negativo<br />

di TRANSFERT.


315<br />

Alt<strong>is</strong>simo è infatti il r<strong>is</strong>chio di trascinare fatti nuovi in un dedalo bloccato di<br />

transfert su fatti vecchi, su "modelli" pregressi che - da scopiazzatura in<br />

scopiazzatura inutili e deleteri come compiti scolastici copiati - si trasformano in<br />

inettitudine per se stessi ma anche in intolleranza contro gli altri:<br />

Responsabile di dirette o indirette violenze è il d<strong>is</strong>conoscimento di quanto siano<br />

varie, graduate, multiple e occasionali le "vere" forme di es<strong>is</strong>tenza: ma soprattutto<br />

si è lontani dal vero se si crede di ridurre a pochi fattori le vere circostanze su<br />

cui si basa la vita.<br />

Scrive Ippocrate: traevo le conclusioni, fondandole ... sulla<br />

costituzione generale e specifica dei fenomeni atmosferici e di ciascuna<br />

regione, sui costumi, il regime, il modo di vita, l'età di ognuno; sui d<strong>is</strong>corsi, i<br />

modi, i silenzi, i pensieri, sul sonno e sull'insonnia, sui sogni - come e quando<br />

-, sui gesti involontari [...] e sulla concatenazione ...<br />

Dannoso è <strong>is</strong>olare situazioni in apparenza magari "positive": porre il rapporto -<br />

affettivo privilegiato - interumano come unitario e assoluto, significa obliterare al<br />

soggetto altri spazi e prospettive e privarlo di un autoregolato programma.<br />

Lo si rende così "inadeguato" a tutte le altre manifestazini, lo si restringe in una<br />

mutilata caricatura di piccola vita addomesticata, cortocircuitata in uno spazio<br />

chiuso, in un tempo statico ove vanno in d<strong>is</strong>facimento molte delle possibili<br />

innate capacità.<br />

Ma grande diffusione "stat<strong>is</strong>tica" hanno i casi anomali, le infanzie mal v<strong>is</strong>sute,<br />

gli adulti mal "radicati": sono quindi necessarie - come nello studio delle materie<br />

propedeutiche della medicina - descrizioni di una realtà PATOLOGICA<br />

comunque es<strong>is</strong>tente e dilagante.<br />

E' vero ad esempio che molto sullo sviluppo infantile è stato appreso tramite lo<br />

studio psicoanalitico dei pazienti in terapia: ciò però non significa che modi di<br />

essere patologici, in quanto soluzioni di compromesso a difficili problemi<br />

es<strong>is</strong>tenziali, debbano codificare le tappe di uno sviluppo NORMALE.<br />

Assunto però non standardizzabile: considerare sovrapponibili <strong>all</strong>e situazioni<br />

f<strong>is</strong>iologiche, sane, le anomalie e le loro conseguenze patologiche è come trarre<br />

deduzioni zoo-etologiche osservando animali liberi o cavie da esperimento.<br />

Statici e svuotati di senso i rapporti interpersonali si cortocircuitano in "giochini"<br />

ripetitivi dove si confonde l'interno con l'esterno.


316<br />

E si aggravano pregressivamente fino a: ridurre la propria soggettività a far da<br />

specchio fasullo di un interiorizzato interlocutore - fasullo e immaginario - in<br />

un'irrimediabile SOLITUDINE intrinseca m proiettata su di un estrno altrettanto<br />

fasullo..<br />

Diventa grottesco questo quadro applicato <strong>all</strong>a vita ed ai rapporti normali, ma<br />

r<strong>is</strong>ulta in pratica molto PERICOLOSO socialmente per l'irresponsabilità che di<br />

per sé comporta.<br />

Le teorie psicologiche che si occupano di "relazioni" coprono grandi territori<br />

culturali, quasi dimenticando però di considerare che tra ogni persona e il<br />

mondo che la circonda es<strong>is</strong>te un - impersonale - enorme ingestibile SPAZIO<br />

INTERMEDIO: ove i personali interlocutori, sia pure multipli e in rapporti<br />

variabili, costitu<strong>is</strong>cono una ben minima parte.<br />

Fra gli spazi vitali, le possibilità, le aperture important<strong>is</strong>simi sono quelli affettivi,<br />

le emozioni calde, i rapporti intensi: ma vitali sono gli intensi rapporti con le<br />

COSE, e su tutto campeggiano le correlazioni con il CORPO, il proprio anche<br />

come adito agli altrui.<br />

Anche gli adulti hanno una sensibilità e delle emozioni e delle debolezze, ma<br />

sono "grandi", già cresciuti, stabilizzati: tocca a loro il DOVERE di seguire,<br />

proteggere, ambientare.<br />

Guai dimenticare l’importanza del mondo dei corpi, delle cose e dei fatti che -<br />

se può dar origine a violenze psicologiche dirette - dà di sicuro il via a ogni<br />

sorta di indirette "violazioni" f<strong>is</strong>iche e ambientali: per negligenza od om<strong>is</strong>sione<br />

non si provvede <strong>all</strong>a sicurezza, non si prevengono infortuni, non si dà il giusto<br />

peso <strong>all</strong>e malattie... - tanto che confrontando le tabelle stat<strong>is</strong>tiche per scaglioni<br />

di età si rileva che si muore più a due anni per infortunio che a sessanta per<br />

qualsiasi causa.<br />

Fin da "piccol<strong>is</strong>simi" si ha da sempre un privato mondo interiore, avvolto da<br />

"spazi intemedi privilegiati" e si vive in equilibri personal<strong>is</strong>simi fatti di sensibilità,<br />

fantasie e pensieri e preferenze e "segreti": violenza è interferirvi e trascinarli in<br />

spazi, tempi e modi anacron<strong>is</strong>tici e non loro.<br />

E a qualuque età nei personali grandi spazi vitali, come pilastri del SE'<br />

compaiono astratti important<strong>is</strong>simi elementi - ad esempio la DIGNITÀ e la<br />

LIBERTÀ: d<strong>is</strong>truttivo è violarli.


317<br />

La mancata accettazione di sé, induce a autodifese a loro volta foriere di<br />

d<strong>is</strong>adattamenti grav<strong>is</strong>simi, a trasformare valori "caldi" e coscienti in aggressività<br />

d<strong>is</strong>truttiva inconsapevole.<br />

Il rifiuta dell'AFFETTO rinsecch<strong>is</strong>ce i propri spazi interiori, e porta anche in sé<br />

l'incombente r<strong>is</strong>chio che d<strong>all</strong>'opporsi legittimo a un'oppressione, si ricada nel<br />

surrogato di aggregazioni esterne restrittive e violente basate sul "contrario di...".<br />

Immaturità? L‘infanzia non es<strong>is</strong>te: es<strong>is</strong>te lo sviluppo e<br />

lo sviluppo è cambiamento liberatorio<br />

Comunque nella concretezza delle situazioni le scienze umane e le umane<br />

pertinenze - psicologia, sociologia, politica, economia, antropologia ecc. con i<br />

loro agganci POLITICI - non possono del tutto prescindere le une d<strong>all</strong>e altre.<br />

In concreto le indicazioni teoriche vengono sfruttate - e finanziate! - da s<strong>is</strong>temi<br />

politici o economici, le ricerche e applicazioni vengono arbitrariamente<br />

indirizzate: non sempre le ipotesi che sembrano le più libertarie andranno a<br />

buoni fini liberatorii.<br />

In particolare molta bibliografia psicoanalitica di indirizzo - sia centrato sul<br />

soggetto che "relazionale" e "s<strong>is</strong>temica" - espone generalizzanti teorie che<br />

convalidano come incontrovertibili le descrizioni dei - presenti o passati - fatti o<br />

situazioni PATOLOGICI: costruite sulla base di situazioni anomale queste teorie<br />

vanno comunque combattute specie quando siano autoreferenziali o peggio<br />

quando pretendono prove dimostrative da "esperimenti" in cerca di<br />

autoconferme.<br />

Infatti le descrizioni generano arbitrarie ipotesi, le ipotesi si irrigid<strong>is</strong>cono in<br />

teorie...: e le teorie diventano normative con il r<strong>is</strong>chio di agganci attivabili e<br />

pratici - terapeutico, farmacologico, "politico", economici.<br />

Una vera psicoterapia su base psicoanalitica dovrebbe avere come scopo<br />

effettivo una radicale "ripulitura" dai sintomi e d<strong>all</strong>e conseguenze delle situazioni<br />

sofferte riportando il paziente <strong>all</strong>a sua originaria condizione ottimale ed <strong>all</strong>a sua<br />

attuale effettiva fase di maturazione: una totale "guarigione" raggiungibile non<br />

importa a che età e dopo una cura non importa di quale durata.<br />

Bambini di IERI = adulti di oggi. Adulti di oggi -> adulti di DOMANI<br />

...<br />

Il Il bambino bambino è è padre padre dell'uomo<br />

dell'uomo ...


318<br />

Anal<strong>is</strong>i terminabile o inteminabile? Su questi presupposti non solo si dovrebbe<br />

auspicare la SPARIZIONE di ogni aspetto anomalo, ma anche permettersi di far<br />

considerare TERMINATA la cura quando una globale restitutio ad integrum<br />

trasforma persino le "cicatrici" di danni pregressi in arricchenti ESPERIENZE: una<br />

totale "guarigione" raggiungibile non importa a che età e dopo una cura non<br />

importa di quale durata.<br />

Scopo effettivo di una terapia su base psicoanalitica dovrebbe essere una<br />

radicale "ripulitura" d<strong>all</strong>e conseguenze patogene di situazioni sofferte, ma anche<br />

di riapertura di passaggi mancati, onde riportare il paziente <strong>all</strong>a propria<br />

originaria condizione ottimale ed <strong>all</strong>a sua attuale effettiva fase di maturazione.<br />

Base portante iniziale e definitiva di tutte le possibilità affettive è il complesso<br />

orale le cui manchevolezze verranno a ripercuotersi trav<strong>is</strong>ate nelle patologie più<br />

varie - sia psicopatie che sociopatie.<br />

Ma senza parlare di "bontà" o di "cattiveria", di "adattamento" o di<br />

"adeguamento" e dei loro contrari, e per smascherare quanto di patologico stia<br />

dietro questi termini stessi occorre più che mai riferirsi piuttosto <strong>all</strong>e "situazioni<br />

sane" che non <strong>all</strong>e "situazioni patologiche" con le loro patologiche<br />

"compensazioni".<br />

René Spitz teorizzava giustamente come criterio di sviluppo socio-emotivo<br />

normale un fenomeno che però defin<strong>is</strong>ce con un termine - erroneamente -<br />

peggiorativo - angoscia dell'estraneo: quanto sarebbe importante che pediatri,<br />

personale insegnante e chiunque si occupa di bambini si insospett<strong>is</strong>se invece<br />

che r<strong>all</strong>egrasi per i troppo BRAVI BAMBINI, per quelli che "stanno con tutti"<br />

senza d<strong>is</strong>tinguere le individualità altrui!<br />

Si continua invece a rimanere ammirati d<strong>all</strong>a prec<strong>is</strong>ione intuitiva con cui Freud<br />

ha denominato le varie fasi dello sviluppo - orale, anale, Edipica, di castrazione,<br />

di latenza degli <strong>is</strong>tinti - periodo quest'ultimo in cui in cui proprio la pausa delle<br />

iniziative <strong>is</strong>tintuali del soggetto dovrebbe lasciar posto a aperture conoscitive sul<br />

mondo esterno, a acqu<strong>is</strong>izioni diligenti di abilità e di regole: in una libera<br />

accettazione dei propri errori, in un ampio interscambio di competenze sociali e<br />

di aperta e fiera "voglia di imparare".<br />

D<strong>is</strong>cepolo è "colui che sta imparando" e mette <strong>all</strong>a prova la propria<br />

<strong>is</strong>truzione tramite una d<strong>is</strong>ciplina = "modo e regola dell'insegnare":<br />

anzi è chi accetta la "d<strong>is</strong>ciplina" come tramite per correggere i<br />

PROPRI errori.


319<br />

E gli errori si rivelano per quello che sono: tappe importanti<br />

dell’apprendimento. Il riconoscimento della propria ignoranza non è fine<br />

a se stesso: é l'apertura delle porte <strong>all</strong>a gioia di imparare.<br />

Un termine tecnico della puericultura, ora antiquato, defin<strong>is</strong>ce "<strong>all</strong>ievo" il<br />

lattante "a balia" cioè in piena fase orale: ma "<strong>all</strong>ievo" ora invece, e<br />

nell'accezione più comune, è sinonimo di "scolaro" cioè di chi attraversa il suo<br />

razionalizzante e proiettato <strong>all</strong>'esterno "periodo di latenza degli <strong>is</strong>tinti".<br />

Una v<strong>is</strong>tosa falsa normalizzazione si manifesta proprio quando in questo<br />

periodo di latenza degli <strong>is</strong>tinti il bambino prima "d<strong>is</strong>turbato" pare ritrovare<br />

soggettivamente una "balia" fasulla infilandosi abusivamente - come un "paguro"<br />

- "utilizzando" impropriamente aggregazioni autoritarie di coetanei come<br />

surrogato r<strong>is</strong>tretto del complesso orale e delle sue ampie prospettive.<br />

Con quanta maggior attenzione b<strong>is</strong>ognerebbe quindi seguire i bambini che<br />

nelle età precedenti apparivano psicologicamente "non normali", e che invece<br />

sembrano quasi "super-guariti", molto "ben adattati", eventualmente fin troppo<br />

"scolaretti perfetti" nell'età e ambito della scuola elementare!<br />

La scuola come pure la "banda di strada" offrono a questi scolari/<strong>all</strong>ievi exbambini<br />

infelici un finto intempestivo complesso orale, un tardivo grembo/nido<br />

accogliente, garantito e uniforme: che dà loro un'apparente possibilità di ritrovare<br />

un "noi", un provv<strong>is</strong>orio "senso basilare" di un'es<strong>is</strong>tenza con-div<strong>is</strong>a in un<br />

ambito regolamentato e comune.<br />

In questi precari surrogati si nascondono emozioni e affetti delusi o soppressi,<br />

non spariti ma ridotti ai loro aspetti freddi e violenti, intr<strong>is</strong>i di quelle connaturate<br />

aggressività e paura, adatte ad assorbirne e canalizzarne l'inevitabile non<br />

bilanciata carica di d<strong>is</strong>truttività rimossa.<br />

"Seguace = accolito o proselito" = è chi si appropria di qualcosa che<br />

appartiene a qualcun altro, è chi usa il suo "proselit<strong>is</strong>mo" per<br />

impadronirsi di qualcosa che non gli è proprio.<br />

Infatti come si può con-laborare se si è privi di comuni esperienze vitali? Su<br />

quale piano se non autoreferenziale, su quali argomenti se non unidirezionali ci<br />

si può incontrare quando si "appartiene" ad un s<strong>is</strong>tema irrigidito di dare e<br />

prendere - sinonimi in fondo di sottrarre e aggiungere, cioè solo di spostare<br />

sterilmente qualcosa e di deprivare comunque qualcuno?<br />

.


320<br />

Ogni PROGNOSI è in fondo un'illogica, primitiva profezia e quindi non è lecito<br />

preannunziare sventure su basi instabili e provv<strong>is</strong>orie: ma quanto spesso il crollo<br />

psicotico precipita poi nell'adolescenza al ritorno degli "<strong>is</strong>tinti" e della necessità<br />

innata interiore di diversificare le vie es<strong>is</strong>tenziali!<br />

E se precipita nell'adolescenza, il crollo psicotico o ant<strong>is</strong>ociale tende ad<br />

ampliarsi nell'adulto in circoli viziosi di incapacità personali, ancor peggiorate<br />

da precedenti eccessi di adeguamento a direttive altrui e d<strong>all</strong>e conseguenti<br />

mancanze di vere, maturate e v<strong>is</strong>sute acqu<strong>is</strong>izioni conoscitive e relazionali.<br />

Svolgere, sviluppare...<br />

Svolgere, Sviluppare<br />

Sviluppare. . Si svolgono le cose volte o rinvolte, si<br />

svolgono i germi della vita; si sviluppano le inviluppate. Là dove<br />

non vi è inviluppo o viluppo, ivi sviluppare non ha luogo proprio..<br />

proprio... -<br />

Dizionario dei Sinonimi e dei Contrari del Tommaseo: Lemma 2327<br />

Parametri di presente e passato traggono con sé conseguenze future e relative<br />

scelte dec<strong>is</strong>ionali: ma scienziati, filosofi, sociologi, pedagoghi, politici... sono<br />

esseri umani in carne ed ossa, e la loro attività è improntata al loro privato,<br />

personale "essere-al-mondo", radicatosi nel mondo "bambinesco e famil<strong>is</strong>tico" da<br />

ciascuno attraversato e più o meno r<strong>is</strong>olto.<br />

Dec<strong>is</strong>ioni collettive anche molto gravi possono così trovarsi nelle mani di chi lo<br />

ha abbastanza favorevolmente accettato e trasformato in vitale ESPERIENZA,<br />

oppure - e magari più spesso sulla spinta di furibonde compensazioni - nelle<br />

"grinfie" di chi lo ha rifiutato, trav<strong>is</strong>ato, avversato.<br />

Tutti sono stati bambini... sembra un assioma ovvio, e sembra più che ovvio<br />

credere "facili" le cose da bambini nei loro contenuti "normali" dell’es<strong>is</strong>tenza<br />

banale e piacevole poterne "d<strong>is</strong>correre" altrettanto facilmente: invece ci si trova a<br />

dover elaborare temi basilari di pesante e CONTRASTATA valenza FILOSOFICA<br />

e non solo.<br />

Il significato primario e prevalente nell'insieme degli studi qui d<strong>is</strong>cussi cons<strong>is</strong>te<br />

proprio nel presentare - anzi: valorizzare - il "difficile" concetto di INFANZIA<br />

come dinamico basilare inizio da cui si apre verso orbite successive che<br />

sostanziano la vera natura dell'essere umano, di OGNI essere umano.


321<br />

Per troppe persone però i fondanti "anni leggeri" non sono stati pieni di<br />

dolcezza e vitalità, ma di violazioni e sofferenze: d<strong>is</strong>torsioni iniziali dei<br />

prim<strong>is</strong>simi anni di vita tendono a protrarre e ampliare mancanze e<br />

compensazioni e incomprensioni e d<strong>is</strong>adattamenti.<br />

Ma se troppo spesso difformi sono stati gli inizi soggettivi, questo ovviamente<br />

comporta anche differenze oggettive e relazionali successive - di percezione, di<br />

espressione e di ascolto - da cui divergenze non certo "leggere", foriere a loro<br />

volta di subentranti cause di d<strong>is</strong>agi interpersonali. di interventi avventati, di<br />

polemiche se non di circoli viziosi di errori di valutazione e di aspre<br />

contrapposizioni.<br />

Nulla sfugge a questa immanente QUARTA DIMENSIONE, sia nelle sue<br />

manifestazioni esteriori che nelle immense possibilità interiori della MEMORIA<br />

individuale come pure della "<strong>memoria</strong>" superindividuale anche trasm<strong>is</strong>sibile -<br />

testimoniale e "storica": di un'ininterrotta presenza sia conscia e fonte di<br />

significativa "esperienza", sia anche inconscia, rifiutata e "rimossa".<br />

Ma in questo enorme bagaglio mai perduto non si trovano solo ep<strong>is</strong>odi e loro<br />

descrizioni, nomi. date, fatti, nozioni...: il tutto è imbevuto e sostenuto d<strong>all</strong>e<br />

ininterrotte sequenze di più o meno accettabili emozioni, che, se rifiutate, sono<br />

causa non solo di patologie personali ma anche di circoli viziosi di mal<br />

funzionanti relazioni con l'esterno.<br />

In troppi casi - soprattutto se inconsapevoli e/o rimossi - ritorni da un passato<br />

malv<strong>is</strong>suto sono scottanti tanto da venir percepiti come inaccettabile violenza:<br />

se sembrano d<strong>is</strong>corsi facili e ovvi, va invece chiarito e ribadito che parlare di<br />

"bambini piccoli" - anche soltanto collegandosi a semplici fatti del presente - può<br />

toccare sensibilità collegate a fatti pregressi della vita personale dotati di un<br />

contenuto emotivo non sempre accettabile e contenibile.<br />

Di rimando il troppo frequente divario nelle v<strong>is</strong>sute esperienze non solo causa<br />

di per sé enormi trav<strong>is</strong>amenti, ma ognuna di queste d<strong>is</strong>torsioni cerca di<br />

propagarsi e giustificarsi anche culturalmente: non solo per mezzo di propugnati<br />

concetti teorici, ma esprimendosi anche in quell'impostazione POLITICA,<br />

proprio deputata <strong>all</strong>e difficili dec<strong>is</strong>ioni di programmare il FUTURO.<br />

E' difficilc ed anche per lo più sciocco d<strong>is</strong>qu<strong>is</strong>ire di "bontà" o di "cattiveria" ma<br />

purtroppo lo studio delle POSSIBILITA' EVOLUTIVE degli esseri umani non<br />

comporta soltanto aperture "positive": anche la MALVAGITA' e sue concrete<br />

attuazioni ne fanno real<strong>is</strong>ticamente parte e debbono venir segnalate.


322<br />

Ma anche solo sul piano descrittivo la - estemporaneamente imprevedibile -<br />

variabilità individuale e la vera imprevedibilità del futuro anche immediato non<br />

possono mai procedere sicure di non trovarsi sul filo di un pericolos<strong>is</strong>simo<br />

rasoio, tanto più quando erroneamente ci si illude che quanto viene espresso e<br />

trasmesso equivalga ad averlo comunicato e reso un accettabile<br />

"ammaestramento", un concretizzabile condiv<strong>is</strong>o progetto.<br />

Prec<strong>is</strong>are anche solo i termini inerenti a questa materia e definire una prec<strong>is</strong>a<br />

posizione metodologica e filosofica è necessario in generale per contribuire a<br />

prevenire vane e/o superflue richieste e commenti e d<strong>is</strong>cussioni.<br />

Ma in un testo destinato a venir reso pubblico cioè in v<strong>is</strong>ta di una proficua comprensione<br />

è davvero urgente dirimere grav<strong>is</strong>simi diffusi equivoci dovuti al<br />

d<strong>is</strong>conoscimento del vero contenuto di termini e concetti come ESPRESSIONE e<br />

COMUNICAZIONE nel loro ben differente peso sui piani reciproci del<br />

soggettivo e dell'informazione oggettiva.<br />

Quest'ultima, come indica l'etimologia stessa di "com-unicazione", defin<strong>is</strong>ce la<br />

possibilità di sintonizzarsi <strong>all</strong>'interno di un ambito comune ed è attualizzabile<br />

soltanto in tempi e modi condiv<strong>is</strong>ibili: come un numero di telefono sbagliato,<br />

improvvide trasm<strong>is</strong>sioni di informazioni non in grado di venir recepite nella loro<br />

essenza non aprono alcun "rapporto", anzi possono estendersi in d<strong>is</strong>ordinati<br />

fraintendimenti.<br />

Dal sito il paese dei bambini che sorridono<br />

Filastrocca del "900<br />

Quanti bambini in cent' anni,<br />

nati nati, neonati neonati, e poi nonni nonni.<br />

Freschi amici ed amiche<br />

fra muri secchi ed antichi.<br />

Sguardi sorpresi,<br />

curiosi, attimi lenti,<br />

sospesi.<br />

Voci leggere in cortile,<br />

mentre c'è un rombo che sale.<br />

Giochi con r<strong>is</strong>o e con pianto,<br />

e l'altalena del canto.<br />

E l'altalena r<strong>all</strong>enta,<br />

si stanca un poco la spinta.<br />

Poi ricomincia ad andare,<br />

rimbalzi di primavere.<br />

Quanti bambini in cent'anni,<br />

nati neonati, e poi nonni nonni.<br />

Svolgere, Sviluppare. Si svolgono le cose volte o rinvolte, si<br />

svolgono i germi della vita; si sviluppano le inviluppate. Là dove<br />

non vi è inviluppo o viluppo, ivi sviluppare non ha luogo proprio... -<br />

Dizionario dei Sinonimi e dei Contrari del Tommaseo: Lemma 2327


323<br />

Un simile variegato scenario a ben più di quattro dimensioni promuove in ogni<br />

aspetto l'idea che ogni pregresso accadimento sia capitalizzato - o indebitato - in<br />

un presente sostanziato d<strong>all</strong>o spessore delle soggettive vicende: in un "capitale"<br />

attivo o debitorio che inevitabilmente dovrà espandersi in più o meno<br />

prospettabili personali e generazionali e STORICI "percorsi".<br />

L'ippocratica OSSERVAZIONE dovrebbe comunque per principio regnare<br />

sovrana, ma soprattutto l'essenza dell'essere umano non dovrebbe venir<br />

imm<strong>is</strong>erita studiandola e staticizzandola secondo un uso sconsiderato di CAVIE<br />

sperimentali, tanto meno per quanto attiene <strong>all</strong>o sviluppo infantile.<br />

Gli studi qui proposti trattano il tema attinente <strong>all</strong>e difficil<strong>is</strong>sime e contrastate<br />

basi portanti dell'ESISTENZA di ognuno: ma non debbono diventare a loro volta<br />

causa di impropria violenza.<br />

VIOLENZA è violazione degli spazi, del'es<strong>is</strong>tenza, delle prerogative altrui;<br />

violenza è causare sofferenza o, peggio, calpestare significati e valori; violenza è<br />

privare e d<strong>is</strong>truggere: anche con le migliori intenzioni d<strong>is</strong>truttivo è<br />

destabilizzare un equilibrio precario.<br />

Per evitare di "violare" altrui es<strong>is</strong>tenze è necessario accuratamente e<br />

ripetutamente chiedersi, prec<strong>is</strong>are e far conoscere che cosa si intende per<br />

violenza, e - con ogni cautela descrittiva - solo così contribuire a combatterla.<br />

Lo sviluppo umano è lungh<strong>is</strong>simo, pieno di apparenti contraddizioni, vario e<br />

composito.<br />

Foriera di possibili conseguenze personalmente invalidanti e/o ant<strong>is</strong>ociali<br />

esplosive, paragonabile <strong>all</strong>a tortura del letto di Procuste - che "<strong>all</strong>ungava» chi<br />

era troppo "corto" e tagliava il "di più" a chi era troppo "lungo" - ecco una delle<br />

più tipiche e frequenti violenze indirette sul "bambino": il m<strong>is</strong>conoscimento delle<br />

caratter<strong>is</strong>tiche peculiari delle varie età nelle loro necessarie variazioni.<br />

Ed è questo il punto essenziale, lo scopo precipuo del presente lavoro: è questo<br />

il significato della parola MUTAMENTI e la contrapposizione più volte segnalata<br />

tra sviluppo e imbroglio.<br />

Lo schema dei "complessi" descritti da Freud si adatta bene ai concetti di<br />

preparazioni multiple e differenziate destinate a porre BASI differenziate nel<br />

tempo.


324<br />

Le descrizioni delle aperture da questo "viluppo" sono più chiare se inserite in<br />

un quadro di riferimento regolare, soprattutto perché non sono metafore ma<br />

rappresentazioni di una ben concreta realtà.<br />

Si parla molto di adattamento, ed ancor più del suo contrario "sentirsi<br />

inadeguati", si auspicano buoni "inserimenti" come brillante traguardo da<br />

raggiungere: mentre un presunto adattamento ottimale è proprio il contrario di<br />

una valida resiliente adattabilità, di una elastica capacità di adeguarsi <strong>all</strong>e<br />

circostanze, tanto che in fondo paradossalmente, un essere "ben adattato" è un<br />

minorato, un mutilato nell’adattabilità.<br />

Sia i "complessi" che le loro denominazioni - orale, anale, Edipico e di<br />

castrazione, fase di latenza - sono indicativi di ben di più di un puro schema<br />

teorico: mettono in evidenza - ippocraticamente - un quadro che DESCRIVE<br />

concrete condizioni e effettivi passaggi.<br />

L' idea qui propugnata a favore dello "sviluppo sano" non si esprime con dati<br />

statici ma si centra sulla sua peculiare intrinseca regolare mobilità: preliminare<br />

ind<strong>is</strong>pensabile <strong>all</strong>a ricchezza e "usabilità" di aperture in ogni età successiva.<br />

Innumerevoli sono le sviluppabili umane possibilità: come nelle "materie<br />

scolastiche" è proprio la d<strong>is</strong>tinzione in ben definiti filoni organicamente costituiti<br />

ad offrire ogni passaggio come garanzia per ogni acqu<strong>is</strong>izione e conqu<strong>is</strong>ta: non<br />

malgrado, ma anzi appunto avvantaggiandosi delle apparenti contraddittorietà.<br />

Però, se riconoscere e accettare come normale in generale la contraddittorietà<br />

dei passaggi da una fase <strong>all</strong>'altra può permettere di sottrarsi <strong>all</strong>‘incubo delle<br />

pseudo v<strong>is</strong>ioni sul futuro del bambino e delle proprie pseudo responsabilità e<br />

colpe: altrettanto può agevolare nell'identificare e d<strong>is</strong>tinguere quanto invece è<br />

differente e compete al CARATTERE INDIVIDUALE.<br />

Il riconoscere e separare transitorietà e peculiarità evita che elementi tipici - che<br />

per definizione sarebbero transitori - dei succedentesi "complessi" r<strong>is</strong>ultino f<strong>is</strong>sati<br />

nel tempo come attribuzioni di una creduta "personalità", ed al contrario che<br />

vengano sottovalutate modalità, esigenze, peculiarità stabili tipiche di quella<br />

particolare individualità.<br />

Troppo spesso l'occasionale manifestarsi più intenso di uno o di un altro<br />

"complesso" e/o occasionali atteggiamenti o tendenze vengono assolutizzati e<br />

definiti "carattere".


325<br />

Invece la PERSONALITA' congenita di ciascuno es<strong>is</strong>te davvero geneticamente<br />

ed ha un peso enorme non solo nel "suo" comportamento, ma anche nelle suo<br />

modo di "sentire" e di reagire: grave violenza è d<strong>is</strong>interessarsene, trattare tutti <strong>all</strong>o<br />

stesso modo.<br />

Nel testo si ins<strong>is</strong>te molt<strong>is</strong>simo sul concetto di "complessi", sui caratteri peculiari<br />

di ciascuno, sulle grandi differenze di significato e di contenuti che ciascuno<br />

veicola.<br />

Caso particolare molto concreto ed evidente del letto di Procuste sono le<br />

nefaste conseguenze del bloccare, sfavorire, falsare o m<strong>is</strong>conoscere l'uno o<br />

l'altro complesso.<br />

Questo danno lascia aperta una lacuna nella capacità di autorealizzazione o si<br />

trasforma in aggressività secondaria: diventa causa comunque - e magari<br />

proseguente per generazioni! - di violenze, ingiustizie, d<strong>is</strong>agi non importa se<br />

provocati o subiti.<br />

Inoltre togliendo o stravolgendo esperienze concrete - di sensorialità, di<br />

movimento, di azioni, di rapporti, di affetti - si accentua la pseudo-fantasia che<br />

si cortocircuita su se stessa in spazi vuoti: l’individuo precipita così in una<br />

IRREALTA' sempre più impermeabile <strong>all</strong>’esterno.<br />

Purtroppo molte ipotesi nel loro arenarsi in "teorie" non oggettive e spassionate<br />

trasformano e propugnano la soggettività di eventuali descrizioni in convinte - e<br />

"convincenti" - "teorie (pseudo)scientifiche".<br />

Le ipotesi non debbono in ogni caso nobilitarsi impulsivamente in teorie, tanto<br />

meno hanno diritto di diventare linee NORMATIVE di etichetttura e di condotta.<br />

Invece soprattutto nel campo psicologico e sociologico molti dati presentati<br />

come incontrovertibili non derivano da verifiche concrete ma opinioni soggettive<br />

ammantate di "autorità" e da veri e propri esperimenti forzati - e sull’uomo!.<br />

Infatti alto è il r<strong>is</strong>chio che verifiche di ipotesi singole e parziali ottenute<br />

frettolosamente, che informazioni carenti e/o d<strong>is</strong>torte vengano proclamate non<br />

come provv<strong>is</strong>ori dati di ricerca, ma come conseguenziali indicazioni<br />

pedagogiche e/o igien<strong>is</strong>tiche, e/o terapeutiche normative.


326<br />

Difformi e polemiche v<strong>is</strong>ioni del mondo generano difformi "buoni propositi",<br />

con consegueni azioni da cui scatur<strong>is</strong>cono generalizzati progetti utop<strong>is</strong>tici<br />

Teorie statiche, rigide o interessate in mala fede tendono a diventare<br />

programmatiche in assoluto, mentre più o meno casuali esperimenti in corso di<br />

verifica diventano per la "gente comune" supporto - "superstizioso" - di<br />

contingenti, effimere "mode".<br />

Anche se in buona fede in v<strong>is</strong>ta di un ipotetico "bene comune" troppo spesso<br />

dec<strong>is</strong>ioni non abbastanza oculate se non arbitrarie divengono "fatti" e tali da<br />

espandersi in nefasti inarrestabili circoli viziosi pratici nell'immediato da cui<br />

teorizzare ipotetiche e stabili REGOLE normative.<br />

Il bambino che cresce<br />

s'impegna in esperienze<br />

fondamentali<br />

che appartengono soltanto a<br />

lui.<br />

Ma ognuno di noi, genitori,<br />

medici, insegnanti<br />

"buoni", "preparati", "colti",<br />

può compiere continue<br />

d<strong>is</strong>astrose violenze<br />

anche agendo "per il suo<br />

bene",<br />

ma con immaturità,<br />

insensibilità,<br />

o in malinteso ossequio<br />

a a scuole di mod<br />

Così i bambini,<br />

privati di esperienze vere,<br />

elaborano fantasticherie a<br />

vuoto<br />

e compensazioni fasulle<br />

che ne bloccano o deformano<br />

lo sviluppo<br />

riducendoli ad adulti<br />

immaturi, incompleti, o<br />

sbagliati,<br />

incidendo anche sulle<br />

generazioni a venire.<br />

Eppure entrare nel tempo<br />

m<strong>is</strong>conosciuto dei mutamenti<br />

non è tanto difficile.<br />

Basta essere presenti<br />

con simpatia,<br />

collaborare con r<strong>is</strong>petto,<br />

partecipare con curiosità<br />

e piacere.<br />

Insomma prendere finalmente<br />

sul serio<br />

l'evoluzione dei bambini<br />

e riattivare, intanto, anche la<br />

propria.<br />

Il sonno della ragione genera<br />

mostri?<br />

Invece così, nel silenzio dei<br />

mostri,<br />

può attuarsi la sua<br />

e la nostra<br />

evoluzione evoluzione.<br />

In ogni caso TUTTE le modalità unilaterali, ancor peggio se propugnate come<br />

benefiche, sul lungo termine non possono che generare più o meno diretta<br />

VIOLENZA, foriera di subentranti sempre nuove e <strong>all</strong>argate violenze, con<br />

grav<strong>is</strong>sime ritorsioni e incontenibili scompigli.<br />

Privare del loro significato la molteplicità delle esperienze dello sviluppo<br />

danneggia ovviamente l'essenziale elemento iniziale necessario ad una vita<br />

veramente completa: la vera ESPERIENZA che significa pienezza dell'es<strong>is</strong>tere.<br />

unilaterali, quando non "interessati" o truffaldini.


327<br />

La paura del nuovo, l'incapacità - o incapacitazione? - di muoversi nel tempo<br />

e nei cambiamenti, il b<strong>is</strong>ogno patologico di stabilità, di protezione, di<br />

rassicurazione, la mancanza di agilità mentale ed emotiva... richiedono apporti<br />

esterni e trasformano e immobilizzano i "rapporti" in "legami" di necessità: e gli<br />

impulsi di ciascuno si cortocircuitano in un s<strong>is</strong>tema chiuso e opprimente.<br />

Ma quando la m<strong>is</strong>cela sotto pressione esplode, l'illusione di ribellarsi crea una<br />

triplice nuova fonte di chiusura e incoerenza: non troppo paradossalmente con<br />

sempre più strette - soffocanti e paralizzanti - dipendenza, paura senza contenuti<br />

e conseguente arroccamento su ancora più rigide posizioni preconcette.<br />

Ci si lamenta <strong>all</strong>ora come dell'incombere di immeritate d<strong>is</strong>grazie e ci si chiede<br />

in che cosa si è sbagliato: ed è così che molto sullo sviluppo infantile è stato<br />

appreso tramite lo studio di conseguenti malattie psichiatriche.<br />

E’ giusto - potendolo fare - occuparsi dei più deboli, dei malati, delle situazioni<br />

anomale: ma da questo a farne una norma di giudizio e di meritorietà di<br />

comportamento nei riguardi dei ben più numerosi sani è una solenne ingiustizia,<br />

un’incoerenza assurda, e diviene ancora più ingiusta quando si rivela essere una<br />

via compensatoria soggettiva: un "lavaggio di coscienza" per dar senso a<br />

es<strong>is</strong>tenze vuote, e/o un'accettabile via di sfogo del proprio sad<strong>is</strong>mo ipocrita.<br />

Questi i fenomeni relativi <strong>all</strong>e malattie, dai quali traevo le<br />

conclusioni, fondandole su quanto c'è di comune e quanto di<br />

individuale nella natura umana umana; sulla malattia, sul malato,<br />

sulla dieta e su chi la prescriveva [...] ; sulla costituzione generale e<br />

specifica dei fenomeni atmosferici e di ciascuna regione, sui costumi, il<br />

regime, il modo di vita, l'età di ognuno; sui d<strong>is</strong>corsi, i modi, i silenzi, i<br />

pensieri, sul sonno e sull'insonnia, sui sogni - come e quando -, sui gesti<br />

involontari [...] e sulla concatenazione delle malattie - quali<br />

derivino d<strong>all</strong>e passate e quali si generino in futuro -. [...] Sulla base di<br />

tutto ciò, si estenda l'anal<strong>is</strong>i anche a quanto ne consegue - Epidemie,<br />

1,23.<br />

Per d<strong>is</strong>grazia, come lamenta Spinoza:<br />

Gli uomini sono soliti formare idee universali tanto delle cose<br />

naturali, quanto di quelle artificiali, idee che considerano come<br />

modelli, ai quali credono che la natura (che stimano non faccia<br />

nulla senza un fine) guardi e si proponga anch'essa come modello.<br />

Quando, dunque, vedono che accade qualcosa in natura che non<br />

concorda con il modello che hanno concepito di tale cosa credono<br />

<strong>all</strong>ora che la natura abbia f<strong>all</strong>ito o peccato e abbia lasciato quella<br />

cosa imperfetta.


328<br />

Asclepio/Esculapio, protettore dei medici, la divinità<br />

dell'Olimpo, medico degli ammalati ma anche il<br />

presidio dei sani, con il suo caduceo che<br />

simboleggia le arti della medicina unendo le virtù del<br />

serpente, il cui cambiamento della pelle simboleggia<br />

la rinascita e la rigenerazione, con la verga, lo<br />

strumento che simboleggia l'azione dell'uomo -<br />

techné - nel sommin<strong>is</strong>trare le cure. Esculapio,<br />

protettore dei medici, sembra parlarci della<br />

Conoscenza, rappresentata dal serpente, quale<br />

processo dialettico che costitu<strong>is</strong>ce l'Essere nella sua<br />

continuità e totalità e, per questo, rende l'Uomo<br />

immortale. Esculapio è una figura importante: egli<br />

non solo guar<strong>is</strong>ce, ma insegna e tramanda agli<br />

uomini l'arte di "superare" la morte. incarnando egli<br />

stesso una conoscenza più ampia, testimonia che è il<br />

Pensiero lo strumento grazie al quale si può<br />

accedere <strong>all</strong>'immortalità: infatti al tempo stesso, è<br />

anche il guaritore ferito che tramanda,<br />

consegnandolo ai successori, come un atleta in staffetta, il segreto<br />

dell'immortalità: basta solo saper guardare "oltre".<br />

S<strong>is</strong>temi collettivi<br />

Fra i piani collettivi, sociali e familiari, che involvono - o stravolgono - le<br />

es<strong>is</strong>tenze individuali di sicuro ne es<strong>is</strong>tono di più aperti e di più chiusi, di<br />

favorevoli o deleteri: ma, se la vita dovrebbe avere senso di per sé, per i più<br />

acqu<strong>is</strong>ta senso soltanto <strong>all</strong>'interno "comunicante" di un s<strong>is</strong>tema organizzato.<br />

"NOI" viviamo nel nostro s<strong>is</strong>tema, e ai nostri occhi "altri" s<strong>is</strong>temi ci appaiono<br />

assurdi: ma non per questo abbiamo diritto di credere - se non ci piace - di<br />

poterli manomettere senza conseguenze neanche in singoli particolari.<br />

Senza conoscerne davvero le basi antropologiche e/o simboliche non è facile<br />

capire se stiamo o meno toccando un particolare che potrebbe costituire la<br />

chiave di volta di un s<strong>is</strong>tema consolidato.<br />

Grave violenza è manomettere significati o mescolare valori precedenti con<br />

nuovi improvv<strong>is</strong>ati.


329<br />

Non si matura così una concorde progressione evolutiva quanto un'arbitraria<br />

sottrazione di significati prima coerenti, consueti e condiv<strong>is</strong>i.<br />

Utop<strong>is</strong>tiche o d<strong>is</strong>topiche che siano come etichetta, in prevalenza però queste<br />

teorie e progetti riduttivi e gretti traggono la loro forza d<strong>all</strong>'opporsi a qualcosa,<br />

dal "contrario di...": il che a sua volta raccoglie e sintonizza grette e unilaterali<br />

"comunanze" - anzi "comunelle" - in cui si riconoscono rivendicazioni e<br />

scontentezze dando origine a nuovi pericolosi centri di incomprensione e<br />

d<strong>is</strong>unione.<br />

"Seguace = accolito o proselito" = è chi si appropria di qualcosa che appartiene<br />

a qualcun altro, è chi usa il suo "proselit<strong>is</strong>mo" per impadronirsi di qualcosa che<br />

non gli è proprio.<br />

Comunque sia, ogni inspegabile, ingestibile mancanza di COERENZA è<br />

gravemente patogena a qualsiasi livello - dai popoli interi ai micros<strong>is</strong>temi sociali,<br />

d<strong>all</strong>e famiglie fino agli individui nella loro vita interiore.<br />

E l'assenza di SIGNIFICATO fa precipitare verso un ASSURDO a sua volta per<br />

i più radice d<strong>is</strong>truttiva di DISPERAZIONE: dobbiamo magari cercare di opporci a<br />

qualcosa di oggettivamente contrario ai diritti umani, ma solo consapevolemente<br />

consci di comportarci da colonzzatori responsabili di essere tali, non come<br />

utop<strong>is</strong>tici benefattori incoscienti.<br />

Non importa comunque se vuota o turbolenta, la d<strong>is</strong>perazione può stabilirsi<br />

sulla contraddittorietà dei mezzi e dei fini, degli insegnamenti e degli esempi,<br />

delle nozioni psicologiche o pedagogiche imparaticce e mal assimilate, come<br />

anche delle interiori pulsioni contrastanti che invece di generare "energia"<br />

vengono inibite da "inetti maestri".<br />

Ma in "via di sviluppo" non sono soltanto in modo "biologico" i bambini singoli<br />

- ed è a questo assoluto f<strong>is</strong>iologicamente mutevole modo biologico che si<br />

rifer<strong>is</strong>cono i "complessi" - o le "fasi" secondo lo schema di Erikson.<br />

Al di là di una base stabile a noi conoscibile, in continue imprevedibili<br />

evoluzioni lo sono anche le generazioni che si susseguono nei decenni: il<br />

FUTURO pur soggettivo di ogni neonato andrebbe considerato come un<br />

ENIGMA da seguire accostandov<strong>is</strong>i con dubbi, soggezione e r<strong>is</strong>petto. (Molto<br />

dimostrativo in poposito è il paragrafo Gli orecchini della zia nel file/capitolo<br />

Cosa ho in comune io con gli schiavi? Piero, Ada e la scuola della libertà.)


330<br />

D'altra parte se si parla di "bambini", attribuendone b<strong>is</strong>ogni, atteggiamenti,<br />

standard ecc... come se a due giorni - o a due minuti - o a sedici anni il "nuovo"<br />

essere umano fosse sempre uguale a se stesso, ben peggiori d<strong>is</strong>crepanze si<br />

diramano quando in questo teorico "letto di Procuste" si fa entrare in modo<br />

preconcetto anche la madre come anzi fosse la proagon<strong>is</strong>ta principale.<br />

Molte cose si semplificherebbero se si desse <strong>all</strong>e MADRI - e <strong>all</strong>e famiglie - il<br />

loro posto, se lo si permettesse in modo "naturale", se le si sostenesse od almeno<br />

non le si ostacolasse: al limite se si cercasse di capire cosa deve fare una madre -<br />

non ho detto una "buona madre"! - e cosa deve avvenire in una famiglia: e se si<br />

riusc<strong>is</strong>se a sfatare il groviglio di pregiudizi che le copre.<br />

Ogni schema descrittivo di riferimento può essere agevolato da<br />

semplificazioni, ma una ricerca seria riguardante gli esseri umani dovrebbe<br />

essere quanto meno pluri-generazionale e prevedere lungh<strong>is</strong>simi tempi<br />

successivi.<br />

Chi ha in carico diretto gli "sconosciuti" esseri del FUTURO, come pure chi in<br />

"più avanzato stato di maturazione" gli è vicino, oltre al - fruttuoso - compito di<br />

ass<strong>is</strong>terne i passaggi e proteggerne le fragilità e impotenze, può ricevere il<br />

"regalo" di condividere, recuperare, moltiplicare e potenziare assieme a lui le<br />

proprie già raggiunte acqu<strong>is</strong>izioni di "ripassare" proficuamente i passsaggi non<br />

ben assimilati.<br />

La "ruota e l'acqua calda" sono già state inventate: non occorre che ciascuno<br />

riparta d<strong>all</strong>a loro r<strong>is</strong>coperta: ma se E-DUCARE = ex-ducere - letteralmente si<br />

traduce in "trarre fuori"... con un significato simil-alchemico di "d<strong>is</strong>tillare il<br />

meglio", qui entra davvero in scena chi appartiene <strong>all</strong>e precedenti generazioni,<br />

chi - maggiore di età - nel frattempo ha raccolto e sta accumulando bagagli<br />

progredienti di esperienza es<strong>is</strong>tenziale soggettiva e di conoscenze oggettive<br />

comunicativamente trasm<strong>is</strong>sibili.<br />

Questo processo non deve avvenire a senso unico: in un reciprocità circolare<br />

e condiv<strong>is</strong>a non ci si annoia con i bambini, non si considera tempo perso lo<br />

stare con loro e ci si sente in pace con i propri <strong>is</strong>tinti.<br />

Ma questo può avere una ulteriore "remunerazione": il processo circolare può<br />

divenire anche EVOLUTIVO anche per i "grandi": gli adulti, i maggiori<br />

diventano a propria volta "d<strong>is</strong>cepoli" e facilita e arrich<strong>is</strong>ce la vita di tutti.


331<br />

D<strong>is</strong>cepolo è "colui che sta imparando" e mette <strong>all</strong>a prova la propria<br />

<strong>is</strong>truzione tramite una d<strong>is</strong>ciplina = "modo e regola dell'insegnare":<br />

anzi è chi accetta la "d<strong>is</strong>ciplina" come tramite per correggere i<br />

propri errori.<br />

E gli errori si rivelano per quello che sono: tappe importanti dell’apprendimento.<br />

Il riconoscimento della propria ignoranza non è fine a se stesso: é l'apertura delle porte <strong>all</strong>a gioia<br />

di imparare.<br />

Il vero scopo di questo lavoro dovrebbe cons<strong>is</strong>tere nell'invogliare ad<br />

occuparsi dei bambini, osservandoli con CURIOSITÀ E PIACERE, come se il<br />

loro insegnamento autorizzasse a ritrovare in modo appassionante vicende che<br />

reintroducono nel proprio passato, ne "rinfrescano" le emozioni sopite e -<br />

ricollegando generazioni, epoche storiche e fatti quotidiani - fanno anche da<br />

gentile tramite per correggere i PROPRI errori.<br />

Glossario<br />

Eppure, entrare nel tempo m<strong>is</strong>conosciuto dei mutamenti<br />

non è poi tanto difficile.<br />

Basta essere presenti con simpatia, collaborare con r<strong>is</strong>petto<br />

partecipare con curiosità e piacere.<br />

prendere finalmente sul serio<br />

l'evoluzione dei bambini.<br />

E riattivare, intanto, anche la propria<br />

E qui - come per i termini "comunicazione" e "espressione" - è necessario<br />

presentare un iniziale glossario di termini che altrimenti r<strong>is</strong>chiano di causare<br />

gravi deformazioni nella comprensione del contenuto.<br />

Basandosi su parametri patologici - e per di più ammantandoli con l’av<strong>all</strong>o della<br />

"scientificità" - ci si trova invasi da termini convalidanti una serie infinita di<br />

equivoci che ne stravolgono i veri significati, magari provocando più o meno<br />

consapevoli m<strong>is</strong>tificazioni che invertono le attribuzioni dovute r<strong>is</strong>pettivamnte a<br />

bambini e ad adulti.<br />

Toccherebbe agli adulti, stabili e “cresciuti”, e non ancora “interiormente<br />

vecchi” desiderosi solo di quiete occuparsi consapevolemente e real<strong>is</strong>ticamnte<br />

dei bambini e dei loro modi di essere e dei loro sentimenti.


332<br />

1. - sopportarne la vivacità e adeguare l‘ambiente contro gli eventuali r<strong>is</strong>chi;<br />

2. - sopportare le tempeste di gelosia, le triangolazioni ambivalenti<br />

3. - proporre e non sottrarre esperienze,<br />

4. - non settorializzare la realtà,<br />

5. - non cr<strong>is</strong>t<strong>all</strong>izzarne gli impulsi "negativi" o comunque le (plurale!)<br />

aggressività in situazioni immobili, da campana di vetro,<br />

6. - né ribaltarle in paure di incapacità, in fantasie incons<strong>is</strong>tenti, e - <strong>all</strong>‘insegna<br />

del "divide et impera" - in invidie bloccanti e d<strong>is</strong>truttive.<br />

In questi stravolgimenti di significati tutto quello che era fluente diventa<br />

immobile, e "cose serie" di un ambito divengono futili modi di dire:<br />

chi ricorda che "rassicurazione" deriva da "sicurezza", un termine<br />

proprio ad un ambito di AGGRESSIVITA' - ad esempio Pubblica<br />

Sicurezza?<br />

mentre - pure in un settore improntato a violenza - la "comunanza"<br />

trasformata in "appartenenza" evoca un'altra entità per definizione<br />

NEMICA: l'"estraneo"?<br />

ecc. ecc ecc.<br />

Occupandasi del rapporto adulti-bambini è importante partire da termini<br />

inerenti a situazioni banal<strong>is</strong>sime del tutto m<strong>is</strong>tificate: ne spiccano quelli<br />

denotanti che quanto sarebbe di pertinenza del bambino si proietta invece<br />

sull’adulto codificando anche nella terminologia una delle più diffuse violenze:<br />

quella di "pretendere" dal bambino sodd<strong>is</strong>fazioni per sé,<br />

1. - "pretendere" per sé quello che invece spetterebbe a lui "ricevere":<br />

2. - "riconoscenza" (per sé), invece che "riconoscimento" (per lui),<br />

3. - "identificazioni" invece che "identità",<br />

4. - "gratitudine" (del bambino) invece che "congratulazioni" e<br />

"compiacimento" (degli adulti),<br />

5. - "riparazioni" (da parte del bambino) per la colpa di aver odiato invece<br />

che... "punizione" (agli adulti!) per essersi fatti odiare.<br />

In queste siuazioni capovolte<br />

1. - il "riconoscimento" cambia soggeto e diventa ì "riconoscenza",<br />

2. - la sensazione attuale di "mi piace" procrastinata in "ho voglia"<br />

3. - e il "piacere" va restituito in "gratitudine"<br />

4. - l'"affermare" stravolge l'idea del "comunicare",<br />

5. - spacciando l'"inibizione" per "controllo" si toglie a questo ogni sua<br />

potenzialità,


333<br />

6. - la "continuità" si immobilizza in "pers<strong>is</strong>tenza",<br />

7. - per cui singoli attegiamenti, occasionali, l'emergere temporaneo di<br />

"stati emotivi" si staticizzano trasformati in - creduto - "carattere",<br />

8. - le ambivalenze affettive momentanee, occasionali diventano s<strong>is</strong>temi<br />

f<strong>is</strong>si che definscono "bontà" e "cattiveria",<br />

9. - la "sintonia" dell’<strong>is</strong>tinto genitoriale diventa "servizio",<br />

10. - la "partecipazione" <strong>is</strong>tintiva, si restringe in "capacità di dare",<br />

11. - la "regolarità" necessaria al bambino, si ritorce in "abitudini" degli<br />

adulti da "dargli",<br />

12. - ai "limiti" naturali, si sovrappongono imperative artificiose<br />

"limitazioni" imposte<br />

13. - i "rapporti", si cortocircutano in "legami",<br />

14. - la "responsabilità" delle proprie azioni diventa "ossequio" e<br />

"adeguamento" a voleri o arbitri altrui,<br />

15. - il "consenso" si trasform in dipendente "obbedienza",<br />

16. - la semplice "infelicità" come sentimento soggttivo si snatura, e,<br />

volgendosi solo <strong>all</strong>'esterno, si restringe in subalterna "inadeguatezza",<br />

17. - la "partecipazione" non accettata non condiv<strong>is</strong>a e asimmetrica<br />

diventa "dare"espropria con conseguente "prendere" dell'altro a cui<br />

rinfacciare l'essersi avvantaggiato, dell'uno che così si<br />

18. - mentre con gran confusione i "diritti" non hanno come contrario i<br />

"torti"<br />

19. - e i "doveri" non sono più soltanto sinonimi di "debiti".<br />

20. ecc.. ecc..<br />

Tipica è l'antinomia di "diritti" con il suo m<strong>is</strong>conosciuto contrario: "torti";<br />

mentre il supervalutato "dovere" richiama un termine che - nella realtà ma<br />

non nell'accezione comune - si rifà <strong>all</strong>o stesso concetto semantico di<br />

"debito"<br />

ma se non gli si appaia il giusto corr<strong>is</strong>pettivo di "credito" in sottofondo vi si<br />

collega anche una velata ipotesi di "estorsione" e/o "ricatto".<br />

Nell'accezione comune, in cui <strong>all</strong>e apparenze vien dato molto maggior<br />

"credito" che <strong>all</strong>a sostanza, tre voci verbali sostantivate si rapprendono a definire<br />

tre statiche situazioni emblematiche:<br />

il verbo ausiliario di qualsiasi altro verbo POTERE si accontenta di<br />

rappresentare chi domina su altre persone,<br />

- e così SUCCESSO - participio passato del verbo "succedere" - invece che<br />

accomunarsi in senso letterale al participio presente - "incidente" - indica in<br />

modo trionfal<strong>is</strong>tico una via statica per raggiungre uno statico "Potere".


334<br />

"Debiti" e "crediti", ed anche un altro sostantivo più real<strong>is</strong>tico inerente a<br />

"potere" cioè "possibilità"... come pure "prezzo" sono termini che<br />

riguardano entità NUMERICHE: e principe dei termini collegati con<br />

"numeri" è CONTARE.<br />

Ma che razza di m<strong>is</strong>tificazione ne è l'uso spurio e frequentesinonimo spurio<br />

dei precedenti: "persona di successo", "persona di potere", "persona che<br />

CONTA".<br />

Nella citazione di Leone Magno compare un termine al plurale - un'ines<strong>is</strong>tente<br />

brama di riconoscimenti - che offre l'opportunità di puntualizzare altre serie di<br />

vocaboli molto simili che, con piccole differenze indicano ben differenti realtà.<br />

Non è dunque che si debba ritornare ai giochi d'infanzia o <strong>all</strong>e<br />

nostre immaturità degli anni leggeri leggeri, , ma da quelli trarre<br />

qualcosa che si addice anche agli anni più gravi: l'oltrepassare<br />

con velocità i sentimenti impetuosi, il ritornare rapidamente <strong>all</strong>a<br />

pace, la scarsa <strong>memoria</strong> delle offese, un'ines<strong>is</strong>tente brama di<br />

riconoscimenti<br />

riconoscimenti, , l'amare una comunione socievole e<br />

un'uguaglianza naturale<br />

naturale.<br />

Grande contrasto non solo di significato ma di concreta sostanza suss<strong>is</strong>te in<br />

molti casi per gli stessi termini usati al singolare o al plurale: nel caso del<br />

termine al singolare viene indicato un contenuto di grande valore, mentre al<br />

plurale il concetto si deteriora in banalità, in pretese, se non in volgarità di<br />

rapporti m<strong>is</strong>tificanti.<br />

... .. una comunione socievole, una libera mutua con-div<strong>is</strong>ione, e<br />

un'uguaglianza naturale.<br />

naturale... ?<br />

Che rapporto es<strong>is</strong>te tra termini come "riconoscimento" e "riconoscimenti"? tra<br />

"con-fidenza" e "con-fidenze"? "conoscenza" e "conoscenze"? "piacere" e<br />

"piaceri"? "bene" e "beni"? ecc. ecc.<br />

Tutto il contrario della citazione sottostante in cui il verbo "succedere" compare<br />

nel suo vero - in questo caso - terribile significato :<br />

....di un uomo capace di affermare la propria LIBERTA'. Con se stesso<br />

rimanendo coerente al proprio pensiero, <strong>all</strong>e proprie convinzioni. Con gli<br />

altri quando ha respinto blandizir e ricatti senza neanche ceercar protezioni<br />

"politiche" nella consapevolezza che anche quelle potevno avere un<br />

prezzo. E' stato libero nel senso più completo del termine, quello che<br />

include la consapevolezza del proprio ruolo... di uomo, di marito, di padre,<br />

di cittadino. - Umberto Ambrosoli Qualunque cosa succeda pagg. 314-315


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€ 20,00<br />

ISBN 88-8239-153-9

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