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LA FILASTROCCA DELLA CHIOCCIOLA Database

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<strong>LA</strong> FI<strong>LA</strong>STROCCA DEL<strong>LA</strong> CHIOCCIO<strong>LA</strong><br />

<strong>Database</strong><br />

versione 0031<br />

messa in rete in data 04-04-2012<br />

contiene 629 documenti<br />

La presente ricerca si avvale della preziosa ed insostituibile collaborazione degli utenti del Forum naturalistico di Natura Mediterraneo (di seguito: “NM”), sul quale appare un'apposita<br />

discussione a questo indirizzo:<br />

http://www.naturamediterraneo.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=90109<br />

Agli utenti di questo Forum va un caloroso e vivissimo ringraziamento. Quando hanno contribuito direttamente portando la propria tradizione familiare, essi sono citati sul presente<br />

database con il soprannome che utilizzano normalmente sul forum (ad esempio: “Utente NM xxxx”). Il loro contributo è andato comunque ben al di là di questo: la grande maggioranza<br />

delle versioni riportate è infatti dovuta a segnalazioni di links e segnalazioni bibliografiche da loro effettuate, come testimonia anche la discussione riportata al suddetto indirizzo<br />

Internet: ognuno potrà constatare da sé l'importanza e la mole di queste segnalazioni, che molto spesso ne portano – a cascata – molte altre di conseguenza, non di rado importanti.<br />

Bisognerebbe ringraziare uno ad uno tutti gli utenti che hanno collaborato alle segnalazioni, ed al termine della ricerca lo si farà.<br />

Il presente database proviene legittimamente soltanto da uno di questi siti:<br />

www.naturamediterraneo.com<br />

www.GKweb.it<br />

Non pubblicare e non utilizzare pubblicamente il presente database senza l'autorizzazione degli autori e dei responsabili dei siti suddetti.<br />

Si prega di consultare anche la mappa di distribuzione all'indirizzo:<br />

http://www.GKweb.it/filachio/map.jpg<br />

Si raccomanda pure di leggere la “Guida alla lettura della mappa” all'indirizzo:<br />

http://www.GKweb.it/filachio/NoteMappa.pdf<br />

Le importantissime osservazioni sulla distribuzione geografica di questa filastrocca sono all'indirizzo:<br />

http://www.gkweb.it/filachio/OssSuDistrib.pdf<br />

Tutto il materiale relativo a questa ricerca è disponibile all'indirizzo:<br />

http://www.GKweb.it/filachio/list.html<br />

Nota sulle traduzioni: si è spesso cercato di rendere lo stile dell'originale. Pertanto, dove questo conteneva errori di sintassi o termini insoliti, si è a volte cercato di riprodurli anche<br />

nella traduzione, nei limiti del possibile e fatta salva la precedenza data all'immediata comprensibilità del testo.<br />

La ricerca è condotta da Giovanni Grosskopf (per informazioni: www.GKweb.it ).


DIFFERENZE DAL DATABASE CHE ARRIVAVA FINO AL<strong>LA</strong> VERSIONE 588<br />

NUOVE VERSIONI:<br />

Sono stati aggiunti tutti i documenti dalla versione 589 in poi. La versione 569 è stata sostituita con una nuova (vedi sotto).<br />

MODIFICHE:<br />

Modificati o aggiunti in nota i riferimenti corretti alle citazioni incluse dal Basile nel suo “Lo cunto de li cunti”, a riguardo delle versioni 21 e 437. Inserita la traduzione completa della versione bretone 141.<br />

Cambiate le note alla versione ucraina 223. Cambiate le note alla versione komi 406. Cambiata la nota alla 474. Cambiati testo, traduzione e note della versione 16, in seguito a nuove informazioni.<br />

Cambiate di conseguenza le note anche a 17 e 100. Cambiate le note alla 107. Revisionate ed eventualmente cambiate le note di diversi documenti tra i primi ad essere stati catalogati e commentati in<br />

passato all'inizio del nostro lavoro (numeri da 1 a 100), alla luce delle nuove informazioni acquisite ora durante le fasi più recenti della ricerca.<br />

È stata uniformata la numerazione delle varianti, relativamente ai soli documenti che consistono in vere versioni della nostra filastrocca: tutte le varianti della filastrocca, propriamente detta, partono dalla<br />

lettera “b” (ad esempio, la prima variante della versione 7 sarà la 7b) (in precedenza, alcune “prime varianti” avevano la lettera “a” ed altre la “b”). I testi generici che riportano informazioni varie, invece,<br />

possono ancora essere eventualmente individuati anche con la lettera “a”, a seconda di come si ritiene opportuno di volta in volta.<br />

Corretti in alcune versioni diversi errori di battitura e nomi imprecisi e perfezionate alcune informazioni in varie versioni. Modificate le note alla 406. La versione 569 della precedente versione del database si<br />

è rivelata un falso (si trattava di una versione inglese, già catalogata con voce propria, tradotta in cinese, e non di una versione cinese autonoma). È stata pertanto sostituita con una nuova versione<br />

autentica (russa), del tutto diversa, aggiunta ora. La versione 589 inizialmente inserita è stata parimenti rimossa per lo stesso motivo e sostituita con una versione americana. Cambiate le note alla 266 in<br />

riferimento alla menzione del fatto che le lumache “cantino” in certe circostanze; si sono poi aggiunti i riferimenti a tale nota in tutte le versioni che menzionano questa caratteristica credenza. Modificate le<br />

note alla 218.<br />

DATI DI ANALISI<br />

C<strong>LA</strong>SSIFICAZIONE PRELIMINARE DEI DOCUMENTI (ad esempio: ABA)<br />

I documenti sono stati in prima istanza classificati sommariamente in base alla risposta a tre domande:<br />

- Si tratta effettivamente proprio della filastrocca sulla chiocciola oggetto del nostro studio?<br />

I valori possibili sono: 0 = è una filastrocca su un animale diverso dalla chiocciola; A = sì; B = forse / in parte; C = no.<br />

- Il testo pare affidabile, oppure sembra essere stato sottoposto a pesanti rimaneggiamenti letterari d'autore?<br />

I valori possibili sono: A = sì; B = forse / in parte; C = no, pare aver certamente subito pesanti rimaneggiamenti letterari d'autore.<br />

- In ogni caso, il documento sembra avere a che vedere con concetti connessi alla nostra ricerca?<br />

I valori possibili sono: A = sì; B = forse / in parte; C = no.<br />

È inoltre possibile che un documento venga classificato come XXX se si è rivelato senz'altro totalmente errato o falso.<br />

IDONEITÀ ALLE SUCCESSIVE FASI DI ANALISI (ad esempio: YYN)<br />

In base alla suddetta classificazione preliminare, ai documenti è stata riconosciuta o negata:<br />

(1) L'idoneità ad essere sottoposti ad un'analisi generica sulla presenza e la natura di idee connesse alla nostra ricerca in generale (per tutti i documenti raccolti che siano minimamente affidabili, anche se<br />

non sono delle versioni della nostra filastrocca, ma sono soltanto connessi ad essa concettualmente in qualche modo).<br />

Questo tipo di idoneità è stato riconosciuto a tutti i documenti che, nella classificazione preliminare, hanno avuto un punteggio minimo di CBB. I valori possibili nel database sono: Y = sì; N = no.<br />

(2) L'idoneità ad essere sottoposti ad un'analisi motivica, riguardante cioè la presenza e la natura di “motivi” ricorrenti nella filastrocca vera e propria (per i documenti che sono effettivamente delle vere ed<br />

autentiche versioni della nostra filastrocca, anche se corrotti, perché possono presentare tracce di versioni originali perdute).<br />

Questo tipo di idoneità è stato riconosciuto a tutti i documenti che, nella classificazione preliminare, hanno avuto un punteggio minimo di BCA. I valori possibili nel database sono: Y = sì; N = no.<br />

(3) L'idoneità ad essere sottoposti all'analisi strutturale, riguardante la precisa struttura della nostra filastrocca secondo un determinato modello strutturale (per i documenti che sono effettivamente delle vere<br />

ed autentiche versioni della nostra filastrocca, ma solo se non troppo corrotti).<br />

Questo tipo di idoneità è stato riconosciuto a tutti i documenti che, nella classificazione preliminare, hanno avuto un punteggio minimo di BBA. I valori possibili nel database sono: Y = sì; N = no.<br />

ALTRO:<br />

Da parte di specialisti del settore nei Paesi interessati, si conferma la notizia che la nostra filastrocca sembra assente da Malta, dalla Georgia (nel Caucaso, dove sono presenti filastrocche analoghe sulla<br />

coccinella, su un uccellino e sulla lucciola, ma non sulla chiocciola), dalla Lituania, dalle Isole Faeroer (dove è presente soltanto un piccolo racconto che presenta solo qualche debole analogia ed inoltre<br />

tratta di un granchio) e probabilmente dall'Iran (è stata fatta una verifica nella zona di Teheran, senza riscontrare alcuna versione). Quanto alle ricerche sui Nativi Americani, è noto che molte popolazioni<br />

costiere autoctone del Nordamerica si cibavano di chiocciole marine ed hanno lasciato chiocciolai preistorici, ed è nota la tradizione degli Osage secondo i quali il loro antenato, fondatore della loro stirpe,<br />

era una chiocciola, in seguito trasformata in uomo (che poi sposò la figlia di un castoro); tuttavia, non sono state trovate connessioni tra tali dati e la nostra filastrocca.


N. TESTO ORIGINALE LINGUA E LUOGO TRADUZIONE ITALIANA MUSICA FONTE NOTE<br />

1 Schneckhûs, peckhûs,<br />

Stäk dîn vêr hörner rût.<br />

Süst schmît ick dî in'n graven<br />

da frêten dî de raven.<br />

Germania.<br />

Dialetto della zona nordoccidentale.<br />

(Suggerita da Schneider, sulla base di un<br />

originale che noi non possediamo:)<br />

Lumacone in casa, striscia fuori,<br />

ficca fuori i tuoi cornetti,<br />

e se non li vuoi ficcare<br />

ti butto nella tomba,<br />

ti mangiano i corvi.<br />

(Alternativa, mia, sulla base dell'originale<br />

riportato qui a fianco:)<br />

Lumacone, sfortuna nera,<br />

ficca fuori i tuoi cornetti,<br />

altrimenti ti butto nella tomba<br />

dove ti mangia il corvo.<br />

Ignota A. Kuhn e W.<br />

Schwartz,<br />

“Norddeutsche<br />

Sagen, Märchen un<br />

Gebräuche”, Lipsia<br />

1848.<br />

Citato in:<br />

A. de Gubernatis,<br />

“Zoological<br />

Mythology: or, The<br />

legends of animals”,<br />

1872.<br />

Traduzione italiana<br />

in:<br />

Marius Schneider, "Il<br />

significato della<br />

musica", edizione<br />

italiana: ed. Rusconi,<br />

1987, pagg. 45-46.<br />

Malgrado la traduzione<br />

suggerita da Schneider,<br />

“Peckhûs” dovrebbe avere il<br />

valore di “portasfortuna”, dato<br />

che “Pech” = “pece nera”, ma<br />

anche “sfortuna nera”.<br />

Il nero profondo viene associato<br />

sia alla pece che ai corvi: in<br />

tedesco questo colore si chiama<br />

infatti “nero pece”,<br />

“pechschwartz”, o “nero color<br />

corvo”, “rabenschwartz”.<br />

In questo caso, il primo verso<br />

andrebbe tradotto:<br />

“Lumacone, sfortuna nera,…”<br />

I finali in -hus delle parole<br />

riecheggiano un uso<br />

latineggiante della lingua,<br />

possibile in formule incantatorie<br />

(vedi l'inglese “hocus pocus”,<br />

espressione la cui origine, a ben<br />

documentarsi, è ancora<br />

dibattuta: che sia nata in realtà a<br />

partire da questa filastrocca, che<br />

in origine era un incantesimo?).<br />

Il primo verso tradotto da<br />

Schneider, nell'originale da lui<br />

considerato, doveva essere<br />

all'incirca:<br />

“Schnecke im Haus, krieche<br />

aus…”<br />

È importante vedere la nota alla<br />

versione 150.<br />

Il termine “graven” è affine a<br />

“Grab”, “tomba”, ma potrebbe<br />

pure essere interpretato come<br />

affine a “grob”, “ruvido”.<br />

Molto affine alla 431, 489, 490, e<br />

soprattutto alla 491.<br />

DATI DI<br />

ANALISI<br />

AAA YYY


2 Ignoriamo l'esatta versione alsaziana a cui<br />

pensava Schneider. Tuttavia, abbiamo<br />

rintracciato una versione austriaca, che pare<br />

talmente simile da essere molto probabilmente<br />

proprio la stessa:<br />

Schnecke, Schnecke komm heraus<br />

sonst schlag ich dir ein Loch in's Haus.<br />

3 Caracol, col… col,<br />

saca los cuernos al sol,<br />

que, se no, te mataré<br />

con la espada del Señor.<br />

Presente nella prima fonte<br />

solo in traduzione italiana;<br />

Tedesco.<br />

Alsazia, ma nota anche in<br />

Austria (e, quindi,<br />

probabilmente pure in<br />

Germania).<br />

Spagnolo.<br />

Spagna, zona non<br />

precisata.<br />

Lumaca, lumaca, vieni fuori<br />

o ti faccio un foro nel guscio.<br />

Chiocciola, -occiola, - occiola,<br />

tira fuori i corni al sole,<br />

ché se no t'ammazzerò<br />

con la spada del Signore.<br />

Ignota Marius Schneider, "Il<br />

significato della<br />

musica", edizione<br />

italiana: ed. Rusconi,<br />

1987, pagg. 45-46.<br />

Marius Schneider: "Los<br />

cantos de lluvia en<br />

España". Estudio<br />

etnológico comparativo<br />

sobre la ideología de<br />

los ritos de<br />

pluviomagia,<br />

"Anuario Musical", vol.<br />

IV, rivista edita dall'<br />

"Instituto Español de<br />

Musicología", CSIC,<br />

Barcelona, 1949.<br />

La versione in<br />

tedesco è citata,<br />

come proveniente<br />

dall'Austria, in:<br />

Josef Virgil<br />

Grohmann, Ueber<br />

die Echtheit des<br />

althochdeutschen<br />

Schlummerliedes,<br />

editore J.G. Calve,<br />

Praga, 1861<br />

(im codex suppl. nr.<br />

1668 der K. K.<br />

Hofbibliothek in<br />

Wien).<br />

Visibile su:<br />

http://www.archive.or<br />

g/details/ueberdieec<br />

hthei00grohgoog<br />

Marius Schneider, "Il<br />

significato della<br />

musica", edizione<br />

italiana: ed. Rusconi,<br />

1987, pagg. 45-46.<br />

Probabilmente molto affine alla<br />

versione 136.<br />

“Haus” significa “casa”, che,<br />

seguendo il traduttore del testo<br />

di Schneider, abbiamo tradotto<br />

con “guscio”.<br />

AAA YYY<br />

Affine alle versioni 53, 441, 517. AAA YYY


4 Escargot bigorne,<br />

montre-moi tes cornes!<br />

Si tu m'les mont' pas,<br />

je te tue dans ta maison,<br />

tout cru!<br />

5 Bua buagnel<br />

buta fora i quatro corni<br />

un a mi un a ti<br />

un a chela velgia da Caorì<br />

Francese, dialetto della<br />

zona di Ginevra, Svizzera.<br />

Ladino dolomitico,<br />

Fassano, varietà Brach<br />

(parlata della media Val di<br />

Fassa).<br />

Paese di Soraga, Val di<br />

Fassa, Dolomiti, regione<br />

Trentino-Alto Adige,<br />

provincia di Trento, Italia.<br />

Chiocciola bicorne,<br />

mostrami le tue corna!<br />

Se tu non me le mostri,<br />

io ti ammazzo dentro la tua casetta,<br />

senza alcun cruccio!<br />

Chio-, chiocciola,<br />

butta fuori i quattro corni,<br />

uno a me, uno a te,<br />

uno a quella vecchia di Caprile (località).<br />

Audio ascoltabile online<br />

(alla data odierna, 14<br />

agosto 2009) sul sito<br />

del Musée<br />

d'Ethnographie de<br />

Genève:<br />

http://www.villege.ch/meg/public_ph.ph<br />

p?id=HR405-1/1<br />

Trascrizione online<br />

all'indirizzo:<br />

http://www.GKweb.it/fila<br />

chio/Escbig.jpg<br />

Trascrizione<br />

semplificata online<br />

all'indirizzo:<br />

http://www.GKweb.it/fila<br />

chio/bua.jpg<br />

Doppio disco in<br />

vinile (2 LP 33 giri)<br />

Musique populaire<br />

suisse, traccia D19<br />

Collection<br />

Constantin Brailoiu -<br />

AIMP<br />

VDE - Gallo, 30-<br />

477/78, 1986<br />

ordinabile presso:<br />

Musée<br />

d'Ethnographie de<br />

Genève, Ginevra,<br />

Svizzera<br />

Registrazione della<br />

Radio suisse<br />

romande a cura di<br />

Constantin Brailoiu e<br />

Fréderic Mathil,<br />

molto probabilmente<br />

negli anni 1945-<br />

1946.<br />

"Musica e canto<br />

popolare in Val di<br />

Fassa", vol. II,<br />

Mondo Ladino XX,<br />

1996, pag. 426.<br />

A cura dell'Istitut<br />

Cultural Ladin,<br />

Vich/Vigo di Fassa.<br />

Ringrazio il dott.<br />

Fabio Chiocchetti,<br />

direttore dell'istituto,<br />

per la segnalazione<br />

e la disponibilità.<br />

Raccolto a Soraga il<br />

2-9-1993.<br />

Commento allegato al disco, a<br />

firma L.A. (Laurent Aubert): "Già<br />

nel 1875, H. Blavignac<br />

menzionava il fatto che questa<br />

rima sulle chiocciole era di<br />

antica tradizione e<br />

rappresentava una delle tante<br />

strofette recitate dai bambini e<br />

dedicate agli animali (H.<br />

Blavignac: L'Emprô genevois,<br />

Geneva, 1875, p. 115-116)."<br />

"Tout cru" sta per "(sans) tout<br />

cru" ("senza alcun cruccio",<br />

ovvero "senza pensarci due<br />

volte").<br />

La melodia è di grande<br />

interesse: presenta dei caratteri<br />

denotanti probabilmente<br />

un'origine abbastanza recente<br />

nella sua parte finale, mentre<br />

nella sua parte iniziale presenta<br />

un interessantissimo modulo<br />

che probabilmente è arcaico, e<br />

che ritroviamo con<br />

inequivocabile forte somiglianza<br />

nelle versioni 228 (Olanda) e<br />

252 (Irlanda). Si tratta ci un<br />

modulo recitativo basato<br />

sull'intervallo di quarta giusta<br />

discendente.<br />

C'è un riferimento alla<br />

distribuzione di qualcosa (la<br />

“formula distributiva”)<br />

(distribuzione delle “corna” come<br />

amuleti?), e c'è anche un<br />

riferimento ad una vecchia.<br />

Questo tipo di melodia è usato<br />

molto comunemente in tutta<br />

Italia per intonare filastrocche<br />

infantili (tranne che in<br />

Sardegna).<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


6 Bu bu bavagnöl<br />

buta fora i cater corgn<br />

un a mi un a ti<br />

un a la vecia che l'è morì<br />

l'à lascià cater fantolign<br />

che jiava a le buje bele<br />

bona sera ciacerele.<br />

Ladino dolomitico,<br />

Fassano, varietà Moenat<br />

(parlata della bassa Val di<br />

Fassa).<br />

Paese di Moena, Val di<br />

Fassa, Dolomiti, regione<br />

Trentino-Alto Adige,<br />

provincia di Trento, Italia.<br />

Bu, bu, chiocciola,<br />

(oppure: bue, bue, “piccolo bue” =<br />

“chiocciola”)<br />

butta fuori i quattro corni,<br />

uno a me, uno a te,<br />

uno alla vecchia che è morta.<br />

Ha lasciato quattro bambini<br />

che giocavano alle "buche belle" (gioco di<br />

biglie)<br />

buona sera, chiacchierine!<br />

Trascrizione<br />

semplificata online<br />

all'indirizzo:<br />

http://www.GKweb.it/fila<br />

chio/bubu.jpg<br />

"Musica e canto<br />

popolare in Val di<br />

Fassa", vol. II,<br />

Mondo Ladino XX,<br />

1996, pag. 426.<br />

A cura dell'Istitut<br />

Cultural Ladin,<br />

Vich/Vigo di Fassa.<br />

Ringrazio il dott.<br />

Fabio Chiocchetti,<br />

direttore dell'istituto,<br />

per la segnalazione<br />

e la disponibilità.<br />

Raccolto a Moena il<br />

27-6-1987.<br />

In questa versione la terza fase<br />

della filastrocca è costituita da<br />

un chiaro riferimento ad una<br />

"vecchia che è morta".<br />

Questa filastrocca, nella sua<br />

prima parte, viene cantata nel<br />

contesto dello stesso gioco<br />

infantile con una chiocciola o<br />

una lumaca che è descritto per<br />

la versione lombarda (7).<br />

La seconda parte della<br />

filastrocca (soprattutto gli ultimi<br />

due versi) sembrerebbe essere<br />

formata, a mio parere, da<br />

materiale estraneo ad una<br />

versione più antica e aggiunto in<br />

seguito, a meno che non si<br />

consideri la menzione dei<br />

“bambini” come una possibile<br />

metafora per le “corna” (vedi le<br />

note a 494 e le versioni 86, 135,<br />

494).<br />

In tal caso, è possibile che le<br />

“chiacchierine” siano le<br />

chiocciole stesse, e che questa<br />

seconda parte sia una formula di<br />

congedo dopo aver mozzato le<br />

“corna” all'animale?<br />

Questo tipo di melodia è usato<br />

molto comunemente in tutta<br />

Italia per intonare filastrocche<br />

infantili (tranne che in<br />

Sardegna).<br />

“Bavagnöl” rimanda al consueto<br />

etimo bos, bovis (vedi: C.<br />

Salvioni, "Etimologie", in<br />

"Romania, recueil trimestriel<br />

consacré a<br />

l'étude des langues et des<br />

littératures romanes", ed. Paul<br />

Meyer et Gaston, Paris, 31e<br />

année, 1902, pagg. 274-295)<br />

come molti altri nomi della<br />

chiocciola rintracciati in questa<br />

ricerca, e non al termine “bava”.<br />

AAA YYY


7 Lümaga, lümaghin,<br />

tira foeura i to' curnin,<br />

se no te 'massi!<br />

Variante (7b):<br />

Lümaga, lümaghin,<br />

cascia foeura i to' curnin,<br />

se no te 'massi!<br />

Altra variante (7c):<br />

Lümaga, lümaghin,<br />

tira foeura i do curnin,<br />

se no te 'massi!<br />

Dialetto della Bassa<br />

lombarda.<br />

Zona di Casorate Primo,<br />

tra Pavia e Milano,<br />

Lombardia, Italia.<br />

La variante 7b è<br />

conosciuta anche nella<br />

città di Milano, nei dintorni<br />

della stessa e nella zona di<br />

Lodi e Lodivecchio,<br />

Lombardia, Italia.<br />

La variante 7c proviene<br />

invece da Cernusco sul<br />

Naviglio (MI), Lombardia,<br />

Italia.<br />

Lumaca, lumachina,<br />

tira fuori i tuoi cornetti,<br />

se no ti ammazzo!<br />

Variante (7b):<br />

Lumaca, lumachina,<br />

caccia fuori i tuoi cornetti,<br />

se no ti ammazzo!<br />

Variante (7c):<br />

Lumaca, lumachina,<br />

tira fuori i due cornetti,<br />

se no ti ammazzo!<br />

VARIANTE 7:<br />

Audio ascoltabile online<br />

all'indirizzo:<br />

http://www.GKweb.it/fila<br />

chio/Lumaga4.mp3<br />

Trascrizione<br />

semplificata online<br />

all'indirizzo:<br />

http://www.GKweb.it/fila<br />

chio/Lumaga.jpg<br />

VARIANTE 7b:<br />

Audio ascoltabile online<br />

all'indirizzo:<br />

http://www. GKweb.it/fila<br />

chio/Lumaga7b.mp3<br />

Trascrizione online<br />

all'indirizzo:<br />

http://www. GKweb.it/fila<br />

chio/Lumaga7b.jpg<br />

“Questa me la<br />

cantava mia mamma<br />

quando ero piccolo!<br />

A lei l'aveva<br />

insegnata mia<br />

nonna. L'ambiente è<br />

quello contadino<br />

della campagna<br />

della Bassa<br />

lombarda, con molte<br />

risaie, rogge e vasti<br />

campi, dove un<br />

tempo si<br />

raccoglievano anche<br />

le rane da<br />

mangiare.”<br />

Utente NM “Forest”<br />

(fonte della musica<br />

della variante 7).<br />

Confermata anche<br />

da Stefano Uggeri di<br />

Lodivecchio, che si<br />

ringrazia e che è la<br />

fonte della musica<br />

della variante 7b.<br />

La 7b è citata anche<br />

in “Società<br />

veneziana di scienze<br />

naturali, Lavori, vol.<br />

7, supplemento ad<br />

uso didattico<br />

(Silvano Canzonieri:<br />

Animali dei Berici:<br />

curiosita', credenze,<br />

canzonette<br />

fanciullesche,<br />

prefazione di<br />

Lorenzo Bonometto,<br />

Venezia, 15 luglio<br />

1983).”<br />

La 7c proviene dalla<br />

tradizione familiare<br />

dell'Utente NM<br />

“brecc”.<br />

La filastrocca si canta sottovoce,<br />

ripetutamente, più e più volte di<br />

seguito, dopo aver toccato le<br />

"corna" di una chiocciola o di<br />

una lumaca, finché questa non<br />

decide di estrofletterle<br />

nuovamente (dopo averle ritirate<br />

in seguito al contatto). A quel<br />

punto, il bambino (per gioco) si<br />

convince che l'animale lo ha<br />

fatto a causa del potere magico<br />

del proprio canto.<br />

“Posso anche confemare (fonte:<br />

utente NM Forest) che,<br />

cantandolo e sentendolo<br />

cantare, non avevo<br />

assolutamente alcuna<br />

impressione di violenza<br />

(malgrado quanto si possa<br />

pensare leggendo il testo);<br />

piuttosto, l'impressione era di<br />

incanto, come un fascino<br />

ipnotico. Nessuno si sarebbe<br />

mai sognato di far male<br />

all'animale: era chiaro che,<br />

semplicemente, «era la canzone<br />

che era così».”<br />

La melodia (variante 7) è in<br />

modo minore, cosa insolita per<br />

la zona in questione (nella<br />

Pianura Padana sono<br />

comunissime le melodie nel<br />

modo maggiore). Inoltre, è<br />

anche basata su sole quattro<br />

note (di cui una compare una<br />

sola volta). Questi fatti<br />

potrebbero anche indicare<br />

un'origine insolita della melodia.<br />

La variante 7b ha una melodia<br />

del tutto diversa, basata sulla<br />

terza minore, come molte altre.<br />

La variante 7c ha la musica<br />

come la 7b, ma con valori di<br />

durata di una sola pulsazione (e<br />

non di due) sulle sillabe<br />

dell'ultima parola, " 'massi".<br />

AAA YYY


8 Snail, snail, come out of your hole,<br />

Or else I’ll beat you as black as coal.<br />

Variante (8b):<br />

“make” al posto di “beat”.<br />

Altra variante (8c):<br />

Peer out, peer out, peer out of your hole,<br />

or else I'll beat you as black as a coal.<br />

Inglese, Inghilterra, località<br />

non meglio precisata (da<br />

un testo del 1744).<br />

T. F. Thiselton Dyer, Folk-<br />

Lore of Shakespeare,<br />

1883, pp. 187-188, rileva<br />

che la variante 8c è citata<br />

da William Shakespeare<br />

nel suo lavoro “Le allegre<br />

comari di Windsor” (“Merry<br />

Wives of Windsor”), nel<br />

punto in cui Mrs. Page dice<br />

del marito di Mrs. Ford: “so<br />

buffets himself on the<br />

forehead, crying: Peer out!<br />

Peer out!”<br />

Questo lavoro teatrale di<br />

Shakespeare è stato<br />

composto al più tardi nel<br />

1601 (probabilmente tra il<br />

1599 ed il 1601, anche se<br />

alcuni ne collocano la<br />

composizione a prima del<br />

1597). In tale periodo,<br />

quindi, la versione 8c<br />

esisteva già.<br />

Lumaca, lumaca, vieni fuori dal tuo buco,<br />

altrimenti ti picchio fino a farti nera come il<br />

carbone.<br />

Variante (8b):<br />

“altrimenti ti faccio nera come il carbone.”<br />

Altra variante (8c):<br />

Guarda fuori, guarda fuori, guarda fuori dal<br />

tuo buco,<br />

altrimenti ti picchio fino a farti nera come del<br />

carbone.<br />

Ignota “Tommy Thumb’s<br />

Pretty Song Book”<br />

(1744), ristampato in<br />

Opie, 1975, No. 16.<br />

Originale conservato<br />

presso il British<br />

Museum di Londra.<br />

Presente in:<br />

Joseph Ritson,<br />

Gammer Gurton's<br />

garland: or, the<br />

nursery Parnassus;<br />

a choice collection<br />

of pretty songs and<br />

verses, for the<br />

amusement of all<br />

little good children<br />

who can neither<br />

read nor run, Printed<br />

for R. Triphook by<br />

Harding and Wright,<br />

Londra, 1810.<br />

Visibile su:<br />

http://books.google.c<br />

om/books?<br />

id=XtAqAAA<br />

YYYAYAAJ&pg=PA3<br />

2#v=onepage&q&f=f<br />

alse<br />

Citata in moltissime<br />

altre fonti, raccolte di<br />

filastrocche e studi<br />

sul folclore.<br />

Riutilizzata e<br />

rielaborata anche in<br />

un lavoro letterario<br />

del 1937, il grottesco<br />

canto “Shule Aron”,<br />

in:<br />

Arthur Palmer<br />

Hudson, Folk Tunes<br />

from Mississippi,<br />

1937.<br />

Commentata in:<br />

The Journal of<br />

American Folklore<br />

(J.A.F.), Vol. 8, No.<br />

29 (Apr. - Jun.,<br />

1895), pp. 153-155.<br />

La variante 8c è in:<br />

T. F. Thiselton Dyer,<br />

Folk-Lore of<br />

Shakespeare, 1883,<br />

pp. 187-188.<br />

Usata come prima strofa anche in<br />

altre versioni (vedi 413, 414).<br />

Torna il color nero, come nella<br />

versione 1. Ci può essere tuttavia un<br />

riferimento al fuoco, al “bruciare la<br />

casa” dell'animale, come in molte<br />

versioni olandesi che potrebbero<br />

essere parenti di questa versione<br />

inglese (vedi soprattutto 233, ma<br />

anche 229, 234 ed altre versioni<br />

olandesi). Il tema “bruciare, arrostire,<br />

fuoco” si ritrova anche in versioni<br />

tedesche, cinesi ed altrove.<br />

Molto interessante la notizia che<br />

Joseph Ritson ci dà:<br />

“It was probably the custom, on<br />

repeating these lines, to hold the snail<br />

to a candle, in order to make it quit<br />

the shell.”<br />

“C'era probabilmente l'usanza, mentre<br />

si ripetevano questi versi, di tenere la<br />

chiocciola sopra ad una candela, in<br />

modo da forzarla ad uscire dalla<br />

conchiglia.”<br />

Ritson prosegue paragonando questa<br />

strofetta ad un'altra, a suo dire<br />

analoga:<br />

“In Normandy it was the practice at<br />

Christmas, for boys to run round fruittrees,<br />

with lighted torches, singing<br />

these lines:<br />

Taupes et mulots,<br />

Sortez de vos clos,<br />

Sinon vous brulerai et la barbe et les<br />

os.”<br />

“In Normandia, era usanza, a Natale,<br />

che i ragazzi corressero attorno agli<br />

alberi da frutta, reggendo delle torce<br />

accese, cantando questi versi:<br />

Talpe ed arvicole,<br />

uscite dai vostri nascondigli,<br />

se no vi brucerò sia la barba che le<br />

ossa.”<br />

Partendo da ciò, l'ultima fonte (J.A.F.)<br />

ipotizza (secondo noi, giustamente)<br />

che la nostra strofetta n. 8 sulle<br />

chiocciole fosse parte di un rituale<br />

sacro; che questo avesse carattere<br />

processionale (e quest'altra cosa, per<br />

noi, è dubbia); ed anche (e questo, a<br />

nostro parere, è del tutto erroneo) che<br />

in essa il termine “snail” (chiocciola)<br />

avrebbe sostituito l'originale “mole”<br />

(talpa). Noi pensiamo piuttosto ad un<br />

origine molto antica di tutti i rituali per<br />

“far uscire dai nascondigli” vari piccoli<br />

animali, di cui sia quello con la talpa<br />

che quello con la chiocciola sarebbero<br />

casi particolari e separati,<br />

appartenenti a tradizioni distinte, ma<br />

in parte collegate da una lontanissima<br />

origine parzialmente comune. La<br />

nostra ricerca dimostra infatti che la<br />

filastrocca della chiocciola è molto<br />

antica e diffusa e non deriva affatto<br />

dalle usanze normanne sulle talpe.<br />

AAA YYY


9 Snail, snail, put out your horns,<br />

I’ll give you bread and barley corns.<br />

Variante (9b):<br />

Snail, snail, put out your horn,<br />

And I will give you a barleycorn.<br />

Variante (9c):<br />

Snag, snag, put out your horn,<br />

And I will give you a barleycorn.<br />

10 Sneel, snaul, robbers are coming to pull down<br />

your wall.<br />

Sneel, snaul, put out your horn,<br />

Robbers are coming to steal your corn,<br />

Coming at four o’clock in the morn.<br />

Inglese, Inghilterra, località<br />

non meglio precisata (da<br />

un testo del 1744).<br />

La variante 9b proviene<br />

dalle zone del<br />

Warwickshire e<br />

Staffordshire.<br />

La variante 9c proviene dal<br />

Sussex.<br />

Inglese, Yorkshire,<br />

Inghilterra (da un testo del<br />

1849).<br />

Lumaca, lumaca, tira fuori le tue corna,<br />

ti darò pane e chicchi d'orzo.<br />

Varianti (9b e 9c):<br />

Lumaca, lumaca, tira fuori il tuo corno,<br />

e ti darò un chicco d'orzo.<br />

Lumaca, lumaca, i ladri stanno arrivando a<br />

buttare giù il tuo muro.<br />

Lumaca, lumaca, tira fuori il tuo corno,<br />

i ladri stanno arrivando per rubare il tuo<br />

raccolto di cereali,<br />

arrivando alle quattro di mattina.<br />

Ignota “Tommy Thumb’s<br />

Pretty Song Book”<br />

(1744), ristampato in<br />

Opie, 1975, No. 16.<br />

Originale conservato<br />

presso il British<br />

Museum di Londra.<br />

Le varianti 9b e 9c<br />

sono tratte da:<br />

English Folk-<br />

Rhymes by G. F.<br />

Northall (London:<br />

Kegan Paul, Trench,<br />

Trubner & Co., Ltd.,<br />

1892), p. 326.<br />

Ignota Halliwell, J.O., 1849.<br />

Popular Rhymes<br />

and Nursery Tales of<br />

England<br />

(ripubblicato da The<br />

Bodley Head, 1970).<br />

Anche su:<br />

Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Pure su:<br />

English Folk-<br />

Rhymes di G. F.<br />

Northall (London:<br />

Kegan Paul, Trench,<br />

Trubner & Co., Ltd.,<br />

1892), p. 326.<br />

Il primo verso anticipa il terzo.<br />

Il raccolto di cereali è “tuo”, ma<br />

non necessariamente della<br />

chiocciola. Il “tu” potrebbe<br />

essere impersonale, come in<br />

moltissime altre versioni.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


11 Snailie, snailie, shoot out your horn,<br />

And tell us if it will be a bonnie day the morn.<br />

Variante grafica:<br />

Snaillie, snaillie, shoot oot yer horn,<br />

An tell me if it will be a bonny day the morn.<br />

12 Snail, snail, put out your horn,<br />

We want some rain to grow our corn.<br />

Out, horn, out.<br />

13 Bulorn, Bulorn, put out your long horn, your<br />

father and mother is dead;<br />

Your sister and brother is to the back-door, abegging<br />

for barley bread!<br />

Variante (13b):<br />

Snarley-'orn, put out your corn,<br />

Father and mother's dead;<br />

Zister 'n brither's out to back door,<br />

Bakin' o' barley bread.<br />

Variante (13c) per l'ultimo verso:<br />

Eating o' barley bread.<br />

Scots; lo Scots è la<br />

variante locale scozzese<br />

della lingua inglese,<br />

derivata dall'inglese antico:<br />

è considerata una delle<br />

quattro lingue parlate in<br />

Scozia (le altre sono<br />

l'inglese standard, il<br />

gaelico scozzese - una<br />

lingua celtica - , e lo<br />

Zetlander o dialetto delle<br />

Shetland con il simile<br />

dialetto delle Orkney, da<br />

molti oggi erroneamente<br />

chiamato "Norn" - mentre il<br />

vero Norn, lingua oggi<br />

estinta che ha influenzato<br />

lo Zetlander, era una<br />

parlata nata dalla lingua<br />

degli scandinavi che<br />

avevano abitato la Scozia<br />

nell'alto Medioevo).<br />

Scozia, località non<br />

precisata (comunque non<br />

nel Nord del Paese).<br />

Inglese. Inghilterra, zona<br />

del Somerset.<br />

Inglese. Cornovaglia (la<br />

penisola nell'estremità sudoccidentale<br />

della Gran<br />

Bretagna).<br />

Rolland precisa:<br />

Cornovaglia occidentale.<br />

La variante 13b è del West<br />

Somerset.<br />

La 13c proviene dall'Essex.<br />

Lumachina, lumachina, butta fuori il tuo<br />

corno,<br />

e dicci se sarà una buona giornata<br />

domattina.<br />

Lumaca, lumaca, tira fuori il tuo corno,<br />

vogliamo un po' di pioggia per crescere il<br />

nostro raccolto di cereali.<br />

Fuori, corno, fuori.<br />

Lumaca, lumaca, tira fuori il tuo lungo corno,<br />

tuo padre e tua madre sono morti;<br />

tua sorella e tuo fratello sono sulla porta del<br />

retro, mendicando un po' di pane d'orzo!<br />

Variante (13b):<br />

Lumaca, lumaca, tira fuori il tuo lungo corno,<br />

tuo padre e tua madre sono morti;<br />

tua sorella e tuo fratello sono sulla porta del<br />

retro, cuocendo un po' di pane d'orzo!<br />

Variante (13c) per l'ultimo verso:<br />

mangiando un po' di pane d'orzo.<br />

Ignota Arthur E. Ellis,<br />

"Cochlea Liberum:<br />

The Snail in Old<br />

Nursery Rhymes", in<br />

"The Conchologist’s<br />

Newsletter no. 47,<br />

pp. 346–348", 1973.<br />

La variante grafica è<br />

tratta da:<br />

Norah & William<br />

Montgomerie,<br />

Scottish Nursery<br />

Rhymes (Hogarth<br />

Press, 1947, p. 30)<br />

citato su:<br />

http://www.mudcat.o<br />

rg/thread.cfm?<br />

threadid=36188<br />

Ignota Arthur E. Ellis,<br />

"Cochlea Liberum:<br />

The Snail in Old<br />

Nursery Rhymes", in<br />

"The Conchologist’s<br />

Newsletter no. 47,<br />

pp. 346–348", 1973.<br />

Ignota Arthur E. Ellis,<br />

"Cochlea Liberum:<br />

The Snail in Old<br />

Nursery Rhymes", in<br />

"The Conchologist’s<br />

Newsletter no. 47,<br />

pp. 346–348", 1973.<br />

Anche in:<br />

Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Le due varianti sono<br />

tratte da:<br />

English Folk-<br />

Rhymes di G. F.<br />

Northall (London:<br />

Kegan Paul, Trench,<br />

Trubner & Co., Ltd.,<br />

1892), p. 326.<br />

L'espressione "bonnie day" sta<br />

per "buona giornata"; al<br />

contrario, in molte altre versioni<br />

si invoca la pioggia. Vedi<br />

dunque la nota alla versione<br />

116, che chiarisce il possibile<br />

senso del rapporto tra<br />

l'estrazione delle corna e la<br />

pioggia.<br />

"Bulorn" è uno dei nomi locali<br />

della lumaca in Cornovaglia.<br />

Deriva da “bull-horn”, “corna di<br />

toro”. In Rolland: “bulhorn”.<br />

“Snarley-'orn” è il nome dello<br />

stess animale nel West<br />

Somerset.<br />

Strettamente affine al<br />

documento 112.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


14 Hod-ma-dod, Hod-ma-dod, stick out your horns,<br />

Here comes an old beggar to cut off your corns.<br />

Inglese. Regione dell'East<br />

Anglia, Inghilterra.<br />

Chiocciola, chiocciola, tieni ben fuori le tue<br />

corna,<br />

ecco che arriva un vecchio mendicante a<br />

tagliarti via i tuoi raccolti di cereali.<br />

Ignota Arthur E. Ellis,<br />

"Cochlea Liberum:<br />

The Snail in Old<br />

Nursery Rhymes", in<br />

"The Conchologist’s<br />

Newsletter no. 47,<br />

pp. 346–348", 1973.<br />

"Hod-ma-dod" o “Hodmadod”<br />

(con diverse simili varianti) è<br />

uno dei nomi locali della<br />

chiocciola in East Anglia. Ci<br />

sono diverse teorie sulla sua<br />

origine. Per le più sensate, pare<br />

che sia un composto dei termini<br />

hood (cappuccio), mad (nel<br />

significato dialettale locale di<br />

“verme”) e dod (nel significato<br />

dialettale locale di, “estremità<br />

sporgente”, “bacchetta” o<br />

“bastone”, probabilmente legato<br />

al tedesco “Tüte”, “corno” o<br />

“imbuto”).<br />

Dunque, “verme che porta<br />

bastoncini o corni come<br />

cappuccio”.<br />

Vedi: Richard Stephen<br />

Charnock, A Glossary Of The<br />

Essex Dialect, Trübner & Co.,<br />

Londra 1880.<br />

Per il significato locale di “dod”:<br />

http://teninchwheeler.blogspot.c<br />

om/2008_09_01_archive.html<br />

Un'ipotesi alternativa più<br />

semplice vedrebbe hod legato a<br />

head (testa) e ma legato al<br />

tedesco mit, Old English mid<br />

(con). Il senso sarebbe allora<br />

“testa con corna”.<br />

Combinando le ipotesi, risulta:<br />

“(animale col) cappuccio con<br />

corna”.<br />

L'etimologia è probabilmente<br />

molto simile a quella di<br />

“Taekeltuet”, nella versione 135<br />

(ricordiamo il legame storico tra<br />

gli Angli, in Germania<br />

settemtrionale, e la East Anglia,<br />

in Inghilterra).<br />

Osserviamo poi che il termine<br />

“cappuccio” appare anche nella<br />

versione 226, olandese.<br />

Osserviamo anche che se al<br />

posto di “corns” ci fosse il<br />

termine “horns” si tratterebbe<br />

della consueta minaccia di<br />

tagliare le “corna” all'animale.<br />

AAA YYY


15 Four-and-twenty tailors went to kill a snail,<br />

The best man amongst them durst not touch her<br />

tail;<br />

She put out her horns like a little Kyloe cow;<br />

Run, tailors, run, or she’ll kill you all e’en now.<br />

Inglese, Inghilterra.<br />

Filastrocca piuttosto ben<br />

conosciuta in tutto il Paese.<br />

Ventiquattro rintocchi funebri vennero ad<br />

uccidere una lumaca,<br />

il migliore di loro non osò neppure sfiorarle la<br />

coda;<br />

Ella tirò fuori le sue corna, come una piccola<br />

mucca di Kyloe (razza bovina);<br />

correte, rintocchi, correte, altrimenti lei vi<br />

ammazzerà all'istante.<br />

Tradizione alternativa, che a nostro giudizio<br />

potrebbe forse essere stata all'origine di un<br />

fraintendimento e della diffusione delle<br />

storielle su “la lumaca e il sarto” (vedi note):<br />

Ventiquattro sarti vennero ad uccidere una<br />

lumaca,<br />

il migliore di loro non osò neppure sfiorarle la<br />

coda;<br />

Ella tirò fuori le sue corna, come una piccola<br />

mucca di Kyloe (razza bovina);<br />

correte, sarti, correte, altrimenti lei vi<br />

ammazzerà all'istante.<br />

Ignota.<br />

In tempi recenti<br />

potrebbe essere<br />

cantata sulla melodia<br />

(pure recente) della<br />

nota filastrocca inglese<br />

“Sing a song of<br />

sixpence”. Una<br />

versione di tale melodia<br />

– in un terribile<br />

arrangiamento – è<br />

ascoltabile online<br />

all'indirizzo:<br />

http://www.youtube.com<br />

/watch?v=gvfdueZecVk<br />

“Gammer Gurton’s<br />

Garland or the<br />

Nursery Parnassus”<br />

(1784)<br />

Sulla lumaca e i sarti<br />

è molto importante<br />

confrontare<br />

soprattutto con la<br />

512 e relative note;<br />

Importanti anche le<br />

note a 509, 510.<br />

Del fenomeno parla<br />

molto diffusamente<br />

Manuel Pedrosa,<br />

Las dos sirenas y<br />

otros estudios de<br />

literatura tradicional:<br />

de la Edad Media...,<br />

Madrid: Siglo XXI de<br />

España, 1995, pp.<br />

121 e ss.<br />

http://books.google.c<br />

om/books?<br />

id=bDPDaEBd0aEC<br />

&printsec=frontcover<br />

&hl=it#v=onepage&q<br />

&f=false<br />

Secondo un'affascinante ipotesi<br />

interpretativa, il termine "tailor" viene<br />

comunemente tradotto con "sarto", e<br />

questo è il suo significato più corrente<br />

e comune. Da ciò, si è originata e<br />

radicata la falsa interpretazione di<br />

questa rima che la considera una<br />

filastrocca satirica diretta contro la<br />

categoria dei sarti (in questo caso<br />

dovremmo tradurre il primo verso<br />

così: "Ventiquattro sarti vennero ad<br />

uccidere una lumaca", e l'ultimo verso<br />

sarebbe da tradurre "correte, sarti,<br />

correte…"). In realtà, come spiega<br />

molto bene Ellis (Arthur E. Ellis,<br />

"Cochlea Liberum: The Snail in Old<br />

Nursery Rhymes", in "The<br />

Conchologist’s Newsletter no. 47, pp.<br />

346–348", 1973), il termine "tailor" ha<br />

anche un'altra traduzione, derivando<br />

da "teller", rintocco funebre, a sua<br />

volta derivante da "tailer" ("rintocchi<br />

posti in coda", da "tail", coda), perché<br />

tali rintocchi venivano suonati al<br />

termine dei normali rintocchi di<br />

campane. Alcuni secoli fa, in molti<br />

paesi dell'Inghilterra si usava indicare<br />

chi era morto con una serie di<br />

rintocchi speciali posti in coda ai<br />

normali rintocchi funebri generici:<br />

nove rintocchi indicavano che era<br />

morto un uomo, sei rintocchi<br />

indicavano una donna, tre un<br />

bambino. Ventiquattro rintocchi,<br />

secondo questa logica, avrebbero<br />

simboleggiato una tragedia tremenda,<br />

una strage, la vittoria suprema della<br />

morte. Secondo la logica della<br />

filastrocca, così considerata, la<br />

"magia della lumaca" è comunque più<br />

potente anche di tutto ciò.<br />

L'importanza data al suono delle<br />

campane, anche personificato, è ben<br />

nota agli etnomusicologi come un<br />

segno di probabile grande antichità di<br />

un testo (la si ritrova nei testi di<br />

antichissimi canti lituani, ad esempio).<br />

La logica intrinseca in questa<br />

filastrocca ne colloca la probabile<br />

origine in tempi molto remoti. Tutte le<br />

filastrocche sui sarti che<br />

codardamente fuggono davanti a<br />

piccoli animali sarebbero poi nate da<br />

un'errata reinterpretazione delle<br />

presente versione. Vedi nota a 143;<br />

115, 143, 146 e soprattutto la 509 e<br />

512 (molto importante!) .<br />

Secondo una diversa ed altrettanto<br />

importante interpretazione, l'origine di<br />

questa insolita tradizione sarebbe<br />

invece diversa (vedi nota alla n. 512).<br />

Vedi per approfondimenti: 15, 120,<br />

417, 498, 509, 510, 512.<br />

CAA YNN


16 Melc, melc, cotobelc,<br />

Scoate coarne bouresti (var. boieresti),<br />

Si te du la balta<br />

Si bea apa calda,<br />

Si te du la Dunare<br />

Si bea apa tulbure.<br />

Variante (16b):<br />

Melc, melc codobelc,<br />

Tu te duci la baltă<br />

Åži bei apă caldă<br />

Tu te duci la Dunăre<br />

Åži bei apă tulbure.<br />

Romeno, Romania. Zona<br />

imprecisata.<br />

Chiocciola, chiocciola, chiocciolina,<br />

tira fuori le tue corna da bue (var. da<br />

boiardo),<br />

e vai alla pozzanghera,<br />

a bere acqua calda,<br />

e vai al Danubio,<br />

a bere acqua torbida.<br />

Variante (16b):<br />

Chiocciola, chiocciola, chiocciolina,<br />

tu vai alla pozzanghera,<br />

e bevi acqua calda,<br />

tu vai al Danubio,<br />

e bevi acqua torbida.<br />

Ignota con precisione,<br />

ma si può<br />

ragionevolmente<br />

ipotizzare che<br />

probabilmente venga<br />

talvolta cantilenata sul<br />

consueto modulo di<br />

terza minore (sol-mi)<br />

tipico di molte<br />

filastrocche europee.<br />

Http://www.tudormat<br />

eescu.ro/melccotobelc/<br />

(sito visitato il 16<br />

agosto 2009)<br />

Per la traduzione si<br />

ringrazia l'Utente<br />

NM unio.<br />

La variante 16b è<br />

tratta dal sito<br />

http://www.mamalisa<br />

.com/?<br />

t=es&p=69&c=15<br />

(visitato il 13 agosto<br />

2011)<br />

Informatore: Bogdan<br />

Jaglau.<br />

Questo tipo di filastrocche, molto<br />

note in Romania, vengono<br />

eseguite nel contesto dello<br />

stesso gioco infantile con una<br />

chiocciola o una lumaca che è<br />

descritto per la versione<br />

lombarda (7) e per numerose<br />

altre versioni in vari luoghi del<br />

mondo. Tale gioco è filmato nel<br />

seguente video, che presenta<br />

proprio una versione romena<br />

(parlata, non cantata):<br />

http://www.strangerfestival.com/<br />

node/2673<br />

(sito visitato il 16 agosto 2009).<br />

Un filmato che documenta lo<br />

stesso gioco per la versione<br />

spagnola 52 è presente a<br />

questo indirizzo:<br />

http://www.youtube.com/watch?<br />

v=NKOVIFfJyzU&feature=relate<br />

d<br />

Per quanto riguarda la variante,<br />

“boiardo” era un antico titolo<br />

nobiliare in uso in Europa<br />

orientale (Romania, Russia e<br />

altrove). È quasi certo che in<br />

questo caso la parola “boier”<br />

(“boiardo”) (dalla declinazione<br />

della quale proviene il termine<br />

“boieresti”) sia un'alterazione di<br />

un primitivo “bou” (“bue, bisonte,<br />

bufalo”) (quindi bisognerebbe in<br />

realtà tradurre nel secondo<br />

verso quell'espressione soltanto<br />

con “corna da bue”), in accordo<br />

con il diffuso e consueto<br />

paragone tra la chiocciola ed un<br />

bovino.<br />

L'informatore della versione 16b<br />

racconta: “Questo canto è uno<br />

dei preferiti dei bambini quando<br />

trovano una chiocciola e<br />

possono giocare con essa e con<br />

i suoi occhi retrattili”.<br />

Altre fonti collegano versioni<br />

simili con una danza a spirale<br />

(vedi 606).<br />

AAA YYY


17 Melc, melc codobelc<br />

Scoate coarne bouresti<br />

Ca te duc la balta,<br />

Si-ti dau apa calda,<br />

Si te duc la Dunare,<br />

Si-ti dau apa tulbure,<br />

Si te sui pe-un bustean,<br />

Sa mananci leustean.<br />

18 Chiocciola chiocciola marinella<br />

tira fuori le tue cornella<br />

se tu non le tirerai<br />

presto presto morirai.<br />

(oppure: brutta fine tu farai.) ( = 18b)<br />

(oppure: testa d'asino sarai.) ( = 18c)<br />

19 Cchiana cchiana babbaluceddu ca ti porta<br />

panuzzu e cuteddu<br />

ti lu porta duci duci<br />

cchiana cchiana babbaluci.<br />

20 Lumassa, lumassin,<br />

tia foea i toe curnin,<br />

dunca t'ammassu.<br />

Romeno, Romania (dialetto<br />

differente da quello della<br />

versione precedente).<br />

Zona imprecisata.<br />

Italiano, zona di Firenze.<br />

Toscana, Italia.<br />

Siciliano, zona di Palermo.<br />

Italia.<br />

Genovese. Genova,<br />

Liguria, Italia.<br />

Chiocciola, chiocciola, chiocciolina,<br />

tira fuori le tue corna da bisonte,<br />

giacché ti porterò alla pozzanghera<br />

e ti darò acqua calda,<br />

e ti porterò al Danubio<br />

e ti darò acqua torbida,<br />

e ti metterò sopra un tronco,<br />

a mangiare sedano selvatico.<br />

Ignota con precisione,<br />

ma dal video citato in<br />

nota si può evincere<br />

che probabilmente<br />

viene talvolta<br />

cantilenata sul<br />

consueto modulo di<br />

terza minore (sol-mi)<br />

tipico di molte<br />

filastrocche europee.<br />

http://www.funnypedi<br />

a.ro/imagini/vezi/gel<br />

mosro/383/melc+me<br />

lc+cotobelc<br />

(sito visitato il 16<br />

agosto 2009).<br />

Per la traduzione si<br />

ringrazia l'Utente<br />

NM unio.<br />

(Inutile) Ignota Nota nell'ambiente<br />

familare per<br />

trasmissione diretta<br />

(madre e nonna).<br />

Utente NM<br />

“garagolo”.<br />

Sali sali chiocciolina che ti porta panino e<br />

coltello<br />

te lo porta dolce dolce<br />

sali sali chiocciolina.<br />

Lumaca, lumachino,<br />

tira fuori le tue cornine,<br />

se no ti ammazzo.<br />

Ignota http://www.entrisolos<br />

esorridi.com/forum/t<br />

opic.asp?<br />

TOPIC_ID=17562.<br />

Ignota Tradizione familiare.<br />

Utente NM “oxon”.<br />

Questo tipo di filastrocche, molto<br />

note in Romania, vengono<br />

eseguite nel contesto dello<br />

stesso gioco infantile con una<br />

chiocciola o una lumaca che è<br />

descritto per la versione<br />

lombarda (7). Tale gioco è<br />

filmato nel seguente video, che<br />

presenta proprio una versione<br />

romena (parlata, non cantata):<br />

http://www.strangerfestival.com/<br />

node/2673<br />

(sito visitato il 16 agosto 2009).<br />

“Leustean” è il “levistico” o<br />

“sedano di monte”, Levisticum<br />

officinale (detto lovage in<br />

inglese).<br />

Altre fonti collegano versioni<br />

simili con una danza a spirale<br />

(vedi 606).<br />

I testi "presto presto morirai" o<br />

"brutta fine tu farai" dovrebbero<br />

essere versioni meno recenti<br />

dell'ultimo verso, mentre "testa<br />

d'asino sarai" potrebbe essere<br />

una versione successiva, meno<br />

dura, più scherzosa, quando la<br />

filastrocca aveva perso ogni<br />

carattere rituale e si era ormai<br />

"infantilizzata", cioè ridotta ad un<br />

gioco per bambini senza più<br />

alcun senso profondo.<br />

"Marinella" è la chiocciola edule<br />

Eobania vermiculata (vedi 199).<br />

Il fatto che la filastrocca si<br />

riferisca specificamente ad una<br />

chiocciola edule può essere<br />

molto importante.<br />

AAA YYY<br />

ABA YYY<br />

Vedi 109. AAA YYY<br />

L'estrema somiglianza con il<br />

testo della Lombardia<br />

meridionale (vers. 7, vedi sopra)<br />

conferma gli stretti legami che<br />

non di rado si rilevano tra<br />

quest'ultima area e le tradizioni<br />

genovesi.<br />

Sarebbe interessante conoscere<br />

l'eventuale melodia usata per<br />

intonare a Genova questa<br />

filastrocca e verificarne gli<br />

eventuali punti di contatto con la<br />

melodia lombarda (7), che non è<br />

consueta.<br />

AAA YYY


21 Jesce, jesce corna<br />

ca mammeta te ncorna<br />

(Variante b:)<br />

e te ncorna ncopp''a l'asteco<br />

e faje figli masculi<br />

(oppure, variante c:)<br />

e te ncorna aret''a porta<br />

e 'o diiavule te ne porta.<br />

(oppure, variante d:)<br />

te ncorna a rru purtusa,<br />

jesce corna, ciammaruca.<br />

Variante (21b1) (Basile):<br />

Iesce, iesce corna,<br />

ca mammata te scorna!<br />

Te scorna 'ncoppa l'astraco,<br />

che fa lo figlio mascolo!<br />

Campano, Sorrento. Italia.<br />

Presente con versioni simili<br />

anche in provincia di<br />

Napoli e nella Campania<br />

settentrionale, in provincia<br />

di Caserta, presso il<br />

confine con il Molise, in<br />

particolare nel paese di<br />

Formicola (variante b) ed in<br />

quello di Gallo Matese<br />

(variante d).<br />

Esci, esci corna<br />

che tua madre ti incorna<br />

e ti incorna sull'attico<br />

e fai figli maschi<br />

(oppure:)<br />

e ti incorna dietro la porta<br />

e il diavolo ti porta via.<br />

(oppure:)<br />

ti incorna al portone,<br />

esci corna, lumaca.<br />

Variante 21b1 (Basile):<br />

Esci, esci corna,<br />

che tua madre ti scorna!<br />

Ti scorna sull'attico,<br />

che fa il figlio maschio!<br />

L'usuale modulo<br />

melodico (tipo "sol-lasol-mi")<br />

sul quale<br />

vengono intonate<br />

moltissime filastrocche<br />

in Italia (come nel noto<br />

"Giro-girotondo").<br />

Tradizione familiare.<br />

“…ricordo quando<br />

eravamo piccoli che<br />

raccoglievamo le<br />

lumachine e<br />

cantavamo la<br />

filastrocca per<br />

invocare la pioggia<br />

dopo la siccità<br />

estiva.”<br />

Utente NM<br />

“ninocasola43”.<br />

La variante b è citata<br />

anche da Giovan<br />

Battista Basile<br />

(1575-1632), in “Lo<br />

Cunto de li cunti”,<br />

(“La Palomma,<br />

trattenemiento<br />

settimo de la iornata<br />

secunna”) (1634-<br />

1636), col testo che<br />

riportiamo al termine<br />

(21b1).<br />

La speranza della fertilità (dar<br />

luce a figli maschi) è una<br />

caratteristica interessante di<br />

questa versione.<br />

Molto interessante e significativo<br />

anche quanto riportato<br />

dall'Utente NM “ninocasola 43” a<br />

proposito dell'uso per invocare<br />

la pioggia (vedi qui a lato).<br />

Vedi 133, 200, 437.<br />

La citazione del Basile ci<br />

assicura che questa filastrocca<br />

era già nota nel 1634.<br />

AAA YYY


22 Viri chi dannu chi fannu i babbaluci<br />

chi cu li corna scasanu i balati,<br />

si unn'era lestu a iccarici na vuci<br />

viri chi danni chi facianu i babbaluci<br />

Siciliano. Sicilia, zona di<br />

Trapani, Italia.<br />

Guarda che danni che fanno le lumache<br />

che con le corna spostano le grosse pietre<br />

se non ero pronto a sgridarle<br />

vedi che danni che avrebbero combinato le<br />

lumache.<br />

Al momento, incerta (è<br />

nota la melodia della<br />

canzone di Paci, vedi le<br />

Note qui a lato).<br />

Tradizione familiare.<br />

Utente NM “gigi58”.<br />

Questa canzoncina non<br />

appartiene strettamente alla<br />

tipologia di filastrocca che<br />

studiamo, ma sembra esserci<br />

qualche collegamento ideologico<br />

con essa: la lumaca, con le sue<br />

"corna" in particolare, viene vista<br />

come un essere<br />

straordinariamente potente.<br />

Qui, però, non se ne invoca la<br />

potenza, ma si è quasi stufi di<br />

avere a che fare con questo<br />

animale. Si potrebbe trattare di<br />

una specie di "prodotto<br />

secondario" della stessa<br />

mentalità che ha prodotto l'altra<br />

e più nota filastrocca di cui ci<br />

stiamo occupando. Questa<br />

strofetta è nota per essere stata<br />

sfruttata anche da un<br />

cantautore, certo Roy Paci, che<br />

l'ha inclusa in una sua canzone<br />

di successo, poi diffusasi tramite<br />

concerti e registrazioni. Sembra<br />

tuttavia che la strofetta fosse<br />

preesistente alla canzone di<br />

Paci, e fosse di tradizione orale:<br />

egli l'avrebbe poi sfruttata<br />

successivamente.<br />

È estremamente probabile un<br />

collegamento con le parodie<br />

medievali e successive sui<br />

“combattimenti con la<br />

chiocciola”. Vedi, per<br />

approfondimenti, i nn. 15, 120,<br />

417, 498, 509, 510, 512, 513,<br />

514.<br />

CAA YNN


23 Bobolo, bobolo, bobolo,<br />

bobolo mostra j corni,<br />

te butarò sui copi,<br />

'l babau te magnarà.<br />

Variante: (23b)<br />

Lumaca, lumaca, mostra fuori i corni<br />

se no ti butto sui coppi!<br />

24 Chiocciola chiocciolina<br />

Tira fuori le cornina.<br />

Se non le tirerai<br />

Un filo d'erba mangerai,<br />

Se non vuoi mostrarle,<br />

chiamo il barbiere<br />

che venga a tagliarle.<br />

25 Lumega lumega<br />

tira fora quater coren<br />

onna par me<br />

onna par te<br />

onna par to marè<br />

qualla cl'avanza<br />

mettla in t'la balanza.<br />

Istriano (dialetto italiano,<br />

apparentato ai dialetti<br />

veneti).<br />

Barbana, Istria.<br />

Italiano. Italia, zona non<br />

specificata (molto<br />

probabilmente collegata<br />

alla zona piemontese).<br />

Emiliano. Italia, Emilia<br />

Romagna.<br />

Chiocciola, chiocciola, chiocciola,<br />

chiocciola mostra i corni,<br />

ti butterò sui tetti,<br />

il Babau ti mangerà.<br />

Esistono due diverse<br />

versioni della melodia.<br />

Prima versione,<br />

trascrizione online<br />

all'indirizzo:<br />

http://www.GKweb.it/fila<br />

chio/Bobolo01.jpg<br />

Seconda versione,<br />

trascrizione online<br />

all'indirizzo:<br />

http://www.GKweb.it/fila<br />

chio/Bobolo02.jpg<br />

Giuseppe Radole,<br />

Canti popolari<br />

istriani (seconda<br />

raccolta), Leo S.<br />

Olschki Editore,<br />

Firenze 1968. Canto<br />

n. 115, pag. 222.<br />

La variante è citata<br />

come “italiana”<br />

(senza indicazione<br />

di località) in:<br />

Josef Virgil<br />

Grohmann, Ueber<br />

die Echtheit des<br />

althochdeutschen<br />

Schlummerliedes,<br />

editore J.G. Calve,<br />

Praga, 1861<br />

(im codex suppl. nr.<br />

1668 der K. K.<br />

Hofbibliothek in<br />

Wien).<br />

Visibile su:<br />

http://www.archive.or<br />

g/details/ueberdieec<br />

hthei00grohgoog<br />

(Inutile) Ignota Citata su:<br />

http://forum.wordrefe<br />

rence.com/showthre<br />

ad.php?<br />

t=300823&page=5<br />

Lumaca, lumaca,<br />

tira fuori le quattro corna,<br />

una per me,<br />

una per te,<br />

una per tuo marito,<br />

quella che avanza<br />

mettila nella bilancia.<br />

Ignota Citata su:<br />

http://forum.wordrefe<br />

rence.com/showthre<br />

ad.php?<br />

t=300823&page=5<br />

Il “Babàu”, termine ben noto in<br />

Italia settentrionale, è un<br />

generico mostro immaginario<br />

evocato per spaventare i<br />

bambini. Qui è però<br />

probabilmente anche l'eco di un<br />

antico personaggio che doveva<br />

avere il ruolo di “punitore della<br />

lumaca” o “uccisore di lumache”.<br />

Il nome di tale personaggio<br />

comincia spesso per “B-” e, in<br />

italiano, ha spesso<br />

un'assonanza con la parola<br />

“papà” o simili. Vedi in proposito<br />

le importanti note alle versioni<br />

38 e 126.<br />

“Coppi” o “Copi” sono i tetti.<br />

Il buttare sui tetti potrebbe<br />

essere analogo al buttare sopra<br />

alla staccionata (o sopra alla<br />

siepe) di alcune versioni<br />

svizzere.<br />

A parte ciò, parlando più in<br />

generale, molte versioni<br />

menzionano il fatto che la<br />

chiocciola sarà collocata su un<br />

luogo più in alto, elevato (tetto,<br />

torre, monte o altro).<br />

Il linguaggio letterario fa<br />

supporre che si tratti di una<br />

traduzione colta di una<br />

precedente filastrocca dialettale,<br />

probabilmente del nord-ovest<br />

(ne esiste infatti una piemontese<br />

che è molto simile). Vedi infatti<br />

le versioni 33 e 106.<br />

"Mettila nella bilancia" potrebbe<br />

valere come velata minaccia di<br />

cucinare l'animale se non<br />

obbedirà e non estrarrà le<br />

"corna".<br />

Cfr. 194.<br />

AAA YYY<br />

ACA YYN<br />

AAA YYY


26 Bogon, bogonela,<br />

spunta for i corni,<br />

se no, te met in padela,<br />

ti e to sorela.<br />

26b Bogòn, bogone'la<br />

tira fora i corni<br />

si no te meto in pade'la<br />

ti i tu sore'la.<br />

Una variante (26c) aggiunge due versi:<br />

quela più bela.<br />

Bogòn, bogone'la.<br />

27 Butta fuori le corna<br />

sennò viene Martino,<br />

con la zappa e con lo zappino<br />

e ti butta giù la tua casetta<br />

e anche il tuo camino.<br />

Dialetto veneto.<br />

Verona, Veneto, Italia.<br />

Veneto.<br />

Province di Padova e di<br />

Rovigo, Veneto, Italia.<br />

Italiano. Italia, zona non<br />

specificata, ma<br />

probabilmente di area<br />

trentina.<br />

Chiocciolona, chiocciolina,<br />

tira fuori le corna,<br />

Se no ti metto in padella:<br />

te e tua sorella.<br />

Chiocciolona, chiocciolina,<br />

tira fuori le corna,<br />

Se no ti metto in padella:<br />

te e tua sorella.<br />

Una variante (26c) aggiunge due versi:<br />

quella più bella.<br />

Chiocciolona, chiocciolina.<br />

Ignota AIS, Atlante Italo-<br />

Svizzero (una<br />

mappatura delle<br />

parlate di Svizzera<br />

meridionale ed Italia<br />

in forma di atlante<br />

linguistico, realizzata<br />

intorno al 1915 da<br />

studiosi svizzeri).<br />

Carta<br />

corrispondente al<br />

termine “chiocciola”.<br />

Citata in traduzione<br />

su:<br />

http://www.filastrocc<br />

he.it/nostalgici/filastr<br />

o/lumaca.htm<br />

Ignota. 'Un due tre tocca a<br />

te', giochi,<br />

filastrocche, conte,<br />

tradizioni ludiche<br />

raccolte dagli scolari<br />

e dagli studenti delle<br />

Province di Padova<br />

e Rovigo, 1984, a<br />

cura di Anna Guala,<br />

edito dalla cassa di<br />

Risparmio di Padova<br />

e Rovigo.<br />

Segnalazione di<br />

Caterina Azara, che<br />

si ringrazia.<br />

Variante 26c citata<br />

su:<br />

http://projetbabel.org<br />

/forum/viewtopic.php<br />

?p=152479<br />

(Inutile) Ignota Citata su:<br />

http://www.filastrocc<br />

he.it/nostalgici/filastr<br />

o/lumaca.htm<br />

Anche qui si parla di mangiare<br />

l'animale, e questo potrebbe<br />

essere significativo. Affine alla<br />

versione 271 e, naturalmente,<br />

alla 26b (vedi anche le<br />

importanti note alla 26b).<br />

Oltre a quanto<br />

significativamente già detto per<br />

la versione 26, quasi uguale, si<br />

riporta l'osservazione posta nel<br />

testo che è servito come fonte.<br />

Questa “è una specie di<br />

scongiuro che si fa nei giorni di<br />

estivi più caldi, per propiziarsi<br />

l'arrivo della pioggia. si prende in<br />

mano una chiocciola e si recita<br />

la filastrocca: se la chiocciola<br />

tira fuori la testa dal guscio... la<br />

pioggia è assicurata.”<br />

Per lo studio della genesi di<br />

questo tipo di filastrocche,<br />

riteniamo davvero molto<br />

significativo questo<br />

collegamento tra il propiziare<br />

l'arrivo della pioggia e il cibarsi<br />

delle chiocciole. Pertanto questa<br />

variante 26b riveste una certa<br />

importanza.<br />

Lo stile letterario e le rime<br />

forzate fanno pensare ad una<br />

libera rielaborazione colta di<br />

un'originale dialettale, molto<br />

probabilmente trentino o della<br />

Lombardia orientale. Vedi infatti<br />

46 e 47 e le versioni del<br />

bresciano e dal bergamasco.<br />

San Martino è citato pure nelle<br />

versioni 30 e 123 ed altre.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

ACA YYN


28 Lumache, lumachine,<br />

tirate fuori le cornine:<br />

Una a me, l'altra a te,<br />

e una alla vecchia che beve il tè.<br />

29 Lumaga lumaghin<br />

cascia foeura al to curnin<br />

lumaga lumagun<br />

cascia foeura al to curnun<br />

che to pa’ l’è anda in presun<br />

per una grana de melgun.<br />

30 Lumaga lumaghin<br />

cascia foeura al to curnin<br />

che duman l’è san Martin:<br />

tà daroo un bicer da vin<br />

tà daroo un bicer da grapa<br />

lumaghin l’è mesa mata.<br />

Variante (30b):<br />

Lömàga lömaghì<br />

caha fò i tò curnì<br />

ta daró ö bicér de 'ì<br />

ta daró ö bicér de grapa<br />

ta faró di-entà mata.<br />

Italiano. Italia, zona non<br />

specificata, forse di area<br />

veneta.<br />

Milanese. Italia, zona di<br />

Milano.<br />

Lombardia, Italia.<br />

Milanese. Italia, zona di<br />

Milano.<br />

Variante (30b):<br />

Dialetto lombardo<br />

bergamasco.<br />

Nembro (Bergamo).<br />

Lombardia, Italia.<br />

(Inutile) Ignota Citata su:<br />

http://www.filastrocc<br />

he.it/nostalgici/filastr<br />

o/lumaca.htm<br />

Lumaca, lumachina,<br />

caccia fuori le tue cornine.<br />

Lumaca, lumacona,<br />

caccia fuori le tue cornone,<br />

ché il tuo papà è andato in prigione<br />

per un granello di mais.<br />

Lumaca, lumachina,<br />

caccia fuori le tue cornine.<br />

che domani è San Martino:<br />

ti darò un bicchiere di vino<br />

ti darò un bicchiere di grappa<br />

lumachina è mezza matta.*<br />

*ultimo verso nella 30b:<br />

ti farò diventare matta.<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.filastrocc<br />

he.it/leggi.asp?<br />

idContent=9488&no<br />

vita=&iniziale=<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.filastrocc<br />

he.it/leggi.asp?<br />

idContent=9488&no<br />

vita=&iniziale=<br />

Variante 30b:<br />

Marino Anesa e<br />

Mario Rondi,<br />

Filastrocche<br />

popolari<br />

bergamasche,<br />

seconda edizione,<br />

Sistema<br />

Bibliotecario Urbano,<br />

Bergamo 1991. In:<br />

Quaderni<br />

dell'archivio della<br />

cultura di base, n.<br />

16. Pag. 68, n. 141.<br />

Informatrice:<br />

Beatrice Tagliaferri.<br />

Nembro (Bergamo),<br />

6/1/1979.<br />

Si ringrazia molto<br />

Valter Biella per la<br />

comunicazione<br />

personale e per<br />

ulteriori<br />

suggerimenti, ed<br />

Aldo Stucchi per<br />

l'aiuto.<br />

Anche qui, lo stile letterario e le<br />

rime forzate fanno pensare ad<br />

una libera rielaborazione colta di<br />

un'originale dialettale. Stavolta,<br />

però, la presenza del verso "una<br />

a me, l'altra a te" fa pensare<br />

quasi certamente ad un originale<br />

del nord-est italiano.<br />

L'inizio richiama la versione<br />

lombarda 7. Il finale è<br />

interessante. “Tuo papà” è da<br />

intendersi probabilmente come il<br />

padre di una persona a cui ci si<br />

rivolge o a cui si pensa, non “il<br />

padre della lumaca”. Molto affini<br />

le versioni 262 e 299. Per il<br />

motivo del padre punito, vedi<br />

105, 262, 299, 319, 335.<br />

Molto affine alla versione 123<br />

(vedi anche la nota a<br />

quest'ultima). L'inizio richiama la<br />

versione lombarda 7.<br />

Nella variante 30b, l'ultimo verso<br />

è più coerente con l'abituale<br />

idea di “minacciare l'animale”.<br />

ACA YYN<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


31 Lümaga, lümaghin<br />

pünta fora i tò curnìn<br />

se ti puntet mia fòra<br />

te sbàti in dla süiòla.<br />

32 Lumaga, lumaga<br />

buta fora i to curniti<br />

che si no a-t.butarò su la ca'<br />

e el diavolo el-t-magnarà.<br />

33 Lumassa lumasson<br />

tira fòra ij tò cornon,<br />

che senò ciamo 'l barbé<br />

e it je fon sùbit tajè.<br />

34 Sgnech sgnech<br />

peta fora cater corn<br />

ön a me, ön a te<br />

ön a la vedla dal murin<br />

zënza te copi.<br />

35 Sgnech sgnech<br />

pëta fora cater cor’<br />

un a me, un a te<br />

un al bo e un a la vacia.<br />

36 Luma lumazet,<br />

buta for quel bel cornet,<br />

che te do panin e lat.<br />

37 Buta buta corni,<br />

te dago pane e late,<br />

buta buta corni,<br />

te dago pane e late.<br />

Milanese. Italia, zona di<br />

Milano.<br />

Lombardia, Italia.<br />

Veneto. Zona non meglio<br />

specificata. Italia.<br />

Piemontese. Piemonte,<br />

zona non meglio<br />

specificata. Italia.<br />

Ladino Dolomitico, Badiot<br />

(parlata della Val Badia).<br />

San Martino di Tor, Val<br />

Badia, Dolomiti, Alto Adige.<br />

Italia.<br />

Ladino Dolomitico, Badiot<br />

(parlata della Val Badia).<br />

San Leonardo, Val Badia,<br />

Dolomiti, Alto Adige. Italia.<br />

Trentino.<br />

Trentino, Italia.<br />

Trentino.<br />

Trentino, Italia.<br />

Lumaca, lumachina,<br />

fai spuntare fuori i tuoi cornetti.<br />

Se non li fai spuntare tuori<br />

ti sbatto nel mastello di legno.<br />

Lumaca, lumaca,<br />

butta fuori i tuoi cornetti.<br />

Ché se no ti butterò sopra alla casa<br />

e il diavolo ti mangerà.<br />

Lumaca, lumacone,<br />

tira fuori i tuoi cornoni.<br />

Ché se no chiamo il barbiere<br />

e te li faccio subito tagliare.<br />

Lumaca, lumaca,<br />

tira fuori le quattro corna,<br />

uno a me, uno a te,<br />

uno alla vecchia del mulino,<br />

altrimenti ti uccido.<br />

Lumaca, lumaca,<br />

tira fuori le quattro corna,<br />

uno a me, uno a te,<br />

uno al bue ed uno alla mucca.<br />

Luma-, lumachina,<br />

butta fuori quel bel cornetto,<br />

che ti do un panino e latte.<br />

Butta, butta (fuori) i corni,<br />

ti do pane e latte,<br />

butta, butta i corni,<br />

ti do pane e latte.<br />

Ignota, ma<br />

probabilmente analoga<br />

nei primi due versi a<br />

quella della 7b.<br />

Citata su:<br />

http://www.filastrocc<br />

he.it/leggi.asp?<br />

idContent=12538&n<br />

ovita=&iniziale=<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.filastrocc<br />

he.it/leggi.asp?<br />

idContent=7658&no<br />

vita=&iniziale=<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.filastrocc<br />

he.it/leggi.asp?<br />

idContent=13297&n<br />

ovita=&iniziale=<br />

Ignota; era recitata<br />

ritmicamente.<br />

Ignota; era recitata<br />

ritmicamente.<br />

L'usuale modulo<br />

melodico (tipo "sol-lasol-mi")<br />

sul quale<br />

vengono intonate<br />

moltissime filastrocche<br />

in Italia (come nel noto<br />

"Giro-girotondo").<br />

L'usuale modulo<br />

melodico (tipo "sol-lasol-mi")<br />

sul quale<br />

vengono intonate<br />

moltissime filastrocche<br />

in Italia (come nel noto<br />

"Giro-girotondo").<br />

Comunicazione<br />

personale da parte<br />

di Fabio Chiocchetti,<br />

direttore dell'Istitut<br />

Cultural Ladin, che<br />

ringrazio<br />

sentitamente.<br />

Raccolto da Thomas<br />

Gartner durante i<br />

colloqui con Hermes<br />

Fezzi, 11-04-1907.<br />

Comunicazione<br />

personale da parte<br />

di Fabio Chiocchetti,<br />

direttore dell'Istitut<br />

Cultural Ladin, che<br />

ringrazio<br />

sentitamente.<br />

Raccolto da Thomas<br />

Gartner durante i<br />

colloqui con Hermes<br />

Fezzi, 11-04-1907.<br />

Informatore E.<br />

Peskollderung.<br />

Utente NM “Giorgio<br />

Gozzi”.<br />

Utente NM “Giorgio<br />

Gozzi”.<br />

L'inizio richiama la versione<br />

lombarda 7.<br />

La grafia è discutibile, ma i<br />

problemi erano già alla fonte.<br />

Affine alla versione 385.<br />

Molto evidenti le somiglianze<br />

con la versione istriana 23. Vedi<br />

note a 23.<br />

Questa è probabilmente la<br />

versione che è stata rielaborata<br />

nella versione italiana letteraria<br />

24. Vedi anche le affini versioni<br />

106, 541, 542 e la nota alle<br />

versioni 38 e 126.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


38 Buta, buta corni,<br />

che vegn 'l Barbagiorni,<br />

'l te taia via la testa,<br />

e 'l te met te la minestra,<br />

i omeni senza testa,<br />

le femene senza nas,<br />

evviva i popi del Tomàs.<br />

Trentino, Val Floriana.<br />

Italia.<br />

Mostra, mostra i corni,<br />

che viene il Barbagiorni<br />

ti taglia via la testa,<br />

e ti mette nella minestra,<br />

gli uomini senza testa,<br />

e le femmine senza naso,<br />

evviva i figli del Tommaso.<br />

L'usuale modulo<br />

melodico (tipo "sol-lasol-mi")<br />

sul quale<br />

vengono intonate<br />

moltissime filastrocche<br />

in Italia (come nel noto<br />

"Giro-girotondo").<br />

Trovata online e<br />

segnalata dall'utente<br />

NM “Giorgio Gozzi”.<br />

Il "Barbagiorni" è un<br />

personaggio su cui indagare,<br />

non un semplice soprannome<br />

scherzoso, in assonanza con<br />

"barbagianni". Soprattutto nella<br />

seconda parte del nome, c'è<br />

un'assonanza col gemanico<br />

“Butscher” (vedi nota a 122). La<br />

prima parte può essere<br />

influenzata dal veneto “barba” =<br />

“zio”.<br />

Sta di fatto che il personaggio<br />

invocato per uccidere la lumaca<br />

ha nomi che presentano<br />

significative assonanze nelle<br />

diverse versioni: “Barbiere”,<br />

“Barbagiorni”, “Babau”, “Bobò”,<br />

“Papà”, “Papa”. Non è escluso<br />

che si facesse riferimento ad un<br />

“papà”, un padre di famiglia che<br />

si occupa della preparazione<br />

delle lumache, ma, tenendo<br />

conto anche del “Biri-bò” della<br />

versione 42, il nome potrebbe<br />

derivare anche da una radice<br />

come “boubalàkion” (“piccolo<br />

bufalo”, ma anche “chiocciola” in<br />

greco preclassico, collegabile al<br />

greco classico “babùlakòs”,<br />

“chiocciola” e “boubalòs”,<br />

bufalo), e significare qualcosa<br />

come “lumacaio”, “esperto<br />

preparatore di lumache”.<br />

La derivazione del nome della<br />

chiocciola dal bufalo o dal bue<br />

(latino “bubalus”, “bufalo”, o<br />

“bos”, “bue”, a causa delle<br />

“corna”; “babùlakòs”, greco<br />

antico classico per “lumaca”;<br />

“boubalàkion”, greco antico<br />

preclassico per “piccolo bufalo”<br />

ed anche per “lumaca”)<br />

parrebbe comune e attestabile:<br />

anche i nomi "buagnel" (vers. 5),<br />

"bavagnöl" (vers. 6), "bulorn" o<br />

"bull-horn" (“corno di toro”, 13),<br />

"bobolo" (23), "bò" o "biri-bò"<br />

(42), il calabrese grecanico<br />

“bucalàci”, il sardo “babbalùga”,<br />

il napoletano “babbalùscia”, i<br />

siciliani “babbaluci” (22) e<br />

“vavulàcia”, il maltese<br />

“bebbuxu”, il veneto “bovolon” e<br />

il pugliese “budlàune” hanno<br />

molto probabilmente la stessa<br />

origine.<br />

AAA YYY


39 Lümaga lümaga<br />

trà föra i còran<br />

iün par tì<br />

e iün par mì.<br />

40 Lümaga lümaghìn<br />

se 't sè no un làdar o un asasìn<br />

tìra föra i tò curnìn<br />

Dialetto tromellese;<br />

Tromello, Lomellina,<br />

provincia di Pavia,<br />

Lombardia. Italia.<br />

Dialetto vigevanese;<br />

Vigevano, provincia di<br />

Pavia, Lombardia. Italia.<br />

Lumaca lumaca<br />

tira fuori le tue corna<br />

una per te<br />

e una per me.<br />

Lumaca lumachina<br />

se non sei un ladro o un assassino<br />

tira fuori i tuoi cornini.<br />

Non c'è una vera e<br />

propria musica, viene<br />

recitata in modo<br />

cantilenante.<br />

Non c'è una vera e<br />

propria musica, viene<br />

recitata a voce<br />

normale.<br />

“Mio nonno (classe<br />

1940) la recitava da<br />

bambino, avendola<br />

imparata durante i<br />

giochi con altri<br />

bambini; era una<br />

filastrocca diffusa tra<br />

i fanciulli del paese,<br />

che la ripetevano<br />

dopo aver preso in<br />

mano una lumaca (o<br />

meglio, una<br />

chiocciola).”<br />

Utente NM<br />

“spielhahn”.<br />

“Mia nonna l'ha<br />

imparata durante i<br />

giochi con altri<br />

bambini, che la<br />

ripetevano dopo<br />

aver preso in mano<br />

una chiocciola.”<br />

Utente NM<br />

“spielhahn”.<br />

A proposito di ladri, è istruttivo<br />

leggere le versioni inglesi, e<br />

credo che farlo guidi<br />

l'interpretazione nella giusta<br />

direzione.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


41 Lümaga lümaghì<br />

tìra fò i tò cornagì<br />

se no 'l rierà 'l Papa<br />

cól badìl e cóla sàpa<br />

e 'l té taierà la cràpa.<br />

Dialetto piambornese;<br />

Piamborno (Pian di Borno),<br />

Bassa Val Camonica,<br />

provincia di Brescia,<br />

Lombardia. Italia.<br />

Lumaca lumachina<br />

tira fuori i tuoi cornetti<br />

se no arriverà il Papa<br />

col badile e con la zappa<br />

e ti taglierà la testa.<br />

L'usuale modulo<br />

melodico (tipo "sol-lasol-mi")<br />

sul quale<br />

vengono intonate<br />

moltissime filastrocche<br />

in Italia (come nel noto<br />

"Giro-girotondo").<br />

“Mia cugina,<br />

originaria di<br />

Piamborno, a cui la<br />

cantilenava sua<br />

nonna paterna,<br />

anche lei di<br />

Piamborno, che<br />

probabilmente<br />

l'aveva appresa da<br />

mamma o nonna...”<br />

Utente NM<br />

“spielhahn”.<br />

In questa versione, il fatto che la<br />

zona di Piamborno sia stata<br />

governata a lungo per parte del<br />

Medioevo dai conti Federici,<br />

ghibellini anti-papali, può aver<br />

contribuito al mantenimento del<br />

testo così come ora si presenta.<br />

Per quanto riguarda il fatto che<br />

si nomini il Papa, si potrebbe<br />

però avanzare un'ipotesi: che ci<br />

fosse un'altra versione simile in<br />

cui veniva nominato il “papà” (il<br />

padre, insomma), e che poi sia<br />

cambiato l'accento e di<br />

conseguenza anche la rima. Si<br />

potrebbe cioè pensare che il<br />

padre di chi canta, uomo che di<br />

solito usa attrezzi agricoli,<br />

arriverà a tagliare la testa della<br />

lumaca e preparerà l'animale da<br />

mangiare, facendone il cibo per<br />

sé o per la famiglia. Ci sono a<br />

questo proposito dei riscontri<br />

precisi: vedi le versioni 23 (in<br />

questa ipotesi il "babau"<br />

potrebbe essere qui un'altra<br />

alterazione fonetica successiva<br />

di "papà"), 29 (viene nominato<br />

un papà, secondo me un essere<br />

umano, non il "padre della<br />

lumaca"), 27 (si nominano gli<br />

attrezzi agricoli), 38 (si taglia la<br />

testa all'animale e lo si usa<br />

come cibo). Tuttavia, esiste<br />

un'ipotesi migliore su questo<br />

personaggio (“papà” o “Papa”)<br />

che pare meno banale, più<br />

completa ed interessante,<br />

illustrata nelle note alle versioni<br />

38 e 126.<br />

AAA YYY


42 Biri biri bò<br />

quanti corni gà el me bò<br />

el me bò ni gà quattro<br />

salta fora, si nò te màsso.<br />

43 Schneck, Schneck, komm heraus,<br />

sonst kommt die Maus<br />

und frißt dich auf! (Opp.: aus!)<br />

44 Lumaga lumaga<br />

cascia fò i corn<br />

se no te meti nela pignata a bùi!<br />

45 Sgnech sgnech<br />

jeta fora cater corn<br />

ön a me, ön a te<br />

ön a la vedla da morin.<br />

Dialetto vicentino, dintorni<br />

di Vicenza, Veneto, Italia.<br />

Tedesco. Germania, zona<br />

non meglio specificata.<br />

Nota anche in Austria.<br />

Dialetto lombardo, zona di<br />

Perledo, sponda orientale<br />

lago di Como. Lombardia,<br />

Italia.<br />

Ladino Dolomitico, Badiot<br />

(parlata della Val Badia).<br />

Marebbe, Val Badia,<br />

Dolomiti, Alto Adige. Italia.<br />

Biri biri bue (ma “biri-bò” = “chiocciola”)<br />

quante corna ha il mio bue<br />

il mio bue ne ha quattro<br />

salta fuori altrimenti ti ammazzo.<br />

Lumaca, lumaca, vieni fuori,<br />

altrimenti viene il topo<br />

e ti mangia (completamente)!<br />

Lumaca lumaca<br />

metti fuori le corna<br />

altrimenti ti metto a bollire nella pentola!<br />

Lumaca lumaca<br />

getta fuori quattro corna<br />

uno a me, uno a te,<br />

uno alla vecchia del mulino.<br />

Non c'è musica, viene<br />

recitata ritmicamente.<br />

Tradizione familiare.<br />

“Ricordo che i<br />

molluschi erano<br />

divisi in due gruppi, i<br />

“biri-bò”, quelli dotati<br />

di guscio; e le<br />

“lumeghe”, quelli<br />

nudi.”<br />

Utente NM<br />

“Ermanno” ed utente<br />

NM “fern”.<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.filastrocc<br />

he.it/leggi.asp?<br />

idContent=6286&no<br />

vita=&iniziale=s<br />

Non c'è una vera e<br />

propria melodia; la “u” e<br />

la “i” di "bùi" sono molto<br />

trascinate.<br />

Ignota; era recitata<br />

ritmicamente.<br />

Tradizione familiare<br />

di amici dell'utente<br />

NM “Tetrao”.<br />

Comunicazione<br />

personale da parte<br />

di Fabio Chiocchetti,<br />

direttore dell'Istitut<br />

Cultural Ladin, che<br />

ringrazio<br />

sentitamente.<br />

Raccolto da Thomas<br />

Gartner durante i<br />

colloqui con Hermes<br />

Fezzi, 11-04-1907.<br />

Informatore K.<br />

Tammers.<br />

“Biri-bò”, il nome locale della<br />

chiocciola, suona molto simile al<br />

“Barbagiorni” della versione 38<br />

ed alla parola “Barbiere”, citata<br />

in altre versioni (vedi le note alle<br />

versioni 38 e 126; cfr. poi le<br />

versioni 24 e 33). Potrebbe<br />

essere esistito un etimo<br />

indicante il nome della<br />

chiocciola e poi compreso nel<br />

nome del personaggio che si<br />

occupa delle chiocciole, etimo<br />

poi scomparso, comprendente il<br />

suono “r” al termine della prima<br />

sillaba (qualcosa come “*bu(r)balus”)?<br />

In ogni caso, si riprende qui il<br />

paragone tra la chiocciola ed un<br />

bovino, molto diffuso.<br />

L'utente NM “fern” riporta che i<br />

primi due versi vengono anche<br />

usati come indovinello.<br />

In “Società veneziana di scienze<br />

naturali, Lavori, vol. 7,<br />

supplemento ad uso didattico<br />

(Silvano Canzonieri: Animali dei<br />

Berici: curiosita', credenze,<br />

canzonette fanciullesche,<br />

prefazione di Lorenzo<br />

Bonometto, Venezia, 15 luglio<br />

1983)” si riportano i primi due<br />

versi di questa variante, ma con<br />

l'inizio “Ciro ciro” invece di “Biri<br />

biri”. Affine alla 307.<br />

Ci sono versioni sia con “auf”<br />

che con “aus”.<br />

È importante vedere la nota alla<br />

versione 150.<br />

È importante il finale, molto<br />

esplicito.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


46 Buagnel buagnel<br />

peta fora i cater corgn<br />

se no vegn Sen Martin<br />

co la pala e col zapin<br />

e l te peta jù<br />

ju par chele roe da Molin.<br />

47 Buta buta i quatro corni<br />

se no vegnarà Sen Martin<br />

co le pale e col zapin<br />

e pum pum pum<br />

ju per chele roe da Molin.<br />

48 Fora fora<br />

i cater corni<br />

un a mi, un a ti<br />

doi a chela veia de Ciotì.<br />

49 Buta buta corni<br />

un a mi, un a ti<br />

un a chel veie<br />

che disc de scì.<br />

50 S-ciösh s-ciösh bovaröl<br />

buta fora i quatro corni<br />

se no vegn to pare e to mare<br />

e i te met te na cambra scura<br />

onde che te vedes né sol né luna.<br />

Ladino dolomitico,<br />

Fassano, varietà Brach<br />

(parlata della media Val di<br />

Fassa).<br />

Paese di Pozza, Val di<br />

Fassa, Dolomiti, regione<br />

Trentino-Alto Adige,<br />

provincia di Trento, Italia.<br />

Ladino dolomitico,<br />

Fassano, varietà Brach<br />

(parlata della media Val di<br />

Fassa).<br />

Paese di Pera, Val di<br />

Fassa, Dolomiti, regione<br />

Trentino-Alto Adige,<br />

provincia di Trento, Italia.<br />

Ladino dolomitico,<br />

Fassano, varietà Brach<br />

(parlata della media Val di<br />

Fassa).<br />

Paese di Pera, Val di<br />

Fassa, Dolomiti, regione<br />

Trentino-Alto Adige,<br />

provincia di Trento, Italia.<br />

Ladino dolomitico,<br />

Fassano, varietà Cazet<br />

(parlata dell'alta Val di<br />

Fassa).<br />

Paese di Canazei, Val di<br />

Fassa, Dolomiti, regione<br />

Trentino-Alto Adige,<br />

provincia di Trento, Italia.<br />

Dialetto trentino dell'alta<br />

val di Fiemme, parlato<br />

anche nella frazione di<br />

Forno, Moena, Val di<br />

Fassa, Trentino. Italia.<br />

Lumachina, lumachina,<br />

butta fuori i quattro corni,<br />

se no viene San Martino,<br />

con la pala e la zappina,<br />

e ti butta giù,<br />

giù per quei canaletti del Mulino.<br />

Butta, butta i quattro corni,<br />

se no verrà San Martino,<br />

con le pale e con la zappina<br />

e pum pum pum<br />

giù per quei canaletti del Mulino.<br />

Fuori, fuori<br />

i quattro corni,<br />

uno a me, uno a te,<br />

due a quella vecchia di Ciotì.<br />

Butta, butta i corni,<br />

uno a me, uno a te,<br />

uno a quel vecchio<br />

che dice di sì.<br />

S-ciösc, S-ciösc, chiocciola,<br />

butta fuori i quattro corni,<br />

se no vengono tuo padre e tua madre,<br />

e ti mettono in una stanza scura,<br />

da dove non vedi né il sole, né la luna.<br />

Ignota Comunicazione<br />

personale da parte<br />

di Fabio Chiocchetti,<br />

direttore dell'Istitut<br />

Cultural Ladin, che<br />

ringrazio<br />

sentitamente.<br />

Informatore R.L.<br />

Ignota Comunicazione<br />

personale da parte<br />

di Fabio Chiocchetti,<br />

direttore dell'Istitut<br />

Cultural Ladin, che<br />

ringrazio<br />

sentitamente.<br />

Informatore A.D.<br />

Ignota Comunicazione<br />

personale da parte<br />

di Fabio Chiocchetti,<br />

direttore dell'Istitut<br />

Cultural Ladin, che<br />

ringrazio<br />

sentitamente.<br />

Informatore A.D.<br />

Ignota Comunicazione<br />

personale da parte<br />

di Fabio Chiocchetti,<br />

direttore dell'Istitut<br />

Cultural Ladin, che<br />

ringrazio<br />

sentitamente.<br />

Informatore C.N.<br />

Ignota Comunicazione<br />

personale da parte<br />

di Fabio Chiocchetti,<br />

direttore dell'Istitut<br />

Cultural Ladin, che<br />

ringrazio<br />

sentitamente.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

Vedi le versioni 451, 452, affini. AAA YYY


51 Cagoia, cagoia,<br />

tira fora i corni<br />

te tirarò sui copi<br />

'l babau te magnarà!<br />

52 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos al sol,<br />

que tu padre y tu madre<br />

también los sacó.<br />

Triestino. Trieste, Italia. Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori i corni,<br />

ti butterò sui tetti<br />

e il Babau ti mangerà!<br />

Spagnolo. Spagna. Molto<br />

diffusa in tutto il Paese. È<br />

stata rilevata da Marius<br />

Schneider nella zona di<br />

Siviglia.<br />

È provato da diversi autori<br />

che alcune varianti di<br />

questa strofetta (però in<br />

lingua giudeo-spagnola,<br />

mentre qui riportiamo una<br />

versione in castigliano, lo<br />

spagnolo standard) sono<br />

diffuse anche presso i<br />

bambini Ebrei Sefarditi del<br />

Medio Oriente (in Turchia,<br />

a Salonicco in Grecia, in<br />

Israele ed altrove).<br />

Ricordiamo la provenienza<br />

spagnola della maggior<br />

parte degli attuali Ebrei<br />

Sefarditi.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

giacché tuo padre e tua madre<br />

allo stesso modo le tirarono fuori.<br />

Online all'indirizzo:<br />

http://www.GKweb.it/fila<br />

chio/Cagoia.jpg<br />

Davvero molto simile a<br />

quella della versione<br />

istriana 23.<br />

Essendo molto diffusa,<br />

è fortemente probabile<br />

che ne esistano molte<br />

varianti musicali.<br />

La musica di una<br />

variante della zona di<br />

Siviglia è online<br />

all'indirizzo:<br />

http://www.GKweb.it/fila<br />

chio/caraco52.jpg<br />

Un'altra musica quasi<br />

uguale è in gran parte<br />

udibile su questo<br />

filmato:<br />

http://www.youtube.com<br />

/watch?<br />

v=NKOVIFfJyzU&featur<br />

e=related<br />

Quest'ultimo filmato<br />

dimostra anche che<br />

questa versione è<br />

associata al consueto<br />

gioco infantile in<br />

presenza di una<br />

chiocciola.<br />

Comunicazione<br />

personale di Adriano<br />

Vanin, utente NM<br />

Adriano Vanin, che<br />

ringrazio<br />

sentitamente.<br />

Varianti minori (solo<br />

per lievi sfumature<br />

terminologiche),<br />

sempre della zona<br />

triestina, sono<br />

riportate su:<br />

http://www.atrieste.o<br />

rg/viewtopic.php?<br />

t=798<br />

(sito visitato il 31<br />

agosto 2009)<br />

Citata sul sito:<br />

http://www.tarotforu<br />

m.net/archive/index.<br />

php/t-40315.html<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009)<br />

Fonte della musica<br />

(ed altra fonte del<br />

testo):<br />

Marius Schneider:<br />

"Los cantos de lluvia<br />

en España". Estudio<br />

etnológico<br />

comparativo sobre la<br />

ideología de los ritos<br />

de pluviomagia,<br />

"Anuario Musical",<br />

vol. IV, rivista edita<br />

dall' "Instituto<br />

Español de<br />

Musicología", CSIC,<br />

Barcelona, 1949<br />

Per quanto riguarda il “Babau”,<br />

vedi le note alle versioni 23, 41<br />

e 38. Evidenti le somiglianze<br />

con le versioni 23 e 32.<br />

È una delle versioni in cui “il<br />

padre e la madre” sono da<br />

intendere sicuramente come “i<br />

genitori della lumaca”.<br />

Questa versione (come anche la<br />

193) è collegata ad una danza.<br />

Scrive Schneider, con<br />

riferimento al ritrovamento di<br />

questa versione nella zona di<br />

Siviglia, in Spagna: “Cantando<br />

questo testo, le bambine<br />

serrano una spirale, e, quando<br />

questa è stata serrata, la<br />

bambina che va davanti passa<br />

sotto alle braccia delle due<br />

seguenti, finché non si disfa la<br />

spirale.”<br />

Le danzatrici descrivono dunque<br />

la forma di una chiocciola e la<br />

coreografia la simboleggia.<br />

Sono noti anche altri casi di<br />

coreografie di balli tradizionali<br />

europei in cui il movimento dei<br />

danzatori simboleggia oggetti o<br />

animali: la mezzaluna, la luna<br />

intera, il serpente, il cerchio<br />

apparente del sole nel cielo; in<br />

questo caso viene appunto<br />

simboleggiata una chiocciola,<br />

con il suo movimento.<br />

Non è impossibile che anche la<br />

danza citata per la versione 193<br />

si svolgesse in maniera analoga<br />

(vedi anche quella versione), ma<br />

vedi anche la 308 e soprattutto<br />

al n. 434 (“Granitula” della<br />

Corsica) e 485 (Messico).<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


53 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos al sol,<br />

que si no te mataré<br />

con la vara de José.<br />

54 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos al sol<br />

que tu madre y tu padre<br />

fueron a Aragón<br />

a comprarte zapatitos de color limón<br />

(in altre versioni: marrón).<br />

55 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos al sol<br />

que te vienen a buscar<br />

a la orilla de la mar.<br />

Spagnolo. Spagna, località<br />

non precisata.<br />

Spagnolo. Spagna, località<br />

non precisata.<br />

Spagnolo. Spagna, località<br />

non precisata.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

che se no ti ammazzerò<br />

col bastone di Giuseppe.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori al sole le corna,<br />

giacché tuo padre e tua madre<br />

andarono in Aragona<br />

a comprarti scarpette color limone<br />

(in altre versioni: marrone).<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

giacché ti vengono a prendere<br />

in riva al mare.<br />

Ignota Citata sul sito:<br />

http://www.tarotforu<br />

m.net/archive/index.<br />

php/t-40315.html<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata sul sito:<br />

http://www.tarotforu<br />

m.net/archive/index.<br />

php/t-40315.html<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata sul sito:<br />

http://www.tarotforu<br />

m.net/archive/index.<br />

php/t-40315.html<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009)<br />

Affine a 3, 441, 517. AAA YYY<br />

È questo solo un ingenuo<br />

tentativo di convincere l'animale<br />

che avrà un premio se obbedirà,<br />

e che l'assenza delle altre<br />

chiocciole (parenti dell'animale a<br />

cui ci si rivolge, probabilmente<br />

uccisi) non è dovuta a motivi<br />

preoccupanti? È una favoletta<br />

sui genitori di una chiocciola? Mi<br />

sembrano ipotesi poco solide.<br />

Un'ipotesi alternativa (secondo<br />

me piuttosto valida) sarebbe<br />

quella di pensare a un padre ed<br />

una madre umani: non “i genitori<br />

della chiocciola”, ma di qualche<br />

persona presente a cui ci si<br />

rivolge o alla quale si sta<br />

pensando (vedi la vers. 29). In<br />

questo caso, avere indumenti<br />

eleganti (scarpe) sarebbe un<br />

desiderio di chi canta o di<br />

qualche persona a lui vicina. Sia<br />

i “genitori” che le “scarpe”<br />

potrebbero dunque appartenere<br />

a persone, non all'animale. Ci si<br />

domanda comunque: che senso<br />

ha comprare scarpe? C'era<br />

qualche occasione in cui in<br />

Spagna le scarpe avevano un<br />

particolare significato? Forse è<br />

una metafora per “prepararsi per<br />

una festa, per un'occasione<br />

speciale”? Oppure una metafora<br />

per “prepararsi ad un viaggio, ad<br />

andarsene” (con l'eventuale<br />

accezione di “morire”)? Più<br />

probabilmente, potrebbe essere<br />

un semplice desiderio di uscire<br />

da una situazione di povertà,<br />

possedendo oggetti eleganti.<br />

Il finale sembra anomalo, ma “la<br />

riva del mare” potrebbe essere<br />

una metafora per la morte,<br />

significando “stanno per<br />

ucciderti”. Vedi infatti la nota alla<br />

versione 67 (il verbo “buscar”<br />

sarebbe una tardiva sostituzione<br />

dell'originale “matar”). Potrebbe<br />

anche indicare “stanno per<br />

gettarti nell'acqua”, come in altre<br />

versioni.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


56 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos al sol,<br />

que tu padre y tu madre<br />

están en Arancón<br />

haciendo la fiesta<br />

de Nuestro Señor.<br />

57 Caracoles la niña lavaba<br />

descalcita de pies en el agua.<br />

Serranita, tus pechos me agradan.<br />

Lava uno y se le iban dos,<br />

ni dos ni uno ni nada.<br />

Caracoles la niña lavaba.<br />

58 En el medio de la plaza<br />

canto con mucho desgarro,<br />

que soy como el caracol<br />

que con el pellejo pago.<br />

Spagnolo. Spagna, località<br />

non precisata.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Pezuela de las Torres.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Estremera de Tajo.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

giacché tuo padre e tua madre<br />

sono ad Arancón (località)<br />

a partecipare alla festa<br />

di Nostro Signore.<br />

La ragazza lavava lumache,<br />

scalza, con i piedi nell'acqua.<br />

Serranita, i tuoi seni mi piacciono.<br />

Lavane una, ed erano due,<br />

e poi non più due, poi nemmeno una, poi<br />

nessuna.<br />

La ragazza lavava lumache.<br />

In mezzo alla piazza<br />

canto con gran pianto,<br />

giacché io sono come la chiocciola<br />

che paga con la propria pelle.<br />

Ignota Citata sul sito:<br />

http://www.tarotforu<br />

m.net/archive/index.<br />

php/t-40315.html<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Revista de Folklore,<br />

“El caracol: una<br />

lenta espiral por el<br />

campo madrileño”,<br />

articolo di José<br />

Manuel Fraile Gil,<br />

sul sito:<br />

http://www.funjdiaz.n<br />

et/folklore/07ficha.cf<br />

m?id=1691<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Revista de Folklore,<br />

“El caracol: una<br />

lenta espiral por el<br />

campo madrileño”,<br />

articolo di José<br />

Manuel Fraile Gil,<br />

sul sito:<br />

http://www.funjdiaz.n<br />

et/folklore/07ficha.cf<br />

m?id=1691<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009)<br />

Se i genitori non sono quelli<br />

della lumaca ma sono esseri<br />

umani, si potrebbe pensare che<br />

siano momentaneamente<br />

assenti per una festa religiosa.<br />

Non sarebbe chiaro, in questo<br />

caso, quale sia esattamente la<br />

funzione di dirlo (la versione<br />

sarebbe funzionalmente poco<br />

chiara). Interpretando la cosa<br />

diversamente, invece, si<br />

potrebbe anche trattare non di<br />

un'assenza, ma anzi di un<br />

ricordo di un legame tra una rito<br />

sacro e la sacralità della<br />

chiocciola.<br />

Questa strofa non appartiene<br />

alla tipologia di filastrocca<br />

studiata in questa ricerca, ma,<br />

secondo quanto riportato<br />

nell'articolo citato come fonte<br />

(Revista de Folklore, “El caracol:<br />

una lenta espiral por el campo<br />

madrileño”, articolo di José<br />

Manuel Fraile Gil) testimonia<br />

che in Spagna la lumaca può<br />

essere legata a simbologie di<br />

fecondità e riproduzione.<br />

Formalmente appartiene al tipo<br />

della “canzone iterativa” (in cui<br />

si contano gli elementi che<br />

vengono gradualmente aggiunti<br />

o tolti).<br />

Questa strofa non appartiene<br />

alla tipologia di filastrocca<br />

studiata in questa ricerca, ma<br />

rappresenta un commento ad<br />

essa, testimoniando che la<br />

notorietà della nostra filastrocca,<br />

nella quale la chiocciola paga<br />

un'eventuale mancanza con la<br />

vita (“la pelle”) è data per<br />

scontata.<br />

AAA YYY<br />

CAB YNN<br />

CAB YNN


59 ¡Ay, caracol! ¡Ay, caracol!<br />

Que sacas y metes<br />

los cuernos al sol.<br />

Caracol, caracol.<br />

No me asustes, caracol,<br />

que voy a lavar al río<br />

la ropa de un molinero<br />

que quiere ser mi marido.<br />

60 Sal, caracol,<br />

con los cuernos al sol.<br />

61 Caracol, caracol, caracol,<br />

saca tus yjuelos al rayo del sol.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Estremera de Tajo. Canto<br />

di lavandaie.<br />

Spagnolo. Spagna, zona<br />

non precisata.<br />

Spagnolo. Spagna, zona<br />

non precisata.<br />

Ahi, chiocciola! Ahi, chiocciola!<br />

Che tu voglia tirar fuori le corna<br />

e metterle al sole!<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

non mi spaventare, chiocciola,<br />

ché io vado al ruscello<br />

a lavare i vestiti di un mugnaio<br />

che vuol diventare mio marito.<br />

Esci, chiocciola,<br />

con le corna al sole.<br />

Chiocciola, chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori i tuoi figlioli ai raggi del sole.<br />

Ignota Revista de Folklore,<br />

“El caracol: una<br />

lenta espiral por el<br />

campo madrileño”,<br />

articolo di José<br />

Manuel Fraile Gil,<br />

sul sito:<br />

http://www.funjdiaz.n<br />

et/folklore/07ficha.cf<br />

m?id=1691<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Da un documento<br />

del 1627,<br />

“Vocabulario de<br />

refranes y frases<br />

proverbiales”, scritto<br />

da Gonzalo Correas.<br />

Citata su Revista de<br />

Folklore, “El caracol:<br />

una lenta espiral por<br />

el campo<br />

madrileño”, articolo<br />

di José Manuel<br />

Fraile Gil, sul sito:<br />

http://www.funjdiaz.n<br />

et/folklore/07ficha.cf<br />

m?id=1691<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Da “Juegos de<br />

Noches Buenas a lo<br />

divino”, di Alonso de<br />

Ledesma, 1605.<br />

Citata su Revista de<br />

Folklore, “El caracol:<br />

una lenta espiral por<br />

el campo<br />

madrileño”, articolo<br />

di José Manuel<br />

Fraile Gil, sul sito:<br />

http://www.funjdiaz.n<br />

et/folklore/07ficha.cf<br />

m?id=1691<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009)<br />

Questa versione, secondo<br />

quanto riportato nell'articolo<br />

citato come fonte (Revista de<br />

Folklore, “El caracol: una lenta<br />

espiral por el campo madrileño”,<br />

articolo di José Manuel Fraile<br />

Gil) testimonia che in Spagna la<br />

lumaca può essere legata a<br />

simbologie di fecondità e<br />

riproduzione.<br />

Perché una chiocciola dovrebbe<br />

“spaventare”? Questo fa<br />

riflettere.<br />

Il fatto che la “corna” vengano<br />

chiamate “figlioli” potrebbe<br />

testimoniare che in Spagna la<br />

lumaca può essere legata a<br />

simbologie di fecondità e<br />

riproduzione.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


62 Caracol, col, col,<br />

saca los hijatos y vete con Dios.<br />

63 Caracol, caracol,<br />

saca los cuernos al sol,<br />

que viene tu padre<br />

por la puente La Molilla.<br />

Te traerá unos zapatitos,<br />

serán grandecitos,<br />

serán para tí,<br />

serán para mí.<br />

64 Caracol, col,<br />

saca los cuernos al sol,<br />

que tu padre y tu madre<br />

están a Aragón<br />

a por unos zapatitos<br />

de charol.<br />

Si no los quieres tú<br />

los quiero yo;<br />

si no son pa tí<br />

serán para mí.<br />

65 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos al sol,<br />

que tu padre y tu madre<br />

están a Alcorcón<br />

a comprarte unos zapatos<br />

de color limón.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Rascafría.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Montejo de la Sierra.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Navarredonda.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Paracuellos del Jarama.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le tue figliolanze (oppure: “i tuoi<br />

fianchi”) e vattene con Dio.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

ché viene tuo padre<br />

attraverso il ponte “La Molilla”.<br />

Ti porterà della scarpette,<br />

saranno grandicelle,<br />

saranno per te,<br />

saranno per me.<br />

Chiocciola, -occiola,<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

ché tuo padre e tua madre<br />

sono in Aragona<br />

a cercare delle scarpette<br />

di vernice ( = di cuoio molto lucido).<br />

Se non le vuoi tu,<br />

le voglio io;<br />

se non sono per te,<br />

saranno per me.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori al sole le corna,<br />

giacché tuo padre e tua madre<br />

sono ad Alcorcón (località)<br />

a comprarti delle scarpette<br />

di color limone.<br />

Ignota Revista de Folklore,<br />

“El caracol: una<br />

lenta espiral por el<br />

campo madrileño”,<br />

articolo di José<br />

Manuel Fraile Gil,<br />

sul sito:<br />

http://www.funjdiaz.n<br />

et/folklore/07ficha.cf<br />

m?id=1691<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Revista de Folklore,<br />

“El caracol: una<br />

lenta espiral por el<br />

campo madrileño”,<br />

articolo di José<br />

Manuel Fraile Gil,<br />

sul sito:<br />

http://www.funjdiaz.n<br />

et/folklore/07ficha.cf<br />

m?id=1691<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Revista de Folklore,<br />

“El caracol: una<br />

lenta espiral por el<br />

campo madrileño”,<br />

articolo di José<br />

Manuel Fraile Gil,<br />

sul sito:<br />

http://www.funjdiaz.n<br />

et/folklore/07ficha.cf<br />

m?id=1691<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Revista de Folklore,<br />

“El caracol: una<br />

lenta espiral por el<br />

campo madrileño”,<br />

articolo di José<br />

Manuel Fraile Gil,<br />

sul sito:<br />

http://www.funjdiaz.n<br />

et/folklore/07ficha.cf<br />

m?id=1691<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009)<br />

Il fatto che la “corna” vengano<br />

chiamate “figliolanze” potrebbe<br />

testimoniare che in Spagna la<br />

lumaca può essere legata a<br />

simbologie di fecondità e<br />

riproduzione. Tuttavia, secondo<br />

quanto scritto nell'articolo citato<br />

come fonte, la parola “hijatos”<br />

potrebbe anche derivare qui<br />

dalla parola “ijada”, col<br />

significato di “fianco” (in questo<br />

caso la traduzione sarebbe “tira<br />

fuori i tuoi fianchi”).<br />

Il riferimento al nome “La Molilla”<br />

ha qualcosa a che vedere con il<br />

motivo del “mulino”, che<br />

compare in parecchie altre<br />

versioni? E perché questo<br />

motivo è così ricorrente?<br />

Ricompare poi il motivo delle<br />

scarpe (vedi nota alla versione<br />

54). Da notare anche la formula<br />

distributiva, simile al motivo di<br />

diverse versioni italiane (“uno a<br />

me, uno a te”) che, bisogna<br />

ricordare, è probabilmente da<br />

considerare come rivolta a<br />

persone, non all'animale.<br />

Versione interessante.<br />

Ritorna ancora il motivo delle<br />

scarpe. Vedi note alla vesione<br />

54 e alla versione 63.<br />

Quasi identica alla versione 54.<br />

Cambia il nome della località<br />

citata.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


66 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos al sol,<br />

que tu padre y tu madre<br />

también los sacó<br />

y se fueron a Aragón<br />

a por unos zapatitos<br />

de color de limón.<br />

Si no los quieres tú<br />

a mí me los darán<br />

y a ti te matarán.<br />

67 Esta mañana temprano<br />

a la orillita del río<br />

un caracol muy bonito<br />

en la espuma se ha metido.<br />

Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos para el sol,<br />

que te vienen a matar<br />

a la orilla de la mar.<br />

68 Caracol, caracol,<br />

saca los cuernos al sol,<br />

que tu padre y tu madre<br />

están a Aragón;<br />

te traerán unas zapatillas<br />

de seda y cordón.<br />

Caracol, caracol...<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Somosierra.<br />

Spagnolo. Uruguay,<br />

Montevideo.<br />

Spagnolo. Spagna, Corral<br />

de Ayllón, Segovia.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori al sole le corna,<br />

giacché tuo padre e tua madre<br />

allo stesso modo le tirarono fuori<br />

e se ne andarono in Aragona<br />

a cercare delle scarpette<br />

di color limone.<br />

Se non le vuoi tu,<br />

le daranno a me<br />

e invece, a te, ti ammazzeranno.<br />

Questa mattina presto<br />

sulla spiaggetta del ruscello<br />

una chiocciola molto bella<br />

si è gettata nella schiuma.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

ché ti vengono ad ammazzare<br />

sulla riva del mare.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

ché tuo padre e tua madre<br />

sono in Aragona;<br />

ti porteranno delle scarpette<br />

di seta e midollino.<br />

Chiocciola, chiocciola…<br />

Ignota Revista de Folklore,<br />

“El caracol: una<br />

lenta espiral por el<br />

campo madrileño”,<br />

articolo di José<br />

Manuel Fraile Gil,<br />

sul sito:<br />

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m?id=1691<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Revista de Folklore,<br />

“El caracol: una<br />

lenta espiral por el<br />

campo madrileño”,<br />

articolo di José<br />

Manuel Fraile Gil,<br />

sul sito:<br />

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m?id=1691<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Revista de Folklore,<br />

“El caracol: una<br />

lenta espiral por el<br />

campo madrileño”,<br />

articolo di José<br />

Manuel Fraile Gil,<br />

sul sito:<br />

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(sito visitato il 1<br />

settembre 2009)<br />

Un'interessante versione che<br />

combina i motivi delle versioni<br />

54 (65), 52 e 64, con in più<br />

l'esplicita menzione<br />

dell'uccisione dell'animale.<br />

Ricordiamo che il “ti<br />

ammazzeranno” è riferito<br />

sicuramente all'animale, mentre<br />

invece i genitori potrebbero<br />

essere quelli di una persona<br />

(vedi nota alla versione 54, al<br />

termine della nota) e la formula<br />

distributiva (“se non tu, …a me”)<br />

potrebbe anch'essa essere<br />

rivolta a persone.<br />

Secondo l'articolo citato come<br />

fonte, questa versione sarebbe<br />

un'interessante sopravvivenza<br />

(in una località lontana alla terra<br />

d'origine, in seguito ad<br />

emigrazione) di una versione<br />

spagnola scomparsa nella<br />

madrepatria (fenomeno ben<br />

noto e tipico, chiamato<br />

“sopravvivenza marginale”: le<br />

comunità di emigranti<br />

conservano spesso più a lungo<br />

le tradizioni). In Spagna,<br />

l'espressione “te vienen a matar”<br />

(“ti vengono ad ammazzare”)<br />

della versione più antica<br />

sarebbe stato sostituito con il più<br />

recente “te vienen a buscar” (“ti<br />

vengono a prendere”), come<br />

nella versione 55 (da<br />

confrontare). La prima quartina<br />

ha un carattere lirico-narrativo<br />

ed improvvisatorio: non pare nel<br />

carattere di una filastrocca e<br />

potrebbe eventualmente avere<br />

un'origine separata.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY (la<br />

seconda parte<br />

soltanto).<br />

AAA YYY


69 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos<br />

al ojo del sol,<br />

que tu padre y tu madre<br />

se comieron<br />

un güevo de golondrina<br />

y no se murieron.<br />

70 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos al sol,<br />

que tu padre y tu madre<br />

están n' Aragón<br />

a lavar la ropita<br />

de Nuestro Señor.<br />

71 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos al sol,<br />

que tu padre y tu madre<br />

están n' Aragón<br />

a lavar la camisa<br />

de Nuestro Señor.<br />

72 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos al sol,<br />

que tu padre y tu madre<br />

están en Aragón<br />

haciendo una esportilla<br />

pa la borriquilla,<br />

haciendo un esportón<br />

para el borricón.<br />

Spagnolo. Spagna, Auñon,<br />

Guadalajara.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Patones de Arriba.<br />

Spagnolo. Spagna, Villar<br />

del Olmo.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Anchuelo.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le corna<br />

all'occhio del sole,<br />

ché tuo padre e tua madre<br />

si sono mangiati<br />

un uovo di rondine<br />

e non sono morti.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

ché tuo padre e tua madre<br />

sono in Aragona<br />

a lavare gli abiti<br />

di Nostro Signore.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

ché tuo padre e tua madre<br />

sono in Aragona<br />

a lavare la camicia<br />

di Nostro Signore.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

ché tuo padre e tua madre<br />

sono in Aragona<br />

a fabbricare un cestino<br />

per l'asinello,<br />

a fabbricare un cestone<br />

per l'asinone.<br />

Ignota Revista de Folklore,<br />

“El caracol: una<br />

lenta espiral por el<br />

campo madrileño”,<br />

articolo di José<br />

Manuel Fraile Gil,<br />

sul sito:<br />

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et/folklore/07ficha.cf<br />

m?id=1691<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009)<br />

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“El caracol: una<br />

lenta espiral por el<br />

campo madrileño”,<br />

articolo di José<br />

Manuel Fraile Gil,<br />

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http://www.funjdiaz.n<br />

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(sito visitato il 1<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Revista de Folklore,<br />

“El caracol: una<br />

lenta espiral por el<br />

campo madrileño”,<br />

articolo di José<br />

Manuel Fraile Gil,<br />

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lenta espiral por el<br />

campo madrileño”,<br />

articolo di José<br />

Manuel Fraile Gil,<br />

sul sito:<br />

http://www.funjdiaz.n<br />

et/folklore/07ficha.cf<br />

m?id=1691<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009)<br />

Anche secondo l'articolo citato<br />

come fonte, versione<br />

particolarissima, ricca di<br />

riferimenti potenzialmente<br />

simbolici: il sole paragonato<br />

all'occhio (forse anche tramite il<br />

simbolo della spirale della<br />

chiocciola), l'uovo, la rondine, il<br />

cibo, i genitori. Il senso di tutto<br />

ciò è da esplorare, ma anche qui<br />

sarebbe concepibile (e assai<br />

sensato) un riferimento a un<br />

padre ed una madre umani, non<br />

ai “genitori della chiocciola”.<br />

Versione che combina il motivo<br />

dei genitori lontani (umani, a mio<br />

parere), e quello del lavare,<br />

affine alla versione 59 e alla<br />

versione 56 (vedi nota alla<br />

versione 56).<br />

Versione che combina il motivo<br />

dei genitori lontani (umani, a mio<br />

parere), e quello del lavare,<br />

affine alla versione 59 e alla<br />

versione 56 (vedi nota alla<br />

versione 56).<br />

Versione che sembra<br />

confermare che ci si riferisce ai<br />

genitori di persone, ed ai<br />

desideri di esseri umani di<br />

possedere beni di un certo<br />

pregio ed uscire da un stato di<br />

povertà e necessità.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


73 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos al sol,<br />

y verás a tu padre y a tu madre<br />

metidos en un serón.<br />

74 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos y verás el sol.<br />

75 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos y vete al sol,<br />

que tu padre y tu madre<br />

los sacó.<br />

76 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos y vete al sol,<br />

que tu padre y tu madre<br />

están tomando el sol.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

e vedrai tuo padre e tua madre<br />

messi in un cesto.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le corna e vedrai il sole.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le corna e vattene al sole,<br />

ché tuo padre e tua madre<br />

le tirarono fuori.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le corna e vattene al sole,<br />

ché tuo padre e tua madre<br />

stanno prendendo il sole.<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Versione che sembra<br />

confermare che il “padre e la<br />

madre” sono intesi talvolta come<br />

“i genitori dell'animale” (come in<br />

questa versione, o nella n. 52 ed<br />

in alcune altre), anche se, a mio<br />

parere, nella grande<br />

maggioranza delle versioni sono<br />

da intendersi come genitori di<br />

una persona umana, a cui ci si<br />

rivolge o a cui si pensa.<br />

È una delle versioni in cui “il<br />

padre e la madre” sono da<br />

intendere sicuramente come “i<br />

genitori della lumaca”. Affine alla<br />

versione 52.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


77 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos y veste al sol,<br />

que tu padre y madre<br />

están comiendo arroz.<br />

78 Caracol, col, col,<br />

saca el chucho al sol<br />

y verás a tu padre y a tu madre,<br />

cociendo sopas en su perol.<br />

79 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos al sol,<br />

que tu padre y tu madre<br />

te traerán sopicas en un tazón.<br />

80 Caracol, col, col,<br />

saca los ojitos al rayo del sol.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le corna e vattene al sole,<br />

ché tuo padre e tua madre<br />

stanno mangiando riso.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori quel tuo stupido coso al sole<br />

e vedrai tuo padre e tua madre<br />

che cucinano zuppe nella loro pentola.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

ché tuo padre e tua madre<br />

ti porteranno zuppette in una scodella.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori gli occhietti al raggio del sole.<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

“Veste” è termine dialettale per<br />

“vete” (“vattene”).<br />

L'atteggiamento verso l'animale<br />

è meno rispettoso del solito.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


81 Caracol, caracol,<br />

echa los cuernos al sol,<br />

y verás a tu padre y tu madre,<br />

remendando el camisón.<br />

82 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos al sol,<br />

y verás a tu padre y a tu madre,<br />

repicando en el sermón.<br />

83 Caracol, caracol,<br />

saca los cuernos al sol,<br />

y verás a tu padre y a tu madre,<br />

en mangas de camisón.<br />

84 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos al sol,<br />

y verás a tu padre y a tu madre,<br />

cosiéndote un camisón.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

e vedrai tuo padre e tua madre<br />

che rammendano il camicione.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

e vedrai tuo padre e tua madre<br />

che suonano le campane durante la predica.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

e vedrai tuo padre e tua madre<br />

in maniche di camicia.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

e vedrai tuo padre e tua madre<br />

che ti cuciono un camicione.<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Versione scherzosa.<br />

Sono teoricamente possibili<br />

anche lontanissimi collegamenti<br />

con altre versioni che nominano<br />

campane (15 e diverse altre).<br />

La camicia è nominata anche al<br />

n. 289 (Calabria).<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


85 Caracol, col, col,<br />

saca el hijuelo y vete al sol,<br />

que tu padre y tu madre<br />

están en Aragón,<br />

regando la ropa de Nuestro Señor.<br />

86 Caracol, col, col,<br />

saca tus hijos a la Puerta 'el Sol,<br />

que tu padre y tu madre<br />

también los sacó<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori il figliolo e vattene al sole,<br />

ché tuo padre e tua madre<br />

sono in Aragona<br />

a bagnare i vestiti di Nostro Signore.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

porta i tuoi figli alla Porta del Sole,<br />

giacché tuo padre e tua madre<br />

allo stesso modo li portarono.<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Tematiche in comune con le<br />

versioni 61, 75, 70. Per il<br />

termine “figliolo” vedi le note alle<br />

versioni 61-62.<br />

Interessante e suggestiva la<br />

menzione di una “Porta del<br />

Sole”, un termine dalle<br />

potenzialità simboliche notevoli,<br />

in teoria. Potremmo interpretare<br />

la “porta” come la stessa<br />

apertura della conchiglia della<br />

chiocciola (vedi 321). La<br />

spiegazione più probabile è però<br />

sicuramente un'altra: la piazza<br />

più antica e famosa di Madrid si<br />

chiama infatti “Puerta del Sol”, a<br />

causa di un'antica porta della<br />

città rivolta ad est. Secondo le<br />

fonti (vedi note alle versioni 61 e<br />

62) ci può essere connessione<br />

nella parlata locale tra il termine<br />

“corna”, il termine “fianchi” ed il<br />

termine “figli”. Se (seguendo le<br />

note alla versioni 61 e 62)<br />

interpretiamo “figli” nel senso di<br />

“corna” (o “fianchi”), allora il<br />

significato originario sarebbe in<br />

ogni caso “fai uscire le corna (i<br />

fianchi) dalla tua conchiglia in<br />

modo che vedano il sole”. Il<br />

senso sarebbe poi stato<br />

cambiato successivamente in<br />

maniera scherzosa in “porta i<br />

tuoi figli nella piazza principale<br />

di Madrid”. La connessione tra la<br />

chiocciola ed il sole c'è in ogni<br />

caso, e sembra comunque<br />

essere seria in tutte le versioni<br />

spagnole. Per il termine “figli”<br />

vedi le note alle versioni 61-62;<br />

“'el” sta per “(d)el”. È però<br />

possibile che questo strano<br />

paragone tra “i figli” e le “corna”<br />

si trovi in diverse varianti anche<br />

lontane tra loro. Vedi la nota a<br />

494.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


87 Caracol, col,<br />

saca los cuernos al sol,<br />

y los míos al rincón.<br />

88 Caracol, col,<br />

saca el ahico y veste al sol,<br />

que tu padre y tu madre<br />

también los sacó.<br />

89 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos delante del sol,<br />

que tu padre y tu madre<br />

también los sacó.<br />

90 Caracol, caracol,<br />

marrano, rastrero, [...]<br />

saca los cuernos y veste al sol,<br />

que tu padre y tu madre<br />

también los sacó.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Chiocciola, -occiola<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

e porta i miei (familiari) all'angolo.<br />

Chiocciola, -occiola,<br />

tira fuori il muso e vattene al sole,<br />

ché tuo padre e tua madre<br />

allo stesso modo lo tirarono fuori.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le corna davanti al sole,<br />

ché tuo padre e tua madre<br />

allo stesso modo le tirarono fuori.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

maiale, essere strisciante, [...]<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

giacché tuo padre e tua madre<br />

allo stesso modo le tirarono fuori.<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Versione poco chiara,<br />

probabilmente l'ultimo verso è<br />

un'aggiunta scherzosa.<br />

“Ahico” è termine dialettale per<br />

“hocico”.<br />

Versione che attira l'attenzione<br />

per l'importanza data ancora<br />

una volta al sole, tipica delle<br />

vesioni spagnole. Viene da<br />

pensare che, nella cultura che<br />

ha originato queste filastrocche,<br />

il sole avesse un'enorme<br />

importanza, forse anche<br />

religiosa. Vedi anche le versioni<br />

69, 60, 61 e, in generale, quasi<br />

tutte le versioni spagnole.<br />

Gli epiteti “maiale. essere<br />

strisciante” sembrano essere<br />

un'aggressione verbale poco<br />

gentile (v. versione 78). Tuttavia,<br />

“essere strisciante” è anche il<br />

significato dell'etimo germanico<br />

corrispondente al tedesco<br />

“Schnecke” e all'inglese “snail”.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


91 Caracol, caracol,<br />

saca los cuernos al sol,<br />

y verás a tu señor<br />

con el libro en la mano,<br />

dando la lección.<br />

92 Caracol, caracol,<br />

con los cuernos al sol,<br />

tu padre y tu madre<br />

también salió.<br />

93 Caracol, col,<br />

saca los cuernos al sol,<br />

que tu padre y tu madre<br />

han ido a Aragón,<br />

para comprar unos zapatitos<br />

de color limón,<br />

para mí,<br />

para mí,<br />

para mí serán.<br />

94 Caracol, col, col,<br />

saca tus hijos al sol,<br />

que tu padre y madre<br />

están en Aragón,<br />

lavando la ropa<br />

del día del Señor.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

e vedrai il tuo signore<br />

con il libro in mano,<br />

che dà lezione.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

con le corna al sole,<br />

tuo padre e tua madre<br />

uscirono allo stesso modo.<br />

Chiocciola, -occiola,<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

giacché tuo padre e tua madre<br />

sono andati in Aragona<br />

per comprarti delle scarpette<br />

di color limone,<br />

per me,<br />

per me,<br />

saranno per me.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori i figli davanti al sole,<br />

ché tuo padre e tua madre<br />

sono in Aragona<br />

a lavare gli abiti<br />

del giorno del Signore.<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Versione insolita, sulla quale<br />

non è facile effettuare ipotesi.<br />

Per il termine “figli” vedi le note<br />

alle versioni 61 e 62.<br />

Questa versione mostra che “gli<br />

abiti del Signore” citati alle<br />

versioni 70, 71 e 85 non sono<br />

altro che “gli abiti del giorno del<br />

Signore”, ovvero gli abiti migliori,<br />

da indossare nel giorno di<br />

domenica.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


95 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos y vete al sol,<br />

que tu padre y tu madre<br />

están en Aragón,<br />

regando la ropa<br />

con un cucharón.<br />

96 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos y vete al sol,<br />

que tu padre y tu madre<br />

están en Aragón,<br />

a comprar una mantilla<br />

de color limón.<br />

97 Caracol, col, col,<br />

abre los ojitos y verás el sol,<br />

que tu padre y tu madre<br />

también los abrió<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Spagnolo. Spagna,<br />

Castiglia e Mancia.<br />

La località può essere<br />

ulteriormente precisata<br />

contattando i responsabili<br />

del sito citato come fonte o<br />

anche, talvolta,<br />

esaminando i dati<br />

dettagliati riportati sullo<br />

stesso.<br />

Chiocciola, -occiola,<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

giacché tuo padre e tua madre<br />

sono in Aragona<br />

a bagnare i panni<br />

con un secchio.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le corna e vattene al sole,<br />

giacché tuo padre e tua madre<br />

sono in Aragona<br />

a comprare un mantello<br />

di color limone.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

apri gli occhietti e vedrai il sole,<br />

giacché tuo padre e tua madre<br />

allo stesso modo li aprirono.<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Ignota Tratto dal sito:<br />

http://www.linguas.n<br />

et/alecman/mapas_2<br />

/N.103-Cancioncilla<br />

%20del<br />

%20caracol.htm<br />

(sito visitato il 1<br />

settembre 2009, che<br />

riporta anche altre<br />

lievi varianti<br />

terminologiche della<br />

filastrocca)<br />

Interessante variante che non<br />

nomina le “corna” e concentra<br />

l'attenzione sulla luce del sole<br />

(ricordiamo però che gli occhi<br />

della chiocciola sono posti in<br />

cima a due delle quattro<br />

appendici dette popolarmente<br />

“corna”, quindi per vedere il sole<br />

l'animale le deve comunque<br />

estrarre).<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


98 Colimaçon borgne,<br />

montre-moi tes cornes.<br />

A quelle heure?<br />

A midi,<br />

dans la cour des pissenlits.<br />

Francese.<br />

Francia, Seine et Oise.<br />

Chiocciola orba (opp. malfamata),<br />

mostrami le tue corna.<br />

A che ora?<br />

A mezzogiorno,<br />

nel cortile dei tarassachi (= fiori).<br />

Trascrizione online<br />

all'indirizzo:<br />

http://www.GKweb.it/fila<br />

chio/Colimbor98.jpg<br />

Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Citata anche in:<br />

Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve,<br />

che ne riporta anche<br />

la musica.<br />

Si può notare che a<br />

mezzogiorno il sole è alto, quindi<br />

ci potrebbe essere un<br />

collegamento concettuale con il<br />

sole, o, meglio, con la credenza<br />

che, quando il sole è più alto, sia<br />

il momento più propizio per<br />

operare guarigioni o azioni volte<br />

al benessere.<br />

Il tarassaco è una pianta<br />

medicinale citata già da Plinio.<br />

Nel sito:<br />

http://www.elicriso.it/it/piante_me<br />

dicinali/tarassaco/<br />

(visitato il 15 settembre 2010) si<br />

riporta: "Del tarassaco non si ha<br />

notizia prima del 1400. Nel 1546<br />

Bock lo definisce un diuretico;<br />

Tabernaemontanus, un<br />

farmacista tedesco vissuto nel<br />

1500 definisce il tarassaco una<br />

pianta dalle virtù ineguagliabili."<br />

Questa citazione è confermata<br />

da molte altre pagine in rete.<br />

Appare probabile che nel<br />

Cinquecento qualche farmacista<br />

coltivasse il tarassaco, dunque il<br />

“cortile dei tarassachi” potrebbe<br />

essere una parte dell'orto di<br />

un'antica farmacia.<br />

È lecito supporre quindi che<br />

effettuare un'azione benefica a<br />

mezzogiorno, e, per di più,<br />

circondati da piante a loro volta<br />

benefiche (la cui corolla,<br />

oltretutto, ricorda il sole per<br />

forma e colore), venisse<br />

probabilmente considerato un<br />

modo per amplificarne gli effetti.<br />

Grazie a Caterina Azara per i<br />

suggerimenti utili a reperire le<br />

prove dell'importanza del<br />

tarassaco come erba<br />

medicinale, e per gli scambi di<br />

idee su questa versione.<br />

È probabile che il termine<br />

“borgne” venisse<br />

originariamente interpretato<br />

come “orba” (finché la chiocciola<br />

sta nel guscio, non può vedere e<br />

non gode della luce), e poi sia<br />

stato reinterpretato come<br />

“malfamata” molto più tardi, ai<br />

tempi delle parodie medievali sui<br />

“combattimenti con la lumaca”<br />

(v. 510-514).<br />

AAA YYY


99 Nesci li corna,<br />

ca 'a mamma veni<br />

e t'adduma lu cannileri.<br />

100 Culbecu, culbecu,<br />

scóte córne boeresci,<br />

si te du la Dunare<br />

si bé apa tulbure.<br />

Siciliano.<br />

Sicilia, Palermo.<br />

Romeno (dialetto differente<br />

da quello delle versioni 16<br />

e 17).<br />

Romania, zona non<br />

precisata.<br />

Fai uscire le corna,<br />

che la mamma viene<br />

e t'accende il candeliere.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori le tue corna da bue (opp.: “da<br />

boiardo”),<br />

e vai al Danubio<br />

a bere acqua torbida.<br />

Ignota Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Presente anche in:<br />

Giuseppe Pitrè,<br />

Credenze e<br />

pregiudizi del popolo<br />

siciliano, volume<br />

terzo, Palermo:<br />

Libreria L. Pedone<br />

Lauriel di Carlo<br />

Clausen, 1889, p.<br />

310.<br />

Ignota Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Per la traduzione si<br />

ringrazia l'Utente<br />

NM unio.<br />

Versione forse non<br />

completamente chiara, ma è<br />

possibile che si tratti della<br />

abituale minaccia di porre<br />

l'animale vicino ad un fuoco, ad<br />

una fiamma o a qualcosa di<br />

rovente, presente in molte<br />

versioni.<br />

C'è anche un altro collegamento<br />

possibile: quello con l'idea di<br />

sollecitare il sopraggiungere<br />

della luce, perché sulle<br />

cosiddette “corna” sono situati<br />

gli occhi dell'animale.<br />

Strettamente affine alle versioni<br />

16 e 17. Vedi anche 606 per una<br />

versione affine molto più<br />

sviluppata e probabilmente<br />

collegata ad una danza a<br />

spirale.<br />

“Boiardo” era un antico titolo<br />

nobiliare in uso in Europa<br />

orientale (Romania, Russia e<br />

altrove). È molto probabile che<br />

in questo caso la parola “boier”<br />

(“boiardo”) (dalla declinazione<br />

della quale proviene il termine<br />

“boeresci”) sia un'alterazione di<br />

un originale “bou” (“bue, bisonte,<br />

bufalo”) (quindi la traduzione<br />

migliore della relativa<br />

espressione nel secondo verso<br />

sarebbe “corna da bue”).<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


101 Kuckuck, kuckuck Gerderut<br />

staek dine v'er Horns herut.<br />

Tedesco (dialetto).<br />

Germania, zona non<br />

precisata.<br />

Cucù, cucù, Gerderut (chiocciola),<br />

tieni ben fuori i tuoi quattro corni.<br />

Ignota Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Citata in:<br />

Eduard Hoffmann-<br />

Krayer e Hanns<br />

Bächtold-Stäubli<br />

(Hrsg.),<br />

Handwörterbuch<br />

des deutschen<br />

Aberglaubens, Bd.<br />

7, (Pfluegen-<br />

Signatur), Berlin:<br />

Walter de Gruyter,<br />

1936<br />

i cui autori la<br />

traggono da:<br />

Simrock, Mythologie,<br />

S. 516.<br />

La chiocciola viene chiamata<br />

“Gerderut” (Gertrude): si tratta di<br />

un antico nome proprio<br />

femminile, usato dalle donne in<br />

Germania soprattutto nel 18°<br />

secolo. Per tutte le versioni<br />

tedesche è molto importante ciò<br />

che racconta il Caprotti a pag.<br />

328 del suo articolo: confrontare<br />

con la nota alla versione 150.<br />

Vedi 1, 43, 150.<br />

La nostra seconda fonte<br />

(Hoffmann-Krayer) commenta:<br />

“Simrock sostiene che sia la<br />

prima linea di rima è stata<br />

escogitata perché, così come il<br />

cuculo sembra che stia<br />

giocando a nascondino, allo<br />

stesso modo anche la chiocciola<br />

si nasconde nel fogliame verde”.<br />

Nel linguaggio infantile in uso<br />

con i bambini italiani, è tuttora<br />

comunissimo imitare<br />

scherzosamente il verso del<br />

cuculo (“cucù!”) quando si esce<br />

per un attimo da un nascondiglio<br />

per poi tornare a nascondersi.<br />

AAA YYY


102 Snail, snail, put out your horn,<br />

tell me what's the day t'morn.<br />

To day's the morn to shear the corn.<br />

Blaw, bill, buck, thorn.<br />

103 Colimaçon borgne,<br />

montre-moi tes cornes.<br />

Si tu ne me les montres pas<br />

j'te le couperai avec mon couteau de bois.<br />

Inglese.<br />

Inghilterra settentrionale.<br />

Francese.<br />

Francia, Loiret.<br />

Rolland ne segnala il<br />

ritrovamento anche nel<br />

dipartimento di Seine-et-<br />

Marne (cantone di Rozoyen-Brie).<br />

Chiocciola, chiocciola, tira fuori il corno,<br />

dimmi come sarà la giornata domattina,<br />

Quest'oggi è la mattina giusta per tagliare il<br />

raccolto.<br />

Blaw, bill, buck, thorn.<br />

Chiocciola orba (opp. malfamata),<br />

mostrami le tue corna.<br />

Se non me le mostri<br />

io te le taglierò col mio coltello di legno.<br />

Ignota Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Anche su:<br />

Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

E su:<br />

English Folk-<br />

Rhymes di G. F.<br />

Northall (London:<br />

Kegan Paul, Trench,<br />

Trubner & Co., Ltd.,<br />

1892), p. 326 che<br />

cita:<br />

Henderson, Folklore<br />

of the Northern<br />

Counties, p. 25.<br />

Ignota Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Citata anche in:<br />

Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

L'ultimo verso è un “nonsense”,<br />

utile soltanto a concludere la<br />

quartina (anche se “bill” =<br />

“becco”; “buck” = “maschio<br />

cornuto di ungulato”; “thorn” =<br />

“spina”).<br />

Affine alla versione 11 (vedi la<br />

nota alla versione 11).<br />

Vedi nota alla 117: il coltello non<br />

può essere uno qualsiasi, ma<br />

deve avere un attributo<br />

particolare (in questo caso è “di<br />

legno”).<br />

Sul termine “borgne” vedi nota<br />

alla v. 98.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


104 Chiocciola chiocciola marinella<br />

tira fuori le tue cornella<br />

e se tu non le tirerai<br />

calci e pugni tu buscherai.<br />

105 Buta, buta corni,<br />

che tô mare la te ciama,<br />

che tô pare l'è 'mpiccà<br />

sulla porta del Podestà.<br />

106 Lümassa, lümassora,<br />

tira fora i to corn,<br />

dass no, i vad dal barbé<br />

e it tje fass taié.<br />

Italiano.<br />

Italia, Toscana.<br />

Veneto.<br />

Italia, Veneto.<br />

Piemontese.<br />

Piemonte, Italia.<br />

(Inutile) Ignota Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Butta, butta (fuori) i corni,<br />

ché tua madre ti chiama,<br />

ché tuo padre è stato impiccato<br />

sulla porta del Podestà.<br />

Lumaca, lumacone,<br />

tira fuoi i tuoi corni.<br />

Se no, io vado dal barbiere<br />

e te li faccio tagliare.<br />

Ignota Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Citato anche in:<br />

Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Strettamente affine alla versione<br />

18.<br />

Affine alle versioni 37, 38 e 49.<br />

Per il motivo del padre punito<br />

vedi 29, 262, 299, 319, 335.<br />

Sul “chiamare” vedi 129 e 138.<br />

Su: “Adriano Garbini,<br />

Antroponimie ed omonimie nel<br />

campo della zoologia popolare,<br />

parte II, Accademia di<br />

agricoltura, scienze e lettere,<br />

Verona 1925”,<br />

si riporta una formuletta<br />

estremamente simile riferita al<br />

grillo, per la zona di Verona e si<br />

rilevano forti affinità con<br />

formulette abruzzesi, come la<br />

319 (vedi).<br />

Affine a 33, 541, 542.. Vedi<br />

anche la nota alle versioni 38 e<br />

126, e vedi la 24.<br />

Esiste una variante che<br />

preserva la rima, con il secondo<br />

verso: “buta i (to) corn fora”.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


107 Colimaçon, colimaçon,<br />

montre tes cornes.<br />

Je te donnerai du pain d'orge.<br />

108 Willy, my buck, shout out your horn<br />

and you'll get milk and bread the morn.<br />

Francese.<br />

Francia, Pithiviers.<br />

Inglese.<br />

Scozia, zona non meglio<br />

precisata (comunque non<br />

nel nord del Paese).<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

mostra le tue corna.<br />

Ti darò del pane d'orzo.<br />

Willy (chiocciola), vecchio mio, butta fuori il<br />

tuo corno<br />

e avrai latte e pane al mattino.<br />

Ignota Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Citata anche in:<br />

Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Anche in:<br />

Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

L'orzo compare anche in<br />

versioni inglesi ed in altre<br />

versioni francesi (vedi 9, 13,<br />

107, 112, 157, 181) e russe<br />

(610, quasi uguale).<br />

Anche qui la chiocciola ha un<br />

nome proprio, si chiama Willy<br />

(Guglielmino). Vedi 171 per il<br />

nome Guglielmo.<br />

Le versioni 37 e 372 promettono<br />

alla chiocciola un premio simile.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


109 Nesci li corna, babbaluceddu,<br />

ca ti dugnu li pani e cuteddu,<br />

te li dugno beddu duci,<br />

picchi, pacchiu babbaluci.<br />

(Lieve variante, secondo Pitrè:)<br />

Nesci li corna, babbaluceddu,<br />

ca ti dugnu lu pani e cuteddu,<br />

ti li dugno beddu duci,<br />

picchi pacchiu babbaluci.<br />

110 Escargot, virago,<br />

montre-moi tes cornes,<br />

si tu ne me les montres pas,<br />

je le dirai à ton maître,<br />

qu'il te coupe la tête<br />

entre deux écuelles.<br />

Escargot, virago.<br />

Siciliano.<br />

Palermo, Italia.<br />

Francese.<br />

Francia, Nizzardo.<br />

Fai uscire le corna, chiocciolina,<br />

che ti dono il pane e il coltello,<br />

te lo dono bello dolce,<br />

una cosa semplice, lumachina, chiocciola.<br />

Chiocciola, donna forzuta,<br />

mostrami le tue corna,<br />

se tu non me le mostri,<br />

io lo dirò al tuo maestro,<br />

che ti taglia la testa<br />

in due scodelle.<br />

Chiocciola, donna forzuta.<br />

Ignota Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Presente anche in:<br />

Giuseppe Pitrè,<br />

Credenze e<br />

pregiudizi del popolo<br />

siciliano, volume<br />

terzo, Palermo:<br />

Libreria L. Pedone<br />

Lauriel di Carlo<br />

Clausen, 1889, p.<br />

310.<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM salvob per<br />

l'aiuto nella<br />

traduzione.<br />

Ignota Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Anche in:<br />

Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

“Picchi pacchiu” è un termine<br />

che indica un tipo di pasta molto<br />

semplice coi pomodori. Con<br />

questo termine sono anche<br />

indicate delle piccole lumachine<br />

(vedi<br />

http://www.ilgiornaledelcibo.it/ric<br />

ette/ricetta-scheda.asp?<br />

id_ricetta=445&scheda=Spaghet<br />

ti+a+picchi+pacchiu ).<br />

L'espressione, nel linguaggio<br />

comune, significa anche<br />

“arrangiarsi con qualcosa di<br />

molto semplice”.<br />

Vedi 19.<br />

Qui il personaggio che viene<br />

chiamato ad uccidere la lumaca<br />

è chiamato “maestro” come in<br />

171 e in 261. Vedi note a 38 e<br />

126. Cfr. 169, 170 per il termine<br />

“virago”. V. anche la 261.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


111 Moulet, moulet,<br />

montre-moi tes cornes,<br />

je te dirai si ta mère est morte,<br />

à Paris ou à Roubaix,<br />

sur un petit champ de blé,<br />

tourne moulet!<br />

112 Snail, snail, shoot out your horn,<br />

father and mother are dead;<br />

brother and sister are in the back-yard<br />

begging for barley bread.<br />

Francese.<br />

Francia, Fiandre.<br />

Inglese.<br />

Devonshire, Inghilterra.<br />

Muffetta, muffetta (= la chiocciola),<br />

mostrami le tue corna,<br />

ti dirò se tua madre è morta,<br />

a Parigi o a Roubaix,<br />

su di un piccolo campo di grano,<br />

diventa muffetta!<br />

Chiocciola, chiocciola, tira fuori il tuo corno,<br />

papà e mamma sono morti;<br />

fratello e sorella sono nel cortile sul retro<br />

che mendicano un po' di pane d'orzo.<br />

Ignota Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Anche su:<br />

Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Pure su:<br />

English Folk-<br />

Rhymes di G. F.<br />

Northall (London:<br />

Kegan Paul, Trench,<br />

Trubner & Co., Ltd.,<br />

1892), p. 326 che<br />

cita:<br />

Henderson, Folklore<br />

of the Northern<br />

Counties, p. 25.<br />

“Muffetta” vale “piccola muffa”.<br />

Ho seguito l'ortografia del<br />

Rolland.<br />

Strettamente affine alla versione<br />

13.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


113 Escargot, Margot,<br />

Fais-moi voir tes quatre cornes,<br />

Je te ferai voir ton père et ta mère<br />

a la porte de Saint-Pierre.<br />

114 Escargot, montre-moi tes cornes,<br />

j'te dirai où sont ton père et ta mère.<br />

Ils sont dans le clocher<br />

qui mangent du fromage mou.<br />

115 Caracole, misé colle<br />

fais sorti tes cornes<br />

à Chimai, à Cambrai<br />

ous qu'on sonne les clokes,<br />

Berlin bonbon<br />

les clokes de Mons.<br />

Francese.<br />

Loire, Francia.<br />

Francese.<br />

Marne, Francia.<br />

Francese (dialettale).<br />

Belgio, Mons (località<br />

segnalata dal Rolland; tra<br />

le numerose località con<br />

questo nome,<br />

probabilmente si tratta di<br />

Mons nel Belgio, per la<br />

vicinanza con le altre<br />

località citate, Chimay e<br />

Cambrai).<br />

Chiocciola, Margherita, (monaca?)<br />

fammi vedere i tuoi quattro corni,<br />

io ti farò vedere tuo padre e tua madre<br />

alla porta di San Pietro.<br />

Chiocciola, mostrami le tue corna,<br />

io ti dirò dove sono tuo padre e tua madre.<br />

Sono nel campanile<br />

a mangiare formaggio molle.<br />

Chiocciola, posta la questione,<br />

fai uscire le tue corna<br />

a Chimai (città), a Cambrai (città)<br />

sbrigati, che si suonano le campane,<br />

Ber-lin don don<br />

le campane di Mons (località).<br />

Ignota Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Anche in:Eugène<br />

Rolland, “Faune<br />

populaire de la<br />

France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Compare anche in:<br />

Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Santa Margherita, patrona delle<br />

partorienti, veniva spesso<br />

raffigurata nel Medioevo come<br />

colei che sconfigge un malvagio<br />

drago. La “porta di San Pietro” è<br />

la porta dell'aldilà: i genitori sono<br />

morti. Vedi 121, 141, 149, 159,<br />

160.<br />

“Margot” potrebbe però anche<br />

essere una variante dell'occitano<br />

mourgueto, “monachella”. Vedi<br />

note a 415.<br />

Insolita combinazione dei motivi<br />

dei genitori, delle campane e del<br />

cibo.<br />

Il Caprotti sostiene che questa<br />

variante sarebbe un esempio<br />

apparentemente senza<br />

significato e banale. Io non sono<br />

affatto di questo parere.<br />

“Bonbon”, in questo contesto, è<br />

probabilmente onomatopeico<br />

(imitante il rintocco delle<br />

campane), non significa<br />

“caramella” (e potrebbe essere<br />

onomatopeico anche “Berlin”,<br />

con effetto simile a “din din”).<br />

Vedi 15, 143, 146.<br />

Vedi nota a 143.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


116 Cacalaouzeto, sor ti banéto,<br />

sé li sortés pas<br />

demàn plooura.<br />

Occitano.<br />

Francia, Gard.<br />

Chiocciolina, fai uscire le corna,<br />

se non li fai uscire<br />

domani pioverà.<br />

Ignota Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Vedi anche:<br />

Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Dato che le chiocciole escono<br />

con il tempo umido, il testo<br />

appare contradditorio in modo<br />

difficilmente spiegabile. Certo,<br />

non si può affatto escludere la<br />

semplicissima alterazione di una<br />

ipotetica versione “demàn<br />

n'plooura” (“domani non<br />

pioverà”), ma non la si può<br />

nemmeno dare per scontata.<br />

Forse un aiuto ci può venire dal<br />

Rolland, pag. 195: “I contadini<br />

sostengono che le lumache in<br />

generale, e la Helix nemoralis in<br />

particolare possano fungere da<br />

barometri: tirando fuori le loro<br />

sporgenze, tutte, a lungo,<br />

(dicono) che non pioverà più.”<br />

La sequenza degli eventi,<br />

prevista da questa<br />

osservazione, allora, potrebbe<br />

essere: se la prima chiocciola<br />

estrae le “corna” o esce allo<br />

scoperto, allora sta per piovere<br />

o pioverà presto; se invece<br />

l'hanno già fatto tutte e a lungo,<br />

allora la pioggia è già iniziata da<br />

tempo e finirà presto. Tuttavia, la<br />

questione è troppo complessa, e<br />

ci dobbiamo qui limitare a dire<br />

che la chiocciola è legata al<br />

tempo. Infatti, in alcune zone del<br />

mondo le chiocciole si ritirano<br />

nel guscio quando fa troppo<br />

caldo e c'è siccità (estivazione)<br />

ed in altre quando fa troppo<br />

freddo e c'è eccessivo maltempo<br />

(letargo), e non si potrebbe<br />

escludere che in certi luoghi<br />

avvengano entrambe le cose (e<br />

ricordiamoci poi che il clima dei<br />

diversi luoghi muta<br />

profondamente col passare dei<br />

secoli).<br />

AAA YYY


117 Colimaçon borgne<br />

montre-moi tes cornes<br />

si tu ne me le montres pas,<br />

je te couperai la gorge<br />

avec le couteau d'Saint Georges.<br />

Francese.<br />

Francia, Saint-Germain en<br />

Laye. Anche in Île de<br />

France, Champagne,<br />

Lorena e altrove in Francia<br />

(molto diffusa).<br />

Chiocciola orba (opp. malfamata)<br />

mostrami le tue corna<br />

se tu non me le mostri,<br />

io ti taglierò la gola<br />

con il coltello di San Giorgio.<br />

Sul termine “borgne” vedi nota alla v. 98.<br />

Ignota Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Il Caprotti segnala il noto<br />

collegamento medioevale tra San<br />

Giorgio e la lotta con il drago. Tale<br />

collegamento, a sua volta connesso<br />

col moto motivo medievale del<br />

combattimento con la chiocciola (v.<br />

510-514) è stato molto studiato e<br />

messo in luce da A. Certeux, da R.<br />

Pinon e da J.M. Pedrosa. Riportiamo<br />

un passo da Pedrosa, che cita i primi<br />

due Autori: “In un vecchio, ma molto<br />

documentato articolo di A. Certeux si<br />

studia una serie di formulette infantili<br />

molto note in Francia e negli altri<br />

Paesi francofoni, che minacciano (…)<br />

la chiocciola con il “coltello di San<br />

Giorgio”. (…) La tesi di Certeux è che<br />

questa (…) è una parodia della<br />

conosciutissima leggenda della<br />

vittoria di San Giorgio sopra il terribile<br />

drago che esigeva annualmente (…)<br />

il sacrificio di una donzella. Adduce, a<br />

difesa della sua teoria, certe<br />

miniature medievali che<br />

rappresentano un guerrioro che lotta<br />

a cavallo contro una chiocciola (…).<br />

Roger Pinon, sebbene rifiuti di<br />

pensare che il motivo (…) sia nato<br />

come parodia della vittoria di San<br />

Giorgio sul drago, richiama<br />

l'attenzione su un curioso legame tra<br />

San Giorgio e le chiocciole, vale a<br />

dire lo stufato di chiocciole che in certi<br />

posti della Lorena si serve la<br />

domenica più vicina al 23 aprile, festa<br />

di San Giorgio, occasione che riceve<br />

il nome di “festa delle chiocciole”.<br />

L'origine di questo legame, dunque, è<br />

secondo noi in realtà molto più antica:<br />

per comprenderlo, è importante<br />

considerare che San Giorgio è una<br />

figura soltanto leggendaria e non<br />

corrisponde ad alcun santo cristiano<br />

realmente esistito: piuttosto, Giorgio è<br />

un nome dal signiicato legato<br />

all'agricoltura (dal greco antico:<br />

“lavoratore della terra, contadino”),<br />

quindi il giorno a lui dedicato è<br />

diventato il “giorno degli antichi rituali<br />

sacri del mondo agricolo”. Peratlro, le<br />

superstizioni che legano San Giorgio<br />

a rituali su piccoli animali non si<br />

limitano a coinvolgere la sola<br />

chiocciola (si veda, ad esempio, la<br />

credenza riguardante il taglio della<br />

lingua ad un serpente effettuato nel<br />

giorno di San Giorgio, che renderebbe<br />

una persona imbattibile nel parlare, su<br />

E. Radford, M. A. Radford,<br />

Encyclopedia of Superstitions, 1949<br />

(consultabile su Google Books).<br />

È poi significativo il fatto che si creda<br />

che la chiocciola non si possa<br />

uccidere con un coltello qualsiasi. La<br />

considerava un animale magico, e si<br />

consideravano gli attrezzi taglienti<br />

come qualcosa di sacro: una<br />

mentalità preistorica. Vedi 103, 198.<br />

AAA YYY


118 “In molte località la lumaca è chiamata «il<br />

tuono»: le tambour des escargots”. (Caprotti)<br />

Nel Sud della Francia il tuono è chiamato “il<br />

tamburo delle lumache”. Si sa, infatti, che le<br />

tempeste fanno uscire le lumache dai loro<br />

nascondigli. (Rolland)<br />

119 “Les escargots sont-ils chair ou poisson et peuton<br />

manger en caresme? (Le prêtre répond:)<br />

Vous pouvez en manger en caresme sans<br />

scrupules mais donnez-vous garde des cornes”.<br />

(Caprotti)<br />

“Jai dinar embe de banos de cagaraulo”<br />

(Rolland) (Languedoc, raccolta da Thiessing)<br />

120 “Diu quénse garde de cops de pé de berni et de<br />

cournasseyades de limac”<br />

Francese.<br />

Francia.<br />

(Inutile) Inesistente Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Francese. Francia. Domanda: “Le chiocciole sono carne, oppure<br />

sono come pesce e uno le può mangiare in<br />

Quaresima?”<br />

Risposta di un prete: “Le potete mangiare in<br />

Quaresima senza scrupoli, ma state in<br />

guardia dalle corna”. (Caprotti)<br />

Dialetto dei Pirenei.<br />

Arrens, Hauts Pyrénées,<br />

Francia.<br />

“Mi ha dato da mangiare solo corna di<br />

lumache” (Rolland)<br />

“Che Dio ci guardi dalla pedata del verme e<br />

dai colpi di corna delle lumache”.<br />

Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Inesistente Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Inesistente Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Questa non è evidentemente<br />

una filastrocca, ma un detto<br />

popolare francese citato dal<br />

Caprotti e spiegato dal Rolland.<br />

Da uno scritto del secolo XVI (G.<br />

Bouchet, Serées) citato dal<br />

Caprotti.<br />

La seconda citazione,<br />

proveniente dalla Languedoc, è<br />

tratta da Rolland, che la<br />

interpreta come un'espressione<br />

di delusione.<br />

Si potrebbe ipotizzare che, con il<br />

Cristianesimo, si sia diffusa una<br />

diffidenza verso il cibarsi di<br />

“corna” di lumache, forse<br />

perché, in precedenza, erano<br />

state oggetto di rituali precristiani.<br />

Questa non è evidentemente<br />

una filastrocca, ma un detto<br />

popolare francese citato dal<br />

Caprotti.<br />

CAB YNN<br />

CAA YNN<br />

CAA YNN


121 Escargot, Mirolò,<br />

montre-moi tes cornes,<br />

j'te ferai voir ton père et ta mère<br />

qui sont à la porte de l'Enfer.<br />

Francese.<br />

Francia, Luzy, Nièvre.<br />

Chiocciola, Mirolò (Margherita?<br />

Monachella?),<br />

mostrami le tue corna,<br />

io ti farò vedere tuo padre e tua madre<br />

che sono alla porta degli Inferi.<br />

Ignota Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Interessante ed esplicita.<br />

Affine a 113, 141, 149, 159, 160.<br />

Vedi note a 415 per il paragone<br />

con una monaca.<br />

AAA YYY


122 Mini mini mô,<br />

gas gas gô,<br />

streck den siewen hiaerner eraus!<br />

(un'altra fonte continua:)<br />

Hei kommt de Bock,<br />

dan hieft dech op.<br />

Lëtzebuergesch.<br />

Lussemburgo.<br />

Mio piccolo amico,<br />

al di sopra della tua casa,<br />

tira (fuori) le tue sette corna.<br />

(un'altra fonte continua:)<br />

Ecco che arriva il caprone,<br />

che ti solleva lui.<br />

Ignota Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

La conclusione è<br />

tratta da “Le<br />

catalogue de la<br />

chanson folklorique<br />

française”, Volume<br />

5, di Conrad Laforte,<br />

ed. Les presses de<br />

l'Université Laval,<br />

Canada, 1987.<br />

Insolito il fatto che le “corna”<br />

siano sette. Lo sono anche nella<br />

seconda fonte citata. Ciò accade<br />

nuovamente solo nella versione<br />

sarda 205 (vedi, con relativa<br />

nota). Sui numeri insoliti di<br />

corna, vedi la nota a 442.<br />

La lotta tra un caprone e un<br />

essere cattivo è descritta in<br />

alcune fiabe. Le sette corna<br />

(vedi la v. 205) ricordano certe<br />

raffigurazioni di draghi (ma non<br />

quello dell'Apocalisse, che ha<br />

dieci corna): questa versione,<br />

come la 205, potrebbe risentire<br />

di influenze medievali? È<br />

comunque ipotizzabile tra le due<br />

soltanto una connessione<br />

generica, riferita solo al fatto che<br />

il numero sette è stato<br />

considerato di particolare valore<br />

simbolico da molti popoli<br />

differenti in molte epoche<br />

diverse.<br />

Il “Bock” potrebbe forse essere<br />

un personaggio analogo a quello<br />

descritto nella nota alle versioni<br />

38 e 126.<br />

Mi sembra importante ricordare<br />

che la parola “macellaio”, im<br />

basso-tedesco (butscher), così<br />

come in inglese (butcher) e<br />

francese (boucher – bouchier)<br />

deriva da “uccisore di capre”,<br />

ovvero dalla stessa radice di<br />

“Bock” (caprone). Vedi 185. È<br />

ipotizzabile una caduta della<br />

seconda parte della parola<br />

(qualcosa come “*Bock-scher”)?<br />

In questo caso avremmo : “Ecco<br />

che arriva il macellaio, che ti<br />

solleva lui”.<br />

Il termine “Bock” indica un<br />

qualsiasi animale cornuto, non<br />

necessariamente un caprone<br />

(ad es. un ariete, un cervo, un<br />

capriolo, uno stambecco). In<br />

teoria, potrebbe anche essere<br />

riferito alla stessa lumaca,<br />

“cornuta”.<br />

AAA YYY


123 Lumachin, lumachin<br />

cascia foeura i tô cornin,<br />

que dôman l'è san Martin,<br />

te darem un biccier de vin.<br />

Varianti:<br />

verso 2: tira fuori i corni<br />

verso 4: ti darò un biccier de vin.<br />

124 Schnäckla, schnäckla, rot<br />

do sä i dir dein Tod<br />

und mir mein Brot.<br />

Dös hilf mir Gottes Voater.<br />

125 Iesce iesce, corna,<br />

ca màmmeta te scorna,<br />

te scorna 'ncoppa l'asteco<br />

e te fa nu figlio màsculo.<br />

Dialetto lombardo.<br />

Italia, Lombardia.<br />

Dialetto francone.<br />

Germania, Bassa<br />

Franconia.<br />

Napoletano.<br />

Napoli, Italia.<br />

Lumachina, lumachina,<br />

caccia fuori i tuoi cornetti,<br />

che domani è San Martino,<br />

ti daremo un bicchiere di vino.<br />

Lumachina, lumachina rossa,<br />

che io sia per te la tua morte<br />

e per me il mio pane.<br />

Che mi aiuti Dio Padre.<br />

Esci, esci, corna,<br />

che mamma ti rompe le corna,<br />

ti rompe le corna sull'attico<br />

e ti fa un figlio maschio.<br />

Presente e del tutto<br />

simile a quella della n.<br />

23. Entrambe<br />

appartengono alla<br />

tipologia melodica sul<br />

modello del noto “girogirotondo”<br />

(basate sul<br />

modulo di terza minore<br />

sol-mi, anche se il<br />

finale è più complesso).<br />

Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Le varianti sono<br />

state comunicate da<br />

Anna Maria Paganini<br />

di Milano, che si<br />

ringrazia.<br />

Inesistente Erminio Caprotti, “La<br />

canzonetta<br />

fanciullesca della<br />

lumaca (Molluschi di<br />

terra nel folklore<br />

europeo I)”,<br />

Bollettino<br />

Malacologico della<br />

Unione Malacologica<br />

Italiana, Anno XV, n.<br />

11-12, novembredicembre<br />

1979.<br />

Ignota L. Molinaro Del<br />

Chiaro: Giuochi<br />

fanciulleschi<br />

napoletani, in<br />

"Giambattista<br />

Basile"<br />

Archivio di<br />

letteratura popolare<br />

Napoli, anno III,<br />

1885, pagg. 38-39.<br />

Molto affine alla versione 30.<br />

Affinità anche con le versioni 29,<br />

31, 7, 27, 46, 47.<br />

Una versione analoga a questa<br />

(senza il riferimento a San<br />

Martino) è presente anche in un<br />

racconto a fumetti per ragazzi:<br />

Grazia Nidasio, Il Corriere dei<br />

piccoli presenta: ciao! sono<br />

sempre io, la Stefi, Milano,<br />

Rizzoli, 1980, In campagna con<br />

la nonna, [pp. 22-24] p. 22.<br />

In questo racconto, essa viene<br />

utilizzata brevemente come<br />

spunto per indicare la distanza<br />

tra il mondo di un adulto, che<br />

conosce il dialetto e le vecchie<br />

tradizioni, ed il mondo di una<br />

bambina, che trova tutto ciò<br />

strano ed un po' estraneo a sé.<br />

Grazie all'Utente NM Barbaxx<br />

per la segnalazione.<br />

Recitata durante la semina, per<br />

tenere lontane le lumache dal<br />

futuro raccolto.<br />

Collegabile alla 500.<br />

Recitata nell'ambito del<br />

medesimo gioco descritto per la<br />

versione 7.<br />

AAA YYY<br />

CAB YNN<br />

AAA YYY


126 Lumaga, lumaga,<br />

cascia fora i corni<br />

vegnerà el bobò<br />

te tajarà via el co.<br />

127 Calimaçon borgne,<br />

montre-moi ta corne,<br />

si tu ne me la montre pas,<br />

j'irai chez ton papa,<br />

qui est dans la fosse<br />

a cuellir des roses.<br />

128 Bovolo, bovolo canariòl,<br />

tira fora i to corni.<br />

E se no 'l li tirarà<br />

ca' del diavolo lu andarà.<br />

Dialetto lombardo.<br />

Lombardia, zona del Lago<br />

di Como, Italia.<br />

Francese.<br />

Provenza.<br />

Veneto. Probabilmente<br />

nell'area di Venezia.<br />

Veneto, Italia.<br />

Lumaca, lumaca,<br />

caccia fuori i corni,<br />

verrà il bobò<br />

ti taglierà via il collo.<br />

Chiocciola orba (opp. malfamata),<br />

mostrami le tue corna,<br />

se tu non me le mostri,<br />

io andrò da tuo papà,<br />

che è nella fossa<br />

a cogliere rose.<br />

Chiocciola, chiocciola di canale,<br />

tira fuori i tuoi corni.<br />

E se non li tirerà<br />

a casa del diavolo lei andrà.<br />

Ignota L. Molinaro Del<br />

Chiaro: Giuochi<br />

fanciulleschi<br />

napoletani, in<br />

"Giambattista<br />

Basile"<br />

Archivio di<br />

letteratura popolare<br />

Napoli, anno III,<br />

1885, pagg. 38-39.<br />

Ignota L. Molinaro Del<br />

Chiaro: Giuochi<br />

fanciulleschi<br />

napoletani, in<br />

"Giambattista<br />

Basile"<br />

Archivio di<br />

letteratura popolare<br />

Napoli, anno III,<br />

1885, pagg. 38-39.<br />

Ignota L. Molinaro Del<br />

Chiaro: Giuochi<br />

fanciulleschi<br />

napoletani, in<br />

"Giambattista<br />

Basile"<br />

Archivio di<br />

letteratura popolare<br />

Napoli, anno III,<br />

1885, pagg. 38-39.<br />

Ricompare ancora il misterioso<br />

personaggio (“bobò”, chiamato<br />

anche “bizabò”, “babau”,<br />

“barbé”, “barbiere”,<br />

“Barbagiorni”, “papà”, “Papa”)<br />

che viene chiamato per uccidere<br />

la lumaca. Il suo nome potrebbe<br />

avere una radice simile a quella<br />

del nome della lumaca<br />

(babùlakòs in greco) in diverse<br />

versioni, significando qualcosa<br />

come “lumacaio”, “specialista in<br />

lumache”? Vedi nota alla<br />

versione 38.<br />

Sembra quasi un ibrido tra la<br />

tipologia che implica di chiamare<br />

qualcuno che ucciderà la<br />

lumaca (vedi nota alle versioni<br />

38 e 126) e la tipologia in cui si<br />

descrive in che situazione sono i<br />

genitori (tipica di diverse altre<br />

versioni). Se mancasse l'ultimo<br />

verso, si potrebbe pensare che il<br />

“padre nella fossa” sia morto,<br />

come accade in altre versioni<br />

(156). Confronta con 156, 350,<br />

352, 353.<br />

Sul termine “borgne” vedi nota<br />

alla v. 98.<br />

Strettamente affine alla versione<br />

298. “Bovolo” è maschile, quindi<br />

“lu” (“lui”) si riferisce alla<br />

chiocciola (al femminile in<br />

italiano). Su “Società veneziana<br />

di scienze naturali, Lavori, vol. 7,<br />

supplemento ad uso didattico<br />

(Silvano Canzonieri: Animali dei<br />

Berici: curiosita', credenze,<br />

canzonette fanciullesche,<br />

prefazione di Lorenzo<br />

Bonometto, Venezia, 15 luglio<br />

1983)” l termine “canariolo” o<br />

“canariòl” è tradotto<br />

semplicemente con “di canale”.<br />

Pare che queste varianti (128 e<br />

298) si recitassero in caso di<br />

ritrovamento di un mollusco<br />

acquatico, la Littorina saxatilis,<br />

un tempo molto comune nei<br />

canali di Venezia. Per le Helix,<br />

terrestri, veniva usato lo stesso<br />

testo, senza la parola “canariolo”<br />

o “canariòl”.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


129 Lumaga, böta coregn,<br />

ch'ei te ciama quei de Boregn,<br />

ch'ei te ciama quei de su,<br />

böta fó i tó cornaciú.<br />

130 Corne, biborne,<br />

montre-moi les cornes;<br />

si tu me les montre pas<br />

je te jette en bas.<br />

131 Liebes Schnecken, komm heraus,<br />

steck dein vier Hörnerchen aus;<br />

Willst du sie nicht ausstrecken<br />

will ich dein Haus zerbrechen.<br />

132 Lumachino, lumachino,<br />

ch'hai soltanto un occhiolino,<br />

mostra, mostra le tue corna;<br />

e se non le mostrerai,<br />

né tuo padre, né tua madre,<br />

lumachin, conoscerai.<br />

Dialetto lombardo di area<br />

bresciana.<br />

Zona del Lago d'Iseo,<br />

Lombardia, Italia.<br />

Francese.<br />

Svizzera, Cantone di Vaud.<br />

Tedesco.<br />

Gernania, zona non<br />

precisata.<br />

Italiano, zona di Firenze.<br />

Toscana, Italia.<br />

Lumaca, butta (fuori) i corni,<br />

ché ti chiamano quelli di Borno (paese),<br />

ché ti chiamano quelli che vivono più su,<br />

butta fuori i tuoi cornacci.<br />

Corna, bicorna,<br />

mostrami le corna;<br />

se tu non me le mostri<br />

io ti getto di sotto.<br />

Cara chiocciolina, vieni fuori,<br />

tira fuori i tuoi quattro cornetti;<br />

se tu non li tirerai fuori<br />

io ti fracasserò la tua casa.<br />

Ignota L. Molinaro Del<br />

Chiaro: Giuochi<br />

fanciulleschi<br />

napoletani, in<br />

"Giambattista<br />

Basile"<br />

Archivio di<br />

letteratura popolare<br />

Napoli, anno III,<br />

1885, pagg. 38-39.<br />

Ignota L. Molinaro Del<br />

Chiaro: Giuochi<br />

fanciulleschi<br />

napoletani, in<br />

"Giambattista<br />

Basile"<br />

Archivio di<br />

letteratura popolare<br />

Napoli, anno III,<br />

1885, pagg. 38-39.<br />

Ignota L. Molinaro Del<br />

Chiaro: Giuochi<br />

fanciulleschi<br />

napoletani, in<br />

"Giambattista<br />

Basile"<br />

Archivio di<br />

letteratura popolare<br />

Napoli, anno III,<br />

1885, pagg. 38-39.<br />

(Inutile) Ignota L. Molinaro Del<br />

Chiaro: Giuochi<br />

fanciulleschi<br />

napoletani, in<br />

"Giambattista<br />

Basile"<br />

Archivio di<br />

letteratura popolare<br />

Napoli, anno III,<br />

1885, pagg. 38-39.<br />

L'identificazione di “Boregn” con<br />

Borno è confermata da altre<br />

versioni (v. 554).<br />

Vedi 105 e 138 sul “chiamare”.<br />

“Biborne” è forse un errore di<br />

stampa alla fonte, oppure<br />

comunque un'alterazione di<br />

“bigorne” (“bicorne”) come in<br />

altre versioni affini (vedi la<br />

versione 4)? Contiene<br />

comunque la radice “bub-” che<br />

ricorda il latino “bubalus”<br />

(bufalo).<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

Vedi 2, 136. AAA YYY<br />

Versione completamente diversa<br />

dalle altre varianti fiorentine (18,<br />

129, 195), ma che però ricorda<br />

stranamente da molto vicino<br />

motivi francesi e spagnoli: il fatto<br />

che la chiocciola sia orba (98,<br />

103, 117, 127 e molte altre),<br />

tipico di alcune versioni francesi,<br />

ed il problema di conoscere il<br />

destino dei genitori (73, 78, 81,<br />

82, 113, 114, 121). Soprattutto,<br />

in pratica, è stranamente<br />

identica alla 154. Perché?<br />

ABA YYY


133 Jesce jesce, maruzzella,<br />

caccia ccà sse cornecella,<br />

ca le bboglio regalare<br />

a chi vole male a mme.<br />

134 Snail, snail, put out your horn,<br />

or I'll kill your father and mother the morn.<br />

Campano, napoletano.<br />

Napoli, Campania, Italia.<br />

Inglese.<br />

Inghilterra centrosettentrionale.<br />

Esci, esci, chiocciolina,<br />

caccia qui queste cornine,<br />

ché le voglio regalare<br />

a chi vuole male a me.<br />

Chiocciola, chiocciola, tira fuori il tuo corno,<br />

o ucciderò tuo padre e tua madre domattina.<br />

Ignota L. Molinaro Del<br />

Chiaro: Giuochi<br />

fanciulleschi<br />

napoletani, in<br />

"Giambattista<br />

Basile"<br />

Archivio di<br />

letteratura popolare<br />

Napoli, anno III,<br />

1885, pagg. 38-39.<br />

Questa è una<br />

variante letteraria<br />

d'autore, dall'opera<br />

buffa “L'ammore<br />

fedele”, libretto di<br />

Francesco Oliva,<br />

musica di Leonardo<br />

Leo, 1722.<br />

Ignota Evelyn Lilian<br />

Hazeldine<br />

Carrington contessa<br />

Martinengo-<br />

Cesaresco,<br />

"Essays in the study<br />

of folk-songs",<br />

G.Redway, Londra<br />

1886,<br />

pagg. XXV-XXVIII<br />

Citata su:<br />

English Folk-<br />

Rhymes di G. F.<br />

Northall (London:<br />

Kegan Paul, Trench,<br />

Trubner & Co., Ltd.,<br />

1892), p. 326 che a<br />

sua volta cita:<br />

Henderson, Folklore<br />

of the Northern<br />

Counties, p. 25.<br />

Da simbolo buono, le “corna”<br />

sono diventate qui motivo di<br />

sventura, da regalare ai nemici.<br />

Vedi 21, 200.<br />

I genitori sembrano in questo<br />

caso quelli della chiocciola (ma<br />

nulla va dato per scontato). Più<br />

che le altre versioni inglesi,<br />

questa versione richiama<br />

esempi francesi e spagnoli (73,<br />

113, 121).<br />

Colpisce la notevolissima<br />

somiglianza con la versione 341<br />

che, però, proviene dalla<br />

Sardegna.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


135 Taekeltuet,<br />

kruep uet dyn Hues,<br />

dyn Hues dat brennt,<br />

dyn Kinder de flennt,<br />

dyn Fru de ligt in Wäken:<br />

kann'k dy nich mael spräken?<br />

Tedesco, parlata del Nord. Chiocciola,<br />

striscia fuori dalla tua casa,<br />

la tua casa brucia,<br />

i tuoi bambini gridano (piangono),<br />

tua moglie giace nel suo letto di partoriente:<br />

non posso parlare con te, almeno una volta?<br />

Ignota Benjamin Thorpe,<br />

“Northern<br />

mythology:<br />

comprising the<br />

principal popular<br />

traditions an<br />

superstitions of<br />

Scandinavia, North<br />

Germany, and the<br />

Netherlands”,<br />

Londra, ed. Edward<br />

Lumley, 1852.<br />

La drammatica situazione non<br />

sembra essere riferita alla<br />

“famiglia dell'animale”. Sembra<br />

la descrizione di una tragica<br />

situazione umana, presente<br />

anche, ad esempio, nelle<br />

versioni 6, 10, 13, 14, 69, 105,<br />

111, 112, 113.<br />

Del tutto analoga alla 495, che<br />

ad essa è strettamente<br />

collegata.<br />

È però possibile anche che si<br />

tratti dello strano paragone tra le<br />

“corna” dell'animale ed i<br />

“bambini”, che si ritrova anche in<br />

494, in 6, nella 86 ed altrove.<br />

“Taekeltuet” parrebbe derivare<br />

nella parte Taek(l)- da una<br />

radice simile a quella del latino<br />

tegere (coprire, cfr. “tetto”),<br />

oppure dalla stessa radice di<br />

“testa”, oppure ancora da una<br />

radice indoeuropea *tek (fare).<br />

La “-l” aggiunta pare un<br />

diminutivo. La parte -tuet è<br />

collegabile al tedesco “Tüte”,<br />

“corno” o “imbuto”. Il senso<br />

sarebbe allora “piccolo essere<br />

coperto con corna”, oppure<br />

“testolina con corna”, o ancora<br />

“fa le corna”, o anche<br />

“cappuccetto cornuto”, in ogni<br />

caso simile al Hod-ma-dod della<br />

versione 14 (ricordiamo il<br />

legame storico tra gli Angli, in<br />

Germania settemtrionale, e la<br />

East Anglia, in Inghilterra).<br />

Ricordiamo inoltre che il termine<br />

“cappuccio” compare anche<br />

nella versione 226, olandese.<br />

Resta però la possibilità che<br />

Taekeltuet significhi “dito con<br />

corna, ditino cornuto” in<br />

relazione alla forma digitata<br />

dell'animale, derivando Taek- da<br />

un'altra radice indoeuropea,<br />

*d(e)ik (dito) (-l è un diminutivo).<br />

AAA YYY


136 Snaek, Snaek, komm heruet,<br />

sunst tobräk ik dy dyn Hues.<br />

137 Slingemues,<br />

kruep uet dyn Hues,<br />

stick all dyn veer Höern uet.<br />

Wullt du's nech uetstäken,<br />

will ik dyn Hues tobräken.<br />

138 Ciumaga, ciumaga,<br />

caccia fora 'e bbraga,<br />

'e bbraga e lle corna,<br />

te jjama la Madonna,<br />

te jjiama sam Micchele<br />

che tte dà 'o pa' cc''o mele.<br />

139 Esci esci, còrna;<br />

fija de ’na donna,<br />

fija de Micchele,<br />

che tte do ppane e mmèle!<br />

140 Lumaca lumaca, caccia le corna:<br />

ecco Madonna,<br />

ecco Filippo,<br />

che tte porta pane e cciccio.<br />

Tedesco, parlata del Nord. Chiocciola, chiocciola, vieni fuori,<br />

altrimenti ti fracasso la tua casa.<br />

Tedesco, parlata del Nord. Verme strisciante (= “lumaca”),<br />

striscia fuori dalla tua casa,<br />

tira fuori le tue quattro corna.<br />

Se non le tirerai fuori,<br />

io ti fracasserò la tua casa.<br />

Dialetto laziale della zona<br />

di Viterbo.<br />

Civita Castellana, Viterbo,<br />

Lazio, Italia.<br />

Dialetto laziale romanesco.<br />

Roma, Lazio, Italia.<br />

Dialetto laziale della zona<br />

di Viterbo.<br />

Nepo, Viterbo, Lazio, Italia.<br />

Lumaca, lumaca,<br />

caccia fuori le braghe,<br />

le braghe e le corna,<br />

ti chiama la Madonna,<br />

ti chiama san Michele<br />

che ti dà il pane con il miele.<br />

Esci, esci, corna;<br />

figlia di buona donna,<br />

figlia di Michele,<br />

che ti do pane e miele!<br />

Lumaca, lumaca, caccia (fuori) le corna:<br />

ecco (la) Madonna,<br />

ecco Filippo,<br />

che ti porta pane e insalata tenera.<br />

Ignota Benjamin Thorpe,<br />

“Northern<br />

mythology:<br />

comprising the<br />

principal popular<br />

traditions an<br />

superstitions of<br />

Scandinavia, North<br />

Germany, and the<br />

Netherlands”,<br />

Londra, ed. Edward<br />

Lumley, 1852.<br />

Ignota Benjamin Thorpe,<br />

“Northern<br />

mythology:<br />

comprising the<br />

principal popular<br />

traditions an<br />

superstitions of<br />

Scandinavia, North<br />

Germany, and the<br />

Netherlands”,<br />

Londra, ed. Edward<br />

Lumley, 1852.<br />

Ignota Luigi Cimarra,<br />

“Mazzabbubbù,<br />

repertorio del<br />

folclore infantile<br />

civitonico”, Ed.<br />

Biblioteca Comunale<br />

“Enrico Minio”, Civita<br />

Castellana (Viterbo),<br />

1997.<br />

Ignota Giggi Zanazzo, “Usi,<br />

costumi e pregiudizi<br />

del popolo di Roma”,<br />

1908.<br />

Ignota Luigi Cimarra,<br />

“Mazzabbubbù,<br />

repertorio del<br />

folclore infantile<br />

civitonico”, Ed.<br />

Biblioteca Comunale<br />

“Enrico Minio”, Civita<br />

Castellana (Viterbo),<br />

1997.<br />

Affine alla versione 131. Vedi<br />

anche 2 (a cui pure è molto<br />

affine), 27, 137.<br />

Strettamente affine alla versione<br />

131. Vedi anche 2, 27, 136.<br />

Torna il motivo del “chiamare”.<br />

Vedi per questo 105 e 129.<br />

Strettamente affine alla versione<br />

precedente (138), ma con una<br />

volgarizzazione e<br />

banalizzazione dei riferimenti ed<br />

un tono più aggressivo. L'inizio<br />

somiglia però a quello delle<br />

versioni campane.<br />

“Ciccio” è la parte più interna e<br />

tenera della lattuga, dell'indivia e<br />

di altre verdure commestibili.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


141 Birou, birou,<br />

astenn da gorn,<br />

me lavaro did peleac'h<br />

ema da dad ha da vam:<br />

dignen (dindan) an daol,<br />

e Porz-Paol, o tibri kig ha kaol.<br />

Versione con la corretta ortografia bretone<br />

moderna:<br />

Biroù, biroù<br />

Astenn da gorn<br />

Me a lavaro dit pelec'h<br />

Emañ da dad ha da vamm :<br />

Dindan an daol<br />

E Porzh Paol, o tebriñ kig ha kaol.<br />

Bretone.<br />

Bretagna, Francia.<br />

Dardi, dardi, (= chiocciola)<br />

estendi le tue corna,<br />

io ti dirò dove<br />

sono tuo padre e tua madre:<br />

sotto il tavolo,<br />

a Porz-Paol (= Porto Paolo, località), a<br />

mangiare carne e cavoli.<br />

Ignota Annale de Bretagne,<br />

XXII, Rennes,<br />

Novembre 1906.<br />

Si ringrazia molto<br />

Fulup Jakez,<br />

dell'Ufficio per il<br />

Bretone (Ofis ar<br />

Brezhoneg) per la<br />

traduzione.<br />

Confronta le versioni 110, 113,<br />

121, 140, 149, 159, 160.<br />

Un commento in francese sul<br />

testo citato come fonte spiega<br />

che viene recitata per fare<br />

estrarre le “corna” alle<br />

chiocciole.<br />

Porz-Paol (Porzh Paol),<br />

traducibile con “Porto Paolo”, è il<br />

piccolo porto del villaggio di<br />

Lampaul, sull'isola di Ouessant<br />

(Finistère), al largo della<br />

Bretagna.<br />

“Birou” significa “frecce”, “dardi”,<br />

oppure “aste”. È interessante<br />

che tale soprannome venga<br />

dato alla chiocciola.<br />

AAA YYY


143 Lémichon borgne,<br />

montre-moi tes cornes;<br />

J'te dirai où ta grand'mère est morte.<br />

Elle est morte à Domart.<br />

Din! Don! Dan!<br />

144 Escarguin, escargo,<br />

montre-moi tes cornes;<br />

j't'enseigerai ton père et ta mère<br />

qui sont sur la Saône<br />

qui fesont de gaufres;<br />

t'en auras aussi bien qu'les autres;<br />

escarguin, escargo.<br />

145 Etsergo, etsergo,<br />

montra mé tes cornes.<br />

Si tu n'me les montré pas,<br />

tu n'veré pas ton père et ta mère<br />

que regaton dés pés<br />

su le té à Djan Bénai.<br />

146 Colimaçon borgne!<br />

Montre-moi tes cornes;<br />

je te dirai où ta mère est morte,<br />

elle est mort à Paris, à Rouen,<br />

où l'on sonne les cloches.<br />

Bi, bim, bom,<br />

bi, bim, bom,<br />

bi, bim, bom.<br />

(variante:) (146b)<br />

Escargot, montre-moi tes corne,<br />

j'te dirai où ta grand mère est morte,<br />

elle est morte à Paris ou à Rouen<br />

où on sonne le cloches,<br />

et dig dindon.<br />

Francese.<br />

Francia, Demuin (Somme).<br />

Francese.<br />

Francia, Saône et Loire.<br />

Francese, dialetto della<br />

zona di Ginevra.<br />

Svizzera, dintorni di<br />

Ginevra.<br />

Francese.<br />

Reims, Marne, Francia.<br />

La seconda variante<br />

proviene pure,<br />

genericamente, dalla<br />

Marne.<br />

Lumacona orba (opp. malfamata),<br />

mostrami le tue corna;<br />

io ti dirò dove tua nonna è morta.<br />

Ella è morta a Domart (località).<br />

Din! Don! Dan!<br />

Chiocciolina, chiocciola,<br />

mostrami le tue corna;<br />

io ti mostrerò tuo padre e tua madre<br />

che sono sulla Saône (fiume)<br />

a fare delle cialde;<br />

ne avrai anche tu, allo stesso modo degli<br />

altri;<br />

chiocciolina, chiocciola.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

mostrami le tue corna.<br />

Se tu non me le mostri,<br />

non vedrai tuo padre e tua madre<br />

che fanno rotolare dei piselli (opp.: fanno<br />

fare dei percorsi a dei piselli)<br />

sul tetto di Jean Bénai (persona).<br />

Chiocciola orba (opp. malfamata)!<br />

Mostrami le tue corna;<br />

io ti dirò dove tua madre è morta,<br />

ella è morta a Parigi, a Rouen,<br />

dove si suonano le campane.<br />

Bi, bim, bom,<br />

bi, bim, bom,<br />

bi, bim, bom.<br />

(variante:)<br />

Chiocciola, mostrami le corna,<br />

io ti dirò dove tua nonna è morta,<br />

elle è morta a Parigi o a Rouen<br />

dove si suonano le campane,<br />

e din, dindon.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Evelyn Lilian<br />

Hazeldine<br />

Carrington contessa<br />

Martinengo-<br />

Cesaresco,<br />

"Essays in the study<br />

of folk-songs",<br />

G.Redway, Londra<br />

1886,<br />

pagg. XXV-XXVIII<br />

Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Torna il motivo della morte dei<br />

familiari: di solito sono i genitori,<br />

questa volta la nonna. Torna<br />

anche il suono delle campane,<br />

come in altre versioni. Sono<br />

rintocchi funebri, e c'è un<br />

fortissimo sospetto che si tratti di<br />

rintocchi funebri anche in tutte o<br />

quasi le versioni che nominano<br />

le campane. Vedi soprattutto 15,<br />

115 e 146.<br />

Sul termine “borgne” vedi nota<br />

alla v. 98.<br />

Tornano i motivi dei genitori e<br />

del cibo.<br />

Questa volta l'azione dei genitori<br />

sembrerebbe davvero strana,<br />

ma in realtà è quasi certo che ci<br />

si riferisca all'ingerire i piselli,<br />

ovvero al mangiare, come<br />

nell'affine versione 373.<br />

La traduzione di un paio di<br />

termini dialettali in francese<br />

standard era già presente sul<br />

testo citato come fonte.<br />

Qui a morire è la mamma, nella<br />

prima versione, mentre nella<br />

variante muore la nonna.<br />

Tornano i rintocchi funebri.<br />

Importante confrontare con la<br />

nota della versione 143. Vedi 15,<br />

115, 143.<br />

Sul termine “borgne” vedi nota<br />

alla v. 98.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


147 Ulitka, ulitka,<br />

vypusti roga, (opp.: vynus roga,)<br />

ya tebé dam piroga.<br />

148 Eskergo, mirègo,<br />

tire tes écônes;<br />

il y a ton père et ta mère<br />

qui sont sur le touè<br />

qui mindjant le pouis fris sans touè.<br />

149 Corne, corne, limaçon<br />

pour ton père, pur ta mère,<br />

corne, corne, limaçon,<br />

sors enfin de ta maison.<br />

Ta mère est morte,<br />

sous une porte.<br />

150 Limaçon, limaçon,<br />

prête-moi tes cornes;<br />

je te dirai où ta mère est morte;<br />

elle est morte à Paris<br />

sur la queue d'une souris.<br />

151 Escargot couvert,<br />

montre-moi tes cornes;<br />

j'te dirai où ta mère est morte;<br />

elle est morte à Paris, à Rouen,<br />

sous la queue d'un petit chien blanc.<br />

Russo (traslitterato<br />

nell'alfabeto occidentale).<br />

Russia, zona non<br />

precisata.<br />

Francese (dialettale).<br />

Francia, Bournois (Doubs).<br />

Francese.<br />

Francia, Montauban.<br />

Francese.<br />

Francia, Arras.<br />

Francese.<br />

Francia, Chenay (Marne).<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori le tue corna,<br />

ti darò dei dolcetti (“ravioli dolci al<br />

formaggio”).<br />

Chiocciola, monachella (Margherita ?),<br />

tira (fuori) le tue corna;<br />

ci sono tuo padre e tua madre<br />

che sono sul tetto<br />

che mangiano i piselli freschi (opp. fritti)<br />

senza morirne.<br />

Corna, corna, lumacona,<br />

per tuo padre, per tua madre,<br />

corna, corna, lumacona,<br />

esci infine dalla tua casa.<br />

Tua madre è morta,<br />

sotto una porta.<br />

Lumacona, lumacona<br />

prestami le tue corna;<br />

io ti dirò dove tua madre è morta;<br />

ella è morta a Parigi<br />

sulla coda di un topo.<br />

Chiocciola coperta,<br />

mostrami le tue corna;<br />

io ti dirò dove tua madre è morta;<br />

ella è morta a Parigi, a Rouen,<br />

sotto la coda di un piccolo cane bianco.<br />

Ignota Evelyn Lilian<br />

Hazeldine<br />

Carrington contessa<br />

Martinengo-<br />

Cesaresco,<br />

"Essays in the study<br />

of folk-songs",<br />

G.Redway, Londra<br />

1886,<br />

pagg. XXV-XXVIII<br />

Anche su:<br />

Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ben presente anche<br />

su molti siti Internet.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

La nostra filastrocca si ritrova<br />

anche nella più orientale delle<br />

nazioni europee. Non diversa,<br />

ad esempio, da 36, 37, 107,<br />

108, 109, a testimoniare la<br />

straordinaria diffusione di questa<br />

filastrocca.<br />

La traduzione era sul testo citato<br />

come fonte. La variante per il<br />

secondo verso è fornita dal<br />

Rolland. Vedi 209.<br />

Cfr. 113, 121, ma soprattutto 69.<br />

“Fris” potrebbe stare per “frits”<br />

(“fritti”) oppure per “frais”<br />

(“freschi”). Vedi 415 per il<br />

paragone con una monaca.<br />

La “porta” potrebbe essere la<br />

porta degli Inferi, come in 113,<br />

121, 141, 159, 160.<br />

Secondo Caprotti e Martinengo-<br />

Cesaresco, i topi appaiono di<br />

solito nelle versioni germaniche,<br />

associati a santa Gertrude,<br />

insieme ai corvi, come relitto<br />

degli antichi miti germanici sulla<br />

dea Freya. Vedi 1, 43, 101, 344.<br />

Cfr. 111, 146, 143, 151, 344.<br />

Le “corna” dovevano essere<br />

davvero conservate come un<br />

amuleto importante, come<br />

attestano anche le formule<br />

distributive (“una a me, una a<br />

te…”). Vedi 192 e nota.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

Cfr. 111, 146, 143, 150. AAA YYY


152 Eskergo gangogne<br />

Montér me tes cônes;<br />

J'to monterra ton père et ta mère<br />

qui sont sur la côte de Chètêi<br />

qui font de la sope à l'oûle, à l'oûlotte.<br />

Variante (152b):<br />

Chéritangongne<br />

monteur me té cônes,<br />

j't'ensagnera to pére et té mère<br />

que sont en haut d'lé côte<br />

qui font d'lé bon soppe<br />

è l'ôle, è l'ôle, è l'ôle.<br />

153 Caracole, montrez vos cornes,<br />

je vous dirai où est votre mame;<br />

au pavé croquée.<br />

154 Colimaçon borgne,<br />

montre-moi tes cornes.<br />

Si tu n'me les montres pas,<br />

tu ne connaîtras pas ton père ni ta mère.<br />

155 Colimaçon borgne,<br />

montre-moi tes cornes;<br />

si tu n'veux pas m'les montrer<br />

je le dirai à monsieur le curé.<br />

Francese (dialettale<br />

lorenese).<br />

Francia, zona di Metz.<br />

Francese vallone.<br />

Belgio, Marbais.<br />

Francese.<br />

Francia. Località non<br />

precisata.<br />

Francese.<br />

Francia, Eu, (Seine-Inf.).<br />

Chiocciola gangogne (?)<br />

mostrami le tue corna;<br />

io ti mostrerò tuo padre e tua madre<br />

che sono sulla costa di Châtel (luogo)<br />

a fare della zuppa all'olio, all'oliotto.<br />

(Variante:)<br />

Chiocciola,<br />

mostrami le tue corna,<br />

io t'indicherò tuo padre e tua madre<br />

che sono in cima alla salita<br />

che fanno della buona zuppa<br />

all'olio, all'olio, all'olio.<br />

Chiocciola, mostratemi le vostre corna,<br />

io vi dirò dov'è vostra mamma;<br />

sul selciato consumato.<br />

Chiocciola orba (opp. malfamata),<br />

mostrami le tue corna.<br />

Se tu non me le nostri,<br />

non conoscerai tuo padre né tua madre.<br />

Chiocciola orba (opp. malfamata),<br />

mostrami le tue corna;<br />

se tu non me le vuoi mostrare<br />

io lo dirò al signor curato.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi,<br />

1877., da uno scritto<br />

del 1845.<br />

Compare identica in:<br />

Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve, che<br />

però cita come fonte<br />

il “Musée des<br />

familles” del 1840;<br />

questo era il nome di<br />

una rivista<br />

semestrale illustrata,<br />

a carattere<br />

ricreativo, fondata<br />

nel 1833 e diffusa in<br />

Francia.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Cfr. 78, 79, 114 e soprattutto<br />

366 che è molto affine.<br />

Il significato di “gangogne” è da<br />

chiarire.<br />

Si dà del voi alla chiocciola, in<br />

modo molto educato. In<br />

compenso, la madre è chiamata<br />

familiarmente “mamma” e si<br />

trova probabilmente in una<br />

brutta situazione, giace sulla<br />

strada. “Caracole” è termine<br />

d'origine spagnola e ciò non<br />

stupisce, avendo gli spagnoli<br />

occupato le Fiandre a lungo.<br />

Non conoscere il padre e la<br />

madre è una variante insolita,<br />

forse una corruzione del più<br />

consueto tema consistente nel<br />

non conoscere dove siano o<br />

dove siano morti. Cfr. 132,<br />

italiana, ma stranamente molto<br />

affine, quasi identica. Perché?<br />

Ci sono stati rapporti tra la<br />

Francia e Firenze, ma in quale<br />

senso è andata la filastrocca?<br />

Sembrerebbe, intuitivamente,<br />

dalla Francia all'Italia (perché il<br />

tema dei genitori è molto più<br />

presente in Francia), ma come?<br />

Sul termine “borgne” vedi nota<br />

alla v. 98.<br />

Stavolta il personaggio chiamato<br />

in caso di mancata<br />

soddisfazione della richiesta è il<br />

curato. Cfr. 110, e le note a 38 e<br />

126.<br />

Sul termine “borgne” vedi nota<br />

alla v. 98.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


156 Colimaçon borgne,<br />

montre-moi tes cornes.<br />

J'te dirai où est ton père et ta mère;<br />

ils sont dans les fosses<br />

a cueillir les roses;<br />

ils sont dans les trous<br />

mangés pas les loups.<br />

157 Échtréga, échtréga,<br />

môtre me tes écouenes,<br />

je te môtrerai ton père et ta mère<br />

qui sont sur le pont de Rome<br />

qui mindjant du pain meusi.<br />

(oppure:)<br />

qui sont darie chie Geourdje<br />

qui mindjant di pain d'ouerdje.<br />

158 Éscardon, éscardon,<br />

montre-moi tes cornes;<br />

j'te dirai où éss sont tes père et mère;<br />

éss sont dans le fonds d'un puits<br />

a manger du pain béni.<br />

159 Cornichon, limaçon,<br />

fais-moi voir tes cornes;<br />

j'te f'rai voir ton grand-père,<br />

ta grand'mère<br />

au faît des grandes portes.<br />

160 Laouro, laouro, caragot,<br />

qué ta mayr' es morto,<br />

sus un pé de porto,<br />

qué toun payr' es biou<br />

sus un pé d'ouliou.<br />

161 Lima, lima, ouvre tes cornes;<br />

J'te dirai où ton grand-père est enterré;<br />

parmi les choux et la porrée<br />

sur le chemin du Pont-l'Abbé.<br />

Francese.<br />

Francia, Sant-Martin-du-P.<br />

(Nièvre).<br />

Francese (dialettale).<br />

Francia, dintorni di Belfort.<br />

Francese (dialettale).<br />

Francia, Coulombs (S.-et-<br />

M.) (ora: Coulombs-en-<br />

Valois).<br />

Francese.<br />

Francia, Aubigny (Cher)<br />

(propriamente: Aubignysur-Nère).<br />

Occitano.<br />

Francia, Aude,<br />

Linguadoca.<br />

Francese.<br />

Francia, zona di Lorient.<br />

Chiocciola orba (opp. malfamata),<br />

mostrami le tue corna.<br />

Io ti dirò dov'è tuo padre e tua madre;<br />

essi sono nelle fosse<br />

a cogliere le rose;<br />

essi sono nei buchi<br />

mangiati dai lupi.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

mostrami le tue corna,<br />

io ti mostrerò tuo padre e tua madre<br />

che sono sul ponte di Roma<br />

che mangiano del pane ammuffito.<br />

(oppure:)<br />

che sono rimasti indietro da Giorgio<br />

che mangiano del pane d'orzo.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

mostrami le tue corna;<br />

io ti dirò dove sono i tuoi padre e madre;<br />

essi sono sul fondo di un pozzo<br />

a mangiare pane benedetto.<br />

Cetriolino (= “imbecille”), lumaca,<br />

fammi vedere le tue corna;<br />

io ti farò vedere tuo nonno,<br />

tua nonna<br />

sulla cima delle grandi porte.<br />

Muoviti, muoviti, chiocciola,<br />

ché tua madre è morta,<br />

ai piedi di una porta,<br />

ché tuo padre è vivo<br />

ai piedi di un olivo.<br />

Lumaca, lumaca, apri le tue corna;<br />

io ti dirò dove tuo nonno è sepolto;<br />

tra i cavoli e il porro<br />

sulla strada di Pont-l'Abbé (località).<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Vedi 127 e 350, molto affine. In<br />

questa versione, però, al<br />

contrario che in quelle, i genitori<br />

sono dichiaratamente morti (non<br />

solo nella fossa, ma<br />

esplicitamente “mangiati dai<br />

lupi”).<br />

Sul termine “borgne” vedi nota<br />

alla v. 98.<br />

La muffa compare anche nella<br />

111, che però è diversa.<br />

Il pane d'orzo compare anche in<br />

13, 107, 112. Vedi note a 107.<br />

Giorgio può simboleggiare<br />

genericamente un “contadino”<br />

(dall'etimo del nome)?<br />

Le “grandi porte” sono le stesse<br />

porte degli Inferi di 113, 121,<br />

141, 149, 160.<br />

Stavolta a morire sono i nonni,<br />

entrambi.<br />

La porta rappresenta<br />

probabilmente le stesse porte<br />

degli Inferi di 113, 121, 141, 149,<br />

159.<br />

Credo che “laouro” significhi<br />

letteralmente “lavora”.<br />

Il termine “biou” non ha una<br />

traduzione assolutamente certa,<br />

ma questa traduzione è<br />

abbastanza probabile (“biou” =<br />

”viou” = ”vivo” in occitano antico)<br />

(grazie a Paolo Gresti per il<br />

suggerimento di traduzione).<br />

L'unica possibile alternativa per<br />

la traduzione di questo termine<br />

sembra essere “addormentato”<br />

(supponendo la stessa radice<br />

dell'italiano dialettale<br />

“abbiocco”).<br />

Vedi 376.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


162 Nigogo, nigogo,<br />

montre-moi tes quatre cornes;<br />

j'te dirai où est ton père et ta mère;<br />

ils creusent la terre<br />

pour ta maison.<br />

163 L'mace, L'mace,<br />

fa vi tes cournes,<br />

te faré vi ton pâre, ta mâre,<br />

dans la grange neuve.<br />

164 Escargo, montra-me tè keurnes;<br />

te montreré ton pàre, ta màre<br />

qu'y a dzo l' pont de Naves.<br />

165 Luma, luma, fais-moi voir tes cornes;<br />

j'te dirai où est ton père, ta mère;<br />

ils sont dans les chagnes.<br />

166 Escargot, escargot,<br />

Méraghi, mérago,<br />

montre me tas couènes;<br />

t'éré do bon pain bian,<br />

de chez papa Françouè.<br />

167 Sors, sors, Pierre,<br />

Qu'ét bouy' dà e pa e bi e car.<br />

168 Lhiuemace, lhiuemace,<br />

fé me vàr tes cornes;<br />

je te bolhierà ina bouna soupa de miche.<br />

169 Eskergueu, virégueu,<br />

montre mé tes cônes;<br />

si tu n'les montres pas<br />

je l'dirai à ton père et a ta mère<br />

qui te casseront les os.<br />

Francese.<br />

Rainville (Vosges).<br />

Francese (dialettale).<br />

Thônes (H.-Sav.).<br />

Francese (dialettale).<br />

H.-Savoie.<br />

Francese (dialettale).<br />

Naintré (Vienne).<br />

Francese (dialettale)<br />

Velorcey (H.-Saòne).<br />

Francese (dialettale).<br />

Bagnères-de-Bigorre,<br />

(Hautes-Pyrénées).<br />

Francese (dialettale).<br />

Saint-Maurice-de-l'Ex.<br />

(Isère) (detto anche: Saint-<br />

Maurice-l'Exil).<br />

Francese (dialettale).<br />

Francia, Pas-de-Calais.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

mostrami le tue quattro corna;<br />

io ti dirò dov'è tuo padre e tua madre;<br />

scavano la terra<br />

per la tua casa.<br />

Lumaca, lumaca,<br />

fai vedere le tue corna;<br />

io ti farò vedere tuo padre, tua madre,<br />

nel granaio nuovo.<br />

Chiocciola, mostrami le tue corna;<br />

ti mostrerò tuo padre, tua madre<br />

che è sul ponte di Naves (luogo).<br />

Lumaca, lumaca, fammi vedere le tue corna;<br />

io ti dirò dov'è tuo padre, tua madre;<br />

sono nelle paludi.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

monachella, monacona,<br />

(Margheritina, Margheritona?),<br />

mostrami le tue corna;<br />

ti darò del buon pane bianco,<br />

di (quello che si può trovare) da papà<br />

François.<br />

Esci, esci, Pietro,<br />

che faccio bollire per te e ti do pane, vino e<br />

carne.<br />

Lumaca, lumaca,<br />

fammi vedere le tue corna;<br />

io ti bollirò una buona zuppa di pagnotta.<br />

Chiocciola, donna forzuta,<br />

mostrami le tue corna;<br />

se tu non me le mostri<br />

io lo dirò a tuo padre e a tua madre<br />

che ti spezzeranno le ossa.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Potrebbe essere una metafora<br />

per dire “ti stanno scavando la<br />

fossa, verrai uccisa”.<br />

Un ponte compare anche in 63,<br />

157, 161.<br />

“Chagnes”, nei dialetti alpini,<br />

significa “paludi” o “torbiere”.<br />

Per il nome “mérago” vedi la<br />

nota alla versione 113. Cfr. 113,<br />

121, 148 e le note alla 415.<br />

Il pane viene promesso in<br />

diverse altre versioni: soprattutto<br />

9, 37, 107, 108, 109, 138, 139,<br />

140.<br />

Traduzione molto incerta.<br />

È stata decisa per confronto con<br />

le versioni 152, 168, 366, 367.<br />

Ci si rivolge a Pietro: forse è il<br />

motivo della “porta di Pietro”<br />

(113) che qui ha cambiato<br />

funzione, oppure si chiede di<br />

uscire da sotto una pietra.<br />

Cfr. 110 (in una zona della<br />

Francia molto lontana!) per il<br />

termine “virago”.<br />

Il motivo dei genitori si è qui fuso<br />

con il motivo del personaggio<br />

chiamato ad uccidere la lumaca.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


170 Escargot, biragò,<br />

montre-moi tes cornes;<br />

ou bien je l'dirai<br />

à ton père, à ta mère,<br />

qui'ils te coupent la tête.<br />

171 Escargot, Guillaume,<br />

montre moi tes cornes,<br />

si tu n'les montres pas<br />

je l'dirai à ton maitre,<br />

qui'il te coupe la tête<br />

avec un ciseau d'argent.<br />

(Variante possibile:)<br />

ciseaux<br />

172 Colimaçon borgne,<br />

montre-moi tes cornes,<br />

si tu n'les montres pas<br />

ta mère te les coupera.<br />

(oppure:)<br />

je t'fends ta maison en trois.<br />

173 Escargot, Minagot,<br />

montre-moi tes cornes;<br />

si tu n'me les montres pas,<br />

je te ferai prende<br />

par ton pée, par ta mée,<br />

par le roué de France.<br />

Francese.<br />

Francia, Pas-de-Calais.<br />

Francese.<br />

Francia, S.et-O.<br />

Francese.<br />

Francia, Pierrefonds<br />

(Oise).<br />

Francese (dialettale).<br />

Francia, Yonne.<br />

Chiocciola, donna forzuta,<br />

mostrami le tue corna;<br />

altrimenti lo dirò<br />

a tuo padre, a tua madre,<br />

che ti tagliano la testa.<br />

Chiocciola, Guglielmo,<br />

mostrami le tue corna,<br />

se tu non le mostri<br />

io lo dirò al tuo maestro,<br />

che ti taglia la testa<br />

con delle cesoie (opp.: con uno scalpello)<br />

d'argento.<br />

Chiocciola orba (opp. malfamata),<br />

mostrami le tue corna,<br />

se tu non me le mostri<br />

tua madre te le taglierà.<br />

(oppure:)<br />

io ti taglio la tua casa in tre.<br />

Chiocciola, Margherita (?),<br />

mostrami le tue corna;<br />

se tu non me le mostri,<br />

io ti farò prendere<br />

da tuo padre, da tua madre,<br />

dal re di Francia.<br />

Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Molto simile alla precedente<br />

(169). Cfr. 110 (in una zona della<br />

Francia molto lontana!) per il<br />

termine “virago”. Per il taglio<br />

della testa vedi 41, 110, 126,<br />

169, 171.<br />

Il motivo dei genitori si è qui fuso<br />

con il motivo del personaggio<br />

chiamato ad uccidere la lumaca.<br />

Vedi note a 38, 110, 126.<br />

Per il personaggio del “maestro”,<br />

vedi 110, 261. Per il taglio della<br />

testa vedi 41, 110, 126, 169,<br />

171. Per il coltello o attrezzo<br />

tagliente speciale per uccidere<br />

la chiocciola, vedi 3, 53, 117. In<br />

francese standard, “ciseau” =<br />

scalpello; “ciseaux” = forbici,<br />

cesoie.<br />

Il nome Guglielmo appare anche<br />

in 108.<br />

Il personaggio che aggredisce la<br />

chiocciola qui è esclusivamente<br />

femminile. Finora, un caso<br />

unico: di solito è sempre<br />

maschile, oppure una “madre”<br />

viene nominata dopo il padre<br />

(169, 170), mai prima.<br />

Sul termine “borgne” vedi nota<br />

alla v. 98.<br />

Ricompare il nome “Margherita”<br />

(113, 121, 148, 166, 174, 187),<br />

ammesso che il termine Margot-<br />

Mirolò-Minagot-Mirolot, ecc…<br />

abbia questo significato e non<br />

sia invece da ricondurre ad un<br />

etimo diverso (potrebbe essere<br />

affine al fiorentino “marinella” e<br />

al napoletano “maruzzella”, ed<br />

essere un nome mutuato dalle<br />

chiocciole di mare?). Un'altra<br />

ipotesi molto plausibile è che<br />

derivi dal provenzale<br />

“mourgueto” dal significato di<br />

“monachella” (v. note a 415).<br />

Quasi uguale alla 358, che però<br />

è stata contata come ulteriore<br />

variante ed è probabilmente<br />

precedente, per l'importante<br />

differenza di significato<br />

(“impiccare” invece di<br />

“prendere”) e per la provenienza<br />

da un'altra area.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


174 Escargot, Mirolot,<br />

montre-moi tes cornes,<br />

si tu n'les montres pas<br />

on t'écrabouillera.<br />

175 Colimaçon borgne,<br />

montre-moi tes cornes<br />

ou sinon je te tue<br />

au milieu de la rue.<br />

176 Limar, limar,<br />

sòrta tas quatre banas,<br />

otramin te tiu.<br />

177 Escargoou birongoou,<br />

chouor toï banos,<br />

antramén té tuyé.<br />

178 Lumasso, lumasso,<br />

carcasso, carcasso,<br />

si sourtés pas tàt banos,<br />

iéou té tiué.<br />

179 Corni, corni, cornibus,<br />

tiro las cornos a cap-sus.<br />

Francese.<br />

Francia, Nièvre.<br />

Francese.<br />

Francia, Chambon (Loiret).<br />

Franco-occitano.<br />

Francia, Vinzelles (P.-de-<br />

D.).<br />

Franco-occitano.<br />

Francia, La Malène. (Loz.).<br />

Franco-occitano.<br />

(dialetto differente da<br />

quello della versione<br />

precedente).<br />

Francia, Coux (Ardèche).<br />

Occitano.<br />

Francia, Armagnac.<br />

Chiocciola, monaca (Margherita?),<br />

mostrami le tue corna;<br />

se tu non me le mostri,<br />

ti si schiaccerà.<br />

Chiocciola orba (opp. malfamata),<br />

mostrami le tue corna<br />

o se no io ti ammazzo<br />

in mezzo alla strada.<br />

Lumaca, lumaca,<br />

fai uscire i tuoi quattro corni.<br />

Altrimenti ti ammazzo.<br />

Chiocciola, donna forzuta (?),<br />

caccia fuori (?) le tue corna,<br />

altrimenti ti ammazzo.<br />

Lumaca, lumaca,<br />

sputacchio, sputacchio,<br />

se non fai uscire le tue corna,<br />

io ti ammazzo.<br />

Corni, corni, cornibùs,<br />

tira le corna a testa in su.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Finire schiacciata è una<br />

minaccia che, per il momento,<br />

compare solo in questa<br />

versione. È importante rilevare<br />

quanto spesso appaiano modi di<br />

uccidere l'animale incompatibili<br />

con il cibarsene (ed accade<br />

molto raramente).<br />

Vedi 173 per il nome “Mirolot” e<br />

415 per “monaca”.<br />

Finora, ammazzare in mezzo<br />

alla strada compare solo in<br />

questa versione. È importante<br />

rilevare quanto spesso appaiano<br />

modi di uccidere l'animale<br />

incompatibili con il cibarsene.<br />

Sul termine “borgne” vedi nota<br />

alla v. 98.<br />

Affine a molte altre, ad es. 7 e<br />

20. “Birongoou” non ha finora<br />

una traduzione sicura; ricorda<br />

da una parte il “Mirolot” della<br />

174 (e magari anche “Margot”,<br />

113), dall'altra il “virago” di 110,<br />

169, 170; oppure il “bigorne”<br />

della versione 4. Sono tutti<br />

termini su cui indagare ancora:<br />

potrebbero essere legati al<br />

Bretone “birou”, lumaca, quindi<br />

ad un termine celtico, ovvero<br />

gallico.<br />

“Sputacchio” è sostantivo e non<br />

verbo. Vale “brutto sputo”, molto<br />

probabilmente con riferimento<br />

alla bava.<br />

Sembra avere un tono<br />

scherzoso. La prima parte<br />

potrebbe essere una parodia del<br />

latino.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


180 Lima, lima, monteur tes cônes,<br />

t'auras des souliers neufs à la Pentecôte;<br />

si tu n'les montères pas<br />

tu n'en auras pas.<br />

181 Limar, limar, montre-moi tes cornes;<br />

si tu n'les montres pas, tu mangeras du pain<br />

d'orge.<br />

182 Calimichon borgne,<br />

montre-moi tes cornes;<br />

calimichon tortu,<br />

montre-moi ton cul.<br />

Francese (dialettale).<br />

Francia,<br />

Dol (Ille-et-V.).<br />

Francese (dialettale).<br />

Francia, Eure-el-L..<br />

Francese (dialettale).<br />

Francia, S.-Inf.<br />

Presente anche nel Pasde-Calais,<br />

precisamente<br />

nel Boulonnais.<br />

183 Babarroccia, babarroccia… Sardo.<br />

Muravera, Sarrabus,<br />

Sardegna.<br />

Italia.<br />

184 Calimichon,<br />

Montre tes cornes,<br />

ou bien j't'inflique<br />

par min fourcheu.<br />

Francese (dialettale).<br />

Francia, Somme.<br />

Lumaca, lumaca, mostra i tuoi corni,<br />

avrai delle scarpe nuove a Pentecoste;<br />

se tu non me le mostrerai<br />

non le avrai.<br />

Lumaca, lumaca, mostrami le tue corna;<br />

se tu non me le mostri, mangerai del pane<br />

d'orzo.<br />

Chiocciola orba (opp. malfamata),<br />

mostrami le tue corna;<br />

chiocciola ritorta,<br />

mostrami il tuo sedere.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Chiocciola, chiocciola… Ignota Comunicazione<br />

personale<br />

dell'etnomusicologa<br />

Noemi Manca, che<br />

ringrazio.<br />

Chiocciola,<br />

mostra le tue corna,<br />

se no io t'infilzo<br />

con la mia forca.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Il motivo delle scarpe richiama<br />

stranamente molte versioni<br />

spagnole (54, 63, 64, 65, 66, 68,<br />

93). Siamo in Bretagna, non<br />

molto vicino alla Spagna.<br />

Trovo molto interessante e<br />

virtualmente significativo il fatto<br />

che “mangiare del pane d'orzo”<br />

non venga considerato qui come<br />

un premio, ma piuttosto come<br />

una minaccia. Pensiamoci… in<br />

quale caso si dà alle lumache un<br />

cibo particolare?<br />

Bisogna ammettere che il testo<br />

di questa versione, così esplicito<br />

in tal senso, non risulta finora<br />

comune. Proviamo, tuttavia, a<br />

rileggere le altre versioni in cui si<br />

offre del pane all'animale,<br />

tenendo conto di questa<br />

osservazione.<br />

Che dire…<br />

Sul termine “borgne” vedi nota<br />

alla v. 98.<br />

Si usava ripetere<br />

scherzosamente il nome della<br />

chiocciola in questo modo<br />

mentre si faceva il solletico ai<br />

bambini. Tale abitudine non è<br />

necessariamente da ricondurre<br />

alla tipologia di filastrocca da noi<br />

studiata.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

CAC NNN<br />

AAA YYY


185 Calimichon borgne,<br />

montre-moi tes cornes;<br />

si tu n'veux pas les montrer<br />

j'irai dire à chu boucher<br />

qu'il te les cope.<br />

186 Cacaraouléta,<br />

sourtis tas banétas<br />

et véyras toun pàyré<br />

et ta màyré.<br />

187 Cacalouzo mourguéto,<br />

sor ta banéto.<br />

Sé la volés pas sourti<br />

vaou sounà lou manescaou<br />

ché t'acrasé toun oustaou.<br />

(Variante:) (187b)<br />

Mourgo, mourgueto<br />

sorte ti baneto;<br />

se li sortes pas léu<br />

anarai sounà lou manescau,<br />

t'acrasarà toun oustau.<br />

188 Cagaraouléto,<br />

sor ti banéto,<br />

cagaraouloun,<br />

sor ti banoun.<br />

189 Mali-malicorno,<br />

montro mé ta corno,<br />

tou montraréy toun pày, to mày<br />

qué soun din la cavorno.<br />

Francese (dialettale).<br />

Francia, Somme.<br />

Occitano.<br />

Francia, Montpellier.<br />

Occitano.<br />

Francia, Avignon et<br />

Orange.<br />

Variante: Provenza,<br />

Francia.<br />

Occitano.<br />

Francia, Nîmes; diffusa<br />

anche in tutta la Provenza.<br />

Occitano.<br />

Francia, Saint-Pauld'Eijeaux<br />

(H.-Vienne).<br />

Da con confondere con<br />

Saint-Paul-d'Izeaux.<br />

Chiocciola orba (opp. malfamata),<br />

mostrami le tue corna;<br />

se tu non le vuoi mostrare<br />

io vado a dirlo al macellaio<br />

che te le taglia.<br />

Chiocciolina,<br />

tira fuori le tue corna<br />

e vedrai tuo padre<br />

e tua madre.<br />

Chiocciola monachella,<br />

estrai il tuo cornetto.<br />

Se non lo vuoi estrarre<br />

vado a chiamare il maniscalco<br />

che demolisce la tua casa.<br />

(Variante:)<br />

Monaca, monachella,<br />

estrai il tuo cornetto;<br />

se non lo estrai subito<br />

andrò a chiamare il maniscalco,<br />

ti demolirà la tua casa.<br />

Chiocciolina,<br />

tira fuori i cornetti,<br />

chiocciolona,<br />

tira fuori i cornoni.<br />

Mala-malacorna,<br />

mostrami le tue corna,<br />

ti mostrerò tuo padre, tua madre<br />

che sono dentro la caverna (tana?).<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Variante da:<br />

Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Molto significativa ed esplicita.<br />

Vedi le note a 38 e 126.<br />

Il personaggio chiamato è<br />

paragonabile ad un macellaio.<br />

Ciò può essere molto<br />

significativo. Vedi anche 122 e<br />

relativa nota.<br />

Sul termine “borgne” vedi nota<br />

alla v. 98.<br />

Praticamente uguale a molte<br />

versioni spagnole e francesi.<br />

Manca un'indicazione di cosa<br />

fanno i genitori o di dove si<br />

trovano, che invece compare<br />

abitualmente in molte versioni.<br />

Per il personaggio chiamato ad<br />

uccidere la chiocciola, vedi le<br />

note a 38 e 126. Per il nome<br />

“monachella”, vedi 113, 121,<br />

148, 166, 173, 174 e note a 113<br />

e 173, e soprattutto 415.<br />

Strettamente affine a 547, 548,<br />

549.<br />

Ogni tanto accade che il nome<br />

del mollusco sia sostituito con<br />

un composto riferito alle sue<br />

corna. Ciò è interessante ed è<br />

collegabile ad una credenza<br />

sulle “corna” dell'animale. (vedi<br />

190, 203, 204).<br />

Anchein bretone la chiocciola è<br />

talvolta chiamata maligorn.<br />

La caverna è simbolo dell'aldilà?<br />

I genitori sono morti, come in<br />

molte altre versioni? Forse, ma i<br />

dizionari riportano che il termine<br />

può avere anche il più semplice<br />

significato di “tana”.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


190 “Nella parlata di Latera il gasteropode è<br />

designato, forse per credenza magica, con un<br />

composto sostitutivo: (…) cavacorna.”<br />

191 Limaço, carcasso,<br />

foro, foro toun oustaou<br />

o té brégué coumo saou.<br />

192 Buoou bano,<br />

presto-mé ti bano,<br />

per anà a Santo-Ano,<br />

iéou té préstaraï li miéou<br />

pér anà à San-Bourtoumiéou.<br />

Dialetto laziale. Làtera,<br />

Viterbo, Italia.<br />

Occitano.<br />

Francia, Ardèche.<br />

Occitano.<br />

Francia, Beaumont<br />

(Vaucluse).<br />

(Inutile) Inesistente Luigi Cimarra,<br />

“Mazzabbubbù,<br />

repertorio del<br />

folclore infantile<br />

civitonico”, Ed.<br />

Biblioteca Comunale<br />

“Enrico Minio”, Civita<br />

Castellana (Viterbo),<br />

1997.<br />

Lumaca, sputacchio,<br />

fuori, fuori dalla tua casa<br />

o ti spacco come so [fare].<br />

(opp.: ti spacco come un ubriaco?)<br />

Bue corno,<br />

prestami il tuo corno,<br />

per andare a Sant'Anna,<br />

io ti presterò il mio<br />

per andare a San Bartolomeo.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Vedi 189. Làtera è un paese del<br />

Lazio, in provincia di Viterbo.<br />

Qui il nome è “cavacorna”.<br />

Traduzione incompleta.<br />

Vedi 178.<br />

Alterazione molto insolita dei<br />

motivi. I corni vengono prestati,<br />

e per simmetria anche il<br />

richiedente ne ha uno da<br />

prestare. Perché? Sant'Anna e<br />

San Bartolomeo sono località<br />

(ciò è evidente sul testo citato<br />

come fonte). I corni servono<br />

dunque per effettuare dei viaggi.<br />

Ciò ricorda molto certe credenze<br />

di tipo sciamanico che si<br />

riscontrano, ad esempio, in<br />

Sardegna, ove si crede alla<br />

possibilità di effettuare voli<br />

magici o viaggi con mezzi<br />

soprannaturali. Su questo tema<br />

confronta con la versione 269. A<br />

meno che per “corno” si intenda<br />

“copricapo con corni”, o altro…<br />

È però possibile che tutto ciò<br />

abbia a che fare con la<br />

conservazione di “corna” di<br />

lumache (o anche di chiocciole<br />

intere, complete e vive, dato che<br />

col nome “corna” si potrebbero<br />

benissimo intendere anche<br />

queste), usate come amuleto<br />

(come attesterebbero l'usanza di<br />

mozzare questi organi alle<br />

chiocciole e la forumla<br />

distributiva molto frequente:<br />

“uno a me, uno a te…”). Se<br />

corna mozzate o chiocciole<br />

intere vive venivano usate come<br />

amuleti durante i viaggi, come<br />

pure questa versione potrebbe<br />

mostrare, allora si vedano le<br />

analoghe credenze giapponesi<br />

descritte nel documento 476.<br />

CAA YNN<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


193 Caracole, cole, cole,<br />

mosse tes couanes,<br />

ti voèrais clère et clère au bouè<br />

et les couyis d'ardgint<br />

et le fourchettes di strin.<br />

Nota in francese sul testo citato come fonte:<br />

“Recitando queste parole, le bambine effettuano<br />

certe evoluzioni di danza”.<br />

194 Lumaega, lumaega,<br />

fecca fòra trài coren,<br />

onna par me,<br />

onna par te,<br />

e quell'oetra par tô marè.<br />

195 Lumaca, lumachella,<br />

cava fuor le tue cornella.<br />

Variante grafica:<br />

Lumaca lumachella<br />

cavar fuor le tue cornilla.<br />

Vallone.<br />

Namur, Belgio.<br />

Dialetto emiliano,<br />

bolognese.<br />

Italia, Emilia, Bologna.<br />

Italiano.<br />

Italia, quasi sicuramente in<br />

Toscana.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

muovi le tue corna,<br />

ti spetteranno ostriche, e un (vino) chiaretto<br />

da bere,<br />

e i cucchiai d'argento<br />

e le forchette messe in fila di seguito.<br />

Lumaca, lumaca,<br />

ficca fuori tre corni,<br />

una per me,<br />

una per te,<br />

e quell'altra per tuo marito.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Ignota Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Menzionato anche<br />

in:<br />

Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Citato in entrambe le<br />

fonti come tratto da<br />

un documento del<br />

1678.<br />

“Caracole” è termine d'origine<br />

spagnola e ciò non stupisce,<br />

avendo gli spagnoli occupato le<br />

Fiandre a lungo (vedi 153).<br />

L'espressione “de strin, di strin”<br />

non è stata tradotta con assoluta<br />

certezza, ma dovrebbe derivare<br />

da “stringa, fila” (fiammingo<br />

streng).<br />

La menzione di una danza è<br />

molto interessante: non è<br />

improbabile una connessione<br />

con la danza descritta per la<br />

versione spagnola 52, in cui il<br />

movimento dei danzatori<br />

descrive la forma di una<br />

chiocciola (vedi le note alla v.<br />

52). Vedi anche la 308 e al n.<br />

434.<br />

AAA YYY<br />

Cfr. 25. AAA YYY<br />

Vedi 18, 104. AAA YYY


196 Escaragol bibarol. Francese,<br />

zona di Tolosa.<br />

197 Mättigogo, Mättigogo,<br />

Stréck déng Hoaren eraus,<br />

Soss schloen ech däin Haus kabott.<br />

198 Escargot, got, got,<br />

montre-moi tes cornes, cornes, cornes,<br />

si tu ne me les montres pas<br />

je te couperai la tête avec le gran ciseau de<br />

Saint-Georges.<br />

Lëtzebuergesch.<br />

Russange, confine tra<br />

Lorena (Francia) e<br />

Lussemburgo.<br />

Francese.<br />

Francia, dintorni di Verdun.<br />

Chiocciola “bufalina”? Chiocciola “birbante”?<br />

Chiocciola “che richiede un tozzo di pane”?<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori le tue corna,<br />

altrimenti io ti distruggo la tua casa.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

mostrami le tue corna, corna, corna,<br />

se tu non me le mostri<br />

io ti taglierò la testa con le grandi cesoie di<br />

San Giorgio.<br />

Inesistente Henri Gaidoz,<br />

“Faune populaire de<br />

la France...”,<br />

Maisonneuve &<br />

Larose, Parigi, 1877.<br />

Citato da un<br />

documento del<br />

diciassettesimo<br />

secolo.<br />

Ignota Citato su un forum<br />

sui linguaggi della<br />

Lorena:<br />

http://forum.culturelangueslorraine.org/lesmots-etexpressions-du-jourf35/sauvons-lesmetigogos-t81.html<br />

(sito visitato il 15<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citato su un forum<br />

sui linguaggi della<br />

Lorena:<br />

http://forum.culturelangueslorraine.org/lesmots-etexpressions-du-jourf35/sauvons-lesmetigogos-t81.html<br />

(sito visitato il 15<br />

settembre 2009)<br />

Interessante dal punto di vista<br />

etimologico. Si accostano due<br />

nomi delle chiocciola, il primo<br />

derivato da “cochlea”, il secondo<br />

(che sembra simile a quello che<br />

si ritrova in 6 e altrove, molto<br />

spesso) cha parrebbe derivato<br />

da “bufalo” (latino bubalus). Un<br />

altro interessante collegamento<br />

sarebbe col francese bribe (=<br />

“tozzo di pane dato per<br />

elemosina”, poi passato a<br />

significare “accattone,<br />

vagabondo, briccone”, da cui<br />

l'italiano “birbante” o “birbone”,<br />

successivamente diventato un<br />

termine scherzoso). Tale<br />

collegamento potrebbe in teoria<br />

mettere in relazione questo<br />

aggettivo con tutte le versioni in<br />

cui si offre del pane alla<br />

chiocciola (e sono davvero<br />

molte: 9, 37, 107, 108, 109, 138,<br />

139, 140, 166, 181, 232, 235,<br />

239), ed anche (per il significato<br />

di “birbante”) con la versione<br />

irlandese 252.<br />

Affine a 131 ed altre.<br />

L'etimologia di “Mättigogo” è da<br />

chiarire.<br />

Vedi 103, e soprattutto 117 e<br />

relativa nota. Cesoie, coltelli e<br />

simili devono sempre essere<br />

speciali per poter essere usati<br />

per uccidere la chiocciola. Qui<br />

sono “di San Giorgio” (l'uccisore<br />

del drago, ma anche un<br />

personaggio dal nome, di origine<br />

greca, legato all'agricoltura).<br />

CAA YNN<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


199 Coccoìde, coccoìde<br />

'oga sos corros<br />

si no ti oco<br />

a punta 'e sula.<br />

200 Jesce jesce corne<br />

ca mammema te scorna<br />

te scorna 'ncopp' 'o puzzo<br />

'a maronna d' 'e maruzze.<br />

Sardo, logudorese.<br />

Ozieri (Sassari), Sardegna,<br />

Italia.<br />

Campano, napoletano.<br />

Napoli, Campania, Italia.<br />

Lumaca, lumaca,<br />

tira fuori le corna,<br />

se no ti uccido<br />

a colpi di lesina.<br />

Esci esci corna<br />

che mia mamma ti scorna<br />

ti scorna sopra il pozzo<br />

la madonna delle lumache.<br />

Ignota Tradizione familiare.<br />

Utente NM gabrif.<br />

L'usuale modulo<br />

melodico (tipo "sol-lasol-mi")<br />

sul quale<br />

vengono intonate<br />

moltissime filastrocche<br />

in Italia (come nel noto<br />

"Giro-girotondo").<br />

Tradizione familiare<br />

(nonna napoletana<br />

di padre abruzzese<br />

e mamma francese).<br />

Utente NM<br />

Salvatore Caiazzo.<br />

Coccoìde è il termine generico<br />

per 'chiocciola' ma che designa<br />

prototipicamente la Eobania<br />

vermiculata (vedi 18).<br />

Negli anni '60 questa versione<br />

era conosciuta comunemente<br />

nella zona, ed era recitata<br />

praticando il gioco già descritto<br />

per la versione 7.<br />

Vedi 21, 133. Il pozzo è<br />

nominato in 158.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


201 Barraskilo, ateratze adar,<br />

gabetzeas ekines. (??)<br />

Basco.<br />

Paesi Baschi, Spagna.<br />

Documento molto dubbio.<br />

Vedi note.<br />

Chiocciola, estrai il corno,<br />

abbandona l'ostinazione. (??)<br />

(Una traduzione corretta non è possibile,<br />

perché la grammatica basca usata è molto<br />

scorretta. Vedi note.)<br />

Ignota Citato su un forum<br />

spagnolo relativo ad<br />

un corso di lingua<br />

basca:<br />

http://www.ginatonic.<br />

net/2006/05/10/eusk<br />

al-clases-iii/<br />

(sito visitato<br />

l'11settembre 2009)<br />

Documento molto<br />

dubbio. Vedi note.<br />

Tutte le versioni spagnole o<br />

francesi conosciute sono<br />

diverse; questa non risulta<br />

essere la traduzione esatta di<br />

una di esse.<br />

In linea di principio, la presenza<br />

dlle filastrocca anche nella<br />

lingua basca, che non è<br />

indoeuropea, può essere<br />

significativa ed è necessario<br />

tenerne conto.<br />

Sono in corso serie ricerche per<br />

stabilire la presenza di autentico<br />

materiale in basco.<br />

Secondo l'etnologa Roslyn<br />

Frank, molto esperta in tradizioni<br />

basche ed in grado di parlare<br />

perfettamente il basco, che<br />

ringrazio, la grammatica basca<br />

di questa versione è molto<br />

scorretta, e la sua autenticità<br />

potrebbe essere molto dubbia: è<br />

probabilmente il tentativo<br />

maldestro di una persona non di<br />

madrelingua basca di provare a<br />

costruire artificialmente in basco<br />

una strofetta sulle chiocciole<br />

senza conoscere la grammatica<br />

di questa lingua, forse per<br />

esercizio, in imitazione di<br />

qualche altra simile strofetta già<br />

conosciuta nella propria lingua<br />

(probabilmente, lo spagnolo<br />

castigliano). Si invita quindi a<br />

non tenerne troppo conto nel<br />

corso della ricerca, perché i<br />

gravi errori di grammatica basca<br />

che contiene fanno sì che la sua<br />

autenticità sia seriamente in<br />

discussione. Si precisa che non<br />

si tratta di questioni di dialetto<br />

locale; la grammatica è talmente<br />

scorretta che nessuno si<br />

esprimerebbe così, facendo<br />

diventare il testo quasi<br />

incomprensibile. Non può<br />

essere stata composta da un<br />

basco.<br />

XXX NNN


202 Cargol treu banya,<br />

puja la muntanya,<br />

cargol boví,<br />

puja el muntanyi.<br />

Variante per il terzo verso: (202b)<br />

cargol treu vì,<br />

Catalano.<br />

Diffusa in Catalogna,<br />

Spagna.<br />

Chiocciola, fai uscire il corno,<br />

sali la montagna,<br />

chiocciola bovina<br />

sali la montagnetta.<br />

Variante per il terzo verso:<br />

chiocciola, fai uscire vino,<br />

Presente e ben nota in<br />

Catalogna, attualmente<br />

come canto infantile,<br />

molto diffuso.<br />

È ascoltabile agli<br />

indirizzi:<br />

http://www.youtube.com<br />

/watch?v=8LC2jquTnco<br />

http://www.youtube.com<br />

/watch?<br />

v=u6AQvxAgb1o&featu<br />

re=related<br />

Citato (in catalano)<br />

su un forum<br />

spagnolo relativo ad<br />

un corso di lingua<br />

basca:<br />

http://www.ginatonic.<br />

net/2006/05/10/eusk<br />

al-clases-iii/<br />

(sito visitato<br />

l'11settembre 2009)<br />

Anche su:<br />

http://www.nouhoritz<br />

o.voluntariat.org/IMA<br />

GENES/imatges<br />

%20els%20avis<br />

%20escriuen<br />

%20contes/ContesN<br />

H'07%20%20sencer.<br />

pdf<br />

ed in innumerevoli<br />

altri siti.<br />

Variante diffusissima in tutta la<br />

Catalogna ed assai conosciuta.<br />

Molto affine alla 389, che viene<br />

cantata spesso come seconda<br />

strofa dopo la 202, ed alla 474,<br />

che viene cantata come terza<br />

strofa.<br />

È possibile che il motivo della<br />

montagna sia collegato in<br />

qualche modo con quello dei<br />

“combattimenti con la lumaca”;<br />

vedi la 514.<br />

È anche possibile che sia legato<br />

all'idea di inseguire l'animale fin<br />

sui monti, minacciandolo: vedi<br />

per questo la 560 ed anche 214<br />

e relativa nota, ed inoltre 23 e<br />

51.<br />

È però possibile che sia legato<br />

ad un concetto simile espresso<br />

a quello della seguente rima<br />

tirolese:<br />

Langsam, aber sicher<br />

kriecht die Schnecke auf dem<br />

Bauch<br />

sogar die steilste Wand hinauf.<br />

Lenta, ma sicura,<br />

la chiocciola striscia sulla sua<br />

pancia<br />

salendo anche la più ripida delle<br />

pareti.<br />

Il significato di questa rima<br />

austriaca (ed, eventualmente,<br />

anche del tema catalano della<br />

“montagna”) è analogo a quello<br />

del detto italiano “chi va piano,<br />

va sano e va lontano”: la<br />

chiocciola, pur procedendo<br />

lentamente, alla fine, con la sua<br />

costanza, pazienza e regolarità,<br />

arriva molto più in alto di tutti gli<br />

altri.<br />

AAA YYY


203 Cinci 'orru<br />

vo'a 'orru<br />

vo'a 'orrare<br />

cinci'orrare.<br />

Pirincia pirincia<br />

su caddu 'e trincia<br />

su caddu 'e mola<br />

pirinciadi sola<br />

pirinciadi sola<br />

su pibere in sambene<br />

andat in sambene<br />

andat in bene<br />

in bia beni<br />

in bia torra<br />

pesai manu<br />

mela 'e veranu<br />

mela 'e austu<br />

pedes de cuccu<br />

pedes de mesa<br />

vae, torra e pessa.<br />

Dilliri dilliri dilliriana<br />

donna Maria in mesu 'e funtana<br />

donna Maria in mesu 'e ludu<br />

muzere bella maridu currudu.<br />

204 “Sittsigòrru si intende come settsi + corru, cioè<br />

‘metti le corna’; pottamincorras di Olzai è ancora<br />

più trasparente (‘portami in corna’)”<br />

Sardo.<br />

Fonni (NU), Sardegna,<br />

Italia.<br />

Sardo.<br />

Sardegna, Italia.<br />

Chiocciola<br />

tira fuori il corno<br />

mostra l'incornare<br />

il chiocciolare.<br />

Ondeggia, ondeggia il collo<br />

il cavallo da parata<br />

il cavallo da lavoro<br />

ondeggia sola<br />

ondeggia sola<br />

il pepe in sangue<br />

va in sangue<br />

va in bene<br />

nella via viene<br />

nella via torna<br />

alza la mano<br />

mela di primavera<br />

mela di agosto<br />

i piedi del colle<br />

i piedi del tavolo<br />

vai, torna e pensa.<br />

Dilliri dilliri dilliriana<br />

donna Maria in mezzo alla fontana<br />

donna Maria in mezzo al fango<br />

moglie bella, marito cornuto.<br />

L'usuale modulo<br />

melodico (tipo "sol-lasol-mi",<br />

o, in questo<br />

caso, il parallelo “mi-fami-do”)<br />

sul quale<br />

vengono intonate<br />

moltissime filastrocche<br />

in Italia (come nel noto<br />

"Giro-girotondo"). Una<br />

versione della musica,<br />

pesantemente adattata<br />

in una elaborazione<br />

moderna d'autore per<br />

coro, è presente sul<br />

compact disc citato<br />

come fonte.<br />

Compare sul libretto<br />

allegato al compact<br />

disc “Tajrà – la Voce<br />

Creativa” CARA 001,<br />

Associazione<br />

culturale Caranas<br />

108, Cagliari 1998.<br />

(Inutile) Inesistente M. L. Wagner,<br />

Dizionario<br />

Etimologico Sardo.<br />

Penso che soltanto i primi<br />

quattro versi (e forse il quinto)<br />

abbiano a che vedere con la<br />

nostra tipologia di filastrocca<br />

(originata da una formula di<br />

incantesimo).<br />

Credo che dal quinto verso inizi<br />

una conta infantile (che è una<br />

cosa diversa da una formuletta<br />

incantatoria legata ad un gioco):<br />

nelle conte infantili di una certa<br />

lunghezza i nonsensi sono<br />

normali: si accostano<br />

semplicemente delle immagini<br />

incoerenti e suggestive, proprio<br />

per aumentarne l'effetto,<br />

aiutandosi in base al ritmo ed<br />

alla rima (vedi le tiritere del tipo<br />

“volta la carta”, oppure le tiritere<br />

infantili skjaldur delle Isole<br />

Faeroer).<br />

Credo poi che gli ultimi quattro<br />

versi siano un'altra cosa ancora,<br />

probabilmente i versi di una<br />

quartina satirica improvvisata,<br />

forse di quelli da gara poetica<br />

estemporanea.<br />

La grafia di questa versione è<br />

stata qui leggermente<br />

normalizzata secondo le<br />

consuetudini più comuni nel<br />

sardo. La fonte riportava<br />

“cinciorrare” invecedi<br />

“cinci'orrare”; “vò' a” invece di<br />

“vo'a”; “pessali” invece di<br />

“pesai”; “messa” invece di<br />

“mesa” e “messu” invece di<br />

“mesu”.<br />

Olzai è un paese della<br />

Sardegna.<br />

M. L. Wagner (1880-1962) è<br />

considerato uno dei maggiori<br />

esperti di lingua sarda di tutti i<br />

tempi.<br />

ABA YYY<br />

CAA YNN


205 Croca, croca,<br />

bocalos, boca<br />

sos sette correddos<br />

ca si nono t'ucchido chissa lepuzzedda.<br />

Variante: (205b):<br />

Croca, croca<br />

bòcalor, boca<br />

ca si nò<br />

t'occhido chian sa leppusedda<br />

206 Quanno piove e splenne lu sole<br />

se maritano le cuggiòle.<br />

Variante:<br />

Quando piove<br />

e dà lu sole<br />

se marita<br />

le cucciòle.<br />

Sardo.<br />

Nuoro, Sardegna, Italia.<br />

La variante proviene da<br />

Silanus (Nuoro).<br />

Marchigiano.<br />

Italia, Marche, zona di<br />

Macerata.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

cavali, cava fuori<br />

i sette cornetti,<br />

che se no t'uccido con il coltellino.<br />

Quando piove e (simultaneamente) splende<br />

il sole,<br />

si sposano (si accoppiano) le chiocciole.<br />

Ignota Grazia Deledda, Le<br />

tradizioni popolari di<br />

Nuoro, Trois,<br />

ristampa anast.<br />

1972, p. 76.<br />

La variante di<br />

Silanus è tratta da:<br />

Mario Atzori, Giulio<br />

Paulis, Antologia<br />

delle tradizioni di<br />

Sardegna, vol. II,<br />

pag 1235.<br />

Inesistente Tradizione familiare.<br />

Utente NM Forest.<br />

La variante è citata<br />

in:<br />

Società veneziana di<br />

scienze naturali,<br />

Lavori, vol. 7,<br />

supplemento ad uso<br />

didattico (Silvano<br />

Canzonieri: Animali<br />

dei Berici: curiosita',<br />

credenze,<br />

canzonette<br />

fanciullesche,<br />

prefazione di<br />

Lorenzo Bonometto,<br />

Venezia, 15 luglio<br />

1983).<br />

La fonte: “Adriano<br />

Garbini,<br />

Antroponimie ed<br />

omonimie nel campo<br />

della zoologia<br />

popolare, parte II,<br />

Accademia di<br />

agricoltura, scienze<br />

e lettere, Verona<br />

1925.” ci dà un<br />

proverbio molto<br />

simile, ma più lungo<br />

(vedi 322).<br />

Interessante il fatto che i cornetti<br />

siano sette. Finora ciò è stato<br />

riscontrato solo nella versione<br />

lussemburghese 122. È<br />

ipotizzabile una connessione<br />

generica riferita solo al fatto che<br />

il numero sette è stato<br />

considerato di particolare valore<br />

simbolico da molti popoli<br />

differenti in molte epoche<br />

diverse. Sui numeri insoliti di<br />

corna vedi però la nota a 442.<br />

Non abbiamo qui una delle<br />

nostre filastrocche, ma un<br />

importante proverbio, il cui<br />

senso potrebbe sfuggire se non<br />

spiegato.<br />

Che qualcosa di estremamente<br />

speciale ed importante accada<br />

quando in cielo si vedono<br />

contemporaneamente sia la<br />

pioggia che il sole è una<br />

credenza tradizionale dalla<br />

vastissima diffusione, attestata<br />

in documentati studi<br />

antropologici esistenti, che ne<br />

mostrano la probabile grande<br />

antichità ed il legame con antichi<br />

culti dell'acqua e del sole: si<br />

tratta quindi di una<br />

manifestazione di un fenomeno<br />

ben studiato, e non di un<br />

occasionale e divertente<br />

proverbio locale.<br />

Il fatto che qui tale situazione si<br />

riferisca alle chiocciole può<br />

essere significativo per la nostra<br />

ricerca, in quanto mette in rilievo<br />

l'estrema importanza simbolica e<br />

rituale attribuita un tempo a<br />

questo animale.<br />

Una versione più lunga è data al<br />

numero 322 (vedi).<br />

AAA YYY<br />

CAA YNN


207 Lümàgå lümagòrå<br />

måttå förå i quàtår còrån<br />

dü pår mì e dü pår tì<br />

la lümàgå la vö murì.<br />

208 Lümàgå lümagòrå<br />

måttå förå i tò còrån<br />

dü pår mì e dü pår tì<br />

la màmå la vö murì.<br />

209 Ulitka, ulitka!<br />

Pokazhi svoi roga,<br />

Dam kusok piroga,<br />

Pyshki, vatrushki,<br />

Sdobnoy lepeshki,-<br />

Vysuni rozhki!<br />

210 Snegl, snegl, kom ud (af dit hus),<br />

her er en bonde, (som) vil købe dit hus.<br />

Dialetto di Cozzo,<br />

Lomellina, Provincia di<br />

Pavia, Lombardia.<br />

Italia.<br />

Dialetto di Cozzo,<br />

Lomellina, Provincia di<br />

Pavia, Lombardia.<br />

Italia.<br />

Russo (traslitterato<br />

nell'alfabeto occidentale).<br />

Russia, zona non<br />

precisata.<br />

Danese.<br />

Danimarca.<br />

Lumaca lumacora,<br />

metti fuori le quattro corna,<br />

due per me e due per te,<br />

la lumaca vuole morire.<br />

Lumaca lumacora,<br />

metti fuori le tue corna,<br />

due per me e due per te,<br />

la mamma vuole morire.<br />

Chiocciola, chiocciola!<br />

Mostra le tue corna,<br />

ti darò un pezzo di torta,<br />

ciambelline, ravioli dolci al formaggio,<br />

dolcetti con il burro, -<br />

metti fuori le cornine!<br />

Chiocciola, chiocciola, vieni fuori (dalla tua<br />

casa),<br />

qui c'è un contadino, che vuole comprare la<br />

tua casa.<br />

Ignota Maria Antonietta<br />

Arrigoni, Marco<br />

Savini: “Nel paese di<br />

ogh e magogh –<br />

storia, folklore e<br />

dialetto a Cozzo<br />

Lomellina”;<br />

Amministrazione<br />

provinciale di Pavia<br />

– Guardamagna<br />

editore; 1991; 526<br />

pp.<br />

La filastrocca si<br />

trova a pag. 282 del<br />

volume, ed è stata<br />

riferita da Maria<br />

Boggio.<br />

Ignota Maria Antonietta<br />

Arrigoni, Marco<br />

Savini: “Nel paese di<br />

ogh e magogh –<br />

storia, folklore e<br />

dialetto a Cozzo<br />

Lomellina”;<br />

Amministrazione<br />

provinciale di Pavia<br />

– Guardamagna<br />

editore; 1991; 526<br />

pp.<br />

La filastrocca si<br />

trova a pag. 282 del<br />

volume, ed è stata<br />

riferita da Ida<br />

Vandone.<br />

Ignota Citato su:<br />

http://crazymama.ru/<br />

verse.php?<br />

a=1&id_verse=18<br />

(sito visitato il 17<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citato su:<br />

http://ordnet.dk/ods/<br />

search?id=551020<br />

(sito visitato il 18<br />

settembre 2009)<br />

Affine a 147, 209, 213, 223, 258.<br />

Vedi 147 e relativa nota.<br />

Curiosa variante. Notiamo che la<br />

casa è nominata anche nelle<br />

varianti slovene e serbo-croate.<br />

È molto probabile che la “casa”<br />

sia la conchiglia dell'animale, e<br />

che la minaccia di venderla<br />

equivalga a quella di ucciderlo.<br />

Confrontare con la 215.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


211 Snegl, Snegl, kom ud af dit Hus!<br />

(…)<br />

Norvegese Bokmål (una<br />

delle due varianti della<br />

lingua norvegese, quella<br />

più simile al danese).<br />

Norvegia, nel sud del<br />

Paese.<br />

212 Caracol, caracol, deita as gaitinhas ao sol. Portoghese.<br />

Portogallo, zona non<br />

precisata.<br />

213 Ślimak, ślimak, pokaż rogi,<br />

dam ci sera na pierogi.<br />

(Variante: Ślimak, ślimak, wystaw rogi)<br />

Polacco.<br />

Polonia, zona non<br />

precisata. Molto nota in<br />

tutto il Paese.<br />

Chiocciola, chiocciola, vieni fuori dalla tua<br />

casa!<br />

(…)<br />

Chiocciola, chiocciola, tira fuori le corna al<br />

sole.<br />

Chiocciola, chiocciola, mostra i corni,<br />

ti darò ravioli dolci al formaggio.<br />

Musica di autore noto:<br />

Edvard Grieg, Lied op.<br />

69 n. 4.<br />

Presente su tutti i<br />

cataloghi delle<br />

composizioni di<br />

Grieg.<br />

Ignota Citata su:<br />

http://iberystykauw.home.pl/pdf/jorna<br />

l/jornal-14.pdf<br />

(sito visitato il 18<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://iberystykauw.home.pl/pdf/jorna<br />

l/jornal-14.pdf<br />

(sito visitato il 18<br />

settembre 2009)<br />

Confermata<br />

indipendentemente<br />

da un amico polacco<br />

dell'utente NM<br />

roberto63, che si<br />

ringrazia.<br />

La variante proviene<br />

da:<br />

Josef Virgil<br />

Grohmann, Ueber<br />

die Echtheit des<br />

althochdeutschen<br />

Schlummerliedes,<br />

editore J.G. Calve,<br />

Praga, 1861<br />

(im codex suppl. nr.<br />

1668 der K. K.<br />

Hofbibliothek in<br />

Wien).<br />

Visibile su:<br />

http://www.archive.or<br />

g/details/ueberdieec<br />

hthei00grohgoog<br />

Questo Lied per canto e<br />

pianoforte è stato composto dal<br />

grande compositore romantico<br />

norvegese su testo di Otto<br />

Benzon. Il seguito del testo, qui<br />

omesso, è frutto di creazione<br />

letteraria, ma dimostra che la<br />

filastrocca, anche nella versione<br />

che comincia con questo primo<br />

verso, era (e probabilmente è<br />

tuttora) diffusa in Norvegia. A<br />

differenza di quanto avviene<br />

nella versione 384, qui si chiede<br />

alla chiocciola di “uscire dalla<br />

sua casa”, non di “venire fuori<br />

con i suoi corni”.<br />

Del tutto analoga alle versioni<br />

spagnole.<br />

Molto affine alle versioni russe<br />

147 (soprattutto), 209.<br />

ABA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


214 Slak, slak, stick oe hoorns uut de zak<br />

aanders zal ik oe vermoorden<br />

Oop het tippien van de toren.<br />

215 Puž-muž,<br />

pusti (opp.: vadi; pruži; kaži) roge van,<br />

da ti kuću ne prodam.<br />

Variante (215b):<br />

Puž-muž,<br />

pusti (opp.: vadi; pruži; kaži) roge van,<br />

da ti kuću ne prodam.<br />

da ti ženu ne prodam.<br />

Variante (215c):<br />

Pužu mužu<br />

vadi roge van<br />

da ti kuću ne prodam<br />

staroj babi za duhan.<br />

Olandese.<br />

Olanda, regione di<br />

Drenthe.<br />

Serbo-croato.<br />

Croazia.<br />

Probabilmente è<br />

conosciuta anche in<br />

Bosnia.<br />

Lumaca, lumaca, metti le tue corna fuori dal<br />

guscio,<br />

altrimenti io ti ucciderò<br />

sulla cima della torre.<br />

Chiocciola-uomo,<br />

fai uscire (opp.: “estrai”; “tira”; “dimmi:”) fuori<br />

le corna,<br />

così non ti venderò la tua casa.<br />

Variante (215b):<br />

Chiocciola-uomo,<br />

fai uscire (opp.: “estrai”; “tira”; “dimmi:”) fuori<br />

le corna,<br />

così non ti venderò la tua casa,<br />

così non ti venderò tua moglie.<br />

Variante (215c):<br />

Chiocciola, uomo,<br />

estrai fuori le corna,<br />

così non venderò la tua casa<br />

alla vecchia, in cambio di tabacco.<br />

Ignota Geert Hendrik<br />

Kocks,<br />

“Woordenboek van<br />

de Drentse<br />

dialecten”,<br />

Rijksuniversiteit te<br />

Groningen.<br />

Nedersaksisch<br />

Instituut, 1996.<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.scribd.co<br />

m/doc/3683349/Ran<br />

ko-Marinkovic-Rukeknjiga-ebook<br />

(sito visitato il 18<br />

settembre 2009)<br />

La variante 215b è<br />

tratta da:<br />

Josef Virgil<br />

Grohmann, Ueber<br />

die Echtheit des<br />

althochdeutschen<br />

Schlummerliedes,<br />

editore J.G. Calve,<br />

Praga, 1861<br />

(im codex suppl. nr.<br />

1668 der K. K.<br />

Hofbibliothek in<br />

Wien).<br />

Visibile su:<br />

http://www.archive.or<br />

g/details/ueberdieec<br />

hthei00grohgoog<br />

La variante 215c è<br />

tratta da:<br />

http://www.mamalisa<br />

.com/?<br />

t=es&p=2442&c=12<br />

8<br />

Informatore: Standa<br />

Stancic.<br />

Il fatto di uccidere la lumaca<br />

portandola su un luogo elevato<br />

richiama alcune versioni del<br />

nord-est italiano (23, 51) e forse<br />

anche il “salire la montagna”<br />

delle versioni catalane (si veda<br />

202 e relativa nota).<br />

Affine alla 216. Stranamente<br />

affine alla versione danese 210.<br />

Stranamente, “muž” è un<br />

termine dialettale per “marito,<br />

uomo”, ma potrebbe essere<br />

collegato ad una radice<br />

indoeuropea *mizdho- che<br />

significa “pedaggio” oppure<br />

“paga, ricompensa”.<br />

In questo caso, l'inizio potrebbe<br />

significare: “Chiocciola, è ora di<br />

pagare il pedaggio, dimmi: fuori<br />

le corna,…”.<br />

Nell'ultima versione ricompare la<br />

“vecchia”. Evidente la possibilità<br />

di interpretare l'uccisione<br />

dell'animale (estraendolo dalla<br />

“casa”, la conchiglia”, e<br />

rendendo così questa libera in<br />

modo da darla alla “vecchia”)<br />

come un sacrificio fatto ad una<br />

divinità che rappresenta l'anno o<br />

la terra (la “vecchia”, appunto,<br />

nota altrove come la aniaca), in<br />

cambio di beni materiali o del<br />

raccolto (qui simboleggiato dal<br />

“tabacco”). Troviamo che<br />

quest'ultima versione 215c sia<br />

particolarmente importante per<br />

la comprensione del significato<br />

della “filastrocca della<br />

chiocciola”.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


216 Puž, muž, kaži roge van,<br />

drugać ti hišo poderem.<br />

Sloveno (dialettale).<br />

Slovenia, zona non<br />

precisata.<br />

217 Etana, etana, nosta sarves! Finnico.<br />

Finlandia, zona non<br />

precisata.<br />

218 Etana etana näytä sarves,<br />

onko huomenna pouta.<br />

219 Snigel, snigel, visa hornen, får vi solsken i<br />

morgon?<br />

(Variante:) (219b)<br />

Snigel, snigel, visa dina horn! Är det soligt i<br />

morgon?<br />

Presente con una variante<br />

molto simile anche in<br />

Carelia.<br />

Finnico.<br />

Finlandia, zona non<br />

precisata.<br />

Presente anche in Carelia<br />

(nel territorio della<br />

Federazione Russa).<br />

Svedese.<br />

Svezia, zona non<br />

precisata.<br />

Chiocciola, uomo: fuori le corna,<br />

altrimenti do via la tua casa.<br />

Ignota Josip Pajek, “Crtice<br />

Iz Duevnega Itka<br />

Taj. Slovencev -<br />

Slovenska matica”,<br />

BiblioBazaar, LLC,<br />

2008.<br />

Chiocciola, chiocciola, solleva i corni! Ignota Citata su:<br />

http://fi.wiktionary.or<br />

g/wiki/sarvi<br />

Chiocciola, chiocciola, mostra i corni,<br />

(mostra) se ci sarà tempo secco domani.<br />

Chiocciola, chiocciola, mostra i corni,<br />

avremo il sole domani?<br />

(Variante:)<br />

Chiocciola, chiocciola, mostra il tuo corno! Ci<br />

sarà il sole domani?<br />

(sito visitato il 18<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.sverigefin<br />

skaforskolan.moogo.<br />

se/12<br />

e<br />

http://keskustelu.suo<br />

mi24.fi/node/129312<br />

2<br />

(siti visitati il 18<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.posti.fi/sv<br />

enska/aktuellt/2008/<br />

20080207_frimarken<br />

a.html<br />

(sito visitato il 18<br />

settembre 2009)<br />

Affine alla 215. Stranamente<br />

affine alla versione danese 210.<br />

Stranamente, “muž” è un<br />

termine dialettale per “marito,<br />

uomo”, ma potrebbe essere<br />

collegato ad una radice<br />

indoeuropea *mizdho- che<br />

significa “pedaggio” oppure<br />

“paga, ricompensa”.<br />

In questo caso, l'inizio potrebbe<br />

significare: “Chiocciola, è ora di<br />

pagare il pedaggio, dimmi: fuori<br />

le corna,…”.<br />

Il verbo contenuto nell'ultimo<br />

verso significa “donare, dar via”.<br />

La filastrocca è presente anche<br />

nelle popolazioni finniche (non<br />

indoeuropee).<br />

Virtualmente uguale a 11<br />

(Scozia), ma vedi anche 116,<br />

(Francia), 219 (Svezia).<br />

Virtualmente uguale a 11<br />

(Scozia), ma vedi anche 116<br />

(Francia), 218 (Finlandia).<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


220 Snigel, snigel snöre, räck ut dina långa horn,<br />

så ska du få en skäppa korn hem till dina ungar.<br />

221 Snigel, snigel snälla räck ut dina långa horn<br />

så får du ett pepparkorn<br />

att gömma till Julafton.<br />

Svedese.<br />

Önnestad, Scania, Svezia.<br />

Svedese.<br />

Svezia, zona non<br />

precisata.<br />

222 Slak, slak, kom uit je huis! Olandese.<br />

Olanda, zona non<br />

precisata.<br />

223 Ravlyk, ravlyk, vystav rih -<br />

Damo syru na pyrih.<br />

Vystavliaie ravlyk rohy:<br />

- Het' z dorohy!<br />

Ucraino.<br />

Ucraina, zona non<br />

precisata.<br />

Chiocciola, chiocciola, allunga fuori le tue<br />

lunghe corna,<br />

così potrai portare a casa un secchio di<br />

grano per i tuoi bimbi.<br />

Chiocciola, chiocciola, per favore, allunga<br />

fuori le tue lunghe corna,<br />

avrai una bacca speziata<br />

da nascondere fino alla sera di Natale.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

vieni fuori dalla tua casa!<br />

Chiocciola, chiocciola, fai le corna -<br />

Ti darò ravioli dolci al formaggio.<br />

Chiocciola, mostra i corni:<br />

- Mettiti sulla strada!<br />

Ignota Ingvar Svanberg,<br />

“Black slugs (Arion<br />

ater) as grease: a<br />

case study of<br />

technical use of<br />

gastropods in preindustrial<br />

Sweden.”,<br />

Journal of<br />

Ethnobiology 26 (2):<br />

299-309, 2006.<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.sagokista<br />

n.se/ramsor%20om<br />

%20djur.htm<br />

(sito visitato il 18<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.marktplaz<br />

a.nl/Slak-slak-komuit-je-huis-<br />

7346554.php<br />

(sito visitato il 18<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.malecha.<br />

org.ua/forum/index.p<br />

hp?<br />

act=thanks&type=his<br />

tory&mid=4198<br />

(sito visitato il 18<br />

settembre 2009)<br />

L'articolo cita questa filastrocca<br />

parlando dell'usanza<br />

settecentesca ed ottocentesca,<br />

accertata in Svezia, di usare<br />

lumache Arion ater schiacciate<br />

come lubrificante per i perni<br />

delle ruote dei carri contadini.<br />

Snigel significa sia “chiocciola”<br />

che “lumaca”.<br />

Arion ater è però una lumaca<br />

priva di conchiglia, non una<br />

chiocciola: siamo certi che<br />

questa filastrocca si possa<br />

riferire soltanto a quell'usanza,<br />

se considerata nel contesto<br />

europeo di tutte le altre simili<br />

versioni trovate nella nostra<br />

ricerca?<br />

La cosa non sembra affatto<br />

probabile: secondo la dinamica<br />

in comune con molte altre<br />

versioni, il “secchio di grano”,<br />

infatti, menzionato anche nella<br />

n. 384, norvegese, appare<br />

senz'altro o come un premio per<br />

la chiocciola, oppure come una<br />

delle conseguenze positive del<br />

fatto che mostri le corna.<br />

Affine a 147, 209, 213, 225.<br />

“Mettiti sulla strada!”, potrebbe<br />

significare “Muoviti!”, “Comincia<br />

a muoverti!”, ma sono possibili<br />

altre interpretazioni: vedi in<br />

proposito le note alla versione<br />

590.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


224 Csiga, csiga gyere ki!<br />

Jó kalács van ideki.<br />

225 Wouter, wouter, kom út jou hûs!<br />

Jou hûs barnt op.<br />

226 Wouter kapûs,<br />

Kom ût jou hûs!<br />

Jou deuren en vensters staan open.<br />

227 Slakje, slakje kinkhoorn,<br />

Steek je fiveleforis ris op.<br />

228 Slak slak kom uit je huisje<br />

anders zal 'k je een doodtrap geven<br />

Ungherese.<br />

Ungheria, zona non<br />

precisata.<br />

Olandese (dialettale).<br />

Olanda.<br />

Lievi varianti sintattiche e<br />

dialettali sono presenti<br />

anche in altre parti del<br />

Paese.<br />

Olandese (dialettale).<br />

Olanda.<br />

Olandese (dialettale).<br />

Olanda.<br />

Lievi varianti sintattiche e<br />

dialettali sono presenti<br />

anche in altre parti del<br />

Paese.<br />

Olandese.<br />

Olanda.<br />

Chiocciola, chiocciola, vieni fuori!<br />

I dolci sono buoni.<br />

Gualtiero, Gualtiero, vieni fuori dalla tua<br />

casa!<br />

La tua casa brucia.<br />

Gualtiero cappuccio,<br />

vieni fuori dalla tua casa!<br />

Le tue porte e finestre sono aperte.<br />

Chiocciolina, chiocciolina cornoritorto,<br />

tira su i tuoi cinque rametti frontali.<br />

Chiocciola, chiocciola, vieni fuori dalla tua<br />

casetta,<br />

altrimenti io ti darò un calcio mortale.<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.akonyv.h<br />

u/klasszikus/gardony<br />

i/a_foldhozragadt_ja<br />

nos.pdf<br />

(sito visitato il 18<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 19<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 19<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

Trascrizione online<br />

all'indirizzo:<br />

http://www.liederenbank<br />

.nl/image.php?<br />

recordid=105439&lan=<br />

en<br />

Audio all'indirizzo:<br />

http://www. GKweb.it/fila<br />

chio/Slakslak.mp3<br />

(sito visitato il 19<br />

settembre 2009)<br />

Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 19<br />

settembre 2009)<br />

Sembra appartenere allo stesso<br />

corpus delle versioni russe,<br />

ucraine e polacche (147, 209,<br />

213, 223) ed è in parte simile<br />

anche alle 258.<br />

L'animale è chiamato Wouter,<br />

corrispondente all'inglese<br />

Walter, italiano Gualtiero. Tale<br />

nome, di origine germanica,<br />

significa “comamdante<br />

dell'armata”. Il motivo della casa<br />

che brucia è anche in 135.<br />

Raccolta nel 1882.<br />

Vedi nota a 225. Per il<br />

“cappuccio”, cfr. note a 14, 135.<br />

Raccolta nel 1882 e in seguito.<br />

Il nome “Wouter” compare<br />

spesso nelle varianti olandesi.<br />

Qui i “corni” sono cinque, e<br />

questo numero torna in diverse<br />

altre piccole varianti olandesi.<br />

Raccolta nel 1895.<br />

La menzione di cinque corna si<br />

ritrova in 403, 490, 493, 494. Sui<br />

numeri insoliti di corna vedi nota<br />

alla 442.<br />

La musica è interessante,<br />

perché sembra essere una<br />

versione più “primitiva” e<br />

semplice della melodia della<br />

versione 4, in uso in Svizzera<br />

francese (ma anche, come<br />

melodia, in Valtellina, nella<br />

versione 262, secondo la<br />

comunicazione dell'utente NM<br />

Tetrao), riferibile al solo inizio<br />

della stessa. È pure molto affine<br />

a quella della versione 252<br />

(Irlanda). Tutte queste versioni<br />

sembrano rimandare ad un<br />

unico modulo recitativo arcaico<br />

basato sull'intervallo di quarta<br />

giusta discendente.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


229 Slakke, slakke steek dien hoorns oet!<br />

Anders za 'k dien hoesien verbraáán!<br />

230 Slak, slak, kroep oet dien horen,<br />

ans zal ik dien hoeske vermooren.<br />

231 Slakje, slakje kom uit je huis<br />

Je huis in brand, van achteren en van voren.<br />

232 Slakje, slakje steek hoorntje uut<br />

Voor 'n stukje brood.<br />

233 Slak, slak, kom uit je huis<br />

Anders maak 'k je huis tot gruis.<br />

234 Släk, släk, kom uit oe huis,<br />

Of ik steek oe heele huis in brand.<br />

Olandese (dialettale).<br />

Olanda, provincia di<br />

Groningen.<br />

Lievi varianti sintattiche,<br />

ortografiche e dialettali<br />

sono ben presenti anche in<br />

molte altre parti del Paese.<br />

Olandese (dialettale).<br />

Olanda, provincia di<br />

Groningen.<br />

Lievi varianti sintattiche e<br />

dialettali sono presenti<br />

anche in altre parti del<br />

Paese.<br />

Olandese.<br />

Olanda, Friesland.<br />

Olandese.<br />

Olanda, Drente.<br />

Lievi varianti sintattiche e<br />

dialettali sono presenti<br />

anche in altre parti del<br />

Paese.<br />

Olandese.<br />

Olanda, Gelderland.<br />

Olandese.<br />

Olanda, Gelderland.<br />

Lievi varianti sintattiche e<br />

dialettali sono presenti<br />

anche in altre parti del<br />

Paese.<br />

Chiocciola, chiocciola, tira fuori i tuoi corni!<br />

Altrimenti io ti brucerò la tua casetta!<br />

Chiocciola, chiocciola, tira fuori i corni,<br />

alrimenti io ti distruggerò la casa.<br />

Chiocciola, chiocciola, vieni fuori dalla tua<br />

casa,<br />

la tua casa è in fiamme, dietro e davanti.<br />

Chiocciola, chiocciola, tira fuori i cornetti,<br />

ecco un pezzo di pane.<br />

Chiocciola, chiocciola, vieni fuori dalla tua<br />

casa,<br />

altrimenti io ti riduco la casa in polvere di<br />

carbone.<br />

Chiocciola, chiocciola, vieni fuori dalla tua<br />

casa,<br />

altrimenti io pongo la tua intera casa in<br />

fiamme.<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 19<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 20<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 20<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 20<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 20<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 20<br />

settembre 2009)<br />

Vedi 225, 135.<br />

L'animale vivo veniva posto<br />

forse su una fiamma, per<br />

“convincerlo” ad uscire dal<br />

nicchio?<br />

Oppure (torna la mia solita<br />

ipotesi) ci si riferisce al fatto di<br />

cucinare l'animale?<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

Vedi 225, 229, 135. AAA YYY<br />

Per l'offerta del pane vedi 9, 37,<br />

107, 108, 109, 138, 139, 140,<br />

166, 181. Vedi però anche la<br />

nota a 181.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

Vedi 231, 225, 229, 135. AAA YYY


235 Slakje, steek je horens uit,<br />

Dan krijg je een stukje brood!<br />

236 Slek, slek, steek uw horeke(n) s uit,<br />

Ik zorg u voor 'nen goeden buit.<br />

237 Slakkerdepoes,<br />

Kruip uit je hoes<br />

238 Hoornman, uit!<br />

Kruip maar uit!<br />

239 Slekke slekke steekjen ooren uit<br />

Je ga morgen beuter en brood ên.<br />

Olandese.<br />

Olanda, Zeeland.<br />

Lievi varianti sintattiche e<br />

dialettali sono presenti<br />

anche in altre parti del<br />

Paese.<br />

Fiammingo.<br />

Belgio, località non<br />

precisata.<br />

N.B.: in italiano, “olandese”<br />

e “fiammingo” sono i due<br />

nomi più comuni della<br />

stessa lingua, il<br />

neerlandese, usati quando<br />

ci riferisce rispettivamente<br />

al fatto che sia parlata nei<br />

Paesi Bassi o in Belgio.<br />

Rispettiamo qui questo uso<br />

corrente italiano, ma<br />

bisogna essere coscienti<br />

del fatto che si tratta<br />

sempre della stessa lingua.<br />

Olandese.<br />

Olanda, Friesland.<br />

Lievi varianti sintattiche e<br />

dialettali sono presenti<br />

anche in altre parti del<br />

Paese.<br />

Fiammingo.<br />

Belgio, Geluwe.<br />

Fiammingo.<br />

Belgio, località non<br />

precisata.<br />

Chiocciola, tira fuori i tuoi corni,<br />

poi prenditi un pezzo di pane!<br />

Chiocciola, chiocciola, tira fuori i cornetti,<br />

ti assicuro un buon premio.<br />

Chiocciola-gatto,<br />

striscia fuori dalla tua casa.<br />

Cornuto, fuori!<br />

E striscia fuori!<br />

Chiocciola, chiocciola, tira fuori i corni,<br />

tu domani avrai un pezzo di pane.<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 20<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 20<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 20<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 20<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 20<br />

settembre 2009)<br />

Per l'offerta del pane vedi 9, 37,<br />

107, 108, 109, 138, 139, 140,<br />

166, 181, 232, 239. Vedi però<br />

anche la nota a 181.<br />

La chiocciola viene qui<br />

paragonata ad un gatto.<br />

La traduzione potrebbe essere<br />

anche “chiocciola-del-gatto”.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

Decisa e stringata… AAA YYY<br />

Per l'offerta del pane vedi 9, 37,<br />

107, 108, 109, 138, 139, 140,<br />

166, 181, 232, 235, 246. Vedi<br />

però anche la nota a 181.<br />

AAA YYY


240 Slekke, slekke(n) hane komt uit komt uit met e<br />

beetje peper en e beetje zout.<br />

241 Slakje, slakje, kom uit je huis,<br />

Laat je kopje kijken.<br />

242 Slak, slak, steek dien horens oet<br />

Anders prik ik dai met 'n spèlle.<br />

243 Slak, slak! steek je horens uit<br />

Anders komt er een dief in je huis.<br />

244 Slak, slak, steek je horens uit<br />

Anders zult ge sterven.<br />

Fiammingo.<br />

Belgio, località non<br />

precisata.<br />

Olandese.<br />

Olanda, località non<br />

precisata.<br />

Olandese (dialettale).<br />

Olanda, Zaans.<br />

Olandese.<br />

Olanda, Zaans.<br />

Olandese.<br />

Olanda, Zaans.<br />

Lievi varianti sintattiche e<br />

dialettali sono presenti<br />

anche in altre parti del<br />

Paese.<br />

Chiocciola, chiocciola gallinella, vieni fuori,<br />

vieni fuori, con un pochino di pepe e un<br />

pochino di sale.<br />

Chiocciola, chiocciola, vieni fuori dalla tua<br />

casa,<br />

lascia dare un'occhiata nella tua tazza<br />

(coppa?).<br />

Chiocciola, chiocciola, tira fuori le tue corna,<br />

altrimenti ti pungo con uno spillo.<br />

Chiocciola, chiocciola, tira fuori le te corna,<br />

altrimenti arriva un ladro nella tua casa.<br />

Chiocciola, chiocciola, tira fuori le te corna,<br />

altrimenti morirai.<br />

La fonte riporta:<br />

“probabilmente non c'è<br />

melodia”.<br />

Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 20<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 20<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 20<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 20<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 20<br />

settembre 2009)<br />

Pepe e sale… perché? Si<br />

potrebbe pensare al desiderio di<br />

cucinare l'animale,<br />

effettivamente presente in<br />

diverse altre versioni, ma è<br />

anche noto che l'offerta di pepe<br />

e sale appare anche in altre<br />

formulette rituali europee.<br />

Qui l'animale è paragonato a<br />

una gallina, oppure a un galletto<br />

(la traduzione di “hane” è<br />

incerta).<br />

La traduzione del secondo verso<br />

è incerta. La “tazza” potrebbe<br />

essere la conchiglia della<br />

chiocciola, oppure una cavità o<br />

coppella in cui essa si trova.<br />

Si può ricordare che far presa<br />

con uno spillo infilato nel guscio<br />

è un diffuso metodo per estrarre<br />

le chiocciole anche quando le si<br />

mangia.<br />

Minaccia apparentemente<br />

strana. Sembra che ci si riferisca<br />

al fatto stesso di portar via<br />

(rubare) la chiocciola stessa<br />

dalla sua casa, ma per un altro<br />

approccio vedi 10 e relativa<br />

nota.<br />

Semplice e chiara, in tutto<br />

paragonabile a 7, 20, 176.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


245 Slak, slak, steek je horentjes uit<br />

Anders zal ik je huisje breken.<br />

246 Slak, slak, slak, steek je 'n orens uut / Dan krijg<br />

je kaas en broôd!<br />

247 Slakhoor'n, slakhoor'n<br />

Kroep oet dien door'n<br />

[...] vermoor'n<br />

248 Slakje, slakje, horen<br />

Ik zal je niet vermooren<br />

[...] op<br />

249 Slakje steek je horens op<br />

anders zal ik je doode.<br />

250 Krukeltje, krukeltje kom uut je huuzje,<br />

Je huuzje staat in de brangd.<br />

Olandese.<br />

Olanda, Zaans.<br />

Lievi varianti sintattiche,<br />

ortografiche e dialettali<br />

sono ben presenti anche in<br />

altre parti del Paese.<br />

Olandese.<br />

Olanda, Zaans.<br />

Olandese.<br />

Olanda, Zaans.<br />

Olandese.<br />

Olanda, Zaans.<br />

Olandese.<br />

Olanda, Zaans.<br />

Lievi varianti sintattiche e<br />

dialettali sono presenti<br />

anche in altre parti del<br />

Paese.<br />

Olandese (dialettale).<br />

Olanda, Wieringen.<br />

Chiocciola, chiocciola, tira fuori i corni,<br />

alrimenti io ti spaccherò la casa.<br />

Chiocciola, chiocciola, tira fuori i corni,<br />

poi prenderai formaggio e pane!<br />

Chiocciola cornuta, chiocciola cornuta<br />

striscia fuori dalla tua porta<br />

(…) ucciderò.<br />

Chiocciola, chiocciola, ascolta,<br />

io non ti ucciderò<br />

(…) su.<br />

Chiocciola, tira su i tuoi corni<br />

altrimenti ti ammazzo.<br />

Cornoritorto, cornoritorto, vieni fuori dalla tua<br />

casetta,<br />

la tua casetta è in fiamme.<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 20<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 20<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 20<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 20<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 21<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 21<br />

settembre 2009)<br />

Incompleta alla fonte.<br />

Il pezzo mancante potrebbe<br />

essere “altrimenti ti…”.<br />

Incompleta alla fonte.<br />

Il pezzo mancante potrebbe<br />

essere “se i tuoi corni li<br />

tirerai…”.<br />

Semplice e chiara, in tutto<br />

paragonabile a 7, 20, 176.<br />

Sembra quasi che si voglia<br />

avvertire un vicino di casa, per<br />

fargli un favore… In realtà ci si<br />

riferisce all'usuale abitudine di<br />

porre una fiamma vicino<br />

all'animale per indurlo ad uscire<br />

(v. 415, nota; 465 e nota).<br />

Anche qui ricompare un<br />

composto con il termine “corno”,<br />

lo stesso di 227.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


251 Slekke, slekke kom maar uut<br />

'k ga u toen een beetje peper geven en een<br />

beetje zout.<br />

Fiammingo.<br />

Belgio, zona di Kortrijk.<br />

Chiocciola, chiocciola, ma vieni fuori,<br />

io poi ti darò un pochino di pepe e un<br />

pochino di sale.<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.liederenb<br />

ank.nl/liedpresentati<br />

e.php?<br />

zoek=136938&lan=e<br />

n<br />

(sito visitato il 21<br />

settembre 2009)<br />

Anche qui sembra che si presti<br />

qualcosa, come si fa tra buoni<br />

vicini di casa. In realtà non è<br />

così: si potrebbe pensare al<br />

desiderio di cucinare l'animale,<br />

effettivamente presente in<br />

diverse altre versioni, ma è<br />

anche noto che l'offerta di pepe<br />

e sale appare anche in altre<br />

formulette rituali europee. Vedi<br />

comunque 240.<br />

AAA YYY


252 Seilide, Seilide, Pucai,<br />

stick out all your horns,<br />

all the (old) ladies are coming to see you.<br />

(In altre versioni il termine “Pucai” è scritto<br />

“bookee”; il verbo “stick” è sostituito dal verbo<br />

“put”, con analogo significato; l'aggettivo “old”<br />

può mancare; inoltre, il termine “seilide” può<br />

venir scritto come “Shelly Kee”, reinterpretandolo<br />

cioè, erroneamente, come se derivasse<br />

dall'inglese “Shell”, che significa “conchiglia”).<br />

Inglese e gaelico<br />

irlandese.<br />

Il primo termine, “Seilide”,<br />

è gaelico irlandese, così<br />

come è gaelico il termine<br />

“Pucai”; il resto del testo è<br />

in inglese.<br />

Irlanda, nota in tutto il<br />

Paese.<br />

Chiocciola, chiocciola, (spiritello) birbante,<br />

tira fuori tutte le tue corna,<br />

tutte le (vecchie) signore stanno arrivando<br />

per vederti (oppure: “ti stanno venendo a<br />

trovare, a visitare”).<br />

Audio ascoltabile<br />

all'indirizzo:<br />

http://www. GKweb.it/fila<br />

chio/seilide.mp3<br />

La musica di questa<br />

versione è di grande<br />

interesse, rivelando<br />

sorprendenti ed<br />

inequivocabili forti<br />

affinità con quella delle<br />

versioni 4 (Svizzera<br />

francese), 98 (Francia),<br />

228 (Olanda), 262<br />

(Valtellina, Italia).<br />

Tutte queste versioni<br />

contengono un modulo<br />

recitativo basato sulla<br />

quarta giusta<br />

discendente (poi la<br />

versione irlandese<br />

accenna quasi una<br />

scala pentatonica).<br />

Citata su:<br />

http://megeverydaybeauty.blog<br />

spot.com/2009/06/21<br />

1-seilide.html<br />

(sito visitato il 21<br />

settembre 2009)<br />

(segue dalla<br />

colonna qui a<br />

destra)<br />

poi la scena sarebbe<br />

stata reinterpretata<br />

come un quadretto<br />

grottesco e<br />

scherzoso di paese,<br />

con le vecchie del<br />

villaggio curiose nei<br />

confronti del<br />

mollusco.<br />

Il fatto che la<br />

chiocciola debba<br />

mostrare le corna<br />

perché qualcuno sta<br />

arrivando per<br />

vederla accomuna<br />

le versioni irlandesi<br />

finora individuate:<br />

vedi infatti la<br />

versione 377.<br />

Molto interessante per vari<br />

motivi. Il termine bookee o Pucai<br />

(quest'ultimo sempre con la<br />

maiuscola iniziale, nelle fonti) è<br />

molto probabilmente da<br />

interpretarsi come Puckie,<br />

ovvero “piccolo Puck”. Puck<br />

(Puca in gaelico irlandese) è<br />

uno spiritello dispettoso (in<br />

alcune versioni: un potente<br />

spirito diabolico) della tradizione<br />

inglese ed irlandese, ma anche<br />

scandinava. Vedi:<br />

http://en.wikipedia.org/wiki/Puck<br />

_(mythology) e<br />

http://boldoutlaw.com/puckrobin/<br />

puck.html<br />

La connessione con le<br />

misteriose “(vecchie) signore” è<br />

da indagare: in prima istanza,<br />

come idea più plausibile,<br />

potrebbero avere a che vedere<br />

con la figura detta Cailleach<br />

(una divinità femminile celtica,<br />

che appare sotto la forma di una<br />

vecchia), poi successivamente<br />

resa plurale nel testo (tante old<br />

ladies invece di una sola):<br />

questa sarebbe senz'altro<br />

connessa alla “vecchia” che<br />

compare in moltissime altre<br />

versioni europee, come<br />

personificazione della Terra e<br />

dell'Anno, alla quale si potevano<br />

offrire sacrifici animali rituali<br />

anche operati sulla chiocciola<br />

(vedi le note alle versione 215c).<br />

In alternativa, le old ladies<br />

potrebbero essere connesse<br />

con le figure dette bean nighe,<br />

che nella mitologia celtica<br />

appaiono come vecchie<br />

lavandaie che preannunciano la<br />

morte di qualcuno (la chiocciola<br />

stessa, quindi si tratta forse di<br />

una minaccia?); o ancora con la<br />

visita collettiva fatta ad un<br />

moribondo o ad un ammalato;<br />

oppure ancora come il ricordo<br />

del fatto che la chiocciola veniva<br />

impiegata in rituali di guarigione<br />

nei confronti delle persone<br />

anziane, che di lei hanno<br />

bisogno e la cercano per sentirsi<br />

meglio;<br />

AAA YYY


253 Malwen, Malwen agor dy gorn<br />

neu mi (fe'th) taflaf i Bwllheli<br />

lle mae'r bobl bach yn boddi.<br />

Gallese.<br />

Galles.<br />

Chiocciola, chiocciola, estrai le corna,<br />

oppure ti sbatto nel bacino (ovvero “a<br />

Pwllheli”),<br />

dove il piccolo popolo affogò.<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.flickr.com<br />

/photos/27022187@<br />

N08/3531010769/<br />

e su<br />

http://icnorthwales.ic<br />

network.co.uk/herald<br />

/newyddion/tm_head<br />

line=rhigwm-iannog-y-falwen-o-8217-ichragen&method=ful<br />

l&objectid=2087116<br />

9&siteid=50142name_page.html<br />

(sito visitato il 22<br />

settembre 2009)<br />

Il nome gallese della chiocciola<br />

comprende il prefisso Mal-,<br />

come in altri casi (189).<br />

L'espressione “piccolo popolo” è<br />

talvolta usata nel folclore celtico<br />

per indicare gnomi, folletti,<br />

spiritelli e affini.<br />

Bwllheli o Pwllheli è una città<br />

costiera del Galles, il cui nome<br />

significa “bacino”, “vasca”.<br />

Una leggenda gallese,<br />

conosciuta in diverse varianti,<br />

parla di una mucca sacra o<br />

fatata (talvolta, di un gruppo di<br />

mucche fatate), dai colori insoliti,<br />

che era di aiuto agli uomini, ma<br />

che per la loro ingratitudine<br />

sparì gettandosi in un lago,<br />

circondata da elfi, folletti e fate,<br />

che si gettarono nell'acqua con<br />

lei.<br />

Vedi:<br />

http://www.sacredtexts.com/neu/celt/wfb/wfb75.ht<br />

m<br />

http://www.sacredtexts.com/neu/celt/wfb/wfb22.ht<br />

m<br />

http://www.sacredtexts.com/neu/cfwm/cf105.htm<br />

AAA YYY


254 Malwen, malwen, estyn dy bedwar corn allan<br />

ne mi tafla’i di i’r Môr Coch at y gwartheg<br />

cochion.<br />

Gallese.<br />

Galles.<br />

Chiocciola, chiocciola, estendi le quattro<br />

corna,<br />

oppure ti sbatto nel Mare Rosso, dalle<br />

vacche rosse (oppure: dal bestiame rosso).<br />

Ignota Citata su:<br />

http://digitalwords.ne<br />

t/files/130/dychwelyd<br />

-normal.pdf<br />

(sito visitato il 22<br />

settembre 2009)<br />

Un bacino d'acqua compare<br />

anche nelle altre versioni gallesi<br />

(253. 255).<br />

Una leggenda gallese,<br />

conosciuta in diverse varianti,<br />

parla di una mucca sacra o<br />

fatata (talvolta, di un gruppo di<br />

mucche fatate), dai colori insoliti,<br />

che era di aiuto agli uomini, ma<br />

che per la loro ingratitudine<br />

sparì gettandosi in un lago,<br />

circondata da elfi, folletti e fate,<br />

che si gettarono nell'acqua con<br />

lei.<br />

Vedi:<br />

http://www.sacredtexts.com/neu/celt/wfb/wfb75.ht<br />

m<br />

http://www.sacredtexts.com/neu/celt/wfb/wfb22.ht<br />

m<br />

http://www.sacredtexts.com/neu/cfwm/cf105.htm<br />

Le “vacche rosse”, tuttavia,<br />

potrebbero essere le chiocciole<br />

stesse, paragonate a bovini<br />

(come di consueto), che<br />

diventano rosse di sangue<br />

perché vengono uccise (ed il<br />

sangue è copioso, formando un<br />

“mare rosso”).<br />

AAA YYY


255 Malwen, malwen gorniog<br />

agor (opp. cod) dy bedwar corn allan<br />

neu mi dafla'i di i Bwllheli at y neidr.<br />

256 Escargot d’Bourgogne<br />

Montre-moi tes cornes<br />

Si tu n’les montres pas<br />

Je n’te lâcherai pas.<br />

257 Barraskilo kilo kilo,<br />

Etorri hona<br />

Atera adarrak<br />

Eta ipini eguzkitan.<br />

Gallese.<br />

Galles.<br />

Francese.<br />

Francia, località non<br />

precisata.<br />

Basco.<br />

Paesi Baschi.<br />

Chiocciola, chiocciola cornuta,<br />

estrai (opp. alza) le quattro corna,<br />

oppure ti sbatto nella vasca di raccolta<br />

(ovvero “a Pwllheli”), da quel serpente.<br />

Lumaca di Borgogna,<br />

mostrami le tue corna;<br />

se tu non me le mostri,<br />

io non ti lascerò andare.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

vieni qui,<br />

tira fuori le corna,<br />

e mettiti al sole.<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.highbeam<br />

.com/doc/1G1-<br />

176056506.html<br />

Ignota, per ora, ma<br />

sicuramente esistente<br />

secondo l'informatore, il<br />

quale riferisce anche<br />

che è diversa da quella<br />

della versione 4.<br />

(sito visitato il 22<br />

settembre 2009)<br />

Comunicazione<br />

personale da parte<br />

di un informatore<br />

francese all'utente<br />

NM Acipenser.<br />

Ignota Comunicazione<br />

personale di Roslyn<br />

Frank, etnologa e<br />

studiosa di tradizioni<br />

basche, che<br />

ringrazio.<br />

Bwllheli o Pwllheli è una città<br />

costiera del Galles, il cui nome<br />

significa “bacino”, “vasca”.<br />

Una leggenda gallese,<br />

conosciuta in diverse varianti,<br />

parla di una mucca sacra o<br />

fatata (talvolta, di un gruppo di<br />

mucche fatate), dai colori insoliti,<br />

che era di aiuto agli uomini, ma<br />

che per la loro ingratitudine<br />

sparì gettandosi in un lago,<br />

circondata da elfi, folletti e fate,<br />

che si gettarono nell'acqua con<br />

lei.<br />

Vedi:<br />

http://www.sacredtexts.com/neu/celt/wfb/wfb75.ht<br />

m<br />

http://www.sacredtexts.com/neu/celt/wfb/wfb22.ht<br />

m<br />

http://www.sacredtexts.com/neu/cfwm/cf105.htm<br />

Molte leggende gallesi e, in<br />

generale, celtiche narrano di<br />

serpenti acquatici pericolosi<br />

(paragonabili a draghi).<br />

Il termine “d'Bourgogne” sembra<br />

essere un'alterazione locale<br />

successiva di “bigorne” (vedi<br />

versione 4).<br />

Molto simile alle versioni<br />

spagnole.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


258 Slimák, slimák, vystrč rožky,<br />

dám ti múčky na parôžky.<br />

Ked' ich nevystrčíš von,<br />

podpálim ti dom<br />

a ty zhoríš v ňom.<br />

259 Escargot de Bourgogne,<br />

montre-moi tes cornes<br />

Si tu ne me les montres pas<br />

je te mets la tête en bas!<br />

(Variante:) (259b):<br />

Calimaçon borgne,<br />

montre-moi tes cornes,<br />

si tu ne me les montres pas<br />

je te mettrai la tête en bas.<br />

Slovacco.<br />

Slovacchia, località non<br />

precisata.<br />

Francese.<br />

Francia.<br />

Molto probabilmente nella<br />

zona di Seine-Saint-Denis,<br />

presso Parigi, come la<br />

variante 259b.<br />

Variante 259b:<br />

Seine-Saint-Denis,<br />

immediatamente a nord-est<br />

di Parigi.<br />

Francia.<br />

Lumaca, lumaca, metti fuori i cornetti,<br />

ti metterò dolcetti sulle cornine.<br />

Se non li caccerai fuori,<br />

ti darò fuoco<br />

e tu brucerai dentro la tua casa.<br />

Chiocciola di Borgogna,<br />

mostrami le tue corna;<br />

se tu non me le mostri,<br />

io ti metto a testa in giù!<br />

(Variante:)<br />

Chiocciola orba (opp. malfamata),<br />

mostrami le tue corna,<br />

se tu non me le mostri<br />

io ti metterò a testa in giù.<br />

Ignota Citata su:<br />

http://www.mamatat<br />

a.sk/index.cfm?<br />

module=Article&pag<br />

e=ShowArticle&Artic<br />

leID=2545<br />

(sito visitato il 23<br />

settembre 2009)<br />

Ignota Citata su:<br />

http://formation.paris<br />

.iufm.fr/archiv_05/vo<br />

vos/Sites/voixcompti<br />

ne.htm<br />

(sito visitato il 23<br />

settembre 2009)<br />

Su questa fonte (un<br />

sito relativo a corsi<br />

di formazione in<br />

pedagogia per<br />

insegnanti) le<br />

versioni 259, 260 e<br />

261 erano scritte<br />

concatenate, una di<br />

seguito all'altra.<br />

La variante è tratta<br />

da:<br />

Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Molto simile alle versioni<br />

provenienti da Russia (147,<br />

209), Polonia (213), Ungheria<br />

(224). Tuttavia, oltre all'offerta di<br />

dolci e/o formaggio, che pare<br />

una caratteristica uniforme<br />

dell'Europa orientale,<br />

comprende anche il motivo della<br />

casa che brucia, che invece si<br />

ritrova più frequentemente in<br />

Olanda o in Germania. Ciò non<br />

sorprende, essendo la zona<br />

situata all'incrocio tra la cultura<br />

slava e quella germanica.<br />

Il termine “de Bourgogne”<br />

sembra essere un'alterazione<br />

locale successiva di “bigorne”<br />

(vedi versione 4).<br />

Nella variante 259b non<br />

compare, sostituito dal più<br />

ordinario “chiocciola orba”, che<br />

si ritrova in molte altre versioni.<br />

Sul termine “borgne” vedi nota<br />

alla v. 98.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


260 Colimaçon borgne, montre-moi tes cornes<br />

Si tu ne me les montres pas je te fais cuire à la<br />

casserole!<br />

261 Escargot de Bourgogne montre-moi tes cornes<br />

Si tu ne me les montres pas je le dirai au Maître<br />

qui te coupera la tête<br />

Je le dirai au loup qui te coupera le cou!<br />

Francese.<br />

Francia.<br />

Francese.<br />

Francia.<br />

Chiocciola orba (opp. malfamata), mostrami<br />

le tue corna;<br />

se tu non me le mostri, io ti faccio cuocere in<br />

pentola!<br />

Chiocciola di Borgogna, mostrami le tue<br />

corna;<br />

Se tu non me le mostri io lo dirò al Maestro,<br />

che ti taglierà la testa;<br />

io lo dirò al lupo che ti taglierà il collo!<br />

Ignota Citata su:<br />

http://formation.paris<br />

.iufm.fr/archiv_05/vo<br />

vos/Sites/voixcompti<br />

ne.htm<br />

(sito visitato il 23<br />

settembre 2009)<br />

Su questa fonte (un<br />

sito relativo a corsi<br />

di formazione in<br />

pedagogia per<br />

insegnanti) le<br />

versioni 259, 260 e<br />

261 erano scritte<br />

concatenate, una di<br />

seguito all'altra.<br />

Ignota Citata su:<br />

http://formation.paris<br />

.iufm.fr/archiv_05/vo<br />

vos/Sites/voixcompti<br />

ne.htm<br />

(sito visitato il 23<br />

settembre 2009)<br />

Su questa fonte (un<br />

sito relativo a corsi<br />

di formazione in<br />

pedagogia per<br />

insegnanti) le<br />

versioni 259, 260 e<br />

261 erano scritte<br />

concatenate, una di<br />

seguito all'altra.<br />

Anche qui la chiocciola viene<br />

cucinata, come molte altre volte.<br />

Sul termine “borgne” vedi nota<br />

alla v. 98.<br />

Il termine “de Bourgogne”<br />

sembra essere un'alterazione<br />

locale successiva di “bigorne”<br />

(vedi versione 4).<br />

Il personaggio del Barbieremacellaio-maestro<br />

chiamato a<br />

tagliuzzare la chiocciola torna<br />

anche qui. Notare che non viene<br />

ad ucciderla in molti modi<br />

diversi: di solito la tagliuzza.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


262 Lumaga, lumaga<br />

spunta i corn se no te copi.<br />

La toa mama l'è mesa morta,<br />

al te pa l'è in prigion<br />

per un gran de furmenton.<br />

263 Caccia corna, sciammaruca,<br />

che mmàmmet' è ccatuta,<br />

è ccatuta a terr' allu fossu,<br />

s'è rotta la meli cossa.<br />

(opp.: s'è stocca la meli cossa).<br />

264 Ciammaruca, ciammaruca, alluca,<br />

va ratrova la paluca.<br />

Dialetto lombardo<br />

valtellinese.<br />

Bormio (SO), Valtellina,<br />

Lombardia, Italia.<br />

Dialetto laziale<br />

meridionale.<br />

Lazio, Santa Francesca,<br />

Veroli, provincia di<br />

Frosinone, Italia.<br />

Dialetto molisano<br />

dell'interno.<br />

Roccasicura, Molise, in<br />

provincia di Isernia non<br />

lontano dal confine con la<br />

Campania, Italia.<br />

Lumaca, lumaca,<br />

fai spuntare i corni se no ti uccido.<br />

La tua mamma è mezza morta,<br />

il tuo padre è in prigione<br />

per un granello di mais.<br />

Tira fuori le corna, lumaca,<br />

ché mamma è caduta,<br />

è caduta a terra al fosso,<br />

si è rotta la (???) (spina dorsale?)…<br />

(opp. si è stortata la spina dorsale??…)<br />

Lumaca, lumaca, sistemati,<br />

vai a ritrovare la parrucca.<br />

La musica esiste<br />

sicuramente e si è in<br />

attesa che pervenga.<br />

Secondo la<br />

testimonianza<br />

dell'utente NM Tetrao,<br />

ha una notevole<br />

somiglianza con quella<br />

della versione 4.<br />

Tradizione familiare.<br />

Utente NM Tetrao.<br />

Ignota AIS, Atlante Italo-<br />

Svizzero (una<br />

mappatura delle<br />

parlate di Svizzera<br />

meridionale ed Italia<br />

in forma di atlante<br />

linguistico, realizzata<br />

intorno al 1915 da<br />

studiosi svizzeri).<br />

Carta<br />

corrispondente al<br />

termine “chiocciola”.<br />

Ignota AIS, Atlante Italo-<br />

Svizzero (una<br />

mappatura delle<br />

parlate di Svizzera<br />

meridionale ed Italia<br />

in forma di atlante<br />

linguistico, realizzata<br />

intorno al 1915 da<br />

studiosi svizzeri).<br />

Carta<br />

corrispondente al<br />

termine “chiocciola”.<br />

La versione più somigliante è la<br />

29, della zona di Milano, dove<br />

pure si dice che il padre è in<br />

prigione a causa di un granello<br />

di mais. Non viene però<br />

nominata la mamma. Lo stesso<br />

per la versione 299. Vedi anche<br />

la 105. In generale, per il motivo<br />

del padre punito, vedi 29, 105,<br />

299, 319, 335.<br />

A Bormio, ancora più vicino al<br />

confine, vengono nominati i guai<br />

sia del papà che della mamma,<br />

come in varie versioni non<br />

italiane.<br />

La somiglianza della musica con<br />

quella della versione 4 è molto<br />

interessante e si riallaccia alla<br />

presenza di un modulo di<br />

intonazione probabilmente<br />

antico, basato sulla quarta<br />

giusta discendente, presente in<br />

Valtellina (262), Svizzera (4),<br />

Francia (98), Olanda (228),<br />

Irlanda (252).<br />

La traduzione manca delle parti<br />

finali, per le quali sarebbe<br />

necessaria la collaborazione di<br />

una persona originaria di quella<br />

zona.<br />

Molto affine alla 266.<br />

La traduzione è dubbia: per<br />

esserne certi, sarebbe<br />

necessaria la collaborazione di<br />

una persona originaria di quella<br />

specifica zona. Un dizionario di<br />

molisano riporta il verbo “allucà”<br />

come “sistemarsi” (da non<br />

confondere con “allucuà” che<br />

invece significa “gridare”,<br />

“parlare forte”).<br />

Per “parrucca” si intenderebbe<br />

scherzosamente l'insieme delle<br />

“corna” dell'animale (quando le<br />

ritrae, appare come se le avesse<br />

“perse”).<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


265 Jesci, ciammotta,<br />

ca màmmata s'è mmorta,<br />

s'è mmorta a lo spedale,<br />

e ssonamo tre cambane.<br />

Dialetto campano<br />

settentrionale.<br />

San Donato, Lazio,<br />

provincia di Frosinone; un<br />

tempo la località faceva<br />

parte della Campania e si<br />

trovava in provincia di<br />

Caserta. Italia.<br />

Esci, chiocciola,<br />

ché mamma è morta,<br />

è morta all'ospedale,<br />

e suoniamo tre campane.<br />

Ignota AIS, Atlante Italo-<br />

Svizzero (una<br />

mappatura delle<br />

parlate di Svizzera<br />

meridionale ed Italia<br />

in forma di atlante<br />

linguistico, realizzata<br />

intorno al 1915 da<br />

studiosi svizzeri).<br />

Carta<br />

corrispondente al<br />

termine “chiocciola”.<br />

È significativo che anche qui<br />

tornino i motivi della morte di<br />

(almeno) un familiare e dei<br />

rintocchi funebri di campane,<br />

che si ritrovano in svariate parti<br />

d'Europa anche molto lontane.<br />

Confrontare con le versioni 13,<br />

15, 112, 113, 115, 129, 143, 146,<br />

149, 150, 151, 160, 262.<br />

Per ragioni linguistiche e<br />

culturali si è deciso di contare<br />

questa versione tra quelle della<br />

Campania.<br />

AAA YYY


266 Canda, canda sciammaruca,<br />

(jesci, jesci, sciammaruca),<br />

e cché màmmit'è ccatuta,<br />

è ccatuta alle fossate,<br />

e ss'è rotta 'na costata.<br />

Dialetto campano<br />

settentrionale.<br />

Ausonia, Lazio, provincia di<br />

Frosinone; un tempo la<br />

località faceva parte della<br />

Campania e si trovava in<br />

provincia di Caserta. Italia.<br />

Canta, canta, lumaca,<br />

(esci, esci, lumaca),<br />

ché mamma è caduta,<br />

è caduta al fossato,<br />

è si è rotta una costola.<br />

Ignota AIS, Atlante Italo-<br />

Svizzero (una<br />

mappatura delle<br />

parlate di Svizzera<br />

meridionale ed Italia<br />

in forma di atlante<br />

linguistico, realizzata<br />

intorno al 1915 da<br />

studiosi svizzeri).<br />

Carta<br />

corrispondente al<br />

termine “chiocciola”.<br />

Interessante il fatto che si chieda alla<br />

lumaca di cantare (se la traduzione è<br />

esatta). Il verso alternativo fornito, in<br />

cui le si chiede di uscire, è molto più<br />

comune. L'incidente occorso alla<br />

madre sembra un'alternativa più<br />

blanda alla sua morte. Molto affine<br />

alla 263. Per ragioni linguistiche e<br />

culturali si è deciso di contare questa<br />

versione tra quelle della Campania.<br />

Il fatto che le lumache “cantino” può<br />

però essere dovuto ad un fenomeno<br />

reale. Sul sito<br />

http://mondogasteropodi.forumfree.it/?<br />

t=37839495<br />

(visitato il 25 marzo 2012) troviamo<br />

infatti scritto che<br />

“…tutte le chiocciole di una certa<br />

dimensione, se infastidite o<br />

minacciate, si ritraggono rapidamente<br />

nella conchiglia espellendo di<br />

conseguenza l'aria contenuta nella<br />

cavità polmonare, ciò che talvolta<br />

produce rumori sibilanti, crepitanti o<br />

acuti, nel passaggio attraverso lo<br />

pneumostoma.<br />

Cantareus apertus ha selettivamente<br />

"perfezionato" in modo specifico<br />

questo accidentale fenomeno nel<br />

corso della sua Evoluzione,<br />

trasformandolo in una apposita<br />

strategia deterrente: infatti, quando<br />

una di queste chiocciole è infastidita,<br />

espelle con forza l'aria dal polmone,<br />

contrae lo pneumostoma ed emette<br />

così un lungo sibilo acuto, profondo,<br />

spesso "lamentoso", quasi come se<br />

"piangesse"! Non solo: se l'intensità<br />

del disturbo supera una soglia<br />

minima, la chiocciola non si contenta<br />

di espellere l'aria al momento<br />

racchiusa nel polmone, ma inizia<br />

ritmicamente a "pompare" su e giù col<br />

piede in modo attivo ed energico,<br />

inspirando ed espirando<br />

velocemente, e accompagnando<br />

ciascuna "espirazione" con un sonoro<br />

"lamento", in una serie ininterrotta<br />

che può superare i 10-15 cicli!<br />

Spesso la tonalità e l'intensità del<br />

suono variano da una espirazione<br />

all'altra, conferendo una netta<br />

"modulazione" all'intera successione<br />

sonora(Tra l'altro, il nome stesso del<br />

Genere, Cantareus, nasce con<br />

questa particolare Specie e deriva<br />

proprio da questa sua singolare<br />

attitudine a ..."cantare"…<br />

AAA YYY


267 Ciammaruca d'emfin d'emfin<br />

caccia la ccorna a tum pyaran;<br />

tum pyaran l'è mort<br />

e tti t'è ssissa.<br />

268 Maruca, caccia corna,<br />

màmmita addove rormi?<br />

Rormi a lu mulinu,<br />

caccia pòlivi e ffarina,<br />

farina macinatu,<br />

e lu previti è mmalatu.<br />

Dialetto franco-provenzale<br />

con forti influenze pugliesi<br />

dell'interno; Faeto,<br />

provincia di Foggia, Puglia.<br />

La località si trova sul<br />

confine tra la provincia di<br />

Benevento (Campania), la<br />

provincia di Avellino<br />

(Campania) e quella di<br />

Foggia. Italia.<br />

La zona è abitata da una<br />

comunità di lingua francoprovenzale;<br />

sono attestate<br />

nelle parlate della zona<br />

forti influenze francesi e<br />

provenzali (dovute forse<br />

alla dominazione<br />

normanna, o alla presenza<br />

di una guarnigione<br />

angioina, o forse alla<br />

presenza di esuli francoprovenzali)<br />

e spagnole.<br />

Campano.<br />

Acerno, Provincia di<br />

Salerno.<br />

Campania, Italia.<br />

Lumaca, infine, infine,<br />

caccia fuori le corna (davanti) a tuo padre;<br />

tuo padre è morto<br />

e tu sei uccisa.<br />

Lumaca, caccia fuori le corna,<br />

mamma, dove dormi?<br />

Dormi al mulino,<br />

caccia polvere e farina,<br />

farina macinata,<br />

e il prete è malato.<br />

Ignota AIS, Atlante Italo-<br />

Svizzero (una<br />

mappatura delle<br />

parlate di Svizzera<br />

meridionale ed Italia<br />

in forma di atlante<br />

linguistico, realizzata<br />

intorno al 1915 da<br />

studiosi svizzeri).<br />

Carta<br />

corrispondente al<br />

termine “chiocciola”.<br />

Ignota AIS, Atlante Italo-<br />

Svizzero (una<br />

mappatura delle<br />

parlate di Svizzera<br />

meridionale ed Italia<br />

in forma di atlante<br />

linguistico, realizzata<br />

intorno al 1915 da<br />

studiosi svizzeri).<br />

Carta<br />

corrispondente al<br />

termine “chiocciola”.<br />

La traduzione è molto incerta;<br />

sarebbe necessaria la<br />

collaborazione di una persona<br />

originaria di quella zona.<br />

La situazione linguistica di Faeto<br />

è molto complessa e l'origine<br />

della sua comunità francoprovenzale<br />

(formatasi tra il 1200<br />

ed il 1400) non è ancora stata<br />

chiarita completamente.<br />

La mamma, il mulino, la farina, il<br />

prete, la malattia: sono tutti<br />

motivi comuni presenti anche in<br />

altre versioni, ma qui formano<br />

una miscela insolita.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


269 Ciammaruca, caccia corna,<br />

màmmata è ggiut' a ffola,<br />

fola 'e Ssand'Angele,<br />

Ddiu ta manna l'angele,<br />

l'angele e lla spica,<br />

Ddi' ta benerica.<br />

270 Jisci, jisci corna,<br />

ca màmmata ti scorna,<br />

sott'a nu pisconu,<br />

chi ti kjrava nu vandiconu.<br />

271 Bogon, bogonela,<br />

tira fora i corni<br />

se no te meto in padela.<br />

Campano.<br />

Trevico, Provincia di<br />

Avellino.<br />

Campania, Italia.<br />

Dialetto campano<br />

meridionale.<br />

Pantano, frazione di<br />

Teggiano, provincia di<br />

Salerno, Campania<br />

meridionale, non lontano<br />

dal confine con la<br />

Basilicata. Italia.<br />

Dialetto veronese.<br />

Alberedo d'Adige (Verona),<br />

Veneto, Italia.<br />

Nota anche a Verona.<br />

Lumaca, caccia fuori le corna,<br />

mamma è giunta a volo,<br />

volo di Sant'Angelo,<br />

Dio ti manda l'angelo,<br />

l'angelo e la spiga,<br />

Dio ti benedica.<br />

Esci, esci corna,<br />

che mamma ti scorna,<br />

sotto ad un sasso,<br />

che… (ti lavora fino a ridurti ad uno<br />

straccio?).<br />

Chiocciolona, chiocciolina,<br />

tira fuori i corni,<br />

se no ti metto in padella.<br />

Ignota AIS, Atlante Italo-<br />

Svizzero (una<br />

mappatura delle<br />

parlate di Svizzera<br />

meridionale ed Italia<br />

in forma di atlante<br />

linguistico, realizzata<br />

intorno al 1915 da<br />

studiosi svizzeri).<br />

Carta<br />

corrispondente ad<br />

Italia meridionale e<br />

Sardegna, per il<br />

termine “chiocciola”.<br />

Ignota AIS, Atlante Italo-<br />

Svizzero (una<br />

mappatura delle<br />

parlate di Svizzera<br />

meridionale ed Italia<br />

in forma di atlante<br />

linguistico, realizzata<br />

intorno al 1915 da<br />

studiosi svizzeri).<br />

Carta<br />

corrispondente al<br />

termine “chiocciola”.<br />

Ad Alberedo veniva<br />

recitata, non cantata.<br />

A Verona i soli primi<br />

due versi venivano<br />

cantati sul consueto<br />

modulo sol-la-sol-mi<br />

(tipo “giro-girotondo”),<br />

mentre il terzo verso<br />

era soltanto parlato.<br />

Tradizione familiare<br />

(madre).<br />

Utente NM “fern”.<br />

Confermata (per<br />

Verona) dalla<br />

testimonianza di<br />

un'amico di Caterina<br />

Azara.<br />

La traduzione è molto incerta;<br />

sarebbe necessaria la<br />

collaborazione di una persona<br />

originaria di quella zona.<br />

Lo straordinario fatto che la<br />

madre sia “giunta a volo”,<br />

ovvero volando, potrebbe anche<br />

ricordare certe credenze di tipo<br />

sciamanico che si riscontrano,<br />

ad esempio, in Sardegna, ove si<br />

crede alla possibilità di<br />

effettuare voli magici o viaggi<br />

con mezzi soprannaturali. Su<br />

questo tema confronta con la<br />

versione 192. Potrebbe però<br />

significare la morte della madre<br />

e la salita della sua anima in<br />

cielo, come in altre versioni<br />

(forse 113, 141 e altre), e,<br />

ancora, la speranza che, tramite<br />

l'aiuto soprannaturale della<br />

potente lumaca, si possa vedere<br />

la mamma morta apparire come<br />

un angelo (quindi: la<br />

convinzione di poter comunicare<br />

con i morti): anche questa<br />

interpretazione, che sembra<br />

plausibile, è in comune con<br />

molte altre versioni.<br />

La traduzione dell'ultimo verso è<br />

molto incerta; sarebbe<br />

necessaria la collaborazione di<br />

una persona originaria di quella<br />

zona.<br />

L'ipotesi di traduzione dell'ultimo<br />

verso è stata derivata<br />

dall'apparente somiglianza<br />

dell'ultimo termine con<br />

l'abruzzese mandricchiune /<br />

mandrecchione (= “straccio,<br />

strofinaccio”).<br />

La prima parte è come nelle<br />

versioni 125 e 200, e simile alla<br />

versione 21.<br />

“Il dialetto distingue le chiocciole<br />

(bogoni le grandi, bogonele le<br />

piccole) dalle lumache<br />

(lumaghe)”.<br />

Anche questa versione contiene<br />

la minaccia di cucinare<br />

l'animale. Molto affine alla 26.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


272 Lömaga lömaghì<br />

casa fòra i cornacì<br />

lónc lónc lónc<br />

come la cuä del colomb.<br />

Variante (272b):<br />

Lümàgô lümaghì<br />

càshô fò i tò curnacì<br />

lónc, lónc, lónc<br />

come la cùô del colómp<br />

de she nò<br />

ta fó rustì 'n padèlô.<br />

Variante (272c):<br />

Lümàga lümaghì<br />

casa föra i tò curnì<br />

lùnch lùnch lùnch<br />

cumè i ale di culùmp.<br />

Dialetto bresciano.<br />

Brescia città, Lombardia,<br />

Italia.<br />

Variante 272b:<br />

Dialetto della provincia<br />

bresciana.<br />

Nigoline Bonomelli,<br />

frazione di Corte Franca,<br />

provincia di Brescia,<br />

Lombardia, Italia.<br />

Variante 272c:<br />

Dialetto della provincia<br />

bergamasca.<br />

Treviglio, provincia di<br />

Bergamo, Lombardia,<br />

Italia.<br />

Lumaca lumachina<br />

caccia fuori i cornetti<br />

lunghi lunghi lunghi<br />

come la coda del colombo.<br />

Variante (272b):<br />

Lumaca, lumachina,<br />

caccia fuori i tuoi piccoli corni<br />

lunghi, lunghi, lunghi<br />

come la coda del colombo<br />

se no<br />

ti faccio arrostire in padella.<br />

Variante (272c):<br />

Lumaca, lumachina,<br />

caccia fuori i tuoi cornetti,<br />

lunghi, lunghi, lunghi<br />

come le ali dei colombi.<br />

Era solo parlata.<br />

Per la 272c:<br />

Ignota.<br />

272: Tradizione<br />

familiare.<br />

Utente NM<br />

“Hirundo”.<br />

La variante 272a è<br />

tratta dal testo Pàrlô<br />

come<br />

t’à ’nsegnàt tò<br />

màder, di Giuseppe<br />

Zani, Edizioni<br />

Cumpustéla, fuori<br />

commercio, visibile<br />

su:<br />

http://web.tiscali.it/cu<br />

mpustela/filastr.htm<br />

Sito visitato il 25<br />

agosto 2011.<br />

Per la 272b:<br />

Marino Anesa e<br />

Mario Rondi,<br />

Filastrocche<br />

popolari<br />

bergamasche,<br />

seconda edizione,<br />

Sistema<br />

Bibliotecario Urbano,<br />

Bergamo 1991. In:<br />

Quaderni<br />

dell'archivio della<br />

cultura di base, n.<br />

16. Pag. 68, n. 140.<br />

Treviglio, 6/6/1979.<br />

Si ringrazia molto<br />

Valter Biella per la<br />

comunicazione<br />

personale e per<br />

ulteriori<br />

suggerimenti, ed<br />

Aldo Stucchi per<br />

l'aiuto.<br />

Commenta la fonte della prima<br />

versione:<br />

“La recitavano in gruppo i<br />

bambini quando trovavano la<br />

lumaca, negli anni '50.”<br />

La presenza di un commento sui<br />

corni (ultimi due versi) non è<br />

comune e sembra discostarsi un<br />

poco dal modello più frequente<br />

della nostra strofetta.<br />

Lo dimostra anche la variante<br />

272b, che infatti ne costituisce<br />

una versione formalmente più<br />

completa.<br />

La variante 272b è stata trovata<br />

insieme alla 272.<br />

Commenta la fonte della<br />

variante, con riferimento alla 272<br />

ed alla 516:<br />

“Le due filastrocche non erano<br />

dette una dopo l'altra, ma ogni<br />

gruppo familiare ne aveva "in<br />

repertorio" una. La prima<br />

filastrocca sembra voler offrire<br />

una possibilità di salvataggio<br />

alla chiocciola, la seconda<br />

minaccia di volerle far fare una<br />

brutta fine, ma in entrambi i casi<br />

il loro destino era segnato:<br />

sarebbero finite in pentola. I<br />

bambini osservavano incuriositi<br />

le chiocciole e recitavano la<br />

filastrocca mentre tenevano la<br />

chiocciola per il guscio o mentre<br />

la osservavano strisciare. Si<br />

andava "per lumache"<br />

soprattutto di notte, dopo un<br />

temporale primaverile alla luce<br />

della «centilénô» (lampada che<br />

bruciava acetilene, gas prodotto<br />

dal contatto del «carburo» con<br />

l'acqua).”<br />

AAA YYY


273 Bovoea, bovoea,<br />

co tre corni,<br />

uno par mi,<br />

uno par ti,<br />

e uno pa ea vecia del muin.<br />

274 Nacistes en la primavera,<br />

sol y agua te engendraron;<br />

abril te meció la cuna,<br />

de flores te vistió el mayo.<br />

Y a un caracol en la playa<br />

por mi novio pregunté,<br />

y el caracol se reía diciendo:<br />

"Señora, qué cosas tiene usted."<br />

“Caracol, caracol,<br />

yo a mi novio le quiero<br />

y si le ves, caracol,<br />

dile que por él me muero.”<br />

275 Esa niña que hay en medio,<br />

la del caracol en la frente,<br />

no se ha ido con el novio<br />

porque no le ha dicho: “Vente”.<br />

Dialetto veneto.<br />

Scaltenigo, Venezia.<br />

Veneto, Italia.<br />

Spagnolo.<br />

Spagna, zona non<br />

precisata.<br />

Spagnolo.<br />

Spagna, zona non<br />

precisata.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

con tre corna,<br />

uno per me, uno per te,<br />

e uno per la vecchia del mulino.<br />

Nascesti in primavera,<br />

sole e acqua ti generarono;<br />

aprile ti dondolò la culla,<br />

di fiori ti vestì il maggio.<br />

E ad una chiocciola sulla spiaggia<br />

chiesi del mio fidanzato,<br />

e la chiocciola sorrise dicendo:<br />

“Signora, che cos'hai?”<br />

“Chiocciola, chiocciola,<br />

io amo il mio fidanzato<br />

e se lo vedi, chiocciola,<br />

digli che muoio per lui.”<br />

Questa fanciulla che c'è nel mezzo,<br />

con la chiocciola sulla sua fronte,<br />

non è andata col fidanzato<br />

perché non le ha detto: “Vieni”.<br />

Ignota. Tradizione familiare<br />

(nonno).<br />

Utente NM<br />

“dadopimpi”.<br />

Ignota, ma sicuramente<br />

esistente. Schneider<br />

riporta che la musica è<br />

la melodia 315 su: K.<br />

Schindler, “Folk Music<br />

and Poetry of Spain<br />

and Portugal”, New<br />

York, 1941.<br />

Incerte, ma esistente<br />

(sulla fonte è citata<br />

come “canzone”) e<br />

molto probabilmente<br />

del tutto simile a quella<br />

riportata per una<br />

versione con testo<br />

strutturalmente<br />

analogo, ma differente,<br />

all'indirizzo:<br />

http://www.aragob.es/e<br />

dycul/patrimo/etno/valto<br />

rres/sonido/val004.mp3<br />

Marius Schneider:<br />

"Los cantos de lluvia<br />

en España". Estudio<br />

etnológico<br />

comparativo sobre la<br />

ideología de los ritos<br />

de pluviomagia,<br />

"Anuario Musical",<br />

vol. IV, rivista edita<br />

dall' "Instituto<br />

Español de<br />

Musicología", CSIC,<br />

Barcelona, 1949.<br />

Marius Schneider:<br />

"Los cantos de lluvia<br />

en España". Estudio<br />

etnológico<br />

comparativo sobre la<br />

ideología de los ritos<br />

de pluviomagia,<br />

"Anuario Musical",<br />

vol. IV, rivista edita<br />

dall' "Instituto<br />

Español de<br />

Musicología", CSIC,<br />

Barcelona, 1949.<br />

Molto affine alle versioni 34 e 45<br />

(entrambe versioni ladine della<br />

Val Badia), per la presenza della<br />

formula di distribuzione delle<br />

corna ("uno per me, uno per<br />

te…") e per la menzione del<br />

personaggio della "vecchia del<br />

mulino".<br />

È insolito che manchi della<br />

richiesta fatta alla lumaca<br />

(richiesta di tirare fuori le corna<br />

o di uscire fuori): di solito questa<br />

appare sempre, in genere nel<br />

secondo verso.<br />

Questo potrebbe indicare che si<br />

tratta di una versione un po' più<br />

recente, in cui tale richiesta è<br />

andata perduta.<br />

Questo documento, davvero<br />

molto bello e particolare, non<br />

appartiene alla tipologia della<br />

filastrocca da noi studiata, ma lo<br />

si include perchè sembra<br />

mostrare bene il ruolo della<br />

chiocciola come legata ad<br />

importanti temi della vita, quali lo<br />

scorrere del tempo, la nascita, la<br />

morte, la fecondità.<br />

Anche questo documento non<br />

appartiene alla tipologia delle<br />

nostra filastrocca. Lo si include<br />

per le stesse ragioni illustrate<br />

alla nota del precedente<br />

esempio 274.<br />

AAA YYY<br />

CAA YNN<br />

CAA YNN


276 El Pelele està malo.<br />

Qué le daremos?<br />

Agua de caracoles,<br />

que críe cuernos.<br />

Su mamita lo quiere,<br />

y su papà tambien,<br />

y todos lo queremos.<br />

Arriba, pues, con él!<br />

Secondo una versione certamente più tarda<br />

(presente sul sito citato in nota) il termine “agua”<br />

(acqua) veniva sostituito con “caldo” (brodo),<br />

vocabolo che, secondo una mentalità moderna e<br />

miope, parrebbe più realistico se riferito alla cura<br />

di qualcuno che sta male, ma che è in realtà del<br />

tutto falsato rispetto all'originale senso rituale,<br />

perché meno legato all'arcaico valore simbolico<br />

dell'acqua, elemento primario di vita e di fertilità.<br />

Spagnolo.<br />

Spagna, Villamayor de<br />

Calatrava.<br />

Lo Strambo sta male.<br />

Cosa gli daremo?<br />

Acqua di chiocciole,<br />

che tirarono su i corni.<br />

La sua mammina lo ama,<br />

e anche suo papà,<br />

e tutti lo amiamo.<br />

E allora, viva lui!<br />

Ignota. Marius Schneider:<br />

"Los cantos de lluvia<br />

en España". Estudio<br />

etnológico<br />

comparativo sobre la<br />

ideología de los ritos<br />

de pluviomagia,<br />

"Anuario Musical",<br />

vol. IV, rivista edita<br />

dall' "Instituto<br />

Español de<br />

Musicología", CSIC,<br />

Barcelona, 1949.<br />

NOTE (INIZIO):<br />

Questo<br />

interessantissimo<br />

documento non<br />

appartiene alla<br />

tipologia della nostra<br />

filastrocca, ma<br />

presenta con essa<br />

degli evidenti ed<br />

importanti punti di<br />

contatto:<br />

l'importanza<br />

dell'acqua, la<br />

potenza curativa e<br />

vivificante dei corni<br />

alzati e della<br />

chiocciola, la<br />

menzione dei<br />

genitori.<br />

Il termine “Pelele”,<br />

letteralmente<br />

“strambo, bizzarro,<br />

pazzerello”, è usato<br />

anche per indicare il<br />

tradizionale partner<br />

dei clown, quello che<br />

in italiano viene di<br />

solito chiamato<br />

“Augusto” (inglese<br />

“Zany”).<br />

(NOTE: CONTINUAZIONE)<br />

Secondo quanto riportato sul sito<br />

http://www.villamayordecalatrava.blog<br />

spot.com/<br />

(sito visitato il 29 ottobre 2009)<br />

“…alla fine della processione della<br />

Domenica di Pasqua, era abitudine<br />

appendere ad un albero nel posto più<br />

importante un pupazzo, fatto di<br />

indumenti maschili e riempito d'erba<br />

[l'erba chiamata in spagnolo palomilla,<br />

“colombella”, molto probabilmente<br />

Fumaria sp., cibo abituale delle<br />

tortore, o l'affine Corydalis sp. o,<br />

meno probabilmente, forse anche<br />

Alkanna tinctoria], per ricordare come<br />

aveva posto fine alla propria vita il<br />

discepolo traditore, Giuda Iscariota.<br />

Alla fine della Messa, il pupazzo era<br />

oggetto di dileggio e derisione, finché<br />

non veniva gradualmente smontato. A<br />

volte si cantava: (e qui il sito riporta la<br />

strofa citata qui a fianco).”<br />

Ricordiamo che in parecchi gruppi<br />

rituali (ad esempio, nei carnevali<br />

arcaici di diverse zone europee) è<br />

presente un personaggio chiamato “il<br />

buffone”, “il pagliaccio” o “il matto”.<br />

Dato che la Pasqua è sinonimo di<br />

Risurrezione, questa è certamente la<br />

cristianizzazione di un rituale di<br />

gruppo per celebrare il passaggio tra<br />

l'anno vecchio (simboleggiato in una<br />

recita da un personaggio che fa la<br />

parte dello “Strambo” che muore) ed il<br />

nuovo (simboleggiato nella stessa<br />

recita dallo “Strambo” che risorge,<br />

dopo aver bevuto “acqua di<br />

chiocciola”, con la spirale della<br />

chiocciola simbolo dello scorrere del<br />

tempo, della primavera, della vita e<br />

della fertilità). Simili rappresentazioni<br />

teatrali rituali esistono veramente e si<br />

ripetono talvolta anche oggi (come il<br />

cosiddetto “Ballo del Barbiere”,<br />

conosciuto nelle Dolomiti ladine, in<br />

Germania ed anche nei Paesi<br />

Baschi).<br />

La cristianizzazione ha poi portato<br />

molto probabilmente prima a far<br />

impersonare lo “Strambo” da un<br />

pupazzo e non più da una persona<br />

vera, e poi a dileggiare il personaggio,<br />

paragonandolo anche a Giuda.<br />

CAA YNN


277 Si en la villa de Valtorres, de sus chimeneas<br />

humo salir ves<br />

no creas que es de jamón, que de caracoles es.<br />

278 Lumeghe, lumeghe,<br />

fa sü i corn,<br />

sentse 'n matsi ti e la tò ca.<br />

Spagnolo.<br />

Aragona, Spagna.<br />

Dialetto lombardo-ticinese.<br />

Chironico, Svizzera,<br />

Canton Ticino.<br />

Se nel villaggio di Valtorres, vedi salire del<br />

fumo su per i camini,<br />

non credere che sia di prosciutto, perché è<br />

di lumache.<br />

Lumaca, lumaca,<br />

tira su i corni,<br />

se no ti ammazzo, te e la tua casa.<br />

Ignota. Citata sul sito:<br />

http://www.aragob.e<br />

s/edycul/patrimo/etn<br />

o/valtorres/refranes.<br />

htm<br />

(sito visitato il 29<br />

ottobre 2009)<br />

Ignota. AIS, Atlante Italo-<br />

Svizzero (una<br />

mappatura delle<br />

parlate di Svizzera<br />

meridionale ed Italia<br />

in forma di atlante<br />

linguistico, realizzata<br />

intorno al 1915 da<br />

studiosi svizzeri).<br />

Carta<br />

corrispondente al<br />

termine “chiocciola”.<br />

Il significato potrebbe essere<br />

semplicemente una presa in giro<br />

della predilezione per le<br />

lumache come alimento, tipica<br />

degli abitanti di quella zona;<br />

potrebbe però essere anche:<br />

“Quelli di Valtorres sono dei<br />

poveretti, non si potrebbero<br />

permettere di mangiare<br />

prosciutto, è già tanto se<br />

riescono a mangiare lumache”.<br />

Documento non appartenente<br />

alla nostra tipologia di<br />

filastrocca, che nella prima<br />

interpretazione mostra la<br />

diffusione di questo animale<br />

come alimento, e, nella seconda<br />

interpretazione, potrebbe<br />

mostrare l'idea che la lumaca sia<br />

un cibo tipico dei poveri, un<br />

alimento di ripiego, ma molto<br />

noto e diffuso come tale. Nella<br />

zona, le chiocciole sono molto<br />

diffuse ed è tuttora molto diffuso<br />

il loro consumo.<br />

CAA YNN<br />

AAA YYY


279 Limaia, limaia,<br />

met for i chern,<br />

sa de no,<br />

u vegn al bizabò,<br />

a tajatvi ul co.<br />

Variante:<br />

…se nuu<br />

vegn al bùzabò<br />

a taiatt vea l cò.<br />

280 Limaga, limaga,<br />

buta fò i cörni,<br />

sa nno, al dimugnìc<br />

al ven toeu ti.<br />

Dialetto piemontese della<br />

zona dell'Ossola.<br />

Malesco, Val Vigezzo,<br />

provincia del Verbano-<br />

Cusio-Ossola, Piemonte,<br />

Italia.<br />

La variante, in un dialetto<br />

svizzero ticinese, è<br />

presente nella frazione di<br />

Arbedo (Arbedo-Castione),<br />

nel Canton Ticino, Svizzera<br />

Italiana.<br />

Dialetto di transizione<br />

piemontese-lombardo.<br />

Borgomanero, provincia di<br />

Novara, Piemonte, Italia.<br />

Lumaca, lumaca,<br />

metti fuori i corni,<br />

se no,<br />

viene il Bizabò,<br />

a tagliarti il collo.<br />

Lumaga, lumaca,<br />

butta fuori i corni,<br />

se no, il demonietto<br />

viene a prenderti.<br />

Ignota. AIS, Atlante Italo-<br />

Svizzero (una<br />

mappatura delle<br />

parlate di Svizzera<br />

meridionale ed Italia<br />

in forma di atlante<br />

linguistico, realizzata<br />

intorno al 1915 da<br />

studiosi svizzeri).<br />

Carta<br />

corrispondente al<br />

termine “chiocciola”.<br />

La variante è tratta<br />

da:<br />

Vocabolario dei<br />

dialetti della<br />

Svizzera italiana di<br />

Silvio Sganzini,<br />

Lugano, Tip. La<br />

Commerciale,<br />

Bellinzona, Centro di<br />

dialettologia e di<br />

etnografia, 1952–<br />

2010, volume Bab-<br />

Bluzcar, alla voce<br />

Bissabò.<br />

http://books.google.it<br />

/books?<br />

ei=3cxtT_bQGvCP4<br />

gTx5TAAg&hl=it&id=b<br />

HEIAQAAIAAJ&dq=t<br />

òt+lilmaga&q=<br />

%22se+no+viene+il<br />

%22#search_anchor<br />

Ignota. AIS, Atlante Italo-<br />

Svizzero (una<br />

mappatura delle<br />

parlate di Svizzera<br />

meridionale ed Italia<br />

in forma di atlante<br />

linguistico, realizzata<br />

intorno al 1915 da<br />

studiosi svizzeri).<br />

Carta<br />

corrispondente al<br />

termine “chiocciola”.<br />

Ricompare il personaggio<br />

chiamato ad uccidere la lumaca,<br />

ed anche qui il suo nome inizia<br />

per “B”. Vedi note alle versioni<br />

38, 42, 126.<br />

“Bizabò” era anche il nome del<br />

demonio negli atti di un<br />

processo di stregoneria<br />

registrato a Mendrisio: “quando<br />

andavo al barlotto vi erano tre<br />

demonij che ballavano e<br />

sonavano, dei quali uno se<br />

faceva chiamare Angelino, l'altro<br />

Cornino, et l'altro Bizabò<br />

majore”. (Giuseppe Martinola,<br />

Processi ticinesi di stregoneria,<br />

Tipografia editrice Lugano,<br />

Lugano, 1943)<br />

Fortemente affine a 126, 333,<br />

583.<br />

Vedi nota alla versione<br />

precedente (279). Qui il<br />

personaggio invocato è<br />

chiamato genericamente<br />

“demonietto”.<br />

Molto affine alla versione<br />

svizzera 613.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


281 Lümatsa, lümatsoeura,<br />

chi tragh' 'e corne foeura,<br />

i sbiri i son lì,<br />

lümatsa, tumba lì.<br />

282 Büta, büta, buniöl,<br />

cun quatro curniöi.<br />

Dialetto ligure dell'interno.<br />

Calizzano, provincia di<br />

Savona, Liguria, Italia.<br />

Presente anche ad<br />

Albenga.<br />

Dialetto trentino.<br />

Mortaso, provincia di<br />

Trento, Trentino, Italia.<br />

Lumaca, lumachina,<br />

che tu possa tirare le corna fuori,<br />

gli sbirri sono lì,<br />

lumaca, muori lì.<br />

Nota: la seconda fonte propone per il<br />

termine “sbiri” la traduzione “rondoni”<br />

(teoricamente possibile), ma non<br />

concordiamo con questa proposta, per i<br />

paralleli con altre versioni analoghe (vedi 29,<br />

105, 262, 299, 319, 335 e simili). Con<br />

un'annotazione di grande interesse, la<br />

seconda fonte racconta anche che “nel<br />

recitare l'ultimo verso, (i contadini) la<br />

toccano con una bacchettina perché tomboli<br />

in terra”. Può probabilmente essere<br />

accaduto che il significato originario (“sbirri”)<br />

sia poi stato trasposto (“rondoni”) per la<br />

somglianza dei termini nella parlata locale,<br />

quando il senso originario non era più chiaro<br />

alla gente. Da qui potrebbe essere derivata<br />

la credenza, tarda, che si stia facendo<br />

cadere la lumaca per salvarla dal divenir<br />

preda dei rondoni (credenza locale attuale<br />

attestata nella seconda fonte). Abbiamo su<br />

questo più di una perplessità, dovuta al fatto<br />

che far cadere il mollusco sembra un atto<br />

tutt'altro che “misericordioso”, come<br />

dovrebbe invece essere secondo tale<br />

credenza, ed anche al fatto che i rondoni<br />

catturano insetti al volo e non si nutrono mai<br />

di lumache: i contadini dovrebbero saperlo<br />

bene. Dunque, dovendo inserire nella<br />

formuletta il nome di un predatore di<br />

lumache, perché scegliere i rondoni? Forse,<br />

solo perché il significato originale doveva<br />

essere “sbirri”…<br />

Butta, butta, lumaca,<br />

con quattro corni.<br />

Ignota. AIS, Atlante Italo-<br />

Svizzero (una<br />

mappatura delle<br />

parlate di Svizzera<br />

meridionale ed Italia<br />

in forma di atlante<br />

linguistico, realizzata<br />

intorno al 1915 da<br />

studiosi svizzeri).<br />

Carta<br />

corrispondente al<br />

termine “chiocciola”.<br />

Seconda fonte:<br />

Adriano Garbini,<br />

Antroponimie ed<br />

omonimie nel campo<br />

della zoologia<br />

popolare, parte II,<br />

Accademia di<br />

agricoltura, scienze<br />

e lettere, Verona<br />

1925.<br />

Ignota. AIS, Atlante Italo-<br />

Svizzero (una<br />

mappatura delle<br />

parlate di Svizzera<br />

meridionale ed Italia<br />

in forma di atlante<br />

linguistico, realizzata<br />

intorno al 1915 da<br />

studiosi svizzeri).<br />

Carta<br />

corrispondente al<br />

termine “chiocciola”.<br />

La traduzione del finale è stata<br />

fatta per analogia con il Córso<br />

tumbà (uccidere). “Tumba”<br />

significa però anche<br />

semplicemente “cadi”. Gli “sbiri”<br />

(cioè, secondo la nostra<br />

traduzione, gli sbirri, le guardie –<br />

vedi nota alla traduzione qui a<br />

fianco) potrebbero stare al posto<br />

del personaggio invocato<br />

abitualmente per punire la<br />

lumaca, ma ritengo più probabile<br />

che si tratti del motivo<br />

dell'arresto di qualcuno (di solito<br />

un familiare), come nelle<br />

versioni 29, 105, 262, 299, 319,<br />

335 e simili.<br />

È importante leggere la nota alla<br />

traduzione qui a fianco.<br />

L'interessante atto di far cadere<br />

la lumaca con una bacchettina<br />

potrebbe aver avuto, in origine,<br />

un significato rituale: lo<br />

riteniamo probabile.<br />

Si intende: “butta fuori i corni”. Il<br />

termine buniöl per indicare<br />

l'animale potrebbe essere legato<br />

ad un etimo che indica i corni<br />

(catalano banya, occitano bana).<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


283 Lumaca,<br />

cava le corn' e caca.<br />

284 Ciammaiecch' a qquattr' corna,<br />

dimme, màmmata addonna dorma.<br />

Dorma 'm mezz' a la fratt',<br />

ciammaiecch' a qquattr' a qquattr'.<br />

285 Ciammaruca, ciammaruca,<br />

'ìscia dentr' la ca'ùta,<br />

ca màmmata ta dà<br />

lo pane e lla càscia,<br />

e ppò ta dà…<br />

e ll'ha scappà.<br />

286 Ciammalöecch' e ciammacorn'<br />

ca t'ha d'tt 'sa marandònja,<br />

co' ca cäcc' sse du corn'.<br />

Sse te na lla vu caccià,<br />

Sanda Lucea ta possa cecà.<br />

Italiano, varietà toscana.<br />

Scansano, provincia di<br />

Grosseto, Toscana<br />

meridionale, Italia.<br />

Dialetto abruzzese.<br />

Crecchio, provincia di<br />

Chieti, Abruzzo, Italia.<br />

Dialetto abruzzese.<br />

Trasacco, provincia de<br />

L'Aquila, Abruzzo. Italia.<br />

Dialetto abruzzese.<br />

Fara San Martino,<br />

provincia di Chieti,<br />

Abruzzo, Italia.<br />

Lumaca,<br />

tira fuori le corna e fai la cacca.<br />

Chiocciola a quattro corna,<br />

dimmi, mamma dove dorme?<br />

Dorme in mezzo ai cespugli,<br />

chiocciola a quattro, a quattro.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

piscia dentro lo scarico,<br />

che mamma ti dà<br />

il pane e il cacio,<br />

e poi ti dà…<br />

…ed è scappata.<br />

Chiocciola, luma-corna,<br />

a cui ho dato la merendina,<br />

bisogna che cacci fuori queste due corna.<br />

Se tu non le vuoi cacciare,<br />

Santa Lucia ti possa accecare.<br />

Ignota. AIS, Atlante Italo-<br />

Svizzero (una<br />

mappatura delle<br />

parlate di Svizzera<br />

meridionale ed Italia<br />

in forma di atlante<br />

linguistico, realizzata<br />

intorno al 1915 da<br />

studiosi svizzeri).<br />

Carta<br />

corrispondente al<br />

termine “chiocciola”.<br />

Ignota. AIS, Atlante Italo-<br />

Svizzero (una<br />

mappatura delle<br />

parlate di Svizzera<br />

meridionale ed Italia<br />

in forma di atlante<br />

linguistico, realizzata<br />

intorno al 1915 da<br />

studiosi svizzeri).<br />

Carta<br />

corrispondente al<br />

termine “chiocciola”.<br />

Ignota. AIS, Atlante Italo-<br />

Svizzero (una<br />

mappatura delle<br />

parlate di Svizzera<br />

meridionale ed Italia<br />

in forma di atlante<br />

linguistico, realizzata<br />

intorno al 1915 da<br />

studiosi svizzeri).<br />

Carta<br />

corrispondente al<br />

termine “chiocciola”.<br />

Ignota. AIS, Atlante Italo-<br />

Svizzero (una<br />

mappatura delle<br />

parlate di Svizzera<br />

meridionale ed Italia<br />

in forma di atlante<br />

linguistico, realizzata<br />

intorno al 1915 da<br />

studiosi svizzeri).<br />

Carta<br />

corrispondente al<br />

termine “chiocciola”.<br />

Il finale potrebbe essere visto<br />

come volgare. Per quanto la<br />

cosa possa sembrare insolita,<br />

esiste però anche la seria<br />

possibilità che si tratti del<br />

retaggio, poi dimenticato, di<br />

un'antica richiesta di fertilità per i<br />

campi, o anche di un'antica<br />

richiesta di pioggia, come è<br />

evidenziato già da Schneider<br />

nello studio citato come fonte<br />

per la versione 274 ed altre.<br />

La richiesta di sapere dove<br />

dorme la madre c'è in diverse<br />

versioni dell'Italia meridionale.<br />

Vedi 268.<br />

Manca l'invito ad uscire o ad<br />

estrarre le corna, cosa molto<br />

insolita.<br />

L'inizio, un insolito invito che<br />

sostituisce quelli più consueti,<br />

potrebbe essere visto come<br />

volgare. Per quanto la cosa<br />

possa sembrare insolita, esiste<br />

però anche la seria possibilità<br />

che si tratti del retaggio, poi<br />

dimenticato, di un'antica<br />

richiesta di fertilità per i campi, o<br />

anche di un'antica richiesta di<br />

pioggia, come è evidenziato già<br />

da Schneider nello studio citato<br />

come fonte per la versione 274<br />

ed altre.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


287 Riesci, riesci corne,<br />

che màmmuta te ssa ddorme,<br />

ha fattu 'n bellu fillu,<br />

co' 'e scarpe de scupillu,<br />

'e ca'zette a 'a romana,<br />

ggira, ggira, frascatana.<br />

288 Jesci, jesci, corna,<br />

ca mamma tua t'imborna,<br />

t'imborna la fucazza<br />

e mmamma tua t'abbrazza.<br />

289 Jesci, jesci, corna,<br />

ca te fazzu cammisa longa,<br />

e te fazzu 'ndzignàri ' pide,<br />

e te ciàmas' cavallìri.<br />

290 Esci, esci, corna,<br />

ca te fazzu cammisa lonna,<br />

e màmmata allu mulinu<br />

cu ttri pezze 'e casu allu sinu,<br />

e ddue si ll'ha mangiate,<br />

e ttri ti ll'ha stipate.<br />

Dialetto laziale.<br />

Nemi, provincia di Roma,<br />

Lazio, Italia.<br />

Dialetto lucano.<br />

San Chirico Raparo,<br />

provincia di Potenza,<br />

Basilicata.<br />

Dialetto calabrese.<br />

Saracena, provincia di<br />

Cosenza, Calabria.<br />

Dialetto calabrese.<br />

Mangone, provincia di<br />

Cosenza, Calabria.<br />

Esci, esci, corna,<br />

che mamma dorme,<br />

ha fatto un bel figlio,<br />

con le scarpe di “scopino”,<br />

le calzette alla romana,<br />

gira, gira, imboscata.<br />

Esci, esci, corna,<br />

che mamma tua t'inforna,<br />

t'inforna la focaccia<br />

e mamma tua ti abbraccia.<br />

Esci, esci, corna,<br />

che ti faccio la camicia lunga,<br />

e ti faccio incendiare i piedi,<br />

e chiamo le guardie a cavallo.<br />

Esci, esci corna,<br />

che ti faccio una camicia lunga,<br />

e mamma (è) al mulino<br />

con tre pezzi di formaggio al seno,<br />

e due se li è mangiati,<br />

e il terzo te l'ha messo da parte.<br />

Ignota. AIS, Atlante Italo-<br />

Svizzero (una<br />

mappatura delle<br />

parlate di Svizzera<br />

meridionale ed Italia<br />

in forma di atlante<br />

linguistico, realizzata<br />

intorno al 1915 da<br />

studiosi svizzeri).<br />

Carta<br />

corrispondente al<br />

termine “chiocciola”.<br />

Ignota. AIS, Atlante Italo-<br />

Svizzero (una<br />

mappatura delle<br />

parlate di Svizzera<br />

meridionale ed Italia<br />

in forma di atlante<br />

linguistico, realizzata<br />

intorno al 1915 da<br />

studiosi svizzeri).<br />

Carta<br />

corrispondente al<br />

termine “chiocciola”.<br />

Ignota. AIS, Atlante Italo-<br />

Svizzero (una<br />

mappatura delle<br />

parlate di Svizzera<br />

meridionale ed Italia<br />

in forma di atlante<br />

linguistico, realizzata<br />

intorno al 1915 da<br />

studiosi svizzeri).<br />

Carta<br />

corrispondente al<br />

termine “chiocciola”.<br />

Ignota. AIS, Atlante Italo-<br />

Svizzero (una<br />

mappatura delle<br />

parlate di Svizzera<br />

meridionale ed Italia<br />

in forma di atlante<br />

linguistico, realizzata<br />

intorno al 1915 da<br />

studiosi svizzeri).<br />

Carta<br />

corrispondente al<br />

termine “chiocciola”.<br />

Apparentata alle versioni<br />

campane. Il motivo del figlio è<br />

significativo. Lo “scopino” è<br />

probabilmente la fibra ricavata<br />

da una pianta delle Ericaceae<br />

(gen. Erica o Calluna), che<br />

venivano usate per la<br />

fabbricazione di scope.<br />

“Frascatana” dovrebbe indicare<br />

chi si nasconde tra le frasche,<br />

ma la cosa non è certa<br />

(potrebbe avere anche a che<br />

vedere con la località di<br />

Frascati).<br />

La presente traduzione rende<br />

questa variante molto affine ad<br />

altre versioni, quindi la riteniamo<br />

molto verosimile. “Camicia<br />

lunga” è probabilmente un<br />

riferimento alla speranza di<br />

ottenere dei begli abiti, come<br />

accade in altre versioni (ad<br />

esempio in diverse varianti<br />

spagnole).<br />

Il motivo dell'incendio è comune<br />

a molte altre varianti (135, 225,<br />

229, 231, 233, 234, 250, oltre<br />

alla presente 289), così come<br />

quello delle guardie.<br />

Questa versione combina il<br />

motivo del vestiario con quello<br />

del cibo. In particolare, è<br />

interessante il fatto che includa<br />

un'enumerazione, che di solito è<br />

riferita al numero di “corna”<br />

dell'animale, riferendola però qui<br />

a dei pezzi di cibo.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


291 Nesci, nesci, babbaluci,<br />

chi tto mamma ti cunduci.<br />

292 Tzontzonrredda, boga sos corros<br />

si no' ti 'occo e ti c'appicco in su companile<br />

e ti che fuglio in su muntonarzu!<br />

Siciliano.<br />

Bronte, provincia di<br />

Catania, Sicilia.<br />

Sardo.<br />

Scano Montiferru, provincia<br />

di Oristano, Sardegna.<br />

Italia.<br />

Esci, esci, chiocciola,<br />

ché tua mamma ti conduce.<br />

Chiocciolina, tira fuori le corna<br />

se no ti uccido e ti appendo sul campanile<br />

e ti butto nella discarica!<br />

Ignota. AIS, Atlante Italo-<br />

Svizzero (una<br />

mappatura delle<br />

parlate di Svizzera<br />

meridionale ed Italia<br />

in forma di atlante<br />

linguistico, realizzata<br />

intorno al 1915 da<br />

studiosi svizzeri).<br />

Carta<br />

corrispondente al<br />

termine “chiocciola”.<br />

Ignota Comunicazione<br />

personale<br />

dell'etnomusicologa<br />

Noemi Manca, che<br />

ringrazio.<br />

"Muntonarzu" ("muntronarzu",<br />

"muntronaxu") signifca<br />

“discarica”, termine che<br />

potrebbe anche intendersi come<br />

il ricordo di un deposito di gusci<br />

di molluschi consumati come<br />

cibo (del tipo di quelli chiamati<br />

“chiocciolai” dagli archeologi). È<br />

stato infatti rilevato che in alcuni<br />

luoghi (ad esempio la<br />

Campania) le zone di maggiore<br />

presenza della nostra<br />

“formuletta delle chiocciole”<br />

coincidono con la posizione di<br />

chiocciolai preistorici (dal<br />

paragone tra la nostra mappa di<br />

distribuzione, online all'indirizzo<br />

http://www.GKweb.it/filachio/ma<br />

p.jpg<br />

e gli studi di Lubell sul consumo<br />

di chiocciole nella preistoria).<br />

Tra l'altro, il noto archeologo<br />

Giovanni Lilliu, nel saggio “La<br />

costante resistenziale sarda”<br />

(ed. Ilisso, Nuoro, 2002), non<br />

esclude la presenza di antichi<br />

chiocciolai in Sardegna<br />

meridionale.<br />

Il saggio di Lilliu è visibile anche<br />

all' indirizzo<br />

http://www.sardegnacultura.it/do<br />

cumenti/7_26_20060401174110.<br />

pdf . “Tsontsòrra” designa la<br />

specie Helix aspersa (grazie<br />

all'Utente NM ospitone per<br />

l'informazione).<br />

Per quanto riguarda la Sardegna<br />

settentrionale, presso l'altare<br />

preistorico di Monte d'Accoddi<br />

(Sassari) sono stati rinvenute in<br />

buon numero conchiglie di<br />

lumache attribuibili a resti di<br />

pasti (E. Contu, L'altare<br />

preistorico di Monte d'Accoddi,<br />

ed. Delfino, 2000, pag. 55).<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


293 Zinzigorru Zinzigorru<br />

'oga corru,<br />

ca ghi no ti kintro<br />

a intr'e su forru.<br />

Ti scuzzo ' tir''e mazzu.<br />

Ti che fulio in su muntonarzu.<br />

294 Lumassa, lumassin<br />

tira fora i to curnin,<br />

che mi ti sün da vicin. (Pronuncia: visìn)<br />

295 Caparo, caparo,<br />

buta i corni:<br />

uno a mi, uno a ti,<br />

uno a ea vecia campanara che fa "Cri, cri, cri".<br />

296 Lümagra, lümagra,<br />

cacia foeura i coran,<br />

che to padar, che to madar,<br />

con ra furca e co' e badé<br />

i t'infrisan tüt i dé.<br />

Sardo.<br />

Austis, provincia di Nuoro,<br />

Sardegna.<br />

Italia.<br />

Piemontese.<br />

Zona di Ivrea, Piemonte,<br />

Italia.<br />

Veneto.<br />

Padova, Veneto, Italia.<br />

Dialetto lombardo<br />

meridionale di area<br />

pavese. Paesi di<br />

Rivanazzano e Retorbido<br />

(Pavia), Oltrepò pavese,<br />

Lombardia, Italia.<br />

Chiocciola, chiocciola<br />

tira fuori le corna,<br />

ché se no ti metto<br />

dentro al forno.<br />

Ti picchio a colpi di martello per la legna.<br />

Ti butto nella discarica.<br />

Lumaca, lumachina,<br />

tira fuori i tuoi cornetti,<br />

ché io ti sono vicino.<br />

Lumaca, lumaca,<br />

butta fuori le corna:<br />

una a me, una a te,<br />

una alla vecchia campanara che fa "cri, cri,<br />

cri".<br />

Lumaca, lumaca,<br />

butta fuori le corna,<br />

che tuo padre, che tua madre,<br />

con la forca e col badile<br />

ti infilzano tutti i giorni.<br />

Si esegue con voce<br />

cantilenante.<br />

Non c'è una musica,<br />

viene recitata parlando.<br />

Grazie all'Utente<br />

NM<br />

Caterina Azara<br />

Da un'anziana<br />

amica dell'Utente<br />

NM Forest.<br />

Ignota Tramite l'utente NM<br />

Forest, pervenuta<br />

per tradizione<br />

familiare da Delfina<br />

Boero, che si<br />

ringrazia.<br />

Ignota Tramite l'utente NM<br />

Forest, pervenuta<br />

per tradizione<br />

familiare da Delfina<br />

Boero, che si<br />

ringrazia.<br />

Il motivo di buttare la chiocciola<br />

nella discarica si unisce qui a<br />

quello di metterla prima nel<br />

forno. In pratica, si può pensare<br />

che venga cotta, mangiata<br />

aprendo il guscio a martellate, e<br />

poi i residui del guscio vengano<br />

accumulati in una discarica<br />

(chiocciolaio). È importante<br />

leggere la nota alla precedente<br />

versione 292, alla quale va<br />

aggiunto che è inoltre<br />

teoricamente possibile che<br />

versioni menzionanti i<br />

chiocciolai, ipoteticamente<br />

provenienti in origine dall'area<br />

latina (Lazio e dintorni), siano<br />

nel tempo sopravvissute in<br />

Sardegna grazie al ben noto<br />

fenomeno conosciuto dagli<br />

etnologi come “sopravvivenza<br />

marginale” (sopravvivenza in un<br />

luogo isolato, lontano dalla<br />

madrepatria, di tradizioni antiche<br />

che nella stessa madrepatria<br />

sono invece scomparse).<br />

Analoga alle versioni 7, 7b, 31,<br />

40, 123 ed altre. L'ultimo verso<br />

potrebbe derivare da un ricordo<br />

di una minaccia all'animale,<br />

presente in altre versioni.<br />

Ritornano un richiamo alle<br />

campane, anche se indiretto, e<br />

la formula distributiva (“uno a<br />

me, uno a te”); entrambi gli<br />

elementi sono presenti in altre<br />

varianti.<br />

Ritornano, pur ricombinati<br />

diversamente, alcuni motivi<br />

presenti in altre varianti: la forca,<br />

il badile, i genitori, l'infilzare.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


297 Corgnolo, corgnoleto,<br />

tira fora i corneti,<br />

che te dago do paneti.<br />

298 Bòvolo, bòvolo canariolo<br />

tira fora i corni<br />

se no te masso.<br />

(a Chioggia l'inizio è:<br />

Bulàto, bulàto…)<br />

299 Toni, Toni,<br />

tira fora i corni,<br />

che to pare xe in preson<br />

par un gran de formenton.<br />

Veneto.<br />

Monticello di Fara<br />

(Vicenza), Veneto, Italia.<br />

Veneto. Venezia, Veneto,<br />

Italia.<br />

La seconda variante è di<br />

Chioggia, Veneto, Italia.<br />

Veneto.<br />

Gaggio (Venezia). Veneto,<br />

Italia.<br />

Lumaca, lumachina,<br />

tira fuori i cornetti,<br />

che ti do due piccoli pani.<br />

Chiocciola, chiocciola di canale,<br />

tira fuori le corna,<br />

se no ti ammazzo.<br />

Antonio, Antonio,<br />

tira fuori i corni,<br />

che tuo padre è in prigione<br />

per un granello di mais.<br />

Ignota Società veneziana di<br />

scienze naturali,<br />

Lavori, vol. 7,<br />

supplemento ad uso<br />

didattico (Silvano<br />

Canzonieri: Animali<br />

dei Berici: curiosita',<br />

credenze,<br />

canzonette<br />

fanciullesche,<br />

prefazione di<br />

Lorenzo Bonometto,<br />

Venezia, 15 luglio<br />

1983).<br />

Secondo la fonte “si<br />

cantilenava”.<br />

Grazie agli utenti<br />

NM dadopimpi ed<br />

ospitone.<br />

Società veneziana di<br />

scienze naturali,<br />

Lavori, vol. 7,<br />

supplemento ad uso<br />

didattico (Silvano<br />

Canzonieri: Animali<br />

dei Berici: curiosita',<br />

credenze,<br />

canzonette<br />

fanciullesche,<br />

prefazione di<br />

Lorenzo Bonometto,<br />

Venezia, 15 luglio<br />

1983).<br />

Grazie agli utenti<br />

NM dadopimpi ed<br />

ospitone.<br />

Ignota Società veneziana di<br />

scienze naturali,<br />

Lavori, vol. 7,<br />

supplemento ad uso<br />

didattico (Silvano<br />

Canzonieri: Animali<br />

dei Berici: curiosita',<br />

credenze,<br />

canzonette<br />

fanciullesche,<br />

prefazione di<br />

Lorenzo Bonometto,<br />

Venezia, 15 luglio<br />

1983).<br />

Grazie agli utenti<br />

NM dadopimpi ed<br />

ospitone.<br />

La fonte segnala che per<br />

“corgnòlo” si intendono i<br />

molluschi del genere Helix,<br />

mentre con “corgnolèta” si<br />

indicano quelli dei generi<br />

Helicigona, Cepaea,<br />

Bradybaena.<br />

Strettamente affine alla versione<br />

128. Sulla fonte, il termine<br />

“canariolo” o “canariòl” è<br />

tradotto semplicemente con “di<br />

canale”. Pare che queste<br />

varianti (128 e 298) si<br />

recitassero in caso di<br />

ritrovamento di un mollusco<br />

acquatico, la Littorina saxatilis,<br />

un tempo molto comune nei<br />

canali di Venezia. Per le Helix,<br />

terrestri, veniva usato lo stesso<br />

testo, senza la parola “canariolo”<br />

o “canariòl”.<br />

A Chioggia, il termine “Bòvolo” è<br />

sostituito da “Bulàto”, con lo<br />

stesso significato.<br />

Le versioni 29 e 262 sono molto<br />

affini. Vedi anche la 105. In<br />

generale, per il motivo del padre<br />

punito, vedi 29, 105, 262, 319,<br />

335.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


300 Bovolo, bovolo,<br />

fame un corno,<br />

uno par mi,<br />

uno par ti,<br />

uno per la vecia del mulin.<br />

301 Tira sega,<br />

tira corni,<br />

uno par mi,<br />

uno par ti,<br />

uno per la vecia del mulin.<br />

Veneto.<br />

Favaro (Venezia).<br />

Veneto, Italia.<br />

Veneto.<br />

Martellago (Venezia).<br />

Veneto, Italia.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

fammi (vedere) un corno,<br />

uno per me,<br />

uno per te,<br />

uno per la vecchia del mulino.<br />

Tira la sega,<br />

tira fuori i corni,<br />

uno per me,<br />

uno per te,<br />

uno per la vecchia del mulino.<br />

Ignota Società veneziana di<br />

scienze naturali,<br />

Lavori, vol. 7,<br />

supplemento ad uso<br />

didattico (Silvano<br />

Canzonieri: Animali<br />

dei Berici: curiosita',<br />

credenze,<br />

canzonette<br />

fanciullesche,<br />

prefazione di<br />

Lorenzo Bonometto,<br />

Venezia, 15 luglio<br />

1983).<br />

Grazie agli utenti<br />

NM dadopimpi ed<br />

ospitone.<br />

Ignota Società veneziana di<br />

scienze naturali,<br />

Lavori, vol. 7,<br />

supplemento ad uso<br />

didattico (Silvano<br />

Canzonieri: Animali<br />

dei Berici: curiosita',<br />

credenze,<br />

canzonette<br />

fanciullesche,<br />

prefazione di<br />

Lorenzo Bonometto,<br />

Venezia, 15 luglio<br />

1983).<br />

Grazie agli utenti<br />

NM dadopimpi ed<br />

ospitone.<br />

Motivi molto consueti,<br />

soprattutto nel nord-est italiano.<br />

Motivi molto consueti,<br />

soprattutto nel nord-est italiano.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


302 Bovolo, bovolo,<br />

salta fora<br />

co' tre corni,<br />

uno mi,<br />

uno ti,<br />

uno la vecia del mulin.<br />

303 Bogora, bogora,<br />

salta fora<br />

co' tre corneti:<br />

uno par mi,<br />

uno par ti<br />

e uno pa' la vecia del mulin.<br />

Veneto.<br />

Zona di Mestre (Venezia).<br />

Veneto, Italia.<br />

Veneto.<br />

Crea, frazione di Spinea<br />

(Venezia).<br />

Veneto, Italia.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

vieni fuori<br />

con i tre corni,<br />

uno (lo prendo) io,<br />

uno tu,<br />

uno la vecchia del mulino.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

vieni fuori<br />

con i tre cornetti:<br />

uno per me,<br />

uno per te<br />

e uno per la vecchia del mulino.<br />

Ignota Società veneziana di<br />

scienze naturali,<br />

Lavori, vol. 7,<br />

supplemento ad uso<br />

didattico (Silvano<br />

Canzonieri: Animali<br />

dei Berici: curiosita',<br />

credenze,<br />

canzonette<br />

fanciullesche,<br />

prefazione di<br />

Lorenzo Bonometto,<br />

Venezia, 15 luglio<br />

1983).<br />

Grazie agli utenti<br />

NM dadopimpi ed<br />

ospitone.<br />

Ignota Società veneziana di<br />

scienze naturali,<br />

Lavori, vol. 7,<br />

supplemento ad uso<br />

didattico (Silvano<br />

Canzonieri: Animali<br />

dei Berici: curiosita',<br />

credenze,<br />

canzonette<br />

fanciullesche,<br />

prefazione di<br />

Lorenzo Bonometto,<br />

Venezia, 15 luglio<br />

1983).<br />

Grazie agli utenti<br />

NM dadopimpi ed<br />

ospitone.<br />

Molto affine a tante altre<br />

versioni.<br />

Molto affine a tante altre<br />

versioni.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


304 Lumaca, lumachina,<br />

tira fora le to cornine.<br />

305 Toni, Toni,<br />

tira fora i corni<br />

se no te copo.<br />

Veneto.<br />

Zona di Mestre (Venezia).<br />

Veneto, Italia.<br />

Veneto.<br />

San Liberale, Marcon<br />

(Venezia).<br />

Veneto, Italia.<br />

Lumaca, lumachina,<br />

tira fuori le tue cornine.<br />

Antonio, Antonio,<br />

tira fuori le corna<br />

se no ti ammazzo.<br />

Ignota. Società veneziana di<br />

scienze naturali,<br />

Lavori, vol. 7,<br />

supplemento ad uso<br />

didattico (Silvano<br />

Canzonieri: Animali<br />

dei Berici: curiosita',<br />

credenze,<br />

canzonette<br />

fanciullesche,<br />

prefazione di<br />

Lorenzo Bonometto,<br />

Venezia, 15 luglio<br />

1983).<br />

Grazie agli utenti<br />

NM dadopimpi ed<br />

ospitone.<br />

Ignota. Società veneziana di<br />

scienze naturali,<br />

Lavori, vol. 7,<br />

supplemento ad uso<br />

didattico (Silvano<br />

Canzonieri: Animali<br />

dei Berici: curiosita',<br />

credenze,<br />

canzonette<br />

fanciullesche,<br />

prefazione di<br />

Lorenzo Bonometto,<br />

Venezia, 15 luglio<br />

1983).<br />

Grazie agli utenti<br />

NM dadopimpi ed<br />

ospitone.<br />

Il sito<br />

http://spazioinwind.libero.it/mase<br />

rada_sul_piave/filastrocche.htm<br />

riporta la variante “Toni, boni…”.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


306 Bovoo, bovoeto,<br />

tira fora i to corneti,<br />

uno par mi,<br />

uno par ti,<br />

uno par la vecia che xe morta<br />

l'altro dì.<br />

307 Ciri ciri bo,<br />

quanti corni gastu bo?<br />

Uno mi,<br />

uno ti,<br />

uno la vecia,<br />

che fa tri.<br />

Veneto.<br />

Carpenedo (Venezia).<br />

Veneto, Italia.<br />

Veneto.<br />

Camposampiero, Padova.<br />

Veneto, Italia.<br />

Chiocciola, chioccioletta,<br />

tira fuori i tuoi cornetti,<br />

uno per me,<br />

uno per te,<br />

uno per la vecchia che è morta l'altro giorno.<br />

Ciri ciri bue,<br />

quanti corni hai tu, bue?<br />

Uno io,<br />

uno tu,<br />

uno la vecchia,<br />

il che fa tre.<br />

Ignota. Società veneziana di<br />

scienze naturali,<br />

Lavori, vol. 7,<br />

supplemento ad uso<br />

didattico (Silvano<br />

Canzonieri: Animali<br />

dei Berici: curiosita',<br />

credenze,<br />

canzonette<br />

fanciullesche,<br />

prefazione di<br />

Lorenzo Bonometto,<br />

Venezia, 15 luglio<br />

1983).<br />

Grazie agli utenti<br />

NM dadopimpi ed<br />

ospitone.<br />

Ignota. Società veneziana di<br />

scienze naturali,<br />

Lavori, vol. 7,<br />

supplemento ad uso<br />

didattico (Silvano<br />

Canzonieri: Animali<br />

dei Berici: curiosita',<br />

credenze,<br />

canzonette<br />

fanciullesche,<br />

prefazione di<br />

Lorenzo Bonometto,<br />

Venezia, 15 luglio<br />

1983).<br />

Grazie agli utenti<br />

NM dadopimpi ed<br />

ospitone.<br />

Torna il motivo della morte di<br />

una persona.<br />

Affine alla 42, ma con la formula<br />

distributiva.<br />

Confronta con la 295 per il<br />

finale, analogo nel suono (“cri”,<br />

“tri”), ma diverso nel significato.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


308 Bovolo, bovolo canariolo,<br />

se mio marìo me lasa,<br />

mi so una bela dama.<br />

Bela dama ghe sarò,<br />

scarpe e socoli portarò.<br />

Se quel can de me marìo<br />

el fasese el pan bogìo,<br />

sensa agio e sensa sal<br />

su la riva del canal!<br />

309 Lumaga, lumaghin,<br />

tira fora i tò curnin,<br />

jun par mi e jun par ti<br />

jun par la vegia<br />

ch'là veu murì.<br />

S'la veu murì,<br />

ca la meura;<br />

'gh faruma n'a casa neuva,<br />

neuva, neuventa<br />

e 'gh cagaruma denta.<br />

310 Σαλίγκαρε µαλίγκαρε, βγάλ’ τα κέρατά σου<br />

Γιατί έρχετ’ η κυρά σου, µε τα πρόβατά σου<br />

Salingare, malingare, vgal ta kerata sou<br />

Yati erchet’ i kira sou, me ta provata sou.<br />

311 Σαλίγκαρε, µαλίγκαρε,<br />

βγαλ’ τα κέρατά σου,<br />

Να πάµε στην κυρά σου,<br />

Να φάµε µακαρόνια<br />

Με τα χρυσά πιρούνια<br />

Salingare, malιngare, vgal ta kerata sou<br />

Na pame stin kira sou,<br />

Na fame macaronia<br />

Me ta chrisa pirunia.<br />

Veneto.<br />

Venezia, Veneto, Italia.<br />

Dialetto lombardo<br />

occidentale.<br />

Provincia di Pavia, presso<br />

il confine con il Piemonte.<br />

Lombardia, Italia.<br />

(nota: il dittongo “eu” si<br />

pronuncia alla maniera<br />

francese)<br />

Greco.<br />

Grecia.<br />

Greco.<br />

Peloponneso, Grecia.<br />

Chiocciola, chiocciola di canale,<br />

se mio marito mi lascia,<br />

io sono una bella signora.<br />

Bella signora io sarò,<br />

scarpe e zoccoli porterò.<br />

Se quel cane di mio marito (mi lascia)<br />

si fa il pane bollito,<br />

senza aglio e senza sale<br />

sulla riva del canale!<br />

Lumaca, lumachina,<br />

tira fuori i tuoi cornini,<br />

uno per me e uno per te<br />

uno per la vecchia<br />

che vuole morire.<br />

Se vuole morire,<br />

che muoia;<br />

le faremo una cassa nuova,<br />

nuova, più che nuova<br />

e ci faremo la cacca dentro.<br />

Chiocciola, -occiola,<br />

tira fuori le tue corna,<br />

ché la tua padrona sta arrivando,<br />

con la tua pecora.<br />

Chiocciola, -occiola,<br />

tira fuori le tue corna,<br />

così che potremo andare dalla tua padrona,<br />

a mangiare i maccheroni<br />

con le forchette d'oro.<br />

Probabilmente simile a<br />

quella del comune<br />

“girotondo”, diffuso in<br />

tutta Italia.<br />

Non aveva musica, solo<br />

un po' cantilenata.<br />

Società veneziana di<br />

scienze naturali,<br />

Lavori, vol. 7,<br />

supplemento ad uso<br />

didattico (Silvano<br />

Canzonieri: Animali<br />

dei Berici: curiosita',<br />

credenze,<br />

canzonette<br />

fanciullesche,<br />

prefazione di<br />

Lorenzo Bonometto,<br />

Venezia, 15 luglio<br />

1983).<br />

Grazie agli utenti<br />

NM dadopimpi ed<br />

ospitone.<br />

Grazie all'utente NM<br />

Ross46.<br />

Ignota Dal sito<br />

http://katerinaantepo<br />

rtas.blogspot.com/20<br />

09/11/blog-post.html<br />

visitato il 14 marzo<br />

2010.<br />

Grazie all'utente NM<br />

Joanna.<br />

Ignota Tradizione familiare<br />

di un collega di un<br />

parente dell'utente<br />

NM Joanna.<br />

Fortemente trasformata in gioco<br />

infantile (veniva cantata durante<br />

un girotondo) contiene<br />

comunque echi dei consueti<br />

motivi legati alla nostra<br />

filastrocca della chiocciola:<br />

l'invocazione iniziale, il legame<br />

con il rapporto di coppia, il tema<br />

dei vestiti belli, il legame con il<br />

cibo.<br />

Non è completamente<br />

impossibile che nel fatto che<br />

questa tiritera si danzasse in<br />

girotondo sia celata una lontana<br />

sopravvivenza di una danza<br />

legata alla chiocciola, come per<br />

le versioni 52 e 193 (vedi).<br />

La fonte proseguiva con<br />

materiale sicuramente non<br />

pertinente, che è stato qui<br />

tralasciato.<br />

Vedi la versione 283 e relativa<br />

nota.<br />

La filastrocca delle lumache<br />

sembrava assente dalla Grecia<br />

fino a questo momento della<br />

ricerca (marzo 2010), invece<br />

non lo è affatto!<br />

Chiarissimo il fatto che si crede<br />

che l'estrazione delle corna<br />

porterà ricchezza e buon cibo.<br />

Confronta con la 193.<br />

BAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


312 Nesci, nesci corna,<br />

ca ti voli la Madonna<br />

e ti duna pani e casu,<br />

o ti dagghia a punta du nasu!<br />

313 Babbuccia, babbà,<br />

nesci li corna,<br />

ca veni to' pà!<br />

314 Bovolo, bovolo,<br />

dei tó tri corni,<br />

uno a mi, uno a ti,<br />

uno a la vecia che fa tri,<br />

e uno al podestà<br />

che stanote 'l te coparà!<br />

315 Corni, cornisté<br />

vien fora da Magré<br />

vien fora da Verona<br />

a catar la tó parona!<br />

316 Corni, corni longhi,<br />

buta fora i to colombi,<br />

se no te coparò!<br />

Calabrese.<br />

Nei paesi di Borgia,<br />

Gasperina, Montauro,<br />

Monteleone Calabro,<br />

Majerato.<br />

Provincia di Catanzaro,<br />

Calabria, Italia.<br />

Siciliano.<br />

Siracusa, Sicilia, Italia.<br />

Veneto.<br />

Padova, Veneto, Italia.<br />

Veneto.<br />

Schio (Vicenza), Veneto,<br />

Italia.<br />

Trentino.<br />

Riva del Garda (Trento),<br />

Trentino, Italia.<br />

Fai uscire, fai uscire le corna,<br />

che ti vuole la Madonna<br />

e ti dona pane e formaggio<br />

o ti taglia la punta del naso!<br />

Chiocciola, chioccià,<br />

fai uscire le corna,<br />

che viene il tuo papà!<br />

Chioccola, chiocciola,<br />

delle tue tre corna,<br />

uno a me, uno a te,<br />

uno alla vecchia che fa tre,<br />

e uno al podestà,<br />

che stanotte ti ammazzerà!<br />

Corni, Cornisté<br />

vieni fuori da Magré (località)<br />

vieni fuori da Verona<br />

a trovar la tua padrona!<br />

Corni, corni lunghi,<br />

butta fuori i tuoi “colombi”,<br />

se no ti ammazzerò!<br />

Ignota Adriano Garbini,<br />

Antroponimie ed<br />

omonimie nel campo<br />

della zoologia<br />

popolare, parte II,<br />

Accademia di<br />

agricoltura, scienze<br />

e lettere, Verona<br />

1925.<br />

Ignota Adriano Garbini,<br />

Antroponimie ed<br />

omonimie nel campo<br />

della zoologia<br />

popolare, parte II,<br />

Accademia di<br />

agricoltura, scienze<br />

e lettere, Verona<br />

1925.<br />

Ignota Adriano Garbini,<br />

Antroponimie ed<br />

omonimie nel campo<br />

della zoologia<br />

popolare, parte II,<br />

Accademia di<br />

agricoltura, scienze<br />

e lettere, Verona<br />

1925.<br />

Ignota Adriano Garbini,<br />

Antroponimie ed<br />

omonimie nel campo<br />

della zoologia<br />

popolare, parte II,<br />

Accademia di<br />

agricoltura, scienze<br />

e lettere, Verona<br />

1925.<br />

Ignota Adriano Garbini,<br />

Antroponimie ed<br />

omonimie nel campo<br />

della zoologia<br />

popolare, parte II,<br />

Accademia di<br />

agricoltura, scienze<br />

e lettere, Verona<br />

1925.<br />

Interessante il fatto che siano<br />

nominati sia il premio (si<br />

intende, se l'animale estrarrà le<br />

corna), sia il castigo (se non lo<br />

farà).<br />

Esempio in cui il padre viene<br />

nominato nel ruolo del<br />

personaggio evocato come<br />

minaccia.<br />

Sorta di combinazione delle<br />

versioni 307 e 105, anch'esse<br />

entrambe venete. Molto affine<br />

anche alla 435.<br />

Curiosa combinazione della<br />

consueta richiesta di uscire con<br />

la citazione di due posti differenti<br />

(anch'essa presente con uguale<br />

struttura in altre varianti, vedi<br />

129). “Cornisté” è un nome<br />

locale per la chiocciola. La<br />

“padrona” è presente anche<br />

nelle versioni greche (310, 311).<br />

“Colombi” è qui un nomignolo<br />

indicante i cosiddetti “corni” della<br />

chiocciola.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


317 Limosz, Limoszet,<br />

picia fuor el to cornet,<br />

picia fuor la to cornara,<br />

Limosz, Limoszara!<br />

318 Lumaca, lumaca,<br />

tira le corna a braca a braca,<br />

se no ti butto giù dal tetto,<br />

ti faccio cantare come un galletto!<br />

319 Esci, esci, ciammaruca,<br />

màmmata s'è peruta,<br />

pàtrete s'è 'npiccato<br />

alla forca deglio pelato.<br />

Noneso (Ladino Anaunico),<br />

variante di Coredo.<br />

Coredo, Val di Non<br />

(Trento), Italia.<br />

Italiano, toscano.<br />

Massa Marittima<br />

(Grosseto).<br />

Toscana, Italia.<br />

Abruzzese.<br />

Pagliara dei Marsi,<br />

piccolissima frazione del<br />

comune di Castellafiume<br />

(L'Aquila).<br />

Abruzzo, Italia.<br />

Lumaca, lumachina,<br />

tira fuori il tuo cornetto,<br />

tira fuori il tuo apparato di corna,<br />

lumaca, lumacara!<br />

Lumaca, lumaca,<br />

tira fuori le corna da parte a parte (=ben<br />

larghe),<br />

se no ti butto giù dal tetto,<br />

ti faccio cantare come un galletto!<br />

Esci, esci, chiocciola,<br />

mamma è morta,<br />

papà si è impiccato<br />

alla forca del “pelato”.<br />

Ignota Adriano Garbini,<br />

Antroponimie ed<br />

omonimie nel campo<br />

della zoologia<br />

popolare, parte II,<br />

Accademia di<br />

agricoltura, scienze<br />

e lettere, Verona<br />

1925.<br />

Ignota Adriano Garbini,<br />

Antroponimie ed<br />

omonimie nel campo<br />

della zoologia<br />

popolare, parte II,<br />

Accademia di<br />

agricoltura, scienze<br />

e lettere, Verona<br />

1925.<br />

Ignota Adriano Garbini,<br />

Antroponimie ed<br />

omonimie nel campo<br />

della zoologia<br />

popolare, parte II,<br />

Accademia di<br />

agricoltura, scienze<br />

e lettere, Verona<br />

1925.<br />

Il Noneso è una parlata ladina,<br />

ovvero retoromanza, e<br />

costituisce una sorta di<br />

collegamento geografico tra il<br />

Ladino dolomitico ed il<br />

Romancio svizzero.<br />

Ritornano il motivo del tetto (23,<br />

51, 145, 148) e quello del canto<br />

(266). Sul fatto che la lumaca<br />

“canti”, vedi l'importante nota a<br />

266.<br />

Il motivo della mamma morta è<br />

molto diffuso: vedi 111, 146,<br />

149, 150, 151, 160, 262<br />

(particolarmente affine alla<br />

presente versione), 265. Quello<br />

dell'impiccagione è presente<br />

proprio nello stesso modo nella<br />

versione veneta 105. Questo è<br />

interessante, anche perché la<br />

fonte riporta che questa<br />

formuletta abruzzese rispecchia<br />

“in modo quasi identico quella<br />

veronese inerente al grillo”.<br />

Abbiamo dunque un<br />

collegamento, comprovato in più<br />

esempi, tra motivi presenti in<br />

Veneto e motivi presenti in<br />

Abruzzo. Quanto al “pelato”,<br />

evidente soprannome di una<br />

persona calva, potrebbe essere<br />

un nomignolo affibbiato ad<br />

un'autorità (il podestà della<br />

versione 105?), col possibile<br />

significato nascosto di “privo di<br />

energia”. C'è infatti una<br />

connessione tra le corna delle<br />

chiocciole e la perdita dei<br />

capelli: vedi in proposito al n.<br />

326. In generale, per il motivo<br />

del padre punito, vedi 29, 105,<br />

262, 299, 335.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


320 Ciamaìjca, ciammaìjche,<br />

tre vodde ti li diche:<br />

mi li vu' da'?… mi li vu' da'?… mi li vu' da'?…<br />

321 Ciammareùca, ciammareùca,<br />

caccia les corna 'alla caveùta;<br />

e se tieu one le vuò caccià,<br />

tutte les corna t'haje muzzà!<br />

322 Piove e ddà lo ssole:<br />

sse marìta le cucciòle;<br />

piove e ddà le stelle:<br />

sse marita le fantelle.<br />

Abruzzese.<br />

Vasto (Chieti).<br />

Abruzzo, Italia.<br />

Molisano.<br />

Agnone d'Isernia (Isernia).<br />

Molise, Italia.<br />

Marchigiano.<br />

Porto San Giorgio (Fermo).<br />

Marche, Italia.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tre volte te lo dico:<br />

me li vuoi dare? …me li vuoi dare? …me li<br />

vuoi dare?<br />

(Si sottintende: i corni).<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

caccia fuori le corna dall'apertura;<br />

e se tu non le vuoi cacciare,<br />

tutte le corna t'avrò a mozzare!<br />

Piove e c'è il sole:<br />

si sposano (si accoppiano) le chiocciole;<br />

piove e ci sono le stelle:<br />

si sposano (si accoppiano) le ragazze.<br />

Ignota Adriano Garbini,<br />

Antroponimie ed<br />

omonimie nel campo<br />

della zoologia<br />

popolare, parte II,<br />

Accademia di<br />

agricoltura, scienze<br />

e lettere, Verona<br />

1925.<br />

Ignota Adriano Garbini,<br />

Antroponimie ed<br />

omonimie nel campo<br />

della zoologia<br />

popolare, parte II,<br />

Accademia di<br />

agricoltura, scienze<br />

e lettere, Verona<br />

1925.<br />

Adriano Garbini,<br />

Antroponimie ed<br />

omonimie nel campo<br />

della zoologia<br />

popolare, parte II,<br />

Accademia di<br />

agricoltura, scienze<br />

e lettere, Verona<br />

1925.<br />

La triplice richesta ha un<br />

carattere rituale.<br />

Si tratta di una versione più<br />

ampia dello stesso proverbio<br />

citato al n. 206: si vedano<br />

pertanto le importantissime note<br />

a quello.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

CAA YNN


323 Vecia, vecia,<br />

vien fora coi quatro corni<br />

fin che 'l vecio dormi!<br />

324 Chiocciola, chiocciola marinella,<br />

tirale su le tre cornella,<br />

tirale su a paja a paja,<br />

tirale su a centinaja.<br />

Veneto.<br />

Zona di Verona.<br />

Veneto, Italia.<br />

Toscano.<br />

Siena, Toscana, Italia.<br />

Vecchia, vecchia,<br />

vieni fuori con i quattro corni<br />

finché il vecchio dorme!<br />

Ignota Adriano Garbini,<br />

Antroponimie ed<br />

omonimie nel campo<br />

della zoologia<br />

popolare, parte II,<br />

Accademia di<br />

agricoltura, scienze<br />

e lettere, Verona<br />

1925.<br />

(Traduzione non necessaria) Ignota Adriano Garbini,<br />

Antroponimie ed<br />

omonimie nel campo<br />

della zoologia<br />

popolare, parte II,<br />

Accademia di<br />

agricoltura, scienze<br />

e lettere, Verona<br />

1925.<br />

Mentre la “vecchia” è un motivo<br />

comunissimo presente in molte<br />

versioni, qui è la chiocciola<br />

stessa ad essere chiamata<br />

“vecchia”.<br />

La formuletta si presta qui ad un<br />

doppio senso, implicato dai<br />

“corni” (il tradimento coniugale),<br />

ma riteniamo che questo doppio<br />

senso sia abbastanza recente e<br />

che il termine “vecchia” sia così<br />

spesso presente nelle formulette<br />

delle lumache perché ha origine<br />

da implicazioni più antiche: la<br />

prima implicazione, più ovvia,<br />

sarebbe il riferimento alla<br />

Aniaca, il simbolo della vecchia<br />

stagione che muore, ovvero del<br />

vecchio anno trascorso, molto<br />

spesso rappresentato nei riti<br />

stagionali sotto foma di vecchia<br />

in diverse località d'Europa. Un<br />

secondo senso del termine<br />

“vecchia”, in certe versioni,<br />

sarebbe il possibile riferimento a<br />

situazioni di carestia, indigenza<br />

e malattia di persone anziane.<br />

Il motivo del dormire di qualcuno<br />

come occasione di far qualcosa<br />

è poi presente anche in 335.<br />

Iperbolica moltiplicazione delle<br />

corna, che, come mentalità,<br />

ricorda quasi certe<br />

rappresentazioni artistiche,<br />

altrettanto iperboliche, delle<br />

corna dei cervi, legate al culto di<br />

questi ultimi (negli Sciti, ad<br />

esempio). L'appellativo<br />

“marinella”, presente in molte<br />

versioni toscane, potrebbe<br />

derivare dai molluschi marini<br />

somiglianti a chiocciole. Vedi 18,<br />

104, 173 e relative note.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


325 Bugòn, bugòn,<br />

manda fora 'l to mocài,<br />

sse no te 'nfilo co 'l piròn!<br />

Veneto.<br />

Costermano (Verona).<br />

Veneto, Italia.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

manda fuori il tuo muco,<br />

se no ti infilo con la forchetta!<br />

Ignota Adriano Garbini,<br />

Antroponimie ed<br />

omonimie nel campo<br />

della zoologia<br />

popolare, parte II,<br />

Accademia di<br />

agricoltura, scienze<br />

e lettere, Verona<br />

1925.<br />

Variante insolita in cui non si<br />

desiderano le corna, ma il muco.<br />

Secondo la fonte, “i monelli…<br />

usano di questo muco per<br />

imitare gli uccellatori… e<br />

tentare, in vece, di prender con<br />

esso le Cicale. Pungono e<br />

irritano la Chiocciola con una<br />

spina, affinché nel contrarsi<br />

energicamente secerna il muco<br />

in abbondanza, invitandovela<br />

pure, se non ne spreme molto,<br />

con il seguente fervorino che<br />

udii a Costermano” (e qui viene<br />

citata la formuletta riportata qui<br />

a fianco). Cercano poi di<br />

prendere le cicale, rivolgendosi<br />

ad esse così: “Ssigalìn,<br />

ssigalón, sta fermo che te ciapo<br />

co 'l mocai de sto bugón!”<br />

(“Cicalino, cicalone, stai fermo<br />

che ti piglio col muco di questa<br />

chiocciola!”).<br />

Malgrado la variante insolita,<br />

l'uso di un attrezzo allungato,<br />

puntuto o affilato o la minaccia<br />

di usarlo non sono affatto insoliti<br />

nelle nostre formulette delle<br />

chiocciole: vedi 3, 53, 103, 117,<br />

171, 184, 193, 243, 281 (nelle<br />

note), 296, questa 325 ed altre<br />

ancora.<br />

AAA YYY


326 “A Frontale, dopo aver toccato una chiocciola, si<br />

evitava con cura anche solo di sfiorare i capelli,<br />

perché si credeva che la bava ne provocasse la<br />

caduta”.<br />

327 Lumaghina, lumaghina,<br />

buta i corn, senò te copi.<br />

Frazione di Frontale,<br />

Sondalo (Sondrio).<br />

Lombardia, Italia.<br />

Dialetto lombardo<br />

valtellinese.<br />

Frazione di Frontale,<br />

Sondalo (Sondrio).<br />

Lombardia, Italia.<br />

(Nessuna traduzione) Inesistente Remo Bracchi, Nomi<br />

e volti della paura<br />

nelle valli dell'Adda<br />

e della Mera,<br />

Beihefte zur<br />

Zeitschrift für<br />

romanische<br />

Philologie, Band<br />

351, Max Niemeyer<br />

Verlag, Tübingen,<br />

2009.<br />

Lumachina, lumachina,<br />

estrai i corni, se no ti ammazzo.<br />

Per i genii cucullati<br />

si veda:<br />

http://northstoke.blo<br />

gspot.com/2008/05/<br />

genii-cucullati.html<br />

http://en.wikipedia.or<br />

g/wiki/Hooded_Spirit<br />

s<br />

http://www.celtnet.or<br />

g.uk/gods_c/cucullat<br />

us.html<br />

Ignota Remo Bracchi, Nomi<br />

e volti della paura<br />

nelle valli dell'Adda<br />

e della Mera,<br />

Beihefte zur<br />

Zeitschrift für<br />

romanische<br />

Philologie, Band<br />

351, Max Niemeyer<br />

Verlag, Tübingen,<br />

2009.<br />

Interessante attestazione di una<br />

credenza che collega le<br />

chiocciole con i capelli. In effetti,<br />

l'etimo di “chiocciola” risulta in<br />

alcune lingue derivato dal<br />

concetto di “testa con corni”,<br />

“testa ornata”, “testa munita di<br />

appendici”, come in 14, 135, 226<br />

(vedi note a quelle versioni). Un<br />

possibile collegamento con la<br />

caduta dei capelli si ha nella<br />

versione 319 con la menzione<br />

(negativa) di un personaggio<br />

“pelato”, cioè calvo. I capelli<br />

sono un antico e notissimo<br />

simbolo di energia, così come le<br />

corna ed in generale ogni<br />

appendice sporgente sul capo: il<br />

significato simbolico dei ben noti<br />

elmi con corna, usati da molte<br />

popolazioni (dai Vichinghi ai<br />

Nuragici) è proprio questo. La<br />

stessa idea appare nel noto<br />

racconto biblico di Sansone, nel<br />

mondo celto-romano con la<br />

figura dei genii cucullati, ed<br />

appare anche nel culto del toro<br />

(presente in tutto il Mediterraneo<br />

antico, in Egitto, in Irlanda ed<br />

altrove) e nel fatto che gli antichi<br />

sciamani europei portassero un<br />

alto copricapo conico (tuttora<br />

usato nei numerosi “carnevali”<br />

rituali europei in molti luoghi, e<br />

poi passato nell'immaginario<br />

collettivo a rappresentare i<br />

“maghi”). Lo stesso utilizzo di<br />

attrezzi sporgenti e puntuti nei<br />

confronti della chiocciola<br />

potrebbe essere una sorta di<br />

contraltare umano alle sue<br />

proprie “corna” (vedi note alla<br />

versione precedente, n.325).<br />

CAA YNN<br />

AAA YYY


328 Lümaga, lümaga,<br />

büta i còren,<br />

ensenò te copi.<br />

329 Nina, nina,<br />

spunta i còran.<br />

330 Lumaga, lumaga,<br />

sc'punta i corn,<br />

senò ti buti in mez ai sc'pin<br />

ti e i tei fradegl.<br />

331 Lumaga, lumaga, buta i corn,<br />

sedenò l vegnerà san Martin,<br />

cu la zapa e cu l badil,<br />

a butàt in mez ai sc'pin.<br />

(Variante, 331b:)<br />

Lumaga, lumaga, sc'punta i cörn,<br />

se de no al vegn san Martin,<br />

co l zapòn e co l zapìn<br />

e l te buterà o per i sc'pin.<br />

Dialetto lombardo<br />

valtellinese.<br />

Poggiridenti (Sondrio).<br />

Lombardia, Italia.<br />

Dialetto lombardo<br />

valtellinese.<br />

Tirano (Sondrio).<br />

Lombardia, Italia.<br />

Dialetto lombardo<br />

valtellinese.<br />

Frazione di Piatta,<br />

Valdisotto (Sondrio).<br />

Lombardia, Italia.<br />

Dialetto lombardo<br />

valtellinese.<br />

Frazione di Piatta,<br />

Valdisotto (Sondrio).<br />

Lombardia, Italia.<br />

La variante 331b proviene<br />

da Bormio (Sondrio).<br />

Lombardia, Italia.<br />

Lumaca, lumaca,<br />

estrai i corni, se no ti ammazzo.<br />

Piccolina, piccolina,<br />

estrai i corni.<br />

Lumaca, lumaca,<br />

estrai i corni,<br />

se no ti butto in mezzo ai rovi,<br />

te e i tuoi fratelli.<br />

Lumaca, lumaca, estrai i corni,<br />

se no verrà san Martino,<br />

con la zappa e col badile,<br />

a buttarti in mezzo ai rovi (opp.: “in mezzo<br />

alle spine”).<br />

(331b:)<br />

Lumaca, lumaca, estrai i corni,<br />

se no verrà san Martino,<br />

con il zappone e con il zappino<br />

e ti butterà giù per i rovi.<br />

Ignota Remo Bracchi, Nomi<br />

e volti della paura<br />

nelle valli dell'Adda<br />

e della Mera,<br />

Beihefte zur<br />

Zeitschrift für<br />

romanische<br />

Philologie, Band<br />

351, Max Niemeyer<br />

Verlag, Tübingen,<br />

2009.<br />

Recitata in forma<br />

cadenzata.<br />

Remo Bracchi, Nomi<br />

e volti della paura<br />

nelle valli dell'Adda<br />

e della Mera,<br />

Beihefte zur<br />

Zeitschrift für<br />

romanische<br />

Philologie, Band<br />

351, Max Niemeyer<br />

Verlag, Tübingen,<br />

2009.<br />

Cantilenata. Remo Bracchi, Nomi<br />

e volti della paura<br />

nelle valli dell'Adda<br />

e della Mera,<br />

Beihefte zur<br />

Zeitschrift für<br />

romanische<br />

Philologie, Band<br />

351, Max Niemeyer<br />

Verlag, Tübingen,<br />

2009.<br />

Ignota Remo Bracchi, Nomi<br />

e volti della paura<br />

nelle valli dell'Adda<br />

e della Mera,<br />

Beihefte zur<br />

Zeitschrift für<br />

romanische<br />

Philologie, Band<br />

351, Max Niemeyer<br />

Verlag, Tübingen,<br />

2009.<br />

Del tutto analoga alla<br />

precedente ed a molte altre.<br />

Secondo la fonte, “a Tirano,<br />

stretti in circolo intorno alla<br />

bestiola, le ripetevano (la<br />

strofetta citata qui a fianco), in<br />

forma cadenzata, fino a quando<br />

si fosse decisa ad ubbidire”.<br />

“Nina” è il diminutivo di<br />

“Giovannina” o di “Annina”, ma<br />

significa anche semplicemente<br />

“bambina” o “piccolina”, in senso<br />

vezzeggiativo; è pure un<br />

appellativo localmente usato<br />

anche per chiamare le pecore.<br />

Secondo la fonte, “il verbo<br />

sc'puntàr valeva «spingere in<br />

avanti», sostituito ora dal più<br />

semplice puntàr, ma forse la<br />

scelta intendeva lasciare<br />

l'ambiguità con l'identico<br />

sc'puntàr «recidere la punta,<br />

mozzare»”.<br />

Analoga a molte altre versioni.<br />

In particolare, san Martino<br />

compare nelle versioni 27, 30,<br />

46, 47, 123, 331; una zappa, in<br />

coppia con un altro attrezzo,<br />

compare nelle versioni 27, 41,<br />

46, 47, 331; un badile compare<br />

in 41, 296, 331. Le spine sono<br />

oggetti sporgenti che pungono e<br />

tagliano, e, come tali, non sono<br />

lontane da altri attrezzi con i<br />

quali si colpisce la chiocciola in<br />

altre versioni (vedi nota alla<br />

325).<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


332 Lumaga, lumaga, sc'punta i cörn,<br />

se de no al vegn san Martin,<br />

co l zapon e co la zapa<br />

e l te taia ìa la crapa.<br />

333 Lümaga, lümaga, càscia fö i corn,<br />

se no al ven Momò,<br />

e l te porta via el cò.<br />

334 Lümaga, lümaga, càscia fö i corn,<br />

se no te cupi.<br />

335 Lumaga, lumaga, büta i còren,<br />

intant ch'la mama la dòrum,<br />

l pà l'è n presòn,<br />

per n gran d' furmentòn.<br />

Dialetto lombardo<br />

valtellinese.<br />

Bormio (Sondrio).<br />

Lombardia, Italia.<br />

Dialetto lombardo di area<br />

valtellinese.<br />

Val Gerola (Sondrio).<br />

Lombardia, Italia.<br />

Dialetto lombardo di area<br />

valtellinese.<br />

Val Gerola (Sondrio).<br />

Lombardia, Italia.<br />

Dialetto lombardo<br />

valtellinese.<br />

Tresivio (Sondrio).<br />

Lombardia, Italia.<br />

Lumaca, lumaca, estrai i corni,<br />

se no verrà san Martino,<br />

con il zappone e con la zappa<br />

e ti taglia via la testa.<br />

Lumaca, lumaca, caccia fuori i corni,<br />

se no viene Momò,<br />

e ti porta via il collo.<br />

Lumaca, lumaca, caccia fuori i corni,<br />

se no ti ammazzo.<br />

Lumaca, lumaca, estrai i corni,<br />

intanto che la mamma dorme,<br />

il papà è in prigione,<br />

per un granello di mais.<br />

Ignota Remo Bracchi, Nomi<br />

e volti della paura<br />

nelle valli dell'Adda<br />

e della Mera,<br />

Beihefte zur<br />

Zeitschrift für<br />

romanische<br />

Philologie, Band<br />

351, Max Niemeyer<br />

Verlag, Tübingen,<br />

2009.<br />

Ignota Remo Bracchi, Nomi<br />

e volti della paura<br />

nelle valli dell'Adda<br />

e della Mera,<br />

Beihefte zur<br />

Zeitschrift für<br />

romanische<br />

Philologie, Band<br />

351, Max Niemeyer<br />

Verlag, Tübingen,<br />

2009.<br />

Ignota Remo Bracchi, Nomi<br />

e volti della paura<br />

nelle valli dell'Adda<br />

e della Mera,<br />

Beihefte zur<br />

Zeitschrift für<br />

romanische<br />

Philologie, Band<br />

351, Max Niemeyer<br />

Verlag, Tübingen,<br />

2009.<br />

Ignota Remo Bracchi, Nomi<br />

e volti della paura<br />

nelle valli dell'Adda<br />

e della Mera,<br />

Beihefte zur<br />

Zeitschrift für<br />

romanische<br />

Philologie, Band<br />

351, Max Niemeyer<br />

Verlag, Tübingen,<br />

2009.<br />

Molto simile alla 41. AAA YYY<br />

La classica struttura, con<br />

l'abituale invocazione del<br />

personaggio chiamato a punire<br />

l'animale. Stavolta il nome inizia<br />

con la “M”: “Momò”. Vedi le note<br />

alle versioni 38, 42, 126.<br />

La consueta versione breve,<br />

molto comune (327, 328, 7 e<br />

molte altre).<br />

Per il motivo del padre in<br />

prigione a causa di (aver rubato)<br />

un granello di mais vedi 29, 262,<br />

299. Qui si nominano anche<br />

entrambi i genitori, come in altre<br />

versioni, e c'è il motivo del<br />

dormire di qualcuno come<br />

occasione di far qualcosa, come<br />

nella versione 323.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


336 Lümaga, lümaga, fat i còren,<br />

se no l diàvul al te porta via.<br />

337 Lümaga, lümaga, càscia fo i cornagì,<br />

senò l vignarà l diàol cola sapa e col sapì,<br />

e l te taiarà la crapa.<br />

338 Pusti pužu rogove<br />

na babine dolove<br />

ako neć́eš pustiti<br />

ja ću tebe ubiti<br />

sekirom po glavi<br />

u zelenoj travi.<br />

Variante per l'inizio:<br />

Pužu, pužu<br />

pusti rogove…<br />

339 Pusti pužu rogove<br />

da oremo dolove<br />

ako neć́eš orati<br />

ja ću tebe ubiti<br />

sekirom po glavi<br />

u zelenoj travi.<br />

Dialetto lombardo di area<br />

valtellinese.<br />

Talamona (Sondrio).<br />

Lombardia, Italia.<br />

Dialetto lombardo<br />

“camuno”.<br />

Monno, Valcamonica<br />

(Brescia).<br />

Lombardia, Italia.<br />

Serbo-croato.<br />

Serbia, zona di Belgrado.<br />

Conosciuta anche tra i<br />

Serbi di Bosnia, ma con<br />

l'espressione “da oremo<br />

dolove” al posto di “na<br />

babine dolove”.<br />

Serbo-croato.<br />

Serbia.<br />

Conosciuta anche tra i<br />

Serbi di Bosnia.<br />

Lumaca, lumaca, fai (vedere) i corni,<br />

se no il diavolo ti porta via.<br />

Lumaca, lumaca, caccia fuori i corni,<br />

se no verrà il diavolo con la zappa e col<br />

zappino,<br />

e ti taglierà la testa.<br />

Lumaca, fai uscire le corna,<br />

alle vallate della Vecchia, in primavera;<br />

se non le fai uscire,<br />

io ti ammazzerò<br />

con l'ascia sulla testa<br />

nell'erba verde.<br />

Variante per l'inizio:<br />

Fai uscire, fai uscire<br />

i corni…<br />

Lumaca, fai uscire le corna<br />

per arare le valli<br />

se non le vorrai arare<br />

io ti ammazzerò<br />

con l'ascia sulla testa<br />

nell'erba verde.<br />

Ignota Remo Bracchi, Nomi<br />

e volti della paura<br />

nelle valli dell'Adda<br />

e della Mera,<br />

Beihefte zur<br />

Zeitschrift für<br />

romanische<br />

Philologie, Band<br />

351, Max Niemeyer<br />

Verlag, Tübingen,<br />

2009.<br />

Ignota Remo Bracchi, Nomi<br />

e volti della paura<br />

nelle valli dell'Adda<br />

e della Mera,<br />

Beihefte zur<br />

Zeitschrift für<br />

romanische<br />

Philologie, Band<br />

351, Max Niemeyer<br />

Verlag, Tübingen,<br />

2009.<br />

Esistente e basata sul<br />

modulo di terza minore<br />

(sol-la-sol-mi) del tipo<br />

“Giro-girotondo”.<br />

(Testimonianza diretta<br />

di un'amica serba<br />

dell'Utente NM Forest).<br />

Basata, come la<br />

precedente versione<br />

338, sul modulo di terza<br />

minore (sol-la-sol-mi)<br />

del tipo “Girogirotondo”.<br />

Testimonianza<br />

diretta di Dragana<br />

Stamenkovic, che si<br />

ringrazia.<br />

Un video è presente<br />

qui:<br />

http://www.youtube.c<br />

om/watch?<br />

v=6nxtZlFzWJw<br />

Si ringrazia Milijana<br />

Pavlovic per i<br />

chiarimenti sulla<br />

traduzione.<br />

Pubblicata su:<br />

http://vukajlija.com/p<br />

usti-puzurogove/69089<br />

(sito visitato il 1<br />

maggio 2010)<br />

Ancora l'abituale invocazione del<br />

personaggio chiamato a punire<br />

l'animale. Vedi le note alle<br />

versioni 38, 42, 126, 333.<br />

Confronta le note a 331 per gli<br />

attrezzi agricoli, e le note a 38,<br />

42, 126, 333 per il personaggio<br />

chiamato a punire l'animale.<br />

Ritorna il consueto tema di<br />

tagliare la testa all'animale.<br />

L'espressione “alle vallate della<br />

Vecchia” è una metafora<br />

consueta, nella zona di<br />

Belgrado, per indicare l'arrivo<br />

della primavera. Può cioè<br />

indicare un ipotetico posto,<br />

oppure una stagione. Nella<br />

nostra traduzione abbiamo<br />

inglobato entrambi i significati. È<br />

molto interessante il fatto che in<br />

questa espressione idiomatica<br />

venga menzionata la “Vecchia”,<br />

che compare in tante altre<br />

versioni della nostra filastrocca.<br />

Molto suggestiva e davvero di<br />

grande interesse la richiesta di<br />

arare le valli.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


340 Kac̭ amill o kac̭ amill<br />

dil se te hengri miu…<br />

(seguono due versi mancanti)<br />

341 Barraccoccu barraccoccu<br />

boca li corri<br />

ca sinnò t'ammazzu<br />

a babbu toiu e a mamma toia.<br />

342 Caracol,<br />

bìs té col,<br />

monte tes cornés cornes,<br />

J'te dirai d'u qu'ta mère est morte,<br />

à Cambrai,<br />

à Douai,<br />

duss qu'on sonne les grossés cloques.<br />

Albanese.<br />

Albania.<br />

Sardo gallurese.<br />

Luogosanto, Sardegna,<br />

Italia.<br />

Nota anche a Santa Teresa<br />

di Gallura, Sardegna, Italia.<br />

Francese, dialetto piccardo<br />

“rouchi”, dintorni di<br />

Valenciennes e Lilla,<br />

Francia.<br />

Esci fuori, esci fuori,<br />

se no ti mangia il topo…<br />

(seguono due versi mancanti)<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori le corna,<br />

se no ti ammazzo<br />

tuo padre e tua madre.<br />

Chiocciola,<br />

drizza di colpo il tuo collo,<br />

alza le tue corna-corna,<br />

io ti dirò dov'è che tua madre è morta,<br />

a Cambrai,<br />

a Douai,<br />

dove che si suonano le grosse campane.<br />

Potrebbe esistere: sono<br />

in corso verifche.<br />

Testimonianza<br />

diretta di Imelda<br />

Guraziu, che si<br />

ringrazia.<br />

I primi due versi<br />

sono noti a molti, in<br />

Albania, e molti si<br />

ricordano che ne<br />

esistono altri due.<br />

Ignota. Raccolta dall'utente<br />

NM Caterina Azara<br />

(così anche per la<br />

formuletta sulla<br />

coccinella citata in<br />

nota) dalla maestra<br />

del paese di<br />

Luogosanto.<br />

Confermata in<br />

seguito anche da<br />

un'altra maestra di<br />

Santa Teresa di<br />

Gallura.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Il topo divoratore compare,<br />

stranamente, nella versione<br />

tedesca ed austriaca 43, dal<br />

significato praticamente uguale<br />

a quello della presente versione.<br />

Sono in corso approfondmenti<br />

per cercare di ricostruire i versi<br />

mancanti.<br />

La maggior parte delle versioni<br />

che nominano insieme sia il<br />

padre che la madre è stata<br />

raccolta in Spagna, ma ve ne<br />

sono anche in Francia,<br />

Inghilterra, Trentino e<br />

probabilmente altrove.<br />

Questa versione è virtualmente<br />

identica alla versione inglese<br />

134. Molto affine anche alla 438,<br />

che proviene sempre da<br />

Luogosanto.<br />

Il sardo gallurese è apparentato<br />

alla lingua còrsa.<br />

In Gallura si conosce anche una<br />

formuletta sulla coccinella che è<br />

molto simile:<br />

Bola bola pupuredda<br />

pupuredda,<br />

ca sinnò ammazzu<br />

a babbu toiu e mamma toia<br />

(Vola, vola coccinella,<br />

coccinella, ché se no ammazzo<br />

tuo padre e tua madre).<br />

“Barraccoccu”, termine che<br />

indica la chiocciola in gallurese,<br />

significa “barra a coccu”, cioè<br />

“casa sulle spalle”.<br />

Molto affine a 115, 143, 146,<br />

265. Si legga poi l'importante<br />

nota alla versione 15.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


343 Limaçon bône bône<br />

montre-moi tes cônes,<br />

344 Cornion, montre-moi tes cornes,<br />

Je te dirai si ta mère est morte.<br />

Elle est morte à Paris<br />

sur la queue d'une souris.<br />

345 Escargot, montre-moi tes cornes,<br />

si tu ne me les montres pas<br />

je te casserai ton écaille,<br />

si tu me les montres<br />

je n'te la casserai pas.<br />

346 Calimuchon borne,<br />

montre-moi tes cornes,<br />

si tu n'veux pas les montrer<br />

je te les couperai<br />

avec mon p'tit coutiau d'prêtre.<br />

347 Escargot, got, got, montre moi tes cornes,<br />

si tu ne veux pas les montrer, je te jetterai à<br />

l'eau;<br />

si tu les montres, j'te dirai où est ton père et ta<br />

mère.<br />

348 Escargot, gros dos, montre-nous tes cornes<br />

si tu les montres tu seras tout beau;<br />

si tu n'les montres pas, tu iras dans l'eau.<br />

Francese, dialetto<br />

normanno.<br />

Normandia, Francia.<br />

Francese.<br />

Beaumont (Beaumont-<br />

Hamel), Somme, Francia.<br />

Francese.<br />

Warloy-Baillon, Somme,<br />

Francia.<br />

Francese (dialettale).<br />

Boulonnais (Pas-de-<br />

Calais), Francia.<br />

Francese.<br />

Lorena.<br />

Francese.<br />

Ardennes, Francia.<br />

Lumacona, buona, buona,<br />

mostrami le tue corna.<br />

Cornona (=chiocciola), mostrami le tue<br />

corna,<br />

io ti dirò se tua madre è morta.<br />

Ella è morta a Parigi<br />

sulla coda di un topo.<br />

Chiocciola, mostrami le tue corna,<br />

se tu non me le mostri<br />

io ti romperò la tua conchiglia,<br />

se tu me le mostri<br />

io non te la romperò.<br />

Chiocciola orba,<br />

mostrami le tue corna,<br />

se tu non me le vuoi mostrare<br />

io te le taglierò<br />

con il mio piccolo coltello di pietra (opp.: “da<br />

prete”).<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola, mostrami le<br />

tue corna,<br />

se tu non me le vuoi mostrare, io ti getterò<br />

nell'acqua;<br />

se tu le mostri, io ti dirò dov'è tuo padre e tua<br />

madre.<br />

Chiocciola gobba, mostraci le tue corna,<br />

se tu le mostri sarai tutta bella;<br />

se tu non le mostri, andrai nell'acqua.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Versione semplice. AAA YYY<br />

Molto affine alla 150, ma<br />

leggermente diversa. Vedi la<br />

nota alla versione 150 sulla<br />

menzione di un topo.<br />

Per il termine “orba”, vedi<br />

numerose altre versioni francesi<br />

in questa raccolta. Per il termine<br />

finale è ipotizzabile una versione<br />

locale di “pierre”, “pietra”, ma il<br />

significato di “prete” non è da<br />

escludere e, teoricamente,<br />

potrebbe avere interessanti<br />

inplicazioni.<br />

Affine a 103, 117, 171.<br />

Versione complicata, o<br />

quantomeno complessa.<br />

Interessante la minaccia di<br />

gettare l'animale nell'acqua.<br />

Come in altre versioni, c'è qui un<br />

paragone nascosto tra la<br />

chiocciola ed il gatto, perché<br />

l'espressione “faire le gros dos”<br />

(“fare la gobba”, “inarcare la<br />

schiena”) viene di solito<br />

applicata ai gatti.<br />

Interessante, poi, la minaccia di<br />

gettare l'animale nell'acqua,<br />

come nella versione precedente.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


349 Escargot, cagot, qui cache trop ses cornes,<br />

si tu veux les cacher, je te jetterai dans l'eau.<br />

350 Colimaçon borgne,<br />

montre-moi tes cornes;<br />

j'te dirai où sont ton père et ta mère.<br />

Il sont dans la fosse<br />

a cueillir des roses<br />

pour te faire une belle robe rouge.<br />

351 Corno, corno, sort,<br />

beyras toun payré<br />

et mai ta mayré<br />

et mai toun frayré<br />

et mai ta sor.<br />

352 Escargot, montre-moi tes cornes;<br />

je te dirai de la part du Bon Dieu<br />

où sont ton père et ta mère.<br />

Ils sont dans le ciel bleu<br />

a cueillir des bluets<br />

pur te faire une belle couronne.<br />

Francese.<br />

Rochefort, Belgio.<br />

Francese.<br />

Parigi, Francia.<br />

Occitano.<br />

Lauragais, Francia (l'area è<br />

compresa nei dipartimenti<br />

di Haute-Garonne, Aude e<br />

Tarn).<br />

Francese.<br />

Parigi, Francia.<br />

Chiocciola, -occiola, che nascondi troppo le<br />

corna,<br />

se tu le vuoi nascondere, ti getterò<br />

nell'acqua.<br />

Chiocciola orba (opp. malfamata),<br />

mostrami le tue corna;<br />

io ti dirò dove sono tuo padre e tua madre.<br />

Sono nella fossa<br />

a cogliere delle rose<br />

per farti un bel vestito rosso.<br />

Corno, corno, esci,<br />

vedrai tuo padre<br />

e in più tua madre<br />

e in più tuo fratello<br />

e in più tua sorella.<br />

Chiocciola, mostrami le tue corna;<br />

io ti dirò da parte del Buon Dio<br />

dove sono tuo padre e tua madre.<br />

Sono nel cielo blu<br />

a raccogliere fiordalisi<br />

per farti una bella corona.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Anche qui si minaccia di gettare<br />

l'animale nell'acqua.<br />

Molto affine alla 156, nella quale<br />

però si fa capire esplicitamente<br />

che i genitori sono nella fossa<br />

perché sono morti.<br />

Confronta con 127, 156.<br />

Che il riferimento alle rose ad al<br />

colore rosso abbia qualcosa a<br />

che vedere con il sangue?<br />

Sul termine “borgne” vedi nota<br />

alla v. 98.<br />

Qui si esagera… Una delle<br />

poche versioni a nominare<br />

parenti diversi dai genitori.<br />

La ripetizione della promessa di<br />

vedere un parente copre in<br />

realtà il fatto che si tratta di una<br />

versione particolarmente scarna,<br />

nella quale mancano molti<br />

elementi solitamente presenti<br />

nella nostra formuletta.<br />

Bella versione. In francese il<br />

gioco di parole tra bleu (blu) e<br />

bluet (fiordaliso) funziona<br />

meglio. Anche qui, il fatto che i<br />

genitori siano in cielo, presso<br />

Dio, e che a loro vengano<br />

associati dei fiori (per di più,<br />

azzurri, colore spesso associato<br />

alla sfera spirituale) fa pensare<br />

che siano morti. Affine alle<br />

versioni 127, 156, 350.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


353 Calimaçon borgne,<br />

montre-moi tes cornes,<br />

ou sans ça j't'assomme.<br />

J'te dirai où sont tes père et mère:<br />

ils sont dans la fosse<br />

a cueillir des roses.<br />

354 Colimaçon borgne,<br />

colimaçon borgne,<br />

montre-moi tes cornes<br />

ou j'te f… cent coups de bâton.<br />

355 Escargot, montre-moi tes cornes,<br />

va-t-en cacher<br />

dans un fossé;<br />

si l'on te voit<br />

t'auras le fouet;<br />

si l'on ne te voit pas,<br />

tu ne l'auras pas.<br />

356 Colimaçon borgne, montre-moi tes cornes<br />

ou j'te les couperai avec le p'tit couteau<br />

que j'ai dans ma poche.<br />

Francese.<br />

Seine-et-Oise, Francia.<br />

Francese.<br />

Seine-et-Oise, Francia.<br />

Francese.<br />

Seine-et-Marne, Francia.<br />

Francese.<br />

Seine-et-Marne, Francia.<br />

Chiocciola orba (opp. malfamata),<br />

mostrami le tue corna,<br />

o, senza di ciò, ti accoppo.<br />

Io ti dirò dove sono i tuoi, padre e madre:<br />

sono nella fossa<br />

a cogliere delle rose.<br />

Chiocciola orba (opp. malfamata),<br />

chiocciola orba,<br />

mostrami le tue corna<br />

o ti darò cento colpi di bastone.<br />

Chiocciola, mostrami le tue corna,<br />

vai a nasconderti<br />

dentro ad un fossato;<br />

se ti si vede<br />

avrai la frusta;<br />

se non ti si vede,<br />

non l'avrai.<br />

Chiocciola orba (opp. malfamata), mostrami<br />

le tue corna<br />

o te le taglierò con il coltellino<br />

che ho in tasca.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Praticamente identica alla 350, e<br />

molto affine a 127, 156, 350,<br />

352, ma qui è ben presente la<br />

minaccia di uccidere l'animale,<br />

che altrove manca (anche se<br />

nella 127, vista nel contesto di<br />

questa ricerca, è implicitamente<br />

accennata, perché si minaccia di<br />

chiamare un personaggio<br />

esterno, che poi in diverse<br />

versioni è colui che deve<br />

uccidere la chiocciola).<br />

Confronta con 127, 156, 350,<br />

352.<br />

Sul termine “borgne” vedi nota<br />

alla v. 98.<br />

Il bastone è una variante<br />

dell'oggetto con cui si colpisce o<br />

si trafigge la chiocciola. Vedi in<br />

fondo alla nota della versione<br />

325.<br />

Sul termine “borgne” vedi nota<br />

alla v. 98.<br />

L'oggetto allungato con cui si<br />

colpisce l'animale è stavolta una<br />

frusta. La richiesta di andare a<br />

nascondersi, solo<br />

apparentemente strana,<br />

sembrerebbe dettata dal<br />

desiderio di controllare l'animale,<br />

di comandargli quando mostrarsi<br />

(o mostrare le corna) e quando<br />

ritirarsi: stando al confronto con<br />

altre varianti, si tenga presente<br />

che ciò potrebbe significare, ad<br />

esempio, comandare alla<br />

pioggia di venire o di cessare, o<br />

comunque avere il controllo<br />

della “potenza” che si suppone<br />

legata alla chiocciola.<br />

Ritorna il coltello. La<br />

specificazione “che ho in tasca”<br />

sembra essere un elemento<br />

sostitutivo di altre specificazioni<br />

più significative (“di legno”, “di<br />

pietra”, “di San Giorgio”) che in<br />

altre varianti fanno intendere<br />

che la chiocciola non si può<br />

uccidere con un coltello<br />

qualsiasi. Vedi 117 e relativa<br />

nota.<br />

Sul termine “borgne” vedi nota<br />

alla v. 98.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


357 Escargot, escargot,<br />

montre-moi tes cornes.<br />

Si tu ne me les montres pas,<br />

je le dirai à ton père,<br />

a ta mère,<br />

au roi de France<br />

qui te coupera la langue.<br />

358 Escargot, minigot (opp. minagot),<br />

montre-moi tes cornes.<br />

Si tu ne veux pas me les montrer,<br />

je te ferai pendre<br />

par ton père,<br />

par ta mère<br />

ou par le roi de France.<br />

359 Limace, limace, montre-moi tes cornes,<br />

si tu ne me les montres pas,<br />

tu seras pendue, au plus haut<br />

au plus bas<br />

du clocher de Saint-Nicolas.<br />

Francese.<br />

Le Charme, Loiret, Francia.<br />

Francese.<br />

Le Charme, Loiret, Francia.<br />

Francese.<br />

Sens, Yonne, Francia.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

mostrami le tue corna.<br />

Se tu non me le mostri,<br />

io lo dirò a tuo padre,<br />

a tua madre,<br />

al re di Francia<br />

che ti taglierà la lingua.<br />

Chiocciola, monachella (?) (Margherita?<br />

Marinella?) (opp., dal tedesco, “mia cara”?),<br />

mostrami le tue corna.<br />

Se tu non me le vuoi mostrare,<br />

io ti farò impiccare<br />

da tuo padre,<br />

da tua madre<br />

o dal re di Francia.<br />

Lumaca, lumaca, mostrami le tue corna,<br />

se tu non me le mostri,<br />

sarai impiccata, sul punto più alto,<br />

sul punto più basso<br />

del campanile di San Nicola.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Vicina alla 173.<br />

I genitori compaiono qui con una<br />

diversa funzione rispetto a<br />

quella che ricoprono in molte<br />

altre varianti, ovvero in quanto<br />

personaggi chiamati ad uccidere<br />

o a punire la chiocciola.<br />

Quasi uguale alla 173. La<br />

presente versione, però, è stata<br />

contata come ulteriore variante<br />

per l'importante differenza di<br />

significato (con il più crudo<br />

pendre, impiccare, al posto di<br />

prendre, prendere) e per la<br />

provenienza da un'altra area.<br />

Dal confronto con le altre<br />

varianti raccolte, si potrebbe<br />

ragionevolmente pensare che la<br />

presente versione, con la sua<br />

crudezza e con l'esplicita<br />

menzione dell'uccisione<br />

dell'animale, sia una variante più<br />

antica della 173 e ne sia<br />

all'origine.<br />

Torna il motivo<br />

dell'impiccagione, presente<br />

anche in altre varianti (105, 319,<br />

359).Per il paragone con una<br />

monaca vedi note a 415.<br />

Torna il motivo<br />

dell'impiccagione, presente<br />

anche in altre varianti (105, 292,<br />

319, 358). Nella versione 292<br />

avviene proprio su un<br />

campanile.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


360 Estragot bigorne,<br />

montre-moi tes cornes,<br />

ton père et ta mère sont sur le chaumes<br />

qui te font de beaux souliers jaunes.<br />

361 Cairgasson, montre-moi tes cornes.<br />

I t'ensoignera ton père et tè mère<br />

qui sont derei eune ronce<br />

qui vionne.<br />

362 Cairgasson, cairgasson,<br />

montre-moi tes cornes,<br />

I t'ensoignera ton père et tai mère<br />

qui sont dans le pouei de lè poichotte.<br />

Si tu ne me les montres pas,<br />

t'areï lè tête copée.<br />

363 Escargot, viragô<br />

montre me té cones;<br />

si tu ne lés montres pas<br />

I diré au préte<br />

qu'ai te côpe lai téte<br />

I diré au marillei<br />

qu'è te côpe lé quate quakeis!<br />

364 Escargot, vitrigot,<br />

montre-moi tes cornes,<br />

si tu ne me les montres pas,<br />

je te couperai la tête<br />

avec mes ciseaux de bois<br />

qui sont sur ma fenêtre.<br />

Francese.<br />

Saint-Mont, Yonne,<br />

Francia.<br />

Dialetto francese della<br />

Côte-d'Or, Borgogna,<br />

Francia.<br />

Dialetto francese della<br />

Côte-d'Or, Borgogna,<br />

Francia.<br />

Dialetto francese della<br />

Borgogna.<br />

Borgogna, Francia.<br />

Francese.<br />

Remiremont, Vosges,<br />

Francia.<br />

Chiocciola bicorne,<br />

mostrami le tue corna,<br />

tuo padre e tua madre sono sulle stoppie<br />

che ti fanno delle belle scarpette gialle.<br />

Chiocciola, mostrami le tue corna.<br />

Io ti indicherò tuo padre e tua madre<br />

che sono dietro ad un rovo<br />

che borbottano.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

mostrami le tue corna,<br />

io t'indicherò tuo padre e tue madre<br />

che sono nell'incavo del mestolo.<br />

Se tu non me le mostri,<br />

avrai la testa tagliata.<br />

Chiocciola, donna forzuta,<br />

mostrami le tue corna;<br />

se tu non le mostri<br />

io lo dirò al prete<br />

che ti taglia la testa<br />

io lo dirò al fabbriciere<br />

che ti taglia in quattro parti!<br />

Chiocciola, donna forzuta,<br />

mostrami le tue corna,<br />

se tu non me le mostri,<br />

io ti taglierò la testa<br />

con le mie cesoie di legno<br />

che sono sulla mia finestra.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Le scarpe sono presenti in molte<br />

varianti, spagnole, italiane e<br />

francesi. Ci sono coincidenze<br />

significative con le versioni 54,<br />

65, 66, 93 (che, stranamente,<br />

menzionano tutte il colore giallo<br />

delle scarpe, che deve avere un<br />

significato), e con le versioni 68<br />

e 287 (che menzionano<br />

entrambe il fatto che le scarpe<br />

siano di fibra vegetale:<br />

“midollino” nella 68 e “fibra di<br />

erica” nella 287; nella presente<br />

versione sono molto<br />

probabilmente di “stoppie”, cioè<br />

di paglia).<br />

Un cespuglio (associato alla<br />

“mamma”) compare anche in<br />

284. I rovi compaiono anche in<br />

330, 331, con qualche analogia<br />

con la presente versione:<br />

confrontandole, i genitori stanno<br />

forse “borbottando” perché sono<br />

stati gettati in mezzo alle spine?<br />

Le chiocciole vengono qui<br />

chiaramente cucinate per<br />

mangiarle.<br />

Il “prete” chiamato ad uccidere<br />

l'animale compare in diversi<br />

modi anche in 155, 346.<br />

Confronta con le note a 38, 126.<br />

Cfr. 169, 170 per il termine<br />

“virago”.<br />

Anche qui le cesoie sono<br />

speciali (“di legno”).<br />

Vedi 171, 198; 103, 117.<br />

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365 Escargot, escargot d'Angore,<br />

montre-moi tes cornes,<br />

je t'enseignerai ton père et ta mère<br />

qui pilent de l'orge<br />

derrière la porte Saint-Georges<br />

pour mettre dans ta grande gorge,<br />

gorge, gorge.<br />

366 Chéritangongne<br />

monteur me té cônes,<br />

j't'ensagnera to pére et té mère<br />

que sont en haut d'lé côte<br />

qui font d'lé soppe é l'ôle,<br />

é l'ôle et aux eugnons.<br />

Variante (152b):<br />

Chéritangongne<br />

monteur me té cônes,<br />

j't'ensagnera to pére et té mère<br />

que sont en haut d'lé côte<br />

qui font d'lé bon soppe<br />

è l'ôle, è l'ôle, è l'ôle.<br />

367 Escargot d'angône<br />

monteur mé té cônes,<br />

j'to beillera d'lé soppe é nône,<br />

Chérigangongne, chérigangongne.<br />

Francese.<br />

Lorena, Francia.<br />

Francese dialettale.<br />

Zona di Metz, Francia.<br />

Francese dialettale.<br />

Zona di Metz, Francia.<br />

Chiocciola, chiocciola d'Angora,<br />

mostrami le tue corna,<br />

io t'indicherò tuo padre e tua madre<br />

che pestano l'orzo<br />

dietro la porta di San Giorgio<br />

per metterlo nella tua grande gola,<br />

gola, gola.<br />

Chiocciola,<br />

mostrami le tue corna,<br />

io t'indicherò tuo padre e tua madre<br />

che sono in cima alla salita<br />

che fanno della zuppa all'olio,<br />

all'olio e alle cipolle.<br />

(Variante:)<br />

Chiocciola,<br />

mostrami le tue corna,<br />

io t'indicherò tuo padre e tua madre<br />

che sono in cima alla salita<br />

che fanno della buona zuppa<br />

all'olio, all'olio, all'olio.<br />

Chiocciola dall'angone,<br />

mostrami le tue corna,<br />

io ti bollirò della zuppa a mezzogiorno,<br />

chiocciolina, chiocciolina.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

La menzione di “Angora” non<br />

sembra avere una particolare<br />

importanza. Pur con l'apparenza<br />

di una nuova combinazione, i<br />

temi che ricorrono sono proprio<br />

quelli più caratteristici di molte<br />

alvre versioni: i genitori, l'orzo, la<br />

porta, San Giorgio.<br />

L'elemento nuovo è forse<br />

proprio la menzione della “gola”<br />

dell'animale e l'atto di nutrirlo.<br />

Vedi almeno 9, 107, 157, 181 e<br />

le relative note.<br />

Affine alla 152.<br />

Anche qui c'è un velato invito a<br />

salire su un luogo elevato, come<br />

nelle versioni catalane (vedi) ed<br />

in altre versioni.<br />

Abbiamo riportato nuovamente<br />

qui la variante classificata come<br />

152b, per un più agevole<br />

confronto.<br />

“Angon”, in italiano “angone”, dal<br />

greco bizantino “aggon”, era un<br />

tipo di giavellotto impiegato<br />

come arma dalle popolazioni<br />

germaniche nell'alto Medioevo,<br />

tra cui i Franchi (presenti proprio<br />

in questa zona) e gli antichi<br />

Anglosassoni. È senz'altro<br />

possibile che il termine alluda<br />

alla sporgenza delle “corna”,<br />

paragonate ad un bastone,<br />

come il termine dod / tuet nelle<br />

versioni 14 e 135, o ad un<br />

dardo. Una sua posteriore<br />

corruzione spiegherebbe poi la<br />

parola “Angore” della versione<br />

365, e forse anche il termine<br />

“gangogne” o “chéri-gangogne”<br />

di varie altre versioni (che allora<br />

significherebbe “cara creatura<br />

con i bastoni”).<br />

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368 Chérigangôgne, monteur me té counes,<br />

t'éré d'lé soppe é l'ôle<br />

et au vinéque,<br />

vinéque.<br />

369 Escarga,<br />

gouga,<br />

monteur me té coûnes,<br />

ou j'dira é to père, é té mère<br />

qui te coupinssent lé téte.<br />

Francese dialettale.<br />

Zona di Metz, Francia.<br />

Francese dialettale.<br />

Zona di Metz, Francia.<br />

Chiocciola, mostrami le tue corna,<br />

avrai della zuppa all'olio<br />

e all'aceto,<br />

aceto.<br />

Chiocciola,<br />

-occiola,<br />

mostrami le tue corna,<br />

o lo dirò a tuo padre, a tua madre<br />

che ti tagliano la testa.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Affine a diverse altre: 152, 366,<br />

367, ecc…<br />

Torna la decapitazione, presente<br />

in diverse altre versioni. Il<br />

termine “gouga” non sembra<br />

avere un significato particolare,<br />

salvo un'assonanza con<br />

“gougenard” (“beffardo, ironico”).<br />

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370 Coquereuille,<br />

tire tes oeils;<br />

tu auras de l'oseuille.<br />

Francese dialettale.<br />

Giura, Francia.<br />

Chiocciolina,<br />

tira fuori i tuoi occhi;<br />

avrai dell'acetosella.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

“Coquereuille”, dal latino<br />

“cochlea”, col significato di<br />

“conchiglietta”. Le “corna” della<br />

chiocciola sono effettivamente i<br />

suoi occhi (gli occhi sono in<br />

cima alle appendici chiamate<br />

comunemente “corna”): ciò<br />

spiega anche perché in molte<br />

versioni la chiocciola è chiamata<br />

“orba” (quando le “corna” sono<br />

retratte, è comprensibile che si<br />

possa immaginare che la<br />

chiocciola non veda bene). Una<br />

spiegazione alternativa è fornita<br />

dal Rolland che cita una<br />

tradizione francese: “La<br />

chiocciola, che si dice orba, fu<br />

creata con dei buoni occhi, ma<br />

siccome li feriva<br />

incessantemente sfregandoli per<br />

terra, pregò il buon Dio di<br />

toglierglieli rimpiazzandoli con<br />

delle corna, che si potessero<br />

ritirare all'occorrenza con<br />

comodità, la qual cosa le fu<br />

accordata”. Sempre il Rolland ci<br />

informa che esistono canzoni<br />

francesi e spagnole che invitano<br />

i mariti traditi a fare lo stesso,<br />

facendosi sostituire gli occhi<br />

(con cui possono vedere il<br />

tradimento della moglie) con le<br />

corna. Secondo un'usanza<br />

francese della Côte d'or, un<br />

marito sa di essere tradito dalla<br />

moglie se, chiedendo alla<br />

lumaca cosa sta facendo la<br />

donna in quel momento,<br />

l'animale estrae le corna.<br />

L'acetosella è un'erba selvatica<br />

commestibile.<br />

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371 Plau, plau, cabirol,<br />

que les fabos soun al malhol,<br />

les peses son à l'auta<br />

que se crèboun de ploura.<br />

372 Blaizou, Blaizou,<br />

tenn da gorn e-mezou,<br />

me a roï d'id eun taumm bara lezou.<br />

373 Escargot! Escargot!<br />

Montre-moi tes cornes,<br />

ton père et ta mère sont sur les toits,<br />

qui mangent de la soupe aux pois<br />

avec une cuiller de bois;<br />

si tu ne les montres pas,<br />

je te donnerai sur le doigts.<br />

374 Luma, luma, tire tes cornes,<br />

ton père et ta mère sont à l'école,<br />

(variante: ta grand mère est à l'école,)<br />

si tu les tires tu auras un grand bisoutet.<br />

Occitano.<br />

Castelnaudary, Aude,<br />

Francia.<br />

Bretone.<br />

Breton d'Audierne,<br />

Finistère, Bretagna,<br />

Francia.<br />

Francese.<br />

Ginevra, Svizzera.<br />

Francese dialettale.<br />

Dintorni di Niort, Deux-<br />

Sèvres, Francia.<br />

Piove, piove, chiocciola,<br />

che le fave sono piantate presso la vigna,<br />

i piselli sono dal lato del vento di sud-est<br />

che crepano… dal piangere.<br />

Biagio, Biagio,<br />

tira fuori le corna,<br />

io ti darò un pezzetto di pane al latte.<br />

Chiocciola! Chiocciola!<br />

Mostrami le tue corna,<br />

tuo padre e tua madre sono sui tetti,<br />

che mangiano della zuppa ai piselli<br />

con un cucchiaio di legno;<br />

se tu non me li mostri,<br />

io ti picchierò sulle dita.<br />

Lumaca, lumaca, tira fuori le tue corna,<br />

tuo padre e tua madre sono a scuola,<br />

(variante: tua nonna è a scuola,)<br />

se tu le tiri fuori, avrai un grande dolce.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Versione piuttosto originale. Si<br />

fa riferimento al rapporto tra la<br />

pioggia ed il raccolto; il finale è<br />

ironico con un gioco di parole tra<br />

“crepare dal ridere” e “crepare<br />

dal piangere”, e probabilmente<br />

si intende dire con una metafora<br />

antropomorfizzante che la<br />

pioggia (il “piangere”) uccide i<br />

piselli (i quali, a loro volta,<br />

sembrano “piangere”). La<br />

chiocciola viene qui invocata per<br />

far cessare la pioggia. Per una<br />

migliore comprensione, si veda<br />

la nota alla versione 116.<br />

“Cabirol” significa letteralmente<br />

“capriolo”, ma indica anche la<br />

chiocciola, che, come accade<br />

assai spesso, viene paragonata<br />

anche qui ad un animale con le<br />

corna.<br />

Qui la chiocciola è chiamata<br />

“Biagio”. San Biagio, oltre che<br />

protettore della gola, è<br />

considerato anche protettore<br />

degli animali e delle attività<br />

agricole.<br />

Affine a 145, 148. Versione<br />

complessa, in cui compaiono,<br />

ricombinati, motivi diversi<br />

presenti in altre varianti: i<br />

genitori, il tetto, il cibo, i piselli, il<br />

cucchiaio, un materiale<br />

particolare (qui: il legno). Il<br />

picchiare sulle dita è la classica<br />

punizione che si impartiva agli<br />

scolari, con una bacchetta: la<br />

sua menzione deriva<br />

dall'infantilizzazione della nostra<br />

formuletta, ovvero dal suo<br />

utilizzo tra i bambini.<br />

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375 Lumat, lumat,<br />

tire tes cornes, sans quoi tu s'ras<br />

pendu, pendu.<br />

376 Cagaraouleto, sors tas banetos<br />

te countarai uno sournéto:<br />

ta méro es morto souto uno porto,<br />

toun péro es quié souto un souyo.<br />

377 Shell a muddy, shell a muddy,<br />

put your horns,<br />

for the king's daughter is<br />

coming to town<br />

with a red petticoat and a green gown!<br />

378 Schneck, Schneck,<br />

streck dine veer hörnerkes ut.<br />

Din huuske brennt,<br />

din gröttke rennt äwer,<br />

din kinderkes schriee na Botterbrot!<br />

Francese dialettale.<br />

Melle, Deux-Sèvres,<br />

Francia.<br />

Occitano.<br />

Gard, Francia.<br />

Inglese.<br />

Irlanda meridionale.<br />

Tedesco, dialetto<br />

settentrionale.<br />

Prussia (Germania<br />

nordorientale).<br />

Lumaca, lumaca,<br />

tira fuori le tue corna, altrimenti sarai<br />

impiccata, impiccata.<br />

Chiocciolina, tira fuori i tuoi corni,<br />

ti racconterò una storia:<br />

tua madre è morta sotto una porta,<br />

tuo padre è quieto sotto la fuliggine.<br />

Conchiglia limacciosa, conchiglia limacciosa,<br />

tira fuori le tue corna,<br />

perché la figlia del re sta<br />

arrivando in città<br />

con una sottogonna rossa e una gonna<br />

verde!<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

estendi fuori i tuoi quattro cornetti.<br />

La tua casetta brucia,<br />

la tua grotticella scappa via,<br />

il tuo bambinello grida per il pane al burro!<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Torna il motivo<br />

dell'impiccagione, presente<br />

anche in altre varianti (105, 292,<br />

319, 358, 359).<br />

Affine a 160, 186, 187, 188<br />

(vedi).<br />

“Shell-a-muddy”, traducibile con<br />

“conchiglia limacciosa”, indica la<br />

chiocciola.<br />

Non è ancora chiaro il<br />

collegamento tra la richiesta<br />

fatta all'animale ed il fatto che la<br />

figlia del re stia arrivando:<br />

probabilmente l'invito è a<br />

prepararsi per fare bella figura<br />

con lei, un po' come avviene<br />

nella versione siciliana 558<br />

(vedi). Il tema dei bei vestiti è<br />

abituale e presente in diverse<br />

altre varianti.<br />

Affine a 135, 231. La “grotticella”<br />

è la conchiglia stessa della<br />

chiocciola. Il “bambinello” citato<br />

sta probabilmente gridando per<br />

la fame.<br />

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379 Schneke, schneke rek die hourn,<br />

gib dir a viertl wâzenkourn.<br />

Rekstu sie nöt, wirf i di in drek.<br />

Fressent di die faken wek<br />

woder i wirf di in's pfarrerhaus<br />

Jagent di die hunt dawaus!<br />

380 Anton, Anton Gederut,<br />

stäk din dree veer hörens rut;<br />

wulltu se nich rutstäken,<br />

will ick din hus terbräken,<br />

will ick din hus mit stener tersmiten,<br />

du schast din läben un dag nich wedder rutkiken.<br />

381 Snigge, pupigge,<br />

steek dien dree, veer horens ut.<br />

Kruup to dien huus ut.<br />

Willt du se neet utsteken,<br />

wil ik dien huuske terbreken.<br />

Carinziano (dialetto<br />

tedesco).<br />

Carinzia, Austria.<br />

Plattdeutsch (parlata<br />

basso-tedesca).<br />

Oldenburg, Germania<br />

nordoccidentale.<br />

Frisone.<br />

Frisia orientale, Germania<br />

(sulla fascia costiera<br />

tedesca compresa tra<br />

Olanda e Danimarca).<br />

Chiocciola, chiocciola, raddrizza i corni,<br />

io ti do una quadrupla razione di grano<br />

selvatico.<br />

Se non li raddrizzi, io ti butto per terra<br />

e ti mangiano i porci;<br />

oppure ti butto nella casa del parroco<br />

e i cani ti cacciano via!<br />

Antonio, Antonio Gertrude,<br />

stendi dritte le tue tre, quattro corna;<br />

se non le vuoi stendere dritte,<br />

io ti spaccherò la tua casa,<br />

colpirò la tua casa con delle pietre,<br />

così, per tutta la tua vita e per tutti i tuoi<br />

giorni, tu non sarai più obbligata a guardare<br />

fuori.<br />

Lumachina, bambolina,<br />

stendi fuori i tuoi tre, quattro corni.<br />

Striscia fuori dalla tua casa.<br />

Se tu non li stenderai fuori,<br />

io ti spaccherò la tua casetta.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Citata anche in:<br />

Eduard Hoffmann-<br />

Krayer e Hanns<br />

Bächtold-Stäubli<br />

(Hrsg.),<br />

Handwörterbuch<br />

des deutschen<br />

Aberglaubens, Bd.<br />

7, (Pfluegen-<br />

Signatur), Berlin:<br />

Walter de Gruyter,<br />

1936.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Ignota. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Grazie a Clemens Brandstetter<br />

per l'aiuto nella traduzione.<br />

Per il nome Gederut / Gerderut/<br />

Gertrud (Gertrude) riferito alla<br />

chiocciola si vedano le note alle<br />

versioni 101 e 150. Sant'Antonio<br />

è noto per essere considerato<br />

protettore degli animali.<br />

Notevole il finale sarcastico: tutti<br />

chiedono alla chiocciola di<br />

“guardare fuori”, cioè di tirare<br />

fuori le “corna” (su cui sono posti<br />

gli occhi dell'animale): se essa si<br />

rifiuta di farlo, qui s'intende<br />

sarcasticamente che le si<br />

farebbe quasi un favore a<br />

rovinarle completamente la<br />

conchiglia, così poi nessuno la<br />

disturberebbe più chiedendole di<br />

“guardare fuori”. Ciò testimonia<br />

di un tempo in cui l'usanza di<br />

chiedere alla chiocciola di<br />

estrarre le corna era<br />

comunissima, molto diffusa ed<br />

assai nota.<br />

Analoga a diverse versioni<br />

tedesche ed olandesi.<br />

Malgrado il Frisone sia parlato<br />

soprattutto in una zona<br />

dell'Olanda, la presente versione<br />

proviene dalla Germania (Frisia<br />

orientale).<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


382 (a) Per far passare le verruche, si prende una lumaca<br />

rossa con cui ci si sfregano le mani, poi la si infilza su<br />

una spina. Uno guarisce nella misura in cui la lumaca si<br />

secca. (Lorient, Francia)<br />

(b) Per far passare le verruche, si prende una lumaca<br />

rossa dei boschi, ci si sfrega le mani con essa, poi si<br />

seppelisce la lumaca sottoterra. Nella misura in cui essa<br />

si decomporrà, le verruche spariranno. (Le Charme,<br />

Loiret, Francia)<br />

(c) Le verruche si seccano, quando uno le sfrega con<br />

una lumaca gialla, e infilza la lumaca su una spina.<br />

(Cantone di Berna, Svizzera)<br />

(d) Prendete una grossa lumaca nera, sfregatela sulla<br />

verruca e poi appendetela su una spina. Questo va fatto<br />

per nove notti consecutivamente, periodo al termine del<br />

quale la verruca sparirà completamente. Poiché, dato<br />

che la lumaca sottoposta a tale crudele trattamento si<br />

seccherà gradualmente, si crede che la verruca,<br />

impregnata della sua sostanza, farà lentamente la stessa<br />

cosa. (Inghilterra, dal periodico “Notes and Queries”<br />

fondato nel 1849, vol. II)<br />

(e) Nel South Glamorgan e nel West Pembrokeshire, le<br />

lumache venivano usate per liberarsi dalle verruche. Una<br />

lumaca nera veniva sfregata su ciascuna verruca,<br />

accompagnando il gesto con la seguente strofetta:<br />

“Wart, wart, on the snail's shell black.<br />

Go away soon, and never come back.”<br />

Poi la lumaca veniva messa sul rametto di un albero o di<br />

un rovo (o prugnolo) ed immobilizzata infilzandola con<br />

tanti spini quante erano le verruche. Quando la lumaca si<br />

era seccata e dissolta, le verruche erano scomparse.<br />

(South Glamorgan e West Pembrokeshire, Inghilterra)<br />

(f) Contro le verruche si infilza una lumaca sulla spina di<br />

un prugnolo e si recita:<br />

“Schneck, i tu di nit ins Grab,<br />

Büß di Lebe am Dorn do ab.<br />

Wenn di Lebe isch entflohn<br />

Sin mini Warzen au dervon.”<br />

(Germania meridionale)<br />

(g) Nella medicina popolare siciliana venivano impiegate<br />

per rituali vari: schiacciate e messe su un patereccio, lo<br />

portavano subito alla maturazione. Pestate e unite a<br />

poco lievito (“criscienza”) si applicavano sull’occhio<br />

ammalato di congiuntivite, associando questa<br />

applicazione con una buona recita di apposite litanie si<br />

otteneva una rapida guarigione. (Sicilia)<br />

(h) Per due malattie dei bambini le lumache sono un<br />

rimedio sicuro: il mal di denti e le verruche! Se metti una<br />

lumaca sui denti, ogni disturbo o ferita guarisce presto.<br />

Per far maturare e rompere le verruche, si sfrega su di<br />

esse una lumaca nera per cinque-dieci minuti. (Kufstein,<br />

Tirolo, Austria)<br />

(i) Per paterecci e dita suppuranti, cataplasmi di lumache<br />

peste; del caso di ulcere gastriche o duodenali era<br />

considerato assai curativo inghiottire una lumaca viva<br />

appena estratta dal guscio. (Torino, Piemonte, Italia)<br />

Le lingue originali di questi<br />

raccontini sono: francese<br />

per i primi due (Lorient,<br />

Francia e Le Charme,<br />

Loiret, Francia), tedesco<br />

per il terzo (Cantone di<br />

Berna, Svizzera), inglese<br />

per il quarto (Inghilterra,<br />

località non precisata) e<br />

per il quinto (South<br />

Glamorgan e West<br />

Pembrokeshire,<br />

Inghilterra), tedesco per il<br />

sesto (Germania<br />

meridionale), italiano per il<br />

settimo (Sicilia), ancora<br />

tedesco per l'ottavo<br />

(Austria), un misto di<br />

italiano e piemontese<br />

torinese per il nono (Torino,<br />

Piemonte, Italia).<br />

(I racconti vengono qui presentati<br />

direttamente nella traduzione italiana)<br />

Traduzione della strofetta in inglese (e):<br />

“Verruca, verruca, sulla conchiglia della<br />

lumaca nera.<br />

Vai via presto, e non tornare mai più.”<br />

Traduzione della strofetta in dialetto tedesco<br />

meridionale (f):<br />

“Lumaca, io non ti metto nella tomba,<br />

dato che la tua vita fa già penitenza su una<br />

spina.<br />

Quando la tua vita sarà fuggita,<br />

così sarà anche per la mia verruca.”<br />

Inesistente. Eugène Rolland,<br />

“Faune populaire de<br />

la France”, vol. III,<br />

Parigi 1881, ed.<br />

Maisonneuve.<br />

Le notizie sulla<br />

medicina popolare<br />

siciliana sono invece<br />

tratte da:<br />

http://www.palermow<br />

eb.com/panormus/g<br />

astronomia/ibabbalu<br />

ci.htm<br />

(sito visitato il 18<br />

settembre 2010).<br />

Il testo austriaco (h)<br />

è tratto da:<br />

http://www.sagen.at/<br />

doku/kinderreime/sc<br />

hnecken.html<br />

Sito visitato il 10<br />

settembre 2011.<br />

Il testo torinese (I) è<br />

tratto da:<br />

http://www.smgoretti.<br />

it/testi_attivita/GSD/I<br />

ncontriCulturali/2008<br />

/Spasgiada_2008_C<br />

ommento.doc<br />

Sito visitato il 14<br />

novembre 2011.<br />

Questa documentazione attesta<br />

una persistenza su una vasta<br />

area di una credenza che<br />

presenta molti punti in comune<br />

con la nostra formuletta: le<br />

proprietà benefiche della<br />

lumaca, il colpirla con un<br />

oggetto appuntito o allungato (la<br />

spina), la sua morte. È lecito<br />

ipotizzare che si tratti di elementi<br />

residui sopravvissuti nella<br />

tradizione orale posteriormente<br />

alla fase che ha dato origine alla<br />

nostra filastrocca, fortemente<br />

legati ad essa ed allo stesso<br />

sistema di credenze.<br />

CAA YNN


383 Lumaça, Lumaçola,<br />

tira fòra i còrn,<br />

se nò, vado dal maslé<br />

e t'ji faso tayé.<br />

In seguito:<br />

…se nò, vado dal salumé (poi: panaté, verduré,<br />

ecc…)<br />

e t'ji faso… (qui: un altro verbo che faccia rima).<br />

(Vedi note)<br />

Piemontese torinese.<br />

Torino, Piemonte, Italia.<br />

Lumaca, lumachina,<br />

tira fuori i corni,<br />

se no, vado dal macellaio<br />

e te li faccio tagliare.<br />

Ignota, probabilmente<br />

inesistente.<br />

Testimonianza<br />

diretta di Valter<br />

Savant-Levet e della<br />

sua famiglia. Li si<br />

ringrazia molto.<br />

La versione 185, proveniente dal<br />

lontano dipartimento di Somme<br />

(Francia, sulla costa atlantica), è<br />

praticamente uguale e<br />

testimonia di un antico<br />

personaggio (macellaio, ma in<br />

altre versioni prete, maestro,<br />

maniscalco, santo, Papa, padre,<br />

comunque un adulto autorevole<br />

ed appositamente incaricato)<br />

che veniva convocato per<br />

uccidere la lumaca nella<br />

maniera appropriata.<br />

A questa versione si associa<br />

però un gioco infantile (che<br />

riteniamo molto probabilmente<br />

posteriore alla versione<br />

originale) il quale, secondo i<br />

testimoni, è fatto nel seguente<br />

modo: “Un gruppo di bambini,<br />

quando trovano una lumachina,<br />

fanno il gioco del premio. I<br />

bambini, si passano l'un l'altro<br />

sul palmo della mano, la<br />

lumachina, dicendo questa<br />

filastrocca; Ma ognuno, deve<br />

cambiare il finale sempre<br />

facendo rima.<br />

Ad esempio:<br />

maslé (macellaio),<br />

salumé (salumiere),<br />

panaté (panettiere),<br />

verduré (verduriere).<br />

Quando il bambino non trova la<br />

parola, paga una penitenza del<br />

tipo: stare senza merenda,<br />

oppure, fare la commissione alla<br />

mamma, oppure, fare subito i<br />

compiti per le vacanze. Quasi<br />

sempre, le femminucce, che<br />

sono le più furbe, riuscivano<br />

sempre a trovare la parola,<br />

anche inventandosela. Alla fine<br />

del gioco, la lumachina, veniva<br />

posta di nuovo sull'erba e -<br />

chissà perchè? - la volta<br />

successiva che si trovava una<br />

lumaca, si diceva fosse sempre<br />

la stessa.”<br />

AAA YYY


384 Snegle, Snegle kom ut med dine horn,<br />

så skal du få en bøtte med korn.<br />

385 Lumaga lumaghin<br />

tira fora i to curnin,<br />

se tei tiret mia fora<br />

mi te spachi la camizola.<br />

Variante testuale:<br />

mi te scepi la camisola.<br />

Versione di San Bassano:<br />

mi te cavi la camisola.<br />

Norvegese (Bokmål).<br />

Norvegia.<br />

Dialetto lombardo della<br />

zona di Cremona.<br />

Con il testo “spachi” o<br />

“scepi”:<br />

Grontardo, provincia di<br />

Cremona, Lombardia,<br />

Italia.<br />

Con il testo “cavi”:<br />

San Bassano, provincia di<br />

Cremona, Lombardia,<br />

Italia.<br />

Chiocciola, chiocciola, vieni fuori con i tuoi<br />

corni,<br />

ti darò un secchio di grano.<br />

Lumaca, lumachina,<br />

tira fuori i tuoi cornetti,<br />

se non li tiri fuori<br />

io ti spacco la camiciola.<br />

(A San Bassano:)<br />

io ti cavo la camiciola.<br />

Ignota. Cortese<br />

segnalazione di un<br />

lettore anonimo sul<br />

blog dell'Autore della<br />

presente ricerca.<br />

Esistente e conosciuta,<br />

diversa da quella delle<br />

altre varianti lombarde.<br />

Comunicazione<br />

dell'Utente NM<br />

iperione.<br />

Vedi la n. 211 per un'altra<br />

versione norvegese in cui la<br />

richiesta è formulata però<br />

diversamente. Il secchio di<br />

grano è menzionato anche nella<br />

n. 220, svedese.<br />

La “camiciola” è probabilmente<br />

una metafora indicante la stessa<br />

conchiglia della chiocciola (Il<br />

termine “lumaga” indica anche le<br />

chiocciole, nella zona<br />

lombarda).<br />

La rima fora / -ola la accomuna<br />

alla versione 31, alla quale è<br />

affine.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


386 Sull'Isola Comacina, sul lago di Como, situata<br />

nel lago all'altezza del paese di Tremezzo, si<br />

perpetua un'antica tradizione. Durante la festa di<br />

San Giovanni Battista (24 giugno), che, com'è<br />

ben noto, in tutta Europa, Italia inclusa, ha origini<br />

precristiane, essendo all'incirca corrispondente<br />

anche al solstizio d'estate, i “fuochi di San<br />

Giovanni” (falò rituali tenuti in innumerevoli<br />

località europee in questa data) si tengono<br />

secondo una modalità particolare. La sera<br />

precedente viene organizzata una cena a base<br />

di “polenta e lumache”, ovvero chiocciole, delle<br />

quali si conservano al termine della cena i gusci<br />

vuoti. Durante la sera di San Giovanni, i gusci<br />

delle chiocciole vengono trasformati in lumini,<br />

accendendo in essi delle fiammelle e ponendoli<br />

a galleggiare a centinaia sull'acqua del lago. Tali<br />

lumini vengono chiamati lumaghitt (“lumachine”).<br />

“L'origine e il nome della sagra dei lumaghitt si<br />

rifanno a un'antica leggenda secondo la quale<br />

tre secoli fa gli abitanti della zona riuscirono a<br />

liberarsi dalle tremende grandinate che ogni<br />

anno a giugno devastavano i raccolti,<br />

implorando la protezione di San Giovanni<br />

Battista e facendo una solenne processione in<br />

barca fino all' Isola Comacina, dove sorgeva una<br />

piccola chiesa dedicata al santo. Da allora i<br />

furiosi temporali cessarono e la processione si<br />

ripete ogni anno, con contorno di feste e<br />

luminarie notturne.<br />

Divenne tradizione mangiare, per l'occasione,<br />

polenta e lumache. Qualcuno pensò di utilizzare<br />

i gusci vuoti dei molluschi: con un pò di olio e<br />

uno stoppino divennero lumini, da qui il nome di<br />

lumaghitt.<br />

Col tempo, i fuochi accesi sull'isola e su zattere<br />

galleggianti assunsero anche un altro significato.<br />

Ricordarono il grande incendio dell' Isola<br />

Comacina nel 1169 , quando gli abitanti di<br />

Como, per vendicarsi dei comacini (che con i<br />

milanesi avevano partecipato alla distruzione<br />

della loro città nel 1127), misero l'isola a ferro e a<br />

fuoco, distruggendo ogni cosa, comprese le<br />

nove chiese che sorgevano sullo scoglio<br />

fortificato.”<br />

Pare che, a partire all'incirca dall'epoca della<br />

seconda guerra mondiale, i gusci di chiocciola<br />

siano stati sostituiti da candele ed altri lumini,<br />

pur mantenendo l'antico nome.<br />

Isola Comacina, provincia<br />

di Como, lago di Como,<br />

Lombardia, Italia.<br />

(Inutile) Inesistente. http://www.comoeils<br />

uolago.it/comacinas<br />

agra.htm<br />

Sito visitato il<br />

24/9/2010.<br />

Le notizie sono<br />

confermate da<br />

numerosissime altre<br />

fonti e testimonianze<br />

dirette.<br />

La fonte che cita la<br />

data del 1435 è:<br />

Gabriele Tardio, “Le<br />

fracchie accese per<br />

l'euforia di un popolo<br />

e per il pianto della<br />

Madonna”, Edizioni<br />

SmiL, Testi di storia<br />

e tradizioni popolari<br />

62/1.<br />

Online su:<br />

http://www.sanmarco<br />

inlamis.eu/download<br />

/doc_download/36vol-i-i-fuochi-ritualinellitaliacentromeridionale-p-<br />

281<br />

È indispensabile interpretare<br />

questi dati alla luce della<br />

presente ricerca. Ritroviamo qui<br />

molti elementi ben presenti nelle<br />

molte varianti della nostra<br />

filastrocca: le chiocciole, la loro<br />

connessione con il sole (il<br />

solstizio) e la luce (le fiammelle<br />

dei lumini), la connessione con<br />

l'agricoltura, il nesso con il<br />

maltempo, il nesso con il cibo.<br />

Riteniamo molto probabile che si<br />

possa trattare delle ultime tracce<br />

di un rituale precristiano legato<br />

alla stessa mentalità che ha<br />

generato la nostra filastrocca.<br />

Tale rituale, con il trascorrere dei<br />

secoli, ha probabilmente<br />

cambiato significato più volte:<br />

- celebrazione del “potere della<br />

chiocciola” sul maltempo, al fine<br />

di preservare i raccolti agricoli,<br />

in connessione con l'aumentare<br />

della potenza del sole dall'inizio<br />

della primavera fino al solstizio<br />

d'estate;<br />

- invocazione a San Giovanni<br />

per preservare i raccolti, quasi<br />

sicuramente risalente a ben più<br />

di tre secoli fa;<br />

- commemorazione dell'incendio<br />

del 1169, attestata dal 1435,<br />

secondo Tardio;<br />

- momento sociale conviviale.<br />

Questa tradizione si collega al<br />

cosiddetto Dies lampadarum<br />

Cereri dicatum, un rito per<br />

propiziare una buona mietitura<br />

in concomitanza con il solstizio<br />

d'estate, rito di cui parla anche<br />

Sant'Agostino (e che, per inciso,<br />

portò in Sardegna a chiamare<br />

lampadas il mese di giugno) e<br />

che ha anche originato i<br />

diffusissimi “fuochi di San<br />

Giovanni).<br />

È estremamente importante<br />

confrontare questa<br />

documentazione con i simili casi<br />

che trattiamo ai numeri 527<br />

(zona di Nizza, Francia) e 528<br />

(Vittorio Veneto, in provincia di<br />

Treviso, Veneto).<br />

CAA YNN


387 Lor, lor, lor,<br />

buta fora i quatro corn,<br />

un a mi, un a ti, un alla vecia che me ha vesti'.<br />

388 Lümaga lümaghet<br />

tira föra i to curnet<br />

se no te tro in de l'Ada.<br />

389 Caragol treu banya<br />

puja a la muntanya,<br />

caragol bover<br />

jo també vindré.<br />

390 Lóma lóma lumagöla<br />

tira fura al cvàtar cöran<br />

óna par me, óna par te<br />

e dó pr' e' gêval ad Furlê.<br />

Veneto.<br />

Feltre (BL), Veneto, Italia.<br />

Lombardo, dialetto dell'alta<br />

Brianza.<br />

Zona di Merate (LC),<br />

Lombardia, Italia.<br />

Lumaca, lumaca, lumaca,<br />

butta fuori i quattro corni,<br />

uno a me, uno a te, uno alla vecchia che mi<br />

ha vestito.<br />

Lumaca lumachina,<br />

tira fuori i tuoi cornini<br />

altrimenti ti butto nell'Adda (fiume).<br />

Catalano. Chiocciola, fai uscire il corno,<br />

sali la montagna,<br />

chiocciola bovara,<br />

anch'io verrò.<br />

Romagnolo.<br />

Emilia-Romagna, Italia.<br />

Luma, luma, lumacòla,<br />

tira fuori le quattro corna,<br />

una per me, una per te<br />

e due per il diavolo di Forlì.<br />

Simile a quella delle<br />

versioni trentine 5 e 6.<br />

Soltanto un po'<br />

cantilenata, senza una<br />

melodia precisa.<br />

Udibile all'indirizzo:<br />

http://www.youtube.com<br />

/watch?v=8LC2jquTnco<br />

Grazie all'Utente<br />

NM Ezallot.<br />

Grazie all'Utente<br />

NM SnailBrianza.<br />

Comunicazione del<br />

prof. Armangué,<br />

docente di lingua<br />

catalana a Cagliari,<br />

giuntami tramite<br />

Roberto Rattu. Si<br />

ringraziano molto<br />

entrambi.<br />

Ignota. Utente NM Danius,<br />

tratta da:<br />

L. Ercolani, Nuovo<br />

vocabolario<br />

Romagnolo Italiano /<br />

Italiano Romagnolo,<br />

Edizioni del<br />

Girasole, Ravenna<br />

2002.<br />

Analoga a molte versioni venete<br />

e trentine. Vedi: 6, 28, 34, 45,<br />

48, 273, 295, 300, 301, 302,<br />

303, 306, 307, 309, 314 (non<br />

323, caso anomalo). Tuttavia,<br />

qui è nuovo questo modo di<br />

collegare il consueto tema della<br />

"vecchia" e l'altrettanto abituale<br />

tema dei vestiti.<br />

I primi versi sono analoghi a<br />

quelli che si trovano nell'area<br />

milanese (versione 7 ed<br />

analoghe). Caratteristica è<br />

invece la minaccia di buttare<br />

l'animale nel fiume.<br />

Molto affine alla 393, che<br />

proviene dalla stessa zona.<br />

Analoga alla 202. “Bovara”<br />

(bover) avrebbe qui più il<br />

significato di “simile a un bue”<br />

che non quello di “guardiana di<br />

buoi”. Deriva da bou, “bue”.<br />

L'espressione caragol bover<br />

indica in catalano la specie<br />

Helix aspersa ( = Cornu<br />

aspersum).<br />

Viene cantata spesso come<br />

seconda strofa dopo la 202.<br />

Molto conosciuta.<br />

Talvolta le si fa seguire la 474<br />

come terza strofa.<br />

La formula distributiva (“uno a<br />

me, uno a te…”) è tipica del<br />

nord-est italiano e ricorre in<br />

molte altre versioni provenienti<br />

da quell'area (soprattutto in<br />

Veneto ed in Trentino). Il<br />

“diavolo”, qui destinatario delle<br />

“corna”, è probabilmente un<br />

ricordo della figura che veniva<br />

chiamata per uccidere o punire<br />

la chiocciola, che infatti in altre<br />

versioni ha questo stesso nome<br />

(vedi 21b, 32, 128, 280, 336,<br />

337).<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


391 Resci resci corna<br />

mammota è Madonna<br />

paritu è Signore<br />

resci resci ciammottone.<br />

Laziale.<br />

Bellegra (Roma), Lazio,<br />

Italia.<br />

Esci, esci, corna,<br />

tua madre è (la) Madonna,<br />

tuo padre è (il) Signore,<br />

esci, esci, chiocciolone.<br />

Ignota. Testimonianza<br />

diretta dell'Utente<br />

NM Accipiter<br />

gentilis.<br />

A completamento<br />

delle note qui a lato:<br />

La tradizione di<br />

citare nelle ninnenanne<br />

il grado<br />

elevato dei genitori<br />

del bimbo deve<br />

essere molto diffusa.<br />

Una ninna-nanna<br />

inglese recita infatti:<br />

Rock a bye baby,<br />

thy cradle is green,<br />

Father's nobleman,<br />

mother's a queen<br />

and Betty is a lady<br />

and wears a gold<br />

ring<br />

and Johny's<br />

drummer and<br />

drumms for the king.<br />

Ninna nanna, bimbo,<br />

verde è la tua culla,<br />

papà è un<br />

nobiluomo, mamma<br />

è una regina<br />

e Betty è una dama<br />

e porta un anello<br />

d'oro<br />

e Johny è un<br />

tamburino e suona il<br />

tamburo per il re.<br />

Citata in:<br />

Josef Virgil<br />

Grohmann, Ueber<br />

die Echtheit des<br />

althochdeutschen<br />

Schlummerliedes,<br />

editore J.G. Calve,<br />

Praga, 1861<br />

(im codex suppl. nr.<br />

1668 der K. K.<br />

Hofbibliothek in<br />

Wien).<br />

Visibile su:<br />

http://www.archive.or<br />

g/details/ueberdieec<br />

hthei00grohgoog<br />

Un tempo, l'estensore di queste<br />

note credeva che questo fosse<br />

un esempio di corruzione del<br />

noto ed abituale motivo dei<br />

genitori morti, presente in molte<br />

altre versioni (l'eventuale<br />

versione originale non corrotta<br />

sarebbe stata “tua madre è dalla<br />

Madonna, tuo padre è dal<br />

Signore”).<br />

A seguito di nuovo materiale<br />

pervenuto, tuttavia, siamo quasi<br />

certi di un'ipotesi completamente<br />

differente.<br />

Una ninna-nanna maltese,<br />

infatti, recita:<br />

Nam, nam,<br />

Orqod orqod ibni orqod,<br />

Qalb il-ward u l-ġiżimin<br />

Għandek ommok il-Madonna,<br />

U missierek il-Bambin.<br />

Nam, nam.<br />

Nanna, nanna,<br />

dormi, dormi, caro, dormi<br />

nel lettino di seta,<br />

tua madre è la Madonna<br />

e tuo padre è il Signore.<br />

Nanna, nanna.<br />

In una ninna-nanna, è del tutto<br />

normale il fatto di ricordare la<br />

protezione che esercitano sul<br />

bimbo coloro che, per un<br />

cristiano, sono ultimamente i<br />

suoi genitori, nella sua vera<br />

nuova vita di cristiano (ovvero il<br />

Signore come padre e la<br />

Madonna come madre, il che è<br />

teologicamente perfetto).<br />

La madre che canta rassicura il<br />

bimbo, ricordandogli che è stato<br />

creato per un destino ultimo<br />

positivo e che, con i genitori che<br />

ha, non gli accadrà ultimamente<br />

nulla di male.<br />

Tornando alla nostra filastrocca,<br />

pensiamo quindi che il secondo<br />

e il terzo verso siano un prestito<br />

preso dal testo di una ninnananna<br />

molto affine a quella<br />

maltese, probabile espressione<br />

di una tradizione diffusa sia in<br />

Italia centromeridionale che a<br />

Malta. (Grazie a Ruben Zahra<br />

per il materiale da Malta).<br />

AAA YYY


392 Lumëga lumagöla<br />

tira fura al cvàtar cöran<br />

Do cöran e du curnê<br />

e do scàtal ad lumaghén.<br />

393 Lümaga cascia i corni,<br />

se no te sgiachi<br />

nel lach de Sartirona<br />

Romagnolo.<br />

Campiano (Ravenna),<br />

Emilia-Romagna, Italia.<br />

Lombardo.<br />

Calco (Lecco),<br />

Lombardia, Italia.<br />

Lumaca, lumacola,<br />

tira fuori le quattro corna,<br />

due corna e due cornini<br />

e due scatole di lumachini.<br />

Lumaca, caccia fuori le corna,<br />

se no ti sbatto<br />

nel lago di Sartirana.<br />

Ignota. Testimonianza<br />

diretta familiare<br />

dell'Utente NM<br />

Danius.<br />

Ignota. A.L.Brambilla,<br />

C.Ponzoni (2004):<br />

Calco, un paese che<br />

si racconta,<br />

Cattaneo Paolo<br />

Grafiche srl,<br />

Oggiono (Lecco).<br />

Segnalazione di<br />

Adriano Vanin, che<br />

si ringrazia.<br />

Il finale è un po' insolito. Non si<br />

capisce se alluda alla fecondità<br />

(nascita di nuovi “lumachini”)<br />

oppure, forse più probabilmente,<br />

alla raccolta delle lumache,<br />

catturate e poste in “scatole”, o<br />

ancora se sia un semplice<br />

riempitivo, privo di un particolare<br />

significato, che sostituisce<br />

eventuali versi precedenti più<br />

significativi andati perduti o<br />

alterati nei secoli.<br />

Sartirana è una località, non<br />

lontana da Calco. Vi si trova<br />

appunto l'omonimo piccolo lago.<br />

Molto affine alla 388, che<br />

proviene dalla stessa zona ed<br />

ha la stessa struttura.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


394 Lumaga lumaghin<br />

tira fora al tu curnin<br />

un par mi<br />

un par ti<br />

un par la vecia ad San Martin!<br />

395 Lumêga lumaghina<br />

ven int la mi gavagnina<br />

Ferrarese.<br />

Ferrara e Migliaro,<br />

Romagna (Emilia<br />

Romagna), Italia.<br />

Romagnolo.<br />

Romagna (Emilia<br />

Romagna), Italia.<br />

Lumaca, lumachino,<br />

tira fuori i tuoi cornini,<br />

uno per me,<br />

uno per te,<br />

uno per la vecchia di San Martino!<br />

Lumaca, lumachina,<br />

vieni dentro al mio cestino.<br />

Presente, e simile a<br />

quella della versione 6.<br />

È quindi basata sul<br />

consueto modulo “solla-sol-mi”<br />

usato in molte<br />

filastrocche, soprattutto<br />

in Italia settenrtionale.<br />

Ignota. Utente NM<br />

franca0965.<br />

Utente NM Danius. San Martino, che appare anche<br />

in altri "canti delle lumache", qui<br />

è una frazione di Ferrara.<br />

San Martino è un patrono<br />

tradizionale di diverse attività<br />

agricole (vendemmia,<br />

allevamento di oche ed altro) e<br />

compare in diverse versioni. Il<br />

fatto che qui si tratti di un luogo<br />

e non di un personaggio è<br />

normale: nelle tradizioni<br />

popolari, da una versione<br />

all'altra gli elementi si<br />

scambiano continuamente di<br />

ruolo e di posto: questo è il<br />

modo normale in cui una<br />

tradizione orale si diffonde, e<br />

non esiste una versione "più<br />

giusta" delle altre.<br />

Se analizziamo la cosa dal<br />

punto di vista formale, la<br />

tipologia di questa versione non<br />

è determinata dalla presenza del<br />

termine "San Martino" (perché in<br />

quella posizione, in tutte le<br />

varianti simili a questa, si<br />

alternano nelle differenti versioni<br />

diversi vocaboli con la "i"<br />

accentata nell'ultima sillaba al<br />

solo scopo di far rima con<br />

"curnìn" o termini analoghi),<br />

bensì dalla presenza della<br />

formula distributiva ("uno a me,<br />

uno a te, uno a…") e dalla<br />

costante figura della vecchia.<br />

Questa tipologia è quindi uguale<br />

a quella delle versioni 5, 6, 28,<br />

34, 45, 48, 273, 295, 300, 301,<br />

302, 303, 306, 307, 309, 314,<br />

387 del nostro database, che,<br />

come la tua, sono tutte del nordest<br />

italiano (tranne la 309).<br />

La “gavagnina” è un piccolo<br />

cesto di vimini. Si evidenzia qui<br />

lo scopo di catturare il mollusco<br />

a scopo alimentare. Ciò, a<br />

nostro parere, non è affatto<br />

secondario nella genesi di<br />

questo tipo di filastrocca.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


397 Puz puz pokazi roga<br />

ce ne t vrezen n srja norja.<br />

398 Polz, polz pokazi mi roge<br />

ce ne te ubijem.<br />

399 Shuǐniúr Shuǐniúr,<br />

Xiān chū jījiǎo hòu chū tóu,<br />

Nǐ diē, nǐ mā,<br />

Gěi nǐ mài xià shāo gānr shāo yángròu.<br />

Sloveno (dialettale).<br />

Doberdò del lago (Gorizia).<br />

Italia, presso il confine<br />

sloveno (comunità di lingua<br />

slovena).<br />

Questa versione è stata<br />

mappata con riferimento<br />

alla Slovenia.<br />

Sloveno (dialettale).<br />

Doberdò del lago (Gorizia).<br />

Italia, presso il confine<br />

sloveno (comunità di lingua<br />

slovena).<br />

Questa versione è stata<br />

mappata con riferimento<br />

alla Slovenia.<br />

Cinese.<br />

Cina, zona di Pechino.<br />

Chiocciola, chiocciola, mostra le corna<br />

se no ti butto nel mare.<br />

Chiocciola, chiocciola, mostrami le corna,<br />

se no ti uccido.<br />

Piccolo bufalo, piccolo bufalo,<br />

prima tira fuori le corna, poi tira fuori il capo,<br />

tuo padre, tua madre<br />

ti comprano fegatello arrostito, carne<br />

arrostita di pecora.<br />

Vi sono sempre grandi difficoltà di<br />

traduzione dal cinese, lingua che non<br />

coniuga i verbi e sottintende tutto ciò che il<br />

parlante o lo scrivente considera di<br />

significato ovvio. Tuttavia, l'idea di<br />

“significato ovvio” per ciò che si scrive o si<br />

dice cambia a seconda delle aspettative di<br />

chi ascolta o legge. È molto importante<br />

tenerlo ben presente per tutte le versioni<br />

cinesi incluse in questa ricerca.<br />

Assente (è soltanto<br />

parlata).<br />

Assente (è soltanto<br />

parlata).<br />

http://www.tudou.com/p<br />

rograms/view/32VG9m<br />

NZ6K8/<br />

Siti visitati il 13 maggio<br />

2011.<br />

Testimonianza<br />

diretta di un ragazzo<br />

di 17 anni di<br />

Doberdò del lago,<br />

raccolta da Caterina<br />

Azara.<br />

Imparata dai nonni.<br />

Testimonianza<br />

diretta di una donna<br />

di circa 60 anni di<br />

Doberdò del lago (di<br />

famiglia differente da<br />

quella<br />

dell'informatore<br />

relativo alla<br />

precedente<br />

versione), raccolta<br />

da Caterina Azara.<br />

Imparata dai nonni,<br />

anche in questo<br />

caso.<br />

Vi sono interessanti analogie<br />

con le versioni lombarde 388 e<br />

393, ma anche con le versioni<br />

gallesi 253 e 254 e con quelle di<br />

lingua spagnola 67 e 55.<br />

Versione breve, affine a molte<br />

altre diffuse in tutta Europa (4, 7,<br />

20 175, 176, 249, 278, 298, 305,<br />

327, 328 ed altre).<br />

Musica affine alla 396 http://www.littleducks Affine alle altre versioni cinesi,<br />

ed ascoltabile alla .cn/ergeflash/zhong 142, 396, 400-402, 404. Vedi le<br />

pagina:<br />

wenerge/zwegsnefla importanti note alle versioni 142<br />

http://www.littleducks.cn<br />

sh_55236.html e 396.<br />

/ergeflash/zhongwenerg<br />

su segnalazione<br />

e/zwegsneflash_55236. dell'Utente NM<br />

html<br />

Barbaxx, che ha<br />

anche effettuato la<br />

Musica alternativa su: traduzione.<br />

Sito visitato il 13<br />

maggio 2011.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


400 Shuǐniúr Shuǐniúr,<br />

Xiān chū jījiǎo hòu chū tóu,<br />

Nǐ diē, nǐ mā,<br />

Gěi nǐ mài lái shāomai shāo yáng ròu.<br />

Nǐ bù chī, yě bù hē, māo diāo zŏu.<br />

401 Shuǐniúr Shuǐniúr,<br />

Xiān chū jījiǎo hòu chū tóu,<br />

Nǐ diē, nǐ mā,<br />

Gěi nǐ mǎile shāo yángŭtóu shāo yángròu.<br />

Cinese.<br />

Cina, zona di Pechino.<br />

Cinese.<br />

Cina, zona di Pechino.<br />

Piccolo bufalo, piccolo bufalo,<br />

prima tira fuori le corna, poi tira fuori il capo,<br />

tuo padre, tua madre<br />

vengono a comprarti i ravioli "shaomai",<br />

carne arrostita di pecora.<br />

Se tu non mangi e non bevi, il gatto arriva a<br />

fare un boccone.<br />

Vi sono sempre grandi difficoltà di<br />

traduzione dal cinese, lingua che non<br />

coniuga i verbi e sottintende tutto ciò che il<br />

parlante o lo scrivente considera di<br />

significato ovvio. Tuttavia, l'idea di<br />

“significato ovvio” per ciò che si scrive o si<br />

dice cambia a seconda delle aspettative di<br />

chi ascolta o legge. È molto importante<br />

tenerlo ben presente per tutte le versioni<br />

cinesi incluse in questa ricerca.<br />

Piccolo bufalo, piccolo bufalo,<br />

prima tira fuori le corna, poi tira fuori il capo,<br />

Tuo padre, tua madre,<br />

ti hanno comprato ossa arrostite di pecora,<br />

carne arrostita di pecora.<br />

Vi sono sempre grandi difficoltà di<br />

traduzione dal cinese, lingua che non<br />

coniuga i verbi e sottintende tutto ciò che il<br />

parlante o lo scrivente considera di<br />

significato ovvio. Tuttavia, l'idea di<br />

“significato ovvio” per ciò che si scrive o si<br />

dice cambia a seconda delle aspettative di<br />

chi ascolta o legge. È molto importante<br />

tenerlo ben presente per tutte le versioni<br />

cinesi incluse in questa ricerca.<br />

Musica affine alla 396 http://www.littleducks Affine alle altre versioni cinesi,<br />

ed ascoltabile alla .cn/ergeflash/zhong 142, 396, 399, 401, 402, 404.<br />

pagina:<br />

wenerge/zwegsnefla Vedi le importanti note alle<br />

http://www.littleducks.cn<br />

sh_55236.html versioni 142 e 396.<br />

/ergeflash/zhongwenerg<br />

su segnalazione In questa versione (unica tra<br />

e/zwegsneflash_55236. dell'Utente NM quelle cinesi) compaiono i<br />

html<br />

Barbaxx, che ha ravioli: sono molto<br />

anche effettuato la probabilmente i tradizionali<br />

Musica alternativa su: traduzione.<br />

ravioli cinesi, ma in teoria<br />

potrebbero anche essere un<br />

http://www.tudou.com/p Sito visitato il 13 retaggio di una lontana influenza<br />

rograms/view/32VG9m maggio 2011. da parte delle versioni slave ed<br />

NZ6K8/<br />

in genere est-europee, in cui<br />

pure compaiono dei ravioli, in<br />

Siti visitati il 13 maggio<br />

genere sotto il nome di “ravioli<br />

2011.<br />

dolci al formaggio” (vedi 147,<br />

209, 213, 223, 224, 258).<br />

http://www.tudou.com/p<br />

rograms/view/32VG9m<br />

NZ6K8/<br />

Siti visitati il 13 maggio<br />

2011.<br />

Sito visitato il 13<br />

maggio 2011.<br />

Nell'ultima frase, il “boccone”<br />

può essere inteso come<br />

composto dai ravioli e dalla<br />

carne (e allora si tratterebbe di<br />

una variante della usuale<br />

dialettica tra abbondanza e<br />

scarsità di cibo), ma può essere<br />

inteso anche nel senso che il<br />

gatto mangia la chiocciola. In tal<br />

caso, si tratterebbe dell'usuale<br />

minaccia di ucciderla, comune a<br />

molte versioni.<br />

Modernamente, in Cina la si<br />

interpreta soprattutto nella prima<br />

maniera, come testimoniano<br />

anche dei cartoni animati visibili<br />

anche online ad alcuni dei siti<br />

indicati. Ciò, tuttavia, non ci dice<br />

nulla su come venisse<br />

interpretata un tempo, dato che<br />

entrambe le interpretazioni<br />

sembrano possibili.<br />

Musica affine alla 396 http://www.littleducks Affine alle altre versioni cinesi,<br />

ed ascoltabile alla .cn/ergeflash/zhong 142, 396, 399, 400, 402, 404.<br />

pagina:<br />

wenerge/zwegsnefla Vedi le importanti note alle<br />

sh_55236.html versioni 142 e 396.<br />

http://www.littleducks.cn<br />

/ergeflash/zhongwenerg<br />

e/zwegsneflash_55236.<br />

html<br />

su segnalazione<br />

dell'Utente NM<br />

Barbaxx, che ha<br />

anche effettuato la<br />

Il motivo del cibo arrostito è qui<br />

raddoppiato per rafforzarlo (un<br />

fenomeno comune).<br />

Musica alternativa su: traduzione.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


402 Shuǐniú er, shuǐniú er,<br />

xiān chū jījiǎo hòu chū tóur<br />

Nǐ diē, nǐ mā,<br />

Gěi nǐ mǎile shāo yángròu<br />

nǐ bù chī, bù gěi<br />

nǐ liú zài nǎr ne, zhuāntóu hòutóu ne.<br />

Cinese.<br />

Cina, zona di Pechino.<br />

Piccolo bufalo, piccolo bufalo,<br />

prima tira fuori le corna, poi tira fuori la<br />

testolina.<br />

Tuo padre, tua madre<br />

ti hanno comprato carne arrostita di pecora.<br />

Se tu non mangi, non resta a te -<br />

E dove (va a finire)? Dietro un mattone.<br />

Traduzione alternativa del finale:<br />

Se tu non mangi, e non la lasci per darla (ad<br />

altri) -<br />

E dove la nascondi? Dietro ad un mattone?<br />

(oppure anche:)<br />

Se non mangi, non rimane (per gli altri)?<br />

E dove (la nascondi, la carne)? Dietro ad un<br />

mattone?<br />

Il finale si potrebbe anche intendere nel<br />

seguente modo:<br />

Se tu non mangi, tu non verrai preservata -<br />

E dove andrai a finire? Dietro a un mattone.<br />

O anche:<br />

Se tu non mangi, non resta a te -<br />

E dove andrai a finire? Dietro a un mattone.<br />

Traduzione letterale:<br />

Piccolo bufalo, piccolo bufalo,<br />

prima tirare fuori le corna, poi tirare fuori la<br />

testolina.<br />

Tuo padre, tua madre<br />

ti comprare (al tempo passato) carne<br />

arrostita di pecora.<br />

Se non mangiare, non rimanere -<br />

E dove? Dietro un mattone.<br />

Musica affine alla 396<br />

ed ascoltabile alla<br />

pagina:<br />

http://www.littleducks.cn<br />

/ergeflash/zhongwenerg<br />

e/zwegsneflash_55236.<br />

html<br />

Musica alternativa su:<br />

http://www.tudou.com/p<br />

rograms/view/32VG9m<br />

NZ6K8/<br />

Siti visitati il 13 maggio<br />

2011.<br />

http://www.littleducks<br />

.cn/ergeflash/zhong<br />

wenerge/zwegsnefla<br />

sh_55236.html<br />

su segnalazione<br />

dell'Utente NM<br />

Barbaxx, che ha<br />

anche effettuato la<br />

prima traduzione.<br />

Si ringrazia Dai<br />

Guojun (Wenyang)<br />

per la seconda<br />

traduzione.<br />

Sito visitato il 13<br />

maggio 2011.<br />

Affine alle altre versioni cinesi,<br />

142, 396, 399-401, 404. Vedi le<br />

importanti note alle versioni 142<br />

e 396.<br />

Il finale, interpretato nel terzo<br />

modo, andrebbe inteso come<br />

una minaccia di uccidere la<br />

chiocciola schiacciandola con un<br />

mattone.<br />

Questa versione esemplifica le<br />

grandi difficoltà di traduzione dal<br />

cinese, lingua che non coniuga i<br />

verbi e sottintende tutto ciò che<br />

il parlante o lo scrivente<br />

considera di significato ovvio.<br />

Tuttavia, l'idea di “significato<br />

ovvio” per ciò che si scrive o si<br />

dice cambia a seconda delle<br />

aspettative di chi ascolta o<br />

legge. È molto importante<br />

tenerlo ben presente per tutte le<br />

versioni cinesi incluse in questa<br />

ricerca.<br />

AAA YYY


403 Qulule, qulule,<br />

bëshingni chiqare.<br />

Yaghmurda ömile,<br />

aptapta tügile.<br />

404 Shuǐniúr Shuǐniúr,<br />

Xiān chū jījiǎo hòu chū tóu,<br />

Shuǐniúr Shuǐniúr,<br />

Xiān gài wán fáng hòu gái lóu,<br />

Shuǐniúr Shuǐniúr,<br />

Xiān chū jījiǎo hòu chū tóu,<br />

Shuǐniúr Shuǐniúr,<br />

Nǐ diē, nǐ mā,<br />

Gěi nǐ mǎi yángròu qù luó.<br />

Uiguro.<br />

Xinjang, Cina occidentale.<br />

Cinese.<br />

Cina, zona di Pechino.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori le cinque appendici.<br />

Striscia nella pioggia,<br />

muori al sole.<br />

Piccolo bufalo, piccolo bufalo,<br />

prima tira fuori le corna, poi tira fuori il capo,<br />

Piccolo bufalo, piccolo bufalo,<br />

prima costruisci una piccola casa rotonda,<br />

poi costruisci un palazzo,<br />

Piccolo bufalo, piccolo bufalo,<br />

prima tira fuori le corna, poi tira fuori il capo,<br />

Piccolo bufalo, piccolo bufalo,<br />

tuo padre, tua madre,<br />

a te comprano carne di pecora, vanno a<br />

prenderne.<br />

Vi sono sempre grandi difficoltà di<br />

traduzione dal cinese, lingua che non<br />

coniuga i verbi e sottintende tutto ciò che il<br />

parlante o lo scrivente considera di<br />

significato ovvio. Tuttavia, l'idea di<br />

“significato ovvio” per ciò che si scrive o si<br />

dice cambia a seconda delle aspettative di<br />

chi ascolta o legge. È molto importante<br />

tenerlo ben presente per tutte le versioni<br />

cinesi incluse in questa ricerca.<br />

Ignota. http://www.ramizani.<br />

com/article/bala/33.h<br />

tml<br />

Musica (diversa da<br />

quella della 396) su:<br />

http://www.tudou.com/p<br />

rograms/view/32VG9m<br />

NZ6K8/<br />

Sito visitato il 13<br />

maggio 2011.<br />

Sito visitato il 13<br />

maggio 2011.<br />

Il sito è<br />

originariamente<br />

scritto in caratteri<br />

arabi (la lingua<br />

uigura si può<br />

scrivere con i<br />

caratteri latini, arabi<br />

o cirillici).<br />

Grazie al prof.<br />

Jarkko Niemi<br />

dell'Università di<br />

Tampere (Finlandia)<br />

per il controllo del<br />

testo e della<br />

traduzione.<br />

http://www.tudou.co<br />

m/programs/view/32<br />

VG9mNZ6K8/<br />

Sito visitato il 13<br />

maggio 2011.<br />

Su segnalazione<br />

dell'Utente NM<br />

Barbaxx, che ha<br />

anche effettuato la<br />

traduzione.<br />

La menzione di cinque corna si<br />

ritrova in 227, 490, 493, 494. Sui<br />

numeri insoliti di corna vedi nota<br />

alla 442.<br />

La connessione con la pioggia, il<br />

sole e in generale la situazione<br />

meteorologica è comune in<br />

diverse varianti europee<br />

occidentali.<br />

Affine alle altre versioni cinesi,<br />

142, 396, 399-402, 403. Vedi le<br />

importanti note alle versioni 142<br />

e 396.<br />

Il tema della casa, caratteristico<br />

di questa versione cinese,<br />

compare in parecchie versioni<br />

europee occidentali.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


405 Beral'h beral'h, tesa hhevtesh!<br />

Ama vaba yetnev lek 'evegh!<br />

Ebraico.<br />

Israele.<br />

Probabilmente di origine<br />

yiddish, poi tradotta in<br />

ebraico moderno.<br />

Chiocciola, chiocciola, esci fuori!<br />

Tua madre, tuo padre ti daranno una torta!<br />

Nota e presente sul<br />

sito:<br />

http://www.teachervisio<br />

n.fen.com/tv/printables/<br />

1565450973_268_270.<br />

pdf<br />

Sito visitato il 19 agosto<br />

2011.<br />

La musica è stata<br />

raccolta a<br />

Gerusalemme da R.<br />

Klinger.<br />

http://he.wikipedia.or<br />

g/wiki/Gastropoda<br />

Sito visitato il 16<br />

maggio 2011.<br />

Come tipologia, contenendo<br />

l'invocazione ad uscire e la<br />

premessa di un premio dolce,<br />

sembra affine alle versioni slave<br />

(il che non sorprende proprio,<br />

considerando i fortissimi legami<br />

storici tra nazioni slave ed Ebrei<br />

ashkenaziti). Il fatto che però<br />

menzioni anche i genitori la<br />

rende più "occidentale" rispetto<br />

alle versioni slave, che non li<br />

menzionano. Il che, ancora una<br />

volta, non sorprende. Se in<br />

origine fosse stata in yiddish, il<br />

che è senz'altro possibile e forse<br />

probabile, per spiegare questo<br />

carattere più "occidentale"<br />

basterebbe ricordare che lo<br />

yiddish si è sviluppato all'inizio<br />

presso le comunità ebraiche<br />

della Germania medioevale,<br />

quindi più ad occidente rispetto<br />

alle nazioni slave (dove, in<br />

seguito, molti Ebrei sono<br />

migrati).<br />

Una ricerca di questa filastrocca<br />

fatta direttamente in lingua<br />

yiddish non ha restituito per ora<br />

alcun risultato.<br />

Considerando che la lingua<br />

ebraica moderna è, per quanto<br />

riguarda l'uso comune per cose<br />

profane, principalmente<br />

ricostruita e ridiffusa in tempi<br />

recenti, e che gli Ebrei hanno<br />

vissuto per secoli parlando<br />

soprattutto Yiddish o Giudeospagnolo<br />

per quanto riguarda le<br />

cose profane nella loro comune<br />

vita quotidiana, l'attribuzione ad<br />

una tradizione yiddish sembra<br />

tuttavia plausibile, dato che,<br />

invece, alla tradizione sefardita<br />

giudeo-spagnola sembra risalire<br />

una variante completamente<br />

diversa (v. al n. 52) e dato che<br />

un'origine dall'ebraico antico non<br />

sembra affatto probabile, proprio<br />

per i suddetti motivi.<br />

AAA YYY


406 Lyolye, lyolye, syortö mity… Komi.<br />

Repubblica dei Komi<br />

(Federazione Russa) e<br />

zone circostanti.<br />

Il Komi è una lingua<br />

appartenente alla famiglia<br />

Ugro-finnica.<br />

La Repubblica dei Komi è<br />

tradizionalmente<br />

considerata il più orientale<br />

degli stati della Russia<br />

Europea e si trova proprio<br />

ai confini dell'Europa.<br />

Chiocciola, chiocciola, mostra i corni…<br />

Variante (406b):<br />

Chiocciola, chiocciola senza orecchie (opp.<br />

sorda), mostra i cornetti!<br />

Ignota. Da un articolo (in<br />

estone) di Anatoli<br />

Panjukov sul<br />

rapporto tra la<br />

musica tradizionale<br />

Komi e gli animali,<br />

sulla rivista online<br />

estone<br />

"Mäetagused"<br />

(Folclore), versione<br />

in lingua estone, n.<br />

47, consultabile<br />

all'indirizzo:<br />

http://www.folklore.e<br />

e/tagused/nr47/panj<br />

ukov.pdf<br />

(sito visitato il 16<br />

maggio 2011).<br />

Il testo, che si ritiene senz'altro<br />

autentico, è scarno già alla<br />

fonte, sulla quale è citato in<br />

caratteri cirillici e poi tradotto in<br />

estone.<br />

La fonte riporta che ha un<br />

carattere festoso e viene<br />

impiegato dai bambini.<br />

L'articolo si concentra sul<br />

rapporto tra musica Komi e canti<br />

degli uccelli, e cita questa<br />

formuletta sulla chiocciola solo<br />

marginalmente.<br />

Non è impossibile che in questo<br />

caso la formuletta sia stata<br />

tramandata sul posto grazie<br />

all'influenza di tradizioni russe.<br />

In alternativa, sono però<br />

possibili e forse più probabili dei<br />

collegamenti con la cultura degli<br />

altri popoli finnici (la formuletta<br />

delle chiocciole è presente<br />

anche in Finlandia e presso gli<br />

Udmurti)<br />

Vedi la 611 per un'altra vesione<br />

Komi affine.<br />

AAA YYY


407 Shuǐniú er, shuǐniú er,<br />

xiān chū jījiǎo hòu chū tóur<br />

Nǐ diē, nǐ mā,<br />

Gěi nǐ mǎile shāo yángròu<br />

nǐ bù chī, bù gěi<br />

nǐ liú zài nǎr ne, fén tóu er hòutóu ne.<br />

Cinese.<br />

Cina.<br />

Area di Pechino, in<br />

particolare proveniente dai<br />

quartieri più tradizionali ad<br />

antichi, i cosiddetti<br />

“Hutong” (formati da<br />

antiche case addossate<br />

l'une alle altre, ai lati di<br />

un'unica strettissima e<br />

lunghissima via), che sono<br />

di cultura molto<br />

conservativa e<br />

tradizionalista.<br />

Piccolo bufalo, piccolo bufalo,<br />

prima tira fuori le corna, poi tira fuori la<br />

testolina.<br />

Tuo padre, tua madre<br />

ti comprano carne arrostita di pecora.<br />

Se tu non mangi, tu non verrai preservata.<br />

E dove (vai a finire)? Sotto ad una tomba!<br />

Il finale si potrebbe anche intendere nel<br />

seguente modo:<br />

Se tu non mangi, non rimane a te -<br />

E dove sei? Dietro ad una tomba.<br />

Oppure anche (D.G.):<br />

Se tu non mangi, non rimane a te -<br />

E dove la nascondi? Dietro ad una tomba.<br />

O ancora (K.J.):<br />

Se non mangi, non la terrò per te.<br />

Dov'è la chiocciola? È sul retro di una<br />

tomba.<br />

O anche (D.G.):<br />

Se non mangi, la carne non rimane a te -<br />

Chiocciola, dove sei? Sotto ad una tomba.<br />

Oppure (D.R.):<br />

Se non mangi, non te la diamo.<br />

E allora dov'è? Dietro ad una tomba.<br />

O ancora (D.R.):<br />

Se non la mangi, non te la danno.<br />

Chiocciola, dove sei? Sei dietro alla tomba.<br />

Traduzione letterale:<br />

Piccolo bufalo, piccolo bufalo,<br />

prima tirare fuori le corna, poi tirare fuori la<br />

testolina.<br />

Tuo padre, tua madre<br />

te comprare carne arrostita di pecora.<br />

Se non mangiare, non rimanere.<br />

E dove? Dietro ad una tomba.<br />

Quanto all'appellativo “piccolo bufalo” per<br />

indicare la chiocciola, esso è tipico e<br />

specifico del dialetto di Pechino.<br />

Questa informazione si ritrova anche sul sito<br />

http://zhidao.baidu.com/question/52912655.<br />

html<br />

e ci è stata confermata per esperienza<br />

diretta da Dixing Ren.<br />

Esistente.<br />

Probabilmente affine a<br />

quella della 396 e/o alle<br />

due melodie della 399.<br />

Segnalazione<br />

dell'Utente NM<br />

Barbaxx.<br />

Dal sito:<br />

http://ks.cn.yahoo.co<br />

m/question/1406080<br />

609106.html<br />

(sito in lingua<br />

cinese, visitato il 18<br />

maggio 2011)<br />

che a sua volta cita il<br />

volume<br />

Kinchen Johnson,<br />

Peiping Rhymes<br />

with English<br />

Translations, , The<br />

Commercial Printing<br />

& Company. Peiping<br />

(Pechino) 1932,<br />

riedito poi con il<br />

titolo<br />

Kinchen Johnson,<br />

Folksongs and<br />

Children-Songs from<br />

Peiping, The Orient<br />

Cultural Service,<br />

Taipei 1971.<br />

Si ringrazia Dai<br />

Guojun (Wenyang)<br />

per le traduzioni<br />

marcate D.G..<br />

Abbiamo tratto la<br />

traduzione marcata<br />

K.J. dall'originale di<br />

Kinchen Johnson del<br />

1932, dove la<br />

filastrocca è<br />

presente al n. 165<br />

(l'abbiamo poi<br />

tradotta qui<br />

dall'inglese dato da<br />

Kinchen Johnson).<br />

Si ringrazia Dixing<br />

Ren per<br />

l'informazione sui<br />

quartieri Hutong e<br />

per le traduzioni<br />

marcate D.R..<br />

Il termine “fén” significa “tomba”,<br />

“tumulo”, “monticello”<br />

(interessante il possibile<br />

paragone con i tumuli tombali<br />

kurgan tipici delle antiche culture<br />

siberiane).<br />

Potrebbe forse indicare anche<br />

una discarica, come nelle<br />

versioni sarde (292, 293).<br />

Il finale potrebbe comunque<br />

essere anche interpretato, molto<br />

probabilmente, come una<br />

minaccia di uccidere l'animale<br />

(prima traduzione).<br />

La fonte riporta che la<br />

canzoncina veniva cantata dai<br />

bambini cinesi durante un gioco,<br />

consistente nel catturare la<br />

lumachina, tenerla sul palmo<br />

della mano, e cantare la<br />

canzoncina sino a che la lumaca<br />

non tirava fuori i “cornetti” e la<br />

testa. Vinceva il bambino la cui<br />

lumaca usciva per prima.<br />

Si ringrazia molto la Biblioteca<br />

Saveriana di Parma, nella<br />

persona di p. Umberto, che ha<br />

fornito il testo originale cinese<br />

ed inglese di Kinchen Johnson<br />

da consultare.<br />

Anche questa versione<br />

esemplifica le grandi difficoltà di<br />

traduzione dal cinese, lingua<br />

che non coniuga i verbi e<br />

sottintende tutto ciò che il<br />

parlante o lo scrivente considera<br />

di significato ovvio. Tuttavia,<br />

l'idea di “significato ovvio” per<br />

ciò che si scrive o si dice cambia<br />

a seconda delle aspettative di<br />

chi ascolta o legge. È molto<br />

importante tenerlo ben presente<br />

per tutte le versioni cinesi<br />

incluse in questa ricerca.<br />

AAA YYY


408 Shuǐniú er, shuǐniú er,<br />

xiān chū jījiǎo hòu chū tóu, āi!<br />

Nǐ diē, nǐ mā,<br />

Gěi nǐ mǎi de shāo yángròu!<br />

nǐ bù chī, gěi gŏu chī<br />

nǐ bù chī, gěi māo chī<br />

māo bù chī, zuìhou háishi gěi nǐ chī!<br />

Cinese.<br />

Cina.<br />

Area di Pechino.<br />

Piccolo bufalo, piccolo bufalo,<br />

prima tira fuori le corna, poi tira fuori la<br />

testolina!<br />

Tuo padre, tua madre<br />

ti comprano carne arrostita di pecora!<br />

Se tu non mangi, la do da mangiare al cane<br />

se il cane non mangia, la do da mangiare al<br />

gatto<br />

se il gatto non mangia, alla fine (la do) da<br />

mangiare sempre a te!<br />

Vi sono sempre grandi difficoltà di<br />

traduzione dal cinese, lingua che non<br />

coniuga i verbi e sottintende tutto ciò che il<br />

parlante o lo scrivente considera di<br />

significato ovvio. Tuttavia, l'idea di<br />

“significato ovvio” per ciò che si scrive o si<br />

dice cambia a seconda delle aspettative di<br />

chi ascolta o legge. È molto importante<br />

tenerlo ben presente per tutte le versioni<br />

cinesi incluse in questa ricerca.<br />

Ignota http://ks.cn.yahoo.co<br />

m/question/5248670<br />

.html<br />

Su segnalazione<br />

dell'Utente NM<br />

Barbaxx<br />

Insolita variante che parte dalla<br />

consueta formuletta per finire<br />

con una sorta di tiritera iterativa.<br />

AAA YYY


409 Den den mushi mushi katatsumuri<br />

Omae no atama wa dokoniaru<br />

Tsuno dase yari dase atama dase.<br />

Den den mushi mushi katatsumuri<br />

Omae no atama wa dokoniaru<br />

Tsuno dase yari dase medama dase.<br />

Giapponese.<br />

Giappone.<br />

Chiocciola, chiocciola, lumaca,<br />

la tua testa dov'è?<br />

Tira fuori le tue corna,<br />

tira fuori le tue antenne e tira fuori la tua<br />

testa!<br />

Chiocciola, chiocciola, lumaca,<br />

la tua testa dov'è?<br />

Tira fuori le tue corna,<br />

tira fuori le tue antenne e tira fuori i tuoi<br />

occhi!<br />

Presente e nota.<br />

Udibile sul sito<br />

http://web.mit.edu/jpnet/<br />

holidays/Jun/songkatatsumuri.shtml<br />

Udibile in un video<br />

anche su:<br />

http://www.youtube.com<br />

/watch?<br />

v=GNtRLcLzoew&featu<br />

re=player_embedded<br />

Udibile in un altro video<br />

su:<br />

http://www.transparent.<br />

com/japanese/snailsong/?<br />

utm_source=feedburner<br />

&utm_medium=rss&ut<br />

m_campaign=language<br />

blog&utm_content=japa<br />

nese<br />

Tutti i siti sono stati<br />

visitati il 20 maggio<br />

2011.<br />

In tutti e tre i casi, la<br />

musica è sempre<br />

identica (e molto<br />

diversa dalle musiche<br />

delle versioni cinesi).<br />

http://web.mit.edu/jp<br />

net/holidays/Jun/son<br />

g-katatsumuri.shtml<br />

Presente con un<br />

video anche su:<br />

http://www.youtube.c<br />

om/watch?<br />

v=GNtRLcLzoew&fe<br />

ature=player_embed<br />

ded<br />

Presente con un<br />

altro video su:<br />

http://www.transpare<br />

nt.com/japanese/sna<br />

il-song/?<br />

utm_source=feedbur<br />

ner&utm_medium=r<br />

ss&utm_campaign=l<br />

anguageblog&utm_c<br />

ontent=japanese<br />

Tutti i siti sono stati<br />

visitati il 20 maggio<br />

2011.<br />

Su segnalazione<br />

dell'Utente NM<br />

Barbaxx<br />

La nostra filastrocca c'è anche in<br />

Giappone! Come si vede,<br />

questa variante è composta<br />

soltanto dall'invocazione del<br />

nome dell'animale e dall'invito<br />

ad estrarre le corna ed uscire.<br />

Il sito http://m-haruo.com/e<br />

%20w%20katatumuri.html<br />

ci informa che il nome popolare<br />

della chiocciola, “Den-den”,<br />

deriva probabilmente da una<br />

corruzione dell'espressione<br />

“Dero, dero”, cioè “Vieni fuori,<br />

vieni fuori”, espressione che i<br />

bambini usano con le chiocciole.<br />

L'articolo di Z. Serper,<br />

Exploration Thropugh a<br />

Concept: Japanese Classical<br />

Acting as a Model of Harmonical<br />

Contrasts, in A. Horie-Webber,<br />

Japanese Theatre and the West,<br />

1994, pag. 74:<br />

http://books.google.it/books?<br />

id=154i018vheEC&pg=PA74&dq<br />

=snail<br />

%20song&hl=it&ei=UnWATrXYD<br />

onEtAb73vhO&sa=X&oi=book_r<br />

esult&ct=result&resnum=4&ved<br />

=0CDsQ6AEwAzi0AQ#v=onepa<br />

ge&q=snail%20song&f=false<br />

cita una versione di questo<br />

canto usata in lavori teatrali<br />

giapponesi tradizionali, il cui<br />

inizio presenta la variante “denu<br />

denu mushi mushi” in cui si<br />

invita l'animale a venire fuori<br />

dalla sua conchiglia. Sono citate<br />

anche le posture tradizionali<br />

degli attori che eseguono questa<br />

canzone in un contesto teatrale.<br />

La chiocciola viene qui<br />

paragonata ad un “sacerdote<br />

guerriero” (yamabushi).<br />

AAA YYY


410 Cai Cai, mancarai,<br />

tire fur i cuars, se no ti coparai.<br />

Friulano.<br />

Friuli, Italia.<br />

Chiocciola, chiocciola, (manca-raggi) (?)<br />

tira fuori i corni, se no ti ucciderò.<br />

“Timau, Sauris,<br />

Sappada nel 1889”,<br />

di Julius Pock,<br />

articolo<br />

originariamente<br />

pubblicato su<br />

“Pagine Friulane”,<br />

anno V, 1892.<br />

Riportato su:<br />

“Tischlbongara<br />

Piachlan”, quaderni<br />

di cultura timavese,<br />

Timau (Udine), edito<br />

dall'Istituto di Cultura<br />

Timavese con il<br />

contributo del<br />

Circolo Culturale “G.<br />

Unfer” di Timau-<br />

Tischlbong e del<br />

Comune di Paluzza<br />

(Udine), numero 6,<br />

dicembre 2002.<br />

Consultabile online<br />

all'indirizzo:<br />

http://www.taicinvria<br />

ul.org/timau/pdf/qua<br />

derni/quaderno-6.pdf<br />

Sito visitato il 20<br />

maggio 2011.<br />

Nota sulla fonte: “È un gioco che<br />

si fa anche in Friuli. (Lo) dicono i<br />

fanciulli, aspettando davanti ad<br />

una chiocciola finchè mette fuori<br />

le corna”.<br />

“Mancarai” è un termine di<br />

incerta traduzione (forse<br />

“manca-raggi”, nel possibile<br />

senso di “senza antenne, senza<br />

corna”; oppure è un semplice<br />

rafforzativo nonsense di “cai”).<br />

L'ipotesi più probabile è però<br />

che sia un'alterazione (per<br />

ragioni di rima) di macaron o<br />

macarot, che significa “sciocco”,<br />

“stupido”.<br />

AAA YYY


411 Schnecke, reck deine vier Hoarn aus,<br />

fischtar schlog i dar dar Hausel dume dume aus.<br />

412 Cai, cai, fâs i cuârs,<br />

doi a mi, doi a ti,<br />

ce ch'al reste lasse lì.<br />

Sappadino.<br />

Sappada (Belluno), Veneto<br />

settentrionale, (presso il<br />

confine con il Friuli), Italia.<br />

Il paese ha richiesto il<br />

passaggio alla regione<br />

Friuli-Venezia Giulia (non<br />

ancora avvenuto). La<br />

cultura è simile a quella di<br />

alcune isole germanofone<br />

in Friuli settentrionale<br />

(Timau-Paluzza, Sauris).<br />

Questa versione è stata<br />

mappata con riferimento al<br />

Friuli.<br />

Il Sappadino è un dialetto<br />

germanico, apparentato ai<br />

dialetti della Baviera e della<br />

Carinzia.<br />

Sembra che<br />

l'immigrazione sia<br />

avvenuta nel XII secolo<br />

dalla val Pusteria o più<br />

probabilmente dall'Austria,<br />

dal paese di<br />

Innervillgraten.<br />

Friulano.<br />

Gemona del Friuli (Udine),<br />

Friuli, Italia.<br />

Chiocciola, metti fuori le tue quattro corna,<br />

altrimenti ti rompo la casetta tutta in pezzi.<br />

Chiocciola, chiocciola, fai le corna,<br />

due a me, due a te,<br />

ciò che resta lascialo lì.<br />

Presente, perché la<br />

fonte riporta che la<br />

filastrocca veniva<br />

cantata, ma, purtroppo,<br />

non ne riporta la<br />

melodia.<br />

“Timau, Sauris,<br />

Sappada nel 1889”,<br />

di Julius Pock,<br />

articolo<br />

originariamente<br />

pubblicato su<br />

“Pagine Friulane”,<br />

anno V, 1892.<br />

Riportato su:<br />

“Tischlbongara<br />

Piachlan”, quaderni<br />

di cultura timavese,<br />

Timau (Udine), edito<br />

dall'Istituto di Cultura<br />

Timavese con il<br />

contributo del<br />

Circolo Culturale “G.<br />

Unfer” di Timau-<br />

Tischlbong e del<br />

Comune di Paluzza<br />

(Udine), numero 6,<br />

dicembre 2002.<br />

Consultabile online<br />

all'indirizzo:<br />

http://www.taicinvria<br />

ul.org/timau/pdf/qua<br />

derni/quaderno-6.pdf<br />

Sito visitato il 20<br />

maggio 2011.<br />

Ignota. Da un calendario<br />

visibile sul sito:<br />

www.pensemaravee.<br />

it/lunari/lunari2010.p<br />

df<br />

Sito visitato il 20<br />

maggio 2011.<br />

Su segnalazione<br />

dell'Utente NM<br />

Barbaxx<br />

Le ripetizioni di alcune parole<br />

sono intenzionali, molto<br />

probabilmente legate al ritmo<br />

della melodia cantata (che<br />

purtroppo non viene riportata).<br />

Il tema della minaccia di<br />

rompere la “casa” è comune ad<br />

altre versioni, soprattutto<br />

germaniche. Vedi: 131, 136,<br />

137, 172, 187, 197, 230, 245,<br />

278, 380, 381.<br />

Ritorna la consueta formula<br />

distributiva (…a me, …a te)<br />

tipica del nord-est italiano.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


413 Snail, Snail,<br />

Come out of your hole,<br />

Or else I'll beat you black as a coal.<br />

Snail, Snail,<br />

Put out your head,<br />

Or else I'll beat you till you're dead.<br />

414 Snail, snail, come out of<br />

your hole,<br />

Or else I'll beat you as<br />

black as a coal.<br />

Snail, snail, put out your<br />

horns,<br />

Here comes a thief to pull<br />

down your walls.<br />

Inglese.<br />

Inghilterra, poi anche negli<br />

Stati Uniti.<br />

Inglese.<br />

Inghilterra. Poi anche negli<br />

Stati Uniti.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

vieni fuori dal tuo buco,<br />

altrimenti ti picchio fino a farti diventare nera<br />

come il carbone.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori la tua testa,<br />

altrimenti ti picchio fino a che non sei morta.<br />

Chiocciola, chiocciola, vieni fuori dal tuo<br />

buco,<br />

altrimenti ti picchio fino a farti diventare nera<br />

come il carbone.<br />

Chiocciola, chiocciola, tira fuori le tue corna,<br />

ecco che viene un ladro a buttare già le tue<br />

mura.<br />

Ignota. “The Only True<br />

Mother Goose<br />

Melodies”, Boston,<br />

J.S. Locke &<br />

Company, 1833.<br />

Citata su:<br />

http://www.mamalisa<br />

.com/?<br />

t=hes&p=1697<br />

Visibile su:<br />

http://books.google.c<br />

om/books?<br />

id=7a0XAAA<br />

YYYAYAAJ&printsec<br />

=frontcover&hl=it&so<br />

urce=gbs_ge_summ<br />

ary_r&cad=0#v=one<br />

page&q&f=false<br />

Sito visitato il 20<br />

maggio 2011.<br />

La prima parte è<br />

citata già in fonti più<br />

antiche (vedi note<br />

alla versione 8).<br />

Su segnalazione<br />

dell'Utente NM<br />

Barbaxx<br />

Ignota. The Big Book of<br />

Nursery Rhymes<br />

(circa 1920), acura<br />

di Walter Jerrold.<br />

A sua volta tratta da<br />

Harry's Ladder to<br />

Learning (1850).<br />

Citata su:<br />

http://www.mamalisa<br />

.com/?<br />

t=hes&p=1697<br />

Sito visitato il 20<br />

maggio 2011.<br />

La prima parte è<br />

citata già in fonti più<br />

antiche (vedi note<br />

alla versione 8).<br />

Su segnalazione<br />

dell'Utente NM<br />

Barbaxx<br />

Affine alla n. 8.<br />

Molto interessante la notizia che<br />

Joseph Ritson ci dà:<br />

“It was probably the custom, on<br />

repeating these lines, to hold<br />

the snail to a candle, in order to<br />

make it quit the shell.”<br />

“C'era probabilmente l'usanza,<br />

mentre si ripetevano questi<br />

versi, di tenere la chiocciola<br />

sopra ad una candela, in modo<br />

da forzarla ad uscire dalla<br />

conchiglia.”<br />

Affine sia alla n. 8 che alla n. 10.<br />

Molto interessante la notizia che<br />

Joseph Ritson ci dà:<br />

“It was probably the custom, on<br />

repeating these lines, to hold<br />

the snail to a candle, in order to<br />

make it quit the shell.”<br />

“C'era probabilmente l'usanza,<br />

mentre si ripetevano questi<br />

versi, di tenere la chiocciola<br />

sopra ad una candela, in modo<br />

da forzarla ad uscire dalla<br />

conchiglia.”<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


415 Klosterfrau im Schneckenhäusl,<br />

meinst, du bist verborgen?<br />

Ich komm als Pater Guardian<br />

und wünsch einen guten Morgen.<br />

Tedesco.<br />

Germania. Nota anche in<br />

Bassa Austria, Austria.<br />

Monaca che stai nella casetta della<br />

chiocciola,<br />

dimmi, sei nascosta?<br />

Io vengo come padre guardiano<br />

ed auguro un buon giorno.<br />

Ignota. N. 1124 su:<br />

Anton Hofer,<br />

Volksmusik in<br />

Niederösterreich,<br />

Sprüche, Spiele und<br />

Lieder der Kinder,<br />

a cura di Annemarie<br />

Gschwantler, Helga<br />

Hofer, Katharina<br />

Hofer ,Eva Maria<br />

Hois, Bernadette<br />

Scheidl.<br />

Niederösterreichisch<br />

es Volksliedwerk.<br />

Corpus Musicae<br />

Popularis Austriacae<br />

16,<br />

Böhlau Verlag,<br />

Wien, 2004.<br />

Tratta da Arnim /<br />

Brentano, Des<br />

Knaben<br />

Wunderhorn, 1806,<br />

S. 866.<br />

Presente su<br />

Simrock, Das<br />

deutsche<br />

Kinderbuch, 1857,<br />

S. 136.<br />

Si veda anche la<br />

discussione su:<br />

http://www.naturame<br />

diterraneo.com/foru<br />

m/topic.asp?<br />

TOPIC_ID=153407<br />

(Sito visitato il 15<br />

settembre 2011).<br />

Per immagini di<br />

complessi copricapi<br />

femminili monastici<br />

(vedi note qui a lato)<br />

si vedano ad<br />

esempio:<br />

http://www.islahospit<br />

almenorca.org/Hijas<br />

delaCaridad10004.J<br />

PG<br />

e<br />

http://upload.wikime<br />

dia.org/wikipedia/co<br />

mmons/f/fb/Ildegard<br />

a_di_Bingen-wiki.jpg<br />

Nota sulla fonte: “La chiocciola potrà<br />

essere messa su una pietra tiepida –<br />

ma non troppo calda – o stuzzicata<br />

nella mano con un filo d'erba soffice.”<br />

Interessante annotazione, che<br />

contempla, appunto, la possibilità di<br />

mettere la chiocciola su una pietra<br />

tiepida per farla uscire. Può essere<br />

collegata all'azione, frequente in altre<br />

varianti, di “bruciare la sua casa”.<br />

Il termine tedesco per “monaca”<br />

significa letteralmente “sorella del<br />

chiostro” e contiene in sé la radice di<br />

“chiudere”, “stare racchiusa”. Nella<br />

traduzione, questa sfumatura si<br />

perde. Curiosamente, il nome<br />

scientifico di un genere di chiocciola è<br />

proprio Monacha. Il nome di tale<br />

genere, descritto da Fitzinger, L. I.<br />

1833, Systematisches Verzeichniß<br />

der im Erzherzogthume Oesterreich<br />

vorkommenden Weichthiere, als<br />

Prodrom einer Fauna derselben. -<br />

Beiträge zur Landeskunde<br />

Oesterreich's unter der Enns 3: 88-<br />

122. Wien, deriva in realtà da una<br />

precedente tradizione popolare<br />

diffusa in tutta Europa ben prima<br />

dell'epoca in cui visse Fitzinger: le<br />

chiocciole sono chiamate<br />

“monachelle” o con termini analoghi in<br />

Austria, Germania meridionale,<br />

Francia meridionale, Sicilia,<br />

Sardegna, Toscana ed in diversi altri<br />

luoghi ancora. L'origine del paragone<br />

tra la chiocciola ed una monaca non è<br />

chiara. Sono state fatte varie ipotesi. I<br />

colori semplici di alcune chiocciole<br />

(bianco, marrone) richiamerebbero<br />

quelli di alcuni abiti monacali; il fatto<br />

che l'animale passi l'intera esistenza<br />

senza uscire dal proprio guscio<br />

richiamerebbe l'esperienza della<br />

clausura monastica, ed infine<br />

potrebbe avere contribuito al<br />

paragone popolare con una monaca<br />

anche il confronto tra la struttura del<br />

capo della chiocciola, con le sue<br />

quattro appendici, e certi complessi<br />

copricapi di antica origine che una<br />

volta erano portati da diversi ordini<br />

monastici femminili.<br />

Si veda anche la discussione su:<br />

http://www.naturamediterraneo.com/fo<br />

rum/topic.asp?TOPIC_ID=153407<br />

(Sito visitato il 15 settembre 2011).<br />

Nei monasteri, il padre guardiano è<br />

colui che ha la responsabilità della<br />

portineria, ovvero di controllare chi<br />

entra o esce dalla porta ed accogliere<br />

gli ospiti.<br />

Vedi anche le importanti note alla 433<br />

per una piena comprensione.<br />

AAA YYY


416 Schneck ein und Schneck aus,<br />

reck deine vier Hörndls heraus,<br />

sunst brich i dein Hof un dein Haus.<br />

Tedesco.<br />

Heiligenkreuz, Bassa<br />

Austria, Austria.<br />

Chiocciola dentro e chiocciola fuori,<br />

tira innanzi i tuoi quattro cornetti,<br />

altrimenti io ti spacco la tua dimora e la tua<br />

casa.<br />

Ignota. N. 1125 su:<br />

Anton Hofer,<br />

Volksmusik in<br />

Niederösterreich,<br />

Sprüche, Spiele und<br />

Lieder der Kinder,<br />

a cura di Annemarie<br />

Gschwantler, Helga<br />

Hofer, Katharina<br />

Hofer ,Eva Maria<br />

Hois, Bernadette<br />

Scheidl.<br />

Niederösterreichisch<br />

es Volksliedwerk.<br />

Corpus Musicae<br />

Popularis Austriacae<br />

16,<br />

Böhlau Verlag,<br />

Wien, 2004.<br />

Tratta da Buchinger,<br />

Kinder- und<br />

Jugendspiele, 1967,<br />

S.205.<br />

Anche da<br />

Wurth, Kinderreime<br />

und Kinderlieder,<br />

1906, S. 97:<br />

Heiligenkreuz.<br />

Per il motivo di rompere la casa,<br />

tipicamente germanico, vedi la<br />

nota alla 411.<br />

AAA YYY


417 Schnecke im Haus,<br />

komm heraus!<br />

Kommen zwei mit Spiessen,<br />

wollen dich erschiessen!<br />

Kommen zwei mit Stecken,<br />

wollen dich erschrecken!<br />

Schneck im Haus,<br />

komm heraus!<br />

Variante (417b):<br />

Schnecke im Haus,<br />

komm heraus!<br />

Da kommen zwei mit Stecken,<br />

wollen dich erschrecken,<br />

kommen zwei mit Spiessen,<br />

wollen dich erschiessen!<br />

Tedesco.<br />

Gänserndorf, Bassa<br />

Austria, Austria.<br />

Conosciuta anche in Tirolo.<br />

La prima variante è citata<br />

anche dall'ultima fonte che<br />

nominiamo con riferimento<br />

a Kufstein, Tirolo, Austria.<br />

Chiocciola che sei nella casa,<br />

vieni fuori!<br />

Vieni con due lance,<br />

ti vogliono sparare!<br />

Vieni con due bastoni,<br />

ti vogliono spaventare!<br />

Chiocciola che sei nella casa,<br />

vieni fuori!<br />

Variante (417b):<br />

Chiocciola che sei nella casa,<br />

vieni fuori!<br />

Vieni con due bastoni,<br />

ti vogliono spaventare!<br />

Vieni con due lance,<br />

ti vogliono sparare!<br />

Ignota per la 417.<br />

Nota e trascritta per la<br />

417b, riportata sulla<br />

prima fonte citata<br />

(Hofer).<br />

La tipologia melodica è<br />

molto interessante,<br />

costituendo un perfetto<br />

“anello di congiunzione”<br />

tra i moduli melodici di<br />

tipo “celto-germanico” e<br />

quelli di tipo<br />

“mediterraneo”.<br />

Nn. 1126 e 1127 su:<br />

Anton Hofer,<br />

Volksmusik in<br />

Niederösterreich,<br />

Sprüche, Spiele und<br />

Lieder der Kinder,<br />

a cura di Annemarie<br />

Gschwantler, Helga<br />

Hofer, Katharina<br />

Hofer ,Eva Maria<br />

Hois, Bernadette<br />

Scheidl.<br />

Niederösterreichisch<br />

es Volksliedwerk.<br />

Corpus Musicae<br />

Popularis Austriacae<br />

16,<br />

Böhlau Verlag,<br />

Wien, 2004.<br />

Presente anche su:<br />

V<strong>LA</strong>-NÖ, A 298/104,<br />

Fürst (cognome del<br />

raccoglitore),<br />

Gänserndorf<br />

(località), 1937<br />

(anno di raccolta).<br />

Böhme, Deutsches<br />

Kinderlied, 1897, Nr.<br />

887.<br />

Horak, Tiroler<br />

Kinderleben I, 1986,<br />

Nr. 2037 (la 417) e<br />

2038 (la 417b).<br />

Buchinger, Kinder-<br />

und Jugendspiele,<br />

1967, S.205 (per la<br />

417b).<br />

http://www.sagen.at/<br />

doku/kinderreime/sc<br />

hnecken.html<br />

Sito visitato il 10<br />

settembre 2011.<br />

Riappare la divisione in due<br />

“corni” di un tipo e due di un<br />

altro tipo, biologicamente<br />

corretta. Tutte le appendici<br />

vengono paragonate ad armi.<br />

Questa versione fonde la nostra<br />

filastrocca con il motivo<br />

medioevale dei combattimenti<br />

con le lumache. Vedi la nota a<br />

509.<br />

Vedi per approfondimenti: 15,<br />

120, 498, 509.<br />

Per un'analoga versione<br />

giapponese vedi 545.<br />

La sintassi in uso nei lemmi<br />

della raccolta denominata con la<br />

sigla V<strong>LA</strong>-NÖ viene qui riportata<br />

allo stesso modo anche per tutte<br />

le altre versioni.<br />

AAA YYY


418 Schneck, Schneck, geh hinaus,<br />

sonst wirf i di hinters Hälterhaus!<br />

Tedesco.<br />

Kottaun, distretto di Horn,<br />

Bassa Austria, Austria.<br />

Chiocciola, chiocciola, vai fuori,<br />

altrimenti ti butto via la tua casa di sostegno<br />

che hai sul didietro!<br />

Ignota. Nn. 1128 su:<br />

Anton Hofer,<br />

Volksmusik in<br />

Niederösterreich,<br />

Sprüche, Spiele und<br />

Lieder der Kinder,<br />

a cura di Annemarie<br />

Gschwantler, Helga<br />

Hofer, Katharina<br />

Hofer ,Eva Maria<br />

Hois, Bernadette<br />

Scheidl.<br />

Niederösterreichisch<br />

es Volksliedwerk.<br />

Corpus Musicae<br />

Popularis Austriacae<br />

16,<br />

Böhlau Verlag,<br />

Wien, 2004.<br />

Presente anche su:<br />

V<strong>LA</strong>-NÖ, A 39/277,<br />

Frischhauf, Kottaun,<br />

1908.<br />

AAA YYY


419 Schneck, Schneck, komm heraus,<br />

sonst kratz ich dir die Augen aus!<br />

Tedesco.<br />

Hietzing, Vienna, Austria.<br />

Nota in Bassa Austria<br />

anche in altre località.<br />

Conosciuta anche a<br />

Kufstein, Tirolo, Austria.<br />

Chiocciola, chiocciola, vieni fuori,<br />

altrimenti ti gratto via gli occhi!<br />

Ignota. N. 1129 su:<br />

Anton Hofer,<br />

Volksmusik in<br />

Niederösterreich,<br />

Sprüche, Spiele und<br />

Lieder der Kinder,<br />

a cura di Annemarie<br />

Gschwantler, Helga<br />

Hofer, Katharina<br />

Hofer ,Eva Maria<br />

Hois, Bernadette<br />

Scheidl.<br />

Niederösterreichisch<br />

es Volksliedwerk.<br />

Corpus Musicae<br />

Popularis Austriacae<br />

16,<br />

Böhlau Verlag,<br />

Wien, 2004.<br />

Presente anche su:<br />

V<strong>LA</strong>-NÖ, A 274/276,<br />

Slg. LSR, Hietzing<br />

1913<br />

e su:<br />

Haiding/Gass,<br />

Kinder- und<br />

Jugendspiele, 1980,<br />

S. 17.<br />

Presente, identica,<br />

anche su:<br />

http://www.sagen.at/<br />

doku/kinderreime/sc<br />

hnecken.html<br />

Sito visitato il 10<br />

settembre 2011.<br />

Si ricorda che gli “occhi” della<br />

chiocciola sono situati in cima a<br />

quelle appendici comunemente<br />

chiamate “corna”; la minaccia di<br />

tirarle via gli occhi, quindi,<br />

equivale a quella di tagliarle le<br />

“corna”. È inoltre legata ad una<br />

eventuale dialettica tra luce ed<br />

oscurità.<br />

AAA YYY


420 Schneck, Schneck,<br />

zeig mir dein Horn,<br />

i gib dir Weiz und Korn.<br />

421 Schneck, Schneck! Schneck, Schneck!<br />

Reck deine vier Hörndl heraus,<br />

sunst wirf i di übas Håltahaus,<br />

sunst brich i dei Hof un dei Haus!<br />

Tedesco.<br />

Bassa Austria, Austria.<br />

Tedesco (dialettale).<br />

Trumau e Mödling, Bassa<br />

Austria, Austria.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

mostrami il tuo corno,<br />

io ti do frumento e grano.<br />

Chiocciola, chiocciola! Chiocciola,<br />

chiocciola!<br />

Allunga fuori i tuoi quattro cornetti,<br />

altrimenti i ti butto via la tua casa di<br />

sostegno che hai sopra,<br />

altrimenti ti rompo la tua dimora e la tua<br />

casa!<br />

Ignota. N. 1130 su:<br />

Ignota.<br />

La particolare struttura<br />

dei raddoppi testuali fa<br />

supporre che esista.<br />

Anton Hofer,<br />

Volksmusik in<br />

Niederösterreich,<br />

Sprüche, Spiele und<br />

Lieder der Kinder,<br />

a cura di Annemarie<br />

Gschwantler, Helga<br />

Hofer, Katharina<br />

Hofer ,Eva Maria<br />

Hois, Bernadette<br />

Scheidl.<br />

Niederösterreichisch<br />

es Volksliedwerk.<br />

Corpus Musicae<br />

Popularis Austriacae<br />

16,<br />

Böhlau Verlag,<br />

Wien, 2004.<br />

N. 1131 su:<br />

Anton Hofer,<br />

Volksmusik in<br />

Niederösterreich,<br />

Sprüche, Spiele und<br />

Lieder der Kinder,<br />

a cura di Annemarie<br />

Gschwantler, Helga<br />

Hofer, Katharina<br />

Hofer ,Eva Maria<br />

Hois, Bernadette<br />

Scheidl.<br />

Niederösterreichisch<br />

es Volksliedwerk.<br />

Corpus Musicae<br />

Popularis Austriacae<br />

16,<br />

Böhlau Verlag,<br />

Wien, 2004.<br />

Tratta da<br />

Wurth, Kinderreime<br />

und Kinderlieder,<br />

1906, S. 97:<br />

Trumau/Mödling.<br />

“Frumento” e “grano” sono la<br />

stessa cosa, ma così è la<br />

versione originale, per necessità<br />

di rima.<br />

Affine a 9, 384<br />

Molto affine sia a 418 che a 416,<br />

rappresenta una sorta di fusione<br />

di quelle due varianti.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


422 Schnecken , Burecken,<br />

reck deine vier Hörnderln heraus,<br />

sunst schmeiss i di übers Hålterhaus!<br />

423 Schneknhäusl, Schnecknhäusl,<br />

reck deine Påår Herner raus,<br />

sunst wirf i di hinters Håldahaus!<br />

Tedesco (dialettale).<br />

Znaim /Znojmo, confine tra<br />

Austria e Moravia<br />

meridionale.<br />

Questa versione è stata<br />

mappata con riferimento<br />

all'Austria.<br />

Tedesco (dialettale).<br />

Matzen, Matzen-<br />

Raggendorf, Bassa<br />

Austria, Austria.<br />

Chiocciola, biocciola,<br />

allunga fuori i tuoi quattro cornetti,<br />

altrimenti ti butto via la tua casa di sostegno<br />

che hai sopra!<br />

Chiocciola nella casetta, chiocciola nella<br />

casetta,<br />

allunga via i tuoi quattro corni,<br />

altrimenti ti butto via la tua casa di sostegno<br />

che hai di dietro!<br />

Ignota. N. 1132 su:<br />

Anton Hofer,<br />

Volksmusik in<br />

Niederösterreich,<br />

Sprüche, Spiele und<br />

Lieder der Kinder,<br />

a cura di Annemarie<br />

Gschwantler, Helga<br />

Hofer, Katharina<br />

Hofer ,Eva Maria<br />

Hois, Bernadette<br />

Scheidl.<br />

Niederösterreichisch<br />

es Volksliedwerk.<br />

Corpus Musicae<br />

Popularis Austriacae<br />

16,<br />

Böhlau Verlag,<br />

Wien, 2004.<br />

Tratta da<br />

V<strong>LA</strong>-NÖ, A 343/31,<br />

Laaber, Gross<br />

Tajax/Znaim 1947.<br />

A 381/76 Schmidt,<br />

o.O. 1952.<br />

Anche in<br />

Buchinger, Kinder-<br />

und Jugendspiele,<br />

1967, S.205.<br />

Ignota. N. 1133 su:<br />

Anton Hofer,<br />

Volksmusik in<br />

Niederösterreich,<br />

Sprüche, Spiele und<br />

Lieder der Kinder,<br />

a cura di Annemarie<br />

Gschwantler, Helga<br />

Hofer, Katharina<br />

Hofer ,Eva Maria<br />

Hois, Bernadette<br />

Scheidl.<br />

Niederösterreichisch<br />

es Volksliedwerk.<br />

Corpus Musicae<br />

Popularis Austriacae<br />

16,<br />

Böhlau Verlag,<br />

Wien, 2004.<br />

Tratta da<br />

V<strong>LA</strong>-NÖ, B 47/2,<br />

Feifalik, Matzen<br />

1859.<br />

“Burecken” sembra una parola<br />

senza un particolare significato,<br />

aggiunta come raddoppio<br />

fonetico per variare il suono di<br />

“Schnecken”.<br />

Molto affine a diverse altre<br />

varianti della Bassa Austria.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


424 Schneck, streck deine Augen aus,<br />

i leg dir einen Kreuzer drauf!<br />

425 Lumaga, lumaghin,<br />

tira fora i to curnin!<br />

Tedesco.<br />

Bassa Austria, Austria.<br />

Lombardo.<br />

Vescovato, provincia di<br />

Cremona, Lombardia,<br />

Italia.<br />

Chiocciola, allunga fuori i tuoi occhi,<br />

io ti ci metterò su un soldino!<br />

Lumaca, lumachina,<br />

tira fuori i tuoi cornetti!<br />

Ignota. N. 1134 su:<br />

Nota e diversa da<br />

quella di altre versioni<br />

lombarde.<br />

Anton Hofer,<br />

Volksmusik in<br />

Niederösterreich,<br />

Sprüche, Spiele und<br />

Lieder der Kinder,<br />

a cura di Annemarie<br />

Gschwantler, Helga<br />

Hofer, Katharina<br />

Hofer ,Eva Maria<br />

Hois, Bernadette<br />

Scheidl.<br />

Niederösterreichisch<br />

es Volksliedwerk.<br />

Corpus Musicae<br />

Popularis Austriacae<br />

16,<br />

Böhlau Verlag,<br />

Wien, 2004.<br />

Tratta da<br />

Buchinger, Kinder-<br />

und Jugendspiele,<br />

1967, S.205.<br />

Stepan, Das<br />

Waldviertel<br />

3/Volkskunde, 1926,<br />

S. 108.<br />

Tradizione familiare<br />

segnalata<br />

dall'Utente NM<br />

iperione.<br />

Versione interessante. La<br />

pratica di offrire un soldo non ha<br />

molte altre testimonianze.<br />

Questa versione, che<br />

comprende il consueto testo<br />

breve e risulta affine alle<br />

versioni 7, 7b, 385 ed altre, è<br />

stata considerata separata dalle<br />

altre soprattutto a causa della<br />

musica, completamente diversa.<br />

Il canto viene ripetuto molte<br />

volte di seguito, fino al<br />

raggiungimento del risultato<br />

(cioè finché la chiocciola estrae<br />

le “corna”).<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


426 Schneck, Schneck, kumm heraus,<br />

zeig mir deine Hirn heraus!<br />

427 Ulita, ulita, pokaži roga!<br />

Ulita, ulita, pokaži roga!<br />

Tedesco (dialettale).<br />

Stiria, Austria.<br />

Russo.<br />

Russia (località non<br />

precisata)<br />

Chiocciola, chiocciola, vieni fuori,<br />

mostrami i tuoi corni!<br />

Chiocciola, chiocciola, mostra i corni!<br />

Chiocciola, chiocciola, mostra i corni!<br />

Ignota. Friedrich S. Krauss,<br />

Das Minnelied des<br />

Deutschen-land und<br />

Stadtvolkes,<br />

Ethnologischer<br />

Verlag, Leipzig,<br />

1929.<br />

Pag. 58, nota 11.<br />

Consultabile su:<br />

http://www.horntip.co<br />

m/html/books_&_MS<br />

S/1920s/1929_das_<br />

minnelied_des_deut<br />

schenland_und_stadtvolke<br />

s_(HC)/index.htm<br />

Ignota. Josef Virgil<br />

Grohmann, Ueber<br />

die Echtheit des<br />

althochdeutschen<br />

Schlummerliedes,<br />

editore J.G. Calve,<br />

Praga, 1861<br />

(im codex suppl. nr.<br />

1668 der K. K.<br />

Hofbibliothek in<br />

Wien).<br />

Visibile su:<br />

http://www.archive.or<br />

g/details/ueberdieec<br />

hthei00grohgoog<br />

Il canto è citato alla fonte<br />

insieme ad una rima sul grillo,<br />

sempre proveniente dalla Stiria:<br />

Grill, Grill, komm heraus, Vater<br />

und Mutter is nit zu Haus!<br />

Grillo, grillo, vieni fuori, papà e<br />

mamma non sono in casa!<br />

Cita anche una rima slovena,<br />

usata con i grilli:<br />

Curi muri pridi ven!<br />

“Curi muri”, vieni fuori!<br />

Particolare l'ipotesi di<br />

spiegazione del Krauss, il quale,<br />

nella stessa pagina, sostiene<br />

che, almeno nella parte della<br />

Stiria confinante con la Slovenia,<br />

rime di questo genere sarebbero<br />

da considerare formulette<br />

incantatorie da recitarsi in caso<br />

di mancata mestruazione. Lo<br />

sostiene in base al fatto, da lui<br />

riportato, che, localmente, il<br />

termine “Grillhäusl” (“casetta del<br />

grillo”, “tana del grillo”) significa<br />

“vagina” e la mestruazione è<br />

chiamata “Blutung mit der Grille”<br />

(“emorragia con il grillo” o “dal<br />

grillo”).<br />

In ogni caso, i materiali qui<br />

menzionati dal Krauss si<br />

riferiscono molto più ai grilli che<br />

alle chiocciole.<br />

Questa versione russa contiene<br />

solo l'abituale testo breve. Affine<br />

alla versione Komi 406.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


428 Pauliku, Pauliku<br />

wistawy rohy<br />

na czotyry stohy:<br />

meni dwa, tobi dwa<br />

podilym sia oby dwa.<br />

429 Šneċku, šneċku<br />

vystrč rožky<br />

na parožky,<br />

dám ti dva tvarožky;<br />

jestli mně jich nevystrelis<br />

hodim tě do trní;<br />

tam tě snědou<br />

hadi, šćóři<br />

divocí kocóři<br />

430 Šneku, šneku<br />

vystrč rohy<br />

nebo tě dám do vřelé vody.<br />

Ruteno (Rusyn).<br />

Ucraina occidentale, non<br />

lontano dal confine<br />

slovacco.<br />

Moravo.<br />

Moravia, Repubblica Ceca.<br />

Ceco.<br />

Boemia, Repubblica Ceca.<br />

Paolino, Paolino,<br />

mostra i corni<br />

sui quattro pagliai:<br />

due a me, due a te<br />

due divisi ad entrambi.<br />

Lumachina, lumachina,<br />

mostra i corni,<br />

sulle cornine,<br />

ti darò due formaggini;<br />

se non me li tiri fuori<br />

ti getto nelle spine;<br />

lì, che buio!<br />

Serpenti, oscurità<br />

e capre selvatiche.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

mostra i corni<br />

o vostra signoria finisce nell'acqua bollente.<br />

Ignota. Josef Virgil<br />

Grohmann, Ueber<br />

die Echtheit des<br />

althochdeutschen<br />

Schlummerliedes,<br />

editore J.G. Calve,<br />

Praga, 1861<br />

(im codex suppl. nr.<br />

1668 der K. K.<br />

Hofbibliothek in<br />

Wien).<br />

Visibile su:<br />

http://www.archive.or<br />

g/details/ueberdieec<br />

hthei00grohgoog<br />

Si ringrazia Evgenij<br />

Kopnin per la<br />

traduzione.<br />

Ignota. Josef Virgil<br />

Grohmann, Ueber<br />

die Echtheit des<br />

althochdeutschen<br />

Schlummerliedes,<br />

editore J.G. Calve,<br />

Praga, 1861<br />

(im codex suppl. nr.<br />

1668 der K. K.<br />

Hofbibliothek in<br />

Wien).<br />

Visibile su:<br />

http://www.archive.or<br />

g/details/ueberdieec<br />

hthei00grohgoog<br />

Ignota. Josef Virgil<br />

Grohmann, Ueber<br />

die Echtheit des<br />

althochdeutschen<br />

Schlummerliedes,<br />

editore J.G. Calve,<br />

Praga, 1861<br />

(im codex suppl. nr.<br />

1668 der K. K.<br />

Hofbibliothek in<br />

Wien).<br />

Visibile su:<br />

http://www.archive.or<br />

g/details/ueberdieec<br />

hthei00grohgoog<br />

La presenza della formula<br />

distributiva è certa, e ciò è<br />

interessante, dato che di solito è<br />

caratteristica del nord-est<br />

italiano.<br />

“Pagliaio” è “stohy” in ruteno,<br />

“stih” in ucraino e “stog” in<br />

russo. Esso va qui inteso come<br />

"grande cumulo di paglia o fieno<br />

sorretto da un palo centrale" e<br />

non come "edificio per<br />

immagazzinare la paglia".<br />

La prima parte è apparentata a<br />

tutte le versioni della zona slava<br />

centrale ed orientale (Russia,<br />

Polonia, Ucraina, ecc…) e con<br />

la versione slovacca 258.<br />

Il seguito è particolarmente<br />

originale ed interessante.<br />

La minaccia di gettare tra le<br />

spine compare in alcune altre<br />

versioni (vedi 330, 331, 361,<br />

431).<br />

Il tono è ironicamente cortese.<br />

Significativa la minaccia di<br />

gettare l'animale nell'acqua<br />

bollente (può essere legata<br />

all'idea di cibarsene).<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


431 Schnecke, schneck schnier aus,<br />

Weismr deine Hörner raus,<br />

Werscht mersche ne weisen<br />

warf ich dich an Groben,<br />

An Groben ne alleine<br />

N' Kotzen zweschen de Beine.<br />

432 Schneck, Schneck, komm erus<br />

Bräng mer all ding Milk mete rus,<br />

sonst ries ich der de Hō'ner 'us.<br />

Tedesco (dialettale).<br />

Boemia settentrionale (un<br />

tempo parte della<br />

Germania).<br />

Tedesco (dialettale).<br />

Colonia, Germania.<br />

Chiocciola, chiocciola, scivola fuori,<br />

mostrami le tue corna,<br />

ché se non le mostri prontamente<br />

ti butto sulla tomba,<br />

sulla tomba tutta sola,<br />

ti getto in mezzo alle gambe.<br />

Chiocciola, chiocciola, vieni fuori,<br />

portami tutto il tuo latte, in fretta,<br />

altrimenti ti cavo via le tue corna.<br />

Ignota. Josef Virgil<br />

Grohmann, Ueber<br />

die Echtheit des<br />

althochdeutschen<br />

Schlummerliedes,<br />

editore J.G. Calve,<br />

Praga, 1861<br />

(im codex suppl. nr.<br />

1668 der K. K.<br />

Hofbibliothek in<br />

Wien).<br />

Visibile su:<br />

http://www.archive.or<br />

g/details/ueberdieec<br />

hthei00grohgoog<br />

Ignota. Josef Virgil<br />

Grohmann, Ueber<br />

die Echtheit des<br />

althochdeutschen<br />

Schlummerliedes,<br />

editore J.G. Calve,<br />

Praga, 1861<br />

(im codex suppl. nr.<br />

1668 der K. K.<br />

Hofbibliothek in<br />

Wien).<br />

Visibile su:<br />

http://www.archive.or<br />

g/details/ueberdieec<br />

hthei00grohgoog<br />

“Groben” significa “ruvido,<br />

grossolano, rozzo”, ma, per<br />

confronto con molte altre varianti<br />

di lingua tedesca, si è preferito<br />

considerare il termine come<br />

un'alterazione di “Grab”,<br />

“tomba”.<br />

Non è chiaro il senso del verso<br />

finale: può indicare il gesto di<br />

lanciare la chiocciola all'indietro<br />

facendola passare tra le proprie<br />

gambe, oppure, più<br />

probabilmente, la minaccia di<br />

gettarla dove vi sono le zampe<br />

di tanti animali, che la<br />

schiacceranno.<br />

Affine in parte alla n. 1, 490,<br />

491.<br />

Il testo originale riporta proprio<br />

“Milk” (tedesco standard:<br />

“Milch”), “latte”.<br />

C'è quindi un paragone implicito<br />

tra la chiocciola ed un bovino<br />

(com'è consueto in moltissime<br />

versioni).<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


433 Klosterfrau im Schneckenhaus<br />

wähnte sich geborgen,<br />

Kommt der Pater Quardian,<br />

wünscht ihr guten Morgen.<br />

Variante (433b):<br />

D' Klosterfrau im Schneckenhus<br />

het gemeint, sie sig verborge.<br />

Do kunnet (var.: chunnt) der Pater Guardian<br />

und seit ere guete Morge.<br />

Tedesco.<br />

Memmingen, Germania<br />

meridionale.<br />

Anche ad Einsiedeln.<br />

(La) monaca che sta nella casetta della<br />

chiocciola<br />

si crede al sicuro,<br />

(ma) viene il padre guardiano<br />

e le augura un buon giorno.<br />

Variante (433b):<br />

La monaca che sta nella casetta della<br />

chiocciola<br />

ha creduto di essersi nascosta.<br />

Ma viene il Padre Guardiano<br />

e le dice buongiorno.<br />

Ignota. Josef Virgil<br />

Grohmann, Ueber<br />

die Echtheit des<br />

althochdeutschen<br />

Schlummerliedes,<br />

editore J.G. Calve,<br />

Praga, 1861<br />

(im codex suppl. nr.<br />

1668 der K. K.<br />

Hofbibliothek in<br />

Wien).<br />

Visibile su:<br />

http://www.archive.or<br />

g/details/ueberdieec<br />

hthei00grohgoog<br />

La variante è stata<br />

comunicata<br />

dall'Utente NM<br />

Barbaxx ed è<br />

presente su:<br />

http://www.zwsw.de/<br />

deutsch_do/vwg016.html<br />

come pure su:<br />

http://www.beyars.co<br />

m/kunstlexikon/lexik<br />

on_4887.html<br />

Siti visitati il 26<br />

agosto 2011.<br />

Strettamente affine alla 415, ma<br />

qui di tono più esplicitamente<br />

minaccioso, più sarcastico e<br />

meno scherzoso.<br />

Vedi anche le importanti note<br />

alla 415 per una piena<br />

comprensione.<br />

È anche probabile che venisse<br />

talvolta attribuito a questa<br />

versione (soprattutto nella<br />

variante b) un senso malizioso.<br />

È molto conosciuta presso i<br />

monasteri della Germania<br />

meridionale, tanto che una<br />

bambolina di cera raffigurante<br />

una suora nel vero guscio di una<br />

chiocciola è un noto souvenir<br />

che veniva prodotto dalle suore<br />

in alcuni conventi dell'area<br />

germanofona (pare che il primo<br />

sia stato quello di Einsiedeln).<br />

Esempi di queste bamboline<br />

sono tuttora in vendita nel<br />

mercato d'antiquariato e sono<br />

visibili qui:<br />

http://www.frameinsiedeln.ch/sammlung/einsiedl<br />

ensia-sammlung/<br />

e qui:<br />

http://www.zwsw.de/deutsch_do/<br />

v-wg016.html<br />

Siti visitati il 26 agosto 2011.<br />

AAA YYY


434 Si segnala la forte e radicata presenza in<br />

Corsica di un importante pratica rituale, quella<br />

della “Granitula”, che consiste in un particolare<br />

modo di svolgere una processione. Nelle<br />

processioni religiose, gestite tradizionalmente da<br />

apposite confraternite, in tutta la Corsica si<br />

segue normalmente un percorso a spirale, come<br />

sulla conchiglia di una chiocciola. In pratica, si<br />

inizia dal giro esterno più largo, e poi il corteo<br />

(sufficientemente lungo) si avvolge al proprio<br />

interno ripetutamente, in spire, fino a<br />

raggiungere il centro della spirale. A questo<br />

punto, chi guida il corteo svolta invertendo la<br />

direzione, ed tutto il corteo (che, se è lungo, in<br />

parte sta ancora procedendo verso dall'esterno<br />

verso il centro) lo segue, percorrendo il tracciato<br />

opposto: dal centro della spirale verso l'esterno,<br />

svolgendosi, finché non si è svolto<br />

completamente.<br />

La cosa può poi ricominciare subito daccapo<br />

riavvolgendosi di nuovo e poi svolgendosi,<br />

proseguendo virtualmente all'infinito più volte.<br />

Un simbolismo del genere può essere legato a<br />

molte idee: una morte (o discesa nel grembo<br />

della terra, simbolo anche di un grembo<br />

femminile) seguita da una risurrezione (o<br />

risalita); un perdersi nel labirinto dal quale poi si<br />

esce ritrovando sé stessi (concetto molto noto<br />

nell'antichità, come anche nel Medioevo); una<br />

reinterpretazione di questi simboli in senso<br />

cristiano, con la morte di Cristo seguita dalla Sua<br />

resurrezione (che fa risorgere tutti e tutto),<br />

oppure con un riferimento metaforico alla Sua<br />

nascita dal grembo di Maria.<br />

Esiste anche una tradizione secondo la quale<br />

Dedalo, fuggito da Minosse (che l'aveva tenuto<br />

nel labirinto) e rifugiatosi poi in Sicilia, riuscì,<br />

dimostrando la propria abilità, a far passare un<br />

filo all'interno di una conchiglia di chiocciola,<br />

inserendovi una formica e legando ad essa il filo<br />

(in questa leggenda la conchiglia di chiocciola<br />

potrebbe rappresentare il labirinto, ed il filo<br />

potrebbe rappresentare il “filo di Arianna”).<br />

Per quanto riguarda le connessioni con il<br />

labirinto, si rileva che il labirinto formato da una<br />

spirale è chiamato anche “labirinto primo”.<br />

Il percorso a spirale sembra avere forti<br />

connessioni con il cosiddetto “gioco del mondo”<br />

o “marelle” (vedi note qui a lato).<br />

La prima segnalazione<br />

ricevuta era in lingua<br />

còrsa.<br />

Corsica.<br />

Le altre considerazioni<br />

riportate qui a lato ed in<br />

nota si estendono a molti<br />

altri Paesi in Europa e nel<br />

mondo.<br />

(Inutile) La musiche associate<br />

alla Granitula sono<br />

varie e non paiono al<br />

momento avere<br />

relazioni univoche e<br />

dirette con essa.<br />

Comunicazione<br />

personale di Jean-<br />

Jacques Andreani,<br />

tramite Caterina Azara.<br />

Si ringraziano molto<br />

entrambi.<br />

L'osservazione finale<br />

sul gioco “del mondo” è<br />

invece dell'Autore di<br />

questa ricerca.<br />

Le osservazioni del De<br />

Vries riportate qui a lato<br />

si trovano invece su:<br />

Jan De Vries, 1957,<br />

Untersuchung über das<br />

Hüpspiel Kinderspiel –<br />

Kulttanz, FF.<br />

Communications Vol.<br />

173, Academia<br />

Scientiarum Fennica,<br />

Helsinki.<br />

Del mito di Dedalo in<br />

Sicilia si parla anche sul<br />

sito:<br />

http://www.astrologiainli<br />

nea.it/astro_magazine/a<br />

rticoli/astromagazine_d<br />

ett_articolo.asp?ID=922<br />

Delle connessioni tra<br />

labirinto, Granitula,<br />

danza, spirale e<br />

chiocciola si parla con<br />

importanti<br />

considerazioni qui:<br />

http://www.mariateresal<br />

upo.it/simbolimitialchimi<br />

afiabe/labirinto.html<br />

(si legga anche la<br />

seconda parte!)<br />

Sul gioco “Escargot”<br />

francese e i giochi “del<br />

Mondo” vedi:<br />

http://en.wikipedia.org/w<br />

iki/Hopscotch<br />

http://it.wikipedia.org/wi<br />

ki/Rayuela<br />

http://www.archaeoastro<br />

nomy.it/Atti_12_seminar<br />

io.pdf<br />

(alle pagg. 103 e<br />

seguenti)<br />

http://www.comune.fi.it/s<br />

treghetta/li/mondo.htm<br />

(Tutti siti visitati il 9<br />

agosto 2011)<br />

Innanzitutto va notata la<br />

notevolissima somiglianza con il<br />

movimento di danza a spirale<br />

descritto con precisione da<br />

Schneider per una versione<br />

osservata in Spagna (zona di<br />

Siviglia) e riportata in questo<br />

database al n. 52. Tale<br />

movimento veniva forse<br />

impiegato anche per la versione<br />

belga al n. 193. Viene inoltre<br />

descritta una danza simile<br />

presso i bambini in Messico ed<br />

anche, diffusa modernamente,<br />

presso alcuni gruppi che<br />

organizzano campeggi giovanili<br />

(sul modello “scout”) negli Stati<br />

Uniti. Danze analoghe si<br />

ritrovano in Grecia e talvolta<br />

includono l'uso di una corda.<br />

Fonti classiche greche e romane<br />

riportano anche la leggenda<br />

secondo cui Teseo, per<br />

festeggiare la liberazione dal<br />

labirinto, eseguì insieme a dei<br />

giovani ateniesi una danza di<br />

andata e ritorno su un tracciato<br />

labirintico spiraliforme.<br />

Per quanto riguarda le<br />

connessioni con il labirinto, il De<br />

Vries, in un suo studio sulle<br />

antichissime origini di quello che<br />

in Italia è chiamato “Gioco del<br />

mondo” (o “Campana”, o<br />

“Settimana”, o “Inferno e<br />

Paradiso”, o “Am Salam”)<br />

(marelle in francese, rayuela in<br />

spagnolo, hopscotch in inglese,<br />

Hüpspiel o Himmel und Hölle o<br />

Templehupfen in tedesco,<br />

školica in serbo-croato, klasy in<br />

polacco, peregrina a Portorico),<br />

ci informa che, di tutti i tracciati<br />

sui cui esso può essere<br />

effettuato, quello a spirale,<br />

chiamato in francese “Marelle<br />

ronde” o anche “Escargot”<br />

(chiocciola) sembra essere<br />

particolarmente antico. Esso<br />

viene giocato con un percorso di<br />

entrata verso il centro e<br />

successiva uscita verso<br />

l'esterno.<br />

La “Granitula” è anche chiamata<br />

in francese “Bigorneau” (“grossa<br />

chiocciola”).<br />

CAA YNN


435 Gori gori gora,<br />

con quattro corni fora<br />

un a mi, un a ti, uno al vecio che c'ha a morì,<br />

ed una al podestà,<br />

che se no el te 'mpicherà.<br />

436 Lor lor lor<br />

buta fora quatro corn,<br />

un par mi, un par ti<br />

e un par la vecia che te ha vestì.<br />

Veneto bellunese.<br />

Belluno, Veneto, Italia.<br />

Veneto feltrino.<br />

Feltre (Belluno), Veneto,<br />

Italia.<br />

Gori, gori, gora,<br />

con quattro corni fuori<br />

uno a me, uno a te, uno al vecchio che deve<br />

morire,<br />

ed una al podestà<br />

che se no ti impiccherà.<br />

Lor, lor, lor,<br />

butta fuori i quattro corni,<br />

uno per me, uno per te<br />

e uno per la vecchia che ti ha vestito.<br />

Sul consueto modulo<br />

sol-la-sol-mi, del tipo<br />

“giro-girotondo”.<br />

La musica è ascoltabile<br />

sul video all'indirizzo:<br />

http://www.youtube.com<br />

/watch?<br />

feature=player_embedd<br />

ed&v=uuek6UOm-V8<br />

Sito visitato il 9 agosto<br />

2011.<br />

Dal video "Storia<br />

Beloria" del gruppo<br />

folk "I Belumat":<br />

http://www.youtube.c<br />

om/watch?<br />

feature=player_emb<br />

edded&v=uuek6UO<br />

m-V8<br />

Il canto in questione<br />

è ascoltabile a 2:17.<br />

Su segnalazione di<br />

Francesca<br />

Buccomino, che si<br />

ringrazia.<br />

Ignota. Dal forum<br />

Entomologi italiani:<br />

http://www.entomolo<br />

giitaliani.net/public/fo<br />

rum/phpBB3/viewtop<br />

ic.php?<br />

f=27&t=4109&start=<br />

60<br />

Del tutto analoga a diverse altre<br />

versioni venete e, in particolare,<br />

molto affine alla 314. Il podestà<br />

è nominato in modo analogo<br />

nelle versioni 105 e 314<br />

(venete). L'impiccagione anche<br />

nella 319 (che è abruzzese).<br />

Torna la formula distributiva,<br />

come quasi sempre nel Nord-<br />

Est italiano. Non è al momento<br />

chiaro se il termine “gori-gora”<br />

abbia qualche significato.<br />

Molto simile a tante altre<br />

versioni venete.<br />

Qui la “vecchia” ha “vestito”<br />

qualcuno.<br />

Non è chiaro il senso di “lor”.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


437 Jesce, jesce, corna,<br />

ca mammeta te scorna;<br />

te scorna 'ncoppa all'astreco<br />

quanta figlie ha fatt' mascule?<br />

La fonte riporta:<br />

“Dopo aver recitato la filastrocca la chiocciola<br />

veniva privata dei tentacoli, che gioco crudele!<br />

(…) La medesima filastrocca è la stessa che<br />

veniva recitata al Cerambyx”. (Veniva cioè<br />

recitata anche ai Cerambicidi, che sono dei<br />

particolari Coleotteri. Un'analoga usanza è<br />

attestata anche in Sardegna e spesso è<br />

ugualmente seguita da uno smembramento<br />

dell'animale.)<br />

Variante (coincidente con la 21b):<br />

Iesce, iesce corna,<br />

ca mammata te scorna!<br />

Te scorna 'ncoppa l'astraco,<br />

che fa lo figlio mascolo!<br />

Campano.<br />

Santa Maria a Vico<br />

(Caserta), Campania,<br />

Italia.<br />

Uscite uscite corna<br />

che tua madre ti scorna,<br />

ti scorna sul soffitto,<br />

quanti figli ha fatto, maschi?<br />

Ignota. Dal forum<br />

Entomologi italiani:<br />

http://www.entomolo<br />

giitaliani.net/public/fo<br />

rum/phpBB3/viewtop<br />

ic.php?<br />

f=27&t=4109&start=<br />

60<br />

La testimonianza sui<br />

Cerambicidi in<br />

Sardegna si deve a<br />

Caterina Azara.<br />

La variante (= 21b) è<br />

citata anche da<br />

Giovan Battista<br />

Basile (1575-1632),<br />

in “Lo Cunto de li<br />

cunti”, (“La<br />

Palomma,<br />

trattenemiento<br />

settimo de la iornata<br />

secunna”) (1634-<br />

1636).<br />

La citazione del<br />

Basile ci assicura<br />

che questa<br />

filastrocca era già<br />

nota nel 1634.<br />

Affine a 21, 133, 200 ed ad altre<br />

versioni campane. In queste<br />

versioni, quando viene citato il<br />

verbo “scornare”, è<br />

probabilmente associata alla<br />

filastrocca l'azione di togliere le<br />

“corna” all'animale.<br />

Secondo Luigi Serio (letterato e<br />

librettista napoletano nella<br />

seconda metà del Settecento,<br />

autore del testo dell'opera<br />

“Oreste” di Domenico Cimarosa<br />

e sostenitore della Repubblica<br />

Partenopea nel 1799), citato dal<br />

sito<br />

http://www.hitparadeitalia.it/sche<br />

de/j/jesce_sole.htm<br />

a sua volta citato dalla fonte, ci<br />

sarebbe una connessione tra le<br />

filastrocche di questo tipo e<br />

l'antica canzone campana Jesce<br />

sole, riportata anche da<br />

Gianbattista Basile (1575-1632)<br />

nella quarta giornata de "Lo<br />

Cunto de li cunti" e riportata<br />

parzialmente, con testo<br />

differente, dall’abate Ferdinando<br />

Galiani, nel libro “Del dialetto<br />

napoletano” del 1776. Vedi<br />

anche:<br />

http://www.fuocosacro.com/pagi<br />

ne/articoli/jesce%20sole.htm<br />

In effetti, le diverse versioni del<br />

canto Jesce sole (il cui testo,<br />

nelle due versioni, si trova sui<br />

due siti sopra citati) presentano<br />

in alcuni passi analogie con i<br />

motivi trattati nella nostra<br />

filastrocca. Ad esempio:<br />

Jesce sole, scagliente<br />

'mperatore.<br />

Esci sole, imperatore che<br />

riscalda.<br />

Jesce sole, jesce sole, nun te fa’<br />

cchiù suspirà! Siente mai ca le<br />

ffigliuole hanno tanto da prià.<br />

Esci sole, esci sole, non ti fare<br />

più sospirare! Ascolta quanto le<br />

fanciulle abbiano tanto da<br />

pregarti.<br />

Nun chiovere, nun chiovere, ca<br />

aggia ire a movere, a movere lu<br />

grano, de masto Giuliano.<br />

Non piovere, non piovere, che<br />

devo andare a spostare, a<br />

spostare il grano di Mastro<br />

Giuliano.<br />

AAA YYY


438 Bibbin, bibbin,<br />

fa' de scignua,<br />

se nu te taggiu u gruppu d'a gua!<br />

Variante:<br />

ché te taggiu u gruppu d'a gua!<br />

Questa filastrocca veniva recitata ai tacchini, ma<br />

anche ai pavoni.<br />

439 Boca li corri, barraccoccu,<br />

ca’ sinnò ammazzu<br />

a babbu toiu e a mamma toia.<br />

Ligure tabarchino.<br />

Carloforte, Isola di San<br />

Pietro (Sardegna), abitata<br />

da una comunità di antica<br />

origine ligure.<br />

Sardo gallurese.<br />

Luogosanto (Olbia-<br />

Tempio), Gallura,<br />

Sardegna, Italia.<br />

Tacchino, tacchino,<br />

fai da signora (= fai l'incedere da signora<br />

che si pavoneggia = fai la ruota)<br />

se no ti taglio il nodo della gola!<br />

Variante:<br />

ché ti taglio il nodo della gola!<br />

Tira fuori le corna, chiocciola,<br />

ché se no ammazzo<br />

tuo padre e tua madre.<br />

Assente.<br />

Era soltanto parlata.<br />

Testimonianza<br />

diretta di Maria e<br />

Franco Borghero, di<br />

Carloforte, che si<br />

ringraziano molto.<br />

Citata anche in:<br />

Giorgio Ferraro, "Da<br />

Tabarka a san Pietro<br />

- Nasce Carloforte",<br />

Edizioni Grafica del<br />

Parteolla (2002).<br />

Assente. Raccolta da<br />

Caterina Azara.<br />

Informatrice: Zia<br />

Juannedda.<br />

Si ringraziano<br />

entrambe.<br />

L'isola di San Pietro, in<br />

Sardegna meridionale, con il<br />

suo unico paese Carloforte,<br />

costituisce un'isola linguistica<br />

ligure di antica origine in<br />

territorio sardo.<br />

Questo documento non<br />

appartiene alla tipologia delle<br />

“filastrocche della chiocciola”,<br />

ma lo citiamo per mostrarne la<br />

somiglianza con tale tipologia.<br />

Molto affine alla 341, che<br />

proviene dallo stesso paese.<br />

0AA YYY<br />

AAA YYY


440 Barraccoccu barraccoccu,<br />

boca li corri<br />

ca’ sinnò<br />

si sei masciu ti piddu la femina<br />

e si sei femina ti piddu lu masciu.<br />

Sardo gallurese.<br />

Luogosanto (Olbia-<br />

Tempio), Gallura,<br />

Sardegna, Italia.<br />

Le informazioni sulla<br />

formuletta della donnola<br />

citata in nota provengono<br />

da:<br />

Nicolino Cucciari, Magia e<br />

superstizione tra i pastori<br />

della Bassa Gallura, ed.<br />

Chiarella, Sassari 1985.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori le corna<br />

ché se no<br />

se sei maschio, ti prendo la femmina<br />

e se sei femmina, ti prendo il maschio.<br />

Assente. Raccolta da<br />

Caterina Azara.<br />

Informatrice: Zia<br />

Niculina, 84 anni<br />

(che l'ha appresa<br />

dalla propria madre).<br />

Si ringraziano<br />

entrambe.<br />

________________<br />

NOTE:<br />

Variante insolita, del<br />

tutto nuova e diversa<br />

dalle altre provenienti<br />

dalla stessa zona. La<br />

parte finale, molto<br />

probabilmente, è stata<br />

mutuata da una<br />

formuletta di scongiuro<br />

che in Sardegna ed in<br />

Sicilia le donne<br />

(specialmente le<br />

promesse spose)<br />

usavano recitare<br />

quando vedevano<br />

avvicinarsi una donnola.<br />

In Sardegna (Gallura),<br />

se una donna vedeva<br />

una 'beddula' (una<br />

donnola), doveva dire,<br />

parlando il più<br />

velocemente possibile e<br />

senza commettere<br />

errori:<br />

Si sei masciu, piddati a<br />

mè suredda;<br />

si sei femina, piddati a<br />

mè frateddu.<br />

(se sei maschio, prendi<br />

– o sposa – mia sorella,<br />

se sei femmina, prendi<br />

– o sposa – mio fratello)<br />

e questo perchè la<br />

donnola non entrasse in<br />

casa e non rovinasse la<br />

biancheria conservata<br />

nella cassa,<br />

specialmente il corredo<br />

da sposa. In realtà, si<br />

può ipotizzare che fosse<br />

sottintesa la paura che<br />

l'animale rapisse la<br />

donna stessa o che le<br />

rovinasse le proprietà<br />

ed il suo matrimonio<br />

futuro, o che la<br />

uccidesse. Si potevano<br />

nominare anche<br />

persone estranee alla<br />

famiglia (ciò si usava<br />

sino a pochi anni fa).<br />

Analogamente, in<br />

Sicilia, se una donna<br />

vede una donnola, per<br />

salvare le sue galline,<br />

deve farle una<br />

"legatura", ovvero<br />

(segue dalle note a lato:)<br />

"promettere uno sposalizio" tra<br />

l'animale e una persona. Per farlo,<br />

deve recitare questa filastrocca:<br />

Badottula, baddottulina,<br />

nun tuccari la gaddina,<br />

ca iu ti maritu quantu prima:<br />

se si fimmina ti dugnu lu figghiu da<br />

rigina;<br />

se si masculu ti dugnu lu figghia da<br />

rigina.<br />

(Donnola, donnolina, non toccare la<br />

gallina, ché io ti faccio sposare quanto<br />

prima possibile: se sei femmina, ti<br />

dono in sposo il figlio della regina;<br />

se sei maschio, ti dono in<br />

sposa la figlia della regina.)<br />

Entrambe le usanze, a nostro parere,<br />

derivano dalla consuetudine di<br />

considerare le donnole degli animali<br />

infidi (tanto che si credeva che<br />

streghe e janas si potessero<br />

trasformare in donnole), simbolo di<br />

rapina e di morte (rapiscono<br />

regolarmente le galline e le uccidono).<br />

Dobbiamo qui comprendere un<br />

residuo di mentalità molto antica. Per<br />

non inimicarsele e non rischiare una<br />

“guerra” con loro, si propone a loro un<br />

patto di alleanza, stretto (come usava<br />

spesso tra i popoli rivali antichi)<br />

attraverso un matrimonio, rifacendosi<br />

alla consuetudine che due popoli<br />

legati tra loro da un simile patto si<br />

sarebbero poi impegnati a non<br />

danneggiarsi a vicenda. Ciò viene<br />

considerato come un prezzo da<br />

pagare (malvolentieri) per non<br />

incorrere in problemi maggiori e ben<br />

più gravi (grandi danneggiamenti da<br />

parte delle donnole, viste come<br />

nemiche, se il patto tra uomini e<br />

donnole non verrà suggellato).<br />

Allo stesso modo, nel caso della<br />

chiocciola, la minaccia in questione<br />

viene attuata ponendosi, però, per<br />

così dire, “dalla parte della donnola” e<br />

nel suo ruolo, e si potrebbe dunque<br />

parafrasare in questo modo: “tira fuori<br />

le corna, altrimenti il mio popolo ed il<br />

tuo diventeranno nemici, minaccerò di<br />

farti danni tremendi, e l'unico modo<br />

che avrai per cavartela sarà di venire<br />

a patti con noi, così che sarai<br />

costretta a darmi in sposa tua sorella<br />

o tua figlia, oppure tuo fratello o tuo<br />

figlio. Ti proporrò questo patto, e, se<br />

non l'accetterai, per te saranno guai.”<br />

L'idea che la donnola sia una creatura<br />

di cui non fidarsi, soprattutto in<br />

occasione di matrimoni e di parti,<br />

potrebbe poi essere in parte legata<br />

anche al mito greco di Galinthias, che<br />

imbrogliò Era in occasione della<br />

nascita di Eracle e venne quindi<br />

trasformata in donnola ed anche<br />

condannata a partorire dalla bocca.<br />

AAA YYY


441 Caracol, col, col,<br />

saca tus cuernos al sol<br />

que tu padre y tu madre ya los sacó;<br />

Caracol, col, col,<br />

saca tus cuernos al sol,<br />

que si no te pegarè<br />

con la vara de San José;<br />

Caracol, col, col,<br />

en cada ramita lleva una flor;<br />

que viva la baba (var.: barba) de aquel caracol!<br />

Variante (441b):<br />

Caracol, col, col,<br />

saca tus cuernos<br />

y pónlos al sol.<br />

Caracol, col, col<br />

en cada ramita<br />

lleva una flor.<br />

Que viva la baba<br />

de aquel caracol.<br />

Spagnolo.<br />

Estremadura (ma presso il<br />

confine con l'Andalusia),<br />

Spagna.<br />

Oggi è conosciuta anche in<br />

Messico.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le tue corna al sole<br />

giacché tuo padre e tua madre già li tirarono<br />

fuori;<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le tue corna al sole<br />

ché se no ti picchierò<br />

con il bastone di San Giuseppe;<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

su ciascun ramoscello porta un fiore;<br />

evviva la bava (var. barba) di quella<br />

chiocciola!<br />

Variante (441b):<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le corna<br />

e mettile al sole.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

su ciascun ramoscello porta un fiore;<br />

evviva la bava di quella chiocciola!<br />

Ignota. Testimonianza di<br />

Lola, una collega<br />

spagnola di Caterina<br />

Azara. Si ringraziano<br />

entrambe.<br />

La variante 441b è<br />

tratta da:<br />

http://www.todopapa<br />

s.com.mx/canciones<br />

/Juegos/caracol-colcol-1004<br />

Sito visitato il 26<br />

agosto 2011.<br />

Le prime due parti<br />

sono citate anche<br />

su:<br />

http://www.jugarycol<br />

orear.com/2010/04/r<br />

etahila-caracol-colcol-y-caracoles.html<br />

Sito visitato il 26<br />

agosto 2011.<br />

Pare proprio che tre diverse<br />

varianti siano qui riunite come<br />

strofe. La prima è la più<br />

consueta e diffusa versione<br />

spagnola (praticamente la n.<br />

52); la parte centrale (assente<br />

nella variante b) è del tutto<br />

analoga alla n. 53 (di cui<br />

costituisce una versione meno<br />

violenta e probabilmente più<br />

recente) ed affine anche a 3 e<br />

517; l'ultima parte, invece, è<br />

originale. Trattare di fiori (o<br />

gemme) su ramoscelli è tipico di<br />

diverse tradizioni europee legate<br />

sia al culto degli alberi che al<br />

culto delle corna (e a loro volta i<br />

due culti sono spesso molto<br />

legati tra loro), incluse le corna<br />

di cervi o di mucche, e questo<br />

fin da tempi molto antichi (basti<br />

pensare agli Sciti o, prima<br />

ancora, agli Ittiti).<br />

Il termine barba in sostituzione<br />

di baba avrebbe evidentemente<br />

poco senso e lo riteniamo un<br />

errore di memoria tramandato.<br />

Sulla bava, si veda la nota alla<br />

versione 325.<br />

AAA YYY


442 Si dice che le chiocciole abbiano un “corno<br />

centrale”, cioè un corno nascosto al centro della<br />

loro testa, situato tra le altra corna che tutti<br />

conoscono, il quale normalmente non si nota,<br />

ma che, in qualche occasione, si riesce a<br />

vedere. Se uno riesce ad afferrare il “corno<br />

centrale” della chiocciola, allora può esprimere<br />

qualsiasi desiderio, e qualsiasi desiderio<br />

espresso mentre si sta tenendo la mano stretta<br />

sul corno si avvererà. Per convincere la<br />

chiocciola ad estrarre il suo “corno centrale”<br />

bisogna portare un anello d'oro da mettere sulla<br />

sua testa e bisogna dire:<br />

Brekkusnigill, brekkusnigill,<br />

réttu út miðhorn,<br />

ég skal gefa þér gullhring<br />

á hvert eitt þitt horn.<br />

Altri, invece, dicono che uno avrà un suo<br />

desiderio avverato se riuscirà ad afferrare uno<br />

dei normali corni della chiocciola.<br />

Islandese.<br />

Islanda.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori il tuo corno centrale,<br />

ti donerò un anello d'oro<br />

per ciascuno dei tuoi corni.<br />

Assente. La formuletta<br />

era solo parlata.<br />

Jón Árnason,<br />

Íslenskar þjóðsögur<br />

og ævintýri, 1862-<br />

1864.<br />

Su segnalazione di<br />

Rósa<br />

Thorsteinsdóttir,<br />

folclorista ed<br />

archivista presso<br />

The Árni Magnússon<br />

Institute for Icelandic<br />

Studies di Reykjavik.<br />

La si ringrazia molto.<br />

La tradizione di afferrare un<br />

corno di chiocciola per<br />

esprimere un desiderio o avere<br />

fortuna è nota anche in Gran<br />

Bretagna (e forse questo fatto<br />

ne rivela lì un'origine vichinga o<br />

danese); si veda il documento<br />

524.<br />

La credenza in un leggendario<br />

“corno centrale” delle chiocciole,<br />

se eventualmente diffusa anche<br />

altrove, potrebbe forse avere a<br />

che fare con il fatto che alcune<br />

versioni europee menzionano<br />

stranamente un numero dispari<br />

di corna per questi animali,<br />

come la 227, la 403, la 490, la<br />

493 e la 494 (cinque) e poi la<br />

122 e la 205 (sette).<br />

È degno di nota come dalle<br />

versioni islandesi di questa<br />

formuletta sembrino essere<br />

assenti motivi che altrove paiono<br />

fondamentali: il raccolto dei<br />

campi, l'agricoltura, la malattia,<br />

la “vecchia” o le persone<br />

anziane, gli oggetti puntuti come<br />

spine, rovi o coltelli, e la stessa<br />

minaccia fatta al mollusco.<br />

AAA YYY


443 Brekkusnigill, bobbi,<br />

rektu út á þér hornið,<br />

ég skal gefa þér kollótta kú<br />

ef þú rekur út á þér hornin þín þrjú.<br />

444 Brekkusnigill, brekkusnigill,<br />

réttu út þín horn<br />

þá skal ég gefa þér gull, gull, gullkorn.<br />

445 Brekkusnigill og bobbi,<br />

ég skal gefa þér rauða kú<br />

ef þú rekur upp hornin þrjú.<br />

Islandese.<br />

Islanda.<br />

Islandese.<br />

Islanda.<br />

Islandese.<br />

Islanda.<br />

Chiocciola, lumachina,<br />

tira fuori il tuo corno,<br />

ti darò una mucca senza corna,<br />

se tu estrai le tue tre corna.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori le tue corna,<br />

allora io ti darò oro, oro, grano dorato.<br />

Chiocciola e lumachina,<br />

io ti darò una mucca rossa<br />

se tiri fuori le tue tre corna.<br />

Assente. La formuletta<br />

era solo parlata.<br />

Assente. La formuletta<br />

era solo parlata.<br />

Assente. La formuletta<br />

era solo parlata.<br />

Rósa<br />

Thorsteinsdóttir,<br />

folclorista ed<br />

archivista presso<br />

The Árni Magnússon<br />

Institute for Icelandic<br />

Studies di Reykjavik.<br />

La si ringrazia molto.<br />

Rósa<br />

Thorsteinsdóttir,<br />

folclorista ed<br />

archivista presso<br />

The Árni Magnússon<br />

Institute for Icelandic<br />

Studies di Reykjavik.<br />

La si ringrazia molto.<br />

Rósa<br />

Thorsteinsdóttir,<br />

folclorista ed<br />

archivista presso<br />

The Árni Magnússon<br />

Institute for Icelandic<br />

Studies di Reykjavik.<br />

La si ringrazia molto.<br />

I corni sono tre a causa della<br />

credenza nel “corno centrale”<br />

(vedi n. 442).<br />

L'opposizione tra la mucca<br />

senza corna e l'estrazione delle<br />

corna della chiocciola è davvero<br />

molto curiosa e potrebbe anche<br />

essere legata al consueto e<br />

diffuso paragone tra questo<br />

mollusco ed un bovino: se la<br />

chiocciola estrarrà le corna, le<br />

verrà comunque restituita la sua<br />

propria immagine di animale<br />

senza corna, ma, anzi, resa più<br />

grande, più forte e più “vera”<br />

(abbiamo infatti visto molte volte<br />

che la chiocciola viene spesso<br />

concepita come un sostituto del<br />

bufalo o del bue).<br />

In alternativa, una spiegazione<br />

forse più plausibile sarebbe il<br />

fatto che, se la chiocciola<br />

estrarrà le corna, le verranno<br />

(come di consueto) tagliate via,<br />

quindi il risultato sarà avere una<br />

“mucca” senza corna<br />

(ipotizzando che valga il<br />

consueto paragone tra un<br />

bovino e la chiocciola).<br />

Nelle versioni islandesi l'oro<br />

sembra avere una certa<br />

importanza.<br />

I corni sono tre a causa della<br />

credenza nel “corno centrale”<br />

(vedi n. 442).<br />

Anche qui si promette il dono di<br />

una mucca, analogamente a<br />

quanto detto per la 443 (vedi). È<br />

anche possibile che la “mucca”<br />

sia la chiocciola stessa, che<br />

diventa rossa di sangue perché<br />

viene privata delle corna ed<br />

uccisa.<br />

Segnaliamo che delle mucche<br />

rosse compaiono anche nella<br />

versione 254, proveniente dal<br />

Galles.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


446 Brekkusnigill bobbi,<br />

rektu út hornin þrjú<br />

þá gef ég þér rauða kú.<br />

447 (Questo documento ci è stato fornito<br />

direttamente tradotto).<br />

Islandese.<br />

Islanda.<br />

Originariamente islandese.<br />

Islanda.<br />

Chiocciola lumachina,<br />

tira fuori le tue tre corna<br />

e allora ti darò una mucca rossa.<br />

Quando vedi una lumaca, devi sempre dire:<br />

“Ti darò una pecora e una mucca, se tiri fuori<br />

le tre corna”.<br />

Assente. La formuletta<br />

era solo parlata.<br />

Assente. La formuletta<br />

era solo parlata.<br />

Rósa<br />

Thorsteinsdóttir,<br />

folclorista ed<br />

archivista presso<br />

The Árni Magnússon<br />

Institute for Icelandic<br />

Studies di Reykjavik.<br />

La si ringrazia molto.<br />

Rósa<br />

Thorsteinsdóttir,<br />

folclorista ed<br />

archivista presso<br />

The Árni Magnússon<br />

Institute for Icelandic<br />

Studies di Reykjavik.<br />

La si ringrazia molto.<br />

La testimonianza<br />

raccolta è del 1980.<br />

Non esistono in<br />

archivio<br />

testimonianze sulla<br />

filastrocca della<br />

chiocciola in Islanda<br />

che siano più recenti<br />

di quell'anno.<br />

Del tutto analoga alla<br />

precedente 445.<br />

I corni sono tre a causa della<br />

credenza nel “corno centrale”<br />

(vedi n. 442).<br />

Anche qui si promette il dono di<br />

una mucca, analogamente a<br />

quanto detto per la 443 (vedi).<br />

Segnaliamo che delle mucche<br />

rosse compaiono anche nella<br />

versione 254, proveniente dal<br />

Galles.<br />

La “mucca rossa” potrebbe<br />

essere la chiocciola stessa,<br />

paragonata ad un bovino (come<br />

di consueto) e rossa di sangue<br />

perché viene uccisa.<br />

Vedi le note alle due versioni<br />

precedenti 445 e 446 ed alla<br />

443.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


448 Brekkusnigils bobbinn,<br />

rektu út fjögur hornin.<br />

Islandese.<br />

Islanda.<br />

Lumachina della chiocciola,<br />

tira fuori le quattro corna.<br />

Assente. La formuletta<br />

era solo parlata.<br />

Rósa<br />

Thorsteinsdóttir,<br />

folclorista ed<br />

archivista presso<br />

The Árni Magnússon<br />

Institute for Icelandic<br />

Studies di Reykjavik.<br />

La si ringrazia molto.<br />

La testimonianza<br />

raccolta è del 1980,<br />

dalla stessa<br />

informatrice a cui si<br />

deve il documento<br />

447. Non esistono in<br />

archivio<br />

testimonianze sulla<br />

filastrocca della<br />

chiocciola in Islanda<br />

che siano più recenti<br />

di quell'anno.<br />

Una semplice richiesta di<br />

estrarre le corna, il numero, in<br />

questa versione, appare<br />

normale (le chiocciole hanno<br />

effettivamente quattro<br />

appendici).<br />

L'espressione “lumachina della<br />

chiocciola”, per quanto insolita,<br />

traduce esattamente l'originale,<br />

in cui era già contenuta così.<br />

AAA YYY


449 Que llueva, que llueva,<br />

la vieja está en la cueva,<br />

los pajaritos canten,<br />

la vieja se levanta.<br />

Que sì! Que no!<br />

Que caiga un chaparron!<br />

Que sigua lloviendo,<br />

los pajaros corriendo,<br />

floresca la pradera<br />

al sol de primavera.<br />

Que sì! Que no!<br />

Que caiga un chaparron!<br />

Variante della prima strofa:<br />

Que llueva, que llueva,<br />

la Bruja está en la cueva,<br />

los pajaritos canten,<br />

la Bruja se levanta.<br />

Altra variante della prima strofa:<br />

(Agua, Dios!<br />

Que se moja el caracol!)<br />

Que llueva, que llueva,<br />

la Virgen de la cueva,<br />

los pajaritos canten,<br />

las nubes se levantan.<br />

Spagnolo.<br />

Spagna.<br />

Conosciuta in tutto il<br />

paese.<br />

Che piova, che piova,<br />

la vecchia sta nella caverna,<br />

i passeri cantano,<br />

la vecchia si alza.<br />

Oh sì! Oh no!<br />

Che venga giù un acquazzone!<br />

Che continui a piovere,<br />

i passeri corrano,<br />

fiorisca la prateria<br />

al sole di primavera.<br />

Oh sì! Oh no!<br />

Che venga giù un acquazzone!<br />

Variante della prima strofa:<br />

Che piova, che piova,<br />

la Maga sta nella caverna,<br />

i passeri cantano,<br />

la Maga si alza.<br />

Altra variante della prima strofa:<br />

(Acqua, Dio!<br />

Che si bagni la chiocciola!)<br />

Che piova, che piova,<br />

la Vergine della caverna,<br />

i passeri cantano,<br />

le nubi si alzano.<br />

Ritmica, sul modulo solla-sol-mi<br />

(del tipo “girogirotondo”).<br />

Le parole<br />

“Que sì! Que no!” sono<br />

esclamazioni solamente<br />

parlate.<br />

Udibile su:<br />

http://www.youtube.com<br />

/watch?<br />

v=UcDkraF41AA&NR=<br />

1&feature=fvwp<br />

(Sito visitato il 10<br />

agosto 2011).<br />

http://www.youtube.c<br />

om/watch?<br />

v=UcDkraF41AA&N<br />

R=1&feature=fvwp<br />

(Sito visitato il 10<br />

agosto 2011).<br />

Il video contiene una<br />

versione testuale<br />

affine all'ultima<br />

variante da noi<br />

indicata; la prima<br />

variante da noi<br />

riportata è invece<br />

contenuta nei<br />

commenti dei lettori<br />

della pagina<br />

suddetta.<br />

In tutto il Paese<br />

sono conunque<br />

conosciute altre<br />

varianti.<br />

L'ultima versione è<br />

citata da Marius<br />

Schneider in:<br />

Marius Schneider,<br />

"Los cantos de lluvia<br />

en España". Estudio<br />

etnológico<br />

comparativo sobre<br />

la ideología de los<br />

ritos de pluviomagia,<br />

"Anuario Musical",<br />

vol. IV, rivista edita<br />

dall'"Instituto<br />

Español de<br />

Musicología", CSIC,<br />

Barcelona, 1949.<br />

Ci sembra una tipica “canzone<br />

per la pioggia”, poi infantilizzata.<br />

Questa versione non appartiene<br />

alla tipologia da noi studiata, ma<br />

la riportiamo per le interessanti<br />

connessioni con molti motivi<br />

propri della nostra filastrocca:<br />

l'invocazione per la pioggia, la<br />

vecchia, la fertilità dei campi, il<br />

sole.<br />

La “vecchia” (o “Maga”), che qui,<br />

all'inizio, è “nella caverna” (luogo<br />

mitico, molto indagato anche<br />

negli studi antropologici di<br />

Marius Schneider) ed in seguito<br />

si alza, ricorda molto il<br />

movimento della chiocciola che<br />

all'inizio è nel suo guscio e poi<br />

ne esce (o estrae le corna). Che<br />

“la vecchia” sia da identificarsi<br />

con una chiocciola? Oppure…<br />

viceversa?<br />

Il concetto di movimento da un<br />

“grembo nascosto” (la caverna,<br />

la conchiglia della chiocciola)<br />

verso l'esterno e verso il sole<br />

apparenta questa canzone al<br />

significato profondo della<br />

“filastrocca della chiocciola”<br />

molto più di quanto non appaia a<br />

prima vista.<br />

L'invocazione menzionante la<br />

chiocciola, contenuta nell'ultima<br />

variante, non fa che rinforzare<br />

ulteriormente questo<br />

collegamento.<br />

CAA YNN


450 (Questo documento ci è stato fornito<br />

direttamente tradotto).<br />

Faroese.<br />

Isole Faeroer.<br />

Il corvo disse al granchio:<br />

“Striscia fuori da sotto la pietra.<br />

Ti laverò nella mia acqua dorata,<br />

ti pettinerò la chioma con il mio pettine<br />

dorato”.<br />

“Craa! Craa!”, disse.<br />

Ma poi gettò il granchio in un fiume,<br />

lo fece a pezzi e volò via.<br />

Assente, è recitata<br />

parlando.<br />

Kari Sverrison,<br />

etnomusicologo<br />

delle Isole Faeroer,<br />

che si ringrazia<br />

molto.<br />

Ad una verifica circa l'eventuale<br />

presenza della “filastrocca della<br />

chiocciola” nelle Isole Faeroer,<br />

essa non è risultata presente.<br />

La tradizione più vicina ad essa<br />

oggi riscontrabile è questa<br />

storiella, che però non<br />

appartiene alla tipologia di<br />

filastrocca da noi studiata.<br />

Qualche lontana analogia,<br />

tuttavia, esiste: abbiamo l'invito<br />

ad uscire, la promessa di cose<br />

buone, l'uccisione dell'animale<br />

(tutti elementi presenti anche<br />

nella filastrocca della<br />

chiocciola).<br />

C'è forse anche qualche<br />

analogia con la favola di Fedro<br />

“La Volpe e il Corvo”, di cui<br />

sembra quasi un'alterazione<br />

poco riuscita, ma in questo<br />

nostro caso è uno dei due<br />

protagonisti ad essere divorato.<br />

È presente la figura del corvo,<br />

molto presente in innumerevoli<br />

storielle e canzoni di tutti i Paesi<br />

nordici, tipica delle tradizioni<br />

popolari germaniche e spesso<br />

legata (come anche qui) all'idea<br />

della morte. A questo proposito,<br />

confronta con la versione n. 1 e<br />

con la nota alla versione 150.<br />

Da notare, infine, l'importanza<br />

dell'oro, come nei documenti<br />

islandesi 442 e 444. La cultura e<br />

la lingua delle Isole Faeroer<br />

sono in effetti piuttosto vicine a<br />

quelle islandesi.<br />

Una filastrocca, per certi versi<br />

analoga, per far uscire dal suo<br />

riparo un animale marino (in<br />

particolare, un gamberetto) è<br />

presente anche in Sardegna.<br />

CAA YNN


451 Bulibè, bulibè,<br />

buta fora quatro corn,<br />

un a mi, un a ti, un al vecio che morì,<br />

senò te mete en te na càneva scura scura<br />

onde che no te vede né pare, né mare, né<br />

nesuni.<br />

Veneto.<br />

Falcade (Belluno), Veneto,<br />

Italia.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

butta fuori quattro corni,<br />

uno a me, uno a te, uno al vecchio che morì,<br />

se no ti metto in una cantina scura scura<br />

da dove non vedi né padre, né madre, né<br />

nessuno.<br />

Assente, è recitata<br />

parlando.<br />

Testimonianza<br />

diretta di Lorena<br />

Marmolada in Ganz,<br />

di Falcade. La si<br />

ringrazia molto.<br />

Recitata nei giorni di pioggia<br />

quando ci si avvicina ad una<br />

chiocciola.<br />

Interessante versione che<br />

collega la formula distributiva<br />

tipica del nord-est italiano, il<br />

luogo oscuro in cui viene posta<br />

la chiocciola (presenta anche in<br />

altre versioni, anche non<br />

italiane), ed il problema di<br />

vedere i genitori (pure presente<br />

in altre versioni, anche non<br />

italiane).<br />

Tre cose paiono anomale: il fatto<br />

che sia menzionato un “vecchio”<br />

invece della molto più consueta<br />

e tradizionale “vecchia, il<br />

raddoppio del termine “scura”,<br />

che sembra un indice di forte<br />

caricamento dei toni espressivi e<br />

quindi di un uso decisamente<br />

infantile, ed il finale (né<br />

nessuno), che pare troncare di<br />

colpo e all'improvviso la<br />

strofetta, con una caduta di stile<br />

e con una mancata chiusura<br />

metrica delle rime o delle<br />

assonanze.<br />

Abbiamo osservato queste cose<br />

prima di venire a conoscenza<br />

della versione 452, nella quale<br />

sono precisamente questi tre<br />

fattori a mutare.<br />

“Bulibè” deriva probabilmente da<br />

bubale, vocativo di bubalus<br />

(“bufalo”), oppure da un ipotetico<br />

tardo latino *bubalett(us), con il<br />

significato di “piccolo bufalo”,<br />

consueta metafora per indicare<br />

la chiocciola.<br />

Vedi anche l'affine versione 50.<br />

AAA YYY


452 Bulibè, bulibè,<br />

buta fora i quatro corn;<br />

un a mi, un a ti, un a la vecia che morì.<br />

Senò te mete en te na càneva scura<br />

onde che no te vede né pare, né mare, né Sol,<br />

né Luna.<br />

Veneto.<br />

Falcade (Belluno), Veneto,<br />

Italia.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

butta fuori i quattro corni;<br />

uno a me, uno a te, uno alla vecchia che<br />

morì.<br />

Se no ti metto in una cantina scura<br />

da dove non vedi né padre, né madre, né<br />

Sole, né Luna.<br />

Assente, è recitata<br />

parlando.<br />

Testimonianza<br />

diretta di Clementina<br />

(Tina) Scola in<br />

Ganz, 82 anni, di<br />

Falcade (raccolta a<br />

Moena). La si<br />

ringrazia molto.<br />

Questa versione, raccolta<br />

successivamente alla 451,<br />

risulta ancora più interessante,<br />

perché collega la formula<br />

distributiva tipica del nord-est<br />

italiano, il luogo oscuro in cui<br />

viene posta la chiocciola<br />

(presenta anche in altre versioni,<br />

anche non italiane), il problema<br />

di vedere i genitori (pure<br />

presente in altre versioni, anche<br />

non italiane), la tradizionale<br />

menzione della “vecchia” ed<br />

anche l'”arcaicizzante” menzione<br />

del Sole e della Luna.<br />

Le tre cose che, ancor prima di<br />

conoscere quest'altra versione,<br />

parevano anomale nella<br />

versione 451 sono qui mutate<br />

seguendo canoni più<br />

tradizionali: c'è una “vecchia” (e<br />

non un molto meno usuale<br />

“vecchio”), la parola “scura” non<br />

è ripetuta (rivelando così una<br />

maggiore sobrietà di<br />

espressione ed una<br />

connotazione meno infantile), e<br />

l'ultimo verso non è troncato, ma<br />

anzi ben portato a termine con<br />

la menzione del Sole e della<br />

Luna, elemento che spesso è<br />

indice di probabile antichità di<br />

una tradizione; oltretutto, il<br />

termine “Luna” forma<br />

un'assonanza con “scura”,<br />

chiudendo così la forma metrica<br />

della strofetta, molto meglio di<br />

quanto non avvenisse nella<br />

versione 451.<br />

Per tutti questi motivi riteniamo<br />

questa versione probabilmente<br />

più antica della 451 e<br />

precedente ad essa. Non a<br />

caso, l'informatrice a cui<br />

dobbiamo la versione 451 è<br />

molto più giovane<br />

dell'informatrice che ci ha fornito<br />

questa versione 452.<br />

“Bulibè” deriva probabilmente da<br />

bubale, vocativo di bubalus<br />

(“bufalo”), oppure da un ipotetico<br />

tardo latino *bubalett(us), con il<br />

significato di “piccolo bufalo”,<br />

consueta metafora per indicare<br />

la chiocciola.<br />

Vedi anche la versione 50.<br />

AAA YYY


453 Caracól, cól, cól,<br />

saca los cuernos al sol!<br />

Ay, mañana!<br />

Toda la semana!<br />

454 Bogon, bogonela,<br />

tira fora i corni<br />

se no te do pane e late<br />

su e zo par le culate.<br />

455 Esiste una particolare chiocciola di mare, Astrea<br />

rugosa, che sul suo opercolo calcareo mostra un<br />

disegno di spirale. Popolarmente, gli opercoli<br />

ritrovati sulle spiagge vengono detti “occhi di<br />

Santa Lucia”. I Sardi usano conservarli come<br />

amuleti ed impiegarli anche come decorazione di<br />

abiti od oggetti tradizionali. In alcune località, i<br />

pescatori sardi uscivano in mare solo dopo<br />

assersi accertati che a bordo vi fossero almeno<br />

tre di questi opercoli, ben custoditi, e pensavano<br />

che così avrebbero avuto una navigazione<br />

tranquilla, bel tempo ed un rientro al porto con la<br />

barca carica di pesce.<br />

Spagnolo.<br />

Tenerife, Isole Canarie<br />

(Spagna).<br />

Veneto.<br />

Asiago, Veneto, Italia.<br />

Originariamente sardo.<br />

Sardegna, Italia.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le corna al sole!<br />

Oh, domani!<br />

Tutta la settimana!<br />

Chiocciolona, chiocciolina,<br />

tira fuori i corni<br />

se no ti do pane e latte<br />

su e giù per il sedere.<br />

Cantilenata sul<br />

consueto modulo sol-lasol-mi.<br />

I soli primi due versi<br />

sono cantati sul<br />

consueto modulo sol-lasol-mi<br />

(tipo “girogirotondo”),<br />

mentre gli<br />

altri due versi sono<br />

soltanto parlati.<br />

Testimonianza di<br />

Beatrix, una collega<br />

spagnola di Caterina<br />

Azara. Si ringraziano<br />

entrambe.<br />

Testimonianza di<br />

Carla Collesei Billi,<br />

un'amica di Caterina<br />

Azara. Si ringraziano<br />

entrambe.<br />

(Inutile) Assente. L'informazione è<br />

tratta da:<br />

Miranda Niedda<br />

Giagnoni, Majarzas<br />

e sanadoras, EDES,<br />

Sassari, 2009.<br />

È stata integrata con<br />

notizie comunicate<br />

da Caterina Azara,<br />

che ha pure<br />

segnalato il testo.<br />

L'informazione è<br />

confermata da vari<br />

siti Internet.<br />

Versione scarna, probabilmente<br />

monca (l'informatrice aveva il<br />

dubbio di non ricordarsi il testo<br />

intero). L'inizio è quello consueto<br />

di moltissime vesioni spagnole.<br />

Peculiari, invece, i riferimenti<br />

temporali che indicano quando<br />

l'estrazione delle corna debba<br />

avvenire. La loro presenza<br />

ricorda un po' la versione<br />

francese 98. Il senso, tuttavia, è<br />

probabilmente diverso: là il<br />

riferimento ad un momento<br />

temporale preciso era<br />

un'indicazione (di tipo “magico”)<br />

per rendere più efficace il rituale<br />

ed aumentarne l'effetto; qui,<br />

invece, potrebbe essere legato<br />

alla richiesta di avere una buona<br />

situazione meteorologica per<br />

unintera settimana (ad esempio,<br />

per favorire il raccolto o un<br />

lavoro agricolo).<br />

Curiosa versione in cui l'offerta<br />

di cibo (identica a quella della<br />

versione trentina 37),<br />

solitamente presentata come<br />

ricompensa, assume invece una<br />

funzione di minaccia. La<br />

sequenza della ricompensa e<br />

quella della minaccia appaiono<br />

cioè fuse tra loro.<br />

L'inizio è strettamente<br />

imparentato con quello delle<br />

versioni 26, 26b e 271.<br />

Malgrado provenga dalla zona di<br />

Asiago, l''origine di questa<br />

versione è senz'altro veneta,<br />

non cimbra.<br />

Pur non appartenendo questa<br />

tradizione alla tipologia della<br />

filastrocca della chiocciola in<br />

senso stretto, vi sono delle<br />

analogie con essa: l'oggetto in<br />

questione viene ricavato da una<br />

sorta di chiocciola, è fatto a<br />

spirale, e si domandano ad esso<br />

del cibo e tempo clemente.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

CAA YNN


456 Presso il popolo dei Toraja (sull'isola di Sulawesi,<br />

Indonesia) venivano create collane di chiocciole<br />

vive: si trattava di chiocciole d'acqua, ed esse<br />

venivano infilate su una cordicella, che poi<br />

veniva appesa ad un albero, in modo che però le<br />

chiocciole fossero in grado di strisciare e di<br />

muoversi, spostando la “collana” così creata.<br />

Veniva poi ordinato a queste chiocciole: “Andate<br />

a chiedere la pioggia e, finché non pioverà, non<br />

vi riporterò nell'acqua”. Trattandosi di chiocciole<br />

d'acqua, ciò equivaleva a minacciarle di morte,<br />

visto che senza l'acqua esse non possono<br />

sopravvivere a lungo. Allora queste chiocciole “si<br />

incamminavano piangendo” (e, presumibilmente,<br />

estraendo le “corna”, cosa a loro necessaria per<br />

potersi spostare) e gli dei, mossi a compassione,<br />

mandavano la pioggia.<br />

457 O caracól está muito zangadinho,<br />

por causa da chuva não pode sair.<br />

Quer ir para o jardim, ver crescer as flores<br />

e ouvir os meninos a fazer assim<br />

“Caracolinho, meu lindo caracól,<br />

está tão quentinho, pões os pauzinhos ao sol!<br />

Caracolinho, meu lindo caracól,<br />

está tão quentinho, pões os pauzinhos ao sol!”<br />

458 Caracol, caracolinho,<br />

sai de dentro do moinho,<br />

mostra a ponta do focinho!<br />

459 Caracol, caracol, caracol,<br />

pões os pauzinhos ao sol!<br />

Le informazioni sono<br />

originariamente in lingua<br />

inglese.<br />

Sulawesi, Indonesia.<br />

Portoghese.<br />

Portogallo.<br />

Portoghese.<br />

Portogallo.<br />

Portoghese.<br />

Portogallo.<br />

(Inutile) Ignota. James G. Frazer, Il<br />

ramo d'oro (The<br />

Golden Bough),<br />

traduzione italiana,<br />

Newton Compton,<br />

2006, paragrafo “Il<br />

potere magico della<br />

pioggia”, fine di pag.<br />

101.<br />

La chiocciola è molto arrabbiata,<br />

a causa della pioggia non può uscire.<br />

Vuole andare nel giardino, veder crescere i<br />

fiori<br />

ed ascoltare i bambini che fanno così:<br />

“Chiocciolina, mia bella chiocciola,<br />

è così tiepido, tira fuori le corna al sole!<br />

Chiocciolina, mia bella chiocciola,<br />

è così tiepido, tira fuori le corna al sole!”<br />

Chiocciola, chiocciolina,<br />

esci dal mulino,<br />

mostra la punta del muso!<br />

Chiocciola, chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori le corna al sole!<br />

Nota e presentata sul<br />

video all'indirizzo:<br />

http://www.youtube.com<br />

/watch?<br />

v=GLNOMGCqx8s&pla<br />

ynext=1&list=PLED7C4<br />

86E5A9A2332<br />

(Sito visitato l'11 agosto<br />

2011)<br />

La musica del ritornello<br />

pare essere<br />

un'elaborazione recente<br />

a partire dal consueto<br />

modulo “sol-la-sol-mi”.<br />

La musica della strofa<br />

pare anch'essa recente<br />

e slegata dai moduli più<br />

tradizionali.<br />

Si ringrazia Massimo<br />

Spiga per la<br />

segnalazione.<br />

Ignota. http://www.joraga.ne<br />

t/contos/pags/42leng<br />

alengas.htm<br />

Parzialmente udibile in<br />

un video all'indirizzo<br />

citato come fonte, qui a<br />

lato.<br />

(Sito visitato l'11<br />

agosto 2011)<br />

http://www.youtube.c<br />

om/watch?<br />

v=ZuthJLlW7mo&fe<br />

ature=related<br />

(Sito visitato l'11<br />

agosto 2011)<br />

Colpisce che, malgrado la<br />

lontananza geografica<br />

dall'Europa, si ritrovino qui<br />

alcuni concetti presenti anche<br />

nelle tradizioni europee<br />

menzionate in questa ricerca: la<br />

connessione tra chiocciole e<br />

pioggia, la richiesta fatta a loro,<br />

la minaccia di ucciderle, la<br />

presenza di un movimento di<br />

individui posti in fila ed uniti tra<br />

loro da una cordicella (è molto<br />

importante confrontare per<br />

questo il nostro documento n.<br />

434 e le relative note).<br />

Si segnala anche che presso il<br />

medesimo popolo (i Toraja di<br />

Sulawesi, Indonesia) nei lunghi<br />

ed elaborati riti funebri vengono<br />

sacrificati molti bufali, posti in<br />

fila.<br />

Versione del tutto originale,<br />

molto diversa dall'altro<br />

documento portoghese.<br />

Vengono comunque nominati<br />

alcuni dei consueti motivi: la<br />

pioggia, la crescita dei vegetali, i<br />

bambini, il tempo.<br />

La citazione autoreferenziale (la<br />

canzone cita sé stessa in quanto<br />

canto infantile) la pone<br />

comunque in una fase avanzata<br />

di un processo di<br />

infantilizzazione.<br />

Per “mulino” si intende forse la<br />

conchiglia dell'animale, che<br />

forma una sorta di “mulinello”?<br />

Il riferimento ad un mulino è<br />

comunque un richiamo all'idea di<br />

produzione del cibo.<br />

Versione molto semplice.<br />

Nell'originale è preceduta da un<br />

testo che però è probabilmente<br />

poco pertinente.<br />

BAA YYY<br />

ABA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


460 Ja plou, Caragol<br />

la lluna i el sol,<br />

ja pixa l'agüela<br />

tomates i ceba.<br />

461 Ja plou, caragol,<br />

la lluna i el sol;<br />

ja neva, ja neva,<br />

la tia Andreva.<br />

Ja plou, ja neva,<br />

ja pixa la güela.<br />

462 Caragol carapater,<br />

que te cries en el Salar,<br />

acomences una canció<br />

i no la saps arrematar.<br />

Catalano.<br />

Crevillent (El Baix<br />

Vinalopo, País Valencià),<br />

Spagna.<br />

Catalano.<br />

Regione di Terres de<br />

l'Ebre, nei dintorni di<br />

Ulldecona.<br />

Catalogna meridionale,<br />

Spagna.<br />

Catalano.<br />

Crevillent (El Baix<br />

Vinalopo, País Valencià),<br />

Spagna.<br />

Già piove, lumaca,<br />

la luna e il sole,<br />

già piscia la vecchia,<br />

pomodori e cipolle<br />

Già piove, lumaca,<br />

la luna e il sole,<br />

già nevica, già nevica,<br />

la zia Andreva.<br />

Già piove, già nevica,<br />

già piscia la vecchia.<br />

Lumaca di ranocchio<br />

che vivi nel Salar,<br />

tu cominci una canzone<br />

e non la sai finire.<br />

Ascoltabile all'indirizzo:<br />

http://www.youtube.com<br />

/watch?<br />

v=XVyhP<strong>LA</strong>yI7U<br />

(Sito visitato il 12<br />

agosto 2011)<br />

È analoga a quella della<br />

versione 461.<br />

Ascoltabile all'indirizzo:<br />

http://www.xtec.cat/~ab<br />

uj/cantemicontem/mp3/<br />

17.mp3<br />

Ascoltabile all'indirizzo:<br />

http://www.youtube.com<br />

/watch?<br />

v=XVyhP<strong>LA</strong>yI7U<br />

http://www.youtube.c<br />

om/watch?<br />

v=XVyhP<strong>LA</strong>yI7U<br />

(Sito visitato il 12<br />

agosto 2011)<br />

Registrata da<br />

Vicent-Josep Pérez i<br />

Navarro, che ha poi<br />

molto gentilmente<br />

inviato il testo e<br />

fornito la traduzione<br />

e le notizie relative.<br />

Lo si ringrazia molto.<br />

Per la prima volta<br />

era stata in<br />

precedenza raccolta<br />

e pubblicata (con<br />

un'ortografia<br />

imprecisa) su:<br />

Manuel Martínez<br />

Montoya, Canciones<br />

populares<br />

crevillentinas,<br />

Crevillent,1989, pag.<br />

40.<br />

Segnalata da Vicent-<br />

Josep Pérez i<br />

Navarro, che ha poi<br />

molto gentilmente<br />

inviato il testo e<br />

fornito la traduzione<br />

e le notizie relative.<br />

Lo si ringrazia molto.<br />

Registrata da<br />

Vicent-Josep Pérez i<br />

Navarro, che ha poi<br />

molto gentilmente<br />

inviato il testo e<br />

fornito la traduzione<br />

e le notizie relative.<br />

Lo si ringrazia molto.<br />

Versione molto interessante, che<br />

riunisce temi molto tradizionali:<br />

la pioggia, la luna e il sole (v.<br />

452), la vecchia, il raccolto dei<br />

campi.<br />

Manca la richiesta di estrarre le<br />

corna, ma le tematiche paiono<br />

certamente quelle della tipologia<br />

di filastrocca da noi studiata.<br />

Pare una variante della<br />

precedente, in cui si sono però<br />

persi alcuni motivi tradizionali.<br />

Manca la richiesta di estrarre le<br />

corna, ma le tematiche paiono<br />

certamente quelle della tipologia<br />

di filastrocca da noi studiata.<br />

Non è chiaro il legame con la<br />

tipologia di filastrocca da noi<br />

studiata. È probabilmente<br />

estraneo ad essa e pare<br />

piuttosto una strofetta sul tipo di<br />

quelle che si improvvisano nelle<br />

gare poetiche.<br />

“El Salar” è un toponimo che<br />

significa “campo salato”, ed è un<br />

luogo effettivamente esistente<br />

presso il villaggio di Crevillent,<br />

non lontano dagli stagni di “El<br />

Fondo”.<br />

“Caragol carapater” (“lumaca di<br />

ranocchio”) indica una specie<br />

ben precisa di chiocciola,<br />

diversa sia dal “Caragol bover”<br />

che dal “Caragol de vinya”.<br />

BAA YYY<br />

BAA YYY<br />

CAC NNN


463 Ja ve l'aigua menueta<br />

ja ve el caragol al moll<br />

i la pobra bessoneta<br />

que el seu nóvio no la vol.<br />

464 Caragolet de vinya,<br />

mare no en compre, que tenen tinya.<br />

Catalano.<br />

Crevillent (El Baix<br />

Vinalopo, País Valencià),<br />

Spagna.<br />

Catalano.<br />

Camp d'Elx, Catalogna.<br />

Spagna.<br />

Già c'è qui la pioggerellina,<br />

già viene la lumaca all'umidità<br />

e la povera gemella,<br />

il suo fidanzato non l'ama.<br />

Lumachina di vigna,<br />

mamma non ne acquistare,<br />

perché hanno la tigna.<br />

Ascoltabile all'indirizzo:<br />

http://www.youtube.com<br />

/watch?<br />

v=XVyhP<strong>LA</strong>yI7U<br />

È soltanto parlata. È<br />

comunque ascoltabile<br />

all'indirizzo:<br />

http://www.youtube.com<br />

/watch?<br />

v=XVyhP<strong>LA</strong>yI7U<br />

Registrata da<br />

Vicent-Josep Pérez i<br />

Navarro, che ha poi<br />

molto gentilmente<br />

inviato il testo e<br />

fornito la traduzione<br />

e le notizie relative.<br />

Lo si ringrazia molto.<br />

Raccolta da Juan<br />

Francisco Mollà<br />

e registrata da<br />

Vicent-Josep Pérez i<br />

Navarro, che ha poi<br />

molto gentilmente<br />

inviato il testo e<br />

fornito la traduzione<br />

e le notizie relative.<br />

Lo si ringrazia molto.<br />

L'inizio ricorda quello della<br />

versione 449 (ultima variante).<br />

Il tema del fidanzato compare in<br />

modo analogo nelle versioni 274<br />

e 275.<br />

Manca la richiesta di estrarre le<br />

corna, ma le tematiche paiono<br />

certamente quelle della tipologia<br />

di filastrocca da noi studiata.<br />

“Caragolet de vinya” (“lumachina<br />

di vigna”) indica una specie ben<br />

precisa di chiocciola, diversa sia<br />

dal “Caragol bover” che dal<br />

“Caragol carapater”.<br />

Pare estranea alla tipologia di<br />

filastrocca da noi studiata.<br />

CAA YNN<br />

CAC NNN


465 Il 26 luglio viene celebrata a Foggia la festa di<br />

Sant'Anna, che è molto sentita e partecipata.<br />

Sant'Anna viene considerata la protettrice delle<br />

partorienti, sia perché è madre della Madonna,<br />

sia perché nei vangeli apocrifi si narra che in<br />

origine fosse sterile e le sia stata poi concessa la<br />

grazia di partorire. In questa festa assume un<br />

ruolo molto importante la chiocciola<br />

(ciammaruca). Esse vengono abbondantemente<br />

cucinate e consumate durante la festa. Dopo<br />

averle fatte riposare un giorno intero, si<br />

raccomanda di cucinarle a fuoco lento “per far<br />

uscire le antenne dal guscio”. Ciò è sempre<br />

tradizionalmente raccomandato dalle massaie<br />

foggiane, come se fare uscire le “corna”<br />

dell'animale avesse un valore apotropaico. La<br />

stessa processione di Sant'Anna, che si snoda<br />

all'interno del quartiere antico di Borgo Croci,<br />

sembra percorrere un tracciato che ricorda la<br />

spirale di una chiocciola, somigliando ad una<br />

sorta di “labirinto”. A questo proposito, sono da<br />

segnalare alcune possibili assonanze tra il nome<br />

“Anna” ed altri: il nome “Arianna”, personaggio<br />

che, appunto, è legato al mito del labirinto, il<br />

quale è a sua volta legato alla spirale e quindi<br />

alla chiocciola; il termine “anno”, legato a tutti i<br />

vari riti riguardanti lo scorrere del tempo (in<br />

questo caso, lo studioso Angelo Capozzi ha<br />

ipotizzato un collegamento con l'anno lunare,<br />

caratterizzato da simboli lunari e femminili -<br />

“Anna”, la chiocciola - , contrapposto al consueto<br />

anno solare); ed infine il termine “annona”,<br />

legato alle distribuzioni di cibo (cosa che<br />

effettivamente avviene durante questa festa).<br />

Italiano.<br />

Foggia, Puglia, Italia.<br />

(Inutile) Le musiche eseguite<br />

durante la festa non<br />

sono direttamente<br />

collegabili ai concetti<br />

qui descritti.<br />

Tutte le informazioni<br />

sono tratte da:<br />

http://www.mangano<br />

foggia.it/festadisanta<br />

nna.htm<br />

Altre notizie su:<br />

http://www.sceltedig<br />

usto.it/public/index.p<br />

hp?<br />

option=com_content<br />

&view=article&id=30<br />

3:la-festa-disantanna-tra-sacroeprofano&catid=31:ge<br />

nerale&Itemid=46<br />

Un'intervista sul<br />

modo di cucinare le<br />

chiocciole è visibile<br />

su:<br />

http://www.youtube.c<br />

om/watch?<br />

v=dRSFRHkMl-<br />

Y&feature=player_e<br />

mbedded<br />

Siti visitati il 13<br />

agosto 2011.<br />

Il testo originale è a<br />

cura di Giuseppe<br />

Donatacci, docente<br />

dell'Università del<br />

Crocese.<br />

L'intero sito è a cura<br />

di Alberto Mangano.<br />

In Puglia pare finora assente la<br />

nostra filastrocca. I possibili<br />

collegamenti tra la fertilità, il<br />

cibo, i riti dell'anno, la chiocciola<br />

e la spirale, pur non dimostrabili,<br />

paiono finora l'unica traccia in<br />

Puglia di una mentalità in<br />

qualche modo legata ad essa.<br />

L'importanza data al tenere le<br />

chiocciole sul fuoco costituisce<br />

un collegamento abbastanza<br />

evidente tra tutte le versioni in<br />

cui il motivo “fuoco, bruciare,<br />

arrostire, cuocere” gioca un<br />

ruolo importante, cioè<br />

principalmente: 8, 135, 225,<br />

229, 231, 233, 234, 250, 258,<br />

378, 413, 414, 415 (nota), 465<br />

(questa versione), 495 e tutte le<br />

versioni cinesi in cui si parla di<br />

“carne arrostita”. In particolare,<br />

può essere un ricordo<br />

dell'usanza di porre una fiamma,<br />

o una pietra calda, vicino alla<br />

chiocciola per farla uscire dalla<br />

conchiglia. Tale usanza è<br />

testimoniata da molte delle<br />

versioni appena elencate.<br />

CAA YNN


466 Snail! Snail! Come out'n o' yō' shell,<br />

Or I'll beat on yō' back till you rings lak a bell.<br />

"I do ve'y well," sayed de snail in de shell,<br />

"I'll jes take my chances in here whar I dwell."<br />

In inglese standard attuale, risulterebbe:<br />

Snail! Snail! Come out of your shell,<br />

Or I'll beat on your back till you ring like a bell.<br />

"I do very well," said the snail in the shell,<br />

"I'll just take my chances in here where I dwell."<br />

(La versione in inglese standard è di Lisa<br />

Yannucci)<br />

467 Lilla snigel, akta dej,<br />

akta dej, akta dej,<br />

Lilla snigel, akta dej,<br />

Annars tar jag dej.<br />

468 Caragol, caragol,<br />

treu les banyes, treu les banyes,<br />

caragol, caragol,<br />

treu les banyes y surta al sol!<br />

Inglese afro-americano<br />

ottocentesco.<br />

(Si riporta per confronto<br />

una trasposizione moderna<br />

in inglese standard<br />

attuale).<br />

Svedese.<br />

Svezia, ben conosciuta.<br />

Valenziano (Catalano<br />

occidentale).<br />

Comunitat Valenciana,<br />

Spagna.<br />

Chiocciola! Chiocciola! Vieni fuori dalla tua<br />

conchiglia,<br />

o io ti picchio sulla schiena finché non<br />

risuoni come una campana.<br />

"Io me la cavo bene," disse la chiocciola<br />

nella conchiglia,<br />

"quindi, semplicemente, mi giocherò le mie<br />

possibilità qui dentro, dove abito."<br />

Chiocciolina, stai attenta,<br />

stai attenta, stai attenta,<br />

Chiocciolina, stai attenta,<br />

se no ti prendo!<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

estrai le corna, estrai le corna,<br />

chiocciola, chiocciola,<br />

estrai le corna ed esci al sole!<br />

Ignota, probabilmente<br />

assente.<br />

Ben nota ed ascoltabile<br />

su:<br />

http://www.youtube.com<br />

/watch?v=-<br />

UMGpkr1SUQ&feature<br />

=player_embedded<br />

Trascritta ed ascoltabile<br />

(con una variante, forse<br />

frutto di un errore) su:<br />

http://www.mamalisa.co<br />

m/?t=es&p=2701&c=86<br />

Siti visitati il 13 agosto<br />

2011.<br />

Esistente, originale e<br />

diversa da quella delle<br />

altre versioni catalane o<br />

spagnole. È invece<br />

affine a una tipologia<br />

melodica molto comune<br />

in tutto il nord Italia.<br />

Udibile su:<br />

http://www.youtube.com<br />

/watch?<br />

v=5jdcRyYqSKE&featur<br />

e=related<br />

Versione<br />

afroamericana,<br />

ovvero dei Neri negli<br />

Stati Uniti. Secolo<br />

XIX.<br />

Fonte originaria:<br />

Negro Folk Rhymes,<br />

Wise and<br />

Otherwise, with a<br />

Study by Thomas<br />

W. Talley of Fisk<br />

University (The<br />

Macmillan Company,<br />

New York, 1922), p.<br />

170.<br />

Segnalata su:<br />

http://www.mamalisa<br />

.com/?<br />

t=es&p=2155&c=18<br />

7<br />

Visitato il 4 luglio<br />

2011.<br />

Segnalata sul sito<br />

http://www.mamalisa<br />

.com/?<br />

t=es&p=2701&c=86<br />

Informatore: Ester<br />

del Vesco.<br />

Ben presente su<br />

molti altri siti e<br />

piuttosto nota.<br />

Trascritta dal video<br />

all'indirizzo<br />

http://www.youtube.c<br />

om/watch?<br />

v=5jdcRyYqSKE&fe<br />

ature=related<br />

Segnaliamo che è l'unica<br />

versione in cui la chiocciola<br />

risponde. Questo corrisponde<br />

bene alla mentalità africana<br />

(l'Africa “nera”, anche dal punto<br />

di vista etnomusicologico, è<br />

ricca di canti dialogici con<br />

“risposta” ad una prima frase<br />

“proposta”, ed è inoltre<br />

caratterizzata spesso da un<br />

modo di pensare fortemente<br />

comunitario).<br />

È poi senz'altro possibile, ed<br />

anzi piuttosto plausibile,<br />

interpretarla come metafora<br />

della condizione deglii schiavi<br />

afroamericani negli Stati Uniti ai<br />

tempi in cui questa versione è<br />

nata (il rifiuto di obbedire<br />

sarebbe espressione del rifiuto<br />

di essere asserviti ad un<br />

padrone).<br />

È solo forse lontanamente<br />

correlata alla nostra tipologia di<br />

filastrocca, ma la connessione<br />

non è affatto certa.<br />

Analoga alla 534.<br />

ABA YYY<br />

BBB YNN<br />

AAA YYY


469 Snail, snail,<br />

first your head and then your tail.<br />

470 Snail, snail, come out and be fed<br />

First your feelers, then your head<br />

Then your Mama and your Papa<br />

Will feed you mutton fries, mutton!<br />

Inglese.<br />

Località non precisata<br />

(probabilmente: Canada o<br />

Stati Uniti).<br />

Inglese.<br />

Canada.<br />

Chiocciola, chiocciola<br />

prima la tua testa, poi la tua coda.<br />

Chiocciola, chiocciola, vieni fuori e fatti<br />

nutrire,<br />

prima le tue antenne, poi la tua testa,<br />

e allora tua madre e tuo padre<br />

ti daranno da mangiare fritto di montone,<br />

montone!<br />

Ignota. http://www.mudcat.o<br />

rg/thread.cfm?<br />

threadid=36188<br />

Esistente, ma, per ora,<br />

ignota.<br />

Sito visitato il 14<br />

agosto 2011.<br />

Citata su<br />

http://www.mudcat.o<br />

rg/thread.cfm?<br />

threadid=36188<br />

Proveniente da un<br />

sito che ora è visibile<br />

al seguente<br />

indirizzo:<br />

http://dragon.sleepd<br />

eprived.ca/songbook<br />

/songbook_index.ht<br />

m<br />

categoria “Action<br />

Songs”, titolo “Snail”,<br />

e precisamente su<br />

questa pagina:<br />

http://dragon.sleepd<br />

eprived.ca/songbook<br />

/songs3/S3_91.htm<br />

Siti visitati il 14<br />

agosto 2011.<br />

Tratta da un sito Internet, è<br />

probabilmente la traduzione<br />

ritmica in lingua inglese di una<br />

versione cinese (confronta con<br />

le versioni cinesi in questo<br />

database).<br />

Queste traduzioni si sono diffuse<br />

in Canada e negli Stati Uniti<br />

nell'ambiente dei raduni<br />

internazionali di Scout, e poi<br />

nell'ambiente dei campeggi<br />

Scout.<br />

Anche questa è molto<br />

probabilmente la traduzione<br />

ritmica in lingua inglese di una<br />

versione cinese (confronta con<br />

le versioni cinesi in questo<br />

database).<br />

Il sito è quello di una guida<br />

Scout canadese. Queste<br />

traduzioni si sono diffuse in<br />

Canada e negli Stati Uniti<br />

nell'ambiente dei raduni<br />

internazionali di Scout, e poi<br />

nell'ambiente dei campeggi<br />

Scout canadesi ed americani.<br />

A questo canto viene associato<br />

un gioco, descritto nel seguente<br />

modo:<br />

“Everyone starts in a circle,<br />

holding hands. As you sing the<br />

song, turn it into a spiral (like a<br />

snail's shell) as you skip around.<br />

When you're all coiled up,<br />

reverse direction and unwind<br />

the snail!”<br />

“Tutti si mettono in cerchio,<br />

dandosi la mano. Mentre si<br />

canta la canzone, si trasforma il<br />

cerchio in una spirale (come la<br />

conchiglia di una chiocciola)<br />

mano a mano che si gira.<br />

Quando si è tutti avvolti, si<br />

inverte la direzione e si svolge la<br />

chiocciola!”<br />

Si tratta della danza a spirale a<br />

noi ben nota. Le nostre fonti non<br />

ne hanno indicato, finora, la<br />

presenza in Cina. Resta allora<br />

da capire come sia accaduto<br />

che sia stata applicata ad una<br />

traduzione inglese di una<br />

versione di tipo cinese, in<br />

Canada… Probabilmente ciò è<br />

accaduto per analogia con altre<br />

versioni europee note, che<br />

includevano la danza..<br />

ABA YYY<br />

ABA YYY


471 Sneel, sneel, put oot your horn,<br />

Your fayther an' muthel'll gie ye some corn.<br />

472 Snail upon the wall,<br />

Have you got at all<br />

Anything to tell<br />

About your shell?<br />

Only this, my child<br />

When the wind is wild,<br />

Or when the sun is hot,<br />

It's all I've got.<br />

Inglese antico dialettale.<br />

Yorkshire, Inghilterra.<br />

Una fonte attribuisce<br />

questa variante alla zona<br />

dello Yorkshire chiamata<br />

“East Riding”.<br />

Inglese.<br />

Inghilterra.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori le tue corna,<br />

tuo padre e tua madre<br />

ti daranno un po' di grano.<br />

Chiocciola che sei sul muro,<br />

hai niente<br />

da dire<br />

sulla tua conchiglia?<br />

Solo questo, bimbo mio:<br />

quando il vento si fa selvaggio,<br />

o quando il sole scotta,<br />

è tutto ciò che ho.<br />

Ignota. F.W. Moorman,<br />

Yorkshire Dialect<br />

Poems (1673-1915)<br />

and Traditional<br />

Poems, ed. Sidwick<br />

and Jackson, Ltd.,<br />

Londra 1916-1917,<br />

per la Yorkshire<br />

Dialect Society.<br />

Visibile online su:<br />

http://www.gutenber<br />

g.org/ebooks/2888<br />

ed anche su:<br />

http://www.archive.or<br />

g/details/yorkshiredi<br />

alect02888gut<br />

e su:<br />

http://books.google.c<br />

om/books?<br />

id=cVxvTqYM9U4C<br />

&dq=related<br />

%3AUOM39015058<br />

145825&hl=it&sourc<br />

e=gbs_similarbooks<br />

ed in molte altre fonti<br />

online.<br />

La fonte che parla<br />

dell'East Riding è:<br />

http://www.mudcat.o<br />

rg/thread.cfm?<br />

threadid=36188<br />

che cita:<br />

English Folk-<br />

Rhymes by G. F.<br />

Northall (London:<br />

Kegan Paul, Trench,<br />

Trubner & Co., Ltd.,<br />

1892), p. 326.<br />

Assente. "Poems and<br />

Pictures" chosen by<br />

Kathleen Lines and<br />

Norah Montgomerie.<br />

Abelard-Schuman<br />

1969.<br />

Versione somigliante a diverse<br />

altre brevi versioni europee.<br />

Si tratta di versi d'autore, che<br />

toccano tematiche lontanamente<br />

riferite alla nostra filastrocca.<br />

L'autore dei versi è John<br />

Drinkwater.<br />

L'Autore è inglese, mentre la<br />

pubblicazione è nota soprattutto<br />

in Scozia.<br />

AAA YYY<br />

CCC NNN


473 Snail, snail, come out and be fed,<br />

Put out your horn, and then your head,<br />

And your Papa and your Mama<br />

Will give you boiled mutton.<br />

474 Cargol treu banya,<br />

puja la muntanya,<br />

cargol treu fum,<br />

puja fins damunt!<br />

Inglese.<br />

Stati Uniti.<br />

Catalano.<br />

Catalogna, Spagna.<br />

Chiocciola, chiocciola, vieni fuori e fatti<br />

nutrire,<br />

tira fuori il tuo corno e poi la tua testa,<br />

e tuo padre e tua madre<br />

ti daranno montone bollito.<br />

Chiocciola, fai uscire il corno,<br />

sali la montagna,<br />

chiocciola, fai fumo,<br />

sali fino in cima!<br />

Presente.<br />

Citata su<br />

http://www.mudcat.org/t<br />

hread.cfm?<br />

threadid=36188<br />

usando però un tipo di<br />

notazione musicale non<br />

standard, che tuttavia<br />

abbiamo trascritto nella<br />

notazione standard.<br />

Il tipo di melodia è<br />

interessante e pare<br />

molto diverso da quello<br />

delle altre versioni<br />

cinesi.<br />

Il canto è marcato<br />

“Repeated ad infinitum”<br />

(“ripetuto all'infinito”).<br />

Presente ed udibile su:<br />

http://www.youtube.com<br />

/watch?v=8LC2jquTnco<br />

Uguale a quella di 202<br />

e 389.<br />

Joe Mitchell<br />

Chapple, Heart<br />

Songs, 1909;<br />

Clearfield, 1997, p.<br />

55.<br />

Il canto è presente in<br />

questa raccolta sotto<br />

il titolo “Chinese<br />

Baby-Song”.<br />

Chapple fu uno<br />

scrittore e giornalista<br />

statunitense.<br />

Dal video<br />

all'indirizzo:<br />

http://www.youtube.c<br />

om/watch?<br />

v=8LC2jquTnco<br />

Come attesta il titolo con cui è<br />

pubblicata nella raccolta, e<br />

come si vede molto bene dal<br />

testo, è chiaramente e senza<br />

dubbio una traduzione di una<br />

versione cinese (confronta tutte<br />

le versioni cinesi in questo<br />

database, soprattutto la versione<br />

142, ma non solo), così come<br />

sono senz'altro traduzioni dal<br />

cinese anche le versioni 469 e<br />

470 (vedi). Con riferimento a<br />

quanto, appunto, ci si chiedeva<br />

a proposito delle versioni 469 e<br />

470 (vedi in nota alle stesse), il<br />

fatto che in una raccolta<br />

americana del 1909 venisse<br />

tradotto un tradizionale canto<br />

cinese dimostra che il passaggio<br />

delle versioni cinesi al<br />

continente americano è<br />

cominciato quantomeno all'inizio<br />

del Novecento. Quanto al<br />

passaggio dalla lingua cinese a<br />

quella inglese, esso era iniziato<br />

almeno nel 1886, in Inghilterra<br />

(vedi la versione 142).<br />

L'annotazione “ripetuto<br />

all'infinito” potrebbe indicare<br />

un'esecuzione pensata per<br />

eseguire contemporaneamente<br />

una danza (presumibilmente a<br />

spirale); non sappiamo, tuttavia,<br />

se l'annotazione sia riferita ad<br />

un originale cinese (cosa<br />

comunque possibile) oppure sia<br />

stata escogitata ed aggiunta da<br />

Chapple.<br />

Non molto nota, viene talvolta<br />

cantata come terza strofa dopo<br />

la 202 e la 389. “Fai fumo” è una<br />

metafora scherzosa, si intende<br />

come “sforzati fino a bruciare<br />

dallo sforzo, emettendo fumo”.<br />

È però anche assolutamente del<br />

tutto possibile (e non<br />

improbabile) che il “fumo” sia<br />

collegato all'usanza di porre<br />

l'animale vicino ad una fiamma<br />

(presente in molte altre<br />

versioni).<br />

ABA YYY<br />

AAA YYY


475 Dodman, dodman, put out your horn,<br />

Here comes a thief to steal your corn.<br />

Inglese.<br />

Suffolk, Inghilterra.<br />

Chiocciola, chiocciola, tira fuori il tuo corno,<br />

qui arriva un ladro a rubare il tuo grano.<br />

Ignota. English Folk-<br />

Rhymes, di G. F.<br />

Northall (London:<br />

Kegan Paul, Trench,<br />

Trubner & Co., Ltd.,<br />

1892), p. 326.<br />

Molto affine alla 14. È<br />

importante leggere le note a<br />

quella versione.<br />

“Odmandod”, “Odmadod”,<br />

“Dodman” sono tutti soprannomi<br />

della chiocciola nelle zone di<br />

Essex e di Suffolk, in Inghilterra.<br />

Per il loro significato, si vedano<br />

le note alla versione 14.<br />

La fonte ci informa anche che<br />

nel Suffolk è consueta una<br />

battuta tra bambini:<br />

"I've killed a man!" "What sort of<br />

man?" "A Dodman."<br />

(“Ho ucciso un uomo!” “Che tipo<br />

di uomo?” “Un uomo-concorna.”)<br />

(“Uomo-con-corna”,<br />

cioè “Dodman”, è un nome<br />

locale della chiocciola).<br />

“Hodman-dodman” e “Hod-Dod”<br />

sono nomi locali della chiocciola<br />

registrati nel Wheatley's<br />

Dictionary of Rhyming Words,<br />

pubblicato in Transactions of the<br />

Philological Society, 1866.<br />

La nostra fonte (Northall) ci<br />

informa che in Inghilterra esiste<br />

un metodo tradizionale per<br />

catturare le chiocciole,<br />

consistente nello sfruttare la loro<br />

attrazione per chicchi di cereali,<br />

farina ed affini, ed in particolare<br />

ciò si attua ponendo della<br />

crusca per terra e coprendola<br />

poi con una foglia di cavolo (le<br />

chiocciole si radunano intorno<br />

alla crusca).<br />

Northall fa inoltre notare una<br />

somiglianza etimologica tra<br />

“horn” (corno) e “corn” (“cereale”<br />

o “chicco di cereale”).<br />

AAA YYY


476 Vi sono molte credenze sulle chiocciole, in<br />

Giappone.<br />

Si ritiene che le chiocciole che abitano sulle<br />

radici del Gingko gigante (un albero) che cresce<br />

presso il santuario di Ohkunitama (Fuchu,<br />

Tokyo) venissero fatte fermentare per ottenerne<br />

una bevanda alcolica, allo scopo di aumentare la<br />

produzione di latte nelle donne.<br />

Nel distretto di Chichibu, prefettura di Saitama, si<br />

crede che uno “spirito della chiocciola” chiamato<br />

“Dairo-Shin” sia efficace per contrastare le<br />

infezioni alle orecchie.<br />

Nei dintorni del distretto di Kyushu, due specie di<br />

chiocciole (Phaedusa sieboldtii e<br />

Stereophaedusa addisoni) sono venerate in<br />

appositi luoghi sacri per la loro sorprendente<br />

capacità di sopravvivenza e di resistenza alla<br />

deidratazione ed alla fame: esse, riparandosi<br />

nella proprio conchiglia, possono sopravvivere in<br />

condizioni estreme per mesi. Vengono allora<br />

portate con sé durante i viaggi come amuleti<br />

portafortuna, e, al ritorno dal viaggio, rimesse al<br />

loro posto vive, dove erano state prese. Anche<br />

presso il santuario di Guusumiyoshi, a<br />

Shimonoseki, prefettura di Yamaguchi, si<br />

riscontra la stessa credenza, tanto che le<br />

Phaedusa sieboldtii vi vengono pure vendute<br />

come amuleti.<br />

Nella prefettura di Kyushu vi era un tempo<br />

l'usanza di porre le chiocciole sotto al cuscino<br />

dei bambini, nei periodi in cui questi piangevano<br />

molto di notte. Non appena i bimbi<br />

abbandonavano la propria tendenza a piangere<br />

molto di notte, le chiocciole venivano restituite e<br />

riposte sull'albero dove erano state prese.<br />

Questa credenza era chiamata “Yonakigai”.<br />

Vi è infine la credenza che una certa chiocciola<br />

di mare (Turbo cornutus), che è commestibile e<br />

comunemente consumata come cibo, al<br />

compimento dei trent'anni d'età si possa<br />

trasformare in un mostro marino dall'aspetto di<br />

una donna (Sazae-oni) che emerge dalle acque<br />

attaccando gli organi sessuali degli esseri umani<br />

maschi, dalla quale ci si può liberare soltanto<br />

offrendole molto oro.<br />

Segnaliamo infine che, nel 2006, sull'isola di<br />

Matua (Isole Curili, tra la Kamchatka, Sakhalin<br />

ed il Giappone settentrionale), in una località un<br />

tempo frequentata dagli Ainu (Ainu Bay), sono<br />

stati ritrovati numerosi chiocciolai preistorici<br />

(resti di gusci di molluschi, consumati come<br />

cibo).<br />

Originariamente inglese,<br />

probabilmente tradotto dal<br />

giapponese.<br />

Per gli ultimi due paragrafi:<br />

inglese.<br />

(Inutile) Assente. http://m-haruo.com/e<br />

%20w<br />

%20katatumuri.html<br />

Sito visitato il 19<br />

agosto 2011.<br />

La credenza sulla<br />

Sazae-oni è invece<br />

tratta da:<br />

http://en.wikipedia.or<br />

g/wiki/Sazae-oni<br />

Sito visitato il 7<br />

gennaio 2012.<br />

La notizia sui<br />

chiocciolai preistorici<br />

Ainu è tratta da:<br />

http://www.arcus.org<br />

/TREC/VBC/index.p<br />

hp?showtopic=2048<br />

Sito visitato il 7<br />

gennaio 2012.<br />

Interessante panoramica sulle<br />

credenze giapponesi riguardanti<br />

le chiocciole. I motivi in esse<br />

presenti si intrecciano<br />

variamente con le tematiche<br />

della nostra ricerca.<br />

Si veda in particolare la nota alla<br />

192.<br />

Sui bambini che non dormono di<br />

notte, si veda la simile credenza<br />

della Cornovaglia al n. 521.<br />

CAA YNN


477 Ant, come out, come out,<br />

I’ll give you rice, I’ll give you fish,<br />

Come out.<br />

Inglese.<br />

Il testo, tradotto già sulla<br />

fonte, era originariamente<br />

in Assamese.<br />

L'Assamese, parlato in<br />

Assam (all'estremità<br />

nordorientale dell'India) è<br />

una delle lingue<br />

indoeuropee più orientali.<br />

Assam, India.<br />

Formica, vieni fuori, vieni fuori,<br />

ti darò del riso, ti darò del pesce,<br />

vieni fuori!<br />

Ignota Citata nell'articolo<br />

Assam’s Folk-<br />

Songs: A General<br />

Survey<br />

di P. Goswami, M.A.,<br />

sulla rivista online<br />

indiana “Triveni”,<br />

India.<br />

http://yabaluri.org/T<br />

RIVENI/CDWEB/ass<br />

amsfolksongsagener<br />

alsurveyapr52.htm<br />

Sito visitato il 19<br />

agosto 2011.<br />

Non strettamente appartenente<br />

alla nostra tipologia di filastrocca<br />

perché non tratta della<br />

chiocciola, ma è la<br />

dimostrazione di quanto le<br />

filastrocche per far uscire i<br />

piccoli animali dai loro<br />

nascondigli (di cui la “filastrocca<br />

della chiocciola” costituisce un<br />

caso particolare) siano<br />

ampiamente distribuite presso i<br />

popoli indoeuropei e, quindi, di<br />

quanto presumibilmente<br />

possano essere antiche. Da<br />

questo punto di vista è un<br />

documento molto importante.<br />

La chiocciola ha caratteri<br />

particolari (le "corna", il cui<br />

simbolismo è molto diffuso, e la<br />

spirale sulla conchiglia) e la<br />

"filastrocca della chiocciola" è<br />

incredibilmente diffusa; invece<br />

non paiono altrettanto diffuse la<br />

filastrocche in cui si chiede ad<br />

un altro animale di uscire dal<br />

buco: talpa, formica, grillo, ecc…<br />

Complessivamente sono diffuse,<br />

ma nessuna di loro, presa<br />

singolarmente, sembra avere la<br />

stessa diffusione di quella della<br />

chiocciola. Questo non significa<br />

che non ci sia una relazione<br />

stretta tra quella della chiocciola<br />

e le altre, anzi… Questa<br />

tradizione potrebbe aver<br />

attraversato molti stadi nella sua<br />

storia. Ad esempio, prima<br />

potrebbe essere nata una serie<br />

di formulette in cui si domanda<br />

ad un animale (qualsiasi) di<br />

uscire dal buco, poi qualcosa<br />

potrebbe essere successo (la<br />

diffusione della chiocciola come<br />

cibo, la scoperta che si può<br />

allevare e che si può trasportare<br />

negli spostamenti; la diffusione<br />

del culto del "toro" e delle corna,<br />

ben attestato in una vastissima<br />

area, che potrebbe averla fatta<br />

considerare come un "piccolo<br />

toro", sostituto di quello vero; la<br />

diffusione del simbolo della<br />

spirale, o altro ancora) che ha<br />

portato, già in tempi molto<br />

antichi comunque, ad una<br />

maggior diffusione della<br />

filastrocca della chiocciola<br />

rispetto alla versione di<br />

filastrocca più "generica".<br />

0AA YYY


478 Lindorna lindorna,<br />

chatsch' our tas quatter cornas.<br />

Anschinà piglia pal' e zappun e rump ta chasa.<br />

(Variante per il secondo verso:) (478b)<br />

chatsch' oura tas cornas!<br />

(Altra variante per il secondo verso:) (478c)<br />

Stend' ora tias quatter cornas!<br />

Romancio.<br />

Svizzera romancia.<br />

Svizzera.<br />

Il romancio, che è una<br />

delle quattro lingue<br />

nazionali della Svizzera<br />

(insieme a tedesco,<br />

francese ed italiano) è una<br />

lingua retoromanza,<br />

apparentata al ladino<br />

dolomitico ed al friulano.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

caccia fuori le tue quattro corna.<br />

Se no piglio pala e piccone e rompo la tua<br />

casa.<br />

Ignota. http://www.ilchardun.<br />

ch/sites/archiv_09/0<br />

8_reprisas.html<br />

Sito in lingua<br />

romancia visitato il<br />

19 agosto 2011.<br />

Citata anche su<br />

Dicziunari<br />

rumantsch grischun,<br />

vol. 11, Società<br />

Retorumantscha,<br />

Bischofberger, 2002.<br />

Da quest'ultima<br />

fonte abbiamo<br />

anche tratto le<br />

varianti e l'ultimo<br />

verso.<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Il termine “lindorna” deriva dal<br />

tedesco “Lindwurm”, termine<br />

che, fin da tempi antichi, indica<br />

un particolare tipo di drago<br />

leggendario, o comunque un<br />

mostro strisciante.<br />

La nostra filastrocca è dunque<br />

presente anche in Svizzera<br />

romancia.<br />

La menzione di due attrezzi (tra<br />

cui il piccone) si lega a versioni<br />

delle montagne bergamasche e<br />

bresciane, in Lombardia (ad<br />

esempio 516, 553-556) e ladine<br />

(46).<br />

Vedi anche 570.<br />

AAA YYY


479 La chiocciola che estrae le corna ed esce dal<br />

proprio guscio può venir paragonata all'alba che<br />

sembra uscire dalla sua caverna oscura o<br />

sembra farne uscire il sole, oppure può anche<br />

simboleggiare la nascita.<br />

…la contessa Martinengo-Cesaresco (…) nel<br />

ritmo fanciullesco ben noto, che esorta con<br />

ingenue blandizie monna lumaca a metter fuori<br />

le corna, vede un invito all'aurora perchè coi<br />

crocei bagliori disperda e volga in fuga le<br />

tenebre notturne.<br />

Originariamente inglese. (Inutile) Assente Il primo testo sulle<br />

interpretazioni della<br />

nostra filastrocca è<br />

riassunto<br />

dall'articolo<br />

Assam’s Folk-<br />

Songs: A General<br />

Survey<br />

di P. Goswami, M.A.,<br />

sulla rivista online<br />

indiana “Triveni”,<br />

India.<br />

http://yabaluri.org/T<br />

RIVENI/CDWEB/ass<br />

amsfolksongsagener<br />

alsurveyapr52.htm<br />

che cita:<br />

Lewis Spence, Myth<br />

and Ritual in Dance,<br />

Game and Rhyme,<br />

Watts & Co., Londra,<br />

1947, p. 165.<br />

Le idee espresse nel<br />

primo testo che<br />

riportiamo sono<br />

pertanto di Lewis<br />

Spence.<br />

Sito visitato il 19<br />

agosto 2011.<br />

Il secondo testo che<br />

riportiamo proviene<br />

da:<br />

Francesco Novati,<br />

Attraverso il<br />

medioevo. Studi e<br />

ricerche, Bari:<br />

Laterza, 1905, pp.<br />

116-151,<br />

http://www.archive.or<br />

g/details/attraversoil<br />

medi00novauoft<br />

Novati,<br />

personalmente,<br />

dichiara con<br />

scetticismo di non<br />

concordare con<br />

l'interpretazione<br />

della Martinengo-<br />

Cesaresco che,<br />

pure, cita.<br />

Si tratta di interpretazioni<br />

importanti per la comprensione<br />

della nostra filastrocca.<br />

Ci permettiamo di dissentire<br />

dallo scetticismo del Novati e di<br />

trovare significativi e nella giusta<br />

direzione i contributi sia di Lewis<br />

Spence che della Martinengo-<br />

Cesaresco.<br />

Oltretutto… ricordiamoci che chi<br />

va in giro a raccogliere<br />

chiocciole a scopo alimentare lo<br />

fa frequentemente di notte,<br />

perché molti di questi animali<br />

sono notturni. Ciò potrebbe<br />

avere favorito la nascita di<br />

queste idee.<br />

CAA YNN


480 Kahuli aku, Kahuli mai<br />

Kahuli lei ula<br />

Lei akolea.<br />

Kolea, kolea<br />

Ki`i ka wai<br />

Wai akolea, Wai akolea.<br />

Uhhh!<br />

Variante (480b)<br />

Kahuli aku, Kahuli mai<br />

Kahuli lei ula<br />

Lei Ako lea.<br />

Variante (480c)<br />

Kahuli aku,<br />

Kahuli mai,<br />

Kahuli waiula,<br />

Kolea, kolea, kolea.<br />

Variante (480d)<br />

Kahuli aku,<br />

Kahuli mai,<br />

Kahuli uluwai,<br />

Uluwai, akolea, akolea.<br />

Ehuli aku,<br />

Ehuli mai,<br />

Ehuli lehua,<br />

Lei o kolea, kolea, kolea.<br />

Kahuli aku,<br />

Kahuli mai,<br />

Kahuli lei ula,<br />

Lei ako lea.<br />

Variante (480e)<br />

Kahuli aku, kahuli mai,<br />

kahuli lei ula, lei akolea<br />

Kolea, kolea, ho'i i ka wai<br />

o wai 'akolea.<br />

'Ola 'ola, 'Ola 'ola, hoi i ka wai<br />

o wai 'akolea.<br />

Hawaiiano.<br />

Isole Hawaii (U.S.A.).<br />

Girati, chiocciolina, da quella parte, girati,<br />

chiocciolina, da questa parte,<br />

la chiocciolina d'albero è un ornamento<br />

rosso<br />

sulla ghirlanda di fiori dell'albero “akolea”.<br />

Uccellino, uccellino,<br />

scendi al ruscello,<br />

sorbisci il dolce nettare<br />

dell'albero “akolea”.<br />

Ohhh!<br />

Traduzione alternativa:<br />

Trilla da lontano,<br />

trilla da vicino,<br />

Una preziosa ghirlanda<br />

sull'”akolea”.<br />

Uccellino, uccellino,<br />

portami della rugiada,<br />

rugiada dalla “akolea” rosa.<br />

Altra traduzione alternativa:<br />

Avanti e indietro<br />

un incedere ondeggiante,<br />

fronda di felce<br />

brilla di rosso.<br />

Bevendo le brillanti<br />

gocce di rugiada<br />

sulla fogliolina<br />

procedo sicura.<br />

Variante (480b) (notare che “Ako” e “lea”<br />

sono scritti come due termini separati)<br />

Togliti dalla mia vista -<br />

no, ora voltati verso di me,<br />

e una brillante ghirlanda rossa<br />

ti intesserò per la tua fronte.<br />

Variante 480c:<br />

non viene data alcuna traduzione.<br />

Variante 480d:<br />

non viene data alcuna traduzione (l'ultima<br />

strofa coincide però con la 480b).<br />

Variante 480e:<br />

Girati di qua, girati di là,<br />

voltati con amore verso il laghetto circondato<br />

dalle felci;<br />

Piviere, piviere, bevi l'acqua,<br />

le acque di Wai 'akolea.<br />

Gorgoglia, gorgoglia, torna all'acqua<br />

di Wai 'akolea.<br />

Paragonando la prima versione con la 480b,<br />

ci si domanda se non sia possibile la<br />

seguente nostra ipotesi di traduzione per la<br />

480b:<br />

Girati, chiocciolina, da quella parte, girati,<br />

chiocciolina, da questa parte,<br />

e una brillante ghirlanda rossa<br />

ti intesserò per la tua fronte.<br />

Presente, ben nota ed<br />

udibile sul video:<br />

http://www.youtube.com<br />

/watch?<br />

v=fZgMEtOrojA&feature<br />

=player_embedded<br />

La musica non<br />

assomiglia ad altre e<br />

pare in uno stile<br />

piuttosto recente.<br />

Dal sito<br />

http://removeratsrest<br />

orehawaii.org/kahuliaki/<br />

che contiene anche<br />

la prima traduzione,<br />

visitato il 19 agosto<br />

2011.<br />

Le traduzioni<br />

alternative, le<br />

varianti e tutte le<br />

informazioni sono<br />

invece tratte da<br />

Nathaniel Bright<br />

Emerson, Unwritten<br />

Literature of Hawaii.<br />

The Sacred Songs<br />

of the Hula,<br />

Washington 1909, p.<br />

120, visibile su:<br />

http://www.gutenber<br />

g.org/files/20299/20<br />

299-h/20299h.htm#pl12<br />

e soprattutto<br />

dall'articolo<br />

dattiloscritto del<br />

malacologo Yoshio<br />

Kondo, dal titolo<br />

Whistling land<br />

snails, Bishop<br />

Museum Library, QL<br />

Mollusca, Pam<br />

1080, datato 30<br />

agosto 1965 e<br />

visibile su:<br />

http://hawaiianforest.<br />

com/journal/wpcontent/uploads/2008/11/whistling-landsnails.pdf<br />

Siti visitati il 20<br />

agosto 2011.<br />

Kahuli indica una chiocciola del<br />

genere Achatinella, chiamata anche<br />

Oʻahu tree snail. Queste chiocciole<br />

vivono sugli alberi, soprattutto<br />

sull'isola hawaiana di Oʻahu. L'akolea<br />

è un albero hawaiiano (Boehmeria<br />

grandis) della famiglia delle Urticacee.<br />

Alcuni attribuiscono invece questo<br />

nome ad una felce del genere<br />

Polypodium. Il testo contiene giochi di<br />

parole intraducibili. Il termine Kahuli,<br />

che indica appunto una particolare<br />

chiocciola arborea, deriva da un verbo<br />

che significa “girarsi”: in pratica, la<br />

chiocciola è chiamata “girarsi”,<br />

intendendo “(colei che) si gira (sotto le<br />

foglie). Il termine Kahuli, però, oltre<br />

che “girarsi”, significa anche “trillare”,<br />

dato che un trillo è costituito da due<br />

suoni che girano l'uno intorno all'altro.<br />

Kolea significa “uccello”, ma in<br />

particolare può indicare un piviere.<br />

Wai 'akolea è un laghetto ben preciso<br />

situato a Kalapana, Hawaii, noto per<br />

la sua bellezza. Le molte ambiguità di<br />

significato consentono le traduzioni<br />

alternative ed hanno una precisa<br />

ragione d'essere: una nota e diffusa<br />

leggenda hawaiiana, infatti, afferma<br />

che le chiocciole in questione<br />

sarebbero in grado di “cantare”, cioè<br />

di emettere dei particolari suoni simili<br />

a trilli. C'è chi addirittura afferma di<br />

aver udito le chiocciole cantare… la<br />

presente canzone! Alcune indagini<br />

hanno però concluso che il suono<br />

sarebbe dovuto a dei particolari grilli,<br />

che vivono insieme alle chiocciole<br />

negli stessi ambienti. Non è chiaro se<br />

questa canzone sia correlata alla<br />

nostra filastrocca, oppure no. Gli unici<br />

collegamenti, dubbi, paiono<br />

l'invocazione della chiocciola e la<br />

richiesta di compiere un particolare<br />

movimento (“girati” equivarrebbe al<br />

consueto “esci fuori” o “fai uscire le<br />

corna”). Nel caso della traduzione da<br />

noi ipotizzata, se corretta, nascerebbe<br />

però un'interessante ipotesi. Sul fatto<br />

che la lumaca “canti”, vedi in ogni<br />

caso l'importante nota a 266.<br />

BAB YNN


481 Cai cajùt<br />

salte fûr cul to cuarnùt,<br />

se no ti cucïarài<br />

e po ti mangiarai.<br />

482 Cai cai macarai,<br />

salte fûr di lì se nò ti coparai.<br />

483 Gli abitanti dell'isola di North Sentinel, nelle Isole<br />

Andamane, una popolazione assai poco<br />

conosciuta o studiata, usano porre delle<br />

conchiglie di Nautilus sulla tomba dei bambini<br />

defunti.<br />

Friulano.<br />

Friuli, Italia.<br />

Friulano.<br />

Friuli, Italia.<br />

Originariamente la notizia è<br />

data in inglese.<br />

Chiocciola, chiocciolina ,<br />

salta fuori col tuo cornino,<br />

se no ti farò il solletico<br />

e poi ti mangerò.<br />

Chiocciola, chiocciola, “macarai”,<br />

salta fuori da lì, se no ti ammazzerò.<br />

Probabilmente assente. Giulio Andrea<br />

Pirona, Ercole<br />

Carletti, Giovanni<br />

Battista Corgnali, Il<br />

nuovo Pirona.<br />

Vocabolario friulano,<br />

edito negli anni '30,<br />

ristampato poi ad<br />

Udine, nel 1979 e<br />

numerose altre<br />

volte, a cura della<br />

Società filologica<br />

friulana.<br />

Grazie all'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione e la<br />

traduzione.<br />

Probabilmente assente. Giulio Andrea<br />

Pirona, Ercole<br />

Carletti, Giovanni<br />

Battista Corgnali, Il<br />

nuovo Pirona.<br />

Vocabolario friulano,<br />

edito negli anni '30,<br />

ristampato poi ad<br />

Udine, nel 1979 e<br />

numerose altre<br />

volte, a cura della<br />

Società filologica<br />

friulana.<br />

Grazie all'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

(Inutile) Assente. http://www.pierreeval<br />

d.dk/misc_files/anda<br />

man.htm<br />

Grazie all'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

L'espressione cucïarài viene dal<br />

verbo cucïâ o cuziâ (“fare il<br />

solletico”).<br />

“Fare il solletico” è<br />

probabilmente un ironico<br />

eufemismo, in questo caso.<br />

Macarai, espressione analoga a<br />

mancarai, che avevamo trovato<br />

nella versione 410, non ha un<br />

significato certo. L'ipotesi più<br />

probabile è che sia<br />

un'alterazione (per ragioni di<br />

rima) di macaron o macarot, che<br />

significa “sciocco”, “stupido”.<br />

Il Nautilus è un grande mollusco<br />

marino cefalopode, il cui aspetto<br />

ricorda indubbiamente molto<br />

quello di una chiocciola, a causa<br />

della conchiglia a spirale. Anche<br />

se oggi sappiamo che<br />

appartiene ad un gruppo del<br />

tutto diverso di molluschi, è<br />

esteriormente molto facile<br />

collegarlo alle chiocciole.<br />

Non stupisce il fatto di collocare<br />

una “chiocciola” su una tomba,<br />

nell'ambito della simbologia di<br />

“rinascita” legata alla chiocciola,<br />

che appare ormai evidente<br />

nell'ambito di questa nostra<br />

ricerca. Più problematico risulta<br />

collegare direttamente questo<br />

documento alla nostra<br />

filastrocca, rispondendo ad altri<br />

quesiti (“Perchè solo ai<br />

bambini?”).<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

CAB YNN


484 Caracol, caracol<br />

saca tus cuernitos al sol<br />

caracol, caracolito<br />

súbete a este arbolito.<br />

485 Caracol, caracol, caracolito,<br />

caracol, caracol, ay que bonito!<br />

Caracol, caracol, caracolito,<br />

caracol, caracol, ay que bonito!<br />

Saca tus cuernos al sol! Saca tus cuernos al sol!<br />

A volte viene fatta precedere dalle seguenti<br />

strofette:<br />

Soy caracolito<br />

Que alegre y contento<br />

Sin tener piecitos<br />

Surco los senderos<br />

Mi linda casita<br />

Siempre a cuestas llevo<br />

Y si me la quitan<br />

Me da mucho miedo<br />

Come mostrato da un filmato, questa versione<br />

viene adoperata come gioco infantile dai<br />

bambini messicani, che danzano su di essa una<br />

danza a spirale, esattamente come descritto per<br />

i documenti 434 e 470 e in modo simile a quanto<br />

descritto per la versione 52 e forse 193 e 308.<br />

486 Schnägg, Schnägg!<br />

Strek dyni alli vieri Hörnli uus!<br />

Oder I tödt di, oder I mörd di, oder I khy di überä<br />

Hag uus,<br />

oder I loo di loo doorä bis übermoorä!<br />

Spagnolo.<br />

Cuba.<br />

Spagnolo.<br />

Messico.<br />

Dialetto svizzero tedesco.<br />

Svizzera tedesca.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori i tuoi cornetti al sole,<br />

chiocciola, chiocciolina,<br />

arràmpicati su questo albero.<br />

Chiocciola, chiocciola, chiocciolina,<br />

chiocciola, chiocciola, oh, come sei bella!<br />

Chiocciola, chiocciola, chiocciolina,<br />

chiocciola, chiocciola, oh, come sei bella!<br />

Tira fuori le tue corna al sole! Tira fuori le tue<br />

corna al sole!<br />

A volte viene fatta precedere dalle seguenti<br />

strofette:<br />

Sono la chiocciolina<br />

che allegra e contenta<br />

senza avere piedini<br />

vado per i sentieri.<br />

La mia bella casetta<br />

porto sempre sulle spalle<br />

e se me la portano via<br />

la cosa mi fa molta paura.<br />

Chiocciola, chiocciola!<br />

Estendi fuori tutti i tuoi quattro cornetti!<br />

Oppure io ti uccido, oppure io ti ammazzo,<br />

oppure ti sbatto fuori sopra il recinto (opp. la<br />

siepe del recinto),<br />

oppure io blocco le tue porte del gabinetto<br />

fino a mattino inoltrato!<br />

Ignota, probabilmente<br />

presente.<br />

Nota e udibile sul video:<br />

http://www.youtube.com<br />

/watch?v=nf_Ozcqk8jQ<br />

Da un articolo di<br />

autori cubani che<br />

raccontano<br />

un'esperienza<br />

pedagogica nella<br />

loro nazione, su una<br />

rivista spagnola:<br />

http://www.revistaed<br />

ucacion.mec.es/re33<br />

4/re334_04.pdf<br />

Sito visitato il 20<br />

agosto 2011.<br />

Dal video:<br />

http://www.youtube.c<br />

om/watch?<br />

v=nf_Ozcqk8jQ<br />

Il bel filmato con la<br />

danza a spirale dei<br />

bambini messicani è<br />

visibile all'indirizzo<br />

http://www.youtube.c<br />

om/watch?<br />

v=yUYk1O77jLc<br />

ed anche a<br />

quest'altro indirizzo:<br />

http://www.youtube.c<br />

om/watch?<br />

v=No_8L9Uf5jQ<br />

Ignota. Eduard Hoffmann-<br />

Krayer e Hanns<br />

Bächtold-Stäubli<br />

(Hrsg.),<br />

Handwörterbuch<br />

des deutschen<br />

Aberglaubens, Bd.<br />

7, (Pfluegen-<br />

Signatur), Berlin:<br />

Walter de Gruyter,<br />

1936.<br />

La prima parte è consueta in<br />

quasi tutte le versioni in lingua<br />

spagnola. La seconda parte<br />

contiene l'invocazione “caracol,<br />

caracolito”, che si ritrova anche<br />

nelle versioni messicane, ed un<br />

invito a salire, ad arrampicarsi,<br />

che ricorda invece le versioni<br />

catalane.<br />

Per le danze a spirale collegate<br />

alla nostra filastrocca si vedano<br />

52, 193, 308, 434, 470.<br />

Questo documento, 485, è<br />

particolarmente significativo<br />

perché per esso la danza a<br />

spirale eseguita da bambini è<br />

documentata da un filmato, pur<br />

nel probabile contesto di un<br />

progetto pedagogico curato da<br />

adulti.<br />

Per quanto riguarda le strofette,<br />

è interessante il richiamo al<br />

motivo di “portare via la casetta”,<br />

che ricorda molto versioni slave<br />

e danesi.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


487 Schnägg, Schnägg,<br />

Zeig mer diner vier Horen,<br />

Sucht rierren di uf en Tiggel-Täggelstein.<br />

488 Schneck, Schneck, streck d'Hörner us,<br />

Oder I wirf dir e Stein ufs Hus.<br />

489 Schneck, Schneck, streck d'Hörner us,<br />

oder I wirf di über Hecke un Dörner nus.<br />

490 Schnecke, Becke, recke deine vier, fünf Hurner<br />

raus,<br />

wenn de se nich rausreckst, schmeiß ich dich ei<br />

a Groaba,<br />

do frassa dich de Hunde und de Roaba.<br />

Dialetto svizzero tedesco.<br />

Brienzwiler, Canton Berna,<br />

Svizzera tedesca.<br />

Dialetto tedesco.<br />

Ettenberg, Friburgo in<br />

Brisgovia, Baden,<br />

Germania del sud-ovest.<br />

Dialetto tedesco.<br />

Ettenberg, Friburgo in<br />

Brisgovia, Baden,<br />

Germania del sud-ovest.<br />

Dialetto tedesco dei Sudeti.<br />

Zobten o Zobtenberg,<br />

odierna Ślęża, nei monti<br />

Sudeti, Slesia, Polonia. Nel<br />

1893, quando questo<br />

documento è stato<br />

raccolto, il paese si trovava<br />

nel territorio della<br />

Germania.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

mostrami le tue quattro corna,<br />

altrimenti ti batto su una pietra in un senso e<br />

nell'altro.<br />

Chiocciola, chiocciola, estendi fuori le tue<br />

corna,<br />

o io ti getto una pietra sulla casa.<br />

Chiocciola, chiocciola, estendi fuori le tue<br />

corna,<br />

o io ti getto sopra i rovi e le spine.<br />

Chiocciola, caprone, tira fuori le tue quattro,<br />

cinque corna,<br />

ché se non le tiri fuori, ti butto sulla tomba,<br />

dove ti mangiano i cani e i corvi.<br />

Ignota Eduard Hoffmann-<br />

Krayer e Hanns<br />

Bächtold-Stäubli<br />

(Hrsg.),<br />

Handwörterbuch<br />

des deutschen<br />

Aberglaubens, Bd.<br />

7, (Pfluegen-<br />

Signatur), Berlin:<br />

Walter de Gruyter,<br />

1936.<br />

Ignota Eduard Hoffmann-<br />

Krayer e Hanns<br />

Bächtold-Stäubli<br />

(Hrsg.),<br />

Handwörterbuch<br />

des deutschen<br />

Aberglaubens, Bd.<br />

7, (Pfluegen-<br />

Signatur), Berlin:<br />

Walter de Gruyter,<br />

1936.<br />

Ignota Eduard Hoffmann-<br />

Krayer e Hanns<br />

Bächtold-Stäubli<br />

(Hrsg.),<br />

Handwörterbuch<br />

des deutschen<br />

Aberglaubens, Bd.<br />

7, (Pfluegen-<br />

Signatur), Berlin:<br />

Walter de Gruyter,<br />

1936.<br />

Ignota Eduard Hoffmann-<br />

Krayer e Hanns<br />

Bächtold-Stäubli<br />

(Hrsg.),<br />

Handwörterbuch<br />

des deutschen<br />

Aberglaubens, Bd.<br />

7, (Pfluegen-<br />

Signatur), Berlin:<br />

Walter de Gruyter,<br />

1936.<br />

“Tiggel-taggel” è un'espressione<br />

dialettale della zona di Berna,<br />

usata nel linguaggio infantile, ad<br />

esempio con riferimento allo<br />

scodinzolare avanti e indietro<br />

dei cagnolini. La traduzione<br />

dell'ultimo verso potrebbe non<br />

essere perfetta.<br />

Molto affine alla 533. Il lancio<br />

della pietra la apparenta anche<br />

a 380, 381.<br />

Rovi e spine compaiono in molte<br />

altre versioni e dovevano avere<br />

una certa importanza nella<br />

mentalità di chi ha generato<br />

queste versioni della filastrocca.<br />

Vedi nota a 331 ed a 325.<br />

Versione complessa e ricca di<br />

spunti, affine alla n. 1 e anche<br />

alla 431. Il paragone con un<br />

animale cornuto si ritrova in<br />

innumerevoli altre versioni. Il<br />

caprone o capra è menzionato<br />

in 122, 429. Presenta affinità<br />

con 1 (essere mangiata, corvi),<br />

379 (essere mangiata, cani).<br />

La menzione di due numeri<br />

consecutivi si ritrova anche in<br />

380, 381, 494.<br />

La menzione di cinque corna si<br />

ritrova in 227, 403, 493, 494. Sui<br />

numeri insoliti di corna vedi nota<br />

alla 442.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


491 Schnecke, Schnure, zeig deine vier Fingerchen<br />

raus.<br />

Wenn du das nicht thrust,<br />

So schmeiß ich dich in den Graben,<br />

So fressen dich die Raben.<br />

492 Schneck, Schneck, schnür aus,<br />

streck die langen Hörner aus.<br />

493 Snaierlus! Krup ut dien Hus,<br />

Stick dien fief-fack Hörn ut!<br />

Wullt du se nich utstek'n,<br />

Will ick dien Hus terbrek'n.<br />

Tedesco,<br />

Lusazia, Germania nordorientale.<br />

Tedesco.<br />

Neustadt bei Friedland (=<br />

Neustadt an der Tafelfichte<br />

= Nové Město pod<br />

Smrkem), Boemia<br />

settentrionale, attualmente<br />

in Repubblica Ceca presso<br />

la congiunzione fra i confini<br />

tra Germania e Polonia.<br />

Nel 1890, quando il<br />

documento è stato<br />

raccolto, il paese si trovava<br />

nel territorio della<br />

Germania.<br />

Dialetto tedesco<br />

settentrionale.<br />

Norderdithmarschen,<br />

Dithmarschen, Schleswig-<br />

Holstein, Germania<br />

settentionale.<br />

Chiocciola, scorri fuori, tira fuori i tuoi quattro<br />

ditini.<br />

Se to non li tiri avanti,<br />

io ti butto nella tomba<br />

e ti mangiano i corvi.<br />

Chiocciola, chiocciola, scorri fuori,<br />

estendi fuori i tuoi lunghi corni.<br />

Lumaca, fuori! Striscia fuori dalla tua casa,<br />

tira fuori le tue quintuplici corna!<br />

Se tu non li stenderai fuori,<br />

io ti spaccherò la tua casetta.<br />

Ignota Eduard Hoffmann-<br />

Krayer e Hanns<br />

Bächtold-Stäubli<br />

(Hrsg.),<br />

Handwörterbuch<br />

des deutschen<br />

Aberglaubens, Bd.<br />

7, (Pfluegen-<br />

Signatur), Berlin:<br />

Walter de Gruyter,<br />

1936,<br />

i cui Autori la<br />

traggono da:<br />

Willibald von<br />

Schulenburg,<br />

Wendisches<br />

Volkstum in Sage,<br />

Brauch und Sitte,<br />

1882, n. 161.<br />

Ignota Eduard Hoffmann-<br />

Krayer e Hanns<br />

Bächtold-Stäubli<br />

(Hrsg.),<br />

Handwörterbuch<br />

des deutschen<br />

Aberglaubens, Bd.<br />

7, (Pfluegen-<br />

Signatur), Berlin:<br />

Walter de Gruyter,<br />

1936,<br />

i cui Autori la<br />

traggono da:<br />

K. Bell, Das<br />

Deutschtum im<br />

rumänischen Banat,<br />

Dresden 1926, p.<br />

128, n. 92.<br />

Ignota. Eduard Hoffmann-<br />

Krayer e Hanns<br />

Bächtold-Stäubli<br />

(Hrsg.),<br />

Handwörterbuch<br />

des deutschen<br />

Aberglaubens, Bd.<br />

7, (Pfluegen-<br />

Signatur), Berlin:<br />

Walter de Gruyter,<br />

1936.<br />

Molto affine alla n.1. Affine<br />

anche alla 431 ed alla 490.<br />

Il verbo “schnuren” ha il senso di<br />

“fare scorrere qualcosa di<br />

allungato, come un cordone o<br />

un cavo”.<br />

Il termine “Schnure” potrebbe<br />

però significare “pettegola,<br />

chiacchierona”.<br />

Il verbo “schnuren” ha il senso di<br />

“fare scorrere qualcosa di<br />

allungato, come un cordone o<br />

un cavo”.<br />

Il termine “Schnür” potrebbe<br />

però significare “pettegola,<br />

chiacchierona”.<br />

La seconda parte è<br />

praticamente identica a quella<br />

della versione frisone 381 a cui<br />

questa variante è certamente<br />

affine.<br />

La menzione di cinque corna si<br />

ritrova in 227, 403, 490, 494. Sui<br />

numeri insoliti di corna vedi nota<br />

alla 442.<br />

“Snaierlus” e termini affini sono<br />

nomi della chiocciola che<br />

contengono già in sé il termine<br />

“lus”, “(venir) fuori”.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


494 Snaierlûs, krûp ût din Hûs<br />

mit all din vêr fif Kinner.<br />

495 Snaierlûs, krûp ût dîn Hûs,<br />

dîn Hûs dat brennt<br />

dîn Kinner de schrigt. Oh, oh, oh!<br />

496 Tingel, tangel, tuts<br />

stick din Hörn herut,<br />

wenn du dat nicht dais,<br />

sla 'k di Hus un Hof entwai.<br />

Dialetto tedesco<br />

settentrionale.<br />

Dithmarschen, Schleswig-<br />

Holstein, Germania<br />

settentrionale.<br />

Raccolta nel 1893.<br />

Dialetto tedesco<br />

settentrionale.<br />

Süderstapel, Stapelholm,<br />

Schleswig-Holstein,<br />

Germania settentrionale.<br />

Raccolta nel 1893.<br />

Dialetto tedesco<br />

settentrionale.<br />

Koldenbüttel, Eiderstedt,<br />

Nordfriesland, Schleswig-<br />

Holstein, Germania<br />

settentrionale.<br />

Lumaca, fuori, striscia fuori dalla tua casa,<br />

con tutti i tuoi quattro, cinque bambini.<br />

Lumaca, fuori, striscia fuori dalla tua casa,<br />

la tua casa brucia,<br />

i tuoi bambini gridano (piangono): “oh, oh,<br />

oh!”<br />

Di qua, di là, cornettina,<br />

estendi qui fuori le tue corna,<br />

ché se non lo fai,<br />

colpisco la tua casa e dimora fino a<br />

distruggerla.<br />

Ignota. Eduard Hoffmann-<br />

Krayer e Hanns<br />

Bächtold-Stäubli<br />

(Hrsg.),<br />

Handwörterbuch<br />

des deutschen<br />

Aberglaubens, Bd.<br />

7, (Pfluegen-<br />

Signatur), Berlin:<br />

Walter de Gruyter,<br />

1936.<br />

Ignota.<br />

La rappresentazione<br />

finale del pianto<br />

potrebbe far supporre<br />

che esistesse.<br />

Eduard Hoffmann-<br />

Krayer e Hanns<br />

Bächtold-Stäubli<br />

(Hrsg.),<br />

Handwörterbuch<br />

des deutschen<br />

Aberglaubens, Bd.<br />

7, (Pfluegen-<br />

Signatur), Berlin:<br />

Walter de Gruyter,<br />

1936.<br />

Ignota. Eduard Hoffmann-<br />

Krayer e Hanns<br />

Bächtold-Stäubli<br />

(Hrsg.),<br />

Handwörterbuch<br />

des deutschen<br />

Aberglaubens, Bd.<br />

7, (Pfluegen-<br />

Signatur), Berlin:<br />

Walter de Gruyter,<br />

1936.<br />

La menzione di cinque corna si<br />

ritrova in 227, 403, 490, 493. Sui<br />

numeri insoliti di corna vedi nota<br />

alla 442.<br />

La menzione di due numeri<br />

consecutivi si ritrova anche in<br />

380, 381, 490.<br />

I bambini sono qui abbastanza<br />

evidentemente equiparati alle<br />

“corna”, che, in pratica, vengono<br />

chiamate “bambini”.<br />

Nelle versioni 6, 61, 62, 86, 135,<br />

494 si rileva infatti uno strano<br />

paragone tra “corna” e<br />

“bambini”, che è assolutamente<br />

da approfondire e potrebbe<br />

essere molto profondo.<br />

“Snaierlus” e termini affini sono<br />

nomi della chiocciola che<br />

contengono già in sé il termine<br />

“lus”, “(venir) fuori”.<br />

Del tutto analoga alla 135, con<br />

la quale è strettamente<br />

collegata.<br />

“Snaierlus” e termini affini sono<br />

nomi della chiocciola che<br />

contengono già in sé il termine<br />

“lus”, “(venir) fuori”.<br />

Il motivo “fuoco, bruciare,<br />

arrostire” è molto comune in<br />

diverse varianti. Si veda in<br />

proposito la nota a 465.<br />

Affine ad altre versioni<br />

germaniche settentrionali, ad<br />

esempio a 230.<br />

“Tuts”, “cornetti” (affine al<br />

“Taekeltuet” di 135 ed al “dod” di<br />

14, 475) qui indica la stessa<br />

chiocciola.<br />

L'indicazione “di qua, di là”,<br />

ovvero “in un senso e poi<br />

nell'altro” la apparenta alla 487<br />

e, curiosamente, alla<br />

lontanissima 480.<br />

Affine alla 381.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


497 Gederût, Gederût<br />

stik din vêr hörens ût,<br />

ik wil di torbrêken<br />

ik wil di tostêken… usw.<br />

498 Una lumaca che venga gettata contro un muro si<br />

trasforma in denaro, ma chiunque venga toccato<br />

dalle sue antenne o comunque ferito dall'animale<br />

(lanciato), si ammala.<br />

499 Narra un'antica leggenda dell'Allgäu che a<br />

Steineberg, situato a metà strada tra Reutte e<br />

Pflach, una volta dei bambini poveri avevano<br />

raccolto delle chiocciole. Una volta giunti a casa,<br />

però, al posto delle chiocciole avevano nel sacco<br />

dei pezzi di puro oro sonante.<br />

Dialetto tedesco<br />

settentrionale.<br />

Brema, Germania.<br />

Gertrude, Gertrude (= chiocciola),<br />

tira fuori le tue quattro corna,<br />

io ti farò a pezzi,<br />

io ti colpirò… (ecc…)<br />

Ignota.<br />

La struttura iterativa<br />

può far supporre che<br />

esistesse.<br />

Eduard Hoffmann-<br />

Krayer e Hanns<br />

Bächtold-Stäubli<br />

(Hrsg.),<br />

Handwörterbuch<br />

des deutschen<br />

Aberglaubens, Bd.<br />

7, (Pfluegen-<br />

Signatur), Berlin:<br />

Walter de Gruyter,<br />

1936.<br />

Originariamente, tedesco. (Inutile) Assente. Eduard Hoffmann-<br />

Krayer e Hanns<br />

Bächtold-Stäubli<br />

(Hrsg.),<br />

Handwörterbuch<br />

des deutschen<br />

Aberglaubens, Bd.<br />

7, (Pfluegen-<br />

Signatur), Berlin:<br />

Walter de Gruyter,<br />

1936.<br />

Originariamente, tedesco. (Inutile) Assente. Eduard Hoffmann-<br />

Krayer e Hanns<br />

Bächtold-Stäubli<br />

(Hrsg.),<br />

Handwörterbuch<br />

des deutschen<br />

Aberglaubens, Bd.<br />

7, (Pfluegen-<br />

Signatur), Berlin:<br />

Walter de Gruyter,<br />

1936.<br />

Nell'originale, il termine<br />

“eccetera” abbreviato, posto al<br />

termine del breve testo, fa<br />

intendere che esso<br />

proseguirebbe e che non viene<br />

riportato per intero.<br />

Probabilmente si potrebbe<br />

trattare di un canto infantile<br />

iterativo cumulativo, ad aggiunte<br />

successive, un po' come il noto<br />

canto franco-canadese Alouette,<br />

gentille alouette.<br />

Vedi:<br />

http://en.wikipedia.org/wiki/Aloue<br />

tte_(song)<br />

Sul nome Gertrude applicato<br />

alla chiocciola si vedano 101,<br />

150, 380 e le note a quelle tre<br />

versioni.<br />

La fonte riporta questa come<br />

superstizione presente in<br />

Germania.<br />

Le “antenne” sono le cosiddette<br />

“corna”.<br />

Vedi la 120 sulla supposta<br />

pericolosità delle “cornate” del<br />

mollusco.<br />

Possibili collegamenti con 15,<br />

509, 510.<br />

I temi del toccare un corno e<br />

dell'oro (affine al denaro) si<br />

ritrovano nelle versioni islandesi.<br />

AAA YYY<br />

CAA YNN<br />

CAA YNN


500 Per difendersi dalla lumache, in Lussemburgo si<br />

usa versare sul letame dell'acqua che sia stata<br />

benedetta il giorno del giovedì di digiuno che in<br />

settembre si celebra in onore di Sant'Ulderico.<br />

501 Es git kes schönes (sterchers) (braves) Tierli,<br />

Als eso en Schnägg, Schnägg, Schnägg;<br />

Er treit sys chlyne Hüsi (eige Hüttli)<br />

Uf em Rügge (Rüggeli) wägg, wägg, wägg.<br />

(Uf em Rügge wägg.)<br />

502 Schnägge, Schnägge Hüsi,<br />

Zeig mer dyni Büssi,<br />

Zeig mer dyni vieri Horn.<br />

Oder i schlage (schla, steeke) di a -n-e Dorn.<br />

503 Schnägg, Schnägg,<br />

Zeig mer dyni Hörner.<br />

Oder i schla der e fürige Stei a Grind.<br />

Originariamente, tedesco. (Inutile) Assente. Eduard Hoffmann-<br />

Krayer e Hanns<br />

Bächtold-Stäubli<br />

(Hrsg.),<br />

Handwörterbuch<br />

des deutschen<br />

Aberglaubens, Bd.<br />

7, (Pfluegen-<br />

Signatur), Berlin:<br />

Walter de Gruyter,<br />

1936.<br />

Dialetto svizzero tedesco.<br />

Berna e Därstetten, Canton<br />

Berna, Svizzera tedesca.<br />

Dialetto svizzero tedesco.<br />

Berna e Thun, Canton<br />

Berna, Svizzera tedesca.<br />

Dialetto svizzero tedesco.<br />

Därstetten, Canton Berna,<br />

Svizzera tedesca.<br />

Se ne va a spasso una bella (forte)<br />

(coraggiosa) bestiola,<br />

qual è una chiocciola, chiocciola, chiocciola;<br />

si porta la sua piccola casetta (la sua propria<br />

capannuccia),<br />

sulla schiena (piccola schiena) la dimena,<br />

dimena, dimena.<br />

(Sulla schiena la dimena).<br />

Chiocciola, chiocciola casettina,<br />

mostrami i tuoi figliolini,<br />

mostrami i tuoi quattro corni.<br />

Altrimenti io ti sbatto (ti metto) su uno spino.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

mostrami le tue corna.<br />

Oppure ti sbatto su una pietra ardente da<br />

macina.<br />

Presente, riportata in<br />

notazione musicale<br />

sulla fonte al termine<br />

del libro; udibile anche<br />

su:<br />

http://www.hitparade.ch/<br />

showitem.asp?<br />

interpret=Nina+Reber&t<br />

itel=Es+git+kes+braver<br />

s+Tierli&cat=s<br />

Gertrud Züricher,<br />

Kinderlied und<br />

Kinderspiel im<br />

Kanton Bern. Nach<br />

mündlicher<br />

Überlieferung<br />

gesammelt, Zürich,<br />

Verlag der<br />

Schweizerischen<br />

Gesellschaft für<br />

Volkskunde, 1902.<br />

Ignota Gertrud Züricher,<br />

Kinderlied und<br />

Kinderspiel im<br />

Kanton Bern. Nach<br />

mündlicher<br />

Überlieferung<br />

gesammelt, Zürich,<br />

Verlag der<br />

Schweizerischen<br />

Gesellschaft für<br />

Volkskunde, 1902.<br />

Ignota Gertrud Züricher,<br />

Kinderlied und<br />

Kinderspiel im<br />

Kanton Bern. Nach<br />

mündlicher<br />

Überlieferung<br />

gesammelt, Zürich,<br />

Verlag der<br />

Schweizerischen<br />

Gesellschaft für<br />

Volkskunde, 1902.<br />

Collegabile alla 124. CAB YNN<br />

Non appartenente alla nostra<br />

tipologia di filastrocca.<br />

Collegabili alle credenze da noi<br />

studiate sono gli aggettivi “forte”<br />

e “coraggiosa”.<br />

Tutte le varianti sono qui<br />

riportate in parentesi, seguendo<br />

l'uso sulla fonte. La variante<br />

“braves” è tratta dal video su cui<br />

è udibile anche la musica (vedi<br />

qui a lato).<br />

Di nuovo il motivo dello spino o<br />

del rovo, e di nuovo lo strano<br />

paragone tra corni e figli.<br />

Büssi è una variante locale del<br />

termine svizzero-tedesco<br />

Büschi, (“Bebè”, “bambino<br />

piccolo”, “neonato”).<br />

Fonte:<br />

http://www.dialektwoerter.ch/ch/<br />

b.html<br />

Sito visitato il 22 agosto 2011.<br />

Ritorna la pietra calda: era<br />

effettivamente usata come<br />

mezzo per fare uscire la<br />

chiocciola dal nicchio (vedi la<br />

nota al n. 415).<br />

CAC NNN<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


504 Schnägg, Schnägg,<br />

Zeig mer alli dyni Hörn.<br />

Süsch schla-n-i di buggels-buggels tod.<br />

505 Schnägg, Schnägg, Schnägg,<br />

Streck dyni Hörner us,<br />

Zeig mer dyni vieri Hörner:<br />

Süsch schla di uf e Tisch<br />

Wi-n-e Fisch.<br />

506 Schnägg, Schnägg, zeig mer dyni Hörner<br />

Süsch schla di übere Haag.<br />

507 Schnägg, Schnägg, zeig mer alli dyni vieri Horn<br />

Süsch schla di a-n-e Buttledorn (Butteldorn).<br />

Dialetto svizzero tedesco.<br />

Wohlen (Wohlen bei Bern),<br />

Canton Berna, Svizzera<br />

tedesca.<br />

Dialetto svizzero tedesco.<br />

Büren, Wohlen, Därstetten.<br />

Canton Berna, Svizzera<br />

tedesca.<br />

Dialetto svizzero tedesco.<br />

Münchenbuchsee, Canton<br />

Berna, Svizzera tedesca.<br />

Dialetto svizzero tedesco.<br />

Därstetten, Finsterhennen,<br />

Canton Berna, Svizzera<br />

tedesca.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

mostrami tutte le tue corna.<br />

Altrimenti ti sbatto a morire di duro lavoro.<br />

Chiocciola, chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori le tue corna,<br />

mostrami le tue quattro corna:<br />

altrimenti ti sbatto sulla tavola<br />

come un pesce.<br />

Chiocciola, chiocciola, mostrami le tue corna<br />

altrimenti ti sbatto (ti tiro) sopra la (siepe<br />

della) staccionata.<br />

Chiocciola, chiocciola, mostrami tutte le tue<br />

quattro corna<br />

altrimenti ti sbatto (ti metto) sullo spino di<br />

una pianta.<br />

Ignota. Gertrud Züricher,<br />

Kinderlied und<br />

Kinderspiel im<br />

Kanton Bern. Nach<br />

mündlicher<br />

Überlieferung<br />

gesammelt, Zürich,<br />

Verlag der<br />

Schweizerischen<br />

Gesellschaft für<br />

Volkskunde, 1902.<br />

Ignota. Gertrud Züricher,<br />

Kinderlied und<br />

Kinderspiel im<br />

Kanton Bern. Nach<br />

mündlicher<br />

Überlieferung<br />

gesammelt, Zürich,<br />

Verlag der<br />

Schweizerischen<br />

Gesellschaft für<br />

Volkskunde, 1902.<br />

Ignota. Gertrud Züricher,<br />

Kinderlied und<br />

Kinderspiel im<br />

Kanton Bern. Nach<br />

mündlicher<br />

Überlieferung<br />

gesammelt, Zürich,<br />

Verlag der<br />

Schweizerischen<br />

Gesellschaft für<br />

Volkskunde, 1902.<br />

Ignota. Gertrud Züricher,<br />

Kinderlied und<br />

Kinderspiel im<br />

Kanton Bern. Nach<br />

mündlicher<br />

Überlieferung<br />

gesammelt, Zürich,<br />

Verlag der<br />

Schweizerischen<br />

Gesellschaft für<br />

Volkskunde, 1902.<br />

La traduzione dell'ultima riga<br />

non è completamente sicura.<br />

Vedi:<br />

http://www.dialektwoerter.ch/ch/<br />

b.html<br />

alla voce “büglä”.<br />

Si minaccia qui di mangiare<br />

l'animale. Il riferimento è al fatto<br />

che in Quaresima le chiocciole<br />

potevano essere consumate<br />

come cibo, alla pari del pesce,<br />

perché non considerate normale<br />

“carne”.<br />

Il motivo di “tirare sopra o al di là<br />

di un luogo rialzato” ricorda non<br />

solo l'affine n. 486, ma anche il<br />

“buttare sui tetti” della n. 23.<br />

Buttledorn o Butteldorn è il<br />

nome locale di una pianta<br />

spinosa.<br />

Analoga alla 502.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


508 Hans Joggeli uf em Turm<br />

Er hat e länge Wurm.<br />

Er leit ne-n-uf e Tisch<br />

Und isst ne wi-n-e Fisch.<br />

509 Fröhliche Muet und unverzagt<br />

(Heissa lustig und nit verzagt)<br />

Es het e Schnägg e Schnyder gjagt;<br />

Wär der Schnyder nid so gsprunge<br />

So hätt der Schnägg der Schnyder gwunne.<br />

Dialetto svizzero tedesco.<br />

Berna, Canton Berna,<br />

Svizzera tedesca.<br />

Dialetto svizzero tedesco.<br />

Berna, Canton Berna,<br />

Svizzera tedesca.<br />

L'incipit alternativo viene<br />

da Eriswyl, sempre nel<br />

Canton Berna.<br />

Hans Joggeli sulla torre<br />

egli ha un lungo verme.<br />

Lo pone sulla tavola<br />

e se lo mangia come fosse pesce.<br />

[Con] animo gioioso ed imperterrito<br />

(oh! allegro e non atterrito)<br />

Una lumaca ha dato la caccia a un sarto;<br />

se il sarto non avesse saltato in tal modo,<br />

la lumaca avrebbe vinto il sarto.<br />

Altro incipit:<br />

Lumaca, lumaca, lumaca del sarto, ecc…<br />

Ignota.<br />

Probabilmente assente,<br />

come accade spesso in<br />

tiritere di questo tipo.<br />

Gertrud Züricher,<br />

Kinderlied und<br />

Kinderspiel im<br />

Kanton Bern. Nach<br />

mündlicher<br />

Überlieferung<br />

gesammelt, Zürich,<br />

Verlag der<br />

Schweizerischen<br />

Gesellschaft für<br />

Volkskunde, 1902.<br />

Ignota. Gertrud Züricher,<br />

Kinderlied und<br />

Kinderspiel im<br />

Kanton Bern. Nach<br />

mündlicher<br />

Überlieferung<br />

gesammelt, Zürich,<br />

Verlag der<br />

Schweizerischen<br />

Gesellschaft für<br />

Volkskunde, 1902.<br />

Grazie all'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione di<br />

questa fonte e per la<br />

traduzione di questa<br />

versione.<br />

Il riferimento è ad una lumaca<br />

consumata come cibo in<br />

Quaresima. Analoga alla 505<br />

(vedi note a 505).<br />

“Hans Joggeli” è un nome<br />

proprio di fantasia (nome e<br />

cognome).<br />

La torre compare anche in altre<br />

versioni, in particolare nella 214.<br />

È veramente molto importante<br />

leggere la nota alla n. 15: in<br />

essa è espressa un'ipotesi che<br />

può aiutare a comprendere<br />

l'origine di queste storielle<br />

satiriche medioevali su “la<br />

lumaca e il sarto”. Tale ipotesi è<br />

forse plausibile solo<br />

supponendo che queste storielle<br />

si siano originate in Inghilterra e<br />

poi diffuse altrove.<br />

Un'altra spiegazione forse<br />

ancora più interessante ed in<br />

parte alternativa è alla nota alla<br />

versione 512, che è ancor più<br />

importante leggere.<br />

Vedi 15, 120, 498, 510.<br />

CAB YNN<br />

CAA YNN


510 (510a)<br />

Esiste una serie di testi medioevali (le cui origini<br />

risalirebbero almeno al XII secolo), tra cui anche<br />

un poemetto in latino ad imitazione dello stile di<br />

Ovidio (De Lombardo et lumaca), una citazione<br />

dello storico del Trecento Villani, un'altra di<br />

Giovanni di Salisbury ed altre ancora, che<br />

riferiscono una leggenda secondo la quale i<br />

Lombardi avrebbero gran timore delle “lumache”<br />

(si intende in realtà le chiocciole) e<br />

muoverebbero loro guerra. Le “corna” sarebbero<br />

paragonate a lance, la conchiglia ad uno scudo, i<br />

danni da loro causati ai campi manifesterebbero<br />

la loro terribile capacità di portare devastazione<br />

al nemico, e così via. Il poemetto in latino si<br />

spinge fino a riportare il timore della moglie del<br />

Lombardo che lo esorta a non muover battaglia<br />

alla lumaca.<br />

Tale racconto fu diffuso soprattutto in Francia ed<br />

illustrato anche in opere d'arte, dipinti, affreschi,<br />

oggetti decorati e simili.<br />

Dato che nel Medioevo erano diffuse, in<br />

generale, le rappresentazioni figurative del<br />

cosiddetto “mondo alla rovescia” (asini che<br />

mangiano leoni, agnelli che mangiano lupi, e<br />

così via) questa leggenda si fuse parzialmente<br />

con queste, e ne nacquero rappresentazioni di<br />

combattimenti tra cavalieri e chiocciole, molto<br />

diffuse anche in miniatura, in genere raffigurando<br />

le chiocciole su spalti di castelli o torri.<br />

(510b)<br />

In un testo del XII secolo, l'espressione “ecco<br />

che la lumaca tira fuori le corna” è senz'altro<br />

interpretabile come una comica battuta di spirito<br />

sul coraggio di qualcuno.<br />

Nella letteratura antica la lumaca mantiene<br />

comunqua anche un valore positivo. Le<br />

espressioni “scendere in combattimento contro<br />

la lumaca”, “assalire la lumaca”, “combattimento<br />

con la lumaca” e simili contengono a volte<br />

un'allusione ironica verso i Lombardi (o gli<br />

Italiani in generale).<br />

(510c)<br />

Roger Pinon, da parte sua, ha pure difeso<br />

l'antichità dei motivi [che compaiono in queste<br />

leggende medievali], segnalando che dovevano<br />

avere un'esistenza autonoma prima che<br />

confluissero nella stessa leggenda (Pinon, From<br />

Illumination to Folksong, p. 79). Il fatto che la<br />

satira venisse diretta ai lombardi fu rafforzato<br />

dalla battaglia di Pavia, ed anche dal fatto che<br />

diversi lombardi erano implicati in attività di<br />

usura in varie località europee.<br />

Le notizie sono date in<br />

origine in italiano.<br />

(Inutile) Assente. (510a):<br />

Francesco Novati,<br />

Attraverso il medioevo.<br />

Studi e ricerche, Bari:<br />

Laterza, 1905, pp. 116-<br />

151,<br />

http://www.archive.org/d<br />

etails/attraversoilmedi00<br />

novauoft<br />

Sito visitato il 23 agosto<br />

2011.<br />

(510b):<br />

Joachim Lengert,<br />

Romanische<br />

Phraseologie und<br />

Parömiologie: eine<br />

teilkommentierte<br />

Bibliographie, vol. 1,<br />

Gunter Narr Verlag,<br />

Tübingen, 1999.<br />

(visibile su Google<br />

Books)<br />

Il Lengert cita poi<br />

numerosi studi e saggi<br />

su “Il Lombardo e la<br />

lumaca”.<br />

Approfondimenti in:<br />

Walter Hörz, Die<br />

Schnecke in Sprache<br />

und Volkstum der<br />

Romanen, Tübingen:<br />

Dissertations Druck von<br />

R. Noske, 1938.<br />

(510c):<br />

José Manuel Pedrosa,<br />

Las dos sirenas y otros<br />

estudios de literatura<br />

tradicional: de la Edad<br />

Media..., Madrid: Siglo<br />

XXI de España, 1995,<br />

pp. 121 e ss.<br />

http://books.google.com<br />

/books?<br />

id=bDPDaEBd0aEC&pri<br />

ntsec=frontcover&hl=it#<br />

v=onepage&q&f=false<br />

Quest'ultimo testo è<br />

molto significativo e<br />

consigliabile anche per<br />

le numerose illustrazioni<br />

medievali di<br />

combattimento con la<br />

lumaca.<br />

Altre miniature sono<br />

visibili qui:<br />

http://sforsnail.blogspot.<br />

com/2010/07/medievalsnails.html<br />

Riteniamo che queste leggende<br />

possano avere delle<br />

connessione con quella sulla<br />

lumaca ed i sarti. È possibile<br />

che queste siano derivate da<br />

quella, la cui origine potrebbe<br />

poi essere quella descritta nella<br />

nota alla versione 15.<br />

Anche la leggenda su “la lumaca<br />

e i sarti” potrebbe poi aver<br />

contribuito alla diffusione delle<br />

raffigurazioni dei “combattimenti<br />

con la lumaca”.<br />

È anche possibile che tutte<br />

queste leggende medioevali<br />

siano almeno parzialmente<br />

all'origine del motivo della “torre”<br />

che si ritrova in alcune versioni<br />

della nostra filastrocca.<br />

In ogni caso, è importante<br />

comprendere che pensiamo che<br />

tutti questi materiali (la leggenda<br />

del Lombardo e della lumaca, la<br />

leggenda della lumaca e del<br />

sarto, le storielle sui<br />

combattimenti con la chiocciola<br />

nel “mondo alla rovescia”),<br />

rispetto a tanto altro materiale<br />

da noi esaminato, rappresentino<br />

una fase assai tardiva di<br />

evoluzione delle credenze sulla<br />

“potenza” della chiocciola e delle<br />

sue “corna”. Non l'origine di tali<br />

credenze, ma, al contrario, il<br />

punto di arrivo della loro<br />

evoluzione. Un'evoluzione<br />

interessante di esse, ma,<br />

appunto, tardiva, avanzata,<br />

sviluppatasi quando i significati<br />

originari si erano ormai quasi<br />

perduti.<br />

Vedi per approfondimenti: 15,<br />

120, 417, 498, 509, 512.<br />

CAA YNN


511 Vi um caracol a cantar<br />

em casa com um chapeu armado,<br />

uma lesma de braço dado<br />

numa guitarra a tocar.<br />

Portoghese.<br />

Vale de Cantaro, Coimbra,<br />

Portogallo.<br />

Vidi una chiocciola che cantava<br />

in casa, con un cappello corazzato,<br />

e una lumaca che le teneva il braccio<br />

mentre suonava una chitarra.<br />

Ignota. Carlo Simões<br />

Ventura, Tradições<br />

populares e<br />

vocabulario de Vale<br />

de Cantaro<br />

(Coimbra), RL XIV,<br />

p. 287, 1911<br />

Citata in:<br />

José Manuel<br />

Pedrosa, Las dos<br />

sirenas y otros<br />

estudios de<br />

literatura tradicional:<br />

de la Edad Media...,<br />

Madrid: Siglo XXI de<br />

España, 1995, pp.<br />

121 e ss.<br />

http://books.google.c<br />

om/books?<br />

id=bDPDaEBd0aEC<br />

&printsec=frontcover<br />

&hl=it#v=onepage&q<br />

&f=false<br />

Sito visitato il 24<br />

agosto 2011.<br />

Non è una delle nostre<br />

filastrocche, ma contiene motivi<br />

a noi familiari: il cappello<br />

“speciale” (con le corna), il canto<br />

della chiocciola.<br />

Sul fatto che la lumaca “canti”,<br />

vedi l'importante nota a 266.<br />

CAB YNN


512 Einmal sein drei Schneider gewes'n,<br />

die habn and Schnegg für an Bärn ang'sehn;<br />

als die Schnegg die Hörner austreckt,<br />

haben die Schneider das G'wehr niederg'legt;<br />

als die Schnegg kroch unter die Bank,<br />

da sagten die Schneider: - Gott Lob und Dank.<br />

Tedesco.<br />

Località imprecisata,<br />

Germania.<br />

Una volta sono passati tre sarti,<br />

sono andati a vedere una chiocciola e un<br />

orso;<br />

quando la chiocciola ha tirato fuori le corna,<br />

i sarti hanno abbassato il fucile;<br />

quando la chiocciola è strisciata sotto la<br />

panca,<br />

così hanno detto i sarti: “Sia lodato e<br />

ringraziato il Signore!”<br />

Ignota. Citata in:<br />

José Manuel<br />

Pedrosa, Las dos<br />

sirenas y otros<br />

estudios de<br />

literatura tradicional:<br />

de la Edad Media...,<br />

Madrid: Siglo XXI de<br />

España, 1995, pp.<br />

121 e ss.<br />

http://books.google.c<br />

om/books?<br />

id=bDPDaEBd0aEC<br />

&printsec=frontcover<br />

&hl=it#v=onepage&q<br />

&f=false<br />

Sito visitato il 24<br />

agosto 2011.<br />

Per approfondimenti<br />

si legga:<br />

José Manuel<br />

Pedrosa, Las dos<br />

sirenas y otros<br />

estudios de<br />

literatura tradicional:<br />

de la Edad Media...,<br />

Madrid: Siglo XXI de<br />

España, 1995, pp.<br />

153 e ss.<br />

http://books.google.c<br />

om/books?<br />

id=bDPDaEBd0aEC<br />

&printsec=frontcover<br />

&hl=it#v=onepage&q<br />

&f=false<br />

Ancora una filastrocca sulla lumaca e<br />

i sarti… molto affine a quella inglese,<br />

n. 15. Un'affascinante spiegazione di<br />

questa insolita tradizione è nella nota<br />

alla n. 15 (vedi). Il Pedrosa la riteneva<br />

“peregrina”, ma non aveva davanti<br />

l'intero quadro della situazione e non<br />

era consapevole dell'importanza del<br />

motivo dei rintocchi di campana nella<br />

“filastrocca delle chiocciola”. Tuttavia,<br />

dobbiamo avanzare qui un'altra<br />

realistica spiegazione, che però non<br />

esclude la prima.<br />

Strofette simili a questa si trovano in<br />

diversi paesi europei, anche con<br />

piccoli animali differenti, come la rana,<br />

ad esempio. Questi “sarti” (o<br />

“tosatori”, o “lombardi”), menzionati in<br />

molte formulette europee scritte in<br />

svariate lingue e provenienti da molti<br />

Paesi, sono sempre pavidi<br />

combattenti che affrontano piccoli<br />

animali, e sono personaggi molto<br />

studiati da J.M. Pedrosa e da R.<br />

Pinon. Essi comparirebbero<br />

preferibilmente in numero di<br />

ventiquattro o venticinque nelle<br />

formulette britanniche e spagnole, e in<br />

numero di tre in quelle rilevate nel<br />

resto d'Europa.<br />

(Riteniamo interessante questo<br />

collegamento tra la formulette<br />

spagnole e quelle britanniche,<br />

soprattutto se unito a quello dato dalla<br />

parola “teller”, vedi nota alla 513).<br />

Il loro numero, però, anche se è<br />

spesso specificato, è fortemente<br />

variabile. Il Pedrosa attribuisce<br />

l'origine del motivo dei “sarti” (e simili)<br />

a canzoni di contrasto tra categorie<br />

sociali nell'Alto Medioevo, influenzate<br />

da tradizioni precedenti. Noi riteniamo<br />

piuttosto che l'origine sia molto più<br />

antica, e che il motivo dei sarti, così<br />

come quelli ad esso strettamente uniti<br />

dei “lombardi con la lumaca” e del<br />

“combattimento con la lumaca”, sia<br />

nato come parodia rivolta a chi<br />

credeva ancora alla “potenza” delle<br />

corna delle lumache e nel loro<br />

rapporto con il sole, la pioggia ed i<br />

campi (ovvero, a chi stava<br />

perpetuando le antichissime credenze<br />

che hanno originato la nostra<br />

filastrocca). Quella della parodia è<br />

secondo noi una delle due strade che<br />

ha preso la nostra filastrocca una<br />

volta perse le funzioni originarie<br />

(l'altra è quella dell'infantilizzazione,<br />

cioè della trasformazione in<br />

canzoncina per bambini). Pensiamo<br />

che la figura del sarto (o “tosatore”)<br />

sia un retaggio di quella, antichissima,<br />

del “personaggio chiamato ad<br />

uccidere la chiocciola” (v. note a 38 e<br />

126) e che il riferimento ai “lombardi”<br />

si debba forse all'incredibile diffusione<br />

della nostra filastrocca in Lombardia.<br />

Vedi: 15, 120, 417, 498, 509, 510.<br />

CAA YNN


513 Doscientos esquiladores<br />

salieron desde Aragón<br />

con las tijeras abiertas<br />

a esquilar un caracol…<br />

Con el vellón que sacaron<br />

hicieron sayas y enaguas<br />

para todos alcagüetes<br />

que tenemos a montón!<br />

Spagnolo aragonese.<br />

Jorcas, Teruel, Aragona,<br />

Spagna.<br />

Duecento tosatori<br />

venivano da Aragona<br />

con le forbici aperte<br />

per tosare una chiocciola…<br />

Con il vello che ricavarono<br />

fecero gonne e sottogonne;<br />

(lo dico) per tutti gli informatori:<br />

ne abbiamo un sacco!<br />

Ignota, ma esistente.<br />

Veniva danzata; la<br />

danza era nota come El<br />

dance de Jorcas.<br />

Citata in:<br />

José Manuel<br />

Pedrosa, Las dos<br />

sirenas y otros<br />

estudios de<br />

literatura tradicional:<br />

de la Edad Media...,<br />

Madrid: Siglo XXI de<br />

España, 1995, pp.<br />

121 e ss.<br />

http://books.google.c<br />

om/books?<br />

id=bDPDaEBd0aEC<br />

&printsec=frontcover<br />

&hl=it#v=onepage&q<br />

&f=false<br />

Sito visitato il 24<br />

agosto 2011.<br />

Vedi la 512 e relativi<br />

approfondimenti.<br />

Molto interessante la probabile<br />

connessione (rilevata anche dal<br />

Pedrosa, p. 154) tra il termine<br />

“informatori” (in Spagna, i sarti<br />

avevano spesso la fama di<br />

pettegoli), il termine inglese<br />

“teller” (che significa<br />

“informatore”, ma anche<br />

“rintocco funebre” di campana) e<br />

“tailor” (“sarto”, in inglese). A<br />

questo punto è molto importante<br />

vedere le note a 512 ed a 15.<br />

CAA YNN


514 Estragos de un caracol, veradera y exacta<br />

relación de los estragos que ha causado un<br />

enorme Caracol en España y Turquía.<br />

De un horrendo caracol<br />

voy a contar las hazañas,<br />

la gran fuerza de sus cuernos<br />

junto con sus mala mañas.<br />

(…)<br />

Ya ha salido de Aragón<br />

seiscientos veinte gitanos<br />

en busca del caracol,<br />

con las tijeras en mano.<br />

(…)<br />

Se atemorizó la gente<br />

que vieron el caracol,<br />

pues desde el alto de un monte<br />

tapaba el disco del sol.<br />

Todos los que habitan<br />

dentro de poblado<br />

se espantan y dicen<br />

que ya está nublado.<br />

(…)<br />

Doscientos mil infantes<br />

salieron de madrugada<br />

en busca del caracol<br />

a bayoneta calada.<br />

(…)<br />

Junto a la plana de Vich<br />

el caracol se presenta,<br />

y a todos sus habitantes<br />

enseña la cornamenta.<br />

(…)<br />

Ya se ha dado la señal<br />

que han visto al caracol,<br />

en la cima de un collado<br />

que se está tomando el sol.<br />

(…)<br />

Spagnolo.<br />

Spagna, probabilmente del<br />

XIX secolo, da un<br />

documento custodito a<br />

Barcellona, Instituto<br />

Municipal de Historia de<br />

Barcelona., BAR ABA. 13.<br />

Le devastazioni della chiocciola, veritiera ed<br />

esatta relazione delle devastazioni che ha<br />

causato un enorme Chiocciola in Spagna e<br />

Turchia.<br />

Di un orrenda chiocciola<br />

voglio raccontare le gesta.<br />

La gran forza delle sue corna<br />

insieme con i suoi perfidi inganni.<br />

(…)<br />

Ecco son venuti da Aragona<br />

seicentoventi gitani<br />

a cacciare il caracol<br />

con le forbici in mano.<br />

(…)<br />

Si terrorizzò la gente<br />

che vide la chiocciola,<br />

che dall'alto di un monte<br />

nascondeva il disco del sole.<br />

Tutti coloro che abitano<br />

dentro il villaggio<br />

si spaventano e dicono<br />

che già si sta annuvolando.<br />

(…)<br />

Duecentomila fanti<br />

venirono di mattina<br />

a caccia della chiocciola<br />

con la baionetta spianata.<br />

(…)<br />

Vicino alla pianura di Vich<br />

la chiocciola si presenta,<br />

e a tutti i suoi abitanti<br />

mostra l'apparato di corna.<br />

(…)<br />

Già è stato dato il segnale<br />

che hanno visto la chiocciola,<br />

sulla cima di un colle<br />

che sta prendendo il sole.<br />

(…)<br />

Forse presente. Il<br />

documento potrebbe<br />

essere un foglio volante<br />

da cantastorie<br />

ambulante.<br />

Citata in:<br />

José Manuel<br />

Pedrosa, Las dos<br />

sirenas y otros<br />

estudios de<br />

literatura tradicional:<br />

de la Edad Media...,<br />

Madrid: Siglo XXI de<br />

España, 1995, pp.<br />

121 e ss.<br />

http://books.google.c<br />

om/books?<br />

id=bDPDaEBd0aEC<br />

&printsec=frontcover<br />

&hl=it#v=onepage&q<br />

&f=false<br />

Sito visitato il 24<br />

agosto 2011.<br />

Vedi la 512 e relativi<br />

approfondimenti. È chiaro il<br />

netto collegamento col tema dei<br />

“combattimenti con la<br />

chiocciola”.<br />

Il testo è molto lungo, ne<br />

abbiamo citato solo alcune parti<br />

più significative. La versione<br />

completa si trova sulla fonte.<br />

Si tratta di un'evidente parodia di<br />

alcuni dei motivi più consueti<br />

nella nostra filastrocca: il potere<br />

delle corna, l'oggetto tagliente,<br />

la relazione con il sole e con le<br />

pioggia, il moto ascensionale<br />

(qui: il salire su un monte o su<br />

un colle, come nelle versioni<br />

catalane della filastrocca).<br />

L'ultimo verso da noi riportato,<br />

teoricamente, potrebbe anche<br />

tradursi come “che si sta<br />

portando via il sole”:<br />

L'enorme forza delle chiocciola è<br />

anche oggetto di numerose rime<br />

ed indovinelli in lingua tedesca<br />

diffusi in Austria, che fanno tutti<br />

riferimento al fatto che questo<br />

animale sia in grado di<br />

trasportare la propria casa sulle<br />

sue spalle.<br />

Si veda a questo proposito:<br />

http://www.sagen.at/doku/kinderr<br />

eime/schnecken.html<br />

Sito visitato il 10 settembre<br />

2011.<br />

CAA YNN


515 Bu, bu, bu,<br />

quatro corni spunta su,<br />

uno a mi, uno a ti<br />

uno a la vecia del pan bugì.<br />

516 Lümàgô lümaghì<br />

càshô fò i tò curnacì<br />

che egnerà 'l tò padrù<br />

co la shàpô e col sapù<br />

e 'l ta shapunerà<br />

töcc i tò curnaciù.<br />

Dialetto trentino.<br />

Valsugana (Trento),<br />

Trentino, Italia.<br />

Raccolta a Bolzano.<br />

Dialetto della provincia<br />

bresciana.<br />

Nigoline Bonomelli,<br />

frazione di Corte Franca,<br />

provincia di Brescia,<br />

Lombardia, Italia.<br />

Bue, bue, bue (= chiocciola),<br />

i quattro corni tira su,<br />

uno a me, uno a te,<br />

uno alla vecchia del pane bollito.<br />

Lumaca, lumachino,<br />

caccia fuori i tuoi piccoli corni,<br />

ché verrà il tuo padrone<br />

con la zappa e col piccone<br />

e ti picconerà<br />

tutti i tuoi grossi corni.<br />

Assente. Tradizione familiare<br />

di una collega<br />

dell'Utente NM<br />

Barbaxx.<br />

Assente, era solo<br />

parlata.<br />

Tratta dal testo<br />

Pàrlô come<br />

t’à ’nsegnàt tò<br />

màder, di Giuseppe<br />

Zani, Edizioni<br />

Cumpustéla, fuori<br />

commercio, visibile<br />

su:<br />

http://web.tiscali.it/cu<br />

mpustela/filastr.htm<br />

Sito visitato il 25<br />

agosto 2011.<br />

“Bu” viene da “bue”, l'usuale<br />

metafora per indicare la<br />

chiocciola.<br />

Il “pan bugì” non ha un<br />

significato chiaro, ma dalla fonte<br />

viene indicato come<br />

un'alterazione di “pane bruciato”.<br />

Etimi alternativi sono “pane<br />

bollito” (secondo noi, senz'altro<br />

la spiegazione più probabile,<br />

vedi anche 44 e 167), “pane col<br />

buchino” (che riteniamo<br />

teoricamente possibile, dato che<br />

delle pagnotte ad anello<br />

venivano cotte in diversi luoghi<br />

di montagna ed utilizzate da<br />

infilare su un bastone e da<br />

consumare come riserva di cibo<br />

anche dopo mesi), e gli assai<br />

meno probabili “pane bugiardo”<br />

e “pane della bugia”.<br />

Concludendo, secondo noi si<br />

tratta di “pane bollito”.<br />

Affine a 331, 332, 337.<br />

Trovata insieme alla 272.<br />

Commenta la fonte, con<br />

riferimento alla 272 ed a questa<br />

516:<br />

“Le due filastrocche non erano<br />

dette una dopo l'altra, ma ogni<br />

gruppo familiare ne aveva "in<br />

repertorio" una. La prima<br />

filastrocca sembra voler offrire<br />

una possibilità di salvataggio<br />

alla chiocciola, la seconda<br />

minaccia di volerle far fare una<br />

brutta fine, ma in entrambi i casi<br />

il loro destino era segnato:<br />

sarebbero finite in pentola. I<br />

bambini osservavano incuriositi<br />

le chiocciole e recitavano la<br />

filastrocca mentre tenevano la<br />

chiocciola per il guscio o mentre<br />

la osservavano strisciare. Si<br />

andava "per lumache"<br />

soprattutto di notte, dopo un<br />

temporale primaverile alla luce<br />

della «centilénô» (lampada che<br />

bruciava acetilene, gas prodotto<br />

dal contatto del «carburo» con<br />

l'acqua).”<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


517 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos al sol,<br />

que si no te mataré<br />

con la espada de Meré (variante: de José),<br />

con la tuya,<br />

con la mía,<br />

con la de Santa María.<br />

518 Caracol, col, col,<br />

saca los cuernos al sol,<br />

sube la escalera,<br />

que viene la abuela<br />

con el escobón.<br />

519 Caracol, col, col,<br />

saca la molla al Sol.<br />

520 Escargot got got<br />

Montre moi tes cornes<br />

Si tu ne les montres pas<br />

je l'dirai à ton papa<br />

Ton papa est à la chasse<br />

A la chasse aux escargots<br />

Escargot got got<br />

Montre moi tes cornes<br />

Si tu ne les montres pas<br />

je l'dirai à ton papa.<br />

Spagnolo.<br />

Llanes, Asturias, Spagna.<br />

Spagnolo.<br />

Málaga, Spagna.<br />

Spagnolo.<br />

Spagna, località<br />

imprecisata.<br />

Francese.<br />

Francia, località non<br />

precisata.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

ché se no ti ammazzerò<br />

con la spada di Meré (variante: di<br />

Giuseppe),<br />

con la tua,<br />

con la mia,<br />

con quella di Santa Maria.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori le corna al sole,<br />

sali la scala,<br />

ché viene la vecchia<br />

con la scopa.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

tira fuori la (tua) polpa al Sole.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

mostrami le tue corna.<br />

Se tu non me le mostrerai,<br />

lo dirò a tuo papà.<br />

Tuo papà è a caccia,<br />

a caccia di chiocciole.<br />

Chiocciola, -occiola, -occiola,<br />

mostrami le tue corna.<br />

Se tu non me le mostrerai,<br />

lo dirò a tuo papà.<br />

Ignota. Citata in:<br />

José Manuel<br />

Pedrosa, Las dos<br />

sirenas y otros<br />

estudios de<br />

literatura tradicional:<br />

de la Edad Media...,<br />

Madrid: Siglo XXI de<br />

España, 1995, pp.<br />

121 e ss.<br />

http://books.google.c<br />

om/books?<br />

id=bDPDaEBd0aEC<br />

&printsec=frontcover<br />

&hl=it#v=onepage&q<br />

&f=false<br />

Ignota. Fonte:<br />

Assente. Fonte:<br />

Presente ed udibile in<br />

parte su:<br />

http://www.blanchenet.com/CD-mp3/N1creche/N1-creche-04-<br />

02.mp3<br />

(porre attenzione alla<br />

sola melodia e non<br />

all'accompagnamento)<br />

Sito visitato il 24<br />

agosto 2011.<br />

http://forum.wordrefe<br />

rence.com/showthre<br />

ad.php?t=438187<br />

Sito visitato il 26<br />

agosto 2011.<br />

http://www.misfrases.org/frases/ver<br />

/15972<br />

Sito visitato il 26<br />

agosto 2011.<br />

Fonte:<br />

http://www.chansonsnet.com/Tine/E721.html<br />

Sito visitato il 26<br />

agosto 2011.<br />

Molto affine a 3, 53, 441.<br />

Meré è Santa Meré corruzione<br />

popolare del nome di San<br />

Emeterio, assai venerato nelle<br />

Asturie.<br />

Si veda il paragrafo<br />

“Toponomastica” su:<br />

http://it.wikipedia.org/wiki/Santan<br />

der_(Spagna)<br />

ed anche:<br />

http://it.cathopedia.org/wiki/San_<br />

Emeterio<br />

La abuela è quasi certamente la<br />

“vecchia” presente in moltissime<br />

altre versioni europee, incluse<br />

dicerse versioni spagnole. Si<br />

vedano in particolare le versioni<br />

460, 461.<br />

“Salire la scala” è un chiaro<br />

elemento ascensionale, come il<br />

“salire la montagna” delle<br />

versioni catalane.<br />

Variante meno consueta del<br />

solito motivo.<br />

L'inizio è all'incirca come quello<br />

di 198 e 347.<br />

Sul “papà”, che non riteniamo<br />

affatto essere il “padre della<br />

chiocciola”, bensì un essere<br />

umano, ricordo di un<br />

personaggio incaricato di<br />

uccidere ritualmente le<br />

chiocciole, si vedano le note alle<br />

versioni 38, 41, 122 e 126.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


521 Se un bambino tossisce di notte, due o tre<br />

lumache bollite in acqua (brodo) di orzo (oppure<br />

tè) cureranno il problema.<br />

522 Se un minatore che sta andando al lavoro<br />

incontra sulla sua strada una chiocciola<br />

(bullhorn, in Cornovaglia), se la deve propiziare<br />

con qualche goccia di sego versata dalla sua<br />

candela.<br />

Originariamente, inglese.<br />

Cornovaglia, Inghilterra.<br />

Originariamente, inglese.<br />

Cornovaglia, Inghilterra.<br />

(Inutile) Assente. E. Radford, M. A.<br />

Radford,<br />

Encyclopedia of<br />

Superstitions, 1949<br />

consultabile su:<br />

http://books.google.it<br />

/books?id=Ht_02x-<br />

2JksC&pg=PA221&l<br />

pg=PA221&dq=snail<br />

%20rhyme<br />

%20indians&source<br />

=bl&ots=gACbckVD<br />

4B&sig=VpnWzD42<br />

SDVmz54-<br />

OynyX0bIpwo&hl=it<br />

&ei=rJcMTs6yAYzCs<br />

wa1vbT9Dg&sa=X&<br />

oi=book_result&ct=r<br />

esult&resnum=2&ve<br />

d=0CCQQ6AEwATg<br />

K#v=onepage&q&f=t<br />

rue<br />

Sito visitato il 26<br />

agosto 2011.<br />

(Inutile) Assente. E. Radford, M. A.<br />

Radford,<br />

Encyclopedia of<br />

Superstitions, 1949<br />

consultabile su:<br />

http://books.google.it<br />

/books?id=Ht_02x-<br />

2JksC&pg=PA221&l<br />

pg=PA221&dq=snail<br />

%20rhyme<br />

%20indians&source<br />

=bl&ots=gACbckVD<br />

4B&sig=VpnWzD42<br />

SDVmz54-<br />

OynyX0bIpwo&hl=it<br />

&ei=rJcMTs6yAYzCs<br />

wa1vbT9Dg&sa=X&<br />

oi=book_result&ct=r<br />

esult&resnum=2&ve<br />

d=0CCQQ6AEwATg<br />

K#v=onepage&q&f=t<br />

rue<br />

Sito visitato il 26<br />

agosto 2011.<br />

Molto interessante il fatto di<br />

ritrovare una simile credenza in<br />

Giappone, a proposito dei<br />

bambini che non dormono di<br />

notte. Si veda infatti la n. 476.<br />

Il tema del fuoco e quello<br />

dell'offerta la accomunano alla<br />

nostra filastrocca.<br />

CAA YNN<br />

CAA YNN


523 Per curare la febbre malarica, cucite in un<br />

sacchetto una comune lumaca da giardino, ed<br />

indossatela al collo per nove giorni. Poi aprite il<br />

sacchetto e gettate la lumaca nel fuoco. Si<br />

contorcerà come se avesse la febbre malarica, e<br />

voi non sarete mai più tormentati dai brividi da<br />

essa causati.<br />

524 Una superstizione della North Country affermava<br />

che, se una lumaca nera veniva afferrata per le<br />

corna e gettata sopra alla spalla sinistra, l'autore<br />

del gesto avrebbe avuto buona fortuna.<br />

Se uno è sufficientemente lesto da riuscire ad<br />

afferrare un qualsiasi tipo di chiocciola per le<br />

corna, avrà tutta la migliore fortuna possibile!<br />

Tra l'altro, questo incantesimo sulla fortuna<br />

specificava che, se fosse stato messo in pratica<br />

da una persona che negli ultimi tre mesi si era<br />

fidanzata o sposata, la sua vita amorosa<br />

sarebbe proseguita in modo molto più felice e<br />

fortunato di quanto non sarebbe successo se<br />

egli non avesse compiuto questi gesti.<br />

Originariamente, inglese.<br />

Gloucestershire,<br />

Inghilterra.<br />

Originariamente, inglese.<br />

North Country, Inghilterra.<br />

(Inutile) Assente. E. Radford, M. A.<br />

Radford,<br />

Encyclopedia of<br />

Superstitions, 1949<br />

consultabile su:<br />

http://books.google.it<br />

/books?id=Ht_02x-<br />

2JksC&pg=PA221&l<br />

pg=PA221&dq=snail<br />

%20rhyme<br />

%20indians&source<br />

=bl&ots=gACbckVD<br />

4B&sig=VpnWzD42<br />

SDVmz54-<br />

OynyX0bIpwo&hl=it<br />

&ei=rJcMTs6yAYzCs<br />

wa1vbT9Dg&sa=X&<br />

oi=book_result&ct=r<br />

esult&resnum=2&ve<br />

d=0CCQQ6AEwATg<br />

K#v=onepage&q&f=t<br />

rue<br />

Sito visitato il 26<br />

agosto 2011.<br />

(Inutile) Assente. E. Radford, M. A.<br />

Radford,<br />

Encyclopedia of<br />

Superstitions, 1949<br />

consultabile su:<br />

http://books.google.it<br />

/books?id=Ht_02x-<br />

2JksC&pg=PA221&l<br />

pg=PA221&dq=snail<br />

%20rhyme<br />

%20indians&source<br />

=bl&ots=gACbckVD<br />

4B&sig=VpnWzD42<br />

SDVmz54-<br />

OynyX0bIpwo&hl=it<br />

&ei=rJcMTs6yAYzCs<br />

wa1vbT9Dg&sa=X&<br />

oi=book_result&ct=r<br />

esult&resnum=2&ve<br />

d=0CCQQ6AEwATg<br />

K#v=onepage&q&f=t<br />

rue<br />

Sito visitato il 26<br />

agosto 2011.<br />

La tradizione di afferrare un<br />

corno di chiocciola per<br />

esprimere un desiderio è nota<br />

anche in Islanda (e ciò ci porta<br />

ad ipotizzare che questa<br />

tradizione della North Country in<br />

Inghilterra possa essere forse di<br />

origine vichinga o danese); si<br />

veda il documento 442.<br />

CAA YNN<br />

CAA YNN


525 In Romanì, la lingua parlata dai Rom e da altri<br />

gruppi nomadi, il nome delle chiocciole è baul o<br />

bauri. Essi credono che gli spiriti della Terra<br />

siano nemici di ogni genere di verme o di insetto<br />

strisciante, con l'eccezione della chiocciola, che<br />

quindi chiamano “il cavallo della Terra”. Le<br />

chiocciole simboleggiano voluttà e lussuria,<br />

perché si dànno ai piaceri della carne anche a<br />

gruppi di una mezza dozzina di individui insieme.<br />

Credono anche che una conchiglia di chiocciola<br />

sia un potente amuleto contro le cattive magie<br />

volte a provocare la sterilità. Essi pensano<br />

anche che se una donna porta con sé per un po'<br />

di tempo una chiocciola e poi fa in modo che un<br />

uomo la prenda, la accetti in dono, la raccolga o<br />

la porti con lui, egli si innamorerà di lei. Regalare<br />

una chiocciola, presso di loro, è considerata una<br />

profferta d'amore esplicita e sconveniente.<br />

526 In alcuni luoghi, in Cina, esisterebbe l'usanza di<br />

porre sopra alla porta delle case una chiocciola,<br />

come segno di accoglienza e di benvenuto.<br />

Originariamente, inglese.<br />

Popolazioni nomadi Rom.<br />

Originariamente, francese.<br />

Cina.<br />

(Inutile) Assente. http://en.wikisource.<br />

org/wiki/Gypsy_Sorc<br />

ery_and_Fortune_Te<br />

lling/Chapter_5<br />

Sito visitato il 29<br />

agosto 2011.<br />

(Inutile) Assente. http://muchroom.wikispaces.co<br />

m/bogoétti<br />

Sito visitato il 20<br />

agosto 2011.<br />

Chiari collegamenti tra la fertilità<br />

e le chiocciole si ritrovano anche<br />

in altre culture, in altre parti di<br />

questa ricerca.<br />

Pensiamo che sia possibile che<br />

questo sia il significato, aggiunto<br />

con discrezione, come un<br />

simbolo, della chiocciola<br />

presente nel noto quadro<br />

dell'Annunciazione di Francesco<br />

del Cossa, pittore ferrarese del<br />

Quattrocento.<br />

Vedi:<br />

http://www.salonedegliartisti.it/m<br />

useo/D/d0202/02020040.jpg<br />

È l'unica fonte trovata che<br />

accenni ad un'usanza del<br />

genere. Non è confermata da<br />

altri documenti.<br />

CAA YNN<br />

CBA YNN


527 In alcuni villaggi della zona di Nizza, in Francia,<br />

esiste la tradizione della “processione delle<br />

lumache”. La sua data cade nell'ottava della<br />

“Festa di Dio”, una festività legata alla devozione<br />

verso il Santissimo Sacramento, la quale a sua<br />

volta si tiene la seconda domenica dopo la<br />

Pentecoste. La “Festa di Dio” (Fête Dieu) venne<br />

istituita nel XIII secolo. Una settimana esatta<br />

dopo di essa, appunto, si tiene la cosiddetta<br />

“processione delle lumache”. Il costume di<br />

illuminare le strade con i gusci di chiocciola<br />

durante tale processione era molto diffuso nella<br />

contea di Nizza all'inizio del Novecento. Oggi, si<br />

è mantenuto nei seguenti villaggi: Bouyon,<br />

Sigale, Gorbio, Roquestéron ed altri ancora.<br />

Tutta la popolazione si mobilita per preparare la<br />

processione. Il nome “procession aux limaces” è<br />

usato da tutti per definirla. Conchiglie di<br />

chiocciole vengono disposte lungo le viuzze, sui<br />

davanzali delle finestre, sulle sporgenze<br />

rocciose, su mucchietti di sabbia o di terra<br />

argillosa, alla distanza di una trentina di<br />

centimetri l'una dall'altra. I gusci vengono ben<br />

tappati sul fondo e poi riempiti di olio d'oliva, e<br />

rimangono accesi finché cala la notte, quando la<br />

processione, al suono delle campane, esce dalla<br />

chiesa per compiere il proprio percorso. Tutto il<br />

percorso è decorato con fiori. A Sigale è<br />

un'occasione particolarmente sentita dagli<br />

abitanti, che non fanno alcun tipo di pubblicità<br />

turistica e partecipano all'evento per loro stessi.<br />

Dicono che questa processione è stata dedicata<br />

alla Vergine per ringraziare dell'abbondanza del<br />

raccolto di olive, ed è per questo che si usa l'olio<br />

d'oliva per riempire i gusci di chiocciola. Gli<br />

abitanti di Sigale insistono sull'osservanza<br />

rigorosa delle usanze e criticano gli abitanti degli<br />

altri villaggi, che fanno uso anche di lumini<br />

elettrici. Sono talmente attaccati a questa<br />

tradizione, che si racconta che, quando qualche<br />

anno fa un prete si rifiutò di guidare la<br />

processione, gli abitanti la fecero ugualmente,<br />

senza di lui. La liturgia è sempre rigorosamente<br />

rispettata e la festa è vissuta con la massima<br />

devozione all'Eucarestia. Sigale ha vissuto una<br />

crisi dell'agricoltura, recentemente, e spesso le<br />

olive vengono coltivate ormai solo per il<br />

consumo personale. Questa celebrazione viene<br />

allora vissuta con orgoglio identitario, ma senza<br />

alcuna tensione.<br />

A Gorbio, alla “processione delle lumache” viene<br />

fatta una pubblicità molto maggiore, e vi<br />

prendono parte diversi gruppi di confraternite<br />

religiose in abiti cerimoniali, provenienti anche<br />

da altri paesi dei dintorni. Il clima è decisamente<br />

più fastoso e vi sono molti più turisti.<br />

Originariamente, francese.<br />

Villaggi nei dintorni di<br />

Nizza, Francia.<br />

(Inutile) Le musiche adoperate<br />

durante queste<br />

processioni non<br />

sembrano avere<br />

relazioni dirette con i<br />

temi da noi studiati.<br />

http://www.nice.fr/Cu<br />

lture/Centre-dupatrimoine/Les-Fiches-Patrimoineet-autrespublications/Laprocession-auxlimaces<br />

Sito visitato il 29<br />

agosto 2011.<br />

Approfondimenti:<br />

Paul Canestrier,<br />

Fonds Canestrier,<br />

71/1, Bibliothèque<br />

de Cessole .<br />

Pierre Robert<br />

Garino, Tourette-<br />

Levens, Serre<br />

Editeur, Nice 1992,<br />

p. 163-165.<br />

Altre annotazioni riportate dala<br />

fonte:<br />

“A Sigale, la processione delle<br />

lumache è fatta per ringraziare<br />

la Vergine del buon raccolto di<br />

olive”.<br />

“A Gorbio, affinché non sembri<br />

un rituale pagano, i penitenti<br />

membri delle confraternite<br />

insistono sul fatto che non lo è,<br />

e che non bisogna chiamarla<br />

assolutamente 'processione<br />

delle lumache'.”<br />

“A Tourette-Levens, è stata<br />

raccolta un'elaborata e<br />

dettagliata descrizione di come<br />

si preparano i lumini fatti con i<br />

gusci di chiocciola e tutte le altre<br />

decorazioni.”<br />

È molto importante rilevare il<br />

forte collegamento con le<br />

analoghe tradizioni che<br />

riportiamo ai numeri 386 (Isola<br />

Comacina, Como, Lombardia) e<br />

528 (Vittorio Veneto, Treviso,<br />

Veneto). Si leggano le note a<br />

questi numeri.<br />

CAA YNN


528 Sul colle di Santa Augusta, a Vittorio Veneto, in<br />

provincia di Treviso, si celebra il 22 agosto la<br />

“fiera di Sant'Augusta”.<br />

Tra le tradizioni ad essa collegate, c'è quella di<br />

imbandire un pranzo a base di chiocciole condite<br />

con aglio, olio e prezzemolo.<br />

I gusci delle chiocciole, riempiti d'olio, un tempo<br />

venivano posti a migliaia lungo la via che porta<br />

al santuario posto sul colle, ed accesi a formare<br />

tanti piccoli lumini.<br />

La data dei foghi di Sant'Augusta coincide con<br />

l'antico ingresso del Sole nella costellazione<br />

della Vergine.<br />

529 Schnecke, Schnecke komm heraus<br />

und strecke deine Fühler aus!<br />

530 Schnecke, Schnecke komm heraus<br />

ich dtreich dir Kas und Butter auf!<br />

531 Schnecklein, Schnecklein, komm heraus<br />

aus deinem lieben kleinen Haus.<br />

532 Schnecke, Schnecke, komm heraus,<br />

sonst reiß' ich dir die Fühler aus!<br />

533 Schnecke, Schnecke, komm heraus,<br />

sonst werf ich dir einen Stein aufs Haus!<br />

Italiano.<br />

Vittorio Veneto (Treviso),<br />

Veneto, Italia.<br />

Tedesco.<br />

Kufstein, Tirolo, Austria.<br />

Tedesco dialettale.<br />

Kufstein, Tirolo, Austria.<br />

Tedesco.<br />

Kufstein, Tirolo, Austria.<br />

Tedesco.<br />

Kufstein, Tirolo, Austria.<br />

Tedesco.<br />

Kufstein, Tirolo, Austria.<br />

(Inutile) Le musiche adoperate<br />

durante queste<br />

celebrazioni non<br />

sembrano avere<br />

relazioni dirette con i<br />

temi da noi studiati.<br />

Chiocciola, chiocciola, vieni fuori<br />

ed estendi le tue antenne!<br />

Chiocciola, chiocciola, vieni fuori,<br />

io ti do formaggio e burro!<br />

Chiocciolina, chiocciolina, vieni fuori<br />

dalla tua cara piccola casa.<br />

Chiocciola, chiocciola, vieni fuori,<br />

altrimenti ti strappo via le antenne!<br />

Chiocciola, chiocciola, vieni fuori,<br />

altrimenti ti lancio una pietra sulla casa!<br />

http://www.provincia.<br />

padova.it/comuni/mo<br />

nselice/libri/monti<br />

%20sacri<br />

%20veneti/Miens<br />

%20-%20San<br />

%20Francesco<br />

%20da%20Paola<br />

%20e%20Revine<br />

%20Lago.pdf<br />

Citato su:<br />

http://projetbabel.org<br />

/forum/viewtopic.php<br />

?p=152479<br />

Siti visitati il 29<br />

agosto 2011.<br />

Ignota. http://www.sagen.at/<br />

doku/kinderreime/sc<br />

hnecken.html<br />

Sito visitato il 10<br />

settembre 2011.<br />

Ignota. http://www.sagen.at/<br />

doku/kinderreime/sc<br />

hnecken.html<br />

Sito visitato il 10<br />

settembre 2011.<br />

Ignota. http://www.sagen.at/<br />

doku/kinderreime/sc<br />

hnecken.html<br />

Sito visitato il 10<br />

settembre 2011.<br />

Ignota. http://www.sagen.at/<br />

doku/kinderreime/sc<br />

hnecken.html<br />

Sito visitato il 10<br />

settembre 2011.<br />

Ignota. http://www.sagen.at/<br />

doku/kinderreime/sc<br />

hnecken.html<br />

Sito visitato il 10<br />

settembre 2011.<br />

È molto importante rilevare il<br />

forte collegamento con le<br />

analoghe tradizioni che<br />

riportiamo ai numeri 386 (Isola<br />

Comacina, Como, Lombardia) e<br />

527 (Zona di Nizza, Francia). Si<br />

leggano le note a questi numeri.<br />

Affine a molte altre versioni<br />

tedesche, ad esempio alla 492.<br />

L'offerta di formaggio compare<br />

in molte altre versioni, non solo<br />

dell'Europa orientale, ma anche<br />

di Campania, Olanda ed altri<br />

luoghi.<br />

Formalmente contiene solo<br />

l'invocazione dell'animale e la<br />

richiesta di uscire.<br />

L'idea di togliere all'animale le<br />

“corna” (qui chiamate “antenne”)<br />

è probabilmente collegata col<br />

fatto che si usava davvero<br />

togliergliele e distribuirsele come<br />

amuleti, come sembrerebbe<br />

provato da numerose altre<br />

varianti.<br />

Molto affine alla 488.<br />

Il lancio della pietra la apparenta<br />

anche a 380, 381.<br />

La “casa” è ovviamente il guscio<br />

dell'animale.<br />

CAA YNN<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


534 Schnecke, Schnecke, du bist klein,<br />

wenn ich dich erwische, dann bist du mein!<br />

Tedesco.<br />

Kufstein, Tirolo, Austria.<br />

Chiocciola, chiocciola, sei piccola,<br />

ma se ti prendo, sei mia!<br />

Ignota. http://www.sagen.at/<br />

doku/kinderreime/sc<br />

hnecken.html<br />

Sito visitato il 10<br />

settembre 2011.<br />

È solo lontanamente correlata<br />

alla nostra tipologia di<br />

filastrocca.<br />

Forse in parte analoga alla 467.<br />

BAC NNN


535 (a) A Roma ci sono ancora molte persone che<br />

conoscono il gioco di “Mazzabubù”. Un giocatore<br />

pone il dorso della mano dietro le spalle del<br />

compagno e, tenendo aperte quante dita vuole,<br />

dice:<br />

“Mazzabubù, mazzabubù,<br />

quante corna stan quassù?”<br />

L’altro prova ad indovinare e, se non riesce, il<br />

compagno dice:<br />

“Se ... dicevi, il cavallo tu vincevi”.<br />

Questo gioco viene giocato tra bambini.<br />

(Roma, ai nostri giorni)<br />

Il Cimarra riferisce il gioco così:<br />

“- Mazzabbubbù, quande corna stanno quassù?<br />

- x (dice un numero)<br />

- Si diccevi y (altro numero), num menavo tando;<br />

Mazzabbubbù, quande corna stanno quassù?”<br />

(Civita Castellana, Viterbo, ai nostri giorni)<br />

(b) Questa versione ‘moderna’ (il “Mazzabubù” di<br />

Roma) non è altro che la riedizione di un gioco<br />

più antico che si trova in raccolte dell’Ottocento.<br />

Nieri, ad esempio, trova a Lucca:<br />

“La mora, la stanga, la pizzicamoranga,<br />

la cuccurucù, quante corna stan quaggiù?”<br />

Questo gioco veniva giocato tra un adulto ed un<br />

bambino.<br />

(Lucca, fine del XIX secolo)<br />

(c) Lo stesso identico gioco si conosceva nella<br />

Roma antica, in questo modo:<br />

“Buccae, buccae!<br />

Quod sunt hic?”<br />

ed è ricordato da Petronio Arbitro nel Satyricon.<br />

Questo gioco veniva giocato tra adulti.<br />

(Roma antica, ai tempi di Petronio, 27 – 66 d.C.)<br />

(d) Come già riportato in questo stesso database<br />

(si vedano i numeri 42 e 307), questo gioco<br />

doveva essere ben presente anche in Veneto, e<br />

talvolta se ne preserva ancora il ricordo, nelle<br />

strofette:<br />

“Biri biri bò,<br />

quanti corni gà el me bò?”<br />

“Ciro ciro bò,<br />

quanti corni gà el me bò?”<br />

“Ciri ciri bo,<br />

quanti corni gastu bo?”<br />

Il gioco è documentato con sicurezza come<br />

riferito senz'altro ad una chiocciola (paragonata<br />

ad un “bue”, come avviene solitamente in molte<br />

tradizioni del mondo).<br />

L'utente NM “fern” riporta, per queste versioni<br />

venete, che i primi due versi “vengono anche<br />

usati come indovinello” (cioè come sopra<br />

descritto per il gioco del “mazzabubù” di Roma).<br />

(zone di Vicenza e Padova, Veneto,<br />

documentato dai primi del '900 ai nostri giorni)<br />

Italiano per (a) (Roma<br />

moderna) e (b) (Lucca,<br />

Toscana, a fine Ottocento).<br />

Latino per (c) (Roma<br />

antica).<br />

Veneto per (d) (zone di<br />

Vicenza e di Padova,<br />

Veneto, ai nostri giorni,<br />

documentati anche alcuni<br />

decenni fa).<br />

(a) Traduzione della versione riportata dal<br />

Cimarra (eseguita da due persone; il primo,<br />

di fronte al tentativo errato di indovinare, da<br />

uno schiaffo al secondo, poi ricomincia il<br />

gioco immediatamente, cambiando il<br />

numero di “corna” da indovinare):<br />

“- Mazzabubbù, quante corna stanno<br />

quassù?<br />

- “x” (dice un numero, che però risulta errato)<br />

- (dà uno schiaffo all'altra persona e dice):<br />

Se avessi detto “y” (il numero che sarebbe<br />

stato quello corretto), non avrei picchiato<br />

così tanto; (poi imposta subito con la mano<br />

nascosta un nuovo numero da indovinare ed<br />

aggiunge, ricominciando:)<br />

Mazzabbubbù, quante corna stanno<br />

quassù?”<br />

(c) Traduzione letterale della strofetta latina:<br />

“Guance, guance!<br />

Quante sono?”<br />

Il termine “guance” deriva però da un<br />

precedente significato più antico e molto più<br />

pertinente e sensato (vedi note qui a lato).<br />

Seguendo questo significato più antico, il<br />

senso originario approssimativo sarebbe<br />

stato:<br />

“Una bestia cornuta, bestia cornuta!<br />

Quante sono?” (Sottinteso: le corna?)<br />

(d) Traduzioni delle strofette venete:<br />

“Biri, biri, bue,<br />

quanti corni ha il mio bue?”<br />

“Ciro, ciro, bue,<br />

quanti corni ha il mio bue?”<br />

“Ciri, ciri, bue,<br />

quanti corni hai tu, bue?”<br />

Assente.<br />

Per I documenti (a), (b),<br />

(c):<br />

Gianfranco Staccioli,<br />

Metodologia del gioco e<br />

dell'animazione. I giochi<br />

di regole: meccanismi di<br />

analisi, di variazione, di<br />

invenzione. Università<br />

degl studi di Firenze,<br />

Facoltà di Scienze della<br />

Formazione.<br />

Testo leggibile su:<br />

http://www.unifi.it/clscfp/<br />

upload/sub/corsi_abilita<br />

nti/stacciolimateriale1.doc<br />

(Sito visitato il 14<br />

settembre 2011).<br />

L'opera di Nieri citata è:<br />

Nieri I., Vita infantile e<br />

puerile lucchese, 1898.<br />

I documenti (d) ed (e)<br />

sono tratti da questo<br />

stesso database,<br />

rispettivamente dai<br />

numeri 42 e 307 e<br />

relative note.<br />

Il documento (a), nella<br />

versione riportata dal<br />

Cimarra, è tratto da:<br />

Luigi Cimarra,<br />

“Mazzabbubbù,<br />

repertorio del folclore<br />

infantile civitonico”, Ed.<br />

Biblioteca Comunale<br />

“Enrico Minio”, Civita<br />

Castellana (Viterbo),<br />

1997.<br />

NOTE (INIZIO):<br />

Questo gioco, così<br />

diffuso in diverse parti<br />

d'Italia, deve essere<br />

molto antico ed è<br />

ipotizzabile che abbia<br />

molto a che fare con la<br />

filastrocca da noi<br />

studiata. L'antichità è<br />

comprovata dalla<br />

citazione di Petronio,<br />

ma riteniamo che il<br />

gioco sia molto più<br />

antico. In latino, infatti, il<br />

termine buccae<br />

significava “guance”; la<br />

sua etimologia, però,<br />

rimanda ad un<br />

significato molto più<br />

antico (e molto più<br />

collegato alla nostra<br />

filastrocca),<br />

(continua qui a lato)<br />

(NOTE: CONTINUAZIONE)<br />

(segue dalla colonna qui a lato)<br />

quello di “animale cornuto” (del tutto<br />

analogo al termine inglese buck,<br />

all'italiano becco – nel senso di<br />

“caprone” - ed al tedesco Bock). Non<br />

sappiamo se al tempo di Petronio il<br />

significato inteso fosse “guance”,<br />

oppure quello più antico di “animale<br />

cornuto”: nel primo caso, abbastanza<br />

probabile, saremmo di fronte ad un<br />

segno del fatto che questo gioco e le<br />

tradizioni ad esso legate (inclusa la<br />

nostra filastrocca) erano molto più<br />

antiche dell'antica civiltà romana dei<br />

tempi di Petronio, perché già allora il<br />

senso originario di buccae si era<br />

perduto. Quanto alle relazioni con la<br />

nostra filastrocca, riteniamo che siano<br />

molteplici e profonde, tanto da rivelare<br />

una mentalità comune. Ad esempio, il<br />

termine mazzabubù può sicuramente<br />

essere spiegato come “Ammazza-bubu”,<br />

dove “bu” (così come il bo<br />

veneto) è l'usuale termine che indica<br />

la chiocciola, derivato da “bue” (per il<br />

diffusissimo paragone tra la chiocciola<br />

ed un animale cornuto in generale, in<br />

particolare un bue o un bufalo). Il suo<br />

significato sarebbe quindi<br />

“ammazzachiocciole”, e potrebbe fare<br />

riferimento a quella figura deputata ad<br />

uccidere ritualmente la chiocciola, la<br />

cui esistenza si è già ipotizzata e<br />

discussa nelle note alle versioni 38,<br />

41, 122 e 126. Il riferimento al numero<br />

dei “corni che si hanno” è poi<br />

certamente collegato alla menzione<br />

del numero delle corna in molte<br />

versioni della nostra filastrocca,<br />

all'usanza di tagliarle via all'animale<br />

(pure documentata da varie versioni),<br />

e soprattutto ci pare molto legato<br />

all'usanza di “distribuirsi” le corna<br />

tagliate, molto ben documentata da<br />

innumerevoli versioni soprattutto del<br />

nord-est italiano (ma anche altrove, si<br />

veda la versione rutena 428)<br />

attraverso la cosiddetta “formula<br />

distributiva” (“uno a me, uno a te…”).<br />

Si tratterebbe quindi di un gioco fatto<br />

per “giocare agli ammazzachiocciole”,<br />

nato una volta che questi personaggi<br />

non avevano più un ruolo significativo<br />

nella società. La trasformazione di<br />

un'usanza “seria” in gioco infantile è<br />

un processo comune, ed è noto tra gli<br />

studiosi come “infantilizzazione”. Di<br />

tale processo si ha in questo caso un<br />

indizio anche dal fatto che all'epoca di<br />

Petronio il gioco fosse appannaggio<br />

esclusivo degli adulti, poi,<br />

nell'Ottocento, venisse giocato tra un<br />

adulto ed un bambino (a Lucca) ed<br />

infine sia oggi adoperato solo dai<br />

bambini (nella Roma moderna ed a<br />

Civita Castellana, ai nostri tempi).<br />

CAA YNN


536 A titolo di pura curiosità, segnaliamo che sul<br />

forum di discussione collegato alla presente<br />

ricerca<br />

http://www.naturamediterraneo.com/forum/topic.<br />

asp?TOPIC_ID=90109<br />

è stato ipotizzato un possibile, eventuale lontano<br />

collegamento tra la nostra filastrocca ed il noto<br />

gioco infantile del “Bu bu sètte-te!”, consistente<br />

nel nascondere il proprio viso per poi rivelarlo<br />

improvvisamente, allo scopo di far sorridere un<br />

bambino molto piccolo.<br />

Il gioco è sicuramente molto antico e diffuso in<br />

svariate parti del mondo (vedi note qui a lato).<br />

La discussione sul forum<br />

che citiamo come fonte si è<br />

tenuta in italiano.<br />

(Inutile) Assente. http://www.naturame<br />

diterraneo.com/foru<br />

m/topic.asp?<br />

TOPIC_ID=90109<br />

Messaggio del 28<br />

agosto 2011 alle<br />

20:40 e 56, e<br />

messaggi<br />

immediatamente<br />

seguenti.<br />

(Sito visitato il 15<br />

settembre 2011)<br />

A volerli mettere a priori, i<br />

collegamenti tra questo gioco ci<br />

sono: il "Bu" (riferibile al “bue”<br />

come abituale metafora della<br />

chiocciola), il gesto delle corna<br />

(che appare in un filmato di<br />

questo gioco citato nella<br />

discussione fonte di queste<br />

osservazioni), un ipotetico<br />

numero sette, e soprattutto<br />

l'opposizione tra star nascosto<br />

dentro (oscurità, incertezza,<br />

immobilità) e mostrarsi fuori<br />

(luce, vita, positività). Appaiono<br />

tuttavia indizi piuttosto labili e<br />

non sono collegamenti<br />

dimostrabili. Il gioco è<br />

diffusissimo e certamente molto<br />

antico: in inglese si chiama<br />

Pickaboo (teoricamente riferibile<br />

ad un Pick a boo, “prendi un bu”,<br />

ma in realtà probabilmente della<br />

stessa origine del nome<br />

olandese), in olandese<br />

Kiekeboe (probabilmente da una<br />

radice kieken, “guardare”), in<br />

cinese duo-maomao<br />

("nascondere+gattino"), in<br />

tedesco Guck-guck-spiel ("gioco<br />

del guarda-guarda", da<br />

"gucken", “guardare”, da cui<br />

deriva anche il nostro "cucù!",<br />

esclamazione che in Italia<br />

usiamo quando usciamo<br />

scherzosamente da un<br />

nascondiglio), in russo ku-ku<br />

(probabilmente con la stessa<br />

origine), ed in svedese Tittut che<br />

significa “guarda fuori”, e ne<br />

esistono pure delle versioni<br />

giapponesi e cingalesi.<br />

È probabile che, più che altro, ci<br />

siano dei collegamenti semantici<br />

e concettuali spontanei tra<br />

alcune idee nella nostra<br />

filastrocca e questo gioco, che<br />

qua e là devono essere<br />

rispuntati occasionalmente, e<br />

magari anche inconsciamente,<br />

con incroci sotterranei… Sono<br />

entrambi antichi, sono due cose<br />

diverse, ma occasionalmente si<br />

possono essere collegate, qua e<br />

là, in tempi e luoghi diversi, e in<br />

maniera quasi casuale.<br />

CAB YNN


537 S'ciè, s'ciè, s'ciè,<br />

bicia fora quatar corni;<br />

un a mi, un a ti, un a la vecia dal podastà,<br />

tol la maza e va a carpà!<br />

538 Snails were widely noted and used in divination.<br />

The Greek poet Hesiod wrote that snails<br />

signified the time to harvest by climbing the<br />

stalks, while the Aztec moon god Tecciztecatl<br />

bore a snail shell on his back. This symbolised<br />

rebirth; the snail's penchant for appearing and<br />

disappearing was analogised with the moon.<br />

Professor Ronald Chase of McGill University in<br />

Montreal has suggested that the ancient myth of<br />

Cupid's arrows might be based on early<br />

observations of the love dart behavior of the land<br />

snail species Helix aspersa.<br />

Ladino del Comelico.<br />

Comelico, Veneto, Italia.<br />

Chiocciola, chiocciola, chiocciola,<br />

butta fuori quattro corni;<br />

uno a me, uno a te, uno alla vecchia del<br />

podestà,<br />

prendi la mazza e vai a crepare!<br />

Inglese. Le chiocciole erano molto note ed usate<br />

nella divinazione. Il poeta greco Esiodo<br />

scrisse che le chiocciole indicavano il tempo<br />

del raccolto dei campi, con il loro<br />

arrampicarsi sugli steli; inoltre, il dio Azteco<br />

Tecciztecatl portava un guscio di chiocciola<br />

sulla sua schiena. Ciò simboleggiava la<br />

rinascita: l'abitudine della chiocciola di<br />

apparire e sparire veniva paragonata alla<br />

luna (con le sue fasi).<br />

Il professor Ronald Chase della Università<br />

McGill di Montreal ha suggerito che l'antico<br />

mito di Cupido possa essere basato su<br />

antiche osservazioni riguardanti il<br />

comportamento relativo alle cosiddette<br />

“frecce d'amore” della chiocciola terrestre<br />

Helix aspersa.<br />

Assente. Testimonianza di<br />

Marco Ganz di<br />

Moena, che l'ha<br />

raccolta in Comelico.<br />

Lo si ringrazia molto.<br />

Assente. http://en.wikipedia.or<br />

g/wiki/Snail#Cultural<br />

_depictions<br />

(Sito visitato il 16<br />

settembre 2011).<br />

Il termine S'ciè è derivato<br />

ultimamente dal tedesco<br />

Schnecke (“chiocciola”).<br />

Il fatto che si nominino quattro<br />

corni e poi se ne contino tre non<br />

è rilevante, ed è dovuto alla<br />

fissità della tradizionale formula<br />

distributiva presente in molte<br />

varianti venete (“uno a me, uno<br />

a te, uno ad un terzo<br />

personaggio”), che presenta<br />

sempre regolarmente solo tre<br />

ripetizioni.<br />

La “vecchia” è un importante<br />

personaggio abituale nella<br />

nostra filastrocca e compare in<br />

moltissime versioni di tutta<br />

Europa. Il podestà compare<br />

abbastanza spesso nelle<br />

versioni venete (105, 314, 435).<br />

Va inteso che il colpo di mazza<br />

(che fa parte degli attrezzi<br />

allungati con cui si uccide la<br />

chiocciola, vedi nota a 325)<br />

viene sferrato per uccidere il<br />

mollusco (come in 293), quindi il<br />

verbo “prendi” è rivolto ad un<br />

ipotetico essere umano, non<br />

all'animale. Al contrario, “vai a<br />

crepare” è detto alla chiocciola.<br />

Questa variabilità del “tu”<br />

ipotetico a cui ci si rivolge è<br />

tipica della nostra filastrocca ed<br />

è discussa altrove in un apposito<br />

paragrafo della nostra ricerca.<br />

Interessante il fatto che ritorni<br />

una connessione tra chiocciole e<br />

raccolto. Anche la connessione<br />

tra chiocciola (e l'atto di apparire<br />

o sparire, come la chiocciola<br />

nella sua cavità) e la luna è<br />

molto interessante.<br />

Le “frecce d'amore” sono degli<br />

organi a forma di freccia che<br />

molte specie di chiocciole si<br />

lanciano a vicenda durante<br />

l'accoppiamento.<br />

Vedi:<br />

http://en.wikipedia.org/wiki/Love<br />

_dart<br />

(Sito visitato il 16 settembre<br />

2011)<br />

AAA YYY<br />

CAA YNN


539 Lumassa lumassòt,<br />

tira fòra ij tò cornòt.<br />

540 Lumassa lumassin,<br />

tira fòra ij tò cornin.<br />

541 Lumassa lumassorum,<br />

mostra ij tò cornòrum.<br />

Se t’i-j veule nen mostré,<br />

mi ciamo ‘l barbé<br />

ch’a t’je ven-a tajé.<br />

542 Lumassa, lumassòla<br />

buta sùbit ij còrn fòra<br />

dësnò it men-o dal barbé<br />

e it jë fass tajé.<br />

Piemontese torinese.<br />

Torino, Piemonte, Italia.<br />

Piemontese torinese.<br />

Torino, Piemonte, Italia.<br />

Piemontese torinese.<br />

Torino, Piemonte, Italia.<br />

Piemontese torinese.<br />

Torino, Piemonte, Italia.<br />

Lumaca, lumacona,<br />

tira fuori i tuoi cornoni.<br />

Lumaca, lumachina,<br />

tira fuori i tuoi cornini.<br />

Lumaca lumacorum,<br />

mostra i tuoi cornorum.<br />

Se tu non li vuoi mostrare,<br />

io chiamo il barbiere<br />

che te li viene a tagliare.<br />

Lumaca, lumachina,<br />

butta subito fuori i corni,<br />

se no ti porto dal barbiere<br />

e te li faccio tagliare.<br />

Ignota o assente. http://www.smgoretti.<br />

it/testi_attivita/GSD/I<br />

ncontriCulturali/2008<br />

/Spasgiada_2008_C<br />

ommento.doc<br />

Sito visitato il 14<br />

novembre 2011.<br />

Grazie all'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Ignota o assente. http://www.smgoretti.<br />

it/testi_attivita/GSD/I<br />

ncontriCulturali/2008<br />

/Spasgiada_2008_C<br />

ommento.doc<br />

Sito visitato il 14<br />

novembre 2011.<br />

Grazie all'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Ignota o assente. http://www.smgoretti.<br />

it/testi_attivita/GSD/I<br />

ncontriCulturali/2008<br />

/Spasgiada_2008_C<br />

ommento.doc<br />

Sito visitato il 14<br />

novembre 2011.<br />

Grazie all'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Ignota o assente. http://www.smgoretti.<br />

it/testi_attivita/GSD/I<br />

ncontriCulturali/2008<br />

/Spasgiada_2008_C<br />

ommento.doc<br />

Sito visitato il 14<br />

novembre 2011.<br />

Grazie all'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

La versione più semplice, affine<br />

a moltissime altre.<br />

Anche questa è la versione più<br />

semplice, affine a moltissime<br />

altre. Se recitata accoppiandola<br />

alla precedente, ne risulta una<br />

versione molto affine alla 188,<br />

provenzale.<br />

Fortemente affine alla 33.<br />

Forti affinità anche con 24, 106,<br />

542.<br />

Ricompare il personaggio<br />

chiamato ad uccidere la<br />

chiocciola, che riveste un ruolo<br />

importante in questo tipo di<br />

filastrocca; vedi nota a 38 e 126.<br />

Fortemente affine alla 106,<br />

quasi uguale.<br />

Forti affinità anche con 24, 33,<br />

541.<br />

Ricompare il personaggio<br />

chiamato ad uccidere la<br />

chiocciola, che riveste un ruolo<br />

importante in questo tipo di<br />

filastrocca; vedi nota a 38 e 126.<br />

Con riferimento ai nn. 539-542,<br />

la fonte riporta: “Si usavano per<br />

fare uscire le corna alla lumaca<br />

(Costantino Nigra)”.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


543 Put out your horns for a little, snail!<br />

The rain falls soft, and the wind blows warm,<br />

And rustles the leaves of the bamboo grass.<br />

Put out your horns, ere the showers pass,<br />

For the rain falls soft, and the wind blows warm!<br />

544 Talp'aeng'a, talp'aeng'a<br />

nŏ ŏmae t'ongse.e<br />

kut harŏ katta<br />

tung k'aeng<br />

Presente sulla fonte in<br />

lingua inglese, ma riportata<br />

come tradotta dal<br />

giapponese.<br />

Giappone.<br />

Presente sulla fonte in<br />

lingua coreana trascritta<br />

nell'alfabeto latino, con<br />

traduzione inglese a lato.<br />

Corea.<br />

Tira fuori le tue corna per un po', chiocciola!<br />

Delicata cade la pioggia, e tiepido soffia il<br />

vento,<br />

e fa frusciare le foglie del bambù.<br />

Tira fuori le tue corna, finché gli acquazzoni<br />

passeranno,<br />

poiché delicata cade la pioggia, e tiepido<br />

soffia il vento!<br />

Chiocciola, o chiocciola:<br />

tua madre è andata a Tongse<br />

per tenere una seduta:<br />

tung k'aeng!<br />

Ignota, ma<br />

probabilmente<br />

presente.<br />

Ignota, ma sicuramente<br />

presente, essendo il<br />

testo noto in inglese<br />

come “Snail song”<br />

(“canto della<br />

chiocciola”) ed essendo<br />

lo stile quello del Minyo,<br />

un tipo di poesia che<br />

tradizionalmente viene<br />

cantata.<br />

Da “The Master-<br />

Singers of Japan”, di<br />

Clara A. Walsh,<br />

[1914], p. 72.<br />

Riportato su:<br />

http://www.sacredtexts.com/shi/msj/ms<br />

j14.htm<br />

Sito visitato il 14<br />

novembre 2011.<br />

Grazie all'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

David Richard<br />

McCann, Form and<br />

freedom in Korean<br />

poetry, 1988, pag.<br />

53.<br />

Visibile su:<br />

http://books.google.it<br />

/books?<br />

id=a1v5vItLRycC&p<br />

g=PA53&dq=snail<br />

%20song&hl=it&ei=<br />

w22ATtTiOIrxsgaAh<br />

PA-<br />

&sa=X&oi=book_res<br />

ult&ct=result&resnu<br />

m=3&ved=0CDgQ6<br />

AEwAjge#v=onepag<br />

e&q=snail<br />

%20song&f=false<br />

Sito visitato il 14<br />

novembre 2011.<br />

Grazie all'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Interessante il tema della<br />

connessione con la pioggia e gli<br />

eventi meteorologici, assente<br />

nella precedente versione<br />

giapponese 409, ma<br />

chiaramente presente nelle<br />

versioni europee ed in altre<br />

versioni asiatiche.<br />

Affine a 563.<br />

La fonte è uno studio in lingua<br />

inglese sulla metrica nella<br />

poesia coreana.<br />

Il tipo di poesia appartiene alla<br />

pratica del Minyo, uno stile di<br />

poesia cantata di tradizione<br />

orale.<br />

Vedi:<br />

http://www.shinurl.org/what-ispungmul/minyo<br />

Non è chiaro il senso dell'ultimo<br />

verso.<br />

La citazione di un viaggio<br />

compiuto dalla madre ricorda<br />

diverse versioni europee (ad<br />

esempio, spagnole, ma non<br />

solo): vedi ad esempio 93, 94,<br />

95, 96, 144, 152.<br />

In questa strofetta coreana (o<br />

almeno nella parte di essa citata<br />

sulla fonte), comunque, non<br />

viene richiesto all'animale di<br />

estrarre le corna, né di uscire.<br />

Non è chiaro, quindi, se possa<br />

esistere qualche collegamento<br />

con la nostra filastrocca, oppure<br />

no. La doppia invocazione<br />

iniziale potrebbe far supporre<br />

che esista.<br />

AAA YYY<br />

(ABA?)<br />

BAA YYY<br />

(AAA YYY?)


545 Maimaitsubura! O-yuya no mae ni Kenkwa ga<br />

aru kara Tsuno dasé, yari dasé!<br />

Giapponese. Presente alla<br />

fonte in caratteri<br />

occidentali.<br />

Giappone.<br />

O chiocciola! C'è una battaglia di fronte al<br />

bagno pubblico: quindi tira fuori le tue corna,<br />

tira fuori le tue lance!<br />

Ignota. Registrata alla<br />

fonte come “song”,<br />

quindi è possibile che<br />

esistesse.<br />

Lafcadio Hearn,<br />

Elizabeth Bisland,<br />

The writings of<br />

Lafcadio Hearn, vol.<br />

10, 1922, p. 294<br />

Grazie all'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Sono forse possibili<br />

collegamenti con il tema<br />

europeo medioevale del<br />

“combattimento con la<br />

chiocciola” (vedi 510). Molto<br />

vicina anche alla versione<br />

tedesca 417.<br />

La stessa fonte cita anche un<br />

canto giapponese sulla lucciola:<br />

“Lucciola, vieni più in qui, ed<br />

avrai acqua da bere!<br />

Più oltre l'acqua è amara – qui<br />

l'acqua è dolce!<br />

Vieni, vola da questa parte,<br />

verso dove è più dolce!”<br />

Appartiene al solito antichissimo<br />

filone delle filastrocche sui<br />

piccoli animali, di cui la nostra<br />

sulla chiocciola è un caso<br />

particolare.<br />

AAA YYY<br />

(0AA in nota)


546 Zhuangzi (Chuang Tzu) (IV-III sec. a. C.)<br />

racconta la storia di due regni in frequente<br />

guerra tra loro, chiamati approssimativamente<br />

“Dispensa” e “Maglio”, ubicati ciascuno sulla<br />

cima di uno dei due corni principali della stessa<br />

lumaca. Tale storiella fu molto nota per secoli in<br />

Giappone e fu spesso commentata come<br />

esempio di inutilità della guerra e piccolezza<br />

delle questioni umane.<br />

In origine, giapponese.<br />

Presente nelle fonti citate<br />

in traduzione inglese.<br />

Giappone.<br />

(Inutile) Assente. Zhuangzi, Burton<br />

Watson, The<br />

complete works of<br />

Chuang Tzu, 1968,<br />

p. 284<br />

http://books.google.it<br />

/books?<br />

id=Do2jYNu7PoEC&<br />

pg=PA284&dq=zhua<br />

ngzi%20snail<br />

%20kingdom&hl=it&<br />

ei=ZtOBTsaEN8Grgb_s62qDw&sa=X&<br />

oi=book_result&ct=r<br />

esult&resnum=3&ve<br />

d=0CDsQ6AEwAg#<br />

v=onepage&q=snail<br />

&f=false<br />

Juyi Bai, Burton<br />

Watson, Po Chü-i:<br />

selected poems,<br />

2000, pag. 125<br />

http://books.google.it<br />

/books?id=gibi-vixFEC&pg=PA125&lp<br />

g=PA125&dq=bai<br />

%20juyi<br />

%20snail&source=bl<br />

&ots=5wHl92K31R&<br />

sig=yAp4jKVh-<br />

Yj81OkT8symtBseK<br />

1g&hl=it&ei=TNGBT<br />

saNJ4z1sgbUhcGW<br />

Dg&sa=X&oi=book_<br />

result&ct=result&res<br />

num=4&ved=0CDcQ<br />

6AEwAw#v=onepag<br />

e&q&f=false<br />

SHANG Yongliang,<br />

Landscape<br />

architecture hutian<br />

and the variations in<br />

the literati ethos in<br />

the middle & late<br />

Tang Dynasty,<br />

Higher Education<br />

Press and Springer-<br />

Verlag, 2008, pag.<br />

121<br />

ftp://124.42.15.59/ck<br />

/2011-<br />

02/165/017/158/014/<br />

Landscape<br />

%20architecture<br />

%20hutian.pdf<br />

Non si vedono chiari<br />

collegamenti con la filastrocca<br />

da noi studiata, anche se sono<br />

presenti il tema delle corna ed il<br />

tema del combattimento.<br />

Sul tema, con nessi con la Cina,<br />

si veda anche:<br />

WYATT Bill, The Influence of<br />

Chinese Literature on Basho.<br />

part 2, in Blithe Spirit, Vol 15 No<br />

3, September 2005<br />

http://www.poetrymagazines.org.<br />

uk/magazine/record.asp?<br />

id=15958<br />

CAC NNN


547 Cacalaus, cacalaus mourgueto<br />

sorte lèu de ta cabaneto<br />

sorte lèu ti belli baneto<br />

o senoun, te roumprai ton pichot mounastié.<br />

548 Cacalaus, cacalaus mourgueto<br />

sorte léu de la cabaneto<br />

mostro léu ti belli baneto<br />

o vau dire su manescau<br />

que t escrase toun oustau.<br />

Occitano.<br />

Bouches-du-Rhône,<br />

Francia meridionale.<br />

Occitano.<br />

Bouches-du-Rhône,<br />

Francia meridionale.<br />

Chiocciola, chiocciola monachella,<br />

esci subito dalla tua casetta,<br />

fai uscire subito le tue belle corna,<br />

o se no, ti romperò il tuo piccolo monastero.<br />

(Una traduzione in francese era già sulla<br />

fonte).<br />

Chiocciola, chiocciola monachella,<br />

esci subito dalla tua casetta,<br />

mostra subito le tue belle corna,<br />

o andrò a dirlo al maniscalco,<br />

che ti demolirà la tua casa.<br />

Ignota. Henri Frédéric<br />

Amiel, Journal<br />

intime: Juin 1874mars<br />

1877, a cura di<br />

Bernard Gagnebin,<br />

Philippe M. Monnier,<br />

1992 p. 250<br />

http://books.google.it<br />

/books?<br />

id=e2P6ZOZTiMwC<br />

&pg=PA250&dq=<br />

%22chant%20de<br />

%20l%27escargot<br />

%22&hl=it&ei=Z06C<br />

TqHJEYq6-<br />

AaM2pTjDw&sa=X&<br />

oi=book_result&ct=r<br />

esult&resnum=2&ve<br />

d=0CDUQ6AEwAQ#<br />

v=onepage&q=<br />

%22chant%20de<br />

%20l%27escargot<br />

%22&f=false<br />

Citata anche negli<br />

scritti di F. Mistral.<br />

Ignota. Pilar Blanco García,<br />

“El realismo de<br />

L’aveni is a<br />

cacalaus, de<br />

Charles Galtier”, in:<br />

http://www.ucm.es/B<br />

UCM/revistas/fll/113<br />

99368/articulos/THE<br />

L9595130011A.PDF<br />

(Sito visitato il 6<br />

gennaio 2012)<br />

Vedi le note alle versioni 113,<br />

121, 148, 173, 174, 187, 358 per<br />

il termine “Mourgueto” ed affini e<br />

415 per il paragone con una<br />

“monaca”.<br />

Strettamente affine a 187, 547 e<br />

549.<br />

Vedi le note alle versioni 113,<br />

121, 148, 173, 174, 187, 358 per<br />

il termine “Mourgueto” ed affini e<br />

415 per il paragone con una<br />

“monaca”.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


549 Cacalaus mourgueto,<br />

sorte ti baneto,<br />

o vau souna lou manescau<br />

pèr que te roumpe toun oustau.<br />

550 Tsitsinatela, chemtan modi,<br />

erbos gachmev, khachvas gachmev,<br />

ise gagishveb dedashentan.<br />

Occitano.<br />

Bouches-du-Rhône,<br />

Francia meridionale.<br />

Georgiano.<br />

Georgia (Caucaso).<br />

Chiocciola, monachella,<br />

fai uscire le tue corna,<br />

o vado a chiamare il maniscalco<br />

affinché ti rompa la tua casa.<br />

Lucciola, vieni da me,<br />

io ti nutrirò con burro fragrante, formaggio<br />

aromatico,<br />

poi ti lascerò tornare da tua madre.<br />

Ignota. The memoirs of<br />

Frédéric Mistral,<br />

New Directions<br />

Publishing<br />

Corporation, New<br />

York, 1985<br />

Presente e nota (ne<br />

possediamo la<br />

trascrizione). Non<br />

somigliante ad altre<br />

musiche raccolte in<br />

questa ricerca.<br />

http://books.google.it<br />

/books?<br />

id=xOvpPlRveZkC&<br />

pg=PA39&lpg=PA39<br />

&dq=cacalaus+mour<br />

gueto&source=bl&ot<br />

s=E72zuTQa9C&sig<br />

=PbgpZ8LEp6VrcBl<br />

FXc6JWyvpfrQ&hl=it<br />

&sa=X&ei=R4sHT5<br />

SAJqWA4gTvnsyNC<br />

A&ved=0CC0Q6AE<br />

wAQ#v=onepage&q<br />

=cacalaus<br />

%20mourgueto&f=fa<br />

lse<br />

(Sito visitato il 6<br />

gennaio 2012)<br />

Comunicazione<br />

personale<br />

dell'etnomusicologa<br />

georgiana Nino<br />

Kalandadze,<br />

dell'International<br />

Research Center<br />

For Traditional<br />

Polyphony Of Tbilisi<br />

State Conservatory,<br />

( http://www.polypho<br />

ny.ge/?lng=eng ),<br />

che si ringrazia<br />

molto. Grazie anche<br />

a Joseph Jordania<br />

per la<br />

collaborazione.<br />

Strettamente affine a 187, 547 e<br />

548.<br />

Vedi le note alle versioni 113,<br />

121, 148, 173, 174, 187, 358 per<br />

il termine “Mourgueto” ed affini e<br />

415 per il paragone con una<br />

“monaca”.<br />

Nota sulla fonte: “Per catturare<br />

una lucciola”.<br />

Non appartenente al tipo di<br />

filastrocca sulla chiocciola da noi<br />

studiato (che pare assente in<br />

Georgia), viene però riportata<br />

qui come documento<br />

interessante per l'interpretazione<br />

di tutta la vasta categoria delle<br />

filastrocche sui piccoli animali (a<br />

cui anche la nostra sulla<br />

chiocciola appartiene).<br />

La traslitterazione in caratteri<br />

occidentali era già presente alla<br />

fonte.<br />

AAA YYY<br />

0AA YYY


551 Chia chiamaia,<br />

khval tu kargi daria,<br />

gaprindi!<br />

552 T'aa, t'aa, t'amela,<br />

korkotisa mchamela,<br />

shentsa chame, mets machame,<br />

bebiasats sheunakhe erti kovzi bakana.<br />

Georgiano.<br />

Georgia (Caucaso).<br />

Georgiano.<br />

Georgia (Caucaso).<br />

Coccinella, coccinella,<br />

dicci che tempo avremo domani,<br />

vola via!<br />

Uccello, uccello, uccellino,<br />

tu sei un gran mangiatore di semi di grano,<br />

tu ne mangi un po', ne lasci mangiare un po'<br />

anche a me,<br />

e me ne lasci portare una cucchiaiata a tua<br />

nonna.<br />

Presente e nota (ne<br />

possediamo la<br />

trascrizione). Non<br />

somigliante ad altre<br />

musiche raccolte in<br />

questa ricerca.<br />

Presente e nota (ne<br />

possediamo la<br />

trascrizione). Non<br />

somigliante ad altre<br />

musiche raccolte in<br />

questa ricerca.<br />

Comunicazione<br />

personale<br />

dell'etnomusicologa<br />

georgiana Nino<br />

Kalandadze,<br />

dell'International<br />

Research Center<br />

For Traditional<br />

Polyphony Of Tbilisi<br />

State Conservatory,<br />

( http://www.polypho<br />

ny.ge/?lng=eng ),<br />

che si ringrazia<br />

molto. Grazie anche<br />

a Joseph Jordania<br />

per la<br />

collaborazione.<br />

Comunicazione<br />

personale<br />

dell'etnomusicologa<br />

georgiana Nino<br />

Kalandadze,<br />

dell'International<br />

Research Center<br />

For Traditional<br />

Polyphony Of Tbilisi<br />

State Conservatory,<br />

( http://www.polypho<br />

ny.ge/?lng=eng ),<br />

che si ringrazia<br />

molto. Grazie anche<br />

a Joseph Jordania<br />

per la<br />

collaborazione.<br />

Nota sulla fonte: “Per prevedere<br />

il tempo, la coccinella è posta<br />

sul palmo di una mano e si<br />

canta questo e, se vola via,<br />

significa che il tempo sarà<br />

buono, il giorno seguente”.<br />

Le filastrocche sulle coccinelle<br />

hanno un'incredibile, vastissima<br />

diffusione in tutta Europa ed in<br />

parte dell'Asia, paragonabile<br />

soltanto a quella della filastrocca<br />

sulla chiocciola.<br />

Non appartenente al tipo di<br />

filastrocca sulla chiocciola da noi<br />

studiato (che pare assente in<br />

Georgia), viene però riportata<br />

qui come documento<br />

interessante per l'interpretazione<br />

di tutta la vasta categoria delle<br />

filastrocche sui piccoli animali (a<br />

cui anche la nostra sulla<br />

chiocciola appartiene).<br />

La traslitterazione in caratteri<br />

occidentali era già presente alla<br />

fonte.<br />

Nota sulla fonte: “Per ingraziarsi<br />

un uccello in gabbia”.<br />

Non appartenente al tipo di<br />

filastrocca sulla chiocciola da noi<br />

studiato (che pare assente in<br />

Georgia), viene però riportata<br />

qui come documento<br />

interessante per l'interpretazione<br />

di tutta la vasta categoria delle<br />

filastrocche sui piccoli animali (a<br />

cui anche la nostra sulla<br />

chiocciola appartiene).<br />

La traslitterazione in caratteri<br />

occidentali era già presente alla<br />

fonte.<br />

0AA YYY<br />

0AA YYY


553 Lömaga lömaga böta coregn<br />

l'è 'riat Marti de Gòren<br />

co la sapa e col sapù<br />

böta fo i tò cornagiù.<br />

Lombardo bergamasco.<br />

Fiorano al Serio<br />

(Bergamo), Lombardia,<br />

Italia.<br />

Lumaca, lumaca, butta fuori i corni,<br />

è arrivato Martino di Gorno (paese),<br />

con la zappa e col piccone<br />

butta fuori le tue cornone.<br />

Presente e nota. Affine<br />

al consueto modulo “sol<br />

la sol mi” del tipo “Girogirotondo”.<br />

Raccolta da Valter<br />

Biella nel<br />

1978/1979,<br />

informatrice:<br />

Aquilina Conti.<br />

Pubblicato in:<br />

Archivio de “il<br />

Popolario” - Archivio<br />

“Valter Biella”<br />

su:<br />

http://www.baghet.it/<br />

canto.html<br />

Sito visitato il 7<br />

gennaio 2012.<br />

Si ringrazia molto<br />

Valter Biella per la<br />

comunicazione<br />

personale e per<br />

ulteriori<br />

suggerimenti, ed<br />

Aldo Stucchi per<br />

l'aiuto.<br />

Molto affine a diverse versioni<br />

della provincia di Brescia, ad<br />

esempio: 129, 331, 332, 516 ed<br />

alla seguente 554.<br />

Ritornano il nome “Martino”, la<br />

menzione di un paese, la zappa,<br />

il piccone.<br />

AAA YYY


554 Lömaga, cassa córegn,<br />

che 'l vé Martì de Bóregn,<br />

co la zapa e col badil<br />

a böta gió 'l tò campanìl.<br />

Variante (praticamente, solo grafica) (554b):<br />

Lömaga, böta córegn,<br />

Che ‘l vé 'l Martì de Bóregn,<br />

Co la sapa e col badél<br />

A böta zó il tò campanél.<br />

Altra variante (554c):<br />

Lömaga cassa i córegn<br />

Che ‘l vi ‘l Martin Giròlem<br />

Co la sapa e col badìl<br />

Ciòca do dol campanil.<br />

Lombardo bergamasco.<br />

Val San Martino<br />

(Bergamo). Nota anche a<br />

Dalmine ed in Valle Imagna<br />

(Bergamo), Lombardia,<br />

Italia.<br />

La prima versione è della<br />

Val San Martino. La prima<br />

variante grafica è di<br />

Dalmine. L'ultima variante<br />

è della Valle Imagna.<br />

Lumaca, caccia fuori le corna,<br />

ché viene Martino di Borno (paese),*<br />

con la zappa e col badile<br />

a buttarti giù il tuo campanile.<br />

*(Nell'ultima variante, 554c:)<br />

ché viene Martino Girolamo<br />

Probabilmente affine a<br />

quella della precedente.<br />

Antonio Tiraboschi,<br />

Giuochi fanciulleschi<br />

– Indovinelli popolari<br />

bergamaschi<br />

a cura di Giovanni<br />

Mimmo Boninelli,<br />

Sistema<br />

Bibliotecario Urbano,<br />

Bergamo, 1987. In:<br />

“Quaderni<br />

dell'archivio della<br />

cultura di base”, n.<br />

9. Pag. 50, n. 122.<br />

La variante grafica è<br />

tratta da:<br />

http://facoetti.com/in<br />

dex.php?<br />

option=com_content<br />

&view=article&id=17<br />

:piccolefilastroche&catid=17:elencofilastrocche&Itemid=<br />

21<br />

Sito visitato il 9<br />

gennaio 2012.<br />

Si ringrazia molto<br />

Valter Biella per la<br />

comunicazione<br />

personale e per<br />

ulteriori<br />

suggerimenti, ed<br />

Aldo Stucchi per<br />

l'aiuto.<br />

Molto affine alla precedente, e<br />

quindi anche a diverse versioni<br />

della provincia di Brescia, ad<br />

esempio: 129, 331, 332, 516.<br />

Ritornano il nome “Martino”, la<br />

menzione di un paese, la zappa.<br />

AAA YYY


555 Lümäga, böta córen,<br />

Che ‘l vé Martì da Góren,<br />

cóla säpa e col badìl<br />

sälta só dal campanìl.<br />

Variante (555b):<br />

Lümäga, böta córen,<br />

'gnerà Martì de Góren,<br />

cóla säpa e col badìl<br />

'l ta stüserà só 'n dol fenìl.<br />

Variante (555c):<br />

Lümäga, böta córen,<br />

Che ‘l vé Martì da Góren,<br />

cóla säpa e col badìl<br />

al ta zaperà gió tot ol gìl.<br />

Lombardo bergamasco.<br />

Clusone (Bergamo).<br />

La variante 555b è di<br />

Novazza (Bergamo).<br />

La variante 555c è di<br />

Casnigo (Bergamo).<br />

Lombardia, Italia.<br />

Lumaca, butta (fuori) le corna,<br />

ché viene Martino da Gorno (paese)<br />

con la zappa e col badile<br />

salta dal campanile.<br />

Variante (555b):<br />

Lumaca, butta (fuori) le corna,<br />

verrà Martino di Gorno (paese)<br />

con la zappa e col badile<br />

ti trascinerà su nel fienile.<br />

Variante (555c):<br />

Lumaca, butta (fuori) le corna,<br />

ché viene Martino da Gorno (paese)<br />

con la zappa e col badile<br />

ti zapperà giù tutto il giro di corna.<br />

Ignota. Marino Anesa e<br />

Mario Rondi,<br />

Filastrocche<br />

popolari<br />

bergamasche,<br />

seconda edizione,<br />

Sistema<br />

Bibliotecario Urbano,<br />

Bergamo 1991. In:<br />

Quaderni<br />

dell'archivio della<br />

cultura di base, n.<br />

16. Pag. 67, n. 139 e<br />

relativa nota.<br />

Informatrice: Maria<br />

Imberti, Clusone,<br />

5/10/1978.<br />

Variante 555b:<br />

informatore: Angelo<br />

Andreoletti,<br />

Novazza, 25/6/1981.<br />

Variante 555c:<br />

Informatrice: Cecilia<br />

Bonandrini, Casnigo,<br />

1/7/1978.<br />

Si ringrazia molto<br />

Valter Biella per la<br />

comunicazione<br />

personale e per<br />

ulteriori<br />

suggerimenti, ed<br />

Aldo Stucchi per<br />

l'aiuto.<br />

Molto affine alle precedenti.<br />

Anesa, nella nota al testo,<br />

riferisce di un possibile<br />

collegamento tra questo tipo di<br />

formuletta e il motivo<br />

medioevale del combattimento<br />

tra il Lombardo e la lumaca, di<br />

cui abbiamo già riferito (vedi<br />

soprattutto le note alle versioni<br />

dalla 510 alla 514 e gli<br />

approfondimenti ivi consigliati).<br />

AAA YYY


556 Bütà bütà lümachì<br />

he de nò 'l gnirà 'l Martì<br />

cóla sapa e col sapì<br />

'l te pestarà vià i tò cornasgì.<br />

Lombardo bergamasco.<br />

Schilpario (Bergamo).<br />

Lombardia, Italia.<br />

Butta, butta, lumachina,<br />

ché se no verrà Martino,<br />

con la zappa e lo zappino<br />

ti pesterà via i tuoi cornetti.<br />

Ignota. Marino Anesa e<br />

Mario Rondi,<br />

Filastrocche<br />

popolari<br />

bergamasche,<br />

seconda edizione,<br />

Sistema<br />

Bibliotecario Urbano,<br />

Bergamo 1991. In:<br />

Quaderni<br />

dell'archivio della<br />

cultura di base, n.<br />

16. Pag. 67, n. 139<br />

(citata in nota).<br />

Informatrice: Celinia<br />

Grassi, Schilpario,<br />

4/5/1980.<br />

Si ringrazia molto<br />

Valter Biella per la<br />

comunicazione<br />

personale e per<br />

ulteriori<br />

suggerimenti, ed<br />

Aldo Stucchi per<br />

l'aiuto.<br />

Molto affine alle precedenti, con<br />

le quali viene riportata.<br />

AAA YYY


557 Քարթոշ, քարթոշ,<br />

Անկըճուիդ հանէ,<br />

Ոսկի օղերդ կախէ:<br />

(Trascrizione con il sistema ISO 9985:)<br />

K‘art‘oš, k‘art‘oš,<br />

ankëčuid hanē,<br />

Oski òġerd kaxē.<br />

(Trascrizione con il sistema classico:)<br />

K‘art‘oš, k‘art‘oš,<br />

ankəәčuid hanɛ,<br />

Oski ɔɫerd kaxɛ.<br />

Armeno.<br />

Regione di Partizak,<br />

Armenia.<br />

Chiocciola! Chiocciola!<br />

Tira fuori le tue orecchie,<br />

aggancia i tuoi orecchini.<br />

Ignota. Yakob Tēr-<br />

Yakobean, Partizakəә<br />

xatutik.<br />

Yaweluacabar –<br />

Manušak ew ir<br />

hēk‘eat‘nerəә. Paris,<br />

1960, pag. 385.<br />

Si ringrazia molto il<br />

Prof. Hrach K.<br />

Martirosyan per la<br />

comunicazione e le<br />

informazioni.<br />

La nostra filastrocca è presenta<br />

anche in Armenia.<br />

Qui, le “corna” dell'animale<br />

vengono paragonate ad<br />

“orecchie”.<br />

Il riferimento agli orecchini è<br />

presente anche in una versione<br />

raccolta presso gli Ebrei di<br />

Odessa, in Ucraina.<br />

Il termine armeno k’art’oš<br />

significa “lucertola” in Armeno<br />

standard, tuttavia è assodato<br />

con assoluta certezza che nel<br />

particolare dialetto locale della<br />

specifica regione in cui questa<br />

versione è stata raccolta esso<br />

significa sicuramente<br />

“chiocciola”. Ciò è direttamente<br />

attestato da Tēr-Yakobean non<br />

soltanto contestualmente alla<br />

citazione della versione stessa<br />

(pag. 385), ma anche nel<br />

glossario del testo che citiamo<br />

come fonte (pag. 524; si veda<br />

anche a pag. 270 e 390).<br />

La chiocciola, in Armenia,<br />

sembra essere stata associata<br />

ad un demone femminile (vedi I<br />

termini dialettali ana-xat‘un o<br />

mama-xat‘un “chiocciola”, lett.<br />

“ragazza-mamma”; al-a-xat‘un<br />

“chiocciola”, lett. “ragazzademone”<br />

(vedi il demone<br />

femminile āl, in<br />

Hazāra/Afghanistan: al-xātū da<br />

*āl-xātūn “Herrin Āl”); si veda in<br />

Hrach K. Martirosyan,<br />

Etymological dictionary of the<br />

Armenian inherited lexicon.<br />

Leiden, Boston: Brill. (Leiden<br />

Indo-European etymological<br />

dictionary series; 8), 2010, pag.<br />

787.<br />

AAA YYY


558 Niesciu 'I corni chi passa 'u rrè. Siciliano.<br />

Nicosia (Enna), Sicilia,<br />

Italia.<br />

559 Nesci li corna, babbaluceddi,<br />

ca t'addumu li cannileddi,<br />

ti l'addumu cu lu luci,<br />

nesci li corna, babbaluci.<br />

560 Babbalucieddu, nesci li corna,<br />

nesci li corna, cà veni tò nanna,<br />

veni tò nanna cu 'na menza-canna,<br />

e t'assicuta fino a la muntagna.<br />

Siciliano.<br />

Solanto, Santa Flavia<br />

(Palermo), Sicilia, Italia.<br />

Siciliano.<br />

Borgetto (Palermo), Sicilia,<br />

Italia.<br />

Fai uscire le corna, ché passa il re. Ignota, probabilmente<br />

assente.<br />

Fai uscire le corna, lumachina,<br />

ché ti accendo le candeline,<br />

te li accendo con le braci,<br />

fai uscire le corna, lumachina.<br />

Lumachina, fai uscire le corna,<br />

fai uscire le corna, ché viene tua nonna,<br />

viene tua nonna con una mezza-canna (tipo<br />

di fucile),<br />

e ti insegue fino alla montagna<br />

Presente in:<br />

Giuseppe Pitrè,<br />

Credenze e<br />

pregiudizi del popolo<br />

siciliano, volume<br />

terzo, Palermo:<br />

Libreria L. Pedone<br />

Lauriel di Carlo<br />

Clausen, 1889, p.<br />

310.<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Ignota. Presente in:<br />

Giuseppe Pitrè,<br />

Credenze e<br />

pregiudizi del popolo<br />

siciliano, volume<br />

terzo, Palermo:<br />

Libreria L. Pedone<br />

Lauriel di Carlo<br />

Clausen, 1889, p.<br />

310.<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM salvob per<br />

l'aiuto nella<br />

traduzione.<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Ignota. Presente in:<br />

Giuseppe Pitrè,<br />

Credenze e<br />

pregiudizi del popolo<br />

siciliano, volume<br />

terzo, Palermo:<br />

Libreria L. Pedone<br />

Lauriel di Carlo<br />

Clausen, 1889, p.<br />

310.<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM salvob per<br />

l'aiuto nella<br />

traduzione.<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

L'invito a prepararsi per la<br />

venuta di un personaggio<br />

importante è presente anche in<br />

altre versioni europee: si veda<br />

ad esempio la versione<br />

irlandese 377.<br />

Affine ad altre versioni siciliane,<br />

come la 99.<br />

Ritorna il motivo di accendere<br />

del fuoco vicino all'animale.<br />

Curiosa fusione del motivo del<br />

personaggio punitore della<br />

chiocciola con quelli del parente<br />

e della “vecchia”. È anche<br />

presente la “montagna”, come<br />

nelle versioni catalane.<br />

Vedi 202 e relativa nota.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


561 Babbaluci, babbaluceddi,<br />

nesci, nesci, chi siti veru beddi.<br />

562 Nesci li corna, ca veni lu pà,<br />

ca ti fazzu lavurari;<br />

si non sbrii lu tò travagghiu<br />

ccu lu focu ti fazzu cantari,<br />

e ti mangiu ccu lu pani e l'agghiu.<br />

Siciliano.<br />

Erice (Trapani), Sicilia,<br />

Italia.<br />

Siciliano.<br />

Zona del monte Etna<br />

(Catania), Sicilia, Italia.<br />

Lumaca, lumachina,<br />

uscite, uscite, ché siete bella per davvero.<br />

Fai uscire le corna, ché viene papà,<br />

ché ti faccio lavorare;<br />

se non sbrighi il tuo lavoro<br />

con il fuoco ti faccio cantare,<br />

e ti mangio con pane e aglio.<br />

Ignota, probabilmente<br />

assente.<br />

Presente in:<br />

Giuseppe Pitrè,<br />

Credenze e<br />

pregiudizi del popolo<br />

siciliano, volume<br />

terzo, Palermo:<br />

Libreria L. Pedone<br />

Lauriel di Carlo<br />

Clausen, 1889, p.<br />

310.<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM salvob per<br />

l'aiuto nella<br />

traduzione.<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Ignota. Presente in:<br />

Giuseppe Pitrè,<br />

Credenze e<br />

pregiudizi del popolo<br />

siciliano, volume<br />

terzo, Palermo:<br />

Libreria L. Pedone<br />

Lauriel di Carlo<br />

Clausen, 1889, p.<br />

310.<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM salvob per<br />

l'aiuto nella<br />

traduzione.<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Il motivo di “essere bella perché,<br />

uscendo, gli altri ti vedranno” è<br />

abbastanza frequente (vedi 377<br />

per l'Irlanda, 557 per l'Armenia,<br />

558 per la Sicilia ed altre).<br />

Versione interessante che<br />

include molti diversi motivi tipici:<br />

il genitore, la minaccia, il cibo, il<br />

mangiare la lumaca, il fuoco.<br />

Sul fatto che la lumaca “canti”,<br />

vedi l'importante nota a 266.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


563 Daidaimushi, daidaimushi, tsuno chitto dashare!<br />

Ame kaze fuku kara tsuno chitto dashare!<br />

564 Little snail, little snail, stick out your horns,<br />

I'll boil up some potatoes for you.<br />

565 Little snail, little snail, stick out your horns,<br />

who bought you those earrings?<br />

Giapponese dialettale.<br />

Zona di Izumo, Giappone.<br />

Originalmente, russo.<br />

Presente alla fonte in<br />

traduzione inglese.<br />

Comunità ebraica, Odessa,<br />

Ucraina.<br />

Originalmente, russo.<br />

Presente alla fonte in<br />

traduzione inglese.<br />

Comunità ebraica, Odessa,<br />

Ucraina.<br />

Chiocciola, chiocciola, tira fuori i tuoi corni<br />

un pochino!<br />

Piove e soffia il vento, quindi tira fuori i tuoi<br />

corni, un pochino!<br />

Chiocciolina, chiocciolina, tira fuori le tue<br />

corna,<br />

farò bollire per te delle patate.<br />

Chiocciolina, chiocciolina, tira fuori le tue<br />

corna,<br />

chi ti ha comprato quegli orecchini?<br />

Ignota. Lafcadio Hearn,<br />

Glimpses of<br />

Unfamiliar Japan,<br />

vol. 2, Forgotten<br />

Books, ed. orig.<br />

Houghton Mifflin<br />

Company,<br />

Cambridge, Boston,<br />

1894.<br />

http://books.google.it<br />

/books?<br />

id=J8gQCYPAnO4C<br />

&pg=PA366&dq=dai<br />

daimushi&hl=it&sa=<br />

X&ei=YVYXT5nIBtP<br />

E4gTc1t2IBA&sqi=2<br />

&ved=0CFkQ6AEw<br />

Bg#v=onepage&q=d<br />

aidaimushi&f=false<br />

(Sito visitato il 21<br />

gennaio 2012)<br />

Ignota. Documentata come<br />

facente parte della<br />

tradizione della<br />

comunità ebraica a<br />

Odessa, all'inizio del<br />

XX secolo, nel<br />

racconto “I Cinque”<br />

(Pyatero / The Five)<br />

di Vladimir Ze'ev<br />

Jabotinsky, 1935.<br />

Ignota. Documentata come<br />

parte integrante in<br />

un racconto<br />

ambientato nella<br />

comunità ebraica a<br />

Odessa, all'inizio del<br />

XX secolo, il<br />

racconto “I Cinque”<br />

(Pyatero / The Five)<br />

di Vladimir Ze'ev<br />

Jabotinsky, 1935.<br />

Affine a 543 e più semplice di<br />

essa (potrebbe la 543 essere<br />

una versione più tarda e<br />

rielaborata di questa?).<br />

Questa versione contiene la<br />

doppia invocazione iniziale,<br />

caratteristica della nostra<br />

filastrocca. Insieme alla richiesta<br />

di estrarre i corni ed alla<br />

connessione con la pioggia. ciò<br />

pare togliere ogni dubbio sul<br />

fatto che si tratti proprio della<br />

formuletta oggetto del nostro<br />

studio.<br />

Il motivo del cibo messo a<br />

cuocere ha collegamenti con<br />

versioni francesi (167-168, 367).<br />

Il racconto è una creazione<br />

letteraria di Jabotinsky, ma<br />

riteniamo piuttosto credibile che<br />

questa filastrocca vi venga<br />

riportata in una versione<br />

abbastanza rispondente a quella<br />

allora realmente in uso nella<br />

tradizione locale, dato che vi<br />

appare quasi come una<br />

citazione, all'inizio dello sviluppo<br />

di una vicenda.<br />

Il motivo degli orecchini ricorda<br />

la versione armena 557 (e<br />

sappiamo che ci sono stati nel<br />

tempo ripetuti e forti contatti tra<br />

la zona ucraina di Odessa,<br />

anche con la sua comunità<br />

ebraica, e gli Armeni), tuttavia<br />

non sappiamo quanto di questa<br />

variante sia dovuto<br />

all'invenzione letteraria di<br />

Jabotinsky e quanto sia invece<br />

frutto di una semplice citazione<br />

di un reale testo tradizionale.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

ABA YYY


566 Cai cai macarai<br />

vierz i cuars se no ti mazi!<br />

567 Coi coi cocaine<br />

buta fùr chei cuarnessìs<br />

se no cj copi!<br />

568 Quarna quarna bé<br />

macerò la bé,<br />

se no tu cuarnaràs ti mangjerai!<br />

569 Селизень, Селизень, выпучи рога, дам<br />

пирога, гороховика.<br />

Selizen', selizen', vypuchi roga, dam piroga,<br />

gorohovika.<br />

Friulano.<br />

Ravascletto (Udine), Friuli,<br />

Italia.<br />

Friulano.<br />

Paularo (Udine), Friuli,<br />

Italia.<br />

Friulano, dialetto di<br />

Tramonti (Pordenone),<br />

Friuli, Italia.<br />

Russo.<br />

Raccolta nel 1928 a<br />

Belozero, presso<br />

Novgorod.<br />

Lumaca, lumaca, "macarai",<br />

apri le corna, se no ti ammazzo!<br />

Lumaca, lumaca, lumachina,<br />

butta fuori quei cornettini,<br />

se no t'accoppo!<br />

Fai le corna, fai le corna, bestia,<br />

sciocca, la bestia,<br />

se non farai le corna, ti mangerò!<br />

Chiocciola, chiocciola, estrai i corni, ti darò<br />

dolcetti, piselli.<br />

Ignota Andreina Nicoloso<br />

Ciceri, La pagine dai<br />

frus, in “Sot la<br />

Nape”, a. XXIX, n. 1,<br />

pp. 96-99, Societât<br />

filologjche furlane,<br />

Udine, 1977.<br />

Ignota Andreina Nicoloso<br />

Ciceri, La pagine dai<br />

frus, in “Sot la<br />

Nape”, a. XXIX, n. 1,<br />

pp. 96-99, Societât<br />

filologjche furlane,<br />

Udine, 1977.<br />

Ignota Andreina Nicoloso<br />

Ciceri, La pagine dai<br />

frus, in “Sot la<br />

Nape”, a. XXIX, n. 1,<br />

pp. 96-99, Societât<br />

filologjche furlane,<br />

Udine, 1977.<br />

Ignota Fedot Petrovich<br />

Filin, Fedor<br />

Pavlovich<br />

Sorokoletov, Slovar'<br />

russkih narodnyh<br />

govorov: Svjato-<br />

Skimjaga, Bypusk.<br />

(Dizionario delle<br />

parlate nazionali<br />

russe: Svjato-<br />

Skimjaga, Bypusk),<br />

Ed. Nauka, 2003.<br />

Pag. 134.<br />

Per il termine “macarai” vedi la<br />

nota a 482.<br />

Il termine “macerò” è stato<br />

tradotto nell'ipotesi che si tratti di<br />

un'alterazione del consueto<br />

“macarot / macarai” già presente<br />

in altre versioni, ma qui la “c”<br />

risulta sonora.<br />

Per il termine “bé”, ipotizziamo<br />

la traduzione “bestia”, che ci<br />

sembra la più probabile, ma la<br />

questione è da ricontrollare.<br />

A Tramonti, comunque, si parla<br />

anche un peculiare dialetto con<br />

prestiti romanés ed albanesi, in<br />

uso tra i calderai, con<br />

somiglianze con analoghi gerghi<br />

di ramai e calderai presenti nelle<br />

Marche, in Calabria ed in<br />

Sardegna (il gergo “s'arbarescu”<br />

dei ramai di Isili). La fonetica del<br />

luogo, pertanto, potrebbe<br />

differire da quella del normale<br />

friulano.<br />

Del tutto paragonabile ad altre<br />

versioni russe affini. L'abbiamo<br />

differenziata per la precisa<br />

indicazione di provenienza, per il<br />

diverso nomignolo dato alla<br />

chiocciola, e per l'offerta di<br />

piselli.<br />

Sappiamo che si riferisce ad una<br />

chiocciola, perché, accanto a<br />

questa versione, sulla fonte, è<br />

scritto: “Ulitka. Sliznyak, zhivet<br />

na gribakh” (“Chiocciola.<br />

Lumaca, vive sui funghi”).<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


570 Lindorna lindorna,<br />

chatsch' our tas quatter cornas.<br />

Uschigliö pigl üna maneretta<br />

e sfrach aint ta chesetta<br />

(Finale:) (570b)<br />

con taunta fadìa<br />

cha'l luf at porta via.<br />

571 Corno corno buu,<br />

bicia fora quatar corni,<br />

un a mi, un a ti,<br />

un al veciu', un alla vecia<br />

sno te copi allolu allolu.<br />

Romancio.<br />

S-chanf (tranne il finale,<br />

proveniente da Zuoz),<br />

Svizzera romancia,<br />

Svizzera.<br />

Ladino del Comelico.<br />

Comelico, Veneto, Italia.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

caccia fuori le tue quattro corna.<br />

Se no piglio una piccola mannaia<br />

e spacco la tua casetta.<br />

(Finale:) (570b)<br />

con tanto impegno<br />

che il lupo ti porta via.<br />

Corno, corno, bue,<br />

butta fuori quattro corni,<br />

uno a me, uno a te,<br />

uno al vecchio, uno alla vecchia<br />

se no ti ammazzo subito subito.<br />

Ignota. Citata sul Dicziunari<br />

rumantsch grischun,<br />

vol. 11, Società<br />

Retorumantscha,<br />

Bischofberger, 2002.<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Ignota. Citata dalla diretta<br />

tradizione familiare<br />

di una utente di un<br />

gruppo online di<br />

appassionati del<br />

Ladino di Comelico:<br />

http://www.facebook.<br />

com/pages/Ladinodel-<br />

Comelico/21092054<br />

983<br />

(Sito visitato il 22<br />

gennaio 2012)<br />

Vedi 478.<br />

La manera è il tipico attrezzo dei<br />

boscaioli svizzeri, ma anche<br />

friulani e in genere del nord-est<br />

italiano alpino.<br />

Si intende che ci si impegna<br />

talmente tanto a colpire la<br />

conchiglia dell'animale, che alla<br />

fine si formerà un buco così<br />

grande da permettere anche ad<br />

un lupo di entrare e portare via<br />

la chiocciola, cosa che – si<br />

minaccia – accadrà<br />

sicuramente, se l'animale non<br />

obbedirà.<br />

Insolito l'inserimento del motivo<br />

del lupo.<br />

Appaiono molti motivi consueti: il<br />

paragone con il bue, la formula<br />

distributiva, la vecchia, la<br />

minaccia.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


572 Coccoi, coccoi,<br />

'oca sos corros<br />

de santu Matteu,<br />

si no occo a mama tua<br />

e a babbu tou.<br />

Variante (572b): senza il primo verso.<br />

573 Subito dopo un temporale , ragazzi e ragazze<br />

correvano lungo le cunette gridando: ”Essi essi<br />

ciou meu!” Esci esci chiodo mio! Mentre<br />

scrutavano attentamente il terreno con la<br />

speranza di trovare qualche chiodo trasportatovi<br />

dalla pioggia. Se ci riuscivano lo conservavano<br />

come amuleto. Convinzione che risale alla<br />

remota sacralità attribuita al ferro dai popoli<br />

antichi che lo ritenevano fra i più validi mezzi di<br />

difesa. Del resto ancor oggi è universalmente<br />

attuale 'toccare ferro' nell'intento di scaricarvi le<br />

correnti negative.<br />

Sardo logudorese olbiese.<br />

Olbia, Sardegna, Italia.<br />

Italiano. La frase citata è in<br />

sardo logudorese olbiese.<br />

Olbia, Sardegna, Italia.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

mostra le corna<br />

di San Matteo<br />

altrimenti uccido tua madre<br />

e tuo padre.<br />

Assente. Da: Pietrina Moretti,<br />

Olbia,<br />

Testimonianze di<br />

vita, Ed.<br />

Stampacolor, 1992,<br />

pag 49 (dove non<br />

compare il primo<br />

verso).<br />

Grazie a Caterina<br />

Azara per la<br />

segnalazione.<br />

Citata anche sul<br />

Vocabolario Sardo-<br />

Logudorese /<br />

Italiano di Pietro<br />

Casu, alla voce<br />

córru (“corno”) (che<br />

include il primo<br />

verso):<br />

http://vocabolariocas<br />

u.isresardegna.it/defi<br />

nizione.php?<br />

codice=c1822700<br />

http://vocabolariocas<br />

u.isresardegna.it/ind<br />

ex.php?<br />

key=c&int=0&lemmi<br />

=cerca&codice=c18<br />

22700<br />

(Inutile) Assente. Da: Pietrina Moretti,<br />

Olbia,<br />

Testimonianze di<br />

vita, Ed.<br />

Stampacolor, 1992,<br />

pag 49.<br />

Grazie a Caterina<br />

Azara per la<br />

segnalazione.<br />

Ricompare il motivo dei i<br />

genitori, qui fuso col motivo della<br />

minaccia all'animale.<br />

È necessario indagare per<br />

comprendere la connessione<br />

con San Matteo, la cui festa<br />

cade il 21 settembre, in<br />

prossimità dell'equinozio di<br />

autunno.<br />

La ragione più probabile di tale<br />

connessione ci pare però il fatto<br />

che uno dei simboli tradizionali<br />

di San Matteo (dal quale si<br />

riconosce a volte nelle<br />

rappresentazioni artistiche) è la<br />

spada.<br />

Le corna della chiocciola<br />

sarebbero così paragonate a<br />

spade, un po' come in altri<br />

documenti (417, 545) sono<br />

invece paragonati a lance.<br />

Particolare la possibilità di una<br />

connessione tra la forma dei<br />

chiodi e le corna delle lumache,<br />

paragonate a bastoni o a lance<br />

(dunque, in qualche modo, simili<br />

a chiodi). Può essere che<br />

questa invocazione sia il ricordo<br />

di un'altra, legata alla formuletta<br />

della chiocciola? La sacralità<br />

attribuita al metallo è presente<br />

nelle tradizioni folcloriche<br />

europee e ben nota, ed è<br />

analoga a quella attribuita agli<br />

attrezzi in genere, soprattutto a<br />

quelli taglienti (coltelli, asce,<br />

ecc…).<br />

AAA YYY<br />

CAA YNN<br />

(BAA YYY?)


574 Bola bola pupusedda<br />

t'appo a ghjughere a caddu<br />

a Santa Mariedda<br />

a Santa Mariedda pro sa festa<br />

si no ti ponzo a su telarzu.<br />

575 Nani jan, nani,<br />

pozerd hani,<br />

te che qareh<br />

glkhovd ktam.<br />

576 Nani-jan, Nani,<br />

pocherd hani<br />

Te che kari<br />

kloukhd ari.<br />

Sardo logudorese olbiese.<br />

Olbia, Sardegna, Italia.<br />

Armeno,<br />

trascritto in caratteri latini.<br />

Armenia.<br />

Armeno,<br />

trascritto in caratteri latini.<br />

Armenia.<br />

Vola, vola, coccinella,<br />

ti porterò a cavallo<br />

a Santa Mariedda,<br />

a Santa Mariedda per la festa,<br />

altrimenti ti metto al telaio.<br />

Nonna, cara nonna,<br />

mostra alti i tuoi corni,<br />

altrimenti io scaldo una pietra<br />

sopra alla tua testa.<br />

Nonna, cara nonna,<br />

mostra presto i tuoi corni,<br />

altrimenti io lancio una pietra<br />

contro la tua testa.<br />

Assente. Da: Pietrina Moretti,<br />

Olbia,<br />

Testimonianze di<br />

vita, Ed.<br />

Stampacolor, 1992,<br />

pag 49.<br />

Assente, veniva<br />

recitata.<br />

Grazie a Caterina<br />

Azara per la<br />

segnalazione.<br />

Testimonianza<br />

diretta del Prof.<br />

Artsvi Bakhchinyan,<br />

che si ringrazia<br />

molto.<br />

Egli la ricorda<br />

recitata da alcuni<br />

bambini di un<br />

villaggio, quando era<br />

giovane (primi anni<br />

'70).<br />

Ignota. Comunicazione della<br />

Prof.ssa Diana Der-<br />

Hovanessian, che si<br />

ringrazia molto.<br />

La desume da una<br />

testimonianza di Yuri<br />

Sahagyan, che ha<br />

poi rielaborato il<br />

motivo nelle proprie<br />

poesie (di cui ella è<br />

traduttrice in<br />

inglese).<br />

Una delle innumerevoli<br />

filastrocche sulla coccinella. Le<br />

filastrocche su questo animale<br />

sono le più diffuse insieme a<br />

quelle sulla chiocciola.<br />

Qui il motivo della “vecchia” si<br />

fonde con l'invocazione iniziale<br />

alla chiocciola.<br />

Secondo la testimonianza, la<br />

filastrocca veniva recitata<br />

“tenendo una chiocciola sul<br />

palmo della mano”.<br />

Riteniamo molto significativa ed<br />

importante la menzione della<br />

minaccia di “scaldare una<br />

pietra”, un procedimento usato<br />

in diverse parti d'Europa per<br />

indurre la chiocciola ad uscire<br />

dalla propria conchiglia,<br />

menzionato in altre versioni<br />

(415, 503; in parecchie altre la si<br />

pone vicino a del carbone o si<br />

accende un fuoco). Tale usanza<br />

doveva essere di origine<br />

piuttosto antica.<br />

Il nostro informatore aggiunge<br />

l'interessante informazione che,<br />

in alcuni dialetti armeni, la<br />

chiocciola è chiamata con la<br />

parola ana khanum (“signora<br />

madre”). Tale parola è di chiara<br />

origine turca, ma in Turchia non<br />

è usata per designare la<br />

chiocciola.<br />

Qui il motivo della “vecchia” si<br />

fonde con l'invocazione iniziale<br />

alla chiocciola.<br />

Il lancio di una pietra accomuna<br />

questa versione a diverse altre,<br />

(380, 488, 533) e ciò è<br />

significativo.<br />

0AA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


577 Le lumache, in alcune parti del Bangladesh,<br />

vengono tradizionalmente mangiate, con la<br />

credenza che il loro consumo faccia bene alla<br />

vista.<br />

578 Nella medicina popolare dei Paesi europei, in<br />

particolare di quelli di lingua tedesca, i concetti di<br />

chiocciola e conchiglia sono anche perifrasi per i<br />

genitali femminili;<br />

Si pensa anche che chi afferra o tormenta una<br />

chiocciola per le corna si ammalerà.<br />

579 Calimaçon, montère tes cônes,<br />

ou bien ton père et ta mère s'en vont veni',<br />

do un grand coutiau d'bois pur te couper le keu<br />

(= cou).<br />

580 Calimaçon borgne,<br />

montère tes cornes.<br />

581 Calimaçon, calimaçon, montère tes cônes,<br />

Je te dirai où sont ton père et ta mère;<br />

I' sont dans le bois des Fosses.<br />

Inglese.<br />

La testimonianza si<br />

riferisce ad un'abitante del<br />

villaggio di Headman Para,<br />

Bangladesh, presso<br />

Chittagong.<br />

Originariamente, tedesco.<br />

Abbiamo riassunto<br />

fortemente il senso del<br />

testo.<br />

La fonte si riferisce<br />

soprattutto ai Paesi di<br />

lingua tedesca.<br />

Francese dialettale.<br />

Haute-Bretagne, Francia.<br />

Francese dialettale.<br />

Haute-Bretagne, Francia.<br />

Francese dialettale.<br />

Haute-Bretagne, Francia.<br />

(Inutile) Assente Synthesis Report -<br />

A compilation of<br />

country research<br />

studies -<br />

Globalisation and<br />

mountain farmers:<br />

Tapping<br />

opportunities and<br />

mitigating threats<br />

a cura di Shafqat<br />

Munir Kamalesh<br />

Adhikari<br />

visibile su:<br />

http://www.sawtee.or<br />

g/publications/Book-<br />

3.pdf<br />

(Sito visitato il 28<br />

gennaio 2012)<br />

(Inutile) Assente Ida Pohl-<br />

Sennhauser,<br />

Rattenschwanz und<br />

Schneckenschleim:<br />

Aberglaube oder<br />

vergessene<br />

Volksmedizin,<br />

Böhlau Verlag,<br />

Wien, pag. 32.<br />

Chiocciola, mostra le tue corna,<br />

altrimenti tuo padre e tua madre se ne<br />

vogliono venire,<br />

con un grande coltello di legno per tagliarti il<br />

collo.<br />

Chiocciola orba,<br />

mostra le tue corna.<br />

Chiocciola, mostra le tue corna,<br />

io ti dirò dove sono tuo padre e tua madre;<br />

sono nel bosco delle Fosse.<br />

Ignota Paul Sebillot,<br />

Littérature orale de<br />

la Haute-Bretagne.<br />

Maisonneuve et<br />

C.ie, Paris, 1881.<br />

Ignota. Paul Sebillot,<br />

Littérature orale de<br />

la Haute-Bretagne.<br />

Maisonneuve et<br />

C.ie, Paris, 1881.<br />

Ignota. Paul Sebillot,<br />

Littérature orale de<br />

la Haute-Bretagne.<br />

Maisonneuve et<br />

C.ie, Paris, 1881.<br />

Entrambe le credenze si rifanno<br />

ad idee già riscontrate nel corso<br />

di questa ricerca.<br />

Ritorna il coltello di legno (103,<br />

364). Il motivo dei genitori è qui<br />

fuso con quello del punitore.<br />

Sul termine “borgne”, ricorrente<br />

in molte versioni, vedi nota alla<br />

v. 98.<br />

Versione ridotta al minimo.<br />

Il termine “bosco delle Fosse” (la<br />

maiuscola è nell'originale)<br />

sembra indicare un luogo<br />

preciso. Qui il termine “fosso,<br />

fossa” entra perciò a far parte di<br />

un toponimo. Esso era presente<br />

nel significato comune nelle<br />

affini versioni francesi 127, 156,<br />

350, 353, 355 ed anche nelle<br />

versioni italiane 263 e 266.<br />

CAB YNN<br />

CAB YNN<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


582 Lumaca, lumachina,<br />

tira fuori la tua cornina,<br />

altrimenti vado in officina,<br />

e te la taglio con la mia seghina!<br />

583 Lümaga, lümaghin,<br />

cascia fòra i còrni,<br />

se nò a vegn ura bobò<br />

e la t taia via ur cò.<br />

584 Lumaga lumaghin<br />

buta fœra i to' cornin,<br />

se t' j buti miga fœra<br />

at taiaró la patajœla.<br />

Italiano.<br />

Italia settentrionale,<br />

probabilmente Piemonte.<br />

Dialetto lombardo-ticinese.<br />

Svizzera italiana.<br />

Lombardo meridionale.<br />

Lombardia, Italia.<br />

(Inutile) Assente. Citata come ricordo<br />

autobiografico in:<br />

Giampaolo Pansa,<br />

Ti condurrò fuori<br />

dalla notte, Sperling<br />

& Kupfer, 1998.<br />

L'Autore è<br />

piemontese.<br />

Lumaca, lumachina,<br />

caccia fuori i corni,<br />

se no verrà il Bobò<br />

e ti taglia via il collo.<br />

Lumaca, lumachina,<br />

butta fuori i tuoi cornini,<br />

se tu non li butti fuori<br />

ti taglierò la gonnellina.<br />

Ignota. Federico Spiess,<br />

Vocabolario dei<br />

dialetti della<br />

Svizzera italiana,<br />

Volume 2,Parte 21,<br />

Tip. La<br />

Commerciale, 1971.<br />

http://books.google.it<br />

/books?<br />

id=EBldAAAAMAAJ<br />

&q=lumaca<br />

%20lumachina&dq=l<br />

umaca<br />

%20lumachina&hl=it<br />

&sa=X&ei=PzklTmmOYzsOa3Il<strong>LA</strong>I&v<br />

ed=0CFEQ6AEwBT<br />

gK<br />

(Sito visitato il 29<br />

gennaio 2012).<br />

Ignota. Giuseppe Pitrè,<br />

Salvatore<br />

Salomone-Marino,<br />

Archivio per lo<br />

studio delle<br />

tradizioni popolari,<br />

Volumi 18-19, L.P.<br />

Lauriel, 1899.<br />

http://books.google.it<br />

/books?<br />

id=jG8AAAAAMAAJ<br />

&q=lumaghin&dq=lu<br />

maghin&hl=it&sa=X<br />

&ei=kjslT5vLOIH24<br />

QTn7Ln5DA&ved=0<br />

CFYQ6AEwBw<br />

(Sito visitato il 29<br />

gennaio 2012).<br />

Versione evidentemente<br />

moderna.<br />

Praticamente identica a 126,<br />

registrata in un vicino territorio<br />

italiano, ed a 279 (che pure si<br />

trova anche in Svizzera), 333.<br />

“Vegn ura” è scritto separato<br />

nella fonte, col senso letterale di<br />

“viene fuori”.<br />

ABA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


585 Chiocciola, chiocciola, vien da me;<br />

ti darò i' pan d' i re;<br />

e dell'ova affrittellate,<br />

carni secche e bucherate.<br />

586 Grogu, grogu<br />

oges sos corros<br />

si no ti occo<br />

si no t'impicco.<br />

587 Vacacorru, vacacorru<br />

boca sos corros<br />

ca si nono t'amazzo<br />

chi sa lepuzedda.<br />

Toscano.<br />

Toscana, Italia.<br />

Sardo logudorese.<br />

Bolotana (Nuoro).<br />

Sardegna, Italia.<br />

Sardo.<br />

Orani (Nuoro).<br />

Sardegna, Italia.<br />

Chiocciola, chiocciola, vieni a me;<br />

ti darò il pane dei re;<br />

e delle uova fritte,<br />

carni secche e condite con il bùcchero.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori le corna<br />

sennò ti uccido,<br />

sennò ti impicco.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori le corna<br />

ché sennò ti ammazzo<br />

con il coltellino.<br />

Ignota. L. Molinaro Del<br />

Chiaro: Giuochi<br />

fanciulleschi<br />

napoletani, in<br />

"Giambattista<br />

Basile"<br />

Archivio di<br />

letteratura popolare<br />

Napoli, anno III,<br />

1885, pagg. 38-39.<br />

Ignota. Mario Atzori, Giulio<br />

Paulis, Antologia<br />

delle tradizioni di<br />

Sardegna, vol. II,<br />

pag 1235, C. Delfino<br />

Editore, 2005.<br />

Ignota. Mario Atzori, Giulio<br />

Paulis, Antologia<br />

delle tradizioni di<br />

Sardegna, vol. II,<br />

pag 1235, C. Delfino<br />

Editore, 2005.<br />

L'inizio è strettamente affine ad<br />

una nota filastrocca sulla<br />

lucciola diffusa in Italia centrosettentrionale.<br />

“Bucherate” significa “condite<br />

con il bùcchero”. Era, questo, un<br />

tipo di ceramica scura, sottile e<br />

fragile, di antica origine, che fino<br />

a non molto tempo fa veniva<br />

spesso pestata, ridotta<br />

finemente in polvere e poi<br />

mescolata ai cibi per dar loro un<br />

particolare sapore. Veniva cioè<br />

usata come condimento.<br />

Si veda:<br />

http://www.casartusi.it/web/casa<br />

_artusi/visualizza_ricetta?<br />

p_p_id=56_INSTANCE_7bOy&p<br />

_p_action=0&p_p_state=normal<br />

&p_p_mode=view&_56_INSTAN<br />

CE_7bOy_struts_action=<br />

%2Fjournal_content<br />

%2Fview&groupId=1005&article<br />

Id=R659&groupId=1065<br />

ed anche:<br />

http://books.google.it/books?<br />

id=cwEOAQAAIAAJ&pg=RA2-<br />

PA57&lpg=RA2-<br />

PA57&dq=bucchero+condiment<br />

o&source=bl&ots=3cTg4B4Aaj&<br />

sig=SJvw6TTxCzgvIVEJd_vIVtx<br />

wENA&hl=it&sa=X&ei=LpQmT5<br />

mfAan54QTGp7j6DA&ved=0CE<br />

oQ6AEwBw#v=onepage&q=buc<br />

chero%20condimento&f=false<br />

(Siti visitati il 30 gennaio 2012)<br />

La doppia minaccia di uccidere<br />

ed anche impiccare (o<br />

appendere) era presente in 292,<br />

a Scano Montiferru.<br />

Molto affine alla 205 di Nuoro e<br />

Silanus.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


588 Oca sos correddos<br />

de babu tou<br />

e de mama tua<br />

si no t'isconco<br />

chin sa lepuzzedda.<br />

589 Snail! Snail! Show me your horns,<br />

put out your eyes,<br />

to see the skies,<br />

while 'tis daylight,<br />

before the dark night.<br />

Snail! Snail! Withdraw thy horns,<br />

Let not thine eyes<br />

behold the skies,<br />

let darkness reign<br />

in thy domain.<br />

Sardo.<br />

Bitti (Nuoro).<br />

Sardegna, Italia.<br />

Inglese.<br />

New York City, Stati Uniti.<br />

Tira fuori i cornetti<br />

di tuo babbo<br />

e di tua mamma<br />

sennò ti decapito<br />

con il coltellino.<br />

Chiocciola! Chiocciola! Mostrami le corna,<br />

tira fuori i tuoi occhi,<br />

per vedere i cieli,<br />

finché c'è la luce del giorno,<br />

prima che venga l'oscura notte.<br />

Chiocciola! Chiocciola! Ritira le tue corna,<br />

non lasciare che i tuoi occhi<br />

fissino i cieli,<br />

che l'oscurità regni<br />

nel tuo dominio.<br />

Ignota. Mario Atzori, Giulio<br />

Paulis, Antologia<br />

delle tradizioni di<br />

Sardegna, vol. II,<br />

pag 1235, C. Delfino<br />

Editore, 2005.<br />

The Student: A<br />

Family Miscellany<br />

and Monthly School-<br />

Reader, N. A.<br />

Calkins, Editor.<br />

Volumes VII and<br />

VIII. New York,<br />

1854.<br />

Affine alla precedente, ma qui si<br />

specifica che si sta minacciando<br />

di decapitare l'animale e sono<br />

menzionati i genitori.<br />

Si tratta indubbiamente di un<br />

testo letterario, d'autore,<br />

composto recentemente e non<br />

tradizionale. Lo si comprende<br />

dal linguaggio, e dall'assenza<br />

quasi totale di legami con i<br />

motivi tradizionalmente legati<br />

alla nostra filastrocca. Non a<br />

caso, infatti, è l'unico caso in cui<br />

sia presente una seconda strofa<br />

in cui si chiede all'animale di<br />

ritrarre le corna dopo averle<br />

estratte, cosa totalmente<br />

estranea ad ogni significato e<br />

funzione tradizionale delle<br />

filastrocca in questione.<br />

Il testo appare pubblicato<br />

nell'ambito di un raccontino<br />

pedagogico per bambini, in cui<br />

una bambina recita la prima<br />

strofa, credendo che la<br />

chiocciola estragga i “corni”<br />

perché la sta ascoltando,<br />

mentre, poco dopo, una<br />

seconda bambina le dimostra<br />

che sta sbagliando e che la<br />

chiocciola non ascolta affatto gli<br />

ordini umani, e lo fa recitando la<br />

seconda strofa e<br />

contemporaneamente gettando<br />

acqua sull'animale, il quale,<br />

gradendo l'umidità, estrae le<br />

“corna”, malgrado la richiesta<br />

proferita sia invece quella di<br />

ritrarle.<br />

AAA YYY<br />

BCB NNN


590 Улитка, улитка,<br />

Высунь рога,<br />

Дам тебе, улитка,<br />

Кусок пирога!<br />

Ползи по дорожке,<br />

Дам тебе лепёшки.<br />

Ulitka, ulitka,<br />

Vysun' roga,<br />

Dam tebe, ulitka,<br />

Kusok piroga!<br />

Polzi po dorozhke,<br />

Dam tebe lepëshki.<br />

Russo.<br />

Zona non specificata,<br />

Russia.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori le tue corna,<br />

ti darò, o chiocciola,<br />

un pezzo di dolce!<br />

Striscia lungo il sentiero,<br />

ti darò dolcetti.<br />

Ignota. http://www.russischfuerkinder.de/de_start/g<br />

edichte/lesetexte.ph<br />

p?<br />

lesen=poteshki_sakli<br />

chki<br />

(Sito visitato il 2<br />

marzo 2012)<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Analoga ad altre versioni russe<br />

(147, 209) ed ucraine (223).<br />

Sarebbe interessante<br />

comprendere se l'espressione<br />

“striscia lungo il sentiero”,<br />

analoga all'espressione ucraina<br />

“mettiti sulla strada” della<br />

versione 223, significhi<br />

semplicemente “avviati ad uscire<br />

dalla tua conchiglia”, oppure<br />

abbia il significato di “muoviti,<br />

sbrigati”, o ancora vada<br />

interpretata come un invito a<br />

percorrere un percorso ben<br />

preciso, come una canalina<br />

tracciata apposta per l'animale<br />

(cosa possibile: secondo diversi<br />

studiosi, le canaline di molte<br />

coppelle preistoriche sarebbero<br />

state scavate anche per<br />

effettuare rituali con piccoli<br />

animali).<br />

AAA YYY


591 слизень-близень<br />

выпусти рога,<br />

дам пирога и кувшин молока.<br />

как не выкажешь рога,<br />

пестом зашибу,<br />

в острог посажу.<br />

Slizen'-blizen'<br />

vypusti roga,<br />

dam piroga i kuvshin moloka.<br />

kak ne vykazhesh' roga,<br />

pestom zashibu,<br />

v ostrog posazhu.<br />

Russo.<br />

Vesegonsk, oblast' di Tver,<br />

Russia<br />

(Russia nord-occidentale).<br />

Raccolta nel 1927.<br />

Bavosa lumaca,<br />

tira fuori i corni,<br />

ti darò un dolce e una brocca di latte.<br />

Se non tirerai fuori i corni,<br />

ti ferirò col pestello,<br />

ti metterò in prigione.<br />

Ignota. Feodor Sergeevich<br />

Kapitsa, T.<br />

M.Koljadich,<br />

Russkiy detskiy<br />

fol'klor: uchebnoye<br />

posobiye dlya<br />

studentov vuzov<br />

(“Folklore infantile<br />

russo: manuale per<br />

gli studenti delle<br />

scuole superiori”),<br />

Flinta (Флинта),<br />

2002.<br />

http://books.google.it<br />

/books?<br />

id=IA8MAAAAYAAJ<br />

&q=Другой<br />

%20вариант<br />

%20был<br />

%20записан%20в<br />

%20Тверской&dq=<br />

Другой%20вариант<br />

%20был<br />

%20записан%20в<br />

%20Тверской&hl=it<br />

&sa=X&ei=GiBMT6<br />

X-<br />

IsfVsgaSnJi0Dw&ve<br />

d=0CDIQ6AEwAA<br />

(Sito visitato il 2<br />

marzo 2012)<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Presente anche su:<br />

http://snailscity.ru/sn<br />

ailscity/index.php/20<br />

08-09-17-13-59-<br />

42/45-2008-09-16-<br />

10-28-11<br />

(sito visitato il 4<br />

marzo 2012)<br />

Ricompaiono qui il tema della<br />

prigione ed il tema del ferimento,<br />

presenti anche in diverse<br />

versioni dell'Europa occidentale.<br />

“Slizen'-blizen' “ è un termine<br />

che significa “lumaca”. La sua<br />

seconda parte è un'iterazione<br />

alterata della prima, com'è tipico<br />

dei linguaggi infantili e come<br />

abbiamo già osservato in altre<br />

varianti della nostra filastrocca;<br />

la prima parte (“slizen' “) è un<br />

termine che già viene adoperato<br />

da solo con il significato di<br />

“lumaca”, e deriva da una radice<br />

che significa “muco”.<br />

Questa sembrerebbe l'unica<br />

versione russa finora reperita in<br />

cui è presente la minaccia di<br />

punire la chiocciola.<br />

Rappresenta dunque un<br />

documento di una certa<br />

importanza. Ciò potrebbe<br />

comunque essere dovuto ad<br />

una possibile influenza<br />

Careliana (o Vepsa) (la minaccia<br />

di nuocere alla chiocciola<br />

sembra infatti molto più diffusa<br />

tra i popoli ugro-finnici uralici<br />

che tra i russi).<br />

La seconda fonte ci informa che<br />

“il canto viene ripetuto finché la<br />

lumaca non si sporge fuori dalla<br />

propria conchiglia”.<br />

AAA YYY


592 улитка, улитка,<br />

выпусти рога!<br />

дам пирога,<br />

масленого<br />

перемасленного!<br />

Ulitka, ulitka,<br />

vypusti roga!<br />

dam piroga,<br />

maslenogo<br />

peremaslennogo!<br />

593 катушка-матушка,<br />

покажи рога!<br />

дам кружку молока<br />

и краюшку пирога!<br />

Katushka-matushka,<br />

pokazhi roga!<br />

dam kruzhku moloka<br />

i krayushku piroga!<br />

Russo.<br />

Area non precisata,<br />

Russia.<br />

Russo.<br />

Area non precisata,<br />

Russia.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori i corni!<br />

Ti darò un dolce,<br />

imburrato,<br />

re-imburrato!<br />

Spiralina-mammina,<br />

mostra i corni!<br />

Ti darò un boccale di latte<br />

e una crosta di dolce!<br />

Ignota. Luchschiye,<br />

podvizhnyye i<br />

logicheskiye igry<br />

(“Perchè”, giochi<br />

logici e motòri) (un<br />

testo di pedagogia<br />

per bambini da tre a<br />

sei anni), ed. RIPOL<br />

Classic, 2008.<br />

http://books.google.it<br />

/books?id=ht-<br />

W7waIHUQC&pg=P<br />

A20&dq=улитка<br />

%20улитка&hl=it&s<br />

a=X&ei=iiRMTj7NsyGswaO0uHID<br />

w&ved=0CE4Q6AE<br />

wBjgK#v=onepage&<br />

q=улитка<br />

%20улитка&f=false<br />

(Sito visitato il 2<br />

marzo 2012)<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Ignota. Luchschiye,<br />

podvizhnyye i<br />

logicheskiye igry<br />

(“Perchè”, giochi<br />

logici e motòri) (un<br />

testo di pedagogia<br />

per bambini da tre a<br />

sei anni), ed. RIPOL<br />

Classic, 2008.<br />

http://books.google.it<br />

/books?id=ht-<br />

W7waIHUQC&pg=P<br />

A20&dq=улитка<br />

%20улитка&hl=it&s<br />

a=X&ei=iiRMTj7NsyGswaO0uHID<br />

w&ved=0CE4Q6AE<br />

wBjgK#v=onepage&<br />

q=улитка<br />

%20улитка&f=false<br />

(Sito visitato il 2<br />

marzo 2012)<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Abbiamo tradotto con “spiralina”<br />

l'espressione “katushka”, a<br />

causa del collegamento con un<br />

termine che significa “gomitolo,<br />

rotolo, avvolgimento (a spirale)”,<br />

probabilmente riferito alla forma<br />

a spirale della conchiglia<br />

dell'animale.<br />

L'uso dei termini “paparino” e<br />

“mammina” come vezzeggiativi,<br />

senza alcun riferimento diretto<br />

all'idea di genitore, è comune in<br />

russo.<br />

ABA YYY<br />

ABA YYY


594 улитка, улитка,<br />

высунь рожки!<br />

дадим лепёшки,<br />

свиные ножки,<br />

каши горшок,<br />

хлеба ворошок!<br />

Ulitka, ulitka,<br />

vysun rozhki!<br />

dadim lepëshki,<br />

svinyye nozhki,<br />

kashi gorshok,<br />

khleba voroshok!<br />

595 Плитка- улитка,<br />

вытяни рога,<br />

дам тебе пирога;<br />

плитка-улитки<br />

на капусте бывают.<br />

Plitka- ulitka,<br />

vytyani roga,<br />

dam tebe piroga;<br />

plitka-ulitki<br />

na kapuste byvayut.<br />

Russo.<br />

Area non precisata,<br />

Russia.<br />

Russo.<br />

Buj, Russia europea.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

tira fuori i tuoi cornini!<br />

Ti diamo dolcetti,<br />

prosciutti,<br />

una pentola di zuppa,<br />

un mucchio di pane!<br />

Chiocciola-stufa,<br />

estendi i corni,<br />

ti darò un dolce;<br />

chiocciola-stufa,<br />

vieni sul cavolo.<br />

Ignota. O. L. Stefanova,<br />

Grande libro per la<br />

lettura nella scuola<br />

materna, 2007, p.<br />

17.<br />

Presente anche su:<br />

http://lel.khv.ru/poem<br />

s/resultik1.phtml?<br />

ctg=20<br />

(sito visitato il 4<br />

marzo 2012)<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Ignota. Dalla pubblicazione<br />

“живая стаина”,<br />

Ministero della<br />

Cultura della<br />

Federazione Russa,<br />

The Republican<br />

Center of Russian<br />

folklore, 2004.<br />

http://books.google.it<br />

/books?<br />

id=2CDaAAAAMAAJ<br />

&q=улитка<br />

%20рифмовать&dq<br />

=улитка<br />

%20рифмовать&hl=<br />

it&sa=X&ei=TDNMT<br />

_pIKPQ4QTJs9nZAg<br />

&ved=0CDgQ6AEw<br />

AQ<br />

(sito visitato il 2<br />

marzo 2012)<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

“Plitka” è un termine che, tra<br />

l'altro, può pure significare<br />

“stufa” (nel senso dell'apparato<br />

che, bruciando al suo interno,<br />

riscalda la casa) o anche<br />

“piastrella”. Potrebbe essere<br />

stato scelto semplicemente<br />

come raddoppio fonetico in<br />

assonanza con “ulitka”<br />

fenomeno riscontrato in diverse<br />

altre versioni. Ci sembra l'ipotesi<br />

più plausibile.<br />

Ipotesi differenti dovrebbero<br />

invece postulare una qualche<br />

somiglianza tra la chiocciola ed<br />

una stufa (il che ci pare<br />

improbabile), oppure il<br />

riferimento ad una situazione in<br />

cui l'animale viene posto vicino<br />

ad un fuoco o a qualcosa di<br />

caldo (cosa che, invece, non è<br />

affatto impossibile, dato che una<br />

simile usanza è ben comprovata<br />

da molte altre varianti trovate in<br />

questa ricerca).<br />

ABA YYY<br />

AAA YYY


596 Kiloi-kaloi – lehtesel,<br />

čirvoi-karvoi – heinäižel,<br />

Lizoi-lazoi – senel,<br />

Rogoi – senel penel.<br />

Se-žo nimi – edenoi.<br />

Edenoi sä, mödenoi,<br />

Ozuta-ške sarved,<br />

Anda joda maidod.<br />

Edenoi-se peitihe,<br />

Vaiše sidä nähtihe.<br />

597 Ekem-tekem,<br />

chygar megezets,<br />

tekerek birem.<br />

Chygar megezets,<br />

kokri birem,<br />

tèti kašyk birem,<br />

mjly botka birèm.<br />

Vepso.<br />

I Vepsi sono una<br />

minoranza linguistica<br />

ugrofinnica, presente<br />

soprattutto nella parte<br />

nord-occidentale della<br />

Federazione Russa<br />

(approssimativamente tra<br />

la Carelia e l'Ingria).<br />

Tataro.<br />

Tatarstan, Federazione<br />

Russa.<br />

Lumaca su un foglio,<br />

lumaca su un filo d'erba,<br />

lumaca su un fungo,<br />

lumaca su un funghetto.<br />

Lo stesso nome - una lumaca,<br />

Tu, lumaca, lumaca,<br />

fammi vedere le cornine,<br />

dammi da bere latte.<br />

Ma la lumaca si nascose.<br />

Ed in un attimo era sparita.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

mostra le tue corna,<br />

ti darò uno sputo.<br />

Mostra le tue corna,<br />

ti darò un pezzo di torta,<br />

ti darò un cucchiaio rosso,<br />

ti darò una zuppa col burro.<br />

Assente. Poesia d'autore.<br />

Testo composto<br />

dalla poetessa russa<br />

di lingua vepsa<br />

Alevtina Andreeva.<br />

Tratto da un articolo<br />

di Armas Mishin,<br />

presente a questo<br />

link:<br />

http://vepsia.ru/mod<br />

_culture/mc_liter.php<br />

(Sito visitato il 2<br />

marzo 2012)<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Ignota. Rif Mirhabulovic<br />

Mukhamedzyanov,<br />

Specifika tatarskih<br />

fol’klornyh žanrov<br />

[La specificità dei<br />

generi del folklore<br />

tataro], Baškirskij<br />

gosuniversitet, 1989.<br />

http://books.google.it<br />

/books?<br />

id=wvQsAAAAMAAJ<br />

&dq=editions:CSgKr<br />

mTI9xIC&hl=it<br />

(Sito visitato il 2<br />

marzo 2012)<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Testo letterario, che potrebbe<br />

forse anche attestare la<br />

possibile presenza della nostra<br />

formuletta tra i Vepsi, ma che<br />

pare troppo letterario per poter<br />

servire come documentazione<br />

per la nostra ricerca.<br />

In ogni caso, il motivo del latte è<br />

presente anche in alcune<br />

versioni russe. È interessante il<br />

fatto che nella lingua vepsa<br />

sembrano essere presenti molti<br />

diversi nomi per indicare la<br />

lumaca.<br />

I Tatari, spesso impropriamente<br />

chiamati “Tartari”, sono un<br />

variegato complesso di gruppi<br />

etnici, linguisticamente di ceppo<br />

turcico, dislocati in<br />

numerosissime località sia<br />

all'interno della Federazione<br />

Russa, sia in altri luoghi (ad<br />

esempio in Lituania, Polonia e<br />

Romania). Il maggior gruppo<br />

risiede nello stato che porta il<br />

loro nome, il Tatarstan,<br />

all'interno della Federazione<br />

Russa.<br />

L'idea di donare uno “sputo”, a<br />

prima vista strana, appare più<br />

sensata se si osserva che la<br />

radice di “sputo, bava” (tek)<br />

appare nel nome stesso della<br />

chiocciola in Tataro, adoperato<br />

all'inizio di questa versione<br />

(tekerek=sputo, ekemtekem=chiocciola,<br />

lumaca<br />

bavosa). Si tratta quindi di<br />

“donare” qualcosa che fa parte<br />

della natura stessa dell'animale,<br />

del suo mondo.<br />

BCA NYN<br />

AAA YYY


598 Ҡусҡар, ҡусҡар, мөгөҙөңдө сығар.<br />

(Trascrizione in base al sistema ISO 9):<br />

Ǩusǩar, ǩusǩar, môgôz̦ ôndô syġar.<br />

599 Биё-биё, сюрдэ поты,<br />

Нд ке потты — коркадэ сḰро.<br />

Bië-bië, sjurdè poty,<br />

Nd kje potty – korkadè skhro.<br />

600 Куалялюли, куалялюли<br />

(клялюля; кальы- ульы; краули),<br />

Синдэ-пельдэ усьты (ворса).<br />

Kualyalyuli, kualyalyuli<br />

(klyalyulya; kal'y- ul'y; krauli),<br />

Sinde-pel'de us'ty (vorsa).<br />

Bashkiro.<br />

Bashkhortostan,<br />

Federazione Russa.<br />

Udmurto.<br />

Udmurtia, Federazione<br />

Russa.<br />

Udmurto.<br />

Udmurtia, Federazione<br />

Russa.<br />

Lumaca, lumaca, tira fuori le corna. Ignota. Dallo studio di F. G.<br />

Hisamitdinova,<br />

Mifologičeskij slovar’<br />

baškirskogo jazyka<br />

(vocabolario<br />

mitologico della<br />

lingua baschira), al<br />

link:<br />

Chiocciola, chiocciola, tira fuori le corna.<br />

Se non lo fai, io romperò la tua casa.<br />

Chiocciola, chiocciola<br />

(seguono altri nomi dialettali della<br />

chiocciola)<br />

apri (chiudi) gli occhi – le orecchie.<br />

http://rudocs.exdat.c<br />

om/docs/index-<br />

56661.html?<br />

page=17<br />

(Sito visitato il 3<br />

marzo 2012)<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Ignota. Da un sito udmurto<br />

dedicato alle<br />

filastrocche udmurte<br />

tradizionali:<br />

http://www.udmrbdu.<br />

ru/page157.html<br />

(Sito visitato il 3<br />

marzo 2012)<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Ignota. Da un sito udmurto<br />

dedicato alle<br />

filastrocche udmurte<br />

tradizionali:<br />

http://www.udmrbdu.<br />

ru/page157.html<br />

(Sito visitato il 3<br />

marzo 2012)<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

La versione più semplice è<br />

presente dunque anche presso i<br />

Bashkiri, un popolo<br />

appartenente alla famiglia<br />

linguistica turcica.<br />

Questo motivo è molto presente<br />

in Europa occidentale. Esso è<br />

presente infatti nelle versioni<br />

131 (Germania), 136<br />

(Germania), 137 (Germania),<br />

172 (Francia), 187 (Occitania),<br />

197 (Lussemburgo), 230<br />

(Olanda), 245 (Olanda), 278<br />

(Svizzera italiana, Canton<br />

Ticino), 345 (Francia), 380<br />

(Germania), 381 (Frisone), 411<br />

(Sappada, germanico<br />

sappadino), 416 (Austria), 421<br />

(Austria), 478 (Svizzera<br />

romancia), 547 e 549<br />

(Occitania). La causa della<br />

presenza di questo motivo tra gli<br />

Udmurti sarebbe davvero molto<br />

interessante da indagare.<br />

“Chiudi” invece di “apri” ed<br />

“orecchie” invece di “occhi”<br />

vanno probabilmente intese<br />

come varianti della stessa<br />

formuletta (così come gli altri<br />

nomi della chiocciola sono citati<br />

come possibili alternative al<br />

nome menzionato inizialmente).<br />

Le “corna” della chiocciola<br />

possono effettivamente essere<br />

prese per le sue “orecchie”, ma<br />

sono in realtà veramente i suoi<br />

occhi.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


601 Куалялюльы, куалялюльы,<br />

Синдэ-пельдэ усьты,<br />

Азьдэ-бердэ учкы.<br />

Kualyalyul'y, kualyalyul'y,<br />

Sinde-pel'de us'ty,<br />

Az'de-berde uchky.<br />

602 Пелес, пелес,<br />

Така сюрдэ потты.<br />

Peles, peles,<br />

Taka syurde potty.<br />

603 Сюкись така, сюрдэ потты,<br />

Нд ке потты Ц кушто,<br />

Каме кушто.<br />

Syukis' taka, syurde potty,<br />

Nd ke potty – kushto,<br />

Kame kushto.<br />

Udmurto.<br />

Udmurtia, Federazione<br />

Russa.<br />

Udmurto.<br />

Udmurtia, Federazione<br />

Russa.<br />

Udmurto.<br />

Udmurtia, Federazione<br />

Russa.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

apri gli occhi – le orecchie,<br />

guarda avanti – indietro.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

fai uscire le corna (da ariete).<br />

Chiocciola, fai uscire le corna.<br />

Se non le fai uscire – ti butto,<br />

nel fiume Kama ti butto.<br />

Ignota. Da un sito udmurto<br />

dedicato alle<br />

filastrocche udmurte<br />

tradizionali:<br />

http://www.udmrbdu.<br />

ru/page157.html<br />

(Sito visitato il 3<br />

marzo 2012)<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Ignota. Da un sito udmurto<br />

dedicato alle<br />

filastrocche udmurte<br />

tradizionali:<br />

http://www.udmrbdu.<br />

ru/page157.html<br />

(Sito visitato il 3<br />

marzo 2012)<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Ignota. Da un sito udmurto<br />

dedicato alle<br />

filastrocche udmurte<br />

tradizionali:<br />

http://www.udmrbdu.<br />

ru/page157.html<br />

(Sito visitato il 3<br />

marzo 2012)<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Il motivo “avanti – indietro” può<br />

essere inteso come<br />

un'alternativa tra due varianti,<br />

oppure può ricordare diversi altri<br />

elementi riscontrati in questa<br />

ricerca: l' “ondeggia il collo” della<br />

versione sarda 203, il “dietro e<br />

davanti” della versione olandese<br />

231, l'opposizione “da quella<br />

parte – da questa parte” nella<br />

canzone delle Hawaii al n. 480,<br />

il “Tiggel-Täggel” del n. 487<br />

(Svizzera tedesca).<br />

La versione più semplice.<br />

L'eventuale paragone con un<br />

ariete non è cosa certa, perché<br />

per la traduzione siamo passati<br />

attraverso una traduzione<br />

intermedia in russo.<br />

Del tutto analoga alle versioni<br />

lombarde 388 e 393, a quella<br />

slovena 397 ed a quelle gallesi<br />

253, 254 e 255. In tutte queste<br />

versioni l'animale viene gettato<br />

nell'acqua in un fiume, lago,<br />

mare o bacino.<br />

Il gesto di buttare l'animale da<br />

qualche parte è poi presente in<br />

molte altre versioni europee.<br />

Considerando le versioni<br />

udmurte, è interessante il fatto<br />

che in lingua udmurta esistano<br />

molti nomi per indicare le<br />

lumache o le chiocciole.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


604 акач-тукач, сюрдэ потты.<br />

Akach-tukach, syurde potty.<br />

605 Улитка, улитка,<br />

Высунь рога,<br />

дам Кусок пирога<br />

да кувшин молока.<br />

Ulitka, ulitka,<br />

vysun' roga,<br />

dam Kusok piroga<br />

da kuvshin moloka.<br />

Udmurto.<br />

Udmurtia, Federazione<br />

Russa.<br />

Russo.<br />

Area non precisata,<br />

Russia.<br />

Chiocciola, fai uscire le corna. Ignota. Da un testo<br />

pedagogico per<br />

l'infanzia in lingua<br />

udmurta, reperibile<br />

al link<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

fai uscire le corna,<br />

ti darò un pezzo di dolce,<br />

sì, una brocca di latte.<br />

http://yumshan.ru/co<br />

ntent/uploads/admina6abf81239cd48892<br />

81ada3eb7bb1eb5.p<br />

df<br />

(Sito visitato il 3<br />

marzo 2012)<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

Ignota. Marina Y. Nowicka,<br />

Irina Raikova,<br />

Folklore dei bambini<br />

(Детский фольклор)<br />

(Detskiy fol'klor),<br />

Russkaya kniga,<br />

2002.<br />

http://books.google.it<br />

/books?<br />

id=MNAwAAAAMAA<br />

J&q=детский+фоль<br />

клор&dq=детский+<br />

фольклор&hl=it&sa<br />

=X&ei=9X1ST5G0M<br />

pPE4gS1rOzsDQ&r<br />

edir_esc=y<br />

(Sito visitato il 3<br />

marzo 2012)<br />

Si ringrazia l'Utente<br />

NM Barbaxx per la<br />

segnalazione.<br />

L'usuale versione breve.<br />

Considerando le versioni<br />

udmurte, è interessante il fatto<br />

che in lingua udmurta esistano<br />

molti nomi per indicare le<br />

lumache o le chiocciole.<br />

Strettamente affine alla 591,<br />

pure russa, di cui ricalca quasi<br />

esattamente la prima parte.<br />

ABA YYY<br />

ABA YYY


606 Улитка, улитка,<br />

Калитка закрыта.<br />

Приоткрой немножко,<br />

Покажи нам рожки!<br />

Сходи на ручей,<br />

Водицы попей.<br />

Чистой — в канаве,<br />

Мутной — в Дунае,<br />

Соленой — в морях,<br />

Студеной — в горах.<br />

Когда напьешься,<br />

На бочку взберешься,<br />

Закусишь пореем,<br />

Заешь сельдереем,<br />

Капусту под елкой<br />

Сжуешь втихомолку,<br />

А съешь чеснока — Покажешь рога!<br />

Ulitka, ulitka,<br />

Kalitka zakryta.<br />

Priotkroy nemnozhko,<br />

Pokazhi nam rozhki!<br />

Skhodi na ruchey,<br />

Voditsy popey.<br />

Chistoy – v kanave,<br />

Mutnoy – v Dunaye,<br />

Solenoy – v moryakh,<br />

Studenoy – v gorakh.<br />

Kogda nap'yesh'sya,<br />

Na bochku vzberesh'sya,<br />

Zakusish' poreyem,<br />

Zayesh' sel'dereyem,<br />

Kapustu pod yelkoy<br />

Szhuyesh' vtikhomolku,<br />

A s"yesh' chesnoka – Pokazhesh' roga!<br />

(Versione affine in lingua romena) (606b):<br />

Melc, melc, codobelc,<br />

Scoate coarne bouresti,<br />

Si te du la Dunare<br />

Si bea apa tulbure,<br />

Si te du la balta,<br />

Si bea apa calda,<br />

Si te du la munte,<br />

Si bea apa limpede,<br />

Si te suie pe copaci,<br />

Si mananca la gindaci,<br />

Si te suie pe bustean,<br />

Si mananca leustean,<br />

Si te suie pe butuci,<br />

Si mananca mere dulci.<br />

Si te suie pe butoi,<br />

Si mananca usturoi.<br />

Sulla nostra prima fonte,<br />

russo, ma dichiaratamente<br />

tradotto in russo dalla<br />

lingua moldava (che è un<br />

dialetto del rumeno).<br />

Sulle rimanenti fonti<br />

(606b), rumeno.<br />

Moldova (l'area geografica<br />

detta anche “Moldavia”).<br />

Presente anche in<br />

Romania.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

il cancello è chiuso.<br />

Aprilo un pochino,<br />

mostraci le cornine!<br />

Scendi sul ruscello,<br />

bevi l'acquetta,<br />

limpida – in una pozza,<br />

fangosa – nel Danubio,<br />

salata – nei mari,<br />

gelida – sui monti.<br />

Quando te ne sarai ubriacata,<br />

ti arrampicherai sopra un tronco,<br />

farai uno spuntino col porro,<br />

ti nutrirai di sedano<br />

e cavolo, sotto un abete,<br />

pranzerai in pace,<br />

e mangerai aglio – mostrerai le corna!<br />

(Versione affine in lingua romena) (606b):<br />

Chiocciola, chiocciola, chiocciolina,<br />

fai uscire le corna da bue,<br />

e vai al Danubio<br />

e bevi acqua fangosa<br />

e vai alla pozza<br />

e bevi acqua calda<br />

e vai alla montagna<br />

e bevi acqua limpida<br />

e sali sugli alberi<br />

e mangi scarafaggi,<br />

e ti siedi sui ceppi<br />

e mangi sedano<br />

e sali sul boschetto<br />

e mangi mele dolci<br />

e siedi sul barile<br />

e mangi aglio.<br />

Probabilmente<br />

presente, ma, per ora,<br />

non ci è nota.<br />

Da un sito russo sul<br />

folklore musicale,<br />

sezione sui “giochi<br />

popolari tradizionali”.<br />

http://notepage.ru/fol<br />

klornyeigry/ulitka.html<br />

(sito visitato il 4<br />

marzo 2012)<br />

Traduzione (dal<br />

moldavo al russo):<br />

Irina P. Tokmatova<br />

(nota autrice e<br />

traduttrice di<br />

materiale per<br />

l'infanzia).<br />

Il testo romeno<br />

606b, certamente<br />

molto affine al 606 e<br />

quindi al suo<br />

originale moldavo, è<br />

tratto da un sito<br />

romeno di<br />

pedagogia:<br />

http://www.itsybitsy.r<br />

o/Articole/Lumeaparintilor/Jocuri-infamilie/Copii-intre-3-7-ani/Melcul-de-la-5ani-print-606.html<br />

e (in una variante<br />

soltanto molto<br />

leggermente<br />

diversa) da:<br />

http://www.activitatic<br />

opii.ro/forum/viewtop<br />

ic.php?<br />

f=22&t=460&start=6<br />

0<br />

(siti visitati il 5 marzo<br />

2012)<br />

La fonte ci informa che questo<br />

canto viene eseguito durante un<br />

particolare gioco, che viene così<br />

descritto:<br />

“i giocatori stanno in cerchio:<br />

Quando il testo inizia, tutti<br />

saltano sul posto, battendo le<br />

mani (versi 1 – 4). Chi ricopre il<br />

ruolo della “chiocciola” (una<br />

persona già designata prima di<br />

iniziare) alza la mano destra,<br />

mentre con la mano sinistra<br />

compone un gesto che indica<br />

l'“aprire un cancello”. Con l'inizio<br />

del quinto verso, la “chiocciola”<br />

conduce gli altri in fila, in<br />

cerchio. I bambini corrono con<br />

leggerezza, avvolgendosi in una<br />

stretta spirale.<br />

In corrispondenza agli ultimi due<br />

versi pone le proprie mani sulla<br />

testa, strette a pugno, ma<br />

alzando gli indici (“mostra le<br />

corna”).<br />

Poi, di nuovo, si ricomincia dai<br />

primi quattro versi, e la spirale<br />

comincia a svolgersi. L'ultimo<br />

della fila diventa il primo. Il testo<br />

viene ripetuto fino alla fine.”<br />

Documento molto interessante e<br />

di una certa importanza, che<br />

attesta la presenza della danza<br />

a spirale in Moldova e<br />

comprende simultaneamente<br />

molti diversi elementi tipici della<br />

nostra filastrocca. Data la<br />

fortissima vicinanza culturale<br />

con la Romania, non stupisce<br />

affatto di trovare nel testo gli<br />

stessi elementi che troviamo<br />

nelle versioni romene 16, 17 e<br />

100, ma, in questo bel<br />

documento, tutti riuniti insieme e<br />

combinati con la pratica della<br />

danza a spirale. Purtroppo non<br />

possediamo l'originale in<br />

moldavo (dialetto del romeno)<br />

del testo 606.<br />

Il testo 606b è connesso,<br />

secondo la fonte, ad un altro<br />

gioco con un percorso a spirale,<br />

sebbene in un contesto<br />

pedagogico e non strettamente<br />

tradizionale (è diffuso<br />

nell'ambiente dei maestri d'asilo<br />

romeni).<br />

AAA YYY


607 "Snail, snail, stretch out your horns, wish me<br />

good."<br />

608 Nella tradizione di alcuni nomadi kazaki, quello<br />

che in Cina viene chiamato "Anno del Dragone",<br />

in Kazakhstan si chiama invece "Anno della<br />

chiocciola". Ciò testimonierebbe l'attaccamento<br />

delle più tradizionali popolazioni nomadi kazake<br />

per la chiocciola, che simboleggierebbe la vita<br />

nomade, dato che si porta sempre con sé la<br />

propria casa.<br />

Il cosiddetto “Anno della chiocciola” viene anche<br />

celebrato con l'emissione di appositi francobolli<br />

dallo Stato kazako.<br />

Originariamente riportato in<br />

traduzione russa su un<br />

breve studio sul folclore<br />

internazionale legato alla<br />

lumaca, scritto da uno<br />

studioso russo.<br />

L'originale era<br />

necessariamente o in<br />

inglese, o in manx.<br />

Isola di Man, isole<br />

britanniche (tra la Gran<br />

Bretagna e l'Irlanda).<br />

Originariamente, nella<br />

prima fonte, russo, che<br />

riportiamo in traduzione.<br />

Le altre fonti sono in<br />

inglese.<br />

Kazakhstan.<br />

Chiocciola, chiocciola, tira fuori le corna,<br />

portami fortuna.<br />

Ignota. http://snailscity.ru/sn<br />

ailscity/index.php/20<br />

08-09-17-13-59-<br />

42/45-2008-09-16-<br />

10-28-11<br />

(sito visitato il 4<br />

marzo 2012)<br />

(Inutile) Assente. Prima fonte:<br />

http://www.caravan.k<br />

z/article/39746<br />

Seconda fonte:<br />

http://www.buzzle.co<br />

m/articles/chinesezodiac-symbols-andmeanings-ofchinese-zodiacsigns.html<br />

Terza fonte:<br />

http://imstamphouse.<br />

webasyst.net/shop/p<br />

roduct/kazakhstankasachstan-2001new-year-year-ofsnail-mi-kz-307/<br />

(Siti visitati il 7<br />

marzo 2012)<br />

Pur riguardando l'Isola di Man,<br />

la fonte è un breve studio sul<br />

folclore internazionale legato<br />

alla lumaca (o chiocciola), in<br />

lingua russa.<br />

La prima fonte riporta la notizia<br />

e la commenta in un'intervista.<br />

La seconda fonte fa riferimento<br />

allo zodiaco cinese ed agli<br />

zodiaci tradizionali dei Paesi<br />

circostanti la Cina, incluso il<br />

Kazakhstan. La terza fonte<br />

riporta un francobollo emesso<br />

dal Kazakhstan in occasione<br />

dell'anno 2000, “anno della<br />

chiocciola”.<br />

Quanto al contenuto, è utile<br />

ricordare comunque che il<br />

paragone tra la chiocciola ed un<br />

terribile drago contro il quale si<br />

combatte è tipico di diversi testi<br />

europei medioevali e viene fatto<br />

anche in Occidente. È<br />

importante vedere in proposito<br />

le note alle versioni 113, 117,<br />

198, 478 (importante l'uso del<br />

nome “Lindorna”), da 510 a 514<br />

(particolarmente utili), 545.<br />

Anche in Francia si celebrava<br />

una festa di San Giorgio<br />

(personaggio che, com'è noto,<br />

viene rappresentato come<br />

“uccisore del drago”), che veniva<br />

chiamata “festa delle chiocciole”<br />

(nota a 117).<br />

AAA YYY<br />

CAA YNN


609 Il trattamento della tosse asinina include la pratica di<br />

seppellire lumache, o di appenderle al camino, oppure ad un<br />

albero. Il rimedio degli Zingari per questa malattia è di far<br />

colare presso una lumaca dello zucchero abbrunito, poi,<br />

quando si è completamente miscelato con il muco<br />

dell'animale, di dare il tutto da ingerire al paziente. Un tempo<br />

si credeva che per prevenire la febbre fosse efficace portare<br />

al collo come amuleto per nove giorni una chiocciola e poi<br />

gettarla nel fuoco. Aubrey menziona la pratica di fabbricare<br />

compresse con chiocciole estratte dalle loro conchiglie e<br />

ridotte in polvere, usate per curare la gotta.<br />

È consigliabile applicare una poltiglia così fatta sul punto<br />

colpito, diceva l'Ambasciatore del Marocco, che asseriva che<br />

tale rimedio era largamente usato in Africa.<br />

Il muco lasciato dalle chiocciole era considerato un rimedio<br />

contro la tubercolosi, e nel diciassettesimo secolo veniva<br />

seriamente prescritto a tale scopo. Le chiocciole venivano<br />

rimosse dalle conchiglie, poi vi veniva aggiunto prezzemolo,<br />

Eryngium (un'erba), zucchero ed acqua di sorgente, da<br />

prendere ogni giorno, e poi anche latte munto da una mucca<br />

rossiccia. Nel libro di С. Aspinall Oglander, "Nunwell<br />

Symphony", 1945, l'autore fornisce tale ricetta, tratta dalla<br />

tradizione delle propria famiglia, ed aggiunge a tutto ciò che<br />

abbiamo menzionato anche lombrichi tritati.<br />

La credenza che il muco di lumaca fosse utile contro la<br />

tubercolosi era presente non soltanto tra la gente del<br />

diciassettesimo secolo. Nel 1954, l'infermiera distrettuale del<br />

Berkshire disse che, quando lavorava in una valle presso il<br />

villaggio dove operava, trovò che la gente affetta da<br />

tubercolosi, o anche da una tosse che non passava, prendeva<br />

il muco come medicamento dalle lumache, miscelandovi<br />

crema, sale e zucchero ed emulsionando il tutto. Nello stesso<br />

anno, una donna di un'area dell'Oxfordshire riferì che usava<br />

fare una cosa simile quando aveva una forte tosse, e l'aveva<br />

sempre trovato efficace. Nel Westmoreland, nel secolo<br />

scorso, si usavano rimedi più radicali: si prendevano<br />

lumachine bianche, mentre c'era ancora la rugiada, e le si<br />

ingoiava vive, in modo che mangiassero il catarro dei polmoni,<br />

che era ritenuto la causa del malanno. Nel 1929, molti<br />

lavoratori delle Blue Ridge Mountains in Virginia, U.S.A.,<br />

dissero che un noto rimedio contro la tubercolosi ed altri<br />

malanni di petto era inghiottire alla sera una lumaca viva per<br />

nove giorni consecutivi. Se la guarigione non fosse avvenuta<br />

presto, il trattamento doveva essere ripetuto anche quattro o<br />

cinque volte, secondo necessità. Le lumache avrebbero<br />

continuato a vivere nello stomaco, rilasciando muco, che<br />

avrebbe sanato i polmoni irritati. Questa informazione è riferita<br />

da Mendel Sherman e Thomas R. Henry, nel loro libro<br />

(Mandel Shennan e T. R. Henry, "Hollow Folk", 1933). Per<br />

trovare il futuro marito, alla vigilia di Halloween era necessario<br />

chiudere una chiocciola in un contenitore col fondo piatto. Il<br />

mattino seguente, sul fondo coperto di muco, si sarebbero<br />

viste scritte le iniziali del futuro amato. A volte, invece di usare<br />

contenitori coperti o scatole, si lasciava andare libera la<br />

chiocciola sul fondo del focolare, in modo che lasciasse<br />

impronte sulla cenere che lo ricopriva. Se una lumaca nera<br />

passa per la tua strada, in alcuni posti significa che pioverà, in<br />

altri che si andrà incontro ad un fallimento. Courtney disse che<br />

se un minatore della Cornovaglia incontra sulla strada per<br />

andare al lavoro una chiocciola (“bull horn”, nella loro parlata),<br />

cercherà di evitare guari ingraziandosela, condividendo con lei<br />

il suo cibo o del grasso tratto dalla sua lanterna. Se un<br />

bambino tossisce di notte, guarirà con due o tre lumache<br />

bollite nel brodo o nel té. Per curare la febbre, mettete in un<br />

sacco una comune lumaca da giardino e portatela al collo per<br />

nove giorni. Poi aprite il sacco e gettate la lumaca nel fuoco.<br />

Si contorcerà come se avesse la febbre, e da quel momento<br />

voi cesserete di avere la febbre (Gloucestershire).<br />

Nell'Inghilterra del nord è necessario catturare la prima<br />

lumaca che si vede uscendo di casa prendendola per uno dei<br />

suoi corni e gettarla sopra alla spalla sinistra. Allora qualsiasi<br />

affare ti andrà bene (ma se la getterai sopra alla spalla destra,<br />

qualcosa andrà male). C'era un'aggiunta: se farai una<br />

proposta di matrimonio entro i successivi tre giorni, sarà<br />

accolta e la storia proseguirà molto felicemente.<br />

Originariamente, russo,<br />

che abbiamo tradotto<br />

passando anche per una<br />

traduzione intermedia in<br />

inglese.<br />

(Inutile) Assente. http://snailscity.ru/sn<br />

ailscity/index.php/20<br />

08-09-17-13-59-<br />

42/45-2008-09-16-<br />

10-28-11<br />

(sito visitato il 4<br />

marzo 2012)<br />

A completamento dei precedenti<br />

documenti 326, 382, 476, 498,<br />

521, 525 ed altri inseriamo qui<br />

altre notizie sulle superstizioni,<br />

credenze magiche e di medicina<br />

popolare riguardanti le<br />

chiocciole. Il testo è molto<br />

generico, redatto in modo poco<br />

scientifico e non molto affidabile,<br />

salta continuamente da un luogo<br />

geografico all'altro e da<br />

un'epoca all'altra, e spesso<br />

manca di riferimenti precisi, ma<br />

l'abbiamo ritenuto<br />

sufficientemente interessante da<br />

riportarlo comunque. L'abbiamo<br />

lievemente adattato in alcuni<br />

punti. Alcune di queste notizie<br />

erano già presenti in altri<br />

documenti raccolti in questa<br />

ricerca.<br />

Abbiamo tradotto con<br />

“Eryngium” il termine originale<br />

синеголовник (in russo), perché<br />

certamente con questo nome si<br />

intende in russo senz'altro<br />

questo genere di piante. In<br />

particolare, come rimedi per<br />

trattare la febbre, sono state<br />

usati tra l'altro Eryngium<br />

foetidum (Apiaceae, americana)<br />

ed Eryngium campestre<br />

(Apiaceae, europea) (esistono<br />

poi diverse altre piante dalle<br />

proprietà febbrifughe o ritenute<br />

tali, ma non appartengono al<br />

genere Eryngium).<br />

Il menzionato “Aubrey” è molto<br />

probabilmente Sir Harry Aubrey<br />

de Vere Maclean (1848–1920).<br />

Un'altra fonte (Utente NM<br />

“Caterina Azara”) riferisce che in<br />

Sardegna si usava ingoiare<br />

lumache vive, trangugiate<br />

avvolte in un'ostia, come rimedio<br />

contro l'ulcera.<br />

CBA YNN


610 Улитка, улитка покажи рога – дам тебе<br />

ячменного пирога!<br />

Ulitka, ulitka pokazhi roga – dam tebe<br />

yachmennogo piroga!<br />

611 Ljoljö, ljoljö,<br />

Sjurtö-pel'tö mychchy!<br />

On kö mychchy,<br />

Cherön keryshta,<br />

Purtön völyshta!<br />

Russo.<br />

Area non specificata,<br />

Russia.<br />

Komi.<br />

Repubblica dei Komi<br />

(Federazione Russa).<br />

Chiocciola, chiocciola, tira fuori le corna – ti<br />

darò un dolce di orzo.<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

mostra le tue corna e le tue orecchie!<br />

Se non le mostri,<br />

io agirò con un ascia,<br />

farò un taglio col coltello.<br />

Ignota. http://illustrators.ru/ill<br />

ustrations/358001<br />

(sito visitato il 5<br />

marzo 2012)<br />

Ignota. Jurii Gerasimovic<br />

Rochev, Cheliad'<br />

s'ylankyv''ias da<br />

moidkyvias, Komi<br />

knizhnoi izd-vo,<br />

1994, p. 31.<br />

http://foto11.com/ko<br />

mi/bookshop/tales_r<br />

ochev/en.php<br />

http://books.google.it<br />

/books/about/Cheli ︠ a︡<br />

dʹ_sʹylankyvʺi︠<br />

a︡ s_da.<br />

html?<br />

id=J5bqAAAAMAAJ<br />

&redir_esc=y<br />

L'Antologia della<br />

letteratura Komi<br />

(История коми<br />

литературы) di<br />

Anatolij Mikushev,<br />

Коми кн. Изд-во,<br />

1979, riporta una<br />

versione simile.<br />

http://books.google.it<br />

/books?<br />

id=DBJhAAAAIAAJ&<br />

q=Лёльб<br />

%20лёльб&dq=Лёл<br />

ьб<br />

%20лёльб&hl=it&sa<br />

=X&ei=UQNOT_GR<br />

FNDLtAbn4siHDw&v<br />

ed=0CC8Q6AEwAD<br />

gK<br />

Il sito<br />

http://komiperm.ru/fo<br />

rum/index.php?<br />

topic=318.0<br />

ne riporta una parte.<br />

Si ringrazia Vit<br />

Serguievski<br />

(Syktyvkar,<br />

Repubblica dei<br />

Komi) per averci<br />

trasmesso il testo e<br />

la traduzione.<br />

Strettamente affine a molte altre<br />

versioni russe, soprattutto alla<br />

147 (l'unica differenza è che qui<br />

si specifica che il dolce è “di<br />

orzo”). Quasi uguale alla<br />

versione francese 107. Vedi<br />

anche note a 107.<br />

Ancora una volta (come nel<br />

caso degli Udmurti) vediamo<br />

che presso i popoli ugro-finnici<br />

degli Urali le versioni sono vicine<br />

a quelle dell'Europa occidentale<br />

e lontane da quelle russe che<br />

finora abbiamo trovato.<br />

Vedi la 406 per un'altra versione<br />

Komi, molto più breve, in un<br />

dialetto differente.<br />

ABA YYY<br />

AAA YYY


612 Лёльӧ-лёльӧ,<br />

Сюртӧ мыччы!<br />

Он кӧ мыччы - таляла.<br />

Ljoljö-ljoljö,<br />

Sjurtö mychchy!<br />

On kö mychchy - taljala.<br />

Komi.<br />

Repubblica dei Komi<br />

(Federazione Russa).<br />

Chiocciola, chiocciola,<br />

mostra i corni!<br />

Se non li mostri, ti calpesto.<br />

Ignota. КОМИ<br />

ТРАДИЦИОННАЯ<br />

КУЛЬТУРА -<br />

ЭТНОГРАФИЯ<br />

ДЕТСТВА,<br />

СЫКТЫВКАР 1999<br />

Komi traditional<br />

culture. The<br />

ethnography of<br />

childhood.<br />

Syktyvkar, 1999<br />

(materials of the<br />

ethnographic<br />

expeditions)<br />

(La cultura<br />

tradizionale Komi.<br />

Etnografia<br />

dell'infanzia.<br />

Syktyvkar, 1999)<br />

(materiali delle<br />

spedizioni<br />

etnografiche)<br />

N. 56, pag. 26.<br />

Biblioteca Nazionale<br />

di Syktyvkar.<br />

Informatore:<br />

S. Anyb, Ust-<br />

Kulomsky<br />

Si ringrazia Vit<br />

Serguievski<br />

(Syktyvkar,<br />

Repubblica dei<br />

Komi) per averci<br />

trasmesso il testo e<br />

la traduzione.<br />

Notiamo che la minaccia di<br />

nuocere alla chiocciola appare<br />

molto più frequente tra i popoli<br />

ugro-finnici uralici che tra i russi<br />

(nelle versioni russe l'abbiamo<br />

finora riscontrata nella sola<br />

versione 591, comunque in area<br />

di possibile influenza Careliana<br />

e Vepsa).<br />

AAA YYY


613 Lümaga, lümaga<br />

fa fòra i cörn,<br />

sedenò vegn el babòcia a tòt.<br />

614 Etona matona,<br />

još et näyttäne šarvijaš<br />

ńim paikalla tapan.<br />

615 Etona pötönä,<br />

näytä šarveš,<br />

tulouko huomena pouta vaiv vihma.<br />

Dialetto lombardo-ticinese,<br />

Caviano, Canton Ticino,<br />

Svizzera Italiana.<br />

Careliano.<br />

Carelia, area di<br />

Vuokkiniemi, località nota<br />

anche con il suo nome<br />

russo, Voknavolok.<br />

Careliano.<br />

Carelia, area di Kontokki<br />

(comune distrutto nella<br />

seconda guerra mondiale,<br />

oggi vi sorge la nuova città<br />

di Kostomuksha).<br />

Lumaca, lumaca,<br />

metti fuori le corna,<br />

se no viene il “babòcia” a prenderti.<br />

Chiocciola – “mòcciola”, se non fai apparire<br />

le corna ti ammazzo sul posto all'istante.<br />

Chiocciola – “pòcciola”, domani ci sarà<br />

tempo secco o piovoso?<br />

Ignota Vocabolario dei<br />

dialetti della<br />

Svizzera italiana di<br />

Silvio Sganzini,<br />

Lugano, Tip. La<br />

Commerciale,<br />

Bellinzona, Centro di<br />

dialettologia e di<br />

etnografia 1952–<br />

2010, volume Bab-<br />

Bluzcar, alla voce<br />

Babòcia, p. 8.<br />

http://books.google.it<br />

/books?<br />

id=bHEIAQAAIAAJ&<br />

q=tòt<br />

%20lilmaga&dq=tòt<br />

%20lilmaga&hl=it&s<br />

a=X&ei=3cxtT_bQG<br />

vCP4gTx5TAAg&ved=0CDI<br />

Q6AEwAA<br />

Ignota Karjalan kielen<br />

sanakirja (Dizionario<br />

del linguaggio<br />

careliano), alla voce<br />

sarvi (corno), su:<br />

http://scripta.kotus.fi/<br />

cgibin/kks/karjala.cgi?<br />

a=sarvi&l=2<br />

(sito visitato il 25<br />

marzo 2012)<br />

Ignota Karjalan kielen<br />

sanakirja (Dizionario<br />

del linguaggio<br />

careliano), alla voce<br />

sarvi (corno), su:<br />

http://scripta.kotus.fi/<br />

cgibin/kks/karjala.cgi?<br />

a=sarvi&l=2<br />

(sito visitato il 25<br />

marzo 2012)<br />

Molto affine alla versione<br />

piemontese 280.<br />

“Babòcia” è un essere<br />

demoniaco, uno spauracchio<br />

(come il “Babau” ed il “Bizabò”).<br />

Molto affine a 218 e 219.<br />

In generale, le filastrocche in cui<br />

si chiede che tempo farà a dei<br />

piccoli animali sono molto<br />

comuni in tutta Europa, ad<br />

esempio anche rivolte alle<br />

coccinelle.<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


616 Edenöi bledenöi,<br />

ozuta miul sarvet.<br />

Careliano.<br />

Carelia, area di Suojärvi.<br />

617 Bliize, bliize ožuta šarvet. Careliano.<br />

Area di Tver', Federazione<br />

Russa (zona con una forte<br />

minoranza careliana).<br />

618 Edenöi, bledenöi<br />

ozuta minul sarved,<br />

min(ä) annan voidu leibiä!<br />

619 Edenöi pedenöi,<br />

ozuta sarvii,<br />

minä ozutan korvii.<br />

Careliano.<br />

Carelia, area di Salmi.<br />

Careliano.<br />

Carelia, area di Säämäjärvi<br />

(nota anche come Siämärvi<br />

o con il nome russo,<br />

Sjamozero).<br />

Chiocciola – occiola, mostrami i corni! Ignota Karjalan kielen<br />

sanakirja (Dizionario<br />

del linguaggio<br />

careliano), alla voce<br />

sarvi (corno), su:<br />

http://scripta.kotus.fi/<br />

cgibin/kks/karjala.cgi?<br />

a=sarvi&l=2<br />

(sito visitato il 25<br />

marzo 2012)<br />

Chiocciola, chiocciola, mostra i corni. Ignota. Karjalan kielen<br />

sanakirja (Dizionario<br />

del linguaggio<br />

careliano), alla voce<br />

sarvi (corno), su:<br />

Chiocciola, - occiola, mostrami le corna, io ti<br />

darò dolcetti al burro!<br />

Chiocciola, -occiola, mostra i corni, io<br />

mostrerò le orecchie.<br />

http://scripta.kotus.fi/<br />

cgibin/kks/karjala.cgi?<br />

a=sarvi&l=2<br />

(sito visitato il 25<br />

marzo 2012)<br />

Ignota Karjalan kielen<br />

sanakirja (Dizionario<br />

del linguaggio<br />

careliano), alla voce<br />

sarvi (corno), su:<br />

http://scripta.kotus.fi/<br />

cgibin/kks/karjala.cgi?<br />

a=sarvi&l=2<br />

(sito visitato il 25<br />

marzo 2012)<br />

Ignota Karjalan kielen<br />

sanakirja (Dizionario<br />

del linguaggio<br />

careliano), alla voce<br />

sarvi (corno), su:<br />

http://scripta.kotus.fi/<br />

cgibin/kks/karjala.cgi?<br />

a=sarvi&l=2<br />

(sito visitato il 25<br />

marzo 2012)<br />

I dolcetti al burro sono nominati<br />

anche nella versione russa 209,<br />

probabilmente proprio in seguito<br />

ai frequentissimi ed intensi<br />

contatti tra i due gruppi etnici<br />

(russi e careliani).<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


620 A-aRws vu veRnus,<br />

s'wphegh ed thi-mejathin ik.<br />

621 Bardjghlalou hall aouinatek<br />

wella tji lgholla takoulak wlidatek.<br />

622 Ay ajaghlal aldi alnik (thitik)<br />

Nagh atsasse ghola atchtch arawik.<br />

623 Ferd a Bèlbûsh,<br />

turuw mainsh ilughmân.<br />

624 O boûboû, c'est-à-dire bebboûch (limaçon),<br />

sors tes oreilles,<br />

ou bien je vais à ta maison, à ta maison,<br />

ou bien je mangerai les oreilles de ton âne, de<br />

ton âne.<br />

Berbero, parlata della<br />

Cabilia.<br />

Cabilia, Algeria.<br />

Arabo dialettale (o araboberbero?).<br />

Algeria.<br />

Berbero (o arabo-berbero),<br />

parlata della Cabilia.<br />

Cabilia, Algeria.<br />

Berbero (Amazigh).<br />

Area di Midelt, Marocco.<br />

Francese.<br />

Originariamente arabo<br />

algerino. Algeria.<br />

Chiocciola nella conchiglia,<br />

fai uscire le antenne.<br />

La traduzione era sulla fonte.<br />

Chiocciola apri le tue orecchie<br />

altrimenti (…?…)<br />

(Traduzione incompleta; in parte molto<br />

somigliante alla 625, ma preferiamo non<br />

avanzare ipotesi, per ora)<br />

Ignota, ma<br />

probabilmente presente<br />

perché la fonte la<br />

menzione come<br />

“canzone”.<br />

Ignota, ma<br />

probabilmente presente<br />

perché la fonte la<br />

menzione come<br />

“canzone”.<br />

Stiamo ancora lavorando alla traduzione. Ignota, ma<br />

probabilmente presente<br />

perché la fonte la<br />

menzione come<br />

“canzone”.<br />

Esci, o chiocciola,<br />

tua madre ha dato alla luce dei dromedari.<br />

La traduzione era sulla fonte.<br />

O chiocciola,<br />

fai uscire le tue orecchie,<br />

altrimenti io vado a casa tua, a casa tua,<br />

altrimenti io mangerò le orecchie del tuo<br />

asino, del tuo asino.<br />

http://mazaris.blogsp<br />

ot.it/2009/02/ressort.<br />

html<br />

(Sito visitato il 27<br />

marzo 2012)<br />

http://ithyaala.discutforum.co<br />

m/t961-tikorbabine<br />

(Sito visitato il 27<br />

marzo 2012)<br />

http://ithyaala.discutforum.co<br />

m/t961-tikorbabine<br />

(Sito visitato il 27<br />

marzo 2012)<br />

Ignota Jean-Pierre Rossie,<br />

L'animal dans les<br />

jeux et jouets des<br />

enfants sahariens et<br />

nord-africains, 2003<br />

Ignota; le ripetizioni del<br />

testo fanno supporre<br />

che esistesse.<br />

http://filarkiv.sitrec.kt<br />

h.se/pub2003/lanima<br />

l2003/l<br />

%27animal9.htm<br />

(Sito visitato il 27<br />

marzo 2012)<br />

Da uno studio di J.<br />

Desparmet del 1905,<br />

p. 71 (probabilmente<br />

si tratta de La<br />

poesie Arabe<br />

actuelle a Blida et<br />

sa metrique), citato<br />

in:<br />

Jean-Pierre Rossie,<br />

L'animal dans les<br />

jeux et jouets des<br />

enfants sahariens et<br />

nord-africains, 2003<br />

http://filarkiv.sitrec.kt<br />

h.se/pub2003/lanima<br />

l2003/l<br />

%27animal9.htm<br />

(Sito visitato il 27<br />

marzo 2012)<br />

Il testo viene ripetuto due volte<br />

di seguito, sulla fonte.<br />

È menzionato come “canzone<br />

per fare uscire la chiocciola dalla<br />

sua conchiglia”.<br />

Molto affine alla 625.<br />

Il testo viene ripetuto due volte<br />

di seguito, sulla fonte.<br />

È menzionato come “canzone<br />

per fare uscire la chiocciola dalla<br />

sua conchiglia”.<br />

La fonte spiega:<br />

“Nella regione di Midelt i<br />

bambini prendono una<br />

conchiglia di chiocciola, che in<br />

Amazigh si chiama “Belbush”,<br />

sulla mano e cantano una<br />

canzoncina tante volte quante<br />

sono necessarie per fare uscire<br />

la testa della chiocciola. Per far<br />

questo cantano (e qui si<br />

menziona la strofetta riportata<br />

qui a lato).”<br />

La fonte la tiporta come cantata<br />

da bambini algerini. Se un<br />

bambino “trova una chiocciola,<br />

la prende in mano e le canta<br />

questa canzone.”<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY


625 Ya boudjeghlelou hell wdhinatek<br />

wella nezgui ledhib yakoulek wlidatek<br />

Berbero (o araboberbero?).<br />

Algeria.<br />

626 Boudjeghlellou hal pinik hal pinik... Berbero.<br />

Algeria.<br />

627 Talap rassak ya bouzid. Arabo tunisino.<br />

Tunisia.<br />

628 Bouzid ya Bouzid<br />

dakhal rasek la q(s)bal ijik essid<br />

629 Baybou ya Baybaou, Kharrej qrounek,<br />

Yemmak w babak ayaklou pannek Ettiche.<br />

Arabo tunisino.<br />

Tunisia, arcipelago di<br />

Kerkennah.<br />

Arabo marocchino (con<br />

influenze berbere?).<br />

Marocco, zona di<br />

Taounate, regione del Rif.<br />

O chiocciola, apri le tue orecchie,<br />

altrimenti chiamo il lupo a mangiarti i tuoi<br />

bambini.<br />

Traduzione da ricontrollare e completare;<br />

quella che per ora forniamo era sulla fonte.<br />

Chiocciola, mostra, mostra! (??)… (stiamo<br />

ancora lavorando alla traduzione; quella che<br />

forniamo non è certa)<br />

Ho chiamato fuori la tua testa, o chiocciola.<br />

La traduzione è da ricontrollare.<br />

Chiocciola, o chiocciola,<br />

(non … entrare… … la tua testa, signor…?)<br />

(??)<br />

(stiamo ancora lavorando alla traduzione)<br />

Chiocciola, o chiocciola, fai uscire le corna,<br />

tua madre e tuo padre mangiano la zuppa.<br />

Ignota http://fr.answers.yah<br />

oo.com/question/ind<br />

ex?<br />

qid=2011101011311<br />

2AAn4LYw<br />

(Sito visitato il 27<br />

marzo 2012)<br />

Ignota http://fr.answers.yah<br />

oo.com/question/ind<br />

ex?<br />

qid=2011101011311<br />

2AAn4LYw<br />

(Sito visitato il 27<br />

marzo 2012)<br />

Ignota http://www.tunecity.n<br />

et/forum/viewtopic.p<br />

hp?t=3596<br />

(Sito visitato il 28<br />

marzo 2012)<br />

Ignota http://www.kerkenna<br />

h.karkny.net/forum/vi<br />

ewthread.php?<br />

thread_id=619&rows<br />

tart=260<br />

(Sito visitato il 28<br />

marzo 2012)<br />

Ignota http://www.yabiladi.c<br />

om/forum/taounate-<br />

6-1412571page=59.html<br />

(Sito visitato il 3<br />

aprile 2012)<br />

Molto affine alla 621. AAA YYY<br />

È interessante notare come<br />

anche le versioni berbere ed<br />

arabe paiano avere nel nome<br />

della chiocciola una radice affine<br />

al latino bos o bubalus<br />

(probabilmente non perché sia<br />

derivata dal latino, ma piuttosto<br />

da una più remota origine<br />

comune).<br />

Versione molto simile ad alcune<br />

varianti europee (152, 168, 366,<br />

367, 368, 373).<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY<br />

AAA YYY

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