Il Velino, lo Sguardo dei Marsi Anno III, numero 47/13 del 15 luglio ...
Il Velino, lo Sguardo dei Marsi Anno III, numero 47/13 del 15 luglio ...
Il Velino, lo Sguardo dei Marsi Anno III, numero 47/13 del 15 luglio ...
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www.ilvelinoweb.it<br />
ilvelino.redazione@libero.it<br />
Periodico <strong>del</strong>la Diocesi <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong><br />
CON IL BENE<br />
CHE TI VOGLIO<br />
ANNO <strong>III</strong> <strong>15</strong> <strong>luglio</strong> 2011 <strong>numero</strong> <strong>47</strong>/<strong>13</strong><br />
Per sostenere<br />
il giornale diocesano<br />
C/C POSTALE n. 2868917<br />
intestato a “IL VELINO”<br />
Corso <strong>del</strong>la Libertà, 54<br />
Avezzano<br />
Cesarea marittima, Terrasanta. Foto di Stefania Moroni
Giornata Mondiale <strong>del</strong>la Gioventu' 2011<br />
a Madrid con don roberto e don bruno<br />
di Elisabetta Marraccini<br />
• Si sono incontrati<br />
<strong>lo</strong> scorso 9 <strong>luglio</strong>, nei<br />
<strong>lo</strong>cali <strong>del</strong>la curia di<br />
Avezzano, i ragazzi<br />
marsicani che il prossimo<br />
9 agosto partiranno<br />
per Madrid,<br />
per partecipare all’incontro mondiale<br />
<strong>dei</strong> giovani con il Papa. Nell’incontro<br />
(foto al centro), i giovani,<br />
più di 120 provenienti dalle diverse<br />
parrocchie <strong>del</strong>la diocesi, si sono conosciuti<br />
e hanno cominciato a riempire<br />
il <strong>lo</strong>ro zaino di nuove amicizie,<br />
desideri, preghiere. <strong>Il</strong> vescovo Pietro<br />
Santoro e il direttore <strong>del</strong>la Pastorale<br />
giovanile, don Roberto Cristofaro<br />
(che guideranno i ragazzi durante la<br />
Giornata mondiale <strong>del</strong>la gioventù),<br />
sono tornati da poco da un viaggio<br />
in Spagna (già il secondo sopralluogo),<br />
appositamente organizzato per<br />
conoscere i luoghi che visiteranno i<br />
giovani marsicani e le famiglie dove<br />
verranno accolti. Ormai sono trepidanti<br />
i giovani <strong>del</strong>la nostra diocesi,<br />
che non vedono l’ora di partire; al<strong>lo</strong><br />
stesso modo i giovani <strong>del</strong>la diocesi<br />
spagnola di Valladolid (dove al<strong>lo</strong>ggeranno<br />
nella prima settimana di<br />
soggiorno) non vedono l’ora di accoglierli<br />
e fare festa insieme.<br />
E per tutti i giovani al passo con i<br />
tempi e le tecno<strong>lo</strong>gie “<strong>Il</strong> <strong>Velino</strong>” segnala<br />
un’applicazione gratuita per<br />
cellulari, iPhone, iPad e smartphone:<br />
applicazione creata in occasione<br />
di questa Gmg. Ricca di contenuti<br />
audio e video sarà la compagna di<br />
viaggio <strong>dei</strong> giovani pellegrini e di chi<br />
vorrà seguirli, seppure virtualmente,<br />
in questa fantastica avventura, popolata<br />
da giovani di tutto il mondo.<br />
All’interno di questa applicazione si<br />
troverà un diario giornaliero che permetterà<br />
a chi parteciperà, di appuntare,<br />
giorno per giorno, i luoghi e le<br />
esperienze <strong>del</strong>la Gmg, le riflessioni,<br />
di scattare foto o registrare <strong>dei</strong> video<br />
e tenerli "inseriti" nella giornata<br />
in modo che questi momenti diventino<br />
ricordi in<strong>del</strong>ebili. Sarà possibile<br />
anche condividere tutto ciò sulle<br />
proprie bacheche di Facebook. Si<br />
potrà conoscere la storia <strong>del</strong>la Giornata<br />
mondiale <strong>del</strong>la gioventù, rivivere<br />
emozioni ascoltando gli inni che<br />
hanno fatto la storia di questo straordinario<br />
evento, cantare seguendo i<br />
testi, leggere il messaggio <strong>del</strong> Santo<br />
Padre Benedetto XVI, quel<strong>lo</strong> <strong>del</strong> cardinale<br />
Dionigi Tettamanzi e visionare<br />
la galleria composta da foto e video.<br />
Si potrà rimanere costantemente<br />
aggiornati su tutte le news attraverso<br />
i Feed RSS che segnaleranno<br />
gli appuntamenti importanti. E al<strong>lo</strong>ra,<br />
oltre ad augurare buon viaggio<br />
a chi parte, <strong>lo</strong> auguriamo anche a<br />
tutti quelli che vivranno l’avventura<br />
in rete.<br />
notiZiari<br />
a cura <strong>del</strong>la redazione<br />
• Dal 16 al 21 agosto segui la<br />
Giornata mondiale <strong>del</strong>la gioventù,<br />
con la presenza di Benedetto<br />
XVI, attraverso i media <strong>dei</strong> cattolici<br />
italiani.<br />
Dal 9 al 23 agosto, invece, sul<br />
sito <strong>del</strong> giornale diocesano l'appuntamento<br />
con i nostri ragazzi.<br />
Nella foto di Elisabetta Marraccini, alcuni <strong>dei</strong> giovani marsicani<br />
che si sono incontrati il 9 <strong>luglio</strong> per uno <strong>dei</strong> momenti formativi<br />
che precederanno la partenza per Madrid<br />
www.avvenire.it<br />
www.agensir.it<br />
www.ilvelinoweb.it<br />
www.gmg2011.it<br />
www.chiesacattolica.it<br />
l’onda italiana<br />
i Giovani con il vescovo Pietro<br />
a cura <strong>del</strong> Servizio<br />
informazione religiosa<br />
• Una giornata nel segno <strong>del</strong> trico<strong>lo</strong>re<br />
per co<strong>lo</strong>rare di verde, bianco e rosso<br />
Madrid: la vivranno, il 17 agosto, i giovani<br />
marsicani che parteciperanno alla<br />
Giornata mondiale <strong>del</strong>la gioventù. Una<br />
<strong>lo</strong>ro rappresentanza, riferisce il Servizio<br />
nazionale di pastorale giovanile<br />
(Snpg), «soprattutto diciottenni, insieme<br />
con il cardinale Ange<strong>lo</strong> Bagnasco,<br />
arcivescovo di Genova e presidente<br />
<strong>del</strong>la Cei, e ai vescovi italiani presenti<br />
a Madrid (con il vescovo Pietro Santoro<br />
che è catechista in quelle giornate), si<br />
ritroverà nella chiesa di San Juan de<br />
la Cruz per vivere un momento di preghiera<br />
e poi d’incontro che si concluderà<br />
con l’offerta <strong>dei</strong> doni all’arcivescovo<br />
di Madrid, il cardinale Antonio María<br />
Rouco Varela, e alla Conferenza episcopale<br />
spagnola di una riproduzione<br />
<strong>del</strong>la statua <strong>del</strong>la Madonna di Loreto e<br />
una <strong>del</strong> crocifisso di san Damiano. Di<br />
qui i giovani italiani raggiungeranno le<br />
piazze madrilene, dove alcuni gruppi<br />
giovanili si esibiranno durante il Festival<br />
<strong>del</strong>la gioventù». L’iniziativa, spiega<br />
don Domenico Beneventi che <strong>del</strong><br />
Snpg è vicedirettore «prende le motivazioni<br />
da quanto il cardinale Bagnasco<br />
ha pronunciato durante l’omelia <strong>del</strong>la<br />
celebrazione per il <strong>15</strong>0° anniversario<br />
<strong>del</strong>l’Unità d’Italia: “Siamo qui oggi per<br />
elevare a Dio l’inno di ringraziamento<br />
per l’Italia - ha detto Bagnasco -. Non<br />
è retorica, né tantomeno nostalgia<br />
quella che ci muove, ma la consapevolezza<br />
che la patria che ci ha generato è<br />
una preziosa eredità e insieme un’esigente<br />
responsabilità”».<br />
Concetti ribaditi anche dal segretario<br />
generale <strong>del</strong>la Cei, monsignor Mariano<br />
Crociata, che parlando ai giovani<br />
<strong>del</strong> “Progetto Policoro”, affermò che<br />
«questa consapevolezza ci permette di<br />
incontrarci come giovani, per ribadire<br />
la responsabilità che abbiamo come<br />
cittadini cattolici. Ci muove la convinzione<br />
che è possibile, contro tutti i motivi<br />
di scoraggiamento immettere nel<br />
tessuto <strong>del</strong>le relazioni e <strong>del</strong>la vita sociale<br />
un fermento di rinnovamento che<br />
nasce da persone solide, mature, ma<br />
non isolate, bensì inserite in una rete<br />
che è segno di Chiesa e fermento di<br />
una nuova società». «Oggi - proseguì<br />
monsignor Crociata in quella occasione<br />
- in molti attendono di vedere mostrato<br />
che essere cristiani non è vivere nel<br />
chiuso <strong>del</strong>le sacrestie, ma affermare<br />
con coraggio, coerenza e rettitudine<br />
le sfide <strong>del</strong>la vita, il confronto sociale,<br />
le esigenze ardue <strong>del</strong>l’animazione<br />
cristiana <strong>del</strong> nostro tempo in tutti gli<br />
ambienti che abitiamo e attraversiamo».<br />
Co<strong>lo</strong>rare di "italiano" la città di<br />
Madrid dunque significa «condividere<br />
da italiani quel patrimonio comune che<br />
la tradizione cattolica ha saputo realizzare<br />
attraverso il “sì” di tanti uomini e<br />
donne - basta pensare a san Francesco<br />
d’Assisi o santa Caterina da Siena<br />
- che con la <strong>lo</strong>ro testimonianza, hanno<br />
contribuito fortemente a costruire<br />
tale identità, non so<strong>lo</strong> sotto <strong>lo</strong> specifico<br />
profi<strong>lo</strong> di una peculiare realizzazione<br />
<strong>del</strong> messaggio evangelico, che ha marcato<br />
nel tempo l’esperienza religiosa e<br />
la spiritualità degli italiani, ma pure<br />
sotto il profi<strong>lo</strong> culturale e persino politico»,<br />
come ricordava Benedetto XVI<br />
nel suo messaggio al presidente <strong>del</strong>la<br />
Repubblica sempre in occasione <strong>del</strong><br />
<strong>15</strong>0° <strong>del</strong>l’unità d’Italia.<br />
Ecco, al<strong>lo</strong>ra, la proposta che don Nicolò<br />
Anselmi, responsabile <strong>del</strong> Snpg,<br />
lancia a tutti i giovani italiani: «Mercoledì<br />
17 agosto vogliamo co<strong>lo</strong>rare le<br />
strade e le piazze di Madrid utilizzando<br />
la bandiera italiana, il cappel<strong>lo</strong> italiano,<br />
i vestiti e gli oggetti che abbiamo<br />
confezionato con la stoffa italiana; ma<br />
soprattutto invitiamo tutti a inondare<br />
Madrid di gioia, musica e canti italiani.<br />
In questa giornata alcuni nostri amici<br />
e amiche propongono <strong>dei</strong> festival culturali<br />
in lingua italiana; andiamo a sostenerli,<br />
ad applaudirli, a incoraggiarli,<br />
a ringraziarli».<br />
Matteo<br />
Per seMPre<br />
a cura <strong>del</strong>la redazione<br />
• Domenica 10 <strong>luglio</strong> sulle strade<br />
di Avezzano si è corso l’ottavo trofeo<br />
Massimiani intitolato al giovane<br />
Matteo. <strong>Il</strong> giornale diocesano vuole<br />
rendere omaggio al picco<strong>lo</strong>, grande<br />
Matteo, con le parole di un grande<br />
poeta, Johann Wolfgang von Goethe.<br />
Ci rivolgiamo alla poesia perché<br />
ci dica quali sono i nostri sentimenti,<br />
per mettere in parole ciò che supera<br />
la nostra capacità di scrivere. Goethe<br />
è a <strong>Il</strong>menau, nella selva Turingia. E’<br />
il 27 agosto 1831. <strong>Il</strong> giorno dopo a<br />
Weimar festeggeranno solennemente<br />
il suo genetliaco. Si fa accompagnare<br />
in carrozza sulla cima (861 metri) <strong>del</strong><br />
Kickelhahn. In una baita, che Goethe<br />
aveva abitato in passato, alla sinistra<br />
di una finestra a sud, c’è ancora la poesia<br />
famosissima scritta a matita, che<br />
Goethe stesso aveva ricalcato, perché<br />
non si cancellasse, il 27 agosto (un altro<br />
27 agosto) <strong>del</strong> 18<strong>13</strong>. «Sopra tutte<br />
le alture,/pace./Per ogni vetta/avverti<br />
un soffio, e non più./Nella foresta ogni<br />
uccellino tace./Fra poco - aspetta -/<br />
riposerai anche tu». Sono pochi versi<br />
che basterebbero a fare di Goethe<br />
uno <strong>dei</strong> sommi poeti lirici di ogni età<br />
e nazione. Ed accanto la poesia aveva<br />
anche la data <strong>del</strong>la prima stesura: 7<br />
agosto 1780. Goethe rilegge quei versi,<br />
le lacrime gli scorrono sulle guance.<br />
A noi de “<strong>Il</strong> <strong>Velino</strong>” scorrono ancora<br />
le lacrime per la morte di Matteo<br />
e siamo vicini ai genitori, ai parenti<br />
tutti, e preghiamo Dio per poter tutti,<br />
un giorno, riposare in pace.
avezzano. la prima chiesa "eco<strong>lo</strong>gica"<br />
PASTORALE AMBIENTALE<br />
Per non fare la fine <strong>del</strong>la "dendroica cerulea"<br />
di Patrizia Tocci<br />
• Arriva nella <strong>Marsi</strong>ca la prima<br />
chiesa eco<strong>lo</strong>gica. <strong>Il</strong> parroco<br />
di San Giovanni di Avezzano,<br />
don Francesco Tallarico ha<br />
scelto i pannelli solari per il<br />
riscaldamento. In occasione<br />
<strong>del</strong> rifacimento di alcune parti<br />
interne ed esterne <strong>del</strong>la chiesa, don Francesco<br />
ha avviato i lavori con l’intenzione di fare una<br />
chiesa ad “emissione zero” di gas nocivo per<br />
l’ambiente. Iniziativa quanto mai attuale e in<br />
linea con il messaggio per la sesta “Giornata<br />
per la salvaguardia <strong>del</strong> Creato” diffuso nei<br />
giorni scorsi dalla Commissione episcopale per<br />
i problemi sociali e <strong>del</strong> lavoro, la giustizia e la<br />
pace e la Commissione episcopale per l’ecumenismo<br />
e il dia<strong>lo</strong>go (vedi “<strong>Il</strong> <strong>Velino</strong>” <strong>del</strong> 30<br />
giugno 2011), nonché una concreta risposta<br />
ai ripetuti richiami <strong>del</strong> Magistero e alle sollecitazioni<br />
che arrivano ai cristiani dalla Dottrina<br />
sociale <strong>del</strong>la Chiesa, il cui fondamento rimane<br />
sempre la Sacra Scrittura. <strong>Il</strong> rispetto <strong>del</strong> Creato<br />
non è soltanto un argomento legato alle<br />
energie rinnovabili, agli impianti fotovoltaici<br />
sul quale il Fucino sembra scommettere provocando<br />
la reazione <strong>del</strong>le associazioni di categoria<br />
che temono la «distruzione <strong>del</strong>l’agricoltura».<br />
L’autore <strong>del</strong> libro <strong>del</strong>la Genesi ritenne<br />
opportuno rimarcare come con il trascorrere<br />
<strong>del</strong>le giornate <strong>del</strong>la settimana primordiale, il<br />
mondo si avvicina al suo completamento. Alla<br />
fine di ogni giorno Dio da una valutazione <strong>del</strong>la<br />
Sua opera e vide che<br />
era “ buona”, ma so<strong>lo</strong><br />
dopo aver creato l’uomo<br />
e la donna valutò<br />
l’opera <strong>del</strong>le sue mani<br />
“molto buona”e affidò<br />
la cura <strong>del</strong> Creato nelle<br />
mani <strong>del</strong>l’umanità.<br />
Dalla Sacra Scrittura,<br />
emerge chiaramente<br />
che è Dio stesso<br />
che dà all’uomo la<br />
responsabilità di occuparsi<br />
<strong>del</strong>la salvaguardia<br />
<strong>del</strong> Creato, di<br />
curarsi <strong>del</strong>l’ambiente,<br />
di custodire e proteggere<br />
il meraviglioso<br />
“pairidaez” (dal persiano:<br />
luogo <strong>del</strong>izioso,<br />
giardino.) Scrive<br />
Benedetto XVI nel suo<br />
messaggio per la 41°<br />
Giornata <strong>del</strong>la pace,<br />
(1 gennaio 2008):<br />
«La famiglia ha bisogno<br />
di una casa, un<br />
ambiente appropriato<br />
in cui sviluppare<br />
le proprie relazioni:<br />
per la famiglia umana<br />
questa casa è la Terra, il luogo che Dio Creatore<br />
ha dato all’uomo da abitare con creatività<br />
e responsabilità. Dobbiamo occuparci <strong>del</strong>l’ambiente:<br />
è stato affidato all’umanità per essere<br />
protetto e coltivato con libertà responsabile,<br />
seguendo il criterio <strong>del</strong> bene per tutti. <strong>Il</strong> ri-<br />
spetto<strong>del</strong>l’ambiente non<br />
significa considerare<br />
la natura<br />
più importante<br />
<strong>del</strong>l’uomo, piuttosto,<br />
significa<br />
non considerare<br />
egoisticamente<br />
la natura alla<br />
completa disposizione<br />
<strong>dei</strong><br />
nostri interessi,<br />
poiché anche le<br />
future generazioni hanno diritto ai suoi benefici».<br />
Anche nel Compendio <strong>del</strong>la Dottrina<br />
Sociale <strong>del</strong>la Chiesa, al n.<strong>47</strong>0, si afferma che<br />
si deve considerare la relazione tra sviluppo<br />
e sfruttamento <strong>del</strong>le risorse naturali, poiché<br />
l’attività economica deve riconciliare i bisogni<br />
<strong>del</strong><strong>lo</strong> sviluppo economico con quelli <strong>del</strong>la protezione<br />
<strong>del</strong>l’ambiente: «La programmazione<br />
<strong>del</strong><strong>lo</strong> sviluppo economico deve considerare<br />
attentamente la necessità di rispettare l'integrità<br />
e i ritmi <strong>del</strong>la natura, poiché le risorse<br />
naturali sono limitate e alcune non sono rinnovabili.<br />
L'attuale ritmo di sfruttamento compromette<br />
seriamente la disponibilità di alcune<br />
risorse naturali per il tempo presente e per<br />
il futuro». La scelta di trovare una soluzione<br />
eco-compatibile per la Chiesa <strong>del</strong>la parrocchia<br />
di San Giovanni è dunque pastoralmente intelligente<br />
e modernamente<br />
utile. Va nella<br />
direzione giusta, insomma.<br />
Se poi volete<br />
leggere un ottimo<br />
esempio di ambientalismoantiambientalista<br />
potete dare<br />
un’occhiata alle pagine<br />
231 e seguenti<br />
<strong>del</strong>l’ultimo libro di<br />
Jonathan Franzen<br />
“Libertà” che racconta<br />
la storia <strong>del</strong>la dentroica<br />
cerulea.<br />
Nella foto di Francesco<br />
Scipioni un<br />
momento <strong>del</strong>la<br />
concelebrazione<br />
presieduta dal vescovo<br />
Pietro Santoro<br />
nella chiesa<br />
di San Giovanni di<br />
Avezzano in occasione<br />
<strong>del</strong>la giornata<br />
sacerdotale il 23<br />
giugno scorso. Tutti<br />
i video <strong>del</strong>la Settimana eucaristica li trovate<br />
su www.ilvelinoweb.it. I video sono stati curati<br />
da Ange<strong>lo</strong> Croce.<br />
• <strong>Il</strong>enia Basili (nella foto di Pinino Lorusso)<br />
durante il concerto che i ragazzi <strong>del</strong>l'Azione<br />
Cattolica <strong>del</strong>la parrocchia di San Giovanni di<br />
Avezzano hanno organizzato la sera <strong>del</strong> 23<br />
giugno per la festa <strong>del</strong> santo protettore.<br />
EMOZIONI<br />
3<br />
Idfp: la formazione pastorale<br />
di suor Maristella Barresi<br />
• Un simpatico incontro ha visto il gruppo di studenti <strong>del</strong>l’Istituto diocesano<br />
di formazione pastorale (Idfp) riunirsi in un grande sa<strong>lo</strong>ne <strong>del</strong> seminario,<br />
il giorno 8 <strong>luglio</strong> scorso, per ricevere l’attestato <strong>del</strong> corso di teo<strong>lo</strong>gia<br />
pastorale. Per due anni consecutivi gli studenti hanno frequentato, per<br />
due sere a settimana discipline quali: Sacra Scrittura: introduzione generale<br />
e Antico Testamento, Liturgia, Dogmatica, Fi<strong>lo</strong>sofia (primo anno);<br />
Sacra Scrittura: Nuovo Testamento, Teo<strong>lo</strong>gia sacramentaria, Pastorale e<br />
catechetica, Morale, Teo<strong>lo</strong>gia biblica, Dottrina sociale <strong>del</strong>la Chiesa, Storia<br />
<strong>del</strong>la Chiesa e Spiritualità Liturgica (secondo anno). Erano presenti,<br />
oltre a tutti gli studenti, il vescovo Pietro Santoro, don Antonio Sterpetti<br />
(direttore <strong>del</strong> corso) e alcuni docenti quali don Franco Tallarico e don<br />
<strong>Il</strong>vio Di Giandomenico. Dopo la preghiera <strong>dei</strong> Vespri ha preso la parola<br />
il direttore don Antonio che ha ringraziato gli studenti e i professori per<br />
la <strong>lo</strong>ro serietà e per la costante presenza. Si è poi soffermato su un<br />
altro principio: a nulla serve la cultura se non c’è la testimonianza <strong>del</strong><br />
comportamento, se non ci sono cioè i principi morali. <strong>Il</strong> nostro vescovo,<br />
di ritorno dalla trasferta in Spagna (dove si terrà la prossima Giornata<br />
mondiale <strong>del</strong>la gioventù e su questo <strong>numero</strong> <strong>del</strong> giornale diocesano a<br />
pagina 2), pur nella stanchezza fisica, è stato, come al solito, incisivo.<br />
Ha ringraziato gli studenti, i professori e tutti co<strong>lo</strong>ro che hanno permesso<br />
la riuscita <strong>del</strong> corso da lui fortemente<br />
voluto. Si è soffermato su alcuni concetti<br />
base come la coerenza, l’assiduità,<br />
la passione che dà ca<strong>lo</strong>re e co<strong>lo</strong>re a<br />
tutte le cose che facciamo: «Gesù entra<br />
in casa mia e poi usciamo insieme»<br />
è stata una sua brillante affermazione.<br />
Ha messo poi in particolare evidenza<br />
il problema <strong>del</strong>la mancanza di comunicazione<br />
e dia<strong>lo</strong>go da lui definita come<br />
“morte <strong>del</strong>la parola” (un altro argomento<br />
caro al vescovo Santoro che aveva<br />
avuto modo di esplicitare anche in un<br />
recente Convegno diocesano). Un’ultima<br />
riflessione: un percorso formativo<br />
più completo potrebbe portare gli studenti<br />
(nella foto accanto di Pinino Lorusso)<br />
ad ottenere una qualifica più specifica, per il servizio alla Chiesa. A<br />
nome di tutta la redazione de “<strong>Il</strong> <strong>Velino</strong>” complimenti a tutti gli studenti.<br />
Nella foto d’altri tempi vedete don Giulio Lucidi, un chi<strong>lo</strong>metro di sacerdote, tipo<br />
assai in gamba (detto senza ironia) mentre si occupa di dar da mangiare a bambini<br />
gioiosi. Sul<strong>lo</strong> sfondo la costruzione <strong>del</strong>l’asi<strong>lo</strong> (si chiamava così) <strong>del</strong>la parrocchia<br />
di San Giovanni di Avezzano. Un modo per indurre tutti voi lettori a una<br />
meditazione di ampio respiro sulla scienza <strong>del</strong>la <strong>del</strong>icatezza e sulla clemenza richiesta<br />
dalla sua applicazione.<br />
Se proprio volete, chiamatele emozioni<br />
la laurea di laura rocchi<br />
a cura <strong>del</strong>la redazione<br />
• “L’utilizzazione <strong>del</strong>l’energia eolica. Progetto<br />
di un parco e valutazioni ambientali” è il tito<strong>lo</strong><br />
<strong>del</strong>la Laurea specialistica in Ingegneria per<br />
l’ambiente e territorio che Laura Rocchi (nella<br />
foto), da sempre collaboratrice <strong>del</strong> giornale<br />
diocesano, ha conseguito all’Università<br />
<strong>del</strong>l’Aquila. Un lavoro corposo e sul campo<br />
che Laura ha svolto presso la Soave Engineering<br />
srl di Sulmona con la guida <strong>del</strong> professor<br />
ingegner Roberto Cipol<strong>lo</strong>ne. Felici per lei<br />
i genitori Bruno e Clarita,<br />
il fratel<strong>lo</strong> Dani<strong>lo</strong>, la<br />
nonna Elena Rodorigo,<br />
parenti e amici. Complimenti<br />
cara Laura da<br />
tutta la redazione <strong>del</strong> giornale diocesano e<br />
rammenta che la vita, come scriveva la poetessa<br />
Emily Dickynson, è quel che ne facciamo.<br />
Adesso al lavoro.
4<br />
il Muschio selvaGGio<br />
di Vincenzo Catini<br />
• <strong>Il</strong> silene acaulis (muschio fiorito) è una graziosa pianta<br />
che consta di <strong>numero</strong>si fusticini che sorgono da un<br />
ceppo comune profondamente radicato e densamente<br />
schiacciato in modo tale da formare un cuscinetto appiattito<br />
e compatto. Ogni fusticino, alto da 1 a 4 centimetri,<br />
porta una rosetta di piccole foglie lineari alla<br />
base e un so<strong>lo</strong> fiore terminale. E’ una specie comune<br />
che popola le rupi <strong>del</strong>le alte quote <strong>del</strong>le alpi e degli appennini. E’ un<br />
relitto glaciale ed è di origine artica. Fiorisce da giugno ad agosto ed è<br />
molto ornamentale. Normalmente è appoggiata sulla sommità di una<br />
pietra lineare. Appartiene<br />
alla famiglia<br />
<strong>del</strong>le caryophylaceae<br />
il cui nome deriva<br />
probabilmente da un<br />
errato accostamento<br />
di alcuni dianthus (garofani)<br />
appartenenti<br />
a questa famiglia. Si<br />
chiama silene acaulis<br />
per via <strong>del</strong> dio Sileno<br />
e acaulis perché bassa<br />
e priva di caule, cioè<br />
<strong>del</strong> fusto. Popola la<br />
zona nord <strong>dei</strong> massimi<br />
rilievi <strong>del</strong>l’Abruzzo e<br />
quindi anche <strong>del</strong> monte<br />
<strong>Velino</strong>. La pianta fa<br />
parte <strong>del</strong>le pulvinacee<br />
cosiddette perché alla<br />
base <strong>del</strong>le <strong>lo</strong>ro foglie<br />
c’è un gruppo di cellule in grado di perdere repentinamente acqua. Una<br />
curiosità che la riguarda: i cuscinetti hanno un accrescimento molto<br />
lento (10 centimetri ogni 20 anni) per cui una pianta con un cuscinetto<br />
di 50 centimetri di diametro supera il seco<strong>lo</strong> di vita.<br />
Matilde sei unica<br />
a cura <strong>del</strong>la redazione<br />
• La foto <strong>del</strong>la mathildae soldanella scattata da Vincenzo<br />
Catini sul Gran Sasso il 6 <strong>luglio</strong> <strong>del</strong>l’anno scorso<br />
(la vedete qui accanto) ci ha fatto pensare a diverse<br />
Matilde: la grancontessa Matilde di Canossa e “Matilda<br />
6 mitica”, un film <strong>del</strong> 1996 tratto dal romanzo<br />
“Matilde” di Roald Dahl. E’ diretto da Danny De Vito,<br />
che interpreta nel film la parte <strong>del</strong> padre di Matilde. E<br />
poi a una variante: Metilde Dembowski Viscontini.<br />
L’unico ritratto che la mostrava al tempo <strong>del</strong>la fiorente<br />
bellezza <strong>lo</strong> volle chiuso nella bara con lei. Andandosene<br />
portò via con sé la memoria <strong>del</strong><br />
suo volto. Nessun postero ha così potuto,<br />
né può, vedere i tratti di Metilde Viscontini,<br />
una <strong>del</strong>le celebrate figure femminili<br />
<strong>del</strong> Risorgimento italiano, amate e idealizzate<br />
da patrioti e scrittori, da Pellico<br />
a Fosco<strong>lo</strong>, compreso Stendhal che, elemosinando<br />
con ostinazione l’amore<br />
di lei, metabolizzò nella sua opera<br />
letteraria la do<strong>lo</strong>rosa e non corrisposta<br />
passione. Scriviamo questo<br />
per due ragioni: la prima per ringraziare<br />
ancora una volta Vincenzo<br />
catini per gli splendidi servizi che ci<br />
offre; la seconda per ricordarci vicendevolmente<br />
che le immagini (la<br />
bella natura <strong>del</strong>la <strong>Marsi</strong>ca e i volti<br />
<strong>del</strong>le persone che abitano questa<br />
terra) non dovranno mai essere<br />
consegnate all’oblio.<br />
Altro artico<strong>lo</strong> sul Risorgimento <strong>lo</strong> trovate<br />
a pagina 17 con la firma prestigiosa di<br />
Michele D'Andrea.<br />
Self Service<br />
aperto tutti i giorni<br />
Pranzo dalle 12,30 alle <strong>15</strong>,00<br />
Venerdì e Sabato anche a cena<br />
si accettano buoni pasto (anche parziali)<br />
di tutte le organizzazioni<br />
Via Armando Diaz 9 - AVEZZANO (AQ)<br />
tel. 0863 21795 - 0863 32241<br />
Giocare con l'aPe<br />
a cura <strong>del</strong>la redazione<br />
• Conosciamo un’ape, qui nella redazione <strong>del</strong> giornale<br />
diocesano, che ogni tanto viene a trovarci svolazzandoci<br />
intorno. Conosciamo un’ape alla quale s’addice la<br />
descrizione <strong>del</strong> personaggio “Willy”, detto “la donnola”<br />
nel romanzo “Sol levante” di Michael Crichton scritto<br />
nel 1992, da cui è stato tratto un omonimo film con<br />
Sean Connery e Wesley Snipes: «Pensava sempre il<br />
peggio di tutti; avrebbe sempre riferito gli eventi nella<br />
forma più bieca, certo che qualsiasi versione era<br />
una copertura. Aveva un fiuto infallibile per le debolezze<br />
umane e una propensione per il me<strong>lo</strong>dramma.<br />
La verità non gli interessava e le valutazioni eque gli<br />
sembravano deboli. Ai suoi occhi la verità “vera” era<br />
sempre sporca». Provate ad ascoltare il suo ronzio: è<br />
evidente che in lei la <strong>lo</strong>gica aristotelica si alimenti di<br />
passione giacobina. Che ognuno nasconda una parte<br />
di colpe e di miserie è indubbio. Ma quel “nascondere”<br />
è ipocrisia? Noi crediamo<br />
che sia doverosa<br />
vergogna, o cautela, o<br />
viltà, comunque una<br />
difesa sociale. Perché<br />
colpe e miserie non<br />
diventino va<strong>lo</strong>ri esemplari,<br />
non si diffonda<br />
il contagio. Fateci<br />
caso, questa è un’ape<br />
che mette il soggetto<br />
all’accusativo: dunque<br />
ogni sua informazione<br />
è sospetta e ogni sua<br />
opinione è da prendere<br />
con le molle.
Pil<strong>lo</strong>le di coMunione<br />
l'interruZione <strong>del</strong>la Quotidianita'<br />
L'esortazione di san Pao<strong>lo</strong> a Timoteo<br />
di Anna Rita Bove<br />
• Pescina, Magliano,<br />
Celano, Trasacco,<br />
Avezzano, Carsoli,<br />
Tagliacozzo sono le<br />
sedi <strong>del</strong>le foranie in<br />
cui si è svolta la Settimana<br />
eucaristica<br />
diocesana. Otto giorni ricchi di vita<br />
ecclesiale: parrocchie, auditorium,<br />
spazi sportivi, luoghi di lavoro che<br />
hanno visto il nostro vescovo Pietro<br />
Santoro, guidare celebrazioni<br />
e riflessioni sull’Eucaristia, intesa<br />
come presenza viva di Gesù in mezzo<br />
alla storia degli uomini. Fragilità<br />
umana, cittadinanza, tradizione,<br />
sport e lavoro, affettività sono stati<br />
i temi che hanno accompagnato il<br />
percorso <strong>dei</strong> cristiani <strong>del</strong>la <strong>Marsi</strong>ca<br />
dal 19 al 26 giugno 2011. Gli stessi<br />
temi che saranno affrontati nel XXV<br />
Congresso eucaristico nazionale di<br />
Ancona (3-11 settembre prossimi).<br />
Questi giorni sono stati sostanzialmente<br />
una festa, cioè un’interruzione<br />
<strong>del</strong>la quotidianità, per riacquistare<br />
le energie necessarie per<br />
sentirsi rinvigoriti di fronte al grande<br />
e misterioso progetto di vita che<br />
Gesù ha per ognuno di noi. La storia<br />
<strong>del</strong>la salvezza è la storia di Dio che<br />
incontra l’uomo. L’Emmanuele (Diocon-noi)<br />
lungo l’arco <strong>dei</strong> secoli, in<br />
diversi modi percorre questo sentiero<br />
d’incontro, ma è proprio nel suo<br />
gesto più alto (Dio che si fa uomo e<br />
che si dona agli uomini), nel gesto<br />
eucaristico, che ci permette di sperimentare<br />
la sua presenza in ogni<br />
momento <strong>del</strong>la vita: negli affetti,<br />
nella malattia (fisica e spirituale),<br />
nel lavoro, nel<strong>lo</strong> sport, nella vita sociale.<br />
Gesù non ha fatto promesse<br />
per un futuro <strong>lo</strong>ntano ma ha dato<br />
le coordinate per impostare oggi un<br />
cammino nuovo sul sentiero <strong>del</strong>la libera<br />
scelta, <strong>del</strong>la condivisione, <strong>del</strong>la<br />
gioia, <strong>del</strong>l’offerta, <strong>del</strong>l’accettazione<br />
<strong>del</strong>la propria vita necessarie per<br />
mettersi in gioco e vivere il Regno<br />
di Dio che inizia qui ed ora.<br />
di Ernesto Diaco<br />
• La sfida educativa deve fare i conti<br />
con il cambiamento demografico, e il<br />
Maestro additato dagli orientamenti<br />
pastorali <strong>dei</strong> vescovi italiani è quel<br />
«Gesù, nostro contemporaneo» che<br />
continua a provocare anche la cultura<br />
odierna, in tutte le sue forme. Teatro<br />
compreso. C’è il decennio sull’educare<br />
alla «vita buona <strong>del</strong> Vange<strong>lo</strong>»<br />
alla base <strong>del</strong>le iniziative nazionali <strong>del</strong><br />
progetto culturale <strong>del</strong>la Chiesa italiana<br />
per il prossimo autunno e inverno:<br />
obiettivi e appuntamenti che sono<br />
stati al centro <strong>del</strong> laboratorio tenuto<br />
nei giorni scorsi da una cinquantina<br />
di referenti diocesani, animatori e responsabili<br />
<strong>dei</strong> centri culturali.<br />
Si comincia il 19 settembre a Lucca<br />
con l’avvio <strong>del</strong>la seconda edizione <strong>del</strong><br />
festival <strong>dei</strong> “Teatri <strong>del</strong> Sacro”, la rassegna<br />
voluta dalla Cei con Federgat e<br />
Acec. Fino a domenica 25, nella città<br />
toscana andranno in scena ventisette<br />
spettacoli di prosa, danza, teatro<br />
popolare e di innovazione, scelti fra<br />
gli oltre duecento progetti inediti che<br />
hanno risposto al bando. <strong>Il</strong> forte interesse<br />
suscitato dalla proposta, insieme<br />
al successo <strong>del</strong>la prima edizione,<br />
seguita da <strong>numero</strong>se repliche nelle<br />
sale <strong>del</strong>la comunità in tutt’Italia, è la<br />
conferma di come l’arte scenica sia<br />
un linguaggio assai efficace nel dare<br />
forma alla ricerca spirituale <strong>del</strong>l’uomo<br />
e al suo vissuto religioso.<br />
A breve distanza, nel mese di ottobre,<br />
giungerà in libreria il volume “<strong>Il</strong><br />
cambiamento demografico”, secondo<br />
rapporto-proposta curato dal comitato<br />
per il progetto culturale, che segue<br />
a due anni di distanza “La sfida educativa”<br />
ed è dedicato questa volta «al<br />
futuro <strong>del</strong>l’Italia». Confermati l’editore<br />
- Laterza -e l’impianto generale:<br />
• Su www.ilvelinoweb.it speciale <strong>15</strong>0° anniversario <strong>del</strong>la<br />
nascita di madre Clelia Mer<strong>lo</strong>ni fondatrice <strong>del</strong>le Apostole <strong>del</strong><br />
Sacro Cuore di Gesù. Non perdetevi gli articoli di suor Virginia<br />
Palazzi.<br />
Progetto culturale<br />
il Pensiero che educa<br />
In agenda: temi ed eventi <strong>dei</strong> prossimi mesi<br />
alle analisi e alle cifre più aggiornate<br />
fa seguito l’indicazione di alcuni possibili<br />
interventi affidati alla politica,<br />
all’economia e prima ancora alla sfera<br />
educativa e culturale, necessari per<br />
governare il cambiamento e affrontare<br />
quel «lento suicidio demografico»,<br />
come <strong>lo</strong> definì un anno fa il cardinale<br />
Ange<strong>lo</strong> Bagnasco, a cui sta andando<br />
incontro il nostro Paese.<br />
“Gesù, nostro contemporaneo” è invece<br />
il tito<strong>lo</strong> <strong>del</strong>l’evento internazionale<br />
che dal 9 al 12 febbraio 2012 proseguirà<br />
l’eredità <strong>del</strong>l’incontro su “Dio<br />
oggi. Con lui o senza di lui cambia<br />
tutto” <strong>del</strong> dicembre 2009. La formula<br />
<strong>del</strong>l’appuntamento prevede conferenze<br />
e tavole rotonde, presentazioni<br />
di libri e testimonianze, momenti<br />
artistici e dibattiti animati da ospiti<br />
italiani e stranieri. L’idea di fondo<br />
risiede nella convinzione che la domanda<br />
di Gesù di Nazaret: «Ma voi,<br />
chi dite che io sia?» (Mc 8,29) risuoni<br />
anche oggi non meno provocatorio e<br />
ineludibile che nella cerchia <strong>dei</strong> primi<br />
discepoli, e tocchi al<strong>lo</strong> stesso tempo<br />
la singola persona come la comunità<br />
degli uomini.<br />
Ogni iniziativa potrà essere seguita<br />
sul sito internet www.progettoculturale.it,<br />
recentemente ampliato e<br />
rinnovato per dare ancora più spazio<br />
alle attività <strong>del</strong>le diocesi e <strong>dei</strong> centri<br />
culturali, offrendo ad essi spunti di riflessione<br />
e di impegno. Al termine <strong>del</strong><br />
laboratorio, si è confermata la scelta<br />
di consolidare la rete di chi, sul territorio,<br />
opera per portare la creatività<br />
<strong>del</strong>la fede nell’agorà pubblica, vincendo<br />
la tentazione <strong>del</strong>la rinuncia o<br />
<strong>del</strong>l’autoreferenzialità. La «vita buona<br />
<strong>del</strong> vange<strong>lo</strong>» non può che essere<br />
pensata, popolare, stimolante.<br />
aveZZano. Parrocchia san rocco<br />
La grazia <strong>del</strong>l'Unzione degli infermi<br />
di Patrizia Tocci<br />
• Venerdì primo <strong>luglio</strong>,<br />
festa <strong>del</strong> Sacro<br />
Cuore di Gesù, nella<br />
chiesa di San Rocco<br />
ad Avezzano, il nostro<br />
vescovo monsignor<br />
Pietro Santoro ha celebrato<br />
la santa Messa, e su richiesta<br />
<strong>del</strong> parroco don Adriano Principe, ha<br />
conferito il sacramento <strong>del</strong>l’Unzione<br />
agli ammalati e agli anziani <strong>del</strong>la parrocchia,<br />
assistito da don Adriano, don<br />
Pietro Asci (nella foto mentre riceve<br />
il sacramento) e don Carmine Grossi.<br />
In passato, questo sacramento riservato<br />
ai malati era chiamato “estrema<br />
unzione”. Questo non significava che<br />
si trattasse <strong>del</strong>l’unzione definitiva in<br />
vista <strong>del</strong>la morte, come si è pensato<br />
per tanto tempo, ma che era l’unzione<br />
amministrata per ultima, dopo le<br />
altre “unzioni” con l’olio sacro che si<br />
ricevono negli altri sacramenti. Tutti<br />
i sacramenti sono segni <strong>del</strong>l’amore<br />
di Dio per l’uomo, e nel sacramento<br />
<strong>del</strong>l’Unzione è Gesù stesso,<br />
sempre premuroso<br />
verso i malati nell’anima<br />
e nel corpo che si china<br />
su di noi quando siamo<br />
deboli e fragili per versare,<br />
come il buon samaritano,<br />
il balsamo <strong>del</strong> suo<br />
amore sulle nostre ferite.<br />
<strong>Il</strong> sacramento <strong>del</strong>l’Unzione<br />
partecipa al malato la grazia<br />
<strong>del</strong><strong>lo</strong> Spirito Santo, fornisce<br />
un aiuto speciale per<br />
la sua salvezza, aumenta<br />
la fiducia in Dio e dona la<br />
forza per combattere la<br />
tentazione <strong>del</strong><strong>lo</strong> sconforto<br />
e la paura. Al termine <strong>del</strong>la<br />
bellissima e commovente cerimonia,<br />
la comunità parrocchiale di San Rocco<br />
ha voluto dimostrare la sua stima<br />
e il suo affetto al vescovo Pietro consegnandogli<br />
un prestigioso ritratto<br />
realizzato dal bravissimo e noto artista<br />
Alfonso Corbi (foto a destra).<br />
il Magistero<br />
di Davide Sant'Orsola<br />
• Esistono almeno due ottime ragioni<br />
oggettive che hanno consigliato, e<br />
consigliano, i frequenti interventi <strong>del</strong><br />
Magistero <strong>del</strong>la Chiesa. La prima ragione<br />
si fonda sui fenomeni indotti dalla<br />
modernità. A differenza di quanto<br />
accadeva precedentemente, oggi la<br />
fede non è più trasmessa con la vitale<br />
spontaneità <strong>del</strong>le generazioni viventi in<br />
società più antiche. La cultura moderna<br />
e contemporanea tende a isolare<br />
la fede e il discorso sulla fede e il Magistero<br />
<strong>del</strong>la Chiesa sente vivamente<br />
il suo diritto-dovere di impedire che i<br />
fe<strong>del</strong>i siano sommersi da quella cultura<br />
e di difendere la verità <strong>del</strong>la divina Rivelazione<br />
con la sua presentazione più<br />
adatta alla sensibilità degli uomini <strong>del</strong><br />
nostro tempo. Questo compito, che è<br />
l’espressione prima <strong>del</strong>la sollecitudine<br />
pastorale, comporta che il Magistero<br />
risponda frequentemente ai problemi<br />
e alle domande poste da un tempo di<br />
rapidità. La seconda ragione si fonda<br />
sulla necessità di esperire e proporre<br />
soluzioni nuove a problemi nuovi che<br />
devono essere percepiti dai fe<strong>del</strong>i nella<br />
<strong>lo</strong>ro vera valenza per il rapporto con la<br />
Rivelazione e con il disegno <strong>del</strong>l’uomo<br />
che da essa promana. <strong>Il</strong> Magistero<br />
esiste precisamente per illuminare<br />
questo rapporto e trarne i conseguenti<br />
abiti morali e comportamentali. C’è<br />
un’ulteriore ragione che vi sottopongo.<br />
E’ tratta dalla Bibbia: 2 Tim 4,2 (seconda<br />
lettera di san Pao<strong>lo</strong> a Timoteo).<br />
Si legge: «annuncia la Parola, insisti al<br />
momento opportuno e non opportuno,<br />
ammonisci, rimprovera, esorta con<br />
ogni magnanimità e insegnamento».<br />
SINTONIE<br />
5<br />
LA POSTA DI<br />
SUOR MARISTELLA BARRESI<br />
Responsabilità<br />
Scrivete all'indirizzo di posta<br />
elettronica <strong>del</strong> giornale, oppure<br />
indirizzate le lettere a<br />
"<strong>Il</strong> <strong>Velino</strong>", Corso <strong>del</strong>la Libertà<br />
54, Avezzano.<br />
Suor Stella gentilissima<br />
sono uno studente, quasi<br />
impegnato. Non sono<br />
riuscito a capire il significato<br />
di un passaggio <strong>del</strong><br />
Vange<strong>lo</strong> di Matteo 25,34:<br />
<strong>lo</strong> sento tanto distante,<br />
irreale. Può spiegarme<strong>lo</strong><br />
lei? (Marco, Avezzano)<br />
Caro Marco, innanzitutto non<br />
capisco cosa significa quel<br />
“quasi” davanti all’impegno<br />
(perché non vieni a trovarmi<br />
così ne parliamo in privato?),<br />
poi diciamo ai lettori qual è il<br />
versetto da te citato: «Al<strong>lo</strong>ra<br />
il re dirà a quelli che saranno<br />
alla sua destra: “Venite,<br />
benedetti <strong>del</strong> Padre mio, ricevete<br />
in eredità il regno<br />
preparato per voi fin dalla<br />
creazione <strong>del</strong> mondo”». Ciò<br />
che distingue l’uomo dagli<br />
animali è essenzialmente la<br />
libertà. Anche gli altri esseri<br />
viventi sono “liberi”, nei limiti<br />
concessi dalla stessa natura,<br />
senza poter uscire da questi<br />
comportamenti. Al genere<br />
umano è concessa la possibilità<br />
di trascendere questi<br />
schemi mentali pur avendo<br />
un limite alla propria libertà:<br />
la responsabilità. La responsabilità<br />
è vista come un<br />
peso troppo grande per permettere<br />
alle ali <strong>del</strong>la libertà<br />
di prendere quota. <strong>Il</strong> mondo<br />
giovanile rischia di andare<br />
incontro ad un grave processo<br />
di deresponsabilizzazione<br />
probabilmente perché la<br />
nostra società non li aiuta a<br />
realizzare la propria vocazione.<br />
Ecco perché la Chiesa ci<br />
fa riflettere sull’emergenza<br />
educativa. Ed è proprio dalla<br />
vocazione, invece, che si<br />
dovrebbe ripartire. Infatti la<br />
vocazione è ciò che ci distingue<br />
l’uno dall’altro, per cui<br />
non rispondendo a questa<br />
chiamata faremo altro, ma<br />
ci rimarrà sempre il rimorso<br />
di non aver fatto ciò che più<br />
ci sarebbe piaciuto. Forse un<br />
corso di formazione vocazionale,<br />
ricco anche di contenuti,<br />
non sarebbe male. Perché<br />
non pensi, per l’estate, ad un<br />
periodo di ferie meditative in<br />
qualche centro cristiano che<br />
ti aiuti a vedere dentro di te?<br />
Se dopo questa risposta vuoi<br />
rileggere il testo biblico, poi<br />
mi dirai come <strong>lo</strong> hai "ri-trovato".<br />
Lo dovresti sentire un<br />
po’ più attuale e vicino.
6 Settimana eucaristica: primo bilancio<br />
la sFida <strong>del</strong>l'iMPeGno<br />
I riflessi <strong>del</strong>l'evento che ha preparato Ancona<br />
di Maurizio Cichetti *<br />
• Eccola qui, la Chiesa marsicana capace<br />
di uscire dai rassicuranti spazi <strong>del</strong>le<br />
sacrestie, dai gratificanti angoli <strong>del</strong>le<br />
appartenenze ecclesiali esclusive, capace<br />
cioè di intercettare le dinamiche<br />
più contraddittorie e complesse di un<br />
tessuto sociale slabbrato e forse alla<br />
ricerca, oltre che di una direzione di<br />
marcia per un futuro meno nebu<strong>lo</strong>so,<br />
anche di un senso ultimo. Eccola, quindi,<br />
una Chiesa <strong>lo</strong>cale che - non senza<br />
qualche indugio e resistenza - cerca<br />
però in ogni caso di porsi in ascolto di<br />
una comunità marsicana disincantata<br />
che, forse oggi più che mai, sembra<br />
chiedere di essere sostenuta nel suo<br />
sforzo di definirsi in modo autentico e<br />
credibile. Così, è il volto di una Chiesa<br />
che non si chiude in se stessa, quel<strong>lo</strong><br />
che traspare, nel momento di un sia<br />
pur sommario bilancio <strong>del</strong>la Settimana<br />
eucaristica diocesana, vissuta nei<br />
giorni scorsi dalla comunità ecclesiale<br />
marsicana in preparazione <strong>del</strong> XXV<br />
Congresso eucaristico nazionale, in<br />
programma nella prima decade di settembre<br />
ad Ancona sul tema “Signore<br />
da chi andremo? L’Eucaristia per la vita<br />
quotidiana”. Una settimana di appuntamenti,<br />
per la Chiesa <strong>lo</strong>cale, scanditi<br />
da momenti di confronto e momenti<br />
di riflessione sui cinque ambiti <strong>del</strong>l’esistenza,<br />
quelli che saranno al centro <strong>del</strong><br />
Congresso di Ancona e che sono stati,<br />
poi, gli stessi già al centro <strong>del</strong> dibattito<br />
nel Convegno ecclesiale di Verona<br />
<strong>del</strong> 2006. Gli ambiti di riferimento, va<br />
per l’appunto ricordato, sono la vita affettiva,<br />
il lavoro e la festa, la fragilità<br />
umana, la tradizione e la cittadinanza.<br />
Aperta da una solenne celebrazione a<br />
Pescina (con il corteo <strong>dei</strong> fe<strong>del</strong>i verso<br />
la chiesa di Santa Maria <strong>del</strong>le Grazie),<br />
la Settimana eucaristica diocesana ha<br />
quindi affrontato - di volta in volta in<br />
ognuna <strong>del</strong>le foranie diocesane - le tematiche<br />
proposte, a partire da quella<br />
riguardante la fragilità umana, tenutasi<br />
a Magliano <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong>. Guidate dalle riflessioni<br />
svolte dal vescovo, le diverse<br />
associazioni a vario tito<strong>lo</strong> impegnate<br />
in questo ambito hanno potuto fare il<br />
punto su una ancora diffusa situazione<br />
di disagio e di difficoltà, che chiama in<br />
particolare la Chiesa <strong>lo</strong>cale ad uno sforzo<br />
supplementare, sul versante <strong>del</strong>l’abbattimento<br />
<strong>dei</strong> fattori di disgregazione<br />
sociale ed umana. Di partecipazione<br />
attiva e consapevole alla vita politi-<br />
ca e sociale si è poi discusso nell’appuntamento<br />
celanese <strong>del</strong>la Settimana,<br />
mentre a Trasacco l’attenzione è stata<br />
puntata sul ruo<strong>lo</strong> svolto dalla tradizione,<br />
sempre in riferimento alla tematica<br />
centrale <strong>del</strong> Congresso, vale a dire<br />
la portata <strong>del</strong>l’impatto <strong>del</strong> messaggio<br />
eucaristico per la vita quotidiana. Un<br />
incontro, quel<strong>lo</strong> di Trasacco, che ha poi<br />
visto la presenza - accanto a monsignor<br />
Santoro - di monsignor Edoardo Menichelli,<br />
arcivescovo di Ancona-Osimo.<br />
Dopo la giornata sacerdotale di Avezzano<br />
(con la notte bianca di preghiera<br />
e diverse chiese <strong>del</strong>la città aperte), si<br />
è posto l’accento sul tema <strong>del</strong> lavoro<br />
e <strong>del</strong>la festa, con il vescovo che a Carsoli<br />
ha visitato alcune aziende, prima<br />
<strong>del</strong>la celebrazione nel campo sportivo<br />
di Oricola. Infine, l’appuntamento con<br />
l’affettività, a Tagliacozzo, per ribadire<br />
la centralità <strong>del</strong>l’Eucaristia nell’autentica<br />
relazione umana. In ognuna <strong>del</strong>le<br />
<strong>lo</strong>calità interessate, al termine <strong>del</strong>la<br />
celebrazione conclusiva <strong>del</strong>la giornata,<br />
veniva esposto il Santissimo Sacramento<br />
per l’adorazione, fino al giorno<br />
successivo. Si diceva, in sostanza, di<br />
una Chiesa marsicana apparsa ormai<br />
capace di misurarsi con le tensioni<br />
<strong>del</strong> quotidiano, proponendo il dono<br />
<strong>del</strong>l’Eucaristia, come un segno di tangibile<br />
presenza nelle concrete vicende<br />
umane. Una prossimità, quella <strong>del</strong>la<br />
comunità <strong>dei</strong> credenti marsicani, che<br />
pare oggi diventare ancora più cruciale,<br />
al cospetto di una <strong>Marsi</strong>ca che<br />
sembrerebbe aver smarrito tanti riferimenti<br />
ideali e politici, se è vero che<br />
di giorno in giorno si fa più profondo<br />
il fossato tra le aspettative e le urgenze<br />
di un territorio spesso vessato, e i<br />
ritardi di chi resta forse legato a non<br />
più proponibili <strong>lo</strong>giche di control<strong>lo</strong> di<br />
uomini e donne <strong>del</strong> nostro tempo. Così<br />
il messaggio che viene dalla Settimana<br />
eucaristica diocesana è quel<strong>lo</strong> di una<br />
Chiesa che si fa tutt’uno con la storia<br />
<strong>del</strong>l’uomo, nel segno di una fe<strong>del</strong>tà alla<br />
Parola che si traduce in impegno concreto<br />
e condiviso.<br />
* Questo artico<strong>lo</strong> è stato pubblicato<br />
anche sul quotidiano cattolico Avvenire<br />
<strong>del</strong> 3 <strong>luglio</strong> 2011<br />
taGliacoZZo<br />
l'affettività<br />
di Alessio Manuel Sforza<br />
• La penultima giornata<br />
<strong>del</strong>la Settimana<br />
eucaristica diocesana<br />
si è svolta a Tagliacozzo<br />
sabato 25 giugno.<br />
<strong>Il</strong> tema trattato<br />
è stato “Eucaristia ed<br />
affettività”. Un argomento molto importante<br />
tenuto conto di come spesso<br />
nei nostri giorni il tema <strong>del</strong>l’affettività<br />
viene affrontato con superficialità.<br />
Anche l’eccessiva frenesia <strong>del</strong>la vita,<br />
unitamente al crescente individualismo<br />
che minaccia continuamente la<br />
nostra società, limita sempre più i<br />
momenti di comunione tra le coppie,<br />
in particolar modo <strong>del</strong>le famiglie, di<br />
conseguenza sono sempre più rari<br />
quei momenti di condivisione che devono<br />
essere propri <strong>del</strong>la vita coniugale.<br />
Protagonisti <strong>del</strong>la giornata sono<br />
state le famiglie, coppie di fidanzati e<br />
giovani. La giornata si è svolta tra la<br />
chiesa <strong>dei</strong> santi Cosma e Damiano <strong>del</strong><br />
monastero <strong>del</strong>la benedettine, dove si<br />
è tenuta la catechesi <strong>del</strong> vescovo Pietro<br />
Santoro, e la chiesa di san Francesco<br />
dove c’è stato il momento di<br />
preghiera ed adorazione eucaristica.<br />
In questi momenti si è voluto ribadire<br />
il fatto che l’Eucaristia deve tornare<br />
ad essere la fonte <strong>del</strong>la nostra<br />
vita. Come ha detto il nostro vescovo<br />
«l’Eucaristia è il sacramento <strong>del</strong>la piena<br />
affettività. E’ Dio che si consegna<br />
per amore, che consegna integralmente<br />
se stesso corpo, anima, umanità<br />
e divinità». Non dobbiamo quindi<br />
pensare di partecipare all’Eucaristia<br />
come ad un semplice momento devozionale,<br />
ma come «un ingresso <strong>del</strong><br />
cuore, <strong>del</strong>l’intelligenza, <strong>del</strong>la vo<strong>lo</strong>ntà<br />
dentro l’affettività di Cristo che si<br />
dona per noi». Anche le coppie ed i<br />
giovani presenti hanno tenuto a precisare<br />
come Cristo deve tornare ad<br />
essere il vero motore <strong>del</strong>l’affettività<br />
in un rapporto di coppia, sapendo accettare<br />
l’altro per ciò che è ed incanalando<br />
i figli verso un’autentica affettività<br />
cristiana.<br />
Non hanno nascosto,<br />
però, le<br />
difficoltà di fronte<br />
alla società<br />
odierna portatrice<br />
spesso di va<strong>lo</strong>ri<br />
contrari alla<br />
morale cristiana.<br />
Un grande aiuto<br />
può venire dalla<br />
Chiesa a partire<br />
dalle comunità<br />
parrocchiali. La<br />
serata si è conclusa<br />
con uno<br />
spettaco<strong>lo</strong> di<br />
Francesco Sportelli<br />
dal tito<strong>lo</strong><br />
“Sopra le righe”.<br />
LAPIS<br />
• Lapis, oppure back of the enve<strong>lo</strong>pe<br />
calculation: questa nuova<br />
rubrica de “<strong>Il</strong> <strong>Velino</strong>” non<br />
avrà una cadenza fissa ma sarà<br />
presente so<strong>lo</strong> quando avremo<br />
qualcosa da dire. <strong>Il</strong> back of the<br />
enve<strong>lo</strong>pe calculation è un calco<strong>lo</strong><br />
approssimativo, in genere svolto<br />
su un qualsiasi foglio di carta<br />
riciclata a disposizione, come il<br />
retro di una busta e da qui la<br />
definizione ang<strong>lo</strong>sassone. E’ più<br />
che una supposizione ma meno<br />
di un calco<strong>lo</strong> preciso o di una<br />
dimostrazione matematica. La<br />
caratteristica distintiva di simili<br />
calcoli è l’uso di ipotesi semplificate.<br />
Nelle scienze esatte simile<br />
modo di procedere è spesso<br />
associato al nome <strong>del</strong> grande<br />
fisico italiano Enrico Fermi, che<br />
era noto risolvere complesse<br />
equazioni differenziali con degli<br />
ingegnosi metodi di approssimazione.<br />
Edoardo Amaldi, uno<br />
<strong>dei</strong> ragazzi di via Panisperna, ricorda<br />
nel suo libro di memorie,<br />
le sfide di abilità che <strong>lo</strong> stesso<br />
Fermi ingaggiava con Ettore Majorana.<br />
Gare di complicatissimi<br />
calcoli: Fermi col rego<strong>lo</strong> calcolatore,<br />
alla lavagna o su un foglio;<br />
Majorana a memoria, voltandogli<br />
le spalle; e quando Fermi<br />
diceva «sono pronto», Majorana<br />
dava il risultato. Quando Fermi<br />
si trasferì negli Usa, verso la fine<br />
degli anni ’30 <strong>del</strong> seco<strong>lo</strong> scorso,<br />
questa sua abilità la mise a<br />
confronto con altre due menti<br />
straordinarie, quelle di Richard<br />
Feynman e John Von Neumann.<br />
Tutti e tre, bravissimi nei calcoli,<br />
si sfidavano per gioco a chi per<br />
primo fosse riuscito a trovare la<br />
soluzione a complessi problemi<br />
fisici. Naturalmente ciascuno era<br />
libero di lavorare con <strong>lo</strong> strumento<br />
di calco<strong>lo</strong> preferito (Von<br />
Neumann non aveva ancora inventato<br />
il computer). La storia<br />
racconta che Feynman era im-<br />
• Una <strong>del</strong>egazione <strong>del</strong>l'Ambasciata<br />
<strong>del</strong> Gabon presso la Santa Sede in<br />
visita nella <strong>Marsi</strong>ca.<br />
LA VITA DI NOIALTRI<br />
a cura <strong>del</strong>la redazione<br />
•Ci sono momenti nei quali si pensa, senza amarezza, come una constatazione<br />
di fatto, di aver vissuto la vita più ricca che ragionevolmente ci si<br />
potesse aspettare, con un lavoro che aveva senso, una grande libertà personale<br />
e una curiosità intellettuale sempre altrettanto grande nei confronti<br />
<strong>del</strong>la vita e <strong>del</strong>le possibilità e <strong>dei</strong> limiti che la vita pone a ciascuno. In questa<br />
foto di Valentina Mastrodicasa un omaggio a voi lettori che credete nel va<strong>lo</strong>re<br />
<strong>del</strong>la vita, la vostra e quella degli altri.<br />
A CURA DI MARCO BOLEO<br />
Fate i calcoli con i debiti<br />
battibile con la calcolatrice, Fermi<br />
era di una straordinaria ve<strong>lo</strong>cità<br />
nell’eseguire i calcoli con<br />
il suo inseparabile rego<strong>lo</strong> calcolatore<br />
e Von Neumann preferiva<br />
effettuare tutti i calcoli a mente.<br />
Arrivavano tutti e tre molto ve<strong>lo</strong>cemente<br />
agli stessi risultati, ma<br />
molte volte il più ve<strong>lo</strong>ce era Von<br />
Neumann. Negli ultimi tempi, diciamo<br />
nell’ultimo anno, il costo<br />
medio <strong>del</strong> debito pubblico italiano<br />
(il costo <strong>del</strong> suo finanziamento)<br />
è cresciuto di 120-<strong>15</strong>0 punti<br />
base (i tassi di interesse sono<br />
aumentati di un ammontare che<br />
oscilla tra l’1,2-1,5%). <strong>Il</strong> famoso<br />
spread sui bund tedeschi. Finora<br />
questa differenza non aveva<br />
creato problemi, perché si stavano<br />
rifinanziando emissioni<br />
precedenti agli anni 2008-09.<br />
Dal 1999-2009, circa, infatti<br />
abbiamo emesso debito a tassi<br />
di poco superiori a quelli tedeschi.<br />
Siccome la vita media <strong>del</strong><br />
nostro debito è vicina ai 7 anni,<br />
questo vuol dire che <strong>lo</strong> spread <strong>lo</strong><br />
paghiamo so<strong>lo</strong> sui titoli emessi<br />
nel periodo 2010-11, mentre il<br />
resto <strong>del</strong> debito ci costa ancora<br />
poco. Per chi non avesse familiarità<br />
con l’aritmetica <strong>del</strong> debito<br />
e la contabilità nazionale, questo<br />
significa un maggior carico<br />
fiscale tra l’1,5-1,8% rispetto al<br />
Pil per coprire la maggiore spesa<br />
per interessi. Sono almeno 25<br />
miliardi di euro da "vampirizzare"<br />
prima ancora di pensare al<br />
deficit, ovvero alla differenza tra<br />
le entrate e le uscite che vanno<br />
riportate sotto control<strong>lo</strong>. Se<br />
le cose continueranno su questo<br />
crinale, ogni settimana che passa<br />
costerà sempre di più rifinanziare<br />
il nostro debito pubblico.<br />
Con un rapporto debito/Pil vicino<br />
al 120%, un punto in più di<br />
interesse significa un 1,2% di Pil<br />
di tasse in più, altro che riduzione<br />
<strong>del</strong>la pressione fiscale.
<strong>Il</strong> nuovo portale multimediale vaticano<br />
"NEWS.VA": IL CLICK DEL PAPA<br />
Sfida condivisa da “ilvelinoweb”<br />
a cura di Vincenzo Corrado<br />
• “News.va”. Si chiama così il<br />
nuovo portale multimediale vaticano,<br />
on line dal 29 giugno, festività<br />
<strong>dei</strong> santi Pietro e Pao<strong>lo</strong>, a<br />
suggellare il 60° <strong>del</strong>l’ordinazione<br />
sacerdotale di Benedetto XVI. Ed<br />
è stato proprio il Santo Padre in<br />
persona a lanciar<strong>lo</strong> in rete, con<br />
un tablet, nei primi vespri <strong>del</strong>la<br />
festività. Lo ha riferito monsignor<br />
Claudio Maria Celli, presidente<br />
<strong>del</strong> Pontificio consiglio <strong>del</strong>le comunicazioni<br />
sociali (Pccs), presentando<br />
ai giornalisti la nuova<br />
iniziativa insieme a padre Federico<br />
Lombardi, direttore <strong>del</strong>la sala<br />
stampa <strong>del</strong>la Santa Sede, e a<br />
Giovanni Maria Vian, direttore de<br />
“L’Osservatore Romano”.<br />
Una storia di tutto rispetto.<br />
«La presenza <strong>del</strong>la Santa Sede<br />
nel campo <strong>del</strong>la comunicazione<br />
- ha sottolineato monsignor<br />
Celli - ha una sua storia di tutto<br />
rispetto. Basti pensare a “L’Osservatore<br />
Romano” che celebra<br />
quest’anno i suoi <strong>15</strong>0 anni o alla<br />
Radio vaticana che, poco tempo<br />
fa, ricordava i suoi 80 anni di attività.<br />
Poi, in epoca più recente,<br />
il “Vatican information service”,<br />
l’agenzia “Fides”, la stessa sala<br />
stampa e il “centro televisivo vaticano”».<br />
Su “news.va”, ha spiegato<br />
il presidente <strong>del</strong> Pccs, «sarà<br />
possibile trovare le principali notizie<br />
stampate o messe in onda<br />
dagli altri media vaticani. Si tratta,<br />
quindi, di un portale multimediale<br />
che permetterà al visitatore<br />
di accedere immediatamente alle<br />
principali notizie, <strong>del</strong>la stampa,<br />
<strong>del</strong>la radio e <strong>del</strong> centro televisivo<br />
vaticano. Le notizie riguarderanno<br />
le attività o gli interventi<br />
magisteriali <strong>del</strong> Santo Padre, le<br />
prese di posizione <strong>dei</strong> dicasteri<br />
<strong>del</strong>la Santa Sede, così come i più<br />
importanti avvenimenti <strong>del</strong> mondo<br />
o situazioni legate alle varie<br />
Chiese particolari».<br />
In sintonia con gli altri media.<br />
Almeno per i primi mesi, ha<br />
proseguito monsignor Celli, «il<br />
portale sarà so<strong>lo</strong> in due lingue:<br />
italiano e inglese. Dopo l’estate<br />
avremo un primo restyling e<br />
l’apertura in almeno un’altra lingua,<br />
forse in spagno<strong>lo</strong>. Si vedrà,<br />
perché è nostro desiderio che sia<br />
on line anche in francese, portoghese<br />
e tedesco». <strong>Il</strong> portale, ha<br />
proseguito l’arcivescovo, «non<br />
ha una sua specifica linea editoriale:<br />
si rifà semplicemente a<br />
quanto già scrivono o comunicano»<br />
le fonti vaticane d’informazione.<br />
«Tutti i media - ha assicurato<br />
il presidente <strong>del</strong> Pontificio<br />
consiglio - conserveranno la <strong>lo</strong>ro<br />
autonomia e identità che risulteranno<br />
evidenti dalla presentazione<br />
<strong>del</strong>le principali notizie da<br />
<strong>lo</strong>ro fornite sul portale. Lo stesso<br />
dicasi per il sito "vatican.va" che<br />
non scomparirà, ma conserverà<br />
intatta, anzi potenziata, la missione<br />
affidatagli di porre on line il<br />
Magistero - nelle sue varie forme<br />
- <strong>del</strong> Santo Padre. Sin dall’inizio è<br />
stato un sito documentale e tale<br />
resterà e opererà in piena sintonia<br />
con il nuovo portale».<br />
Un luogo per orientarsi.<br />
Questa nuova iniziativa, ha precisato<br />
Giovanni Maria Vian,<br />
«sottolinea e fortifica la collaborazione<br />
tra i vari mass media <strong>del</strong>la<br />
Santa Sede. Non è una nuova<br />
testata né rappresenta una<br />
nuova linea editoriale. Si tratta<br />
piuttosto di una piattaforma, un<br />
luogo dove sarà più facile orientarsi<br />
in rete per chi vorrà interessarsi<br />
<strong>del</strong>la Santa Sede». Vian<br />
ha ricordato che il Vaticano «ha<br />
già un sito preciso (vatican.va),<br />
accessibile», da anni punto di riferimento<br />
indispensabile per chi<br />
si occupa «in modo specifico di<br />
questi temi». La pubblicazione<br />
<strong>del</strong> nuovo portale, ha notato il<br />
direttore <strong>del</strong> quotidiano vaticano,<br />
«coincide con un anno di celebrazioni<br />
<strong>dei</strong> principali media <strong>del</strong>la<br />
Santa Sede»: gli 80 anni <strong>del</strong>la ra-<br />
dio vaticana (12 febbraio 1931),<br />
e i <strong>15</strong>0 de “L’Osservatore Romano”<br />
(primo <strong>luglio</strong> 1861). Ciò, ha<br />
concluso, sottolinea quanto «la<br />
Santa Sede sia sensibile alla comunicazione,<br />
dimensione costitutiva<br />
<strong>del</strong> cristianesimo. E questa<br />
è un’ovvietà. Lo è di meno, però,<br />
se si tiene conto di alcuni stereotipi<br />
secondo cui Benedetto XVI e<br />
la segreteria di Stato sono poco<br />
sensibili ai nuovi strumenti di comunicazione<br />
sociale».<br />
Un’avventura interessante.<br />
Sull’appoggio personale <strong>del</strong> Papa<br />
e <strong>del</strong>la segreteria di Stato alle<br />
iniziative di comunicazione al<br />
passo con le nuove tecno<strong>lo</strong>gie<br />
ha insistito anche padre Federico<br />
Lombardi. «Abbiamo chiara<br />
percezione - ha detto - che nel<br />
Papa e nella segreteria di Stato<br />
ci sia una consapevolezza per<br />
una presenza dinamica in tutto<br />
il mondo <strong>dei</strong> nuovi media. In<br />
questo contesto si col<strong>lo</strong>ca anche<br />
l’iniziativa di questo portale».<br />
“News.va”, ha osservato il direttore<br />
<strong>del</strong>la sala stampa, si basa su<br />
una «dinamica piuttosto attiva<br />
da parte <strong>del</strong>le diverse realtà di<br />
comunicazione <strong>del</strong>la Santa Sede.<br />
Una dinamica che con questa<br />
iniziativa viene ulteriormente incoraggiata».<br />
<strong>Il</strong> portale, ha spiegato<br />
ancora padre Lombardi, «si<br />
propone di diventare la vetrina<br />
e il traino attraverso cui diventi<br />
facile accedere a questa dinamica<br />
<strong>dei</strong> media vaticani e a queste<br />
proposte. L’avventura che cominciamo<br />
è molto interessante: cioè,<br />
riusciremo a non fare una nuova<br />
istituzione che vada in paralle<strong>lo</strong><br />
o in concorrenza con quelle che<br />
ci sono, ma che diventi un po’ la<br />
punta per la presentazione ad un<br />
vasto pubblico <strong>del</strong> meglio e <strong>del</strong><br />
più dinamico che c’è all’interno<br />
<strong>del</strong>le nostre diverse iniziative?».<br />
La sfida, ha concluso, «è proporre<br />
e rilanciare contenuti che siano<br />
condivisibili».<br />
Ortucchio, il laghetto. Foto di Francesco Scipioni
8<br />
enti che vanno e venGono<br />
storie che Fanno Pensare<br />
Privatizzazione <strong>del</strong>l’acqua e riforma <strong>del</strong> servizio idrico<br />
di Salvatore Braghini<br />
• <strong>Il</strong> referendum elettorale<br />
sull’acqua ha<br />
definitivamente sancito<br />
la sconfitta di<br />
quelle politiche tese<br />
a ripianare i debiti<br />
<strong>dei</strong> consorzi acquedottistici<br />
e ad ammodernare la rete<br />
idrica facendola pagare in bolletta ai<br />
cittadini-utenti. Un disegno bocciato<br />
dagli italiani, i quali hanno ben compreso<br />
che il tutto l’avrebbero pagato<br />
di tasca propria, ma in aggiunta<br />
avrebbero anche remunerato il capitale<br />
investito dai privati. Se uno ci<br />
doveva guadagnare, <strong>del</strong> resto, da<br />
qualche parte dovevano pur uscire i<br />
danari in più.<br />
Per rimanere a casa nostra, il referendum<br />
decreta anche la bocciatura<br />
<strong>del</strong>la proposta <strong>del</strong> presidente e<br />
amministratore<br />
<strong>del</strong>egato <strong>del</strong> Consorzioacquedottistico<br />
marsicano,<br />
il quale già dal<strong>lo</strong><br />
scorso febbraio<br />
aveva annunciato<br />
che entro dicembre<br />
2012 il<br />
40% <strong>del</strong>la quota<br />
capitale doveva<br />
essere venduta ai<br />
privati. Una corsa<br />
alla privatizzazione<br />
e una solerzia che da queste<br />
pagine giudicammo avventata. Per<br />
ripianare la situazione debitoria, il<br />
Cam forse dovrebbe rivedere altre<br />
voci oltre agli alti costi energetici.<br />
Ma la politica <strong>del</strong>l’acqua in Abruzzo<br />
fa “acqua” da tutte le parti. E subisce<br />
proprio in questi giorni un altro<br />
arresto. Ancora il presidente <strong>del</strong><br />
Cam, per così dire in quota Pd, aveva<br />
sottolineato la necessità di completare<br />
l’iter <strong>del</strong>la legge regionale<br />
<strong>del</strong> settore idrico integrato entro il<br />
31 marzo 2011. Una posizione politica<br />
sostenuta dalla maggioranza di<br />
centro-destra in Consiglio regionale<br />
e che si sarebbe rivelata anch’essa<br />
poco lungimirante; dal momento che<br />
il Consiglio <strong>dei</strong> ministri, su proposta<br />
<strong>del</strong> ministro per i Rapporti con le regioni<br />
e per la coesione territoriale<br />
e su conforme parere <strong>del</strong> ministero<br />
<strong>del</strong>l'Ambiente, poche settimane fa,<br />
ha impugnato la legge regionale n.<br />
9/2011 (sul servizio idrico integrato)<br />
approvata a tappe forzate nel mese<br />
di marzo. Molte voci <strong>del</strong>l’opposizione,<br />
nella discussione svoltasi in Consiglio<br />
regionale sulla legge proposta<br />
<strong>del</strong>la Giunta, evidenziarono che la<br />
maggioranza aveva imposto i tempi<br />
<strong>del</strong>l’approvazione per scongiurare il<br />
rischio, strumentalmente agitato, di<br />
una soppressione degli Ato a partire<br />
dall’aprile 2011. Ed oggi possiamo<br />
dire che si trattò di un’accelerazione<br />
inutile e dannosa, sia perché gli<br />
esiti referendari hanno eliminato<br />
l’artico<strong>lo</strong> 23 bis <strong>del</strong> decreto Ronchi<br />
su cui si fonda la legge regionale sul<br />
servizio idrico integrato, sia perché<br />
si tratta di una legge contenente disposizioni<br />
incompatibili con il quadro<br />
normativo costituzionale ed europeo.<br />
E’ <strong>lo</strong> stesso governo a censurare le<br />
disposizioni <strong>del</strong>l’artico<strong>lo</strong> 1, commi<br />
10, 11 e 14, con le quali si attribuisce<br />
all'Ente (Ersi) che subentra nelle<br />
attribuzioni <strong>del</strong>le<br />
disciolte Autorità<br />
d'ambito (Ato),<br />
la competenza a<br />
coordinare una<br />
somma di distinti<br />
piani d'Ambito<br />
provinciali, insieme<br />
alla norma<br />
(artico<strong>lo</strong> 1, comma<br />
16) secondo<br />
cui il control<strong>lo</strong><br />
ana<strong>lo</strong>go sui gestori<br />
in house <strong>del</strong><br />
servizio è svolto nel rispetto <strong>del</strong>l'autonomia<br />
gestionale <strong>del</strong> soggetto gestore<br />
soltanto attraverso parere obbligatorio<br />
sugli atti fondamentali di<br />
quest’ultimo. La previsione regionale<br />
così formulata non rispetta i requisiti,<br />
derivanti dall'ordinamento comunitario,<br />
che caratterizzano il control<strong>lo</strong><br />
ana<strong>lo</strong>go come un "control<strong>lo</strong> strutturale"<br />
sul soggetto affidatario, pensato<br />
quale condizione necessaria e<br />
imprescindibile per la configurazione<br />
<strong>del</strong> in house providing; ponendosi in<br />
contrasto con l'artico<strong>lo</strong> 117, comma<br />
1 <strong>del</strong>la Costituzione, che impone alle<br />
regioni il rispetto degli obblighi derivanti<br />
dall'ordinamento comunitario.<br />
Ma dalle bocciature bisogna trarre<br />
insegnamento. Anche da quelle che<br />
il commissario alla sanità nonché<br />
presidente <strong>del</strong>la regione ha collezionato<br />
dal Tar per le soppressioni<br />
(o riconversioni?) degli ospedali di<br />
Guardiagrele, Casoli, Pescina e Tagliacozzo,<br />
tutte operazioni chirurgiche<br />
ancora una volta fatte sulla pelle<br />
<strong>dei</strong> cittadini-utenti.<br />
Piazza Tor<strong>lo</strong>nia, Avezzano. Foto di Francesco Scipioni<br />
LEGAMI<br />
Dolcezza<br />
di Lucia Fratta e Simone Rotondi (lucy.fra@hotmail.it)<br />
• «Imparate da me, che sono mite e umile di cuore» (cfr.<br />
Mt 11,29). «<strong>Il</strong> nostro campo è invaso dall’ingiustizia. Tutte<br />
le risposte <strong>del</strong> mondo all’ingiustizia sono violenza attiva<br />
o consentita. Opporvi la dolcezza <strong>del</strong> Cristo è scanda<strong>lo</strong>. Chi<br />
può misurare il coraggio richiesto a co<strong>lo</strong>ro che accettassero<br />
questo scanda<strong>lo</strong> <strong>del</strong>la mitezza? Ma c’è scanda<strong>lo</strong> più grande<br />
ed autentico, questo <strong>del</strong><strong>lo</strong> scanda<strong>lo</strong> <strong>dei</strong> cristiani che hanno<br />
lasciato a un Gandhi la responsabilità di levare nel mondo<br />
una massa di uomini che si affidavano alla forza incoercibile<br />
di quella mitezza? E tuttavia, ancora una volta, non c’è scelta.<br />
<strong>Il</strong> Cristo “mite ed umile di cuore” è un fatto. Non possiamo né<br />
rettificar<strong>lo</strong> né adattar<strong>lo</strong>» (Ma<strong>del</strong>eine Delbrêl, Noi <strong>del</strong>le strade,<br />
Gribaudi, 2008, Milano, 123).<br />
Cappadocia<br />
Piccoli movimenti <strong>del</strong>l'animo<br />
In memoria <strong>del</strong> sindaco Bruno Murzilli<br />
a cura di Manuela Scopone<br />
• Cappadocia, Petrella, Verrecchie e<br />
Camporotondo sono in lutto: il 7 <strong>luglio</strong><br />
scorso è morto il sindaco Bruno<br />
Murzilli. L’amministrazione comunale<br />
e i cittadini di Cappadocia e <strong>del</strong>la<br />
<strong>Marsi</strong>ca sono ancora affranti per questa<br />
improvvisa scomparsa. Da alcuni<br />
giorni ricoverato al Policlinico universitario<br />
“Agostino Gemelli” di Roma,<br />
nelle prime ore <strong>del</strong> pomeriggio<br />
<strong>del</strong> 7 <strong>luglio</strong> la<br />
notizia è giunta a Cappadocia,<br />
raggelando tutti<br />
i componenti <strong>del</strong>l’amministrazione,<br />
ma anche<br />
i dipendenti <strong>del</strong>l’ente e<br />
i cittadini tutti. Nato il 6<br />
maggio 1954 Murzilli, al<br />
suo secondo mandato,<br />
era stato rieletto nelle<br />
elezioni <strong>del</strong> 28-29 marzo<br />
2010 con la lista civica<br />
“Uniti per Cappadocia”.<br />
Uomo risoluto ed energico,<br />
dal 2004 ad oggi ha sempre<br />
svolto il suo ruo<strong>lo</strong> politico con grande<br />
impegno, determinazione e tenacia.<br />
Castellafiume, sua cittadina natale,<br />
<strong>lo</strong> ha riaccolto il 9 <strong>luglio</strong> in occasione<br />
<strong>dei</strong> solenni funerali che si sono svolti<br />
nella chiesa di San Nicola di Bari,<br />
dopodiché c’è stata la tumulazione<br />
le storielle di esse Quisse<br />
na' jornata tante pe' cagna'<br />
di Enzo Lo Re<br />
nel cimitero <strong>lo</strong>cale. L’intera amministrazione<br />
comunale e i dipendenti <strong>del</strong><br />
comune sono vicini con un affettuoso<br />
abbraccio alla moglie e alla figlia.<br />
Qui, a “<strong>Il</strong> <strong>Velino</strong>”, ricordiamo una<br />
frase di Clive Staples Lewis: «Passai<br />
una notte insonne con il mal di denti,<br />
pensando al mal di denti<br />
e alla mia insonnia». E’<br />
l’esempio di una verità<br />
generale. Ogni infelicità<br />
è in parte, per così dire,<br />
l’ombra o il riflesso di se<br />
stessa: non è soltanto<br />
il proprio soffrire, ma è<br />
anche il dover pensare<br />
continuamente al proprio<br />
soffrire. In questi giorni<br />
tristi, il giornale diocesano<br />
vuole essere vicino<br />
ai familiari <strong>del</strong> sindaco<br />
Bruno Murzilli, agli amministratori<br />
comunali, ai consiglieri,<br />
a tutti i cittadini <strong>del</strong> comune di Cappadocia.<br />
Grazie alla fede in Dio le<br />
condoglianze non sono un semplice<br />
rituale ma movimenti <strong>del</strong>l’animo che<br />
appartengono al segreto di ciascuno<br />
di noi.<br />
• Tutte a ngumingiate na sera, stemme alle frische: ie, Middie, la mojie<br />
Lisa e mojema Angela. Certe che sti jorni sta a fa le càlle; la sera se respira<br />
ma a mese jorne, a Fucine, t’accora una bufagna. «Ie pense che steme a<br />
50 crati», dicette Middie. «Ma che sta a di', 50 crati nen j fa manche aje<br />
mare», responnette mojema. «Ao, vaiù, voleme i a fa na scampagnata.<br />
Na jornata aje mare nostre, addo vane quasci tutti i 'vezzanesi? Tante pe<br />
càmpiare aria - dicette ie - so<strong>lo</strong> i teneme i costumi? Le ciavatte? Mica poteme<br />
i comma i bica<strong>lo</strong>tti». Ce vone la cose moterne: i carzungini me tenne 50 anni, manche<br />
me vanne più. Angela se fa prestà je costume dalla fija, Lisa jette alla commare. 'Nzomma<br />
ce attrezzemme alla meje. Middie, poreje, a forza de zappa aje sole, teneva la canottiera<br />
rettrattata: sembreva pittata, era finta, manche te l’accurgivi che steva a pette nute. Fu<br />
cuscì che alle see 'mpunta, partemme co la machina me, gnova: se chiama “Evo multifilter”.<br />
Arrivemme aje caseje, so pijate je scontrine e via. Mojema Angela me fa: «Esse qui,<br />
te si frecate quaccosa. Mo te sinti se chiamene i pulizziotti». «None - ce dicette Lisa - quje<br />
è je bijette pe pacà quanne arriveme». «Eh, 'Ngiulina - dicette ie - perché nen te sta zitta.<br />
Se dici le fesserie me fa 'mbruja la via, e chisà addo jame a fenì». Fu al<strong>lo</strong>ra che so viste<br />
la frezza co la scritta “Pescara”. E vai esse, a tutte gas. Ogni tante se sentiva ne fischie<br />
dentre alla machina. Ficette Middie: «Che t’anne vennute la machina co i cellitti?». «None,<br />
quanne va forte, tucchi rallentà». Chiacchiarenne, dicenne 'na cosa e 'natra, arrivemme<br />
alla pineta deje mare. Ce mettemmo i slippi, le femmene il costumo (comma diceva Middie<br />
«Du pezzi, le cosse co<strong>lo</strong>re stracchine, me sembrivene la ricrama <strong>del</strong>la cera»). «Esse<br />
qui - me dicette Angela - che te parene ste cosse?». «Gnente, du cianche che vete da 50<br />
anni. So sempre quele». Lisa me credeve che era meje, ma che oleme fa quesse so. Provemme<br />
a facce je bagne. Middie a momenti se affocheva. <strong>Il</strong> zione che ficeva je guardiane<br />
ce dicette: «Signore, se nen sai natare statte fermo». La storia sarria lunga, aja accorcia'.<br />
Ve sarria fatte vede', quande à stata l’ora de magna'. Anne portate tecame, tecamelle,<br />
pasta, carne tre tipi, sargiccie, presutte, aoh. Ma che dema fa je pranze de nozze? Middie<br />
me dicette: «Esse qui, quije che steva pija je sole era paesane nostre. Quije nen lavora.<br />
Com'è cha sta in ferie? Al<strong>lo</strong>ra janne nen è 365 jorni, ma 380, perché quije fa <strong>15</strong> jorni de<br />
ferie?». Quele che a succese alle revenì, satulli comme stemme. Ogni tante me doveve<br />
ferma'. Tenemmo tutti i disturbi de corpe: finarmente arrivemme a notte. Middie dicette<br />
l’utima <strong>del</strong>la jornata: «Quanne reficeme?». Ie so resposte: «Quanne? Ma quanne?». La<br />
cosa è fenita, sarvo a tutti.
la terra che trema. Pensieri <strong>lo</strong>ntani<br />
La solitudine <strong>del</strong> cittadino g<strong>lo</strong>bale<br />
di Giuseppe Pantaleo<br />
• La scorsa primavera ho letto un post<br />
di Luca Sofri sul terremoto: "Tre giorni<br />
a L’Aquila" su www.ilpost.it <strong>del</strong> 6<br />
aprile 2011. Si tratta di un testo scritto<br />
con umiltà ed in punta di piedi anche<br />
se non memorabile per il suo contenuto.<br />
L’onestà di cui era intriso, mi<br />
aveva spinto a scrivere direttamente<br />
all’autore, più che ad inviare un commento.<br />
<strong>Il</strong> fatto di trovarmi davanti a<br />
1) un giornalista; 2) una persona con<br />
una decina d’anni meno di me; 3)<br />
uno che a differenza <strong>del</strong> sottoscritto,<br />
a L’Aquila c’è stato, mi ha trattenuto<br />
dal postare. Ho ripreso il file per<br />
quest’occasione, rimpolpando<strong>lo</strong>: la<br />
struttura è rimasta però identica. Mi<br />
ha colpito una sorta di candore, nel<br />
post. La «prima volta» che io supero<br />
un gradino, appoggio le dita sulla<br />
tastiera di una chitarra o che vado a<br />
cena da Fat Duck, non è un trauma.<br />
(Una curva a 50 chi<strong>lo</strong>metri l’ora in bicicletta,<br />
richiede un maggior <strong>numero</strong><br />
d’esperienze precedenti). Scrivevo<br />
nel pezzo non spedito: «Posso immaginare<br />
che tu, guardando molta Tv in<br />
questi ultimi 26 mesi (Rai, Mediaset,<br />
La7), hai avuto più di un problema<br />
nel riconoscere la situazione che ti<br />
si è parata davanti agli occhi». Non<br />
so se è andata così, ovviamente: chi<br />
ha seguito la vicenda <strong>del</strong> terremoto<br />
nell’aquilano sulla carta stampata o<br />
sul web, s’è orientato meglio una volta<br />
sul posto. La faccenda riguarda il vedere<br />
più in generale, gli strumenti che<br />
utilizziamo per procurarci le immagini,<br />
come archiviamo e come rielaboriamo<br />
le stesse. Tra le prime cose che<br />
ho scritto, sul mio b<strong>lo</strong>g: «Stamattina,<br />
dopo la botta <strong>del</strong>le 6,30, ho sentito le<br />
gazze che stanno alla curia: negli ultimi<br />
giorni, gli animali sono quasi spariti<br />
dalla circolazione» 8 aprile 2009.<br />
(Ho speso molto tempo, in realtà, a<br />
ricordare alle persone che le lancette<br />
<strong>del</strong>l’oro<strong>lo</strong>gio di quel complesso, erano<br />
ferme alle 3,32 dall’anno precedente,<br />
anche “<strong>Il</strong> <strong>Velino</strong>” <strong>lo</strong> fece notare con<br />
un “pezzo” molto bel<strong>lo</strong>). Ho preso<br />
ben presto ad archiviare materiali sul<br />
terremoto, scritti soprattutto. Ho postato<br />
quotidianamente <strong>dei</strong> pezzi per<br />
i primi dieci giorni, raccontando ciò<br />
che succedeva da noi, nelle retrovie.<br />
Notavo gli aquilani per la <strong>lo</strong>ro parlata,<br />
per l’abitudine di leggere il quotidiano<br />
che acquistavano all’edicola (noi<br />
scrocchiamo, sfogliamo i giornali al<br />
bar, per <strong>lo</strong> più), per la <strong>lo</strong>ro aria un po’<br />
persa e sognante durante la "vasca"<br />
serotina.<br />
Avezzano. Casa circondariale<br />
vite di Ferro, carta e cartone<br />
Corso di fotografia con i detenuti<br />
di Francesco Scipioni<br />
• Un picco<strong>lo</strong> cortile. Un muro gial<strong>lo</strong> e<br />
poi il cie<strong>lo</strong>. Due strisce co<strong>lo</strong>rate che<br />
saranno il limite <strong>del</strong> prossimo futuro,<br />
un orizzonte artificiale che guiderà<br />
pensieri e propositi. Qualche rumore<br />
filtra dall'esterno e stimola la fantasia:<br />
l'immaginazione disegna situazioni<br />
banalissime a cui nessuno avrebbe<br />
mai prestato attenzione “fuori” e ora<br />
diventa un gioco, un passatempo,<br />
una necessità. Capisci quali sono le<br />
vere priorità, il va<strong>lo</strong>re degli affetti e<br />
il sapore <strong>del</strong>la quotidianità perduta.<br />
Sulla pelle ognuno racconta la sua<br />
storia, le braccia diventano un album<br />
di famiglia, un diario di viaggio dove,<br />
con do<strong>lo</strong>re, si fissano per sempre le<br />
coordinate <strong>del</strong>le proprie radici e le<br />
preghiere per un sicuro e ve<strong>lo</strong>ce ritorno<br />
(le foto accanto sono <strong>dei</strong> detenuti<br />
<strong>del</strong>la Casa circondariale di Avezzano<br />
ed esposte al centro commerciale "I<br />
<strong>Marsi</strong>" dal 2 al 9 <strong>luglio</strong>). Ma infinite<br />
volte dovranno ancora percorrere<br />
l'invisibile sentiero circolare nel picco<strong>lo</strong><br />
cortile, durante l'ora d'aria, per<br />
tornare. “Viaggiare senza muoversi”<br />
questa era l'impressione che mi dicevano<br />
di avere, un paesaggio che non<br />
scorre sembra portarti da nessuna<br />
parte... eppure, con una inaspettata<br />
saggezza e consapevoli <strong>del</strong>la <strong>lo</strong>ro<br />
condizione, accettano di buon grado<br />
il viaggio in quella sorta di macchina<br />
<strong>del</strong> tempo che è il carcere.<br />
LA TERRA DI ULRO<br />
Libro<br />
di Giuseppe Pantaleo<br />
• Gli abitatori che si sono avvicendati nelle valli, hanno mo<strong>del</strong>lato<br />
l’ambiente circostante ma non in modo rilevante. (Nel senso: ci si<br />
può continuare a vivere, anche dopo i cambiamenti legati al prosciugamento<br />
<strong>del</strong> Fucino). E’ pensabile che al posto <strong>del</strong>le autostrade,<br />
<strong>dei</strong> prati, <strong>del</strong>le ferrovie, <strong>del</strong>le città e <strong>del</strong>le campagne, in un tempo<br />
<strong>lo</strong>ntano vi siano stati boschi e foreste. Gli antenati, per secoli hanno<br />
disboscato per ottenere terra coltivabile o per far pascolare gli animali.<br />
Durante l’ultima guerra mondiale, molti di <strong>lo</strong>ro si riempivano <strong>lo</strong><br />
stomaco con le erbe che trovavano fuori <strong>dei</strong> paesi. I vegetali che noi<br />
incontriamo (quasi tutti), sono commestibili in quanto selezionati per<br />
secoli dall’uomo. Questo dà una dimensione all’immane e discreto<br />
lavorio sull’ambiente circostante. Dentro <strong>lo</strong> stesso paesaggio, i rapporti,<br />
i flussi di merci, la vita materiale ha subito pochi cambiamenti<br />
significativi, nel tempo. (Non si possono piantare le stesse sementi<br />
<strong>del</strong>la costa, a 700-800 metri). La <strong>Marsi</strong>ca, il suo ambiente "naturale"<br />
- le virgolette sono necessarie -, è il libro <strong>del</strong>la nostra storia e sta a<br />
noi cominciare a decifrar<strong>lo</strong>.<br />
Lettera dal carcere: so<strong>lo</strong> grazie<br />
9<br />
• Sul corsi di fotografia nella Casa circondariale di Avezzano, curato<br />
da Francesco Scipioni, riceviamo e volentieri pubblichiamo a cura <strong>dei</strong><br />
detenuti <strong>del</strong>la Casa circondariale di Avezzano.<br />
«Oggi venerdì 8 <strong>luglio</strong> 2011, con tanta gioia voglio raccontarvi che<br />
quando ti senti perso nella vita c’è sempre un raggio di sole che ti può<br />
illuminare la strada e so<strong>lo</strong> grazie a tante persone che condividono le<br />
mie sofferenze oggi sono ancora un ragazzo capace di <strong>lo</strong>ttare per la<br />
libertà, perché oggi, dopo tanti anni, ho trovato la forza di confrontarmi<br />
con la realtà e grazie a persone che con la <strong>lo</strong>ro istruzione e vo<strong>lo</strong>ntà<br />
di aiutare il prossimo hanno dato a me e ad altri detenuti una nuova<br />
speranza di credere in noi stessi. Con tanta gioia noi tutti ringraziamo<br />
le persone che ci hanno fatto esprimere attraverso un disegno o una<br />
foto sensazioni mai provate e nonostante potevamo sbagliare ci invogliavano<br />
a continuare per vedere l’opera compiuta perché ognuno di<br />
noi pensava che non ci sarebbe mai riuscito non avendo<strong>lo</strong> mai fatto<br />
prima. Ma alla fine vedere quel risultato è stato molto piacevole non<br />
so<strong>lo</strong> per noi ma anche per co<strong>lo</strong>ro che hanno creduto in noi e per starci<br />
vicino hanno rubato il tempo anche ai <strong>lo</strong>ro cari, ma sempre per vedere<br />
un detenuto fiero <strong>del</strong> suo lavoro, e soprattutto per mettersi un’altra<br />
esperienza positiva nei <strong>lo</strong>ro zaini perché si sa che dove ha seminato<br />
questo fiore non ha molte speranze che possa crescere una pianta.<br />
Nonostante ciò ha <strong>lo</strong>ttato per far<strong>lo</strong> e alla fine dove nessuno credeva al<br />
suo progetto sono nati i fiori più belli ed ha fatto sì che ognuno di noi<br />
potesse piantare il suo seme dentro ad ogni roccia. Proprio per vincere<br />
la sua sfida personale che ognuno di noi si è fissato un obiettivo e<br />
dopo mesi di battaglie oggi con tanta gioia possiamo raccontare a tutti<br />
voi lettori che le più belle rose nascono dove nessuno ha mai seminato<br />
pensando che il terreno non fosse fertile. So<strong>lo</strong> grazie ai nostri insegnanti<br />
oggi tutti noi <strong>del</strong> carcere di Avezzano ringraziamo tutti co<strong>lo</strong>ro<br />
che hanno creduto in noi, soprattutto la nostra suor Benigna, il nostro<br />
insegnante-fotografo Francesco e il nostro sacerdote don Francesco.<br />
Vi ringraziamo tantissimo per averci dato l’onore di stare nei vostri<br />
pensieri: i detenuti di Avezzano».<br />
Poesia in-grata<br />
di Alessandro Vigliotti *<br />
• Nel<strong>lo</strong> spazio in cui vivo/e tutto inverno è il silenzio./Della notte fredda<br />
immagine eterna/naviga la mia mente e qui risorge il giorno./Presto<br />
la libertà arriverà come sempre./La donna che ti urla ti amo/un eco ti<br />
arriva all’orecchio come un canto./La dolcezza <strong>del</strong>le parole ti arrivano<br />
al cuore/e tu come la terra ti apri/ma basta così poco tempo per morire<br />
dentro, da vivo./La notte dilegua il tuo volto/in censura straziante di<br />
vita, rinchiusa in quattro mura/e un canto che nulla rimane <strong>del</strong>la mia<br />
giornata./Mi sforzerò in così stretta misura d’ingenua sapienza/in tutto<br />
il freddo pietoso serrato/dentro il mio corpo di morto vivente.<br />
* Detenuto <strong>del</strong> carcere di Avezzano. <strong>Il</strong> nome è reso pubblico<br />
con l’autorizzazione <strong>del</strong>l’interessato
P oesia<br />
<strong>Il</strong> frusciare <strong>del</strong> vento è un canto<br />
qui nel folto <strong>del</strong> bosco.<br />
Un canto è il cinguettio<br />
di un timido uccel<strong>lo</strong>.<br />
Canta il cie<strong>lo</strong><br />
che appare a tratti<br />
fra il verde <strong>dei</strong> rami.<br />
E canta il cuore<br />
il grazie profondo,<br />
commosso<br />
da tanta bellezza.<br />
Tutto è canto e pace.<br />
("In montagna"<br />
di Marta Palazzi)<br />
P escasseroli<br />
“Chi a san Pietr nè rvnot u sè<br />
mort u sè prdot”: è un antico<br />
detto dialettale <strong>del</strong> posto, che fa<br />
parte ancora oggi <strong>del</strong> linguaggio<br />
comune tra i pescasserolesi. In<br />
passato, esso indicava e annunciava<br />
il ritorno <strong>dei</strong> pastori nelle<br />
proprie case, dopo il lungo inverno<br />
che li aveva portarti a stare<br />
<strong>lo</strong>ntano dalla propria famiglia e<br />
dai propri affetti. A Pescasseroli<br />
la festa <strong>dei</strong> patroni, i santi Pietro<br />
e Pao<strong>lo</strong>, segnava la fine <strong>del</strong>la<br />
transumanza quando i pastori con<br />
le proprie greggi tornavano sugli<br />
amati monti <strong>del</strong> paese natio, per<br />
poi lasciarli di nuovo in autunno.<br />
<strong>Il</strong> ritorno rappresentava sempre<br />
una grande gioia a cui si legavano<br />
giorni di festa e momenti di<br />
profonda religiosità. Oggi, rimasto<br />
nella memoria <strong>dei</strong> più anziani,<br />
patrimonio inestimabile, troppo<br />
spesso sottovalutato, è un modo<br />
di dire per tutti co<strong>lo</strong>ro che tornano<br />
a Pescasseroli per le feste o<br />
semplicemente per le vacanze. Le<br />
statue <strong>dei</strong> santi vengono esposte<br />
in chiesa, dal giorno in cui inizia<br />
la novena dedicata ai santi e con<br />
il suono dolcissimo <strong>del</strong>le campane<br />
inizia la prima festa <strong>del</strong>l'estate.<br />
(a cura di Paola Di Pirro)<br />
u nuci<br />
La sezione Unuci di Avezzano, con<br />
il presidente primo capitano F<strong>lo</strong>riano<br />
Maddalena comunica che<br />
l'ufficio arruolamenti, ubicato in<br />
via Cerri 6, rimarrà chiuso per ferie<br />
estive fino al 31 agosto.<br />
Nel periodo di chiusura si possono<br />
avere informazioni su eventuali<br />
concorsi richiedendole all'indirizzo<br />
di posta elettronica: ufficioarruolamenti@unuciavezzano.it.<br />
PER SORRIDERE E NON SOLO<br />
Di professione “traffichino”<br />
di Car<strong>lo</strong> Goldoni<br />
DIrITTI DEI MINorI: orA C’È<br />
consenso unaniMe <strong>del</strong> senat<br />
a cura <strong>del</strong>la redazione<br />
• Nella seduta <strong>del</strong> 22 giugno<br />
scorso l’assemblea <strong>del</strong> Senato<br />
ha definitivamente approvato<br />
all’unanimità il disegno di legge<br />
recante l’istituzione <strong>del</strong>l’autorità<br />
garante per l’infanzia e l’adolescenza.<br />
<strong>Il</strong> garante, che resterà<br />
in carica quattro anni rinnovabili<br />
una sola volta, presiederà<br />
la conferenza nazionale per la<br />
garanzia <strong>dei</strong> diritti <strong>del</strong>l’infanzia<br />
e <strong>del</strong>l’adolescenza composta dai<br />
garanti regionali (già esistenti).<br />
Tra i compiti, quel<strong>lo</strong> di richiedere<br />
informazioni rilevanti ai fini <strong>del</strong>la<br />
tutela <strong>dei</strong> minori, alle amministrazioni<br />
e ai soggetti pubblici o<br />
a enti privati - nel rispetto <strong>del</strong>la<br />
normativa sulla tutela <strong>del</strong>la<br />
riservatezza - nonché di accedere<br />
ed effettuare visite nelle<br />
strutture pubbliche e negli enti<br />
privati ove siano presenti minori.<br />
L’autorità ha anche la facoltà<br />
di chiedere l’accesso ad archivi<br />
o banche dati, ai soggetti e per<br />
le finalità indicate. L’artico<strong>lo</strong> 6<br />
<strong>del</strong> provvedimento consente ai<br />
singoli di rivolgersi all’autorità<br />
garante per la segnalazione di<br />
violazioni o situazioni di rischio<br />
di violazione, anche attraverso<br />
numeri telefonici di pubblica<br />
utilità gratuiti. Spetta a una determinazione<br />
<strong>del</strong>l’autorità garante<br />
medesima la definizione<br />
<strong>dei</strong> modi di presentazione <strong>del</strong>le<br />
segnalazioni e <strong>dei</strong> reclami che<br />
assicurino la semplicità <strong>del</strong>le forme<br />
di accesso. La nuova legge<br />
dà attuazione alla convenzione<br />
Onu sui diritti <strong>del</strong> fanciul<strong>lo</strong> <strong>del</strong><br />
1989, che prevede l’istituzione<br />
di un’apposita autorità garante.<br />
<strong>Il</strong> provvedimento spazia sui<br />
rapporti tra minori ed adulti che<br />
non si esauriscono a quelli tra<br />
fanciulli o adolescenti e genitori,<br />
secondo un mo<strong>del</strong><strong>lo</strong> residuale<br />
che vedeva <strong>lo</strong> stato coinvolto<br />
so<strong>lo</strong> in assenza <strong>del</strong>la famiglia. Le<br />
nuove sfide <strong>del</strong>la contemporaneità<br />
coinvolgono pienamente i<br />
minori ponendoli direttamente in<br />
contatto con i fenomeni sociali e<br />
con la sfera pubblica e dunque <strong>lo</strong><br />
stato acquisisce un ruo<strong>lo</strong> attivo,<br />
in particolare per impedire ogni<br />
forma di discriminazione e per<br />
• Sia detto con la massima <strong>del</strong>icatezza possibile, la massima considerazione,<br />
il massimo tatto e con tutta la riservatezza richiesta dalla situazione. Ma ci<br />
tengo ad avvisare il sindaco di Avezzano, assessori e consiglieri comunali,<br />
progettisti, tecnici pubblici e privati, comandante <strong>del</strong>la polizia municipale, vigili<br />
urbani, ci tengo, scrivevo su, ad avvisare tutte e tutti <strong>lo</strong>ro che il semaforo<br />
tra via Mazzini e via Corradini ad Avezzano è proprio una sciocchezza. Questa<br />
storia di macchine e motori, emissione di gas nocivi e fonti rinnovabili mi fa<br />
pensare al mitico “The Blues Brothers” (1980). Dan Aykroyd e John Belushi<br />
hanno in proposito uno scambio fantastico: «Oh no, è il motore. E’ partito un<br />
pistone». «Ah. Poi torna?». Insomma, scritto questo sulla chiusura al traffico<br />
di corso <strong>del</strong>la Libertà, che vogliamo fare a ‘sto punto?<br />
definire percorsi per la costruzione<br />
<strong>del</strong>l'autonomia di bambini<br />
ed adolescenti.<br />
di Valentina Mastrodicasa *<br />
• Non si può ripercorrere<br />
la storia <strong>dei</strong><br />
diritti <strong>dei</strong> minori<br />
senza considerare<br />
l’evoluzione <strong>del</strong><br />
concetto, allineato<br />
alla rappresentazione esterna <strong>del</strong><br />
bambino condivisa e ai ruoli che<br />
determina. Oggi possiamo dare<br />
per assodato che il bambino abbia<br />
diritti che vanno tutelati con<br />
riguardo ed estrema cura. Dove<br />
la realtà lacera o difetta, l’umanità<br />
intera difende e abbraccia;<br />
<strong>lo</strong>tta perché abbia una vita rispondente<br />
ai suoi bisogni. I passi<br />
fatti in tal senso, appartengono<br />
a una storia recente, <strong>del</strong>l’ultimo<br />
seco<strong>lo</strong>, ma ve<strong>lo</strong>ce e particolarmente<br />
coinvolta, che risente <strong>del</strong>le<br />
costanti fluttuazioni <strong>del</strong> panorama<br />
storico e sociale. Nel voler<br />
ripercorrere brevemente le tappe<br />
salienti di questo percorso, fino<br />
all'istituzione <strong>del</strong>la figura <strong>del</strong><br />
Garante in Italia per l’infanzia<br />
e l’adolescenza, non si può<br />
non tener conto di quanto una<br />
diversa attenzione al bambino e<br />
ai suoi diritti inviolabili, rappresenti<br />
l’esito anche di un diverso<br />
investimento nel futuro e nella<br />
speranza di cambiar<strong>lo</strong> oltre che<br />
di un modo diverso di dare va<strong>lo</strong>re<br />
e dignità alla vita stessa. Quando<br />
nel 1919 la Società <strong>del</strong>le Nazioni<br />
costituì il primo organismo internazionale<br />
che si sia occupato di<br />
bambini (Comitato di protezione<br />
per l'infanzia) e nei tempi che<br />
seguirono, la scenografia storica<br />
poneva in forte rilievo le drammatiche<br />
conseguenze <strong>del</strong>la prima<br />
guerra mondiale e la forte preoccupazione<br />
per le generazioni future.<br />
Pertanto, quando nel 1924<br />
fu proclamata la prima Dichiarazione<br />
<strong>dei</strong> diritti <strong>del</strong>l'infanzia,<br />
che invitava l’umanità intera<br />
a garantire la protezione ai minori,<br />
l’impronta <strong>dei</strong> cinque principi<br />
promulgati risentì di un’intenzio-<br />
ne sostanzialmente<br />
assistenzialista, volta<br />
ad affermare le<br />
necessità materiali<br />
e affettive <strong>dei</strong><br />
minori, pur<br />
senza vincolare<br />
a obblighi<br />
gli stati aderenti alla<br />
Società <strong>del</strong>le Nazioni.<br />
La rappresentazione<br />
<strong>del</strong> bambino, pertanto,<br />
non <strong>lo</strong> rendeva<br />
soggetto, titolare di<br />
diritti particolari, ma<br />
piuttosto so<strong>lo</strong> come<br />
destinatario passivo<br />
degli stessi. Questo<br />
modo d’intendere la<br />
cura, l’impegno per il<br />
bambino e i suoi di-<br />
Antiochia, Turchia. Foto di Nazzareno Moroni<br />
ritti/bisogni, resterà immutato a<br />
lungo, anche dopo la nascita, nel<br />
1946, <strong>del</strong>l’Unicef e <strong>del</strong> suo riconoscimento<br />
quale organizzazione<br />
internazionale permanente nel<br />
1953. Al lavoro di tale organismo<br />
si deve la promozione <strong>del</strong>la Carta<br />
sui diritti <strong>dei</strong> bambini che integrò<br />
la Dichiarazione universale<br />
<strong>dei</strong> diritti <strong>del</strong>l'uomo, al<strong>lo</strong> scopo di<br />
sottolinearne i bisogni specifici.<br />
<strong>Il</strong> 20 novembre 1959 rappresenta<br />
una data di rilievo storico in<br />
tal senso, in cui l'approvazione<br />
all'unanimità e senza astensioni<br />
<strong>del</strong>la Dichiarazione <strong>dei</strong> diritti<br />
<strong>del</strong> fanciul<strong>lo</strong> da parte <strong>del</strong>l'Assemblea<br />
generale <strong>del</strong>le Nazioni<br />
Unite, costituì il primo passo per<br />
solidificare i presupposti <strong>del</strong> precedente<br />
documento in interventi<br />
più concreti. I dieci principi <strong>del</strong>la<br />
Dichiarazione precisano gli obiettivi<br />
da perseguire per proteggere<br />
e aiutare i bambini, chiedendo<br />
al contempo agli stati aderenti,<br />
sia di riconoscere i principi contemplati<br />
nella dichiarazione sia<br />
di impegnarsi in maniera prioritaria<br />
nella <strong>lo</strong>ro applicazione e<br />
diffusione. Pur non essendo uno<br />
strumento vincolante, la Dichiarazione<br />
ebbe una notevole autorevolezza<br />
morale, che le deriva<br />
proprio dal fatto di essere stata<br />
approvata all'unanimità e di essere<br />
un documento molto innova-<br />
Gianni Letta il 1<br />
• <strong>Il</strong> 17 <strong>luglio</strong> l’avezzanese Gianni Letta, s<br />
glio <strong>dei</strong> ministri, riceverà la cittadinanza<br />
va<strong>lo</strong>re e il richiamo al grande tema <strong>del</strong>la<br />
una domanda essenziale, cioè come si el<br />
è una grande crisi <strong>del</strong>la politica? <strong>Il</strong> tema<br />
fa. Politica e cultura evoca un tito<strong>lo</strong> cla<br />
di cinquant’anni fa. Cioè, secoli or sono<br />
essere una persona che <strong>del</strong>la cultura po<br />
cultura politica deve essere mediazione t<br />
passo avanti rispetto alla politica <strong>del</strong>la, o<br />
Letta si è sempre fatto interprete di que<br />
uomini. La cultura politica non deve certo<br />
anche anticipatore. Questo a “<strong>Il</strong> <strong>Velino</strong>”<br />
politica. <strong>Il</strong> possesso <strong>del</strong>la congiuntura sto<br />
Ma non so<strong>lo</strong>: governo è anche visione d<br />
sesso intellettuale <strong>del</strong>le relazioni tra cos<br />
soggetti, rappresentazione di bisogni <strong>del</strong><br />
è produzione di futuro. Ancora Gianni Le<br />
tivo, limitato so<strong>lo</strong> dall’aver eluso l’idea<br />
che il bambino non sia un soggetto di<br />
diritto, ma piuttosto oggetto di cure.<br />
Questo limite sarà superato nel 1989<br />
con l’adozione da parte <strong>del</strong>l'Assemblea<br />
Generale <strong>del</strong>l'Onu <strong>del</strong>la Convenzione<br />
internazionale sui diritti <strong>del</strong>l'infanzia,<br />
<strong>lo</strong> strumento internazionale<br />
più importante e completo in materia<br />
di promozione e tutela <strong>dei</strong> diritti<br />
<strong>del</strong>l'infanzia. In particolare, contempla<br />
l'intera gamma <strong>dei</strong> diritti civili e<br />
politici, economici, sociali e culturali e<br />
<strong>del</strong>le libertà attribuiti anche agli adul-
IL GArANTE<br />
o <strong>del</strong>la rePubblica<br />
7 <strong>luglio</strong> ad Aielli<br />
ottosegretario alla presidenza <strong>del</strong> Consionoraria<br />
di Aielli. Una persona di grande<br />
cittadinanza: due aspetti affascinanti di<br />
abora cultura politica, dentro questa che<br />
è stato dichiarato estinto tanto tempo<br />
ssico: Bobbio, saggi Einaudi, 1955. Più<br />
. Ma Gianni Letta è stato e continua ad<br />
litica ha dato ragioni di esistenza. Se la<br />
ra politica e contingenza, deve stare un<br />
nella, contingenza. E il marsicano Gianni<br />
sta visione <strong>del</strong>l’impegno nella città degli<br />
guidare, ma, sì, anticipare. E lui è stato<br />
pare il suo modo di concepire la cultura<br />
rica: è questa la sua concezione politica.<br />
’insieme, immaginazione creatrice, pose,<br />
e insieme gestione di movimenti <strong>dei</strong><br />
le persone in società, e poi e per questo,<br />
tta sa essere ciò.<br />
ti e prevede organi di monitoraggio.<br />
Tali diritti non precisano una gerarchia<br />
d’interessi, ma vanno considerati<br />
g<strong>lo</strong>balmente e orientati alla sopravvivenza,<br />
alla protezione da abusi, al<br />
diritto di pensiero e di espressione <strong>del</strong><br />
bambino. Un ultimo passo di rilievo è<br />
infine la ratifica, a Strasburgo, <strong>del</strong>la<br />
Convenzione europea sull'esercizio<br />
<strong>dei</strong> diritti da parte <strong>dei</strong> minori<br />
<strong>del</strong> 25 gennaio 1996. Questo documento<br />
mira a promuovere un'ampia<br />
partecipazione <strong>del</strong> minore nei procedimenti<br />
familiari che <strong>lo</strong> riguardano ri-<br />
conoscendogli il diritto a essere<br />
sempre ascoltato, rappresentato<br />
in giudizio e a rivestire, in alcuni<br />
casi, il ruo<strong>lo</strong> di parte nei procedimenti<br />
che <strong>lo</strong> riguardano. L'idea di<br />
minore che la Convenzione propone,<br />
di un minore, cioè, capace<br />
di agire autonomamente, laddove<br />
sia coinvolto in prima persona,<br />
per la tutela <strong>dei</strong> suoi diritti, è<br />
il frutto di un lungo e contrastato<br />
cammino nel quale i minori hanno<br />
visto progressivamente riconosciuta<br />
la propria soggettività<br />
anche di fronte al diritto.<br />
* Psicoterapeuta<br />
IN ITALIA<br />
Tante autorità<br />
poca autorevolezza<br />
• L’approvazione <strong>del</strong>la nuova legge<br />
che istituisce l’authority per<br />
l’infanzia e l’adolescenza, offre<br />
l’occasione di allargare l’attenzione,<br />
in via più generale, alle<br />
diverse autorità amministrative<br />
indipendenti già operanti.<br />
Quest’ultime possono essere definite<br />
come enti od organi pubblici<br />
dotati di sostanziale indipenden-<br />
za dal governo, caratterizzati da<br />
autonomia organizzativa, finanziaria<br />
e contabile, dalla mancanza<br />
di controlli e di soggezione al<br />
potere di direttiva <strong>del</strong>l’esecutivo<br />
ed aventi la funzione di vigilare<br />
sul corretto funzionamento e sul<br />
rispetto <strong>del</strong>le regole <strong>del</strong>la concorrenza<br />
in campi socialmente rilevanti,<br />
come quel<strong>lo</strong> <strong>del</strong>le comunicazioni,<br />
<strong>del</strong>le assicurazioni, <strong>del</strong><br />
sistema creditizio e finanziario,<br />
<strong>dei</strong> servizi di pubblica utilità.<br />
Per giustificarne la creazione si<br />
sono invocati il rilievo e la complessità<br />
di alcune discipline,<br />
l’insufficienza degli schemi organizzativi<br />
<strong>del</strong>l’amministrazione<br />
tradizionale e, soprattutto, la necessità<br />
di creare un organismo<br />
capace di assumere una posizione<br />
di terzietà rispetto agli interessi<br />
coinvolti. Le autorità amministrative<br />
indipendenti trovano<br />
giustificazione nella natura degli<br />
interessi <strong>lo</strong>ro affidati, che corrispondono<br />
ai bisogni primari <strong>del</strong>la<br />
collettività, meritevoli di particolari<br />
forme di protezione. Inoltre,<br />
come è stato rilevato da parte di<br />
molti studiosi, l’ordinamento giuridico<br />
italiano e quel<strong>lo</strong> comunitario,<br />
in questi ultimi anni, hanno<br />
fatto emergere, accanto ai poteri<br />
tradizionali, una funzione nuova,<br />
quella di garanzia, dando luogo,<br />
in tal modo, ai cosiddetti poteri<br />
garanti. In altre parole, il sistema<br />
giuridico ha espresso l’esigenza<br />
di configurare, per alcuni<br />
diritti fondamentali <strong>del</strong>la persona<br />
(come la libertà di manifestazione<br />
<strong>del</strong> pensiero, la libertà di iniziativa<br />
economica, <strong>lo</strong> spazio di<br />
libertà <strong>del</strong>l’individuo come diritto<br />
alla privacy) una forma rafforzata<br />
di tutela e di vigilanza, affidata<br />
ad organismi indipendenti.<br />
Posta questa caratteristica comune,<br />
occorre peraltro ribadire<br />
che le differenze fra i vari “garanti”<br />
che costellano il panorama<br />
legislativo italiano sono diverse.<br />
So<strong>lo</strong> alcuni, infatti, hanno il compito<br />
di immediata tutela di diritti<br />
costituzionali, mentre altri si limitano<br />
ad avere poteri di regolazione<br />
e control<strong>lo</strong> di un singo<strong>lo</strong><br />
settore, specie con riguardo agli<br />
aspetti economici. E so<strong>lo</strong> alcuni<br />
hanno, di conseguenza, un sufficiente<br />
grado di indipendenza dal<br />
governo, nonché adeguati poteri<br />
per la risoluzione <strong>dei</strong> contrasti fra<br />
i soggetti tutelati, generalmente<br />
attraverso procedure paragiurisdizionali<br />
capaci di assicurare il<br />
contraddittorio tra le parti.<br />
La costituzione per legge di autorità<br />
indipendenti nel nostro<br />
ordinamento è avvenuta in momenti<br />
e con motivazioni differenti:<br />
l’istituzione <strong>del</strong>la Consob<br />
(legge n.214/1974) e <strong>del</strong>l’Isvap<br />
(legge n.576/1982) rispondeva<br />
ad esigenze settoriali di control<strong>lo</strong><br />
pubblico <strong>del</strong>le attività private in<br />
una fase di espansione e di integrazione<br />
<strong>dei</strong> mercati; nell’ottica<br />
di una armonizzazione <strong>del</strong>le<br />
normative europee nel settore<br />
<strong>del</strong>l’economia, sono stati istituiti<br />
il garante <strong>del</strong>l’editoria (legge<br />
n.416/1981, poi garante per la<br />
radiodiffusione ed editoria con<br />
la legge n.223/1990) e l’autorità<br />
garante <strong>del</strong>la concorrenza e <strong>del</strong><br />
mercato (legge n.287/1990); a<br />
partire dagli anni ’90 la commissione<br />
di garanzia sul<strong>lo</strong> sciopero<br />
nei servizi pubblici essenziali<br />
(legge n.149/1990), la commissione<br />
di vigilanza sui fondi<br />
pensione (d.lg. n.124/1993),<br />
l’autorità per la vigilanza nei lavori<br />
pubblici (legge n.109/1994,<br />
poi autorità per la vigilanza sui<br />
contratti pubblici di lavori, servizi<br />
e forniture con il d.lgs.<br />
n.163/2006), l’autorità per i servizi<br />
di pubblica utilità - l’autorità<br />
garante per l’energia elettrica ed<br />
il gas (legge n.481/1995), il garante<br />
per la protezione <strong>dei</strong> dati<br />
personali (legge n.675/1996),<br />
l’autorità garante <strong>del</strong>le comunicazioni<br />
(legge n.249/1997 cui<br />
sono state trasferite le funzioni<br />
<strong>del</strong> garante <strong>del</strong>l’editoria).<br />
In relazione al ruo<strong>lo</strong> così rilevante<br />
svolto dalle autorità indipendenti,<br />
quale quel<strong>lo</strong> sopra descritto,<br />
trova fondamento l’attribuzione<br />
di un significativo potere normativo<br />
alle medesime. Con l’esercizio<br />
<strong>del</strong>l’attività normativa regolamentare,<br />
le autorità sono<br />
legittimate ad adottare: i regolamenti<br />
di auto-organizzazione<br />
necessari a garantire la <strong>lo</strong>ro indipendenza<br />
dall’esecutivo; i regolamenti<br />
aventi rilievo esterno,<br />
che fissano le cosiddette regole<br />
di settore, alla cui osservanza<br />
sono tenuti gli operatori pubblici<br />
e privati, individuali e collettivi<br />
che operano nel settore stesso.<br />
L’ampiezza <strong>del</strong>la potestà regolamentare<br />
va rapportata, poi, al<br />
tipo specifico di funzioni assegnate<br />
a ciascuna istituzione. <strong>Il</strong> procedimento<br />
di formazione <strong>dei</strong> regolamenti<br />
ad efficacia esterna deve<br />
attenersi ad un nucleo di principi<br />
essenziali, forniti in via generale<br />
dalla legge n.241/1990; ciò, ad<br />
esempio, per quanto concerne<br />
le modalità di informazione, di<br />
audizione, di partecipazione <strong>dei</strong><br />
soggetti destinatari <strong>dei</strong> precetti<br />
regolamentari.<br />
Un ulteriore aspetto è il compito<br />
- al<strong>lo</strong> stato attuale previsto per<br />
l’autorità garante <strong>del</strong>la privacy,<br />
ma suscettibile di estensione ad<br />
altri settori - di promuovere la<br />
formazione di regole da parte di<br />
categorie PATROCINI interessate E COLLABORAZIONI EVENTI PESCASSEROLI alla elaborazione<br />
di codici di deonto<strong>lo</strong>gia<br />
e di buona condotta. In tal caso,<br />
Comune di<br />
Pr ovinc ia di<br />
AVEZ Z ANO<br />
essa esercita una L ’AQUIL A funzione promozionale<br />
rispetto ad una fonte<br />
Agenzia 37 - Pescasseroli<br />
normativa (quale Comune di l’autorego-<br />
PESCASSEROLI Per informazioni e comunicazioni PNAL M & E RCI team - Refer enti:<br />
lamentazione) Ser gio ROZZI (0863.91 <strong>13</strong>24 0 – 3 35.8 <strong>13</strong>86 14) sergio.rozzi@parcoabruzzo.it prescelta – info@sergiorozzi.it come<br />
Antonietta URSITTI (0863.91<strong>13</strong>1 - presidente@parcoabruzzo.it) – A n na Cesidia PANDOLFI (segreteria.presidente@parcoabruzzo.it)<br />
competente, al fine di evitare una<br />
disciplina di tipo autoritativo in<br />
materie particolarmente <strong>del</strong>icate<br />
per un sistema democratico.<br />
P.A.<br />
Gover no Regi on ale<br />
Ayacucho<br />
Associazione Albergatori<br />
e Ristoratori nel Parco<br />
Nazionale d’Abruzzo<br />
11<br />
b reviario<br />
• La Commissione pari opportunità<br />
<strong>del</strong>la Regione Abruzzo, su<br />
iniziativa <strong>del</strong>la vicepresidente<br />
Gemma Andreini, promuove la<br />
prima edizione <strong>del</strong> Concorso fotografico<br />
nazionale “Uno scatto<br />
di dignità”. <strong>Il</strong> concorso aperto a<br />
fotografi professionisti e non, ha<br />
<strong>lo</strong> scopo di contribuire a modificare<br />
gli stereotipi <strong>del</strong>l’immagine<br />
femminile nel mondo <strong>dei</strong> media,<br />
<strong>del</strong>la pubblicità e in ogni ambito<br />
<strong>del</strong>la società. I partecipanti attraverso<br />
i <strong>lo</strong>ro scatti fotografici,<br />
dovranno dimostrare la capacità<br />
di rappresentare le donne,<br />
di ogni età, non come oggetto<br />
passivo ma soggetto attivo che<br />
comunica il proprio essere, la<br />
propria personalità, il proprio<br />
divenire. Per partecipare gratuitamente<br />
al concorso occorre<br />
registrarsi on line sul sito www.<br />
concorsofotografico.regione.<br />
abruzzo.it.<br />
(a cura di Paola Colange<strong>lo</strong>)<br />
• E’ stata inaugurata il 9 <strong>luglio</strong><br />
la mostra “Az Contemporary Art<br />
2011: <strong>15</strong>0 anni di trico<strong>lo</strong>re”, organizzata<br />
dall’associazione culturale<br />
Etereoarte. Con 25 artisti<br />
provenienti da 6 regioni, Avezzano<br />
e l’intera <strong>Marsi</strong>ca rientrano<br />
a forza nel circuito artistico nazionale.<br />
Dalle serene interpretazioni<br />
<strong>del</strong>la natura ai drammi<br />
<strong>del</strong>l’abbandono, dalla storia a<br />
volte drammatica all’accoglienza<br />
possibile, dalle domande silenziose<br />
alle risposte più diversificate,<br />
la mostra dà uno spaccato<br />
significativo di ciò che, in questo<br />
momento, è ,e può essere, il contributo<br />
<strong>del</strong>l’arte. La mostra sarà<br />
visitabile fino al 17 <strong>luglio</strong>, ogni<br />
giorno dalle 16 alle 20 e dalle 21<br />
alle 23, nel Palazzo Corradini ad<br />
Avezzano (info: e-mail franco@<br />
sinisi.it, tel 340 4023518).<br />
(a cura di Paola Colange<strong>lo</strong>)<br />
• Nel passato le relazioni tra<br />
sindacati e aziende erano calde<br />
so<strong>lo</strong> in autunno, oggi, in linea<br />
con la stagione, sono già calde.<br />
In una nota di Antonel<strong>lo</strong> Tangredi,<br />
siglata da Fim, Fiom e<br />
Uilm <strong>del</strong>la provincia <strong>del</strong>l’Aquila,<br />
unitamente alla Rappresentanze<br />
sindacali unitarie <strong>del</strong>la Micron, si<br />
comunica che i documenti presentati<br />
dall’azienda (e relativi<br />
alla trattativa di secondo livel<strong>lo</strong>)<br />
sono stati giudicati irricevibili.<br />
• Riceviamo e volentieri pubblichiamo<br />
la <strong>lo</strong>candina <strong>del</strong>l'eventoconvegno<br />
che si è tenuto a Pescasseroli<br />
il <strong>13</strong> e 14 <strong>luglio</strong> nella sala<br />
conferenze <strong>del</strong> Centro visite <strong>del</strong><br />
Parco nazionale d'Abruzzo, curato<br />
da Sergio Rozzi.<br />
Evento Convegno<br />
“Esperienze di buone pratiche<br />
nella gestione <strong>del</strong> territorio”<br />
<strong>13</strong> – 14 <strong>luglio</strong> 2011<br />
Sala Conferenze Centro Visita<br />
<strong>del</strong> Parco Nazionale d’Abruzzo<br />
Pescasseroli
MISTERI MARSICANI<br />
SAN CESIDIO<br />
E “UOMINI E DONNE”<br />
di Matteo Biancone<br />
(matteo.mistero@fastwebnet.it)<br />
• La Basilica di san<br />
Cesidio a Trasacco<br />
attrae molti studiosi<br />
che sono richiamati<br />
dai suoi tesori artistici<br />
e, tra le forme<br />
strane che colpiscono<br />
l’osservatore, vi è senz’altro la forma<br />
<strong>del</strong> campanile che ha una struttura<br />
piramidale. E’ un picco<strong>lo</strong> mistero il<br />
perché di un campanile piramidale,<br />
diverso dalla maggior parte <strong>dei</strong> campanili,<br />
che normalmente hanno forma<br />
cilindrica (come la torre di Pisa)<br />
o di parallelepipedo a base quadrata,<br />
come siamo abituati per <strong>lo</strong> più a<br />
vedere. Forse il nostro campanile in<br />
origine non aveva l’attuale forma piramidale,<br />
che ha invece assunto per<br />
successivi lavori di rinforzo. Le origini<br />
<strong>del</strong>la chiesa di san Cesidio sono molto<br />
antiche, risalendo ai primi secoli<br />
<strong>del</strong> cristianesimo. Secondo i racconti<br />
<strong>lo</strong>cali nel <strong>III</strong> seco<strong>lo</strong> d.C. Rufino e<br />
Cesidio, padre e figlio, arrivarono in<br />
questa zona per predicare il Vange<strong>lo</strong><br />
e a tal fine adibirono un oratorio<br />
che, in seguito alla morte di Cesidio,<br />
martirizzato, fu trasformato in una<br />
chiesa a tre navate, poi distrutta<br />
dagli ungheri nel 936. Sulle sue rovine<br />
sorse la chiesa medievale, che<br />
ha poi subito radicali trasformazioni.<br />
Nel medioevo la chiesa vide mutare il<br />
suo orientamento da nord-sud a estovest<br />
e questo spiega la posizione <strong>dei</strong><br />
portali (quel<strong>lo</strong> degli uomini e quel<strong>lo</strong><br />
<strong>del</strong>le donne) posti su due diverse facciate<br />
e la <strong>lo</strong>ro evoluzione. Come chiesa<br />
medievale la sua storia fu legata<br />
alla famiglia <strong>dei</strong> conti <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong>, essa<br />
infatti fu voluta dal conte <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong><br />
Berardo <strong>III</strong> ed accresciuta dalla seconda<br />
moglie, Gemma, e dal figlio<br />
Berardo IV nel 1096.<br />
Nel 1618, per volere <strong>del</strong>l'abate Cicerone<br />
De Blasis, fu aggiunta, alle tre<br />
navate originarie, una quarta navata<br />
e così l'edificio raggiunse il suo<br />
massimo ampliamento. I terremoti<br />
settecenteschi portarono sul finire<br />
<strong>del</strong> seco<strong>lo</strong> XV<strong>III</strong> agli interventi tardo<br />
barocchi degli interni ed anche<br />
al rafforzamento <strong>del</strong> campanile. <strong>Il</strong><br />
nuovo sisma <strong>del</strong> 19<strong>15</strong> e precedenti<br />
interventi degli inizi <strong>del</strong> Novecento<br />
ridussero le volumetrie iniziali e so<strong>lo</strong><br />
con i restauri degli anni '60 l'edificio<br />
ha riassunto le sue linee originarie.<br />
La facciata ha configurazione a capanna.<br />
E' fiancheggiata sulla sinistra<br />
dal campanile piramidale a base<br />
quadrata e sulla destra dall'oratorio<br />
<strong>del</strong>la Concezione. Al centro spicca,<br />
il "portale <strong>del</strong>le donne". <strong>Il</strong> prospetto<br />
nord presenta invece il "portale degli<br />
uomini". I due portali di accesso<br />
alla chiesa, il "portale <strong>del</strong>le donne"<br />
e il "portale degli uomini", nascono<br />
e prendono nome dall'antico uso di<br />
tenere separati i due sessi durante le<br />
celebrazioni liturgiche. Più antico è il<br />
portale <strong>del</strong>le donne, risalente al X<strong>III</strong><br />
seco<strong>lo</strong>, prevalentemente rinascimentale<br />
è invece quel<strong>lo</strong> degli uomini. <strong>Il</strong><br />
portale <strong>del</strong>le donne è il portale principale<br />
che si apre in corrispondenza<br />
<strong>del</strong>la navata centrale. In origine era<br />
il portale maggiore, le trasformazioni<br />
successive ne hanno ridotto la<br />
grandezza e l'importanza rispetto a<br />
quel<strong>lo</strong> degli uomini. <strong>Il</strong> "portale degli<br />
uomini" si trova più o meno al centro<br />
<strong>del</strong>la parete <strong>del</strong>la navata destra.<br />
Oggi risulta più grandioso <strong>del</strong>l'altro<br />
in seguito alle trasformazioni e alle<br />
aggiunte <strong>del</strong> periodo rinascimentale<br />
che <strong>lo</strong> hanno avvicinato per stile ai<br />
portali aquilani. Insomma nella sfida<br />
<strong>dei</strong> portali gli uomini ci hanno guadagnato<br />
e le donne ci hanno perso.<br />
PESCASSEROLI<br />
QUESTA ESTATE<br />
CON LA NATURA<br />
a cura <strong>del</strong>l'Ente Parco a cura <strong>del</strong>la redazione<br />
• Un finanziamento <strong>del</strong> Ministero<br />
<strong>del</strong>l’Ambiente di 34 mila euro permetterà<br />
al Parco di realizzare un originale<br />
progetto ambientale, secondo quanto<br />
previsto dal Bando ministeriale. <strong>Il</strong><br />
progetto <strong>del</strong> Parco prevede l'organizzazione<br />
di 4 campi, da <strong>luglio</strong> a settembre<br />
2011, ciascuno <strong>del</strong>la durata<br />
di una settimana, rivolti a giovani tra<br />
i 6 e i 16 anni accompagnati da adulti<br />
che collaboreranno nei modi più diversi<br />
alle <strong>numero</strong>se attività <strong>del</strong> Parco.<br />
Sarà un'occasione interessante e<br />
stimolante per i nuclei familiari appassionati<br />
di natura che desiderano<br />
effettuare un’esperienza unica di vita<br />
e di lavoro a contatto con un ambiente<br />
naturale integro e incontaminato,<br />
come quel<strong>lo</strong> <strong>del</strong> Parco. Per “familiari”<br />
si intende che potranno partecipare<br />
ai campi non so<strong>lo</strong> genitore e figlio/a,<br />
ma anche nonno/a e nipote, sorella o<br />
fratel<strong>lo</strong> maggiorenne e sorella o fratel<strong>lo</strong><br />
minorenne, insomma un coppia<br />
adulto e ragazzo, nel rapporto 1:1. <strong>Il</strong><br />
soggiorno è previsto in due strutture<br />
col<strong>lo</strong>cate nei tre versanti <strong>del</strong> Parco.<br />
Ciò consentirà ai partecipanti di avere<br />
una visione più generale <strong>del</strong>l’area<br />
protetta e di visitare anche quelle<br />
<strong>lo</strong>calità meno conosciute turisticamente,<br />
ma molto interessanti da un<br />
punto di vista naturalistico, sociale e<br />
culturale. I campi saranno improntati<br />
al principio <strong>del</strong>l'imparare facendo,<br />
sicuramente la migliore strategia<br />
per apprendere, ove l'imparare non<br />
sia so<strong>lo</strong> il memorizzare, ma anche<br />
e soprattutto il comprendere attraverso<br />
il fare. Un altro aspetto molto<br />
importante <strong>dei</strong> campi è l'integrazione<br />
sociale: questa fase <strong>del</strong> progetto<br />
si attuerà anche grazie alla preziosa<br />
collaborazione <strong>del</strong>la <strong>lo</strong>cale sezione<br />
Anffas (Associazione nazionale famiglie<br />
di persone con disabilità intellettiva<br />
e/o relazionale) che promuoverà<br />
la formazione di gruppi integrati, cioè<br />
costituiti da ragazzi diversamente<br />
abili e da ragazzi normodotati. Oltre<br />
all'Anffas, gli altri partners <strong>del</strong><br />
progetto sono il Club alpino italiano<br />
- sezione di Isernia e l’Associazione<br />
“Sistemanatura”. L'adesione ai campi<br />
prevede il versamento di un picco<strong>lo</strong><br />
contributo da parte <strong>dei</strong> partecipanti.<br />
Per informazioni o prenotazioni si<br />
può contattare l'Ufficio educazione e<br />
vo<strong>lo</strong>ntariato di Villetta Barrea che ha<br />
elaborato il progetto, <strong>lo</strong> coordinerà e<br />
organizzerà le attività previste, al <strong>numero</strong><br />
0864.89102 oppure via e-mail<br />
all'indirizzo centroservizi.villetta@<br />
parcoabruzzo.it.<br />
CELANO<br />
PREMIO<br />
a cura di Paola Colange<strong>lo</strong><br />
• <strong>Il</strong> 21 <strong>luglio</strong> verrà<br />
assegnato al pianista<br />
Nazzareno Carusi e<br />
Vittorio Sgarbi il “Premio<br />
recital musicale”,<br />
nell’ambito <strong>del</strong> Lunezia<br />
2011, per il progetto<br />
teatrale “Discorso a due”. Nazzareno<br />
Carusi è nato a Celano, è sul palcoscenico<br />
da quando aveva 10 anni, è stato<br />
allievo prediletto di Alexis Weissenberg<br />
e Victor Merzhanov, due leggende <strong>del</strong><br />
pianoforte <strong>del</strong> Novecento. Ha suonato<br />
in tutto il mondo Nel dicembre 2009 è<br />
stato nominato membro <strong>del</strong>la Commissione<br />
Musica dal Ministro <strong>del</strong>l’Istruzione,<br />
<strong>del</strong>l’Università e <strong>del</strong>la Ricerca. E'<br />
ordinario di Musica da Camera al Conservatorio<br />
di Udine.<br />
POESIA<br />
PARLARE<br />
NEL SILENZIO<br />
di Antonio Insardi<br />
• Tutto ha fatto l’uomo<br />
nei millenni passati.<br />
Egli, in questo nuovo millennio,<br />
parla con le sue opere.<br />
Ma non è <strong>del</strong>la sua<br />
esistenza e <strong>del</strong>la sua intelligenza<br />
che egli può parlare<br />
perché l’una e l’altra<br />
gli sono state regalate.<br />
Sono le sue opere che parlano per lui.<br />
Contemplandole nel silenzio<br />
esse acquistano potenza<br />
grandezza e maestosità.<br />
E’ la sua attività<br />
posta in essere per il suo<br />
preciso intento.<br />
E’ la sua azione umana<br />
moralmente rilevante.<br />
Tutto è il risultato<br />
di questa sua opera<br />
precisa<br />
e <strong>del</strong> suo va<strong>lo</strong>re specifico.<br />
Nel silenzio <strong>del</strong>le grandi<br />
sale<br />
l’uomo ammira<br />
la grandezza <strong>del</strong>l’uomo.<br />
EMOZIONI<br />
AVEZZANO<br />
CALCIO<br />
SI RIPARTE<br />
• <strong>Il</strong> club biancoverde comunica che da<br />
lunedì 25 <strong>luglio</strong> inizierà la preparazione<br />
<strong>del</strong>l'Avezzano Calcio, prima squadra,<br />
in vista <strong>del</strong>l'importante stagione<br />
nel torneo di Promozione, girone A. La<br />
preparazione verrà svolta al <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong><br />
e, nella fase <strong>del</strong> fondo, i giocatori dovranno<br />
vedersela coi gradini naturali<br />
<strong>del</strong> monte Salviano. Questa la rosa,<br />
con ancora i fuori quota da integrare.<br />
Portieri, Berardino Biancone e Daniele<br />
Leonio; difensori, Claudio Abruzzo,<br />
Alessandro Calisse, Giovanni Bisegna,<br />
Luigi Casciere, Riccardo Cerratti,<br />
Mirko Di Fabio e Trino Nuccitelli;<br />
centrocampisti, Simone Albertazzi,<br />
Dani<strong>lo</strong> Damiani, Luca De Sanctis e<br />
Andrea Iommetti,; attaccanti, Innocenzo<br />
Maggiore, Antonio Mancinelli,<br />
Pasquale Moro<br />
e Antonio Torge.<br />
Alla società,<br />
al mister,<br />
ai calciatori,<br />
r i c o r d i a m o<br />
che noi de “<strong>Il</strong><br />
<strong>Velino</strong>” siamo<br />
innamorati<br />
<strong>del</strong> futebol<br />
bailado.<br />
La statua <strong>del</strong> santo (san Giovanni Battista<br />
nella processione <strong>del</strong> 24 giugno scorso) e il<br />
politico esperto (Ezio Stati), nella foto di Pinino<br />
Lorusso, guardano nella stessa direzione<br />
e a noi <strong>del</strong> giornale diocesano è tornata in<br />
mente quella poesia di Johann Wolfgang Goethe<br />
dal tito<strong>lo</strong> “<strong>Il</strong> divino”. Eccovi i primi versi:<br />
«Sia nobile l’uomo,/soccorrevole e buono./<br />
Poiché questo soltanto/<strong>lo</strong> distingue/da tutti<br />
gli esseri che conosciamo».<br />
Se proprio volete, chiamatele emozioni<br />
Periodico<br />
<strong>del</strong>la Diocesi <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong><br />
Fondato da Sua Eccellenza<br />
mons. Pietro Santoro<br />
Direttore responsabile<br />
Sandro Tuzi<br />
Coordinatrice di redazione<br />
Elisabetta Marraccini<br />
Progetto grafico<br />
Stefania Moroni<br />
Impaginazione<br />
Stefania Moroni, Carla Venditti<br />
Stampa<br />
Linea Grafica<br />
di Celestino Di Foggia<br />
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Suor Maristella Barresi,<br />
Matteo Biancone, Marco Boleo,<br />
Anna Rita Bove,<br />
Maurizio Cichetti, Ange<strong>lo</strong> Croce,<br />
Fiorella Graziani, Vilma Leonio,<br />
Valentina Mastrodicasa,<br />
Anna Tranquilla Neri,<br />
Marta Palazzi, Eugenio Ranalli,<br />
Laura Rocchi, Giovanna Scatena,<br />
Francesco Scipioni, Patrizia Tocci<br />
La gratuità è il tratto stilistico <strong>dei</strong><br />
collaboratori <strong>del</strong> giornale diocesano.<br />
Dunque niente compensi per chi<br />
desidera scrivere<br />
Curatore editoriale<br />
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Collabora<br />
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Nel rispetto <strong>del</strong> “Codice in<br />
materia di protezione <strong>dei</strong> dati<br />
personali” (art. 7 d. lgs. 196/03),<br />
“<strong>Il</strong> <strong>Velino</strong>. Lo sguardo <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong>”<br />
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relativi alle persone che ricevono<br />
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e sono trattati conformemente<br />
alla normativa vigente<br />
Per sostenere<br />
il giornale diocesano:<br />
C/C POSTALE n. 2868917<br />
intestato a “IL VELINO”<br />
Corso <strong>del</strong>la Libertà, 54<br />
Avezzano<br />
Questo <strong>numero</strong> è stato chiuso<br />
in redazione alle ore 16,16<br />
<strong>del</strong> giorno 11 <strong>luglio</strong> 2011
avezzano. omaggio a bagnoli<br />
ieri la storia, doMani l'eternita'<br />
Forza e gentilezza nell'idea di libertà<br />
Alcuni studenti <strong>del</strong>la scuola secondaria<br />
di primo grado “Camil<strong>lo</strong> Corradini” di<br />
Avezzano, con l’aiuto <strong>dei</strong> <strong>lo</strong>ro professori,<br />
hanno studiato i documenti <strong>del</strong>l’Archivio<br />
storico diocesano riguardanti il vescovo<br />
Pio Marcel<strong>lo</strong> Bagnoli. Sapete che in<br />
questi giorni è aperta una mostra<br />
celebrativa (curata da don<br />
Ennio Grossi) per i 100 anni<br />
dall’ingresso in diocesi (1911-<br />
2011). Di seguito leggete una<br />
parte <strong>del</strong>la tesi realizzata da<br />
una studentessa (in basso il<br />
riferimento alla relazione di<br />
un’altra allieva). Visti gli articoli<br />
17 e 23 <strong>del</strong> codice in materia<br />
di protezione <strong>dei</strong> dati personali<br />
(decreto legislativo 30 giugno<br />
2003, <strong>numero</strong> 196), visto<br />
l’artico<strong>lo</strong> 7 <strong>del</strong> codice di deonto<strong>lo</strong>gia<br />
relativo al trattamento <strong>dei</strong> dati<br />
personali nell’esercizio <strong>del</strong>l’attività giornalistica<br />
(provvedimento <strong>del</strong> garante 29<br />
<strong>luglio</strong> 1998), vista la Carta di Treviso,<br />
utilizziamo i dati personali e identificativi<br />
<strong>del</strong>le due studentesse<br />
con il consenso <strong>dei</strong> genitori<br />
<strong>del</strong>le minori.<br />
di Eleonora Volpe *<br />
• «Come approfondimento<br />
<strong>dei</strong> temi che ho<br />
trattato in precedenza<br />
ho esaminato il descritto<br />
periodo storico preso<br />
dal punto di vista <strong>del</strong>la<br />
mia terra: la <strong>Marsi</strong>ca.<br />
Testimone d’eccezione<br />
e personalità di spicco<br />
in una terra gia lacerata<br />
da molti problemi è<br />
stato monsignor Pio Marcel<strong>lo</strong> Bagnoli<br />
vescovo <strong>del</strong>la diocesi <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong> dal 22<br />
gennaio 1911 al 17 gennaio 1945.<br />
Questo religioso proveniente dall’ordine<br />
<strong>dei</strong> carmelitani ha guidato il popo<strong>lo</strong><br />
marsicano nei momenti più difficili<br />
e spiacevoli <strong>del</strong>la storia ovvero<br />
dal terremoto <strong>del</strong> <strong>15</strong> gennaio 19<strong>15</strong>,<br />
la prima guerra mondiale, e nel periodo<br />
<strong>del</strong>l’avvento <strong>del</strong> fascismo e <strong>lo</strong><br />
scoppio <strong>del</strong>la seconda guerra mondiale.<br />
A buon<br />
tito<strong>lo</strong>, quindi,<br />
si puo definire<br />
l'artefice <strong>del</strong>la<br />
costruzione<br />
<strong>del</strong>la <strong>Marsi</strong>ca<br />
come la conosciamo<br />
oggi. Si<br />
fece attivo progettista<br />
<strong>del</strong>la<br />
struttura urbanistica<br />
di Avezzano<br />
che venne<br />
completamente<br />
ricostruita<br />
intorno all'attuale Cattedrale e alla<br />
sede <strong>del</strong>la diocesi che venne spostata<br />
da Pescina ad Avezzano a seguito<br />
<strong>del</strong>le conseguenze <strong>del</strong> sisma. In occasione<br />
<strong>del</strong>la seconda guerra mondiale,<br />
come pastore <strong>del</strong>la diocesi ha<br />
dovuto compiere un'opera di sostegno<br />
per incoraggiare e rassicurare il<br />
popo<strong>lo</strong> marsicano duramente provato<br />
che veniva chiamato a grandi sacrifici.<br />
(fotocopia 1)<br />
Gli stessi sacrifici venivano richiesti<br />
anche alla chiesa<br />
invitata a fornire,<br />
al governo in<br />
guerra, le campane<br />
con <strong>lo</strong> scopo<br />
di essere fuse per<br />
ricavarci armi da<br />
guerra. E a questo<br />
proposito l’al<strong>lo</strong>ra<br />
parroco di Trasacco<br />
si oppose scrivendo<br />
una lettera<br />
di risposta al duce<br />
con la quale, descrivendo<br />
il va<strong>lo</strong>re storico e artistico<br />
<strong>del</strong>le campane <strong>del</strong>la Basilica di san<br />
Cesidio patrono <strong>del</strong> paese, si rifiutava<br />
di farle fondere. (fotocopia 2)<br />
Monsignor Bagnoli, come tutti i marsicani,<br />
visse la tragedia<br />
<strong>dei</strong> bombardamenti<br />
<strong>del</strong>la seconda<br />
guerra mondiale. (fotocopia<br />
3)<br />
In occasione <strong>del</strong>la<br />
visita ad Avezzano<br />
di Benito Mussolini,<br />
monsignor Bagnoli<br />
non perse l’occasione<br />
per ottenere fondi per<br />
la ricostruzione e per<br />
la realizzazione <strong>del</strong>la<br />
Cattedrale <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong><br />
e <strong>del</strong>la sede <strong>del</strong> seminario<br />
vescovile.<br />
L’intera missione <strong>del</strong><br />
nostro vescovo e ben<br />
sintetizzata nel motto che lui stesso<br />
scelse per contraddistinguere il suo<br />
episcopato, ovvero: “Fortiter et suaviter”<br />
infatti proprio da questo motto<br />
è derivata la definizione <strong>del</strong> popo<strong>lo</strong><br />
marso: “Forte e gentile” che descrive<br />
perfettamente il carattere degli abitanti<br />
<strong>del</strong>la mia terra, che in ogni vicenda<br />
storica hanno difeso con forza<br />
e gentilezza la <strong>lo</strong>ro idea di libertà».<br />
* Della classe <strong>III</strong> D, scuola<br />
media “Camil<strong>lo</strong> Corradini”<br />
di Avezzano<br />
esaMi<br />
a cura <strong>del</strong>la redazione<br />
• Sulla figura <strong>del</strong> vescovo<br />
Pio Marcel<strong>lo</strong> Bagnoli ha incentrato<br />
l'esame di terza media alla "Camil<strong>lo</strong><br />
Corradini" di Avezzano anche la studentessa<br />
Alice Iucci. Un percorso<br />
tematico e una mappa concettuale<br />
per scavare nel passato cittadino.<br />
• Su www.ilvelinoweb.it potete vedere il video <strong>del</strong>la mostra<br />
realizzato da Ange<strong>lo</strong> Croce. La mostra, curata da don<br />
Ennio Grossi, celebra i 100 anni <strong>del</strong> vescovo Pio Marcel<strong>lo</strong><br />
Bagnoli ed è aperta, ad Avezzano nell'Archivio diocesano<br />
in via Valerii, dal martedì alla domenica, la mattina dalle<br />
10 alle 12,30 e il pomeriggio dalle 16 alle 19.<br />
di don Francesco Grassi<br />
• Cento anni fa a San Benedetto <strong>dei</strong><br />
<strong>Marsi</strong> nasceva l’abate don Luigi Di<br />
Genova, da una famiglia di modesti<br />
contadini. Da fanciul<strong>lo</strong> ebbe la sfortuna<br />
di fare la terribile esperienza <strong>del</strong><br />
terremoto (<strong>13</strong> gennaio 19<strong>15</strong>), che<br />
colpì tutta la <strong>Marsi</strong>ca, in cui il picco<strong>lo</strong><br />
Luigi rimase ferito tra le macerie,<br />
riportando un trauma cranico. Passando<br />
nella <strong>Marsi</strong>ca provata da quel<br />
tremendo sisma, un picco<strong>lo</strong> sacerdote<br />
energico ma grande nell’esercizio<br />
<strong>del</strong>la carità di nome Luigi Orione, <strong>lo</strong><br />
accolse e <strong>lo</strong> portò con sé e fece <strong>del</strong><br />
fanciul<strong>lo</strong> Luigi Di Genova un sacerdote<br />
semplice, umile, ma spiritualmente<br />
fecondo. I primi passi sacerdotali<br />
furono mossi nell’ambito cella<br />
congregazione, fondata da don Orione;<br />
più tardi volle tornare nella sua<br />
amata diocesi <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong> e con l’aiuto<br />
<strong>del</strong>l’al<strong>lo</strong>ra parroco di San Benedetto<br />
<strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong>, don Achille Palmerini, vi<br />
rientrò. <strong>Il</strong> vescovo Pio Marcel<strong>lo</strong> Bagnoli<br />
<strong>lo</strong> inviò a Pescasseroli come<br />
aiuto all’abate don Car<strong>lo</strong> Quintigliani,<br />
avanti negli anni e ammalato, il 5 ottobre<br />
1946. Poco più che trentenne,<br />
era silenzioso, riservato e <strong>del</strong>icato di<br />
salute, tanto che soffrì subito per il<br />
clima rigido e la molta neve, e si pensò<br />
che non avrebbe resistito molto a<br />
Pescasseroli. Invece, alla scomparsa<br />
di don Car<strong>lo</strong> nel 19<strong>47</strong>, fu nominato<br />
abate parroco e tale vi rimase fino al<br />
1987. Quaranta’anni trascorsi nella<br />
sua profonda e intensa vita di pietà,<br />
lavorando nella vigna <strong>del</strong> Signore,<br />
con gesti e parole che gli hanno<br />
permesso di essere presenza misericordiosa<br />
<strong>del</strong> Dio Amore. Molteplici<br />
i suoi interessi pastorali, dalla catechesi<br />
<strong>del</strong>l’iniziazione ai Sacramenti, a<br />
quella per le famiglie. Gli ammalati,<br />
che visitava spesso, ricevevano da lui<br />
sempre una parola di speranza. Ma la<br />
cosa che più mi ha sorpreso è stata la<br />
sua pastorale vocazionale: egli fece<br />
innamorare molti ragazzi e ragazze<br />
di Gesù con la sua trasparente gioia<br />
di essere sacerdote; ma le molte<br />
vocazioni che il Signore ha concesso<br />
come dono durante il suo ministero<br />
a Pescasseroli sono frutto <strong>del</strong>le sue<br />
frequenti ore passate davanti al tabernaco<strong>lo</strong>,<br />
cosa per cui il Signore<br />
l’ha sempre premiato. Molte sono le<br />
ragazze divenute suore nella congregazione<br />
<strong>del</strong>le Suore <strong>del</strong>le Poverelle;<br />
molti i ragazzi divenuti sacerdoti<br />
secolari o religiosi: Salesiani, Confezionisti,<br />
Sco<strong>lo</strong>pi. Ma la sua gioia era<br />
quella di veder i giovani innamorati<br />
di Dio. A diciannove anni dal suo ingresso<br />
nel Regno di Dio ancora rico-<br />
VACRI (CH) - Via R. Margherita, 28 - tel. e fax 0871 7<strong>13</strong>05 e.mail: mammarellasnc@tin.it<br />
<strong>13</strong><br />
san benedetto <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong><br />
100 anni dalla nascita <strong>del</strong>l'abate don Luigi Di Genova<br />
ricordo di don steFano Gobbi<br />
di A<strong>del</strong>e Calzetta<br />
• Mercoledì 29 giugno alle ore <strong>15</strong>,30 don<br />
Stefano Gobbi, promotore ed animatore<br />
<strong>del</strong> Movimento sacerdotale mariano,<br />
ci ha lasciato per raggiungere il Padre<br />
nel Regno Eterno. Avrebbe dovuto condurre<br />
come sempre gli esercizi spirituali<br />
presso Collevalenza, con i responsabili<br />
<strong>del</strong> Msm <strong>dei</strong> 5 continenti, presieduti<br />
ogni volta da <strong>numero</strong>si arcivescovi,<br />
vescovi e cardinali.<br />
Ma questa volta<br />
la sua presenza<br />
è stata diversa e<br />
sicuramente speciale:<br />
venerdì 30<br />
giugno, il suo corpo<br />
era con <strong>lo</strong>ro per<br />
il rito funebre, ma<br />
il suo spirito, libero<br />
e carico d’amore<br />
per tutti, aleggiava<br />
su ogni confratel<strong>lo</strong><br />
presente, infondendo <strong>lo</strong>ro forza, serenità<br />
e speranza. Infaticabile e prodigo<br />
nel suo apostolato è riuscito, con umiltà,<br />
costanza e fervore, a mettere in<br />
atto ciò che alcuni padri conciliari hanno<br />
sempre desiderato dopo il Concilio:<br />
trovare un punto d’incontro tra i movimenti<br />
liturgici, cristo<strong>lo</strong>gici ed ecumenici<br />
da un lato, e quel<strong>lo</strong> mariano dall’altro.<br />
Fu proficuo unire le due tendenze «arricchendo<br />
la liturgia <strong>del</strong>la profondità <strong>del</strong><br />
cuore <strong>del</strong>la devozione a Maria, e aprendo<br />
quanto è mariano al grande respiro<br />
<strong>del</strong>la tradizione liturgica» (J. Ratzinger<br />
- H. Urs Von Balthasar, “Maria, Chiesa<br />
nascente”) tenendo sempre presente<br />
che «la Chiesa è più di un popo<strong>lo</strong>, in<br />
essa vive il mistero <strong>del</strong>la maternità e<br />
noscenti per tutto il bene profuso a<br />
Pescasseroli, così mi piace ricordar<strong>lo</strong>:<br />
caro don Luigi, tu sarai sempre qui,<br />
dinanzi all’immagine veneratissima<br />
<strong>del</strong>la Madonna Incoronata, lungo la<br />
via che conduce al santuario di Monte<br />
Tranquil<strong>lo</strong>, nelle viuzze <strong>del</strong> paese<br />
di cui hai varcato ogni porta e lassù,<br />
nel nostro bel camposanto riascolteremo<br />
la tua preghiera filtrata con<br />
i raggi <strong>del</strong> sole, tra gli aghi <strong>dei</strong> pini,<br />
profumata dalle viole che lì sbocciano<br />
per prime, rincorsa dagli slanci degli<br />
scoiattoli che tu osservavi beato,<br />
diffusa dal suono possente e armonioso<br />
<strong>del</strong>le nostre campane e dal vibrare<br />
solenne <strong>del</strong>l’organo. Con la tua<br />
figura solenne ma magrolina, con il<br />
tuo sorriso fanciullesco, con la tua<br />
<strong>del</strong>l’Amore sponsale che rende possibile<br />
tale maternità».<br />
Don Stefano questo <strong>lo</strong> ha testimoniato<br />
e trasmesso al mondo dal 1972, quando<br />
ha iniziato il suo apostolato. Qui<br />
nella nostra <strong>Marsi</strong>ca, ha presieduto vari<br />
cenacoli: al Cesolino ed in Cattedrale.<br />
Personalmente ho avuto la gioia e l’onore<br />
di accompagnar<strong>lo</strong> spesso dall’al<strong>lo</strong>ra<br />
vescovo Biagio<br />
Terrinoni (nella<br />
foto), che ci ha<br />
sempre accolto<br />
con tanto amore<br />
e dedizione.<br />
Spesso hanno<br />
concelebrato la<br />
Messa nella cappellina<br />
privata<br />
e, dopo questi<br />
ripetuti incontri,<br />
il vescovo Terrinoni<br />
ci donò al<strong>lo</strong>ra la gioia <strong>del</strong>la consacrazione<br />
al Cuore Immacolato di Maria<br />
di tutto il popo<strong>lo</strong> marsicano, in concomitanza<br />
con la richiesta <strong>del</strong> Papa, ripresa<br />
da un’emittente <strong>lo</strong>cale, grazie anche<br />
alla collaborazione <strong>del</strong>la professoressa<br />
Maria Teresa Letta. Sicuramente oggi<br />
nel vedermi piangere, dolcemente mi<br />
sgriderebbe, ma io altrettanto dolcemente<br />
gli direi: «Don Stefano, davanti<br />
all’amico Lazzaro morto, Gesù pianse<br />
amaramente e tutti dicevano - quanto<br />
<strong>lo</strong> amava - lascia piangere oggi anche<br />
me, ti ho amato tanto, ed insieme a<br />
me ti hanno amato tutte le sorelle ed<br />
i fratelli <strong>del</strong> Movimento che ti hanno<br />
sempre seguito». Ciao don Stefano.<br />
Continua ad essere con noi.<br />
berretta nera all’indietro, il bastone<br />
con il pomo d’argento in mano, con<br />
le guance scavate dalla fatica e dal<strong>lo</strong><br />
scorrere inesorabile <strong>del</strong> tempo, tu<br />
sarai sempre con noi. Ti sento sempre<br />
vicino e come il Signore si servì<br />
di te per far nascere nel mio cuore<br />
la vocazione, oggi si serve ancora di<br />
te nel mio ministero pastorale. Concludendo<br />
mi permetto di aggiungere<br />
che Pescasseroli può annoverare tra<br />
i suoi abati due persone venute da<br />
scuole di santi: don Car<strong>lo</strong> che ebbe<br />
come educatore il beato Michele<br />
Ruam primo successore di don Bosco<br />
e don Luigi, come abbiamo già detto,<br />
discepo<strong>lo</strong> di san Luigi Orione, fondatore<br />
<strong>dei</strong> Figli <strong>del</strong>la Divina provvidenza<br />
o “Orionini”.
14<br />
Giovani ed estate<br />
non sono soli<br />
oratori e campi con la comunità cristiana<br />
di Francesco Bonini<br />
• Non ci sono statistiche e le stime<br />
sono per difetto. Ma sono diverse<br />
centinaia di migliaia, almeno un milione<br />
e mezzo, i ragazzi coinvolti a<br />
vario tito<strong>lo</strong> nelle proposte educative<br />
“estive” <strong>del</strong>le parrocchie, cui aggiungere<br />
quelle <strong>del</strong>le associazioni e <strong>dei</strong><br />
movimenti, <strong>del</strong>le tante realtà che<br />
caratterizzano la capillare presenza<br />
ecclesiale in Italia. Anche le parrocchie<br />
marsicane sono in fermento e<br />
perciò non mancate di rivolgervi ai<br />
nostri parroci per valutare insieme le<br />
opportunità che si offrono. I ragazzi<br />
non sono soli. Questo capillare movimento<br />
coinvolge centinaia di migliaia<br />
di adulti e giovani adulti, proprio perché<br />
l’originalità <strong>del</strong>le proposte estive<br />
è proprio <strong>lo</strong> spessore educativo. Non<br />
si tratta di aiutare le famiglie a risolvere<br />
il problema <strong>del</strong> tempo lasciato<br />
libero dalla scuola creando parcheggi<br />
il meglio organizzati possibile. La<br />
scommessa che, anno per anno, si<br />
ripete è fare in modo che il tempo<br />
<strong>del</strong>la vacanza, molto spesso <strong>del</strong>la vacanza<br />
obbligata in città, diventi occasione<br />
per crescere, nel divertimento,<br />
nell’attività fisica e sportiva, nell’amicizia<br />
e nel<strong>lo</strong> spirito. Gli oratori estivi,<br />
i campi, le mille e mille iniziative<br />
diventano così un po’ il paradigma<br />
di una società vivace, spesso molto<br />
più impegnata e attenta, capace di<br />
auto-organizzazione di quanto non<br />
la rappresentino le immagini più corrive.<br />
E’ un tessuto, fatto di rapporti<br />
consolidati di fiducia, di progetti, di<br />
gratuità, di vo<strong>lo</strong>ntariato, capace di<br />
percorrere e tenere vivo tutto il Paese.<br />
Ma questo tessuto va sostenuto.<br />
E non è tanto questione di risorse,<br />
che pure sono necessarie. E’ giusto<br />
che le amministrazioni pubbliche sostengano<br />
queste iniziative di così evidente<br />
respiro sociale, come si fa per<br />
tante proposte culturali estive. Ma<br />
probabilmente non è questo il punto-chiave.<br />
E’ necessario soprattutto<br />
prendere coscienza. Non è un fatto<br />
“naturale” questo grande investimento.<br />
E’ un riflesso “gratuito” che nasce<br />
da una storia. Ma la storia continua<br />
se ci sono energie, risorse, soprattutto<br />
etiche, spirituali e morali. Qui si<br />
misura il “capitale sociale” di un Paese.<br />
Proprio in questi tempi di grande<br />
incertezza servono due impegni. Da<br />
una parte, bisogna essere consapevoli<br />
<strong>del</strong>le ricchezze di capitale sociale<br />
di cui disponiamo: non si può dare<br />
nulla per scontato, ma valutar<strong>lo</strong> per<br />
quel che merita e, dunque, fare di<br />
tutto per non consumare queste risorse,<br />
sovrapponendo alla vita vera<br />
<strong>del</strong>le persone e <strong>del</strong>le famiglie stili e<br />
linguaggi discorsivi e corrosivi propri<br />
di minoranze chiassose. <strong>Il</strong> “capitale<br />
sociale” infatti si può consumare, dilapidare.<br />
Non è un dato permanente.<br />
Ecco, al<strong>lo</strong>ra, l’altro e conseguente<br />
impegno a continuare e, se possibile,<br />
PelleGrinaGGi diocesani<br />
Settembre a Lourdes, ottobre in Terrasanta<br />
a cura <strong>del</strong>la redazione<br />
• Nuove proposte di pellegrinaggio<br />
dalla curia di Avezzano: il<br />
vicario generale, monsignor Domenico<br />
Ramelli invita, per i giorni<br />
22-26 settembre, al pellegrinaggio<br />
a Lourdes, per una profonda<br />
esperienza nel silenzio e nel raccoglimento<br />
alla grotta <strong>del</strong>le apparizioni.<br />
Si visiteranno i luoghi <strong>del</strong>la<br />
vita di santa Bernadette, si parteciperà<br />
alla fiaccolata e alla processione<br />
eucaristica, sperimentando<br />
grande condivisione<br />
di intenti.<br />
<strong>Il</strong> pellegrinaggio<br />
diventa un vero<br />
corso di esercizi<br />
spirituali. Tutto<br />
reso più facile<br />
dai trasferimenti<br />
in aereo, che<br />
aumentano il<br />
tempo di permanenza<br />
a Lourdes.<br />
Guiderà il<br />
pellegrinaggio<br />
il vescovo <strong>dei</strong><br />
<strong>Marsi</strong> Pietro<br />
Santoro, che<br />
sarà guida anche<br />
per il successivo<br />
viaggio<br />
in Terrasanta<br />
previsto nel mese di ottobre per<br />
i giorni 11-18. Otto giorni che<br />
permettono attraverso un itinerario<br />
ormai sperimentato, di vivere<br />
tutto il fascino e la spiritualità di<br />
quei luoghi. Seguendo i passi di<br />
Cristo da Nazaret (fiore <strong>del</strong>la Galilea),<br />
al monte Tabor, da Cana a<br />
Tabga luogo <strong>del</strong> primato di Pietro<br />
sviluppare l’investimento. L’educazione<br />
risalta così come un asse essenziale,<br />
di cui dobbiamo avere sempre<br />
maggiore e migliore cura. Educare è<br />
necessario ma non si può educare se<br />
non ci si assume una responsabilità<br />
chiara e precisa, che è quella di chiamare<br />
le cose con il <strong>lo</strong>ro nome e prima<br />
di tutto il bene e il male. L’impegno è<br />
molto arduo, perché è controcorrente<br />
rispetto a indirizzi culturali effimeri<br />
e roboanti, ma <strong>lo</strong> reclamano i fatti,<br />
oltre che una tradizione che continua<br />
e risponde ai bisogni veri <strong>del</strong>le persone.<br />
passando per il lago di Tiberiade.<br />
Si visiterà Cafarnao, ci si recherà<br />
sul monte <strong>del</strong>le Beatitudini quindi<br />
alle sorgenti <strong>del</strong> Giordano per<br />
il rinnovo <strong>del</strong>le promesse battesimali.<br />
Scendendo a sud si toccherà<br />
la depressione <strong>del</strong> mar Morto<br />
(-400 metri) con successiva sosta<br />
a Gerico e a Qumran, a suo tempo<br />
abitata dalla comunità degli esseni,<br />
quindi arrivo a Betlemme la<br />
città <strong>del</strong>la nascita di Gesù. <strong>Il</strong> quinto,<br />
sesto e settimo<br />
giorno, (intensissimi)<br />
si trascorreranno<br />
a Gerusalemme<br />
visitando<br />
tutti i luoghi più<br />
importanti per la<br />
fede, dall’orto degli<br />
ulivi al Golgota<br />
al Santo Sepolcro,<br />
si percorrerà la via<br />
Do<strong>lo</strong>rosa meditando<br />
le stazioni <strong>del</strong>la<br />
via Crucis. Se si<br />
vede una volta Gerusalemme,<br />
l’unico<br />
desiderio che nasce<br />
è quel<strong>lo</strong> di tornarci,<br />
perché resta<br />
nel cuore e segna<br />
l’anima.<br />
Per maggiori informazioni e prenotazioni<br />
tutti i giorni negli uffici<br />
<strong>del</strong>la curia vescovile dalle<br />
ore 10 alle <strong>13</strong> potete rivolgervi<br />
al diacono Nazzareno Moroni al<br />
<strong>numero</strong> 0863.4<strong>13</strong>827 oppure<br />
333.351<strong>47</strong>11. Le iscrizioni dovranno<br />
pervenire entro il <strong>15</strong> <strong>luglio</strong>.<br />
Parole sul web<br />
• Su www.ilvelinoweb.it trovate la nuova<br />
rubrica <strong>del</strong> vescovo <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong> Pietro<br />
Santoro “Parole <strong>del</strong>la domenica”. Per<br />
tutto il mese di <strong>luglio</strong> cliccando sul <strong>lo</strong>go<br />
<strong>del</strong>la rubrica potrete ascoltare il nostro<br />
vescovo che commenta il Vange<strong>lo</strong><br />
<strong>del</strong>la domenica più vicina, oppure riascoltare<br />
il commento alle domeniche<br />
precedenti. Come scriveva Romano<br />
Guardini: «Noi uomini siamo diventati<br />
così superficiali che non proviamo più<br />
ormai do<strong>lo</strong>re per le parole distrutte.<br />
Abbiamo preso a pronunciare i nomi<br />
in modo sempre più rapido, più superficiale<br />
ed esteriore, pensando<br />
sempre meno a<br />
essere espressivi […].<br />
Così le parole son corse<br />
celermente di bocca in<br />
bocca. <strong>Il</strong> <strong>lo</strong>ro intimo non<br />
ha parlato più; l’essenza<br />
<strong>del</strong>la cosa non s’è fatto<br />
più udire; l’anima non<br />
si è più rivelata in esse.<br />
Si ridussero ormai so<strong>lo</strong><br />
a parole-monete: indicano<br />
la cosa, senza però<br />
rivelarla». Con il vescovo<br />
Pietro le parole smettono<br />
di essere monete e<br />
tornano a parlare.<br />
TREMORE E TIMORE<br />
Prestigio<br />
• Ho saputo che quest’anno Avezzano non avrà i suoi Sentieri<br />
<strong>del</strong> gusto. Temo che al suo inventore facciano pagare il prestigio<br />
libidico che <strong>lo</strong> investe.<br />
FOGLIETTI E FOGLIANTI<br />
Jozef Israels, "La preghiera <strong>del</strong>la sera", Galleria Ambrosiana, Milano<br />
“Quanto amo<br />
la Tua legge, Signore”<br />
24 Luglio 2011<br />
XVII Domenica <strong>del</strong> Tempo Ordinario<br />
Garantirsi una lunga orazione<br />
di Marco De Foglio<br />
• Dove trovare forza, speranza, verità se non nella preghiera?<br />
Jozef Israels, pittore realista olandese, dipinge una umile donna<br />
assorta sul suo inginocchiatoio di casa. Un panno di stoffa ad<br />
ammorbidire il poggiare <strong>dei</strong> gomiti e garantire una più lunga<br />
orazione. Si sentono appena le Ave Maria sussurrate dalla donna<br />
in una stanza che non ci appare, ma nella quale possiamo ben<br />
percepire la presenza reale e misteriosa <strong>del</strong> Cie<strong>lo</strong> quando tocca<br />
il cuore <strong>del</strong>l’uomo. Gli occhi stanchi <strong>del</strong>l’anziana sembrano non<br />
sostenere più il peso di una lunga giornata di lavoro, ma vi si intravede<br />
perfettamente la capacità di saper leggere la storia con<br />
<strong>lo</strong> stesso sguardo di Dio che accoglie la preghiera vera e semplice<br />
<strong>del</strong> povero che in Lui confida. Proprio come fece Sa<strong>lo</strong>mone<br />
che, assorto nella preghiera, chiese al Signore di saper ben discernere<br />
il bene dal male: «Dio gli disse: "Poiché hai domandato<br />
questa cosa e non hai domandato per te molti giorni, né hai<br />
domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita <strong>dei</strong> tuoi<br />
nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare,<br />
ecco, faccio secondo le tue parole. Ti concedo un cuore saggio e<br />
intelligente"» (1Re 3,11-12).<br />
Nella preghiera ci è donata la fede per combattere con gioia le<br />
prove di ogni giorno, la speranza per attendere con nostalgia la<br />
dimora futura <strong>del</strong> Paradiso, la carità per consegnare al prossimo<br />
l’amore che abbiamo conosciuto e che ci ha convertiti.<br />
La vita è trasformata, il fresco vento di Pasqua entra nel cuore<br />
<strong>del</strong> povero che, pieno di gratitudine, esulta:<br />
<strong>Il</strong> tuo amore sia la mia consolazione,<br />
secondo la promessa fatta al tuo servo.<br />
Venga a me la tua misericordia e io avrò vita,<br />
perché la tua legge è la mia <strong>del</strong>izia.<br />
Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti:<br />
per questo li custodisco.<br />
La rivelazione <strong>del</strong>le tue parole illumina,<br />
dona intelligenza ai semplici. (Sal 119,76-77.129-<strong>13</strong>0)
verrecchie<br />
i 50 anni di don osvaldo<br />
Inginocchiato davanti al Santissimo<br />
di Nazzareno Moroni<br />
• Immersi in un’atmosfera cristallina,<br />
respirando aria buona, senza tracce<br />
di contaminazioni, la natura intera,<br />
in tutta la sua genuinità ti entra dentro<br />
fino a toccare l’anima. Come non<br />
amare questi luoghi che con prepotenza<br />
dichiarano la forza e la dolcezza<br />
<strong>del</strong> creato? In un mare di verde si<br />
nasconde Verrecchie, paesino gioiel<strong>lo</strong><br />
nel cuore <strong>del</strong>l’Abruzzo marsicano. In<br />
quest’oasi di pacioso silenzio incontro<br />
un uomo che semplicemente è sacerdote<br />
da 50 anni. Don Osvaldo Pensa<br />
ha già compiuto 74 anni (è nato a Villa<br />
San Sebastiano il 5 febbraio 1937),<br />
fu ordinato sacerdote insieme a don<br />
Antonio Sciarra nel <strong>lo</strong>ntano 1961 il 29<br />
giugno, giorno <strong>del</strong>la festa degli apostoli<br />
Pietro e Pao<strong>lo</strong>. Da al<strong>lo</strong>ra fe<strong>del</strong>e<br />
servitore <strong>del</strong>la Chiesa nei vari incarichi<br />
che ha ricevuti. Padre spirituale<br />
nel seminario di Avezzano, vice rettore<br />
al seminario regionale di Chieti,<br />
iniziatore nella <strong>Marsi</strong>ca, insieme a don<br />
Sciarra, <strong>del</strong> movimento<br />
Mani Tese.<br />
Per molti anni ha<br />
rivestito il ruo<strong>lo</strong> di<br />
segretario nazionale<br />
<strong>del</strong>le Pontificie<br />
opere missionarie<br />
nel settore<br />
Propaganda Fide.<br />
Per breve periodo<br />
ancora a Chieti<br />
come direttore spirituale<br />
<strong>dei</strong> seminaristi<br />
per approdare<br />
circa dieci anni fa<br />
a Verrecchie, <strong>lo</strong>ntano<br />
anni luce dai<br />
fermenti e dagli<br />
affanni degli uffici<br />
in Città <strong>del</strong> Vaticano.<br />
Entrando<br />
nella chiesa parrocchiale<br />
di Sant’Egidio abate si<br />
è subito attratti da una<br />
quantità di manifestini,<br />
scritti a mano, che per<br />
<strong>lo</strong> più trattano un unico<br />
argomento: l’anima. E’<br />
l’argomento che occupa<br />
gran parte <strong>del</strong>le meditazioni<br />
di don Osvaldo, è<br />
la sua sofferenza per co<strong>lo</strong>ro<br />
che non si rendono<br />
conto di averla, per tutti<br />
quelli che pur sapendo<strong>lo</strong><br />
rischiano di dannarsi, per tutti i superficiali<br />
e buontemponi. Ricondurre<br />
l’uomo alle profondità <strong>del</strong> suo essere<br />
è ormai l’unica sua missione, e ditemi<br />
se è poco. E’ un innamorato di Cristo:<br />
quante volte l’ho sorpreso da so<strong>lo</strong> in<br />
chiesa inginocchiato davanti al Santissimo<br />
Sacramento. Silenzio, preghiera,<br />
adorazione eucaristica, sono il<br />
suo pane quotidiano. La celebrazione<br />
<strong>del</strong>la santa Messa al centro di tutto,<br />
veramente "fonte e culmine" di ogni<br />
azione. Non vuole fare particolari ce-<br />
don antonio l'anniversario<br />
di Maria Rosaria Savina<br />
• A Medjugorje <strong>lo</strong> scorso 29 giugno<br />
si è celebrato il giubileo sacerdotale<br />
di don Antonio Sciarra ordinato<br />
sacerdote ad Avezzano il 29 giugno<br />
<strong>del</strong> 1961. Per festeggiare don Antonio<br />
è stato organizzato da Avezzano<br />
un pellegrinaggio, cui hanno partecipato<br />
don Antonio Ruscitti, tre suore<br />
francescane di santa Filippa Mareri di<br />
Borgo San Pietro, suor Margherita,<br />
suor Raffaella e suor Lucia, il diacono<br />
Antonio Masci e tanti laici di diversi<br />
centri marsicani (nelle foto a destra di<br />
Livio tarquini). Al ritorno dal viaggio i<br />
pellegrini sono stati investiti da varie<br />
domande. Non è facile rispondere a<br />
tutte, ma ci dicono <strong>del</strong>la eccezionalità<br />
<strong>dei</strong> luoghi visitati come un grande<br />
«confessionale all’aperto», di una<br />
collina che invita ad innalzare continue<br />
preghiere, di una<br />
celebrazione di adorazione<br />
eucaristica<br />
intensa e seguita da<br />
seimila fe<strong>del</strong>i. Al di là<br />
<strong>del</strong>le presunte apparizioni,<br />
sulle quali si è<br />
in attesa <strong>del</strong>le conclusioni<br />
<strong>del</strong>la Commissione<br />
nominata dal<br />
Vaticano, Medjugorje<br />
è veramente un «luogo<br />
di profezia per la<br />
Chiesa di oggi», come<br />
<strong>lo</strong> stesso don Antonio<br />
Sciarra ha scritto<br />
confidenzialmente. I<br />
lebrazioni, per il suo cinquantesimo,<br />
perché come lui stesso mi ha risposto:<br />
«la messa che ho celebrato questa<br />
mattina è la celebrazione». Sempre<br />
disponibile, sempre rintracciabile,<br />
apre a tutti, tanto è certo che dopo<br />
l’incontro ci sarà la sua santa solitudine.<br />
In effetti sono molti quelli che<br />
<strong>lo</strong> cercano, chi <strong>lo</strong> ha conosciuto non <strong>lo</strong><br />
dimentica e <strong>lo</strong> rincorre per confessarsi<br />
da lui. «Don Osvaldo dimmi un tuo<br />
cruccio» gli chiedo. «Mi sento dire che<br />
gli argomenti a me cari sono superati;<br />
• <strong>Il</strong> prossimo 23 <strong>luglio</strong> alle ore 18,30 nella Cattedrale<br />
di Avezzano, per imposizione <strong>del</strong>le mani e la<br />
preghiera di ordinazione <strong>del</strong> vescovo Pietro Santoro,<br />
il giovane Patrizio Ciccone verrà ordinato presbitero.<br />
Nel prossimo <strong>numero</strong> <strong>del</strong> giornale diocesano il<br />
racconto <strong>del</strong>la giornata, grati al Signore per il dono<br />
di questa vocazione.<br />
ventiquattro<br />
pellegrini con<br />
gioia si sono<br />
uniti alla cel<br />
e b r a z i o n e<br />
solenne, seguita<br />
da mill<br />
e d u e c e n t o<br />
persone, <strong>del</strong>la Messa<br />
giubilare <strong>del</strong> 29<br />
giugno. Come don<br />
Antonio scrive e<br />
ha potuto ripetere<br />
nell’omelia <strong>del</strong>la<br />
stessa Messa, il<br />
sentimento centrale<br />
di lui e di tutti gli<br />
"invitati", tra i quali<br />
avevano un posto<br />
speciale le due giovani<br />
Artemia e Katia<br />
Morelli di etnia rom, è quel<strong>lo</strong> di gratitudine:<br />
a Dio Padre per don Antonio<br />
prete da cinquanta anni, a Maria Regina<br />
<strong>del</strong>la pace, che dalle sue parole<br />
sembra «abbia deciso di entrare nella<br />
storia <strong>del</strong> missionario malato per<br />
salvar<strong>lo</strong>». Nella permanenza breve a<br />
Megjugorje i pellegrini si sono divisi<br />
tra la preghiera a Maria con il rosario<br />
sulla collina <strong>del</strong>le apparizioni o<br />
salendo la montagna <strong>del</strong> Calvario per<br />
essere vicini al sacerdote don Antonio<br />
(con cui si è cercato di capire il<br />
perché di questa sua presenza a Medjugorje).<br />
E’ bene rifarsi alle parole<br />
<strong>del</strong><strong>lo</strong> stesso don Antonio che spiega il<br />
suo desiderio di avviarsi «verso nuovi<br />
orizzonti» con due obiettivi: «Intrattenermi<br />
a lungo nel luogo sacro dove<br />
la Regina <strong>del</strong>la pace tiene aperta una<br />
scuola di Sapienza e dove c’è una irruzione<br />
<strong>del</strong> Regno di Dio che viene a<br />
spingere gli uomini sulle vie <strong>del</strong>la salvezza.<br />
Accostarmi al forte carisma di<br />
Chiara Amirante, fondatrice <strong>del</strong>l’associazione<br />
Nuovi Orizzonti, che offre, a<br />
chi stenta di imparare la difficile arte<br />
di amare, cammini percorribili di santità.<br />
Sono appena gli inizi di questa<br />
vertiginosa scalata. Spero che presto<br />
possa confidarvi passi avanti».<br />
l’anima superata? La salvezza <strong>dei</strong> peccatori<br />
superata? Se è così voglio essere<br />
un prete di altri tempi». Caro don<br />
Osvaldo per me sei un dono, la tua<br />
testimonianza è importante per molti<br />
giovani che non sanno cosa scegliere,<br />
c’è bisogno di qualcuno che con la<br />
propria vita dica <strong>lo</strong>ro, che è bel<strong>lo</strong> essere<br />
sacerdoti, che non è un inganno<br />
e non è una scappatoia. «I miei primi<br />
50 anni sono volati e oggi mi sembra<br />
il primo giorno, l’unico giorno, perché<br />
già sono nell’eternità».<br />
a cura <strong>del</strong>la redazione<br />
• <strong>Il</strong> sacerdozio è un dono che la<br />
persona riceve, ne avverte la chiamata,<br />
la bellezza ed al<strong>lo</strong>ra si consegna<br />
a Colui che sente e crede unico<br />
e grande sacerdote: Gesù Cristo.<br />
Tutto il cammino di Israele,<br />
da quando percepì il<br />
Dio che si rivelava e <strong>lo</strong><br />
conduceva alla salvezza<br />
è segnato dalla presenza<br />
<strong>del</strong> gran sacerdote e <strong>dei</strong><br />
sacerdoti che servivano<br />
al tempio, al culto e mediavano<br />
il rapporto con<br />
Dio. Per secoli il popo<strong>lo</strong><br />
conobbe la testimonianza<br />
di guida e di ammaestramento<br />
<strong>del</strong> sacerdote,<br />
<strong>del</strong> cohen, che discende<br />
da Aronne<br />
ed appartiene<br />
alla tribù di<br />
Levi, in una<br />
discendenza<br />
patrilineare.<br />
La benedizione<br />
<strong>del</strong> libro<br />
<strong>dei</strong> Numeri da<br />
lui proclamata,<br />
scendeva<br />
così su ogni membro <strong>del</strong> popo<strong>lo</strong>:<br />
«Ti benedica il Signore/e ti custodisca./<strong>Il</strong><br />
Signore faccia risplendere<br />
per te il suo volto/e ti faccia grazia./<strong>Il</strong><br />
Signore rivolga su di te il<br />
suo/volto e ti conceda pace. Così<br />
porranno il mio nome sugli Israeliti<br />
e io li benedirò» (Nm 6,24-27). <strong>Il</strong><br />
sacerdote si col<strong>lo</strong>ca quindi fra Dio<br />
e il popo<strong>lo</strong>. Avvengono però tradimenti<br />
e pentimenti, al<strong>lo</strong>ntanamenti<br />
e ritorni ma anche l’alleanza di<br />
pace viene custodita insieme con la<br />
giustizia e la <strong>lo</strong>tta contro il peccato<br />
perché regni la pace. Nel giorno<br />
che segna, per il credente cristiano,<br />
il crinale di passaggio fra l’Antico<br />
Testamento e l’annuncio evangelico,<br />
il Signore Gesù nella Pasqua<br />
che celebra con i discepoli, agisce<br />
da Sommo Sacerdote e si consegna<br />
agli apostoli come testimone<br />
<strong>del</strong> dono <strong>del</strong> Padre. Non è un’investitura<br />
privata, un tito<strong>lo</strong> onorifico,<br />
ma un sigil<strong>lo</strong> che viene impresso<br />
perché il sacerdote di Cristo si<br />
apra al suo popo<strong>lo</strong> e diventi segno<br />
tangibile «<strong>del</strong>l’amore <strong>del</strong> cuore di<br />
Gesù», come affermava il santo<br />
curato d’Ars. Proprio nella lettera<br />
di indizione <strong>del</strong>l’anno sacerdotale<br />
<strong>del</strong> 19 giugno 2009, si può cogliere<br />
l’animo di Benedetto XVI e la sua<br />
consapevolezza, in cui traspare il<br />
volto <strong>del</strong>l’ancora giovane ragazzo<br />
Josef Ratzinger, nel<strong>lo</strong> stupore <strong>del</strong><br />
dono e nella responsabilità gioiosa<br />
<strong>del</strong> sigil<strong>lo</strong>. I sacerdoti infatti costituiscono<br />
un dono non so<strong>lo</strong> per la<br />
Chiesa, ma anche per la stessa<br />
umanità, proprio perché nella vita<br />
quotidiana non vogliono riproporre<br />
altro che <strong>lo</strong> stesso Signore Gesù,<br />
con le sue parole e i suoi gesti.<br />
Tutto questo implica però che il<br />
sacerdote viva l’esperienza di un<br />
<strong>15</strong><br />
il dono <strong>del</strong> sacerdoZio<br />
impegno continuo perché <strong>lo</strong> stile<br />
<strong>del</strong>la sua vita, di tutta la sua fatica<br />
apostolica, non miri ad altro che<br />
a diventare amico di Gesù. Non si<br />
tratta di idee, di proclamazioni, ma<br />
di contagio diretto: il giovane prete<br />
Josef toccò con mano la dedizione<br />
assoluta <strong>del</strong> primo parroco con cui<br />
prestò servizio alla Chiesa, spesosi<br />
fino al suo ultimo respiro. Benedetto<br />
XVI, e prima ancora il semplice<br />
pater Josef, non è un ingenuo o un<br />
credu<strong>lo</strong>ne, sa bene che non da tutti<br />
il prete viene rispettato ed apprezzato,<br />
spesso anzi viene vilipeso<br />
apertamente. Fin qui, potrebbe ancora<br />
trattarsi so<strong>lo</strong> di maleducazione<br />
e di attriti umani, ma quando il<br />
sacerdote constata il rifiuto <strong>del</strong> suo<br />
annuncio e diventa incompreso, la<br />
sua assimilazione a Cristo diventa<br />
realtà. Non bruta e scabra realtà,<br />
soltanto, ma realtà feconda, il cui<br />
dono si diffonde in tutto il mondo.<br />
La condivisione <strong>del</strong> do<strong>lo</strong>re altrui,<br />
<strong>del</strong>le sofferenze, sociali o personali,<br />
non può che concretizzarsi su<br />
questa strada, pagata col pedaggio<br />
personale, col consumarsi <strong>del</strong>la<br />
propria esistenza. Grande il dono e<br />
grande il compito dall’altare al confessionale,<br />
dal culto alla strada per<br />
incontrare chi ha bisogno di una<br />
parola di salvezza, di amicizia, di<br />
bontà. <strong>Il</strong> sacerdote ci dona la presenza<br />
eucaristica che è il Pane che<br />
ci nutre nel cammino verso il Padre;<br />
il sacerdote alza la mano su di noi e<br />
ci immette nella grande esperienza<br />
<strong>del</strong>la misericordia di Dio quando<br />
offre il dono <strong>del</strong>la riconciliazione,<br />
per questo Benedetto XVI, con inesauribile<br />
fiducia nel «torrente <strong>del</strong>la<br />
misericordia», esorta i sacerdoti a<br />
mai «rassegnarsi a vedere deserti<br />
i <strong>lo</strong>ro confessionali né limitarsi a<br />
constatare la disaffezione <strong>dei</strong> fe<strong>del</strong>i<br />
nei riguardi di questo sacramento».<br />
Egli vuole il sacerdote completamente<br />
identificato con il proprio<br />
ministero, tanto che l’io <strong>del</strong>la<br />
persona umana deve diventare l’io<br />
filiale sempre rivolto al Padre, per<br />
abitare la Chiesa ed abitare la casa<br />
<strong>del</strong>l’uomo, il mondo, abitare le case<br />
di tutti, per tutti condurre a Cristo,<br />
tutti soccorrere. L’opera di Dio che<br />
è la Messa, plasma la santità <strong>del</strong>la<br />
vita e illumina la testimonianza<br />
evangelica, pervasa dalla Parola<br />
di Dio; guardando al futuro Benedetto<br />
XVI esclama: «Lasciatevi<br />
conquistare da Lui e sarete anche<br />
voi, nel mondo di oggi, messaggeri<br />
di speranza, di riconciliazione, di<br />
pace». Questa è la testimonianza<br />
di un semplice sacerdote che da<br />
60 anni fe<strong>del</strong>mente guarda al suo<br />
Signore e custodisce il dono ricevuto<br />
riversando<strong>lo</strong> sulla Chiesa, sui<br />
fratelli e le sorelle; a quest’uomo è<br />
stato chiesto di diventare il Pastore<br />
di Roma e <strong>del</strong>la Chiesa cattolica,<br />
con lui e per lui supplichiamo: «Mio<br />
Dio, fammi la grazia di amarti tanto<br />
quanto è possibile che io t’ami».
16 MARSICA<br />
ANCORA SU<br />
DON PICCININI<br />
• Già in precedenza, sulle pagine <strong>del</strong><br />
nostro giornale, ho parlato di don Gaetano<br />
Piccinini, degno sacerdote, figlio<br />
illustre di questa nostra amata terra<br />
marsicana. Giovedì 26 giugno, alle ore<br />
11, come già avrete letto nel <strong>numero</strong><br />
scorso de “<strong>Il</strong> <strong>Velino</strong>” nella sala congressi<br />
<strong>del</strong> centro “Don Orione” di Roma, in<br />
via <strong>del</strong>la Camilluccia, si è tenuta l’importante<br />
cerimonia <strong>del</strong>la consegna <strong>del</strong>la<br />
onorificenza di “giusto fra le nazioni”,<br />
alla memoria di don Gaetano, <strong>del</strong>l’opera<br />
orionina, nato il 6 febbraio 1904 ad<br />
Avezzano. <strong>Il</strong> prestigioso riconoscimento<br />
è stato consegnato, dall’ambasciatore<br />
d’Israele, presso la Santa Sede, Mordechay<br />
Lewy, nelle mani <strong>del</strong> nipote di<br />
don Piccinini, Clemente Piccinini. Dopo<br />
il saluto di rito, il superiore generale<br />
<strong>del</strong>la “Piccola Opera <strong>del</strong>la Divina Provvidenza”,<br />
don Flavio Pe<strong>lo</strong>so, ha tracciato<br />
un esauriente profi<strong>lo</strong> <strong>del</strong> grande<br />
sacerdote, proiettando altresì interessanti<br />
documenti fotografici d’epoca.<br />
Erano presenti, oltre alla dottoressa<br />
Livia Link, consigliere per gli affari pubblici<br />
e politici <strong>del</strong>l’ambasciata d’Israele<br />
a Roma, <strong>numero</strong>se altre autorità civili e<br />
religiose. Fra gli intervenuti, la famiglia<br />
Camerini che, nella persona <strong>del</strong> signor<br />
Bruno e <strong>del</strong>la sorella, ha voluto testimoniare<br />
la storia personale <strong>del</strong>la sua<br />
famiglia, salvata da don Piccinini, durante<br />
le rappresaglie nazifasciste <strong>del</strong>la<br />
seconda guerra mondiale, nella città di<br />
Roma. <strong>Il</strong> signor Camerini ha chiesto,<br />
per don Piccinini, con vigore e costanza<br />
encomiabile il prestigioso riconoscimento<br />
<strong>del</strong>l’istituto per la “Memoria <strong>dei</strong><br />
Martiri e degli Eroi <strong>del</strong>l’O<strong>lo</strong>causto” Yad<br />
Vashem. Altra toccante testimonianza<br />
personale e diretta, è stata quella<br />
<strong>del</strong> sacerdote don Giuseppe Sorani<br />
<strong>del</strong>l’opera orionina, che ha fatto riflettere<br />
molto gli intervenuti. Era presente,<br />
oltre ad un nutrito gruppo giunto<br />
dalla <strong>Marsi</strong>ca, anche il sindaco di Avezzano,<br />
dottor Antonio F<strong>lo</strong>ris ed il gonfa<strong>lo</strong>ne<br />
<strong>del</strong>la città. Dalle testimonianze <strong>dei</strong><br />
sopravvissuti è emerso, soprattutto, il<br />
carattere umanitario e disinteressato,<br />
<strong>del</strong> grande sacerdote, che secondo <strong>lo</strong><br />
spirito di san Luigi Orione, operava il<br />
bene con estrema riservatezza e discrezione,<br />
senza mai porsi il problema<br />
<strong>del</strong>l’appartenenza <strong>dei</strong> beneficiati a<br />
qualsiasi credo politico e religioso, a<br />
qualsiasi estrazione sociale ed etnica.<br />
Don Gaetano, non considerando affatto<br />
il perico<strong>lo</strong> a cui esponeva la sua vita, si<br />
servì per raggiungere i suoi fini, <strong>del</strong>le<br />
sue <strong>numero</strong>se conoscenze fra le alte<br />
personalità <strong>del</strong>l’epoca e <strong>dei</strong> mezzi che<br />
la Divina Provvidenza gli offriva. Fra i<br />
tanti, fu in amicizia con il presidente<br />
degli Stati Uniti d’America, John Fitzgerald<br />
Kennedy. E, dall’America, oltre<br />
che dalla Svizzera, portò i fondi elargiti,<br />
con grande generosità<br />
dalle sue<br />
personali amicizie<br />
e conoscenze, che<br />
servirono a realizzare<br />
le strutture<br />
che ad Avezzano,<br />
in via Corradini,<br />
hanno dato la<br />
possibilità a tanti<br />
orfani e giovani<br />
apprendisti di realizzarsi<br />
e di riscattarsi<br />
da una vita<br />
cominciata per <strong>lo</strong>ro, purtroppo, in salita.<br />
I lavori per realizzare dette opere<br />
furono ultimati in brevissimo tempo. A<br />
questo grande uomo, che rende lustro<br />
ed onore alla nostra amata <strong>Marsi</strong>ca.<br />
SOCIETA'<br />
CONSIDERAZIONI<br />
INATTUALI<br />
di Giuseppe Rabitti<br />
• Penso che tutti abbiano<br />
constatato che<br />
quando un lavoratore,<br />
per raggiunti limiti di<br />
età, cioè per aver raggiunto<br />
i 67 anni o i 70<br />
oppure i 60 oppure i<br />
65, venga considerato come persona<br />
esaurita dal suo mandato e dunque<br />
quasi meno attendibile. <strong>Il</strong> discorso si<br />
rovescia, se la persona è un grande<br />
industriale oppure un politico. In questo<br />
caso l’essere più in avanti con gli<br />
anni non rappresenta un problema.<br />
Anzi, quando costoro parlano, anche se<br />
hanno raggiunto un’età patriarcale, le<br />
<strong>lo</strong>ro parole sono non so<strong>lo</strong> stimate ma<br />
considerate come esatte. Quante volte<br />
ho ascoltato qualcuno che dice: «ma<br />
cosa vuol dire quel vecchietto (età media<br />
75-85 anni): non s’accorge di non<br />
avere più la memoria? O la capacità di<br />
ragionamento <strong>del</strong> giovane?». Poi quando<br />
si riferiscono a persone <strong>del</strong>la stessa<br />
età, ma eletti o nominati con il giudizio<br />
popolare e presenti in Parlamento,<br />
il giudizio cambia: le <strong>lo</strong>ro sono parole<br />
sacrosante e degne di essere ascoltate.<br />
Mi direte che non devo generalizzare,<br />
dipende da persona a persona.<br />
Ci sono persone che in avanti con gli<br />
anni conservano lucidità che tanti più<br />
giovani di <strong>lo</strong>ro non hanno. Giusto. Ma<br />
fateci caso, quale medicina fondamentale,<br />
per mantenere credibilità, sia la<br />
politica. Ecco perché co<strong>lo</strong>ro che sono<br />
stati eletti o nominati possono godere<br />
di un vitalizio quando hanno raggiunto<br />
i 65 anni (un tempo era anche prima)<br />
e pure se hanno fatto una sola legislatura.<br />
<strong>Il</strong> “poveretto lavoratore” deve faticare<br />
quaranta anni e pagare con il<br />
suo lavoro la sua<br />
pensione che<br />
talvolta quando<br />
giunge, spesso,<br />
non può nemmenousufruirne.<br />
Non datemi<br />
<strong>del</strong> qualunquista<br />
per questi miei<br />
ragionamenti<br />
sui “costi <strong>del</strong>la<br />
politica”. Vorrei<br />
utilizzar<strong>lo</strong> so<strong>lo</strong><br />
per trarne un<br />
insegnamento<br />
generale. Smettiamola<br />
cioè di<br />
gridare, come<br />
il grande Gino Bartali (quel tempo è<br />
passato), che è tutto sbagliato e che<br />
tutto dovrebbe essere rifatto, quando<br />
noi non portiamo nemmeno un punto<br />
utile alla società. L’errore è iscritto nel<br />
codice genetico <strong>del</strong>l’uomo, ma l’importante<br />
è non perseverare. Cristo, il Dio<br />
vivente, natura divina e umana in una<br />
sola Persona, ha usato sempre parole<br />
di perdono e di bontà. Impariamo dal<br />
discorso evangelico come dovremmo<br />
tutti comportarci verso<br />
i nostri simili, siano essi<br />
in posizioni di vertice<br />
oppure siano negli ultimi<br />
gradini <strong>del</strong>la società<br />
umana.<br />
materiali inviati, anche se non pubblicati,<br />
I non verranno restituiti ilvelino.redazione@libero.it<br />
PESCINA<br />
LA CONFRATERNITA<br />
DI SANT’ANTONIO<br />
• Domenica 12 giugno a Pescina è stato<br />
il giorno dedicato alla processione di<br />
sant’Antonio da Padova, co-patrono <strong>del</strong><br />
paese. Come ogni anno la preparazione<br />
<strong>dei</strong> vari momenti liturgici e devozionali<br />
riservati al santo sono stati affidati alla<br />
confraternita di sant’Antonio, guidata<br />
dal priore Bruno Mastrone. La confraternita<br />
ha origini molto antiche, già agli<br />
inizi <strong>del</strong> 1600 ne abbiamo notizie negli<br />
atti notarili. Nel 1777 ebbe approvato<br />
<strong>lo</strong> statuto ed ottenne la personalità giuridica<br />
il 21 aprile <strong>del</strong><strong>lo</strong> stesso anno con<br />
il regio assenso <strong>del</strong> re <strong>del</strong>le due Sicilie<br />
Ferdinando IV. La confraternita crescerà<br />
e andrà avanti fino ai giorni nostri<br />
continuando ad operare nella comunità<br />
parrocchiale seppur in mezzo a tante<br />
difficoltà soprattutto in epoca napoleonica,<br />
durante le guerre e nel terribile<br />
evento <strong>del</strong> terremoto <strong>del</strong> 19<strong>15</strong>. I<br />
compiti che la confraternita doveva<br />
svolgere erano principalmente il mantenimento<br />
<strong>del</strong>l’ospedale di Pescina, il<br />
sostentamento <strong>dei</strong> poveri e degli orfani<br />
che avveniva solitamente il 17 gennaio<br />
(giorno dedicato alla memoria di<br />
sant’Antonio Abate) e la cura <strong>del</strong>la chiesa<br />
di Sant’Antonio dopo la soppressione<br />
<strong>del</strong> convento di san Francesco (attualmente<br />
trasformato in teatro e centro<br />
studi “Ignazio Si<strong>lo</strong>ne”) nella seconda<br />
metà <strong>del</strong> 1800. La chiesa era dedicata<br />
a san Francesco d’Assisi, in quanto secondo<br />
la tradizione egli soggiornò per<br />
alcuni mesi a Pescina. Notizie più approfondite<br />
sulla confraternita potranno<br />
essere trovate nel libro di Diocleziano<br />
Giardini “La Confraternita di Sant’Antonio<br />
da Padova<br />
in Pescina”,<br />
Edizioni<br />
Pescinesi<br />
DiGi.<br />
SOCIETA'<br />
LA BOXE<br />
E LA VITA<br />
di Aurelio Rossi di Alessio Manuel Sforza di Fabiola Fanti<br />
POESIA<br />
PAESE D'INFANZIA<br />
di Francesco Ippoliti<br />
• Una strada polverosa<br />
quattro case<br />
nemmeno una chiesa.<br />
Così mi ritorni in mente<br />
di una infanzia andata via<br />
per cercare una nuova avventura.<br />
Mi ritorni nella mente<br />
come quelle notti d’estate<br />
dove cantavano i grilli<br />
dove il giorno si co<strong>lo</strong>rava nei campi.<br />
Nella bontà <strong>dei</strong> cuori<br />
si rispecchiava la mia gente.<br />
Oggi quei ricordi sono ancora dentro di<br />
me.<br />
La mia anima è sempre uguale.<br />
Quella degli altri è indifferente.<br />
di Vilma Leonio<br />
• Molti considerano la<br />
boxe uno sport violento,<br />
ma da figlia di un<br />
ex campione di questa<br />
disciplina sportiva, mi<br />
sento di affermare con<br />
forza che non è così.<br />
Fin da piccola mi sono nutrita, riguardo<br />
questo sport, <strong>dei</strong> discorsi di mio padre e<br />
<strong>dei</strong> suoi amici, dove le parole dominanti<br />
erano intelligenza, stile, tattica, allenamenti<br />
quotidiani che sfiancano fino ad<br />
arrivare all’agonismo vero e proprio, a<br />
salire sul ring, quel quadrato dove devi<br />
dare prova <strong>del</strong> tuo carattere. E lì non è<br />
un gioco di squadra, è un duel<strong>lo</strong> dove<br />
le citate caratteristiche e un’infinità di<br />
regole sono da rispettare ed applicare<br />
cercando di volgerle a proprio vantaggio.<br />
E’ stata questa “summa” di regole,<br />
coordinate e progettate, con perfetto<br />
dosaggio di forze che il nostro concittadino,<br />
Giampiero Contestabile, appena<br />
trentenne, fresco <strong>del</strong>la seconda laurea<br />
in Fisioterapia,<br />
seguita<br />
a quella in<br />
Scienze motorie,<br />
peso<br />
piuma, ha<br />
messo in atto<br />
sul ring <strong>del</strong><br />
P a l e s t r o n e<br />
di via Pereto<br />
ad Avezzano<br />
il 17 giugno<br />
2011 battendosi<br />
per il tito<strong>lo</strong><br />
europeo.<br />
All’ottavo round ha saputo cogliere<br />
l’attimo di debolezza che aveva immaginato<br />
ed aspettato volgendo così l’incontro<br />
in suo favore. <strong>Il</strong> tito<strong>lo</strong>, sudato,<br />
è arrivato dopo i canonici dodici round.<br />
Un tito<strong>lo</strong> conseguito studiando l’avversario,<br />
<strong>lo</strong> spagno<strong>lo</strong> Urena, fortissimo fisicamente,<br />
ma che è crollato dinanzi al<br />
coraggio, all’ottima preparazione atletica<br />
e capacità gestionale <strong>del</strong>l’incontro<br />
da parte di Giampiero Contestabile. <strong>Il</strong><br />
ring insomma come palestra di vita.<br />
CHIESA<br />
IL PAPA<br />
SU TELA<br />
• Voglio raccontarvi una bella storia.<br />
Sono stata nei giorni scorsi a Roma<br />
con l’assistente vo<strong>lo</strong>ntaria <strong>del</strong> carcere<br />
di Sulmona (ma anche <strong>del</strong>la Casa circondariale<br />
di Avezzano) suor Benigna<br />
Raiola. Siamo andate dal Maestro <strong>del</strong>le<br />
Celebrazioni liturgiche <strong>del</strong> Papa, monsignor<br />
Guido Marini, che ci ha ricevuto<br />
privatamente in Vaticano. Un incontro<br />
emozionante. Al cerimoniere pontificio,<br />
suor Benigna, <strong>del</strong>le nostre care apostole<br />
<strong>del</strong> Sacro Cuore, ha donato un dipinto<br />
con dedica raffigurante Giovanni Pao<strong>lo</strong><br />
II (appena beatificato). Un olio su<br />
tela realizzato dai reclusi <strong>del</strong>la struttura<br />
penitenziaria di Sulmona (nella foto).<br />
Nell'incontro suor Benigna ha esposto<br />
i disagi <strong>del</strong>la popolazione carceraria<br />
italiana, il grande impegno profuso da<br />
tutto il personale <strong>del</strong>le Case di reclusione<br />
e dai vo<strong>lo</strong>ntari che si spendono con<br />
enorme senso di<br />
vicinanza verso i<br />
detenuti, soprattutto<br />
con le tante<br />
attività interne<br />
di laboratorio. A<br />
conclusione <strong>del</strong>la<br />
visita, monsignor<br />
Marini ha ricevuto<br />
l'invito a partecipare<br />
alla festa<br />
in onore <strong>del</strong> <strong>15</strong>0°<br />
anniversario dalla<br />
nascita di madre<br />
Clelia Mer<strong>lo</strong>ni,<br />
fondatrice <strong>del</strong>le Apostole <strong>del</strong> Sacro<br />
Cuore che si terrà al più presto nella<br />
Casa di reclusione di Sulmona.<br />
CAPISTRELLO<br />
ARCHEOLOGIA<br />
a cura <strong>del</strong>la redazione<br />
• Riceviamo e volentieri pubblichiamo<br />
la <strong>lo</strong>candina <strong>del</strong>le serate archeo<strong>lo</strong>giche<br />
di Capistrel<strong>lo</strong>. <strong>Il</strong> 19 e il 20 <strong>luglio</strong> non<br />
mancate all'appuntamento.
Si conclude in questo <strong>numero</strong> <strong>del</strong> giornale<br />
diocesano il ricordo <strong>del</strong> Maestro Marco Enrico<br />
Bossi per le celebrazioni nel <strong>15</strong>0° anniversario<br />
<strong>del</strong>la nascita. Le due parti precedenti<br />
sono uscite nei numeri 45/11 e 46/12.<br />
La redazione esprime ancora gratitudine al<br />
maestro Arturo Sacchetti.<br />
di Arturo Sacchetti<br />
• All'insegna <strong>del</strong>l'eclettismo<br />
più emancipato, Enrico<br />
(come <strong>lo</strong> chiamavano<br />
d’abitudine i famigliari)<br />
Bossi non resistette alla<br />
tentazione di esprimere<br />
i propri convincimenti<br />
organo<strong>lo</strong>gici e didattico-compositivi in<br />
scritti partecipati. Tra essi si annoverano:<br />
"Elenco di alcuni tra i principali organi italiani<br />
e costrutti da fabbricatori italiani", in<br />
"Gazzetta musicale di Milano", anno XL,<br />
n. 23, Milano, G. Ricordi, 1885; "Ancora<br />
sulla questione degli organi", in "Gazzetta<br />
musicale di Milano", anno XL, n. 34,<br />
Milano, G. Ricordi, 1885; "Un organo mo<strong>del</strong><strong>lo</strong>",<br />
in "Gazzetta musicale di Milano",<br />
anno XLII, n. 48, Milano, G. Ricordi, 1887;<br />
"<strong>Il</strong> riordinamento degli Istituti Musicali in<br />
Italia", in "Gazzetta musicale di Milano",<br />
anno XL<strong>III</strong>, Milano, G. Ricordi, 1888; "Un<br />
argomento scottante" [ndr: "La riforma<br />
degli organi <strong>dei</strong> nostri Conservatori e Licei<br />
musicali"], in "Gazzetta musicale di<br />
Milano", anno XL<strong>III</strong>, Milano, G. Ricordi,<br />
1888; "L'organo <strong>del</strong>l'insigne Collegiata di<br />
Domodossola - I punti sugli i ad una nota<br />
<strong>del</strong>la prefazione <strong>del</strong>la Storia Organaria di<br />
Ludovico Alberti", in "Gazzetta musicale<br />
di Milano", anno XLIV, Milano, G. Ricordi,<br />
1889; Prefazione al "Trattato d'armonia"<br />
di Gian Giuseppe Bernardi, Milano, Hoepli,<br />
1896; Prefazione al manuale "I registri<br />
<strong>del</strong>l'organo" di Car<strong>lo</strong> Locher, Milano, Hoepli,<br />
1907; "Di alcuni organi antichi <strong>del</strong>la<br />
Toscana", in "Bollettino d'Arte <strong>del</strong> Ministero<br />
<strong>del</strong>la Pubblica Istruzione", Roma, 1919,<br />
n. 5-8; "Per la unificazione <strong>del</strong>le misure<br />
nella “consolle” <strong>del</strong>l'organo", in "Bollettino<br />
Ceciliano", Vicenza, 1924 <strong>15</strong> (Federico<br />
Mompellio, "Marco Enrico Bossi", Milano,<br />
Hoepli, 1952, pagine 252-3).<br />
LA DIDATTICA ORGANISTICA<br />
Sin dal 1888, nel citato scritto "<strong>Il</strong> riordinamento<br />
degli Istituti Musicali in Italia",<br />
Marco Enrico Bossi espose i personali<br />
convincimenti per una organizzazione<br />
<strong>del</strong><strong>lo</strong> studio <strong>del</strong>l'organo riassumibili in<br />
questi punti: «Primo. La riforma a tipo<br />
unico (cioè a 27 o 30 pedali, a tre o due<br />
tastiere, non meno con carattere da sala)<br />
di tutti gli organi esistenti negli Istituti<br />
Musicali <strong>del</strong> Regno. Secondo. Corredare,<br />
secondo l'importanza d'ogni singo<strong>lo</strong> Istituto,<br />
di uno o due piccoli organi (di pochi<br />
registri, ma sempre <strong>del</strong><strong>lo</strong> stesso mo<strong>del</strong><strong>lo</strong>)<br />
e metterli a disposizione degli allievi,<br />
perché si esercitino continuamente, esonerandoli<br />
anche da qualsiasi spesa pel<br />
personale di servizio. Terzo. Incaricare<br />
<strong>lo</strong> stesso docente d'organo, <strong>del</strong>l'insegnamento<br />
<strong>del</strong>l'armonia applicata all'organo,<br />
contrappunto e fuga. Quarto. Fissare i<br />
metodi ed il corso di studi per la scuola<br />
d'organo».<br />
In anni successivi, dal 12 al 14 novembre<br />
1891 Enrico partecipò a Milano al<br />
Congresso nazionale indetto dal Comitato<br />
permanente per la musica sacra in<br />
Italia portando un contributo costruttivo<br />
inerente le esperienze organario-organistiche<br />
acquisite in Italia ed all'estero. <strong>Il</strong><br />
suo intervento consistette in una sferzata<br />
ai costumi costruttivi arretrati <strong>del</strong>le botteghe<br />
organarie ed alla formazione degli<br />
organisti fortemente condizionata da<br />
strumenti antiquati e limitati struttural-<br />
• 8 <strong>luglio</strong>: 55 anni dalla morte <strong>del</strong><strong>lo</strong> scrittore Giovanni Papini, il grande<br />
convertito <strong>del</strong>la letteratura italiana, l’uomo che, nato ateo furibondo, «passando<br />
dinanzi alla lampada di un altare, quasi di nascosto», si fa «il segno<br />
<strong>del</strong>la Croce; e mi sentii ripagato <strong>del</strong>l’indolenzimento, <strong>del</strong>la fame, <strong>del</strong>l’umidità,<br />
<strong>del</strong>la solitudine, <strong>del</strong>la paura, di tutte le mie miserie» (dal bellissimo<br />
libro "La seconda nascita”, <strong>del</strong> 1958, che narra le vicende <strong>del</strong>la sua lenta e<br />
travagliata conversione alla Chiesa cattolica).<br />
mente. Operativamente sentì l'urgenza di<br />
offrire un contributo didattico ed in questa<br />
iniziativa si avvalse <strong>del</strong>la collaborazione<br />
di Giovanni Tebaldini; all'inizio <strong>del</strong><br />
1893 uscì a dispense, per la rivista "Musica<br />
Sacra" di Milano, il "Metodo teorico<br />
pratico per <strong>lo</strong> studio <strong>del</strong>l'organo moderno"<br />
di cui le due prime parti (storia <strong>del</strong>l'organo,<br />
degli organisti e <strong>del</strong>la letteratura<br />
organistica, esercizi per tastiera e per<br />
pedaliera, studi) furono opera di Enrico<br />
e la terza parte (canto gregoriano, polifonia<br />
ed accompagnamento gregoriano)<br />
edificazione di Tebaldini. Invero la didattica<br />
per organo aveva annoverato nell'arco<br />
<strong>del</strong>l'Ottocento alcuni testi (Vincenzo<br />
Colla, "Cenni preliminari teorico-pratici<br />
sull'uso <strong>del</strong>la pedaliera <strong>del</strong>l'Organo e<br />
appendice di complemento alle istruzioni<br />
teorico-pratiche"; Gian Pietro Calvi,<br />
Istruzioni Teorico-Pratiche per l'Organo<br />
e singolarmente sul modo di registrar<strong>lo</strong>,<br />
Milano, L. Bertuzzi, 1833; Vincenzo Antonio<br />
Petrali, "Norme generali sul modo<br />
di trattare l'organo moderno, cogli esempi<br />
in musica espressamente composti",<br />
Milano, F. Lucca, 1862; Giuseppe Arrigo,<br />
"Trattato teorico-pratico per organo",<br />
op.189, Torino, Giudici e Strada, circa<br />
1881; Roberto Remondi, "Cento e una<br />
registrazione coi <strong>lo</strong>ro esempi per <strong>lo</strong> stile<br />
libero applicabili agli organi moderni ed<br />
una tavola comparativa di tutti gl'istrumenti<br />
<strong>del</strong>l'organo orchestra", Milano, Ricordi,<br />
s. a. [1883]; Gioacchino Maglioni,<br />
"Metodo completo per organo", Milano,<br />
D. Vismara, s. d.) e, in progressione di<br />
date, dando per scontato il fatto che <strong>lo</strong><br />
studio <strong>del</strong>l'organo era collegato a quel<strong>lo</strong><br />
<strong>del</strong> cemba<strong>lo</strong> («ogni Conservatorio aveva<br />
un maestro pel cemba<strong>lo</strong> che insegnava<br />
ancora l'organo»), le classi di organo, a<br />
volte indicate come “Classi di Organo e<br />
Fisarmonica”, furono istituite a Milano<br />
nel 1846 (Francesco Almasio), a Bo<strong>lo</strong>gna<br />
nel 1869 (Alessandro Busi), a Firenze nel<br />
1871 (Gioacchino Maglioni), a Pesaro nel<br />
1882 (Vincenzo Antonio Petrali), a Roma<br />
nel 1886 (Remigio Renzi), a Parma nel<br />
1888 (Guglielmo Mattioli), a Napoli nel<br />
1889 (Marco Enrico Bossi), a Torino nel<br />
1897 (Roberto Remondi) ed a Venezia nel<br />
1895 (Marco Enrico Bossi). Ne consegue<br />
che il metodo su accennato fu una conseguenza,<br />
probabilmente invo<strong>lo</strong>ntaria, di<br />
trattatistiche didattiche eterogenee e di<br />
portati pratici personalmente dispersivi<br />
(le classi d'organo non obbedivano a<br />
definiti programmi di studio ed i docenti<br />
“inventavano” in maniera personale il<br />
metodo di studio con l'unica obbligatorietà<br />
di informare il direttore <strong>del</strong>l'istituzione;<br />
costituì un'eccezione, il 5 maggio<br />
1862, la <strong>del</strong>iberazione <strong>del</strong> Conservatorio<br />
di Musica di Milano di adottare ufficialmente<br />
quale "Manuale pratico" per gli<br />
allievi d'organo il su accennato metodo<br />
<strong>del</strong> Petrali; soltanto nel 1898 fu emanato<br />
il disposto contenente la formalizzazione<br />
<strong>del</strong> programma di studio). Ma l'autentico<br />
impegno atto a consentire il progresso<br />
<strong>del</strong><strong>lo</strong> studio <strong>del</strong>l'organo fu quel<strong>lo</strong> celato<br />
nella selva <strong>del</strong>le significative opere da<br />
concerto ricche di cimenti tecnici, di suggerimenti<br />
per la scelta <strong>dei</strong> registri e per<br />
l'uso <strong>dei</strong> molteplici meccanismi (cassa<br />
espressiva, graduatore o sweller, combinazioni<br />
preparate e fisse), di uso <strong>del</strong>le<br />
tastiere e di consigli co<strong>lo</strong>ristici. In sintesi<br />
la sua personalità fu il mirabile esito di<br />
un'osmosi tra conoscenze organo<strong>lo</strong>giche,<br />
facoltà organistico-creative ed intuizioni<br />
tecniche, aspetti che concorsero a preparare<br />
la scuola d'organo italiana illuminata<br />
da prestigiosi attori quali Ulisse Matthey,<br />
Pietro Alessandro Yon, Raffaele Manari,<br />
Franco Michele Napolitano, Fernando<br />
Germani e Ferruccio Vignanelli.<br />
(terza ed ultima parte)<br />
canti <strong>del</strong> risorGiMento<br />
di Michele D'Andrea<br />
• Un canto patriottico è, per sua natura,<br />
destinato ad una vita effimera. E’<br />
scritto nel suo “dna”: nasce in tempi<br />
rapidissimi, viene avidamente consumato<br />
e altrettanto rapidamente scompare<br />
dalla memoria di un popo<strong>lo</strong>. Non<br />
potrebbe essere altrimenti, perché gli<br />
inni sono intimamente legati all’attualità degli eventi,<br />
di cui condividono l’esaurirsi <strong>del</strong>la spinta emotiva, la<br />
progressiva rarefazione <strong>del</strong>l’attenzione, le poderose<br />
spallate di altri avvenimenti che premono. A un inno<br />
si richiedevano anzitutto tre cose: capacità di giungere<br />
al cuore, ve<strong>lo</strong>cità di fissarsi nell’orecchio, facilità di<br />
uscire dalla bocca; e a decretarne il successo o l’oblio<br />
fu sempre e soltanto il giudizio <strong>del</strong>la gente, cui poco<br />
importava l’intrinseco va<strong>lo</strong>re musicale di un brano o<br />
l’autorevolezza <strong>dei</strong> suoi autori. Può accadere, così, che<br />
l’unione di un’antica nenia popolare con i versi di un<br />
uomo di legge producesse uno <strong>dei</strong> canti più amati <strong>del</strong><br />
Risorgimento, uno <strong>dei</strong> pochi che, dopo un seco<strong>lo</strong> e mezzo,<br />
fanno ancora parte <strong>del</strong> nostro paesaggio <strong>del</strong>l’anima.<br />
"Addio<br />
mia bella addio"<br />
sarebbe<br />
stata composta,<br />
secondo<br />
la tradizione,<br />
la sera <strong>del</strong> 20<br />
marzo 1848<br />
ad un tavo<strong>lo</strong><br />
<strong>del</strong> famoso<br />
caffè fiorentino<br />
"Castelmur",<br />
mentre sfilava<br />
per la città il<br />
primo battaglione<br />
<strong>dei</strong> vo<strong>lo</strong>ntari<br />
toscani.<br />
<strong>Il</strong> suo autore,<br />
Car<strong>lo</strong> Alberto<br />
Bosi (Firenze<br />
18<strong>13</strong>-1886), avvocato e in seguito prefetto <strong>del</strong> regno,<br />
le aveva dato un tito<strong>lo</strong> assai più manieroso, "L’addio<br />
<strong>del</strong> vo<strong>lo</strong>ntario che parte per la guerra <strong>del</strong>l’Indipendenza",<br />
presto snellito in "L’addio <strong>del</strong> vo<strong>lo</strong>ntario" dalla<br />
consuetudine popolare, la quale si preoccupò anche di<br />
correggere il primo verso - che nella redazione originale<br />
suonava "Io vengo a dirti addio" - nel più intimo<br />
e spontaneo "Addio mia bella addio". Bosi si era già<br />
cimentato come poeta d’occasione, lasciando, per la<br />
verità, esempi di modesto spessore; qui, invece, egli<br />
riesce a produrre un canto che possiede una suggestione<br />
straordinaria. Merito, anzitutto, <strong>del</strong>l’originalità<br />
<strong>del</strong>la situazione: in mezzo a inni roboanti, gagliardi<br />
incitamenti alla battaglia, richiami agli ideali supremi,<br />
"L’addio <strong>del</strong> vo<strong>lo</strong>ntario" rappresenta invece una piccola<br />
scena domestica, il momento <strong>del</strong> distacco scandito<br />
da parole semplici e toccanti, un congedo sussurrato<br />
più che declamato. D’altra parte, <strong>lo</strong> stesso Bosi avrebbe<br />
combattuto a Curtatone e forse fu proprio l’imminenza<br />
<strong>del</strong>la prova <strong>del</strong> fuoco a evitargli di cadere nella<br />
retorica e nella freddezza di una costruzione poetica<br />
costruita artificialmente. Ma altrettanto merito va alla<br />
musica, di cui non si conosce la paternità, una dolce<br />
me<strong>lo</strong>dia giocata tutta nel ristretto spazio di sei note<br />
che, se piacque moltissimo a Wagner, piacque molto<br />
meno agli austriaci, i quali pagarono caro dazio alla<br />
forza trascinante di quel canto.<br />
"Addio mia bella addio" è anche l’unico inno che, come<br />
accade oggi a tanti film di successo, ha avuto due seguiti,<br />
sempre a firma di Car<strong>lo</strong> Alberto Bosi: "L’innamorata<br />
al vo<strong>lo</strong>ntario per la guerra di indipendenza",<br />
che guarda la medesima vicenda dal punto di vista<br />
femminile; e addirittura, dieci anni dopo, "<strong>Il</strong> vo<strong>lo</strong>ntario<br />
<strong>del</strong> 1848 che parte per la guerra <strong>del</strong> 1859".<br />
17<br />
Spiritualità in musica<br />
<strong>15</strong>0 ANNI DALLA NASCITA: MArCo ENrICo BoSSI<br />
La didattica <strong>del</strong> musico<strong>lo</strong>go eccelso<br />
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speciale per i <strong>15</strong>0 anni <strong>del</strong>l'unità d'Italia.<br />
Non perdetevi gli articoli di Michele D'Andrea.<br />
GREGORIANO<br />
"La Chiesa riconosce nel canto<br />
gregoriano il canto proprio <strong>del</strong>la<br />
liturgia romana".<br />
Invitatorio<br />
e Inno<br />
di Piero Buzzelli<br />
• Come già scritto nel <strong>numero</strong> precedente,<br />
il rituale liturgico quotidiano<br />
comprende la Messa e la Liturgia<br />
<strong>del</strong>le Ore. La Liturgia <strong>del</strong>le Ore (detta<br />
anche Ufficio Divino o Opus Dei,<br />
Cursus, Agenda) è la preghiera che<br />
accompagna il cristiano durante tutto<br />
l’arco <strong>del</strong>la giornata. Prima <strong>del</strong><br />
Concilio Vaticano II in ogni giorno vi<br />
erano otto celebrazioni (Ore): Mattutino,<br />
Lodi, Prima, Terza, Sesta, Nona,<br />
Vespri, Compieta. Dopo il Concilio<br />
l’Ufficio è stato riordinato e comprende<br />
attualmente cinque celebrazioni:<br />
Ufficio <strong>del</strong>le letture, Lodi, Ora media,<br />
Vespri, Compieta. Ciascuna Ora<br />
<strong>del</strong>l’Ufficio è soprattutto un alternanza<br />
di canti. I salmi e i cantici con le<br />
antifone, le letture con i responsori,<br />
e quindi gli inni, costituiscono il nucleo<br />
fondamentale <strong>del</strong>la Liturgia <strong>del</strong>le<br />
Ore. L’Ufficio Divino inizia con il canto<br />
<strong>del</strong> salmo 94: Venite, exsultemus<br />
Domino. E’ la parola “venite” che, invitando<br />
tutte le creature a <strong>lo</strong>dare Dio,<br />
dà il nome al primo canto posto in<br />
apertura <strong>del</strong>la prima Ora <strong>del</strong>l’Ufficio:<br />
l'Invitatorio. Questo salmo è intercalato<br />
da un breve ritornel<strong>lo</strong> (cosiddetto<br />
nel linguaggio musicale) con<br />
un testo ricavato dalle parole <strong>del</strong><strong>lo</strong><br />
stesso salmo. In ogni Ora <strong>del</strong>l’Ufficio<br />
viene cantato l’Inno. Nel repertorio<br />
gregoriano gli Inni costituiscono un<br />
genere specifico. I testi hanno una<br />
struttura metrica precisa, la me<strong>lo</strong>dia<br />
musicale non è mai eccessivamente<br />
ornata ma dal punto di vista ritmico<br />
presenta molte difficoltà interpretative<br />
derivanti dal mettere insieme l’accento<br />
metrico <strong>del</strong> verso con l’accento<br />
tonico <strong>del</strong>la parola. Talvolta avviene<br />
che l’accento metrico cade su sillabe<br />
atone. Durante l’esecuzione, che<br />
deve essere di natura scorrevole, va<br />
messo in evidenza la natura <strong>del</strong> verso<br />
e la struttura <strong>del</strong>la strofa cercando di<br />
effettuare <strong>del</strong>le pause ogni due versi<br />
e <strong>del</strong>le cesure (pause più brevi) tra<br />
un verso e l’altro. Altre particolarità<br />
sono date dalle sillabe ipermetriche<br />
cioè sillabe in più che si creano tra<br />
una parola e l’altra e che nell’esecuzione<br />
vanno eliminate (magnarumurbim).<br />
Nel Liber Himnarius, il testo<br />
che raccoglie tutti gli Inni, sono indicate<br />
con segni grafici queste particolarità.<br />
Nel prossimo <strong>numero</strong> tratteremo<br />
altri brani <strong>del</strong>le ore <strong>del</strong>l’Ufficio:<br />
antifone, cantici, versetti e responsori.<br />
Nella foto l'antifona al Magnificat<br />
preghiera fondamentale di tutta le<br />
Liturgia <strong>del</strong>le Ore.
18<br />
Le sante che hanno sconfitto draghi<br />
la verGine seduta a riPosare<br />
sagre e feste popolari nella <strong>Marsi</strong>ca<br />
Culti<br />
primitivi<br />
• I mesi estivi sono disseminati di<br />
sagre e feste. L’essenza principale di<br />
queste sagre è di natura religiosa e a<br />
giustificarle sono stati o i voti di singole<br />
persone per grazia ricevuta o,<br />
il più <strong>del</strong>le volte, voti comunitari per<br />
la fine di pestilenze, carestie, inondazioni,<br />
invasioni di insetti o animali<br />
nocivi per i raccolti; oppure sono<br />
nate perché ispirate da un’apparizione<br />
o dal ritrovamento miraco<strong>lo</strong>so <strong>dei</strong><br />
santi simulacri. Nel <strong>lo</strong>ro svolgimento<br />
vi sono quasi sempre reminiscenze<br />
di ritualità pagane che attestano<br />
come la religiosità <strong>dei</strong> marsicani, pur<br />
essendo profondamente radicata nel<br />
cristianesimo, non sia estranea da<br />
tracce di culti primitivi. Notevole importanza<br />
ha la relazione tra i riti e le<br />
vicende legate all’agricoltura e alla<br />
pastorizia, che hanno sempre condizionato<br />
la vita degli abitanti <strong>del</strong>la<br />
<strong>Marsi</strong>ca. Questo spiega come la partecipazione<br />
a certi riti propiziatori, in<br />
passato, non avesse tanto <strong>lo</strong> scopo<br />
di divertirsi ma piuttosto di nascondere<br />
le preoccupazioni quotidiane<br />
nella festosità collettiva. Diveniva,<br />
quindi, necessaria l’esigenza di rivolgere<br />
preghiere ai santi protettori<br />
o alla Vergine Maria dando luogo a<br />
feste che ancora oggi sono di notevole<br />
fascino. Alcune sagre risalgono<br />
al periodo bizantino e, infatti, proprio<br />
in quei festeggiamenti rientrano<br />
i balli rituali con cui i primi cristiani<br />
solennizzavano l’arrivo <strong>del</strong> vescovo.<br />
Altre caratteristiche di queste feste<br />
erano le gare podistiche, banchetti<br />
e pernottamenti che avvenivano anche<br />
all’interno <strong>del</strong>le chiese stesse. La<br />
storia religiosa <strong>del</strong>la <strong>Marsi</strong>ca è antichissima,<br />
infatti, già sotto la dominazione<br />
di Roma<br />
offre esempi di<br />
fede cristiana<br />
tanto forte da<br />
sfidare il martirio.<br />
Così prende<br />
l’avvio un'agiografia<br />
in cui spiccano<br />
sia i martiri,<br />
sia santi che<br />
si sono distinti<br />
per aver vissuto<br />
nella fede: i<br />
santi martiri di<br />
Celano, san Vincenzo<br />
martire,<br />
san Cesidio e Rufino,sant’Orante,<br />
san Berardo,<br />
s a n t ’ O n o f r i o ,<br />
santa Gemma eccetera.<br />
Ma anche<br />
la venerazione<br />
per la Vergine si<br />
esprime attribuendole i nomi più vari<br />
e impensati, ad iniziare dalla Madon-<br />
na di Pietraquaria per continuare con<br />
la Madonna <strong>del</strong>la Vittoria, <strong>del</strong> Fulmine,<br />
<strong>del</strong> Carme<strong>lo</strong>, <strong>del</strong>le Grazie, <strong>del</strong>la<br />
Neve, Incoronata, <strong>del</strong>l’Oriente, <strong>del</strong><br />
monte Tranquil<strong>lo</strong>, Assunta, di Capodacqua,<br />
di Sulla Villa, <strong>del</strong> Romitorio,<br />
di Ripoli, eccetera, per non parlare di<br />
tutti quei santuari che, ancora oggi,<br />
attirano tanti pellegrini. C’è un’antica<br />
preghiera, molto diffusa nella<br />
nostra terra, che dimostra quale sia<br />
l’intensità <strong>del</strong> sentimento <strong>dei</strong> marsicani<br />
verso la Madre di Cristo: «Maria<br />
<strong>del</strong>le Grazie che in braccio porti grazia,<br />
a te veniam per grazia, oh Maria<br />
facci grazia. Facci grazia a noi Maria<br />
come ti fece il Padre Eterno che ti<br />
fece madre di Dio facci grazia a noi<br />
Maria».<br />
l'apparizione<br />
<strong>del</strong>la Vergine<br />
• Protagonista, però, assoluta <strong>del</strong>la<br />
ierofania è la Vergine Maria che si mostra<br />
in vesti regali, sugli alberi, nelle<br />
grotte, a ridosso di fonti d’acqua e,<br />
circonfusa di luce, dà suoi messaggi ai<br />
più miti, ai più umili che sono spesso<br />
fanciulle, pastori o viandanti smarriti<br />
che diventano testimoni <strong>del</strong>la sua so-<br />
1<br />
prannaturalepresenza. Le leggende<br />
di fondazione<br />
<strong>dei</strong> santuari mariani<br />
si presentano<br />
con modalità<br />
ricorrenti. La<br />
Vergine appare in<br />
mezzo alla natura<br />
e la sua presenza<br />
assume una<br />
funzione salvifica<br />
richiedendo, nel<br />
luogo <strong>del</strong>l’apparizione,<br />
la costruzione<br />
di una chiesa.<br />
A volte, alla<br />
manifestazione<br />
epifanica si sostituisce<br />
il miraco<strong>lo</strong>so<br />
rinvenimento<br />
di un’immagine<br />
sacra che diventa<br />
pesante nel momento<br />
in cui la<br />
si vuole trasferi-<br />
re in altro luogo e ciò ad indicare che<br />
in quella <strong>lo</strong>calità la Madonna vuole il<br />
suo santuario. Secondo la tradizione<br />
popolare è, infatti, proprio la Vergine<br />
Maria che sceglie il posto dove far costruire<br />
il luogo di culto. A Pescasseroli,<br />
l’ultima domenica di <strong>luglio</strong> si festeggia<br />
con una processione al santuario distante<br />
dal paese circa 10 chi<strong>lo</strong>metri,<br />
la Madonna di monte Tranquil<strong>lo</strong>; una<br />
festa in cui è evidente il legame con il<br />
mondo agropastorale, con i suoi cicli<br />
di riproduzione, rinnovato ogni anno<br />
attraverso i rituali collettivi <strong>del</strong>la processione<br />
e <strong>del</strong>la festa. Nel cerimoniale<br />
che si ripete è importante segnalare<br />
l’usanza di agitare <strong>dei</strong> rami di faggio<br />
per salutare la Vergine nera <strong>del</strong> monte<br />
Tranquil<strong>lo</strong>, mentre la comunità <strong>dei</strong><br />
fe<strong>del</strong>i è pronta a ricevere l’aspersione<br />
rituale e la benedizione solenne. Bisogna<br />
anche riflettere sui momenti<br />
storici in cui le apparizioni si manifestano,<br />
solitamente nei momenti di<br />
crisi economica, sociale e morale; ciò<br />
serve a consolidare la comunità che si<br />
identifica attraverso il canto, la preghiera<br />
e la devozione alla Vergine, nei<br />
riti collettivi <strong>del</strong>la<br />
festa. E anche<br />
quando sulla leggenda<br />
di fondazione<br />
non si hanno<br />
tracce documentarie,<br />
resta la tradizione<br />
e la religiosità<br />
popolare che<br />
testimoniano gli<br />
antichi legami fra<br />
il popo<strong>lo</strong> e la sua<br />
terra. A proposito<br />
<strong>del</strong>la Madonna di<br />
monte Tranquil<strong>lo</strong><br />
la leggenda vuole<br />
che la Vergine,<br />
mentre si incamminava<br />
verso il<br />
santuario, si sia<br />
seduta per riposare<br />
lasciando su un<br />
grosso masso detto,<br />
appunto “manto<br />
<strong>del</strong>la Madonna”<br />
l’impronta <strong>del</strong> suo<br />
celeste mantel<strong>lo</strong>.<br />
E ancora, quando<br />
gli abitanti <strong>del</strong>la<br />
vicina Ciociaria,<br />
molto devoti alla<br />
Madonna di monte<br />
Tranquil<strong>lo</strong>, volevano<br />
condurre la<br />
statua a Campoli<br />
Appennino, questa<br />
divenne pesante a<br />
tal punto che i devoti<br />
ciociari dovettero<br />
rassegnarsi e riportare la piccola<br />
statuetta su monte Tranquil<strong>lo</strong>.<br />
Margherita<br />
e Marta<br />
• <strong>Il</strong> drago rappresenta il male e si<br />
lega a un mondo oscuro e malvagio.<br />
I mo<strong>del</strong>li di riferimento sono certamente<br />
la tradizione biblica, in cui il<br />
drago è spesso presente come figura<br />
collegata con la dimensione infernale.<br />
<strong>Il</strong> drago, infatti, è sempre qualcosa<br />
da vincere e dunque il santo o<br />
la Vergine Maria sono le figure designate<br />
per uccidere il drago-diavo<strong>lo</strong><br />
e sconfiggere il male. <strong>Il</strong> più <strong>del</strong>le<br />
volte il drago sputa fuoco, elemento,<br />
questo, che caratterizza il regno<br />
<strong>del</strong> male. Nella tradizione cristiana,<br />
quindi, draghi e serpenti simboleggiano<br />
il diavo<strong>lo</strong> che deve essere sottomesso<br />
alla potenza divina. Esiste<br />
però nella tradizione popolare anche<br />
un drago così puro e perfetto da essere<br />
il guardiano <strong>del</strong> santo Graal. E’<br />
il drago dorato e non appartiene al<br />
mondo sotterraneo ma al cie<strong>lo</strong> e può<br />
vivere ovunque. Sono tanti i santi<br />
che, nella tradizione cristiana, hanno<br />
sconfitto il male sotto forma di<br />
un drago dai più famosi come san<br />
Giorgio ai meno conosciuti come san<br />
Pellegrino vescovo di Triocala. In<br />
questo contesto<br />
si tratterà di due<br />
sante festeggiate<br />
nel mese di <strong>luglio</strong>:<br />
santa Margherita<br />
e santa Marta.<br />
Santa Margherita<br />
nacque nel 275<br />
ad Antiochia di Pisidia,<br />
città fiorente<br />
<strong>del</strong>l’Asia Minore<br />
da una famiglia<br />
pagana. La balia<br />
segretamente<br />
cristiana, educò<br />
Margherita alla<br />
fede all’insaputa<br />
<strong>del</strong> padre. Margherita<br />
cercava di<br />
rendersi utile in<br />
campagna pascolando<br />
il gregge e<br />
dedicando tanto<br />
tempo alla preghiera.<br />
<strong>Il</strong> governatore<br />
Oliano la<br />
La pagina è stata curata da Anna Tranquilla Neri<br />
2<br />
vide mentre pascolava il gregge, si<br />
innamorò di lei e la chiese in sposa<br />
ma la giovane si dichiarò cristiana,<br />
consacrata a Cristo e irremovibile<br />
nel professare la sua fede. <strong>Il</strong> governatore,<br />
dopo un lungo interrogatorio,<br />
la fece incarcerare e flagellare.<br />
Secondo la tradizione, in carcere<br />
le apparve il demonio sotto forma<br />
di uno spaventoso drago che la inghiottì;<br />
ma lei armata di una croce<br />
che teneva tra le mani, squarciò il<br />
ventre <strong>del</strong> mostro e <strong>lo</strong> distrusse. Da<br />
questo episodio santa Margherita,<br />
festeggiata il 20 <strong>luglio</strong>, è invocata<br />
dalle partorienti, prima <strong>del</strong>le doglie,<br />
per ottenere un parto facile. <strong>Il</strong> 29 <strong>luglio</strong><br />
si festeggia santa Marta, sorella<br />
di Lazzaro; la sua storia la troviamo<br />
narrata nei Vangeli. Nel X seco<strong>lo</strong> a<br />
Costantinopoli si inizia a diffondere<br />
il culto per santa Marta mentre in<br />
Provenza troviamo tracce <strong>del</strong> suo<br />
culto a partire dagli anni 8<strong>13</strong>-814.<br />
Una leggenda <strong>del</strong> XII seco<strong>lo</strong> narra<br />
che Marta, Lazzaro, Maria Maddalena<br />
e altri sarebbero stati imbarcati<br />
dagli infe<strong>del</strong>i su una barca, senza timone,<br />
remi e provviste che il mare<br />
e il vento avrebbero fatto approdare<br />
a <strong>Marsi</strong>glia. Mentre santa Marta<br />
evangelizzava la Provenza un drago<br />
denominato Tarasca, devastava le<br />
pianure <strong>del</strong>la valle <strong>del</strong> Rodano e impediva<br />
agli uomini di vivere tranquilli.<br />
La santa inseguì la terribile bestia<br />
nei fitti boschi e la domò ricoprendola<br />
di acqua benedetta e segnandola<br />
con il segno <strong>del</strong>la croce. Poi legò il<br />
drago, ormai innocuo e ammansito,<br />
alla sua cintura e <strong>lo</strong> portò nella città<br />
di Tarascona, che prese il nome dal<br />
drago addomesticato.<br />
1. Madonna di Monte Tranquil<strong>lo</strong><br />
2. Andrea <strong>del</strong> Sarto, "Santa Margheritadi Antiochia",<br />
Duomo di Pisa<br />
3. Immaginetta di santa Marta di Betania<br />
3
la diMensione ParteciPativa<br />
il Quarto caPitalisMo<br />
una riFlessione sul lavoro<br />
di Nicola Berardis *<br />
• E' proprio nel campo <strong>dei</strong> rapporti<br />
tra lavoratori, imprese e relative<br />
rappresentanze che si gioca una<br />
fetta consistente <strong>del</strong>la prospettiva<br />
di crescita nel nostro Paese.<br />
Occorre puntare con decisione<br />
sulla dimensione partecipativa ed<br />
è per questo che registriamo con<br />
piacere la pubblicazione <strong>del</strong> nuovo<br />
Codice <strong>del</strong>la partecipazione.<br />
Dobbiamo contribuire a tenere<br />
alto e vivo il dibattito su questa<br />
prospettiva, svincolando<strong>lo</strong> dagli<br />
ingessamenti ideo<strong>lo</strong>gici ancora<br />
forti da una parte e dall'altra e,<br />
al tempo stesso, facendo lievitare<br />
una positiva consapevolezza da<br />
parte <strong>dei</strong> lavoratori e <strong>del</strong>le <strong>lo</strong>ro<br />
famiglie. Una maggiore cultura<br />
partecipativa avrebbe come conseguenza<br />
l'affermazione concreta<br />
<strong>del</strong> "primato" <strong>del</strong> lavoro ed un abbassamento<br />
<strong>del</strong> rischio apportato<br />
da un'economia autoreferenziale<br />
e tesa a considerare esclusivamente<br />
gli interessi <strong>dei</strong> proprietari<br />
o la remunerazione degli azionisti.<br />
Gli strumenti <strong>del</strong>la contrattazione<br />
decentrata, <strong>del</strong>le attività<br />
bilaterali possono offrire spazio<br />
per significative esperienze, facendo<br />
contestualmente maturare<br />
un clima complessivo favorevole<br />
a norme agevolative ed al<strong>lo</strong> sviluppo<br />
di corrette e serene relazioni<br />
industriali.<br />
E’ convinzione comune che proprio<br />
una svolta "partecipativa"<br />
possa essere una <strong>del</strong>le ricette<br />
più indicate per una nuova fase<br />
di sviluppo sociale ed economico<br />
mettendo effettivamente al centro<br />
la persona e le sue esigenze.<br />
Per quella che è la sua storia, il<br />
Mcl promuove la cooperazione<br />
quale forma privilegiata di partecipazione<br />
responsabile e come<br />
esempio positivo di sintesi tra la<br />
dimensione individuale e quella<br />
comunitaria esportabile ad altre<br />
forme d'impresa. In coerenza con<br />
il principio <strong>del</strong> "primato" <strong>del</strong> lavoro,<br />
l'annunciata riforma fiscale<br />
non può che partire dalla netta<br />
riduzione <strong>del</strong>la imposizione sul<br />
lavoro, ora assolutamente spropositata<br />
e gravante sia sul lavoratore<br />
sia sull'impresa; né, tale<br />
riduzione, può essere circoscritta<br />
al pur necessario aumento <strong>del</strong>la<br />
produttività. La partecipazione<br />
non può essere col<strong>lo</strong>cata so<strong>lo</strong> al<br />
termine <strong>del</strong> processo produttivo<br />
con la distribuzione di utili o<br />
premi ma anche al suo inizio e<br />
nel suo svolgersi, in particolare<br />
nei momenti di scelte strategiche<br />
<strong>del</strong>l'impresa.<br />
Inoltre, siamo convinti che occorra<br />
insistere su una formazione al<br />
lavoro efficace e di qualità, che<br />
superi la vecchia tendenza che ha<br />
finora garantito più i formatori e<br />
relative strutture e sia, invece, indirizzata<br />
a garantire occupabilità.<br />
Proprio l'occupabilità è uno degli<br />
aspetti che bisogna maggiormente<br />
enfatizzare per permettere alla<br />
persona di essere protagonista<br />
<strong>del</strong> proprio percorso lavorativo e,<br />
al<strong>lo</strong> stesso tempo, per creare un<br />
sistema di welfare basato sulle<br />
politiche attive <strong>del</strong> lavoro.<br />
<strong>Il</strong> primato <strong>del</strong> lavoro nell'ambito<br />
<strong>del</strong>l'economia e <strong>del</strong>la vita d'impresa<br />
determina la necessità di<br />
una grande attenzione alla rilevante<br />
disoccupazione giovanile,<br />
non più confinata in alcune<br />
specifiche aree <strong>del</strong> Paese ma<br />
ampiamente diffusa, così come<br />
occorre riprendere la questione<br />
<strong>del</strong>la previdenza integrativa, che<br />
sembra largamente e colpevolmente<br />
sopita, perché è evidente<br />
che i giovani devono iniziare da<br />
subito a risparmiare per il domani.<br />
Va finalmente approntato l'auspicato<br />
"statuto per il lavoro"<br />
in modo da offrire ambiti certi<br />
di manovra per le contrattazioni<br />
tra le parti e appropriate tutele<br />
ai nuovi lavori e alle situazioni di<br />
ampliata flessibilità. Uno statuto<br />
che deve fissare una cornice di<br />
diritti assolutamente inderogabili<br />
con rinvio a contratti quadro nazionali,<br />
lasciando alla contrattazione<br />
decentrata spazi di gestione<br />
che possano tener conto <strong>del</strong>le<br />
diverse situazioni e contesti.<br />
Ed è proprio in questo frangente<br />
che diventa rilevante la prospettiva<br />
di un sistema positivo di relazioni<br />
industriali, di corretto rapporto<br />
tra "rappresentanze" <strong>del</strong>le<br />
parti in causa.<br />
* Presidente provinciale<br />
<strong>del</strong> Movimento cristiano lavoratori<br />
La pagina è stata curata da<br />
dottrina sociale <strong>del</strong>la chiesa<br />
bene coMune, bene Pubblico<br />
coMe utiliZZare <strong>lo</strong> stesso autobus<br />
di Marco Boleo<br />
• Nella Dottrina sociale <strong>del</strong>la Chiesa,<br />
il bene comune viene inteso come «il<br />
bene di tutti e di ciascuno», e per<br />
questo «indivisibile perché soltanto<br />
insieme è possibile raggiunger<strong>lo</strong>»<br />
(Compendio <strong>del</strong>la Dottrina sociale<br />
<strong>del</strong>la Chiesa, 164). Usando una<br />
metafora cara al professor Luigino<br />
Bruni, potremmo dire che il bene<br />
comune non nasce dall’aggregare<br />
tanti “privati”, ma da una sottrazione,<br />
dove ciascuno retrocede dal<br />
proprio, rinuncia cioè a qualcosa di<br />
privato, e tutti assieme si costruisce<br />
il bene comune che poi, in un secondo<br />
momento, accrescerà anche il<br />
bene individuale di tutti. Le moderne<br />
teorie economiche nascono invece<br />
dal concetto di bene immune, che si<br />
sostituisce a quel<strong>lo</strong> di bene comune:<br />
il bene <strong>del</strong>l’economia (Pil, crescita,<br />
consumo) non richiede nessuna reciprocità<br />
tra le persone; anzi è bene<br />
che questa relazione non ci sia, se<br />
si vuole raggiungere l’efficienza economica.<br />
Adam Smith nella sua “Ricchezza<br />
<strong>del</strong>le Nazioni” scrive che «non<br />
ha mai visto fare qualcosa di buono<br />
da chi si prefiggeva di trafficare per<br />
il bene comune». Ecco perché tra il<br />
bene comune e il bene pubblico <strong>del</strong>la<br />
teoria economica attuale non esiste<br />
alcun legame. Per gli economisti,<br />
come è noto, siamo in presenza di un<br />
bene pubblico quando due o più persone,<br />
ad esempio, utilizzano insieme<br />
<strong>lo</strong> stesso autobus: i due consumano<br />
il bene indipendentemente, senza<br />
che tra di <strong>lo</strong>ro ci sia contaminazione.<br />
E’ l’assenza <strong>del</strong>la contaminazione, la<br />
mutua indifferenza tra co<strong>lo</strong>ro che ne<br />
usufruiscono che caratterizza e rende<br />
il bene pubblico. <strong>Il</strong> bene comune,<br />
invece, è essenzialmente un rapporto<br />
tra persone regolato dai beni consumati,<br />
l’opposto <strong>del</strong> bene pubblico<br />
che è un rapporto tra l’individuo e<br />
la cosa, senza nessun bisogno di un<br />
“tra”, di un rapporto tra i consumatori<br />
coinvolti nell’atto <strong>del</strong> consumo.<br />
Un esempio: il dibattito su immigrati<br />
e sicurezza è un classico problema<br />
associato al bene comune, perché<br />
ha a che fare con rapporti tra persone<br />
e tra persone e istituzioni. Usualmente<br />
però viene affrontato con la<br />
cultura <strong>del</strong> “bene immune”, trovare<br />
cioè soluzioni che ci immunizzino<br />
dal problema, invece di affrontar<strong>lo</strong><br />
entrando nel terreno <strong>del</strong>la relazioni<br />
interpersonali.<br />
Foto di Francesco Scipioni<br />
ULTREYA<br />
di don Francesco Tudini<br />
• Uno <strong>dei</strong> fini, il principale, <strong>del</strong><br />
Mcl è di gettare il seme <strong>del</strong> regno<br />
di Dio nel campo <strong>dei</strong> molti<br />
lavori che l’uomo inventa per<br />
vivere con dignità. Chi aderisce<br />
al Movimento sa bene che<br />
il seminatore <strong>del</strong>la parabola “è<br />
il figlio <strong>del</strong>l’uomo che semina<br />
il buon seme”. Chiunque altro<br />
ritiene di essere un buon seminatore<br />
ha il dovere di interrogarsi<br />
costantemente, per verificare<br />
se sia strumento idoneo<br />
e qualificato. <strong>Il</strong> Movimento ha<br />
<strong>lo</strong> scopo di formare gli aderenti<br />
facendo riferimento alla Sacra<br />
Scrittura ed alla Dottrina sociale<br />
<strong>del</strong>la Chiesa. Nella visione cristiana<br />
l’uomo è essenzialmente<br />
lavoratore. “Dio pose l’uomo<br />
nel giardino di Eden perché <strong>lo</strong><br />
coltivasse e <strong>lo</strong> custodisse”. Credente<br />
è colui che non si al<strong>lo</strong>ntana<br />
dal dato rivelato quando<br />
analizza le dinamiche <strong>del</strong> mondo<br />
<strong>del</strong> lavoro e quando cerca di<br />
proporre le soluzioni ai conflitti<br />
sociali. <strong>Il</strong> campo <strong>dei</strong> molti lavori<br />
e <strong>del</strong> sociale è per il cristiano<br />
banco di prova <strong>del</strong>la personale<br />
coerenza. Ma il primo campo<br />
nel quale gettare il seme <strong>del</strong><br />
Regno non sta fuori dall’uomo;<br />
non è formato dalle strutture,<br />
dalle istituzioni o dagli ordinamenti<br />
giuridici; il primo campo<br />
è formato dal nostro mondo<br />
interiore: qui innanzitutto<br />
ciascuno deve far attecchire<br />
il seme <strong>del</strong> Regno, perché qui<br />
può crescere, con il grano, anche<br />
la zizzania. “Dal di dentro”<br />
derivano le “strutture <strong>del</strong> peccato”:<br />
esse rispettano il modo<br />
di cogliersi e di interpretarsi<br />
<strong>del</strong>le persone: le <strong>lo</strong>ro passioni<br />
e le <strong>lo</strong>ro aspirazioni. <strong>Il</strong> mondo<br />
<strong>del</strong> lavoro non va visto come<br />
un dato oggettivo, ma come<br />
un intreccio di relazioni poste<br />
19<br />
Formazione <strong>del</strong> cristiano<br />
in essere da persone portatrici<br />
di istanze proprie e plurali. La<br />
strada maestra che l’aderente<br />
al Movimento deve percorrere<br />
per qualificarsi come cristiano<br />
è sentirsi parte attiva <strong>del</strong>la comunità<br />
parrocchiale che si raduna<br />
di domenica in domenica.<br />
In secondo luogo vengono le riflessioni<br />
spirituali programmate<br />
dal Circo<strong>lo</strong>. Se manca la partecipazione<br />
alla Messa domenicale<br />
(non per precetto, ma per desiderio<br />
di formazione), le meditazioni<br />
che si fanno nel Circo<strong>lo</strong><br />
rischiano di essere viste come<br />
nicchia a sé stante rispetto agli<br />
altri argomenti posti all’ordine<br />
<strong>del</strong> giorno. La formazione che<br />
si fa nel Circo<strong>lo</strong> attecchisce nel<br />
terreno interiore di ciascuno se<br />
dissodato e concimato con la<br />
formazione curriculare parrocchiale.<br />
Di domenica in domenica<br />
il cristiano si interroga se<br />
il frutto <strong>del</strong> suo lavoro, quindi<br />
se la sua settimana lavorativa,<br />
possa essere trasformata in Eucaristia:<br />
in una parola, se la vita<br />
che conduce e eucaristica; se fa<br />
sintesi, cioè, tra lavoro e festa.<br />
Sotto questo aspetto l’offertorio<br />
è il momento più importante<br />
<strong>del</strong>la celebrazione. In questo<br />
momento ognuno si interroga:<br />
nel mio lavoro ci sono i presupposti<br />
perché nostro Signore<br />
si renda presente? Ciò accade<br />
quando col mio lavoro intesso<br />
relazioni di comunione, di collaborazione,<br />
di solidarietà; quando<br />
mi preoccupo di co<strong>lo</strong>ro che<br />
aspettano di entrare nel mondo<br />
<strong>del</strong> lavoro; quando condivido<br />
il lavoro ed i frutti <strong>del</strong> lavoro.<br />
Così il mondo <strong>del</strong> lavoro diventa<br />
luogo per fare esperienza <strong>del</strong><br />
risorto, come <strong>lo</strong> fu per Pietro ed<br />
i suoi amici mentre pescavano<br />
nel lago.<br />
Foto di Francesco Scipioni
NASH<br />
SALOMONE<br />
IL BAMBINO<br />
di Marco Boleo<br />
(marco_boleo@yahoo.it)<br />
• Applicando la teoria<br />
di Nash, di cui mi sono<br />
già occupato, al giudizio<br />
di Sa<strong>lo</strong>mone, ne<br />
viene fuori che la tanto<br />
decantata saggezza<br />
di quest’ultimo è<br />
fuori luogo. Vediamo perché. Nell’episodio<br />
biblico conosciuto come giudizio<br />
di Sa<strong>lo</strong>mone due madri si contendono<br />
un bambino. La soluzione scontata è<br />
quella di restituire il bambino alla vera<br />
madre. <strong>Il</strong> problema è che Sa<strong>lo</strong>mone<br />
non ne conosce l’identità. Ragionando<br />
col linguaggio <strong>del</strong>la teoria <strong>dei</strong> giochi,<br />
il problema consiste nel costruire un<br />
gioco in cui l’interazione strategica<br />
<strong>del</strong>le due donne porti all’affidamento<br />
<strong>del</strong> bambino alla vera madre. Supponiamo<br />
che le due donne si chiamino<br />
Eleonora (E) e Maria Teresa (MT). Gli<br />
esiti possibili sono tre: il neonato è<br />
affidato ad E, il neonato è affidato a<br />
MT, il neonato viene ucciso e diviso a<br />
metà tra le rivali. Ciascuna donna agisce<br />
all’insaputa <strong>del</strong>l’altra scegliendo<br />
tra tre possibili strategie: può dichiarare<br />
che il bambino va affidato ad E,<br />
a MT oppure che va ucciso. <strong>Il</strong> formato<br />
<strong>del</strong> gioco produce i seguenti esiti. Se<br />
entrambe le donne scelgono di assegnare<br />
il bambino ad E ed unanimemente<br />
indicano quest’ultima come<br />
vera madre, il neonato è assegnato<br />
a questa. Tuttavia sono possibili anche<br />
risvolti meno banali: ad esempio<br />
supponiamo che E giochi la strategia<br />
di affidare il bambino a MT e che MT<br />
scelga quella di uccidere il bambino, in<br />
questo caso, il gioco assegnerebbe il<br />
bambino ad E. Nonostante quest’ultima<br />
dichiari che la vera madre sia MT;<br />
il fatto che quest’ultima <strong>lo</strong> preferisca<br />
morto rivela che MT non può essere<br />
la madre e che E ha mentito per non<br />
rischiare che il bambino venga ucciso.<br />
Supponendo che la vera madre sia E,<br />
la sacra Bibbia riporta che questo fu<br />
quanto si verificò, portando alla giusta<br />
soluzione <strong>del</strong>la controversia. La<br />
saggezza di Sa<strong>lo</strong>mone si manifesta<br />
nel disegnare il formato <strong>del</strong> gioco, lasciando<br />
alle scelte <strong>dei</strong> due giocatori il<br />
compito di far venire a galla la verità.<br />
Facendo però entrare sulla scena<br />
Nash con la sua teoria, il formato <strong>del</strong><br />
gioco scelto da Sa<strong>lo</strong>mone, come scritto<br />
all’inizio, non è all’altezza <strong>del</strong>la sua<br />
fama di saggezza. La coppia di strategie<br />
(bambino affidato a MT; bambino<br />
che va ucciso), infatti, non è un equilibrio<br />
di Nash. Nel testo sacro si lascia<br />
intendere che E abbia come prima<br />
priorità quella di ottenere l’affidamento<br />
<strong>del</strong> bambino, come seconda quella<br />
di far<strong>lo</strong> affidare a MT e come terza<br />
quella di far<strong>lo</strong> uccidere. Mentre quelle<br />
di MT nell’ordine sono affidamento <strong>del</strong><br />
bambino, sua uccisione, affidamento<br />
ad E. Con queste preferenze, se E<br />
gioca la strategia <strong>del</strong>l'assegnazione<br />
<strong>del</strong> bambino a MT, quest’ultima ottiene<br />
un guadagno maggiore se dichiara<br />
che vuole l’assegnazione <strong>del</strong> bambino<br />
rispetto alla sua uccisione. Giocando<br />
razionalmente, MT non dovrebbe<br />
chiedere l’uccisione <strong>del</strong> bambino ma<br />
sostenere di esserne la madre. Poiché<br />
l’equilibrio (assegnazione <strong>del</strong> bambino<br />
a MT) risulta l’unico possibile <strong>del</strong><br />
gioco di Sa<strong>lo</strong>mone, il formato da questi<br />
proposto, in presenza di giocatori<br />
razionali, in realtà assegna il bambino<br />
alla donna sbagliata. La morale è<br />
che qualsiasi gioco si proponga alle<br />
due donne, non si può garantire che<br />
l’equilibrio corrisponda alla soluzione<br />
desiderata. Dunque applicando la teoria<br />
di Nash il problema è impossibile<br />
da risolvere al di là <strong>del</strong>la saggezza di<br />
Sa<strong>lo</strong>mone.<br />
FAMIGLIE<br />
CONGRESSO<br />
ISCRIZIONI<br />
a cura <strong>del</strong>la redazione<br />
• Sono on line in 5 diverse lingue su<br />
www.family2012.com con le modalità<br />
di partecipazione al VII Incontro<br />
mondiale <strong>del</strong>le famiglie. Diverse<br />
le opzioni previste: è possibile<br />
iscriversi a tutte le giornate oppure<br />
partecipare so<strong>lo</strong> alle celebrazioni con<br />
il papa Benedetto XVI. Ci sono sette<br />
categorie di iscrizione: famiglie<br />
partecipanti al Congresso (gruppi o<br />
singole); famiglie partecipanti agli<br />
incontri con il Papa (gruppi o singole);<br />
singoli partecipanti maggiorenni;<br />
<strong>del</strong>egazioni ufficiali; vescovi e autorità;<br />
vo<strong>lo</strong>ntari; stampa. L'iscrizione<br />
è necessaria per tutti e avverrà in<br />
due distinte fasi: la registrazione (dal<br />
primo agosto 2011); l'iscrizione (dal<br />
primo settembre 2011). Le iscrizioni<br />
devono essere confermate entro il 31<br />
marzo 2012. Per informazioni e dettagli<br />
www.family2012.com e, ancora,<br />
iscrizioni@family2012.com.<br />
<strong>Il</strong> VII Incontro mondiale <strong>del</strong>le famiglie<br />
si svolgerà a Milano. <strong>Il</strong> <strong>lo</strong>go qui<br />
sopra rappresenta le guglie (multico<strong>lo</strong>ri)<br />
<strong>del</strong> Duomo. Cioè la festa,<br />
ma anche ciminiere di una fabbrica<br />
a dire la fede e il lavoro che anima<br />
la città. Ecco comporsi il profi<strong>lo</strong> di<br />
una famiglia che lascia intuire un<br />
atteggiamento gioioso. Perché di<br />
gioia deve essere nutrito il giorno<br />
di festa. Ma di gioioso impegno, e<br />
di speranza e di responsabilità, può<br />
e dev’essere alimentato anche il lavoro.<br />
Quando c’è e quando manca.<br />
Nel <strong>lo</strong>go di Y2K Communication per<br />
Milano 2012 c’è tutto questo.<br />
ECONOMIA<br />
CREDIBILITà<br />
DRAGHI<br />
a cura di Francesco Rossi<br />
• Non sarà facile per Mario Draghi la guida<br />
<strong>del</strong>la Banca centrale europea (Bce),<br />
che ora si trova «nel periodo di maggiore<br />
tensione di tutta la sua storia». Eppure<br />
proprio dalle difficoltà potrebbe derivare<br />
una maggiore stabilità <strong>del</strong>l’Ue. Ne è convinta<br />
Simona Beretta, docente di Politiche<br />
economiche internazionali all’Università<br />
cattolica di Milano, interpellata dal Sir<br />
(Servizio informazione religiosa) a proposito<br />
<strong>del</strong>la nomina <strong>del</strong>l’attuale governatore<br />
di Bankitalia alla presidenza <strong>del</strong>la Bce.<br />
Draghi, 63 anni, il primo novembre succederà<br />
al francese Jean-Claude Trichet e<br />
resterà in carica fino al 31 ottobre 2019.<br />
Qual è il ruo<strong>lo</strong> <strong>del</strong> presidente <strong>del</strong>la<br />
Banca centrale europea?<br />
«<strong>Il</strong> presidente ha una funzione particolarmente<br />
rilevante dal punto di vista politico:<br />
riferisce al Parlamento europeo e al<br />
Consiglio <strong>dei</strong> ministri <strong>del</strong>l’Ue a proposito<br />
<strong>del</strong>le decisioni di politica monetaria e sul<strong>lo</strong><br />
stato di salute economica <strong>del</strong>l’Unione.<br />
Non è so<strong>lo</strong> un tecnico, ma una persona<br />
che dev’essere capace di rendere ragione<br />
<strong>del</strong>le proprie decisioni, prese assolutamente<br />
in autonomia».<br />
La nomina di Draghi alla presidenza<br />
<strong>del</strong>la Bce cosa significa per l'Italia?<br />
«Sono convinta che le istituzioni assumano<br />
il va<strong>lo</strong>re <strong>del</strong>le persone che vi lavorano.<br />
Non c’è dubbio che Draghi è italiano,<br />
come pure che ha maturato una grande<br />
esperienza nel nostro Paese, con ruoli sia<br />
di carattere fiscale, sia monetario, contribuendo<br />
al riordino <strong>del</strong> Tesoro dopo anni<br />
faticosi. Sicuramente questa nomina è il<br />
riconoscimento <strong>del</strong> va<strong>lo</strong>re di una persona,<br />
come pure di una tradizione solida di<br />
banchieri centrali italiani che hanno fatto<br />
bene il <strong>lo</strong>ro dovere, inserita in una più vasta<br />
tradizione di banchieri centrali europei<br />
capaci di lavorare insieme. Draghi è la dimostrazione<br />
che nel nostro Paese ci sono<br />
professionalità di altissimo livel<strong>lo</strong>, capaci<br />
di stare nell’agone internazionale con una<br />
visione, <strong>del</strong>le idealità, degli obiettivi».<br />
Quali sfide ora si trova davanti?<br />
«La Bce è nel periodo di maggiore tensione<br />
di tutta la sua storia, perché vede<br />
messo sotto scacco quel disegno un po’<br />
particolare <strong>del</strong>la struttura macroeconomica<br />
<strong>del</strong>l’Ue, con una sola moneta ma tanti<br />
stati e altrettante politiche fiscali sovrane.<br />
Questa contraddizione avrebbe dovuto<br />
essere composta con il patto di stabilità<br />
DIVAGAZIONI (di Zivago)<br />
Caldo<br />
• <strong>Il</strong> vescovo è tornato dal sopralluogo a Madrid e Valladolid<br />
"squagliato" dal caldo. Ha dichiarato: «Non vedo l'ora di tornare<br />
al fresco <strong>del</strong>la <strong>Marsi</strong>ca». Purtroppo il caldo marsicano è<br />
so<strong>lo</strong> una variante di quel<strong>lo</strong> spagno<strong>lo</strong>.<br />
MIRTILLI E FIDUCIA<br />
a cura <strong>del</strong>la redazione<br />
• E’ il 23 dicembre 1933, il grande Pavel Aleksandrovič F<strong>lo</strong>renskij scrive<br />
dalla prigionia sovietica alla piccola Tika, diminutivo <strong>del</strong> nome <strong>del</strong>la figlia<br />
minore: «Ti piacciono i mirtilli?». Ha davanti a sé mirtilli di palude, più<br />
grandi di quelli normali. «La mamma ti farà una gelatina di mirtilli», scrive.<br />
Nella <strong>Marsi</strong>ca il tempo <strong>dei</strong> mirtilli è adesso, a <strong>luglio</strong> e non in dicembre. E<br />
altra cosa è stare in un gulag, anche se questo è periodo difficile per tanti.<br />
Ma se il lager è stato possibile, al<strong>lo</strong>ra tutto è possibile, tutto rimane aperto,<br />
dice F<strong>lo</strong>renskij, anche il bene. <strong>Il</strong> giornale diocesano prende ispirazione da<br />
padre Pavel per lasciare un messaggio a chi si sente nel<strong>lo</strong> scoramento per<br />
approdare, almeno, ad un “pessimismo fiducioso”.<br />
e crescita, che non è mai stato <strong>del</strong> tutto<br />
rispettato. Abbiamo avuto decenni in cui<br />
è stato fatto il passo più lungo <strong>del</strong>la gamba<br />
e ora ci ritroviamo a un punto di crisi,<br />
dove le politiche fiscali di un picco<strong>lo</strong> Paese<br />
bastano per mettere in difficoltà la tenuta<br />
di un sistema nel suo complesso. Questa<br />
è la situazione in cui si trova Draghi: la<br />
credibilità <strong>del</strong>l’Ue ha bisogno di essere ripristinata».<br />
Come fare?<br />
«Penso che nessuno <strong>lo</strong> sappia con certezza.<br />
Bisogna navigare a vista, con buone<br />
ragioni e coraggio d’innovare, senza essere<br />
esageratamente attaccati alle forme<br />
o al passato. Mi preoccupa, piuttosto,<br />
come oggi sia difficile individuare quelle<br />
idealità che erano all’origine <strong>del</strong> progetto<br />
di unificazione europea. Se siamo rimasti<br />
una realtà di cooperazione economica<br />
senza un ideale più grande, capace di far<br />
sopportare i costi che ta<strong>lo</strong>ra emergono,<br />
rischiamo di non aver più ragioni per tenere<br />
insieme l’Ue».<br />
Da qui il rischio d’imp<strong>lo</strong>sione?<br />
«I rischi ci sono sempre. Ma, guardando il<br />
bilancio <strong>del</strong> processo di unificazione monetaria,<br />
sono convinta che i benefici portati<br />
siano tanti e stiamo imparando a mettere<br />
in comune alcune prerogative nazionali.<br />
La contraddizione di un potere monetario<br />
in mano a un soggetto europeo, con il<br />
potere di vigilanza e di adottare rimedi a<br />
situazioni d’instabilità finanziaria in capo<br />
ai governi e alle istituzioni nazionali, è<br />
scoppiata con la crisi <strong>del</strong> 2007-2008, portando<br />
a un primo tentativo di mettere in<br />
comune la politica finanziaria. Ora la sfida<br />
<strong>del</strong>la Grecia e di altri Paesi con problemi<br />
di debito ha generato una nuova crisi che<br />
potrebbe portarci, seppure con difficoltà<br />
e approssimazioni, a questa condivisione<br />
<strong>del</strong>la sovranità di carattere fiscale».<br />
Quindi la crisi greca potrebbe rivelarsi<br />
provvidenziale per l’evoluzione<br />
<strong>del</strong>l’Ue?<br />
«Ci muoviamo - seppur con passi incerti -<br />
verso l’unica configurazione stabile, dove<br />
non so<strong>lo</strong> la moneta è unica, ma anche<br />
il sistema <strong>del</strong>la finanza pubblica. D’altra<br />
parte la storia <strong>del</strong>l’Ue è fatta di soluzioni<br />
temporanee in una direzione ben precisa,<br />
che è la condivisione <strong>del</strong>la sovranità<br />
in determinati campi. Questo almeno è<br />
avvenuto in passato; oggi bisogna nuovamente<br />
decidere se proseguire su questa<br />
strada. Questa decisione, però, non<br />
spetta alla Bce; essa potrà intervenire<br />
con una mediazione tecnica, ma anche<br />
politica».<br />
Ci sono <strong>del</strong>le priorità che il nuovo<br />
presidente <strong>del</strong>la Bce dovrà tenere<br />
presenti?<br />
«La priorità è trovare vie informali che<br />
permettano di ottenere per consenso ciò<br />
che non si è avuto con i trattati. E cioè<br />
una maggiore condivisione <strong>del</strong>la responsabilità<br />
di vigilanza fiscale e finanziaria, in<br />
modo da evitare non so<strong>lo</strong> un eccessivo indebitamento<br />
pubblico, ma pure un eccessivo<br />
indebitamento <strong>del</strong>le banche private<br />
e <strong>del</strong>le famiglie. Bisogna che i comportamenti<br />
quotidiani siano guidati con mano<br />
salda verso una complessiva coerenza, in<br />
modo da perseguire una sopravvivenza<br />
che, oggi, significa far fiorire quell’intuizione<br />
originaria sulla quale l’Unione europea<br />
è nata».<br />
Di Mario Draghi ricordo, in particolare,<br />
un intervento all’Università<br />
statale di Milano (11 marzo 2011).<br />
Era organizzato da don Luigi Ciotti,<br />
presidente <strong>del</strong>l’associazione antimafia<br />
“Libera”. Draghi, citando<br />
uno studio di Bankitalia, documentò<br />
come nelle economie a forte presenza<br />
criminale le imprese pagano<br />
più caro il credito. Inoltre, in quelle<br />
aree (queste? O codeste?) «è più<br />
rovinosa - posso citare a memoria -<br />
la distruzione di capitale sociale dovuta<br />
all’inquinamento <strong>del</strong>la politica<br />
<strong>lo</strong>cale». Sarebbe il caso di rifletterci<br />
insieme un poco meglio. (santuz)