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Il Velino, lo Sguardo dei Marsi Anno III, numero 47/13 del 15 luglio ...

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www.ilvelinoweb.it<br />

ilvelino.redazione@libero.it<br />

Periodico <strong>del</strong>la Diocesi <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong><br />

CON IL BENE<br />

CHE TI VOGLIO<br />

ANNO <strong>III</strong> <strong>15</strong> <strong>luglio</strong> 2011 <strong>numero</strong> <strong>47</strong>/<strong>13</strong><br />

Per sostenere<br />

il giornale diocesano<br />

C/C POSTALE n. 2868917<br />

intestato a “IL VELINO”<br />

Corso <strong>del</strong>la Libertà, 54<br />

Avezzano<br />

Cesarea marittima, Terrasanta. Foto di Stefania Moroni


Giornata Mondiale <strong>del</strong>la Gioventu' 2011<br />

a Madrid con don roberto e don bruno<br />

di Elisabetta Marraccini<br />

• Si sono incontrati<br />

<strong>lo</strong> scorso 9 <strong>luglio</strong>, nei<br />

<strong>lo</strong>cali <strong>del</strong>la curia di<br />

Avezzano, i ragazzi<br />

marsicani che il prossimo<br />

9 agosto partiranno<br />

per Madrid,<br />

per partecipare all’incontro mondiale<br />

<strong>dei</strong> giovani con il Papa. Nell’incontro<br />

(foto al centro), i giovani,<br />

più di 120 provenienti dalle diverse<br />

parrocchie <strong>del</strong>la diocesi, si sono conosciuti<br />

e hanno cominciato a riempire<br />

il <strong>lo</strong>ro zaino di nuove amicizie,<br />

desideri, preghiere. <strong>Il</strong> vescovo Pietro<br />

Santoro e il direttore <strong>del</strong>la Pastorale<br />

giovanile, don Roberto Cristofaro<br />

(che guideranno i ragazzi durante la<br />

Giornata mondiale <strong>del</strong>la gioventù),<br />

sono tornati da poco da un viaggio<br />

in Spagna (già il secondo sopralluogo),<br />

appositamente organizzato per<br />

conoscere i luoghi che visiteranno i<br />

giovani marsicani e le famiglie dove<br />

verranno accolti. Ormai sono trepidanti<br />

i giovani <strong>del</strong>la nostra diocesi,<br />

che non vedono l’ora di partire; al<strong>lo</strong><br />

stesso modo i giovani <strong>del</strong>la diocesi<br />

spagnola di Valladolid (dove al<strong>lo</strong>ggeranno<br />

nella prima settimana di<br />

soggiorno) non vedono l’ora di accoglierli<br />

e fare festa insieme.<br />

E per tutti i giovani al passo con i<br />

tempi e le tecno<strong>lo</strong>gie “<strong>Il</strong> <strong>Velino</strong>” segnala<br />

un’applicazione gratuita per<br />

cellulari, iPhone, iPad e smartphone:<br />

applicazione creata in occasione<br />

di questa Gmg. Ricca di contenuti<br />

audio e video sarà la compagna di<br />

viaggio <strong>dei</strong> giovani pellegrini e di chi<br />

vorrà seguirli, seppure virtualmente,<br />

in questa fantastica avventura, popolata<br />

da giovani di tutto il mondo.<br />

All’interno di questa applicazione si<br />

troverà un diario giornaliero che permetterà<br />

a chi parteciperà, di appuntare,<br />

giorno per giorno, i luoghi e le<br />

esperienze <strong>del</strong>la Gmg, le riflessioni,<br />

di scattare foto o registrare <strong>dei</strong> video<br />

e tenerli "inseriti" nella giornata<br />

in modo che questi momenti diventino<br />

ricordi in<strong>del</strong>ebili. Sarà possibile<br />

anche condividere tutto ciò sulle<br />

proprie bacheche di Facebook. Si<br />

potrà conoscere la storia <strong>del</strong>la Giornata<br />

mondiale <strong>del</strong>la gioventù, rivivere<br />

emozioni ascoltando gli inni che<br />

hanno fatto la storia di questo straordinario<br />

evento, cantare seguendo i<br />

testi, leggere il messaggio <strong>del</strong> Santo<br />

Padre Benedetto XVI, quel<strong>lo</strong> <strong>del</strong> cardinale<br />

Dionigi Tettamanzi e visionare<br />

la galleria composta da foto e video.<br />

Si potrà rimanere costantemente<br />

aggiornati su tutte le news attraverso<br />

i Feed RSS che segnaleranno<br />

gli appuntamenti importanti. E al<strong>lo</strong>ra,<br />

oltre ad augurare buon viaggio<br />

a chi parte, <strong>lo</strong> auguriamo anche a<br />

tutti quelli che vivranno l’avventura<br />

in rete.<br />

notiZiari<br />

a cura <strong>del</strong>la redazione<br />

• Dal 16 al 21 agosto segui la<br />

Giornata mondiale <strong>del</strong>la gioventù,<br />

con la presenza di Benedetto<br />

XVI, attraverso i media <strong>dei</strong> cattolici<br />

italiani.<br />

Dal 9 al 23 agosto, invece, sul<br />

sito <strong>del</strong> giornale diocesano l'appuntamento<br />

con i nostri ragazzi.<br />

Nella foto di Elisabetta Marraccini, alcuni <strong>dei</strong> giovani marsicani<br />

che si sono incontrati il 9 <strong>luglio</strong> per uno <strong>dei</strong> momenti formativi<br />

che precederanno la partenza per Madrid<br />

www.avvenire.it<br />

www.agensir.it<br />

www.ilvelinoweb.it<br />

www.gmg2011.it<br />

www.chiesacattolica.it<br />

l’onda italiana<br />

i Giovani con il vescovo Pietro<br />

a cura <strong>del</strong> Servizio<br />

informazione religiosa<br />

• Una giornata nel segno <strong>del</strong> trico<strong>lo</strong>re<br />

per co<strong>lo</strong>rare di verde, bianco e rosso<br />

Madrid: la vivranno, il 17 agosto, i giovani<br />

marsicani che parteciperanno alla<br />

Giornata mondiale <strong>del</strong>la gioventù. Una<br />

<strong>lo</strong>ro rappresentanza, riferisce il Servizio<br />

nazionale di pastorale giovanile<br />

(Snpg), «soprattutto diciottenni, insieme<br />

con il cardinale Ange<strong>lo</strong> Bagnasco,<br />

arcivescovo di Genova e presidente<br />

<strong>del</strong>la Cei, e ai vescovi italiani presenti<br />

a Madrid (con il vescovo Pietro Santoro<br />

che è catechista in quelle giornate), si<br />

ritroverà nella chiesa di San Juan de<br />

la Cruz per vivere un momento di preghiera<br />

e poi d’incontro che si concluderà<br />

con l’offerta <strong>dei</strong> doni all’arcivescovo<br />

di Madrid, il cardinale Antonio María<br />

Rouco Varela, e alla Conferenza episcopale<br />

spagnola di una riproduzione<br />

<strong>del</strong>la statua <strong>del</strong>la Madonna di Loreto e<br />

una <strong>del</strong> crocifisso di san Damiano. Di<br />

qui i giovani italiani raggiungeranno le<br />

piazze madrilene, dove alcuni gruppi<br />

giovanili si esibiranno durante il Festival<br />

<strong>del</strong>la gioventù». L’iniziativa, spiega<br />

don Domenico Beneventi che <strong>del</strong><br />

Snpg è vicedirettore «prende le motivazioni<br />

da quanto il cardinale Bagnasco<br />

ha pronunciato durante l’omelia <strong>del</strong>la<br />

celebrazione per il <strong>15</strong>0° anniversario<br />

<strong>del</strong>l’Unità d’Italia: “Siamo qui oggi per<br />

elevare a Dio l’inno di ringraziamento<br />

per l’Italia - ha detto Bagnasco -. Non<br />

è retorica, né tantomeno nostalgia<br />

quella che ci muove, ma la consapevolezza<br />

che la patria che ci ha generato è<br />

una preziosa eredità e insieme un’esigente<br />

responsabilità”».<br />

Concetti ribaditi anche dal segretario<br />

generale <strong>del</strong>la Cei, monsignor Mariano<br />

Crociata, che parlando ai giovani<br />

<strong>del</strong> “Progetto Policoro”, affermò che<br />

«questa consapevolezza ci permette di<br />

incontrarci come giovani, per ribadire<br />

la responsabilità che abbiamo come<br />

cittadini cattolici. Ci muove la convinzione<br />

che è possibile, contro tutti i motivi<br />

di scoraggiamento immettere nel<br />

tessuto <strong>del</strong>le relazioni e <strong>del</strong>la vita sociale<br />

un fermento di rinnovamento che<br />

nasce da persone solide, mature, ma<br />

non isolate, bensì inserite in una rete<br />

che è segno di Chiesa e fermento di<br />

una nuova società». «Oggi - proseguì<br />

monsignor Crociata in quella occasione<br />

- in molti attendono di vedere mostrato<br />

che essere cristiani non è vivere nel<br />

chiuso <strong>del</strong>le sacrestie, ma affermare<br />

con coraggio, coerenza e rettitudine<br />

le sfide <strong>del</strong>la vita, il confronto sociale,<br />

le esigenze ardue <strong>del</strong>l’animazione<br />

cristiana <strong>del</strong> nostro tempo in tutti gli<br />

ambienti che abitiamo e attraversiamo».<br />

Co<strong>lo</strong>rare di "italiano" la città di<br />

Madrid dunque significa «condividere<br />

da italiani quel patrimonio comune che<br />

la tradizione cattolica ha saputo realizzare<br />

attraverso il “sì” di tanti uomini e<br />

donne - basta pensare a san Francesco<br />

d’Assisi o santa Caterina da Siena<br />

- che con la <strong>lo</strong>ro testimonianza, hanno<br />

contribuito fortemente a costruire<br />

tale identità, non so<strong>lo</strong> sotto <strong>lo</strong> specifico<br />

profi<strong>lo</strong> di una peculiare realizzazione<br />

<strong>del</strong> messaggio evangelico, che ha marcato<br />

nel tempo l’esperienza religiosa e<br />

la spiritualità degli italiani, ma pure<br />

sotto il profi<strong>lo</strong> culturale e persino politico»,<br />

come ricordava Benedetto XVI<br />

nel suo messaggio al presidente <strong>del</strong>la<br />

Repubblica sempre in occasione <strong>del</strong><br />

<strong>15</strong>0° <strong>del</strong>l’unità d’Italia.<br />

Ecco, al<strong>lo</strong>ra, la proposta che don Nicolò<br />

Anselmi, responsabile <strong>del</strong> Snpg,<br />

lancia a tutti i giovani italiani: «Mercoledì<br />

17 agosto vogliamo co<strong>lo</strong>rare le<br />

strade e le piazze di Madrid utilizzando<br />

la bandiera italiana, il cappel<strong>lo</strong> italiano,<br />

i vestiti e gli oggetti che abbiamo<br />

confezionato con la stoffa italiana; ma<br />

soprattutto invitiamo tutti a inondare<br />

Madrid di gioia, musica e canti italiani.<br />

In questa giornata alcuni nostri amici<br />

e amiche propongono <strong>dei</strong> festival culturali<br />

in lingua italiana; andiamo a sostenerli,<br />

ad applaudirli, a incoraggiarli,<br />

a ringraziarli».<br />

Matteo<br />

Per seMPre<br />

a cura <strong>del</strong>la redazione<br />

• Domenica 10 <strong>luglio</strong> sulle strade<br />

di Avezzano si è corso l’ottavo trofeo<br />

Massimiani intitolato al giovane<br />

Matteo. <strong>Il</strong> giornale diocesano vuole<br />

rendere omaggio al picco<strong>lo</strong>, grande<br />

Matteo, con le parole di un grande<br />

poeta, Johann Wolfgang von Goethe.<br />

Ci rivolgiamo alla poesia perché<br />

ci dica quali sono i nostri sentimenti,<br />

per mettere in parole ciò che supera<br />

la nostra capacità di scrivere. Goethe<br />

è a <strong>Il</strong>menau, nella selva Turingia. E’<br />

il 27 agosto 1831. <strong>Il</strong> giorno dopo a<br />

Weimar festeggeranno solennemente<br />

il suo genetliaco. Si fa accompagnare<br />

in carrozza sulla cima (861 metri) <strong>del</strong><br />

Kickelhahn. In una baita, che Goethe<br />

aveva abitato in passato, alla sinistra<br />

di una finestra a sud, c’è ancora la poesia<br />

famosissima scritta a matita, che<br />

Goethe stesso aveva ricalcato, perché<br />

non si cancellasse, il 27 agosto (un altro<br />

27 agosto) <strong>del</strong> 18<strong>13</strong>. «Sopra tutte<br />

le alture,/pace./Per ogni vetta/avverti<br />

un soffio, e non più./Nella foresta ogni<br />

uccellino tace./Fra poco - aspetta -/<br />

riposerai anche tu». Sono pochi versi<br />

che basterebbero a fare di Goethe<br />

uno <strong>dei</strong> sommi poeti lirici di ogni età<br />

e nazione. Ed accanto la poesia aveva<br />

anche la data <strong>del</strong>la prima stesura: 7<br />

agosto 1780. Goethe rilegge quei versi,<br />

le lacrime gli scorrono sulle guance.<br />

A noi de “<strong>Il</strong> <strong>Velino</strong>” scorrono ancora<br />

le lacrime per la morte di Matteo<br />

e siamo vicini ai genitori, ai parenti<br />

tutti, e preghiamo Dio per poter tutti,<br />

un giorno, riposare in pace.


avezzano. la prima chiesa "eco<strong>lo</strong>gica"<br />

PASTORALE AMBIENTALE<br />

Per non fare la fine <strong>del</strong>la "dendroica cerulea"<br />

di Patrizia Tocci<br />

• Arriva nella <strong>Marsi</strong>ca la prima<br />

chiesa eco<strong>lo</strong>gica. <strong>Il</strong> parroco<br />

di San Giovanni di Avezzano,<br />

don Francesco Tallarico ha<br />

scelto i pannelli solari per il<br />

riscaldamento. In occasione<br />

<strong>del</strong> rifacimento di alcune parti<br />

interne ed esterne <strong>del</strong>la chiesa, don Francesco<br />

ha avviato i lavori con l’intenzione di fare una<br />

chiesa ad “emissione zero” di gas nocivo per<br />

l’ambiente. Iniziativa quanto mai attuale e in<br />

linea con il messaggio per la sesta “Giornata<br />

per la salvaguardia <strong>del</strong> Creato” diffuso nei<br />

giorni scorsi dalla Commissione episcopale per<br />

i problemi sociali e <strong>del</strong> lavoro, la giustizia e la<br />

pace e la Commissione episcopale per l’ecumenismo<br />

e il dia<strong>lo</strong>go (vedi “<strong>Il</strong> <strong>Velino</strong>” <strong>del</strong> 30<br />

giugno 2011), nonché una concreta risposta<br />

ai ripetuti richiami <strong>del</strong> Magistero e alle sollecitazioni<br />

che arrivano ai cristiani dalla Dottrina<br />

sociale <strong>del</strong>la Chiesa, il cui fondamento rimane<br />

sempre la Sacra Scrittura. <strong>Il</strong> rispetto <strong>del</strong> Creato<br />

non è soltanto un argomento legato alle<br />

energie rinnovabili, agli impianti fotovoltaici<br />

sul quale il Fucino sembra scommettere provocando<br />

la reazione <strong>del</strong>le associazioni di categoria<br />

che temono la «distruzione <strong>del</strong>l’agricoltura».<br />

L’autore <strong>del</strong> libro <strong>del</strong>la Genesi ritenne<br />

opportuno rimarcare come con il trascorrere<br />

<strong>del</strong>le giornate <strong>del</strong>la settimana primordiale, il<br />

mondo si avvicina al suo completamento. Alla<br />

fine di ogni giorno Dio da una valutazione <strong>del</strong>la<br />

Sua opera e vide che<br />

era “ buona”, ma so<strong>lo</strong><br />

dopo aver creato l’uomo<br />

e la donna valutò<br />

l’opera <strong>del</strong>le sue mani<br />

“molto buona”e affidò<br />

la cura <strong>del</strong> Creato nelle<br />

mani <strong>del</strong>l’umanità.<br />

Dalla Sacra Scrittura,<br />

emerge chiaramente<br />

che è Dio stesso<br />

che dà all’uomo la<br />

responsabilità di occuparsi<br />

<strong>del</strong>la salvaguardia<br />

<strong>del</strong> Creato, di<br />

curarsi <strong>del</strong>l’ambiente,<br />

di custodire e proteggere<br />

il meraviglioso<br />

“pairidaez” (dal persiano:<br />

luogo <strong>del</strong>izioso,<br />

giardino.) Scrive<br />

Benedetto XVI nel suo<br />

messaggio per la 41°<br />

Giornata <strong>del</strong>la pace,<br />

(1 gennaio 2008):<br />

«La famiglia ha bisogno<br />

di una casa, un<br />

ambiente appropriato<br />

in cui sviluppare<br />

le proprie relazioni:<br />

per la famiglia umana<br />

questa casa è la Terra, il luogo che Dio Creatore<br />

ha dato all’uomo da abitare con creatività<br />

e responsabilità. Dobbiamo occuparci <strong>del</strong>l’ambiente:<br />

è stato affidato all’umanità per essere<br />

protetto e coltivato con libertà responsabile,<br />

seguendo il criterio <strong>del</strong> bene per tutti. <strong>Il</strong> ri-<br />

spetto<strong>del</strong>l’ambiente non<br />

significa considerare<br />

la natura<br />

più importante<br />

<strong>del</strong>l’uomo, piuttosto,<br />

significa<br />

non considerare<br />

egoisticamente<br />

la natura alla<br />

completa disposizione<br />

<strong>dei</strong><br />

nostri interessi,<br />

poiché anche le<br />

future generazioni hanno diritto ai suoi benefici».<br />

Anche nel Compendio <strong>del</strong>la Dottrina<br />

Sociale <strong>del</strong>la Chiesa, al n.<strong>47</strong>0, si afferma che<br />

si deve considerare la relazione tra sviluppo<br />

e sfruttamento <strong>del</strong>le risorse naturali, poiché<br />

l’attività economica deve riconciliare i bisogni<br />

<strong>del</strong><strong>lo</strong> sviluppo economico con quelli <strong>del</strong>la protezione<br />

<strong>del</strong>l’ambiente: «La programmazione<br />

<strong>del</strong><strong>lo</strong> sviluppo economico deve considerare<br />

attentamente la necessità di rispettare l'integrità<br />

e i ritmi <strong>del</strong>la natura, poiché le risorse<br />

naturali sono limitate e alcune non sono rinnovabili.<br />

L'attuale ritmo di sfruttamento compromette<br />

seriamente la disponibilità di alcune<br />

risorse naturali per il tempo presente e per<br />

il futuro». La scelta di trovare una soluzione<br />

eco-compatibile per la Chiesa <strong>del</strong>la parrocchia<br />

di San Giovanni è dunque pastoralmente intelligente<br />

e modernamente<br />

utile. Va nella<br />

direzione giusta, insomma.<br />

Se poi volete<br />

leggere un ottimo<br />

esempio di ambientalismoantiambientalista<br />

potete dare<br />

un’occhiata alle pagine<br />

231 e seguenti<br />

<strong>del</strong>l’ultimo libro di<br />

Jonathan Franzen<br />

“Libertà” che racconta<br />

la storia <strong>del</strong>la dentroica<br />

cerulea.<br />

Nella foto di Francesco<br />

Scipioni un<br />

momento <strong>del</strong>la<br />

concelebrazione<br />

presieduta dal vescovo<br />

Pietro Santoro<br />

nella chiesa<br />

di San Giovanni di<br />

Avezzano in occasione<br />

<strong>del</strong>la giornata<br />

sacerdotale il 23<br />

giugno scorso. Tutti<br />

i video <strong>del</strong>la Settimana eucaristica li trovate<br />

su www.ilvelinoweb.it. I video sono stati curati<br />

da Ange<strong>lo</strong> Croce.<br />

• <strong>Il</strong>enia Basili (nella foto di Pinino Lorusso)<br />

durante il concerto che i ragazzi <strong>del</strong>l'Azione<br />

Cattolica <strong>del</strong>la parrocchia di San Giovanni di<br />

Avezzano hanno organizzato la sera <strong>del</strong> 23<br />

giugno per la festa <strong>del</strong> santo protettore.<br />

EMOZIONI<br />

3<br />

Idfp: la formazione pastorale<br />

di suor Maristella Barresi<br />

• Un simpatico incontro ha visto il gruppo di studenti <strong>del</strong>l’Istituto diocesano<br />

di formazione pastorale (Idfp) riunirsi in un grande sa<strong>lo</strong>ne <strong>del</strong> seminario,<br />

il giorno 8 <strong>luglio</strong> scorso, per ricevere l’attestato <strong>del</strong> corso di teo<strong>lo</strong>gia<br />

pastorale. Per due anni consecutivi gli studenti hanno frequentato, per<br />

due sere a settimana discipline quali: Sacra Scrittura: introduzione generale<br />

e Antico Testamento, Liturgia, Dogmatica, Fi<strong>lo</strong>sofia (primo anno);<br />

Sacra Scrittura: Nuovo Testamento, Teo<strong>lo</strong>gia sacramentaria, Pastorale e<br />

catechetica, Morale, Teo<strong>lo</strong>gia biblica, Dottrina sociale <strong>del</strong>la Chiesa, Storia<br />

<strong>del</strong>la Chiesa e Spiritualità Liturgica (secondo anno). Erano presenti,<br />

oltre a tutti gli studenti, il vescovo Pietro Santoro, don Antonio Sterpetti<br />

(direttore <strong>del</strong> corso) e alcuni docenti quali don Franco Tallarico e don<br />

<strong>Il</strong>vio Di Giandomenico. Dopo la preghiera <strong>dei</strong> Vespri ha preso la parola<br />

il direttore don Antonio che ha ringraziato gli studenti e i professori per<br />

la <strong>lo</strong>ro serietà e per la costante presenza. Si è poi soffermato su un<br />

altro principio: a nulla serve la cultura se non c’è la testimonianza <strong>del</strong><br />

comportamento, se non ci sono cioè i principi morali. <strong>Il</strong> nostro vescovo,<br />

di ritorno dalla trasferta in Spagna (dove si terrà la prossima Giornata<br />

mondiale <strong>del</strong>la gioventù e su questo <strong>numero</strong> <strong>del</strong> giornale diocesano a<br />

pagina 2), pur nella stanchezza fisica, è stato, come al solito, incisivo.<br />

Ha ringraziato gli studenti, i professori e tutti co<strong>lo</strong>ro che hanno permesso<br />

la riuscita <strong>del</strong> corso da lui fortemente<br />

voluto. Si è soffermato su alcuni concetti<br />

base come la coerenza, l’assiduità,<br />

la passione che dà ca<strong>lo</strong>re e co<strong>lo</strong>re a<br />

tutte le cose che facciamo: «Gesù entra<br />

in casa mia e poi usciamo insieme»<br />

è stata una sua brillante affermazione.<br />

Ha messo poi in particolare evidenza<br />

il problema <strong>del</strong>la mancanza di comunicazione<br />

e dia<strong>lo</strong>go da lui definita come<br />

“morte <strong>del</strong>la parola” (un altro argomento<br />

caro al vescovo Santoro che aveva<br />

avuto modo di esplicitare anche in un<br />

recente Convegno diocesano). Un’ultima<br />

riflessione: un percorso formativo<br />

più completo potrebbe portare gli studenti<br />

(nella foto accanto di Pinino Lorusso)<br />

ad ottenere una qualifica più specifica, per il servizio alla Chiesa. A<br />

nome di tutta la redazione de “<strong>Il</strong> <strong>Velino</strong>” complimenti a tutti gli studenti.<br />

Nella foto d’altri tempi vedete don Giulio Lucidi, un chi<strong>lo</strong>metro di sacerdote, tipo<br />

assai in gamba (detto senza ironia) mentre si occupa di dar da mangiare a bambini<br />

gioiosi. Sul<strong>lo</strong> sfondo la costruzione <strong>del</strong>l’asi<strong>lo</strong> (si chiamava così) <strong>del</strong>la parrocchia<br />

di San Giovanni di Avezzano. Un modo per indurre tutti voi lettori a una<br />

meditazione di ampio respiro sulla scienza <strong>del</strong>la <strong>del</strong>icatezza e sulla clemenza richiesta<br />

dalla sua applicazione.<br />

Se proprio volete, chiamatele emozioni<br />

la laurea di laura rocchi<br />

a cura <strong>del</strong>la redazione<br />

• “L’utilizzazione <strong>del</strong>l’energia eolica. Progetto<br />

di un parco e valutazioni ambientali” è il tito<strong>lo</strong><br />

<strong>del</strong>la Laurea specialistica in Ingegneria per<br />

l’ambiente e territorio che Laura Rocchi (nella<br />

foto), da sempre collaboratrice <strong>del</strong> giornale<br />

diocesano, ha conseguito all’Università<br />

<strong>del</strong>l’Aquila. Un lavoro corposo e sul campo<br />

che Laura ha svolto presso la Soave Engineering<br />

srl di Sulmona con la guida <strong>del</strong> professor<br />

ingegner Roberto Cipol<strong>lo</strong>ne. Felici per lei<br />

i genitori Bruno e Clarita,<br />

il fratel<strong>lo</strong> Dani<strong>lo</strong>, la<br />

nonna Elena Rodorigo,<br />

parenti e amici. Complimenti<br />

cara Laura da<br />

tutta la redazione <strong>del</strong> giornale diocesano e<br />

rammenta che la vita, come scriveva la poetessa<br />

Emily Dickynson, è quel che ne facciamo.<br />

Adesso al lavoro.


4<br />

il Muschio selvaGGio<br />

di Vincenzo Catini<br />

• <strong>Il</strong> silene acaulis (muschio fiorito) è una graziosa pianta<br />

che consta di <strong>numero</strong>si fusticini che sorgono da un<br />

ceppo comune profondamente radicato e densamente<br />

schiacciato in modo tale da formare un cuscinetto appiattito<br />

e compatto. Ogni fusticino, alto da 1 a 4 centimetri,<br />

porta una rosetta di piccole foglie lineari alla<br />

base e un so<strong>lo</strong> fiore terminale. E’ una specie comune<br />

che popola le rupi <strong>del</strong>le alte quote <strong>del</strong>le alpi e degli appennini. E’ un<br />

relitto glaciale ed è di origine artica. Fiorisce da giugno ad agosto ed è<br />

molto ornamentale. Normalmente è appoggiata sulla sommità di una<br />

pietra lineare. Appartiene<br />

alla famiglia<br />

<strong>del</strong>le caryophylaceae<br />

il cui nome deriva<br />

probabilmente da un<br />

errato accostamento<br />

di alcuni dianthus (garofani)<br />

appartenenti<br />

a questa famiglia. Si<br />

chiama silene acaulis<br />

per via <strong>del</strong> dio Sileno<br />

e acaulis perché bassa<br />

e priva di caule, cioè<br />

<strong>del</strong> fusto. Popola la<br />

zona nord <strong>dei</strong> massimi<br />

rilievi <strong>del</strong>l’Abruzzo e<br />

quindi anche <strong>del</strong> monte<br />

<strong>Velino</strong>. La pianta fa<br />

parte <strong>del</strong>le pulvinacee<br />

cosiddette perché alla<br />

base <strong>del</strong>le <strong>lo</strong>ro foglie<br />

c’è un gruppo di cellule in grado di perdere repentinamente acqua. Una<br />

curiosità che la riguarda: i cuscinetti hanno un accrescimento molto<br />

lento (10 centimetri ogni 20 anni) per cui una pianta con un cuscinetto<br />

di 50 centimetri di diametro supera il seco<strong>lo</strong> di vita.<br />

Matilde sei unica<br />

a cura <strong>del</strong>la redazione<br />

• La foto <strong>del</strong>la mathildae soldanella scattata da Vincenzo<br />

Catini sul Gran Sasso il 6 <strong>luglio</strong> <strong>del</strong>l’anno scorso<br />

(la vedete qui accanto) ci ha fatto pensare a diverse<br />

Matilde: la grancontessa Matilde di Canossa e “Matilda<br />

6 mitica”, un film <strong>del</strong> 1996 tratto dal romanzo<br />

“Matilde” di Roald Dahl. E’ diretto da Danny De Vito,<br />

che interpreta nel film la parte <strong>del</strong> padre di Matilde. E<br />

poi a una variante: Metilde Dembowski Viscontini.<br />

L’unico ritratto che la mostrava al tempo <strong>del</strong>la fiorente<br />

bellezza <strong>lo</strong> volle chiuso nella bara con lei. Andandosene<br />

portò via con sé la memoria <strong>del</strong><br />

suo volto. Nessun postero ha così potuto,<br />

né può, vedere i tratti di Metilde Viscontini,<br />

una <strong>del</strong>le celebrate figure femminili<br />

<strong>del</strong> Risorgimento italiano, amate e idealizzate<br />

da patrioti e scrittori, da Pellico<br />

a Fosco<strong>lo</strong>, compreso Stendhal che, elemosinando<br />

con ostinazione l’amore<br />

di lei, metabolizzò nella sua opera<br />

letteraria la do<strong>lo</strong>rosa e non corrisposta<br />

passione. Scriviamo questo<br />

per due ragioni: la prima per ringraziare<br />

ancora una volta Vincenzo<br />

catini per gli splendidi servizi che ci<br />

offre; la seconda per ricordarci vicendevolmente<br />

che le immagini (la<br />

bella natura <strong>del</strong>la <strong>Marsi</strong>ca e i volti<br />

<strong>del</strong>le persone che abitano questa<br />

terra) non dovranno mai essere<br />

consegnate all’oblio.<br />

Altro artico<strong>lo</strong> sul Risorgimento <strong>lo</strong> trovate<br />

a pagina 17 con la firma prestigiosa di<br />

Michele D'Andrea.<br />

Self Service<br />

aperto tutti i giorni<br />

Pranzo dalle 12,30 alle <strong>15</strong>,00<br />

Venerdì e Sabato anche a cena<br />

si accettano buoni pasto (anche parziali)<br />

di tutte le organizzazioni<br />

Via Armando Diaz 9 - AVEZZANO (AQ)<br />

tel. 0863 21795 - 0863 32241<br />

Giocare con l'aPe<br />

a cura <strong>del</strong>la redazione<br />

• Conosciamo un’ape, qui nella redazione <strong>del</strong> giornale<br />

diocesano, che ogni tanto viene a trovarci svolazzandoci<br />

intorno. Conosciamo un’ape alla quale s’addice la<br />

descrizione <strong>del</strong> personaggio “Willy”, detto “la donnola”<br />

nel romanzo “Sol levante” di Michael Crichton scritto<br />

nel 1992, da cui è stato tratto un omonimo film con<br />

Sean Connery e Wesley Snipes: «Pensava sempre il<br />

peggio di tutti; avrebbe sempre riferito gli eventi nella<br />

forma più bieca, certo che qualsiasi versione era<br />

una copertura. Aveva un fiuto infallibile per le debolezze<br />

umane e una propensione per il me<strong>lo</strong>dramma.<br />

La verità non gli interessava e le valutazioni eque gli<br />

sembravano deboli. Ai suoi occhi la verità “vera” era<br />

sempre sporca». Provate ad ascoltare il suo ronzio: è<br />

evidente che in lei la <strong>lo</strong>gica aristotelica si alimenti di<br />

passione giacobina. Che ognuno nasconda una parte<br />

di colpe e di miserie è indubbio. Ma quel “nascondere”<br />

è ipocrisia? Noi crediamo<br />

che sia doverosa<br />

vergogna, o cautela, o<br />

viltà, comunque una<br />

difesa sociale. Perché<br />

colpe e miserie non<br />

diventino va<strong>lo</strong>ri esemplari,<br />

non si diffonda<br />

il contagio. Fateci<br />

caso, questa è un’ape<br />

che mette il soggetto<br />

all’accusativo: dunque<br />

ogni sua informazione<br />

è sospetta e ogni sua<br />

opinione è da prendere<br />

con le molle.


Pil<strong>lo</strong>le di coMunione<br />

l'interruZione <strong>del</strong>la Quotidianita'<br />

L'esortazione di san Pao<strong>lo</strong> a Timoteo<br />

di Anna Rita Bove<br />

• Pescina, Magliano,<br />

Celano, Trasacco,<br />

Avezzano, Carsoli,<br />

Tagliacozzo sono le<br />

sedi <strong>del</strong>le foranie in<br />

cui si è svolta la Settimana<br />

eucaristica<br />

diocesana. Otto giorni ricchi di vita<br />

ecclesiale: parrocchie, auditorium,<br />

spazi sportivi, luoghi di lavoro che<br />

hanno visto il nostro vescovo Pietro<br />

Santoro, guidare celebrazioni<br />

e riflessioni sull’Eucaristia, intesa<br />

come presenza viva di Gesù in mezzo<br />

alla storia degli uomini. Fragilità<br />

umana, cittadinanza, tradizione,<br />

sport e lavoro, affettività sono stati<br />

i temi che hanno accompagnato il<br />

percorso <strong>dei</strong> cristiani <strong>del</strong>la <strong>Marsi</strong>ca<br />

dal 19 al 26 giugno 2011. Gli stessi<br />

temi che saranno affrontati nel XXV<br />

Congresso eucaristico nazionale di<br />

Ancona (3-11 settembre prossimi).<br />

Questi giorni sono stati sostanzialmente<br />

una festa, cioè un’interruzione<br />

<strong>del</strong>la quotidianità, per riacquistare<br />

le energie necessarie per<br />

sentirsi rinvigoriti di fronte al grande<br />

e misterioso progetto di vita che<br />

Gesù ha per ognuno di noi. La storia<br />

<strong>del</strong>la salvezza è la storia di Dio che<br />

incontra l’uomo. L’Emmanuele (Diocon-noi)<br />

lungo l’arco <strong>dei</strong> secoli, in<br />

diversi modi percorre questo sentiero<br />

d’incontro, ma è proprio nel suo<br />

gesto più alto (Dio che si fa uomo e<br />

che si dona agli uomini), nel gesto<br />

eucaristico, che ci permette di sperimentare<br />

la sua presenza in ogni<br />

momento <strong>del</strong>la vita: negli affetti,<br />

nella malattia (fisica e spirituale),<br />

nel lavoro, nel<strong>lo</strong> sport, nella vita sociale.<br />

Gesù non ha fatto promesse<br />

per un futuro <strong>lo</strong>ntano ma ha dato<br />

le coordinate per impostare oggi un<br />

cammino nuovo sul sentiero <strong>del</strong>la libera<br />

scelta, <strong>del</strong>la condivisione, <strong>del</strong>la<br />

gioia, <strong>del</strong>l’offerta, <strong>del</strong>l’accettazione<br />

<strong>del</strong>la propria vita necessarie per<br />

mettersi in gioco e vivere il Regno<br />

di Dio che inizia qui ed ora.<br />

di Ernesto Diaco<br />

• La sfida educativa deve fare i conti<br />

con il cambiamento demografico, e il<br />

Maestro additato dagli orientamenti<br />

pastorali <strong>dei</strong> vescovi italiani è quel<br />

«Gesù, nostro contemporaneo» che<br />

continua a provocare anche la cultura<br />

odierna, in tutte le sue forme. Teatro<br />

compreso. C’è il decennio sull’educare<br />

alla «vita buona <strong>del</strong> Vange<strong>lo</strong>»<br />

alla base <strong>del</strong>le iniziative nazionali <strong>del</strong><br />

progetto culturale <strong>del</strong>la Chiesa italiana<br />

per il prossimo autunno e inverno:<br />

obiettivi e appuntamenti che sono<br />

stati al centro <strong>del</strong> laboratorio tenuto<br />

nei giorni scorsi da una cinquantina<br />

di referenti diocesani, animatori e responsabili<br />

<strong>dei</strong> centri culturali.<br />

Si comincia il 19 settembre a Lucca<br />

con l’avvio <strong>del</strong>la seconda edizione <strong>del</strong><br />

festival <strong>dei</strong> “Teatri <strong>del</strong> Sacro”, la rassegna<br />

voluta dalla Cei con Federgat e<br />

Acec. Fino a domenica 25, nella città<br />

toscana andranno in scena ventisette<br />

spettacoli di prosa, danza, teatro<br />

popolare e di innovazione, scelti fra<br />

gli oltre duecento progetti inediti che<br />

hanno risposto al bando. <strong>Il</strong> forte interesse<br />

suscitato dalla proposta, insieme<br />

al successo <strong>del</strong>la prima edizione,<br />

seguita da <strong>numero</strong>se repliche nelle<br />

sale <strong>del</strong>la comunità in tutt’Italia, è la<br />

conferma di come l’arte scenica sia<br />

un linguaggio assai efficace nel dare<br />

forma alla ricerca spirituale <strong>del</strong>l’uomo<br />

e al suo vissuto religioso.<br />

A breve distanza, nel mese di ottobre,<br />

giungerà in libreria il volume “<strong>Il</strong><br />

cambiamento demografico”, secondo<br />

rapporto-proposta curato dal comitato<br />

per il progetto culturale, che segue<br />

a due anni di distanza “La sfida educativa”<br />

ed è dedicato questa volta «al<br />

futuro <strong>del</strong>l’Italia». Confermati l’editore<br />

- Laterza -e l’impianto generale:<br />

• Su www.ilvelinoweb.it speciale <strong>15</strong>0° anniversario <strong>del</strong>la<br />

nascita di madre Clelia Mer<strong>lo</strong>ni fondatrice <strong>del</strong>le Apostole <strong>del</strong><br />

Sacro Cuore di Gesù. Non perdetevi gli articoli di suor Virginia<br />

Palazzi.<br />

Progetto culturale<br />

il Pensiero che educa<br />

In agenda: temi ed eventi <strong>dei</strong> prossimi mesi<br />

alle analisi e alle cifre più aggiornate<br />

fa seguito l’indicazione di alcuni possibili<br />

interventi affidati alla politica,<br />

all’economia e prima ancora alla sfera<br />

educativa e culturale, necessari per<br />

governare il cambiamento e affrontare<br />

quel «lento suicidio demografico»,<br />

come <strong>lo</strong> definì un anno fa il cardinale<br />

Ange<strong>lo</strong> Bagnasco, a cui sta andando<br />

incontro il nostro Paese.<br />

“Gesù, nostro contemporaneo” è invece<br />

il tito<strong>lo</strong> <strong>del</strong>l’evento internazionale<br />

che dal 9 al 12 febbraio 2012 proseguirà<br />

l’eredità <strong>del</strong>l’incontro su “Dio<br />

oggi. Con lui o senza di lui cambia<br />

tutto” <strong>del</strong> dicembre 2009. La formula<br />

<strong>del</strong>l’appuntamento prevede conferenze<br />

e tavole rotonde, presentazioni<br />

di libri e testimonianze, momenti<br />

artistici e dibattiti animati da ospiti<br />

italiani e stranieri. L’idea di fondo<br />

risiede nella convinzione che la domanda<br />

di Gesù di Nazaret: «Ma voi,<br />

chi dite che io sia?» (Mc 8,29) risuoni<br />

anche oggi non meno provocatorio e<br />

ineludibile che nella cerchia <strong>dei</strong> primi<br />

discepoli, e tocchi al<strong>lo</strong> stesso tempo<br />

la singola persona come la comunità<br />

degli uomini.<br />

Ogni iniziativa potrà essere seguita<br />

sul sito internet www.progettoculturale.it,<br />

recentemente ampliato e<br />

rinnovato per dare ancora più spazio<br />

alle attività <strong>del</strong>le diocesi e <strong>dei</strong> centri<br />

culturali, offrendo ad essi spunti di riflessione<br />

e di impegno. Al termine <strong>del</strong><br />

laboratorio, si è confermata la scelta<br />

di consolidare la rete di chi, sul territorio,<br />

opera per portare la creatività<br />

<strong>del</strong>la fede nell’agorà pubblica, vincendo<br />

la tentazione <strong>del</strong>la rinuncia o<br />

<strong>del</strong>l’autoreferenzialità. La «vita buona<br />

<strong>del</strong> vange<strong>lo</strong>» non può che essere<br />

pensata, popolare, stimolante.<br />

aveZZano. Parrocchia san rocco<br />

La grazia <strong>del</strong>l'Unzione degli infermi<br />

di Patrizia Tocci<br />

• Venerdì primo <strong>luglio</strong>,<br />

festa <strong>del</strong> Sacro<br />

Cuore di Gesù, nella<br />

chiesa di San Rocco<br />

ad Avezzano, il nostro<br />

vescovo monsignor<br />

Pietro Santoro ha celebrato<br />

la santa Messa, e su richiesta<br />

<strong>del</strong> parroco don Adriano Principe, ha<br />

conferito il sacramento <strong>del</strong>l’Unzione<br />

agli ammalati e agli anziani <strong>del</strong>la parrocchia,<br />

assistito da don Adriano, don<br />

Pietro Asci (nella foto mentre riceve<br />

il sacramento) e don Carmine Grossi.<br />

In passato, questo sacramento riservato<br />

ai malati era chiamato “estrema<br />

unzione”. Questo non significava che<br />

si trattasse <strong>del</strong>l’unzione definitiva in<br />

vista <strong>del</strong>la morte, come si è pensato<br />

per tanto tempo, ma che era l’unzione<br />

amministrata per ultima, dopo le<br />

altre “unzioni” con l’olio sacro che si<br />

ricevono negli altri sacramenti. Tutti<br />

i sacramenti sono segni <strong>del</strong>l’amore<br />

di Dio per l’uomo, e nel sacramento<br />

<strong>del</strong>l’Unzione è Gesù stesso,<br />

sempre premuroso<br />

verso i malati nell’anima<br />

e nel corpo che si china<br />

su di noi quando siamo<br />

deboli e fragili per versare,<br />

come il buon samaritano,<br />

il balsamo <strong>del</strong> suo<br />

amore sulle nostre ferite.<br />

<strong>Il</strong> sacramento <strong>del</strong>l’Unzione<br />

partecipa al malato la grazia<br />

<strong>del</strong><strong>lo</strong> Spirito Santo, fornisce<br />

un aiuto speciale per<br />

la sua salvezza, aumenta<br />

la fiducia in Dio e dona la<br />

forza per combattere la<br />

tentazione <strong>del</strong><strong>lo</strong> sconforto<br />

e la paura. Al termine <strong>del</strong>la<br />

bellissima e commovente cerimonia,<br />

la comunità parrocchiale di San Rocco<br />

ha voluto dimostrare la sua stima<br />

e il suo affetto al vescovo Pietro consegnandogli<br />

un prestigioso ritratto<br />

realizzato dal bravissimo e noto artista<br />

Alfonso Corbi (foto a destra).<br />

il Magistero<br />

di Davide Sant'Orsola<br />

• Esistono almeno due ottime ragioni<br />

oggettive che hanno consigliato, e<br />

consigliano, i frequenti interventi <strong>del</strong><br />

Magistero <strong>del</strong>la Chiesa. La prima ragione<br />

si fonda sui fenomeni indotti dalla<br />

modernità. A differenza di quanto<br />

accadeva precedentemente, oggi la<br />

fede non è più trasmessa con la vitale<br />

spontaneità <strong>del</strong>le generazioni viventi in<br />

società più antiche. La cultura moderna<br />

e contemporanea tende a isolare<br />

la fede e il discorso sulla fede e il Magistero<br />

<strong>del</strong>la Chiesa sente vivamente<br />

il suo diritto-dovere di impedire che i<br />

fe<strong>del</strong>i siano sommersi da quella cultura<br />

e di difendere la verità <strong>del</strong>la divina Rivelazione<br />

con la sua presentazione più<br />

adatta alla sensibilità degli uomini <strong>del</strong><br />

nostro tempo. Questo compito, che è<br />

l’espressione prima <strong>del</strong>la sollecitudine<br />

pastorale, comporta che il Magistero<br />

risponda frequentemente ai problemi<br />

e alle domande poste da un tempo di<br />

rapidità. La seconda ragione si fonda<br />

sulla necessità di esperire e proporre<br />

soluzioni nuove a problemi nuovi che<br />

devono essere percepiti dai fe<strong>del</strong>i nella<br />

<strong>lo</strong>ro vera valenza per il rapporto con la<br />

Rivelazione e con il disegno <strong>del</strong>l’uomo<br />

che da essa promana. <strong>Il</strong> Magistero<br />

esiste precisamente per illuminare<br />

questo rapporto e trarne i conseguenti<br />

abiti morali e comportamentali. C’è<br />

un’ulteriore ragione che vi sottopongo.<br />

E’ tratta dalla Bibbia: 2 Tim 4,2 (seconda<br />

lettera di san Pao<strong>lo</strong> a Timoteo).<br />

Si legge: «annuncia la Parola, insisti al<br />

momento opportuno e non opportuno,<br />

ammonisci, rimprovera, esorta con<br />

ogni magnanimità e insegnamento».<br />

SINTONIE<br />

5<br />

LA POSTA DI<br />

SUOR MARISTELLA BARRESI<br />

Responsabilità<br />

Scrivete all'indirizzo di posta<br />

elettronica <strong>del</strong> giornale, oppure<br />

indirizzate le lettere a<br />

"<strong>Il</strong> <strong>Velino</strong>", Corso <strong>del</strong>la Libertà<br />

54, Avezzano.<br />

Suor Stella gentilissima<br />

sono uno studente, quasi<br />

impegnato. Non sono<br />

riuscito a capire il significato<br />

di un passaggio <strong>del</strong><br />

Vange<strong>lo</strong> di Matteo 25,34:<br />

<strong>lo</strong> sento tanto distante,<br />

irreale. Può spiegarme<strong>lo</strong><br />

lei? (Marco, Avezzano)<br />

Caro Marco, innanzitutto non<br />

capisco cosa significa quel<br />

“quasi” davanti all’impegno<br />

(perché non vieni a trovarmi<br />

così ne parliamo in privato?),<br />

poi diciamo ai lettori qual è il<br />

versetto da te citato: «Al<strong>lo</strong>ra<br />

il re dirà a quelli che saranno<br />

alla sua destra: “Venite,<br />

benedetti <strong>del</strong> Padre mio, ricevete<br />

in eredità il regno<br />

preparato per voi fin dalla<br />

creazione <strong>del</strong> mondo”». Ciò<br />

che distingue l’uomo dagli<br />

animali è essenzialmente la<br />

libertà. Anche gli altri esseri<br />

viventi sono “liberi”, nei limiti<br />

concessi dalla stessa natura,<br />

senza poter uscire da questi<br />

comportamenti. Al genere<br />

umano è concessa la possibilità<br />

di trascendere questi<br />

schemi mentali pur avendo<br />

un limite alla propria libertà:<br />

la responsabilità. La responsabilità<br />

è vista come un<br />

peso troppo grande per permettere<br />

alle ali <strong>del</strong>la libertà<br />

di prendere quota. <strong>Il</strong> mondo<br />

giovanile rischia di andare<br />

incontro ad un grave processo<br />

di deresponsabilizzazione<br />

probabilmente perché la<br />

nostra società non li aiuta a<br />

realizzare la propria vocazione.<br />

Ecco perché la Chiesa ci<br />

fa riflettere sull’emergenza<br />

educativa. Ed è proprio dalla<br />

vocazione, invece, che si<br />

dovrebbe ripartire. Infatti la<br />

vocazione è ciò che ci distingue<br />

l’uno dall’altro, per cui<br />

non rispondendo a questa<br />

chiamata faremo altro, ma<br />

ci rimarrà sempre il rimorso<br />

di non aver fatto ciò che più<br />

ci sarebbe piaciuto. Forse un<br />

corso di formazione vocazionale,<br />

ricco anche di contenuti,<br />

non sarebbe male. Perché<br />

non pensi, per l’estate, ad un<br />

periodo di ferie meditative in<br />

qualche centro cristiano che<br />

ti aiuti a vedere dentro di te?<br />

Se dopo questa risposta vuoi<br />

rileggere il testo biblico, poi<br />

mi dirai come <strong>lo</strong> hai "ri-trovato".<br />

Lo dovresti sentire un<br />

po’ più attuale e vicino.


6 Settimana eucaristica: primo bilancio<br />

la sFida <strong>del</strong>l'iMPeGno<br />

I riflessi <strong>del</strong>l'evento che ha preparato Ancona<br />

di Maurizio Cichetti *<br />

• Eccola qui, la Chiesa marsicana capace<br />

di uscire dai rassicuranti spazi <strong>del</strong>le<br />

sacrestie, dai gratificanti angoli <strong>del</strong>le<br />

appartenenze ecclesiali esclusive, capace<br />

cioè di intercettare le dinamiche<br />

più contraddittorie e complesse di un<br />

tessuto sociale slabbrato e forse alla<br />

ricerca, oltre che di una direzione di<br />

marcia per un futuro meno nebu<strong>lo</strong>so,<br />

anche di un senso ultimo. Eccola, quindi,<br />

una Chiesa <strong>lo</strong>cale che - non senza<br />

qualche indugio e resistenza - cerca<br />

però in ogni caso di porsi in ascolto di<br />

una comunità marsicana disincantata<br />

che, forse oggi più che mai, sembra<br />

chiedere di essere sostenuta nel suo<br />

sforzo di definirsi in modo autentico e<br />

credibile. Così, è il volto di una Chiesa<br />

che non si chiude in se stessa, quel<strong>lo</strong><br />

che traspare, nel momento di un sia<br />

pur sommario bilancio <strong>del</strong>la Settimana<br />

eucaristica diocesana, vissuta nei<br />

giorni scorsi dalla comunità ecclesiale<br />

marsicana in preparazione <strong>del</strong> XXV<br />

Congresso eucaristico nazionale, in<br />

programma nella prima decade di settembre<br />

ad Ancona sul tema “Signore<br />

da chi andremo? L’Eucaristia per la vita<br />

quotidiana”. Una settimana di appuntamenti,<br />

per la Chiesa <strong>lo</strong>cale, scanditi<br />

da momenti di confronto e momenti<br />

di riflessione sui cinque ambiti <strong>del</strong>l’esistenza,<br />

quelli che saranno al centro <strong>del</strong><br />

Congresso di Ancona e che sono stati,<br />

poi, gli stessi già al centro <strong>del</strong> dibattito<br />

nel Convegno ecclesiale di Verona<br />

<strong>del</strong> 2006. Gli ambiti di riferimento, va<br />

per l’appunto ricordato, sono la vita affettiva,<br />

il lavoro e la festa, la fragilità<br />

umana, la tradizione e la cittadinanza.<br />

Aperta da una solenne celebrazione a<br />

Pescina (con il corteo <strong>dei</strong> fe<strong>del</strong>i verso<br />

la chiesa di Santa Maria <strong>del</strong>le Grazie),<br />

la Settimana eucaristica diocesana ha<br />

quindi affrontato - di volta in volta in<br />

ognuna <strong>del</strong>le foranie diocesane - le tematiche<br />

proposte, a partire da quella<br />

riguardante la fragilità umana, tenutasi<br />

a Magliano <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong>. Guidate dalle riflessioni<br />

svolte dal vescovo, le diverse<br />

associazioni a vario tito<strong>lo</strong> impegnate<br />

in questo ambito hanno potuto fare il<br />

punto su una ancora diffusa situazione<br />

di disagio e di difficoltà, che chiama in<br />

particolare la Chiesa <strong>lo</strong>cale ad uno sforzo<br />

supplementare, sul versante <strong>del</strong>l’abbattimento<br />

<strong>dei</strong> fattori di disgregazione<br />

sociale ed umana. Di partecipazione<br />

attiva e consapevole alla vita politi-<br />

ca e sociale si è poi discusso nell’appuntamento<br />

celanese <strong>del</strong>la Settimana,<br />

mentre a Trasacco l’attenzione è stata<br />

puntata sul ruo<strong>lo</strong> svolto dalla tradizione,<br />

sempre in riferimento alla tematica<br />

centrale <strong>del</strong> Congresso, vale a dire<br />

la portata <strong>del</strong>l’impatto <strong>del</strong> messaggio<br />

eucaristico per la vita quotidiana. Un<br />

incontro, quel<strong>lo</strong> di Trasacco, che ha poi<br />

visto la presenza - accanto a monsignor<br />

Santoro - di monsignor Edoardo Menichelli,<br />

arcivescovo di Ancona-Osimo.<br />

Dopo la giornata sacerdotale di Avezzano<br />

(con la notte bianca di preghiera<br />

e diverse chiese <strong>del</strong>la città aperte), si<br />

è posto l’accento sul tema <strong>del</strong> lavoro<br />

e <strong>del</strong>la festa, con il vescovo che a Carsoli<br />

ha visitato alcune aziende, prima<br />

<strong>del</strong>la celebrazione nel campo sportivo<br />

di Oricola. Infine, l’appuntamento con<br />

l’affettività, a Tagliacozzo, per ribadire<br />

la centralità <strong>del</strong>l’Eucaristia nell’autentica<br />

relazione umana. In ognuna <strong>del</strong>le<br />

<strong>lo</strong>calità interessate, al termine <strong>del</strong>la<br />

celebrazione conclusiva <strong>del</strong>la giornata,<br />

veniva esposto il Santissimo Sacramento<br />

per l’adorazione, fino al giorno<br />

successivo. Si diceva, in sostanza, di<br />

una Chiesa marsicana apparsa ormai<br />

capace di misurarsi con le tensioni<br />

<strong>del</strong> quotidiano, proponendo il dono<br />

<strong>del</strong>l’Eucaristia, come un segno di tangibile<br />

presenza nelle concrete vicende<br />

umane. Una prossimità, quella <strong>del</strong>la<br />

comunità <strong>dei</strong> credenti marsicani, che<br />

pare oggi diventare ancora più cruciale,<br />

al cospetto di una <strong>Marsi</strong>ca che<br />

sembrerebbe aver smarrito tanti riferimenti<br />

ideali e politici, se è vero che<br />

di giorno in giorno si fa più profondo<br />

il fossato tra le aspettative e le urgenze<br />

di un territorio spesso vessato, e i<br />

ritardi di chi resta forse legato a non<br />

più proponibili <strong>lo</strong>giche di control<strong>lo</strong> di<br />

uomini e donne <strong>del</strong> nostro tempo. Così<br />

il messaggio che viene dalla Settimana<br />

eucaristica diocesana è quel<strong>lo</strong> di una<br />

Chiesa che si fa tutt’uno con la storia<br />

<strong>del</strong>l’uomo, nel segno di una fe<strong>del</strong>tà alla<br />

Parola che si traduce in impegno concreto<br />

e condiviso.<br />

* Questo artico<strong>lo</strong> è stato pubblicato<br />

anche sul quotidiano cattolico Avvenire<br />

<strong>del</strong> 3 <strong>luglio</strong> 2011<br />

taGliacoZZo<br />

l'affettività<br />

di Alessio Manuel Sforza<br />

• La penultima giornata<br />

<strong>del</strong>la Settimana<br />

eucaristica diocesana<br />

si è svolta a Tagliacozzo<br />

sabato 25 giugno.<br />

<strong>Il</strong> tema trattato<br />

è stato “Eucaristia ed<br />

affettività”. Un argomento molto importante<br />

tenuto conto di come spesso<br />

nei nostri giorni il tema <strong>del</strong>l’affettività<br />

viene affrontato con superficialità.<br />

Anche l’eccessiva frenesia <strong>del</strong>la vita,<br />

unitamente al crescente individualismo<br />

che minaccia continuamente la<br />

nostra società, limita sempre più i<br />

momenti di comunione tra le coppie,<br />

in particolar modo <strong>del</strong>le famiglie, di<br />

conseguenza sono sempre più rari<br />

quei momenti di condivisione che devono<br />

essere propri <strong>del</strong>la vita coniugale.<br />

Protagonisti <strong>del</strong>la giornata sono<br />

state le famiglie, coppie di fidanzati e<br />

giovani. La giornata si è svolta tra la<br />

chiesa <strong>dei</strong> santi Cosma e Damiano <strong>del</strong><br />

monastero <strong>del</strong>la benedettine, dove si<br />

è tenuta la catechesi <strong>del</strong> vescovo Pietro<br />

Santoro, e la chiesa di san Francesco<br />

dove c’è stato il momento di<br />

preghiera ed adorazione eucaristica.<br />

In questi momenti si è voluto ribadire<br />

il fatto che l’Eucaristia deve tornare<br />

ad essere la fonte <strong>del</strong>la nostra<br />

vita. Come ha detto il nostro vescovo<br />

«l’Eucaristia è il sacramento <strong>del</strong>la piena<br />

affettività. E’ Dio che si consegna<br />

per amore, che consegna integralmente<br />

se stesso corpo, anima, umanità<br />

e divinità». Non dobbiamo quindi<br />

pensare di partecipare all’Eucaristia<br />

come ad un semplice momento devozionale,<br />

ma come «un ingresso <strong>del</strong><br />

cuore, <strong>del</strong>l’intelligenza, <strong>del</strong>la vo<strong>lo</strong>ntà<br />

dentro l’affettività di Cristo che si<br />

dona per noi». Anche le coppie ed i<br />

giovani presenti hanno tenuto a precisare<br />

come Cristo deve tornare ad<br />

essere il vero motore <strong>del</strong>l’affettività<br />

in un rapporto di coppia, sapendo accettare<br />

l’altro per ciò che è ed incanalando<br />

i figli verso un’autentica affettività<br />

cristiana.<br />

Non hanno nascosto,<br />

però, le<br />

difficoltà di fronte<br />

alla società<br />

odierna portatrice<br />

spesso di va<strong>lo</strong>ri<br />

contrari alla<br />

morale cristiana.<br />

Un grande aiuto<br />

può venire dalla<br />

Chiesa a partire<br />

dalle comunità<br />

parrocchiali. La<br />

serata si è conclusa<br />

con uno<br />

spettaco<strong>lo</strong> di<br />

Francesco Sportelli<br />

dal tito<strong>lo</strong><br />

“Sopra le righe”.<br />

LAPIS<br />

• Lapis, oppure back of the enve<strong>lo</strong>pe<br />

calculation: questa nuova<br />

rubrica de “<strong>Il</strong> <strong>Velino</strong>” non<br />

avrà una cadenza fissa ma sarà<br />

presente so<strong>lo</strong> quando avremo<br />

qualcosa da dire. <strong>Il</strong> back of the<br />

enve<strong>lo</strong>pe calculation è un calco<strong>lo</strong><br />

approssimativo, in genere svolto<br />

su un qualsiasi foglio di carta<br />

riciclata a disposizione, come il<br />

retro di una busta e da qui la<br />

definizione ang<strong>lo</strong>sassone. E’ più<br />

che una supposizione ma meno<br />

di un calco<strong>lo</strong> preciso o di una<br />

dimostrazione matematica. La<br />

caratteristica distintiva di simili<br />

calcoli è l’uso di ipotesi semplificate.<br />

Nelle scienze esatte simile<br />

modo di procedere è spesso<br />

associato al nome <strong>del</strong> grande<br />

fisico italiano Enrico Fermi, che<br />

era noto risolvere complesse<br />

equazioni differenziali con degli<br />

ingegnosi metodi di approssimazione.<br />

Edoardo Amaldi, uno<br />

<strong>dei</strong> ragazzi di via Panisperna, ricorda<br />

nel suo libro di memorie,<br />

le sfide di abilità che <strong>lo</strong> stesso<br />

Fermi ingaggiava con Ettore Majorana.<br />

Gare di complicatissimi<br />

calcoli: Fermi col rego<strong>lo</strong> calcolatore,<br />

alla lavagna o su un foglio;<br />

Majorana a memoria, voltandogli<br />

le spalle; e quando Fermi<br />

diceva «sono pronto», Majorana<br />

dava il risultato. Quando Fermi<br />

si trasferì negli Usa, verso la fine<br />

degli anni ’30 <strong>del</strong> seco<strong>lo</strong> scorso,<br />

questa sua abilità la mise a<br />

confronto con altre due menti<br />

straordinarie, quelle di Richard<br />

Feynman e John Von Neumann.<br />

Tutti e tre, bravissimi nei calcoli,<br />

si sfidavano per gioco a chi per<br />

primo fosse riuscito a trovare la<br />

soluzione a complessi problemi<br />

fisici. Naturalmente ciascuno era<br />

libero di lavorare con <strong>lo</strong> strumento<br />

di calco<strong>lo</strong> preferito (Von<br />

Neumann non aveva ancora inventato<br />

il computer). La storia<br />

racconta che Feynman era im-<br />

• Una <strong>del</strong>egazione <strong>del</strong>l'Ambasciata<br />

<strong>del</strong> Gabon presso la Santa Sede in<br />

visita nella <strong>Marsi</strong>ca.<br />

LA VITA DI NOIALTRI<br />

a cura <strong>del</strong>la redazione<br />

•Ci sono momenti nei quali si pensa, senza amarezza, come una constatazione<br />

di fatto, di aver vissuto la vita più ricca che ragionevolmente ci si<br />

potesse aspettare, con un lavoro che aveva senso, una grande libertà personale<br />

e una curiosità intellettuale sempre altrettanto grande nei confronti<br />

<strong>del</strong>la vita e <strong>del</strong>le possibilità e <strong>dei</strong> limiti che la vita pone a ciascuno. In questa<br />

foto di Valentina Mastrodicasa un omaggio a voi lettori che credete nel va<strong>lo</strong>re<br />

<strong>del</strong>la vita, la vostra e quella degli altri.<br />

A CURA DI MARCO BOLEO<br />

Fate i calcoli con i debiti<br />

battibile con la calcolatrice, Fermi<br />

era di una straordinaria ve<strong>lo</strong>cità<br />

nell’eseguire i calcoli con<br />

il suo inseparabile rego<strong>lo</strong> calcolatore<br />

e Von Neumann preferiva<br />

effettuare tutti i calcoli a mente.<br />

Arrivavano tutti e tre molto ve<strong>lo</strong>cemente<br />

agli stessi risultati, ma<br />

molte volte il più ve<strong>lo</strong>ce era Von<br />

Neumann. Negli ultimi tempi, diciamo<br />

nell’ultimo anno, il costo<br />

medio <strong>del</strong> debito pubblico italiano<br />

(il costo <strong>del</strong> suo finanziamento)<br />

è cresciuto di 120-<strong>15</strong>0 punti<br />

base (i tassi di interesse sono<br />

aumentati di un ammontare che<br />

oscilla tra l’1,2-1,5%). <strong>Il</strong> famoso<br />

spread sui bund tedeschi. Finora<br />

questa differenza non aveva<br />

creato problemi, perché si stavano<br />

rifinanziando emissioni<br />

precedenti agli anni 2008-09.<br />

Dal 1999-2009, circa, infatti<br />

abbiamo emesso debito a tassi<br />

di poco superiori a quelli tedeschi.<br />

Siccome la vita media <strong>del</strong><br />

nostro debito è vicina ai 7 anni,<br />

questo vuol dire che <strong>lo</strong> spread <strong>lo</strong><br />

paghiamo so<strong>lo</strong> sui titoli emessi<br />

nel periodo 2010-11, mentre il<br />

resto <strong>del</strong> debito ci costa ancora<br />

poco. Per chi non avesse familiarità<br />

con l’aritmetica <strong>del</strong> debito<br />

e la contabilità nazionale, questo<br />

significa un maggior carico<br />

fiscale tra l’1,5-1,8% rispetto al<br />

Pil per coprire la maggiore spesa<br />

per interessi. Sono almeno 25<br />

miliardi di euro da "vampirizzare"<br />

prima ancora di pensare al<br />

deficit, ovvero alla differenza tra<br />

le entrate e le uscite che vanno<br />

riportate sotto control<strong>lo</strong>. Se<br />

le cose continueranno su questo<br />

crinale, ogni settimana che passa<br />

costerà sempre di più rifinanziare<br />

il nostro debito pubblico.<br />

Con un rapporto debito/Pil vicino<br />

al 120%, un punto in più di<br />

interesse significa un 1,2% di Pil<br />

di tasse in più, altro che riduzione<br />

<strong>del</strong>la pressione fiscale.


<strong>Il</strong> nuovo portale multimediale vaticano<br />

"NEWS.VA": IL CLICK DEL PAPA<br />

Sfida condivisa da “ilvelinoweb”<br />

a cura di Vincenzo Corrado<br />

• “News.va”. Si chiama così il<br />

nuovo portale multimediale vaticano,<br />

on line dal 29 giugno, festività<br />

<strong>dei</strong> santi Pietro e Pao<strong>lo</strong>, a<br />

suggellare il 60° <strong>del</strong>l’ordinazione<br />

sacerdotale di Benedetto XVI. Ed<br />

è stato proprio il Santo Padre in<br />

persona a lanciar<strong>lo</strong> in rete, con<br />

un tablet, nei primi vespri <strong>del</strong>la<br />

festività. Lo ha riferito monsignor<br />

Claudio Maria Celli, presidente<br />

<strong>del</strong> Pontificio consiglio <strong>del</strong>le comunicazioni<br />

sociali (Pccs), presentando<br />

ai giornalisti la nuova<br />

iniziativa insieme a padre Federico<br />

Lombardi, direttore <strong>del</strong>la sala<br />

stampa <strong>del</strong>la Santa Sede, e a<br />

Giovanni Maria Vian, direttore de<br />

“L’Osservatore Romano”.<br />

Una storia di tutto rispetto.<br />

«La presenza <strong>del</strong>la Santa Sede<br />

nel campo <strong>del</strong>la comunicazione<br />

- ha sottolineato monsignor<br />

Celli - ha una sua storia di tutto<br />

rispetto. Basti pensare a “L’Osservatore<br />

Romano” che celebra<br />

quest’anno i suoi <strong>15</strong>0 anni o alla<br />

Radio vaticana che, poco tempo<br />

fa, ricordava i suoi 80 anni di attività.<br />

Poi, in epoca più recente,<br />

il “Vatican information service”,<br />

l’agenzia “Fides”, la stessa sala<br />

stampa e il “centro televisivo vaticano”».<br />

Su “news.va”, ha spiegato<br />

il presidente <strong>del</strong> Pccs, «sarà<br />

possibile trovare le principali notizie<br />

stampate o messe in onda<br />

dagli altri media vaticani. Si tratta,<br />

quindi, di un portale multimediale<br />

che permetterà al visitatore<br />

di accedere immediatamente alle<br />

principali notizie, <strong>del</strong>la stampa,<br />

<strong>del</strong>la radio e <strong>del</strong> centro televisivo<br />

vaticano. Le notizie riguarderanno<br />

le attività o gli interventi<br />

magisteriali <strong>del</strong> Santo Padre, le<br />

prese di posizione <strong>dei</strong> dicasteri<br />

<strong>del</strong>la Santa Sede, così come i più<br />

importanti avvenimenti <strong>del</strong> mondo<br />

o situazioni legate alle varie<br />

Chiese particolari».<br />

In sintonia con gli altri media.<br />

Almeno per i primi mesi, ha<br />

proseguito monsignor Celli, «il<br />

portale sarà so<strong>lo</strong> in due lingue:<br />

italiano e inglese. Dopo l’estate<br />

avremo un primo restyling e<br />

l’apertura in almeno un’altra lingua,<br />

forse in spagno<strong>lo</strong>. Si vedrà,<br />

perché è nostro desiderio che sia<br />

on line anche in francese, portoghese<br />

e tedesco». <strong>Il</strong> portale, ha<br />

proseguito l’arcivescovo, «non<br />

ha una sua specifica linea editoriale:<br />

si rifà semplicemente a<br />

quanto già scrivono o comunicano»<br />

le fonti vaticane d’informazione.<br />

«Tutti i media - ha assicurato<br />

il presidente <strong>del</strong> Pontificio<br />

consiglio - conserveranno la <strong>lo</strong>ro<br />

autonomia e identità che risulteranno<br />

evidenti dalla presentazione<br />

<strong>del</strong>le principali notizie da<br />

<strong>lo</strong>ro fornite sul portale. Lo stesso<br />

dicasi per il sito "vatican.va" che<br />

non scomparirà, ma conserverà<br />

intatta, anzi potenziata, la missione<br />

affidatagli di porre on line il<br />

Magistero - nelle sue varie forme<br />

- <strong>del</strong> Santo Padre. Sin dall’inizio è<br />

stato un sito documentale e tale<br />

resterà e opererà in piena sintonia<br />

con il nuovo portale».<br />

Un luogo per orientarsi.<br />

Questa nuova iniziativa, ha precisato<br />

Giovanni Maria Vian,<br />

«sottolinea e fortifica la collaborazione<br />

tra i vari mass media <strong>del</strong>la<br />

Santa Sede. Non è una nuova<br />

testata né rappresenta una<br />

nuova linea editoriale. Si tratta<br />

piuttosto di una piattaforma, un<br />

luogo dove sarà più facile orientarsi<br />

in rete per chi vorrà interessarsi<br />

<strong>del</strong>la Santa Sede». Vian<br />

ha ricordato che il Vaticano «ha<br />

già un sito preciso (vatican.va),<br />

accessibile», da anni punto di riferimento<br />

indispensabile per chi<br />

si occupa «in modo specifico di<br />

questi temi». La pubblicazione<br />

<strong>del</strong> nuovo portale, ha notato il<br />

direttore <strong>del</strong> quotidiano vaticano,<br />

«coincide con un anno di celebrazioni<br />

<strong>dei</strong> principali media <strong>del</strong>la<br />

Santa Sede»: gli 80 anni <strong>del</strong>la ra-<br />

dio vaticana (12 febbraio 1931),<br />

e i <strong>15</strong>0 de “L’Osservatore Romano”<br />

(primo <strong>luglio</strong> 1861). Ciò, ha<br />

concluso, sottolinea quanto «la<br />

Santa Sede sia sensibile alla comunicazione,<br />

dimensione costitutiva<br />

<strong>del</strong> cristianesimo. E questa<br />

è un’ovvietà. Lo è di meno, però,<br />

se si tiene conto di alcuni stereotipi<br />

secondo cui Benedetto XVI e<br />

la segreteria di Stato sono poco<br />

sensibili ai nuovi strumenti di comunicazione<br />

sociale».<br />

Un’avventura interessante.<br />

Sull’appoggio personale <strong>del</strong> Papa<br />

e <strong>del</strong>la segreteria di Stato alle<br />

iniziative di comunicazione al<br />

passo con le nuove tecno<strong>lo</strong>gie<br />

ha insistito anche padre Federico<br />

Lombardi. «Abbiamo chiara<br />

percezione - ha detto - che nel<br />

Papa e nella segreteria di Stato<br />

ci sia una consapevolezza per<br />

una presenza dinamica in tutto<br />

il mondo <strong>dei</strong> nuovi media. In<br />

questo contesto si col<strong>lo</strong>ca anche<br />

l’iniziativa di questo portale».<br />

“News.va”, ha osservato il direttore<br />

<strong>del</strong>la sala stampa, si basa su<br />

una «dinamica piuttosto attiva<br />

da parte <strong>del</strong>le diverse realtà di<br />

comunicazione <strong>del</strong>la Santa Sede.<br />

Una dinamica che con questa<br />

iniziativa viene ulteriormente incoraggiata».<br />

<strong>Il</strong> portale, ha spiegato<br />

ancora padre Lombardi, «si<br />

propone di diventare la vetrina<br />

e il traino attraverso cui diventi<br />

facile accedere a questa dinamica<br />

<strong>dei</strong> media vaticani e a queste<br />

proposte. L’avventura che cominciamo<br />

è molto interessante: cioè,<br />

riusciremo a non fare una nuova<br />

istituzione che vada in paralle<strong>lo</strong><br />

o in concorrenza con quelle che<br />

ci sono, ma che diventi un po’ la<br />

punta per la presentazione ad un<br />

vasto pubblico <strong>del</strong> meglio e <strong>del</strong><br />

più dinamico che c’è all’interno<br />

<strong>del</strong>le nostre diverse iniziative?».<br />

La sfida, ha concluso, «è proporre<br />

e rilanciare contenuti che siano<br />

condivisibili».<br />

Ortucchio, il laghetto. Foto di Francesco Scipioni


8<br />

enti che vanno e venGono<br />

storie che Fanno Pensare<br />

Privatizzazione <strong>del</strong>l’acqua e riforma <strong>del</strong> servizio idrico<br />

di Salvatore Braghini<br />

• <strong>Il</strong> referendum elettorale<br />

sull’acqua ha<br />

definitivamente sancito<br />

la sconfitta di<br />

quelle politiche tese<br />

a ripianare i debiti<br />

<strong>dei</strong> consorzi acquedottistici<br />

e ad ammodernare la rete<br />

idrica facendola pagare in bolletta ai<br />

cittadini-utenti. Un disegno bocciato<br />

dagli italiani, i quali hanno ben compreso<br />

che il tutto l’avrebbero pagato<br />

di tasca propria, ma in aggiunta<br />

avrebbero anche remunerato il capitale<br />

investito dai privati. Se uno ci<br />

doveva guadagnare, <strong>del</strong> resto, da<br />

qualche parte dovevano pur uscire i<br />

danari in più.<br />

Per rimanere a casa nostra, il referendum<br />

decreta anche la bocciatura<br />

<strong>del</strong>la proposta <strong>del</strong> presidente e<br />

amministratore<br />

<strong>del</strong>egato <strong>del</strong> Consorzioacquedottistico<br />

marsicano,<br />

il quale già dal<strong>lo</strong><br />

scorso febbraio<br />

aveva annunciato<br />

che entro dicembre<br />

2012 il<br />

40% <strong>del</strong>la quota<br />

capitale doveva<br />

essere venduta ai<br />

privati. Una corsa<br />

alla privatizzazione<br />

e una solerzia che da queste<br />

pagine giudicammo avventata. Per<br />

ripianare la situazione debitoria, il<br />

Cam forse dovrebbe rivedere altre<br />

voci oltre agli alti costi energetici.<br />

Ma la politica <strong>del</strong>l’acqua in Abruzzo<br />

fa “acqua” da tutte le parti. E subisce<br />

proprio in questi giorni un altro<br />

arresto. Ancora il presidente <strong>del</strong><br />

Cam, per così dire in quota Pd, aveva<br />

sottolineato la necessità di completare<br />

l’iter <strong>del</strong>la legge regionale<br />

<strong>del</strong> settore idrico integrato entro il<br />

31 marzo 2011. Una posizione politica<br />

sostenuta dalla maggioranza di<br />

centro-destra in Consiglio regionale<br />

e che si sarebbe rivelata anch’essa<br />

poco lungimirante; dal momento che<br />

il Consiglio <strong>dei</strong> ministri, su proposta<br />

<strong>del</strong> ministro per i Rapporti con le regioni<br />

e per la coesione territoriale<br />

e su conforme parere <strong>del</strong> ministero<br />

<strong>del</strong>l'Ambiente, poche settimane fa,<br />

ha impugnato la legge regionale n.<br />

9/2011 (sul servizio idrico integrato)<br />

approvata a tappe forzate nel mese<br />

di marzo. Molte voci <strong>del</strong>l’opposizione,<br />

nella discussione svoltasi in Consiglio<br />

regionale sulla legge proposta<br />

<strong>del</strong>la Giunta, evidenziarono che la<br />

maggioranza aveva imposto i tempi<br />

<strong>del</strong>l’approvazione per scongiurare il<br />

rischio, strumentalmente agitato, di<br />

una soppressione degli Ato a partire<br />

dall’aprile 2011. Ed oggi possiamo<br />

dire che si trattò di un’accelerazione<br />

inutile e dannosa, sia perché gli<br />

esiti referendari hanno eliminato<br />

l’artico<strong>lo</strong> 23 bis <strong>del</strong> decreto Ronchi<br />

su cui si fonda la legge regionale sul<br />

servizio idrico integrato, sia perché<br />

si tratta di una legge contenente disposizioni<br />

incompatibili con il quadro<br />

normativo costituzionale ed europeo.<br />

E’ <strong>lo</strong> stesso governo a censurare le<br />

disposizioni <strong>del</strong>l’artico<strong>lo</strong> 1, commi<br />

10, 11 e 14, con le quali si attribuisce<br />

all'Ente (Ersi) che subentra nelle<br />

attribuzioni <strong>del</strong>le<br />

disciolte Autorità<br />

d'ambito (Ato),<br />

la competenza a<br />

coordinare una<br />

somma di distinti<br />

piani d'Ambito<br />

provinciali, insieme<br />

alla norma<br />

(artico<strong>lo</strong> 1, comma<br />

16) secondo<br />

cui il control<strong>lo</strong><br />

ana<strong>lo</strong>go sui gestori<br />

in house <strong>del</strong><br />

servizio è svolto nel rispetto <strong>del</strong>l'autonomia<br />

gestionale <strong>del</strong> soggetto gestore<br />

soltanto attraverso parere obbligatorio<br />

sugli atti fondamentali di<br />

quest’ultimo. La previsione regionale<br />

così formulata non rispetta i requisiti,<br />

derivanti dall'ordinamento comunitario,<br />

che caratterizzano il control<strong>lo</strong><br />

ana<strong>lo</strong>go come un "control<strong>lo</strong> strutturale"<br />

sul soggetto affidatario, pensato<br />

quale condizione necessaria e<br />

imprescindibile per la configurazione<br />

<strong>del</strong> in house providing; ponendosi in<br />

contrasto con l'artico<strong>lo</strong> 117, comma<br />

1 <strong>del</strong>la Costituzione, che impone alle<br />

regioni il rispetto degli obblighi derivanti<br />

dall'ordinamento comunitario.<br />

Ma dalle bocciature bisogna trarre<br />

insegnamento. Anche da quelle che<br />

il commissario alla sanità nonché<br />

presidente <strong>del</strong>la regione ha collezionato<br />

dal Tar per le soppressioni<br />

(o riconversioni?) degli ospedali di<br />

Guardiagrele, Casoli, Pescina e Tagliacozzo,<br />

tutte operazioni chirurgiche<br />

ancora una volta fatte sulla pelle<br />

<strong>dei</strong> cittadini-utenti.<br />

Piazza Tor<strong>lo</strong>nia, Avezzano. Foto di Francesco Scipioni<br />

LEGAMI<br />

Dolcezza<br />

di Lucia Fratta e Simone Rotondi (lucy.fra@hotmail.it)<br />

• «Imparate da me, che sono mite e umile di cuore» (cfr.<br />

Mt 11,29). «<strong>Il</strong> nostro campo è invaso dall’ingiustizia. Tutte<br />

le risposte <strong>del</strong> mondo all’ingiustizia sono violenza attiva<br />

o consentita. Opporvi la dolcezza <strong>del</strong> Cristo è scanda<strong>lo</strong>. Chi<br />

può misurare il coraggio richiesto a co<strong>lo</strong>ro che accettassero<br />

questo scanda<strong>lo</strong> <strong>del</strong>la mitezza? Ma c’è scanda<strong>lo</strong> più grande<br />

ed autentico, questo <strong>del</strong><strong>lo</strong> scanda<strong>lo</strong> <strong>dei</strong> cristiani che hanno<br />

lasciato a un Gandhi la responsabilità di levare nel mondo<br />

una massa di uomini che si affidavano alla forza incoercibile<br />

di quella mitezza? E tuttavia, ancora una volta, non c’è scelta.<br />

<strong>Il</strong> Cristo “mite ed umile di cuore” è un fatto. Non possiamo né<br />

rettificar<strong>lo</strong> né adattar<strong>lo</strong>» (Ma<strong>del</strong>eine Delbrêl, Noi <strong>del</strong>le strade,<br />

Gribaudi, 2008, Milano, 123).<br />

Cappadocia<br />

Piccoli movimenti <strong>del</strong>l'animo<br />

In memoria <strong>del</strong> sindaco Bruno Murzilli<br />

a cura di Manuela Scopone<br />

• Cappadocia, Petrella, Verrecchie e<br />

Camporotondo sono in lutto: il 7 <strong>luglio</strong><br />

scorso è morto il sindaco Bruno<br />

Murzilli. L’amministrazione comunale<br />

e i cittadini di Cappadocia e <strong>del</strong>la<br />

<strong>Marsi</strong>ca sono ancora affranti per questa<br />

improvvisa scomparsa. Da alcuni<br />

giorni ricoverato al Policlinico universitario<br />

“Agostino Gemelli” di Roma,<br />

nelle prime ore <strong>del</strong> pomeriggio<br />

<strong>del</strong> 7 <strong>luglio</strong> la<br />

notizia è giunta a Cappadocia,<br />

raggelando tutti<br />

i componenti <strong>del</strong>l’amministrazione,<br />

ma anche<br />

i dipendenti <strong>del</strong>l’ente e<br />

i cittadini tutti. Nato il 6<br />

maggio 1954 Murzilli, al<br />

suo secondo mandato,<br />

era stato rieletto nelle<br />

elezioni <strong>del</strong> 28-29 marzo<br />

2010 con la lista civica<br />

“Uniti per Cappadocia”.<br />

Uomo risoluto ed energico,<br />

dal 2004 ad oggi ha sempre<br />

svolto il suo ruo<strong>lo</strong> politico con grande<br />

impegno, determinazione e tenacia.<br />

Castellafiume, sua cittadina natale,<br />

<strong>lo</strong> ha riaccolto il 9 <strong>luglio</strong> in occasione<br />

<strong>dei</strong> solenni funerali che si sono svolti<br />

nella chiesa di San Nicola di Bari,<br />

dopodiché c’è stata la tumulazione<br />

le storielle di esse Quisse<br />

na' jornata tante pe' cagna'<br />

di Enzo Lo Re<br />

nel cimitero <strong>lo</strong>cale. L’intera amministrazione<br />

comunale e i dipendenti <strong>del</strong><br />

comune sono vicini con un affettuoso<br />

abbraccio alla moglie e alla figlia.<br />

Qui, a “<strong>Il</strong> <strong>Velino</strong>”, ricordiamo una<br />

frase di Clive Staples Lewis: «Passai<br />

una notte insonne con il mal di denti,<br />

pensando al mal di denti<br />

e alla mia insonnia». E’<br />

l’esempio di una verità<br />

generale. Ogni infelicità<br />

è in parte, per così dire,<br />

l’ombra o il riflesso di se<br />

stessa: non è soltanto<br />

il proprio soffrire, ma è<br />

anche il dover pensare<br />

continuamente al proprio<br />

soffrire. In questi giorni<br />

tristi, il giornale diocesano<br />

vuole essere vicino<br />

ai familiari <strong>del</strong> sindaco<br />

Bruno Murzilli, agli amministratori<br />

comunali, ai consiglieri,<br />

a tutti i cittadini <strong>del</strong> comune di Cappadocia.<br />

Grazie alla fede in Dio le<br />

condoglianze non sono un semplice<br />

rituale ma movimenti <strong>del</strong>l’animo che<br />

appartengono al segreto di ciascuno<br />

di noi.<br />

• Tutte a ngumingiate na sera, stemme alle frische: ie, Middie, la mojie<br />

Lisa e mojema Angela. Certe che sti jorni sta a fa le càlle; la sera se respira<br />

ma a mese jorne, a Fucine, t’accora una bufagna. «Ie pense che steme a<br />

50 crati», dicette Middie. «Ma che sta a di', 50 crati nen j fa manche aje<br />

mare», responnette mojema. «Ao, vaiù, voleme i a fa na scampagnata.<br />

Na jornata aje mare nostre, addo vane quasci tutti i 'vezzanesi? Tante pe<br />

càmpiare aria - dicette ie - so<strong>lo</strong> i teneme i costumi? Le ciavatte? Mica poteme<br />

i comma i bica<strong>lo</strong>tti». Ce vone la cose moterne: i carzungini me tenne 50 anni, manche<br />

me vanne più. Angela se fa prestà je costume dalla fija, Lisa jette alla commare. 'Nzomma<br />

ce attrezzemme alla meje. Middie, poreje, a forza de zappa aje sole, teneva la canottiera<br />

rettrattata: sembreva pittata, era finta, manche te l’accurgivi che steva a pette nute. Fu<br />

cuscì che alle see 'mpunta, partemme co la machina me, gnova: se chiama “Evo multifilter”.<br />

Arrivemme aje caseje, so pijate je scontrine e via. Mojema Angela me fa: «Esse qui,<br />

te si frecate quaccosa. Mo te sinti se chiamene i pulizziotti». «None - ce dicette Lisa - quje<br />

è je bijette pe pacà quanne arriveme». «Eh, 'Ngiulina - dicette ie - perché nen te sta zitta.<br />

Se dici le fesserie me fa 'mbruja la via, e chisà addo jame a fenì». Fu al<strong>lo</strong>ra che so viste<br />

la frezza co la scritta “Pescara”. E vai esse, a tutte gas. Ogni tante se sentiva ne fischie<br />

dentre alla machina. Ficette Middie: «Che t’anne vennute la machina co i cellitti?». «None,<br />

quanne va forte, tucchi rallentà». Chiacchiarenne, dicenne 'na cosa e 'natra, arrivemme<br />

alla pineta deje mare. Ce mettemmo i slippi, le femmene il costumo (comma diceva Middie<br />

«Du pezzi, le cosse co<strong>lo</strong>re stracchine, me sembrivene la ricrama <strong>del</strong>la cera»). «Esse<br />

qui - me dicette Angela - che te parene ste cosse?». «Gnente, du cianche che vete da 50<br />

anni. So sempre quele». Lisa me credeve che era meje, ma che oleme fa quesse so. Provemme<br />

a facce je bagne. Middie a momenti se affocheva. <strong>Il</strong> zione che ficeva je guardiane<br />

ce dicette: «Signore, se nen sai natare statte fermo». La storia sarria lunga, aja accorcia'.<br />

Ve sarria fatte vede', quande à stata l’ora de magna'. Anne portate tecame, tecamelle,<br />

pasta, carne tre tipi, sargiccie, presutte, aoh. Ma che dema fa je pranze de nozze? Middie<br />

me dicette: «Esse qui, quije che steva pija je sole era paesane nostre. Quije nen lavora.<br />

Com'è cha sta in ferie? Al<strong>lo</strong>ra janne nen è 365 jorni, ma 380, perché quije fa <strong>15</strong> jorni de<br />

ferie?». Quele che a succese alle revenì, satulli comme stemme. Ogni tante me doveve<br />

ferma'. Tenemmo tutti i disturbi de corpe: finarmente arrivemme a notte. Middie dicette<br />

l’utima <strong>del</strong>la jornata: «Quanne reficeme?». Ie so resposte: «Quanne? Ma quanne?». La<br />

cosa è fenita, sarvo a tutti.


la terra che trema. Pensieri <strong>lo</strong>ntani<br />

La solitudine <strong>del</strong> cittadino g<strong>lo</strong>bale<br />

di Giuseppe Pantaleo<br />

• La scorsa primavera ho letto un post<br />

di Luca Sofri sul terremoto: "Tre giorni<br />

a L’Aquila" su www.ilpost.it <strong>del</strong> 6<br />

aprile 2011. Si tratta di un testo scritto<br />

con umiltà ed in punta di piedi anche<br />

se non memorabile per il suo contenuto.<br />

L’onestà di cui era intriso, mi<br />

aveva spinto a scrivere direttamente<br />

all’autore, più che ad inviare un commento.<br />

<strong>Il</strong> fatto di trovarmi davanti a<br />

1) un giornalista; 2) una persona con<br />

una decina d’anni meno di me; 3)<br />

uno che a differenza <strong>del</strong> sottoscritto,<br />

a L’Aquila c’è stato, mi ha trattenuto<br />

dal postare. Ho ripreso il file per<br />

quest’occasione, rimpolpando<strong>lo</strong>: la<br />

struttura è rimasta però identica. Mi<br />

ha colpito una sorta di candore, nel<br />

post. La «prima volta» che io supero<br />

un gradino, appoggio le dita sulla<br />

tastiera di una chitarra o che vado a<br />

cena da Fat Duck, non è un trauma.<br />

(Una curva a 50 chi<strong>lo</strong>metri l’ora in bicicletta,<br />

richiede un maggior <strong>numero</strong><br />

d’esperienze precedenti). Scrivevo<br />

nel pezzo non spedito: «Posso immaginare<br />

che tu, guardando molta Tv in<br />

questi ultimi 26 mesi (Rai, Mediaset,<br />

La7), hai avuto più di un problema<br />

nel riconoscere la situazione che ti<br />

si è parata davanti agli occhi». Non<br />

so se è andata così, ovviamente: chi<br />

ha seguito la vicenda <strong>del</strong> terremoto<br />

nell’aquilano sulla carta stampata o<br />

sul web, s’è orientato meglio una volta<br />

sul posto. La faccenda riguarda il vedere<br />

più in generale, gli strumenti che<br />

utilizziamo per procurarci le immagini,<br />

come archiviamo e come rielaboriamo<br />

le stesse. Tra le prime cose che<br />

ho scritto, sul mio b<strong>lo</strong>g: «Stamattina,<br />

dopo la botta <strong>del</strong>le 6,30, ho sentito le<br />

gazze che stanno alla curia: negli ultimi<br />

giorni, gli animali sono quasi spariti<br />

dalla circolazione» 8 aprile 2009.<br />

(Ho speso molto tempo, in realtà, a<br />

ricordare alle persone che le lancette<br />

<strong>del</strong>l’oro<strong>lo</strong>gio di quel complesso, erano<br />

ferme alle 3,32 dall’anno precedente,<br />

anche “<strong>Il</strong> <strong>Velino</strong>” <strong>lo</strong> fece notare con<br />

un “pezzo” molto bel<strong>lo</strong>). Ho preso<br />

ben presto ad archiviare materiali sul<br />

terremoto, scritti soprattutto. Ho postato<br />

quotidianamente <strong>dei</strong> pezzi per<br />

i primi dieci giorni, raccontando ciò<br />

che succedeva da noi, nelle retrovie.<br />

Notavo gli aquilani per la <strong>lo</strong>ro parlata,<br />

per l’abitudine di leggere il quotidiano<br />

che acquistavano all’edicola (noi<br />

scrocchiamo, sfogliamo i giornali al<br />

bar, per <strong>lo</strong> più), per la <strong>lo</strong>ro aria un po’<br />

persa e sognante durante la "vasca"<br />

serotina.<br />

Avezzano. Casa circondariale<br />

vite di Ferro, carta e cartone<br />

Corso di fotografia con i detenuti<br />

di Francesco Scipioni<br />

• Un picco<strong>lo</strong> cortile. Un muro gial<strong>lo</strong> e<br />

poi il cie<strong>lo</strong>. Due strisce co<strong>lo</strong>rate che<br />

saranno il limite <strong>del</strong> prossimo futuro,<br />

un orizzonte artificiale che guiderà<br />

pensieri e propositi. Qualche rumore<br />

filtra dall'esterno e stimola la fantasia:<br />

l'immaginazione disegna situazioni<br />

banalissime a cui nessuno avrebbe<br />

mai prestato attenzione “fuori” e ora<br />

diventa un gioco, un passatempo,<br />

una necessità. Capisci quali sono le<br />

vere priorità, il va<strong>lo</strong>re degli affetti e<br />

il sapore <strong>del</strong>la quotidianità perduta.<br />

Sulla pelle ognuno racconta la sua<br />

storia, le braccia diventano un album<br />

di famiglia, un diario di viaggio dove,<br />

con do<strong>lo</strong>re, si fissano per sempre le<br />

coordinate <strong>del</strong>le proprie radici e le<br />

preghiere per un sicuro e ve<strong>lo</strong>ce ritorno<br />

(le foto accanto sono <strong>dei</strong> detenuti<br />

<strong>del</strong>la Casa circondariale di Avezzano<br />

ed esposte al centro commerciale "I<br />

<strong>Marsi</strong>" dal 2 al 9 <strong>luglio</strong>). Ma infinite<br />

volte dovranno ancora percorrere<br />

l'invisibile sentiero circolare nel picco<strong>lo</strong><br />

cortile, durante l'ora d'aria, per<br />

tornare. “Viaggiare senza muoversi”<br />

questa era l'impressione che mi dicevano<br />

di avere, un paesaggio che non<br />

scorre sembra portarti da nessuna<br />

parte... eppure, con una inaspettata<br />

saggezza e consapevoli <strong>del</strong>la <strong>lo</strong>ro<br />

condizione, accettano di buon grado<br />

il viaggio in quella sorta di macchina<br />

<strong>del</strong> tempo che è il carcere.<br />

LA TERRA DI ULRO<br />

Libro<br />

di Giuseppe Pantaleo<br />

• Gli abitatori che si sono avvicendati nelle valli, hanno mo<strong>del</strong>lato<br />

l’ambiente circostante ma non in modo rilevante. (Nel senso: ci si<br />

può continuare a vivere, anche dopo i cambiamenti legati al prosciugamento<br />

<strong>del</strong> Fucino). E’ pensabile che al posto <strong>del</strong>le autostrade,<br />

<strong>dei</strong> prati, <strong>del</strong>le ferrovie, <strong>del</strong>le città e <strong>del</strong>le campagne, in un tempo<br />

<strong>lo</strong>ntano vi siano stati boschi e foreste. Gli antenati, per secoli hanno<br />

disboscato per ottenere terra coltivabile o per far pascolare gli animali.<br />

Durante l’ultima guerra mondiale, molti di <strong>lo</strong>ro si riempivano <strong>lo</strong><br />

stomaco con le erbe che trovavano fuori <strong>dei</strong> paesi. I vegetali che noi<br />

incontriamo (quasi tutti), sono commestibili in quanto selezionati per<br />

secoli dall’uomo. Questo dà una dimensione all’immane e discreto<br />

lavorio sull’ambiente circostante. Dentro <strong>lo</strong> stesso paesaggio, i rapporti,<br />

i flussi di merci, la vita materiale ha subito pochi cambiamenti<br />

significativi, nel tempo. (Non si possono piantare le stesse sementi<br />

<strong>del</strong>la costa, a 700-800 metri). La <strong>Marsi</strong>ca, il suo ambiente "naturale"<br />

- le virgolette sono necessarie -, è il libro <strong>del</strong>la nostra storia e sta a<br />

noi cominciare a decifrar<strong>lo</strong>.<br />

Lettera dal carcere: so<strong>lo</strong> grazie<br />

9<br />

• Sul corsi di fotografia nella Casa circondariale di Avezzano, curato<br />

da Francesco Scipioni, riceviamo e volentieri pubblichiamo a cura <strong>dei</strong><br />

detenuti <strong>del</strong>la Casa circondariale di Avezzano.<br />

«Oggi venerdì 8 <strong>luglio</strong> 2011, con tanta gioia voglio raccontarvi che<br />

quando ti senti perso nella vita c’è sempre un raggio di sole che ti può<br />

illuminare la strada e so<strong>lo</strong> grazie a tante persone che condividono le<br />

mie sofferenze oggi sono ancora un ragazzo capace di <strong>lo</strong>ttare per la<br />

libertà, perché oggi, dopo tanti anni, ho trovato la forza di confrontarmi<br />

con la realtà e grazie a persone che con la <strong>lo</strong>ro istruzione e vo<strong>lo</strong>ntà<br />

di aiutare il prossimo hanno dato a me e ad altri detenuti una nuova<br />

speranza di credere in noi stessi. Con tanta gioia noi tutti ringraziamo<br />

le persone che ci hanno fatto esprimere attraverso un disegno o una<br />

foto sensazioni mai provate e nonostante potevamo sbagliare ci invogliavano<br />

a continuare per vedere l’opera compiuta perché ognuno di<br />

noi pensava che non ci sarebbe mai riuscito non avendo<strong>lo</strong> mai fatto<br />

prima. Ma alla fine vedere quel risultato è stato molto piacevole non<br />

so<strong>lo</strong> per noi ma anche per co<strong>lo</strong>ro che hanno creduto in noi e per starci<br />

vicino hanno rubato il tempo anche ai <strong>lo</strong>ro cari, ma sempre per vedere<br />

un detenuto fiero <strong>del</strong> suo lavoro, e soprattutto per mettersi un’altra<br />

esperienza positiva nei <strong>lo</strong>ro zaini perché si sa che dove ha seminato<br />

questo fiore non ha molte speranze che possa crescere una pianta.<br />

Nonostante ciò ha <strong>lo</strong>ttato per far<strong>lo</strong> e alla fine dove nessuno credeva al<br />

suo progetto sono nati i fiori più belli ed ha fatto sì che ognuno di noi<br />

potesse piantare il suo seme dentro ad ogni roccia. Proprio per vincere<br />

la sua sfida personale che ognuno di noi si è fissato un obiettivo e<br />

dopo mesi di battaglie oggi con tanta gioia possiamo raccontare a tutti<br />

voi lettori che le più belle rose nascono dove nessuno ha mai seminato<br />

pensando che il terreno non fosse fertile. So<strong>lo</strong> grazie ai nostri insegnanti<br />

oggi tutti noi <strong>del</strong> carcere di Avezzano ringraziamo tutti co<strong>lo</strong>ro<br />

che hanno creduto in noi, soprattutto la nostra suor Benigna, il nostro<br />

insegnante-fotografo Francesco e il nostro sacerdote don Francesco.<br />

Vi ringraziamo tantissimo per averci dato l’onore di stare nei vostri<br />

pensieri: i detenuti di Avezzano».<br />

Poesia in-grata<br />

di Alessandro Vigliotti *<br />

• Nel<strong>lo</strong> spazio in cui vivo/e tutto inverno è il silenzio./Della notte fredda<br />

immagine eterna/naviga la mia mente e qui risorge il giorno./Presto<br />

la libertà arriverà come sempre./La donna che ti urla ti amo/un eco ti<br />

arriva all’orecchio come un canto./La dolcezza <strong>del</strong>le parole ti arrivano<br />

al cuore/e tu come la terra ti apri/ma basta così poco tempo per morire<br />

dentro, da vivo./La notte dilegua il tuo volto/in censura straziante di<br />

vita, rinchiusa in quattro mura/e un canto che nulla rimane <strong>del</strong>la mia<br />

giornata./Mi sforzerò in così stretta misura d’ingenua sapienza/in tutto<br />

il freddo pietoso serrato/dentro il mio corpo di morto vivente.<br />

* Detenuto <strong>del</strong> carcere di Avezzano. <strong>Il</strong> nome è reso pubblico<br />

con l’autorizzazione <strong>del</strong>l’interessato


P oesia<br />

<strong>Il</strong> frusciare <strong>del</strong> vento è un canto<br />

qui nel folto <strong>del</strong> bosco.<br />

Un canto è il cinguettio<br />

di un timido uccel<strong>lo</strong>.<br />

Canta il cie<strong>lo</strong><br />

che appare a tratti<br />

fra il verde <strong>dei</strong> rami.<br />

E canta il cuore<br />

il grazie profondo,<br />

commosso<br />

da tanta bellezza.<br />

Tutto è canto e pace.<br />

("In montagna"<br />

di Marta Palazzi)<br />

P escasseroli<br />

“Chi a san Pietr nè rvnot u sè<br />

mort u sè prdot”: è un antico<br />

detto dialettale <strong>del</strong> posto, che fa<br />

parte ancora oggi <strong>del</strong> linguaggio<br />

comune tra i pescasserolesi. In<br />

passato, esso indicava e annunciava<br />

il ritorno <strong>dei</strong> pastori nelle<br />

proprie case, dopo il lungo inverno<br />

che li aveva portarti a stare<br />

<strong>lo</strong>ntano dalla propria famiglia e<br />

dai propri affetti. A Pescasseroli<br />

la festa <strong>dei</strong> patroni, i santi Pietro<br />

e Pao<strong>lo</strong>, segnava la fine <strong>del</strong>la<br />

transumanza quando i pastori con<br />

le proprie greggi tornavano sugli<br />

amati monti <strong>del</strong> paese natio, per<br />

poi lasciarli di nuovo in autunno.<br />

<strong>Il</strong> ritorno rappresentava sempre<br />

una grande gioia a cui si legavano<br />

giorni di festa e momenti di<br />

profonda religiosità. Oggi, rimasto<br />

nella memoria <strong>dei</strong> più anziani,<br />

patrimonio inestimabile, troppo<br />

spesso sottovalutato, è un modo<br />

di dire per tutti co<strong>lo</strong>ro che tornano<br />

a Pescasseroli per le feste o<br />

semplicemente per le vacanze. Le<br />

statue <strong>dei</strong> santi vengono esposte<br />

in chiesa, dal giorno in cui inizia<br />

la novena dedicata ai santi e con<br />

il suono dolcissimo <strong>del</strong>le campane<br />

inizia la prima festa <strong>del</strong>l'estate.<br />

(a cura di Paola Di Pirro)<br />

u nuci<br />

La sezione Unuci di Avezzano, con<br />

il presidente primo capitano F<strong>lo</strong>riano<br />

Maddalena comunica che<br />

l'ufficio arruolamenti, ubicato in<br />

via Cerri 6, rimarrà chiuso per ferie<br />

estive fino al 31 agosto.<br />

Nel periodo di chiusura si possono<br />

avere informazioni su eventuali<br />

concorsi richiedendole all'indirizzo<br />

di posta elettronica: ufficioarruolamenti@unuciavezzano.it.<br />

PER SORRIDERE E NON SOLO<br />

Di professione “traffichino”<br />

di Car<strong>lo</strong> Goldoni<br />

DIrITTI DEI MINorI: orA C’È<br />

consenso unaniMe <strong>del</strong> senat<br />

a cura <strong>del</strong>la redazione<br />

• Nella seduta <strong>del</strong> 22 giugno<br />

scorso l’assemblea <strong>del</strong> Senato<br />

ha definitivamente approvato<br />

all’unanimità il disegno di legge<br />

recante l’istituzione <strong>del</strong>l’autorità<br />

garante per l’infanzia e l’adolescenza.<br />

<strong>Il</strong> garante, che resterà<br />

in carica quattro anni rinnovabili<br />

una sola volta, presiederà<br />

la conferenza nazionale per la<br />

garanzia <strong>dei</strong> diritti <strong>del</strong>l’infanzia<br />

e <strong>del</strong>l’adolescenza composta dai<br />

garanti regionali (già esistenti).<br />

Tra i compiti, quel<strong>lo</strong> di richiedere<br />

informazioni rilevanti ai fini <strong>del</strong>la<br />

tutela <strong>dei</strong> minori, alle amministrazioni<br />

e ai soggetti pubblici o<br />

a enti privati - nel rispetto <strong>del</strong>la<br />

normativa sulla tutela <strong>del</strong>la<br />

riservatezza - nonché di accedere<br />

ed effettuare visite nelle<br />

strutture pubbliche e negli enti<br />

privati ove siano presenti minori.<br />

L’autorità ha anche la facoltà<br />

di chiedere l’accesso ad archivi<br />

o banche dati, ai soggetti e per<br />

le finalità indicate. L’artico<strong>lo</strong> 6<br />

<strong>del</strong> provvedimento consente ai<br />

singoli di rivolgersi all’autorità<br />

garante per la segnalazione di<br />

violazioni o situazioni di rischio<br />

di violazione, anche attraverso<br />

numeri telefonici di pubblica<br />

utilità gratuiti. Spetta a una determinazione<br />

<strong>del</strong>l’autorità garante<br />

medesima la definizione<br />

<strong>dei</strong> modi di presentazione <strong>del</strong>le<br />

segnalazioni e <strong>dei</strong> reclami che<br />

assicurino la semplicità <strong>del</strong>le forme<br />

di accesso. La nuova legge<br />

dà attuazione alla convenzione<br />

Onu sui diritti <strong>del</strong> fanciul<strong>lo</strong> <strong>del</strong><br />

1989, che prevede l’istituzione<br />

di un’apposita autorità garante.<br />

<strong>Il</strong> provvedimento spazia sui<br />

rapporti tra minori ed adulti che<br />

non si esauriscono a quelli tra<br />

fanciulli o adolescenti e genitori,<br />

secondo un mo<strong>del</strong><strong>lo</strong> residuale<br />

che vedeva <strong>lo</strong> stato coinvolto<br />

so<strong>lo</strong> in assenza <strong>del</strong>la famiglia. Le<br />

nuove sfide <strong>del</strong>la contemporaneità<br />

coinvolgono pienamente i<br />

minori ponendoli direttamente in<br />

contatto con i fenomeni sociali e<br />

con la sfera pubblica e dunque <strong>lo</strong><br />

stato acquisisce un ruo<strong>lo</strong> attivo,<br />

in particolare per impedire ogni<br />

forma di discriminazione e per<br />

• Sia detto con la massima <strong>del</strong>icatezza possibile, la massima considerazione,<br />

il massimo tatto e con tutta la riservatezza richiesta dalla situazione. Ma ci<br />

tengo ad avvisare il sindaco di Avezzano, assessori e consiglieri comunali,<br />

progettisti, tecnici pubblici e privati, comandante <strong>del</strong>la polizia municipale, vigili<br />

urbani, ci tengo, scrivevo su, ad avvisare tutte e tutti <strong>lo</strong>ro che il semaforo<br />

tra via Mazzini e via Corradini ad Avezzano è proprio una sciocchezza. Questa<br />

storia di macchine e motori, emissione di gas nocivi e fonti rinnovabili mi fa<br />

pensare al mitico “The Blues Brothers” (1980). Dan Aykroyd e John Belushi<br />

hanno in proposito uno scambio fantastico: «Oh no, è il motore. E’ partito un<br />

pistone». «Ah. Poi torna?». Insomma, scritto questo sulla chiusura al traffico<br />

di corso <strong>del</strong>la Libertà, che vogliamo fare a ‘sto punto?<br />

definire percorsi per la costruzione<br />

<strong>del</strong>l'autonomia di bambini<br />

ed adolescenti.<br />

di Valentina Mastrodicasa *<br />

• Non si può ripercorrere<br />

la storia <strong>dei</strong><br />

diritti <strong>dei</strong> minori<br />

senza considerare<br />

l’evoluzione <strong>del</strong><br />

concetto, allineato<br />

alla rappresentazione esterna <strong>del</strong><br />

bambino condivisa e ai ruoli che<br />

determina. Oggi possiamo dare<br />

per assodato che il bambino abbia<br />

diritti che vanno tutelati con<br />

riguardo ed estrema cura. Dove<br />

la realtà lacera o difetta, l’umanità<br />

intera difende e abbraccia;<br />

<strong>lo</strong>tta perché abbia una vita rispondente<br />

ai suoi bisogni. I passi<br />

fatti in tal senso, appartengono<br />

a una storia recente, <strong>del</strong>l’ultimo<br />

seco<strong>lo</strong>, ma ve<strong>lo</strong>ce e particolarmente<br />

coinvolta, che risente <strong>del</strong>le<br />

costanti fluttuazioni <strong>del</strong> panorama<br />

storico e sociale. Nel voler<br />

ripercorrere brevemente le tappe<br />

salienti di questo percorso, fino<br />

all'istituzione <strong>del</strong>la figura <strong>del</strong><br />

Garante in Italia per l’infanzia<br />

e l’adolescenza, non si può<br />

non tener conto di quanto una<br />

diversa attenzione al bambino e<br />

ai suoi diritti inviolabili, rappresenti<br />

l’esito anche di un diverso<br />

investimento nel futuro e nella<br />

speranza di cambiar<strong>lo</strong> oltre che<br />

di un modo diverso di dare va<strong>lo</strong>re<br />

e dignità alla vita stessa. Quando<br />

nel 1919 la Società <strong>del</strong>le Nazioni<br />

costituì il primo organismo internazionale<br />

che si sia occupato di<br />

bambini (Comitato di protezione<br />

per l'infanzia) e nei tempi che<br />

seguirono, la scenografia storica<br />

poneva in forte rilievo le drammatiche<br />

conseguenze <strong>del</strong>la prima<br />

guerra mondiale e la forte preoccupazione<br />

per le generazioni future.<br />

Pertanto, quando nel 1924<br />

fu proclamata la prima Dichiarazione<br />

<strong>dei</strong> diritti <strong>del</strong>l'infanzia,<br />

che invitava l’umanità intera<br />

a garantire la protezione ai minori,<br />

l’impronta <strong>dei</strong> cinque principi<br />

promulgati risentì di un’intenzio-<br />

ne sostanzialmente<br />

assistenzialista, volta<br />

ad affermare le<br />

necessità materiali<br />

e affettive <strong>dei</strong><br />

minori, pur<br />

senza vincolare<br />

a obblighi<br />

gli stati aderenti alla<br />

Società <strong>del</strong>le Nazioni.<br />

La rappresentazione<br />

<strong>del</strong> bambino, pertanto,<br />

non <strong>lo</strong> rendeva<br />

soggetto, titolare di<br />

diritti particolari, ma<br />

piuttosto so<strong>lo</strong> come<br />

destinatario passivo<br />

degli stessi. Questo<br />

modo d’intendere la<br />

cura, l’impegno per il<br />

bambino e i suoi di-<br />

Antiochia, Turchia. Foto di Nazzareno Moroni<br />

ritti/bisogni, resterà immutato a<br />

lungo, anche dopo la nascita, nel<br />

1946, <strong>del</strong>l’Unicef e <strong>del</strong> suo riconoscimento<br />

quale organizzazione<br />

internazionale permanente nel<br />

1953. Al lavoro di tale organismo<br />

si deve la promozione <strong>del</strong>la Carta<br />

sui diritti <strong>dei</strong> bambini che integrò<br />

la Dichiarazione universale<br />

<strong>dei</strong> diritti <strong>del</strong>l'uomo, al<strong>lo</strong> scopo di<br />

sottolinearne i bisogni specifici.<br />

<strong>Il</strong> 20 novembre 1959 rappresenta<br />

una data di rilievo storico in<br />

tal senso, in cui l'approvazione<br />

all'unanimità e senza astensioni<br />

<strong>del</strong>la Dichiarazione <strong>dei</strong> diritti<br />

<strong>del</strong> fanciul<strong>lo</strong> da parte <strong>del</strong>l'Assemblea<br />

generale <strong>del</strong>le Nazioni<br />

Unite, costituì il primo passo per<br />

solidificare i presupposti <strong>del</strong> precedente<br />

documento in interventi<br />

più concreti. I dieci principi <strong>del</strong>la<br />

Dichiarazione precisano gli obiettivi<br />

da perseguire per proteggere<br />

e aiutare i bambini, chiedendo<br />

al contempo agli stati aderenti,<br />

sia di riconoscere i principi contemplati<br />

nella dichiarazione sia<br />

di impegnarsi in maniera prioritaria<br />

nella <strong>lo</strong>ro applicazione e<br />

diffusione. Pur non essendo uno<br />

strumento vincolante, la Dichiarazione<br />

ebbe una notevole autorevolezza<br />

morale, che le deriva<br />

proprio dal fatto di essere stata<br />

approvata all'unanimità e di essere<br />

un documento molto innova-<br />

Gianni Letta il 1<br />

• <strong>Il</strong> 17 <strong>luglio</strong> l’avezzanese Gianni Letta, s<br />

glio <strong>dei</strong> ministri, riceverà la cittadinanza<br />

va<strong>lo</strong>re e il richiamo al grande tema <strong>del</strong>la<br />

una domanda essenziale, cioè come si el<br />

è una grande crisi <strong>del</strong>la politica? <strong>Il</strong> tema<br />

fa. Politica e cultura evoca un tito<strong>lo</strong> cla<br />

di cinquant’anni fa. Cioè, secoli or sono<br />

essere una persona che <strong>del</strong>la cultura po<br />

cultura politica deve essere mediazione t<br />

passo avanti rispetto alla politica <strong>del</strong>la, o<br />

Letta si è sempre fatto interprete di que<br />

uomini. La cultura politica non deve certo<br />

anche anticipatore. Questo a “<strong>Il</strong> <strong>Velino</strong>”<br />

politica. <strong>Il</strong> possesso <strong>del</strong>la congiuntura sto<br />

Ma non so<strong>lo</strong>: governo è anche visione d<br />

sesso intellettuale <strong>del</strong>le relazioni tra cos<br />

soggetti, rappresentazione di bisogni <strong>del</strong><br />

è produzione di futuro. Ancora Gianni Le<br />

tivo, limitato so<strong>lo</strong> dall’aver eluso l’idea<br />

che il bambino non sia un soggetto di<br />

diritto, ma piuttosto oggetto di cure.<br />

Questo limite sarà superato nel 1989<br />

con l’adozione da parte <strong>del</strong>l'Assemblea<br />

Generale <strong>del</strong>l'Onu <strong>del</strong>la Convenzione<br />

internazionale sui diritti <strong>del</strong>l'infanzia,<br />

<strong>lo</strong> strumento internazionale<br />

più importante e completo in materia<br />

di promozione e tutela <strong>dei</strong> diritti<br />

<strong>del</strong>l'infanzia. In particolare, contempla<br />

l'intera gamma <strong>dei</strong> diritti civili e<br />

politici, economici, sociali e culturali e<br />

<strong>del</strong>le libertà attribuiti anche agli adul-


IL GArANTE<br />

o <strong>del</strong>la rePubblica<br />

7 <strong>luglio</strong> ad Aielli<br />

ottosegretario alla presidenza <strong>del</strong> Consionoraria<br />

di Aielli. Una persona di grande<br />

cittadinanza: due aspetti affascinanti di<br />

abora cultura politica, dentro questa che<br />

è stato dichiarato estinto tanto tempo<br />

ssico: Bobbio, saggi Einaudi, 1955. Più<br />

. Ma Gianni Letta è stato e continua ad<br />

litica ha dato ragioni di esistenza. Se la<br />

ra politica e contingenza, deve stare un<br />

nella, contingenza. E il marsicano Gianni<br />

sta visione <strong>del</strong>l’impegno nella città degli<br />

guidare, ma, sì, anticipare. E lui è stato<br />

pare il suo modo di concepire la cultura<br />

rica: è questa la sua concezione politica.<br />

’insieme, immaginazione creatrice, pose,<br />

e insieme gestione di movimenti <strong>dei</strong><br />

le persone in società, e poi e per questo,<br />

tta sa essere ciò.<br />

ti e prevede organi di monitoraggio.<br />

Tali diritti non precisano una gerarchia<br />

d’interessi, ma vanno considerati<br />

g<strong>lo</strong>balmente e orientati alla sopravvivenza,<br />

alla protezione da abusi, al<br />

diritto di pensiero e di espressione <strong>del</strong><br />

bambino. Un ultimo passo di rilievo è<br />

infine la ratifica, a Strasburgo, <strong>del</strong>la<br />

Convenzione europea sull'esercizio<br />

<strong>dei</strong> diritti da parte <strong>dei</strong> minori<br />

<strong>del</strong> 25 gennaio 1996. Questo documento<br />

mira a promuovere un'ampia<br />

partecipazione <strong>del</strong> minore nei procedimenti<br />

familiari che <strong>lo</strong> riguardano ri-<br />

conoscendogli il diritto a essere<br />

sempre ascoltato, rappresentato<br />

in giudizio e a rivestire, in alcuni<br />

casi, il ruo<strong>lo</strong> di parte nei procedimenti<br />

che <strong>lo</strong> riguardano. L'idea di<br />

minore che la Convenzione propone,<br />

di un minore, cioè, capace<br />

di agire autonomamente, laddove<br />

sia coinvolto in prima persona,<br />

per la tutela <strong>dei</strong> suoi diritti, è<br />

il frutto di un lungo e contrastato<br />

cammino nel quale i minori hanno<br />

visto progressivamente riconosciuta<br />

la propria soggettività<br />

anche di fronte al diritto.<br />

* Psicoterapeuta<br />

IN ITALIA<br />

Tante autorità<br />

poca autorevolezza<br />

• L’approvazione <strong>del</strong>la nuova legge<br />

che istituisce l’authority per<br />

l’infanzia e l’adolescenza, offre<br />

l’occasione di allargare l’attenzione,<br />

in via più generale, alle<br />

diverse autorità amministrative<br />

indipendenti già operanti.<br />

Quest’ultime possono essere definite<br />

come enti od organi pubblici<br />

dotati di sostanziale indipenden-<br />

za dal governo, caratterizzati da<br />

autonomia organizzativa, finanziaria<br />

e contabile, dalla mancanza<br />

di controlli e di soggezione al<br />

potere di direttiva <strong>del</strong>l’esecutivo<br />

ed aventi la funzione di vigilare<br />

sul corretto funzionamento e sul<br />

rispetto <strong>del</strong>le regole <strong>del</strong>la concorrenza<br />

in campi socialmente rilevanti,<br />

come quel<strong>lo</strong> <strong>del</strong>le comunicazioni,<br />

<strong>del</strong>le assicurazioni, <strong>del</strong><br />

sistema creditizio e finanziario,<br />

<strong>dei</strong> servizi di pubblica utilità.<br />

Per giustificarne la creazione si<br />

sono invocati il rilievo e la complessità<br />

di alcune discipline,<br />

l’insufficienza degli schemi organizzativi<br />

<strong>del</strong>l’amministrazione<br />

tradizionale e, soprattutto, la necessità<br />

di creare un organismo<br />

capace di assumere una posizione<br />

di terzietà rispetto agli interessi<br />

coinvolti. Le autorità amministrative<br />

indipendenti trovano<br />

giustificazione nella natura degli<br />

interessi <strong>lo</strong>ro affidati, che corrispondono<br />

ai bisogni primari <strong>del</strong>la<br />

collettività, meritevoli di particolari<br />

forme di protezione. Inoltre,<br />

come è stato rilevato da parte di<br />

molti studiosi, l’ordinamento giuridico<br />

italiano e quel<strong>lo</strong> comunitario,<br />

in questi ultimi anni, hanno<br />

fatto emergere, accanto ai poteri<br />

tradizionali, una funzione nuova,<br />

quella di garanzia, dando luogo,<br />

in tal modo, ai cosiddetti poteri<br />

garanti. In altre parole, il sistema<br />

giuridico ha espresso l’esigenza<br />

di configurare, per alcuni<br />

diritti fondamentali <strong>del</strong>la persona<br />

(come la libertà di manifestazione<br />

<strong>del</strong> pensiero, la libertà di iniziativa<br />

economica, <strong>lo</strong> spazio di<br />

libertà <strong>del</strong>l’individuo come diritto<br />

alla privacy) una forma rafforzata<br />

di tutela e di vigilanza, affidata<br />

ad organismi indipendenti.<br />

Posta questa caratteristica comune,<br />

occorre peraltro ribadire<br />

che le differenze fra i vari “garanti”<br />

che costellano il panorama<br />

legislativo italiano sono diverse.<br />

So<strong>lo</strong> alcuni, infatti, hanno il compito<br />

di immediata tutela di diritti<br />

costituzionali, mentre altri si limitano<br />

ad avere poteri di regolazione<br />

e control<strong>lo</strong> di un singo<strong>lo</strong><br />

settore, specie con riguardo agli<br />

aspetti economici. E so<strong>lo</strong> alcuni<br />

hanno, di conseguenza, un sufficiente<br />

grado di indipendenza dal<br />

governo, nonché adeguati poteri<br />

per la risoluzione <strong>dei</strong> contrasti fra<br />

i soggetti tutelati, generalmente<br />

attraverso procedure paragiurisdizionali<br />

capaci di assicurare il<br />

contraddittorio tra le parti.<br />

La costituzione per legge di autorità<br />

indipendenti nel nostro<br />

ordinamento è avvenuta in momenti<br />

e con motivazioni differenti:<br />

l’istituzione <strong>del</strong>la Consob<br />

(legge n.214/1974) e <strong>del</strong>l’Isvap<br />

(legge n.576/1982) rispondeva<br />

ad esigenze settoriali di control<strong>lo</strong><br />

pubblico <strong>del</strong>le attività private in<br />

una fase di espansione e di integrazione<br />

<strong>dei</strong> mercati; nell’ottica<br />

di una armonizzazione <strong>del</strong>le<br />

normative europee nel settore<br />

<strong>del</strong>l’economia, sono stati istituiti<br />

il garante <strong>del</strong>l’editoria (legge<br />

n.416/1981, poi garante per la<br />

radiodiffusione ed editoria con<br />

la legge n.223/1990) e l’autorità<br />

garante <strong>del</strong>la concorrenza e <strong>del</strong><br />

mercato (legge n.287/1990); a<br />

partire dagli anni ’90 la commissione<br />

di garanzia sul<strong>lo</strong> sciopero<br />

nei servizi pubblici essenziali<br />

(legge n.149/1990), la commissione<br />

di vigilanza sui fondi<br />

pensione (d.lg. n.124/1993),<br />

l’autorità per la vigilanza nei lavori<br />

pubblici (legge n.109/1994,<br />

poi autorità per la vigilanza sui<br />

contratti pubblici di lavori, servizi<br />

e forniture con il d.lgs.<br />

n.163/2006), l’autorità per i servizi<br />

di pubblica utilità - l’autorità<br />

garante per l’energia elettrica ed<br />

il gas (legge n.481/1995), il garante<br />

per la protezione <strong>dei</strong> dati<br />

personali (legge n.675/1996),<br />

l’autorità garante <strong>del</strong>le comunicazioni<br />

(legge n.249/1997 cui<br />

sono state trasferite le funzioni<br />

<strong>del</strong> garante <strong>del</strong>l’editoria).<br />

In relazione al ruo<strong>lo</strong> così rilevante<br />

svolto dalle autorità indipendenti,<br />

quale quel<strong>lo</strong> sopra descritto,<br />

trova fondamento l’attribuzione<br />

di un significativo potere normativo<br />

alle medesime. Con l’esercizio<br />

<strong>del</strong>l’attività normativa regolamentare,<br />

le autorità sono<br />

legittimate ad adottare: i regolamenti<br />

di auto-organizzazione<br />

necessari a garantire la <strong>lo</strong>ro indipendenza<br />

dall’esecutivo; i regolamenti<br />

aventi rilievo esterno,<br />

che fissano le cosiddette regole<br />

di settore, alla cui osservanza<br />

sono tenuti gli operatori pubblici<br />

e privati, individuali e collettivi<br />

che operano nel settore stesso.<br />

L’ampiezza <strong>del</strong>la potestà regolamentare<br />

va rapportata, poi, al<br />

tipo specifico di funzioni assegnate<br />

a ciascuna istituzione. <strong>Il</strong> procedimento<br />

di formazione <strong>dei</strong> regolamenti<br />

ad efficacia esterna deve<br />

attenersi ad un nucleo di principi<br />

essenziali, forniti in via generale<br />

dalla legge n.241/1990; ciò, ad<br />

esempio, per quanto concerne<br />

le modalità di informazione, di<br />

audizione, di partecipazione <strong>dei</strong><br />

soggetti destinatari <strong>dei</strong> precetti<br />

regolamentari.<br />

Un ulteriore aspetto è il compito<br />

- al<strong>lo</strong> stato attuale previsto per<br />

l’autorità garante <strong>del</strong>la privacy,<br />

ma suscettibile di estensione ad<br />

altri settori - di promuovere la<br />

formazione di regole da parte di<br />

categorie PATROCINI interessate E COLLABORAZIONI EVENTI PESCASSEROLI alla elaborazione<br />

di codici di deonto<strong>lo</strong>gia<br />

e di buona condotta. In tal caso,<br />

Comune di<br />

Pr ovinc ia di<br />

AVEZ Z ANO<br />

essa esercita una L ’AQUIL A funzione promozionale<br />

rispetto ad una fonte<br />

Agenzia 37 - Pescasseroli<br />

normativa (quale Comune di l’autorego-<br />

PESCASSEROLI Per informazioni e comunicazioni PNAL M & E RCI team - Refer enti:<br />

lamentazione) Ser gio ROZZI (0863.91 <strong>13</strong>24 0 – 3 35.8 <strong>13</strong>86 14) sergio.rozzi@parcoabruzzo.it prescelta – info@sergiorozzi.it come<br />

Antonietta URSITTI (0863.91<strong>13</strong>1 - presidente@parcoabruzzo.it) – A n na Cesidia PANDOLFI (segreteria.presidente@parcoabruzzo.it)<br />

competente, al fine di evitare una<br />

disciplina di tipo autoritativo in<br />

materie particolarmente <strong>del</strong>icate<br />

per un sistema democratico.<br />

P.A.<br />

Gover no Regi on ale<br />

Ayacucho<br />

Associazione Albergatori<br />

e Ristoratori nel Parco<br />

Nazionale d’Abruzzo<br />

11<br />

b reviario<br />

• La Commissione pari opportunità<br />

<strong>del</strong>la Regione Abruzzo, su<br />

iniziativa <strong>del</strong>la vicepresidente<br />

Gemma Andreini, promuove la<br />

prima edizione <strong>del</strong> Concorso fotografico<br />

nazionale “Uno scatto<br />

di dignità”. <strong>Il</strong> concorso aperto a<br />

fotografi professionisti e non, ha<br />

<strong>lo</strong> scopo di contribuire a modificare<br />

gli stereotipi <strong>del</strong>l’immagine<br />

femminile nel mondo <strong>dei</strong> media,<br />

<strong>del</strong>la pubblicità e in ogni ambito<br />

<strong>del</strong>la società. I partecipanti attraverso<br />

i <strong>lo</strong>ro scatti fotografici,<br />

dovranno dimostrare la capacità<br />

di rappresentare le donne,<br />

di ogni età, non come oggetto<br />

passivo ma soggetto attivo che<br />

comunica il proprio essere, la<br />

propria personalità, il proprio<br />

divenire. Per partecipare gratuitamente<br />

al concorso occorre<br />

registrarsi on line sul sito www.<br />

concorsofotografico.regione.<br />

abruzzo.it.<br />

(a cura di Paola Colange<strong>lo</strong>)<br />

• E’ stata inaugurata il 9 <strong>luglio</strong><br />

la mostra “Az Contemporary Art<br />

2011: <strong>15</strong>0 anni di trico<strong>lo</strong>re”, organizzata<br />

dall’associazione culturale<br />

Etereoarte. Con 25 artisti<br />

provenienti da 6 regioni, Avezzano<br />

e l’intera <strong>Marsi</strong>ca rientrano<br />

a forza nel circuito artistico nazionale.<br />

Dalle serene interpretazioni<br />

<strong>del</strong>la natura ai drammi<br />

<strong>del</strong>l’abbandono, dalla storia a<br />

volte drammatica all’accoglienza<br />

possibile, dalle domande silenziose<br />

alle risposte più diversificate,<br />

la mostra dà uno spaccato<br />

significativo di ciò che, in questo<br />

momento, è ,e può essere, il contributo<br />

<strong>del</strong>l’arte. La mostra sarà<br />

visitabile fino al 17 <strong>luglio</strong>, ogni<br />

giorno dalle 16 alle 20 e dalle 21<br />

alle 23, nel Palazzo Corradini ad<br />

Avezzano (info: e-mail franco@<br />

sinisi.it, tel 340 4023518).<br />

(a cura di Paola Colange<strong>lo</strong>)<br />

• Nel passato le relazioni tra<br />

sindacati e aziende erano calde<br />

so<strong>lo</strong> in autunno, oggi, in linea<br />

con la stagione, sono già calde.<br />

In una nota di Antonel<strong>lo</strong> Tangredi,<br />

siglata da Fim, Fiom e<br />

Uilm <strong>del</strong>la provincia <strong>del</strong>l’Aquila,<br />

unitamente alla Rappresentanze<br />

sindacali unitarie <strong>del</strong>la Micron, si<br />

comunica che i documenti presentati<br />

dall’azienda (e relativi<br />

alla trattativa di secondo livel<strong>lo</strong>)<br />

sono stati giudicati irricevibili.<br />

• Riceviamo e volentieri pubblichiamo<br />

la <strong>lo</strong>candina <strong>del</strong>l'eventoconvegno<br />

che si è tenuto a Pescasseroli<br />

il <strong>13</strong> e 14 <strong>luglio</strong> nella sala<br />

conferenze <strong>del</strong> Centro visite <strong>del</strong><br />

Parco nazionale d'Abruzzo, curato<br />

da Sergio Rozzi.<br />

Evento Convegno<br />

“Esperienze di buone pratiche<br />

nella gestione <strong>del</strong> territorio”<br />

<strong>13</strong> – 14 <strong>luglio</strong> 2011<br />

Sala Conferenze Centro Visita<br />

<strong>del</strong> Parco Nazionale d’Abruzzo<br />

Pescasseroli


MISTERI MARSICANI<br />

SAN CESIDIO<br />

E “UOMINI E DONNE”<br />

di Matteo Biancone<br />

(matteo.mistero@fastwebnet.it)<br />

• La Basilica di san<br />

Cesidio a Trasacco<br />

attrae molti studiosi<br />

che sono richiamati<br />

dai suoi tesori artistici<br />

e, tra le forme<br />

strane che colpiscono<br />

l’osservatore, vi è senz’altro la forma<br />

<strong>del</strong> campanile che ha una struttura<br />

piramidale. E’ un picco<strong>lo</strong> mistero il<br />

perché di un campanile piramidale,<br />

diverso dalla maggior parte <strong>dei</strong> campanili,<br />

che normalmente hanno forma<br />

cilindrica (come la torre di Pisa)<br />

o di parallelepipedo a base quadrata,<br />

come siamo abituati per <strong>lo</strong> più a<br />

vedere. Forse il nostro campanile in<br />

origine non aveva l’attuale forma piramidale,<br />

che ha invece assunto per<br />

successivi lavori di rinforzo. Le origini<br />

<strong>del</strong>la chiesa di san Cesidio sono molto<br />

antiche, risalendo ai primi secoli<br />

<strong>del</strong> cristianesimo. Secondo i racconti<br />

<strong>lo</strong>cali nel <strong>III</strong> seco<strong>lo</strong> d.C. Rufino e<br />

Cesidio, padre e figlio, arrivarono in<br />

questa zona per predicare il Vange<strong>lo</strong><br />

e a tal fine adibirono un oratorio<br />

che, in seguito alla morte di Cesidio,<br />

martirizzato, fu trasformato in una<br />

chiesa a tre navate, poi distrutta<br />

dagli ungheri nel 936. Sulle sue rovine<br />

sorse la chiesa medievale, che<br />

ha poi subito radicali trasformazioni.<br />

Nel medioevo la chiesa vide mutare il<br />

suo orientamento da nord-sud a estovest<br />

e questo spiega la posizione <strong>dei</strong><br />

portali (quel<strong>lo</strong> degli uomini e quel<strong>lo</strong><br />

<strong>del</strong>le donne) posti su due diverse facciate<br />

e la <strong>lo</strong>ro evoluzione. Come chiesa<br />

medievale la sua storia fu legata<br />

alla famiglia <strong>dei</strong> conti <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong>, essa<br />

infatti fu voluta dal conte <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong><br />

Berardo <strong>III</strong> ed accresciuta dalla seconda<br />

moglie, Gemma, e dal figlio<br />

Berardo IV nel 1096.<br />

Nel 1618, per volere <strong>del</strong>l'abate Cicerone<br />

De Blasis, fu aggiunta, alle tre<br />

navate originarie, una quarta navata<br />

e così l'edificio raggiunse il suo<br />

massimo ampliamento. I terremoti<br />

settecenteschi portarono sul finire<br />

<strong>del</strong> seco<strong>lo</strong> XV<strong>III</strong> agli interventi tardo<br />

barocchi degli interni ed anche<br />

al rafforzamento <strong>del</strong> campanile. <strong>Il</strong><br />

nuovo sisma <strong>del</strong> 19<strong>15</strong> e precedenti<br />

interventi degli inizi <strong>del</strong> Novecento<br />

ridussero le volumetrie iniziali e so<strong>lo</strong><br />

con i restauri degli anni '60 l'edificio<br />

ha riassunto le sue linee originarie.<br />

La facciata ha configurazione a capanna.<br />

E' fiancheggiata sulla sinistra<br />

dal campanile piramidale a base<br />

quadrata e sulla destra dall'oratorio<br />

<strong>del</strong>la Concezione. Al centro spicca,<br />

il "portale <strong>del</strong>le donne". <strong>Il</strong> prospetto<br />

nord presenta invece il "portale degli<br />

uomini". I due portali di accesso<br />

alla chiesa, il "portale <strong>del</strong>le donne"<br />

e il "portale degli uomini", nascono<br />

e prendono nome dall'antico uso di<br />

tenere separati i due sessi durante le<br />

celebrazioni liturgiche. Più antico è il<br />

portale <strong>del</strong>le donne, risalente al X<strong>III</strong><br />

seco<strong>lo</strong>, prevalentemente rinascimentale<br />

è invece quel<strong>lo</strong> degli uomini. <strong>Il</strong><br />

portale <strong>del</strong>le donne è il portale principale<br />

che si apre in corrispondenza<br />

<strong>del</strong>la navata centrale. In origine era<br />

il portale maggiore, le trasformazioni<br />

successive ne hanno ridotto la<br />

grandezza e l'importanza rispetto a<br />

quel<strong>lo</strong> degli uomini. <strong>Il</strong> "portale degli<br />

uomini" si trova più o meno al centro<br />

<strong>del</strong>la parete <strong>del</strong>la navata destra.<br />

Oggi risulta più grandioso <strong>del</strong>l'altro<br />

in seguito alle trasformazioni e alle<br />

aggiunte <strong>del</strong> periodo rinascimentale<br />

che <strong>lo</strong> hanno avvicinato per stile ai<br />

portali aquilani. Insomma nella sfida<br />

<strong>dei</strong> portali gli uomini ci hanno guadagnato<br />

e le donne ci hanno perso.<br />

PESCASSEROLI<br />

QUESTA ESTATE<br />

CON LA NATURA<br />

a cura <strong>del</strong>l'Ente Parco a cura <strong>del</strong>la redazione<br />

• Un finanziamento <strong>del</strong> Ministero<br />

<strong>del</strong>l’Ambiente di 34 mila euro permetterà<br />

al Parco di realizzare un originale<br />

progetto ambientale, secondo quanto<br />

previsto dal Bando ministeriale. <strong>Il</strong><br />

progetto <strong>del</strong> Parco prevede l'organizzazione<br />

di 4 campi, da <strong>luglio</strong> a settembre<br />

2011, ciascuno <strong>del</strong>la durata<br />

di una settimana, rivolti a giovani tra<br />

i 6 e i 16 anni accompagnati da adulti<br />

che collaboreranno nei modi più diversi<br />

alle <strong>numero</strong>se attività <strong>del</strong> Parco.<br />

Sarà un'occasione interessante e<br />

stimolante per i nuclei familiari appassionati<br />

di natura che desiderano<br />

effettuare un’esperienza unica di vita<br />

e di lavoro a contatto con un ambiente<br />

naturale integro e incontaminato,<br />

come quel<strong>lo</strong> <strong>del</strong> Parco. Per “familiari”<br />

si intende che potranno partecipare<br />

ai campi non so<strong>lo</strong> genitore e figlio/a,<br />

ma anche nonno/a e nipote, sorella o<br />

fratel<strong>lo</strong> maggiorenne e sorella o fratel<strong>lo</strong><br />

minorenne, insomma un coppia<br />

adulto e ragazzo, nel rapporto 1:1. <strong>Il</strong><br />

soggiorno è previsto in due strutture<br />

col<strong>lo</strong>cate nei tre versanti <strong>del</strong> Parco.<br />

Ciò consentirà ai partecipanti di avere<br />

una visione più generale <strong>del</strong>l’area<br />

protetta e di visitare anche quelle<br />

<strong>lo</strong>calità meno conosciute turisticamente,<br />

ma molto interessanti da un<br />

punto di vista naturalistico, sociale e<br />

culturale. I campi saranno improntati<br />

al principio <strong>del</strong>l'imparare facendo,<br />

sicuramente la migliore strategia<br />

per apprendere, ove l'imparare non<br />

sia so<strong>lo</strong> il memorizzare, ma anche<br />

e soprattutto il comprendere attraverso<br />

il fare. Un altro aspetto molto<br />

importante <strong>dei</strong> campi è l'integrazione<br />

sociale: questa fase <strong>del</strong> progetto<br />

si attuerà anche grazie alla preziosa<br />

collaborazione <strong>del</strong>la <strong>lo</strong>cale sezione<br />

Anffas (Associazione nazionale famiglie<br />

di persone con disabilità intellettiva<br />

e/o relazionale) che promuoverà<br />

la formazione di gruppi integrati, cioè<br />

costituiti da ragazzi diversamente<br />

abili e da ragazzi normodotati. Oltre<br />

all'Anffas, gli altri partners <strong>del</strong><br />

progetto sono il Club alpino italiano<br />

- sezione di Isernia e l’Associazione<br />

“Sistemanatura”. L'adesione ai campi<br />

prevede il versamento di un picco<strong>lo</strong><br />

contributo da parte <strong>dei</strong> partecipanti.<br />

Per informazioni o prenotazioni si<br />

può contattare l'Ufficio educazione e<br />

vo<strong>lo</strong>ntariato di Villetta Barrea che ha<br />

elaborato il progetto, <strong>lo</strong> coordinerà e<br />

organizzerà le attività previste, al <strong>numero</strong><br />

0864.89102 oppure via e-mail<br />

all'indirizzo centroservizi.villetta@<br />

parcoabruzzo.it.<br />

CELANO<br />

PREMIO<br />

a cura di Paola Colange<strong>lo</strong><br />

• <strong>Il</strong> 21 <strong>luglio</strong> verrà<br />

assegnato al pianista<br />

Nazzareno Carusi e<br />

Vittorio Sgarbi il “Premio<br />

recital musicale”,<br />

nell’ambito <strong>del</strong> Lunezia<br />

2011, per il progetto<br />

teatrale “Discorso a due”. Nazzareno<br />

Carusi è nato a Celano, è sul palcoscenico<br />

da quando aveva 10 anni, è stato<br />

allievo prediletto di Alexis Weissenberg<br />

e Victor Merzhanov, due leggende <strong>del</strong><br />

pianoforte <strong>del</strong> Novecento. Ha suonato<br />

in tutto il mondo Nel dicembre 2009 è<br />

stato nominato membro <strong>del</strong>la Commissione<br />

Musica dal Ministro <strong>del</strong>l’Istruzione,<br />

<strong>del</strong>l’Università e <strong>del</strong>la Ricerca. E'<br />

ordinario di Musica da Camera al Conservatorio<br />

di Udine.<br />

POESIA<br />

PARLARE<br />

NEL SILENZIO<br />

di Antonio Insardi<br />

• Tutto ha fatto l’uomo<br />

nei millenni passati.<br />

Egli, in questo nuovo millennio,<br />

parla con le sue opere.<br />

Ma non è <strong>del</strong>la sua<br />

esistenza e <strong>del</strong>la sua intelligenza<br />

che egli può parlare<br />

perché l’una e l’altra<br />

gli sono state regalate.<br />

Sono le sue opere che parlano per lui.<br />

Contemplandole nel silenzio<br />

esse acquistano potenza<br />

grandezza e maestosità.<br />

E’ la sua attività<br />

posta in essere per il suo<br />

preciso intento.<br />

E’ la sua azione umana<br />

moralmente rilevante.<br />

Tutto è il risultato<br />

di questa sua opera<br />

precisa<br />

e <strong>del</strong> suo va<strong>lo</strong>re specifico.<br />

Nel silenzio <strong>del</strong>le grandi<br />

sale<br />

l’uomo ammira<br />

la grandezza <strong>del</strong>l’uomo.<br />

EMOZIONI<br />

AVEZZANO<br />

CALCIO<br />

SI RIPARTE<br />

• <strong>Il</strong> club biancoverde comunica che da<br />

lunedì 25 <strong>luglio</strong> inizierà la preparazione<br />

<strong>del</strong>l'Avezzano Calcio, prima squadra,<br />

in vista <strong>del</strong>l'importante stagione<br />

nel torneo di Promozione, girone A. La<br />

preparazione verrà svolta al <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong><br />

e, nella fase <strong>del</strong> fondo, i giocatori dovranno<br />

vedersela coi gradini naturali<br />

<strong>del</strong> monte Salviano. Questa la rosa,<br />

con ancora i fuori quota da integrare.<br />

Portieri, Berardino Biancone e Daniele<br />

Leonio; difensori, Claudio Abruzzo,<br />

Alessandro Calisse, Giovanni Bisegna,<br />

Luigi Casciere, Riccardo Cerratti,<br />

Mirko Di Fabio e Trino Nuccitelli;<br />

centrocampisti, Simone Albertazzi,<br />

Dani<strong>lo</strong> Damiani, Luca De Sanctis e<br />

Andrea Iommetti,; attaccanti, Innocenzo<br />

Maggiore, Antonio Mancinelli,<br />

Pasquale Moro<br />

e Antonio Torge.<br />

Alla società,<br />

al mister,<br />

ai calciatori,<br />

r i c o r d i a m o<br />

che noi de “<strong>Il</strong><br />

<strong>Velino</strong>” siamo<br />

innamorati<br />

<strong>del</strong> futebol<br />

bailado.<br />

La statua <strong>del</strong> santo (san Giovanni Battista<br />

nella processione <strong>del</strong> 24 giugno scorso) e il<br />

politico esperto (Ezio Stati), nella foto di Pinino<br />

Lorusso, guardano nella stessa direzione<br />

e a noi <strong>del</strong> giornale diocesano è tornata in<br />

mente quella poesia di Johann Wolfgang Goethe<br />

dal tito<strong>lo</strong> “<strong>Il</strong> divino”. Eccovi i primi versi:<br />

«Sia nobile l’uomo,/soccorrevole e buono./<br />

Poiché questo soltanto/<strong>lo</strong> distingue/da tutti<br />

gli esseri che conosciamo».<br />

Se proprio volete, chiamatele emozioni<br />

Periodico<br />

<strong>del</strong>la Diocesi <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong><br />

Fondato da Sua Eccellenza<br />

mons. Pietro Santoro<br />

Direttore responsabile<br />

Sandro Tuzi<br />

Coordinatrice di redazione<br />

Elisabetta Marraccini<br />

Progetto grafico<br />

Stefania Moroni<br />

Impaginazione<br />

Stefania Moroni, Carla Venditti<br />

Stampa<br />

Linea Grafica<br />

di Celestino Di Foggia<br />

Via Australia 10, Zona Ind.ale<br />

66050 San Salvo (CH)<br />

Tel 0873 549330<br />

e-mail: lineag@tin.it<br />

www.lineagraficasansalvo.it<br />

Direzione e redazione<br />

Corso <strong>del</strong>la Libertà 54<br />

67051 Avezzano (AQ)<br />

Tel/Fax 0863 23839<br />

Indirizzo e-mail e sito web<br />

ilvelino.redazione@libero.it<br />

www.ilvelinoweb.it<br />

Hanno collaborato<br />

Suor Maristella Barresi,<br />

Matteo Biancone, Marco Boleo,<br />

Anna Rita Bove,<br />

Maurizio Cichetti, Ange<strong>lo</strong> Croce,<br />

Fiorella Graziani, Vilma Leonio,<br />

Valentina Mastrodicasa,<br />

Anna Tranquilla Neri,<br />

Marta Palazzi, Eugenio Ranalli,<br />

Laura Rocchi, Giovanna Scatena,<br />

Francesco Scipioni, Patrizia Tocci<br />

La gratuità è il tratto stilistico <strong>dei</strong><br />

collaboratori <strong>del</strong> giornale diocesano.<br />

Dunque niente compensi per chi<br />

desidera scrivere<br />

Curatore editoriale<br />

Maria Cristina Tatti<br />

Responsabile <strong>dei</strong> servizi operativi<br />

Veria Perez<br />

Distribuzione<br />

Nino De Cristofaro,<br />

Elisa Del Bove Orlandi,<br />

Giuseppe Lorusso<br />

ilvelino.distribuzione@gmail.it<br />

Responsabile <strong>dei</strong> servizi pubblicitari<br />

Giuseppe Lorusso<br />

Tel 335 5776512<br />

Collabora<br />

Alberto Marchionni<br />

Iscr. Trib. Avezzano<br />

Reg. Stampa n. 03/08<br />

Associato alla<br />

Federazione<br />

Italiana<br />

Settimanali<br />

Cattolici (FISC)<br />

Nel rispetto <strong>del</strong> “Codice in<br />

materia di protezione <strong>dei</strong> dati<br />

personali” (art. 7 d. lgs. 196/03),<br />

“<strong>Il</strong> <strong>Velino</strong>. Lo sguardo <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong>”<br />

garantisce che i dati personali<br />

relativi alle persone che ricevono<br />

il giornale per posta sono custoditi<br />

nel proprio archivio elettronico<br />

con le opportune misure di sicurezza<br />

e sono trattati conformemente<br />

alla normativa vigente<br />

Per sostenere<br />

il giornale diocesano:<br />

C/C POSTALE n. 2868917<br />

intestato a “IL VELINO”<br />

Corso <strong>del</strong>la Libertà, 54<br />

Avezzano<br />

Questo <strong>numero</strong> è stato chiuso<br />

in redazione alle ore 16,16<br />

<strong>del</strong> giorno 11 <strong>luglio</strong> 2011


avezzano. omaggio a bagnoli<br />

ieri la storia, doMani l'eternita'<br />

Forza e gentilezza nell'idea di libertà<br />

Alcuni studenti <strong>del</strong>la scuola secondaria<br />

di primo grado “Camil<strong>lo</strong> Corradini” di<br />

Avezzano, con l’aiuto <strong>dei</strong> <strong>lo</strong>ro professori,<br />

hanno studiato i documenti <strong>del</strong>l’Archivio<br />

storico diocesano riguardanti il vescovo<br />

Pio Marcel<strong>lo</strong> Bagnoli. Sapete che in<br />

questi giorni è aperta una mostra<br />

celebrativa (curata da don<br />

Ennio Grossi) per i 100 anni<br />

dall’ingresso in diocesi (1911-<br />

2011). Di seguito leggete una<br />

parte <strong>del</strong>la tesi realizzata da<br />

una studentessa (in basso il<br />

riferimento alla relazione di<br />

un’altra allieva). Visti gli articoli<br />

17 e 23 <strong>del</strong> codice in materia<br />

di protezione <strong>dei</strong> dati personali<br />

(decreto legislativo 30 giugno<br />

2003, <strong>numero</strong> 196), visto<br />

l’artico<strong>lo</strong> 7 <strong>del</strong> codice di deonto<strong>lo</strong>gia<br />

relativo al trattamento <strong>dei</strong> dati<br />

personali nell’esercizio <strong>del</strong>l’attività giornalistica<br />

(provvedimento <strong>del</strong> garante 29<br />

<strong>luglio</strong> 1998), vista la Carta di Treviso,<br />

utilizziamo i dati personali e identificativi<br />

<strong>del</strong>le due studentesse<br />

con il consenso <strong>dei</strong> genitori<br />

<strong>del</strong>le minori.<br />

di Eleonora Volpe *<br />

• «Come approfondimento<br />

<strong>dei</strong> temi che ho<br />

trattato in precedenza<br />

ho esaminato il descritto<br />

periodo storico preso<br />

dal punto di vista <strong>del</strong>la<br />

mia terra: la <strong>Marsi</strong>ca.<br />

Testimone d’eccezione<br />

e personalità di spicco<br />

in una terra gia lacerata<br />

da molti problemi è<br />

stato monsignor Pio Marcel<strong>lo</strong> Bagnoli<br />

vescovo <strong>del</strong>la diocesi <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong> dal 22<br />

gennaio 1911 al 17 gennaio 1945.<br />

Questo religioso proveniente dall’ordine<br />

<strong>dei</strong> carmelitani ha guidato il popo<strong>lo</strong><br />

marsicano nei momenti più difficili<br />

e spiacevoli <strong>del</strong>la storia ovvero<br />

dal terremoto <strong>del</strong> <strong>15</strong> gennaio 19<strong>15</strong>,<br />

la prima guerra mondiale, e nel periodo<br />

<strong>del</strong>l’avvento <strong>del</strong> fascismo e <strong>lo</strong><br />

scoppio <strong>del</strong>la seconda guerra mondiale.<br />

A buon<br />

tito<strong>lo</strong>, quindi,<br />

si puo definire<br />

l'artefice <strong>del</strong>la<br />

costruzione<br />

<strong>del</strong>la <strong>Marsi</strong>ca<br />

come la conosciamo<br />

oggi. Si<br />

fece attivo progettista<br />

<strong>del</strong>la<br />

struttura urbanistica<br />

di Avezzano<br />

che venne<br />

completamente<br />

ricostruita<br />

intorno all'attuale Cattedrale e alla<br />

sede <strong>del</strong>la diocesi che venne spostata<br />

da Pescina ad Avezzano a seguito<br />

<strong>del</strong>le conseguenze <strong>del</strong> sisma. In occasione<br />

<strong>del</strong>la seconda guerra mondiale,<br />

come pastore <strong>del</strong>la diocesi ha<br />

dovuto compiere un'opera di sostegno<br />

per incoraggiare e rassicurare il<br />

popo<strong>lo</strong> marsicano duramente provato<br />

che veniva chiamato a grandi sacrifici.<br />

(fotocopia 1)<br />

Gli stessi sacrifici venivano richiesti<br />

anche alla chiesa<br />

invitata a fornire,<br />

al governo in<br />

guerra, le campane<br />

con <strong>lo</strong> scopo<br />

di essere fuse per<br />

ricavarci armi da<br />

guerra. E a questo<br />

proposito l’al<strong>lo</strong>ra<br />

parroco di Trasacco<br />

si oppose scrivendo<br />

una lettera<br />

di risposta al duce<br />

con la quale, descrivendo<br />

il va<strong>lo</strong>re storico e artistico<br />

<strong>del</strong>le campane <strong>del</strong>la Basilica di san<br />

Cesidio patrono <strong>del</strong> paese, si rifiutava<br />

di farle fondere. (fotocopia 2)<br />

Monsignor Bagnoli, come tutti i marsicani,<br />

visse la tragedia<br />

<strong>dei</strong> bombardamenti<br />

<strong>del</strong>la seconda<br />

guerra mondiale. (fotocopia<br />

3)<br />

In occasione <strong>del</strong>la<br />

visita ad Avezzano<br />

di Benito Mussolini,<br />

monsignor Bagnoli<br />

non perse l’occasione<br />

per ottenere fondi per<br />

la ricostruzione e per<br />

la realizzazione <strong>del</strong>la<br />

Cattedrale <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong><br />

e <strong>del</strong>la sede <strong>del</strong> seminario<br />

vescovile.<br />

L’intera missione <strong>del</strong><br />

nostro vescovo e ben<br />

sintetizzata nel motto che lui stesso<br />

scelse per contraddistinguere il suo<br />

episcopato, ovvero: “Fortiter et suaviter”<br />

infatti proprio da questo motto<br />

è derivata la definizione <strong>del</strong> popo<strong>lo</strong><br />

marso: “Forte e gentile” che descrive<br />

perfettamente il carattere degli abitanti<br />

<strong>del</strong>la mia terra, che in ogni vicenda<br />

storica hanno difeso con forza<br />

e gentilezza la <strong>lo</strong>ro idea di libertà».<br />

* Della classe <strong>III</strong> D, scuola<br />

media “Camil<strong>lo</strong> Corradini”<br />

di Avezzano<br />

esaMi<br />

a cura <strong>del</strong>la redazione<br />

• Sulla figura <strong>del</strong> vescovo<br />

Pio Marcel<strong>lo</strong> Bagnoli ha incentrato<br />

l'esame di terza media alla "Camil<strong>lo</strong><br />

Corradini" di Avezzano anche la studentessa<br />

Alice Iucci. Un percorso<br />

tematico e una mappa concettuale<br />

per scavare nel passato cittadino.<br />

• Su www.ilvelinoweb.it potete vedere il video <strong>del</strong>la mostra<br />

realizzato da Ange<strong>lo</strong> Croce. La mostra, curata da don<br />

Ennio Grossi, celebra i 100 anni <strong>del</strong> vescovo Pio Marcel<strong>lo</strong><br />

Bagnoli ed è aperta, ad Avezzano nell'Archivio diocesano<br />

in via Valerii, dal martedì alla domenica, la mattina dalle<br />

10 alle 12,30 e il pomeriggio dalle 16 alle 19.<br />

di don Francesco Grassi<br />

• Cento anni fa a San Benedetto <strong>dei</strong><br />

<strong>Marsi</strong> nasceva l’abate don Luigi Di<br />

Genova, da una famiglia di modesti<br />

contadini. Da fanciul<strong>lo</strong> ebbe la sfortuna<br />

di fare la terribile esperienza <strong>del</strong><br />

terremoto (<strong>13</strong> gennaio 19<strong>15</strong>), che<br />

colpì tutta la <strong>Marsi</strong>ca, in cui il picco<strong>lo</strong><br />

Luigi rimase ferito tra le macerie,<br />

riportando un trauma cranico. Passando<br />

nella <strong>Marsi</strong>ca provata da quel<br />

tremendo sisma, un picco<strong>lo</strong> sacerdote<br />

energico ma grande nell’esercizio<br />

<strong>del</strong>la carità di nome Luigi Orione, <strong>lo</strong><br />

accolse e <strong>lo</strong> portò con sé e fece <strong>del</strong><br />

fanciul<strong>lo</strong> Luigi Di Genova un sacerdote<br />

semplice, umile, ma spiritualmente<br />

fecondo. I primi passi sacerdotali<br />

furono mossi nell’ambito cella<br />

congregazione, fondata da don Orione;<br />

più tardi volle tornare nella sua<br />

amata diocesi <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong> e con l’aiuto<br />

<strong>del</strong>l’al<strong>lo</strong>ra parroco di San Benedetto<br />

<strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong>, don Achille Palmerini, vi<br />

rientrò. <strong>Il</strong> vescovo Pio Marcel<strong>lo</strong> Bagnoli<br />

<strong>lo</strong> inviò a Pescasseroli come<br />

aiuto all’abate don Car<strong>lo</strong> Quintigliani,<br />

avanti negli anni e ammalato, il 5 ottobre<br />

1946. Poco più che trentenne,<br />

era silenzioso, riservato e <strong>del</strong>icato di<br />

salute, tanto che soffrì subito per il<br />

clima rigido e la molta neve, e si pensò<br />

che non avrebbe resistito molto a<br />

Pescasseroli. Invece, alla scomparsa<br />

di don Car<strong>lo</strong> nel 19<strong>47</strong>, fu nominato<br />

abate parroco e tale vi rimase fino al<br />

1987. Quaranta’anni trascorsi nella<br />

sua profonda e intensa vita di pietà,<br />

lavorando nella vigna <strong>del</strong> Signore,<br />

con gesti e parole che gli hanno<br />

permesso di essere presenza misericordiosa<br />

<strong>del</strong> Dio Amore. Molteplici<br />

i suoi interessi pastorali, dalla catechesi<br />

<strong>del</strong>l’iniziazione ai Sacramenti, a<br />

quella per le famiglie. Gli ammalati,<br />

che visitava spesso, ricevevano da lui<br />

sempre una parola di speranza. Ma la<br />

cosa che più mi ha sorpreso è stata la<br />

sua pastorale vocazionale: egli fece<br />

innamorare molti ragazzi e ragazze<br />

di Gesù con la sua trasparente gioia<br />

di essere sacerdote; ma le molte<br />

vocazioni che il Signore ha concesso<br />

come dono durante il suo ministero<br />

a Pescasseroli sono frutto <strong>del</strong>le sue<br />

frequenti ore passate davanti al tabernaco<strong>lo</strong>,<br />

cosa per cui il Signore<br />

l’ha sempre premiato. Molte sono le<br />

ragazze divenute suore nella congregazione<br />

<strong>del</strong>le Suore <strong>del</strong>le Poverelle;<br />

molti i ragazzi divenuti sacerdoti<br />

secolari o religiosi: Salesiani, Confezionisti,<br />

Sco<strong>lo</strong>pi. Ma la sua gioia era<br />

quella di veder i giovani innamorati<br />

di Dio. A diciannove anni dal suo ingresso<br />

nel Regno di Dio ancora rico-<br />

VACRI (CH) - Via R. Margherita, 28 - tel. e fax 0871 7<strong>13</strong>05 e.mail: mammarellasnc@tin.it<br />

<strong>13</strong><br />

san benedetto <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong><br />

100 anni dalla nascita <strong>del</strong>l'abate don Luigi Di Genova<br />

ricordo di don steFano Gobbi<br />

di A<strong>del</strong>e Calzetta<br />

• Mercoledì 29 giugno alle ore <strong>15</strong>,30 don<br />

Stefano Gobbi, promotore ed animatore<br />

<strong>del</strong> Movimento sacerdotale mariano,<br />

ci ha lasciato per raggiungere il Padre<br />

nel Regno Eterno. Avrebbe dovuto condurre<br />

come sempre gli esercizi spirituali<br />

presso Collevalenza, con i responsabili<br />

<strong>del</strong> Msm <strong>dei</strong> 5 continenti, presieduti<br />

ogni volta da <strong>numero</strong>si arcivescovi,<br />

vescovi e cardinali.<br />

Ma questa volta<br />

la sua presenza<br />

è stata diversa e<br />

sicuramente speciale:<br />

venerdì 30<br />

giugno, il suo corpo<br />

era con <strong>lo</strong>ro per<br />

il rito funebre, ma<br />

il suo spirito, libero<br />

e carico d’amore<br />

per tutti, aleggiava<br />

su ogni confratel<strong>lo</strong><br />

presente, infondendo <strong>lo</strong>ro forza, serenità<br />

e speranza. Infaticabile e prodigo<br />

nel suo apostolato è riuscito, con umiltà,<br />

costanza e fervore, a mettere in<br />

atto ciò che alcuni padri conciliari hanno<br />

sempre desiderato dopo il Concilio:<br />

trovare un punto d’incontro tra i movimenti<br />

liturgici, cristo<strong>lo</strong>gici ed ecumenici<br />

da un lato, e quel<strong>lo</strong> mariano dall’altro.<br />

Fu proficuo unire le due tendenze «arricchendo<br />

la liturgia <strong>del</strong>la profondità <strong>del</strong><br />

cuore <strong>del</strong>la devozione a Maria, e aprendo<br />

quanto è mariano al grande respiro<br />

<strong>del</strong>la tradizione liturgica» (J. Ratzinger<br />

- H. Urs Von Balthasar, “Maria, Chiesa<br />

nascente”) tenendo sempre presente<br />

che «la Chiesa è più di un popo<strong>lo</strong>, in<br />

essa vive il mistero <strong>del</strong>la maternità e<br />

noscenti per tutto il bene profuso a<br />

Pescasseroli, così mi piace ricordar<strong>lo</strong>:<br />

caro don Luigi, tu sarai sempre qui,<br />

dinanzi all’immagine veneratissima<br />

<strong>del</strong>la Madonna Incoronata, lungo la<br />

via che conduce al santuario di Monte<br />

Tranquil<strong>lo</strong>, nelle viuzze <strong>del</strong> paese<br />

di cui hai varcato ogni porta e lassù,<br />

nel nostro bel camposanto riascolteremo<br />

la tua preghiera filtrata con<br />

i raggi <strong>del</strong> sole, tra gli aghi <strong>dei</strong> pini,<br />

profumata dalle viole che lì sbocciano<br />

per prime, rincorsa dagli slanci degli<br />

scoiattoli che tu osservavi beato,<br />

diffusa dal suono possente e armonioso<br />

<strong>del</strong>le nostre campane e dal vibrare<br />

solenne <strong>del</strong>l’organo. Con la tua<br />

figura solenne ma magrolina, con il<br />

tuo sorriso fanciullesco, con la tua<br />

<strong>del</strong>l’Amore sponsale che rende possibile<br />

tale maternità».<br />

Don Stefano questo <strong>lo</strong> ha testimoniato<br />

e trasmesso al mondo dal 1972, quando<br />

ha iniziato il suo apostolato. Qui<br />

nella nostra <strong>Marsi</strong>ca, ha presieduto vari<br />

cenacoli: al Cesolino ed in Cattedrale.<br />

Personalmente ho avuto la gioia e l’onore<br />

di accompagnar<strong>lo</strong> spesso dall’al<strong>lo</strong>ra<br />

vescovo Biagio<br />

Terrinoni (nella<br />

foto), che ci ha<br />

sempre accolto<br />

con tanto amore<br />

e dedizione.<br />

Spesso hanno<br />

concelebrato la<br />

Messa nella cappellina<br />

privata<br />

e, dopo questi<br />

ripetuti incontri,<br />

il vescovo Terrinoni<br />

ci donò al<strong>lo</strong>ra la gioia <strong>del</strong>la consacrazione<br />

al Cuore Immacolato di Maria<br />

di tutto il popo<strong>lo</strong> marsicano, in concomitanza<br />

con la richiesta <strong>del</strong> Papa, ripresa<br />

da un’emittente <strong>lo</strong>cale, grazie anche<br />

alla collaborazione <strong>del</strong>la professoressa<br />

Maria Teresa Letta. Sicuramente oggi<br />

nel vedermi piangere, dolcemente mi<br />

sgriderebbe, ma io altrettanto dolcemente<br />

gli direi: «Don Stefano, davanti<br />

all’amico Lazzaro morto, Gesù pianse<br />

amaramente e tutti dicevano - quanto<br />

<strong>lo</strong> amava - lascia piangere oggi anche<br />

me, ti ho amato tanto, ed insieme a<br />

me ti hanno amato tutte le sorelle ed<br />

i fratelli <strong>del</strong> Movimento che ti hanno<br />

sempre seguito». Ciao don Stefano.<br />

Continua ad essere con noi.<br />

berretta nera all’indietro, il bastone<br />

con il pomo d’argento in mano, con<br />

le guance scavate dalla fatica e dal<strong>lo</strong><br />

scorrere inesorabile <strong>del</strong> tempo, tu<br />

sarai sempre con noi. Ti sento sempre<br />

vicino e come il Signore si servì<br />

di te per far nascere nel mio cuore<br />

la vocazione, oggi si serve ancora di<br />

te nel mio ministero pastorale. Concludendo<br />

mi permetto di aggiungere<br />

che Pescasseroli può annoverare tra<br />

i suoi abati due persone venute da<br />

scuole di santi: don Car<strong>lo</strong> che ebbe<br />

come educatore il beato Michele<br />

Ruam primo successore di don Bosco<br />

e don Luigi, come abbiamo già detto,<br />

discepo<strong>lo</strong> di san Luigi Orione, fondatore<br />

<strong>dei</strong> Figli <strong>del</strong>la Divina provvidenza<br />

o “Orionini”.


14<br />

Giovani ed estate<br />

non sono soli<br />

oratori e campi con la comunità cristiana<br />

di Francesco Bonini<br />

• Non ci sono statistiche e le stime<br />

sono per difetto. Ma sono diverse<br />

centinaia di migliaia, almeno un milione<br />

e mezzo, i ragazzi coinvolti a<br />

vario tito<strong>lo</strong> nelle proposte educative<br />

“estive” <strong>del</strong>le parrocchie, cui aggiungere<br />

quelle <strong>del</strong>le associazioni e <strong>dei</strong><br />

movimenti, <strong>del</strong>le tante realtà che<br />

caratterizzano la capillare presenza<br />

ecclesiale in Italia. Anche le parrocchie<br />

marsicane sono in fermento e<br />

perciò non mancate di rivolgervi ai<br />

nostri parroci per valutare insieme le<br />

opportunità che si offrono. I ragazzi<br />

non sono soli. Questo capillare movimento<br />

coinvolge centinaia di migliaia<br />

di adulti e giovani adulti, proprio perché<br />

l’originalità <strong>del</strong>le proposte estive<br />

è proprio <strong>lo</strong> spessore educativo. Non<br />

si tratta di aiutare le famiglie a risolvere<br />

il problema <strong>del</strong> tempo lasciato<br />

libero dalla scuola creando parcheggi<br />

il meglio organizzati possibile. La<br />

scommessa che, anno per anno, si<br />

ripete è fare in modo che il tempo<br />

<strong>del</strong>la vacanza, molto spesso <strong>del</strong>la vacanza<br />

obbligata in città, diventi occasione<br />

per crescere, nel divertimento,<br />

nell’attività fisica e sportiva, nell’amicizia<br />

e nel<strong>lo</strong> spirito. Gli oratori estivi,<br />

i campi, le mille e mille iniziative<br />

diventano così un po’ il paradigma<br />

di una società vivace, spesso molto<br />

più impegnata e attenta, capace di<br />

auto-organizzazione di quanto non<br />

la rappresentino le immagini più corrive.<br />

E’ un tessuto, fatto di rapporti<br />

consolidati di fiducia, di progetti, di<br />

gratuità, di vo<strong>lo</strong>ntariato, capace di<br />

percorrere e tenere vivo tutto il Paese.<br />

Ma questo tessuto va sostenuto.<br />

E non è tanto questione di risorse,<br />

che pure sono necessarie. E’ giusto<br />

che le amministrazioni pubbliche sostengano<br />

queste iniziative di così evidente<br />

respiro sociale, come si fa per<br />

tante proposte culturali estive. Ma<br />

probabilmente non è questo il punto-chiave.<br />

E’ necessario soprattutto<br />

prendere coscienza. Non è un fatto<br />

“naturale” questo grande investimento.<br />

E’ un riflesso “gratuito” che nasce<br />

da una storia. Ma la storia continua<br />

se ci sono energie, risorse, soprattutto<br />

etiche, spirituali e morali. Qui si<br />

misura il “capitale sociale” di un Paese.<br />

Proprio in questi tempi di grande<br />

incertezza servono due impegni. Da<br />

una parte, bisogna essere consapevoli<br />

<strong>del</strong>le ricchezze di capitale sociale<br />

di cui disponiamo: non si può dare<br />

nulla per scontato, ma valutar<strong>lo</strong> per<br />

quel che merita e, dunque, fare di<br />

tutto per non consumare queste risorse,<br />

sovrapponendo alla vita vera<br />

<strong>del</strong>le persone e <strong>del</strong>le famiglie stili e<br />

linguaggi discorsivi e corrosivi propri<br />

di minoranze chiassose. <strong>Il</strong> “capitale<br />

sociale” infatti si può consumare, dilapidare.<br />

Non è un dato permanente.<br />

Ecco, al<strong>lo</strong>ra, l’altro e conseguente<br />

impegno a continuare e, se possibile,<br />

PelleGrinaGGi diocesani<br />

Settembre a Lourdes, ottobre in Terrasanta<br />

a cura <strong>del</strong>la redazione<br />

• Nuove proposte di pellegrinaggio<br />

dalla curia di Avezzano: il<br />

vicario generale, monsignor Domenico<br />

Ramelli invita, per i giorni<br />

22-26 settembre, al pellegrinaggio<br />

a Lourdes, per una profonda<br />

esperienza nel silenzio e nel raccoglimento<br />

alla grotta <strong>del</strong>le apparizioni.<br />

Si visiteranno i luoghi <strong>del</strong>la<br />

vita di santa Bernadette, si parteciperà<br />

alla fiaccolata e alla processione<br />

eucaristica, sperimentando<br />

grande condivisione<br />

di intenti.<br />

<strong>Il</strong> pellegrinaggio<br />

diventa un vero<br />

corso di esercizi<br />

spirituali. Tutto<br />

reso più facile<br />

dai trasferimenti<br />

in aereo, che<br />

aumentano il<br />

tempo di permanenza<br />

a Lourdes.<br />

Guiderà il<br />

pellegrinaggio<br />

il vescovo <strong>dei</strong><br />

<strong>Marsi</strong> Pietro<br />

Santoro, che<br />

sarà guida anche<br />

per il successivo<br />

viaggio<br />

in Terrasanta<br />

previsto nel mese di ottobre per<br />

i giorni 11-18. Otto giorni che<br />

permettono attraverso un itinerario<br />

ormai sperimentato, di vivere<br />

tutto il fascino e la spiritualità di<br />

quei luoghi. Seguendo i passi di<br />

Cristo da Nazaret (fiore <strong>del</strong>la Galilea),<br />

al monte Tabor, da Cana a<br />

Tabga luogo <strong>del</strong> primato di Pietro<br />

sviluppare l’investimento. L’educazione<br />

risalta così come un asse essenziale,<br />

di cui dobbiamo avere sempre<br />

maggiore e migliore cura. Educare è<br />

necessario ma non si può educare se<br />

non ci si assume una responsabilità<br />

chiara e precisa, che è quella di chiamare<br />

le cose con il <strong>lo</strong>ro nome e prima<br />

di tutto il bene e il male. L’impegno è<br />

molto arduo, perché è controcorrente<br />

rispetto a indirizzi culturali effimeri<br />

e roboanti, ma <strong>lo</strong> reclamano i fatti,<br />

oltre che una tradizione che continua<br />

e risponde ai bisogni veri <strong>del</strong>le persone.<br />

passando per il lago di Tiberiade.<br />

Si visiterà Cafarnao, ci si recherà<br />

sul monte <strong>del</strong>le Beatitudini quindi<br />

alle sorgenti <strong>del</strong> Giordano per<br />

il rinnovo <strong>del</strong>le promesse battesimali.<br />

Scendendo a sud si toccherà<br />

la depressione <strong>del</strong> mar Morto<br />

(-400 metri) con successiva sosta<br />

a Gerico e a Qumran, a suo tempo<br />

abitata dalla comunità degli esseni,<br />

quindi arrivo a Betlemme la<br />

città <strong>del</strong>la nascita di Gesù. <strong>Il</strong> quinto,<br />

sesto e settimo<br />

giorno, (intensissimi)<br />

si trascorreranno<br />

a Gerusalemme<br />

visitando<br />

tutti i luoghi più<br />

importanti per la<br />

fede, dall’orto degli<br />

ulivi al Golgota<br />

al Santo Sepolcro,<br />

si percorrerà la via<br />

Do<strong>lo</strong>rosa meditando<br />

le stazioni <strong>del</strong>la<br />

via Crucis. Se si<br />

vede una volta Gerusalemme,<br />

l’unico<br />

desiderio che nasce<br />

è quel<strong>lo</strong> di tornarci,<br />

perché resta<br />

nel cuore e segna<br />

l’anima.<br />

Per maggiori informazioni e prenotazioni<br />

tutti i giorni negli uffici<br />

<strong>del</strong>la curia vescovile dalle<br />

ore 10 alle <strong>13</strong> potete rivolgervi<br />

al diacono Nazzareno Moroni al<br />

<strong>numero</strong> 0863.4<strong>13</strong>827 oppure<br />

333.351<strong>47</strong>11. Le iscrizioni dovranno<br />

pervenire entro il <strong>15</strong> <strong>luglio</strong>.<br />

Parole sul web<br />

• Su www.ilvelinoweb.it trovate la nuova<br />

rubrica <strong>del</strong> vescovo <strong>dei</strong> <strong>Marsi</strong> Pietro<br />

Santoro “Parole <strong>del</strong>la domenica”. Per<br />

tutto il mese di <strong>luglio</strong> cliccando sul <strong>lo</strong>go<br />

<strong>del</strong>la rubrica potrete ascoltare il nostro<br />

vescovo che commenta il Vange<strong>lo</strong><br />

<strong>del</strong>la domenica più vicina, oppure riascoltare<br />

il commento alle domeniche<br />

precedenti. Come scriveva Romano<br />

Guardini: «Noi uomini siamo diventati<br />

così superficiali che non proviamo più<br />

ormai do<strong>lo</strong>re per le parole distrutte.<br />

Abbiamo preso a pronunciare i nomi<br />

in modo sempre più rapido, più superficiale<br />

ed esteriore, pensando<br />

sempre meno a<br />

essere espressivi […].<br />

Così le parole son corse<br />

celermente di bocca in<br />

bocca. <strong>Il</strong> <strong>lo</strong>ro intimo non<br />

ha parlato più; l’essenza<br />

<strong>del</strong>la cosa non s’è fatto<br />

più udire; l’anima non<br />

si è più rivelata in esse.<br />

Si ridussero ormai so<strong>lo</strong><br />

a parole-monete: indicano<br />

la cosa, senza però<br />

rivelarla». Con il vescovo<br />

Pietro le parole smettono<br />

di essere monete e<br />

tornano a parlare.<br />

TREMORE E TIMORE<br />

Prestigio<br />

• Ho saputo che quest’anno Avezzano non avrà i suoi Sentieri<br />

<strong>del</strong> gusto. Temo che al suo inventore facciano pagare il prestigio<br />

libidico che <strong>lo</strong> investe.<br />

FOGLIETTI E FOGLIANTI<br />

Jozef Israels, "La preghiera <strong>del</strong>la sera", Galleria Ambrosiana, Milano<br />

“Quanto amo<br />

la Tua legge, Signore”<br />

24 Luglio 2011<br />

XVII Domenica <strong>del</strong> Tempo Ordinario<br />

Garantirsi una lunga orazione<br />

di Marco De Foglio<br />

• Dove trovare forza, speranza, verità se non nella preghiera?<br />

Jozef Israels, pittore realista olandese, dipinge una umile donna<br />

assorta sul suo inginocchiatoio di casa. Un panno di stoffa ad<br />

ammorbidire il poggiare <strong>dei</strong> gomiti e garantire una più lunga<br />

orazione. Si sentono appena le Ave Maria sussurrate dalla donna<br />

in una stanza che non ci appare, ma nella quale possiamo ben<br />

percepire la presenza reale e misteriosa <strong>del</strong> Cie<strong>lo</strong> quando tocca<br />

il cuore <strong>del</strong>l’uomo. Gli occhi stanchi <strong>del</strong>l’anziana sembrano non<br />

sostenere più il peso di una lunga giornata di lavoro, ma vi si intravede<br />

perfettamente la capacità di saper leggere la storia con<br />

<strong>lo</strong> stesso sguardo di Dio che accoglie la preghiera vera e semplice<br />

<strong>del</strong> povero che in Lui confida. Proprio come fece Sa<strong>lo</strong>mone<br />

che, assorto nella preghiera, chiese al Signore di saper ben discernere<br />

il bene dal male: «Dio gli disse: "Poiché hai domandato<br />

questa cosa e non hai domandato per te molti giorni, né hai<br />

domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita <strong>dei</strong> tuoi<br />

nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare,<br />

ecco, faccio secondo le tue parole. Ti concedo un cuore saggio e<br />

intelligente"» (1Re 3,11-12).<br />

Nella preghiera ci è donata la fede per combattere con gioia le<br />

prove di ogni giorno, la speranza per attendere con nostalgia la<br />

dimora futura <strong>del</strong> Paradiso, la carità per consegnare al prossimo<br />

l’amore che abbiamo conosciuto e che ci ha convertiti.<br />

La vita è trasformata, il fresco vento di Pasqua entra nel cuore<br />

<strong>del</strong> povero che, pieno di gratitudine, esulta:<br />

<strong>Il</strong> tuo amore sia la mia consolazione,<br />

secondo la promessa fatta al tuo servo.<br />

Venga a me la tua misericordia e io avrò vita,<br />

perché la tua legge è la mia <strong>del</strong>izia.<br />

Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti:<br />

per questo li custodisco.<br />

La rivelazione <strong>del</strong>le tue parole illumina,<br />

dona intelligenza ai semplici. (Sal 119,76-77.129-<strong>13</strong>0)


verrecchie<br />

i 50 anni di don osvaldo<br />

Inginocchiato davanti al Santissimo<br />

di Nazzareno Moroni<br />

• Immersi in un’atmosfera cristallina,<br />

respirando aria buona, senza tracce<br />

di contaminazioni, la natura intera,<br />

in tutta la sua genuinità ti entra dentro<br />

fino a toccare l’anima. Come non<br />

amare questi luoghi che con prepotenza<br />

dichiarano la forza e la dolcezza<br />

<strong>del</strong> creato? In un mare di verde si<br />

nasconde Verrecchie, paesino gioiel<strong>lo</strong><br />

nel cuore <strong>del</strong>l’Abruzzo marsicano. In<br />

quest’oasi di pacioso silenzio incontro<br />

un uomo che semplicemente è sacerdote<br />

da 50 anni. Don Osvaldo Pensa<br />

ha già compiuto 74 anni (è nato a Villa<br />

San Sebastiano il 5 febbraio 1937),<br />

fu ordinato sacerdote insieme a don<br />

Antonio Sciarra nel <strong>lo</strong>ntano 1961 il 29<br />

giugno, giorno <strong>del</strong>la festa degli apostoli<br />

Pietro e Pao<strong>lo</strong>. Da al<strong>lo</strong>ra fe<strong>del</strong>e<br />

servitore <strong>del</strong>la Chiesa nei vari incarichi<br />

che ha ricevuti. Padre spirituale<br />

nel seminario di Avezzano, vice rettore<br />

al seminario regionale di Chieti,<br />

iniziatore nella <strong>Marsi</strong>ca, insieme a don<br />

Sciarra, <strong>del</strong> movimento<br />

Mani Tese.<br />

Per molti anni ha<br />

rivestito il ruo<strong>lo</strong> di<br />

segretario nazionale<br />

<strong>del</strong>le Pontificie<br />

opere missionarie<br />

nel settore<br />

Propaganda Fide.<br />

Per breve periodo<br />

ancora a Chieti<br />

come direttore spirituale<br />

<strong>dei</strong> seminaristi<br />

per approdare<br />

circa dieci anni fa<br />

a Verrecchie, <strong>lo</strong>ntano<br />

anni luce dai<br />

fermenti e dagli<br />

affanni degli uffici<br />

in Città <strong>del</strong> Vaticano.<br />

Entrando<br />

nella chiesa parrocchiale<br />

di Sant’Egidio abate si<br />

è subito attratti da una<br />

quantità di manifestini,<br />

scritti a mano, che per<br />

<strong>lo</strong> più trattano un unico<br />

argomento: l’anima. E’<br />

l’argomento che occupa<br />

gran parte <strong>del</strong>le meditazioni<br />

di don Osvaldo, è<br />

la sua sofferenza per co<strong>lo</strong>ro<br />

che non si rendono<br />

conto di averla, per tutti<br />

quelli che pur sapendo<strong>lo</strong><br />

rischiano di dannarsi, per tutti i superficiali<br />

e buontemponi. Ricondurre<br />

l’uomo alle profondità <strong>del</strong> suo essere<br />

è ormai l’unica sua missione, e ditemi<br />

se è poco. E’ un innamorato di Cristo:<br />

quante volte l’ho sorpreso da so<strong>lo</strong> in<br />

chiesa inginocchiato davanti al Santissimo<br />

Sacramento. Silenzio, preghiera,<br />

adorazione eucaristica, sono il<br />

suo pane quotidiano. La celebrazione<br />

<strong>del</strong>la santa Messa al centro di tutto,<br />

veramente "fonte e culmine" di ogni<br />

azione. Non vuole fare particolari ce-<br />

don antonio l'anniversario<br />

di Maria Rosaria Savina<br />

• A Medjugorje <strong>lo</strong> scorso 29 giugno<br />

si è celebrato il giubileo sacerdotale<br />

di don Antonio Sciarra ordinato<br />

sacerdote ad Avezzano il 29 giugno<br />

<strong>del</strong> 1961. Per festeggiare don Antonio<br />

è stato organizzato da Avezzano<br />

un pellegrinaggio, cui hanno partecipato<br />

don Antonio Ruscitti, tre suore<br />

francescane di santa Filippa Mareri di<br />

Borgo San Pietro, suor Margherita,<br />

suor Raffaella e suor Lucia, il diacono<br />

Antonio Masci e tanti laici di diversi<br />

centri marsicani (nelle foto a destra di<br />

Livio tarquini). Al ritorno dal viaggio i<br />

pellegrini sono stati investiti da varie<br />

domande. Non è facile rispondere a<br />

tutte, ma ci dicono <strong>del</strong>la eccezionalità<br />

<strong>dei</strong> luoghi visitati come un grande<br />

«confessionale all’aperto», di una<br />

collina che invita ad innalzare continue<br />

preghiere, di una<br />

celebrazione di adorazione<br />

eucaristica<br />

intensa e seguita da<br />

seimila fe<strong>del</strong>i. Al di là<br />

<strong>del</strong>le presunte apparizioni,<br />

sulle quali si è<br />

in attesa <strong>del</strong>le conclusioni<br />

<strong>del</strong>la Commissione<br />

nominata dal<br />

Vaticano, Medjugorje<br />

è veramente un «luogo<br />

di profezia per la<br />

Chiesa di oggi», come<br />

<strong>lo</strong> stesso don Antonio<br />

Sciarra ha scritto<br />

confidenzialmente. I<br />

lebrazioni, per il suo cinquantesimo,<br />

perché come lui stesso mi ha risposto:<br />

«la messa che ho celebrato questa<br />

mattina è la celebrazione». Sempre<br />

disponibile, sempre rintracciabile,<br />

apre a tutti, tanto è certo che dopo<br />

l’incontro ci sarà la sua santa solitudine.<br />

In effetti sono molti quelli che<br />

<strong>lo</strong> cercano, chi <strong>lo</strong> ha conosciuto non <strong>lo</strong><br />

dimentica e <strong>lo</strong> rincorre per confessarsi<br />

da lui. «Don Osvaldo dimmi un tuo<br />

cruccio» gli chiedo. «Mi sento dire che<br />

gli argomenti a me cari sono superati;<br />

• <strong>Il</strong> prossimo 23 <strong>luglio</strong> alle ore 18,30 nella Cattedrale<br />

di Avezzano, per imposizione <strong>del</strong>le mani e la<br />

preghiera di ordinazione <strong>del</strong> vescovo Pietro Santoro,<br />

il giovane Patrizio Ciccone verrà ordinato presbitero.<br />

Nel prossimo <strong>numero</strong> <strong>del</strong> giornale diocesano il<br />

racconto <strong>del</strong>la giornata, grati al Signore per il dono<br />

di questa vocazione.<br />

ventiquattro<br />

pellegrini con<br />

gioia si sono<br />

uniti alla cel<br />

e b r a z i o n e<br />

solenne, seguita<br />

da mill<br />

e d u e c e n t o<br />

persone, <strong>del</strong>la Messa<br />

giubilare <strong>del</strong> 29<br />

giugno. Come don<br />

Antonio scrive e<br />

ha potuto ripetere<br />

nell’omelia <strong>del</strong>la<br />

stessa Messa, il<br />

sentimento centrale<br />

di lui e di tutti gli<br />

"invitati", tra i quali<br />

avevano un posto<br />

speciale le due giovani<br />

Artemia e Katia<br />

Morelli di etnia rom, è quel<strong>lo</strong> di gratitudine:<br />

a Dio Padre per don Antonio<br />

prete da cinquanta anni, a Maria Regina<br />

<strong>del</strong>la pace, che dalle sue parole<br />

sembra «abbia deciso di entrare nella<br />

storia <strong>del</strong> missionario malato per<br />

salvar<strong>lo</strong>». Nella permanenza breve a<br />

Megjugorje i pellegrini si sono divisi<br />

tra la preghiera a Maria con il rosario<br />

sulla collina <strong>del</strong>le apparizioni o<br />

salendo la montagna <strong>del</strong> Calvario per<br />

essere vicini al sacerdote don Antonio<br />

(con cui si è cercato di capire il<br />

perché di questa sua presenza a Medjugorje).<br />

E’ bene rifarsi alle parole<br />

<strong>del</strong><strong>lo</strong> stesso don Antonio che spiega il<br />

suo desiderio di avviarsi «verso nuovi<br />

orizzonti» con due obiettivi: «Intrattenermi<br />

a lungo nel luogo sacro dove<br />

la Regina <strong>del</strong>la pace tiene aperta una<br />

scuola di Sapienza e dove c’è una irruzione<br />

<strong>del</strong> Regno di Dio che viene a<br />

spingere gli uomini sulle vie <strong>del</strong>la salvezza.<br />

Accostarmi al forte carisma di<br />

Chiara Amirante, fondatrice <strong>del</strong>l’associazione<br />

Nuovi Orizzonti, che offre, a<br />

chi stenta di imparare la difficile arte<br />

di amare, cammini percorribili di santità.<br />

Sono appena gli inizi di questa<br />

vertiginosa scalata. Spero che presto<br />

possa confidarvi passi avanti».<br />

l’anima superata? La salvezza <strong>dei</strong> peccatori<br />

superata? Se è così voglio essere<br />

un prete di altri tempi». Caro don<br />

Osvaldo per me sei un dono, la tua<br />

testimonianza è importante per molti<br />

giovani che non sanno cosa scegliere,<br />

c’è bisogno di qualcuno che con la<br />

propria vita dica <strong>lo</strong>ro, che è bel<strong>lo</strong> essere<br />

sacerdoti, che non è un inganno<br />

e non è una scappatoia. «I miei primi<br />

50 anni sono volati e oggi mi sembra<br />

il primo giorno, l’unico giorno, perché<br />

già sono nell’eternità».<br />

a cura <strong>del</strong>la redazione<br />

• <strong>Il</strong> sacerdozio è un dono che la<br />

persona riceve, ne avverte la chiamata,<br />

la bellezza ed al<strong>lo</strong>ra si consegna<br />

a Colui che sente e crede unico<br />

e grande sacerdote: Gesù Cristo.<br />

Tutto il cammino di Israele,<br />

da quando percepì il<br />

Dio che si rivelava e <strong>lo</strong><br />

conduceva alla salvezza<br />

è segnato dalla presenza<br />

<strong>del</strong> gran sacerdote e <strong>dei</strong><br />

sacerdoti che servivano<br />

al tempio, al culto e mediavano<br />

il rapporto con<br />

Dio. Per secoli il popo<strong>lo</strong><br />

conobbe la testimonianza<br />

di guida e di ammaestramento<br />

<strong>del</strong> sacerdote,<br />

<strong>del</strong> cohen, che discende<br />

da Aronne<br />

ed appartiene<br />

alla tribù di<br />

Levi, in una<br />

discendenza<br />

patrilineare.<br />

La benedizione<br />

<strong>del</strong> libro<br />

<strong>dei</strong> Numeri da<br />

lui proclamata,<br />

scendeva<br />

così su ogni membro <strong>del</strong> popo<strong>lo</strong>:<br />

«Ti benedica il Signore/e ti custodisca./<strong>Il</strong><br />

Signore faccia risplendere<br />

per te il suo volto/e ti faccia grazia./<strong>Il</strong><br />

Signore rivolga su di te il<br />

suo/volto e ti conceda pace. Così<br />

porranno il mio nome sugli Israeliti<br />

e io li benedirò» (Nm 6,24-27). <strong>Il</strong><br />

sacerdote si col<strong>lo</strong>ca quindi fra Dio<br />

e il popo<strong>lo</strong>. Avvengono però tradimenti<br />

e pentimenti, al<strong>lo</strong>ntanamenti<br />

e ritorni ma anche l’alleanza di<br />

pace viene custodita insieme con la<br />

giustizia e la <strong>lo</strong>tta contro il peccato<br />

perché regni la pace. Nel giorno<br />

che segna, per il credente cristiano,<br />

il crinale di passaggio fra l’Antico<br />

Testamento e l’annuncio evangelico,<br />

il Signore Gesù nella Pasqua<br />

che celebra con i discepoli, agisce<br />

da Sommo Sacerdote e si consegna<br />

agli apostoli come testimone<br />

<strong>del</strong> dono <strong>del</strong> Padre. Non è un’investitura<br />

privata, un tito<strong>lo</strong> onorifico,<br />

ma un sigil<strong>lo</strong> che viene impresso<br />

perché il sacerdote di Cristo si<br />

apra al suo popo<strong>lo</strong> e diventi segno<br />

tangibile «<strong>del</strong>l’amore <strong>del</strong> cuore di<br />

Gesù», come affermava il santo<br />

curato d’Ars. Proprio nella lettera<br />

di indizione <strong>del</strong>l’anno sacerdotale<br />

<strong>del</strong> 19 giugno 2009, si può cogliere<br />

l’animo di Benedetto XVI e la sua<br />

consapevolezza, in cui traspare il<br />

volto <strong>del</strong>l’ancora giovane ragazzo<br />

Josef Ratzinger, nel<strong>lo</strong> stupore <strong>del</strong><br />

dono e nella responsabilità gioiosa<br />

<strong>del</strong> sigil<strong>lo</strong>. I sacerdoti infatti costituiscono<br />

un dono non so<strong>lo</strong> per la<br />

Chiesa, ma anche per la stessa<br />

umanità, proprio perché nella vita<br />

quotidiana non vogliono riproporre<br />

altro che <strong>lo</strong> stesso Signore Gesù,<br />

con le sue parole e i suoi gesti.<br />

Tutto questo implica però che il<br />

sacerdote viva l’esperienza di un<br />

<strong>15</strong><br />

il dono <strong>del</strong> sacerdoZio<br />

impegno continuo perché <strong>lo</strong> stile<br />

<strong>del</strong>la sua vita, di tutta la sua fatica<br />

apostolica, non miri ad altro che<br />

a diventare amico di Gesù. Non si<br />

tratta di idee, di proclamazioni, ma<br />

di contagio diretto: il giovane prete<br />

Josef toccò con mano la dedizione<br />

assoluta <strong>del</strong> primo parroco con cui<br />

prestò servizio alla Chiesa, spesosi<br />

fino al suo ultimo respiro. Benedetto<br />

XVI, e prima ancora il semplice<br />

pater Josef, non è un ingenuo o un<br />

credu<strong>lo</strong>ne, sa bene che non da tutti<br />

il prete viene rispettato ed apprezzato,<br />

spesso anzi viene vilipeso<br />

apertamente. Fin qui, potrebbe ancora<br />

trattarsi so<strong>lo</strong> di maleducazione<br />

e di attriti umani, ma quando il<br />

sacerdote constata il rifiuto <strong>del</strong> suo<br />

annuncio e diventa incompreso, la<br />

sua assimilazione a Cristo diventa<br />

realtà. Non bruta e scabra realtà,<br />

soltanto, ma realtà feconda, il cui<br />

dono si diffonde in tutto il mondo.<br />

La condivisione <strong>del</strong> do<strong>lo</strong>re altrui,<br />

<strong>del</strong>le sofferenze, sociali o personali,<br />

non può che concretizzarsi su<br />

questa strada, pagata col pedaggio<br />

personale, col consumarsi <strong>del</strong>la<br />

propria esistenza. Grande il dono e<br />

grande il compito dall’altare al confessionale,<br />

dal culto alla strada per<br />

incontrare chi ha bisogno di una<br />

parola di salvezza, di amicizia, di<br />

bontà. <strong>Il</strong> sacerdote ci dona la presenza<br />

eucaristica che è il Pane che<br />

ci nutre nel cammino verso il Padre;<br />

il sacerdote alza la mano su di noi e<br />

ci immette nella grande esperienza<br />

<strong>del</strong>la misericordia di Dio quando<br />

offre il dono <strong>del</strong>la riconciliazione,<br />

per questo Benedetto XVI, con inesauribile<br />

fiducia nel «torrente <strong>del</strong>la<br />

misericordia», esorta i sacerdoti a<br />

mai «rassegnarsi a vedere deserti<br />

i <strong>lo</strong>ro confessionali né limitarsi a<br />

constatare la disaffezione <strong>dei</strong> fe<strong>del</strong>i<br />

nei riguardi di questo sacramento».<br />

Egli vuole il sacerdote completamente<br />

identificato con il proprio<br />

ministero, tanto che l’io <strong>del</strong>la<br />

persona umana deve diventare l’io<br />

filiale sempre rivolto al Padre, per<br />

abitare la Chiesa ed abitare la casa<br />

<strong>del</strong>l’uomo, il mondo, abitare le case<br />

di tutti, per tutti condurre a Cristo,<br />

tutti soccorrere. L’opera di Dio che<br />

è la Messa, plasma la santità <strong>del</strong>la<br />

vita e illumina la testimonianza<br />

evangelica, pervasa dalla Parola<br />

di Dio; guardando al futuro Benedetto<br />

XVI esclama: «Lasciatevi<br />

conquistare da Lui e sarete anche<br />

voi, nel mondo di oggi, messaggeri<br />

di speranza, di riconciliazione, di<br />

pace». Questa è la testimonianza<br />

di un semplice sacerdote che da<br />

60 anni fe<strong>del</strong>mente guarda al suo<br />

Signore e custodisce il dono ricevuto<br />

riversando<strong>lo</strong> sulla Chiesa, sui<br />

fratelli e le sorelle; a quest’uomo è<br />

stato chiesto di diventare il Pastore<br />

di Roma e <strong>del</strong>la Chiesa cattolica,<br />

con lui e per lui supplichiamo: «Mio<br />

Dio, fammi la grazia di amarti tanto<br />

quanto è possibile che io t’ami».


16 MARSICA<br />

ANCORA SU<br />

DON PICCININI<br />

• Già in precedenza, sulle pagine <strong>del</strong><br />

nostro giornale, ho parlato di don Gaetano<br />

Piccinini, degno sacerdote, figlio<br />

illustre di questa nostra amata terra<br />

marsicana. Giovedì 26 giugno, alle ore<br />

11, come già avrete letto nel <strong>numero</strong><br />

scorso de “<strong>Il</strong> <strong>Velino</strong>” nella sala congressi<br />

<strong>del</strong> centro “Don Orione” di Roma, in<br />

via <strong>del</strong>la Camilluccia, si è tenuta l’importante<br />

cerimonia <strong>del</strong>la consegna <strong>del</strong>la<br />

onorificenza di “giusto fra le nazioni”,<br />

alla memoria di don Gaetano, <strong>del</strong>l’opera<br />

orionina, nato il 6 febbraio 1904 ad<br />

Avezzano. <strong>Il</strong> prestigioso riconoscimento<br />

è stato consegnato, dall’ambasciatore<br />

d’Israele, presso la Santa Sede, Mordechay<br />

Lewy, nelle mani <strong>del</strong> nipote di<br />

don Piccinini, Clemente Piccinini. Dopo<br />

il saluto di rito, il superiore generale<br />

<strong>del</strong>la “Piccola Opera <strong>del</strong>la Divina Provvidenza”,<br />

don Flavio Pe<strong>lo</strong>so, ha tracciato<br />

un esauriente profi<strong>lo</strong> <strong>del</strong> grande<br />

sacerdote, proiettando altresì interessanti<br />

documenti fotografici d’epoca.<br />

Erano presenti, oltre alla dottoressa<br />

Livia Link, consigliere per gli affari pubblici<br />

e politici <strong>del</strong>l’ambasciata d’Israele<br />

a Roma, <strong>numero</strong>se altre autorità civili e<br />

religiose. Fra gli intervenuti, la famiglia<br />

Camerini che, nella persona <strong>del</strong> signor<br />

Bruno e <strong>del</strong>la sorella, ha voluto testimoniare<br />

la storia personale <strong>del</strong>la sua<br />

famiglia, salvata da don Piccinini, durante<br />

le rappresaglie nazifasciste <strong>del</strong>la<br />

seconda guerra mondiale, nella città di<br />

Roma. <strong>Il</strong> signor Camerini ha chiesto,<br />

per don Piccinini, con vigore e costanza<br />

encomiabile il prestigioso riconoscimento<br />

<strong>del</strong>l’istituto per la “Memoria <strong>dei</strong><br />

Martiri e degli Eroi <strong>del</strong>l’O<strong>lo</strong>causto” Yad<br />

Vashem. Altra toccante testimonianza<br />

personale e diretta, è stata quella<br />

<strong>del</strong> sacerdote don Giuseppe Sorani<br />

<strong>del</strong>l’opera orionina, che ha fatto riflettere<br />

molto gli intervenuti. Era presente,<br />

oltre ad un nutrito gruppo giunto<br />

dalla <strong>Marsi</strong>ca, anche il sindaco di Avezzano,<br />

dottor Antonio F<strong>lo</strong>ris ed il gonfa<strong>lo</strong>ne<br />

<strong>del</strong>la città. Dalle testimonianze <strong>dei</strong><br />

sopravvissuti è emerso, soprattutto, il<br />

carattere umanitario e disinteressato,<br />

<strong>del</strong> grande sacerdote, che secondo <strong>lo</strong><br />

spirito di san Luigi Orione, operava il<br />

bene con estrema riservatezza e discrezione,<br />

senza mai porsi il problema<br />

<strong>del</strong>l’appartenenza <strong>dei</strong> beneficiati a<br />

qualsiasi credo politico e religioso, a<br />

qualsiasi estrazione sociale ed etnica.<br />

Don Gaetano, non considerando affatto<br />

il perico<strong>lo</strong> a cui esponeva la sua vita, si<br />

servì per raggiungere i suoi fini, <strong>del</strong>le<br />

sue <strong>numero</strong>se conoscenze fra le alte<br />

personalità <strong>del</strong>l’epoca e <strong>dei</strong> mezzi che<br />

la Divina Provvidenza gli offriva. Fra i<br />

tanti, fu in amicizia con il presidente<br />

degli Stati Uniti d’America, John Fitzgerald<br />

Kennedy. E, dall’America, oltre<br />

che dalla Svizzera, portò i fondi elargiti,<br />

con grande generosità<br />

dalle sue<br />

personali amicizie<br />

e conoscenze, che<br />

servirono a realizzare<br />

le strutture<br />

che ad Avezzano,<br />

in via Corradini,<br />

hanno dato la<br />

possibilità a tanti<br />

orfani e giovani<br />

apprendisti di realizzarsi<br />

e di riscattarsi<br />

da una vita<br />

cominciata per <strong>lo</strong>ro, purtroppo, in salita.<br />

I lavori per realizzare dette opere<br />

furono ultimati in brevissimo tempo. A<br />

questo grande uomo, che rende lustro<br />

ed onore alla nostra amata <strong>Marsi</strong>ca.<br />

SOCIETA'<br />

CONSIDERAZIONI<br />

INATTUALI<br />

di Giuseppe Rabitti<br />

• Penso che tutti abbiano<br />

constatato che<br />

quando un lavoratore,<br />

per raggiunti limiti di<br />

età, cioè per aver raggiunto<br />

i 67 anni o i 70<br />

oppure i 60 oppure i<br />

65, venga considerato come persona<br />

esaurita dal suo mandato e dunque<br />

quasi meno attendibile. <strong>Il</strong> discorso si<br />

rovescia, se la persona è un grande<br />

industriale oppure un politico. In questo<br />

caso l’essere più in avanti con gli<br />

anni non rappresenta un problema.<br />

Anzi, quando costoro parlano, anche se<br />

hanno raggiunto un’età patriarcale, le<br />

<strong>lo</strong>ro parole sono non so<strong>lo</strong> stimate ma<br />

considerate come esatte. Quante volte<br />

ho ascoltato qualcuno che dice: «ma<br />

cosa vuol dire quel vecchietto (età media<br />

75-85 anni): non s’accorge di non<br />

avere più la memoria? O la capacità di<br />

ragionamento <strong>del</strong> giovane?». Poi quando<br />

si riferiscono a persone <strong>del</strong>la stessa<br />

età, ma eletti o nominati con il giudizio<br />

popolare e presenti in Parlamento,<br />

il giudizio cambia: le <strong>lo</strong>ro sono parole<br />

sacrosante e degne di essere ascoltate.<br />

Mi direte che non devo generalizzare,<br />

dipende da persona a persona.<br />

Ci sono persone che in avanti con gli<br />

anni conservano lucidità che tanti più<br />

giovani di <strong>lo</strong>ro non hanno. Giusto. Ma<br />

fateci caso, quale medicina fondamentale,<br />

per mantenere credibilità, sia la<br />

politica. Ecco perché co<strong>lo</strong>ro che sono<br />

stati eletti o nominati possono godere<br />

di un vitalizio quando hanno raggiunto<br />

i 65 anni (un tempo era anche prima)<br />

e pure se hanno fatto una sola legislatura.<br />

<strong>Il</strong> “poveretto lavoratore” deve faticare<br />

quaranta anni e pagare con il<br />

suo lavoro la sua<br />

pensione che<br />

talvolta quando<br />

giunge, spesso,<br />

non può nemmenousufruirne.<br />

Non datemi<br />

<strong>del</strong> qualunquista<br />

per questi miei<br />

ragionamenti<br />

sui “costi <strong>del</strong>la<br />

politica”. Vorrei<br />

utilizzar<strong>lo</strong> so<strong>lo</strong><br />

per trarne un<br />

insegnamento<br />

generale. Smettiamola<br />

cioè di<br />

gridare, come<br />

il grande Gino Bartali (quel tempo è<br />

passato), che è tutto sbagliato e che<br />

tutto dovrebbe essere rifatto, quando<br />

noi non portiamo nemmeno un punto<br />

utile alla società. L’errore è iscritto nel<br />

codice genetico <strong>del</strong>l’uomo, ma l’importante<br />

è non perseverare. Cristo, il Dio<br />

vivente, natura divina e umana in una<br />

sola Persona, ha usato sempre parole<br />

di perdono e di bontà. Impariamo dal<br />

discorso evangelico come dovremmo<br />

tutti comportarci verso<br />

i nostri simili, siano essi<br />

in posizioni di vertice<br />

oppure siano negli ultimi<br />

gradini <strong>del</strong>la società<br />

umana.<br />

materiali inviati, anche se non pubblicati,<br />

I non verranno restituiti ilvelino.redazione@libero.it<br />

PESCINA<br />

LA CONFRATERNITA<br />

DI SANT’ANTONIO<br />

• Domenica 12 giugno a Pescina è stato<br />

il giorno dedicato alla processione di<br />

sant’Antonio da Padova, co-patrono <strong>del</strong><br />

paese. Come ogni anno la preparazione<br />

<strong>dei</strong> vari momenti liturgici e devozionali<br />

riservati al santo sono stati affidati alla<br />

confraternita di sant’Antonio, guidata<br />

dal priore Bruno Mastrone. La confraternita<br />

ha origini molto antiche, già agli<br />

inizi <strong>del</strong> 1600 ne abbiamo notizie negli<br />

atti notarili. Nel 1777 ebbe approvato<br />

<strong>lo</strong> statuto ed ottenne la personalità giuridica<br />

il 21 aprile <strong>del</strong><strong>lo</strong> stesso anno con<br />

il regio assenso <strong>del</strong> re <strong>del</strong>le due Sicilie<br />

Ferdinando IV. La confraternita crescerà<br />

e andrà avanti fino ai giorni nostri<br />

continuando ad operare nella comunità<br />

parrocchiale seppur in mezzo a tante<br />

difficoltà soprattutto in epoca napoleonica,<br />

durante le guerre e nel terribile<br />

evento <strong>del</strong> terremoto <strong>del</strong> 19<strong>15</strong>. I<br />

compiti che la confraternita doveva<br />

svolgere erano principalmente il mantenimento<br />

<strong>del</strong>l’ospedale di Pescina, il<br />

sostentamento <strong>dei</strong> poveri e degli orfani<br />

che avveniva solitamente il 17 gennaio<br />

(giorno dedicato alla memoria di<br />

sant’Antonio Abate) e la cura <strong>del</strong>la chiesa<br />

di Sant’Antonio dopo la soppressione<br />

<strong>del</strong> convento di san Francesco (attualmente<br />

trasformato in teatro e centro<br />

studi “Ignazio Si<strong>lo</strong>ne”) nella seconda<br />

metà <strong>del</strong> 1800. La chiesa era dedicata<br />

a san Francesco d’Assisi, in quanto secondo<br />

la tradizione egli soggiornò per<br />

alcuni mesi a Pescina. Notizie più approfondite<br />

sulla confraternita potranno<br />

essere trovate nel libro di Diocleziano<br />

Giardini “La Confraternita di Sant’Antonio<br />

da Padova<br />

in Pescina”,<br />

Edizioni<br />

Pescinesi<br />

DiGi.<br />

SOCIETA'<br />

LA BOXE<br />

E LA VITA<br />

di Aurelio Rossi di Alessio Manuel Sforza di Fabiola Fanti<br />

POESIA<br />

PAESE D'INFANZIA<br />

di Francesco Ippoliti<br />

• Una strada polverosa<br />

quattro case<br />

nemmeno una chiesa.<br />

Così mi ritorni in mente<br />

di una infanzia andata via<br />

per cercare una nuova avventura.<br />

Mi ritorni nella mente<br />

come quelle notti d’estate<br />

dove cantavano i grilli<br />

dove il giorno si co<strong>lo</strong>rava nei campi.<br />

Nella bontà <strong>dei</strong> cuori<br />

si rispecchiava la mia gente.<br />

Oggi quei ricordi sono ancora dentro di<br />

me.<br />

La mia anima è sempre uguale.<br />

Quella degli altri è indifferente.<br />

di Vilma Leonio<br />

• Molti considerano la<br />

boxe uno sport violento,<br />

ma da figlia di un<br />

ex campione di questa<br />

disciplina sportiva, mi<br />

sento di affermare con<br />

forza che non è così.<br />

Fin da piccola mi sono nutrita, riguardo<br />

questo sport, <strong>dei</strong> discorsi di mio padre e<br />

<strong>dei</strong> suoi amici, dove le parole dominanti<br />

erano intelligenza, stile, tattica, allenamenti<br />

quotidiani che sfiancano fino ad<br />

arrivare all’agonismo vero e proprio, a<br />

salire sul ring, quel quadrato dove devi<br />

dare prova <strong>del</strong> tuo carattere. E lì non è<br />

un gioco di squadra, è un duel<strong>lo</strong> dove<br />

le citate caratteristiche e un’infinità di<br />

regole sono da rispettare ed applicare<br />

cercando di volgerle a proprio vantaggio.<br />

E’ stata questa “summa” di regole,<br />

coordinate e progettate, con perfetto<br />

dosaggio di forze che il nostro concittadino,<br />

Giampiero Contestabile, appena<br />

trentenne, fresco <strong>del</strong>la seconda laurea<br />

in Fisioterapia,<br />

seguita<br />

a quella in<br />

Scienze motorie,<br />

peso<br />

piuma, ha<br />

messo in atto<br />

sul ring <strong>del</strong><br />

P a l e s t r o n e<br />

di via Pereto<br />

ad Avezzano<br />

il 17 giugno<br />

2011 battendosi<br />

per il tito<strong>lo</strong><br />

europeo.<br />

All’ottavo round ha saputo cogliere<br />

l’attimo di debolezza che aveva immaginato<br />

ed aspettato volgendo così l’incontro<br />

in suo favore. <strong>Il</strong> tito<strong>lo</strong>, sudato,<br />

è arrivato dopo i canonici dodici round.<br />

Un tito<strong>lo</strong> conseguito studiando l’avversario,<br />

<strong>lo</strong> spagno<strong>lo</strong> Urena, fortissimo fisicamente,<br />

ma che è crollato dinanzi al<br />

coraggio, all’ottima preparazione atletica<br />

e capacità gestionale <strong>del</strong>l’incontro<br />

da parte di Giampiero Contestabile. <strong>Il</strong><br />

ring insomma come palestra di vita.<br />

CHIESA<br />

IL PAPA<br />

SU TELA<br />

• Voglio raccontarvi una bella storia.<br />

Sono stata nei giorni scorsi a Roma<br />

con l’assistente vo<strong>lo</strong>ntaria <strong>del</strong> carcere<br />

di Sulmona (ma anche <strong>del</strong>la Casa circondariale<br />

di Avezzano) suor Benigna<br />

Raiola. Siamo andate dal Maestro <strong>del</strong>le<br />

Celebrazioni liturgiche <strong>del</strong> Papa, monsignor<br />

Guido Marini, che ci ha ricevuto<br />

privatamente in Vaticano. Un incontro<br />

emozionante. Al cerimoniere pontificio,<br />

suor Benigna, <strong>del</strong>le nostre care apostole<br />

<strong>del</strong> Sacro Cuore, ha donato un dipinto<br />

con dedica raffigurante Giovanni Pao<strong>lo</strong><br />

II (appena beatificato). Un olio su<br />

tela realizzato dai reclusi <strong>del</strong>la struttura<br />

penitenziaria di Sulmona (nella foto).<br />

Nell'incontro suor Benigna ha esposto<br />

i disagi <strong>del</strong>la popolazione carceraria<br />

italiana, il grande impegno profuso da<br />

tutto il personale <strong>del</strong>le Case di reclusione<br />

e dai vo<strong>lo</strong>ntari che si spendono con<br />

enorme senso di<br />

vicinanza verso i<br />

detenuti, soprattutto<br />

con le tante<br />

attività interne<br />

di laboratorio. A<br />

conclusione <strong>del</strong>la<br />

visita, monsignor<br />

Marini ha ricevuto<br />

l'invito a partecipare<br />

alla festa<br />

in onore <strong>del</strong> <strong>15</strong>0°<br />

anniversario dalla<br />

nascita di madre<br />

Clelia Mer<strong>lo</strong>ni,<br />

fondatrice <strong>del</strong>le Apostole <strong>del</strong> Sacro<br />

Cuore che si terrà al più presto nella<br />

Casa di reclusione di Sulmona.<br />

CAPISTRELLO<br />

ARCHEOLOGIA<br />

a cura <strong>del</strong>la redazione<br />

• Riceviamo e volentieri pubblichiamo<br />

la <strong>lo</strong>candina <strong>del</strong>le serate archeo<strong>lo</strong>giche<br />

di Capistrel<strong>lo</strong>. <strong>Il</strong> 19 e il 20 <strong>luglio</strong> non<br />

mancate all'appuntamento.


Si conclude in questo <strong>numero</strong> <strong>del</strong> giornale<br />

diocesano il ricordo <strong>del</strong> Maestro Marco Enrico<br />

Bossi per le celebrazioni nel <strong>15</strong>0° anniversario<br />

<strong>del</strong>la nascita. Le due parti precedenti<br />

sono uscite nei numeri 45/11 e 46/12.<br />

La redazione esprime ancora gratitudine al<br />

maestro Arturo Sacchetti.<br />

di Arturo Sacchetti<br />

• All'insegna <strong>del</strong>l'eclettismo<br />

più emancipato, Enrico<br />

(come <strong>lo</strong> chiamavano<br />

d’abitudine i famigliari)<br />

Bossi non resistette alla<br />

tentazione di esprimere<br />

i propri convincimenti<br />

organo<strong>lo</strong>gici e didattico-compositivi in<br />

scritti partecipati. Tra essi si annoverano:<br />

"Elenco di alcuni tra i principali organi italiani<br />

e costrutti da fabbricatori italiani", in<br />

"Gazzetta musicale di Milano", anno XL,<br />

n. 23, Milano, G. Ricordi, 1885; "Ancora<br />

sulla questione degli organi", in "Gazzetta<br />

musicale di Milano", anno XL, n. 34,<br />

Milano, G. Ricordi, 1885; "Un organo mo<strong>del</strong><strong>lo</strong>",<br />

in "Gazzetta musicale di Milano",<br />

anno XLII, n. 48, Milano, G. Ricordi, 1887;<br />

"<strong>Il</strong> riordinamento degli Istituti Musicali in<br />

Italia", in "Gazzetta musicale di Milano",<br />

anno XL<strong>III</strong>, Milano, G. Ricordi, 1888; "Un<br />

argomento scottante" [ndr: "La riforma<br />

degli organi <strong>dei</strong> nostri Conservatori e Licei<br />

musicali"], in "Gazzetta musicale di<br />

Milano", anno XL<strong>III</strong>, Milano, G. Ricordi,<br />

1888; "L'organo <strong>del</strong>l'insigne Collegiata di<br />

Domodossola - I punti sugli i ad una nota<br />

<strong>del</strong>la prefazione <strong>del</strong>la Storia Organaria di<br />

Ludovico Alberti", in "Gazzetta musicale<br />

di Milano", anno XLIV, Milano, G. Ricordi,<br />

1889; Prefazione al "Trattato d'armonia"<br />

di Gian Giuseppe Bernardi, Milano, Hoepli,<br />

1896; Prefazione al manuale "I registri<br />

<strong>del</strong>l'organo" di Car<strong>lo</strong> Locher, Milano, Hoepli,<br />

1907; "Di alcuni organi antichi <strong>del</strong>la<br />

Toscana", in "Bollettino d'Arte <strong>del</strong> Ministero<br />

<strong>del</strong>la Pubblica Istruzione", Roma, 1919,<br />

n. 5-8; "Per la unificazione <strong>del</strong>le misure<br />

nella “consolle” <strong>del</strong>l'organo", in "Bollettino<br />

Ceciliano", Vicenza, 1924 <strong>15</strong> (Federico<br />

Mompellio, "Marco Enrico Bossi", Milano,<br />

Hoepli, 1952, pagine 252-3).<br />

LA DIDATTICA ORGANISTICA<br />

Sin dal 1888, nel citato scritto "<strong>Il</strong> riordinamento<br />

degli Istituti Musicali in Italia",<br />

Marco Enrico Bossi espose i personali<br />

convincimenti per una organizzazione<br />

<strong>del</strong><strong>lo</strong> studio <strong>del</strong>l'organo riassumibili in<br />

questi punti: «Primo. La riforma a tipo<br />

unico (cioè a 27 o 30 pedali, a tre o due<br />

tastiere, non meno con carattere da sala)<br />

di tutti gli organi esistenti negli Istituti<br />

Musicali <strong>del</strong> Regno. Secondo. Corredare,<br />

secondo l'importanza d'ogni singo<strong>lo</strong> Istituto,<br />

di uno o due piccoli organi (di pochi<br />

registri, ma sempre <strong>del</strong><strong>lo</strong> stesso mo<strong>del</strong><strong>lo</strong>)<br />

e metterli a disposizione degli allievi,<br />

perché si esercitino continuamente, esonerandoli<br />

anche da qualsiasi spesa pel<br />

personale di servizio. Terzo. Incaricare<br />

<strong>lo</strong> stesso docente d'organo, <strong>del</strong>l'insegnamento<br />

<strong>del</strong>l'armonia applicata all'organo,<br />

contrappunto e fuga. Quarto. Fissare i<br />

metodi ed il corso di studi per la scuola<br />

d'organo».<br />

In anni successivi, dal 12 al 14 novembre<br />

1891 Enrico partecipò a Milano al<br />

Congresso nazionale indetto dal Comitato<br />

permanente per la musica sacra in<br />

Italia portando un contributo costruttivo<br />

inerente le esperienze organario-organistiche<br />

acquisite in Italia ed all'estero. <strong>Il</strong><br />

suo intervento consistette in una sferzata<br />

ai costumi costruttivi arretrati <strong>del</strong>le botteghe<br />

organarie ed alla formazione degli<br />

organisti fortemente condizionata da<br />

strumenti antiquati e limitati struttural-<br />

• 8 <strong>luglio</strong>: 55 anni dalla morte <strong>del</strong><strong>lo</strong> scrittore Giovanni Papini, il grande<br />

convertito <strong>del</strong>la letteratura italiana, l’uomo che, nato ateo furibondo, «passando<br />

dinanzi alla lampada di un altare, quasi di nascosto», si fa «il segno<br />

<strong>del</strong>la Croce; e mi sentii ripagato <strong>del</strong>l’indolenzimento, <strong>del</strong>la fame, <strong>del</strong>l’umidità,<br />

<strong>del</strong>la solitudine, <strong>del</strong>la paura, di tutte le mie miserie» (dal bellissimo<br />

libro "La seconda nascita”, <strong>del</strong> 1958, che narra le vicende <strong>del</strong>la sua lenta e<br />

travagliata conversione alla Chiesa cattolica).<br />

mente. Operativamente sentì l'urgenza di<br />

offrire un contributo didattico ed in questa<br />

iniziativa si avvalse <strong>del</strong>la collaborazione<br />

di Giovanni Tebaldini; all'inizio <strong>del</strong><br />

1893 uscì a dispense, per la rivista "Musica<br />

Sacra" di Milano, il "Metodo teorico<br />

pratico per <strong>lo</strong> studio <strong>del</strong>l'organo moderno"<br />

di cui le due prime parti (storia <strong>del</strong>l'organo,<br />

degli organisti e <strong>del</strong>la letteratura<br />

organistica, esercizi per tastiera e per<br />

pedaliera, studi) furono opera di Enrico<br />

e la terza parte (canto gregoriano, polifonia<br />

ed accompagnamento gregoriano)<br />

edificazione di Tebaldini. Invero la didattica<br />

per organo aveva annoverato nell'arco<br />

<strong>del</strong>l'Ottocento alcuni testi (Vincenzo<br />

Colla, "Cenni preliminari teorico-pratici<br />

sull'uso <strong>del</strong>la pedaliera <strong>del</strong>l'Organo e<br />

appendice di complemento alle istruzioni<br />

teorico-pratiche"; Gian Pietro Calvi,<br />

Istruzioni Teorico-Pratiche per l'Organo<br />

e singolarmente sul modo di registrar<strong>lo</strong>,<br />

Milano, L. Bertuzzi, 1833; Vincenzo Antonio<br />

Petrali, "Norme generali sul modo<br />

di trattare l'organo moderno, cogli esempi<br />

in musica espressamente composti",<br />

Milano, F. Lucca, 1862; Giuseppe Arrigo,<br />

"Trattato teorico-pratico per organo",<br />

op.189, Torino, Giudici e Strada, circa<br />

1881; Roberto Remondi, "Cento e una<br />

registrazione coi <strong>lo</strong>ro esempi per <strong>lo</strong> stile<br />

libero applicabili agli organi moderni ed<br />

una tavola comparativa di tutti gl'istrumenti<br />

<strong>del</strong>l'organo orchestra", Milano, Ricordi,<br />

s. a. [1883]; Gioacchino Maglioni,<br />

"Metodo completo per organo", Milano,<br />

D. Vismara, s. d.) e, in progressione di<br />

date, dando per scontato il fatto che <strong>lo</strong><br />

studio <strong>del</strong>l'organo era collegato a quel<strong>lo</strong><br />

<strong>del</strong> cemba<strong>lo</strong> («ogni Conservatorio aveva<br />

un maestro pel cemba<strong>lo</strong> che insegnava<br />

ancora l'organo»), le classi di organo, a<br />

volte indicate come “Classi di Organo e<br />

Fisarmonica”, furono istituite a Milano<br />

nel 1846 (Francesco Almasio), a Bo<strong>lo</strong>gna<br />

nel 1869 (Alessandro Busi), a Firenze nel<br />

1871 (Gioacchino Maglioni), a Pesaro nel<br />

1882 (Vincenzo Antonio Petrali), a Roma<br />

nel 1886 (Remigio Renzi), a Parma nel<br />

1888 (Guglielmo Mattioli), a Napoli nel<br />

1889 (Marco Enrico Bossi), a Torino nel<br />

1897 (Roberto Remondi) ed a Venezia nel<br />

1895 (Marco Enrico Bossi). Ne consegue<br />

che il metodo su accennato fu una conseguenza,<br />

probabilmente invo<strong>lo</strong>ntaria, di<br />

trattatistiche didattiche eterogenee e di<br />

portati pratici personalmente dispersivi<br />

(le classi d'organo non obbedivano a<br />

definiti programmi di studio ed i docenti<br />

“inventavano” in maniera personale il<br />

metodo di studio con l'unica obbligatorietà<br />

di informare il direttore <strong>del</strong>l'istituzione;<br />

costituì un'eccezione, il 5 maggio<br />

1862, la <strong>del</strong>iberazione <strong>del</strong> Conservatorio<br />

di Musica di Milano di adottare ufficialmente<br />

quale "Manuale pratico" per gli<br />

allievi d'organo il su accennato metodo<br />

<strong>del</strong> Petrali; soltanto nel 1898 fu emanato<br />

il disposto contenente la formalizzazione<br />

<strong>del</strong> programma di studio). Ma l'autentico<br />

impegno atto a consentire il progresso<br />

<strong>del</strong><strong>lo</strong> studio <strong>del</strong>l'organo fu quel<strong>lo</strong> celato<br />

nella selva <strong>del</strong>le significative opere da<br />

concerto ricche di cimenti tecnici, di suggerimenti<br />

per la scelta <strong>dei</strong> registri e per<br />

l'uso <strong>dei</strong> molteplici meccanismi (cassa<br />

espressiva, graduatore o sweller, combinazioni<br />

preparate e fisse), di uso <strong>del</strong>le<br />

tastiere e di consigli co<strong>lo</strong>ristici. In sintesi<br />

la sua personalità fu il mirabile esito di<br />

un'osmosi tra conoscenze organo<strong>lo</strong>giche,<br />

facoltà organistico-creative ed intuizioni<br />

tecniche, aspetti che concorsero a preparare<br />

la scuola d'organo italiana illuminata<br />

da prestigiosi attori quali Ulisse Matthey,<br />

Pietro Alessandro Yon, Raffaele Manari,<br />

Franco Michele Napolitano, Fernando<br />

Germani e Ferruccio Vignanelli.<br />

(terza ed ultima parte)<br />

canti <strong>del</strong> risorGiMento<br />

di Michele D'Andrea<br />

• Un canto patriottico è, per sua natura,<br />

destinato ad una vita effimera. E’<br />

scritto nel suo “dna”: nasce in tempi<br />

rapidissimi, viene avidamente consumato<br />

e altrettanto rapidamente scompare<br />

dalla memoria di un popo<strong>lo</strong>. Non<br />

potrebbe essere altrimenti, perché gli<br />

inni sono intimamente legati all’attualità degli eventi,<br />

di cui condividono l’esaurirsi <strong>del</strong>la spinta emotiva, la<br />

progressiva rarefazione <strong>del</strong>l’attenzione, le poderose<br />

spallate di altri avvenimenti che premono. A un inno<br />

si richiedevano anzitutto tre cose: capacità di giungere<br />

al cuore, ve<strong>lo</strong>cità di fissarsi nell’orecchio, facilità di<br />

uscire dalla bocca; e a decretarne il successo o l’oblio<br />

fu sempre e soltanto il giudizio <strong>del</strong>la gente, cui poco<br />

importava l’intrinseco va<strong>lo</strong>re musicale di un brano o<br />

l’autorevolezza <strong>dei</strong> suoi autori. Può accadere, così, che<br />

l’unione di un’antica nenia popolare con i versi di un<br />

uomo di legge producesse uno <strong>dei</strong> canti più amati <strong>del</strong><br />

Risorgimento, uno <strong>dei</strong> pochi che, dopo un seco<strong>lo</strong> e mezzo,<br />

fanno ancora parte <strong>del</strong> nostro paesaggio <strong>del</strong>l’anima.<br />

"Addio<br />

mia bella addio"<br />

sarebbe<br />

stata composta,<br />

secondo<br />

la tradizione,<br />

la sera <strong>del</strong> 20<br />

marzo 1848<br />

ad un tavo<strong>lo</strong><br />

<strong>del</strong> famoso<br />

caffè fiorentino<br />

"Castelmur",<br />

mentre sfilava<br />

per la città il<br />

primo battaglione<br />

<strong>dei</strong> vo<strong>lo</strong>ntari<br />

toscani.<br />

<strong>Il</strong> suo autore,<br />

Car<strong>lo</strong> Alberto<br />

Bosi (Firenze<br />

18<strong>13</strong>-1886), avvocato e in seguito prefetto <strong>del</strong> regno,<br />

le aveva dato un tito<strong>lo</strong> assai più manieroso, "L’addio<br />

<strong>del</strong> vo<strong>lo</strong>ntario che parte per la guerra <strong>del</strong>l’Indipendenza",<br />

presto snellito in "L’addio <strong>del</strong> vo<strong>lo</strong>ntario" dalla<br />

consuetudine popolare, la quale si preoccupò anche di<br />

correggere il primo verso - che nella redazione originale<br />

suonava "Io vengo a dirti addio" - nel più intimo<br />

e spontaneo "Addio mia bella addio". Bosi si era già<br />

cimentato come poeta d’occasione, lasciando, per la<br />

verità, esempi di modesto spessore; qui, invece, egli<br />

riesce a produrre un canto che possiede una suggestione<br />

straordinaria. Merito, anzitutto, <strong>del</strong>l’originalità<br />

<strong>del</strong>la situazione: in mezzo a inni roboanti, gagliardi<br />

incitamenti alla battaglia, richiami agli ideali supremi,<br />

"L’addio <strong>del</strong> vo<strong>lo</strong>ntario" rappresenta invece una piccola<br />

scena domestica, il momento <strong>del</strong> distacco scandito<br />

da parole semplici e toccanti, un congedo sussurrato<br />

più che declamato. D’altra parte, <strong>lo</strong> stesso Bosi avrebbe<br />

combattuto a Curtatone e forse fu proprio l’imminenza<br />

<strong>del</strong>la prova <strong>del</strong> fuoco a evitargli di cadere nella<br />

retorica e nella freddezza di una costruzione poetica<br />

costruita artificialmente. Ma altrettanto merito va alla<br />

musica, di cui non si conosce la paternità, una dolce<br />

me<strong>lo</strong>dia giocata tutta nel ristretto spazio di sei note<br />

che, se piacque moltissimo a Wagner, piacque molto<br />

meno agli austriaci, i quali pagarono caro dazio alla<br />

forza trascinante di quel canto.<br />

"Addio mia bella addio" è anche l’unico inno che, come<br />

accade oggi a tanti film di successo, ha avuto due seguiti,<br />

sempre a firma di Car<strong>lo</strong> Alberto Bosi: "L’innamorata<br />

al vo<strong>lo</strong>ntario per la guerra di indipendenza",<br />

che guarda la medesima vicenda dal punto di vista<br />

femminile; e addirittura, dieci anni dopo, "<strong>Il</strong> vo<strong>lo</strong>ntario<br />

<strong>del</strong> 1848 che parte per la guerra <strong>del</strong> 1859".<br />

17<br />

Spiritualità in musica<br />

<strong>15</strong>0 ANNI DALLA NASCITA: MArCo ENrICo BoSSI<br />

La didattica <strong>del</strong> musico<strong>lo</strong>go eccelso<br />

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Non perdetevi gli articoli di Michele D'Andrea.<br />

GREGORIANO<br />

"La Chiesa riconosce nel canto<br />

gregoriano il canto proprio <strong>del</strong>la<br />

liturgia romana".<br />

Invitatorio<br />

e Inno<br />

di Piero Buzzelli<br />

• Come già scritto nel <strong>numero</strong> precedente,<br />

il rituale liturgico quotidiano<br />

comprende la Messa e la Liturgia<br />

<strong>del</strong>le Ore. La Liturgia <strong>del</strong>le Ore (detta<br />

anche Ufficio Divino o Opus Dei,<br />

Cursus, Agenda) è la preghiera che<br />

accompagna il cristiano durante tutto<br />

l’arco <strong>del</strong>la giornata. Prima <strong>del</strong><br />

Concilio Vaticano II in ogni giorno vi<br />

erano otto celebrazioni (Ore): Mattutino,<br />

Lodi, Prima, Terza, Sesta, Nona,<br />

Vespri, Compieta. Dopo il Concilio<br />

l’Ufficio è stato riordinato e comprende<br />

attualmente cinque celebrazioni:<br />

Ufficio <strong>del</strong>le letture, Lodi, Ora media,<br />

Vespri, Compieta. Ciascuna Ora<br />

<strong>del</strong>l’Ufficio è soprattutto un alternanza<br />

di canti. I salmi e i cantici con le<br />

antifone, le letture con i responsori,<br />

e quindi gli inni, costituiscono il nucleo<br />

fondamentale <strong>del</strong>la Liturgia <strong>del</strong>le<br />

Ore. L’Ufficio Divino inizia con il canto<br />

<strong>del</strong> salmo 94: Venite, exsultemus<br />

Domino. E’ la parola “venite” che, invitando<br />

tutte le creature a <strong>lo</strong>dare Dio,<br />

dà il nome al primo canto posto in<br />

apertura <strong>del</strong>la prima Ora <strong>del</strong>l’Ufficio:<br />

l'Invitatorio. Questo salmo è intercalato<br />

da un breve ritornel<strong>lo</strong> (cosiddetto<br />

nel linguaggio musicale) con<br />

un testo ricavato dalle parole <strong>del</strong><strong>lo</strong><br />

stesso salmo. In ogni Ora <strong>del</strong>l’Ufficio<br />

viene cantato l’Inno. Nel repertorio<br />

gregoriano gli Inni costituiscono un<br />

genere specifico. I testi hanno una<br />

struttura metrica precisa, la me<strong>lo</strong>dia<br />

musicale non è mai eccessivamente<br />

ornata ma dal punto di vista ritmico<br />

presenta molte difficoltà interpretative<br />

derivanti dal mettere insieme l’accento<br />

metrico <strong>del</strong> verso con l’accento<br />

tonico <strong>del</strong>la parola. Talvolta avviene<br />

che l’accento metrico cade su sillabe<br />

atone. Durante l’esecuzione, che<br />

deve essere di natura scorrevole, va<br />

messo in evidenza la natura <strong>del</strong> verso<br />

e la struttura <strong>del</strong>la strofa cercando di<br />

effettuare <strong>del</strong>le pause ogni due versi<br />

e <strong>del</strong>le cesure (pause più brevi) tra<br />

un verso e l’altro. Altre particolarità<br />

sono date dalle sillabe ipermetriche<br />

cioè sillabe in più che si creano tra<br />

una parola e l’altra e che nell’esecuzione<br />

vanno eliminate (magnarumurbim).<br />

Nel Liber Himnarius, il testo<br />

che raccoglie tutti gli Inni, sono indicate<br />

con segni grafici queste particolarità.<br />

Nel prossimo <strong>numero</strong> tratteremo<br />

altri brani <strong>del</strong>le ore <strong>del</strong>l’Ufficio:<br />

antifone, cantici, versetti e responsori.<br />

Nella foto l'antifona al Magnificat<br />

preghiera fondamentale di tutta le<br />

Liturgia <strong>del</strong>le Ore.


18<br />

Le sante che hanno sconfitto draghi<br />

la verGine seduta a riPosare<br />

sagre e feste popolari nella <strong>Marsi</strong>ca<br />

Culti<br />

primitivi<br />

• I mesi estivi sono disseminati di<br />

sagre e feste. L’essenza principale di<br />

queste sagre è di natura religiosa e a<br />

giustificarle sono stati o i voti di singole<br />

persone per grazia ricevuta o,<br />

il più <strong>del</strong>le volte, voti comunitari per<br />

la fine di pestilenze, carestie, inondazioni,<br />

invasioni di insetti o animali<br />

nocivi per i raccolti; oppure sono<br />

nate perché ispirate da un’apparizione<br />

o dal ritrovamento miraco<strong>lo</strong>so <strong>dei</strong><br />

santi simulacri. Nel <strong>lo</strong>ro svolgimento<br />

vi sono quasi sempre reminiscenze<br />

di ritualità pagane che attestano<br />

come la religiosità <strong>dei</strong> marsicani, pur<br />

essendo profondamente radicata nel<br />

cristianesimo, non sia estranea da<br />

tracce di culti primitivi. Notevole importanza<br />

ha la relazione tra i riti e le<br />

vicende legate all’agricoltura e alla<br />

pastorizia, che hanno sempre condizionato<br />

la vita degli abitanti <strong>del</strong>la<br />

<strong>Marsi</strong>ca. Questo spiega come la partecipazione<br />

a certi riti propiziatori, in<br />

passato, non avesse tanto <strong>lo</strong> scopo<br />

di divertirsi ma piuttosto di nascondere<br />

le preoccupazioni quotidiane<br />

nella festosità collettiva. Diveniva,<br />

quindi, necessaria l’esigenza di rivolgere<br />

preghiere ai santi protettori<br />

o alla Vergine Maria dando luogo a<br />

feste che ancora oggi sono di notevole<br />

fascino. Alcune sagre risalgono<br />

al periodo bizantino e, infatti, proprio<br />

in quei festeggiamenti rientrano<br />

i balli rituali con cui i primi cristiani<br />

solennizzavano l’arrivo <strong>del</strong> vescovo.<br />

Altre caratteristiche di queste feste<br />

erano le gare podistiche, banchetti<br />

e pernottamenti che avvenivano anche<br />

all’interno <strong>del</strong>le chiese stesse. La<br />

storia religiosa <strong>del</strong>la <strong>Marsi</strong>ca è antichissima,<br />

infatti, già sotto la dominazione<br />

di Roma<br />

offre esempi di<br />

fede cristiana<br />

tanto forte da<br />

sfidare il martirio.<br />

Così prende<br />

l’avvio un'agiografia<br />

in cui spiccano<br />

sia i martiri,<br />

sia santi che<br />

si sono distinti<br />

per aver vissuto<br />

nella fede: i<br />

santi martiri di<br />

Celano, san Vincenzo<br />

martire,<br />

san Cesidio e Rufino,sant’Orante,<br />

san Berardo,<br />

s a n t ’ O n o f r i o ,<br />

santa Gemma eccetera.<br />

Ma anche<br />

la venerazione<br />

per la Vergine si<br />

esprime attribuendole i nomi più vari<br />

e impensati, ad iniziare dalla Madon-<br />

na di Pietraquaria per continuare con<br />

la Madonna <strong>del</strong>la Vittoria, <strong>del</strong> Fulmine,<br />

<strong>del</strong> Carme<strong>lo</strong>, <strong>del</strong>le Grazie, <strong>del</strong>la<br />

Neve, Incoronata, <strong>del</strong>l’Oriente, <strong>del</strong><br />

monte Tranquil<strong>lo</strong>, Assunta, di Capodacqua,<br />

di Sulla Villa, <strong>del</strong> Romitorio,<br />

di Ripoli, eccetera, per non parlare di<br />

tutti quei santuari che, ancora oggi,<br />

attirano tanti pellegrini. C’è un’antica<br />

preghiera, molto diffusa nella<br />

nostra terra, che dimostra quale sia<br />

l’intensità <strong>del</strong> sentimento <strong>dei</strong> marsicani<br />

verso la Madre di Cristo: «Maria<br />

<strong>del</strong>le Grazie che in braccio porti grazia,<br />

a te veniam per grazia, oh Maria<br />

facci grazia. Facci grazia a noi Maria<br />

come ti fece il Padre Eterno che ti<br />

fece madre di Dio facci grazia a noi<br />

Maria».<br />

l'apparizione<br />

<strong>del</strong>la Vergine<br />

• Protagonista, però, assoluta <strong>del</strong>la<br />

ierofania è la Vergine Maria che si mostra<br />

in vesti regali, sugli alberi, nelle<br />

grotte, a ridosso di fonti d’acqua e,<br />

circonfusa di luce, dà suoi messaggi ai<br />

più miti, ai più umili che sono spesso<br />

fanciulle, pastori o viandanti smarriti<br />

che diventano testimoni <strong>del</strong>la sua so-<br />

1<br />

prannaturalepresenza. Le leggende<br />

di fondazione<br />

<strong>dei</strong> santuari mariani<br />

si presentano<br />

con modalità<br />

ricorrenti. La<br />

Vergine appare in<br />

mezzo alla natura<br />

e la sua presenza<br />

assume una<br />

funzione salvifica<br />

richiedendo, nel<br />

luogo <strong>del</strong>l’apparizione,<br />

la costruzione<br />

di una chiesa.<br />

A volte, alla<br />

manifestazione<br />

epifanica si sostituisce<br />

il miraco<strong>lo</strong>so<br />

rinvenimento<br />

di un’immagine<br />

sacra che diventa<br />

pesante nel momento<br />

in cui la<br />

si vuole trasferi-<br />

re in altro luogo e ciò ad indicare che<br />

in quella <strong>lo</strong>calità la Madonna vuole il<br />

suo santuario. Secondo la tradizione<br />

popolare è, infatti, proprio la Vergine<br />

Maria che sceglie il posto dove far costruire<br />

il luogo di culto. A Pescasseroli,<br />

l’ultima domenica di <strong>luglio</strong> si festeggia<br />

con una processione al santuario distante<br />

dal paese circa 10 chi<strong>lo</strong>metri,<br />

la Madonna di monte Tranquil<strong>lo</strong>; una<br />

festa in cui è evidente il legame con il<br />

mondo agropastorale, con i suoi cicli<br />

di riproduzione, rinnovato ogni anno<br />

attraverso i rituali collettivi <strong>del</strong>la processione<br />

e <strong>del</strong>la festa. Nel cerimoniale<br />

che si ripete è importante segnalare<br />

l’usanza di agitare <strong>dei</strong> rami di faggio<br />

per salutare la Vergine nera <strong>del</strong> monte<br />

Tranquil<strong>lo</strong>, mentre la comunità <strong>dei</strong><br />

fe<strong>del</strong>i è pronta a ricevere l’aspersione<br />

rituale e la benedizione solenne. Bisogna<br />

anche riflettere sui momenti<br />

storici in cui le apparizioni si manifestano,<br />

solitamente nei momenti di<br />

crisi economica, sociale e morale; ciò<br />

serve a consolidare la comunità che si<br />

identifica attraverso il canto, la preghiera<br />

e la devozione alla Vergine, nei<br />

riti collettivi <strong>del</strong>la<br />

festa. E anche<br />

quando sulla leggenda<br />

di fondazione<br />

non si hanno<br />

tracce documentarie,<br />

resta la tradizione<br />

e la religiosità<br />

popolare che<br />

testimoniano gli<br />

antichi legami fra<br />

il popo<strong>lo</strong> e la sua<br />

terra. A proposito<br />

<strong>del</strong>la Madonna di<br />

monte Tranquil<strong>lo</strong><br />

la leggenda vuole<br />

che la Vergine,<br />

mentre si incamminava<br />

verso il<br />

santuario, si sia<br />

seduta per riposare<br />

lasciando su un<br />

grosso masso detto,<br />

appunto “manto<br />

<strong>del</strong>la Madonna”<br />

l’impronta <strong>del</strong> suo<br />

celeste mantel<strong>lo</strong>.<br />

E ancora, quando<br />

gli abitanti <strong>del</strong>la<br />

vicina Ciociaria,<br />

molto devoti alla<br />

Madonna di monte<br />

Tranquil<strong>lo</strong>, volevano<br />

condurre la<br />

statua a Campoli<br />

Appennino, questa<br />

divenne pesante a<br />

tal punto che i devoti<br />

ciociari dovettero<br />

rassegnarsi e riportare la piccola<br />

statuetta su monte Tranquil<strong>lo</strong>.<br />

Margherita<br />

e Marta<br />

• <strong>Il</strong> drago rappresenta il male e si<br />

lega a un mondo oscuro e malvagio.<br />

I mo<strong>del</strong>li di riferimento sono certamente<br />

la tradizione biblica, in cui il<br />

drago è spesso presente come figura<br />

collegata con la dimensione infernale.<br />

<strong>Il</strong> drago, infatti, è sempre qualcosa<br />

da vincere e dunque il santo o<br />

la Vergine Maria sono le figure designate<br />

per uccidere il drago-diavo<strong>lo</strong><br />

e sconfiggere il male. <strong>Il</strong> più <strong>del</strong>le<br />

volte il drago sputa fuoco, elemento,<br />

questo, che caratterizza il regno<br />

<strong>del</strong> male. Nella tradizione cristiana,<br />

quindi, draghi e serpenti simboleggiano<br />

il diavo<strong>lo</strong> che deve essere sottomesso<br />

alla potenza divina. Esiste<br />

però nella tradizione popolare anche<br />

un drago così puro e perfetto da essere<br />

il guardiano <strong>del</strong> santo Graal. E’<br />

il drago dorato e non appartiene al<br />

mondo sotterraneo ma al cie<strong>lo</strong> e può<br />

vivere ovunque. Sono tanti i santi<br />

che, nella tradizione cristiana, hanno<br />

sconfitto il male sotto forma di<br />

un drago dai più famosi come san<br />

Giorgio ai meno conosciuti come san<br />

Pellegrino vescovo di Triocala. In<br />

questo contesto<br />

si tratterà di due<br />

sante festeggiate<br />

nel mese di <strong>luglio</strong>:<br />

santa Margherita<br />

e santa Marta.<br />

Santa Margherita<br />

nacque nel 275<br />

ad Antiochia di Pisidia,<br />

città fiorente<br />

<strong>del</strong>l’Asia Minore<br />

da una famiglia<br />

pagana. La balia<br />

segretamente<br />

cristiana, educò<br />

Margherita alla<br />

fede all’insaputa<br />

<strong>del</strong> padre. Margherita<br />

cercava di<br />

rendersi utile in<br />

campagna pascolando<br />

il gregge e<br />

dedicando tanto<br />

tempo alla preghiera.<br />

<strong>Il</strong> governatore<br />

Oliano la<br />

La pagina è stata curata da Anna Tranquilla Neri<br />

2<br />

vide mentre pascolava il gregge, si<br />

innamorò di lei e la chiese in sposa<br />

ma la giovane si dichiarò cristiana,<br />

consacrata a Cristo e irremovibile<br />

nel professare la sua fede. <strong>Il</strong> governatore,<br />

dopo un lungo interrogatorio,<br />

la fece incarcerare e flagellare.<br />

Secondo la tradizione, in carcere<br />

le apparve il demonio sotto forma<br />

di uno spaventoso drago che la inghiottì;<br />

ma lei armata di una croce<br />

che teneva tra le mani, squarciò il<br />

ventre <strong>del</strong> mostro e <strong>lo</strong> distrusse. Da<br />

questo episodio santa Margherita,<br />

festeggiata il 20 <strong>luglio</strong>, è invocata<br />

dalle partorienti, prima <strong>del</strong>le doglie,<br />

per ottenere un parto facile. <strong>Il</strong> 29 <strong>luglio</strong><br />

si festeggia santa Marta, sorella<br />

di Lazzaro; la sua storia la troviamo<br />

narrata nei Vangeli. Nel X seco<strong>lo</strong> a<br />

Costantinopoli si inizia a diffondere<br />

il culto per santa Marta mentre in<br />

Provenza troviamo tracce <strong>del</strong> suo<br />

culto a partire dagli anni 8<strong>13</strong>-814.<br />

Una leggenda <strong>del</strong> XII seco<strong>lo</strong> narra<br />

che Marta, Lazzaro, Maria Maddalena<br />

e altri sarebbero stati imbarcati<br />

dagli infe<strong>del</strong>i su una barca, senza timone,<br />

remi e provviste che il mare<br />

e il vento avrebbero fatto approdare<br />

a <strong>Marsi</strong>glia. Mentre santa Marta<br />

evangelizzava la Provenza un drago<br />

denominato Tarasca, devastava le<br />

pianure <strong>del</strong>la valle <strong>del</strong> Rodano e impediva<br />

agli uomini di vivere tranquilli.<br />

La santa inseguì la terribile bestia<br />

nei fitti boschi e la domò ricoprendola<br />

di acqua benedetta e segnandola<br />

con il segno <strong>del</strong>la croce. Poi legò il<br />

drago, ormai innocuo e ammansito,<br />

alla sua cintura e <strong>lo</strong> portò nella città<br />

di Tarascona, che prese il nome dal<br />

drago addomesticato.<br />

1. Madonna di Monte Tranquil<strong>lo</strong><br />

2. Andrea <strong>del</strong> Sarto, "Santa Margheritadi Antiochia",<br />

Duomo di Pisa<br />

3. Immaginetta di santa Marta di Betania<br />

3


la diMensione ParteciPativa<br />

il Quarto caPitalisMo<br />

una riFlessione sul lavoro<br />

di Nicola Berardis *<br />

• E' proprio nel campo <strong>dei</strong> rapporti<br />

tra lavoratori, imprese e relative<br />

rappresentanze che si gioca una<br />

fetta consistente <strong>del</strong>la prospettiva<br />

di crescita nel nostro Paese.<br />

Occorre puntare con decisione<br />

sulla dimensione partecipativa ed<br />

è per questo che registriamo con<br />

piacere la pubblicazione <strong>del</strong> nuovo<br />

Codice <strong>del</strong>la partecipazione.<br />

Dobbiamo contribuire a tenere<br />

alto e vivo il dibattito su questa<br />

prospettiva, svincolando<strong>lo</strong> dagli<br />

ingessamenti ideo<strong>lo</strong>gici ancora<br />

forti da una parte e dall'altra e,<br />

al tempo stesso, facendo lievitare<br />

una positiva consapevolezza da<br />

parte <strong>dei</strong> lavoratori e <strong>del</strong>le <strong>lo</strong>ro<br />

famiglie. Una maggiore cultura<br />

partecipativa avrebbe come conseguenza<br />

l'affermazione concreta<br />

<strong>del</strong> "primato" <strong>del</strong> lavoro ed un abbassamento<br />

<strong>del</strong> rischio apportato<br />

da un'economia autoreferenziale<br />

e tesa a considerare esclusivamente<br />

gli interessi <strong>dei</strong> proprietari<br />

o la remunerazione degli azionisti.<br />

Gli strumenti <strong>del</strong>la contrattazione<br />

decentrata, <strong>del</strong>le attività<br />

bilaterali possono offrire spazio<br />

per significative esperienze, facendo<br />

contestualmente maturare<br />

un clima complessivo favorevole<br />

a norme agevolative ed al<strong>lo</strong> sviluppo<br />

di corrette e serene relazioni<br />

industriali.<br />

E’ convinzione comune che proprio<br />

una svolta "partecipativa"<br />

possa essere una <strong>del</strong>le ricette<br />

più indicate per una nuova fase<br />

di sviluppo sociale ed economico<br />

mettendo effettivamente al centro<br />

la persona e le sue esigenze.<br />

Per quella che è la sua storia, il<br />

Mcl promuove la cooperazione<br />

quale forma privilegiata di partecipazione<br />

responsabile e come<br />

esempio positivo di sintesi tra la<br />

dimensione individuale e quella<br />

comunitaria esportabile ad altre<br />

forme d'impresa. In coerenza con<br />

il principio <strong>del</strong> "primato" <strong>del</strong> lavoro,<br />

l'annunciata riforma fiscale<br />

non può che partire dalla netta<br />

riduzione <strong>del</strong>la imposizione sul<br />

lavoro, ora assolutamente spropositata<br />

e gravante sia sul lavoratore<br />

sia sull'impresa; né, tale<br />

riduzione, può essere circoscritta<br />

al pur necessario aumento <strong>del</strong>la<br />

produttività. La partecipazione<br />

non può essere col<strong>lo</strong>cata so<strong>lo</strong> al<br />

termine <strong>del</strong> processo produttivo<br />

con la distribuzione di utili o<br />

premi ma anche al suo inizio e<br />

nel suo svolgersi, in particolare<br />

nei momenti di scelte strategiche<br />

<strong>del</strong>l'impresa.<br />

Inoltre, siamo convinti che occorra<br />

insistere su una formazione al<br />

lavoro efficace e di qualità, che<br />

superi la vecchia tendenza che ha<br />

finora garantito più i formatori e<br />

relative strutture e sia, invece, indirizzata<br />

a garantire occupabilità.<br />

Proprio l'occupabilità è uno degli<br />

aspetti che bisogna maggiormente<br />

enfatizzare per permettere alla<br />

persona di essere protagonista<br />

<strong>del</strong> proprio percorso lavorativo e,<br />

al<strong>lo</strong> stesso tempo, per creare un<br />

sistema di welfare basato sulle<br />

politiche attive <strong>del</strong> lavoro.<br />

<strong>Il</strong> primato <strong>del</strong> lavoro nell'ambito<br />

<strong>del</strong>l'economia e <strong>del</strong>la vita d'impresa<br />

determina la necessità di<br />

una grande attenzione alla rilevante<br />

disoccupazione giovanile,<br />

non più confinata in alcune<br />

specifiche aree <strong>del</strong> Paese ma<br />

ampiamente diffusa, così come<br />

occorre riprendere la questione<br />

<strong>del</strong>la previdenza integrativa, che<br />

sembra largamente e colpevolmente<br />

sopita, perché è evidente<br />

che i giovani devono iniziare da<br />

subito a risparmiare per il domani.<br />

Va finalmente approntato l'auspicato<br />

"statuto per il lavoro"<br />

in modo da offrire ambiti certi<br />

di manovra per le contrattazioni<br />

tra le parti e appropriate tutele<br />

ai nuovi lavori e alle situazioni di<br />

ampliata flessibilità. Uno statuto<br />

che deve fissare una cornice di<br />

diritti assolutamente inderogabili<br />

con rinvio a contratti quadro nazionali,<br />

lasciando alla contrattazione<br />

decentrata spazi di gestione<br />

che possano tener conto <strong>del</strong>le<br />

diverse situazioni e contesti.<br />

Ed è proprio in questo frangente<br />

che diventa rilevante la prospettiva<br />

di un sistema positivo di relazioni<br />

industriali, di corretto rapporto<br />

tra "rappresentanze" <strong>del</strong>le<br />

parti in causa.<br />

* Presidente provinciale<br />

<strong>del</strong> Movimento cristiano lavoratori<br />

La pagina è stata curata da<br />

dottrina sociale <strong>del</strong>la chiesa<br />

bene coMune, bene Pubblico<br />

coMe utiliZZare <strong>lo</strong> stesso autobus<br />

di Marco Boleo<br />

• Nella Dottrina sociale <strong>del</strong>la Chiesa,<br />

il bene comune viene inteso come «il<br />

bene di tutti e di ciascuno», e per<br />

questo «indivisibile perché soltanto<br />

insieme è possibile raggiunger<strong>lo</strong>»<br />

(Compendio <strong>del</strong>la Dottrina sociale<br />

<strong>del</strong>la Chiesa, 164). Usando una<br />

metafora cara al professor Luigino<br />

Bruni, potremmo dire che il bene<br />

comune non nasce dall’aggregare<br />

tanti “privati”, ma da una sottrazione,<br />

dove ciascuno retrocede dal<br />

proprio, rinuncia cioè a qualcosa di<br />

privato, e tutti assieme si costruisce<br />

il bene comune che poi, in un secondo<br />

momento, accrescerà anche il<br />

bene individuale di tutti. Le moderne<br />

teorie economiche nascono invece<br />

dal concetto di bene immune, che si<br />

sostituisce a quel<strong>lo</strong> di bene comune:<br />

il bene <strong>del</strong>l’economia (Pil, crescita,<br />

consumo) non richiede nessuna reciprocità<br />

tra le persone; anzi è bene<br />

che questa relazione non ci sia, se<br />

si vuole raggiungere l’efficienza economica.<br />

Adam Smith nella sua “Ricchezza<br />

<strong>del</strong>le Nazioni” scrive che «non<br />

ha mai visto fare qualcosa di buono<br />

da chi si prefiggeva di trafficare per<br />

il bene comune». Ecco perché tra il<br />

bene comune e il bene pubblico <strong>del</strong>la<br />

teoria economica attuale non esiste<br />

alcun legame. Per gli economisti,<br />

come è noto, siamo in presenza di un<br />

bene pubblico quando due o più persone,<br />

ad esempio, utilizzano insieme<br />

<strong>lo</strong> stesso autobus: i due consumano<br />

il bene indipendentemente, senza<br />

che tra di <strong>lo</strong>ro ci sia contaminazione.<br />

E’ l’assenza <strong>del</strong>la contaminazione, la<br />

mutua indifferenza tra co<strong>lo</strong>ro che ne<br />

usufruiscono che caratterizza e rende<br />

il bene pubblico. <strong>Il</strong> bene comune,<br />

invece, è essenzialmente un rapporto<br />

tra persone regolato dai beni consumati,<br />

l’opposto <strong>del</strong> bene pubblico<br />

che è un rapporto tra l’individuo e<br />

la cosa, senza nessun bisogno di un<br />

“tra”, di un rapporto tra i consumatori<br />

coinvolti nell’atto <strong>del</strong> consumo.<br />

Un esempio: il dibattito su immigrati<br />

e sicurezza è un classico problema<br />

associato al bene comune, perché<br />

ha a che fare con rapporti tra persone<br />

e tra persone e istituzioni. Usualmente<br />

però viene affrontato con la<br />

cultura <strong>del</strong> “bene immune”, trovare<br />

cioè soluzioni che ci immunizzino<br />

dal problema, invece di affrontar<strong>lo</strong><br />

entrando nel terreno <strong>del</strong>la relazioni<br />

interpersonali.<br />

Foto di Francesco Scipioni<br />

ULTREYA<br />

di don Francesco Tudini<br />

• Uno <strong>dei</strong> fini, il principale, <strong>del</strong><br />

Mcl è di gettare il seme <strong>del</strong> regno<br />

di Dio nel campo <strong>dei</strong> molti<br />

lavori che l’uomo inventa per<br />

vivere con dignità. Chi aderisce<br />

al Movimento sa bene che<br />

il seminatore <strong>del</strong>la parabola “è<br />

il figlio <strong>del</strong>l’uomo che semina<br />

il buon seme”. Chiunque altro<br />

ritiene di essere un buon seminatore<br />

ha il dovere di interrogarsi<br />

costantemente, per verificare<br />

se sia strumento idoneo<br />

e qualificato. <strong>Il</strong> Movimento ha<br />

<strong>lo</strong> scopo di formare gli aderenti<br />

facendo riferimento alla Sacra<br />

Scrittura ed alla Dottrina sociale<br />

<strong>del</strong>la Chiesa. Nella visione cristiana<br />

l’uomo è essenzialmente<br />

lavoratore. “Dio pose l’uomo<br />

nel giardino di Eden perché <strong>lo</strong><br />

coltivasse e <strong>lo</strong> custodisse”. Credente<br />

è colui che non si al<strong>lo</strong>ntana<br />

dal dato rivelato quando<br />

analizza le dinamiche <strong>del</strong> mondo<br />

<strong>del</strong> lavoro e quando cerca di<br />

proporre le soluzioni ai conflitti<br />

sociali. <strong>Il</strong> campo <strong>dei</strong> molti lavori<br />

e <strong>del</strong> sociale è per il cristiano<br />

banco di prova <strong>del</strong>la personale<br />

coerenza. Ma il primo campo<br />

nel quale gettare il seme <strong>del</strong><br />

Regno non sta fuori dall’uomo;<br />

non è formato dalle strutture,<br />

dalle istituzioni o dagli ordinamenti<br />

giuridici; il primo campo<br />

è formato dal nostro mondo<br />

interiore: qui innanzitutto<br />

ciascuno deve far attecchire<br />

il seme <strong>del</strong> Regno, perché qui<br />

può crescere, con il grano, anche<br />

la zizzania. “Dal di dentro”<br />

derivano le “strutture <strong>del</strong> peccato”:<br />

esse rispettano il modo<br />

di cogliersi e di interpretarsi<br />

<strong>del</strong>le persone: le <strong>lo</strong>ro passioni<br />

e le <strong>lo</strong>ro aspirazioni. <strong>Il</strong> mondo<br />

<strong>del</strong> lavoro non va visto come<br />

un dato oggettivo, ma come<br />

un intreccio di relazioni poste<br />

19<br />

Formazione <strong>del</strong> cristiano<br />

in essere da persone portatrici<br />

di istanze proprie e plurali. La<br />

strada maestra che l’aderente<br />

al Movimento deve percorrere<br />

per qualificarsi come cristiano<br />

è sentirsi parte attiva <strong>del</strong>la comunità<br />

parrocchiale che si raduna<br />

di domenica in domenica.<br />

In secondo luogo vengono le riflessioni<br />

spirituali programmate<br />

dal Circo<strong>lo</strong>. Se manca la partecipazione<br />

alla Messa domenicale<br />

(non per precetto, ma per desiderio<br />

di formazione), le meditazioni<br />

che si fanno nel Circo<strong>lo</strong><br />

rischiano di essere viste come<br />

nicchia a sé stante rispetto agli<br />

altri argomenti posti all’ordine<br />

<strong>del</strong> giorno. La formazione che<br />

si fa nel Circo<strong>lo</strong> attecchisce nel<br />

terreno interiore di ciascuno se<br />

dissodato e concimato con la<br />

formazione curriculare parrocchiale.<br />

Di domenica in domenica<br />

il cristiano si interroga se<br />

il frutto <strong>del</strong> suo lavoro, quindi<br />

se la sua settimana lavorativa,<br />

possa essere trasformata in Eucaristia:<br />

in una parola, se la vita<br />

che conduce e eucaristica; se fa<br />

sintesi, cioè, tra lavoro e festa.<br />

Sotto questo aspetto l’offertorio<br />

è il momento più importante<br />

<strong>del</strong>la celebrazione. In questo<br />

momento ognuno si interroga:<br />

nel mio lavoro ci sono i presupposti<br />

perché nostro Signore<br />

si renda presente? Ciò accade<br />

quando col mio lavoro intesso<br />

relazioni di comunione, di collaborazione,<br />

di solidarietà; quando<br />

mi preoccupo di co<strong>lo</strong>ro che<br />

aspettano di entrare nel mondo<br />

<strong>del</strong> lavoro; quando condivido<br />

il lavoro ed i frutti <strong>del</strong> lavoro.<br />

Così il mondo <strong>del</strong> lavoro diventa<br />

luogo per fare esperienza <strong>del</strong><br />

risorto, come <strong>lo</strong> fu per Pietro ed<br />

i suoi amici mentre pescavano<br />

nel lago.<br />

Foto di Francesco Scipioni


NASH<br />

SALOMONE<br />

IL BAMBINO<br />

di Marco Boleo<br />

(marco_boleo@yahoo.it)<br />

• Applicando la teoria<br />

di Nash, di cui mi sono<br />

già occupato, al giudizio<br />

di Sa<strong>lo</strong>mone, ne<br />

viene fuori che la tanto<br />

decantata saggezza<br />

di quest’ultimo è<br />

fuori luogo. Vediamo perché. Nell’episodio<br />

biblico conosciuto come giudizio<br />

di Sa<strong>lo</strong>mone due madri si contendono<br />

un bambino. La soluzione scontata è<br />

quella di restituire il bambino alla vera<br />

madre. <strong>Il</strong> problema è che Sa<strong>lo</strong>mone<br />

non ne conosce l’identità. Ragionando<br />

col linguaggio <strong>del</strong>la teoria <strong>dei</strong> giochi,<br />

il problema consiste nel costruire un<br />

gioco in cui l’interazione strategica<br />

<strong>del</strong>le due donne porti all’affidamento<br />

<strong>del</strong> bambino alla vera madre. Supponiamo<br />

che le due donne si chiamino<br />

Eleonora (E) e Maria Teresa (MT). Gli<br />

esiti possibili sono tre: il neonato è<br />

affidato ad E, il neonato è affidato a<br />

MT, il neonato viene ucciso e diviso a<br />

metà tra le rivali. Ciascuna donna agisce<br />

all’insaputa <strong>del</strong>l’altra scegliendo<br />

tra tre possibili strategie: può dichiarare<br />

che il bambino va affidato ad E,<br />

a MT oppure che va ucciso. <strong>Il</strong> formato<br />

<strong>del</strong> gioco produce i seguenti esiti. Se<br />

entrambe le donne scelgono di assegnare<br />

il bambino ad E ed unanimemente<br />

indicano quest’ultima come<br />

vera madre, il neonato è assegnato<br />

a questa. Tuttavia sono possibili anche<br />

risvolti meno banali: ad esempio<br />

supponiamo che E giochi la strategia<br />

di affidare il bambino a MT e che MT<br />

scelga quella di uccidere il bambino, in<br />

questo caso, il gioco assegnerebbe il<br />

bambino ad E. Nonostante quest’ultima<br />

dichiari che la vera madre sia MT;<br />

il fatto che quest’ultima <strong>lo</strong> preferisca<br />

morto rivela che MT non può essere<br />

la madre e che E ha mentito per non<br />

rischiare che il bambino venga ucciso.<br />

Supponendo che la vera madre sia E,<br />

la sacra Bibbia riporta che questo fu<br />

quanto si verificò, portando alla giusta<br />

soluzione <strong>del</strong>la controversia. La<br />

saggezza di Sa<strong>lo</strong>mone si manifesta<br />

nel disegnare il formato <strong>del</strong> gioco, lasciando<br />

alle scelte <strong>dei</strong> due giocatori il<br />

compito di far venire a galla la verità.<br />

Facendo però entrare sulla scena<br />

Nash con la sua teoria, il formato <strong>del</strong><br />

gioco scelto da Sa<strong>lo</strong>mone, come scritto<br />

all’inizio, non è all’altezza <strong>del</strong>la sua<br />

fama di saggezza. La coppia di strategie<br />

(bambino affidato a MT; bambino<br />

che va ucciso), infatti, non è un equilibrio<br />

di Nash. Nel testo sacro si lascia<br />

intendere che E abbia come prima<br />

priorità quella di ottenere l’affidamento<br />

<strong>del</strong> bambino, come seconda quella<br />

di far<strong>lo</strong> affidare a MT e come terza<br />

quella di far<strong>lo</strong> uccidere. Mentre quelle<br />

di MT nell’ordine sono affidamento <strong>del</strong><br />

bambino, sua uccisione, affidamento<br />

ad E. Con queste preferenze, se E<br />

gioca la strategia <strong>del</strong>l'assegnazione<br />

<strong>del</strong> bambino a MT, quest’ultima ottiene<br />

un guadagno maggiore se dichiara<br />

che vuole l’assegnazione <strong>del</strong> bambino<br />

rispetto alla sua uccisione. Giocando<br />

razionalmente, MT non dovrebbe<br />

chiedere l’uccisione <strong>del</strong> bambino ma<br />

sostenere di esserne la madre. Poiché<br />

l’equilibrio (assegnazione <strong>del</strong> bambino<br />

a MT) risulta l’unico possibile <strong>del</strong><br />

gioco di Sa<strong>lo</strong>mone, il formato da questi<br />

proposto, in presenza di giocatori<br />

razionali, in realtà assegna il bambino<br />

alla donna sbagliata. La morale è<br />

che qualsiasi gioco si proponga alle<br />

due donne, non si può garantire che<br />

l’equilibrio corrisponda alla soluzione<br />

desiderata. Dunque applicando la teoria<br />

di Nash il problema è impossibile<br />

da risolvere al di là <strong>del</strong>la saggezza di<br />

Sa<strong>lo</strong>mone.<br />

FAMIGLIE<br />

CONGRESSO<br />

ISCRIZIONI<br />

a cura <strong>del</strong>la redazione<br />

• Sono on line in 5 diverse lingue su<br />

www.family2012.com con le modalità<br />

di partecipazione al VII Incontro<br />

mondiale <strong>del</strong>le famiglie. Diverse<br />

le opzioni previste: è possibile<br />

iscriversi a tutte le giornate oppure<br />

partecipare so<strong>lo</strong> alle celebrazioni con<br />

il papa Benedetto XVI. Ci sono sette<br />

categorie di iscrizione: famiglie<br />

partecipanti al Congresso (gruppi o<br />

singole); famiglie partecipanti agli<br />

incontri con il Papa (gruppi o singole);<br />

singoli partecipanti maggiorenni;<br />

<strong>del</strong>egazioni ufficiali; vescovi e autorità;<br />

vo<strong>lo</strong>ntari; stampa. L'iscrizione<br />

è necessaria per tutti e avverrà in<br />

due distinte fasi: la registrazione (dal<br />

primo agosto 2011); l'iscrizione (dal<br />

primo settembre 2011). Le iscrizioni<br />

devono essere confermate entro il 31<br />

marzo 2012. Per informazioni e dettagli<br />

www.family2012.com e, ancora,<br />

iscrizioni@family2012.com.<br />

<strong>Il</strong> VII Incontro mondiale <strong>del</strong>le famiglie<br />

si svolgerà a Milano. <strong>Il</strong> <strong>lo</strong>go qui<br />

sopra rappresenta le guglie (multico<strong>lo</strong>ri)<br />

<strong>del</strong> Duomo. Cioè la festa,<br />

ma anche ciminiere di una fabbrica<br />

a dire la fede e il lavoro che anima<br />

la città. Ecco comporsi il profi<strong>lo</strong> di<br />

una famiglia che lascia intuire un<br />

atteggiamento gioioso. Perché di<br />

gioia deve essere nutrito il giorno<br />

di festa. Ma di gioioso impegno, e<br />

di speranza e di responsabilità, può<br />

e dev’essere alimentato anche il lavoro.<br />

Quando c’è e quando manca.<br />

Nel <strong>lo</strong>go di Y2K Communication per<br />

Milano 2012 c’è tutto questo.<br />

ECONOMIA<br />

CREDIBILITà<br />

DRAGHI<br />

a cura di Francesco Rossi<br />

• Non sarà facile per Mario Draghi la guida<br />

<strong>del</strong>la Banca centrale europea (Bce),<br />

che ora si trova «nel periodo di maggiore<br />

tensione di tutta la sua storia». Eppure<br />

proprio dalle difficoltà potrebbe derivare<br />

una maggiore stabilità <strong>del</strong>l’Ue. Ne è convinta<br />

Simona Beretta, docente di Politiche<br />

economiche internazionali all’Università<br />

cattolica di Milano, interpellata dal Sir<br />

(Servizio informazione religiosa) a proposito<br />

<strong>del</strong>la nomina <strong>del</strong>l’attuale governatore<br />

di Bankitalia alla presidenza <strong>del</strong>la Bce.<br />

Draghi, 63 anni, il primo novembre succederà<br />

al francese Jean-Claude Trichet e<br />

resterà in carica fino al 31 ottobre 2019.<br />

Qual è il ruo<strong>lo</strong> <strong>del</strong> presidente <strong>del</strong>la<br />

Banca centrale europea?<br />

«<strong>Il</strong> presidente ha una funzione particolarmente<br />

rilevante dal punto di vista politico:<br />

riferisce al Parlamento europeo e al<br />

Consiglio <strong>dei</strong> ministri <strong>del</strong>l’Ue a proposito<br />

<strong>del</strong>le decisioni di politica monetaria e sul<strong>lo</strong><br />

stato di salute economica <strong>del</strong>l’Unione.<br />

Non è so<strong>lo</strong> un tecnico, ma una persona<br />

che dev’essere capace di rendere ragione<br />

<strong>del</strong>le proprie decisioni, prese assolutamente<br />

in autonomia».<br />

La nomina di Draghi alla presidenza<br />

<strong>del</strong>la Bce cosa significa per l'Italia?<br />

«Sono convinta che le istituzioni assumano<br />

il va<strong>lo</strong>re <strong>del</strong>le persone che vi lavorano.<br />

Non c’è dubbio che Draghi è italiano,<br />

come pure che ha maturato una grande<br />

esperienza nel nostro Paese, con ruoli sia<br />

di carattere fiscale, sia monetario, contribuendo<br />

al riordino <strong>del</strong> Tesoro dopo anni<br />

faticosi. Sicuramente questa nomina è il<br />

riconoscimento <strong>del</strong> va<strong>lo</strong>re di una persona,<br />

come pure di una tradizione solida di<br />

banchieri centrali italiani che hanno fatto<br />

bene il <strong>lo</strong>ro dovere, inserita in una più vasta<br />

tradizione di banchieri centrali europei<br />

capaci di lavorare insieme. Draghi è la dimostrazione<br />

che nel nostro Paese ci sono<br />

professionalità di altissimo livel<strong>lo</strong>, capaci<br />

di stare nell’agone internazionale con una<br />

visione, <strong>del</strong>le idealità, degli obiettivi».<br />

Quali sfide ora si trova davanti?<br />

«La Bce è nel periodo di maggiore tensione<br />

di tutta la sua storia, perché vede<br />

messo sotto scacco quel disegno un po’<br />

particolare <strong>del</strong>la struttura macroeconomica<br />

<strong>del</strong>l’Ue, con una sola moneta ma tanti<br />

stati e altrettante politiche fiscali sovrane.<br />

Questa contraddizione avrebbe dovuto<br />

essere composta con il patto di stabilità<br />

DIVAGAZIONI (di Zivago)<br />

Caldo<br />

• <strong>Il</strong> vescovo è tornato dal sopralluogo a Madrid e Valladolid<br />

"squagliato" dal caldo. Ha dichiarato: «Non vedo l'ora di tornare<br />

al fresco <strong>del</strong>la <strong>Marsi</strong>ca». Purtroppo il caldo marsicano è<br />

so<strong>lo</strong> una variante di quel<strong>lo</strong> spagno<strong>lo</strong>.<br />

MIRTILLI E FIDUCIA<br />

a cura <strong>del</strong>la redazione<br />

• E’ il 23 dicembre 1933, il grande Pavel Aleksandrovič F<strong>lo</strong>renskij scrive<br />

dalla prigionia sovietica alla piccola Tika, diminutivo <strong>del</strong> nome <strong>del</strong>la figlia<br />

minore: «Ti piacciono i mirtilli?». Ha davanti a sé mirtilli di palude, più<br />

grandi di quelli normali. «La mamma ti farà una gelatina di mirtilli», scrive.<br />

Nella <strong>Marsi</strong>ca il tempo <strong>dei</strong> mirtilli è adesso, a <strong>luglio</strong> e non in dicembre. E<br />

altra cosa è stare in un gulag, anche se questo è periodo difficile per tanti.<br />

Ma se il lager è stato possibile, al<strong>lo</strong>ra tutto è possibile, tutto rimane aperto,<br />

dice F<strong>lo</strong>renskij, anche il bene. <strong>Il</strong> giornale diocesano prende ispirazione da<br />

padre Pavel per lasciare un messaggio a chi si sente nel<strong>lo</strong> scoramento per<br />

approdare, almeno, ad un “pessimismo fiducioso”.<br />

e crescita, che non è mai stato <strong>del</strong> tutto<br />

rispettato. Abbiamo avuto decenni in cui<br />

è stato fatto il passo più lungo <strong>del</strong>la gamba<br />

e ora ci ritroviamo a un punto di crisi,<br />

dove le politiche fiscali di un picco<strong>lo</strong> Paese<br />

bastano per mettere in difficoltà la tenuta<br />

di un sistema nel suo complesso. Questa<br />

è la situazione in cui si trova Draghi: la<br />

credibilità <strong>del</strong>l’Ue ha bisogno di essere ripristinata».<br />

Come fare?<br />

«Penso che nessuno <strong>lo</strong> sappia con certezza.<br />

Bisogna navigare a vista, con buone<br />

ragioni e coraggio d’innovare, senza essere<br />

esageratamente attaccati alle forme<br />

o al passato. Mi preoccupa, piuttosto,<br />

come oggi sia difficile individuare quelle<br />

idealità che erano all’origine <strong>del</strong> progetto<br />

di unificazione europea. Se siamo rimasti<br />

una realtà di cooperazione economica<br />

senza un ideale più grande, capace di far<br />

sopportare i costi che ta<strong>lo</strong>ra emergono,<br />

rischiamo di non aver più ragioni per tenere<br />

insieme l’Ue».<br />

Da qui il rischio d’imp<strong>lo</strong>sione?<br />

«I rischi ci sono sempre. Ma, guardando il<br />

bilancio <strong>del</strong> processo di unificazione monetaria,<br />

sono convinta che i benefici portati<br />

siano tanti e stiamo imparando a mettere<br />

in comune alcune prerogative nazionali.<br />

La contraddizione di un potere monetario<br />

in mano a un soggetto europeo, con il<br />

potere di vigilanza e di adottare rimedi a<br />

situazioni d’instabilità finanziaria in capo<br />

ai governi e alle istituzioni nazionali, è<br />

scoppiata con la crisi <strong>del</strong> 2007-2008, portando<br />

a un primo tentativo di mettere in<br />

comune la politica finanziaria. Ora la sfida<br />

<strong>del</strong>la Grecia e di altri Paesi con problemi<br />

di debito ha generato una nuova crisi che<br />

potrebbe portarci, seppure con difficoltà<br />

e approssimazioni, a questa condivisione<br />

<strong>del</strong>la sovranità di carattere fiscale».<br />

Quindi la crisi greca potrebbe rivelarsi<br />

provvidenziale per l’evoluzione<br />

<strong>del</strong>l’Ue?<br />

«Ci muoviamo - seppur con passi incerti -<br />

verso l’unica configurazione stabile, dove<br />

non so<strong>lo</strong> la moneta è unica, ma anche<br />

il sistema <strong>del</strong>la finanza pubblica. D’altra<br />

parte la storia <strong>del</strong>l’Ue è fatta di soluzioni<br />

temporanee in una direzione ben precisa,<br />

che è la condivisione <strong>del</strong>la sovranità<br />

in determinati campi. Questo almeno è<br />

avvenuto in passato; oggi bisogna nuovamente<br />

decidere se proseguire su questa<br />

strada. Questa decisione, però, non<br />

spetta alla Bce; essa potrà intervenire<br />

con una mediazione tecnica, ma anche<br />

politica».<br />

Ci sono <strong>del</strong>le priorità che il nuovo<br />

presidente <strong>del</strong>la Bce dovrà tenere<br />

presenti?<br />

«La priorità è trovare vie informali che<br />

permettano di ottenere per consenso ciò<br />

che non si è avuto con i trattati. E cioè<br />

una maggiore condivisione <strong>del</strong>la responsabilità<br />

di vigilanza fiscale e finanziaria, in<br />

modo da evitare non so<strong>lo</strong> un eccessivo indebitamento<br />

pubblico, ma pure un eccessivo<br />

indebitamento <strong>del</strong>le banche private<br />

e <strong>del</strong>le famiglie. Bisogna che i comportamenti<br />

quotidiani siano guidati con mano<br />

salda verso una complessiva coerenza, in<br />

modo da perseguire una sopravvivenza<br />

che, oggi, significa far fiorire quell’intuizione<br />

originaria sulla quale l’Unione europea<br />

è nata».<br />

Di Mario Draghi ricordo, in particolare,<br />

un intervento all’Università<br />

statale di Milano (11 marzo 2011).<br />

Era organizzato da don Luigi Ciotti,<br />

presidente <strong>del</strong>l’associazione antimafia<br />

“Libera”. Draghi, citando<br />

uno studio di Bankitalia, documentò<br />

come nelle economie a forte presenza<br />

criminale le imprese pagano<br />

più caro il credito. Inoltre, in quelle<br />

aree (queste? O codeste?) «è più<br />

rovinosa - posso citare a memoria -<br />

la distruzione di capitale sociale dovuta<br />

all’inquinamento <strong>del</strong>la politica<br />

<strong>lo</strong>cale». Sarebbe il caso di rifletterci<br />

insieme un poco meglio. (santuz)

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