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Il linguaggio figurato

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Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Attività di recupero<br />

<strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Orietta Simona Di Bucci Felicetti<br />

Nucleo tematico di riferimento: Testo<br />

Problema:<br />

Esplorare e interpretare il <strong>linguaggio</strong><br />

<strong>figurato</strong> nelle diverse tipologie testuali<br />

Immagini e parole nella pubblicità e nella rete internet<br />

<strong>Il</strong> riferimento al contatto (funzione fatica) e<br />

al destinatario (funzione conativa): Attività 1<br />

Le canzoni<br />

<strong>Il</strong> riferimento al mittente (funzione emotiva):<br />

Attività 2<br />

I testi poetici<br />

<strong>Il</strong> riferimento al codice (funzione metalinguistica) e<br />

al messaggio (funzione poetica). Attività 3<br />

Problema: La concentrazione del<br />

senso nei proverbi e nelle “frasi fatte”<br />

Interpretare un’espressione “tipica”<br />

alla luce della cultura di riferimento<br />

(funzione referenziale) . Attività 4<br />

Verifica<br />

Attività integrative: Sviluppare<br />

l’abilità interpretativa della<br />

poesia visiva<br />

È il manifesto ideato per le “notti bianche” di Roma. <strong>Il</strong> manifesto è molto efficace<br />

perché insieme semplice e ricco di “figure”, espresse a tutti i livelli della<br />

comunicazione:<br />

parole: LA NOTTE BIANCA<br />

colori: bianco e nero<br />

immagini: il cielo stellato e la luna, il Colosseo, la cupola di S. Pietro


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Tematica<br />

<strong>Il</strong> percorso didattico attraversa l‟intricata rete del <strong>linguaggio</strong> figurale e tiene conto anche – e<br />

soprattutto – delle nuove forme di comunicazione, cui ha dato facile e rapido accesso la<br />

tecnologia. <strong>Il</strong> tasso di figuralità nei testi si è accresciuto sensibilmente e spesso le figure<br />

retoriche tradizionali 1 hanno subìto alterazioni consistenti. Attraverso la lettura di testi<br />

misti, iconici o semplicemente verbali, si esaminano, perciò, gli effetti figurali più diffusi o<br />

innovativi e si rivolge particolare attenzione ai modelli retorici (figure della rapidità,<br />

dell‟analogia, mescolanze di idiomi) introdotti dai linguaggi giovanili, dai blog, dagli sms, dai<br />

messaggi Facebook e twitter.<br />

Finalità e obiettivi formativi<br />

<strong>Il</strong> problema di studiare l‟universo figurale è legato all‟uso corretto di una griglia interpretativa<br />

dei fenomeni linguistici, che ordini una materia complessa, a cui hanno lavorato, fin dall‟antichità,<br />

sia gli autori, sia i linguisti. Per governare tale complessità si propongono categorie<br />

descrittive che definiscono i fenomeni figurali secondo punti di vista diversi:<br />

le distinzioni di Roman Jakobson sugli elementi della comunicazione 2 permettono di<br />

descrivere le figure retoriche a seconda delle diverse funzioni del <strong>linguaggio</strong> e abituano lo<br />

studente a riconoscere non solo la “figura”, ma anche il suo scopo comunicativo.<br />

la conoscenza della catalogazione classica delle figure retoriche 3 , aggiornata dagli studiosi<br />

del Novecento, permette allo studente sia un lavoro di classificazione, nominazione e<br />

astrazione, sia un opportuno prelievo per l‟uso di una o di un‟altra figura nelle sue prime<br />

prove di scrittura “figurata”.<br />

I testi sono distribuiti, lungo le varie attività, in tipologie funzionali ai criteri di lettura proposti:<br />

la pubblicità e la rete internet, le canzoni, i testi letterari: narrativi e poetici, i proverbi e<br />

le “frasi fatte”, i giochi di parole dell‟enigmistica.<br />

Le attività fanno riferimento ai seguenti aspetti della competenza di lettura (Qdr, pag. 12):<br />

1. Riconoscere e comprendere il significato letterale e <strong>figurato</strong> di parole ed espressioni;<br />

riconoscere le relazioni tra parole.<br />

3. Fare un‟inferenza diretta, ricavando un‟informazione implicita da una o più informazioni<br />

date nel testo e/o tratte dall‟enciclopedia personale del lettore.<br />

5a. Ricostruire il significato di una parte più o meno estesa del testo, integrando più<br />

informazioni e concetti, anche formulando inferenze complesse.<br />

5b. Ricostruire il significato globale del testo, integrando più informazioni e concetti, anche<br />

formulando inferenze complesse.<br />

6. Sviluppare un‟interpretazione del testo, a partire dal suo contenuto e/o dalla sua forma,<br />

andando al di là di una comprensione letterale.<br />

1 della dizione, dell‟elocuzione, del ritmo, della costruzione, del significato e del pensiero. Vedi anche la distinzione del<br />

Gruppo μ in metaplasmi (del significante), metatassi (della struttura), metasememi (del significato), metalogismi<br />

(della frase nel suo complesso) in Gruppo μ, Retorica generale, Milano, Bompiani, 1980. Edizione originale: Groupe μ,<br />

Rhétorique générale, Paris, Larousse 1970.<br />

2 Roman Jakobson, Linguistica e poetica in Saggi di linguistica generale, Milano, Feltrinelli, 1966; pagg. 181-218.<br />

Edizione originale: Essais de linguistique générale, Paris, Editions de Minuit, 1963.<br />

3<br />

Tipologia<br />

Definizione Esempi<br />

Figure di dizione modificano la forma delle parole apocope, aferesi, sincope<br />

Figure di elocuzione riguardano la scelta delle parole più adatte sinonimi, epiteti, asindeto,<br />

polisindeto<br />

Figure di ritmo riguardano gli effetti fonici che si ottengono<br />

mediante la ripetizione di fonemi, sillabe,<br />

parole<br />

allitterazione, onomatopea<br />

Figure di costruzione si riferiscono all‟ordine delle parole nella frase anafora, chiasmo, iperbato,<br />

zeugma<br />

Figure di significato o tropi concernono il cambiamento del significato metafora, metonimia,<br />

delle parole<br />

sineddoche, antonomasia<br />

Figure di pensiero riguardano l‟idea e l‟immagine che appare in<br />

una frase<br />

apostrofe, esclamazione,<br />

iperbole, litote, reticenza<br />

In Maurizio Dardano, Pietro Trifone, Grammatica italiana con nozioni di linguistica, Bologna, Zanichelli, 1995; pag.<br />

712.


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

INDICE<br />

Descrizione del percorso didattico<br />

Attività 1 – (Le strategie di persuasione nella pubblicità e nella rete internet)<br />

Indicazioni per il docente<br />

Attività 1 – (Le strategie di persuasione nella pubblicità e nella rete internet)<br />

Scheda per lo studente<br />

Attività 2 – (Le figure della soggettività nelle canzoni) Indicazioni per il docente<br />

Attività 2 – (Le figure della soggettività nelle canzoni) Scheda per lo studente<br />

Attività 3 – (La ricerca dell’effetto e della sorpresa nella letteratura) Indicazioni<br />

per il docente<br />

Attività 3 – (La ricerca dell’effetto e della sorpresa nella letteratura) Scheda per<br />

lo studente<br />

Attività 4 – (La concentrazione del senso nei proverbi e nelle “frasi fatte”)<br />

Indicazioni per il docente<br />

Attività 4 – (La concentrazione del senso nei proverbi e nelle “frasi fatte”)<br />

Scheda per lo studente<br />

Verifica<br />

Scheda per attività di recupero<br />

Scheda per attività integrative: Sviluppare l’abilità interpretativa della poesia<br />

visiva


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Descrizione del modulo<br />

Condizione, problema o stimolo da cui nasce l’attività<br />

La presenza delle figure retoriche nel <strong>linguaggio</strong> è uno dei suoi tratti più caratteristici e<br />

interessanti. Di questa capacità di “potenziare” il senso delle parole o delle immagini attraverso<br />

diverse procedure, logiche e razionali, ma anche imprevedibili e casuali, si sono giovate la<br />

letteratura e la poesia, e l‟arte in genere, ma anche il parlare comune e popolare. La figura<br />

retorica è quindi una peculiarità del <strong>linguaggio</strong> umano universalmente diffusa.<br />

Questo modulo intende ripercorre alcuni “generi” letterari (la poesia lirica e le canzoni), alcune<br />

forme particolari di testi misti (parole e immagini), alcuni usi della lingua (frasi fatte e<br />

proverbi) con l‟obiettivo di individuare, descrivere, spiegare il livello figurale della lingua.<br />

Le figure hanno una lunga storia, che nasce in concreto con la lingua stessa e con la<br />

letteratura, ma un‟attenzione specifica ai processi che queste mettono in funzione all‟interno<br />

della lingua, lo studio e la classificazione delle varie figure inizia con le riflessioni dei Greci sulla<br />

grammatica. La retorica come arte del dire e come consapevolezza della sua efficacia nasce<br />

nell‟antica Grecia per una esigenza pratica: insegnare a parlare e ad esprimersi al meglio, per<br />

essere più convincenti; in un secondo momento, a questa funzione pratica se aggiunge un‟altra<br />

teorica, cioè, una riflessione sul <strong>linguaggio</strong>, studiato nei suoi vari livelli (fonico, lessicale,<br />

sintattico figurale) e in funzione del commento esegetico dei testi. Più precisamente, l‟arte<br />

della parola nacque nella Magna Grecia, in Sicilia, nel corso del sec, V a.C., quando per i<br />

Siracusani fu necessario saper parlare bene per difendere i propri interessi in una lunga e<br />

intensa stagione di processi intentati contro i soprusi del tiranno di Siracusa Trasibulo.<br />

Lo studente verrà condotto, progressivamente, a prendere coscienza del livello figurale del<br />

<strong>linguaggio</strong> nelle varie tipologie di lingua con cui entra in contatto e che lui stesso produce.<br />

Obiettivo fondamentale di questo studio è acquistare consapevolezza e quindi imparare a<br />

governare la componente figurale del <strong>linguaggio</strong>. La grande diffusione delle parole dìe delle<br />

immagini nella pubblicità e in tutti i mezzi di comunicazione di massa, ha esposto tutti, e anche<br />

gli studenti in età scolare a una sollecitazione crescente di messaggi “figurati”. Le analisi<br />

partiranno da testi specifici, ma tali testi sono soltanto uno spunto per trasferire le competenze<br />

acquisite nella interpretazione complessiva della realtà circostante.<br />

Prerequisiti richiesti ai ragazzi per svolgere l’attività<br />

Per gli studenti della classe II della scuola media inferiore per i quali il percorso didattico è<br />

stato pensato e costruito, dovranno possedere una conoscenza di base della grammatica<br />

descrittiva, relativamente ai concetti e all‟uso delle parti del discorso, una conoscenza di base<br />

della punteggiatura e delle caratteristiche di un testo poetico (verso, rima). Per quanto<br />

riguarda, invece, le nozioni specifiche sulle figure retoriche, il percorso fornirà tutti i dati per la<br />

loro identificazione, definizione, riuso.<br />

Strumenti forniti agli allievi<br />

Gli studenti avranno a disposizione i comuni strumenti che si usano in classe: grammatica,<br />

dizionario, biblioteca. Sarà di grande utilità l‟accesso ai depositi della rete internet. Per questo<br />

sono stati indicati in bibliografia alcuni siti che sarà opportuno visitare durante il lavoro in<br />

classe. Poiché molti studenti sono provvisti in casa di collegamenti internet, l‟insegnante potrà<br />

assegnare compiti di ricerca di testi analoghi a quelli analizzati in classe, sui quali<br />

“sedimentare” le nozioni apprese nel percorso didattico.<br />

Organizzazione della classe<br />

Le varie attività descrivono nei dettagli la scansione del lavoro in classe, e, ove possibile e lo si<br />

scelga, propongono la divisione degli studenti in piccoli gruppi. Obiettivo fondamentale di<br />

laboratori come questi, che non comportano una “valutazione” specifica, analoga alle prove<br />

ufficiali della scuola, è quello di creare una comunità di studio, che nel caso specifico<br />

dell‟analisi dei testi, si può trasformare in una comunità di cooperazione interpretativa. <strong>Il</strong><br />

percorso è scandito in quattro attività, organizzate teoricamente sulle varie funzioni del<br />

<strong>linguaggio</strong> di Jakobson. È chiaro che le sei funzioni non sono presenti singolarmente ed<br />

esclusivamente nei messaggi; tuttavia, per fini didattici e descrittivi, a volte è utile isolare<br />

successivamente l‟uno o l‟altro dei vari aspetti del <strong>linguaggio</strong>. Concludono il percorso una


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

verifica, un‟attività di recupero e una finale di integrazione. Tutti e sette i capitoli del percorso<br />

sono corredati delle chiavi di lettura per le risposte.<br />

Fasi e tempi<br />

Le attività sono concepite in linea propedeutica secondo il numero d‟ordine. Segue poi la<br />

verifica. In base all‟esito della verifica, si può scegliere se somministrare a tutti gli studenti o<br />

solo a una parte lo svolgimento dell‟attività di recupero. L‟attività di integrazione, per<br />

l‟argomento affrontato (la poesia visiva) di sicuro impatto con l‟età dell‟adolescenza, è bene<br />

che la possano svolgere tutti, con l‟opportuna guida del docente. Nel complesso le tappe del<br />

percorso sono calibrate per una durata dalle 13 alle 20 ore. Spetta all‟insegnante, in<br />

considerazione del contesto classe, programmare tempi più o meno dilatati.<br />

Bibliografia<br />

Bibliografia teorica<br />

Atti della Scuola Europea di Studi Comparati Bertinoro 26 agosto-1 settembre<br />

Dardano M., Trifone P. Grammatica italiana con nozioni di linguistica. (1995), Zanichelli,<br />

Bologna, 1995. pag. 712.<br />

Grammatica sistematica della lingua italiana con paradigmi, esercizi, schede descrittive,<br />

elementi di retorica e linguistica; con elenco alfabetico delle principali figure retoriche, distinte<br />

in tipologie.<br />

Boldrini M., Tutti contro uno. La teoria della cospirazione tra politica e comunicazione, in<br />

S.Micali (a cura) Cospirazioni, trame. Quaderni di Synapsis II , 2001<br />

Codeluppi V., Pubblicità, Bologna, Zanichelli, 2004<br />

Fabbri P. (a cura di, con la collaborazione di Angelo Fabbri, Renato Giovannoli e Isabella<br />

Pezzini), Greimas A. J., Courtés J., Semiotica: dizionario ragionato della teoria del <strong>linguaggio</strong>.<br />

(1986), La casa Usher, Firenze, 1986; poi Bruno Mondadori, Milano 2007. Edizione originale:<br />

Sémiotique. Dictionnaire raisonné de la théorie du langage, Hachette, Paris, 1979.<br />

Dizionario alfabetico di tutti i termini retorici e linguistici più comuni. <strong>Il</strong> dizionario è un‟opera di<br />

eccezionale chiarezza definitoria e di completezza, ricco di riferimento teorici e di esempi.<br />

Gruppo μ, Retorica generale, Bompiani, Milano, 1980. Edizione originale: Groupe μ,<br />

Rhétorique générale, Paris, Larousse 1970.<br />

Trattato sistematico di tutte le figure retoriche, distinte secondo una nuova terminologia che<br />

aggiorna le distinzioni della retorica classica; un testo base per gli studi retorici del Novecento.<br />

Jakobson R., Linguistica e poetica in Saggi di linguistica generale, Feltrinelli, Milano, 1966;<br />

pagg. 181-218. Edizione originale: Essais de linguistique générale, Editions de Minuit, Paris,<br />

1963.<br />

<strong>Il</strong> libro raccoglie alcuni dei saggi più importanti del linguista, fondatore della Scuola di Praga<br />

(1926); nel saggio Linguistica e poetica Jakobson propone il celebre modello con<br />

l‟individuazione delle funzioni della comunicazione.<br />

Mosca G. (1995) Uso di figure retoriche nel <strong>linguaggio</strong> dei giovani, in Renzo Titone (a cura di)<br />

(1995), pp. 25-37.<br />

Perelman, Ch., Olbrechts-Tyteca, L., Trattato dell’argomentazione. La nuova retorica,<br />

Torino, Einaudi, 2002<br />

Pistolesi E., <strong>Il</strong> parlar spedito. L'italiano di chat, e-mail e SMS, Padova, Esedra, 2004<br />

Serianni L., Grammatica italiana. Suoni, forme, costrutti, in collaborazione con Alberto<br />

Castelvecchi (1989), Utet, Torino, 2006.


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Grammatica sistematica della lingua italiana, aggiornata nella terminologia e nella definizione<br />

delle regole fonetiche, morfologiche, sintattiche. <strong>Il</strong> libro contiene ampi riferimenti alla storia<br />

della lingua italiana e frequenti confronti con le lingue straniere.<br />

Ambrogio R. – Casalegno G., Scrostati gaggio! Dizionario storico dei linguaggi giovanili,<br />

Torino, Utet Libreria, 2004, in «LId'O. Lingua italiana d'oggi» III, 2006,<br />

Sitografia<br />

Linguagiovani, sito del Dipartimento di Romanistica dell‟Università di Padova, ideato da<br />

M.Cortelazzo. http://147.162.119.4/linguagiovani/<br />

Dizionario Linguagiovani http://147.162.119.4/linguagiovani/modules/ellegi/<br />

Storia e organizzazione della retorica<br />

http://digilander.libero.it/pieropolidoro/teramolinguistica/retorica.pdf#<br />

<strong>Il</strong> sito, curato da Piero Polidoro, docente della Facoltà di Scienze della Comunicazione<br />

nell‟Università di Teramo, contiene parte delle lezioni del Corso di Linguistica Generale<br />

dell‟anno 2005-2006. In particolare, è approfondita la figura retorica della metafora.<br />

Figure retoriche<br />

http://www.poetare.it/figure.html<br />

http://www.poetare.it/figure1.html<br />

http://www.poetare.it/figure2.html<br />

http://www.poetare.it/figuregrandi.html<br />

I sito contiene esempi di figure retoriche in testi poetici e è diviso in quattro sezioni: Figure di<br />

contenuto, Figure di parola e di pensiero, Figure di sentimento, estratte da poeti italiani,<br />

Figure retoriche dei grandi poeti (da Ariosto, Tasso e Pascoli)<br />

Dizionario di metrica e retorica<br />

http://knol.google.com/k/dizionario-di-metrica-e-retorica#<br />

Dizionario di metrica e retorica curato da Paolo Canettieri, Università degli Studi di Roma «La<br />

Sapienza», Facoltà di Scienze Umanistiche, Corso di Studi in Lettere, Dipartimento di Studi<br />

Romanzi.<br />

Annamaria Bufo e Amelia Conte, Retorica classica e nuova retorica. I tópoi della<br />

persuasione oggi, in A.Bufo e A.Conte, Topoi e temi letterari<br />

http://forum.indire.it/repository/working/export/807/3709.htm<br />

Margherita Callegarini, Persuasione e retorica. <strong>Il</strong> potere della parola l'argomentazione nei<br />

testi letterari, in PON, Educazione linguistica e letteraria in un „ottica plurilingue, Orietta<br />

Simona Di Bucci Felicetti, Centralità del testo e didattica<br />

http://for.indire.it/pon_linguistica1011/offerta_formativa/c/index.php?action=copertina&lms_i<br />

d=546<br />

CORTELAZZO M. (a cura di), Lingua giovanni. Vocabolario on-line<br />

P.Fabbri, <strong>Il</strong> confine etico della retorica, in Semioticaonline, 2004 (lezione del 31 marzo)<br />

http://www.assoetica.it/libro/fabbri_confine_etico_retorica.pdf<br />

Chiara Mussini e Maria Mussini, <strong>Il</strong> livello retorico della lingua tra letteratura e<br />

comunicazione quotidiana, in Bollettino Itals Aprile 2006, Anno IV, n.14<br />

http://venus.unive.it/italslab/modules.php?op=modload&name=ezcms&file=index&menu=79&<br />

page_id=280


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Attività 1 – Le strategie di persuasione nella pubblicità e nella rete internet<br />

Indicazioni per il docente<br />

Tipologia: Analisi di testi misti, verbali e iconici<br />

Obiettivo didattico: Individuare le figure retoriche presenti nei testi<br />

Tempo: 2 ore<br />

Fasi: due<br />

Consegna 1<br />

La prima parte dell‟attività (domande 1-4) prevede l‟analisi di un manifesto e di un testo di<br />

accompagnamento. I due testi vanno offerti agli studenti tutti e due insieme; gli studenti possono<br />

lavorare sia individualmente, sia in piccoli gruppi, in modo da elaborare insieme le risposte,<br />

soprattutto per la domanda 4b.<br />

La lettura guidata prevede, che durante l‟attività venga letta, individualmente, o meglio a voce alta<br />

con l‟assistenza dell‟insegnante, la scheda descrittiva intitolata Intermezzo teorico: le figure<br />

retoriche nascoste nell’immagine e nel testo, nella quale viene fatto il punto sulle nozioni apprese.<br />

Tali nozioni saranno utilizzate in questa e nelle successive attività.<br />

Trattandosi di un manifesto, per definizione, destinato a qualcuno che lo legga e capisca,<br />

l‟insegnante ne metterà in evidenza il coinvolgimento del lettore, ottenuto attraverso messaggi<br />

diretti (il verbo “invitare”; l‟offerta di spettacoli) o con l‟enfasi sull‟Italia e gli italiani.<br />

<strong>Il</strong> fatto stesso di passare una notte “bianca”, senza dormire, può essere inteso come un modo per<br />

no perdere il contatto con il Comune e gli altri cittadini-spettatori-protagonisti.<br />

Parte prima: La notte bianca. Risposte ai quesiti 1-4<br />

1a. “Tricolore” è attribuito al sostantivo “notte”, i tre colori sono: bianco, verde e rosso; e sono<br />

specificati nella 3° riga.<br />

1b. Perché sono il tricolore della bandiera, riga 12<br />

1c. Perché ospiterà teatro di strada e giochi pirotecnici, concerti di bande militari, spettacoli musicali,<br />

teatrali e letture, visite guidate e i più bei palazzi storici saranno investiti di proiezioni architetturali<br />

e illuminazioni scenografiche<br />

2a. <strong>Il</strong> bianco, il verde e il rosso compaiono sia sulla cartina dell‟Italia in forma di tessere di puzzle, sia<br />

nelle tre piccole bandiere in basso a sinistra<br />

2b. <strong>Il</strong> colore bianco è più brillante su Roma, la capitale.<br />

2c. <strong>Il</strong> colore più brillante, che distingue quel luogo da tutti gli altri, indica che quel luogo si distingue da<br />

tutti gli altri per la sua importanza: infatti à la capitale<br />

2d. Come le tessere si uniscono a formare l‟Italia geografica, così tutte le regioni, tutti gli italiani si<br />

uniscono a formare l‟Italia come nazione. Sono due processi che si somigliano.<br />

2e. Le parole sono: “una festa che unisce il Paese”, righe 9-10.<br />

2f. Le tre piccole bandiere italiane poste a sinistra in basso rappresentano l‟Italia.<br />

3a. Si tratta di una metafora, perché c‟è “somiglianza” fra i tre colori attribuiti alla notte e i tre colori<br />

della bandiera.<br />

4a. Si tratta di una metafora, perché c‟è “somiglianza” fra il palcoscenico di un teatro e le piazze e le<br />

strade che ospiteranno spettacoli.<br />

4b. Risposte e osservazioni possibili.<br />

<strong>Il</strong> fatto che le iniziative siano gratuite è un indubbio motivo di attrazione; abitualmente gli spettacoli<br />

al teatro sono a pagamento, qui sono gratuiti. <strong>Il</strong> Comune fa così anche propaganda alla propria<br />

Amministrazione che è generosa con i cittadini. L‟offerta potrebbe nascondere anche una sottile<br />

forma di persuasione elettorale.<br />

Consegna 2<br />

La seconda parte dell‟attività (domande 5-7) si concentra sulle immagini di tre noti loghi, sui quali<br />

si continua l‟analisi in vista della individuazione delle figure retoriche.<br />

In base alla strategia didattica scelta, le immagini dei tre loghi possono essere consegnati ad uno<br />

ad uno successivamente (scelta consigliata) oppure tutti e tre insieme. Per ciascuna immagine<br />

viene fornita una breve presentazione, che può essere letta ad alta voce da un alunno.<br />

Si può pensare anche a una strategia didattica diversa: divisione della classe in tre gruppi e<br />

assegnazione di ciascuno dei tre loghi con le rispettive domande, successivamente, a ciascun<br />

gruppo.


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Parte seconda: Alcuni loghi famosi. Risposte ai quesiti 5-8<br />

5a. Risposte possibili: la fiamma evoca il bruciare della benzina nel motore; le sei zampe del<br />

cane-drago evocano una velocità maggiore di un normale animale a quattro zampe; il<br />

mostro ha un‟aria aggressiva perché si presenta con il corpo irto di squame; l‟immagine<br />

evoca storie lontane di mostri che sparano fuoco dalle fauci.<br />

5b. Si tratta di una metafora, per la somiglianza tra l‟immagine e la benzina, entrambe<br />

connotate dal fuoco.<br />

5c. Si tratta anche qui di una metafora, per la “somiglianza” tra la velocità di un cane-drago<br />

superdotato di zampe e una macchina veloce.<br />

6a. Roma<br />

6b. Romolo e Remo<br />

6c. Si tratta di una lupa che trovò lungo le rive del Tevere una cesta con i due gemelli<br />

abbandonati. Li accolse, li allattò e quando furono grandi, uno di loro, Romolo, fondò la<br />

città di Roma. I due gemelli erano nati dal Dio Marte e da una ragazza, di nome Rea<br />

Silvia e a gettarli nel fiume era stato lo zio Amulio, per timore, che una volta grandi, lo<br />

avessero cacciato dal trono.<br />

6d. Si tratta di una metonimia. Col tempo, la lupa è diventata un emblema, un simbolo, come<br />

una bandiera; anche questo conferma che si tratti di una metonimia.<br />

7a. La risposta non è unica. Gli studenti potranno motivare la scelta in base al loro gusto<br />

personale.<br />

7b. La figura è una metafora;


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Cognome<br />

Scheda per lo studente<br />

Nome Data<br />

Attività 1 – Le strategie di persuasione nella pubblicità e nella rete internet<br />

Parte prima: La notte bianca<br />

Questo è il manifesto pubblicato dal Comune di Roma per una iniziativa del marzo 2011. A sinistra<br />

il cartellone che è apparso sui muri della città, a destra il testo pubblicato sulla rete internet a<br />

fianco dell‟immagine.<br />

16 Marzo 2011: Notte Tricolore<br />

Per mercoledi 16 marzo 2011 è in programma una<br />

notte bianca, verde e rossa!<br />

Tutta Italia resterà sveglia con manifestazioni, spettacoli<br />

e cerimonie e con musei e negozi aperti<br />

In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia la città di<br />

Roma celebra la ricorrenza con un programma ricco di<br />

appuntamenti che avranno inizio con la Notte<br />

Tricolore tra il 16 e il 17 marzo.<br />

Per rendere ancora più speciale una festa che unisce il<br />

Paese, tutta la cittadinanza è invitata ad esporre alle<br />

finestre, ai balconi e ai terrazzi, nei portoni e nei cortili,<br />

nelle vetrine e nei negozi il tricolore della bandiera<br />

italiana.<br />

<strong>Il</strong> centro cittadino diventerà così un grande palcoscenico<br />

colorato, che ospiterà teatro di strada e giochi<br />

pirotecnici, concerti di bande militari, spettacoli<br />

musicali, teatrali e letture, visite guidate.<br />

I più bei palazzi storici saranno investiti di proiezioni<br />

architetturali e illuminazioni scenografiche.<br />

Tutte le iniziative in programma saranno gratuite.<br />

Osserva attentamente il cartellone a sinistra e le istruzioni a destra, e rispondi alle domande.<br />

L‟obiettivo è comprendere meglio il senso delle immagini e della parole e capire quali “figure<br />

retoriche” siano state scelte per attirare l‟attenzione del lettore. La figura retorica è un modo di<br />

organizzare la lingua in maniera scatti dalle parole o dalle immagini un significato in più, oltre<br />

quello che hanno abitualmente<br />

1. Analisi del testo verbale posto sulla destra.<br />

1a. Nel testo scritto compare più volte l‟aggettivo “tricolore”, a quale sostantivo viene attribuito?<br />

Quali sono i tre colori e in quale riga sono scritti tutti e tre in modo specifico?<br />

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………<br />

1b. Perché i tre colori, cioè il tricolore, sono importanti? In quale riga scritta la motivazione di<br />

questa importanza?<br />

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………...<br />

1c. Perché il centro cittadino diventerà un grande palcoscenico colorato?<br />

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..<br />

2. Analisi del manifesto sulla sinistra.<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

7<br />

8<br />

9<br />

10<br />

11<br />

12<br />

13<br />

14<br />

15<br />

16<br />

17<br />

18<br />

19<br />

20


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

2a. I tre colori, qui come colori non come parole, compaiono in due parti del manifesto a sinistra:<br />

quali sono e sotto quali forme?<br />

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..<br />

2b. <strong>Il</strong> bianco assume una tonalità particolare in corrispondenza di una città. Qual è la città?<br />

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………<br />

2c. Quale senso dai a questo colore più brillante?<br />

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………<br />

Ecco, questa è una figura retorica. Si tratta di una metafora: una figura retorica che stabilisce una<br />

“somiglianza” tra due cose: lo splendore particolare di quel bianco e una città.<br />

2d. Nel manifesto si nasconde un‟altra metafora, cioè un‟altra somiglianza. Osserva attentamente<br />

le tessere del puzzle e spiega, secondo te, che cosa può significare quell‟immagine. Perché è una<br />

metafora?<br />

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..<br />

2e. A sinistra ci sono le tessere di un puzzle unite a formare l‟Italia; a destra, nel testo, questo<br />

processo di unificazione viene sottolineato da alcune parole: Qual è l‟espressione usata? In quali<br />

righe si trova?<br />

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….<br />

2f. <strong>Il</strong> tricolore, la bandiera, rappresenta l’Italia. Quando un termine, la parola “bandiera” o un’immagine, un<br />

bandiera che sventola, prende un significato particolare, come simbolo di una nazione, questo spostamento del<br />

senso si chiama “metonimia”. Individua la metonimia della bandiera presente nel manifesto a sinistra.<br />

3. “Notte tricolore” è un’espressione importante, perché compare da tutte e due le parti.<br />

3a. La notte, fisicamente, non è tricolore, ma buia, nera; quindi “notte tricolore” è un’espressione figurata, la<br />

notte è paragonata e “assimilata” a una bandiera, alla bandiera italiana. Notte tricolore bandiera tricolore.<br />

Di che figura si tratta, di una metafora o di una metonimia? …………………………………………………………………<br />

Intermezzo teorico: le figure retoriche nascoste nell’immagine e nel testo.<br />

Rivediamo le definizioni di due tra le figure retoriche più importanti: la metafora e la metonimia.<br />

La metafora è una figura che riguarda il significato, il senso delle parole o delle immagini. Consiste<br />

nello scegliere una parola (ad esempio: “volpe”) o un‟immagine (una “volpe” disegnata o<br />

fotografata) e dare loro un altro significato in più oltre quello letterale, comune, di “animale con le<br />

orecchie aguzze e la lunga coda, astuto, che fa i suoi assalti di notte senza farsi scoprire”.<br />

Se prendiamo quest‟ultima parte del significato del termine “volpe” e lo attribuiamo ad un uomo<br />

che, come una volpe, si comporta astutamente, stabiliamo un rapporto di “somiglianza” tra una<br />

volpe e un essere umano. Se diciamo “volpe” a una volpe, parliamo in senso proprio o letterale, se<br />

diciamo “volpe” a un essere umano o se in un quadro gli antichi disegnavano una “volpe” vicino a<br />

un uomo, intendiamo trasferire sull‟uomo quella qualità tipica della “volpe”: l‟astuzia. Questa è una<br />

metafora, una figura che svela, fa intuire somiglianze.<br />

La metonimia è anch‟essa una figura che riguarda il significato, il senso delle parole o delle<br />

immagini. Sia la metafora sia la metonimia sono chiamate con un termine comune, traslati,<br />

perché “trasferiscono” il senso delle parole anche da un‟altra parte.<br />

Ora la metonimia opera in un modo molto difeso dalla metafora, non trova per le parole o per le<br />

immagini un altro “senso” somigliante con quello letterale: lo spostamento avviene non in base alla<br />

“somiglianza” ma in base alla “vicinanza” reale, fisica o anche logica, concettuale. Ad esempio, in<br />

una poesia di Vincenzo Cardarelli, Sera di Liguria, ai vv. 5-6 leggiamo:<br />

s’accendon le finestre ad una ad una<br />

come tanti teatri.<br />

Propriamente, non sono le finestre ad accendersi, ma le luci, che trasmettono la luce alle finestre:<br />

la causa “luci accese” produce un effetto: “finestre illuminate”; se trasferiamo l‟accensione, dalle<br />

luci (causa e senso letterale), alle finestre (effetto; un oggetto “vicino” alle luci) produciamo su<br />

l‟accensione uno spostamento dalla causa all‟effetto, chiamiamo l‟effetto (finestre illuminate) con il<br />

nome della causa (finestre accese). E questa è una metonimia.<br />

Tra la bandiera italiana, il tricolore, e l‟Italia non c‟è nessuna “somiglianza”, ma da un da un certo


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

punto in poi, il tricolore è diventato il “simbolo” dell‟Italia, come la bandiera a stelle e strisce è il<br />

simbolo degli Stati Uniti d‟America. Se una bandiera che sventola è intesa come un pezzo di stoffa<br />

colorata, il senso della parola o dell‟immagine è “letterale”; se il senso è “trasferito” sulla nazione<br />

indicata con quella bandiere (l‟Italia per il tricolore; gli Stati Uniti d‟America, per la bandiera a stelle<br />

e strisce), la parola o immagine producono una metonimia.<br />

4. Domande conclusive<br />

4a. “<strong>Il</strong> centro cittadino diventerà così un grande palcoscenico colorato”. <strong>Il</strong> centro della città e propriamente<br />

un’insieme di strade, con case, piazze, strade più o meno larghe, non è un “palcoscenico”. L’espressione è quindi<br />

figurata. Di che figura si tratta?<br />

4b. <strong>Il</strong> testo verbale a destra si conclude con un’espressione “non figurata”. Da’ una tua spiegazione del perché<br />

l’ideatore del manifesto ha scelto questa frase finale; e confronta la tua opinione con quella degli altri.<br />

Parte seconda: Alcuni loghi famosi<br />

<strong>Il</strong> “logo” è un simbolo grafico che rappresenta, ad esempio, una società industriale, un partito<br />

politico, un complesso musicale. I loghi sono spesso la sintesi efficace di tanti significati e sfruttano<br />

in modo “geniale” le figure retoriche.<br />

Vediamone qualcuno molto note e studiamo le figure “retoriche” che vi sono nascoste.<br />

n. 1<br />

n. 2<br />

Questi loghi li avrai visti sicuramente, raffigurati su manifesti, giornali, riviste, per strade e<br />

autostrade, sui tuoi libri. Li puoi trovare facilmente anche sulla rete internet.<br />

<strong>Il</strong> logo Agip<br />

<strong>Il</strong> n. 1 nacque nel 1952 quando la società AGIP (Azienda Generale Italiana Petroli) bandì un<br />

concorso per l'ideazione di un marchio per la nuova benzina, che allora di chiamava<br />

“Supercortemaggiore”. Vennero presentati 4.000 disegni….<br />

L‟immagine è legata a un‟antica leggenda. Nelle vicinanze di Lodi, in Lombardia, c‟erano delle<br />

paludi, proprio dove vennero scoperti dei pozzi di petrolio. Le paludi emanavano esalazioni<br />

maleodoranti che la voce popolare attribuiva alla presenza del drago Tarantasio. Ogni tanto il<br />

drago emergeva e sbuffava una lingua di fuoco. Fu una liberazione, quando una piena portò<br />

nella palude un gigantesco osso di dinosauro, che i lodigiani presero per un osso di Tarantasio,<br />

ormai morto.<br />

“Quando, nel 1945, Enrico Mattei prese in mano l' Agip, fu subito informato che in zona era<br />

stato individuato un giacimento di gas naturale. Mattei fece scavare altri pozzi e trovarono il<br />

metano. E il cane a sei zampe con la lingua di fuoco dell' Agip altro non sarebbe che<br />

Tarantasio, il drago che tanto aveva impressionato la fantasia degli antichi lodigiani”. Corriere<br />

della Sera (30 giugno 2002)<br />

5a. Cosa ti fa venire in mente questa immagine, se la pensi collegata con una benzina? Proponi<br />

una tua interpretazione e mettila a confronto con quella dei compagni.<br />

n. 3


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

5b. Se l‟immagine del drago che sputa il fuoco la metti in relazione con un motore che brucia la<br />

benzina, il testo fa nascere una metafora. Spiega perché.<br />

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….<br />

5a. Se metti in relazione l‟immagine del drago “potenziato” a sei zampe con una macchina che<br />

la benzina Agip fa correre, quale figura retorica ti sembra che il logo produca? …………………………<br />

La lupa<br />

<strong>Il</strong> n. 2 è una scultura in bronzo antica e rappresenta una lupa che allatta due bambini.<br />

Si pensava che fosse una statua di epoca classica (V oppure III secolo a.C), ma recenti studi<br />

hanno appurato che si tratta di un‟opera medievale (sec. XIII). I due bambini scolpiti sotto la<br />

lupa sono stati aggiunti più tardi nel corso del secolo XVI. Ma noi ora la vediamo tutta intera e<br />

siamo abituati a considerarla un‟opera unitaria.<br />

6a. La scultura è il simbolo di quale città italiana? ………………………………………………………………………<br />

6b. Qual è il nome di due bambini allattati dalla lupa? ……………………………………………………………….<br />

6c. Conosci la leggenda? Raccontala in breve a voce. ………………………………………………………………..<br />

6d. Scopri la figura retorica nascosta in questa immagine, tenendo conto che non c‟è<br />

“somiglianza” tra la storia dei gemelli e la città di Roma; c‟è invece un rapporto di “vicinanza”<br />

perché la storia dei gemelli è all‟origine della città. ………………………………………………………..<br />

<strong>Il</strong> logo Apple<br />

<strong>Il</strong> n. 3 è il simbolo di una notissima industria informatica, la Apple, in inglese: “mela”.<br />

<strong>Il</strong> logo fu disegnato nel 1977 e il suo ideatore, l‟americano Rob Janoff, per aver l'ispirazione<br />

andò al supermercato dove acquistò delle mele, tornò a casa, le tagliò, le dispose sul tavolo e<br />

cominciò a guardarle. Da questo “spettacolo” ebbe l‟idea di una mela, semplice, incisa da un<br />

morso. <strong>Il</strong> capo della società la volle a bande colorate: il colore avrebbe reso più piacevole<br />

l‟immagine.<br />

<strong>Il</strong> logo venne subito affiancato dallo slogan BITE THAT APPLE (mordi questa mela).<br />

7a. L‟immagine ha avuto una grande quantità di interpretazioni. Alcune:<br />

La mela fa capire che utilizzare i prodotti della società sia facile come mangiare una<br />

mela.<br />

La mela evoca il morso più celebre della Bibbia, quello dato alla mela da Eva nel<br />

paradiso terrestre per avere la “conoscenza” del bene e del male<br />

Più semplicemente, pare che la scelta della mela sia dovuta al fatto che in inglese,<br />

apple, inizia per a, quindi sarebbe comparsa tra i primi nomi delle aziende nell‟elenco<br />

telefonico alfabetico.<br />

Secondo altri la mela evoca un‟altra mela famosa nella storia, quella che Newton vide<br />

cadere dall‟albero.<br />

Quale ti sembra più attendibile e perché. Confronta la tua idea con quella degli altri.<br />

7b. Se prendiamo per buona la prima ipotesi: la mela fa capire che utilizzare i prodotti della<br />

società sia facile “come” mangiare una mela, stabilisce una “somiglianza”. Quale figura retorica<br />

ti sembra che il logo produca?............……………………………………………………………………………………<br />

Attività 2 – Le figure della soggettività nelle canzoni<br />

Indicazioni per il docente<br />

Tipologia: Analisi di testi verbali con ascolto musicale<br />

Obiettivo didattico: Individuare le figure retoriche presenti nei testi<br />

Tempo: 1 ore<br />

Fasi: una


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Consegna<br />

L‟attività consiste nell‟analisi di alcuni testi dalle canzoni Vasco Rossi (domande 1-11). I 4 testi,<br />

variamente utilizzati durante l‟attività, vanno consegnati tutti insieme agli studenti, numerato da 1<br />

a 4. Gli studenti possono lavorare singolarmente o in piccoli gruppi, in modo da elaborare insieme<br />

le risposte. Trattandosi di canzoni, quando si arriva al testo 2 e al testo 4, si può ascoltare e/o<br />

vedere la parte che corrisponde alle strofe scelte.<br />

Vasco Rossi<br />

1. “Voglio una vita”; compare 6 volte<br />

2. spericolata, v. 1; esagerata, v. 3.<br />

3. io no...: 11 volte; non ti dimenticherò: 2 volte; vedrai che: 2 volte<br />

4. I versi 1-3: -ata; i versi 6-7: -ai.<br />

5. voglio una vita che non è mai tardi voglio una vita nella quale, qualunque ora tu faccia,<br />

non è mai tardi; una vita nella quale non è mai tardi per qualunque cosa.<br />

6. voglio una vita come Steve Mc Queen voglio una vita come quella che ha vissuto Steve<br />

Mc Queen; voglio una vita come l‟ha vissuta Steve Mc Queen<br />

7. La seconda persona: “tu”; ci sono 12 forme verbali in questa persona e 9 pronomi/aggettivi<br />

ti-te-tuoi.<br />

Respiri piano per non far rumore<br />

ti addormenti di sera<br />

e ti risvegli con il sole<br />

sei chiara come un'alba<br />

sei fresca come l'aria.<br />

Diventi rossa se qualcuno ti guarda<br />

e sei fantastica quando sei assorta<br />

nei tuoi problemi<br />

nei tuoi pensieri.<br />

Ti vesti svogliatamente<br />

non metti mai niente<br />

che possa attirare attenzione<br />

un particolare<br />

solo per farti guardare.<br />

E con la faccia pulita<br />

cammini per strada<br />

mangiando una mela<br />

coi libri di scuola<br />

ti piace studiare<br />

non te ne devi vergognare.<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

7<br />

8<br />

9<br />

10<br />

11<br />

12<br />

13<br />

14<br />

15<br />

16<br />

17<br />

18<br />

19<br />

20<br />

8. nel v. 4: sei chiara come un’alba<br />

9. sei chiara come un'alba: tu (Albachiara) e l‟alba; sei fresca come l'aria: tu (Albachiara) e<br />

l‟aria<br />

10. All‟area della metafora, perché coglie una “somiglianza”: l‟alba è “chiara”, in senso<br />

proprio, Albachiara, è “chiara” in senso metaforico; l‟aria e “fresca” in senso proprio,<br />

Albachiara è “fresca” in senso metaforico.<br />

11.<br />

Respiri piano per non far rumore<br />

ti addormenti di sera<br />

e ti risvegli con il sole<br />

sei chiara come un'alba<br />

sei fresca come l'aria.<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

consonanza<br />

consonanza


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Diventi rossa se qualcuno ti guarda<br />

e sei fantastica quando sei assorta<br />

nei tuoi problemi<br />

nei tuoi pensieri.<br />

Ti vesti svogliatamente<br />

non metti mai niente<br />

che possa attirare attenzione<br />

un particolare<br />

solo per farti guardare.<br />

E con la faccia pulita<br />

cammini per strada<br />

mangiando una mela<br />

coi libri di scuola<br />

ti piace studiare<br />

non te ne devi vergognare.<br />

6<br />

7<br />

8<br />

9<br />

10<br />

11<br />

12<br />

13<br />

14<br />

15<br />

16<br />

17<br />

18<br />

19<br />

20<br />

assonanza<br />

assonanza<br />

rima<br />

rima<br />

rima<br />

rima<br />

consonanza<br />

consonanza<br />

rima<br />

rima


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Cognome<br />

Vasco Rossi<br />

Scheda per lo studente<br />

Nome Data<br />

Attività 2 – Le figure della soggettività nelle canzoni<br />

Le canzoni raccontano storie, le raccontano secondo il punto di vista del cantautore, che<br />

guardandosi in giro o guardando dentro di sé scopre qualcosa e la mette in musica. Anzi, gli<br />

viene, come canta Vasco Rossi in Una canzone per te, del 2002:<br />

Una canzone per te<br />

e non te l'aspettavi eh?<br />

e invece eccola qua<br />

come mi è venuta<br />

e chi lo sa<br />

le mie canzoni nascono da sole<br />

vengono fuori già con le parole.<br />

(testo 1)<br />

E cominciamo proprio con Vasco Rossi. Leggi attentamente i versi che seguono, estratti da una<br />

sua celebre canzone e rispondi alle domande proposte.<br />

<strong>Il</strong> cantautore presentò Una vita spericolata a Sanremo nel 1983: arrivò penultimo, 25° su 26<br />

concorrenti.<br />

Voglio una vita spericolata<br />

voglio una vita come quelle dei film<br />

voglio una vita esagerata<br />

voglio una vita come Steve Mc Queen<br />

voglio una vita che non è mai tardi<br />

di quelle che non dormi mai<br />

voglio una vita, la voglio piena di guai!!!<br />

(testo 2)<br />

1. C‟è un‟espressione ripetuta tante volte, fino a diventare un‟ossessione. Qual è l‟espressione<br />

e quante volte compare?<br />

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………….<br />

2. La vita è unita a due aggettivi; quali sono i due aggettivi e in quali versi compaiono?<br />

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………….<br />

La canzone presenta l‟ideale di vita di un uomo, che si esprime, cantando, in prima persona:<br />

La figura più tipica di questa canzone è la ripetizione. La ripetizione serve a potenziare un‟idea,<br />

a renderla talmente importante, da non poter fare a meno di ridirla in continuazione.<br />

Leggi, ad esempio, quest‟altra canzone di Vasco Rossi, che si intitola Io no (1999)<br />

Io no... io no... io no....<br />

Non ti dimenticherò...<br />

Io no! io no!..... vedrai che....<br />

io no! io no! io no!.<br />

Non ti dimenticherò...<br />

io no! io no! Vedrai che....<br />

io non ti aspetto più!<br />

........ Yeeeh!<br />

(testo 3)<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

7


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

3. Quali espressioni vengono ripetute più volte e quante volte?<br />

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………….<br />

La rima è una speciale forma di “ripetizione”, molto usata nella poesia e nelle canzoni: non si<br />

ripetono parole o frasi, ma solo “parti” di una parola. La rima è l‟uguaglianza completa, in due<br />

parole vicine, delle vocali e delle consonanti dall‟accento tonico in poi: diàvolo fa rima con<br />

tàvolo, non con pallavólo; diàlogo fa rima con anàlogo, ma non con capoluògo.<br />

4. Torniamo alla “vita spericolata”. Quali sono, nella strofe sopra riportata, i versi in rima?<br />

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………….<br />

Nel parlare comune, non sempre si rispettano le regole della lingua. <strong>Il</strong> parlare comune è più<br />

“libero”. C‟è una figura, che si chiama “anacoluto”: consiste nell‟usare le parole, in una frase,<br />

senza rispettare bene le regole della sintassi. Nella frase c‟è qualcosa che non suona, qualcosa<br />

che manca; insomma la frase non rispetta le regole di una buona lingua.<br />

5. Nel verso 5 puoi trovare questo tipo di figura, un anacoluto, appunto: voglio una vita che<br />

non è mai tardi. Riscrivi la frase, proponendo una revisione che rispetti le regole della sintassi,<br />

la combinazione e la concordanza tra le parole……..……………………………………………………………………..<br />

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….<br />

6. Nel v. 4 si cita un attore americano: Steve Mc Queen (1930-1980), appassionato di corse<br />

motociclistiche e automobilistiche. Girava le scene pericolose personalmente, senza ricorrere<br />

alle controfigure (il “cascatore”, stuntman). Anche qui si può rilevare un anacoluto. Riscrivi la<br />

frase in una forma più lineare e corretta: …………………………………………………………………………………..<br />

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………….<br />

Vasco Rossi percorre tutte le sfumature dei sentimenti, da quelli estremi, come rivela la<br />

canzone appena studiata, a quelli più delicati, come nelle due strofe che seguono, estratte da<br />

Albachiara, una canzone del 2002.<br />

Albachiara<br />

Respiri piano per non far rumore<br />

ti addormenti di sera<br />

e ti risvegli con il sole<br />

sei chiara come un'alba<br />

sei fresca come l'aria.<br />

Diventi rossa se qualcuno ti guarda<br />

e sei fantastica quando sei assorta<br />

nei tuoi problemi<br />

nei tuoi pensieri.<br />

Ti vesti svogliatamente<br />

non metti mai niente<br />

che possa attirare attenzione<br />

un particolare<br />

solo per farti guardare.<br />

E con la faccia pulita<br />

cammini per strada<br />

mangiando una mela<br />

coi libri di scuola<br />

ti piace studiare<br />

non te ne devi vergognare.<br />

(testo 4)<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

7<br />

8<br />

9<br />

10<br />

11<br />

12<br />

13<br />

14<br />

15<br />

16<br />

17<br />

18<br />

19<br />

20<br />

7. Rispetto all‟altra, questa è costruita su forme verbali diverse, ma ugualmente su una forma<br />

di “ripetizione”: ci sono tante forme verbali, tutte coniugate alla stessa persona. Qual è questa<br />

persona? Quante sono le forme verbali espresse in questa persona?<br />

Quante volte compare il pronome e l‟aggettivo possessivo corrispondente. Sottolinea le parole<br />

sul testo. ……………………………………………………………………………………………………………………………………..


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

8. In quale verso è spiegato il senso del titolo? …………………………………………………………………………….<br />

9. La similitudine è un procedimento retorico che mette in rapporto di somiglianza due<br />

elementi, anche molto lontani e diversi tra loro; ma il poeta/cantautore coglie questa<br />

somiglianza e ce la fa notare attraverso la congiunzione “come”. Individua le due similitudini<br />

presenti nel testo, sottolinea i due versi e spiega quali sono i due elementi che di volta in volta<br />

vengono messi a confronto. …………………………………………………………………………………………………………..<br />

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….<br />

10. La similitudine è una figura che appartiene all‟area della metafora o della metonimia? ……..<br />

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..<br />

11. Vasco Rossi, nell‟apparente semplicità dei suoi versi, costruisce una raffinata e complessa<br />

corrispondenza di suoni. Oltre alla rima, che già abbiamo trovato nella vita spericolata, Vasco<br />

Rossi usa:<br />

l‟assonanza: uguaglianza delle sole vocali nella parte finale di due parole vicine; ad esempio,<br />

male-state, sole-dove; pàgina-ràpida<br />

la consonanza: l‟uguaglianza delle sole consonanti nella parte finale di due parole vicine; ad<br />

esempio, tetto-gatti;venire-denaro.<br />

Rileggi il testo di Albachiara, sottolinea (nella colonna di sinistra) con colori diversi le<br />

assonanze, le consonanze e le rime e indica nella colonna di destra quale figura fonica compare<br />

nel verso corrispondente.<br />

Respiri piano per non far rumore<br />

ti addormenti di sera<br />

e ti risvegli con il sole<br />

sei chiara come un'alba<br />

sei fresca come l'aria.<br />

Diventi rossa se qualcuno ti guarda<br />

e sei fantastica quando sei assorta<br />

nei tuoi problemi<br />

nei tuoi pensieri.<br />

Ti vesti svogliatamente<br />

non metti mai niente<br />

che possa attirare attenzione<br />

un particolare<br />

solo per farti guardare.<br />

E con la faccia pulita<br />

cammini per strada<br />

mangiando una mela<br />

coi libri di scuola<br />

ti piace studiare<br />

non te ne devi vergognare.<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

7<br />

8<br />

9<br />

10<br />

11<br />

12<br />

13<br />

14<br />

15<br />

16<br />

17<br />

18<br />

19<br />

20


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Attività 3 – La ricerca dell’effetto e della sorpresa nella letteratura<br />

Indicazioni per il docente<br />

Tipologia. Analisi di testi verbali<br />

Obiettivo didattico. Individuare le figure retoriche presenti nei testi<br />

Tempo: 2 ore<br />

Fasi: due<br />

Obiettivo dell‟attività è, oltre la scoperta delle figure, di suono e di senso, presenti nei due testi,<br />

anche un confronto fra due idee diverse di poesia e di uso del <strong>linguaggio</strong> poetico: l‟onomatopea del<br />

Pascoli che riproduce i suoni della campagna e della natura, soprattutto di alcuni uccelli, e i giochi<br />

del Palazzeschi, liberi e “stravaganti”, la ricerca del puro suono, apparentemente senza significato.<br />

Consegna 1<br />

La prima parte dell‟attività consiste nell‟analisi di tre passi estratti dalle poesie di Giovanni<br />

Pascoli (domande 1-11), un poeta che ha ricercato effetti particolarmente interessanti nei<br />

suoni e nel senso.<br />

I tre testi vanno offerti per la lettura e l‟analisi, successivamente, uno per volta, quando le<br />

domande lo richiedono, in modo da non anticipare la lettura di testi che vanno scoperti e<br />

compresi in tappe successive. Se il lavoro di analisi si è rivelato stimolante, i tre testi possono<br />

anche essere letti per intero (vedi appendice).<br />

A proposito delle domande 6-9 e delle relative risposte, l‟insegnante farà notare, sulla scorta<br />

del saggio di Gianfranco Contini, <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> di Pascoli (in Varianti e altra linguistica, Torino,<br />

Einaudi, 1970, pagg. 219-245; da una conversazione tenuta in S. Mauro il 18 dicembre 1955),<br />

come il poeta entri ed esca, in uno stesso verso, dal <strong>linguaggio</strong>, “naturale” a quello “umano” e<br />

viceversa:<br />

Ricordate il passo del Fringuello cieco che comincia con Finch... Finch è una semplice onomatopea, un<br />

grido sfornito di contenuto nozionale, è una sillaba sola che evoca immediatamente la natura, anzi è un<br />

pezzo di natura messo lì sulla pagina. Senonché, giocando sull'equivoco fonico appunto fra evocazione<br />

immediata e parola dei vocabolari convenzionalmente riconosciuta, Pascoli insinua questo finch nel<br />

<strong>linguaggio</strong> normale, anzi lo fa diventare addirittura una particella, un elemento funzionale, nientemeno<br />

che la congiunzione finché («Finché non vedo, non credo»); poi torna a uscir fuori dal <strong>linguaggio</strong> normale<br />

nella direzione opposta verso la pura onomatopea, «Anch'io anch'io chio chio chio chio» (pagg. 225-226).<br />

Parte prima. Giovanni Pascoli (1855-1912)<br />

1. scricciolo; zirlo.<br />

2. sgrigiola, v. 6.<br />

3. Viene il freddo. Giri per dirlo<br />

tu, sgricciolo, intorno le siepi;<br />

e sentire fai nel tuo zirlo<br />

lo strido di gelo che crepi.<br />

<strong>Il</strong> tuo trillo sembra la brina<br />

che sgrigiola, il vetro che incrina...<br />

trr trr trr terit tirit...<br />

4. lo strido di gelo che crepi<br />

<strong>Il</strong> tuo trillo sembra la brina<br />

che sgrigiola, il vetro che incrina...<br />

trr trr trr terit tirit...<br />

5. Con questi suoni la lingua produce un effetto sonoro simile ai suoni naturali<br />

6. “Finch... finché non vedo, non credo”<br />

…………………………………………………….<br />

-Anch‟io anch‟io chio chio chio chio...<br />

7. All‟usignolo (chio)<br />

8.


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

parole italiane parole inventate<br />

finché finch<br />

Anch‟io anch‟io chio chio chio chio<br />

9.<br />

verso Percorso (a, b)<br />

1 b<br />

6 a<br />

10.<br />

parole italiane parole inventate<br />

cullare del mare, fratte, sussulto, singulto fru fru, chiù<br />

11. Si tratta della u<br />

Consegna 2<br />

Questa seconda parte dell‟attività consiste nell‟analisi di due passi estratti dalle poesie di Aldo<br />

Palazzeschi (domande 12-24). I due testi vanno offerti per la lettura e l‟analisi, successivamente,<br />

uno per volta, quando le domande lo richiedono, in modo da non anticipare la lettura di testi che<br />

vanno scoperti e compresi in tappe successive.<br />

Parte seconda. Aldo Palazzeschi (1885-1974)<br />

12. Trisillabo; di tre sillabe<br />

13.<br />

Versi Numero sillabe Versi esempio<br />

versi senza vocali 0 chchch...<br />

trisillabi tronchi 2 è giù<br />

trisillabi piani 3 Fontana, malata, tossisce…<br />

trisillabi sdruccioli 4 cloffete, cloppete, clocchette, la povera, che spasimo….<br />

12. Trisillabo; di tre sillabe<br />

13.<br />

Versi Numero sillabe Versi esempio<br />

versi senza vocali 0 chchch...<br />

trisillabi tronchi 2 è giù<br />

trisillabi piani 3 Fontana, malata, tossisce…<br />

trisillabi sdruccioli 3/4 cloffete, cloppete, clocchette, la povera, che spasimo….<br />

14. il primo è tronco, il secondo piano.<br />

15. Rispettivamente: due sillabe e quattro sillabe<br />

16. tre<br />

17. due + quattro = sei<br />

18.<br />

1 2 3 4 5 6<br />

è giù nel cor- ti- le<br />

Nella seconda e nella quinta sillaba: è giù nel cortile<br />

19. I due versi, presi insieme, hanno lo stesso ritmo di due versi trisillabi piani.<br />

versi 1 2 3 4 5 6<br />

6-7 è giù nel cor- ti- le


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

9-10 Fon- ta- na ma- la- ta<br />

14-15 tos- si- sce tos- si- sce<br />

20. Al v, 7.<br />

21. Al v. 6.<br />

22.<br />

versi numero delle sillabe del primo verso numero delle sillabe del secondo verso<br />

6-7 2 4<br />

9-10 3 3<br />

14-15 3 3<br />

23. <strong>Il</strong> verbo è “tossisce” ; questo verbo stabilisce una somiglianza tra la fontana e un essere<br />

umano: come un essere umano, quando è malato, “tossisce”, così, anche la fontana,<br />

dalla quale l‟acqua esce non regolarmente, ma ora più ora meno, ora smette, ora<br />

riprende, assomiglia all‟affanno di un uomo malato.<br />

24. La poesia è un divertimento, ingenuo e quasi infantile. Si possono scrivere anche parole<br />

prive di senso, come quando cantiamo una melodia senza sapere le parole: seguiamo un<br />

nesso e un filo coerente nella melodia e nel ritmo, ma senza parole: un puro suono.


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Cognome<br />

Scheda per lo studente<br />

Nome Data<br />

Attività 3 –La ricerca dell’effetto e della sorpresa nella letteratura<br />

La poesia è la forma di scrittura nella quale le figure retoriche sono più ricercate, più nuove, e<br />

quindi più interessanti. I poeti hanno cercato di dare alle parole più “senso” di quello che<br />

hanno normalmente e hanno “inventato” una grande quantità di figure, da sempre. Scopriamo<br />

insieme quelle più interessanti.<br />

Leggi attentamente i testi di Giovanni Pascoli, un poeta che ha profondamente innovato la<br />

poesia italiana all‟inizio del Novecento, e rispondi alle domande proposte.<br />

Parte prima<br />

Giovanni Pascoli (1855-1912)<br />

Viene il freddo. Giri per dirlo<br />

tu, sgricciolo 1 , intorno le siepi;<br />

e sentire fai nel tuo zirlo 2<br />

lo strido di gelo che crepi 3 .<br />

<strong>Il</strong> tuo trillo sembra la brina<br />

che sgrigiola 4 , il vetro che incrina...<br />

trr trr trr terit tirit...<br />

1. Nome comune degli uccelli, detto anche foramacchie<br />

o forasiepe, di color bruno a strisce trasversali più scure,<br />

comune nelle siepi e nei cespugli; ha un caratteristico<br />

becco appuntito ed è solito tenere sempre eretta la coda<br />

(Devoto-Oli).<br />

2. <strong>Il</strong> verso breve e sibilante caratteristico del tordo,<br />

diverso dal suo canto; per estensione, il verso di altri<br />

uccelli, molto simile a quello (Devoto-Oli)<br />

3. Presente congiuntivo, il soggetto è “gelo”<br />

4. Variante toscana di scricchiolare (Devoto-Oli)<br />

Giovanni Pascoli, L’uccellino del freddo in Canti di Castelvecchio (1903); vv. 1-7.<br />

1. Come chiama il poeta l‟uccellino a cui si rivolge? E come si chiama il suo “verso” …………………<br />

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….<br />

2. C‟è un verbo che assomiglia particolarmente, nel suono, al nome di questo uccellino del<br />

freddo. Qual è? E in quale verso si trova? ...........................................................………………<br />

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………<br />

3. Sottolinea nel testo tutte le parole che contengono la lettera r.<br />

4. Negli ultimi 4 versi, la lettera r è spesso preceduta da un‟altra consonante, a volte da due.<br />

Sottolinea tutti gli intrecci (contenenti la r) fra due o tre consonanti.<br />

lo strido di gelo che crepi<br />

<strong>Il</strong> tuo trillo sembra la brina<br />

che sgrigiola, il vetro che incrina...<br />

trr trr trr terit tirit...<br />

5. Questa figura retorica che riguarda gli effetti fonici si chiama allitterazione: è la ripetizione<br />

della stessa consonante o della stessa sillaba all'inizio o all'interno di due o più parole vicine nel<br />

testo.<br />

Che effetto ti sembra che produca in questa poesia la frequenza degli stessi suoni? ……………….<br />

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………<br />

6. Questo effetto si chiama “onomatopea”. Sottolinea nel primo e nell‟ultimo verso le parole<br />

che ti sembra producano una onomatopea in questo altro testo di Pascoli:<br />

“Finch... finché non vedo 1 , non credo”<br />

però dicevo a quando a quando.<br />

1. <strong>Il</strong> soggetto in prima persona è il fringuello; che un giorno<br />

ci vedeva, poi non ci vide più. Allusione alla morte del padre


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

<strong>Il</strong> merlo fischiava: -Io lo vedo-;<br />

l‟usignolo zittìa spiando.<br />

Poi cantava gracile e blando:<br />

-Anch‟io anch‟io chio chio chio chio...-<br />

Ruggero (1867) e della madre Caterina Allocatelli Vincenti<br />

(1868). Tali morti sono assimilate alla perdita della vista.<br />

Giovanni Pascoli, <strong>Il</strong> fringuello cieco in Canti di Castelvecchio 33 (1903); vv. 19-24.<br />

7. L‟onomatopea del primo verso si riferisce al fringuello. Al verso di quale degli uccelli<br />

nominati nel testo si riferisce l‟onomatopea dell‟ultimo verso?...........................................<br />

………………………………………………………………………………………………………………………….………………………….<br />

8. In questa poesia l‟onomatopea è ottenuta a volte con parole della lingua italiana, a volte con<br />

parole inventate. Disponi nella tabella seguente le parole italiane e le parole inventate<br />

parole italiane parole inventate<br />

9.<br />

Nel primo (1) e nell‟ultimo verso (6) sono costruiti due percorsi opposti nel rapporto tra suoni<br />

“naturali”, cioè pura onomatopea senza senso, e suoni “umani” che imitano la natura:<br />

percorso a): dal suono “umano” al suono “naturale”<br />

percorso b): dal suono “naturale” al suono “umano”<br />

Indica nella tabella seguente quale percorso viene illustrato in ciascuno dei due versi:<br />

verso Percorso (a, b)<br />

1<br />

6<br />

10. Anche nel testo seguente di Pascoli l‟onomatopea è ottenuta con parole della lingua italiana<br />

o con parole inventate.<br />

Le stelle lucevano rare<br />

tra mezzo alla nebbia di latte:<br />

sentivo il cullare del mare,<br />

sentivo un fru fru tra le fratte;<br />

sentivo nel cuore un sussulto,<br />

com‟eco d‟un grido che fu.<br />

Sonava lontano il singulto 1 :<br />

chiù...<br />

1. Singhiozzo provocato dal pianto. La parola ha un effetto<br />

sono simile al fenomeno del pianto.<br />

Giovanni Pascoli, L’assiuolo in Miricae, In campagna XI (1897); vv. 9-16.<br />

Riscrivi le parole corrispondenti nella tabella che segue.<br />

parole italiane parole inventate<br />

11. Negli ultimi 4 versi di questa strofe c‟è una vocale, più volte ripetuta che, nel suono,<br />

produce un effetto cupo e inquietante: quale? ……………………………………………………………....<br />

Parte seconda<br />

Aldo Palazzeschi (1885-1974)<br />

Aldo Palazzeschi, un poeta che nei primi anni del Novecento ha aderito al movimento chiamato<br />

Futurismo, ha usato l‟onomatopea con più frequenza e intensità del Pascoli. Leggi l‟inizio della<br />

poesia dedicata ad una fontana (la poesia intera è di 92 versi) e rispondi alle domande proposte.


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Clof, clop, cloch,<br />

cloffete,<br />

cloppete,<br />

clocchette,<br />

chchch... 5<br />

È giù,<br />

nel cortile,<br />

la povera<br />

fontana<br />

malata; 10<br />

che spasimo!<br />

sentirla<br />

tossire.<br />

Tossisce,<br />

tossisce 15<br />

un poco<br />

La fontana malata, vv. 1-25; in Poemi, 1909.<br />

si tace...<br />

di nuovo.<br />

tossisce.<br />

Mia povera 20<br />

fontana,<br />

il male<br />

che hai<br />

il cuore<br />

mi preme. […] 25<br />

12. La poesia è scritta in un verso abbastanza raro nella poesia italiana. Come si chiama? Di<br />

quante sillabe è composto? …………………………………………………………………………………………………………….<br />

13. Ci sono in questa poesia versi senza vocali, versi accentati sull‟ultima sillaba (tronchi),<br />

sulla penultima (piani) e sulla terzultima (sdruccioli). Riempi la tabella seguente, indicando il<br />

numero della sillabe e almeno un verso come esempio..<br />

Versi Numero<br />

sillabe<br />

versi senza vocali<br />

trisillabi tronchi<br />

trisillabi piani<br />

trisillabi sdruccioli<br />

14. Nella combinazione dei due versi (6-7):<br />

È giù,<br />

nel cortile,<br />

Versi esempio<br />

Aldo Palazzeschi costruisce una figura del ritmo particolare. Vediamo insieme quale. Prima<br />

facciamo un po‟ di conti. I due versi sono tronchi, piani o sdruccioli? ……………………………………..<br />

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………….<br />

15. Di quante sillabe sono formati i due versi? ………………………………………………………………………….<br />

16. <strong>Il</strong> secondo verso ha un numero di sillabe “irregolare”. È un verso “piano” e come tutti i<br />

versi piani, quante sillabe avrebbe dovuto avere?…………………………………………………………………………<br />

17. Facciamo ora la somma delle sillabe dei due versi insieme. Quanto fa? ……………………………..<br />

18. Se leggiamo insieme i due versi: è giù nel cortile…in quali sillabe (dalla prima alla sesta)<br />

poniamo l‟accento di lettura? Sottolinea le due sillabe.<br />

1 2 3 4 5 6<br />

è giù nel cor- ti- le<br />

19. Confronta il ritmo di questi due versi presi insieme (è giù nel cortile) con due versi piani<br />

qualsiasi, ad esempio, i vv. 9-10, oppure 14-15. Scrivi gli altri due versi nella tabella e<br />

sottolinea tutte le sillabe in cui mettiamo l‟accento nella lettura. Cosa puoi notare nel ritmo?<br />

versi 1 2 3 4 5 6<br />

6-7 è giù nel cor- ti- le<br />

9-10<br />

14-15


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

20. Quindi, in questi due versi, la sillaba “nel”, quanto a posizione sulle righe della scrittura, a<br />

quale verso appartiene? ……………………………………………………………………………………………………………..<br />

21. La sillaba “nel”, quando a ritmo, a quale verso appartiene? ……………………………………………….<br />

22. Quindi, le sei sillabe di due versi insieme (6-7; oppure 9-10; 14-15) sono invariate; ma<br />

ottenute con somme diverse. Quali? Completa la tabella.<br />

versi numero delle sillabe del primo verso numero delle sillabe del secondo verso<br />

6-7 2 …………….<br />

9-10 …………. 3<br />

14-15 3 ……………<br />

23. <strong>Il</strong> titolo della poesia nasconde una metafora. La metafora è ripresa in un verbo, coniugato<br />

al presente indicativo, ripetuto tre volte. Individua il verbo e spiega perché si tratta di una<br />

metafora. ………………………………………………………………………………………………………………………………………<br />

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………<br />

24. Come hai notato, Palazzeschi usa la poesia, le onomatopee, le metafore per uno scopo<br />

particolare, diverso da quello di Pascoli. Leggi la poesia seguente e spiega con le tue parole<br />

qual è l‟idea di poesia che aveva Palazzeschi.<br />

Tri tri tri,<br />

fru fru fru,<br />

ihu ihu ihu,<br />

uhi uhi uhi!<br />

<strong>Il</strong> poeta si diverte, 5<br />

pazzamente,<br />

smisuratamente!<br />

Non lo state a insolentire,<br />

lasciatelo divertire<br />

poveretto, 10<br />

queste piccole corbellerie<br />

sono il suo diletto.<br />

E lasciatemi divertire, vv. 1-12; 34-49; in L’incendiario, 1910.<br />

Ma se d'un qualunque nesso 34<br />

son prive,<br />

perché le scrive<br />

quel fesso?<br />

bilobilobilobilobilo<br />

blum!<br />

Filofilofilofilofilo 40<br />

flum!<br />

Bilolù. Filolù.<br />

U.<br />

Non è vero che non voglion dire,<br />

voglion dire qualcosa. 45<br />

Voglion dire...<br />

come quando uno<br />

si mette a cantare<br />

senza saper le parole.


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Attività 4 – La concentrazione del senso nei proverbi e nelle “frasi fatte”<br />

Indicazioni per il docente<br />

Tipologia: Analisi di testi misti, verbali e iconici<br />

Obiettivo didattico: Individuare le figure retoriche presenti nei testi<br />

Tempo: 2 ore<br />

Fasi: due<br />

Consegna 1<br />

La prima parte riguarda l‟analisi delle frasi fatte, entrate nell‟uso comune e comprensibili solo<br />

se vengono intese nel loro senso “<strong>figurato</strong>” corretto. Se non si entra nella “cultura di<br />

riferimento”, nel referente corretto, possono restare misteriose. Spesso, infatti, le fasi fatte di<br />

un‟altra lingua, prese letteralmente da chi non ne conosce l‟uso <strong>figurato</strong>, sono male<br />

interpretate. Non c‟è bisogno, in questa attività di fornire testi a parte. Trattandosi di frasi<br />

brevi, i testi da analizzare sono inseriti via via dentro le domande (1-15). Le risposte posso<br />

essere elaborate individualmente o in piccoli gruppi (scelta preferibile). Le risposte alle<br />

domande 11 e 15 sono libere e gli studenti saranno invitati a confrontarle sotto la guida del<br />

docente.<br />

Alla fine di questa prima parte, gli studenti saranno inviati a produrre altre frasi fratte che<br />

contengano figure incentrate sulla parola “colpo”. Se ne dà un elenco indicativo, oltre quelli<br />

studiati (in corsivo):<br />

Con aggettivi Con verbi<br />

colpo basso<br />

a colpo sicuro<br />

fare colpo<br />

accusare il colpo<br />

dare un colpo al cerchio e uno alla botte<br />

perdere i colpi, e non perdere un colpo<br />

venire un colpo, ti venga un colpo!<br />

Parte prima. Le frasi fatte e i modi di dire<br />

<strong>Il</strong> colpo<br />

Con sostantivi<br />

colpo di coda<br />

colpo di frusta<br />

colpo di fulmine<br />

colpo di mano<br />

colpo di scena<br />

colpo di sole (termine medico)<br />

e colpi di sole (termine da<br />

acconciatore)<br />

colpo di spugna<br />

colpo di stato<br />

colpo della strega<br />

colpo di telefono<br />

colpo di testa<br />

1. colpo dato sul viso con la mano aperta (Devoto-Oli)<br />

2. Urto, percossa, sparo, movimento rapido<br />

2. “Schiaffo” è un colpo particolare, “colpo” ha un senso più generale; quindi un passaggio<br />

dal particolare al generale: tutti gli schiaffi sono colpi, non tutti i colpi sono schiaffi.<br />

3. Con una reazione imprevista e disperata, tipica di un regime che si trova alla fine, ma<br />

certamente pericolosa.<br />

4. Una metafora, perché c‟è “somiglianza” tra il colpo della coda di un animale (serpente,<br />

scorpione) e il provvedimento pericoloso del regime.<br />

5. 5. Si tratta sempre di una metafora perché si stabilisce un rapporto di “somiglianza” tra<br />

un tempo e uno spazio.<br />

6. “Alla fine c‟è il dolce”, cioè, dopo un periodo non buono, alla fine arriva la soluzione.<br />

7. “una bacchetta piuttosto lunga e flessibile, alla cui estremità è fissata una cordicella;<br />

serve per incitare i cavalli o gli animali da tiro” (Devoto-Oli)


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

8. <strong>Il</strong> colpo di frusta è trauma che interessa la colonna vertebrale nella parte cervicale,<br />

causato da un movimento rapido del capo, che in genere è causato da un<br />

tamponamento: il capo spinto per reazione indietro e avanti rapidamente e con violenza,<br />

come il colpo di una frusta che viene lanciata in aria in un verso e nell‟opposto.<br />

9. Si tratta di una figura della “somiglianza”, quindi una metafora.<br />

10. Innamoramento rapido, improvviso e irresistibile<br />

11. Risposta libera; discussione sulle varie soluzione adottate.<br />

12. <strong>Il</strong> colpo di scena è una svolta improvvisa e imprevista nello sviluppo della trama di<br />

un‟opera teatrale, ma anche di un romanzo, di un film.<br />

13. Si tratta di un provvedimento inaspettato e improvviso, così come accade sulla scena di<br />

un teatro quando, ad esempio, compare (o scompare) un personaggio in modo<br />

imprevisto.<br />

14. Fermo è una piccola provincia, e il provvedimento allo studio del governo l‟avrebbe<br />

abolita; ora sembra che la provincia di Fermo possa restare. Si tratta di una metafora<br />

perché stabilisce una somiglianza tra l‟esistenza di una persona e quella di una provincia:<br />

se una persona è in vita respira (senso letterale), se una provincia esiste “respira” (in<br />

senso metaforico).<br />

15. Risposta libera; discussione sulle varie soluzione adottate.<br />

Consegna 2<br />

La seconda parte riguarda l‟analisi dei proverbi, intesi, dal punto di vista retorico, come un<br />

concentrato di figure, di vario tipo, che si richiamano l‟una l‟altra. Anche in questo caso,<br />

trattandosi di frasi brevi, i testi da analizzare sono inseriti via via dentro le domande (16-30).<br />

Le risposte posso essere elaborate individualmente o in piccoli gruppi (scelta preferibile). La<br />

risposta alla domanda 27 è libera e gli studenti saranno invitati a confrontare le loro idee sotto<br />

la guida del docente. Anche alla fine di questa seconda parte gli studenti saranno invitati a<br />

presentare ciascuno almeno tre proverbi, tra quelli in uso nella lingua italiana o nella lingua<br />

straniera conosciuta e a discutere sul loro significato.<br />

Parte seconda<br />

I proverbi<br />

16. Ottonario<br />

17. Sillabe terza e settima<br />

18.<br />

È la fede degli amanti<br />

Come l‟araba fenice:<br />

Che vi sia, ciascun lo dice;<br />

Dove sia, nessun lo sa.<br />

19. 19. Una metafora, per via della “somiglianza” tra due non esistenze: quella della “fedeltà<br />

degli amanti” e quella della “fenice”.<br />

20. <strong>Il</strong> primo: “rosicchiare”, “mangiare”<br />

21. Chi non rischia non rosicchia (mangia)<br />

22. Chi non rischia, non si impegna, rischiando qualcosa di importante, non mangia, cioè non<br />

ottiene qualcosa di importante e vitale come l‟alimento che si mangia.<br />

23. a) chi ha commesso qualcosa, spesso è lui stesso a tradirsi; dietro a un modo di<br />

comportarsi euforico si nasconde qualcosa.<br />

24. Una metafora, per via della “somiglianza” tra la rivelazione della gallina e la rivelazione<br />

della persona.<br />

25. b) meglio un guadagno sicuro oggi, che un investimento che darà più frutti, ma<br />

dilazionati nel tempo.<br />

26. <strong>Il</strong> proverbio nasce in una civiltà dove le persone anziane, per la loro esperienza, erano<br />

riteniate depositarie di maggiore saggezza.<br />

27. Risposta libera; discussione sulle varie soluzione adottate.


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

28.<br />

a sinistra a sinistra a destra a destra<br />

29. La rima: ponente-crescente; levante-calante<br />

30. Quando il sole “cresce”, si trova a levante, quindi si alza, la luna è calante; quando il sole<br />

diminuisce, cala, si trova a ponente, la luna e crescente.


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Cognome<br />

Scheda per lo studente<br />

Nome Data<br />

Attività 4 – La concentrazione del senso nei proverbi e nelle “frasi fatte”<br />

Parte prima<br />

Le frasi fatte e i modi di dire<br />

Le frasi fatte sono espressioni figurate che ogni lingua possiede, ormai comuni nell‟uso. Non<br />

vengono mai intese nel senso proprio, ma solo in quello <strong>figurato</strong>. Ad esempio, se si dice di una<br />

persona che “costruisce castelli in aria”, non si vuol intendere che tale persona prende calce e<br />

mattoni e si mette a costruire un castello a mezz‟aria, ma che vive di sogni; se una persona che sta<br />

facendo una conferenza, “perde il filo”, non pensiamo che si metta a guardare per terra alla ricerca<br />

del “filo”, ma che si è interrotto e non sa come continuare, ha dimenticato qualcosa che non gli<br />

viene in mente. È ovviamente il contesto a stabilire se queste espressioni hanno senso letterale o<br />

<strong>figurato</strong>. Se, ad esempio, leggiamo: “la nonna, facendo la maglia, ha perso il filo”, qui “filo” ha il<br />

senso letterale di fibra allungata e sottile, a sezione cilindrica e costante, flessibile, specialmente di<br />

lana”.<br />

Facciamo un viaggio in mezzo ai modi di dire più comuni della lingua italiana per scoprire la varietà<br />

e la ricchezza dei nostri “modi di dire” .<br />

<strong>Il</strong> colpo<br />

La parola “colpo” deriva dal latino còlaphus, che a sua volta deriva dal greco kólaphos: “schiaffo”.<br />

Nell‟italiano il senso originale delle lingue antiche si è modificato.<br />

1. Che cosa significa “letteralmente” schiaffo, in italiano? ………………………………………………………….<br />

2. Che significato ha in italiano oggi il sostantivo “colpo”? ……………………………………………………….<br />

Quale spostamento di significato esiste tra il senso originario di còlaphus-kólaphos nelle lingue<br />

antiche e il senso che la parola “colpo” ha preso in italiano? ……………………………………………………….<br />

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….<br />

Ora leggiamo una serie di espressioni costruite con “colpo” unito a un altro sostantivo e<br />

analizziamo i loro significati per scoprire e definire le figure retoriche che vi sono nascoste.<br />

3.<br />

Sul sito internet LINKIESTA, 3 febbraio 2011, ore - 18:53, leggiamo:<br />

Solo nella giornata di lunedì 24 Gennaio quasi 100.000 persone avevano aderito su Facebook alla<br />

prima giornata della collera con assembramenti nella piazza centrale del Cairo, la piazza Tahrir. <strong>Il</strong><br />

regime di Mubarak con un colpo di coda ha chiuso Twitter 1 .<br />

1. Twitter è un servizio gratuito di social network, che fornisce agli utenti una pagina personale aggiornabile<br />

tramite messaggi di testo con una lunghezza massima di 140 caratteri.<br />

Sostituisci l‟espressione figurata “un colpo di coda” con un‟altra che renda il senso in altre parole.<br />

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………<br />

4. Rifletti. In alcuni animali, il veleno è concentrato nella coda. Se il riferimento è questo, quale<br />

figura si nasconde dentro questa espressione? …………………………………………………………………………….<br />

5. L‟espressione ha anche un valore “temporale”, perché il colpo di coda è una reazione che<br />

avviene alla fine di un regime. Ricorda i “titoli di coda”, alla fine del film. Se il senso è questo, se si<br />

stabilisce un rapporto di “somiglianza” tra un fenomeno temporale: il regime che si estende nel


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

tempo dall‟inizio alla fine; e un essere vivente, che si estende nello spazio dalla testa alla coda,<br />

quale figura si può scoprire dentro questa espressione?<br />

6. Spiega quale significato ha l‟espressione latina, molto usata in Italia e anche all‟estero: dulcis in<br />

fundo. ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………<br />

7. Passiamo ad un'altra espressione. Se leggiamo su un giornale di un domatore che ha fatto<br />

saltare un cavallo con un colpo di frusta, che senso diamo alla parola “frusta”? ……………………….<br />

8. Se leggiamo su un sito internet dedicato alle assicurazioni un articolo dal titolo:<br />

<strong>Il</strong> Risarcimento dei danni da colpo di frusta in seguito all’incidente stradale, qui “frusta”<br />

assume un senso <strong>figurato</strong>. Che significato ha l‟espressione “colpo di frusta” in questo nuovo<br />

contesto?…………………………………………………………………….……………………………………………………………………<br />

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….<br />

9. 9. Se il movimento del collo assomiglia a quello di una frusta, quale figura viene prodotta da<br />

questa espressione?...............................................………………………………………………………………..<br />

10. C‟è un sito internet dedicato al colpo di fulmine (http://www.colpodifulmine.it/), ma non<br />

tratta di fenomeni atmosferici e temporali. Inizia così: “<strong>Il</strong> colpo di fulmine esiste. <strong>Il</strong> 76% degli<br />

italiani dichiara di averlo sperimentato…”<br />

Da‟ una tua definizione di “colpo di fulmine” in questo contesto. ……………………………………………….<br />

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….<br />

11. Scrivi un periodo nel quale rientri questa espressione, cercando di inserire la sequenza in<br />

un contesto adeguato: spazio, tempo, personaggi, situazione. Confronta il tuo racconto con<br />

quello degli altri e discutete, tra voi e con l‟insegnante, su analogie e differenze.<br />

Colpo di scena è un‟altra diffusissima espressione figurata in cui compare la parola “colpo”.<br />

Scena è un termine che originariamente appartiene al mondo del teatro, ma da allora ha fatto<br />

molta strada. Vediamo qualche tappa di questo percorso.<br />

12. Tenendo conto dei significati che hanno le due parole, Colpo” e “scena”, da‟ una tua<br />

definizione del senso <strong>figurato</strong> di questa espressione nell‟ambito della letteratura teatrale e<br />

narrativa. ………………………………………………………………………………………………………………………………………..<br />

13. Sul quotidiano Picus online del 28 agosto 2011 si legge: Colpo di scena: salta il taglio delle<br />

mini-Province. Fermo respira. Che senso ha, in questo contesto, l‟espressione “colpo di scena”?<br />

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….<br />

14. Nel titolo c‟è un‟altra espressione figurata: Fermo respira. Perché questa città delle Marche<br />

respira? ……………………………………………………………………………………………….……………………………………….<br />

15. Scrivi un periodo nel quale rientri questa espressione, cercando di inserire la sequenza in<br />

un contesto adeguato: spazio, tempo, personaggi, situazione. Confronta il tuo racconto con<br />

quello degli altri e discutete, tra voi e con l‟insegnante, su analogie e differenze.<br />

Parte seconda<br />

I proverbi<br />

I proverbi sono “detti popolari”, “massime di sapienza” che condensano un insegnamento tratto<br />

dall‟esperienza. Esistono in tutte le lingue e sono un concentrato di figure retoriche.<br />

Molti di essi sono stai valorizzati dalla letteratura, che li ha inseriti nei dialoghi dei personaggi o<br />

attribuiti alla voce del Narratore.<br />

Cominciamo da una citazione letteraria, da una tragedia di Pietro Metastasio (pseudonimo di Pietro<br />

Antonio Trapassi, 1698- 1782), il più famoso poeta del suo tempo:<br />

Fedeltà non si trova. In ogni loco<br />

Si vanta assai, ma si conserva poco.<br />

È la fede degli amanti<br />

Come l‟araba fenice:<br />

Se tu sai dov‟ha ricetto,<br />

Dove muore e torna in vita,<br />

Me l‟addìta, e ti prometto<br />

Di serbar la fedeltà.


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Che vi sia, ciascun lo dice;<br />

Dove sia, nessun lo sa.<br />

Metastasio, Demetrio, atto II, scena III<br />

16. <strong>Il</strong> proverbio (vv. 3-6) propone un giudizio sulla fedeltà (fede) degli amanti; è espresso in forma<br />

poetica con un verso molto musicale: che nome ha questo verso nella poesia italiana? …………………..<br />

17. È un tipo di verso che mantiene lo stesso ritmo sempre. Questo dà alla poesia un tono da<br />

filastrocca. In quali delle 8 sillabe di ciascun verso cade sempre il ritmo? ……………………………………….<br />

18. La quartina di Metastasio è costruita con varie figure “foniche”, cioè dei suoni, Quali sono le<br />

parole in rima? Ce ne sono alla fine e nel corso (a mezzo) del verso. Sottolinea con lo stesso colore<br />

gli stessi suoni.<br />

19. L‟araba fenice è un uccello mitologico che nessuno ha mai visto - “fedeltà non si trova”.<br />

Quale tipo di figura costruisce Metastasio in questo suo “proverbio” (lo rivela la congiunzione<br />

“come”?........................................................................................................…..............<br />

20. Chi non risica non rosica. <strong>Il</strong> verbo “risicare” è una variante toscana poco usata del verbo<br />

“rischiare”; “rosicare” significa “rosicchiare”, oppure, oggi prevalentemente: “rodersi per una<br />

possibilità mancata, per la gelosia o per l‟invidia”. Su questi due verbi: risicare-rosicare, dal<br />

suono molto simile, è costruito il celebre proverbio. In quale dei due sensi oggi in vigore del<br />

verbo “rosicare” di deve intendere il proverbio?……………………………………………………………..……………<br />

21. Traduci ora “letteralmente” questo proverbio in un italiano con parole più comprensibili<br />

oggi, anche se perdi il ritmo e le corrispondenze di suono delle due parole sdrucciole:<br />

rìsica/rósica. …………………………………………………………………………………………………………………<br />

22. Qual è il senso “<strong>figurato</strong>” di questo proverbio? ……………………………………………………………………..<br />

23. Ora tre proverbi nati nella civiltà contadina, dove era importante il rapporto con gli<br />

animali:<br />

a) Gallina che canta ha fatto l’uovo<br />

Traduci l‟espressione, scrivendo il suo senso “<strong>figurato</strong>”. ………………………………………………………………<br />

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….<br />

24. <strong>Il</strong> proverbio nasce da un evento reale: la gallina, ha deposto un uovo, esce dal pollaio,<br />

cantando “co-co-co-co”. Ora che le galline vengono allevate in batteria e nelle gabbie, forse<br />

questo segno non viene più né emesso né tanto meno percepito. Quale figura c‟è dietro questa<br />

espressione, visto che si tratta di due “rivelazioni”? Motiva la tua risposta.<br />

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..<br />

25. b) Meglio l’uovo oggi che la gallina domani.<br />

Traduci l‟espressione, scrivendo il sui senso “<strong>figurato</strong>”. ………………………………………………………………..<br />

26. c) Gallina vecchia fa buon brodo. Perché una gallina adulta, più grande, più grassa è più<br />

saporita quando ci fa il brodo. Qual è il senso “<strong>figurato</strong> dell‟espressione? ………………………………..<br />

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………<br />

27. Condividi l‟idea di società che è proposta in questo proverbio? Discuti questo problema con<br />

i tuoi compagni e confrontate le vostre idee.<br />

28. E, per finire, uno sguardo verso il cielo, che ha ispirato una miriade di massime celebri.<br />

Quello che ti proponiamo non è un proverbio, ma una piccola filastrocca per ricordare<br />

l‟andamento delle fasi della luna: Gobba a ponente luna crescente, gobba a levante luna<br />

calante.<br />

Cerchiamo di capire che cosa si intende per gobba nell‟immagine della luna. Quando la luna è<br />

in una delle fasi intermedie, tra la luna “nuova” (invisibile) e la luna piena (perfettamente<br />

circolare), la sua forma assume la figura di una falce che varie da una notte all‟altra. In queste<br />

fasi, la gobba è la curva più lunga tra le due che compongono la sua figura.


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Individua in ciascuna della quattro figure seguenti da che parte è la gobba, se a destra o a<br />

sinistra.<br />

29 Quale effetto fonico è immesso in questa massima, analogo ai versi di una poesia? ……………<br />

30. La massima costruisce un suggestivo confronto tra i moti opposti del sole e della luna.<br />

Completa la frase seguente. Quando il sole “cresce”, si trova a levante, quindi si alza, la luna è<br />

……………; quando invece…..……………il sole diminuisce, cala, si trova a …………………la luna è ………….


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Risposte alle domande<br />

Verifica<br />

Parte prima. Immagini e parole.<br />

1.<br />

Colore dello sfondo celeste<br />

Colori del simbolo celeste/azzurro<br />

Immagine arco a forma di ali, tirato, con una freccia diretta verso destra<br />

Parole scritte Alitalia<br />

Con quale<br />

combinazione di parole<br />

è ottenuto il nome<br />

scritto?<br />

Figura retorica<br />

utilizzata<br />

Spiegazione della figura<br />

retorica<br />

<strong>Il</strong> termine Alitalia è ottenuto fondendo ali (plurale del sostantivo<br />

ala, richiamo alle ali dell‟aereo) e Italia, la nazione che fondato la<br />

compagnia aerea<br />

metafora<br />

si tratta di una metafora, perché viene stabilita una “somiglianza”<br />

tra la velocità e la precisione di una freccia e la velocità e la<br />

precisione degli aerei nei voli.<br />

2. Verde, bianco e rosso.<br />

3. Metonimia, perché i tre colori, rievocando la bandiera italiana, diventano una bandiera,<br />

simbolo dell‟Italia, quindi il rapporto tra la bandiera e la nazione è una metonimia<br />

4. La lettera A, maiuscola, diventa il timone di coda dell‟aereo.<br />

5. La A iniziale e la scritta sono disegnate in carattere corsivo.<br />

Parte seconda. Analisi di una canzone.<br />

6. In I persona<br />

7. a) la pittura delle mani e del viso in blu; b) il rapimento da parte del vento; c) il volo nel<br />

cielo infinito<br />

8. Perché la luna tramonta e li porta con sé<br />

9. Perché immagina di vedere il cielo dentro gli occhi della persona di cui è innamorato.<br />

10. a) essere rapiti dal vento; b) volare ne cielo infinito; c) la luna porta via con sé i sogni; d)<br />

volare più in alto del sole. Sono tutte iperboli<br />

Parte terza. Analisi di una poesia. <strong>Il</strong> lampo<br />

11.<br />

E cielo e terra si mostrò qual era:<br />

la terra ansante, livida, in sussulto;<br />

il cielo ingombro, tragico, disfatto:<br />

bianca bianca nel tacito tumulto<br />

una casa apparì sparì d‟un tratto;<br />

come un occhio, che, largo, esterrefatto,<br />

s‟aprì si chiuse, nella notte nera.<br />

12. la casa illuminata dal lampo è paragonata ad un occhio che si apra e si chiuda<br />

improvvisamente<br />

13. Al sostantivo “terra”<br />

14. I due aggettivi denotano fenomeni tipicamente “umani”; qui, essendo riferiti alla terra,<br />

stabiliscono una “somiglianza” tra il respiro affannoso e il colore livido di una persona e il<br />

soffiare del vento e il colore freddo della terra prima di un temporale<br />

15. Tacito tumulto, al v. 4


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Cognome<br />

Tempo: 2 ore<br />

Fasi: tre<br />

Verifica<br />

Scheda per lo studente<br />

Nome Data<br />

Consegna 1<br />

Consegna dei quattro loghi. Lettura delle domande (1-5). Le risposte alla domande, trattandosi di<br />

una verifica, devono essere date individualmente.<br />

Consegna 2<br />

Distribuzione del testo della canzone prima dell‟ascolto della canzone. Appena terminato l‟ascolto,<br />

si procede alla lettura delle domande (6-10) e alla scrittura delle risposte. Le risposte alla<br />

domande, trattandosi di una verifica, devono essere date individualmente.<br />

Consegna 3<br />

Consegna del testo della poesia. Lettura individuale del testo e delle domande (11-16). Le risposte<br />

alla domande, trattandosi di una verifica, devono essere date individualmente.<br />

Parte prima. Analisi del logo Alitalia.<br />

1946 1969 2005 2005<br />

1. Descrivi il primo logo (1946) riempiendo le caselle della tabella seguente<br />

Colore dello sfondo<br />

Colori dl simbolo<br />

Immagine<br />

Parole scritte<br />

Con quale combinazione di<br />

parole è ottenuto questo nome?<br />

Figura retorica utilizzata<br />

Spiegazione della figura retorica<br />

2. Nel secondo logo (1969), rimasto sostanzialmente invariato fino ad oggi, compaiono altri<br />

colori, diversi dal logo precedente. Quali? ……………………………………………………………………………….<br />

3. Con la comparsa di tali colori, in rapporto all‟Italia, quale figura retorica viene prodotta?<br />

Pensa alla bandiera italiana. Da‟ una spiegazione della tua risposta. …………………………………………..<br />

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….<br />

4. <strong>Il</strong> logo contiene un effetto particolare: trasforma una lettera in una parte dell‟aereo. Qual è<br />

la lettera e a quale la parte dell‟aereo. …………………………………………………………………………………………<br />

5. Nel simbolo del 2005 avviene una piccola trasformazione grafica, quale? …………………………….


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……<br />

Parte seconda. Analisi di una canzone.<br />

È forse la canzone italiana più famosa nel mondo. Con questa canzone, intitolata allora Nel blu<br />

dipinto di blu, Domenico Modugno vinse il Festival di Sanremo nel 1958. Negli anni il suo titolo<br />

è stato trasformato in Volare, dalla prima parola del ritornello. La canzone contiene una<br />

complessa rete di figure retoriche, sorprendenti e suggestive, che hanno certamente<br />

contribuito al suo successo, oltre, ovviamente, alla melodia e al talento di Domenico Modugno.<br />

Ascolta la canzone seguendo le parole del testo. Poi rispondi alle domande proposte.<br />

Penso che un sogno così non ritorni mai più;<br />

mi dipingevo le mani e la faccia di blu,<br />

poi d‟improvviso venivo dal vento rapito<br />

e incominciavo a volare nel cielo infinito…<br />

Ritornello<br />

Volare… oh, oh!…<br />

Cantare… oh, oh, oh, oh!<br />

Nel blu, dipinto di blu,<br />

felice di stare lassù.<br />

E volavo, volavo felice più in alto del sole ed<br />

ancora più su,<br />

mentre il mondo pian piano spariva lontano<br />

laggiù,<br />

una musica dolce suonava soltanto per me…<br />

Volare… oh, oh!…<br />

Cantare… oh, oh, oh, oh!<br />

Nel blu, dipinto di blu,<br />

felice di stare lassù<br />

Ma tutti i sogni nell‟alba svaniscon perché,<br />

quando tramonta, la luna li porta con sé.<br />

Ma io continuo a sognare negli occhi tuoi belli,<br />

che sono blu come un cielo trapunto di stelle.<br />

Ritornello<br />

Volare… oh, oh!…<br />

Cantare… oh, oh, oh, oh!<br />

Nel blu, dipinto di blu,<br />

felice di stare quaggiù.<br />

E continuo a volare felice più in alto del sole ed<br />

ancora più su,<br />

mentre il mondo pian piano scompare negli<br />

occhi tuoi blu,<br />

la tua voce è una musica dolce che suona per<br />

me…<br />

Volare… oh, oh!…<br />

Cantare… oh, oh, oh, oh!<br />

Nel blu, dipinto di blu,<br />

felice di stare quaggiù.<br />

Nel blu degli occhi tuoi blu,<br />

felice di stare quaggiù,<br />

con te!<br />

6. La canzone racconta un sogno. Si tratta di un racconto in III persona o in I persona?<br />

7. La prima strofe racconta la storia sognata in tre sequenze; quali? 1……………………………………….<br />

2…………………………………………………………………….3………………………………………………………………………………<br />

8. Perché i sogni svaniscono all‟alba? ……………………………………………………………………………………………<br />

9. Perché il protagonista continua a sognare anche di giorno? ……………………………………………………<br />

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………<br />

10. La canzone elenca una lunga serie di cose “impossibili” nella realtà, possibili solo nel<br />

sogno: quali? Di quali figure di tratta? a)…………………………………………………………………………………..<br />

b) …………………………………………………c) ……………………………………….d)……………………………….……………<br />

Le figure sono ..…………………………………………………………………………………………………………………………..<br />

Parte terza. Analisi di una poesia. <strong>Il</strong> lampo<br />

E cielo e terra si mostrò qual era:<br />

la terra ansante 1 , livida 2 , in sussulto;<br />

il cielo ingombro, tragico, disfatto:<br />

bianca bianca nel tacito tumulto 3<br />

una casa apparì sparì d‟un tratto;<br />

1. Che respira con affanno, affannato, ansimante,<br />

trafelato (Devoto-Oli).<br />

2. Dal colore freddo, verdastro, caratteristico<br />

dell‟ecchimosi cutanea (livido); per estensione si<br />

dice di qualsiasi vista il cui squallore sia accentuato<br />

da una luce fredda e smorta (Devoto-Oli).


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

come un occhio, che, largo, esterrefatto 4 ,<br />

s‟aprì si chiuse, nella notte nera.<br />

Giovanni Pascoli, <strong>Il</strong> lampo in Myricae, Tristezze IX (1897)<br />

3. Clamore alto e confuso, riconducibile a un‟idea<br />

di affollamento e di concitazione (Devoto-Oli).<br />

4. In preda al terrore; assalito da un intenso e<br />

improvviso stupore, sbalordito, sbigottito (Devoto-<br />

Oli).<br />

11. Ci sono rime nel testo; se sì, quali solo? Sottolinea le parole in rima nel testo<br />

E cielo e terra si mostrò qual era:<br />

la terra ansante, livida, in sussulto;<br />

il cielo ingombro, tragico, disfatto:<br />

bianca bianca nel tacito tumulto<br />

una casa apparì sparì d‟un tratto;<br />

come un occhio, che, largo, esterrefatto,<br />

s‟aprì si chiuse, nella notte nera.<br />

12. Nella poesia c‟è una similitudine. In quali versi? Quali sono i due elementi posti a<br />

confronto? …………………………………………………………………………………………………………………………<br />

13. A quale nome sono riferiti i due aggettivi, “ansante” e “livida”? ………………………………………<br />

14. I due aggettivi denotano fenomeni tipicamente “umani”, ma qui sono riferiti alla terra,<br />

contengono quindi una figura retorica; quale? Spiega la tua risposta.<br />

15. Quando in un testo si pongono vicini due termini dal significato opposto, l‟accostamento<br />

produce un effetto di senso particolare: i due termini, per contrasto, si rafforzano a vicenda. La<br />

figura retorica ottenuta si chiama ossimòro. Individua l‟ossimòro presente in questo testo.<br />

…………………………………………………………………


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Risposte alle domande<br />

Parte prima. Immagini e parole.<br />

Attività di Recupero<br />

1. Una metonimia, per il rapporto di vicinanza fisica o logica tra la sigla e le parole intere<br />

2. Fabbrica Italiana Automobili Torino<br />

3.<br />

1. Una corona circolare con la scritta: ALFA ROMEO<br />

3. Un semicerchio con una croce rossa su fondo bianco/celeste, nel semicerchio a sinistra<br />

3. Un serpente coronato che ha una figura umana in bocca, nel semicerchio a destra<br />

4. Al nome della società: Anonima Lombarda Fabbrica Automobili e al nome di un fondatore:<br />

Nicola Romeo.<br />

5. Milano.<br />

6. La corona sulla testa del drago.<br />

7. Una metonimia, in quanto parte per il tutto..<br />

Parte seconda. Che cos’è la poesia.<br />

7. 5 domande:<br />

1. Son forse un poeta?<br />

2. Son dunque un pittore?<br />

3. Un musico, allora?<br />

4. Son dunque... che cosa?<br />

5. Chi sono?<br />

8. Le prime tre hanno risposta negativa; le ultime due ottengono una risposta.<br />

9.<br />

Versi<br />

Spiegazioni<br />

v. 4: la penna dell'anima mia L‟anima ha dei sentimenti che la penna trascrive: i<br />

sentimenti sono quindi il punto di partenza di un<br />

processo che termina con la penna che scrive. Tra<br />

l‟inizio/l‟origine di un processo e la fine c‟è un<br />

rapporto di contiguità, di causa ed effetto. La figura è<br />

una metonimia.<br />

v. 9: la tavolozza dell'anima mia Prima ipotesi: la tavolozza è una rappresentazione<br />

dell‟anima, come l‟anima è malinconica, la tavolozza<br />

ha un solo colore. Si tratta di un rapporto si<br />

somiglianza; quindi la figura contenuta è una<br />

metafora.<br />

Seconda ipotesi: la tavolozza è intesa come luogo<br />

dove termina il processo di creazione pittorica.<br />

Ispirazione interna all‟anima pittura sulla tavolozza,<br />

il rapporto tra l‟anima e la tavolozza è tra l‟inizio e la<br />

fine di un processo. La figura è la metonimia.<br />

v. 14: nella tastiera dell'anima mia Prima ipotesi: la tastiera è simile all‟anima, come<br />

l‟anima è solo piena di nostalgia, la tavolozza ha una


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

sola nota. Si tratta di un rapporto si somiglianza;<br />

quindi la figura contenuta è una metafora.<br />

Seconda ipotesi: la tastiera è intesa come luogo dove<br />

termina il processo di creazione musicale. Ispirazione<br />

interna all‟anima musica suonata sulla tastiera, il<br />

rapporto tra l‟anima e la tastiera è tra l‟inizio e la fine<br />

di un processo. La figura è la metonimia.<br />

10. Risposa libera. Proposte di interpretazione.<br />

- La lente ingrandisce le cose, le rende meglio visibili; allo stesso modo la poesia ingrandisce<br />

e rende meglio visibili i sentimenti nascosti nel cuore.<br />

- La poesia è una rivelazione per gli altri di sentimenti che in genere sono nascosti dentro il<br />

cuore di ciascuno.<br />

- Con la lente anche le cose piccole e insignificanti possono diventare grandi e significative.<br />

11. Risposa libera. Proposte di interpretazione.<br />

- <strong>Il</strong> poeta dà spettacolo di sé come un acrobata, solo che i suoi esercizi di forza e di<br />

destrezza sono fatti di parole.<br />

- Un acrobata compie esercizi difficili e rischiosi, e anche la poesia, quindi, è un‟attività<br />

difficile e rischiosa.<br />

- <strong>Il</strong> saltimbanco è un esibizionista al quale piace farsi vedere, ha piacere nel rapporto con il<br />

pubblico.<br />

12. –ìa; compare sette volte.<br />

13. "follia", “malinconia", “nostalgia".<br />

14.<br />

parole in rima artista materia Strumento<br />

follia poeta parola penna<br />

malinconia pittore colore tavolozza<br />

nostalgia musico nota tastiera


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Cognome<br />

Tempo<br />

2 ore<br />

Fasi: due<br />

Parte prima<br />

Immagini e parole<br />

Attività di Recupero<br />

Scheda per lo studente<br />

Nome Data<br />

Alla scoperta delle figure retoriche nascoste<br />

1. L'Alfa Romeo è un‟azienda italiana che costruisce automobili e che ha sede a Milano. È nata<br />

nel 1910 con il nome ALFA (Anonima Lombarda Fabbrica Automobili). Le sigle sono formate in<br />

genere dalle iniziali delle parole che definiscono un ente, un partito, una società. Sotto certi<br />

aspetti, anche le sigle sono delle figure, perché prendono una parte (la lettera iniziale) per<br />

rappresentare il tutto (la parola intera); quindi tra la parte visibile (la lettera) e quella intera<br />

(la parola) esiste un rapporto di vicinanza, di contiguità. Quale figura retorica è contenuta in<br />

ogni sigla?<br />

2. Di quali parole sono iniziali le lettere della sigla FIAT, un‟altra azienda italiana<br />

automobilistica?<br />

3. La seconda parte, Romeo, è il cognome dell‟ingegnere campano Nicola Romeo, che entrò<br />

nell‟azienda nel 1915 e ne modificò il nome nella forma attuale. <strong>Il</strong> logo attuale dell‟Alfa Romeo<br />

contiene parole e immagini ed è composto di tre parti. Descrivi ciascuna di esse, specificando<br />

che cosa contengono.<br />

1.<br />

2.<br />

3.<br />

4. A che cosa o a chi fa riferimento la parte “verbale” del simbolo?<br />

5. Le immagini nei due semicerchi all‟interno sono i simboli di una città, sede della società. Di<br />

quale città?<br />

6. La figura nel semicerchio a destra è particolarmente significativa. Vediamola meglio in una<br />

raffigurazione a parte, con la leggenda delle sue origini, raccontata da un poeta e storico<br />

milanese medievale


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

“Viene offerto dal comune di Milano a uno della nobilissima<br />

stirpe dei Visconti che ne sembri il più degno un vessillo con<br />

una biscia dipinta in azzurro che inghiotte un saraceno rosso; e<br />

questo vessillo si porta innanzi ad ogni altro; e il nostro<br />

esercito non si accampa mai se prima non vede sventolare da<br />

un‟antenna l‟insegna della biscia. Questo privilegio si dice<br />

concesso a quella famiglia in considerazione delle vittoriose<br />

imprese compiute in Oriente contro i saracini da un Ottone<br />

Visconti valorosissimo uomo”.<br />

Bonvesin de la Riva, 1240-1314.<br />

Immagine del Biscione scolpito nella Stazione Centrale di<br />

Milano (foto di Giovanni Dall‟Orto, 18.03.2007)<br />

Quale parte di questa immagine è simbolo del potere dei Visconti, duchi di Milano fin dal<br />

Medioevo?<br />

7. L‟emblema racconta una storia attraverso una sola sequenza, particolarmente significativa.<br />

Se si prende una sola scena per rappresentare una intera storia, che tipo di figura retorica si<br />

produce?<br />

Parte seconda<br />

Che cos’è la poesia<br />

Si possono produrre figure retoriche sia con le immagini, sia con le parole. Che cos‟è la poesia,<br />

chi è il poeta? Perché scrive? Che cosa scrive? Sono domande aperte sempre, ancora oggi;<br />

ognuno ha dato una risposta sua. Vediamo come risponde a queste domande un poeta<br />

“stravagante” e ancora attuale per la sua capacità di “giocare” con le parole.<br />

Quando scrisse questo “manifesto” Aldo Palazzeschi aveva 24 anni<br />

Chi sono?<br />

Son forse un poeta?<br />

No, certo.<br />

Non scrive che una parola, ben strana,<br />

la penna dell'anima mia:<br />

"follia".<br />

Son dunque un pittore?<br />

Neanche.<br />

Non ha che un colore<br />

la tavolozza dell'anima mia:<br />

"malinconia".<br />

Un musico, allora?<br />

Nemmeno.<br />

Non c'è che una nota<br />

nella tastiera dell'anima mia:<br />

"nostalgia".<br />

Son dunque... che cosa?<br />

Io metto una lente<br />

davanti al mio cuore<br />

per farlo vedere alla gente.<br />

Chi sono?<br />

5<br />

10<br />

15<br />

20


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

<strong>Il</strong> saltimbanco dell'anima mia.<br />

Aldo Palazzeschi (1885-1974), in Poemi,<br />

Firenze, 1909.<br />

7. La figura retorica della “ripetizione” compare in questo testo in vari modi. Quanti punti<br />

interrogativi, e quindi quante domande pone il testo, eccetto il titolo? Quali sono le domande?<br />

Riscrivi i versi che le contengono<br />

8. Quali hanno risposta negativa e quali ottengono una risposta?<br />

9. Tre versi (4, 9, 14) sono costruiti sulla figura della ripetizione, questa volta, di alcune parole<br />

uguali. Tutti e tre i versi contengono figure retoriche tra loro molto simili. Trascrivi i versi e<br />

spiega le tre figure retoriche. Discuti con i tuoi compagni sulle risposte e sulle spiegazioni che<br />

ciascuno ha dato alle sue scelte.<br />

Versi<br />

v. 4:<br />

v. 9:<br />

v. 14:<br />

Spiegazioni<br />

10. Esaminiamo la prima delle due risposte date alle domande, compresa nei vv. 17-19:<br />

Io metto una lente<br />

davanti al mio cuore<br />

per farlo vedere alla gente.<br />

Spiega con parole tue in quale senso si può intendere questa risposta, perché, se la si prende<br />

alla lettera, dichiara una cosa “impossibile”. Confronta la tua risposta con quelle dei compagni<br />

e discutete insieme su questo tema.<br />

11. Esaminiamo la seconda delle risposte, v. 21: <strong>Il</strong> saltimbanco dell'anima mia.<br />

“Saltimbanco deriva da “saltare in banco”, cioè sui banchi. <strong>Il</strong> saltimbanco è un acrobata che si<br />

esibisce in pubblico in giochi di forza e destrezza; in senso dispregiativo, è chi cerca di<br />

soddisfare la propria vanità o le proprie ambizioni col ricorso a un esibizionismo parolaio e<br />

piazzaiolo” (Devoto-Oli).<br />

Tenendo conto del significato di questa parola, da‟ una tua interpretazione della risposta<br />

dell‟autore alla domanda iniziale e finale. Confronta le tue risposte con quelle dei tuoi<br />

compagni.<br />

12. Uno sguardo finale alle figure fonetiche, che riguardano il suono delle parole. Qual è la<br />

rima più ripetuta nel testo? Quante volte compare?<br />

13. La rima accomuna nel suono finale l‟anima mia con tre parole-chiave della poesia.<br />

Quali sono le tre parole?<br />

14. Ciascuna di queste tre parole in rima è accompagnata, all‟interno di ciascuna delle tre<br />

strofe, da tre elementi: un artista, la materia di cui la sua arte è composta, uno strumento con<br />

cui quell‟arte viene prodotta. Riempi la tabella con le dodici parole usate per designare tutti<br />

questi elementi.


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

parole in rima artista materia Strumento<br />

15. Come vedi, pur nella estrema fantasia che il testo rivela, c‟è una struttura molto ricercata,<br />

sia nelle parole usate, sia nel suono, sia nel significato. Ora esprimi un tuo giudizio<br />

complessivo su questo testo, basandoti su questi quattro criteri:<br />

- gradevolezza o meno, dei suoni e del ritmo, all‟ascolto;<br />

- facilità/difficoltà di comprensione del senso;<br />

- capacità di attirare e conservare l‟attenzione del lettore/ascoltatore;<br />

- idea dell‟arte e della poesia;<br />

Da‟ un punteggio da 1 a 10 per ciascuna voce. Confronta poi il tuo giudizio con quello degli<br />

altri.


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Risposte alle domande<br />

Attività integrativa<br />

Sviluppare l’abilità interpretativa della poesia visiva<br />

I calligrammi di Guillaume Apollinaire (1880-1918)<br />

1. Una metafora, per la somiglianza tra il disegno e la tour Eiffel<br />

2. la gente e Parigi.<br />

3. A disegnare lo spazio vuoto alla base della tour Eiffel.<br />

Corrado Govoni (1884-1965)<br />

4.<br />

1. Valentino 2. Giorgio Armani 3. Yves Saint Laurent<br />

5. a)<br />

6. b)<br />

7. Una metafora per la somiglianza tra in funzionamento di una pompa, che alterna<br />

aspirazione e compressione e il naso che espira ed inspira gli odori<br />

Francesco Cangiullo (1884-1977)<br />

8. Come canti ben! “vissi d‟arte”<br />

9. Una donna che canta<br />

10.<br />

Lettere o altri segni O I T V N ( ) Z A<br />

Quante volte 5 1 1 1 1 1 1 1 1<br />

11. Per le braccia e la gamba destra<br />

12. la o per la testa, la A per il piede<br />

13. La gamba sinistra, piagata nell‟atto di ballare<br />

14. Risposta libera<br />

Opiemme, l’ultima frontiera della poesia visiva.<br />

15. In basso a destra<br />

16. Le parole sono disposte a disegnare una valigia<br />

17. Risposta libera.<br />

18. Su un muro<br />

19. Risposta libera<br />

20. Una strada di una città contemporanea, in mezzo ai cassonetti i rifiuti un divano grande,<br />

abbandonato insieme ad altri oggetti. La scritta sul manifesto funebre allude alla morte di<br />

qualcosa o qualcuno, in questo caso della civiltà. L‟istallazione intende lanciare in modo<br />

provocatorio un messaggio contro il degrado delle nostre città.


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Cognome<br />

Tempo: 2 ore<br />

Fasi: quattro<br />

Scheda per lo studente<br />

Nome Data<br />

Sviluppare l’abilità interpretativa della poesia visiva<br />

La ricerca di effetti particolari ottenuti con le figure retoriche ha prodotto, nella storia della<br />

poesia, notevoli effetti “sorprendenti”. Le parole della poesia, oltre ad avere un senso per il<br />

suono che producono, possono essere utilizzate per come sono “scritte”, cioè, “disegnate”. In<br />

questo modo il confine tra la scrittura e la pittura scompare. Una parola o un insieme di parole<br />

prendono il significato di quello che “disegnano” su un foglio o su un manifesto. Ripercorriamo<br />

alcune delle tappe di questa ricerca e cerchiamo di interpretare questa nuova tappa nelle<br />

invenzioni delle figure “retoriche”.<br />

I calligrammi di Guillaume Apollinaire (1880-1918)<br />

Nel 1918 esce a Parigi il volume di poesie visive, Calligrammes. Poèmes de la paix et de la<br />

guerre (1913-1916), (Calligrammi. Poesie della pace e della guerra).<br />

Studiamo qualcuno di questi testi poetici molto particolari.<br />

1. La Tour Eiffel<br />

Testo francese originale<br />

Salut monde dont je suis la langue éloquente<br />

que sa bouche, o Paris, tire et tirera toujours<br />

aux allemands.<br />

Traduzione italiana libera<br />

Ciao, gente, io sono la vostra linguaccia<br />

eloquente e la mia bocca, o Parigi, la tira e la<br />

tirerà sempre fuori ai tedeschi (fa e farà la<br />

“linguaccia” ai tedeschi)<br />

La poesia riproduce con le parole la Tour Eiffel. Quale figura retorica, secondo te, produce<br />

questa poesia nel suo complesso? ………………………………………………………………………………………..<br />

2. <strong>Il</strong> testo si rivolge direttamente a due soggetti, come se fossero in grado di ascoltare? Quali<br />

sono? ……………………………………………………………………………………………………………………………………..


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

3. Anche questa è una figura retorica, si chiama “apostrofe”. Scopriamo un‟altra figura.<br />

Noi scriviamo le parole separate in modo da isolarle meglio sulla pagina scritta; se le<br />

scrivessimo tutteattaccatecosì, sarebbe più difficile capire un testo.<br />

Nella poesia di Apollinaire avviene una cosa diversa. Nella parte bassa del “testo”, parole come<br />

Allemands risultano scritte con le lettere ora unite tra loro, ora separate. Che valore ha in<br />

questo tipo di scrittura la separazione tra le lettere della parola Allemands? Che “senso” ha<br />

quel vuoto?<br />

Corrado Govoni (1884-1965)<br />

I futuristi italiani, nei primi anni del Novecento, inventarono le poesie visive, e pubblicarono<br />

testi “stravaganti”, che ancora oggi suscitano interesse. Sono stati i primi a cogliere la potenza<br />

pittorica delle lettere alfabetiche. Oggi siamo abituati a vedere nelle insegne pubblicitarie.<br />

4. Scrivi sotto ai seguenti simboli a quale casa di moda di riferiscono.<br />

1. 2. 3.<br />

<strong>Il</strong> futurista Corrado Govoni fu uno degli artisti-poeti più innovativi. Leggiamo un suo testo, con<br />

a fianco la trascrizione di alcune parti, difficilmente leggibili nell‟originale.<br />

Occhio sinistro<br />

portali gotici della cattedrale di fosforo del<br />

mio cervello<br />

Occhio destro<br />

cerchio della morte delle lacrime. Salvagente<br />

del dolore<br />

Naso<br />

pompa degli odori<br />

Labbra<br />

divano pallido dei baci<br />

Bocca<br />

porta umida della sala da pranzo della bocca<br />

dove i denti giorno e notte come bianchi<br />

convitati banchettano intorno alla tavola rossa<br />

della lingua.<br />

Barba<br />

erba di cimitero che il barbiere falcia la<br />

domenica davanti allo specchio<br />

Corrado Govoni, Autoritratto, Trascrizione di alcune parti


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

in “Lacerba”, 20 marzo 1915.<br />

5. Spiega perché, secondo te, gli occhi sono chiamati “portali gotici della cattedrale di fosforo<br />

del mio cervello”. Scegli la riposta che ritieni corretta:<br />

a) perché al fosforo sono attribuiti effetti positivi sull‟intelligenza e sulla memoria <br />

b) perché gli occhi servono a osservare le cattedrali gotiche <br />

c) perché lo stile gotico affascinava l‟autore del testo <br />

d) perché il fosforo è una sostanza usata nella costruzione delle cattedrali <br />

6. Spiega perché, secondo te, l‟occhio è anche definito “salvagente del dolore”. Scegli la<br />

risposta corretta tra quelle proposte:<br />

a) perché un naufrago si salva se resta con gli occhi fuori dall‟acqua <br />

b) perché le lacrime, prodotte dall‟occhio, uscendo alleviano la sofferenza <br />

c) perché la gente si salva attraverso la sofferenza, piangendo <br />

d) perché quando si piange si produce un “mare di lacrime” ed è necessario un salvagente <br />

7. Quale figura è contenuta nella definizione del naso “pompa degli odori”? ………………………..<br />

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………<br />

Francesco Cangiullo (1884-1977)<br />

Anche le lettere singole entrano nelle poesie visive. Come le parole intere, nella poesia visiva,<br />

attenuano o perdono il loro valore “fonico”, così anche le lettere singole perdono la loro<br />

valenza fonetica e diventano puri segni grafici. Acquistano un “senso” nuovo a seconda delle<br />

immagini che evocano con la loro forma.<br />

Studiamo due composizioni di Francesco Cangiullo.<br />

Francesco Cangiullo, Caffeconcerto, in Alfabeto a sorpresa (1919)


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

Figura 1 Figura 2<br />

8. Quali sono i due testi verbali che fanno da titolo alla composizione della figura 1? ………………<br />

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………<br />

9. La seconda espressione è una citazione dall‟opera lirica a Tosca di Puccini (rappresentata a<br />

Roma nel 1900), dove la protagonista canta una celebre romanza: “Vissi d‟arte, vissi d‟amore!”<br />

Cosa rappresenta la figura 1? …………………………………………………………………………………………………..<br />

10. Individua tutte le lettere presenti nella figura 1 e quante volte compaiono.<br />

Lettere o<br />

altri segni<br />

Quante<br />

volte<br />

11. Per quali parti del corpo sono utilizzate la parentesi graffe nella figura 2? …………………………<br />

12. Ci sono due lettere che sono state utilizzate nei due testi per rappresentare due medesime<br />

parti del corpo. Quali sono le lettere e quali le parti del corpo? ………………………………………………….<br />

13. Quale parte del corpo riproducila Z nella figura 2? ……………………………………………………………….<br />

14. Prova tu a creare una “poesia futurista” utilizzando le lettere dell‟alfabeto opportunamente<br />

distribuite a creare una figura. Confronta la tua “creazione” con quella dei tuoi compagni.<br />

Opiemme, l’ultima frontiera della poesia visiva.<br />

La poesia è dipinta a Imperia, su un muro, di circa m. 5 x 3, a fianco di un parcheggio per<br />

caravan, e a 100 metri dal mare. Autori sono un gruppo di artisti che si firmano Opiemme<br />

(Oggetti Poeticamente Modificati)<br />

15. Dove è posta la firma………………………………………………………………………………………………..


Orietta Simona Di Bucci Felicetti <strong>Il</strong> <strong>linguaggio</strong> <strong>figurato</strong><br />

16. <strong>Il</strong> titolo della poesia-graffito e in alto a sinistra: This is not a bag. Tribute to F. Pessoa<br />

(Questa non è una valigia. Tributo a Fernando Pessoa). L‟opera prende spunto da un testo<br />

dello scrittore portoghese Fernando Pessoa (1888-1925), il cui nome compare, in piccolo in<br />

basso a destra. Da un passo estratto da <strong>Il</strong> libro dell'Inquietudine di Bernardo Soares (O Livro<br />

do Desassossego por Bernardo Soares, Lisbona, 1982):<br />

Viaggiare! Perdere paesi! Essere altro non avere radici per l’anima da soltanto da vivere<br />

soltanto di vedere. Neanche a me appartenere. Andare avanti, andare dietro l'assenza di avere<br />

un fine e l'ansia di conseguirlo. Così è viaggio.<br />

Come viene utilizzato il testo verbale nel disegno? Quale oggetto rappresenta?......................<br />

17. Trova sulla pittura murale alcune delle parole del testo di Pessoa, ruotando la pagina<br />

scritta. Anche questo movimento fa parte della lettura di testi di questo tipo.<br />

La poesia e la scrittura sui muri trasforma la parola poetica in un evento pubblico, a volte, in<br />

una occasione di impegno civile. Guarda, per finire le due opere di Opiemme e rispondi alle<br />

domande proposte<br />

Climbing words (Parole rampicanti)<br />

La maleducazione uccide<br />

18. Dove sono scritte le parole rampicanti? …………………………………………………………………………………<br />

19. Ti è mai venuta la voglia di scrivere una poesia su un muro? Confronta le tua impressione<br />

e la tua esperienza con gli altri compagni.<br />

20. Sulla carta funebre incollata al divano c‟è scritto: “La maleducazione uccide”. Descrivi la<br />

scena e interpreta il messaggio che gli autori intendono divulgare.

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