09.06.2013 Views

L'anima meccanica di Sinisgalli Gianni Lacorazza Il grande ...

L'anima meccanica di Sinisgalli Gianni Lacorazza Il grande ...

L'anima meccanica di Sinisgalli Gianni Lacorazza Il grande ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

116<br />

L’anima <strong>meccanica</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Sinisgalli</strong><br />

IL 31 GENNAIO DEL 2006, SI ENTRA IN UN “BIENNIO<br />

SINISGALLIANO” IN CUI SI PARLERÀ ANCOR DI PIÙ<br />

DELL’ILLUSTRE PERSONAGGIO MONTEMURRESE. IN<br />

QUELLA DATA RICORRONO I 25 ANNI DALLA MORTE<br />

E TRA DUE ANNI, IL 9 MARZO 2008, SARÀ IL<br />

CENTENARIO DELLA NASCITA.<br />

QUALE OCCASIONE MIGLIORE, PER FARE DI SINISGALLI<br />

L’EMBLEMA DELLA CULTURA LUCANA NEI PROSSIMI<br />

DUE ANNI? LA SUA DIMENSIONE TERRITORIALE E<br />

GLOBALE AL TEMPO STESSO È LA PERFETTA SINTESI<br />

PER UNA BASILICATA FATTA DI LUCANI-EUROPEI, CHE<br />

VOGLIONO GUARDARE AL FUTURO AFFRONTANDO<br />

LA SFIDA DELLA VALORIZZAZIONE DELLA PROPRIA<br />

IDENTITÀ E DELLA QUALITÀ CHE ESSA ESPRIME, NELLA<br />

SUA PLURALITÀ, NONOSTANTE I PICCOLI NUMERI.<br />

NUOVE PUBBLICAZIONI STANNO RILEGGENDO<br />

SINISGALLI SOTTO UNA NUOVA VESTE, QUELLA<br />

DEL COMUNICATORE, DISTINTOSI PER UNA<br />

MULTIDISCIPLINARITÀ SENZA PARI. OGGI LA BASILICATA<br />

HA L’OCCASIONE DI VALORIZZARLO.<br />

GIANNI LACORAZZA<br />

Da quando è morto, nel 1981, mai si è parlato tanto <strong>di</strong><br />

Leonardo <strong>Sinisgalli</strong> come in questi ultimi anni. Sarà perché c’è<br />

voluto un necessario tempo affinché ci si potesse innamorare<br />

<strong>di</strong> un personaggio che non si può definire solo come ingegnere-poeta.<br />

<strong>Il</strong> 31 gennaio del 2006, si entra in un “biennio sinisgalliano”<br />

in cui si parlerà ancor <strong>di</strong> più dell’illustre personaggio montemurrese.<br />

In quella data ricorrono i 25 anni dalla morte e tra<br />

due anni, il 9 marzo 2008, sarà il centenario della nascita. Quale<br />

occasione migliore, per fare <strong>di</strong> <strong>Sinisgalli</strong> l’emblema della cultura<br />

lucana nei prossimi due anni? La sua <strong>di</strong>mensione territoriale<br />

e globale al tempo stesso è la perfetta sintesi per una Basilicata<br />

fatta <strong>di</strong> lucani-europei, che vogliono guardare al futuro<br />

affrontando la sfida della valorizzazione della propria identità<br />

e della qualità che essa esprime, nella sua pluralità, nonostante<br />

i piccoli numeri.<br />

È questa la forza <strong>di</strong> <strong>Sinisgalli</strong>: può piacere ai colti letterati<br />

perché è sopraffina ed elegante la sua poesia, può piacere ai<br />

giovani perché è passionale e calda la sua prosa, può piacere<br />

all’artista come allo scienziato, al giornalista e al musicista, all’insegnate<br />

e all’allievo, solo perché è stato semplicemente un genio.<br />

Un genio che proprio nei numeri ha trovato la sua poesia,<br />

sia essi piccoli che gran<strong>di</strong>.<br />

Oggi, appunto, non è azzardato utilizzare questo termine;<br />

oggi è sicuramente giunto il momento per rendere omaggio<br />

alla verità, troppo a lungo rimasta in silenzio. Quel genio<br />

rinchiuso nell’anfora della storia, a riposare su quella collina affianco<br />

alle muse ch’egli stesso <strong>di</strong>sse <strong>di</strong> aver incontrato, ha atteso<br />

finché il tempo non cominciasse a sfregare per farlo venir<br />

fuori, sentendo la necessità <strong>di</strong> esau<strong>di</strong>re i desideri della memoria<br />

e della cultura lucana.<br />

Ed oggi è il momento in cui <strong>Sinisgalli</strong> viene riletto anche<br />

da più punti <strong>di</strong> vista, attraverso nuove pubblicazioni. <strong>Il</strong> <strong>Sinisgalli</strong><br />

designer, pubblicitario, stu<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> architettura, cineasta, rappresentano<br />

le tante sfaccettature “dell’altro” <strong>Sinisgalli</strong>, quello<br />

vero probabilmente. Essere un “<strong>grande</strong> poeta”, infatti, non giustifica<br />

l’essere “tout court” un poeta. Ed oggi questo sta venendo<br />

fuori: la convinzione che non si tratti semplicemente <strong>di</strong> una<br />

bella pagina culturale della nostra storia ma <strong>di</strong> una importante<br />

risorsa.<br />

Quando, nel ’78, <strong>Sinisgalli</strong> scrisse “Dimenticatoio”, la sua ultima<br />

raccolta <strong>di</strong> poesie, consegnò ai posteri una sorta <strong>di</strong> presagio<br />

quasi scaramantico, come a <strong>di</strong>re: “penso che mi <strong>di</strong>menticherete,<br />

ma spero <strong>di</strong> no e se lo scrivo forse posso evitarlo”. C’è voluto qualche<br />

anno ma lo spettro del Dimenticatoio, soprattutto a beneficio<br />

<strong>di</strong> tanti appassionati ed estimatori, è stato evitato.8


M NDO<br />

BASILICATA<br />

LEONARDO SINISGALLI A MILANO (1934)<br />

117


118<br />

Nato a Montemurro il 9 marzo del 1908, Leonardo <strong>Sinisgalli</strong><br />

da bambino avrebbe voluto fare il fabbro. Frequentava la<br />

bottega del mastro stagnino e vedeva in lui un artista capace <strong>di</strong><br />

creare oggetti <strong>di</strong> <strong>grande</strong> utilità.<br />

Circa quarant’anni dopo si ricorderà <strong>di</strong> questa esperienza e<br />

sul primo numero <strong>di</strong> “Civiltà delle Macchine” che fondò e <strong>di</strong>resse<br />

dal ‘53 al ‘58, de<strong>di</strong>cò un intero articolo sul design e su quelle<br />

che definì “forme <strong>di</strong>alettali <strong>di</strong> standard”, ovvero la lanterna, la<br />

lucerna e l’oliera, accomunando la funzionalità del design razionalistico<br />

a forme <strong>di</strong> artigianato artistico; accomunando i gran<strong>di</strong><br />

designer con lo stagnino <strong>di</strong> Montemurro.<br />

A nove anni fu costretto ad andare a stu<strong>di</strong>are fuori: il suo<br />

maestro, Don Vito Santoro, aveva ben intuito le sue doti e<br />

convinse la madre a non sprecare il talento del figlio. Con il padre<br />

emigrato in America non fu facile per Donna Carmela assumersi<br />

tale responsabilità ma, pur ritardando un anno, ugual-<br />

IL GRANDE COMUNICATORE<br />

E IL CINEMA<br />

Ingegnere, poeta, ed anche regista. Un percorso culturale<br />

<strong>di</strong> peculiare sensibilità quello <strong>di</strong> Leonardo <strong>Sinisgalli</strong>, riscoperto<br />

cineasta grazie a puntuali citazioni sulla rivista cinematografica<br />

“Ciemme”, e<strong>di</strong>ta dal Cinit (Cineforum Italiano)<br />

che ha sede a Venezia.<br />

<strong>Il</strong> poeta <strong>di</strong> Montemurro aveva infatti partecipato al progetto<br />

“Documento mensile”, ideato dall’allora futuro regista<br />

Marco Ferreri e da Riccardo Ghione. Si trattava<br />

<strong>di</strong> un tentativo <strong>di</strong> far realizzare dei cinegiornali non a degli<br />

anonimi registi, bensì ai maggiori cineasti, intellettuali e poeti<br />

italiani. L’ambizioso progetto, purtroppo, (siamo nei primi<br />

mente lo mandò in collegio a Caserta, dai Salesiani. “Io <strong>di</strong>co,<br />

qualche volta per celia, che sono morto a nove anni...”, ha scritto,<br />

pensando a quel passaggio sul ponte dell’Agri che rimase impresso<br />

per sempre nella sua memoria. Invece <strong>Sinisgalli</strong> nacque<br />

proprio su quel ponte.<br />

Andando via fu proiettato verso la crescita culturale e lo<br />

stu<strong>di</strong>o, che gli hanno permesso <strong>di</strong> acquisire le giuste conoscenze<br />

per crearsi uno spazio nel panorama della letteratura e dell’intera<br />

storia culturale italiano. D’altro canto, quel passaggio sul<br />

ponte lasciò una ferita che sicuramente ha contribuito nell’elevare<br />

la qualità passionale dei suoi pensieri. Se l’arte spesso è<br />

sofferenza, questa è stata la sofferenza <strong>di</strong> Leonardo <strong>Sinisgalli</strong>.<br />

Dopo l’Istituto tecnico <strong>di</strong> Benevento e la Licenza conseguita<br />

a Napoli nel ’25, si trasferì a Roma per stu<strong>di</strong>are matematica,<br />

dopo due anni passò ad ingegneria e i suoi successi negli<br />

stu<strong>di</strong> erano costanti al punto da indurre Enrico Fermi a voler-<br />

anni ’50), non prese mai corpo del tutto a causa della censura,<br />

che non decretò il visto ai cortometraggi e quin<strong>di</strong> non ne<br />

consentì la <strong>di</strong>ffusione.<br />

Pertanto, i due numeri realizzati, il primo da Alberto<br />

Moravia e Vittorio De Sica, il secondo da Luchino Visconti<br />

e Carlo Levi (sì, il “nostro” Levi), oltre ai singoli<br />

contributi <strong>di</strong> Guttuso, Rossellini e <strong>Sinisgalli</strong>, rimasero nel<br />

chiuso dei magazzini e non hanno mai potuto circolare.<br />

L’idea <strong>di</strong> fondo <strong>di</strong> “Documento mensile” - ci conferma il<br />

<strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> “Ciemme” Marco Vanelli - era quella <strong>di</strong> paragonare<br />

il cinema alla “terza pagina” <strong>di</strong> un quoti<strong>di</strong>ano, usando<br />

la cinepresa così come uno scrittore o un intellettuale avrebbe<br />

utilizzato la macchina da scrivere. Inoltre, essi avrebbero<br />

dato un maggiore contributo nel migliorare la qualità dei Ci-


lo nel suo gruppo <strong>di</strong> ricercatori che dettero inizio all’era atomica:<br />

il famoso gruppo dei ragazzi <strong>di</strong> Via Panisperna: “... preferii seguire<br />

pittori e poeti e rinunciare allo stu<strong>di</strong>o dei neutroni lenti e della<br />

ra<strong>di</strong>oattività artificiale”.<br />

E proprio con pittori e poeti che stabilì i migliori rapporti:<br />

Libero de Libero, Scipione Mafai, Giuseppe Ungaretti. <strong>Il</strong> suo<br />

mondo era tra queste persone, nei posti che loro frequentavano,<br />

anche se continuava a stu<strong>di</strong>are e si laureò, nel ’32, in ingegneria.<br />

Partì per Milano, pieno <strong>di</strong> belle speranze e alla ricerca <strong>di</strong><br />

esperienze. Collaborò a riviste letterarie e perio<strong>di</strong>ci in attesa <strong>di</strong><br />

una occasione importante. Nel frattempo vinse i Littoriali a Firenze<br />

con la sua prima raccolta <strong>di</strong> poesie, Cuore.<br />

L’atmosfera degli anni ’30 a Milano contribuì molto a formare<br />

il giovane <strong>Sinisgalli</strong>: si costruivano rapporti <strong>di</strong> <strong>grande</strong> intensità<br />

con il mondo della cultura e coi suoi colleghi “utopici” si facevano<br />

sogni che, più tar<strong>di</strong>, si <strong>di</strong>mostrarono non irrealizzabili. Nel ’35<br />

negiornali che allora erano ad<strong>di</strong>rittura obbligatori prima delle<br />

proiezioni cinematografiche.<br />

Tornando a <strong>Sinisgalli</strong>, afferma Riccardo Ghione in un’intervista:<br />

“<strong>Il</strong> suo pezzo era piuttosto curioso, anche se nessuno ne<br />

parla in quanto nessuno lo aveva visto. <strong>Il</strong> poeta lucano era andato<br />

a Bra, in Piemonte, in un solaio <strong>di</strong> una vecchia casa ed aveva trovato<br />

una <strong>grande</strong> quantità <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong> ottocenteschi […]. <strong>Sinisgalli</strong><br />

ha usato un metodo <strong>di</strong>remmo “gozzaniano”, girando le immagini<br />

come una elegia. Alternava, nelle riprese, sei metri e tre metri<br />

<strong>di</strong> pellicola per volta… Era un tentativo <strong>di</strong> creare un “verso” cinematografico,<br />

<strong>di</strong> trovare cioè una corrispondenza con la metrica<br />

poetica. <strong>Il</strong> film <strong>di</strong> <strong>Sinisgalli</strong> si intitolava “Vita silenziosa” per la durata<br />

<strong>di</strong> due minuti”. Questi dati li fornisce con entusiasmo e<br />

rammarico il critico Vanelli, il quale ci conferma della vivaci-<br />

M NDO<br />

BASILICATA<br />

ritornò a Montemurro, deciso a non tornare più a Milano: l’occasione<br />

tanto ambita stentava a bussare alla sua porta. In quegli<br />

anni si de<strong>di</strong>cò interamente alla sua produzione letteraria.<br />

Un paio d’anni dopo fu la volta del ritorno <strong>di</strong> <strong>Sinisgalli</strong><br />

a Milano e dell’inizio del suo matrimonio con l’industria. Da<br />

un’inserzione sul giornale, suggeritagli dall’amico-poeta Alfonso<br />

Gatto, nacque una carriera che ebbe la particolarità <strong>di</strong> rendere<br />

sempre costante il camminare congiunto del <strong>Sinisgalli</strong> letterato<br />

e del <strong>Sinisgalli</strong> ingegnere; mettendo la vena artistica e<br />

creativa nell’industria e la vena razionale e tecnica nell’attività<br />

letteraria. Già da questa prima esperienza alla Linoleum, collaborando<br />

per la promozione dei prodotti dell’industria <strong>di</strong> pavimenti<br />

e con la redazione della Rivista E<strong>di</strong>lizia Moderna, si delineavano<br />

i binari paralleli <strong>di</strong> un percorso che fu poi seguito tutta<br />

la vita. Due binari, due culture, mai <strong>di</strong>sgiuntesi, che porteranno<br />

lontano il treno Leonardo <strong>Sinisgalli</strong>. 8<br />

tà intellettuale <strong>di</strong> <strong>Sinisgalli</strong> anche per quel che riguarda il cinema<br />

e i contatti <strong>di</strong> alto spessore intellettuale con scrittori<br />

e registi del suo tempo.<br />

Ci ricorda infatti che con Lezione <strong>di</strong> geometria, <strong>Sinisgalli</strong><br />

è stato premiato nel 1948 alla Mostra <strong>di</strong> Venezia dall’Ufficio<br />

Centrale <strong>di</strong> Cinematografia per il miglior cortometraggio<br />

italiano. <strong>Il</strong> breve e importante esperimento fu<br />

realizzato in collaborazione col regista Virgilio Sabel, fotografato<br />

da Mario Bava, musicato niente meno che da<br />

Goffredo Petrassi e prodotto da Carlo Ponti. <strong>Sinisgalli</strong><br />

tornerà a Venezia due anni dopo, sempre insieme a Virgilio<br />

Sabel e ancora una volta vincitore (Premio Internazionale<br />

per il Cortometraggio), questa volta con Millesimo<br />

<strong>di</strong> millimetro.<br />

119


120<br />

Per chi conosce <strong>Sinisgalli</strong> non stupisce questa sua attenzione<br />

alla geometria, alle scienze esatte, che non si pone in<br />

contrapposizione con il mondo della poesia e della creazione.<br />

L’occhio del poeta, anzi, riesce a cogliere una rivelazione<br />

metafisica nella geometria dell’universo, lamentando proprio<br />

che l’arte contemporanea si “sgeometrizza, si sgeometrizza la<br />

poesia” ( Le età della luna, 1956-1962).<br />

E in questo suo approccio anche il cinema col suo linguaggio<br />

entra prepotentemente, sia perché offre, come in<br />

questi documentari, la possibilità <strong>di</strong> un’osservazione più oggettiva,<br />

scientifica, sia perché si presta a nuove sperimentazioni<br />

poetiche, come nel caso del perduto Vita silenziosa.<br />

Per completare il breve ma intenso rapporto <strong>di</strong> <strong>Sinisgalli</strong><br />

col cinema dobbiamo ricordare anche la sua collaborazione<br />

Due binari partiti, probabilmente, nel 1917 da quel ponte<br />

sul fiume Agri, che egli immaginò crollare (“... <strong>di</strong>co a voi amici<br />

che il ponte sull’Agri crollò un’ora dopo il nostro transito...”);<br />

un ponte carico <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong> e <strong>di</strong> calore poetico che rappresentò<br />

l’avvio e che, ironia della sorte, dalle popolazioni del luogo<br />

era chiamato “il ponte <strong>di</strong> ferro”, fatto <strong>di</strong> razionali putrelle<br />

e bulloni.<br />

Nel ’38 <strong>Sinisgalli</strong> fu chiamato da Adriano Olivetti, che aveva<br />

letto il suo Quaderno <strong>di</strong> Geometria, che lo volle alla sua corte<br />

affidandogli l’ufficio tecnico <strong>di</strong> pubblicità della Olivetti. Fu la<br />

svolta: l’ingresso dalla porta principale in un mondo che ormai<br />

lo riconosceva come un intellettuale capace <strong>di</strong> dare un’immagine<br />

<strong>di</strong>versa alle industrie. Con Adriano Olivetti, uno dei gran<strong>di</strong><br />

manager illuminati della storia italiana, il sodalizio si allargò anche<br />

ad altri settori, poiché il <strong>di</strong>rigente non poteva non coinvolgere<br />

<strong>Sinisgalli</strong> nello storico gruppo <strong>di</strong> “Comunità”. Poi gli orrori<br />

della guerra coinvolsero anche <strong>Sinisgalli</strong> che comunque non<br />

fermò la sua produzione letteraria (uscì, tra le altre opere, Furor<br />

Mathematicus, considerata la più importante produzione <strong>di</strong><br />

<strong>Sinisgalli</strong>) e riuscì a trovare il suo spazio anche in questa circostanza<br />

in virtù dell’affidamento dell’incarico <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigente dell’Ufficio<br />

Propaganda dell’Esercito.<br />

Dopo la guerra giunse il momento della collaborazione<br />

con la Pirelli e della fondazione della rivista omonima insieme<br />

ad Arturo Tofanelli e Giuseppe Eugenio Luraghi, <strong>di</strong>rigente<br />

con cui iniziò una collaborazione destinata a durare <strong>di</strong>eci anni.<br />

Con Luraghi, infatti, nel ’53 fondò, per conto della Fin<strong>meccanica</strong>,<br />

la rivista Civiltà delle Macchine, che <strong>Sinisgalli</strong> <strong>di</strong>resse fino al<br />

’58 facendone uno strumento <strong>di</strong> elevato prestigio e<strong>di</strong>toriale,<br />

oggi conosciuto come “la rivista delle due culture”. Per la verità,<br />

due culture sono poche per Civiltà delle Macchine, non per-<br />

alla sceneggiatura <strong>di</strong> un film<br />

fondamentale del regista da<br />

poco scomparso Alberto<br />

Lattuada. Stiamo parlando<br />

de <strong>Il</strong> cappotto, il riuscitissimo<br />

tentativo <strong>di</strong> combinare<br />

la nostra tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />

comme<strong>di</strong>a italiana con un classico della letteratura umoristica<br />

russa, in questo caso Gogol.<br />

La pellicola, premiata al V Festival <strong>di</strong> Cannes, fu l’occasione<br />

per il piccolo Renato Rascel per <strong>di</strong>mostrare la sua<br />

<strong>grande</strong> capacità <strong>di</strong> interprete a tutto tondo.<br />

( Armando Lostaglio)


ché non sia corretta la <strong>di</strong>cotomia che ha visto integrati nel giornale<br />

l’universo umanistico e quello scientifico ma perché, data<br />

così, la definizione non lascia immaginare, a chi non conosce la<br />

rivista, le <strong>di</strong>versità dei temi trattati ed il modo <strong>di</strong> trattarli. Design,<br />

pittura, fisica, <strong>meccanica</strong> <strong>di</strong> precisione, cantieristica navale,<br />

nuove scoperte della tecnologia, anatomia, biologia, pubblicità,<br />

poesia, giornalismo, natura, questione meri<strong>di</strong>onale, società ecc.<br />

In molti casi i temi si intrecciavano, lasciandone altri tra le righe,<br />

in altri casi poeti e pittori venivano inviati nelle fabbriche; tutto<br />

ad un livello elevato, con un senso superiore delle cose.<br />

Dal ’58 in poi, Leonardo <strong>Sinisgalli</strong>, ha mantenuto il costante<br />

impegno sui <strong>di</strong>versi fronti, riuscendo a produrre opere letterarie<br />

a cui veniva sempre de<strong>di</strong>cata <strong>grande</strong> considerazione da<br />

parte della critica, e mantenendo costante il suo impegno <strong>di</strong><br />

uomo-immagine per i gran<strong>di</strong> marchi italiani: Alfa Romeo, Alitalia,<br />

Eni-Agip, Bassetti, solo per citare i maggiori.<br />

Inoltre, man mano che i suoi anni si trasformavano in saggezza,<br />

sempre maggiore era il ruolo <strong>di</strong> talent-scout che gli veniva<br />

attribuito. Essere un pittore, uno scultore, un architetto o<br />

un designer apprezzato da <strong>Sinisgalli</strong> voleva <strong>di</strong>re, sin dagli anni<br />

’50, entrare in un ambiente <strong>di</strong>fficile con una credenziale <strong>di</strong> qualità:<br />

è questo è valso per tanti degli artisti oggi riconosciuti tra<br />

i maggiori.<br />

Dunque cosa è stato <strong>Sinisgalli</strong>? Poesia, matematica, prosa,<br />

ingegneria, giornalismo, fisica, ra<strong>di</strong>o, pubblicità, design, arti figurative,<br />

cinema, critica d’arte: sono i maggiori ambiti in cui si è<br />

<strong>di</strong>stinto, lasciando il suo segno ovunque. Per questo è <strong>di</strong>fficile<br />

parlare <strong>di</strong> “due culture” soltanto, come è <strong>di</strong>fficile contare i suoi<br />

interessi. Più agevole sarebbe unificare tutto ciò in una sola figura,<br />

quella del comunicatore o, meglio ancora, per non incorrere<br />

in imprecisioni, quella <strong>di</strong>... Leonardo <strong>Sinisgalli</strong>. =<br />

He was an engineer, a poet and a film <strong>di</strong>rector,<br />

too.<br />

Leonardo Sinisga lli’s cultural path had a special sensiti veness;<br />

we have re<strong>di</strong>scovered him as a cineaste thanks to precise quotations on the movie review “Ciemme”, published by Cinit<br />

(Cineforum Itali ano ) , which has its offices in Venice. In<br />

fact,<br />

the poet from Montemurro had participated in the project “Documento mensile”, devised by Marco Ferrer i, at the time future film <strong>di</strong>rector, and Riccardo Ghione. It was an attempt to create newsreels which had to<br />

be made by the greatest Italian cineastes, intellectuals and<br />

poets rather than by anonymous film <strong>di</strong>rectors. The ambitious project, unfortunately, (they were in the early Fifti es) <strong>di</strong>d<br />

never<br />

completely come true because of censorship. M NDO<br />

BASILICATA<br />

“<strong>Sinisgalli</strong> Biennium” will start on the 31st January 2006 and<br />

will be an occasion to talk more about this famous personality<br />

from Montemurro. That date will be the 25th anniversary of his<br />

death and, two years later, the 9th March 2008, there will be<br />

the centenary of his birth. It will certainly be the best chance<br />

to make <strong>Sinisgalli</strong> symbolize Lucanian culture during the coming<br />

two years. His <strong>di</strong>mension, which is territorial and global at<br />

the same time, is the perfect synthesis for a Basilicata which<br />

is made up of Lucanians-Europeans who want to face their<br />

future by accepting the challenge of giving value to their own<br />

identity and to the quality it expresses, in its plurality, in spite of<br />

its small numbers. New publications are showing <strong>Sinisgalli</strong> in a<br />

new way, as a communicator who <strong>di</strong>stinguished himself for his<br />

unequalled multi<strong>di</strong>sciplinarity. Today Basilicata has the chance<br />

to appreciate him. ENGLISH<br />

Sinisga lli’s film was titled “Vita silenziosa” and lasted<br />

two<br />

minutes.<br />

With his short Lezione <strong>di</strong> Geometria, <strong>Sinisgalli</strong> was awarded,<br />

in 1948, at the “Mostra <strong>di</strong> Venezia”, by the Movie Central Office<br />

for the best Italian short. <strong>Sinisgalli</strong> would go back to Venice two<br />

years later, always with Virgilio Sabel and once again as a winner (International Award for Shorts ) , this time with “Millesimo <strong>di</strong><br />

millimetro”.<br />

To complete the short but intense relation <strong>Sinisgalli</strong> had<br />

with cinema, we should also remind his collaboration in<br />

the<br />

screenplay of a film which was basic in the career of Alberto Lattuada, the film <strong>di</strong>rector passed away a short time ago. We<br />

are talking about “ <strong>Il</strong><br />

cappotto”.<br />

ENGLISH<br />

121

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!